Una storia senza nome

di Charlotte10
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** THE NEW LIFE ***
Capitolo 2: *** TRUOBLE MAKER ***



Capitolo 1
*** THE NEW LIFE ***


       THE NEW LIFE

Making mistakes is a lot better than not doing anything.

 

 

 

Era ormai giunto settembre,era appena volata via anche l'estate dei miei diciassette anni.

Avevo passato gli ultimi due mesi tra il nuovo e il vecchio appartamento,tra Roma e Milano.

Ero stata talmente occupata con lo studio che la mia era l'unica stanza della casa rimasta ancora da sistemare,ma mia madre non disse mai nulla a riguardo.Il trasferimento era stato quasi uno shock

per me,lasciare gli amici,la scuola,la mia casa;ma era anche un po' una via di fuga dalla solita monotonia,una via di fuga per lasciarmi finalmente il passato alle spalle dopo tanti anni.

Questo cambiamento era stato dettato principalmente dal lavoro di mia madre.Era una hostess,passava più tempo fuori che dentro casa,e se ne scusava in continuazione.

Ambientarmi alla nuova vita non sarebbe stato un problema per me,sono sempre stata una ragazza socievole,il vero problema sarebbe stata la scuola.

Prima di arrivare a Roma avevo esaminato a fondo il curriculum di molte scuola,e ne avevo trovata una che mi attraeva moltissimo.La struttura era imponente e spaziosa,dal punto di vista scolastico offriva molte possibilità per il futuro e una grande cerchia di corsi e club tra cui scegliere.

Ne avevo sentito parlare molto,arrivavano studenti da tutto il mondo per poter studiare lì.

Dal primo istante desiderai di poter entrare lì,l'unico ostacolo che si poneva tra me e l'essere accettata in quel liceo era il programma di studio.

Il liceo in cui mi trovavo precedentemente non era al livello di quello nuovo,e se volevo davvero riuscire ad arrivare al mio obbiettivo,avrei dovuto sudare parecchio per mettermi alla pari con il programma.

Mia madre si era trovata pienamente d'accordo con la mia scelta,era orgogliosa di me,e cercava di aiutarmi quanto poteva.

Alla fine della prima settimana di settembre arrivò a casa una lettera che annunciava la mia entrata in quella scuola.Non potrei descrivere in nessun modo l'agitazione di mia madre nel vedermi mentre aprivo la lettera,era più nervosa di me.

Quando lessi:

“Signorina Cara Herris,

le comunichiamo che ha superato l'esame di ammissione”,

cominciai a fare letteralmente i salti di gioia.

Il primo giorno di scuola cominciò esattamente come me lo immaginavo,non appena entrai nell'edificio seguì la miriade di studenti che si radunava nell'atrio,ragazzi francesi,inglesi e molti altri.

Poco dopo arrivò la Preside,capì che era lei dal suo modo di presentarsi,era una donna che nonostante fosse abbastanza anziana usava un tono di voce forte e sicuro,vestita in modo formale,incuteva timore.

Dietro di lei erano schierati una trentina di professori,se non di più,con delle liste in mano.

La responsabile dell'istituto si presentò e ci diede il benvenuto,dopo di che disse che ogni professore avrebbe chiamato alcuni nomi e che le persone chiamate l'avrebbero dovuto seguire.

Il mio nome fu chiamato alla lista numero cinque,la sezione E.

Il professore mi condusse insieme agli altri ragazzi nella nostra classe,eravamo circa una trentina di persone e l'aula era davvero enorme.I banchi erano tutti da due,e molti di loro erano già stati occupati da quelle persone che si conoscevano già,in quel momento pensai che forse ero l'unica nuova.

Prima che me ne accorgessi era rimasto un solo posto libero,vicino ad un ragazzo.

Era molto bello,aveva due occhi azzurri come l'oceano che spiccavano immediatamente tra dei folti capelli nero pece.Forse era nuovo anche lui e non conosceva nessuno come me,o era semplicemente rimasto solo.Se ne stava immobile a fissare fuori dalla finestra,non sembrava il tipo a cui piacesse molto socializzare.

Non avevo idea di come affrontare gli altri compagni per fare amicizia poiché quelle coppie vicine a me erano intente a chiacchierare tra loro,ma per mia fortuna fu una di loro ad avvicinarsi a me.

Erano due ragazze,si chiamavano Alice e Julia.

 

<> mi domandò la prima,

<>
<>

<>,

<> propose la seconda entusiasta.

<> risposi ricambiando l'entusiasmo.

 

La nostra conversazione fu interrotta dal professore che iniziò la lezione.

Come prestabilito,durante la pausa pranzo andai con Alice e Julia che mi portarono in un'aula al secondo piano completamente vuota.

 

<> spiegò Julia.

<>

<>

 

Alice e Julia erano ragazze davvero fantastiche,mi facevano sentire a mio agio come se le conoscessi da anni e non da qualche ora.Il tempo passava in fretta tra pettegolezzi e chiacchiere,mi fecero mille domande e altrettante gliene posi io.

Alice era la figlia di una dottoressa e un operaio,aveva un fratello maggiore,e da quello che mi affermò con orgoglio capì che i suoi occhi marroni e i suoi lisci capelli biondi erano tratti dalla madre.

Julia invece era la figlia di un'infermiera,grazie alla quale aveva conosciuto Alice tramite la madre,e un padre fotografo dal quale aveva ripreso oltre ai capelli neri e gli occhi marroni,anche la passione per la fotografia.

Parlando di me,tralasciai alcuni dettagli,tra i quali il motivo della separazione dei miei genitori.

Continuammo le nostre “interviste” per molti minuti ancora,finchè non notai qualcosa,qualcuno.

Proprio sotto la finestra dell'aula in cui mi trovavo c'era una panchina solitaria posta sotto quello che doveva essere un albero di ciliegio,e sopra a quella panchina c'era sdraiato il mio vicino di banco.

Le mie due nuove amiche notarono subito quello che ero intenta di fare e si interruppero.

 

<> parlò Alice.

<> aggiunse Julia.

<> dissi francamente.Sapevo bene cosa significasse sentirsi soli.

<>

<>

<>

 

Continuai a guardare il ragazzo per un altro po' di tempo,era davvero bello,ma aveva un'aria così stanca.

All'improvviso lui aprì gli occhi,guardò nella mia direzione.Dovevo sembrare proprio stupida,distolsi subito lo sguardo e tornai a posarlo sulle due ragazze che erano con me.

Avevo una strana sensazione vedendolo li da solo,mi erano tornati in mente i tempi delle medie.

Alla fine della pausa pranzo Julia era andata al club di fotografia e io accompagnai in sala professori Alice che doveva decidere a quale corso iscriversi,ma uscimmo dalla stanza senza alcun risultato.

Quel pomeriggio lo passammo entrambe a casa,aspettando il giorno successivo.

 

 

 

ANGOLO DELL'AUTRICE

 

Buonasera a tutti!!

Questa è la prima volta che pubblico un mio lavoro e spero vivamente che vi piaccia.

Personaggi e luoghi come il liceo li ho creati io di mia immaginazione.

Ho intenzione di scrivere molto,molto ancora,ho un sacco di idee per la testa e spero che perdiate un po' di tempo per commentare questo primo capitolo.

Per ora i personaggi sono pochi,ma vedrete che tra poco tempo ne entreranno in scena molti altri.

Spero di poter pubblicare minimo una volta al mese poiché credo di adoperare ogni momento libero per scrivere qualcosa.Il secondo capitolo lo comincerò da subito,se non prendo subito appunti delle mie idee svaniranno XD

Se avete domande su qualcosa chiedete pure.

Buonasera a tutti <3!

 

Writer_by_chance

 

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Capitolo 2
*** TRUOBLE MAKER ***


I love people who simile when it is rain.

Passata la notte a rimuginare sulla mia nuova classe e sulle nuove amicizie che avevo fatto ,arrivò il secondo giorno.Non avendo avuto l'opportunità di conoscere gli altri compagni di classe decisi che ci avrei provato quella mattina.
Con l'aiuto di Alice e Julia conobbi buona parte dei miei nuovi compagni,rivelatisi molto gentili ed entusiasti di conoscermi,o almeno qualcuno di loro.C'erano due ragazze che Alice mi aveva sconsigliato di frequentare,Daisy e Lola.
Alice era stata con loro durante i tre anni delle medie oltre ai quattro del liceo,mi aveva raccontato che erano sempre state due vipere,nel vero senso della parola,e che Daisy era innamorata persa di Erik da anni.Effettivamente,il giorno prima avevo notato che quella ragazza dai ricci rossi mi fissava con aria di sfida,ma avevo creduto che fosse stata una mia impressione.Forse a Daisy il fatto che fossi capitata vicino a Erik non adava molto a genio,ma non era di certo mia la colpa. 
Durante la pausa vennero a cercarci Thomas e Alex,due ragazzi della mia classe con i quali avevo stretto amicizia quella stessa mattina.Thomas era un tipo vivace,ma non troppo,mentre Alex lo era eccessivamente,entrambi ragazzi sportivi,energetici.Ci proposero tutti entusiasti di andare a prendere un gelato per festeggiare il mio arrivo,e per farmi visitare un pò la città.
Io e Alice eravamo libere poichè non facevamo parte di nessun club e Julia non aveva attività quel pomeriggio,perciò dopo esserci consultate accettammo.
Quando i ragazzi ci lasciarono sole mi accorsi che il viso di Alice era diventato di un colore a dir poco rosso,essendo una ragazza capì al volo che cosa stava succedendo,quando solo a vedere un ragazzo ti senti il viso in fiamme significa solo una cosa.


rispose la bionda nascondendosi il viso tra le mani.
 


aggiunse con tono dispiaciuto.

La ragazza mi sorrise,e mi fece cenno di si con la testa.Ero veramente contenta che Alice avesse qualcuno che le piaceva,e volevo aiutarla veramente.

Quel pomeriggio ci incontrammo tutti e cinque in una piazza vicino al liceo,seguimmo i due ragazzi che dicevano con aria sicura di conoscere una gelateria fantastica,e avevano ragione.Ci portarono in un posto magnifico,c'erano tavolini ovunque circondati da fiori colorati e per di più anche il gelato era buonissimo.
In seguito decisimo,anzi,decisero i ragazzi,di andare in un parco lì vicino per fare due passaggi a pallone.Ci stavamo divertendo un sacco a tirare calci ad un pallone ormai rovinato,quando fummo interrotti da due ragazzi che alla vista di Thomas e Alex si avvicinarono con passo frettoloso.
Erano due amici dei ragazzi,che frequentavano il nostro stesso liceo,i loro nomi erano Brian e Tom.
Alla vista dei due nuovi arrivati tutti risposero con un saluto accogliente e rumoroso tranne Julia,della quale il comportamento mutò radicalmente.C'era qualcosa che non andava,glielo si leggeva chiaramente in faccia,aveva uno sguardo triste,vuoto,che vagava da un albero ad un altro evitando di posarsi sui due ragazzi appena arrivati.








La abbracciai,doveva star proprio male in quel momento e non volevo lasciarla sola.Alice,che era li con noi si unì all'abbraccio.
Poco dopo tornammo dagli altri che ci presentarono a vicenda.A vederlo non sembrava proprio che Tom fosse un ragazzo in grado di tradire la propria fidanzata,sembrava una brava persona,forse era cambiato o forse c'era stato un malinteso,ma ciò non cambiava che Julia era stata davvero male per colpa sua.
Brian invece,mi diede sin dall'inizio l'impressione di essere un tipo riservato,socievole si,ma riservato.
La giornata passò in fretta e si era ormai fatta l'ora di tornare a casa.
Stavo camminando sulla strada quando sentì dei passi provenire dalle mie spalle,quando mi voltai rimasi pietrificata.C'era un uomo armato di un coltello che guardava nella mia direzione e pian piano si avvicinava,non sapevo cosa fare e mi stavo facendo prendere dal panico.
Chiusi gli occhi,avevo tanta paura.
Sentì dei rumori,poi dei passi veloci.Quando riaprì gli occhi davanti a me c'era Erik,e l'uomo di prima stava correndo via.

non riuscivo a non balbettare,ero ancora impaurita per l'accaduto.

Il ragazzo mi raggiunse e si fermò accanto a me.Era lì,immobile,e mi guardava.

 
Rimasi sorpresa.


Cominciammo a camminare,uno al fianco dell'altro.Era rimasto indifferente come al solito,ma era gentile,molto.Si era proposto di accompagnarmi probabilmente perchè aveva paura che potessi incontrare qualcuno un'altra volta.Mi aveva guardata con un'aria di rimprovero,ma in fondo lo stava facendo per me.
Eravamo ormai giunti davanti casa mia quando mi accorsi che aveva una ferita sul braccio,probabilmente a causargliela era stato l'uomo di pochi istanti prima.
Non potevo lasciarlo andare via così,perciò gli proposi di entrare in casa per farmi medicare,ma riufiutò.



Non avevo intenzione di lasciarlo in quello stato,per quanto potesse essere strano far entrare un ragazzo conosciuto solo un giorno prima in casa propria,non potevo lasciarlo andare via ferito.

Alla fine cedette.Lo feci accomodare in salotto e andai a prendere della garza e del disinfettante.Essendo mia madre spesso fuori casa avevo imparato anche a fare qualcosa da sola,come cucinare o medicare ferite non eccessivamente gravi.
La sua era una ferita piccola ma profonda,non riuscivo a credere minimamente che non gli facesse male,era indifferente in ogni situazione,anche quando soffriva.Mentre lo medicavo notai quanto fossero grandi le sue mani,la sua pelle era morbida,e lui stesso emanava un profumo rinfrescante e ammaliante insieme.Cercai di fare più delicatamente possibile,
finita la medicazione mi ringraziò e uscì dalla casa senza trattenersi oltre.

I giorni passavano tranquillamente in compagnia dei miei amici.
Un giorno,circa una settimana dopo l'accaduto,trovai sul banco una lettera che mi indirizzava ad andare all'albero di ciliegie durante la pausa.Julia e Alice continuavano a dirmi che avrei ricevuto una dichiarazione o qualcosa del genere ridendo e prendendomi in giro,ma io speravo veramente che non fosse così.Non c'era nessuno di cui ero innamorata,quindi se la supposizione di Julia e Alice era vera significava che avrei dovuto rifiutare qualcuno ferendolo,e non volevo.
Seguì le indicazioni dell lettera,e una volta arrivata sul posto trovai un ragazzo.

Ecco fatto,le previsioni che mi erano state fatte si erano avverate.Volevo rifiutarlo naturalmente, ma non volevo ferirlo.




Il ragazzo stava per afferrarmi per un braccio quando qualcuno si mise tra di noi.
Un ragazzo alto,moro,lo riconobbi dai capelli.Stando vicino a lui ogni giorno potevo osservarlo per lungo tempo,e quei folti capelli neri non avevano più segreti per me.


Il ragazzo scappò non appena Erik aprì bocca,sapevo bene anch'io quanto potesse incutere timore.


  • Ci fu un secondo di silenzio,poi si sentirono delle risate trattenute provenire dal ragazzo.Quando lo guardai rimasi incantata,stava ridendo,ed era bellissimo.Non lo avevo mai visto ridere.


    Tornai di corsa dalle mie amiche,al contrario di loro non mi ero accorta che il mio viso era diventato bordò.Quel ragazzo si trovava sempre nel posto giusto al momento giusto per aiutarmi.

     

    Quella ragazza era davvero testarda.Non mi aveva lasciato tornare a casa per via di una ferita insignificante.Quando entrai in casa notai che non c'era nessuno.Lei arrivò subito dopo con della garza e del disinfettante,e cominciò a fasciarmi la ferita.
    Era molto vicina,potevo notare meglio i suoi lineamenti delicati e i suoi occhi verdi.Ogni tanto spostava delle ciocche dei suoi capelli castani dietro l'orecchio per impedirgli di offuscargli la visuale.Sentivo le sue dita toccarmi il braccio, era così delicata che mi provocava una sensazione di solletico.
    Era una bella ragazza,non c'era da stupirsi se qualche malintenzionato cercava di avvicinarsi a lei.
    Era gentile dopotutto,non si era lasciata ingannare dal mio comportamento,nonostante avessi inizialmente rifiutato di entrare in casa sua anche se la ferita faceva male,aveva insistito.
    Non appena finì me ne andai,non avevo altri motivi di trattenermi lì.

    Poco tempo dopo mentre mi recavo nel solito posto per pranzare la vidi con un ragazzo.
    "Sarà il fidanzato." pensai,finchè sentendo il loro discorso non capì che non era affatto così.Vidi improvvisamente che quel tipo stava per avvicinarsi a lei e m'intromisi,non potevo restare a guardare.

    Quelle sue parole mi fecero ridere come non facevo da tempo,ma più che le parole fu la sua espressione.Aveva una faccia preoccupata e dispiaciuta allo stesso tempo,davvero buffa,un misto di imbarazzo e dispiacere.
    Era davvero ingenua quella ragazza,attirava i guai in un modo incredibile e non se ne rendeva neanche conto,e per di più chiedeva scusa senza motivo.
    Se ne andò poco dopo,e ripensando alla sua espressione pranzai.

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