My special Beverdì!

di _heartbeat_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My special Beverdì! ***
Capitolo 2: *** Il club dei buoni cattivi ***



Capitolo 1
*** My special Beverdì! ***


-Allora, non vi potete sempre lamentare se la casa è piccola, se qualcuno ha un posto migliore dove andare, esclusa la casa dei sette nani, proponga e sarò contenta.Regina attenta a quel vassoio di panini.Emma, che ore sono?...le otto, santo cielo, tuo figlio non è ancora tornato, che ne dici di chiamarlo.E’ tardi.- Mary Margaret aveva cominciato a parlare a macchinetta correndo da una parte all’altra distribuendo pile di piatti a Hook e bicchieri a Belle.Doveva tenersi occupata quando era preoccupata o in ansia o in qualsiasi altro momento della sua giornata dove non dormisse.
Quel giovedì sera c’era aria di festa a Storybrooke, dovevano essere le sensazioni positive da vacanze di Pasqua a mettere tutti di così buon umore, Henry camminava soletto per la strada di casa diretto alla villetta degli Charming dove, sapeva a suo malincuore, che lo aspettava una cena super vegetariana come solo sua madre sapeva fare.
Carote, cavolfiore e un misero cucchiaino di olio avevano sostituito le sue amate patatine di cui non sentiva il profumo da un bel po’.E nessuno del gruppo sembrava apprezzare più di tanto il drastico cambiamento della donna.
Quel giovedì sera, come tutti i giovedì da tempi ormai remoti, i membri “significativi” di Storybrooke si riunivano a casa di Biancaneve per parlare, bisticciare, provocarsi ed odiarsi a vicenda.In realtà lo scopo di Mary Margaret era fornire più comunicazione tra i vari gruppi così, seduti uno schiacciato all’altro, si alernavano  Belle, Regina, Emma, Hook, Gold, Robin e i padroni di casa.
Il rumore assillante del campanello fece saltare i nervi già instabili di Regina che diede una gomitata ad Emma che si alzò schiacciando un piede ad Hook per andare ad aprire.
Non chiese nemmeno chi fosse, lo riconosceva troppo bene, lasciò semplicemente la porta aperta sorridendo a suo figlio.
-Bentornato Ragazzino, ti aspettavamo con grande...ansia!- gli fece l’occhiolino indicando Biancaneve –Specialmente tua nonna! E sapessi tua madre, è nervosetta!- rise e lo annunciò agli amici.
-Henry!-
-Tesoro!-
-Mamma, nonna.Gente!Avete già iniziato senza di me?-
-Eravamo preoccupati, su su, siediti là vicino a Belle!- lo interruppe la nonna spingendolo verso l’estremità del tavolo.
Gli passarono un enorme vassoio pieno di fette di arrosto con la pelle dorata e croccante e il sughetto come piaceva a lui; si chiese a cosa dovessero quell’eccezione, si voltò verso Emma e lei gli sorrise servendosi.
-Mancano meno di tre giorni a Pasqua, proposte per festeggiare?- chiese Hook speranzoso mentre accettava volentieri un bicchiere di vino.
-Io temo di dover rimanere, Zelena è quasi pronta a partorire, non la posso lasciare proprio ora- si scusò il ladro ricevendo un’occhiataccia da Regina che non aveva accolto bene la notizia.
Non sopportava l’idea di saperlo con Zelena, l’idea che ci fosse andato a letto la faceva rabbrividire e non voleva pensarci.Non voleva fare di nuovo un pranzo con gli Charming o stare con sua madre, Cora, alla loro tenuta in campagna.Voleva fare qualcosa di diverso dal solito.
-Se ci facessimo un breve viaggio fuori dal Maine?-
-Intendi una vera vacanza?- chiese Biancaneve.
-Più o meno, qualcosa di breve, cinque giorni e via, lontano da qui-
-E come pensi di andarci?- chiese Robin curioso mordendo una carota di contorno.
-Aereo?- propose Emma.
-Aere...cosa?- domandò confuso il capitano.Non era abituato a sentir parlare di oggetti del mondo reale.
-E’ una macchina che vola Hook, ma non mi sembra una buona idea-  rispose Regina scettica.
-E come vorresti andarci?Con la Jolly Roger?- chiese Emma ironica.
-Con la magia genio, ci mettiamo meno ed è più sicuro-
-Se non ti fosse chiaro non puoi usare la magia fuori da Storybrooke.Non sei nessuno fuori di qui-
-Ha parlato la grande esperta di città...-
-Si lo sono, ho vissuto a New York per anni sono esperta sì e no...-
-Ragazze!- David, intenzionato a fare da paciere, si mise tra le due.
-E smettila di contraddirmi sempre-
-RAGAZZE BASTA!- Mary Margaret strillò e il suono le uscì strozzato –E’ una cosa importante seriamente.Una alla volta-
Belle rise coprendosi la bocca con un tovagliolo.
-Lasciamoci affidare dall’istinto- disse Regina.
-Perchè non in Italia scusate?Nessuno ci è stato giusto?- propose la rossa.
Gli altri scossero la testa.
-Belle, tesoro, in cinque giorni la vedo difficile, e poi dove andiamo?Ci sono troppe città- le disse dolcemente Gold.
-Abbiamo una mappa?Ce la portiamo dietro- disse Hook.
Emma lo fermò squadrandolo attentamente.
-Vestito così non puoi proprio andare, spaventerai qualcuno e ti arresteranno per aspetto sospettoso e molesto e addio vacanza.Ti servono vestiti nuovi-
Detto ciò sparì al piano di sopra in camera dei suoi seguita da Regina e iniziò a rovistare negli armadi e ad ammucchiare pile di maglie in borsoni simili a quelle di Mary Poppins.
Fare le valige la rilassava sempre.Se poi c’era Regina vicino a lei ancora di più, le piaceva stuzzicarla e romperle le scatole.
-Allora il tuo bel ladro non viene con noi.Sarai sola pure a Pasqua.Ti sta dando un po’ troppe buche non credi?-
-Peccato che tu invece sia sempre così presente Miss Swan non è vero?Non perdi un attimo.E per la precisione non mi dispiace per niente- rispose con nonchalance la mora.
-Lo sai che io non perdo mai tempo e che non me ne vado mai e poi a te non dispiace a quanto pare- le sussurrò la bionda sul collo mentre l’abbracciava.
-Emma, i tuoi sono di sotto come il mio presunto fidanzato e il tuo, non mi sembra il momento opportuno-
-Hook non è il mio ragazzo, sono felicemente single-
Emma si allontanò portandosi dietro il calore del suo corpo.
-Però hai ragione, aspetterò di essere a Genova-
Regina sollevò il sopracciglio stupita.
-Dove?-
-A Genova, lo sento che ci vuoi andare, è un pensiero dentro di te.Non dobbiamo dirlo agli altri, sarà la loro sorpresa di Pasqua.Ora chiudi quella sacca e mettila vicino alla porta-
Regina sorpresa non osò opporsi.
Dal piano di sotto arrivavano risate e chiacchiere.Si sporsero sul pianerottolo e guardarono la loro famiglia dall’alto.
-Quindi?Quando si parte?- chiese eccitato Henry con le guance arrossate e i capelli spettinati, assomigliava così tanto a Neal in quel momento.Emma sorrise e Regina urlò.
-Mezz’ora e vi voglio tutti pronti con uno zaino, la magia c’è ma ci vorrà comunque un po’ per arrivare, dobbiamo attraversare un oceano intero e qualche paese quindi vi voglio pronti, svegli e attenti-
Henry volò in camera sua e obbedì a sua madre, Gold trascinò Belle all’emporio per prendere qualche strano infuso che li avrebbe riportati a casa, a Storybrooke, una volta finito il loro tour turistico.
Hook si era cambiato ed indossava una delle camice azzurre di David che a sua volta stava riordinando in soggiorno mentre la moglie lavava i piatti.
Quaranta minuti e tre litigate più tardi avevano appena chiuso la porta di casa e stavano camminando verso il confine della città.
Regina insieme a Gold circondarono gli altri con una polvere dal colore argenteo che liberò una nube di fumo che avvolgendoli li fece cadere addormentati.
-Così dovrebbe essere più facile- ammise Gold, dopodichè strinse la mano a Regina e sparì con il resto del gruppo.
Si svegliarono doloranti dopo un lasso di tempo indefinito, sapevano solo che si erano lasciati alle spalle la fresca sera tipica del Maine e che c’era il sole.Non capivano dove fossero e quanto avessero viaggiato.
-Siete tutti a posto?- chiese premurosa Regina.
Dei “sì” più o meno accentuati si levarono dalla folla davanti a lei.
Dovevano essere le nove più o meno e la vita nel centro della città era già decisamente attiva: la fontana della piazza principale spruzzava altissimi getti d’acqua, le macchine circolavano e gente più o meno matura correva sui marciapiedi rincorrendo l’autobus perso.
La città.
Erano arrivati, era andato tutto liscio.Erano sani e salvi a Genova come aveva sperato.Regina tirò un sospiro mentre Emma le sussurrava un “io lo avevo detto che saremmo finiti qui” e la guardava.
-Che razza di posto è questo?- chiese Hook rischiando di essere schiacciato da un enorme bus –Questi hanno dei cosi arancioni enormi che girano liberi.E poi sarei io quello che spaventa- si massaggiò il mento mentre si guardava intorno.
Henry era come rapito da quel paesaggio così nuovo, definito da lui così cittadesco, lo affascinavano i palazzi imponenti, i turisti, le vie lunghissime.
Era strano.
-Caro il mio Capitan Uncino, loro ci sono abituati ai cosi arancioni...-
-Autobus!- corresse Emma.
-Già Swan, autobus, dicevo che ci sono abituati.Vedere un uomo con un affare appuntito al posto di una mano non è molto usuale ed è alquanto inquietante già per noi- lo beffeggiò Regina mentre scendevano giù per una viuzza ed arrivavano al porto.
-HOOK!-
-Ragazzino!-
Henry indicò con la mano un galeone proprio di fronte al loro passaggio: era imponente e si rifletteva sull’acqua verdognola in cui era ormeggiato.Sembrava fatto a regola d’arte: di legno lucidato al punto giusto, le vele spiegate, l’albero maestro e tutto.
Sembrava proprio la più bella nave che un pirata potesse desiderare.
-Non dovevate, davvero.Un regalo del genere per Pasqua, mi sembra un’esagerazione.E poi come la riporto a casa?E dove metto la Jolly Roger?Sono commosso- disse Hook portandosi mano e uncino alla bocca in modo decisamente troppo teatrale.
Gli Charming scoppiarono a ridere seguiti da Henry ed Emma, Belle cercava di non prendere troppo in giro il Capitano per non abbassare la sua autostima e Regina cominciò a chiedersi perchè si fosse portato uno scemo del genere in vacanza.
-Veramente non credo sia in vendita.Vedi la gente che ci sale?E’ un’attrazione turistica.Se vuoi possiamo andarci domani- lo rassicurò David battendo il cinque ad un Henry entusiata.
Hook in preda allo sconforto mise il muso.
-Che peccato!-
-Suvvia, perchè pensavi che te lo avremmo regalato sul serio?E poi per cosa, Pasqua?Bella pretesa al posto di un po’ di cioccolato- rispose acida Regina facendo muovere il gruppo  che stava bloccando la strada.
Avevano tempo prima di andare all’hotel che Regina aveva segretamente prenotato giorni prima la loro decisione di partire.
-Spero almeno che si sappiano divertire questi qui.Mi sembrano tutti così normali-
-Siamo in una città se non te ne sei accorto, non vedrai magia o strani nani che camminano per strda cantando mentre vanno al lavoro-
-Ehi!- Mary Margaret si sentì tirata in causa dalla frecciatina di Regina.
-Senza offesa, ovvio- si difese semplicemente.
-Quindi qui siamo?- chiese Belle.
-A Genova, in Italia, e la nostra amata Regina Cattiva aveva in mente di venire qui da molto molto tempo.Ha anche prenotato un hotel non tanto distante da qui, non è vero?- Emma le pizzicò un braccio.
-E tu come le sai tutte queste cose?Stai sviluppando poteri sensitivi?-
-Semplicemente la data di nascita di tuo figlio non è una password abbastanza sicura per le mail, specialmente per me- le rispose stringendo Henry a sè.
Poi si avvicinò di più in modo che solo lei sentisse e le sussurrò all’orecchio.
-Sciogliti, lasciati andare.Sei in vacanza e cosa più importante stasera è venerdì e, non mi importa il posto nuovo e sconosciuto, io non rinuncerò al mio Beverdì e non rinuncerò a te!- le schioccò un bacio sul collo che fece rabbrividire Regina.
Giusto, forse non aspettava altro che il Beverdì, lo adorava letteralmente, adorava passare una sera con Emma per locali.Si divertivano e bevevano senza commentare la situazione.
-Non me lo dimentico mica!Stasera esploriamo- le sorrise maliziosa.
Mangiarono in un ristorante tipico e si bearono delle espressioni stralunate di Gold e Hook davanti alla pasta al pesto che era verde.
Hook si lamentò della stranezza di Genova ma fu convinto a finire il suo pasto dalla promessa di Emma di portarlo in giro quella sera.
In hotel si divisero le camere a seconda delle famiglie: gli Charming, Emma con Regina ed Henry e poi una camera singola per Hook.E solo Emma sapeva che quella stanza non sarebbe rimasta singola a lungo.
Hook era fatto così.
Arrivata la sera e terminato di cenare si organizzarono per passare il resto della serata: Biancaneve era stanca e sarebbe rimasta in camera, Henry e David avevano deciso di esplorare la città al buio seguendo le vie delle leggende sui fantasmi, Hook, Regina ed Emma si avviarono verso il centro con in tasca un numero infinitamente grande di monetine che avevano cambiato.
Non sapevano dove andare, non ne avevano idea.Di solito se ne stavano da Granny’s ma lì avevano una scelta vastissima.
Decisero di entrare in un baretto poco distante dalla via della cattedrale dove non c’era molta gente, ordinarono per scaldarsi due vodka fragola e un rum e pera e si sedettero poco fuori l’entrata tracannando i loro drink.
Quello sarebbe stato il primo di una lunga serata.
Avevano promesso di non fare tardi ma sapevano già come sarebbe andata a finire.Sempre allo stesso modo: Hook ubriaco marcio in camera con qualcuna assolutamente a caso e loro due da un’altra parte sdraiate una sopra all’altra mezze nude a scambiarsi baci e coccole, non erano mai andate oltre, erano sempre crollate prima.
I vicoli erano illuminati dalla luce delle vecchie lanterne poste ad intervalli sopra le botteghe.Le insegne fluorescenti dei pub coloravano la faccia di Regina di diverse sfumature, Hook era già al terzo bicchiere e stava parlando con un gruppo di ragazze bionde forse troppo giovani per lui.
Emma gli lanciò un’occhiata e gli disse che si sarebbero rivisti all’hotel poi prese Regina per mano e presero una viuzza più stretta.
C’era un mare di gente: ragazzi e ragazze di ogni età con ogni tipo di alcolico in una mano e qualsiasi cosa fumabile nell’altra, sembravano felici, spensierati, forse anche un po’ troppo ingenui.
-Quando ero una ragazza non aspettavo altro che il weekend per poter uscire a divertirmi, la scuola e tutto il resto lo facevo solo per questo-
Regina annuì alzando il suo shot di sambuca e facendo un brindisi alla sua idea di fare un viaggio.
-Diciamo che questo non era il tipo di divertimento adatto ad una fanciulla come me, per quanto sosteneva mia madre io dovevo passare le mie serate a casa davanti al camino-
Buttò giù ed Emma la seguì.
-Ah, giusto, la cara vecchia e dolce Cora.Chissà che cosa direbbe adesso vedendoti qua con me!-
-Probabilmente mi rinnegherebbe come figlia, mi bandirebbe dal regno e cancellerebbe la mia esistenza da qualsiasi cosa-
Il barista le squadrò e senza che le due parlassero offrì lui due shot.Le due accettarono sorridendo e l’uomo passo ad Emma un preservativo mentre le dava il bicchierino.Emma abbassò lo sguardo imbarazzata e nascose il regalino nella tasca della giacca.
-Almeno se ti servisse ce lo hai già- le rispose sicura Regina.
L’alcol che iniziava a fare il suo effetto, Hook che ormai era sparito tra la folla a cercare chissà chi.
-No, non credo che mi servirà- ammise Emma.
Si spostarono fuori e si sedettero sugli scalini di un palazzo.Il marmo fresco calmò i bollenti spiriti.
-Vuoi fare il bis Swan?-
Emma scosse la testa infastidita, non voleva pensare che Heny fosse stato un errore, non lo era.
-Dico solo che se vado con una non mi serve questo- tirò fuori la bustina e la sfregò sui pantaloni.
-Trovala una e poi puoi anche buttarlo-
Emma si fermò a guardarla, gli occhi di Regina, già scuri di loro, brillavano sotto la luce.I loro bicchieri di plastica poggiati per terra, le stelle sopra di loro e la gente lontana.
Tanto lì non le conoscevano, non potevano sapere ciò che si passavano, ciò che sentivano, la loro attrazione, il loro bisogno l’una dell’altra.
Regina si strinse di più alla bionda appoggiando la testa sulla sua spalla.Le piaceva il calore dei loro corpi.
-Lo sai che non ti ho ancora baciata una volta da quando siamo arrivate?-
-E’ passato meno di un giorno-
-Troppo!-
Regina unì le loro labbra chiudendo gli occhi, l’alcol svanì dal suo corpo e per un attimo il calore che aveva dentro era perchè c’era Emma che la stringeva.
Continuarono per un po’ senza dare peso alla gente che passava, eano troppo impegnate per curarsi di loro.
-Sei ancora convinta che lo devo tenere?- chiese sorridendo.
Regina lo prese in mano e lo mise in tasca scuotendo la testa.Poi soffiò sorridendo sulle labbra dell’altra prima di baciarla di nuovo.
Dio Emma.Non era Robin e non era nessuno dei ragazzi con cui era stata.Era Emma e solo quello le bastava.Le faceva sentire le farfalle nello stomaco.
-Penso che dovremmo smettere sai?- disse la più giovane prendendo fiato.
Regina annuì riprendendo a baciarla.
-E’ il più bel regalo di Pasqua possibile sai?- disse una volta staccata dalle sue labbra.
-Abbiamo ancora tempo-
-E’ il nostro giorno questo!- esclamò la mora intrecciando le loro dita.
Era il loro Bevedì ma forse quello era stato il più speciale di tutti.

IL MIO BUCO NERO:
Salve gente!!:)
Lo so che molti di voi si chiederanno:"Perchè sta cretina continua a pubblicare one shot e non ne fa una raccolta?" la risposta è non lo so nemmeno io chiedetelo al mio cervellino malefico.Comunque in questo periodo sembra che anche il solo fare le scale mentre torno da scuola mi ispiri una storia quindi sarà solo una delle tante.
Come sempre accetto tutto: complimenti, critiche, minacce di morte, scomuniche.
Preciso che il Beverdì esiste veramente anche se per noi è il Bevato, infatto ringrazio la cumpa per l'ispirazione.(Dees no colle bernn!)
Alla prossima!
Buona Pasqua!
Ce:)

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Capitolo 2
*** Il club dei buoni cattivi ***


Emma vagava per casa dei suoi genitori in mutande e reggiseno aprendo tutti i cassetti e tirando fuori i vestiti di Neal e di sua madre e di suo padre, era alla disperata ricerca del suo completino super strettissimo ed estremamente scomodo che però le dava un’aria così importante ed autorevole e quella sera le sarebbe servita davvero la sua corazza da finta dura.
Era venerdì, di nuovo venerdì, e come sempre era in ritardo per la sua serata speciale, doveva ancora lavarsi, mangiare, truccarsi, fare uno snack, vestirsi ed essere inutilmente cattiva come sempre.
-Swan!Copriti, il tuo culo pallido non è un bello spettacolo, nemmeno per questi occhi meravigliosi-
Emma arrossì visibilmente imbarazzata da quell’intrusione, non riusciva a starsene un attimo in pace da sola che qualcuno invadeva il suo spazio vitale, se quel qualcuno era Regina allora diventava inspiegabilmente più aperta e calma.
-Hai fatto la copia delle chiavi di casa?- la prese in giro tirandole un’orribile gonna ocra appartenuta a qualche antenato mummificato.
L’altra si scansò ridendo andando in cucina per prendersi del succo.
“Come se fossi a casa tua” pensò Emma ma non riusciva lo stesso ad arrabbiarsi e non provava a replicare.
Rovistò nell’armadio di legno della camera matrimoniale trovandoci la sua vecchia copertina di quando era piccola, se la portò al naso respirando il profumo di buone e di sua madre.Le piaceva ancora il sapore di quella casa, sapeva di bello e felice, era diverso da casa Dark, non era fredda, era strana.
Casa.La sua casa e la sua famiglia erano lì.
Regina, per quanto odiasse ammetterlo, ne faceva parte al novanta per cento, era talmente influente da avere più peso nelle scelte delle vacanze estive o del menù del picnic domenicale.A volte era frustrante, l’avrebbe voluta polverizzare o trasformare in qualcosa di piccolo e imbarazzante.
-Casa tua è sempre una piacevole sorpresa- disse appoggiandosi allo stipite della porta.
-Ho notato, sai anche dove sta l’ultimo granello di polvere sfuggio alle grinfie di mia madre?-
Regina sembrò pensarci su, fece la sua faccia da finta intelligente scatenando le risate della bionda che si appoggiò stanca sul letto.
Niente da fare, non l’aveva trovato, era sparito nel nulla.
-Non farmi credere che tu stia pensando perchè so che non è così e il mio super sviluppatissimo sesto senso sa che stai mentendo-
Regina sbuffò e si lasciò cadere sul letto dal lato opposto in modo da avere le teste vicine, parlavano da orecchio ad orecchio.
-Effettivamente, se anche ci stessi provando, non ce la potrei fare: l’idea di averi a trenta centimetri da me, mezza nuda e stesa su un letto è particolarmente allettante.Mi fermerei a dormire se...- disse avvicinandosi al viso di Emma.
-Se...n.non dovessi uscire tra meno di due ore Regina, ne abbiamo già parlato, non succederà più.Su, alzati e aiutami- le prese il braccio e la tirò in piedi.
Regina sembrava scocciata e dispiaciuta, avrebbe voluto davvero avere Emma tutta per sè ma sapeva che questo era praticamente impossibile, doveva rassegnarsi.
-Cosa devi cercare?-
-I miei vestiti, non so che fine hanno fatto-
Regina le sussurrò un “maledettamente disordinata ed imprecisa” a cui Emma rispose con una pacca e un “Fanculo Regina perfettina” accompagnato da voce altezzosa e superba.
-Era l’ora che qualcuno.te li buttasse via, sono inguardabili, sembri il corvo spennacchiato di Malefica che si è addormentato con la testa nella vernice platino.Fai paura!-
-L’unico aspetto positivo del mio essere Oscura, davvero, è consolante, Regina, sapere che almeno i miei vestiti fanno scappare la gente, fa crescere la mia autostima già calpestata-
-Fanno ribrezzo, non paura, sono un incubo.Malefica ti denuncerebbe per uso improprio di squame di drago-
-Ehi...non è drago, il drago è scomodo, meglio lo scorpione, è anche più economico, sai quanto lo paghi un vestito così tutto di drago?-
-Te lo tirano dietro e ti fanno lo sconto pure sullo scorpione,. Ma abiti decenti?A te ci vuole dello shopping cara!-
-Sarebbe utile se avessi tempo e se non fossi invitata ad un super party malvagio dove ci saranno tipi e tipe estremamente cattivi e terribilmente affascinanti pronti a stillare un decalogo dei miei difetti di Signora Oscura...non posso neanche rimediare con le tette perchè guarda...-
Regina si voltò dall’altra parte aprendo la finestra, aveva caldo, terribilmente caldo come quando si scolava un paio di bicchieri, o di bottiglie, di sidro di mele di troppo perchè era troppo nervosa; era successo solo quattro o cinque volte solo quel mese.Colpa di Henry, di Emma, di Storybrooke, di tutti.
Si consolava nel gusto frizzante del suo amico e si godeva la sensazione di testa vuota che aveva alla fine.
-Non puoi chiedermi questo Emma, non posso guardarti le tette e dirti che non ne hai perchè sarebbe un insulto, stasera ti proteggerò io, lo prometto, me ne occupo personalmente e guai a chi dice che non sei abbastanza cattiva per stare con loro-
Emma sorrise a quell’affermazione, le piacevano le attenzioni dolci e tenere di Regina, erano insolite e molto strane ma particolarmente piacevoli.
-Veramente non credo tu possa venire, serve una soglia di malvagità minima, non ci farebbero entrare-
Regina sembrava scioccata, schioccò la lingua contrariata.
-Veramente sarei la tua ancora di salvezza, se ci affidassimo a te saremmo già sulla strada del ritorno, chi sono gli altri sfortunati?-
-Gold, Ursula, Crudelia, Jafar, Nimue, Hook e Malefica-
Regina rise sonoramente.
-Cioè due di questi sono già morti, uno è in coma da settimane, una è tipo un polpo gigante cotto male, uno è il tuo ex e l’ultima la mia migliore amica del liceo, vuoi dirmi che questi sono più cattivi di me?Stai scherzando vero?-
-Senti, ho dovuto fare un test, si chiama Perfidici, sono risultata nella fascia verde, hai capito che vuol dire, sono la mia speranza di arrivare ad un misero livello giallino chiaro quasi verde, per questa volta non posso portarti con me-
-E’ venerdì.Il nostro Beverdì?-
-Ti prometto che lo recupereremo, ti farò un favore, ti terrò Henry un giorno di più se avrai bisogno o ti darò uno dei miei per vederlo di più.Mi farò perdonare!- disse velocemente Emma avviandosi rassegnata verso la cassettiera tirandone fuori una maglia attillata nera e un paio di Jeans chiari strappati ovunque.Non aveva per niente un aspetto cattivo, sembrava una turista sbandata e con poco senso del tempo e dell’orientamento data la temperatura e il clima di quella giornata di fine inverno a Storybrooke.
-Non voglio che mi tieni Henry, volevo il nostro Beverdì, il nostro tempo da passare insieme, mi manca e mi manchi anche tu e voglio venire alla tua stupida festa e uscire con te, cavolo!Sei sempre impegnata, sto rinunciando a troppe cose per te!-
-Forse dovresti lasciarmi perdere, andare avanti, conoscere qualcuno e cominciare a farti una vita che non dipenda da questo stupido venerdì.Vai avanti come se niente fosse, dimenticami e ricordami solo come madre di Henry e sceriffo, è meglio per entrambe.Ora scusa, devo andare!Ci si vede Gina!-
Detto questo la lasciò sola nella camera, la rabbia le aveva fatto arrossare le guance, era ferita, incazzata, arrabbiata e aveva voglio di seguire Emma e farle provare tutto il male che stava provando lei in quel momento.Fumava dalla rabbia che ribolliva nel suo stomaco.
Lei era Regina, la Regina Cattiva, per un motivo ben preciso, non era una da secondo posto, era la cattiva per eccellenza e aveva già un piano per rovinare la serata ad Emma.
Aveva i suoi mezzi per arrivare al risultato.
Emma arrivò al club con venti minuti di anticipo rispetto all’orario di entrata, la compagnia dei Deficienti era già al completo ma lei si sentiva un po’ vuota.Ricordava di essere uscita di corsa da casa, di aver detto delle brutte cose a Regina che stava cercando di aggregarsi alla sua serata, le aveva detto cose orribili che non avrebbe immaginato potessero uscirle dalla bocca, l’aveva ferita, umiliata e abbandonata scaricandola a qualcun’altro per avere il suo posto in quella stupida cerchia.
La coda era già immensa e i bodyguard all’entrata squadravano con sguardo inquisitorio gli invitati: era tutta gente strana, alcuni avevano solo un occhio, altri sei, brutti ceffi.Veri cattivi.Lei si sentiva totalmente fuori posto avvolta in quei jeans troppo pacifici e in quella maglietta da finta bulla dell’asilo, era patetica.
Si accostò ad Ursula notando che aveva accuratamente sostituito i tentacoli con un paio di sinuose gambe avvolte in un tubino nero molto sexy, Malefica aveva acconciato i suoi capelli per mettere a più agio il corvo, Hook era più attraente del solito e Jafar aveva addocchiato un tavolo con “vista” molto apprezzato dal capitano.
Tutti erano lì e lei pensava a Regina, al loro venerdì insieme.
La musica suonava forte, la gente ballava e finalmente erano riusciti a convincere il bodyguard arancione sul grado di malvagità di Emma.
-Signore Oscuro, si sta godendo la serata?- chiese Hook mettendo un braccio attorno a Malefica sorseggiando il suo drink –Vuoi qualcosa da bere di più forte?...Cameriere, un “Dente cavato all’uncino arruginito” e un “Alga e Verde”-
-Ma che razza di nomi sono!Io denti, uncini e alghe non le voglio, preferisco la mia vodka fragola come al solito, tu continua così che io sono a posto- sbbottò Emma osservando la barba  del capitano cambiare al colore delle luci.
-Bel posto questo, oserei dire Sinistro- si intromise un giovane che non sembrava essere per nulla cattivo.
-Scusate, a me hanno fatto delle storie e questo lo hanno fatto entrare in giacca e cravatta?-
-Anche Uncino è in giacca e cravatta- disse Ursula mangiando un’oliva.
-Sì, ma ha l’uncino-
-Vedi che questo serve a qualcosa, dà un aspetto da duro e misterioso boy fatal-
-Zitto!Voglio sapere questo cos’ha fatto!-
-Ho sequestrato tre nani per tre giorni nella miniera-
Emma era allibita, continuava a pensare che questi erano niente in confronto alla cattiveria della sua Regina, erano zerbini che poteva calpestare facilmente.
Buttò giù l’ultimo sorso di drink all’alga e uno shot di vodka creando un sapore in bocca disgustoso.Aveva bisogno di acqua e aria, però era più importante l’aria.
-Vado a farmi un giro.Torno tra poco!
Salì le scale uscendo sul prato antistante l’entrata.Il cielo era libero di nuvole, non faceva freddo, l’alcol che aveva in colpo iniziava a fare effetto ma non capiva se si trattasse dei drink o dei loro disgustosi ingredienti.Voleva incredibilmente andare a casa, dormire e abbracciare Regina.
Sentì una donna litigare con una delle scimmie all’entrata.Doveva essere una tosta per affrontare uno di quei cosi grugnosi e primitivi.
-Lasciami andare!Sono abbastanza cattiva per avere un posto riservato su uno di quei divanetti.Lo voglio e me lo merito-
-Non è in lista.No invito no entrata-
-Devo entrare, lei non sa chi sono?Non mi conosce, non ci credo!-
-Visto che si crede così importante, mi dica cosa avrebbe fatto di tanto terribile-
-Ho strappato il cuore a troppe persone, sono stata cattiva, perfida, senza srupoli.Ho ucciso, derubato e raggirato sovrani e potenti.Basta?-
-No!Il prossimo!- con una mano pelosa spostò la donna da una parte, quella inciamoò e per poco non cadde, Emma le si avvicinò e la prese appena in tempo.Non pesava nulla.
-Mi hai seguito.Perchè?- disse tirando l’altra in piedi.
-Non so di cosa parla, mi lasci andare-
-Oh come vuole Regina!- allargò le braccia rimanendo sempre dietro di lei per prenderla.
-No, va bene, va bene, Emma, non lasciarmi cadere-
-Shhh, quanto parli, è ovvio che non ti lascio andare per terra- la strinse nelle sue braccia.
Regina sospirò chiudendo gli occhi sentendo il calore del corpo di Emma vicino a sè.
-Sei arrabbiata?-
-Dovrei ma non ci riesco, non ne potevo più mi hai salvato!-
-Troppo buona per loro?-
Emma sccosse la testa, aveva bisogno di camminare o il suo stomaco si sarebbe ribellato al più presto.
-Troppo buoni per me!- sorrise ammiccando la bionda.
-Modesta!-
Emma alzò le spalle soddisfatta.
-Andiamo, non ti meritano e nemmeno me.Sono ancora in tempo per il nostro venerdì?-
-Mancano ancora tre minuti-
-Allora li userò bene-
Le si avvicinò chiudendo le sue labbra su quelle della mora.Un bacio dolce, tenero e voluto.
-Meno due!-
Risero poi Emma non ce la fece più, si avvicinò ad un cespuglio e vomitò l’aperitivo.Regina le tirò indietro i capelli dolcemente.
-Faceva così schifo il mio bacio?-
-No, colpa delle alghe.Ora è passato!-
-Andiamo?-
-Mezzanotte-
-Mezzanotte!-
 
 

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