I Mutanti

di mati1999
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ma quindi siamo fottuti? ***
Capitolo 3: *** Ok. Facciamolo ***
Capitolo 4: *** Esibizionista ***
Capitolo 5: *** Questo è solo l'inizio ***
Capitolo 6: *** Mat 1, Loki 0 ***
Capitolo 7: *** È finita, è finita davvero ***
Capitolo 8: *** Una nuova casa ***
Capitolo 9: *** Allora...parliamo? ***
Capitolo 10: *** Era un incubo ***
Capitolo 11: *** Appurato che bacio da vomito, possiamo continuare? ***
Capitolo 12: *** La legge di Murphy ***
Capitolo 13: *** Promemoria per me: mai fare incazzare Natasha Romanoff ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-Diglielo- esclamò la ragazza entrando nella stanza e mettendosi di fronte al ragazzo seduto sul divano, intento a leggere chissà cosa dei suoi libri "noiosi e saputelli" a detta di Zack. Quest'ultimo entrò nella stanza e si posizionò accanto a lei guardandola male. L'interpellato alzò lo sguardo. Poi sbuffò.
-Dire cosa a chi?- chiese, anche se aveva il presentimento di saperlo già.
-Dire a Zack che ho ragione- rispose ovvia
-Ehi, non è vero che hai ragione. Io ho ragione e tu hai torto!- esclamò il rosso punto nell'orgoglio
-Woo Woo Woo, calma ragazzi. Mat, mi spieghi come posso darti ragione se non mi dici neanche in merito a cosa?- fece quello ancora seduto calmo
-Oh, andiamo. È di Zack che stiamo parlando. È palese che abbia ragione io, a prescindere dall'argomento. Insomma, è Zack- concluse lei guardando sull'ultima frase il ragazzo accanto a lei. 
-Ecco, ora mi ritengo ufficialmente offeso- borbottò incrociando le braccia e mettendo un broncio che avrebbe fatto scogliere chiunque, ma non lei
-Cavolo Zack, ho solo detto che non combini nulla della vita. Stai da mattina a sera a guardare serie tv e a giocare alla Play. Sei tu che ne hai fatto una questione di Stato- fece lei alzando gli occhi verdi/grigi al cielo e sbattendo le braccia sui fianchi. Il tutto mentre il terzo rimaneva e godersi la scena. Per lui erano troppo esilaranti quei due gemelli che aveva deciso di accogliere con se, essendo tutti orfani. In più lo aiutavano molto. I due gemelli per essere eterozigoti (ovviamente, essendo maschio e femmina) erano parecchio simili: avevano lo stesso colore dei capelli, rossi scuro tendente al marrone, "sono mogano, idiota" commentava sempre Mat, gli occhi erano verdi e l'unica differenza era la tonalità, più scura per la ragazza, poco più chiara per il ragazzo. Ma a conti fatti potevano sembrare persone normali (tranne quando Mat si metteva a urlare al fratello in mezzo di strada che era un beota e che non poteva avere per davvero un gemello così decerebrato), solo che non lo erano. Mathilde Blake e Zackary Blake erano dei mutanti, tra i più forti e sapevano controllare benissimo i loro poteri, con i quali si divertivano a giocare brutti scherzi a chi dava loro fastidio. Poi c'era questa cosa della connessione mentale fra i due, "una vera scocciatura" come ripeteva ogni volta Zack. Erano orfani dalla fatidica notte del 31 Ottobre del 2002 quando qualcosa, e agli psicologi per "traumi infantili" Zack lo aveva sempre sottolineato, era andato addosso alla loro auto e dei quattro nella macchina si erano salvati solo i gemelli. Da allora avevano sempre cambiato famiglie affidatarie: da alcune erano stati cacciati perché si mettevano sempre nei guai, da altre scappavano loro perché troppo "snob e antipatici". Erano alla decima famiglia che cambiavano quando conobbero Nox.
Lucas Steel era un ragazzo di qualche anno più grande. Era un mutante come loro ed era scappato di casa quando aveva dieci anni, dopo la morte della madre, perché il padre era troppo assente. Si faceva chiamare Nox, così da non dover usare il nome che suo padre aveva scelto. In realtà anche Mat e Zack avevano dovuto aspettare molto prima di sapere tutta la sua storia e il suo nome, ma alla fine si era fidato. 
Si erano incontrati a Seattle dove Nox aveva una casa e dove i gemelli si erano rifugiati dopo essere scappati da una famiglia che abitava a Vancouver. Si erano accorti dei reciproci poteri, così Nox aveva offerto loro un posto dove stare per una notte, che poi si era trasformata in una settimana, in un mese fino a diventare casa loro, il loro "rifugio". Si erano incontrati quando i gemelli aveva circa 14 anni e lui 16. Ora erano passati tre anni da allora e loro erano rimasti sempre insieme. Avevano molto legato e non c'era niente che uno non fosse disposto a fare per gli altri due. Erano una squadra, "La Paranormal Squad" come la chiamava Mat.
 
 
Salve, sono una nuova autrice e finalmente dopo anni e anni ho deciso di pubblicare qualcosa. Sinceramente non so di preciso da dove venga l'idea, ma ho sempre adorato i supereroi, soprattutto ma Marvel, quando volevo provare a mettere qualcuno più vicino alla mia età in un contesto che adoro. Spero non vi deluda e che vada avanti. E se avete letto questo primo capitolo vi ringrazio molto. Al prossimo capitolo.

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Capitolo 2
*** Ma quindi siamo fottuti? ***


 
-Signore, che dobbiamo fare? Il progetto Avengers non funzionerà, era stato scartato- disse Maria Hill seguendo Nick Fury per la tutta la base dello S.H.I.E.L.D.
-Vero, il progetto non era stato approvato, però un uomo che dice di essere un dio è saltato fuori dal Tesseract, con il suo magico scettro ha compromesso l'agente Barton e una delle menti più brillanti del mondo, quindi abbiamo bisogno di quelle persone, per salvare la terra- rispose il direttore sottolineando la parola "magico". La Hill restò un attimo in silenzio, poi si riprese
-Ok, che cosa devo fare?- domandò sicura.
-Ho mandato la Romanoff a cercare il dottor Banner, Coulson da Stark, da Captain America andrò io direttamente. Mi servi a Seattle- snocciolò continuando a camminare
-Perché a Seattle?- chiese l'agente seguendolo. Fury si fermò e si girò verso di lei che si arrestò un attimo prima di finire addosso al direttore
-Perché è lì che troverai i Mutanti- disse, poi si girò, entrò in una stanza e chiuse la porta.
Maria guardò un attimo davanti a sé, scosse la testa e si avviò verso una macchina. L'autista la guardò
-Dove la porto Agente Hill?- chiese. La donna sospirò, poi borbottò qualcosa che l'autista comprese come "all'aeroporto" e la macchina partì.
 
-Sono fuori, non tornerò prima di almeno due ore- dissi a Nox, dall'altra parte del telefono
-Senti, non possiamo stare troppo fuori, ricordi? Siamo tre orfani scappati dalle loro famiglie!- mi rispose, anzi urlò, lui
-Ascoltami, so che siamo più o meno ricercati, ma tranquillo, starò buona, calma e non attirerò l'attenzione. Devo pur comprarmi qualche vestito no?- chiesi in tono triste. A quel punto lui sbuffò e io sorrisi vittoriosa
-Va bene, ma torna prima delle sette e non spendere tutto-
-E perché? Sono i soldi dei miei genitori che mi hanno lasciato, e non sono neanche pochi, quindi...- dissi continuando a cercare un paio di pantaloni neri
-Mat...- 
-D'accordo, ci vediamo- riattaccai prima che potesse dire qualsiasi altra cosa e continuai nella mia ricerca. Ad un certo punto mi sentii osservata così smisi di cercare i pantaloni e uscii con calma dal negozio. L'uomo con il cappello nero e gli occhiali da sole che mi aveva fissata tutto il tempo dentro il negozio mi seguì, anche se con cautela. 
È addestrato. Per la via camminai normalmente e lui mi seguì ancora, allora entrai nella via principale. Lì un fiume di gente lo separò dalla mia vista così ne approfittai: andai incontro a una signora con un grosso cappello e le inciampai addosso e mentre le chiedevo scusa le presi il copricapo. Lei sorrise e mi disse di stare più attenta poi si allontanò. Misi il cappello e me lo calai sul volto. Mi girai un attimo e vidi la signora di prima cercare l'oggetto perduto. Sogghignai tra me. Sono troppo brava. Poi vidi l'uomo di prima e mi ricordai perché stavo scappando, così mi rigirai e mi incamminai. Nel mia camminata passai vicino a una sedia del bar, e senza farmi vedere presi la borsa agganciata, me la misi a tracolla e abbassai il volto rallentando la camminata. L'uomo mi superò guardandosi in torno, poi aumentò il passo e sparì alla mia vista. Felice della riuscita della mia impresa di seminare quel uomo tornai al bar e riappoggiai  la borsa dove l'avevo presa. Poi misi le mani in tasca e con calma mi incamminai verso casa mia. Arrivata presi dalla tasca le chiavi e entrai
-Non sapete cosa mi è successo oggi. Un uomo mi stava seguendo ma sono riuscita a seminarlo...- mi fermai vedendo mio fratello e Nox seduti sul divano con in piedi davanti a loro una donna alta dagli occhi azzurri e capelli neri e due uomini vestiti scuri. Di uno riconobbi il tizio che mi aveva pedinata prima.
-Oh, vedo che non avete avuto la stessa fortuna- dissi, poi sorrisi all'uomo che mi aveva seguita
-L'ho già vista da qualche parte?- chiesi in tono innocente. Lui strinse i denti ma non disse nulla. Rimasi zitta anche io e la stanza cadde nel silenzio fino alla domanda di mio fratello :-Ma quindi siamo fottuti?-
 
Ed eccomi ancora con un nuovo capitolo. Dato che non ho niente da dire la farò breve. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e cercherò di pubblicare il prossimo il prima possibile

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Capitolo 3
*** Ok. Facciamolo ***


-No che non siamo fottuti!- disse Nox, per poi girarsi verso la sottoscritta
-Vero?- chiese
-Ah, non guardare me. Io sono arrivata ora- alzai le mani come a discolparmi. Ci fu un altro lungo silenzio nel quale noi tre guardammo gli adulti della stanza per capirci qualcosa, ma loro non parlavano
-Ok, dato che nessuno lo vuole chiedere lo farò io! Siamo fottuti?- chiesi rivolta alla donna. Lei sorrise divertita.
-Non ancora- rispose. Zack la guardò sospetto, poi si alzò e fece un sorrisone a trentadue denti
-Ma allora parla. Grazie al cielo, sa io non so il linguaggio dei muti e avevo paura che per farci capire avremmo dovuto che so, codice morse, voi conoscete il codice morse? Io no in realtà, ma Nox era uno scout da piccolo. Ti insegnano il codice morse al campo scout?- chiese infine rivolto a Nox. Quest'ultimo sorrise e annuì.
-Ma lo prendi mai fiato?- chiesi al mio gemello. Lui ci pensò (no, per davvero, ci pensò. Come si può pensare a una domanda del genere?) 
-Qualche volta- disse. Poi fissò apertamente la donna che ora era più o meno confusa dalla parlantina di Zack. Questo si rigirò verso me e Nox e sorrise. 
-Ragazzi, lei parla- ripeté. Io mi sbattei la mano in faccia. Ora lo strozzo. Purtroppo non ne ebbi l'occasione perché la donna ricominciò a parlare
-Mi chiamo Maria Hill, sono un' agente dello S.H.I.E.L.D...- cominciò, ma io la interruppi
-Scusi, S.H.I.E.L.D per che cosa sta. Di solito preferisco chiamare le cose con il loro nome- poi mi fermai e mi girai verso il mio amico
-A parte Nox. Lui non lo chiamo per nome- dissi infine. Lui mi guardò male e io sorrisi salutandolo con la mano
-S.H.I.E.L.D sta per Strategic Homeland Intervention, Enforcement and Logistics Division- mi rispose
-Forse è meglio S.H.I.E.L.D, che dici sorella?- mi fece Zack. Io incrociamo le braccia al petto
-Ho una buona memoria, io, a differenza tua che non ricordi neanche cosa abbiamo mangiato ieri a cena- dissi e gli feci la linguaccia. Lo so, molto maturo. Lui rispose allo stesso modo per diventare pensoso.
-Lo S.H.I.E.L.D è un' organizzazione segreta...-
-Beh, mica tanto se andate in giro a sbandierarlo ai primi tre ragazzi che vi capitano sotto mano- la interruppe Nox
-Ma volete stare zitti?! Sto cercando di spiegarvi una cosa importante- urlò la Hill
-Dicevo, lo S.H.I.E.L.D è un' organizzazione segreta che si occupa per lo più di sovrannaturale e terrorismo- disse
-E noi quale siamo?- chiesi sorridendo. Non so se si era capito, ma adoravo far impazzire la gente. Di solito sfido me stessa a quanto tempo ci metto per far perdere le staffe a una persona. Fino ad ora la persona che aveva durato di più era Nox, seguito da una suora che dopo un'ora si era alzata e mi aveva urlato un' imprecazione così colorita che quando l'avevo ripetuta a Zack, lui non aveva smesso di ridere per tre giorni. 
La Hill mi guardò così male che feci fatica a sostenere lo sguardo ma non sia mai che Mathilde Lilith Blake abbassi lo sguardo davanti a qualcuno!
-Sovrannaturale, voi siete del sovrannaturale- fece stringendo i pugni. Avrei anche infierito un altro poco, ma mi accorsi della mano dell'agente pericolosamente vicina alla pistola quindi sorrisi e annuii.
-Due giorni fa mentre stavamo facendo dei test su una fonte di energia aliena chiamata Tesseract, questo ha aperto un portale dal quale è uscito un tizio. Questo tipo ha detto di essere Loki, un dio norreno, ha compromesso uno dei nostri migliori agenti con uno scettro magico e ha preso il Tesseract e uno degli scienziati più intelligenti del mondo- disse in fretta la Hill per paura di essere interrotta e passandoci un fascicolo. Ma stavolta nessuno lo avrebbe fatto. Io e i ragazzi eravamo stati zitti e attenti. Era una faccenda seria, e anche noi non scherziamo su certe cose e capiamo quando è il momento di smetterla, e questo era il momento.
-E noi cosa c'entriamo?- chiese Nox, anche se da suo sguardo capii che aveva già compreso
-Noi sappiamo di voi. Ci servite con i vostri poteri- rispose la Hill. Io mi avvicinai di scatto e sbattei le mani sul tavolo, forte. Tutti sobbalzarono, tranne mio fratello
-D'accordo. Il colloquio finisce qui. Uscite da casa mia- dissi lentamente. Poi mi risollevai e mi incamminai verso le scale.
-Abbiamo bisogno di voi per salvare il mondo- disse più forte l'agente. Io non ci vidi più
-VOI NON AVETE BISOGNO DI NOI, AVETE BISOGNO DEI NOSTRI POTERI. Noi non siamo dei fenomeni da baraccone che potete scatenare quando volete. Risolvetevi da soli i vostri problemi con un pazzo squilibrato che compromette i vostri agenti. Quella è la porta. Addio- feci, poi salii le scale e sbattei la porta di camera mia. Mi buttai sul letto. Dopo poco sentii la porta di casa chiudersi e dei passi sulle scale. La mia porta si aprì e dietro Zack e Nox mi guardarono chiedendo il permesso.
-Forza. Entrate- dissi
-Ma non vi azzardate a dire che ho sbagliato- continuai. Nox si sedette sul letto accanto a me
-D'accordo non lo faremo- disse
-Ma hai sbagliato- non si trattene mio fratello
-Zack...- lo rimproverò Nox mentre io buttavo la testa sotto il cuscino
-Che c'è? È vero- continuò mio fratello. Poi si sedette vicino a me e mi prese la mano. Io alzai la testa e lo guardai. 
-Ascolta, lo so che è dura. Siamo noi tre e basta da qualche anno perché le persone prima, le nostre famiglie non ci hanno voluto così, ci hanno ritenuto dei mostri, ma non vuol dire che lo siamo. A mio parere mostri sono quelli che compiono azioni orribili e noi non lo abbiamo mai fatte. Non abbiamo mai torto un capello a nessuno, al massimo abbiamo rubato qualche cosa, ma abbiamo sempre trovato il modo di farci perdonare- guardai il cappello che avevo appoggiato sulla sedia
-So che non vuoi aiutare coloro che ci considerano mostri ma non è detto che per loro lo siamo. In più se questo dio prende il pianeta distruggerà casa nostra. E ricordi cosa ci siamo promessi? Che avremmo lottato sempre per questa casa. L'unica che abbiamo mai veramente potuto chiamare così. Combattiamo per casa nostra- disse mio fratello. Io ormai avevo le lacrime agli occhi e Nox stava sorridendo. D'improvviso mi lanciai su mio fratello e lo abbracciai forte e lui ricambiò stringendomi a sé. Poi con un braccio attirò anche Nox nell'abbraccio. 
-Ragazzi- ci chiamò Zack ancora stretto nell'abbraccio
-Si?- 
-Cosa abbiamo mangiato ieri a cena?- chiese. Io e Nox ridemmo. Poi mi staccai e mi asciugai le lacrime. Sorrisi
-Ok- alzai le spalle
-Facciamolo- 
 
E anche questo è andato. L'ultima parte l'ho scritta al posto di francese e ora sono indietro con i compiti quindi ciao ciao al prossimo capitolo

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Capitolo 4
*** Esibizionista ***


-Quindi...cosa dobbiamo fare?- chiese Nox alla Hill. Era tornata a casa nostra la sera stessa, dopo che mio fratello l'aveva chiamata (sì, quegli infami dei miei coinquilini si erano fatti dare il numero) e le aveva detto che avevamo cambiato idea. 
-Andiamo alla base. In realtà andremo sull'Helicarrier, una portaerei abbastanza grande. Lì incontrerete Nick Fury, il direttore del S.H.I.E.L.D, e farete quello che vi dirà..- 
-Mettiamo le cose in chiaro- iniziai calma. Non avevo parlato per tutta la durata di questo secondo "colloquio" e l'agente di girò verso di me ascoltandomi
-Io non sto agli ordini di nessuno. Se vuoi che venga devi promettermi che posso risolvere il problema a modo mio. Chiaro?- dissi guardandola negli occhi, e usando il tu. La vidi stringere le labbra, poi parlò
-Senti, il progetto Avengers di cui voi fate parte e sotto il comando di Fury, dovete obbedire a lui, è per questo che sono venuta qua. Anche io sono una sua sottoposta, mi ha mandata lui qua- disse, ma io scossi la testa
-Non mi interessa. Prendere o lasciare agente. Se volete veramente il nostro aiuto devi accettare- esclamai incrociando le braccia al petto e facendo un sorrisetto di scherno. Nox è mio fratello mi guardavano perplessi. Effettivamente io non ero il tipo da fare questi ricatti ma avevo in mente un'idea e non potevo metterla in atto se non potevo fare come volevo. Fortunatamente nessuno dei due intervenne e alla fine la Hill accettò facendo aumentare a dismisura il sorriso sul mio volto. Battei le mani felice
-Ottimo, quando si parte?- chiesi contenta.
-A proposito, chi c'è oltre a noi nel progetto?- chiese mio fratello
-Abbiamo mandato agenti a reclutare Captain America, Tony Stark e il dottor Banner...- tutti alzammo un sopracciglio e la Hill alzò gli occhi al cielo
-Hulk- Ci fu un "Aaa" collettivo
-Poi ci saranno la Vedova Nera e, se riusciamo a renderlo di nuovo normale, Occhi di Falco- finì l'agente. Sinceramente non sapevo chi era Occhi di Falco, ma supposi dovesse essere importante per la squadra
-Secondo voi Stark me lo fa l'autografo? E Captain America? E Hulk? Hulk da scrivere? Intendo quando è un mostro verde, non quando è un dottore. Se avessi questi tre autografi potrei rivenderli su eBay e fare soldi. Non che ne abbia bisogno...- cominciò mio fratello
-Zack...- 
-Sì?-
-Chiudi quella boccaccia che ti ritrovi- gli dissi girandomi verso di lui. Lui sorrise, poi fece con due dite il segno di cucirsi la bocca e infine alzò il pollice. Io sorrisi di rimando felice di avere lui come fratello. Prendemmo lo stretto necessario e partimmo. Arrivati salimmo sull'enorme portaerei e ci guardammo intorno.
-Posso guidarlo?- fece mio fratello sorridendo ad ogni agente che incontravamo durante la camminata. La Hill ogni tanto ci spigava qualcosa e più spesso si fermava a parlare con qualcuno. Lì lei era molto rispettata. Le persone che incrociavamo avevano diverse reazioni a vederci: alcuni ci guardavano ammirati, alcuni disgustati, altri ancora solo incuriositi, ed io non ero da meno. Mi guardavo intorno parecchio eccitata
-Si sì, dai. Anche io voglio guidarlo- esclamai dando man forte a mio fratello. La Hill alzò il sopracciglio e continuò a camminare. Io la raggiunsi correndo
-Guarda che ero la migliore a scuola guida- dissi orgogliosa 
-Ed era scuola guida per portaerei?- chiese sarcastica
-No, ma che c'entra?- chiesi sorridendo ancora. Lo ammetto, quel posto era parecchio figo e io mi sentì felice. Arrivammo in fine alla sala principale. C'erano tante persone dietro a computer che smanettavano e che urlavano frasi a destra e manca. Davanti tutti stava un uomo di colore, rigido con le mani appoggiate alla specie di balcone in quella enorme sala. Aveva un lungo impermeabile nero. Dietro di lui c'era un tavolo con le sedie intorno. Osservai con attenzione rutto, non lasciandomi scappare niente. Avevo visto tutto: da un agente che stava guardando fuori dalla grande finestra, a uno che non pensando di essere visto si stava scaccolando. Feci una faccia disgustata e distolsi lo sguardo. L'uomo con l'impermeabile si girò e io aprì la bocca per dire qualcosa
-Ma tu hai una benda sull'occhio?- mio fratello espresse anche il mio pensiero. Io annuì sorridendo
-Ne daranno una anche a noi?- chiesi speranzosa
-Mat, ti prego, non ora- disse Nox appoggiandomi una mano sulla spalla e io lo guardai.
-Perché?- chiesi
-Perché c'è una missione in corso, sbaglio?- chiese rivolto a nessuno in particolare
-No, non sbagli. Io sono Nick Fury, sono il direttore e stiamo facendo una missione di prelievo possiamo dire. Benvenuti a bordo- parlò l'uomo. Aveva una voce profonda e metteva i brividi a dirla tutta
-Si... io sono Zack- disse mio fratello porgendogli la mano. Il direttore non la prese e Zack la ritirò alzando le spalle 
-Sarà un maniaco dell'igiene- mi sussurrò all'orecchio e io ridacchiai
-So chi siete...- ma venne interrotto
-Signore, abbiamo rilevato un problema sul Quinjet...-
-Signore abbiamo una chiamata da parte dell'agente Romanoff- un agente interruppe il suo collega
-Manda il collegamento- ordinò il Grande Capo. L'agente l'accontentò subito e si sentì la voce della Vedova Nera. Era calda e relativamente giovane 
-Fury, abbiamo un problema. Arrivati a Stoccarda siamo riusciti a prendere Loki in custodia, ma mentre viaggiavamo un altro asgardiano è entrato e l'ha portato via. Stark gli seguiti subito, poi anche il capitano si è buttato- disse la Romanoff
-Heilà, ciaooooo, mi senti?- chiese mio fratello facendo l'idiota
-Chi parla?- chiese Natasha, così si chiamava
-Non è importante ora. Il secondo asgardiano deve essere Thor. Tu resta in volo. Speriamo che Stark e il capitano riescano a convincere Thor- disse Fury
-Ricevuto. Farò come detto- chiuse la chiamata lei.
In quel momento entrò nella stanza un signore che continuava a guardarsi intorno strofinandosi le mani come a disagio. Sembrava un tipo calmo
-Dottor Banner- lo salutò la Hill. Dove avevo già sentito il nome... Mi era familiare. Ah, ma certo
-Hulk?- chiesi stupita
-E tu dovresti essere il grande grosso mostro verde?- continuai. Nox mi tirò uno scappellotto sulla nuca.
-Ahia, ma che ho detto?- feci massaggiandomi la parte lesa
-Questa era un' uscita più da Zach- mi rispose
-Confermo. Infatti lo stavo per dire. Grande sorella, pensiamo le stesse cose- disse sorridendo porgendomi il cinque che io battei. Nox tirò un altro scappellotto a entrambi.
-Ehi- esclamammo insieme io e Zach. Intanto il dottor Banner ci guardava confuso e in imbarazzo
-Ehm, e voi chi siete?- chiese 
-Salve Bruce, la posso chiamare Bruce? Ad ogni modo, io sono il meglio del meglio. Loro due solo scarti- disse mio fratello muovendo la mano e non guardandoci nemmeno.
-Certo, come no? Ma fino a stamani non eri tutto "Oh sorellina, come farei senza  di te?"- dissi facendo una voce acuta
-Io non parlo in quel modo- rispose lui
-Volete piantarla voi due. Io sono Nox, è un piacere conoscerla. Loro sono i gemelli Blake, Mathilde e Zachary- si presentò Nox sorridendo.
-Heilà- -Come va?- dicemmo in coro io e mio fratello per poi guardarci in cagnesco.
Il dottore sorrise stringendo la mano a Nox
-Nox? Che nome strano- commentò, ma era solo una constatazione, non voleva prenderlo in giro. Lui sorrise e alzò le spalle 
-L'ho scelto io. Quello mio vero non mi piaceva molto- ammise. Poi le porte si aprirono e entrarono tutti gli Avengers meno quelli già presenti e Barton assente per motivi di salute. Fury li raggiunse, scambiò qualche parola con la Romanoff, poi si dileguò. La Hill li salutò poi ci presentò
-Signori, questi sono gli ultimi componenti della squadra- disse
-E i più giovani direi. Quanti anni hai?- chiesi a Tony Stark che alzò un sopracciglio
-Che c'è? Ora dobbiamo anche fare da babysitter?- fece. Stavolta fui io ad alzare un sopracciglio ed improvvisamente Stark fu circondato dalle fiamme. Tutti si allarmarono, la Romanoff aveva già messo mano su una pistola. Nox si schiaffò una mano in faccia ma non me ne curai. Avanzai lentamente
-Che c'è Uomo di Latta? Paura si scottarti. In fondo sono solo una bambina. Che male potrò mai fare?- alzai gli occhi sul soffitto come se stessi pensando
-Beh, a parte bruciarvi tutti, si intende. Oh, ho anche qualche altro trucchetto. Chi si offre volontario- esclamai allontanandomi e sorridendo. Ovviamente nessuno disse nulla così mi rigirai verso Tony e ritornai seria, incredibilmente seria
-Non sottovalutare mai Stark. C'è chi non sembra nulla da fuori, ma potrebbe contenere dell'esplosivo dentro sé, letteralmente- finì. Le fiamme di spensero.
-Beh è stato un piacere conoscervi- sorrisi. Poi tornai al mio posto, vicino a Nox che commentò con un "esibizionista". Sogghignai. Ero proprio un' esibizionista. Adoravo mettermi in mostra e rimettere in riga le persone con un ego troppo grande (ogni riferimento a persone presenti in quel momento nella stanza è puramente casuale. Capito Stark, casuale. See, casuale una cippa) 
 
 
E anche questo è andato. Vorrei dire un paio di cose. La prima è che potrebbero esserci piccole e insignificanti incongruenze con il film per far tornare meglio la storia.
Il fatto che Banner sia sulla portaerei l'ho dedotto dal fatto che a Stoccarda lui non c'è.
Per ultima cosa volevo chiedervi di recensire così da avere un' idea chiara di quello che pensate della storia, se qualcosa non vi pace o non vi torna. Insomma cose così, in più mi farebbe davvero piacere leggerne qualcuna.
Per ora ho detto tutto. Ci vediamo.
Bye bye guys

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Capitolo 5
*** Questo è solo l'inizio ***


-Oh andiamo per piacere?- chiesi speranzosa ma come le altre venti volte che lo avevo chiesto Fury scosse il capo
-Daiii. Per piacere per piacere per piacere per piacere- continuai
-No-
-Per piacere- provai un'ultima volta. Lui mi guardò tanto male
-Ok, scusa. Bastava dire di no- dissi. Lui alzò gli occhi, pardon l'occhio, al cielo e io mi allontanai dalla grande stanza. Beh, come dice il detto chi fa da sé fa per tre quindi... Entrai furtiva in uno dei magazzini e presi un uniforme, ci aggiunsi un cappellino e poi me lo calai bene sulla fronte, legai i capelli in una treccia laterale e mi diressi dove avevo visto avevano portato il prigioniero. Arrivata trovai due agenti che mi guardarono dubbiosi. 
-Lei non può stare qui, e non può passare- disse uno. Io alzai il berretto per far sì che i miei occhi incrociassero i loro
-Oh sì che posso. Invece voi non potete. Sparite- dissi con voce melliflua. Loro come in trans se ne andarono ripetendo "Noi non possiamo stare qua". Già questo trucchetto era molto divertente. Mi concessi un sorrisetto vittorioso per poi entrare nella stanza. La prima cosa che pensai fu tipo "oh ma quello è Loki?". Okay se dobbiamo essere sinceri la prima cosa che pensai davvero fu "oh cazzo, ma non ci vedo nulla", poi notando la persona nella gabbia circolare pensai quello che ho detto prima. Arrivai silenziosamente alle spalle e aspettai in attesa mi notasse. Alla fine si girò e mi vide. Se fu sorpreso non lo diede a vedere, alzò solamente un sopracciglio per un attimo, poi ricompose la sua maschera di indifferenza
-Ora lo S.H.I.E.L.D manda anche ragazzini?- chiese annoiato. Lo ammetto, ci misi un po' per comprendere le sue parole, ma appena capii
-Ehi, non lo dire più!- esclamai
-Cosa, che sei una ragazzina?- chiese sarcastico
-Oh no, quello puoi dirlo, è vero, ho solo 17 anni. Intendevo dire che lavoro per lo S.H.I.E.L.D, insomma, non sono caduta così in basso- dissi incrociando le braccia al petto. Stavolta lui non nascose la sua sorpresa
-Che è? Una nuova tattica?-
-No no, mi era stato proibito di venire qua, perciò ci sono venuta- affermai sicura della mia logica
-E perché?- chiese 
-Non lo so. Mi stavo annoiando e volevo creare casino. Così ho pensato, perché non chiedere al migliore?- raccontai. Vidi sul suo volto un sorrisetto. Lo imitai
-Però mio fratello era occupato così ho pensato di creare casino venendo qua- dissi sorridendo. Lui perse il sorriso.
-Allora, già che sono qua parliamo. Ti va?- gli chiesi
-No- 
-Perfetto, cominciamo con una semplice domanda. Perché?- chiesi tornado seria
-Perché cosa?- chiese
-Perché uccidi? Perché hai preso degli agenti e degli scienziati? Perché vuoi conquistare la Terra?- esclamai aumentando sempre di più il volume della mia voce fino ad arrivare a urlare e sbattere la mano sul vetro della cella. Mi riscossi. Non mi ero neanche accorta di essere avanzata. Feci un passo indietro e chiusi la mano in un pugno ma non abbassai lo sguardo. Il dio fece un sorriso cattivo
-Allora è per questo che sei qui? Perché cerchi di capirmi? O addirittura di trovare risposte. Perché non vuoi che il tuo pianeta sia in pericolo? Beh ragazzina non puoi salvare Midgard, ormai è condannata. Non puoi fare nulla- disse piano continuando a sorridere. Strinsi le labbra per poi concedermi un sorriso anche io.
-Non che tu abbia fatto molto no? In fondo sei chiuso in una cella, in un velivolo enorme e molto in alto, circondato da agenti con ogni tipo di arma, molte non ancora testate che aspettano solo una testa di cazzo come te che provi a scappare, e dagli Avengers. Il tuo scettro è nelle loro mani. E tu speri ancora di riuscire nella tua impresa?- chiesi
 
-Cosa diavolo sta facendo quella stupida ragazza? Le avevo detto che non poteva neanche avvicinarsi a quella stanza. E perché quegli agenti continuano a ripetere che non possono stare davanti alla cella?- tuonò un Fury piuttosto arrabbiato
-Temo che mia sorella si sia fatta prendere la mano con il suo giochetto- ammise Zach ma sorridendo
-Mat sa quello che fa- disse Nox sicuro continuando a vedere le immagini che la telecamera nella cella di Loki tramettevano. Tutti gli Avengers erano lì più Fury, la Hill e Coulson.
-Devo andare a prenderla signore?- chiese la Vedova Nera
-No. Se Loki ti vede arrivare e prendere quella ragazza crederà che non siamo neanche riusciti ad impedire a una ragazzina di entrare in una stanza- rispose il direttore
-Voi non siete riusciti a impedire ad una ragazzina di entrare in una stanza- sottolineò Zach, poi vedendo gli sguardi che gli altri lanciarono alzò le spalle e chiuse la bocca
-Appena esce la voglio davanti a me- disse Fury prima di uscire e tornare nella sala principale
-La vostra amica l'ha combinata grossa stavolta- concluse il capitano. Nox distolse un attimo lo sguardo dalle telecamere 
-Mat sa quello che fa- ripeté la seconda volta. Poi i suoi occhi tornarono sul monitor
 
-Non sei neanche un dio vero. Giusto?- ripresi subito senza lasciargli il tempo per replicare
-Sei un gigante di ghiaccio che gli altri tuoi simili non hanno voluto. Abbandonato. Accolto da una famiglia che poi tanto accogliente con te non era. Dimmi sto sbagliando? Che poi tanto gigante non sembri- dissi. Lui strinse gli occhi e sbatté la mano sul vetro come avevo fatto io
-Tu non sai niente di me e della mia vita. NIENTE!- urlò 
-Però ho azzeccato. Nessuno ti vuole. E il piccolo bimbo aveva bisogno di attirare l'attenzione e quale modo migliore di attaccare il pianeta che tuo fratello tanto adora- continuai sicura
-Pardon, fratellastro. Alla fine non sei così grandioso. Magari è per questo che Odino non ti vuole dare la corona. Non ne sei degno, non solo per le tue origini, ma perché non sei in grado di governare, per niente- dissi
-BASTA!- urlò di nuovo
-Ti hanno mai detto che il miglior modo per governare e conquistare è di acquistare la fiducia delle persone? Quelli di là, che ora ci stanno ascoltando e vedendo, sono considerati degli eroi dalla maggior parte delle persone. E sai cosa fa la gente per gli eroi che proteggono le città? Tutto, fa di tutto per loro. Non ti sarebbe stato più facile fare l'eroe? E poi prendere il potere che gli stessi umani ti avrebbero donato?- continuai
-La parte dell'eroe non fa per me- disse a denti stretti
-Beh, se è per questo neanche quella del sovrano. Diciamo che fai schifo ad entrambi- non mi feci scoraggiare
-Tu non capisci. Stai qua a criticarmi quando non sai neanche per chi lavori. Pensi davvero che questa cella sia stata fatta per me? E quando vi servirà e sarà occupata?- chiese guardando la telecamera. Scoppiai a ridere e non smisi per un bel po'
-No fammi capire. Il tuo grande piano era di farti catturare e poi scatenare l'alter ego di un dottore che ora si trova qua. Fattelo dire come piano fa pena- chiesi ancora ridendo
-Beh, sono un gigante di ghiaccio, ora faccio la parte del mostro- disse facendo un sorriso da psicopatico
-Il tuo essere un gigante di ghiaccio non fa di te un mostro. L'aver ucciso ottanta persone in due giorni ti rende un mostro. Il voler governare un pianeta non tuo con la forza ti rende un mostro. L'aver fatto male a tuo padre ti rende un mostro. Non, essere un gigante di ghiaccio. Hai scelto tu di essere così. Ora raccogli ciò che hai seminato. Ma non dire che è per via delle tue origini, perché neanche tu ci credi, nessuno lo fa- risposi guardandolo negli occhi. Poi mi guardai l'orologio. 
-Beh, si è fatto tardi. Ci si vede- alzai la mano in segno di saluto e uscì dalla stanza. Fuori mi aspettava Natasha Romanoff con le braccia incrociate e uno sguardo omicida. 
-Heilà, come va?- chiesi con un sorriso. Lei mi prese un braccio e cominciò a trascinarmi con sé
-Ahio ahio. Fai piano. Hei- la richiamai imprecando ad ogni passo che mi faceva fare
-Considerati fortunata che Fury mi abbia detto di portarti da lui senza una pallottola fra gli occhi- mi disse minacciosa
-Fatto. Ora che mi sono considerata fortunata, puoi gentilmente lasciare il mio braccio e sfogare la tua indole aggressiva-omicida su qualcun altro? Grazie- dissi levando la sua mano dal mio braccio. Lei non lo rimise così pensai fosse tutto a posto. Lo pensai fino a che cinque secondi dopo non mi prese per un orecchio e mi fece attraversare tutto l'Hellincar
-Ahio. Fai male- dissi alla fine quando mi ebbe lasciata davanti a Fury e a tutti gli altri. Mi massaggiai l'orecchio leso, parecchio leso.
-Te lo hanno mai detto che sei manesca?- domandai
-Un sacco di volte- rispose lei senza scomporsi
-Qualcuno mi ha gentilmente detto che voleva parlarmi- dissi rivolta a Fury con il mio solito tono e la solita faccia da schiaffi. Mio fratello sorrise e anche Nox anche se meno apertamente.
-Si esatto. Mi sembrava di averti detto di non andare nella stanza, correggimi si sbaglio- disse sarcastico
-Oh no. Tutto giusto- dissi sempre sorridendo 
-E tu ci sei andata lo stesso- disse 
-Corretto anche questo- 
-Allora perché sei andata nella cella dove ti avevo detto di non andare? Chi ti ha dato il permesso?- chiese
-La Hill- risposi sicura subito e indicandola con il dito
-Cosa? Non è vero signore. Non le mai detto una cosa del genere- si difese subito lei
-Le credo- disse Fury continuando a guardare me. Io invece fissai la Hill stranita
-Come? Non ha forse detto che per farmi venire avrebbe dovuto fare di tutto?- chiesi
-Con questo?- si aggiunse alla conversazione Tony Stark
-Si, è vero- rispose lei
-E non è vero che io ho detto che non sarei stata sotto il comando di nessuno?-
-Si è vero ma...- ma la interruppi
-E non è vero che le ho chiesto di fare a modo mio?- chiesi ancora
-Ma...- cominciò
-Risponda alla domando agente Hill- ordinò Fury
-Solo a me sembra di essere in Law and Order?- chiese mio fratello mentre seduto mangiava popcorn
-Si è vero- rispose la Hill abbassando il capo
-Bene signore, non ho altre domande- annunciai sedendomi e fregando qualche popcorn a mio fratello. Nox mi guardò alzando un sopracciglio.
-Hill, non aveva l'autorizzazione a promettere una cosa del genere- si infuriò il direttore
-Ma come? È stato lei a dirmi di reclutarli ad ogni costo perché gli Avengers altrimenti non avrebbero mai vinto- rispose per la prima volta a tono la Hill
-Oh, noi che c'entriamo?- iniziò Steve
-Niente. Non c'entrate niente- disse ancora Fury. Ma gli Avengers non accettarono questa risposta e cominciarono a urlarsi contro, anche fra loro. Dopo un po' mi stufai. Come squadra direi che facciamo abbastanza schifo pensai. Feci un cenno a mio fratello che mise le mani davanti alla bocca e urlò, e dico urlò davvero, come se la sua voce fosse amplificata anche cento volte 
-FINITELA!- Tutti si zittirono e ci guardarono
-Complimenti- feci battendo le mani
-Questo era un test, e lo avete tutti brillantemente fallito- dissi guardando loro negli occhi uno a uno. Loro ricambiarono lo sguardo straniti, persino Fury
-Vi siete resi conto che invece che accanirvi contro la vera nemica di questa discussione- cominciò Nox indicandomi -ve le siete date fra voi, dove nessuno aveva colpe. Erano tutte parole dette da Mat eppure nessuno ha accusato lei. È facile manipolare parole e discorsi. Come avete potuto notare lo spirito di squadra che ci sarebbe dovuto essere, beh, non c'è. Mi spiegate come cazzo vogliamo vincere una guerra se non riusciamo neanche a fare una conversazione civile per risolvere un problema tra noi?- urlò arrabbiato il mio amico
-Avevi ragione Mat. Non saremmo dovuti venire qua. Aiutare chi non vuole aiuto perché si crede così tanto superiore. Ma chi me lo ha fatto fare?- continuò guardando malissimo tutti i presenti nella stanza. Poi uscì veloce. Fra noi calò il silenzio. Stavo per dire qualcosa ma all' improvviso ci fu uno scoppio e uno scossone.
-Metti l'armatura- disse Steve a Tony. Quello annuì e uscirono dalla stanza. Mi girai verso mio fratello e insieme seguimmo il capitano e Iron Man. Un motore era andato. Quello vicino alle stanze
-NOX- urlai con tutte le forze che avevo. Mi fratello mi tenne stretta a sé impedendomi di andare dalla parte delle fiamme. Urlai ancora e ancora e mio fratello nascose la faccia nel mio collo senza lasciarmi andare. Sentì del bagnato sul mio viso e toccandomi mi accorsi che stavo piangendo. Mi girai verso Zach. Anche lui aveva le gote bagnate. Anche lui stava piangendo. Mi strinse forte e mi rigirai verso le fiamme.
-NOX- urlai un'altra volta
Questo era solo l'inizio
 
 
 
Ecco il nuovo capitolo. Non ho ancora ricevuto nessuna recensione e un po' mi dispiace. Ve lo chiedo per favore. Solo una piccina piccina per vedere cosa ne pensate e se dovrei cambiare qualcosa. Io aggiornerò quando avrò letto almeno due recensioni. Va bene? Me lo fate questo favore di recensire?
In ogni caso alla prossima, si spera 😄

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Capitolo 6
*** Mat 1, Loki 0 ***


-Dobbiamo andarcene di qua- gridò Zach. Io scossi la testa continuando a piangere
-No, no, no, dobbiamo prendere Nox. È lì, lo so, lui non è morto- urlai alla fine. Mio fratello mi mise le mani sulle guance e mi costrinse a guardarlo. Aveva ancora gli occhi lucidi pure lui
-Ascoltami Mat, noi siamo forti e ce la faremo. Anche io so che lui è ancora vivo, ed è vivo perché è forte e se la sa cavare da solo. Può farlo ancora. In questo posto c'è gente che non ce la fa da sola perché per quanto si possa essere addestrati non si affrontano situazioni del genere. Ora, noi siamo forti, ricordi?- mi chiese sorridendo tra le lacrime. Io annuì tirando su con il naso.
-Quindi è nostro compito aiutare gli altri. Finito torneremo a prendere Nox che starà sicuramente bene. Va bene?- chiese. Io girai la testa verso il fumo che ancora si innalzava dalle nostre camere. Tornai con lo sguardo su mio fratello e seria come non mai mi alzai da terra 
-Sono pronta- dissi sicura. Mi porse un auricolare e lo misi. D' improvviso sentii che Cap e Stark stavano riparando il motore, che Hulk era tra noi e che Thor stava cercando di fermarlo mentre la Vedova Nera era contro Barton ancora sotto l'influenza del dio che aveva procurato tutto questo.
-Oh finalmente anche i Baby Avengers sono con noi- disse la voce sarcastica di Tony Stark
-Ah ah. Aspetta rido- dissi ancora più ironica di lui
-Dove è quello che se l'è presa prima?- chiese ancora. Ma dove trovava il tempo di parlare se stava riparando il motore? Guardai mio fratello
-Non è qui- rispose lui piatto
-Oh, mi dispiace ragazzini- cominciò Iron Man
-Non lo fare. Non ti dispiacere. Nox non è morto- dissi stringendo i denti e ringhiando. Poi feci cenno a mio fratello e ci separammo andando in due direzioni diverse
-Qua servirebbe un aiutino- disse la voce di Natasha
-Arrivo cara- dissi con solito mio tono
-Magari un aiutino più valido-fece lei con il fiatone
-Hei, guarda che me la prendo- dissi continuando a correre dove si doveva trovare Natasha. Finalmente la vidi. Vidi anche quell'altro. Non appena mi avvistò cercò di colpirmi con una freccia ma mi scansai in tempo e la freccia colpì qualcosa dietro me. Che esplose. Lo guardai stralunata
-Mai fai sul serio?- chiesi ora un pochino terrorizzata. Un'altra freccia mi arrivò vicinissima ma con una ruota riuscì a schivarla. Wow, non pensavo di essere ancora in grado di fare la ruota pensai. Nel frattempo Natasha aveva approfittato della distrazione di Barton (gentilmente offerta da me) per iniziare a colpirlo. Il loro combattimento ricominciò più feroce di prima.
-Hulk è saltato dall' Hellicarrier. Thor è diretto verso Loki. Mat devi andare. Coulson rischia- disse mio fratello. Capii dal suo tono di voce che aveva visto qualcosa. E non intendo visto visto. Ma visto. Oh, andiamo come lo spiego? Lui certe volte (non lo faceva apposta) poteva vedere scene del futuro o del passato, e evidentemente il caro Agente di nome era in pericolo. Guardai il combattimento che ancora si svolgeva e mi osservai intorno trovando una trave che poteva fare al caso mio.
-Ricevuto. Faccio in un momento-
Feci una rincorsa e saltai. Mi attaccai alla trave con le mani e mi dondolai dandomi abbastanza spinta così che quando mi staccai atterrai precisa dietro Clint. Mi alzai veloce dalla posizione con la quale ero arrivata e gli tirai un calcio dietro il ginocchio. Lui colpì Natasha e si girò verso di me. Non c'era tempo. Gli pestai forte il piede. Lui abbassò la testa così che gli presi il viso con le mani. Poi chiusi gli occhi e mi concentrai. Andiamo devo farcela pensai. Svuotai completamente la mente e mi rilassai. Poi Clint cadde svenuto. Mi girai verso la Vedova Nera che mi guardava confusa.
-Portalo via. Non so se ha funzionato ma quando si sveglia dovrebbe essere di nuovo in sé. Però legalo perché non l'ho mai fatto non so se è riuscito- la istruì indicandole il corpo di Barton
-Mat devi sbrigarti. Quattro minuti e quaranta secondi- urlò mio fratello nel mio orecchio. Anche lei sentì e annuì. Presi la faretra e le frecce di Clint, sorrisi e mi girai
-Hei aspetta- urlò. Io mi fermai ma non mi rigirai
-Grazie- disse e sembrò anche lei stupita delle parole uscite dalla sua bocca
-Figurati. È così che si fa in una squadra- dissi
-Tre minuti e cinquanta- mio fratello. Io corsi veloce senza voltarmi indietro. Scansai molte persone. Molte erano nemiche e mi dovetti impegnare per stordirli velocemente e non perdere tempo. Certo mio fratello che faceva il conto alla rovescia non era d'aiuto, per niente
-Due minuti e trenta
-Ok, senti, così mi metti pressione. Non devi fare qualcosa anche tu, tipo fare fuori qualcuno?- chiesi con voce isterica continuando a correre
-Un minuto e cinquanta. Mat sbrigati- urlò. Va bene, è ora di fare a modo mio. Mi fermai e respirai
-Un minuto- Presi un altro grosso respiro ed espirai. Attraverso gli occhi chiusi vedevo le anime delle persone. Aprii gli occhi: erano tutti addormentati. Sorrisi fra me e me. Ma poi un capogiro mi fece appoggiare al corridoio.
-Quaranta- la voce di mio fratello mi risvegliò. Strinsi i denti e scossi la testa. Poi ricominciai a correre scavalcando i corpi degli agenti svenuti. Ormai ero vicina. Un altro capogiro mi fece rallentare, ma non mi fermai
-Trenta- Aumentai il passo e svoltai a sinistra.
-Venti- Corsi ancora più veloce ed entrai nella stanza. Vidi Thor che sbatteva le mani sulla gabbia. Lui era dentro, ma non avevo il tempo per pensarci. 
-Dieci- Mi guardai intorno, ma non li vedevo
-Qui non ci sono- urlai frustrata
-Otto- Poi sentii delle voci. La speranza si riaccese
-Sette- Le seguii, seguii le voci
-Sei- Erano davanti al pannello, ma erano ancora lontani
-Cinque- Coulson stava dicendo qualcosa puntando con un'arma da collaudare contro Loki che aveva la mano alzate. Dov'è il pericolo?
-Quattro- Poi ricordai: dio degli inganni. Chiusi gli occhi. Davanti Coulson non c'era nessuno. Ed eccolo lì. Loki era dietro l'agente e stava puntando la lama dello scettro sulla schiena di Philip
-Tre- Sempre tenendendo gli occhi chiusi incoccai una freccia
-Due- Alzai davanti a me l'arco e tesi la corda
-Uno- Lasciai andare la freccia che si conficcò nella mano del dio, il quale mollò la presa sullo scettro e mi guardò furioso. Mat 1, Loki 0, pensai. Iniziai a perdere contatto con la realtà. Vidi Thor battere un'ultima volta sul vetro della cella e poi cadere nel vuoto.
-Ce l'hai fatta sorellina. È finita- La voce di Zach fu l'ultima cosa che sentii prima di svenire
 
-Perché non si sveglia?- chiese il miliardario davanti a dei medici che stavano visitando Mathilde. Zach invece stava zitto e accarezzava la testa della sorella lasciandoci qualche bacino ogni tanto. All'ennesima medesima domanda di Tony il ragazzo alzò lo sguardo
-Tranquillo. Ci potrebbe mettere un po' ma si riprenderà- lo calmò
-Come puoi essere così menefreghista nei confronti dello stato di tua sorella. È da diciotto ore che non si muove- urlò Natasha. Zach non distolse lo sguardo dalla sorella e la continuò a cullare
-La conosco. È forte. La più forte di tutti. Senza di lei probabilmente io e Nox ci saremmo arresi già da tempo- disse perdendo il sorriso nominando il suo migliore amico, ma riacquistandolo subito. Nella stanza c'erano tutti gli Avengers. Anche Clint completamente guarito che guardava la ragazza sul lettino e pensava a quello che Natasha gli aveva raccontato. Era stato quello scricciolo a salvarlo. Le doveva tutto. Aveva anche salvato Coulson. Steve invece era in disparte. Nox non c'era. Non tornato. Ma Zach non perdeva la speranze. Avevano perso per strada Thor e il dottor Banner, Nox era proprio scomparso e Mat non si svegliava. Non erano messi benissimo, ma Zach aveva fiducia nel suo amico e in sua sorella.
 
Mi svegliai e la prima cosa che feci fu guardare l'orologio come facevo ogni mattina. Ma alzando il braccio non vidi l'orologio ma una flebo. E così tutto quello che era successo mi piombò addosso. Ero riuscita a salvare Coulson? Thor dove era finito? Quando Zach aveva detto che Hulk era saltato fuori dall' Hellicarrier cosa voleva dire? Dove ero ora? Ma cosa più importante, Nox era lì?
-Zach...- mormorai, e mi accorsi di avere la gola secca
-Hei principessa, come va?- sorrisi a quel soprannome
-Non mi chiamavi così da quando avevamo dieci anni-
-Già beh, certe cose non cambiano. Sei sempre una principessa- disse baciandomi una guancia. Mi incupii. Zach era dolce con me, ma mai così tanto
-Zach, dov'è Nox?- chiesi e notai la mia voce tremò
-Shh, sei rimasta svenuta per diciotto ore. Non è il momento- disse piano
-Zach..- provai. Mi alzai a sedere e vidi tutta la squadra nella stanza.
-Salve gente. È un piacere vedervi tutti vivi. Ora, dov'è Lucas?- chiesi perdendo il sorriso che avevo fatto vedendoli tutti lì per me.
-Non c'è- rispose mio fratello. Ma dal suo noto capii che voleva dire altro
-Ma?- chiesi quindi incitandolo a continuare
-Ma il suo corpo non è stato trovato, quindi dovrebbe essere ancora vivo- ammise in fine
-Dovrebbe? Lui è ancora vivo. Zach tu dovresti pensarla come me- dissi con la voce che tremava per le imminenti lacrime
-Ehi ehi, calma. Vedrai che andrà tutto bene- disse una voce dolce. Ma non era mio fratello. Alzai lo sguardo su Steve sorridendogli
-Grazie Capitano- Lui sorrise di rimando. Mi asciugai le lacrime che erano scese e saltai giù dal lettino togliendomi le flebo
-Che è successo, quindi?- chiesi battendo le mani una volta e strofinandole fa loro
-Abbiamo perso Hulk che è caduto e anche Thor che era nella cella. Coulson è vivo, grazie a te, e anche Barton è con noi in perfetta salute mentale. Loki è scappato con lo scettro dopo che tu l'hai fermato e ora Fury, la Hill e Coulson stanno lavorando per rintracciarlo- riassunse veloce Natasha. Io la guardai e lei sorrise. Feci lo stesso
-Wow, non ho mai visto Natasha sorridere sincera, ma come hai fatto?- chiese Barton per smorzare la tensione. Ma io adoravo la tensione perciò...
-Beh, suppongo sia perché ho salvato la tua vita. Oh a proposito, sono Mathilde Lilith Blake- dissi porgendogli la mano. Lui mi guardò imbarazzato. Poi si lasciò andare a una risata e ricambiò la stretta. Tony e Steve uscirono un attimo così rimanemmo io, mio fratello, Natasha e Clint.
-Allora, ho visto come combattete. Siete veramente forti. Non è che mi insegnereste qualche cosa?- chiesi ai due agenti.
-Si sì, anche a me anche a me- fece Zach battendo le mani felice come un bambino
-Ok- fece Natasha
-Davvero?- feci io stupita
-Davvero?- disse anche mio fratello
-Davvero?- fece Clint sorpreso.
Natasha alzò un sopracciglio
-Si, davvero, ma non ora. Abbiamo del lavoro da fare-
Proprio quando stavamo per uscire arrivò Coulson che ci guardò tutti
-Stark e Rogers hanno capito dove è Loki. Dovete partire. Iron Man è già andato- fece veloce. I due agenti annuirono e si avviarono alla postazione di partenza del Quinjet. Mio fratello li seguì e stavo per farlo anche io quando Coulson mi fermò
-Grazie davvero. Probabilmente sarei morto se non fosse stato per te- disse. Io sorrisi
-Si probabilmente sarebbe successo- Lui curvò le labbra in un sorriso.
-Se lo lasci dire. Finita questa storia cambi aria per un po'. Le farà bene- gli consigliai
-Si in effetti Fury aveva in mente di assegnarmi una squadra- disse cominciando a camminare. Io lo seguii e sorrisi, ancora. Per tutto il tragitto mi raccontò di quello che avrebbe fatto con la nuova squadra e io annuivo facendogli capire che lo seguivo.
-Prendi un'arma se ne usi. Tra poco si parte-  mi avvertì Clint. Io sorrisi e annuii. Zach mi portò in una stanza piena di armi. Arricciai il naso vedendo che la maggior parte erano armi da fuoco che Fury aveva costruito con il Tesseract. Ma poi lo vidi. Certo c'erano dei miglioramenti da fare ma quel bastone era perfetto. Era di metallo. Non troppo lungo e si riduceva solo al manico nel mezzo se lo si piegava. Lo si poteva smontare in due parti. Era fantastico. Lo presi e lo maneggiai un po'. Poi sorrisi a mio fratello e lo colpì in pancia. Lui si piegò su sé stesso
-Ma perché lo hai fatto?- chiese con voce strozzata e rendendosi la pancia. Io alzai le spalle.
-Volevo provarlo- dissi non curante
-Beh, devo dire funziona benissimo- disse sarcastico. Poi andammo sul Quinjet. Ci salutarono Fury, la Hill e Coulson e noi rimanenti Avengers partimmo. Direzione: New York, per essere più precisi Stark Tower
 
 
Signori e signore è un piacere per me dire che anche questo capitolo è andato. Non mi metterò più a chiedere recensioni. Se volete lasciarmele me le lascerete, sennò pace.
In questo capitolo avviene la prima grande differenza con il film (anche se poi Coulson resuscita anche lì) ma non penso che ce ne siano molte altre. Il film non l'ho visto poco tempo fa perciò ci potrebbero essere delle incongruenze e di questo mi dispiaccio. In ogni caso al prossimo capitolo. Byeeeeee

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Capitolo 7
*** È finita, è finita davvero ***


Quando arrivammo vidi una cosa che stava volando giù dalla terrazza della Stark Tower. Poi mi accorsi che era Tony. Ma come aveva fatto a cadere? C'erano due possibilità: o Tony aveva un equilibrio da fare schifo oppure lassù in cima c'era un dio un po' stronzetto che lo aveva buttato di sotto. Optai per la seconda ipotesi
-Ehm, gente, c'è un nono della squadra che sta volando giù da una torre oserei dire abbastanza alta- dissi. Tutti lo videro e Natasha e Clint si adoperarono per fare andare il Quinjet più veloce ma non ce ne fu bisogno. Dalla finestra uscirono dei pezzi di armatura che si agganciarono a Tony un attimo prima che si sfracellasse per terra.
-Falso allarme. Scusate- dissi sorridendo. Loro mi guardarono male. E poi accadde. Da un marchingegno situato sulla Stark Tower si aprì un portale che iniziò a far uscire degli alieni, ed erano proprio brutti. Stark iniziò a colpire i primi lassù in cima, proprio vicino al portale ma non funzionò per molto. La maggior parte superò Iron Man e iniziò a colpire con delle strani armi la città. I cittadini iniziarono a urlare e a rinchiudersi nei negozi e nelle case. Era un putiferio. La cosa positiva era che Thor era di nuovo fra noi e stava un po' litigando con Loki in cima alla torre. Il Quijet iniziò a sparare agli alieni, ma poi uno di loro, o più, colpirono un'ala e solo grazie a Clint non precipitammo molto malamente ma solo malamente. A terra uscimmo da quello che era rimasto del Quijet e iniziammo a darci da fare. Clint con le frecce, Natasha con le pistole, Steve con il suo scudo. Guardai mio fratello che aveva appena colpito un alieno con una pistola che sparava ghiaccio, ma ghiaccio vero, di quello che bruciava. Sorrisi e scossi la testa Si va in scena, pensai, pigiai un pulsante sul bastone che si aprii e mi buttai nella mischia. Vorrei poter dire che fui la più brava, che sconfissi un sacco di nemici e bla bla bla, la verità è che fui terrorizzata. Questi cosi non erano tanto facili da battere e io non mi ero mai confrontata con cose così. Sull'Helicarrier alla fine erano tutti umani, ma qui no. E io non sapevo che fare. Ero bloccata. Mi sentii tirare a terra e dove un attimo prima c'ero io non c'era che fumo.
-Tutto bene?- chiese Clint. Io annuii, ma ero ancora terrorizzata
-Ascolta, so che è dura. Ma qui noi non possiamo pensare anche a chi non può combattere. Ci sono già i cittadini da tenere al sicuro. Certo, ci proteggiamo a vicenda ma ognuno deve essere in grado di spartirla cavare da solo. Se non sei sicura vai con i cittadini e rimani nascosta, se invece vuoi aiutare questa è la battaglia- disse e mi tiro su. Poi si girò e tornò a lanciare frecce. Mi risvegliai. Clint aveva ragione. Dovevo combattere, combattere per casa mia. Strinsi i denti e urlai forte. Una colonna di fuoco si innalzò davanti a me e mi diede il tempo di staccare la testa a due alieni con il bastone
-Ih, che schifo che schifo che schifo- gridai schifata. La battaglia continuò per un bel po' così, con botte da entrambi le parti. A un certo punto Cap mi fece segno di seguirlo ed entrammo in una banca dove un sacco di persone si erano rifugiate. Un alieno stava minacciando i cittadini così io e Steve gli andammo incontro. Divisi in due il bastone e cominciai a colpire l'alieno mentre Rogers cercava di far spostare le persone da lì. Mi distrassi un attimo e il mostro mi ferì un braccio. Guardai prima l'alieno, poi il braccio, poi di nuovo il nemico
-Oh, questo non avresti dovuto farlo- mormorai. Mi avvicinai e lo colpì forte alla testa. Gli feci cadere la sua strana arma e lo spinsi a terra tenendolo fermo con un piede
-Dì ciao ciao- Lui mi guardò confuso. E io sbuffai
-Oh andiamo, che gusto c'è a prendere a calci in culo i cattivi se poi non puoi fare battute ad effetto quando li disintegri- feci alzando le braccia e guardando Steve lì vicino che mi guardava stranito
-Già, me lo chiedo anche io- mi arrivò la voce di Tony nell'orecchio
-Mathilde...- mi richiamò Captain America
-Mat, prego- lo interruppi
-Ok, Mat. Vuoi...- fece un gesto eloquente verso l'alieno ancora sotto il mio piede
-Oh, giusto- E poi ficcai il bastone che trapassò il mostro nel petto. Uscimmo dalla banca e ci avviamo verso il centro della battaglia. Natasha e Clint erano ancora schiena contro schiena. Mio fratello rideva mentre con la sua fighissima pistola colpiva tutti, Tony continuava in volo a uccidere mostri e Thor li fulminava. Poi arrivò anche Banner
-Heilà dottore. Sbollita la rabbia?- chiesi e Zach sorrise
-Spero di no, perché sa, in questo momento farebbe comodo- disse infatti. Il dottore scese dal minuscolo motorino che lo aveva riportato qua e sorrise a tutti. Thor ci raggiunse 
-Oh, porto la festa da voi- disse Tony, o qualcosa del genere. Non lo so. Ero troppo impegnata a vedere l'enorme mostro che seguiva Iron Man. Lo indicai
-E quello cos'è?- chiesi. Tutti si girarono verso il mostro e Banner chiuse gli occhi per poi girarsi verso il mostro completamente verde e fermarlo
-Wow, vai così. Sono il suo fan numero uno- disse mio fratello facendo finta da asciugarsi una lacrima.
-Ottimo. E ora?- domandai mentre senza neanche guardare colpii con il mio bastone un alieno dietro me. Steve abbaiò un paio di ordini a tutti. La cosa che sentii e che mi fece ridere fu "Hulk, spacca". Ma allora anche Cap per quanto vecchio sapeva fare battute, anche se quando vidi Hulk in azione iniziai a dubitare che fosse una battuta
-Scusami Steve- chiesi non togliendo lo sguardo da Hulk
-Che cosa dovevo fare io?- Lui mi guardò alzando gli occhi addosso
-Vai ad aiutare Natasha con il portale- disse. Feci il saluto militare
-Ricevuto capitano- dissi. Poi mi guardai intorno
-Non è che...- lasciai la frase in sospeso e lui, come aveva fatto con Natasha, mise lo scudo davanti a sé. Io mi allontanai per prendere la rincorsa. Corsi veloce verso Steve saltai sul suo scudo e lui mi diede una forte spinta in alto. Mi aggrappai a un veicolo di uno degli alieni e lo buttai giù. Poi trovai il modo di governarlo e salii verso l'alto. Arrivai prima della Vedova Nera. Loki era disteso per terra. Deve essere passato per le mani di Hulk, pensai vedendo come era ridotto. Purtroppo non abbastanza da non riuscire ad alzarsi. Prese il suo scettro e provò a colpirmi. Lo schivai e gli diedi un calcio in pancia che lo fece piegare in due. Si rialzò ancora e mi guardò male. Lo attaccai e fortunatamente era ancora debole dallo scontro con Hulk. Riuscii a colpirlo più volte fino a fargli volare via dalle mai lo scettro che finii vicino a Selvig. Loki mi guardò e infine fece quello sorrisetto stronzo che tanto odiavo.
-Ti risulta facile combattere contro i tuoi nemici. Ma contro i tuoi amici?- chiese. Io lo guardai confusa ma non mi fermai e lo colpii violentemente alla testa così da farlo svenire. Ero per colpirlo ancora, così per sicurezza, quando la porta del piano del Stark Tower si aprii. La prima cosa che notai furono due occhi dorati, caldi, ma che mi guardavano con odio
-Nox...- mormorai talmente piano che feci fatica a sentirmi io stessa. Lui mi guardò malissimo, si avvicinò, mi prese il bastone e lo buttò via. Poi mi colpì forte in faccia. Mi portai le mani al naso e sentii il sangue. Guardai il mio amico
-Ma che sei scemo?- domandai. Feci in tempo a parare il colpo successivo di Nox, ma non volevo ferirlo. Loki aveva ragione. Come cavolo potevo colpire Nox?
-Woo, hei Nox, sono io. Sono la tua migliore amica- gridai. Lui non mi ascoltò e mi colpì in pancia facendomi piegare
-Mi avete lasciato a bruciare- urlò lui. La sua voce non era cambiata
-Non è vero- urlai più forte
-Io e Zach volevamo venire da te- dissi
-Però non siete venuti- fece ovvio
-Altre persone avevano bisogno di noi. Tu sai cavartela da solo- risposi
-Ciò non toglie che vedere andare via i miei migliori amici nel momento del bisogno non abbia aiutato, non trovi?-
-Posso chiudere il portale, mi ricevete? Posso chiuderlo- disse Natasha nel mio orecchio. Senza farmi notare sbirciai fuori e la vidi con lo scettro in mano
-Aspetta- gridò Tony
-Spero tu abbia un buon motivo, amico, perché non ce la faccio più e la mia pistola di sta scaricando- fece mio fratello. Io mi tolsi l'auricolare e lo gettai a terra. Non avevo il tempo di stare a sentire anche loro
-Ma ti stai a sentire? Loki ti ha fatto il lavaggio del cervello. Tu non lo pensi davvero. Cacchio Lucas, ripigliati- urlai al mio amico che stava avanzando alzando la mano. Il pavimento cominciò a tremare
-Non so come possa anche solo un momento aver provato qualcosa per te- disse sprezzante, continuando a far tremare la terra. Cosa? Lui...provava qualcosa per me? Impossibile. No no, avevo capito male
-Cosa?- chiesi
-Oh andiamo. Sei davvero così stupida come dai a vedere? Ti sto dietro da anni e tu non te ne sei mai accorta- disse. Dal pavimento si innalzarono delle piante che mi strinsero le gambe.
-Ok, adesso mi stai stancando. Quando sarai in te, riparleremo di questa cosa, ma fino a quello momento, caro amico mio, fottiti, perché io non accetto che qualcuno mi offenda in questa maniera- urlai. Presi un coltello che avevo nascosto nella cintura e tagliai le piante. Poi mi lanciai verso Nox e lo colpii al viso. Presi il mio bastone e tirai una forte botta alla testa. Come Loki, anche Nox svenne. Il pavimento aveva finito di tremare già la prima volta che lo avevo colpito. Ripresi in fretta l'auricolare e uscendo sulla terrazza cercai di capire che stava succedendo. Vidi la Romanoff esitante. Perché non chiude il portale?
-Andiamo Tony- mormorò lei. Non capii. Che diavolo stava succedendo. Poi alzai lo sguardo e notai una grande esplosione nell'altro mondo
-NATASHA, CHIUDI IL PORTALE- urlai forte. Lei si girò
-Tony è là dentro- disse piano. Poi tornò guardare il portale. Aspettai anche io. Ma l'esplosione si stava avvicinando troppo. Le presi lo scettro dalle mani
-Mi dispiace- dissi piano. Alla fin fine Tony mi piaceva, era simpatico. La Vedova Nera annuì senza mostrare più nessuna emozione. Strinsi i denti. Poi chiusi il portale.  E chiusi anche gli occhi. Proprio all'ultimo vidi mio fratello apparire dall'altra parte del portale e veloce scomparire con Tony sotto braccio. Il portale si chiuse definitivamente. Io e Natasha velocemente scendemmo. Gli altri avevano tolto la maschera a Tony che non si riprendeva. Poi Hulk urlò e Iron Man si svegliò di soprassalto. 
-Ditemi che nessuno mi ha baciato- disse. Io risi e gli buttai le braccia al collo. Poi anche gli altri lo salutarono. Io mi lanciai verso mio fratello in lacrime. Lo strinsi forte
-È vivo- Lui inizialmente non capì, poi nel suo volto si fece spazio la sorpresa, poi iniziò a ridere felice. Salimmo tutti insieme su quello che rimaneva delle torre. Lassù Nox e Loki stavano riprendendo i sensi. Mentre tutto gli altri accerchiavano il dio, io e Zach ci lanciammo su Nox. Lui ci strinse forte. Poi si grattò la nuca imbarazzato rimanendo seduto per terra
-Senti Mat mi dispiace. Non ricordo tutto, ma so che ho detto delle cose brutte. Ho degli sprazzi ma non ricordo tutto- Poi fece una faccia preoccupata
-Non ho detto niente di imbarazzante, vero?- persi il sorriso. Ma fu solo un attimo.
-No tranquillo. Hai solo detto che sono stupida. E questo ti è costato il grosso bernoccolo che terrai per i prossimi tre/quattro giorni- dissi ridendo. Se non ricordava forse era meglio. Lui mi sorrise di rimando. Ma mio fratello non se la bevve. Dopo mi dici tutto, e con tutto intendo tutto, intesi? Sentii la sua voce nella mia testa. Sbuffai ma annuii. Poi ci girammo verso Loki. Ora era legato con le mani davanti e aveva uno strano bavaglio metallico a tenergli chiusa la bocca. Il suo scettro era tenuto da Thor e il Tesseract era in uno speciale contenitore. Entrambi gli oggetti emanavano una strana vibrazione che mi attirava verso loro. Nessun altro sembrava percepirle ma io mi ero incantata e piano piano mi avvicinai. Poi sentii la mano di qualcuno sulla mia spalla e mi risvegliai. Lanciai un ultimo sguardo ai due oggetti che presto avrebbero fatto ritorno a Asgard
-Allora che ne pensi?- mi chiese Tony, la persona che mi aveva messo la mano sulla spalla
-Scusa, non ti stavo ascoltando. Dicevi?- Meno male nessuno si era accorto della mia attrazione verso gli oggetti, tutti tranne Loki che mi lanciò uno sguardo prima curioso e poi malizioso. Io distolsi lo sguardo e ascoltai Stark
-Mi chiedevo se ti andasse dell'ottimo Shawarma per festeggiare- chiese battendomi una mano sulla schiena. Risi e annuii
-Ehi, questi ragazzini hanno ancora diciassette anni. Non possono prendere niente di alcolico- fece Steve guardando male Tony
-Non è giusto- ribatté Nox
-Già, ha ragione- gli diedi ma forte io
-Loro hanno diciassette anni, io ne ho diciannove- disse. Io stacco annuendo, quando mi accorsi delle sue parole e gli tirai uno scappellotto che lo fece ridere
-Sempre un'età in cui non puoi bere- disse il Capitano incrociando le braccia
-Andiamo Rorgers, in teoria non sono neanche nell'età "fermiamo un cattivone che minaccia la Terra con un esercito di alieni". Direi che se lo sono meritato, e poi si controlleranno- disse facendoci l'occhiolino all'ultimo. Steve alzò gli occhi al cielo ma non ribatté
-Grandioso, andiamo- disse. Thor portò via il suo folle, ma geniale, lo dovevo ammettere, fratello via, alla base dello S.H.I.E.L.D. fino alla mattina successiva quando l'avrebbe riportato ad Asgard. E noi uscimmo ridendo. I cittadini che si erano rifugiati uscirono piano piano per essere sicuri che il pericolo fosse finito. Io sorrisi a chi ci indicava sorridendo. Sorriso che sparì non appena sentii le parole di Natasha
-Fury vuole parlarci- disse
-Oh, non ci poteva far godere la vittoria ancora un po' prima di mettersi in mezzo con quella faccia seria e con quella benda sull'occhio che lo fa molto sopravvissuto- dissi sottolineando le ultime parole
-Fury è un sopravvissuto- disse ovvio Barton. Lo guardai male.
Poi noi Avengers insieme andammo verso gli aerei che Fury ci aveva fatto trovare. Salimmo e partimmo.
È finita, pensai chiudendo gli occhi facendo un sospiro di sollievo, è finita davvero
 
 
Signori ecco il nuovo capitolo. Anche se potrebbe sembrare la storia non finirà qua. Anzi diciamo che è appena iniziata. In questo modo posso inventarmi io quello che voglio smettendo di dovermi attenere al film (che poi non l'ho fatto comunque). Mi rendo conto che il discorso di Barton può ricordare molto quello che fa nel 2 a Wanda, ma dovevo metterlo 😄
Per il resto le incongruenze ci sono per far tornare la mia storia e mi dispiace se ad alcuni non vanno bene
Detto questo vi saluto e al prossimo capitolo
Passo e chiudo 

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Capitolo 8
*** Una nuova casa ***


 
-Ma sei sicura?- chiese per la milionesima volta Tony
-Ascolta vecchietto, se ci hai ripensato te basta dirlo e la Paranormal Squad se ne ritorna a Seattle, ma se per te è sempre ok noi non abbiamo cambiato idea, vero?- domandai rivolta a Zach e a Nox
-No affatto- dissero insieme sorridendo
-D'accordo, allora preparatevi, tra poco si parte- disse Tony uscendo dalla stanza.
Sorrisi felice. Era ormai passato un mese dalla battaglia di New York e io, il mio gemello e Nox eravamo rimasti in un appartamento in città gentilmente offertoci da Fury, anche se ci passavamo solo la notte e la domenica dato che tutto il resto del tempo eravamo alla base dello S.H.I.E.L.D per allenarci come Natasha aveva promesso. Non dico che eravamo diventate amiche del cuore, ma essendo le uniche donne nella squadra effettiva degli Avengers avevamo legato di più. Per quanto riguarda Nox, con lui era tornato tutto come prima, anche con me. Non gli dissi quello che mi aveva detto sulla terrazza della Stark Tower, ma inizia a pensarci per conto mio e non sapevo dove sbattere la testa. Ne avevo parlato solo con il mio confidente Zach che mi aveva ascoltato poi se ne era uscito con un'alzata di spalle e la frase "Io lo sapevo già, Nox è il mio migliore amico, me lo aveva detto". Iniziai a osservare attenta Nox e ammisi che non era un brutto ragazzo, anzi l'esatto opposto, era proprio bello, con gli occhi dorati e i capelli scuri sempre spettinati. Dovetti ammettere a me stessa che magari anche io provavo qualcosa per lui, ma per come sono fatta non glielo avrei mai detto, così le giornate passavano tranquille e io e Nox eravamo tornati gli amici di prima. Qualche giorno prima Tony ci aveva chiesto se volevamo trasferirci alla Stark Tower che era diventata, dopo la ricostruzione dovuta alla battaglia, l'Avengers Tower. Disse che aveva offerto un piano a ciascuno degli Avngers e così potevamo restare in contatto. Essendo il nostro appartamento non messo benissimo (-Accontentatevi e ringraziate che ve lo abbia offerto- aveva detto Fury) noi tre avevamo subito accettato. Ma dopo la nostra conferma Tony aveva iniziato a insidiare dubbi sulla nostra sanità mentale al momento della scelta, e da altrettanto tempo io e i ragazzi cercavamo di convincerlo che durante la battaglia non avevamo battuto la testa e che se avevamo detto sì voleva dire che ne eravamo contenti. Alla fine aveva ceduto e noi ci stavamo per trasferire in uno dei piani alti dell'Avengers Tower.
Tony tornò a prenderci con la sua costosissima auto che aveva la capotta abbassata. La guardai scettica
-Perdonami- iniziai girando in torno alla auto
-Per quanto possiamo sembrare poveri, dopo la battaglia siamo andati a Seattle e abbiamo ripreso tutta la nostra roba, che non è poca- sentii un "Parla per te. 3/4 delle valigie sono piene dei tuoi vestiti" da parte di Zach. Gli tirai una gomitata e continuai
-Come pensi che in una Porsche, parecchio figa devo ammettere, complimenti a proposito, ci possa entrare tutto questo- gesticolai indicando la pila delle valigie dietro di me. Tony scese dall'auto e mi guardò dall'alto in basso con gli occhiali da sole. Si mise le mani in tasca e continuò a fissarmi
-Primo: lo so che la mia auto è figa, non c'è bisogno che Baby Avengers Red me lo faccia notare- disse sorridendo sarcastico. Io mi toccai i capelli rossi per riflesso involontario alle sue parole e misi su il broncio
-Secondo: secondo te perché dietro di me c'è Happy con un grosso Suv?- chiese. Solo allora lo notai. Era effettivamente grande. Da quella grossa macchina uscì un uomo, diciamo in proporzione con l'auto che guidava, che sorrise gentile e prese tre a volta tutte le nostre valigie caricandole sul Suv. Poi risalì e aspettò che il suo capo dicesse qualcosa. Io guardai tutta la scena in silenzio ricambiando il sorriso di Happy. Poi guardai la Porsche
-IO STO DAVANTI!!- urlammo insieme io e mio fratello alzando la mano. Ci guardammo malissimo
-Alla meglio di tre?- chiesi fissandolo con sguardo di sfida, socchiudendo gli occhi. Lui fece la mia stessa espressione. Si avvicinò
-Ci sto- accettò la sfida. Mettemmo una mano aperta con il palmo verso l'alto. Appoggiammo sopra l'altra chiusa in pugno. Tony ci guardò confuso e Nox si schiaffò una mano in faccia scuotendo la testa.
-Uno- dissi e battemmo il pugno sulla mano tre volta. Lui fece le forbici che io battei facilmente lasciando la mano a pugno. Sorrisi e lui scosse la testa.
-Due- disse lui. Ribattemmo tre volte il pugno sulla mano. Per lui sempre forbici e anche questa volta lo battei facilmente
-Maledizione- esclamò battendo i piedi ele terra. Ghignai vittoriosa. Presi gli occhiali e mi diressi verso il posto anteriore dell'auto mettendomi gli occhiali da sole.
-Sai, se ogni tanto vuoi vincere- sussurrai a mio fratello mentre passavo lì vicino
-Dovresti smetterla di fare sempre forbici- finii e ridendo mi sedetti al posto che mi ero guadagnata. Mio fratello mi raggiunse mettendo il broncio e sedendosi nei posti dietro. Nox lo seguì e Tony mise in moto l'auto che partì seguita dal Suv. Appoggiai la testa alla portiera godendomi il vento fra i capelli. Il viaggio non durò molto ma mi divertii ascoltando la musica che Tony metteva e che poi mimava di cantare battendo le mani sul volante a tempo. Anche glia altri due dietro si stavano divertendo vedendo me e il potente Iron Man scambiarci le parti delle canzoni cantando in playback.
Arrivammo alla torre e scendemmo. Mi tolsi gli occhiali per guardarla meglio: era identica a prima solo che ora spiccava il nome Avengers. Sorrisi felice. Lasciai la borsa a Happy
-Ci pensi tu vero?- non spettai nemmeno la risposta che presi Zach per mano e insieme corremmo all'interno.
-Ehi, aspettate. Voi due- sentimmo la voce di Nox che ci riprendeva. Probabilmente lui sarebbe rimasto a dare una mano.
Varcammo la soglia e ci guardammo intorno. Mio fratello mi colpì piano il braccio e mi indicò l'ascensore. Corremmo dentro e guardammo l'infinità di piani a cui potevamo andare. Dentro l'ascensore ci raggiunsero Tony e Nox
-Sei sicuro che possa cavarsela da solo?- chiese il mio amico
-Si sì, tranquillo- rispose sicuro il proprietario della torre. In quel momento si sentirono dei tonfi come valigie che cadevano e un'imprecazione abbastanza colorita.
-O forse no- aggiunse veloce pigiando uno dei pulsanti prima che Nox riuscisse a uscire per fare la buona azione del giorno
-Ops- si lasciò scappare Tony. Nox lo guardò male
-Andiamo Lucas, Happy ce la può fare- dissi mettendo un braccio intorno alle spalle del mio amico anche se ci arrivavo a malapena. 
-Non. Chiamarmi. Lucas- disse stringendo i denti e scandendo ogni parola. Io feci un gesto non curante con la mano libera
-Si sì come vuoi- dissi. Prima che potesse ribattere mi allontanai
-Allora Zach, che dici di una gara?- chiesi eccitata dall'idea strofinando le mani fra loro. Lui sorrise
-Cosa proponi?- chiese curioso
-Chi riesce per primo a rubare l'arco di Clint- proposi
-Che ne dici?- chiesi
-Ohhh, posso partecipare anche io?- domandò Tony. Io lo fissai un attimo, squadrandolo. Poi tornai con lo sguardo su mio fratello
-No- risposi semplicemente
-Perché?- chiese stupito
-Beh, mi sembrava di averlo già fatto notare. Sei vecchio Tony. Dovresti iniziare a darti alla calza invece che fare sfide con dei giovani e pieni di vitalità ragazzi come noi- dissi.
-Ascoltami ragazzina. Io vi ospito qui, io detto le regole. Non sono vecchio- disse alzando un sopracciglio forse non gradendo quello che avevo detto poco prima
-Se questo posto è tuo, vuol dire che sei ricco. Ora, per essere ricchi ci sono due modi: uno è che ti fai il culo e guadagni, l'altro è che hai ereditato tutto. Non metto in dubbio il fatto che molti dei tuoi soldi sono dovuto a tuo padre, ma posso mettere la mano sul fuoco che la maggior parte te li sia guadagnati, giusto?- chiesi. L'ascensore si aprì. Noi uscimmo in un grosso appartamento. Era bellissimo
-Si è vero, ma cosa c'entra?- chiese stranito
-Se hai guadagnato tanto facendoti il culo vuole dire che ci hai messo del tempo e il passare del tempo, campanello per Tony Stark, vuol dire invecchiare. Morale della favola? Tu sei vecchio- conclusi il mio ragionamento. Lui mi guardò poi rise.
-Mi sei sempre piaciuta ragazzina- disse scompigliandomi i capelli
-Riprovaci e dovrai mettere reattori arc in posti che non pensavi neanche di avere- dissi io a bassa voce, minacciosa. 
-Jarvis farà portare qui fra poco la vostra roba. Voi siete gli ultimi a raggiungerci qua, dopo ovviamente Thor a cui ho lasciato un appartamento che userà quando rimarrà qua sulla Terra, quindi stasera, all'ultimo piano c'è una festa per inaugurare la Avengers Tower. Ci saranno molte persone perciò siete tenuti, obbligati, a venire e vestiti bene- disse guardando Nox in particolare, che effettivamente si vestiva sempre da barbone. Un barbone sexy però fece una vocina nella mia testa che io zittii subito.
-Blake femmina, mi affido al tuo buon gusto per il loro look questa sera. Nox, ti prego di ascoltarla. Blake maschio...- disse guardando Zach che sorrise apertamente
-Non distruggere questo o qualunque altro piano di questa torre- sospirò passandosi una mano davanti agli occhi.
-Sarà fatto signore- urlammo in coro tutti e tre. Zach nella foga fece cadere una lampada rompendola
-Da ora- precisò mio fratello. Tony alzò gli occhi al cielo e ritornò nell' ascensore per poi sparire quando le ante si chiusero
-Ci sto- disse mio fratello
-Cosa ci stai?- chiese Nox
-A prendere l'arco di Barton. Ci sto- disse guardando me. Sorrisi ricambiando lo sguardo. Zach mi imitò e sui nostri volti si aprì lo stesso identico ghigno. Nox ci guardò male
-Voi due siete malati- disse piano per poi iniziare a esplorare l'appartamento. Noi andammo con lui. Quando si usciva fuori dall'ascensore si apriva un grosso salotto con un grande divano nero e un'enorme TV. Lì vicino si trovava una porta a vetri che portava su una terrazza. Dall'altra parte c'era una cucina aperta sul salotto con un bancone e degli sgabelli intorno. Poi lì vicino si apriva un corridoio. In questo si trovavano le porte di due bagni molto grandi, uno con una doccia e uno con una vasca, e altre porte di tre camere da letto. Tutte la camere avevano un letto matrimoniale, una cabina armadio e un altro bagno. La mia bocca si spalancò da sola in una "o" perfetta e lo stesso fecero quelle dei ragazzi.
-Beh, direi che Stark si tratta bene- commentai con un fischio.
-Si, e tratta bene anche noi- disse invece Nox sorridendo
-Signorini, l'ascensore che sale ora contiene tutte le vostre valigie- ci informò Jarvis
-Grazie Jarvis- rispose gentile Nox per poi avviarsi verso il salotto.
 
Lo ammetto, mi sbizzarrii così tanto con Nox che rimase poco tempo per me, ma riguardando il mio amico ne fui più che soddisfatta: Nox in giacca e cravatta era un grande spettacolo. Indossava dei pantaloni neri e giacca dello stesso colore, una camicia bianca con gli ultimi bottoni sganciati e la cravatta (sempre nera) un poco allentata. Lui si pettinò/spettinò i capelli da solo ed era davvero bello. Sorrisi. Poi entrò in salotto anche Zach. Era vestito più o meno come Nox, solo che aveva i colori invertiti: camicia nera e giacca e pantaloni bianchi, in più indossava un farfallino ancora slacciato
-Ehi Mat, mi potresti dare una mano?- mi chiese sorridendomi. Risi e mi avvicinai a lui legandogli per bene il papillon
-Siete perfetti, scommetto che tutte le ricche zitelle che ci saranno alla festa guarderanno solo voi- dissi facendo l'occhiolino e scappando in camera mia per vestirmi veloce. Guardai nel mio armadio e cercai un vestito da sera bello. Alla fine decisi di mettermi una vestito nero, lungo fino alle caviglie che ricadeva morbido, che stringeva sui fianchi mostrando la mia vita sottile. Il vestito aveva soltanto la spallina destra, mentre la parte sinistra lasciava scoperta la spalla. Non ero tipa da trucco così mi misi solo un po' di mascara, eye-liner nero e lucida labbra leggero. Legai i capelli in una treccia che poi avvolsi per fare una crocchia. Mi infilai delle scarpe nere con il tacco e tornai in salotto. Mi fermai all'inizio del corridoio. Sospirai per poi richiamare l'attenzione dei ragazzi che parlavano fra loro
-Allora, come sto?- chiesi insicura, e soprattutto curiosa di sentire il parere di Nox. Entrambi si voltarono e rimasero a bocca aperta. È un buon segno, no? pensai
-Wow Mat, sei uno schianto. Se non fossi mia sorella ci avrei fatto un pensierino. A meno che tu non sia a favore dell'incesto...- fece mio fratello riprendendosi. Io aprii la bocca indignata per poi lanciargli addosso un cuscino che avevo preso dal divano lì accanto
-Imbecille- mormorai mentre Zach continuava a ridere
-Beh, Mat, sei...bellissima- disse Nox sorridendo calmo come suo solito. Gli sorrisi apertamente
-Grazie Nox. Anche tu stai bene. Ma in fondo il tuo look è dovuto a me, quindi è ovvio che tu stia bene- dissi facendo una faccia da "Io sono superiore e lo sapete anche voi".
-Oh smettetela. Mi farete venire il diabete. Se dovete flertare andate da un'altra parte- fece mio fratello facendo anche segno di vomitare. Sia io che Nox arrossimmo e decisi che un altro cuscino poteva essere usato per questa giusta causa, così glielo lanciai, ma lui riuscii a schivarlo facendo una linguaccia. Io ricambiai. Infine ci avviammo verso la festa. Ci accorgemmo di non sapere il piano solo quando entrammo nell'ascensore.
-Ehm...e ora?- chiesi appoggiandomi su una delle pareti dall'ascensore
-Jarvis, potresti portarci al piano della festa?- chiese gentile Nox. Io lo guardai stupita: persino con i computer era gentile? Questo ragazzo era la bontà fatta persona, si certo, fino a che non s'incazzava
-Certo signorini- rispose la voce di Jarvis. Mio fratello sorrise entusiasta
-Ciaoooo Jarvis, io sono Zach-
-Lo so signorino Blake, è un piacere conoscerla- rispose Jarvis. Mio fratello sorrise
-Avete visto? Probabilmente non passerà molto che io e Jarvis usciremo insieme- fece felice. Io e Nox alzammo un sopracciglio
-Mi dispiace dissentire signorino, ma credo sia tecnicamente impossibile- disse ancora il computer mentre l'ascensore saliva. Io scoppiai a ridere
-Friendzonato perfino da un computer- dissi continuando la mia risata alla quale si unì quella di Nox. Intanto il mio gemello aveva messo su un broncio incrociando le braccia al petto. Salendo mi accorsi che iniziava a esserci della musica e più si saliva più la musica si faceva forte e alta. Finalmente all'ultimo piano l'ascensore si fermò e noi scendemmo. C'erano già un sacco di persone che si fermarono a guardarci. Poi tutti iniziarono ad avvicinarsi per presentarsi. Sincerante sentii così tanti "Jake" e così tante "Sarah" che persi il conto più volte. Potrebbe anche essere che mi sia presentata alla stessa persona quattro volte non riconoscendola e che ne abbia saltata qualcuna convita di averla già fatta. Poi d'improvviso la musica si fermò e Tony salii su un tavolino e richiamò l'attenzione. Intanto un cameriere ci portò un bicchiere di spumante a testa
-Vorrei dedicare questa serata all'effettiva inaugurazione dell'Avengers Tower e ai suoi nuovi abitanti. Applauso per Steve Rogers- urlò e tutti fecero come detto,urlando anche, mentre il capitano vicino al tavolo dove era salito Tony sorrideva timido alzando il bicchiere
-Applauso per gli agenti Barton e Romanoff- urlò ancora Iron Man. Di nuovo la sala applaudì e si videro vicini i due agenti che sorridevano. Natasha aveva un bel vestito lungo, mentre Barton stava con lo smoking e una mano in tasca. Anche loro ringraziarono
-Applauso per il dottor Banner- e anche a quel punto un nuovo applauso partì mentre il dottor sorrideva
-Uno anche per Thor- Notai in quel momento il dio e mi promisi di andarlo a salutare. Vicino a lui stava Jane Foster, dottoressa a quanto avevo capito, fidanzata di Thor
-E un applauso ai nostri Baby Avengers- disse indicandoci. Io ero in mezzo a Nox e Zach che si misero con una mano in tasca e sorrisero a tutti mentre io nel mezzo facevo lo stesso.
-Infine un applauso all'uomo che ha reso possibile tutto questo. Un enorme gigantesco applauso per....me- disse Tony con il suo fare egocentrico. Pepper lì accanto gli tirò uno schiaffetto sulla gamba.
-E ora, che inizi la festa- urlò per ultima cosa Iron Man. Guardai fisso Tony che ricambiò il mio sguardo. Sorrisi sghemba e alzai il bicchiere verso di lui. Fece lo stesso e poi bevemmo.
Passai tutta la serata a ridere e scherzare con un sacco di persone. Bevvi un po' anche se la maggior parte dei bicchieri me li ero dovuti scolare lontano da Cap che mi guardava male ogni volta che mi vedeva con dell'alcol. Tony mi presentò ufficialmente Pepper che si dimostrò subito una donna in gamba. Lo stesso fece Thor con Jane, che risultò molto timida. Infine conobbi James Rhodes aka War Machine. Mi divertii moltissimo e ricevetti tanti tanti complimenti per il vestito, e ne andai fiera
-Ehi rossa- mi chiamò qualcuno. Girandomi vidi che era Tony. Sorrisi
-Vedo che mi hai ascoltato quando ti ho detto di pensare al suo look- disse indicandomi Nox che stava parlando e ridendo con Pepper poco lontano.
-Già, beh, mica potevo far credere alle persone che a Seattle non ci si veste bene- dissi alzando le spalle. Tony rise.
-Ma ora casa tua è questa- disse sorridendo senza sarcasmo per la prima volta
-Già, casa mia- sussurrai guardando Zach e Nox che si divertivano. Una nuova casa. Tornai alla festa mettendomi a ballare insieme a Zach come due pazzi. E nessuno questa volta me la porterà via.
 
 
E rieccoci qua. Da qui inizia diciamo un nuovo "capitolo" della storia stavolta completamente inventato da me. Questo era solo un capitolo di passaggio per conciliare quello che è successo con quello che succederà. Spero continuiate a seguire la storia e che vi piaccia.
Un saluto
Mat

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Capitolo 9
*** Allora...parliamo? ***


Mi muovevo piano. Mi guardai intorno. Era tutto uguale: alberi su alberi. Era buio. D'un tratto vidi una luce verde. Cominciai a camminare verso quella flebile luce attratta. Ero come ipnotizzata. Arrivata vidi una grossa quercia con il tronco incavato. Dentro l'enorme tronco c'era un piccolo ovale, verde luminoso. Ero sempre più attratta. Allungai la mano ma appena lo toccai, milioni di voci iniziarono ad affollarmi la testa. Urlai di dolore. Mi portai le mani alle tempie cerando in qualche modo di attutire il dolore. Non funzionò. Continuai a gridare tendendo la testa tra le mani e piegandomi a terra. Faceva male. Lacrime cominciarono ad uscire dai miei occhi, portai una mano alla guancia bagnata, ma quello che vidi non fu acqua ma sangue. Urlai ancora più forte.
-BASTA- gridai forte
-Basta, vi prego- mormorai dopo. Mi accasciai a terra e svenni.
Mi svegliai di soprassalto con la fronte tutta sudata. Mi tolsi le coperte di dosso e mi passai una mano sulla faccia. Guardai l'orologio 3:45. Mi alzai e andai verso il bagno. Mi sciacquai la faccia con acqua fredda e poi mi guardai allo specchio. I miei capelli mogano erano arruffati e sotto gli occhi si notavano benissimo le occhiaie. La fronte era aggrottata segno che pensavo ancora a quel assurdo sogno. Scossi la testa e uscii dal bagno. Dato che era praticamente estate dormivo con pantaloncini corti e una maglietta da ginnastica. Presi una felpa e mi avviai verso il salotto superandolo e uscendo sulla terrazza. New York, la città che non dorme mai pensai mentre osservavo tutte le luci accese nella notte.
Inspirai Quel sogno era così vivido, e quell'attrazione l'avevo già provata
Espirai C'è solo una persona che mi può dare risposte
Inspirai Peccato che quella persona sia su un altro mondo
Sbuffai. Sentii la porta della terrazza aprirsi e mi girai. Mi trovai vicino a mio fratello. Sorrisi e lui ricambiò
-Non possiamo- fece leggero. Alzai le spalle. Avevo già detto che questa cosa del collegamento mentale fra gemelli è altamente insopportabile?
-Ma è l'unico modo per avere risposte- affermai decisa
-Loki non ci dirà nulla, non in cambio di niente- disse stringendo i pugni
-Cosa hai sognato?- gli chiesi schietta tornando a guardare New York
-Ero su una nave, solo, c'era una tempesta. Pioveva e la nave stava per cedere, c'erano cadaveri dappertutto. Poi in lontananza ho visto una luce rossa. Era potente e attrattiva. Ho cercato di guidare la nave verso quella luce e ce l'ho fatta. Quando sono arrivato vicino ho visto che era un piccolo oggetto ad avere tutta quella luce. L'ho preso in mano, ma quando l'ho tenuto stretto è successo qualcosa di assurdo. Una potenza infinita mi ha investito, non riuscivo a fare nulla. Il mio corpo non reggeva, stavo morendo- mi guardò negli occhi e notai che stava piangendo. Mi lanciai verso di lui e lo strinsi forte
-Io h-ho a-avuto tanta p-paura- mi disse scosso dai singhiozzi. Non l'avevo mai visto così, così vulnerabile
-Anche io- gli confidai. Rientrammo e stemmo seduti sul divano abbracciati facendoci forza a vicenda. Poi lui si addormentò e sorrisi guardandolo, sembrava un bambino. Il suo volto ora era rilassato. Gli diedi un bacino e mi accoccolai al suo petto per addormentarmi. Questa volta non sognai niente, rimasi serena.
 
Una mano mi scosse
-Mat, ehi sveglia. Il grande capo ci vuole parlare- disse una voce dolce. Mugugnai infastidita e mi strinsi ancora di più al petto di Zach, che fra l'altro dormiva ancora.
-Ok, lo avete voluto voi- Ora la voce non mi sembrava più tanto dolce. Feci in tempo ad aprire un occhio che uno spruzzo di acqua gelida investì me e mio fratello (il quale rimase disteso dormendo). Mi alzai di soprassalto.
-Lucas Andrew Steel, ma io ti ammazzo- urlai. Iniziando a rincorrerlo. Lui rise, ma poi si fermò guardandomi il petto, sembrava imbarazzato. Mi fissai anche io il petto: la maglietta che usavo come pigiama era bianca e con l'acqua era diventata praticamente trasparente. Menomale che uso il reggiseno anche per dormire. Ghignai davanti a Nox, e mi avvicinai sensuale.
-Allora? Ti piace ciò che vedi?- gli chiesi calma, toccando il suo petto. Mi avvicinai ancora di più. Lo vidi deglutire. Gli sfiorai con le labbra l'orecchio
-Beh, non avresti dovuto fare ciò che invece hai fatto- Non fece in tempo a comprendere le mie intenzioni che si ritrovò per terra con le mani fra le gambe
-Vedi Lucas, la prossima volta non pensarci nemmeno, ok?- chiesi chinandomi alla sua altezza. Poi chiusi la felpa e mi avvicinai a mio fratello. Gli saltai addosso. E lui mi prese ridendo
-Giorno principessa- mi fece dandomi un bacino sulla guancia. Adoravo mio fratello e il rapporto tra noi. Nox ci raggiunse
-Fury ci aspetta. Ci saranno tutti- fece guardandomi male. Ma io avevo sentito la parte che mi interessava di più
-Quando dici tutti intendi proprio tutti?- chiesi eccitata. Mentre Nox mi guardò strano annuendo, Zach mi guardò malissimo. Battei le mani felice
-Bene, direi che non dobbiamo farli aspettare- dissi e mi avviai verso l'ascensore 
-Ehm, Mat, sei in pigiama- disse Nox indicandomi. Alzai le spalle.
-Sembra importante- chiamai l'ascensore. Zach mi raggiunse anche lui in pigiama e ciabatte continuando a guardarmi male
-Che cosa mi state nascondendo voi due?- chiese Nox raggiungendoci.
-Che mia sorella è una pazza suicida- l'informò Zach
-Mi sembrava che questo si fosse appurato più di dieci volte negli ultimi mesi. Cosa è cambiato?- chiese ancora il nostro amico entrando nell'ascensore seguito da noi. Sorrisi
-Stanotte volevo buttarmi dalla terrazza e Zach mi ha fermato- dissi sicura. Nox mi guardò malissimo
-E perché?- Sbuffai
-Ma che domande?? Volevo vedere se ero capace di volare- dissi. Nox mi tirò uno scappellotto, ma non disse altro
Arrivammo al piano dove qualche sera prima si era tenuta una magnifica festa. Seduti sui divani c'erano già tutti gli Avengers, poi Fury, la Hill di lato.
-Buon giorno- urlai. Il mio sguardo scorse tutti i presenti fino a che non trovai la persona che cercavo. Ghignai e mi avvicinai a lui sedendomici accanto sul divano.
-Sei in pigiama- fece ovvio Clint alzando un sopracciglio. Imitai il suo gesto
-Però, che occhio!- esclamai sarcastica
Mio fratello mi raggiunse
-Errato. Siamo in pigiama- Poi gli fece l'occhiolino.
-Io no- esclamò subito Nox, sedendosi il più lontano possibile da noi. Io guardai nella direzione del bancone con dietro tutti gli alcolici. Alzai la mano e una bottiglia mi arrivò in mano. Me la rigirai tra le mani. Jack Daniel's, niente male. Tornai con lo sguardo sul bancone e due bicchieri arrivarono sul tavolo di cristallo davanti a me e mio fratello. Purtroppo una mano mi tolse la bottiglia dalle mani prima che potessi anche solo aprirla.
-Già non puoi la sera. Figuriamoci la mattina- fece Rogers. Lo guardai male. Per poi distogliere lo sguardo e riposarlo su Fury. Lui si schiarì la voce
-Ragazzi, abbiamo novità. Una New Entry negli Avengers. Più che altro per monitorarvi meglio- fece il monocolo. Mi portai una mano sul cuore offesa.
-Come non si fida di noi?- chiesi
-No- rispose piatto. Io alzai un sopracciglio.
-Non abbiamo bisogno di qualcun altro- disse anche Tony alzando le mani
-Noi bastiamo- continuò
-Stark ha ragione per una volta- fece Steve. 
-Ti ringrazio- fece quello sorridendo.
-Non si discute. Victoria sarà qua domani- fece alzandosi e avviandosi verso l'ascensore seguito dalla Hill. 
-Victoria sarà qua domani- gli feci il verso aggiungendo delle smorfie 
-Ti ho sentita- Guardai gli altri ridendo
-Allora, qualcuno conosce Miranda?- chiesi poi.
-È Victoria- fece la mia amicona Natasha
-E io che ho detto?- domandai innocente. Tutti mi guardarono male per poi ricevere un sorriso da me.
-Victoria è un' agente dello S.H.I.E.L.D. Si occupa più che altro durante le missioni di rimanere alla base e di scovare quante più informazioni può sul nostro obbiettivo. È un'esperta informatica. Credo si troverà bene con te Tony- fece Clint sorridendo al miliardario. Quest'ultimo scosse le spalle 
-Non mi va comunque che ci sia qualcun altro- fece Stark. Io intanto mi ero seduta vicino al capitano. Gli picchiettai con la mano la spalla opposta a dove ero io. È lui si girò. Andiamo, era il trucco più vecchio del mondo. In ogni caso fu meglio per me che presi la bottiglia di whisky e tornai a posto. Versai a me e a Zach e glielo porsi. Sorridemmo, facemmo scontrare i bicchieri e ingurgitammo. Appena Cap se ne accorse mi lanciò una tale occhiataccia che poggiai il bicchiere e mettendo le mani sulle ginocchia mi alzai
-Ok gente, è stato un piacere, ma devo scappare prima che un vecchietto di settant'anni fatto di steroidi mi uccida. Ciao- feci
-Non ho settant'anni- esclamò
-Oh, erano settantuno? Sai con tutte le persone nella squadra non posso ricordarmi gli anni di tutti- affermai beffarda, ma notando lo sguardo mi avviai all'ascensore
-Ciao- mormorai e basta. Poi ci ripensai
-Thor, non vieni anche tu?-
Vorrei poter dire che avevo tutte le buone intenzioni del mondo, ma mentirei.
In realtà usai il mio potere per puro scopo egoistico. Il gigante (non quello verde, quello biondo), mi raggiunse. Feci ciao ciao con la mano per poi far chiudere le porte dell'ascensore, impedendo a Zach di entrare con noi. Rimasti soli mi rivolsi al dio
-Allora....parliamo?- 
 
 
Scusate il ritardo, veramente. È che non mi venivano idee e non potevo far uscire un capitolo troppo corto. Comunque finalmente posterò questo capitolo nuovo e spero vi piaccia. Si iniziano a scoprire cose su i gemelli e chissà come andrà a finire. Beh, alla prossima
Saluti da me

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Capitolo 10
*** Era un incubo ***


-Allora....parliamo?- chiesi innocente. Il biondone mi guardò curioso
-Di cosa, Lady Mathilde- Storsi la bocca a sentire l'appellativo. Io, Lady? Bleah 
-Volevo chiederti se c'era un qualche modo di parlare con il tuo adorabile non-fratellino- chiesi leggera. Lui mi guardò stupito. L'ascensore si fermò al suo piano e scesi con lui. L'appartamento era uguale al nostro, solo più ordinato. Seduto sul divano mio fratello mi guardava male. Aspetta, mio fratello?
-Come mai, Lady, vorrebbe parlare con Loki?- disse sospettoso, poi notò la mia copia maschile 
-Lord Zachary, come ha fatto ad arrivare qua, e perché è qua?- chiese ancora. Io guardai male mio fratello
-Sono qua per assicurarmi che mia sorella non faccia iniziare una guerra tra mondi- rispose Zach. Thor lo guardò confuso e io sbuffai
-Per assicurarmi che non combini casini- ridisse più chiaro. Stavolta il dio annuì
-Ma se sei il primo a farli, i casini. E per l'amor di Odino, non chiamarmi Lady- dissi acida rivolta ad entrambi. Volevo parlare sola con Thor. Zach non rispose, scosse solo la testa.
-Cosa c'entra mio padre?- fece il dio. Lo guardai male per poi passare una mano sul viso. Raggiungemmo mio fratello sul divano e ripresi a parlare
-Volevo parlare con Loki perché volevo finire la nostra seduta psicologica che avevo iniziato sull'Hellincarrier- Lui mi guardò male, così tornai seria
-Ho bisogno di parlare con lui riguardo dei sogni che io e Zach stiamo facendo. Nel sonno sento la stessa energia che ho sentito solo tenendo in mano lo scettro di Loki. Per questo ho bisogno di parlare con lui- feci
-Provate a chiedere a me- disse lui. Questo non me lo aspettavo. Poggiai le mani sulle gambe e scossi la testa
-Ok- dissi. Zach si posizionò meglio sul divano come se prima fosse stato a disagio
-Abbiamo sognato due pietre, una rossa, io, e una verde lei. Erano potenti. E ci hanno fatto male- disse spiccio. Anche lui era curioso e voleva sapere.
-Non so, descrivetemi le pietre- disse pensieroso. Aveva l'aria preoccupata. Sapeva qualcosa. Mi scambiai un'occhiata con mio fratello poi tornai con lo sguardo su Thor
-Erano ovali, lisce. Come ha detto Zach, la mia era verde, la sua rossa. Appena le abbiamo toccate abbiamo avuto differenti reazioni. A me esplodeva la testa. Lui ha iniziato a sovraccaricarsi di potere fino a quasi esplodere- La faccia di Thor si faceva sempre più preoccupata. Si alzò di scatto in piedi
-Dobbiamo dirlo a mio padre- disse camminando avanti e indietro davanti a me a mio fratello. No, nessuno lo doveva sapere. Solo io e Zach. Lo guardai e lui con lo sguardo me lo confermò
-Thor, ehi Thor- dissi cercando di fermarlo. Lui si girò verso di me. Chiusi gli occhi e presi un grosso respiro. Quando riaprii gli occhi erano diventati blu accesi.
-Scorderai quello che ti abbiamo chiesto. Appena scesi dal piano superiore sei andato nel tuo appartamento. Io ho continuato fino al mio. Non sai niente dei sogni miei e di Zach. La sola cosa che farai quando te lo dirò sarà aiutare me e mio fratello ad entrare nelle prigioni di Asgard dove è tuo fratello non dicendolo a nessuno. Poi scorderai anche quello. Ora vai a riposare- dissi tutto guardandolo negli occhi e tendendo una voce ferma e sicura. Lasciai andare Thor che si avviò verso camera sua come se niente fosse successo. Respirai ancora. Annuii a mio fratello che mi strinse in un abbraccio. Vidi una luce viola avvolgerci e ci ritrovammo in camera mia, distesi sul letto. Il potere di prima mi aveva sfinita e in quel momento ero stanchissima. Chiusi gli occhi
-Tu non mi odi per quello che ho fatto, vero?- chiesi a mio fratello. Lui mi baciò la fronte
-No, certo che no- sentii. Sorrisi poi mi addormentai
Mi svegliai poco dopo. Non mi ricordavo il mio letto così duro. Sentii con le mani delle foglie, foglie? Aprii gli occhi e mi ritrovai in un campo. Grandioso. Un altro sogno speciale. Mi incamminai notando che sapevo esattamente dove andare. A un certo punto iniziai a riconoscere le case che si intravedevano. Una era casa mia. Quella vera. Cominciai a correre fino a che non mi ritrovai davanti a una villa. La casa più grande di lì. Mi fermai un attimo prima di correre verso la porta. Bussai forte e ad aprirmi venne un uomo con lo smoking. Sorrisi con le lacrime agli occhi
-Alfred- sussurrai per poi gettarmi tra le sue braccia.
-Ehm, signorina. Si sente bene?- chiese battendomi imbarazzato la mano sulla spalla. Annuii staccandomi. Pensai un attimo prima di parlare
-Mamma e papà....ci sono?- chiesi sussurrando. Alfred mi guardò confuso.
-Si certo. Suo padre è nello studio. Sua madre è in cucina. Credo stia preparando qualcosa per stasera- disse chiudendo la porta dietro di noi
-Stasera? Cosa succede stasera?- chiesi osservandomi intorno. Quanto mi mancava casa mia. Io e Zach avevamo deciso di prenderla non appena fossimo diventati maggiorenni.
-Come? Non si ricorda? Oggi è il compleanno suo e di suo fratello. Sua madre ha organizzato una festa per la vostra maggiore età- rispose guidandomi verso l'enorme cucina. Per le scale però vidi Zach. Sembrava diverso. Magari per come era vestito. Camicia e pantaloni eleganti. Niente a vedere con i jeans che si metteva di solito. Sorrisi incerta prima di andare da lui.
-Hei Zack- dissi facendo per abbracciarlo. Lui si scansò guardandomi confuso e disgustato, possibile?
-Mathilde. Da dove viene fuori Zach? Mi chiamo Zachary. Mi faccio chiamare così da tutti. E tu di certo non fai eccezione- fece freddo per poi superarmi
-Hei aspetta. Ma che ti prende?- chiesi, ora con una punta di stizza nella voce. Lui si fermò
-Non capisco. Ci siamo sempre ignorati a vicenda. Tu mi odi, io ti odio. L'unico motivo per il quale non litighiamo è che cerchiamo sempre di non stare nella stessa stanza. Non vedo cosa prenda a te. Non penserai mica di cambiare solo perché oggi facciamo diciotto anni?- disse lui sempre più freddo e guardandomi con un sopracciglio alzato. Poi senza aspettare risposta se ne andò. Ma cosa stava succedendo? Mi girò la testa e mi appoggiai al corrimano delle scale.
-Alfred, vado in camera mia. Di a mia madre che sono a riposare prima della festa- continuai incerta per poi salire definitivamente le scale. Cercai nel corridoio quella che sarebbe dovuta essere la mia stanza. Camminai fino a che non trovai una stanza diversa dalle altre dipinta completamente di verde bosco. Solo io potevo fare una cosa del genere. Entrai e chiusi la porta dietro di me. Mi buttai sull'enorme letto che trovai. Però, non avevamo nulla da invidiare a Stark. Presi il telefono che trovai sul comodino lì accanto. Chiami un numero che ormai avevo imparato a memoria. Sentii uno squillo, due squilli
-Pronto?- chiese una voce maschile dall'altra parte
-Nox...- mormorai
 -Come prego. Mi dispiace deve aver sbagliato numero- disse lui insicuro
-No no. Sono io. Lucas, sono Mat- dissi ormai con le lacrime agli occhi
-Ehm...sembri avere una voce troppo femminile per un Matt- disse lui
-Ascolta, lo scherzo è bello quanto dura poco- continuò
-No, non è uno scherzo- urlai quasi
-Allora devi aver sbagliato numero Matt. Senti, non so come tu abbia avuto il mio numero e come tu faccia a sapere il mio nome, ma non è divertente. Arrivederci- Attaccò prima che potessi fare qualsiasi cosa. Avevo le lacrime agli occhi. Cosa diavolo stava succedendo? Accesi la TV
-E così il signor Stark con una conferenza stampa conferma che non smetterà di vendere armi ai nostri eserciti per la guerra- disse una giornalista. A costo di essere ripetitiva, cosa diavolo stava succedendo? Non era reale. Niente di questo era reale. Mio fratello mi amava. Nox mi amava. Tony era Iron Man. Provai di tutto per svegliarmi. Arrivai persino a infilare la testa in una bacinella riempita con acqua gelida. Ma niente. Ero ancora intrappolata dentro la mia testa. Mi ricordai di aver letto da qualche parte che se ti uccidevi in un sogno, poi ti risvegliavi. Ma sinceramente non ero mai stata una Grifondoro coraggiosa (o stupida), ero più che altro una Serpeverde. Non mi sarei mai uccisa. Ok, o la va o la spacca. Guardai verso un diario sulla scrivania. Allungai una mano. Niente. Non succedeva niente. Perché quel dannato diario non veniva da me? Sbuffai cerando di trattenere le lacrime. Mi avvicinai lentamente alla scrivania. Presi il diario e iniziai a leggere
13 Agosto 2015
Caro diario,
Non trovo che sia giusto. Odio Zachary con tutto il cuore. Certo, è mio fratello gemello. Ma quanto vorrei che non fosse mai nato. Agli occhi di tutti è perfetto. Solo io vedo la verità. Lui è terribile. Certo. Quasi quasi vorrei che quella macchina nel 2002 avesse colpito la nostra. Magari ora avrei un gemello in meno
Chiusi di scatto il diario. Al diavolo. Non potevo aver scritto io quelle cose. L'unica cosa che volevo era avere la mia vera famiglia al completo.
Quel pomeriggio non-reale piansi tanto. Come non avevo mai fatto. E come non avrei mai rifatto. Ad un certo punto la porta si aprì. Vidi la testa rossa di Zach che entrava. Si fermò un attimo perplesso. Poi riprese il cipiglio freddo
-Mamma ti vuole vedere- disse. Poi chiuse la porta e se ne andò. Chiusi gli occhi e mi addormentai.
Mi svegliai urlando
-Ehi ehi, calmati. Mat calmati. Smettila di piangere. Ci sono qua io- le parole dolci di mio fratello mi arrivarono all'orecchio. Alzai lo sguardo verso di lui. E lo strinsi forte
-Ti prego, non mi lasciare mai. Mai. Promettimi che saremo sempre io e te contro il mondo- mormorai. Lui annuì perplesso
-Sicuro. Come sempre- disse
-Voglio che questa storia finisca. Era un incubo. C'era una pietra gialla. Ancora quelle dannate pietre. Dobbiamo trovare il modo di farle smettere. O altrimenti inizierò a non dormire per paura di quello che potrei sognare- dissi ancora tra le lacrime. Lui per risposta mi strinse ancora più forte. Di colpo la porta si aprì
-Ho sentito urlare. Tutto bene?- chiese preoccupato Nox. Mi buttai anche su di lui. Lui mi prese in braccio, sorpreso, ma non mi lasciò. Poi mi misi di nuovo a sedere sul letto. Guardai mio fratello e annuii
-Nox, ti dobbiamo parlare- fece Zach grattandosi il collo a disagio
 
 
Salve gente. Ed ecco un altro capitolo, un po' diverso dagli altri, ma spero che vi piaccia lo stesso. Non mi dilungo.
Arrivedorci 😄

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Capitolo 11
*** Appurato che bacio da vomito, possiamo continuare? ***


-E perché cazzo non me lo avete detto prima?- urlò Nox. Poche volte avevo avuto la sfortuna di vederlo arrabbiato e non mi era mai piaciuto come reagiva
-Sono il vostro migliore amico. Dovevo saperlo- disse. 
-Calmati- ribatté Zach
-Col cazzo che mi calmo. Le due persone a cui tengo di più mi nascondono una cosa così, ed io dovrei calmarmi?- urlò ancora. Feci cenno a Zach di lasciarci soli e lui annuì non prima di aver detto la sua
-Dici bene, sei il nostro migliore amico. Allora dovresti capire perché non te lo abbiamo detto. Ma come sempre pensi a te stesso. Non hai riflettuto per niente prima di gridarci contro. Sai che ti dico. Fottiti Lucas. Noi abbiamo avuto grossi problemi e l'unica cosa a cui pensi è che non te lo abbiamo detto. Ma anche no- gridò Zach amplificando la sua voce. Poi se ne andò nella sua stanza. Nox si mise le mani fra i capelli sedendosi sul divano.
-Nox...- 
-Ha ragione- disse lui. Mi misi vicino a lui. Gli presi il volto con le mani. Stava piangendo.
-Ehi guardami- mormorai
-Sono solo un idiota. Penso solo a me stesso. Non ho pensato che se non lo avevate detto c'era un motivo...- Stava parlando a vanvera. E dato che ero una ragazza, adoravo i film romantici (nonostante il mio carattere) e se lì funzionava perché qua no? Così presi coraggio e per farlo smettere di parlare posai le mie labbra sulle sue in un castissimo bacio. Ora, nel film il ragazzo si ripiglia, la bacia con più trasporto fino a che non arrivano....a di più.
Peccato che non eravamo in un film e che Nox si scostò di scatto per vomitare tutto sul costossimo tappeto di Tony. Io mi ritirai schifata sul bracciolo del divano
-Oh, ma andiamo. Che schifo. Bacio veramente così male?- chiesi ormai disperata. Nox stava per rispondere quando gli salì un altro conato.
-Per l'amor di Odino. Vai in bagno, vai in bagno- gli urlai mentre diventava verde. Lui si girò e si tuffò nella stanza. Chiusi gli occhi.
-Jarvis...- mormorai. 
-Provvederò a pulire tutto signorina- esclamò la sua voce metallica. Alzai il pollice per poi andare da mio fratello. Mi buttai accanto a lui sul suo letto.
-Ho esagerato con Nox- disse piano con la faccia nel cuscino
-Io l'ho baciato Nox- gli risposi guardando il soffitto
-Beh è ovvio....aspetta, tu hai fatto cosa?- chiese alzandosi a sedere guardandomi con occhi spalancati
-Ho-baciato-Nox- scandii ogni parola
-E allora?- chiese
-Allora cosa?-
-Come è stato?- 
-Beh bello...per i primi due secondi...poi si è scostato e ha vomitato sul pavimento- mormorai. Zach prima mi guardò per vedere se scherzavo. Appurato che no, non stavo scherzando scoppiò a ridere. E non smise per dieci minuti buoni nonostante gli dicessi di smettere. 
-Aw, che ridere. Oddio- disse con le lacrime agli occhi dalle risate. Gli tirai un cuscino in faccia. Lui guardò l'orologio. 
-È ora di andare da Nat e Clint- disse alzandosi. Ma poi si ributtò sul letto continuando a ridere. La porta si aprì e la faccia di Nox si affacciò. 
-Perché ride così?- chiese bianco come un cencio
-Secondo te?- chiesi arrabbiata superandolo con una spallata. Feci in tempo a sentire mia fratello dire
-Ma è vero che hai vomitato dopo che lei ti ha baciato? -sempre con quella sua irritante risata. Mi immaginai Nox diventare ancora più bianco e balbettare. Salii in ascensore sbuffando e prima che i due uomini della mia vita mi raggiungessero spinsi il pulsante che mi avrebbe portato nella palestra. Per servire solo a sei persone (occasionalmente sette se Tony non si sentiva troppo vecchio) la palestra era enorme. Sarebbe stata enorme anche per trenta persone, ma dettagli. Al centro c'era un ring quadrato. I due agenti erano in piedi davanti a quello
-Sei in ritardo. Ti abbiamo aspettato per oltre mezz'ora- disse Nat fredda, come sempre.
-Fa niente. Vi perdono- dissi non curante salendo sul ring. Lei sbuffò e io esibii il mio migliore ghigno
-Allora, chi è il primo?- chiesi. Volevo sfogare la mia rabbia repressa della disastrosa ora precedente.
-Però attenzione. Mi sento un tantino nervosetta, potrei usare i miei poteri- ammisi aspettando che qualcuno salisse. I due si guardarono poi Clint salì. Intanto entrarono anche le teste bacate di Zach e Nox. Non mi girai per non incontrare il suo sguardo. Lo so. Ero infantile, ma pazienza. Che provasse solo a lamentarsi. Mi concentrai sul mio scontro. Clint si stava avvicinando studiandomi. Come se ci fosse bisogno di studiarmi dopo un mese di incontri così. Mi avvicinai per tirare un pugno che però bloccò. Provai ancora. E ancora. Fino a che Clint non decise che mi ero umiliata abbastanza da sola e che ora toccava a lui, così mi buttò a terra.
-Ma che ti prende? Di solito almeno un pugno mi arriva in faccia- disse stupito. Mi divincolai dalla sua presa frustrata e arrabbiata. Mi alzai in piedi
-Mat ha baciato Nox e lui ha vomitato per terra- disse Zach ricominciando a ridere come prima. Lo guardai malissimo mentre Lucas arrossiva e abbassava lo sguardo
- Davvero?- chiese Natasha stupita
-Cioè, lei ti ha baciato e tu hai vomitato?-
-Non è andata proprio così- mormorò Lucas
-Invece sì. Le hai praticamente vomitato in faccia- ribatté il mio dolce fratellino. Il ragazzo arrossì ancora di più dimostrandomi che prima non era arrivato alla tonalità di rosso più accesa
-Ma davvero davvero?- richiese Nat
-Ok. Stop. Appurato che bacio da vomito possiamo continuare?- 
-Non credo si possa dire "bacio da vomito"- disse la donna. La guardai con sufficienza
-Credimi Nat. È possibile. Io l'ho sperimentato- le feci presente mentre cercavo ancora di evitare lo sguardo di Lucas, che invece non smetteva di fissarmi
-A proposito, sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di diventare lesbica. Tu saresti disponibile?- chiesi sorridendo maliziosa all'indirizzo della rossa che mi guardò per poi sbottare in un semplice -No-. Alzai le spalle e mi rimisi in posizione da combattimento
-Ma se non lo sono io, puoi provare a chiedere a Victoria quando arriva- mi disse l'altra attaccandomi. Mi difesi bene questa volta
-Victoria non è lesbica. Per niente- affermò Clint
-E tu lo sai perché?- chiese sorridendo sadica Natasha
-Non lo è punto. Nient'altro da dire- disse lui incrociando le braccia muscolose. Mio fratello, nell'altro lato del ring attaccò Lucas che troppo impegnato a consumarmi con lo sguardo si beccò un pugno in pancia
-Questo è per aver vomitato addosso alla mia sorellina- disse però ridendo
-Awww che dolce. Difende la gemellina- affermai schivando un calcio di Nat e restituendoglielo a buon fine
-Comunque, quand'è che arriva Miranda?- chiesi continuando ad attaccare la donna davanti a me.
-È Victoria- ripeté Clint
-Piccoli dettagli che non mi cambieranno di certo la vita- obiettai
-Si ma è il nome di una tua futura compagna di squadra- ribatté lui
-Trovo che Miranda suoni meglio di Victoria che è molto scontato come nome- insistetti. 
Passammo le ore successive a combattere. Buttai la tappeto tutti almeno una volta, contando anche quando Nat era inciampata su una bottiglietta d'acqua che Zach aveva accidentalmente lanciato nel momento in cui lei passava per quell'esatto punto. Me la contarono come buona solo perché sennò le vittorie contro Natasha sarebbero state pari a zero.
-D'accordo abbiamo finito- disse Nat anche lei con il fiatone. 
-Buono. Vado in camera. Ci vediamo domani- dissi iniziando a camminare verso la porta
-Ricordati. Alle 10 su nell'attico, arriva Victoria- mi gridò dietro Clint. Senza neanche girarmi alzai un pollice. Poi mi infilai dentro l'ascensore. Non aspettai Zach e Nox, di nuovo. Scesi nel nostro appartamento e mi chiusi a chiave in camera e successivamente in bagno. Aprii l'acqua della doccia e cominciai a lavarmi. Credo che la doccia abbia uno strano potere, tipo che ti fa pensare a tutti i tuoi problemi, ma a mente abbastanza lucida. Ti permette di trovare soluzioni dove non ne vedevi. È sempre stato il mio rifugio, se così possiamo chiamarlo. Per questo le mie docce non duravano meno di quaranta minuti, mai. Questa volta erano due i problemi principali: Nox e i miei sogni. Sospirai passandomi una mano fra i capelli bagnati e chiudendo gli occhi.
Il processo di schiarimento pensieri iniziava con le domande. Bene, quali domande?
Domanda 1) Cosa provavo per Nox?
Non ne ho idea
2) Cosa provo quando sono con lui?
Tante tante farfalle, voglia di dirgli che so, che me lo ha detto lui
3) Cosa potevo fare?
Beh, riguardo a questa parte qualcosa avevo già fatto e non era andata bene
Ok, non avevo risolto nulla. Respirai profondamente. Uscii dalla doccia avvolgendomi un asciugamano ed entrando nella mia stanza. Mi misi a cercare nei cassetti la mia biancheria. Poi d'improvviso la porta si aprì
-Va bene, senti. Non reggo più tutta questa situazione. Tu mi hai baciato. Io ho vomitato. Ma non è stata colpa tua. Ero stressato. E sai come sono quando sono stressato. E poi....o cazzo, ma sei nuda- fece tutto d'un fiato gridando non appena si accorse che avevo solo un asciugamano a coprirmi. Alzai un sopracciglio
-E allora?- chiesi. Tornai a guardare nella mia roba. Dove cavolo avevo messo la canottiera nera? Sentii il respiro di Nox regolarizzarsi. 
-Ascolta Lucas. Non so cosa ti sia preso ma non importa. Ok? È stato un errore- dissi calma non girandomi. Poi una mano mi afferrò il polso facendomi voltare. Mi ritrovai le labbra di Nox sulle mie. Spalancai gli occhi prima di chiuderli e assaporare appieno quel bacio che, mi ero accorta in quel momento, aspettavo da tantissimo. Portai un braccio dietro al suo collo mentre l'altro mi teneva su l'asciugamano. Ci staccammo solo quando finimmo l'ossigeno. Sorridemmo entrambi, io ancora attaccata a lui. 
-Allora mi perdoni?- chiese con la sua fronte sulla mia. Finsi di pensarci per poi tornare a baciarlo. Iniziò a indietreggiare fino a che non uscì in corridoio. Lì con i palmi gli spinsi il petto in modo che si allontanasse da me.
-Col cazzo. Mi hai vomitato addosso- dissi calma sorridendo e sbattendogli la porta in faccia
-Oh ma andiamo. Non ti ho vomitato addosso. L'ho fatto per terra. Mat per piacere apri- Lo lasciai a bussare alla porta per l'ora successiva nella quale io, dopo essermi vestita, avevo iniziato a leggere per l'ottava volta il primo libro di Harry Potter. Così passai tutto il pomeriggio e uscii solo a sera. In salotto trovai mio fratello e Nox a giocare a GTA. Mi buttai fra loro e mi appoggiai alla spalla di Zach
-Zaaaach, mi prepari da mangiare?- feci una vocetta da bambina piccola. E per enfatizzare feci sporgere anche il labbro inferiore. Lui mi guardò, rise poi mi baciò la testa
-Certo- disse avviandosi in cucina. Rimasi sola con Nox e solo allora mi accorsi di quanto fosse pericolosa la situazione. 
-Quindi....non mi hai perdonato- disse. Sbuffai. E gli diedi un bacino sulla guancia. Nel momento in cui girò la faccia pensando che così gli avrei baciato anche le labbra mi tirai indietro ridendo
-No- dissi soltanto andando da mio fratello. La sera passò così. Con frecciatine tra me e Nox fino a che anche Zach si unì non sapendo neanche per quale motivo io e Lucas ci stavamo punzecchiando
-Va bene va bene. Sono un maschio, mica un idiota. Lo so che c'è qualcosa tra voi. E so anche che non è solo il bacio-vomito di stamani. E che cazzo. La tensione sessuale fra voi probabilmente l'ha percepita anche Thor, che per la cronaca è partito per Asgard e torna domani, quindi se volete fare cose sporche vedete di farle in camera di uno di voi, e non davanti a me- esclamò a un certo punto Zach diventando rosso più dei suoi capelli e alzandosi. Si stava per infilare in camera sua quando tornò sui suoi passi
-Anzi, sai che ti dico Lucas? Tu non ti fai mia sorella- E così mi prese il polso trascinandomi in camera sua e chiudendo a chiave
-Abbiamo lasciato Nox di là da solo- dissi calma sdraiandomi sul suo letto
-E io non me lo sarei fatto- esclamai
-Oh, lo so. Ma così deve lavare i piatti lui. Pensavo di aiutarti- disse sorridendo malandrino e sdraiandosi accanto a me. Cominciò ad accarezzarmi i capelli e io mi accoccolai a lui chiudendo gli occhi. 
-Grazie Zach- 
-Per così poco? Lo sai che tanto domani starà a noi lavare tutto- esclamò
-Non...non dico di questo. Intendo di tutto- dissi abbracciandolo. Lui mi guardò confuso prima di aprirsi in un sorriso radioso
-Figurati. Solo....non farlo con Nox. Altrimenti poi dovrei picchiarlo e dirgli di non farti soffrire e sono pigro, non mi va- disse ridendo e facendo ridere anche me. 
-Non ti prometto niente- dissi piano addormentandomi.
 
Zach si svegliò in camera sua. Cioè non proprio camera sua. Insomma era sua, ma non quella di ora. Era quella della sua vecchia casa, quando c'erano ancora mamma e papà. Si alzò di scatto. La camera era diversa da come la ricordava. Era una camera da un ragazzo di diciassette anni, non più sette. Si guardò in uno specchio lì vicino. Aveva uno smoking. Scosse la testa confuso. Aprì la porta. Era proprio come se la ricordava. Sentì un dolce profumo dalla cucina così andò a vedere. Di spalle c'era una donna, con lo stesso colore dei capelli suoi. Ma non poteva essere sua sorella. Lei era molto più magra e slanciata. Non che la donna non lo fosse, però era diversa da sua sorella. Alla fine, sentendosi osservata la donna si girò e Zach rimase senza fiato. Era sua madre. Proprio come se la ricordava
-Mamma....- mormorò. Poi le corse incontro e l'abbraccio sollevandola. La donna rise. 
-Zach, ehi, calmo. Che c'è? Hai le nostalgie? Ti rendi conto che diciotto anni segnano definitivamente il distacco con i genitori e volevi salutarmi?- chiese la donna sorridendo scherzosa. Lui la guardò ancora rapito. Allora la donna perse il sorriso
-Tesoro, stai bene? Mi sembri un po' pallido- Lui si riscosse
-No no, cioè si, sto bene. Grazie- finì sorridendo.
-Ottimo. Dimmi, come ti sembra?- chiese poi porgendogli un mestolo con sopra del cioccolato dall'odore buonissimo . Lui lo prese. E lo sputò
-Faceva così schifo?- domandò la madre un po' dispiaciuta
-Un po'?? Mamma hai messo il sale e non lo zucchero- esclamò ridendo. Allora anche la madre si mise a ridere
-Che sbadata. Ora dovrò riniziare da capo- disse arricciando le labbra. Come Mat.
-Ma per il diciottesimo dei miei figli questo e altro- tornò sorridente.
-Non è che potresti andare a chiamare tua sorella? Le volevo parlare. E poi passa anche da tuo padre e convincilo a non lavorare oggi. Dovrebbe essere nel suo studio- disse di fretta la donna concentrata sulla nuova cioccolata che avrebbe preparato. Lui sorrise e dopo aver schioccato un bacio sulla guancia della madre si avviò su per le scale ancora. Si fermò davanti a una porta verde bosco. Sorrise, era proprio da sua sorella. Aprì la porta senza bussare. Lui faceva sempre così. Trovò sua sorella a piangere sul letto. Lei, sentito il rumore, alzò lo sguardo. Aveva gli occhi rossi. Doveva aver pianto molto. Zach si sentì male. Sarebbe voluto andare da lei. Ma la sua bocca disse una cosa che lui personalmente non si sarebbe mai permesso di dire
-Mamma ti vuole vedere- fece soltanto. Poi uscì e chiuse la porta alle spalle. Scosse la testa. Ma cosa gli era preso?? Poi vide una luce arancione. La seguì e lo portò nello studio di suo padre. Ma appena bussò la luce scomparve. Rimase un attimo disorientato. Poi sentì la sua voce che gli diceva di entrare. Fece come detto. Dietro una grossa scrivania stava suo padre, come aveva fatto per la madre sorrise felice scordandosi un attimo la sorella
-Ecco mio figlio- disse l'uomo. E Zach sentì l'orgoglio in quelle parole
-Allora, pronto?- Zach lo guardò confuso. Suo padre si alzò fino a raggiungerlo e gli mise le mani sulle spalle
-Ma si. Sei pronto no? Ad andare alla stessa università che il tuo vecchio ha fatto. Poi diventerai avvocato, proprio come me. Così ci metteremo in affari- disse l'uomo fiero. Il ragazzo invece perse del tutto il sorriso
-Cosa?- chiese, ora spaventato. Non voleva fare l'avvocato.
-L'abbiamo deciso insieme ricordi? Anche se non volevi all'inizio, poi ti ho fatto cambiare idea- No, Zach non avrebbe mai voluto fare l'avvocato, studiare legge non era per lui. Poi un pensiero non suo gli entrò in testa: l'aveva fatto per suo padre, per vederlo fiero di lui. Ma Zach non era quel tipo di persona. E nemmeno suo padre. Si scostò brusco
-Devo andarmene- disse uscendo
-Zachary, dove vai?- gli gridò dietro suo padre
-E non chiamarmi Zachary. Io sono Zach. Solo Zach- urlò lui di riamando. Poi di fretta scese le scale e uscì di casa sbattendo la porta. Si portò una mano fa i capelli disperato. Cosa diavolo stava succedendo? Cominciò a camminare. Prese il suo telefono e chiamò la persona che di solito lo aiutava in questo casi
-Nox...- fece al ragazzo che rispose
-Ancora con questa storia? Adesso basta. Chiunque voi siate non chiamate più. Sono Lucas. Non Nox, che nome assurdo poi- esclamò la voce del suo migliore amico dall'altra parte. Poi riattaccò senza ascoltare risposta. Zach urlò. Urlò più forte che poteva. Era questo che aveva passato l'altro giorno sua sorella?
-Mat, non ti lascio- mormorò. La luce arancione lo avvolse 
E lui si ritrovò sudato sul suo letto con accanto sua sorella ancora addormentata. Lei strofinò il viso sul suo petto senza svegliarsi. Lui respirò profondamente. Strinse forte sua sorella e non chiuse più gli occhi per quella notte. Incubo, solo uno stupidissimo incubo.
 
Ed eccomi di nuovo. Primo (e poi secondo) bacio di Nox e Mat. Evviva. E poi l'incubo di Zach che si sovrappone a quello del capitolo prima di Mat. Assurdo poi, vero? Ma alla fine tutto è bene quel che finisce bene. Peccato che per ora non pare ci sia un lieto fine....
Beh, che posso dire? Alla prossima
Ciao ciao
Mat 

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Capitolo 12
*** La legge di Murphy ***


La legge di Murphy mi ha fatto sempre ridere. Che legge è una che dice "Se qualcosa può andare male, lo farà"? Cioè, una cazzata, detta in parole povere. Ma quel giorno dovetti ricredermi. E cominciò con il mio panino alla Nutella che a colazione mi cascò prima sul pigiama e poi per terra, con la parte spalmata verso il basso, continuò con l'indifferenza di Nox, che dalla sera precedente ogni volta che mi vedeva, arrossiva, mi guardava male per una decina di minuti, poi abbassava lo sguardo per poi alzarlo davanti a sé facendo finta di niente (non per forza in questo ordine). Poi ci si mise anche il mio dolce fratellino che ogni volta che ne aveva la possibilità mi abbracciava e mi diceva che non dovevo piangere
-Dai sorellina, non piangere. Ti do la mia- mi disse abbracciandomi e porgendomi la sua fetta di pane Nutella, che non appena toccai raggiunse la sua sorella sul pavimento. 
-Aaaaaaa- urlai di rabbia. Si prospettava decisamente una giornata di merda.
-Basta. Ho capito. Niente colazione per Mathilde- dissi uscendo dalla cucina. Ovviamente poteva andare peggio. E ci andò. Scivolai sul tappeto davanti al divano e caddi con la faccia avanti spaccandomi il naso. Mi misi a sedere per terra. Mi tamponai il naso e notai sangue, tanto sangue.
-Dite una sola parola e vi cambio i connotati- li anticipai. Loro annuirono soltanto. E fecero bene. Quella mattina non ero dell'umore. Andai a farmi una doccia. Mi sciacquai e riuscii a non scivolare nel box della doccia per puro caso. Ma ovviamente poteva andare peggio. E lo fece. Ancora. Mi accorsi di aver scordato i vestiti fuori. Mi misi la biancheria sbuffando. Dato che ero nel bagno di camera mia non mi sembrò troppo un problema. Ma Murphy mi dimostrò il contrario. Sdraiato sul letto trovai l'ultima persona che in quel momento avrei voluto vedere. Ma non imbarazzanti troppo. E ci mancherebbe. Avevo un gran bel fisico. Legai i capelli in una crocchia alta lasciando qualche ciocca e mi avvicinai all'armadio per scegliere i vestiti. 
-Cosa vuoi Lucas?- chiesi. Lui mi fissò ancora un po'
-E il tatuaggio quando te lo sei fatto?- chiese notando la mia aquila stilizzata sul dietro del collo solitamente coperto dai capelli. Istintivamente la toccai.
-Qualche tempo fa- mormorai infilandomi i pantaloni. Lui si avvicinò e me lo sfiorò. 
-E cosa rappresenta?- disse a bassa voce anche lui. Mi girai infilandomi una canottiera e sopra una camicia. Arrotolai le maniche fino al gomito. Scossi le spalle
-Credo libertà. Quello che c'è stato per me e per Zach quando ci hai accolti- risposi. Lo sorpassai mettendomi calzini e scarpe. Avevo già detto che non era la mia giornata? Perché caddi, ancora una volta.
-Sono solo le 11. Mi sono svegliata soltanto un'ora fa. E sono già caduta tre volte. E che cazzo- sbottai frustrata. Nox rise. Poi mi porse la mano. Ma non la presi e mi alzai da sola.
-Andiamo. Credo che Miranda sia arrivata-
-La smetterai mai di chiamarla così?-
-No, mai- risposi con un ghigno. Salimmo in ascensore tutti e tre insieme. Questa cominciò a salire, ma a circa metà tragitto la luce saltò e l'ascensore si bloccò
-MA ALLORA FOTTITI- urlai
-Io non voglio andare a fare l'avvocato- mormorò Zach
-Cosa??- chiese Nox
-Già, cosa??- domandi anche io. 
-Niente- disse Zach. Il mio gemello mi stava nascondendo qualcosa, e a me non piaceva.
-Va bene- feci
-Va bene cosa?- chiese lui guardandomi
-Va bene, dopo parliamo e ascolto i tuoi problemi-
-Ma io non voglio. Non ho mai accettato di farlo- disse lui
-Per questo non te l'ho chiesto- ribattei io. Lui fece per ribattere ma l'ascensore ripartì e in poco arrivò all'ultimo piano
-Salveeeee mondo- dissi entrando. Naturalmente Murphy fece la sua comparsa. Ruzzolai e finii ai piedi di Fury
-Ma porca puttana- strillai
-Linguaggio- disse il Capitano già seduto su uno dei divani. In realtà erano tutti già seduti. C'era anche la ragazza nuova. Mi alzai spazzolandomi i jeans
-Perdonatemi. Questa mattina il mio equilibrio si è preso un giorno di vacanza non concesso. Tu devi essere Miranda- dissi sorridendo apertamente porgendole la mano. Lei me la strinse
-Veramente sono Victoria. Aspettavate qualcun altro?- fece a tutti. Clint, accanto a lei, mi guardò male scuotendo la testa. Sorrisi ancora di più
-No, nessuno. Solo che Mathilde fa schifo con i nomi- disse guardandomi come se dovessi provare a smentirlo
-In realtà ho un'ottima memoria- risposi.
-Il tuo ragazzo non mi conosce ancora bene- continuai. Sia lei che Clint passarono a più tonalità di rosso contemporaneamente. 
-Io....noi....noi non....non stiamo insieme- fece lei balbettando. Mostrai la faccia più stupita che potessi fare
-A no? Lui parla così tanto di te che sembravate tanto affiatati. Non so se mi spiego Miranda- le dissi facendole l'occhiolino
-È Victoria- ribatté sempre più imbarazzata. Mi sedetti anche io continuando a ghignare
-Lo so- dissi solo. Nat accanto a me stava trattenendo le risate mentre Tony e Zach non si stavano facendo problemi. Le loro risate si potevano sentire anche dal piano terra secondo me.
A questo punto anche Nox e Zach si presentarono
-Bene, ora posso anche lasciarvi- disse Fury
-Ma se non hai detto nulla- feci io.
-Oh, no. Io ho parlato. Siete voi tre adolescenti che arrivate in ritardo-
-Opss, colpa mia- mormorai sorridendo. Lui alzò gli occhi, pardon l'occhio, al cielo prima di raccomandare a Miranda di scrivere ogni sera un rapporto sulla giornata. Lei annuì stavolta più sicura e disinvolta. Mi sdraiai quasi sul divano e mi misi a fissare la nuova arrivata. Non appena se ne accorse si girò verso di me. Sorrisi e mossi le dita a salutare. Lei sorrise di rimando ma si rigirò subito. Un sorriso ancora più cattivo si fece spazio sul mio viso. Adoravo mettere la gente in soggezione. Comunque passammo la mattina a parlare con Miranda e dovetti ammettere che non era niente male. Era simpatica anche se ancora non troppo sciolta con noi. Io continuavo a chiamarla Miranda, e lei inizialmente ribatteva, ma quando si accorse che era quello che mi divertiva cominciò a non rispondere ma a chiamarmi Lily, mio secondo nome
-E a te chi l'ha detto il mio nome?- chiesi stupita ma non arrabbiata. Lei alzò un sopracciglio
-Lavoro per lo S.H.I.E.L.D, ricordi?- mi fece. Sbuffai
-Certo che lo ricordo. Come scordarsi che Fury ci ha messo il cane da guardia?- dissi anche io. Lei abbassò lo sguardo offesa. Lo ammetto, ero stata un po' crudele
-Ehi, non ti offendere. Mica è colpa tua Miranda. È Fury quello un po' paranoico- le dissi sorridendo sincera per la prima volta. Lei annuì ricambiando il gesto.
-Buono. Se abbiamo finito vado a mangiare il Sushi da qualche parte qui fuori- esclamai
-Non abbiamo finito- disse Bruce
-Oh. Peccato. Allora ciao. Vado a cercare un Sushi- dissi sorridendo
-Mathilde....- mi richiamò Tony
-Sì?-
-Se esci, un Sushi buono è sulla sinistra- mi informò. Alzai il pollice
-Cosa è il Sushi?- chiese invece Thor. Io lo guardai confusa. Poi ricordai che lui era un dio da un altro mondo così lo perdonai (quasi) per non sapere cosa fosse il Sushi
-Pesce crudo- rispose Zach
-A proposito Thor, prima di tornare a casa tua, passa da me per un saluto- dissi prima di chiudere veloce le porte dell'ascensore. Passai da camera mettendomi una giacca marrone, tipo di cachemire che in realtà era di mio fratello, ma va beh. Scesi fino al garage e presi una delle macchine più fighe. Misi gli occhiali da sole
-Molto meglio. Jarvis, non è che potresti aprirmi?- chiesi
-Subito signorina Blake- rispose e la porta del garage si alzò. Accesi il motore e a una velocità probabilmente non consentita uscii. Il vento tra i capelli era la cosa migliore del mondo. Sgommai e mi avviai a cercare qualcosa. Andavo veloce ed ero felice. Un sorriso enorme si dipinse su di me e non voleva saperne di andarsene. Cosa dimenticavo? Ah già la legge di Murphy. Inchiodai all'ultimo prima di investire un ragazzo a cui, per la paura, caddero tutti i libri che aveva in mano per terra. Si chinò a raccoglierli, non prima di avermi lanciato qualche imprecazione e maledizione. Le macchine dietro di me iniziarono a suonare. Odio il rumore del clacson, a meno che non sia io a suonare. Feci un gesto con la mano e tutti i clacson smisero di suonare. Sentii distintamente l'omino dietro di me chiedersi quale stregoneria era quella. Finalmente il ragazzo finì di raccattare la roba e si alzò continuando a incenerirmi con lo sguardo. Poi guardò l'orologio e si incamminò di fretta. Non avevo di niente di meglio da fare, perciò perché non seguirlo? Lo vidi correre veloce, abbastanza veloce.
-Ehi tu, tizio che ho quasi investito- urlai dal finestrino. Lui si voltò a guardarmi. Notai che aveva i capelli neri poco ricci e degli occhi azzurrissimi
-Che vuoi?- mi chiese sempre con sguardo omicida e voce scorbutica. Forse se l'era presa per la morte rischiata
-Sembri di fretta. Ti serve un passaggio?- chiesi gentile. In realtà non so perché glielo stavo offrendo, magari volevo solo provare ad essere normale per una volta, anche se investire una persona non è proprio da persone normali. 
-Che te ne frega?- fece lui fermandosi finalmente.
-Se vuoi te lo posso offrire io- ribattei. Ormai mi ero impuntata. Volevo conoscerlo. Lui sbuffò
-E perché dovrei accettare?- Alzai le mani dal volante
-Senti ciccio, volevo solo essere gentile. Se non vuoi fa niente- esclamai. Tanto sapevo avrebbe accettato. Lo vidi guardarsi intorno, poi fissare l'orologio per poi tornare con lo sguardo su di me. Aprì lo sportello ed entrò. Un sorrisone si aprii sul mio volto
-D'accordo. Ma solo perché sono in ritardo- disse
-Ok. Dove ti porto Albert?- chiesi. Lui mi guardò male
-Portami al NYU Polytechnic School of Engineering. E non mi chiamo Albert- mormorò guardando fuori dal finestrino
-Però ti tratti bene- esclamai essendo a conoscenza di cosa fosse
-Borsa di studio. Io non sono ricco- fece lui anche se poi si azzittì non dicendomi più nulla
-Ok, se non ti chiami Albert, come ti chiami?- domandai continuando a guidare
-Non te lo voglio dire- mi disse studiando i suoi appunti. Lo fissai un attimo prima di tornare a guardare la strada
-Jack?- Lui scosse la testa
-Louis?- Fece no ancora
-Gerard- Anche qui ricevetti un no come risposta, ma notai un piccolo sorriso che spuntava sulle sue labbra
-Va bene. Ho capito. Te lo do io il nome. Tanto i miei sono sempre i migliori- dissi. Lui stavolta mi guardò
-Me lo dai tu il nome?- domandò. Annuii
-Oh sì. L'ho già fatto con una tizia. Ora è Miranda- gli dissi
-E il suo vero nome?- chiese curioso sorridendo
-Qualcosa con la V, ma non ne sono del tutto sicura- mormorai fermandomi al rosso
-D'accordo Seth, io sono Mathilde- gli porsi la mano. Lui ridendo me la strinse. Ma poi al tolse subito e tornò ai suoi appunti. Stavo per chiedergli cosa avesse quando mi squillò il telefono.
-Sai, vero, che non puoi rispondere mentre guidi?- mi chiese lui
-Si sì tranquillo- gli dissi sorridendo. Ovviamente risposi.
-Pronto?- Vidi la mascella di Seth contrarsi molto. Forse si era arrabbiato. Bah
-Mat. Quando durerà la tua visitina fuori?- chiese la voce di Tony
-Ah boh. Non so. Perché?- chiesi
-Mi hai preso la macchina e serviva a me- mi disse la sua voce incazzata, ma anche divertita
-Relax amico. Hai almeno dieci macchine così- gli dissi. Sentii lo sguardo del ragazzo moro posarsi su di me
-Si, ma mi serviva quella perché devo consegnare una cosa all'Università di New York, al Politecnico, ma è nel cruscotto di quell'auto- esclamò
-Oh, capito. Non ringraziarmi- risposi. Stavolta Tony perse le staffe
-RINGRAZIARTI? RINGRAZIARTI? PERCHÉ MAI DOVREI RINGRAZIARE TE?- urlò. Staccai il telefono dall'orecchio prima che mi uccidesse un timpano e la sua voce la sentì anche Seth, che però stette zitto
-Si, ringraziarmi. Mi sento così buona che passerò io per te. Contento? Così potrai fare le tue cose sporcaccione con Pepper- esclamai contenta. Vidi il viso di Setha arrossire e ghignai
-Va bene. Effettivamente avevo poca voglia di uscire. Avviserò che sarai tu a portarlo-
-Andata. Vedo di tornare a casa per tempo. Ciao vecchio- dissi
-Non sono vecchio- sentii la sua voce prima che mi riattaccasse. Posai il telefono
-Non avresti dovuto rispondere- 
-Già, forse non avrei dovuto- dissi. Lui strinse i pugni. Chissà perché ma pensavo di non stargli molto simpatica. E se continuava così anche per me il sentimento sarebbe stato reciproco. Potevo metterci tutta la buona volontà per farmi perdonare da un pedone che avevo quasi messo sotto, ma se lui era così era ovvio che poi avrei provato antipatia nei suoi confronti. Però nonostante tutto mi incuriosiva così decisi di continuare. Finalmente arrivammo. Lui in fretta e furia scese dalla macchina. Notai che aveva lasciato un pacco di fogli
-Ehi Seth, ti sei scordato questi- urlai per farmi sentire. Lui si voltò e venne verso di me. Mi strappò di mano il plico di fogli. Senza neanche salutarmi o ringraziarmi si avviò verso un gruppo di ragazzi all'entrata che probabilmente aspettavano lui. E infatti
-Ohi Harry, finalmente sei arrivato. La lezione sta per cominciare- E così ora sapevo anche il suo nome. Aspettai che sparissero per prendere dal cruscotto il fascicolo di Tony e scendere. Chiusi la macchina e mi avviai verso l'entrata tendendo gli occhi da sole sulla testa. Appena dentro mi avviai verso quella che sembrava una scrivania da segretaria e mi appoggiai guardandomi intorno. Lei dopo un po' che smanettava al computer mi notò
-Serve aiuto?- Alzai un sopracciglio
-No, stavo solo pensando che è molto divertente vederla scrivere sul computer al ragazzo che le piace ma che non la cagherà mai di striscio- esclamai con un sorriso
-È ovvio che abbia bisogno di aiuto- continuai. Lei mi guardò offesa
-Bene. Cosa posso fare per lei?-
-Devo consegnare questo fascicolo per conto di Tony- dissi
-Il signor Stark?- chiese stavolta gentile. Rialzai il sopracciglio
-Si, lui- feci. Lei sorrise calda ed io la guardai ancora più confusa
-Oh ottimo. Mi segua. L'accompagnerò dal professor Smith. È a lui che dovreste dare il fascicolo. Ora sta facendo una lezione, ma non creda che gli dispiaccia essere disturbato se si tratta del signor Stark- Io ascoltai metà delle parole ma annuii.
-Senta, ma lei conosce di persona il signor Stark?- mi chiese poco dopo timidamente
-Sì- dissi soltanto. Lei mi fissò spalancando gli occhi
-E lo ha visto anche con l'armatura di Iron Man?- chiese sempre più eccitata
-Ah, lui è Iron Man?- domandai facendo una voce sorpresa. Lei spalancò gli occhi ancora più di prima. 
-Scherzo. È ovvio che l'ho visto- esclamai ridendo. Lei si unì alla risata starnazzando come un'oca. Dove cavolo è l'aula di Smith?? Mi chiesi disperata
-Eccoci arrivati- esclamò una volta arrivate davanti una porta con il numero 308. Bussò e non appena si sentì "Avanti" entrò con me al seguito.
-Signor Smith, è arrivato il fascicolo del signor Stark- esclamò contenta la donna. Se prima il professore era un po' scocciato, adesso mostrava la sua contentezza sorridendo sotto dei grossi baffoni bianchi
-Oh magnifico. Vada pure Cindy- disse. La ragazza annuì, poi salutò me e uscì. Il professore si avvicinò a me e mi strinse forte la mano destra scuotendola
-Si, ok. Ok. Ok adesso mi lasci- esclamai staccando la mano da quelle sudaticce di Smith e asciugandomele sui pantaloni. Lui era troppo contento per notare la mia irrilevante mancanza di rispetto. Ma alla classe non sfuggì e si sentì qualche risatina. 
Mi rigirai verso la cattedra e notai un PowerPoint a me famigliare. Ma certo, era quello sulle schede di Harry. Mi girai verso la classe di nuovo e infine lo trovai. Mi stava fissando a bocca aperta. Sorrisi e feci ciao con la mano. Lui si coprì il volto con la mano mentre il tizio che l'aveva salutato prima ora gli stava sussurrando qualcosa all'orecchio guadagnandosi un'occhiataccia da Harry. Smith attirò di nuovo la mi attenzione. Mi voltai verso di lui sorridendo cordiale e porgendogli il fascicolo
-Il signor Stark mi ha anche chiesto di restare per controllare che sia tutto a posto. Posso?- chiesi con tono dolce. Lui afferrò il pacco e annuì energicamente. Così sorrisi ancora una volta. Poi iniziai a salire gli scalini  fino a trovarmi nella fila di Harry. Lui mi guardava stupito ed io notai un posto vuoto accanto a lui. Cominciai a camminare a forza di dire "Permesso" o "Scusate". Alla fine ce la feci
-Ehilà Seth- mormorai al ragazzo accanto a me. Lui mi guardò male
-Che ci fai qua?- 
-Seguo la lezione-
-Ma non hai diciannove anni-
-No- dissi soltanto
-Signor Murphy, la smetta di importunare la signorina..., scusi non le ho chiesto il nome- disse il professore beccandoci a parlare
-Oh non importa. Tanto non glielo avrei detto- dissi scatenando le risate degli studenti. Per non fare figuracce con una persona a contatto con Tony Stark, anche il professore rise. Harry, accanto a me, era rosso di rabbia per il fatto che Smith avesse rimproverato solo lui
-Ma davvero di cognome fai Murphy? Come quello che porta sfiga?- chiesi una volta ristabilito l'ordine. Intanto il professore stava mostrando delle slide con l'armatura di Tony che mostravano più o meno come funzionava. Un vero capolavoro di tecnologia. 
-Si proprio come lui- esclamò il suo amico sorridendo. Harry gli diede uno scappellotto diventando sempre più rosso. 
-Io mi chiamo Scott- mi porse la mano. Io gliela strinsi
-Mathilde-dissi. Harry in mezzo sbuffò
-Harry, non ti presenti?- gli domandò
-Ah, non ti chiami Seth?- chiesi sorridendo
Harry mi guardò male
-No. Ora potete farmi seguire?- esclamò. Alzai le spalle. Il telefono vibrò. Era un messaggio di Tony. Neanche il tempo di leggere che me ne arrivò uno anche da Zach. Lessi il primo e notai che Harry guardava da sopra la mia spalla ma non me ne curai
Ehi ragazzina, come sta andando. Come ti pare la mia armatura? Tanto so che resterai là ad ascoltare, perciò scommetto non hai neanche mangiato. Abbiamo dato un piano anche a Victoria. Non è male come pensavamo, sai? Senti, finita la lezione torna che hai da fare con Natasha e Clint
Tony
-È davvero Tony Stark?- mi chiese una voce nel mio orecchio. Sentii dei brividi, ma annuii.
-Wow- disse. Lo guardai e notai che aveva gli occhioni azzurri spalancati. Repressi una risata. Lui lo notò e tornò serio guardandomi male. Scossi la testa. Ma che aveva quel tizio? Lessi il secondo messaggio
Piccola, perché non torni a casa? Mi sento solo. Lucas non è di nessuna utilità. Non mi va di farmi picchiare da Nat, non ancora. Ho anche finito la Nutella e le finali di stagione. Questo ti può far capire quanto tu sia stata fuori. Per favoreeeeee tornaaaaa. Fallo per Zach
Risi leggendo il messaggio del mio gemello. Harry aveva letto anche questo. 
-Beh, Harry, è stato un piacere. Spero di rivederti. O magari anche no- esclamai alzandomi. Lui non mi degnò neanche di uno sguardo, solo un
-Vedi di non investire nessuno- Scossi la testa e mi avviai alla porta salutando il prof. Lui sorrise ma per poco prima di dedicarsi alle slide. Prima di uscire lanciai un'ultima occhiata ad Harry che mi fissava. Feci un ghigno e lui distolse lo sguardo. Uscii e andai alla macchina. Messa in moto l'auto e nel viaggio ripensai a quello che era successo oggi. Magari la legge di Murphy non faceva così schifo...
 
Salve umani. Sono tornata. Volevo dire due cosec te. Prima, ripensando alle date mi ricordo che il primo Avengers si svolge nel 2012, di conseguenza anche la mia storia sarà nel 2012 e non 2015 (come c'era scritto una volta nel diario di Mat). Secondo, cosa ne pensate di questo nuovo personaggio?? Vi piace? Se no chiessene, tanto la storia è mia😜😁😄 Va bene. Ho finito. Ciaooooo

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Capitolo 13
*** Promemoria per me: mai fare incazzare Natasha Romanoff ***


Parcheggiata la macchina salii con l'ascensore fino al mio piano. Entrata mi tolsi la giacca di Zach e la buttai sul divano senza guardare
-Ehi, fai piano- esclamò il divano. Il divano? Girai intorno a questo per notare un Nox mezzo addormentato che stava leggendo un libro. Oh, non era il divano. 
-Ciao amico- dissi e mi buttai accanto a lui. Mi guardò un po' indeciso come se volesse dirmi qualcosa, ma non trovasse il coraggio, così cominciai io
-Senti, non so esattamente come dirtelo...- iniziai torturandomi le mani e non guardandolo
-Quello che c'è stato tra noi non è niente...- esclamai, ma la mia voce non era stata la sola. Mi girai verso Nox confusa. Era stato lui! Sorrisi nello stesso momento in cui lo fece lui e mi buttai fra le sue braccia
-Sei il mio migliore amico- esclamai nella sua spalla. Lui mi strinse
-E tu sei la mia migliore amica. Forse questo l'ho scambiato per qualcosa che non era- mormorò lui. Si sentirono dei passi, poi Zach entrò nella stanza. Non appena ci vide abbracciati sbuffò
-Vi prego, non copulate sul divano- disse
-Non lo faremo- disse Nox
-Come no? Mi hai ingannato per tutto questo tempo?- mormorai facendomi venire le lacrime agli occhi. Zach mi guardò spalancando gli occhi
-TU BRUTTO PORCO!! HAI INGANNATO LA MIA SORELLINA- urlò buttandosi su Nox mentre io mi spostavo.
-No, amico. Non è come pensi. Non ho fatto nulla- iniziò a dire Nox. Zach non lo ascoltò e cominciò a colpirlo ripetendo che era un traditore. Non mi trattenni più e scoppiai a ridere. Feci finta di asciugarmi una lacrima
-Oh Zachary, che cosa commovente. Mi hai difesa davanti al tuo amico cattivone. Che buon gemello che sei- dissi senza fermare le risa. Lui guardò prima me, poi Nox, poi tornò su di me
-Io lo avevo detto che non avevo fatto nulla- mormorò Nox ancora sotto mio fratello. Quest'ultimo si alzò si sistemò i capelli con una mano, poi sorrise e la porse all'amico. Questo lo guardò malissimo
-No!- esclamò non prendendo la mano
-Hai tentato di uccidermi- continuò
-Suvvia. Per una sciocchezza così- disse Zach continuando a sorridere
-Dai Lucas, non fare il bambino. Era solo uno scherzo- intervenni allora io continuando a ridere
-Parla per te. È tutta colpa tua! Tua e del tuo pessimo senso dell'umorismo!- urlò. Poi si alzò dal divano e si mosse verso l'ascensore
-Gli agenti ci aspettano- disse chiudendo le porte dell'ascensore salendo senza noi
-Secondo te è arrabbiato?- mi chiese Zach una volta che Nox fu sparito
-Nah. Dagli tempo di qualche pugno da Nat e tornerà come prima- dissi scuotendo le spalle. Lui annuì e si avviò ma io lo fermai
-Zach che cosa hai?- gli domandai tornando al suo comportamento degli ultimi giorni
-Potresti essere più precisa? Sai, ho tante cose, quali l'iperattività, disturbo antisociale di personalità...- cominciò ad elencarmi girandosi verso me
-Lo sai- risposi
-No, non lo so. Come ti ho detto, ho un saaaacco di problemi- disse enfatizzando la "a" di sacco
-Zachary Nathan Blake, farai meglio a non scherzare e dirmi subito cosa hai- feci avvicinandomi a lui minacciosa. Lui sbuffò passandosi una mano fra i capelli
-È solo che l'altro giorno ho fatto un sogno non molto piacevole- Mi raccontò tutto il sogno che sembrava un tutt'uno con il mio. Alla fine lo abbracciai
-Sono qui con te-
-Lo so-
-E non permetterò che il mio gemello diventi avvocato- aggiunsi per scherzare. Lui rise e mi strinse
-Grazie-
-Di nulla. Ora vai che fai tardi. Io vi raggiungo subito, devo fare una cosa prima- Lui mi guardò sospettoso, ma poi annuì e salì in ascensore. Sorrise e poi le porte si chiusero. Feci un bel respiro, poi ghignai. Era ora di vincere una scommessa. Salii in ascensore
-Jarvis, potresti portarmi nell'appartamento di Clint?- domandai
-Certo signorina Blake-
-Grande- E le porte fecero ding
 
-Zach, tua sorella, dove è?- fece Natasha Romanoff quando vide entrare il ragazzo rosso
-Sai Nat, non ne ho idea. Ha detto che aveva qualcosa da fare. Tra poco ci raggiunge- Il suono di un corpo che cadeva lo fece voltare. Rise vedendo Nox per terra e sopra di lui Victoria con il pugno ancora alzato
-Ma lei non doveva essere l'agente che stava alla base durante le missioni?? Come può essere così forte??- chiese infatti Lucas alzandosi e massaggiandosi la mascella
-Sono dello S.H.I.E.L.D Lucas, il fatto che stia alla base non significa che non sappia prendere a pugni un ragazzino- fece lei alzando un sopracciglio.
-Per l'amor di Odino, non chiamarlo Lucas, poi si arrabbia- fece Zach avvicinandosi al ring. Saltò accanto al suo amico
-Vai pure Nox, qua ci penso io- disse sicuro di sé
-Io con te non parlo- rispose l'interpellato seguendo però ciò che gli aveva detto. Il rosso si posizionò in difesa alzando le braccia
-Fatti sotto- mormorò. Victoria non se lo fece ripetere e gli tirò un pugno che però Zach riuscì a schivare un momento prima che lo colpisse
-Aaaa. Vacci piano. Ho solo diciassette anni. Non voglio morire ora- disse facendo un saltino indietro. Victoria ghignò
-Non mi piace il ghigno che hai in faccia, perciò chiuderò gli occhi- esclamò Zach indicando la faccia di Victoria e chiudendo gli occhi. Quella aprì ancora di più il suo sorrisetto. Caricò un altro pugno, ma una luce viola avvolse Zach che sparì. Victoria rimase un attimo confusa prima di ricordarsi che Zachary Blake era un mutante e aveva delle capacità fuori dal normale. Sentì l'aria spostarsi dietro sé, si girò ma non fece in tempo ad evitare un calcio che la fece cadere
-1 a 1, palla al centro- disse Zach sorridendo. Victoria si alzò velocemente facendo cadere il mutante, poi gli mise un braccio sulla gola bloccandolo a terra
-2 a 1, partita finita. Ho vinto io- fece lei. Zach sbuffò facendo muovere un ciuffo rosso
-Capito. Ora, potresti alzarti? Non pesi poco, e credo che a vederci così a Clint possa venire un colpo. Non so se mi spiego- disse il ragazzo facendole l'occhiolino. Victoria alzò istintivamente gli occhi su Barton che guardava la scena a braccia incrociate e si alzò veloce. Poi porse una mano a Zach ancora a terra
-Non sei male per essere un mutante- gli disse. Lui afferrò la mano e si tiro su
-Ti ringrazio, ma non ti conviene dire queste parole. Qualcuno, ehm mia sorella ehm, potrebbe prenderla come offesa- fece. Clint si avvicinò
-Ora sta a me- disse solo. Victoria annuì e scese dal ring
-O mamma. Ti prego non la faccia- mormorò Zach chiudendo gli occhi ad un Barton che sorrise maligno
 
Le porte dell'ascensore si aprirono su un piano leggermente diverso dagli altri. Vidi per terra di tutto, da pesi passando per mutande arrivando a pacchetti di patatine
-Ma che schifo. Come fa Clint a vivere qua- mi dissi da sola. Mi avviai verso il divano e cominciai a guardarmi intorno. Ammetto che potrei essere leggermente goffa se non sto pigliando a pugni qualcuno, quindi feci cadere una decina di cose nella mia corsa verso l'arco. Guardai in ogni stanza ma non c'era traccia
-Ok, se fossi un agente paranoico, cinico, a volte anche stronzo, dove metterei la cosa a cui sono più legato?- mi chiesi
Iniziai a girare per la camera da letto
-Di sicuro qua, così da averla vicino anche quando dormo. Poi accanto al letto, così a portata di mano- mormorai. Iniziai a cercare angoli sperduti vicino al letto. Guardai sotto ma niente. Accanto nulla. Alla fine mi sdraiai. E fu un bene, perché nel momento in cui saltai sul letto, questo andò a sbattere di più sulla parete in fondo e si sentì un rumore sordo, come se fosse una parete leggera e dietro ci fosse un'altra stanza. Così mi alzai e andai verso quel muro. Picchiettai e sentii di nuovo il muro vuoto. Iniziai a cercare qualcosa nel muro e alla fine riuscii a trovare una specie di bottone. Lo pigiai e dal muro uscì un cassetto, dentro questo c'era l'arco e una faretra, poi tante frecce con diverse punte. Prima di prenderlo mi assicurai di togliere ogni allarme che Clint aveva messo (ed erano tanti allarmi, tanti). Una volta preso però sentii il solito ding dell'ascensore. Qualcuno era appena entrato
-Oh cazzo- mormorai. Spinsi il cassetto dentro il muro e mi misi dietro la porta tendendo forte l'arco fra le mani.
-La prossima volta che quel cavolo di mutante mi bagna da capo a piedi io l'ammazzo- sentii. Risi immaginandomi cosa avesse potuto scatenare una reazione così in Nox, di solito calmo e pacifico
-Beh, tu stavi quasi pestando a sangue il suo migliore amico- si aggiunse una voce femminile che riconobbi come quella di Miranda. Piano piano si stavano avvicinando alla camera e il mio respiro accelerò. Misi due dita sulla tempia per concentrarmi meglio. La porta si aprì e Clint e Miranda entrarono nella stanza. Barton si tolse la maglia e andò in bagno a prendere un asciugamano. Tornato si asciugò e si mise un'altra maglietta mentre vedevo Miranda deglutire. Risi silenziosamente. Stavano per uscire e io credevo di averla scampata, ma poi Clint si girò verso di me, o meglio verso dove io mi trovavo. Lui non vide me. Grazie Gene X* pensai. Dopo qualche secondo Barton seguì la New Entry fuori dalla stanza. Aspettai di sentire il ding e non appena le mie orecchie lo percepirono tolsi le dita e presi un grosso respiro. Tornai all'ascensore e andai nel mio appartamento e poi in camera mia a nascondere l'arco. Raggiunsi in fine la palestra
-Ehi gente. Come va?- dissi con un sorriso. Mi guardarono tutti male. So che hai fatto qualcosa, aspetta lo scopri sentii la voce di mio fratello nella testa. Mi voltai lentamente verso di lui e sorrisi ancora più apertamente
-Ora, dato che sei arrivata in ritardo, ti scontrerai con me, subito. E non ci andrò piano- disse Natasha guardandomi peggio degli altri
-Ooook- mormorai. Salii sul ring dopo Nat e mi misi in posizione di difesa. Lei attaccò e riuscii a schivarla. Le presi il braccio con il quale mi aveva tirato il pugno e la portai verso di me, poi le assestai una ginocchiata in pancia e la feci cadere. Lei si rialzò subito e mi guardò cattiva
-Senti, scusa non volevo- iniziai a dire indietreggiando, ma lei con uno scatto mi fu addosso e mi tirò un pugno sul viso. Mi portai le mani sul naso sentendolo sanguinare. Di nuovo
-Oh, andiamo. Mi ero già fatta male stamattina, potevi anche evitare- Neanche il tempo di finire la frase che mi arrivò un calcio in pancia. Mi piegai con le ginocchia per terra, una mano sul pavimento e l'altra a tenermi la parte lesa. Poi mi distesi sul duro ring
-Adesso basta Natasha- ordinò Clint. Lei lo guardò per poi avvicinarsi a me. Si inginocchiò per essermi vicina, mi prese il colletto della maglietta e mi tirò su
-La prossima volta vedi di arrivare puntuale. Sei solo una ragazzina. Io non mi diverto ad allenarvi. Preferisco stare sola. Quindi tutto ciò che faccio è per il bene degli Avengers. Ma se arrivi un'altra volta in ritardo, ti giuro che ti lascerò morire nella prossima battaglia. Chiaro?- disse con voce sempre ferma, sicura e con uno sguardo di ghiaccio
-Cristallino- mormorai. Tossii forte e, come lei lasciò la presa sulla maglietta, battei la testa per terra. Mi lamentai restando immobile. Di sicuro mi sarebbe rimasto un enorme livido sulla pancia. Promemoria per me: mai fare incazzare Natasha Romanoff.
La Vedova Nera abbandonò la palestra seguita da Clint e poi da Miranda che mi guardò con un minimo di compassione
-Non preoccupatevi per me. Ho solo qualche costola rotta, un intestino sotto sopra e una commozione celebrare. Sto ok- dissi alzando il pollice prima che entrassero in ascensore. Scomparsi gli agenti lasciai ricadere la mano che avevo alzato e con fatica mi girai verso la mia famiglia
-Un aiutino?- domandai, poi chiusi gli occhi e tutto diventò buio.
Mi risvegliai in una stanza tutta bianca, su un lettino da ospedale. Io odio gli ospedali. A fatica mi alzai a sedere e sentii una forte fitta al ventre. Abbassai lo sguardo. Intorno alla mia vita c'era una fascia bianca ruotata più volte. Sbuffai
-Ehi ehi ferma. Hai una costola rotta. Devi stare ferma- Alzai il viso e notai lo sguardo preoccupato di Bruce
-Io lo sapevo- esclamai
-Che è successo?- domandò cominciando a disfarmi la fascia. Io stetti ferma. Finito di srotolarla, mi iniziò a tastare il livido
-Piano piano piano- dissi. Poi lui spinse più forte
-CAZZO FAI PIANO- urlai dal dolore sdraiandomi sul lettino. Lui fece un sorrisetto e mi spalmò una pomata che aveva uno strano odore. Storsi il naso, poi lui mise un'altra fasciatura.
-Grazie dottore- mormorai ad occhi chiusi
-Allora, cosa è successo?- richiese appoggiandosi lì accanto. Aprii un solo occhio e lo guardai, poi lo richiusi e scossi le spalle
-Ho fatto incazzare Natasha- dissi soltanto
-Oh beh, in questo caso ne sei uscita abbastanza bene- disse lui. Provai a ridere ma il dolore alla pancia me lo impedì, così uscì un verso strozzato
-Faccio entrare Zach e Nox. Erano preoccupati- disse e uscì
-Awwww il primo risveglio in infermeria per una rissa della mia sorellina. Sono fiero di te- esclamò Zach non appena entrato facendo finta di asciugarsi una lacrima
-Ah ah ah, spiritoso fratello, davvero- risposi io
-Come ti senti?- chiese invece Nox accarezzandomi la testa
-Sto bene Nox, solo qualche male minore- dissi sorridendo al mio migliore amico. Fece per dire qualcos'altro, ma poi la porta si aprì e Tony avanzò verso di noi
-E l'onore di inaugurare l'infermeria del Avengers Tower va a, rullo di tamburo, Mathilde Blake- urlò come se stesse presentando chissà cosa. Sorrisi
-Ehilà vecchio, come va?- dissi
-Oh, sai mi hai colto impreparato, credevo di dovertela fare io questa domanda, non so se la botta te lo ha fatto dimenticare, ma Natasha ha preso a calci in culo te- rispose lui. Aggrottai le sopracciglia
-Chi è Natasha?- La mia interpretazione doveva essere stata molto buona perché vidi  le sopracciglia di Tony slittare verso l'alto
-Scherzo, so chi è la pazza che mi ha pestato-  mormorai. Mi girai verso mio fratello
-A proposito, devo dirti una cosa...- iniziai, ma venni interrotta da un urlo di rabbia
-DOVE SONO QUEI MOSTRICIATTOLI???- esclamò la voce di Barton
-Clint, sarà meglio che ti calmi. Mat non si è ancora ripresa- sentii Bruce rispondere. Sul mio viso si aprì un sorriso e contemporaneamente sul volto di Zach apparì stupore e consapevolezza
- No, non dirmi che....-
-ALLORA, CHI DI VOI DUE È STATO??- chiese Clint entrando incazzato in infermeria e puntando a me e a Zach. Alzai la mano
-Ehilà Falco. Di cosa stai parlando?- Ma il mio sorriso non accennava a sparire. Anzi si trasformò più in un ghigno
-Chi di voi due è entrato in camera mia e ha preso il mio arco?- chiese cercando di mantenere la calma
-Oh, quello? Credo sia colpa mia. Sai, scommesse fra ragazzi. A proposito Zach, ho vinto- dissi. Notai il volto di Barton diventare rosso acceso
-Non puoi toccarmi. Sono in convalescenza- urlai mettendomi le mani davanti al viso chiudendo gli occhi
-Se non ritrovo il mio arco al suo posto domattina, credimi, non ti piacerà ciò che ne seguirà- affermò sicuro, poi uscì. Mi rilassai e rilasciai il respiro trattenuto fino a quel momento
-Complimenti ragazzina. Sei riuscita a far incazzare due degli agenti più freddi di tutto lo S.H.I.E.L.D nello stesso giorno. Sono stupito- disse Tony con le mani in tasca
-Oh, al professor Smith è piaciuto il fatto che tu sia rimasta alla sua lezione, quindi ti ha invitato anche alle prossime. Mah, leccaculo dico io- continuò per poi uscire dalla stanza
-Non smetterai mai di cacciarti nei guai vero?- mi chiese Nox sorridendo
-Mai- risposi
-E sennò dove è il divertimento?- domandò realmente divertito Zach
-Spero solo che il prossimo guaio in cui ti caccerai non sarà troppo ravvicinato ad ora- mormorò sconsolato il mio amico
-Spiacente deluderti Lucas. Ho intenzione di andare in settimana ad Asgard. Sai, questione di vita o di morte. Più o meno- risposi mettendo le mani dietro la testa. Nox mi guardò incredulo. Il silenzio creatosi venne interrotto da Zach
-Wooow. Si va in gita. Evvai!-
 
 
Scusate scusate scusate il ritardo. La scusa che vi rifilerò e alla quale voi farete finta di credere è quella della fine scuola dura, ultimi compiti etc etc.
No, a parte gli scherzi, sul serio, la scuola mi ha preso un po' nell'ultimo periodo, quindi il capitolo arriva ora. Non so quando il prossimo ma spero abbastanza presto.
Detto questo addio

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