La prima volta

di Luxovica
(/viewuser.php?uid=926936)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Davide ***
Capitolo 2: *** Viola ***
Capitolo 3: *** Francesco ***
Capitolo 4: *** Sole ***
Capitolo 5: *** Gabriele ***



Capitolo 1
*** Davide ***


DAVIDE

Ero riuscito a dimenticarla,finché un giorno non l'ho rivista per strada. Stava guardando una vetrina dall'altra parte della strada,era bellissima,come sempre. Aveva i capelli biondi,ma non quel biondo comune,un biondo sul castano chiaro,un biondo stupendo,legati in una coda. Indossava un vestitino blu,delle converse bianche e,una borsetta bianca. Me la ricordavo quella borsa,l'avevamo comprata insieme.

Mi aveva respinto,non ricambiava i miei e stessi sentimenti e,non l'avevo più vista da quel giorno. Mi aveva spezzato il cuore e non glie lo avevo perdonato. So che a 18 anni hai tutta la vita davanti,ma in quel momento,mi era crollato il mondo addosso,la vita mi era scivolata via dalle mani. Non avevo più il controllo,ma sapevo che a 18 anni non si ha il controllo di niente.

Ci siamo conosciuti a scuola,io in quinto,lei in terzo.  L'avevo notata subito,il primo giorno di scuola. Era meravigliosa nei suoi jeans grigi attillati,nelle sue vans alte nere,e nella sua maglia nera. Capelli biondo-castano,pelle bianchissima,labbra rosse e carnose,occhi nocciola da cerbiatto,naso alla francese e il sorriso più bello che io avessi mai visto. 

Non sapevo cosa fare,non sapevo come fare per conoscerla. C'è voluto un mese per farmi coraggio e presentarmi e non fu così semplice. Di solito mi viene naturale presentarmi,parlare o provarci con le ragazze,ma con lei ero bloccato,non so perché.

Poi un giorno ne parlai con un mio amico,il più discreto forse. Francesco. Si era trasferito da poco,ma eravamo diventati subito amici,mi fidavo di lui. E poi con gli altri di queste cose non ne potevo proprio parlare. Escogitammo un piano e,alla ricreazione di quello stesso giorno,l'avremmo messo in atto.

Lei era con delle amiche,seduta sulle scale vicino ad una di loro. Una con i capelli rosso naturale,alta,magra,bella anche,ma non quanto lei. Si chiamava Maria Sole,ma le amiche la chiamavano Sole e,faceva parte del piano per conquistare la ragazza dei miei sogni,anche se lei non era al corrente. 

Io e Francesco arrivammo alle scale,ci mettemmo davanti a loro e mi bloccai. Fortunatamente lui se ne accorse in tempo e iniziò a parlare al posto mio. «Ciao,mi chiamo Francesco e lui è Davide»disse porgendola mano a Sole. Dopo qualche secondo mi affrettai a dire«E voi?Come vi chiamate?» 

Sole rispose«Io Sole,lei Viola.»

VIOLA,che nome stupendo pensai. 

Francesco,attenendosi al piano disse,con molta nonchalance«Stasera c'è una festa,al B2,un locale vicino Termini. Vi va di venire?»

Viola e Sole si guardarono per un po',poi quest'ultima rispose «Ok dai,va bene. A che ora?»

Questa volta cercai di rispondere io,ignorando il battito accelerato del mio cuore. 

«Alle 22:30. Ci…ci incontriamo lì davanti?»

Le ragazze si guardano di nuovo e poi ci guardano.

Viola rispose«Ok,allora alle 22:30,davanti al B2.» Lo disse con la voce più bella del mondo. Poi ci salutammo. 

Era strana la sensazione che provavo in quel momento. Avevo avuto tante,tantissime ragazze,ma non avevo mai provato nulla del genere. Sembrava felicità,vera felicità,cosa che in 18 anni non ero mai riuscito a sfiorare nemmeno con un dito. Una ragazza,una sconosciuta,mi aveva reso felice,per pochi secondi di conversazione,come era stato possibile? Non ho mai creduto all'amore a prima vista e,non ci credo ancora,perché so perfettamente che non esiste. Ma quello gli somigliava. 

Ero spaventato. Provavo qualcosa di nuovo,qualcosa di diverso,qualcosa di ingestibile. Non riuscivo a togliermi quel sorriso da ebete dalla faccia,che mi faceva sembrare un coglione. Non riuscivo a far smettere quella sensazione nello stomaco,che tutti chiamano comunemente farfalle.

Quella sera ci incontrammo davanti al B2,all'orario stabilito,ci salutammo e poi entrammo. Era bellissima,come sempre. Tutina nera,calze nere,cardigan nero e la cosa bella,è che indossava le scarpe basse,nere. Amavo sempre di più quel colore. 

Una bella serata. Abbiamo ballato,bevuto,ci siamo divertiti. 

A quella serata ne seguirono altre e,altre ancora. Diventammo un gruppo. Io,Francesco,Viola,Sole,Gabriele,Federica,Lorenzo e Denise. Un gruppo fatto di persone diverse,ma che si amalgamano bene. 

Poi un giorno il fattaccio. Dopo alcuni mesi che tenevo i miei sentimenti chiusi in una scatola,nel fondo del mio cuore,sono cresciuti sempre di più. Non mi ero mai innamorato,ma lei era diversa,l'avevo capito subito,dal primo sguardo. Quindi,un giorno,presi tutto il coraggio da ogni parte del mio corpo e le andai a parlare. 

Ero agitato come mai prima. Confessare i tuoi sentimenti ad un'altra persona,significa mettersi a nudo,confessare le tue debolezze,le tue paure. Significa condividere una parte di te. 

Quel giorno pioveva,e non avevo l'ombrello,avrei dovuto capire che quello era un segno. Dovevo capire che sarebbe stata una giornata di merda. 

Andai sotto casa sua,suonai e poi lei scese. Perché? Perché era così fottutamente bella? Le gambe iniziarono a tremare,appena usci dal portone del suo condominio. Un palazzo non molto alto,sul rosa,con i balconi pieni di fiori viola. Tutti per lei.

Ci mettemmo sugli scalini,riparati dai balconi del palazzo. Iniziammo a parlare tranquillamente e poi non ce la feci più. «Senti,io devo dirti una cosa importante»dissi.

«Dimmi»rispose. 

Il mio cuore batteva così forte,talmente forte che credevo di vomitarlo. Spensi la sigaretta sul marciapiede,mentre lei continuava a fumare la sua e,non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.

Poi finalmente,dopo un silenzio molto imbarazzate dissi«io..io ho capito una cosa che riguarda te…e anche me. Noi.»

«Cioè?»si limitò a dire spegnendo la sigaretta.

«Io credo di essermi innamorato di te. Anzi lo so.»

Ci fu un altro vuoto,molto più imbarazzante del precedente. Non diceva nulla. Guardava per terra ed io guardavo lei.

«So che non te lo aspettavi»ero riuscito a dire solo questo. Lei abbozzò un sorriso,che mi fece crollare il mondo sotto i piedi. E pensai che ormai il peggio era passato,la cosa più difficile l'avevo detta. La figura di merda,nel peggiore dei casi,l'avevo già fatta,perciò,cosa avevo da perdere? In quel momento mi venne l'ispirazione. Avevo mille cose da dire,ma non sapevo come dirle. E poi pensai -vaffanculo,le dico.-

«Dal primo giorno che ti ho vista ho capito che eri diversa. Nessuna ragazza mi aveva mai fatto quell'effetto. Ti ho vista da lontano,ti ho osservata per più di mese da lontano e,poi mi sono fatto coraggio per parlarti. 

Il tuo viso è…perfetto. I tuoi occhi nocciola mi incuriosivano,mi incuriosiscono,nascondono qualcosa,ne sono certo. Le tue labbra,rosse e carnose,bellissime,nascondono il tuo sorriso,che è ancora più bello. Sei tutta bella.

Ok,non ho la reputazione da bravo ragazzo lo so. Sono uno stronzo. Mi scopo le ragazze per il gusto di farlo. Ma quando ti ho vista…quando ti ho vista la prima cosa che ho pensato non è stata portarti al letto. Ho pensato a me e te allungati sotto un albero,con una canna magari,che ci sta sempre bene,mentre parliamo di tutto. Ho pensato a noi due a Via Del Corso a fare shopping. Tu che entri in tutti i negozi e io che tengo le buste. Ho pensato a quelle labbra e,a come sarebbe bello baciarle delicatamente,come quando mi rado la barba,con tutta la dolcezza del mondo. Non so perché il mio cuore abbia scelto proprio te,ma non ci posso fare nulla,è vero quando si dice che al cuore non si comanda. E non so nemmeno perché continui a guardarmi,senza dire una parola,facendomi sentire un perfetto imbecille. Viola,io ti amo. L'ho detto. E in realtà mi è sembrata la cosa più facile del mondo. Ora,ti prego,dì qualcosa.»

Rimase in silenzio qualche altre secondo,guardando la pioggia che cadeva sull'asfalto. Poi mi guardò,mi sorrise e disse«Sei una delle persone migliori che abbia mai conosciuto,non sei affatto uno stronzo…ma scusami. Si non me lo aspettavo,hai ragione e,so che tu non ti aspettavi o almeno non speravi questa risposta. Davide,io ti voglio molto bene,ma ti vedo solo come un amico. Mi sento io una perfetta imbecille,una stronza,ma lo hai detto tu,al cuore non si comanda. Vorrei che rimanessimo amici,ma so che per te non sarà facile,perciò lascio la decisione  a te. Qualsiasi cosa deciderai andrà bene,anche se significherebbe perdere un amico fantastico come te. Mi dispiace veramente tanto.» 

VAFFANCULO. Avrei voluto dirle solo questo,ma non dissi nulla,me ne andai e basta. Mentre mi allontanavo sotto la pioggia,mi chiamò,ma non mi girai. Piansi. Piansi per una ragazza,come cazzo è possibile? Di solito sono loro che piangono per me. Sarà il Karma. 

Friendzonato capite? Che cagata di giornata. 

Fortunatamente le lacrime si confondevano con la pioggia,così mi sentivo meno coglione. 

Avevo dichiarato i miei veri sentimenti per la prima volta ed ero stato respinto,per la prima volta. Sentivo il mio cuore implorarmi di far smettere quel dolore lancinante,ma non potevo farci nulla,mi sentivo peggio di lui. Mi sentivo uno schifo. Ero solo un diciottenne come tanti altri,che soffriva per amore,come tanti altri e,che pensava che l'amore poteva beatamente andarsene a fanculo,come molti altri. Il primo amore e la prima delusione amorosa,i primi di una lunga serie. 

Avevo detto ti amo per la prima volta,con le migliori intenzioni,ed è come se mi avessero sputato in un occhio e preso a calci dappertutto. La creatura più bella dell'universo,aveva buttato nel mio piccolo mondo,una bomba atomica. Quando si sarebbe riparato tutto? Quando sarei andato avanti? In quel momento pensavo che non sarebbe successo mai. E purtroppo,dopo averla rivista oggi,ho capito di pensarlo ancora. 

Avevo cambiato scuola,avevo cambiato gruppo,tornando a quello vecchio,e locali,per non vederla più. Esagerato lo so,però dovevo. 

E poi eccola,di nuovo sul mio cammino,di nuovo nella mia vita. Bellissima come sempre. Ed eccolo,è tornato anche il dolore più grande che avessi mai provato. Ed eccomi di nuovo a camminare senza fermarmi. Anche quando mi ved,e grida il mio nome.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Viola ***


VIOLA

Stavo guardando la vetrina di un negozio che aveva delle scarpe stupende,quando dall'altra parte della strada,ho visto Davide camminare. 

Non lo vedevo da molto tempo,da quando praticamente mi disse che mi amava e...lo rifiutai. In realtà non sapevo cosa dire. L'unica cosa che sono riuscita a dire è stata mi dispiace,anche se avrei voluto dire grazie. Sarebbe stato crudele lo so,ed è per questo che non l'ho detto,ma quella scena mi ricordava molto Colazione da Tifanny. Ma,il vero motivo per il quale avrei voluto ringraziarlo,è che nessuno mi ha mai amata,o almeno non me lo hai mai detto. 

La prima volta che qualcuno dice che ti ama,è un mix di emozioni,belle e brutte. Mi aspettavo solo emozioni belle e,una sensazione ancora più bella. Mi aspettavo la gioia vera,la gioia di vivere e di amare,ma purtroppo io non ricambiavo i suoi sentimenti. Mi sentivo bene,perché qualcuno mi amava,e male,perché  gli avevo spezzato il cuore. 

Quando l'ho visto ho tentato di chiamarlo ma non mi ha sentita,o ha fatto finta di non sentirmi. In ogni caso, mi manca molto come amico. Non è la stessa cosa quando usciamo senza di lui. 

Dopo aver comprato le scarpe sono tornata a casa e ho scoperto una cosa. Francesco,abita nel mio stesso palazzo. Dopo mesi che usciamo insieme non me ne ero mai resa conto e,non glie l'ho nemmeno mai nemmeno chiesto. 

Sono entrata nel mio palazzo e,l'ho visto salire le scale e mi incuriosiva questa cosa,credevo fosse lì per parlare con me. E invece lo vedo parlare con una donna e chiamarla mamma,che gli passa le chiavi di casa e,riconosco quella del mio portone. Così lo fermo e lo saluto. 

«Ei,Fra!»grido un po' così mi sente e,poi si gira.

«Viò,cosa ci fai qui?»mi sorride mostrando i suoi denti perfetti.

«Io qui ci vivo. Tu cosa ci fai qui?»

«Che coincidenza,anche io vivo qua. Mi sono trasferito da qualche mese,non te l'ho mai detto. Che strano che non ci siamo mai incontrati.»

Non te l'ho mai chiesto,pensai. Mi sono sentita un'egoista,una menefreghista.

«Già,che coincidenza. Si,è veramente strano. A quale piano ti sei trasferito?»dico,senza sembrare turbata dal fatto che non so nulla di lui. 

«Al quarto piano. Tu a che piano sei?»

«Al primo piano.» In quel momento mi rendo conto che vorrei conoscerlo,vorrei sapere di più di lui. Quindi dico«Senti,prima di uscire con gli altri,ti va di venire a cena casa mia? Magari ci vediamo anche un film. Tanto i miei non ci sono, perché lavorano fino a tardi e,mia sorella è già uscita con dei suoi amici. Che ne dici?»

Prima guarda l'orario sulla schermata del telefono,erano le 19:30,saremmo dovuti uscire insieme agli altri per le 21:30/22:00. 

Poi dice«Si dai. Ordiniamo una pizza?»

«Io pensavo di ordinare giapponese. Ti piace il sushi?»

Sorride e dice«Lo adoro.»

Cosa mi stava succedendo? Avevo mal di stomaco quando sorrideva e,mi veniva da sorride al pensiero che avremmo passato del tempo insieme. Che strano. Forse mi stava iniziando a piacere? Non potevo biasimare il mio cuore,Francesco è fantastico. E' simpatico,dolce,sportivo,intelligente,si interessava alla mia vita,ed è davvero molto bello. 

Entriamo in casa,poso la borsa e la busta delle scarpe nuove,bellissime,che ho comprato e,faccio accomodare Francesco nel salone. Vado in cucina,prendo il telefono e ordino il sushi. 

Quando torno in sala,pensiamo ad un film da guardare. 

«Uno bello,divertente,adolescenziale. Magari anche romantico»dico.

«Che ne dici se ci vediamo 'Che ne sarà di noi' con Silvio Muccino?»mi dice lui. Adoro quel film,abbiamo anche gli stessi gusti.

«Lo amo,ma lo so praticamente a memoria.»rido. Poi continuo dicendo«E se ci vedessimo 'Come te nessuno mai'? Sempre con Silvio Muccimo.»

«Si,mi piace. Poi mi fa morire Ponzi»sorride. 

Che bello che è,sopratutto quando ride. Conosce anche uno dei miei film preferiti,non ci credo,è perfetto. 

Ci mettiamo sul divano con la coperta a quadri colorata. Iniziamo a vedere il film quando suona il citofono. Era il giapponese con il sushi. Lo faccio salire,lo pago e lo ringrazio,poi chiudo la porta. Preso il sushi ci mettiamo seduti per terra,sempre con la coperta. 

Francesco mangia molto meglio di me con le bacchette,io sono un'impedita. Così mi aiuta a non far cadere tutto il pesce crudo per terra.

Mi sto divertendo. Il film è bellissimo,come l'ultima volta che l'ho visto. Lui è bellissimo,solo che non mi ero mai soffermata a pensarci. Lo stavo fissando,era così bello,anche mentre mangiava. 

«Ti stai annoiando?»mi dice quando si accorge che lo stavo guardando.

«No no,anzi. Tu?»dico distogliendo lo sguardo in modo discreto.

«No,ma ho voglia di fumare. Posso uscire fuori sul balcone?»

«Certo,ti accompagno. Voglio fumare anche io. Aspettami,prendo le sigarette.»

«Fermati,te la offro io.»dice,porgendomi una camel. 

Di solito fumo le marlboro,le camel non mi piacciono molto,ma mi accontento,me la sta offrendo lui. 

Usciamo fuori al balcone,fa freddo e,ho solo una maglietta a maniche lunghe di cotone. Sto gelando,se ne accorge e,mi cede la sua felpa verde,larga e morbida. Nei film questa scena si ripete molto volte e,ho sempre invidiato quelle ragazze. 

Si accende la sigaretta e poi mi passa l'accendino. Un semplice accendino nero. Accendo la mia sigaretta e poi glie lo passo,ringraziandolo. 

Guardo le stelle,si vedono abbastanza bene per l'assenza di lampioni vicino al palazzo. Mi volto e noto che mi guarda. Sorrido. Sorride. 

Sono le 21,tra mezz'ora circa dovremmo uscire con gli altri,ma io fumerei quella sigaretta per tutta la sera,solo per stare con lui.

Ho deciso di volerne sapere più su di lui e così gli domando «Cosa ti piace fare?»con una voce sottile.

Mi racconta che gli piace andare sullo skate,vedere film e serie tv di notte,leggere,uscire con gli amici,nuotare. Se sapessi che è impossibile,direi che mi ha letto nella mente,tranne per l'ultima cosa. Non sono una grande nuotatrice,ne un'amante del nuoto.

Siamo stati tutta la sera a parlare,dimenticandoci completamente degli altri. 

Alle 23 siamo usciti. L'ho portato in un bar che adoro,a due isolati dal palazzo. Ci siamo presi un caffè,un cornetto e,ci siamo fumati una canna. 

Avevamo lasciato i cellulari a casa mia,perciò non sapevamo chi ci cercasse. 

Si erano fatte le 3,a forza di parlare e passeggiare. Di solito a quest'ora rientro,ma non mi importava,stavo troppo bene. Avevamo deciso di andare a ballare,anche se vestiti indecentemente,almeno io. Lui indossava dei jeans blu scuro,una maglia nera a maniche corte e le vans nere basse. Io,la sua felpa verde,dei jeans blu chiaro,una maglia a maniche lunghe bianca e,le mie adorate vans verdi. Si gelava,eppure non gli importava.

Siamo andati a ballare al B2,il locale dove siamo usciti insieme per la prima volta. Abbiamo ballato appiccicati,cosa che la prima volta non era successa.

Qualsiasi ragazzo mi si avvicinasse,lui lo scansava,finché non mi mise le braccia intorno alla vita. Avevo i brividi lungo tutto il corpo. Ballammo per ore e uscimmo alla 6,alla chiusura del locale. Era la prima volta che facevo le 6. 

Siamo tornati a casa. Mentre salivamo le scale non sapevo cosa dire e,arrivati davanti alla porta di casa mia riuscivo solo a guardarlo. Mi sorrise e poi disse«Sono stato veramente bene. Era da tanto che non ero così in sintonia con una persona.»

«Già,anche io sono stata molto bene. Sono contenta che pensi che ci sia sintonia tra di noi.» Mi ricordai della felpa e gli dissi«Prima che me ne dimentichi,tieni»e mi tolsi la felpa. Lui mi fermò e mi disse«Vorrei davvero che la tenessi tu,in ricordo di questa notte»rise e continuò«Scusami,lo so che è stupido,però vorrei che la tenessi.»

«Non è stupido,affatto. Mi fa piacere che tu me la stia lasciando e,mi fa ancora più piacere tenerla.»

Ci guardammo per più di un minuto senza dire una parola. Ero sicura che al rientro mia madre mi avrebbe ammazzata,ma era l'ultima cosa di cui mi importava. In quel momento importavamo solo io e lui.

Avrei tanto voluto baciarlo,ma se lui non avesse ricambiato il bacio? Mi limitai a dire«Il tuo telefono lo riprendi domani?»lo aveva appoggiato sul mio divano durante il film,e poi lo aveva lasciato lì.

«Certo,non ti preoccupare»fece per andarsene e mi crollò il mondo addosso. Forse stavo capendo cosa provava Davide quando l'avevo respinto. Cazzo,Davide. Anche se gli piacessi,Davide resta un suo amico.

Tornò indietro. Mi guardò e poi disse«Cazzo è un bel casino.»

«Cosa?»dissi io.

«Questa cosa. Io. Te. Noi. Davide.»

Speravo dicesse quello che avevo pensato tutta la notte,che provava qualcosa per me,come io la provavo per lui. 

«Continua»gli dissi in modo agitato. 

«Viola,tu sei bellissima. Sei simpatica,dolce,intelligente,hai idee e opinioni tue,mangi il sushi come i bambini e,fumi in modo strano.»

Dove voleva arrivare a parare? Aspetta,mi ha detto che sono bellissima…

«Io sono sicuro di provare qualcosa per te»disse in modo deciso.

L'aveva detto,ero al settimo cielo. Ma ero sicura ci fosse un ma,c'è sempre un ma.

«Ma…»disse. 

Eccolo,ovviamente.

«Ma c'è Davide e io non so cosa fare.» Iniziò a balbettare cose che riguardavano la decisione che avrebbe dovuto prendere e così,presi in mano la situazione. Lo baciai. Era la prima volta che facevo il primo passo con un ragazzo,lui era più importante non so perché. Non che avessi avuto tanti ragazzi,solo due in realtà,ma lui era già certamente più importante.

Ricambiò il bacio,che durò qualche minuto. Fantastico. Il bacio più bello. Dopo esserci staccati,ci sorridemmo e ci salutammo. 

«Domani,cioè oggi,vengo da te a riprendere il telefono e a parlare. Potremmo anche finire di vedere il film»disse sorridendo. Feci di sì con la testa ed entrai in casa.

Ero nel mio mondo felice,e poi crollò tutto. Mia madre. Mia madre era sulla poltrona in sala ad aspettarmi. Non disse molto,solo che ne avremmo parlato a pranzo e che,sicuramente,sarei stata messa in punizione. 

Presi il telefono. 12 chiamate perse di mia madre. 10 messaggi di Sole. 8 messaggi dal gruppo,sia per me,che per Francesco. 7 chiamate perse di mio padre. Che serata. 

Mi lavai i denti,misi il pigiama. Erano le 7. Era la prima volta in assoluto che facevo così tardi,anche quando guardavo i film di notte fino alla mattina seguente. Pensai che lo avrei rivisto tra pochissimo,ed ero contentissima. Mi preoccupava solo il fatto che ci avesse ripensato,e avesse deciso di lasciarmi in pace,per via di Davide. Ma scacciai quel brutto pensiero dalla mente. Mi infilai sotto le coperto,al calduccio. Non prima di aver messo su una stampella la felpa di Francesco.

Chiusi gli occhi. Sorrisi. Sperai di sognarlo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Francesco ***


FRANCESCO

Mi svegliai alle 2:20,mia madre aveva già preparato il pranzo. Cercai il cellulare sul comodino,e poi mi ricordai di averlo lasciato da Viola. Avevo una voglia matta di farmi quelle tre rampe di scale,e fare colazione(o pranzo)insieme a lei. 

Sfortunatamente però c'erano due problemi,e avevano dei nomi. Davide e Sole. 

Davide era pazzamente innamorato di Viola,e Sole era la mia ex fidanzata di due anni fa. Nessuno lo sapeva. 

Abbiamo fatto finto di non conoscerci,ma prima o poi Sole avrebbe detto di noi alla sua migliore amica Viola,e lei non si sarebbe messa con l'ex della sua migliore amica,non che migliore amico di uno a cui aveva spezzato il cuore. Quanti problemi.

Viola mi faceva un effetto strano,da quando gli avevo stretto la mano per farla conoscere a Davide. Non sapevo che cosa fosse fino all'altra sera.

Ho avuto un paio di ragazze nella mia vita,tra cui Sole,e non mi sono mai innamorato. Pensavo fosse normale alla mia età,ma poi mi sono fatto una domanda:Esiste l'amore al primo tocco? 

Non ho mai creduto all'amore a prima vista,e non ci credo ancora. Quando ho visto Viola per la prima volta,ho pensato fosse bella,bellissima,ma tutto qui. Quando gli ho stretto la mano è come se l'avessi guardata con altri occhi,come se avessi fatto un giro nella sua mente. E se mi fossi innamorato con il semplice tocco di una mano? No,che follia.

Sono andato nel salone e mia madre si è accanita contro di me,perché dice che è sbagliato svegliarsi a quest'ora,si potrebbero fare mille altre cose,ma io la mattina non ne ho voglia. Anche se ora che penso a Viola,vorrei fare davvero mille cose,con lei.

Ho pranzato da solo,come sempre,mi piace. Ho mangiato del petto di tacchino e delle carotine. Odio la verdura,ma amo l'arancione.

Dopo pranzo,mi sono messo la prima cosa che ho trovato nell'armadio. Un paio di jeans scuri,una maglia nera dell'Hard Rock di Budapest,e le mie nike nere. 

Ho salutato i miei genitori,che erano seduti sul divano,ho preso lo skate vicino alla porta,e sono uscito. Avevo deciso di schiarirmi le idee.

Ho volato sulle scale,per non pensare troppo all'idea di fermarmi davanti alla sua porta,fissarla,e poi bussare.

Esco dal portone e bum. Quale cazzo di fortuna/sfortuna ho? E' qui davanti a me. In leggings neri,canotta lunga bianca delle vans,vans verdi,e sorpresa,indossava la mia felpa verde. I miei occhi però andarono verso un dettaglio curioso. Aveva lo skate anche lei. Dio,mi stai prendendo in giro?

«Ei,buongiorno»dico. Perché l'ho detto? Sono le 15.

«Buongiorno a te»dice sorridendo. Facendomi sembrare meno stupido per averlo detto.

«Stavo andando a fare siate a uno Skatepark qui vicino. L'ho scoperto qualche giorno fa,è molto carino.» Carino? Ma che cazzo dici?

«Già,io l'ho scoperto due anni fa,stavo giusto andando là. Andiamo insieme?»

«Certo.»

 Ci avviamo insieme verso lo Skatepark,che è dietro l'angolo. Nessuno dei due sa cosa dire. Poi finalmente lei dice«Ah comunque,ecco il tuo telefono.»

«Ah grazie mille. Come mai te lo portavi dietro?»

«Speravo di incontrarti»dice imbarazzata. Dopo una breve pausa,riprende a parlare«Ho parlato con Sole.»

«Cazzo.» L'ho detto ad alta voce? Cazzo.

«Scusa ero distratta,che hai detto?»

Grazie al cielo.

«Niente,continua.»

«Perché non me lo hai detto?Lei dice che è stata una cosa così,che non ha significato nulla,e che per lei va bene se noi due..insomma…hai capito. Anche per te non è stato importante?»

Eravamo stupidi,non era durata nemmeno un mese quella cosa che definiamo relazione. E' stato più importante il nostro bacio.

Mi limitai a dire«Non ha significato davvero nulla per me.» Sorrise.

Arrivammo allo Skatepark. Era molto più brava di me sullo skate,mi sentivo minuscolo,era perfetta.

Dopo un'ora passata a ridere delle mie pessime cadute,ce ne andammo. 

Davanti al portone si fermò di colpo e si mise davanti a me. Eravamo faccia a faccia. Anima ad anima. Quando mi guardava con quei gli occhi mi sentivo nudo,come se lei potesse leggere dentro di me. 

Mi accarezzò il tatuaggio che avevo sul polso,e mi chiese cosa volesse dire. 

«E' una foresta di notte,ci sono andato con mio nonno,prima che morisse. Era la persona per me più cara»dissi.

«Mi dispiace. Doveva essere davvero una bella persona.»

«Lo era.» Come te.

«Quindi…noi?»

In quel momento pensai che Davide era il mio migliore amico,ma non mi importava. Sti cazzi di Davide,sti cazzi di tutto e tutti. Io volevo lei.

La baciai con tutta l'energia,con tutto l'amore che avevo. Sentivo che dentro di noi,tutto si era intrecciato,tutto stava danzando,leggiadro,nell'aria.

Tutte le cose erano al loro posto in quel bacio. Era la vera,semplice,e pura,felicità.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sole ***


SOLE

Avevo bevuto molto. Poi ho visto i miei amici ballare,divertirsi. Ho bevuto ancora. Poi tutto buio. Non ricordo molto,anzi,non ricordo nulla. 

Mi sono risvegliata in una stanza che non conoscevo,in una casa che non era la mia,vestita come la sera prima. Ero fracica,non so per quale motivo,forse mi avevano bagnata,o forse mi ero pisciata addosso,non era di certo la prima volta. 

Presi la mia borsa,che era per terra in un angolo pieno di polvere,e me ne andai in fretta da quel posto. Per il corridoio,e in una stanza con la porta socchiusa,vidi gente che non avevo mai visto prima d'ora,gente che non mi piaceva. 

Uscii di corsa da quella casa,e non mi guardai indietro.

 

Tornata a casa,mia madre non mi chiese nulla,sapeva che sarei dovuta rimanere a dormire da Viola. Cazzo Viola. Si sarà preoccupata,credo,non saprà che fine abbia fatto,specialmente perché non lo so nemmeno io.

Accesi il telefono e trovai 20 messaggi e 5 chiamate solo sue. La chiamai. Non feci caso nemmeno all'ora,erano le 10 di domenica,a lei piace dormire la mattina. 

Mi rispose dopo tre squilli circa.

«Dove cazzo sei stata? Lo sai per quanto ti ho cercata? Te sei matta!»disse furiosa.

«Scusa,ma non lo so nemmeno dove stavo. Mi sono ritrovata dentro un casa con gente mai vista prima.»

«Ci credo,eri ubriaca come..come non lo so,è troppo presto,non sono ancora sveglia. Però dovresti ricordarti dov'eri,non stavi peggio dell'altra volta. Comunque questi saranno certi che hai conosciuto al bar,brutti ceffi,non mi piacevano. Io e Gabriele abbiamo tentato di fermarti,ma tu non hai voluto sapere,sei andata a ballare con questi e poi sei sparita nel nulla. Ti abbiamo cercata dappertutto,ci hai fatto preoccupare,sei una cogliona»disse in modo acido,come il suo solito,con qualche sbadiglio di tanto in tanto,e un pizzico di tenerezza e preoccupazione. Mi vuole bene lo so,e io ne voglio a lei. Certe volte penso che siamo solo io e lei contro il mondo intero.

La salutai e la ringraziai per esserci sempre.

 

Avevo un mal di testa allucinante. Non ricordo nulla di ieri,cosa che mi preoccupava,anche quando stavo di merda,qualcosa la ricordavo. 

Mi guardai le gambe che mi facevano male,e vidi molti lividi,di colori diversi,neri,viola e verdi. Avevo anche dei graffi sulle braccia. Non ci stavo capendo nulla,pensavo di essere svenuta,capitava spesso quando bevevo troppo,ma avevo una sensazione strana. 

Guardai meglio i lividi e vidi che erano solamente all'interno delle gambe,come se qualcuno avesse tentato di aprirle. Ebbi paura,e corsi in bagno. Cercai di collegare tutto. Avevo lividi e graffi,ero ubriaca,ma come ha detto Viola,meno dell'altra volta. Mi sono ritrovata in una casa con dei brutti tizi conosciuti alla discoteca.

Non ci volle molto per ricollegare i pezzi. 

Mi abbassai la gonna,e vidi dei lividi anche nell'interno coscia,e delle strisce di sangue secco.

Era la mia prima volta,e non la ricordavo nemmeno. 

 

Chiamai Viola per raccontarle tutto,non sapevo se mi credesse o meno,ma lo fece. Disse che sicuramente mi avevano drogata,che lo sapeva che quelli erano dei pezzi di  merda,ma non potevamo denunciarli perché non sapevamo i nomi. 

Poi mi ricordai che sapevo dove abitavano,almeno uno di loro,e non era nemmeno lontano da casa mia,solo tre fermate della metro. 

 

Io,Viola e Gabriele,che mi ha sempre protetta,e spero che mi guardi con occhi diversi un giorno,andammo li. 

Il tizio abitava al quarto piano.Un palazzo non troppo carino,anzi per niente. Suonammo,con una scusa salimmo e mi riconobbe. Disse che qualunque cosa fosse successa,lui non c'entrava nulla,che io ero stata tutta la sera con un certo Pietro. Forse lui non c'entrava nulla,ma sapeva esattamente cosa fosse successo in quella stanza.

Ci diede cognome ed indirizzo. Guarda caso abitava a cinque minuti dall'altro tizio. Un quartiere malfamato,se ne leggeva molto sui giornali,c'erano stati molti ragazzi morti,ammazzati o d'overdose.

Facemmo la stessa cosa,suonammo e con una scusa salimmo. Mi vide e diventò bianco,però poi rise,tipico dei pezzi di merda. 

«Cos'è ieri sera non ti è bastato?»rise. 

Che cazzo si rideva con quella faccia da coglione. Gli diedi una pizza in faccia,lui mi afferrò il braccio,mi sputò e disse«Non ci provare mai più,troia.»

A quel punto intervenne Gabriele,che lo presi a calci. Il tipo aveva la faccia da pezzo di merda,ma era gracilino,Gabriele invece era alto,muscoloso e molte forte. Gabriele c'è sempre stato per me,mi ha sempre coperto le spalle. Senza Gabriele non potrei stare.

Mi accompagnarono in questura,insieme a mia madre,lo denunciai. Pietro finì in galera,aveva un fascicolo abbastanza pieno,e la mia denuncia fece traboccare il vaso.

Feci la forte davanti a loro due,che mi volevano bene,che mi sostenevano.

 

Tornai a casa e scoppiai a piangere. Era un pianto triste,rabbioso,un pianto che gridava. Volevo gridare anche io ma non ci riuscivo. Mi sentivo sporca,mi sentivo inutile,incapace di fare qualcosa di buono,di cambiare la mia vita. La mia vita era in pezzi da un po'. I miei divorziarono quando avevo 10 anni. Mio padre finì in galera,poi non lo so,potrebbe anche essere morto.

Mia madre è un avvocato importante,ma cambia gli uomini come le mutande. Quando non deve lavorare beve molto,forse ecco da chi avevo preso. Mi vuole bene,ma non mi calcola più di tanto. Vivo "da sola"praticamente da sempre.

 

Oggi mi sento più sola che mai. Oggi non ho più emozioni,ne voglia di vivere. Oggi sono completamente vuota.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Gabriele ***


GABRIELE

Avevo sentito molto Sole negli ultimi giorni. Quello che era successo l'aveva scioccata,aveva scioccato tutti noi. Sole sembrava un'altra persona,non sembrava più una persona. Era pallidissima,aveva delle occhiaie molto accentuate,non dormiva più. Aveva la costante paura che le capitasse qualcosa. Era diventata un'ombra dai capelli rossi. Non potevo biasimarla quando diceva che ciò che le era successo era peggio di morire,che si sentiva morta dentro. Volevo e voglio aiutarla in qualche modo,ma non saprei cosa fare,quindi mi limito a starle accanto,e farla sentire viva,perché è viva.

 

Vagavo per il mio quartiere in cerca di qualcuno che volesse fumare,e volesse comprare l'erba da me. Sono un piccolo spacciatore,ho un piccolo giro di clienti,e vendo solo erba. 

Avevo iniziato per aiutare mia madre,erano pochi soldi,ma servivano per la spesa. Poi,mia madre si è sposata con un riccone,uno di quelli che nelle aziende non fanno un cazzo,ma alla fine beccano i soldi e il merito di tutto.

Mia madre è una bellissima donna,molto giovane,mi ha concepito a 16 anni. Mio padre è morto qualche anno fa,eravamo molti legati,ma aveva il vizio del gioco,e ci ha lasciato in un mare di debiti e casini. 

Quindi sono entrato in questo giro,e dopo il matrimonio di mia madre,anche se non avevamo più problemi,decisi di restarci. Mi davano dell'erba gratis,e oltre la palestra,il pomeriggio non avevo granché da fare.

 

Questa mattina avevo deciso di andare a trovare Sole,non usciva di casa da giorni,nemmeno per andare a scuola. 

Così,presi l'autobus e in 10 minuti mi ritrovai davanti la porta del suo condominio. Salito al suo piano,la mamma mi aprì. La salutai e mi avviai verso la stanza di Sole,l'ultima in fondo al corridoio. Entrai nella sua camera con le pareti rosa e i mobili bianchi. I muri erano pieni di foto e poster,con degli adesivi bianchi a forma di farfalla. La luce era spenta,non si vedeva molto,ma conosco perfettamente ogni angolo di quella stanza,quindi non mi fu difficile scansare sedie e puff vari.  

Lei era sul letto. Abbracciava un cuscino. Era una sagoma indistinta,un'ombra nera. Qualcosa di fragile. Credo che si sentisse realmente così. 

Guardando meglio notai vicino a lei un'altra sagoma,Federica. Anche lei,come Viola,andava a trovarla spesso. 

Federica ci lasciò soli e io mi sdraiai accanto a lei. Profumava di lavanda e cannella. Profumava di sogni,e certezze. Profumava come il sole.

Parlammo per ore,anche se parlai più io. Si fece buio e decisi di lasciarla riposare.

«Va bene,io vado. Passo domani ok?»dissi per salutarla e fargli sapere che io ci sono sempre.

«No,basta. Sto bene,e non voglio la pietà di nessuno. Io vorrei uscire da qua,ma voi non me lo permettete,mi fate sentire diversa. Come se lì fuori,da sola,io non ce la potessi fare.»

«Ma tu non sei da sola. Ci sono io,c'è tua madre,c'è Vio…»

«No»mi interruppe bruscamente. «Non ci sarete sempre. Quella sera non c'eravate. Non c'eravate molte altre sere. E a me va bene perché la mia vita devo poterla vivere anche da sola,senza il costante bisogno di essere controllata e protetta»ora il suo volto era rigato dalle lacrime. Si fermò per qualche secondo,si asciugò il viso bagnato da lacrime salate,e poi riprese«Devo poter fare i mie sbagli. Devo cadere e rialzarmi,anche se mi hanno spinto a terra con la potenza di cento elefanti. Non sono più una bambina che deve essere indirizzata sulla strada giusta,che deve capire cos'è giusto e cos'è sbagliato. Le mie scelte,che vi piacciano o no,le prendo da sola,senza il vostro aiuto. Anche se sto male,non mi state aiutando,è una caduta da cui devo rialzarmi da sola.»

Rimasi lì a fissarla. A fissare quel groviglio di capelli rossi,quei 16 anni di lividi per le troppe cadute. Le diedi un bacio sulla fronte e le dissi«Hai ragione,perdonami. Io ci sarò sempre,ma verrò a disturbarti,o in tuo aiuto, solo quando me lo chiederai. Non verrò più a trovarti,finché non sarai tu a decidere che potrò.»

Me ne andai e pensai che quella ragazza,quella donna,è sempre stata più forte di tutti noi,fin dalla tenera età.

 

Tornato a casa,pensai solo a Sole,e capii una cosa importante. L'amore che credevo di provare per lei,non era semplice amicizia,c'è sempre stato di più. Lei non era come tutte le ragazze che avevo frequentato. Sole è una di quelle ragazze che non lasceresti mai,anche se ti tradisse. Ma lei è una di quelle ragazze che ti lascia se si vuole scopare un altro,non ti tradisce. Sole non è una di quelle ragazze,Sole è la ragazza. Il problema è che non l'avrei vista ne sentita finché lei non sarebbe stata pronta.   E credo che ciò richieda un po' di tempo. 

La sfiga che ho in amore è paragonabile alla quantità di erba che mi fumo. Immensa.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3408585