Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce

di SophieSeveride
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia vita ***
Capitolo 2: *** Non ci credo!! ***
Capitolo 3: *** La solitudine ***
Capitolo 4: *** L'amore è l'unica malattia dalla quale non vorresti guarire ***
Capitolo 5: *** Io lo amo e lui ama me ***
Capitolo 6: *** Il paradiso ***
Capitolo 8: *** Amicizie ritrovate ***
Capitolo 9: *** Il mondo può crollare ***
Capitolo 10: *** Paure e chiarimenti ***
Capitolo 11: *** Vi amo già ***
Capitolo 11: *** Non ti lascio scappare ***
Capitolo 12: *** Quanto può essere dura la vita? ***
Capitolo 13: *** Ospedale ***
Capitolo 14: *** Maledetta testardaggine ***
Capitolo 15: *** Ethan ***
Capitolo 16: *** Un bellissimo malinteso ***
Capitolo 17: *** Un miscuglio di emozioni ***
Capitolo 18: *** Verità nascoste ***



Capitolo 1
*** La mia vita ***


 































Pov Jade
Mi chiamo Jade West, ho 16 anni, vivo a Hollywood e vado alla Hollywood Arts dove ho incontrato i miei migliori amici Andrè, Cat, Robbie, quella gallina insopportabile di Tori e la sua pazza sorella Trina. Anche il mio fidanzato Beck Oliver frequenta questa scuola, ma lui l'ho conosciuto in seconda media quando da Manhattan mi sono trasferita in Canada, a Vancouver  e mi hanno messa in classe con lui.
Anche là, Beck era il più bello, tutte gli correvano dietro, ma lui aveva occhi solo per me e visto che non eravamo ancora fidanzati lui non voleva lasciarmi scappare.
INIZIO FLASHBACK 
"Beck lasciami in pace! Hai un sacco di ragazze a cui piaci vai a rompere a loro"
"No, dai ascoltami voglio solo sapere come mai ti sei trasferita"
"Quanto sei insistente, te ne puoi andare?"
"Non finché non mi racconterai qualcosa di te!" Aggiunse lui determinato; ma a me faceva troppo male parlarne quindi decisi di mettermi a correre per scappare da quell'interrogatorio.
"Dove vai? Aspetta!" Fece uno scatto fulmineo e mi afferrò per un braccio.
"Aah" mi accorsi di aver emesso un gemito che non doveva uscire: "Cos'hai? Ti ho fatto male?" "No, ieri sono cad..." non mi lasciò neanche finire e mi sollevò la manica della felpa restando con gli occhi puntati sul braccio pieno di lividi: "Cosa sono questi? Chi te li ha fatti?" Non volevo rispondere ma Beck non mi avrebbe certo lasciata così, quindi mi affrettai a fare una smorfia di dolore urlandogli che mi stava facendo male ottenendo ciò che volevo. Lui mi lasciò e...
DRIIIN 
"Oh evviva, la campanella e ora me ne torno a casa da mia madre"
"No tu non esci finché non mi dici cosa succede"
"Vuoi sapere cosa succede... e va bene mia madre è rimasta incinta e mio padre non mi voleva così ha deciso che ogni volta avrebbe scaricato la sua rabbia su di me piacchiandomi  solo che ieri è andato oltre e visto che quando ero a Manhattan lui è stato arrestato per frode fiscale e mi aveva pregato di chiamare il suo avvocato ma non l'ho fatto trasferendomi con mia madre qui, ha deciso di farmela pagare..." non riuscivo più a proseguire, non sapevo neanche perché glielo stessi dicendo so solo che io Jade West sono scoppiata a piangere davanti a lui lasciandogli intuire che c'era dell'altro. 
"Cosa ti ha fatto quel mostro? Cosa è successo dopo che ti ha picchiata?" Mi chiese cercando di non forzarmi e asciugandomi le lacrime ma senza abbracciarmi fino a che non finissi aggiungendo: " Mi ha violentata ".
Era rimasto a bocca aperta, quel giorno mi accompagnò a casa raccontando tutto a mia madre che denunciò quella belva e riuscì  a farlo arrestare.
FINE FLASHBACK
Ecco questa è la mia vita e senza Beck non sarei niente, anzi forse non sarei neanche qui.

ECCO IL MIO PRIMO CAPITOLO
HO LETTO TANTISSIME STORIE SU BADE E SPERO DI NON COPIARE NESSUNO 
SONO EMOZIONATISSIMA E SPERO CHE MEL LEGGA LA MIA STORIA.
CI SARANNO ALTRI CAPITOLI MA PER ORA SONO CONTENTA COSÌ, VI CHIEDO SOLO UN GRANDE FAVORE PER CHI VOLESSE COMMENTARE (SPERO SIATE TANTE) VI PREGO DI DIRMI COSA NON VI PIACE SENZA INSULTARMI O COSE COSÌ DATO CHE È IL MIO PRIMO CAPITOLO E QUESTO MI PREOCCUPA

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Capitolo 2
*** Non ci credo!! ***



Pov Beck
Come ogni mattina arrivo a casa di Jade e suono; la sua via era tutta grigia, la sua porta non si affacciava su una strada principale ma c’era comunque un grande via vai.
“Beck vieni non sono pronta, sali nel frattempo così non aspetti fuori.”
Salgo le scale, era raro che Jade fosse in ritardo, di solito ha un buon senso dell’orario. Trovo la porta spalancata, entro e la chiudo trovandomi davanti la mia fantastica ragazza che mi guarda con i suoi occhi di ghiaccio.
“Scusa ma oggi sono stata troppo sotto la doccia, sono quasi pronta devo solo truccarmi tu intanto siediti” da queste sue parole capisco che sarà una cosa lunga. Entra in bagno e mi lascia lì come un cretino.
Dopo venti minuti esce completamente diversa: aveva nascosto sotto del trucco nero il suo viso angelico e indifeso che mostrava solo a me o qualche volta a sua madre e lo aveva trasformato nella maschera dura e cattiva, ma pur sempre bellissima, che indossava tutti i giorni.
La fisso come incantato senza dire nulla
“Beck santo cielo muoviti o faremo davvero tardi”  mi risveglia
“Oh si scusa, allora se sei pronta andiamo”.
*Nell’aula di Sikowitz*
I nostri amici hanno già preso posto e Sikowitz non è ancora arrivato
J: “Dov’è finito quel pazzo che beve sempre latte di cocco?”
T: “Eccolo sta arrivando”
S: “Buongiorno, allora ragazzi avete presente la commedia che ho scritto, bene ho le parti”.
Lo spettacolo parla di due studenti che sulla scena di un set s’innamorano ma non hanno il coraggio di dichiararsi, tranne quando lei viene presa di mira da un bullo e lui la consola lasciando uscire i propri sentimenti e baciandola.
C: “Evviva! Secondo voi cosa succederebbe se i due protagonisti fossero una formica e uno scimpanzé? Di sicuro lo scimpanzé mangerebbe la formica o la schiaccerebbe o forse potrebbero innamorarsi! Eheheheh”.
Tutti guardiamo Cat perplessi e disperati sperando che la prossima volta abbia di meglio da dire.
A: “Perché? Cat…”
T: “Cat non succederà, visto che i due protagonisti saranno scelti tra di noi e non tra animali!”
“Bene ci può dire allora da chi saranno interpretati”
S: “I due protagonisti saranno Tori e Beck, André, tu sarai il bullo,  Jade farà la regista del set, Robbie interpreterà il migliore amico del ragazzo mentre Cat la migliore amica della ragazza”.
J: “COSA??? Tori non bacerà il mio ragazzo!”
O no ora come faccio io e Tori dovremo baciarci ma se lo facessi Jade mi lascerebbe.
“Jade  ascoltami, sarà solo un bacio per la recita niente di più, te lo prometto” tento di calmarla
J: “Va bene ma non dovete toccarvi né sfiorarvi fuori dalle prove o dallo spettacolo CHIARO?” mi urla contro.
Le faccio un grande sorriso e le lascio un bacio sulla guancia per ringraziarla.
Dopo la campanella vedo Jade frugare nervosamente nel suo armadietto così mi avvicino e guardo che cosa sta facendo
“Ehi, stai bene?”
J: “E me lo chiedi anche, tu non dovresti fare quella scena con lei: ne approfitterà e quando te ne accorgerai sarà tardi!” dice tutto d’un fiato.
“Stai tranquilla, devi fidarti di me, non succederà nulla e ti garantisco che terrò la distanza di sicurezza se questo può farti sentire meglio” le sorrido ironicamente e lei si smolla un po’
J: “Io mi fido di te è di quella gallina che non mi fido per niente”.
Pov Jade
Abbasso la testa e lui con l’indice me la rialza stampandomi un bacio dolce e pieno di amore sulle labbra.
“D’accordo hai vinto ma poi mi devi dire tutto quello di sospetto che ti ha fatto o detto Vega”. Lui mi sorride e mi dice che si incontreranno oggi dalle 15:30  alle 18:00.
“Ok allora arriverò quando voi avrete finito così usciamo e mangiamo” lo avverto e torno a casa.
Pov Tori
*Casa di Beck*
“No tu non puoi capire adesso oltre che con me se la prenderà anche con te e questo solo per colpa mia”
B: “Sarò qui ad aspettarlo, ma finché lui non l’avrà vinta tu non piangere più, mi fa male vederti così”
Ecco, il momento del bacio e sono le 18: 00, Jade starà arrivando.
Ci avviciniamo lentamente e piano piano le nostre labbra si toccano ma poi per qualche motivo abbiamo cominciato a baciarci più passionalmente, ho sentito dei passi sulle scale ma ero troppo presa per fermare Beck. Abbiamo entrambi lasciato cadere i copioni come se lo spettacolo non centrasse più nulla, mi spinge al muro senza staccarsi e vedo la porta aprirsi.
?: “Cosa stai facendo Beck” urla
“Jade …” mi fermo e continua la frase Beck che conoscendola così bene aveva già capito a cosa stesse pensando
B: “Jade credimi davvero era solo la scena con il bacio te lo giuro”
J: “Ah sì certo e io sono Cat, non mentirmi, SEI SOLO UNO STRONZO BUGIARDO” urla e se ne va lasciano il suo ragazzo pietrificato con gli occhi gonfi di lacrime che non lascia scendere.
 
 
ECCO IL SECONDO CAPITOLO SPERO DI AVER INTEGRATO IL CONSIGLIO DI AmyLynnLee.
BECK SE LA E’ PRORPIO CERCATA, MI DISPIACE UN PO’ PERO’ NON DOVEVA FARLO.
MI RACCOMANDO CHI VOLESSE DARMI DEI CONSIGLI SU COSE DA AGGIUNGERE LO SCRIVA NELLE RECENSIONI (OVVIAMENTE NON GARANTISCO CHE LO TROVERETE IN UN CAPITOLO MA POTREI ANCHE METTERLO SE MI PIACE).

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Capitolo 3
*** La solitudine ***



Pov Jade
Corro più veloce che posso piangendo e chiedendomi il perché di un simile gesto.
*A casa*
Entro e sbatto la porta con tutte le forze che mi restano, salgo le scale, entro nella mia camera e mi butto sul letto cercando di calmarmi e di non pensarci: per un po’ funziona ma poi i miei pensieri cadono su altro
“Dov’è mia madre dovrebbe già essere a casa”.
Non ho voglia di stare sola, soprattutto ora, stare con lei mi aiuterebbe a superare la cosa più in fretta, così decido di chiamarla:
“Tutu tutu tutu”
? “Pronto”
 “Mamma dove sei, ti prego torna a casa ho bisogno di parlarti”
? “Mi spiace signorina ma sua madre è stata arrestata”
“COSA?”
A.C. “Sono l’agente Crowell, la informo che sua madre dovrà scontare alcuni anni in prigione per aver commesso un furto sul posto di lavoro”
“Cosa? Mi spieghi non capisco”
A.C. “Senta le passo sua madre così avrete cinque minuti per chiarirvi, prima che venga portata in cella”
Dall’altra parte del telefono sento delle voci: chi grida, chi piange, chi si dichiara innocente e poi sento il poliziotto: “Amy West giusto? Ho sua figlia al telefono che le vuole parlare” me la passa e scoppio di nuovo in lacrime
A: “ Jade, tesoro cosa succede?”
“Che cosa ci fai in carcere mamma? Cosa hai combinato?”
A: “Jade, tu sai che da quando tuo padre se ne è andato non abbiamo quasi più soldi se non per mangiare o comprarci lo stretto necessario e noi non possiamo permetterci una scuola costosa come quella che frequenti, per questo l’ho fatto”
“Ma perché?! Eri l’unica persona che mi rimaneva e ora mi hanno tolto anche te come faccio adesso?”

A: “Ascolta, la scuola non è la sola ragione,  sai che la zia Susan ha un tumore e non ha i soldi per operarsi, volevo darle una mano ma non sono in condizioni economiche migliori e più il tempo passa, più ci sono probabilità che non sopravviva all’intervento. Mi spiace di averti lasciata sola ma ora te la dovrai cavare senza di me, ricordati che hai al tuo fianco un ragazzo fantastico, dal cuore d’oro che ti aiuterà e non ti lascerà mai sola!
“No mamma quel ragazzo che tu elogi così tanto non esiste più per me, l’ho visto mentre si baciava con Tori e ha cercato di rifilarmi una delle sue scuse” rivelo io con tono triste, arrabbiato ma soprattutto deluso
A: “Ora devo andare Jade, stai tranquilla, ce la farai tesoro” e chiude la telefonata senza neanche dirmi un ti voglio bene o un ciao.

Mi strofino la faccia con le mani, sono davvero sola.
L’occhio mi cade sul cassetto dove tengo i ricordi di mio padre, lo apro e trovo una cosa alla quale non posso più resistere.

La prendo e mi risiedo sul letto, comincio a premerla sul polso non sentendo male, ma poi la lametta incide la pelle e inizio a sanguinare, continuo anche in buona parte sull’altro senza fermarmi, neanche quando sento il rumore di qualche chiave smetto.
Pov Beck
Sono stato un cretino a lasciarmi abbindolare da Tori, ho ricevuto qualcosa di grande ma ne ho persa una infinitamente più grande: la mia Jade.
Dopo quello che è successo ho litigato con Tori e l’ho mandata via, continuando a rimproverarmi per quello che ho fatto.E’ passata un’ora e la lontananza dalla mi fidanzata, o molto probabilmente ex fidanzata, mi sta uccidendo dentro; poi mi ricordo che al mio quindicesimo compleanno, quando abbiamo annunciato a sua madre il fidanzamento, Amy mi ha regalato le chiavi di casa dicendomi che avrei potuto entrare quando volevo, così tra me e il mio angelo non ci sarebbero stati più ostacoli.
Corro in macchina e parto verso casa sua tremando all’idea che possa aver ricominciato.
Arrivo apro la porta salgo di corsa le scale e la scena che mi si para davanti mi distrugge… quello che temevo è riaccaduto.
La vedo rannicchiata sul suo letto tremante, sanguinante e in lacrime, appena mi avvicino noto la lametta che ha usato nella sua mano, la prendo prima che possa continuare, ma lei la tiene stretta e per strappargliela dalla sua presa ferrea mi taglio leggermente anche io.
Ora che non c’è più pericolo, mi concentro su di lei, le prendo le braccia senza premere sulle ferite e guardo cosa ha combinato.

Cerco del disinfettante per pulirgliele ma non trovo nulla così cerco dell’aceto e una bacinella, torno in camera e  le verso il liquido sui polsi che continuano  a sanguinare senza sosta, lei urla dal dolore che si è provocata insieme al bruciore dell’aceto e posso capirla perché anche il mio, molto più piccolo dei suoi brucia da morire , ma io non mi fermo prendo le bende e le fascio i tagli.
Dopo l’incredibile dolore subito, sembra d’improvviso riprendersi e ricordare tutto.
J: “Vattene, lasciami in pace non voglio più vederti!”  Mi urla contro.
Tenta di nascondersi il volto con le mani per non farmi vedere il trucco colato e le lacrime che scendono inesorabili; la lascio e me ne vado capendo che l’unica cosa che voleva era stare sola o almeno non stare con me, mi fa male ma lo capisco dopo tutto sono io ad averle spezzato il cuore, lei si era fidata rischiando e io l’ho tradita.




CIAOOO, SONO FELICE PERCHE’ IL MIO PRIMO  CAPITOLO HA AVUTO 100 VISITE E PERCHE’ ALCUNI DI VOI HANNO RECENSITO.
COMUNQUE VENIAMO AL SODO NON POTEVO NON METTERE L’AUTOLESIONISMO PERCHE’ PER ME UNA CARATTERISTICA CHE RENDE TALE IL PERSONAGGIO DI JADE E’ PROPRIO QUESTA CIOE’ SAPERSI RIALZARE DA SITUAZIONI COSI’ DIFFICILI, QUI BECK E’ UN AMORE A MIO PARERE E CHI NON VORREBBE UN FIDANZATO COSI’ ( MAGARI NON TRADITORE ) MA NONOSTANTE QUELLO CHE HA FATTO PER LEI DOVRA’ SUDARE ANCORA PAECCHIO PER TENTARE QUANTO MENO DI RIALLACCIARE IL RAPPORTO.

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Capitolo 4
*** L'amore è l'unica malattia dalla quale non vorresti guarire ***




Pov Beck
E se per lei fosse davvero finita? Mi sentirei colpevole per tutta la vita, ho distrutto la nostra relazione che ho tanto faticato a costruire, il suo cuore che finalmente avevo conquistato e anche il mio. Ho ancora le chiavi di casa sua, ma non voglio usarle mai più per un motivo del genere.
Mi stendo sul mio letto sperando di addormentarmi, ma la mia mente è sempre su Jade:
“Che cosa starà facendo? Non credo che in casa avesse altre lamette per continuare a tagliarsi, quindi dovrebbe essere al sicuro. Ma perché sua madre gliel’ha permesso? Un attimo…  ieri Amy non era a casa”.
Non chiudo occhio, penso a cosa altro potrebbe fare Jade per credere di sentirsi meglio, fortunatamente non ha mai avuto a che fare con della droga.
Pov Jade
Non riesco a dormire, ogni singolo movimento tra le lenzuola sembra un altro taglio che si apre e poi lui non doveva venire, facendomi vedere in quello stato sono passata dalla parte della debole.
Mi sveglio da… al massimo cinque minuti di sonno e sono le 6:00, è la prima mattina che non sono le carezze di mia madre a farmi aprire gli occhi.
Preparo per colazione una tazza di latte caldo e una brioche rigorosamente vuota: sento che potrei vomitare se mangiassi qualcosa di troppo dolce. Mi cambio e mi trucco, alle 7:00 sono pronta ma il campanello non suona, capisco che Beck oggi non verrà, così prendo la macchina e vado a scuola da sola.
*A scuola*
Come ogni mattina il corridoio è già pieno e pure il mio ex fidanzato è lì, sta parlando con una delle solite galline che gli sbavano ai piedi, però stavolta non è solo lei che ride ma anche Beck; si volta e mi vede, io distolgo subito lo sguardo dal suo e mi posiziono davanti al mio armadietto.
Una mano forte e vigorosa mi afferra un polso, sto quasi per tirargli un ceffone dato il male che mi sta facendo e poi… nessuno ha il permesso di toccarmi, prima che possa farlo mi sento tirare verso lo sgabuzzino del bidello.
“Che cosa vuoi? Chi diavolo sei per trascinarmi in quel modo?” Alzo gli occhi e li punto sui suoi capelli foltissimi:
“Beck, che cazzo io e te abbiamo rotto ora le regole che ci sono per gli altri valgono anche per te!” Mi fa male pronunciare queste parole, ma io non sono un giocattolo da usare a proprio piacimento e poi buttare via quando si finisce.
B: “Perché ieri ti stavi tagliando? Mi avevi promesso che non lo avresti fatto più”
“E tu invece perché baciavi Tori se mi avevi promesso che avresti tenuto la distanza di sicurezza e le mani apposto?” Gli chiedo per controbattere
B: “Quello che ti ho detto dopo il bacio era vero per metà: avevamo solo eseguito l’ultima scena quando i due si dichiarano, ma poi… non so cosa mi è successo e sono andato avanti…”
“E ora che lo so secondo te dovrei perdonarti?”
B: “Non mi aspetto il tuo perdono, però mi devi una risposta: perché ti stavi tagliando di nuovo? Perché tua madre non era lì a fermarti?"
“Queste sono due domande” lo ammonisco e rispondo: “Perché mi hai tradito baciando la mia peggior nemica… e mia madre è stata arrestata per colpa mia, ha rubato dei soldi per permettermi di continuare a venire qui” aggiungo con forza e tristezza
B: “Jade… Io non lo sapevo, vieni qui” spalanca le braccia e si avvicina pericolosamente a me, che per non rischiare di cedere lo spingo via con arroganza e gli urlo:
“NON VOGLIO LA TUA PIETA’ BECK OLIVER, TU HAI DECISO IL NOSTRO FUTURO NEL MOMENTO IN CUI HAI SCELTO DI DARE LE TUE LABBRA ALLA TUA AMICHETTA!” E me ne torno a lezione.
Pov Beck
Ora c’è la verifica di aritmetica e di sicuro la rivedrò in classe. Quando entro lei è già seduta e ha già il foglio sotto il naso, mentre la prof ci fa cominciare.
C: “Psst… Jade quanto fa √14400?” Bisbiglia Cat tirando una pallina di carta sulla schiena di Jade
J: “Fattelo da sola” sibila invece l’altra.
Passiamo così due ore, fino a quando la campanella non segna il momento della fine.
In corridoio vedo Jade che risponde in malo modo a Robbie e offenderlo seriamente.
A: “Ehi Beck, che cos’ha Jade?” Mi chiede André  raggiungendomi: “Oggi è molto scostante e fa la dura con tutti, tranne che con quel ragazzo laggiù” me lo indica
“André io e lei ci siamo lasciati, quello che fa non mi riguarda più” dico tutto d’un fiato per togliere gli occhi da quella scena imbarazzante.
Pov Jade
Ho deciso di far ingelosire il più possibile Beck e questo ragazzo newyorkese che è venuto a farmi la corte è perfetto, inoltre lui odia i ragazzi che vengono da New York.
“Allora Gilbert, possiamo vederci sta sera alle 19:00” lo saluto dandogli un vistoso bacio sulla bocca.
*A casa*
Mi sto preparando per Gilbert, ho deciso di indossare il vestito che mi ha regalato il canadese l’anno scorso. Vado in bagno a truccarmi e me lo ritrovo davanti che mi fissa:
B: “Con chi esci?”
“Non ti riguarda”
B: “Con quel ragazzo che hai baciato vero? Ti prego Jade torna con me, non sopporto più la nostra distanza, ti giuro che starò lontano da qualsiasi ragazza, persino da Cat se vuoi” si mette davanti a me e io non sono in grado di rispondergli o almeno non dopo quello che mi ha appena detto.
Si avvicina e lo lascio fare poi stranamente il suo sguardo cade: non mi guarda più negli occhi, ora sono le mie labbra ad incantarlo. Mi prende il viso tra le mani e appoggia le sue labbra alle mie, come se l’amore fosse una corda elastica che ci tiene legati e più ci allontaniamo più poi quando torniamo indietro siamo attaccati; non riesco a staccarmi da lui, mi è mancato troppo ma non posso lasciarmi andare, gli mordo il labbro inferiore facendolo sanguinare e si stacca:
“Non osare rifarlo!” Gli tiro anche uno schiaffo sulla faccia.
B: “Scusami ho dimenticato che devi finire di farti bella per il tuo nuovo ragazzo”.
Se ne va deluso, cosa che sono anche io e riprendo a prepararmi.
Bussano alla porta, Gilbert! Apro e compare la gallina.
“Ma cosa è successo oggi, vi siete messi d’accordo per rompermi le scatole?”
T: “Jade senti lo so che non vuoi ascoltarmi, ma perdona Beck, lui non centra, sono stata io, prenditela con me!”
“Sì sì ora via ho un appuntamento” tento di cacciarla ma lei riprende:
T: “Ascoltami Jade, lui ti ama davvero!” e poi esce.
Non mi interessa di quello che ha detto, lui l’ha baciata e conosceva le conseguenze.
Finalmente arriva Gilbert con un look casual ma elegante, non lo nego è molto bello ma non mi fido tanto di lui, lo faccio giusto per vendetta. Ci dirigiamo ad un pub qui vicino appena siamo dentro cominciamo a ballare e a bere. Quando torniamo a casa siamo entrambi completamente ubriachi, faccio fatica a reggermi in piedi così mi siedo sul mio letto.
Gilbert si mette a cavalcioni su di me e comincia a baciarmi, all’inizio ricambio e lo provoco:
G: “Sarai mia Jade West”
“Sì tutta tua” ridacchio,
mi bacia il collo e non lo respingo, ma poi in un piccolo momento di lucidità mi accorgo che sono sdraiata senza più il vestito addosso, solo in intimo e con lui sopra che mi bacia il petto:
“Gilbert  fermati, non voglio” tento di toglierlo dal mio corpo ma non ci riesco, lui è molto più forte di me fisicamente
G: “Stai ferma, vedrai ti farò felice!” Mi immobilizza e non riesco più a dimenarmi, così comincio ad urlare con tutto il fiato che ho in corpo.
Pov Beck
Non voglio arrendermi, non la lascerò innamorare di un ragazzo che non conosce neanche per di più Newyorkese. Tori ha detto che quel bacio lo avrebbe dimenticato e che avrei dovuto tornare dalla mia fidanzata e così ho fatto.
Sento delle urla, provengono dalla sua camera. Mi precipito a vedere cosa succede e avevo ragione: non dovevo lasciarla nelle mani di una persona che aveva incontrato nel pomeriggio.
“Ehi tu, bastardo toglile le mani di dosso” gli dico minaccioso, è come se non mi sentisse e decido di alzare le mani.
Jade piange ma io non le do retta, colpisco sul naso il ragazzo e lo sbatto fuori; lei è sul letto quasi nuda, il suo alito puzza di alcool ma non ci penso, le infilo una maglietta e dei leggins che trovo nel suo armadio poi la prendo in braccio, aggancia le sue braccia con molta fatica al mio collo per reggersi e la porto a casa mia dove sarebbe stata al sicuro.
*A casa*
La adagio sul piumino lasciandola dormire mentre io vado a riposare sul divano.



QUESTO CAPITOLO E’ UN PO’ LUNGHETTO E SPERO DI NON ANNOIARVI MA MENTRE SCRIVEVO MI VENIVANO IN MENTE CONTINUAMENTE NUOVE IDEE. E’ ARRIVATO IL PRINCIPE AZZURRO A SALVARLA PER FORTUNA. GRAZIE DI AVER RECENSITO I CAPITOLI PRECEDENTI CIAOOOO

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Capitolo 5
*** Io lo amo e lui ama me ***



Pov Jade
Mi sveglio in un letto a una piazza e mezza con le coperte fino al collo e la luce che trafigge il mio viso, all’inizio non trovo nulla di familiare in quella camera, così mi alzo e piano, ma soprattutto dolorante e spaesata mi dirigo al piano inferiore.
Riconosco l’abitazione, è la casa di Beck. Ma perché sono qui?
Scorgo sul divano un plaid con la bandiera canadese e lui che sta preparando qualcosa per colazione. Mi scappa un sorrisetto, adoro l’idea di trovarmi sotto il suo stesso tetto senza litigare, a dire il vero non vedo l’ora di poterlo di nuovo baciare ma non posso, non sarò io ad umiliarmi per lui, deve dimostrare che tiene tanto a me, poi d’improvviso si volta e ritorno nella stanza di prima, mi infilo sotto le coperte, fingo di dormire e sento i suoi passi avvicinarsi.
B: “Jade svegliati, come stai? Hai fame?” Sento la sua mano accarezzare la mia guancia, apro gli occhi e gli chiedo scocciata come se non avessi sentito le sue domande:
“Beck, non dirmi che hai sfruttato l’occasione per dormire con me! Io e te ci siamo lasciati…” non mi lascia finire e mi risponde:
B: “No, calmati ho dormito sul divano, sapevo che non ti sarebbe piaciuto e ho preferito non infastidirti, per come eri messa ieri…”
“Cosa vuoi dire? Cosa è successo ieri?” Mi sta evidentemente prendendo in giro, io non ho fatto niente di che ieri, eppure sento il mio corpo tutto indolenzito
B: “Ma come, non ti ricordi? Hai conosciuto quel ragazzo e avete bevuto insieme, poi lui ha approfittato del fatto che fossi ubriaca e ha cercato di violentarti. Per fortuna sono arrivato prima che potesse toccarti.”
Lo guardo con le lacrime negli occhi, quasi a dirgli che mi dispiace, lui intuisce qualcosa e mi abbraccia, però non mi dà amore, ma perdono e sicurezza, sembra quasi magico.
Io lo ricambio per qualche secondo; cosa mi succede, mi sto lasciando andare: devo staccarmi e ritornare la Jade dura di sempre:
“PERCHE’ MI ABBRACCI ORA, E’ SOLO COLPA TUA, SE TU NON AVESSI BACIATO TORI NON AVREI DOVUTO TROVARE UN ALTRO RAGAZZO E QUESTO NON SAREBBE SUCCESSO!” Urlo a fatica sentendo un nodo alla gola ed esco di casa stanca di mettere sempre in scena, anche con lui, la mia maschera.
Pov Beck
Non doveva finire così, le avevo preparato la colazione,  invece è scappata ancora una volta e di nuovo per colpa mia, non posso crederci.
Bevo il latte che avevo preparato per Jade insieme ai suoi biscotti preferiti e senza aspettare nemmeno un minuto per sistemarmi, prendo la macchina per andare a scuola sperando di incontrarla e chiarire tutto.
*A scuola*
Sono arrivato, le porte della Hollywood  Arts sono ancora chiuse, apriranno a momenti.
Ecco la campanella che segna l’inizio delle lezioni, oggi c’è Sikowitz: la commedia che mi ha fatto litigare con Jade l’abbiamo cancellata per mancanza di bravura, in realtà era l’impegno a mancare.
Entro in classe e lei è seduta al nostro solito posto, mi siedo di fianco ma si allontana e cambia sedia.
S: “Buongiorno ragazzi, voglio farvi provare delle scene per capire quali parti assegnarvi nella prossima commedia. Cominciamo da Jade che farà la fidanzata gelosa, Robbie rappresenterà il fidanzato che l’ha tradita con Cat che invece farà l’amante.”
R: “Che nomi usiamo?” chiede Robbie con aria un po’ spaventata, forse per quello che lo aspettava con il mio angelo.
S: “I vostri”
Jade si siede nervosamente aspettando i due traditori, eccoli entrare:
C: “Ahahah è stato bellissimo sei sicuro che la tua ragazza non verrà mai a saperlo?”
R: “ Se nessuno glielo dirà!”
J: “Cavolo Rob dove eri? CHI E’ LEI?”
Il nostro povero amico già tremava.
R: “L-lei è… è un’amica” sfoggia il suo sorriso migliore ma non le fa nessun effetto
J: “BASTA, NON PUOI PIU’ MENTIRMI, OGNI VOLTA VAI A LETTO CON UNA RAGAZZA CHE NON SONO IO E MI DICI QUANDO RIENTRI CHE E’ UN’AMICA, CON TE HO CHIUSO, E TU NON VENIRMI MAI SOTTOMANO ALTRIMENTI TI STACCO LA TESTA!”.
I suoi occhi infuocati racchiudono tutta la rabbia che lascia uscire solo con me, ma che sta provando ancora. Spinge Robbie giù dal palco mentre Cat è già svenuta per le grida, quindi non la tocca. Esce prendendo le sue cose:
S: “Jade se te ne vai ora, sarò costretto a chiamare i tuoi genitori! Se ne è andata”
Alla fine della lezione la cerco per tutta la scuola e non la trovo, rimane solo un luogo in cui potrebbe essere: il bagno delle ragazze. Entro e sento una ragazza singhiozzare nel primo bagno.
Pov Jade
B: “Jade, sei tu?”
O no è Beck e sto piangendo, il trucco ormai è colato e non posso aggiustarlo, così lo tolgo sfregandomi la manica del golfino sulla faccia e cercando di non piangere.
Sono pronta e ho anche una scusa, mentre lui apre la porta per entrare io la apro per uscire:
“Che cosa ci fai qui, questo è il bagno delle ragazze!”
B: “Io ti stavo…”
“AH, E COSI’ ORA MI PEDINI ANCHE”
B: “No ascoltami…”
“SEMPRE IO TI DEVO ASCOLTARE, PERO’ NON MI PARE CHE TU MI STIA A SENTIRE”
B: “Non ne posso più delle tue urla”.
Mi afferra forte per un braccio tirandomi fuori dai bagni fino al corridoio.
B: “Se non vuoi ascoltare allora dovrai fare i conti con questo”
Mi spinge con la sua dolce irruenza contro gli armadietti e mi dà un bacio, la cui tanta passione e amore mi tolgono il respiro; finalmente si è deciso, cerco di liberarmi ma lui continua imperterrito muovendo le sue labbra sulle mie, gli mordo il labbro inferiore, come l’ultima volta che mi ha baciato per farlo allontanare, ma lui lascia uscire un gemito senza staccarsi e mi accarezza i fianchi, così mi sciolgo e ricambio con la massima passione.
Sono ufficialmente un suo trofeo, mi sono lasciata vincere da un suo bacio.
DRIIIN
“Mmmh Beck stanno arrivando gli altri” evidenzio io sulla sua bocca in un momento di respiro
B: “E allora? Tutti devono vedere che sei ancora la mia fidanzata e che nessuno può sfiorarti”.
Usciamo e lui mi porta a casa anche se la scuola non è ancora finita. Dopo mezz’ora suona il campanello e io lo faccio entrare.
Pov Beck
L’ho accompagnata a casa e ho telefonato a mia nonna Katie accertandomi che l’idea fosse fattibile, poi ho comprato un paio di pezzi di carta e li ho impacchettati. Sono ritornato a casa sua e mi ha aperto, io sono entrato con un sorriso stampato in faccia:
“Ehi, amore ho un regalo per te!” glielo porgo
J: “E questo solo perché siamo tornati insieme?” ridiamo e la bacio in fronte dandole gioia ma permettendole di aprire la piccola sorpresa. Li scarta e mi fissa negli occhi:
J: “Stai scherzando? Non ci credo, li hai pagati davvero tu?”
“Sì, perché me lo chiedi? Non ti aspetti che il tuo fidanzato ti faccia un regalo del genere?”
J: “Sì, ma non che mi porti in paradiso insieme a lui: sono due biglietti per Cancun, in Messico! Ma con quali soldi pagheremo l’alloggio?”
“Mia nonna vive là e mi ha detto che ci ospiterà per tutto il tempo, in oltre per lei non sei un problema, se i miei genitori ti odiano sono solo affari loro!”
Mi salta addosso e mi stringe il collo, io la tiro verso di me e le sussurro all’orecchio come se qualcuno potesse sentirci:
“Partiamo domani mattina alle 9:00, fai le valigie per una settimana”
J: “Ok, ora vai devo cambiarmi e cominciare a preparare tutto” mi spinge con delicatezza il petto fuori dalla porta chiudendola davanti a me, io torno a casa e ordino il necessario nel mio trolley, poi mi metto a letto impaziente.
 
 
CIAOOO, ALLORA DICO SUBITO CHE NON MI RICORDO SE L’HO LETTO MA SE PER CASO HO COPIATO IL NOME DELLA NONNA DI BECK MI SCUSO. MI SCUSO ANCHE PER IL RITARDO, NON DOVUTO ALLA VOGLIA O ALLA MANCANZA DI ISPIRAZIONE MA AI PROBLEMI DEL COMPUTER.
GRAZIE A CHI LEGGE LE MIE STORIE MA GRAZIE SOPRATTUTTO A CHI RECENSISCE PERCHE’ MI DA’ LA VOGLIA DI CONTINUARE. AL PROSSIMO CAPITOLO!

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Capitolo 6
*** Il paradiso ***



Pov Beck
Mi sveglio e salto giù dal letto come se avessi visto una tigre in camera, sono troppo agitato, non vedo l’ora di andare a prendere il mio angelo, che sicuramente si starà già preparando da almeno mezz’ora e non sarà ancora pronta.
Non faccio colazione, mi cambio e metto in macchina la mia roba poi parto verso la casa di Jade.
Arrivato le suono e lei mi risponde:
J: “Chi è?”
“Sono io amore, apri”
J: “Beck, ma sei già qui? Io devo fare ancora colazione!”
“Anche io, non preoccuparti ci fermeremo strada facendo ad un bar”.
Non sento più nulla, probabilmente sta scendendo, e poi me la ritrovo sulle labbra, concludo il bacio e le prendo la valigia che pesa un quintale.
“Che cosa ci hai messo? Dobbiamo stare da mia nonna se ti serve qualcosa glielo puoi chiedere!”
J:”No,già che ci ospita non mi va di disturbarla e dunque di farmi odiare anche da lei”
“Va bene, però ora andiamo altrimenti non avremo il tempo di mangiare”.
Saliamo in macchina e la porto ad un bar italiano, dove il menù è vastissimo ed è tutto buonissimo, un po’ caro, ma non voglio che si scordi mai di questi giorni. La cameriera arriva e mi guarda, Jade la nota e stranamente le sorride: credo sia più felice lei di me:
C: “Dunque avete scelto?”
Io prendo una spremuta d’arancia con una brioche alla crema, lei come al solito prende un cappuccino e una brioche vuota.
Dopo aver divorato letteralmente la nostra colazione andiamo subito in aeroporto, intanto che aspettiamo il nostro volo mi riempie di domande:
J: “Come sarà? Ma tu ci sei stato? Farà caldo? Ho portato il costume ma sognati che farò il bagno con te, sai che odio il mare!”
“Jade aspetta, non capisco più nulla! Sì, ci sono stato, ci andavo ogni estate con il mio fratellino Ethan quando ero piccolo; certo che farà caldo ed è anche per questo che farai il bagno insieme a me, e poi scusa tu vieni a Cancun per non entrare in acqua? Comunque rilassati, starai d’incanto anche con il costume asciutto; mentre per il come sarà, lo scoprirai!”
J: “E se i nostri genitori si preoccupassero?”
“E chi? Mia madre e mio padre che sono in Canada con Ethan? O forse tuo padre che ti odia? O tua madre che è in carcere?” Abbassa lo sguardo come per dire: già, hai colpito nel segno
“Oh, Jade scusa… non volevo ferirti” lei mi abbraccia forte.
Saliamo sull’aereo, io mi metto dalla parte del finestrino e lei si siede al mio fianco tenendo la testa appoggiata alla mia spalla per tutto il viaggio.
Pov Jade
*A Cancun*
Dopo 2 ore arriviamo. E’ favoloso tutto qui rispetta la natura e ci sono degli spazi dove l’uomo non ha messo mano veramente splendidi, ma la cosa che mi colpisce di più è il mare, così cristallino e trasparente non l’ho mai visto.
Usciti dalla dogana Beck mi porta da nonna Katie, davanti alla casa sta per bussare ma io lo fermo:
“Sei sicuro che non mi disprezzerà anche lei e che non ti manderà indietro?”
B: “Tranquilla, lei non è come gli altri, lei è la persona con cui ho stretto il legame più forte dopo di te e mio fratello!”.
Batte il pugno sulla porta e io mi faccio piccola tra il suo braccio  e il suo petto, facendomi proteggere esclusivamente dai suoi muscoli.
Dall’abitazione esce un’adorabile signora non tanto anziana che Beck saluta abbracciandola con il braccio libero:
K: “Oh Beck, quanto sei cresciuto, sono felice di rivederti da quando hai cominciato a vivere ad Hollywood non sei più venuto a trovarmi”
B: “Mi sei mancata anche tu, lei è la…”
K: “Tua fidanzata Jade, giusto? Beck mi ha parlato tanto di te!”
“Salve signora Oliver, grazie per l’ospitalità” ringrazio con tono flebile
K: “Figurati, dammi del tu e puoi chiamarmi Katie! Forza adesso entrate vi mostro la casa”.
Entriamo e un fantastico salotto ci appare davanti, Katie sale delle scale e ci mostra la camera: LA CAMERA! Era grandissima con un grande armadio e un bagno, con al centro un letto matrimoniale, ci lascia soli e sistemiamo un pochino.
Mentre svuoto la mia valigia mi viene in mano il costume:
B: “Non vedo l’ora di vedertelo addosso!”
“Tranquillo, non mi vedrai nuda, né tantomeno in bikini!” Scoppiamo a ridere senza pensare a cosa potrebbe dire sua nonna se ci sentisse.
Lui ha riposto tutta la sua roba nell’armadio e io sto finendo, ma prima che possa riporre anche l’ultima maglietta poggia le mani sui miei fianchi da dietro, dicendo che mi avrebbe portata a visitare il posto. Mi prende per mano portandomi di nuovo in salotto:
B: “Nonna noi usciamo” la avvisa al volo e mi porta in un bosco dove posso sentire più di 10 suoni diversi, tutti in perfetta armonia.
B: “Voglio mostrarti il mio luogo di pace” sussurra prima di sbucare in una piccola radura circondata da un sacco di palme con in mezzo una piscina naturale enorme e fantastica, le sponde non sono alte e ci si potrebbe tuffare dentro.
“Wow, è bellissimo!” Rimango sbalordita a bocca aperta, lui ne approfitta per spingermi in acqua e cado come una pera cotta:
B: “Ahahahah, sei ancora sicura di non voler fare il bagno?” Chiede ironicamente con un ghigno sulla faccia, io intanto risalgo in superfice e lo guardo con occhi assassini:
“Se ti prendo te la faccio pagare cara Beck!”
B: “Ok, allora fallo!” Si immerge anche lui e mi raggiunge, mi chiude tra le sue braccia e posso sentire il suo fiato caldo sfiorarmi la pelle.
Il sole oltrepassa le numerose piante facendoci arrivare solo dei raggi che riscaldano il clima tra noi, mi poggia una mano sulla guancia e fa avvicinare le nostre labbra, che dal momento in cui si toccano non si staccano più.
Sembra un bacio come gli altri, invece nasce un nuovo sentimento che colpisce entrambi: io ho una strana sensazione allo stomaco, non posso dire che siano farfalle, ma qualcosa è, qualcosa di bello e forte; mentre lui si muove come se sotto di noi non ci fosse acqua e con l’altra mano mi accarezza i capelli. Mi alza per le cosce, io incrocio le gambe attorno al suo addome e tengo le mani incollate al suo dolce viso lasciandomi portare in braccio fuori dalla piscina.
Mi adagia sull’erba soffice e verdissima, poi si mette a cavalcioni su di me tenendo però le mani sul terreno per evitare di spostarmi tutto il suo peso addosso; lo sento baciarmi il collo, rabbrividisco, gli tolgo la maglietta e rimane a petto nudo, così in risposta al mio gesto mi sfila la canotta nera bagnata e la gonna con la calzamaglia anch’esse nere che indossavo, ho solo l’intimo in raso rigorosamente nero che mi copre.
In un istante mi passa davanti la scena di mio padre quando aveva fatto quasi la stessa cosa 4 anni fa, impallidisco diventando un pezzo di legno:
B: “Stai bene?” Mi chiede
“Sì, non preoccuparti”
B: “Jade se non te la senti possiamo rimandare, non voglio costringerti”
“No sul serio, sto bene, continuiamo ti prego” mi guarda sorridente
B: “D’accordo, ti amo!”
“Ti amo anch’io”.
Dal collo passa alla bocca e questa è stata la prima volta in cui ho voluto davvero farlo, anche per Beck è stata la prima ed è stata insieme, in un posto incantato. Dopo averlo fatto mi sono addormentata avvinghiata al suo petto e mi ha tenuta stretta fino a quando l’alba non ci ha svegliati di nuovo.
 
 
CIAOOO, QUESTO CAPITOLO E’ ABBASTANZA LUNGHETTO, MA VOLEVO RENDERLO PIU’ DETTAGLIATO POSSIBILE,OVVIAMENTE SENZA INFRANGERE LE REGOLE.
C’E’ COMLTA DESCRIZIONE E NARRAZIONE, PERSONALMENTE LA PARTE CHE TROVO PIU’ BELLA ED EMOZIONANTE E’ QUELLA IN CUI C’E’ IL CRESCENDO D’AMORE DOVE DESCRIVO COSA PROVANO.
ASPETTO LE VOSTRE RECENSIONE (FA SEMPRE PIACERE RICEVERE DEI COMMENTI).
P.S. E’ IL CAPITOLO DALLA QUALE  INIZIERANNO TUTTI I PROBLEMI E SONO CONTENTA CHE SIA ALL’ALTEZZA DELLE MIE ASPETTATIVE SPERO ANCHE DELLE VOSTRE. ALLA PROSSIMA!!!!!! 

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Capitolo 8
*** Amicizie ritrovate ***




Pov Jade
Ci rivestiamo in fretta, se sua nonna si accorgesse che abbiamo dormito fuori scoppierebbe la terza guerra mondiale:
“Beck dici che sarà già sveglia?”
B: “Non lo so, di solito dorme circa fino alle 8:00”
“Ok però sbrighiamoci: ai tuoi famigliari non sono mai andata a genio, figurati se scoprisse che abbiamo passato una notte insieme, DA SOLI” evidenzio con un sorriso dolce:
B: “Oh, di nuovo, ti ho già detto che mia nonna non è come gli altri, lei mi capisce e se io sono felice con te, lei è contenta di starti vicino!” mi dà un tenero bacio sulla guancia.
*A casa*
B: “Entriamo, fai piano così non si sveglia”
K: “Ciao ragazzi, dove siete stati?” stringo forte il braccio di Beck facendogli intuire un te l’avevo detto poi lui inventa qualcosa che ci tira fuori dai casini ma che mette lui in un pasticcio più grande:
B: “L’ho portata a visitare un po’ la città e le ho fatto conoscere Rikki e… lei ci ha fatto stare a dormire!” ci guarda strano e poi inizia a preparare la colazione.
Noi saliamo in camera e mentre lui sospira per averla scampata liscia, io gli salto al collo e comincio il mio interrogatorio:
“Chi è Rikki? Spero per te che l’abbia inventata per darla a bere a tua nonna se no mi devi delle spiegazioni!”
B: “Rikki è una delle mie amiche d’infanzia, stai tranquilla però, è fidanzata e non siamo mai stati più che semplici amici delle vacanze”
“Ok, ti credo questa volta, ma voglio conoscerla per esserne sicura”
B: “Sarebbe come dire: va bene faccio finta di crederti e vorrei che diventasse anche amica mia per capire se è vero…”
“ Più o meno sì, è esattamente quello che intendevo”
B: “Va bene, allora alle 15:00 ti porto da lei”.
Accantoniamo il discorso gelosia fino alle 15:00, quando indosso i miei vestiti estivi migliori e mi faccio accompagnare da questa insopportabile presenza che mi disturba molto: Rikki.
Pov Beck
Sembra parecchio infastidita da lei, ma se no l’ha mai vista:
“Perché ce l’hai tanto con lei? Non sai neppure chi è”
J: “Io l’odore delle galline lo posso sentire a chilometri di distanza! Detto questo trai le tue conclusioni” dice ironicamente
“Non è una di quelle ragazze che mi corrono dietro te lo dimostrerò!”.
Busso alla sua porta mentre tengo Jade per mano in modo che non le salti addosso e non la azzanni ad un braccio.
Dall’interno si sente una vocina:
?: “Vado io! Forse è Dean”
Apre la porta ed esce una ragazza simile a Jade: con la pelle chiarissima, gli occhi azzurrissimi e i capelli mossi biondi:
?: “Non ci credo! Beck, sei davvero tu?”
“Già, è un sacco di tempo che non ti vedo” mi si butta tra le braccia costringendomi a lasciare la mano al mio angelo, a cui però lancio uno sguardo fulminante che le impedisce di strapparle tutti i suoi riflessi chiari uno per uno, quindi si limita a fare uno strano verso per ricordarmi che sono venuto con lei:
“Ah sì, lei è la mia fidanzata Jade, le ho parlato di te e voleva conoscerti”
J: “Piacere, IO sono la sua FIDANZATA” sottolinea bene le parole cercando di sfoggiare un dei suoi sorrisi provocanti.
Due ore dopo usciamo e torniamo a casa:
J: “Avevi ragione è una delle poche che non ti sbava dietro, sai che ti dico… mi piace”
“Davvero? E’ l’unica ragazza che hai conosciuto per merito mio di cui dici questo, sei sicura di non aver bevuto troppa coca?” La guardo sorpreso e lei per punizione mi tira una gomitata nella pancia, fa male ma me la sono meritato.
La settimana è volata ed io sono riuscito persino a farle fare il bagno, ora stiamo tornando ad Hollywood e lei si è addormentata sulla mia spalla, anche se oggi non abbiamo fatto altro che salutare mia nonna e Cancun, sembra sfinita ed è più pallida del solito, spero che non si stia ammalando.
Arrivati all’aeroporto andiamo direttamente a casa sua, dove preferisco non lasciarla sola e la aiuto a svuotare la valigia, poi mi assicura di stare bene e torno anche io al mio appartamento. Oggi c’è un bel sole non ho voglia di stare qui, quindi esco a fare un giro e scorgo una sagoma famigliare, credo di un ragazzino bizzarro che mi viene in contro ridendo e correndo:
?: “Beck, ciao, amico mi sei mancato” ma certo è il ragazzino di 8 anni che io e Jade abbiamo conosciuto 4 anni fa in Canada, Harry:
“Harry ciao, ma cosa ci fai qui? Tu non eri mica in Spagna?”
H: “Sì, ma finalmente ho ritrovato i miei genitori e vivono qui, non appena mi hanno parlato di te sono uscito a cercarti!”
Harry è stato smarrito quando era appena nato in Italia, è cresciuto là, ma poi ha avuto problemi al cuore e si è trasferito prima in Francia e poi in Spagna, quando un torneo di calcio con la sua squadra ci ha fatti incontrare ha lasciato tutto per vivere qualche anno con me; sua madre non lo ha mai cercato mentre suo padre ha fatto di tutto per trovarlo.
Passeggiamo insieme un po’ per tutta la città:
H: “Alla fine hai conquistato Jade?”
“Certo, ora è la mia fidanzata”
H: “Wow, allora puoi dirle da parte mia che c’è una ragazza che ho incontrato che vuole vederla? Si chiama Alice ha detto di cercarla in ospedale, lei lavora lì”
“Ok, lo farò ora vado!”
Riferisco tutto al mio angelo che si catapulta fuori come un tornado evidentemente si conoscono e lei si sente meglio.
Pov Jade
Sono al bancone delle infermiere e non vedo l’ora di rivedere la mia migliore amica, chiedo di lei e la chiamano.
E’ da quando avevo 6 anni che la conosco e se lavora in questo ospedale vuol dire che ha coronato il suo sogno.
A: “Ciao tesoro” ci abbracciamo forte, io lei siamo sempre state come due sorelle gemelle e abbiamo cura l’una dell’altra quando ci serve aiuto:
“Hey, quanto tempo, allora alla fine Max ti ha chiesto di essere la sua fidanzata?”
A: “ Sì, stiamo insieme da qualche mese e tu? Da quando hai lasciato Manhattan non so niente, l’unica cosa che posso dirti con certezza è che Evan non ha smesso un secondo di chiedermi di te!”
“Lo immagino, anche io sono fidanzata un giorno te lo presenterò!”.
Sentiamo una voce chiamare Alice in una stanza, quindi lei va dalla paziente e io vado a chiedere al mio ragazzo se la sera saremmo usciti a mangiare, così di sorpresa Alice e Beck si sarebbero incontrati, lui accetta e dopo una breve telefonata piena di bugie alla mia amica, che conferma anche lei, prenoto ad un ristorante.
 
 
CIAO QUESTO E’ PENSO IL CAPITOLO PIU’ NOIOSO ED E’ CLASSIFICATO TRA QUELLI CHE IO PERSONALMENTE TROVO MESSI LI’ PER LEGARE DUE PARTI DELLA STORIA, ECCO QUESTO E’ ESATTAMENTE IL SUO SCOPO.
NON PRENDETE ALLA LEGGERA QUESTO CAPITOLO PERCHE’ AVETE FATTO LA CONOSCIENZA  DI TANTI PERSONAGGI CHE RITORNERANNO POI NEL CORSO DELLA STORIA SOPRATTUTTO HARRY E ALICE, PER RENDERLO PIU’ GRADEVOLE HO AGGIUNTO DEGLI INDIZI CHE DARANNO IL VIA AL LORO PROBLEMA MAGGIORE CHE PROBABILMENTE TRATTERO’ LA PROSSIMA VOLTA… NON DICO ALTRO TROVATELI VOI E PROVATE A SCRIVERMI COSA PENSATE CHE SARA’.
A PRESTO (MOLTO PESTO)

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Capitolo 9
*** Il mondo può crollare ***



Pov Jade
Io e Beck siamo appena arrivati al ristorante, Alice è già seduta ad un tavolo che le hanno indicato, ci dirigiamo verso di lei e vedo che entrambi si guardano con stupore:
“Che vi prende, Beck lei è Alice la mia migliore amica, Alice lui è Beck il mio fidanzato che ho conosciuto a Vancouver” si guardano e si stringono la mano salutandosi.
Ordiniamo, mangiamo, chiacchieriamo e ad un certo punto Beck va in bagno, così io e Alice ci mettiamo a parlare di lui:
“Allora, ti sembra adatto a me? Aspetta, prima di rispondere voglio avvisarti che se anche dirai che non ti piace io non lo lascerò mai!”
A: “Quindi in pratica mi chiedi il parere solo per sapere come mi sembra? Beh ok è un gran figo, sembra a posto e scommetto che devi fare la guerra con le altre per tenertelo!”
“Hai proprio ragione, tu sei l’unica che mi capisce. Voglio rivelarti una cosa che sappiamo solo io e lui: stamattina siamo tornati da Cancun, durante quella settimana siamo stati ospitati da sua nonna e abbiamo fatto l’amore, è stato bellissimo!”
A: “Ehi, attenta sta tornando!”.
Usciamo tutti contenti ed entrambi decidono di accompagnarmi a casa.
*A casa*
Apro la porta e sento qualche scricchiolio tutto è spento, Beck mi chiede cosa sia quel rumore ed io mi stringo forte al suo braccio.
Pov Beck
Stringo Jade per tenerla al sicuro, accendo la luce e metto a fuoco una specie di ombra di un uomo adulto.
Si volta, Jade sbianca in faccia e riesce a emettere due sillabe strozzate dalla paura:
J: “Pa-pà”
Non lo avevo mai visto di persona, però so che lui sa di me e della mia relazione con sua figlia, sembra ubriaco e stringe in mano qualcosa; quando capisco che cos’è spingo la mia vita, che tenevo stretta tra le braccia lontana da me, riesco a sentire tre scoppi potenti, dei dolori laceranti al petto e una gran botta alla testa, poi  il buio ha riempito tutto. Ricordo solo delle urla del mio angelo e una pressione decisa sul corpo.
Pov Alice
Mentre il padre di lei scappa, io e Jade soccorriamo Beck che è steso a terra sanguinante con le convulsioni; io premo sulle ferite per fermare le emorragie, la sua fidanzata chiama l’ambulanza e poi cerca di tenerlo fermo così che io possa cercare di fermare il sangue.
Quando si sente la sirena, troviamo due paramedici che lo caricano in ambulanza:
P: “Se vuoi, puoi salire” uno dei due si rivolge a me
“Non sono una sua parente, però lei è la sua fidanzata” indico Jade che è ancora accasciata a piangere
P: “Va bene, ma da come hai reagito sembra tu conosca questo mestiere, credevo avessi potuto darci una mano visto che sarà un viaggio molto movimentato”
“Oh, sì sono una specializzanda”
P: “Potete venire entrambe!”.
Saliamo e cerco di consolare Jade invano, non l’ho mai vista così, deve essere molto importante per lei, non può trattarsi di una semplice cotta da liceali, ci deve essere di più.
*All’ospedale*
I medici lo portano d’urgenza in sala operatoria, non voglio immaginare cosa succederà, Jade interrompe i miei pensieri:
J: “Dobbiamo avvisare i suoi famigliari…” leggo nel suo tono un certo dolore e preoccupazione
“Hai ragione, lo faccio io, dammi il numero”
J: “No, chiamo io!” esce dalla porta principale e chiama un numero.
J: “Ciao, Katie sono Jade, si tratta di Beck…”
K: “Beck? Che gli è successo? Non dirmi che ti ha lasciata”
J: “No, lui… è in ospedale, gli hanno sparato” vedo che ricomincia a piangere
K: “Va bene, stai tranquilla entro domani mattina sarò lì” non riesco a vederla così ed esco a prenderla.
Pov Katie
Finalmente sono arrivata all’ospedale, entro e cerco la piccola Jade immediatamente, immagino cosa starà passando.
Trovo lei seduta con una amica, quando mi vede si alza e rimane in attesa che io faccia qualcosa, mi avvicino e la abbraccio forte, poi si lascia andare e sento il mio cardigan bagnarsi piano piano.
Veniamo interrotte da un medico che esce dalla stanza davanti a noi:
A: “Allora, Daniel come sta?”
D: “Tu sei la sua fidanzata?”
J: “S-sì”
D: “Ha delle vistose e dolorose ferite al petto, purtroppo uno dei tre proiettili ha colpito l’aorta che ha causato un’emorragia molto grave, uno non ha colpito nulla di importante e l’altro ha toccato il cuore, lo abbiamo operato ma è un punto molto delicato ed è estremamente difficile che si salvi”
Fa cenno a Jade che può entrare ed io mi siedo in attesa che esca. Dopo circa mezz’ora esce, la sua carnagione è livida, sembra che abbia visto un fantasma, ci si avvicina, la sua amica le va incontro e Jade sviene tra le sue braccia. Un medico la vede e la porta in braccio in una stanza, io invece entro a vedere mio nipote.
Pov Jade
Mi gira la testa, riconosco subito la figura che mi compare davanti, è Alice, tento di rialzarmi con le poche forze che ho ma lei me lo impedisce:
A: “No, stai giù, devi riposarti, tutto questo stress non ti fa bene!”
“Ma come faccio a restare qui, sono invasa dai sensi di colpa, se io non mi fossi rifugiata tra le sue braccia non sarebbe qui. E poi come lo dico a sua nonna che è stato mio padre, finirà per odiarmi anche lei”
A: “Senti probabilmente questo non è altro che un calo di pressione o di zuccheri, se adesso ti alzi finisci per aggravare la cosa e dovrai stare a letto per settimane”
“Ma se avevo appena mangiato come posso aver avuto un calo di zuccheri e poi la pressione è a posto l’ho provata prima quando Beck mi ha obbligata”
A: “Non so cosa dirti, potrebbe essere qualunque cosa quindi non sottovalutiamola”.
Si apre un silenzio che dà inizio ai miei pensieri, Alice lo spezza prima che possa capire cosa mi sia accaduto:
A: “Aspetta, tu hai detto che mentre eravate a Cancun è successo! Permettimi di farti una domanda: le avete usate le precauzione?”
“No, noi ci siamo completamente scordati”
A: “Allora potresti essere incinta, resta qui e non alzarti  torno subito, vado a prendere un test di gravidanza” a quelle sue parole il mondo mi crolla addosso, insomma se sono incinta dovrò chiarire anche questo e stavolta senza Beck che mi difende.
Alice torna e mi accompagna in bagno poi esco e torniamo in camera, tiro fuori quella maledetta scatoletta, in grado di cambiarmi l’esistenza:
“Guarda tu per favore” le passo il test
A: “Jade, è positivo” la scruto supplichevole, ma cosa voglio che mi dica è la verità e l’errore l’ho commesso io non lei.
 
 
CIAO VE LO ASPETTAVATE TUTTO QUESTO? BEH LO AVEVO DETTO CHE SAREBBERO COMINCIATI I PROBLEMI. COME REAGIRA’ LA NONN DI BECK, COSA DECIDERA’ DI FARE JADE CON IL BAMBINO E BECK SOPRAVVIVERA’?
VOGLIO DARVI UN CONSIGLIO, NON DATE TUTTO PER SCONTATO PERCHE’ CON JADE E IL BAMBINO CI SARANNO DELLE SVOLTE IMPREVISTE!
AL PROSSIMO CAPITOLOOO!

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Capitolo 10
*** Paure e chiarimenti ***



Pov Jade
Mi giro e mi rigiro nel letto tentando di prendere sonno senza successo, dubito che con tutto quello che è successo oggi riesca ad addormentarmi, non faccio altro che piangere da tre ore, i miei occhi bruciano e sento le palpebre appesantirsi.
A: “Ehi, Jade svegliati, devi mangiare” le rispondo con la voce impastata dal sonno e dalla tristezza:
“Non ho fame, dopo tutto questo casino non voglio mandare giù nulla” Alice mi prende per le spalle mi fa alzare per mettermi un cuscino sotto la schiena e poi controbatte
A: “Ma devi farlo, per il bambino, se sei debole anche lui non crescerà forte e non scordarti che ora sei incinta, hai due persone da mantenere” a quelle parole qualcosa mi fa aprire la bocca involontariamente e sputo acida:
“MA CHI TI DICE CHE LO VOGLIA TENERE? Non so nemmeno quando e se Beck verrà a saperlo” la mia voce lascia il posto alle lacrime che rigano di nuovo il mio volto senza che io possa fermarle.
A: “No, vieni qui piccola” mi abbraccia accarezzandomi la schiena come faceva lui quando ero arrabbiata o gelosa per calmarmi
“Voglio vederlo, ti prego portami da lui”.
Mi aiuta ad alzarmi e ci dirigiamo in corridoio, prima di uscire dalla camera però, si ferma
A: “Promettimi che dopo mangerai” annuisco con la testa.
Quando voltiamo l’angolo del corridoio scorgo un ragazzino imprecare contro i dottori e spintonarli violentemente per entrare, ma loro non lo fanno passare, poi lo sento urlare e riconosco benissimo la sua voce
H: “Lasciami Daniel, voglio vederlo!” appena si gira mi vede e corre verso di noi
H: “Jade, che cosa è successo!” chiede impaziente a me, ma non ho la forza per rispondergli e lui questa volta si riferisce alla mia amica
H: “Alice, diglielo tu, Beck è il mio migliore amico ho il diritto di vederlo, anche solo un minuto!”
Harry è furioso e incrocia le braccia al petto, nessuno gli risponde perché Daniel ci ha chiesto di tenerlo lontano dall’ospedale e dal mio fidanzato, visto che è suo zio e lo conosce bene.
Entro nella sua stanza e vedo Katie con lui, io devo dirle la verità su tutto e le faccio segno di uscire.
Torno in camera mia e lei si siede, a quanto pare anche lei mi deve parlare:
K: “Jade, devo avvertirti che ho deciso di chiamare i suoi genitori” perché mi avverte? Ha tutte le ragioni per farlo e non ha bisogno del mio permesso
K: “Te lo dico perché Beck mi ha detto che loro ti disprezzano, però lui è loro figlio non possono non sapere la verità” a quella parola , verità, mi rendo conto che le devo ancora rivelare tutto ciò che è successo, ma i suoi genitori scaricheranno il loro dolore su di me e io non posso dirglielo:
“Katie ti prego non farlo, io non posso sopportare anche questo” la supplico
“Ti prometto che se si azzarderanno a darti fastidio li rimetterò al loro posto e non potranno dire più niente su di te!” a quelle parole sbotto:
“INVECE POSSONO DIRE UN’INFINITA’ DI COSE SU DI ME, COME AD ESEMPIO CHE SONO UNA SVERGOGNATA, CHE QUELLO CHE E’ SUCCESSO E’ SOLO COLPA MIA E CHE SONO UNA POCO DI BUONO E IL FATTO CHE MI FA ARRABBIARE E’ CHE E’ TUTTO VERO!”
K: “Perché dici questo di te, non penso che se lo fossi mio nipote ti vorrebbe ancora”
“PERCHE’ E’ STATO MIO PADRE A SPARARGLI E IL SUO OBIETTIVO ERO IO, SE NON AVESSI CERCATO LA SUA PROTEZIONE QUEI PROIETTILI AVREBBERO COLPITO ME NON CERTO LUI!” scoppio di nuovo in un pianto disperato pieno di dolore che non sembra voler passare
K: “Però non puoi incolparti per una cosa che ha fatto tuo padre”
“SI’, HAI RAGIONE MA POSSO RIMPROVERARMI IL FATTO CHE ASPETTO UN BAMBINO SUO!” lei in un primo momento mi guarda basita, ma poi si avvicina e mi stringe forte
K: “Questo non è solo colpa tua, avrebbe dovuto pensarci anche lui, e non puoi pagare interamente tu un errore che siete stati in due a commettere”
Ma quanto è tenera e comprensiva sua nonna, se fosse stata mia parente avrei ancora qualcuno con cui confidarmi.
Dopo circa un minuto ci stacchiamo, lei mi guarda negli occhi e mi dice seria.
K: “Chiamerò i suoi genitori e gli dirò tutto, se loro ti offenderanno in qualche modo, noi li manderemo via, e poi ricordati che il suo fratellino tiene tanto a lui”
“D’accordo, però non voglio vederli più del dovuto” accenna un sì con la testa.
La vedo uscire e digitare al telefono un numero, penso sia quello della madre di Beck.
Dopo 2 ore vedo di nuovo quelle facce odiose perfette per ferire la gente, venirmi incontro con le lacrime in faccia; Ethan è con loro e probabilmente non ha ancora capito cosa è successo, povero piccolo.
Shannon, sua madre, mi comincia a interrogare e io vado in tilt rivelandole tutto quello che loro non avrebbero mai dovuto sapere: tutta la verità, quello che mi avrebbe distrutta dentro, ma tengo segreta la gravidanza a cui non do neanche importanza.
S: “COSA? E DOPO QUESTO HAI ANCORA IL CORAGGIO DI GIRONZOLARE INTORNO A MIO FIGLIO?”
Sono di ferro non lascio trapassare nessuna emozione fino a quando loro entrano nella stanza e scoppio in un pianto disperato, Harry mi si avvicina ma io lo spingo via e ritorno in camera, dove trovo Alice con una bella porzione di pasta al pesto e una bistecca ad aspettarmi
“P-per chi è quella r-roba?” chiedo tra un singhiozzo e l’altro
A: “Mi hai promesso che avresti mangiato, quindi ora mi fai, ma soprattutto ti fai il favore di farlo” spiccica con un sorriso malizioso. La accontento e mangiucchio un po’ di tutte e due le cose.
Ritorno da Beck e scorgo i suoi genitori parlare con dei dottori, mentre Ethan è dentro che piange, così decido che è il momento di dare al mio fidanzato delle informazioni che ancora non aveva per restare in vita. Supero la porta e mi siedo al suo fianco, il suo fratellino mi guarda, ma non mi giudica, anzi viene da me e si accovaccia sulle mie gambe costringendomi a stringerlo forte.
Pov Ethan
Voglio consolarla, è lei che prima di tutti sta soffrendo, perciò m’infilo tra le sue braccia cercando di farla sentire al sicuro anche senza mio fratello, poi inizia a parlare con la mia  testa appoggiata al petto
J: “Beck, amore mio scusami se puoi per non aver affrontato i miei problemi e averli lasciati a te, ma adesso non puoi morire: hai Ethan qui che vorrebbe sentirsi stretto di nuovo in un tuo abbraccio non nel mio, hai una madre e un padre che ti amano ed è per questo che odiano me, perché pensano che io non sia la ragazza che ti renderà felice e hanno ragione, pensa a quello che stai passando e prova a negare che è successo per colpa mia, hai una nonna fantastica che farebbe qualsiasi cosa per te persino viaggiare in tutto il mondo solo per vederti un sorriso sulla bocca e infine hai tuo figlio, la cui vita dipende dalla tua perché io non lo crescerò da sola senza sapere neanche se tu sei d’accordo” sussurra accarezzandogli i capelli morbidi; non capisco il significato dell’ultima frase, forse semplicemente avevano fatto dei piani per il futuro che comprendono anche dei miei nipotini: forse consisteva nell’amarsi così tanto e stare così vicini che qualcuno alla fine avrebbe fatto crescere la pancia a Jade e ne avrebbe fatto uscire un piccolo ometto o una piccola signorina.
O forse queste sono solo le fantasie di un bambino di 10 anni, però ammetto che l’idea non è affatto male.
Lei ha ancora il volto bagnato, come se le sue lacrime non si prosciugassero mai, a un certo punto mi lascia dall’abbraccio che consola più me di lei e appoggia delicatamente le labbra su quelle di Beck: normalmente avrei detto che schifo, ma vederlo fare da loro mi trasmette tanta tenerezza e dolcezza.
Esce e io passo la notte con lui, aggrappato al suo braccio, dormendo nel suo letto caldo per non lasciarlo scappare via da me.
Pov Beck
Cosa ha appena detto il mio angelo? Davvero è incinta o il coma mi confonde? Come cazzo è potuto succedere? L’abbiamo fatto una volta e lei già è incinta? Voglio poterla baciare, abbracciare e asciugarle le guance ormai corrose dal suo pianto, poi sento le sue labbra posarsi sulle mie e una scarica di amore mi rinvigorisce, però non mi dà la forza sufficiente per aprire gli occhi troppo pesanti che sono tappati da ore forse anche giorni, ormai ho perso il conto; d’un tratto si stacca e voglio raggiungerla come faccio sempre, per spingerla contro una parete con la mia irruenza che a lei piace e dimostrarle tutta la mia passione e affetto nei suoi confronti, ma mi sembra di essere legato con una camicia di forza al letto.
Nei minuti successivi sento delle manine stringermi il bicipite e il tricipite che però dopo un po’ allentano la presa lasciandomi intuire che Ethan si è addormentato al mio fianco, così riposo anche io imponendomi che domani avrei agganciato di nuovo i nostri sguardi e mi sarei sciolto nel luccichio del suo color ghiaccio.
Pov Jade
Dopo ore di insonnia mi addormento quando una mano dal tocco deciso mi impedisce di continuare e mi costringe ad aprire gli occhi
A: “Jade svegliati, Beck ha ripreso i sensi, non so quanto resterà cosciente muoviti!”
Mi alzo di scatto sentendo una fitta lacerante allo stomaco, che non riesce a piegarmi grazie alla gioia della notizia che ho appena ricevuto.
Sono davanti ai muri che ci separano, mi affaccio alla porta e non appena si volta mi vede, facendo emergere un sorriso contagioso chiede con fatica ai suoi parenti di uscire perfino a Ethan e Katie anche se con loro non aveva segreti.
Usciti loro entro io e mi precipito ad abbracciarlo piangendo, di nuovo, ma questa volta di gioia
B: “Perché piangi?” mi chiede in un sussurro che deve essergli costato tutto il fiato che ha in corpo
“Perché sono felice che tu sia qui a sorridermi” gli rispondo dandogli un bacio passionale e pieno di speranza come conferma, dopo posiziono la testa nell’incavo del suo collo bagnandolo, e sento tutto il calore e il profumo che sprigiona la sua pelle liscia sempre pronta ad accogliermi.
Con uno sforzo immane alza il braccio e giocherella con i miei capelli, poi lo fa scendere fino alla mia vita e mi incatena a lui, non voglio staccarmi mai, però spezza il silenzio e l’attrazione che si è creata tra di noi in pochi attimi chiedendomi
B: “E’ vero quello che ho sentito o stavo delirando? Sei incinta?” rimango a bocca aperta stordita dal poco riguardo con cui me l’ha domandato, lui mi fissa e io devo rispondergli la cruda verità non sapendo come avrebbe reagito.
 
 
SCUSATE IL RITARDO MA E’ STATA UNA SETTIMANA INFERNALE, TRA LA SCUOLA, I COMPITI, LE VERIFICHE, GLI ALLENAMENTI E L’ANSIA DELLA GARA NON HO AVUTO TEMPO DI AGGIORNARE.
COMUNQUE ORA HO FATTO SPERO VI PIACCIA E HO CERCATO DI FARMI PERDONARE SCRIVENDONE UNO UN PO’ PIU’ LUNGO DEL SOLITO.
NON SONO UNA CHE DICE SE NON RECENSITE NON AGGIORNO PIU’ (SEMBRA QUASI UN PESO SCRIVERE UNA STORIA) CERTO NON NASCONDO CHE VORREI RICEVERE PIU’ COMMENTI APPARTE QUESTO AMO SCRIVERE E MI DIVERTO NON LO FACCIO DI SICURO PER RICEVERE COMMENTI CARINI ANCHE SE SAREBBE GRADITO. CIAOOO!

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Capitolo 11
*** Vi amo già ***



Pov Beck
I visitatori se ne vanno,  io rimango solo con la mia splendida ragazza e riapro l’argomento bambino
“Non credi che bisognerebbe dirlo ai miei genitori? In fin dei conti sono i suoi nonni” rimane stupita, il suo sguardo sembra attento e vigile, ma in realtà quando sbarra gli occhi in questo modo so che sta pensando a tutt’altro
“Jade, allora?” le schiocco le dita a qualche centimetro dal naso
J: “E perché: cioè loro non mi hanno mai accettata per quale motivo ora dovrebbero accettare lui?”
“Perché LEI è anche mia figlia non solo tua”
J: “Sì, però sono io la madre”
“Quindi non vuoi che la piccola abbia dei nonni”
J: “Non dico questo, ma è senza senso dirlo ai tuoi genitori se non ci daranno neanche il loro consenso nel tenerlo” un po’ la capisco ha paura di essere ferita ancora
“Ma almeno sapremo di aver fatto la cosa giusta e di averci provato” la guardo con occhi supplichevoli
J: “E va bene” dice esitante
“Stai tranquilla se oseranno offenderti in qualsiasi modo ti difenderò, e poi che importanza ha se loro non vogliono che la teniamo? Noi la nostra decisione l’abbiamo già presa”
J: “Smettila di parlare al femminile, sarà un maschio” eccola tornata, è così che mi piace: quando attacca senza paura.
D’un tratto la mia famiglia entra e io stringo forte la mano a Jade
“Mamma… devo dirvi una cosa…”
Smettono tutti di fare quello che stavano facendo e si voltano, Ethan mi guarda sorridente
“Promettetemi che non vi arrabbierete… Jade ed io diventeremo genitori, lei è incinta”
E: “Yee, evviva sarò zio!” urla Ethan stra colmo di felicità
S: “Ethan per favore puoi uscire” mia madre chiede al mio fratellino di andarsene
S: “Non avrete mica intenzione di tenerlo spero” continua quando lui è fuori
“Sì, vogliamo tenerlo”
P: “Ma siete impazziti? Siete nell’età dell’adolescenza, non potete sprecare gli anni migliori della vostra vita in questo modo”
“Sì che possiamo papà e sia io che la mia fidanzata siamo d’accordo”
S: “Non ci credo, ancora tu, quando la smetterai di manipolare Beck?” Jade si tiene forte al mio braccio, intervengo
“Mamma, basta non ti permetto di dirle queste cose! Vattene, andatevene, non voglio più vedervi, da quando avete cominciato a trattare male lei mi avete distrutto la vita”
P: “Ma…”
“Via!” lo interrompo.
Rimaniamo in silenzio fino all’ora di cena quando vedo che lei non mangia nulla di quello che le hanno portato, alza la testa e mi guarda
J: “Beck, non avresti dovuto cacciarli”
“Se la sono cercata”
J: “Ma non capisci che se tu li stai respingendo è solo colpa mia. Ti prego fai pace e se non lo riescono a vedere da soli quanto sei innamorato di me allora mostraglielo tu o almeno fallo per Ethan” dopo avermi pregato si stende con me nel mio letto e si addormenta accoccolata sul mio petto. So che per lei è difficile, ma i miei non sono così comprensivi come pensa, Ethan non centra è vero ma staremo con lui qualche volta.
*Casa di Beck*
Finalmente dopo due settimane mi hanno dimesso e ora sono a casa mia, Jade sta notte ha dormito qui, abbiamo discusso sull’argomento soldi e casa per il bambino, entrambi vogliamo tenere casa mia, che è più grande e vendere la sua in modo da avere un po’ di soldi, almeno all’inizio così continueremo ad andare a scuola e chiameremo una baby sitter, poi mi troverò un lavoro, di giorno sarò a scuola mentre di sera a lavorare.
I nostri amici non sanno ancora nulla, tranne Alice e Harry, che con la sua insistenza ha finito per strapparmelo dalla bocca.
Ora Jade è in doccia, da quasi un’ora, comincio a preoccuparmi, così mi avvicino al bagno: l’acqua non scorre più, la sento muoversi, entro e la trovo girata solo con l’intimo.
Piano vado verso di lei senza che mi scovi le avvinghio le braccia alla vita, la sento irrigidirsi e poi ridere mettendo le sue mani sulle mie che la tenevano stretta, la tiro a me e le bacio il collo mentre lei si gira e mi stampa un bacio sulle labbra
“Sei pronta amore?”
J: “Pronta per cosa?”
“Hai finito di sistemarti?”
J: “Sì, ma perché me lo chiedi?”
“Voglio portarti in un posto e non si può tardare”
J: “Beck ma cosa stai dicendo?”
“Forza vestiti”
La lascio sola e vedo che rimane stranita dalle mie parole però comincia lo stesso a rovistare nell’armadio
Pov Jade
Che cosa voleva dire? Dove deve portarmi?
Mi vesto e non faccio storie, esco dal bagno truccata e pronta per questa specie di sorpresa, sempre se si può chiamare così.
“Allora, dove andiamo?”
B: “Lo scoprirai, adesso andiamo alla macchina”
Salgo chiedendomi dove dovessimo andare di mattina.
B: “Eccoci!”
Beck parcheggia davanti ad una clinica. Cosa sta facendo? Non sarà mica malato.
Entriamo e un signore sulla quarantina d’anni fa il mio nome. Ma che diavolo sta combinando?
D: “Jade West”
B: “Sì siamo noi” Beck mette una mano dietro la mia vita e mi fa strada nello studio
“Che cosa sta succedendo?” gli sussurro all’orecchio
B: “Ora lo scoprirai” odio quando fa il misterioso
D: “Bene signorina, io sono il Dottor Stevenson; presumo sia la sua prima gravidanza”
Cosa? Dottore? Gravidanza? Beck mi ha portata a fare la mia prima ecografia!
Lo guardo sorridente e felice, di solito le sue sorprese le prendo sempre male, ma questa è troppo grande per rinfacciargliela
DS: “Mi dica, quanti anni ha?” non so se sta parlando con me, sono troppo eccitata per ascoltarlo
B: “16, tra poco ne compie 17” risponde Beck al mio posto
DS: “Ok e da quanto sei incinta?” questo lui non lo può sapere, quindi sono io a farmi avanti
“Circa 3 settimane”
DS: “Quindi se non sbaglio dovrebbe essere la tua prima ecografia, sdraiati su quel lettino” me lo indica ed io eseguo gli ordini, mentre Beck si fa portare dal dottore vicino ad un monitor di fianco a me
DS: “Tu resta qui vicino a lei, Jade non so  se sai come funziona, ma ti devo chiedere di alzare la maglietta fin sotto il seno” oh no, odio essere toccata da uno sconosciuto, ancor più se è un uomo: mi ricorda quello che ho passato con mio padre; prendo la mano del mio fidanzato, il dottore torna e io alzo la maglietta lasciano intravedere un pezzo di pizzo nero
DS: “Ora ti spalmerò questo gel sul ventre, ti avviso è molto freddo, poi ci passerò sopra questa sonda e sullo schermo si dovrebbe vedere qualcosa, quando apparirà l’immagine vi spiegherò cosa dovete guardare, poiché sei in gravidanza da poco e potrebbe essere difficile distinguere l’embrione” appena mi tocca per spargere il gel, mi vengono i brividi e mi irrigidisco, Beck schiaccia leggermente la mano per farmi ricordare che lui è qui vicino a me e in meno di un minuto vedo sul monitor qualcosa di scuro
DS: “Allora, questo tutto intorno è l’utero, qui dietro c’è una sacca che contiene il bambino, la placenta e questo è il piccolo” o mio dio! Quella piccola macchia scura è mio figlio; Beck mi guarda e mi dà un bacio tremolante dall’emozione sulle labbra
DS: “Ok tieni, togli il gel e puoi abbassare la maglia, datemi due secondi che vi stampo l’immagine” faccio di nuovo come dice passando lo straccio che mi ha dato sulla pancia e attendiamo, quando ci porta l’ecografia ci dà appuntamento per la volta prossima e ci lascia andare.  Sono così emozionata!
 
 
CIAOO! HO AGGIORNATO, DICO SUBITO CHE TROVERETE NUOVI CAPITOLI PIU’ SPESSO VISTO CHE IL MIO TELEFONO E’ IN RIPARAZIONE E DETTO TRA NOI OLTRE I COMPITI, LE PROVE DI TEATRO E GLI ALLENAMENTI NON HO MOLTO DA FARE.
RIGUARDO AL CAPITOLO CREDO CHE VI STIATE CHIEDENDO PERCHE’ BECK VUOLE UNA FEMMINA E JADE UN MASCHIO, PUO’ SEMBRARE STRANO, VISTO CHE DI SOLITO E’ IL CONTRARIO, MA CREDO SIA OVVIO, BECK HA UNA RAGAZZA MA NON E’ UNA DI QUELLE RAGAZZE CHE PUOI PRENDERE SBACIUCCHIARE E REGALARLE QUALCHE VESTITINO ANZI E’ MOLTO ESIGENTE E JADE (PER FARLI ENTRARE COME SEMPRE IN CONFLITTO, MA NON SOLO) CHISSA’ PERCHE’ VUOLE UN MASCHIO.
AL PROSSIMO CAPITOLO CIAOO

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Capitolo 11
*** Non ti lascio scappare ***



            Ethan
Pov Beck
Io non so perché gliel’ho chiesto in questo modo, ma sono spaventato e preoccupato che mi dica di sì
J: “Beck, chi ti ha detto una cosa del genere?” mi domanda lei, forse non è vero dal tono quasi divertito che ha usato o probabilmente sta sviando ed io ci sto credendo, questo conferma il talento di Jade come attrice
“Nessuno, mi è parso di sentirlo mentre ero in coma, sembrava la tua voce ad avermelo detto; però tu non hai risposto alla mia domanda” le specifico che voglio una risposta dettagliata non vaga
J: “Beh… no, ma se lo fossi tu saresti felice?” è agitata e soprattutto nervosa  e spaventata
“Sii sincera per favore…” la riporto sul tema della nostra conversazione senza farla divagare in particolari che non le piacerebbe ascoltare e a cui non saprei rispondere con certezza
J: “S-sì, sono… incinta” abbassa lo sguardo: ha paura che io la possa respingere e sinceramente potrei farlo, io non so cosa dire, non so cosa fare e non so cosa provo
J: “Ti prego, dimmi qualcosa…” mi supplica di risponderle
“E’ mio?” non volevo chiederglielo in questo modo avrei voluto avere un po’ più di tatto, ma le parole sono uscite da sole e sembra che il mio corpo si sia rinvigorito; a quella domanda alza la testa di scatto con gli occhi sgranati e la bocca aperta
J: “Beck, ma che cazzo stai pensando, conosci il mio passato: lo stesso che mi ha quasi impedito di farlo con te, figurati se io abbia la stessa fiducia in un altro quando ancora, dopo 4 anni fatico a fidarmi completamente Del mio fidanzato!” è davvero ferita dalla domanda che le ho posto, tanto che le diventano gli occhi lucidi e le sue iridi color ghiaccio risaltano.
Non riesco più a parlare, vedendo il mio silenzio non so a cosa lei stia pensando, ma si allontana ed esce dalla stanza piangendo silenziosamente.
Da qui posso vedere che mia nonna e Alice la fermano e tentano di capire cosa sta succedendo, poi mia nonna viene da me
K: “Che cosa stai facendo?” mi chiede con tono seccato e rimproverante
“In che senso? Non ho fatto nulla: non l’ho respinta, non l’ho offesa e non le ho detto niente”
K: “Infatti, è il tuo silenzio a farla stare male. Ascoltami, lei qui dentro è quella che ha subito maggiori cambiamenti e superato dolori inimmaginabili, però i momenti più forti, sia quelli brutti che quelli belli li ha passati con te, tu non sai quanto è stata male in questi giorni: mentre si rimproverava per quello che ti ha fatto suo padre, mentre sperava di poter ancora vedere i tuoi occhi e il tuo sorriso, mentre non sapeva cosa fare con il bambino che ora le dà solo altre paure e incertezze, mentre ha subito le pressioni dei tuoi genitori e mentre cercava il modo e il coraggio di dirti che aspetta tuo figlio! Ti prego Beck, non spezzarle il cuore, anche lei merita un periodo di felicità e lo deve passare con te. Se poi non sei sicuro di diventare padre allora diglielo, parlane con lei, Jade capirà e insieme deciderete cosa è meglio per voi e per il piccolo, ma non stare in silenzio, così la stai perdendo”
“Ah, nonna sono un cretino lei mi ha chiesto di parlare e l’unica cosa che sono riuscito a chiederle è se fosse mio” mi accarezza i capelli per consolarmi, voglio stringere Jade tra le mie braccia, voglio baciarla e dirle che non deve più soffrire, ma ora non sono pronto.
Vedo Ethan entrare saltellando felice, mi guarda sorridente e mi chiede
E: “Allora fratellone sarò zio?” la sua domanda mi lascia spiazzato, com’è possibile che lo sanno già tutti ed io sono l’unico all’oscuro di una cosa così importante, prendo coraggio e gli rispondo come avrei dovuto fare con Jade
“Sì, piccolo, sarai zio”.
Esce e lascia il posto ad Harry, con cui comincio a parlare di tante cose e il suo effetto spensierato mi fa dimenticare un attimo tutti i problemi. Quando se ne va gli chiedo con un nodo alla gola di chiamarmi la mia fidanzata con la quale avrei dovuto parlare già da tempo.
Pov Jade
Perché gliel’ho detto avrei fatto meglio a tenerlo per me e a fare di testa mia che alla fine è la strada più semplice per tutti e invece ho creduto un’altra volta che qualcuno potesse comprendermi, così ho capito che nessuno sarà mai in grado di conoscermi a fondo. Sento bussare e qualcuno entra
H: “Ehi, Jade Beck vuole parlarti”
Poi se ne va e io sono di nuovo confusa, perché devo andarci io non sono la sua marionetta, non può dirmi delle cose ferendomi e poi solo perché lo vuole lui con una chiacchierata mi devo dimenticare delle sue parole, non è giusto, ma voglio sentire quello che ha da dirmi e questa volta lo voglio sentire in faccia diretto senza girarci intorno.
Vado da lui e mi siedo sulla poltroncina scomoda e sporca vicino al suo letto, mentre comincia, guardandomi fisso negli occhi
B: “Sono tornato a sorridere quando ho visto la luce in fondo al tunnel, dove ci porterà questo gioco del maschio e della femmina?
Eravamo tanto complici, abbiamo distrutto ciò che avevamo costruito, per farmi capire da te mi bastava guardarti. Ero pronto ad incidere la tua immagine con l’inchiostro nero sotto le mie palpebre, pur di vederti, anche in un riposo eterno.
Ti amo? Certo che ti amo, mi ami? Certo che ti amo.
Per evitare di farti soffrire era sufficiente dirti: ti amo. Mi ha fatto male farti del male, non ho sofferto mai così tanto.
Quando mi sono innamorato di te, mi sono messo le manette, quelle da cui non potrò mai liberarmi. Ti amo” mi alzo, non so cosa fare dopo quello che mi ha detto, come ha fatto? Beck non è bravo con le poesie. Non parlo lo fisso intensamente e lui per incitarmi a rispondergli lega le sue mani dietro il mio bacino e mi dà uno strattone per farmi avvicinare più a lui, poi invece di tenere lo sguardo sulle mie labbra o attorcigliato al mio, lo fa scendere, mi bacia con dolcezza il ventre e mi stringe a lui tenendo la parte del mio corpo che ha appena baciato incollata al suo viso, poi decide che è finalmente ora di darmi qualche spiegazione e apre la bocca
B: “Jade, mi dispiace se prima ti ho fatto pensare che non ti voglio più, ma non è così: io amo te e il nostro bambino, ti prego qualunque cosa tu stia pensando non abortire”
Delle lacrime rigano il mio volto, questo è il mio fidanzato, l’unico e insostituibile. Mi stacco, ora sono io a prendere la sua testa tra le mani e a dargli un bacio sulla bocca poi gli sussurro, stretta in un suo abbraccio, all’orecchio
“Grazie, ti amo anch’io”
Passiamo un’oretta a ridere e ricordando insieme la nostra avventura a Cancun e poi ci mettiamo di nuovo a litigare
B: “Sarà una femmina, spero che sia così”
“Ti sbagli sarà un maschio”
B: “E come fai ad esserne certa?”
“Lo so perché sono io a volerlo”
B: “E allora solo perché tu lo vuoi maschio nascerà tale? Io dico di no, sarà una femmina, bella come te, con i tuoi occhi incantevoli e con una dolcezza incredibile.
Le insegneremo la danza, come una vera ballerina, diventerà una cantante bravissima con la voce che tutti riconosceranno appena la sentiranno e un’attrice degna di un premio oscar!”
“No, sarà un maschio, avrà i miei occhi, la tua pelle scura e i tuoi capelli foltissimi; gli insegnerai a giocare a calcio, a cantare e a suonare e infine a recitare come un vero attore!”
Veniamo interrotti da qualcuno che bussa piano alla porta, quando si apre una mandria di persone entra: Andrè con in mano la sua tastiera, forse vuole suonare a Beck qualcosa; Cat con un unicorno rosa per me e un orsacchiotto per il mio fidanzato; Robbie con del cioccolato e un telefono finto; Tori con un paio di forbici in mano e dei fiori, spero che i fiori non siano per me; Trina che si catapulta su Beck abbracciandolo e facendogli un raffica di domande senza neanche lasciarlo respirare e non può ovviamente mancare Sikowitz con due mazzi di fogli in mano.
B: “ Ehi, ragazzi cosa ci fate qui?”
T: “Pensavi di cavartela così senza dirci niente?”
Trina sta ancora soffocando Beck quando parla
Tr: “Oh, Beck cosa ti hanno fatto amore mio?” , mi guarda imbarazzato e risponde
B: “Nulla, sto bene”
Tr: “Sì, però dopo avermi fatto stare così in pensiero ti devi sdebitare”
B: “Cosa?” appiccica le sue labbra alla faccia di Beck, che grazie ai suoi riflessi pronti gira la testa per non farsi baciare sulla bocca, alla fine si alza ed io più veloce che posso le lancio un cuscino sudicio in faccia, così lei si ritrova con il sedere per terra, mentre io le faccio un sorrisetto compiaciuto.
“Bene, vedo che avete portato qualcosa”
A: “Sì, io ho la tastiera nel caso mi venga l’ispirazione” o caspita pensavo avesse pensato a noi invece no.
T: “Io ho preso per te delle forbici che mi hanno assicurato essere di marca, e per Beck questi fiori così colori un po’ questa sottospecie di prigione” le strappo le forbici di mano per vedere se è vero quello che dice e in effetti non ha tutti i torti.
R: “Io ho portato del cioccolato, visto che il cibo dell’ospedale fa schifo e poi un pera-phone finto così ti divertirai un po’” dice rivolto a Beck, nessuna delle due cose ha senso visto che lui ha la flebo e finché non gliela tolgono non può mangiare nulla e il pera-phone finto neanche, dal momento che abbiamo i nostri veri a cosa ci serve?
C: “Io ho con me il signor Arcobaleno e il suo migliore amico, l’orso Yoghi” dà a Beck l’orso e a me il suo peluche preferito, anche se io lo odio apprezzo il gesto, so quanto sia stata dura per li separarsene.
S: “Ho qui per voi degli spettacoli che hanno proposto i vostri compagni e sarai tu a scegliere quale verrà messo in scena quando ti riprenderai” grandioso Sikowitz ci segue con i copioni anche in ospedale.
 
 
EHI, CIAO
PENSAVATE CHE BECK NON ACCETTASSE IL BAMBINO? BEH SE SI’ ALLORA SONO BRAVA HO RESO BENE L’IDEA SE AVEVATE CAPITO TUTTO SONO UNA FRANA.
VOLEVO GENTILMENTE CHIEDERVI SE QUALCUNO DI VOI SA COME METTERE LE IMMAGINI ALL’INIZIO DEL CAPITOLO PERCHE’ IERI CI HO PROVATO MA ESCE SOLO IL CONTORNO E NON L’IMMAGINE. SE LO SAPETE FATEMELO SAPERE NELLE RECENSIONI GRAZIE CIAOOOO
AH P.S. LA “POESIA” E’ AL TARDUZIONE DI UNA CANZONE CHE A ME PIACE MOLTO OVVERO EST CE QUE TU M’AIMES? E IL BAMBINO DOVREBBE ESSERE ETHAN

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Capitolo 12
*** Quanto può essere dura la vita? ***



Pov Beck
J: “Oh, è stato così emozionante!” esclama saltandomi addosso
“Allora, non te lo aspettavi vero?” le chiedo soddisfatto
J: “Proprio no, è incredibile: hai visto? Quella macchia scura tra poco crescerà dentro di me” sono felice di vederla sorridere dopo tanto tempo
“Già e non vedo l’ora di vedere il suo faccino”
J: “Aspetta! Beck, se mio padre ti ha sparato, vuol dire che è uscito di prigione e… e cercherà ancora di farmi del male”
“Stai tranquilla! Non riuscirà a toccarti, ci sarò io” la abbraccio e lei ci sta, ma poi si allontana
J: “No, non capisci? Se mi vede con te, non solo cercherà di togliermi la gioia, inoltre quando si noterà la pancia cercherà di farmi perdere anche lui, io non voglio!”
“Ehi calmati, non succederà nulla, te lo prometto”
J: “Beck, no, io non posso ignorare il fatto che devo nascondermi da lui e ogni giorno controllare che non mi stia seguendo e neanche tu: devo dirgli la verità prima che se ne accorga o che lo venga a sapere da qualcun altro altrimenti sarà molto molto peggio” mi guarda implorante e spaventata: stiamo scherzando? Io non la lascio andare sola da quella bestia, tenterà sicuramente di ucciderla!
“No Jade, non se ne parla: ti farà del male”
J: “Ma più tardi lo saprà, più si arrabbierà!” Ma cosa mi sta chiedendo? Non posso lasciarla andare, che razza di fidanzato è uno che dice alla propria ragazza -vai e suicidati-  perché acconsentire sarebbe come dirle questo
“Ti prego, non insistere, lo sai che è una cattiva idea”
J: “Dai, per favore” mi guarda seria
“D’accordo, però vengo con te” lei tira un sospiro per un attimo e alle mie ultime parole torna a guardarmi
J: “Stai scherzando vero? Perché non è divertente”
“Non pretenderai mica che ti lasci andare da sola?”
J: “Così peggiori la situazione: lui ti crede morto e solo per questo si infurierà, immagina poi quando ci vedrà insieme e per di più saprà la notizia” in effetti ha ragione, rischierebbe troppo, quindi è meglio che non mi metta tra lei e suo padre
“Va bene, stai attenta e chiamami per qualunque cosa, ok?” la intravedo allontanarsi, sono preoccupato, spero non succeda niente
Pov Jade
*A casa*
So che sicuramente è qui, non ha altri posti a Hollywood nei quali andare. Apro, è tutto spento e sembra non esserci nessuno, tranne un forte odore di alcool. Salgo le scale e in camera mia c’è un ombra, so benissimo di chi è, spalanco la porta e lui mi vede, stava rovistando tra le mie cose e ha in mano il mio diario: no lì dentro c’è tutta la mia vita! Comprese le cose scritte su Richard, mio padre, ormai non lo considero più tale, quindi lo chiamo per nome.
“Cosa fai con il mio diario?”
R: “Prima sparisci, poi torni senza dirmi nulla e infine vuoi che ti dica cosa faccio io, va bene ecco la risposta: NON     TI     RIGUARDA” trascina l’ultima parola per farmi innervosire, sa che lo odio e si diverte a giocare con la mia pazienza per vedere fino a quanto resisto
“Mettilo giù immediatamente”
R: “Sai, stavo proprio pensando leggendo questo, che hai bisogno di un po’ più educazione, ma ora ne ho la conferma” è incredibile, ora ho ufficialmente perso la calma, quello che mi fa incazzare di più è che lui riesce a sempre battermi, per quanto io mi sforzi è sempre lui ad avercela vinta
“Ascolta, sono venuta perché ho una cosa da dirti ed è giusto che tu lo sappia da me” mi guarda pensieroso, evidentemente è ubriaco per l’ennesima volta, però penso che qualcosa capisca
“D’accordo, uhm… beh… ecco… io sono incinta” lo pronuncio velocemente, come se mi stessi liberando da un peso enorme
R: “Cosa?”
“Te l’ho detto, è giusto che tu lo sappia, ma non scomodarti, non mi serve un tuo parere, io e Beck abbiamo già deciso” diventa rosso di collera: ho violato due regole: ho nominato il mio fidanzato e gli ho risposto in faccia con sfacciataggine. Si gira, con la sua mano mi prende per il collo, mi spinge contro una parete e inizia a lasciarmi baci umidi che puzzano d’alcool sulla zona della giugulare e sulla clavicola
R: “Tu sei mia, solo mia, capito?”
Mi fa schifo; sono stretta tra il muro e lui, non riesco a muovermi o a cercare di ribellarmi, quando sento la pressione diminuire sembra quasi un miracolo, ma prima che potessi definitivamente liberarmi, mi tira e cado sul letto, ho le gambe in mezzo alle sue e non si è completamente sdraiato su di me lasciandomi lo spazio necessario per muovermi un pochino, le sue labbra viscide e puzzolenti si premono forte contro le mie e sento la sua lingua entrarmi in bocca, non so come riesco a tirargli un calcio nelle parti basse, però lui si stacca e cade a terra. Esco di corsa dalla mia stanza in lacrime, davanti alle scale sto per scendere, ma lui è di nuovo dietro di me e mi afferra un braccio, lo spingo con tutte le mie forze e va a sbattere contro la porta della mia camera, ma io nello sforzo perdo l’equilibrio e cado all’indietro; rotolando giù dalle scale picchio la testa più volte fino a quando tocco il pavimento finalmente, sento un calore improvviso dietro la nuca e vedo anche se sfuocato mio padre che scende le scale diretto verso di me.
Mi è di fronte e io sono stesa per terra
“Pa-pà t-ti prego…”
R: “Cosa? Adesso mi chiami papà? Giusto hai ragione sono tuo padre e ho il dovere di insegnarti la disciplina, ora capirai cosa significa respingermi”
“Pa-pà” cerco di fargli ricordare il bene che dovrebbe volermi, ma ad un tratto mi colpisce alla pancia: non ci credo; istintivamente, nonostante il dolore alla testa, cerco di riparare il ventre dai colpi violenti che ricevo, ma ogni suo movimento va a segno perfettamente e si conclude sempre sotto lo stomaco. Quando vede che sto per perdere i sensi, scappa e riesco a malapena a muovermi, prendo il telefono e faccio partire la chiamata a Beck, poi più nulla.
Pov Beck
Il telefono vibra nella tasca, spero non sia lei, ti prego fa che non sia lei, il suo nome compare sullo schermo e senza esitare rispondo
“Pronto, Jade cosa succede… Jade?” nessuno dall’altra parte parla, sento solo il vuoto.
Devo andare a vedere. Mi dirigo a casa sua e trovo la porta spalancata, entro; lei è lì, stesa per terra, ricoperta di sangue sul viso e dal trucco colato che lascia intuire il suo pianto disperato. Accorro in suo soccorso, si tiene stretta la parte inferiore del busto, senza muoversi, la scuoto, le giro il volto verso il mio e inizio a piangere come un bambino, lei apre leggermente gli occhi. Quel poco che basta per vedermi e cercare di liberarsi dal mio tocco
J: “NO, LASCIAMI… NON TOCCARMI” urla senza forze
“Jade calmati sono io, Dio cosa ti ha fatto quel mostro amore, rilassati ora sei al sicuro”
J: “Beck… mi ha colpito, Beck mi ha colpita” dice confusa con tono triste e malinconico guardandosi le braccia piene di tagli e lividi. E se non sono quelle a preoccuparla, ma quello che sta proteggendo con loro?
Non si muove, sono terrorizzato; è senza senso chiamare la polizia, ormai quel bastardo è scappato, però a Jade serve un’ambulanza e anche se lei odia gli ospedali, chiamo il 118.
Arrivati i paramedici la prendono senza problemi, ora ha perso conoscenza e non sente più il tocco di qualcuno che può intimorirla
P: “Ragazzo, sei un suo parente?” mi domanda uno di loro
“Sono il suo fidanzato”
P: “Puoi salire”.
L’ambulanza parte e vedo l’uomo ispezionare il corpo della mia fidanzata stranito, poi mi chiede
P: “Cosa le è successo?”
“E’ stata picchiata a sangue da suo padre” mi osserva incredulo
P: “Come può un padre conciare in questo stato la figlia splendida che ha?”
“Mi creda me lo chiedo da quando l’ho conosciuta, Jade è davvero la ragazza più speciale che ci sia”
P: “Dimmi, non le ha fatto nient’altro? Mi sembra incredibile che solo picchiandola l’abbia ridotta così: voglio dire i sintomi della violenza fisica ci sono, non mancano certo contusioni e tagli, ma non capisco perché non riprende i sensi e come mai abbia una febbre molto alta, l’ultimo cosa che mi sfugge sono queste improvvise contrazione all’addome, non riesco a capire cosa le abbia causate”
“Non so se serva a qualcosa, ma è incinta” rivolgendomi uno sguardo sorpreso e rimproverante, senza nessun avvertimento, le abbassa gli stretti jeans che portava e subito dopo anche le mutandine in pizzo nero, lasciandomi sorpreso fino a quando non rivolgo involontariamente gli occhi sulla parte scoperta del suo corpo, dove scorgo un’immagine straziante: sangue ovunque
“Mi dica che non è ciò che penso: non ha perso il bambino vero?” traggo le conclusioni e strattono con forza il paramedico che si sta prendendo cura di Jade, afferrandomi per i polsi mi calma
P: “Ragazzo lasciami lavorare, altrimenti non perderai solo lui, ma anche la tua fidanzata” mi siedo e comincio a tremare.
Ti prego dimmi che ho capito male!
 
 
 
CIAO A TUTTI!!!
QUESTO CAPITOLO E’ MOLTO FORTE E IO HO VOLUTO METTERE QUESTI FATTI IN UN CONTESTO NON REALISTICO, MA TUTTI SAPPIAMO PURTROPPO CHE LA VIOLENZA ORMAI VA QUASI DI MODA. PROBABILMENTE QUELLO CHE HO SCRITTO NON E’ NEANCHE LONTANAMENTE SIMILE ALLE COSE CHE LE PERSONE SUBISCONO IN QUESTI MOMENTI, PERO’ CI TENEVO A SCRIVERE QUALCOSA A RIGUARDO.
TRALASCIANDO DETTAGLI TRISTI E INCOMPRENSIBILI (SECONDO ME), COME SEMPRE DATEMI IL VOSTRO PARERE E VISTO CHE ORMAI E’ UN BEL PO’ DI TEMPO CHE SCRIVO SE QUALCUNO HA IN MENTE DELLE STORIE CHE POTREBBERO PIACERMI, MAGARI ANCHE VOSTRE, SCRIVETEMELE PURE NELLE RECENSIONI. A PRESTO CIAOOO!!!!!

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Capitolo 13
*** Ospedale ***



Pov Beck
Guardo Jade mentre viene trasportata sul lettino priva di sensi in una camera dalla quale esce un medico famigliare, anche la voce è riconoscibile.
 Gli vado incontro
“Daniel, ti prego dimmi come sta!” mi guarda con sguardo perso, probabilmente sta omettendo tutta la verità per non ferirmi ancora di più. Ebbene sta sbagliando: perdere il mio angelo sarebbe come uccidermi e già riesco a sentire quello che prova lei in questo momento tramite il mio dolore, quello vero, quello che ti strazia dentro, quindi è meglio prepararmi; prima di subire una perdita così grande devo esserne consapevole.
Lui non mi risponde e faccio un’altra domanda alla quale deve dirmi la verità
“Il bambino, voglio che tu mi dica solo come sta” sono sorpreso a vedere che neppure ora accenna a rivolgermi la parola; senza discutere si dirige verso la mia fidanzata
“Daniel” lui si ferma e si volta, senza lasciarmi capire nulla e aggiungo
“Ti prego, se dovessi essere costretto a scegliere non esitare a salvare lei, so che Jade vorrebbe esattamente il contrario, ma ci sarà tempo, le ferite scompariranno, al contrario se dovesse morire non ci sarà rimedio” come pronuncio quello che penso mi si gela il sangue; posso ben immaginare come sarei visto dagli altri, se lo sapessero, tutti direbbero che sono un egoista senza cuore, ma non è così e lo posso affermare con certezza visto che il mio cuore è continuamente tagliato da delle fitte lancinanti, come i fulmine che squarciano il cielo, con l’unica differenza che quest’ultimo non sente male, mentre io sì.
D: “Beck…voglio essere sincero con te: posso tentare di salvare solo Jade in quella stanza” a quelle parole una lacrima riga il mio volto, una lacrima che si trasforma immediatamente in un pianto quasi isterico che prova odio per tutti.
Non sopporto più i sensi di colpa, sì perché tutto questo casino è colpa mia, non voglio vedere nessuno se non la mia ragazza… no neanche lei, vederla significherebbe dirle quanto accaduto e ho paura della sua reazione. Non posso fare altro che piangere e sperare che il destino la risparmi.
D’improvviso qualcuno mi avvolge da dietro le spalle, non conosco questa ombra che si disegna sul pavimento, o almeno non la riconosco
A: “Beck… oddio…non so come… dirlo, ma devo sapere” ho capito cosa intende
“Alice, è colpa mia…” le gocce escono dagli occhi inesorabili
A: “CHE CAZZO STAI DICENDO? Beck, sai che non sono solita a dire le parolacce, ma tu me l’hai proprio tirata fuori. Sai benissimo quanto tengo a lei, nel tempo libero siamo sempre insieme, ci confidiamo a vicenda ed è grazie alla sua fiducia che so per certo quanto è vero e profondo l’amore nei tuoi confronti: non potrebbe mai incolparti”
“Sì invece, e ne avrebbe tutto il diritto: lei aveva detto che avremmo dovuto dirlo a Richard, suo padre; inizialmente gliel’ho impedito con ogni mezzo, ma poi… mi sono lasciato convincere e l’ho lasciata andare da sola” le rivelo come è andata e lei non sembra arrabbiata con me, anzi sembra comprensiva e mi difende
A: “Questo però poteva finire bene, se non fosse successo nulla dopo, lei non sarebbe qui”
“NO, noi sapevamo entrambi le conseguenze, non sarebbe mai potuta andare diversamente” piango ancora più forte, so che per un maschio piangere è strano, ma è l’unica cosa che riesce a farmi sfogare
A: “In che senso? Cosa è successo?” ecco la domanda che temo, prendo un bel respiro e le racconto cosa, probabilmente, le è capitato
“Credo che… si siano messi a litigare e… forse, lui ha iniziato a minacciarla, ma Jade non si è piegata, così ha visto solo una via di fuga: la violenza” balbettando, la mia voce emette suoni quasi strozzati dalle lacrime.
Afferra il mio braccio e la mia spalla portandomi a sedere su delle sedie fredde, che hanno visto altra gente piangere un loro caro. Aspettiamo in silenzio, nessuno di noi ha voglia di condividere il dolore più di tanto, poi ad un tratto si alza ed esce dal reparto, quando torna si riaccomoda, per quanto è possibile, affianco a me.
La porta di quella sala maledetta si spalanca e i medici escono.
Daniel viene da noi
D: “Ha subito molti colpi violenti, che le hanno provocato delle emorragie interne, non tanto gravi, siamo riusciti ad arrestarle tutte, per ora è stabile: il battito è lento, ma è costante, non è ancora fuori pericolo, per quello bisogna aspettare quando si sveglierà” non so cosa mi prende, la cosa che mi sconvolgeva lo stomaco finalmente è sparita, però io devo sempre rovinare i momenti felici e chiedo
“E… il bambino?” le parole tremano, un po’ per la gioia della notizia appena ricevuta, un po’ per la paura della prossima informazione, paura assolutamente fondata
D: “Mi spiace, ti avevo avvertito. Ora ti deve interessare solo di lei, ha subito delle botte, un intervento chirurgico e un aborto, dopo questo, tutto sommato, sta molto bene”.
Alice mi abbraccia. Mentre sono tra le sue braccia, qualcuno mi poggia una mano sulla spalla e vengo stretto da dietro da altre persone. Quando tutti mi lasciano, voltandomi trovo i miei amici più cari vicini a me, compresa Trina che però non accenna a staccarsi. Cat è avvolta nel petto di Andrè, posso capire quanto è triste.
T: “Beck, sta bene?” loro non sapevano nulla riguardo la gravidanza e ho convenuto non dire del bambino
“Sì, Daniel dice che per ora è stabile”
Tr: “Oh, Beck non farti problemi se hai bisogno di qualcuno che ti stia accanto, chiedi pure!” sempre la solita Trina che si diverte a flirtare con me anche quando Jade è in fin di vita
“Grazie, allora Andrè ti da fastidio rimanere qui sta notte?”
Tr: “COME? COSA?” sbraita la pazza di punto in bianco
A: “No amico, certo che no!”
“Ehi, ma chi vi ha avvisati?”
R: “Oh, beh… la polizia ci ha raccontato del padre di Jade quando è venuta a farci delle domande”
“Oh…Ok, quindi ora sapete tutto anche voi”
A: “Già è terribili, ecco perché non si fa mai toccare da nessuno, solo da te”.
Parlare con loro mi tira su il morale in modo incredibile, purtroppo però non riesco a smettere di pensare alla mia fidanzata e osservare Cat stretta nell’abbraccio degli amici con le lacrime che continuano a strisciarle il volto è molto più deprimente di quanto pensassi; così decido che ora è il mio turno, le prendo la mano e lei si stacca da Tori. Mi segue e io cammino fino al corridoio
“Mi scusi, Jade West… è possibile vederla?” l’infermiera gira dei fogli nella sua cartellina prima di rispondere
I: “Sì, ma sarebbe meglio uno alla volta e solo se siete suoi famigliari”
“Sono il suo fidanzato” mi affretto ad aggiungere
I: “Mi spiace, intendo gente legata a lei dal sangue, come i suoi genitori o qualche zio, nonni..” Cat è nascosta dietro la mia schiena, la porto davanti a me e dico da bravo attore che sono
“Lei è sua sorella minore, i genitori li hanno entrambi persi” la donna scruta la ragazza con disappunto e controbatte
I: “Mi dispiace ma qui risulta essere figlia unica e in più i genitori della paziente non sono morti, infatti la mad” la interrompo subito non voglio che la rossa debba sopportare anche questo
“Oh sì, era quello che intendevo”
I: “Comunque nei dati personali della ragazza non c’è scritto di una sorella” continua a guardarla attentamente per scorgere qualche vaga somiglianza
“Oh no, sua sorella è stata adottata qualche anno fa, forse è per questo che non risulta nella cartella” le sussurro all’orecchio per non farmi sentire da Cat, che sicuramente dichiarerebbe il falso, cioè la verità.
Dopo un po’ l’infermiera si decide a spalancare la porta, vederla su quel lettino ferma immobile non è facile, la voglia di correre dentro, prenderla tra le braccia e riempirla di baci è forte, ma nonostante tutto mi accontento di sentire il suono del monitor che indica la frequenza dei suoi battiti.
Mi accomodo e aspetto la rossa uscire, almeno lei è entrata.
 
 
SCUSATE TANTISSIMO IL RITARDO SO CHE QUESTO CAPITOLO E’ ARRIVATO MOLTO TARDI, PERO’ HO AVUTO POCO TEMPO LIBERO ED E’ GIA’ UN MIRACOLO SE AGGIORNO OGGI.
COMUNQUE SO CHE QUESTO CAPITOLO NON VI SODDISFERA’ MOLTO LO FACCIO SOLO PER TENERVI UN PO’ SULLE SPINE COME PIACE FARE A VOI CON LE VOSTRE STORIE, PROMETTO PERO’ CHE QUANDO AGGIORNERO’ IL PROSSIMO CAPITOLO SARA’ PIENO DI COLPI DI SCENA.
ALLA PROSSIMA CIAOOO!

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Capitolo 14
*** Maledetta testardaggine ***



Pov Beck
Quando la porta si spalanca di nuovo, esce Cat in lacrime: povera ragazza, Jade è la sua migliore amica. Improvvisamente succede qualcosa che pare un miracolo:
I: “Ragazzo, ripensandoci… i parametri della signorina sono stabili e abbastanza buoni, quindi se vuoi puoi entrare”
“Oh, la ringrazio” mi fiondo nella camera e silenziosamente poggio le labbra sulle sue morbide e adorabili; sento un piccolo tremore provenire dalla sua bocca.
Pov Jade
Qualcuno tocca le mie labbra, non ho la forza per aprire gli occhi e guardare il suo volto; concentro tutte le mie energie su quel magnifico bacio, non appena riesco a ricambiare muovendo pochissimo le labbra, lui approfondisce il contatto e io vengo pervasa dal suo buonissimo profumo, mi sento come rinvigorita.
Dopo qualche splendido minuto, si stacca costringendomi a spalancare gli occhi per ammirare il suo viso perfetto. Non appena li apro la luce mi trafigge, vedo solo una massa capelluta notevole e una sagoma nera sfuocata, che pian piano si schiarisce dandomi l’immagine della felicità: lui.
Beck si siede accanto a me e mi accarezza i capelli:
“Mi hai fatto spaventare sai?” mi dà un dolce bacio sulla fronte
“Ora sto bene, scusa se non ti ho ascoltato” sorride
“Ti amo Jade” lo prendo per la scollatura della maglietta e lo tiro a me facendo scontrare le nostre bocche per un istante
“Anche io” mette le sue mani sulle mie guance, di nuovo quella sensazione, questa volta sono io a interrompere tutto:
“Beck!” gli rivolgo uno sguardo spaventato e se fosse vero? Lui sembra non capire, così poso leggermente una mano sul ventre e la sua espressione mi permette di capire
“Amore…ascolta, l’importante sei tu”
“NO, PERCHE’?” scoppio in un pianto incontrollabile, lui mi stringe a sé
“Non c’è stato nulla da fare, tu eri l’unica che poteva sopravvivere”
Pov Beck
Rimaniamo abbracciati per un po’, fino a che lei non si calma, è sconvolta glielo leggo negli occhi
“Stai tranquilla amore mio, se vorrai, quando sarai di nuovo pronta, ci riproveremo”
Fa spazio sotto le coperte, mi invita a stendermi con lei e io lo faccio, così si infila sotto al mio braccio con la testa sul mio petto.
Dopo qualche giorno Jade viene dimessa e torniamo a casa, ormai viviamo insieme.
Pov Jade
*A casa*
Sto mettendo un po’ in ordine questo angolo di mondo, ma non trovo più la mia ecografia, vado in stanza e ovviamente Beck è sdraiato sul letto tranquillo a rilassarsi; voglio chiedergli se sa dove sia, noto che in mano tiene un foglio, probabilmente è quella; una lacrima si fa spazio sulla sua guancia destra: è strano Beck non piange quasi mai, se non per le cose davvero importanti, decido che è meglio lasciarlo stare.
Mi sono appena seduta a studiare:
“Ehi… Jade, ti va di andare a casa di Tori? Ha organizzato una serata tra di noi”
“Ora? Ho appena cominciato a studiare…” quando c’è in mezzo lei ogni cosa è valida
“Beh, ora sono le 17:00, dobbiamo essere là per le 20:30 direi che il tempo lo abbiamo…” accidenti
“Uffa… sono appena uscita dall’ospedale vorrei riposarmi”
“Puoi farmi un favore?” che cosa ha bisogno ora
“Sì, dimmi”
“Puoi smetterla di usare scuse che non stanno neanche in piedi?” cosa?
“Ok, d’accordo… andremo da Tori” mi dà un bacio all’angolo della bocca e poi ritorna in camera, ma che ha?
Sto ripassando tutto per l’ultima volta, così comincio a prepararmi; vado a prendere i vestiti.
Sono sulla soglia della porta, Beck ha ancora in mano quel pezzo di carta:
“Amore cosa vuoi che mi metta stasera?” trovo un argomento a caso, non appena mi vede accartoccia il foglio e lo nasconde sotto al cuscino
“Come mai me lo chiedi? Di solito decidi sempre tu!” silenzio: nessuno di noi sa cosa dire
“Beck… ti senti bene?” ho paura della sua risposta, ma sono preparata
“Certo, perché dovrebbe essere il contrario?”
Lascio perdere la conversazione ormai diventata quasi imbarazzante e comincio a cambiarmi: metto una canotta nera sbracciata che presenta un’ancora nel mezzo bianca, dei Jeans strappati neri e un cardigan nero leggero, poi vado in bagno a sistemarmi il trucco e i capelli.
Alle 20:30 siamo da Tori
Pov Beck
Finita la pizza abbiamo iniziato a giocare con le carte a dubito, ci siamo divertiti visto che ogni volta che qualcuno barava Jade lo scovava sempre e ovviamente gli altri ridevano chiedendosi come facesse.
J: “Io vado, sono stanca e domani devo alzarmi presto”
A: “Oh, Jade rimani ancora un po’, comunque guarda che domani c’è scuola quindi ci alziamo tutti presto” lancia uno sguardo fulminante ad Andrè
T: “Sì, e poi oggi Trina non c’è quindi non hai nessuno che ti fa arrabbiare” ora il suo sguardo si punta su di lei
J: “Ne sei sicura Vega?” quando usa il cognome di Tori è perché qualcosa la irrita
“Qualcosa non va amore?” le sussurro avvicinandomi e lei mi risponde allo stesso modo
J: “Ho soltanto il ciclo Beck, lo sai che quando ho le mie cose sono più irascibile del solito”.
Dopo una buona mezz’oretta Jade decide definitivamente di andarsene, le do le chiavi di casa ed esce.
Verso mezzanotte torno a casa anche io:
“Jade, devi ancora sistemare i libri in cartella!” le urlo dal salotto, ma nessuna risposta mi raggiunge: probabilmente dorme.
Entro nella stanza buia e scosto le coperte, il letto è vuoto.
Sono preoccupato, dov’è la mia fidanzata? Inizio a cercarla nel vialetto di casa, poi cerco di immaginare dove potrebbe essere, controllo in ogni singolo luogo, però lei non è da nessuna parte. Ormai demoralizzato vado verso il parco: adoro l’aria fresca che mi corre sulla pelle.
Sul ponte in cemento c’è una ragazza con la testa china sul fiume, spero non abbia intenzione di buttarsi: mi avvicino, l’oscurità non mi permette di vederla. Improvvisamente la riconosco e tiro un sospiro di sollievo:
“Non hai le tue cose, vero?” si volta lentamente
“No…” vuole parlare ma si blocca
“Cosa c’è che non va?”
“Ma come? Non lo capisci? Io non vado!” la guardo confuso
“Cosa stai dicendo?”
“Beck, non vedi che riesco solo a farti soffrire!” scorgo lo scintillio dei suoi occhi, non riesco a emettere una parola né tantomeno a capire
“Perché sei così dura con te stessa?” mi porto i capelli all'indietro, stanco. Quasi esasperato.  Lei non mi guarda, riprende a fissare il vuoto. Poi lentamente risponde  
“Sono solo sincera"
“Jade questo non vale assolutamente per me, tu sei la mia ragione di vita e il mio sorriso” le lacrime cominciano a scorrere silenziose sul suo incantevole viso
“A no? E allora perché prima quando eri sul letto, con la mia ecografia in mano, piangevi?” singhiozza
“Cosa? Jade sen” mi interrompe e io ascolto cosa la affligge
“So di essere un disastro, so anche di averti deluso, ma soprattutto conosco i tuoi sentimenti verso quell’immagine e la rabbia che provi…”.
 
 
 
CIAO.
IN QUESTO CAPITOLO TROVERETE UN CAMBIAMENTO: HO PROVATO AD ATTENERMI AD UNA RICHIESTA PER LE INIZIALI PRIMA DEL DIALOGO FATEMI SAPERE COME PREFERITE.
JADE E’ STRAVOLTA, VI DICO GIA’ CHE BECK HA UN MOTIVO ABBASTANZA VALIDO, CHE NON VI RIVELO, PER PIANGERE; NONOSTANTE QUESTO, NON NEGA CHE L’IDEA DI AVERE UN FIGLIO GLI PIACEVA E DI AVER SOFFERTO TANTO INIZIALMENTE, QUANDO HA SCOPERTO CHE NIENTE SAREBBE STATO COME VOLEVA.
 HO TROVATO IL MODO DI METTERE LE IMMAGINI SPERO VI PIACCIA PERCHE’ GENERALMENTE PERDO META’ DEL TEMPO CHE IMPIEGO A POSTARE UN CAPITOLO PER TROVARE LE IMMAGINI ADEGUATE!
A PRESTO!!!!
 

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Capitolo 15
*** Ethan ***



Pov Beck

“Hai finito?” chiedo mentre lei sospira
“Sì”
“Bene, allora posso finalmente spiegarti perché piangevo: io non nego che adoravo l’idea di diventare padre e che ho sofferto tanto quando mi hanno detto del bambino, ma il motivo è un altro, ho ricevuto una lettera da mia nonna”.
La prendo per mano e scendiamo dal ponte insieme, poi io mi fermo e le do uno strattone che mi permette di averla sul petto, tra le mie braccia, in pochi secondi e in quel preciso istante la tentazione vince su tutto e le mollo un bacio appassionato che le strappa un sorriso sorpreso, ma felice.
Arrivati a casa le porgo la lettera che prende e inizia a leggere ad alta voce:
“Caro, devo parlarti, ma voglio che tu sia sereno, perché è quello che ti meriti, potrai stare con la tua Jade senza il pericolo di essere separati di nuovo e ogni giorno che passa mi riempi il cuore di orgoglio, ma la ragione di questa lettera è un’altra: non ti chiamo al telefono perché tu mi conosci meglio di chiunque altro, sentiresti la mia tristezza e la faresti tua; devi sapere che i tuoi genitori non sanno che ti sto informando, loro hanno convenuto non dirti nulla, ma io non sono d’accordo.
Ethan l’altro ieri è sparito, dopo 3 ore di ricerche, dei suoi amici lo hanno trovato nel lago, qui nevica, però l’acqua non è ancora diventata ghiaccio ed Ethan ci è caduto dentro, ha rischiato l’ipotermia; ora è a casa con noi, ma le sue condizioni sono ancora critiche. Con tutte queste brutte notizie ho dimenticato di aggiungere che stamattina si è finalmente svegliato e ha sentito vostra madre e vostro padre discutere; lui ha subito detto che non voleva farti preoccupare e che se fossi venuto si sarebbe sentito come in pericolo di vita. Comunque, ora lo sai e ti prego di non agitarti per niente e soprattutto di non fargli visita, altrimenti capiranno che ti ho raccontato tutto. Per ora ha solo le dita nere: il medico ci ha dato disposizioni in modo tale che il sistema nervoso presente, non si congeli del tutto e riesca di nuovo a muoverle. Un bacio… ah scusa, dimenticavo, Jade non vuole che nessuno ti tocchi quindi mi limiterò a mandarti un pensiero.
N.B. Non lasciartela scappare, commetteresti l’errore più grande della tua esistenza.”
A quelle ultime due frasi Jade dà un tocco di divertimento con la sua incantevole voce e poi mi guarda con occhi persi e scioccati.
“Beck, i-io… non lo sapevo, scusami” mi aggancia le braccia al collo e cerca di consolarmi stampandomi un bacio dolce sulla guancia
“Tranquilla; ora capisci perché sono così distaccato ultimamente? Ho voluto partecipare alla festa di Tori per staccare un po’ da tutto”
“Sai cosa possiamo fare? Chiameremo tuo fratello, gli faremo credere che è solo per salutarlo!”
“Non so, lui non vuole che io torni in Canada perché sa che se ci vediamo è per qualcosa d’importante e ha già i miei che gli mettono pressione: non vuole sentirsi chiedere anche da me se sta bene” lei ci pensa su e risponde
“Ok, allora lo invitiamo qui, così non sospetterà e poi ti scordi che lui era felice di sapere che ero incinta, però non gli abbiamo detto beh… il resto”
“Ok hai ragione, ma lo chiamerai tu, almeno penserà che sia vero”
Jade prende il telefono e compone il numero di casa mia, è evidentemente tesa, spera con tutto il cuore che risponda mio fratello o mia nonna che momentaneamente è a Vancouver:
“Pronto?” ha messo il vivavoce e risponde una voce sottile e allegra
“Ethan! Ciao sono Jade”
“Ciao zia Jade! Allora come sta il mio nipotino?” a quella domanda io e la mia fidanzata ci guardiamo e ci scambiamo un sorriso: adoriamo quando chiama Jade zia, vuol dire che pensa che la sposerò e più avanti sarà così
“Lo saprai solo se accetterai la mia richiesta, vuoi venire da noi per una settimana?” improvvisa
“Davvero?!!! Sìììì voglio venire!” Urla il marmocchio che dovrebbe stare male, sembra stia molto meglio
“Bene peste passami la mamma che ci mettiamo d’accordo” mi aggiungo alla conversazione.
In poco tempo riesco a convincere mia madre, ma non mi lascia andare se non dopo avermi raccomandato di tenergli le mani al caldo e di non farlo avvicinare a Jade, uffa di nuovo!
*4 giorni dopo*
Siamo all’aeroporto, mia nonna ha accompagnato Ethan da noi e poi prenderà un altro aereo per tornare a Cancun.
Il mio adorabile fratellino mi corre in contro e mi stringe forte mentre la nonna porta la sua valigia, che pigrone.
Pov Ethan
Finalmente rivedo mio fratello e mia zia, però ad aspettarmi c’è solo lui:
“Dové zia Jade?” chiedo deluso dal fatto che non ci sia
“Oh Ethan, quante volte vuoi sentirtelo dire ancora? Jade non è ancora la tua zia, per questo bisognerà aspettare che qualcuno presente e partecipe alla conversazione si svegli e faccia la proposta a quella santa ragazza” irrompe nel discorso la nonna riferendosi chiaramente a Beck, che si limita a rispondere:
“Zia Jade è a casa a prepararti una bella sorpresa!” adoro le sorprese
“Allora andiamo!” dico impaziente io
*A casa*
Non appena Jade apre la porta le salto addosso, ma mi stacco subito scusandomi: credo di averle fatto male alla pancia dove tiene il piccolo, visto che lei non smette di sorridere neanche un secondo celando molto bene il dolore:
“Allora zia, qual è la sorpresa?” la ragazza va in cucina e torna con dei biglietti in mano, me ne dà uno e leggo luna park
“Passeremo un’intera giornata al luna park” aggiunge poi
“Evvai, grazie!” la abbraccio di nuovo, questa volta con più cautela, così le chiedo
“Senti, io sono venuto ora tocca a te dirmi come sta” mi guarda smarrita e io poggio una mano sull’ombelico e accarezzo leggermente la zona del ventre ancora piatta; lei si abbassa alla mia altezza e mi racchiude le spalle nelle sue mani:
“Ethan, devo dirti una cosa… il tuo nipotino n-non c’è più” balbetta quasi singhiozzando; all’inizio non capisco, ma poi tutto è più chiaro e mi aggrappo forte al suo collo per consolarla: funziona visto che lei ride e mi scocca un bacio tenero sulla guancia mentre mi accarezza i capelli.
Al luna park la prima cosa su cui porto anche i miei accompagnatori sono i giochi d’acqua, mi piacciono da morire. In seguito faccio salire i due fidanzatini su una giostra dell’amore e io li aspetto seduto su una panchina. Quando scendono si danno un bel bacio e tornano da me.
“Andiamo a mangiare?” chiedo sentendo un brontolio nello stomaco
“Sì, andiamo al McDonald” afferma Beck.
Seduti ad un tavolo io addento il mio panino, mio fratello lo ha già finito, quindi si sta godendo le sue patatine fritte, invece la sua fidanzata sta mangiando dell’insalata: io non capisco siamo al McDonald e lei riempie lo stomaco con dell’erba? Evidentemente questo è un classico caso in cui la mia domanda viene soddisfatta con la risposta: è una donna!
In seguito Beck ci porta in un bar abbastanza strano: c’è gente che balla, che ride, che beve e che si bacia; che schifo e una musica altissima:
“Ehi, volete qualcosa?”
“No” rispondo alla domanda di Beck
“Io prendo della coca” dice Jade
“Ok, io ho voglia di qualcosa un po’ alcolico, che ne so della vodka?” ordina, paga e bevono:
“Ethan, vuoi assaggiare?” mi avvicina il bicchiere, io annuso
“Sembra buono” affermo
“Beck smettila, è alcolico non può berlo” prima che potessimo rispondere ho già inghiottito un goccio di quel liquido: un forte bruciore scende dalla gola fino allo stomaco e ne chiedo subito ancora
“No basta, piccolo sei già un combina guai così, non voglio neanche pensare se ti ubriacassi”.
Dopo 2 indimenticabili e divertentissime ore torniamo a casa e mi fanno vedere la stanza che hanno preparato per me, prima di andare a dormire però , mi piazzo davanti alla tv.
 
 
 
ECCOMI! ANNUNCIO SUBITO CHE IL PROSSIMO CAPITOLO SARA’ MOLTO BELLO.
PER QUANTO RIGUARDA QUESTO: HO 13 ANNI E SO COME FUNZIONANO LE GRAVIDANZE, SPERO DI AVER RESO BENE L’IDEA DI QUALCUNO DI TROPPO PICCOLO CHE ANCORA PENSA ALLA CICOGNA O ALLA TROPPA VICINANZA.
CIAO!!!!!

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Capitolo 16
*** Un bellissimo malinteso ***



Pov Jade

Ethan sta guardando la tv, io e Beck siamo in camera ma visto che nessuno vuole dormire, ci siamo messi a parlare un po’ sul nostro passato:
“Con quante ragazze sei stato?” comincio io
“Solo te; sai al nostro primo incontro mi sono detto che ti avrei fatta impazzire, tu eri così sicura di te, non mostravi mai nessuna debolezza, eri perfetta ai miei occhi e questo mi faceva arrabbiare tantissimo; però poi, quando ho scoperto cosa nascondevi, il mio obiettivo è cambiato, ed ora credo finalmente di averlo raggiunto”  mi risponde con sincerità
“Perché volevi con tutte le tue forze che nostro figlio fosse maschio? Voglio dire, di solito è il contrario” mi ha posto una domanda difficile da soddisfare, mi sta chiedendo di aprirgli del tutto il mio cuore e confidargli anche il minimo pensiero senza senso
“Perché… nonostante tutto quello che tu e mia madre avete fatto per me, io ho ancora paura di mio padre e sarò segnata per sempre dalla sua presenza… e avere un maschio voleva dire altra protezione, ma non solo, io non voglio vedere un altro bambino passare un’infanzia come la mia: il carattere di un maschio è più forte di quello di una femmina e sarebbe riuscito a difendersi, senza farsi mettere i piedi in testa da nessuno” rivelo sospirando più volte, per me è stato davvero complicato, grazie a questo ora mi sono tolta un peso
“Qual è la cosa che ti piace di più?” chiedo
“Che mi piace o che amo?”
“Che ami” aggiungo approfittandone
“Te” mi sciolgo a quell’unico monosillabo, il cuore fa muovere il mio corpo senza il consenso della mia testa e in pochi istanti sono seduta sulle sue gambe, impegnata in un bacio che scatena tutte le mie emozioni e il mio amore, entrambi lo approfondiamo e ci ritroviamo sdraiati sul letto.
Senza staccare le labbra sento la sua lingua picchiettare sulla mia bocca, chiedendo l’accesso, io glielo concedo e le nostre lingue iniziano a ballare un’unica danza in perfetta sincronia; con estrema delicatezza e leggerezza mi sfila il maglioncino nero e la maglietta viola, mentre io faccio lo stesso con la sua camicia aperta grigia e la sua canotta blu, lasciandogli scoperti gli addominali abbastanza delineati. Appena siamo completamente spogli dei nostri vestiti, appoggio le mani sui suoi pettorali e lo stacco leggermente da me:
“Aspetta, se tuo fratello ci sentisse?”
“Ha dieci anni: dopo tutto quello che ha fatto oggi si sarà già addormentato sul divano” mi asscura lui tranquillo e lasciamo definitivamente libero sfogo ai nostri sentimenti.
Pov Ethan
Ho appena spento la tv, a quest’ora fanno dei programmi brutti, quindi vado nella mia stanza, passando davanti alla porta di Jade e Beck sento dei respiri pesanti e affannati: probabilmente non erano stanchi e si sono dati da fare rincorrendosi in torno al letto; poi sento anche dei piccoli gridolini acuti uscire dalla bocca di lei e sicuramente Beck la starà facendo urlare dal solletico; decido di non interromperli e lasciarli divertire dirigendomi direttamente a letto.
Verso le 3:00 mi alzo per andare in bagno e una discussione accesa attira la mia attenzione…
Pov Beck
Abbiamo finito da poco di fare l’amore e ci siamo preoccupati subito: le precauzioni, questa volta credo sia nato tutto da un malinteso tra di noi:
“Beck cazzo, dovevi ricordarti il profilattico!” mi rimprovera Jade
“Ma io credevo di aver capito che stavi prendendo la pillola”
“Lo sai che non l’ho mai presa”
“Alice aveva detto che avresti dovuto prenderla per un po’” aggiungo giustificandomi
“Sì, ma ora non più” ribatte lei disperata.
FLASHBACK
“Allora amore mio, oggi ti dimettono?” le chiedo stampandole un bacio sulla fronte
“Sì, ho già compilato i fogli, devo aspettare solo Alice” non faccio in tempo a risponderle che quest’ultima solca la soglia della porta
A: “Ah, bene ci sei anche tu. Ora vi spiego alcune cose: durante il periodo di convalescenza devi riposare, seppur a casa, non devi sforzarti molto. Un’altra cosa, ti ho fatto la ricetta per comprare delle pillole anticoncezionali, nel caso tu voglia divertirti con lui; dovrai prenderle tutti i giorni alla stessa ora, fino a che il tuo corpo non sarà di nuovo in grado di sopportare una gravidanza: il periodo può variare, solitamente non va mai oltre il mese; dopodiché potrai scegliere tu se continuare o smettere. Tutto chiaro?” entrambi annuiamo con il capo e cominciamo a riporre le cose di Jade in un borsone.
FINE FLASHBACK
“Ho fatto una visita qualche giorno fa e la ginecologa mi ha detto che posso anche smettere” passo una mano tra i capelli esasperato, poi riprendo lucidità
“Va bene, ok, calma, sei nel periodo fertile?”
“Non dovrei” dice guardandomi
“Allora ci sono delle probabilità che tu non rimanga incinta” ci tranquilliziamo e ricongiungiamo i nostri corpi ancora nudi in un affettuoso abbraccio.
D’improvviso la maniglia si abbassa e la porta si spalanca, rivelando l’immagine di Ethan che ci guarda scioccato, cerco di coprire con le coperte il più possibile  Jade che allontano anche da me per non dare tanto nell’occhio:
“C-che c’è Ethan?” balbetto imbarazzato, mentre Jade non fa altro che nascondersi tirando a sé la nostra sola salvezza, mi scopre il petto e un pezzo di coscia, fortunatamente se ne accorge e non tira oltre
“Vi ho sentiti discutere e mi sono preoccupato, state bene?”
“Sììììì” rispondiamo in coro
“Zia Jade non hai caldo?” si riferisce alla mia ragazza che è coperta fino al mento
“In effetti un pochino” risponde a corto di idee, lui si avvicina e le abbassa le coperte fino a far intravedere l’inizio delle sue curve, fortuna vuole che poi si ferma e ci saluta chiudendosi la porta alle spalle.
“Meno male che dormiva è…” mi fa notare con un pizzico di rimprovero
“Sta tranquilla non ti ha vista nuda”
“Beh, quasi e poi ha visto te e… credi abbia capito qualcosa?”
“Con me ci è abituato: sa che quando dormo, lo faccio senza maglietta con dei pantaloncini corti, però è anche vero che è molto intelligente”.
Dopo la figuraccia che abbiamo fatto davanti a mio fratello che è ancora all’oscurità di queste cose, ci addormentiamo.
 
 
 
 
CIAOOO!
QUESTO CAPITOLO E’ INCENTRATO PER DI PIU’ SULL’IMBARAZZO SUL DIVERTIMENTO DI UNA SCENA DEL GENERE (METTETEVI NEI PANNI DI ETHAN) E POI COME AVRETE CAPITO E MAGARI ANCHE CRITICATO HO USATO UNA PARTE ANCHE PER LE PRECAUZIONI (NONCHE’ VOGLIA FARVI IL SOLITO DISCORSO, QUELLO NON FA PER ME) LA VERITA’ E’ CHE SAREBBE STATO PALESE AVERLO FATTO DUE VOLTE E DUE VOLTE SENZA PRECAUZIONI, COSI’ HO DOVUTO CERCARE UNA SCUSA ABBASTANZA CONVINCENTE.
SCRIVETEMI E RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE LEGGONO LA MIA STORIA E SOPRATTUTTO IL MIO PENSIERO FINALE.

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Capitolo 17
*** Un miscuglio di emozioni ***



Pov Beck
Sto preparando la colazione, Jade è in camera a prepararsi, mentre Ethan è qui che mi fissa da almeno un quarto d’ora sul punto di dirmi qualcosa, ma ogni volta che apre la bocca la richiude con un sospiro:
“Hai finito di fissarmi? Cosa ti prende oggi?” lui alza lo sguardo e un po’ imbarazzato fa la sua domanda:
“Cosa stavate facendo stanotte tu e zia Jade?” inizio a sudare freddo
“Perché?” temporeggio
“Perché eravate tutti sudati, avevate delle espressioni colpevoli e poi eravate… nudi”
“Non eravamo… nudi: i vestiti… erano… coperti, sì dalle coperte e non avevamo delle espressioni colpevoli” invento
“E Jade era agitata e coperta fino al mento anche se aveva caldo”
“Ok pulce, adesso basta fantasticare: stavamo solo parlando, da lì a poco ci saremmo addormentati”.
Fortunatamente la mia ragazza salva la situazione e lo fa smettere di parlare.
Dopo la colazione lasciamo mio fratello a casa da solo e noi andiamo a scuola. Quando arriviamo nell’atrio discutiamo su come tirarci fuori da questo imbarazzante problema:
“La situazione peggiora, sta iniziando a capire e mi fa delle domande stupide; mia madre ci ammazzerà”
“Ok tranquillo, i bambini sono ingenui, se noi continuiamo a negare lui finirà per crederci”
DRIIIN
La lezione di antologia comincia e la prof. Entra in classe con una pessima idea: un testo con a tema l’amore; tutto ha i suoi motivi del resto, non poteva farci fare qualcosa di strampalato e incomprensibile come al solito.
Jade è incredibilmente brava a scrivere, non ho idea di cosa stia raccontando, ma so già che non potrò leggerlo; io trasformo la nostra relazione in una storia quasi romanzata: ho scritto quasi tutto, esclusi spiacevoli inconvenienti e fasi della vita troppo personali che lei non vorrebbe mai far sapere a nessuno. Dopo aver occupato un foglio a protocollo intero consegno.
Pov Jade
Beck ha finito, probabilmente avrà raccontato di noi e spero che non sia così, altrimenti prima di Ethan e sua madre, si dovrà preoccupare di me: perché lo ucciderò.
Ho scelto qualcosa di molto delicato della mia vita, i protagonisti sono Derek e Meredith che in pratica vivono la difficoltà di poter stare insieme, non tipo Romeo e Giulietta, piuttosto come Beck e Jade.
Meredith trascorre la mia infanzia, con tutti i problemi fino a quando incontra Derek, che cercherà di renderle tutto più semplice.
La mia storia l’ho intitolata - amore significa odio -.
Finito il mio compito lo poggio sulla cattedra e comincio a pensare a cosa cantare per il Festival della Luna Piena, ultimamente resto poco tempo con Cat forse potrei usare Give it Up per stare un po’ insieme.
Questa settimana passa veloce in compagnia della rossa; Ethan è tornato in Canada e per fortuna non ha scoperto nulla; tra poco dovremo esibirci, non sono molto emozionata, ma non vedo l’ora che finisca: stamattina mi sono svegliata con la febbre ed è già tanto se riesco a stare in piedi con un microfono in mano, ovviamente il mio fidanzato non sa niente, altrimenti mi avrebbe chiusa in casa e costretta a stare a letto.
P: “Jade West e Cat Valentine” urla il presentatore che quest’anno non è Andrè.
Saliamo sul palco e cantiamo la nostra canzone e a fine serata sono sconvolta e mi gira la testa, scoppio a piangere, ho paura e ho voglia di parlare, sto a pensare a chi sia la persona giusta per mezz’ora, fino a quando non mi torna alla mente lei.
*Casa di Tori*
Busso, non so neppure perché sono qui, ma quando non mi fa arrabbiare mi tranquillizza quindi speriamo sia una buona giornata. Mi apre ed è già in pigiama:
“Jade… ti senti bene?” mi fa sedere sul suo divanetto rosso evidentemente sorpresa di vedermi
“No, no, NON STO BENE!” urlo contro di lei
“Ok, calmati, cosa hai?”
“Ho la febbre da stamattina e ora mi scoppia la testa e…” temporeggio singhiozzando, ma cosa sto facendo? Io non voglio dirlo a lei!
“E…?” ripete guardandomi
“E potrei… essere incinta” dico in un sussurro
“Cosa?” chiede lei, visibilmente confusa
“OH ANDIAMO NON FARMELO RIPETERE SO CHE TI DIVERTE VEDERMI IN QUESTO STATO, MA ALMENO UNA VOLTA TE LO PUOI ANCHE RISPARMIARE: HO DETTO CHE FORSE SONO INCINTA”
“Cosa?” le lancio uno sguardo truce
“Ahm… ok sì, ho capito; ma come è possibile?” che domanda stupida
“Devo farti un disegnino, non so magari di come due persone creano un figlio oppure…”
“No, va bene così. Hai intenzione di dirlo a Beck vero?”
“NO, no, lui non deve sapere niente”
“Ma…” la interrompo subito
“NIENTE” affermo decisa
“Ok, come vuoi tu, però prima di tutto hai detto che potresti, quindi non sei sicura: bisogna fare un test di gravidanza; esco io a prenderlo!”
“Sì, prendine tre: voglio essere assolutamente sicura” mi sorride e va a prenderli, dopo mezz’ora è di nuovo a casa ed è arrivato il fatidico momento:
“Allora vai, tanto poi dovremo aspettare qualche minuto e lo guarderemo insieme”
Faccio come dice, quando ritorno mi siedo di fianco a lei, cercando di riacquistare la mia compostezza che mantengo di solito; questa volta ho deciso che il test lo leggerò io, quando il timer sul pera-phone di Tori si ferma lo prendo e lo guardo:
“E’ negativo, Tori è negativo!” ovviamente il mio tentativo di stare calma svanisce quando la abbraccio di colpo.
“Sei contenta ora? Fanne almeno un altro, giusto per sapere se non era difettato”
Vado e torno, questa volta lascio fare a lei:
“Ah ok…” mi fissa e io distolgo lo sguardo
“Questo, è… positivo” accidenti no, vuol dire che devo usare anche il terzo; o forse ho capito
“Divertente prendersi gioco di me?”
“Jade, m-mi dispiace” ok non stava giocando.
*Dopo il 3° test*
“Va bene… adesso non ti resta che comunicarlo a Beck” mi informa la gallina: questo indica che la giornata sta peggiorando e mi sta facendo arrabbiare
“No, Beck non lo saprà: io non… voglio abortire”
“Come scusa? E’ anche figlio suo non puoi comportarti come se solo la tua vita dipendesse dal bambino!”
“E invece sì, se non saprà nulla non sarà costretto a scegliere né a rinunciare alle cose che ama per un impegno più grosso di noi e in oltre sono già rimasta incinta una volta e tutto è finito con la morte del bambino e le violenze di mio padre: non voglio che si ripeta” giustifico
“D’accordo, anche se non lo sapevo posso immaginare quanto male ti sia sentita”
 
 
CIAO!!!!!!!!!!! SCUSATE IL RITARDO MA IN QUESTI GIORNO HO FINITO SCUOLA SPORT E TEATRO, QUINDI TRA PROVE EXTRA SPETTACOLI E USCIT4E CON I MIEI COMPAGNI NON HO AVUTO MOLTO TEMPO.
SPERO CHE QUESTO CAPITOLO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO, SPERO VI PIACCIA L’IDEA DELLA CONFESSIONE FATTA PROPRIO A TORI.
ALLA PROSSIMA

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Capitolo 18
*** Verità nascoste ***



Pov Jade
Quell’arpia di Tori mi ha detto di tornare a casa così sarei stata più tranquilla; certo grazie, solo che a casa c’è Beck.
Ho dormito male stanotte, fortunatamente non ho svegliato il mio fidanzato quando sono tornata, però la paura che la mattina mi avesse fatto un sacco di domande non era infondata per niente e infatti:
“Ehi, tesoro stai bene? Ieri sera non ti ho sentita rientrare…” bene, vediamo quale strana bugia posso rifilargli ora
“Sì, ho fatto tardi perché… ho trovato Rex nel parcheggio e… e l’ho riaccompagnato da Robbie” sapevamo che Robbie aveva lasciato in giro Rex, ma… voglio dire, è un pupazzo: non ci crederà mai; mi guarda confuso e stranamente si zittisce poi mi serve il mio abituale cappuccino, di solito sono io a preparare la colazione: l’unico giorno in cui mi devo arrangiare, lui la prepara al mio posto, uffa.
Non posso fare storie, se rifiuto il cappuccino farà altre domande, quindi mi appresto a berlo contro voglia e contro salute.
*A scuola*
Siamo davanti all’armadietto di Tori ad ascoltare quali orrori ha commesso oggi Trina, come per esempio lavarsi i capelli con il balsamo e lasciarlo asciugare sopra senza sciacquarlo, delle volte mi chiedo se quella ragazza cambierà mai; comunque  non riesco nemmeno a cercare di trovarci una logica, perché per colpa di qualcuno, sono qui a sperare che le fitte allo stomaco cessino e che non mi ritorni la febbre visto che oggi è scesa, ma a quanto pare nessuno sente le mie preghiere, perché non solo il male non diminuisce e ho iniziato a sudare freddo, ora ho anche i giramenti di testa.
Non resisto più, per evitare di cadere mi attacco al braccio di Beck, però non appena mi sente tremare, rivolge il suo sguardo su di me e io gli sussurro la cosa più ovvia:
“Beck, non mi sento tanto bene…”
A: “Caspita Jade, va bene che io sono marrone, però tu sei veramente pallidissima” come se non bastasse si aggiunge anche Andrè.
DRIIIIN
La campanella mi salva, tutti vanno in classe, mentre Tori e ovviamente il mio fidanzato restano con me; comincio a vedere tutto sfuocato: sento la voce della ragazza, ma non riesco a distinguere le parole che si accavallano tra di loro, d’un tratto le gambe cedono e le palpebre diventano troppo pesanti da sostenere, un tocco deciso mi afferra e poi buio e silenzio totale.
Pov Beck
Io e Tori ci assicuriamo che Jade stia bene e le chiediamo se vuole essere accompagnata in aula, forse sedendosi le sarebbe passato; la sua risposta non arriva, vedo che chiude lentamente gli occhi e in meno di un secondo si lascia andare, riesco a prenderla e a sorreggerla , che cos’ha? Stamattina non stava male? La portiamo a casa, io volevo portarla in ospedale, ma Tori ha insistito dicendomi che non serviva.
*A casa*
La adagio delicatamente sul letto, sono preoccupato.
“Vedrai che starà bene!” mi rassicura Tori
“Perché  dicevi che non era necessario l’ospedale?” dovevo chiederlo, se l’ha affermato così convinta vuol dire che qualcosa sa
“Ok… Non dovrei essere io a rivelartelo, e in oltre sai che lei, quei luoghi pieni di gente mezza morta, li odia” va bene, aspetterò il mio angelo per saperlo.
Dopo due ore lei ha ancora la febbre e non accenna a svegliarsi, sono il suo fidanzato, la amo, ho il diritto di sapere cosa le sta accadendo:
“Tori, ora basta , non posso più aspettare, ho bisogno di sapere perché è in queste condizioni” lei mi guarda e comincia a spiegare
“Ieri sera… Jade è venuta da me, era in lacrime e non capivo il perché, così mi sono fatta spiegare e ha detto che aveva la febbre e il mal di testa, ma poi ha anche aggiunto che poteva essere incinta e ha fatto dei test. Il risultato era positivo” stringo forte i pugni, come ha potuto tenermelo nascosto, dopo la prima volta, sa che amerei sia lei che mio figlio, non capisco, che bisogno c’era?
“C’è un motivo Beck, non arrabbiarti; lei aveva paura che sarebbe finito tutto male un’altra volta e non ti ha disturbato per una decisione che aveva già preso lei per tutti e due, lei vuole abortire” Cosa? Ma come può, anche solo per un secondo, pensare di poter uccidere nostro figlio per un nostro errore, non era lei che odiava l’idea di togliere la vita ad una creatura che non ha colpa? Questo lo posso chiedere solo a lei.
Ho chiamato Alice per fare visitare Jade nel caso con la caffeina qualcosa sia andato storto:
“Non ha nulla di grave, avete fatto bene a farla riposare, però adesso deve bere tanto, con la caffeina che ha assunto, essendo in minime quantità, non si sono creati problemi; ripeto quando si sveglia fatela bere tanta acqua” le racconto tutto per filo e per segno di quello che so e nel frattempo si sveglia
“Guarda sta aprendo gli occhi” mi fa notare Alice
“Amore mio, come ti senti?” sembra disorientata
“Che cosa è successo?” chiede il mio angelo, guardo Alice con aria interrogativa e preoccupata
“Con lo svenimento è possibile che non si ricordi, ma non temere in qualche minuto al massimo riuscirà a collegare tutto” mi spiega lei
“Stamattina hai bevuto il tuo cappuccino anche se sei incinta e poi sei svenuta scuola” le ricordo, lei fa una faccia rassegnata
“Te l’ha detto la gallina vero?” sta bene ed è in forma, quindi possiamo affrontare l’argomento aborto
“Perché volevi abortire senza dirmi nulla, non credevi che mi sarebbe interessato?” quando la sua amica capisce, ci lascia soli e torna in ospedale
“Scusa… Beck, qui si tratta anche di me… e io non voglio ripetere lo sbaglio” abbassa lo sguardo, quando fa così si sente in colpa
“Ma non lo ricommetteremo, non lo dirai un’altra volta a tuo padre e questa volta avremo un bambino” mi abbraccia forte, ne abbiamo entrambi bisogno.
Prima di dormire le faccio bere, o meglio la obbligo a bere una bottiglia d’acqua e ci addormentiamo esausti, mentre io la tengo appoggiata al mio petto per proteggerla.
Jade oggi si è alzata; a scuola ha fatto arrabbiare la prof. di antologia che ci ha restituito i temi: io ho preso ‘C+’ e ne sono orgoglioso, invece lei ‘A-‘, lo avrebbe accettato, se quella stramba signora fuori moda non le avesse detto che sarebbe stata una ‘A’ se non avesse messo in mezzo la sua vita personale.
Ora la voglio portare a fare un’ecografia, ma non lo sa; appena parcheggio capisce e mi schiocca un tenero bacio a stampo sulle labbra.
Pov Jade
*In ambulatorio*
Ad accoglierci è di nuovo il Dottor Stevenson che mi fa accomodare come l’altra volta sul lettino con di fianco Beck
DS: “Bene, questa volta sarà un po’ diverso, siccome l’embrione non è ancora sufficientemente grande perché si possa veder con una sonda esterna, eseguirò un’ecografia transvaginale, o interna” guardo il mio fidanzato che mi tiene la mano e mi rassicura
DS: “Lo so, il nome fa paura, ma non farà male, al massimo darà un po’ fastidio; funziona allo stesso modo: io inserisco il sondino e voi guardate il monitor sul quale si vedrà il piccolo”.
Detesto questa situazione, sto mostrando la parte inferiore del mio corpo, completamente scoperta, ad un uomo, per di più estraneo, fortuna che c’è Beck se no gli avrei tirato un calcio. Con tutti questi pensieri non mi accorgo neanche che lui ha già fatto e che l’immagine è sullo schermo: vedo il mio piccolo, così tranquillo e indifeso, stringo la mano del mio fidanzato. Finita l’ecografia torno a casa con la voglia di vedere mio figlio in viso e non più di abortire come avevo deciso.

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