Doragon no tsubasa ni notte

di OurladyofSorrow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




PROLOGO


Un boato sempre più forte venne seguito da un’esplosione, se possibile, più forte e distruttiva; urla disperate e pianti terrorizzati riempivano l’atmosfera già densa di panico che regnava nel villaggio di Tulip del regno di Fiore, ma lei  no...lei osservava tutto con un ghigno compiaciuto e sgraziato stampato in faccia, placida come solo una come lei poteva essere in quel momento. Fiamme, incessanti fiamme ricoprivano quello che una volta era il centro del villaggio; c’era chi si inchinava di fronte all’ inquietante figura chiedendo pietà mentre altri tentavano una vana fuga urlando disperatamente, ma lei sembrava essere sorda a quelle voci.
Dalla mano aperta e tesa in avanti scaturì una nuova sfera nera della grandezza di un pallone da calcio che si scagliò a tutta velocità su una casa che ancora si reggeva a malapena in piedi dal suo precedente attacco riuscendo, infine, a distruggerla. In quel momento, però, vide la figura di una bambina dai capelli rosa brillare di luce propria in mezzo a quelle stesse macerie, apparentemente ignara di quello che le stava succedendo intorno e stranamente non spaventata dall’oscura figura che le si parava di fronte.
<< Onee-chan…? >> Disse la ragazzina piegando lievemente la testa di lato, uno dei codini a scivolarle sul collo in seguito al movimento e i suoi occhi dorati a fissare quell’entità con curiosità.
Quella voce le trafisse la mente come se vi avessero appena inserito una lama: si portò entrambe le mani a coprire le orecchie e dalla sua gola si liberò un urlo di dolore, un misto fra un ringhio ed una richiesta d’aiuto. Quel dolore era lancinante al punto da temere che la sua testa potesse esplodere da un momento all’altro…

Homura scattò a sedere sul letto, ansimante come dopo una lunga corsa e completamente madida di sudore, gli occhi sbarrati per il terrore mentre lentamente l’incubo lasciava spazio alla realtà. Si guardò intorno: tutto sembrava essere al suo posto, la lacrima TV posta sul ripiano davanti al letto, la scrivania ricolma di libri ordinati alfabeticamente perché le fosse più semplice risistemarli nella libreria adiacente ad essa e l’armadio a due ante rimasto socchiuso la sera precedente; niente bruciava, nessuno gridava...era finita.
Sentiva gli occhi pungere per la frustrazione, ma non cedette e si ricompose al meglio che poté celando ancora una volta dentro di sé il dolore e il senso di colpa che da anni si trascinava alle spalle. Portò lo sguardo sulla sveglia di fianco al letto: di lì a poco avrebbe suonato, per cui la spense direttamente e si alzò per andare a farsi una doccia; era un giorno importante quello, doveva essere al meglio.
Si lavò velocemente e si vestì,un abito nero a maniche lunghe che le arrivava al ginocchio, un paio di parigine del medesimo colore e scarpa bassa per essere comoda. Rivolse lo sguardo alla sua immagine riflessa nel grande specchio sopra il lavandino: il volto segnato da profonde occhiaie scure per la notte insonne, gli occhi cremisi spenti a causa della stanchezza accumulata nel tempo, le labbra screpolate e rovinate dall’ansia dei suoi incubi.
Pettinò ed asciugò i lunghi e lisci capelli color neve per poi acconciarli velocemente in una treccia che le arrivava alle caviglie e fu pronta; proprio in quel momento bussarono alla porta della sua stanza e si preparò alla recita che metteva in piedi ogni santo giorno, stampandosi in faccia un accenno di quello che voleva essere un sorriso e dandosi mentalmente della patetica.

<< Buongiorno. >> La salutò l’ormai familiare sorriso di Vorakh, suo amico d’infanzia. Si limitò a fargli un cenno del capo, per poi spostarsi di lato e consentirgli di entrare in camera.
<< Dormito bene? >> Le chiese, pur conoscendo già la risposta.
<< Una favola. >> Rispose lei, roteando gli occhi di fronte all’inutilità di quella domanda.
<< Immaginavo...vuoi parlarne? >> Il tono di Vorakh si abbassò leggermente come a sottolineare l’intimità di quell’argomento dirigendosi nel frattempo a passo lento verso la sedia della scrivania
<< Serve a qualcosa? Non posso sfuggire a ciò che è stato, me lo porterò dietro fino in fondo… >> Ribatté lei, il tono lievemente inasprito per quella consapevolezza. Per la prima volta da quando aveva messo piede nella stanza, Homura volse lo sguardo alla figura del ragazzo: indossava una semplice canotta nera accompagnata da altrettanto semplici pantaloni lunghi e scuri, gli scompigliati capelli blu notte gli incorniciavano il volto, orientando lo sguardo verso i profondi occhi color oltremare, le labbra sottili curvate in una leggera smorfia di dissenso. Osservando meglio, la ragazza poté notare la presenza di un accenno di barba sul mento del giovane.
<< Hai fame? Ho già iniziato a preparare le cose per la colazione… >> Il blu cambiò bruscamente argomento, spostandosi su “un terreno neutrale”.
<< Ma sì, andiamo… >> Ritornando alla realtà, Homura diede le spalle al ragazzo e s’incamminò verso la cucina, mentre l’altro rimase indietro per contemplarle il fondoschiena per alcuni istanti, prima di alzare lo sguardo verso il cielo e rivolgergli mentalmente un ringraziamento.

Giunta in cucina, mise a riscaldare il latte per Miku e a tostare alcune fette di pane, mentre Vorakh preparò un thè e finì di apparecchiare la tavola.
<< Vado a svegliare Miku, tieni d’occhio il latte >> Disse infine l’albina, asciugandosi le mani.
<< Non serve, sono già qui Onee-chan… >> Una vocina impastata dal sonno introdusse una spettinata undicenne ancora assonnata e vestita di pigiama.
Onee-chan…?” Quella voce le riecheggiò in testa, richiamando quella scena dell’incubo; iniziò a tremare, mentre il suo sguardo si fissava sulla giovane dai capelli rosa che si stava lentamente avvicinando alla tavola.
Poco prima che il bicchiere che teneva in mano le sfuggisse e cadesse rovinosamente a terra Vorakh, notato il cambiamento improvviso di lei, intervenne e le pose con cautela una mano sulla spalla.
<< Vai pure a sederti, ci penso io… >> Disse serio avendo intuito il problema,  il tono che non ammetteva repliche.L’albina annuì vagamente e raggiunse la piccola a tavola, lottando con l’impulso di tornarsene in camera per stare da sola e tentando soprattutto di celare quell’angoscia opprimente agli occhi della piccola.
Lanciando furtive occhiate alla bambina, Homura poté notare come i suoi occhi ambrati avessero iniziato a brillare di fronte ad una cosa così semplice come la tazza di latte fumante e qualche biscotto al cioccolato che Vorakh le aveva posto davanti e quasi se ne meravigliò dopo quello che aveva rivisto durante la notte...come poteva una ragazzina così dolce e tranquilla, vestita di un pigiama di flanella a cuori rigorosamente rosa, far finta di nulla e proseguire nella sua esistenza come una normale persona quando il suo passato era tutt’altro che normale?

<< Allora sei pronta? >> La voce di Vorakh la richiamò alla realtà ancora una volta, risvegliandola da quel mondo di tenebrosi ricordi.<< Pronta…? Per cosa? >> Domandò la giovane, scuotendo lievemente il capo come a voler scacciare ogni minima traccia di quei pensieri.
<< Non ricordi? Oggi è il grande giorno! >> Esclamò il ragazzo, prendendo un sorso di thè.
<< Certo che me ne ricordo… >> Disse Homura distrattamente, tentando di sembrare convincente.
<< Alle 11 circa abbiamo la riunione con quelli del Concilio per legalizzare la nostra gilda >> Rispose Miku, addentando poi una brioche con entusiasmo ed un pizzico di eccitazione all’idea.

Finito di mangiare, i tre si alzarono da tavola e si divisero per prepararsi: Homura rimase in cucina per risistemare la stanza e lavare le stoviglie, mentre Vorakh e Miku si diressero verso le relative camere per cambiarsi d’abito.
Pochi minuti più tardi, Miku si ripresentò in cucina pronta per uscire: la piccola indossava una semplice maglia a collo alto color panna sopra alla quale portava un poncho rosa pastello, pantacollant bianco latte e stivaletti grigio perla che le arrivavano al ginocchio; il tutto accompagnato da due codine laterali tenute da un elastico rosa per capelli.
<< Dov’è Vorakh? >> Chiese Homura, inarcando un sopracciglio e tenendo controllata l’ora. << Comincia ad essere tardi. >> Borbottò ancora, iniziando a battere il piede ansiosamente; poco prima che Miku riuscisse ad aprire bocca la figura del ragazzo si palesò sulla porta.
<< Ci sono, ci sono. >> Sbuffò lui, dandosi un’ultima sistemata allo specchio.
<< Andiamo allora. >> L’albina prese la borsa per poi degnare il compagno di una veloce occhiata prima di uscire di casa: il ragazzo aveva inutilmente tentato di dare un senso al taglio spettinato dei suoi capelli e inoltre indossava una camicia bianca sotto ad una giacca nera coordinata ai pantaloni del medesimo colore e a scarpe classiche molto scure.
Usciti di casa e chiusa la porta a chiave, i tre si ritrovarono immersi nei caldi raggi solari che illuminavano Hargeon sin dalle prime ore dell’alba: la città portuale era affollata anche quel giorno, il bel tempo incoraggiava le lunghe passeggiate e l’aria di mare portava i profumi freschi della merce esposta ai mercatini. Con un umore decisamente migliore anche grazie a questo, i ragazzi salirono a bordo del carro a combustione magica di cui Vorakh si mise alla guida e partirono alla volta del Concilio della magia.

Giunti a destinazione, davanti al gruppo si stagliava un enorme palazzo costruito in marmo bianco e decorato di composizioni mosaiche color azzurro e oro, trapuntato simmetricamente da finestre e piccole logge che rendevano più armoniosa tutta la figura del costrutto. Il grande portone d’ingresso era affiancato lateralmente da due statue identiche ai piedi delle quali si trovava uno di quelli che Miku chiamava amichevolmente “Faccia di rospo” e che li scortò, dopo una breve presentazione, fino alla sala adibita all’accettazione, locazione e legalizzazione delle Gilde, per poi lasciarli soli con la promessa che di lì a breve sarebbero stati raggiunti da uno dei membri del Concilio stesso. Era una stanza ampia ed ariosa quella in cui si trovavano, arredata con gusto e senza eccedere nei dettagli: le mura dipinte di un bianco candido confinavano con un pavimento di marmo dalle tonalità calde che trasmetteva una sensazione di comfort a chiunque si trovasse nella stanza, un grande tavolo in mogano intarsiato troneggiava al centro della camera, contornato da dieci grandi scranni che testimoniavano a modo loro l’importanza delle persone che vi sedevano abitualmente, la mancanza di finestre a simboleggiare la segretezza e il riserbo delle riunioni che puntualmente si tenevano in quelle quattro mura, le porticine laterali da cui messaggeri speciali facevano il loro ingresso per comunicazioni urgenti…

I tre giovani, meravigliati da tutto ciò che li circondava, non si accorsero dell’ingresso di una persona dalla porta che si trovava alle loro spalle.
<< Eh-Ehm… >> Il nuovo arrivato si schiarì la voce, attirando così l’attenzione dei ragazzi.
<< Buongiorno >> Salutò questo, il volto impassibile e un plico di fogli in mano.
Il trio studiò l’uomo per alcuni istanti: era un anziano alto dalle orecchie a punta, con un occhio chiuso, la folta barba lunga e dai lunghi capelli bianchi che lasciavano però scoperta la parte superiore della testa e la fronte su cui sostava una sorta di piccolo pipistrello; indossava una lunga veste color beige su cui manteneva  un ampio mantello bianco e blu dal colletto rialzato, mentre in mano teneva un lungo bastone di legno e i documenti necessari.

<< Buongiorno! >> Esclamò Miku, mettendosi sull’attenti e suscitando l’ombra di un sorriso ai presenti.
<< Buongiorno a lei, signore. >> La voce solitamente apatica di Homura assunse una venatura gentile, mentre quella di Vorakh dimostrava tranquillità nonostante la lieve tensione che sentiva per il momento.
<< Sono Org, membro del Concilio Magico, e sono qui in veste di supervisore e garante della legalizzazione della gilda che andrete a fondare. Avete già scelto il nome? >> Chiese con curiosità l’anziano, poggiando il bastone al tavolo lì di fianco e impilando per bene i documenti accompagnati da una penna, sottoponendoli così alla loro attenzione.
<< Avevamo pensato a Dragon Wing >> Propose la ragazzina, sporgendosi in avanti per poter dare un’occhiata ai fogli sul tavolo.
<< Capisco, mi sembra un nome interessante. Avete anche già un’ idea del logo che vi identificherà? >> Domandò ancora Org, inarcando un sopracciglio.
<< Pensavamo ad una cosa del genere… >> Rispose Homura, porgendogli un foglio ripiegato che teneva in borsa, su cui la giovane albina aveva disegnato quello che doveva essere una bozza del marchio prescelto, il profilo di un drago la cui grande ala veniva messa in risalto.

<< Un’idea carina. Dunque, ora che sappiamo il nome e il simbolo che vi rappresenterà, dovrete firmate alcune scartoffie secondo le quali risulterete come nucleo al servizio della cittadina in cui risiederete per missioni più o meno importanti e con ricompense più o meno generose a seconda del caso. Dopodiché, il vostro master firmerà il documento con cui si assumerà tutte le responsabilità delle azioni dei membri e per cui risponderà direttamente a noi del Concilio con sanzioni pecuniarie o mettendo i trasgressori a disposizione di servizio utile alla comunità con cui rimediare il torto recato.
In breve tempo dovrete comunicare la locazione di residenza scelta presso cui verrà mandato il timbro magico per segnare le reclute come appartenenti al vostro gruppo e in modo da segnalare alle autorità locali la vostra presenza e la vostra totale collaborazione alla risoluzione dei problemi cittadini. Leggete pure con calma, poi quello che di voi diverrà il Master porrà la firma a pié di pagina di ogni documento. Se avrete domande sarò ben lieto di rispondere ai vostri dubbi. >> L’anziano spiegò in breve il procedimento da seguire, poi si sedette su uno degli scranni in attesa.
Vorakh, Homura e Miku si fecero vicini per leggere insieme i documenti, cercando di capire al meglio il contenuto di ogni foglio e di ogni postilla nascosta, finché, una volta terminato, Vorakh afferrò la penna e pose la propria firma al fondo di ogni foglio, acquisendo così il titolo di Master della gilda.
Non sembrarono esserci ulteriori domande, per cui riconsegnarono i fogli perfettamente impilati al membro del concilio.
<< Bene… >> Disse con un lieve sorriso l’anziano, sfogliando rapidamente i documenti a verifica della presenza di tutte le firme. << Adesso non rimane che una cosa da fare, se volete seguirmi… >> Aggiunse in seguito, prendendo il bastone per alzarsi e facendo loro strada verso la stanza principale del Concilio, passando attraverso lunghi corridoi che conducevano al cuore del palazzo.
<< Qui ora vi verrà posto il marchio di quella che sarà la vostra gilda e, in quanto fondatori, sarà il Concilio stesso a farlo. >> Spiegò ancora l’uomo, facendo sì che uno dei funzionari incaricati lo raggiungesse.
<< Voi, signorine, andrete con un’incaricata femminile della nostra organizzazione, Eva, che seguirà a porvi il marchio nella zona da voi designata, mentre al vostro Master ci penserò io. Potete andare ora… >> Concluse solennemente Org, mentre l’incaricata del Concilio lo raggiungeva per adempiere al suo compito.

Quando si riunirono all’ingresso, i tre che erano arrivati come speranzosi della realizzazione di un progetto, uscivano come i tre membri fondatori di una nuova Gilda del continente di Fiore.
<< Onii-chaan! >> Miku corse incontro al giovane neo-Master, per poi abbracciarlo forte e con un sorrisone sulle labbra.
<< He-Hey...com’è andata? >> Rispose Vorakh ridacchiando, ricambiando con gentilezza quella stretta.
<< Benone! Il mio marchio è rosa!! >> Esclamò la ragazzina ridendo e sciogliendo l’abbraccio, scoprendo nel mentre la spalla destra.
<< Davvero? Sono contento che ti piaccia...e tu? >> Chiese il giovane, portando la sua attenzione su Homura.
<< Il mio è nero, sulla scapola destra. >> Rispose l’altra, l’accenno di un sorriso soddisfatto ad illuminarle il volto.
<< Il mio invece è qui >> Rispose Vorakh, aprendo i primi due bottoni della camicia per scostare la stoffa e mostrare il simbolo della gilda tatuato all’altezza del cuore in color ciano.
<< Beelloo!! Hey! Ci pensate?? Siamo una gilda ora, una gilda vera! Dobbiamo avvertire gli altri e reclutare nuovi maghi! Giusto Onee-chan? >> Chiese Miku, emozionatissima e felice.
<< Direi che non abbiamo altra scelta...se vogliamo che tutto funzioni abbiamo bisogno di gente, altrimenti non potremo soddisfare le richieste dei clienti...speriamo di trovare persone degne… >> Ribatté Homura, stiracchiando il corpo un po’ irrigidito per la tensione.
<< Non cominciamo con le selezioni adesso, eh? Vediamo di reclutare gente e basta, chi sia degno o meno lo vedremo più avanti… >> Commentò il neo-Master, sospirando sconsolato all’ intransigenza dell’ amica.
<< Sì, Master… >> Ribatté nuovamente l’altra con stizza. Miku si frappose fra i due, interrompendo così quella discussione sul nascere: << Che ne dite se ci dividiamo ed iniziamo a cercare nuovi membri? Eh?  Di sicuro riusciremo a trovare gli altri sparsi in città, non sarà difficile, li conosciamo… >> Propose la rosa, mantenendo l’entusiasmo di poco prima.
<< Mi sembra una buona idea...io andrò a parlare con Takashi-san per quella che diverrà la nostra sede...tu vieni con me Mimi? >> Domandò il ragazzo con cortesia, controllando velocemente le scartoffie che avrebbe dovuto consegnare all’amico per l’acquisto del loco.
<< Mmh...no, credo che aiuterò Nee-chan a cercare nuove reclute… >> Rispose la ragazzina, sorridendo contenta.
<< Bene allora...ci vediamo verso l’ ora di pranzo alla gilda, questo è l’indirizzo. >> Vorakh diede un foglietto ad Homura, la quale, dopo avergli dato una veloce occhiata, lo ripose nella borsa.

Il trio così si divise per portare a compimento le rispettive mansioni;
<< Pronta Nee-chan? >> Chiese Miku all’ amica, mentre questa era intenta ad osservare da lontano il loro compagno che nel frattempo, ciondolando per la sua strada, rimaneva estasiato dalla visione di belle ragazze e delle loro forme.
<< Credo di sì… >> Sospirò lei, massaggiandosi una tempia con aria lievemente irritata.
<< Andiamo >> Aggiunse infine, prendendo la ragazzina per mano e incamminandosi nel lato opposto a quello di Vorakh, in direzione del centro cittadino.



In un luogo remoto...

<< Mio signore, l’abbiamo trovata… >> Un uomo dalla voce bassa e roca s’inchinò al suo cospetto porgendogli una fotografia, mantenendo il capo chino per non incontrare il suo sguardo.
<< Eccellente, Higor, puoi andare… >> L’ombra mosse una mano a prendere la foto, poi gli fece cenno d’allontanarsi e lasciarlo solo.
<< Myoko...infine i tuoi tentativi di nascondermela sono stati vani...presto sarà mia! Ahahahah! >> L’uomo esplose in una fragorosa risata, innalzando trionfalmente le braccia al cielo e lasciando cadere nel mentre la foto che teneva in mano.

Quell’immagine ritraeva tre giovani ragazzi, una dei quali portava lunghi capelli bianchi e aveva occhi scarlatti.



 

Note degli autori:

Salve a tutti ragazzi! Eccomi tornata con una nuova storia in compagnia di un mio amico.
Eh si, avete capito bene, sarà una storia scritta a quattro mani!
Sarà per noi la prima volta in cui ci cimenteremo in un racconto Oc, dove voi, miei cari, sarete parte integrante di questa nostra storia.
Ecco alcune note da rispettare affinché uno o più dei vostri Oc vengano accettati:
  1. Gli OC verranno selezionati, ovvero non è scontato che ogni scheda presentata venga accettata.

  2. Tutti hanno un punto debole, chi più chi meno. Potenti, non immortali.

  3. Non abbandonate il vostro OC dopo avercelo lasciato, potrebbe incombere in una morte alquanto dolorosa ( ahahah! *risata malvagia* ) Seguitelo, tifatelo, consigliateci come ruolarlo al meglio, controllate che quello che gli verrà fatto dire/fare non sia troppo al di fuori di quello che voi immaginate.

  4. “Bel capitolo!” non verrà accettato come recensione, non costa nulla spendere 5 minuti per farci sapere quello che pensate e/o possibili errori nel campo grammaticale e sintattico. Utilizzate quello spazio anche per darci probabili idee “io avrei scritto questa scena in quest’altro modo/ io affronterei questa cosa in modo diverso” e così via.

  5. Potete inviare un massimo di 2 Oc a testa, potrebbe anche succedere che vengano selezionati entrambi i personaggi di una persona così come nessuno.

  6. Ci servono in totale 12 OC, le iscrizioni sono aperte fino al 31 Marzo, se in futuro ci serviranno altri personaggi ve lo faremo sapere.

  7. La scheda OC va richiesta tramite recensione e verrà inviata tramite PM, alla riconsegna scrivere come oggetto: “scheda OC”.

 

Attendiamo con impazienza i vostri personaggi! A parte i punti sopracitati non saremo così crudeli nella selezione degli oc (forse XD).
Non ci resta nient’ altro da dire che augurarvi buone vacanze di Pasqua e tanta ispirazione per la vostra scheda.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1
 
 
<< Onee-chan...dici che riusciremo a reclutare qualcuno? >> Miku se ne stava seduta su una panchina mentre Homura scrutava le persone che le sfilavano davanti selettivamente.
<< L’hai sentito Vorakh, no? Dobbiamo accettare tutti, quindi è ovvio che troveremo qualcuno… >> Borbottò l’albina in risposta, roteando gli occhi infastidita dalla sola idea.
Si voltò poi verso la ragazzina con tutto il busto: << Ce la fai a continuare ancora un po’? >>
Miku sembrò distrarsi per alcuni attimi, fissando un punto alle spalle dell'amica, ma subito rispose << Ehm...Sì, certo… >>
La giovane dagli occhi cremisi si ritrovò ad aggrottare lievemente la fronte per la confusione; pochi secondi dopo, la stessa sentì la mano di qualcuno accarezzarle una natica con malizia, cosa che la fece immediatamente scattare: afferrò quella mano all’attaccatura del polso e la girò di colpo facendola schioccare, tirandola nel frattempo verso di sé in modo da sbilanciare in avanti chiunque la stesse toccando, per poi voltarsi e caricare una gomitata che si fermò ad un centimetro dal naso del molestatore.
 
<< Ngh...bella e pericolosa come sempre eh? >> Balbettò la persona in questione, con una smorfia di dolore per via della storta al polso.
<< Mi sembrava di averti già detto di tenere le mani a posto, Xeno. E sai che odio ripetermi. >> Homura lo lasciò andare, ricomponendosi.
<< Zio Xeno! >> La rosata scattò in piedi per abbracciare il ragazzo appena arrivato:
un giovane biondo sui venticinque anni dai capelli corti e sparati all’indietro, eccezion fatta per la falda che gli copriva trasversalmente la fronte, gli occhi di un azzurro molto chiaro e i lineamenti morbidi ma allo stesso tempo adulti. Alto circa 175 cm, con un fisico asciutto e dai muscoli ben delineati, quel giorno indossava una semplice camicia bianca con le maniche arrotolate ed un paio di pantaloni scuri tenuti saldi da una cinta in pelle nera dalla fibbia di acciaio rettangolare. Sul naso, un paio di occhiali da vista dalla montatura nera e le astine laterali verdi.
 << Hey Candy! Tutto bene? >> La salutò di rimando, ricambiando con dolcezza la stretta della ragazzina. Candy era il nomignolo che lui le aveva attribuito per il colore dei capelli unito alla sua dolcezza e che all’undicenne, amante delle caramelle e i dolciumi in generale, era subito andato a genio.
<< Sì! >> Esclamò Miku con un sorrisone ad illuminarle il volto.
<< Che ci fai qui? Dov’è Byron? >> Chiese Homura, un po’ stranita di vederlo solo.
<< Qui. Buongiorno ragazze... >> Aggiunse un altro individuo dall’aspetto praticamente identico, con l’unica differenza di una giacca elegante indosso e l’assenza degli occhiali, alzando la mano per enfatizzare il saluto, accompagnando il tutto con un sorriso tranquillo.
<< Zio Byron! >> Esclamò Miku, correndo ad abbracciare l’altro che la prese al volo e la sollevò senza problemi, ridacchiando e stringendola a sé.
<< Buongiorno principessa >> Disse, dandole un bacetto sulla fronte prima di farla scendere a terra.
L’albina osservò la scena con l’ombra di un sorriso: quei due fratelli potevano essere davvero tremendi in quanto a idiozie, scherzi e perversioni, ma se si trattava di Miku si trasformavano in persone dolci e responsabili...era stata fortunata ad incontrarli ed era stata altrettanto felice di potersi fidare di loro per…
<< Allora? Che fate qui in giro? Dov'è Vorakh? >> Domandò l’ultimo arrivato, ravvivandosi gli scompigliati capelli biondi.
<< È andato a controllare che la gilda fosse effettivamente finita...ci ritroveremo per l’ora di pranzo. >> Rispose Homura, spostando la lunga treccia da una spalla all’altra.
<< Quindi ce l’avete fatta? Finalmente avete creato la vostra gilda?? >> Chiesero in coro i due gemelli, piacevolmente sorpresi; fu in quel momento che un particolare del viso dell’albina catturò la loro attenzione.
<< Sì! Guardate qua! >> La rosata scoprì la spalla destra mostrando così il simbolo in rosa della gilda, gli occhi luminosi per la contentezza.
<< Ma è bellissimo, mia cara...vieni, accompagnami a prendere qualcosa da mangiare… >> Xeno le sorrise sinceramente colpito, poi la prese per mano e salutarono insieme gli altri prima di allontanarsi in direzione di un bar, consentendo a suo fratello di parlare con l’amica in tutta tranquillità.
 
Homura e Byron rimasero soli, l’uno ad osservare l’altra che, prontamente abbassò lo sguardo sospirando lievemente.
<< Quindi? Che fate voi qui ad Era? >> Chiese la giovane, facendo finta di nulla e tentando di sviare l’attenzione da sé.
<< Svago, Xeno voleva fare shopping al mercato. Tutto bene…? >> Le domandò, soffermandosi con lo sguardo sull’ombra delle sue occhiaie.
<< Come al solito... resisto e vado avanti. >> Rispose lei, spostando una ciocca uscita dalla treccia dietro l’orecchio.
<< Crescerla forse non è stata l’idea giusta, per quanto ti faccia onore...ne abbiamo già parlato e ancora sono convinto della mia idea… >> Disse lui a bassa voce, facendosi più vicino.
<< Era l’unico modo, ok? >> Ribatté inacidita, seppur con scarsa convinzione...era stanca.
<< Non arrabbiarti, ti prego… capisco le tue motivazioni, ma così non hai fatto altro che torturarti, lo sai tu, lo so io, lo sa Vorakh, Xeno e tutti gli altri che vi circondano. >> Commentò il ragazzo, sospirando con rassegnazione.
<< È mia la colpa. Questa è l’unica possibilità che ho per poter chiedere perdono al mondo...Che sia dolorosa è solo un’eventualità, un dettaglio superfluo che non cambia le cose… >> Homura, stanca di quel discorso, chiuse gli occhi per ricacciare indietro il pizzicore che preannunciava le lacrime e Byron portò le mani a massaggiarle le tempie; la ragazza s’irrigidì a quel contatto, ma non lo rifiutò e lo lasciò fare.
<< Lascia che Miku venga a vivere da noi per un po’... hai bisogno di riposare, non l’hai mai lasciata sola da quando è successo… Almeno parlane con Vorakh...mi prometti che lo farai? >> Byron lasciò scivolare le mani via dal suo volto e lei riaprì gli occhi, trovandosi di fronte il caloroso sorriso del biondo.
<< Mh. >> Mugugnò lei semplicemente, voltando lo sguardo in lontananza verso la figura di Xeno in compagnia di Miku.
<< Se non altro non hai detto subito di no...È un inizio >> Ridacchiò quello, tranquillo.
 
 
“Non vedo l’ora di far vedere la gilda alle ragazze...chissà se a loro piacerà…” Pensò fra sé Vorakh, tornando al Concilio per riprendere il carro magico lì parcheggiato.
“Visto che è ancora presto potrei fare un giro in città...magari le incontro lì… “ Aggiunse mentalmente, collegando il dispositivo al braccio per poter iniziare a guidare.
Non ci volle molto perché raggiungesse il centro cittadino, per cui decise di parcheggiare l’auto e di farsi un giro a piedi approfittando anche della bella giornata.
Camminando per le viuzze illuminate dai raggi solari del mattino, il blu si ritrovò in breve tempo in una zona adibita al mercato; si guardò un po’ intorno nel tentativo di trovare le sue compagne, ma alla fine desistette all’idea e si trascinò nella direzione in cui, credeva, avrebbe trovato la piazza principale.
<< HEY TU! COL COMPLETO DELLA DOMENICA! >> Una voce femminile attirò la sua attenzione e il giovane si voltò repentinamente in cerca della proprietaria.
<< Dici a me? >> Chiese lui, puntandosi il dito contro dopo aver identificato la ragazza in questione.
<< Esatto, proprio tu! >> Esclamò ancora la giovane, avvicinandosi con le mani sui fianchi.
<< Posso esserti d’aiuto? >> Domandò Vorakh, accennando confusamente un sorriso.
La ragazza che gli si trovava di fronte era poco più bassa di lui, i capelli color glicine ad incorniciarle il volto e ad accompagnare la sua figura fino alle spalle, aveva un tatuaggio composto da tre punti neri che le caratterizzava lo sguardo di un viola profondo e magnetico.
Era snella, flessuosa, le forme sode a rendere completa la sua bellezza accarezzate da una maglietta color crema con una giacca bianca sopra e un paio di pantaloni del medesimo colore della giacca. Vorakh, dopo averla osservata meglio, non poté trattenere un ghigno soddisfatto per il “panorama”.
<< Gala Reinhart, piacere. Sei un mago? >> Gli domandò la giovane,  mantenendo un atteggiamento serio e dall’aria piuttosto…urgente.
<< Zack…ehm...Zack Vernon…si, sono un mago… >> Balbettò lui, decisamente confuso dal suo modo di fare, celando allo stesso tempo la sua reale identità alla ragazza data la sua fama nel paese come cacciatore di demoni.
<< Glorioso. Tu sarai il mio compagno di squadra. >> Sentenziò lei, prendendolo poi per mano ed iniziando a trascinarselo dietro.
<< Cos-- HE-HEY! >> Le vane proteste del ragazzo volarono via come fumo nel vento.
Non passarono più di cinque minuti che la sconosciuta si fermò in prossimità di un insieme di persone diviso a coppie riunito intorno ad un casottino di legno su cui troneggiava un cartello con su scritto “ISCRIZIONI TORNEO”.
<< Parteciperemo ad un torneo. Non trovavo compagni e dato che mi sembravi sufficientemente annoiato ho dedotto potesse essere un buon passatempo per te...no? >> Spiegò con tranquillità la giovane, mettendosi con lui in fila per registrarsi.
<< Uhm...si...credo… >> Vorakh si passò impacciato una mano sulla nuca a scompigliare i capelli già ribelli. << Beh...ehm...tu che capacità hai? >> Le domandò, cercando di intavolare una conversazione.
<< Vedrai, vedrai... >> Rispose l’altra sorridendo ed estraendo una pipa dal taschino della giacca per poi accenderla e fare un tiro.
Dopo la registrazione, i due vennero accompagnati ad una specie di ring allestito per l’occasione: si trattava di un enorme struttura quadri-laterale rialzata da terra di circa un metro e ampia quanto un piccolo campo da calcio.
Rimasero in silenzio tutto il tempo, finché il presentatore non cominciò ad illustrare i premi e le regole dei combattimenti; queste consistevano in pochi semplici punti da rispettare, come la squalifica di una coppia quando anche solo uno dei componenti veniva sconfitto, l’eliminazione data dalla caduta al di fuori del ring e l’impossibilità di infierire su un avversario che non è più in grado di difendersi;  i premi in palio erano una grande somma di jewels per i primi classificati, un raro cucciolo magico come secondo premio ed un buono spesa in vari negozi per i terzi classificati.
 
Di lì a breve, li scontri ebbero finalmente inizio.
Le prime due coppie si sfidarono per guadagnarsi un posto in scalata alla finale: la sfida si concluse rapidamente, i vincitori sembravano essere in grande sintonia così come le loro magie e questo li aveva portati al termine del match in loro favore.
Si susseguirono una serie di scontri una serie di scontri prima che i due venissero chiamati a lottare a loro volta nel girone delle eliminatorie; Gala gonfiò il petto con determinazione e strinse lievemente la mano a Vorakh come per augurargli buona fortuna, poi salì sul ring insieme a lui per far iniziare lo scontro.
 
Davanti ai giovani si stagliava una coppia di uomini dal fisico assai possente: il primo aveva la testa calva, la barba scura incolta e gli occhi castani piccoli e sporgenti; indossava un semplice completo da arti marziali di colore bianco dalla cintura nera senza scarpe, da cui si poteva intravedere il sudore presente sotto le ascelle, cosa che provocò un conato di vomito alla folla e ai partecipanti.
Il secondo, come il primo, aveva un corpo enorme; portava i propri capelli biondo cenere in una lunga coda molto lucida a causa dell’eccessiva sudorazione data dall’emozione (si spera) che toccava quasi terra, gli occhi scuri archeggiati da enormi sopracciglia molto vicine tra di loro tanto da sembrare unite; indossava solamente dei pantaloni da ginnastica di colore azzurro mentre ai piedi e al busto non portava nulla.
<< Ecco a voi, cari spettatori, i famosi fratelli spacca-ossa, i campioni in carica dello scorso anno: Brutus e Ogron Bellum! >> Li introdusse il presentatore, ricevendo in risposta dalla folla un applauso(?) non molto convinto.
<< E all'altro angolo, sono felice di presentare due nuovi partecipanti: Gala Reinhart e Zack Vernon. >> Questa volta la folla, puntando i due, esplose in grida di incitamento e applausi.
<< Santo cielo… cosa diavolo è quello? >> Chiese scettica Gala al compagno indicando uno dei fratelli Bellum.
<< Un animale suppongo… forse un orso, anche se non ne ho mai visti di così brutti. >> Rispose ironicamente al quesito il blu, portando una mano sul mento.
Rifocalizzando l’attenzione su di sé, il presentatore si avvicinò ad un gong per poi colpirlo con forza; << L'incontro abbia inizio! >> Esclamò infine, spostandosi poi al di fuori del ring.
 
Subito, Brutus prese la rincorsa per poi lanciarsi con veemenza in direzione della ragazza; << Ti spiezzo in due! >> Gridò a gran voce il bestione allargando minacciosamente le braccia con un forte accento russo.
<< Lungi da me, orrida creatura! >> Rispose di rimando Gala, iniziando subito a correre verso la parte del ring opposta all’uomo.
Nel mentre Vorakh si scagliò su Ogron, per poi colpirlo di taglio con la propria mano tesa al lato destro del collo; un movimento fluido e veloce quanto pericoloso, se dato con grande forza, che lo spostò di lato e lo sbilanciò, rendendolo una facile preda per eventuali attacchi successivi.
La folla emise un boato di stupore per l'ottima prestazione di quei combattenti sconosciuti; nel mentre il biondo, infuriato, cercò di riprendere in fretta il controllo di sé aggredendo il ragazzo di getto e provando ad intrappolarlo nella morsa delle sue enormi braccia; tuttavia Vorakh si buttò di lato con uno scatto fulmineo, costringendo il “mostro” a cadere rovinosamente di faccia sulla dura superficie del ring.
Gala, dal canto suo, si ritrovò a passare all’offensiva. Voltandosi in modo repentino, estrasse dalla tasca della propria giacca la pipa utilizzata precedentemente, inspirando una profonda boccata che subito espirò dando vita ad una grande coltre di fumo che iniziò ad avvilupparsi ai piedi dell'ancora ignaro Brutus.
<< Kemuri Maho*1Kuraudo!*2 >> Gridò la giovane balzando all’indietro per prendere le distanze mentre la sua magia prendeva forma e risaliva fino a raggiungere il viso dell’avversario.
L’uomo si arrestò quasi immediatamente, iniziando a tossire convulsamente alla disperata ricerca di ossigeno mentre la coltre di fumo si stringeva sempre più attorno a lui, avvolgendolo in una morsa inibitrice di efficacia sempre crescente.
<< Zack, l'ho in pugno! >> Urlò la ragazza del fumo al compare, avvertendolo del vantaggio guadagnato. In pochi istanti, il giovane escogitò una facile strategia di vittoria e, avvalendosi del precario equilibrio di Ogron, lo prese e lo spinse all’interno della nuvola dove già il fratello stava perdendo conoscenza.
<< Colpiscili! >> Esclamò infine il blu, coinvolgendo la ragazza in quell’ultima azione che li avrebbe portati al trionfo.
<< Kemuri no Bakuhatsu*3! >> Dichiarò Gala ad alta voce, le mani tese ed unite in avanti a formare una sfera di colore grigio perla dalla trasparente consistenza gassosa  che scattò verso di loro a gran velocità ed esplose non appena li ebbe toccati, sbalzandoli entrambi al di fuori dal ring.
<< Out! La squadra viola vince l’incontro e si aggiudica un posto fra i finalisti! >>
Il presentatore saltò in piedi, suonando il gong in preda all’esaltazione e dichiarando lo scontro concluso mentre la folla esplodeva in fragorose grida di giubilo.
<< Bel lavoro, compare! >> Si congratulò la ragazza facendosi vicina al blu, che dal canto suo era intento a scuotere la polvere alzata durante l’incontro dal completo che indossava per evitare di essere ucciso o costretto a lavarlo con la lingua dalla coinquilina/tiranna.
<< Complimenti anche a te, sei stata grandiosa! >> Sorrise Zack/Vorakh, sinceramente colpito dalle gesta dell’alleata.
I due fecero lievemente scontrare i pugni chiusi in un amichevole segno di vittoria, poi abbandonarono il ring per potersi riposare in vista dello scontro finale.
<< Vieni, ti offro qualcosa da bere >> Continuò il giovane, facendo strada all’altra verso un chiosco lì vicino.
 

Proprio in quel momento le ragazze e i gemelli Steinher, arrivati sul luogo del torneo durante la loro passeggiata, videro il loro amico scendere dal ring e allontanarsi con la momentanea compagna di squadra; quasi meccanicamente, Miku e i due giovani voltarono la testa verso Homura che, con l’accenno di una velata smorfia contrariata, portò lo sguardo su un tizio in piedi di fianco al casottino delle iscrizioni, apparentemente disorientato e probabilmente deluso all’idea di non potervi partecipare a causa della mancanza di un partner con cui fare squadra.
<< Dove vai? >> Domandò Xeno all’albina, che aveva iniziato a muovere alcuni passi verso il suo bersaglio.
<< Ho un torneo da vincere. >> Borbottò semplicemente la ragazza, lasciandoli indietro e avvicinandosi al ragazzo solitario.
<< Nee-chan! Il cane!! Il cane!! >> Esclamò la rosata, saltellando e sbracciandosi per farsi notare. L’albina sbuffò dal naso a quella richiesta, ma in fondo sapeva che l’avrebbe accontentata...avrebbe accettato perfino di arrivare seconda pur di farla felice.


<< Volevi partecipare al torneo? >>  Appena gli fu vicina gli rivolse la parola, sforzandosi di incurvare gli angoli della bocca in quello che voleva essere un sorriso.
<< EH? Ah...Si, mi sarebbe piaciuto in effetti. Non capitano spesso questo genere di eventi… >> Rispose l’altro,
 facendo spallucce.
<< Bene, hai appena trovato la tua compagna per prendervi parte >> Disse lei con tono deciso, cosa che scaturì un lampo d’interesse negli occhi del giovane appena conosciuto.
 
 
<< Ed ecco a voi gli ultimi aspiranti alla finale: da un lato la squadra verde, composta da Max Gordon e Lenny Stewart! >> Annunciò il presentatore, introducendo due ragazzi alti e dal medesimo colore di capelli, per l'appunto un verde smeraldino; nient’altro sembrava accomunarli oltre ad esso. Max aveva i capelli lunghi, gli occhi color oro tondi, le spalle larghe e il busto asciutto ed allenato; indossava una camicia ed un paio di pantaloni color ebano senza scritte o figure e delle semplici scarpe da ginnastica nere. Lenny, invece, portava i capelli corti a spazzola, aveva un piercing al sopracciglio destro e gli occhi di una tonalità di verde più scura e profonda rispetto a quella dei capelli. A differenza di Max, aveva le spalle un po’ piccole e leggermente incurvate, indossava una maglietta nera di una qualche band con lunghi pantaloni neri mezzi strappati, mentre ai piedi calzava delle ciabatte infradito.
 << All’altro lato la squadra bianca iscritta all’ultimo minuto, composta da Homura Shinya e Sean! >> Esclamò, facendo emergere la voce in mezzo al frastuono degli applausi.
La ragazza rimase impassibile alle acclamazioni, il compagno sembrò addirittura indifferente: aveva i capelli corti di uno strano colore grigio-azzurro, pettinati in modo tale da avere le punte verso l’alto ad eccezione di un ciuffetto che ricadeva morbidamente sul centro della fronte, gli occhi di un azzurro talmente chiaro da eguagliare senza alcun problema il ghiaccio. Indossava una canottiera grigia, un paio di pantaloncini neri, un paio di polsini blu e, infine, scarpe da ginnastica color ebano.
Il presentatore ripeté nuovamente le regole prima di suonare con vigore il gong dando inizio allo scontro tanto atteso accomagnato dalle grida della folla.
 Immediatamente Max prese l’ iniziativa, scagliando velocemente una palla di fuoco delle dimensioni di un pugno in direzione di Homura che prontamente la schivò eseguendo uno scatto laterale; tuttavia Lenny, seguendo l’ azione, decise di aiutare il compagno evocando una pistola magica dalla quale fuoriuscirono in rapida sequenza numerosi proiettili in direzione dell’ albina. Vennero però intercettati da Sean che, posizionandosi davanti alla ragazza, iniziò a colpire ogni proiettile con il braccio rivestito di quello che sembrava uno strato di ghiaccio spesso, deviandone la traiettoria e facendoli scontrare con una sottile barriera trasparente che circondava l’area del ring per la sicurezza degli spettatori.
A quel punto, l’albina partì in contrattacco: scattò in avanti con una velocità talmente elevata da far pensare che si fosse teletrasportata e, con un movimento repentino della mano, prese Max per la testa e lo schiantò con forza verso il suolo, al punto da formare delle crepe sul pavimento del ring laddove la pressione esercitata dalla ragazza si faceva più forte. Non ancora soddisfatta, non si fermò a quello: facendo leva proprio sulla testa del giovane che stava schiacciando a terra, Homura sollevò il corpo ed andò a colpire con un calcio la nuca di Lenny, che si sbilanciò in avanti verso Sean; quello non ci pensò due volte e approfittò dell'occasione per colpirlo al viso con forza, rompendogli uno zigomo da cui iniziò subito a sgorgare un rivolo di sangue.
 
<< Fantastica, mai visto niente del genere! >> Seduta sulle spalle di Byron per poter vedere meglio lo scontro, Miku udì una voce femminile parlare al suo fianco e, spinta dalla curiosità infantile di vedere chi avesse parlato, voltò il capo verso l’origine del commento.
Il suo sguardo incontrò una giovane dai lunghi capelli neri raccolti in una coda alta e dai cangianti occhi cerulei; con una rapida occhiata poté notare anche la generosità delle sue forme.
Di fianco a lei un ragazzo alto, dal fisico snello ma muscoloso, con i capelli neri dal taglio sbarazzino e gli occhi rossi, osservava interessato la scena che gli si parava di fronte, annuendo semplicemente a concordare con il commento della vicina; dal canto suo, la ragazzina poté constatare una certa somiglianza fra i due.
<< Quella è la mia nee-chan, sapete? >> S’intromise nel discorso la rosata, richiamando la loro attenzione e quella dei gemelli che, incuriositi, si voltarono per capire con chi stesse parlando la ragazzina.
<< Ma davvero? Beh, è molto brava! >> Continuò la mora, rispondendole con un dolce sorriso.
<< Concordo appieno, sono davvero colpito dalla sua agilità e la magia del tizio è intrigante >> Commentò il ragazzo con lei, portando una mano ad accarezzarsi il mento con curiosità.
<< Miku, molto piacere! >> Esclamò con entusiasmo, mentre allungava una mano ai giovani per presentarsi.
I due, allora, si mossero in sincrono e, prendendo insieme la mano della ragazzina risposero: << Alexis/Alèk Lancaster, piacere nostro piccola >>
 
 
 
 
*1Kemuri no Maho: Smoke Magic - Magia del Fumo
*2Kuraudo: Cloud -Nuvola in Giapponese
*3Kemuri no Bakuhatsu: Smoke Explosion/Bomb - Esplosione di Fumo/Bomba di Fumo.



Note degli autori:
 
Ed eccoci qui ^^
Si, lo sappiamo, siamo partiti già in ritardo xD Avremmo dovuto pubblicare già un paio di giorni fa, ma il beta, per una cosa o l'altra, ha interrotto la correzione capitolo e stasera alla fine abbiamo concluso xDD
Detto questo, passiamo alle parti importanti:
Non faremo la lista di tutti i selezionati, i nomi verranno detti di volta in volta, a partire proprio da questo capitolo 1 in cui appaiono ben 4 oc di vostra creazione che ora vado ad elencarvi:
  • Gala Reinhart by february
  • Sean by Redpowa
  • Alexis e Alèk Lancaster by Mary90_p
Chi sono Xeno e Byron? Una mia rivisitazione di Virus e Trip di Drammatical Murders (non giudicatemi una volta che avrete scoperto di che tratta quel gioco/anime/manga, li ho conosciuti tramite immagine e ho scoperto solo dopo la loro provenienza xD )
A parte questo, cosa ne pensate di questo primo capitolo?
Partecipanti tirati in ballo, siete soddisfatti? Avreste fatto diversamente? Scrivetecelo e a partire dal prossimo capitolo tuttò verrà adeguato all'esigenza.
Attendiamo con impazienza i vostri commenti!
Stay Tuned  \o/

P.s. Eccovi un'immagine dei due gemelli Steinher (se ve lo chiedete si...ho mescolato i loro abbigliamenti per divertimento xD)
Qui un' immagine dei due ^^

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 
 
Il match terminò con la vittoria della squadra composta da Homura e Sean, che si strinsero semplicemente la mano prima di scendere dal ring. Miku saltellò entusiasta e corse subito ad abbracciare la ragazza, che ricambiò la stretta con molto meno entusiasmo della rosata, poi si voltò verso il compagno di squadra e lo salutò con un sorrisone: << Ciao! >>
<< Ciao… >> Il giovane grigio sorrise appena in direzione della ragazzina, incrociando poi le braccia sul petto in una posizione per lui più comoda.
<< Sei molto forte...anche se non credo riusciresti a battere la mia onee-chan… >> La giovane dai capelli rosa portò l’indice sulla guancia e inclinò lievemente il capo, assumendo un’aria curiosa e interrogativa. Proprio mentre l’interessato stava per rispondere, Homura lanciò un’occhiataccia alla ragazzina per ammonirla ed interrompere quel discorso; Miku sorvolò su quell’argomento, poi decise di approfittare del momento per fargli una proposta:
<< Ehm...ti andrebbe di entrare nella nostra gilda? >>  Chiese dunque, tentando di avvalersi dei suoi begl’occhioni ambrati.
<< Siete parte di una gilda? >> Domandò Sean, sinceramente curioso: magari avrebbe potuto trovare avversari con cui allenarsi duramente e diventare più forte…
<< Sì! Siamo i Dragon Wing e ci siamo appena formati. Io e la mia onee-chan siamo due dei tre fondatori e il nostro Master...beh...si è scontrato poco prima di voi, lo abbiamo visto casualmente scendere dal ring...era il compagno della ragazza che usava il fumo… >> Miku spiegava ogni cosa con entusiasmo, mentre l’albina osservava i due svogliatamente.
<< Quindi siete solo voi tre? >> Domandò ancora il grigio, sorridendo appena in direzione della ragazzina.
<< No, ci siamo anche noi. >> I due gemelli si fecero vicini, l’espressione seria ma vagamente divertita.
<< Come? >> Homura si voltò verso i biondini con sconcerto.
<< Pensavi non ci saremmo uniti? Hai davanti a te due onesti cittadini lavoratori che intascheranno moneta dal tuo innamorato come factotum della gilda, oltre ad essere due maghi potenti >> Ripose Xeno, portando un braccio dietro le spalle dell’albina e stringendola a sé scherzosamente.
La giovane gli prese la mano e lo scostò malamente, con una certa forza.
<< Ti ho già detto che non è il mio innamorato. Se si diverte ad andare in giro con le ragazze faccia pure, mi basta semplicemente che non le porti a casa o potrebbe non avere più un tetto sopra la testa nel giro di dieci secondi. >> Borbottò inacidita, incrociando le braccia sul petto con stizza e ruotando gli occhi con fastidio.
<< E voi due siete forti come lei? >> Sean ridacchiò, divertito ma imbarazzato dalla scenetta che gli si parava di fronte.
<< Possiamo essere pericolosi, se è questo che stai chiedendo >> Intervenne Byron, incrociando serio lo sguardo di ghiaccio del giovane.
Ci fu un silenzio teso per alcuni istanti, poi Sean sospirò dal naso con un sorriso a mezza bocca sulle labbra; << D’accordo...sono dei vostri >>.
<< Anche noi vorremmo unirci! >> Una voce maschile li fece dietro di loro, rivelando la presenza di Alèk e Alexis.
<< Dite sul serio?? >> Chiese Miku, correndogli incontro, sorpresa.
Alexis si piegò sulle ginocchia per raggiungere la sua altezza e disse: << Ma certo, piccola, abbiamo tutta l’intenzione di avere a che fare con gente forte e ora che l’abbiamo trovata non ci lasceremo di certo scappare l’occasione >>
 
 
 
Sono nei guai...in guai grossi…”  Pensò Vorakh, bianco come un lenzuolo e con la bibita ancora intera in mano.
<< Tutto bene? >> Gala, sorseggiando la sua bevanda, aveva visto il suo compagno sbiancare di fronte ai partecipanti dell’ultimo scontro sul ring.
<< E-eh? S-Sì… >> Balbettò il blu, portando lo sguardo sull’amica con un sorriso nervoso e bevendo un sorso di limonata.
<< L’albina ti ha rubato il cuore? >> Chiese scherzosamente la ragazza, ammiccando divertita.
<< Cough Cough -- Cos-- N-No! >> Il giovane si ritrovò a sputare la sua bevanda per la sorpresa, arrossendo lievemente all’idea.
<< Siete prevedibili voi uomini… >> Sbuffò ridendo l’altra, scuotendo la testa a rafforzare la sua constatazione e passandogli un fazzolettino.
<< Non è questo… vedi… quella è della mia gilda, ecco. >> Spiegò in breve Vorakh, pulendosi alla meglio la bocca e le mani.
<< Uhh… un pezzo grosso quindi. Mi incuriosisce la tua gilda… credo ne entrerò a far parte, i miei studi godrebbero di soggetti molto interessanti... >> Considerò Gala, concentrando il suo sguardo indagatore sulla ragazza in questione, facendo sgranare gli occhi al giovane di fianco a sé.
 
 
<< Le squadre che si sono qualificate sono pregate di portarsi in prossimità del ring: la finale inizierà a breve! >>
Un annuncio all’altoparlante interruppe il chiacchiericcio generale e richiamò l’attenzione di tutti gli spettatori sull’evento centrale.
Trascorsi alcuni minuti, il presentatore riprese a parlare con una vena d’eccitazione nella voce:
<< Miei cari partecipanti, dato il grande numero di iscrizioni quest’anno la finale si svolgerà in modo particolare: una battle royale. Salite tutti quanti sul ring e preparatevi a combattere!. >>
Ad una ad una, le otto squadre rimanenti salirono sul ring. Non appena si furono distribuiti a piacere sull’arena, gli sguardi di Homura e di Vorakh s’incrociarono: il blu si scoprì a sudare freddo. Non sapeva perché, ma l’idea di vedere l’amica arrabbiata lo terrorizzava, soprattutto quando si trattava del suo bighellonare dietro alle ragazze, cosa che nel caso specifico del momento lo aveva addirittura portato a combattere (contro di lei, per giunta) in un torneo…
L’albina, invece, accortasi del brivido smosso nell’altro, non riuscì a trattenere un ghigno che diceva apertamente “Se non ti avessi visto qui non starei partecipando...e ti starei aspettando alla gilda invano…” e lasciava chiaramente intendere la punizione molto severa che gli avrebbe fatto passare la voglia di andare dietro alle ragazze senza un briciolo di giudizio.
Una luce li avvolse e intorno a loro si materializzò un nuovo, maestoso, paesaggio: un’ampia distesa di terreno sabbioso a volte accarezzato da qualche soffio di vento, circondata da mura anticheggianti intervallate da logge e alte colonne dal chiaro stile romano.
La voce del presentatore riecheggiò intorno a loro, richiamando l’attenzione degli sfidanti che, meravigliati dalla trasformazione, si ritrovarono ora disposti in cerchio.


<< Le dinamiche dell’incontro sono semplicissime: quella in cui vi trovate è un’arena chiusa, un tutti contro tutti ma a squadre, come ben sapete. Tuttavia, coloro che perdono anche solo uno dei membri vengono eliminati, e... >>
Un raggio luminoso marchiò una circonferenza all’interno dell’arena, delimitando il vero campo all’interno del quale avrebbero dovuto combattere.
<< … Chiunque uscirà da quella linea verrà automaticamente eliminato, portando così alla squalifica della squadra. Tutto chiaro? Vincerà l’unica squadra che alla fine sarà ancora completa. Lo scontro avrà inizio fra tre...due...uno… >>
 
<< FIGHT! >> Dichiarò il conduttore con energia, dando ufficialmente inizio alla finale.
 
Si mossero tutti nello stesso istante, convergendo verso il centro dell’arena; chi scatenando un urlo battagliero, chi rimanendo in silenzio.
Due gemelli mori dagli occhi scuri che componevano la squadra nera mossero verso Homura, uno da destra e l’altro da sinistra, armati entrambi di guantoni da boxe con rispettivamente incise le parole Air e Water per uno e Earth e Fire per l’altro; immediatamente, i loro pugni si rivestirono degli elementi indicati e ne assunsero la consistenza ed il potere. Senza esitazione, cercarono di colpirla in sincrono.
Homura si abbassò appena un istante prima che la colpissero, facendo sì che il pugno dell’uno colpisse l’altro e viceversa, destabilizzando non poco il duo; subitaneamente, la ragazza pose una mano dietro alla nuca di entrambi e applicando una certa spinta le portò a scontrarsi con forza, facendoli cadere a terra svenuti. Pochi istanti dopo, una luce avvolse i due ragazzi nascondendoli alla vista e portandoli al di fuori del campo di battaglia..
 

Sean si ritrovò davanti la ragazza della squadra rossa, una bruna dai lunghi capelli ondulati e grandi occhi verdi totalmente percorsa da crepitanti saette che scattò verso di lui in un baleno e subito lanciò una sequenza di colpi forti e veloci che il grigio scartò agilmente, prima di contrattaccare:
<< Kouriryu no Kagizume*1! >> Esclamò chiaramente, mentre un cerchio magico di un pallido azzurro si materializzava ai suoi piedi; da esso una distesa di ghiaccio rivestì il pavimento sottostante, espandendosi fino ad un paio di metri da lui, rendendo insidioso il terreno. Quando la giovane ripartì alla carica, il terreno scivoloso le ostacolò l’equilibrio facendola sbilanciare, mancando completamente il ragazzo che in risposta rivestì di ghiaccio un suo pugno come già aveva fatto in precedenza: << Kouriryu no Tekken*2! >> esclamò, colpendo con forza la giovane alla spalla e scaraventandola a qualche metro di distanza.
Proprio in quel momento, il compagno di squadra della ragazza elettrica, un tipo sulla ventina dai lunghi capelli biondi e dagli occhi chiari, allacciò con uno schiocco una frusta al polso del grigio, iniziando a tirarlo verso di sé per non doversi avvicinare e rischiare di entrare nell campo congelato, ma Sean non mostrò nemmeno l’ombra di una smorfia e incamerando un buon quantitativo d’aria si voltò verso di lui e gridò: << Kouriryu no Houko*! >>
Un getto di puro ghiaccio si liberò dalla sua bocca, irrompendo verso l’avversario, scaraventandolo addosso ad un altro combattente della squadra marrone ed infine fuori dal perimetro del campo da combattimento; eliminando così due team in una volta sola.

<< Rimangono cinque squadre soltanto nell’arena! Chi fra queste vincerà?? >> La voce del presentatore irruppe nelle loro orecchie, aggiornando spettatori e combattenti allo stesso modo sulla situazione attuale all’interno del perimetro di combattimento.

“Un Dragon Slayer?”  Pensò Vorakh, in ugual misura sorpreso e incuriosito, dopo aver lanciato un’occhiata in direzione di Sean.
<< Non distrarti! >> Un ragazzo completamente rivestito d’acqua gli si parò davanti e, mutando il braccio in quella che aveva tutta l’aria di essere una lunga frusta con in cima la palla di una mazza chiodata composta dello stesso elemento che lo ricopriva, sferrò un colpo con forza puntando al viso del blu; la palla colpì con pesantezza l’avambraccio che il ragazzo aveva portato al viso per proteggersi, procurandogli però appena qualche piccolo taglio sulla manica della giacca.
<< Cosa?! >> L’espressione del giovane d’acqua divenne una maschera di confusione, mentre cercava di metabolizzare quel suo fallimento e la probabilità, decisamente bassa, di mandare a segno un colpo più efficace.
Nonostante il brivido di terrore che anche solo l’idea dello sguardo di Homura gli procurava, a causa del danno riportato dal suo outfit, Vorakh decise di passare al contrattacco:
<< Renkankei...*3 >> Pronunciò semplicemente, girando il braccio in modo che potesse afferrare l’arto acquatico dell’avversario ancora scioccato senza che potesse ritirarlo: una luce blu-violacea gli circondò la mano e subito si trasferì lungo il braccio dell’altro, andando poi a ricoprire interamente il suo corpo per qualche istante prima di sparire senza apparenti conseguenze.
Il ragazzo d’acqua si guardò intorno per cercare di capire che cosa stesse succedendo, sempre più smarrito, quando Vorakh riprese parola. << ...Kikō*3. >>  Il blu mollò la presa sul braccio dell’altro e subito la palla chiodata iniziò a perdere consistenza, ritornando a assumere l’aspetto di una normale mano umana, così come il resto dell’arto era regredito alla normalità.
<< Che mi hai... fatto..? >> Il ragazzo d’acqua si ritrovò a doversi inginocchiare, in preda a una crescente debolezza, mentre anche lo strato acquatico che lo rivestiva regrediva fino a scomparire totalmente da sopra il suo corpo e una stanchezza sempre maggiore minacciava di farlo cadere del tutto a terra.
 << Ti metto a nanna. >> Rispose semplicemente il blu con un sorrisetto trionfale, poco prima che l’altro si accasciasse al suolo completamente svenuto.

<< Ed anche la squadra arancione è stata sconfitta! Ancora quattro squadre in gara! >> Soggiunse con energia il presentatore, scaldando la folla degli spettatori intenti a fissare qualche momento rubato degli scontri su un maxi schermo magico posto al di sopra dell’arena.
 
Un giovane dai capelli color fiamma legati in una coda alta lanciò una schiera di tre coltelli verso Gala: la ragazza rimase immobile e per niente preoccupata, mentre le lame le passavano attraverso... creando dei buchi nel suo corpo, che subito dopo si richiusero quasi niente fosse successo.
<< ?!? >> Incredulo e pensando di aver avuto un’allucinazione, il giovane lanciò un altro coltello, ma ancora una volta l’oggetto le passò attraverso senza nemmeno scalfirla.
<< Ma cosa…?? Cosa sei tu?!? >>  Il giovane urlò, frustrato, impotente di fronte alla conferma che i suoi colpi non sortivano alcun effetto.
<< Io? Fumo >> Rispose la ragazza, trasformandosi in un alone fluido e di un bianco pallido semitrasparente che avanzava inesorabilmente verso di lui.
Il rosso creò una serie di lame, scagliandole con furia sempre maggiore in direzione della ragazza di fumo, senza riuscire nemmeno a fenderla mentre lei, con voce quasi eterea, si divertiva a svolazzargli davanti senza che potesse colpirla; Gala decise di lasciare che quella farsa durasse ancora un po’, facendo lentamente arretrare l’avversario verso la linea di confine, finché non fu che a un metro di distanza da essa.
<< Maledetta, fatti vedere! >> Gli intimò con rabbia l’altro, fuori di sé per la rabbia e per lo sforzo continuo di quell’offesa inutile.
<< Ok, hai ragione… >> La massa fumosa riconvogliò verso un unico punto, finché la figura di Gala non riapparve completa e tangibile.
<< Affrontami come si deve! >> Ringhiò ancora il rosso, evocando altre due lame sospese ai lati della propria testa con la punta rivolta verso di lei.
<< D’accordo. >> Con un sorriso gentile, la ragazza rimase alcuni istanti immobile a fissarlo e anche l’altro non si mosse, rimanendo a studiarla.
<< Beh? Non mi attacchi più? E pensare che stavi iniziando ad incuriosirmi… di sicuro saresti stato un ottimo soggetto di studio… >> Continuò lei, l’espressione fintamente corrucciata.
<< Che vorresti dire? >> Domandò l’altro, leggermente confuso.
<< Niente, lascia perdere. Direi che può bastare così. >> Disse la giovane, vagamente rassegnata.
<< Cos--?! >> << Kuraudo. >> Pronunciò Gala, la voce ferma e calma. Subito, una nuvola di fumo iniziò ad avvolgere la figura del rosso che cominciò a tossire in cerca d’aria, arretrando ancora con l’intento di allontanarsi da lei e dalla sua magia nonostante il poco spazio rimastogli; fu a quel punto che la ragazza scattò in avanti e lo colpì con un calcio, sbalzandolo indietro, al di fuori della linea di confine del campo.


<< La squadra oro è eliminata! Ne rimangono solo tre! >> La voce del presentatore rimbombò in tutta l’arena, gioviale e sempre più emozionata.

“Ok...è arrivato il momento di avere un cane.“ Pensò Homura, sospirando appena: non se l’era dimenticato, Miku glielo aveva chiesto e lei glielo avrebbe fatto avere.
Si portò di fianco a Sean che nel frattempo si era avvicinato verso il centro del campo, così come Vorakh, Gala e i due ragazzi della squadra ciano, uno dai capelli color mare e gli occhi nocciola e l’altro dai capelli corti di un tiepido turchese e gli occhi color ghiaccio, andando a formare una sorta di triangolo i cui vertici distavano 5 metri gli uni dagli altri.
I sei partecipanti si squadrarono da capo a piedi, incrociando gli sguardi con determinazione e voglia di vincere...tutti tranne Homura.
Quando l’albina incrociò quello di Vorakh mimò due parole con le labbra che all’altro fecero sgranare gli occhi: “Buttami fuori”.
 
<< Al mio segnale…. >> Il conduttore caricò di ulteriore suspense quel momento, mentre i ragazzi si prepararono all’ultimo scontro. Homura prese un respiro e...
 
<< FIGHT! >>


<< Yami no Mahou… Shitsumei*4! >> L’albina scattò verso la squadra ciano, facendo calare sui loro occhi un velo di pura oscurità, rendendoli momentaneamente ciechi e quindi un facile bersaglio della sua prossima mossa: quando li ebbe raggiunti colpì allo stomaco uno dei due, facendolo accasciare a terra senza fiato, mentre prese l’altro per la testa e lo schiacciò al suolo, trattenendolo e trascinandolo con sé nella sua corsa verso il confine del campo, Gli altri rimasero immobili per alcuni istanti, forse sorpresi, prima di decidere di muoversi: Sean si portò davanti a Vorakh e Gala, coprendo i pugni di ghiaccio e sferrando alcuni attacchi più fastidiosi che violenti nel tentativo di impedirgli di interferire con la sua compagna di squadra; nonostante i suoi tentativi di guadagnare tempo, la ragazza lo ridusse alla ricerca d’aria in mezzo ad una delle sue coltri di fumo, svantaggiando enormemente il Dragon Slayer a causa del suo olfatto particolarmente forte, mentre Vorakh era libero di inseguire Homura senza ulteriori ostacoli.
Fu allora che il blu capì sia il come che il perché si sarebbe fatta buttare fuori dal campo e internamente si trovò a sospirare con disappunto: “Dove diavolo lo mettiamo un cane?? Non abbiamo nemmeno trovato casa qui!“
Percorsi gli ultimi metri, Homura fece un ulteriore sforzo e alzò il ragazzo della squadra ciano da terra per spingerlo fuori da ring; si voltò indietro e subito trovò l’amico pronto a colpirla con un forte calcio all’addome; la giovane portò le mani di fronte al corpo, proteggendosi in parte dal colpo, ma la forza cinetica impressa dal ragazzo fu più che sufficiente a sbalzarla fuori dal campo di combattimento.
Trascorsi alcuni momenti, l’arena perse consistenza e tutto tornò come prima: dopo un breve istante di silenzio quasi irreale, intorno a loro gli spettatori iniziarono a gioire ed esultare, estasiati da quell’ultimo combattimento tanto breve quanto ricco di emozioni e colpi di scena.


<< SENSAZIONALE! LA SQUADRA VIOLA VINCE IL TORNEO! >>  

Sean ignorò il boato, andando dalla compagna di squadra per verificare che stesse bene.
<< Tutto a posto? >>  Le domandò, allungando una mano verso di lei per congratularsi del secondo posto.
<< Si.. mi sono distratta e non l’ho sentito arrivare, mi spiace. >> Mentì lei, tentando nuovamente si sfoggiare un sorriso e stringendogli la mano amichevolmente.
<< È stato interessante far coppia con te, ho fatto davvero bene ad accettare l’invito in gilda. >> Ridacchiò appena il grigio, stiracchiando il corpo indolenzito dagli sforzi.
<< Mi fa piacere...avremo occasione di combattere ancora insieme in futuro, allora… >> Rispose l’altra con tranquillità, mentre la folla acclamava i vincitori.


<< SIIIIIIII!!! SEI UN GRANDE! VIENI QUA! >> Gala si fiondò su Vorakh e lo strinse forte a sé:
<< OH-OHI! >> Imbarazzatissimo, più per il fatto che il seno della ragazza gli stesse premendo addosso che per l’abbraccio in sé, il blu ricambiò con meno convinzione la stretta e infine sciolse rapidamente l’abbraccio.
<< Ora sono anche più felice di entrare nella tua gilda! >> Esclamò l’altra, saltellando felice come una pasqua.
<< Ah-Ah ehm...certo sì.. >> Ridacchiò confuso lui, sconcertato da tanta euforia.
 
Il presentatore richiamò le tre squadre finaliste sul ring per procedere alla premiazione:
<< Al terzo posto, la squadra ciano! In premio per voi, una coppia di buoni sconto da 10’000 Jewels da spendere nei negozi Magicians&CO.! Un bell’ applauso e ancora complimenti! >> Il conduttore si profuse in un applauso assieme agli spettatori. Poi l’uomo riprese:
<< Al secondo posto, la squadra bianca! Per voi un magnifico esemplare di Spitz Giapponese con grandi capacità magiche! Un bell’applauso anche per loro, forza!! >> Il presentatore si unì al fragoroso applauso degli spettatori mentre Homura e Sean s’inchinavano rispettosamente in segno di gratitudine. Dalle file della gente, Xeno e Byron si ritrovarono a scuotere la testa all’unisono: anche loro avevano capito tutto, data la richiesta della piccola Miku.
<< Ed infine i vincitori! LA SQUADRA VIOLAAAA!!! >>
La gente urlò di gioia, congratulandosi e acclamando i due giovani nemmeno fossero i campioni mondiali indiscussi.
<< Per voi, la somma di 200’000 Jewels! >> Continuò il presentatore, applaudendo con vigore ai due che salutarono e si inchinarono di fronte al pubblico in segno di ringraziamento.
<< Allora! Come vi sentite? >> L’uomo portò il microfono di fronte a Gala.
<< Sono al settimo cielo! Non avrei mai creduto di vincere contro tutti gli avversari forti che avevamo, soprattutto contro la ragazza della squadra che è arrivata seconda! >> Disse la giovane, facendo un cenno col capo in direzione di Homura che, sentendosi chiamata in causa, fece un cenno a sua volta per ringraziarla dei complimenti.
Il microfono passò a Vorakh che disse: << Anch’io sono molto felice di aver vinto! Non sapevo nemmeno se avrei partecipato alla gara, ed invece… >> Il blu sorrise imbarazzato: lui non avrebbe proprio partecipato, se non per merito di Gala che ce lo aveva trascinato quasi di peso.
<< Meraviglioso! Dunque, potete andare a ritirare il vostro premio mentre io, signore e signori, annuncio ufficialmente il termine del Torneo! Un grazie infinite a tutti voi che avete partecipato, all’organizzazione, ma soprattutto a voi spettatori che avete osservato e tifato insieme a noi! Arrivederci a tutti per il prossimo evento! >> Il conduttore, con un largo sorriso sulle labbra, s’inchinò a sua volta e ringraziò più e più volte i presenti, poi scese dal ring assieme ai vincitori e si dileguò per raggiungere il camerino.


I ragazzi scesero dal ring e vennero ben presto raggiunti dai gemelli, Miku, Alèk e Alexis.
<< Onee-chaaan!! >> La ragazzina dai capelli rosa gli corse in contro per abbracciarla forte, contenta per il cane che avrebbe avuto grazie a lei. Homura ricambiò la stretta con dolcezza, ma non si scompose e si voltò subito verso Vorakh, l’aria vagamente contrariata.
Il blu si sentì raggelare: come spiegare?
<< I-io beh...come dire...è stata lei! >> Esclamò tremante, indicando Gala che gli rivolse uno sguardo interrogativo.
<< A far cosa, Zack? >> Chiese la giovane, con apparente gentilezza, ma esigendo una spiegazione chiara e soddisfacente.
<< Zack? Chi è? >> Miku la guardò stranita, per poi portare lo sguardo su Vorakh.
<< Credo ti abbia detto una bugia, dolcezza. >> Xeno si fece avanti, ammiccante. Notando la confusione sul volto dell’altra, Byron si portò di fianco al fratello, aggiungendo: << Devi sapere che la persona con cui hai vinto il torneo si chiama Vorakh, non Zack. Vorakh Yagyu… >>
Le iridi viola della ragazza si spalancarono per la sorpresa, così come quelle di Alexis che chiese: << Quel Vorakh Yagyu? Il Demon Keeper?? >>
Sean scosse la testa divertito. << Questa si che è bella...io che mi vado a scontrare con un VIP… roba da matti... >>
Vorakh fece un passo indietro, sospirando rassegnato.
<< Grazie eh ragazzi. Secondo voi perché ho dato un nome fittizio, eh? >> Sbuffò di nuovo, esasperato.
<< Perché vuoi tentare l’abbordaggio da persona semplice? >> Una voce maschile dietro di loro intervenne nella conversazione, facendo drizzare le orecchie al blu in questione.
<< Non ci voglio credere… >> Aggiunse infatti, rimanendo voltato di spalle alla persona sconosciuta che aveva parlato.
<< Cos’è, ti ho scoperto? Ti ricordavo più furbo… >> Il gruppo si voltò verso il nuovo arrivato che ridacchiò canzonatorio all’indirizzo del giovane neo-Master.
Al che Vorakh si voltò: << Zaion! Maledetto naso deviato! Che ci fai qui?! >> Chiese ridendo ed avvicinandosi all’altro in mezzo allo sconcerto e alla curiosità degli altri.
<< Potrei chiederlo io a te, donnaiolo da strapazzo! >> Rispose l’altro con un ghigno, andandogli incontro. Quando i due furono l’uno di fronte all’altro, fecero scontrare amichevolmente il pugno ed infine si diedero qualche pacca sulla spalla.
<< Cavolo, è una vita che non ci vediamo! Come te la passi? >> Chiese Vorakh, dimenticandosi di essere in compagnia, cosa che però non mancò di ricordargli proprio l’amico. << Poi ti racconterò. Non mi presenti i tuoi amici? >>
<< O-oh, giusto… >> Il blu si voltò con un sorriso di scuse, poi disse; << Zaion, ti presento Xeno e Byron Steinher, Homura, Miku, Gala e… >> S’interruppe quando si ricordò di non essersi presentato né con il compagno di squadra dell’albina, né con i fratelli Lancaster che subito provvidero a completare la presentazione. << Sean,  Alexis e Alèk Lancaster...abbiamo deciso di unirci alla gilda. >> 
<< Oh...bene >> Rispose il neo-Guild Master l’altro sorridendo. << Beh, ragazzi, lui è Zaion Dviran, un mio vecchio amico che ho conosciuto durante il viaggio che ho fatto l’anno scorso di supporto a Blue Pegasus. Beh…”conosciuto” è una parolona, dato che ci siamo scontrati a vista, terminando in parità. Ci eravamo salutati con la promessa di un nuovo incontro meno violento, e a quanto pare… >> Vorakh ridacchiò, portando lo sguardo sul ragazzo di fianco a lui che rise a sua volta.
<< Diciamo che non ero proprio una persona in quel momento, ma in ogni caso sono riuscito a mantenere la promessa fin’ora. >> Rispose Zaion, facendo spallucce e mantenendo l’aria divertita e aggiungendo un velo di mistero sul suo passato.
Dviran era un ragazzo alto circa 180cm dai capelli grigi cenere medio lunghi raccolti in una coda alta, la pelle abbronzata, gli occhi di un rosso vivo, il naso leggermente deviato probabilmente a causa di un colpo subito e alcune cicatrici che dal viso si allungavano verso il busto, all’apparenza allenato e celato da un’attillata maglietta bianca a maniche corte. Indossava anche un paio di lunghi pantaloni neri con ampie tasche un po’ gonfie, probabilmente piene di oggetti personali a lui utili, mentre le braccia erano coperte di bende che arrivavano a rivestire completamente anche le mani, le dita bendate singolarmente in modo da poter comunque avere la mobilità e la prensilità necessaria.


<< Signori, se volete ritirare i premi vinti , seguitemi da questa parte… >> Un uomo vestito elegantemente, probabilmente incaricato dall’organizzazione del torneo fece loro cenno di seguirlo e i quattro partecipanti si congedarono momentaneamente per seguirlo.
In attesa del loro ritorno e mentre la folla spettatrice del torneo stava pian piano scemando e allontanandosi dal posto, i ragazzi si misero a chiacchierare, tentando di fare conoscenza; e chiacchierando allegramente; nel mentre i quattro stavano tornando. Miku sgranò gli occhi, e stava per chiamare la sua onee-chan…
Fu un attimo.
Un’esplosione violenta squarciò il silenzio, gettando la folla nel caos più profondo e squarciando irrimediabilmente il momento di pace che si era venuto a creare; alcune case vicine avevano iniziato a prendere fuoco, e la gente iniziò ad urlare e correre in preda al panico.
Miku lanciò uno strillo.




*1Kouriryu no Kagizume:  Ice Dragon's Claw = Artiglio del drago di ghiaccio
*2Kouriryu no Hoko: Ice Dragon's Roar = Ruggito del drago di ghiaccio
*3Renkankei-Kiko: è il nome di un antica arte marziale che controlla il flusso di energia. La funzione di questa ha vari impieghi e il nostro Vorakh la sfrutta per annullare progressivamente il flusso di energia magica nel corpo dell'avversario tramite il contatto con lui. Non è possibile esercitarla a distanza, solo tramite contatto. (presa dall'anime Hagure Yusha no Estetica e riadattata)
*4Yami no mahou: Shitsumei:  Darkness Magic: Blindness = Magia dell'Oscurità: Cecità.



Note degli Autori:

Buona sera a tutti, ben ritrovati nella nostra storia oc ^^
Si è fatto desiderare come capitolo, ma alla fine eccolo qua, pronto per voi ^^
Che ne pensate di questa finale di torneo?
Come vedete abbiamo cercato di mantenere una cadenzialità di pubblicazione di circa 2 settimane da uno all'altro, non vi garantisco per problemi di "riunione" l'assoluta puntualità ma farò di tutto per pubblicare in tempo (tipo oggi sono in ritardo di un giorno, dovevo pubblicare ieri ma abbiamo avuto un imprevisto col beta), per cui state abbastanza sereni ^^
Bene bene, che dire? Questa volta solo un nuovo Oc è stato presentato, ovvero Zaion Dviran di TheDevil ^^
Ovviamente non pubblicheremo schiere di oc ad ogni capitolo (quindi non presenteremo ad esempio 3 oc a capitolo), devono esserci le situazioni giuste ed i momenti adatti, e visto che in questo capitolo c'era spazio per uno solo così è stato, il prossimo...chissà? xD
Colpo di scena finale, che sarà successo ai nostri eroi?
Scriveteci le vostre impressioni tramite recensione, risponderemo a tutti il prima possibile ^^
Ancora un enorme grazie a chi ci segue in silenzio oltre a quelli che partecipano o che recensiscono solo per farci i complimenti^^
A prestooo \o/


P.S: Vi lascio con un' immagine del nostro Vorakh ^^ (si, è Ousawa di Hagure Yusha no Estetica xD)

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

 

L’urlo di Miku le arrivò come un flebile suono riecheggiante nelle orecchie. Quando aprì gli occhi si ritrovò coperta di polvere, così come i tre amici che con lei erano andati a prendere il premio e che si stavano rialzando da terra, frastornati e confusi dall’esplosione.
Le urla terrorizzate della gente riempivano l’aria già satura di polvere da sparo e fumo, mentre fiamme alte lambivano case, persone e le piante sparse qua e là. Homura si guardò intorno spaesata ed improvvisamente un flash riapparve nella sua memoria; un’immagine dell’incubo ricorrente che ogni notte la sgretolava e distruggeva come un castello di carte in un uragano.
Fiamme.
Il suo cuore accelerò i battiti che, frenetici, minacciavano un collasso da un istante all’altro.
Urla.
I suoni si amplificarono, donandole brividi freddi ed un senso di nausea che prepotente le soffocava il respiro.
Suppliche.
Come quelle che nell’incubo venivano ripetute a vuoto, senza sortire alcun risvolto positivo.
“È colpa mia.”
Il suo corpo paralizzato iniziò a tremare, mentre un’aura nera si espanse da lei, fino ad avvolgerla completamente; un dolore lancinante le trafisse la mente, costringendola a prendersi la testa fra le mani nel tentativo di alleggerire il dolore con un po’ di pressione, mentre dalla sua gola si liberò un urlo di terrore che si unì a quelli che già si udivano indistinti nell’aria.


Sean si rialzò da terra e si scosse la polvere di dosso, confuso.
<< Che cazzo…? Oh mio Dio... >> Il grigio iniziò a correre verso il ring bruciacchiato, guardandosi intorno nel tentativo di capire la situazione.
Il centro dell’esplosione non era così vicino al ring, da quello che poteva constatare dai segni neri a terra, ma a circa una sessantina di metri. L’esplosivo doveva sicuramente essere un conglomerato di varie parti la cui potenza aveva sprigionato un urto enorme, così grande da investire anche la zona dietro il ring e poco oltre, mentre dall’altro lato aveva raggiunto le zone abitate e parte dell’area commerciale.
Devo fare in fretta!” Il giovane corse verso le case per poi raccogliere un buon quantitativo d’aria nei polmoni e rilasciare un potente ruggito ghiacciato, con cui spense gli incendi più ingenti. Subito venne raggiunto da Zaion che, dopo un cenno in sua direzione, s’infilò nella casa su cui Sean stava intervenendo per potersi accertare della presenza o meno di vittime al suo interno.

Xeno aveva stretto di colpo a sé la piccola Miku e Byron si era posto davanti a loro per proteggerli.
<< Onee-chan...Onii-chan… >> La voce della ragazzina tremò, un misto di angoscia e paura maggiorato dall’idea di non aver accanto quelli che per lei erano fratelli.
<< Va tutto bene Miku, non ti agitare. Stanno bene, li vedo da qui. >> Byron le parlò dolcemente, celando al meglio la tensione che provava. Si alzò da terra e aiutò i due a fare altrettanto, poi prese la rosata in braccio e si allontanò rapidamente così da portarla al riparo.
Raggiunsero una locanda ad un paio di isolati e parlarono con la proprietaria affinché potesse tenere al tenere d’occhio la ragazzina fino al loro ritorno. Proprio mentre stavano per ripartire, un proiettile rosa serrò Xeno in una morsa stritolante: << Non lasciatemi qui, zio Xeno! >> La piccola si buttò fra le braccia del biondo prima ancora che lui potesse accorgersene.
<< Tesoro è meglio che tu stia qui, è pericoloso là fuori e noi non vogliamo che ti accada nulla. Stiamo andando a prendere Homura e Vorakh, perciò rimani qui al sicuro fino al nostro ritorno, ok? >> Il ragazzo ricambiò la stretta della piccola e le baciò la fronte con dolcezza, mantenendo un tono fermo e deciso sotto lo sguardo di Byron, che a sua volta, fece un cenno d’assenso per far capire meglio alla piccola quale fosse la cosa giusta da fare.
Miku annuì semplicemente, abbassando il capo con riluttanza: non avrebbe disobbedito, ma l’idea che anche i suoi adorati zii tornassero in quell’inferno le dava un’ansia ancora maggiore rispetto a prima.


Quando i fratelli furono tornati sul luogo dell’esplosione la maggior parte degli incendi era stata estinta, ma un nuovo pericolo incombeva ora: In lontananza, un ampio gruppo di persone incappucciate si stava dirigendo proprio verso di loro.
Allarmati, si voltarono in cerca di volti familiari e fu allora che la videro: in ginocchio ed avvolta da un’aura nera, un’Homura urlante ed in lacrime che sembrava aver perso la ragione.
Subito corsero verso di lei per aiutarla, ma improvvisamente la voce di Vorakh li bloccò:
<< Non avvicinatevi! Statele lontano! >> Il blu si portò al loro fianco, cercando di metterli in guardia del pericolo.
<< Aiutala tu, invece di lasciarla in quello stato! >> Sbottò Xeno ansioso in direzione dell’altro, che in risposta indurì lo sguardo.
<< È quello che sto cercando di fare. >> Sibilò quasi offeso, frapponendosi tra i due e la ragazza.
<< E allora, cosa stai aspettando?! Se non lo farai tu lo farò io! >> Xeno lo spostò di peso, frustrato, correndo poi verso l’albina.
Commettendo un errore.
Un’ondata di potere magico scaturì dal corpo della ragazza quasi fosse stata una difesa, sbalzando indietro il biondo e facendolo schiantare contro un albero lì vicino
<< Xeno! >> Byron si precipitò al suo fianco per verificare le sue condizioni, mentre Vorakh invece si rivestì di un’aura luminosa ed iniziò ad avvicinarsi lentamente ad Homura, palesemente ancora in preda a quelle terribili fitte che sembravano volerle spaccare la testa in due.
Un’altra ondata nera esplose da lei, ma non sortì alcun effetto sul blu che, protetto dalla luce dorata, vi passò attraverso senza ricevere danno; a fatica le arrivò di fronte e si mise in ginocchio, per poi stringere la ragazza a sé in un saldo abbraccio.
Byron e Xeno osservarono la scena senza capire: che diavolo stava succedendo?
<< Renkankei… >> Pronunciò il blu, mentre l’aura luminosa si trasferiva anche sull’altra, contrastando a stento l’ondata nera ed oscura.
Le urla di Homura si fecero più acute e stridule, mentre il suo sguardo umido e spento incontrò quello di Vorakh con sempre meno lucida vergogna in una tacita richiesta d’aiuto.
<< Kiko. >> Mantenendo lo sguardo nel suo con decisione, il ragazzo incanalò la sua energia per massimizzare l’efficacia della tecnica; l’aura luminosa che lo circondava s’intensificò rapidamente, soppiantando l’aura nera che ricopriva l’amica. Uno spasmo violento scosse il corpo della giovane che, istericamente, si dimenò per alcuni istanti nel tentativo di liberarsi dalla forte stretta; subito dopo sentì le forze venire a mancarle, mentre il dolore alla testa lentamente cessava. Confusa com’era, non seppe dire quando si erano arrestate le urla... ma il panico se n’era andato e, raggiunta dalla stanchezza, svenne fra le sue braccia, incapace di dire o fare qualsiasi cosa come una semplice bambola priva di volontà.
Entrambe le aure, oscura e luminosa, svanirono subito dopo: anche il blu lottò contro la spossatezza che la lotta, la preoccupazione, l’uso di quel potere gli avevano procurato. Con un sospiro, si alzò in piedi subito dopo e prese in braccio con delicatezza la giovane inerme. 

 

“Il padrone sarà fiero di me quando l’avrò condotta al suo cospetto…”  Higor si sfregò le mani con vigore, ghignando di soddisfazione per il piano di cattura che aveva ideato e a cui aveva appena dato inizio; dietro alla distesa di figure scure ed incappucciate, appariva come una persona lievemente gobba, basso di statura, dalle lunghe orecchie a punta, gli occhi grandi e con una chierica di capelli bianchi che lasciavano scoperta la fronte insieme alla parte superiore della testa.
Era vestito da maggiordomo, soprattutto per indicare il ruolo che rivestiva agli ordini del suo signore, ma quel giorno aveva preso il comando di una minuscola parte dei soldati del padrone per guidarli in suo nome in una missione che non era stata mai autorizzata, il tutto con lo scopo di compiacere il sovrano ancora ignaro della cosa.
I soldati avanzavano lenti in direzione del luogo ove l’informatore aveva documentato la presenza del bersaglio ed aveva poi fatto esplodere la bomba affinché, nel panico generale, non fosse possibile aiutare in alcun modo l’obiettivo; lasciandola a sé stessa, rendendola infine una facile preda.
<< Uomini! Portatemi la ragazza giusta stavolta, il padrone non deve aspettare ulteriormente! >> Gridò Higor ai suoi subordinati per poi indicare con un dito l’albina.
<< E cosa ne facciamo dei civili e dei maghi partecipanti al torneo, Signore? >> Domandò uno degli uomini, spostandosi in avanti per attirare l’attenzione del superiore.
<< Uccideteli, uccideteli tutti! >> Fu la risposta, con particolare malignità in quell’ultima parola.
Un greve urlo bellico si diffuse tra le fila degli uomini del maggiordomo, che immediatamente si scagliarono senza timore apparente verso la ragazza ormai svenuta tra le braccia del compagno. 
<< Quanto a te, mia cara… sarai il mio piano B >> Ghignò l’ometto, rivolgendo l’attenzione verso la ragazza svenuta che gli era stata portata per errore.


Vorakh teneva ancora in braccio Homura, lo sguardo fisso a studiare il volto dell’amica svenuta contratto, fino a pochi momenti fa, dal dolore e dalla paura che già aveva visto in altri momenti passati e da cui si era ripromesso di proteggerla: sentiva di aver fallito ancora una volta, esattamente nel momento in cui gli aveva chiesto aiuto con il solo sguardo, un aiuto che non sapeva come offrirle e che solo grazie al Concilio aveva potuto darle.
<< Vorakh! Portala via di qui, presto! >>
La sua riflessione fu interrotta bruscamente della voce di Xeno, che insieme a Byron si era portato davanti a lui per sbarrare la strada ai nemici. Fu solo in quell’istante che il blu, scosso da quelle urla, si accorse dell’attacco in corso; notò il gruppo di persone incappucciate che correvano nella sua direzione e, reagendo d’istinto, si posizionò l’albina sulla spalla a mo’ di sacco di patate ed iniziò a correre nella direzione opposta sperando di guadagnare terreno e trovare una sistemazione provvisoria affinché Homura potesse riprendersi senza pericolo.
Fortunatamente, non ci volle molto perché la trovasse: vide Miku in lontananza sbracciarsi per indicargli la sua posizione e, nonostante l’idea non gli andasse particolarmente a genio data la vera natura del panico dell’amica, era ahilui l’unica soluzione plausibile. Col fiato corto per la corsa, arrivò dalla piccola che, solo apparentemente calma, gli fece strada all’interno della locanda dove i gemelli l’avevano lasciata e andò subito alla ricerca di panni umidi e una cassetta del pronto soccorso per poter aiutare i due nel caso ne avessero bisogno.
Vorakh adagiò Homura su un letto della locanda e si fermò per riprendere fiato per un istante quasi eterno: quando infine si voltò verso la rosata e notò la sua espressione tesa e preoccupata si affrettò a porle una mano sulla testa per rassicurarla con una tenera carezza.
<< Sta bene, è solo svenuta...tienila d’occhio, io torno più tardi ok? Vado ad aiutare Xeno e Byron che senza di me sono inutili, non ci vorrà molto…>> Disse semplicemente il blu, l’ombra di un sorriso a tentar di sdrammatizzare l’accaduto. Miku sorrise appena ed annuì, sedendosi di fianco all’amica in attesa del suo risveglio mentre l’altro corse immediatamente fuori per dirigersi ancora una volta sul luogo del torneo.

<< Kakū no mahō: Kabe*1! >> Esclamarono in coro Xeno e Byron, evocando un possente muro di fuoco vivo fra sé ed il gruppo di nemici ormai a pochi metri da loro.
Gli incappucciati, incapaci di comprendere da dove fosse scaturito tutto quel fuoco, furono costretti ad arrestarsi di colpo; dalle loro fila si fecero avanti un paio di uomini che subito crearono dei getti d’acqua dalle mani nel tentativo di spegnerlo e riprendere l’offensiva. Rimasero non poco sorpresi nel constatare che la mossa da loro ideata non sortiva alcun effetto, non arrivando nemmeno a sfiorare la superficie infuocata del muro. << L’acqua non funziona! >> Esclamò uno di quelli, retrocedendo inorridito.
<< Evocate ghiaccio! Vento! Fate qualcosa! >> Rispose un altro facendosi avanti e dando sfoggio delle sue migliori capacità magiche; un raggio congelante di grande potenza, che indirizzò proprio al centro del muro.
Xeno ghignò divertito di fronte alla scena che gli si parava di fronte, cosa per cui Byron scosse solo lievemente la testa nel tentativo di mantenere un certo contegno.
Fu a quel punto però che il primo dei due decise di intervenire, facendo risuonare la sua voce nella mente degli sconosciuti pronunciando: <<Itami >>; subito e quasi sincronicamente, i nemici portarono le mani alle tempie iniziando ad urlare di dolore e di terrore mentre una sofferenza lancinante si propagava nel loro corpo. Caddero in preda a spasmi e convulsioni mentre il sistema nervoso collassava in seguito ad esse; la sensazione della carne che si lacerava all'interno del corpo si faceva sempre più forte, al punto da finire a terra a peso morto quasi contemporaneamente del tutto privi di coscienza.
Quando anche l’ultimo ebbe perso i sensi, i gemelli si guardarono soddisfatti, scontrando i pugni in segno d’intesa per poi esclamare all’ unisono un: << Siamo grandi, grandi! >> 
<< Si, bravi, ora dobbiamo andare ad aiutare gli altri! >> Vorakh, che era appena tornato dalla locanda, era arrivato proprio nel momento dei festeggiamenti e pensando che i gemelli stessero prendendo la cosa alla leggera era intervenuto per riportare quel minimo di serietà e di urgenza necessario per la situazione.
<< Dici così perché tu non c’eri, avresti invidiato il nostro potere! >> Byron portò una mano sulla fronte con fare teatrale, mentre Xeno sghignazzò divertito dalla scena portando nel contempo l’indice destro a risistemarsi gli occhiali sul volto.
<< Ehm…certo...certo. Andiamo. >> Il blu si sfiorò con un dito la guancia, inizialmente confuso dal comportamento molto rilassato dei due, ma poi riuscì a riprendersi e tornò con i piedi per terra, incoraggiandoli a muoversi.


Non molto distante, Alèk e Alexis stavano assistendo dei feriti, Sean aveva estinto le fiamme di un’abitazione mentre Zaion usciva dall’ultima casa controllata.
<< Con questa abbiamo finito, no? >> Chiese Zaion, ripulendosi nel mentre i capelli dalla cenere accumulata.
<< Sì, era l’ultima. Ora cerchiamo gli altri, non li vedo da quando c’è stata l’ esplosione. >> Rispose Sean, cercando di riprendere fiato dall’utilizzo intenso e continuativo della propria magia.
<< Mi sembra di aver visto Vorakh portare Homura in quella locanda laggiù! >> Si intromise Alexis, portando un dito ad indicare in direzione dell’ edificio in questione.
<< Che diavolo sarà successo? >> Il ragazzo con braccia e mani bendate si era allontanato di qualche passo, nel mentre, per vedere meglio la distesa di figure incappucciate a terra.
<< Siamo qui! >> Vorakh, Xeno e Byron apparvero dalla strada, attirando l’attenzione degli altri che subito si fecero loro vicini.
<< State tutti bene? >> Domandò Alèk con voce tesa e carica di preoccupazione.
<< Non...proprio… >> Vorakh esitò, avvertendo un mancamento nelle sue forze che subito ricondusse all’utilizzo eccezionale di quel potere unito allo stress fisico; si ritrovò in ginocchio senza nemmeno accorgersene, sentendo la stanchezza sopraffarlo rapidamente.
<< Ohi! >> Xeno e Byron lo sorressero immediatamente, cercando di non farlo cadere a terra.
<< Santo cielo… è morto! >> Esclamò di getto Alexis, scioccato, portando una mano alla bocca.
<< Che ti è successo?! >> Zaion gli prese il volto con una mano, costringendolo a guardarlo in faccia. << Guardami! Resta sveglio! >> Gli diede delle leggere pacche sulle guance per farlo restare lucido.
<< Smettila idiota, mi fai male >> Borbottò il blu piccato, rimanendo vigile e aggrappandosi ai gemelli per rialzarsi.
<< Scusa tanto se ci tengo a non farti svenire eh >> Ribatté l’altro, mentre lo aiutava a sua volta a rimettersi stabilmente in piedi.
<< Oh ma questo lo so tesoro, ti ringrazio… >> Gli fece l’occhiolino Vorakh, sorridendogli sghembo e facendo percorrere le schiene di tutti i presenti da brividi freddi.
<< No...ti prego...non farlo mai più. >> Rispose Zaion inorridito, prendendo d’istinto le distanze da lui.
<< Come sei noioso. Dunque...il punto della situazione? >> Domandò il blu, una volta ripreso il controllo di sé.
<< Incendi estinti, feriti soccorsi...Homura e Miku? >> Rispose Sean, incrociando le braccia sul petto un po’ più tranquillo.
<< Sono in una locanda qui vicino, stanno bene. >> Disse Xeno, sistemandosi gli occhiali sul naso.
<< Benissimo. Quindi non ci resta che vedere chi c’è dietro a tutto questo...dividiamoci >> Propose Byron, cercando il consenso di tutti con lo sguardo.
<< Scusate solo un secondo, non vi sembra che manchi qualcuno? >> Intervenne Alexis guardandosi intorno, condividendo con tutti quella sensazione di incompletezza.
Dopo qualche istante di silenzio, il gruppo raggiunse all’unisono ad una conclusione: << Gala! >>
Immediatamente, i ragazzi si separarono alla ricerca della giovane dai capelli glicine; chi tornando negli immediati dintorni dell’esplosione, chi nei punti di fortuna allestiti per i feriti, chi ancora nelle locande o i negozi vicini... tuttavia, di lei sembrava non esservi traccia.


<< Onee-chan…? >> Miku, seduta su una sedia posta di fianco al letto, accarezzava il volto dell’albina con dolcezza provando a svegliarla e tentando di contenere l’agitazione che sentiva forte dentro di sé nel vedere l’altra distesa e priva di coscienza.
Homura emise un mugolio e iniziò lentamente ad aprire gli occhi, focalizzando pian piano il luogo in cui si trovava; sembrava una normale stanza da letto, spoglia ma pulita, ordinata nel suo essere minimale e tutto sommato accogliente; le mura erano tinteggiate di un tenue color crema, il mobilio antico profumava di cera d’api, segno che era stato lucidato di recente e dal soffitto pendeva uno di quei lampadari con le pale ruotanti utili a rinfrescare la stanza nelle giornate più calde. Le finestre erano coperte da tende color panna e le lenzuola del letto in cui si trovava distesa erano del medesimo colore e profumavano di lavanda.
<< Onee-chan? >>  La vocina della piccola la colse alla sprovvista, facendola sentire di nuovo come se fosse scivolata nuovamente nell’incubo; si ritrasse di scatto fino a cadere dal letto, strisciando fino all’angolo opposto a dove si trovava Miku, nel cui volto si rifletteva ora una grande tristezza mista ad impotenza.
<< Onee-- >> << Non dirlo… ti prego… basta… basta… >> Homura portò le mani a coprire le orecchie e si sciolse in un pianto dirotto, chiudendosi nella sua frustrazione senza che l’altra potesse avvicinarsi per tentare di consolarla.
<< Vado… vado a prenderti qualcosa da mangiare… ok? >> Senza aggiungere altro, la rosata si allontanò dal letto ed uscì dalla porta, chiudendosela alle spalle e lasciandola per un po’  da sola, libera di sfogare l’esplosione di sentimenti ed emozioni che aveva dentro.
Non le capitava praticamente mai di vedere la sua onee-chan piangere in quel modo...beh, non le capitava mai di vederla piangere, a dirla tutta, le era successo di sentirla a volte, come a volte accadeva di udirla urlare dalla sua camera, cosa per cui era sempre intervenuto Vorakh. Quando gli aveva chiesto spiegazioni, il blu si era irrigidito ma non aveva voluto rivelarle niente, liquidandola semplicemente con un “ È troppo presto perché tu capisca...quando arriverà il momento ti spiegherò tutto, te lo prometto. “
“Anche gli zii sanno...ma nemmeno loro mi diranno niente finché onii-chan non dirà loro che possono…” Rifletté la ragazzina, sospirando mestamente prima di andare a cercare la proprietaria della locanda e chiederle qualcosa da mangiare per Homura.


Alèk e Alexis sbuffarono quasi all’unisono di fronte all’ennesima negazione alla frase “Avete visto la ragazza della coppia che ha vinto il torneo?”
<< Dove sarà finita? Possibile che l’esplosione fosse così forte da sbalzarla da qualche parte? >> Chiese Alèk, sinceramente preoccupato per quell’ingiustificata sparizione.
<< Nah, impossibile. Come hai visto, gli altri che erano con lei sono rimasti nelle vicinanze… temo che c’entrino qualcosa quei tizi incappucciati che sono stati stesi dai due biondini… >> commentò Alexis, picchiettandosi la guancia con l’indice pensierosamente.
<< Cosa te lo fa credere? >> Le domandò curioso il fratello, portando lo sguardo proprio verso l’ammasso disordinato di tizi incappucciati ancora incoscienti poco più in là.
<< Non lo so...è troppo strano. L’attentato, quel gruppo di tizi, una compagna scomparsa… fa pensare a qualcosa di organizzato, è impossibile che siano coincidenze… >> Commentò l’altra, portando a sua volta lo sguardo nella medesima direzione di quello del fratello.
<< Non hai tutti i torti. Perché non chiedere ad uno di quei signori laggiù? >> Propose il moro, ridacchiando ed iniziando a muovere alcuni passi verso di loro, seguito da una concorde e silenziosa Alexis.
Giunti di fianco a loro, Alèk si chinò verso quello più vicino a lui e lo prese per il bavero della tunica che indossava, scoprendogli il volto che in principio era nascosto dal cappuccio, rivelando l’aspetto d’un normale uomo sulla quarantina dai capelli lievemente brizzolati ed i segni delle prime rughe d’espressione.
<< Hey. Svegliati. >> Il moro scosse l’uomo con forza nel tentativo di svegliarlo, ma senza sortire alcun effetto.
<< Ohi. Sveglia! >> Alèk diede alcuni schiaffi all’uomo, destandolo rudemente da quello stato d’incoscienza.
<< C-chi siete?! >> Domandò lo sconosciuto, sconvolto.
<< No, no. La domanda è chi siete voi...e soprattutto, che cosa ne avete fatto di Gala? >> Continuò il giovane, sotto lo sguardo impassibile della sorella.
<< Non conosco nessuna Gala io! Lasciami andare! >> L’uomo cominciò a dimenarsi, così Alèk fece sì che dalla terra si creassero come due lacci che andarono a legare le gambe del tizio e lo immobilizzarono al suolo.
<< Allora, ricominciamo. Chi siete voi? Dove avete portato la nostra amica? >> Quasi cantilenò il moro, già stufo di quella situazione.
<< Se la vostra amica è quella che è finita fra le mani del capo, rassegnatevi all’idea che non sia più recuperabile, Higor l’avrà sicuramente già resa una componente del suo arsenale! >> Ringhiò l’uomo, digrignando i denti.
<< Quindi lavori per questo Higor eh? E dimmi, di che arsenale parli? >> Alexis si chinò di fianco al fratello, lo sguardo ceruleo concentrato in quello del nemico.
<< Certo, come se ve lo rivelassi, piuttosto la morte! >> Ribatté l’altro, sfrontato.
<< Vuoi che ti accontenti? >> Il volto inespressivo della ragazza e il tono glaciale che utilizzò per quelle poche parole scaturirono dei brividi di paura nell’uomo che balbettò qualche parola senza senso prima di tacere nuovamente.
<< D’accordo allora. Raiu*2>> La mora alzò gli occhi al cielo e subito lì si raccolsero alcuni nuvoloni neri che lentamente si espansero per alcuni metri, carichi d’acqua e promettendo tempesta.

Un tuono rimbombò dopo alcuni istanti, annunciando rumorosamente l’intenzione della ragazza di attaccarlo. << C-cosa...? >> Lo sconosciuto guardò sopra di sé, mentre in lui si faceva largo la consapevolezza di non avere alcun scampo.
Uno scudo dalla consistenza della terra stessa si chiuse su di lui proprio alcuni istanti prima che una folgore lo investisse, scaricandosi su quella superficie senza arrecare alcun danno; poi scomparve.
Il tremito della paura colse l’uomo come un fiume in piena, mentre davanti a loro i due si stagliavano minacciosi.
<< Ti ho salvato una volta, ma se non parli non ci sarà nessuno scudo a proteggerti dal prossimo fulmine e… >> Alèk alzò momentaneamente lo sguardo al cielo nel medesimo istante in cui un’altra folgore squarciò nuovamente il silenzio. <<... Direi che non hai più di due minuti prima che arrivi. >> Concluse con un sorrisetto, prima di chinarsi nuovamente per raggiungere l’altezza dell’altro.
<< D-D’accordo! D’accordo! Higor è...il braccio destro del padrone, ma nemmeno io so chi sia o che aspetto abbia, non si è mai mostrato a noi! >> Cominciò l’uomo, balbettando per la paura che quella minaccia si avverasse.
Un altro tuono rotolò fra quelle nubi nere e pesanti e subito questi si affrettò ad aggiungere:
<< Higor ha un arsenale di fantocci! La sua magia è...è un marionettista! Chiunque entri in contatto con lui rischia di diventare una marionetta nelle sue mani! Potresti suicidarti solo perché lui ti guida nel farlo! >> Spiegò concitatamente, suscitando l’interesse dei due giovani fratelli.
<< Dove avete portato la nostra amica? >> Domandò Alexis, con voce seria e determinata.
<< Non ne ho idea! Una squadra specifica è stata incaricata di prendere la ragazza indicata dall’informatore, ma a quanto pare hanno preso quella sbagliata e hanno mandato noi dal vero obiettivo! Non so dove sia! >> Gridò il quarantenne, sempre più esasperato.
<< Credo possa bastare. >> Una voce gracchiante dal timbro maschile attirò la loro attenzione, incoraggiando il duo a cercare il proprietario della stessa; il loro sguardo si posò su un vecchietto gobbo con una chierica di capelli bianchi semi-lunghi vestito da maggiordomo, con un ghigno beffardo in volto e che li squadrava come se fossero praticamente inutili.
<< Chi sei tu? >> Alèk tornò in posizione eretta, concentrando tutta la sua attenzione sul nuovo arrivato.
<< Signore si salvi! Se ne vada! >> Esclamò il quarantenne a terra, ricevendo in premio per il suo disturbo un forte pugno nello stomaco da Alexis affinché tacesse.
<< Tu, spazzatura, non mi servi più. >> Il vecchietto allungò una mano ossuta verso l’uomo, e da essa partì uno strano raggio violaceo che sbriciolò le leghe che lo tenevano bloccato a terra e lo sollevarono a mezz’aria.
<< No! La prego! Posso rimediare! >> Lo implorò l’altro, il ritratto del puro terrore a fargli da volto.
<< Ningyō*3 >> Pronunciò semplicemente l’anziano, mantenendo un’espressione neutrale nonostante la condanna emessa.
Immediatamente, un urlo di dolore si fece largo dalla gola del quarantenne; nel giro di pochissimi istanti, si trasformò completamente in una bambola di pezza senza vita. Tuttavia, l’uomo non si fermò a questo; stringendo la mano con cui lo indicava a pugno, disintegrò la bambola rendendola un cumulo di fine polvere che scivolò lentamente al suolo.


La tempesta che incombeva sulle loro teste si allargò ulteriormente, oscurando il sole con prepotenza.
<< Dunque, signori… >> Il vecchio mosse alcuni passi in avanti, prima di allungare un braccio verso la massa incosciente di nemici incappucciati.
<< Direi che potremo affrontare una negoziazione matura fra civili, che ne dite…? >> Mentre l’anziano parlava, un cerchio magico di grandi dimensioni si era creato sotto al gruppo di uomini. L’istante seguente, avvolti da una forte luce violacea, questi sparirono dalle loro viste lasciando la strada sgombra.
<< Non so se lei ha qualcosa che possa fare al caso nostro… >> Ribatté Alèk, incrociando le braccia sul petto con una certa sfrontatezza.
<< Ohoh...beh, io invece credo proprio di sì… >> Ghignando divertito, l’ometto evocò un nuovo cerchio magico di fianco a sé dal quale comparve la figura, all’apparenza completamente priva di emozioni - quasi fosse una bambola, o una marionetta - di Gala.
<< Liberala subito! >> Esclamò Alexis, muovendo un passo in avanti con malcelata aggressività.
<< Vorrei farlo ma...come vi ho detto è una negoziazione. Se io la libero pretendo di avere qualcos’altro in cambio… >> Commentò l’altro con divertimento sadistico, abbracciando la ragazza inerme al suo fianco.
<< Toglile quelle manacce di dosso, lurido-- >> << Che vuoi in cambio? >> Alexis interruppe il fratello, frapponendosi fra lui e il nemico con fare deciso.
<< Voglio che mi consegnate l’albina. >> Rispose secco l’ometto, l’espressione seria e priva dell’ombra scherzosa di poco prima.
<< Che vuoi da lei? >>  Domandò Alèk confuso, mentre si portava al fianco della sorella.
<< Non è affar tuo, giovanotto. Consegnatemela e la vostra amica qui sarà libera. >>  Sentenziò l’altro, mostrando un ghigno beffarlo.
<< Non credi di essere sleale? Ci stai chiedendo di darti una nostra amica per una nostra amica! >> Alèk sbottò, portando le mani sui fianchi oltraggiato.
<< Questa, mio caro ragazzo, è la vita. Non si può avere tutto, dare e ricevere, funziona così. Adesso ditemi dove si trova l’albina e questa fanciulla tornerà alla sua placida vita come se niente fosse successo… >> Commentò il vecchietto, portando la punta della sua viscida lingua a leccare la guancia morbida dell’immobile giovane dagli occhi viola spenti sotto lo sguardo impotente dei due fratelli.
<< Scordatelo! >> Sbraitò il moro, fuori di sé, preparandosi a combattere allo stesso modo della sorella la cui tempesta borbottava nel cielo pronta a rovesciare una tempesta di fulmini in qualsiasi istante.
<< Molto bene...vuoi fare tu gli onori di casa, mia cara? >> Soffiò l’anziano in direzione di Gala, una punta d’eccitazione nella voce.
La giovane scattò in avanti, le mani trasformate in due getti di fumo; iniziò a menare colpi verso Alexis che, sorpreso da quell’offesa inaspettata, schivò con non poca difficoltà prima di riuscire con un balzo all’indietro a prendere le distanze da lei.
<< Arashi*4>>  Al comando della mora, dal cielo piovvero crepitanti saette che andarono a cadere in prossimità di Gala, per scoraggiarla; ma questa, come se non fosse successo niente, continuò la sua carica incontrollata.
Per evitare di colpire la compagna, Alexis decise di cambiare bersaglio mirando invece all’anziana figura che la teneva sotto controllo. Questi però non si fece cogliere impreparato e alzò una mano, convogliando in essa la sua magia, riuscendo a disperdere con facilità la forza del fulmine e ripetendo la medesima mossa con le altro quattro scariche che si manifestarono di fronte lui in veloce sequenza, rimanendo completamente illeso.
Alèk, dopo aver visto il fallimentare attacco della sorella, decise di intervenire: repentinamente portò avanti una mano, facendole fare un movimento ellittico con cui fece sollevare parte del terreno sottostante.
Plasmandolo rapidamente, gli diede la forma di un enorme testa di tigre alta quasi come un edificio; << 
Teikoku tora no kiba!*5>> Esclamò il giovane moro mentre la creatura appena plasmata si si avventava sul nemico, inizialmente sorpreso per la maestosità della tecnica appena eseguita, aprendo le sue grandi fauci ed inghiottendo così l’intera figura dell’anziano senza che opponesse alcuna resistenza.
Il maggiore dei fratelli Lancaster si ritrovò ad ansimare per lo sforzo compiuto, dovuto soprattutto all’impiego di un gran quantitativo di potere magico in un sol colpo; nonostante lo scontro sembrasse essere terminato con esso, la magia che l’uomo esercitava su Gala non si era interrotta obbligando Alexis a continuare una danza elusiva che le permettesse di evitare gli attacchi dell’altra senza bisogno di contrattaccare.

Proprio mentre Alèk cercava di fermare la glicine, modellando il terreno sotto ai suoi piedi a mo’ di corda, fu interrotto da un boato.
Si volto di scatto in direzione del rumore, sorpreso, giusto in tempo per assistere all’improvvisa esplosione della testa di tigre; già divisa in due parti, esplose ulteriormente sollevando un banco di polvere da cui riemerse Higor, completamente inerme, ghignante e solo lievemente sporco di terriccio.
<< Bel tentativo, ragazzo, davvero… ma niente da fare. Consegnatemi l’albina o la vostra amica qui presente morirà per mano mia! >>  Il vecchietto allungò un arto in direzione di Gala, bloccandola sul posto finché una luce violacea l’avvolse completamente.
<< No! >> Esclamarono in coro i due, scattando verso di lui per fermarlo….

Fu un attimo.

Due raggi violacei, identici a quello con cui il vecchio tratteneva la ragazza, si scomposero ciascuno in cinque finissimi fili che si agganciarono alle estremità dei due giovani: la luce viola li rivestì interamente mentre il vecchietto si sciolse in una risata malvagia, sicuro di aver vinto.
<< Ora, piccoli sciocchi, siete in mano mia! Ahahahahah!! >>
Proprio mentre i due, tentando di liberarsi da quei fili, stavano iniziando a perdere la capacità di reagire, Vorakh apparve dalla traversa di fianco:
<< Renkankei- Kiko! >> Esclamò, tagliando con la mano rivestita d’energia i filamenti che legavano i tre ragazzi al vecchio.
<< Che cosa?! Com’è possibile! Nessuno è mai riuscito a recidere i miei fili! >> Esclamò Higor, scioccato, rivolgendo un’occhiata per la prima volta impaurita al nuovo arrivato sul posto.
<< Fin’ora… >> Lo corresse il blu, seccamente, per poi scagliarsi immediatamente sul vecchietto e iniziando a menare colpi potenti senza esitazione verso il suo viso e costato; colpi da cui l’anziano riuscì a stento a difendersi, ma che lo tennero impegnato mentre era preparativo di un attacco che sarebbe stato decisivo:
<< Honouma no Gekikou*6! >> Zaion si mostrò qualche metro dietro le spalle del nemico, facendo capire chiaramente al blu di doversi allontanare; dalla sua bocca scaturì un ampio getto di fuoco color bianco puro che andò ad investire il solo Higor in pieno, nascondendolo alla vista.
Quando la luce scaturita dalle fiamme scomparve, al posto di Higor i giovani trovarono nient’altro che bambole carbonizzate dall’impatto del colpo, ma del vecchio nessuna traccia.
<< Cosa?! Dov’è finito?! >> Sbottò il ragazzo dalle braccia bendate, sbattendo gli occhi, sorpreso e allo stesso tempo deluso di aver apparentemente mancato il bersaglio.
Una risata sguaiata rimbombò nel cielo sopra le loro teste: << Ahahahah! Mi spiace, ma vi è andata male! Per stavolta mi ritiro, però non è certo finita qui! >>
Il gruppo rimase a scrutare il cielo per alcuni tesissimi istanti, assicurandosi che il nemico se ne fosse effettivamente andato; poi Alèk e Alexis, recuperate le forze dopo l’attacco nemico, emisero un sospiro di sollievo e si riunirono agli altri due.
<< Tutto bene? >> Chiese Zaion, un filo di preoccupazione nella voce. << Sì, stiamo abbastanza bene… mi sento leggermente intorpidita, è come se quei fili ti spegnessero dentro tutte le emozioni… >> Rispose Alexis, mentre Alèk si stiracchiava a sua volta per riprendersi completamente. << Ora però sarà meglio di tornare dalle ragazze, Miku sarà in pensiero… e chissà Homura… >>
Vorakh annuì brevemente, e fu in quel momento che, finalmente, anche Sean arrivò sul luogo del combattimento. << Ah, eccovi finalmente! Cosa diamine è successo qui? >>
Guardò gli altri stupito, accorgendosi dello stato in cui erano ridotti, per poi avvicinarsi subito a Gala per verificare che non avesse subito danni.
<< Ti spiego strada facendo, iniziamo intanto a dirigerci verso la locanda >> Fu la risposta di Alèk che, apparentemente ripreso, prese a muoversi seguito subito da tutti gli altri del gruppo.
Era deciso; avrebbero portato Gala alla locanda dove Miku ed Homura, ancora ignare dell’accaduto, stavano attendendoli con impazienza.

 

 

*1 Kakū no mahō: Kabe = Magia illusoria: muro

*2 Raiu = Temporale

*3 Ningyō = Bambola - pupazzo

*4 Arashi = Tempesta 

*5 Teikoku tora no kiba = Zanne della tigre imperiale

*6 Honouma no Gekikou = Ira del demone di fuoco

 

Note degli autori :

Ed eccoci qui :)
Perdonate il ritardo eccessivo ma abbiamo avuto dei problemi col documento che non salvava correzioni ecc…
Ne approfitto per fare la seguente comunicazione: per motivazioni legate a vari impegni, il giorno di pubblicazione si sposterà a domenica, sempre con una distanza di 2 settimane circa da un capitolo all’altro, “ci scusiamo per il disagio”.
Parlando del capitolo: che ne pensate? Homura ha passato un brutto quarto d’ora, i ragazzi hanno avuto un incontro interessante e Gala era caduta vittima del nemico...e ora? Che accadrà ai nostri eroi? Sarà davvero finita?
Capisco che ne abbiate i cosiddetti ormai pieni di questa cosa del torneo, ma vi giuro che siamo agli sgoccioli, di certo non potevo troncare l’argomento lì senza né A né B… xD
Fateci sapere le vostre opinioni, ci teniamo davvero molto.
Ci raccomandiamo: se qualcosa non vi piace (questo più che altro è un discorso mirato ai proprietari dei pg utilizzati) vi prego scrivetecelo! È importante per noi figurare i vostri beniamini al meglio!
Detto questo, ci scusiamo ancora per l'immenso ritardo e vi diamo appuntamento al prossimo capitolo ;)
A presto \o/

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4


Miku era ad aspettarli fuori dalla porta d’ingresso, più precisamente ad un albero dirimpetto ad essa; la proprietaria della locanda, la signora Saiga, la teneva d’occhio discretamente dall’interno, lucidando di malavoglia nel frattempo alcuni bicchieri del bancone bar.
La sua onee-chan aveva smesso di piangere e di urlare da un po’ e sicuramente si era già addormentata di nuovo; lei però non aveva più rimesso piede in quella stanza da quando era uscita con la scusa di prenderle da mangiare… si sentiva triste, delusa dall’idea di non essere stata utile per calmarla, addirittura colpevole per l’angoscia che aveva letto nel suo volto. Anche la signora Saiga le aveva chiesto se fosse normale quel comportamento dell’albina, ma lei non aveva saputo risponderle e l’altra aveva semplicemente sorriso con gentilezza, lasciandola stare per conto suo.



La piccola era talmente persa nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno di essere stata raggiunta da Xeno; il giovane le pose una mano sul capo con estrema dolcezza, notando dal suo sguardo perso la distanza che la bimba sembrava tenere nei confronti della realtà.
<< Hey… >> Le disse pacato il biondo, mascherando la preoccupazione dietro al suo paio d’occhiali.
La rosata voltò la testa in direzione dell’altro, alzando lo sguardo fino ad incontrare il suo, per poi chiedergli: << Zio Xeno… cosa ho fatto alla mia onee-chan? >>
L’amarezza che accompagnava la voce lievemente tremante della piccola lo colpì come un pugno in pieno stomaco, ma tentò di nasconderlo comportandosi come sempre: << Perché mi fai questa domanda, candy? >>  La voce del ragazzo appariva tranquilla tanto quanto il sorriso che sfoderò per lei.
<< Perché non è stato un bel risveglio, il suo. >> Sospirò Miku, abbassando nuovamente il capo con tristezza.
Xeno si guardò nuovamente attorno: scorse il fratello parlare con la proprietaria della locanda all’interno e, dalla sua faccia, non sembrava per niente contento di quello che stava venendo a sapere. Prese dunque la piccola in braccio, che subito si strinse a lui circondandogli il collo con le braccia e portando una mano a giochicchiare con una ciocca dei ribelli capelli biondi come era solita fare nei momenti di tristezza, la testa poggiata sulla sua spalla ed il volto nascosto nell’incavo del collo.
<< Ascoltami molto attentamente, Miku. >> Iniziò il giovane, incerto sul dirle o meno la verità; non poteva, non era lui che doveva raccontarle ogni cosa, non era nemmeno certo di sapere tutta la verità dato che non era presente al momento dell’accaduto.
Con un sospiro, Xeno portò un braccio a sostenere il peso della piccola mentre le accarezzava la schiena con l’altro.
<< Non devi neanche lontanamente pensare che sia colpa tua, intesi? Tu non hai fatto niente, tesoro, dico davvero. Un brutto scherzo del destino si è preso gioco di voi a questo modo e purtroppo tutti e tre ne state pagando le amare conseguenze. >> Le disse dolcemente, portando lo sguardo sul fratello che nel frattempo si era fermato sulla porta ad osservarli.
<< Se solo… se solo avessi visto la sua faccia, zio… la paura...la paura che trasmettevano i suoi occhi… la stessa con cui si è trascinata via dal letto fino al muro... >> La voce di Miku s’incrinò, segno che il pianto era imminente.
<< Oh tesoro, no...non pensarci...ok? >> Xeno si affrettò nel cercare di consolarla; vederla piangere era una cosa che lo addolorava molto, per cui si era ripromesso che non avrebbe più dovuto piangere finché lui le fosse rimasto vicino.
<< Senti cosa ti propongo… che ne dici se parlo con loro e ti porto a casa con me e Zio Byron qualche giorno? Così andiamo in gita tutti insieme, nel posto che più ti piace e facciamo tutto quello che vuoi...eh? Ti va? >> Le disse sorridendo, scostandola lievemente da sé perché potesse guardarlo negli occhi.
Con decisione Miku ricacciò indietro le lacrime; non aveva voglia di far nulla, ma sapeva che lo zio si stava sforzando per cercare di farla stare tranquilla, per cui accennò un lieve sorriso.
<< Davvero? >> Gli chiese, addolcendo lo sguardo con serenità.
<< Ma certo! Sai che io mantengo sempre la parola data >> Le sorrise caldamente il biondo, facendole l’occhiolino complice.
<< Tanto è zio Byron che paga >> Continuò Xeno, facendo la linguaccia al fratello che in risposta roteò gli occhi dicendo: << E ti pareva? >> Suscitando subito una risata spontanea alla piccola a cui si unirono subito anche i gemelli, liete di essere riusciti a dissipare la tensione e - forse- persino a risollevarle il morale.

<< Hey! >> Vorakh, col resto del gruppo al seguito, si sbracciò nella loro direzione per farsi notare.
<< Eccoli di ritorno...dai, vai a salutare Vorakh, su… >> Le disse Byron tranquillamente. Xeno depose a terra la rosata che, subito si mise a correre per andare a salutare il suo onii-chan, ignara dell’occhiata di consapevolezza che i gemelli si scambiarono appena lei ebbe voltato loro le spalle.
Appena Miku l’ebbe raggiunto, Vorakh la prese in braccio con un largo sorriso: << Visto? Te lo dicevo che sarei tornato presto >> Le disse tranquillo, stringendola a sé con dolcezza per alcuni istanti prima di rimetterla a terra.
La piccola annuì contenta, poi lo prese per mano e con lui e gli altri tornò alla locanda dove li aspettavano i gemelli e, naturalmente, Homura.

<< Mi-chan, potresti cortesemente chiedere alla proprietaria della locanda qualcosa da bere per tutti noi? Dille che arriviamo subito e che segni tutto a nome Zack…. >> Il blu, notata l’espressione seria dei due gemelli biondi, cercò una scusa per allontanare la piccola in previsione del discorso che avrebbero presto affrontato.
La rosata annuì tranquilla e si avviò subito all’interno, lasciando loro la possibilità di parlare liberamente.
<< Che succede? >> Il blu si fece vicino ai gemelli, parlando a voce bassa perché l’argomento restasse fra loro; il resto del gruppo si dispose attorno a loro, protettivamente, in ascolto.
<< Succede che la piccola vuole delle risposte, Vorakh. Succede che Miku non ha affrontato un bel momento, sola con lei al risveglio in quella stanza, e ti dirò, non mi piace per niente l’idea che la psiche di quella ragazzina venga turbata più di quel che già è con una cosa del genere… >> Xeno incrociò le braccia sul petto, il tono di voce asciutto e lo sguardo furente fisso in quello oltremare dell’altro.
<< Sono entrambe provate… lascia che Miku venga da noi qualche giorno, in modo da permettere sia a lei che ad Homura di riposare un po’, sai anche tu com’è la situazione… >> Byron prese parola con tranquillità, attirando l’attenzione di tutti su di sé.
<< Lo so… il problema non sono io, è Homura… lei non vuole separarsi da Miku perché...beh...lo sai il perché… >> Commentò sommessamente il neo-Guild Master, scuotendo la testa con un sospiro.
<< Potremmo sapere anche noi che cosa sta succedendo? >> S’intromise Zaion, scocciato da quei discorsi forzatamente vaghi ed un po’ misteriosi.
<< È un po’ difficile da spiegare… >> Convenne uno dei gemelli Steinher, sospirando a sua volta.

Un urlo squarciò il silenzio che si era riformato in seguito all’esplosione, venendo subito seguito da un lieve tremore del terreno circostante la locanda.
Vorakh sentì la pelle del polso destro, nascosta dal polsino della camicia, bruciare come se vi avessero acceso sopra un fuoco; fu costretto a stringere i denti e massaggiare la parte dolente nella speranza di farlo passare.
<< Che cosa…? Chi è stato?! >> Alèk si guardò intorno, così come gli altri, per tentare di capire da dove provenisse l’urlo, senza però riuscirci, soprattutto per le vibrazioni avvertite poco prima nel terreno.
Un nuovo urlo corrispose ad una fitta più forte.
<< È Homura! >> Esclamò fra i denti, prima di iniziare a correre verso l’interno della locanda, facendosi largo nei corridoi per raggiungere facilmente la camera dove l’aveva lasciata.

Un pianto riempiva il vuoto che separava un grido dall’altro, spronandolo a fare più in fretta, ma infine il blu spalancò la porta con un calcio, ritrovandosi davanti una scena che per lui stava diventando abitudinaria ma che sapeva non avrebbe mai abbandonato i suoi ricordi.
Homura era rannicchiata sul letto, le tremanti mani sul viso a tentare di nascondere gli occhi dai quali sgorgavano copiose lacrime; sgomenta, si rannicchiò se possibile ancora di più tra le chiare lenzuola per cercare di nascondersi alla vista dell’amico.
Vorakh gli si portò di fronte, silenziosamente, sedendosi sul bordo del letto per poter raggiungere la sua altezza.
<< Avevi giurato… >> Mormorò sommessamente lei fra le lacrime, senza guardarlo in faccia.
Il blu abbassò lo sguardo a terra, colpevole: aveva ragione, ma non poteva tener fede a quella promessa.
<< Avevi giurato! >> Disse ancora l’albina, alzando lo sguardo furente verso di lui; le iridi della giovane erano divenute di uno strano color giallo-arancio, divisi al centro da una sottile pupilla a fessura verticale dal tratto rettiliano, mentre la sclera era divenuta nero pece.
Quella mutazione, con il suo significato, prese Vorakh alla sprovvista; il ragazzo sospirò, ignorando il turbinio di preoccupazioni che lo aveva investito nel tentativo di dare alla ragazza lo stesso supporto di sempre.
<< Sai già che non sono in grado di mantener fede a quella promessa... >> Aggiunse, portando una mano a scostarle i capelli dietro un orecchio; utilizzò il pollice della stessa per scacciarle alcune lacrime dalla guancia con delicatezza.
Gli sguardi dei due si incrociarono per un breve momento, proprio un attimo prima che la ragazza sollevasse una mano per poi farla schioccare con forza sul viso del blu, ferita dalle sue parole. A causa del colpo, Vorakh voltò la testa di lato, abbassando poi lo sguardo a terra e rimanendo immobile mentre sulla guancia sentiva pulsare la forma delle cinque dita dell’albina: quel gesto gridava delusione e rispetto al dolore del colpo ricevuto era decisamente  peggiore.
Homura fece per tirargli un secondo schiaffo, ma il ragazzo le bloccò il braccio afferrandole il polso in una presa salda ma non dolorosa; provò a schiaffeggiarlo ancora con il braccio libero, ma anche quello venne bloccato.
<< Avevi giurato… >> Mormorò ancora lei, abbassando lo sguardo  mentre nuove calde e silenziose lacrime avevano preso a solcarle le guance.
<< Mi dispiace… >> La voce del blu era poco più di un mesto e consapevole bisbiglio.
Homura venne scossa da alcuni singhiozzi e Vorakh la strinse a sé come era solito fare soprattutto quando la notte doveva calmarla dai suoi incubi, iniziando ad accarezzarle i capelli con dolcezza. << Shhh… è tutto a posto ora… va tutto bene… va tutto bene… >> Le ripeté come un mantra, sperando che la sua vicinanza e il suo sostegno potessero davvero aiutarla in quella situazione.


Le fitte di una tremenda emicrania unite al boato che il tremore della terra aveva causato la ridestarono da quello stato di incoscienza.
Cosa...è successo? Dove mi trovo...?”  Gala lentamente riaprì gli occhi, iniziando a focalizzare il paesaggio intorno a sé, seppure con difficoltà, a causa del mal di testa; quello che non capiva, principalmente, era il fatto che si trovasse appollaiata su qualcosa che le oscurava la visuale, qualcosa di stranamente chiaro e insolitamente sparato verso l’alto.

Ma che… ?” La glicine tentò di muovere un braccio per toccarlo, sentendo improvvisamente la fatica che incideva anche su quel piccolo movimento dettato dalla curiosità.
<< Ah...sei sveglia? >> La voce di Sean le giunse alle orecchie ad una tonalità troppo elevata per il suo udito, ancora delicato a causa del mal di testa.
<< Ngh.. parla piano...ti supplico… >> Mormorò lei, stringendo gli occhi nel tentativo di contrastare il dolore.
<< Oh… scusami, non era mia intenzione. Come ti senti? >> Sean sorrise appena ed iniziò a bisbigliare per non darle fastidio, ruotando di poco la testa di lato per lanciarle un’occhiata.
<< Come se mi avesse calpestato una mandria di buoi inferociti. Dove siamo? >> Chiese Gala, sospirando a causa della stanchezza.
<< Dunque, tu ti trovi sulla mia schiena, noi siamo davanti ad una locanda e Vorakh è scappato all’interno per accertarsi della salute di Homura; ti stavo per portare dentro quando una sottospecie di terremoto mi ha fatto cambiare idea. >> Spiegò il grigio, una venatura ironica nella voce.
<< C-cosa? >> Gala spalancò gli occhi, realizzando solo allora che la cosa chiara e spinosa era in realtà la testa di Sean; un forte imbarazzo s’impossessò subito di lei, regalandole una sfumatura di rosso sulle guance talmente forte da far invidia ad un pomodoro.
<< Scu-scusami i-io… >> Balbettò lei, agitandosi un poco mentre si affrettava a cercare di scendere.
<< He-hey stai calma o cadiamo entrambi… ti ho portato in spalla dato che eri svenuta e non potevi camminare, credi di riuscire a stare in piedi ora? >> Domandò il ragazzo, sinceramente preoccupato.
<< Oh… ehm… credo di si… >>  Gala tentò di mantenere un contegno mentre, aiutata da lui, poggiava i piedi per terra.
<< Tieniti a me finché non ti senti sicura >> Aggiunse il Dragon Slayer, tornando in posizione eretta.
La glicine si staccò da lui e mosse un paio di passi, lottando con il senso di ondeggiamento che vedeva negli elementi intorno a sé; anche Sean le sembrò muoversi in una sorta di bolla d’acqua, per cui non si accorse nemmeno di star perdendo l’equilibrio, puntando inesorabilmente verso terra. Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio l’afferrò al volo, facendo sì che lei finisse involontariamente con il capo sul suo petto mentre tentava di aggrapparsi con le mani alla canottiera di lui per ritrovare l’equilibrio. Quando si accorse dell’accaduto, Gala alzò lo sguardo ritrovandosi involontariamente a pochi centimetri dalle labbra del ragazzo; subito i due si resero conto della situazione e nell’imbarazzo più totale le loro guance si tinsero di rosso.
Ad una velocità disumana i due si voltarono repentinamente, posizionandosi poi in ginocchio schiena contro schiena al fine di evitare ulteriore contatto visivo.
<< M-m-mi d-di-dispiace! >> Esclamarono all’unisono i due giovani, non sapendo bene come affrontare la situazione.
All’improvviso, nel clima venutosi a creare irruppe una fragorosa risata; Sean e Gala si volsero verso la fonte del suono per ritrovarsi davanti un Byron piegato in due dalle risate e che batteva il pugno sul ginocchio, impossibilitato a trattenersi.
<< Ahahahahahahah! Oh-Oddio, dovreste vedere le vostre facce in questo momento! Ahahahah! >> Esclamò il biondo, ridendo incontrollato, attirando così l’attenzione di Zaion, Alèk e Alexis che si trovavano seduti lì vicino in attesa di notizie da parte di Vorakh e di Homura.
<< Ohohoh...oh...mi fate morire…. ahah… >> Aggiunse ancora il biondo, asciugando una lacrima sfuggitagli per il troppo divertimento.
<< C-che vuoi, eh? >> Gala s’indispettì e mise il broncio, alzandosi poi in piedi, portando nel contempo le braccia sui fianchi per assumere un’aria minacciosa minata solamente dall’ancora prepotente rossore del viso.
<< Lascia perdere, Gala, non dar peso a lui. >> Xeno intervenne dall’ingresso della locanda, facendo nel mentre un occhiolino alla ragazza.
<< Senti da che pulpito… credi che non si noti il tremolio che il tuo labbro cerca ancora di celare per le risate trattenute? Ehhh? >> Ribatté Byron, incrociando le braccia sul petto con un velo di piccata ironia.
<< Zio Byron! >> Miku richiamò l’attenzione su di sé punzecchiando nel mentre il braccio del biondo.
<< Sì, principessa? >> Chiese l’ interpellato con una vena di curiosità.
<< Ehm… so che sembra strano, ma mi sembra di vedere uscire qualcosa dalla bocca di Sean-nii. >> Rispose la ragazzina, indicando con un dito il punto in questione: il grigio era ancora in ginocchio, con la testa rivolta verso l’alto, lo sguardo vacuo e una sorta di spiritello sembrava in procinto di lasciare il suo corpo.
<< Si chiama “morire d’imbarazzo”, cara, non preoccuparti. Non ci vorrà molto prima che torni normale… >> Disse l’altro con divertita dolcezza, ammiccando ancora una volta a Gala che improvvisamente perse tutta la sua minacciosa presenza, tornando ad essere indifesa e imbarazzata come qualche minuto prima.
<< Nee-chan… >> S’intromise Miku con voce sorpresa, guardando oltre le loro spalle, verso l’ingresso.
Stupiti, i ragazzi mossero a loro volta lo sguardo verso la soglia della locanda, accorgendosi solo in quel momento della figura di  Vorakh con lo sguardo basso ed una guancia arrossata di fianco ad un’Homura impassibile.

Seguì un attimo di silenzio totale ed imbarazzato da parte di tutti quanti, divisi fra la curiosità di sapere cosa fosse successo e la preoccupazione per le condizioni dell’amica, poi Zaion decise di spezzare la tensione intervenendo con una delle sue battute: << Cos’è, non sei riuscito a tenere le mani a pos-- >>
Vorakh fulminò con lo sguardo l’amico, facendogli capire molto chiaramente che il momento non fosse dei migliori per il suo umorismo punzecchiante nei suoi confronti.
<< Ci siamo tutti? >> Chiese quindi il blu, tentando di celare il turbamento di prima dietro ad un sorriso un po’ forzato.
<< Sì, non manca nessuno >> Rispose Alèk, incrociando le braccia sul petto.
Proprio mentre Vorakh stava per prendere la parola, Xeno volle intromettersi per porre la domanda che un po’ tutti si stavano silenziosamente chiedendo: << Come ti senti? Spero tu stia meglio… >>
Con una gentilezza non del tutto sincera, la ragazza lo guardò appena prima di curvare gli angoli della bocca in un accenno di sorriso e rispondere: << Sì, meglio grazie. >>
Trascorsi pochi istanti, il blu prese infine parola, cercando di riportare l’attenzione al discorso che avrebbe voluto fare sin dall’inizio:
<< Bene, allora questa è la situazione: Io, Homura e Miku siamo i tre fondatori della gilda chiamata Dragon Wing di cui io sono il Master. Siamo alla ricerca di membri e dato che voi avete accettato l’invito o vi siete proposti per entrarvi, direi che potremmo anche dirigerci alla nostra sede; dato che questa è finalmente pronta, dovrò tornare al Concilio per le ultime cosa da sistemare, intanto vi consiglio di avviarvi verso il confine nord-est di Era in direzione di Hargeon, una volta che sarete arrivati non avrete difficoltà a riconoscerla. >> Spiegò con tranquillità, estraendo un foglio ripiegato dalla tasca interna della giacca.
Il gruppo annuì e il blu si congedò per raggiungere il carro magico e tornare al Concilio.

<< Come dovremmo fare per raggiungere il confine? >> Chiese Zaion, scocciato all’idea di camminare per tanto tempo.
<< Oh avanti, non è poi così lontano… >> Commentò Gala, stiracchiando un po’ il corpo ancora in parte indolenzito dall’effetto della magia nemica.
<< Ehm...scusate… >> Miku si pose davanti al gruppo, alzando la mano con aria giocosa e attirando così l’attenzione di tutti.
<< Che ne dite di fare una gara? >> Chiese la piccola, ridacchiando.
<< Una gara? >> Domandò Alexis, non capendo subito cosa intendesse.
<< Sii Ale-nee, una gara. Chi arriva ultimo paga da bere a tutti, ci state? >> Continuò la rosata, notando luccichii interessati negli occhi dei presenti.
<< Mmh...e perché no? Dicci le regole, bambolina. >> Zaion si piegò sulle gambe, un ghigno divertito sul volto e tutta la sua attenzione rivolta verso la piccola.
<< Beh...tutto è lecito, a patto che non si corrano seri rischi e che nessuno si faccia male sul serio. Si possono usare sia i mezzi di trasporto propri, sia i pubblici, sia la magia… >> Spiegò la ragazzina, mantenendo un sorrisone luminoso.
<< E sia. Tutti in posizione, allora! >> Byron si portò al fianco della piccola, mentre tutti gli altri si misero in fila l’uno di fianco all’altro, leggermente piegati in avanti e pronti a scattare.
<< Jū*1 >> Byron evocò una pistola nella sua mano che sollevò verso l’alto.
<< Pronti? >> Miku saltellò, emozionata all’idea del gioco.

Byron esplose un colpo dall’arma e tutti iniziarono a correre per vincere quella gara indetta fra loro.
Tutti tranne Homura.
<< Perché non partecipi anche tu? >> Le chiese Byron, rimasto anche lui alla partenza.
<< Non ho voglia di giocare. >> Rispose lei, stringendosi le braccia intorno al corpo per arginare ancora una volta quel senso di dolore e di diversità dentro di sé.
<< D’accordo… nonostante fosse l’ideale per te non ti forzerò, ma almeno vieni con me, utilizzeremo la macchina a combustione magica di Xeno e faremo prima visto che lui non può usarla perché ho io la chiave >> Ribatté l’altro, accennando un sorriso di comprensione.
L’albina annuì semplicemente, portandosi al suo fianco ed iniziando a dirigersi con lui verso il mezzo.

Gala, trasformata in alone di fumo, si divertiva a svolazzare sopra i tetti della città quasi niente fosse, ma improvvisamente delle strane pareti di vetro si chiusero attorno a lei, impedendole di muoversi.
<< Che diavolo..?! >> Esclamò, costretta dalla sua forma a rimanere nella scatola sospesa a mezz’aria e senza apparente via d’uscita.
<< Scusa dolcezza, non ho intenzione di pagarti da bere in un’occasione del genere! >> Esclamò Xeno, superandola in corsa mentre passava sotto di lei lungo la strada.
<< Magari in un tête à tête! >> Gridò ancora il biondo, prima di essere troppo lontano per essere udito.
<< Maledetto damerino! >> Borbottò irritata la glicine, mettendosi a studiare la maniera di uscire da lì.

Sean pattinava sulla strada che lui stesso manteneva ghiacciata.
“Se continuo di questo passo dovrei arrivare al confine in un attimo, non dovrebbe mancare molto…” Rifletté tranquillo il grigio, senza rallentare.
Uno strano rombo in lontananza però lo distraeva per cui, mosso dalla curiosità, si voltò indietro: con sorpresa si ritrovò ad osservare uno Zaion che sembrava spinto a propulsione in avanti, sollevato da terra come se stesse volando.
<< Ma che?! >> << Ciao Seaaaan!! >> Esclamò il ragazzo di fuoco, sfrecciandogli di fianco a tutta velocità e lasciandolo indietro.
Quello che sorprese maggiormente il Dragon Slayer del ghiaccio fu vedere le fiamme uscire dai piedi di Zaion come se fosse stato un razzo in corsa.


<< Whooo!!! >> Gridò Miku divertita, seduta fra le gambe di Alèk a bordo di una grossa roccia piatta e liscia che era tenuta sospesa a mezz’aria grazie alle onde magnetiche sul terreno prodotte dal ragazzo e lanciata in avanti a gran velocità.
<< Ti diverti, piccola? >> Le chiese il moro, ridacchiando e cercando di mantenere allo stesso tempo il grado di concentrazione raggiunto.
<< È un vero spasso! >> Rispose ridendo a sua volta  la rosata, sbracciandosi come si farebbe sulle montagne russe.
<< Tieniti forte, ora acceleriamo! >> Esclamò il giovane, aumentando l’utilizzo di potere magico sulla roccia e spingendola ad una velocità ancora maggiore.
<< Fate attenzione a non farvi male, voi due! >> Alexis volò loro di fianco avvolta da un alone di vento, adattando la propria velocità a quella della roccia del fratello.
<< Non fare la guastafeste Alexis, sto solo facendo divertire la piccola Miku! >>  Ribatté l’altro, lanciandole un’occhiata d’intesa colma di significato.
<< Ehh… >> Sospirò l’altra, comprendendo le motivazioni; riportaò l’attenzione davanti a sé mantenendo la velocità dei due facendo appena un minimo sforzo.
 

Vorakh parcheggiò il carro magico davanti all’entrata del palazzo del Concilio per la seconda volta in quella giornata già satura di eventi nelle sole prime dodici ore.
Un uomo-rana lo accolse all’ingresso, trafelato come se avesse corso per raggiungerlo:
<< Buongiorno ancora, signor Yagyu.  Cosa la porta di nuovo qui? >> Gli domandò curioso, prendendo fiato.
<< Sono tornato per comunicare la sede ufficiale della Gilda, visto che poco fa ho avuto la conferma della sua agibilità. >> Rispose il blu, sorridendo appena.
<< Capisco. Prego, mi segua. >> L’uomo-rana gli fece cenno di seguirlo all’interno e, in breve tempo, Vorakh si ritrovò nella sala dove quella stessa mattina aveva compilato i documenti per la legalizzazione della Gilda.
<< Salve di nuovo, Vorakh. Come mai qui? >> Non appena li sentì entrare, Org sollevò lo sguardo dalle scartoffie sparse distrattamente sul tavolo
<< Org-dono, il signor Yagyu è tornato per comunicare la locazione della sede… >> Spiegò quella sorta di segretario, in tono educato ma frettoloso.
<< Capisco. Vieni, accomodati pure… >> Commentò l’anziano, invitando il blu a sedersi al tavolo mentre l’uomo-rana tornava al suo lavoro.
<< Deve scusare la premura, ma abbiamo già avuto richiesta di adesione da parte di alcuni ragazzi e vorremmo già renderli parte integrante della Gilda a tutti gli effetti. >> Spiegò Vorakh sedendosi, un velo d’imbarazzo sul viso a causa dell’ammissione.
<< Oh bene, l’idea che ci siano giovani volenterosi là fuori mi fa sempre piacere. Dunque, dove si trova la vostra sede? >> Gli domandò l’anziano, riuscendo a trovare al primo colpo il foglio necessario in mezzo a quella confusione.
<< In un casale fuori città, avevo assunto un gruppo di operai perchè lo ristrutturassero. Si trova al confine nord-est, vicino alla diramazione per Hargeon. >> Rispose il blu, tentando di essere il più dettagliato possibile.
<< Quella vecchia rimessa? Devo assolutamente passare a trovarvi allora, sono curioso di vedere come è diventata. >> Ridacchiò l’anziano, annotando il tutto in bella calligrafia e apponendo a fine pagina il timbro d’approvazione.
<< Ecco fatto, adesso abbiamo davvero finito. All’ingresso ti verrà consegnato il timbro, ho...messo fretta ai nostri funzionari per ricompensarvi dell’aiuto che avete dato nel caos creatosi in città in seguito all’esplosione… >> Concluse il vecchietto, sussurrando l’ultima frase per non farsi sentire da altri all’infuori del blu, cosa che lo fece sorridere.
<< La ringrazio infinitamente, signore. È stato un piacere dare una mano. >> Disse Vorakh, alzandosi in piedi e inchinandosi lievemente per congedarsi. Quando fu di nuovo all’ingresso, uno degli incaricati gli porse una scatola nera sulla quale troneggiava il simbolo del Concilio; rimase fermo a contemplare quella scatola lucida che conteneva il simbolo della realizzazione dei suoi sogni, poi il blu si riscosse e risalì sul carro, partendo alla volta della gilda.

 

Sean e Zaion erano testa a testa, ogni tanto uno riusciva a portarsi avanti ma l’altro riusciva sempre a tornargli al fianco; presi com’erano da quella rivalità, senza che nemmeno si accorgessero, furono affiancati anche da Alèk e Miku a bordo della roccia, mentre Alexis li sorvolava senza sforzo.
Xeno li raggiunse a sua volta, seguito da Gala che era finalmente riuscita a liberarsi dalla trappola del biondo.
Dopo venti minuti di quella folle corsa, il gruppo stava per giungere a meta, iniziando nel frattempo ad accusare un po’ di stanchezza per il consumo continuativo di potere magico; arrivati alla strada principale del confine, tutti si fermarono per qualche istante, guardandosi intorno per cercare di riconoscere la sede della Gilda.
Quello che il gruppo si era dimenticato, però, era la presenza di altri due giocatori che erano partiti dopo di loro.
Byron e Homura sbucarono sulla strada a bordo della macchina di Xeno: nonostante non avesse voglia di giocare, alla fine l’albina si era lasciata convincere a fare un tentativo, per cui aveva allacciato il dispositivo di controllo della guida al proprio polso e aveva sprigionato parte del suo potere per far scattare il veicolo a tutta velocità, quasi azzerando il terreno di vantaggio che gli altri avevano su di loro. Certo, avevano preso la strada più lunga, ma a quel punto non sembrò incidere molto sull’esito della competizione.
<< Ma quella è la mia macchina! >> Xeno sbarrò gli occhi alla vista della sua vettura lanciata a quel modo nella sua direzione. Tutti si spostarono di lato, lasciando passare il veicolo che rischiava di travolgerli a gran velocità.
<< Hanno preso la mia auto! >> Si lamentò ancora il biondo, portando una mano a coprire il volto teatralmente.
<< Ma che t’importa dell’auto! Stanno vincendo! >> Esclamò Zaion, ridando vita alle fiamme sotto ai suoi piedi per ripartire a razzo al loro seguito.
Anche Sean si lanciò al loro inseguimento insieme a tutti gli altri che, in uno sforzo maggiore, spinsero quasi al massimo le loro capacità per riuscire a raggiungerli e magari a superarli.
Inutilmente.
 

Homura frenò bruscamente davanti a due pilastri bianchi su cui si avvolgevano due draghi dalle fauci spalancate in avanti ed una delle ali aperte, quella sinistra per il pilastro sinistro e quella destra per il pilastro destro.
Byron scese dall’auto pallido come un lenzuolo e tremante come una foglia: << La prossima volta guido io… >> Mormorò sommessamente, aggrappandosi al veicolo per non cadere.
<< Visto cosa succede a coinvolgere me in una sciocchezza del genere? >> Ribatté l’albina, lasciandosi sfuggire un sorrisetto divertito.
<< Beh, almeno il mio scopo l’ho raggiunto, quindi sono contento lo stesso… >> Rispose l’altro, l’accenno di un sorriso e un pollice alzato a simboleggiare il suo trionfo, cosa per cui la ragazza scosse il capo, mantenendo comunque quella velata aria divertita; sapeva che il fine del biondo era farla rilassare.
Un boato dietro di loro li fece voltare: i loro compagni erano tutti lì, intenti a correre quasi non ci fosse un domani verso di loro, sollevando un polverone che nemmeno una mandria di gnu in corsa avrebbe potuto eguagliare.
<< Santo cielo, ci siamo appena formati e guardali, sembrano amici di merende da una vita… >> Rise Byron, scuotendo il capo divertito e puntando il dito in direzione degli altri.
Quando furono a tre metri dai due, la comitiva freno di scatto: Alék  fermò di colpo la roccia, facendo da trampolino a Sean che saltò oltre lui e finì per spiaccicarsi al suolo, Zaion non riuscì a frenare e, urlando, tirò dritto fino ad un paio di alberi poco più in là, Alexis e Gala scesero a terra a mo’ di ginnaste e Xeno si fermò a guardarle, interessato, creando poi dei cartelli illusori con scritto sopra un 10.
<< Hey Zaion! Tutto ok?! >> Gridò Byron, dirigendosi nel posto in cui era finito il ragazzo-razzo,
<< Sto bene! >> Esclamò l’altro, alzando un braccio da dietro un cespuglio con il pollice alzato, facendo ridere Miku di gusto quasi fosse la cosa più divertente del mondo.
<< Bene. Direi che siamo arrivati tutti nel posto giusto… >> Homura prese parola, portandosi al centro fra i due pilastri.
<< Non ho le chiavi del posto, quindi al momento dovremo accontentarci del visitare l’esterno della sede, mi spiace… >> L’albina accennò un nuovo sorriso, inchinandosi leggermente per scusarsi con loro di quel disagio.
L’edificio era un casale di due piani sfalsati ridipinto da poco di un tenue rosso, il tetto di tegole scure delimitato da grondaie terminanti in doccioni a forma di piccoli draghi dalle fauci aperte posti sugli angoli di ogni tetto. Il grande portone in legno presentava due battenti in ottone, due teste di drago che mantenevano fra le fauci un anello del medesimo materiale. Era introdotto da un vialetto di ghiaia bianca, a metà del quale si trovava un laghetto contornato da una recinzione in legno scuro al cui centro si stagliava una statua, una testa di drago che fungeva da fontana; un prato circondava lo stabile tutt’intorno, costellato di pianticelle e fiori dalle tonalità neutre.
Il tutto era circondato da una siepe che terminava con i due pilastri di marmo bianco di fronte alla quale si trovava ora il gruppo di ragazzi.
<< Ma è incantevole! >> Esclamò Gala, spostandosi meravigliata nel giardino.
<< Guarda zio Xeno! È proprio un drago quello! >> Esclamò Miku, indicando entusiasta la statua al centro del lago.
<< Eh sì, candy. Bello vero? >> Rispose il biondo, affiancando la piccola e sorridendo, beandosi soprattutto dell’aria sognante con cui la rosata guardava la statua.
<< Quel farabutto non ha badato a spese eh…? >> Domandò Zaion, passeggiando insieme agli altri in quell’angolo di paradiso tutto per loro.
La loro attenzione venne catturata dal rumore di un veicolo a motore in avvicinamento, che si fermò subito fuori dal cancello; pochi istanti dopo, Vorakh apparve sulla soglia.
<< Ce l’avete fatta allora… >> Sorrise il blu, la scatola del Concilio sotto braccio.
<< Tu ci hai messo troppo, piuttosto… un attimo. >> Zaion si bloccò, un istante prima di allargare un ghigno malefico sul volto.
<< Dato che sei arrivato ultimo, paghi da bere a tutti! >> Esclamò il ragazzo dalle braccia bendate, indicandolo con scherno.
<< Cosa?! Di che diavolo parli?! >> Chiese il neo-Master, sconcertato.
<< Di una gara a cui hai inconsapevolomente partecipato e perso! >> Ribatté l’altro con ironia.
<< Cooosa?!? >> Urlò il blu, suono che riecheggiò nell’aria fino boschetto vicino.


<< E con questo ho finito! >> Risuonò dall’interno di una casa la voce di un giovane.
Nella città di Era un ragazzo alto e snello dai capelli e dagli occhi violai, sebbene i primi fossero di una sfumatura leggermente più scura, stava riponendo sugli scaffali alcuni oggetti di uno scatolone, gli ultimi a suo dire. Batté le mani per scuotere via la polvere, poi prese la bottiglia d’acqua che aveva lì vicino e bevve un paio di sorsi per dissetarsi dopo la faticaccia fatta, visto che l’unica altra persona che avrebbe dovuto aiutarlo aveva preferito uscire in città per assistere ad un torneo cittadino e, secondo suo dire, “ispezionare la zona”.
In quel preciso momento, il  tonfo sordo di una porta riecheggiò nella stanza preannunciando il ritorno della sua “amata” coinquilina, nonché sua sorella-gemella; in pochi secondi di fronte al viola si parò la prosperosa figura di quest’ultima: una giovane dai lunghi capelli rosati terminanti al fondoschiena, dagli sgargianti occhi violacei, identici a quelli del gemello, adornati dal disegno di un cuoricino sottostante l’occhio sinistro.
<< Ehi Arcobaleno, hai sentito la notizia? >> Domandò la rosa, con un tono di voce fortemente irrisorio.
<< Come potrei, cara sorellina? Sono rimasto tutta la mattinata a disfare scatoloni, per rendere presentabile la nostra nuova dimora...da solo! >> Rispose il ragazzo, soffiando ed enfatizzando l’ultima parola.
<< Dai Ciel non fare così… lo sai? Mentre tornavo sono riuscita a trovare una pasticceria locale molto famosa nei dintorni e di cui tutti parlano... >> Dichiarò la gemella, senza staccare gli occhi dal fratello.
<< E con questo? >> Chiese Ciel, con ora una vena di interesse nella voce.
<< E… mio caro fratellino, si dia il caso che per fortuna, la mia persona sia riuscita ad ottenere l’edizione limitata di un dolce che qui chiamano Choco-Kiss. È qualcosa di veramente molto raro e se mi perdonerai per averti lasciato qui solo, potrebbe e dico potrebbe entrare in tuo possesso. >> La ragazza gli sventolò un pacchettino ben incartato davanti agli occhi, guardandolo con malizia.
<< Affare fatto! >> Ciel strappò il pacchetto di mano alla sorella, abbracciandolo come se fosse un tesoro prima di sedersi sul divano per gustarselo con ingordigia.
<< Ah, un’altra cosa: ho notato maghi molto forti combattere al torneo, anche se non ho avuto la possibilità di vedere la finale, ma magari chissà, se li ritroviamo in giro potremmo chiedere loro se fanno parte di una gilda, che ne pensi? >> Domandò la giovane, sedendosi di fianco al fratello con tranquillità.
<< Mmh...si Dunlaith, come vuoi tu. >> Rispose l’altro, troppo preso da quella prelibatezza per prestarle la minima attenzione.



*1Jū = Pistola

 

Note degli autori:


Ben ritrovati al capitolo numero 4 ^^
Cosa vene pare?
Abbiamo visto alcune parti divertenti, altri velate di fluff e….una nuova apparizione nei nostri ranghi ^^
Ebbene sì, diamo il benvenuto a Ciel e Dunlaith L’Amour di zumi_chin! *parte l’applauso*
Ma a parte questo, torniamo a noi:
I ragazzi sono arrivati alla sede in una rocambolesca gara organizzata all’ultimo secondo, Vorakh si è preso prima uno schiaffo e poi si è ritrovato a dover pagare da bere a tutti, povero ragazzo xD
Sean e Gala...beh xD Caro Redpowa. io ti avevo decisamente avvertito xD
Nel prossimo capitolo, vedremo i nostri maghi alle prese con l’ organizzazione della gilda, i primi incarichi e chissà, magari la presentazione di nuovi membri… :)
Detto questo, non ci resta che salutarvi e attendere con ansia le vostre recensioni, recensioni che ci aiutino a migliorarci, rendendo sempre migliore la qualità del nostro lavoro.
Un bacione e alla prossima! \o/

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5
 
 
Vorakh infilò la chiave nella toppa del portone e fece scattare la serratura con un movimento secco della mano, poi entrò ed accese le luci per rendere ben visibile l’interno: ancora non ci credeva, era riuscito a coronare il suo sogno e fondare una sua gilda, si era fatto in quattro ma alla fine c’era riuscito.
Era ancora molto presto, il sole era appena spuntato dalle montagne, per cui non sarebbe arrivato nessuno per almeno altre quattro ore, l’orario stabilito il giorno prima con gli altri dopo aver fatto fare loro un giro veloce del posto.
Lentamente, si diresse ad uno dei tavoli e si sedette sospirando contento, poggiando nel frattempo lo scatolone con all’interno documenti importanti che si era portato da casa: intorno a lui, tutto era pulito ed ordinato esattamente come l’aveva lasciato il giorno prima, così surreale che ancora gli riusciva difficile credere che quel posto fosse finalmente divenuto “casa” sua dopo tanti sforzi.
Il pavimento in parquet scuro era lucido e, come i banconi, i tavoli e le sedie in legno, profumava di cera d’api, la pelle che ricopriva gli sgabelli del bar era di un caldo bordeaux che si sposava perfettamente con la tonalità delle decorazioni sulla parte alta delle pareti e con il battiscopa, spezzata dalla tenue spugnatura panna sulla parte centrale dei muri a rendere l’ambiente più accogliente e familiare.
L’angolo bar era alla sinistra dell’ingresso, mentre dinanzi ad esso si trovavano i vari tavoli che avrebbero fatto accomodare i membri del gruppo; a destra, invece, una pedana rialzata metteva in risalto la parte forse più importante di tutta la costruzione, la bacheca missioni, di fianco alla quale si trovava il suo studio personale, l’ufficio del Master.
Un bagno all’estremità sinistra del casale delimitava l’accesso, tramite una porta segreta, alla scala che portava al piano superiore, una sorta di larga terrazza alla quale solo pochi eletti potevano accedere e dove si trovava un’altra bacheca missioni, espositrice di incarichi di altissimo livello e di elevata difficoltà.
Da una porta centrale si poteva accedere al giardino posteriore dove si trovava la piscina e due panchine in pietra su cui riposarsi in mezzo al verde e rilassarsi in pace.
Vorakh sospirò ancora, estasiato dalla bellezza che quel posto, giorno dopo giorno, aveva acquisito: ogni tanto era venuto ad aiutare la società che aveva assunto per i lavori, per cui quel posto riusciva a sentirlo pienamente suo quando, con lo sguardo, incontrava un punto su cui lui stesso aveva messo mano.
Alzò gli occhi fino ad incontrare l’orologio posto sulla parete vicino al bar: erano le 07:00.
<< Accidenti! Sono rimasto un’ora seduto a far nulla?! >> Il blu si alzò di scatto e si diresse verso il suo ufficio, ma si fermò udendo il quieto battere di uno dei battenti in ottone sulla porta; stranito dall’arrivo di qualcuno a quell’ora presta, si diresse al portone e lo aprì lentamente rivelando a poco a poco un volto familiare.
<< Buongiorno Signor Yagyu >> Org, il membro del Concilio, accompagnò il suo saluto con un sorriso appena accennato.
<< Buongiorno a lei, Signore. Prego, si accomodi pure… >> Sorpreso, il ragazzo si fece da parte, aprendo la porta all’anziano mago che con garbo entrò all’interno dell’edificio.
<< A cosa devo la sua visita così mattiniera? >> La curiosità vinse sull’autocontrollo, per cui il blu cedette e si decise a porre quel quesito.
<< Sono qui per due motivi: il primo è vedere con i miei occhi il cambiamento di questo posto, come già ti avevo accennato ieri;  ero curioso, per cui ho approfittato della seconda motivazione della mia visita e sono venuto di persona >> Ridacchiò l’anziano, un velo d’imbarazzo a colorargli le guance pallide e in parte celate dalla barba candida.
<< Il secondo è per consegnarti la copia degli incarichi da sottoporre ai tuoi membri: la procedura la conosci, dato che hai letto e firmato i documenti in sede. Ti chiedo cortesemente di farci avere tempestivamente le comunicazioni di accettazione degli incarichi, in modo da avvertire le altre gilde che non c’è più bisogno dei loro servigi.
Ho fiducia nelle vostre capacità...spero sia ben riposta… >> Mormorò infine l’uomo a voce bassa, lo sguardo serio puntato in quello dell’altro.
<< Può contarci, signore. >> Il blu ricambiò con decisione, al che l’anziano gli pose fra le mani una busta estratta dall’interno della tunica e contenente le prime missioni da offrire a quella gilda appena creata.
Infine, i due si congedarono rispettosamente e, subito dopo, Vorakh si diresse nel suo studio: accortosi di aver dimenticato lo scatolone nell’altra stanza, tornò a prenderlo per iniziare a riordinare e sistemare con cura tutti i fogli che sapeva avrebbe tenuto in grande considerazione.
Fra atti di proprietà, ricevute di pagamenti, contratti sottoscritti e schizzi di regolamenti, il blu passò le tre ore successive chiuso in ufficio, sommerso da pile di fogli.

Alle 10:00 in punto Xeno, Byron e Homura con Miku in braccio fecero il loro ingresso dal portone di legno.
<< Vorakh? >> La voce ancora assonnata di Xeno attirò la sua attenzione, costringendolo ad affacciarsi sulla soglia dell’ufficio.
<< Oh, siete arrivati… scusate, non vi avevo proprio sentito entrare… >> Si scusò il ragazzo, facendo spallucce ed un sorrisetto imbarazzato.
<< Già a compilare scartoffie? >> Chiese Byron divertito, sistemandosi il colletto della camicia.
<< Eh si, mi toccherà fino alla fine dei tempi >> Rispose il blu, ridacchiando di buon umore.
<< Beh, dato che almeno loro sono qui, direi che potremmo già apporre il marchio della Gilda prima di fargli fare qualsiasi altra cosa… >> Homura s’intromise, mantenendo uno sguardo serio nonostante la sua aria apparentemente tranquilla nell’atto di cullare la piccola ancora dormiente.
<< Sono d’accordo con te, per cui, ragazzi miei, seguitemi nel mio ufficio per favore… >> Il Master li invitò a seguirlo con un cenno della mano; “Seguitemi nel mio ufficio… ho sempre sognato di dirlo!” Gongolò mentalmente il blu, entrando nella stanza con un sorriso sulle labbra.
Una vocina proveniente dall’altra stanza testimoniò il risveglio della rosata, che subito corse nello studio con eccitazione.
<< Onii-chaaan! >> Esclamò con gioia, sorridendo contenta al suo fratellone adottivo.
<< Buongiorno Mimi >>  Rispose l’altro, illuminandosi alla sua vista.
<< Che fate tutti qui? >> Chiese la giovane con curiosità, portando una ciocca di capelli rosa dietro l’orecchio.
<< Gli zii stanno per essere marchiati, principessa >> Disse Byron ridacchiando, allentando il nodo della cravatta e iniziando a sbottonarsi la camicia.
<< Ovvero, Vorakh sta per timbrarci con il simbolo della Gilda >> Concluse Xeno, facendo altrettanto.
<< Ooh… allora torno di là >> Concluse la piccola, un velo d’imbarazzo per il fatto di essere entrata mentre i due si stavano spogliando.
Il blu scosse la testa divertito mentre la rosata se ne andava, togliendo intanto il timbro dalla scatola con un lieve tremore causato dall’emozione di apporre i primi marchi da Master.
Xeno e Byron si tolsero camicia e cravatta, restando con solo i pantaloni scuri addosso e a torso nudo; << Dove volete il simbolo? >> Chiese quindi Vorakh, portandosi davanti a loro.
<< Sulla scapola destra/sinistra >> Risposero in coro i gemelli, dandogli le spalle nello stesso momento.
<< Ok allora. Solo per essere chiari: con questo simbolo vi assumete importanti responsabilità che vanno dal proteggere il singolo ad essere parte di un organizzazione per il quieto vivere collettivo, sia interno che esterno a queste mura. Dovrete essere leali, rispettosi dei compagni e impegnarvi negli obiettivi a voi affidati. Qualora un giorno dovreste lasciare questo gruppo, sarete tenuti al segreto su eventuali informazioni di cui verrete messi al corrente nel periodo che trascorrerete con noi, non potrete contattare vecchi clienti e trarne profitto, ma soprattutto non dovrete dimenticare la vostra esperienza ed il periodo vissuto insieme nonostante le nostre strade siano separate. Siamo intesi? >> Spiegò Vorakh deciso e in tono solenne, elencando quella sorta di regolamento semplice ma dal contenuto molto rilevante.
<< Sì >> Risposero nuovamente all’unisono i fratelli, consci che quella specie di cerimonia sarebbe stato un simbolo di coronamento della loro vita da quel momento in poi.
<< Molto bene, allora. >> Il blu poggiò il timbro sulla scapola sinistra di Xeno: da esso scaturì un bagliore bianco che una volta sparito lasciò il simbolo marchiato magicamente sulla pelle del ragazzo; la stessa operazione venne ripetuta per Byron che, invece, se lo fece fare sulla scapola destra.
<< Da questo momento fate parte di Dragon Wing, congratulazioni >> Sorrise il blu, allontanandosi da loro per riporre il timbro magico nella sua scatola.
Quando i ragazzi si furono rivestiti, il blu precisò un’ultima cosa:
<< Dato che lavorerete qui alla gilda, voi sarete i responsabili del bar e della gestione del registro missioni: dovrete annotare l’incarico, chi andrà a svolgerlo ed infine contattare il Concilio affinché possa comunicare con le altre Gilde del paese e avvertire dell’accettazione della missione da parte nostra. Pensate di esserne in grado? >>  Domandò, portando lo sguardo ad incrociare i loro:
<< Senza dubbio >> Risposero in coro gli Steinher, annuendo seri e composti.

Terminato quell’importante momento, si riunirono nella hall dove Miku stava disegnando in tranquillità su un quaderno portatole da Homura che, nel mentre, stava leggendo un libro al suo fianco.
Pochi istanti dopo, si udì bussare al portone che si aprì rivelando le figure di Sean, Zaion e Gala.
<< Buongiorno a tutti! >> Gala salutò i presenti con un sorriso e un cenno della mano, seguita a ruota dagli altri due; Sean si sedette poi di fianco a Miku, osservando con curiosità il disegno che stava facendo.
<< Ma sei bravissima! >> Disse con dolcezza, guardando la rosata cancellare e ridisegnare alcune parti del corpo delle persone soggetto del disegno.
<< Davvero ti piace? >> La ragazzina alzò il volto dal foglio per sorridergli tutta contenta.
<< Ma certo… io non saprei fare di meglio >>  Commentò il grigio, rafforzando la sua affermazione annuendo.
<< Allora Vorakh, hai fatto i compiti? >> Lo stuzzicò Zaion, con una nota ironica nella voce e nello sguardo.
<< Non so a cosa tu ti stia riferendo… >> Rispose l’altro, sinceramente confuso da quelle parole.
<< Non te la caverai facilmente, hai perso la gara e devi pagare da bere a tutti! >> Continuò l’altro, indicandolo con scherno.
<< Io non partecipavo ad un bel nulla, stupido razzo! >> Ribatté il blu, sporgendosi in avanti in segno di sfida.
<< Ed invece si, caro il mio pervertito mano lesta! >> Esclamò il ragazzo dalle braccia bendate, fronteggiandolo a sua volta.
<< Ohi, voi due… >> Gala provò ad interromperli, mentre questi già si trovavano con i volti schiacciati l’uno contro l’altro a borbottare insulti con la frequenza di una pentola a pressione.
Proprio in quel momento, anche i fratelli Lancaster fecero il loro ingresso dal portone, completando quindi il gruppo dei membri attualmente affiliati...ma senza essere minimamente notati dai due rivali.
<< Un attimo di attenzione, prego >> Homura salì sulla pedana, richiamando gli sguardi su di sé; dato che Zaion e Vorakh sembravano non capire l’importanza del momento, l’albina si voltò verso Byron che provvide a creare una pistola illusoria come per la gara e a sparare un colpo in aria, strappando i due al loro conflitto e zittendoli in un lampo.
<< Grazie. Dunque, vi do innanzi tutto il benvenuto ufficiale alla Gilda. Io qui rivesto, come sapete, il ruolo di vice Master e avrò pertanto potere decisionale in assenza del nostro leader. Vorrei cogliere l’occasione per illustrare a voi tutti, insieme a lui, poche e semplici regole da rispettare in quanto Gilda, oltre ad alcune procedure da seguire per quello che riguarda gli incarichi presi. Se volessi raggiungermi… >> La ragazza dai capelli color neve spiegò tutto in tono solenne, rivolgendo poi l’attenzione al suo giovane superiore, lanciandogli uno sguardo di semi-rimprovero per la mancata serietà.
Percorso da un brivido di terrore a causa di quell’occhiataccia, Vorakh quasi si precipitò sulla pedana rialzata sulla quale torreggiava la sua vice, affiancandola;
<< Sì, ehm...dunque… Ho creato questa Gilda con l’intento di renderla una famiglia, un luogo dove poter contare sui propri compagni e lavorare in maniera produttiva anche per la comunità, questo è un messaggio che voglio sia chiaro sin da subito.
Il nostro simbolo dovrà essere per voi un monito di rispetto, lealtà ed impegno nelle proprie decisioni e nell’aiuto verso gli altri. >> Il blu assunse un tono solenne, portandosi in avanti di un passo per essere ben visibile a tutti, quindi riprese: << Qualora un giorno dovreste lasciare questo gruppo, avrete da rispettare pochi e semplici punti focali:
Per prima cosa, non dovrete in nessun modo divulgare informazioni interne al nostro nucleo collettivo, in secondo luogo non potrete contattare vecchi clienti e trarne profitto personale, in particolar modo spacciandovi ancora per membri appartenenti a noi; in terzo luogo, ma non per questo meno importante, non dovrete dimenticare la vostra esperienza con noi e le amicizie che avrete formato nonostante le strade si separino.
Se qualunque cosa dei punti illustrati dovesse contrastare con le vostre intenzioni, siete pregati di lasciare questo posto, poiché non abbiamo bisogno di perditempo. >>
Vorakh tacque, incrociando ad uno ad uno gli sguardi dei presenti che non si mossero di un passo e rimasero in religioso silenzio.
<< Detto questo, passiamo ad altro: gli incarichi. >> Il blu si spostò di lato, cosa che fece anche l’albina, per mostrare la bacheca alle loro spalle.
<< Come potete vedere, qui abbiamo una grande bacheca vuota: questa mattina mi sono già state recapitate le prime missioni disponibili per la nostra gilda, lavori che a breve affiggeremo e per cui riceverete una ricompensa che spesso, ma non sempre, sarà monetaria. Troverete i lavori qui sulla bacheca, per cui quando vorrete andare in missione vi basterà semplicemente salire su questa pedana e prendere dalla bacheca quella che vorrete accettare; dopodiché, dovrete andare al bar da Xeno e Byron e consegnargli il foglio della missione per poter consentire loro di registrare l’incarico preso ed il nome di chi andrà a svolgerlo. Per quanto riguarda la ricompensa, il cliente farà recapitare la somma o l’oggetto in questione alla Gilda che la girerà direttamente al mago o ai maghi che hanno svolto l’incarico, sottraendone una minima percentuale che non supererà il 5% per eventuale risorsa di pagamento in caso di danni da risarcire. Avete domande? >> Concluse Vorakh, riportando lo sguardo sui compagni.
<< Ne ho un paio, banali, ma sono domande >> Sean fece un passo avanti, attirando su di sé l’attenzione di tutti.
<< Anche tu andrai in missione, o resterai relegato qui? >> Domandò il grigio, sinceramente curioso.
<< Anch’io potrei partire, certo. Non sarà solo per missione, ma anche nel caso di convocazioni al Concilio o riunioni di Master di Gilda, insomma, in veste ufficiale e non. >> Il blu sorrise tranquillo, rispondendo alla domanda dell’amico.
<< Per quello che riguarda Miku? Partirà anche lei? Ha almeno dei poteri? >> Aggiunse il Dragon Slayer del ghiaccio, dando voce alla domanda che probabilmente tutti quanti stavano pensando in quel frangente.
A quelle parole, Homura trattenne il fiato, mentre i lineamenti del Master si indurirono lievemente: << Sì, partirà anche lei, ovviamente insieme ad Homura o a qualcuno di voi. Nonostante la giovane età, è bene che inizi a vedere com’è il mondo e la vita di una Gilda di maghi. >> Una risposta incompleta e all’apparenza pacata ma in cui era possibile scorgere una venatura d’ansia da parte del giovane, facendo dubitare tutti, chi più chi meno, della serietà di quelle parole.
<< Direi che possiamo procedere alla marchiatura: ragazze, siete pregate di venire con me, dopodiché verranno tatuati anche i ragazzi. Da questa parte, prego. >> Homura riprese il controllo della situazione, portando nuovamente l’attenzione sull’argomento principale che stavano trattando; avendo deciso di procedere subito con il suggellamento dell’unione, l’albina fece quindi strada a Gala ed Alexis verso l’ufficio di Vorakh dove avrebbe apposto loro il marchio, luogo in cui, a suo dire, nessuno sarebbe potuto entrare senza permesso poiché avrebbe rischiato la morte per sua mano.
Non ci volle molto perché l’operazione venisse completata, quindi le ragazze lasciarono subito posto ai maschietti che fra baruffe amichevoli e cavolate varie ottennero il beneamato simbolo della Gilda.
A voler suggellare l’inizio dell’attività, Vorakh infine affisse le missioni in bacheca, trovandosi costretto a congedarsi per finire di sistemare le varie scartoffie in ordine e assicurarsi che tutto fosse sotto controllo.
 
Zaion lanciò uno sguardo alla bacheca, ritrovandola piena di fogli scritti e su cui, in fondo, troneggiava la parola “Ricompensa”; sgranò gli occhi, alzandosi lentamente da una sedia su cui si era precedentemente seduto, attirando così lo sguardo di Sean che ancora guardava la piccola disegnare.
<< Dove vai? >>  Gli chiese repentino, facendolo sussultare per la sorpresa.
<< I-io? Da nessuna parte, volevo solo dare un’occhiata in giro… >> Rispose lui, fingendo ingenuità.
Sean strinse gli occhi a fessura, per nulla convinto; si scusò con Miku e si alzò a sua volta per andargli dietro.
Anche Gala e Alexis, sedute al bar e impegnate in chiacchiere con Xeno e Byron notarono del movimento, decidendo di muoversi al loro seguito.
Quando Zaion si accorse di essere seguito, scattò in avanti gridando: << Quella più ricca è mia!! >> Frase che subito venne coperta dal vociare di tutti gli altri accorsi in massa davanti alla bacheca per ricavarne un lavoro.
Homura sbuffò e scosse la testa sconcertata, osservando il gruppo scalpitante ed intento a strapparsi di mano i fogli per accaparrarsi il lavoro migliore, mentre Miku se la rideva battendo il pugno sul tavolo per la scena pazza che gli si presentava davanti.
Alla fine dello “scontro”, Sean riuscì ad accaparrarsi un lavoro da niente ma, si disse, almeno avrebbe iniziato a far qualcosa: lesse con attenzione la richiesta e lentamente si diresse verso il bar dai ragazzi. “Chi ha visto Mr. Purr...?...Mr. Purr...Che orrido nome per un gatto, santo cielo. “ Rifletté il Dragon Slayer del ghiaccio, scuotendo il capo tristemente.
Byron, intento a lucidare un bicchiere nemmeno fosse il tesoro più inestimabile del mondo, lo vide arrivare con una strana espressione delusa sul volto, per cui abbandonò la sua momentanea occupazione rivolgendogli tutta la sua attenzione: << Qualcosa non va, Sean? >>
<< Niente di che, un lavoro da nulla. >> Rispose il grigio, porgendo il foglio al biondo; il barista afferrò un registro nuovo di zecca da dietro il banco e l’aprì quasi solennemente, annotando subito il tipo d’incarico e il nome di chi l’avrebbe svolto.
<< Andrai da solo? >> Chiese il giovane, più per prassi che per la preoccupazione della non riuscita del lavoro.
<< Vorrei chiedere a Miku di venire con me...in fondo, che male può farsi a cercare un gatto? >> Replicò il Dragon Slayer, passandosi una mano dietro la nuca con nonchalance.
Il biondo smise di scrivere per qualche istante al nome della piccola ma, cercando di non darlo a vedere, riprese ad annotare con cura gli ultimi particolari come se niente fosse.
<< Va bene allora, chiediglielo e la registrerò. >> Concluse Byron, rialzando poi lo sguardo verso di lui.
Sean, allora, si voltò verso il tavolo su cui la ragazzina stava disegnando e gridò: << Miku! Ti va di cercare un gatto con me?! >>
Alla parola “gatto” le orecchie della piccola scattarono come un radar. << Gatto?? SI! Sisisissisi! Andiamo! Ciao Onee-chan!! >> La rosata si alzò di colpo dal tavolo e corse dal giovane senza nemmeno degnare di uno sguardo l’albina che a quelle parole s’irrigidì in disappunto; prese per mano il giovane manipolatore del ghiaccio, saltellando e scalpitando all’idea di cercare una creatura coccolosa e morbidosa come un gatto (o almeno era l’idea che ne aveva lei), mentre Byron aggiunse il nome della bimba sul registro con un mezzo sorriso divertito sotto lo sguardo quasi pentito dell’altro. Fatto questo, i due salutarono i compagni ed uscirono alla volta del loro primo lavoro come membri di una gilda.

Non passò molto tempo che anche Gala ed Alexis si presentarono al bancone con un foglio in mano. << Anche voi al lavoro, signorine? >> Xeno si fece avanti, poggiando i gomiti sul bancone e ammiccando alle due con velata malizia.
<< Direi di sì...è un impiego per tre ragazze, ma siamo in due...credi che se chiedessi ad Homura accetterebbe? >> Rispose Gala, abbassando la voce soprattutto per pronunciare la domanda.
<< Provate a chiederglielo...sembra scontrosa, ma non è così...una volta che l’avrete imparata a conoscere sono certo che capirete. >> Xeno parlò col sorriso sulle labbra, puntando lo sguardo sull’albina nuovamente immersa nella lettura.
Le due ragazze si guardarono per alcuni attimi in silenzio, poi presero coraggio e si diressero dalla giovane dai capelli color neve.
<< Homura… >> Gala sembrò titubare un po’; non aveva paura di lei, ma visto l’accaduto non aveva ancora idea delle sue probabili reazioni ad un invito. Studiandone i comportamenti aveva dedotto un carattere solitario e poco tollerante verso gli altri, eccezion fatta per Miku ed in parte per Vorakh, nonostante la guancia arrossata di quest’ultimo dopo il loro ricongiungimento ancora avvolto nel mistero.
L’albina alzò lo sguardo dal libro per incrociare i loro sguardi in silenzio, attendendo che parlassero.
<< Ti va di venire in missione con noi? >> Alexis le porse il foglio dell’incarico con tranquillità, portando poi le mani sui fianchi in paziente attesa.
Homura prese il foglio e lo lesse velocemente; era un semplice ingaggio come cameriera presso un locale cittadino, dove per quel giorno avrebbero dovuto sostituire tre delle impiegate: paga nella norma da spartire fra le tre e la gilda. “Non ho granché voglia di indossare un’uniforme...ma vabbè, non ho niente di importante da fare, quindi… “ Rifletté la giovane, riconsegnando il foglio alla mora e chiudendo il libro con gesti meccanici.
<< D’accordo, andiamo >> Rispose semplicemente, accennando con fatica un sorriso che voleva essere tranquillo.
 
Mentre le tre si dirigevano verso l’uscita, un uomo ben vestito armato di un trasportino per animali ed una coppia di buste da lettera fece il suo ingresso in gilda; Xeno e Byron si guardarono interrogativi prima di rivolgergli la parola.
<< Possiamo esserle d’aiuto? >> Chiesero in coro i gemelli, sporgendosi dal bancone come un sol uomo.
<< Sto cercando delle persone, ragazzi che hanno partecipato al torneo di ieri e che hanno dimenticato di ritirare i premi…conoscete per caso Zack Vernon, Homura Shinya ed i loro compagni di squadra? Sull’iscrizione, i primi due hanno dato questo indirizzo >> Domandò lo sconosciuto con cortesia, poggiando a terra il carico e facendosi loro vicino.
<< Ah sì! Certo, fanno entrambi parte di questa gilda, ma attualmente Homura è in missione e Zack non è ancora venuto in gilda oggi. >> Rispose Byron, mentendo soprattutto per quello che riguardava la falsa identità di Vorakh.
<< Questo mi rallegra. Ho da consegnare loro i premi che hanno vinto, ma dato che non sono riuscito a mettermi in contatto con gli altri due, potreste provare a farlo voi? >> L’uomo diede le buste a Xeno, per poi tornare a prendere il trasportino e darlo a Byron; estrasse poi dalla giacca un foglio ripiegato con cura e lo sottopose alla loro visione.
<< Dovreste firmare questo foglio come attestazione di ricevuta del premio...sapete, la burocrazia. >> Continuò l’impiegato del torneo, dando una sfumatura scocciata alle ultime parole.
Byron si liberò dell’oggetto e diede una rapida scorsa al foglio, apponendo poi la propria firma a pié di pagina.
<< Ecco a lei >> Pronunciò tranquillo il biondo, riconsegnandogli il documento con nonchalance.
<< Bene…Vi ringrazio infinitamente. Arrivederci. >> Detto questo, l’uomo accennò un saluto con un movimento educato del capo ed uscì dal portone della gilda per tornare al suo impiego.
Xeno prese tutti i premi e  si diresse verso lo studio di Vorakh: bussò un paio di volte alla porta ed entrò dopo aver sentito la parola “avanti” pronunciata con scarso interesse dal blu.
<< Come procede? >> Chiese il biondo con un sorrisetto sulla faccia.
<< Mah...non c’è male. A breve avrò la possibilità di prendermi una pausa. Di là? >> Rispose il blu, stiracchiandosi.
<< Sean e Miku sono insieme in missione, così come Gala, Alexis e Homura. >>  Spiegò l’altro, mantenendo il sorrisetto divertito di prima.
<< Homura e Miku sono in due missioni diverse?? Sicuro di star bene? Non è che hai già iniziato a bere là dietro il bancone bar? >> Vorakh lo guardò scettico, inarcando un sopracciglio ad accentuare la cosa.
<< Ah! povero sciocco... Non hai idea di quanto alcool possa reggere...comunque non sono impazzito, Miku è con Sean a cercare un gatto e Homura è con le altre a fare la cameriera. >> Ribatté il biondino con sicurezza, lasciandosi sfuggire una risatina.
<< Questa si che è bella...Homura che fa la cameriera... deve essere proprio nervosa per la missione di Miku se si è messa a lavorare… >> Il blu ridacchiò sovrappensiero, poi riprese: << Non resisto, devo vederla. >> Il giovane quasi scattò in piedi, rischiando di rovesciare a terra tutti i fogli da lui impilati con tanta cura qualche ora prima.
<< Prima che tu corra a fartele dare, devo avvertirti che è passato un impiegato dello staff del torneo di ieri per consegnare i premi a Zack Vernon, Homura Shinya e i rispettivi compagni di squadra… >> Riprese parola Xeno, sventolandogli davanti le buste da lettera.
<< Ahhhh...il profumo dei soldi...dopo le spese di costruzione, questa vincita è stata un miracolo dal cielo. Da’ qua… >> Il blu allungò una mano aperta verso il biondo, che subito gli pose la busta su cui era possibile leggere il suo falso nome.
<< L’altra la darò a Gala al suo rientro, non sia mai che tu ti intaschi di già la tassa di gilda… >> Borbottò il giovane, facendogli la linguaccia e sollevando il trasportino da terra per poggiarlo su una delle sedie davanti alla scrivania.
<< Non potrei mai...così mi offendi... >> Ribatté l’altro, l’aria teatralmente offesa, avvicinando il volto alla retina per osservarne il contenuto. << E lui? >> Domandò poi stranito, riportando subito lo sguardo sul biondo.
<< Non ricordi? È il premio di Sean ed Homura...voglio dire, il tuo nuovo familiare e animaletto di Miku >> Rispose l’altro ghignando, lasciando Vorakh a contemplare un tenero cagnolino dal pelo morbido ancora addormentato.
 
La giornata trascorse serena in gilda: Zaion, nonostante l’iniziale interesse per le missioni affisse, decise di rimandare la giornata di lavoro e di dedicarsi alla ricerca di un appartamento che non fosse troppo distante dalla sede, cosa in cui venne seguito da Alèk.
Proprio mentre i due stavano chiacchierando con i baristi di alcuni appartamenti che avevano visto assieme, le ragazze rientrarono dalla loro missione lavorativa.
<< Hey, ben tornate! Com’è andata? >> Domandarono i ragazzi in coro, sinceramente curiosi.
<< È andata, è stato stancante ma alla fine ce l’abbiamo fatta… >> Rispose Alexis, portandosi vicino al fratello per ordinare un’aranciata fresca.
<< Miku non è ancora tornata? >> La venatura ansiosa nella voce di Homura era quasi tangibile da quanto era forte.
<< Ehm...N-no...ma sono certo che rientrerà a momenti, è con Sean dopotutto...e poi sta solo cercando un gatto, quanto vuoi che ci voglia ancora? >> Rispose Alèk, cercando di sdrammatizzare.
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che proprio Miku rientrò dal portone della gilda.
<< Siamo tornati!! >> Esclamò la piccola pimpante, correndo ad abbracciare Homura con gioia.
<< Ahh, bene…ti sei divertita? >> Le domandò con sollievo l’albina, prendendola in braccio più per controllare che non fosse ferita che per il piacere di farlo.
<< Si! Voglio tornare presto in missione con Sean-nii! >> Ridacchiò la rosata, scendendo poi dalle braccia dell’amica per sedersi ad uno degli sgabelli del bar.
<< Zio Xeno, potrei avere un succo di frutta per favore? >> Chiese la ragazzina, estraendo di tasca alcune monete per pagare.
<< Ma certo, tesoro.. >>  Rispose subito l’altro, servendoglielo quasi fosse il nettare più prelibato e facendola ridere di gusto.
<< Queste tienile, offre la casa... >> Le disse Xeno, ridandole le sue monetine con un occhiolino d’intesa.
<< Senti piccola…ma dov’è Sean? >> Zaion s’intromise, ponendo all’attenzione di tutti una questione che in quel momento sembrava essere passata in secondo piano.
<< Sono qua… >> La voce poco entusiasta del grigio eruppe dal portone, introducendo la figura del ragazzo coperta di graffi sulle braccia e sul viso.
<< Santo cielo! Ma che hai fatto?! >> Domandò Gala, stupita e preoccupata per l’amico.
<< Quel gatto non voleva farsi prendere...e a quanto pare io non gli andavo a genio quanto lei… >> Rispose il Dragon Slayer del ghiaccio, indicando la rosata intenta a bersi il succo di frutta tutta contenta.
<< Vedo che ci siete tutti...sono contento, ho un annuncio da fare. >> Vorakh apparve dal suo studio, un sorriso sereno sul volto.
Tutti rimasero in silenzio, in attesa che lui andasse avanti.
<< Questa sera terremo una cena qui alla gilda per festeggiare la nostra “apertura ufficiale” quindi, signori miei, correte a rendervi presentabili per la serata… >> Il blu congiunse le mani, picchiettando fra loro i polpastrelli e assumendo un’espressione ammiccante (e inquietante), soprattutto all’idea di vedere le signorine della Gilda tutte agghindate. << Su, andate, ci ritroviamo qui per le 20.00 >> Concluse, tornando poi nel suo studio con tranquillità.
<< Urrà per il Master! >> Esclamò Zaion, alzando trionfante le braccia al cielo all’idea di una cena pagata.
Homura roteò gli occhi in disappunto: dopo una giornata di lavoro ed il suo pessimo ma abituale risveglio, aveva solo voglia di tornarsene a casa per riposare, non certo di una cena in compagnia...ma anche questo voleva dire “essere una gilda”, per cui sbuffò dal naso per cercare di tranquillizzarsi ed iniziò a pensare a cosa avrebbe potuto indossare quella sera.
Gala, invece, tirò fuori un block-notes dalla tasca per appuntarsi una lista di cose da fare ed essere ben organizzata senza tardare alla serata, proposito che in corso d’opera mutò, diventando uno schema diviso per soggetto di ciò che aveva carpito della personalità di ogni nuovo amico e compagno.
Più di tutti, si ritrovò a riflettere su Homura; aveva più o meno inquadrato il carattere, per cui iniziò a tracciare alcune linee che avrebbero potuto portare alla rivelazione di parte del suo passato, un modo per capire il mistero che l’avvolgeva e la legava a doppio filo alla figura di Miku e a Vorakh; questo però non sembrava riuscirle molto, per cui decise di riporre in tasca il blocchetto di appunti e le sue preoccupazioni e di riprenderli in un secondo momento, tornando invece sulla sua preoccupazione iniziale, ovvero l’outfit che avrebbe indossato alla cena.
 
 
<< Kanpai!*1 >> Esclamò Vorakh, alzando nel mentre un boccale ricolmo di birra; in risposta, gli altri fecero altrettanto per poi perdersi in chiacchiere con il vicino una volta bevuto un lungo sorso di buon augurio.
Due tavoli erano stati uniti a formarne uno solo, in modo da poter contenere tutti gli attuali membri senza difficoltà; svariate pietanze imbandivano la tavola ricoperta da una tovaglia di lino bianco, accompagnate da numerosi bicchieri e boccali ricolmi.
Ad un certo punto Alèk prese parola, voltandosi verso sua sorella e Gala, intente a discutere riguardo a moda e affini: << Allora ragazze...raccontate un po’, come è stata la vostra prima missione? >> Domandò il moro, attirando l’attenzione di tutti i presenti.
<< Niente di anomalo, abbiamo sostituito tre ragazze in un bar come cameriere… È stato impegnativo, dato che dovevamo tenere a mente le ordinazioni e chi aveva ordinato cosa, stancante per certi versi, ma non credo ci si possa lamentare come primo incarico… >> Rispose Gala, punzecchiando una fetta di carne con la forchetta.
<< Per certi versi è stato divertente, soprattutto per via dei clienti che sembravano particolarmente attratti dalla “signora dei ghiacci” >> Commentò Alexis con un sorriso sghembo, volgendo un ironico sguardo verso Homura che, per la prima volta nella serata, sembrò ricordare di non essere sola a tavola.
<< Avete detto qualcosa? >> Chiese innocentemente la giovane, non essendosi minimamente accorta di essere il centro del discorso.
<< Oh niente, dicevamo che oggi hai ricevuto parecchie attenzioni al tavolo tre… >> Continuò Alexis, sottolineando la questione con velata malizia.
<< Ah… sì… è vero… >> L’albina roteò gli occhi infastidita, riprendendo a mangiare come se niente fosse.
<< Dovresti essere contenta delle attenzioni degli uomini, amica mia… Prima o poi per tutti arriva il momento… >> Ammiccò Xeno, sistemandosi gli occhiali sul naso con un ghigno divertito sul volto.
<< Non mi interessano. Non ho tempo per queste cose. >> Rispose l’altra in tono asciutto, prendendo un sorso d’acqua.
<< Sentito Vorakh? Non ha tempo per queste cose… >> Lo punzecchiò Zaion, ridendo ed indicandolo con scherno.
Vorakh rimase in silenzio, limitandosi semplicemente a dargli un pugno sul capo che costrinse Zaion con la faccia nel piatto, per poi tornare a mangiare quasi non fosse stato interpellato.
<< Cos’è, fa male perchè è vero? >> Continuò l’altro, cercando di ripulirsi il viso, suscitando nel blu la medesima reazione di prima con conseguente risata generale.
<< Ma che modi… >> Borbottò di rimando la vittima, pulendosi nuovamente il volto con un tovagliolo.
<< Beh, anche Gala ha ricevuto qualche complimento oggi… >> Homura sollevò appena lo sguardo dal suo piatto per rivolgerlo alla glicine che arrossì un poco al ricordo.
<< Che ne pensi Sean? >> Byron colse la palla al balzo, lanciando subito una frecciatina al Dragon Slayer del ghiaccio che fece finta di niente.
<< Perché lo chiedi a me? >> Rispose lui con nonchalance, ingoiando un boccone.
<< Beh, dato quel che è successo ieri fra voi mi stavo solo domandando la tua opinione… >> Continuò il biondo, deciso a non mollare la presa.
<< Non è successo proprio niente ieri, è stato solo un incidente dovuto ad un momento di debolezza di Gala a causa dell’incantesimo subito… >> Borbottò l’altro, inarcando le sopracciglia scetticamente e liquidando così la questione.
<< D’accordo, se lo dici tu… >> Ghignò ancora Byron, decidendo infine di lasciar perdere, anche se in un modo o nell’altro sarebbe riuscito prima o poi nel suo intento di farlo imbarazzare.
 
 
La cena continuò fra chiacchiere e risate fino al suo termine, dove Vorakh propose ai compagni di uscire in città per un gelato o un caffè, idea accettata da tutti quasi istantaneamente; Miku però iniziava a sentirsi stanca, per cui Homura la prese in braccio perché le si potesse accoccolare contro e riposarsi un po’ durante la passeggiata in centro.
Proprio mentre stavano mangiando un gelato seduti sul bordo di una fontana, una voce femminile attirò la loro attenzione urlando: << Ma voi siete...quelli forti del torneo! >>
Homura, cercando di non svegliare la piccola che le dormiva in braccio, voltò il capo di lato per cercare la fonte della voce; una ragazza dai capelli rosa, formosa e dall’aria sognante che li fissava con ammirazione mentre un ragazzo alto, snello e dai capelli viola lunghi fino alle spalle cercava di trascinarla via bofonchiando un << Lasciali stare Dunlaith, non vedi che stai disturbando? >>
<< Non credo di conoscervi >> Disse Homura, parlando direttamente ai due sconosciuti.
<< Chi sareste? >> Sean inclinò il capo con curiosità, ponendogli la domanda con schiettezza.
<< Oh ehm… io sono Dunlaith e lui è mio fratello gemello Ciel! >> Rispose la ragazza con emozione, divincolandosi dalla presa del fratello per esibirsi in un veloce inchino di saluto.
<< Dovete scusare mia sorella e la sua pressante emotività...mi ha detto di aver assisto a parte di un torneo cittadino ieri e credo che si riferisca a voi come alcuni dei partecipanti… >> Disse il viola, abbozzando una scusa per l’impulsività della ragazza.
<< Capisco...beh sì, abbiamo partecipato...io e lei abbiamo vinto, alla fine. >> Disse Vorakh, indicando una Gala tutta intenta a bearsi del suo gelato al cioccolato. << Mentre io e lei siamo arrivati secondi… >> Intervenne Sean, indicando Homura con un cenno del capo.
<< Sì, sì! Mi ricordo della tua velocità! Sei così abile! Ma come fai? >> Chiese Dunlaith all’albina, la voce colma d’ammirata eccitazione.
<< Oh...ehm...credo sia frutto del mio allenamento… >> Rispose Homura, distogliendo lo sguardo ed irrigidendosi un po’ pensando alla vera motivazione delle sue capacità.
<< La vuoi smettere? Lasciamoli soli a godersi la serata per favore! >> Sbottò Ciel, contrario all’insistenza della sorella nei confronti di quel gruppo di ragazzi.
<< Taci Ciel...ehm, sentite… >> La giovane zittì il gemello, per poi rivolgere la sua attenzione al gruppo ancora una volta.
<< Si…? >> Chiese Vorakh, divertito dal lieve battibecco fra i due e curioso di sapere cos’altro interessasse alla bella Dunlaith.
<< Siete forse parte di una Gilda? >> Chiese di getto la rosata, lo sguardo illuminato di curiosità ed emozione.
Ciel sbuffò: lo sapeva che non avrebbe resistito e gliel’avrebbe chiesto, conosceva troppo bene sua sorella per non poterlo prevedere.
<< Sì, siamo una Gilda...ci siamo appena formati, ma contiamo di crescere e diventare rispettati… >> Rispose Byron, incrociando le braccia sul petto per enfatizzare l’importanza di quelle parole.
<< Ohh bene allora… e cercate membri? >> Chiese ancora Dunlaith, sempre più emozionata.
<< Direi di sì, più si è meglio è, no? >> Rispose Zaion, lanciando un’occhiata a Vorakh che si limitò ad annuire semplicemente.
<< Che meraviglia! Noi stavamo cercando una Gilda a cui affiliarci, per cui...potremmo unirci
a voi? >> Domandò speranzosa la giovane, trattenendo a stento la felicità.
Gli sguardi dei presenti conversero su Vorakh che, dopo alcuni istanti, si alzò in piedi e si portò davanti ai due.
<< E perchè no? In fondo in tanti ci si diverte di più. Benvenuti a Dragon Wing, ragazzi. >> Concluse con semplicità, allungando una mano verso i due, mano che i fratelli strinsero a turno per suggellare così quel nuovo inizio.
 


*1 Kanpai =  Salute
 
 
 
Note degli autori:
 
SCUSATE! SIAMO TREMENDAMENTE DISPIACIUTI PER QUESTO ABNORME RITARDO! *si prostrano ai loro piedi*
Siamo davvero dispiaciuti, ma il mio amico era sotto esame di maturità ed io un po’ bloccata, ragion per cui ci abbiamo messo tanto tempo nello scrivere questo capitolo (è stato veramente sudato), anche se alla fine ( a esame terminato e ripresi i contatti vari per poter scrivere assieme) ce l’abbiamo fatta.
Parliamo del capitolo: descrizione interna un po’ difficile da figurare, me ne rendo conto, ma per chi volesse avere un quadro più preciso della Gilda, vi comunico che ho creato il prototipo su the sims 3 rendendola fisica, per cui se siete interessati scrivetemi tramite pm e provvederò a mandarvi le screenshots  o addirittura il file .sim3pack da installare nel vostro gioco per poterci giocare dentro ^^
In questo capitolo i nostri eroi hanno iniziato a lavorare e ad approfondire un po’ i loro legami d’amicizia con battutine, frecciatine e scambi vari...ma che ne sarà delle ship? xD
Si vedrà, si vedrà xD
Ed ecco che Dunlaith e Ciel entrano a far parte di Dragon Wing, diventando parte di una ciurma scalmanata...ci sarà da ridere più avanti, credete a noi xD
Le vostre impressioni? Speriamo di non avervi deluso troppo soprattutto per il ritardo… :(
Ancora sentite scuse, ci ritroviamo al prossimo capitolo sperando di poter tornare al vecchio ritmo di pubblicazione ^^
Ciao ciaoooo   \o/
 
 
P.s. Vi lascio con l'immagine
di Homura e del simbolo della gilda (il colore è generico, i vostri pg lo avranno chiaramente del colore da voi indicato) ^^

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