Hidan in love

di ombra_di_cenere
(/viewuser.php?uid=795790)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Fiamma ***
Capitolo 2: *** vicini ***
Capitolo 3: *** Calore ***
Capitolo 4: *** Cuore di ghiaccio ***



Capitolo 1
*** La Fiamma ***


ciao a tutti! alcuni avvisi: in questa FF Hidan potrebbe risultare leggermente OOC e quando vedete i *** vuol dire che cambia il punto di vista.
buona lettura!


È da circa tre gironi che osserviamo la ragazza e mai una volta l'abbiamo vista utilizzare la sua abilità innata. Mi sorge il dubbio che sia quella sbagliata, nonostante corrisponda alla descrizione: corporatura esile, capelli marroni e rossi, abbastanza corti, occhi scuri, irascibile.È lei, ne son certo. Mi volto verso Kakuzu che sta sfogliando l'elenco delle taglie; visto che siamo al villaggio della foglia sta cercando qualche pezzo grosso nei paraggi per guadagnare un po' e divertirsi.

-Possibile che non l'abbia mai usata?- gli chiedo, - Insomma, dicono che accade sempre quando si arrabbia, ma io non l'ho mai vista!

-Aspettiamo ancora un po', se non ci saranno progressi, interverremo.- mi risponde senza nemmeno alzare gli occhi dall'elenco.

-Come vuoi, ma non ne posso più di pedinarla!

La preda segue sempre la stessa routin: la mattina aiuta all'accademia ninja, il pomeriggio si allena e la sera legge.
È quasi ora di cena e si sta facendo buio; lei si avvia verso casa e la seguiamo.

 

Siamo su di un tetto e sto aspettando di vederla dalla finestra della sua camera, a quest'ora di solito inizia a leggere. Non arriva, che strano, mi metto in ginocchio un po' nervoso a causa di quel cambio di programma. Starà facendo altro, non devo preoccuparmi, non la perderemo di vista. La mia attenzione è attirata da un movimento a destra, mi volto e la vedo per strada.

WTF? Tu dovresti essere in camera adesso!

Questo cambio improvviso mi prende in contropiede e subito inizio a seguirla, dimenticandomi la falce e di svegliare Kakuzu, che stava dormendo beato.

È andata al parco vicino al fiume, deserto a quest'ora. Si dondola leggermente sull'altalena, con la testa appoggiata ad una delle due corde, guardando nel vuoto. Questa sarebbe l'occasione perfetta per attaccare e rapirla, ma non riesco a distogliere lo sguardo da lei, sono come incantato. Nonostante sorrida tutto il giorno, sempre e con chiunque, ora sembra così triste che non ho il coraggio di attaccarla. Vedendola lì, coi riflessi della luna addosso e quell'aria malinconica, noto che è anche carina. Inizio ad osservarla meglio e mi chiedo perché sia così giù di morale; sembra un'altra persona rispetto a quella che abbiamo osservato per gironi. Istintivamente porto una mano alla mia collana e inizio a giocherellarci mentre tengo d'occhio la ragazza. Rimaniamo lì, lei sull'altalena ed io nascosto tra gli alberi ad osservarla, per quasi un'ora; fermi, persi ognuno nei propri pensieri. All'improvviso inizia a spingersi più forte e salta giù dall'altalena con un salto niente male. Sulla via del ritorno la seguo osservandola dall'alto dei tetti del villaggio e dopo che è arrivata a casa si mette subito a letto, senza toccare un libro. Mi sento strano, non riesco a togliermi l'immagine di lei ,triste sotto la luna, dalla mente. Mi siedo sulle tegole e continuo ad osservarla mentre dorme.

 

 

-Gomito alto!- sento in lontananza la voce del suo maestro che la corregge.

-Ma sarà possibile che si dimentica sempre di alzare questo maledetto gomito?! - oggi Kakuzu è più nervoso del solito e non fa altro che commentare gli errori della nostra preda.

-Anche se non alza il gomito centra sempre il bersaglio quindi al diavolo anche lui!- gli rispondo; la ragazza commette sempre piccoli errori ma il cerchio rosso sull'albero è tutto rovinato a causa dei vari colpi ricevuti.              È da tre ore che si allena ininterrottamente variando dal lancio dei kunai, al corpo a corpo, all'utilizzo di tecniche particolari; ma mai una volta che ha utilizzato la sua abilità innata. Vedo che sta sistemando i kunai, ha quasi finito per oggi. Il piano è di catturarla questa sera, quindi siamo abbastanza in fibrillazione.

-Che succede?- Kakuzu sta osservando perplesso la radura dove c'è la preda.

-È da sola – noto, - dovremmo agire? - il suo insegnate è andato mentre lei è rimasta nella radura.

-Vediamo che fa, poi decidiamo... - Kakuzu, che di solito ama sbrigare in fretta certe faccende, sembra non nutrire alcun interesse nella cattura della ninja. La vedo che armeggia un po' con il portakunai e ricomincia a tartassare il bersaglio di colpi.

-Ma non si stanca mai? - sono sorpreso dalla sua resistenza, chissà dove la nasconde tanta energia?

Il clima non è dei migliori, molto probabilmente inizierà a piovere, ma sembra non importarle. La osservo, come la notte scorsa, preso dai piccoli dettagli che noto e dopo un po' che la guardo giungo ad una conclusione :

-Sai una cosa Kakuzu?- gli chiedo;

-Cosa? - mi risponde annoiato

-Ha proprio un fondoschiena da urlo! - annuisco leggermente, contento per la mia conclusione.

-MA SEI SCEMO?! - Kakuzu mi picchia un ceffone in testa senza preoccuparsi del rumore che ha fatto.

La ragazza ci sente, si volta e scappa nel bosco, sfuggendo alla nostra vista.

-Complimenti mister “urlo insulti a caso”! Hai fatto scappare la ragazza! - gli dico leggermente irritato, volevo continuare a osservarla.

-Sarebbe colpa mia?! Pazzo satanico pervertito! Pensa al lavoro idiota! - mi risponde arrabbiato.

-Satanico pervertito?!? ma come osi zomb- , - ZITTO!-, mi interrompe e rimango a bocca aperta nel mezzo della frase.

-Non è scappata, ci viene in contro...- si guarda attorno, in cerca della preda.

-Bhé, a questo punto direi di uscire allo scoperto... - mi avvio verso la radura, con la falce in mano, e Kakuzu mi segue. Ci fermiamo al centro della piana cercando con lo sguardo la ragazza.

Kakuzu si abbassa e appoggia una mano sul terreno, nel giro di un minuto sentiamo un urlo :

-Lasciami andare brutto Coso! - è lei.

Kakuzu è riuscito a trovarla con quelle strane cose che gli sbucano dalle braccia, che sinceramente non mai capito che sono, e ora l'ha portata al centro della radura, appesa a testa in giù per una caviglia.

-Phahahaha! - non riesco a trattenere una risata, la vista di lei, appesa così che cerca di tenersi su la maglietta che le cade, mi fa morire. Kakuzu molla la presa e lei atterra su un ginocchio, si alza e scatta indietro, allontanandosi di qualche metro da noi.È in posizione di attacco ma noto che ci osserva, studiandoci per bene. Faccio così pure io: come forza fisica non dovrebbe essere un problema, è abbastanza minuta, ma questo implica che è veloce. Indossa una canottiera larga e rossa, come alcune ciocche di capelli, dei guanti neri senza dita, pantaloni corti neri, sandali e ha le gambe fasciate fin sotto il ginocchio. Noto che porta il coprifronte nel mio stesso modo: come collana.

-Sbrighiamoci, non voglio perdere altro tempo, ho già scelto un'altra preda.- Kakuzu è tornato il frettoloso di sempre.

-Tranquillo Kakuzu, lascialo pure a me questo pasticcino! - le faccio l'occhiolino e , inaspettatamente, prende fuoco, letteralmente!

-PASTICCINO? TI FACCIO VEDERE IO! - si lancia all'attacco senza esitare e mi coglie di sorpresa, riuscendo a darmi un pugno in pancia. Ma non un pugno qualsiasi, uno da dieci e lode.

Come avevo previsto è veloce.Mi riprendo dal colpo e la guardo con la bocca spalancata; mi ha colpito!        Finalmente vediamo la sua capacità innata, dalle informazioni che avevamo sapevamo che riesce a controllare in chakra e modellarlo come fuoco fino a formare una barriera intorno a lei. La caratteristica più affascinante di questa abilità è che non consuma nemmeno un briciolo di chakra, ne basta pochissimo per accendere la scintilla poi il fuoco si alimenta col chajra naturale che trova attorno. Quindi lei ha una protezione fantastica a costo-chakra zero.           In più riesce ad aumentare forza, ed evidentemente anche velocità, utilizzando il chakra assorbito dalla barriera. Ecco perchè non si stancava mai!

-Sei veloce piccola... ma ora si gioca seriamente! - alzo la falce e provo a colpirla, la evita.

-Chi siete? E cosa volete? - si sposta in fretta, ora è quasi al limitare del bosco.

-Vero che maleducati ! Scusa dolcezza! Io sono Hidan e lui è Kakuzu!- le sorrido.

-Tu sei un idiota! Non siamo qui per giocare! Smettila e combatti! - Kakuzu rovina sempre tutto. Sono felice però di vedere che la ragazza non ha sorriso alla risposta del mio socio.

-Non attaccherete il villaggio! Prima dovrete passare sul mio cadavere!- lei è in posizione di attacco, pronta a scattare verso di noi, sommersa dalle fiamme. I capelli le si alzano leggermente e sembrano più rossi di prima.

-È proprio ciò che vogliamo tesoro! Il tuo cadavere...Più o meno..Insomma ci servi viva però dovremo trovare il modo di-, -Smettila Hidan!- Kakuzu ha perso la pazienza, che novità...

Toglie il mantello e capisco che vuol far sul serio e per un istante, piccolo piccolo, ho paura per lei, temo che Kakuzu possa ucciderla veramente.

 

***

Freddo.

È questa la prima cosa che penso; ho freddo. Strano, non mi succede quasi mai. Dopotutto io ho il fuoco dentro. Sento un rumore continuo, che mi da fastidio: piove, e anche forte.                                                                        Apro gli occhi e vedo che mi trovo in una grotta. Sono seduta con la schiena contro la parete e appena i miei occhi si abituano al buio ,riesco a mettere a fuoco tutto lo spazio a torno me. Mi irrigidisco non appena noto le due figure sedute davanti a me sull'altro lato della grotta.                                                                                                     Subito mi ricordo cosa è successo: quei due son comprasi mentre mi allenavo, abbiamo combattuto e il tipo coi tentacoletti mi ha messo k.o.Mi ricordo anche di alcuni spezzoni confusi: il viso dell'altro tipo, loro che parlavano, io ero in braccio a qualcuno e poi ha iniziato a piovere.

-La bella addormentata si è svegliata! Dormito bene?- è il tipo vanitoso a parlare.

Non rispondo, giro a testa verso l'ingresso della caverna e osservo l'acqua che scende fitta.

-Potresti anche rispondere dolcezza, visto che è lui quello che ti ha fatto male! Io ti ho salvato! - alza il mento con fare esuberante, mi volto a guardarlo e per poco sotto il mio viso non esce la scritta “seriously?!”. Però subito mi torna in mente un frammento dello scontro: il tizio coi tentacoletti mi aveva preso e lanciato verso un albero quando son finita tra le braccia dell'altro. Si è messo in mezzo per evitare che mi schiantassi, e se non fosse intervenuto avrei fatto una brutta fine, ne son certa.

Il tipo coi tentacoletti si alza , - Vado a controllare che non ci sia nessuno in zona... - e si avvia sotto l'acqua.

Lui è strano, molto. Però adesso sono sola col tipo vanitoso che proprio ora si sta sistemando i capelli. Piego le ginocchia e le stringo tra le braccia, ho veramente freddo. Noto che sono piena di lividi , che novità... Almeno non fanno male. La cosa cche mi da più fastidio ora è il freddo. Sto quasi tremando. Non mi è mai capitato, sento il freddo che cola dalla pelle fin nelle ossa e rimane lì, fastidioso e odioso come nient'altro al mondo.

Credo che lui se ne sia accorto , - Hai freddo piccola? - come risposta faccio no con la testa.

-Si direbbe di sì... - , si alza e si toglie lo strano mantello nero a nuvole rosse che indossa, rimanendo a torso nudo, con la sua collana argentata che pende in mezzo al petto.

Mi obbligo a distogliere lo sguardo ma intravedo al sua figura alta e muscolosa che si avvicina. Arrivato davanti a me si abbassa per mettermi il mantello sulle spalle, ma lo anticipo e mi sposto di lato, scappando da lui e lasciandolo perplesso. Mi guarda con un sopracciglio inarcato, io mi sposto ancora un po'. La sua espressione sarebbe buffa se non fossi in una situazione del genere.

-Dolcezza non farti pregare, ti ammalerai e il capo non ne sarebbe felice. Dovresti coprirti di più... - , - Senti chi parla! - la risposta mi è uscita automatica.

Vedo che sorride e lo lascio avvicinare, mi appoggia il mantello sulle gambe e per un attimo i nostri occhi si incontrano: rimango incantata dal colore dei suoi, sono viola, brillanti e profondi. Sono veramente belli, e non sembrano cattivi, sono dolci, però distolgo lo sguardo.

-Grazie... -

Senza smettere di sorridere si alza e ritorna al suo posto. Mentre si allontana lo osservo: ha un bel fisico, è più basso dell'altro tizio, ma è muscoloso e leggermente “a clessidra” , non troppo. Alza una mano per sistemarsi i capelli, ancora, e i muscoli della spalla e della schiena si tendono, risaltando ancora di più e conducendo il mio sguardo più verso il basso.

La caverna è troppo buia perchè io possa distinguere bene anche le sue gambe, coperte da dei pantaloni neri. Penso che è vanitoso, molto, ma almeno può permetterselo.

Mi avvolgo bene nel mantello, che mi è grande, ma è caldo. Subito mi sento meglio.

Non posso scappare finchè la pioggia non finisce, la mia abilità non funziona bene con questo clima. Non posso far altro che star qui seduta e aspettare che torni il sole.

 

 

 

Non mi ricordo quando ma mi sono addormentata. Mi stropiccio gli occhi e vedo i tue tizi che parlano fitto fitto davanti all'ingresso della caverna.

-Questa proprio non ci voleva !- dice il tizio con tentacoletti.

-Dobbiamo trovare un altro posto, non è che hai qualche nascondiglio in zona? - chiede quello vanitoso.

-Fammi pensare un attimo Hidan! - capisco che il tizio più alto è anche più nervoso del vanitosi , che si chiama Hidan. Quest'ultimo si volta e mi vede.

-Heilà dolcezza! - mi sorride e a me vengono i brividi, nonostante sia ancora avvolta nel suo mantello.

Subito mi alzo e picchio qualche colpo sulla stoffa per togliere dell'eventuale polvere.

Poi penso che sono un'idiota! Perchè preoccuparmi se il mantello di uno dei miei rapitori è sporco?! Insomma sono rapitori! Dovrei picchiarli!

-Ti sta bene! - dice mentre si avvicina e mi guarda dal basso all'alto. Tolgo il mantello e glielo porgo col braccio teso il più possibile, per mantenere le distanze.

-Grazie. - mi viene automatico e subito dopo mi ripeto che sono un'idiota. Non devo essere gentile! Mi hanno rapita!

Guardo verso l'entrata della grotta; Tentacoletti è ancora lì, quindi non posso scappare.

Come sentendosi osservato, si volta e si rivolge ad Hidan .

-Conosco un rifugio non lontano da qui, cinque ore più o meno... -

-Bene, che facciamo con lei? - chiede il vanitoso sistemandosi il coprifronte.

-La leghiamo! - risponde Tentacoletto.

-Legarla? E con cosa? - Hidan si guarda attorno cercando qualcosa per bloccarmi.

-La tengo io... - Mr. Tentacolo allunga un braccio da cui esce uno dei suo orribili tentacoletti. Mi sposto subito, schifata da quel coso viscido.

-No aspetta Kakuzu! Tu dovrai star davanti a guidarci, la tengo io... - interviene Hidan.

-Sì? e con cosa la tieni? - Kakuzu incrocia le braccia sccocciato.

-La mia falce può bastare, un passo falso e diventa uno spiedino piccante! - mi fa l'occhiolino e io, per l'ennesima volta, vengo attraversata da un brivido.

Lo guardo male, mi infastidiscono tutte quelle battutine che fa, e soprattutto odio quando mi fa l'occhiolino. Non gli rispondo, trattengo la rabbia e non attivo la mia abilità perchè ho paura di far arrabbiare ancora Tentacolo e questa volta non so se me la caverei.

 

Stiamo camminando da un'ora circa, Tentacolo davanti io dietro di lui e ancor più dietro c'è Mr. Vanitoso che mi punzecchia la schiena con la sua falce a tre lame. Sono tipi di poche parole, quindi posso pensare tranquillamente ad un modo per scappare senza venir distratta dalle loro chiacchiere. Non posso diminuire la velocità perchè Hidan è pronto a pizzicarmi se rallento anche un minimo, e se facessi uno scatto in avanti per fuggire, Kakuzu, che ha già i tentacoli pronti, mi prenderebbe subito. Saltare o abbassarsi significherebbe farmi graffiare tutta la schiena, fingendo lo svenimento finirei in spalla a uno dei due, se provassi a distrarli parlando...

Potrebbe funzionare! Se riuscissi a distrarne almeno uno avrei una qualche possibilità.

Apro la bocca per chiedere una cosa quando Hidan mi precede : - Manca tanto?

-Sì – risponde brusco Tentacolo;

-Tanto quanto? - continua l'altro;

-Tanto! Cammina e sta zitto! - Kakuzu è sempre molto nervoso e ora i suoi tentacoletti sono ancora più in agitazione, grazie Hidan! Hai peggiorato la mia situazione!

-Non potremmo fermarci? Vorrei fare un sacrificio a Jashin!

-Smettila di sparare cazzate! Tu e il tuo fottutissimi dio! - Kakuzu si è girato e sta fulminando Hidan con lo sguardo da sopra a mia testa.

-Come osi?! Ateo ignorante! Ti faccio vedere la furia di jashin! - Hidan ringhia quasi e alza la falce verso Tentacoletto e io sono in mezzo a loro due.

Capisco che è la mia occasione, loro sono distratti , la falce è spostata e io son pronta.

Attivo la mia abilità e scatto di lato, più veloce che posso. Sento il fuoco scorrermi nelle vene, sto bene e sono piena di energie. I miei sensi si affinano. Li sento urlare e insultarsi per la mia fuga ; continuo a correre senza voltarmi.

Però c'è un problema: non ho la più pallida idea di dove io sia. Esito un attimo fermandomi per solo un paio di secondi e riprendendo verso sinistra. Questa svista mi costa la libertà.

Kakuzu mi afferra ancora per un piede con un suo tentacolo e mi fa cadere.

-Merda! - mi mancava così poco! Idiota! Idiota! Idiota! Non dovevo fermarmi!

Vista la sua simpatia, Mr. Tentacolo non mi viene incontro ma mi trascina verso di lui, facendomi graffiate gomiti e ginocchia. Continuo ad insultarlo finchè non mi solleva da terra e mi porta al livello dei suoi occhi a testa in giù.

-Ti ammazzerei ora se non ci servissi viva! - che simpatia! Per risposta ringhio.

- Hidan dovevi controllarla!- accusa il compagno che subito ribatte: - Sei tu che mi hai distratto scemo! - gli occhi del vanitoso brillano di rabbia, hanno quasi cambiato colore passando ad un viola molto scuro.

- Ora la tengo io! Incapace che non sei altro! - Kakuzu mi raddrizza, mi circonda coi tentacoli e mi appoggia con la pancia ad una sua spalla.

- HEI! Mettimi giù! Ora! Mollami! - come osa?! Ho le braccia bloccate e non posso colpirlo perciò inizio a scalciare.

-Stai ferma! - mi ammonisce brusco.

-Lasciami andare! - continuo a dimenarmi per provare a sfuggire alla sua presa.

-No! Stai ferma! - stringe la presa e mi sfugge un lamento, quasi non riesco a respirare.

-Piano Kakuzu, la stritoli … - lui molla un po' la presa e Hidan mi fa l'occhiolino.

Sono così arrabbiata che sento i nervi tesi come non mai. L'unica cosa che posso fare per ripicca verso Kakuzu è fargli la linguaccia . Lui non può vedermi ma Hidan sì e anche lui tira fuori la sua lingua per dispetto al compagno. Sorrido leggermente mentre lui sfoggia tutta la sua soddisfazione per quel piccolo gesto ribelle. È la prima volta che sorrido da quando mi hanno presa e, al contrario di quando son con i miei amici, ho sorriso spontaneamente e non perchè dovevo recitare la parte della giocherellona.

Dopo alcune ore di viaggio passate ad osservare i piedi di Hidan che camminava dietro di me, la pancia inizia a farmi male e, per fortuna, arriviamo ad una casetta nel bosco: il nostro rifugio.

 

***

Siamo arrivati al rifugio ieri , è una casetta con poche stanze ma ordinata e pulita. È uno dei tanti nascondigli dell'Organizzazione ed probabilmente Zetzu si diverte a fare le pulizie dei vari rifugi. C'è un'unica stanza da letto e in quel letto ci dorme lei mentre uno di noi fa la guardia e l'altro sta sul divano. La scorsa notte non ha chiuso occhio, è stata sdraiata, con le braccia sotto il cuscino, a guardare il soffitto, senza spiccare parola. Durante il mio turno non ho fatto altro che osservarla, mi piace com'è e un po' mi spiace che sia piena di lividi a causa mia e di Kakuzu.

Abbiamo già pranzato, lei è sul divano che legge uno dei libri che ha trovato sul tavolino della sala principale. Vedo Kakuzu che si mette il mantello e si avvia verso la porta.

-Esci? - chiedo confuso, sta piovendo.

-Sì, ho una questione d'affari da sistemare... - risponde annoiato.

-E mi lasci da solo con lei? Sai che potrebbe farmi male? - scherzo, per cercare di attirare l'attenzione di lei, che però resta impassibile.

-Il massimo che potrebbe farti sarebbe spettinarti! - esce e chiude la porta, non prima di sfuggire ad un'occhiataccia di fuoco della ragazza.

Sto seduto ancora un po' al tavolo, guardandola senza farmi notare troppo. Per essere un ostaggio, capace di prendere fuoco è tranquilla. Legge il suo libro senza far alcun rumore, sbuffando leggermente ogni tanto. Non potrebbe scappare in alcun modo visto che abbiamo creato una barriera attorno al rifugio. A dire il vero è stato Kakuzu con non so che tecnica strana. Sembra essersi arresa all'idea di dover passare ancora qualche giorno con noi; prima di ripartire verso la base dobbiamo fermarci un po' per accertarci che i ninja delle squadre speciali di Khonoa abbiamo perso le nostre tracce. Dopo un po' inizio ad annoiarmi e decido di far qualcosa di utile. Mi alzo, tolgo il mantello e lo butto sul diano vicino a lei, con una parte le copro i piedi nudi, tolgo il coprifronte dal collo e lo getto anch'esso lì, sposto il tavolino che era nel centro della stanza, mi inginocchio e inizio a fare delle flessioni.

Allenarmi mi aiuta a rilassarmi; noto che per un secondo abbassa il libro per guardare che combino per poi tornare alla sua lettura. Mentre mi abbasso il mio ciondolo tocca terra e ogni piegamento provoca un tintinnio che segna il ritmo.

Potrei continuare per ore senza stancarmi perciò decido di aumentare la difficoltà.

-Hei piccola! Salta su! - alzo la testa per guardarla tenendo le braccia tese .

Abbassa il libro e mi osserva confusa con un sopracciglio inarcato.

-Siediti sulla mia schiena così fai da peso ! - annuisco convinto della mia idea.

-Scordatelo! Sto leggendo! - mi risponde decisa.

-Eddai! Puoi leggere anche seduta sulla schiena!

-Se vuoi ti metto il tavolino sulla schiena!

-Un tavolino non riesce a stare in equilibrio! Dai!

Sbuffa rumorosamente :- Non lamentarti se peso troppo! - si decide ad alzarsi e a sedersi sulla mi schiena a gambe incrociate, sempre col suo libro in mano.

-A dire il vero non pesi tanto... girati diritta così son più comodo - , lei si gira così da guardare dalla mia stessa parte e da bilanciare il suo pesa egualmente su entrambi i lati.

Comincio a fare i piegamenti. Le sue gambe sono calde e le sento sulla mia schiena, è strano, per un attimo ho un brivido. Continua tranquilla a leggere il suo libro finchè inizia a parlare:

-Ti alleni sempre a questa velocità?

-Di solito sì.. perché vado troppo lento?

-No, direi troppo veloce, se vuoi allenare i muscoli ogni tanto devi cambiare andatura, per abituarti ai vari ritmi di reazione.

-Davvero? Quindi dovrei andare più lento?

-Ah-ah ! Prova! Giù … - mi abbasso, rimango per qualche secondo , - Su!- mi guida lei.

-Giù … - aspetto e, – Su , capito?

-Sì! - continuo a seguire il ritmo che mi ha dato e dopo alcuni minuti sento che le braccia tremano. Iniziano a farmi male, ma non posso fermarmi, che figura farei?!

-Inizi a sentire la differenza, vero? - ha capito tutto, è sveglia come tipa.

-Sì... Fanno male le braccia... - ma continuo; sento delle goccioline di sudore colarmi sul viso e sul collo. Mi fermo con le braccia tese, riprendo fiato.

La sento ridacchiare tra se e se .

-Ti diverti?! Vediamo come la metti ora! Attaccati! - le dico

-Attaccati? Ma che..?! - è confusa.

-Attaccati alle mie spalle! - le ripeto, ora mi diverto io.

-Perchè mai..? - non le do tempo di finire la frase che mi abbasso e subito mi rialzo, slanciandomi con le braccia e picchiando insieme le mani. Il libro vola via e cade vicino al divano, la sento insultarmi e poi le sue mani prendono le mie spalle.

Faccio un altro piegamento e ritorno a picchiar le mani, lei è attaccata. La sua presa è forte e delicata allo stesso tempo, noto che ha le mani fredde. Strano visto tutto il fuoco che ha dentro. La sento prendere la mia catenella e tirarla così da avere tra le mani il mio ciondolo.

Poco dopo sento qualcosa di freddo in mezzo alla schiena e mi sfugge un gemito.

Lei ride, contenta per quel dispetto e la mia risata si unisce alla sua.

È proprio così che ci trova Kakuzu: lei seduta sulla mia schiena e io facendo flessioni, mentre ridiamo insieme.

La sua faccia è stata impagabile!







Angolo Scrittrice: Heilà! Spero di avervi divertito e incuriosito con questa FF, continuerà, sono già al lavoro per il prossimo capitolo :3 , però  vorrei sapere cosa ne pensate del comportamento di Hidan?!? o.O
Grazie per il tempo che avete dedicato alla lettura della mia FF! 

un bacio Ombra :*

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** vicini ***


Avvertenza: vi ricordo che i *** significano cambio si punto di vista! buona lettura!


È un disastro, proprio un disastro.

Sto osservando Hidan mentre prova a mettersi lo smalto; non fa un'unghia giusta, sbava ovunque e ha tutte le punte delle dita nere.

Kakuzu è sul divano che dorme, toccherà a lui il primo turno per controllarmi quindi subito dopo aver cenato si è addormentato.

Un po' mi rincresce, appena ha aperto la porta oggi pomeriggio deve essere rimasto schoccato vedendomi seduta sopra Hidan. Non stavo facendo nulla di male, io ero solo una difficoltà in più per il suo allenamento. Il problema è stato spiegarglielo, ha subito iniziato a sbraitare e dopo hanno litigato, cosa per nulla inaspettata.

Lo spio ancora un po' da dietro il mio libro e quando vedo che si pulisce l'indice per la quinta volta decido di intervenire: - Dammi qua! - gli dico alzandomi e andando all'altro lato del tavolo, sedendomi accanto a lui.

-Sono un disastro, vero? - chiede mordendosi il labbro. Annuisco senza parlare, prendo il pennellino e gli prendo la mano. Il solo sfiorarlo mi provoca un brivido che mi percorre da capo a piedi. Noto quanto la mia mano sia piccola a confronto e sento di averla fredda. Lui ha i palmi morbidi nonostante combatta sempre impugnando un'arma senza guanti. Gli faccio appoggiare le dita piegate al bordo del tavolo, intingo il pennellino e passo lo smalto nero sulle sue unghie.

-Prendi il colore, togli l'eccesso poi parti dall'attaccatura; stendi e non stacchi il pennello fino alla fine. - gli spiego.

Ha delle belle mani e le unghie sono leggermente arrotondate; lo smalto si stende perfetto e lucido. Finita una mano cambio sedia, portandomi verso l'altro lato e ripeto il tutto. Quando ho finito gli prendo i polsi delicatamente e gli faccio appoggiare le mani al centro del tavolo.

-Ora stai fermo qui finchè non è asciutto... Immobile! - lo lascio e ritorno al mio posto. I suoi polsi sono grandi minimo il doppio dei miei. Le dita sono lunghe e sul dorso delle mani alcune vene sono in risalto. Guarda verso Kakuzu e girando il viso mette in evidenza la curva della mascella e alcuni muscoli de collo in tensione. La sua collana argentata è in risalto contro la pelle chiara che si intravede dal profondo scollo del mantello. I capelli, argentati anch'essi, brillano contro alcuni riflessi della luce.

Mi auto- rimprovero quando mi scopro ad osservarlo in modo così minuzioso. Provo a tornare al mio libro ma mi ritorna in mente l'accaduto di oggi pomeriggio; quando ero seduta sulla sua schiena. All'inizio era strano, poi mi sono abituata a sentire i muscoli che si contraevano sotto di me. Avevo provato a mantenere la concentrazione sul libro, e ci ero riuscita, finché non mi son distratta guardando le sue spalle. I muscoli tesi che lavoravano, le goccioline di sudore che gli colavano sul collo, il tintinnio della collana che picchiava per terra; tutto sembrava volermi far concentrare su di lui. Già mentre mi avvicinavo mi ero distratta un po' a osservare il suo fondoschiena, che devo dire è proprio niente male, ma dopo che ho visto le spalle ho perso completamente la concentrazione e non sono più riuscita a leggere una frase. Quando poi mi sono attaccata a lui e ho sentito i muscoli contrarsi sotto i miei palmi, ho capito che sarei rimasta lì per sempre. Il suo respiro è stato regolare finchè non gli ho fato cambiare andatura. L'ho messo in difficoltà e per ripicca ha iniziato a fare i piegamenti battendo le mani. All'inizio mi sono spaventata, non me l'aspettavo, poi son riuscita a mantenere l'equilibrio. La cosa che più mi ha colpito però è stata la sua voce quando gli ho appoggiato la collana fredda sulla schiena. Non so come ma è riuscito a farmi sentire il solletico nello stomaco; ho percepito come il fuoco nelle vene per poi essere attraversata da una scossa fredda. Tutto questo solo con la voce.

-Non credi che dovrei far pratica? - mi chiede riportandomi alla realtà.

Lo guardo confusa, pratica?

-Con lo smalto... non posso sempre farmelo mettere dagli altri! - sorride mentre si guarda le mani per poi alzare gli occhi verso di me, tenendo sempre la testa un po' bassa.

Che bello che è! La mia mente sta viaggiando, non riesco a concentrarmi.

-Hem... Sì! Puoi metterlo a Kakuzu... - gli rispondo, provando a leggere il mio libro, anche solo per calmarmi.

Ma che mi prende?! Non riesco a concentrarmi sulle parole, sembrano non significare nulla.

-Se lo sveglio si arrabbia... Posso? - fa cenno verso le mie mani alzando un sopracciglio argenteo; oddio e ora che faccio?

Senza sapere perchè annuisco e porto le mani al centro del tavolo. Sono proprio davanti a lui e quando mi fa l'occhiolino prima di iniziare mi sento avvampare.

Non capisco che mi prende, non mi era mai successa una cosa del genere! Distolgo lo sguardo e osservo le mie mani.

Lui prende il pennellino e comincia stendere il nero; la prima unghia sbava un po' e così anche la seconda, mentre dalla terza inizia a migliorare. Alzo lo sguardo per osservarlo in viso; mentre è concentrato sulle mie mani aggrotta le sopracciglia e si morde il labbro inferiore. Noto che mentre stende il colore trattiene il respiro, evidentemente per paura di sbavare troppo. Trattengo un sorriso e torno a guardar le mie mani.

Che strano... non mi son mai sentita così, contenta. Insomma mi sto facendo mettere lo smalto da un rapitore ma sono felice! In me ci dev'essere qualcosa di sbagliato, molto sbagliato. Ma non mi importa, ora mi interessa solamente di godermi questo momento.

Penso che se Hidan non fosse un assassino fuorilegge lo vorrei come amico, o forse come qualcosa di più che un semplice amico.

 

 

 

-Ma santo Jashin! Non puoi essere più gentile quando mi svegli?! - sento Hidan che urla con Kakuzu. Sono nel mio letto, stavo dormendo. Finalmente ero riuscita ad addormentarmi nonostante lo sguardo pesante di Tentacoletto su di me. Mi alzo a sedere per capire che sta succedendo.

-Smettila di lamentarti! - Kakuzu è sempre molto diretto e scontroso. Sento Hidan che si avvia verso la mia stanza per il suo turno di guardia, imprecando e insultando Kakuzu.

Entra e mi vede sveglia:

-Sono stato io? Scusa... Solo che Kakuzu sa farsi odiare! E non è mai gentile! Lo infilzerei volentieri con la mia falce anche se sarebbe inutile!

È arrabbiato, ha i pugni serrati e si siede a terra con la schiena contro al muro. Sbuffa rumorosamente. Io lo osservo in silenzio, consapevole che non riuscirò più a prendere sonno.

-Ora la smetto, dovevo solo sfogarmi un po'... Sto zitto dormi pure...

Inclina la testa appoggiata al muro e mi fa un mezzo sorriso. Io mi sdraio, incrocio le mani sotto al cuscino e guardo fuori dalla finestra alla mia destra le stelle.

Restiamo in silenzio per molto, lui aspettando che io mi addormenti ed io aspettando che lui parli.

Alla fine è lui che inizia:

-Vuoi vederle meglio? - mi chiede a bassa voce per non rischiare di svegliare Kakuzu, che sentiamo russare.

-Cosa? - son contenta che mi parli ma almeno potrebbe essere più chiaro.

-Le stelle... - sorride leggermente.

-E come? - chiedo scettica; non posso allontanarmi da questa stanza.

-Dal tetto ovvio! - allarga le braccia come se questa fosse la risposta più ovvia del mondo.

Rimango un secondo senza parole, confusa. Dal tetto? Potrei scappare subito uscendo da qui. Sembra aver capito cosa pensassi perchè risponde subito:

-Non riusciresti a scappare perchè Kakuzu ha creato una barriera con una tecnica attorno al rifugio. Verresti fulminata all'istante. Letteralmente. - mi guarda serio, e capisco che non sta scherzano , - Allora vieni?

Annuisco e salto giù dal letto, faccio per mettere i sandali ma mi ferma : - Non servono... - mi dice e si avvia verso l'uscita.

Appena fuori dal rifugio sento l'aria fresca che mi circonda, il vento mi scompiglia i capelli. Guardo verso il tetto, non è molto alto, ci posso arrivare facilmente con qualche attacco alle pareti. Mi avvicino per attaccarmi ma Hidan mi porge una mano : - Posso?

 

***

Lei mi guarda per un secondo e poi mette la sua manina nella mia. È fredda e mi provoca un brivido leggero che mi percorre la schiena. Gliela stringo e velocemente la attiro a me con uno strattone, delicato però. La prendo in braccio, salto, atterro sul tetto e la adagio delicatamente sulle tegole. Rimango in piedi e la osservo; ha la bocca leggermente aperta e gli occhi spalancati, non se l'aspettava. Mi guarda e sorride ancora un po' spiazzata dal mio gesto. Si sdraia incrociando le braccia e guardando il cielo scuro attraversato da delle striature più chiare.

Mi sdraio anche io, con le braccia dietro la testa, un ginocchio piegato e l'altra gamba sul ginocchio. Il mantello mi scivola giù dalle gambe.

La sento respirare leggermente; la guardo si sottecchi, senza farmi notare. Ha il volto illuminato dalla luna, proprio come quella sera al parco. La differenza sta nel fatto che ora sembra felice e calma.

Sorrido d'istinto e prendo il mio ciondolo tra le mani, contento del fatto che lei sembri felice grazie alla mia idea.

Dopo un po' è lei che inizia a parlare :

-Che cosa rappresenta? - mi chiede incuriosita dalla mia collana.

-È il simbolo del mio credo, il culto di Jashin... - la guardo, lei annuisce silenziosa.

-Parlamene... - sorride; io inizio e lei torna a guardare il cielo.

È la prima persona che mi chiede del mio credo spontaneamente e che ascolta ciò che dico; ogni tanto fa domande e interviene quando non è convinta di qualcosa.

Perdo la cognizione del tempo e non so per quanto ho continuato a parlare.

-Allora essere sacrificati a Jashin è un privilegio?

-Sì, tutte le mie vittime le offro a lui, e loro dovrebbero esserne felici.

-Bhe, le tue vittime muoiono quindi le capisco se non brillano di contentezza.

-Ok, forse hai ragione, ma dovrebbero andare più nel profondo e capire il privilegio che gli sto concedendo.

-Forse riesco a capirlo, ma solamente perchè mi hai spiegato tutta la storia. Non credo che durante un combattimento tu ti metta a raccontare a chiunque del tuo culto... Quindi non puoi prendertela con loro se provano a scappare!

Ridacchio contento dei suoi commenti, ha ragione, ma la cosa che mi rende più felice è che mi ha ascoltato veramente.

Guardo il cielo, come fa lei, e noto che la luna si è spostata. Solo che non mi ricordo dov'era quando siamo arrivati, quindi non saprei dire che ore sono. Torno a guardarla di traverso, e senza farmi notare mi avvicino lentamente.

Voglio starle più vicino, guardarla negli occhi per ore e toccare i suoi capelli che ora son sparsi intorno a lei. Proprio come se mi avesse letto nel pensiero chiude gli occhi, dandomi la possibilità di muovermi senza essere notato.

Le nostre spalle sono a circa dieci centimetri, credo di aver esagerato ma non posso più tornare indietro: ha riaperto gli occhi. Forse si è accorta del mio spostamento; devo trovare una scusa.

-Mi fan male le spalle... - dico innocente. Stendo in avanti le braccia, verso l'altro e poi quando le apro di lato, lei alza la testa per poi riposarla sul mio braccio teso. Resto spiazzato da quel gesto.

-Ti spiace? - mi chiede timida.

-No no... Figurati... - le rispondo; guardo un attimo di lato per riprendermi. Appena si è appoggiata ho sentito un brivido in pancia, come se qualcuno mi stesse facendo il solletico allo stomaco, e mi son sentito il sangue correre alle guance. Non mi era mai capitato.

-È bello il modo in cui parli di Jashin... - mi dice continuando ad osservare le stelle.

La guardo perplesso, abbasso il braccio su cui è appoggiata così da seguire il suo e formare quasi un abbraccio.

-In che senso?

-Nel senso che parli di lui in modo fantastico! Sembra che per Jashin faresti qualsiasi cosa. Quando racconti del tuo culto... Ti brillano gli occhi... - mi risponde sospirando malinconica alla fine della frase.

Io rimango senza parole per un po', questo significa che mi ha ascoltato veramente e che mi ha capito. Non capito solo nel senso della teoria di Jashin ma mi ha capito parlando di ciò che provo. Per un istante mi sento in imbarazzo; è la prima volta che qualcuno riesce a leggermi dentro.

Continuo ad osservarla. Subito mi sento incredibilmente attratto dal suo profumo, che fin ora non avevo notato. I rilessi delle stelle nei suoi occhi mi attirano e perfino il ritmo del suo respiro, che si è fatto più veloce da quando mi son avvicinato.

-Vorrei che qualcuno parlasse di me come tu racconti di lui... - la sua voce mi manda in tilt.

-Io parlerei di te in quel modo per sempre... - non so che mi prende, so solo che la risposta mi è uscita da sola e anche ciò che faccio dopo accade senza che me ne renda conto.

Mi avvicino in fretta e la bacio.

Appena appoggio le mie labbra fredde sulle sue calde, mi irrigidisco, proprio come lei. Ho gli occhi chiusi, sento lo stomaco contrarsi e scaldarsi, sto trattenendo il respiro. Poi tutto inizia a sciogliersi dentro di me e mi sento più calmo. Anche lei è meno rigida e sento che mi mette una mano sulla guancia. Non capisco più niente. Perdo la concezione di tutto, l'unica cosa che percepisco è lei. Il suo profumo è ovunque. Mi devo concentrare per tenere l'altro braccio rispetto a quello su cui è appoggiata teso, oppure rischio di schiacciarla col mio corpo. Mi allontano leggermente per riprendere fiato, per poi tornare da lei. Sta giocando coi miei capelli, tenendomi vicino. Ogni tanto sento il tintinnio dei coprifronte che si scontrano, ma non me ne importa.

Non so quanto tempo è passato, so solo che mi sento il volto in fiamme quando ci separiamo. Anche lei è rossa e mi guarda con un aria un po' sorpresa, come se non avesse ancora capito che è successo.

Un istante dopo mi allontana, si alza in fretta e salta giù dal tetto, scappando in casa.

Ma che ho fatto?!

Rimango ancora un po' sdraiato sul tetto, guardando il cielo e provando a capire che mi è preso. Solo che quando ripenso a ciò che ho fatto mi si dipinge in volto un sorriso e da qual momento non riesco più a togliermelo.

 

 

 

***

Oddio! Oddio! Oddio!

Io..Lui... Hidan...

La mia testa non riesce a formulare un pensiero coerente.

L'unica cosa di cui sono consapevole è quel bacio che mi ha mandata in tilt. Ancora non ci credo.

Eravamo lì a parlare un secondo prima e poi, bam! Non collego più niente!

Sento il cuore che mi batte all'impazzata nel petto, sento il calore del fuoco ovunque.

Sono nel letto nascosta completamente sotto le coperte. Respiro velocemente ancora confusa .

Quando il respiro si regolarizza mi concedo di ripensare all'accaduto. Appena mi ricordo del suo volto mi sento arrossire e quando rivivo quel momento mi spunta un sorriso che mi toglierò difficilmente di dosso.  



Angolo Scrittrice: ciao! grazie per aver letto! mi metterò subito al lavoro per il terzo capitolo dove la situazione tra i nostri due innamorati si approfondirà ;)
nel frattempo, mentre scrivo di lui, pure io mi sono innamorata di Hidan <3 *-*

grazie per il tempo dedicato alla lettura della mia soria!
un bacio Ombra :*

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Calore ***


Sono seduto a terra con la schiena appoggiata alla porta della sua stanza, aspettando l'alba per chiedere il cambio a Kakuzu.
Non ho ancora capito perchè sia scappata, forse non le è piaciuto, o forse ho esagerato.
E se ora mi odia? Se si è arrabbiata?
Cerco di tranquillizzarmi e subito mi torna in mente quel fantastico istante di quando mi sono avvicinato e ho azzerato la distanza tra di noi.
Sento che mi rispunta il solito sorriso che provo a nascondere da tutta la notte; non voglio vedere la reazione di Kakuzu se dovesse capire che è successo.
Ripenso a lei, a quanto mi sia sembrata piccola e fragile tra le mie braccia, a quanto fosse calda e al suo tocco tra i capelli. Chiudo gli occhi per concentrarmi meglio su quel ricordo. È stato bellissimo sentire la tensione dell'inizio sciogliersi e sentire come anche lei si sia lasciata andare.
Inizio a giocherellare con il mio ciondolo, è un po' merito suo se tutto è successo.
Grazie Jashin!
Vedo che inizia a entrare un po' di luce dalla finestra, mi alzo e mi avvio verso il divano dove il mio compagno di squadra sta dormendo, russando rumorosamente.

La mattina trascorre mentre io provo a non guardarla troppo e a non sorridere.
Ogni tanto mi scopro ad osservarla di nascosto, involontariamente, per poi subito cambiare direzione dello sguardo. Provo a leggere qualcosa ma non riesco a concentrarmi sulle frasi che scorrono sotto i miei occhi.
Dopo pranzo decido di controllare la mia falce, giusto per restare impegnato e non rischiare di sorridere o guardare troppo.
Appena provo ad alzarla, sento una fitta alla spalla. Una scossa che parte dal collo e arriva fino a metà braccio.
-Cazzo! - mi sfugge e subito lascio l'arma.
Kakuzu mi guarda di traverso, incuriosito dal mio lamento.
-La spalla... Fa male... - gli rispondo toccandomela; provo a pensare a che ho fatto per affaticare così il muscolo.
Trovo la risposta non appena noto che anche lei mi sta osservano curiosa. Probabile che sia per il cambio di ritmo dei piegamenti che mi ha suggerito, oppure per ieri notte sul tetto.
Rinuncio alla mia falce e mi sdraio annoiato sul divano. Poco dopo vedo che Kakuzu si alza dalla sedia con in mano il suo schedario con le varie taglie. Si avvia verso la porta e mi fa cenno di seguirlo fuori.
Che succede? L'ha capito? No, non può essere!
Usciamo all'aperto e si allontana di qualche metro dalla porta; inizia a parlarmi dandomi le spalle.
-Ascolta Hidan... - capisco che è serio non solo dal tono ma anche per il fatto che mi abbia chiamato subito per nome, mi preoccupa; continua – Stai attento !
-A-attento? A cosa? - non capisco che intende.
- A- A non affezionarti troppo … - capisco che parla di lei; allora ha notato che è successo qualcosa. Rimango spiazzato e non so che dire. È la prima volta che Kakuzu si mostra , se non gentile, attento nei mie confronti. Mi sento in imbarazzo.
- Io? affezionarmi? Ma figurati... - provo a negare l'evidenza ma non credo nemmeno io in quello che dico.
- Ho visto come la guardi... - si gira e mi fissa serio, - Non voglio sapere cosa sia successo tra voi due ma ti dico solo che non porterà a nulla di buono.
- Come fai a dirlo? - mi sto arrabbiando, chi è lui per dirmi chi devo amare?
- Perchè ci son passato anch'io! Era la stessa situazione e non è finita bene! Non potrebbe mai finire bene, in nessun modo! - alza leggermente la voce, che quasi gli si spezza a metà frase.
Kakuzu innamorato? Non riesco ad immaginarmelo, ma fino a poco fa non riuscivo nemmeno ad immaginare me stesso innamorato.
- È un consiglio da amico, lascia perdere se non vuoi soffrire troppo... - i suoi occhi sono tristi. Non ho mai visto Kakuzu esprimere emozioni che non fossero rabbia o noia.
Non so che rispondergli. Sta cercando di aiutarmi ma mi sta dicendo di stare lontano da lei. Come potrei? Sostengo il suo sguardo deciso a non cedere.
- Troverò un modo! - dico sicuro.
- Lo sai che appena sarà nelle grinfie del capo, morirà!
- Io la salverò! Non me ne fotte niente di quel pazzo! Io starò con lei!
Kakuzu sbuffa scocciato, - Sei sempre il solito testardo! Fa come vuoi... Io ti ho avvisato!
Inizia ad allontanarsi .
- Dove vai? - non avevo notato che fosse pronto per partire.
- Ho un lavoro da sbrigare, ci vorrà un po'. Credo di tornare domani, dici di riuscire a tenerla d'occhio da solo?
Vedo delle curve leggere ai lati dei suoi occhi e capisco che sta sorridendo leggermente.
Kakuzu che sorride! A me!?  La cosa che più mi preoccupa però è la scintilla complice che gli noto nello sguardo. Capisco che cosa sta pensando e mi sento ribollire, ma non di rabbia, bensì di vergogna.
Penso che stiamo impazzendo entrambi, anzi ne son certo, ma è così bello essere pazzi.
- Dubiti delle mie capacità? - chiedo sarcastico, sorridendogli di rimando.
- Sì, e anche molto; credo che sarà lei a tener d'occhio te ! Ci vediamo... - nel giro di due secondi è sparito dalla mia vista.
Rimango fermo ancora sconcertato dal suo comportamento, non so che pensare.

Ritorno in casa e vedo che lei non è più in sala. La trovo nella camera, in punta di piedi, con un braccio teso cercando di afferrare uno dei libri sullo scaffale più alto.
Ridacchio leggermente, lei si volta a guardarmi e incrocia le braccia contrariata, sbuffando.
Mi avvicino, le sorrido e alzo il braccio destro per prendere il libro. Appena faccio il movimento sento la solita fitta e mi sfugge un gemito di dolore. Mi mordo un po' il labbro poi le chiedo: -  Rosso, verde... Quale? - riferendomi alle copertine dei libri.
- Verde! - risponde secca, deve essersela presa perchè ho riso.
Prendo il volume, glielo passo e sento ancora una fitta alla spalla.
- Kakuzu è uscito, tornerà domani ...– la avviso mentre mi tocco la spalla.
Lei alza leggermente la testa per guardarmi negli occhi e mi chiede : - Ti fa male tanto?
- Ma no... Che vuoi che sia... - mento, leggermente in imbarazzo. Lei mi guarda seria; ha capito che non ho detto la verità. Il suo sguardo scruta nel mio e sembra leggermi dentro. Con la stessa serietà che esprimono gli occhi mi dice:
- Togli il mantello e siediti sul letto.


                                                         ***
         Hidan mi guarda scioccato, con la bocca socchiusa. Arrossisce leggermente sulle guance e  capisco che mi ha frainteso.
Subito mi sento arrossire comprendendo che ciò che ho detto sarebbe potuto sembrare un invito molto esplicito.
- Ti... Ti sistemo la spalla! -  aggiungo subito, cercando di rimediare a quell'incomprensione. Che vergogna!
- O-ok... -  sembra riprendersi e sorride. Si slaccia il mantello e lo appoggia ai piedi del letto.
Si siede sul bordo; io mi metto in ginocchio a fianco a lui e inizio a massaggiargli la spalla.
Anche se non guarisce all'istante riduce di molto il dolore.
Appena tocco la sua pelle sento in solletico in pancia. All'inizio parto molto delicata per scaldarlo un po' poi comincio a seguire bene le striature dei muscolo, premendo leggermente.
- Lo so che ti faccio male ma vedrai che passa... - provo a scusarmi visto che lo sento trattenere il fiato ogni tanto.
- Non fa male... - dice; premo un po' più forte apposta : - Aih!
- No? - Sorrido contenta  mentre lui prova a fulminarmi. Lo sguardo che mi arriva però è troppo dolce.
Continua ad osservarmi mentre io passo le mie mani sulla sua spalla, cerco di non guardarlo a mia volta.
- Sai...Ora che ci penso mi faceva male anche la schiena... - lo guardo e lui fa un mezzo sorriso che non ha nulla di innocente mentre fa spallucce.
- Sdraiati... - mi arrendo, lui sorride felice e si mette a pancia in giù, con la faccia di lato sul cuscino.
Lo osservo: la sua schiena è chiara e si notano i muscoli allenati. Sento che inizio ad aver un po' caldo. Gli slaccio il coprifronte e glielo tolgo; con la collana ho un attimo di esitazione.
- Posso? - lui annuisce in silenzio e alza la testa per farmi sfilare la catenella.
Inizio mettendogli le mani alla base del collo, poi passo sulle spalle, torno, scendo per la colonna e sento che è rigido.
- Sei troppo teso... rilassati. - gli dico.
- E come? - mi chiede guardandomi dal cuscino. Subito mi torna in mente un giochetto che facevo da bambina, però dovrei sedermi su di lui per riuscirci bene.
Non so come ma sconfiggo la vergogna e gli chiedo : - Posso sedermi su di te? Sarei più comoda... - oddio che vergogna, che vergogna, che vergogna!
- Non chiedere nemmeno... - mi risponde tranquillo e vedo che sorride leggermente.
Alzo una gamba e mi siedo su di lui, alla fine dalla schiena.
Wow! Ha veramente un bel fisico e questo non aiuta la mia concentrazione!
Inizio con la filastrocca che avevo imparato; quasi sottovoce dico: - Dieci pugnalate... Dieci pugnalate...- e do dei piccoli pugni delicati dall'inizio al fondo della schiena; continuo :
- Sangue che scende...Sangue che scende... - e qui passo, sempre nello stesso verso , le dita leggere sulla schiena; - Ragni che salgono... Ragni che salgono... - faccio lo stesso movimento ma nel senso opposto; - Rosa del deserto... Rosa del deserto... -disegno con un dito una piccola stella sulla base del collo; - Morso del Dracula... - pizzico i lati del collo poi concludo soffiando leggermente  all'attaccatura dei capelli.
A Hidan viene la pelle d'oca: il gioco è riuscito.
- Wow! - mi dice quasi sbalordito; non si aspettava una reazione simile.
Ora che è più rilassato inizio mettendo le mie mani sulla schiena e caricandoci il mio peso. Cambio zona passando da un lato all'altro poi comincio a massaggiargli il collo.
Man mano che continuo inizio a rilassarmi anche io; sento i muscoli sotto i miei palmi, il suo calore,il respiro regolare. Mentre passo le mie mani sulla sua schiena sento le costole sotto i muscoli. Ha gli occhi chiusi, forse dorme. Non mi fermo, continuo a passare le mie mani su di lui, dalle vertebre verso l'esterno, dall'alto al basso, sulle spalle. Alterno varie pressioni, ogni tanto uso le nocche delle mani, i polpastrelli delle dita. Lui è calmo, io mi perdo per un po' nei suoi dettagli.
Continuo finchè non mi fermo e lo osservo. Vedendolo lì, che dorme, a torso nudo, coi capelli un po' scompigliati mi sento avvampare. Non credo di aver visto mai niente di più affascinante.
Apre mezzo occhio mostrando una scintilla viola per poi richiuderlo; non stava dormendo, si stava solo godendo il momento. Gli metto le mani sui fianchi e faccio scorrere le dita leggere verso l'alto. Noto che sorride. Torno indietro sempre muovendo le dita. Si morde un labbro. Muovo ancora le mie mani e vedo che ridacchia leggermente.
- Ma guarda un po' chi soffre il solletico! - gli dico.
Non so perchè, non so che parte di me me lo abbia comandato, ma inizio a fargli il solletico sui fianchi. Hidan comincia a ridere e a muoversi. Scalcia e picchia i pugni sul cuscino, sempre ridendo.
Comincio a ridere pure io, e non mi fermo un attimo, con le mani gli faccio il solletico al collo, sui fianchi, e lui continua a ridere e agitarsi.
- Ba-sta! B-Bas-ta! Ti-Ti prego! - implora, ma non mi fermo, mi sto divertendo troppo.
Lui muove la testa, i capelli gli si spettinano, prova a bloccarmi ma io glielo impedisco e continuo a torturarlo. Lui stringe le lenzuola e ride; la sua risata è bellissima. È calda e vivace e la sua voce mi scalda. La ascolterei per ore.
Continuiamo a ridere come pazzi e mi fermo solo quando noto che gli cola una lacrima sul viso. Mi sento un po' in colpa per averlo fatto piangere dal ridere, ma non mi son mai divertita tanto.
Mi sdraio sopra di lui e lo sento emettere un gemito, come quando faceva le flessioni.
Mi sento arrossire, la sua voce mi fa impazzire! Ma non capisco il perchè...
- Il coprifronte...è freddo... - quasi non riesce a parlare. Noto che, sdraiandomi su di lui, ho appoggiato il mio coprifronte alla base del suo collo e il metallo freddo è entrato in contatto con la sua pelle calda. Mi raddrizzo e scendo da lui ancora sorridendo.
Lui si gira di pancia e si asciuga il viso. Chi l'avrebbe mai detto che, grande com'è, soffrisse così tanto il solletico?
Questo suo particolare è meraviglioso; i suoi occhi brillano di più visto che sono ancora bagnati dalle lacrime. Ha i capelli in disordine. Si sfrega il viso con le mani smaltate di nero, così da togliere tutti i resti delle lacrime e poi, mentre si sistema i capelli argentei, lo osservo.
Ha gli addominali ben delineati, i pettorali leggermente in tensione visto che ha ancora le braccia sotto la testa, dall'ombelico noto che parte una leggera striscia di peluria chiara che poi si scurisce man mano si avvicina ai pantaloni. È una cosa tremendamente sexy!
Mi sento bollire e, a malincuore, distolgo lo sguardo da quel panorama. Noto che non ha nessuna cicatrice. Il suo petto si solleva velocemente ora che cerca di riprendersi dal mio “attacco” e ha la bocca socchiusa per riprendere fiato più in fretta.
Si copre gli occhi con un braccio e per un attimo sta lì, fermo, aspettando che il suo respiro si regolarizzi. Io continuo a guardarlo. Ripenso a cosa è successo la notte scorsa, a quanto mi sia piaciuto sentirmi stretta in un suo abbraccio, a quanto fosse buono il suo profumo e delicate le sue labbra sulle mie. Sento che nello stomaco qualcosa si agita, non so cosa, so solo che ora ho una voglia tremenda di avvicinarmi a lui e farmi abbracciare per sempre.
Lui alza leggermente il braccio e mi guarda coi suoi occhi meravigliosi, sorridendomi. Rimaniamo a guardarci negli occhi per qualche secondo che sembra interminabile. Il silenzio creatosi dovrebbe essere fastidioso e invece no. Non abbiamo bisogno di palare , ci basta guardarci e perderci ognuno negli occhi dell'altro.
L'unico problema è che ora  ho ancor più voglia di stargli vicina, per guardarlo meglio e per sentirlo stringermi e per risentire il suo tocco dolce. Però non ho il coraggio di lasciarmi andare così tanto. Ho paura di infastidirlo. È una cosa stupida ma non voglio farlo arrabbiare e rovinare questo momento.
Per fortuna lui sembra leggermi nel pensiero e si muove, interrompendo i miei pensieri; si alza a sedere e mi si avvicina col viso, così tanto da far toccare i nostri nasi.
Continuo a guardarlo negli occhi, che bel colore che hanno, e così da vicino noto che cominciano con un contorno più scuro per poi schiarirsi man mano che si avvicinano alla pupilla. Sembra che un cielo stellato, viola, sia stato rinchiuso nei suo occhi.
Non riesco più a trattenermi e, contemporaneamente, ci avviciniamo per tornare vicini come lo siamo stati la notte sul tetto.
Sento le sue labbra sulle mie, il tocco caldo e morbido. Trattengo il respiro e sento che lui preme leggermente verso di me.
Socchiudo leggermente la bocca e sento la sua lingua che inizia a giocare dolcemente con la mia. Mi sento più calda di prima; gli prendo il viso tra le mani mentre lui, delicato, mi fa alzare una gamba per farmi sedere sulle sue.
È un bacio lento, che mi scioglie; gli carezzo le guance morbide, lui tiene le mani sui miei fianchi. Sento il suo profumo, il suo sapore. Le sue labbra e la sua lingua sono calde e sempre delicate. Gli tocco i capelli, morbidi, lisci.
Lui mi fa scorrere le mani sulla schiena leggero.
Poi sento che, piano piano, stiamo aumentando il ritmo del bacio. Lui mi stringe i fianchi e io comincio a passare le mani sulle sue spalle forti.
Sembra scottare, e così anche io. Mentre le mie dita scorrono sul suo petto, sento le sue mani infilarsi sotto la mia maglietta e solleticarmi la schiena.
Il bacio non si interrompe mai, lo sento spingere i suoi fianchi più verso di me, stringendomi forte.
La sua pelle è morbida; porta le mani al mio collo e mi slega il coprifronte, lanciandolo poi sul comodino a fianco del letto. Cade proprio vicino alla sua collana.
Prende la fine della mia maglietta e me la sfila, lasciandomi in intimo.
Ci siamo separati e io mi sento in imbarazzo. Ho una vergogna tremenda, non so che fare.
Il mio non è il corpo perfetto, non si merita così poco come quello che ho da offrire io.
Mi vergogno troppo e guardo di lato, verso il baso, così da nascondergli i miei occhi.
Lui mi prende il mento con le dita, il suo tocco è sempre gentile, e mi gira il viso così da guardarlo negli occhi.
Mi mordo il labbro per la vergogna. Non riesco a sostenere il suo sguardo. Lui cerca i miei occhi e quando lo guardo mi dice con un tono super-timido : - Hei piccola ... Io, io ti amo …
lo dice quasi in un soffio ma basta per farmi tornare il sorriso. Non mi da nemmeno il tempo di riprendere fiato che già mi sta baciando. Io lo stringo, le mie mani attorno al suo collo.
Lui scende verso le mie gambe, mi fa il solletico sulla pancia e ridiamo leggermente.
Poi fa scorrere le sue mani dall'inizio della mia schiena alla fine. Sento le sue dita stringere e d'istinto lo graffio sulla schiena.
Mi sento un'idiota ma non posso farci nulla, mi è venuto spontaneo. Non gli ho fatto male perchè continuiamo entrambi e toccarci.
A un certo punto si lascia cadere all'indietro, tirandomi con se.
Poco dopo i pantaloni e tutti gli altri nostri vestiti sono in terra a far compagnia al suo mantello e alla mia maglietta.


 Mi sveglio abbracciata a lui, le gambe intrecciate, la testa sull'incavo della sua spalla, così da avere il suo collo davanti al viso. Le coperti sono calde ma mai quanto lui. Respira piano, regolarmente, dormendo tranquillo. Il suo profumo è ovunque, delicato. Mi stringo ancora di più a lui; non voglio più lasciarlo. Sento che anche lui, mi stringe più forte. Mi da un bacio sulla testa e mi accarezza il viso. Le sue dita son morbide, scorrono sulla mia guancia, sul contorno del viso e arrivano sulle labbra. Alzo la testa a guardarlo, fa un mezzo sorriso di quelli che solo lui sa fare, lasciandomi incantata. I suoi occhi brillano, le ciglia creano delle leggere ombre che formano varie screziature di colore nelle sue iridi. Appoggia la fronte alla mia e i nostri nasi si toccano. Li fa strofinare leggermente; sorride.
 Mi da un piccolo bacio leggero, sfiora solo le mie labbra. Sento qualcosa nello stomaco, stargli vicino mi fa sentire sempre strana, ma questa è una sensazione che ho già provato molte volte. Non voglio rovinare questo momento ma devo; lo guardo e gli chiedo : - Tu non hai fame?
Lui continua a guardarmi, si fa serio e poi mi risponde: - In effetti sì!
Sorride e, prima di alzarsi, mi da un altro bacio veloce. Rimango qualche secondo nelle coperte e quando mi giro noto i nostri coprifronte vicini sul comodino e , a fianco di essi, la sua collana argentata.




Angolo Scrittrice:
eccoci  al terzo capitolo, spero vi sia piaciuto! la storia si concluderà nel prossimo e come ho anticipato "non tutte le storie d'amore hanno un lieto fine" !
spero vi sia piaciuto l'Hidan che ho descritto (come carattere intendo ;) )  dite che il rating è giusto? non vorrei che fosse troppo poco per l'arancio .
grazie per il tempo dedicato alla lettura della mia FF ! alla prossima !

un bacio
         Ombra :*

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cuore di ghiaccio ***


Take me to church
I’ll worship like a dog at the shrine of your lies
I’ll tell you my sins and you can sharpen your knife
Offer me that deathless death

Good God, let me give you my life


                                                                                           ***

Lo odio! Lo Odio! Lo odio!
Detesto il mio capo; lui, con la sua aria di essere superiore, con la sua espressione arrogante e quegli occhi che, personalmente, trovo orribili.

È seduto sul sul trono, come se fosse un re, e ci osserva attentamente; più di tutti, però, osserva lei.

Appena siamo entrati l'ha squadrata da cima a fondo e io mi son sentito ribollire di gelosia, solo che non posso farglielo notare.
Kakuzu ci ha avvisati entrambi: ' Non dovete fargli capire cosa c'è tra voi due! '
Se il capo capisse che mi sono innamorato di lei, non solo la torturerebbe facendola soffrire, ma mi farebbe assistere alla scena.
Sto combattendo dentro di me per non voltarmi a guardarla e prenderle la mano. Io sono davanti a lei e Kakuzu e fino ad ora nessuno di noi ha detto una parola. Fa freddo nella grotta e il silenzio sembra rendere ancora più fredda l'aria.
Appena il capo viene affiancato dalla sua compagna, Konan, inizia a parlare.

 -Bravi, almeno una ragazzina siete riusciti a catturarla... - detesto la sua voce, sempre calma  e quasi annoiata. Mi mordo l'interno della bocca per non controbattere: a dire il vero non ha collaborato molto all'inizio la piccola.
- Non è stato difficile, in fondo, la sua abilità non è nulla di che! - mi stupisco nel sentire la voce di Kakuzu che, stranamente, ha parlato prima di me.Vorrei voltarmi e fulminarlo con lo sguardo, come osa sminuirla in questo modo?
Però un secondo dopo capisco le sue intenzioni. Vuole sminuirla in modo che il capo non sia più interessato a lei e la lasci viva. Penso che è un genio! Decido di reggere il gioco.
- Per una volta son d'accordo con te! Non ci è voluto molto a catturarla, il problema è stato depistare i ninja ricercatori. - provo a controllare la mia voce facendola risultare il più normale possibile nonostante io sia teso come una corda di violino.
- Non mi importa, io voglio la sua abilità! Andatevene, tra poco avrò già finito! - Pain risponde scocciato e secco, scacciandoci con un gesto della mano. La sento trattenere il respiro dietro di me.
- Non sarebbe più utile averla viva? Lei la sa già utilizzare l'abilità e potrebbe diventare una spia per Konoha! - ho alzato la voce, non va bene. Ma non riesco a controllarmi: è in pericolo! 
Il capo mi guarda di traverso.
- Hai appena detto che la sua abilità è scarsa, meglio che la utilizzi io no? Dopo che l'avrò uccisa saprò subito sfruttare il suo potere.
- Nessun altro può usare il mio potere, idiota! - ha parlato lei; mi volto a guardarla, è rossa in viso, arrabbiata; tra poco dovrebbe infiammarsi. Scambio uno sguardo allarmato con Kakuzu; le avevamo detto di stare calma, ma non è molto brava in questo.
- Tu non sai con chi stai parlando ragazzina! Io sono Pain, un dio ai tuoi occhi e a quelli di tutti voi stupidi umani! Io posso usare qualsiasi potere! - è irritato a causa della reazione della mia piccola. Continuo ad osservarla, i nostri occhi si incontrano e la supplico in silenzio, con lo sguardo, di calmarsi. Lei ora stringe i pugni e guarda in basso, capisco che sta provando a trattenersi dall'arrabbiarsi ulteriormente. Le sono grato per lo sforzo che sta facendo.
- Ora andatevene! Voglio sistemare questa faccenda! - Pain è serio e ci osserva con quei suoi occhi concentrici, sentendosi e credendosi superiore. Purtroppo lui non sa nulla, e lui non è nulla per me. Lui non è superiore a niente, soprattutto non è superiore a ciò che provo per lei. Non posso permettermi di perderla solo per colpa di un folle; non posso perdere il suo sorriso a causa di un pazzo sadico. Ora sento dentro di me quel fuoco che di solita accende anche lei. La rabbia sale e non riesco a trattenerla.Senza pensarci mi muovo e parlo, lasciando fare l'istinto. Anche se prima sono stato io a intimarle di star calma ora sono io quello impulsivo.
- No! - mi sposto per coprirla alla vista del capo. Sento che lei sussurra il mio nome, come per riprendermi a causa delle mie azioni. Lo sa meglio di me che odio seguire le regole... mi ha capito da subito lei.
- Ti stai opponendo ad un mio ordine Hidan? - ora Pain mi guarda dritto negli occhi, con una rabbia fredda.
- Sì! Non la lascerò morire! - impugno la mia falce e continuo a  guardarlo, riversandogli addosso tutto il mio odio nei suoi confronti. So che quel che sto facendo è una pazzia, ma io sono immortale e lui non può farmi poi così male. L'unica cosa di cui mi preoccupo è che lui non deve, per nessun motivo al mondo, prendere lei.
- Mi stai sfidando? - chiede alzandosi in piedi e guardandomi dall'alto della sua superbia.
- Sì! Se questo serve a salvarla!
- Hidan, no! Posso difendermi da sola! - lei ribatte provando a prendermi per un braccio, ma io mi sono già lanciato verso Pain. Kakuzu la trattiene, non avrebbe alcuna speranza contro il capo nonostante tutta la sua rabbia.Per qualche secondo il combattimento procede alla pari, poi lui riesce, con la sua strana tecnica, ad avvicinarmi e poi slanciarmi contro la parete della grotta. Lo scontro contro questa provoca delle crepe nella roccia e sento la schiena scrocchiare, ma la cosa che mi fa più male sono le sue urla. Kakuzu continua a trattenerla mentre lei si dimena e urla il mio nome. Scalcia per liberarsi ma il mio compagno di squadra la trattiene: ha fatto una promessa, mi aiuterà a salvarla.
Mi rialzo per tornare all'attacco ma,  prima di ricominciare, vedo che lei si è infiammata. Ha attivato l'abilità e Kakuzu l'ha lasciata andare, ustionato su tutte le braccia. Ora sta correndo verso Pain, avvolta dalle fiamme, e insultandolo, ovviamente.
Scatto subito, per provare a bloccarla, ma lei è veloce ; non appena è davanti a Pain, lui  riesce a prenderla per il collo, con una sola mano, e a sollevarla.
Lei si dimena, scuotendo le gambe per provare a colpirlo, e graffiandogli il braccio, le fiamme bruciano la manica del mantello di lui, che rimane impassibile. Sento che dentro di me scatta qualcosa; improvvisamente mi sento inutile e impotente. Vedendola lì, bloccata nelle sue grinfie, che si dimena disperatamente, mi sento come un fiocco di neve in mezzo alla pioggia: insignificante.  La sua vita è appesa ad un filo, e così anche la mia, per quanto possibile , e io non ho la lucidità per contrattaccare. Per un secondo percepisco una tensione che mi soffoca, sono schiacciato dalla preoccupazione e dal panico. Ecco panico, è così che mi sento: sto annegando nel panico. Ho una paura pazzesca che lei possa morire, ora , davanti a me. Mi sento tremare, sto trattenendo il respiro. Poi una parte di me ha il sopravvento e ritrovo il dono della parola.
- No ti prego! Lasciala! - urlo. Le mie parole escono come una supplica, capisco che sarei disposto a tutto pur di salvarla, anche a pregarlo, sotterrando il mio orgoglio.
- Perchè dovrei? Ho a portata di mano l'abilità che tanto desideravo... _ Pain parla pensieroso.
- Lasciala ! Mollala subito! - non posso avvicinarmi, la ucciderebbe all'istante. Kakuzu è , anche lui, pietrificato e impotente.
- Sai una cosa Hidan... Non avrei mai immaginato che ti saresti potuto innamorare, quindi voglio divertirmi... Ma voglio anche constatare la tua lealtà nei confronti dell'organizzazione... - Pain la guarda,i loro occhi si incontrano. I suoi violacei e annoiati, quelli di lei di fiamma che bruciano, mentre prova a respirare; - Quindi Hidan, facciamo così: io la lascio vivere... - detto questo la molla, lei cade a terra, in ginocchio, tossendo e spegnendosi. Corro subito verso di lei, per farle da scudo col mio corpo. Pain è sopra di noi e ci guarda dall'alto.
- Ma solo per poco... Entro l'alba dovrà morire... Per mano tua!
Lui mi guarda sorridendo, con occhi pieni di crudeltà. Quei cerchi concentrici sembrano condurre in un abisso di dolore e odio.
Io mi sento morire, non riesco a respirare: - No! Mai! - la prendo in braccio e  mi allontano il più possibile da lui.
- Non lo faro mai! - ora la paura si trasforma in rabbia.
- Se vuoi può ucciderla Kakuzu, vedi te! - dice quasi divertito. Il mio compagno di squadra sta guardando nel vuoto, sembra scioccato .
- No! Io non farò- , -Pain... - Konan mi interrompe – non ti sembra di esagerare?
Lui nemmeno si volta a guardarla – No! Per niente! Questo mondo devo conoscere il vero dolore, quindi perchè non iniziare a farlo conoscere alla mia organizzazione? Come io ho sofferto, tocca anche a loro! Kakuzu, non ti sembra una situazione famigliare questa ?
Quest'ultimo alza gli occhi e son certo che, se avesse potuto, avrebbe ucciso Pain con il solo sguardo. Però subito li riabbassa e stringe i pugni.
Mi torna in mente il giorno in cui mi ha avvisato di non affezionarmi a lei, aveva detto che “anche lui ci era passato” ; subito capisco tutto.
Pain ha usato lo stesso trattamento anche con  Kakuzu.
- Sei solo un lurido bastardo! - la voce di Kakuzu è bassa ma decisa.
Pain sorride compiaciuto mentre Konan si volta, quasi come se fosse contrariata da quella situazione.
- A te la scelta Hidan, sappi che se proverai a scappare lei morirà; se all'alba sarà ancora viva, la ucciderò io; se provassi ad attaccarmi ancora, lei sarà uccisa... non hai via di scampo caro mio, ci aggiorniamo a domani! - si volta e se ne va con Konan. 
 
 
 
          Mancano poche ore all'alba, eravamo arrivati alla base che era già notte fonda. Ora siamo nel bosco vicino, in una piccola radura su un altipiano che si rivolge verso la pianura che porta al villaggio della foglia. Un fiume scorre sinuoso in lontananza, illuminato dai raggi argentei della luna. Sono seduto sul bordo dell'altura, abbracciato a lei.
Non abbiamo detto una sola parola da quando siamo usciti dalla grotta. L'ho presa per mano e portata qui, il mio posto preferito. Quando ero arrabbiato o mi sentivo solo, venivo qua ad osservare il mondo. Mi perdevo nei miei ricordi di quando ero bambino e ancora non sapevo cosa fossero il dolore e la tristezza. Però da bambino non sapevo neppure cosa fosse il vero amore, cosa potesse farti provare avere accanto la persona che ami, quella che riesce a leggerti dentro e a cambiarti la vita.
Ora sono qua, con lei, la mia piccola fiamma, che da quando l'ho vista illuminata dalla luna, non son più riuscito a togliermela dalla testa. Respira piano, piccola e fragile tra le mie braccia. L'ho coperta col mio mantello per non farle prendere freddo e il suo viso poggia sul mio petto. Le stelle brillano come quella notte sul tetto; cosa darei per poter tornare a quel momento, a quel bacio... il cielo continua a guardarci impassibile, a lui non importano i nostri problemi, il nostro dolore; il cielo continua sempre a brillare nonostante la tristezza del mondo.
Sento qualcosa di caldo scivolarmi sul petto, guardo in giù e vedo che lei sta piangendo.
In silenzio, senza muoversi, piange, guardando l'orizzonte e la luna, che continua ad avvicinarsi alla conclusione del suo viaggio nel cielo. Non l'ho mai vista piangere, e questo mi mette a disagio. Mi sento sprofondare nella tristezza pure io, vorrei scoppiare in lacrime, ma non posso; devo essere forte per lei. Fin'ora è stata lei il mio sostegno, adesso scambiamo i ruoli.
- Mi dispiace! - è l'unica cosa che riesco a dire. Non sono riuscito a proteggerla e per questo mi sento morire dentro, mi sento vuoto. Non riesco ad essere forte, o anche solo a fingerlo.
- Ma io non sono triste... - mi guarda, i suoi occhi scuri resi lucidi dalle lacrime brillano.Non capisco cosa voglia dire perciò la guardo confuso.
- Sono felice di essermi innamorata di te! Di averti incontrato e di aver capito che fantastica persona tu sia. Non avrei potuto chiedere di meglio. Anche se per poco, la mia vita è stata meravigliosa da quanto ti ho conosciuto...
- Ma io non son riuscito a proteggerti! Ho fallito... - non riesco a guardarla mentre ammetto la mia sconfitta.
- Hidan, tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata! Io non ho mai saputo cosa fosse l'amore prima di conoscerti! Non ho mai provato niente prima di incontrarti! Nessuno al mondo è mai riuscito a smuovere qualcosa dentro di me come hai fatto tu con un semplice sorriso! Io ti devo la vita Hidan , perchè da quanto ti ho incontrato ho capito cosa voglia dire essere felici!
Sta parlando con gli occhi brillanti, si asciuga il viso con le mani, sorridendomi.
Sento il naso che mi pizzica, sto per piangere ma cerco di trattenermi. Nessuno mi ha mai detto cose così belle.
- Piccola, io ti devo tutto! Sarei io quello che dovrebbe morire, perchè, nonostante io sia immortale, non mi son mai sentito vivo prima di conoscerti. Era come essere congelati, fermi nel tempo, senza mai sentire nulla dentro; poi sei comparsa tu, la fiamma che scioglie il ghiaccio, il mio cuore di ghiaccio, che ha cominciato a battere! Io...- non riesco a trattenermi e una piccola lacrima mi scende sul viso, scivolando fino al mento.Lei mi asciuga il volto accarezzandomi e continuando a guardarmi negli occhi. Riesce a sorridermi nonostante io abbia firmato la sua condanna a morte. Non riesco a guardarla, lei mi ha salvato, facendomi vivere e io la ripago così. Come al solito è lei che fa da sostegno a me, anche ora si dimostra forte.
- Hei... Va tutto bene! - mi gira il viso così che io torni a guardarla, - tu non hai nessuna colpa, ok?! Sapevamo come sarebbe finita, già dall'inizio. La colpa è solo del destino che mi ha fatto nascere con questa stupida abilità che ho sempre odiato! Da quando sono nata tutti mi hanno trattato con un occhio di riguardo, cercando di essere gentili e amichevoli solo per non rischiare di farmi arrabbiare; perchè avevano paura di me! Invece tu ...tu sei diverso! Mi hai trattata normalmente, come se non fossi una specie di torcia umana con un autocontrollo praticamente inesistente! Sei stato gentile solo perchè lo sei di natura, anche se non lo dai a vedere!
- Ho solo fatto quello che mi sentivo di fare... - mi sento arrossire un po', è proprio vero che riesce a leggermi dentro.
- E io ti amo per questo! Amo il tuo essere gentile ma vanitoso, sarcastico ma anche premuroso e sbadato, hai in te tutte le cose più belle di questo mondo! Ti amo perchè mi hai trattata normalmente, senza aver paura di me...guardando i tuoi occhi, per la prima volta ho visto uno sguardo che non contenesse paura nei miei confronti...
Sono senza parole, non mi era mai capitato che qualcuno mi parlasse così. Che qualcuno apprezzasse chi sono veramente. Nessuno mi aveva mai guardato come lei ora guarda me, con Amore, quello con la A maiuscola. Quell'Amore che ti riscalda e che ti farebbe vivere in eterno. Che riesce ad accendere il fuoco dentro di te, ma non brucia niente, al contrario ,alimenta la  passione. Sento un tremito nello stomaco, mai in vita mia qualcuno mi ha fatto provare certe cose. La guardo, ha la frangia spettinata e i capelli sono colorati dall'argento della luna. È  bellissima, così sorridente col viso bagnato dalle lacrime. Vorrei poter fermare il tempo, bloccare la mia vita qui, in questo istante, con lei davanti a me, tra le mie braccia per sempre. Ma la realtà è un'altra, ed è molto più brutta e difficile.
- Ascolta Hidan... ti ricordi cosa mi raccontasti sul tetto?
- Abbiamo parlato soprattutto di Jashin... - un piccolo sorriso mi sfugge ripensando a cosa è successo quella notte.
- Ecco, quella sera, sei riuscito a convincermi che forse avevi ragione su di lui. Ci ho pensato e sembra che Jashin avesse capito tutto sul mondo e su come funziona...
- D-Davvero? - non ci credo, nessuno aveva mai preso davvero in considerazione Jashin quando ne parlavo. Lei sembrava interessata, ma non a tal punto da credere davvero.
- Sì, davvero. E stavo pensando che, visto che dovrò morire prima dell'alba, voglio morire come suo sacrificio!
Strabuzzo gli occhi, mi sento stupito, felice ma mi sento anche morire dalla tristezza.
Mi sta chiedendo di offrirla in sacrificio al mio dio. Per quanto sarei felice di fare un sacrificio così bello, non potrei mai ucciderla, non ci riuscirei. Sono già arreso all'idea che toccherà o a Kakuzu o a Pain.
Non abbiamo vie di scampo, è vero, è condannata, quindi preferirei morisse per mano di Kakuzu che essere anche solo sfiorata dalle grinfie di quel bastardo di Pain!
Però la sua richiesta mi ha spiazzato.
- Io non... non ci riuscirei... - anche il solo pensiero di vederla morire per mano mia mi distrugge; non sopporterei se fosse vero.
- Hidan, guarda questa situazione in modo diverso. Mi hai detto che le tue prede non si rendono mai conto del privilegio che gli dai offrendoli in sacrificio a Jashin; bene, io me ne rendo conto! Sarei onorata di morire sapendo che tu stai facendo qualcosa per il tuo dio, per il quale nutri un rispetto e un'ammirazione infinite.
- Non riuscirei a vivere sapendo che sei morta per mano mia!
- Sarò morta scegliendo di  morire per mano tua!
Mi guarda e capisco che è decisa e irremovibile dalla sua scelta. Così piccola ma così forte e testarda; la amo anche per questo.
- C'è un rituale... ma non ci riesco!
- Preferiresti vedermi uccidere da quel pazzo coi capelli arancio?
- No! questo mai!
- E riusciresti ad addossare questo peso a Kakuzu? Che ci è già passato?
- No...
Continuo a guardarla negli occhi e leggo la sua convinzione. Vuole davvero essere sacrificata al mio dio.
 Per un attimo mi lascio convincere dal suo sguardo ma poi sento un nodo alla gola.
Non posso farcela, Jashin, per quanto lo adori, non si merita nulla di così bello!
- Devi capire che io sono egoista, il più egoista di tutti e non voglio lasciarti andare! Voglio tenerti con me per sempre, perchè voglio essere felice per sempre!
- Hidan, guarda in faccia alla realtà. Per quanto orribile bisogna affrontarla, non possiamo scappare. E io non voglio essere uccisa dal tuo capo, mi farebbe male solo per divertimento e per fare soffrire te!
Quanta verità c'è nelle sue parole... Pain è molto più forte di me e Kakuzu e riuscirebbe a bloccarci entrambi senza troppe storie ma almeno noi siamo immortali, lei no.
Manca poco all'alba, massimo un'ora.
- Sei sicura?
- Sì! Sarò onorata di essere uno dei tuoi sacrifici...
La faccio alzare e mi avvio verso il centro della radura. Si ferma davanti a me; io tolgo il mantello e lo getto a terra. Appena incrocio i suoi occhi mi sento il cuore andare in frantumi.
- Non ci riesco! Io non posso farlo!
- Hidan... ti prego! - parla a bassa voce – non sai quanto sia difficile anche per me! Ma ho paura di morire per mano di qualcun altro che non sia te! Mi fido solo che di te!
- Non sono abbastanza forte... io non... -  mi sento tremare, non per il freddo, ma per la tensione e per la paura.
- Jashin si ricorderà del tuo dolore, e ti ricompenserà... - ha appena citato uno dei principi Jashinisti.
- Non mi perdonerò mai! - mi arrendo all'idea di assecondarla. In effetti ha ragione, non voglio che muoia per mano di Pain! Preferisco vivere per sempre con questo peso che dargli questa soddisfazione!Lei allunga una mano verso di me, io con la punta della falce le pizzico il palmo.
Dal piccolo taglio esce una goccia di sangue rosso fuoco; la avvicino a me e appoggio la sua mano sulla mia bocca, leccando il sangue. Appena sento il sapore metallico, vengo attraversato da un tremolio generale. Dalle punte dei piedi alla testa son percorso da un brivido. Le mie mani diventano nere, come il resto della mia pelle. I disegni bianchi brillano con la luce della luna. Lei mi osserva, sembra incantata.
- Anche così sei bellissimo... - mi sorride. Appoggiandomi la mano sulla guancia.Per un momento mi godo quella sensazione di calore che mi trasmette il suo tocco.
Devo controllare il respiro per non mettermi a piangere.
Mi ero quasi dimenticato come si piangesse prima di incontrala, poi lei è riuscita a farmi piangere sia di felicità che di dolore. È meraviglioso come certe persone riescano a cambiarti e farti scoprire nuove sensazioni.
Prendo un ultimo respiro e poi inizio a disegnare il simbolo della mia collana per terra; l'erba attorno appassisce subito.
Lei mi osserva in silenzio. Io continuo a tremare leggermente mentre procedo col rituale.
Finito di tracciare il triangolo mi fermo di fronte a lei. Lei mi osserva, non sembra spaventata, ma nei suoi occhi vedo che si è arresa all'idea della morte.
- No! deve esserci un altro modo! io...- non riesco, non sento la forza nelle braccia , mi tremano le ginocchia.
- Hidan! Guarda le stelle... - seguo il suo sguardo verso il cielo. Gli astri brillano come sempre; sono così lontani e io mi sento così piccolo.Lei con una mano prende il mio ciondolo e inizia rigirarlo tra le dita.
- Quando ti mancherò guarda il cielo. Pensa che sarò da qualche parte, ad aspettarti, osservando lo stesso cielo. E che anche tu mi mancherai, ma continuerò ad aspettarti per sempre. E se Jashin vorrà un giorno ci rincontreremo. - la sua voce è piena di speranza e fiducia; crede davvero in ciò che le ho detto su Jashin, e pure io.Non riesco a trattenere le lacrime, mi scorrono sul viso una dietro l'altra.
Torno a guardarla, senza vergognarmi di mostrare la mia debolezza; lei mi sorride gentile e mi prende il viso tra le mani. Ci guardiamo negli occhi per un po' , in silenzio, con le stelle che si riflettono nei suoi.
Dopo un po' lei parla, a voce bassa, continuando a guardarmi; anche lei ha il volto rigato di lacrime.
- Puoi farcela, mi fido di te... -  si allontana di qualche passo, capisco che devo procedere col rituale.
- Mi dispiace! - prendo la mia falce e la guardo, - questo sacrificio non potrà mai essere eguagliato …!
Preparo l'arma di fronte a me; le ginocchia tremano, così anche le mani.
Sento il cuore martellarmi nel petto e devo ripetermi che lo faccio perchè me lo ha chiesto. Perchè ha paura di Pain e perchè io lo odio.
Però mi ricordo anche che è colpa mia se è finita in questa situazione, è colpa mia se l'abbiamo catturata, è colpa mia se lei sta per morire.
Continuo a piangere in silenzio; la guardo supplicandola di perdonarmi.
Lei annuisce sicura, sorridendo leggermente. È convinta di ciò che sta facendo.
Le faccio segno di no con la testa, che non ci riesco; difatti non riesco neppure a parlare. Ho un nodo alla gola e non sento più l'aria nei polmoni.
Lei si avvicina, prende la mia falce e mi guarda triste; sicura e impassibile, spinge le lame della falce così da trafiggere in tre punti diversi il mio torace.
Stringe gli occhi, gemendo dal dolore; la sua maglietta rossa diventa ancora più scura in corrispondenza dei tagli.
Io sono sotto choc! Non capisco più nulla, mi sento perso, disorientato.
Nelle vene sento il classico piacere che provo durante i rituali, ma ora mi sento anche distrutto.
Estraggo le lame e getto la falce lontana, prendendo lei tra le mie braccia.
Si accascia in ginocchio, la tengo e piango. È ancora viva, respira a scatti e perde molto sangue.
- No! No! No! Ti prego non lasciarmi! - urlo disperato. La sento sempre più pesante tra le mie braccia, che continuano a tremare come il resto del mio corpo. Lei riesce a tirarsi su un poco, tanto da guardarmi negli occhi. Il volto è pulito, i capelli solo leggermente disordinati ma c'è una cosa che mi stupisce: sorride.
Sta sorridendo mentre mi guarda, i suoi occhi sono felici, nonostante stia soffrendo.
Non riesco a trattenermi e le do un bacio, faccio piano, non voglio farle male. Ma sento il bisogno di quel contatto, non voglio perderla. Lei risponde, debole, al tocco delle mie labbra. Quando mi allontano continua a guardarmi, stiamo piangendo entrambi, in silenzio, poi, con un filo di voce mi dice – Hidan...il cielo, ricorda...
Io non riesco a risponderle, la mia voce è sparita, bloccata a metà tra il cuore e le labbra.
Sorride un po' di più di prima e ,accarezzandomi una guancia con la mano debole e sporca di sangue, mi dice – Grazie …
I suoi occhi si chiudono nascondendomi il suo sguardo e la sento accasciarsi tra le mie braccia, più pesante di prima.
Capisco che è morta quando torno del mio colore naturale e in quell'istante la realtà mi investe. Come se stessi correndo a tutta velocità e mi schiantassi contro un muro. Una valanga di emozioni mi invade e mi soffoca. L'emozione che vince le altre è la disperazione.
Urlo il suo nome, disperato e a pezzi, mi sento vuoto. Piango e la stringo a me. Il suo sangue mi sporca il petto, il viso, le mani ne son piene. Urlo e piango sentendo che dentro di me qualcosa si è rotto. Il mio cuore di ghiaccio, che si era sciolto conoscendola, ora si è frantumato in mille pezzi. Tremo tutto per il dolore che provo dentro.
Mentre mi dispero il cielo è lì e mi osserva , silenzioso, impassibile e brillante. Il sole fa la sua comparsa all'orizzonte.
È l'alba e la mia piccola è morta tra le mie braccia.
 
 
 
 
Non so quanto tempo sia passato; so solo che ho finito le lacrime. Gli occhi mi bruciano ma non riesco a smettere di stringerla a me. Sussurro il suo nome in continuazione, dondolandola in un abbraccio silenzioso. Il viso nei suoi capelli, che profumano di lei, ma anche di sangue, il suo sangue, provocato dalle mie azioni.
Ho smesso di tremare ma non riesco a formulare nessun pensiero che non sia lei. Non percepisco nient'altro al di fuori di lei tra le mie braccia, che non risponde alla mia presa.
Mi ci vuole un po' prima di capire che qualcuno è dietro di me, mi ha appoggiato una mano sulla spalla. Smetto di dondolarmi avanti e indietro e giro leggermente la testa, quanto basta per vedere una mano e capire che è di Kakuzu.
- Ha deciso di morire per mano di chi amava... è una cosa onorevole Hidan; è stata coraggiosa fino alla fine...Mi dispiace, era simpatica anche a me... - la voce di Kakuzu è triste e sincera.
- La mia piccola...perchè? Perchè proprio a me? Come faccio a vivere ora? - la mia voce esce piano, in un sussurro, sgretolata dal dolore che sento ancora dentro.
- Il destino ha voluto che noi non fossimo felici; lei avrebbe voluto che tu continuassi ad essere forte, quindi riuscirai ad andare avanti Hidan.
- Lei mi ha detto di guardare il cielo...quando mi sarebbe mancata... quindi guarderò il cielo per l'eternità...
Kakuzu si avvicina e , delicatamente, mi sfila il suo corpo esile dalle braccia. Vorrei oppormi ma non ho la forza. Piangere mi ha svuotato, non mi sento più niente, non sento il cuore che batte, le vene che pulsano al testa che fa male. No, sento solo il vuoto dentro di me, sento il buio, la solitudine e so che non ci sarà nessun'altra fiamma che verrà ad illuminare le tenebre dentro di me.
 
Passa un po' di tempo ;sono stato immobile ad osservare il cielo che si colorava con l'arancio debole dell'alba. Ora il respiro si è regolarizzato, il sangue addosso è secco e sento il suo odore metallico. Kakuzu si siede a fianco a me e mi passa un piccolo oggetto.
Un coprifronte della foglia, il suo. Lo prendo con la mano tremante e, stupendomi, piango. Scopro di avere ancora lacrime, di non averle già finite. Continuo a piangere osservando il simbolo nero inciso sul metallo. Vedo il mio riflesso storpiato e mi torna in mente lei, il suo sorriso, i suoi occhi neri, la sua risata. Il suo modo di fare, i ciuffi rossi, il fuoco che aveva dentro.
Piango per non so quanto tempo, e Kakuzu rimane accanto a me, in silenzio. Anche se non parliamo la sua compagnia mi aiuta un po'.
Anche lui ha sofferto così , ma in quel momento era solo. Sono grato della sua premura.
Dopo ore di disperazione, riesco finalmente ad alzarmi. Non sento più le gambe, ho i muscoli intorpiditi. Quando mi volto devo che, sotto un albero al limitare del bosco, c'è un cumulo di terra. Ci sono alcuni fiori sopra, fiori rossi come il fuoco; come lei.
Mi avvicino e vedo che, tra i fiori color sangue ce ne uno bianco, che fa contrasto. Non è bianco per via della specie, ma bensì perchè è di carta.
Sento gli occhi riempirsi ancora di lacrime e, con volto rigato, prima di andarmene con Kakuzu le dico – Mi raccomando piccola, aspettami!
 
 
 
 
                                                                 ***
 
Questa è la storia che ha reso Hidan quello che è, il sarcastico vanitoso che nasconde il suo dolore dietro una maschera di esuberanza.
Kakuzu, che osservava il compagno di squadra da dietro la soglia della porta, sapeva che lui stava ripensando a quella ragazza. Quella che era riuscita a cambiarlo, a far vedere chi fosse il vero Hidan. Quella che per un certo periodo era riuscita a sciogliere quel cuore di ghiacchio che aveva il suo amico. Mentre questo aspettava che il suo smalto nero asciugasse, aveva alzato la testa al cielo, anche se era in una stanza chiusa, e aveva pianto in silenzio.
Non sapeva di essere osservato dal compagno che aveva , anche lui, provato lo stesso dolore.
Kakuzu sapeva che Hidan aveva cucito il corpifronte di lei all'interno del suo, così da averlo sempre con sé. E sapeva anche che ogni volta che si metteva lo smalto, si ricordava di quando lei glielo aveva insegnato; perchè Kakuzu quella sera faceva solo finta di dormire, li aveva visti mentre si passavano il colore sulle unghie sorridendosi.
Kakuzu non aveva più visto Hidan sorridere come in quei giorni. Continuava a credere nel suo strano dio, sperando e pregando di poter ritrovare “la sua piccola” come la chiamava Hidan. Continuava a mettersi lo smalto nero, per ricordarsela , e continuava a camminare sempre osservando le nuvole o le stelle. Decise di lasciarlo ancora un po' da solo, nei ricordi.
E così, mentre si spostava dalla porta per lasciare al compagno il tempo di ricomporsi, si trovò anche lui a pensare a colei che gli aveva rubato il cuore; l'unico che battesse veramente, e così una lacrima scivolò dai suoi occhi smeraldo.
                                                                   
 
 angolo scrittrice: finalmente, con circa un mese di distanza, pubblico l'ultimo capitolo! La scuola mi ammazza e ruba tutto il mio tempo!
                            Tornando alla FF , spero vi sia piaciuta! OK non odiatemi per il finale orrendo, ma io vi avevo avvisato che "non tutte le storie d'amore                               hanno un lieto fine". La frase all'inizio , tratta dalla canzone "take me to church - Hozier", mi ha ispirato un pochino.
                            Ho deciso di far finire così la storia in modo che si potesse attaccare alla storia vera del manga. Accetto, critiche, insulti e                                                compagnia bella!
                                                                                                                                           grazie per il tempo dedicato alla lettura della mia storia! ;)

                                                                                                                                                                                                 un bacio Ombra :*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3384249