The Amazing Spider-Man: Il potere di Electro.

di BELIEBER_G
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Passato. ***
Capitolo 2: *** Max Dillon: ***
Capitolo 3: *** La verità. ***
Capitolo 4: *** I'm Electro: ***
Capitolo 5: *** L'alleanza: ***
Capitolo 6: *** Goblin: ***
Capitolo 7: *** Good Question. ***



Capitolo 1
*** Il Passato. ***


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Era stato un anno duro per Peter Parker: era stato morso da un ragno ed era diventato Spiderman, sì, ma aveva anche conquistato Gwen Stacy, la ragazza più carina della scuola. Anche sua sorella Lisa era stata morsa dallo stesso regno, trovatosi lì vicino al fratello. Insieme, avevano deciso di crearsi un costume e di proteggere la città da furti o altri pericoli. E ve ne era uno, perché lo scienziato Connors, che lavorava alla prestigiosa Oscorp, aveva un piano malvagio. La Oscorp era famosa per i suoi esperimenti genetici: e si da il caso che al dottor. Connors mancasse un braccio. Così, aveva mischiato il suo dna con quelli di una lucertola, per farsi ricrescere l’arto. Ma l’esperimento divenne fuori controllo, perché l’uomo si trasformò in una vera e propria lucertola, terrorizzando la città. Mentre Peter e Lisa cercavano un motivo per cui i loro genitori li avevano abbandonati da piccoli e poi erano morti, decisero di combattere contro lo scienziato e sconfiggerlo. Questo però, costò la vita al padre di Gwen, che era il capo della polizia. Egli aveva avvisato Peter che non doveva assolutamente rischiare la vita di sua figlia.
Era una normale giornata a New York e i due fratelli stavano inseguendo un evaso russo al bordo di un furgone, che stava portando con se un enorme bottino. Quella stessa mattina, Gwen aspettava il suo fidanzato alla cerimonia dei diploma: lei era ovviamente a conoscenza dell’identità nascosta di Peter e questo non la disturbava, se non perché il ragazzo era sempre in ritardo.  Mentre Peter recuperava dal furgone il denaro e catturava il criminale, Lisa si occupava dei cittadini coinvolti e aiutò un uomo a raccogliere i suoi disegni, notando che si trattava della centrale elettrica della città e che aveva il logo della Oscorp.
-Ecco qui, è tutto apposto!- esclamò la ragazza.
Lisa indossava una maschera sugli occhi per non essere riconosciuta, legava i lunghi capelli biondi in una coda alta, copriva il seno con un semplice top rosso, mezze gambe con dei pantaloncini dello stesso colore e i piedi con dei stivali senza tacco.
-S-Sei davvero tu.- balbettò l’uomo di colore.
-Ehi amico, come ti chiami?- gli chiese lei con un sorriso.
-Mi chiamo Max.. O-Oggi è il mio compleanno.- continuò Max: era un grandissimo fan della ragazza mascherata.
-Oh, allora auguri Max, ci vediamo!- disse per ultimo Lisa e poi volò via ad aiutare il fratello.
Peter era ancora sul furgone in movimento e cercava di evitare i proiettili dell’evaso, mentre recuperava il denaro.
-Sai, dovremmo trovarmi un nome.- commentò la ragazza mentre sparava ragnatele e ci metteva sopra i sacchi di soldi.
-A me piace “ragazza mascherata”.- continuò Peter, ridendo e poi sparò una ragnatela in faccia al russo,che premette il piede sul freno per evitare di andare a sbattere.
Intanto, Lisa guardò l’orologio.- Tu non dovresti essere al diploma della tua ragazza?- gli domandò.
Peter imprecò e scappò via, togliendosi velocemente il costume e mettendolo nel proprio zainetto, raggiungendo poi il giardino della scuola di Gwen. Ma purtroppo il suo discorso era già finito.
-Ti sei perso il mio discorso.- commentò la bionda.
-Me lo scaricherai su pennetta e lo riguarderò centinaia di volte,mh?- disse l’altro, baciandola sulle labbra. Ogni volta che lo faceva, ricordava le parole di suo padre che gli diceva di non metterla in pericolo, ma come fare? L’unico modo era lasciarla.

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Capitolo 2
*** Max Dillon: ***


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Era stata una serata dura per Peter, aveva dovuto lasciare la sua Gwen: non poteva rischiare di metterla in pericolo o che qualche suo nemico la prendesse come esca, o peggio. Mentre camminava lentamente su per il vicolo, sentì della musica alta provenire dalla propria casa. Era Lisa che stava ballando sul tavolo con una bottiglia di birra in mano.
-Di solito festeggi soltanto quando la tua vita sessuale è di nuovo attiva.- commentò Peter, prendendole la birra dalle mani.
La ragazza annuì con una risata.
-Lo conosco?- chiese l’altro, sorseggiando.
-Oh si, eccome.- rispose Lisa, ridendo. Lei era diversa da Peter: nonostante fosse l’eroina che proteggeva i cittadini di New York, le piaceva divertirsi, bere e ballare.
Ma quella sua relazione avrebbe fatto scattare qualcosa di inaspettato.
 
Quella stessa sera, Max Dillon stava finendo il suo turno alla Oscorp e non vedeva l’ora di tornarsene a casa per mangiare la torta fatta da lui stesso: avrebbe festeggiato da solo, non aveva amici. Una volta uscito dall’ascensore con la sua valigetta, notò che la luce andava e veniva.
-Max, va immediatamente a controllare.- gli disse il suo capo.
Nonostante volesse andare a casa, l’uomo fu costretto a tornare in laboratorio e vedere cosa era successo. Il suo non era un laboratorio qualsiasi: insieme a lui, vi erano tre vasche di anguille geneticamente modificati (I soliti esperimenti della Oscorp.) Alzando lo sguardo, vide che c’era un cavo sminuzzato. Così prese una scala, si suoi attrezzi e si arrampicò. Ma era troppo in alto per lui, così cercò di sporgersi. Fu una mossa azzardata, perché perse l’equilibrio e accidentalmente cadde dentro una delle vasche, rimanendo folgorato.
***
Ci fu un grande lutto per la Oscorp, poiché il suo benefattore Norman Osborn era morto per una malattia ereditaria. In città, quindi, era giunto suo figlio 20enne Harry: essendo una malattia che si eredita, anche il ragazzo ne avrebbe presto sapute le conseguenze. Alla morte del padre, era stato messo al suo posto, non avendo fratelli o sorelle. E la prima cosa di cui discusse con i dipendenti più in alto dell’azienda, era la morte di Max.
-E’ stato un incidente.- disse Donald Menken, l’uomo che aveva sempre aspirato al posto di Norman.
-E la prima cosa che volete fare è nasconderlo? Siete patetici, so come siete fatti e so com’era fatto mio padre. Ma adesso le regole sono cambiate, perché ci sono io.- disse Harry, passandosi una mano nella chioma biondo scuro.
Fu a quel punto che nella stanza delle riunioni, entrò una ragazza bionda con un completo nero, compreso di gonna e tacchi. Alla sua entrata, Harry fece un sorrisino e si alzò. – Signori e signore, vi presento la mia nuova segretaria, Lisa Parker. D’ora in poi sarà lei a consigliarmi cosa fare.- spiegò. – La riunione è sciolta.-
Il ragazzo lasciò la stanza insieme a Lisa e si rinchiuse con lei dentro il suo ufficio.
Nonostante fosse un ragazzo gracilino, la prese in braccio e la posò sulla propria scrivania, baciandola con passione sulle labbra. Ebbene sì, Lisa andava al letto con Harry, non che migliore amico di Peter ai tempi delle medie.
***
Intanto, tutti i file riguardanti Max erano stati cancellati da qualsiasi computer della Oscorp. Il corpo dell’uomo era stato messo in un obitorio desolato, così che nessuno lo vedesse. Ma dato che le anguille nella vasca in cui era caduto erano geneticamente modificate, la loro elettricità consentì al cuore di Max di tornare a battere forte, come una scossa elettrica. Ma il suo corpo era cambiato: la pelle era diventata blu acceso e dentro di lui scorreva una tale elettricità da non farlo più sentire timido ed insicuro, ma accecato dalla vendetta. 

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Capitolo 3
*** La verità. ***


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Quando si fu fatta sera, Max era uscito dall’obitorio nella sua nuova forma,ma era confuso e non sapeva come fare. Si sentiva debole fra la folla e già sul posto erano arrivati i primi poliziotti che gli avevano puntato la pistola contro. L’uomo alzò le mani in segno di resa, ma poi sentì che sotto di se c’era una grande elettricità, che lo attirava. Così strappò via il tombino e si attaccò all’elettricità che scorreva sotto terra, diventando ancora più potente. Peter, che stava discutendo con la sua Gwen di restare amici, aveva sentito tutto grazie al suo abile udito e aveva mollato l’ex ragazza per andare a proteggere i cittadini in piazza.
 
Anche Lisa si era appena svegliata nel letto con Harry e con il suo udito, aveva addrizzato le orecchie come un cane da guardia e aveva udito il pericolo. Voltò lo sguardo verso il ragazzo che piano piano si stava svegliando e notò una strana voglia sul suo collo, segno che la malattia del padre stava arrivando.
-Scusa tesoro, ora devo andare.- gli sussurrò senza fare troppo rumore.- Mi chiami?- gli chiese poi,vestendosi.
-Ovviamente.- rispose Harry, che fece un piccolo sorriso e la salutò con un bacio.
Lisa prese il suo zaino e si cambiò d’abito, raggiungendo il fratello sul posto. Era il caos totale e su tutti gli schermi della città era riportato Max: egli non poteva credere che adesso tutta l’attenzione dei cittadini fosse su di lui.
-Finalmente! Ma dove eri finita?! Conosci questo tizio?!- esclamò Peter, con il costume fulminante.
Lisa socchiuse gli occhi per guardare meglio e riconobbe l’uomo, così fece qualche passo verso di lui.
-Ehi! Ciao! Mi ricordo di te: ti ho aiutato con quei progetti della Oscorp.- gli disse la ragazza.
-Si…Ti ricordi di me?- domandò Max.
-Certo che mi ricordo di te! Vediamo se ricordo il tuo nome…- continuò Lisa, mettendosi le mani sulla fronte per ricordare, ma niente.
-Max…-
-E’ forse Max? Oh si, sei tu Max!- esclamò l’altra.
-Come hai fatto a dimenticartelo?- chiese rabbioso la creatura davanti a lei.
Infine, iniziò ad attaccare tutti, compresi i due fratelli. Lisa mise al sicuro i cittadini che si trovavano lì, mentre Peter prese il tubo dell’acqua dei vigili del fuoco e lo usò contro Max, spegnendo la rabbia e il fuoco dentro di lui. Una volta reso debole, egli venne portato via in un ospedale psichiatrico.
***
Peter era venuto a sapere, attraverso la tv, che il suo migliore amico Harry era arrivato a New York per prendere il posto del padre alla Oscorp. Così aveva deciso di fargli una visitina.
-Peter Parker, quanto è passato?- domandò Harry con un sorriso malinconico.
-Credo quasi otto anni.- rispose Peter ridendo.
I due si avviarono fuori il palazzo giungendo al parco della città.
-A quanto vedo ti fai ancora la permanente.- commentò Peter, notando il suo ciuffo biondo scuro.
-Certo, solo che adesso c’è qualcuno che lo fa al posto mio.- continuò Harry, mettendosi gli occhiali da sole.
-Mi dispiace per tuo padre.-
-Nah, era solo un grande bastardo. E mi ha ereditato la sua malattia.- commentò il ragazzo biondo. – Ma fortunatamente so chi può aiutarmi.-
-Chi?- domandò Peter.
-Spiderman: il suo sangue è geneticamente modificato, se lo ottengo posso sopravvivere.- spiegò Harry.
Harry forse non sapeva del pericolo che correva se Peter gli avesse dato il suo sangue: avrebbe potuto anche ucciderlo.
-Lui e la sua amichetta salvano il mondo e forse possono salvare anche me.- continuò.
Ma Peter tentò di cambiare argomento.- Ti ho visto anche in tv, alle sfilate, ai concerti, con quelle belle ragazze.- rise.
Harry rise altrettanto.- Si e credo che tua sorella sia stata la prima a guardarlo, mi fa visita quasi tutti i giorni.-
-Cosa?- domandò Peter aggrottando le sopracciglia e quasi disgustato.
-Si, io e lei abbiamo una mezza cosuccia.- rispose Harry, sorridendo per il suo sguardo buffo.
Peter fece finta di vomitare con il sottofondo del migliore amico che rideva.
 
Poi, giunse a casa e poi nella propria camera per parlare con Lisa.
-Vai al letto con mio migliore amico?!- esclamò, buttando lo zaino sul letto su cui era seduta.
-E allora? Non è strano se mi piace. Sai cosa è strano? Questo.- disse Lisa, indicando una parete su cui c’era la foto dei loro genitori e centinai di cerchi rossi su una mappa.
Peter aveva tenuto la valigetta di suo padre che conteneva la loro foto di famiglia, centinaia di foto, una mappa e delle monetine per la metro.
-Non è strano: senti, io non credo che la loro morte sia stata un incidente. Ho guardato su tutte quelle cartacce e l’unica parola che conosco è Roosvelt.- Spiegò Peter.
-Intendi il presidente?- domandò Lisa, con una smorfia.
-Non credo sia solo il nome di un presidente.- rispose Peter.
Prima che potesse continuare, arrivò zia May che sentiva le urla da sotto.- Ma che diamine succede qui?- domandò ai fratelli. Poi notò i fogli sulla parete e sgranò gli occhi.
-Zia May, noi crediamo che c’è qualcosa che non ci dici. So che vuoi proteggerci, ma noi dobbiamo sapere.- disse Lisa.
Allora la donna sospirò e si sedette accanto a lei. –Io ve la dirò, ma non vi piacerà affatto. Dopo il funerale, due agenti del FBI sono venuti da noi dicendo che vostro padre doveva tantissimi soldi alla Oscorp. Loro e anche noi abbiamo creduto che lui sia scappato con i soldi prodotti dagli esperimenti con Norman Osborn.- spiegò la zia.
Peter e Lisa non poterono credere che quell’uomo che definivano in eroe, invece era solo un ladro e forse la morte se l’era meritata.

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Capitolo 4
*** I'm Electro: ***


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Max era stato portato in un centro di cura e un dottore lo aveva legato per esaminare cosa fosse, di cosa fosse fatto.
-Sei stupefacente e molto molto pericoloso.- commentò il dott. Kafka, estraendo del DNA da lui. – Come mai cosi tanta rabbia?- domandò poi.
-Voglio che la gente sappia come si vive in un mondo senza Spiderman e la ragazza mascherata.- rispose Max, guardando altrove con rabbia.
-Ma chi diamine sei tu?- sussurrò il dottore.
-Per chi non lo sa: io sono Electro.-
 
Dopo aver scoperto la verità sui genitori e aver saputo da Gwen che lei aveva intenzione di andare a studiare a Londra, Peter e Lisa giunsero in veste di supereroi a casa di Harry.
-Signor Osborn, abbiamo saputo che ci cercava.- disse Peter, arrivando dal soffitto a testa in giù, mentre Lisa si sedette sul divano accanto a quello di Harry.
-Non ci posso credere che siete veramente voi.- commentò il ragazzo ridendo e guardando entrambi, socchiuse gli occhi per osservare bene la ragazza in maschera. – Sicura che non ci siamo già visti da qualche parte?- domandò confuso.
-Credo di non averla mai vista.- balbettò Lisa, deglutendo e guardando altrove.
-Vede signor Osborn, io non posso darle il mio sangue…Se non siamo compatibili, lei potrebbe morire.- gli disse Peter.
Harry andò su tutte le furie e lo guardò male.- Ma io sto già morendo!- gridò, lanciando un bicchiere.
I due fratelli si ritirarono vicino alla finestra, non sapendo come calmarlo.
-Voi dovreste salvare la gente e invece mi lasciate morire!- continuò gridando e lanciando bicchieri.
Peter non sapeva cosa fare, mentre Lisa restò lì, con il viso fra le mani cercando di pensare ad un modo per salvarlo.
***
Tornati a casa, i due si distrassero cercando di capire come avevano potuto i loro genitori fuggire con tutti quei soldi. Ma Peter non ci credeva che suo padre fosse stato così codardo, così cercò Roosvelt su internet e non trovò soltanto il presidente.
-E’ la fermata di una metro: è chiusa da anni, ma si chiama così.- disse Peter.
-Ecco perché le monetine.- commentò Lisa.
I due non ci pensarono due volte a raggiungere la fermata di una vecchia metro di nome Roosvelt. Inserirono la monetina, ma davanti a loro vi era solo un muro. Forse la loro teoria era sbagliata e loro padre era davvero un bugiardo. Ma all’improvviso, dal suolo apparve una lunga cabina a forma di metro che si mostrò ai due Parker. Con un sorriso di speranza, entrarono dentro e notarono che era un laboratorio. C’era un computer che stava scaricando un video, così Peter gli diede l’ok e lo vide.
“So che può sembrare strano, ma non sto scappando. Norman ha intenzione di usare i nostri esperimenti per creare qualcosa di mostruoso, delle armi. Ovviamente io non sono d’accordo e devo assolutamente nascondermi. Ma prima, ho dovuto fare una cosa, una cosa che solo io saprò di aver fatto. Ho iniettato il mio DNA nei ragni, quindi solo i miei discendenti potranno continuare i miei esperimenti.” Il dottore chiuse la webcam quando una voce di un bambino lo chiamò, probabilmente Peter. A quest’ultimo vennero gli occhi luci e abbracciò la sorella, felice di aver scoperto che il loro padre in realtà cercava solo di salvare la sua famiglia.
 
Entusiasta del fatto di aver anche scoperto il perché i ragni avevano fatto questo effetto su lei e Peter, Lisa si avviò alla Oscorp per amoreggiare sulla scrivania di Harry Oscorp. Il ragazzo era sempre più debole per via della sua malattia, ma quando vedeva Lisa diventava raggiante e sorridente. Ella si sedette sulle sue gambe e lo baciò passionalmente sulle labbra.
-Ehi, come mai tutta questa felicità?- le chiese sorridendo e contento che almeno lei fosse raggiante.
-Niente di che, ho solo scoperto che mio padre in realtà non era un ladro bugiardo. Tuo padre voleva che i loro esperimenti fossero utilizzati per costruire armi potenti e lui non glielo ha permesso.- spiegò Lisa.
- Ma che brava detective.- commentò poi l’altro.
Lisa sorrise appena e gli accarezzò la guancia, notando che la macchia infettiva sul suo collo cresceva sempre di più.- Tu non sarai mai come tuo padre, te lo prometto.- sussurrò, prima di dargli un altro bacio.
-Si, infatti ti ho comprato una cosuccia.- esclamò Harry, estraendo una lunga scatola in pelle che raccoglieva una collana di diamanti.
La ragazza sgranò gli occhi.- Oh mio Dio, è bellissima.-
Harry gliela mise al collo.- Già, solo per le persone speciali.- sussurrò, abbracciandola da dietro.
Fu in quel momento che Lisa si sbilanciò e cadde accidentalmente sulla scrivania di vetro, che estrasse un file di documenti che Harry non aveva mai visto.
-Cos’è?- domandò Lisa.
L’altro aprì tutti i file: anche uno di Electro.
-Hanno coperto la sua morte.- disse Harry, che lesse anche che era stata autorizzata a suo nome, ma non era vero.
In quel momento, nell’ufficio entrò Donald con un sorriso compiaciuto.
-Hai coperto la morte di un probabile individuo pericoloso, sai che è reato?- disse con un sorriso soddisfatto.
-Sei stato tu! Ti assicuro che la pagherai per questo!- esclamò il ragazzo.
Prima che potessero dire altro, Lisa svanì dal posto per riflettere su cosa fare.

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Capitolo 5
*** L'alleanza: ***


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Mentre Peter e Gwen chiarivano sulla loro relazione e sul fatto che la ragazza ormai doveva partire per Londra, Harry si avviò di nascosto nell’ospedale psichiatrico dentro cui era stato messo Max. Approfittando del fatto che non ci fossero le guardie, andò a parlare con lui.
-Ehi, ciao bello.- lo salutò con un fischio.
-E tu chi sei?- domandò l’altro.
-Mi chiamo Harry Osborn. Sono praticamente il padrone della vasca di anguille in cui sei cascato. Ma devo dirti che non è colpa mia se sei rinchiuso qui dentro. Donald ha fatto tutto alle mie spalle.- spiegò.
-E cosa vorresti da me?- chiese Max, rimanendo tranquillo.
-Ho bisogno di te per dargli una bella lezione.- rispose Harry.
Fu a quelle parole che Max si meravigliò.- Tu hai bisogno di me?- balbettò.
All’improvviso arrivarono i poliziotti che bloccarono Harry, ma il ragazzo aveva tutta l’intenzione di uscire di lì con Electro.
-Ho bisogno di te Max!- gridò più volte, dimenandosi dalla presa delle guardie.
Max usò tutta la forza che aveva per liberarsi dalle catene e uccidere i due poliziotti.
-Grazie amico.- disse poi Harry, riferendosi a Peter.
-Avevo un amico, non ha funzionato.- commentò.
-Lo stesso vale per me.- continuò Harry.- Ma abbiamo un obiettivo in comune: Spiderman.-
 
Lisa si era preparata per un altro turno di lavoro e con se aveva portato la valigetta del pronto soccorso, indecisa se estrarre del sangue e darlo al ragazzo di cui si era innamorata.
Dopo alcuni ripensamenti, prese il laccio emostatico, la siringa e si fece un prelievo, estraendo un pò di sangue da una vena. Si mise il costume per non farsi riconoscere e si avviò da Harry. Intanto, il ragazzo aveva ordinato a Max di uccidere Donald e di prendersi tutta l’energia che voleva dal palazzo. Si fece dire anche dal suo secondino, dove si trovava il laboratorio dentro cui suo padre e quello di Peter facevano gli esperimenti. Vi erano armature di tutti i tipi: da una con 4 bracci robot a una che conteneva un aliante, ovvero una piattaforma in grado di volare. Fu in quel momento che la ragazza mascherata si fece notare con in mano la siringa.
-Che cosa vuoi?- chiese Harry, guardandola male.
-Aiutarla.- rispose l’altra, mostrando la siringa.
Il corpo di Harry peggiorava, così non ci pensò due volte ad afferrarla, ma anche a guardare quel viso che conosceva.
-Perché mi aiuti?- domandò il ragazzo, alzandosi la manica.
-Perché è questo che faccio.- rispose secca la ragazza.
Quando Harry si iniettò il contenuto della siringa, Lisa sperò davvero che non avesse effetti collaterali su di lui. Ma era troppo tardi, perché il corpo del ragazzo iniziò a modificarsi, fino a farlo trasformare in un mostro.
***
Peter era riuscito a convincere Gwen ad aspettare a partire e che sarebbe venuto con lei, costi quel che costi. Ma il ragazzo vide che tutta l’elettricità di New York era svanita: Electro l’aveva presa per se per uccidere una volta per tutte Peter e la ragazza mascherata. Lisa giunse sul posto dove i due cercavano un modo per far si che l’elettricità di Max non li uccidesse. La ragazza aveva intenzione di aiutare i due fratelli, ma Peter lo riteneva troppo pericoloso, così usò le ragnatele per legarla ad un palo. Lisa e Peter raggiunsero la centrale elettrica dove Electro stava assorbendo tutta l’energia.
-Max, mi dispiace per quello che è successo. Il mio dovere è quello di proteggere i cittadini e con te non l’ho fatto. Io ora ho bisogno di te per fermare tutto questo.- gli disse Lisa, lei tentava sempre prima le parole e poi le mani.
-Tu non hai bisogno di me.- ringhiò Max che poi la colpì facendola cadere.
-Credo che le parole non servano.- commentò Peter, aiutandola ad alzarsi.
-Ci ho provato.- continuò Lisa.
Improvvisamente, intervenne un taxi che investì Max, lasciando il tempo a Lisa per riprendere le forse. Dalla macchina scese Gwen abbastanza arrabbiata.
-Mi leghi ad un palo per togliermi di mezzo?! Io voglio aiutarti!- esclamò la ragazza, andando a passo deciso verso il fidanzato.
-Cosa ci fai qui? Tu non dovresti essere qui! Non sto scherzando, devi andartene!- disse Peter, proteggendola dietro la sua schiena.
-Tu non comandi la mia vita! Io decido!- ribatté Gwen.
-Ehi!- gridò Lisa, interrompendo la loro litigata.- Adesso basta ok? Ne ho fin sopra le scatole di voi due! Come lo fermiamo?- disse poi.
Gwen fece un sospiro.- Cosa succede se carichi troppo una batteria?- domandò.
-Esplode.- risposero insieme i due fratelli.
-Ok, credo di aver un piano. Raggiungi la centrale e quando ti dico di tirare la leva, fallo.- esclamò Peter.
Gwen entrò dentro e fu pronta a tirare la leva, mentre Peter e Lisa attiravano Electro fra due antenne elettriche. Gli legarono mani e piedi ad esse con le ragnatele e una volta tirata la leva che faceva scorrere l’energia fra le antenne, Max esplose, fino a morire.
 

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Capitolo 6
*** Goblin: ***


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Quando tutto sembrava finito e messo apposto, da lontano si udì una risata maligna che veniva verso di loro a bordo di un aliante. Si mise fra i Parker e Gwen. Era Harry: il sangue di Lisa lo aveva ridotto un mostro.
-Ma guarda un pò chi c’è.- disse egli con voce roca. Poi esaminò bene la ragazza bionda dietro di se e riconobbe che era Gwen. Così, alla fine, capì che Spiderman era in realtà il suo migliore amico. –Peter…Quando hai detto che Spiderman aveva detto di no, in realtà eri tu.- continuò.
-Harry, ma che cosa hai fatto?- chiese l’amico.
-Quello che mi hai fatto fare tu.- rispose Harry.- La tua amica qui mi ha dato un pò del suo sangue, lei salva le persone, non tu.- commentò. Ma poi pensò meglio all’identità della ragazza.- Aspetta un momento..- mormorò ridacchiando.- …Se tu sei Peter…- continuò, avvicinandosi a lei ed infine le tolse la maschera, vedendo che era esattamente la ragazza di cui si era innamorato.-Sai, credo di averlo saputo fin dall’inizio.- commentò poi.
-Lisa, ma che cosa hai fatto?!- esclamò Peter.
-Mi dispiace, dovevo farlo,sarebbe morto.- piagnucolò la ragazza.
-Ma non hai sentito nostro padre?! Il veleno dei ragni funziona solo con il nostro sangue!-
Lisa sapeva che il fratello avesse ragione e si maledì internamente.
Harry osservò meglio Gwen.- Tu mi hai portato via tutto quello che avevo, adesso lo farò io con te.- disse, per poi improvvisamente prendere Gwen e portarla via.
Peter e Lisa lo inseguirono fino alla torre dell’orologio, dove Harry gettò la ragazza giù per il meccanismo, facendo bloccare l’orologio. Peter, con una ragnatela, tolse l’aliante da sotto i suoi piedi per farlo cadere, e con un’altra cercò di prendere Gwen al volo. Harry non sapeva volare senza l’aliante, così Lisa imprecò e si gettò dalla torre per afferrarlo e portarlo a terra. Si sedette accanto a lui e gli accarezzò la guancia facendo scendere alcune lacrime sulle proprie.
-Mi dispiace, io ci ho provato.- disse fra le lacrime.
-Mi hai salvato la vita.- sussurrò Harry, prima di baciarla dolcemente sulle labbra, quando si udirono le sirene della polizia.- Va.- esclamò e la ragazza volò via, lasciando Harry nelle mani dei poliziotti.
Tornata da Peter, vide che il corpo di Gwen era attaccato ad una ragnatela, ma  non si risvegliava. Il ragazzo si tolse la maschera per guardarla meglio e la scosse cercando di svegliarla. Ma non si sarebbe mai svegliata, perché la ragnatela di Spiderman non l’aveva presa in tempo. La ragazza aveva sbattuto la testa e il suo cervello era ormai pieno di sangue. Lisa scoppiò a piangere con il fratello, notando che tutto quello che era successo era colpa sua.
-Vattene via!- le urlò Peter, stringendo a se il corpo di Gwen.
Lisa scappò via, su un palazzo, a piangere, non poteva fare altro.

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Capitolo 7
*** Good Question. ***


La mattina seguente, ci furono i funerali. Guardando la sua tomba, Peter si ricordò quello che gli aveva detto il capo della polizia e iniziò a capire che la colpa non era tanto di Lisa, ma propria poiché non era riuscito a proteggere la ragazza che amava. Anche Lisa era venuta, anche se non invitata, guardava tutto da dietro un albero. Tentò di avvicinarsi a suo fratello e di chiedergli perdono.
-Lasciami stare Lisa.- gli diceva soltanto.
Egli non capiva le motivazioni per cui Lisa lo aveva fatto e arrabbiata la ragazza fece i bagagli e rinunciò a tutto: al fratello e alla maschera da eroina. Il primo posto in cui andò fu l’ospedale psichiatrico dove era stato rinchiuso Harry e chiese di vederlo. La pelle e il corpo del ragazzo erano tornati quasi normali, ma non si voltò verso di lei.
-Come uccidiamo Spiderman?- domandò Lisa, dietro alle sue spalle.
Anche Harry era del tutto intenzionato a vendicarsi su di lui, così fece un sorriso maligno e le rispose- Ottima domanda.-
 
FINE.


Spero che vi sia piaciuta e spero di poter continuare quando uscirà The Amazing Spiderman 3! Grazie a tutti <3

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