Cinque baci mancati e uno riuscito

di PuccaChan_Traduce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima parte ***
Capitolo 2: *** Seconda Parte ***



Capitolo 1
*** Prima parte ***


AUTORE: Yellow (AO3)
FANDOM: Yowamushi Pedal
Coppia: Toudou/Makishima

~

Uno

Toudou Jinpachi riconosce una causa persa quando ne vede una, e questo... scarabeo certamente ne rappresenta una bella grossa, anche se bisogna dire che l’ha appena sconfitto – e sonoramente – nella scalata in bici. Pazienza. Lui non ha rivali nei reparti ‘carisma’ e ‘aspetto fisico’, perciò è solo un segno di buona volontà da parte sua voler insegnare a questo ragazzino a fargli un vero sorriso. È probabile che sia una causa persa, ma Toudou è abbastanza convinto di poter compiere miracoli.
“No, non così, così,” dice mostrando allo scarabeo un sorriso smagliante, visto che l’altro continua a scoprire i denti e sembra che stia ringhiando invece di sorridere. Toudou non sa neanche perchè ci sta mettendo tanto impegno. Sul serio, i suoi sforzi sono del tutto sprecati con uno studente tanto negligente.
Il telefono cellulare di Makishima prende a squillare e lui sospira. Toudou inizia subito a strepitare per reclamare la sua attenzione, ma ti rendi conto che privilegio è questo, un insegnamento personalizzato di Toudou Jinpachi, lo sai quante ragazze ucciderebbero per essere al tuo posto?
Il ragazzino tira fuori il cellulare e risponde mentre lui sta ancora parlando. Toudou resta lì ad aprire e chiudere la bocca come un pesce fuor d’acqua ma l’altro non sembra farci caso: parla col suo interlocutore a monosillabi, grattandosi un lato del viso.
Finalmente riaggancia e ripone il telefono in tasca. Poi resta a fissare Toudou per almeno un minuto.
“Allora? Cosa potrebbe essere più importante del mio caritatevole insegnamento?”
Lo scarabeo si lascia sfuggire uno sbuffo annoiato, e Toudou pensa che poteva anche evitare.
“Mia mamma è venuta a prendermi.”
Toudou si sistema il cerchietto tra i capelli e cerca di non pensare al fatto che stava quasi per proporgli di continuare la lezione in treno, nel viaggio di ritorno.
Makishima solleva una mano e inizia ad allontanarsi, ma lui gli punta un dito contro ed esclama: “Ti direi di continuare ad esercitarti, ma tanto non ne avrai più bisogno perchè d’ora in poi le altre gare le vincerò tutte io!”
Lo scarabeo si volta e gli rivolge un sorriso autentico, il primo di tutta la giornata.
“Sho!” gli dice a mò di saluto; subito dopo se ne va, il momento è passato. Ci vuole qualche secondo perchè Toudou reagisca, ma poi s’illumina tutto e riprende a gridargli dietro, un pò arrabbiato e un pò estatico. Makishima si limita a sollevare di nuovo una mano, facendolo sorridere. Per qualche motivo, Toudou si sente felice. Ha perso la gara, ma avverte una piacevole sensazione di calore nello stomaco. Forse perchè è un insegnante tanto in gamba che perfino un allievo poco dotato come Makishima è riuscito a compiere tali progressi in una sola sessione.
Toudou vuole vincere, ma vuole anche continuare a vedere i frutti dei suoi sforzi. Beh, forse posso fare entrambe le cose. Ride tra sè e sè. Forse? Posso senz’altro! Toudou Jinpachi può fare tutto, pensa pedalando verso la stazione.

~
 
Due

Toudou affianca la bicicletta a quella di Makishima mentre scendono lentamente giù dal pendio, dopo aver passato la linea del traguardo. Hanno entrambi il fiatone. Stende una mano verso di lui e, dopo qualche istante, l’altro gli dà il cinque.
“Oggi ho vinto io, Maki-chan,” dice Toudou, “ma è stata una bella gara. Siamo di nuovo pari, giusto?”
Makishima ghigna. “Già, 2 – 2.”
Toudou mette il broncio. “Sei certo di prenderti abbastanza cura di te? Le ultime due corse le ho vinte io. Un bravo rivale non mi avrebbe lasciato vincere due volte di fila.”
“Rivale?” chiede Makishima, e Toudou rotea gli occhi. Credeva che ormai fosse ovvio.
“Ma è ovvio, Maki-chan,” replica. Poi socchiude le palpebre. “Quanta acqua bevi al giorno? Mangi abbastanza carboidrati? Fai un adeguato riscaldamento?”
“Ehi, dammi tregua,” fa Makishima levando le braccia al cielo, ma Toudou non ha intenzione di mollare.
“Hai ricominciato a mangiare solo gelati, eh?”
Il silenzio imbarazzato che segue è una risposta sufficiente. Toudou si lascia ricadere sul manubrio della bici, esasperato.
“Maki-chaaan... ma come devo fare con te?”
Makishima sospira; come colto da un’illuminazione, Toudou si tira su di scatto.
“Ci sono! Dammi il tuo cellulare.”
E senza aspettare risposta fa per afferrargli la tasca, ma Makishima è più svelto di lui e tira fuori il cellulare, stringendolo con fare protettivo. Toudou sospira. Ma non si rende conto che sta solo cercando di aiutarlo? Gli rivolge il più benevolo dei suoi sorrisi finchè Makishima, con un sospiro esasperato, cede e gli porge il telefono. Toudou registra il proprio numero sotto il nominativo ‘il mio rivale predestinato <3’ e si manda un sms.
“Ecco fatto! Così posso assicurarmi che ti stai preparando come si deve.”
“Che??” Makishima sembra ignaro del grande privilegio che gli è appena stato concesso; Toudou ride.
“Oh, Maki-chan, sei proprio carino! Sarà meglio non far sapere a nessuna ragazza che hai il mio numero, o diventeranno gelose,” aggiunge strizzando l’occhio.
Makishima si strofina la nuca, arrossendo, e per Toudou è più che sufficiente. Sopraffatto da un moto d’affetto, si lancia addosso all’amico/rivale.
“Maki-chan~!”
“Ehi, stà attento!”

~
 
Tre

Toudou sospira. Makishima lo ha trascinato lì dopo la loro gara – vinta proprio da Makishima, per la cronaca – perciò non avrebbe dovuto lasciare che fosse Toudou a scegliere cosa fare? Una semplice cortesia da parte sua, vista la sconfitta. Comunque rimane ad aspettare mentre Makishima scava con frenesia nel suo borsone sportivo, trattenendosi magnanimamente dal commentare gli orripilanti vestiti con cui l’altro sembra averlo stipato. Si morde la lingua. Forse un giorno di quelli poteva chiamare Makishima e parlare con lui di cose non correlate al ciclismo, e poi poteva portarlo al centro commerciale.
Forse.
Finalmente Makishima riemerge stringendo in mano una catenina. È d’oro e più spessa di come Toudou l’avrebbe scelta per sè, ma non è male. Soprattutto visto lo stato del guardaroba del suo rivale.
Makishima la lascia penzolare da un dito, e Toudou solleva un sopracciglio.
“Mio fratello è un fashion designer e a volte mi manda della roba,” spiega Makishima. “Stavolta mi ha mandato due di queste...”
E gli porge l’oggetto, abbastanza perchè Toudou possa prenderlo, ma non tanto da dare l’impressione che gliela stia regalando. Toudou si morde di nuovo la lingua e Makishima gira il viso dall’altra parte, grattandosi una guancia.
È allora che Toudou vede un oggetto dorato scintillare intorno al suo collo, e finalmente capisce. È proprio vero! È la stessa!
Con un balzo in avanti, riesce a prendere la catenina e ad abbracciare Makishima in un unico movimento fluido.
“Maki-chan! Avresti potuto dirlo che volevi regalarmi qualcosa che avessimo tutti e due, diamine!” Allenta la stretta mortale intorno a Makishima e si mette a giocherellare con la chiusura della collanina.
Makishima borbotta qualcosa che Toudou non coglie, impegnato com’è ad allacciarsela al collo.
“Come mi sta?” chiede infine, facendo un salto indietro e mettendosi in posa. Makishima sospira. “No, non rispondere. So di avere un aspetto fantastico!”
Toudou scoppia a ridere, e Makishima sospira ancora.
Subito dopo però Toudou si ricompone. Questa è una cosa importante. Punta un dito verso il suo rivale, che sobbalza.
“Maki-chan! Adesso tutti sapranno che siamo rivali predestinati, perciò sarà meglio che tu sia preparato!”
Makishima gli rivolge un ghigno asimmetrico. “Già, immagino che andrà proprio così.”

~
 
Quattro

Il telefono squilla e, dato che non lo chiama mai nessun altro, Makishima non è troppo sorpreso di vedere in schermata il nome di Toudou; il fatto è che è mezzanotte passata, per cui non può trattarsi di una delle sue solite tirate sul dover dormire di più, e quindi Makishima è curioso. Forse anche un pochettino preoccupato.
Avvia la comunicazione con un sospiro. “Pronto?”
“Maki-chan!” esclama Toudou all’altro capo, ma Makishima sente qualcosa di diverso nella sua voce, come se si sforzasse più del solito nell’apparire rumoroso.
“Cos’è successo?”
Toudou emette un suono sorpreso, poi fa una risatina. “Avrei dovuto saperlo che eri in grado di leggermi dentro, Maki-chan! Non è niente,” aggiunge, “volevo solo parlare un pò. Com’è andata la tua giornata? Hai preso le vitamine?”
Makishima giocherella con la catenina e sospira di nuovo, ma si lancia comunque in una descrizione dettagliata delle sue attività giornaliere, lasciando che Toudou commenti o intervenga con i suoi consueti ‘Maki-chan!’.
Quando finisce, si accorge che Toudou è molto più tranquillo, e solleva gli angoli della bocca in un mezzo sorriso. Tanto l’altro non può vederlo.
“E quindi me ne stavo qui a disegnare quando tu hai chiamato, e, uhm...”
“Questo dev’essere il discorso più lungo che tu mi abbia mai fatto!” ride Toudou. Makishima lo sente cambiare posizione sul letto; deglutisce a vuoto. Ha la gola secca dal troppo parlare.
Dà un’occhiata all’orologio: sono le 2 passate e di solito lui non va mai a letto prima di mezzanotte, ma è pur vero che domani c’è l’allenamento, e anche Toudou lo sa. Sta per salutarlo e riagganciare, quando lo sente muoversi ancora più rumorosamente sul letto.
“I miei genitori!” esclama il ragazzo. “Stanno litigando di nuovo,” e Makishima si sente stringere il cuore quando si accorge che Toudou sta usando quel tono, quello che assume sempre dopo ogni gara e che indica che sta dicendo la verità.
Lo sente respirare affannosamente all’altro capo del telefono.
Makishima guarda di nuovo l’orologio. “Si sta facendo tardi.”
Toudou coglie al volo la domanda silenziosa, può quasi sentirlo annuire.
“Già, è l'ora del mio sonno di bellezza!” dice, con una risata forzata.
“Non hai gli allenamenti domani, dopo la scuola?”
Makishima sa che non ce li ha, perciò non aspetta la risposta. “Ti va, uhm... ti va di incontrarci... da qualche parte?”
“Maki-chan...!”
“Ti va oppure no?”
“Certo,” risponde Toudou, felice; Makishima sorride suo malgrado.
È pronto a riagganciare quando l’altro gli chiede, con una vocina sottile: “Ti spiace restare in linea?”
Makishima non ha proprio idea di come sia giunto ad affezionarsi tanto a Toudou, ma si addormenta senza riagganciare e, in qualche modo, il sapere che Toudou sia proprio all’altro capo non gli sembra tanto imbarazzante.
Invece, per qualche motivo, lo induce a stringere più forte il telefono e il mattino dopo, quando si sveglia, è ancora lì nella sua mano.
Strano. Come del resto lo è quasi tutto ciò che prova quando pensa a Toudou Jinpachi.

~~~
 
(Angolo della Traduttrice) Salve a tutti! Eccomi tornata con una nuova traduzione appartenente a un fandom in cui non mi ero ancora cimentata finora: Yowamushi Pedal. In realtà dopo aver visto l'anime ne sono diventata una grande fan, e soprattutto sono una shipper accanita della coppia TouMaki: non trovate anche voi che questi due siano semplicemente fatti l'uno per l'altro?? *.* E così ho pensato di proporre qualche traduzione, visto che mi sembra che su di loro le fanfic scarseggino un pò. Questa in realtà sarebbe una os, ma siccome è lunghetta ho deciso di dividerla in due parti. La seconda parte sarà pubblicata tra qualche giorno. Nel frattempo voi fatemi sapere cosa ne pensate, sono ansiosa di confrontarmi con altri Toumaki fans~! ;)

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Capitolo 2
*** Seconda Parte ***


AUTORE: Yellow (AO3)
FANDOM: Yowamushi Pedal
Coppia: Toudou/Makishima

~

Cinque

Makishima è ancora contrariato quando salta giù dal furgone di appoggio, prendendo con sè la bicicletta. Solleva due dita per salutare i ragazzi alla guida, mentre il furgone se ne va sputacchiando fumo dal motore. Piove ancora e Makishima sa che non c’è altra soluzione per la sua bici se non quella di comprare delle gomme nuove, perciò si avvia verso la stazione. I cerchi sfregano rumorosamente sull’asfalto e Makishima sospira, continuando a spingere la bici con attenzione. Ha appena superato l’ultimo assembramento di gazebo quando sente qualcuno schiarirsi rumorosamente la gola: si gira suo malgrado.
Toudou è appoggiato a un lampione, in una posa che senza dubbio deve ritenere gli doni molto. Makishima sbuffa divertito.
“E tu che ci fai ancora qua?”
“Mi assicuro che il mio rivale arrivi sano e salvo, ovviamente!” replica Toudou, lasciando perdere la posa per puntargli un dito contro.
Makishima si limita a passarsi una mano tra i capelli, scuotendo la testa.
“Cosa saranno passati, trenta minuti? Sei rimasto tutto il tempo sotto la pioggia?”
Ventinove minuti!” cinguetta Toudou, estraendo il telefono. “E non dire che non faccio mai niente per te, Maki-chan!”
“Io non l’ho mai detto,” borbotta Makishima, ma Toudou lo ignora come suo solito. Con un sospiro Makishima prende a grattarsi il neo che ha vicino alle labbra, riflettendo.
Alza lo sguardo, pronto a proporgli di accompagnarlo alla stazione, ma in quel momento Toudou parte come una freccia verso di lui e Makishima ha appena il tempo di prepararsi all’impatto così da non cadere con tutta la bicicletta; Toudou gli si schianta addosso, facendolo barcollare all’indietro prima di riuscire a ritrovare l’equilibrio. Gli getta le braccia al collo e lui, con una mano sulla sella, può solo stringere le dita dell’altra sulla sua maglia azzurra e bianca.
Sta quasi per domandargli cosa gli sia saltato in mente di fargli un placcaggio, ma poi si ricorda che l’altro è rimasto sotto la pioggia per trenta – no, ventinove minuti, e allora chiude la bocca.
Toudou affonda il viso nella sua maglia e Makishima pensa a quanto è sudato, e sta per protestare quando sente le mani dell’altro salirgli dalla schiena fino ai capelli; con un sospiro, stringe il rivale un pò più stretto.
Toudou mormora qualcosa contro il suo petto.
“Devi alzare la voce se vuoi che ti senta, Jinpachi.”
“Stavo dicendo che all’inizio sono rimasto un pò deluso,” replica Toudou, e Makishima si accorge che è passato al suo tono di voce più calmo e composto, quello che adopera sempre quando sono da soli.
“Ma poi, ho capito,” aggiunge Toudou facendosi un pò indietro ed esitando. Makishima si chiede se ha intenzione di abbracciarlo di nuovo, ma l’altro si tira indietro completamente battendogli una mano sulla spalla.
“L’InterHigh sarà lo scenario perfetto per il nostro incontro predestinato!” Toudou ride a crepapelle, e Makishima si domanda quanta di quell’ilarità sia reale. Poi si accorge che lo sta fissando con la coda nell’occhio, e allora capisce: è un modo non soltanto per far sentire meglio Makishima, ma Toudou stesso. Gli sorride, e il viso di Toudou si illumina.
“Già. È destino, dopotutto.”
“Maki-chan...!”
“Sì, sì.” Makishima sventola una mano in aria. “Beh, si sta facendo tardi, perciò...” e si gratta ancora la guancia.
“Stai andando alla stazione?”
Al suo cenno affermativo, Toudou balza in avanti e lo prende per mano. “Eccellente! Anch’io. Ti accompagno, mio povero rivale! Mi sembra soltanto giusto da parte mia.”
Makishima torna a casa un’ora più tardi con il petulante consiglio di Toudou di asciugarsi per bene i capelli che ancora gli risuona nelle orecchie. Per una volta, però, gli dà retta, anche se non aveva comunque intenzione di mettersi a letto con i capelli grondanti d’acqua. Spegne il phon e si passa una mano nella chioma, chiedendosi per un istante che sensazione possano dare al tatto i capelli di Toudou.

~

 
+ 1

In qualche modo, Makishima continua a pedalare e Toudou è proprio accanto a lui, abbastanza vicino da poterlo toccare per la prima volta dopo mesi, e forse è proprio quella la ragione per cui sono ancora così vicini – non che Makishima l’avrebbe mai ammesso.
Ed ecco finalmente Onoda, a trainare il resto della squadra, e Makishima riprende il proprio posto con un sospiro di contentezza; poco più in là, anche Toudou fa lo stesso. Sente Tadokorocchi che si congratula con lui, e poi anche Naruko, e si accorge di poter respirare di nuovo. Quindi si avvicina a Onoda battendogli una mano sulla schiena; il ragazzino sobbalza e arrossisce, ma Makishima si limita a guardare avanti e a tenere la mano lì finchè non lo sente rilassarsi.
“Grazie.”
Onoda rimane stupito per un minuto ma poi sorride, un sorriso che gli illumina tutto il volto.
“Sì! Il capitano me l’ha già detto! Sono contento di essere stato d’aiuto,” risponde con semplicità, e Makishima si accorge di dover tornare subito indietro o si metterà a piangere, e allora sì che sarebbe imbarazzante. Dà un’ultima strizzatina alla spalla di Onoda prima di arretrare, lasciando che gli altri gli facciano da barriera frangivento.
Non era così che sarebbero dovute andare le cose, eppure Makishima si sente felice. È davvero felice e adesso, nonostante i muscoli dolenti e la fronte grondante di sudore, vuole solo godersi quel momento insieme alla sua squadra.
Molte ore dopo, è finalmente da solo. Ha appena lasciato Kinjou e cerca di tenere a bada l’ansia che gli serra le viscere al pensiero di Tadokorocchi, cui hanno fatto una flebo di liquidi e che ora è tornato nella loro tenda, imprecando tra i denti.
Makishima si morde un labbro ma ha promesso di non dire nulla, e del resto la preoccupazione non cura un colpo di calore. Inoltre, ha qualcos’altro da fare stasera.
Si siede sulla sponda che delimita il loro accampamento e aspetta.
Il suo cellulare squilla e lui, una volta tanto, risponde.
“Maki-chan!”
“Jinpachi.”
Chiede a Toudou dove si trova e si rende conto di essere nervoso, pur non riuscendo a crederci. Dev’essere per il fatto che, ad ogni passo che muove verso di lui, si rammenta che questa è la loro ultima gara, l’ultima volta.
Riesce comunque a imbastire un ghigno e a sollevare due dita in segno di saluto quando scorge Toudou, che s’illumina.
“Maki-chan! Perchè non sei salito sul palco con me? Sai che non avrei mai vinto se non avessi gareggiato contro di te questo ultimo anno.”
Makishima sospira, commosso suo malgrado. “Congratulazioni. Hai finalmente fissato il punteggio a tuo favore,” dice. Toudou lo guarda in modo strano, come se anche lui sentisse il peso di quell’ultima gara. Con un altro sospiro, Makishima spalanca le braccia.
È un attimo prima che il sorriso di Toudou si spenga e si lanci addosso a lui. Makishima barcolla all’indietro, le sue gambe esauste lo sorreggono a malapena, ma le sue lunghe dita artigliano i capelli di Toudou, liberandoli del cerchietto.
“Penso ancora che questo affare sia stupido,” dice lasciandolo cadere a terra, e Toudou ride – una risata soffocata – contro la sua spalla.
“Credevo che non saresti venuto. Ti ho lasciato indietro.”
Makishima s’irrigidisce. Non è bravo a consolare le persone, neanche Toudou. Si concentra sulle sue mani, che lo stringono sulla maglietta e sui capelli.
“Dovevi andare, no? Ma ti ho ripreso.”
“È vero,” concorda piano Toudou. “Mi hai ripreso.”
Makishima lo sente sorridere sul suo petto, e finalmente si rilassa.
“Sai, se non avessi dovuto pedalare come un pazzo per riprenderti, probabilmente ti avrei sconfitto,” dice. Toudou fa un salto indietro, senza però mollargli la maglietta.
“Non essere cattivo, Maki-chan! Ti ho battuto lealmente, l’hai detto anche tu!”
Makishima ghigna. In realtà deve molto a Jinpachi, anche se non l’avrebbe mai ammesso. Resta lì per un minuto buono ad ascoltare Jinpachi disquisire su come la loro fosse una gara predestinata che lui non era autorizzato a mettere in dubbio, sul serio Maki-chan non essere ridicolo...
Più tardi Makishima avrebbe attribuito la strana energia che sentiva scorrergli nelle vene all’adrenalina residua della corsa; ma per il momento poggia le mani sulle spalle di Jinpachi per farlo stare fermo.
“Jinpachi.”
“Che c’è?” chiede lui; Makishima si china rapidamente in avanti e gli dà un bacio sulla guancia. Dura solo un secondo e le sue labbra non premono neanche del tutto sulla pelle del suo viso, ma Jinpachi smette di parlare all’istante e s’immobilizza, portandosi una mano alla guancia.
Makishima si sta già pentendo: non ha mai visto il rivale così immobile, lui voleva solo ringraziarlo e scuotersi di dosso quella strana sensazione, era solo un bacetto tra amici e adesso sta per mettersi a blaterare cose senza senso, oddio ho incasinato tutto...
E poi le mani di Toudou sono sulle sue spalle e c’è un certo luccichio nei suoi occhi.
“Sul serio, Maki-chan, devo fare tutto io in questa relazione?”
Un attimo dopo, le labbra di Toudou sono su quelle di Makishima.
Makishima sobbalza e cerca di farsi indietro, ma le mani di Toudou sulla sua nuca lo tengono fermo, e finalmente realizza: Jinpachi mi sta baciando.
Le sue labbra sono un po' scivolose di sudore e di burrocacao, ma a Makishima non importa perchè si tratta di Jinpachi, il ragazzo che probabilmente ha voluto baciare fin dalla prima volta in cui l’ha visto, nonostante la sua personalità esuberante. C’è qualcosa in lui che lo attira inesorabilmente, gli piaccia o no; Jinpachi non gli ha mai permesso di nascondersi dietro stentate competenze di altre persone o manierismi imbarazzanti.
A un certo punto riesce ad aprirgli la bocca con la lingua, e per poco Makishima non si lascia sfuggire un imbarazzante gemito di piacere. Jinpachi dal canto suo sta già gemendo nella sua bocca, era ovvio che tra i due sarebbe stato lui il più rumoroso, e il suo gemito sembra molto simile al nome di Makishima...
...Ed è troppo. Makishima si scosta mettendogli una mano sulla bocca e ansimando.
Jinpachi è raggiante, le sue labbra sono tutte rosse e stanno iniziando a gonfiarsi. Si sporge di nuovo verso di lui ma Makishima lo ferma: per un istante vede la sua fronte aggrottarsi, ma non oppone resistenza.
Makishima si raccoglie in sè stesso, preparandosi a una delusione perchè... farà meno male se è già preparato.
“Io... ti piaccio davvero?” gli chiede con una vocina terribilmente esile. Gli manca l’aria, ma deve saperlo. “Non è uno scherzo, o una specie di gioco?”
Jinpachi alza una mano e Makishima s’irrigidisce, ma l’altro gliela appoggia semplicemente su una guancia; poi gli parla con una voce terribilmente dolce, più dolce ancora di quanto Makishima abbia mai sentito da lui.
“Credevo che quello sveglio fossi tu, Maki-chan.”
Makishima freme e chiude gli occhi.
Certo che mi piaci, Maki-chan.”
E Makishima ripensa a un Jinpachi più giovane che lo dichiara suo rivale in una tenda svolazzante simile a quella alle loro spalle, ma certo, è ovvio, e apre gli occhi e vede che Jinpachi lo sta guardando come lo guarda andare in bici e fare le scalate. La sua bocca ha assunto la piega morbida che sempre prende dopo una gara, quando l’adrenalina incomincia a scemare, ed è troppo perchè Makishima possa resistere oltre.
Con un verso strozzato si sporge a baciarlo ancora, con passione, le labbra si aprono e le lingue s’intrecciano. Le mani di Jinpachi sono affondate nei suoi capelli; quando riemergono per riprendere fiato, Jinpachi ride.
“Sei bellissimo, Yuusuke.”
Makishima rimane gelato, perchè è la prima volta che Jinpachi lo chiama per nome, ma poi lui lo bacia di nuovo e finalmente si rilassa.
“Ho sempre pensato che ti stessero bene i capelli lunghi. Sei bellissimo.”
E Makishima non riesce più a parlare. Non ci si prova neppure, così ingoia il singhiozzo che sente nascergli in gola e bacia Jinpachi, ancora, e ancora.


~
 
Onoda viene a cercarlo un’ora dopo e lo trova vicino alla tenda, da solo.
“Senpai?”
Makishima ha lo sguardo perso nel vuoto, e Onoda si preoccupa.
“Senpai, è tutto ok? Ti senti bene?”
Makishima gli rivolge un ghigno e agita una mano per aria. “Sto bene. Gli altri ti hanno mandato a cercarmi?”
“S – sì!” esclama Onoda. Makishima gli arruffa i capelli facendolo arrossire.
“Su, torniamo indietro prima di addormentarci in piedi come i cavalli.”
“Sì!” esclama ancora Onoda seguendolo, quasi inciampando nei suoi stessi piedi. Non sa perchè il suo senpai si sia spinto fin lì o perchè sia così di buon umore, ma è contento di vederlo felice. Forse è per la scalata di oggi.
Il cellulare di Makishima prende a squillare e lui si fruga nelle tasche per prenderlo: quando però vede il numero del chiamante, sospira e lo ripone senza rispondere. Onoda lo osserva con gli occhi spalancati.
“Non avresti dovuto rispondere? E se era una chiamata importante?” gli chiede, pentendosene subito perchè Makishima continua a camminare davanti a lui.
Ma poi Makishima si volta e gli sorride, e Onoda si rilassa.
 “Nah. Può aspettare fino a domani.”
“Domani?”
Makishima scoppia a ridere e si ficca le mani in tasca. “Forza, torniamo dagli altri.”
“Giusto!” risponde Onoda, e continuano a camminare verso le loro tende. Onoda è pronto a fare un bagno caldo, rivedere rapidamente le strategie per la loro prima gara e andare a dormire. Non vede l’ora di essere di nuovo lì, con i suoi amici.
Makishima non è l’unico ad aspettare con ansia il giorno successivo.

~
 
Epilogo

Sta aspettando da trenta minuti, ma almeno stavolta non si trova sotto la pioggia.
Scorge il riverbero dei neon prima ancora di vedere i capelli di Makishima, ed è costretto a reprimere un singhiozzo. Vorrebbe gridarlo a tutte le persone che lo circondano, guardate, quello è il mio rivale, è il Ragno del Picco! – ma sa che Makishima non vorrebbe che facesse una scenata, e perciò tiene a freno la lingua.
Resta lì fermo mentre Makishima si fa strada lentamente tra la folla; Toudou è un tipo paziente, ma è passato veramente troppo tempo.
Non appena vede il viso di Makishima spicca una corsa, oltrepassando le persone e i bagagli; l’altro lo scorge giusto in tempo per prepararsi prima che Toudou impatti contro di lui. Sta già piangendo quando tocca il suo corpo e affonda le mani nei suoi capelli iridescenti.
Makishima ridacchia e gli tocca il cerchietto.
“Sto via un anno, torno, e tu porti ancora questo dannato affare.”
Toudou ride, quasi strozzandosi con le sue stesse lacrime. “Senti chi parla, i tuoi capelli sono più lunghi che mai. Maki-chan, ti sei preso abbastanza cura di te?”
“Mi hai chiamato quasi ogni giorno. Dovresti preoccuparti del conto del telefono più che della mia salute.”
“Mi sei mancato così tanto,” sussurra Toudou contro la spalla di Makishima.
Makishima lo abbraccia più stretto. Le sue dita toccano la catenina che porta al collo, e Toudou rabbrividisce.
Yuusuke,” mormora prima di baciarlo.
Makishima ricambia il suo bacio. Dopo quasi un minuto, sono entrambi in lacrime.
“Mi sei mancato molto anche tu,” riesce a dire Makishima; Toudou annuisce e lo bacia di nuovo. Le rispettive labbra indulgono le une sulle altre a lungo.
Quando si separano la bocca di Makishima è tutta rossa, e Toudou sa che la propria deve essere nelle stesse condizioni. Sorridendo, lo prende per mano.
“Andiamo a casa, Maki-chan.”
Makishima ricambia la sua stretta. Toudou lo guida fuori dell’aeroporto. Ci sono così tante cose che vuole dirgli, e sa che l’altro lo seguirà a ruota.

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