Il figlio del sensei

di HisWhisperIsTheLucifer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prenditi cura di lui ***
Capitolo 2: *** Ricordi ***



Capitolo 1
*** Prenditi cura di lui ***


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Prenditi cura di lui

 

Mi dispiace amore mio. Mi dispiace veramente tanto.

Scuoto la testa e appoggio la mano sulla fronte di mia moglie.

Non parlare, tesoro mio, non sforzarti.

Lei mi sorride debolmente.

Ti amo, Minato Namikaze, ti amo da sempre.

Chiude gli occhi, morendo. Io continuo ad accarezzare la sua fronte, mentre le lacrime mi riempiono gli occhi. Ti amo anch’io, Kushina Uzumaki. E amo anche il piccolo bambino che nonostante la tua malattia mi hai voluto dare, nonostante sapendo a cosa andavi incontro. Lo prendo dalle braccia di Tsunade e lo stringo al mio petto, piangendo nei suoi capelli, biondi e arruffati come i miei.

Non farlo, Minato.

Alzo lo sguardo verso Tsunade. Mi sta fissando, le mani appoggiate sui fianchi. Io e Kushina ne abbiamo discusso a lungo di tutto questo. Sapevamo quello che sarebbe successo. E io ho deciso di seguirla subito. Stringo mio figlio contro il mio petto e scuoto la testa.

Non posso stare senza di lei, Tsunade. Cerca di capirmi.

Le volto le spalle e esco dalla stanza. Fuori è il caos. Kyuubi è sempre più vicina a Konoha. La gente urla, scappa e cerca di resistere alla forza della Kitsune. Ma è impossibile. Una massa di capelli argentati mi supera, correndo. Io lo riconosco subito e lo blocco chiamandolo.

Kakashi!

Lui si volta e mi si avvicina di nuovo a me.

Sensei... ho saputo di tua moglie. Mi dispiace.

Mormora. Io gli sorrido tristemente.

Vieni con me, Kakashi, devo fare una cosa.

Mi volto e lentamente mi dirigo verso l’ingresso di Konoha. Sento i passi di Kakashi dietro di me. Il mio allievo prediletto. Fedele a me fino alla fine. Una radura si staglia di fronte a noi, proprio davanti all’altura su cui si trova Kyuubi in questo momento. Avvolgo per bene mio figlio nella coperta che lo ricopre e gli do un bacio sulla fronte.

Ti voglio bene, Naruto.

Gli sussurro, anche se non può capirmi. Mi volto appena verso Kakashi.

Rimani qui.

Gli dico. Poi appoggio Naruto a terra, di fronte a me, mentre l’odore del sangue che ricopre il mio bambino attira la volpe. Kyuubi si avvicina sempre più a noi tre e finalmente la vedo. Ora non devo perdere altro tempo. Mi allontano da Naruto e, nel momento stesso che la volpe cala la testa su mio figlio, io attivo la tecnica del Sigillo del Diavolo. Imprigiono la Kistune dentro il mio Naruto. Le lacrime abbandonano copiose i miei occhi, mentre le forze abbandonano il mio corpo, lascinadolo privo di qualsiasi energia per vivere. Fino a quando lei è completamente dentro il corpo di mio figlio. Fino a quando lei non c’è più. Chiudo gli occhi e casco a terra, sfinito. Lentamente mi trascino fino a Naruto. Lo circondo con le braccia, usando il poco chakra che mi rimane per sigillargli la volpe dentro il corpo. E piango. Piango perché ho condannato mio figlio ad un’esistenza solitaria, lontana da tutti. Kakashi si avvicina a noi due.

Prenditi cura di lui.

Sussurro in una maniera quasi impercettibile. Lui annuisce. Gli sorrido. Sono stanco, infinitamente stanco. Abbraccio ancora una volta il mio bambino e cado nel buio eterno.

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Capitolo 2
*** Ricordi ***


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Ricordi

 

Mi risveglio agitato da quel sogno.

Maledizione!

Continuo a pensarci. Continuo a pensare a quella maledetta notte. Scuoto la testa e mi lascio assalire dai ricordi, chiudendo gli occhi.

 

Il sangue di Minato che gli imbrattava le mani, il viso e il corpo. E quel pianto che non voleva fermarsi. Naruto. Lacrime silenziose, invece, solcavano il suo volto. Non c’è nessuna parola per descrivere quello che provava in quel momento. Ha visto morire il suo maestro, il suo amico, il suo amante. Prima suo padre, poi Obito, poi Rin e ora Minato. Li ha persi tutti.

 

Scuoto di nuovo la testa. Mi alzo e mi dirigo verso il bagno, mentre un altro ricordo mi assale.

 

“Non è giusto!”

Urlava il giovane Kakashi. Minato al suo fianco lo tratteneva per il braccio, altrimenti il giovane Hatake sarebbe stato capace di uccidere l’Hokage.

“Kakashi calmati!”

Gli diceva il suo sensei, abbracciandolo. Rin era scomparsa, aveva perso anche lei. Ormai gli rimaneva solo Minato.

“Andiamo, torniamo a casa, Kakashi.”

No, non sarebbe servito portarlo lontano dall’uomo che in quel momento lui riteneva responsabile delle sue perdite.

“NO!”

Urlava, mentre cercava di resistere alla forza di Minato, che lo trascinava a casa. Lo buttò dentro l’abitazione, e lo chiuse dentro.

“Rimani qui, sensei.”

Sussurrò il ragazzo, accoccolato in terra vicino alla porta. Minato si inginocchiò vicino a lui.

“Va bene, rimango.”

Rispose il suo sensei, abbracciandolo e consolandolo. Gli accarezzò i capelli e il viso coperto dalla maschera, come al solito. Minato fu colto da una curiosità improvvisa. Solo Rin aveva visto Kakashi senza maschera. Gliela abbassò lentamente, mentre il suo allievo lo guardava con occhi spauriti e pieni di lacrime. Minato avvicinò le labbra a quelle di Kakashi e gliele baciò, dolcemente, come non aveva mai fatto nemmeno con Kushina, sua moglie. Kakashi lo ricambiò tremante, poi sempre più coraggioso, iniziò ad esplorare la bocca di Minato con la lingua. Il sensei lo prese fra le braccia e lo portò nella sua stanza. Gli abbassò appena i pantaloni, prendendolo fra le mani. Kakashi chiuse gli occhi, ansimando per il piacere, mentre Minato iniziava a leccargli l’erezione. Kakashi gemette di piacere, tremando un po’ di paura. Minato si rialzò, abbracciandolo a sé. Si sedette sul letto e fece voltare Kakashi. Si sganciò i pantaloni e abbracciò Kakashi, entrando lentamente dentro di lui. Kakashi urlò di dolore e piacere.

“Kakashi, ti amo.”

 

 

La frase più semplice del mondo. Ma che porta alla cosa più bella di tutte. L’amore tra due persone. Non importa se sono un uomo e una donna, o due uomini, come successe fra me e Minato. L’importante è l’amore.

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