Galeotto fu il forum e chi lo scrisse

di Ninfea Blu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Galeotto fu il forum... ***
Capitolo 2: *** Come eliminare Shiori? ***
Capitolo 3: *** Su internet si trova di tutto ***
Capitolo 4: *** Lupacchiotta o agnellino? ***
Capitolo 5: *** Il premio e le rose ***
Capitolo 6: *** Personaggi in cerca di una fine (Epilogo) ***



Capitolo 1
*** Galeotto fu il forum... ***


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Galeotto fu il forum e chi lo scrisse

 

 

 

Era sera tardi, e stanchissima, Maya rientrò a casa.

Le prove con il regista Kuronuma come sempre erano intense, impegnative e decisamente sfibranti, anche per una ragazza temprata come lei dai metodi poco ortodossi della signora Tsukikage, che mai era stata un’ insegnante morbida o accomodante.

Kuronuma sbraitava letteralmente come un orso inferocito se gli attori, comparse comprese, non recitavano come lui pretendeva, e non lesinava sconti a nessuno, meno che mai alla prima attrice, da cui, anzi, pretendeva il doppio.

Maya, quando si trattava di recitazione, non si tirava certo indietro, ma per quanto le piacesse il suo selvaggio personaggio, camminare carponi gran parte del tempo per impersonare una ragazza allevata dai lupi non era esattamente una passeggiata, e quando poteva tornare alla stazione eretta, un sospiro di sollievo le sfuggiva dalle labbra mentre sentiva tutte le ossa del corpo che gridavano pietà!

 

Non vedeva l’ora di infilarsi sotto la doccia.

Tolse cappotto e stivaletti che abbandonò all’ingresso, e puntò verso il bagno, passando per la sala del piccolo soggiorno.

Con un po’ di stupore, trovò Rei concentratissima, davanti al pc, che le rivolse un saluto quasi frettoloso e distratto. Maya non era una patita d’internet; poco pratica d’informatica navigava pochissimo, e si stancava abbastanza in fretta di saltare da un sito all’altro. Solo quando trovava materiale che parlava di teatro, cinema o recitazione si soffermava un poco di più.

Neppure Rei era mai stata una fanatica del web, ma da qualche giorno, l’amica si perdeva per delle ore davanti al computer comprato da poco con i loro risparmi, e sembrava davvero che stesse seguendo qualcosa d’interessantissimo, e perfino Maya iniziava a essere curiosa di scoprire che cosa catturava tanto l’interesse della sua coinquilina.

“Vado a farmi una doccia, Rei. Poi mi dirai cosa ti tiene inchiodata a quel pc, così tanto da farti scordare tutto il resto.” Esclamò allegramente.

“Certo Maya. Ho trovato un forum pazzesco!! Devi vedere che roba! – Gridò Rei con eccitazione. - Non puoi assolutamente immaginare di cosa parla…”

“Ne parliamo dopo! Ora vado a lavarmi.”

Gridò Maya, prima di rinchiudersi in bagno.

 

 

Tornò in sala cinque minuti più tardi, con un asciugamano in testa, e un pigiama pulito addosso. Rei era sempre davanti al pc e stava leggendo alcuni commenti lasciati sul forum.

“Oh, caspita!!” Commentò dopo un momento, con evidente sorpresa.

“Allora Rei? Mi vuoi dire di che si tratta?”

Ma la risposta non arrivò per tempo.

Maya, ferma di fianco all’amica, presso la scrivania del pc, guardò lo schermo, frizionandosi i capelli ancora umidi. E quasi le venne un colpo. La pagina virtuale le mostrava un’immagine che mai si sarebbe aspettata di vedere: un giovane uomo dall’aspetto affascinante, che aveva tutta l’aria di assomigliare al malefico presidente della Daito, Masumi Hayami, baciava con passione e tenerezza una ragazza con i capelli lunghi e scuri che le assomigliava in maniera impressionante.

Anzi, era praticamente la sua sosia!

L’immagine (nda. - impostata come una firma dall’utente) compariva sotto un commento dai toni minacciosi: “Pennalenta datti una mossa, altrimenti vengo a cercarti in Giappone, e se ti trovo fare qualcosa di diverso dal disegnare le tavole del nostro manga preferito, peggio per te! Donna avvisata!!”.

Graficamente molto bella, era conturbante e commovente: una lacrima di gioia scivolava con dolcezza sulla guancia della ragazza, mentre la grande, affusolata mano dell’uomo le accarezzava il volto in un gesto delicato e sensuale.

Maya rimase alcuni istanti a bocca aperta, incapace di proferire parola, gli occhi spalancati su quel bacio appassionato che le provocò un sussulto inaspettato, come se davvero potesse sentire quelle labbra calde e inaspettatamente dolci premere decise le sue.

Rei la vide arrossire vistosamente; tentò di correre ai ripari, cliccando velocemente col mouse per caricare una pagina diversa e nascondere l’immagine imbarazzante. Precauzione inutile e tardiva, perché Maya aveva visto quello che non avrebbe dovuto vedere, e Rei n’era perfettamente consapevole.

“Maya non saltare a conclusioni affrettate…” tentò di prevenirla, immaginando già la sua reazione.

“Cos… che… che cos’era quello????” Balbettò enormemente turbata.

“Era solo un disegno Maya…” Provò a spiegarle, poco convinta. Accidenti, perché non aveva chiuso prima quella maledetta pagina?

“Un disegno? Fatto da chi?” Domandò ancora, sempre più confusa e imbarazzata.

“Si tratta di una fan-art, Maya, un disegno fatto da una fan della storia di Glass No Kamen.”

“Una fan-art? È uno scherzo, vero? Rei, che razza di sito stai seguendo? – Poi, lievemente sconvolta puntò il dito indice contro lo schermo. – Quella ero io… e stavo baciando… un uomo… un uomo che sembrava proprio… il signor Hayami!!??”

Maya pronunciò il nome quasi stesse dicendo un’eresia, portando le mani alle guance per celare il rossore improvviso che la colse.

“A te sembrava il signor Hayami?” domandò Rei candidamente. Non avrebbe dovuto, ma trovava la situazione alquanto comica.

“Che domanda è? A te chi sembrava? Vuoi dire che non era il signor Hayami? Ho le traveggole, per caso?” Ribattè un poco risentita.

Rei sospirò.

“No, Maya. Inutile fingere; era proprio il signor Hayami, e ti baciava con gran trasporto… e tu lo ricambiavi con intensità. – Rei riaprì l’immagine, per confutare ogni possibile dubbio. – Beh, ammettilo: siete proprio belli insieme. Una gran bella coppia. Queste fans sono matte, ma tanto romantiche e fantasiose.”

Aggiunse sorridendo divertita, finché non la travolse un acuto isterico dell’amica.

“REI, NON MI DIVERTE PER NIENTE!! IO E IL SIGNOR HAYAMI! Ma scherziamo?!?! A chi è venuta un’idea simile!!??”

Nonostante Maya fosse visibilmente alterata, Rei, dopo un primo attimo di smarrimento, rispose con calma invidiabile.

“Non so chi sia l’autrice del disegno, una ragazza giapponese suppongo, ma non è questa la cosa importante, Maya. Questo forum parla della nostra storia; di te, di Ayumi, di Sakurakoji, della signora Tsukikage, del signor Hayami e della sua fidanzata (che tra parentesi, non sapevo fosse una pazza maniaco/depressiva con tendenze al suicidio… sembrava una signorina così per bene) della sfida per la Dea Scarlatta… chissà, magari è una trovata pubblicitaria… si parla perfino del tuo donatore di rose…”

“Parlano del donatore di rose? Vuol dire che sanno chi è?”

Ecco, bastava dire le paroline magiche, che a Maya venivano due occhi a cuoricino, e dimenticava tutto il resto, pure le arrabbiature per colpa dell’odiato presidente della Daito.

Quello che Maya ancora ignorava era che nel forum, tutte le utenti sapevano quale fosse l’identità segreta del donatore di rose, e l’argomento del suo svelamento era oggetto di discussione ancora aperta che accendeva gli animi: “Tutte le volte che Maya avrebbe dovuto capire” (sottotitolo: che Masumi era innamorato di lei e che era pure l’ammiratore).

 

Già… Ma loro non conoscono la mia adorabile ingenua tontolona, pensò Rei con un sospiro di compassione. (Nda - Non è vero, la conosciamo anche noi, Rei, e ci chiediamo se ci è o ci fa…)

 

In effetti, la casistica era ampia; era stato indetto pure un sondaggio con tutte le possibilità, e le naviganti del web si erano espresse con una serie di voti in merito. Avevano proprio ragione; quante volte Maya avrebbe dovuto capire, o almeno sospettare qualcosa. Anche Rei se ne rendeva conto, ora che tramite il forum, conosceva tutti i retroscena delle vicende piccole e grandi che coinvolgevano Maya e Masumi.  Nell’immediato, era stato sorprendente alzare il velo di tutti quei segreti, e allo stesso tempo, le era parso ovvio e naturale che le cose stessero così. Maya era serenamente inconsapevole d’ogni cosa, perennemente all’oscuro, e senza alcun sentore di quale fosse la verità.

 

Ma era solo questione di tempo; mancava poco alla prima fatidica di Lande dimenticate, e Maya neppure sospettava cosa avrebbe rappresentato per lei quella sera; i riassunti degli albi usciti fino a quel momento, Rei li aveva letti tutti, ed ora rispetto a Maya era in vantaggio perché conosceva il futuro.

Ora anche lei, come le altre lettrici del manga, attendeva soltanto che la Miuchi proseguisse la pubblicazione con il numero 50. Ormai era talmente coinvolta, che pensava di aderire all’iniziativa “Cara Miuchi ti scrivo…”

 

Sì, prima o poi lo avrebbe fatto. Avrebbe scritto alla sensei per convincerla a finire quella benedetta storia, magari minacciandola di mettersi in sciopero se non completava la sua opera infinita.

Caspita era un’idea!

Si potevano coinvolgere anche gli altri protagonisti; Sakurakoji, Utako e Hayumi Himekawa, Sayaka, Mina, Mizuki, Hotta e i ragazzi della compagnia Unicorno! Tutti sotto le finestre della sensei con cartelli di protesta, e lancio di pomodori e uova marce! (Ndr – ve lo immaginate il freddo, metodico e composto Masumi Hayami fare una cosa del genere?)

 

Comunque, non era il caso che Maya scoprisse tutto così presto, e in quel modo, attraverso un forum. Ma la ragazzina, come la chiamava Masumi, era insistente e testarda su tutti i fronti, e quando c’era di mezzo l’ammiratore, era anche peggio.

“Allora Rei, dimmi: nel forum parlano di lui? Parlano del mio grande amico, del mio fan numero uno? Sanno chi è? Dimmelo, ti prego!”

La supplicò eccitatissima, dimentica d’ogni altra cosa. Rei si sentì messa con le spalle al muro.

“Ecco, veramente… hanno delle teorie…” Azzardò.

Che scusa idiota. Come sperava di smorzare la curiosità dell’amica, che sognava di conoscere l’ammiratore delle rose purpuree da anni?

“Ma sono tutte piuttosto assurde, Maya, nulla che abbia qualche nesso con la realtà. Invece, guarda questa discussione: è molto interessante. - E aprì la pagina dove si parlava dell’assegnazione della Dea Scarlatta. – Hanno tutte votato per te, Maya, fanno il tifo per Sakurakoji nella parte di Isshin e il sensei Kuronuma come regista. Sono tutte convinte che vincerai tu la competizione con Ayumi. Non è fantastico, Maya?”

“Sì, è bello che tante persone abbiano fiducia in me, ma mi sembra un po’ prematuro parlarne… non so neppure se riuscirò a vincere il premio che mi darebbe diritto di competere per la Dea Scarlatta.”

“Tutto dipende da come andrà Lande dimenticate, ed ora non devi pensare ad altro che questo. Non dovresti preoccuparti del forum di Glass no Kamen, ma concentrarti solo sulla ragazza lupo Jane.”

“Rei, sono stata impegnata con le prove tutto il giorno. Alla fine della giornata, vorrei distrarmi un po’ anch’io, che male c’è? Vorrei poter leggere del mio ammiratore, e su questo forum potrei scoprire qualcosa…”

“Maya, ti ho già detto che non c’è nulla di realistico… lascia perdere…” rispose ancora Rei, nell’estremo tentativo di scoraggiare l’insistenza della ragazza.

“Sì, ma io vorrei leggere quello che scrivono, anche se fossero solo assurdità… Mi sembrerebbe di conoscerlo un po’ meglio… di essere più vicina a lui…”

Qualcuno suonò alla porta, interrompendo fortuitamente la discussione tra le ragazze. Rei si alzò dalla sedia per andare a controllare chi fosse.

Era un fattorino.

Aveva le sembianze del signor Hijiri.

Recava un mazzo di rose purpuree.

 

Maya, richiamata da Rei, lasciò il pc aperto su una pagina dove si parlava della fama di Glass No Kamen in Giappone, e corse alla porta.

Le rose le apparvero bellissime come sempre.

Un sorriso raggiante le illuminò il volto, mentre accoglieva l’enorme mazzo tra le sue braccia e accostava il volto ai petali delicati per gustarne l’effluvio. Guardò Hijiri con profonda riconoscenza, mentre l’uomo le sorrideva con gentilezza.

“La prima si avvicina; manca solo una settimana, e lui verrà a vederla, Maya. Lei come si sente? È emozionata? Lui vuole sapere se è tranquilla, se si sente in forma…”

“Sì, gli dica per favore che è tutto a posto. Per la prima sarò prontissima. Non vedo l’ora che lui venga a vedermi. Io spero che lui possa ammirare la mia Jane; ho capito come posso interpretarla al meglio.”

Hijiri sorrise rincuorato, prima di porle altre domande. Sembravano solo banali curiosità, senza reale importanza. Ma era l’ammiratore segreto che parlava tramite Hijiri, che faceva quelle stesse domande.

Tutto ciò che era legato a Maya era fondamentale.

“Posso sapere cosa stava facendo Maya? Come passa le sue serate? Si riposa?”

“Ecco io… - esitò un momento, imbarazzata, e Hijiri sollevò un sopracciglio. – Io stavo seguendo un forum…”

“Un forum? Lei naviga su internet?” Adesso Hijiri era davvero sorpreso. Solo Maya riusciva a farlo, e lui era uno abituato quasi a tutto.

“Beh, non molto a dire il vero… ma vede, in questo forum parlano della Dea Scarlatta, e delle persone che ruotano attorno a quest’opera teatrale, di Ayumi, della signora Tsukikage… del presidente della Daito, - e Maya arrossì, accennando una smorfia di disappunto - e credo anche del donatore di rose…”

Ad ogni parola, Hijiri appariva sempre più costernato.

“Il donatore di rose purpuree su un forum? Maya, è assai improbabile che…”

“A lui non dispiacerà, vero? Non voglio fare nulla di male…” si schernì la ragazza, timorosa.

“Ha dimenticato il patto? Mi aveva promesso che non avrebbe cercato informazioni su di lui, Maya. Questa è una condizione basilare che lui ha posto…”

“Ma io non sto cercando di scoprire chi è… - bugiarda!! - anche se sarebbe mio desiderio conoscerlo… vorrei solo immaginarlo più vicino a me… la prego, signor Hijiri…”

L’uomo fu attraversato da un fremito, al pensiero che il donatore era più vicino di quanto lei potesse credere.

“Maya non si fidi troppo di quello che potrebbe leggere lì sopra; le notizie che viaggiano sul web di rado sono attendibili…”

 

Non era sicuro d’averla convinta. La situazione poteva diventare imbarazzante, soprattutto per l’ammiratore che desiderava mantenere l’anonimato.

Cinque minuti dopo, lontano dalla casa delle ragazze, Karato prese il suo cellulare e compose il numero privato del suo principale.

“Pronto, signor Hayami? Abbiamo un problema…”

 

 

 

Continua…

 

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Capitolo 2
*** Come eliminare Shiori? ***


capitolo2

2 – Come eliminare Shiori

 

 

 

 

“Ho capito. Grazie Hijiri. Mi raccomando, se ti sembra che Maya abbia qualche sospetto, devi informarmi subito.”

Masumi Hayami aveva appena chiuso la telefonata con il suo collaboratore. Posò il cellulare sulla grande scrivania, si alzò dalla poltrona e si avvicinò alla vetrata alle sue spalle, che si apriva sul panorama metropolitano della città di Tokio.

Con un gesto rapido estrasse l’accendino dalla tasca dei pantaloni, e prese una sigaretta dal taschino della giacca.

Aveva assolutamente bisogno di fumare; era l’unica cosa che riuscisse a distendergli i nervi, e in quel momento, anche se ben dissimulato, si sentiva invadere da un acuto senso d’ansia.

 

Il suo pensiero corse a lei.

 

Maya…

 

Hijiri era stato molto chiaro.

La sua identità segreta rischiava seriamente di essere compromessa. Si era sempre sentito in una botte di ferro, e mai si era preoccupato di poter essere scoperto. Anzi, era sempre stato certo che finché lo avesse voluto, lui avrebbe condotto il gioco, e Maya non avrebbe mai neppure indovinato che dietro il donatore di rose si celava proprio lui, il suo nemico naturale.

Guardò il suo riflesso attraverso il vetro, poi spostò lo sguardo oltre la superficie liscia trasparente soffermandosi sul panorama sottostante.

 

Per la prima volta, dopo tanto tempo, non si sentiva più così sicuro; l’idea angosciante che Maya potesse scoprirlo lo gettava nel panico. Tutto per colpa di un forum che parlava della loro storia e delle vicende umane legate alla Dea Scarlatta.

Spirali trasparenti salivano in volute leggere verso il soffitto dell’ufficio, mentre Masumi aspirava il fumo in boccate intense, e pensava alla terribile eventualità di perdere quell’unico flebile legame d’affetto che aveva con la sua ragazzina.

 

Non poteva assolutamente permetterlo.

Doveva saperne di più; aveva già incaricato Hijiri di fare tutte le ricerche del caso e fornirgli ogni informazione possibile. Doveva verificare quanto il forum fosse attendibile, e quali argomenti si affrontavano al suo interno. Se fosse stato necessario avrebbe utilizzato ogni mezzo a sua disposizione per farlo chiudere, o al limite oscurarlo, anche solo in alcune parti. Doveva esserci qualcosa che poteva fare il potente Masumi Hayami, per tutelare Maya, se stesso e i suoi sentimenti.

 

Si voltò verso la scrivania alle sue spalle.

Il suo portatile era ancora aperto sul programma di posta elettronica; accanto, la sua penna abbandonata un attimo prima, e sparsi sul piano di lavoro, una serie di fogli pronti per essere firmati e consegnati alla sua segretaria, la signorina Mizuki.

Aspirò l’ultima boccata di fumo, poi spense il mozzicone nel posacenere accanto. Tornò a sedersi davanti al suo portatile. Si tolse la giacca e la pose accanto a sé, sullo schienale della poltrona di pelle.

 

Esitò un istante, quasi timoroso; digitò sulla tastiera e fece una ricerca veloce su Google. Trovò subito l’argomento del suo interesse. Si sentì un po’ ridicolo per quello che voleva fare, ma la curiosità era tanta.

Aprì l’home page del forum “Il grande sogno di Maya” e gli apparve l’immagine colorata e vivace di copertina; si ritrovò suo malgrado, a fissarla piuttosto meravigliato.

Al centro della composizione c’era la signora Tzukikage con la maschera della Dea Scarlatta, sulla sinistra Maya e Sakurakoji, e sul lato opposto riconobbe se stesso e la stessa Ayumi.

Lui teneva una rosa in mano e lo sguardo era indirizzato in diagonale verso Maya. Quello era già un pericoloso indizio. Come attratto da una calamita, seguì la traiettoria immaginaria che collegava lui e Maya, fino a posare lo sguardo ammirato sulla sua ragazzina. Era veramente graziosa e anche molto femminile, con una gonna corta e un top scollato e seducente che lasciava indovinare le sue forme minute, sorrideva in modo delizioso e gli occhi erano ridenti e curiosi.

Dal vero, non ricordava d’averla mai vista così.

Sorrise al pensiero; forse mai, lei si sarebbe vestita in quel modo, di certo non per lui.

Senza pensarci, si ritrovò a toccare lo schermo, per seguire il profilo del suo corpicino con l’indice. Partì dalla sinuosa curva del fianco e seguì la linea fino al seno appena accennato, proseguì oltre, lungo la gola fino a raggiungere la tenera curva della guancia. Strani, impudichi pensieri gli attraversarono la mente. Con due dita allentò il nodo della cravatta e slacciò il primo bottone della camicia. Era incredibile come quella ragazzina riuscisse ad accendere così le sue fantasie più segrete. La sua fidanzata ufficiale, che a detta di molti, era una donna avvenente e molto bella, non lo ispirava altrettanto. Pazzesco.

Shiori era la sua promessa sposa, ma nessun pensiero su di lei scatenava un qualsiasi brivido di natura erotica. Shiori al massimo gli suggeriva l’immagine di una bella statuina di porcellana, fragile e delicata, un oggetto ornamentale da mettere sotto chiave, freddo e inanimato.

La piccola Maya invece lo aveva sempre affascinato in modo potente e misterioso, e quella ignara ragazzina, con la sua passione per la vita, aveva le chiavi segrete del suo cuore e dei suoi pensieri più intimi.

Era pazzo di lei da sempre, travolto da quel fuoco che la faceva splendere sul palco, che faceva brillare i suoi occhi di luce vera, quella scintilla che l’aveva incantato fin dal suo esordio nella parte della timida Beth di “Piccole donne”.

 

Che figura indecorosa per il super manager della Daito, se Mizuki fosse entrata nell’ufficio proprio in quel momento, e lo avesse trovato così, a fantasticare come un pervertito sulla pagina di un forum.

Non doveva perdere tempo. Il suo intento era scoprire cosa ci fosse di compromettente per l’identità  dell’ammiratore segreto.

Aprì sulla sinistra la tendina del menu e apparve una scaletta con diverse voci: c’erano le news, il manga, la sezione delle fanarts che comprendeva quelle hot dove era richiesta un’ abilitazione, una sezione protetta con le tavole rinnegate della Miuchi a cui non gli fu possibile accedere, ma forse Hijiri poteva violare le protezioni, pure una sezione con le fanfictions amatoriali scritte da alcune utenti del sito.

Tralasciò di leggere i racconti pubblicati, in fondo si trattava solo di storie di fantasia, e non potevano rappresentare un problema reale.

Si rese conto che gli sarebbero occorsi molti giorni per esplorarlo tutto, e Maya magari si sarebbe persa presto nei meandri del forum, senza scoprire nulla che fosse collegabile a lui. Si lasciò prendere da quella debole speranza, ma doveva procurarsi delle garanzie.

Aprì la sezione del manga, e visionando l’elenco degli argomenti trattati, fu attratto dal titolo di una discussione che in qualche modo lo riguardava: “Come eliminare Shiori?”

 

Diamine!

 

Perché mai qualcuno doveva voler eliminare la sua fidanzata? Magari non era una ragazza particolarmente interessante, e poteva apparire un po’ noiosa, questo lo ammetteva anche lui, ma in fondo non faceva male a nessuno, no?

Iniziò a leggere qualche commento e fu sorpreso di scoprire che la donna era oggetto di critiche per la sua acconciatura un po’ demodé, bersaglio di sberleffi d’ogni sorta, odiata e detestata praticamente da tutte le utenti del sito, perché viziata, cattiva, bugiarda e infantile. Perfino lui era aspramente criticato per aver accettato quel fidanzamento d’interesse. Masumi trovò eccessivo e immotivato tanto accanito astio, né capiva perché Shiori fosse giudicata tanto male. C’era chi arrivava a criticare pesantemente la mangaka che l’aveva creata, solo per porre ostacoli tra lui e Maya. Fu questa nota a destare principalmente la sua attenzione; non comprendeva cosa volesse dire.

Ostacoli tra lui e Maya c’erano sempre stati. Lui n’era il principale artefice. Il semaforo era sempre stato rosso fra loro, e non era eliminando Shori che sarebbe diventato verde. Continuando la lettura dei commenti si rese conto con profondo piacere, che tutte facevano il tifo per lui e Maya, si aspettavano la definitiva rottura del fidanzamento e che si mandasse a spasso la ‘cozza cotonata’.

Rise fra sé, con un po’ d’imbarazzo.

Effettivamente Shiori Takamiya suggeriva un’ immagine di donna un po’ troppo retrò, per non dire decisamente fuori moda. Non l’aveva mai vista indossare una minigonna o pantaloni di taglio sportivo. Non che la cosa fosse per lui di qualche interesse. In ogni caso, Shiori lo seduceva quanto un manichino senza parrucca e vestiti. (Nda – in pratica, nulla. Ma come pensa il nostro di poterla sposare, e farci pure qualcosa?).

 

Nel forum si proponevano le soluzioni più disparate e divertenti alla sua dipartita: ricovero permanente in una clinica psichiatrica, malattia terminale in fase avanzata, c’era chi si aspettava fosse divorata da un’orchidea carnivora modificata geneticamente,[1] altre ipotizzavano l’assunzione eccessiva di farmaci antidepressivi alla maniera di Marilyne Monroe anche se Shiori non era un’ attrice, ma poco importava, bastava toglierla di mezzo; qualcuna immaginava fosse rapita da uno sceicco del Brun’ei per il suo harem, che doveva essere fuori di testa quanto lei,[2] e altre soluzioni ancora più drastiche, come la rottura dei freni dell’auto e conseguente incidente mortale.

 

Ma quanta fantasia che hanno! Battono pure la Miuchi. Se fossi davvero l’uomo cinico che tutti credono, e volessi liberarmi della cozza…

eh, no, volevo dire… della mia fidanzata, potrei attuare uno di tali suggerimenti, pensò Masumi con un po’ di amaro sarcasmo.

 

Proseguì cercando indizi in altre sezioni del forum e trovò dibattiti semiseri che lo fecero decisamente ridere; ci si chiedeva se come amante fosse un uomo d’esperienza o no.

 

Eccome se lo era, ma praticava l’astinenza forzata decisamente da troppo tempo.

 

Oh, non in campo sentimentale, su quel piano si sentiva maldestro, ma era consapevole dell’ascendente che poteva esercitare sulle donne, sapeva di avere fascino e se occorreva, sapeva servirsene. Gli incontri occasionali di una notte non erano mancati e li aveva vissuti senza farsi troppi problemi, anzi, con le donne non aveva mai dovuto fare troppa fatica… a parte Maya, naturalmente.

Lei era un caso più unico che raro, e con lei si era giocato tutte le carte che un uomo poteva giocarsi; le aveva regalato migliaia di fiori – sempre quelli e i più costosi - l’aveva invitata a cena, le aveva regalato cioccolatini, vestiti, scarpe, cosmetici di scena, senza ottenere risultati positivi.

La sua ragazzina non gli faceva mai nessuna concessione, e l’unico appuntamento che era riuscito ad avere con lei era stato quasi estorto con l’inganno. Di quell’episodio conservava un ricordo piacevole, e allo stesso tempo un po’ triste, perché non era finito esattamente come lui avrebbe voluto. Malediceva ancora quella telefonata inopportuna piombata tra loro, che aveva rotto tutta l’atmosfera. Se soltanto avesse avuto più coraggio, chissà forse… ora non sarebbe fidanzato con una donna verso cui non riesce a nutrire alcun affetto sincero.

All’improvviso posò gli occhi su un altro titolo, che per la sorpresa, quasi lo fece saltare dalla poltrona: “Fino a che punto Masumi e Maya consumeranno il loro amore?”

 

Il nostro amore?

 

Un bel sogno sepolto in fondo al suo cuore tormentato. Che ne sapevano le utenti dei suoi sentimenti? E come facevano a credere che Maya potesse mutare atteggiamento verso di lui, al punto da innamorarsi?

Non soltanto facevano il tifo per loro, volevano proprio vederli insieme in situazioni intime! Addirittura bollenti!

Immaginavano persino il luogo in cui si sarebbero scambiati il primo vero bacio, e quello dove avrebbero fatto l’amore per la prima volta. La villa sul mare ad Izu, era il posto più gettonato, considerato pieno di romanticismo. A lui non importava dove potesse accadere, sperava solo che se mai l’avesse baciata per davvero, fosse un momento indimenticabile per entrambi.

Oh, se soltanto Maya gli avesse dato una possibilità, lui se la sarebbe presa. Avrebbe fatto carte false per portarla nella sua villa, loro due soli.  Invece, con sforzo immane, aveva dovuto sopportare di vederla flirtare con Satomi, suo collega di lavoro, e prima di lui c’era stato il partner di Cime tempestose, e adesso c’era di nuovo Sakurajoji che le ronzava intorno come un moscone fastidioso.

Sakurapolpo, così lo chiamavano le utenti del forum, anche lui non particolarmente amato, con un nomignolo che gli stava a pennello. La matita con cui Masumi giocherellava distrattamente, si spezzò in due per la rabbia.

Erano anni che attendeva che lei fosse pronta ad amare, ma in tutte le situazioni dove si era trovato solo con lei, niente era mai andato come lui sperava.

La ragazzina si ostinava a disprezzarlo con tutte le sue energie e sembrava incapace di vedere tutto quello che lui faceva per lei.  D’altronde non era neppure colpa sua. Lui aveva troppi passi falsi nel suo passato, per sperare di essere visto sotto una luce diversa.

Di recente aveva fatto restaurare il vecchio, fatiscente teatro che doveva mettere in scena la prima rappresentazione di Lande dimenticate, un modo per attirare maggiormente il pubblico, che altrimenti avrebbe disertato lo spettacolo a favore di Isadora. L’ammiratore non aveva badato a spese.

 

Fu interrotto da qualcuno che bussava alla porta del suo ufficio; era Mizuki.

“Mi scusi signor Hayami, di là c’è la signorina Takamiya; l’aspetta per andare a cena, al ristorante di lusso prenotato per l’occasione.”

“Ah, sì. Le dica che arrivo subito. Grazie Mizuki.”

La segretaria richiuse la porta alle sue spalle.

Masumi guardò l’orologio da polso e si accorse dell’ora tarda. Era rimasto a navigare sul forum più del previsto, e si era completamente dimenticato dell’impegno che aveva preso con Shiori per quella sera.

Sospirò. Ne avrebbe volentieri fatto a meno, ma non voleva offendere la sensibilità di Shiori ancora una volta; erano diversi giorni che con mille scuse, il più delle volte vere, le dava buca.

 

La cozza…

 

Gli scappò da ridere, e si passò una mano sul volto, preoccupato. Accidenti, doveva stare attento a non chiamarla così per sbaglio, magari in pubblico. In effetti, Shiori gli si era incollata addosso come un mollusco, e spesso trovava la cosa asfissiante.

 

Chiuse il portatile, e prese la giacca, pronto ad uscire. Per quanto facesse, la sua mente non smetteva di pensare a ciò che aveva letto su quel forum.

 

Le cose potevano davvero cambiare? Era da pazzi dare credito a una marea d’informazioni millantate per vere che si potevano trovare sul web.

Era una cosa irrazionale e priva di logica, e lui del freddo raziocinio, del calcolo aveva fatto la base solida di tutta la sua vita, rinunciando ai sentimenti, finchè Maya non aveva incrociato la sua strada, e tutta la sua razionalità era andata a farsi benedire.

Con lei, i calcoli non gli erano mai serviti, tutta la sua esperienza valeva zero.

Non voleva illudersi, ma gli sembrava di essere ad una svolta clamorosa insperata. Forse il sogno che lui credeva irrealizzabile, era vicino a concretizzarsi. Come avrebbe reagito Maya nel leggere quelle stesse cose che aveva letto lui?

 

 

 

******

 

 

“Queste sono un branco di pazze assatanate! Come possono pensare che io m’innamori di Masumi Hayami? Di quell’uomo senza scrupoli, cinico e senza cuore? Che se lo tenga pure la sua fidanzata! - Maya commentava ad alta voce le clamorose scoperte che faceva navigando tra le pagine del sito, dove le utenti s’interrogavano su quale fosse il momento in cui Maya realizzava il suo sentimento d’amore per Masumi. - È anche vero che qualche volta quell’uomo mi affascina e non capisco perché…” proseguì, più mesta.

Ricordava ancora la prima volta che lo aveva incontrato; non aveva mai visto un ragazzo tanto bello, e le era parso anche gentile, ed era arrossita come una scolaretta… all’epoca lo era davvero una scolaretta.

“Maya, sei sicura che Masumi Hayami sia così cattivo come credi? Quella del cinico affarista senza scrupoli, secondo me è una maschera… ma sotto la scorza dura, magari è un uomo di buon cuore, capace di gesti che non ti aspetteresti.”

“Come fai a pensarlo, Rei?”

“Ecco, ho avuto spesso quest’impressione.”

“Io no, invece.”

Non era vero. Certe volte quell’uomo con lei si era comportato in maniera davvero insolita. La gita in barca per esempio; quanto le era sembrato strano. Strana l’era apparsa tutta la situazione. Lui pareva sereno e contento di essere lì con lei, una ragazzina in compagnia di un uomo maturo e d’esperienza. L’aveva presa in braccio per farla salire sulla barca, e le aveva rivolto quelle strade domande sull’ammiratore.

 

Se si rivelasse una persona odiosa?

 

Vale a dire uno come lui. Era questo che intendeva?

Lui odioso poteva esserlo e lei sapeva quanto. Come alla prima dello spettacolo teatrale di Isadora, dove Mister Daito aveva imbastito quel siparietto terrificante davanti a tutti, con uno scopo non ben precisato che non le fu immediatamente chiaro.

Un attimo prima sembrava la persona più gentile del mondo, e subito dopo cambiava completamente atteggiamento, diventando indisponente e antipatico. Un vero “Dottor Jekill e Mister Hide”.

Perché avrebbe dovuto innamorarsi di un tipo del genere?

Era una cosa folle.

“Ricorda Maya, che potresti essere in errore…” stava dicendo Rei, interrompendo quei pensieri che stridevano con le sue ostinate affermazioni.

“Lo dici perché su questo forum sono tutte entusiaste di lui, e ti sei lasciata incantare anche tu! – Rei rimase basita. - Ma come si fa, dico io, a idolatrare uno così? Per giunta, credono che quell’uomo abbia un debole per me; io invece credo di non piacergli affatto…” lo diceva nel tentativo di convincersi, per non lasciare spazio al dubbio che si faceva strada nel suo cuore.

“Le cose a volte non sono esattamente quelle che sembrano Maya…”

Rei si alzò dalla sedia per infilarsi il cappotto. L’aspettavano in teatro per le prove dello spettacolo su Peter Pan; lei aveva la parte del fanciullo che non voleva crescere.

Maya invece, era quella che non voleva capire.

“Ora devo andare Maya, ma tu dovresti riflettere su quello che ti ho detto. Non hai le prove con Kuronuma? Se arrivi in ritardo, ti metterà in punizione, anche perché mancano pochissimi giorni alla prima…”

“Sì è vero. Dovrei andare anch’io…” e la ragazza si accinse a spegnere il computer, mentre Rei annodava una sciarpa di lana intorno al collo.

“Senti Maya, scommettiamo che Masumi Hayami sarà in prima fila il giorno del debutto di Lande Dimenticate? Io sono convinta che non lo fermerebbe neppure un tifone…”

“Esagerata!” Esclamò Maya divertita.

“Se ho ragione, usciamo per una pizza e paghi tu, cara!” la sfidò Rei, molto sicura di sé.

Maya non aveva ancora letto i riassunti dei numeri di Glass no Kamen pubblicati, e forse mai li avrebbe letti. La bloccava il timore di scoprire che il suo 1% non le sarebbe bastato a competere ad armi pari contro Ayumi Himekawa, per ottenere il ruolo che più agognava.

Con forza, voleva credere che fosse così.

E così non era, o almeno non era solo quello.

C’era anche un’altra ragione, forse la più importante che la teneva lontana da quei riassunti; non sapeva perché, ma per paradosso, la spaventava di più l’ipotesi di scoprire la vera identità del suo misterioso donatore di rose purpuree.

 

 

 

Continua…



[1] Commento di Kezia82

[2] Commento di akenatendo

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Capitolo 3
*** Su internet si trova di tutto ***


forum 3

3 – Su internet si trova di tutto

 

 

 

 

 

 

Saeko Mizuki entrò nell’ufficio con una tazza di caffè e una cartellina verde porta documenti. Masumi era alla scrivania che visionava prospetti di lavoro, contratti e stime su andamenti degli spettacoli.

Isadora, come ampiamente previsto, faceva il tutto esaurito ogni sera; si stava rivelando una produzione migliore di ogni previsione, ma non erano mancate le critiche alla regia giudicata da alcuni troppo ridondante per il tipo di spettacolo.

Mizuki lasciò la tazza fumante accanto ai quotidiani finanziari, alla sinistra di Masumi, e appoggiò la cartelletta sul piano, di fianco ad altri documenti importanti. Notò il pc portatile del capo aperto su una pagina web, che Masumi si affrettò a chiudere, ben sapendo quanto fosse attenta e acuta la sua assistente, che con tranquilla indifferenza sistemò gli occhiali sul naso, lanciandogli un’occhiata seria.

“Signor Hayami, qui c’è il biglietto per la prima di Lande Dimenticate. Maya mi ha chiesto espressamente di farglielo avere.”

Masumi prese la tazza di caffè per portarla alle labbra.

“Grazie Mizuki. Immagino che Maya sia ancora arrabbiata per averla costretta ad interpretare quel fuori programma nel foyer del teatro Nittei.”

“Un po’, ma le ho parlato, e penso che abbia capito le sue intenzioni. Per la prima della ragazza lupo, sono già chiuse le prevendite. Ci sarà il tutto esaurito.”

“È quello che ci aspettiamo, Mizuki…”

“Certo… è quello che si aspetta lei. Per favorire quella ragazza è disposto a farsi odiare ancora di più.”

“Volevo solo portare l’attenzione dei media sullo spettacolo…”

“Non solo dei media; anche i membri della giuria del concorso andranno a vedere lo spettacolo…”

La segretaria si allontanò verso la porta per tornare alla sua scrivania nella stanza accanto. Posò una mano sulla maniglia, ma prima di uscire si voltò a guardare il suo capo.

“Immagino che l’ammiratore abbia già inviato il consueto mazzo di rose…”

Masumi alzò appena lo sguardo su di lei, senza dire nulla, e Mizuki pronunciò una frase che lo raggelò.

“Questa volta lei si tradirà… dovrà succedere prima o poi…”

Non attese risposta, e uscì in fretta dall’ufficio. Si avvicinò alla macchinetta del caffè, e ne versò una tazza per sé. Non fece in tempo a sedersi alla sua scrivania, che sentì la porta riaprirsi.

Masumi si avvicinò al tavolo, si appoggiò al piano con entrambe le mani, guardandola deciso.

“Mizuki che cosa voleva dire con quella frase? Lei è a conoscenza di qualche fatto che io ignoro?”

Mizuki per tutta risposta, orientò lo schermo del suo pc verso di lui.

“Qui può trovare tutte le risposte: su questo forum tutti sanno chi è l’ammiratore delle rose purpuree. Se Maya naviga fra queste pagine, potrebbe capire ogni cosa, se non lo ha già fatto.”

Masumi si raddrizzò, infilandosi le mani in tasca.

“Grazie per la dritta. Vedo che lei, Mizuki, conosce questo sito e lo frequenta. Spero che non trascuri il suo lavoro per questo…”

“Una buona segretaria deve essere preparata ad ogni evenienza, e soprattutto, conoscere le abitudini del suo capo per poter essere sempre sul pezzo, e anticipare le sue necessità, per toglierlo da possibili imbarazzi.”

“Fino ad ora, si è comportata benissimo, Mizuki. Ho intenzione di far oscurare quel sito. Se non tutto, almeno alcune sue parti… mi sto già muovendo per questo, e forse lei può aiutarmi.”

“Bene. Allora, cominci dai riassunti degli albi; se Maya li legge, il suo segreto non sarà più tale. E non è l’unica che potrebbe leggerli e scoprire la sua doppia vita; c’è anche la sua fidanzata ufficiale, e sarebbe ancor più imbarazzante, mi creda.”

Masumi sgranò gli occhi, al colmo della sorpresa.

“Shiori! Non avevo proprio pensato a lei.”

“Lo vedo. Non credo che la signorina Takamiya sia al centro dei suoi pensieri. E come potrebbe, se lei pensa sempre ad un’altra persona?”

Masumi ignorò il commento ironico.

“Non credo che Shori usi abitualmente internet, non mi sembra fra i suoi interessi. Comunque, non voglio che sospetti o possa fraintendere il mio interesse per Maya.”

“Già… - Saeko fece una pausa significativa. – Fosse solo Maya, il problema. Pensi se la sua fidanzata dovesse per caso vedere una delle fan-art a sfondo erotico presenti sul forum…”

Masumi le dava le spalle; stava per tornare nel suo ufficio, ma si bloccò di colpo.

“Come prego?!”

“Lei e Maya… quasi sempre riconoscibili, siete raffigurati in atteggiamenti inequivocabili; non credo che la sua fidanzata gradirebbe.”

Lui tornò a voltarsi verso di lei, e la fissò un paio di secondi.

“Mizuki!! Lei… lei le ha viste???” Masumi era tra il costernato e l’imbarazzato. La segretaria però non osò guardarlo in volto, e tenne gli occhi puntati sullo schermo di fronte a sé.

“Ho dovuto… questioni pratiche, capisce? Alcune di quelle fan-art sono decisamente audaci… e poco fraintendibili. L’artista è una certa Maiko, gran fantasia e tratto sicuro; da donna, posso dire che lei signor Masumi, fa la sua gran figura… Maya è una ragazza fortunata.”

Mizuki sentì il suo capo emettere un sospiro pesante.

“Sarà il caso che io verifichi di che cosa stiamo parlando; non mi passi alcuna telefonata per i prossimi 30 minuti, non voglio essere disturbato da nessuno. Questa è una questione troppo delicata, ha capito?”

“Certo signore.”

Masumi tornò di corsa nel suo ufficio e Mizuki sentì lo scatto deciso della chiave nella serratura: si era chiuso dentro.

 

Masumi dal suo computer non poteva entrare nella sezione protetta; serviva probabilmente una password che forniva il webmaster del sito solo agli iscritti. Chiamò subito il suo collaboratore Hijiri, che all’occorrenza si trasformava in un esperto acker informatico, capace di violare i codici di protezione interni dei siti che si trovava a spiare.

“Hijiri ho bisogno di te. Devi entrare nella sezione protetta delle fan-art del forum.”

“Già fatto, signor Hayami. Ho scaricato qualche immagine. Gliele posso inviare tramite mail, così vede anche lei di che si tratta. Non si preoccupi, non c’è nulla di volgare, ma lei e Maya siete… beh, ecco…”

“Hijiri, per favore…”

“Travolti da incontenibile passione. Difficile immaginarvi così…”

“Hijiri!!”

“Mi scusi, volevo dire che le atmosfere di molti disegni sono più romantiche e sensuali, che esplicitamente erotiche…”

“Puoi oscurarle?”

“In realtà, non sono tutte direttamente collegabili al sito. Alcune rimandano a link esterni di siti stranieri, ma posso provare a bloccare quelle pagine per un po’ di tempo.”

“Bene, mi raccomando…”

Masumi chiuse la comunicazione.

Aprì la posta elettronica per scaricare le mail che Hijiri gli aveva inviato. Si sentiva vagamente turbato all’idea di quello che avrebbe visto, lui e Maya che…

 

Aprì la prima immagine; alla vista, il suo sangue freddo s’infiammò di colpo, e il cuore tremò nel petto per la forte emozione. Gli sfuggì un sospiro che era puro desiderio. Si sentì accaldato, come se avesse corso. La fissò a lungo, rapito, incapace di staccare lo sguardo da quella visione che gli restituiva due amanti persi nel delirio dei corpi nudi avvinghiati. Hijiri aveva ragione, non c’era volgarità, solo passione bruciante suggerita dai toni caldi del disegno. Le figure erano due mezzi busti presi di tre quarti che si tenevano stretti. Era lei, la sua ragazzina, nel corpo splendido di una donna. Vedeva la schiena nuda di Maya e l’inizio delle natiche, la testa reclinata all’indietro. Aveva un’espressione appagata, gli occhi chiusi ombreggiati dalle ciglia lunghe, e le labbra umide, invitanti, dischiuse nell’attesa di un bacio, o forse sciolte in un gemito di piacere, mentre lui le baciava il collo e possessivo, le tratteneva la nuca con una mano, e l’altra si posava con una carezza sul fianco dolce e sinuoso. Le braccia di Maya si aggrappavano alla schiena di Masumi, e il corpo aggraziato aderiva al suo torace che sembrava volerla avvolgere.

Santo cielo, pensò. Dopo quello, non avrebbe mai smesso di sognarla, e già da molto la ragazzina perseguitava i suoi sogni. Aprì un’altra immagine. Fu ancora peggio.

Maya era sensuale e provocante, indossava una gonnellina a pieghe troppo corta e calze nere autoreggenti, lui aveva la camicia sbottonata, e stava dietro di lei con le mani posate sui suoi fianchi.

Masumi sentì la gola farsi asciutta. Deglutì. Aveva bisogno di bere. Un doppio whisky sarebbe stato l’ideale, ma non aveva liquori in ufficio. Schiacciò il pulsante dell’interfono.

“Mizuki, un caffè forte, per favore.” La voce gli uscì roca.

Due minuti dopo, sentì bussare alla porta. Si alzò dalla poltrona per andare ad aprire, prese la tazza che Mizuki gli porgeva e richiuse a chiave. Tornò a sedersi davanti al pc.

 

Cuscini, lenzuola sfatte, vestiti per terra in un angolo, i profili dei loro corpi, le bocche che si cercavano, Maya sotto il suo corpo, unita a lui in un amplesso, le gambe snelle artigliate ai suoi lombi appena velati dal lenzuolo.

 

Maya… Oh, Maya.

Di questo passo, rischio di diventare pazzo… se non lo sono già. Hijiri deve bloccare questa sezione, ne va della mia sanità mentale.

 

Guardare quelle immagini era un modo per farsi del male, nella convinzione che non si sarebbero mai tradotte in realtà, con la consapevolezza di non volere altro che quello. Stava male dal desiderio che rodeva il cuore e lo stomaco e faceva correre più forte il sangue.

Insieme a quelle immagini che gli spezzavano il respiro, Hijiri ne aveva inviate altre, più innocenti ma dense di emozioni; sullo sfondo infuocato di un tramonto, lui si presentava davanti a Maya con una rosa purpurea in mano, rivelando se stesso, e lei gli sorrideva felice e un po’ sorpresa. Non c’era disprezzo né delusione nel suo sguardo riconoscente e innamorato. Furono quelle a renderlo se possibile ancora più malinconico; uno di fronte all’altra senza maschere, senza menzogna, sarebbe mai accaduto un giorno?

 

Chiuse la posta elettronica e fu inevitabile pensare alla reazione di Maya davanti a quei disegni osé.

 

Io morirei per un tuo bacio, per una sola carezza, ma so che questi non ti piacerebbero, ragazzina.

 

Travolta dall’imbarazzo e dalla rabbia, la vedeva già piombare come un ciclone alla Daito per riempirlo d’improperi e ingiurie. Immaginava la scena, e l’idea lo fece sorridere. Sarebbe stato uno dei loro scontri memorabili; sapeva che non avrebbe dovuto, eppure lui si sarebbe divertito come un matto a stuzzicarla, e alla fine avrebbe accontentato ogni sua richiesta, cedendo su tutta la linea.

Ogni strategia era buona pur di starle accanto. Anche per poco.

Anche se era per ricevere il suo disprezzo.

 

 

*******

 

 

 

 

L’ultimo giorno di prove era finito. Maya era stanca, ma soddisfatta dei risultati raggiunti e sapeva che anche Kuronuma era contento del lavoro dei suoi attori. Tra due giorni ci sarebbe stata la prima dello spettacolo. Kuronuma si era raccomandato che riposassero prima del debutto e li aveva lasciati liberi. Maya approfittò di quella pausa per rilassarsi e fare qualche ricerca sul forum, tra sezioni, video, immagini e commenti; ogni tanto leggeva il biglietto del suo ammiratore, quello arrivato con l’ultimo mazzo, dove lui si diceva ansioso di vedere la sua Jane.

Quei messaggi le scaldavano sempre il cuore, facendola sentire importante per qualcuno.

Qualcuno che purtroppo, lei non conosceva, ma che occupava gran parte dei suoi pensieri, in maniera ingombrante; non avrebbe dovuto fantasticare tanto su una persona che si era sempre rifiutata d’incontrarla, ma non poteva farci niente.

Se l’era immaginato come un uomo anziano, ma non era sicura che lo fosse; anzi, da qualche tempo ne dubitava, e negli anni quella figura misteriosa si era ammantata di grande fascino.

Più il tempo passava, più aumentava il suo desiderio d’incontrarlo. Nonostante le parole dette a Hijiri, la rinnovata promessa di non cercare informazioni, il suo interesse per il forum era legato solo a quello; infatti si limitava a seguire quelle discussioni che parlavano più o meno direttamente del suo amico misterioso.

 

L’argomento, qualunque fosse, era sempre in relazione a Masumi Hayami, come se i due fossero la stessa persona. Trovare immagini dell’odioso individuo rappresentato con una rosa purpurea in mano, le aveva dato un po’ fastidio. Ancor meno comprendeva come le utenti del forum identificassero quell’uomo con il suo ammiratore. Trovava la cosa assurda e priva di qualsiasi fondamento.

 

Erano solo disegni di fantasia, creati dall’immaginazione delle ammiratrici, anche se l’idea la turbava più di quanto volesse ammettere.

Quell’uomo non avrebbe sprecato un soldo per lei. Gli unici fiori che le aveva mandato erano stati quelli per farle pubblicità in occasione del dramma de Le due regine, e solo perché aveva perso una scommessa.

 

Nel forum, quello che tutte volevano era il proseguimento della storia che al momento, era interrotta al numero 49, e tutte si chiedevano cosa sarebbe accaduto nel numero 50.

Anche lì, la casistica era ampia; tra le varie ipotesi, c’era chi immaginava una love story tra Ayumi e il suo fotografo francese, e chi sperava nell’attesissimo incontro ad Izu tra lei e Masumi.

Maya era davvero perplessa; non riusciva proprio ad immaginare per quale motivo avrebbe dovuto incontrare da sola Masumi Hayami; doveva essere un’altra delle sue trame subdole per impossessarsi dei diritti della Dea Scarlatta. Doveva stare in guardia.

La tentazione di dare una sbirciata alle pagine dei riassunti era enorme, ma si trattenne dal farlo. Non voleva essere influenzata dalla conoscenza di fatti non ancora accaduti. Per Maya, tutto era ancora da scrivere, e tutto poteva andare in maniera diversa. No, meglio restare con i piedi per terra. Doveva attenersi ai fatti, al presente, l’unico che fosse reale e tangibile. Avrebbe affrontato ogni imprevisto a suo tempo.

 

Tra le discussioni ancora aperte la colpì uno strano titolo, “La notte della medicina”.

Forse era qualcosa che riguardava la signora Tzukikage, pensò. Curiosa e lievemente preoccupata per la sua sensei, che non aveva mai avuto una salute ferrea, lesse il primo commento, ma quando capì a cosa alludesse, (nda - non era la sensei) cambiò colore per l’imbarazzo misto all’indignazione.

“Quel farabutto!! Arsa dalla febbre, dormo a casa sua e n’approfitta per… MA GUARDA QUESTO MANIACO!!”

Presa dall’irritazione, proseguì leggendo i vari commenti.

Sempre più costernata, sentì crescere l’agitazione insieme con una strana sensazione che non seppe definire; sembrava una curiosa commozione che le aggrovigliava le viscere.

 

Lei non ricordava nulla di quella notte, né come fosse finita a villa Hayami. Sapeva solo che la mattina dopo si era svegliata in un letto che non era il suo, e quando le avevano detto che si trovava a casa del presidente della Daito – sciagura, addirittura indossava un suo pigiama!! – aveva cacciato un urlo terrificante.

Era saltata giù dal letto come se fosse stata sui tizzoni ardenti.

La teoria che andava per la maggiore sul web era che Masumi, tra un bacio rubato e un sorso di medicina, avesse vegliato al suo capezzale tutta la notte, accarezzandole i capelli, roso dai sensi di colpa – ma lei stentava a credere ne avesse – e preoccupato oltre misura per la sua ragazzina.

 

Sua ragazzina? Intesa come il suo uovo d’oro?

 

D’accordo che lui spesso, per dispetto la chiamava così, ma lei non era mica sua! Aveva rotto il contratto con la Daito da un pezzo, e certamente non ne avrebbe firmato un altro neppure sotto tortura.

L’idea che lui si fosse preoccupato per lei e che avesse fatto davvero quelle cose, la turbava come non avrebbe creduto, e la fece dubitare di averlo giudicato sempre troppo male. Perché doveva essere un uomo così contorto?

 

Masumi Hayami, chi sei veramente?

Non puoi essere l’uomo con la rosa dallo sguardo dolce e malinconico di queste fan-art. Questo non sei tu, io lo so, e non mi lascerò ingannare dal tuo fascino oscuro e pericoloso che io non comprendo, né so vedere.

 

Nello stesso istante, Maya abbassò lo sguardo sulla scrivania, e vicino al pc notò un foglietto con un appunto, probabilmente scritto da Rei.

 

Abilitazione fan-art, sezione hot M&M - password ecc…

 

Che cosa voleva dire? E quelle iniziali?

Altri disegni, probabilmente scabrosi. Forse per ingenuità, non era mai stata troppo curiosa su certe cose.

Non seppe mai perché le venne la voglia malsana di accedere alla sezione, ma il sospetto che se ne sarebbe pentita la travolse.

Trovò il link che rimandava alla striscia a colori di una storia illustrata, graficamente molto bella e curata, accompagnata da didascalie; lei si trovò quasi carina, e scoprì altri baci focosi e per nulla casti scambiati con Masumi Hayami. Per Dio, chissà se sapeva davvero baciare così… quella labbra sembravano così morbide ed eccitanti… ma perché lo stava pensando?

E poi…

Al primo disegno esplicito diventò di brace. Al secondo, saltò su dalla sedia piena di vergogna, come se l’avessero sorpresa a rubare.

“PER GLI DEI!!” Gridò, incapace di trattenersi di fronte a ciò che vedeva, portandosi le mani alla bocca.

Ringraziò il cielo d’essere sola in casa, perché se Rei, Sayaka o le altre, l’avessero sorpresa in quel momento non avrebbe saputo come giustificarsi. Non osò vedere il resto.

Era sufficiente quello che aveva appena visto.

Prima il bacio, e ora questo.

Lei e Masumi Hayami senza veli che…

Si rifiutava di concepire anche solo l’idea, malgrado sentisse uno strano calore salirle in maniera preoccupante dal basso ventre.

Con mano tremante, cliccò col mause per chiudere la pagina e uscire dalla connessione internet, spense il computer e corse in fretta verso il bagno; si sentiva ardere dal forte imbarazzo e doveva lavarsi il viso, nella speranza che servisse a scacciare certi pensieri innominabili.

“Quel disgraziato! È veramente troppo!”

Imprecò, mentre si precipitava verso l’attaccapanni dell’ingresso per  indossare il suo cappotto, decisa ad uscire per correre alla Daito.

“Possibile che lui non ne sappia niente? Sembrano disegni fatti ad arte. Cosa diavolo ha architettato quell’affarista senza scrupoli?! Questa volta mi sente!”

Impulsiva come il solito, mossa dalla rabbia, e forse da qualcos’altro, non aveva alcun’idea di cosa gli avrebbe detto. Chissà, forse la ragazza lupo lo avrebbe morso per la seconda volta. Oppure si sarebbe ammansita come un agnellino?

 

 

 

Continua…

 

 

 

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Capitolo 4
*** Lupacchiotta o agnellino? ***


4 capitolo

4 – Lupacchiotta o agnellino?

 

 

 

Maya uscì dall’ appartamento, mentre Rei e Sayaka stavano rientrando e quasi le travolse nella foga della corsa. Un po’ sorpresa dai modi bruschi di Maya, Rei apostrofò la ragazza, tentando di bloccarla.

“Hei, Maya! Ma dove vai così di fretta?!”

“Oh, scusa Rei, sto andando alla Daito!” Rispose l’altra, senza dare ulteriori spiegazioni.

“Alla Daito? Ma per fare cosa?”

“Poi ti spiegherò; se uccido Masumi Hayami vieni a cercarmi in prigione!” Strillò acida più che mai.

“COSA?!” Rei e Sayaka quasi gridarono all’unisono, poi si guardarono seriamente preoccupate. Avrebbero voluto fermarla, ma non fecero in tempo. Maya era già schizzata via, lungo la tromba delle scale. Le due ragazze restarono ancora qualche secondo a guardarsi in faccia costernate, mentre Rei si domandava cosa diavolo fosse successo; lo capì quasi subito, appena mise piede nell’appartamento.

Sulla scrivania del piccolo salotto c’era in bella vista l’appunto tutto stropicciato che lei stessa aveva scritto.

“Oh no! – Esclamò. - Che stupidaggine che ho fatto!”

“Che cosa c’è Rei?” Domandò Sayaka allarmata.

“Maya deve essere entrata nella sezione hot delle fan-art del forum; mi sono dimenticata di nascondere la password.”

“Oh, che pasticcio…” commentò Sayaka, mettendosi una mano davanti alla bocca.

 

 

*******

 

 

 

 

Masumi stava ancora visionando le pagine del forum, a caccia d’altre immagini compromettenti, quando sentì squillare il telefono interno, e gli venne quasi un colpo; era Mizuki che lo avvisava della visita improvvisa di Shiori Takamiya. La sua fidanzata non poteva piombare negli uffici della Daito in un momento più inopportuno.

Quella donna aveva il tempismo perfetto di inserirsi nella sua vita in maniere imprevedibili, attraverso telefonate improvvise (sarà una stalker?) e invasioni dei suoi spazi, come quando era arrivata non attesa alla villa ad Izu, e soprattutto, quando non era proprio desiderata.

 

(nda – sondaggio: quando sta’ tizia potrebbe mai essere desiderata da Masumi? C’è mai in tutto il manga, un momento in cui il nostro presidente vorrebbe davvero restare solo in sua compagnia? E non parlo di semplici cortesie o gentilezze formali, ma d’effettivo gradimento.)

 

Masumi chiuse velocemente tutte le pagine di navigazione, e salvò le immagini scaricate da Hijiri in una cartelletta personale protetta da una password, che poteva consultare solo lui. Quindi spense il portatile.

Si chiese perché mai venisse a cercarlo in ufficio a quell’ora del pomeriggio, quando sapeva che era un uomo molto impegnato col lavoro. Era spiacevole e poco delicato pensarlo, ma più passava il tempo, più quella donna diventava veramente assillante, e la cosa iniziava davvero a preoccuparlo. Ora capiva perché sul forum l’avevano ribattezzata la cozza.

Era fidanzato solo da pochi mesi (nda - per tutte le fans di GnK sono già troppi!), ma iniziava ad avere strani pensieri su Shori, e non erano lusinghieri. Era come se un campanello d’allarme squillasse ad intervalli dentro la sua testa, e più tentava d’ignorarlo, più il presentimento di minaccia diventava acuto.

Si sarebbe rivelata una di quelle mogli invadenti e appiccicose, sempre in costante ricerca d’attenzioni, con i nervi fragili e dalla lacrima facile? O peggio, una paranoica sospettosa pronta a controllarlo anche quando andava in bagno? Oh Dio, che disgrazia. (nda – caro mio, ancora non sai in che guaio ti stai cacciando)

Con queste premesse, come sarebbe stata la sua futura vita matrimoniale?

Se prima non aveva mai pensato di prendere moglie, forse c’era un motivo. Avrebbe dovuto ricordarlo, sperando che non fosse troppo tardi. Nessun accordo era stato ancora preso, ma continuare a frequentare Shiori, poteva essere deleterio, e portare a fraintendimenti da ambo le parti.

Sentì suonare il telefono una seconda volta. Era già arrivata?

Sollevò la cornetta e sentì la voce famigliare della sua segretaria.

“Signor Masumi, c’è un problema… un imprevisto…”

“Che cosa c’è Mizuki?”

 

Sarà svenuta per l’ennesima volta?  Pensò sarcastico.

 

 “Maya è qui; è giù alla reception e chiede di vederla. L’addetto dice che sembra molto nervosa…” (nervosa è un eufemismo).

Non poté essere più sorpreso.

Masumi sentì un sudore freddo scorrere alla base del collo e scivolare lungo la schiena. Poi avvertì una sorta di frenesia attraversarlo. Maya, la sua ragazzina, voleva vederlo. Conoscendola, era probabile non fosse una visita di cortesia, anzi, se aveva chiesto di lui, era di certo per qualche rimostranza, ma non gli importava; l’idea lo emozionava e lo faceva tremare in una maniera assurda.

Chissà per quale motivo era venuta a cercalo, proprio a due giorni dalla prima dello spettacolo.

 

Il forum…

Era per quello?

 

Doveva pensare in fretta. Non poteva permettere che la fidanzata e Maya s’incontrassero. Non in quella circostanza.

“Shiori è già arrivata?”

“Credo che a breve uscirà dall’ascensore…” lo avvisò Saeko.

“Va bene. Ascolti Mizuki, io cerco di liberarmi di Shiori in fretta, ma lei deve far attendere Maya in un’altra stanza; non voglio che s’incontrino. Trovi lei una scusa, ma dica a Maya di aspettarmi. Non la faccia andar via.”

“Come vuole… - ci fu un momento di pausa – la sua fidanzata è appena arrivata.”

Mizuki, prima di chiudere la comunicazione, avvertì il sospiro sconsolato del suo capo.

 

Un minuto dopo, sulla porta del suo ufficio apparve la fidanzata in tutta la sua statuaria, artificiosa beltà. Sembrava in ottima forma: capelli perfettamente cotonati freschi di parrucchiere, viso e mani curate dall’estetista, e solito channellino rosa antico profilato di passamaneria, modello burda.

Masumi represse uno sbadiglio.

Col pensiero correva già al momento in cui avrebbe visto Maya, e sapeva già che sarebbe stato assai più interessante.

“Buongiorno Masumi. Scusa se piombo qui così, ma avevo necessità di vederti.”

“Non preoccuparti, sei sempre la benvenuta Shiori.” Mentì senza pudore.

Masumi si alzò dalla poltrona e le andò incontro, le prese le mani e la invitò a sedersi sul divano, che occupava il lato destro dell’ufficio.

“Mi fa piacere che tu sia venuta. Non posso dedicarti l’attenzione che meriteresti, però; sei arrivata in un momento critico, e sono immerso nel lavoro. Posso offrirti qualcosa da bere?” Le chiese, mentre si accendeva una sigaretta, per stemperare la lieve tensione che avvertiva.

“Sei gentile, ma no, grazie. Sono venuta solo per dirti che mi piacerebbe venire con te a vedere la prima di Lande dimenticate. A te non dispiace, vero?”

Ma no, certo. Però per quella sera è previsto forte maltempo e lo spettacolo potrebbe essere sospeso o rimandato. Eventualmente andremo insieme un altro giorno. – Masumi volse lo sguardo all’orologio da polso con fare ansioso. – Scusa Shori, non voglio sembrare maleducato, ma devo chiederti di andare. Mi attendono per una riunione importante tra meno di dieci minuti…”

“Oh, no, non preoccuparti. Capisco perfettamente, so che sei molto impegnato.”

 

E allora, perché diavolo piombi qui, quando non dovresti? Aveva voglia di chiederle, ma tenne per sé la questione.

 

Shori si alzò dal divano e Masumi le porse il braccio per accompagnarla alla porta. Nel tragitto, sputò la domanda con apparente noncuranza.

“Shori, usi abitualmente internet, per caso?”

“No, veramente no. Perché questa domanda?”

“Solo banalissima curiosità. Nulla d’importante.”

 La seguì fuori dall’ufficio, fermandosi davanti alla scrivania della segretaria.

“Signorina Mizuki, è tutto a posto?”

Cercò lo sguardo della sua assistente e ricevette un’occhiata d’intesa.

“Sì, la stanno aspettando, signore. Effettivamente sono un po’ nervosi…”

“C’è qualche problema, Masumi?” S’intromise Shori, con fare apprensivo.

“No, nulla di cui tu debba preoccuparti. Le solite noiose questioni di lavoro…”

“Qui ci sono i documenti che mi aveva chiesto.” Intervenne con prontezza Saeko, e depose sulla scrivania un voluminoso incartamento.

“Ottimo Mizuki. Informi i signori che arrivo subito… Accompagno alla sua auto la signorina Takamiya.”

“Se vuole, posso farlo io, signor Hayami… - Si offrì Mizuki.  – Così, lei non ritarderà alla riunione…”

“No, non occorre… - obbiettò Masumi - è questione di qualche minuto…”

Ma la fidanzata con fare comprensivo, s’intromise di nuovo.

“Non disturbarti oltre Masumi. La signorina Mizuki ha ragione, mi spiace essere venuta in un momento sbagliato, e io non voglio farti perdere altro tempo. Può accompagnarmi lei…”

“Sei sicura?”

“Ma certo.”

 

Masumi salutò la fidanzata che si allontanava accompagnata dalla fidata segretaria. Rimase immobile accanto alla scrivania, e guardò chiudersi le porte dell’ascensore sulle due donne. Mizuki si sarebbe assicurata di vederla salire in auto e partire per villa Takamiya, dall’altra parte della città di Tokio, nel quartiere residenziale.

 

E ora, a noi due, ragazzina. Pensò con un brivido d’eccitazione, mentre un sorriso spontaneo gli increspava le labbra.

Puntò deciso verso la porta alla sua sinistra che si apriva su un piccolo ufficio, una sorta di saletta d’attesa con un divanetto, due poltroncine, una pianta in un angolo e un piccolo tavolino basso.

Trovò Maya in piedi accanto alla finestra; la sua espressione pareva contrariata, eppure riuscì a cogliere il suo imbarazzo al loro primo scambio di sguardi.

“Buongiorno, ragazzina. Mi scusi se l’ho fatta aspettare. So che ha chiesto espressamente di vedermi, e la cosa mi fa sempre piacere.”

“Signor Hayami, non sono qui per una visita di cortesia…”

“Se fosse così, da lei, mi sorprenderebbe; ha intenzione di mordermi di nuovo, lupacchiotta? Porto ancora addosso il segno dell’altra volta, sa?”

“Dipende… la smetta di prendermi in giro! E l’altra volta se l’è meritato!” sibilò Maya, un po’ stizzita. Masumi rise di gusto.

“Andiamo nel mio ufficio; parleremo con più calma e staremo più comodi.”

 

Maya seguì Masumi in silenzio. Ora che era lì, però, non sapeva bene come affrontare la questione davanti a quell’uomo, senza contare il profondo imbarazzo che avvertiva a dover parlare di certe cose, proprio con quell’affarista senza scrupoli.

Il pensiero che fosse lui, l’orchestratore di tutta quella messa in scena la faceva fremere di rabbia. Masumi con una tranquillità invidiabile, e un sorriso un po’ sornione, la invitò a sedersi.

Lei, rossa per la vergogna, stava cercando il modo giusto di esporre la sua richiesta, accorgendosi che era più difficile di quanto credesse.

L’uomo seduto di fronte a lei, accese l’ennesima sigaretta.

“Allora, ragazzina, a breve ci sarà la prima del suo spettacolo. La ringrazio per il suo gentile invito, ci sarò senz’altro. Le ho fatto una promessa, e io mantengo sempre gli impegni che prendo.”

“Naturalmente, anche se non vedo che importanza possa avere per lei, una promessa fatta a me… l’importante per me è che venga lui, il mio ammiratore delle rose viola…” puntualizzò Maya, con enfasi.

Masumi appoggiò un gomito alla scrivania e la fissò, parlando con tono suadente e vagamente allusivo.

“Stia tranquilla, lui non mancherà. Se io fossi in lui, non mancherei…”

Lo disse con una tale convinzione che la sorprese, e Maya suo malgrado, si sentì avvampare sotto quello sguardo penetrante, mentre le tornava il vivo ricordo di quelle immagini viste sul forum, che le rammentarono il motivo per cui era lì.

Il cuore prese a battere più forte, incontrollato, e abbassò lo sguardo, sentendosi confusa e turbata, senza sapere dove trovare il coraggio di dire ciò che doveva.

Prese un lungo respiro, e dopo qualche istante, tornò a guardarlo negli occhi, decisa a dimostrargli che non aveva paura di affrontarlo.

“Signor Hayami, è accaduto un fatto che io trovo molto grave, oltre che estremamente sgradevole per me e la mia reputazione d’attrice!”

“Che cosa è accaduto di così spiacevole, ragazzina?”

Masumi aveva un atteggiamento canzonatorio che non le piacque, ma era decisa ad andare fino in fondo.

“Ho trovato su internet delle immagini… di me e lei… insieme!! Sarei molto sorpresa se lei non ne sapesse niente.”

Lo guardava ad occhi sgranati e lui sembrava assolutamente tranquillo, il solito freddo, inaccessibile Masumi Hayami.

“Io e lei, insieme… - Accennò un sorriso. - Non le piace l’idea, ragazzina? Lo sa che da un nostro sodalizio, trarrebbe molti vantaggi? Avrebbe una marcia in più, per arrivare alla Dea Scarlatta.”

Lo disse con l’intenzione di provocarla, e ci riuscì.

“Ma vuole scherzare?! Assolutamente no! Che cosa sta complottando, questa volta?”

Non le rispose e digitò sulla tastiera del suo computer, apparentemente disinteressato a ciò che lei gli diceva, e Maya ne fu irritata.

“Lei non mi sta prestando attenzione, e io sono molto seria, invece!”

“Si sbaglia, ragazzina; la sto ascoltando molto attentamente. Di che immagini parlava? Intende delle foto? Su internet si trova di tutto, e con fotoshop si può fare qualsiasi cosa, non lo sa?” domandò, continuando a lavorare al pc.

“Non sono fotografie. In realtà, sono dei disegni… dove io e lei sembriamo, ecco… un po’ troppo intimi.”

“Disegni? Come questi? La prego, si alzi e venga a vedere”, le suggerì, lasciando la sigaretta ancora accesa sul bordo del portacenere.

Maya smise di tormentarsi le mani che teneva in grembo, e si alzò per girare attorno alla grande scrivania di mogano. Si fermò di fianco a lui, che le mostrò il monitor dello schermo, dove campeggiava una di quelle fan-art amatoriali che tanto l’avevano sconvolta: loro due, nudi in un letto che si tenevano stretti, dopo aver fatto l’amore.

Maya ammutolì, spalancando la bocca, mentre diventava paonazza. Incrociò il suo sguardo; lui la stava osservando con una strana espressione che sembrava davvero compiaciuta. Maya emise un gemito riluttante, prima di dare libero sfogo al suo risentimento.

“Allora è opera sua! Anche il forum… è tutta una montatura! – Fece un passo indietro, allibita. - Che cosa significa? È una qualche operazione pubblicitaria, oppure vuole solo screditarmi per impedirmi di arrivare alla Dea Scarlatta?”

Era diventata furiosa, e Masumi se ne accorse; era così abituato ai loro scontri, che ormai conosceva in anticipo le sue reazioni, anche se la ragazzina ogni volta lo sorprendeva in maniera nuova. Si alzò dalla poltrona, sovrastandola, pronto a bloccare la sua possibile fuga, che sarebbe seguita agli insulti.

“Screditarla? Provi a ragionare, ragazzina; crede che avrei interesse a screditare una delle candidate al ruolo della Dea Scarlatta?”

“Io la conosco! Per quei diritti, lei farebbe qualsiasi cosa!” sibilò Maya, che tremava per lo sdegno, serrava i pugni e lo sfidava apertamente, ancorando lo sguardo a quegli occhi glaciali, che a momenti erano parsi dolci e carezzevoli. Ma non adesso.

Una fiamma sconosciuta ardeva in essi e la inchiodava lì, davanti a lui, in quell’ufficio, come un richiamo oscuro a cui non riusciva a sottrarsi. Non era rabbia, né dolore, né odio. Sembrava…

All’improvviso Masumi l’afferrò per un polso e l’attirò vicina a sé. Maya presa alla sprovvista, tentò di divincolarsi, ma lui fu più veloce e lei si ritrovò bloccata contro il bordo della scrivania. Le mani di Masumi appoggiate sul piano, la racchiudevano nello stretto perimetro del suo corpo. Masumi s’inclinò avvicinando i loro volti, poi con la mano destra le sollevò il mento in un gesto delicato, incrociando i loro sguardi.

Il respiro di Maya si arrestò, soffocato da un’emozione improvvisa.

“Lei ha la presunzione di conoscermi, ragazzina? Lei vede solo le apparenze, quello che io voglio che lei veda. Dovrebbe imparare a riflettere su questo. Perché è venuta qui, Maya? Voglio che mi dica il vero motivo”, le chiese a bruciapelo, e Maya sulle prime balbettò una risposta incomprensibile. Lui si accostò ancora di più a lei, fino a sfiorarle la guancia con la propria; il cuore di Maya perse un battito, quando sentì Masumi sussurrare al suo orecchio.

“Mi dica perché l’hanno turbata così tanto quelle immagini; sono solo disegni senza importanza, e non rappresentano la realtà. Pensare a me, la confonde? Magari le piaccio anche un po’… Forse si sta accorgendo che non sono così odioso come crede?”

“Piacermi, lei?! Non sia assurdo… Io… non la capisco…” sussurrò Maya, con un tremito nella voce.

“Non sono responsabile di quello che si pubblica su un forum che parla di noi e della storia legata alla Dea Scarlatta. Crede che mi abbasserei ad un’operazione commerciale così meschina? Se volessi davvero screditarla, troverei un modo più efficace per farlo. In realtà, non lo farei mai, Maya.”

La ragazza ritrovò un po’ di coraggio. Alzò le mani sul petto dell’uomo e lo spinse via con tutte le sue forze; si scansò bruscamente da lui di qualche passo, ma ebbe la netta sensazione che lui l’avesse lasciata andare.

“Allora, se lei non è il responsabile, può fare qualcosa per farle togliere dalla rete?! La prego, signor Hayami! Non le chiedo altro!”

Lui fece un passo in avanti, con le mani in tasca.

“Le danno così tanto fastidio, Maya? Quindi, non potrebbe mai considerare una situazione simile fra di noi?”

A quelle parole incredibili, Maya trasecolò.

Lui aveva ragione: lei non lo conosceva affatto, né lo capiva. Non le era mai sembrato tanto incomprensibile, come in quell’istante, mentre le rivolgeva quelle strane parole di rammarico.

“Fastidio? Situazione? Ma di cosa sta parlando? LEI E’ FIDANZATO!!”

“Un fidanzamento si può sempre rompere…”, rispose, squadrandola con grande attenzione.

L’aveva imbarazzata abbastanza, ma Maya non aveva ancora risposto alla sua domanda più importante; voleva sapere cosa le avevano suscitato quei disegni, se repulsione o altro, magari qualcosa che assomigliava al desiderio.

“Ho un’altra domanda, ragazzina. Se il protagonista di quei disegni non fossi io, ma il suo amico Sakurakoji, le sarebbe dispiaciuto di meno?”

Maya portò le mani al volto; sentiva di avere le guance in fiamme.

“Sakurakoji è solo un amico, nient’altro. Non ho mai pensato a lui in quel senso… - scosse la testa e tornò a guardarlo decisa - ma perché mi preoccupo di dire a lei, queste cose? Allora signor Hayami, può fare quello che le ho chiesto, o no?”

Masumi assottigliò lo sguardo, colpito da quello che lei non diceva.

 

Non hai pensato a lui… ma a me, sì, vero ragazzina?

 

Era arrivato il momento di cedere.

“Va bene, Maya. Farò sparire quei disegni, glielo prometto…”

“Grazie, signor Hayami…”

“Però, se non le dispiace, ne terrò per me alcuni e li custodirò gelosamente; li trovo piuttosto belli, artisticamente parlando.”

Le lanciò un sorriso così ammaliante, che Maya si ritrovò incapace di ribattere in alcun modo. Riuscì solo a balbettare una serie di parole confuse e senza senso.

“Oh, ecco… io, veramente… non credo che…”

“Ha qualcosa in contrario, ragazzina?”

“Oh, insomma! Faccia come crede!”

Urlò di colpo.

E corse via, senza attendere oltre.

Quella conversazione era diventata insostenibile, ma lui le aveva fatto l’ennesima promessa. Per ora le bastava.

 

 

 

Continua…

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Capitolo 5
*** Il premio e le rose ***


5 cap

5 – Il premio e le rose

 

 

 

 

Masumi Hayami aveva assistito alla prima di Lande dimenticate. Nel fatto in sé non c’era nulla di strano; quell’uomo semplicemente aveva fatto una promessa e l’aveva mantenuta.

Quello che per Maya era stato sorprendente era che quel giorno, mentre la città di Tokio veniva investita e paralizzata da un ciclone di proporzioni bibliche, che avrebbe scoraggiato perfino Noe, il cinico presidente della Daito avesse sfidato la natura stessa, bagnandosi fino all’osso come un pulcino, per venire a vedere lei recitare davanti una platea vuota, dove lui era stato l’unico spettatore.

Ed era rimasto fino alla fine.

 

Maya in passato, di quell’uomo aveva pensato molte cose - quasi tutte negative – ma mai avrebbe creduto che fosse pazzo.

E in fondo, non lo credeva neppure adesso.

 

 

Nei giorni seguenti si era chiesta mille volte perché avesse osato tanto. Quella sera lo aveva chiesto anche a lui, che non si era sbilanciato affatto, e le aveva dato solo una delle sue solite risposte provocatorie.

“Se la sua recitazione non mi soddisferà, mi alzerò e me ne andrò. Le sta bene, ragazzina?”

E di nuovo, come era già accaduto in passato, si era sentita galvanizzata da quella sfida. Era come se lui sapesse quali tasti andare a toccare con lei. Come se conoscesse i suoi punti deboli.

 

Alla fine dello spettacolo, aveva applaudito gli attori con convinzione, e aveva anche accettato l’invito di Kuronuma a festeggiare il debutto insieme con loro. Così, avevano avuto occasione di parlare, più civilmente di quanto non avessero mai fatto.

“La sua Jane è stata magnifica; complimenti ragazzina.”

“Se lo pensa davvero, sono contenta.” Aveva risposto sincera, arrossendo un poco.

“Sarà felice di sapere che quelle immagini sono state bloccate; almeno per un po’ non saranno più visibili, né scaricabili.”

Hijiri efficiente, aveva fatto il suo lavoro, bloccando anche altre parti del sito, soprattutto le sezioni con i riassunti degli ultimissimi volumi pubblicati.

“Mi fa piacere, e la ringrazio di nuovo. Per tutto. Anche per essere venuto questa sera. Devo ammettere che mi ha molto sorpreso…”

“In positivo, per una volta?” le aveva chiesto Masumi, sorridendo.

“Direi di sì.”

“Stia attenta, ragazzina. Forse, un giorno o l’altro, sarà costretta a ricredersi su di me.”

“Questo non credo succederà tanto presto…” era stata la battuta ironica di Maya, e Masumi non era riuscito a trattenere una risata energica. Maya voleva sempre avere l’ultima parola, soprattutto con lui, e questo lo divertiva sempre molto. Poi il discorso era stato spostato sul forum.

“Ha trovato altro materiale interessante su quel sito amatoriale?” le aveva chiesto accendendosi una sigaretta.

“Ecco, veramente non presto attenzione a tutto; gli argomenti d’alcune discussioni mi sembrano inverosimili, e alcuni giudizi poco obbiettivi.”

“Quali?” domandò lui dubbioso.

“Ad esempio, la considerazione che le utenti hanno per lei; ha un sacco d’ammiratrici su quel forum. Probabilmente perché non la conoscono davvero…” (nda. – eh, no, per noi Masumi non ha segreti)

Masumi aveva riso di nuovo, e Maya lo aveva guardato un po’ in cagnesco.

“Non vuole proprio attribuirmi nessun fascino, ragazzina? Non ho solo ammiratrici virtuali, sa? Io sono sempre circondato da belle donne…”

“Che uomo presuntuoso…” aveva risposto lei, un po’ altezzosamente, rifiutandosi di guardarlo. Ma un minuto dopo, mentre lui terminava la sigaretta, lo aveva osservato e si era accorta che aveva i capelli ancora bagnati.

Non seppe frenare l’impulso; sciolse il nodo del fazzoletto di scena che teneva al collo e si accostò a lui per asciugarlo. Era così alto che aveva dovuto alzarsi sulle punte dei piedi per arrivare alla sua testa.

L’espressione stupefatta di lui se la ricordava ancora.

In quell’attimo, per la prima volta da quando lo conosceva, le era sembrato un uomo disarmato, totalmente impreparato di fronte al suo gesto gentile, e perfino lei si era stupita.

L’aveva fermata con gentilezza.

“Grazie, ma basta così… penso sia sufficiente, ragazzina…”

Nella voce bassa e calda le era sembrato di cogliere un profondo turbamento. Poi era arrivato Sakurakoji a portarla via, e un minuto dopo Masumi Hayami era sparito, allontanandosi dal ridotto del teatro, mentre fuori il tifone ancora infuriava.

E lei si era sentita strana.

 

Maya, anche dopo, non smise di pensare a quella sera, continuando a chiedersi perché lui fosse venuto, quando neppure l’ammiratore si era fatto vedere.

 

 

Le repliche di Lande Dimenticate andavano alla grande; la gente faceva la fila fuori dal teatro per vedere lo spettacolo, e ogni sera era un successo che si rinnovava. C’era chi veniva a vedere la rappresentazione anche una seconda e terza volta, questo perché Kuronuma, per rendere tutto più dinamico, passava dalla commedia, al dramma dando alla storia sfumature diverse e sempre nuove. Non ci si poteva aspettare di meno da un regista geniale, che amava il teatro tanto quanto lo amava lei.

 

Una sera, le sue amiche della vecchia compagnia Tzukikage vennero a vederla. Aveva procurato lei i biglietti per loro.

Dopo lo spettacolo, verso la mezzanotte, rientrò a casa insieme a Rei, e sulla metropolitana, l’amica iniziò uno strano discorso non casuale.

“Bene, ho vinto la scommessa. Mi devi una pizza, Maya.”

Lì per lì, lei non afferrò il senso delle parole.

“Ti ricordi cosa ti dissi sul debutto di Lande dimenticate?” Proseguì Rei, notando l’espressione perplessa di Maya.

“Eh??”

“Ti dissi che Masumi Hayami, sarebbe venuto a vederti, anche se per farlo, avrebbe dovuto sfidare un tifone…”

“COSA?”

Non aveva più pensato al commento di Rei, né lo aveva mai preso sul serio. Ma adesso, la coincidenza era davvero impressionante.

“Rei, tu come lo sapevi? Il forum… è stato quello?”

“Sì, Maya. Allora, quando andiamo a mangiare questa pizza? Io proporrei un vero ristorante italiano, ne conosco uno ottimo.”

“Non posso prendere impegni finché le repliche non saranno finite.”

“Va bene, vorrà dire che rimanderemo. Anch’io ora sono piuttosto impegnata.” Concluse Rei.

Maya restò pensierosa per qualche minuto, come fosse alla ricerca delle parole giuste da dire, poi parlò di nuovo.

“Tu credi davvero che quel forum potrebbe parlare d’eventi reali? Magari è solo un caso che lui sia venuto…”

“O forse no, chi può saperlo? In ogni modo, non credo che il presidente della Daito fosse lì per caso, in una serata come quella. I riassunti sono precisi; in uno degli albi viene descritto il fatto esattamente come è accaduto.”

Il treno si stava avvicinando alla loro fermata e le ragazze si alzarono dai loro posti, senza smettere di parlare. A quell’ora tarda, la metro era quasi vuota e gli ultimi passeggeri abbandonavano in fretta le stazioni semideserte, illuminate dai neon.

“Rei, secondo te, perché quell’uomo interessato solo agli affari è venuto a vedermi? Non dovrebbe detestarmi?”

“Vuol dire che non lo hai ancora capito da sola, Maya?” (Ma sai, Rei, quante volte ce lo siamo chieste anche noi?)

“Sul forum viaggiano teorie strane; non penserai anche tu che Masumi Hayami sia…”

“Non importa quello che penso io, Maya. Un giorno scoprirai come stanno le cose, e tutti quei disegni romantici o quelli passionali, e i commenti che hai trovato sul forum acquisteranno un senso anche per te.”

“Alcuni sono tutto tranne che romantici. Che vergogna… Allora, li hai visti anche tu quegli incredibili disegni, Rei?” domandò Maya titubante.

“Sì, Maya, li ho visti. Perdona la mia curiosità malsana… - Rei si lasciò scappare un risolino. – Sai, quelle strisce dove consumate la vostra prima volta sono proprio da infarto; non mi ero mai accorta che il signor Hayami fosse così sexy.  Visto che a te non piace, magari potrei farci un pensierino …”

“SMETTILA REI! Ti sfugge che è già fidanzato?!” Strillò Maya un po’ troppo energicamente, tanto che se ne accorse anche lei.

“Hei, hei… per essere indifferente al fascino di quell’uomo, ti scaldi un po’ troppo…”

“MA NO, COSA DICI!! – Protestò Maya con fervore. - Come potrebbe accadere una cosa simile, tra me e quell’uomo che ha una decina d’anni più di me? È assurdo. Ha una fidanzata bellissima e molto ricca, che interesse vuoi che abbia per un tipo insignificante come me?”

“Non lo so Maya, forse siete destinati. E tu non sei insignificante, dovresti smettere di pensarlo. Se soltanto la sensei Miuchi si decidesse a concludere la storia, lo sapremmo. Al momento, pare impegnata in mille altri progetti… uffa, quella donna dovrebbe portare a termine quello che ha iniziato quarant’anni fa, prima di lanciarsi in altre iniziative… è veramente snervante! Le fans di GnK hanno una pazienza infinita.” (nda. Parole sante!)

 

Arrivate a destinazione, le ragazze lasciarono in fretta la stazione della metro. Il loro appartamento distava cinque minuti d’orologio dalla fermata. Maya, di solito loquace, restò in silenzio per un tempo abbastanza lungo. Solo quando furono davanti all’abitazione, tradusse a parole il pensiero che l’agitava in quel momento.

“Io e Masumi Hayami… destinati?”

La voce rivelava la più assoluta incredulità.

Quello era un concetto che per ora, non trovava spazio nella sua mente; la confusione che aveva in testa le rendeva impossibile immaginare uno sviluppo di quel genere.

 

 

*******

 

 

Si arrivò alla fine delle repliche.

Lo spettacolo di Kuronuma ottenne un così vasto successo di pubblico e di critica, da fare concorrenza persino allo spettacolo di punta della Daito, Isadora, e questo valse l’annessione al Concorso per il Festival delle Arti. Maya era sempre più vicina alla possibilità di vincere quel premio che avrebbe aperto le porte al suo sogno, finché un brutto giorno la signora Tzukikage si sentì male, e l’ennesimo attacco di cuore le fu quasi fatale. Mentre la sua sensei combatteva tra la vita e la morte in ospedale, Maya temette davvero di perdere ogni possibilità di interpretare la Dea Scarlatta. Anche Masumi ebbe paura, per sé, perché aveva bisogno di Chigusa Tzukikage per i diritti di rappresentazione del capolavoro scomparso, e per la sua ragazzina, che vedeva scivolar via la sua ambizione più grande, quel motivo che l’aveva fatta arriva fin lì, a dispetto di mille difficoltà.

Grazie agli dei, la sensei rivelò di nuovo la sua tempra coriacea, e dopo il rischioso intervento chirurgico si riprese, a dispetto dei medici che la davano già per spacciata.

Maya e Masumi dopo lunghe veglie in ospedale, appresero la notizia con grande sollievo.

“Lei ha una fortuna sfacciata, ragazzina. E io sono felice per lei. Ora non le resta che vincere il premio al Festival delle Arti. Io farò il tifo per la sua ragazza lupo.”

Maya restò profondamente turbata dalla sincerità che sentì in quelle parole; eppure, una parte del suo cuore si ostinava a restare diffidente nei confronti di quell’uomo, per lei troppo ambiguo.

“Lei parla sul serio? O lo dice solo per blandirmi?”

“Sono molto serio, ragazzina.”

“Lo sa, vero, che se otterrò quel ruolo, non le cederò mai i diritti? E può starne certo, non lavorerò per la Daito Art Production!”

“Vedremo, ragazzina. Vedremo…” rispose, senza guardarla. Era di spalle e si stava già allontanando. C’era altro che avrebbe voluto dirle, ma avrebbe atteso un momento più propizio.

 

 

Finalmente arrivò anche la serata di gala che chiudeva il Festival. Maya l’aveva attesa col cuore trepidante. Aveva pregato tanto, ed era giunto il momento di sapere se le sue preghiere erano state ascoltate. Al ricevimento festivaliero c’erano proprio tutti; attori, registi, personalità dello spettacolo, della televisione e del teatro. C’erano le sue amiche, che la sostenevano e facevano il tifo per lei.

Rei era la più tranquilla di tutte, come se per lei l’esito fosse scontato. Vincerai tu, Maya, goditi la serata e sta’ tranquilla, le aveva detto con assoluta convinzione.

E lei lo aveva fatto.

Aveva ballato addirittura con Sakurakoji, solo perché lui aveva insistito.

 

Mentre era al centro della pista, in mezzo ad altre coppie che ballavano, colse di sfuggita uno sguardo strano di Masumi Hayami. Dopo lo perse di vista, assorbito anche lui dalla serata e dalle persone che reclamavano le attenzioni del presidente della Daito, che in queste occasioni non mancava di fare pubbliche relazioni a vantaggio della sua azienda.

Lo ritrovò qualche minuto dopo, vicino al tavolo degli aperitivi. Lei si era avvicinata per prendere da bere, e lui le aveva parlato.

“Se questa sera vincerà quel premio, voglio che conceda anche a me un ballo, ragazzina. Penso di meritarlo…”

Maya obbiettò immediatamente.

“Io non sono molto brava a danzare. Potrei pestarle i piedi.”

“Correrò il rischio; con il suo partner è stata bravissima, l’ho vista.”

“Perché non balla con un’altra? Sono presenti tante belle signore, questa sera, sono certa che nessuna di loro rifiuterebbe un suo invito. – Maya, col suo bicchiere in mano, si guardò intorno. – Scusi, perché non balla con la sua fidanzata?

Masumi alzò un calice verso di lei.

“Shori non c’è questa sera. È vero, tante donne presenti ballerebbero volentieri con me, (nda – e farebbero pure altro!) ma io voglio ballare con la futura Dea Scarlatta. Lo prenda come uno scambio equo: io ho fatto togliere i disegni dalla rete, e lei mi concede un ballo per ringraziarmi.”

“Lei è proprio portato per gli affari, fa tutto in funzione di qualcosa.”

Masumi sorrise.

“Mi conosce troppo bene. Allora, accetta?”

“Se proprio devo…”

Masumi rise di nuovo.

“Lei non si smentisce mai. Ora la lascio alla sua serata, ma si ricordi che il prossimo ballo è il mio.”

 

A metà serata le luci si abbassarono. Era arrivato il momento della premiazione. Sul fondo della sala, quasi di fianco all’orchestra, era stato allestito un palco dove presero posto i giudici del concorso. La gente smise di ballare e tornò a sedersi ai tavoli assegnati.

Maya era al tavolo con Rei e le sue amiche, Sakurakoji e Kuronuma. Ogni tanto lanciava lo sguardo verso la sua rivale, invidiandone la calma, il portamento che la faceva apparire a suo agio in ogni situazione, mentre lei aveva lo stomaco in subbuglio e le mani gelate per la tensione. Sperava soltanto che in caso di sconfitta, fosse abbastanza forte da non piangere e congratularsi con Hayumi, bellissima in un abito rosso lungo fino ai piedi che le fasciava il corpo e le lasciava nude le spalle. Maya invece indossava un abito blu acceso semplice ma elegante, e un coprispalle di raso cangiante lo completava.

Ogni volta che il presentatore annunciava un vincitore in una delle categorie, Maya avvertiva un tuffo al cuore, e uno spasimo violento le fermava il respiro; si rallegrò quando Lande Dimenticate fu premiato per la migliore regia, e per il migliore attore maschile protagonista, ma fu una gioia indescrivibile mista a un pizzico d’incredulità sentire l’annuncio che la decretava come vincitrice del prestigioso Premio delle Arti.

Un singolo istante che avrebbe ricordato a lungo. Tutto il resto corse via velocemente: la premiazione, le parole d’elogio dei giurati e del presidente del concorso, le congratulazioni dei colleghi, i flash dei fotografi.

Maya cercò di gustarsi il momento, per quanto fosse grande l’emozione.

Passata l’ondata dei primi entusiasmi, Masumi Hayami venne a riscuotere pegno.

“Perfetto. È arrivato il momento del nostro ballo, ragazzina.”

Maya non provò neppure a protestare, rassegnata a cedere al compromesso che lui le aveva imposto con astuzia.

Masumi le prese la mano e l’accompagnò con galanteria a bordo pista.  L’orchestra suonava una melodia coinvolgente, dal ritmo non troppo lento, ma neppure sincopato. Il signor Hayami era davvero bravo a ballare e Maya, che non era certa delle sue capacità di ballerina, si accorse di riuscire a seguire il suo cavaliere con gran facilità. Decise quindi di affidarsi a lui, nella speranza di non apparire troppo goffa.

“Le mie congratulazioni, ragazzina. – Esordì Masumi, mentre la guidava nei passi. - Ora l’attende la sfida più importante e difficile, incarnare la bellezza ultraterrena di una divinità; dovrà fare del suo meglio. Mi aspetto molto dalla sua Dea.”

“Lo so che non sono bella come Hayumi, ma io creerò la mia Dea Scarlatta, vedrà.”

“Non ho nessun dubbio, in merito. Sono certo che mi stupirà.”

Sembrava sincero, e non aveva neppure quel tono canzonatorio che a volte usava con lei, mentre una strana luce gli scaldava lo sguardo. La musica proseguiva, e ad ogni nuovo giro di pista, Masumi la stringeva a sé, più di quanto fosse necessario; Maya per alcuni minuti restò in silenzio, sopraffatta da quella strana sensazione di piacere che avvertiva a contatto con lui. Ogni tanto, quell’uomo singolare le regalava uno di quei sorrisi affascinanti pieni di calore e insospettata dolcezza, che lei conosceva così bene; le piacevano, più di quanto volesse ammettere, e il pensiero la faceva arrossire per il disappunto. Poi la musica cessò per concedere all’orchestra e ai ballerini pochi minuti di pausa.

“Venga, ragazzina; mi permetta di offrirle da bere. Lo consideri parte del nostro accordo…” e senza darle tempo di ribattere, le circondò le spalle e la guidò verso un tavolo sul lato destro della sala. Prese una bottiglia, versò del vino bianco in due bicchieri e uno lo porse alla ragazza, che lo osservava stranita.

“Ora Maya, deve brindare con me al suo futuro successo.”

Maya avvertì il tintinnio del vetro, mentre sentiva i suoi occhi chiari, quasi trasparenti insistere su di lei, quasi volesse incatenarla con quello sguardo stranamente conturbante. Lui bevve un lungo sorso, ma quando parlò, Maya si accorse di qualcosa d’anomalo nella sua voce, un’inflessione carezzevole e sensuale.

“Volevo rassicurarla su un'altra faccenda: se temeva che la mia fidanzata vedesse quei disegni, beh, non deve preoccuparsi… Si ricorda, cosa le dissi tempo fa, quando venne nel mio ufficio ad esternare la sua richiesta?”

Maya restò di stucco. Causa la malattia della sua sensei, non aveva più pensato né al forum, né ai disegni. Anche in quel momento erano l’ultimo dei suoi pensieri.

“Veramente no…”

“Ho intenzione di rompere il mio fidanzamento, e lo farò molto presto…”

Maya diventò di brace.

“Santo cielo! Perché vuole rompere il suo fidanzamento? Non sarà a causa di quei disegni…”

“In un certo senso, sì… ma non come intende lei. Semplicemente non sono innamorato di Shiori, né lo sarò mai, e l’ho capito guardando quei disegni.”

Maya, mai si sarebbe aspettata parole simili. Il suo cuore accelerò i battiti, travolto da una calda emozione, che la indispettì.

Non aveva ragione di sentirsi così… felice? Felice perché Masumi Hayami, non voleva più sposarsi con una bellissima donna, ricca e altolocata? No, si disse… Forse era solo euforica per la serata, per il premio vinto, per il vino… E come si sarebbe sentita se avesse conosciuto i pensieri di lui?

 

Penso sempre a te, ragazzina. Come faccio a sposarmi con un’altra, se penso sempre a te? Stasera sei raggiante, come una rosa nell’attimo in cui sboccia… e con quel vestito, sei stupenda… e io non so cosa darei per togliertelo…

 

Maya per darsi un contegno, sorseggiò ancora il suo bicchiere di vino bianco. Poi rispose, quasi indignata.

“Secondo lei, questa cosa dovrebbe riguardarmi? Perché lo dice a me?”

“Così non dovrà sentirsi in imbarazzo, se le capitasse di pensare a me in situazioni… troppo intime…”

Assalita dal più totale imbarazzo, la giovane non ebbe il tempo di adirarsi, ribattere per le rime o fare altro. Un cameriere che recava un enorme mazzo di rose purpuree, reclamava la sua attenzione.

“Mi scusi signorina Kitajima, sono arrivati questi fiori per lei.”

“Oh, è lui!!” Esclamò con entusiasmo, dimentica per un momento della presenza di Masumi Hayami davanti a lei, che restava ad osservarla.

“Oh… Il suo ammiratore non si dimentica mai di lei…” sussurrò Masumi quasi fra sé.

“No, mai…” Rispose Maya, guardando con affetto le magnifiche rose.

 

Avrebbe dovuto allontanarsi, ma una strana sensazione lo trattenne, come un richiamo, e decise di non farlo.

Dopo anni, era la prima volta che poteva vederla ricevere le sue rose, come se fosse lui in persona a porgergliele, ed era un piacere di cui non voleva privarsi. Col bordo del bicchiere alle labbra, spiò l’ondata emozionale passare sul suo volto meravigliato, gli occhi spalancati, luccicanti per la felicità, come se Maya avesse ricevuto il dono più prezioso del mondo, e non avesse atteso altro tutta la sera. Era un momento impagabile, senza prezzo. Tutta quella devozione, quell’affetto inconsapevole tanto simile all’amore era per lui; Masumi sentì il cuore scoppiare di gioia, e faticò a nascondere l’impeto dell’emozione dietro uno sguardo imperturbabile.

Tremò, quando la vide prendere il biglietto che lui aveva scritto solo qualche minuto prima, aprirlo e leggerlo.

 

 

Allora, successe qualcosa d’inatteso.

L’espressione di Maya mutò all’improvviso; dapprima perplessa e dubbiosa, si trasformò in una maschera di sincero e profondo sgomento, mentre quelle magnifiche rose, che un attimo prima lei teneva tra le braccia, cadevano con un tonfo sordo ai suoi piedi.

Incrociò i suoi occhi spalancati che lo fissavano attoniti, e lui avvertì chiara la percezione d’essere nudo di fronte a lei.

 

Ti prego, non guardarmi così, ragazzina…

 

Per un momento ebbe davvero paura, ma quei fiori per terra gli facevano uno strano effetto. Maya restava silenziosa e immobile a fissarlo con l’espressione più incredibile che le avesse mai visto, una miscela di mille emozioni contrastanti che lo fece tremare e vacillare per qualche istante.

Quando si mosse, Maya ebbe un sussulto.

Si avvicinò a lei e si chinò ai suoi piedi per raccogliere le rose.

“Che succede? È così emozionata che lascia cadere le rose del suo ammiratore?” le disse con tutta la gentilezza che riuscì a trovare, ma si accorse di essere turbato oltre il limite.

Era un sogno che si avverava poterle offrire quelle rose di persona, e gli occhi lucidi di Maya erano spalancati su di lui, le labbra umide tremanti appena schiuse in un sospiro trattenuto in gola, mentre in quel gesto le loro mani si sfioravano, nascoste tra la carta e il viola dei petali, e lui impulsivo, afferrava e stringeva tra le dita quella piccola di lei.

 

Ne fu certo quando il terrore si trasformò in sollievo: lei sapeva.

 

 

Continua…

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Capitolo 6
*** Personaggi in cerca di una fine (Epilogo) ***


6

6 – Personaggi in cerca di una fine (Epilogo)

 

 

 

 

Masumi fece scivolare una mano nel taschino della giacca elegante per sfilarsi una sigaretta e subito l’accese. Tirò qualche boccata e il fumo salì rapido a disperdersi nel blu scuro della notte trapuntata di stelle; nonostante le luci della città, quella sera si riuscivano a vedere anche da lì. Era come se un velo fosse strato strappato, e Masumi riusciva a scorgere il firmamento brillare in tutta la sua imponenza.

In quel momento, si sentiva come da bambino, quando si rifugiava al planetario; si sentiva piccolo, insignificante, leggero come polvere di fronte alla grandezza che sovrastava tutti i suoi piccoli e grandi problemi d’uomo adulto, impelagato in un fidanzamento combinato che era deciso a rompere, e gli importava poco delle conseguenze.

 

Era sulla terrazza del palazzo da due minuti, ma quando sentì i passi timidi e incerti avvicinarsi, capì che era lei. Rimase immobile, pervaso da una strana calma, nell’attesa di sentire la sua voce.

“Hayami-san…”

Lo sorprese il tono, quasi timoroso con cui lo aveva chiamato. Non le rispose subito, ma continuò ad aspirare il fumo della sigaretta, senza guardarla.

“Sei delusa, Maya?” chiese semplicemente. Era la sola cosa che gli premeva sapere.

Seguì un silenzio denso d’imbarazzo che solo la risposta di Maya avrebbe sciolto. Lei non pareva arrabbiata e questo lo consolava. Sicuramente era confusa, preda di sentimenti in conflitto. Negare che avesse paura era inutile; da quell’istante, tutto sarebbe cambiato, e lui non sapeva ancora in che maniera.

“Più che altro molto stupita, e mi sento anche un po’ stupida per non averlo capito prima…”

“Non devi. Sono stato un bravo attore anch’io, non credi? Ho indossato la mia maschera e ti ho fatto credere fosse reale.”

“Già, solo che io ora non so quale sia la maschera, e quale il volto…” replicò lei con un po’ d’amarezza stemperata nel tono di voce.

Lui finì la sigaretta e si voltò finalmente a guardarla.

“Questo non posso dirtelo io, forse neppure mi crederesti; prova ad ascoltare cosa ti dice il cuore… - le suggerì con una tranquillità che in realtà non aveva. – In che modo mi sono tradito?”

“In quel biglietto ha citato il fazzoletto blu di Stewart; l’abbiamo usato solo la sera della prima.”

Masumi sorrise amaramente.

“Capisco. Sono sempre stato molto attento a non lasciare indizi, ma questo è un dettaglio che non potevo immaginare… è quasi un paradosso: temevo che tu potessi scoprire tutto da quel forum, e invece…”

La vide avvicinarsi. Maya si fermò di fianco a lui.

“In quel forum parlavano di lei come del mio ammiratore, ma era una cosa che non potevo credere… fino a questa sera. Ora mi dica: devo considerarla un amico o un nemico?”

Prima di rispondere, lui le posò le mani sulle esili spalle, e scese poi ad accarezzare le sue braccia.

“Non sono mai stato un tuo nemico, Maya. Di questo vorrei tu fossi certa.”

Maya arrossì a quel contatto, e per un momento abbassò lo sguardo, preda dell’emozione. Quasi subito, lo rialzò con decisione.

“Lo sono Hayami-san. Lo sono…”

Era sincera e bendisposta; questo a lui bastava per sperare che fosse pronta ad amare, o almeno, accettare chi fosse lui in realtà. Da adesso, l’ammiratore avrebbe cambiato tattica.

“Allora, possiamo essere amici alla luce del sole, Maya? Sarebbe un inizio, non ti sembra? E dopo, chissà fino a che punto potranno evolversi le cose… - lo diceva accarezzandole una guancia con un gesto lento della mano che seguiva il contorno del suo viso - io non escludo niente, ragazzina.” Disse, intenerito dalla sua deliziosa aria imbronciata, che non riuscì a camuffare il turbamento profondo che la pervadeva.

“Sì, ma la smetta di chiamarmi ragazzina!” borbottò prima di correre via, sopraffatta dalle troppe emozioni vissute quella sera.

 

 

 

*******

 

 

 

La nostra storia in qualche modo è andata avanti.

Sul manga della sensei Miuchi ha preso la piega che tutti i lettori conoscono, ma io e Maya ci siamo ritagliati i nostri spazi privati fuori dalla storia ufficiale.

È stato il modo più semplice che abbiamo trovato per vivere il nostro amore, - non mi sembra vero di poterlo dire - e la cosa non è stata priva di difficoltà. Sembrerà impossibile da credere, ma è così.

 

Quando Maya è partita per raggiungere la sua sensei nella valle dei susini, io molto volentieri l’ho seguita, non solo col pretesto di dover cercare mio padre, ma anche per allontanarmi da Tokio e dal putiferio sollevato con la mia decisione di annullare l’impegno preso con la cozza cotonata. Non dovrei, ma questo nomignolo continua a tornarmi in testa, e ammetto che mi diverte.

In realtà, c’è davvero poco da divertirsi.

Ho dato la mia risposta alla famiglia Takamiya prima di partire per Nara, il paese d’origine di Ichiren Ozaki, ed è stato relativamente facile; con mio padre dato per disperso, forse morto, non ero più il rampollo di buona famiglia accettabile dall’impero dei Takamiya.

Il nonno e il papà di Shori, uomini pratici e di mondo, compreso che potrei non essere un buon partito, mi hanno lasciato andare senza tanti rimpianti.

Potere dei soldi; ecco cosa vuol dire perdere una buona posizione che ti garantisce certi privilegi. Ma del presunto privilegio di sposare Shiori, ne faccio volentieri a meno.

So anche che i potenti Takamiya tornerebbero immediatamente sui loro passi, se la situazione si ribaltasse, e io riacquistassi prestigio.

Dovrei sperare che ciò non avvenga, ma ci penserò a suo tempo.

 

Shori, a sentir lei, era innamorata persa, e non ha reagito bene, come prevedibile, ma togliermela dai piedi per qualche tempo (scusate l’espressione, ma non ne trovo una più calzante) è stato un vero sollievo. Mi sono sentito leggero, liberato da un peso di piombo che avevo sul cuore. Questo la dice lunga, su quanto io fossi legato a quella donna.

 

Quando ho detto a Mizuki di divulgare la notizia attraverso un comunicato stampa, le è quasi venuto un colpo per la sorpresa. Dopo si è congratulata con me, con un’esuberanza tale, che mi ha divertito moltissimo.

“Oh, finalmente, signor Masumi! – ha esclamato Saeko gettando un plico di fogli sulla scrivania. - Si è liberato di quel manichino vestito. Lei è già un tipo troppo ingessato, voi insieme sareste sembrati due statue di cera. Ho sempre pensato che non fosse adatta a lei. La vedo con un altro tipo di compagna… una come Maya, magari.”

“Mizuki, non esageri con i commenti. Lei ogni tanto si dimentica d’essere solo la mia segretaria.” L’ho redarguita, ben sapendo che è anche un’amica sincera e disinteressata.

“Mi perdoni, ha ragione, ma questa gliela dovevo proprio dire. Vede, sto esprimendo il pensiero di tutte le utenti del forum; faranno tripli salti di gioia, piroette e quant’altro quando apprenderanno la notizia. (nda. - soprattutto quella originale che uscirà dalla penna della Miuchi, a data da destinarsi) Il forum sarà subissato di commenti…”

“Continuo a non capire perché sia tanto odiata. È una donna discreta, mite, che ama i fiori… un po’ fragile di nervi, magari…”

Al mio commento, ho visto Saeko aggiustare gli occhiali sul naso, con un moto di disappunto. Quando lo fa, di solito, segue una delle sue frasi pungenti.

“Ama i fiori? Lei non sa cosa sarà capace di fare davanti ad un mazzo di rose viola! Non la riconoscerebbe! Forse avrebbe rotto il fidanzamento ufficiale molto prima. Provi ad immaginare una squilibrata con le forbici in mano! Fa un certo effetto, no? Altro che fragile di nervi!”

Così, Mizuki mi ha raccontato l’episodio di villa Takamiya, com’è riportato sul manga. Ho saputo poi, leggendo alcuni riassunti sul forum che la svenevole anemica Shori, oltre ad assumere comportamenti meschini impensabili, darà di matto, in maniera piuttosto grave.

Questi sono fatti che devono ancora accadere, ma come negli affari che tratto abitualmente, conoscere in anticipo le possibili mosse dell’avversario è un modo sicuro per trovarsi in vantaggio.

La reazione di Shori mi ha sorpreso, ma di più mi ha impressionato il suo accanimento contro le rose viola. Sì, lo so che nella sua mente deviata rappresentano Maya, ma avevo sempre pensato che i fiori le piacessero, che in fondo al cuore fosse una donna gentile, dotata di vera sensibilità verso le persone meno fortunate come la mia ragazzina. Mi sono sbagliato clamorosamente.

Ora capisco perché le utenti del forum la detestano a morte, in effetti, non mi sento di biasimarle. (nda. – grazie caro; in effetti quello da biasimare sei tu… se non ti dai una mossa.)

 

Non ho mai pensato che si potesse impazzire né morire per amore. Non l’ho mai pensato prima d’incontrare Maya, ma non escludo che potrei impazzire anch’io, se lei finisse tra le braccia di un altro, e Hijiri ne sa qualcosa (vedi lancio di tagliacarte).

No, non la lascerò a nessun altro. L’ho detto una volta, e lo ripeto adesso, con maggior convinzione, perché ora so cosa vuol dire essere amato da lei, e non è una felicità a cui intendo rinunciare.

 

Nella valle dei susini, una sera io e Maya ci siamo trovati stesi su un prato a contemplare il cielo notturno. Era la seconda volta che ci capitava di guardare le stelle insieme, e adesso erano vere e splendevano sopra le nostre teste. Era il nostro primo vero incontro dopo aver scoperto che ero il suo ammiratore segreto. All’inizio parlammo delle prove a cui la sottoponeva la signora Tukikage, ma in realtà avevamo il forte desiderio di parlare di noi, dei nostri sentimenti. C’erano così tante cosa da dire, tante spiegazioni che avrei dovuto darle. Mi ripromisi che lo avrei fatto, col tempo, un passo alla volta.

Eravamo entrambi emozionati.

“Hayami-san, io sono davvero felice di essere qui con lei, stasera. Non vorrei essere in nessun altro luogo.”

Le presi la mano e la strinsi nella mia, come avevo fatto tanto tempo prima a teatro, quando la invitai a vedere Anna Karenina.

“Anch’io sono felice di essere qui con te, Maya.”

“Io vorrei trovare le parole giuste per ringraziarla; lei non sa quanto mi abbia incoraggiata… quanto sia stato importante, per me…” era commossa, e lo sentivo dal tono della sua voce che tremava.

“Oh, Maya, sono io che dovrei ringraziarti. Ho lasciato a Tokio un’infinità di problemi, ma quando stiamo insieme io sento di poter essere me stesso. Il mio cuore è legato al tuo, e qualunque cosa accada, i nostri destini sono intrecciati.”

“Lo credo anch’io Hayami-san, anche se adesso abbiamo davanti molti ostacoli.”

“È vero Maya, ma se la Miuchi vorrà, risolverò tutto. Stai tranquilla.”

“Il signor Hijiri continua ad essere un collegamento fra noi?”

“Sì, è meglio, almeno in alcune circostanze. Nessuno deve sospettare che sono il tuo ammiratore; qualcuno potrebbe pensare che ti favorisco per il ruolo della dea Scarlatta, e questo potrebbe danneggiarti, e io non voglio che accada una cosa simile.”

Ci fu un lungo silenzio, carico solo del suono dolce della notte intorno a noi. L’aria era fresca; presi la giacca e la usai come coperta per proteggere Maya, vestita in modo troppo leggero. Inaspettatamente, lei si strinse a me e avvertii il suo profumo, il corpo caldo che premeva contro il mio.

“A cosa pensi?” le domandai dopo un po’.

“Stavo pensando che è grazie a quel forum, se stasera siamo qui, così…”

“Addirittura? Galeotto fu il forum…”

“Leggendo alcuni commenti lì sopra, ho iniziato a pormi qualche domanda su di lei… beh, a volte ho trovato cose un po’ azzardate, altre a cui non volevo proprio credere; ad esempio, lo sa che c’è chi pensa che Hijiri sia innamorato di lei?”

“Cosa? – Esclamai sorpreso e vagamente divertito. - No, questo non è possibile. Sono sicuro che gli piacciano le donne…” aggiunsi convinto.

“Oppure di me, solo nasconde la cosa per lealtà nei suoi riguardi…”

La strinsi di più. Poi le sollevai il viso, che lei teneva nell’incavo della mia spalla, per guardarla dritta negli occhi.

“Vuoi farmi diventare geloso, ragazzina? Hijiri non oserebbe… Comunque, credo di sapere cosa hai trovato davvero azzardato e sconvolgente: quei disegni dove siamo travolti dalla passione. Devo ammettere Maya, che hanno scatenato la mia fantasia… ultimamente sto facendo molta fatica a porvi un freno…” le sussurrai nell’orecchio, con tono suadente e sensuale carico di sottintesi, che Maya non poté fraintendere.

E io volevo che capisse cosa stavo provando, quanto in effetti la desideravo. Quanto forte fosse l’amore che scaldava il mio petto.

Al colmo dell’imbarazzo con il viso in fiamme, il cuore che forse le scoppiava dentro, la mia ragazzina cercò bruscamente di scansarsi da me, ma le impedii di muoversi, bloccandola sull’erba col peso del mio corpo.

“Non fuggire via, Maya, ti prego. Ti ho aspettata così a lungo, un sogno disperato che credevo impossibile, e devo aspettarti ancora, ma va bene così. Non voglio spaventarti; il desiderio è una cosa normale tra un uomo e una donna, com’è normale il fatto che io ora abbia la dannata voglia di baciarti.”

 

Colsi un sospiro in quella tenera oscurità che ci custodiva.

 

Quello fu il primo bacio, mio, e mio soltanto.

Mie furono le sue labbra morbide e piene, promesse tenere schiuse per me, in cui abbandonarmi sull’onda della gioia.

Mio fu il suo fresco, dolce sapore di donna, donato con trasporto, mentre le sue mani s’intrecciavano con carezze lievi ai miei capelli.

Non ci furono altro che baci, quella notte. Tutti quelli mancati, rubati, attesi, sognati, tutti quelli che con dolore ci saremmo negati dopo, una volta tornati a Tokio. Lì, erano baci carichi di promesse, amore dichiarato a fior di labbra, tra i nostri nomi sussurrati.

Avremmo fermato il tempo, lì sul prato, sotto quel cielo nella valle dei susini.

 

Nella valle ritrovai mio padre vivo, con tutto quello che ciò implicava; non fu contento della mia decisione di rompere il fidanzamento, e agì tentando miseramente si ricucire lo strappo che io avevo causato.

Alla fine di tutto tornammo nella valle dei neon, delle luci artificiali senza calore, dove mi attendeva la mia lotta quotidiana, per tornare ad essere un uomo libero da vincoli imposti, dove Maya doveva trovare la sua Dea e renderla reale come solo lei poteva fare.

Ci restavano i nostri ricordi; la notte al tempio in cui la scaldai e la sentii tremare d’amore tra le mie braccia, mentre mi sforzavo di controllare la mia brama che aumentava, la sua potente esibizione nei panni di Akoya che mi rapì per l’ennesima volta il cuore, l’incontro struggente delle nostre anime che per un istante si sono sfiorate.

Lasciammo tutto nella valle della Dea Scarlatta, come sogni in custodia da tornare a prendere.

 

 

Ora sono qui, in attesa che questa nostra storia abbia un seguito, e prego il destino e gli dei perché non resti incompleta.

Nel mondo dei neon io e Maya ancora non possiamo amarci, troppi ostacoli sono frapposti fra noi, ma siamo fiduciosi che la nostra unione si realizzerà, perché ora sappiamo di essere anime gemelle.

Ora sappiamo quanto siamo stati soli prima di trovarci.

Bramo come un assetato il momento in cui ci rincontreremo, l’istante in cui la vedrò su quel palco indossare il kimono scarlatto e petali di susino voleranno sulla scena.

Perché sarà lei. Io lo so.

Per me sarà lei soltanto, la mia Dea Scarlatta.

Adesso so perché sono stato adottato da mio padre, perché ho inseguito tutta la vita il filo rosso che mi legava a una dea leggendaria.

Non era una vendetta che dovevo attuare.

 

È il mio destino e il suo.

 

Per questo mi rivolgo a colei che tira i fili delle nostre esistenze. Siamo nelle sue mani Miuchi sensei, ci dia vita attraverso i suoi disegni, palco di un teatro dove noi possiamo vivere, il mondo dell’arcobaleno dove nasce e respira il nostro amore.

 

Ci dia Izu, luogo e speranza lontana di un sogno nascosto nei nostri cuori, dove forse potremo finalmente amarci per davvero.

 

Non le voglio male, ma tolga Shiori dal mio percorso di vita. Non la amo né potrei amarla e la renderei infelice, ma lei che l’ha creata, può salvarla. Può salvarci tutti. Come dice Hijiri, amico sincero che dovrei ascoltare più spesso, a costo di qualsiasi tempesta, devo onestà a me stesso, pretendere la mia felicità e la sua, non cedere a sensi di colpa inutili e dannosi.

Ho attraversato i miei inferi, ora mi faccia risalire verso il cielo dove c’è l’atra metà della mia anima.

Lei deve volere un finale degno di una grande storia.

Completi quest’opera.

Faccia incontrare per sempre i nostri destini.

Quello mio e di Maya.

Su un palco, in fondo è lì che è iniziato tutto, e nella vita.

E se chiudere il cerchio di una storia così lunga che l’accompagna da tanti anni, (non solo lei) la renderà forse un po’ triste e malinconica, pensi alla felicità che riempirà i nostri cuori fatti di carta e inchiostro, di cui le saremo grati per sempre.

Una felicità che divideremo volentieri con lei e migliaia d’altri cuori nel mondo, fatti di carne e sangue, che hanno palpitato e continueranno a palpitare per questa storia.

 

Miuchi sensei, ci renda eterni.

 

 

 

 

Fine (nell’attesa di quella vera)

 

 

 

 

Con l’augurio che la Miuchi trovi la fine della storia originale, qui si conclude questa storia lievemente surreale, nata per un contest indetto su http://glassnokamen.forumfree.it/ . Prendendo come fonte primaria il manga, ho preso alcuni eventi e li ho liberamente adattati alla mia storia, cercando in ogni caso di restare fedele ai caratteri dei personaggi. Io mi sono divertita a scriverla, spero voi a leggerla; naturalmente, se avrete voglia di lasciare un piccolo commento per farmelo sapere, ve ne sarò sinceramente grata. Ringrazio Rossella, l'admin del forum che ha creato il banner premio per il contest.

Un saluto, Ninfea (Scarlett Blu)

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