VECCHIE FERITE
Una delle
prime cicatrici che Clarisse si era procurata al Campo era in un punto,
tra la clavicola e il collo, in cui una lancia poteva aprirsi un varco
attraverso l’armatura greca, come aveva scoperto parecchio
tempo prima Ettore che in quella maniera c’era morto trafitto
da Achille. Achille era uno degli eroi preferiti di Clarisse, e
più che la ferita stessa le aveva fatto male
l’umiliazione di non essere riuscita a evitare una mossa che
avrebbe dovuto conoscere benissimo, visto che, tocca ribadirlo, Achille
era sul serio il suo eroe preferito.
La lancia era
da addestramento, lei era arrivata da poco al campo e non aveva per
niente tecnica (picchiare mostri con la mazza da baseball del coach
sembrava non fosse considerato scherma), ma per Clarisse non contava,
era stata sconfitta e solo questo aveva importanza. La lancia la
impugnava Luke, ed erano stati fortunati perché a quella
lezione di scherma era presente anche l’allora capocabina di
Apollo che era intervenuta immediatamente, curando una ferita che
sarebbe potuta essere mortale anche con una lancia spuntata. Mentre la
curava, la capocabina di Apollo si premurava di convincere Luke che non
è assolutamente colpa tua, sono cose che capitano, lo sanno
tutti.
Clarisse se ne stava lì infilzata come un kebab e quella
cretina consolava
Luke,
e va bene che Luke piaceva a tutti e Clarisse era solo una mocciosa
arrivata da poco, però insomma, a tutto
c’è un limite e da quella volta aveva segnato sul
libro nero la casa di Apollo e naturalmente Luke.
Poi Luke le
aveva anche chiesto scusa, facendola incazzare ancora di più
perché lei lo sapeva benissimo che sono cose che capitano, e
non se ne faceva niente della sua pietà. Quando anni dopo
era tornato con una cicatrice lunga mezza faccia e un’impresa
fallita, Clarisse intimamente aveva gioito e non si era sentita nemmeno
una brutta persona, tanto Luke non sbagliava mai e quindi non
è che avesse fallito la sua impresa, semplicemente Chirone
aveva deciso che era sopra
le possibilità di chiunque e aveva bloccato le
imprese a tutti. Perché se falliva Luke, che era perfetto,
potevano forse riuscire gli altri? Clarisse avrebbe tanto voluto
provarci, a dimostrare che la risposta poteva anche essere
sì, ma non c’era stato niente da fare.
Luke non le
era mai piaciuto. Riusciva a sconfiggerla perché era
più grande di lei, e aveva insegnato a quella secchiona
saccente di Annabeth Chase come farla incazzare a morte per poi
sfruttare i punti deboli della sua rabbia. Non che Annabeth Chase ci
riuscisse tutte le volte, si era presa senza un lamento la sua bella
dose di mazzate, ma è il principio che conta. Luke non le
piaceva e invece lui piaceva a tutti, Clarisse non capiva come mai, e
la cosa glielo rendeva ancora più odioso.
In ogni caso,
non era stata quella sulla clavicola la ferita peggiore che Luke le
avesse inflitto.
Connor e
Travis dicevano sempre che era nomale che Luke avesse convinto Chris,
perché tra loro due era lei l’uomo della coppia e
si sa che Luke piaceva a tutte le ragazze. Ora che era tutto finito
Clarisse prendeva la cosa a ridere, ma quando Luke aveva tradito
portandosi dietro mezzo Campo, ecco, Clarisse avrebbe barattato quella
sensazione con centomila lance, piuttosto. Dicevano che era posseduto
da Crono, Annabeth insisteva tantissimo su questo punto, ma anche se
Clarisse di queste cose non capiva mai niente, aveva capito benissimo
che Annabeth cercava di convincere gli altri solo per riuscire a
convincere se stessa. Luke era posseduto da Crono, e va bene,
però per esserlo aveva dovuto fare una scelta e Clarisse
sapeva che davanti a una scelta simile lei piuttosto sarebbe morta
ridendogli in faccia. Era convinta che sarebbe stato così
per tutti, al Campo, e invece Luke le aveva fatto scoprire che non era
vero e lei non riusciva a perdonarlo per questo.
Sapeva che
quando parlava la gente lo teneva in considerazione, e Clarisse doveva
riconoscere che era un ottimo guerriero e un buon stratega, ma non
capiva perché la sua opinione valesse così tanto
anche se la domanda era “è meglio Mac Donald o
Kentucky Fried Chicken”. Si era chiesta che diamine avesse
raccontato a Chris Rodriguez, che all’epoca ancora non le
piaceva, anche se Silena diceva che gli guardava le braccia e forse
aveva ragione lei e le piaceva solo che non se n’era accorta.
Chris poi era indeterminato per modo di dire, perché era
evidente a chiunque che il suo genitore divino fosse Hermes, quindi
Clarisse non capiva cosa ci fosse da rimuginarci tanto: sapeva chi era
suo padre, non bastava? Cosa credeva, che i padri divini degli altri ci
passassero i week-end, con i loro figli? Ma Chris le diceva che non
poteva capire, lei che era stata riconosciuta non appena aveva messo
piede al Campo e nella cabina di Hermes non ci aveva passato nemmeno un
minuto, e in effetti era vero che Clarisse non capiva. Non capiva
nemmeno cosa ci fosse da dover capire. Tanto Chris ci sarebbe dovuto
stare comunque nella maledetta cabina di Hermes, visto che era figlio
di Hermes, no? A quel punto lui le dava ragione e cambiava discorso. E
alla fine se n’era andato con Luke, per poi ritornare
completamente fuori di sé.
Connor e
Travis lo dicevano sempre, che a tutte le ragazze piaceva Luke, e lo
dicevano con un tono strano, perché nemmeno loro avevano mai
veramente perdonato il voltafaccia del loro fratello preferito. Luke
era riuscito a piacere anche a Silena, e poi a far leva su questo per
costringerla a fare la spia per il Campo, e questo Clarisse non glielo
avrebbe mai perdonato. Non l’aveva capito, e anche se provava
a non pensarci, immaginava quanto avesse sofferto Silena, quanto si
fosse sentita tradita e sola e colpevole, e sentiva il desiderio di
scendere nell’Ade a prendere Luke e torturarlo per
l’eternità, fargli sentire ogni momento di dolore
di Silena moltiplicato per mille.
Luke era morto
da eroe, dicevano. Gli avevano persino bruciato il drappo sulla pira
funebre, come agli eroi veri, e Clarisse pensava che era solo
perché piaceva a tutti, e che non era morto da eroe, porco
cazzo, non era per niente morto da eroe. Beckendorf era morto da eroe,
Lee, Castor, persino Michael Yew. Silena era morta da eroe. Lui no. Lui
aveva solo pareggiato i conti, e proprio a voler essere generosi.
Clarisse lo detestava, e detestava il pensiero che sarebbe andato ai
Campi Elisi quando l’unico posto che si meritava era il
Tartaro, da dove aveva tirato fuori il suo Crono a pezzi per poi
ingegnarsi tanto a rimetterlo insieme. Ma Luke piaceva a tutti e
sarebbe piaciuto anche ad Ade. Però nel frattempo era morto
e invece lei era viva, e Clarisse avrebbe potuto archiviarlo nel
passato, e anche dimenticarlo, se non ci si soffermava troppo a
pensarci su.
Almeno Chris
era tornato, stava bene, Clarisse si era resa conto che le piaceva e
che lei piaceva a lui. Una volta le aveva sfiorato la pelle nuda, sotto
la maglietta, con quelle sue dita lunghe da ladro, aveva sentito al
tatto la cicatrice tra il collo e la clavicola e le aveva chiesto come
se l’era fatta.
Clarisse non
aveva voglia di parlare di Luke.
Voleva
seppellirlo in una tomba senza nome, condannarlo all’oblio,
ma sapeva che non era possibile, la cicatrice che le aveva lasciato non
sarebbe mai sparita, a ricordarle che, se una volta era stata Achille,
poteva essere anche Ettore. Ed Ettore proteggeva la sua
città, il suo popolo, la sua famiglia, in prima linea, senza
tirarsi indietro, e per questo era anche lui un eroe. Periremo,
ma gloriosi, e alle future genti qualche bel fatto porterà
il mio nome.
Chris
aspettava una storia piena di arti mozzati e sangue e battaglie, e
Clarisse non voleva dirgli la verità, voleva solo le sue
dita e i suoi baci. Così si era stretta a lui, facendogli
spostare la mano perché non ci pensasse più, a
quella cicatrice.
-È
solo una vecchia ferita-, gli aveva risposto.
Note: Storia scritta per la Spring
Shower,
organizzata dal campmezzosangue, con prompt
“Vecchie ferite”.
Poco da dire, se non
che sono sempre stata convinta che a Clarisse non sia mai piaciuto
particolarmente Luke. D’altronde non è mai
piaciuto nemmeno a me.
La frase
“Periremo, ma gloriosi, e alle future genti qualche bel fatto
porterà il mio nome” la pronuncia Ettore
nell’Iliade.
La storia non
è betata né niente e non ne sono molto convinta,
in realtà, ma ho deciso che poche seghe mentali e la
pubblicavo, sia come sia.
Grazie a chi
è arrivato fin qui, e a presto!
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