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di _ValentinaYoongi_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Spazietto Autrice:
Questa volta sono tornata per raccontare le vicende che accomunano queste sette meraviglie.
Racconterò dei loro incontri e della loro amicizia. Spero vi piaccia e che commentiate in tanti.... Buona lettura...
Annyeong <3
 
Capitolo 1
 
Il ricordo del bambino cicciotto e con gli occhiali che veniva picchiato ogni giorno dai bulli della scuola per rubargli il pranzo è scomparso.
Quando era alle medie veniva sempre deriso dai più grandi perchè la sua fame per il cibo era insaziabile. Era anche un secchione. Aveva tutti i voti alti, in tutte le materie.
I suoi genitori non gli permettevano molti svaghi, apparte quel Gameboy dove c'era solo un gioco, il suo preferito, Super Mario. Non ci giocava spesso perchè doveva studiare. 
Essere alle medie, in una scuola maschile, dove la competizione fra gli studenti era molto affiatata, significava sacrifici. Lui era il migliore. 
"Ehy Seokjin, cosa hai di buono oggi?" gli disse un ragazzo della sua classe molto più alto di lui. Già, lui non era molto alto e quindi si sentiva intimorito. 
Senza fiatare gli diede tutto il suo pranzo. Aveva paura, e non poca. Infatti, alla mensa lui era sempre seduto in un angolo a mangiare una mela. Nessuno osava affiancarlo o se la sarebbero vista con il bullo di turno. 
Mangiando quella mela però, nell'ultimo periodo aveva un pensiero fisso. 
Voleva diventare più forte per fargliela pagare a quei piccoli puntini chiamati esseri umani dal valore inutile. I bulli.
Durante le vacanze estive del suo ultimo anno di medie, grazie ai soldi (che non mancavano mai) dei suoi genitori si fece un intervento al laser agli occhi, eliminando per sempre quei fondi di bottiglia chiamati 'occhiali'. Successivamente si iscrisse in palestra e ad arti marziali. Doveva pur difendersi no? Imparò arti marziali miste. Prima di iniziare il primo anno di superiori però, ebbe una febbre improvvisa. La famosa febbre della crescita. Diventò più alto. 
Quando fece ritorno a scuola quel ragazzo non era più lo stesso. Il suo fisico asciutto e curato, i suoi indumenti e quel bel faccino fiero con quegli occhi da cerbiatto dissero addio al vecchio e caro bambino paffuto di pochi mesi addietro.
Per strada le ragazze si chiedevano chi fosse quel bel ragazzo dai capelli castani e le labbra carnose, lasciando dietro di se scie di ammiratrici e i ragazzi che prima lo deridevano ora lo rispettavano facendolo diventare uno di loro. Un bullo.
Era spesso in punizione e un giorno, al limite di quel dicembre che stava aprendo le porte ad un inverno buio e freddo, lui stava rincasando tardi per via delle marachelle commesse con i suoi amici. Se così si potevano etichettare.
"Omma, Appa, sono a casa!!!" disse apatico mentre si toglieva le scarpe in quella piccola rientranza si pavimento all'ingresso. Ma nessuno rispose.
"Omma.......Appa......" ancora nulla. 
'Saranno usciti' pensò.
"Hyung?! Sei a casa?" continuò varcando la soglia della cucina andando verso il frigorifero per prendersi un bicchiere d'acqua. Vide del sangue striato su di esso. I suoi occhi grandi diventarono ancora più grandi. Iniziò a chiamare di nuovo i suoi genitori, fin quando un lamento quasi sordo non arrivò dal salotto. Andò di soppiatto in quella stanza dove trovò i suoi famigliari sgozzati e suo fratello maggiore agonizzante sul pavimento.
Iniziò a piangere non sapendo cosa fare. Si mise in ginocchio verso il suo hyung farfugliando parole di conforto.
"Shht... ora non è il momento...di piangere...va nella cassaforte, pren-di quello che c'è dentro e....va via lontano da qui" la confusione era palese sul suo volto. Correre? E dove sarebbe dovuto andare?
"Ma Hyung...tu..." 
"Ricordi la combinazione vero? Troverai una lettera, ora va" disse il maggiore abbandonandosi lasciando così il ragazzo da solo. Pianse, pianse molto ma in quel momento doveva essere forte, ma lui era solo forte all'esterno. Diede un ultimo sguardo a quella che era la sua famiglia e preso dal panico andò dove gli era stato indicato. La cassaforte si trovava sotto ad un mattone della cucina. La combinazione era la sua data di nascita. Se lo ricordava perchè un giorno, giocando con il fratello maggiore a guardia e ladri scoprirono quella piccola cassa di ferro sotto il pavimento. Provarono centinaia di combinazioni fino a quando non scrisse la sua data di nascita e tac. Il gioco è fatto.
Dentro di essa c'era del denaro. 50.000.000 won (circa 3.500€) in tutto. Una lettera, documenti falsi tutti con una sua foto, 2 foto di famiglia e...una pistola.
Una pistola? Cosa dovrebbe farci lui con una pistola? 
Prese un sacchetto nero di plastica ci infilò tutto dentro e andò in camera sua. Prese una torcia, il caricabatterie del telefono e pò di vestiti infilandoli nello zaino alla rinfusa con quella busta, s'infilò le prime scarpe che addocchiò, il giacchetto e uscì di lì iniziando a correre. Sentì uno scoppio provenire dalla sua casa. Si voltò e la vide andare in fiamme. Voleva correre verso di essa ma ormai non c'era niente che poteva salvare. I suoi genitori, suo fratello... ormai erano morti. Ritornò con la mente sui suoi passi correndo verso il nord della città.  
Lì c'era un posto abbandonato accanto ad un distributore di benzina. Un parco. Dopo averlo mezzo incendiato e abbandonato strane storie lo circondavano. Ma lui non doveva aver paura. Arrivò lì. Aveva il fiatone per la corsa appena arrestata. Quel posto era terrificante e la mancanza di luce lo rendeva ancora più macabro. Iniziò a pensare che forse quelle storie erano vere. E lui non credeva alle storielle sui fantasmi. 
Prese la torcia dal suo zaino ed esplorò il luogo fino ad arrivare avanti ad un blocco di cemento pieno di erbacce. Gli alberi attorno gli facevano quasi da scudo e i rami ricadevano su di esso. Intravide una porta, anch'essa piena di erbacce. E fu lì che elaborò che quello non era un semplice blocco di cemento, ma bensì era una casa. Ricordò che un suo 'amico' gli raccontò di una casa in quel parco. Era del custode, che appena il parco andò a fuoco lui fuggì lasciando tutto al suo destino. Esitò prima di entrarci ma aveva bisogno di un posto dove dormire e il freddo emminente della sera si stava abbattendo contro la sua pelle provocandogli un tremolio costante. Esplorò il luogo che assomigliava quasi ad una baita. Tutto era in legno, c'era anche un camino. 
"Almeno so che non morirò di freddo" ammise mentre ad ogni passo il pavimento scricchiolante gli faceva salire sempre più la pelle d'oca.
Cercò qualcosa per accendere il fuoco e si ricordò che in tasca lui portava sempre un accendino. E lui non fumava. Anzi, odiava profodamente il fumo.
Si sedette accanto all'enorme camino ed estrasse fuori il contenuto. Contò i soldi, lesse i documenti falsi e ne scelse uno per poi passare a leggere la lettera.
Gliela scrisse la madre.
Diceva che se in quel momento la stava leggendo, significava che loro erano morti e che presto gli avrebbero dato la caccia anche a  lui. Vi state chiedendo chi? E perchè? La risposta è semplice. La MAFIA! Il padre era un mafioso ed era venuto a saperlo solo attraverso una lettera. Il padre era un socio in affari di un tizio parecchio conosciuto e non aveva eseguito perfettamente un ordine. Di tutta la famiglia aveva voluto salvare quel ragazzo. Si distese sul pavimento impolverato non preoccupandosi dei suoi vestiti cominciando a piangere. Pianse per il suo lutto, per le bugie e per non saper cosa fare.
Aveva perso tutto.
Con il passare degli anni, esattamente 6, quel ragazzo imparò a cavarsela da solo. A procurarsi il cibo dal piccolo torrente che fiancheggiava la casa che lui chiamava "rifugio". Conobbe anche il benzinaio e sua figlia Ra Jin che molte volte gli preparava del ramen e a volte gli faceva le pulizie in casa. Erano diventati amici. Ma non sapeva come ripagarla. I soldi iniziarono a mancare, anzi, non ne aveva per niente. 
Così un giorno di primavera preso da un pensiero quasi suicida, optò per una rapina al pub che si trovava nei dintorni. Precisamente affianco al distributore.
Quella sera c'era una serata rap. Una sorta di sfida. Glielo disse la sua noona (Ra Jin).
Si vestì di nero, prese la pistola e se la infilò nell'incavo fra i pantaloni e la sua pelle. Il metallo freddo a contatto con essa gli fece salire i brividi. Non aveva mai usato un arma in vita sua, ma ricordando i film visti con il suo hyung tempo addietro ricordava come impugnarla. Almeno era un inizio.
Arrivato avanti al locale indossò una maschera per lo smog, si alzò il cappuccio ed entrò. 
La musica risuonava forte e rumorosa. Era molto tempo che lui non la ascoltava e tutto questo gli faceva un certo effetto. Da quello che aveva capito erano arrivati all'ultimo round di freestyle e si stavano fronteggiando due ragazzi. Uno alto dai capelli biondo platino e l'altro più dai capelli rosa. Non aveva mai visto un ragazzo con un colore di capelli così femminile. Ma erano bravi, doveva ammetterlo.
Finito il freestyle i due uscirono di scena e l'adrenalina iniziò a salire. Si avvicinò al bancone estraendo la pistola con la mano tremante sparò un colpo in aria.
"Che nessuno si muova..." poi la puntò verso la cassiera indicando di dargli tutto l'incasso della serata. Quella era impaurita e lui anche. Non aveva intenzione di ferirla o cose simili. Voleva solo avere quel denaro e così fu.
Appena ebbe la refurtiva fra le mani corse verso l'uscita di sicurezza più vicina. Appena aprì la porta si trovò davanti a lui il ragazzo dai capelli rosa che stava fumando. Aveva un aria apatica e la sua pelle era bianca come il chiaro di luna. Era affascinante. Ma non potè guardarlo a lungo perchè i proprietari del locale erano dietro di lui. Il suo istinto lo fece correre verso sinista, dove c'era il vecchio parco abbandonato. Ormai conosceva bene quelle zone. Trovò subito la sua casa. 
Appena entrò, cacciò un urlo liberatorio togliendosi la mascherina. 
Ora credeva di essere il Re del mondo. Nessuno poteva sapere dove lui si nascondeva, nessuno lo conosceva. 
In quel preciso istante si spogliò dalle sue vesti di adolescente. 
Chi era quel ragazzo? 
Sono Kim Seokjin.
 
Quella stessa sera mentre stavo contando il denaro avanti al camino, udii dei rumori strani attorno al rifugio. 'Forse sono degli scoiattoli fra gli alberi' pensai facendo spallucce. Ma quei rumori si fecero più fitti e degli scricchiolii di rami che venivano frantumati attirarono la mia attenzione. Presi la pistola e uscii di casa puntando l'arma nel vuoto verso i rumori.
"Chi c'è?" dissi quasi urlando. 
Due figure maschili uscirono allo scoperto facendosi in avanti con le mani alzate.
"Cercavamo rifugio e abbiamo visto del fumo" disse uno di loro.
"Aspetta un attimo...io ti conosco..." dissi rivolgendomi ad uno dei due.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Angolo autrice: Spero che anche questo capitolo sia interessante...Spero che vi piaccia e che lasciate commenti piacevoli . Fanno bene alla mia autostima come scrittrice... Ora vi lascio leggere. Buona lettura a tutti alla prossima :D
 
CAPITOLO 2
 
Due frarelli.
Stessa madre, padre diverso.
Uno di cognome faceva Min e l'altro Jeon.
Figli di una prostituta di alta classe. I suoi clienti erano dei politici. 
Lei oltre al suo lavoro quotidiano era anche un alcolizzata. 
Min che di nome faceva Yoongi aveva 10 anni quando insieme al fratello Jeon che di nome faceva Jungkook che di anni ne aveva solo 6, vennero lasciati per strada dalla donna. Proprio come due orfanelli vagavano per le strade dell'affollata Soeul chiedendo cibo e denaro fino a quando un anziana signora, proprietaria di un orfanotrofio li accolse in una casa famiglia. Ancora non sapevano che in quella casa cose impensabili stavano per accadere.
Yoongi aveva la pelle più pallida e i suoi occhi erano più piccoli e la pelle più scura rispetto al suo fratellino.
Quell'anziana signora era molto amorevole nei loro confronti. Li aveva spogliati della sporcizia della strada. C'erano anche altri bambini con loro. Ma il maggiore vide che alcuni avevano paura di parlare o addirittura sedergli vicino. All'inizio non seppe che cosa succedeva fino a quando non compì 13 anni. L'anziana signora nel corso del tempo fece seguire corsi di arti marziali per il minore e di pianoforte per il maggiore. Erano dotati. Yoongi vedeva qualcosa di strano nel suo insegnante di musica. Gli ronzava molto spesso intorno e poggiava le sue grandi mani su quelle del ragazzo ansimando mentre suonava. Tutto ciò gli sembrava assurdo. Iniziò ad accarezzare le sue cosce giovani e magre fino ad arrivare all'incavo dei suoi pantaloni. Ebbe paura in quell'istante e si ritrasse immediatamente balzando in piedi dalla poltroncina del pianoforte, ma una forza maggiore lo fece risedere.
"Se ti azzardi anche solo a fiatare piccola peste, andrò dal tuo fratellino, chiaro?" disse l'uomo con fare intimidatorio. Per il bene di Jungkook, Yoongi obbedì stando in silenzio mentre il suo insegnante iniziò a violare il suo corpo che fino a poco fa era immacolato. Abusò di lui quella sera, sessualmente, psicologicamente e fisicamente spegnendoli cicche di sigarette sul suo torace. Appena l'uomo finì, il ragazzo barcollante e dolorante tornò in camera sua. Non seppe nemmeno lui come ci arrivò dal fratellino.
"Hyung...sei tornato?!" disse il minore abbracciandolo, ma lui lo scansò malamente andando in bagno. Jungkook o meglio detto 'Kookie' (come lo chiamava il più grande) non capiva cosa stava succedendo. Tutto per lui era un gioco in quella casa.
 
Yoongi iniziò a piangere. Quell'odore malsano di sigarette e alcol che emanava il suo insegnante non facevano altro che far ritornare alla mente i rientri a casa della madre. La nausea invase il suo corpo fino a vomitare sangue. Si rimise in piedi cercando di sorreggersi sulle sue stesse gambe ed entrò nella doccia. Aprì l'acqua e si buttò sotto quel getto d'acqua gelida sperando che i dolori potessero svanire. Ma così non fu. Addocchiò dei sali da bagno. Avevano una forma a palla, carina a parer suo. Profumavano d'arancia. 
'Chissà, se ne mangerò una potrò eliminare lo sporco che ho dentro?' e senza pensarci due volte ne ingerì due per poi ritornare a piangere. Prese altre palline profumate e se le strofinò addosso freneticamente. Voleva davvero eliminare quei momenti passati con il suo insegnante. 
 
Passarono altri anni. 
Durante i quali Yoongi continuò a subire le angherie malsane del suo insegnante. Lo faceva solo per proteggere il suo amato fratello. Iniziò ad uscire di notte di nascosto, dalla finestra lasciando il minore a dormire. Era diventato una persona apatica e piena di rabbia. I suoi sentimenti li aveva rinchiusi nel suo piccolo cuore. 
Le notti per strada erano a dir poco oscure. E Yoongi un giorno, camminando, si trovò dinanzi a dei ragazzi che cantavano. Ma era uno strano canto. Era come se parlassero tenendo un ritmo costante. Ne rimase affascinato e chiese ad un passante che cos'era.
"Questo stile si chiama rap". 
Rap.
 Tentò di cimentarsi in quel canto e notò con stupore che era molto bravo. Uno dei ragazzi lo invitò a partecipare ad una gara di spit e freestyle in un pub a nord della città. A Yoongi piacque molto l'idea e partecipò vincendo. Il suo premio erano soldi. Ogni sera andava in quel posto per vincere, così avrebbe potuto comprare cose buone per il suo fratellino. Infatti quando rientrava il suo daesang che ancora dormiva, veniva svegliato per quei regali tanto apprezzati. A volte era della cioccolata, quella buona o degli spiedini di agnello.
"Hyung...quando lavoreremo più duramente e avremo soldi apriremo insieme un ristorante per vendere spiedini di agnello...sono così buoni" disse mentre masticava un pezzo di carne il mionore. L'unica cosa che poteva far ritornare il sorriso a Yoongi era suo fratello. Lui era il custode della chiave che custodiva segretamente i suoi sentimenti.
"Hyung...siccome sei tanto bello devo dirti che ultimamente sei freddo come il ghiacchio, ma non con me, sei diventato più magro e sei bianco come lo zucchero. Ti chiamerò Min Suga d'ora in poi" confessò poi ridendo.
Yoongi rimase un pò perplesso ma alla fine sorrise anche lui e gli scompigliò i capelli. 
'Min Suga....' pensò il più grande ammettendo a se stesso che gli piaceva molto quel nomignolo.
Min Suga era diverso da Yoongi. Era freddo e calcolatore rispetto al dolce e tenero Yoongi. Decise quindi, con i soldi vinti di cambiare. Voleva rispecchiare l'immagine data dal minore. Iniziò a tingersi i capelli di rosso, o almeno era quello che voleva che fosse, perchè sbagliò la miscela della tinta e i suoi capelli diventarono rosa confetto. 
'Sembro una fottuta donnina' si maledì mentalmente. 
 
Una sera, dopo aver ricevuto la telefonata dal suo insegnante di pianoforte, Suga era determinato a fargliela pagare. Ne aveva abbastanza di quei momenti oscuri con quel signore. Però questa volta non aveva intenzione di ritornare. Prese in fretta uno zainetto e ci infilò un paio di jeans, una felpa e una maglia con delle sigarette e un accendino. 
Stava per varcare la soglia della finestra ma la voce di Jungkook lo bloccò.
"Hyung...dove vai?"
"Kookie...? Che ci fai ancora inpiedi?"
"Hyung portami con te!" 
"Non posso" disse saltando giù. Ma non sapeva che Kookie da un pò di tempo ogni notte lo inseguiva. Andava in un pub a cantare quelle assurde canzoni e doveva ammettere che era davvero orgoglioso di lui. Così si vestì e andò in quel posto pieno di persone che ascoltava quella musica.
 
Yoongi era arrivato a quella stanza di motel dove ogni sera era obbligato a consumare quella lussuria che proveniva da parte dell'uomo.
"Sei venuto, accomodati" disse il grande spogliandolo del giacchetto e delle scarpe. Suga aveva i suoi soliti jeans strappati e una t-shirt bianca.
Prese una sigaretta e se l'accese provocando l'uomo che iniziò a toccarsi da solo. Il più giovane giocherellava con l'accendino in attesa che il grande uscisse dal bagno. Quando quello uscì il ragazzo dai capelli rosa prese la lampada che si trovava sul comodino e gliela scaraventò sulla testa facendolo cadere di colpo. 'Vendetta' urlava la sua testa.
Ricordò della tanica di benzina lasciata qualche sera prima nell'armadio. La prese e sparse quel liquido ambrato altamente infiammabile su tutto il pavimento, compreso il corpo dell'uomo. Quando quello si svegliò l'unica cosa che vide era quel ragazzino dal volto angelico ma dal sorriso diabolico che appiccò il fuoco. La soddisfazione di Yoongi non poteva essere descritta a parole.
"Brucia Bastardo" urlò con fare liberatorio.
Lo lasciò lì a marcire fra le fiamme mentre si dirigeva al pub dove avrebbe dovuto imbattersi con un certo 'Rap Monster' chi era? Non lo sapeva ancora, ma dicevano che era bravo.
 
"Tu devi essere Yoongi?" disse quel ragazzo dai capelli biondo platino.
"Si, esatto e tu sei....?" 
"Io? Il tuo sfidante...Rap Monster!" rispose allargando le sue labbra in un sorriso mostrando due fossette perfette.
La musica cominciò e loro si sfidarono come niente fosse. Verso la fine Yoongi ebbe difficoltà per via della sua bravura. Era davvero un osso duro, ma lui ebbe la meglio. Vinse il denaro e si diresse alla prima uscita di sicurezza per fumarsi una sigaretta. 
Uno sparo. Il suo volto apatico non fece una piega quando vide pochi minuti dopo un ragazzo uscire con l'incasso e una pistola. Non lo vide bene in volto per via della mascherina ma i suoi occhi erano talmente grandi da non poterli dimenticare. Andò verso sinistra.
Dietro di lui usirono i proprietari del locale chiedendo la direzione del ragazzo. Indicò a destra. 
Poi subito dopo usì Junkook con Rap Monster e un altro ragazzo alto dal sorriso quadrato. 
"Tu...che ci fai qui?" disse rabbioso al fratello.
"Ehi rilassati 'fratellone' era venuto per vederti" rispose quel ragazzo. Era al quanto strano.
"E tu chi saresti?" 
"Sono V" disse facendo il simbolo della vittoria. Ma che razza di personaggio è? 
"Hyung io..." Jungkook non finì di parlare perchè le sirene della polizia locale si stavano avvicinando. Suga prese di peso il fratello e prese la stessa via del ladruncolo. Andò a sinistra entrando nella zona del parco bruciato. Notò che anche V e Rap Monster erano fuggiti. 
"Hyung....dove stiamo andando?" chiese Kookie impaurito.
"Non lo so" rispose vago.
Ma poi dopo circa una decina di minuti videro del fumo e pensarono che ci fosse qualcuno che avrebbe potuto ospitarli almeno per la notte. Ma i rumori delle foglie a contatto delle loro suole squarciavano il silenzio. 
Uscì una persona da quella che potesse sembrare una casa. Subito si nascosero fra i cespigli per la paura.
"Chi c'è?" urlò questa voce. Sentirono un rumore metallico e Yoongi capì che quella voce stava ricaricando la pistola. 
"Segui quello che faccio" disse sottovoce il maggiore uscendo con le mani alzate in segno di resa. Fu sorpreso nel vedere che la voce era il ragazzo che aveva rapinato il pub.
"Cercavamo rifugio e abbiamo visto del fumo" Kookie era così innocente da non sapere cosa stava succendo.
"Aspetta un attimo...io ti conosco..." disse il ragazzo abbassando la pistola.
"Volevamo solo un posto per dormire. Sono Yoongi" capì che non voleva fargli del male.
"Ma io non posso tenervi qui" ammise quello dispiaciuto.
"Ok...cercheremo altrove allora..." Yoongi fece per andarsene ma Jungkook andò incontro al ragazzo.
"Ti prego...io e mio fratello siamo orfani...siamo scappati e non abbiamo un posto dove stare e io...io ho paura" disse con gli occhi pieni di lacrime. A quel visino dolce nessuno poteva resistergli.
"D'accordo. Ma una sola notte. Potete chiamarmi Seokjin" 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


[Angolo autrice: scusate per l'enorme ritardo.....Buona lettura e recensite miraccomando ;) 
Kiss Vale <3
 
Capitolo 3

Ilsan. 
Era lì che risiedevano i 'Chupa Boys' o anche detti 'I cugini Kim'.
Chiamati così per i loro cognomi uguali e per la loro ossessione per i lecca lecca. 
Non avevano nessun grado di parentela.
All'apparenza potevano sembrare dei tipi normali ma di normale non avevano nulla.
Uno faceva di nome Namjoon e l'altro Taehyung. 
Il primo era il tipico secchione tutto casa e scuola, di buona famiglia, con ottimi voti e una spiccata parlantina filosofica che ti penetrava il cervello. Era anche molto bravo a parlare lingue straniere, soprattutto l'inglese. Infatti lo andò a studiare nella fredda e grigia Londra quall'inverno.  Aveva anche un altro talento. Sapeva rappare. Un vero mostro vero? Da lì gli affibbiarono il nomignolo di Rap Monster. 
L'altro, Taehyung era un tipo strano. Sorriso strano, vestiti strani, voce strana... insomma un tipo strano. Sembrava quasi un alieno. Anche lui di buona famiglia, i suoi genitori erano spesso in viaggio per lavoro lasciando lui e sua sorella soli in casa. Le sue passioni erano le carte da poker, il sassofono, la musica classica e i graffiti. Si, era un writer. Non era un'artista, anzi, non sapeva affatto disegnare, ma voleva sentirsi tale. Usciva sempre con una bomboletta spray dai colori stravaganti e quando notava uno spazio vuoto per le vie della città lo imbrattava facendo disegni assurdi firmandosi 'V'.
"Ma mi vuoi dire perchè firmi sempre ogni tuo strambo disegno con la V?" domandò Namjoon mentre tornavano a casa.
"V come Vittoria bro..." gli fece un sorriso più quadrato del solito ed entrarono nell'atrio del loro palazzo. Taehyung abitava al piano dopo quello di Namjoon. 
Un giorno mentre erano a scuola, durante la pausa pranzo Tae vide Namjoon preso dallo scarabocchiare un foglio. Non staccava lo sguardo da esso nemmeno per mangiare. 
"Hyung, mi puoi dire cosa stai facendo? Il tuo cibo si sta freddando e mi stai facendo preoccupare" ed era vero. Tae si stava preoccupando davvero tanto. Namjoon non avrebbe mai detto di no ad un piatto di noodles ai fagioli neri.
A quel punto il biondo alzò lo sguardo su di lui. 
"Tae, tu non hai un sogno?" a quel punto V non seppe cosa rispondere.
"Perchè io non ce l'ho...e sembra che mi sia uscito un rap contorto" continuò.
"Beh, hyung a dirla tutta io sognavo di fare il sexophonista" Namjoon lo guardò sconcertato per poi scoppiare in una risata.
"Ehy, fai attenzione a quella parola...gli altri potrebbero intendere male la tua pronuncia. Si dice sAxophonista" spiegò il più grande.
"Ah, va bene hyung...ma come hai intitolato questo rap?" Tae era imbarazzato e lo si notava dalla sua mano riportata alla nuca.
"No more dreams" confessò Namjoon soddisfatto.

Quella sera però Tae, dopo l'ennesima lite con la sorella aveva voglia di fuggire. Evadere da quella situazione dove i genitori non erano mai presenti. Sentiva così tanto la loro mancanza da piangere tutte le notti.
Gli bazzicò un'idea. Così mandò un messaggio a Namjoon dicendo che voleva fuggire dalle grifie della sorella per andare a Soeul e diventare qualcuno. L'altro rispose dicendo che aveva trovato il suo sogno e che era quello di diventare un rapper. Voleva diventare il migliore.
In fretta e furia decisero di partire. V comprò i biglietti e Rap Monster prese i soldi delle sue ultime paghette dandosi appuntamento in stazione. Lasciarono dei biglietti per le loro famiglie e a mezza notte in punto partirono. Erano euforici e si fecero molti filmini mentali sul loro futuro. Ma quando arrivarono si resero conto che nulla era rosa e fiori. Non avevano calcolato che non avevano trovato un posto per dormire. Il bagno pubblico della stazione era diventata la loro casa di notte mentre di mattina cercavano di raccimolare qualche won rappando qualcosa vicino ai binari.
Una ragazza un giorno si fermò ad ascoltarli. La loro canzone era triste e il testo chiedeva a qualche passante un posto per dormire o un lavoro.
Appena la canzone finì la ragazza applaudì. Li voleva aiutare proponendo loro un lavoro.
"Potreste lavorare per me e mio padre. Ci servirebbe un aiuto" i due non stettero nella pelle e iniziarono ad abbracciarla dicendole che era un angelo caduto dal cielo.
"Grazie, ma....non sappiamo il tuo nome" disse Namjoon.
"Mi chiamo Ra Jin, molto piacere".
La ragazza dai capelli neri li portò con se presso la stazione di benzina dove diede loro modo di dividersi i compiti. Namjoon aiutò il signore e diventò un benzinaio e Taehyung aiutò Ra Jin nel negozietto. Diede loro anche un posto dove stare. 
L'ufficio del benzinaio, dove c'era un divano letto. Per la prima volta dopo tempo i due poterono riposarsi finalmente per bene su qualcosa che assomigliasse vagamente ad un letto.
Nei giorni seguenti Tae e Namjoon quando finivano il turno di lavoro uscivano spesso riprendendo le stesse abitudini della loro vecchia Ilsan. V imbrattando i muri della città e Rap Monster, bhè lui fondamentalmente lo accompagnava soltando facendogli da palo. 
Rientrando, si trovarono dinanzi ad un edificio. L'insegna e il poster dicevano che quel giorno c'erano gare di Freestyle.
"Hyung perchè non partecipi?" propose il castano al biondo, che senza esitazione entrò nel locale per vedere cosa succedeva durante queste gare.
A Namjoon quella musica gli entrò subito nelle vene. Vide un ragazzo dai capelli rosa che rappava benissimo e decise che un giorno lo avrebbe sfidato.
Quel giorno arrivò subito e quando si presentarono non credeva che avrebbero combattuto come dei guerrieri per un pò di won. Vide quel ragazzo in difficoltà durante uno dei vari round ma alla fine perse contro di lui.
Tae invece era fra il pubblico che sosteneva il suo migliore amico ma fu spintonato da un ragazzino.
"Ehy...sta attento moccioso!" disse scorbutico.
"Scusami è che non sono molto alto e volevo vedere il mio hyung all'opera". 
"Hyung?" rispose V confuso.
"Si, il mio fratellone" rispose il ragazzino dai capelli neri.
Tae si presentò e fu così che conobbe Jungkook. Poco dopo arrivò Rap Monster e anche lui conobbe il ragazzino, ma durante una loro conversazione Jungkook vide il suo hyung allontanarsi e lo stavano per seguire, ma all'improvviso sentirono uno sparo e subito si piantarono in terra con le mani sul capo. Attimi di panico si susseguirono tra la confusione della gente. Capirono che si trattava di una rapina solo quando Namjoon si alzò da terra e vide il tizio incappucciato correre verso l'uscita da dove era uscito pocanzi Yoongi. Quando le acque si calmarono, i tre uscirono dal locale e trovarono il fratello maggiore di Kookie. Tae come al solito lo stuzzicò ma credevano che reagisse diversamente invece di una schietta indifferenza da parte sua. 
"Hyung io...." Jungkook sembrava volersi scusare con lui ma venne interrotto dalle sirene della polizia locale che stava per arrivare. 
"Tae, ricordi quel muro avanti al comune? Penso dovremmo correre ora" commentò Namjoon al loro arrivo. Voleva congratularsi con Yoongi per la vittoria contro di lui, ma non fece in tempo perchè vide che ormai erano andati via. 
Si guardarono negli occhi e con un cenno di capo iniziarono a correre verso quell'ufficio che loro consideravano casa.
---------------------Una settimana dopo---------------------
Namjoon quella mattina era di turno e stava servendo un'auto con il suo solito lecca lecca fra i denti. 
Taehyung stava mettendo la merce e qualche volta scambiava qualche parola con Ra Jin che era alla cassa. 
"Salve, in cosa posso aiut-....Ma siete voi? Cosa volete ora?" Tae che era di spalle sentì Ra Jin innervosirsi, si voltò e vide due ragazzi incappucciati. Stava andando lì per vedere cosa stava succedendo, visto che la settimana precedente c'era stata un'altra rapina al pub in zona. Aveva paura che facessero del male alla sua amica. Quando vide il tizio più altro prenderle il polso e farla roteare per bloccarla in una mossa di arti marziali, Tae entrò nel panico e iniziò ad urlare. Non era da lui, anzi non era per niente fifone, ma erano due contro uno, poteva succedere di tutto.
Dall'esterno Namjoon entrò dopo aver sentito le urla di V e quando vide la scena si scaravetò sul ragazzo che aveva bloccato Ra Jin spintonandolo.
"Ehi cosa avresti intenzione di fare moccioso" quel ragazzo stava provocando Namjoon.
"Ora basta Seokjin, non ero pronta e mi hai preso alla sprovvista. La prossima volta mi saprò difendere, non ricordavo come liberarmi" i due amici si guardarono confusi dopo che Ra Jin iniziò a ridere.
"Ma allora...cosa significa?" chiese Tae.
"Che loro sono dei miei amici. Vi presento il mio vecchio amico Seokjin e...dov'è Kook?" domandò la ragazza.
"Sono qui..." rispose una voce proveniente dal reparto merendine.
Quando Rap Monster e V lo videro si ricordarono di lui e furono molto contenti nel rivederlo. Si raccontarono molte cose tra cui il perchè della scena avvenuta prima.
"Seokjin e Jungkook si allenano, visto che sanno fare arti marziali ho deciso che loro possono aiutarmi nell'autodifesa...non si sa mai..." commentò Ra Jin.
Seokjin propose ai due amici di seguirli in modo tale che anche loro imparassero le arti marziali.
Nei mesi avvenire Seokjin li ospitò nel loro rifugio. Anche se a Ra Jin e il padre non davano alcun fastidio loro decisero con il consenso di Yoongi, Seokjin e Kookie di restare. Diventarono tutti degli ottimi amici. Fra di loro c'era sintonia. Tranne che per Yoongi che era sempre freddo e distaccato. 
Una delle tante sere passate per le vie di Soeul ad imbrattare muri o saracinesche, V e Namjoon furono beccati e portati alla stazione di polizia più vicina. 
"Abbiamo solo una chiamata...a quale hyung chiamiamo?" propose il biondo al castano.
"Bhè, se dovrei scegliere non chiamerei Yoongi hyung. Ogni volta che lo guardo il freddo del suo sguardo mi penetra nelle ossa" rispose V rabbrividendo.
"Ok, vada per Jin hyung". 
Il maggiore dei due alzò la cornetta e pregò in silenzio in una reazione non tanto grave.
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Mai preghiere furono così invane.
"MA COSA CAZZO VI è SALTATO IN MENTE?" urlò Seokjin sulla strada verso casa.
"Mianhae hyung, noi..." il biondo iniziò a scusarsi con lui ma fu interrotto.
"MIANHAE UN CORNO. SAPETE BENISSIMO CHE I SOLDI CHE VINCE YOONGI SONO PER SFAMARCI E NON PER PAGARE CAUZIONI. Aish...vi giuro che in questo momento vorrei..." stava per dare loro un ceffone quando improvvisamente un ragazzo dai capelli rosso fuoco si avvicinò a loro con del sangue che gli usciva dal labbro mantenendosi l'addome come se stesse per spezzarsi in due.
"Aiut-tate i-il mio amico" disse prima di accasciarsi a terra. 
Seokjin andò nella direzione da cui era venuto il ragazzo e ne vide un altro privo di sensi per terra.

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