La villa sulla spiaggia.

di marthiachan
(/viewuser.php?uid=61784)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incarico estivo ***
Capitolo 2: *** L'incarico si complica.. ***
Capitolo 3: *** Chiarirsi.. ***



Capitolo 1
*** Incarico estivo ***


City Hunter deve proteggere una giovane ragazza durante le sue vacanze estive. Questo comporterà una copertura “particolare” per Ryo e Kaori. Entrambi provati dalla situazione in cui si trovano, avranno degli scontri verbali sempre più accesi e intensi.


La villa sulla spiaggia.

1 - Incarico estivo.

Kaori rientrò in casa sbuffando.. Aveva appena accettato un caso ben pagato, ma se n'era già pentita. Proteggere una ragazza di soli 18 anni durante la sua vacanza di due settimane al mare.. Tremava al pensiero di quello che avrebbe provato a combinare quel maniaco di Ryo.
Aveva appena terminato l'incontro con un ricco industriale, il signor Akimoto, che li aveva assunti per proteggere sua figlia Hiroko che per la prima volta faceva una vacanza sola con gli amici. A malincuore il padre aveva dato il consenso, ma ora la preoccupazione si era impossessata di lui e aveva deciso di far proteggere la ragazza da un professionista. Era disposto a pagare qualsiasi somma per la sicurezza della sua amata bambina.. Era arrivato al punto da pagare l'affitto di una villetta sulla spiaggia accanto a quella dove avrebbero alloggiato Hiroko e i suoi amici, in modo che City Hunter avrebbe potuto pernottare lì mentre la sorvegliava senza destare sospetti.
Ancora poco convinta, Kaori salì le scale per andare a svegliare Ryo e informarlo che dovevano preparare i bagagli e partire.
Bussò e senza aspettare risposta ed entrò nella stanza. Come al solito era completamente al buio. Si diresse verso la finestra aprì le tende e la spalancò. Il sole di mezzogiorno invase la stanza.
“Sveglia Ryo, abbiamo un incarico!” gli urlò contro voltandosi verso di lui.
Un mugugno di protesta provenì da sotto il cuscino nel quale il suo socio si era nascosto dalla luce solare.
“Andiamo, sai che ora è?” insistette lei raggiungendolo per tirargli via le lenzuola, ma poi si bloccò.
Il bianco tessuto era l'unica cosa che copriva il corpo nudo del suo socio. Rimase per un attimo in contemplazione di come aderiva alla forte muscolatura di Ryo. Inoltre, sembrava coprirlo solo il tanto necessario per nascondere la sua virilità alla sua vista. Lui, ancora con la testa sotto il cuscino, non si era reso conto dello sguardo carico di desiderio che la sua bella socia gli aveva riservato. Prima che potesse accorgersene, Kaori distolse lo sguardo e si dedicò a strappargli di dosso il cuscino.
“Ryo! Non farmi arrabbiare.. Alzati! Abbiamo un caso e dobbiamo preparare le valigie.”
“Mmmhh.. Valigie? E perchè mai?” brontolò infine lui con voce impastata dal sonno.
“Perchè dobbiamo proteggere una ragazza e dobbiamo raggiungerla al mare.. Poi ti spiego in viaggio, ora alzati..”
“Una ragazza??” domandò lui improvvisamente alzandosi e raggiungendola e prendendole le mani fra le sue. “E dimmi, è bella? Quanti anni ha?” continuò con faccia da maniaco.
“Ryo, è una ragazza molto giovane, non cominciare a fare pensieri lussuriosi..”
“Ma che dici? Io non penso nulla del genere..” cominciò a discolparsi lui con un sorriso fasullo.
Kaori lo guardò con rabbia, credeva davvero di farla franca con quella faccia? Senza contare che pur senza abbassare lo sguardo riusciva a percepire il membro eretto di lui eccitato alla sola idea di incontrare la loro giovane cliente.
“Ryo, sei nudo. Non puoi nascondere quello che pensa la tua mente malata..”
Lui sussultò e tornando a letto cercò invano di coprirsi con un lenzuolo.
“Ehm.. Sai Kaori, è una reazione involontaria la mattina...”
“Ma che reazione involontaria!” gli urlò contro lei non sopportando più le sue baggianate. “Vuoi vedere una vera reazione involontaria??” continuò brandendo il suo martello Gold Edition da 10000t e colpendolo con tanta forza da creare uno spostamento d'aria che fece volare via il lenzuolo.
“Kaori..” bofonchiava lui con la testa infilata dentro al muro. “Ma questa a me sembrava una reazione volontaria..”
“Basta con questa storia. Preparati la valigia, si fa tardi.” concluse lei uscendo dalla stanza con aria risoluta.
Uscendo dalla stanza, richiuse la porta dietro di se e dopo qualche passo poggiò la schiena contro il muro. Questo incarico sarebbe stato davvero faticoso.. Senza contare che avrebbe dovuto mantenere  a bada Ryo per evitare che facesse il maniaco con Hiroko o qualsiasi altra ragazza, lei avrebbe dovuto dividere la villetta con lui e lo avrebbe visto seminudo più spesso del solito.
I suoi nervi cominciavano a cedere.. La continua tensione sessuale e il desiderio che provava la logoravano. Fece un profondo sospiro di rassegnazione prima di proseguire verso la sua stanza.
Cominciò a preparare la valigia anche se non sapeva esattamente cosa metterci. Dovevano fingere che fosse una vacanza quindi prese i suoi costumi da bagno e dei vestiti comodi e leggeri. Prese  anche degli abiti sportivi che potevano tornare utili mentre lavoravano. Una volta terminato, portò le sue valigie accanto all'ingresso, ma Ryo ancora non era emerso dalla sua stanza.
“Non si sarà riaddormentato?” si domandò Kaori risalendo al piano di sopra.
Bussò alla sua porta e sentì la voce del suo socio invitarla a entrare.
“Ryo.. Ancora non sei pronto?” esordì appena entrò nella camera, ma si bloccò non appena lo vide. “Ma.. Come ti sei conciato?”
Ryo era di fronte allo specchio con indosso solo un costume da bagno che non lasciava molto spazio all'immaginazione.
“È il mio costume nuovo.. Farà colpo in spiaggia!” rispose lui con faccia da maniaco.
Kaori non potè trattenersi dal ridere. Era davvero ridicolo con quel minuscolo e aderente indumento. Sembrava uno spogliarellista da quattro soldi.
“Tu credi??” domandò continuando a ridere. “Secondo me ti prenderanno tutti in giro..”
“Nessuno prende in giro lo Stallone di Shinjuku!”
“Sino ad ora.. Ma se ti vedono con quell'affare diventerai lo zimbello di Tokyo!”
Ormai non riusciva più a smettere di ridere e si accasciò a terra immaginando la scena di Ryo in spiaggia che correva dietro a delle ragazze conciato in quella maniera.
“Ehi! Non ridere.. Tu non ne capisci nulla. È ovvio che a te non piaccio, sei un uomo..”
Sentendo l'ennesimo insulto nei suoi confronti, Kaori si riprese e si tirò su e lo fissò per qualche secondo. Gliel'avrebbe fatta pagare.
“Sai.. Ora che ti guardo meglio, non sei male..” cominciò con tono malizioso avvicinandosi a lui. “In effetti, sei sexy.. Quasi quasi mi fai venir voglia di saltarti addosso..” concluse mentre con una mano gli sfiorava il petto.
Alzando lo sguardo vide che lui la guardava terrorizzato. Improvvisamente si rese conto di quello che stava facendo e dicendo. Ora era lei a rendersi ridicola, lui la trovava ripugnante, era evidente dalla sua faccia. Riprendendosi, scoppiò a ridere per nascondere una fitta di dolore che la stava attraversando.
“Non fare quella faccia Ryo! Ti prendevo in giro! Ti assicuro che tu non mi interesserai mai, qualsiasi cosa tu indossi sarai sempre lo stesso stupido Ryo..” dichiarò uscendo dalla stanza lasciandolo impietrito di fronte allo specchio.
Si chiuse la porta alle spalle e sospirò.. Certe volte se le andava proprio a cercare! Aveva voluto prenderlo in giro, ma alla fine l'unica a rimanere scottata era sempre lei. Con aria rassegnata tornò al piano di sotto.

Ryo diede un ultimo sguardo allo specchio e poi si sedette sconsolato sul suo letto. Lui era sempre “lo stesso stupido Ryo”. Per un attimo aveva davvero creduto alle parole di Kaori e si era sentito terrorizzato all'idea di non riuscire a controllarsi..  La sua vicinanza, il suo sorriso, il suo profumo, la sua piccola mano delicata che lo accarezzava rischiavano di fargli perdere la ragione.
Quando lei si era allontanata ridendo, per un attimo aveva provato un senso di sollievo, ma subito dopo si era sentito morire quando lei gli aveva detto che lui non le sarebbe mai interessato.
Si guardò allo specchio. Forse aveva ragione, era ridicolo. Forse doveva ammettere che non aveva più l'età per conciarsi così..
Fece un sospiro di rassegnazione e si cambiò. Finì di preparare la valigia alla svelta e poi scese al piano di sotto. Il caffè era pronto e lo aspettava sul tavolo, mentre Kaori, seduta su una sedia, sfogliava una rivista per ingannare l'attesa.
“Ce ne hai messo di tempo! Ci aspetta un viaggio in macchina di 2 ore e tu perdi tempo??”
“Scusa, ma avevo bisogno di tempo per svegliarmi.. Non sono abituato ad alzarmi presto come te.”
“Ma se è quasi l'una!!”
“Sì ma io di solito a quest'ora faccio colazione, non preparo valigie!”
“Sempre a lamentarti..” sbuffò lei esasperata. “Finisci in fretta quel caffè che dobbiamo andare.”
Cinque minuti dopo, avevano caricato le valigie nella piccola Mini rossa ed erano partiti. Dovevano recarsi in una zona balneare molto alla moda. Distava un centinaio di chilometri da Tokyo e per arrivarci dovevano attraversare le montagne.
Durante il viaggio, nonostante la vecchia radio sputasse delle note rumorose, Kaori si addormentò. Appena se ne rese conto, Ryo spense la musica. Ogni volta che la strada glielo permetteva, la osservava. Doveva essere molto stanca. Si chiese quanto dormisse normalmente. Spesso la notte lo aspettava in piedi e poi si svegliava presto per controllare la lavagna alla stazione, fare la spesa, pulire la casa, preparargli la colazione, e chissà che altro.. Kaori non si fermava mai. Era come se cercasse di tenersi impegnata per evitare qualcosa o qualcuno. Forse evitava lui? No, non poteva essere. Perchè avrebbe dovuto? Lui si sforzava di ignorarla, lei non aveva motivo di evitarlo.. E se invece fosse stato vero?
Pensieri e sensi di colpa gli vorticarono in testa sino al loro arrivo alle spiagge. Fece un profondo sospiro prima di decidersi a svegliare la sua adorata socia.
“Kaori?” la chiamò scuotendole dolcemente una spalla.
In risposta lei emise un mugugno che inspiegabilmente gli fece provare una fitta di desiderio allo stomaco. Per un attimo allungò una mano verso di lei per accarezzarle il viso, ma si fermò quando si rese conto della sciocchezza che stava per fare. Avrebbe solo complicato tutto..
Si allontanò e scese dall'auto per cominciare a scaricare le valigie. Fece rumore di proprosito in modo che lei si svegliasse, era meglio che lui non si avvicinasse a Kaori o che la toccasse in quel momento.
Una volta scaricati tutti i bagagli si avvicinò a lei per vedere se si era svegliata, ma continuava a dormire. In fondo gli dispiaceva, ma doveva farlo. Allungò una mano verso il volante e suonò il clacson. La sua socia spalancò gli occhi rizzandosi a sedere spaventata.
“Oh.. Scusa, ti ho svegliato??” domandò Ryo con finta aria innocente.
“Scusa un corno, lo hai fatto apposta!”
“Non ti svegliavi in altra maniera..”
“Un po' di delicatezza non avrebbe guastato..” si lamentò lei scendendo dalla macchina e cominciando a stiracchiarsi come una gatta.
Ryo la osservò per qualche secondo poi voltò lo sguardo, vederla fare così era troppo..
“Allora, è questa la villetta? Sembra piccolina..” chiese per distrarsi dall'immagine della sua socia che si allungava in maniera sexy.
“Sì, deve essere questa. Non importa se è piccola, siamo qui per lavoro, no?”
Prese le valigie si avviarono all'ingresso e suonararono il campanello. Il loro cliente gli aveva detto che la padrona della villa li avrebbe aspettati per consegnargli le chiavi.
Ad aprirli fu una signora di mezza età, con un severo chignon sulla testa e vestita in modo molto sobrio. A completare il tutto, un enorme crocefisso le pendeva al collo. Sembrava proprio una suora..
Con aria indifferente gli mostrò la piccola villa, il salottino, la cucina, il bagno, il piccolo patio, e infine la camera da letto.
“C'è solo una camera da letto?” domandò Kaori con tono leggermente ansioso.
“Sì, ecco perchè affitto solo a coppie sposate, non ammetto fornicazione in casa mia.”
“Coppie.. Sposate?” le fece eco Ryo con apprensione.
“Sì, di solito chiedo come referenza un certificato di matrimonio, ma per voi ha garantito il Signor  Akimoto quindi mi fido. Da quanto siete sposati?”
Kaori raggiunse improvvisamente Ryo e lo prese a braccetto
“Da pochissimo! Siamo appena rientrati dalla luna di miele in Europa!”
“E le vostre fedi dove sono??”
“Sa com'è, il viaggio in aereo ci ha gonfiato le dita.. Appena si sgonfiano le rimetteremo!”
“Capisco.. Dove siete stati esattamente in luna di miele?”
“Abbiamo fatto diverse tappe. Londra, Madrid, Parigi, Venezia, Firenze, Atene..”
“Allora congratulazioni. Ci vediamo fra due settimane, buona vacanza.” concluse finalmente la donna e uscì dalla villetta.
Appena se ne fu andata, Kaori fece un sospiro e si allontanò da Ryo.
“Quella donna fa un sacco di domande! Accidenti, il signor Akimoto poteva anche dircelo che aveva raccontato una balla simile, ci preparavamo!”
“Tu non lo sapevi??” domandò stupito Ryo.
“No, non ne avevo idea!”
Avrebbe voluto dirle di come era orgoglioso di lei, di come era riuscita a toglierli da quell'impiccio in maniera credibile. Lui al contrario sarebbe rimasto a balbettare qualcosa di incomprensibile..
“E ora?” domandò Ryo infine.
“Beh.. Nel salottino c'è un divano.”
“E chi ci dovrebbe dormire?? Io?”
“Mi sembra la soluzione migliore!”
“E no! Quel divano è minuscolo, non ci sto!”
“Preferisci il divano o dormire con me??” lo sfidò lei con sguardo severo.
“Preferisco dormire nel letto da solo! Dormici tu nel divano!”
“Non ci penso nemmeno!”
“Scusa perchè? Perchè tu devi avere dei privilegi??”
“Perchè sono una donna..”
“No che non lo sei.. Sei solo un..”
Un martello chiodato da 500t lo colpì impedendogli di terminare la frase.
“Sei solo un cafone! E io che ti ho anche proposto di dormire con me.. Sognatelo! Tu dormi nel divano! E non ti azzardare a fare il maniaco! Tutti crederanno che siamo sposati e non voglio fare la figura della cornuta! Mi sono spiegata??”
“Ma non è giusto..” si lamentava lui massaggiandosi i bernoccoli. “Devo dormire su un vecchio e minuscolo divano, non posso fare mokkori con le ragazze e devo anche fingere di essere sposato con te.. Saranno due settimane da schifo..”
“Saranno due settimane di lavoro, mettitelo in testa!” lo rimproverò lei. “Ora sistemiamo le valigie e poi ci mettiamo all'opera.”
Kaori si allontanò portando la sua valigia al piano di sopra lasciando Ryo solo. Appena se ne fu andata, lui fece un profondo sospiro. Ci mancava anche questa.. Dovevano anche far finta di essere sposati. Sarebbe stato davvero difficile..

Kaori aveva passato l'ultima ora a sistemare i bagagli. Infine, stanca dal viaggio, aveva fatto una doccia rilassante. Stava indossando una maglia e dei comodi shorts quando si rese conto di non aver sentito Ryo in tutto quel tempo. Che cosa stava combinando? Probabilmente era andato a caccia di ragazze quel porco.. Armata di martello, scese al piano di sotto, ma lui non c'era.
“Ryo?” lo chiamò con tono eccessivamente dolce. “Che fai?”
Nessuna risposta. Uscì dalla villa con circospezione e vi girò intorno. Di lui nessuna traccia. Cominciava a trovarsi in difficoltà, quando sentì degli urli provenire dalla casa accanto, dove alloggiava la ragazza che dovevano proteggere.
“Maniaco!”
La sweeper alzò gli occhi al cielo rassegnata e poi corse verso l'urlo. Trovò Ryo spalmato su una finestra con la sua solita faccia da pervertito.
“Ryo! Che diavolo stai facendo??”
“No.. Kaori non è come..” non finì la frase perchè il martello della sua socia lo spiaccicò sul pavimento.
“Sei sempre il solito maiale.. Pensavo che fossimo d'accordo! Io non voglio fare la parte della moglie tradita!” lo sgridò lei mentre lo trascinava via prendenolo per il colletto della giacca sotto gli sguardi sbalorditi di tutte le persone presenti.
Non appena dentro casa, Ryo cominciò a tentare di discolparsi.
“Kaori, io stavo solo appostato per controllare la situazione.. Dovevo studiare il luogo, gli eventuali punti di accesso.. Stavo solo studiando il campo insomma!”
“Ma per favore.. Stavi studiando la biancheria intima di quelle ragazze, ecco perchè eri spalmato sulla finestra della loro camera da letto!
“Non è vero! Tu mi hai detto che eravamo qui per lavorare e io ho iniziato subito!”
“Ryo.. Evita di sparare certe scuse.. Tanto non sei credibile!”
“Kaori smettila di darmi sempre addosso! Non sei veramente mia moglie!” le urlò improvvisamente contro lui.
Kaori si ammutolì. Lo sapeva bene che non era realmente sua moglie, ma sentirselo rinfacciare così era doloroso.
“Va bene. Cerca solo di non far saltare la copertura. Per il resto non m'importa. Fai come vuoi..” concluse infine con tono serio. Gli lanciò un ultimo sguardo ferito tornando al piano di sopra e poi  si chiuse nella camera da letto.
Si affacciò alla finestra a osservare la casa accanto. Era molto più grande della villetta in cui stavano loro e vi alloggiavano una decina di ragazzi sui 18 anni.
Nel patio circostante alcune ragazze prendevano il fresco, qualcuna leggeva e qualcun'altra si faceva le unghie, ma non smettevano un secondo di parlare e ridere. Le invidiò un po', erano così spensierate e allegre. Lei alla loro età era così? Nemmeno lo ricordava. Da quando Ryo era entrato nella sua vita era come se il suo passato appartenesse a un sogno lontano. Ricordava con esattezza solo tutto ciò che riguardava suo fratello e la sua famiglia, ma il resto era annebbiato. Lo aveva dimenticato come si fa con le cose che non sono importanti. Oramai per lei contava solo Ryo.
Sospirò sedendosi nel letto. Quello stupido, invece, non faceva che insultarla. Era stufa di rincorrerlo.. Non lo avrebbe più fatto. Era una fatica inutile. Tanto lei non contava nulla per lui...
Si sdraiò nel letto cercando di non pensare al suo stupido socio, ma non ci riusciva. A distrarla fu il rumore del suo stomaco che brontolava. Anche se non aveva nessuna voglia di rivedere Ryo, decise  di scendere al piano di sotto per prepararsi da mangiare. Passando accanto al bagno sentì l'acqua scorrere, evidentemente anche lui aveva bisogno di riprendersi dal viaggio. Scese in cucina e preparò una cena fresca e leggera per sopportare la calura estiva. Aveva appena iniziato quando sentì Ryo scendere le scale. Continuò senza voltarsi nè rivolgergli la parola, ma si bloccò per un secondo quando lo sentì alle sue spalle.
“Kaori?”
“Cosa c'è Ryo?” rispose lei con un sospiro.
“Scusami per prima.”
Era così stupita che rimase con la mano a mezz'aria. Ryo le chiedeva scusa?? Si voltò lentamente e lo guardò in viso, voleva accertarsi che non la prendesse in giro. Lui sembrava serio e dal suo sguardo sembrava realmente pentito.
“Scusa se ho urlato contro di te.. Io..Non volevo farti arrabbiare.”
Tutto qui? L'unico motivo per cui si scusava era perchè lei si era arrabbiata?
“Non hai altro da dirmi?”
“Ecco.. Io..Credo di no.. Solo che mi dispiace per tutto.”
Kaori tornò a cucinare senza replicare. Non si rendeva nemmeno conto di quanto l'aveva ferita. Semplicemente non ci arrivava.
“Sei ancora arrabbiata?”
Poggiò ciò che aveva in mano con rabbia. Chiuse gli occhi per un attimo per controllarsi.
“Sì, Ryo sono arrabbiata. Non si chiede scusa solo perchè non si vuole far arrabbiare gli altri. Ci si scusa quando si è capito il proprio errore e si è dispiaciuti profondamente. Non devi scusarti solo per farmi contenta, non me ne faccio nulla di scuse simili!”
Aveva parlato senza neanche voltarsi, ma riusciva a percepire l'imbarazzo di Ryo. Non sapeva nemmeno cosa risponderle. Alla fine si voltò e lo guardò.
“Ormai ci conosciamo da quasi dieci anni, mi vuoi dire che non hai capito perchè sono arrabbiata??” gli domandò con tono isterico.
“Io.. Non ne sono certo.”
“Tu non mi conosci affatto Ryo.. Ecco qual è il problema.” concluse prima di tornare a occuparsi della cena.
Sentì i passi di lui allontanarsi verso il patio. Era sicura che ora si sarebbe acceso una sigaretta, faceva sempre così quando perdeva uno dei loro scontri verbali. Un minuto dopo l'odore del fumo la raggunse. Lei lo conosceva fin troppo bene..
Passarono la cena in silenzio ed evitando di guardarsi. Al termine Ryo si alzò e si diresse alla porta.
“Dove vai?” chiese lei sorpresa.
“Esco. Vado a fare ciò per cui siamo qui, proteggere quella ragazza.”
Non replicò. Era vero, erano lì per quello, ma sapeva che in realtà lui stava scappando da lei.
Riassettò la cucina e poi si cambiò per uscire anche lei. Lo avrebbe raggiunto, dopotutto era la sua socia, ma doveva vestirsi in modo che sembrasse una sposina in vacanza.
Indossò una camicetta azzurra e una leggera gonna bianca e degli eleganti sandali. Aveva proprio l'aria della turista. Uscì di casa e raggiunse la spiaggia. C'erano dei bar all'aperto con musica dal vivo, inoltre in lontananza poteva scorgere dei fuochi. Sembrava che qualcuno avesse organizzato un falò. Era certa che i ragazzi della casa accanto fossero lì e così vi si diresse. Quando ormai era poco distante scorse le ragazze che aveva visto nel pomeriggio sul patio e poco distante Ryo che li osservava fingendo di fumare una sigaretta con aria indifferente.
Era arrivato il momento di iniziare la recita. Kaori si stampò un sorriso in faccia e raggiunse correndo il suo socio.
“Amore! Dovevi aspettarmi!” esordì gettandoglisi fra le braccia.
“Cosa? Ma...” balbettò lui confuso.
“Ti sembra il modo di trattare la tua neomogliettina??” continuò lei recitando mentre gli lanciava uno sguardo allusivo.
“Oh.. Sì, hai ragione cara..” replicò lui quando capì la situazione. “Mi farò perdonare stanotte!”
Senza farsi vedere da nessun'altro, Kaori gli conficcò il tacco nel piede e poi con grande naturalezza lo prese a braccetto e cominciarono a camminare sulla riva come una vera coppia.
“Sarebbe così romantico.. La luna, il mare.. E invece è solo una recita.” si ripeteva continuamente Kaori.
“Sei davvero brava a recitare.. Per un attimo ho creduto davvero che mi amassi..” le sussurrò lui all'orecchio non appena furono lontani dal gruppo di ragazzi.
“Faccio il mio dovere per non rovinare la copertura.” replicò lei con tono tagliente.
Passeggiarono avanti e indietro tutta la sera in modo da poter controllare il gruppo in cui stava la giovane Hiroko, una ragazza bionda e piuttosto timida. Se non fosse stato perchè l'avevano sentita più volte chiamare dalle amiche, Ryo e Kaori non l'avrebbero mai notata. Non sembrava in pericolo, probabilmente erano lì solo per la tranquillità di un padre ansioso, non perchè ci fosse una reale minaccia.
Quando finalmente a notte inoltrata i ragazzi spensero i fuochi e tornarono alla villetta, anche loro li seguirono poco dopo. Appena furono lontani da sguardi altrui, Kaori si allontanò da Ryo. Era meglio tornare immediatamente alla realtà. Lui non protestò, anzi gli sembrò di sentire un sospiro di sollievo.
“Vai al diavolo..” pensò lei mentre si dirigeva al piano di sopra.
Appena fu nella camera e si fu sistemata per la notte però, i sensi di colpa la investirono. Ryo doveva dormire in quello scomodo divano, mentre lei aveva un letto tutto per se..
Cercò delle coperte e dei cuscini e poi scese al piano di sotto a portarglieli. Lui era seduto sul bordo della finestra e guardava verso l'esterno.
“Ti ho portato coperte e cuscini..” lo informò sentendosi improvvisamente stupida.
“Grazie, ma stanotte sto di guardia. Io me ne occupo la notte e tu il giorno, così non siamo costretti a stare insieme.”
Un pugno le avrebbe fatto meno male. Lui non voleva nemmeno lavorare con lei. Furiosa, gli gettò le coperte e i cuscini sul divano e se ne tornò in camera da letto.  
Passò una notte particolarmente agitata, il nervosismo le aveva creato una dolorosa morsa allo stomaco. Dopo due ore ancora non aveva preso sonno quindi scese in cucina per prepararsi qualcosa di caldo che le distendesse i nervi. Appena arrivò in cucina lo vide..  Era a petto nudo e indossava solo dei pantaloni chiari. Accidenti a lui! Era così bello.. Dovette imporsi di mantenersi arrabbiata. Notò che accanto a lui aveva la sua fedele Python. Poteva dire molte cose di lui, ma non che non prendesse sul serio il suo ruolo di guardia del corpo.

Ryo era rimasto sulla finestra a osservare la villetta accanto. Avrebbe anche potuto tentare un incursione nella casa accanto per sorprendere qualcuna di quelle giovani ragazze, ma in realtà non ne aveva voglia. Si sentiva un vero schifo. La litigata con Kaori, la loro recita in spiaggia, e poi la fuga di lei non appena erano stati soli, lo avevano provato più di quanto riuscisse ad ammettere. Non sapeva nemmeno come aveva trovato la forza di dirle che era meglio se lavoravano separati, ma aveva dovuto, lo sguardo furioso di lei lo faceva star male.
Stava bevendo una tazza di caffè per tenersi sveglio, quando la vide nell'ingresso della cucina.
“Che fai qui? Tutto bene?”
“Sì.. Ho solo bisogno di bere qualcosa di caldo.” replicò lei con tono freddo. Era ancora arrabbiata.
Era proprio un disastro con le parole. Aveva cercato di scusarsi e invece aveva peggiorato la situazione. Avrebbe voluto dirle che, anche se lei non era sua moglie, le doveva tutto e che era felice di averla accanto, ma le parole gli si erano incagliate nel suo stupido orgoglio. Aveva finito per farle delle scuse vuote..
La osservò prepararsi un infuso caldo. Sapeva che lo faceva quando era nervosa.
“Stai bene?” le domandò preoccupato.
“Sì.”
“Di solito non bevi tisane a meno che non stai male..”
Lei si voltò a guardarlo con aria di sfida.
“Che cosa vuoi Ryo?”
“Niente.. Io mi preoccupo per te..”
“Non ce n'è bisogno.” replicò lei mentre si versava dell'acqua calda nella tazza.
“Senti.. Lo so che le mie scuse erano un disastro, ma mi dispiace davvero.” insistette Ryo non sopportando la sua freddezza.
“Ryo..” sbuffò lei senza rivolgergli lo sguardo. “Non serve a niente scusarsi se poi si torna punto e a capo.”
Aveva ragione, sapeva che una volta tornato tutto come prima, lui avrebbe ripreso a comportarsi come sempre e a farla soffrire con i suoi insulti e il suo comportamento.
“Forse hai ragione, è meglio lavorare separati..” continuò lei distogliendolo dai suoi pensieri. “Ma dobbiamo dare una parvenza di coppia sposata non dimenticarlo.”
“Lo so..”
Kaori bevette la sua tisana e poi ripose la tazza nel lavello poco prima di allontanarsi verso il piano di sopra.
“Vengo a darti il cambio alle 8. Dopodichè potrai anche dormire nel letto..” lo informò senza fermarsi né voltarsi.
Era così fredda con lui. Sentì un profondo dolore al petto investirlo solo all'idea che lei lo odiasse.
Come avrebbe voluto salire al piano di sopra, stringerla fra le braccia, baciarla e dirle che la amava da star male.. Chissà quale sarebbe stata la sua reazione. Probabilmente lo avrebbe allontanato schifata e poi lo avrebbe preso a martellate.. Una volta pensava che lei lo amasse, ma ultimamente era quasi certo che lei lo trovasse repellente. Ne era convinto ogni giorno di più.
Forse perchè ormai lo conosceva troppo bene. Non poteva nascondere i suoi lati peggiori a lei, e sapeva di averne tanti.. Anzi, si chiedeva come fosse possibile che non lo avesse ancora mandato al diavolo.
Perso in questi pensieri rimase sorpreso nel vedere il sole sorgere e farsi alto nel cielo. Nella villetta accanto, era stato tutto molto tranquillo e i suoi inquilini cominciavano a svegliarsi. Sentì dei passi scendere le scale. Li avrebbe riconosciuti fra mille.. Kaori si era alzata.
“Buongiorno..” la salutò appena la vide, ma lei gli rispose con un semplice cenno della testa.
Non erano ancora le 8 e la sua bella socia iniziava a preparare la colazione. Anche se la sera prima avevano fatto tardi lei non si lamentava della stanchezza. Si alzava sempre così presto? Anche quando restava in piedi ad aspettarlo sino a notte fonda?
Si avvicinò a lei e rimase a osservarla. Era così bella anche quando si arrabbiava, però aveva voglia di vederla sorridere..
“Cosa prepari di buono?” domandò cercando un argomento neutro.
“Niente di che.. C'è troppo caldo per cucinare. Se vuoi qualcosa di caldo preparatelo da solo.” concluse lei mettendo in tavola del latte fresco e della frutta.
“No, mi va bene quello che prepari tu..”
Lei lo guardò con sospetto, come se non credesse alle sue parole, ma non replicò e si sedette a tavola.
Fecero colazione in silenzio. Kaori teneva lo sguardo basso osservando solo la sua colazione. Ryo invece la osservava con attenzione, ma quando le alzò lo sguardo all'improvviso lui fu costretto ad abbassare il suo concentrandosi sui biscotti che immergeva nel latte.
Lei finì presto di mangiare e salì al piano di sopra lasciandolo solo a domandarsi se lei lo avrebbe mai perdonato per tutto quello che le faceva passare o se ormai avevano superato il punto di non ritorno..
Quando un quarto d'ora dopo, Kaori ridiscese era molto diversa. Indossava un colorato copricostume a minigonna che faceva risaltare le sue lunghe e splendide gambe.. Un cappello di paglia e una borsa dello stesso materiale si accompagnavano perfettamente agli occhiali da sole e alle comode infradito. Sembrava realmente una turista.
“Dove vai conciata così?” domandò più ingelosito che sorpreso.
“Vado a lavorare..”
“Ma..”
“Ryo, devo tenere d'occhio dei 18enni in vacanza! Secondo te dove passeranno l'intera giornata?? In spiaggia, ovvio.. E tu saresti il grande professionista?” lo provocò con sarcasmo.
“Capisco..”
“Puoi andare a riposarti, ora inizia il mio turno. Mi darai il cambio stasera alle 8.”
“Ma non dovremmo farci vedere un po' assieme??”
“Ah.. Sì.. Ok, allora stasera si replica la sceneggiata di ieri. A dopo.” concluse lei con tono lievemente scocciato uscendo di casa.
La guardò allontanarsi dalla finestra e, come se lo avesse programmato, pochi secondi prima che passasse di fronte all'ingresso della villa accanto, un gruppo di ragazze, compresa la timida Hiroko, ne uscirono in tenuta da spiaggia. Kaori continuò per la sua strada senza destare sospetti nel gruppo di giovani che la precedevano. Era davvero brava.. Come avrebbe fatto senza di lei?
Salì al piano di sopra ed entrò nella camera da letto. Non ci era ancora entrato. Era carina. I mobili in legno di colore bianco davano una sensazione di freschezza e purezza. Il grande letto a due piazze era rivestito di candide lenzuola di cotone ed era stato rifatto con attenzione da Kaori. Quella stanza sembrava fatta apposta per lei..
Si spogliò e si sdraiò nel letto. Il morbido cuscino profumava di fiori, come la sua amata socia. Lo strinse a sé e, cullato da quel delicato aroma, si addormentò stremato.
Quando, ore dopo, riaprì gli occhi, era pomeriggio inoltrato. Scese al piano di sotto, ma naturalmente Kaori non c'era. Sicuramente era ancora impegnata a proteggere Hiroko. Cercò qualcosa che desse sollievo al suo stomaco e aprendo il frigo vi trovò due sandwiches. Evidentemente la sua dolce socia era rientrata per un rapido spuntino e aveva pensato di preparare qualcosa anche per lui. Sorrise pensando a quanto era buona con lui. Anche se era arrabbiata si preoccupava che lui avesse sempre un pasto pronto. E la sera prima si era anche preoccupata di portargli dei cuscini in modo che fosse più comodo su quello stupido divano.
Divorò tutto in pochi secondi e poi tornò al piano di sopra a lavarsi e cambiarsi, aveva deciso che l'avrebbe raggiunta in spiaggia. Indossò il suo vecchio costume da bagno, dopo i commenti di Kaori aveva preferito non portarsi dietro quello nuovo. Non voleva essere ridicolo.
Si diresse in spiaggia e dopo una mezz'ora in cui esplorava il litorale finalmente individuò il gruppo di cui faceva parte Hiroko e poco distante, sotto un ombrellone colorato, due gambe perfette si allungavano sotto il sole. Un cappello di paglia copriva il viso della proprietaria, ma Ryo avrebbe riconosciuto quelle splendide gambe ovunque. Avvicinandosi vide che, sempre ligia al dovere, la sua socia continuava a osservare il gruppo di ragazzi fingendo di leggere un libro. Inoltre una punta di gelosia lo assaliva quando notava che ogni uomo che le passava accanto la squadrava con evidente interesse. Si avvicinò lentamente a lei e le si fermò alle spalle.
“Signorina, è qui da sola?” chiese cammuffando la voce.
“Ryo, non sei divertente..” replicò lei senza neanche voltarsi.
Sorpreso le girò intorno per guardarla in viso.
“Come mi hai riconosciuto?”
“Odori di polvere da sparo..”
“Ma oggi non ho sparato..”
“Lo so, ma ormai quell'odore è impregnato nella tua pelle, nei tuoi capelli, nei tuoi vestiti. È parte di te.”
Ryo sorrise, era vero, lei lo conosceva fin troppo bene. Le si sedette accanto in silenzio, cercando il coraggio per parlarle di quello che gli stava a cuore.
“Perchè sei qui?”lo precedette lei. “Non hai fiducia in me?”
“No.. Io volevo prendere un po' di sole.. E poi volevo parlarti.”
“Di cosa?” domandò lei continuando a osservare Hiroko con attenzione.
“Hai ragione ad essere arrabbiata con me.. Ma mi chiedevo se potessimo avere una tregua sinchè non terminiamo questo incarico.”
“E poi? Che succederà? Ti comporterai come se niente fosse?”
“No, io.. Io voglio farmi perdonare.”
“E come?”
“Ancora non lo so..”
Kaori rimase in silenzio per qualche secondo, senza guardarlo nè mostrare alcun tipo di emozione.
“Facciamo così, accetto la tregua, ma staremo qui circa due settimane, cerca di farti perdonare prima che finisca l'incarico.” concluse infine Kaori dopo un profondo sospiro.
Ryo poteva ritenersi soddisfatto. Sapeva che se non avesse fatto qualcosa in merito, l'avrebbe persa per sempre, ma aveva appena avuto una seconda chance.
Alzò lo sguardo verso il gruppo di ragazzi che dovevano tenere sotto controllo. Hiroko leggeva un libro mentre prendeva il sole, mentre gli altri chiaccheravano.
“Come è andata? Ci son stati problemi?”
“No, hanno fatto il bagno, preso il sole, giocato a beach volley, fatto di nuovo il bagno, preso il sole, e così via.. Per pranzo son tornati alla villa e l'ho fatto anche io. Hai trovato i sandwiches che ti ho lasciato?”
“Sì, grazie.”
Finalmente lei si voltò verso di lui e gli sorrise. Gli sembrava di non vedere quel sorriso da anni.
“Prego..” replicò lei con dolcezza.
Questa era la sua Kaori, quello era il sorriso che lo mandava in tilt, lei era la donna che amava come non aveva mai amato nessun'altra.
“E che mi dici di quel tizio?” chiese per cambiare argomento.
“Quello che finge di leggere il giornale? È lì da qualche ora e osserva le ragazze. Credo sia solo un maniaco,sin ora non ha fatto nulla di male..” lo informò con schiettezza la sua socia.
Non poteva negare che era davvero migliorata molto. Anni prima non avrebbe neanche fatto caso a un uomo che fingeva di leggere il giornale.. Avrebbe pensato che era un turista come gli altri.
Ora invece era diverso, era riuscita a cogliere le sfumature necessarie.
“Va bene, ma sarà meglio tenerlo sotto controllo, non si sa mai.” aggiunse con tono preoccupato.
“So come tener a bada i maniaci, ho fatto pratica con te!”
“Ma.. Io non sono pericoloso!”
“Dipende da cosa intendi per pericoloso..”
“Io non farei mai del male a una donna, lo sai.”
“Del male no, ma attenteresti alla sua virtù.. Per me anche questo significa essere pericoloso..”
“Sai.. Non tutte la pensano come te..”
“Lo so. Ma io mi riferisco alle ragazze serie mica alle puttanelle che frequenti tu.”
“Io non frequento solo puttanelle..”
Lei emise uno strano suono, come uno sbuffare tra il divertito e il sarcastico.
“Non mi credi Kaori?”
“Dopo tanti anni so che quelle ci stanno con te di solito son solo delle puttanelle, anche se fingono di non esserlo.”
“Quindi tu non lo sei perchè con me non ci staresti mai..” replicò lui quasi senza pensarci. Quando Incontrò lo sguardo stupito di lei e improvvisamente si rese conto di quello che aveva detto.
“Cosa? Che vorresti dire??”
“Non è come credi.. Io.. Intendevo.. Era solo un esempio..” balbettò imbarazzato e preoccupato all'idea di ricevere una martellata.
“Tanto per la cronaca, se anche fossi come quelle puttanelle, so bene che tu non mi vorresti mai.. Mi hai detto tante volte che ti faccio schifo.” precisò lei con tono leggermente offeso.
“Beh.. Sì, l'ho detto, ma..” iniziò ma poi si fermò. Non era né il luogo né il momento giusto per parlare di certe cose.
“Ma?” insistette lei.
“Ma.. Io esagero sempre, lo sai.”
“Quindi? Cosa significa??” lo incalzò lei con uno strano tono ansioso.
“Significa che.. Beh.. Non sei così male in fondo..” riuscì a dire infine. “Io vado a fare un bagno..” aggiunse allontanandosi. Non poteva rispondere ad altre domande.
Fece una lunga nuotata per schiarirsi le idee.

CONTINUA..

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'incarico si complica.. ***


Eccomi con il secondo capitolo!
Innanzi tutto, ringrazio tutti coloro che hanno letto e commentato il primo capitolo. Questa FF è nata così, senza grandi pretese, ma sono contenta che sia piaciuta. Spero che i successivi capitoli non vi deludano, perchè la storia comincerà a evolversi rapidamente.
Una piccola precisazione sulla storia: In questa FF ho reso Kaori meno imbranata e un pochino più sicura di sè. Mi ero stancata di descriverla come la donzella in pericolo. Ryo, d'altra parte, l'ho reso più umano, con tanti dubbi e debolezze, come dovrebbe essere nella realtà.
Un'altra precisazione, ma sulla sottoscritta: So che in questo sito si pubblicano spesso FF incompiute, ma io non lo faccio. Se pubblico un capitolo è perchè ormai la storia è conclusa. La divido in capitoli solo per poterla leggere con maggiore comodità. Quindi non temete, non vi lascerò mai a metà! ^_^
Ora vi lascio al secondo capitolo. Buona lettura.

2 - L'incarico si complica..

Kaori era rimasta immobile a guardarlo andare verso il mare e immergersi. Cosa aveva voluto dire? Perchè all'improvviso era così gentile? Sembrava quasi che volesse farle un complimento.. Era possibile? Cercando di distrarsi dalle strane sensazioni che provava, riprese a sorvegliare il gruppo di ragazzi. Solo allora si rese conto che Hiroko non era nel gruppo. Dove era andata? Come aveva fatto a perderla di vista? Si alzò per guardarsi meglio intorno, ma non la vide né in acqua né intorno a lei.. Improvvisamente si rese conto che era sparito anche l'uomo che fingeva di leggere il giornale.
Un brivido le attraversò la schiena. Sapeva che la ragazza era in pericolo. Il panico la stava avvolgendo. Doveva chiamare Ryo? No, avrebbe perso troppo tempo, lui era a largo ormai. Prese la sua borsa e corse verso la zona delle villette. A quell'ora era una zona isolata e qualcosa le diceva che quel tipo ne stesse aproffittando.
Arrivò nella stradina che portava alle case, ma non vide nessuno. Rimase interdetta per un attimo, ma poi sentì un urlo e corse in quella direzione. In una traversa buia, il tipo visto in spiaggia stava aggredendo la povera Hiroko. Sembrava volesse trascinarla da qualche parte, ma lei si ribellava con forza e non gli rendeva la cosa facile.
Kaori tirò fuori la pistola dalla borsa e gliela puntò contro.
“Lasciala bastardo!”
L'uomo si voltò verso di lei e la guardò con disprezzo.
“Che vuoi bambola? Se vuoi dopo ce n'è anche per te..” replicò l'uomo sprezzante mentre continuava a tenere la ragazza per un polso.
“Ti ho detto di lasciarla.” ripetè lei con tono gelido mentre il suo dito sfiorava il grilletto.
“Che vorresti farmi con quel giocattolo??”
“Sei convinto che sia un giocattolo?” lo sfidò lei e per dimostrargli che non lo era puntò a cassonetto e lo colpì di striscio. L'aggressore ne rimase impressionato.
Puntò nuovamente contro l'uomo e lo guardò con rabbia.
“Lasciala immediatamente o il prossimo proiettile è per te.”
L'uomo la guardava ancora a bocca aperta e, terrorizzato, lasciò Hiroko e corse via. Kaori conservò l'arma in borsa e raggiunse la ragazza.
“Ti ha fatto del male?”
“Solo al polso..” replicò lei con tono confuso mostrandole un livido. “Ma tu chi sei?”
“Io sono Kaori.” le rispose con un sorriso affettuoso.
“E perchè vai in giro con una pistola?”
“Beh.. Sai io vivo a Shinjuku e sono abituata a portarla per difesa personale..” spiegò sperando di essere credibile. “Vuoi qualcosa? Dell'acqua magari?”
“No, devo andare alla villa. Ho promesso a mio padre che gli avrei telefonato a quest'ora..”
“Capisco. Se vuoi ti accompagno.”
“Lo faresti? Grazie!” esclamò Hiroko con un sorriso di gratitudine.
“Kaori! Stai bene?” li interruppe all'improvviso la voce di Ryo alle loro spalle.
“Ryo.. Sì, certo. Ho aiutato lei, un tizio l'ha aggredita.”
“Un tizio? Chi?”
“Non so chi fosse, ma l'avevo visto in spiaggia che leggeva il giornale..” spiegò la ragazza ancora agitata.
Ryo e Kaori si scambiarono uno sguardo di intesa.
“E tu chi sei?” continuò la ragazza rivolta a Ryo.
“Oh, sì.. Scusami.. Lui è.. Ryo, mio.. Marito.” balbettò sentendosi strana nel definirlo così. “E lei è..” si bloccò rammentando che doveva fingere di non conoscerla.
“Io sono Hiroko.” completò la frase la ragazza.
“La accompagno alla sua villetta. Tu torna pure alla spiaggia.”  disse Kaori al suo socio che le rispose con un cenno della testa e si allontanò.
Le due ragazze proseguirono la stradina che portava alle case e si fermarono quando arrivarono a quella in cui stava il gruppo di ragazzi. Hiroko fece accomodare Kaori nel patio ed entrò all'interno a predere il telefono portatile.
“Che cosa gli dico?” domandò con un sospiro sedendosi accanto a Kaori. “Vuole sapere come sto, ma dopo quello che è appena successo, cosa posso dirgli?”
“Devi dirgli le cose positive. Ti stai divertendo e il posto è bellissimo. Inoltre, a parte lo spavento e il livido, tu in effetti stai bene. Non devi mentire.” cercò di incoraggiarla la sweeper.
“Ok..” acconsentì la ragazza facendo un profondo sospiro prima di comporre il numero.
Kaori la osservò mentre parlava con il padre. La ragazza cercava di avere un tono allegro ed entusiasta per non preoccupare il genitore. Era evidente che erano molto legati. Quando Hiroko chiuse la chiamata il suo voltò cambiò.
“Mi sento così falsa.. L'ho illuso che tutto vada bene, ma non è così.”
“A volte la verità non è la scelta giusta, lo avresti fatto soffrire.”
“Lo so..”
“Se hai bisogno di qualsiasi cosa, io e Ryo siamo nella villetta accanto.”
“Grazie.. Ti andrebbe di riaccompagnarmi in spiaggia? Non me la sento di tornare da sola.”
“Certo.”
Le due ragazze si diressero in spiaggia. Kaori notò l'inquietudine della ragazza quando passarano nel punto in cui era stata aggredita. Chissà se avrebbe superato lo spavanto preso.
Erano quasi arrivate in spiaggia quando videro Ryo rincorrere qualcuno. Solo quando lo bloccò e gli diede un pugno riuscirono a riconoscere in lui l'aggressore di Hiroko. Lo trascinò di fronte alla ragazza e glielo buttò ai piedi.
“Adesso le chiedi scusa verme!” gli ordinò con rabbia.
“Io..Io.. Mi spiace..” balbettò lui con la testa bassa. “Non capiterà mai più, lo giuro..”
“Ti conviene o te la dovrai vedere con me! Sono stato chiaro??” gli urlò contro Ryo tirandolo su per il collo.
“O-Ok..” acconsentì lui terrorizzato.
Ryo lo lanciò a terra con disprezzo e lui scappò via immediatamente.
“Grazie..” sussurrò Hiroko guardando Ryo con ammirazione.
“Figurati, vermi come quello meritano di peggio..” replicò lui con modestia. “Spero che ora sarai più tranquilla.”
“Io.. Credo di sì..” balbettò lei arrossendo lievemente.
Kaori la osservò per qualche secondo e capì che Ryo aveva appena infranto un altro cuore. Trattenne un sospiro di rassegnazione.
“Andiamo, i tuoi amici ti aspettano.” la invitò conducendola dolcemente lontano dal suo socio.
La accompagnò dal suo gruppo e poi la salutò con un sorriso. Raggiunse Ryo e insieme tornarono alla loro postazione poco distante. Kaori prese nuovamente posto nello sdraio continuando a osservare Hiroko.
“Avevi ragione su quel tizio. Mi spiace non averti creduto. Per quanto riguarda Hiroko, ora che mi conosce sarà più facile starle vicino e proteggerla.” esclamò Kaori non appena furono soli sotto il loro ombrellone.
“Sì, hai ragione.. Comunque sei stata molto brava oggi..”
“Anche tu.. Hai conquistato Hiroko.”
“Che intendi?”
“Che ti guardava come se fossi il principe azzurro.. Non fare stupidaggini con lei, però. È una ragazza innocente e dobbiamo proteggerla, non fare il maniaco come sempre.”
“Non ne ho intenzione. È una bella ragazza, ma è troppo infantile per me..”
Kaori lo guardò con estrema sorpresa. Infantile? Da quando Ryo si metteva certi scrupoli?
“Quindi preferisci qualcuna delle sue amiche suppongo..” insinuò lei cominciando a sospettare cosa intendesse.
“Anche le sue amiche mi sembrano infantili. A me piacciono le donne non le bambine.”
“E da quando le ragazze di 18 anni sono troppo infantili per te? È la prima volta che te lo sento dire.”
“Si cambia  e si matura Kaori. Questo vale anche per me..”
“Tu maturo? Non ci crederò mai.. Pensi di farti perdonare con queste balle da quattro soldi?”
Ryo le si avvicinò e prendendola per le spalle la guardò negli occhi in maniera molto seria.
“Ti sembra che stia mentendo?”
Kaori rimase perplessa nel ritrovarsi così vicino a lui. La sua pelle calda la stava sfiorando e i suoi occhi sembravano volerla avvolgere. Non riuscendo a reggere a quello sguardo, abbassò il suo.
“Ok.. Ti credo..” acconsentì per concludere il discorso. “Ora lasciami.. Siamo in pubblico.”
“Tutti credono che siamo sposati, che ti importa?” la sfidò con un sorrisino.
“Ma non lo siamo, giusto Ryo?” replicò lei non potendo evitare di rinfacciargli quello che lui le aveva detto la sera prima.
“No.. Non lo siamo, ma sei la persona più vicino a una moglie per me.” replicò lui sempre seriamente.
Kaori si allontanò da lui non riuscendo a gestire più la sua vicinanza e si diresse verso il mare per fare un bagno e riprendersi.
Perchè Ryo si comportava così? Sembrava volesse dirle qualcosa.. Aveva quasi la sensazione che volesse.. No, non era possibile. Lei era l'ultima donna al mondo con cui lui ci avrebbe provato. Eppure.. Scacciò quei pensieri che non le facevano bene.. Ci mancava solo che si illudesse.
Tornò all'ombrellone e dopo qualche secondò sentì molti sguardi su di sé. Il suo bikini le stava bene,  lo sapeva, ma non capiva perchè la fissassero tutti così. Quando arrivò all'ombrellone si rese conto che anche Ryo la fissava in maniera strana.
“Ma che ho che non va??”
“Niente. È solo che.. Il tuo bikini.. È trasparente..” le spiegò lui imbarazzato.
Kaori solo allora si guardò e notò che la coppa del reggiseno bagnata lasciava intravedere completamente il seno. Era praticamente nuda.
Presa dal panico, afferrò un asciugamano e se lo avvolse attorno. Era la prima volta che indossava quel costume, non aveva idea fosse così trasparente!
“Accidenti.. Che vergogna! Non lo indosserò mai più..”
“Non ti devi vergognare. Nessuno mi pare si sia lamentato. Anzi hai finalmente dimostrato che sei una vera donna!”
Un piccolo martello da 1t lo colpì lasciandogli un grosso bernoccolo in testa. Non aveva usato un martello più grosso, perchè sapeva che a suo modo Ryo le aveva appena fatto un complimento.
Alzando lo sguardo verso il gruppo di ragazzi vide che i preparavano per lasciare la spiaggia. Lei e Ryo iniziarono a imitarli qualche minuto dopo. Quando il gruppo gli passò accanto, Hiroko sorrise a entrambi e li salutò. Aspettarono un discreto lasso di tempo e poi li seguirono a debita distanza.
Appena arrivati alla villa, Kaori si preparava a mettersi di guardia, ma Ryo la bloccò.
“Ci penso io, vai a fare una doccia. Devi essere stanca.” le disse lui premurosamente.
Kaori ne rimase spiazzata. Non si aspettava tanta gentilezza da parte sua.
“Ma devi sostituirmi alle 8..”
“Non c'è problema.. Vai pure. Riprendi dopo.” insistette lui con sguardo deciso.
Incapace di rispondere, obbedì e salì al piano di sopra a fare una doccia. Lavandosi dal sale e dalla sabbia si rilassò immensamente e sentì la stanchezza impossessarsi di lei. Non sapeva se avrebbe retto la stanchezza, la tensione dell'incarico e la pressante vicinanza di Ryo ancora a lungo. Si sentiva un fascio di nervi. Avrebbe voluto mollare tutto e fuggire via, ma non poteva. Hiroko aveva bisogno di lei, e anche Ryo..
Indossò dei comodi short, una canottierina che mostrava la sua abbronzatura e delle scarpe sportive in tela e scese al piano di sotto. Era pronta a difendere Hiroko con la sua stessa vita.
Ryo aveva preso posto alla finestra e stava di guardia mentre fumava con apparente tranquillità. Lei lo raggiunse e con una leggera pacca sulla spalla lo informò della sua presenza.
“Puoi andare a fare la doccia.. Riprendo io.”
“Ok..” acconsentì spegnendo la sigaretta. Si voltò per andarse ma si bloccò e le sorrise. “Sei abbronzata..” disse sfiorandole il naso.
“Beh.. È naturale, sono rimasta tutto il giorno in spiaggia..”
“Ti sta bene un po' di colorito..” continuò lui prima di allontanarsi verso il piano di sopra.
Kaori rimase, immobile a ripetersi mentalmente le parole che lui le aveva appena detto. Cosa significavano? Cosa intendeva dire?
Si concentrò sul lavoro per non pensarci. Era meglio non stare a cercare significati nascosti.. Sicuramente non ce n'erano.
Per una mezz'ora non accadde nulla, sino a che non vide Hiroko uscire dalla villetta accanto e dirigersi verso la loro. Presa dal panico, Kaori nascose tutto quello che poteva far capire alla ragazza quale fosse la vera ragione per la loro presenza lì.
Quando suonò il campanello, andò ad aprire cercando di mostrarsi calma e rilassata.
Quando la salutò, la ragazza sembrava nervosa e Kaori la fece accomodare incuriosita.
“Ecco.. Io e miei amici ci chiedevamo se stasera volevate unirvi a noi.. Faremo un piccolo falò sulla spiaggia. I ragazzi hanno portato le chitarre e canteremo.. Vi andrebbe?”
“Beh.. Sarebbe bello. Ne devo parlare con Ryo, ma non credo ci saranno problemi. Piuttosto non saremo di troppo tra voi?”
“No, assolutamente. E poi, dopo quello che hai fatto, per me sei come una sorella.. Spero che verrete, a meno che non vogliate stare soli..” insinuò la ragazza arrossendo leggermente.
Kaori la imitò ritrovandosi imbarazzatissima.
“Ecco.. Non credo ci siano problemi.. Noi non..”
“Ciao Hiroko.” la calda voce di Ryo interruppe quella difficile discussione.
Voltandosi a guardarlo però, Kaori si rese conto che le cose andavano a peggiorare. Ryo indossava solo un minuscolo asciugamano intorno alla vita.
“Ciao..” replicò la ragazza paonazza mentre lo fissava con estrema ammirazione.
“Ehm.. Ryo.. Hiroko ci ha chiesto se stasera ci uniamo a lei e ai suoi amici. Tu sei d'accordo?” domandò Kaori per distrarsi da quel petto scolpito e da come quell'asciugamano lasciasse scoperti gli addominali più bassi del suo socio..
“Certo, perchè no?” replicò lui tranquillamente, mentre si sedeva accanto a Kaori e le passava un braccio attorno alle spalle.
La sweeper si irrigidì sorpresa, ma poi si rese conto che sicuramente Ryo lo stava facendo per mantenere la loro copertura. Fingeva di essere suo marito.
“B-Bene.. Allora.. Stasera alle 9.. Alla spiaggia..” balbettò Hiroko alzandosi e andandosene velocemente.
I due rimasero soli e Kaori cercò di allontanarsi immediatamente da Ryo, erano troppo vicini.. Lui però, non le permise di alzarsi.
“Ma..” tentò di protestare lei.
“Ti da così fastidio che ti abbracci?”
“Ecco.. Io.. No, è che.. Devo tornare al lavoro.”
“Allora non stai scappando da me?”
“Non dire sciocchezze.. Perchè dovrei?”
“Non lo so.. Forse..” cominciò lui con aria confusa.
“Ryo, non sono più arrabbiata se è quello che credi. Almeno per ora.” lo interruppe lei temendo che lui avesse capito quello che lei provava.
“E tu.. Voglio dire.. Io non ti procuro fastidio o repulsione?”
Kaori lo guardò sorpresa e interdetta. Ryo temeva di farle schifo? E da quando? In tutti quegl'anni non aveva fatto che vantarsi di quanto fosse bello, e lei invece veniva sempre considerata il mezzuomo repellente. Perchè ora le chiedeva certe cose? Perchè sembrava aver cambiato atteggiamento di colpo? Non sembrava nemmeno lui..
“Ma di che parli Ryo? Perchè dovrei provare repulsione per te?”
“Non lo so.. Da qualche tempo ho l'impressione di disgustarti. È così?”
“No, mi fai arrabbiare, è vero, ma il disgusto o la repulsione sono sensazioni che non provo nei tuoi riguardi.”
“E cosa provi?”
Kaori sentì mancarle un battito. Aveva capito bene la domanda che lui le aveva fatto? O forse aveva le allucinazioni? Perchè le chiedeva una cosa del genere? Aveva forse qualche sospetto? Pensava di aver nascosto bene ciò che provava o almeno di averlo depistato, ma se lui le faceva una domanda simile evidentemente sospettava qualcosa. Quali altri motivi potevano esserci per chiederle una cosa simile?
“Io.. Cosa ti aspetti che risponda?” cercò di prendere tempo.
“La verità.”
Kaori deglutì a fatica. Lui era così vicino e la guardava fisso negli occhi. Sentì il cuore batterle all'impazzata e la pelle avvampare. Provata da una simile emozione abassò lo sguardo.
“Ryo.. Ti prego.. Non farmi queste domande..”
“Perchè no?”
“Perchè non voglio risponderti.”
“Capisco..” acconsenti lui allontanandosi da lei con aria triste. “Vado a vestirmi e poi ti do il cambio.”
Finalmente sola, Kaori fece un profondo respiro per ritrovare il controllo e poi tornò di guardia. Nella casa accanto vedeva parecchio movimento. C'era musica alta e vedeva le ragazze muoversi forsennatamente all'interno della stanza. Sembrava che stessero ballando.. Sorrise pensando a come avrebbe voluto essere libera e allegra come quelle ragazze, ma aveva visto troppe cose tristi, aveva perso troppe persone che amava. Inoltre, nella sua vita c'era Ryo, l'unica persona al mondo con cui aveva stretto un legame più forte di quello che aveva con suo fratello. L'unica persona al mondo che amava, che poteva renderla felice o gettarla nella disperazione più nera. L'unica persona al mondo di cui aveva bisogno come l'aria che respirava.
Quando lo vide scendere le scale si riprese dai suoi pensieri. Quasi non si rese conto di rimanere a osservarlo con estrema ammirazione, come faceva Hiroko. Era semplicemente perfetto.
Aveva indossato dei semplici jeans bianchi a cui aveva abbinato una camicia in lino dello stesso colore. Non aveva abbottonato completamente il colletto e Kaori riusciva a intravedere una parte di quel petto scolpito che solo poco prima aveva avuto vicino. Il candore dei suoi abiti faceva risaltare la sua pelle leggermente arrossata per il sole preso quel pomeriggio.
Facendosi forza, distolse lo sguardo dalla visione del suo bellissimo socio che le veniva incontro.
“Ora ci penso io.” disse lui con freddezza senza guardarla in viso.
“D'accordo.. Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?”
“Se devi preparare..” replicò lui sempre più gelido.
Ora cosa gli prendeva? Perchè d'improvviso era così distaccato con lei?
“Tutto bene Ryo?”
“Certo.”
“Sei arrabbiato per qualcosa?”
“Perchè dovrei? In fondo non ne ho motivo giusto?” domandò lui sarcasticamente mentre alzava finalmente lo sguardo su di lei. Fu come una pugnalata. Quegli occhi in quel momento esprimevano solo odio.
“Non capisco cosa intendi..”
“Niente Kaori, non intendo nulla. Ora lasciami lavorare, siamo per questo, no?”
“Sai, mi hai veramente scocciato. Un giorno sei maleducato, il giorno dopo gentile e poi cambi nuovamente atteggiamento e diventi un pezzo di ghiaccio. Io non ne posso più dei tuoi assurdi cambi di umore!”
“Hai mai pensato che i miei cambi d'umore possano dipendere da te?”
“Da me? E da quando sono così importante per te da influire sul tuo umore?”
Lui la guardò come se volesse dire qualcosa, ma non lo fece e se ne andò sbattendo la porta. Kaori lo vide passeggiare intorno alla villa fumando nervosamente.

Ryo diede un calcio a un sasso che si trovò di fronte. Prenderla in giro non serviva, farle i complimenti non serviva, farle domande esplicite non serviva.. Non sapeva più come comportarsi con lei. Si era davvero stufato di fare il bravo ragazzo, visto che i risultati erano quelli.
Fu distratto dal gruppo di ragazze della casa accanto che si riunivano nel patio a prendere il fresco. Non erano poi così male.. Non gli importava molto che fossero infantili. Avevano dei corpi da sballo. Persino la piccola Hiroko, nonostante fosse più minuta delle altre, era decisamente da non sottovalutare. Inoltre sembrava piacerle, e questo era un punto a suo favore.
Gettò la sigaretta e stava per andare a provarci con quelle ragazze quando sentì un suono sospetto venire dal retro della casa. Si diresse nel punto da cui veniva il rumore e vi trovò un uomo armato di fucile che prendeva la mira verso le ragazze.
“Che fai?” domandò puntandogli la sua Python alla tempia.
“Io.. E tu chi diavolo sei?”
“Io sono quello che ti ficca una pallottola in testa se non mi dici chi sei e che cosa vuoi!”
L'uomo non rispose continuando a tremare.
“Il bersaglio è Hiroko?” insistette lo sweeper.
L'uomo annuì debolmente.
“Chi ti manda?”
“Se te lo dico mi uccideranno..”
“Se non me lo dici ti uccido ora..”
“Va bene.. Mi manda Shun Jukodo.”
“Il vicepresidente delle Industrie Akimoto? Perchè?” chiese Ryo ricordando immediatamente a chi apparteneva quel nome.
“Non lo so.. Io sono pagato per ucciderla. Non faccio domande.”
“Già.. Voi idioti non fate mai domande..” replicò Ryo con disprezzo. “Ora ascoltami. Vai da quel verme di Jukodo e digli che non farà del male a Hiroko perchè c'è City Hunter a proteggerla!” concluse dando un calcio all'uomo e facendolo finire a terra.
“C-City Hunter??” balbettò il killer terrorizzato prima di scappare via.
Ryo osservò quel delinquente andarsene via inciampando sulle sue gambe. C'era qualcosa che non andava. Loro non erano lì per far stare calmo un padre apprensivo, Hiroko era realmente in pericolo.
Rientrò nella villetta con passo svelto.
“Kaori, chiama il signor Akimoto, è importante.”
“Perchè? È successo qualcosa a Hiroko?”
“Non ancora.. Chiamalo.” le ordinò con tono severo.
Osservò la sua socia prendere il telefono e digitare il numero. Aspettò qualche minuto prima che il maggiordomo le passasse finalmente il signor Akimoto.
“Buonasera signor Akimoto, sono Kaori Makimura. Il mio socio le vorrebbe parlare.” disse prima di passare la cornetta a Ryo.
“Mi ascolti bene. Se vuole che proteggiamo come si deve sua figlia deve dirci tutto quanto, o mi rifiuto di proseguire..” lo minacciò lo sweeper non appena ebbe il telefono fra le mani.
“Ma.. Cosa..”
“Non intendo ripeterlo signor Akimoto.”
“Va bene. Vi raggiungo e vi spiego, ma vi prego continuate a proteggere mia figlia..”
“La aspetto domani mattina.” concluse Ryo chiudendo la conversazione.
“Ma che succede?” domandò incuriosita la sua socia.
“Il vicepresidente delle Industrie Akimoto vuole uccidere Hiroko. Il nostro cliente non ci ha detto tutto.”
“Come lo sai?”
“Ho appena fermato un killer assoldato per questo. D'ora in poi dobbiamo rafforzare la sorveglianza. Cerca di avvicinarti il più possibile a Hiroko.”
“Forse dovremmo dirle che è in pericolo..”
“Sino a che possiamo evitarlo non glielo diremo. È inutile spaventarla.” concluse lui riuscendo fuori per tornare di guardia.
Si sedette nella piccola veranda e continuò a osservare le ragazze, non avevano neanche sospettato di essere state in pericolo. Rimase a guardarle a lungo e si chiese se si rendevano conto di quanto erano fortunate ad avere l'un l'altra. Certe volte lui si sentiva così solo. La continua caccia di donne in cui si impegnava era solo un palliativo. Avrebbe voluto avere qualcuno con cui condividere un legame profondo. Kaori era la persona più vicina a lui, ma c'erano delle volte in cui non riuscivano proprio a capirsi. Come in quel momento..
La sua socia lo raggiunse e gli si sedette accanto. Ryo aveva l'impressione che avrebbero litigato ancora.
“Cosa c'è Kaori?”
“Sei arrabbiato perchè non ti ho risposto?”
Ryo rimase in silenzio. Allora aveva capito..
“Il tuo non voler rispondere è in realtà una risposta.”
“E tu sei sicuro di aver capito che risposta è?” domandò lei guardandolo con aria triste.
Ryo si chiese se non aveva frainteso tutto. Kaori lo guardava come non faceva da molto tempo. Forse non era come credeva, forse lei non lo disprezzava..
“Kaori io..”
Un urlo femminile proveniente dalla casa accanto lo interruppe. Si era distratto e aveva smesso di controllare Hiroko!
Scattò in piedi e corse in direzione della casa. Il gruppo di ragazze si stringeva attorno a una che non riusciva a distinguere.
“Ragazze che succede? Tutto bene?” domandò preoccupato appena le raggiunse.
Il gruppo si sciolse e vide che al centro c'era una ragazza scarmigliata e non vide Hiroko fra loro.
“L'ha rapita.. L'ha portata via..” ripeteva la ragazza al centro evidentemente sconvolta.
“Chi è stata rapita? Hiroko?”
“Sì.. Un uomo l'ha portata via..” singhiozzava ancora lei.
“Da che parte sono andati?”
“Eravamo nel giardino sul retro..Io ho cercato di impedirglielo, ma lui mi ha dato uno schiaffo così forte..”
Ryo corse nel giardino sul retro impugnando la sua fedele Python. Non si sarebbe mai perdonato se fosse successo qualcosa a quella ragazza per colpa sua. Si era distratto, come aveva potuto?
Il giardino confinava con un boschetto, il luogo ideale per nascondersi. Ryo vi entrò alla ricerca di Hiroko e del suo rapitore. Cominciò a correre e infine intravide delle ombre che camminavano. Erano loro. Li raggiunse e dopo aver preso la mira sparò con estrema precisione al braccio dell'uomo che dolorante lasciò la ragazza. Ryo le andò vicino e la aiutò ad alzarsi mentre continuava a tenere sotto mira l'uomo sanguinante.
“Allora, sei il secondo stasera.. Voglio sapere perchè ce l'avete con questa ragazza.”
“Io..Non ti dirò nulla.. Bastardo.. Morirò dissanguato!”
“Sì, a meno che non mi dici quello che voglio sapere.”
“Maledetto.. Io eseguo solo gli ordini..”
“Sì, lo so.. Voi killer idioti non fate domande. Allora lo dico anche a te. Comunica al tuo capo che se cercherete ancora di fare del male a questa ragazza ve la vedrete con City Hunter.”
Con uno strattone lo tirò su e gli strappò la giacca per improvvisare una fasciatura.
“Ora vai via e anche velocemente..” gli ordinò dandogli una spinta.
L'uomo corse via senza voltarsi indietro. Ryo si voltò a guardare Hiroko. Sembrava terrorizzata.
“Stai bene?”
“Sì.. Ma tu chi sei veramente? Perchè quell'uomo ha cercato di rapirmi?”
“Hai mai sentito parlare di City Hunter?”
“Sì.. Mi sembra di averlo sentito nominare.”
“Sono stato assunto da tuo padre per proteggerti. Solo che lui si è dimenticato di dirmi quanto in realtà fosse grave la situazione. Ora vieni, torniamo in casa.”
“Mio padre? Io non capisco.. Perchè nessuno mi ha detto niente?”
“Domattina verrà qui e potremo chiedere spiegazioni direttamente a lui.” concluse lui avviandosi verso la villa.
Appena arrivarono alla casa le amiche di Hiroko la circondarono di abbracci affettuosi. Ryo si guardò intorno in cerca di Kaori, ma non la vide. Si allontanò  verso la villa più piccola, ma non era neanche lì. Entrò dentro la casa, ma era deserta.
“Kaori??” chiamò cominciando a sentirsi in ansia.
Entrò nella cucina e nel tavolo, conficcato con un coltello su un anguria presente nella fruttiera, c'era un biglietto.
“Se rivuoi la tua donna portaci la ragazza. Stasera a mezzanotte al vecchio faro.”
Quei maledetti avevano rapito Kaori, mentre lui si occupava di Hiroko.. Dovevano essere parecchi. Il signor Akimoto doveva spiegargli molte cose.

CONTINUA..

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Chiarirsi.. ***


Eccoci all'ultimo capitolo.
Ringrazio tutti infinitamente per i vostri commenti. Non mi aspettavo tanto successo per questa FF!
Spero che la fine vi soddisfi perchè per me è stato complicato trovare una conclusione che si accordasse bene con tutto il resto e starà a voi giudicare se ci sono riuscita.
Risolvere l'incarico non è un problema per Ryo, più difficile è chiarirsi con Kaori.
Buona lettura!

3 - Chiarirsi..

Kaori si risvegliò con un forte dolore alla testa. Era legata e imbavagliata e si trovava in un angolo buio e umido di un edificio a lei sconosciuto.
Quando Ryo si era allontanato in soccorso di Hiroko, qualcuno l'aveva aggredita alle spalle. Si era difesa come aveva potuto, ma i suoi aggressori erano in tre, nonostante si dimenasse non era riuscita a liberarsi. Alla fine un dolore acuto alla testa l'aveva fatta svenire.
Quanto tempo era passato? Ryo sapeva che era stata rapita? La stava già cercando? E Hiroko? Aveva fatto in tempo a salvarla? Sperò che quella ragazza stesse bene. Lei se la sarebbe cavata in qualche maniera, ma Hiroko era così giovane e innocente. Non meritava che le capitasse qualcosa di male, ma aveva fiducia in Ryo, sapeva che lui non lo avrebbe permesso. E sapeva anche che sarebbe venuto a salvarla.
La testa continuava a pulsarle dolorosamente e aveva freddo. I suoi vestiti estivi erano troppo leggeri per l'umidità che si respirava in quella stanza buia. Il suo corpo cominciò a tremare violentemente senza che potesse controllarlo. Cercava di chiedere aiuto, ma il bavaglio lasciava uscire solo versi incomprensibili.
Si raggomitolò il più possibile cercando di combattere il freddo, ma non serviva. Finalmente la porta si aprì ed entrò qualcuno nella stanza. Vedere uno dei suoi rapitori la inondò di rabbia tanto che improvvisamente il freddo svanì.
L'uomo la strattonò per un braccio e la tirò su in piedi. Kaori gemette di dolore, quell'uomo non sapeva cosa fosse la delicatezza. La trascinò con sé e salirono una lunga scalinata a chiocciola. Ma dove si trovavano? Sembrava essere una torre o qualcosa di simile.
Finalmente arrivati in cima, entrarono in una stanza in cui erano presenti delle vecchie apparecchiature e una grande vetrata da cui si vedeva il mare. Ora capiva, si trovavano in un faro.
Seduto al centro della stanza, con un abbigliamento elegante che stonava con l'ambiente circostante, c'era un uomo sulla trentina che fumava un sigaro con estrema tranquillità.
“Lei deve essere la donna di City Hunter.. Makimura, giusto?”
“E lei deve essere quell'animale che vuole uccidere la povera Hiroko.. Jukodo, giusto?” replicò lei  non appena le fu tolto il bavaglio tralasciando di specificare il suo rapporto con Ryo.
“Animale? Io non oserei dire certe cose nella tua situazione. Mi basta un cenno della mano per farti torturare nel peggiore dei modi. I miei uomini si annoiano e me ne sarebbero grati.”
“I tuoi uomini sanno anche che se mi toccano firmano la loro condanna a morte?” li sfidò lei mostrando più coraggio di quello che aveva in realtà.
“City Hunter è solo un uomo.. Non è invincibile.” continuò l'uomo con disprezzo.
“In molti l'hanno pensato in questi anni, ma poi si sono pentiti di averlo fatto.”
L'uomo si alzò e la raggiunse. La guardava negli occhi per cercare di capire se fingeva. Kaori continuò a guardarlo con coraggio.
“Sei molto bella e coraggiosa, mi piacerebbe averti per me. Dopo aver ucciso City Hunter ti farò diventare la mia donna.”
“Dopo che lui ti avrà ucciso, calpesterò il tuo cadavere con gioia.” sibilò lei con odio.
L'uomo fece una risata gelida che la disgustò.
Un altro uomo la costrinse a sedersi su una vecchia e polverosa sedia e la legò a essa. La testa continuava a pulsarle di dolore e rabbia. La botta che le avevano dato era stata particolarmente violenta. Voleva essere forte, ma in realtà desiderava che Ryo sfondasse quella porta e la salvasse.
Passò un tempo che a lei sembrava lunghissimo. Jukodo parlava sottovoce con i suoi uomini e lei non riusciva a sentire cosa dicessero. Erano tre uomini più il loro capo, ma non era da escludere che ci fosse anche qualcun'altro. A un certo punto un suono gracchiante proveniente da una ricetrasmittente interruppe le loro discussioni.
“Capo! I miei compagni son spariti! Credo che..” gridava la voce metallica prima di interrompersi all'improvviso.
Jukodo si voltò verso Kaori con un ghigno malefico e poi la raggiunse e prendendola per un braccio  la tirò a sè
“Il tuo uomo è venuto a salvarti.. Ora vediamo se è invincibile come dicono.” le sibilò all'orecchio mentre le teneva un affilato coltello puntato alla gola.
“La pagherai cara mostro!” replicò lei terrorizzata da quella lama così vicina alla sua pelle.
“Stai zitta o potrei decidere di marchiare la tua splendida pelle.. Chissà se lui ti vorrebbe ancora così sfregiata..” la minacciò indicandole con un gesto che le avrebbe sfregiato barbaramente il viso.
Kaori sentì degli spari provenire dal piano inferiore che rimbambavano nelle scale. Ryo stava arrivando.. Era terrorizzata che quegli uomini gli facessero del male. Preferiva sacrificarsi lei piuttosto che vedere morire lui.
Gli uomini di Jukodo uscirono dalla stanza per raggiungere i compagni e così lei rimase sola con il loro capo che la stringeva eccessivamente sempre tenendole l'arma puntata al collo.
“Sai bambola, quasi quasi non ti uccido..” le sibilò all'orecchio. “Sei proprio il mio tipo. Mi piacerebbe possedere il tuo splendido corpicino. Sei molto eccitante.” continuò lui infilandole una mano sotto la camicetta e posandogliela sul seno.
“E tu sei solo un viscido verme.. Sono certa che le uniche donne che hai mai avuto o le hai pagate o le hai costrette con la forza.” replicò lei decisa a non farsi spaventare da quell'uomo, soprattutto ora che Ryo era arrivato.
“Lo vedremo..” la minacciò lui con tono lascivo.
Un brivido di disgusto la attraversò. Quell'uomo le faceva immensamente schifo. Degli altri spari la distraerono da lui. Ryo era sempre più vicino. Pregò che andasse tutto bene..
Quando finalmente la porta si spalancò, Kaori lo vide con in mano la sua Python fumante. Il suo sguardo trasmetteva una furia cieca che lei conosceva bene.
“Lasciala.” esordì puntanto la pistola verso Jukodo.
“Sai, non sei furbo. Se mi spari, lei muore. So che sei veloce, ma non puoi fare i miracoli.”
“Mi stai facendo arrabbiare. Non ti piacerebbe vedermi veramente arrabbiato. Lasciala. Non voglio ripetertelo.”
“Stai bleffando.. È evidente.” replicò l'altro con una leggera incrinatura nella voce. Cominciava a perdere la sua sicurezza. “Se vuoi la tua donna, devi darmi la figlia di Akimoto, lo sai.”
“Hiroko è al sicuro con suo padre e la polizia di Tokyo sta arrivando per arrestarti. Puoi lasciarla e passare il resto della tua vita in carcere, o morire qui ora. Cosa preferisci?”
“Se io muoio, lei verrà con me!” urlò l'uomo alzando il braccio con il coltello verso Kaori.
Tutto accadde estremamente in fretta. Una pallottola colpì la manò di Jukodo. Kaori si liberò e gli diede una ginocchiata in mezzo alle gambe. L'uomo perse l'equilibrio e cadde a terra.
“Te l'avevo detto.. Sei solo un viscido verme con un ego smisurato.” gli rinfacciò lei con odio e poi lo sputò in viso. “E questo è per aver osato toccarmi!”
Ryo la raggiunse e prese l'uomo per un braccio tirandolo su e lo sbattè contro un muro.
“Ho una gran voglia di farti la pelle, ma sento le sirene della polizia in arrivo. Spero di non incontrarti ancora o giuro che pagherai con gli interessi!” sibilò Ryo furioso.
Dei passi concitati nelle scale gli indicarono che la polizia era arrivata. Saeko entrò nella stanza con sicurezza.
“Shun Jukodo, è in arresto per tentato omicidio e rapimento.” dichiarò mentre due uomini lo ammenettavano e prendevano in custodia.
Kaori lo guardò mentre lo portavano via. Dove era la sua spavalderia ora? E perchè aveva organizzato tutto ciò? Voleva chiedere spiegazioni a Ryo e Saeko, ma improvvisamente gli si annebbiò la vista.
“Kaori! Kaori!” la voce di Ryo la chiamava con tono preoccupato.
Riuscì a riaprire gli occhi e si rese conto di essere a terra, era svenuta.
“Ryo..” sussurrò prima che la vista le si annebbiasse nuovamente.

Ryo camminava nervosamente nella stanza d'ospedale. Il medico gli aveva detto che non era nulla di grave, solo un leggero trauma cranico e che ora dovevano solo lasciarla riposare, ma non era facile vederla in quel letto ora dopo ora. Oramai erano quasi due giorni che la vegliava e nonostante le rassicurazioni del medico, lui era sempre più preoccupato.
Spesso le si sedeva accanto e prendeva la sua mano fra le sue sperando che lei lo sentisse e si svagliassse, ma non succedeva. Lei continuava a dormire in maniera apparentemente pacifica. Ryo cominciava a credere che non si sarebbe più svegliata.
“Kaori..” iniziò a chiamarla con tono ansioso. “Ti prego svegliati..”
Voleva dirle molte cose, ma quelle furono le uniche parole che riuscì a formulare. Voleva dirle che l'amava e che quando l'aveva vista svenire aveva creduto di morire. Voleva dirle che non l'avrebbe mai lasciata, perchè lei era la sua anima.
“Accidenti, Kaori svegliati! Mi sono stufato di aspettarti!” esclamò lasciando che fosse il suo stupido orgoglio a parlare. Era difficile ammettere il suo bisogno di lei anche a se stesso.
Prese nuovamente la sua piccola mano fra le sue e se la poggiò sulla fronte.
“Ti prego non lasciarmi solo.. Lo sai che, senza di te, io sono solo uno stupido maniaco!”
Alzò lo sguardo verso di lei, i suoi occhi erano sempre chiusi. Frustrato, lasciò la sua mano e si alzò per riprendere a passeggiare nervosamente per la stanza.
Aveva fatto appena qualche passo quando sentì un mormorio provenire dal letto. Si voltò a guardarla e vide che i suoi occhi erano leggermente socchiusi.
“Kaori!” esclamò felice sedendosi accanto a lei. “Come ti senti?”
“Ryo.. Cosa ci faccio in ospedale?”
“Hai avuto un leggero trauma cranico.. Hai dormito per quasi due giorni, ma il medico ha detto che è normale e che sei fuori pericolo.”
“Hiroko? Sta bene?”
“Sì..” rispose lui con un sorriso. La sua dolce Kaori pensava sempre prima agli altri.
“E Jukodo? Perchè voleva ucciderla?”
Ryo le raccontò quello che il signor Akimoto gli aveva svelato. Shun Jukodo era in realtà suo figlio illeggittimo. Lui non sapeva di avere altri figli oltre ad Hiroko sino a poco tempo prima, ma Jukodo pensava che lui l'avesse abbandonato e aveva meditato vendetta per tutta la vita. Era riuscito a entrare a lavorare nelle Industrie Akimoto e, con metodi più o meno onesti, era riuscito a diventare vicepresidente. Quando la sua posizione era consolidata, aveva iniziato a ricattare il signor Akimoto. Doveva nominarlo suo unico erede o avrebbe ucciso Hiroko. Akimoto si era rifiutato non credendo a una simile minaccia, ma temendo per la vita di Hiroko li aveva assunti. Non gli aveva detto nulla perchè credeva che la semplice presenza di City Hunter avrebbe spaventato qualsiasi aggressore, ma si era sbagliato.
“Quindi, Jukodo voleva uccidere la sua sorellastra?”
“Sì..”
“Lo sapevo che era un verme..”
Ryo sorrise, ma poi si ricordò di quello che Kaori aveva urlato contro quell'uomo. “E questo è per aver osato toccarmi!”
“Kaori, ti ha fatto del male?”
“Mi ha minacciata, insultata e mi ha infilato una mano sotto la camicetta. Per fortuna per lui non mi ha fatto altro, altrimenti ti assicuro che non sarebbe arrivato in prigione vivo.”
Questo era sicuro. Se le avesse fatto qualcos'altro lo avrebbe ucciso lui stesso in maniera molto dolorosa.
“Kaori.. Io..” cominciò cercando di trovare il coraggio di dirle quello che realmente provava, ma ancora una volta si bloccò. “Vado ad avvisare il medico che ti sei svegliata.” concluse invece alzandosi e uscendo dalla stanza.
Si ritrovò solo nel corridoio e si diede dello stupido. Era il momento giusto, nessuno li avrebbe disturbati e lei non aveva certo la forza per prenderlo a martellate.. Perchè non era andato avanti? Perchè quelle parole sembravano non voler uscire dalla sua bocca?
Scosse la testa dandosi ancora una volta dell'idiota e andò ad avvisare il medico di guardia. Nell'ora successiva, Kaori fu sottoposta a controlli di routine e alla fine venne dichiarata definitivamente fuori pericolo. L'avrebbero tenuta sotto osservazione altri due giorni per motivi di sicurezza.
Quando il medico andò via, rimasero nuovamente soli. Ryo continuava a camminare avanti e indietro per la stanza.
“Ryo, smettila.. Mi fai venire il mal di mare!” lo rimproverò lei. “Siediti qui, ti prego.”
Titubante, lui obbedì. Sarebbe riuscito a parlarle?
“Sai Ryo, lo so che sei rimasto qui tutto il tempo.” lo informò lei con sguardo basso mentre arrossiva leggermente. “Sentivo la tua presenza.”
“Io.. Non potevo certo lasciarti sola.”
“Grazie per essermi stato accanto.”
Ryo non rispose. Non sapeva come esprimere ciò che lo stava invadendo in quel momento.
“Se sei stanco, vai a casa.” lo invitò lei con un sorriso materno.
“Non sono stanco. E non me ne vado senza di te.” esclamò lui con decisione mentre la fissava negli occhi.
Lei sembrava sorpresa e anche felice di quella risposta. Ricambiò il suo sguardo per un lunghissimo minuto. Forse poteva essere quello il momento per farsi avanti. Fece un profondo sospiro per trovare il coraggio.
“Senti Kaori..” iniziò nuovamente, ma fu interrotto dall'ingresso nella stanza di tutti i loro amici.
Miki, Umi, Saeko, Reika, Mick e Kazue invasero la piccola stanza d'ospedale circondando Kaori e facendo mille domande su come si sentiva.
In pochi minuti, Ryo si sentì un intruso. Addio momento di intimità, pensò. Si alzò e uscì dalla stanza senza dire nulla, nessuno ci fece caso. O almeno così credeva lui.

Kaori lo aveva visto lasciare la stanza con aria triste. Era la seconda volta quel giorno che sembrava volesse dirle qualcosa d'importante, ma poi per un motivo un altro non era andato avanti.
“Tutto bene Kaori?” domandò Miki preoccupata notando il suo sguardo.
“Sì.. Solo che Ryo.. È strano.”
“E ti stupisci?” ironizzò Umi ridendo.
“Intendo più del solito, ma forse è solo una mia impressione.”
Gli amici cercarono di distrarla raccontandole tutt'altro, ma lei continuava a fissare la porta con ansia. Perchè Ryo se n'era andato?
Per un'ora i suoi amici restarono con lei, ma quando si resero conto che non potevano tirarle su il morale, Mick e Umi andarono a cercare Ryo per riportarlo volente o nolente da Kaori.
“Ragazzi, non è necessario. Tornerà... Prima o poi.” cercò di fermarli lei, ma non l'ascoltarono.
“Se quello scemo non lo capisce da solo, ci pensiamo noi a ricordargli le buone maniere!” esclamò Mick mentre usciva dalla stanza.
Kaori era rimasta sola con le ragazze che la guardavano incuriosite. Sembravano aspettare qualche spiegazione.
“Perchè mi guardate così?”
“Allora, cosa è successo? Quando siamo entrati eravate così vicini e lui ti guardava in un modo.. Racconta!” iniziò la barista che era più curiosa delle altre.
“Non è successo nulla..”
“E allora come spieghi che Hiroko credeva che foste sposati?” insistette la poliziotta.
“Era la nostra copertura. Dovevamo fingere di essere una coppia di sposini.”
“Hiroko mi ha detto che eravate molto credibili.. Ha vaneggiato su un Ryo seminudo che ti abbracciava. All'inizio non le ho creduto, ma dopo aver visto come vi guardavate, ora le credo..”
“Beh.. Anche quello era una parte della copertura. Ryo.. Beh.. Credeva che una coppia di sposini dovesse comportarsi così..”
“E a te non è dispiaciuto per niente, vero Kaori?” chiese maliziosa la sua migliore amica.
“Miki.. Io.. Ma perchè parliamo di questo?”
A interrompere la chiaccherata fra donne fu Umi che rientrò tenendo per il colletto Ryo e Mick.
“Questo scemo correva dietro alle infermiere e quest'altro invece di fermarlo si è unito a lui.. Che razza di elementi!” esclamò schifato gettandoli a terra.
“Mick!” esclamo Kazue furiosa fulminandolo con lo sguardo.
“Non è come credi..” cercò di scusarsi lui, ma la sua donna lasciò la stanza senza voltarsi e lui fu costretto a seguirla per implorare perdono.
Ryo era rimasto solo a subire gli sguardi di rimprovero di tutti.
“Ma che avete da guardare?”
“Sei sempre il solito porco!”
“Maiale!”
“Maniaco pervertito..”
Avevano esclamato le ragazze rimaste. Solo Kaori non aveva detto nulla, ma lo guardava con estrema tristezza. Per un attimo aveva pensato che a lui importasse di lei, ma si era decisamente sbagliata. Si voltò dall'altra parte per non continuare a guardare quel viso che gli procurava piacere e dolore contemporaneamente.
“Kaori.. Devi essere stanca. Noi andiamo.” si congedò Miki che evidentemente aveva capito la situazione.
Un minuto dopo, così come erano arrivati, tutti i loro amici sparirono e Ryo e Kaori rimasero nuovamente soli.
“Kaori.. Io..”
“Sono stanca Ryo. Lasciami in pace per favore.”
“Ok..” acconsentì lui sedendosi nuovamente accanto a lei.
“Vai a casa Ryo, non è necessario che resti.”
“Voglio restare.”
“Certo, per correre dietro alle infermiere..”
“No, voglio restare per te.”
“Non mi è sembrato..”
Lui non rispose, costringendola a guardarlo in viso per capire cosa gli passasse per la testa. Lui la fissava in un modo che le fece dimenticare perchè era arrabbiata.
“Kaori.. Lo so che sono un idiota, ma se resto qui è solo per te, te lo giuro.”
Non sapeva cosa rispondere, voleva credergli immensamente. Alzò una mano verso di lui e gliela passò fra i capelli con fare protettivo. Lui chiuse gli occhi come se quel contatto lo mandasse in estasi. Kaori ne fu sorpresa e fermò la mano. Ryo riaprì gli occhi e la prese fra le sue e poi vi depositò un casto bacio che su di lei ebbe l'effetto di una tempesta di fuoco. Si sentì avvampare e abbassò lo sguardo imbarazzata.
Fu il delicato tocco di Ryo a costringerla ad alzare lo sguardo e a incontrare i suoi caldi occhi.
Prima che potesse rendersi conto di quello che succedeva, le loro labbra si incontrarono, dapprima con esitazione, poi con sempre maggiore passione.
Lui si staccò ansante da lei e le prese il viso fra le mani continuando a guardarla negli occhi.
Stava per dire qualcosa, ma Kaori lo fermò posandogli un dito sulle labbra. Non servivano parole. Non c'era più nulla da dire. In quegl'anni avevano parlato persino troppo.
Ryo baciò ancora la sua mano e Kaori sentì il suo cuore battere talmente veloce da voler quasi esploderle in petto.
Rimasero così, con la mano di lei fra quelle di lui a ricevere dolci piccoli baci, e alla fine si addormentarono.
Quando Kaori si svegliò la mattina dopo, Ryo dormiva ancora con la testa appoggiata sul suo letto e continuava a stringere la sua mano. Non l'aveva lasciata per tutta la notte.
Rimase a osservarlo a lungo sino a che non lo vide svegliarsi con aria confusa.
“Buongiorno..” lo salutò lei con un sorriso.
“Buongiorno Kaori-chan..” ricambiò lui avvicinandosi a lei e baciandole le labbra.
“Da quanto era che non dormivi?” chiese lei notando la sua faccia assonnata.
“Ehm.. Non lo so..Da quando eravamo alla villa sulla spiaggia credo.”
“Allora ti ordino di tornare a casa, fare una doccia e riposarti. Io posso stare sola, non ti preoccupare.”
“Ma..”
“Non voglio sentire obiezioni. Se continui così a rimetterci sarà al tua salute. Vai a casa.”
“Ok, ma tornerò appena posso.”
“No, tornerai dopo che avrai fatto una buona dormita nel tuo letto.”
“Ok.. Se non obbedisco mi aspettano delle martellate, vero?”
“Ci puoi contare!”
Lui sorrise e le baciò nuovamente le labbra prima di uscire dalla stanza. Kaori lo guardò andare via e si sentì estremamente felice.

Due giorni dopo, Ryo portò Kaori via dall'ospedale. Salirono in macchina in silenzio e partirono. Kaori era silenziosa e guardava fuori dal finestrino, ma ogni tanto Ryo sentiva il suo sguardo curioso su di sé.
Attraversarono Shinjuku e si diressero fuori Tokyo.
“Ma dove andiamo?” domandò lei perplessa.
“Il signor Akimoto ha pagato l'affitto della villetta ancora per un altra settimana e ha detto che puoi passare lì la convalescenza.”
“Ma.. La mie cose..”
“Veramente è ancora tutto lì. Non avevo ancora portato via nulla.”
“Una settimana.. E dovremo ancora fingere di essere sposati, immagino.”
“Sì.. Altrimenti la padrona di casa ci caccia e poi potrebbe prendersela con il signor Akimoto.”
“Ok..”
“Il viaggio è lungo. Se vuoi riposati pure.”
“No, ho dormito anche troppo in ospedale.”
Il silenzio li avvolse. C'erano così tante cose che lui voleva dirle, ma non riusciva proprio a formulare le frasi.  Si disse che le avrebbe parlato una volta che fossero arrivati alla villa, con calma e intimità.
Dopo circa un'ora e mezzo di viaggio finalmente arrivarono alla villa, ma l'intimità in cui sperava Ryo era ancora lontana. Hiroko e i suoi amici li aspettavano di fronte alla casa con uno striscione in cui c'era scritto “Grazie Kaori!”
Sorrise pensando a come quei ragazzi adoravano la sua splendida socia. E pensare che la conoscevano appena. Non si arrabbiò per non aver avuto nessun ringraziamento, non gli importava.
I ragazzi avevano organizzato una festa nella villa più grande, con musica, festoni, cibo e bevande. Ryo aveva fame e fu felice di potersi rimpinzare, ma prima di lanciarsi sul buffet voleva parlare a Kaori. La vide ridere e scherzare con le ragazze che la circondavano e una fitta al cuore lo colpì al pensiero che avrebbe potuto perderla per sempre e non vedere più quello splendido sorriso. Deciso finalmente a fare la cosa giusta, raggiunse le ragazza.
“Ehm.. Scusate signorine. Kaori, posso parlarti?”
“Certo, ma proprio ora? È urgente?”
“Sì, molto urgente.”
“Ok..” acconsentì lei con sguardo preoccupato.
Ryo la prese per mano e la guidò sul patio che in quel momento era deserto.
“Che succede Ryo? Cosa c'è di tanto urgente?”
Lui si schiarì la voce nervosamente.
“Ecco.. Devi sapere che io.. Lo so, che sono una persona difficile da sopportare, so che sono maleducato, goffo, cafone e che corro troppo dietro alle donne. Lo so che non sono l'uomo migliore del mondo, so che tu a volte non mi sopporti, anzi forse mi odi..”
“Ryo, ma cosa dici?”
“Ti prego, fammi finire.” la interruppe lui. “So che non ho nessun diritto di chiedertelo e so che probabilmente mi arriverà una mega martellata solo per averlo pensato, ma..” fece una pausa prima di dire quello che gli stava maggiormente a cuore. “Kaori, io ti amo. Io non posso offrirti nulla, tranne me stesso, ma passeresti con me il resto della tua vita?”
“Ryo..” sussurrò lei con un filo di voce. Sembrava voler dire qualcos'altro, ma rimase a fissarlo per un minuto che a lui sembrò eterno.
“Kaori.. Ti prego dì qualcosa..” la implorò lui in ansia.
Lei non rispose, ma gli gettò le braccia al collo. Sentire il calore del suo corpo stretto a lui gli diede una piacevole sensazione positiva. Speranzoso, le prese il viso fra le mani e la baciò. Lei ricambiò con esitazione e la sentì tremare per la forte emozione.
“Ryo.. Dici davvero? Non mi stai prendendo in giro?” domandò infine lei con voce rotta dal pianto che la stava per invadere.
“È tutto vero.”
Un piccola lacrima brillò tra le delicate ciglia della ragazza. Lui la asciugò con un affettuoso gesto della mano, mentre lei socchiudeva gli occhi e sorrideva felice per quel contatto. Ryo si avvicinò a lei e la baciò ancora con sempre maggior passione. La desiderava da tanto tempo e poter finalmente fondere le loro labbra insieme era come un esplosione di gioia che lo invadeva.
“Kaori.. Andiamocene, voglio stare un po' da solo con te.” le sussurrò all'orecchio con tono allusivo.
Lei arrossì visibilmente e abbassò lo sguardo.
“Anche io Ryo, ma non possiamo andarcene ora. Hanno organizzato una festa per noi!”
“Allora restiamo solo mezz'ora e poi ce la svignamo, ok?”
“Ryo, ti sembra un comportamento educato??” domandò lei alterata.
“Mezz'ora non basta? Un ora?” replicò lui con sguardo preoccupato. “Ti prego, non dirmi che dobbiamo restare di più!”
“Resteremo quanto è necessario. E non voglio sentire neanche mezza lamentela! Sono stati molto carini a farci questa accoglienza.”
“Ok.. Va bene..” acconsentì lui con il muso lungo. “Però poi, quando ce ne andiamo, mokkori!” esultò lui non appena si riprese.
Non lo vide nemmeno arrivare, ma quando si ritrovò con la faccia conficcata mezzo metro sotto terra, capì che Kaori aveva tirato fuori uno dei suoi mega martelli da 10000t. A fatica riuscì a tirarsi fuori dal pavimento e se la ritrovò di fronte minacciosa.
“Sei sempre il solito maniaco! Vedi di darti una regolata o avrai dei rapporti intimi solo con questo martello!”
“Va bene.. Ti giuro che farò il bravo!” si scusò lui mentre si agitava in profondi e ripetuti inchini. “Perdonami Kaori-chan!”
“Ci penserò su.. Ora torniamo dentro, i ragazzi ci aspettano.”

Kaori stava finendo di bere un cocktail alla frutta mentre Hiroko e le sue amiche le facevano mille domande.
“Quindi tu sei una sweeper? Come hai cominciato?”
“Serve un addestramento particolare?”
“Quanto ti alleni con la pistola?”
“Hai mai ucciso qualcuno?”
“Quindi tu e Ryo non siete sposati?”
“Ma state insieme giusto?”
Non sapendo più come districarsi da quelle domande così precise e dirette, decise di tagliare la corda.
“Scusate ragazze, ma sono molto stanca per il viaggio.. Credo che andrò a riposare.”
Si sentì in colpa nel vedere lo sguardo deluso nei loro volti, ma era meglio chiudere lì con quelle domande invasive. In particolare le domande su lei e Ryo la mettevano a disagio visto che non sapeva nemmeno lei cosa dire.
Solo un'ora prima, lui le aveva fatto una dichiarazione in piena regola nel patio. Era rimasta così sorpresa che non aveva saputo che dire. Temeva che da un momento all'altro lui scoppiasse a ridere e le dicesse “Scherzetto! Ci sei cascata!”, ma non era successo. Lui aveva continuato a guardarla seriamente e poi l'aveva baciata con dolcezza, le aveva persino proposto un mokkori! Confusa lo aveva preso a martellate, non perchè si era offesa, ma perchè aveva bisogno di tempo per riprendersi.
A distanza lo aveva tenuto d'occhio. Si era dato da fare con il buffet e ogni tanto aveva parlato con i pochi ragazzi presenti. La stava aspettando pazientemente e non si era più lamentato. Dopo aver salutato le ragazze lo raggiunse.
“Andiamo? Sono stanca.” gli propose con un sorriso.
“Certo.” acconsenti lui ricambiando il suo sguardo con dolcezza.
Raggiunsero la piccola villa in silenzio e vi entrarono senza rivolgersi lo sguardo. Kaori sapeva che stava per succedere qualcosa. Ne era emozionata e spaventata allo stesso tempo. Rimase delusa però, quando lui non fece nulla. Senza dire nulla si diresse al piano di sopra per andare in camera da letto, ma lui continuava a tacere. Allora non era vero che la desiderava?
Arrivata sulle scale si voltò e lo vide immobile che la fissava. Quello sguardo sembrava volerle dire tante cose, ma perchè lui dava voce ai loro desideri? Prese il coraggio a quattro mani e decise di prendere lei l'iniziativa.
“Ryo.. Dormi con me stanotte.” riuscì a dire sperando che la sua voce non tremasse troppo.
A quelle parole lui si avvicinò a lei e si fermò quando si trovava a solo mezzo metro di distanza.
“Se io salgo con te, non sarà solo per dormire.”
“Lo so.”
“Sei sicura?”
“Sì. Voglio passare la notte con te.”
Dopo qualche secondo, lui le prese il viso fra le mani infilando le dita fra i suoi capelli. Kaori chiuse gli occhi in attesa che lui la baciasse, ma dopo qualche secondo di vana attesa li riaprì. Lui continuava a fissarla.
“Ryo.. Tu non vuoi?”
“Sì che voglio, immensamente..” sussurrò lui accarezzandole il viso. “Mi chiedo solo se non te ne pentirai domani..”
“Non lo farò. E tu?”
“Non credo che potrei pentirmene, ma tu potresti renderti conto che non sono l'uomo che credi.”
Era la prima volta che sentiva Ryo ammettere le sue paure. Lei gli cinse le braccia al collo e tirandosi su con le punte dei piedi lo baciò sulle labbra.
“Io so chi sei.” gli mormorò lei sulle labbra. “E so che non mi deluderai.”
Ryo le mise le mani sui fianchi e la prese in braccio, mentre la sua bocca cercava ancora quella di Kaori, ma questa volta con passione e urgenza. Lei si avvinghiò a lui ricambiando i suoi baci.
Lui salì lentamente le scale sino ad arrivare alla camera e la adagiò delicatamente sul letto, mentre le sue mani impazienti cominciavano a sfiorare la sua pella nuda sotto i vestiti.
Anche Kaori sentiva il bisogno impellente di accarezzare la sua calda pelle, quindi lo aiutò a levarsi la maglietta mentre lui le sfilava la camicetta. In pochi minuti si ritrovarono entrambi nudi. Ryo la strinse fra le sue braccia e le accarezzò e baciò ogni centimentro della sua pelle delicata. Il fuoco le scorreva nelle vene. Non poteva più aspettare.
“Ryo.. Ti prego..” lo implorò guardandolo negli occhi.
Anche lui sembrava al limite e la baciò mentre esaudiva la sua preghiera entrando in lei.
“Dimmi che resterai sempre con me..” le disse lui durante l'amplesso.
“Non potrei vivere lontano da te..” rispose lei con un filo di voce. “Ti amo troppo..” continuò poco prima che il piacere l'invadesse.
Ryo la raggiunse in vetta qualche secondo dopo e poi si accasciò tenendola sempre stretta fra le sue braccia.
“Dimmi che mi amerai per sempre..”chiese lei mentre affondava il viso nel suo petto.
“Non smetterò mai di amarti..” le sussurrò lui baciandole il viso e i capelli.
Kaori si lasciò cullare del calore del suo abbraccio e dalla gioia nell'averlo udito promettere il suo eterno amore e si sentì finalmente a casa.

FINE

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=341450