Lost Stars

di Ferron de Verre
(/viewuser.php?uid=174525)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Colei che arde ***
Capitolo 2: *** Iddio ci donò il Giuramento, il Sangue e il Prottetore ***



Capitolo 1
*** Prologo - Colei che arde ***


But are we all lost stars, trying to light up the dark?


 



Idris, Morgenstern Manor - 10 anni prima

Una giovane bambina dai lunghi capelli rossi era intenta a imitare la madre nel dipingere lo straordinario panorama primaverile di Idris durante il tramonto o " ora blu ", la preferita di Jocelyn e di sua figlia Seraphina.
I prati di un tenue verde rugiada, riflesso felice di un paio di occhi verdi e malinconici di una donna ormai abbandonata alla corrente degli eventi.

Era stata una donna forte e combattiva - Jocelyn - coraggiosa, devota alla famiglia e al dovere, ma come il fiore più dolce e delicato, era stata brutalmente spezzata e completamente distrutta.
Spezzata da un Demone Oscuro travestito da un Misericordioso Angelo, crudele e lucente come il Lucifero, conosciuto meglio sotto il nome di Valentine Morgenstern - suo marito, il padre dei suoi figli ... Destinati a fare la fine delle farfalle per colpa di un crudele scherzo del Cielo -, il distruttore di Anime.
La donna si girò a guardare teneramente la figliola al suo fianco, gli occhi erano due lune argentate sorridenti e le sue mani erano sporche di blu e di un giallo arancio, era ancora innocente, ma per quanto tempo lo sarebbe stata ?

Non era giusto, non lo era affatto ed era solo colpa sua...

Scacciò i brutti pensieri e la chiamò con il soppranome del nome con cui avrebbe preferito chiamarla - Clarissa, luminosa -, ma per scelta del padre era finita col avere il nome di Seraphina, colei che arde.
Clary si girò sorridendo con la bocca aperta, i capelli rossi le ronzavano intorno come fiamme ardenti e vive, posò un lieve bacio sulla fronte e la strinse a sè nell'ultimo abbraccio che aveva il sapore di un addio salato.
Era il suo unico modo per chiederle scusa, ma era stanca di lottare controcorrente e di perdere, la sua vita non aveva più senso, non più. Lei stessa non era più niente, solo un vuoto involucro della vecchia sè.


- Clarissa, ascoltami attentamente - senza aspettare la risposta della bambina continuò quel monologo - Prometti alla mamma che un giorno sarai forte e coraggiosa? Che lotterai sempre per i tuoi ideali? - domandò con voce incolore la donna, Seraphina annui a quella strana richiesta, anche se non le era chiara.  
- Ricordati della carta rovesciata bagnata dal fuoco celeste, sarà ciò che ci salverà. - 
Prese il pallido polso della bambina fra le sue braccia, lo baciò e poi tracciò una runa del silenzio,per tutto il la guardò sempre negli occhi sorridendo tristemente. 
Seraphina era confusa di quel gesto, la mamma non si comportava mai in modo cosi strano, neanche quando aveva le sue crisi durante la notte.

- Bambina mia, ti amerò fino al giorno dopo l'infinito* - disse Jocelyn interrompendo ogni pensiero.

All'orizzonte il cielo prometteva tempesta, il vento urlava forte contro le finestre aperte e sorrise, la donna sorrise e spiccò il volo come la rondine ferita nella neve.

Dilaniata dal dolore e cullata dall'angelo della morte, si spense fra la voce del vento, mentre il suo carnefice assistete immobile.
But are we all lost stars, trying to light up the dark?


Idris, Morgenstern Manor - molti anni dopo 

Una lacrima solitaria cercò di attraversare il bianco viso della giovane ragazza che si apprestava a lasciar scivolare dalle lunghe e ferite mani un delicato bouquet di delicati asfodeli e cianotici anemoni, la cacciò via con un gesto stanco della mano sinistra.
Di solito non si lasciava andare alla malinconia e ai sentimentalismi, ma quel giorno aveva deciso di essere solo Seraphina e non la figlia di Valentine, una spada senza anima.
Si piegò sulle ginocchia e si tolse la parrucca biondo platino rivelando una cascata di fiammengianti capelli rossi , sorrise tristemente alla foto della donna che la osservava con occhi impotenti.
- Mi piacerebbe odiarti, sarebbe più semplice dirti addio per sempre e rinnegare me stessa per questa missione ... - sussurò freddamente la ragazza, avvicinò il viso sulla foto donando un effimero bacio farfalla.
- Ti amerò fino al giorno dopo l'infinito - le sussurò con tono più suadente e crudele, per poi alzarsi velocemente verso la casa e la famiglia che l'aveva cresciuta fra dolori e gioie.
Non si voltò mai più e non permise alle sue debolezze di prendere largo nuovamente, era Seraphina Clarissa Morgenstern, la figlia di Valentine.

"La bambina non pianse mai più e non dimenticò mai ciò che aveva imparato: che amare significava distruggere e che essere amati significava essere distrutti. Sarebbero state le parole che un giorno avrebbe raccontato a quella persona che l'avrebbe raccolta dopo essersi spezzata perdendo tutto ciò che avrebbe amato profodamente."




Angolo Autrice 

Buon pomeriggio,
benvenuti alla lettura della mia nuova long fic " Lost Stars ", il titolo è tratto dalla canzone Lost Stars del film Begin Again, mi ha colpito da subito e ho pensato, ma i nephilim alla fine non sono "stelle perdute"?
Da qui nasce la storia, ma ho iniziato a lavorarci bene solo da circa sette mesi, curando dettaglio per dettaglio.
Come si puo ben capire è una " what if ", cosa sarebbe successo se Jocelyn non fosse scappata e se Clary sarebbe cresciuta con Valentine?

La nostra cara Clary prende qui il nome di Seraphina, il nome della madre di Valentine, e Clarissa prende il posto di Adele come secondo nome.

In parte è un tributo ai Morgenstern, a questa splendida famiglia di cui volevo provare a dare una storia e un "cuore".
Spero vi piaccia, per qualsiasi domanda potete potete mandare un messagio privato o recensire.


Chiarimenti :

* è una frase tratta dalla saga " Beautiful Creatures ".

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Iddio ci donò il Giuramento, il Sangue e il Prottetore ***


Iddio ci donò il Giuramento, il Sangue e il Prottetore 



Isabelle frugava nell'armadio lasciando cadere i vestiti che non le interessavano, canticchiando distrattamente fra se e se le parole di una qualche canzone mondana,

"Quand fourche ma langue,
j'ai là un fou rire aussi fou"


Stava cercando un vestitino carino per la sua uscita con il cavaliere della Fate Meliorn, di solito i Cacciatori non tendevano a mischiarsi con I Nascosti - Fate, Stregoni, Vampiri o Lupi Mannari -, si limitavano a flirtare come Jace - Il suo fratello adottivo, un leone selvaggio e imprevedibile cosi lo definiva fra se e se - o a ignorarli come suo fratello Alec, il dolce e mite Alec, vittima caduta in tranello dell'amore impossibile, colpa degli occhi dorati e del sorriso famelico di gloria e vendetta.
Lei non cercava l'amore, cercava sola una bocca affamata di baci a cui affidare per una notte i suoi immensi vuoti e i tormenti altrui.

Leggermente promiscua, seducente, raffinata e fedele alla propria famiglia, questa era Isabelle.
Un miscuglio di fuoco, lucido acciaio e ghiaccio ardente, i suoi profondo occhi nocciola - due grandi perle nere a parere di molti - che lentamente ti lasciavano sprofondare nel loro oceano di misteri inesplorati. -
Cosi diversi da quelli timidi oceano azzurri di Alec, leggere onde che si abbattevano contro la costa piene di fragilità e parole non dette.

Decantata da molti per la sua bellezza da sirena ammaliatrice, alta con una vita sottile e una pelle lattea incorniciata da una chioma corvina, era magnifica e ne era consapevole, ma non poteva evitare quelle insicurezze che si celavano dietro anni di segreti e dietro la sua focosa grinta.

Scacciò via quei brutti pensieri, quando fra le sue lunghe mani curate, capitò un delizioso vestito di velluto rosso. Si intonava bene con la sua collana di rubino - un vecchio cimelio della famiglia Lightwood, capace di pulsare in presenza di demoni - e con i suoi marchi seguiti dalle cicatrici - di cui non si era mai vergognata, ma che sfoggiava con orgoglio - erano i simboli della sua vita da Cacciatrice di Demoni.
Di solito le ragazze si vergognavano quando i scuri marchi diventavano pallide cicatrici, lei no. Si trovava a sui agio nella ferocia nella battaglia, nella frusta d'elettro che bruciava intorno a se, degli allenamenti per migliorare, del sangue che usciva velocemente dalle ferite.
Non avrebbe mai potuto rinunciare a essere una Shadowhunter.

Lentamente si spogliò delle neri veste per indossare l'abito prescelto, leggero come le foglie d'autunno, ovviamente calzò i suoi stivaletti di pelle nera con tacco incluso. Mai meno di 17 cm, era la sua regola.
Si guardò allo specchio, il volto pulito di una diciassettenne le restituì lo sguardo, ma per l'ennesima volta copri quella ragazza con del trucco scuro ed impenetrabile..

Ed ecco a voi la spezza-cuori Isabelle Lightwood, prostatevi ai suoi piedi e annegate nella sua scia di profumo rosato.

Idris, Manor Morgenstern -

Jonathan entrò di corsa nella stanza della sorella, sapeva che era intenta a fare le valigie per il viaggio del giorno successivo, ma lei era davanti all'armadio coperta dalla sua lunga veste bianca e umida di pioggia.
Riusciva a scorgere il corpo che aveva teneramente e violentemente amato per tutta la sua vita, sua sorella, sangue del suo sangue.
- Seraphina... - sussurò quasi sottovoce, lei si girò sorpresa per quella intrusione e nei suoi occhi, una muta domanda sorgeva sena trovare risposta. Occhi che lo avevano abbagliato come fari nella nebbia mattutina, occhi che lo avevano inevitabilmente condannato al rogo.

" Tu sei un demone, i demoni non sanno amare e nessuno vorrebbe amare un mostro come te " 

Ma lui amava, lui provava emozioni, rabbia che circolava nelle vene come fiamme abbaglianti, amore che lo annegava in presenza di quella letale creatura angelica nota anche come sua sorella.  
Sangue del suo sangue.
Preso da quel impulso dannoso, la raggiunse e la baciò con forza, quasi a farla annegare nel nero della sua anima insieme a lui.
Tante volte i suoi sogni si erano colorati delle labbra ciliegia di sua sorella, della sue pelle nuda e ricoperta dei marchi dell'Angelo, di dolci parole sussurate fra un bacio e l'altro.
Improvissamente il Paradiso gli sembrò un posto reale, in cui sapeva di lei, ma d'improvviso ogni sogno si spezzò d'incanto.

Seraphina si era allontanata da lui, gli occhi sbarrati e lucidi, si stringeva le mani al petto quasi a ricercare riparo dal freddo, sussurrò solo un semplice perché e lui capitolò sotto la forza del dolore.
 Si buttò in ginocchio stringendo i suoi polsi segnati, baciandoli per ricevere l'amato perdono.

- Sono solo un demone, non so amare.... Perdonami sorella mia, perdonami - sussuri strozzati e pieni di rimpianto, anche se il mostro nero dentro la sua testa desiderava di più, sempre di più-

E lei, misericordiosa, si ingonnochiò accanto a lui, stringendolo sul seno come una mamma con il suo piccino. Lo cullò e gli sussurò dolci parole di conforto, mentre lo sconforto annebbiava lo sguardo della giovane. 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 Jace si ritrovò nuovamente al centro della tormenta , la nebbia lo aggirava e lo scherniva con i suoi toni grigiastri e occulti.
Si senti quasi sul punto di soffocare nel suo stesso respiro, provò a muoversi per cercare di diminuire il panico che gli annebbiava i sensi, ma non poteva, non ci riusciva.

Immobile come un statua di sale sul posto scelto dal Signore per donargli l'estrema unzione, sarebbe morto a breve, era quella il pensiero che l'assillava angosciamente.
I suoi demoni allo scoccare della luna tornavano a sfamarsi delle sue debolezze e paure, e lui, impavido guerriero tenebroso che di mestiere uccideva i demoni reali, non riusciva a sconfiggere se stesso nel gioco delle paure.
Nelle fiabe il principe salva la principessa, in questa storia, era la fata a salvare l'impavido guerriero.
Come una fata Morgana terribilmente reale, la pallida giovane dai capelli rubino Allungava le sue mani mentre la sua voce spezzata sussurrava il suo nome come una malinconica cantilena.

Jace jace jace jace jace jace jace jace jace jace ,

Senza sapere come, riusci ad allungare la sua mano sinistra verso di lei senza raggiungerla mai e mentre la cantilena si apprestava a continuare indisturbata alzandosi col levare del vento.
 Il sogno effimero giunse alla sua resa e il giovane biondino si risvegliò sudato e stanco.
L'aveva sognata per l'ennesima volta, la-ragazza-senza-volto cosi l'aveva sopprannominata, anche se per lui aveva le movenze di un angelo triste e misericordioso.
Sospirò pesantemente, volgendo lo sguardo dorato verso la luna che sorrideva come una mamma severa.

Non mi abbadondare ...




Angolo Autrice -

Scusate l'immenso ritardo, ma sono stata male, quindi non ho potuto aggiornare prima, ma ecco a voi il secondo capitolo, anch'esso è introddutivo e serve a introddure i Lightwood ( Alec, Jace ed Isabelle ) e il fratello maggiore di Seraphina\Clary.
La vera protagonista qui è Isabelle, per come l'ho sempre vista realmente, spero di non essere finita nell'OOC. L'ho voluta narrare per quello che era, ma state certi che non sara' sempre cosi, anche lei crescera' nel bene e nel male.
Nel prossimo episodio conosceremo meglio Jonathan e Valentine, l'Istituto e ... Sorpresa, ma vi piacera'.

Spero vi sia piaciuto questo capitolo,
Grazie Mille.








 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3398982