Watashi wa tenshi dewa arimasen

di MadaraUchiha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Una nuova missione... ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Presentazioni... ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Il vestito... ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Watashi wa tenshi dewa arimasen... ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Le terme... ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Midnight... ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Una nuova missione... ***


Salve, sono nuovo su efp e dopo un pò ho finalmente deciso di postare questa mia storia inizialmente pensata per un forum RPG nel quale gioco, durante il racconto, non stupitevi se troverete nomi non appartenenti a Naruto o comunque "strani" (ad esempio la cara professoressa Sarah) perchè appartengono al forum da me citato (FFRevolution:DestinyGarden). A fine capitolo in futuro posterò delle note in merito.
Persone, luoghi ecc... non mi appartengono ma sono dei loro legittimi proprietari. La storia non è stata scritta a scopo di lucro.


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Una nuova missione...

Era una bella giornata, e il garden era quasi del tutto disabitato, la maggior parte degli studenti si era recata alla spiaggia per divertirsi, per abbronzarsi e per conquiste, pochi erano rimasti nel garden, praticamente solo i lavoratori, ma c'era anche qualcun'altro, che si trovava ancora all'interno degli edifici, e si aggirava con aria al quanto sospetta in una zona a lui vietata.

Tobi è un bravo ragazzo!

Madara stava tranquillamente passeggiando...verso le camere delle ragazze! Era vestito di tutto punto, indossava i suoi immancabili pantaloncini neri con le nuvolette rosse, un paio di ciabatte da spiaggia nere decorate con una linea rossa lungo i bordi e una nuvoletta rossa sul davanti, sulla parte superiore indossava la sua cappa dell'Akatsuki aperta sul davanti, lasciando scoperto il torace, sul quale era posata una fotocamera digitale di ultima generazione costatagli la bellezza di 4000 ryo, approssimativamente 200 guil, la fotocamera era legata a una corda nera che girava intorno al collo di Madara, sulla sua testa erano posati un paio di occhiali da sole neri, con qui aveva sostituito la sua tradizionale maschera arancione che teneva comunque in una tasca dietro il cappotto.

Stava dirigendosi verso le camere, ma si stava annoiando terribilmente, all'inizio gli era sembrata una buona idea andare a fotografare le stanze delle ragazze e rubare qualche mutandina, ma poi si era ricordato che erano tutti sulla spiaggia e non c'era nessuna da fotografare, e soprattutto nessuno con qui litigare, che era la parte che lui preferiva, infatti, diceva sempre che non c'era gusto a fare le cose senza un pizzico di brivido, neanche la sua professoressa preferita Saruccia-chan si trovava li, probabilmente era anche lei al mare a spiare di nascosto le ragazze o stava facendo qualche lezione...probabilmente la prima, durante la lezione che avevano fatto aveva notato come guardare le altre ragazze, ma comunque sia ora non era lì a "giocare" con lui.

Madara stava gustando una delle sue solite quanto strambe bibite, un freschissimo succo di carruba, mentre leggeva il suo ormai famoso libro, "il paradiso della pomiciata", che aveva distribuito a tutti gli altri membri della sua associazione a delinquere di stampo mdfiano, gli ZB, stava passando per la hall del garden, quando...

No...non ci posso credere...di nuovo!

Madara si fermò di colpo davanti alla bacheca, con una gamba ancora alzata e l'altra che stava per alzarsi, girò lentamente gli occhi verso la bacheca lì a fianco, quando vide il manifesto gli scesero giù le gocce di sudore mo di manga e dalla sua bocca uscì un flebile suono...

....Konoha....

Quel nome gli faceva venire lontani e dolorosi ricordi, ma non ci fece caso a lungo, finì di leggere quel volantino e lo strappò dalla bacheca, era un annuncio di lavoro di poco conto, ma che per lui aveva un gran valore, dopo tanto tempo che mancava, non gli sarebbe dispiaciuto tornare a passeggiare per le strade di Konoha, ed essere pagato per farlo.
Corse dritto in ufficio collocamenti per farsi assegnare il lavoro, attraversò un lungo corridoio e finalmente arrivò, all'ufficio non c'era apparentemente nessuno, ma poi guardò meglio e scorse dietro un pilastro, nascosto fra dei moduli un uomo sulla quarantina, calvo sul davanti e con un codino dietro, stava comodamente giocando a World of Warcraft su internet, mentre si gustava un pacchetto di patatine Patachips con su la foto di un uomo in accappatoio, mentre fa una posa col pollice alzato.
Madara lo chiamò, ma lui non lo sentì perchè indossava delle cuffie per immedesimarsi meglio nel gioco, allora a Madara vene l'idea per attirare l'attenzione, se come aveva capito lui era un patito di mmorpg, come tale non poteva non reagire.

Possiedo un tanker liv 68 con Tallum completa, dove posso trovare i key mats per la Tallum Blade?

Appena Madara pronunciò quelle parole l'uomo comparì improvvisamente davanti a lui dandogli le coordinate esatte per trovare ciò che cercava, e anche altri piccoli trucchetti e posti dove allenare il suo tanker, appena finì di parlare finalmente chiese a Madara cosa volesse davvero e si scusò per non avergli dato retta prima.

Vorrei che mi assegnasse questo lavoro.

L'uomo prese il volantino dalla mano di Madara, lo lesse e scrisse nel suo computer i dati della missione, poi buttò semplicemente il volantino nel cestino e si rivolse di nuovo a Madara.

Quando intendi partire ragazzo?

Immediatamente.

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Passarono alcune ore e Madara si stava avviando al cancello per dirigersi al mare, dove con l'aiuto del chakra, avrebbe fatto una bella passeggiata, quando...

Altoparlanti: Lo studente Uchiha Madara è pregato di presentarsi sulla pista di atterraggio del garden, ripeto, lo studente...

Madara non riusciva a capire cosa stava succedendo, e per la curiosità si diresse verso la pista di atterraggio, arrivato trovò una bella sorpresa ad aspettarlo, i suoi subordinati lo stavano aspettando vicino ad un elicottero di appartenenza del garden, da loro affittato per il loro adorato capo.

APE1: comandante! Che piacere, finalmente è arrivato, temevamo che si fosse gia avviato da solo.

Madara: ma...cosa avete fatto? Avete affittato un elicottero per me?...uomini...

APE1: comandante!...

Sugli occhi di Madara e dei suoi uomini spuntarono dei grossi goccioloni di lacrime, sulle prime non fecero nulla, poi non resistettero e si corsero incontro, facendo un grosso abbraccio di gruppo, che per la forza del gesto fece creare dietro di loro uno sfondo marittimo durante il tramonto, con tanto di acqua che si infrange contro la scogliera, appena si lasciarono il paesaggio tornò normale e poterono tornare in se.

Madara: Snif!...bene, uomini, sono pronto a partire.

APE1: Snif!...agli ordini comandante! plotone! Allontanarsi dalla pista di lancio, APE13! E’ pronta a decollare?

APE13: signorsì capitano!

APE1: bene! Comandante se vuole seguirmi...


APE1 scortò Madara verso l'elicottero e lo fece salire, salito augurò buona fortuna al suo comandante e si congedò con un saluto formale, chiuse lo sportello dell'elicottero e diede l'ordine di decollare al pilota.

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Passarono sei ore e finalmente si avvistò terra, allora Madara diede ordine di non atterrare e di avvicinarsi alla foresta, arrivati in prossimità della foresta dopo neanche cinque minuti di volo, Madara saltò giù dall'elicottero con estrema velocità e fece segno di allontanarsi al pilota facendolo tornare al garden.
Finalmente Madara era arrivato, ed era solo, per un attimo gli passò per la mente di rintracciare un membro dell'Akatsuki, ma poi decise che era meglio agire in incognito, ma non da solo, i suoi occhi si illuminarono per un secondo cambiando colore, e in quel preciso istante vicino a lui comparve un buco spazio-dimensionale dal quale uscì fuori la sua copia, Madara2.

Madara: bene Madara2, abbiamo una missione da portare a termine, dobbiamo andare al villaggio della foglia e aiutare una ragazza a scegliere un vestito per la festa, sei con me?

Madara2: ci conti.

Madara: bene! Per prima cosa però dobbiamo camuffarci, entreremo di nascosto a konoha e compreremo dei prodotti estetici e degli abiti nuovi! Naturalmente con i tuoi soldi!

Madara2: ma...padrone, non poteva invocarmi gia con i vari camuffamenti? Avremmo perso meno tempo e saremmo gia potuti entrare a konoha!

Madara: ma cosa dici!? E poi dove sarebbe stato il divertimento! Ho voglia di cambiare personalmente il tuo look! Che comunque non è niente male! D'altronde...sei me!

Madara2:......

Madara: Tobi è un bravo ragazzo!

Madara2: sigh...

Madara e la sua copia andarono verso konoha e penetrarono facilmente oltre le alte mura che circondavano il villaggio, una volta entrati si nascosero in uno dei tanti vicoli che costellavano la città, fortunatamente con loro non portavano le cappe dell'akatsuki, ma indossavano solo le vesti sotto l'armatura scarlatta di Madara, così vestiti, uscirono dal vicolo in qui si erano nascosti e si mischiarono tra la folla, le ragazze, quando loro passavano, rimanevano come imbambolate a vedere dei così belli e tenebrosi ragazzi, ma soprattutto erano scosse dal fatto che fossero gemelli!

Madara: hihihi...hai visto Madara2? Ci hanno scambiato per gemelli! haha! Siamo proprio dei bei ragazzi non trovi?

Madara2: signore, non crede che sarebbe meglio usare anche dei nomi diversi oltre che un abbigliamento diverso?

Madara: haha! Cosa credi? Ci ho gia pensato! I nostri nomi li ho gia scelti, io sarò Matsuda, il manager di un giovane e promettente stilista, e tu sarai Kurama, il...

Madara2: giovane e promettente stilista?...ho i miei forti dubbi...

Madara: Bravo! Così ti voglio! determinato! Bene, ora entriamo in quel salone, ho intenzione di darti una nuova personalità!

Madara2:.....

Madara entrò nel salone di bellezza, al loro passaggio la campanella sulla porta suonò e a servirli arrivò una giovane e attraente ragazza di circa ventidue anni.

Ragazza: salve! Posso fare qualco...o porca miseria che fighi!

La ragazza perse il filo del ragionamento quando si voltò versò i due ragazzi, allora Madara non perse tempo e si presentò.

Madara: salve a lei mia dolce fanciulla...

Le prese una mano e la baciò delicatamente, al contatto, anche se impercettibile con le labbra di Madara la ragazza arrossì completamente diventando come un pomodoro.

Madara: ...il mio nome è Matsuda e lui è mio fratello Kurama, siamo venuti qui per rifarci il look.

Ragazza: ...ma siete perfetti! emh...volevo dire...perché vorreste cambiare d'aspetto?

Madara: o....nulla di che, semplice curiosità...

Madara allora riuscì a convincere la ragazza che a malincuore modificò il loro aspetto gia perfetto, ma fortunatamente il risultato non fu tragico, anzi, erano comunque molto attraenti.
Madara si era fatto semplicemente lisciare i capelli e se li era leggermente spuntati, nulla che comunque, nel giro di una o due settimane, non potesse tornare come prima, quanto invece, per Madara2, non si poteva dire la stessa cosa, il suo bel colore nero corvino, era stato sostituito con un alquanto vivace e appariscente color rosso, i suoi capelli però, bene o male, non avevano avuto altri cambiamenti.

Madara: bene, quanto le dobbiamo?

A Madara2 venne un tuffo al cuore, gia sentiva il peso del suo portafogli alleggerirsi...

Ragazza: A!...Niente! Offre la casa!

Madara: allora grazzie mille! Arrivederci bella fanciulla!

Madara sfoderò uno dei suoi magnifici sorrisi e la ragazza rimase quasi pietrificata, scivolando sotto il bancone non appena i due se ne erano andati.

Madara2: non credi di aver esagerato?

Madara:?...a cosa ti riferisci? Alla ragazza? Non preoccuparti, si riprenderà presto...

Madara2: non mi riferivo a quello....

Madara2 indicò la sua testa nascondendo gli occhi sotto il ciuffo di capelli, naturalmente imbarazzatissimo...

Madara: aaaaa! Ti riferivi a quello! Non ti preoccupare, essendo una mia copia non appena scomparirai tornerai normale, ma devi pazientare, per un pò rimarrai così!

Madara2: sì ma perchè proprio rossi?...

Madara: perchè la tua sarà la parte dello stilista un pò schizzato! Ma non ti preoccupare, niente vestiti alla "village people" in fondo sei me e io ho una reputazione da difendere!

Madara2: ...ho un brutto presentimento...

I due Madara entrarono in un negozio di abiti, e ri-esibirono i loro bei visini, ma stavolta dovettero pagare, visto che c'era nei paraggi il gestore, ma ricevettero comunque un bello sconticino.
Madara aveva scelto per se un vestito da perfetto manager, giacca e cravatta, e per addolcire la pillola, anche un paio di occhiali da vista rettangolari, anche se naturalmente lui non ne aveva bisogno, per Madara2 invece aveva scelto un vestito simile a una divisa scolastica, con collo alto e maniche di larghezza media, ma tutto colorato di rosa, per non stonare con il colore dei capelli.

Madara: bene! Ora siamo pronti ad andare a casa di quella...Madara2...che stai facendo?...

Madara2: oooo nulla! Mi sto solo immedesimando! Guarda, non sono molto più convincente cosi?

Madara2 aveva tirato fuori da chissà dove una rosa rossa e ora si atteggiava a grande poeta dell'arte e della moda annusandola di tanto in tanto e tenendo gli occhi in uno stato di semi estasi per rendere più realistica la cosa.

Madara: ...ora sei tu a spaventarmi...

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Hinata si stava preparando una buona tisana di the verde, il migliore di tutta Konoha, certi sfizi i membri del suo clan potevano permetterseli, il clan Hyuga era uno dei clan più potenti e importanti di tutta konoha, e probabilmente di tutte le cinque grandi terre ninja, secondi solo all'ormai estinto clan Uchiha.
Ogni membro del clan aveva sì molti privilegi, ma anche precisi doveri da rispettare, come quello di sacrificarsi per i membri della casata principale, ho quello di essere sempre pronti e forti, e di portare avanti il buon nome del clan Hyuga.
Hinata aveva questi stessi doveri, fin da piccola era stata allenata e puntualmente derisa per la sua debolezza, lei sarebbe dovuta diventare la futura capo clan degli hyuga, eppure, suo padre Hiashi l'aveva sempre considerata una debole, consegnandola persino nelle mani della sua futura maestra Kurenai pur di non doverla allenare lui, la trattava con indifferenza e non curanza, cosa che con il passare degli anni la avevano fatta diventare una ragazza timida e silenziosa, l'unico che la avesse mai trattata bene, e soprattutto aveva creduto in lei era stato Naruto, di qui si era innamorata fin dai tempi dell'accademia, finalmente dopo anni di duri allenamenti era riuscita a diventare più forte, e persino suo cugino Neji, che da piccolo la odiava a morte e all'età di tredici anni aveva tentato di ucciderla, aveva cambiato atteggiamento con lei, era riuscito persino lui a addolcirsi dopo il suo incontro con Naruto, e come lui anche Hiashi aveva cambiato atteggiamento con lei, considerandola un pò di più, era riuscita ad ottenere tutto questo grazie a Naruto, il suo Naruto, ma non era riuscita ancora a confessargli il suo amore, troppo timida anche solo per guardarlo in faccia, cosa che gli procurava continui svenimenti.
Fra non molto ci sarebbe stata una festa al villaggio della foglia, con tanto di ballo al palazzo dell'Hokage, tutti i ninja, dai genin ai jonin avrebbero partecipato, tutti tranne naturalmente quelli in missione e lei, sedicenne troppo timida per partecipare a una serata simile.
Hinata si era appena seduta e stava per assaggiare la sua tisana che gli serviva per calmare i nervi quando...

DLIN DLON

Il campanello della porta suonò, lei si dovette alzare e non appena aprì la porta...

Matsuda(Madara): piacere bella signorina il mio nome è....o?....è svenuta....

Non appena aveva aperto la porta si ritrovò due ragazzi bellissimi, uno vestito di giacca e cravatta, l'altro con un vestito al quanto bizzarro, il primo gli si era avvicinato così tanto al viso che poteva sentire il calore del suo respiro alzarle il ciuffo di capelli sulla fronte, quella strana sensazione e la troppa vicinanza a quel ragazzo la avevano fatta andare su di giri, così era prima arrossita, e un secondo dopo era svenuta, fortunatamente era stata presa al volo dal ragazzo, evitandole così una brutta botta per terra.

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Note:
Ringrazio tanto i coraggiosi lettori e spero la storia vi sia piaciuta, ^^ voglio ringraziare particolarmente tutti gli scrittori scoperti su questo sito che mi hanno ispirato, specialmente NaruHina91, di cui ho letto la storia "NaruHina forever!!!" già da molto prima di conoscere efp, senza la sua storia le mie vacanze in Calabria sarebbero state una noia, Grazie mille! ^^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Presentazioni... ***


Prima di iniziare vorrei fare un paio di precisazioni che per motivi di tempo non sono riuscito a fare prima, prima di tutto, il Madara della mia storia è esattamente quello che si trova in molte immagini in internet, capelli lunghi neri corvini, armatura scarlatta e ventaglio, l'età è esattamente quella della storia originale, o per meglio dire pressa poco dato che il gran maestro non ci ha ancora dato la data di nascita precisa. per quanto riguarda l'aspetto giovanile, be, dovrete pazientare ancora un pò per scoprire gli arcani segreti della sua persona ("Fammi Spoilerare!!!!!!!!"*animo dello Spoilermen si dibatte*), lo stesso vale per la sua psiche che verrà svelata col passare del tempo. per evitare di togliervi qualche chicca per sbaglio vi lascio alla mia "opera d'arte", buona lettura.

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Presentazioni...

Hinata(pensiero): umh...cos'è successo?...dove sono?...sento una sensazione fresca sulla fronte...cos' è?


Hinata si alzò allungando istintivamente la mano verso la fronte, gli avevano messo una pezza bagnata per farle abbassare la temperatura, e non solo...

Hinata: umh...!!!!!!!!!!!!! AHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!

Qualcuno la aveva spogliata e messa sotto le lenzuola, ma chi era stato? Poi ricordò, era andata ad aprire alla porta e due ragazzi gli si erano presentati innanzi, forse erano stati loro a metterle una pezza bagnata sulla fronte e a.....spogliarla lasciandola in biancheria intima!!! al solo pensiero Hinata arrossì di nuovo, e dovette sedersi nuovamente sul letto per non svenire.....

Hanabi: hai urlato! Cos’è successo sorellona?!

Dalla porta della sua stanza entrò una ragazzina che avrà avuto una decina d'anni, era sua sorella Hanabi.

Hinata: Ha-Hanabi...s-sei stata tu a.....

Hinata non riuscì a finire la frase che la sua timidezza ebbe il sopravvento...fortunatamente Hanabi era invece una ragazzina vivace e frizzante, oltre che molto intelligente e perspicace, quindi capì subito a cosa si stava riferendo la sua sorellona imbranata.

Hanabi: a spogliarti? Si sono stata io, ma non sono stata io né a metterti la pezza sulla fronte né a portarti qui in camera...come avrai capito sono stati quei due che ti hanno spaventata, sono dei miei "dipendenti", li ho assoldati per una missione molto importante sorellona, toglierti la timidezza e farti andare al ballo!

Hanabi mostrò un sorriso a trentadue denti bianchissimi, guardando Hinata con uno sguardo, che a lei non piacque affatto.

Hinata: Ha-Hanabi! C-cosa hai fatto!

Hinata era arrossita di nuovo per l'imbarazzo, e non riuscì a continuare, la sorella saltò contro la finestra aperta della sua camera, e si congedò uscendo con un altro balzo giù dalla finestra.

Hanabi: sorellona io vado in missione! Tu vai ad intrattenere i miei ospiti, sono soli soletti in soggiorno a gustarsi una tisana calda! ciao!

Hinata: Ha-Hanabi!

Ormai la sorellina dispettosa era già uscita, Hinata era ancora rossa in viso, il suo ormai colore naturale.

Hinata:......

Hinata non poté fare a meno di prendersi le sue responsabilità, si rivestì con la sua solita felpa bianca e celeste, che usava sia in missione sia per stare in casa, si prese coraggio e trattenne un bel respiro, poi a passo di lumaca, o per meglio dire di robot, tanto era rigida in quel momento, si diresse verso la porta della sua camera, la aprì e percorse il lungo corridoio della sua casa, con quel passo ci mise almeno cinque minuti prima di arrivare alle scale che portavano direttamente in soggiorno.
Si fermò un attimo poi si decise e scese giù per i gradini, rimanendo comunque a viso basso.
Hinata si girò verso il tavolino e pian piano alzò lo sguardo per vedere in volto i suoi ospiti.

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Madara(Matsuda): bhe...questa allora è villa Hyuuga...

Sul volto di Madara si stampò una venatura di malinconia, che naturalmente non sfuggì alla sua copia, che sapeva perfettamente cosa stava provando.

Madara2(kurama): ...allora...quella era la ragazza che dobbiamo aiutare...se dobbiamo farla andare alla festa, dovremo prima di tutto convincerla, Hanabi, la ragazzina che ci ha assoldati ha detto che dovremo lavorare un bel pò contando la sua timidezza, che ci ha dimostrato non appena siamo entrati.

Matsuda: Madara2...

Kurama: sì signore...

I due uomini rimasero in silenzio a sorseggiare la loro tisana, quando dopo una decina di minuti finalmente sentirono un rumore sulle scale, un rumore di passi.
Appena si girarono videro la ragazza di prima, che stava scendendo giù dalle scale, era una bellissima ragazza di sedici anni, con dei bellissimi capelli blu che gli arrivavano fino a sotto le spalle, e poi...possedeva i magnifici occhi bianchi che contraddistinguevano i membri del clan Hyuga...

Hinata: s-salve...i-io s-sono Hinata Hyuuga, p-piacere di conoscervi!

La ragazza si era inchinata, con la sua solita timidezza e rispetto, ma soprattutto con la sua inconfondibile dolcezza.
Ad assistere a tale scena a Madara venne un tuffo al cuore, quella ragazza era così carina e dolce...proprio come...

Kurama: oh! Ma è tutto nostro il piacere bella signorina! E’ raro trovare una bellezza come la sua oggigiorno!

La ragazza era diventata terribilmente rossa e si stava martoriando le dita dall'imbarazzo, allora Madara non riuscì a resistere e anche lui si alzò come la sua copia e prese la parola, si avvicinò a Hinata e le prese la mano destra con estrema delicatezza, poi si inchinò e gli fece il più perfetto dei bacia-mano.

Matsuda: il piacere e solo nostro signorina Hinata, non faccia caso ai modi irruenti del mio collega, è un giovane artista e non sa quando stare calmo...


A quelle parole Madara2 sbuffò leggermente irritato ma divertito.

Matsuda: ...ma su una cosa ha ragione, lei, è molto carina signorina Hinata...

Finito di parlare Madara si allontanò di qualche passo indietro e si affiancò a Madara2, nel frattempo aveva potuto notare la faccia di Hinata, se possibile era diventata ancora più rossa, ed era rimasta anche sbalordita e sconcertata, mai nessuno gli aveva fatto dei complimenti simili, neanche il suo Naruto-Kun, magari glieli avesse fatti lui...
Madara riprese a parlare.

Matsuda: ma mi scusi...non ci siamo ancora presentati...quello che sventola le braccia come un deficiente è Kurama, mio fratello e mio cliente, è un giovane talento nel campo della moda, io invece, sono Mikami Matsuda, il suo Manager.

Finito di parlare porto la mano agli occhiali aggiustandoseli sopra il naso con il medio della mano destra, a quel atteggiamento si unì un'immancabile lucina che partì all'angolo della lente destra, in perfetto stile saputello degli anime...
Vedendo quella scenetta comica Hinata non riuscì a trattenere un risolino, portandosi verso il viso il braccio sinistro, a quella scena non poterono resistere nemmeno gli altri due che si misero a ridere di gusto, ma mentre Kurama continuava a ridere, Matsuda si fermò quasi subito e rivolse la parola a Hinata.

Matsuda: bene, a quanto vedo siamo gia riusciti ad ottenere un buon risultato, si preannuncia un lavoro piacevole.

Detto ciò Matsuda sorrise dolcemente alla ragazza, che nel vederlo arrossì.

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Note:
Prima di tutto vorrei ringrazziare tutti quei coraggiosi che hanno letto fin qui, poi vorrei scusarmi per la cortezza del capitolo ^^', mi spiace se vi ho lasciato un pò a bocca asciutta, ma questo era solo un capitolo transitorio, i prossimi saranno molto più gustosi ve lo garantisco! ma sopratutto, vorrei ringrazziare in particolar modo NekoRika, ti ringrazzio per la tua recensione, sono solo alle prime armi e ogni consiglio è utile e prezzioso per me, grazzie! ^^ per quanto riguarda Madara, so di averlo fatto un pò "strano" per così dire, il carattere nel primo capitolo è totalmente diverso da quello originale, ma credimi, col passare del tempo svelerò un paio di segreti riguardanti il suo comprtamento attuale, sopratutto posterò la sua storia all'interno di questo fantomatico Garden e delle sue avventure con la terribile professoressa Sarah, spero comunque che la mia storia sia piaciuta almeno fino a qui e invito tutti i miei cari lettori a continuare a seguirla perchè, ve lo assicuro, il meglio deve ancora arrivare....BWHAHAHAHA!.....

e ricordate......

Tobi is a good boy!.....but Madara is a Bad Boy *;-;*

ergo recensite....BWHAHAHAHAHA!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Il vestito... ***


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Presentazioni...

Kurama: HAHA! guardate! Entriamo li! Ho visto un magnifico vestito con dei pompon rosa!

Hinata: ...ma...io...

Matsuda: Mentecatto! Non dire bestemmie! Non farò mai mettere alla signorina Hinata una panzanata simile! Allontanala dalla mia vista!


Hinata: ...ma...io...n-non litigate p-per me...se il signor Kurama dice che è bello sarà bello...io mi fido di voi...

Matsuda: mi scusi signorina Hinata, non volevo spaventarla, ma vede, sono il Manager di questo...baka! E so quanto possono andare lontani i suoi discutibili gusti...e sì un giovane talento, ma per l'appunto giovane.


Kurama: haha! Non preoccuparti Hinata-chan! Non mi offendo facilmente! haha!

SDONG!

Kurama: ai...sigh!

Matsuda: tratta con maggior rispetto la signorina Hinata stupido baka!

Dopo aver chiacchierato un pò i tre avevano deciso di andare l'indomani a fare un pò di shopping per il quartiere commerciale di Konoha, dopo una bella dormita ristoratrice non priva di calci dati nel sonno, coperte rubate, cuscini usati come arma e pollici usati come ciucci, erano finalmente potuti andare per la loro "missione", avvertendo i compagni di squadra di Hinata, Shino e Kiba, che nei prossimi giorni non sarebbe stata disponibile, i due, naturalmente erano rimasti sorpresi nel vedere la loro compagna in compagnia di due giovani uomini, e avevano semplicemente commentato...

Shino:....

Akamaru:.....

Kiba:.....e?


Dopo averli lasciati a bocca aperta avevano avvertito anche la sua maestra, la maestra Kurenai.

Hinata: a-allora io vado...ciao!

Kurenai:......che fighi!

E aveva portato la mano alla guancia inginocchiandosi lentamente e diventando rossa come Hinata.
Ora erano tutti e tre in un negozio di abiti, e stavano combattendo per tenere a bada l'animo creativo di Kurama.

Kurama: lasciami Matsuda! Ho visto un bellissimo cappellino da caccia alla volpe stile inglese! Con tanto di retina nera e piume di pavone!

Matsuda: APPUNTO! Non osare toccare un obbrobrio simile o ti taglio le mani! anzi! Ti lascio senza paghetta!

Kurama: NO! La paghetta no!

Matsuda: sì invece!

Hinata: hihihi...

Stavano andando così da ore, la mattina si era ormai sprecata, e dovevano assolutamente trovare un vestito adatto per la festa, ma erano comunque riusciti a ottenere qualcosa, il sorriso di Hinata...

Matsuda: bene, se abbiamo finito con quel povero cappello, direi di passare avanti.

I tre andarono nel negozio subito dopo quello dove si trovavano, l'insegna diceva, "SHIPPUDEN!", era uno dei negozi più belli, meglio forniti ma soprattutto più cari di tutta Konoha.

Hinata: no...m-ma io...non posso...questo è Shippuden...io non...

Matsuda: non si preoccupi signorina Hinata, i prezzi non sono un problema, paga tutto Kurama, e per i vestiti, beh, vogliamo solo il meglio per lei!

A quelle parole Hinata arrossì di nuovo, mentre invece "l'artista"...pianse in silenzio all'idea di dover entrare allo shippuden, il suo salvadanaio reclamava pietà.
Matsuda, vedendo che Hinata non si decideva ad entrare e aveva ricominciato a fare quel movimento con gli indici delle mani, che a Matsuda faceva tanto intenerire, allora andò dietro Hinata e le cinse il fianco con il braccio sinistro, mentre con l'altro le prese la mano, Hinata arrossì per quel gesto e stava per svenire, poi Matsuda si avvicinò di più e le bisbigliò all'orecchio:

Matsuda: non si preoccupi signorina Hinata, io e Kurama siamo qui per servirla, lei è la nostra principessina, e ci piace viziare la nostra dolce principessina...

Hinata rimase sorpresa e il suo cuore continuava a battere sempre più forte, nessuno la aveva mai trattata con tanta dolcezza e attenzione, ora invece, due uomini praticamente sconosciuti, la trattavano proprio come una principessa, la più delicata delle principesse.
Matsuda le lasciò il fianco, Hinata si ritrovò un attimo disorientata ritrovandosi senza quel dolce tocco, che voleva ancora con sé, infatti, il suo viso prese una piega di paura come se stesse perdendo qualcosa di molto importante, Matsuda vedendola allora le strinse più forte la mano e corse in direzione del negozio, poi si girò verso di lei e gli fece uno dei suoi irresistibili sorrisi e la rassicurò.

Matsuda: non si preoccupi signorina Hinata, non la lascio!

Il Baka vedendo quella scena si mise a correre insieme a loro, urlando a più non posso la frase tipica di Tobi, solo leggermente modificata!

Kurama: Kurama è un bravo ragazzo!

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I tre finalmente entrarono, dinnanzi a loro c'erano pile e pile di vestiti, dai vestiti da sera a quelli da spiaggia, dalle tute sportive ai vestiti di tutti i giorni, c'erano persino vestiti da cosplay e vari costumi.

Matsuda: provi tutto ciò che desidera, e ci dica cosa le piace, noi provvederemo a comprargliela signorina Hinata.

Kurama: ma certo! Tutto ciò che vede un giorno sarà suo! ahahah! Sbizzarriamoci e divertiamoci!

Matsuda: silenzio baka! Non fare lo stupido e mettiti al lavoro!

Hinata: m-ma...io...mi vergogno...non mi starà bene niente...

Hinata stava per voltarsi per uscire dal negozio, quando i due ragazzi le bloccarono l'uscita.

Kurama: ma no signorina! Cosa dice! Su di lei tutto è perfetto! E poi dai...ci divertiremo!

Matsuda: questa volta non posso che essere d’accordo con il baka, su di lei, persino uno straccio diventa di grande valore, e soprattutto ci divertiremo, è una promessa! Guardi mi è gia venuto in mente qualcosa...

Kurama: davvero sei d’accordo con me? Grazie!...snif!

Matsuda: non interrompermi baka!

Con l'ultima frase i due si scambiarono uno sguardo d'intesa, e prima che Hinata potesse batter ciglio, la presero contemporaneamente per le braccia e la trascinarono verso i vestiti.

Hinata: N-NOOOOOO!!!!!!!!!!!!

Matsuda/Kurama: HAHAHA!!!!!!!

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I tre corsero per tutto il negozio prendendo tutto ciò che attirava la loro attenzione, si fiondarono verso i camerini e si misero comodi, o almeno, i due ragazzi si misero comodi, mentre invece la ragazza fu "lanciata" dentro uno dei camerini.

Kurama: forza Hinata-chan!

Matsuda: zitto baka! Signorina Hinata si è vestita?

Hinata: s-si....

Matsuda: se la sente di uscire e farci vedere come sta?

Kurama: si!!!!!! esci Hinata-chan!!!!!

Matsuda: se non ti calmi ti ficco un calzino in gola stupido baka!

Kurama: Kurama è un bravo ragazzo!

Matsuda:.....!

Kurama: uhm! Uhm! Uhm!

Matsuda: signorina Hinata, si faccia vedere, non rideremo di lei!

Hinata: v-va bene...

Hinata aprì timorosa la tendina del camerino, fece un passo avanti e si fece vedere dai due ragazzi...
Intanto Kurama era riuscito a sputare il calzino, con qui stava rischiando il soffocamento.

Matsuda:....

Hinata:....

Kurama: oooooh! Che eleganza! Che miscuglio di colori! Sono un genio! Questo è il vestito perfetto per una festa!

Il vestito era formato da una larga..."gonna" rinforzata con fili di metallo in stile settecentesco, era ornata da un miscuglio di pompon rosa, pizzi abominevoli e quant'altro mente umana potrebbe immaginare per rovinare un vestito, la parte superiore del corpo era invece formata da un corpetto rosa shokking che non faceva respirare la povera Hinata, e per finire...il maledetto cappello da caccia alla volpe in versione multicolor...

Hinata:....

Matsuda:....

Kurama: la perfezio...

Matsuda: ...Kurama...

Kurama: siiiiii?????

Matsuda: ...FUGGI!

Kurama: A!!!!!!!!!!

Nonostante il vestito di pessimo gusto Hinata riuscì a sorridere, i suoi due "stilisti" personali riuscivano sempre a farla ridere con le loro scenette comiche improvvisate.
Dopo che Matsuda aveva per bene sistemato Kurama, i tre ripresero a vedere i vestiti, Hinata continuò a provare abiti su abiti, ma nessuno andava bene, o perchè era scelto da Kurama, e quindi Matsuda scartava in primis, o perchè scelto da Matsuda, che sceglieva vestiti un tantinello seriosi, o perchè scelto da Hinata, che continuava a prendere vestiti troppo anonimi, o semplicemente delle felpe come quella che indossava.

Matsuda: ok...ok! STOP! Qui non possiamo continuare così! Se andiamo avanti di questo passo avremo scelto il vestito per quando Kurama avrà trovato moglie!

Kurama: ma io non voglio sposarmi...

Matsuda: appunto! Dobbiamo prendere una decisione drastica, che speravo di non dover arrivare a fare...FAREMO ANCHE NOI DA MODELLI!!!!!

Hinata:....

Matsuda:....

Kurama: ...ci sto!

Da quel momento il negozio divenne un campo di battaglia e i vestiti erano sotto loro personale monopolio, per i casini che combinarono riuscirono comunque a far chiudere un occhio alla titolare grazie a un paio di occhiolini ed ammiccamenti.
Stavano facendo ciò anche per tirar su il morale a Hinata e farle prendere un pò coraggio.

Prima si esibirono da cowboy, idea di Kurama, quest'ultimo indossava degli stivali marroni, una camicia e un cappotto marroncino chiaro, sulla testa poi indossava un cappello marrone scuro e portava i capelli legati con un lungo codino che gli arrivava fin sotto le spalle, senza contare il fucile alla mano, sul quale era inciso "Irvine Kinneas" sul calcio del fucile, Hinata invece portava una gonna azzurra a coste e una maglietta gialla smaniata con delle fibie che le sorreggevano il seno.
Ai piedi indossava un paio di stivali marroni che continuavano sulla gamba fino ad arrivare alle cosce della giovane come se fossero dei pantaloni, allacciati ai lati con delle fibie e gialli come la maglietta. In testa indossava un cappello dello stesso colore degli stivali e ai polsi e al collo accessori tipici di una buona cowgirl, compresa la cintura alla vita con fondina e pistola! In quanto a Matsuda...indossava degli stivali marroncini chiari tutti logori, dei pantaloni larghi che arrivavano fino a toccare il pavimento di color marrone, che, però non attiravano troppo l'attenzione, non almeno come il gigantesco poncho che gli copriva il corpo comprese le braccia, e il sombrero messicano che portava sopra la testa, per rifinire il tutto, un bel sigaro cubano mezzo finito in bocca e un grosso cinturone con una grossa pistola in stile western.

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Hinata:....

Kurama: AHAHAH! Ho sempre desiderato riprodurre il buono, la bella e il cattivo!

Matsuda: ...non c'è bisogno che parli vero?

Kurama: ...scusami boss...sigh! Sono un artista incompreso!

Appena Kurama si riprese dalla botta ricevuta in testa dal calcio del proprio fucile usato come mazza chiodata i tre tornarono dentro i camerini e fecero un altro giro di prova, stavolta i vestiti erano stati scelti da Matsuda, che era stato incoraggiato a prendere vestiti che rappresentassero un pò quello che gli piaceva, e scelse come abiti, degli indumenti che rappresentavano il suo genere di musica preferita...

Kurama: ...bello...originale...tenebroso...PAURA!!!!!!

Hinata: b-be...in effetti...è un pò...oscuro...

Matsuda:......

Hinata: m-ma la prego n-non faccia così! C-ci a messo t-tutto il suo impegno! N-non sò come ringraziarla!

Matsuda indossava dei vestiti di pelle nera, i pantaloni erano di pelle nera a vita bassa lunghi fino alle caviglie, dove erano coperti con stivaletti neri, sul torace indossava invece una maglia sempre di pelle nera, smanicata e con il colletto alto aperto leggermente sul davanti per mostrare un collare che legava il collo con un ciondolo attaccato sotto, per rifinire il tutto, un paio di guanti anch’essi di pelle nera, con strisce bianche sul dorso, che lasciavano uscire le dita da dei fori appositi, vari legacci attaccati sia sulle braccia che sulla gamba destra, alcuni bianchi e alcuni neri, con delle placchette di metallo con su inciso il simbolo del villaggio della foglia, per finire il tutto degli orecchini all'orecchio destro, un tatuaggio che partiva dal torace fino ad arrivare alla spalla sinistra, al collo e al braccio destro, e un’acconciatura che copriva gli occhi, liscia sul davanti e sparata dietro la nuca.
Allo stesso modo era vestito anche Kurama, solo che il suo vestito era di pelle rossa e non nera, i pantaloni identici a quelli di Matsuda ma decorati di catenelle arrossate, che davano l'idea di essere sporche di sangue, la camicia anch’essa smanicata ma più corta e con un colletto più basso sulla parte del torace e più alto dietro il collo, la camicia portata aperta che faceva vedere parte del torace, le braccia libere se non per qualche catenella e dei guanti dello stesso colore delle varie catenelle, lui, a differenza di Matsuda, portava i capelli sciolti sulla schiena e davanti le spalle.
Per ultima Hinata, indossava un vestitino nero con la gonna a balze di tre colori: nera blu e bianca e che terminava con un velo bianchissimo che avrebbe dovuto farle da strascico. L’abito si legava con un bel fiocco dietro i capelli e aveva sulla schiena la chiusura fatta con un nastro di raso bianco intrecciato, dei fiori blu e bianchi le adornavano il fianco sinistro dell’abito e i bei capelli leggermente mossi. Per completare l’opera indossava dei guanti neri che da poco sotto le spalle le arrivavano, aperti, sulle mani, come se fossero delle maniche.

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La ragazza si avvicinò al povero ragazzo sconsolato e gli rivolse la parola:

Hinata: s-signor Matsuda, n-non si p-preoccupi, n-non è proprio il mio genere di vestiti, ma...n-non mi dispiace affatto!

Matsuda: ...in effetti, ha ragione, con quel vestito è proprio carina signorina Hinata.

Kurama: Matsuda ha ragione! Sei molto carina vestita così Hinata-chan!

Hinata sentendo quegli ennesimi complimenti non resistette e svenì un'altra volta.

Kurama: o!...è svenuta di nuovo, è molto graziosa quando dorme!

Matsuda si avvicinò alla ragazza, che fortunatamente era caduta su una pila di vestiti, e la prese in braccio, poi guardandola in viso sospirò:

Matsuda: già...e davvero molto tenera...forza! Per oggi è finita così, ritorneremo domani, si va a casa!

Kurama: va bene!

I due con la ragazza al seguito stavano dirigendosi verso l'uscita del negozio, quando...
Un vestito, da sera, stupendo, attirò l'attenzione di Matsuda, si avvicinò, per guardarlo meglio...

Matsuda:....

Kurama: uhm...ninte male, vediamo, la taglia è quella di Hinata-chan, il prezzo...bhe...vedendo com'è fatto è accettabile, sicuramente è stato confezionato a mano...

Matsuda: è perfetto...lo prendiamo!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Watashi wa tenshi dewa arimasen... ***


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Watashi wa tenshi dewa arimasen...

Hinata era sdraiata nel suo letto, era stata portata fino alla sua camera a casa sua dopo che era svenuta nel negozio, pian piano rinvenne e riaprì gli occhi con la stessa lentezza...

Hinata: uhm... d-dove sono...!!!! Il negozio! S-sono svenuta un'altra volta... ma chi mi ha portata qui?....!!! N-no! Non ci posso credere! N-non un'altra volta! Mi hanno portata qui Matsuda e Kurama...

Hinata si guardò intorno, poi si ricordò che quando era svenuta indossava il vestito che le aveva scelto Matsuda.

Hinata:!!! M-mi hanno p-portata qui e m-mi hanno...!? M-ma questo...

Si guardò un attimo e si accorse che indossava ancora il vestito del negozio.

Hinata: lo hanno comprato... per non mettermi in imbarazzo...

Poi si accorse di non indossare le scarpe e di avere i capelli sciolti.

Hinata: m-mi hanno anche tolto le scarpe e mi hanno sciolto i capelli per farmi stare più comoda... un momento! È i miei vestiti!?

Poi diede un'altra occhiata e vicino agli stivaletti del suo nuovo vestito, erano stati riposti con cura sia i suoi sandali, che la sua solita felpa con i pantaloni.

Hinata: ha-hanno recuperato anche i miei vestiti...

Hinata arrossì come il suo solito, ma stavolta non svenì, quei due ragazzi erano stati così gentili con lei, e dire che non la conoscevano neanche! Hinata si sentiva davvero imbarazzata per ciò che avevano fatto, ma la storia non era ancora finita...
La ragazza si alzò dal letto e si cambiò i vestiti, rimettendosi i suoi soliti abiti, e si avvicinò alla finestra per aprirla e far entrare un pò d'aria, ma sotto di essa, sopra la sua scrivania, c'era un vassoio, con sopra una tazza di latte e dei biscotti ancora caldi, con una rosa rossa è un bigliettino.

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Quando Hinata smise di leggere, un dolce sorriso le illuminò il viso, prese un biscotto e lo iniziò a mangiucchiare, gustandosi la mattinata e rileggendo la lettera...

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Hinata si preparò, si lisciò stranamente i capelli, con agitazione, come se dovesse avere un appuntamento con il suo Naruto-Kun...

Hinata (pensiero): appuntamento...


Solo pensandolo arrossì come quando si trovava di fronte a Naruto, e si sorprese del suo pensiero, ripose la spazzola sulla sua scrivania e si precipitò davanti al portone di casa, si sorprese anche di questo, perché tanta fretta?
Quando finalmente arrivò al cortile si fermò di botto, si nascose dietro il muro di casa e mise le spalle al muro, si fermò un attimo per calmarsi e riprendere fiato, poi, appena usci nel cortile lo vide, Matsuda era già sotto il portone ad aspettarla, ma diversamente dal solito, indossava un paio di pantaloni neri, una camicia bianca e una giacca nera aperta, e non indossava i suoi occhiali.
Hinata rimase un attimo sorpresa a non vederlo in giacca e cravatta, appena lo vide si bloccò un attimo, poi dovette riattivare il cervello e muoversi perché lui la aveva vista e la stava salutando, sorridendole.

Matsuda: buongiorno signorina Hinata.

E si inchinò come il suo solito.

Matsuda: spero abbia avuto un buon sonno signorina.

Hinata: s-salve signor Matsuda...

Matsuda: la prego, mi chiami solo Matsuda...

Hinata: !...o-ok...ma lei mi chiami solo Hinata...n-non sono una principessa...

Matsuda: come desidera Hinata, ma su una cosa si sbaglia, lei è la nostra principessina...

Hinata arrossì leggermente, e all'uomo non poté non uscire un sorriso per quell'atto così tenero.

Hinata: m-ma dov'è il signor Kurama... n-non viene anche lui?

Matsuda: Kurama?mi sono permesso di dargli un giorno di ferie, spero che questo non le dispiaccia...

Hinata: n-no affatto!...cioè....volevo dire.....

Matsuda: lasci stare... ho capito, ora però andiamo, o non avremo abbastanza tempo per il nostro "appuntamento".

Hinata: "A-APPUNTAMENTO!?"

Matsuda si girò e cominciò a camminare, sapeva che Hinata era molto timida, ma adorava questo suo aspetto così tenero, e non riuscì a resistere quando finalmente gli era arrivata l'occasione di vederla così, sul suo volto si formò un sorriso malizioso, anche se un pò gli dispiacque...

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Kurama: AAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!.....mi sto annoiando....mi sarebbe piaciuto andare all'appuntamento, ma il capo mi ha chiesto di lasciarlo solo con Hinata-chan.....vabè....non c'è niente di meglio di un bel ramen caldo per dimenticare! ZIETTOOOOOOO!!! mi porti un altro ramen!

Matsuda aveva lasciato a Kurama la giornata libera, e lui, non sapendo cosa fare, andò a rimpinzarsi di ramen in un ormai famoso chiosco del villaggio della foglia, il "Ramen Ichiraku".

Vecchio Ichiraku: ecco a lei! Sa, non sono molti che come lei sono appassionati di ramen, ma fortunatamente ho un cliente fisso che per me è diventato come un nipote! Ahn! eccolo! Ciao Naruto!

Naruto: ciao zietto!

Ichiraku: ti porto subito una scodella di ramen bella fumante!

Naruto: ahahah! Grazie zietto!......uhm?

Kurama:...

Naruto:...

Kurama:...

Naruto:...

Kisame:...

Naruto:...

Dopo un pò che si fissavano negli occhi senza dire niente...

Kurama/Naruto:...sento una presenza!....

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Hinata: o-oggi continueremo con la ricerca del vestito?

Matsuda: forse...

Hinata: c-come forse?

Matsuda: non si preoccupi signorina Hinata... a già, mi scusi, Hinata, rilassati e goditi la giornata.

Hinata arrossì sentendosi chiamare direttamente col suo nome, forse si era abituata al servizievole modo di fare di Matsuda, ma lui la trattava differentemente solo in apparenza, per lui, era ancora la sua principessina.

Matsuda: per prima cosa andiamo in un bar, è pomeriggio, e non ho ancora fatto colazione...

Hinata si sentì male, possibile che la avesse aspettata fin dall'alba solo per portarla a fare shopping?

Arrivarono in un bar e si sedettero in un tavolino all'aperto, subito arrivò un cameriere e chiese cosa prendessero.

Matsuda: per me un caffè doppio.

Cameriere: e per la sua ragazza?

A sentirsi chiamare così Hinata arrossì molto, e non riuscì a parlare.

Matsuda: purtroppo non è la mia ragazza...

Hinata sentì di sfuggita quelle parole, troppo concentrata nella sua timidezza, ma non'appena le udì ebbe un colpo al cuore, che poi incominciò a battere velocemente.

Matsuda:... le porti un cappuccino e un croissant alla fragola, a! Un'ultima cosa... anche dei sali, grazie.

Appena arrivarono le ordinazioni Matsuda applicò un pò i sali e mise da parte i restanti, non si sa mai, Hinata rinvenne e con molta timidezza abbassò lo sguardo nascondendo gli occhi.

Hinata: scusa... s-sono svenuta ancora...


Matsuda: e di cosa ti dovresti scusare? Te lo ha detto già Kurama nella lettera, sei molto carina quando dormi, e io sono d'accordo con lui, ora bevi, o il cappuccino diventerà freddo...

Finito di parlare Matsuda si gustò il suo caffè, e Hinata fece lo stesso.

Matsuda:? Non lo mangi il croissant?

Hinata presa impreparata prese il dolce e gli diede un piccolo morso.

Matsuda: ma cosa fai? Il croissant non si mangia così! Guarda ti faccio vedere!

Matsuda con la sua solita gentilezza prese il croissant dalla mano della ragazza confusa, lo intinse leggermente nel cappuccino e lo porse ad Hinata.

Matsuda: su, provalo! Vedrai che differenza!

Hinata non sapendo cosa fare reagì d'impulso e diede un altro morsetto dove la pasta era stata intinta, quando ancora essa era in mano a Matsuda!

Matsuda: ahahah! Brava! Come ti è sembrato? Buono?

Hinata, sempre più timida e arrossita per il gesto appena fatto, gli rispose timidamente:

Hinata: s-si...

Matsuda: bene! Mi fido, allora ne provo un pò anch'io...

Avvicinò lentamente il croissant alle labbra, così lentamente che ad Hinata parve un'eternità, ma in realtà stava andando a velocità normale, anzi, probabilmente un pò più veloce per evitare che la ragazza che gli stava di fronte lo fermasse, appena il croissant era a portata, gli diede un morsetto, giusto per assaggiare e non rubare niente alla ragazza, ma morse proprio dove avevano toccato le labbra della ragazza!

Hinata (pensiero): ha toccato con le sue labbra dove ho toccato io... un... un... bacio... indiretto...! Ma cosa penso!!!!!!

Hinata arrossì di nuovo, rendendo il suo battito cardiaco cento volte più veloce del normale, con la conseguenza che era svenuta un'altra volta, allora Matsuda aveva usato un altro pò di sali ri-rianimandola.

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Finirono di fare colazione e si diressero verso un negozio di scarpe.
Appena entrati, Hinata si diresse verso uno scaffale con sopra dei sandali ma Matsuda la fermò prendendola per un braccio e tirandola a se, lei scivolò e si ritrovò fra le braccia di lui, la sua testa posava delicatamente sul suo petto caldo, riusciva a sentire i battiti del suo cuore, così regolari e rilassanti, poi lui le prese il mento fra il pollice e l'indice della mano destra e gli alzò il volto per poterla vedere negli occhi.

Matsuda: tutto bene?

Hinata:... s-si...

Matsuda: ti ho fermata perché stavi andando nella direzione sbagliata, le scarpe da sera sono da quella parte...

La prese in braccio e la portò verso una sedia vicino a uno scaffale con delle scarpe da sera, e la fece sedere delicatamente, appena messa giù poté concedersi di ammirarle un momento il viso, prima di allontanarsi e cercare un paio di scarpe che si intonassero con il vestito che le aveva già preso.
Quando era stata presa in braccio, Hinata si era spaventata, non prevedendo ciò che stava succedendo, ma quando fu fra le braccia di Matsuda si calmo, si rilassò, ho per meglio dire si sentì bene, coccolata, anche se in quel momento arrossì come non mai, e il suo cuore iniziò a battere così forte, che sembrava stesse per avere un infarto, non svenì neanche, non voleva perdersi quel meraviglioso momento, ma quando si dovette staccare da quel caldo abbraccio, e venne fatta sedere, la sua testa iniziò a girare e dovette reggersi per non cadere dalla sedia.
Dopo un paio di minuti Matsuda tornò con in mano una scatola, si inchinò davanti ad Hinata e le porse la scatola, era una magnifica scatola di color blu notte, morbida al tatto e con graziosi segni bianchi che pian piano, diventavano magnifiche margherite stilizzate di colore argento, Matsuda, sorridendo alla ragazza, aprì il coperchio della scatola, dentro vi era una stoffa pregiata di colore viola, che tratteneva con i suoi lembi qualcosa, Matsuda, continuando a sorridere, scostò la stoffa e mostrò cosa conteneva, al suo interno erano state posate delicatamente un paio di scarpette da sera nere, di ottima fattura, confezionate a mano, e probabilmente di grande valore, il ragazzo posò a terra la scatola e ne prese una con grande delicatezza, porgendola ad Hinata, che nel frattempo si era incantata vedendo tale splendore.

Matsuda: appena le ho viste ho subito pensato che fossero perfette per te, ti piacciono?


Hinata:......

Matsuda: lo prendo per un sì...

Matsuda allora allungò il braccio e prese con delicatezza il piede destro di Hinata, slegò i lacci e gli tolse con la stessa delicatezza il sandalo, posandolo poi a terra, poi prese la scarpa e gliela mise, in quel momento Hinata si sentì davvero una principessa, apprezzata e trattata dolcemente, amata.

Matsuda: non ti fa male vero?

Hinata:... n-no...

Matsuda: ne sono felice, avevo scelto un modello con il tacco alto ma temevo che a lungo andare ti avrebbe fatto male, poi ho visto queste, erano perfette, con un tacco né troppo alto né troppo basso, e sopratutto che non facesse male, come conferma ho chiesto a una commessa e mi ha confermato tutto quanto, l'unica incognita era vedere il numero di scarpa, ma sono stato fortunato... ti sembrano? Se non ti piacciono le vado subito a cambiare...

Hinata: no!.....c-cioè.....sono bellissime....m-ma....costeranno una fortuna!.....non le posso accettare......

Matsuda: se è per questo motivo allora.....facciamo così, se non tele lasci regalare......mi offenderò e ti odierò!....vuoi che ti odi?


Hinata: NO!........ti prego.......non.....voglio.....

Matsuda: allora è deciso, queste scarpe vengono a casa con noi.

Matsuda rimise la scarpa nella confezione, riallacciò il sandalo a Hinata e si alzò, porgendole poi la mano per aiutarla ad alzarsi, quando lei fu in piedi la avvicinò a se, abbracciandola, sapeva che con le sue ultime parole probabilmente la aveva ferita, e voleva rimediare facendole capire che lui non l'avrebbe mai potuta odiare.

Matsuda (a fil di voce): perdonami, non volevo farti soffrire, voglio solo il meglio per la mia principessina...

Hinata, ritrovandosi improvvisamente fra le braccia dell'uomo, non poté resistere, e svenne, anche se con un sorriso stampato in faccia.

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Hinata (pensiero): uhm.......che strana sensazione... sento qualcosa di morbido sotto la testa... e un bel calduccio...

Hinata aprì lentamente gli occhi e appena riuscì a vedere bene, vide la faccia di un ragazzo sopra di se.

Matsuda: ben svegliata principessina...

Hinata:!!!!!!!!

Hinata si alzò, si guardò intorno e scoprì cos'erano quelle sensazioni provate fino ad un attimo prima, fin'ora stava comodamente dormendo sulle ginocchia di Matsuda, e stava usando come coperta la sua giacca.

Matsuda: scusa ti ho spaventata, non volevo... ore fa sei svenuta, e non sapendo cosa fare, mi sono diretto verso un negozio di borse dove ho preso una borsetta che si intonasse alle scarpette nuove, e a te, sperando che nel frattempo ti risvegliassi, ma non hai dato cenno di volerti svegliare, così ti ho portata qui, ora siamo al parco, mentre venivo qui tutti ci guardavano, è stato molto buffo, intorno a noi si era formato uno spazio libero e tutti ci hanno lasciato passare, eri così dolce quando dormivi, così ti ho portato qui e ho vegliato su di te per tutto il tempo, poi si è alzato un pò il vento e ho pensato di coprirti con la mia giacca... ma ora basta chiacchere, è passata ora di pranzo e non hai ancora mangiato, sarai affamata, vado a prenderti qualcosa.

Matsuda si alzò e si allontanò senza lasciare che Hinata potesse parlare, forse voleva ringraziarlo, o almeno lo avrebbe fatto se ne avesse avuto il coraggio, comunque si raggomitolò su se stessa e si strinse nella giacca del ragazzo.
Intanto il giovane si stava dirigendo verso un chiosco che aveva passato quando aveva portato lì Hinata, prima non le aveva detto che, mentre dormiva, si era permesso di accarezzarle i capelli e di guardarla riposare, a questo pensiero non trattenne una risatina, arrivato al chiosco ordinò degli onigiri caldi, dei gamberetti e qualche dolce alla cannella e del senzai.

Uomo del chiosco: va bene ragazzo, ciò che mi hai chiesto sarà pronto fra dieci minuti, intanto se vuoi va a farti una passeggiatina.

Matsuda stava per tornare da Hinata quando dall'altra parte della strada vide una gioielleria, entrò e iniziò a darsi un'occhiata in giro...

Commessa: posso aiutarla?

Matsuda: sì, grazie, vorrei comprare qualcosa di unico, che difficilmente possa essere dimenticato, qualcosa che magari possa essere indossato sempre, ma che sia perfetto per una serata importante... mi scusi la sto mettendo in difficoltà...

Commessa: n-no... affatto!...sarò felice di aiutarla....

La commessa finalmente poté vedere la faccia del ragazzo, che fino ad ora era girato a vedere dei braccialetti, ed ebbe la stessa reazione delle ragazze incontrate finora.

Commessa: lei cosa aveva in mente?.....

Matsuda:.....non saprei.....magari qualcosa in oro bianco...

Commessa: sa per caso la misura del dito della sua ragazza?

La commessa trattenne il fiato.

Matsuda: ora che mi ci fa pensare no... ma purtroppo non è la mia ragazza...

La commessa rilasciò uno sbuffo di sollievo, poi tornò a parlare, non poteva fare figuracce davanti un cliente! E si calmò ritrovando il suo colorito normale.

Commessa: in questo caso le sconsiglierei di prendere un anello, rimarrebbero varie opzioni, ma le consiglierei un braccialetto o una collana, se per lei la ragazza è molto importante.

Matsuda: uhm... in questo caso penso che sceglierò una collana, non sono più tanto giovane e un braccialetto mi sembrerebbe troppo scontato... collana sia!

Commessa: abbiamo diversi modelli, mi descriva un pò come la vorrebbe.

Matsuda: conosco bene la ragazza... direi niente di appariscente, magari qualcosa di poco sofisticato, ma che risalti il suo lato tenero...

Commessa: in questo caso credo che sarebbe molto indicata una catenella d'oro bianco, magari intrecciata in qualche modo per renderla maggiormente visibile ma non troppo appariscente, ho quello che cerca...

La commessa gli mostrò una catenella di ottima fattura, proprio ciò che cercava.

Matsuda: la prendo, ma manca ancora il ciondolo, lo vorrei con qualche segno che le possa far ricordare della mia presenza nella sua vita...

Commessa: c'è magari qualche simbolo che la caratterizza? Un oggetto, un colore, un animale...

Matsuda: ma certo! Un'animale ci sarebbe... ma non credo che possa esistere un ciondolo simile...

Commessa: beh... provi a dirmelo, magari abbiamo qualcosa...

Matsuda: e va bene... il corvo.

Commessa: Ah! Questo è il suo giorno fortunato, abbiamo un pezzo più unico che raro, che andrebbe benissimo con la catenella che le ho appena mostrato, ma...

Matsuda: se il problema è il denaro, non si preoccupi, per me non lo è affatto!

Commessa: allora nessun problema, glieli impacco subito, anzi, li unisco subito e glieli metto in uno dei nostri cofanetti più belli, offre la casa! Dopo di ciò che spenderà è il minimo!

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Hinata: uhm...

Hinata era rimasta sola dopo che Matsuda sen'era andato, ed erano passati almeno dieci minuti e ancora non si faceva vedere, Hinata si stava iniziando a preoccupare e ad avere paura per lui, quando finalmente, dietro di lei sentì la voce di quel ragazzo che la trattava con tanta dolcezza, gli occhi luccicarono per la commozione e gli saltò al collo, lui sorpreso per quell'atteggiamento così diretto si preoccupò e la abbraccio per quanto potesse, anche se aveva la mano sinistra occupata dal sacchetto pieno di cibo, con la mano libera le accarezzò tenero i capelli come aveva fatto mentre lei era svenuta, e abbassò le labbra fino alle orecchie della ragazza, sussurandole parole di conforto.

Matsuda (sussurrando con dolcezza): shhhh... shhhhhh... è successo niente... sono qui... ti lascio... voglio lasciarti... calmati dai... sono con te ora...

Hinata dopo un paio di minuti tra le sue braccia riuscì a calmarsi e a smettere di piangere, lui allora le prese il viso tra l'indice e il pollice, la guardò intensamente negli occhi e si avvicinò per darle un tenero e dolce bacio sulla fronte, poi senza preavviso la prese in braccio e andò vicino al fiume davanti alla panchina in cui la aveva lasciata prima, si sedette con lei ancora fra le braccia, e aprì il sacchetto con dentro il cibo, prese un dolce alla cannella e lo spezzettò, prese un pezzo e lo avvicinò alle labbra di lei.

Matsuda (sussurrando con dolcezza): guarda, ti ho comprato i dolci alla cannella, so che ti piacciono tanto, ho chiesto a tua sorella e mi ha gentilmente rivelato cosa ti piace, ora calmati, dai fammi felice, fammi un bel sorriso, non riesco a vederti così, anche se sei sempre più carina...

Hinata si tranquillizzò ancora, ma non riusciva ad accontentarlo, non riuscì a tirare fuori il sorriso tanto agognato, però lo volle ring razziare a suo modo, mangiando il pezzetto di dolce che gli stava porgendo, però nel farlo si sporcò un pò la guancia con il dolce, Matsuda, vedendola si intenerì ancora di più, avrebbe usato un fazzolettino, ma non ne aveva uno a portata di mano, quindi, allungò la mano, e con il pollice le pulì la guancia, quindi si pulì il dito leccando via tutto, facendo uscire leggermente la sua lingua, per non far spaventare Hinata, o comunque, per non farle pensare che era un pervertito. Continuarono così per una mezzoretta e passa, con lui che imboccava lei, e qualche volta mangiava qualcosa.

Matsuda: bene... andiamo, ti ho messo in imbarazzo abbastanza per oggi... è meglio che ti riporti a casa.

Hinata, anche se con remore, dovette accettare, non sapeva cosa fosse successo quel giorno, cosa aveva sentito più di una volta, ma sapeva di aver già provato quelle sensazioni, anche se non con quell'intensità, ma non riusciva a capire quando, troppo scossa per la giornata intensa.

Matsuda: siamo arrivati... ti auguro una buona serata Hinata.

Hinata:... g-grazie... b-buona serata... Matsuda...

Matsuda le sorrise, e come la aveva salutata quella mattina, la salutò ancora, poi si girò e si allontanò con larghe arcate, Hinata aspettò lì qualche secondo, come se stesse aspettando qualcosa, poi entrò in casa, appena oltrepassò la soglia di casa sua, vi trovò Hanabi, tutta arzilla e pimpante che le bloccava il passaggio al corridoio.

Hanabi: su! Su! Racconta! Sono curiosa!

Hinata:...

Hanabi: e daiiiiii! Non fare la finta tonta! La mia sorellona imbranata che ha un appuntamento con un bel fustone non è mica una cosa da tutti i giorni! Su dai! Raccontaaaaaaa!

Hinata:... Hanabi...

Hanabi: siiiiiiii?

Hinata:... s-stasera non ho fame... n-non disturbatemi... v-vado in camera mia...

Hinata ignorò sua sorella, rivolgendosi comunque a lei con la gentilezza che la contraddistinguevano tra le ragazze della sua età al villaggio della foglia, salì le scale e si diresse verso la sua stanza.

Hanabi:... è andata così male?.....

Hinata, arrivata alla sua stanza, si butto nel letto, dove rimase accovacciata per un pò a pensare, poi, dopo un'oretta di pensieri inconcludenti, si addormentò logorata dai dubbi e dalla stanchezza, maledicendo la sua timidezza.

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Passarono le ore, e Hinata continuava a dormire beatamente, si era però scordata di cambiarsi e si era addormentata con i suoi soliti abiti, arrivò mezzanotte e tutto taceva, tranne che per un rumore, quasi impercettibile, ma che Hinata, nonostante stesse dormendo, riuscì ad udire.
Matsuda era appollaiato su un ramo di un salice proprio fuori la finestra della camera di Hinata, e stava bussando con le nocche sulla finestra.
Hinata si svegliò, si girò verso la finestra e si sorprese a vederlo lì appollaiato sudi un albero, con alle sue spalle la luna, grande e alta nel cielo, che lo illuminava impercettibilmente con la sua fioca luce, pareva un corvo.
Hinata, vedendolo, corse alla finestra per farlo entrare, appena aperta, lui entrò nella camera con un balzo, con estrema eleganza e senza far rumore.
Appena entrato, con enorme sorpresa di entrambi, fu Hinata a prendere la parola per prima.

Hinata: c-cosa ci fai qui? C-cosè successo?


Matsuda: non è successo niente, volevo solo vederti, anche se ti ho lasciata solo da qualche ora, mi mancavi.

A quella confessione, Hinata arrossì e iniziò a battergli forte il cuore, davvero le mancava così tanto, da doversi intrufolare di nascosto in camera sua?

Hinata:... i-io... io...

Ma fu interrotta da un brontolio, era il suo stomaco che reclamava la cena non avuta.

Matsuda: non dirmi che non hai cenato?a... giovani d'oggi, sempre a saltare i pasti... rimediamo subito!

Hinata, arrossì di nuovo, ma stavolta non solo di timidezza, ma anche di vergogna per quel gesto involontario che aveva fatto, non poté parlare che si ritrovò per l'ennesima volta nella giornata fra le braccia di Matsuda, che ormai conosceva a memoria.
Il ragazzo, dopo averla presa, saltò giù dalla finestra con un’abilità, una velocità e una grazia, che solo un ninja potevano ottenere, dubbio che entrò prepotentemente nella mente di Hinata, possibile che lui fosse un ninja?

Matsuda: bene, siamo arrivati, ora puoi scendere.


Senza neanche che se ne accorgesse, Matsuda la aveva portata su un terrazzo, al centro vi erano un tavolino rotondo e due sedie, in mezzo al tavolo qualche candela bianca e delle rose rosse e nere che le facevano da sostegno come centrotavola, quelle candele erano l'unica fonte di luce oltre la luna lassù, nell'aria si poteva sentire la magia della serata.

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Matsuda: avevo previsto che bene o male sarei riuscito a portarti fuori camera, ma non speravo che Kurama fosse così efficiente!

Da un angolo dell'attico, spuntò fuori un'ombra, con in mano due vassoi colmi di cibi elaborati e dall'aria invitante.

Kurama: cosa credevi? Che avrei lasciato che tu e Hinata-chan stesse a parlare su un tetto spoglio? niente affatto! Anch’io tengo ad Hinata-chan, e sapendo com'è fatta di carattere avevo previsto che dopo una giornata sola con te non avrebbe cenato!

Matsuda: ma dove hai imparato a cucinare?

Kurama: ahahah!!!! Diciamo che mi ha aiutato un amico!!!!!

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Durante il pomeriggio.....

Ichiraku: forza ragazzo! Più grinta! Più determinazione! Se riuscirai a fare un buon ramen, sarai in grado di fare qualunque cosa! ahahahah!


Kurama: si sensei!

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Kurama: ahahah! Ora vi lascio soli con la vostra cenetta al lume di candela! Buona serata! Ahahahah!

E Kurama sparì cosi come era apparso, nell'ombra, in un soffio.
Hinata intanto era rimasta sbalordita nel vedere il lavoro di Kurama, riusciva a percepire la magia nell'aria, e sentiva che pian piano stava diventando sempre più rossa, poi si sentì prendere per mano, si girò e vide che era Matsuda, che intanto le stava sorridendo dolcemente, il ragazzo poi la cinse con un braccio lungo i fianchi, e la guidò verso una sedia, arrivati, lui, scostò con fare elegante la sedia, ci fece sedere la ragazza e, delicatamente, la riavvicinò al tavolo, per metterla comoda, poi girò dall'altra parte del tavolo e si sedette anche lui.
Sui due calò il silenzio, Hinata non sapeva come reagire, era imbarazzatissima, come sempre del resto, odiava la sua timidezza, per colpa sua, non era mai riuscita a confessarsi a Naruto, e ogni volta che lo vedeva, sveniva.

Matsuda:... Hinata...

Hinata:... s-si?...

Matsuda: uhm... niente...

Matsuda si mise a sorridere ed Hinata si sentì sprofondare nella sedia, ma la vergogna non era finita, infatti, la vendetta dello stomaco si fece sentire ancora.

Matsuda: umhmhmhmh... vedo che hai ancora fame, allora e meglio se cominciamo a mangiare, parleremo più tardi.


Matsuda allora invitò la ragazza a mangiare ciò che Kurama gli aveva lasciato, sui due vassoi, erano accuratamente posati alcuni piattini, in uno erano posizionate a regola d'arte dei pezzetti di carne di vitello, a fianco, una tazzina di pochi centimetri di larghezza con dentro una salsina agrodolce, in un altro piattino, invece erano posizionati uno dietro l'altro dei dolcetti di riso, infine, in un piattino all'angolo del vassoio, dei biscotti della fortuna, e al lato delle bacchette con qui mangiare, per annaffiare il tutto una bottiglia di vino alla prugna.
Matsuda allora prese le bacchette e le spezzò.

Matsuda: buon appetito.

Hinata: b-buon appetito...

I due iniziarono a mangiare, ma Hinata, per l'agitazione, non riusciva a prendere un pezzetto di carne con i bastoncini, allora, il ragazzo, vedendola in difficoltà, ne approfittò per fare ciò che amava di più, coccolarla un pò, con le su bacchette prese il pezzetto di carne che la ragazza cercava di afferrare, lo intinse nella salsa agrodolce, e, tenendo la mano libera sotto il pezzetto di carne in modo che non sbrodolasse, lo avvicinò a lei, lei, come già fatto durante la giornata, lo mangiò, ma questa volta volle dare un'altra piccola soddisfazione al giovane, dato che la sua timidezza era ancora controllabile, e gli sorrise.

Hinata:... grazie...

La ragazza gli parlò con una voce tanto cristallina, che Matsuda arrossì impercettibilmente, rimanendo comunque posato come sempre.

Matsuda: è stato un piacere...

Hinata, allora, tornò in se, infatti si sentì avvampare dal rossore e iniziò a mugugnare.

Hinata (pensiero): uhm... ma cos'ò fatto?...uhm....sono impazzita?....uhm...


Continuarono a mangiare in silenzio, ma scambiandosi continuamente sguardi teneri e timidi, poi finalmente, finirono di mangiare e rimaneva solo una cosa da fare.

Matsuda: bene... rimane un'ultima cosa da fare.

Il ragazzo, dopo essersi elegantemente pulito le labbra con il tovagliolino, prese il suo biscotto della fortuna, lo spezzò e prese il bigliettino arrotolato che vi uscì.

Matsuda: allora... vediamo... c'è scritto....!

Matsuda (pensiero): Kurama....io t'ammazzo!


Sul bigliettino vi era scritto:

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Sulla fronte di Matsuda comparì una grossa vena pulsante e stritolò il foglietto, stava diventando rosso dalla vergogna e una strana aura lo circondava.

Hinata: t-tutto a posto?....

Hinata (pensiero): ma quello è chakra?


E sulla nuca della ragazza spuntò una grossa gocciolona.
Matsuda a sentire la voce della ragazza si calmò e ritornò posato come sempre.

Matsuda: sì, tutto a posto.

Hinata: c-cosa c'era scritto?.....s-se non vuoi dirmelo....

Matsuda: niente di che... c'era scritto...

Matsuda si schiarì la voce.

Matsuda:....."cogli l'attimo sfuggente", nulla di speciale.....tu invece?

Hinata allora arrossì, prese il biscotto e lo spezzò, prese il rotolino e lo aprì.
Sul foglietto vi era scritto:

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Hinata non riusciva a capire il vero significato della frase, era logico, no? Tutti amano, non per forza bisognava essere angeli, lei stessa amava, eppure era solo una piccola e timida Kunoici, senza alcuna abilità particolare se non il suo Byakugan, derivante dalla sua linea di sangue.

Matsuda:... allora? Sono curioso... cosa c'è scritto?

Hinata, con aria dubbiosa, rilesse il contenuto del biglietto al ragazzo.

Hinata: c-c'è scritto...."Non è necessario essere angeli per amare qualcuno".....ma non riesco a capirne il significato.....!?

Hinata alzò lo sguardo e vide Matsuda con un'aria scura, si copriva gli occhi con i capelli e il suo sorriso era scomparso lasciando le sue labbra vuote, inespressive, quasi sofferenti, ad Hinata parve poi di scorgere una lacrima solcargli il viso.

Hinata:.......M-Matsuda......

Lui alzò lo sguardo e le sorrise dolcemente, la lacrima era scomparsa, come se non fosse mai esistita.

Matsuda: ho compreso il significato del messaggio... un giorno forse lo capirai anche tu...

Sui due calò il silenzio, ma non durò che pochi secondi.

Matsuda: forza... ti ho trattenuta abbastanza ed è tardi, domani sarà il giorno della tua festa e dovremo lavorare duramente, ora forza, ti riaccompagno a casa.

Era vero, domani era l'ultimo giorno prima della festa e lei sen'era completamente scordata, domani avrebbe dovuto affrontare una dura prova, ma soprattutto avrebbe dovuto battere la sua timidezza, ma c'era un'ultima cosa che rattristava Hinata, sarebbe stato l'ultimo giorno al fianco di Kurama... e Matsuda...
A quel pensiero il suo viso si rabbuio, poi alzò gli occhi e vide Matsuda davanti a se.

Matsuda: forza, dai vieni, salta sulle mie spalle, mentre andremo potrai riposare se vuoi.

Hinata accettò l'invito anche se con remore, non perché non volesse avvicinarsi a lui, ma la turbava l'idea che non avrebbe più potuto fare una cosa simile fra due giorni.
Salì sulle sue spalle e lo cinse con le sue braccia per non cadere, mentre lui saltò giù dal cornicione e atterrò a terra, lei posò la sua testa sulla sua schiena, era calda e rilassante, chiuse gli occhi e dopo poco si addormentò, cullata dal dondolio della corsa veloce e aggraziata di lui, ora non aveva dubbi, lui era un ninja.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Le terme... ***


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Le terme...

Ormai era notte fonda e le tenebre erano calate sul villaggio della foglia quando Matsuda arrivò alla finestra della camera di Hinata.

Matsuda: ora puoi scendere principessa...?

Il ragazzo girò la testa, e la vide, la ragazza si era dolcemente addormentata cullata dalla sua corsa, allora entrò nella camera e la adagiò sul suo letto, rimase un paio di minuti a guardarla dormire, ma sul suo volto non appariva il suo solito sorriso, ma era disegnata una maschera di tristezza e solitudine........quella ragazza, quella splendida e dolcissima ragazza gli faceva venire in mente ricordi troppo dolorosi da poter essere concepiti da mente umana, poi però lei si rigirò nel letto in qui era appena stata adagiata, si mise sul lato, rivolta verso la finestra e allungò il braccio, come per cercare qualcosa.

Hinata (nel sonno):.......ma....ma....Matsuda......


Sul viso di lui si stampò un sorriso a vedere quella scena, allora prese la mano di lei e iniziò ad accarezzarla.

Matsuda: si mia principessa?

Hinata (nel sonno):......chi.....chi sei.....?

Matsuda (a fil di voce):......non un angelo.....


Il ragazzo le lasciò la mano, le rimboccò le coperte e la lasciò al suo riposo ristoratore, ma prima di uscire dalla finestra, si fermò, girando leggermente il viso verso la ragazza ma lasciando gli occhi coperti dai lunghi capelli neri.

Matsuda:......non un angelo.....


Una lacrima solitaria solcò il suo lungo viso, ma non era visibile a causa dei lunghi capelli, poi, la lacrima si staccò e precipitò sul davanzale della finestra, in quel momento la figura del ragazzo scomparve, lasciando dietro di sé, un'unica, sola goccia... di sangue.

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Hinata stava comodamente dormendo nel suo letto quando un soffio di vento le accarezzò il ciuffo di capelli sulla fronte, a quella carezza così delicata, lei si svegliò, aprì lentamente le palpebre, e, sarà stato per l'abitudine o per il desiderio ardente di vederlo, ma vide una sagoma seduta sul suo letto che la guardava.

Hinata:....M-Matsuda....


Poi però la vista si fece più chiara, e, con enorme dispiacere, si rese conto che lui non c'era.
Anche se per pochi giorni, Matsuda era entrato nella sua vita con un effetto devastante, i suoi modi dolci e pazienti la facevano sentire una principessa, lei che per tutta la sua vita era sempre stata tenuta in disparte e tratta come un peso inutile, finalmente c'era qualcuno che la stimava e la trattava con il massimo del rispetto, con amore, e non era il solo! Anche Kurama la trattava come una sorellina piccola da coccolare, era come in paradiso quando era in loro presenza, anche se molte volte sveniva dall'imbarazzo, ma anche l'imbarazzo con loro non aveva gli stessi effetti, più di una volta aveva resistito allo svenimento e aveva fatto cose fin'ora impensate, senza pensarci su, così di botto.
Con questi pensieri si alzò dal letto per mirare il panorama fuori dalla finestra e prendere una boccata d'aria fresca, ma, quando si appoggiò con le mani al davanzale, la notò, era piccola e quasi impercettibile, ma lei poté vederla, era una macchiolina scura, che era riuscita ad impregnarsi nel legno del davanzale, quando la vide, Hinata sentì come trafitto il cuore, un profondo dolore la opprimeva, si ricordò dei suoi ultimi pensieri del giorno prima, quello sarebbe stato l'ultimo giorno prima del ballo che si sarebbe tenuto quella sera stessa, e quindi, anche l'ultimo giorno con i suoi due "cavalieri", perché se lei era una principessa, ai suoi occhi loro non potevano che essere cavalieri, i suoi cavalieri, poi gli tornò in mente un altro ricordo spiacevole, il viso di Matsuda dopo che lei aveva letto il suo bigliettino della fortuna, in quel momento nel suo volto aveva potuto leggere sofferenza e solitudine, una solitudine senza limiti, incurabile...
In quel momento ad Hinata scese una lacrima lungo la guancia, che si staccò dalla sua candida pelle e si mischiò alla macchia precedentemente esistente.
In quel momento però la ragazza sentì dei rumori provenienti dal piano terra, preoccupata prese un kunai che teneva nel cassetto della scrivania e si precipitò verso la fonte del frastuono, appena fu in prossimità della porta della cucina sentì un rumore simile a delle pentole cadute e un urlo, aprì subito la porta e...

Hanabi: papà!!!!!!!!!!!cosa stai facendo!!!!!!!!!!!!non si prepara così il frullato!!!!!!!!

Kurama: le mie pentole!!!!!!!!!!

Hinata:...


Hanabi:!!!!!!

Neji:!!!!!!

Hiashi:!!!!!!

Matsuda:!!!!!!

Kurama:!!!!!Hinata-chan!!!!!

.....Appena aprì la porta davanti gli occhi di Hinata si prospetto un'immagine abominevole... la cucina in mano a Kurama!
Sotto gli ordini del ragazzo-pazzo i membri della famiglia stavano preparando una deliziosa colazione per la ragazza, ognuno aveva un compito preciso da svolgere sotto l'occhio vigile di Kurama, di cui tutti maledissero il vecchio Ichiraku che gli aveva insegnato a cucinare...

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Ichiraku: uhm.....mi fischiano le orecchie....

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.....Mentre Kurama preparava delle frittelle al mirtillo, Matsuda doveva preparare il the verde con le foglie migliori di tutta Konoha, Hanabi fare una spremuta con arance appena raccolte, Neji invece aveva il compito più arduo, preparare una crostata di mele e controllare che padron Hiashi non combinasse qualcosa, ma fu irrimediabile, infatti, lui, che aveva uno dei compiti più facili, fallì miseramente, doveva semplicemente fare un frullato con fragole di stagione, albicocche, prugne fresche, mirtilli e ciliege, un mixer di frutti rigeneranti e che fanno bene alla salute, ma si dimenticò un piccolissimo dettaglio....non mise il coperchio al frullatore! Non’appena lo attivò quella macchina infernale iniziò ad eruttare pezzetti di frutti a cubetti e il succo appena creato, sparando il tutto in faccia a padron Hiashi, che, impreparato, inciampò all'indietro cercando di salvarsi, finendo contro il povero Neji che, nel vederlo arrivare, l'unica azione che riuscì a compiere prima dell'inevitabile fu gridare.

Neji (in preda al terrore): era destino!!!!!!

Insieme i due caddero per terra, e, per il tonfo della caduta, fecero cadere le padelle appese sopra le loro teste, prendendosele dritte sulle testacce dure che si ritrovavano.
Fu alla fine di quella scenetta comica che Hinata arrivò, pochi secondi prima stava piangendo, ora, per l'ennesima volta da quando erano arrivati nella sua vita i "gemelli pazzi" e Naruto aveva "trasformato" i suoi parenti, lei rideva di gusto con la sua risata cristallina, tutti la guardarono ridere e, pian piano, passarono da semplici sorrisi a risate senza ritegno.

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Hinata si avvicinò a suo padre e suo cugino, li aiutò a tirarsi in piedi e prese un grembiulino con su disegnati dei pulcini da un cassetto, e si mise anche lei a cucinare e a scherzare con i suoi cari, quando finalmente finirono e poterono sedersi a fare colazione, vide Matsuda, fin'ora non l'aveva potuto osservare, perché entrambi erano impegnati, ma in quell'attimo di sosta, quando si girarono l'uno dinnanzi all'altra, lei non riuscì a trattenersi e...scoppiò a ridere! Il ragazzo, come tutti del resto, colpa di Kurama che voleva i suoi "uomini" in divisa, tant’è che anche lui indossava un vestito da cuoco e un cappello da chef, indossava un grembiule da cucina...con su disegnati dei graziosi anatroccoli! A tale vista Hinata si era messa a ridere, lui, invece, come reazione ebbe un attacco di "Hinatite acuta", diventò rosso dalla testa ai piedi e distolse lo sguardo, allora lei smise di ridere e gli sorrise, vedendola lui si rigirò verso di lei e ricambiò il sorriso.
Intanto gli altri, che si erano già tolti i grembiuli e stavano andando in sala da pranzo per fare colazione, si girarono, e guardarono i due giovani.

Kurama: e...

Neji: però... sembrano proprio una bella coppia!

Non l'avesse mai detto! In Hiashi scattò qualcosa, i piedi si fecero pesanti, i muscoli di tutto il corpo si rizzarono, intorno a lui comparve un'aria simile a quella di Matsuda la sera prima ma molto più devastante e tangibile, da chissà dove prese una katana di legno, La Katana di Legno, con su inciso "Zantezuken anti tinti al cianuro", si girò pian piano, e a Neji comparve una maschera di terrore al posto del viso.

Neji:.....che ho detto?.....

Il capoclan stava per partire all'attacco quando...

SDONG! SDONG!

Due enormi bernoccoli spuntarono sulle teste dei due Hyuga, in mezzo a loro Hanabi con le braccia incrociate e due padelle in mano.

Hanabi: così imparate a farvi gli affari vostri!

Neji (moribondo):.....era destino!

Kurama: le mie padelle!

Hanabi apri l'occhio sinistro fin'ora tenuto semichiuso e lo puntò minacciosamente su Kurama che capì che era meglio stare zitto.
Tutti finirono in fretta di fare colazione e Hanabi ne approfittò per prendere la parola.

Hanabi: bene e ora tutti alle terme!

Tutti (tranne Hinata naturalmente): SE!!!!!!!

Hinata:.....e?.....

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Erano finalmente arrivati alle terme della foglia, e ordinarono un trattamento speciale per Hinata e un trattamento standard per gli altri, quindi si avviarono alle terme portandosi dietro una bottiglia di sakè gli uomini e una tisana al the verde le ragazze, si cambiarono e si misero degli yukata, ma, arrivati in prossimità delle terme...

Kurama: NO!!!!!!!!!!!!!!!!!terme divise!!!!!!!!!io volevo fare il bagno con Hinata-chan!

A quelle parole tutti lo guardarono male, sopratutto Matsuda e Hiashi, sui quali comparì un'aura omicida e dal nulla tirarono fuori due katane di legno, La Katana di Legno di Hiashi, e La Katana di Legno di Matsuda con su inciso "Kusanagi anti copia pervertita al cianuro", e contemporaneamente, gli crearono un nuovo paio di corna.
Dopo aver corso il rischio di essere giudicati in tribunale per omicidio, il gruppo si divise, le sorelle Hyuga andarono ai bagni adibiti alle ragazze mentre i quattro uomini andarono in quelli adibiti ai ragazzi, ma sostanzialmente, i bagni erano gli stessi, a dividerli solo un alto muro di bambù che copriva tutto il perimetro dalle porte fino al muro di recinzione in pietra delle terme.
Tutti si rilassarono, Hanabi lavava la schiena alla sorella, che, da parte sua, si stava godendo il calore delle acque sorgive, dall'altra parte del muro invece, Neji si stava rilassano in un angolo della vasca da dove fuoriuscivano delle bolle di aria calda, e per poco non si addormentò, Matsuda e Hiashi si gustavano il loro sakè di ottima qualità in religioso silenzio mentre lasciavano andare i loro corpi in uno stato di assoluto rilassamento dentro l'acqua calda, mentre, per quanto riguarda Kurama, continuava a nuotare per tutta l'ampiezza delle vasche con solo la parte sopra il naso fuori dall'acqua e un asciugamano bianco sopra la testa, rimasero tutti in queste posizioni per i primi tre minuti, ma...

Hanabi: forza sorellona!girati così passo la spugna anche davanti!

Hinata:....n-no!....m-mi vergogno.....

Hanabi: e dddddaiiiiiiiii!u! Ma guarda che bella pelle candida che hai sorellona!!!!mi sorprende che non hai ancora il ragazzo!uhuhuhuhuh!

Hinata (arrossita): Ha-Hanabi!!!!!

A sentire la conversazione proveniente dall'altra parte del muro di bambù qualcosa si attivò in Kurama, dapprima gli spuntarono dei piccoli ovali rossi sulla faccia, poi pian piano i suoi occhi si allungarono come quelli di un gatto e la sua bocca si trasformò in un musetto da gatto con lunghi baffi che iniziarono a vibrare per poi drizzarsi come stecche, in quel momento nuotò verso il muro, ci appoggiò il muso sopra e iniziò ad arrampicarsi come fosse una lucertola, arrivato in cima, tirò fuori la testa per sbirciare e.....

SDONG!

....Una padella gli arrivò prontamente in faccia ributtandolo in acqua e facendo schizzare da tutte le parti l'acqua.

Hanabi: così impari maniaco!


Kurama si rialzò a fatica, ma aveva un brutto presentimento, lentamente e a scatti girò la testa per vedere cosa gli dava quell'impressione di omicidio, morte e distruzione, quando finalmente si girò vide la rabbia fatta persona.

Neji: padron Hiashi! Si calmi! Non faccia pazzie!

Hiashi: hiaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!

Hiashi era dietro Kurama, sopra una roccia in mezzo alla vasca, e impugnava la sua Katana, dietro di lui Neji che cercava di trattenerlo da un braccio, ma era tutto inutile, in quel momento Hiashi avrebbe potuto spaccare una montagna se voleva, i muscoli si erano gonfiati e si vedevano le vene pulsare su tutto il corpo, l'unica cosa che lo copriva era un piccolo asciugamano che gli copriva gli attributi.

Hiashi: HIAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!

Neji:.....troppo tardi....

Kurama:....PAURA!!!!!!!!!!


A tale vista il pazzo depravato iniziò a correre saltando sopra il tetto delle terme, il padre protettivo allora lo inseguì portandosi dietro il ragazzo iellato e tutti e tre scomparvero oltre il tetto.
Ormai nelle piscine delle terme erano rimaste solo le due ragazze e Matsuda, ma non sarebbero stati in tre per molto....

Hanabi (pensiero): siamo rimasti soli.....hihihi.....sorellona.....dopo questa mi dovrai una cenetta a tue spese!

La ragazzina si alzò e si mise un accappatoio, poi si girò verso la porta delle terme e la aprì, prima di entrare però si voltò verso la sorella, e le parlò ad alta voce in modo che anche l'altro interessato potesse sentirla.

Hanabi:io vado a farmi fare un massaggio, ci vediamo dopo!

E con un sorrisetto malizioso sulle labbra si congedò, ma non prima di strizzare l'occhiolino alla sorellona imbranata.
Ora erano davvero soli, divisi solo da un muro di bambù, la ragazza, pensando a quella situazione arrossì....

Matsuda:....siamo soli dolce Hinata......ora puoi parlare....


La ragazza si sentiva presa in contro piede, come faceva a sapere che voleva parlargli?

Hinata:....io.....io....

Lei si avvicinò a quel muro, così leggero....eppure invalicabile.

Hinata:....io.....volevo chiederti.....una cosa.....


Lui allora si avvicinò al muro.

Matsuda: parla....

Hinata:.....n-non sei un manager.....vero?....

Matsuda:......

Hinata:......


Matsuda:.....no.....


Ad Hinata venne un tuffo al cuore, si stava finalmente avvicinando alla verità....

Hinata:.....allora....chi sei?....

Ad Hinata pareva di avergli già fatto questa domanda, ma non rimembrava quando...
Sul viso del ragazzo apparve un piccolo e flebile sorriso che scomparve subito.

Matsuda:......sono un ninja.....di Konoha.....

Ad Hinata arrivò una strana sensazione alla bocca dello stomaco, era davvero un ninja come aveva pensato, ma possibile che fosse del villaggio? Logicamente non conosceva tutti i ninja, ma sentiva qualcosa in lui, che gli faceva pensare che non potesse essere un ninja della foglia, e sopratutto non potesse essere un ninja normale.

Matsuda:......ma non hai ancora finito....dico bene?

Hinata:.......quanti anni hai.....

Matsuda:......molti......

Era una risposta incompleta, ma lei sentiva che non poteva spingersi oltre, che non avrebbe avuto risposta.
I due, anche se inconsapevolmente, si avvicinarono, entrambi appoggiarono la schiena nel medesimo punto, e anche se era quasi impossibile, ognuno sentiva il calore del corpo dell'altro attraverso il bambù.

Hinata:....chi sei?......

Hinata pronunciò quelle parole con le lacrime agli occhi, anche se non sapeva perché.

Matsuda:.......un mostro......

Sui due calò il silenzio, rotto solo dal rumore di una goccia caduta in acqua, una lacrima, una lacrima rossa.

Hinata:.......non mi importa......

La ragazza continuò a piangere in preda ad un'angoscia indescrivibile, il ragazzo invece rimase in silenzio, ma sentiva un dolore che nessun'uomo potesse rammentare mai esistente, un dolore che prescindeva la creazione del mondo.
Le loro mani si cercarono, praticamente da sole, non c'era bisogno di ordini, non c'era bisogno di parole, finalmente si trovarono, in un buco nella parete sotto la superficie dell'acqua, si toccarono, impercettibilmente, si accarezzarono, e in fine.....si strinsero.
Ognuno dei due voleva, desiderava l'altro, voleva trasmettere all'altro il proprio calore, il proprio amore....
In quel momento la mano di Matsuda smise di stringere e sembrò avesse perso ogni calore, ogni voglia di vivere, Hinata ebbe un sussulto, non voleva che finisse, voleva quel contatto, lo desiderava con tutta se stessa, con tutto il suo cuore, allora fu lei a prendere l'iniziativa, strinse la mano di Matsuda con tutta l'energia di cui era capace e cercò di dimostrargli che non voleva che la lasciasse, voleva rimanere con lui.....sempre!
Rimasero così per qualche minuto, il mondo sembrava essersi fermato, i problemi esterni non esistevano, c'erano solo loro due, insieme.
Ma non poteva durare, come ogni cosa, prima o poi doveva finire, la loro dolce unione doveva terminare.
Nella vasca degli uomini comparirono un'altra volta Kurama, Neji e Hiashi, che nel frattempo avevano fatto il giro completo delle terme, al loro arrivò i due ragazzi sussultarono e si staccarono a malavoglia, in quel momento arrivò Hanabi nelle terme con un enorme Martello con il quale sfondò il muro divisorio e iniziò a menare i ragazzi urlando a squarciagola.

Hanabi: MALEDETTI!!!!!!!!!CHE AVETE COMBINATO!!!!!!!??????POVERI RAGAZZI!!!!!!!E LASCIATELI SOLI!!!!!!

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Dopo un paio di ore, dopo aver finito di pranzare e di riparare il muro divisorio, i ragazzi andarono a farsi fare dei massaggi rilassanti, cosa che le ragazze avevano già fatto mentre loro quattro stavano aggiustando il muro spaccato, mentre Hanabi e un paio di ragazze aiutavano Hinata a prepararsi per la festa, grazie a Matsuda che le aveva mostrato come sarebbe stata vestita.

Massaggiatrice: quale messaggio desiderate?

Matsuda:...

Kurama: per me e il mio amico un massaggio tradizionale giapponese!

Neji: per me un massaggio con oli e fiori di ciliegio.

Hiashi: uhm.....com'è il massaggio nordico?

Massaggiatrice: in puro stile nordico! Dopo saprà per certo di essere vivo!

Hiashi: è così portentoso? E va bene! Per me un massaggio nordico!

Massaggiatrice: io mi occuperò del massaggio con olio, loro degli altri massaggi, avanti ragazze! Potete entrare!

Dalla porta entrarono due ragazze, le due massaggiatrici erano giovanissime, avranno avuto diciotto anni ciascuna, l'una con i capelli corti rosa, l'altra con due lunghi codini arancioni.

Massaggiatrice: loro due sono le vostre massaggiatrici, in quanto a lei, HARNOLD!

Dalla porta di prima entrò un alto e grosso uomo vestito di kilt e pelliccia con un elmetto con un paio di grosse corna attaccate sopra, ma quello che faceva più paura erano i muscoli e la mascella, con un morso probabilmente poteva spaccare la roccia!

Massaggiatrice: lui è il massaggiatore nordico! Il suo nome è Harnold e prima di venire da noi faceva il taglialegna su nelle foreste del nord!

Harnold: Harnold stritolato molti orsi!ma Harnold buono!Harnold ora massaggiatore a villaggio foglia!chi deve massaggiare Harnold!?

Hiashi: LUI!!!!

Hiashi prontamente indicò Neji e se lo mise davanti come scudo umano.

Neji: era destino!!!!!!


Harnold: ora tu venire con me piccolo ragazzo iellato!Harnold prendere cura di te!

Neji: mammina!!!!!!!!!!!!!

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Mentre Neji si faceva stritolare in una stanza e Hiashi si faceva fare il massaggio agli oli, Kurama e Matsuda rimasero da soli a farsi fare il massaggio tradizionale dalle due giovani massaggiatrici.

Matsuda:....

Kurama:....

Matsuda:....

Kurama:.....capo.....non puoi dirle la verità.....

Matsuda:....lo so....

Kurama:.....mi dispiace.....

Matsuda:.....

Kurama:.....

Matsuda:.....ora non pensiamoci.....godiamoci il massaggio, in questi giorni ti sto facendo faticare molto non è vero?

Matsuda stava sorridendo, ma era un falso sorriso, una facciata per nascondere il suo dolore...
....E Kurama sen'era accorto, e lo fissava con aria seria, poi capì che era meglio lasciare stare, lasciarlo soffrire da solo, perché lui non poteva alleviare le sue pene, era solo la sua copia, quindi gli sorrise e si girò dall'altra parte, lo stesso fece Matsuda, ma appena si girò fu lui ad avere una faccia seria, anzi vuota...

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Finalmente uscirono dalle terme ma davanti a loro passò un tornado che per poco non li spazzò via, cosa che fece con il già dolorante Neji che si sfracellò contro un muro lasciandoci l'impronta.

Kurama: ma che cos'era?

Dopo qualche secondo arrivò Hanabi.

Hanabi: efficienti le massaggiatrici ninja!

Hiashi: bambina mia ma che hai fatto!?

Hanabi: oh! Papà! Niente di ché! Le ho solo detto di portare via Hinata in modo che non poteste vederla! Voglio che di lei rimanga nascosto tutto fino a stasera! Non dovete vedere nemmeno il suo trucco o la sua acconciatura di capelli!

Il gruppo si sciolse, Hanabi ordinò a suo padre di andare a giocare a carte, a Shogi o a quel che voleva con il vecchio gruppo Ino-Shika-Cho, a Neji di andarsi a cambiare a casa di Rock Lee, dove avevano già mandato il suo vestito, mentre Matsuda e Kurama andarono via senza aver bisogno di ricevere ordini affermando che avevano qualcosa di importante da sbrigare, Hanabi, in fine, raggiunse Hinata a casa per aiutarla ad indossare il vestito.

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Hanabi:.....Hinata!!!!!!!!mi stai ascoltando!?

Hinata:.....uh?.....ah!si!scusa....ero distratta....

Hanabi: e ci credo che eri distratta! Non mi stavi neanche degnando di un minimo d'ascolto!.....sorellona.....si può sapere cos'hai? È la sera della festa! Dovresti essere felice!

Hinata:....già....eheh....

Hanabi:....

In quel momento un rumore meccanico riecheggiò nell'aria, era il clarkson di un'auto.
Sentendo il rumore le ragazze si precipitarono giù dalle scale, Hanabi in testa, così, quando furono arrivati alla porta la videro, una lunga, spaziosa e meravigliosa.....Limousine nera!!!

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Le ragazze rimasero a bocca aperta, a fianco dell'auto c'era un uomo con una giacca con camicia aperta sul davanti, lasciando il petto e il torace scoperti, una capigliatura ben curata e un sorriso a trentadue denti bianchissimi.

Matsuda: signorine Hyuga, siamo venuti qua per accompagnare la principessina Hinata fino alla sua festa...

Poi il ragazzo si avvicinò alle due ragazze e si accorse che Hinata indossava una tunica con cappuccio che la copriva dalla testa ai piedi, lasciandole scoperta solo la parte di viso compresa tra il naso e il mento.

Hanabi: signor Matsuda le presento......HINATA!

Hanabi con rapidità ninja prima afferrò e poi tirò con forza la tunica di Hinata e.....meraviglia! Sotto c'era l'essere più bello che occhio mortale abbia mai visto.
A quella vista stupenda il ragazzo rimase prima traumatizzato, poi sorrise e si inchinò davanti ad Hinata.

Matsuda: sarà un onore per me accompagnarla fino alla festa, principessa Hinata, my Angel....

Le prese la mano e gli fece un baciamano.

Hanabi: bene, ora io vado, sono troppo piccola per la festa quindi andrò con i miei amici al Karaoke, ci vediamo domani sorellona!

E così Hanabi sene andò passando prima davanti la limousine per salutare l'autista, poi sparì fra i tetti della città oscurata dalla notte.
I due giovani si avviarono all'auto, allora Matsuda aprì lo sportello della limousine e fece sedere Hinata con la sua solita dolcezza, poi entrò anche lui, chiuse lo sportello e la limousine partì.

Matsuda: sei bellissima Hinata....

E le sorrise, ormai fra i due esisteva un'intesa fuori dal normale e non dovettero nemmeno fare dei lunghi e noiosi convenevoli.

Hinata:....grazie.

Hinata allora cercò la mano del ragazzo, e la trovò, spalancata e già pronta, in attesa di quella della ragazza.
Rimasero in quella posizione per un pò, a guardarsi negli occhi l'un l'altro, fino a quando un'altra voce si intromise.

Kurama: WOW! Hinata-chan sei stupenda!

Hinata: Ku-Kurama!? Sei tu l'autista?


Kurama:certo! So anche guidare! È solo una delle mie 365 abilità speciali! Ahahahah!

I minuti passarono velocemente e finalmente arrivarono alla festa.
Hinata fece un lungo e profondo respiro.

Matsuda: sei pronta?

Hinata: si!

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Note:
Che bello poter tornare a commentare TxT per motivi riguardanti i miei studi fino ad ora sono riuscito solo a postare i capitoli senza scrivere neanche un mezzo commento personale, ma dato che oggi avevo un pò di tempo ho deciso di impiegarlo per ringrazziare nuovamente i lettori, fino ad ora ho ricevuto solo due recensioni (grazzie NekoRika e hinatina, stavo inizziando a temere che non ne avrei ricevute neanche una T-T), ma vi assicuro che per me che sono solo alla prima fanfiction pubblicata sono entrambe davvero importanti, è bello vedere apprezzato il proprio lavoro *x*, ringrazzio anche chi legge senza commentare, è bello anche vedere così tanti lettori *x* ora vi saluto, lo studio mi attende e altri progetti sono in cantiere, vi attendo al prossimo capitolo!!! ^x^

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Midnight... ***


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Midnight...

Sakura: ciao Ino! Ciao Choji! Ma.....dov’è Shikamaru? Non viene anche lui?

Ino: se fosse per lui non verrebbe...

Choji: ma deve accompagnare una ragazza.

Sakura: una ragazza!?!?!?!? Shikamaru viene alla festa con una ragazza!?chi?.....non sarà....

Temari: ciao Haruno!

Sakura: Temari!!!!! Che ci fai qui!?

Temari: sono venuta per una delle solite missioni tra i nostri villaggi, poi ho saputo di questa serata e mi sono fatta accompagnare da Nara.

Shikamaru:....salve....

Shikamaru (pensiero): che seccatura....ora oltre fare la guida turistica mi tocca pure fare l'accompagnatore....


In una magnifica sera d'estate, molti giovani ninja si stavano radunando al palazzo dell'Hokage per una delle tante feste organizzate per alzare il morale del villaggio.
Già molti erano entrati all'interno dell'edificio, ad assistere o alla fantomatica gara fra il maestro Gai e il maestro Kakashi....

Gai: ahahahah!!!!!!!non puoi battermi!!!!!!berrò io più punch! Sono già a cinque bicchieri!......!!!????maledetto!!!!!!!!cosa fai!!!!!!!

SLURP SLURP

Kakashi stava bevendo tramite una cannuccia il punch, direttamente dalla coppa.......naturalmente con sopra la mascherina con un buco sulla bocca per far passare la cannuccia.

SLURP SLURP

Gai: NOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!allora è guerra!!!!!!!!!!!

Il maestro Gai allora iniziò a scolarsi bicchieri su bicchieri!

...O per ascoltare la magnifica musica del pluripremiato gruppo Green Hot Leef Pepper!

Intanto anche fuori dal palazzo le persone si stavano radunando, al precedente gruppo si erano aggiunti anche Rock Lee, Neji e Ten Ten.

Kiba: ciao ragazzi!

Akamaru: Wof! (ciao!)


Shino: salve...

Sakura: ciao ragazzi!....ma....dov'è Hinata?

Neji (con aria non curante, ma che in realtà è curiosità allo stato puro): arriverà da un momento all'altro.....

Kiba: però è strano.....e da giorni che non si fa’ vedere, l'ultima volta che gli abbiamo parlato era in compagnia di due strani..COFF! Uh....

Neji (pensiero): TECNICA DELLE 64 CHIUSURE!....maledetto uomo-cane.....sta zitto o ti ammazzo! Questo è il tuo destino!

Neji: scusa....avevi una mosca sulla gola...


Kiba: uh...uh....g-grazie....allora....uh...

Shino (pensiero):......sta succedendo qualcosa.....

Temari: e Uzumaki? Dov'è? Non viene alla festa?

Sakura: veramente è già dentro, diciamo che dovremmo ringraziarlo....ehehe...

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[Qualche giorno prima]

Naruto: noooooooooooo!basta!!!!!!!!!!!!!!!! Mi arrendo! Piuttosto uccidimi!

Tsunade: zitto schiavo!...ehm....volevo dire....Naruto! Devi lavorare per organizzare la festa di questa sera!

Naruto: ma perché non usi dei manovali!!!???

Tsunade: e tu cosa saresti?


Naruto: ALTRI manovali!?

Tsunade: costano!

Naruto: e io?

Tsunade: sei gratis! Io sono l'Hokage e tu un semplice genin! Devi fare quello che ti ordino!

Naruto: ma perché non assoldi dei manovali!?

Tsunade: tel'ho già detto! Costano!

Naruto: ma ora il villaggio non è più in stato d'allerta! Le case sono state ricostruite e i soldi sono tornati! Dei manovali potresti permetterteli!

Tsunade: ma tu sei G-R-A-T-I-S! ahahaha! E dai Naruto! Prendilo per un allenamento!

Naruto: ma non prendermi in giro! Non sono più il ragazzino che si faceva imbrogliare credendo di fare un allenamento! Lo dica che sono uno schiavo!

Tsunade: va bene, se la metti così....SCHIAVO LAVORA!

Naruto: AAAAAAAAAAA!

Tsunade dall'alto del suo trono da Hokage aveva fatto lavorare il povero Naruto come uno schiavo, e per dare più enfasi alla cosa, lo aveva fatto vestire di stracci e lo frustava regolarmente con una frusta a nove code.

Tsunade (risata maligna): HAHAHA!

Naruto: NOOOOOOOO!!!!!!!!!!!

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Sakura:....eheh ha lavorato proprio bene!

Ino: ora cosa ne dite di entrare? Voglio vedere com'è dentro!

Choji: si! Entriamo! Sto proprio morendo di fame!

Shikamaru:....ma tu muori sempre di fame....

Sakura: ti consiglio di entrare subito allora, ho sentito da alcuni ninja che il maestro Gai e il maestro Kakashi si stavano sfidando a chi beve più punch, potrebbero passare a chi mangia più gamberetti!

Choji: TRADIMENTO!!!!!!!!!!!

Il ragazzo si fiondò a tutta velocità dentro il palazzo seguito a razzo da Rock Lee che voleva assistere alla sfida del suo maestro, e da Shikamaru, che sapendo com'era fatto il suo amico, voleva lasciare la possibilità ad altri di mangiare qualcosa, ma comunque non si fece prendere dalla fretta e camminò con passo svogliato continuando a sbuffare, quando lo raggiunse Temari che si attaccò al suo braccio.

Temari (finta rabbia): dove credi di scappare!? Sei il mio accompagnatore!

Shikamaru: che seccatura!

E si avviarono insieme dentro il palazzo per salvare il salvabile.

Sakura: allora, entriamo?

Ino: sì.....!?

Sakura:!?

Ten Ten:!?

Neji:!?

Kiba:!?


Shino:......!?

Kiba: ma....che diavolo è!? Una limousine!!!!!!!!!!!!!

Neji (pensiero): sono arrivati finalmente.....KIAH!!!!!!!!!! Sono curioso!!!!!!!!ma come mi sono ridotto!!!!!

Shino:.....

In quel momento l'attenzione di tutti i presenti era puntata sull'auto e sul suo fantomatico padrone, quando finalmente qualcuno uscì dal posto del passeggero, era un uomo alto, slanciato, vestito con giacca e camicia eleganti aperte sul davanti, che lasciavano il petto e il torace scoperti, una magnifica capigliatura curata in modo eccellente, ben creata per i suoi magnifici capelli corvini il ragazzo aveva un'espressione strana sul volto, un miscuglio di superiorità, felicità e un tocco di serietà che lo contraddistinguevano dalla massa, il suo sguardo poteva far innamorare qualsiasi ragazza al mondo, tantè che tutte le ragazze presenti rimasero imbambolate, ma lui non le degnava di uno sguardo, poi si girò e porse la mano verso l'oscurità dell'abitacolo, dal quale spuntò una piccola mano bianca come il latte, sembrava quasi appartenente a una ninfa, così piccola e delicata che un minimo di vento avrebbe potuto romperla, la mano si poggiò delicatamente su quella del ragazzo, che allora la tirò altrettanto delicatamente verso di se, allora dalla macchina.....meraviglia! Un angelo uscì dall'auto, o almeno così pareva, in realtà non era un angelo, anche se non aveva nulla da invidiarvi, una ragazza bellissima era uscita dall'auto: aveva i capelli sciolti e lunghi poggiati alle spalle e tenuti composti da un nastrino poco più sù dell'orecchio sinistro, indossava un vestito violetto formato da un corpetto con laccetti, maniche lunghe che andavano allargandosi dal gomito al polso, una gonna larga a balze tirata su dai lati con dei laccetti dello stesso colore e sotto di essa una seconda gonna lilla, dello stesso colore dei merletti che contornavano maniche e scollo senza spalline. Al collo indossava una collana a fascia dello stesso colore del vestito e ai piedi delle stupende scarpine nere intonate alla borsetta che teneva stretta nella mano sinistra. Il trucco era leggero e faceva risaltare i perlacei occhi e le rosee guance che rendevano la giovane ancora più bella di quanto già non fosse.

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Kiba: ma...ma...

Shino:.....

Shino stavolta non parlava perché era rimasto di stucco a vedere la ragazza.

Neji:......wow.....

Kiba: hi-hi.....hi-hi....

Tutti i ragazzi (compreso Shino!!!!): HINATA!!!!!!!

Tutte le ragazze (troppo occupate dal ragazzo per poter dar retta alla ragazza): chi è quello!?

Tutti (stavolta proprio tutti persino le ragazze che per la strana aura risplendente di Hinata si sono risvegliate): HINATA!!!!!!!!!

I due ragazzi, vicinissimi l'un l'altra con il braccio di lei che stringeva quello di lui, si avviarono verso l'entrata del palazzo.
Da prima Hinata era rimasta timorosa e sentiva che stava per arrossire quando era uscita dall'auto, ma poi vide il viso sereno di lui, il suo cavaliere, e si sentì investire di nuovo coraggio e rimase di un colorito normale.
Il lavoro di Naruto aveva portato qualche profitto, nel gran salone del palazzo, era stato allestito un gigantesco palco con tanto di luci e casse gigantesche professionali, comprate appositamente dall'Hokage per garantire il meglio ai gruppi che si dovevano esibire, non poteva permettersi neanche una dimenticanza per quella festa, se fosse stata apprezzata, sarebbero subito arrivati introiti da sponsor generosi per altre serate simili, ma non solo la musica era stata usata per attirare persone, un enorme buffè era stato creato dai migliori cuochi di tutta Konoha per deliziare le giovani papille gustative dei ninja presenti, naturalmente tutti cuochi guidati dall'ormai leggendario Vecchio Ichiraku, ma la serata non finiva lì: camerieri su camerieri offrivano ai maestri e ai loro sottoposti bicchieri colmi di liquori pregiati e stuzzichini elaborati, centinaia di dolcetti erano stati creati per addolcire la serata alle giovani coppiette e persino i più duri fra i ninja si scioglievano come burro con le lacrime agli occhi dopo aver assaggiato i dolcetti preparati dall'"Allievo Rosa", il pasticcere allievo del vecchio Ichiraku che si diceva avesse subito anni di duro addestramento sotto il duro pugno di ferro del suo maestro, sopportando mille insidie, cascate ghiacciate, cavalieri dalla dubbia moralità, ragazze con nomi di fiori, il vecchio Yoda e cinque picchi, scampando a serpenti pedofili e catene governate da un buffo essere che si diceva essere ermafrodita, dopo anni di questi duri quanto agghiaccianti scontri era riuscito a diplomarsi alla scuola di pasticceria per ninja di Ichiraku, e aveva preparato insieme al vecchio maestro tutti i dolcetti e le paste di quella serata, scomparendo poi nel rosso del tramonto su uno strano gallo gigante rosa shocking che rispondeva al nome di "Chocobo Jaqelyn", gridando al vento il nome "Adriana".
Questo era l'argomento principale sui cui i giovani ninja spettegolavano come vecchie comari, esaltando il sacro nome dell'eroe di turno "Allievo Rosa", che ormai aveva rapito i cuori di molti ed era diventato l'esempio da seguire per i più.
Il salone, però, oltre ad essere stato adibito a concerto e ristorante, era stato anche addobbato con mille lanterne giapponesi, palloncini sospesi in aria in zone strategiche di colore blu notte e argento, che avrebbero rivelato la loro utilità nel momento più opportuno della serata e molti tavolini circolari dove coloro che si erano stancati di stare in piedi potevano accomodarsi sorseggiando sakè e vino d'annata, o semplice la classica quanto apprezzata birra al doppio malto in boccali da sei litri e mezzo, dimensioni standard.
Quando entrarono, una folla si rivolse a guardarli, ma loro non li degnarono di un solo sguardo, Matsuda però riuscì a vedere qualcosa oltre la folla, si avvicinò al viso di lei e le bisbigliò all'orecchio...

"...sei pronta?"

Lei non riuscì a capire subito, ma mentre camminavano, o per meglio dire si faceva trascinare, lo vide anche lei...

Hinata (con fiato smorzato e quindi impercettibile ai più, tranne Matsuda e il diretto interessato): Na-Naruto-Kun!......

Naruto: uh?.....! HINATA! Ciao come stai!

Hinata (rossa e balbettante): N-Naruto-Kun....io.....ecco....io.....

Naruto (con faccia perplessa):?

Hinata (sempre più rossa e balbettante): io.....io.....Naruto......io......

Matsuda si avvicinò al suo orecchio e le bisbigliò qualcosa di impercettibile alle orecchie poco allenate di Naruto, ma che per lei risuonavano in fondo al cuore ben chiare, forti e determinate.

Matsuda (in un bisbiglio): puoi farcela.......credo in te......

Naruto seguì la scena con aria dubbiosa chiedendosi cosa le volesse chiedere Hinata, poi vide l'uomo che era rimasto tutto il tempo accanto alla ragazza allontanarsi lentamente verso la folla lasciandoli soli.

Hinata (rossa ma sicura di sé): Naruto......io.....io.....V-VuOi B-BalLAre CoN mE!?......

Hinata rimase con gli occhi bassi dopo aver detto la fatidica frase, aspettando l'ormai certo rifiuto.

Naruto: ok!

Hinata spalancò gli occhi rialzando il proprio viso su quello del ragazzo biondo, che la guardava con un sorrisetto a trentadue denti bianchi da bambino, con il braccio destro dritto davanti a se.

Naruto: allora? Andiamo?

Hinata: S-SI!

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I due ballarono per una sola canzone, lui era un orso e in più di un'occasione avrebbe schiacciato i piedi alla povera Hinata, ma fortunatamente lei era abbastanza brava per tutti e due facendo sembrare quella cosa un vero ballo.
Poi la canzone finì e venne subito cambiata con un'altra sempre lenta, quella serata Tsunade si era raccomandata con il gruppo appena salito sul palco di fare qualcosa di speciale, ma non c'era bisogno di dirlo, stavano suonando i Within Temptation.
Per tutto il ballo i due ragazzi si erano scambiati rapide e sfuggenti occhiate, scambiandosi qualche parola in croce, ora erano all'apice dell'imbarazzo, quando.....Naruto si sentì toccare la spalla, si voltò per vedere chi era, e in quell'istante un'ombra gli passò di fianco, a una velocità tale da non riuscire a riconoscere chi fosse.

Matsuda: mi concede questo ballo Signorina?

Matsuda porse la mano a Hinata, che, prima arrossendo, poi sorridendo, venne raggiunta da quella della ragazza.
L'uomo attirò la ragazza verso a se, prendendola tra le braccia e iniziando a muoversi lentamente, iniziando a ballare insieme a lei.
A differenza del precedente cavaliere, Matsuda era molto più sciolto nei movimenti, riusciva a guidare la sua dama senza difficoltà alcuna, con passo veloce e aggraziato.
Naruto era rimasto spiazzato, non aveva neanche avuto il tempo di capire cosa stesse succedendo che il ragazzo che aveva visto prima con Hinata, ora gli aveva rubato il posto e stava ballando con lei, ma prima che potesse muovere un muscolo, Naruto si ritrovò davanti due ombre oscure che emettevano una strana aura omicida, che le rendevano ancora più imponenti di quanto non fossero rendendo Naruto un bambino terrorizzato con i lacrimoni agli occhi.

Neji (con la solita superiorità): Uzumaki Naruto.......dove pensi di andare.........

Naruto (spaventato): io......ecco.....volevo......

Shino (con il solito distacco): Uzumaki Naruto.......seguici.......

Neji (con ancor più superiorità, che non ammette negazioni): il maestro Gai ha sfidato il maestro Kakashi in una gara culinaria.......

Shino (con ancor più distacco, anche lui non ammette negazioni): e visto che dovrà mangiare......

Neji (superiorità al limite della sopportazione, 66.6° Dòxa): si toglierà la maschera......

Shino (distacco al limite della sopportazione, non da meno dello Hyuga, 66.6° Azrael): non sei curiosi......?

In quel momento uno spaventoso cambiamento avvenne in Naruto, il ragazzo rimase si in piedi, ma privo di ogni energia, con le braccia a penzoloni e gli occhi vacui, ma in un secondo una luce strana gli illuminò gli occhi seguita da un fremito del corpo e una risatina raccapricciante paragonabile a quelle di Orochimaru........il suo corpo si mosse da solo verso la direzione dello scontro dei maestri, senza aver bisogno di indicazioni, mosso dall'istinto, continuando a ridere e a ripetere la frase "le labbra siliconate...o magari i denti sporgenti....o....la boccuccia di rosa...Kukukuku" il piano di allontanamento di Naruto aveva avuto successo.....

Shino (rientrando nella sua aura di assoluto anonimato, in un angolo ombreggiato della sala):.......

Neji (seguendo l'Aburame, entrando anch'egli entrato nell'angolo ombreggiato):.........


Shino:.......

Neji:.......

Shino:.......ora.....racconta......Hyuga.....

Neji:.......come nei patti........Aburame.....

I due scomparvero per un pò dalla stanza......o almeno erano ancora li, ma incutevano un tale senso di paura nel resto delle persone che in poco si creò una zona morta intorno a loro.......l'alleanza Neji-Shino equivaleva alla rottura di uno specchio gigante provocata da un grosso gatto nero usato come mazza da baseball, il tutto fatto di Venerdì 17.........

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La serata stava proseguendo come un sogno, Matsuda e Hinata stavano ballando da qualche minuto ormai, e come loro anche molte altre dame con i loro cavalieri danzavano sotto le note delicate dei Within Temptation, in quel momento, i presenti scoprirono il motivo di quelle strane decorazioni, la luce nel salone si abbassò leggermente, mentre le lanterne si illuminavano di una luce azzurrina, tenue ma abbastanza potente da non intaccare la precedente luminosità, la luce delle lampade poi rifletteva sui palloncini, che creavano un fantastico gioco di colori sul soffitto simile al cielo stellato, tutto quel complicato gioco di luci era fattibile grazie al flusso di chakra immesso precedentemente sia nei palloncini sia nelle lanterne dall'Hokage-sama in persona.
Ma i due ragazzi erano comunque indifferenti a ciò che accadeva loro attorno, troppo concentrati l'un sull'altra.

Matsuda la guardò intensamente......e li vide.....i suoi occhi riflessi in quelli della ragazza, i suoi peccati, la sua condanna....il suo viso perse ogni sfumatura, era vuoto inespressivo, dove poco prima c'era un largo sorriso, ora, non c'era che il nulla....

Hinata vide il volto del ragazzo cambiato, per un attimo gli parve di ritrovarsi di fronte un estraneo, in un attacco di panico si staccò dalle braccia di lui e indietreggiò di qualche passo, così, istintivamente.....ma non sapeva che quel gesto.....avrebbe significato molto....

Il ragazzo la lasciò andare, la guardò un attimo, solo un istante, ma con quello sguardo pareva le stesse leggendo fin negli angoli più reconditi della sua anima, poi si girò, e scomparve, tra le ombre della notte...

Hinata era disorientata, non capiva cosa fosse appena successo, sapeva soltanto che doveva correre, raggiungerlo, fermarlo, perché se non l'avesse fatto, non l'avrebbe rivisto mai più....
E così la ragazza iniziò a correre, corse a perdi fiato, uscì dal palazzo, fuori dall'edificio era completamente buio, solo la luna illuminava una notte senza stelle, poi finalmente lo vide, sotto un gazebo, sulla sponda del laghetto proprio sotto il palazzo, c'era lui, o almeno, così sembrava, poiché anche se le fattezze erano del ragazzo a qui tanto teneva, sentiva qualcosa di strano, quella persona non era il suo Matsuda...

Hinata: MATSUDA!

Lei urlò con tutto il fiato che aveva in gola, ma non uscì che un debole sussurro...
L'ombra sotto il gazebo era di spalle, non si volse neanche per guardarla, sembrava rapita dalla figura della luna, e non le distoglieva lo sguardo...

Hinata:....Matsuda....

Lei si avvicinò a piccoli passi, ma appena arrivò in prossimità della schiena del ragazzo non riuscì a trattenersi, lo abbracciò e iniziò a piangere....in silenzio....

Il ragazzo allora si girò e le rivolse la parola.

Matsuda: Hinata......tu credi che io sia un angelo, ma non è così.......io non sono un angelo....e non lo sarò.....mai....

A quelle parole la ragazza si sentì morire, non sapeva il perché, ma sentiva che un pezzo della sua anima stava morendo in quell'istante, poi disse quelle parole, che erano rimaste sopite in lei per troppo tempo, parole che desiderava urlare.....con tutta l'anima....

Hinata: Matsuda.....io.....io.....TI AMO!

Lei iniziò a singhiozzare, non riusciva a calmarsi, ma in fondo come avrebbe potuto?
Il ragazzo allora tirò qualcosa fuori dalla tasca della giacca, era un cofanetto nero, piuttosto anonimo, ma sicuramente di gran valore, perché fatto a mano coi migliori materiali esistenti, lui lo aprì e prese il contenuto rimettendo in tasca il cofanetto.
La ragazza, che era rimasta attaccata al petto del ragazzo con le mani appoggiate sul suo torace, si sentì spostare i capelli dietro la nuca, e sentì qualcosa attaccato al collo, si allontanò un momento dal suo Matsuda e guardò verso il basso per vedere come mai sentisse quella sensazione e allora la vide: era una collana d’oro bianco, scintillante alla luce della luna e con un ciondolo a forma di cuore con all’interno incastonata una perla nera e un diamante sopra di essa. Guardandola bene all’interno della perla intravide la figura di un corvo, maestoso e fiero, che sembrava volare nel nero cielo della perla sovrastato dal diamante simile alla dolce luna.

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Matsuda:....non sono un angelo.....ma non solo gli angeli amano......addio Hinata-chan.

Hinata stava guardando il pendente, sopra vi poteva chiaramente vedere cosa vi era rappresentato......un corvo.....si era staccata per vederlo meglio, un'azione che non si sarebbe mai più perdonata, quando rialzò lo sguardo......

.....Lui non c'era più.....

Sen'era andato, la aveva abbandonata, li, con la collana appena regalatale, con solo una frase d'addio, non era riuscita neanche a guardarlo in faccia, non era riuscita a fermarlo, e neanche a dirgli addio.....iniziò a singhiozzare, sempre più forte, non riusciva a smettere, il dolore era troppo, un dolore che le attanagliava il cuore, le smorzava il respiro....la faceva morire.....si accasciò a terra, e svenne, guardando verso la luna, e rivedendo il viso del ragazzo per qui provava tanto affetto, che amava, rimase così con il pendente stretto nel pugno.....

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Shikamaru era andato via dalla festa, Temari lo aveva costretto a ballare con lei e ne era uscito a pezzi, per prendere una boccata d'aria fresca aveva dovuto sgattaiolare tra le file delle persone, senza dire niente a nessuno, era andato su una collinetta non lontana dal palazzo dell'Hokage, sotto un albero, e si stava gustando la luna fumandosi una sigaretta.

Shikamaru: spero che Temari non se la prenda......nonostante tutto mi sono divertito con lei, ma dover persino ballare.....e una cosa che non riesco a sopportare....che seccatura!......uh?

Di fianco a lui comparve una figura alta, era un ragazzo dai capelli neri, non l'aveva mai visto prima d'ora....

Matsuda: mi offriresti una sigaretta?

Shikamaru rimase un attimo spiazzato, non si era accorto del ragazzo, non l'aveva neppure sentito arrivare finche non gli aveva parlato, ma nonostante ciò accolse la richiesta, gli porse il suo pacchetto di sigarette, l'altro se ne prese una e restituì il pacchetto, poi si allontanò con la sigaretta ancora spenta fra le labbra, Shikamaru non capiva, non gli aveva dato neanche il tempo di accendergliela e già si era dileguato in un bosco davanti a lui, in direzione della luna.

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Durante la notte, solo un essere vivente sembrava che abitasse la foresta della morte, un uomo, con una sigaretta che sprigionava un sottile fumo nero da una fiammella altrettanto oscura e con una goccia rossa che gli scendeva lungo la guancia sinistra.....simbolo della sua solitudine.......

-FINE-.......?

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