La scommessa che pagai

di Elimia1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** "Scuola nuova, vita nuova" ***
Capitolo 2: *** "Te la farà pagare." ***
Capitolo 3: *** "Uchiha considerati morto!" ***
Capitolo 4: *** "Voglia di ucciderti" ***
Capitolo 5: *** "Va' all'inferno." ***
Capitolo 6: *** "Geloso, tesoro?" ***
Capitolo 7: *** "Hai capito male" ***
Capitolo 8: *** "In passato..." ***
Capitolo 9: *** "L'inferno" ***
Capitolo 10: *** "Hai freddo?" ***
Capitolo 11: *** "Uchiha" ***



Capitolo 1
*** "Scuola nuova, vita nuova" ***


1."Scuola nuova, vita nuova"
 
 
Scuola nuova, vita nuova. Non é cosí che si dice di solito? 
Mi presento: il mio nome é Nicoline, ho quattordici anni, capelli lunghi e castani, occhi azzurri quasi celesti coperti da un paio di occhiali rossi; probabilmente l'avrete intuito dalla mia etá: proprio oggi inizio a frequentare il primo anno delle superiori, purtroppo in un'altra città da quando mio padre si é dovuto trasferire per lavoro e io con lui di conseguenza. Onestamente da quello che faccio si può intuire che sono nella categoria "ragazze senza speranze" e ho i miei motivi per farne parte, credetemi. Timida non é un aggettivo che mi descrive molto bene, meglio... instabile; qesta é la parte negativa di Nicky Karame. 
-Nicky! Scendi che dobbiamo andare!- grida mia sorella dal piano inferiore, come potrei dimenticarmi di parlarvi di mia sorella maggiore? 
Comunque... mia sorella Katie, ha i capelli corti ricci dello stesso colore dei miei ( altrimenti non saremmo sorelle, no?), occhi grandi color castagna. Sa essere amabile quando vuole, ma spesso non faccio che litigarci. 
-Nicky! Vuoi darti una mossa o devo aspettare che cresca l'erba in giardino?- 
-Sí, sí, mi sbrigo, aspetta dieci minuti!- mi metto una felpa nera con cappuccio, prendo la mia borsa piena fino all'orlo di libri e scendo le scale.
-Katie sono pronta! - sbotto arrivata, vedo il suo fidanzato prepararsi una tazza di té e lei seduta a tavola masticando tranquillamente una fetta di pane tostato con marmellata; mentre lei mangia io lascio a terra la borsa e abbraccio il suo ragazzo, Obito, che mi sorride e mi fa sedere al lato di Katie. 
-Obito, ho fame!- dico con voce infantile sbattendo i pugni sul tavolo e iniziando a cantilenare la frase "ho fame" finché Obito mi mette davanti una ciotolina piena di cereali e latte. 
-Avanti, mangia.- sorride. -Non ho alcuna intenzione di mandare a scuola una bambina di cinque anni che ha fame.- 
-Sorellina sei proprio infantile.- mi provoca Katie tirandomi una ciocca di capelli.
-Ma senti chi parla.- ribatto puntandole contro il cucchiaino.
Obito ruota gli occhi.
-Tutte le mattine la stessa storia.- ridaccha. -Tutte le mattine mi tocca sopportarvi.- 
-Obi, io, secondo te, sono infantile?- gli chiedo guardandolo dopo aver tolto il cucchiaio da davanti il viso della mia dolce sorella.
-Uhm... un pochino lo sei.-
Gli faccio gli occhi da cucciolo e poi torno a mangiare mentre guardo con costanza l'orologio che segna ancora le sette e venti. 
-A parer mio tu smetterai di essere infantile quando dal cielo pioveranno asini.-
Roteo gli occhi.
-Obito puoi accompagnarmi adesso a scuola?- lui mi guarda, guarda Katie poi ride.
-Certo che sí.-
Quando finisce la colazione esce di casa con me al suo fianco e saliamo in macchina. 
-Quanto dista la scuola? - guardo fuori dal finestrino le colline erbose ricoperte di alberi che ci circondano, tutt'intorno a noi la campagna, con i suoi alberi, dalle folte fronde adornate con fiori di tutti i tipi.
-Non molto tempo.- mi metto comoda sul sedile e inizio ad ascoltare la musica facendomi rimbombare le parole nei timpani, non ci vuole molto ad addormentarmi, infatti mezz'ora dopo é Obito a svegliarmi. Cosí di malavoglia prendo il borsone che pesa, a parer mio circa tre quintali, esco dall'auto e prima di entrare in quel enorme edificio do un bacio sulla guancia al ragazzo. 
-Ci vediamo dopo.- lo vedo salire in macchina, allotanandosi sull'asfalto.
Entrata in quella scuola un po ' deserta poiché non vedo studenti, inizio a cercare la mia aula, ma sfortunatamente mi perdo nei corridoi della scuola, non fatico certo a capire che mi sono persa.
Lí le pareti sono colorate di bianco, il pavimento é costituito da mattonelle a forma di rombo di colore rosso scuro, avevo già passato la segreteria quando ero entrata e adesso non so neanche più da dove sono venuta, tutti i corridoi sono uguali. O per lo meno lo sembrano.
-Ti serve aiuto?- mi chiede un ragazzo dai capelli grigi corti e molto scarmigliati avvicinandosi a me. 
-Grazie.- rispondo guardandolo. -Sto cercando quest'aula qui.- indico il foglietto su cui sta scritto tutto quello che devo sapere sulla scuola, compresa la mia classe e gli orari delle lezioni. 
-Ma certo, allora sei tu Nicoline Karame!- dice, lo guardo spaventata.
-Che succede?- mi guardo intorno. -Ho detto qualcosa che non va?- 
-No, è solo che ho capito chi era la ragazza spagnola che veniva a studiare qui.- 
- In effetti hai ragione, mio padre si è dovuto trasferire qui per lavoro, fa il vicepresidente in una azienda giapponese, cosí io vengo a studiare in Giappone.
-Ops, credo di averti trattenuto un po' troppo.- mi prende la mano e iniziamo a correre finché insieme raggiungiamo una classe lí vicina; arrivata tiro un sospiro di sollievo e mi siedo in un banco vuoto, vicino ad una ragazza dai lunghi capelli biondi, una frangia le copriva l'occhio destro, celeste come il sinistro. 
-Ino Yamanaka, molto piacere.- dice tendendomi la mano, sorrido.
-Piacere mio Ino, Nicoline Karame.- 
Un ragazzo si avvicina a me e mi sottrae il quaderno, alzandolo a una altezza che non avrei mai raggiunto; osservo meglio il ragazzo che ride: capelli neri e lunghi scarmigliati come fosse un porcospino, occhi neri e profondi, alto e molto robusto, ma soprattutto era bello.
-Ehi!- grido alzandomi e iniziando a saltare per prendere il quaderno, lui continua a ridere e mi osserva. 
"Vediamo se dopo questo continuerai a ridere cosí." Gli tiro un calcio nello stomaco facendogli lasciare il mio quaderno e lo riprendo.
-Ouch.-
-Hai imparato la lezione, Madara?- ridacchia Kakashi da uno dei banchi dietro. -Non devi scherzare con una ragazza cosí!-
Tutta la classe scoppia a ridere, tranne lui.
"Madara, eh?"
Mi avvicino al ragazzo dai capelli neri e gli sorrido beffarda davanti. 
-Ora hai imparato la lezione, Madara?-
-Buongiorno ragazzi.- dice il professore entrando, tutti si siedono ai propri posti e si inchinano.
 

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Capitolo 2
*** "Te la farà pagare." ***


2."Te la farà pagare"
 
Mi siedo al lato di Ino sorridendo di lato, il professore inizia a fare lezione.
-Te la fará pagare, lo sai, vero?- sussurra Ino continuando a scrivere.
-Chiaro che lo so.- sorrido beffarda. -Ma almeno ha avuto la lezione che si meritava.-
-Spero che tu sia consapevole...-
-Signorina Yamanaka! Vuole stare attenta alla spiegazione o preferisce ripetere tutto quello che ho detto?- la rimprovera il professore voltandosi verso di lei.
-No, no, sto attenta.- risponde arrossendo un po' mentre la classe ride.
Quando il professore si volta di nuovo io scrivo un bigliettino a Ino e glielo porgo:
"Perdonami Ino, é stata colpa mia."
Lei fa cenno di no con la testa e iniziamo ad ascoltare.
Il giorno passa in fretta, facendo arrivare l'ora di pranzo; aspetto che la mia compagna finisca do sistemare i libri nella borsa e scendo con lei alla mensa.
-Ino, ho dimenticato di prendere una cosa! Ti raggiungo dopo di sotto.- inizio a salire le scale finché qualcuno mi prende per i capelli e mi sbatte al muro: il solito.
Ruoto gli occhi e sbuffo.
-Si può sapere cos'altro vuoi da me?- gli chiedo cercando di liberarmi.
-Senti, Nicoline o come ti chiami, non starmi tra i piedi, non sopporto le persone come te.-
Sbuffo di nuovo e riesco a liberarmi.
-Senti, Madara o come ti chiami, meglio che tu stia attento a quello che fai contro di me.- 
Faccio per andarmene ma mi blocca la via d'uscita.
-Ricorda questo Karame, io te la faró pagare.-
"Figuriamoci."
Anche il pomeriggio passa veloce e cosí arriva l'ora di tornare a casa.
-Obito!- grido correndo ad abbracciarlo, lui si stacca da me e mi fa salire in macchina, ma non parte. -Perché non partiamo?-
Fu in quel momento che capí che la mia vita sarebbe stata un'inferno, Obito stava aspettando qualcuno.
-Sto aspettando mio cugino, non credo tu lo conosca.-
Un brivido mi percorse la schiena.
-Come si chiama?-
La portiera si apre e io sento che potrei impazzire veramente.
"Calmiamoci, meditazione..."
-Guarda, guarda chi si vede di nuovo.- sibila Madara.
-Che piacere incontrarti, Madara.- ribatto con feroce sarcasmo.
-Ma allora vi conoscete, beh, meglio per me.- Obito sorride e partiamo, mentre fuori comincia a piovere.
-Guarda che tempaccio. Fa anche freddo.- sussurro guardando dal finestrino, sento Madara avvicinarsi a me e il suo braccio cingere le mie spalle; gli lancio un'occhiataccia.
-La colpa non é mia, hai detto tu di aver freddo.-
-Staccati. Immediatamente. Da. Me.- sillabo spingendolo via. -Proprio a me doveva capitare una persona cosí.-
-Avanti Nicky, vieni qui.- dice lui sorridendo.
-Scordatelo, razza di pervertito!-
-Non mi chiamare cosí!-
-PERVERTITO!-
-Stupida!-
-Cretino!-
-Insignificante!-
-Imbecille!-
-NICOLINE! MADARA!- grida Obito fermandoci. -Avete intenzione di smettere?-
-Scusa Obito.- diciamo insieme.
-Bene, scendete dalla macchina, siamo arrivati.-
-Ma questa è casa tua Obi.-
-Sí, è la più vicina dato che sta per scoppiare una tempesta.- spiega. -Ho delle camere in più, posso ospitarti questa notte, Nicky.-
"Fantastico, chiusa in casa tutto il..." 
-Obito mica mi vorrai lasciare con questo pervertito tutta la notte?!-
-Per una volta sono d'accordo, io con questa non ci sto in casa.-
-Madara!-
-Va bene, va bene.- incrocia le braccia e scende dall'auto entrando nella villa.
-Nicoline, per favore, non discutere con Madara, lui ha solo me e il suo fratellino.-
-Se me lo chiedi in questo modo non posso dirti di no.-
Scendiamo dalla macchina e entriamo nella villa, avrà circa tre piani, le pareti sono colorate di bianco come quelle della scuola, il pavimento é costituito da una moquette, colore: rosso fuoco, ci sono delle grandi finestre dal bordo di legno d'ebano, coperte da tende bianche.
-Nicoline ti chiedo di scegliere...- Non finisce la frase che io già sono al terzo piano davanti ad una stanza.
-Questa mi sembra perfetta.-
-No, quella...-
Entro e mi concedo dieci secondi per osservare il tutto: pareti rosse e moquette bianca. "Che fantasia..." un letto matrimoniale abbastanza alto e due finestre bordate oro sopra essa; davanti al letto una bella scrivania di legno e sopra la scrivania, abbondanti di libri, mensole di legno, un armadio di legno chiaro è ancora aperto.
-L'ultima persona che ha dormito qui è chiaramente disordinata.- sbotto spostando dei libri da sopra il letto e appoggiandoli sopra la scrivania.
-Ehi, devo forse scrivere il mio nome sulla porta? E poi io non sono disordinato.- dice qualcuno entrando, scarto subito l'ipotesi che sia Madara, la voce è troppo diversa. -Chi sei tu e cosa ci fai in camera mia?- 
-Nicoline Karame, molto piacere. Scusami, non pensavo la camera fosse tua, Obito mi ha detto di sceglierne una e così...- il ragazzo è alto più o meno quanto me, avrà sì e no circa un anno in meno,  occhi neri e profondi e capelli neri lunghi raccolti in una coda. Probabilmente è...
-Non fa niente, tranquilla. Izuna Uchiha, piacere mio.-
-Sei il fratellino di Madara o un suo parente? Gli assomigli molto.- 
Lui ride.
-In effetti sono il suo fratellino.-
-Come carattere non gli assomigli per niente.- scoppiamo a ridere entrambi.
-Nicoline! Scendi di sotto!- la voce di Obito, faccio per uscire dalla camera, ma inciampo e Izuna mi prende prima che potessi cadere a terra.
-G-grazie Izuna.- balbetto arrossendo.
-Hai intenzione di...- Madara si blocca vedendo che sono tra le braccia del suo fratellino, Izuna arrosisce e mi lascia. -Vedo che...-
-Aspetta! Non è come credi!- grido.
"Sto difendendo Izuna? Non è che..."
Lui sbuffa e si porta le mani dietro la nuca.
-L'avevo capito.- sorride di lato e poi mi sussurra all'orecchio: -Infatti sono stato io a farti cadere.-
"Maledetto pervertito! L'ha fatto apposta!"

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Capitolo 3
*** "Uchiha considerati morto!" ***


3."Uchiha considerati morto!"
 
-Torna immediatamente qui!- grido scendendo veloce le scale. -Uchiha dei miei stivali considerati morto!-
-Finalmente siete scesi...- Madara prende la mano di Obito e iniziano a correre per la cucina mentre io e il povero Izuna, che cerca di fermarmi, corriamo dietro a loro.
-Izuna corri!- grida Madara, il ragazzo fa un passo indietro. -Quella non è più Nicoline!-
-Madara...- sibilo avvicinandomi, lui fa alcuni passi indietro, spaventato dalla mia reazione. -Vieni qui...-
Scuote il capo e mentre cerca di indietreggiare ancora si accorge di essere con le spalle al muro.
-Obito, aiutami!- chiede implorante stringendosi ancora di più alla parete.
-Oh, no. Non lo farò.- risponde incrociando le braccia.
-Maledetto traditore!- si rivolge a Izuna dietro di me. -Izuna, faresti un favore al tuo nii-san che ti vuole tanto bene?-
-Neanche morto, questa volta te lo meriti.- incrocia le braccia mentre io mi avvicino minacciosamente a Madara e lo stendo a terra con un calcio nello stomaco.
-Il mio otouto non mi vuole bene, Obito neanche, Nicky tu mi vuoi un pochino bene?- i due scoppiano a ridere.
Ci rifletto un attimo prima di dire:
-Per niente.- Izuna e Obito ridono ancora più forte
-TACETE!-
-Muovetevi a raggiungermi a tavola, ho una fame...- sbotto sedendomi a tavola.
-Tu hai sempre fame.- ribatte Obito sedendosi di fronte a me, lo fulmino con gli occhi. -Va bene, va bene. Sto zitto.-
Sorrido e Izuna si siede alla mia destra, Madara a sinistra.
"Sono completamente circondata da Uchiha..."
-Fratellino, dimmi una cosa...- gli si avvicina sussurrando qualcosa di inudibile al suo orecchio.
-COSA!? COME PUOI CHIEDERMI UNA COSA SIMILE!?- arrossisce di colpo fissandomi.
"Omg, è così dolce quando arrosisce!"
-Dovrebbe essere un sì?-
abbassa la testa e annuisce.
-Che dolce.- mormoro guardando il ragazzo, sorrido.
-Nicky... ti ha sentito.- mi dice Madara all'orecchio quando Izuna perde i sensi.
-Izuna-chan!- grido predendolo in braccio, lui e Obito mi fissano. -Che avete da guardarmi?-
Si guardano tra loro.
-Strani.- bofonchio. -Porto Izuna in camera.- si guardano di nuovo. -Non fatevi strani pensieri, lo porto solo in camera.-
Madara alza un sopracciglio.
-Sicura?-
-Proprio tu parli, pervertito.-
Ruota gli occhi.
-Andiamo Izuna-chan.- salgo rapida le scale e raggiungo la sua stanza; lo lascio sul letto e dopo essermi seduta vicino a lui, inizio ad accarezzarlo sul cranio.
-Nicky-chan...- mormora dolce, si siede e mi osserva, sta sorridendo; mi abbraccia.
-Qualcosa non va, Izuna?-
-No, no, niente.-
Gli do un bacio sulla fronte e scendo le scale, tornando in sala da pranzo, i due Uchiha continuano a fissarmi.
-Che cavolo c'è che mi fissate così?- domando alquanto scocciata.
-Ci hai messo ben cinque minuti.-
Roteo gli occhi.
-Obito, mi stupisco di te, non credevo che potessi dare retta a quel pervertito.- sibilo prima di salire di nuovo le scale; raggiungo il secondo piano e mi fermo davanti a una porta di legno chiaro.
-Ci sarebbe da chiedere di chi è questa camera.- mormoro a me  stessa prima di entrare: le pareti di colore bianco, il pavimento di mattonelle dal colore chiaro e le tende lasciano molto più illuminata questa stanza di quella di Izuna, due grandi finestre siedono semi-aperte oppostamente al letto matrimoniale, dai colori rossi e, al suo fianco, due comodini con sopra riposte altrettante lampade; un sacco da boxe al centro della stanza, una scrivania con sopra libri di tutti i tipi, una piccola stufetta al lato di questa; un armadio alto fino al soffitto è aperto, al suo interno vestiti maschili.
"Di certo non posso dormire in questa camera."
Mi siedo sul letto e comincio a frugare nel cassetto del comodino, trovandoci un pacco di biscotti e inizio a mangiarli poi, dopo, non faccio in tempo a uscire che qualcuno entra più velocemente di me, borbottando qualcosa a proposito della cena che Obito aveva preparato.
-Si può sapere che ci fai tu qui?- chiede Madara vedendomi. -Mi sembra che tu sia nella MIA camera, sopra il MIO letto, mangiando i MIEI biscotti che tra l'altro stavano nel MIO comodino.-
-Non fraintendere, mi sono persa di nuovo.- mi alzo lasciando il pacco di biscotti sul letto e faccio per uscire, ma lui mi blocca tenendomi salda per le braccia.
-Ora ti chiederei molto gentilmente di lasciarmi.- dico sforzandomi di sorridere, Madara appoggia la sua testa sopra la mia spalla. 
-Ti va una scommessa, Karame?- chiede, riesco a sentire il suo fiato sul mio collo e la cosa mi infastidisce non poco. -Mi piacerebbe vedere se con le mie condizioni riuscirai a vincere.-
-Che tipo di scommessa, Uchiha?-
-Vediamo... se riesco a portarti in camera mia per una notte, entro un mese, avrò vinto io.-
Sorrido interessata.
-E nel caso in cui TU perda?-
-Allora potrai dirmi addio per sempre.-
"Interessante, potrò dirti addio per sempre?" Sorrido beffarda. "Bene, allora preparati all'addio, Madara."

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Capitolo 4
*** "Voglia di ucciderti" ***


4."Voglia di ucciderti"
 

"Caro Madara non sai quanta voglia ho di ucciderti proprio in questo momento." Penso storcendo il labbro; è più di mezz'ora che sta parlando e io dal canto mio, non ne posso più di ascoltarlo. "Si può sapere dove sono Obito e Izuna quando servono?"
-Madara...- lo interrompo più che stanca con un gesto della mano.
-Cosa c'è?-
-Mi sembra che tu abbia parlato abbastanza, è tardi.- mi alzo sgranchendomi le gambe ed esco a tutta velocità dalla camera cercando Obito, il quale, sembra avermi letto nel pensiero perchè si fionda davanti a me e mi prende il braccio trascinandomi in una camera abbastanza lontana da quella di Madara.
-Grazie, Obi.- dico prima che se ne vada.
Per la terza volta in un giorno mi trovo a guardare una stanza: i colori di questa però sono più caldi, pareti di colore giallo chiaro, pavimento di mattonelle bianche, un altro letto matrimoniale dai colori rossi. "Si vede che gli Uchiha sono fissati con il colore rosso..." sopra il letto due finestre bordate oro come quelle della camera di Madara, e, oppositamente al letto un piccolo caminetto, il fuoco è spento, al lato del letto un comodino di legno chiaro con una lampada a mosaico sopra il comodino, una scrivania di colore nero vicino al grande armadio chiuso alla sinistra della parete, una porta da sul bagno.
Faccio una smorfia e mi avvicino all'armadio aprendolo e guardando l'infinità di vestiti che siedono al suo interno.
-Che diamine ci fanno dei vestiti da donna in una casa abitata da tre ragazzi?- bofonchio senza ottenere risposte, prendo un cambio di vestiti e lo appoggio sopra al letto, vado in bagno e faccio scorrere l'acqua nella doccia dal vetro opaco finchè non scorre acqua calda e mi butto dentro dopo aver chiuso la porta.
-Nicky!- grida qualcuno da fuori, io esco dalla doccia e mi nascondo dietro il separè iniziando a vestirmi.
"Sono quasi sicura che è la voce di Izuna."
-Izuna, sono in bagno, non entrare!- come non detto, il ragazzo entra.
-Maletto pervertito ti avevo detto di NON entrare!- grido, ormai ho quasi finito di vestirmi, quindi esco da lì dietro tirando uno schiaffo dritto dritto sulla guancia di Madara. -Quali parole della  frase "non entrare" non ti sono chiare?-
Lui si massaggia la guancia e mi fissa, una ragazza quattordicenne, vestita con solo una maglia bretelle e un paio di pantaloncini cortissimi, fin troppo corti, i capelli castani bagnati fino alla radice che bagnano il pavimento. 
-Hai intenzione di smettere di guardarmi e uscire da qui o devo continuare a darti pugni fino a farti morire?- lui sorride e prova ad abbracciarmi ma lo respingo dandogli un pugno in testa. -Ho detto fuori da qui.-
Lui esce e io sospiro.
"è mai possibile che debba fare sempre così?" roteo gli occhi. "Ma certo che è possibile."
Finisco di vestirmi e mi fiondo in camera buttandomi di peso sul letto e avvolgendomi tra le coperte; sento che qualcuno mi sta spiando pertanto mi alzo, chiudo la porta a chiave, addormentandomi nel letto pochi minuti dopo.  

 

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Capitolo 5
*** "Va' all'inferno." ***


5."Va' all'inferno."

-Avanti, alzati.- sbotta Madara scuotendomi.
"CHE CI FA IN CAMERA MIA?! E INOLTRE CHE DIAMINE VUOLE DA ME?!"
-Si può sapere che diamine vuoi da me?- sibilo acida girandomi dall'altra parte, lui sorride.
-Se non ti alzi entro cinque secondi mi metto nel letto e...- Non fa in tempo a finire che già l'ho sbattuto a terra.
-Si può sapere cos'ho detto di male!- grida, gli tiro un pugno in testa.
-Come cos'hai detto di male?!- replico. -Tu volevi...-
-Ho solo detto che mi sarei messo nel letto e avrei dormito.-
Arrossisco fino alla punta dei capelli e mi alzo in fretta dal letto; controllo la tormenta dalla finestra sopra il letto, continua a infuriare sopra casa Uchiha.
"Diamine, ancora non posso tornare a casa." Osservo Madara che si sta alzando. "E, peggio, sono chiusa in casa con questa cosa."
Mentre continuo a guardare fuori per scorgere l'orizzonte, totalmente oscurato dalla nebbia, non mi accorgo che Madara sta per prendermi in braccio.
-Ehi! Che cavolo fai!- grido, lui mi sorride ed esce dalla camera scendendo le scale e lasciandomi davanti alla porta della cucina; mi rifila un bacio sulla guancia ed entra.
"Cosa?" Mi tasto la guancia e scuoto il capo forte. "Non devo permettergli di vincermi."
-Hai intenzione di venire a mangiare o rimanere fuori dalla porta?- chiede Izuna salutandomi. 
-Izuna-chan, non ti avevo visto arrivare.- lui sorride, quel sorriso che ti fa sciogliere, e mi da un lieve bacio sulla guancia. 
"Ho la netta impressione che tutti in questa casa siano usciti di testa." Guardo la combriccola di due che sta cercando di far saltare invano una frittella in aria e sospiro. "Tutti meno..."
-Ouch! Il mio naso! Il mio bellissimo naso!- sento Obito gridare, poi lo vedo scendere le scale tenendosi una mano a coprire il naso.
-Okay, mi rimangio quello che stavo per pensare.- mi siedo in cucina a tavola.
"Se Madara non fosse bravo a cucinare e io non avessi fame non esiterei a cucirgli la bocca con un filo di ferro." Sospiro, lasciando il lavoro al fratellino, Madara si siede di fianco a me, iniziando a bere un tè lo fisso di sottecchi. "Oggi è troppo silenzioso, qualcosa non va."
-Qualcosa non va, Nicoline?-
"Sì, chiaramente qualcosa non va."
-No, no sto bene.- poso il bicchiere sul tavolo e lo osservo, sembra un po' giù. -Madara... stai bene? Dalla tua espressio...-
-Sto bene! Smettila di preoccuparti!- sbraita battendo i pugni sul tavolo. -È mai possibile riuscire a mangiare in pace?-
-S-scusa... m-mi stavo solo preoccupando per te.- rispondo con le lacrime agli occhi e lo sguardo basso, Izuna e Obito mi stanno guardando pertanto mi asciugo le lacrime che scendono copiose e corro via.
-Sei un vero cretino!- sento Izuna gridare. -Come ti sei permesso?!-
Prima che possa abbracciarmi io gli ho già sbattuto in faccia la porta della camera con un sonoro:
-LASCIATEMI IN PACE!-
"Mio fratello a volte sa essere un vero stupido."
Mi metto a schiena contro la porta e cerco di nascondere le lacrime coprendomi gli occhi con la manica della maglia, ormai bagnata fradicia.
-Sono disgustosa...- dico sforzandomi di sorridere, con la sola conseguenza di scoppiare a piangere più forte; osservo davanti a me, la sagoma di mia madre mi da le spalle e guarda fuori.
-Ma-mamma...- mormoro cadendo in ginocchio, lei si volta e vedendomi mi sorride.
-Nicoline...- il ricordo inizia a bruciare e io sento che potrei impazzire.
-Mamma!- corro ad abbracciarla, ma a poco a poco la sagoma scomparire, lasciandomi piangere in solitudine consapevole di quello che è successo; sento qualcuno entrare piano e la porta cigolare. 
-N-Nicky i-io...-
-SPARISCI! ESCI DALLA MIA VITA!- grido con tutto il fiato che ho nei polmoni, accorgendomi solo dopo che ho gridato inutilmente, non c'è nessuno.
-Quanto vorrei che tu fossi qui... mamma.-

Intanto in camera sua, Madara è steso sul letto, pensa.
"Che cosa ci posso fare io se lei è troppo sentimentale?" Sbuffa spazientito. "Pero, quei bellissimi oc... MA CHE DIAMINE VADO A PENSARE!" Scuote il capo. "Non credo potrà mai perdonarmi."
La porta si apre facendo trasparire la sagoma di Obito; Madara si siede.
-Che ci fai qui?- in risposta gli tira uno schiaffo. -Cos'ho fatto?-
-Vai immediatamente a chiederle scusa.-
-Cosa?-
-Hai capito bene, Uchiha dei miei stivali, vai immediatamente a chiederle scusa.-
-Obito, ma che ti passa per la testa?-
-Oh, senti chi parla... quello che è riuscito a far piangere una ragazza.-
"È la prima volta che mi tratta così."
-Vai a chiedere scusa a Nicoline.-
Madara annuisce ed esce dalla camera, seguendo Obito, per raggiungere la mia camera; davanti alla porta bussa senza ottenere risposte.
-Nicky, sono io.-
Finalmente la porta si apre, Izuna è davanti a lui.
-Izuna, chiudi. Non ho voglia di vedere Madara.-
"Non ho voglia? Te la faccio venire io la voglia!" Entra a spallate e mi prende per il collo, sbattendomi al muro; i nostri visi sono a due centimetri di distanza.
-Madara! Lasciala!-
-Non ho voglia di vedere Madara? E io che volevo anche...-
-Va' all'inferno.- sibilo acidissima lasciandolo senza parole, mi lascia e se ne va.
A questo punto posso dire di avere due cose da fare prima di morire:
-progettare la morte di Madara;
-mettere in atto il piano.
Continuando a pensare questo posso persino non rendermi conto che tanto non sarei mai riuscita ad ucciderlo. 
 

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Capitolo 6
*** "Geloso, tesoro?" ***


6."Geloso, tesoro?"

Il giorno dopo quella terribile giornata, passata lentamente, è più che raggiante; qualcuno é felice di andarsene da casa Uchiha, sapendo bene che un altro qualcuno aveva perso la sua scommessa.
-Izuna-chan.- lo saluto abbracciandolo, gli do un bacio sulla guancia e raggiungo Obito in macchina.
-Adesso puoi spiegarmi che ci fa qui?- chiediamo in coro io e Madara a Obito indicandoci a vicenda.
-Perché, vi ripeto, sarebbe totalmente inutile fare da giri di macchina, é più veloce farne uno.-
Sbuffo e roteo gli occhi.
"Avrebbe almeno potuto avvertirmi." Appoggio la fronte contro il finestrino e mi metto le cuffie per ascoltare la musica in santa pace, o così speravo prima che qualcuno mi strappasse una cuffia appoggiando la sua testa sopra la mia spalla.
-Alzati. Immediatamente.- sbotto insensibile.
-Come sei fredda oggi.-
"Che razza di..." Guardo fuori. "Non permettergli di darti irritazione."
-Fa pure come vuoi.-
Circa dieci minuti dopo si addormenta sulla mia spalla e io non posso farci nulla; così appoggio la mia testa sopra la sua e mi addormento anch'io.
-Ehi, svegliatevi piccioncini.- dice Obito scuotendomi.
-Non mi scuotere Idiota!- grido tirandogli un pugno e spingendo via Madara, che stava ancora dormendo sulla mia spalla; una chioma grigia molto familiare passa lì vicino. -Kakashi!- corro verso di lui.
-Dov'è andata?- chiede Madara massaggiandosi le tempie, Obito indica Kakashi e lui lo fissa sprezzante.
-Che ti prende, Madara?- chiede il maggiore alzando un sopracciglio. 
-Non sarai per caso geloso?-
Sbuffa sonoramente e se ne va entrando nella classe.
-Così hai dovuto passare il fine settimana con quel pazzo?- mi chiede Kakashi, annuisco.
-Mi permetto di correggerti, Kakashi, con quel pazzo pervertito.-
Scoppiamo in una fragorosa risata e ci dirigiamo nella classe; vedo Madara osservarci con disprezzo.
"GELOSO, tesoro?" Chiedo muovendo solo le labbra.
"Ti piacerebbe." Risponde.
Come al solito mi siedo vicino a Ino, stranamente felice.
-Ehi, felice compagna di banco, che ti prende?- chiedo, lei mi risponde indicando un ragazzo nuovo dai capelli corti e corvini.
-Ragazzi, lui è Sai. È nuovo qui pertanto fatelo sentire a suo agio.-
-Sì, Sensei.- rispondiamo in coro.
-Sensei, dove posso sedermi?- chiede il ragazzo.
-Guarda, là c'è un banco vuoto.- indica il banco vuoto vicino a Madara.
"Oddio, quel poveretto di Sai ne passerà di tutti i colori." Osservo Ino guardare speranzosa il ragazzo.
-È bellissimo.-
"Fantastico, sono tra due fuochi." Non per niente il banco di Madara è a pochi centimetri dal mio.
-Nicky...- mi richiama dal fissare l'Uchiha. -Non è che...-
-No!- sbraito a voce più bassa che posso.
Non passano neanche cinque minuti dal primo richiamo che Sai e Madara parlano animatamente.
"MA È POSSIBILE CHE STIANO UN PO' ZITTI?!"
-State zitti!- ordino dando una gomitata a Madara, stranamente si zittiscono.
"Finalmente."
Per la pausa pranzo, mi avvicino a Kakashi, quel ragazzo è così tranquillo...
-Kakashi!-
"Ti prego, fa che non sia lui."
-Oh, Sai, credevo fosse Madara.- dico voltandomi, Ino mi si avvicina. -Che maleducata, non mi sono ancora presentata, il mio nome è Nicoline Karame. Lei è Ino Yamanaka.-
Mentre Sai e Ino parlano, Madara mi prende per le spalle, facendomi sussultare.
-Stupido! Mi hai fatto venire un colpo!- sbraito, ma sembra che la predica sia più sulle risate, tutti tranne me scoppiano a ridere.
-Che avete da ridere!- grido ridendo.
-Noi andiamo, Nicky.- dice Ino prendendo la mano di Sai e facendomi l'occhiolino, se ne vanno lasciandomi con Kakashi e Madara.
"Mia carissimissima Ino, lo sai che io ti voglio bene, ma sai anche che progettare omicidi di massa per me è un giochetto."
-Allora, andiamo?- chiede Kakashi prendendomi a braccetto, Madara mi abbraccia da dietro e cinge le spalle con un suo braccio.
-Andiamo, Nicky-chan.-
"INO CONSIDERATI MORTA."

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Capitolo 7
*** "Hai capito male" ***


7."Hai capito male"
 
-Se non smettete di ridere giuro che vi ammazzo.- dico seria pulendomi il viso con un fazzoletto mentre Kakashi e Madara continuano a ridere, mentre mangiavo Madara mi ha lanciato in faccia, "per sbaglio", il suo purè di patate.
-Non... ce... non ce la faccio a smettere!- dice tra le risate, gli tiro un pugno.
-Ora ce la fai a smettere?- sbotto, Kakashi si asciuga una lacrima cadutagli per le troppe risa.
Per mia fortuna la campanella suona, è ora di tornare in classe e dopo altre noiosissime ore passate a cercare di ignorare Ino, con gli occhi persi su Sai, non fissare Madara per tutto il tempo e stare attenta alla lezione, finalmente posso tornare a casa.
-Nicky!- mi chiama il porcospino, si dirige verso di me e mi prende la mano.
-Che vuoi?- chiedo prima che lui mi cinga le spalle con il braccio.
-Volevo solo accompagnarti a casa.-
Appoggio la mia testa sull'avambraccio e insieme iniziamo a camminare.
-Sai, quando non sei furente riesci persino a essere molto bella.-
Arrossisco un po'.
-Beh, graz... come mai tutti questi complimenti?-
"Conosco Madara come le mie tasche e so perfettamente che non è certo tipo da complimenti."
-Oggi mi sembri un po' giù e cercavo di alzare il tuo morale.- dice dolce, tutta questa dolcezza mi fa venire il latte alle ginocchia.
-Sta tramando qualcosa...- mormoro tra me e me.
-Stavo pensando...- "Ecco, vedi?" -Vuoi venire a dormire a a casa Uchiha stanotte? Non credo che tua sorella sia in casa.-
-Prima cosa: non ci penso neanche, seconda cosa: come diamine fai a sapere che mia sorella non è in casa?-
-Allora? La tua risposta é no?- si avvicina ancora di più a me.
"Maledetto cretino."
-Chiaramente, mi sembra di averti già detto il primo giorno che non intendo avere nulla a che fare con te, pervertito.-
-Ne sei proprio convinta?- sorride di lato. -Sicura che...-
-Taci!-
Devo trattenere il mio istinto omicida che sta aumentando a mano a mano che parla.
-Sai bene che non intendo perdere la mia scommessa.-
Si avvicina a me a tal punto da farmi sentire il suo respiro sopra il mio collo.
-Mantieni. Le. Distanze.- dico, provo ad allontanarlo da me ma é irremovibile e, anzi, si avvicina ancora di più.
-Cosa pensi di fare?- sbotto arrossendo di colpo. -Sai bene che la scommessa non la vincerai tu.-
-Sai... non sono mai stato chiaro sulle conseguenze che avrebbe tutto ciò.-
Alzo un sopracciglio.
-Quindi?-
-Quindi questo sottintende che potresti innamorati di me.-
Scoppio a ridere.
-Io innamorata di uno come te!- scuoto la testa. -A volte sai essere davvero spiritoso, sai?-
-Ma io non intendevo essere spiritoso.- sorride beffardo. -Intendevo che potresti davvero innamorati di me.-
Mi volto, Madara sta proprio iniziando a darmi sui nervi. Lui dietro sorride, mi fa voltare contro la mia volontà e mi bacia.
Il mondo va al contrario, lo percepisco chiaramente, la voglia di sotterrarmi sta venendo aumentando e io sento che vorrei morire; d'un tratto sento un'auto fermarsi davanti a noi.
-Nicky! Ma quando pensavi di presentarmi il tuo ragazzo?- mi stacco velocemente da Madara, ma lui continua a stringermi a sè.
"IO. TI. AMMAZZO." La mia aura omicida si espande. "E AMMAZZO ANCHE TE, RAZZA DI CUGINO CHE MI RITROVO."
-Hashirama che diamine ci fai qui?- domando nervosa.
-Hashirama! Da quanto tempo non ci si vede, eh?- dice Madara avvicinandosi alla macchina, un ragazzo alto, capelli lunghi e castani, occhi color ebano è seduto nel taxi, quel pazzo di mio cugino.
"Nuovo piano, ammazzo Madara, ammazzo Hashirama, do la colpa a Obito e scappo in Siberia. Bel piano... se non fosse che Madara mi sta tenendo stretta a sè." Lo osservo, non sembra un gran che felice di vedere Hashirama.
-Madara-chan, mi puoi lasciare ora?- gli dico sorridendo, sento anche la sua aura omicida espandersi, ma non mi può fare nulla... se non vuole che scoppi la terza guerra Mondiale.
-Nicky!- Hashirama scende dal taxi e mi abbraccia.
-Non ti sopporto quando sei così zuccheroso, staccati immediatamente da me e mantieni le distanze.- lo respingo e lui fa una smorfia depresso.
-Oh, no. Non iniziare.- replica Madara prima che possa cadere in depressione, Hashirama scoppia in una grande risata.
-Ma quanto a lungo credevi di tenermi nascosto il fatto che Madara fosse il tuo ragazzo?-
-HAI CAPITO MALE COME AL SOLITO! LUI,- indico l'Uchiha -PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO SARÀ IL MIO RAGAZZO, FOSSE ANCHE L'ULTIMO ESSERE VIVENTE SULLA FACCIA DELLA TERRA!- sbraito tirando uno schiaffo sulla guancia di Madara.
-Nicoline!- mi rimprovera mio cugino.
"È possibile che debba sempre stare dalla sua parte?"
-Perchè stai sempre dalla sua parte?- ribatto, l'Uchiha mi appoggia una mano sulla spalla.
-È una lunga storia.-
-Bene, avrai tempo per i vecchi tempi quando saremo a casa.- dice lui spintonando me e Madara dentro la sua macchina.
-Hashirama giuro che quando arriviamo a casa Senju ti ammazzo.- sibilo acida.

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Capitolo 8
*** "In passato..." ***


8."In passato..."
 
Arriviamo a casa Senju circa una mezz'ora piú tardi, a causa del traffico e della distanza tra la scuola e la destinazione, situata sulla spiaggia, poco piú a nord della costa; sperando con tutto il cuore che Tobirama/scocciatore/cugino/scorbutico Senju non sia in casa comincio a camminare sulla spiaggia mentre Madara mi segue.
"Prima o poi..."
Mister scorbutico é seduto fuori dalla casa, in "giardino" fumando una sigaretta.
-Muoviti, entra in casa.- sbotto spintonando Hashirama dentro prima che lui potesse richiamare l'attenzione di Tobirama.
-Tobirama!- grida Madara facendolo accorrere. -Questo è per avermi dato del pervertito.- sussurra al mio orecchio.
"Questa me la paghi."
-Nicoline.- mi saluta freddo, rispondo alla stessa maniera, nota Madara che sta per andarsene in casa. -Che diamine ci fai qui, non ti avevo detto di sparire?-
-Sai, non sono un tipo affidabile.- mi cinge le spalle con il braccio. -Non lo pensi anche tu, Nicky-chan?-
Lo fulmino con gli occhi.
-Ascolta, Tobi...-
-Non chiamarmi Tobi.-
-Questo porcospino, anche chiamato Madara, non sarà mai il mio ragazzo, fosse l'ultimo essere vivente rimasto sul pianeta.- sibilo liberandomi ed entrando in casa trascinandomi dietro Madara; indico il primo piano.
-Azzardati a salire al primo piano e ti ammazzo.- salgo veloce e mi dirigo nella camera degli ospiti al primo piano, entrata mi butto sul letto.
-Se questa sarà la tua camera si può sapere io dove devo dormire?- domanda l'Uchiha lasciando la sua borsa nella camera.
-Nicky!- la voce di Hashirama mi perseguita.
-Cosa vuoi?- ribatto.
-Lascialo dormire lí e...-
-Neanche morta! Questa é stata la MIA camera e resterà la MIA camera!- grido con tutto il fiato che ho in gola. -Lui non dor...-
-NICOLINE KARAME!- grida Tobirama.
-Quindi tu dovresti dormire qui?- parlo facendo un finto sorriso, si avvicina a me. -Quando intendevo dormire qui, intendevo per terra.-
-Carina, casomai sarai tu che dormirai per terra.-
-Te. Lo. Sogni.- sibilo, lui mi solleva appoggiandomi sulle sue gambe. -Non ti sopporto.-
-Ricorda che quando io inizio una cosa la finisco.- sussurra al mio orecchio prima che uno schiaffo raggiungesse la sua guancia.
-No osare mai piú toccarmi in questo modo.- sibilo uscendo dalla camera.
"Se non sbaglio Hashirama doveva avere una camera vuota oltre a questa." Scendo le scale raggiungendo Hashirama in cucina.
-Dov'é la camera degli ospiti? Quella al secondo piano dico.-
-Non ti avevo detto di...-
-Uchiha Madara ha detto che non vuole dormire lí.- sorrido. -Che peccato, eh?-
-Torna immediatamente di sopra.- ordina indicando il soffitto.
-Hashirama, non vuole altro che molestarmi, per questo te lo chiedo.-
Sospira e abbassa lo sguardo.
-Va bene, per questa notte puoi dormire con me.-
"Ti amo, ti amo, ti amo!" Lo abbraccio e corro in camera sua, stendendomi sul letto.
-Quanto adoro questa camera.-

"Era una cosa relativamente positiva, suo cugino Hashirama, di dieci, aveva appena ereditato la casa sulla spiaggia, casa Senju, dopo la morte di suo padre ed era steso sul letto di una camera a leggere un libro in tutta tranquillità.
-Hashi!- lo chiamó una giovane Nicoline di dieci anni, gettandogli le braccia al collo e costringendolo a chiudere il libro per darle attenzione.
-Nicky, cosa ci fai qui?- chiese -Dovresti essere a casa.-
-Hashi!- ripeté la piccolina. -Posso avere un abbraccio?-
La osservó.
-Certamente!- gridó abbracciandola.
-Hashirama che diamine sta succedendo qui?- chiese un ragazzo dai capelli corvini. Era Madara a dieci anni. -Chi é lei?-
Hashirama accarezzó i capelli della bambina.
-Mia cugina, ha la nostra stessa etá.- lei si alzó e si mise davanti a Madara, sorrideva.
-Nicoline Karame. Molto piacere ehm...-
-Madara.- sbuffó lui voltandosi, Nicoline fece lo stesso e si allontanó a grandi passi dalla casa, raggiungendo la costa; si tolse il vestitino bianco che indossava e lo ripose con cura sopra la sabbia ocra, rimanendo con un costume color del sole. Si buttó in acqua.
-Ehi, vai a nuotare e neanche mi aspetti?- chiese il ragazzo corvino togliendosi maglia e pantaloni rimanendo con un costume e buttandosi in acqua per seguire Nicoline; la ragazza si era seduta sopra uno scoglio, abbastanza lontano dalla costa, strizzandosi i capelli.
-Che fai?- chiese Nicoline indicando Madara, lui stava raccogliendo vari sassi da terra, di cui sceglieva solo i piú piatti, e li metteva da parte.
-Mi sembra ovvio.- presa una pietra la lanció facendola rimbalzare sopra l'acqua per farle raggiungere la spiaggia, ma questa non arrivó.
Era teoricamente impossibile fallire quella semplicissima azione che anche un bambino di sei anni sarebbe riuscito a compiere spedendo il sasso sulla spiaggia, Madara aveva preso coraggio e l'aveva fatto. Fallendo miseramente, mentre la ragazza dietro di lui se la rideva alla grande.
-Ehi! É stata tutta colpa tua! Non avresti dovuto stare dietro di me! L'hai fatto per distrarmi, non é cosí?!- gridó indicando Nicoline, in risposta lei scoppió a ridere piú forte.
-Se quello che vedo non fosse vero non direi che sei la cugina di Hashirama, anzi, sei la sua stessa copia.-
-L'hai detto, Madara.- disse lei abbracciandolo e lasciandolo sorpreso.
-Ehi, non mangiarmi con gli occhi, mi consumi.- rispose lui."

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Capitolo 9
*** "L'inferno" ***


9."L'Inferno"
 
Sono seduta in cucina masticando il riso troppo cotto che Hashirama stesso ha cucinato; per tutta la cena non proferisco una sola parola, anche quando Madara parla male di me, mentre Hashirama lo rimprovera, non rispondo.
-Nicoline, qualcosa non va?- chiede alla fine, al mio orecchio.
-Ah, finalmente ti sei stancato di non ricevere prediche?- replico acida guardandolo negli occhi. -Ti sei stancato di parlare male di me e non sentirmi rispondere?-
-In realtà no, volevo solo essere gentile per una volta.- storce il labbro. -In onore dei vecchi tempi...-
-Di cosa sta parlando, Nicoline?- si intromette Tobirama.

-Tieni chiusa quella tua maledetta boccaccia o giuro che il tuo corpo senza vita farà un bel volo da quella finestra.- la indico. -Hai capito? Rispondimi.-
-Non ho bisogno ne paura di una condanna a morte da parte della mia...- prima che possa continuare stringo in una morsa di ferro il suo collo, Hashirama si alza cercando di farmi lasciare Madara con la sola risposta di un calcio nello stomaco, Tobirama osserva da seduto.
-Tieni chiusa quella tua maledetta boccaccia ho detto.-
-Ma perchè ti comporti così? Da bambini eravate molto amici...-
-TACI HASHIRAMA!- grido lasciando soffocante Madara e uscendo a passo di corsa dalla casa; mi dirigo senza esitare nel posto più nascosto di tutta la spiaggia, una piccola grotta illuminata dalle piccole pietre levigate dall'acqua che ne rivestono le pareti, sotto gli scogli, accessibile da un canale nascosto tra le rocce sulla spiaggia, per questo non mi sono bagnata.
-E pensare che adoravo questo posto.- sorrido amaramente.-Adesso vorrei solo distruggerlo.- mi mordo il labbro per trattenere i singhiozzi. -Perchè diamine la mia voce si sta incrinando? Perchè sto per piangere?-
Mi asciugo come un razzo gli occhi umidi e lucidi, non riesco a credere che sto davvero per piangere, sento i miei piedi bagnarsi, la marea si sta alzando ed è meglio vada. Ma non lo faccio, rimango lì seduta, mentre l'acqua mi bagna le caviglie.
-Bel luogo per ripugnarsi da soli, eh?-
-Come mi hai trovato?- chiedo senza voltarmi, so per certo che è lui.
-Dimentichi che anch'io conosco questo posto.- si siede di fianco a me, prende un sasso da terra e prova a lanciarlo lontano, ma questo sprofonda.
-Sei sempre il solito incapace.- sbuffo lanciando un sasso in un'insenatura. -Visto? Rimani il solito incapace.-
Mi fa cenno di avvicinarmi a lui e si avvicina al mio orecchio.
-I-io... t-ti...- le parole gli si bloccano in gola. -T-ti chiedo scusa, Nicoline.-
"Ho sentito bene? Mi ha chiesto scusa? Questo povero Uchiha è senz'altro malato."
Sorrido e annuisco.
-Bene, credo sia ora di andare, l'acqua mi sta salendo alla vita.- dico uscendo da lì, Madara mi raggiunge; si è fatto abbastanza tardi ma io non ho voglia di tornare in casa solo con la coseguenza di mettermi a discutere con Hashirama o con Tobirama, che saranno senz'altro infuriati, mi siedo a terra.
-Hm...- sbuffa Madara prima di buttarsi a terra. -La sabbia è fresca.-
-Immagino.- rispondo depositando un po' di rametti di legno sopra la sabbia e contornandoli con alcuni sassi, prendo un vecchissimo accendino dalla tasca della mia felpa e faccio scoppiettare un bel fuocherello all'interno dei sassi.
-Non pensavo che una ragazza sapesse accendere un fuoco...-
-Mica tutte le ragazze sono donzelle indifese, sai?- rispondo guardandolo con la coda dell'occhio. -Mica tutte le ragazze hanno bisogno di essere difese da un ragazzo...- "come te." Finisco nella mia mente.
-Beh, ecco...- fa per dire. -Non ho mai incontrato una ragazza che sapeva difendersi da sola.- "con te di mezzo chiaro che non sapevano difendersi." -Tu sei la prima.-
-Non mi sorprende più di tanto.- un soffio di vento mi scompiglia i capelli. -D'altronde mi hai sempre fatto soffrire, dovevo pure difendermi da te.-
Prima che possa rispondere uno squillo mi fa prendere in fretta in cellulare e rispondere.
-Naruto-chan!- lo saluto dopo aver accettato la chiamata e messo vivavoce. -Come stai?-
-Bene, tu?- la sua voce è un po' squillante, sembra felice. -Volevo farti una chiamata per sentire la tua voce, da quanto non ci si sente, eh?-
Sento Madara bollire e diventare rosso, più di un peperone, non so se di rabbia o di gelosia, ma guardandolo bene mi dico che non è possibile che sia geloso.
-Bene, anche a me fa piacere sentirti.-
-Chi è Naruto?- chiede abbastanza scocciato Madara, gli sorrido.
-Chi parla Nicky-chan?- ribatte Naruto.
-Mi rispondi?-
-Naruto-chan è praticamente il mio nii-san, ci conosciamo fin dall'asilo. - rispondo a Madara.
-Naruto-chan, lui è Madara Uchiha è...-
In quel momento comprendo che la mia vita sarebbe stata un Inferno, solo molto peggio di quello descritto da Dante Alighieri.
-Il suo ragazzo.-

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Capitolo 10
*** "Hai freddo?" ***


10."Hai freddo?"
 
Rivolgo uno sguardo assassino al ragazzo poi mi sbrigo a contestare.
-BUGIE! Non è il mio ragazzo!- grido. -Nii-san non credergli.-
-Ehm...-
Rivolgo a Madara uno sguardo: "Dopo io e te facciamo i conti."
-Nii-san, non ti sto mentendo, lui non è il mio ragazzo.- tiro un pugno a Madara. -Il solito.-
Si sente Naruto scoppiare a ridere.
-Naruto-chan...- smette di ridere.
-Tranquilla, non c'è nulla di cui vergognarsi, nel caso in cui Madara sia il tuo ragazzo per me non c'è problema, nel caso non lo sia beh...-
-Grazie, almeno tu mi credi.- sorrido piano. -Ci sentiamo presto, magari dopodomani, che ne dici?-
-Dico che è un'idea fantastica, magari possiamo anche vederci, così ti presento alla mia ragazza...-
-Cosa cosa? Tu hai una ragazza?- mi siedo. -Avanti, descrivemela.-
-Non ci penso neanche, la conoscerai tu stessa.-
-Ma...- ha chiuso la chiamata, sospiro.
-Non credo che andrò... non vorrei che...- Madara mi blocca con un gesto della mano.
-Che hai da perdere? Il tuo orgoglio? La tua dignità? Il tuo cognome?- sorride. -Io ti consiglio di andare.-
Roteo gli occhi.
-I tuoi consigli sono inutili, ormai dovresti saperlo.- sibilo alzandomi e iniziando camminare verso la casa.
-Dimmi cosa ti ho fatto per meritarmi tutto il tuo disprezzo.- ribatte bloccandomi i polsi.
-Molto semplice... esisti!- sibilo con lingua tagliente e me ne vado dopo essermi liberata.
"No, non è questa la vera causa del mio odio profondo." Mi siedo sul letto della camera, Hashirama già dorme, faccio attenzione a non svegliarlo; prendo da sopra il comodino una vecchia foto di me e Hashirama insieme, ma so che lui ha nascosto quella vecchia foto che si dava per sperduta.

"-Forza! Sorridete!- dice Hashirama accendendo la sua macchina fotografica, indico Madara.
-Non sa sorridere, credo che neanche sappia qual è il significato della parola sorridere.- sbotto scocciata.
-Ehi, nana, guarda che la parola sorridere vale anche per te.-
-Non chiamarmi nana, sottospecie di ratto puzzolente.-
-Sorridete!-
Noi ci diamo le spalle ma prima che Hashirama possa scattare la foto Madara si gira mi prende per le spalle e mi costringe a girarmi mentre mi da un bacio sulla fronte.
Flash. La foto è scattata.
-Guarda che questo non è sorridere.-"

Senza fare rumore salgo al piano superiore, arrivo davanti alla camera di Madara, ben sapendo che lui ci sarebbe stato ma sospirando ritiro la mano dalla porta e mi allontano, andando in una camera al secondo piano; davanti alla porta la apro piano, entro e chiudo gli occhi ricondandomi dei momenti passati lì.
È una stanza abbastanza piccola più adatta a una bambina, ma a me non importa, le pareti sono colorate di bianco, il pavimento rivestito da un folto tappeto verde, come me la ricordo la stanza è vuota, solo un letto matrimoniale all'angolo della stanza, da una finestra semi aperta si vede un maestoso ciliegio dai candidi boccioli rosa; mi siedo sopra il bordo interno della finestra e osservo l'albero mentre il vento porta lontano i suoi petali più leggeri.
-Sakura, Sakura...- mormoro. -I tuoi fiori sono i più belli di tutti.- un petalo si posa sulla mia testa e io dopo averlo preso in mano lo osservo. -Ti ricordi quanto eri piccola quando ti abbiamo piantato?-
Sorrido al ricordo di me, Hashirama e Madara insieme.
-Sarebbe meglio dire... quando i tuoi boccioli sono caduti qui.- il mio sorriso si incupisce mentre lascio andare il petalo. -Tu lo sai... sai cos'è successo quella notte.-
"-Mamma!-" le mie grida risuonano ancora nella mia mente.
Inizio a piangere involontariamente e mentre mi asciugo le lacrime che scendono veloci trattengo i singhiozzi. "Perché? Perché soffro cosí anche se oramai é superato?"
Una tazza fumante di camomilla si avvicina a me, sorretta dalle mani tremanti di un certo qualcuno che sa bene come interrompere i momenti così.
-Ho pensato che potrebbe...- di nuovo sento le sue parole bloccarsi in gola. -R-riscaldarti.-
-Non mi serve niente. Io non ho freddo.- sussurro chinando il capo dalla parte opposta.
-Chiaramente hai freddo, guardati.- dopo essersi fatto posto si siede anche lui sul bordo continuando a porgermi la camomilla. -Non sei fatta di metallo.-
-E tu? Tu non hai freddo?- chiedo prendendo il bicchiere.
-Sí, ho freddo.- risponde guardando la luna.
-Quando hai freddo, Madara?- domando lasciandolo sorpreso. -Quando, tu, Madara Uchiha, hai freddo?-
-Io ho freddo quando tu non ci sei, Nicky.-

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Capitolo 11
*** "Uchiha" ***


11."Uchiha"

-Hai freddo.- ripeto osservando la camomilla nel bicchiere, il rametto al suo interno è ormai secco. -Uchiha Madara... ha freddo.-
Lui annuisce, il suo sorriso è spento e io non so più cosa faccio lì.
-Non trovo motivo per cui tu rimanga qui con me.- sussurro, ancora una volta fisso la luna. -A volte mi chiedo se tutto questo sia solo un sogno ma poi mi accorgo che non è così.-
-Sai... per quanto una rosa possa essere bella cresceranno sempre le spine, queste per la rosa sono un po' come una protezione dai pericoli, grazie alle spine la rosa cresce stupenda.-
-Cosa... cosa significa questo?- mormoro dopo aver bevuto un sorso di quella camomilla.
-Il freddo di una persona la può rendere un bellissimo fiore.- sorride mentre un petalo gli posa sopra la sua chioma da porcospino, con un gesto faccio cadere il petalo e gli sposto il ciuffo che copre il suo occhio destro dietro l'orecchio.
-Una volta mi chiesero se mi fossi mai innamorata...- faccio per dire mi blocco bevendo un altro sorso.
-Lo chiesero anche a me...- Madara sorride lievemente. -Sai cos'ho risposto?-
Scuoto il capo.
-Ho risposto che quando mi sarei innamorato veramente di una ragazza le avrei aperto il mio cuore; mi risposero che sicuramente l'avrei riconosciuta per la sua bellezza, ma per me non è mai stato così... da quando ho capito che l'amore è solo una perdita di tempo non ho mai temuto di poter ferire una ragazza, in queste settimane però... quel timore si è fatto realtà.- sgrano gli occhi e faccio per chiedere risposte ma lui mi blocca con un gesto della mano. -Ho timore per te, Nicky.-
"Fantastico, la mia ragione se n'è andata e io non capisco più niente ma di una cosa sono certa..."
-Non intendo passare dalla tua parte, ho sofferto abbastanza per un ragazzo che nemmeno mi ama realmente.- sibilo ancora più acida del sapore di un limone, sbatto con violenza la camomilla sopra la sbordatura. -Non intendo passare un secondo di più con te. Tu dici che mi ami.-
-Cosa?-
-Infatti non è vero. Questa è una bugia.- stringo gli occhi a due fessure. -Ma d'altronde è quello che sei e sempre sei stato: un bugiardo.- mi alzo facendo rovesciare il bicchiere e far cadere il suo contenuto fuori dal bicchiere. -Uchiha, - il suo cognome era stato pronunciato con tal disprezzo -Uchiha, io non intendo soddisfare la tua curiosità, non intendo farti capire fino a che punto posso resistere.-
-Nicky io...-
Gli do le spalle e me ne vado a grandi passi dalla stanza.
Durante la notte mentre seduta sopra la sabbia mi riscaldo con il fuoco che avevo prontamente riacceso circa dieci minuti prima, il cellulare nella mia tasca vibra, mentre lo accendo ne approfitto per vedere l'ora: sono le 03. 34; solo quando comprendo del tutto rispondo:
-Che c'è, Katie? ... no, non mi stai svegliando. ... cosa? Hai già avvertito Obito? ... esattamente cosa dovrei farci io? Non posso mica dirlo io a Obito, non sono te. ... va bene, va bene, glielo dico, basta che mi dici quando parti. ... alle dieci di mattina o di sera? ... ok, allora ci vediamo in aeroporto. ... sì, sì, glielo dirò. ... ci vediamo a fine dicembre, sorellona, ... no, non sono triste. ... ti voglio bene anch'io, ciao. ...- sospiro, chiudo la chiamata e lascio a terra il cellulare.
"Come posso dire a Obito che mia sorella va in Inghilterra per studio?" Chiudo gli occhi e inizio a pensare come sarà rompere il cuore del ragazzo di mia sorella, a forza di pensare mi addormento sopra la sabbia.
Il pomeriggio dopo mi trovo a dover chiedere un favore enorme a mister scorbutico.
-Tobirama... se non sbaglio tu sai dove si trova casa Uchiha...- mi guarda storto. -Non è che... che potresti accompagnarmi lì?-
Storce il labbro e prende una sigaretta dal pacchetto, la accende ma prima che possa metterla in bocca io la prendo e la schiaccio a terra con il piede.
-Che diamine fai!- mi grida contro, sbuffo.
-Fa male il fumo, ormai dovresti saperlo.-
Ora è Tobirama a sbuffare.
-Va bene ti porterò là, ma smetti di essere così presuntuosa.-
-Grazie, Tobirama.- non sorrido e salgo in macchina con lui, circa un quarto d'ora più tardi siamo a destinazione.
-Aspettami qui, non ho molto da fare.- scendo dall'auto, lo saluto con un gesto e suono al campanello di casa Uchiha; Madara apre la porta circa due minuti dopo, sta masticando dei biscotti, probabilmente gli stessi che erano nel cassetto del suo comodino.
-C'è Obito?- chiedo cercando di guardare dietro di lui.
-Aspetta, te lo chiamo.- entra di nuovo in casa e poco dopo è Obito a comparire davanti a me.
-Obito!- lo abbraccio e lui corrisponde l'abbraccio.
-Nicky, che fai qui? Madara mi ha detto che mi cercavi.-
-Sì, dovevo parlarti di una cosa...- prendo la sua mano e lo porto sul retro della casa, nel giardino.
-Ebbene?-
-Devi sapere che... mio padre ha obbligato Katie ad andare a studiare a Londra, parte questa sera alle dieci, non ha potuto dirtelo perchè papà le ha sequestrato il cellulare e inoltre negli ultimi tempi è stata male.- spiego, Obito abbassa lo sguardo poi lo rialza su di me sorridendo.
-Beh... forse è così che doveva andare, hai detto stasera alle dieci? A quale aeroporto?- chiede quasi ridendo.
-Sì, stasera alle dieci, all'aeroporto di Tokyo.- lui annuisce. -Obito, questa sera mia ccompagneresti là?-
-Chiaro che sì!- afferma. -Vuoi restare qui per questa sera? Ti riporto a casa tua quando abbiamo finito questa sera.-
-Va bene, suppongo...-
 
 
 

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