Oυροβóρος - La coda divorante di theuncommonreader (/viewuser.php?uid=875471)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I: Antiope ***
Capitolo 2: *** Parte II: Niobe ***
Capitolo 1 *** Parte I: Antiope ***
ουροβóρος
Note
iniziali:
Questa
è la prima di due parti di una raccolta di drabble
incentrate
su miti tra loro legati, quello di Antiope e di Niobe.
Il
mito di Antiope narra della principessa tebana amante di Zeus che,
scopertasi incinta, fugge dal padre intenzionato ad ucciderla; egli si
suicida, ma ordina al fratello di vendicare il suo onore; quest'ultimo
imprigiona la nipote, la cui grande bellezza lo rapisce a discapito
della moglie Dirke, ninfa di fiume. Dopo la nascita dei figli Anfione e
Zeto, esposti sul Citerone e allevati da pastori, Antiope
passerà in
catene gran parte della sua vita, prima di essere liberata dagli stessi
gemelli, ormai cresciuti; essi si vendicheranno su Dirke, che ha
trattato crudelmente la madre: la incateneranno alle corna di un toro
lasciando che la dilani. In seguito, i due regneranno congiuntamente
sulla nuova Tebe.
Per quanto riguarda le note, consiglio di
passare il puntatore del mouse sulle parole sottolineate, in modo da
farle apparire nel testo.
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ουροβóρος
la coda divorante
-
Progenie
di re,
Antiope dal volto di luna,
o di un dio,
principessa in terra o di fiume,
quando ti stringe il
sovrano dei cieli sei regina
di effimere notti.
La
freccia di Amore è il primo anello della tua catena: la
forgia per te il Fato,
a ogni bacio di labbra divine, a ogni palpito di cuori gemelli nel
ventre
gonfio. La freccia di Amore è l'ultimo anello della tua
catena: la forgia per
te un uomo, di ferro e di sangue, placcata d’onore
fasullo.
Non
conficchi le unghie nelle guance mentre ti trascina, schiava: la vita
è
cerchio, serpe che si morde la coda.
Unica salvezza
è l'amore.
-
Non
ti fa difetto la bellezza, Dirke
Ismenia:
chioma come il manto di
Nyx, volto di candida perla. Chronos non ti divora carni, figlia
eternamente
bella del figlio di Okeanos;
eppure, lo sguardo del mortale per
cui hai abbandonato la tua sacra fonte indugia sulla giovane macchiata
di seme
divino, che infiniti lutti inflisse al suo sangue.
Dal
trono osservi l'incantatrice di re di cielo e di terra: il viso chino,
le
catene da schiava mentre striscia nella scia dei tuoi calzari. Il
suo ventre bacia il pavimento e tu sorridi: ti sfida, Antiope dai
biondi
capelli, vuol rubare il tuo sposo, ma donne e uomini gelosi sono assai
pericolosi.
III)
inno a Giustizia
Viene
a voi con la notte, in stracci e catene, principessa tra i pastori,
schiava del
sangue comune: vostra madre.
Specchiate
i visi gemelli, Zeto: in quello di Anfione scorgi uguale sorpresa,
sbocciata nella fatica,
abbeverata dal
sudore della fronte. Braccia sottili e affamate vi cingono le
ginocchia,
supplici, fragili come ossa di agnello. La
carne della malvagia Regina, avvolta nelle pelli
sacre,
è
tornita, umida di tormento ed estasi mentre la incateni alle corna del
toro,
che sbuffa di rabbia dalle froge spalancate.
Sorride,
Antiope; le dita di Anfione danzano sulla lira. Quando abbatti il palmo
sul
fianco della bestia, le urla di Dirke sono un inno a Giustizia.
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Capitolo 2 *** Parte II: Niobe ***
parte due di O
Note
iniziali:
La seconda di due
parti di una raccolta di drabble incentrate su miti tra loro
legati, quello di Antiope e di Niobe.
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apparizione:
- Pacchetto rosso:
Amore;
- Proverbio: Donne e uomini gelosi sono
troppo pericolosi.
- Il mito di
Niobe.
Il
mito di Niobe narra della principessa lida moglie di Anfione e figlia
di Tantalo che, orgogliosa della propria bellezza e della propria prole
numerosa, offese l'antica compagna di giochi Leto, venendo punita con
l'uccisione di tutti i figli (o alcuni, a seconda delle fonti) da parte
di Apollo e Artemide. Dopo nove giorni di supplica, i loro cadaveri
vennero seppelliti e la donna trasformata in una fonte. Anfione non
è più menzionato.
La scelta di mantenere i titoli dei capitoli è voluta per
sottolineare il tema della circolarità; per quanto riguarda
le note, consiglio di
passare il puntatore del mouse sulle parole sottolineate, in modo da
farle apparire nel testo.
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ουροβóρος
la coda divorante
I)
veleno e farmaco
Ancora
fanciulla assaggiasti l'amaro dalla
gelosia divina, Niobe di Tantalo. Siete stirpe baciata dal Fato ma
invisa agli Olimpi:
troppo l'ingegno donato a tuo padre, troppa la fama ai fratelli; a
te, pelle così bianca che pure dalla sommità del
cielo la guardano con invidia.
Tanto
più ti compiaci della tua bellezza, quando Anfione giunge a
cantarla:
pizzicando la lira, ti muove il cuore come ha smosso le pietre
del Citerone.
Tanto
più sei lieta della tua grazia, specchiandoti nei frutti del
tuo ventre
fecondo. Li guardi, giovani cervi e pallide colombe, e sorridi;
intanto, questo amore smisurato ti risveglia nel petto il mostro che si
sazierà delle loro carni.
II)
figlia d'Orgoglio
Vergogna colora di
fiamma le guance di Leto, Gelosia le tinge gli occhi di verderame;
dai picchi del Cinto,
il suo sdegno si insinua nel fitto ombroso dei boschi, si innalza
sulla sommità del volto di Uranos.
Sette cervi dalle corna acerbe trafiggi, Apollo dalla lunga chioma,
nei boschi di Tebe; entro le mura cadmeie, di sette colombe, Artemide
dal corto chitone,
i tuoi dardi fermano i cuori innocenti. Niobe
si strazia, senza più figli né orgoglio, graffia
quelle labbra che sono
condanna della sua prole; voi sorridete, giusti punitori della sua
vanità.
Donne e uomini gelosi sono assai pericolosi, ma ben più
letale è la gelosia di un dio.
III)
inno
a Giustizia
Nove
volte il carro solare attraversa il cielo mentre Niobe implora
sepoltura per i figli. Le frecce che li hanno trafitti, congelati nel
boccio della giovinezza prima di poter dare frutto, sono intrise di
vanità di madre; la bellezza di donna che ti ha incatenato,
Anfione, è
incrostata del cruore di petti straziati.
La tua lira, le cui
corde non bastavano per cantarle il tuo amore, ha smosso la pietra ma non
tua moglie: adesso, le genti lide bevono le sue lacrime.
Le
tue, marito vedovo, padre orfano, sono libagione per i Gemelli, dolci
del ferro del tuo sangue. La vita è un cerchio: tu, figlio
punitore,
sei padre punito.
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