Amitié, amour et famille di Lila_88 (/viewuser.php?uid=36821)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
AMITIE',
AMOUR ET FAMILLE
CAPITOLO 1
Quando Nicolas e José rientrarono a casa quel giorno, dopo
aver terminato le prove con Olivier e Christophe, trovarono le ragazze
che studiavano in salotto. Nicolas andò a baciare la sua
Hélène, mentre José si sedette sul
divano, salutando con un generico ‘ciao ragazze’ e
ignorando Benedicte. Laly notò la cosa e, soprattutto,
notò quanto la ragazza ci rimase male. Quando si accorse di
essere osservata, Benedicte alzò lo sguardo su Laly e le
sorrise imbarazzata. Poi radunò i suoi appunti, sparsi sul
tavolo, e uscì dalla stanza. Laly guardò con
occhi accusatori José. Quest’ultimo, infastidito
dagli sguardi insistenti della ragazza, la affrontò.
“Che cosa
c’è?”
La ragazza aggrottò la fronte, poi si alzò e si
fermò davanti a lui, con le mani sui fianchi.
“Ti costa
così tanto dire ciao alla tua ragazza, quando entri in casa?
Sono giorni che sei scortese con lei!”
“E, dimmi un
po’, a te costa tanto farti gli affari tuoi?”
José non le lasciò il tempo di ribattere,
perché si alzò e lasciò anche lui la
stanza, per dirigersi verso l’uscita
dell’appartamento. Laly si rivolse stupita ad
Hélène e Nicolas che erano stati spettatori
silenziosi del breve scambio di battute fra i due.
“No, ma dico,
vi sembra normale? Si può sapere cosa gli prende?
E’ così strano, ultimamente!”
“Credo che fra
lui e Benedicte stia succedendo qualcosa. Magari hanno
discusso.”
“Beh, non
è un buon motivo per comportarsi in questo modo! Avete visto
come mi ha risposto?!”
Nicolas si schiarì la voce, prima di esprimere la sua
opinione.
“Forse non
vuole... intromissioni altrui. Se veramente è una cosa che
riguarda lui e Benedicte, probabilmente non ha piacere che ci venga
messa bocca da altre persone.”
“Stai dicendo
che sono una ficcanaso?”
“Sto dicendo
che se eviti di fargli domande, non rischi che ti risponda
male.”
Laly non sapeva se essere più indignata perché
José le aveva risposto male, oppure perché
Nicolas le aveva appena dato della ficcanaso. Ad
Hélène, tuttavia, la sua faccia parve
così buffa che non riuscì a trattenere un
sorriso. Si avvicinò all’amica, prendendola a
braccetto, prima di voltarsi di nuovo verso Nicolas.
“Perché
non vai a cercare José, mentre noi andiamo a chiedere a
Benedicte se vuole un succo di frutta?”
“Va
bene.”
Nicolas prese la propria giacca e le lasciò sole. Prima di
andare a cercare Benedicte, Laly volle fare una domanda
all’amica.
“Ma non
è intromettersi anche questo?”
“No. Andiamo
solo a chiedere a Benedicte se ha sete. Senza fare domande, ricorda. Se
vorrà parlarci di quello che sta succedendo, ce lo
dirà lei.”
Laly annuì, poco convinta. Quando bussarono alla camera di
Benedicte dovettero aspettare qualche momento, prima che la ragazza
aprisse la porta con gli occhi di chi ha appena pianto.
“Tutto bene
Benedicte?”
Hélène fulminò con lo sguardo Laly,
che fece un gesto di scusa. Non era riuscita a trattenersi.
/***/
Nicolas riuscì a trovare José nel bar vicino a
casa. Si sedette davanti a lui, che lo guardò in cagnesco.
“Se sei venuto
per fare domande, puoi anche tornare a casa.”
“No,
l’unica cosa che volevo sapere è sei hai
già ordinato. Ma se vuoi non te lo chiedo!”
L’espressione di José si ammorbidì
leggermente.
“No, non
ancora.”
Nicolas chiamò il cameriere e ordinò due birre,
dopodiché lo guardò di sottecchi.
“Lo so che
Laly, a volte, sa essere snervante, ma non lo fa con
cattiveria.”
“Non mi va di
parlarne, però credo che a volte sia un po’ troppo
impicciona... Mi ricorda tanto Johanna, quando fa
così!”
Nicolas rise.
“Già!
In effetti...”
Finalmente, anche José si rilassò, sorridendo.
/***/
Quella sera la cena passò per lo più in silenzio.
Dopo che le ragazze ebbero riassettato la cucina, si spostarono tutti
in salotto. Fuori aveva iniziato a piovere.
“Allora, Laly,
hai notizie di Sebastien?”
“Si, ha detto
che lui e la sua famiglia sono a Milano, in questi giorni. Il Duomo
della città è bellissimo.”
“Ah, e quando
torna te lo ha detto?”
“Penso che non
rientrerà prima di dieci giorni.”
“Beh, spero che
passi in fretta il tempo, perché fare le prove senza il
bassista è una palla, vero José?”
Il ragazzo si limitò ad annuire. Il campanello li fece
voltare tutti verso l’ingresso.
“Ma chi
può essere?”
“Forse
è Natalie, oggi avevamo appuntamento alla palestra, ma non
si è vista.”
“Vado
io.”
Laly si alzò e si diresse verso la porta di ingresso. Quando
aprì e si ritrovò davanti il giovane che aveva
suonato, rimase senza parole per qualche istante, prima di scoppiare a
ridere, mettendosi una mano davanti alla bocca.
“Oh mio Dio,
non posso crederci!!!”
I ragazzi furono attirati dalla curiosità e rimasero
altrettanto sorpresi vedendo Christian, zuppo di pioggia, che li
osservava sorridente.
“Ciao a tutti.
So che non mi aspettavate, ma posso chiedervi di farmi entrare? Sapete,
mi sento un po’... bagnato, qui fuori.”
“Ma certo!
Prego”
Laly si fece da parte. Tutti erano felici di quella visita inaspettata.
Tutti tranne José, che con sguardo duro fissava Benedicte.
La ragazza abbassò lo sguardo, con aria rammaricata.
/***/ Questa
è la storia che sto preparando da tempo, cercando di
pianificarla secondo un mio schema. Un altro capitolo è
pronto e lo posto domani e un terzo è già in
lavorazione. Spero che vi piaccia! /***/
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
CAPITOLO 2
Nicolas aveva dato una maglietta e un paio di calzoni dei suoi a
Christian. Era evidente che le taglie non corrispondevano, ma almeno
erano abiti asciutti. Christian era seduto sul divano, fra
Hélène e Nicolas. Laly sedeva su uno dei
braccioli laterali, mentre Benedicte si era accomodata sulla poltrona.
José era rimasto leggermente in disparte, in piedi contro la
parete del salotto. Sembrava non fosse troppo contento di rivedere il
vecchio compagno della band. Al contrario di Nicolas, che era molto
felice di rivederlo.
“Allora,
Christian, come stai? Sono quasi due anni, se non mi sbaglio, che di te
non avevamo più notizie.”
“Già...
Infatti, vorrei per prima cosa chiedervi scusa per il modo in cui sono
sparito, così, su due piedi.”
“Dovresti le
tue scuse soprattutto a Linda.”
“E a
Johanna”
Nicolas guardò le ragazze in modo un po’
corrucciato.
“Ragazze...”
“No, Nicolas.
Hanno ragione. Tuttavia, Linda è in Giappone e Johanna in
Texas, per cui ho pensato di iniziare da voi.”
“Ah, vedo che
sei abbastanza informato. Quindi, ti sei messo in contatto con
loro?”
Christian lanciò uno sguardo veloce a Benedicte, che fece un
debole sorriso, abbassando lo sguardo.
“Qualche mese
dopo aver lasciato l’università e il gruppo, ho
contattato Benedicte. Lei mi ha raccontato tutto quello che era
successo dopo la mia fuga.”
“Ma certo, mi
pare ovvio!”
Tutti si voltarono verso José, che non aveva aperto bocca
dall’arrivo di Christian fino a quel momento. Il ragazzo
lanciò uno sguardo accusatorio verso Benedicte, per poi
lasciare il salotto, palesemente furioso. I ragazzi si guardarono
imbarazzati, mentre Benedicte era in evidente imbarazzo. Christian si
schiarì la voce.
“Spero di non
aver detto niente di male.”
“No, non
preoccuparti, Christian. E’ una questione fra me e lui.
Niente di grave”
“Non ci
giurerei... Insomma, sono giorni che...”
Un’occhiataccia di Hélène
bastò a Laly per capire che non era il caso di continuare.
“Scusate.
Insomma, Benedicte, perché non ci hai detto che Christian si
era fatto vivo?”
“Me la chiesto
lui di non dirvi niente.”
“Perché?”
Fu Christian, questa volta, a rispondere.
“Ho chiamato
Benedicte perché volevo sapere come andavano le cose. Quando
mi ha detto che Linda aveva perso il bambino e Johanna era rientrata
definitivamente in Texas non me la sono sentita di tornare. Mi sentivo
uno schifo per quello che avevo fatto.”
Christian abbassò lo sguardo e non fu difficile per i suoi
amici capire che il periodo che doveva aver affrontato in seguito non
doveva essere stato dei migliori. Hélène
pensò dunque che, forse, cambiare discorso sarebbe stato
meglio.
“E adesso che
cosa fai Christian? Sei a Parigi di passaggio, o pensi di
fermarti?”
“A dire la
verità, sono tornato per restare. Sono iscritto ad una
scuola di fotografia, una delle più prestigiose della
Francia. Sapete, un anno fa ho fatto un corso e mi sono appassionato.
Inoltre, ho avuto fortuna, perché questo istituto
è a numero chiuso, ma ce l’ho fatta ad essere
ammesso!”.
“Aspetta, non
starai parlando della scuola di Philip Besson?”
“Si, la
conosci, Nicolas?”
“Certo che la
conosco! E’ la stessa scuola a cui mi sono iscritto il mese
scorso!”
“Dici sul
serio? Allora saremo di nuovo compagni di corso? E’
fantastico!”
Nicolas diede una pacca sulla spalla a Christian. Era davvero felice di
aver ritrovato l’amico. Benedicte si congedò dal
gruppo, dicendo che la mattina dopo doveva essere in facoltà
presto. Gli altri, invece, rimasero ancora seduti a parlare per un
po’, finché Christian non buttò un
occhio sull’orologio.
“Ragazzi, si
è fatto tardi. Penso che sia arrivato il momento di
andare.”
“Dove
abiti?”
“Per il momento
in albergo. Sono rientrato in città da pochi giorni,non ho
ancora trovato un appartamento.”
Hélène, Laly e Nicolas si scambiarono uno
sguardo, poi il ragazzo prese la parola.
“Senti, noi
abbiamo una stanza libera. Se ti va, puoi trasferirti qui.”
“Cosa? Dite sul
serio?”
“Ma certo!
Eravamo alla ricerca di un nuovo inquilino, ci farebbe davvero piacere
se fossi tu!”
“Sarebbe
fantastico!”
/***/
Benedicte entrò nella camera da letto cercando di non fare
rumore. Probabilmente José era già a letto e non
voleva svegliarlo, soprattutto voleva evitare di discutere ancora con
lui. José, tuttavia, era ancora sveglio, seduto sul
davanzale a guardare un punto indefinito al di fuori della finestra.
Quando lei chiuse la porta dietro di sé, si voltò
per un attimo a guardarla, per poi riportare lo sguardo altrove.
“L’altro
giorno,quando mi hai raccontato della tua relazione con lui, mi avevi
detto che era l’ultimo segreto che c’era fra di
noi. Non avevi accennato, però, di essere rimasta in
contatto con lui anche dopo la sua partenza.”
“Perché
non c’entra niente con quello che era successo fra di noi. Mi
ha chiamato per sapere di Linda e Johanna. Niente a che vedere con
me.”
“Vi siete
sentiti ancora?”
“No,
c’è stata solo quella telefonata, poi di lui non
ho avuto più notizie.”
“Quindi non
sapevi che era tornato e che sarebbe venuto qui?”
“No,
José, certo che no!”
“Sai,
perché trovo veramente bizzarra la coincidenza. Tu che mi
racconti della vostra relazione clandestina e lui che ricompare dal
nulla poco dopo.”
Benedicte sospirò. Quando qualche giorno prima aveva deciso
di parlare a cuore aperto con José, credeva di fare la cosa
giusta. Così aveva deciso di raccontargli della storia che
aveva avuto con Christian. Per lei era stata importante,
l’unico motivo per cui si era fatta da parte
perché sapeva che Christian amava troppo Johanna per
lasciarla. Sapeva di aver fatto la cosa giusta. Il rimpianto che le era
rimasto, da allora, era quello di aver taciuto la cosa con il suo
ragazzo, facendo finta che non fosse mai successo. Adesso che si era
decisa ad essere totalmente sincera e aveva confessato, non era
più altrettanto sicura che fosse stata la cosa giusta.
José l’aveva presa male e il fatto che Christian
avesse deciso di tornare proprio in quel momento certo non aiutava.
“Ascolta,
José, se ti ho raccontato tutto è
perché volevo liberarmi di questo peso. Io ti amo, amo
soltanto te e la sola cosa che voglio, in questo momento, è
che fra noi le cose si aggiustino.”
“Beh, io ho
bisogno di tempo.”
Detto questo, José si alzò e si diresse verso la
porta, superando Benedicte, che lo guardò interrogativa.
“Dove
vai?”
“Vado a dormire
nella stanza di Manuela.”
Non le lasciò il tempo di rispondere ed uscì.
/***/
La mattina dopo, Hélène sorprese José
nella stanza che, fino a poco tempo prima, era stata occupata da
Manuela. Il ragazzo era intento a rifare il letto.
“Ops, scusami,
José!”
“Non
preoccuparti. Avrei dovuto avvertire che dormivo qui.”
Solo allora, José notò che
Hélène aveva fra le mani della biancheria pulita.
La ragazza sembrava leggermente imbarazzata.
“Senti,
José, non voglio di certo intromettermi nelle tue cose... Ma
vorrei sapere se dormi spesso qui oppure se si è trattato di
un caso. Te lo chiedo perché la camera non sarebbe
più libera da oggi.”
“Che vuol dire?
Torna Manuela?”
“No. A dire la
verità abbiamo chiesto a Christian di trasferirsi qui e lui
ha accettato.”
“Che cosa?
Christian viene a stare da noi?”
“Si,
perché è un problema?”
“Beh, pensavo
che certe decisioni andassero prese tutti assieme!”.
Hélène era sorpresa della reazione di
José.
“Dopo la
partenza di Manuela, avevamo deciso di metterci alla ricerca di un
altro inquilino, così da mantenere le stesse spese.
Così ieri sera, parlando con Christian, ci ha detto che
alloggiava in un hotel e, visto che resterà a Parigi per
diverso tempo, gli abbiamo chiesto di venire qui. Meglio lui che un
estraneo, no? Credevo non sarebbe stato un problema per te e
Benedicte.”
“Oh, per lei
non lo sarà di certo!”
“Ma
José... Non capisco...”
“Lascia
perdere, non c’è nessun problema, tolgo subito le
mie cose. Anzi, scusami.”
Hélène rimase da sola, con ancora la biancheria
pulita fra le mani. Le veniva solo una cosa che potesse giustificare
l’astio di José nei confronti di Christian. Doveva
parlare con Benedicte.
/***/
Nicolas bussò alla porta numero 156 dell’hotel in
cui Christian alloggiava. L’amico gli aprì e lo
lasciò entrare.
“Allora, fatte
le valigie?”
“Si, sono quasi
pronto. Siediti pure. Ti ringrazio di essere venuto a
prendermi.”
“Figurati. La
macchina è di sicuro più comoda della moto per il
trasloco. A proposito, da quando ne hai una?”
Christian sorrise. Conosceva bene Nicolas e sapeva che quella era una
delle molte domande che stava per porgli.
“L’ho
comprata a Nizza, dove mi sono trasferito l’anno scorso.
Diciamo che avevo voglia di fare dei cambiamenti alla mia vita e
quella sembrava un buon inizio.”
Nicolas annuì, continuando a osservarlo pensieroso.
Christian finì di mettere alcune cose in un borsone, prima
di chiudere la zip e di posarlo a terra, vicino agli altri bagagli
già pronti.
“E
così sei stato per un po’ di tempo a
Nizza.”
“Già.
E’ lì che ho frequentato il corso di fotografia di
cui parlavo ieri sera.”
“Anche quello
faceva parte dei cambiamenti che volevi per la tua vita?”
“Si. Ho pensato
che dovevo decidere cosa fare nella vita e mi è capitata
quell’opportunità”
“E’
una buona cosa. Hai esplorato altre opportunità, prima di
buttarti sulla fotografia?”
“Ok, Nicolas,
fammi la domanda intorno alla quale giri da un po’, per
favore.”
Nicolas fece spallucce, cercando di mostrarsi sorpreso.
“A cosa ti
riferisci? Stavo cercando solo di fare conversazione. Sono due anni che
non ci vediamo! Vorrei recuperare il tempo perduto.”
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata eloquente, prima che
Nicolas si alzasse dal letto sospirando.
“E va bene. Che
cosa ti è successo prima di Nizza, della moto e della
fotografia?”
“Quello che mi
è successo tutte le volte che mi sono comportato come un
cretino e un vigliacco. Solo che questa volta non avevo il mio migliore
amico vicino e ci ho messo un po’ più di tempo a
riprendermi.”
Nicolas mise una mano sulla spalla di Christian.
“Ma ce
l’hai fatta. Da solo, per di più. E questo
è molto importante.”
/***/
Laly mise un paio di libri nel proprio zaino. Mentre stava bevendo
l’ultimo sorso di caffè,
Hélène entrò in cucina, guardandosi
intorno.
“Hey,
buongiorno. Se stai cercando Nicolas, è uscito presto. Ha
detto che andava ad aiutare Christian.”
“Si, me
l’ha detto. Veramente mi chiedevo se avevi visto
Benedicte.”
“No, non
è ancora scesa. In compenso, è passato
José come una furia ed è uscito. Ha grugnito
qualcosa, ma non sono sicura che fosse un buongiorno.”
“Quindi
Benedicte è ancora in camera sua?”
“Si, credo di
si...”
Laly posò la tazza vuota nel lavapiatti, poi si diresse
verso l’amica con le mani sui fianchi.
“Tu sai
qualcosa!”
Hélène alzò gli occhi al cielo.
“No, non so
niente. E’ solo che devo chiedere una cosa a Benedicte e
volevo sapere se era ancora in casa.”
Laly la squadrò, poco convinta.
“Sicura che non
abbia a che fare con i problemi che hanno quei due?”
“Ah, Laly, non
sei in ritardo? Sono le nove e cinque!”
Questo suscitò il panico in Laly che diede
un’occhiata all’orologio.
“Maledizione,
devo essere in facoltà entro mezz’ora!”
“E allora
sbrigati!”
Quando Laly prese al volo lo zaino e scappò,
Hélène tirò un sospiro di sollievo.
Quando ci si metteva, sapeva essere veramente insistente! Stava per
andare al piano superiore per andare a parlare con Benedicte, quando,
voltandosi, se la trovò davanti. Dalla sua faccia sembrava
che non avesse dormito molto, la notte prima.
“Buongiorno
Benedicte. Stavo giusto salendo da te.”
“Buongiorno.
C’è qualche problema?”
Hélène si schiarì la voce.
“Questa mattina
ho sorpreso José nella stanza di Manuela”
Benedicte si limitò ad annuire, abbassando lo sguardo. Si
andò a sedere al tavolo, posandovi sopra entrambe le mani.
Hélène le si sedette a fianco.
“Senti, non
voglio farmi i fatti vostri, ma ho notato che le cose sono un
po’ peggiorate da ieri sera, da quando è tornato
Christian. Quindi volevo chiederti...”
“Gliel’ho
detto. Ho raccontato a José della relazione con Christian.
E’ per questo che ultimamente fra noi le cose stanno andando
male. Dice che non sa se potrà fidarsi ancora di
me.”
“E di certo il
ritorno improvviso di Christian non è stato
d’aiuto.”
“Già,
per niente.”
“Ecco, allora,
devo avvisarti che abbiamo invitato Christian a stare qui da
noi.”
“Christian
verrà a stare qui?”
Hélène annuì, mettendo una mano su
quelle di Benedicte.
“Beh, allora
suppongo che le cose si faranno ancora più
difficili.”
“Mi dispiace.
Non potevamo immaginare che ci fosse una situazione del genere fra te e
José.”
“Figurati,
Hélène. E poi te eri l’unica che sapeva
di me e Christian. Mi portavo dentro questa cosa da troppo tempo,
ormai. Avevo bisogno di essere totalmente sincera con José,
di dirgli quello che era successo. Lui si è sentito
così tradito. Ma come dargli torto, d’altra parte?
L’ho tradito con uno dei suoi compagni e gli ho mentito per
tutto questo tempo.”
Benedicte si portò le mani al volto, scoppiando a piangere.
Hélène le cinse le spalle con un braccio e
sospirò.
“Vedrai che si
sistemerà tutto. Tu e José vi amate molto. Lui ha
solo bisogno di tempo per assorbire la notizia. Stai tranquilla, io ti
starò vicina.”
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
CAPITOLO
3
I
giorni passavano in fretta. Christian si era trasferito a casa dei suoi
amici e, in conseguenza a questo, i malumori di José erano
aumentati. Hélène cercava di stare il
più possibile vicino a Benedicte, essendo l’unica
a sapere come stessero realmente le cose. Christian, intanto, passava
molto tempo con Nicolas, seguendolo anche alle prove con il gruppo. Un
giorno, mentre i ragazzi stavano facendo una pausa durante le prove
della band, Christian si mise a parlare con Christophe, il batterista
che aveva preso il suo posto. José continuava a guardarlo
male e, alla fine, il giovane decise di parlare con lui.
“José, puoi venire un attimo con me?”
“Perché
dovrei?”
“Perché
vorrei fare due chiacchiere con te.”
“Beh,
non credo che abbiamo niente da dirci.”
Christian si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla
spalla, ma l’altro si divincolò bruscamente. Gli
altri ragazzi si guardarono fra loro e Nicolas fece cenno a tutti di
uscire.
“Ragazzi, noi andiamo a prenderci un caffè,
così potete parlare tranquillamente.”
Christian ringraziò l’amico con lo sguardo e
attese che tutto il gruppo uscisse dal garage.
“Si
può sapere perché ce l’hai tanto con
me, José? E’ da quando sono tornato che non fai
altro che guardarmi male ed evitarmi!”
“Beh,
non dirmi che non te lo meriteresti un po’ da tutti, questo
atteggiamento, visto quello che hai fatto!”
“Ho
già detto che mi dispiace per quello che ho fatto a Linda e
a Johanna. E anche per aver abbandonato gli amici e il gruppo su due
piedi! Tuttavia, penso che tu ce l’abbia con me per un altro
motivo.”
José lo squadrò, lo sguardo torvo. Christian
aveva lo sguardo colpevole, probabilmente aveva già intuito
tutto, oppure Benedicte gliel’aveva detto.
“Hai già ripreso a confidarti con
Benedicte?”
“No.
Benedicte cerca di evitarmi, proprio come fai tu. Però ho
capito che lei non ce l’ha con me. Quindi ho immaginato che
l’unico motivo per cui tu possa essere così in
collera con me sia...”
“Si,
lei mi ha detto tutto della vostra relazione e credimi, quello che
vorrei fare in questo momento, è prenderti a pugni”
“Fallo.
Se ti farà stare meglio, fallo pure.”
José lo guardò e scosse la testa.
“Non cambierebbe niente! Non risolverebbe le cose con
Benedicte, ad ogni modo.”
“José,
mi dispiace. Ho fatto tanti errori in passato e mi sento un idiota per
questo. Vorrei tanto poter tornare indietro e cambiare le cose. In
questi due anni ho avuto modo di riflettere bene su quello che ho
combinato. Immagino che non smetterai di avercela con me, ma, per quel
che vale, sono veramente dispiaciuto per aver tradito la tua fiducia e,
soprattutto, di non aver avuto il fegato di confidartelo prima”
José
sospirò. Era passato tanto tempo e, malgrado la rabbia di
quei giorni, si rendeva conto che il passato non si poteva cambiare. In
fondo, anche lui aveva fatto numerosi sbagli, non si sentiva nella
posizione di poter pretendere molto.
“Magari
riuscirò a perdonarti. Io stesso non sono stato esattamente
uno stinco di santo, in passato. Dammi solo un po’ di
tempo.”
Quella sera, a casa, l’atmosfera era leggermente
più distesa. José rientrando, aveva chiesto a
Benedicte di andare a cena fuori, per parlare un po’ della
loro situazione. Christian, dopo aver parlato con l’amico di
un tempo era più tranquillo. I ragazzi stavano ricordando le
loro tante disavventure legate al periodo che avevano passato quando
ancora stavano dei dormitori dell’università.
Cercavano tutti di non nominare Johanna perché avevano notato
che ogni volta che accennavano all’argomento, Christian si
faceva un po’ più triste. Alla fine lui e Nicolas
raccontarono alle ragazze quando si erano incontrati e come avessero
deciso di formare il gruppo con Etienne e, in seguito, José.
“Qualcuno ha più avuto notizie di Etienne e
Cathy?”
“No.
Chissà, magari Etienne è ancora...
Dov’è che era finito?”
“In
Finlandia, se non sbaglio.”
“Già.”
Nella sala calò il silenzio. Probabilmente stavano pensando
tutti la stessa cosa, ossia al modo in cui Etienne era sparito nel
nulla, lasciando Cathy nella disperazione. Nessuno osava dire niente,
perché la fuga di Etienne ricordava troppo quello che, tempo
dopo, aveva fatto Christian, con l’aggravante di essersi
lasciato alle spalle, oltre Johanna in lacrime, anche Linda incinta.
Per fortuna, il diversivo arrivò dalla porta che si
aprì e, dalla quale, entrò Sebastien. Laly si
alzò urlando di felicità e corse fra le braccia
del fidanzato. Tuttavia, il buon umore di Laly scemò ben
presto, quando la ragazza vide che Senbastien non era da solo. Infatti
le era bastato lanciare uno sguardo oltre la porta d’ingresso
rimasta aperta per vedere che Sebastien aveva compagnia. Lentamente,
mentre mille domande le frullavano nella mente, Laly si
allontanò da Sebastien, che aveva immaginato una reazione
del genere, ma non era riuscito a fermare l’esuberanza della
ragazza. Fu solo quando si accorse che nella stanza c’era
anche Christian, che anche il suo sguardo si fece stupefatto. Tuttavia,
per la seconda volta in quei brevi minuti, non fu capace di evitare
quello che stava accadendo. La sua accompagnatrice si fece timidamente
strada fino a rimanere sulla porta. Tutti ammutolirono, mentre
Christian sbiancò, per niente preparato a
quell’incontro.
Ciao. Lo so, sembra
passata una vita, eppure eccomi di nuovo qua. Ho ripreso, finalmente,
questa storia.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo
4
Quella scena aveva qualcosa di surreale. Christian si era alzato,
ancora senza parole. I ragazzi erano rimasti esterrefatti, ognuno con
gli occhi puntati sulla nuova ospite. Solo Laly continuava a fissarla
per ragioni molto diverse rispetto agli altri. Il suo fidanzato si
presentava a quell’ora della sera, mentre avrebbe dovuto
essere ancora in Italia, per di più accompagnato nientemeno
che da Linda. Aveva davvero una brutta sensazione riguardo a come
sarebbe finita la serata. Soprattutto vedendo come Sebastien si
parò davanti a Linda, quasi a protezione, e si rivolse
direttamente a Christian.
“Che ci fai qui
tu?”
“Io...”
“Sebastien, per
favore.”
Linda guardò Sebastien direttamente negli occhi e fra i due
parve scorrere un dialogo silenzioso. Alla fine, lui sospirò
e si rivolse a Laly.
“Possiamo
andare un attimo di sopra? C’è una cosa di cui ti
devo parlare.”
Laly annuì, ma le veniva difficile staccare gli occhi dalla
bionda che era arrivata col suo fidanzato. Quella storia non sembrava
portare a niente di buono. I due si diressero in silenzio al piano di
sopra, mentre nel salotto regnava l’imbarazzo. Linda
continuava a rimanere ferma sulla soglia, come se fosse pronta a
scappare da un momento all’altro. Christian era in piedi,
incerto su cosa fare, persino su cosa dire. Gli altri assistevano alla
scena come paralizzati. Non avevano avuto il tempo neanche di salutare
Sebastien e Linda e certamente si sentivano di troppo in quella
situazione. Si scambiarono dei veloci sguardi e poi fecero quello che
avevano sempre fatto in situazioni imbarazzanti, simili a quella.
Iniziarono a dileguarsi in silenzio, ritirandosi ad uno ad uno in
cucina.
“Linda...”
“E
così sei tornato. Un po’ in ritardo, non ti
pare?”
“Senti, mi
dispiace moltissimo per quello che ti ho fatto!”
“Hai idea di
quanto ho sofferto, per colpa tua? Di quello che ho passato? Credi che
basti, dopo due anni, dirmi che ti dispiace?”
“No, so che le
mie parole non potranno mai colmare il dolore che ti ho fatto provare,
ma vorrei solo che tu capissi che sono cosciente del male che ti ho
fatto e che non potrò mai perdonarmi per questo.”
Linda lo guardò. Lo aveva amato tanto. Dopo che Johanna era
tornata, aveva paura che lui sarebbe tornato da lei, ma era rimasto.
Almeno per un po’ e, in quel breve lasso di tempo, si era
illusa che fra loro potesse davvero funzionare. Anche quando lui
l’aveva scaricata ed era partito con Johanna, era stata
disposta a perdonarlo. Al cuor non si comanda, ed era evidente che
Johanna era l’unica donna che Christian avrebbe potuto amare.
Quando aveva scoperto di essere incinta un piccolo barlume di speranza
si era riacceso in lei. Forse non avrebbe avuto Christian tutto per
sé, ma almeno avrebbero avuto un figlio che li avrebbe
legati e di cui avrebbero potuto prendersi cura. Non si era aspettata
che lui fuggisse senza neanche una parola. Poi c’era stato
l’aborto. Ci aveva messo così tanto tempo a
riprendersi da tutto quel dolore. Perdonarlo non sarebbe stato facile,
eppure Linda si rendeva conto che lui era sincero.
“Mi fa piacere
che tu ti sia finalmente reso conto delle conseguenze delle tue azioni.
Purtroppo agli errori fatti nel passato non si può sempre
rimediare.”
“Lo so bene,
credimi. Ho perso tutto e non posso che dare la colpa a me stesso. Ero
così immaturo, così stupido. Anche se non basta,
sappi che sono veramente dispiaciuto. Non solo per il bambino, ma anche
per averti lasciato, partendo così all’improvviso
con Johanna. Non avrei dovuto. Pensavo davvero di amarti. Sei una brava
persona, non ti meritavi tutto quello che ti ho fatto
passare.”
“Hai ragione,
non lo meritavo, ma... Magari col tempo riuscirò a
perdonarti. In fondo, è passato del tempo. Adesso mi sono
rifatta la mia vita. Ho ripreso a fare la modella.”
“Davvero?
Grazie Linda. Anche se ci vorranno anni, per me è importante
che tu stia anche solo considerando l’idea di perdonarmi, un
giorno.”
Intanto, al piano di sopra, si stava svolgendo un altro tipo di
conversazione. Sebastien ci aveva fatto dei giri intorno, ma alla fine
disse, deciso, quello per cui era lì.
“Laly, fra noi
è finita.”
La ragazza sembrò solo in parte sorpresa. In fondo, la vista
di Linda le aveva già fatto intuire qualcosa.
“Oh, hai
ritrovato la tua Linda, allora!”
“Laly, per
favore, non fare così!”
“Non fare
così? Avrei dovuto immaginarlo, che prima o poi sarebbe
successo! Tanto c’è sempre stata lei, no? In tutto
questo tempo, tu hai sempre pensato a lei!!”
“No, non
è affatto così! Ti assicuro che è
successo tutto per caso! L’ho incontrata a Milano, lei era
lì per una sfilata. Era l’unica persona che
conoscevo a parte i miei, capisci? Siamo usciti un paio di volte per
parlare un po’ e, alla fine, mi sono reso conto che fra noi
stava nascendo qualcosa.”
“Ma che
romantico!”
Il tono sarcastico di Laly fece alzare gli occhi al cielo a Sebastien.
Certo non poteva reagire come avrebbe fatto una ragazza qualunque,
piangendo o arrabbiandosi! Lei doveva essere sarcastica tutto il tempo!
“Mi dispiace,
non è una cosa che mi sono andato a cercare, va bene?
E’ successo e basta!”
Dato che erano nella loro camera, Sebastien iniziò a cercare
un borsone, dove mettere alcune cose che aveva lasciato lì.
“Che stai
facendo?”
“Sto prendendo
le mie cose. Domani ho l’aereo per tornare in
Italia.”
Questo si che fece infuriare Laly.
“Ah! Quindi se
sei qui stasera è per riprenderti le tue cose, non per
rivedere me! E già che c’eri ne hai approfittato
per scaricarmi!! E te la sei pure portata dietro, quella...
Quella...”
“Non ci
provare! Linda è una brava ragazza. Anche per lei
è stata una sorpresa quello che è
capitato.”
“Oh, certo! La
dolce e ingenua Linda!”
Laly non poteva dimenticare che, anche in passato, Linda aveva cercato
di portarle via Sebastien. Forse per lui era stato casuale il loro
incontro a Milano. Ma non per Linda! Di questo diventava sempre
più sicura Laly.
“Piuttosto, che
ci fa Christian qui? Come avete potuto accoglierlo nuovamente a braccia
aperte?”
“Chi ti dice
che lo abbiamo accolto a braccia aperte, scusa? E poi è
cambiato, ha passato un brutto periodo anche lui, dopo quello che
è successo”
“Lo stai
scusando?”
“Io non sto
scusando nessuno! Poi vuoi proprio parlare di Christian, quando tu ti
sei appena presentato all’improvviso con la tua amichetta per
scaricarmi?”
Stufo di discutere con lei, Sebastien chiuse il borsone e
lasciò la camera, sapendo già che lei lo avrebbe
seguito, come infatti fece.
“Ora te ne vai?
Hai già trovato il nido d’amore per te e la tua
amichetta?”
“Per favore,
smettila di chiamarla così!”
“No, non la
smetterò, mai! Da quanto tempo va avanti la vostra tresca,
eh? Mi hai mentito per tutte le tue stupide vacanze,
immagino!”
“Te
l’ho già detto, ci siamo incontrati per caso. Sono
venuto per parlarti apposta, non appena ci siamo resi conto di amarci
ancora!”
“AH! Magari ti
dovrei anche ringraziare per il disturbo, eh?”
I due arrivarono al piano inferiore e le urla di Laly richiamarono
nella stanza anche Nicolas e Hélène, che si erano
aspettati di sentire Linda urlare, non Laly. Anche Christian guardava
la scena stupito, mentre la bionda aveva abbassato gli occhi,
imbarazzata. Prima che qualcuno potesse chiarire la situazione,
rientrarono dalla loro cena anche José e Benedicte,
stranamente di buon umore. Entrambi rimasero sulla porta di casa,
perplessi. Linda, sospirando, guardò Sebastien.
“Possiamo
andare?”
“Direi che
è meglio!”
“Si, sparite!
Andate a coronare il vostro sogno d’amore da
un’altra parte! Preferibilmente il più lontano
possibile da qui!!!!!”
José e Benedicte si fecero da parte per far uscire Sebastien
e Linda.
“Che cosa
diamine è successo qui dentro stasera?”
L’innocente domanda di José fu accolta da un verso
che sembrava quasi un ringhio, da parte di Laly, che subito dopo
girò i tacchi e tornò al piano superiore.
Ciao!
Immagino che vi aspettavate un'altra persona, al posto di Linda! Posso
solo dirvi di avere fiducia in me! Fatemi sapere che ne pensate, mi
raccomando!! xxx
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Capitolo
5
La mattina dopo, Christian e Nicolas raggiunsero insieme la cucina,
dove Hélène era già
all’opera per preparare la colazione.
“Buongiorno
Hélène.”
“Buongiorno
Christian. Dormito bene?”
“Beh, la camera
è perfetta, ma stanotte avevo qualche pensiero a tenermi
sveglio.”
La ragazza annuì, comprensiva. L’incontro
imprevisto con Linda non doveva essere stato facile, per lui.
“Perché
non vi sedete? Vi verso un po’ di caffè.”
José e Benedicte si unirono a loro.
“Caffè,
ma che buona idea!”
“Buongiorno!
Qualcuno è di buonumore, stamani!”
“Finalmente,
aggiungerei!”
Josè diede una pacca sulla schiena a Nicolas per la battuta,
poi si sedette vicino a lui.
“Benedicte ed
io abbiamo qualcosa da dirvi.”
La coppia si scambiò uno sguardo complice.
“Abbiamo deciso
di prenderci un po’ di tempo per noi. Andremo a fare una
piccola vacanza.”
“Si, abbiamo
pensato che stare un po’ da soli potrà aiutarci a
ritrovarci.”
“Come mai mi
suona familiare, tutto questo?”
“Nicolas,
stamani sei un distributore di battute, non è vero? In
effetti, se ha funzionato una volta, perché stavolta
dovrebbe essere diverso?”
Hélène sembrava entusiasta di
quell’idea. Christian non disse niente, non volendo
intromettersi in alcun modo. Solo Nicolas non sembrava esserne
particolarmente contento.
“Immagino che
farò meglio a chiamare Olivier e Christophe per dirgli che
sospenderemo le prove per un po’.”
“Invece
potreste cercare un nuovo bassista, mentre non ci sono! E poi una pausa
non farà male a nessuno.”
“Sono
d’accordo con lui, Nicolas. Ultimamente sei molto occupato,
fra l’università, il corso di fotografia e le
prove con il gruppo.”
Nicolas fissò la sua fidanzata, con aria divertita.
“Ah, grazie del
sostegno, amore mio!”
“Credo che
tutto questo sarcasmo mattutino ti stia facendo male, amico
mio!”
Stavolta lo sguardo che Nicolas rivolse a José era un
po’ meno amichevole. Christian si alzò.
“Nico, forse
dovremmo andare. Altrimenti faremo tardi al corso.”
“Hai ragione.
Ci vediamo più tardi. Quando partite voi due?”
“Domani
mattina.”
José si affrettò a finire il suo toast, mentre i
ragazzi si preparavano ad uscire.
“Aspettatemi!
Esco con voi!”
Le ragazze rimasero da sole.
“Secondo te
è una brutta idea, la nostra?”
“Per niente!
Potrà farvi solo bene. Allora, dove avete intenzione di
andare?”
Prima che Benedicte potesse rispondere, Laly fece il suo ingresso. Le
ragazze si scambiarono uno sguardo preoccupato. Stupendole, lei si
sedette al tavolo canticchiando e, dopo aver preso del succo di frutta,
alzò lo sguardo interrogativo sulle due.
“Cosa avete da
guardare?”
“Niente, solo
pensavamo che oggi saresti stata un po’ più...
triste?”
Benedicte sperò di non scatenare qualche scenata con quella
frase. Certe volte, Laly era un po’ imprevedibile.
“E
perché mai?”
Hélène la guardò perplessa.
“Forse
perché ieri Sebastien ti ha lasciato per Linda?”
“Ah, per
quello!”
Laly fece un gesto di noncuranza.
“Va tutto bene,
ragazze! Eri sera ho reagito in modo esagerato. In fondo, non
è tutta questa tragedia!”
Hélene e Benedicte continuarono a guardarla, senza capire
quell’atteggiamento. Laly sbuffò, come faceva
sempre quando i suoi ragionamenti non risultavano chiari agli altri.
“Ieri sera ero
molto arrabbiata. Insomma, non si piomba a quell’ora di sera
a casa per mollare la fidanzata per l’ex! Poi,
però, ho riflettuto. In questo periodo senza Sebastien non
sono stata poi così male. Si, certo, mi mancava, ma,
ripensandoci bene, prima che lui partisse, la nostra storia si stava,
come dire... appiattendo! Eravamo diventati talmente noiosi! Adesso,
invece, ho davanti a me milioni di possibilità! Posso dare
finalmente una svolta alla mia vita! Capite, vero? Accidenti, anche
questa mattina è tardi! Io vado! Ciao ciao!”
Le due ragazze rimasero senza parole ed entrambe le fecero un cenno di
saluto. Una volta rimaste, nuovamente, sole, si guardarono e
scoppiarono a ridere.
“Beh, direi che
l’ha presa piuttosto bene!”
“Si, non
l’avrei mai detto!”
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Capitolo 6
Aveva
parcheggiato dall’altro lato della strada rispetto
all’appartamento occupato da Hélène e
gli altri. Il battito del suo cuore era accelerato da quando aveva
deciso di andare a far loro visita. Non li vedeva da un sacco di tempo
e tante cose erano cambiate! Aveva avuto il loro indirizzo grazie ad
una ragazza che conosceva da tempo e che lavorava
all’assegnazione dei dormitori per gli studenti universitari.
Era andata subito lì a cercare Hélène
e si era molto stupita nello scoprire che aveva lasciato i dormitori
per andare ad abitare in un grande appartamento insieme al resto del
gruppo. Era sera ormai e tutte le luci della casa erano spente.
Evidentemente aveva scelto un momento sbagliato, nessuno era in casa.
Stava per mettere in modo e andarsene, rassegnandosi a dover rimandare
quell’incontro, quando vide i fari di un’auto
avvicinarsi e parcheggiare proprio nel vialetto. Sorrise con affetto
vedendo Nicolas ed Hélène scendere dai sedili
anteriori dell’auto. Dai sedili posteriori scese per prima
Laly, con i capelli molto più lunghi di quanto ricordasse. A
ruota, scese Christian, suscitando in lei un’amara sorpresa.
Che cosa ci faceva lui lì? I quattro stavano ridendo insieme
per chissà cosa e sembravano tutti rilassati e a loro agio.
Non aveva previsto una cosa del genere! Da quanto tempo era tornato? E
com’era possibile che i suoi amici lo avessero perdonato? Se
ricordava bene, Nicolas non voleva neanche sentire pronunciare il suo
nome, da quanto era arrabbiato e deluso. Ancora sconvolta,
riavviò l’auto e lasciò la sua
postazione. Non poteva andare a bussare a quella porta, come aveva
immaginato di fare, se Christian era lì.
/***/
I
ragazzi avevano appena fatto rientro da un pub dove erano andati a fare
una bevuta. Nessuno di loro si era accorto dell’auto
parcheggiata dall’altro lato della strada, che era partita
sgommando poco prima che entrassero in casa. José e
Benedicte erano partiti da qualche giorno e non avevano dato loro
notizie. Tutti si auguravano che fra loro le cose potessero migliorare.
Speravano di vederli tornare più uniti di prima,
così com’era già successo in passato.
Si sedettero sul divano a parlare un po’, prima di andare a
letto. Laly, che aveva mantenuto il suo buonumore dopo essere stata
mollata da Sebastien, si rivolse a Nicolas.
“Allora,
Olivier e Christophe come hanno preso la notizia che non suonerete per
un po’?”
“Oh,
bene. A quanto pare tutti avevano voglia di una pausa.”
“Tutti
tranne te, mi sembra di capire.”
Nicolas
sbuffò. Per lui suonare era sempre stato un piacere, ma in
effetti, doveva ammettere che quella pausa non gli stava dispiacendo
del tutto. Gli dava più tempo per dedicarsi al corso di
fotografia.
“Diciamo
che sto iniziando a pensare anche io che male non farà.
Inoltre, Olivier ha lanciato una buona idea. Possiamo infatti
approfittare per l’assenza di Josè per cercare un
nuovo bassista.”
Hélène
lo guardò per un attimo.
“Ma
non dovreste essere tutti insieme per prendere una simile
decisione?”
“Sono
sicuro che José apprezzerà, tranquilla.
Christian, ci darai una mano?”
“Io?”
Il
ragazzo sembrava molto sorpreso da quella domanda e Nicolas non capiva
perché.
“Si,
certo. La tua opinione è molto importante, per me. Ne ho
parlato con i ragazzi e anche loro pensano che ci sarai molto utile,
per scegliere la persona giusta.”
“Non
saprei... Sai, ormai è da tanto che non suono. Temo di aver
chiuso con la musica!”
Nicolas
lo guardò, scettico. Poteva anche aver smesso di suonare, ma
lui lo aveva osservato, mentre assisteva alle loro prove. Di certo non
aveva perso l’interesse per la musica. Come aveva immaginato,
la resistenza dell’amico durò poco. Dopo qualche
momento di silenzio, capitolò.
“E
va bene! Vi darò una mano!”
“Grazie
amico. Sapevo che non avresti detto di no!”
“Bene,
ragazzi. Direi che si è fatto tardi. Che ne dite di andare a
letto?”
/***/
I
ragazzi erano al garage, in attesa del prossimo candidato a prendere il
posto di Sebastien. Erano giorni ormai che avevano iniziato la ricerca
per il nuovo bassista, con scarsi risultati, almeno per il momento.
Finalmente udirono bussare alla porta e Nicolas si alzò per
aprire.
“Jimmy?
Sei proprio tu?!”
Anche
Christian si alzò, per salutare l’amico di vecchia
data. Lo avevano conosciuto tramite Linda, qualche anno prima. Le
ragazze erano rimaste abbagliate da lui, soprattutto Laly, se non
ricordava male. I ragazzi fecero le presentazioni con Olivier e
Christophe e poi parlarono a lungo. Alla fine, quando un paio
d’ore più tardi, Christian e Nicolas lasciarono il
garage, il gruppo aveva un nuovo bassista.
/***/
Hélène
rientrò a casa per prima, quel giorno. Non appena
aprì la porta, vide per terra una piccola busta da lettere,
con sopra il suo nome. Pensò subito a qualche sorpresa
romantica da parte di Nicolas, ma quando la raccolse si rese conto che
non era la sua scrittura, sebbene le sembrasse vagamente familiare.
Prima di chiudere il portone dietro di sé, si
guardò in giro, ma non c’era nessuno nei dintorni.
Chiunque avesse fatto passare quella busta da sotto la porta doveva
essere già andato via. Sempre più incuriosita, si
affrettò ad aprirla. Non trovò molte informazioni
utili a decifrare il mittente, dato che sopra c’erano solo
delle indicazioni su un posto e un orario, oltre a una piccola nota
dove le si chiedeva di andare da sola. Si trattava di un appuntamento
per l’indomani al nuovo bar che avevano aperto vicino
all’università. Tutto ciò era veramente
molto strano. Malgrado alcuni leciti dubbi, qualcosa dentro di lei le
suggeriva di fidarsi. Decise che sarebbe andata
all’appuntamento senza parlarne con nessuno. Nascose in
fretta il biglietto e la busta nella borsa, sentendo delle voci dietro
la porta. Nicolas e Christian entrarono, con l’aria
particolarmente soddisfatta.
“Ciao
ragazzi!”
Nicolas
la baciò con trasporto.
“Abbiamo
una notizia fantastica!”
“Allora
ditemela, che aspettate?”
“Abbiamo
trovato un bassista!”
“Finalmente!”
“E
non è tutto! E’ una vecchia conoscenza. Ti ricordi
di Jimmy?”
Laly
scese le scale quasi correndo.
“Jimmy?
Quel Jimmy??”
I tre
la guardarono stupiti.
“Ma
tu che ci fai a casa?”
“Stavi
per caso origliando?”
Laly
era molto scocciata. Perché fossilizzarsi su quelle
piccolezze quando, fino a qualche momento prima, stavano parlando di
Jimmy e, dentro di lei, si era accesa la speranza che fosse lo stesso
per cui aveva perso la testa. I suoi amici non riuscirono a trattenere
le risa. Laly non cambiava veramente mai!
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Capitolo 7
Hélène
uscì di casa. Era riuscita a non dire niente a Nicolas del
suo appuntamento misterioso, anche se non le piaceva mentirgli. Era
perfino riuscita a liberarsi di Laly, che voleva a tutti i costi andare
con lei in università. Aveva dovuto inventare che, prima di
andare alle lezioni, doveva vedersi con sua sorella Justine per parlare
di questioni importanti di famiglia. Tutte quelle bugie le pesavano,
eppure qualcosa dentro di lei le suggeriva che ne valeva la pena.
Continuava a pensare che quella scrittura le fosse familiare.
Arrivò all’appuntamento con qualche minuto di
anticipo. Una volta entrata nel piccolo bar, si guardò
intorno, non sapendo bene chi dovesse cercare. Alla fine,
optò per sedersi ad un tavolo vuoto. Lei non aveva idea di
chi dovesse incontrare, quindi era meglio che non andasse in giro per i
tavoli a fare domande. Per ingannare il tempo, diede
un’occhiata al menù posato sul tavolo. Quando
rialzò lo sguardo, sgranò gli occhi, incredula.
La giovane donna che stava davanti a lei era un po’ diversa
dall’ultima volta che l’aveva vista, aveva i
capelli un po’ più lunghi ed era vestita in modo
molto più femminile di quanto usasse fare fino a quando si
erano frequentate. Il suo sorriso, però, era sempre lo
stesso. Il sorriso della sua migliore amica.
“Johanna!!”
Hélène
si alzò e le due amiche si strinsero in un lungo abbraccio.
“Oh,
la mia Johanna! Non hai idea di quanto tu mi sia mancata, in questi
anni!”
“Anche
tu, Hélène, mi sei mancata tantissimo!”
Le
ragazze si sedettero, continuando a sorridersi.
“Allora,
cosa fai di ritorno in Francia?”
“Beh,
ecco. Mi sono trasferita qui un mese fa per un nuovo lavoro. Ti ricordi
mio zio, quello miliardario? Ha una nuova filiale qui a Parigi e mi ha
chiesto se mi interessava un lavoro. La Francia mi mancava veramente
tanto, così ho deciso di tornare.”
“Ma
è meraviglioso! Un mese, hai detto? E perché non
ti sei fatta viva prima?”
Johanna
abbassò lo sguardo.
“In
realtà, non me la sentivo, all’inizio. Sai, per me
è stato molto difficile riprendere la mia vita, una volta
tornata in Texas. Ci ho messo tanto a voltare pagina e avevo paura che,
rivedervi, avrebbe riaperto vecchie ferite.”
Hélène
annuì, comprensiva.
“Poi
però, non ho resistito. Essere qui a Parigi e non poterti
chiamare era dura, così sono andata ai dormitori e ho
scoperto che tu e gli altri avevate deciso di andare a vivere insieme
da un’altra parte. A proposito, avete scelto davvero una
bella zona.”
“Johanna,
ma se sai dove abitiamo, perché non sei venuta a casa,
invece di mandarmi quel biglietto misterioso?”
Uno
scambio di sguardi bastò ad Hélene per capire.
“Hai
visto Christian, non è vero?”
Johanna
sospirò pesantemente.
“Ero
venuta, voi non c’eravate. Poi vi ho visto rincasare e
insieme a voi ho visto lui. Così me ne sono andata. Non me
la sono sentita.”
“Oh,
Johanna! Lascia che ti spieghi.”
“No,
non hai niente da spiegarmi. Christian è sempre stato un
fratello per Nicolas e anche tu gli sei sempre stata molto affezionata,
quindi non devi giustificarti.”
“No,
forse non devo. Però voglio che tu sappia che è
stato lui a cercarci. Ha capito i suoi sbagli, ha sofferto e adesso sta
ricominciando la sua vita. Ha persino parlato con Linda.”
Johanna
ne fu molto sorpresa.
“Davvero?
Quando?”
“Poche
settimane fa. E’ una storia lunga, comunque, si sono trovati
faccia a faccia e hanno avuto modo di chiarire.”
“Chiarire?
Mi vuoi dire che lei l’ha perdonato?”
“No,
però ha capito che lui è sinceramente dispiaciuto
per quello che è successo e gli ha detto che, magari col
tempo, potrà perdonarlo.”
Johanna
annuì, un po’ perplessa. Lei non riusciva neanche
ad incontrarlo, figuriamoci a perdonarlo! Hélène
parve rendersi conto di quanto Johanna fosse turbata, così
mise la sua mano sulla sua, poggiata sul tavolo.
“So
che hai sofferto. E non ti chiedo di perdonarlo, o di
incontrarlo. Ti chiedo, però, di fidarti di me,
quando ti dico che, oltre ad essersi reso conto della
gravità di quello che ha fatto, ha sofferto molto, in questi
due anni.”
“Mi
ha fatto soffrire troppo. Non credo che sarò mai in grado di
perdonarlo. Anzi, ti prego, non dirgli che sono tornata. Per il
momento, non dirlo a nessuno, va bene? Ho bisogno di un po’
di tempo.”
“Se
è quello che vuoi, va bene. Anche se credo che Laly mi
ucciderà, se verrà a sapere che sei tornata ed io
lo sapevo!”
Quest’ultima
affermazione strappò un sorriso a Johanna e portò
l’argomento della discussione sulla loro amica.
Hélène le raccontò di come Laly avesse
reagito in modo stranamente positivo quando Sebastien l’aveva
scaricata per Linda. Johanna non si sarebbe aspettata un comportamento
simile da parte di Sebastien, ma Hélène ammise
che il ragazzo non sembrava molto felice prima della partenza per
l’Italia. Quando Johanna chiese di José e
Benedicte, Hèlène le disse che, al momento, erano
in vacanza, ma evitò di parlarle dei motivi che li avevano
spinti a partire. Johanna non aveva mai saputo della breve relazione
clandestina fra Benedicte e Christian e non era il caso che lo sapesse
in quel modo, dopo anni. Le due amiche passarono dei bei momenti
insieme. Ad entrambe sembrava che tutto quel tempo che avevano vissuto
separate non fosse mai esistito. Si diedero un altro appuntamento ed
Hélène promise di non farne parola con nessuno.
I
ragazzi erano al garage a suonare. Avevano deciso di provare anche
senza José, per prendere maggiore confidenza con Jimmy, il
‘nuovo’ arrivato. Laly entrò senza
neanche bussare e i ragazzi interruppero il pezzo che stavano suonando.
“Laly,
che ci fai qui?”
“Sono
venuta a trovarvi! Volevo sentire un po’ della vostra
musica!”
Nicolas
era scettico, al riguardo. Pensava che fosse molto più
probabile che fosse lì per un’altra ragione.
Infatti, la ragazza non smentì i suoi sospetti,
tutt’altro.
“Jimmy!
Ma che piacere rivederti! Nicolas mi aveva accennato qualcosa sul tuo
ritorno!”
Mentre
tutto il gruppo alzava gli occhi al cielo, Laly andò ad
abbracciare il bassista.
“Anch’io
sono contento di rivederti, Laly!”
La
ragazza ridacchiò, con fare civettuolo. Nicolas seppe in
quell’istante che Laly non sarebbe rimasta single a lungo.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Capitolo
8
José e Benedicte avevano telefonato per comunicare agli
amici che il loro ritorno era alle porte. Aveva anche accennato a una
grossa sorpresa che li avrebbe lasciati senza parole, ma erano stati
avari di dettagli che potessero far presupporre cosa dovessero
aspettarsi. Nel frattempo, Hélène e Johanna
avevano continuato a vedersi di nascosto per un paio di settimane, dal
loro primo incontro. Ogni volta Hélène inventava
una scusa diversa, pur rendendosi conto che non poteva andare avanti
ancora per molto. Nicolas, infatti, era diventato sempre più
sospettoso e le faceva un sacco di domande ogni volta che la vedeva
uscire da sola. Laly e Jimmy avevano preso a frequentarsi e fra loro
c’era già scappato il primo bacio. Christian e
Nicolas si stavano impegnando sempre di più nel loro corso
di fotografia e, a breve, avrebbero avuto un esame per testare il loro
apprendimento. Da qualche giorno, Parigi era sotto una pioggia
incessante. I ragazzi passavano la maggior parte del loro tempo a casa.
Il gruppo aveva smesso di provare, aspettando il ritorno di
José. Visto il tempaccio, per quella domenica pomeriggio,
avevano deciso di guardare un film tutti insieme. Furono tutti molto
stupiti, quando Hélène, non aspettando neanche la
fine del film, si alzò e tornò poco dopo con la
giacca e la borsa tra le mani.
“Vai da qualche
parte?”
“Si, in effetti
si. Non mi va di restare tutto il giorno chiusa in casa.”
“E dove vuoi
andare, con questo tempo?”
“Voglio fare un
salto dai miei.”
“Potresti
almeno aspettare la fine del film!”
Per una volta, Nicolas fu d’accordo con Laly.
“Comunque se
vuoi, ti accompagno!”
“Oh no, non
preoccuparti! I miei hanno deciso di fare dei lavori in casa e vogliono
parlare con me riguardo al futuro utilizzo della mia vecchia camera da
letto! Una cosa noiosa, te lo assicuro!”
Hèlène gli diede un bacio, fece un cenno di
saluto anche a Christian e Laly e se ne andò. Nicolas rimase
per un attimo a fissare la porta dalla quale la sua fidanzata era
appena uscita, pensieroso. Poi si schiarì la voce e si
rivolse a Christian.
“Hey, amico!
Che ne dici se andiamo a prenderci un’altra birra?”
Nicolas gli indicò la porta della cucina. Christian non
comprese subito, poi intuì che voleva parlare con lui,
così si alzò. Laly era troppo presa dal film per
preoccuparsi dei due che lasciarono la stanza e si chiusero la porta
alle spalle. Christian aprì il frigo per prendere due birre
e ne porse una a Nicolas, che, invece di prenderla, iniziò a
camminare avanti e indietro per la cucina.
“Credo che
Hélène nasconda qualcosa!”
Christian sospirò, appoggiando le birre sul tavolo.
“Cosa te lo fa
pensare?”
“Hai notato
che, ultimamente, esce sempre da sola? Non è la prima volta
che non vuole che non vada con lei!”
“Magari ha
bisogno di passare del tempo con la sua famiglia! Oppure...”
Alla prospettiva di un’altra ipotesi, Nicolas si fece
interessato.
“Oppure?”
“Oppure non
stai simpatico ai suoi!”
“Ma che stai
dicendo? La sua famiglia mi adora! Comunque io credo che ci sia
qualcos’altro sotto!”
“Pensi che
abbia un altro?”
Nicolas non si era spinto così in là con le sue
supposizioni, ma non pensava che Hélène fosse
capace di una cosa del genere. Eppure aveva bisogno di scoprire che
cosa gli nascondesse.
“Che ne dici se
la seguiamo?”
“Adesso? E se,
mentre scopriamo che non fa niente di male, ci scopre?”
“Ti prego,
Christian!”
“E va bene,
andiamo! Cosa facciamo con Laly?”
“Usciamo da
qui, non si accorgerà neanche della nostra assenza! Nel film
c’è il suo attore preferito!”
Hélène e Johanna erano sedute nello stesso bar di
sempre. Ormai era diventata per loro un’abitudine.
“Sai, Johanna,
non credo che potrò continuare a mentire agli altri ancora a
lungo, soprattutto a Nicolas.”
Johanna sospirò. Si era aspettata quella conversazione
già da un po’. Non si sentiva ancora pronta a
incontrare Christian e Hélène era
l’unica che sapeva non gli avrebbe mai detto niente sulla sua
presenza a Parigi. Capiva, tuttavia, di aver messo l’amica in
una situazione poco simpatica. Non poteva pretendere che
Hélène mentisse tutto il tempo solo per vedersi
di nascosto con lei. Non voleva che si creassero incomprensioni fra lei
e Nicolas. Sapeva insomma che il suo era un comportamento alla soglia
dell’egoismo. E di certo non era da lei.
“Capisco.
Allora immagino che dovremmo smettere di vederci.”
Hélène le prese una mano fra le sue.
“Proprio non
riesci a pensare neanche di incontrarlo? Non ti chiedo di perdonarlo e
sono sicura che capirebbe che non vuoi vederlo. Sai, è molto
cambiato...”
“No,
Hélène.”
“Potremmo
almeno dirlo a Nicolas? Lui terrà il segreto, se glielo
chiedo.”
Johanna ci pensò un po’ su.
Nicolas e Christian videro la macchina di Hélène
parcheggiata in una strada vicino all’università.
Si stavano dirigendo verso la casa dei Girard, lontana da
lì. Se Hélène era in quei paraggi
voleva dire che aveva davvero mentito. Nicolas ci rimase un
po’ male, perché, in cuor suo, aveva sperato di
essersi fatto delle paranoie per niente. Aveva già deciso
che se avessero visto che Hélène era davvero dai
suoi, avrebbe girato la macchina e non si sarebbe più fatto
domande. Tuttavia, la macchina era proprio quella della sua fidanzata e
ciò cambiava tutto. I ragazzi cercarono parcheggio, poi
scesero.
“Dove potrebbe
essere? Dubito che sia andata in facoltà, dato che
è domenica!”
“Potremmo
provare a quel bar!”
Nicolas indicò il bar dall’altro lato della
strada.
“Non ci sono
mai stato! Non è molto che l’hanno aperto,
vero?”
“Christian, non
siamo qui per prendere un caffè! Andiamo solo a vedere se
Hélène è lì dentro. E con
chi è, soprattutto.”
Si avvicinarono alla vetrina e diedero una sbirciata
all’interno. Quando videro Hélène
seduta al tavolo con una persona che dava loro le spalle, cercarono di
avvicinarsi di più, senza attirare troppo
l’attenzione, anche se non era facile, dato che non passavano
inosservati, zuppi com’erano. L’unica cosa che
riuscivano a distinguere era la capigliatura riccioluta che era
sicuramente di una donna. A quella constatazione, Nicolas
tirò un sospiro di sollievo. Anche se era abbastanza sicuro
che lei non lo tradisse, negli ultimi minuti si era sentito molto
più insicuro a riguardo. Christian, intanto, sembrava
guardare con molto interesse la donna che era con
Hélène. Quel poco di gestualità che
riusciva a vedere gli ricordavano qualcosa di familiare.
“Che facciamo,
entriamo?”
“Non credo che
sia una buona idea!”
Christian si voltò verso di lui, sorpreso.
“Vuoi dire che
mi hai fatto venire fino qui, mi hai fatto prendere tutta questa
pioggia, e poi ce ne andiamo senza capire con chi sia
Hélène?!”
“Non sembra
niente di losco. Non voglio che pensi che non mi sono fidato di
lei!”
I due amici presero a discutere e ciò attirò
l’attenzione di Hélène, che
sgranò gli occhi quando li riconobbe da lontano. Che cosa ci
facevano lì? L’avevano seguita, evidentemente!
Chissà se avevano già riconosciuto Johanna? E
cosa poteva fare per evitare una catastrofe?
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Capitolo
9
Johanna si rese conto che la sua amica si era distratta.Stava per
voltarsi per capire cosa avesse attirato l’attenzione di
Hélène, quando quest’ultima la
bloccò.
“Non ti
voltare, per favore.”
“Perché?”
“Sai quello che
ti stavo dicendo prima, a proposito di Nicolas e dei suoi
sospetti?”
La giovane americana annuì, confusa.
“A quanto pare,
avevo ragione. Mi ha seguita. Adesso è qui fuori e non
è da solo.”
Comprendendo quello che era sottointeso nelle parole di
Hélène, Johanna sentì il panico
invaderla. Non era pronta per vederlo.
“Ci stanno
guardando, ma non capisco se ti hanno riconosciuta. Anche se presumo di
no.”
“Devo andare
via.”
“E come pensi
di uscire, senza che ti vedano?”
“Puoi
distrarli, magari! Esci a parlare con loro, io troverò un
modo per filare via.”
Hélène non era sicura che fosse una buona idea,
però se Johanna non voleva incontrare Christian, lei non
poteva costringerla. Sospirando, si alzò e si
avviò verso la porta. Vedendo quella scena, Nicolas comprese
che ormai erano stati scoperti. Christian, invece, continuava a fissare
la donna misteriosa che continuava a dar loro le spalle e quasi non si
accorse di Hélène, che li raggiunse,
girò intorno a loro, facendo in modo che, per parlare con
lei, fossero entrambi costretti a dar le spalle alla porta del locale.
“Che cosa ci
fate qui voi due?”
“Hélène,
possiamo spiegarti tutto”
“Mi avete
seguita?”
“Beh, a quanto
pare non sei dai tuoi, come ci avevi detto!”
Hélène non poteva biasimare Nicolas. Dopotutto,
era vero che aveva mentito e non era la prima volta che lo faceva, per
coprire i suoi incontri segreti con Johanna. Cercò di
inventare una storia plausibile al volo, anche se non era facile. Nel
frattempo, Johanna si era alzata e si era diretta, nel modo
più furtivo possibile, verso l’uscita. Proprio
mentre stava uscendo dalla porta, Christian diede un’occhiata
dentro il locale e vide che la donna misteriosa non era più
seduta al tavolo. Istintivamente, si voltò prima che
Hélène potesse rendersi conto della situazione e
si trovò faccia a faccia con Johanna. Nicolas, dopo essersi
voltato a sua volta ed essere rimasto di sasso, guardò
Hélène in cerca di risposte. Entrambi, tuttavia,
rimasero in silenzio per cercare di capire cosa sarebbe successo.
Christian e Johanna erano, per la prima volta, di nuovo faccia a faccia.
/***/
Il film che Laly stava guardando con tanto interesse era terminato
ormai da dieci minuti buoni. Dieci minuti in cui aveva setacciato ogni
angolo della casa alla ricerca di Nicolas e Christian. Non le ci volle
molto a capire che i due si erano dati allo spionaggio, ma decise che,
per una volta, non voleva intromettersi in quella storia. Dato che era
da sola ed era anche smesso di piovere, decise di fare una telefonata a
Jimmy. Se i suoi amici l’avevano lasciata da sola, doveva pur
trovare un modo per passare il resto del pomeriggio! Stava giusto per
comporre il suo numero, quando il campanello di casa suonò.
Magari era fortunata ed era proprio Jimmy! Quando aprì, il
suo sorriso smagliante si trasformò in
un’espressione sorpresa e confusa. Davanti a lei
c’era Natalie in lacrime. Quando alzò la testa e
la vide, le gettò le braccia al collo, piangendo sempre
più disperata. Un po’ impacciata, Laly
ricambiò l’abbraccio. Sembrava che dovesse
rinunciare all’idea di vedere il suo Jimmy.
“Che cosa
è successo?”
“Ho combinato
un casino con Olivier! Non so cosa devo fare!”
“Iniziamo col
finire di entrare in casa, così puoi calmarti e raccontarmi
tutto.”
Laly sperò che Hélène facesse ritorno
a casa presto. Lei era sicuramente più brava a gestire i
problemi di cuore.
/***/
Per entrambi quella era una situazione imbarazzante, difficile da
affrontare. Christian aveva immaginato per tanto tempo quel momento,
quello in cui si sarebbe trovato di nuovo a tu per tu con lei. Aveva,
da una parte, desiderato di rivederla per poter implorare il suo
perdono e, dall'altra parte, aveva temuto di leggere nel suo sguardo
tutta la delusione e l'odio che si meritava per quello che le aveva
fatto. Non c'era traccia di quei sentimenti, tuttavia, negli occhi di
Johanna.
La giovane americana aveva tutt'altri pensieri. Anche lei aveva pensato
spesso a cosa avrebbe provato nel ritrovarsi davanti il suo Cricri. Era
rimasta talmente delusa dal fatto che lui fosse scappato come un
codardo davanti alla gravidanza di Linda. Era convinta che non avrebbe
mai potuto perdonargli una cosa del genere, nonostante sapesse che lo
avrebbe amato per tutta la vita. Era tornata in Texas, pensando che
fosse l'unico modo per rifarsi una vita lontano dai ricordi che
conservava a Parigi. Tuttavia, aveva scoperto che una parte di lui
avrebbe per sempre fatto parte della sua vita. Ci aveva messo un
po’, ma alla fine aveva deciso di accettare anche quella
sfida. Sapeva che probabilmente non avrebbe più rivisto
Christian, ma non le era importato. Invece ora, il pensiero di averlo
lì, davanti a lei, le fece pensare che avrebbe dovuto
proteggere il suo segreto, perché niente era più
importante.
"Johanna, sai, ho sperato
tanto che questo momento arrivasse, perché avevo un sacco di
cose da dirti e adesso non so neanche da che parte iniziare..."
"Senti, Christian, sinceramente
non credo di voler avere questa conversazione con te."
"Perché no? Io ci
tengo tanto. Voglio chiederti perdono. Mi sono comportato in un modo
così orribile con te..."
"No, Christian. Tu ti sei
comportato in un modo orribile con Linda! Talmente orribile che per
tanto tempo mi sono sentita in colpa anche io!"
"Che cosa stai dicendo, Johanna?
Tu non hai fatto niente di male!"
"Si, invece!
Sono io che ti ho cambiato così profondamente! Quando ti ho
conosciuto eri diverso! Eri timido, gentile… Una persona
molto diversa da quello che sei diventato. Non saresti mai fuggito via
da una responsabilità del genere!"
"No, non è vero!"
"Si che è vero! E tu
lo sai bene!"
Johanna cercò di calmarsi. Non voleva apparire fragile agli
occhi di Christian. Si sentiva molto confusa. E combattuta. Una parte
di lei non aveva mai smesso di credere di essere responsabile per
quello che Christian era diventato. Inoltre, lo amava ancora; averlo
così vicino le rammentava quanto lui le era mancato,
nonostante tutto. Eppure la sua vita non era più la stessa
da un anno a quella parte. Aveva delle nuove responsabilità
e non poteva permettersi di farlo rientrare nella sua vita come se
niente fosse successo. L'unica cosa di cui era certa, era che voleva
allontanarsi il più possibile da lui, ma Christian, intuite
le sue intenzioni, le si parò davanti.
"Aspetta. Ti prego,
lascia che ti dica almeno una cosa, prima di andartene. Tu non hai
nessuna colpa per quello che è successo. E' vero, tu mi hai
cambiato, molto. Da quando ti ho conosciuta la mia vita è
cambiata. Ma in meglio. Sono stato malissimo, quando sono scappato via.
Se fosse successo prima di conoscere te non sarei stato tanto male. Non
avrei avuto il senso di colpa a tormentarmi ogni giorno. Johanna, tu
sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita e mi
dispiace per come mi sono sempre comportato con te."
Christian la guardò negli occhi e Johanna
ricambiò il suo sguardo. Sapeva che, molto probabilmente,
era sincero, ma questo non cambiava le cose. In quel momento l'unica
cosa di cui aveva bisogno era di allontanarsi da lui, per riflettere.
"Mi hai ferito troppe
volte. Non sono più sicura di poter tornare a fidarmi di te,
perciò, per favore, non parliamone più."
Johanna andò via, prima che le lacrime le scendessero dagli
occhi.
Ciao! Sono stata un
pò assente e chiedo scusa! Comunque spero che questo
capitolo vi piaccia! A presto!! xxx
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Capitolo
10
Laly controllò l’orologio e sospirò.
Era ancora da sola con Natalie, che continuava a piangere contro la sua
spalla, raccontando a tozzi e bocconi quello che era successo. A quanto
pareva, aveva tradito Olivier con Christophe e, malgrado il momento,
Laly non poteva dirsi sorpresa del tutto. In fin dei conti, Natalie era
stata fedele anche troppo a lungo, conoscendola. Le ragazze ne avevano
parlato e avevano pensato che, forse, Olivier era davvero il ragazzo
giusto per lei, dato che sembrava averla cambiata. I fatti dimostravano
che si erano sbagliate. Finalmente, sentì delle voci fuori
la porta d’ingresso, qualcuno era arrivato a salvarla, o
perlomeno, ad aiutarla! Le speranze di Laly, tuttavia, erano destinate
ad infrangersi miseramente. Dalla porta, entrò prima
Christian, il volto teso e pallido. Lui non la degnò di uno
sguardo e si diresse al piano superiore senza nemmeno rendersi conto
della presenza delle due ragazze. Dopo, entrarono Nicolas ed
Hélène, ma anche loro, le ignorarono, troppo
presi a discutere fra di loro.
“Non posso
credere che tu me l’abbia tenuto nascosto!”
“Non potevo
parlartene, lei mi ha chiesto espressamente di non dirlo a
nessuno!”
“Si, ma io non
sono nessuno! Non hai pensato che, fra le altre cose, avrei potuto
evitare che succedesse l’irreparabile?”
Nicolas indicò le scale, riferendosi a Christian, che si era
chiuso in un preoccupante silenzio da quando Johanna si era
allontanata.
“Beh, avresti
potuto farlo anche se ti fossi fidato di me, invece di
pedinarmi!!”
Persino Natalie aveva smesso di piangere e aveva alzato la testa dalla
spalla di Laly, sentendo i due alzare sempre di più il tono
della voce. Era insolito vedere Nicolas e Hélène
litigare a quel modo. Laly si schiarì la voce e, finalmente,
la coppia si rese conto della loro presenza.
Hélène, vedendo la faccia di Natalie, si
avvicinò al divano.
“Che cosa ti
è successo?”
Nicolas intuì che erano affari fra donne e decise di provare
a parlare con Christian. Le lasciò sole e si
incamminò per le scale.
/***/
Johanna aveva sbattuto il portone di casa dietro di sé con
forza. Sentiva ancora il cuore batterle furiosamente. Rivedere
Christian era stata una prova per la quale non era ancora pronta.
Mentre saliva le scale, cercò di riacquistare la calma. Non
poteva entrare in casa così sconvolta. Sul pianerottolo,
chiuse per un attimo gli occhi e fece un respiro profondo. Fu sorpresa
così dalla donna di mezza età che aprì
la porta di casa.
“Tutto bene,
Johanna?”
Johanna entrò in casa, annuendo.
“Come
sta?”
“La febbre si
è un po’ alzata, ma adesso sta dormendo.”
“Potevi
telefonarmi, sarei rientrata immediatamente!”
“Non deve
preoccuparti, veramente è stato un angioletto malgrado
l’influenza.”
“Grazie per
esserti presa cura di lui anche oggi che è domenica. Non so
cosa farei senza di te”
“Per me
è sempre un piacere.”
Mentre parlavano, si erano avvicinate ad una delle camere da letto.
Johanna aprì la porta per sbirciare all’interno e,
vedendo che era tutto sotto controllo, la richiuse.
/***/
“Natalie ha
tradito Olivier. Con Christophe.”
Laly fu spicciativa e, sicuramente, anche brusca. Tuttavia, vedendo le
lacrime iniziare a scorrere di nuovo sulle guance di Natalie, sapeva
che ci avrebbero messo una vita a ricostruire i fatti.
“Natalie! Come
hai potuto?”
“Il fatto
è che, negli ultimi tempi, mi sono sentita trascurata.
Olivier è tutto preso dai suoi esami, mentre Cristophe
è stato molto gentile con me. Mi ha anche invitato ad andare
insieme a un concerto. Olivier non si è mostrato minimamente
geloso, così mi sono sentita ancora più messa da
parte e ho deciso di andarci, anche solo per ripicca!E poi, beh, una
cosa tira l’altra e... E’ successo! Solo che
Olivier ha scoperto tutto e mi ha chiesto di lasciare
l’appartamento che dividevamo!”
Hélène si ricordò allora di un
dettaglio che aveva notato fuori l’appartamento, nonostante
fosse presa a litigare con Nicolas.
“Allora
è tuo il borsone qua fuori?”
Laly drizzò le orecchie, avendo un terribile presentimento.
“Quale
borsone?”
“Si,
è mio. Il fatto è che, momentaneamente, non ho un
posto dove andare, così mi chiedevo se per voi non fosse un
problema...”
“Puoi rimanere
qui tutto il tempo che vuoi! Al momento non abbiamo camere libere, ma
sono sicura che per Laly non sarà un problema dividere la
stanza con te!”
Ecco le parole tanto temute da Laly! Natalie si girò a
guardarla speranzosa e Laly le sorrise.
“Davvero?
Sarebbe fantastico! Tu sei stata molto dolce con me!”
/***/
Nicolas aveva bussato alla porta di Christian, salvo entrarci un attimo
dopo senza aspettare che l’amico gli desse il permesso.
Christian era in piedi, davanti alla finestra, con lo sguardo perso nel
vuoto.
“Come
stai?”
Christian si voltò verso di lui.
“Non lo so.
E’ stato totalmente inaspettato.”
“Lo immagino.
Ti assicuro che non avevo la minima idea che fosse qui!”
“Già,
come al solito lei è sempre così
imprevedibile!”
Un sorriso nostalgico comparve per qualche istante sulla faccia di
Christian, prima che abbassasse la testa con l’aria sconfitta.
“Non mi
perdonerà mai. Gliel’ho letto in faccia. Non
voleva neanche ascoltare quello che avevo da dire.”
“E’
stato inaspettato anche per lei, non credi? Forse ha bisogno di un
po’ di tempo.”
“Non credo che
il tempo cambierà le cose. E’ stata molto
chiara.”
Nicolas si avvicinò all’amico e gli mise la mano
sulla spalla. Non c’era molto che potesse dire per farlo
sentire meglio. La reazione di Johanna era giustificabile, ma Nicolas
sapeva che Christian ci soffriva molto e aveva tanto sperato di farsi
perdonare dall’amore della sua vita.
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Capitolo
11
Qualche giorno dopo l’incontro non programmato con Christian,
Johanna era di nuovo seduta davanti ad Hélène. La
cosa positiva era che non dovevano più farlo di nascosto.
“Mi dispiace
veramente tanto per l’altro giorno.”
“Non
è certo colpa tua, Hélène.”
L’umore di Johanna non era dei migliori, tuttavia
Hélène non poté trattenere la domanda.
“Com’è
stato rivederlo?”
“Per niente
facile, ma neanche come l’avevo immaginato. non sai quante
volte ho pensato a cosa avrei potuto dirgli, semmai un giorno me lo
fossi ritrovato davanti. Ho immaginato di urlare, di fare qualche
scenata, invece domenica non ne ho avuto la forza. Volevo solo
allontanarmi il prima possibile da lui”
Hélène annuì, comprensiva. Johanna la
guardò un paio di volte, negli occhi una domanda che non si
arrischiava a fare, sentendo sentimenti contrastanti.
L’amica, che la conosceva ancora tanto bene, non ebbe bisogno
che aprisse bocca, per capire quello che Johanna voleva sapere.
“Christian
è rimasto sconvolto, sai? Come te, non se
l’aspettava proprio e ci ha messo un po’ a
riprendersi.”
Lo sguardo di Johanna si fece triste. Il cameriere portò
loro del caffè. Quando posò la tazza davanti ad
Hélène, la ragazza fece un’espressione
disgustata e l’allontanò.
“Hélène,
che succede?”
“Non lo so, ma
questo odore è terribile!”
Johanna la guardò sorpresa, sapendo che l’amica
non diceva mai di no davanti a una tazza di caffè.
/***/
Nicolas aveva trovato la distrazione giusta per tirare su di morale
Christian. Quella mattina aveva ricevuto una telefonata da Cristophe.
Dopo quello che era successo, il ragazzo aveva deciso di lasciare il
gruppo. In seguito, aveva ricevuto un’altra chiamata, questa
volta da parte di Olivier, che gli comunicava praticamente la stessa
cosa. E per lo stesso motivo. Così, nel gruppo rimanevano in
tre. José avrebbe trovato delle belle sorprese, al suo
ritorno. Per fortuna, non doveva ricominciare una nuova ricerca per
trovare un batterista. Ce l’aveva sotto il suo stesso tetto.
Sempre che Christian, che da quando era tornato sosteneva di aver
chiuso con la musica, accettasse la sua proposta. Nicolas
entrò in casa e si chiuse la porta alle spalle. Christian
era seduto sul divano davanti alla tv. Nicolas alzò le
sopracciglia vedendo che stavano trasmettendo cartoni animati.
“Che stai
facendo?”
“Ciao Nicolas.
Ti assicuro che sono molto più interessanti di quelle due in
cucina!”
Christian indicò la porta che si era premurato di chiudere
per non sentire la conversazione fra Laly e Natalie.
Quest’ultima continuava a lamentarsi del fatto che
né Olivier, né Christophe volessero
più parlare con lei.
“Capisco. Ti
ricordi quando abbiamo deciso di formare la nostra band, io, tu ed
Etienne?”
Christian fece un sorriso malinconico. Bei tempi, quelli!
“Certo che me
lo ricordo, come fosse ieri! Perché questa
domanda?”
“Perché
stavo pensando che sono rimasto l’unico a portarla avanti e
proprio oggi sono rimasto senza batterista. Quindi, mi stavo chiedendo
se volevi riprendere il tuo posto.”
Christian non sembrò molto entusiasta della proposta
ricevuta e questo sorprese un po’ Nicolas. Aveva sperato che
l’amico sarebbe stato felice di riprendere a suonare.
“Non credo che
sia una buona idea, Nicolas.”
“E
perché mai? Quel posto è tuo di diritto! Non eri
forse tu a sostenere sempre che, un giorno, saremmo diventati
famosi?”
“A quanto pare
non ho portato molta fortuna, finora!”
“Beh, mai dire
mai! E comunque sarebbe veramente fantastico riaverti nel gruppo!
Perché non vuoi, scusa?”
“Il fatto
è che non mi siedo dietro una batteria da quando... Beh, da
quando ho fatto tutto quel casino. Credo di aver chiuso con la musica,
ecco tutto.”
“Non raccontare
queste scemenze, soprattutto a me!”
Nicolas sospirò. Forse sarebbe stato più
difficile del previsto, ma sarebbe riuscito a convincerlo.
“Prometti che
almeno ci penserai? Hai tempo fino al ritorno di
José.”
“E va bene. Ci
penserò.”
“Fantastico!!”
Nicolas, euforico come se gli avesse già detto di si, si
sedette vicino all’amico. Dalla cucina uscirono Natalie e
Laly.
“Mi dispiace
dovermene andare, riprenderemo la nostra conversazione al mio ritorno,
va bene?”
“Ma certo,
Natalie! Vai pure, non vorrai fare tardi?”
Laly attese, piuttosto impazientemente, che Natalie prendesse la sua
borsa e uscisse di casa, prima di pararsi davanti ai due ragazzi seduti
sul divano.
“Avanti, ditemi
che cosa vi ho fatto di male!”
I due si scambiarono uno sguardo, prima di guardare Laly interrogativi,
non sapendo a cosa si riferisse.
“Quanto
durerà ancora questa storia? Per quanto tempo ancora
dovrò sopportarla? Avete idea di cosa voglia dire sentirla
parlare sempre della stessa cosa? Olivier/Christophe,
Christophe/Olivier! Non ne posso più!! Mi ha preso per la
sua più cara confidente e, per di più, dividiamo
anche la camera da letto! Se non ponete fine a tutto questo, vi
chiederò di scegliere fra me e lei!!”
Malgrado l’esasperazione e la rabbia evidenti sul volto di
Laly, Nicolas e Christian stavano nascondendo entrambi un sorriso. Non
potevano darle torto. In effetti, da quando Natalie si era stabilita in
quella casa, era sempre appiccicata alla povera Laly. Lo sguardo di
Laly si fece più minaccioso, così Nicolas
cercò una risposta da darle.
“Senti,
proverò a parlarne con Hélène,
però non posso prometterti nulla. Non la vorrai mica mettere
in mezzo ad una strada?”
“Non voglio
neanche diventare pazza, se è per questo!”
Laly tornò in cucina senza aggiungere altro.
/***/
Quella sera, i ragazzi si erano radunati nel salotto. Per la gioia di
Laly, Natalie aveva declinato l’invito ad unirsi a loro per
un buon film e si era ritirata in camera. Laly sperò che si
addormentasse prima che la raggiungesse. Verso metà film, i
ragazzi si voltarono sorpresi verso l’ingresso, sentendo le
chiavi girare nella toppa. José e Benedicte entrarono,
accendendo le luci che i ragazzi avevano spento per vedere meglio il
film.
“Buonasera
gente!!”
“Che bello,
siete tornati!”
Con un gesto, José frenò tutti gli entusiasmi.
“Altolà!
Fermi tutti, abbiamo una sorpresa!!”
Laly, Hélène, Nicolas e Christian si erano
già alzati per andare a salutare gli amici, ma si fermarono
alle parole del ragazzo. José e Benedicte si fecero da
parte. Da quella porta, negli ultimi mesi, avevano visto entrare delle
vecchie conoscenze che non vedevano da tempo, tipo Christian stesso, o
Linda. Tuttavia, la loro sorpresa fu maggiore delle precedenti volte,
vedendo entrare, mano nella mano, Etienne e Cathy.
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
Capitolo
12
Com’era bello ripercorrere i bei tempi andati con gli amici
appena ritrovati! I ragazzi avevano organizzato una cena al volo ed
erano tutti intorno al tavolo. Rivedere Etienne e Cathy dopo tanto
tempo, e per di più insieme, era stata veramente una grande
sorpresa. Benedicte spiegò loro che li avevano incontrati
dopo qualche giorno l’arrivo nella splendida
località turistica che avevano scelto per evadere da tutto.
Erano ovviamente rimasti senza parole, ma avevano condiviso ben
volentieri parte della loro vacanza per trascorrere dei bei momenti
insieme. A quel punto, Hélène, con un velo di
imbarazzo, chiese ai suoi vecchi amici come si erano ritrovati e aveva
preso la parola Cathy.
“Dopo aver
lasciato Parigi, sono rimasta per un anno intero a Tolosa, non sapendo
cosa fare della mia vita. Dopo essermi stufata di quella monotonia, mi
sono fatta coinvolgere da mia cugina Sophie in un viaggio ai Caraibi.
Ed è stato lì che ho incontrato
Etienne.”
Nicolas si voltò verso l’amico.
“E tu come ci
sei finito, dalla Finlandia ai Caraibi?”
“E’
una storia lunga. Diciamo che ho inseguito la ragazza
sbagliata.”
Etienne guardò di sottecchi Cathy, che cercava di fare
l’indifferente. In realtà lui sapeva quanto
quell’argomento fosse ancora un nervo scoperto per Cathy.
“A dire la
verità, dopo soli tre mesi in Finlandia, non avevo
più motivo di rimanervi. Non sono riuscito a tornare a
Parigi. Mi vergognavo troppo per quello che avevo fatto e poi sapevo
per certo che Cathy non era più qui. Così ho
iniziato a fare il giramondo. In effetti, è stato un caso
che mi trovassi ai Caraibi, proprio quando Cathy ci è andata
in vacanza con sua cugina.”
Sentendolo fare quel racconto, Christian aveva abbassato la testa. Lui
capiva bene come dovesse essersi sentito Etienne, quando aveva deciso
di non tornare a Parigi. Laly, che era l’unica ad aver
incontrato per la prima volta Etienne e Cathy, ma ne aveva sentito
parlare un sacco, dimostrò la sua proverbiale mancanza di
tatto.
“E tu, dopo
tutto quello che ti ha fatto passare, te lo sei pure ripreso?”
Tutti la guardarono sgranando gli occhi e Cathy rimase per un attimo
perplessa da quella confidenza. Non poté, tuttavia, non
paragonarla a Johanna.
“Bene, vedo che
l’elemento ficcanaso non vi manca neanche adesso! Con tutta
la mia simpatia, Laly, sia chiaro.”
José, che non era aggiornato sulle ultime novità,
annuì con decisione.
“Puoi dirlo
forte! Laly sopperisce sempre di più alla mancanza di
Johanna, da quel punto di vista!”
Il volto di Christian si rabbuiò per un istante, per poi
cercare di riacquistare il buonumore. Il fatto che Johanna non fosse
disposta a perdonarlo, lo faceva stare male, ma non era il caso di
farsi compatire dagli amici.
“Beh, scusate,
ma almeno io sono diretta e sincera! Scommetto che morite tutti dalla
voglia di sapere in che modo sono tornati insieme, ma io sono la sola
che ha avuto il coraggio di chiederlo apertamente!”
“E va bene,
allora vi racconto in breve. La prima volta che ci siamo trovati faccia
a faccia, sono rimasta talmente sconvolta, da scappare via senza
nemmeno dire una parola! E’ stato lui a cercarmi, anche se
io, all’inizio, non volevo sentire cosa aveva da
dirmi.”
“Si, mi ha dato
tanto filo da torcere. Per fortuna, non avevo perso il mio fascino e,
alla fine, è capitolata!”
Etienne sembrava troppo compiaciuto per i gusti di Cathy, che gli diede
uno schiaffetto sul braccio per farlo smettere di darsi tutte quelle
arie. Sentendosi abbastanza soddisfatta per il momento, Laly rivolse le
sue indelicate attenzioni su José e Benedicte.
“E voi due,
allora? Avete smesso di litigare tutto il tempo? Sei riuscita a farlo
smettere di abbaiare?”
José si stava alzando per darle contro, ma Benedicte lo
fermò. Non c’era verso che quei due andassero
d’accordo.
“Io e
José stiamo benissimo, Laly. Grazie per
l’interessamento!”
“Anzi, cosa ci
siamo persi?”
Laly colse la palla al balzo e iniziò a elencare le cose che
erano successe da quando i due erano partiti.
“Allora, per
prima cosa, il gruppo ha un nuovo bassista, che poi è anche
una vecchia conoscenza, ossia Jimmy! Che, fra l’altro,
è anche il mio nuovo fidanzato! Poi, vediamo... Ah, ma
certo! Hélène si vedeva di nascosto con Johanna,
che, a quanto pare è di nuovo a Parigi, anche se io non
l’ho ancora incontrata, ma Nicolas e Christian le hanno
scoperte. E, dulcis in fundo, Natalie ha tradito Olivier con
Christophe, così ora abita a casa nostra, in camera mia
terrei a precisare. In conseguenza a questo, sia Olivier che Christophe
hanno lasciato il gruppo, così ora avete perso batteria e
percussioni! Credo di non aver dimenticato niente. Ragazzi, che ne
dite?”
“Direi che hai
detto tutto. Forse non nel migliore dei modi, ma non hai tralasciato
niente.”
Josè era talmente confuso da quelle informazioni date tutte
insieme e così velocemente, che non sapeva da che parte
cominciare. Benedicte fu più veloce di lui, nella reazione.
“Che cosa?
Johanna è tornata?”
“Si, ma,
aquanto pare, solo Hélène è
autorizzata a vederla!”
“Laly, per
favore, non cominciare! Poi non mi sembra il momento adatto.”
Hélène, con un gesto discreto, indicò
Christian. Non era necessario fare quelle scene davanti a lui, che
già stava male per il rifiuto ricevuto. Il ragazzo,
tuttavia, si alzò.
“Non dovete
farvi scrupoli, davanti a me. Johanna è tornata, ma
è stata molto chiara. Non vuole avere niente a che fare con
il sottoscritto. E di certo, non posso biasimarla per questo. Adesso,
scusate, ma vado in camera mia. Etienne, Cathy, è stato
bello rivedervi dopo tutto questo tempo.”
Christian uscì dalla stanza ed Hélène
lanciò uno sguardo di rimprovero verso Laly, che
alzò le spalle. Etienne si schiarì la voce.
“Scusate se
porto la discussione su un altro argomento, ma Laly ha detto che siete
senza batterista. José mi aveva parlato dei cambiamenti
nella band, ma adesso che Christophe è andato via, avete
Christian, no?”
“Infatti!
Etienne ha ragione! Dov’è il problema?
C’è Christian! Delle percussioni possiamo anche
fare a meno per un po’.”
“A dire la
verità, Christian mi ha chiesto del tempo per pensarci. Sono
due anni che ha smesso di suonare e non sa se vuole
riprendere.”
Etienne parve sorpreso.
“Aspetta,
stiamo parlando di Christian! Ci ha portato all’esasperazione
in passato con tutti i suoi castelli in aria! Diceva che saremmo
diventati delle rockstar famosissime, era quello che ci credeva
più di tutti. Com’è possibile che abbia
rinunciato a suonare?”
“Vedi, Etienne,
Christian ha passato un periodo molto difficile. Non so se
José e Benedicte ti hanno parlato di quello che è
successo.”
“Si, mi hanno
detto che ha messo incinta una ragazza e poi è fuggito,
spezzando il cuore di Johanna.”
“Esatto. Ti
ricordi quando Johanna ha tradito Christian con John Wonder?”
Ad Etienne bastò quell’accenno per capire a cosa
si riferisse Nicolas. Sapeva che, malgrado la sua maschera di
sfacciataggine, Christian era un ragazzo fragile. La conversazione fu
interrotta dall’arrivo di Nathalie dal piano superiore, che
rimase molto sorpresa a vedere tutta quella gente. Non fu accolta in
modo troppo caloroso da Cathy, che non l’aveva mai presa in
simpatia.
“A quanto ho
sentito, il lupo perde il pelo, ma non il vizio!”
Punta sul vivo, Nathalie le lanciò
un’occhiataccia, poi si rivolse a Laly, con aria dispiaciuta.
“Laly, ho una
notizia che potrebbe non farti molto piacere.”
“Dimmi
tutto.”
“Ho ricevuto
una telefonata da una mia vecchia amica, a cui si è liberata
una camera. Mi ha proposto di andare a vivere a casa sua e io ho
accettato. Visto quanto io e te ci siamo avvicinate in questo periodo,
ho pensato che ci saresti potuta rimanere male. Però sai,
qui siete già in tanti e si tratta davvero di una bella
zona, per cui spero che potrai perdonarmi.”
Laly, che si era aspettata di sentire tutt’altro, dovette
farsi forza per nascondere l’entusiasmo e apparire invece
amareggiata.
“Beh, io
capisco, sai? Non devi preoccuparti, anzi mi fa piacere per
te.”
“Davvero? non
sei arrabbiata?”
“Ma no,
figurati!”
“Bene, mi fa
piacere!”
Nathalie abbracciò Laly, la quale ricambiò
controvoglia. Quando Nathalie tornò in camera per preparare
i bagagli, Laly poté finalmente esultare. A vedere quella
gioia, Cathy sospirò, sollevata.
“Per un attimo
ho davvero creduto che tu fossi realmente dispiaciuta. Non ti conosco,
ma mi sarebbe dispiaciuto scoprire che eri affezionata a quella
serpe!”
“Credimi,
nessuno più di me voleva liberarsi della sua
presenza!”
Cathy scoppiò a ridere, poi guardò
l’orologio.
“Credo che sia
ora per noi di lasciarvi.”
Hélène si avvicinò all’amica
di vecchia data.
“Così
presto? Quanto vi fermerete a Parigi?”
Cathy e Etienne si scambiarono uno sguardo, sorridendo.
“Ecco, a dire
la verità, per sempre! In tutta la serata, abbiamo
dimenticato di dirvi che adesso siamo sposati ed eravamo in luna di
miele, quando abbiamo incontrato José e Benedicte!”
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Capitolo
13
Hélène era in piedi, davanti allo specchio del
bagno, almeno da dieci minuti buoni, intenta a fissare il suo riflesso
con aria seria e pensierosa. Quella mattina si era svegliata con la
nausea e la cosa ormai si ripeteva con una preoccupante
quotidianità. Aveva il ciclo in ritardo e non le ci era
voluto molto a mettere insieme i pezzi. Semmai aveva immaginato quel
momento in passato, non se lo era di certo prospettato così
negativo. Aveva sempre creduto che il momento in cui una donna scopre
di essere incinta dovesse essere uno dei momenti più belli
della vita. Peccato che sapere che la notizia non sarebbe stata gradita
a Nicolas la rendeva molto nervosa e non le permetteva di godersi il
momento. Ne avevano già parlato in diverse occasioni,
Nicolas non voleva avere figli. Di sicuro non nell’immediato
futuro. Hélène stessa non sapeva come sentirsi
riguardo all’eventualità che la gravidanza fosse
reale. Sapendo di non poter rimanere chiusa in bagno per tutta la
mattina, si riscosse e decise che sarebbe passata dalla farmacia appena
uscita di casa.
/***/
Christian bussò alla porta del garage dove i ragazzi
suonavano. Il posto era sicuramente più accogliente di
quello che li aveva ospitati all’inizio. Era più
grande e anche più luminoso. La musica all’interno
della stanza si interruppe e Nicolas gli aprì la porta.
“Christian!
Potevi anche entrare senza bussare!”
Nicolas lo fece passare e Christian, entrando, fece un cenno di saluto
a José e Jimmy. Notò che l’umore non
era dei migliori. Conosceva bene José e poteva dire per
certo che qualcosa lo stava infastidendo. Forse era il fatto di suonare
senza batteria che non gli andava a genio.
“Allora, come
mai da queste parti?”
“Sono passato
per sapere se l’offerta di rientrare nel gruppo è
sempre valida.”
“Stai
scherzando? Sarebbe stupendo se tu riprendessi il tuo posto!”
“Bene, sono qui
per questo!”
Nicolas, entusiasta della notizia, lo abbracciò. Perfino
Josè sorrise e sembrava più rilassato.
“Finalmente
qualcosa di buono!”
Il suo tono era sarcastico, ma solo Jimmy sembrò farci caso,
accigliandosi.
/***/
Nel pomeriggio, Hélène stava passeggiando per le
strade di Parigi con mille pensieri in testa. Aveva comprato il test di
gravidanza, ma non aveva ancora trovato il coraggio per farlo. Si era
limitata a nasconderlo in un posto sicuro. Si impose di smettere di
pensarci e affrettò il passo per raggiungere Johanna, che la
stava aspettando in un grazioso parco. Vista la bella giornata, le due
amiche avevano deciso di disertare il solito bar e trascorrere il loro
tempo insieme all’aperto. Johanna e
Hélène si scambiarono un veloce abbraccio, poi
presero a camminare.
“Ho da dirti
una cosa eccezionale! José e Benedicte sono rientrati dalla
loro vacanza di riconciliazione e hanno portato con sé una
bella sorpresa!”
Johanna inarcò le sopracciglia. Era sempre stata molto
curiosa, così fece cenno a Hélène di
continuare.
“Sono tornati
in compagnia di Etienne e Cathy!”
Johanna parve più perplessa che altro.
“Etienne e
Cathy? Insieme?”
“Si, la cosa ha
sconvolto anche tutti noi, ma si sono sposati da poco e, pensa, erano
in viaggio di nozze, quando si sono trovati davanti José e
Benedicte.”
L’espressione di Johanna si fece ancora più
attonita.
“Non posso
crederci!”
“Si, in effetti
non credevamo ai nostri occhi!”
Hélène ridacchiò, ma vedendo che
l’amica rimaneva seria, si ricompose.
“Tutto bene,
Johanna?”
“Non riesco a
credere che Cathy possa aver perdonato Etienne e che l’abbia
addirittura sposato!”
Stavolta toccò ad Hélène rimanere
perplessa.
“Ma, Johanna,
loro sono felici insieme adesso e il passato se lo sono lasciato alle
spalle. Ci hanno messo del tempo a ritrovarsi e sicuramente non
è stato facile, ma le persone cambiano e di errori ne
abbiamo fatto tutti...”
“Come ha fatto
Cathy a lasciarsi alle spalle il fatto che lui sia scappato dietro ad
una sconosciuta? Come ha fatto a perdonarlo?”
Hèlène sospirò, d’un tratto
irritata. A volte Johanna sapeva essere ottusa nei suoi giudizi.
Solitamente lei era comprensiva, ma quel giorno, forse complice le sue
preoccupazioni, si sentiva particolarmente insofferente.
“Il fatto che
tu non sia disposta a perdonare Christian, non significa che agli altri
non sia concessa una seconda opportunità. Etienne ha
commesso uno sbaglio e di certo Cathy non ci è passata sopra
con leggerezza. Ci ha messo del tempo a perdonarlo, poi ha capito che
lui era sincero e che l’amava ancora. Non ci vedo niente di
male in questo.”
“Stai forse
cercando di dirmi qualcosa? Ti crea qualche problema il fatto che io
non voglia avere più niente a che fare con
Christian?”
“Mi crea
qualche problema il fatto che sembra che tu non voglia avere a che fare
con nessuno, oltre a me! Non vuoi vedere neanche Laly, o Nicolas! Tutti
stanno iniziando a pensare che non sia solo Christian, il
problema!”
Johanna abbassò lo sguardo, con aria colpevole.
“E’
vero, non me la sento di vedere nessuno, ma mi ferisce sapere che tu
non capisca le mie ragioni.”
“Non si tratta
delle tue ragioni, ma del tuo egoismo!”
Hélène si voltò e si
allontanò, cercando di trattenere le lacrime. Quel breve
scambio di battute l’aveva sconvolta più del
dovuto. Si sentiva particolarmente emotiva e non voleva continuare quel
litigio perché aveva paura di cosa avrebbe potuto dire.
Johanna rimase incredula e delusa ad osservare la sua amica andarsene.
Possibile che Hélène non la capisse? Aveva
sofferto così tanto in passato, che aveva paura di rivivere
i suoi sbagli. Non ce l’aveva con i suoi amici, ma non
riusciva ancora a pensare di poter riprendere la sua vecchia vita.
Soprattutto se ciò includeva Christian.
Vi è mai
capitato che a scatenare una discussione con una buona amica fosse un
pretesto per sfogare la rabbia per qualcosa che non c'entrava niente? A
me si... Non è bello, ma se l'amicizia è solida e
reale ne esce intatta o forse anche rafforzata. Sembra un discorso
contorto anche a me, ma so quello che dico, anche se non riesco a
spiegarlo bene! Comunque, non allarmatevi per le incomprensioni fra le
due... La strada è ancora molto lunga.... A presto!!!
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
Altolà!
So che ho molto di cui scusarmi, tipo un tempo infinito
nell'aggiornare, ma spero di farmi almeno un pochino perdonare con
questo capitolo! Besitos! =)
Capitolo 14
Etienne e Cathy
si erano trasferiti poco lontano dalla casa dei ragazzi, per cui era
normale che i due si facessero vedere spesso. Inoltre, occasionalmente,
Etienne aveva iniziato a sostituire Jimmy nella band, quando
quest’ultimo veniva “requisito” da Laly,
che ormai libera dalla presenza opprimente di Natalie, voleva
recuperare il tempo perduto. Il rientro nel gruppo, per Christian, era
stato ottimo. L’impegno, insieme al corso di fotografia che
frequentava insieme a Nicolas lo tenevano abbastanza impegnato per non
pensare troppo al fatto che Johanna non volesse più saperne
niente di lui. Questo almeno durante la giornata. La sera rimaneva
ancora un momento difficile, quando si ritrovava da solo in camera
tenere a bada i pensieri non era per niente semplice. Tuttavia, quella
che sembrava avere sempre più pensieri per la testa in quel
periodo sembrava essere Hélène. Un mattina,
attese che tutti fossero usciti di casa per fare il test che da giorni
teneva nascosto. Il suo cuore batteva all’impazzata, mentre
aspettava l’esito. Non sapeva neanche lei cosa augurarsi,
troppo confusa e spaventata. Passati i minuti di attesa, si decise a
guardare come fosse il test. Malgrado dentro di sé avesse
intuito che sarebbe stato positivo, come in effetti era,
l’unica reazione che ebbe fu quella di prendere il cellulare
e comporre un numero di telefono.
“Ho
bisogno di vederti subito.”
Poche parole, il
tempo per stabilire un posto e mise giù. Si sentiva come una
pentola pronta ad esplodere, eppure mantenne una calma apparente,
mentre si preparava ad uscire. I quel momento,
Hélène aveva bisogno di sfogarsi e dire tutto a
qualcuno e l'unica persona che voleva vedere era Johanna, malgrado non
la sentisse dal giorno in cui avevano litigato. Lei e Johanna avevano
passato molto tempo fianco a fianco negli anni passati, affrontando
tutto insieme, erano l'una la roccia dell'altra. La loro era
un'amicizia speciale e né Laly, né Benedicte, per
quanto ottime amiche, avevano mai rappresentato per
Hélène quello che per lei era stata Johanna. Le
due amiche si erano date appuntamento al parco, vicino all'appartamento
di Johanna. Quando si videro, bastò loro un abbraccio, per
dimenticare la lite che avevano avuto.
"Mi
dispiace per quello che ho detto, l'altro giorno!"
"Ma
no, Johanna! Anche io ho detto delle cose che non pensavo realmente.
Non pensiamoci più, va bene?"
"Si,
però voglio che tu sappia che hai ragione, non sono stata
totalmente sincera con te… Ma sai, si tratta di una cosa
complicata, che non sa nessuno."
"Non
ti preoccupare, quando vorrai parlarmi delle tue cose, io
sarò qui. Sai, anche io ho un 'segreto', a dire la
verità. E' per questo che ti ho chiamato. Avevo bisogno di
parlare con un'amica."
"Allora
andiamo a sederci, così mi racconti tutto."
Le due amiche
scelsero una panchina all'ombra, in una zona non troppo frequentata,
per poter discutere con calma.
"Allora,
Hélène. Che succede?"
La ragazza
abbassò gli occhi per posarli sulle proprie mani. Non sapeva
da che parte iniziare. Se era così difficile dirlo ad
un'amica, come avrebbe fatto a parlarne con Nicolas? Johanna
le mise una mano sulla spalla, per spronarla, così
Hélène alzò gli occhi e si decise a
dirlo e basta.
"Sono
incinta."
La sorpresa che
si dipinse sul volto di Johanna fu impossibile da dissimulare. Il tono
usato dall'amica, non proprio entusiastico, tuttavia, la fece
riprendere in fretta. La guardò con comprensione,
immaginando bene come si sentisse.
"Deduco
che non sia esattamente una cosa benvoluta."
Hélène
scosse la testa, asciugandosi una lacrima.
"Più
che altro, è inaspettata. Non so neanche io cosa pensare.
Sono così confusa… E non ho idea di cosa ne
potrà pensare Nicolas…"
Johanna le
passò un braccio intorno alle spalle e sospirò.
Forse era arrivato il momento di rivelare anche lei il proprio segreto.
Magari sarebbe stato d'aiuto ad Hélène.
"Oh,
Johanna, non so che cosa fare! Non so come dirlo a Nicolas, non so se
sono pronta per una cosa del genere!"
"Ascoltami.
Tutto questo è normale, te l'assicuro. E' una cosa che
può apparire spaventosa, all'inizio. So come ti senti."
"Che
vuoi dire Johanna? Perché, scusami, ma dubito che tu possa
capire quello che sto provando."
Johanna si
alzò, porgendo la mano ad Hélène, che
la guardò stranita. Prendendo la mano dell'amica, si
alzò anche lei.
"Vieni
con me. E' l'ora che ti faccia conoscere qualcuno."
/***/
Laly e Jimmy
stavano mangiando un gelato, mentre passeggiavano per il centro. La
ragazza notò che lui continuava a fissarla, così,
imbarazzata, si decise a chiedere qualche spiegazione.
“Che
cosa c’è?”
“Perché
continui a fissarmi?”
“Perché
sei la più bella ragazza che abbia mai visto!”
“Che
adulatore!”
Laly si sporse
per baciarlo.
“Non
lo dico solo per rubarti qualche bacio. E’ la
verità. Lo penso fin dalla prima volta che ti ho visto. Ho
capito subito che eri speciale e forse avrei lottato di più
se non avessi creduto che il tuo destino fosse con Sebastien.”
“Anch’io
pensavo che sarei rimasta con Sebastien per sempre. Ma niente
è per sempre e la nostra storia non ha saputo resistere al
tempo.”
“Non
è colpa tua, se lui ha incontrato la sua ex in
Italia...”
“Sarebbe
successo prima o poi. Già da tempo le cose fra noi erano
cambiate, solo che mi rifiutavo di vederle. Adesso che ho te, capisco
che non ero più innamorata di lui come un tempo.”
I due si
scambiarono uno sguardo dolce, poi ripresero a camminare mano nella
mano.
/***/
Le due amiche
uscirono dal parco e Johanna condusse Hélène
verso casa sua. Cercò, senza successo le chiavi nella
propria borsa, ma dovette arrendersi all'evidenza di aver dimenticato
di prenderle.
"Cosa?
Le hai dimenticate? Non dirmi che sei rimasta fuori di casa!"
"No,
tranquilla! Mi faccio aprire subito."
"Non
mi hai mai detto di vivere con qualcuno!"
Johanna la
guardò, imbarazzata, voltandosi un attimo verso il citofono
per suonare. Hélène sbirciò, ma sul
citofono c'era solo il nome dell'amica.
"Diciamo
che fa parte di quello che ancora non sai di me."
Quando udirono
lo scatto del portone, Johanna lo spinse per aprire e fece cenno
all'amica di entrare. Percorsero le scale in silenzio.
Hélène aveva per un attimo dimenticato il suo
problema, troppo curiosa di sapere cosa nascondesse Johanna.
Quest'ultima, da parte sua, era ansiosa di vedere cosa avrebbe detto
Hélène davanti a quello che le stava per
mostrare. Finalmente, arrivarono davanti al piccolo portoncino, che era
socchiuso. Prima di entrare, Johanna fermò
Hélène.
"Voglio
che tu sappia che, se non te l'ho detto prima, è solo
perché non sapevo come avresti reagito; ma è da
tanto tempo che avrei voluto metterti al corrente della cosa."
Hélène
la guardò senza comprendere, tuttavia l'amica, senza
aggiungere altro, aprì la porta ed entrò in casa.
"Mio
piccolo Jo-jo, sono a casa!"
Quello che vide
Hélène la lasciò senza fiato. Non si
sarebbe mai e poi mai aspettata di vedersi comparire un bambino dalla
camminata ancora incerta, con le braccine tese in avanti, che sorrideva
a Johanna. Dietro di lui una donna di mezz'età, che stava
attenta che non cadesse. Johanna accorciò la distanza che la
separava dal piccolo per prenderlo in braccio e stringerlo forte a
sé. Dopo averlo sbaciucchiato, si voltò verso
Hélène, che era rimasta di sasso. Si
avvicinò a lei con il bambino ancora in braccio.
"Mia
cara Hélène, ti presento il mio Jonathan."
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
Capitolo
15
"Non posso crederci,
Johanna!"
Hélène e Johanna erano sedute sul divano, con il
bambino fra di loro che giocava tranquillo.
"Lo immagino, eppure
guardami, sono qua, con un figlio. Tutto questo è reale. Ora
ci credi che riesco perfettamente a capire come ti senti?"
"Certo! Ma senti una
cosa, non voglio essere indiscreta, ma…"
"Se vuoi sapere chi
è il padre, ovviamente la risposta è scontata:
Christian."
"Christian? Ma come
è possibile?"
"L'ho scoperto appena
rientrata in Texas. All'inizio ero sconvolta e anche arrabbiata. Mi
sembrava impossibile che il destino mi avesse giocato un tiro del
genere! Poi è subentrato il timore. Ero sola, con la
certezza che cercare Christian sarebbe stato praticamente inutile.
Infine, ho pensato che sarebbe stato bello avere una parte di lui per
sempre con me."
Johanna accarezzò dolcemente i capelli del piccolo, neri
come quelli del padre. Pensava al suo Cricri ogni volta che compiva
quel gesto.
"Hélène,
il punto è che devi solo capire che cosa vuoi. Quello che ti
posso dire io è che un figlio ti cambia la vita. E'
veramente un dono. Certo, non è una passeggiata, ma
qualsiasi difficoltà viene ricompensata ogni volta che lo
guardi."
/***/
Etienne e Cathy si erano ritrovati a passeggiare vicino alla loro
vecchia università. Avevano tanti ricordi legati a quel
posto, anche se poi, per loro, quell’avventura era terminata
in un modo un po' brusco.
“Che ne dici di
fare un salto dal nostro vecchio amico Alfredo? Mi piacerebbe tornare
nel locale almeno una volta!”
“Dico che
è un’ottima idea, amore!”
I due ragazzi si diressero verso il locale nel quale erano soliti
passare il loro tempo libero. Da fuori sembrava tutto uguale al solito,
tranne che per il cartello “Vendesi
attività” che stava appeso sulla parete. Etienne e
Cathy si guardarono per un attimo, poi decisero di entrare. Anche
l’interno del locale era rimasta pressoché lo
stesso, solo che, a differenza dei tempi in cui lo frequentavano, era
quasi vuoto. Etienne fermò un cameriere.
“Mi scusi,
abbiamo visto il cartello qua fuori... Come mai vendete?”
Il giovane ragazzo si
guardò intorno, indicando il locale praticamente vuoto.
“Questo posto
ormai non rende più molto. Il proprietario ha deciso di
trasferirsi e quindi vende. Voi chi siete?”
“Siamo ex
studenti universitari. Passavamo qua praticamente tutto il nostro tempo
libero.”
“Beh, sembra
che gli studenti di adesso abbiano cambiato le loro abitudini. Scusate,
adesso devo lasciarvi.”
Entrambi uscirono un po' amareggiati dal locale. Era brutto sapere che
presto quel posto avrebbe chiuso i battenti. Sarebbe stato bello poter
fare qualcosa per salvare il loro bar preferito.
/***/
Hélène guardò l’amica un
attimo, prima di decidersi a parlare. Sperava di non portare ad un
altro litigio fra di loro, tuttavia non poteva trattenersi.
“Johanna, non
credi che Christian debba sapere che ha un figlio?”
“Credi che gli
importerebbe, dopo come si è comportato con Linda?”
“So che non
credi al cambiamento di Christian, ma credo che dovresti dargli una
possibilità. Non dico che devi dirgli subito del bambino.
Magari potresti prendere le cose con calma.”
“In che
senso?”
“Potresti
iniziare a venire da noi ogni tanto, tastare il terreno. Sono sicura
che se chiederai a Christian del tempo per farti capire se è
ancora degno della tua fiducia non ti deluderà e ti
lascerà tutto lo spazio di cui hai bisogno.”
Johanna parve riflettere sulle parole dell’amica. Sempre
accarezzando i capelli di suo figlio, si stava chiedendo se avrebbe
potuto fare quel passo. Si trattava di dare una possibilità
di dare un padre a suo figlio, non poteva tirarsi indietro.
“In effetti
potrebbe essere una buona idea.”
/***/
Cathy conosceva troppo bene suo marito ormai per non capire che stava
pensando freneticamente a qualcosa. E sapeva anche di cosa si trattava.
“Amore, cosa
hai in mente?”
“Stavo pensando
che dobbiamo fare qualcosa per Alfredo!”
“Tipo
cosa?”
“Magari posso
chiedere ai ragazzi di organizzare una serata nel locale. Questo
dovrebbe attirare gente, no?”
“Si, ma hai
sentito quel cameriere. Alfredo ha già deciso di vendere,
non credo che cambierà idea solo per una serata di
incassi!”
“Hai ragione.
Eppure non posso rimanere a guardare! Devo fare qualcosa!”
Cathy controllò il cellulare, su cui era appena arrivato un
messaggio.
“Ehi, Benedicte
ci ha invitato a casa loro questa sera. Potresti approfittarne per
parlare con gli altri di questa cosa. Magari ad Alfredo potrebbe
comunque fare piacere avere una serata diversa prima di
chiudere.”
“Perché
no, dille che andiamo.”
/***/
Nicolas e Christian entrarono in un piccolo bar. Avevano appena
terminato l’ultimo corso di fotografia della settimana e
avevano deciso di prendersi un caffè, prima di andare al
garage a fare le prove con il resto del gruppo. Capitava spesso di
finire in quel bar e Nicolas aveva notato che la giovane cameriera
faceva gli occhi dolci a Christian. Non aveva capito se
l’amico non se ne fosse ancora reso conto, oppure fingesse di
ignorarla. Quel giorno, quando la ragazza portò loro un
caffè, si schiarì la voce.
“Ciao ragazzi,
questa sera, in via del tutto eccezionale, rimaniamo aperti fino a
tardi. Viene un ospite speciale e a sorpresa a suonare. Siete
interessati?”
Malgrado la giovane avesse parlato al plurale, aveva guardato per tutto
il tempo Christian, manifestando apertamente il suo interesse. Nicolas
attese la reazione dell’amico. In fondo, la ragazza era
veramente carina e lui era single.
“Ti ringrazio,
ma io e il mio amico abbiamo altri programmi per la serata.”
Il suo tono era stato abbastanza freddo da far comprendere alla ragazza
che l’interesse non era ricambiato, così
girò i tacchi e si allontanò dal tavolo. Nicolas
sapeva che, in passato, Christian non si sarebbe lasciato sfuggire
l’occasione. Evidentemente, non era ancora riuscito a
superare il fatto che Johanna non volesse più vederlo.
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
Capitolo
16
Quando Hélène era tornata a casa quel pomeriggio,
era stata informata che nella serata Etienne e Cathy sarebbero andati a
trovarli. Le ragazze stavano così dando una sistemata al
salotto. La conversazione era monotematica. Laly stava illustrando a
Benedicte e a Hélène quanto fosse gentile Jimmy,
quanto fosse attento, quanto fosse meraviglioso, insomma. Le ragazze la
lasciavano parlare, in fondo contente di vederla così
serena. Hélène ogni tanto si perdeva nei suoi
pensieri. Dopo aver parlato con Johanna, aveva deciso che avrebbe
dovuto dire a Nicolas la verità al più presto.
Quella serata non le sembrava il momento migliore, ma
l’indomani avrebbe dovuto trovare del tempo solo per loro
due, per dargli la notizia. Nicolas, José e Christian
entrarono in casa, di ritorno dalle prove della band. Rimasero tutti e
tre a guardare le ragazze tutte prese dalle faccende domestiche e si
scambiarono degli sguardi.
“Immagino che
l’idea di buttarci sul divano sia da escludere...”
Laly si avvicinò a loro.
“Bravo
José, vedo che quando ti impegni, capisci le cose al
volo!”
Josè la guardò male. Non si perdeva mai una
battuta quella ragazza. Nicolas tentò un approccio
più cauto.
“Come mai tutto
questo affaccendamento?”
“Stasera
vengono Etienne e Cathy.”
“Si, per cui,
dato che noi stiamo pulendo, voi maschietti siete pregati di sparire
dalla circolazione.”
“Laly! Non
c’è bisogno di scacciarli. Magari vogliono darci
una mano...”
“Io vado a fare
una doccia.”
“Io ho fame,
vado in cucina a mangiare qualcosa.”
Mentre José e Christian, sotto lo sguardo indignato di Laly
si allontanavano, Nicolas si avvicinò a
Hélène, dandole un piccolo bacio.
“Ciao.”
“Ciao. Senti,
domani mattina ti va se stiamo insieme, solo io e te?”
Nicolas vide un’ombra passare sul viso della fidanzata.
“Si, tutto
bene?”
“Certo.”
/***/
Dopo l’arrivo di Etienne e Cathy, i ragazzi si erano
accomodati tutti in salotto.
“Oggi io e
Cathy siamo andati da Alfredo.”
“Ma dai!
E’ passato veramente tanto tempo dall’ultima volta
che ci siamo andati!”
“Beh, allora
fate in fretta, se volete trovarlo aperto!”
“Che vuoi dire,
Cathy?”
“Che il locale
è in chiusura.”
Tutti i ragazzi erano dispiaciuti. Quel locale era stato a lungo il
loro principale punto di ritrovo ed era stato testimone di tanti
avvenimenti.
“Che
peccato.”
“Si,
però Etienne avrebbe un’idea.”
Cathy fece cenno al marito di parlare.
“Si, in effetti
stavo pensando che voi ragazzi potreste organizzare una serata. Forse
non basterà per tenerlo aperto, ma almeno sarà un
bel modo per chiudere.”
“Non
è male come idea, Etienne!”
Decisero che José, Christian e Etienne sarebbero andati la
mattina dopo a parlare con Alfredo per organizzare qualcosa. Mentre i
ragazzi si concentrarono già su un’eventuale
scaletta di pezzi da suonare, le ragazze si misero a parlare di altro.
Le discussioni quasi sovrastarono il suono del campanello. Ci volle
qualche secondo prima che le voci calassero abbastanza per capire che
c’era qualcuno alla porta. Fu Hélène,
per un attimo presa dalla speranza che fosse chi pensava lei, ad
alzarsi per andare ad aprire. Sorrise felice di fronte alla giovane
donna alta dagli inconfondibili capelli rossi che stava
dall’altra parte della soglia.
“Johanna!”
Cathy, Laly e Benedicte corsero verso di lei per abbracciarla, avendone
finalmente la possibilità. Anche i ragazzi si avvicinarono
all’ingresso. Tutti, tranne Christian che rimase in disparte.
Dopo aver salutato tutti, Johanna si rese conto che Christian, malgrado
si fosse alzato, era rimasto lontano dal gruppetto che si era creato.
Sospirando, fu lei ad avvicinarsi a lui, sorprendendolo.
“Ciao.”
“Ciao.”
Era evidente l’imbarazzo fra i due, così Christian
si schiarì la voce.
“Senti, se
preferisci io posso andare via.”
“No, ti prego,
resta.”
Johanna fece un sorriso tirato, cercando di rassicurare Christian,
mentre Hélène sorrideva felice. Finalmente la sua
migliore amica aveva deciso di fare un passo verso Christian. Johanna,
tuttavia, ci teneva ad essere chiara, anche col rischio di sembrare
brusca.
“Questo non
vuol dire che ti ho perdonato, o che abbia intenzione di farlo presto.
E’ solo un piccolo passo verso la mia vecchia vita, i miei
vecchi amici. Fra cui, ovviamente, ci sei anche tu. Ti chiedo di
lasciarmi spazio e tempo. Magari un giorno...”
“Saprò
aspettare tutto il tempo che ti servirà, Johanna. Nel
frattempo ti dimostrerò che sono veramente
cambiato.”
Johanna annuì, poi, si voltò verso gli altri, con
il sorriso sulle labbra.
“Allora, dear friends, vi
è mancata la vostra amica texana?”
“Non sai
quanto, Johanna! Non sai quanto!”
Il resto della serata passò velocemente, fra chiacchiere,
risate e tanti bei ricordi. Quelli più tristi, quelli che
risvegliavano più malinconie vennero lasciati da parte.
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
Capitolo
17
Nicolas ed Hélène erano pronti per uscire.
Hélène era molto nervosa, non sapeva ancora con
quali parole avrebbe potuto dire a Nicolas che era incinta. Certo, il
racconto di Johanna le aveva dato un po' di coraggio, se lei era
riuscita ad affrontare tutto da sola, lei non aveva nulla da temere.
Nicolas sarebbe rimasto al suo fianco. O almeno, così
sperava.
“Allora,
andiamo?”
“Si,
certo.”
“Aspettate!”
Christian li
fermò mentre erano già sulla porta di casa.
“Hélène,
posso chiederti di lasciarmi il numero di Johanna?”
La ragazza guardò l’amico con una punta di
ammonimento negli occhi.
“Mi sbaglio, o
Johanna ti ha detto di lasciarle spazio e tempo?”
“Lo so, ma ho
pensato che invitarla a prendere un caffè qui da noi non
può fare così male, no?”
“Ma non dovevi
andare con José ed Etienne a parlare con Alfredo?”
“Si, infatti
vorrei invitarla per questo pomeriggio. Questa casa è un
porto di mare, quindi non capiterà di certo che saremo soli
e questo dovrebbe rendere tutto più semplice, no? Ti prego
Hélène, non intendo forzare le cose con Johanna,
ma voglio dimostrarle che sono veramente cambiato.”
Gli occhi supplichevoli di Christian ebbero la meglio.
“E va bene,
aspetta che prendo il cellulare.”
Christian si voltò per prendere un pezzo di carta e una
penna, non riuscendo a nascondere la soddisfazione.
/***/
Più tardi, nell’arco della mattinata, Laly si
ritrovò da sola a casa. Dopo aver attaccato un po' di musica
di sottofondo, si mise sul divano con il suo astuccio pieno di smalti,
pronta per dedicarsi alla manicure. Quella sera aveva un appuntamento
con Jimmy e voleva essere perfetta. Ad interromperla ancor prima di
iniziare il suo lavoro, fu il telefono. Laly sbuffò e
andò a rispondere.
“Pronto?”
“Ehi, Laly,
sono Cathy, ti disturbo?”
“Non se
è una cosa veloce.”
Cathy inarcò le sopracciglia. Non si sarebbe mai abituata ai
modi bruschi della giovane.
“Ok, senti
Benedicte è in casa?”
“No,
tornerà per pranzo, perché?”
“Avevo bisogno
di parlare con lei, magari passo nel pomeriggio.”
“Ok, le
dirò che l’hai cercata.”
“Grazie.”
“Bene, adesso
scusa, ma ho da fare.”
Laly posò il cordless sul tavolo davanti a sé,
poi iniziò a scegliere lo smalto da mettere. Tuttavia, il
campanello la interruppe nuovamente. Sospirando scocciata,
andò ad aprire la porta, chiedendosi come mai quel giorno
non poteva avere un attimo per se stessa. Quando aprì la
porta, non riuscì a nascondere la sorpresa nel trovarsi
davanti Sebastien e Linda.
/***/
Hélène e Nicolas stavano passeggiando
già da diversi minuti in silenzio. Mentre Nicolas la teneva
teneramente per mano, Hélène stava combattendo
una lotta interna. Doveva parlargli, doveva dirgli quello che stava
succedendo, ma non riusciva ad aprire bocca. Percependo che qualcosa
non andava, Nicolas decise di prendere la situazione in mano. Si
fermò e la fronteggiò, costringendola a guardarlo
negli occhi.
“Mi vuoi dire
che sta succedendo? E’ da diversi giorni che sei strana e sto
iniziando a preoccuparmi. Ho atteso che tu fossi pronta per parlarmi di
qualsiasi cosa ti stia tormentando, ma adesso voglio che tu parli con
me. Per favore.”
“Ok, hai
ragione. Devo dirti una cosa.”
“Sai che puoi
dirmi tutto.”
“Si, ma ti
assicuro che non è facile.”
“Così
mi fai preoccupare ancora di più. Stai male per
caso?”
“No, non sto
male. Però quello che sto per dirti cambierà
tutto.”
Nicolas la guardava accigliato. Hélène prese un
profondo respiro e decise che tergiversare avrebbe solo peggiorato le
cose.
“Io mi sono
resa conto di avere un ritardo, così ho fatto un test. Sono
incinta, Nicolas.”
/***/
José e Christian incontrarono Etienne appena fuori del bar
che avevano frequentato per anni tutti insieme.
“Bene,
entriamo?”
Christian si schiarì la voce.
“Voi andate, io
vi raggiungo fra un minuto. Devo fare una telefonata, prima”
“Ok, ma cerca
di muoverti.”
Christian annuì, poi tirò fuori il cellulare
dalla tasca e il foglietto sul quale aveva segnato il numero di Johanna
e compose il numero, sentendo il suo cuore battere più
velocemente.
“Pronto?”
“Johanna, sono
io, Christian. Prima che ti arrabbi, o decidi di riattaccare, lasciami
parlare un secondo, per favore.”
Christian udì un sospiro provenire dall’altra
parte della linea.
“Non
riattaccherò. Dimmi.”
“Hélène
mi ha dato il tuo numero. Volevo sapere se poteva farti piacere venire
a prendere un caffè da noi, oggi pomeriggio. Ti giuro che
non è un modo per metterti pressione addosso. Vorrei solo
avere modo di passare del tempo con te.”
“Christian...”
“No, ti prego,
non accetterò un rifiuto. So che non devo aspettarmi un tuo
perdono, ti chiedo solo di accettare il mio invito. Sarai libera di
andartene quando vuoi.”
Gli attimi di silenzio che seguirono alle sue parole lo fecero temere
di aver esagerato e attese di sentir cadere la linea da un momento
all’altro.
“Va
bene.”
“Sul
serio?”
“Si, ma non
farti strane idee. Questo non cambierà niente.”
“Certo,
tranquilla. Passa pure quando vuoi.”
José uscì dal locale per trovarlo ancora con il
telefono in mano e un sorriso da un orecchio all’altro.
“Buone
notizie?”
“Ottime.
Andiamo.”
/***/
L’imbarazzo di Sebastien e Linda era piuttosto evidente, ma
Laly reagì in modo del tutto inaspettato, soprattutto dopo
averli squadrati per un minuto buono con un’espressione
indecifrabile.
“Ragazzi, ma
che bella sorpresa! Entrate pure! Che ci fate qui? Già stufi
dell’Italia?””
I due si scambiarono uno sguardo perplesso, di fronte al sorriso
smagliante stampato in faccia a Laly.
“In
realtà stiamo pensando di trasferirci in pianta stabile
laggiù, così siamo tornati in Francia per
sbrigare alcune faccende burocratiche e abbiamo pensato di passare per
un saluto.”
“Oh, ma che
bell’idea!”
Non comprendendo se il tono di Laly fosse sarcastico o meno, Sebastien
cercò di capire come affrontarla. Un po' intimorito da come
avrebbe potuto reagire, si rivolse a lei.
“E tu come
stai?”
“Io? Una
meraviglia! Sto benissimo, davvero! Spero che vi fermerete abbastanza
per avere l’opportunità di conoscere
Jimmy!”
“Jimmy? Chi
è Jimmy?”
“Il nuovo
bassista della band, nonché il mio fidanzato! Questa sera
sarete nostri ospiti qui, così potrete conoscere lui.
Inoltre, ci sono un sacco di novità che vi siete persi, in
questi mesi!”
“Sicura che non
sia il caso di parlarne con gli altri, prima di organizzare una
cena?”
“Gli altri
saranno felicissimi di vedervi, tranquilli! Certo, è vero
che saremo tanti, ma che importa? Tanto io non so cucinare!”
Sebastien aveva parlato a Linda dell’eccentricità
raggiunta negli ultimi tempi prima della sua partenza da parte di Laly,
ma la giovane modella rimase ugualmente senza parole.
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
Capitolo
18
“Nicolas, puoi
dire qualcosa, per piacere? Questo silenzio è
snervante.”
Hélène sospirò, quasi sopraffatta
dall’ansia. Quel silenzio aiutava solo ad incrementare le sue
paure. Rendendosi conto dell’effetto che stava avendo sulla
sua ragazza, Nicolas si schiarì la voce.
“Scusami,
è solo che...”
Forse a quella frase lasciata a metà,
Hélène avrebbe preferito il silenzio. Solo quando
un sorriso eccitato comparve sulla faccia di Nicolas, sentì
il nodo dell’ansia nel suo stomaco sciogliersi.
“Non posso
crederci, avremo un bambino! E’ una cosa... così
straordinaria, ed enorme! Non so cosa dire!”
Nicolas la prese fra le braccia e Hélène si
lasciò andare al sollievo e alla gioia.
“Quindi non sei
arrabbiato?”
“Arrabbiato?
Perché dovrei esserlo?”
Nicolas si scostò da lei quel che bastava per guardarla
negli occhi.
“Pensavo che tu
non volessi dei figli, soprattutto non adesso.”
Nicolas sospirò.
“Beh, pensavo
che avremmo iniziato a parlarne una volta che le nostre vite fossero
state più stabili. Magari con delle carriere avviate e una
casa tutta per noi, non te lo nascondo. Ma stiamo parlando di un figlio
nostro e non potrei mai prendermela per una cosa del genere.”
“Davvero?”
“Certo. Vedrai
che andrà tutto bene. Presto saremo una famiglia e ce la
caveremo alla grande.”
/***/
Al loro rientro a casa, José e Christian avevano trovato
Sebastien e Linda. Nonostante la conversazione che avevano avuto
l’ultima volta che si erano visti, Linda con Christian si
mostrò molto cordiale, pur mantenendo le distanze. Il
piccolo gruppetto decise di pranzare qualcosa insieme.
“Allora,
ragazzi, com’è andata da Alfredo?”
“A quanto pare
questo è l’ultimo mese di apertura del locale e
Alfredo non ha nessuna intenzione di cambiare idea a riguardo.
Tuttavia, abbiamo pattuito di suonare là per i prossimi
sabati e in più per l’ultima serata in assoluto.
Non servirà a molto, ma ci permetterà di salutare
quel posto a modo nostro.”
“E’
un vero peccato che chiuda.”
“Laly mi ha
detto che avete un nuovo bassista.”
“Si, Jimmy.
E’ molto bravo. Sai, adesso a dire la verità, con
il ritorno di Etienne, a bene vedere, non abbiamo che
l’imbarazzo della scelta!”
“E con questo
cosa vorresti dire, José? E’ un modo per dire che
avete intenzione di sbarazzarvi del mio Jimmy?”
“Certo che no,
Laly! E poi Etienne non ha intenzione di tornare a suonare. Dicevo solo
per dire.”
/***/
Benedicte parcheggiò l’auto sul vialetto di casa.
Quando scese, vide Cathy che attraversava la strada, diretta verso di
lei.
“Cathy!”
Le due amiche si abbracciarono.
“Come mai da
queste parti?”
“Laly non ti ha
dato il mio messaggio?”
“No, non
l’ho sentita per tutta la mattina e sono appena
arrivata.”
“Allora spero
di non disturbarti, volevo parlare con te di un’idea che mi
è venuta.”
“Vieni, andiamo
dentro a parlarne.”
Le ragazze si unirono al gruppo raccolto intorno al tavolo in cucina.
Benedicte fece le presentazioni fra Linda e Cathy, mentre con Sebastien
non fu necessario. Anche se per poco tempo, i due si erano
già conosciuti prima che Cathy lasciasse Parigi tempo
indietro. Il pranzo ormai era terminato. Laly trovò la scusa
di dover assolutamente fare delle lavatrici, pur di andare al piano di
sopra. Ne aveva avuto abbastanza di vedere Sebastien e Linda e far
finta che la cosa non le importasse più. José,
Christian e Sebastien rimasero al tavolo della cucina per discutere di
musica davanti a un buon caffè, mentre le ragazze si
spostarono in salotto. Quando il campanello suonò, tuttavia,
Christian apparve trafelato per poter andare lui alla porta. Vedendo
Johanna sulla porta, sorrise felice.
“Ciao Johanna,
ti prego, entra.”
La giovane texana vide subito Linda e, molto sorpresa, andò
ad abbracciarla.
“Oh mio
Dio!”
Attirati dal trambusto, anche i ragazzi uscirono dalla cucina.
Linda e Johanna si abbracciarono. Christian le osservò.
Hélène gli aveva detto che Johanna, prima di
ripartire per il Texas, era stata molto vicina a Linda. Johanna
abbracciò anche Sebastien. Non vedeva entrambi da tanto
tempo.
"Non sapevo che eravate
tornati!"
"Neanche noi sapevamo che
eri in Francia! Allora, come stai?"
“Benissimo! E
voi?”
Le urla concitate di Laly che stava scendendo le scale di corsa,
attirarono l’attenzione di tutti.
“Presto,
correte, il bagno si sta allagando! Quella dannata lavatrice ha
combinato un disastro!!!”
Benedicte e Cathy andarono su con Laly, mentre José tornava
in cucina seguito da Sebastien per prendere degli attrezzi. Quando si
trattava di guai provocati, direttamente o indirettamente, da Laly, era
il caso di partire armati. Christian sospirò. Non era certo
così che pensava sarebbero andate le cose, quando quella
mattina aveva deciso di invitare Johanna per un caffè. Dal
piano superiore le ragazze chiedevano rinforzi, così
Christian si avvicinò a Johanna.
“Scusami, ma il
caffè dovrà aspettare, temo.”
“Vai
pure.”
José e Sebastien lo seguirono con tutti gli attrezzi che
erano riusciti a trovare, lasciando Johanna e Linda da sole. Si
sedettero sul divano.
"Allora, Johanna! Che
cosa mi racconti?"
"Beh, a parte che mi sono
nuovamente trasferita in Francia… Tutto bene, come al
solito! E te? Hélène mi ha detto tutto su come te
e Sebastien vi siete ritrovati!"
"Si, è stato
davvero incredibile. E assolutamente inaspettato! Adesso siamo molto
felici. In più, tornare e trovare Laly felice accanto a
Jimmy ci ha fatto stare meglio. Sebastien si è sentito in
colpa nei suoi confronti. E tu? Hai ritrovato il tuo Cricri?"
Johanna abbassò gli occhi.
"Non proprio. Diciamo che
siamo solo cercando di essere amici, per il momento. Tu dovresti
capirmi, trovo ancora impossibile perdonarlo per quello che ci ha
fatto."
"Non sono
d’accordo, invece.”
Di fronte allo sguardo sbigottito di Johanna, Linda cercò di
essere più chiara.
“Senti,
è passato del tempo e il dolore è passato. Poi
sai, adesso ho ritrovato Sebastien e ho compreso che, pur avendo amato
Christian, non era la stessa cosa. Certo, ho sofferto molto per quello
che mi ha fatto, ma lui si è scusato e ho capito che era
veramente sincero. Non penso che serva a molto portare rancore a vita.
Christian ha sbagliato, mi ha chiesto scusa e le cose sono andate come
sono andate. Dovresti guardare avanti anche te, Johanna. Io penso che
tu sia la sua anima gemella. Dovresti dargli un'altra
possibilità."
Linda si fermò un attimo, prima di continuare.
"Se proprio vuoi saperlo,
credo che se fossi stata tu ad aspettare un bambino, lui non sarebbe
fuggito via in quel modo!"
Johanna spalancò la bocca. Era una frase che non avrebbe mai
voluto sentirsi dire da Linda!
"Te l'ha detto lui? E'
una cosa… Meschina!"
"Ma no! Certo che non me
l'ha detto lui. Ma io ne sono sempre stata convinta. Christian non mi
ha mai amato come ha amato te!"
Johanna scosse la testa, confusa. Christian scese le scale
frettolosamente. In quel momento, Johanna ricevette una telefonata e si
allontanò per parlare con la sua babysitter.
“C’è
qualche problema? ... Non preoccuparti, arrivo subito.”
Christian, con i pantaloni bagnati alle caviglie per il disastro che
stava avvenendo al primo piano, non poteva credere a quello che aveva
appena sentito. Quando Johanna ripose il cellulare nella borsa
mettendosela sulle spalle si avvicinò a lei.
“Non andrai
già via?”
“Scusami,
Christian. Purtroppo si tratta di una cosa importante. Però
ci vediamo un altro giorno, promesso.”
Gli sorrise, per rassicurarlo. Ovviamente le serviva del tempo per
riflettere su quello che le aveva detto Linda, ma voleva veramente
tentare di capire se era vero che era cambiato.
/***/
Come al loro solito, José e Laly stavano litigando nel mezzo
del corridoio, mentre Sebastien riponeva gli attrezzi nella loro
cassetta. Cathy e Benedicte erano le sole che cercavano di asciugare il
pavimento del bagno.
“Pensavo di
farti questa domanda mentre eravamo comodamente sedute sul divano, ma
oggi la vedo difficile. Di cosa volevi parlarmi?”
“Stavo pensando
che sarebbe bello se noi ragazze ci prendessimo un weekend solo per
noi... In fondo, i ragazzi passano del tempo insieme al nuovo garage
quando fanno le prove. Anche se non suona più, Etienne ci
passa spesso.”
“Del tempo solo
per noi? Direi che si può fare. E’ veramente una
vita che non stiamo più tutte insieme!”
I toni fra José e Laly si stavano alzando, così a
Cathy venne naturale sporgersi per capire se dovevano intervenire.
Benedicte le fece un gesto di noncuranza.
“Tutto nella
norma, fino a che non arrivano alle mani nessuno interviene. Queste
liti sono all’ordine del giorno, ormai!”
Cathy annuì, un po' perplessa.
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
CAPITOLO 19
Non era stato facile organizzare il loro weekend al femminile. Per
farlo, c'erano voluti diversi giorni. Quella che aveva avuto
più difficoltà era stata Johanna, che non sapeva
a chi lasciare Jonathan e, a dire la verità, non era neanche
troppo propensa a farlo. A risolverle il problema, aveva pensato
Hélène, che aveva convinto sua madre a prendersi
cura del piccolo. Johanna, a quel punto, si era convinta e quando aveva
chiesto ad Hélène se per la madre non fosse
troppo disturbo guardare Jonathan, Hélène aveva
risposto che, in ogni caso, le sarebbe servito come allenamento per il
futuro! Fra i ragazzi, l'unico ad avere avuto qualche
perplessità era stato Nicolas, preoccupato per
Hélène. Il fatto che Johanna fosse al corrente
della gravidanza, aveva tranquillizzato il ragazzo almeno un po'. Il
venerdì, una volta sistemate tutte le loro faccende, le
ragazze caricarono i bagagli sull'auto e partirono. A dire la
verità, non andavano troppo lontano. Il centro benessere che
avevano prenotato si trovava appena fuori città, cosa che
era servita a convincere ulteriormente Johanna a partire. In fondo, per
qualsiasi problema, non avrebbero impiegato troppo tempo a tornare a
casa.
/***/
Le ragazze stavano facendo la pedicure tutte insieme, con una maschera
idratante sul viso allo stesso tempo. Nel frattempo, si ritrovarono a
parlare di amore.
“Ragazze,
sapete una cosa? Da quando io e José abbiamo fatto quella
vacanza insieme, le cose fra noi sono migliorate tantissimo! Finalmente
siamo riusciti a parlare di tutte le incomprensioni passate e, adesso,
mi sembra che niente possa mettersi fra di noi!”
“Menomale
Benedicte, perché i vostri rapporti erano veramente pessimo,
ultimamente!”
Cathy si schiarì la voce, guardando Laly.
“Certo che tu
non hai filtri quando parli, eh?”
“Tu non c'eri,
ti assicuro che a casa eravamo tutti convinti che si sarebbero
lasciati!”
“Davvero?”
“Laly,
perché non la pianti e non ci parli un po' di
Jimmy?”
“Come se non lo
facesse già abbastanza!”
Laly mollò una pacca oltraggiata a Johanna, che
scoppiò a ridere.
“Stavo
scherzando! Allora, quanto è fantastico il tuo Jimmy, questa
settimana?”
Laly alzò gli occhi al cielo, poi prese a elogiare quello
che lei definiva l'amore della sua vita. Le ragazze continuavano a
scambiarsi sguardi ammiccanti, anche se in realtà non
potevano essere che felici per la loro amica.
“Lui
è così dolce, e premuroso! Beh, non premuroso
quanto lo era Sebastien, in ogni caso non sono mai stata
così felice in tutta la mia vita!”
Benedicte approfittò del fatto che Laly avesse nominato
Sebastien per chiedere una cosa che cercava di capire da tempo.
“Scusa se tiro
fuori un argomento forse per te poco piacevole, ma ho ancora stampata
in mente la serata in cui Sebastien si è presentato a casa
con Linda per lasciarti. Ricordo che tu, direi con delle buone ragioni,
fossi furiosa con entrambi. Poi quando qualche giorno fa sono tornati,
li hai accolti a braccia aperte! Ora, capisco che sei di nuovo felice
con Jimmy, ma davvero non ti fa più effetto vedere Sebastien
e Linda insieme?”
“Se devo essere
sincera, no. In realtà, la sera che Sebastien mi ha lasciata
ero veramente furibonda, è stata una cosa inaspettata! Ma
quando ho avuto modo di rifletterci un po', beh, ecco... Alla fine mi
sono sentita come sollevata! Sebastien e io non eravamo più
felici come un tempo e questo prima che lui andasse in Italia. Credo
che la nostra storia fosse già finita, quindi no, non mi
dispiace vederlo con Linda. E poi adesso ho Jimmy! Non ci lasceremo
mai!”
“Sei molto
fiduciosa, Laly. Vorrei avere la tua stessa fede nell'amore
eterno!”
“Oh, Johanna,
non dire così, troverai anche tu la tua anima
gemella”
“Ce l'hai
già, ti aspetta a Parigi con quegli occhi da cucciolo in
cerca di perdono!”
“Laly, per
favore. Possiamo non toccare quel tasto?”
Johanna non voleva sentire parlare di Christian. Le sue idee erano
ancora molto confuse. Le ragazze avrebbero voluto poter far qualcosa
per lei. Cathy si schiarì la voce.
“Johanna,
capisco benissimo che tu ancora non te la senta di prendere in
considerazione l'idea di perdonare Christian, però
promettimi di rifletterci bene. Prendi me. Non pensavo che sarei mai
stata capace di perdonare Etienne, eppure guardaci adesso! Siamo
felicemente sposati. Inizialmente, quando me lo sono trovato davanti,
non potevo credere che il destino mi avesse giocato uno scherzo tanto
beffardo. Ho provato con tutta me stessa a tenerlo a distanza, ad
odiarlo perfino, però la verità è che
non l'ho mai dimenticato, malgrado il male che mi aveva fatto. Lui non
si è mai arreso, ha cercato di farmi capire giorno dopo
giorno che mi amava ancora e alla fine non ho potuto più
mentire al mio cuore.”
“Le tue parole
sono molto belle, Cathy. Sono felice che tu abbia ritrovato la
felicità con Etienne, ma non sono ancora pronta per dare una
seconda possibilità a Christian e non so se lo
sarò mai.”
“Non lo saprai
mai, se non ci proverai!”
“Laly!”
“Hélène,
non sgridarmi. Come al solito, sono stata l'unica che ha avuto il
coraggio di esprimere quello che pensiamo tutte!”
Hélène scosse la testa, rassegnata ai modi
bruschi di Laly. Johanna invece ridacchiò, una volta era lei
quella che non riusciva a tenere la bocca chiusa. Nel guardare le sue
amiche, Hélène decise che voleva condividere con
loro il suo piccolo segreto. Tranne Johanna, le altre non sapevano
nulla.
“Ragazze? Ho
una cosa di cui voglio assolutamente parlarvi! Però
promettete di non dire a Nicolas che ve l'ho detto, ok?”
Johanna sorrise sorniona, capendo dove l'amica voleva andare a parare.
Per evitare eventuali gelosie da parte delle altre, decise che avrebbe
finto di non sapere nulla.
“Avanti parla,
adesso ci hai incuriosite.”
“Sono
incinta!”
“Un mini
Nicolas in arrivo!”
“Sarà
il primo bebè del gruppo, ci pensate?”
Johanna abbassò gli occhi, dopo aver scambiato uno sguardo
complice con Hélène. Non voleva dire alle sue
amiche di Jonathan. Non perché non di fidasse di loro,
sapeva che ne sarebbero state felici, solo che aveva deciso che il
prossimo a doverlo sapere doveva essere Christian. E, in quel momento,
decise che avrebbe dovuto dirglielo al più presto. Le sue
amiche avevano ragione. Non avrebbe mai saputo se Christian era davvero
cambiato, se non gli avesse dato una possibilità reale per
dimostrarlo.
/***/
I ragazzi erano tutti insieme al garage. Durante una pausa dalle loro
interminabili prove, era arrivato Etienne con delle birre. A nessuno di
loro sfuggiva il fatto che José guardasse il cellulare tipo
ogni cinque minuti.
“Ehi, aspetti
una telefonata importante?”
“No, stavo solo
pensando se non fosse il caso di fare una chiamata veloce a
Benedicte.”
“Sembra che le
cose, fra voi, vadano alla grande.”
“In effetti
è così. Anzi, a dire la verità, avrei
una cosa da dirvi. Però dovete promettermi che terrete le
bocche chiuse!”
“Di che si
tratta?”
“Voglio
chiedere a Benedicte di sposarmi.”
I ragazzi brindano con le loro birre alla bella notizia.
“Quando hai
intenzione di farlo?”
“Beh, devo
ancora trovare il momento giusto a dire la verità. Voglio
organizzare qualcosa di speciale.”
“Ovviamente, la
band, anche senza lo sposo, è già assunta per il
ricevimento, vero, José?”
Tutti risero alla battuta di Christian, ma Jimmy si schiarì
la voce prima di parlare.
“Ecco, a
proposito della band, ragazzi... Ho una cosa da dirvi. Io devo
lasciarla, fra due mesi parto per l'Australia.”
“Che
cosa?”
“Già,
mia sorella abita lì e mi ha trovato un ottimo
lavoro.”
“Laly lo
sa?”
“Non ancora, a
dire la verità. Dite che la prenderà
male?”
Nicolas, Christian e José si guardarono fra loro un po'
perplessi. Etienne ne rimase fuori, perché non la conosceva
ancora troppo bene.
“Fossi in te,
gliene parlerei appena torna dal weekend con le altre.”
“E buona
fortuna!”
Nicolas dette una pacca a José per il commento sarcastico.
“A dire la
verità, vorrei chiederle di venire con me, perché
non vorrei che la nostra storia finisse.”
“Ti prego,
sì! Portatela dietro!”
“José,
piantala!”
“Certo, se
José e Benedicte si sposano e Laly parte per l'Australia, la
casa sarà molto vuota. E io sarò il terzo
incomodo fra Nicolas e Hélène.”
“Christian, non
lo dire neanche per scherzo! Anche se, in effetti, anche io ho una
novità...”
Tutti guardarono Nicolas, pronti a una nuova rivelazione.
“Se
Hélène scopre che ve l'ho detto senza che lei
fosse qui, probabilmente ce l'avrà con me per il resto della
mia vita, però non ce la faccio a tenermelo per me!
Hélène aspetta un bambino!”
“Oh mio
Dio!”
“Questa le
batte tutte!”
“Ok, direi che
la birra non è più sufficiente, dobbiamo
festeggiare a modo. Andiamo in un bar, dai!”
Ognuno prese le giacche e uscirono tutti insieme.
/Non avete le allucinazioni, sono tornata. Sto lavorando
di nuovo a pieno ritmo sulla storia, oggi pobblico altri due capitoli,
oltre a questo. Inutile dire che so benissimo di averci messo un sacco
di tempo a riprendere la storia e non mi aspetto un bentornata!
Però, anche se nessuno l'avrebbe detto, non avrei mai
lasciato questa storia senza una conclusione a vita! Infatti non ne ho
altre in sospeso. Detto questo, un grazie a chiunque abbia voglia di
continuare a seguirmi./
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
CAPITOLO 20
Una nuova settimana era iniziata. Hélène e
Johanna stavano facendo colazione insieme al bar dove si erano
frequentate di nascosto, quando nessuno sapeva che Johanna era tornata
in Francia.
“Pensavo che
avresti detto alle altre di Jonathan.”
“Avrei tanto
voluto farlo. Solo che ho capito che non sarebbe corretto nei confronti
di Christian. Voglio che sia lui lo sappia per primo.”
“Mi sembra
giusto. Pensi di farlo presto?”
“Beh, ci ho
riflettuto a lungo. Dopo tante considerazioni, ho capito che
difficilmente mi sentirò pronta a fidarmi di Christian in
tempi brevi. Però ho capito anche che, una chiave, potrebbe
essere proprio Jonathan.”
“Quindi, glielo
vuoi far conoscere, vedere come reagisce e, da lì, capire se
puoi fidarti o meno di lui?”
“Qualcosa del
genere. Jonathan è ancora abbastanza piccolo, nel peggiore
dei casi, non si ricorderà neanche di lui. Non so se faccio
la cosa giusta, ma non posso continuare così. Voglio cercare
di dare una svolta a questa situazione. Tu che ne pensi?”
“Penso che fai
bene.”
/***/
Nella casa dei ragazzi, intanto, Nicolas e Christian stavano uscendo di
casa per andare a seguire il loro corso di fotografia. Quando aprirono
la porta di casa, si trovarono davanti Jimmy.
“Buongiorno
ragazzi.”
“Ciao
Jimmy!”
“Laly
è in casa?”
“Si. Laly,
c'è Jimmy!”
La ragazza arrivò dalla cucina in fretta. Christian e
Nicolas scossero la testa e andarono via. Laly si fiondò fra
le braccia del suo fidanzato.
“Buongiorno,
che bella sorpresa!”
“Buongiorno a
te, splendore! Ho bisogno di parlarti di una cosa importante.”
“Oh, ok, vieni.
Andiamo in camera mia.”
Mentre i due salivano al piano superiore, anche Benedicte e
José uscirono dalla cucina. Benedicte stava già
prendendo la borsa dall'attaccapanni, pronta per uscire, quando il
ragazzo la fermò.
“Ehi, ti va se
questa sera usciamo a cena? Solo io e te?”
“Certo che mi
va!”
José sorrise e si sporse verso di lei per baciarla.
“Perfetto.
Allora ci vediamo più tardi.”
/***/
Nicolas e Christian stavano per entrare nella loro aula, quando
quest'ultimo ricevette un messaggio sul cellulare. Leggendolo, sorrise.
Nicolas ammiccò verso di lui.
“Buone
notizie?”
“Ottime.
Johanna vuole vedermi questo pomeriggio.”
“Ah, Cricri,
ricordati solo di non montarti troppo la testa! Mi sembra che la tua
Johanna voglia prendere le cose molto con calma!”
“A me basta
sapere che vuole vedermi per sentirmi bene.”
Dall'altra parte della città, Johanna mise via il cellulare,
dopo aver letto la risposta che le aveva inviato Christian.
Hélène la conosceva bene, sapeva che non era
totalmente convinta di aver preso la decisione giusta.
“Johanna, va
tutto bene?”
“Si, anche se
non sarà facile. Cosa faccio, se quando vede Jonathan scappa
via a gambe levate?”
“Ok, se vuoi
posso occuparmi io di Jonathan. Che ne pensi?”
“Penso che tu
sia la migliore amica che esista!”
La giovane americana la abbracciò.
/***/
“TU TI
TRASFERISCI DOVE???”
Certo Jimmy non si aspettava una reazione del genere. Subito dopo
averle detto dei suoi piani per l'Australia, Laly era stata tipo
pietrificata per due minuti buoni ed ecco che adesso urlava come una
matta, con gli occhi di fuori.
“Laly, per
favore, lasciami spiegare.”
“E cosa vuoi
spiegare, eh? Il modo in cui hai deciso di abbandonarmi?”
“In
realtà, se mi lasci parlare...”
“Ah, tu vuoi
parlare! Avanti, allora, parla. Pensa, potrei perfino far finta di
ascoltare le tue stupide ragioni!”
“Laly, puoi
cercare di calmarti? Stai facendo un gran casino senza neanche sapere
tutto!”
Ovviamente, la ragazza aveva la risposta pronta anche in questo caso,
ma fece uno sforzo per trattenersi. Non volendo sprecare l'occasione,
Jimmy si affrettò a parlare.
“Ho ricevuto
un'offerta di lavoro che non puoi capire! E' un'occasione imperdibile.
Devo essere lì entro due mesi. La cosa più
importante che tu devi sapere, tuttavia, è che io vorrei che
tu venissi con me.”
“Che
cosa?”
“Non ti chiedo
di decidere su due piedi. Anzi, voglio che ci rifletti bene,
perché capisco che è una decisione molto
difficile da prendere. Qui tu hai tutta la tua vita, i tuoi amici
e...”
Il ragazzo non riuscì a terminare la sua frase,
perché Laly si attaccò al suo collo per baciarlo.
Jimmy ricambiò il bacio, seppur perplesso dall'ennesimo
cambio di umore di Laly. Probabilmente non si sarebbe mai
abituato fino in fondo ai modi stravaganti della ragazza.
/***/
Cathy e Benedicte stavano pranzando insieme.
“Stasera
José mi ha chiesto di uscire a cena, noi due da
soli.”
“Wow, una
serata romantica in vista quindi!”
“A volte mi
pesa un po' dividere la casa con gli altri. Vorrei passare
più tempo da sola con José. L'unico posto della
casa dove possiamo stare da soli alla fine è solo la camera
da letto. Però mi piacerebbe anche vedere un film sul divano
una sera, o una colazione tranquilla a due... Non mi fraintendere, sto
bene con gli altri, non mi sto lamentando di loro. Beati voi che avete
una casa tutta vostra.”
“Beh, in
effetti, non sono sicura che potrei dividere la nostra casa con
altri... Anche se, ogni tanto mi annoio. Sto cercando un impiego, non
riesco più a stare tutto il giorno a casa...”
“Hai
già un'idea di cosa ti piacerebbe fare?”
“Non ancora, ma
mi sto guardando in giro. Vorrei fare qualcosa che mi
appassiona.”
“Quello che
cercano tutti, credo.”
Benedicte guardò l'orologio.
“Adesso devo
proprio andare.”
“Ok, noi ci
vediamo domani. Buona serata.”
|
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Capitolo 21 *** Capitolo 21 ***
CAPITOLO
21
Nel
pomeriggio, Hélène si stava preparando per andare
da Johanna a fare la babysitter. Nicolas entrò nella loro
camera e fece un cenno verso di lei.
“Ehi,
stai per uscire?”
“Si,
devo fare un favore ad un'amica...”
“Pensavo
che avremmo passato un po' di tempo insieme, oggi.”
Hélène
parve pensarci un attimo, poi un sorriso enigmatico apparve sul suo
viso.
“Se
sei libero, puoi sempre venire con me.”
“Devo
passare prima dal garage per controllare una cosa, però dopo
sono libero. Sempre che non sia un problema per la tua amica.”
“Penso
proprio di no. Facciamo così, ti do il suo indirizzo. Quando
avrai sbrigato le tue cose, puoi raggiungermi direttamente
lì, ok?”
“Va
bene.”
I due si
salutarono con un bacio. Hélène scrisse a
Johanna, per avvisarla che Nicolas sarebbe andato con lei, ma che non
aveva intenzione di dirgli che Jonathan era suo figlio.
/***/
Laly,
passando per il corridoio, vide Benedicte nella sua camera con un sacco
di vestiti sul letto. Senza preoccuparsi di bussare, entrò
nella stanza e si mise seduta scansando alla meglio una pila di abiti.
“Che
stai facendo?”
“Sto
cercando qualcosa da mettere questa sera.”
“Occasione?”
“Una
cena romantica con José.”
A Benedicte
non sfuggì la smorfia fatta dall'amica.
“Che
cosa c'è?”
“Scusa,
è che trovo difficile trovare un nesso fra José e
qualcosa di romantico!”
“Invece
ti assicuro che, quando vuole, sa essere molto romantico.”
“Vuoi
sapere chi è realmente romantico?”
“Scommetto
che stai per dire Jimmy!”
“Esatto,
mia cara! A proposito, fra due mesi io e lui ci trasferiamo in
Australia.”
Benedicte
smise di guardare nel suo armadio e si voltò sconvolta verso
di lei.
“Che
cosa?”
“Sì,
me l'ha chiesto oggi.”
“E
tu cosa gli hai detto?”
“Ovviamente
di sì, cos'altro avrei dovuto dirgli?”
“Per
esempio, data la portata di quello che mi stai chiedendo, devo
perlomeno pensarci?”
Laly
alzò gli occhi al cielo.
“Ma
noi ci amiamo! A cosa dovrei pensare, prima di dirgli di
sì?”
“Laly,
state insieme solo da qualche mese! Non ti sembra un po' presto per
decidere su due piedi di trasferirti con lui dall'altra parte del
mondo?”
“Tu
dici che avrei dovuto rifletterci sopra? A me sembrava talmente una
bella idea!”
Benedicte la
fissò, senza parole.
/***/
Johanna e
Christian stavano camminando per quello che lei ed
Hélène avevano soprannominato il "parco delle
confessioni". Finora avevano parlato pochissimo, scambiandosi qualche
battuta su argomenti generici. Nella testa di Johanna continuavano a
risuonare le frasi di Linda, in particolare una: "Se proprio vuoi
saperlo, credo che se fossi stata tu ad aspettare un bambino, lui non
sarebbe fuggito via in quel modo". Ormai aveva deciso, glielo avrebbe
detto oggi. Continuare a tergiversare sarebbe servito solo a farle
salire ancora di più l'ansia, così si
schiarì la voce.
“Christian,
oggi ho voluto vederti perché devo dirti una cosa molto
importante.”
“Va
bene, ti ascolto.”
Ovviamente non poteva dirglielo e basta. Voleva prima chiarire alcune
cose.
"Christian, sai che non
amo parlare di quello che è successo quando tu…
Si, insomma, del passato. Però, credo che sia inevitabile, a
questo punto."
"Mi
stai dicendo questo perché hai parlato con Linda?"
"No,
Linda non c'entra niente. Anche se mi ha fatto riflettere su alcune
cose. Vedi, il fatto è che per me è stato
veramente difficile accettare il fatto che tu te ne sia andato a quel
modo, lasciando Linda incinta e sola. So che lei ti ha perdonato,
però mi sono spesso chiesta cosa avresti fatto se, al suo
posto, ci fossi stata io."
Johanna lo
guardò dritto negli occhi, con il cuore che le batteva
all'impazzata. Per lei, quello che lui avrebbe detto, era di vitale
importanza. Christian ricambiò il suo sguardo, con
serietà.
"Credi
che io non mi sia mai fatto questa domanda?"
Christian
distolse lo sguardo da lei e riprese a camminare, imitato da lei.
"Io
amavo Linda. Sono rimasto con lei, quando te sei tornata dall'America,
perché ero felice. So che quello che sto per dire
può sembrare brutto, però è la
verità. Voglio essere sincero con te. Il rapporto con Linda
era molto più facile da gestire. Con lei stavo bene,
veramente. Solo in un secondo momento mi sono reso conto che era
perché non la amavo nello stesso modo in cui ho sempre amato
te. Ed è stato allora che ho capito che non potevo
continuare a mentire a me stesso. La mia vita era con te, solo con te.
E quella vacanza, quel lungo periodo che abbiamo passato insieme, noi
due da soli, è stato il più bello della mia vita.
Quando, appena tornati, Linda mi ha chiamato e mi ha detto della
gravidanza, ho sentito il mondo crollarmi addosso. Sapevo che da
lì in poi sarebbe cambiato tutto. Che i nostri progetti
sarebbero andati in fumo e non potevo sopportarlo."
"Christian,
saresti dovuto rimanere e affrontare le cose. Potevamo gestire la
faccenda e, magari, rimanere insieme…"
Johanna non
sapeva cosa le diceva a fare, quelle cose. Non avrebbero aggiustato
niente, perché anche lei era incinta e, probabilmente,
sarebbe ugualmente andato tutto a monte. Ma quello che voleva far
capire a Christian era che scappare era stato un gesto da vero codardo,
non giustificabile.
"So
che ho sbagliato, ma sai la mia grande propensione a fare stupidaggini.
Non reagisco mai in modo riflessivo e mi infilo sempre in un mare di
guai. Vedevo tutto nero e non sapevo cosa fare. Non volevo deluderti e
non volevo quel bambino. Così ho fatto la cosa
più facile, anche se mi rendevo conto che era la
più sbagliata."
La ragazza
annuì. Fino a lì, le era tutto chiaro. Lui,
tuttavia, non si era ancora espresso su quello che più
premeva a Johanna. Aveva bisogno di capire se Christian era scappato
perché non voleva un figlio, di chiunque esso fosse.
"Christian,
ho bisogno di sapere. Hai detto che non volevi quel bambino. Vorrei
capire se non lo volevi perché non vuoi figli, oppure se era
il momento e, forse, anche la donna sbagliata. So che ti può
sembrare strana questa domanda, ma per me è importante."
Christian
sembrò rifletterci per qualche momento, perché
camminò senza proferire parola. Poi si fermò, e
mise una mano sul braccio di Johanna.
"Vuoi
sapere se sarei scappato via anche se fossi stata tu ad aspettare un
bambino, ho capito. Johanna, ero disposto a sposarti e quello che
volevo era costruire una famiglia insieme a te. Non sarei scappato via.
Forse non sarebbe stato facile da accettare, perché sarebbe
comunque stato un altro grande passo, per il quale non mi sentivo
pronto, ma sarei rimasto. Per te sarei rimasto."
Lei lo
fissò. A lungo, senza parlare. Lui aveva risposto alla sua
domanda, e le aveva detto esattamente quello che lei avrebbe voluto
sentirsi dire. Adesso veniva la parte difficile. Non poteva dirgli:
'Bene, mi fa piacere, perché, in effetti, ero veramente
incinta e, a due passi da qui, c'è nostro figlio.'.
Christian le mise una mano sulla guancia e Johanna si destò
dai suoi pensieri. Lui la stava fissando con uno sguardo che conosceva
bene. Sapeva che stava per baciarla, ma lei non poteva lasciarglielo
fare. Doveva raccontargli la verità o, perlomeno,
mostrargliela. Così si allontanò leggermente da
lui.
"Christian,
vorrei che tu venissi con me, adesso. Devo mostrarti una cosa."
/***/
Il piccolo
Jonathan si era addormentato sul divano, al sicuro fra Nicolas e
Hélène, che continuavano a fissarsi, felici e
innamorati come non mai.
"Non
posso crederci che, fra un anno, ci sarà nostro figlio, in
mezzo a noi."
Hélène
gli sorrise dolcemente. Aveva temuto la reazione di Nicolas, ma si
diede della sciocca. Meglio di così non sarebbe mai potuta
andare. Accarezzò i capelli del piccolo, che dormiva.
"A
proposito, adesso mi puoi anche dire di chi è questo
angioletto."
"Oh,
non preoccuparti. Se tutto andrà bene, i suoi genitori
saranno qui a breve. Piuttosto, vado a portarlo nel suo lettino, almeno
sarà più comodo."
Hélène
si alzò e prese delicatamente fra le braccia Jonathan,
dirigendosi verso la zona notte dell'appartamento. Nicolas, rimasto da
solo, si alzò e si guardò in giro. La sua
attenzione fu attirata da una sciarpa, appesa all'attaccapanni, vicino
all'ingresso. L'aveva già vista da qualche parte. Quando
ebbe un flash di Johanna con la stessa sciarpa, la sua mandibola
toccò quasi terra, mentre udì dei passi al di
là del portone farsi sempre più vicini. Subito
dopo, le chiavi nella porta e Johanna la aprì, trovandosi
faccia a faccia con Nicolas.
"Oh,
ciao Nicolas!"
Johanna gli
diede una pacca sulla spalla, oltrepassandolo e facendo entrare anche
Christian. Nicolas, ancora a bocca aperta e incredulo, passò
il dito indice dall'uno all'altra, prima che
Hélène arrivasse in suo soccorso. Christian,
intanto, guardava l'amico perplesso.
"Nicolas,
tutto bene?"
"Ciao
ragazzi. Tieni, Johanna, noi andiamo, ok?"
Dopo aver
passato una radiolina a Johanna, Hélène prese le
loro giacche e spinse Nicolas fuori dalla porta. Christian
continuò a fissare la porta, stupito.
"Ma…
Che cosa aveva Nicolas? E poi, dove siamo e cosa ci facevano loro qui?"
"Siamo
a casa mia. E Hélène e Nicolas mi stavano facendo
un piccolo favore."
"Ah,
e così abiti qui?"
Christian si
guardò intorno. Johanna guardò la radiolina fra
le sue mani e si disse che era meglio approfittare che il bambino
dormisse, per dare la notizia a Christian.
"Christian,
è ora che tu sappia il motivo per cui ti ho portato qui."
Lui
annuì, un po’ confuso. Ancora non era riuscito a
comprendere la reazione di Nicolas alla loro vista. Johanna non sapeva
da che parte iniziare e, vedendo a terra il peluche preferito di suo
figlio, lo raccolse e iniziò a giocarci. Christian la
guardò ancora più stupito e indicò il
gioco.
"Quello…
Johanna, cos'è che devi dirmi di preciso?"
Forse lui
iniziava a comprendere, perché la sua espressione divenne
seria e puntò lo sguardo prima sul peluche che Johanna aveva
per le mani e poi sulla radiolina che aveva posato sul mobile accanto a
lei. La ragazza sospirò, stringendo il giochino di Jonathan
fra le mani.
"Quando
sono tornata in Texas, ero a pezzi. E stavo male. All'inizio non ho
dato peso ai miei malesseri, pensando fossero dovuti allo stress della
situazione che stavo vivendo. Poi mi sono decisa a fare delle analisi.
E ho scoperto di aspettare un bambino. Ero sconvolta. Eppure non ho
avuto dubbi. L'ho tenuto. Ho pensato che sarebbe stata una parte di te
che avrei avuto sempre al mio fianco."
Johanna non
aveva il coraggio di alzare gli occhi su Christian. Si
grattò un sopracciglio e attese che lui dicesse qualcosa.
Christian, tuttavia, era letteralmente impietrito.
/Per quello che riguarda gli sviluppi, conto di farli appena
ho almeno un paio di capitoli pronti, quindi direi che conto di
aggiornare tipo una volta a settimana./
|
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Capitolo 22 *** Capitolo 22 ***
CAPITOLO 22
“Non puoi
essere seria, Laly. Non ti sto dicendo che dovevi assolutamente dire di
no, ti sto solo dicendo che non è una decisione che puoi
prendere così su due piedi!”
Laly sospirò, poi abbassò gli occhi, l'entusiasmo
di poco prima completamente svanito.
“La
verità è che ho paura di perderlo. Non hai idea
di come mi sono sentita quando mi ha detto che si trasferiva in
Australia! Ho pensato che mi avrebbe abbandonata anche lui! Quando mi
ha chiesto di andare con lui mi sono sentita obbligata a dirgli di si
subito, perché avevo paura che potesse lasciarmi!”
“Vuoi dire che
ti ha messo alle strette?”
“... No, ha
detto che avrei dovuto pensarci bene.”
“Laly! Di cosa
hai paura, allora? Jimmy vuole soltanto essere sicuro che andare con
lui sia quello che vuoi veramente! Non puoi andare con lui solo
perché hai paura di rimanere da sola!”
“Quindi cosa
devo fare adesso?”
“Devi dirgli
che hai bisogno di tempo. Non credo che se la prenderà.
Vedrai, andrà tutto bene.”
“Grazie
Benedicte.”
Laly la abbracciò, stupendo un po' Benedicte.
/***/
Christian aveva assorbito le parole di Johanna come un pugno allo
stomaco. Non si accorse quasi dei lamenti che provenivano dalla
radiolina. Johanna la prese e si diresse verso la camera da letto,
pensando fosse meglio lasciargli un po’ di tempo. Quando
Christian si riprese un attimo, vide che lei aveva appoggiato il
peluche sul mobile, dove poco prima c'era posata la radiolina. Si
avvicinò e lo toccò. Un orsetto che suonava la
batteria. Un figlio. Johanna aveva dato alla luce un bambino. Il suo
bambino. Il loro bambino. Ecco perché voleva sapere cosa
avrebbe fatto se lei fosse stata al posto di Linda. Guardò
con insistenza la porta dietro la quale era sparita Johanna.
Là c'era suo figlio. Prese con sé il peluche e si
diresse verso quella porta. La aprì con discrezione. Vide
Johanna, seduta su una poltrona, alzare lo sguardo su di lui. In
braccio aveva il bambino. La prima cosa che notò furono i
capelli del suo stesso colore. Il piccolo aveva gli occhi socchiusi e
il ciuccio in bocca. Quando si accorse della sua presenza, si
sfregò gli occhi con una manina e li aprì
maggiormente. Probabilmente aveva notato il suo giocattolo preferito
fra le sue mani, perché lo indicò prontamente.
Johanna se lo girò fra le braccia, per farlo sedere sul suo
grembo e rimase ad osservare Christian. Lui guardava il bambino con un
po’ di timore, ma avendo capito che voleva il peluche, si
avvicinò e glielo porse. Il bambino lo prese e se lo strinse
contro, sorridendo e facendo quasi cadere il ciuccio dalla bocca. Solo
allora gli sguardi di Christian e Johanna si incrociarono. Per Johanna
era difficile capire cosa stesse passando per la testa di Christian in
quel momento, però vedere che non era scappato non appena
aveva appreso la notizia era abbastanza da farle sperare che tutto
sarebbe andato per il meglio.
/***/
Nicolas e Hélène stavano tornando a casa, in
macchina. Il ragazzo non aveva ancora aperto bocca,
Hélène sapeva che era rimasto scioccato,
probabilmente nella sua testa aveva un sacco di domande.
“Nicolas, non
hai ancora detto niente...”
“Io... Quel
bambino... Non posso credere che sia figlio di Johanna e
Christian.”
“Lo so, anche
io sono rimasta scioccata quando Johanna mi ha detto che aveva un
bambino e che il padre era Christian.”
“Da quanto
tempo lo sai?”
“Da qualche
settimana. All'inizio Johanna lo ha tenuto nascosto anche a
me.”
“Perché
non l'ha detto subito a Christian? Insomma, è anche suo
figlio, lui aveva diritto di sapere!”
“Aveva paura
che lui non fosse davvero cambiato e che sarebbe scappato di nuovo via.
Puoi biasimarla?”
“No, non dopo
tutto quello che Christian le ha fatto passare.”
“Adesso ha
trovato il coraggio e io sono felice per lei. Per entrambi, a dire la
verità.”
“E se... E se
Johanna avesse ragione? E se Christian reagisse male?”
“Io non credo
che lo farà. Christian è veramente cambiato.
Certo, non dico che sarà facile per lui accettarlo,
probabilmente avrà bisogno di un po' di tempo, ma scommetto
che, alla fine, tutto andrà per il meglio.”
“Lo spero
tanto. Johanna non si merita un'altra delusione.”
/***/
Jonathan si era riaddormentato e Johanna lo aveva messo di nuovo nel
suo lettino. Dopo, in silenzio, lei e Christian erano tornati in
salotto e Johanna aveva fatto cenno a Christian di sedersi sul divano.
Lei gli si sedette accanto.
“Come si
chiama?”
“Jonathan.”
Christian annuì. Johanna lo osservò, cercando di
intuire, per l'ennesima volta, i suoi pensieri.
“Christian, so
che non è quello che ti aspettavi, vorrei solo capire che
stai pensando.”
“Difficile da
dire anche per me. Credo di essere ancora troppo scioccato per
elaborare razionalmente la novità. Per ora, le uniche cose a
cui riesco a pensare sono che ha i miei stessi capelli e che non so
altro di lui.”
“Mi dispiace di
avertelo tenuto nascosto finora. Quando è successo, visto
come avevi reagito di fronte alla gravidanza di Linda, non ho avuto il
coraggio di farmi viva con te. Poi, quando sono arrivata qui e ti ho
rivisto... Non sapevo che pensare. Non sapevo come avresti reagito, non
sapevo qual era la cosa giusta da fare.”
“Sono stato un
vero stronzo con te in passato, quindi posso capire perché
non volevi dirmelo. Perché hai deciso di farlo adesso?
Pensavo non mi avessi ancora perdonato...”
Johanna sospirò.
“Ho pensato che
non potevo andare avanti così. Più il tempo
passava, più l'idea di tenerti nascosto tuo figlio mi
sembrava orribile. Devo essere sincera, avevo, e forse ho, ancora paura
della tua reazione, ma era giusto che tu sapessi.”
“Non
scapperò di nuovo, se è questo ciò di
cui hai paura. Sono veramente cambiato, non ho più
intenzione di sfuggire alle mie responsabilità. Anche se
capisco che hai tutte le ragioni per pensarlo. Vorrei conoscerlo e far
parte della sua vita, ma a piccoli passi. Avrò bisogno di
tempo.”
“Certo,
Christian. Prenderemo le cose con calma.”
I due si fissarono per qualche altro momento, poi Christian si
schiarì la voce e si alzò.
“Io... Adesso
è meglio che vada. Magari domani potrei passare da
qui...”
“Certo. Vieni
in mattinata, sono a casa e Jonathan di solito è sempre
sveglio.”
“Perfetto
allora. A domani.”
“A domani,
Christian.”
/***/
Il ristorante che aveva scelto José aveva un'atmosfera molto
romantica. I due avevano cenato, passando una piacevole serata. Ora che
la cena era volta al termine, José sembrava un po' nervoso.
Benedicte se ne rese conto, seppur non capendone il motivo.
“José,
tutto bene?”
“Si, certo.
Stasera sei più bella del solito.”
“Ti ringrazio.
Vuoi andare?”
“Non ancora.
Prima ho da dire una cosa. Sono felice che abbiamo ritrovato la nostra
serenità. Ti amo e la vacanza che abbiamo fatto insieme mi
ha fatto capire quanto è bello stare io e te da soli. Mi
piacerebbe che fosse questo il nostro futuro. Dividere tutto il resto
della mia vita con te è quello che desidero di
più al mondo.”
“José...”
“Aspetta, non
ho finito. Non puoi interrompermi sul più bello.”
José si alzò e andò davanti a lei,
inchinandosi.
“Benedicte
Beaulais, vuoi sposarmi?”
Per un paio di istanti, che a José parvero ore, Benedicte
non ebbe reazione apparente, poi alcune lacrime iniziarono a scenderle
sulle guance e sorrise.
“Si!!”
Gli si buttò fra le braccia e entrambi finirono a terra,
ridendo. L'attenzione degli altri clienti del ristorante era incentrata
sulla coppia, ma a loro non interessava, mentre si baciavano
appassionatamente.
/***/
A casa, Nicolas bussò alla porta della camera di Christian,
che aveva saltato anche la cena. Nicolas era un po' preoccupato,
così si era deciso a vedere come se la passasse l'amico.
Christian aprì la porta, dalla sua espressione era evidente
che si aspettasse quella visita. Si fece da parte per far entrare
Nicolas in camera, poi chiuse la porta.
“Tutto bene,
amico?”
“Ho un figlio,
sto ancora cercando di capire cosa significhi.”
“Capisco
l'enormità della cosa. Io ne avrò uno fra qualche
mese e a volte non riesco ancora a crederci.”
“Così...
tu e Hélène lo sapevate...”
“A dire la
verità, io l'ho scoperto oggi. Ho raggiunto
Hélène, che mi ha detto che stava facendo un
favore ad un'amica. Non avevo idea che quell'amica fosse
Johanna.”
“Difficile non
crederti, ora capisco perché eri così sconvolto,
quando ci hai visti.”
“Già.
Hélène, invece, lo sapeva già da un
po'.”
“Neanche questo
mi stupisce. Hélène e Johanna sono sempre state
molto legate, come due sorelle.”
I due amici rimasero in silenzio per qualche momento.
“Ha i miei
capelli...”
“Si, ora
capisco chi mi ricordava infatti.”
Christian ridacchiò, poi tornò serio.
“Cosa farai,
adesso che sai tutto?”
“Non lo so.
Cioè, so che non scapperò e che voglio far parte
della sua vita. Solo che mi sembra tutto così... Non se
neanche come definirlo. Io e Johanna siamo d'accordo su prendere le
cose con calma.”
“Mi sembra
sensato.”
“E' solo che ho
paura di rovinare tutto. Di solito è quello che mi riesce
meglio.”
“Non rovinerai
tutto. Devi solo stare tranquillo e fare quello che ti senti. Io e
Hélène saremo al tuo fianco. Sai che puoi sempre
contare su di noi, no?”
“Lo so. E ti
ringrazio per la fiducia.”
Nicolas gli mise una mano sulla spalla.
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Capitolo 23 *** Capitolo 23 ***
CAPITOLO 23
Quando il telefono squillò quella mattina, i ragazzi erano
radunati in cucina per la colazione. Fu Nicolas ad alzarsi per andare a
rispondere.
“Pronto? Ciao
Jimmy! Vuoi Laly? Si, un attimo solo.”
Laly si tirò per terra, sotto il tavolo, stupendo tutti.
Nicolas si voltò e si guardò per un secondo in
giro, poi abbassò la testa per affacciarsi sotto il tavolo.
Laly fece gran gesti con le braccia, scuotendo la testa. Perplesso,
Nicolas si schiarì la voce, prima di riprendere in mano la
cornetta del telefono.
“Scusa Jimmy,
pensavo che Laly fosse ancora in casa, ma, a quanto pare, è
uscita presto questa mattina. Vuoi lasciarle un messaggio? …
Va bene, glielo farò sapere. Ciao, a presto.”
Una volta terminata la telefonata, Laly uscì da sotto il
tavolo, sedendosi di nuovo a mangiare come se niente fosse. Tutti la
guardarono, attoniti. Josè posò la tazza che
aveva in mano, scuotendo la testa.
“Ok,
farò io la domanda a questa strampalata. Che cosa
è appena successo?”
“Strampalata a
chi?”
“Perché
ti sembra di esserti comportata in modo normale, poco fa?”
“Beh, non sono
affari tuoi, impiccione!”
Hélène tentò un approccio
più cauto.
“Va tutto bene
con Jimmy?”
“Certo che
sì! Perché me lo chiedi?”
José sospirò, poi, esasperato, si alzò
e annunciò che stava uscendo, dopo aver baciato Benedicte.
Quest'ultima, forse comprendendo quello che stava succedendo, si
alzò, andando vicino a Laly.
“Riguarda per
caso quello di cui mi hai parlato qualche giorno fa? Ti prego, dimmi
che avete parlato e che gli hai detto che ti serve un po' di tempo per
pensare.”
“E' evidente
che mi serva più tempo. Quindi me lo sto prendendo e
basta.”
“Ma come! E a
lui non hai detto nulla?”
Christian e Nicolas, non volendo entrare troppo nei dettagli, si
dileguarono in fretta, mentre Hélène era molto
curiosa.
“Di che state
parlando, ragazze?”
“Jimmy ha detto
a Laly che fra un paio di mesi si trasferirà in Australia e
le ha chiesto di andare con lui. Prima lei gli ha risposto subito di
sì, senza pensarci neanche su, poi ha deciso di rifletterci
un po' su, senza però avvisare Jimmy!”
“Ehi, ti
ricordo che sei stata tu a insistere, affinché ci
riflettessi sopra! Mi hai fatto la paternale!”
“Certo,
perché credo che tu abbia preso una decisione troppo grande
senza neanche pensare, ma ti ho anche detto di parlare con
Jimmy!”
Laly sbuffò, scocciata. A quel punto, intervenne di nuovo
Hélène.
“Laly,
Benedicte ha ragione. Devi parlare subito con Jimmy! Non puoi evitarlo
in eterno!”
“Eh va bene, se
insistete così tanto, più tardi lo
chiamerò, promesso. Anche se sono sicura di avere ragione
io.”
“Come
sempre.”
/***/
In un'altra casa di Parigi, Etienne e Cathy si stavano preparando per
uscire.
“Amore, stasera
farò tardi. Dobbiamo fare prove extra, questo
sarà l'ultimo sabato di apertura di Alfredo e stiamo
preparando qualche pezzo in più.”
“Va bene. Che
peccato, ogni volta che penso al fatto che quel locale sta chiudendo
per sempre, ho il magone.”
“Dispiace anche
a Alfredo, so che sta cercando qualcuno che lo prenda in
gestione.”
Etienne notò uno sguardo strano sul volto della moglie. Uno
sguardo che, ormai, aveva imparato a conoscere.
“Che cos'hai in
mente?”
“Per ora solo
un'idea vagante su cui ho bisogno di lavorare. Te ne parlerò
più avanti. Adesso andiamo.”
/***/
Mentre saliva le scale del palazzo dove abitava Johanna, Christian si
chiese se quel nervosismo che gli attanagliava lo stomaco sarebbe mai
svanito. Magari quando fosse stato più a suo agio con quella
nuova situazione, gli sarebbe sembrato tutto più naturale.
Voleva davvero fare le cose a modo, questa volta. Sia con Johanna che
con suo figlio. Arrivato davanti alla porta dell'appartamento,
bussò, anche se aveva già citofonato al portone e
la porta di ingresso era socchiusa. Udì Johanna urlargli di
entrare. Lui lo fece, richiudendosi la porta alle spalle.
“Siamo in
bagno, è l'ora del bagnetto, per Jojo!”
Christian li raggiunse e sorrise, vedendo il piccolo nella vaschetta
giocare allegramente con l'acqua.
“Puoi passarmi
quell'asciugamano, per favore?”
Christian fece come gli era stato detto, ma Johanna sembrò
riflettere velocemente e quando lui fece per passarglielo, lei sorrise
e gli indicò come posizionarlo. Capendo le intenzioni di
Johanna, Christian si agitò.
“Johanna,
guarda che io non ho mai tenuto un bambino in braccio in vita mia! Non
credo sia una buona idea!”
“Beh, a parte
il fatto che direi che è l'ora che tu inizi a farlo, non mi
dirai mica che hai paura?”
Christian fece un'espressione corrucciata, cercando di non far
trasparire il fatto di sentirsi leggermente offeso dalle insinuazioni
della texana. Ma Johanna lo conosceva troppo bene.
“L'ho detto
solo solo per provocarti, Christian! Sono sicura che te la caverai
egregiamente.”
“E se invece lo
facessi cadere? Non potrei mai perdonarmelo.”
“Quante storie!
Jonathan non può certo rimanere qui a sguazzare nell'acqua
tutta la mattina!”
Con risoluzione, Johanna tirò il bambino fuori dall'acqua.
Christian ebbe appena il tempo di aprire a modo l'asciugamano, prima
che Johanna gli mettesse in braccio il piccolo. Johanna lo
aiutò a coprire bene Jonathan e, insieme, lo asciugarono. Il
piccolo sembrava perfettamente a suo agio fra quelle braccia paterne
che non aveva mai conosciuto prima.
“Vieni,
portiamolo in camera, così potrai mettergli il pannolino e
vestirlo!”
“Cosa?
Io?”
“Io so
già farlo alla perfezione, quindi sì, proprio tu,
mio caro!”
/***/
Laly era rimasta da sola, a casa. Alla fine, si decise e prese il
telefono in mano, componendo il numero di Jimmy.
“Pronto?”
“Jimmy, sono
io, Laly.”
“Finalmente!
Che fine hai fatto? Sono giorni che non riesco a mettermi in contatto
con te!”
Laly alzò gli occhi al cielo, pensando quanto fosse
esagerato!
“Beh, ho avuto
da fare, non ne fare una tragedia. Piuttosto, quando possiamo vederci?
Ho bisogno di parlare con te.”
“Stamani ho da
fare. Però possiamo pranzare insieme.”
“Perfetto.
Vengo io da te. A dopo.”
Laly riattaccò, non rendendosi conto che aveva lasciato
Jimmy un po' interdetto. Si sarebbe mai abituato ai suoi modi?
/***/
A casa di Johanna, Jonathan era vestito e stava giocando sul suo
tappeto. C'era voluto un po' di tentativi, ma alla fine Christian era
riuscito a sistemarlo. Certo, sembrava che avesse combattuto una dura
battaglia, a guardarlo adesso, in piena contemplazione del loro
bambino, ma un'espressione esausta sul volto. Sentendosi osservato,
Christian distolse lo sguardo da Jonathan per posarlo su di lei.
“Che
c'è?”
“Sei stato
molto bravo, oggi.”
“Grazie. Ci
tengo davvero a diventare un buon padre.”
“Lo so, vedo
quanto ti impegni.”
Johanna lo pensava davvero. Tutte le sue paure e i suoi dubbi stavano
sparendo, vedendo quanto Christian si adoperasse per gestire al meglio
quella nuova condizione. Immaginava non dovesse esser facile scoprire
di essere padre da un giorno all'altro, ma sembrava aver reagito molto
bene.
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Capitolo 24 *** Capitolo 24 ***
CAPITOLO 24
Jimmy e Laly si erano appena seduti al loro tavolo. Il ragazzo aveva
atteso che fosse lei a parlare per prima, ma alla fine non resistette.
“Ok, Laly, ho
cercato di essere molto paziente, ma adesso ho bisogno di sapere. Hai
per caso cambiato idea riguardo all'Australia e non sai come dirmelo?
E' per questo che mi hai evitato, ultimamente?”
“Ma di che
parli? Non ti ho evitato, ho avuto soltanto da fare. E comunque non ho
cambiato idea. O, almeno, non del tutto. Cioé, la
verità è che non ho un'idea, ecco!”
“Che cosa vuol
dire?”
“Io non so cosa
voglio! Vorrei venire con te, ma questo significherebbe lasciare tutta
la mia vita, i miei amici... Però non è che non
voglio più stare con te, lo capisci?”
“Laly, ti avevo
detto di prenderti del tempo per riflettere, invece di dirmi subito di
sì.”
“E infatti,
è quello che ho fatto! Ho riflettuto ed è per
questo che non ho avuto tempo per te.”
“E non hai
pensato che dirmelo sarebbe stata una buona idea, invece di lasciarmi
in sospeso per giorni?”
“Jimmy, per
favore, non farla tanto lunga... Siamo d'accordo tutti e due che mi
serve del tempo. Adesso lo sai, quindi direi che siamo a posto,
no?”
Jimmy la guardò perplesso. All'inizio il temperamento di
Laly lo aveva molto colpito e l'aveva trovata interessante. Tuttavia,
adesso che si trovava a dover fare i conti con il suo strano modo di
ragionare, faceva un po' di fatica a pensare che fosse una cosa di lei
positiva.
/***/
Benedicte era sola in casa, quando venne raggiunta da Cathy, che le
aveva chiesto se potevano incontrarsi. Le due si accomodarono in
salotto. A Benedicte non era sfuggito il blocco che l'altra ragazza
teneva stretto al petto.
“Allora, di
cosa volevi parlarmi?”
“Del futuro!
Del nostro futuro, se lo vogliamo!”
“Ah, wow, che
entusiasmo! Lascia che ti ricordi che sto già per sposare
José, prima che ti faccia strane idee!”
“Ma dai! Non
intendevo certo niente del genere, tranquilla! No, io parlo del nostro
futuro lavorativo. Davanti a noi abbiamo un'opportunità che
non dovremmo lasciarci sfuggire.”
“Hai mai
pensato di fare la venditrice? Perché secondo me sei molto
portata. Non mi hai ancora detto cosa hai in mente, eppure mi stai
già convincendo!”
“Etienne mi ha
detto che Alfredo sta cercando qualcuno che prenda in gestione il
locale che chiude questo weekend.”
Cathy la guardava con un'espressione elettrizzata, ma Benedicte non
capiva dove l'amica volesse andare a parare, quindi le fece cenno di
continuare.
“Sai quando
l'altro giorno ti ho detto che avevo bisogno di trovare qualcosa in cui
buttarmi? Che non riuscivo più a stare a casa?”
“Si,
certo.”
“Bene,
perché ho pensato che questa potrà essere la mia
occasione per crearmi un futuro!”
A quel punto, Benedicte collegò le due cose.
“Vuoi dire che
vuoi prendere in gestione il locale di Alfredo?”
“Perché
no? Certo, da sola sarebbe un impegno forse troppo grande per me,
infatti sono alla ricerca di qualche socia! O socio!”
Cathy le fece l'occhiolino.
“Mi stai
chiedendo di diventare tua socia in questa cosa? Cathy, ti rendi conto
che noi due non abbiamo nessuna esperienza in questo campo?”
“Si, lo so. Ma
so anche che possiamo farcela, se ci mettiamo tutto il nostro impegno.
Il locale avrà sicuramente bisogno di una ristrutturata, ma
non possiamo farci abbattere al primo ostacolo, no?”
“Beh, al primo
no, ma io ne vedo davanti già molti...”
“Stai demolendo
il mio entusiasmo...”
“Cathy, la tua
è un'idea fantastica, dico solo che dobbiamo fare dei conti,
delle valutazioni, prima di imbarcarci in questa avventura!”
Cathy, a quel punto, posò il blocco sul tavolo davanti a
loro, aprendolo.
“Tadààà!
Come vedi, non sono una completa sprovveduta!”
“Di sicuro sei
molto determinata!”
Benedicte sfogliò stupita le pagine del blocco, in cui Cathy
aveva appuntato le idee, i progetti e i calcoli che aveva fatto fino a
quel momento.
/***/
“E' stato
pazzesco! Non mi ero mai sentito così in tutta la mia
vita!”
Nicolas sorrise di fronte all'euforia di Christian. Erano sulla strada
per andare al loro corso di fotografia e Christian non aveva mai smesso
di parlare della mattinata passata a casa di Johanna.
“Non credevo
che sarei mai stato capace di prendermi cura di un bambino, invece mi
è piaciuto tantissimo e non penso che potrei ancora vivere
senza quelle sensazioni che ho provato oggi. Oh, Nicolas, lascia che ti
dica una cosa. Ho sempre pensato che fosse un'esagerazione, ma
è proprio vero che un figlio ti cambia una vita!”
“Beh, sono
sicuro che fra qualche mese la penserò esattamente come
te!”
“Ci puoi
scommettere, amico!”
/***/
Hélène e Johanna erano a casa di quest'ultima.
Jonathan stava facendo il riposino pomeridiano, così il tono
della loro conversazione era basso.
“Com'è
andata con Christian? Stamani era tutto agitato, prima di uscire di
casa. Agitato in senso positivo, sia chiaro!”
“Oh, capisco
perfettamente cosa intendi. Nel percorso da casa vostra a qui non gli
è passata l'agitazione... Però devo ammettere che
se l'è cavata molto bene con Jonathan. Certo, all'atto
pratico di prendersi cura di lui è ancora impacciato, ma mi
ha molto sorpreso. Si sta impegnando tanto.”
“Già,
non fa altro che parlare di lui e passa molto tempo a guardare le foto
che ha di lui sul cellulare. Vuole costruire un rapporto con il piccolo
e credo che voglia recuperare il tempo perduto.”
“Già,
certo se avessi saputo che avrebbe reagito così, non avrei
aspettato tutto questo tempo per dirglielo.”
Hélène mise una mano sulla spalla di Joahnna, per
tirarla su.
“Johanna,
è normale che tu abbia avuto paura... Dato il modo
improvviso e burrascoso in cui le cose fra voi sono finite, chiunque
avrebbe agito come hai fatto tu, te lo assicuro! Devi pensare al
presente e al futuro. Jonathan non ricorderà del tempo in
cui suo padre non era presente, ma avrà un futuro con
lui.”
“Già,
questa è sicuramente la cosa più
importante.”
Hélène conosceva troppo bene Johanna, per non
capire che c'era dell'altro nella sua testa.
“Johanna...
C'è qualcos'altro di cui vuoi parlare?”
“Beh, a dire la
verità... Sì. Il fatto è che io sono
ovviamente felice per questa situazione. Ancora non riesco a credere
che Christian, oltre a sapere di Jonathan, voglia essere parte della
sua vita.”
“Ma...
Perché mi sembra ovvio che ci sia un ma nell'aria.”
“Ho passato gli
ultimi due anni e mezzo a cercare di dimenticare Christian. Non
è stato per niente facile. Mi sono dovuta ripetere
più volte che non meritavo un uomo del genere accanto a me.
Ho pensato e ripensato senza sosta a quanto mi ha fatto soffrire, a
tutto quello che mi ha fatto passare. Non è stato facile, ma
pensavo di avercela fatta. Il problema è che, adesso, mi
sembra che, a mano a mano, le mie difese stiano crollando. Averlo
sempre intorno, vederlo insieme a Jonathan... Non pensavo che fosse
cambiato veramente, ma adesso mi sto ricredendo. E... questo vuol dire
che i miei sentimenti per lui stanno riemergendo e non sono pronta per
questo.”
“Oh, Johanna...
Sono sicura che Christian non cercherà in nessun modo di
forzare le cose fra voi, anche se è ovvio che ti ama ancora.
Prenditi tutto il tempo che ti serve per capire quello che vuoi, ma
sappi che una storia d'amore come quella fra te e Christian
difficilmente ha una parola fine in fondo.”
“Quanto mi sei
mancata, Hélène, con la tua saggezza!”
Le due amiche non riuscirono a trattenere una risata.
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Capitolo 25 *** Epilogo ***
Piccola
e dovuta premessa
prima di questo capitolo conclusivo. Ci tengo a scusarmi per l'ultimo
dei miei _ahimè_ tanti ritardi nell'aggiornare. Anche se
devo
aggiungere che penso che questo sia giustificabile. Allora, avevo in
mente questo epilogo da molto tempo. Era già lì,
già pronto come
chiusura per questa storia. Tuttavia, mi sono trovata impantanata
nell'indecisione di come arrivarci. Vedevo davanti a me due scelte: o
tirare alla lunga con una serie di capitoli che però mi
sarebbero
sembrati sempre di più privi di sostanza o
“troncare” in qualche modo
la narrazione e arrivare dritti al punto. Alla fine ho optato per
quest'ultima scelta per, come si dice, “non allungare la
minestra”!
EPILOGO
Otto mesi dopo
La chiesa che avevano scelto Benedicte e José era in una
zona fuori dal centro. Non era molto grande, ma sembrava essere
perfetta per il tipo di cerimonia che la coppia aveva in mente. Alla
fine, avevano optato per pochi invitati, ma buoni. L'importante
è che fossero presenti le loro famiglie e i loro amici.
Dietro le prime panche occupate dalle famiglie, c'era
Hélène, che al suo fianco, nella parte opposta
alla navata centrale, aveva la carrozzina, con la piccola
Thècle che dormiva tranquilla. La piccola era nata con parto
naturale due mesi prima, dopo 13 ore di travaglio. Accanto a
Hélène erano seduti Christian e Johanna, con
Jonathan in mezzo a loro. I due erano tornati insieme, dopo mille
tentennamenti, da ormai tre mesi e anche se non avevano ancora
accennato nulla agli amici, meditavano già sul fare un
fratellino o una sorellina a Jonathan. Dietro di loro c'erano Sebastien
e Linda, tornati per festeggiare con gli amici di un tempo.
Vicino l'altare, i testimoni e lo sposo aspettavano l'arrivo della
sposa. Sorprendentemente, José aveva scelto come sua
testimone, al fianco di Nicolas, Laly, che aveva deciso di raggiungere
Jimmy in Australia solo dopo il matrimonio. Nonostante e loro perenni
liti, questo gesto stava a delineare quanto affetto in
realtà c'era fra i due. Benedicte, invece, aveva chiesto a
Etienne e Cathy di essere i suoi testimoni.
In quel clima di attesa, si respirava una ventata di aria nuova. Il
matrimonio fra José e Benedicte segnava solo l'ultimo dei
grandi passi che erano stati fatti nell'ultimo anno. Tante cose erano
cambiate. La casa che era stata al centro della loro nuova vita al di
fuori dei dormitori universitari sarebbe rimasta vuota in tempi brevi.
Christian si era trasferito definitivamente nell'appartamento di
Johanna, mentre Hélène e Nicolas avevano trovato
una casa vicino a quella dei genitori di Hélène e
ci erano andati a stare un mese prima che nascesse la bambina.
José e Benedicte avevano trovato un appartamento libero
nello stesso palazzo dove vivevano Cathy e Etienne e le loro cose erano
già quasi tutte lì, anche se, per il
trasferimento definitivo, avevano deciso di aspettare di essere
rientrati dal viaggio di nozze. Laly entro tre giorni avrebbe raggiunto
il suo Jimmy. Ognuno di loro aveva delle strade nuove davanti a
sé, ma l'unica cosa che sapevano di sicuro è che
non si sarebbero divisi gli uni dagli altri.
Era un po' difficile, dato che, al rientro di Benedicte e
José, li aspettava l'inaugurazione del locale che un tempo
era di Alfredo, locale che Cathy, Benedicte e Johanna si erano
impegnate a gestire insieme. Il nome che avevano scelto, “La
Gouttiére” (trad. la grondaia), poteva sembrare di
cattivo gusto, ma a loro faceva pensare ai tempi dei dormitori, quando
per andare da una stanza all'altra, usavano spesso le grondaie di
nascosto. Ovviamente, il locale avrebbe avuto la sua band personale,
formata dai ragazzi. Adesso che Jimmy era partito, Etienne aveva
ripreso il suo posto di bassista e la formazione era tornata ad essere
quella originale.
Finalmente, partì la classica marcia nuziale, annunciando
l'entrata in chiesa della sposa. Benedicte entrò a braccetto
di suo padre. Il suo vestito lungo e bianco aveva un taglio molto
semplice ma elegante e le donava tantissimo. Tutti gli occhi erano
puntati su di lei, in particolar modo quelli innamorati di
José. Il padre di Benedicte la scortò fino
all'altare, poi andò a sedersi con il resto della famiglia.
Mentre la cerimonia aveva inizio, Cathy si voltò verso le
panche per sorridere a Hélène e Johanna, che dopo
essersi scambiate tra di loro uno sguardo complice, le sorrisero di
rimando. Era passato un sacco di tempo da quel lontano giorno in cui
Nicolas, Christian e Etienne avevano notato Cathy da Alfredo e si erano
tanto goffamente avvicinati al suo tavolo. Da lì a
coinvolgere Hélène e Johanna il passo era stato
breve e in ancor meno tempo tre nuove coppie erano nate e altri amici
si erano uniti e separati dal gruppo. Adesso, tuttavia, erano tutti
riuniti lì, per un evento tanto bello. Di sicuro non
l'ultimo evento felice a cui avrebbero assistito tutti insieme.
Fin
Un altro motivo per cui questa storia mi
rimarrà nel cuore, al di là dei gradimenti che
può aver avuto o meno per i lettori, è che mi ha
permesso di scoprire l'esistenza della traduzione francese del nome
Tecla, il nome di mia nonna, morta da tempo, purtroppo.
“Thècle”, il nome che ho scelto per la
bambina di Hélène, è pertanto un
omaggio a lei. Grazie a chiunque deciderà di arrivare fino
alla fine del racconto. Spero che per qualcuno ne sia valsa la pena.
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