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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** John Lennon ***
Capitolo 2: *** James Paul McCartney ***



Capitolo 1
*** John Lennon ***


JOHN WISTON LENNON

Era il 9 ottobre 1940, Liverpool era bombardata dai nazisti di Hitler e il cielo grigio avvolgeva il Maternity Hospital, in Oxford Street, dove Julia Stanley partorģ il suo primo figlio: John Wiston Lennon. 
Nonostante il clima di angoscia e terrore, il bambino riportó la felicitą a tutti i presenti, specie per Julia e suo marito Alfred, sposati due anni prima, nel 1938.
Ma le cose non andarono bene per la famiglia Lennon: Alfred era solito ubriacarsi e lavorava a bordo di una nave come cameriere e stava le molti mesi lontano da casa e, a uno dei suoi ritorni a casa, venne a sapere dei numerosi tradimenti della moglie, Julia, con vari uomini, tra cui un soldato che la stupró ingravidandola; i due si separarono nell'Aprile del 1942. 
Ma la cosa non finģ qua, quando John aveva cinque anni, quindi nel 1945, Alfred ritornó a Liverpool e decise di portarsi con se il piccolo John per la Nuova Zelanda, ma il bimbo non volle e restó con la madre, Julia che nel frattempo si era gią risposata ma continuava ad avere altri amanti. 
Allora la sorella maggiore di Julia, Mary Elizabeth Smith, soprannominata in seguito "Mimi" dallo stesso John, decise di crescere lei il nipote perché si rese conto che la sorella non era in grado di crescere un figlio perché aveva la testa altrove. Quella fu l'ultima volta che John vide i suoi genitori

Era il 1950 e ora John aveva dieci anni, era cresciuto molto: era magrissimo e alto, aveva i capelli ramati quasi sempre tutti scompigliati, gli occhi erano semisocchiusi e tra il verde e il castano, il naso abbastanza pronunciato essendo aquilino e le labbra sottilissime che lasciavano vedere i due incisivi leggermente storti, come quasi tutti gli inglesi. 
John era un ragazzo molto vivace, amava l'avventura e voleva essere sempre lui il capo per qualsiasi gioco che lui e i suoi amici facevano e quasi sempre ci riusciva. 
Era un piccolo ribelle, amava sognare ad occhi aperti e fantasticare di vivere in un mondo tutto suo, dove tutto č possibile, adorava disegnare e, per quanto non fosse una cima a scuola, divorava i libri in una maniera allucinante, era un lettore di prima categoria. Amava leggere un fumetto che parlava di un bambino e la sua gang di amici che andavo per le strade della cittą a combinare piccoli macelli, proprio come John e la sua banda di amici.
John era il classico buffone del gruppo, sempre con una battuta pronta e che con un imitazione di uno storpio o di un ceco ti faceva sorridere; ma lui aveva un carattere particolare: sotto a questa corazza schietta e pungente, si nascondeva un John insicuro e debole, che aveva solo bisogno di qualcuno che lo facesse sentire amato, gli serviva una mamma.
<< Non ti preoccupare, John, non pensarci >> diceva Mimi ogni volta che John apriva l'argomento "mamma". 
Mimi, una donna sulla cinquantina d'anni, ben curata da sembrare una ricca borghese con un accento British da far invidia perfino alla regina, non volle mai raccontare a John la veritą su sua madre; John di lei non si ricordava quasi niente tranne i suoi famosi capelli rossi.
John con la zia Mimi, anche se molto bacchettona, si divertiva specie con lo zio George, il marito di Mimi, con la quale trascorreva ore e ora ad ascoltare la musica alla radio, ma nonostante tutto l'affetto che essi gli davano John si sentiva vuoto.


<< Mimi, posso andare al parco? >> chiese John a Mimi, in una bella giornata di agiata.
Mimi scostņ la tendina della finestra della cucina, effettivamente quel giorno c'era un bel sole, cosa molto rara in una grigia cittą come Liverpool.
<< Va bene >> rispose << Ma ricorda di non rientrare tardi >> ma ormai John era gią fuori. 
John amava Liverpool, ma amava specialmente quell'orfanotrofio abbandonato vicino casa sua, era chiamato Strawberry Field. Era un edificio in stile vittoriano, alto e imponente circondato da una fitta vegetazione č delimitato da un imponente cancelli rosso. A John aveva sempre affascinato quel posto e, quando poteva, ci trascorreva tutto il suo tempo libero, lķ, quando era da solo, si rilassava, era come se stesse nel mondo che lui aveva sempre immaginato.
Arrivato davanti all'edificio, scavalcó  il cancello circa il triplo di lui e si ritrovņ in quello che doveva essere l'immenso giardino verde una volta ben curato.
Lui aveva un posto preciso, sotto un salice piangente, lą si riposava. Ma quando si ritrovņ davanti al suo "albero" notó che c'era qualcuno lą, una voce sottile, quella di un bambino. 
<< Ehi tu >> disse John.

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Capitolo 2
*** James Paul McCartney ***


JAMES PAUL McCARTNEY

Era il 18 Giugno 1942, la guerra era quasi al termine, quando nel Walton Hospital di Liverpool nacque James Paul McCartney, nello stesso ospedale dove la madre del piccolo nato, Mary Mohin, aveva lavorato come infermiera nel reparto maternitą, il reparto dove ora lei si trovava. 
La gioia del neo-padre, Jim McCartney, un commerciante di cotone, fu immensa, era proprio felice che il suo primogenito fosse un bel maschietto; lo tenne in braccio e lo guardó solo come un padre puņ guardare il proprio figlio. 

In casa McCartney regnava la felicitą, non c'erano mai litigi e Jim e Mary davano al loro Paul tutto l'amore possibile; un anno e mezzo dopo la nascita del piccolo Paul, benna alla luce un altro maschietto, Michael. Entrambi furono battezzati secondo il rito cattolico, ma vennero educati laicamente.
Paul e Michael erano molto diversi caratterialmente: il primo č sempre stato il pił diplomatico e usava le sue buone maniere per ottenere tutto quello che voleva, il secondo invece era pił vivace, pił istintivo.
Erano riconosciuti da tutti come i bambini super educati e dal perfetto accento inglese, tutto ciņ grazie alla madre che non tollerava che parlassero con il tipo accento scouse di Liverpool e che si comportassero come dei teppistelli, no, loro dovevano essere educati. 

Passarono gli anni, era il 1950 e Paul ormai aveva gią otto anni, era un piccolo ometto dal volto angelico e paffutello, con un nasino piccolo e perfettamente dritto, gli occhi color verde bosco dal taglio malinconici contornati da lunghe ciglia e sopracciglia perfette, per non parlare della bocca, quella piccola bocca cosģ carnosa e rossa in tinta con le sue guanciotte.
Paul era un divoratore di libri, amava studiare ed era un brillante studente e le sue borse di studio gli permisero di frequentare una delle scuole elementari pił prestigiose. 
Amava disegnare, specialmente i paesaggi, amava le poesia e ancor di pił la musica e aveva ereditato dal padre, ex trombettista di una band, l'orecchio musicale: stava seduto ad ascoltare la radio per ore e ore fini a quando non si imparava la canzone a memoria.
Era un ragazzo molto calmo e pacifico, non amava creare guai né tantomeno cercarseli e questo fece sģ che lui fosse uno dei bambini pił "richiesti" sia della bambine, innamorate pazze di lui (come me saranno in seguito), sia delle mamma che volevano un figlio tanti educato come Paul. 


<< Mamma, potrei uscire un pó? >> chiese Paul alla madre mentre lei stava preparando una deliziosa crostata di more.
<< Va bene, Paulie, ma non fare tardi >> gli rispose Mary dolcemente.
Paul aprģ la porta e uscģ. Gli piaceva Liverpool anche perché era la sola e unica cittą che aveva visto, ma gli piaceva. Gli piaceva il suo quartiere, Panny Lane, dove vedeva tanti autobus rossi fermarsi e far salire i scendere la gente, amava i camion dei pompieri della caserma lģ vicino, ma amava ancor di pił quell'orfanotrofio ormai abbandonata, il famoso Strawberry Field. Decise di andare lą.
Scavalcó il cancello e andņ alla ricerca di un posto in cui si poteva rilassare, cercó e cercó e alla fine si sedette sotto un enorme salute piangente.
" Che pace " disse mentre chiudeva gli occhi e si godeva quei pochi raggi di sole che gli riscaldavano il visino pallido. 
Tutto era silenzioso, ma d'un tratto di sente una voce. 
<< Ehi tu >>
Sembrava la voce di un altro bambino ed effettivamente era un ragazzino, probabilmente con qualche anno in pił di lui, che stava lģ a guardarlo.
"Cosa ci fa lui qua?" Si domandņ  Paul. 

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