La villa sulla spiaggia. di marthiachan (/viewuser.php?uid=61784)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incarico estivo ***
Capitolo 2: *** L'incarico si complica.. ***
Capitolo 3: *** Chiarirsi.. ***
Capitolo 1 *** Incarico estivo ***
City Hunter deve proteggere una giovane ragazza durante le sue vacanze
estive. Questo comporterà una copertura
“particolare” per Ryo e Kaori. Entrambi provati
dalla situazione in cui si trovano, avranno degli scontri verbali
sempre più accesi e intensi.
La villa sulla spiaggia.
1 - Incarico estivo.
Kaori rientrò in casa sbuffando.. Aveva appena accettato un
caso ben pagato, ma se n'era già pentita. Proteggere una
ragazza di soli 18 anni durante la sua vacanza di due settimane al
mare.. Tremava al pensiero di quello che avrebbe provato a combinare
quel maniaco di Ryo.
Aveva appena terminato l'incontro con un ricco industriale, il signor
Akimoto, che li aveva assunti per proteggere sua figlia Hiroko che per
la prima volta faceva una vacanza sola con gli amici. A malincuore il
padre aveva dato il consenso, ma ora la preoccupazione si era
impossessata di lui e aveva deciso di far proteggere la ragazza da un
professionista. Era disposto a pagare qualsiasi somma per la sicurezza
della sua amata bambina.. Era arrivato al punto da pagare l'affitto di
una villetta sulla spiaggia accanto a quella dove avrebbero alloggiato
Hiroko e i suoi amici, in modo che City Hunter avrebbe potuto
pernottare lì mentre la sorvegliava senza destare sospetti.
Ancora poco convinta, Kaori salì le scale per andare a
svegliare Ryo e informarlo che dovevano preparare i bagagli e partire.
Bussò e senza aspettare risposta ed entrò nella
stanza. Come al solito era completamente al buio. Si diresse verso la
finestra aprì le tende e la spalancò. Il sole di
mezzogiorno invase la stanza.
“Sveglia Ryo, abbiamo un incarico!” gli
urlò contro voltandosi verso di lui.
Un mugugno di protesta provenì da sotto il cuscino nel quale
il suo socio si era nascosto dalla luce solare.
“Andiamo, sai che ora è?” insistette lei
raggiungendolo per tirargli via le lenzuola, ma poi si
bloccò.
Il bianco tessuto era l'unica cosa che copriva il corpo nudo del suo
socio. Rimase per un attimo in contemplazione di come aderiva alla
forte muscolatura di Ryo. Inoltre, sembrava coprirlo solo il tanto
necessario per nascondere la sua virilità alla sua vista.
Lui, ancora con la testa sotto il cuscino, non si era reso conto dello
sguardo carico di desiderio che la sua bella socia gli aveva riservato.
Prima che potesse accorgersene, Kaori distolse lo sguardo e si
dedicò a strappargli di dosso il cuscino.
“Ryo! Non farmi arrabbiare.. Alzati! Abbiamo un caso e
dobbiamo preparare le valigie.”
“Mmmhh.. Valigie? E perchè mai?”
brontolò infine lui con voce impastata dal sonno.
“Perchè dobbiamo proteggere una ragazza e dobbiamo
raggiungerla al mare.. Poi ti spiego in viaggio, ora alzati..”
“Una ragazza??” domandò lui
improvvisamente alzandosi e raggiungendola e prendendole le mani fra le
sue. “E dimmi, è bella? Quanti anni ha?”
continuò con faccia da maniaco.
“Ryo, è una ragazza molto giovane, non cominciare
a fare pensieri lussuriosi..”
“Ma che dici? Io non penso nulla del genere..”
cominciò a discolparsi lui con un sorriso fasullo.
Kaori lo guardò con rabbia, credeva davvero di farla franca
con quella faccia? Senza contare che pur senza abbassare lo sguardo
riusciva a percepire il membro eretto di lui eccitato alla sola idea di
incontrare la loro giovane cliente.
“Ryo, sei nudo. Non puoi nascondere quello che pensa la tua
mente malata..”
Lui sussultò e tornando a letto cercò invano di
coprirsi con un lenzuolo.
“Ehm.. Sai Kaori, è una reazione involontaria la
mattina...”
“Ma che reazione involontaria!” gli urlò
contro lei non sopportando più le sue baggianate.
“Vuoi vedere una vera reazione involontaria??”
continuò brandendo il suo martello Gold Edition da 10000t e
colpendolo con tanta forza da creare uno spostamento d'aria che fece
volare via il lenzuolo.
“Kaori..” bofonchiava lui con la testa infilata
dentro al muro. “Ma questa a me sembrava una reazione
volontaria..”
“Basta con questa storia. Preparati la valigia, si fa
tardi.” concluse lei uscendo dalla stanza con aria risoluta.
Uscendo dalla stanza, richiuse la porta dietro di se e dopo qualche
passo poggiò la schiena contro il muro. Questo incarico
sarebbe stato davvero faticoso.. Senza contare che avrebbe dovuto
mantenere a bada Ryo per evitare che facesse il maniaco con
Hiroko o qualsiasi altra ragazza, lei avrebbe dovuto dividere la
villetta con lui e lo avrebbe visto seminudo più spesso del
solito.
I suoi nervi cominciavano a cedere.. La continua tensione sessuale e il
desiderio che provava la logoravano. Fece un profondo sospiro di
rassegnazione prima di proseguire verso la sua stanza.
Cominciò a preparare la valigia anche se non sapeva
esattamente cosa metterci. Dovevano fingere che fosse una vacanza
quindi prese i suoi costumi da bagno e dei vestiti comodi e leggeri.
Prese anche degli abiti sportivi che potevano tornare utili
mentre lavoravano. Una volta terminato, portò le sue valigie
accanto all'ingresso, ma Ryo ancora non era emerso dalla sua stanza.
“Non si sarà riaddormentato?” si
domandò Kaori risalendo al piano di sopra.
Bussò alla sua porta e sentì la voce del suo
socio invitarla a entrare.
“Ryo.. Ancora non sei pronto?” esordì
appena entrò nella camera, ma si bloccò non
appena lo vide. “Ma.. Come ti sei conciato?”
Ryo era di fronte allo specchio con indosso solo un costume da bagno
che non lasciava molto spazio all'immaginazione.
“È il mio costume nuovo.. Farà colpo in
spiaggia!” rispose lui con faccia da maniaco.
Kaori non potè trattenersi dal ridere. Era davvero ridicolo
con quel minuscolo e aderente indumento. Sembrava uno spogliarellista
da quattro soldi.
“Tu credi??” domandò continuando a
ridere. “Secondo me ti prenderanno tutti in giro..”
“Nessuno prende in giro lo Stallone di Shinjuku!”
“Sino ad ora.. Ma se ti vedono con quell'affare diventerai lo
zimbello di Tokyo!”
Ormai non riusciva più a smettere di ridere e si
accasciò a terra immaginando la scena di Ryo in spiaggia che
correva dietro a delle ragazze conciato in quella maniera.
“Ehi! Non ridere.. Tu non ne capisci nulla. È
ovvio che a te non piaccio, sei un uomo..”
Sentendo l'ennesimo insulto nei suoi confronti, Kaori si riprese e si
tirò su e lo fissò per qualche secondo.
Gliel'avrebbe fatta pagare.
“Sai.. Ora che ti guardo meglio, non sei male..”
cominciò con tono malizioso avvicinandosi a lui.
“In effetti, sei sexy.. Quasi quasi mi fai venir voglia di
saltarti addosso..” concluse mentre con una mano gli sfiorava
il petto.
Alzando lo sguardo vide che lui la guardava terrorizzato.
Improvvisamente si rese conto di quello che stava facendo e dicendo.
Ora era lei a rendersi ridicola, lui la trovava ripugnante, era
evidente dalla sua faccia. Riprendendosi, scoppiò a ridere
per nascondere una fitta di dolore che la stava attraversando.
“Non fare quella faccia Ryo! Ti prendevo in giro! Ti assicuro
che tu non mi interesserai mai, qualsiasi cosa tu indossi sarai sempre
lo stesso stupido Ryo..” dichiarò uscendo dalla
stanza lasciandolo impietrito di fronte allo specchio.
Si chiuse la porta alle spalle e sospirò.. Certe volte se le
andava proprio a cercare! Aveva voluto prenderlo in giro, ma alla fine
l'unica a rimanere scottata era sempre lei. Con aria rassegnata
tornò al piano di sotto.
Ryo diede un ultimo sguardo allo specchio e poi si sedette sconsolato
sul suo letto. Lui era sempre “lo stesso stupido
Ryo”. Per un attimo aveva davvero creduto alle parole di
Kaori e si era sentito terrorizzato all'idea di non riuscire a
controllarsi.. La sua vicinanza, il suo sorriso, il suo
profumo, la sua piccola mano delicata che lo accarezzava rischiavano di
fargli perdere la ragione.
Quando lei si era allontanata ridendo, per un attimo aveva provato un
senso di sollievo, ma subito dopo si era sentito morire quando lei gli
aveva detto che lui non le sarebbe mai interessato.
Si guardò allo specchio. Forse aveva ragione, era ridicolo.
Forse doveva ammettere che non aveva più l'età
per conciarsi così..
Fece un sospiro di rassegnazione e si cambiò.
Finì di preparare la valigia alla svelta e poi scese al
piano di sotto. Il caffè era pronto e lo aspettava sul
tavolo, mentre Kaori, seduta su una sedia, sfogliava una rivista per
ingannare l'attesa.
“Ce ne hai messo di tempo! Ci aspetta un viaggio in macchina
di 2 ore e tu perdi tempo??”
“Scusa, ma avevo bisogno di tempo per svegliarmi.. Non sono
abituato ad alzarmi presto come te.”
“Ma se è quasi l'una!!”
“Sì ma io di solito a quest'ora faccio colazione,
non preparo valigie!”
“Sempre a lamentarti..” sbuffò lei
esasperata. “Finisci in fretta quel caffè che
dobbiamo andare.”
Cinque minuti dopo, avevano caricato le valigie nella piccola Mini
rossa ed erano partiti. Dovevano recarsi in una zona balneare molto
alla moda. Distava un centinaio di chilometri da Tokyo e per arrivarci
dovevano attraversare le montagne.
Durante il viaggio, nonostante la vecchia radio sputasse delle note
rumorose, Kaori si addormentò. Appena se ne rese conto, Ryo
spense la musica. Ogni volta che la strada glielo permetteva, la
osservava. Doveva essere molto stanca. Si chiese quanto dormisse
normalmente. Spesso la notte lo aspettava in piedi e poi si svegliava
presto per controllare la lavagna alla stazione, fare la spesa, pulire
la casa, preparargli la colazione, e chissà che altro..
Kaori non si fermava mai. Era come se cercasse di tenersi impegnata per
evitare qualcosa o qualcuno. Forse evitava lui? No, non poteva essere.
Perchè avrebbe dovuto? Lui si sforzava di ignorarla, lei non
aveva motivo di evitarlo.. E se invece fosse stato vero?
Pensieri e sensi di colpa gli vorticarono in testa sino al loro arrivo
alle spiagge. Fece un profondo sospiro prima di decidersi a svegliare
la sua adorata socia.
“Kaori?” la chiamò scuotendole
dolcemente una spalla.
In risposta lei emise un mugugno che inspiegabilmente gli fece provare
una fitta di desiderio allo stomaco. Per un attimo allungò
una mano verso di lei per accarezzarle il viso, ma si fermò
quando si rese conto della sciocchezza che stava per fare. Avrebbe solo
complicato tutto..
Si allontanò e scese dall'auto per cominciare a scaricare le
valigie. Fece rumore di proprosito in modo che lei si svegliasse, era
meglio che lui non si avvicinasse a Kaori o che la toccasse in quel
momento.
Una volta scaricati tutti i bagagli si avvicinò a lei per
vedere se si era svegliata, ma continuava a dormire. In fondo gli
dispiaceva, ma doveva farlo. Allungò una mano verso il
volante e suonò il clacson. La sua socia spalancò
gli occhi rizzandosi a sedere spaventata.
“Oh.. Scusa, ti ho svegliato??” domandò
Ryo con finta aria innocente.
“Scusa un corno, lo hai fatto apposta!”
“Non ti svegliavi in altra maniera..”
“Un po' di delicatezza non avrebbe guastato..” si
lamentò lei scendendo dalla macchina e cominciando a
stiracchiarsi come una gatta.
Ryo la osservò per qualche secondo poi voltò lo
sguardo, vederla fare così era troppo..
“Allora, è questa la villetta? Sembra
piccolina..” chiese per distrarsi dall'immagine della sua
socia che si allungava in maniera sexy.
“Sì, deve essere questa. Non importa se
è piccola, siamo qui per lavoro, no?”
Prese le valigie si avviarono all'ingresso e suonararono il campanello.
Il loro cliente gli aveva detto che la padrona della villa li avrebbe
aspettati per consegnargli le chiavi.
Ad aprirli fu una signora di mezza età, con un severo
chignon sulla testa e vestita in modo molto sobrio. A completare il
tutto, un enorme crocefisso le pendeva al collo. Sembrava proprio una
suora..
Con aria indifferente gli mostrò la piccola villa, il
salottino, la cucina, il bagno, il piccolo patio, e infine la camera da
letto.
“C'è solo una camera da letto?”
domandò Kaori con tono leggermente ansioso.
“Sì, ecco perchè affitto solo a coppie
sposate, non ammetto fornicazione in casa mia.”
“Coppie.. Sposate?” le fece eco Ryo con apprensione.
“Sì, di solito chiedo come referenza un
certificato di matrimonio, ma per voi ha garantito il Signor
Akimoto quindi mi fido. Da quanto siete sposati?”
Kaori raggiunse improvvisamente Ryo e lo prese a braccetto
“Da pochissimo! Siamo appena rientrati dalla luna di miele in
Europa!”
“E le vostre fedi dove sono??”
“Sa com'è, il viaggio in aereo ci ha gonfiato le
dita.. Appena si sgonfiano le rimetteremo!”
“Capisco.. Dove siete stati esattamente in luna di
miele?”
“Abbiamo fatto diverse tappe. Londra, Madrid, Parigi,
Venezia, Firenze, Atene..”
“Allora congratulazioni. Ci vediamo fra due settimane, buona
vacanza.” concluse finalmente la donna e uscì
dalla villetta.
Appena se ne fu andata, Kaori fece un sospiro e si allontanò
da Ryo.
“Quella donna fa un sacco di domande! Accidenti, il signor
Akimoto poteva anche dircelo che aveva raccontato una balla simile, ci
preparavamo!”
“Tu non lo sapevi??” domandò stupito Ryo.
“No, non ne avevo idea!”
Avrebbe voluto dirle di come era orgoglioso di lei, di come era
riuscita a toglierli da quell'impiccio in maniera credibile. Lui al
contrario sarebbe rimasto a balbettare qualcosa di incomprensibile..
“E ora?” domandò Ryo infine.
“Beh.. Nel salottino c'è un divano.”
“E chi ci dovrebbe dormire?? Io?”
“Mi sembra la soluzione migliore!”
“E no! Quel divano è minuscolo, non ci
sto!”
“Preferisci il divano o dormire con me??” lo
sfidò lei con sguardo severo.
“Preferisco dormire nel letto da solo! Dormici tu nel
divano!”
“Non ci penso nemmeno!”
“Scusa perchè? Perchè tu devi avere dei
privilegi??”
“Perchè sono una donna..”
“No che non lo sei.. Sei solo un..”
Un martello chiodato da 500t lo colpì impedendogli di
terminare la frase.
“Sei solo un cafone! E io che ti ho anche proposto di dormire
con me.. Sognatelo! Tu dormi nel divano! E non ti azzardare a fare il
maniaco! Tutti crederanno che siamo sposati e non voglio fare la figura
della cornuta! Mi sono spiegata??”
“Ma non è giusto..” si lamentava lui
massaggiandosi i bernoccoli. “Devo dormire su un vecchio e
minuscolo divano, non posso fare mokkori con le ragazze e devo anche
fingere di essere sposato con te.. Saranno due settimane da
schifo..”
“Saranno due settimane di lavoro, mettitelo in
testa!” lo rimproverò lei. “Ora
sistemiamo le valigie e poi ci mettiamo all'opera.”
Kaori si allontanò portando la sua valigia al piano di sopra
lasciando Ryo solo. Appena se ne fu andata, lui fece un profondo
sospiro. Ci mancava anche questa.. Dovevano anche far finta di essere
sposati. Sarebbe stato davvero difficile..
Kaori aveva passato l'ultima ora a sistemare i bagagli. Infine, stanca
dal viaggio, aveva fatto una doccia rilassante. Stava indossando una
maglia e dei comodi shorts quando si rese conto di non aver sentito Ryo
in tutto quel tempo. Che cosa stava combinando? Probabilmente era
andato a caccia di ragazze quel porco.. Armata di martello, scese al
piano di sotto, ma lui non c'era.
“Ryo?” lo chiamò con tono eccessivamente
dolce. “Che fai?”
Nessuna risposta. Uscì dalla villa con circospezione e vi
girò intorno. Di lui nessuna traccia. Cominciava a trovarsi
in difficoltà, quando sentì degli urli provenire
dalla casa accanto, dove alloggiava la ragazza che dovevano proteggere.
“Maniaco!”
La sweeper alzò gli occhi al cielo rassegnata e poi corse
verso l'urlo. Trovò Ryo spalmato su una finestra con la sua
solita faccia da pervertito.
“Ryo! Che diavolo stai facendo??”
“No.. Kaori non è come..” non
finì la frase perchè il martello della sua socia
lo spiaccicò sul pavimento.
“Sei sempre il solito maiale.. Pensavo che fossimo d'accordo!
Io non voglio fare la parte della moglie tradita!” lo
sgridò lei mentre lo trascinava via prendenolo per il
colletto della giacca sotto gli sguardi sbalorditi di tutte le persone
presenti.
Non appena dentro casa, Ryo cominciò a tentare di
discolparsi.
“Kaori, io stavo solo appostato per controllare la
situazione.. Dovevo studiare il luogo, gli eventuali punti di accesso..
Stavo solo studiando il campo insomma!”
“Ma per favore.. Stavi studiando la biancheria intima di
quelle ragazze, ecco perchè eri spalmato sulla finestra
della loro camera da letto!
“Non è vero! Tu mi hai detto che eravamo qui per
lavorare e io ho iniziato subito!”
“Ryo.. Evita di sparare certe scuse.. Tanto non sei
credibile!”
“Kaori smettila di darmi sempre addosso! Non sei veramente
mia moglie!” le urlò improvvisamente contro lui.
Kaori si ammutolì. Lo sapeva bene che non era realmente sua
moglie, ma sentirselo rinfacciare così era doloroso.
“Va bene. Cerca solo di non far saltare la copertura. Per il
resto non m'importa. Fai come vuoi..” concluse infine con
tono serio. Gli lanciò un ultimo sguardo ferito tornando al
piano di sopra e poi si chiuse nella camera da letto.
Si affacciò alla finestra a osservare la casa accanto. Era
molto più grande della villetta in cui stavano loro e vi
alloggiavano una decina di ragazzi sui 18 anni.
Nel patio circostante alcune ragazze prendevano il fresco, qualcuna
leggeva e qualcun'altra si faceva le unghie, ma non smettevano un
secondo di parlare e ridere. Le invidiò un po', erano
così spensierate e allegre. Lei alla loro età era
così? Nemmeno lo ricordava. Da quando Ryo era entrato nella
sua vita era come se il suo passato appartenesse a un sogno lontano.
Ricordava con esattezza solo tutto ciò che riguardava suo
fratello e la sua famiglia, ma il resto era annebbiato. Lo aveva
dimenticato come si fa con le cose che non sono importanti. Oramai per
lei contava solo Ryo.
Sospirò sedendosi nel letto. Quello stupido, invece, non
faceva che insultarla. Era stufa di rincorrerlo.. Non lo avrebbe
più fatto. Era una fatica inutile. Tanto lei non contava
nulla per lui...
Si sdraiò nel letto cercando di non pensare al suo stupido
socio, ma non ci riusciva. A distrarla fu il rumore del suo stomaco che
brontolava. Anche se non aveva nessuna voglia di rivedere Ryo,
decise di scendere al piano di sotto per prepararsi da
mangiare. Passando accanto al bagno sentì l'acqua scorrere,
evidentemente anche lui aveva bisogno di riprendersi dal viaggio. Scese
in cucina e preparò una cena fresca e leggera per sopportare
la calura estiva. Aveva appena iniziato quando sentì Ryo
scendere le scale. Continuò senza voltarsi nè
rivolgergli la parola, ma si bloccò per un secondo quando lo
sentì alle sue spalle.
“Kaori?”
“Cosa c'è Ryo?” rispose lei con un
sospiro.
“Scusami per prima.”
Era così stupita che rimase con la mano a mezz'aria. Ryo le
chiedeva scusa?? Si voltò lentamente e lo guardò
in viso, voleva accertarsi che non la prendesse in giro. Lui sembrava
serio e dal suo sguardo sembrava realmente pentito.
“Scusa se ho urlato contro di te.. Io..Non volevo farti
arrabbiare.”
Tutto qui? L'unico motivo per cui si scusava era perchè lei
si era arrabbiata?
“Non hai altro da dirmi?”
“Ecco.. Io..Credo di no.. Solo che mi dispiace per
tutto.”
Kaori tornò a cucinare senza replicare. Non si rendeva
nemmeno conto di quanto l'aveva ferita. Semplicemente non ci arrivava.
“Sei ancora arrabbiata?”
Poggiò ciò che aveva in mano con rabbia. Chiuse
gli occhi per un attimo per controllarsi.
“Sì, Ryo sono arrabbiata. Non si chiede scusa solo
perchè non si vuole far arrabbiare gli altri. Ci si scusa
quando si è capito il proprio errore e si è
dispiaciuti profondamente. Non devi scusarti solo per farmi contenta,
non me ne faccio nulla di scuse simili!”
Aveva parlato senza neanche voltarsi, ma riusciva a percepire
l'imbarazzo di Ryo. Non sapeva nemmeno cosa risponderle. Alla fine si
voltò e lo guardò.
“Ormai ci conosciamo da quasi dieci anni, mi vuoi dire che
non hai capito perchè sono arrabbiata??” gli
domandò con tono isterico.
“Io.. Non ne sono certo.”
“Tu non mi conosci affatto Ryo.. Ecco qual è il
problema.” concluse prima di tornare a occuparsi della cena.
Sentì i passi di lui allontanarsi verso il patio. Era sicura
che ora si sarebbe acceso una sigaretta, faceva sempre così
quando perdeva uno dei loro scontri verbali. Un minuto dopo l'odore del
fumo la raggunse. Lei lo conosceva fin troppo bene..
Passarono la cena in silenzio ed evitando di guardarsi. Al termine Ryo
si alzò e si diresse alla porta.
“Dove vai?” chiese lei sorpresa.
“Esco. Vado a fare ciò per cui siamo qui,
proteggere quella ragazza.”
Non replicò. Era vero, erano lì per quello, ma
sapeva che in realtà lui stava scappando da lei.
Riassettò la cucina e poi si cambiò per uscire
anche lei. Lo avrebbe raggiunto, dopotutto era la sua socia, ma doveva
vestirsi in modo che sembrasse una sposina in vacanza.
Indossò una camicetta azzurra e una leggera gonna bianca e
degli eleganti sandali. Aveva proprio l'aria della turista.
Uscì di casa e raggiunse la spiaggia. C'erano dei bar
all'aperto con musica dal vivo, inoltre in lontananza poteva scorgere
dei fuochi. Sembrava che qualcuno avesse organizzato un
falò. Era certa che i ragazzi della casa accanto fossero
lì e così vi si diresse. Quando ormai era poco
distante scorse le ragazze che aveva visto nel pomeriggio sul patio e
poco distante Ryo che li osservava fingendo di fumare una sigaretta con
aria indifferente.
Era arrivato il momento di iniziare la recita. Kaori si
stampò un sorriso in faccia e raggiunse correndo il suo
socio.
“Amore! Dovevi aspettarmi!” esordì
gettandoglisi fra le braccia.
“Cosa? Ma...” balbettò lui confuso.
“Ti sembra il modo di trattare la tua
neomogliettina??” continuò lei recitando mentre
gli lanciava uno sguardo allusivo.
“Oh.. Sì, hai ragione cara..”
replicò lui quando capì la situazione.
“Mi farò perdonare stanotte!”
Senza farsi vedere da nessun'altro, Kaori gli conficcò il
tacco nel piede e poi con grande naturalezza lo prese a braccetto e
cominciarono a camminare sulla riva come una vera coppia.
“Sarebbe così romantico.. La luna, il mare.. E
invece è solo una recita.” si ripeteva
continuamente Kaori.
“Sei davvero brava a recitare.. Per un attimo ho creduto
davvero che mi amassi..” le sussurrò lui
all'orecchio non appena furono lontani dal gruppo di ragazzi.
“Faccio il mio dovere per non rovinare la
copertura.” replicò lei con tono tagliente.
Passeggiarono avanti e indietro tutta la sera in modo da poter
controllare il gruppo in cui stava la giovane Hiroko, una ragazza
bionda e piuttosto timida. Se non fosse stato perchè
l'avevano sentita più volte chiamare dalle amiche, Ryo e
Kaori non l'avrebbero mai notata. Non sembrava in pericolo,
probabilmente erano lì solo per la tranquillità
di un padre ansioso, non perchè ci fosse una reale minaccia.
Quando finalmente a notte inoltrata i ragazzi spensero i fuochi e
tornarono alla villetta, anche loro li seguirono poco dopo. Appena
furono lontani da sguardi altrui, Kaori si allontanò da Ryo.
Era meglio tornare immediatamente alla realtà. Lui non
protestò, anzi gli sembrò di sentire un sospiro
di sollievo.
“Vai al diavolo..” pensò lei mentre si
dirigeva al piano di sopra.
Appena fu nella camera e si fu sistemata per la notte però,
i sensi di colpa la investirono. Ryo doveva dormire in quello scomodo
divano, mentre lei aveva un letto tutto per se..
Cercò delle coperte e dei cuscini e poi scese al piano di
sotto a portarglieli. Lui era seduto sul bordo della finestra e
guardava verso l'esterno.
“Ti ho portato coperte e cuscini..” lo
informò sentendosi improvvisamente stupida.
“Grazie, ma stanotte sto di guardia. Io me ne occupo la notte
e tu il giorno, così non siamo costretti a stare
insieme.”
Un pugno le avrebbe fatto meno male. Lui non voleva nemmeno lavorare
con lei. Furiosa, gli gettò le coperte e i cuscini sul
divano e se ne tornò in camera da letto.
Passò una notte particolarmente agitata, il nervosismo le
aveva creato una dolorosa morsa allo stomaco. Dopo due ore ancora non
aveva preso sonno quindi scese in cucina per prepararsi qualcosa di
caldo che le distendesse i nervi. Appena arrivò in cucina lo
vide.. Era a petto nudo e indossava solo dei pantaloni
chiari. Accidenti a lui! Era così bello.. Dovette imporsi di
mantenersi arrabbiata. Notò che accanto a lui aveva la sua
fedele Python. Poteva dire molte cose di lui, ma non che non prendesse
sul serio il suo ruolo di guardia del corpo.
Ryo era rimasto sulla finestra a osservare la villetta accanto. Avrebbe
anche potuto tentare un incursione nella casa accanto per sorprendere
qualcuna di quelle giovani ragazze, ma in realtà non ne
aveva voglia. Si sentiva un vero schifo. La litigata con Kaori, la loro
recita in spiaggia, e poi la fuga di lei non appena erano stati soli,
lo avevano provato più di quanto riuscisse ad ammettere. Non
sapeva nemmeno come aveva trovato la forza di dirle che era meglio se
lavoravano separati, ma aveva dovuto, lo sguardo furioso di lei lo
faceva star male.
Stava bevendo una tazza di caffè per tenersi sveglio, quando
la vide nell'ingresso della cucina.
“Che fai qui? Tutto bene?”
“Sì.. Ho solo bisogno di bere qualcosa di
caldo.” replicò lei con tono freddo. Era ancora
arrabbiata.
Era proprio un disastro con le parole. Aveva cercato di scusarsi e
invece aveva peggiorato la situazione. Avrebbe voluto dirle che, anche
se lei non era sua moglie, le doveva tutto e che era felice di averla
accanto, ma le parole gli si erano incagliate nel suo stupido orgoglio.
Aveva finito per farle delle scuse vuote..
La osservò prepararsi un infuso caldo. Sapeva che lo faceva
quando era nervosa.
“Stai bene?” le domandò preoccupato.
“Sì.”
“Di solito non bevi tisane a meno che non stai
male..”
Lei si voltò a guardarlo con aria di sfida.
“Che cosa vuoi Ryo?”
“Niente.. Io mi preoccupo per te..”
“Non ce n'è bisogno.” replicò
lei mentre si versava dell'acqua calda nella tazza.
“Senti.. Lo so che le mie scuse erano un disastro, ma mi
dispiace davvero.” insistette Ryo non sopportando la sua
freddezza.
“Ryo..” sbuffò lei senza rivolgergli lo
sguardo. “Non serve a niente scusarsi se poi si torna punto e
a capo.”
Aveva ragione, sapeva che una volta tornato tutto come prima, lui
avrebbe ripreso a comportarsi come sempre e a farla soffrire con i suoi
insulti e il suo comportamento.
“Forse hai ragione, è meglio lavorare
separati..” continuò lei distogliendolo dai suoi
pensieri. “Ma dobbiamo dare una parvenza di coppia sposata
non dimenticarlo.”
“Lo so..”
Kaori bevette la sua tisana e poi ripose la tazza nel lavello poco
prima di allontanarsi verso il piano di sopra.
“Vengo a darti il cambio alle 8. Dopodichè potrai
anche dormire nel letto..” lo informò senza
fermarsi né voltarsi.
Era così fredda con lui. Sentì un profondo dolore
al petto investirlo solo all'idea che lei lo odiasse.
Come avrebbe voluto salire al piano di sopra, stringerla fra le
braccia, baciarla e dirle che la amava da star male.. Chissà
quale sarebbe stata la sua reazione. Probabilmente lo avrebbe
allontanato schifata e poi lo avrebbe preso a martellate.. Una volta
pensava che lei lo amasse, ma ultimamente era quasi certo che lei lo
trovasse repellente. Ne era convinto ogni giorno di più.
Forse perchè ormai lo conosceva troppo bene. Non poteva
nascondere i suoi lati peggiori a lei, e sapeva di averne tanti.. Anzi,
si chiedeva come fosse possibile che non lo avesse ancora mandato al
diavolo.
Perso in questi pensieri rimase sorpreso nel vedere il sole sorgere e
farsi alto nel cielo. Nella villetta accanto, era stato tutto molto
tranquillo e i suoi inquilini cominciavano a svegliarsi.
Sentì dei passi scendere le scale. Li avrebbe riconosciuti
fra mille.. Kaori si era alzata.
“Buongiorno..” la salutò appena la vide,
ma lei gli rispose con un semplice cenno della testa.
Non erano ancora le 8 e la sua bella socia iniziava a preparare la
colazione. Anche se la sera prima avevano fatto tardi lei non si
lamentava della stanchezza. Si alzava sempre così presto?
Anche quando restava in piedi ad aspettarlo sino a notte fonda?
Si avvicinò a lei e rimase a osservarla. Era così
bella anche quando si arrabbiava, però aveva voglia di
vederla sorridere..
“Cosa prepari di buono?” domandò
cercando un argomento neutro.
“Niente di che.. C'è troppo caldo per cucinare. Se
vuoi qualcosa di caldo preparatelo da solo.” concluse lei
mettendo in tavola del latte fresco e della frutta.
“No, mi va bene quello che prepari tu..”
Lei lo guardò con sospetto, come se non credesse alle sue
parole, ma non replicò e si sedette a tavola.
Fecero colazione in silenzio. Kaori teneva lo sguardo basso osservando
solo la sua colazione. Ryo invece la osservava con attenzione, ma
quando le alzò lo sguardo all'improvviso lui fu costretto ad
abbassare il suo concentrandosi sui biscotti che immergeva nel latte.
Lei finì presto di mangiare e salì al piano di
sopra lasciandolo solo a domandarsi se lei lo avrebbe mai perdonato per
tutto quello che le faceva passare o se ormai avevano superato il punto
di non ritorno..
Quando un quarto d'ora dopo, Kaori ridiscese era molto diversa.
Indossava un colorato copricostume a minigonna che faceva risaltare le
sue lunghe e splendide gambe.. Un cappello di paglia e una borsa dello
stesso materiale si accompagnavano perfettamente agli occhiali da sole
e alle comode infradito. Sembrava realmente una turista.
“Dove vai conciata così?”
domandò più ingelosito che sorpreso.
“Vado a lavorare..”
“Ma..”
“Ryo, devo tenere d'occhio dei 18enni in vacanza! Secondo te
dove passeranno l'intera giornata?? In spiaggia, ovvio.. E tu saresti
il grande professionista?” lo provocò con sarcasmo.
“Capisco..”
“Puoi andare a riposarti, ora inizia il mio turno. Mi darai
il cambio stasera alle 8.”
“Ma non dovremmo farci vedere un po' assieme??”
“Ah.. Sì.. Ok, allora stasera si replica la
sceneggiata di ieri. A dopo.” concluse lei con tono
lievemente scocciato uscendo di casa.
La guardò allontanarsi dalla finestra e, come se lo avesse
programmato, pochi secondi prima che passasse di fronte all'ingresso
della villa accanto, un gruppo di ragazze, compresa la timida Hiroko,
ne uscirono in tenuta da spiaggia. Kaori continuò per la sua
strada senza destare sospetti nel gruppo di giovani che la precedevano.
Era davvero brava.. Come avrebbe fatto senza di lei?
Salì al piano di sopra ed entrò nella camera da
letto. Non ci era ancora entrato. Era carina. I mobili in legno di
colore bianco davano una sensazione di freschezza e purezza. Il grande
letto a due piazze era rivestito di candide lenzuola di cotone ed era
stato rifatto con attenzione da Kaori. Quella stanza sembrava fatta
apposta per lei..
Si spogliò e si sdraiò nel letto. Il morbido
cuscino profumava di fiori, come la sua amata socia. Lo strinse a
sé e, cullato da quel delicato aroma, si
addormentò stremato.
Quando, ore dopo, riaprì gli occhi, era pomeriggio
inoltrato. Scese al piano di sotto, ma naturalmente Kaori non c'era.
Sicuramente era ancora impegnata a proteggere Hiroko. Cercò
qualcosa che desse sollievo al suo stomaco e aprendo il frigo vi
trovò due sandwiches. Evidentemente la sua dolce socia era
rientrata per un rapido spuntino e aveva pensato di preparare qualcosa
anche per lui. Sorrise pensando a quanto era buona con lui. Anche se
era arrabbiata si preoccupava che lui avesse sempre un pasto pronto. E
la sera prima si era anche preoccupata di portargli dei cuscini in modo
che fosse più comodo su quello stupido divano.
Divorò tutto in pochi secondi e poi tornò al
piano di sopra a lavarsi e cambiarsi, aveva deciso che l'avrebbe
raggiunta in spiaggia. Indossò il suo vecchio costume da
bagno, dopo i commenti di Kaori aveva preferito non portarsi dietro
quello nuovo. Non voleva essere ridicolo.
Si diresse in spiaggia e dopo una mezz'ora in cui esplorava il litorale
finalmente individuò il gruppo di cui faceva parte Hiroko e
poco distante, sotto un ombrellone colorato, due gambe perfette si
allungavano sotto il sole. Un cappello di paglia copriva il viso della
proprietaria, ma Ryo avrebbe riconosciuto quelle splendide gambe
ovunque. Avvicinandosi vide che, sempre ligia al dovere, la sua socia
continuava a osservare il gruppo di ragazzi fingendo di leggere un
libro. Inoltre una punta di gelosia lo assaliva quando notava che ogni
uomo che le passava accanto la squadrava con evidente interesse. Si
avvicinò lentamente a lei e le si fermò alle
spalle.
“Signorina, è qui da sola?” chiese
cammuffando la voce.
“Ryo, non sei divertente..” replicò lei
senza neanche voltarsi.
Sorpreso le girò intorno per guardarla in viso.
“Come mi hai riconosciuto?”
“Odori di polvere da sparo..”
“Ma oggi non ho sparato..”
“Lo so, ma ormai quell'odore è impregnato nella
tua pelle, nei tuoi capelli, nei tuoi vestiti. È parte di
te.”
Ryo sorrise, era vero, lei lo conosceva fin troppo bene. Le si sedette
accanto in silenzio, cercando il coraggio per parlarle di quello che
gli stava a cuore.
“Perchè sei qui?”lo precedette lei.
“Non hai fiducia in me?”
“No.. Io volevo prendere un po' di sole.. E poi volevo
parlarti.”
“Di cosa?” domandò lei continuando a
osservare Hiroko con attenzione.
“Hai ragione ad essere arrabbiata con me.. Ma mi chiedevo se
potessimo avere una tregua sinchè non terminiamo questo
incarico.”
“E poi? Che succederà? Ti comporterai come se
niente fosse?”
“No, io.. Io voglio farmi perdonare.”
“E come?”
“Ancora non lo so..”
Kaori rimase in silenzio per qualche secondo, senza guardarlo
nè mostrare alcun tipo di emozione.
“Facciamo così, accetto la tregua, ma staremo qui
circa due settimane, cerca di farti perdonare prima che finisca
l'incarico.” concluse infine Kaori dopo un profondo sospiro.
Ryo poteva ritenersi soddisfatto. Sapeva che se non avesse fatto
qualcosa in merito, l'avrebbe persa per sempre, ma aveva appena avuto
una seconda chance.
Alzò lo sguardo verso il gruppo di ragazzi che dovevano
tenere sotto controllo. Hiroko leggeva un libro mentre prendeva il
sole, mentre gli altri chiaccheravano.
“Come è andata? Ci son stati problemi?”
“No, hanno fatto il bagno, preso il sole, giocato a beach
volley, fatto di nuovo il bagno, preso il sole, e così via..
Per pranzo son tornati alla villa e l'ho fatto anche io. Hai trovato i
sandwiches che ti ho lasciato?”
“Sì, grazie.”
Finalmente lei si voltò verso di lui e gli sorrise. Gli
sembrava di non vedere quel sorriso da anni.
“Prego..” replicò lei con dolcezza.
Questa era la sua Kaori, quello era il sorriso che lo mandava in tilt,
lei era la donna che amava come non aveva mai amato nessun'altra.
“E che mi dici di quel tizio?” chiese per cambiare
argomento.
“Quello che finge di leggere il giornale? È
lì da qualche ora e osserva le ragazze. Credo sia solo un
maniaco,sin ora non ha fatto nulla di male..” lo
informò con schiettezza la sua socia.
Non poteva negare che era davvero migliorata molto. Anni prima non
avrebbe neanche fatto caso a un uomo che fingeva di leggere il
giornale.. Avrebbe pensato che era un turista come gli altri.
Ora invece era diverso, era riuscita a cogliere le sfumature necessarie.
“Va bene, ma sarà meglio tenerlo sotto controllo,
non si sa mai.” aggiunse con tono preoccupato.
“So come tener a bada i maniaci, ho fatto pratica con
te!”
“Ma.. Io non sono pericoloso!”
“Dipende da cosa intendi per pericoloso..”
“Io non farei mai del male a una donna, lo sai.”
“Del male no, ma attenteresti alla sua virtù.. Per
me anche questo significa essere pericoloso..”
“Sai.. Non tutte la pensano come te..”
“Lo so. Ma io mi riferisco alle ragazze serie mica alle
puttanelle che frequenti tu.”
“Io non frequento solo puttanelle..”
Lei emise uno strano suono, come uno sbuffare tra il divertito e il
sarcastico.
“Non mi credi Kaori?”
“Dopo tanti anni so che quelle ci stanno con te di solito son
solo delle puttanelle, anche se fingono di non esserlo.”
“Quindi tu non lo sei perchè con me non ci
staresti mai..” replicò lui quasi senza pensarci.
Quando Incontrò lo sguardo stupito di lei e improvvisamente
si rese conto di quello che aveva detto.
“Cosa? Che vorresti dire??”
“Non è come credi.. Io.. Intendevo.. Era solo un
esempio..” balbettò imbarazzato e preoccupato
all'idea di ricevere una martellata.
“Tanto per la cronaca, se anche fossi come quelle puttanelle,
so bene che tu non mi vorresti mai.. Mi hai detto tante volte che ti
faccio schifo.” precisò lei con tono leggermente
offeso.
“Beh.. Sì, l'ho detto, ma..”
iniziò ma poi si fermò. Non era né il
luogo né il momento giusto per parlare di certe cose.
“Ma?” insistette lei.
“Ma.. Io esagero sempre, lo sai.”
“Quindi? Cosa significa??” lo incalzò
lei con uno strano tono ansioso.
“Significa che.. Beh.. Non sei così male in
fondo..” riuscì a dire infine. “Io vado
a fare un bagno..” aggiunse allontanandosi. Non poteva
rispondere ad altre domande.
Fece una lunga nuotata per schiarirsi le idee.
CONTINUA..
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Capitolo 2 *** L'incarico si complica.. ***
Eccomi con il secondo capitolo!
Innanzi tutto, ringrazio tutti coloro che hanno letto e commentato il
primo capitolo. Questa FF è nata così, senza
grandi pretese, ma sono contenta che sia piaciuta. Spero che i
successivi capitoli non vi deludano, perchè la storia
comincerà a evolversi rapidamente.
Una piccola precisazione sulla storia: In questa FF ho reso Kaori meno
imbranata e un pochino più sicura di sè. Mi ero
stancata di descriverla come la donzella in pericolo. Ryo, d'altra
parte, l'ho reso più umano, con tanti dubbi e debolezze,
come dovrebbe essere nella realtà.
Un'altra precisazione, ma sulla sottoscritta: So che in questo sito si
pubblicano spesso FF incompiute, ma io non lo faccio. Se pubblico un
capitolo è perchè ormai la storia è
conclusa. La divido in capitoli solo per poterla leggere con maggiore
comodità. Quindi non temete, non vi lascerò mai a
metà! ^_^
Ora vi lascio al secondo capitolo. Buona lettura.
2 - L'incarico si complica..
Kaori era rimasta immobile a guardarlo andare verso il mare e
immergersi. Cosa aveva voluto dire? Perchè all'improvviso
era così gentile? Sembrava quasi che volesse farle un
complimento.. Era possibile? Cercando di distrarsi dalle strane
sensazioni che provava, riprese a sorvegliare il gruppo di ragazzi.
Solo allora si rese conto che Hiroko non era nel gruppo. Dove era
andata? Come aveva fatto a perderla di vista? Si alzò per
guardarsi meglio intorno, ma non la vide né in acqua
né intorno a lei.. Improvvisamente si rese conto che era
sparito anche l'uomo che fingeva di leggere il giornale.
Un brivido le attraversò la schiena. Sapeva che la ragazza
era in pericolo. Il panico la stava avvolgendo. Doveva chiamare Ryo?
No, avrebbe perso troppo tempo, lui era a largo ormai. Prese la sua
borsa e corse verso la zona delle villette. A quell'ora era una zona
isolata e qualcosa le diceva che quel tipo ne stesse aproffittando.
Arrivò nella stradina che portava alle case, ma non vide
nessuno. Rimase interdetta per un attimo, ma poi sentì un
urlo e corse in quella direzione. In una traversa buia, il tipo visto
in spiaggia stava aggredendo la povera Hiroko. Sembrava volesse
trascinarla da qualche parte, ma lei si ribellava con forza e non gli
rendeva la cosa facile.
Kaori tirò fuori la pistola dalla borsa e gliela
puntò contro.
“Lasciala bastardo!”
L'uomo si voltò verso di lei e la guardò con
disprezzo.
“Che vuoi bambola? Se vuoi dopo ce n'è anche per
te..” replicò l'uomo sprezzante mentre continuava
a tenere la ragazza per un polso.
“Ti ho detto di lasciarla.” ripetè lei
con tono gelido mentre il suo dito sfiorava il grilletto.
“Che vorresti farmi con quel giocattolo??”
“Sei convinto che sia un giocattolo?” lo
sfidò lei e per dimostrargli che non lo era puntò
a cassonetto e lo colpì di striscio. L'aggressore ne rimase
impressionato.
Puntò nuovamente contro l'uomo e lo guardò con
rabbia.
“Lasciala immediatamente o il prossimo proiettile
è per te.”
L'uomo la guardava ancora a bocca aperta e, terrorizzato,
lasciò Hiroko e corse via. Kaori conservò l'arma
in borsa e raggiunse la ragazza.
“Ti ha fatto del male?”
“Solo al polso..” replicò lei con tono
confuso mostrandole un livido. “Ma tu chi sei?”
“Io sono Kaori.” le rispose con un sorriso
affettuoso.
“E perchè vai in giro con una pistola?”
“Beh.. Sai io vivo a Shinjuku e sono abituata a portarla per
difesa personale..” spiegò sperando di essere
credibile. “Vuoi qualcosa? Dell'acqua magari?”
“No, devo andare alla villa. Ho promesso a mio padre che gli
avrei telefonato a quest'ora..”
“Capisco. Se vuoi ti accompagno.”
“Lo faresti? Grazie!” esclamò Hiroko con
un sorriso di gratitudine.
“Kaori! Stai bene?” li interruppe all'improvviso la
voce di Ryo alle loro spalle.
“Ryo.. Sì, certo. Ho aiutato lei, un tizio l'ha
aggredita.”
“Un tizio? Chi?”
“Non so chi fosse, ma l'avevo visto in spiaggia che leggeva
il giornale..” spiegò la ragazza ancora agitata.
Ryo e Kaori si scambiarono uno sguardo di intesa.
“E tu chi sei?” continuò la ragazza
rivolta a Ryo.
“Oh, sì.. Scusami.. Lui è.. Ryo, mio..
Marito.” balbettò sentendosi strana nel definirlo
così. “E lei è..” si
bloccò rammentando che doveva fingere di non conoscerla.
“Io sono Hiroko.” completò la frase la
ragazza.
“La accompagno alla sua villetta. Tu torna pure alla
spiaggia.” disse Kaori al suo socio che le rispose
con un cenno della testa e si allontanò.
Le due ragazze proseguirono la stradina che portava alle case e si
fermarono quando arrivarono a quella in cui stava il gruppo di ragazzi.
Hiroko fece accomodare Kaori nel patio ed entrò all'interno
a predere il telefono portatile.
“Che cosa gli dico?” domandò con un
sospiro sedendosi accanto a Kaori. “Vuole sapere come sto, ma
dopo quello che è appena successo, cosa posso
dirgli?”
“Devi dirgli le cose positive. Ti stai divertendo e il posto
è bellissimo. Inoltre, a parte lo spavento e il livido, tu
in effetti stai bene. Non devi mentire.” cercò di
incoraggiarla la sweeper.
“Ok..” acconsentì la ragazza facendo un
profondo sospiro prima di comporre il numero.
Kaori la osservò mentre parlava con il padre. La ragazza
cercava di avere un tono allegro ed entusiasta per non preoccupare il
genitore. Era evidente che erano molto legati. Quando Hiroko chiuse la
chiamata il suo voltò cambiò.
“Mi sento così falsa.. L'ho illuso che tutto vada
bene, ma non è così.”
“A volte la verità non è la scelta
giusta, lo avresti fatto soffrire.”
“Lo so..”
“Se hai bisogno di qualsiasi cosa, io e Ryo siamo nella
villetta accanto.”
“Grazie.. Ti andrebbe di riaccompagnarmi in spiaggia? Non me
la sento di tornare da sola.”
“Certo.”
Le due ragazze si diressero in spiaggia. Kaori notò
l'inquietudine della ragazza quando passarano nel punto in cui era
stata aggredita. Chissà se avrebbe superato lo spavanto
preso.
Erano quasi arrivate in spiaggia quando videro Ryo rincorrere qualcuno.
Solo quando lo bloccò e gli diede un pugno riuscirono a
riconoscere in lui l'aggressore di Hiroko. Lo trascinò di
fronte alla ragazza e glielo buttò ai piedi.
“Adesso le chiedi scusa verme!” gli
ordinò con rabbia.
“Io..Io.. Mi spiace..” balbettò lui con
la testa bassa. “Non capiterà mai più,
lo giuro..”
“Ti conviene o te la dovrai vedere con me! Sono stato
chiaro??” gli urlò contro Ryo tirandolo su per il
collo.
“O-Ok..” acconsentì lui terrorizzato.
Ryo lo lanciò a terra con disprezzo e lui scappò
via immediatamente.
“Grazie..” sussurrò Hiroko guardando Ryo
con ammirazione.
“Figurati, vermi come quello meritano di peggio..”
replicò lui con modestia. “Spero che ora sarai
più tranquilla.”
“Io.. Credo di sì..” balbettò
lei arrossendo lievemente.
Kaori la osservò per qualche secondo e capì che
Ryo aveva appena infranto un altro cuore. Trattenne un sospiro di
rassegnazione.
“Andiamo, i tuoi amici ti aspettano.” la
invitò conducendola dolcemente lontano dal suo socio.
La accompagnò dal suo gruppo e poi la salutò con
un sorriso. Raggiunse Ryo e insieme tornarono alla loro postazione poco
distante. Kaori prese nuovamente posto nello sdraio continuando a
osservare Hiroko.
“Avevi ragione su quel tizio. Mi spiace non averti creduto.
Per quanto riguarda Hiroko, ora che mi conosce sarà
più facile starle vicino e proteggerla.”
esclamò Kaori non appena furono soli sotto il loro
ombrellone.
“Sì, hai ragione.. Comunque sei stata molto brava
oggi..”
“Anche tu.. Hai conquistato Hiroko.”
“Che intendi?”
“Che ti guardava come se fossi il principe azzurro.. Non fare
stupidaggini con lei, però. È una ragazza
innocente e dobbiamo proteggerla, non fare il maniaco come
sempre.”
“Non ne ho intenzione. È una bella ragazza, ma
è troppo infantile per me..”
Kaori lo guardò con estrema sorpresa. Infantile? Da quando
Ryo si metteva certi scrupoli?
“Quindi preferisci qualcuna delle sue amiche
suppongo..” insinuò lei cominciando a sospettare
cosa intendesse.
“Anche le sue amiche mi sembrano infantili. A me piacciono le
donne non le bambine.”
“E da quando le ragazze di 18 anni sono troppo infantili per
te? È la prima volta che te lo sento dire.”
“Si cambia e si matura Kaori. Questo vale anche per
me..”
“Tu maturo? Non ci crederò mai.. Pensi di farti
perdonare con queste balle da quattro soldi?”
Ryo le si avvicinò e prendendola per le spalle la
guardò negli occhi in maniera molto seria.
“Ti sembra che stia mentendo?”
Kaori rimase perplessa nel ritrovarsi così vicino a lui. La
sua pelle calda la stava sfiorando e i suoi occhi sembravano volerla
avvolgere. Non riuscendo a reggere a quello sguardo, abbassò
il suo.
“Ok.. Ti credo..” acconsentì per
concludere il discorso. “Ora lasciami.. Siamo in
pubblico.”
“Tutti credono che siamo sposati, che ti importa?”
la sfidò con un sorrisino.
“Ma non lo siamo, giusto Ryo?” replicò
lei non potendo evitare di rinfacciargli quello che lui le aveva detto
la sera prima.
“No.. Non lo siamo, ma sei la persona più vicino a
una moglie per me.” replicò lui sempre seriamente.
Kaori si allontanò da lui non riuscendo a gestire
più la sua vicinanza e si diresse verso il mare per fare un
bagno e riprendersi.
Perchè Ryo si comportava così? Sembrava volesse
dirle qualcosa.. Aveva quasi la sensazione che volesse.. No, non era
possibile. Lei era l'ultima donna al mondo con cui lui ci avrebbe
provato. Eppure.. Scacciò quei pensieri che non le facevano
bene.. Ci mancava solo che si illudesse.
Tornò all'ombrellone e dopo qualche secondò
sentì molti sguardi su di sé. Il suo bikini le
stava bene, lo sapeva, ma non capiva perchè la
fissassero tutti così. Quando arrivò
all'ombrellone si rese conto che anche Ryo la fissava in maniera strana.
“Ma che ho che non va??”
“Niente. È solo che.. Il tuo bikini.. È
trasparente..” le spiegò lui imbarazzato.
Kaori solo allora si guardò e notò che la coppa
del reggiseno bagnata lasciava intravedere completamente il seno. Era
praticamente nuda.
Presa dal panico, afferrò un asciugamano e se lo avvolse
attorno. Era la prima volta che indossava quel costume, non aveva idea
fosse così trasparente!
“Accidenti.. Che vergogna! Non lo indosserò mai
più..”
“Non ti devi vergognare. Nessuno mi pare si sia lamentato.
Anzi hai finalmente dimostrato che sei una vera donna!”
Un piccolo martello da 1t lo colpì lasciandogli un grosso
bernoccolo in testa. Non aveva usato un martello più grosso,
perchè sapeva che a suo modo Ryo le aveva appena fatto un
complimento.
Alzando lo sguardo verso il gruppo di ragazzi vide che i preparavano
per lasciare la spiaggia. Lei e Ryo iniziarono a imitarli qualche
minuto dopo. Quando il gruppo gli passò accanto, Hiroko
sorrise a entrambi e li salutò. Aspettarono un discreto
lasso di tempo e poi li seguirono a debita distanza.
Appena arrivati alla villa, Kaori si preparava a mettersi di guardia,
ma Ryo la bloccò.
“Ci penso io, vai a fare una doccia. Devi essere
stanca.” le disse lui premurosamente.
Kaori ne rimase spiazzata. Non si aspettava tanta gentilezza da parte
sua.
“Ma devi sostituirmi alle 8..”
“Non c'è problema.. Vai pure. Riprendi
dopo.” insistette lui con sguardo deciso.
Incapace di rispondere, obbedì e salì al piano di
sopra a fare una doccia. Lavandosi dal sale e dalla sabbia si
rilassò immensamente e sentì la stanchezza
impossessarsi di lei. Non sapeva se avrebbe retto la stanchezza, la
tensione dell'incarico e la pressante vicinanza di Ryo ancora a lungo.
Si sentiva un fascio di nervi. Avrebbe voluto mollare tutto e fuggire
via, ma non poteva. Hiroko aveva bisogno di lei, e anche Ryo..
Indossò dei comodi short, una canottierina che mostrava la
sua abbronzatura e delle scarpe sportive in tela e scese al piano di
sotto. Era pronta a difendere Hiroko con la sua stessa vita.
Ryo aveva preso posto alla finestra e stava di guardia mentre fumava
con apparente tranquillità. Lei lo raggiunse e con una
leggera pacca sulla spalla lo informò della sua presenza.
“Puoi andare a fare la doccia.. Riprendo io.”
“Ok..” acconsentì spegnendo la
sigaretta. Si voltò per andarse ma si bloccò e le
sorrise. “Sei abbronzata..” disse sfiorandole il
naso.
“Beh.. È naturale, sono rimasta tutto il giorno in
spiaggia..”
“Ti sta bene un po' di colorito..”
continuò lui prima di allontanarsi verso il piano di sopra.
Kaori rimase, immobile a ripetersi mentalmente le parole che lui le
aveva appena detto. Cosa significavano? Cosa intendeva dire?
Si concentrò sul lavoro per non pensarci. Era meglio non
stare a cercare significati nascosti.. Sicuramente non ce n'erano.
Per una mezz'ora non accadde nulla, sino a che non vide Hiroko uscire
dalla villetta accanto e dirigersi verso la loro. Presa dal panico,
Kaori nascose tutto quello che poteva far capire alla ragazza quale
fosse la vera ragione per la loro presenza lì.
Quando suonò il campanello, andò ad aprire
cercando di mostrarsi calma e rilassata.
Quando la salutò, la ragazza sembrava nervosa e Kaori la
fece accomodare incuriosita.
“Ecco.. Io e miei amici ci chiedevamo se stasera volevate
unirvi a noi.. Faremo un piccolo falò sulla spiaggia. I
ragazzi hanno portato le chitarre e canteremo.. Vi andrebbe?”
“Beh.. Sarebbe bello. Ne devo parlare con Ryo, ma non credo
ci saranno problemi. Piuttosto non saremo di troppo tra voi?”
“No, assolutamente. E poi, dopo quello che hai fatto, per me
sei come una sorella.. Spero che verrete, a meno che non vogliate stare
soli..” insinuò la ragazza arrossendo leggermente.
Kaori la imitò ritrovandosi imbarazzatissima.
“Ecco.. Non credo ci siano problemi.. Noi non..”
“Ciao Hiroko.” la calda voce di Ryo interruppe
quella difficile discussione.
Voltandosi a guardarlo però, Kaori si rese conto che le cose
andavano a peggiorare. Ryo indossava solo un minuscolo asciugamano
intorno alla vita.
“Ciao..” replicò la ragazza paonazza
mentre lo fissava con estrema ammirazione.
“Ehm.. Ryo.. Hiroko ci ha chiesto se stasera ci uniamo a lei
e ai suoi amici. Tu sei d'accordo?” domandò Kaori
per distrarsi da quel petto scolpito e da come quell'asciugamano
lasciasse scoperti gli addominali più bassi del suo socio..
“Certo, perchè no?” replicò
lui tranquillamente, mentre si sedeva accanto a Kaori e le passava un
braccio attorno alle spalle.
La sweeper si irrigidì sorpresa, ma poi si rese conto che
sicuramente Ryo lo stava facendo per mantenere la loro copertura.
Fingeva di essere suo marito.
“B-Bene.. Allora.. Stasera alle 9.. Alla
spiaggia..” balbettò Hiroko alzandosi e
andandosene velocemente.
I due rimasero soli e Kaori cercò di allontanarsi
immediatamente da Ryo, erano troppo vicini.. Lui però, non
le permise di alzarsi.
“Ma..” tentò di protestare lei.
“Ti da così fastidio che ti abbracci?”
“Ecco.. Io.. No, è che.. Devo tornare al
lavoro.”
“Allora non stai scappando da me?”
“Non dire sciocchezze.. Perchè dovrei?”
“Non lo so.. Forse..” cominciò lui con
aria confusa.
“Ryo, non sono più arrabbiata se è
quello che credi. Almeno per ora.” lo interruppe lei temendo
che lui avesse capito quello che lei provava.
“E tu.. Voglio dire.. Io non ti procuro fastidio o
repulsione?”
Kaori lo guardò sorpresa e interdetta. Ryo temeva di farle
schifo? E da quando? In tutti quegl'anni non aveva fatto che vantarsi
di quanto fosse bello, e lei invece veniva sempre considerata il
mezzuomo repellente. Perchè ora le chiedeva certe cose?
Perchè sembrava aver cambiato atteggiamento di colpo? Non
sembrava nemmeno lui..
“Ma di che parli Ryo? Perchè dovrei provare
repulsione per te?”
“Non lo so.. Da qualche tempo ho l'impressione di
disgustarti. È così?”
“No, mi fai arrabbiare, è vero, ma il disgusto o
la repulsione sono sensazioni che non provo nei tuoi
riguardi.”
“E cosa provi?”
Kaori sentì mancarle un battito. Aveva capito bene la
domanda che lui le aveva fatto? O forse aveva le allucinazioni?
Perchè le chiedeva una cosa del genere? Aveva forse qualche
sospetto? Pensava di aver nascosto bene ciò che provava o
almeno di averlo depistato, ma se lui le faceva una domanda simile
evidentemente sospettava qualcosa. Quali altri motivi potevano esserci
per chiederle una cosa simile?
“Io.. Cosa ti aspetti che risponda?”
cercò di prendere tempo.
“La verità.”
Kaori deglutì a fatica. Lui era così vicino e la
guardava fisso negli occhi. Sentì il cuore batterle
all'impazzata e la pelle avvampare. Provata da una simile emozione
abassò lo sguardo.
“Ryo.. Ti prego.. Non farmi queste domande..”
“Perchè no?”
“Perchè non voglio risponderti.”
“Capisco..” acconsenti lui allontanandosi da lei
con aria triste. “Vado a vestirmi e poi ti do il
cambio.”
Finalmente sola, Kaori fece un profondo respiro per ritrovare il
controllo e poi tornò di guardia. Nella casa accanto vedeva
parecchio movimento. C'era musica alta e vedeva le ragazze muoversi
forsennatamente all'interno della stanza. Sembrava che stessero
ballando.. Sorrise pensando a come avrebbe voluto essere libera e
allegra come quelle ragazze, ma aveva visto troppe cose tristi, aveva
perso troppe persone che amava. Inoltre, nella sua vita c'era Ryo,
l'unica persona al mondo con cui aveva stretto un legame più
forte di quello che aveva con suo fratello. L'unica persona al mondo
che amava, che poteva renderla felice o gettarla nella disperazione
più nera. L'unica persona al mondo di cui aveva bisogno come
l'aria che respirava.
Quando lo vide scendere le scale si riprese dai suoi pensieri. Quasi
non si rese conto di rimanere a osservarlo con estrema ammirazione,
come faceva Hiroko. Era semplicemente perfetto.
Aveva indossato dei semplici jeans bianchi a cui aveva abbinato una
camicia in lino dello stesso colore. Non aveva abbottonato
completamente il colletto e Kaori riusciva a intravedere una parte di
quel petto scolpito che solo poco prima aveva avuto vicino. Il candore
dei suoi abiti faceva risaltare la sua pelle leggermente arrossata per
il sole preso quel pomeriggio.
Facendosi forza, distolse lo sguardo dalla visione del suo bellissimo
socio che le veniva incontro.
“Ora ci penso io.” disse lui con freddezza senza
guardarla in viso.
“D'accordo.. Vuoi che ti prepari qualcosa da
mangiare?”
“Se devi preparare..” replicò lui sempre
più gelido.
Ora cosa gli prendeva? Perchè d'improvviso era
così distaccato con lei?
“Tutto bene Ryo?”
“Certo.”
“Sei arrabbiato per qualcosa?”
“Perchè dovrei? In fondo non ne ho motivo
giusto?” domandò lui sarcasticamente mentre alzava
finalmente lo sguardo su di lei. Fu come una pugnalata. Quegli occhi in
quel momento esprimevano solo odio.
“Non capisco cosa intendi..”
“Niente Kaori, non intendo nulla. Ora lasciami lavorare,
siamo per questo, no?”
“Sai, mi hai veramente scocciato. Un giorno sei maleducato,
il giorno dopo gentile e poi cambi nuovamente atteggiamento e diventi
un pezzo di ghiaccio. Io non ne posso più dei tuoi assurdi
cambi di umore!”
“Hai mai pensato che i miei cambi d'umore possano dipendere
da te?”
“Da me? E da quando sono così importante per te da
influire sul tuo umore?”
Lui la guardò come se volesse dire qualcosa, ma non lo fece
e se ne andò sbattendo la porta. Kaori lo vide passeggiare
intorno alla villa fumando nervosamente.
Ryo diede un calcio a un sasso che si trovò di fronte.
Prenderla in giro non serviva, farle i complimenti non serviva, farle
domande esplicite non serviva.. Non sapeva più come
comportarsi con lei. Si era davvero stufato di fare il bravo ragazzo,
visto che i risultati erano quelli.
Fu distratto dal gruppo di ragazze della casa accanto che si riunivano
nel patio a prendere il fresco. Non erano poi così male..
Non gli importava molto che fossero infantili. Avevano dei corpi da
sballo. Persino la piccola Hiroko, nonostante fosse più
minuta delle altre, era decisamente da non sottovalutare. Inoltre
sembrava piacerle, e questo era un punto a suo favore.
Gettò la sigaretta e stava per andare a provarci con quelle
ragazze quando sentì un suono sospetto venire dal retro
della casa. Si diresse nel punto da cui veniva il rumore e vi
trovò un uomo armato di fucile che prendeva la mira verso le
ragazze.
“Che fai?” domandò puntandogli la sua
Python alla tempia.
“Io.. E tu chi diavolo sei?”
“Io sono quello che ti ficca una pallottola in testa se non
mi dici chi sei e che cosa vuoi!”
L'uomo non rispose continuando a tremare.
“Il bersaglio è Hiroko?” insistette lo
sweeper.
L'uomo annuì debolmente.
“Chi ti manda?”
“Se te lo dico mi uccideranno..”
“Se non me lo dici ti uccido ora..”
“Va bene.. Mi manda Shun Jukodo.”
“Il vicepresidente delle Industrie Akimoto?
Perchè?” chiese Ryo ricordando immediatamente a
chi apparteneva quel nome.
“Non lo so.. Io sono pagato per ucciderla. Non faccio
domande.”
“Già.. Voi idioti non fate mai
domande..” replicò Ryo con disprezzo.
“Ora ascoltami. Vai da quel verme di Jukodo e digli che non
farà del male a Hiroko perchè c'è City
Hunter a proteggerla!” concluse dando un calcio all'uomo e
facendolo finire a terra.
“C-City Hunter??” balbettò il killer
terrorizzato prima di scappare via.
Ryo osservò quel delinquente andarsene via inciampando sulle
sue gambe. C'era qualcosa che non andava. Loro non erano lì
per far stare calmo un padre apprensivo, Hiroko era realmente in
pericolo.
Rientrò nella villetta con passo svelto.
“Kaori, chiama il signor Akimoto, è
importante.”
“Perchè? È successo qualcosa a
Hiroko?”
“Non ancora.. Chiamalo.” le ordinò con
tono severo.
Osservò la sua socia prendere il telefono e digitare il
numero. Aspettò qualche minuto prima che il maggiordomo le
passasse finalmente il signor Akimoto.
“Buonasera signor Akimoto, sono Kaori Makimura. Il mio socio
le vorrebbe parlare.” disse prima di passare la cornetta a
Ryo.
“Mi ascolti bene. Se vuole che proteggiamo come si deve sua
figlia deve dirci tutto quanto, o mi rifiuto di proseguire..”
lo minacciò lo sweeper non appena ebbe il telefono fra le
mani.
“Ma.. Cosa..”
“Non intendo ripeterlo signor Akimoto.”
“Va bene. Vi raggiungo e vi spiego, ma vi prego continuate a
proteggere mia figlia..”
“La aspetto domani mattina.” concluse Ryo chiudendo
la conversazione.
“Ma che succede?” domandò incuriosita la
sua socia.
“Il vicepresidente delle Industrie Akimoto vuole uccidere
Hiroko. Il nostro cliente non ci ha detto tutto.”
“Come lo sai?”
“Ho appena fermato un killer assoldato per questo. D'ora in
poi dobbiamo rafforzare la sorveglianza. Cerca di avvicinarti il
più possibile a Hiroko.”
“Forse dovremmo dirle che è in
pericolo..”
“Sino a che possiamo evitarlo non glielo diremo. È
inutile spaventarla.” concluse lui riuscendo fuori per
tornare di guardia.
Si sedette nella piccola veranda e continuò a osservare le
ragazze, non avevano neanche sospettato di essere state in pericolo.
Rimase a guardarle a lungo e si chiese se si rendevano conto di quanto
erano fortunate ad avere l'un l'altra. Certe volte lui si sentiva
così solo. La continua caccia di donne in cui si impegnava
era solo un palliativo. Avrebbe voluto avere qualcuno con cui
condividere un legame profondo. Kaori era la persona più
vicina a lui, ma c'erano delle volte in cui non riuscivano proprio a
capirsi. Come in quel momento..
La sua socia lo raggiunse e gli si sedette accanto. Ryo aveva
l'impressione che avrebbero litigato ancora.
“Cosa c'è Kaori?”
“Sei arrabbiato perchè non ti ho
risposto?”
Ryo rimase in silenzio. Allora aveva capito..
“Il tuo non voler rispondere è in
realtà una risposta.”
“E tu sei sicuro di aver capito che risposta
è?” domandò lei guardandolo con aria
triste.
Ryo si chiese se non aveva frainteso tutto. Kaori lo guardava come non
faceva da molto tempo. Forse non era come credeva, forse lei non lo
disprezzava..
“Kaori io..”
Un urlo femminile proveniente dalla casa accanto lo interruppe. Si era
distratto e aveva smesso di controllare Hiroko!
Scattò in piedi e corse in direzione della casa. Il gruppo
di ragazze si stringeva attorno a una che non riusciva a distinguere.
“Ragazze che succede? Tutto bene?”
domandò preoccupato appena le raggiunse.
Il gruppo si sciolse e vide che al centro c'era una ragazza
scarmigliata e non vide Hiroko fra loro.
“L'ha rapita.. L'ha portata via..” ripeteva la
ragazza al centro evidentemente sconvolta.
“Chi è stata rapita? Hiroko?”
“Sì.. Un uomo l'ha portata via..”
singhiozzava ancora lei.
“Da che parte sono andati?”
“Eravamo nel giardino sul retro..Io ho cercato di
impedirglielo, ma lui mi ha dato uno schiaffo così
forte..”
Ryo corse nel giardino sul retro impugnando la sua fedele Python. Non
si sarebbe mai perdonato se fosse successo qualcosa a quella ragazza
per colpa sua. Si era distratto, come aveva potuto?
Il giardino confinava con un boschetto, il luogo ideale per
nascondersi. Ryo vi entrò alla ricerca di Hiroko e del suo
rapitore. Cominciò a correre e infine intravide delle ombre
che camminavano. Erano loro. Li raggiunse e dopo aver preso la mira
sparò con estrema precisione al braccio dell'uomo che
dolorante lasciò la ragazza. Ryo le andò vicino e
la aiutò ad alzarsi mentre continuava a tenere sotto mira
l'uomo sanguinante.
“Allora, sei il secondo stasera.. Voglio sapere
perchè ce l'avete con questa ragazza.”
“Io..Non ti dirò nulla.. Bastardo..
Morirò dissanguato!”
“Sì, a meno che non mi dici quello che voglio
sapere.”
“Maledetto.. Io eseguo solo gli ordini..”
“Sì, lo so.. Voi killer idioti non fate domande.
Allora lo dico anche a te. Comunica al tuo capo che se cercherete
ancora di fare del male a questa ragazza ve la vedrete con City
Hunter.”
Con uno strattone lo tirò su e gli strappò la
giacca per improvvisare una fasciatura.
“Ora vai via e anche velocemente..” gli
ordinò dandogli una spinta.
L'uomo corse via senza voltarsi indietro. Ryo si voltò a
guardare Hiroko. Sembrava terrorizzata.
“Stai bene?”
“Sì.. Ma tu chi sei veramente? Perchè
quell'uomo ha cercato di rapirmi?”
“Hai mai sentito parlare di City Hunter?”
“Sì.. Mi sembra di averlo sentito
nominare.”
“Sono stato assunto da tuo padre per proteggerti. Solo che
lui si è dimenticato di dirmi quanto in realtà
fosse grave la situazione. Ora vieni, torniamo in casa.”
“Mio padre? Io non capisco.. Perchè nessuno mi ha
detto niente?”
“Domattina verrà qui e potremo chiedere
spiegazioni direttamente a lui.” concluse lui avviandosi
verso la villa.
Appena arrivarono alla casa le amiche di Hiroko la circondarono di
abbracci affettuosi. Ryo si guardò intorno in cerca di
Kaori, ma non la vide. Si allontanò verso la villa
più piccola, ma non era neanche lì.
Entrò dentro la casa, ma era deserta.
“Kaori??” chiamò cominciando a sentirsi
in ansia.
Entrò nella cucina e nel tavolo, conficcato con un coltello
su un anguria presente nella fruttiera, c'era un biglietto.
“Se rivuoi la tua donna portaci la ragazza. Stasera a
mezzanotte al vecchio faro.”
Quei maledetti avevano rapito Kaori, mentre lui si occupava di Hiroko..
Dovevano essere parecchi. Il signor Akimoto doveva spiegargli molte
cose.
CONTINUA..
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Capitolo 3 *** Chiarirsi.. ***
Eccoci all'ultimo capitolo.
Ringrazio tutti infinitamente per i vostri commenti. Non mi aspettavo
tanto successo per questa FF!
Spero che la fine vi soddisfi perchè per me è
stato complicato trovare una conclusione che si accordasse bene con tutto il
resto e starà a voi giudicare se ci sono riuscita.
Risolvere l'incarico non è un problema per Ryo,
più difficile è chiarirsi con Kaori.
Buona lettura!
3 - Chiarirsi..
Kaori si risvegliò con un forte dolore alla testa. Era
legata e imbavagliata e si trovava in un angolo buio e umido di un
edificio a lei sconosciuto.
Quando Ryo si era allontanato in soccorso di Hiroko, qualcuno l'aveva
aggredita alle spalle. Si era difesa come aveva potuto, ma i suoi
aggressori erano in tre, nonostante si dimenasse non era riuscita a
liberarsi. Alla fine un dolore acuto alla testa l'aveva fatta svenire.
Quanto tempo era passato? Ryo sapeva che era stata rapita? La stava
già cercando? E Hiroko? Aveva fatto in tempo a salvarla?
Sperò che quella ragazza stesse bene. Lei se la sarebbe
cavata in qualche maniera, ma Hiroko era così giovane e
innocente. Non meritava che le capitasse qualcosa di male, ma aveva
fiducia in Ryo, sapeva che lui non lo avrebbe permesso. E sapeva anche
che sarebbe venuto a salvarla.
La testa continuava a pulsarle dolorosamente e aveva freddo. I suoi
vestiti estivi erano troppo leggeri per l'umidità che si
respirava in quella stanza buia. Il suo corpo cominciò a
tremare violentemente senza che potesse controllarlo. Cercava di
chiedere aiuto, ma il bavaglio lasciava uscire solo versi
incomprensibili.
Si raggomitolò il più possibile cercando di
combattere il freddo, ma non serviva. Finalmente la porta si
aprì ed entrò qualcuno nella stanza. Vedere uno
dei suoi rapitori la inondò di rabbia tanto che
improvvisamente il freddo svanì.
L'uomo la strattonò per un braccio e la tirò su
in piedi. Kaori gemette di dolore, quell'uomo non sapeva cosa fosse la
delicatezza. La trascinò con sé e salirono una
lunga scalinata a chiocciola. Ma dove si trovavano? Sembrava essere una
torre o qualcosa di simile.
Finalmente arrivati in cima, entrarono in una stanza in cui erano
presenti delle vecchie apparecchiature e una grande vetrata da cui si
vedeva il mare. Ora capiva, si trovavano in un faro.
Seduto al centro della stanza, con un abbigliamento elegante che
stonava con l'ambiente circostante, c'era un uomo sulla trentina che
fumava un sigaro con estrema tranquillità.
“Lei deve essere la donna di City Hunter.. Makimura,
giusto?”
“E lei deve essere quell'animale che vuole uccidere la povera
Hiroko.. Jukodo, giusto?” replicò lei
non appena le fu tolto il bavaglio tralasciando di specificare il suo
rapporto con Ryo.
“Animale? Io non oserei dire certe cose nella tua situazione.
Mi basta un cenno della mano per farti torturare nel peggiore dei modi.
I miei uomini si annoiano e me ne sarebbero grati.”
“I tuoi uomini sanno anche che se mi toccano firmano la loro
condanna a morte?” li sfidò lei mostrando
più coraggio di quello che aveva in realtà.
“City Hunter è solo un uomo.. Non è
invincibile.” continuò l'uomo con disprezzo.
“In molti l'hanno pensato in questi anni, ma poi si sono
pentiti di averlo fatto.”
L'uomo si alzò e la raggiunse. La guardava negli occhi per
cercare di capire se fingeva. Kaori continuò a guardarlo con
coraggio.
“Sei molto bella e coraggiosa, mi piacerebbe averti per me.
Dopo aver ucciso City Hunter ti farò diventare la mia
donna.”
“Dopo che lui ti avrà ucciso,
calpesterò il tuo cadavere con gioia.”
sibilò lei con odio.
L'uomo fece una risata gelida che la disgustò.
Un altro uomo la costrinse a sedersi su una vecchia e polverosa sedia e
la legò a essa. La testa continuava a pulsarle di dolore e
rabbia. La botta che le avevano dato era stata particolarmente
violenta. Voleva essere forte, ma in realtà desiderava che
Ryo sfondasse quella porta e la salvasse.
Passò un tempo che a lei sembrava lunghissimo. Jukodo
parlava sottovoce con i suoi uomini e lei non riusciva a sentire cosa
dicessero. Erano tre uomini più il loro capo, ma non era da
escludere che ci fosse anche qualcun'altro. A un certo punto un suono
gracchiante proveniente da una ricetrasmittente interruppe le loro
discussioni.
“Capo! I miei compagni son spariti! Credo che..”
gridava la voce metallica prima di interrompersi all'improvviso.
Jukodo si voltò verso Kaori con un ghigno malefico e poi la
raggiunse e prendendola per un braccio la tirò a
sè
“Il tuo uomo è venuto a salvarti.. Ora vediamo se
è invincibile come dicono.” le sibilò
all'orecchio mentre le teneva un affilato coltello puntato alla gola.
“La pagherai cara mostro!” replicò lei
terrorizzata da quella lama così vicina alla sua pelle.
“Stai zitta o potrei decidere di marchiare la tua splendida
pelle.. Chissà se lui ti vorrebbe ancora così
sfregiata..” la minacciò indicandole con un gesto
che le avrebbe sfregiato barbaramente il viso.
Kaori sentì degli spari provenire dal piano inferiore che
rimbambavano nelle scale. Ryo stava arrivando.. Era terrorizzata che
quegli uomini gli facessero del male. Preferiva sacrificarsi lei
piuttosto che vedere morire lui.
Gli uomini di Jukodo uscirono dalla stanza per raggiungere i compagni e
così lei rimase sola con il loro capo che la stringeva
eccessivamente sempre tenendole l'arma puntata al collo.
“Sai bambola, quasi quasi non ti uccido..” le
sibilò all'orecchio. “Sei proprio il mio tipo. Mi
piacerebbe possedere il tuo splendido corpicino. Sei molto
eccitante.” continuò lui infilandole una mano
sotto la camicetta e posandogliela sul seno.
“E tu sei solo un viscido verme.. Sono certa che le uniche
donne che hai mai avuto o le hai pagate o le hai costrette con la
forza.” replicò lei decisa a non farsi spaventare
da quell'uomo, soprattutto ora che Ryo era arrivato.
“Lo vedremo..” la minacciò lui con tono
lascivo.
Un brivido di disgusto la attraversò. Quell'uomo le faceva
immensamente schifo. Degli altri spari la distraerono da lui. Ryo era
sempre più vicino. Pregò che andasse tutto bene..
Quando finalmente la porta si spalancò, Kaori lo vide con in
mano la sua Python fumante. Il suo sguardo trasmetteva una furia cieca
che lei conosceva bene.
“Lasciala.” esordì puntanto la pistola
verso Jukodo.
“Sai, non sei furbo. Se mi spari, lei muore. So che sei
veloce, ma non puoi fare i miracoli.”
“Mi stai facendo arrabbiare. Non ti piacerebbe vedermi
veramente arrabbiato. Lasciala. Non voglio ripetertelo.”
“Stai bleffando.. È evidente.”
replicò l'altro con una leggera incrinatura nella voce.
Cominciava a perdere la sua sicurezza. “Se vuoi la tua donna,
devi darmi la figlia di Akimoto, lo sai.”
“Hiroko è al sicuro con suo padre e la polizia di
Tokyo sta arrivando per arrestarti. Puoi lasciarla e passare il resto
della tua vita in carcere, o morire qui ora. Cosa preferisci?”
“Se io muoio, lei verrà con me!”
urlò l'uomo alzando il braccio con il coltello verso Kaori.
Tutto accadde estremamente in fretta. Una pallottola colpì
la manò di Jukodo. Kaori si liberò e gli diede
una ginocchiata in mezzo alle gambe. L'uomo perse l'equilibrio e cadde
a terra.
“Te l'avevo detto.. Sei solo un viscido verme con un ego
smisurato.” gli rinfacciò lei con odio e poi lo
sputò in viso. “E questo è per aver
osato toccarmi!”
Ryo la raggiunse e prese l'uomo per un braccio tirandolo su e lo
sbattè contro un muro.
“Ho una gran voglia di farti la pelle, ma sento le sirene
della polizia in arrivo. Spero di non incontrarti ancora o giuro che
pagherai con gli interessi!” sibilò Ryo furioso.
Dei passi concitati nelle scale gli indicarono che la polizia era
arrivata. Saeko entrò nella stanza con sicurezza.
“Shun Jukodo, è in arresto per tentato omicidio e
rapimento.” dichiarò mentre due uomini lo
ammenettavano e prendevano in custodia.
Kaori lo guardò mentre lo portavano via. Dove era la sua
spavalderia ora? E perchè aveva organizzato tutto
ciò? Voleva chiedere spiegazioni a Ryo e Saeko, ma
improvvisamente gli si annebbiò la vista.
“Kaori! Kaori!” la voce di Ryo la chiamava con tono
preoccupato.
Riuscì a riaprire gli occhi e si rese conto di essere a
terra, era svenuta.
“Ryo..” sussurrò prima che la vista le
si annebbiasse nuovamente.
Ryo camminava nervosamente nella stanza d'ospedale. Il medico gli aveva
detto che non era nulla di grave, solo un leggero trauma cranico e che
ora dovevano solo lasciarla riposare, ma non era facile vederla in quel
letto ora dopo ora. Oramai erano quasi due giorni che la vegliava e
nonostante le rassicurazioni del medico, lui era sempre più
preoccupato.
Spesso le si sedeva accanto e prendeva la sua mano fra le sue sperando
che lei lo sentisse e si svagliassse, ma non succedeva. Lei continuava
a dormire in maniera apparentemente pacifica. Ryo cominciava a credere
che non si sarebbe più svegliata.
“Kaori..” iniziò a chiamarla con tono
ansioso. “Ti prego svegliati..”
Voleva dirle molte cose, ma quelle furono le uniche parole che
riuscì a formulare. Voleva dirle che l'amava e che quando
l'aveva vista svenire aveva creduto di morire. Voleva dirle che non
l'avrebbe mai lasciata, perchè lei era la sua anima.
“Accidenti, Kaori svegliati! Mi sono stufato di
aspettarti!” esclamò lasciando che fosse il suo
stupido orgoglio a parlare. Era difficile ammettere il suo bisogno di
lei anche a se stesso.
Prese nuovamente la sua piccola mano fra le sue e se la
poggiò sulla fronte.
“Ti prego non lasciarmi solo.. Lo sai che, senza di te, io
sono solo uno stupido maniaco!”
Alzò lo sguardo verso di lei, i suoi occhi erano sempre
chiusi. Frustrato, lasciò la sua mano e si alzò
per riprendere a passeggiare nervosamente per la stanza.
Aveva fatto appena qualche passo quando sentì un mormorio
provenire dal letto. Si voltò a guardarla e vide che i suoi
occhi erano leggermente socchiusi.
“Kaori!” esclamò felice sedendosi
accanto a lei. “Come ti senti?”
“Ryo.. Cosa ci faccio in ospedale?”
“Hai avuto un leggero trauma cranico.. Hai dormito per quasi
due giorni, ma il medico ha detto che è normale e che sei
fuori pericolo.”
“Hiroko? Sta bene?”
“Sì..” rispose lui con un sorriso. La
sua dolce Kaori pensava sempre prima agli altri.
“E Jukodo? Perchè voleva ucciderla?”
Ryo le raccontò quello che il signor Akimoto gli aveva
svelato. Shun Jukodo era in realtà suo figlio illeggittimo.
Lui non sapeva di avere altri figli oltre ad Hiroko sino a poco tempo
prima, ma Jukodo pensava che lui l'avesse abbandonato e aveva meditato
vendetta per tutta la vita. Era riuscito a entrare a lavorare nelle
Industrie Akimoto e, con metodi più o meno onesti, era
riuscito a diventare vicepresidente. Quando la sua posizione era
consolidata, aveva iniziato a ricattare il signor Akimoto. Doveva
nominarlo suo unico erede o avrebbe ucciso Hiroko. Akimoto si era
rifiutato non credendo a una simile minaccia, ma temendo per la vita di
Hiroko li aveva assunti. Non gli aveva detto nulla perchè
credeva che la semplice presenza di City Hunter avrebbe spaventato
qualsiasi aggressore, ma si era sbagliato.
“Quindi, Jukodo voleva uccidere la sua sorellastra?”
“Sì..”
“Lo sapevo che era un verme..”
Ryo sorrise, ma poi si ricordò di quello che Kaori aveva
urlato contro quell'uomo. “E questo è per aver
osato toccarmi!”
“Kaori, ti ha fatto del male?”
“Mi ha minacciata, insultata e mi ha infilato una mano sotto
la camicetta. Per fortuna per lui non mi ha fatto altro, altrimenti ti
assicuro che non sarebbe arrivato in prigione vivo.”
Questo era sicuro. Se le avesse fatto qualcos'altro lo avrebbe ucciso
lui stesso in maniera molto dolorosa.
“Kaori.. Io..” cominciò cercando di
trovare il coraggio di dirle quello che realmente provava, ma ancora
una volta si bloccò. “Vado ad avvisare il medico
che ti sei svegliata.” concluse invece alzandosi e uscendo
dalla stanza.
Si ritrovò solo nel corridoio e si diede dello stupido. Era
il momento giusto, nessuno li avrebbe disturbati e lei non aveva certo
la forza per prenderlo a martellate.. Perchè non era andato
avanti? Perchè quelle parole sembravano non voler uscire
dalla sua bocca?
Scosse la testa dandosi ancora una volta dell'idiota e andò
ad avvisare il medico di guardia. Nell'ora successiva, Kaori fu
sottoposta a controlli di routine e alla fine venne dichiarata
definitivamente fuori pericolo. L'avrebbero tenuta sotto osservazione
altri due giorni per motivi di sicurezza.
Quando il medico andò via, rimasero nuovamente soli. Ryo
continuava a camminare avanti e indietro per la stanza.
“Ryo, smettila.. Mi fai venire il mal di mare!” lo
rimproverò lei. “Siediti qui, ti prego.”
Titubante, lui obbedì. Sarebbe riuscito a parlarle?
“Sai Ryo, lo so che sei rimasto qui tutto il
tempo.” lo informò lei con sguardo basso mentre
arrossiva leggermente. “Sentivo la tua presenza.”
“Io.. Non potevo certo lasciarti sola.”
“Grazie per essermi stato accanto.”
Ryo non rispose. Non sapeva come esprimere ciò che lo stava
invadendo in quel momento.
“Se sei stanco, vai a casa.” lo invitò
lei con un sorriso materno.
“Non sono stanco. E non me ne vado senza di te.”
esclamò lui con decisione mentre la fissava negli occhi.
Lei sembrava sorpresa e anche felice di quella risposta.
Ricambiò il suo sguardo per un lunghissimo minuto. Forse
poteva essere quello il momento per farsi avanti. Fece un profondo
sospiro per trovare il coraggio.
“Senti Kaori..” iniziò nuovamente, ma fu
interrotto dall'ingresso nella stanza di tutti i loro amici.
Miki, Umi, Saeko, Reika, Mick e Kazue invasero la piccola stanza
d'ospedale circondando Kaori e facendo mille domande su come si sentiva.
In pochi minuti, Ryo si sentì un intruso. Addio momento di
intimità, pensò. Si alzò e
uscì dalla stanza senza dire nulla, nessuno ci fece caso. O
almeno così credeva lui.
Kaori lo aveva visto lasciare la stanza con aria triste. Era la seconda
volta quel giorno che sembrava volesse dirle qualcosa d'importante, ma
poi per un motivo un altro non era andato avanti.
“Tutto bene Kaori?” domandò Miki
preoccupata notando il suo sguardo.
“Sì.. Solo che Ryo.. È
strano.”
“E ti stupisci?” ironizzò Umi ridendo.
“Intendo più del solito, ma forse è
solo una mia impressione.”
Gli amici cercarono di distrarla raccontandole tutt'altro, ma lei
continuava a fissare la porta con ansia. Perchè Ryo se n'era
andato?
Per un'ora i suoi amici restarono con lei, ma quando si resero conto
che non potevano tirarle su il morale, Mick e Umi andarono a cercare
Ryo per riportarlo volente o nolente da Kaori.
“Ragazzi, non è necessario. Tornerà...
Prima o poi.” cercò di fermarli lei, ma non
l'ascoltarono.
“Se quello scemo non lo capisce da solo, ci pensiamo noi a
ricordargli le buone maniere!” esclamò Mick mentre
usciva dalla stanza.
Kaori era rimasta sola con le ragazze che la guardavano incuriosite.
Sembravano aspettare qualche spiegazione.
“Perchè mi guardate così?”
“Allora, cosa è successo? Quando siamo entrati
eravate così vicini e lui ti guardava in un modo..
Racconta!” iniziò la barista che era
più curiosa delle altre.
“Non è successo nulla..”
“E allora come spieghi che Hiroko credeva che foste
sposati?” insistette la poliziotta.
“Era la nostra copertura. Dovevamo fingere di essere una
coppia di sposini.”
“Hiroko mi ha detto che eravate molto credibili.. Ha
vaneggiato su un Ryo seminudo che ti abbracciava. All'inizio non le ho
creduto, ma dopo aver visto come vi guardavate, ora le
credo..”
“Beh.. Anche quello era una parte della copertura. Ryo..
Beh.. Credeva che una coppia di sposini dovesse comportarsi
così..”
“E a te non è dispiaciuto per niente, vero
Kaori?” chiese maliziosa la sua migliore amica.
“Miki.. Io.. Ma perchè parliamo di
questo?”
A interrompere la chiaccherata fra donne fu Umi che rientrò
tenendo per il colletto Ryo e Mick.
“Questo scemo correva dietro alle infermiere e quest'altro
invece di fermarlo si è unito a lui.. Che razza di
elementi!” esclamò schifato gettandoli a terra.
“Mick!” esclamo Kazue furiosa fulminandolo con lo
sguardo.
“Non è come credi..” cercò di
scusarsi lui, ma la sua donna lasciò la stanza senza
voltarsi e lui fu costretto a seguirla per implorare perdono.
Ryo era rimasto solo a subire gli sguardi di rimprovero di tutti.
“Ma che avete da guardare?”
“Sei sempre il solito porco!”
“Maiale!”
“Maniaco pervertito..”
Avevano esclamato le ragazze rimaste. Solo Kaori non aveva detto nulla,
ma lo guardava con estrema tristezza. Per un attimo aveva pensato che a
lui importasse di lei, ma si era decisamente sbagliata. Si
voltò dall'altra parte per non continuare a guardare quel
viso che gli procurava piacere e dolore contemporaneamente.
“Kaori.. Devi essere stanca. Noi andiamo.” si
congedò Miki che evidentemente aveva capito la situazione.
Un minuto dopo, così come erano arrivati, tutti i loro amici
sparirono e Ryo e Kaori rimasero nuovamente soli.
“Kaori.. Io..”
“Sono stanca Ryo. Lasciami in pace per favore.”
“Ok..” acconsentì lui sedendosi
nuovamente accanto a lei.
“Vai a casa Ryo, non è necessario che
resti.”
“Voglio restare.”
“Certo, per correre dietro alle infermiere..”
“No, voglio restare per te.”
“Non mi è sembrato..”
Lui non rispose, costringendola a guardarlo in viso per capire cosa gli
passasse per la testa. Lui la fissava in un modo che le fece
dimenticare perchè era arrabbiata.
“Kaori.. Lo so che sono un idiota, ma se resto qui
è solo per te, te lo giuro.”
Non sapeva cosa rispondere, voleva credergli immensamente.
Alzò una mano verso di lui e gliela passò fra i
capelli con fare protettivo. Lui chiuse gli occhi come se quel contatto
lo mandasse in estasi. Kaori ne fu sorpresa e fermò la mano.
Ryo riaprì gli occhi e la prese fra le sue e poi vi
depositò un casto bacio che su di lei ebbe l'effetto di una
tempesta di fuoco. Si sentì avvampare e abbassò
lo sguardo imbarazzata.
Fu il delicato tocco di Ryo a costringerla ad alzare lo sguardo e a
incontrare i suoi caldi occhi.
Prima che potesse rendersi conto di quello che succedeva, le loro
labbra si incontrarono, dapprima con esitazione, poi con sempre
maggiore passione.
Lui si staccò ansante da lei e le prese il viso fra le mani
continuando a guardarla negli occhi.
Stava per dire qualcosa, ma Kaori lo fermò posandogli un
dito sulle labbra. Non servivano parole. Non c'era più nulla
da dire. In quegl'anni avevano parlato persino troppo.
Ryo baciò ancora la sua mano e Kaori sentì il suo
cuore battere talmente veloce da voler quasi esploderle in petto.
Rimasero così, con la mano di lei fra quelle di lui a
ricevere dolci piccoli baci, e alla fine si addormentarono.
Quando Kaori si svegliò la mattina dopo, Ryo dormiva ancora
con la testa appoggiata sul suo letto e continuava a stringere la sua
mano. Non l'aveva lasciata per tutta la notte.
Rimase a osservarlo a lungo sino a che non lo vide svegliarsi con aria
confusa.
“Buongiorno..” lo salutò lei con un
sorriso.
“Buongiorno Kaori-chan..” ricambiò lui
avvicinandosi a lei e baciandole le labbra.
“Da quanto era che non dormivi?” chiese lei notando
la sua faccia assonnata.
“Ehm.. Non lo so..Da quando eravamo alla villa sulla spiaggia
credo.”
“Allora ti ordino di tornare a casa, fare una doccia e
riposarti. Io posso stare sola, non ti preoccupare.”
“Ma..”
“Non voglio sentire obiezioni. Se continui così a
rimetterci sarà al tua salute. Vai a casa.”
“Ok, ma tornerò appena posso.”
“No, tornerai dopo che avrai fatto una buona dormita nel tuo
letto.”
“Ok.. Se non obbedisco mi aspettano delle martellate,
vero?”
“Ci puoi contare!”
Lui sorrise e le baciò nuovamente le labbra prima di uscire
dalla stanza. Kaori lo guardò andare via e si
sentì estremamente felice.
Due giorni dopo, Ryo portò Kaori via dall'ospedale. Salirono
in macchina in silenzio e partirono. Kaori era silenziosa e guardava
fuori dal finestrino, ma ogni tanto Ryo sentiva il suo sguardo curioso
su di sé.
Attraversarono Shinjuku e si diressero fuori Tokyo.
“Ma dove andiamo?” domandò lei perplessa.
“Il signor Akimoto ha pagato l'affitto della villetta ancora
per un altra settimana e ha detto che puoi passare lì la
convalescenza.”
“Ma.. La mie cose..”
“Veramente è ancora tutto lì. Non avevo
ancora portato via nulla.”
“Una settimana.. E dovremo ancora fingere di essere sposati,
immagino.”
“Sì.. Altrimenti la padrona di casa ci caccia e
poi potrebbe prendersela con il signor Akimoto.”
“Ok..”
“Il viaggio è lungo. Se vuoi riposati
pure.”
“No, ho dormito anche troppo in ospedale.”
Il silenzio li avvolse. C'erano così tante cose che lui
voleva dirle, ma non riusciva proprio a formulare le frasi.
Si disse che le avrebbe parlato una volta che fossero arrivati alla
villa, con calma e intimità.
Dopo circa un'ora e mezzo di viaggio finalmente arrivarono alla villa,
ma l'intimità in cui sperava Ryo era ancora lontana. Hiroko
e i suoi amici li aspettavano di fronte alla casa con uno striscione in
cui c'era scritto “Grazie Kaori!”
Sorrise pensando a come quei ragazzi adoravano la sua splendida socia.
E pensare che la conoscevano appena. Non si arrabbiò per non
aver avuto nessun ringraziamento, non gli importava.
I ragazzi avevano organizzato una festa nella villa più
grande, con musica, festoni, cibo e bevande. Ryo aveva fame e fu felice
di potersi rimpinzare, ma prima di lanciarsi sul buffet voleva parlare
a Kaori. La vide ridere e scherzare con le ragazze che la circondavano
e una fitta al cuore lo colpì al pensiero che avrebbe potuto
perderla per sempre e non vedere più quello splendido
sorriso. Deciso finalmente a fare la cosa giusta, raggiunse le ragazza.
“Ehm.. Scusate signorine. Kaori, posso parlarti?”
“Certo, ma proprio ora? È urgente?”
“Sì, molto urgente.”
“Ok..” acconsentì lei con sguardo
preoccupato.
Ryo la prese per mano e la guidò sul patio che in quel
momento era deserto.
“Che succede Ryo? Cosa c'è di tanto
urgente?”
Lui si schiarì la voce nervosamente.
“Ecco.. Devi sapere che io.. Lo so, che sono una persona
difficile da sopportare, so che sono maleducato, goffo, cafone e che
corro troppo dietro alle donne. Lo so che non sono l'uomo migliore del
mondo, so che tu a volte non mi sopporti, anzi forse mi odi..”
“Ryo, ma cosa dici?”
“Ti prego, fammi finire.” la interruppe lui.
“So che non ho nessun diritto di chiedertelo e so che
probabilmente mi arriverà una mega martellata solo per
averlo pensato, ma..” fece una pausa prima di dire quello che
gli stava maggiormente a cuore. “Kaori, io ti amo. Io non
posso offrirti nulla, tranne me stesso, ma passeresti con me il resto
della tua vita?”
“Ryo..” sussurrò lei con un filo di
voce. Sembrava voler dire qualcos'altro, ma rimase a fissarlo per un
minuto che a lui sembrò eterno.
“Kaori.. Ti prego dì qualcosa..” la
implorò lui in ansia.
Lei non rispose, ma gli gettò le braccia al collo. Sentire
il calore del suo corpo stretto a lui gli diede una piacevole
sensazione positiva. Speranzoso, le prese il viso fra le mani e la
baciò. Lei ricambiò con esitazione e la
sentì tremare per la forte emozione.
“Ryo.. Dici davvero? Non mi stai prendendo in
giro?” domandò infine lei con voce rotta dal
pianto che la stava per invadere.
“È tutto vero.”
Un piccola lacrima brillò tra le delicate ciglia della
ragazza. Lui la asciugò con un affettuoso gesto della mano,
mentre lei socchiudeva gli occhi e sorrideva felice per quel contatto.
Ryo si avvicinò a lei e la baciò ancora con
sempre maggior passione. La desiderava da tanto tempo e poter
finalmente fondere le loro labbra insieme era come un esplosione di
gioia che lo invadeva.
“Kaori.. Andiamocene, voglio stare un po' da solo con
te.” le sussurrò all'orecchio con tono allusivo.
Lei arrossì visibilmente e abbassò lo sguardo.
“Anche io Ryo, ma non possiamo andarcene ora. Hanno
organizzato una festa per noi!”
“Allora restiamo solo mezz'ora e poi ce la svignamo,
ok?”
“Ryo, ti sembra un comportamento educato??”
domandò lei alterata.
“Mezz'ora non basta? Un ora?” replicò
lui con sguardo preoccupato. “Ti prego, non dirmi che
dobbiamo restare di più!”
“Resteremo quanto è necessario. E non voglio
sentire neanche mezza lamentela! Sono stati molto carini a farci questa
accoglienza.”
“Ok.. Va bene..” acconsentì lui con il
muso lungo. “Però poi, quando ce ne andiamo,
mokkori!” esultò lui non appena si riprese.
Non lo vide nemmeno arrivare, ma quando si ritrovò con la
faccia conficcata mezzo metro sotto terra, capì che Kaori
aveva tirato fuori uno dei suoi mega martelli da 10000t. A fatica
riuscì a tirarsi fuori dal pavimento e se la
ritrovò di fronte minacciosa.
“Sei sempre il solito maniaco! Vedi di darti una regolata o
avrai dei rapporti intimi solo con questo martello!”
“Va bene.. Ti giuro che farò il bravo!”
si scusò lui mentre si agitava in profondi e ripetuti
inchini. “Perdonami Kaori-chan!”
“Ci penserò su.. Ora torniamo dentro, i ragazzi ci
aspettano.”
Kaori stava finendo di bere un cocktail alla frutta mentre Hiroko e le
sue amiche le facevano mille domande.
“Quindi tu sei una sweeper? Come hai cominciato?”
“Serve un addestramento particolare?”
“Quanto ti alleni con la pistola?”
“Hai mai ucciso qualcuno?”
“Quindi tu e Ryo non siete sposati?”
“Ma state insieme giusto?”
Non sapendo più come districarsi da quelle domande
così precise e dirette, decise di tagliare la corda.
“Scusate ragazze, ma sono molto stanca per il viaggio.. Credo
che andrò a riposare.”
Si sentì in colpa nel vedere lo sguardo deluso nei loro
volti, ma era meglio chiudere lì con quelle domande
invasive. In particolare le domande su lei e Ryo la mettevano a disagio
visto che non sapeva nemmeno lei cosa dire.
Solo un'ora prima, lui le aveva fatto una dichiarazione in piena regola
nel patio. Era rimasta così sorpresa che non aveva saputo
che dire. Temeva che da un momento all'altro lui scoppiasse a ridere e
le dicesse “Scherzetto! Ci sei cascata!”, ma non
era successo. Lui aveva continuato a guardarla seriamente e poi l'aveva
baciata con dolcezza, le aveva persino proposto un mokkori! Confusa lo
aveva preso a martellate, non perchè si era offesa, ma
perchè aveva bisogno di tempo per riprendersi.
A distanza lo aveva tenuto d'occhio. Si era dato da fare con il buffet
e ogni tanto aveva parlato con i pochi ragazzi presenti. La stava
aspettando pazientemente e non si era più lamentato. Dopo
aver salutato le ragazze lo raggiunse.
“Andiamo? Sono stanca.” gli propose con un sorriso.
“Certo.” acconsenti lui ricambiando il suo sguardo
con dolcezza.
Raggiunsero la piccola villa in silenzio e vi entrarono senza
rivolgersi lo sguardo. Kaori sapeva che stava per succedere qualcosa.
Ne era emozionata e spaventata allo stesso tempo. Rimase delusa
però, quando lui non fece nulla. Senza dire nulla si diresse
al piano di sopra per andare in camera da letto, ma lui continuava a
tacere. Allora non era vero che la desiderava?
Arrivata sulle scale si voltò e lo vide immobile che la
fissava. Quello sguardo sembrava volerle dire tante cose, ma
perchè lui dava voce ai loro desideri? Prese il coraggio a
quattro mani e decise di prendere lei l'iniziativa.
“Ryo.. Dormi con me stanotte.” riuscì a
dire sperando che la sua voce non tremasse troppo.
A quelle parole lui si avvicinò a lei e si fermò
quando si trovava a solo mezzo metro di distanza.
“Se io salgo con te, non sarà solo per
dormire.”
“Lo so.”
“Sei sicura?”
“Sì. Voglio passare la notte con te.”
Dopo qualche secondo, lui le prese il viso fra le mani infilando le
dita fra i suoi capelli. Kaori chiuse gli occhi in attesa che lui la
baciasse, ma dopo qualche secondo di vana attesa li riaprì.
Lui continuava a fissarla.
“Ryo.. Tu non vuoi?”
“Sì che voglio, immensamente..”
sussurrò lui accarezzandole il viso. “Mi chiedo
solo se non te ne pentirai domani..”
“Non lo farò. E tu?”
“Non credo che potrei pentirmene, ma tu potresti renderti
conto che non sono l'uomo che credi.”
Era la prima volta che sentiva Ryo ammettere le sue paure. Lei gli
cinse le braccia al collo e tirandosi su con le punte dei piedi lo
baciò sulle labbra.
“Io so chi sei.” gli mormorò lei sulle
labbra. “E so che non mi deluderai.”
Ryo le mise le mani sui fianchi e la prese in braccio, mentre la sua
bocca cercava ancora quella di Kaori, ma questa volta con passione e
urgenza. Lei si avvinghiò a lui ricambiando i suoi baci.
Lui salì lentamente le scale sino ad arrivare alla camera e
la adagiò delicatamente sul letto, mentre le sue mani
impazienti cominciavano a sfiorare la sua pella nuda sotto i vestiti.
Anche Kaori sentiva il bisogno impellente di accarezzare la sua calda
pelle, quindi lo aiutò a levarsi la maglietta mentre lui le
sfilava la camicetta. In pochi minuti si ritrovarono entrambi nudi. Ryo
la strinse fra le sue braccia e le accarezzò e
baciò ogni centimentro della sua pelle delicata. Il fuoco le
scorreva nelle vene. Non poteva più aspettare.
“Ryo.. Ti prego..” lo implorò
guardandolo negli occhi.
Anche lui sembrava al limite e la baciò mentre esaudiva la
sua preghiera entrando in lei.
“Dimmi che resterai sempre con me..” le disse lui
durante l'amplesso.
“Non potrei vivere lontano da te..” rispose lei con
un filo di voce. “Ti amo troppo..”
continuò poco prima che il piacere l'invadesse.
Ryo la raggiunse in vetta qualche secondo dopo e poi si
accasciò tenendola sempre stretta fra le sue braccia.
“Dimmi che mi amerai per sempre..”chiese lei mentre
affondava il viso nel suo petto.
“Non smetterò mai di amarti..” le
sussurrò lui baciandole il viso e i capelli.
Kaori si lasciò cullare del calore del suo abbraccio e dalla
gioia nell'averlo udito promettere il suo eterno amore e si
sentì finalmente a casa.
FINE
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