My whole life, I was looking for you

di Sakura Hikari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di come Kurt promise a Blaine che non l'avrebbe trasformata in rospo ***
Capitolo 2: *** Cerchiamo di non perdere la testa ***
Capitolo 3: *** L'ultimo biscotto ***



Capitolo 1
*** Di come Kurt promise a Blaine che non l'avrebbe trasformata in rospo ***


Di come Kurt promise a Blaine che non l'avrebbe trasformata in rospo
 

Prompt: Fem!Klaine AU, quel momento imbarazzante in cui devi spiegare alla tua migliore amica (che vorresti fosse qualcosa di più) che sei una strega..
Parole: 799
Note: ho mantenuto i nomi originali di Kurt e Blaine così come nel fandom americano quando propongono il gender bender.
 

"Kurt?"
Blaine la fissava a bocca aperta sulla soglia della sua camera. Kurt imprecò mentalmente. Di tutti i momenti, la sua amica aveva scelto il momento più sbagliato per venire a farle visita - ovvero, mentre era intenta a far riacquistare le proprie sembianze ad un povero malcapitato tramutato in rospo da uno stregone molto permaloso (suo padre).  Kurt sentì lo stomaco accartocciarsi dalla tensione. E adesso come ne sarebbe uscita fuori? 
"Quel corvo è... tu hai appena...", boccheggiò Blaine; fece un passo indietro, poi un altro, quindi si voltò e sparì dalla sua vista. "Blaine, aspetta!", gridò Kurt uscendo dalla stanza e inseguendola giù per le scale al piano di sotto, dove riuscì a fermarla per un braccio. "Lascia che ti spieghi, per favore.", la supplicò. 
Blaine la fissò, lo stupore ancora dipinto sul suo volto, e la invitò tacitamente a continuare. Adesso veniva la parte difficile. Kurt si morse il labbro. Ripensò al discorso che si era preparata e ripetuta infinite volte mentalmente in vista del momento in cui avrebbe rivelato la verità a Blaine - perché avrebbe sicuramente rivelato la sua natura a Blaine, prima o poi: dopotutto, era la migliore amica che avesse mai potuto desiderare. Ma era proprio per questo motivo che aveva temporeggiato: e se dopo la sua confessione Blaine non fosse stata più in grado di vedere il loro rapporto come un tempo, se si fosse allontanata da lei? Kurt faceva di tutto per non pensarci; in più, c'era quel piccolo dettaglio che, negli ultimi tempi, Kurt trovasse Blaine dannatamente attraente, e i suoi dubbi non avevano fatto che aumentare. E ora che Blaine aveva scoperto dei suoi poteri nel modo peggiore possibile Kurt non aveva la minima idea da dove iniziare. 
Uno sguardo spazientito da parte dell'altra, però, fu sufficiente per farle sgorgare le parole di bocca come un fiume in piena. "Io sono una strega. I miei genitori sono uno stregone e una strega, tutta la mia famiglia ha dei poteri magici. Siamo una delle poche famiglie magiche rimaste negli Stati Uniti, in base al Regolamento non ci è dato di interferire con le faccende umane né di mostrare i nostri poteri in pubblico, e ci è decisamente vietato di rivelare la nostra vera identità ma poco importa, visto che ormai mi hai vista..." Kurt s'interruppe, senza fiato.
"Ehi, ehi, ehi, frena.", disse Blaine, alzando la mano libera. "Non riesco a seguirti quando parli così e mi dici tutte queste cose insieme. "
Rimasero entrambe in silenzio, Kurt che studiava il volto di Blaine, la quale stava soppesando quanto le aveva appena rivelato l'amica.
"E quindi... sei una strega."
Kurt annuì. 
"E voli su una scopa e hai una bacchetta magica?"
Kurt rise. "No, quelle sono solo leggende. Ho dei libri d'incantesimi però, parecchio antichi e tutti in latino."
Blaine restituì il sorriso. "Perché non me lo hai mai detto?", domandò. 
"Te lo ho detto, il Regolamento lo vieta. Ma molti infrangono quella particolare regola, e io te l'avrei detto, te lo giuro... solo non sapevo come l'avresti presa.", ammise. Ti prego, non avere paura di me."
Blaine corrugò le sopracciglia. "Paura di te? Beh, certo, è pazzesco, ma...", disse Blaine, per poi scoppiare a ridere. "Cavolo, Kurt, è davvero una figata! Ora mi spiego certe tue stranezze."
"Oh, Blaine.", disse Kurt, abbracciandola di slancio, il cuore più leggero. L'aveva presa bene. Blaine non la temeva e non la odiava.
La mora restituì l'abbraccio. "Pensavo però che foste diversi. Non dovete frequentare una scuola di magia o qualcosa del genere?"
"Purtroppo non c'è nessuna Hogwarts nel continente, temo.", sorrise Kurt. "S' insegna alla vecchia maniera, a casa col precettore - nel mio caso, mio padre."
"Già.", disse Blaine. "Adesso mi fa seriamente paura. Non è che uno di questi giorni mi tramuterà in un rospo o qualcosa di simile?"
"Non lo farà.", promise Kurt. "È vero, qualche volta si fa prendere la mano - e con un cenno del capo, si rivolse alla camera e all'uomo ancora addormentato di sopra - ma è a posto. Non ti faremo del male."
Blaine le sorrise, un sorriso bellissimo. Kurt sentì il suo cuore accelerare i battiti e un calore salirgli per il collo, e prima che potesse fare qualcosa di stupido - come baciarla o dichiararle i suoi sentimenti - fissò lo sguardo su un punto dietro le sue spalle. "Sono felice che l'hai presa bene. Ogni volta che provavo la scena nella mia mente tu reagivi malissimo o ti allontanavi da me."
Blaine emise uno sbuffo seccato. "Kurt, come puoi pensare una cosa del genere dopo tanti anni che ci conosciamo? Tu sei la persona migliore che io conosca, e ti voglio bene. Che tu sia umana, strega, o il mostro di Lochness."
Kurt rise, il cuore che cantava nel petto.


 

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Capitolo 2
*** Cerchiamo di non perdere la testa ***


Cerchiamo di non perdere la testa


Prompt di Lisa: Klaine, "Kurt trova un mega ragno nella sua camera da letto, così chiama Blaine, che abita all'altro lato della città, solo per ucciderlo. Solo che appena Blaine vede l'insetto, scappa via urlando." Bonus se i due tentano di aspirarlo con l'aspirapolvere, ma un Burt assonnato e infastidito dal rumore, li ferma in tempo e lo aspira al posto loro.
Parole: 416


Quella mattina Kurt si era svegliato trovando un inquilino indesiderato nella sua camera - un ragno. Ora, non è che Kurt avesse paura dei ragni – non più di quanto ne avesse dei serpenti o di macchiare un completo bianco nuovo di zecca. Ma la bestia che si era introdotta senza invito in casa sua non era il solito ragnetto che avrebbe potuto raccogliere e far uscire dalla finestra: no, questo era grosso quasi la metà della sua mano, e quando aveva aperto gli occhi se l’era ritrovato a scorrazzare indisturbato a pochi centimetri dal suo viso sulla parete vicino al letto. Dopo i primi minuti di panico, Kurt si era imposto di prendere alcuni (parecchi) respiri profondi, sollevare la cornetta e chiamare Blaine. Con un grosso sforzo aveva finto una naturalezza che non provava assolutamente per non allarmare il fidanzato, chiedendogli di venire da lui al più presto, senza spiegargli il motivo.
Col senno di poi, forse Kurt avrebbe dovuto farlo, o quantomeno dargli un indizio circa la ragione che l’aveva spinto a chiamarlo la Domenica mattina e farlo venire nonostante abitasse dall’altra parte della città: quando Blaine aveva visto il ragno, aveva lanciato un ululato che, Kurt ne era sicuro, aveva svegliato metà del vicinato ed era scappato.
In qualche modo, Kurt era riuscito a raggiungerlo e a calmarlo quanto basta per convincerlo a rientrare. Il ragno a quel punto si era volatilizzato, ma Kurt non aveva alcuna intenzione di lasciar perdere, non finché non fosse stato sicuro al cento per centro che quella bestia avesse abbandonato la sua camera. Così aveva recuperato l’aspirapolvere dallo sgabuzzino ed aveva intimato a Blaine di tenersi pronto, mentre lui ispezionava ogni angolo alla ricerca dell’aracnide. L’animale aveva trovato rifugio sotto il letto, ma per quanto Blaine si sforzasse, non riuscirono a prenderlo (a suo sfavore, Blaine armeggiava l’aspirapolvere come se fosse una falce). Kurt non aveva idea di come sarebbe finita (o se sarebbe finita) se, circa dieci minuti dopo di caccia infruttuosa, suo padre non si fosse presentato ancora in pigiama e assonnato, gridando di voler sapere la ragione di tutto quel casino. Una semplice occhiata alle facce costernate di Kurt e Blaine e del caos che regnava nella stanza furono sufficienti perché prendesse in mano la situazione e l’aspirapolvere, catturando il ragno con una tale naturalezza come se fosse una cosa che facesse tutti i giorni.
“Voi ragazzi, spero che abbiate seguito bene. La prossima volta meno grida e più decisione.”, aveva detto prima di uscire.






 
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Capitolo 3
*** L'ultimo biscotto ***


L’ultimo biscotto



Prompt di AliceinWonderbook: Klaine, biscotti al cioccolato.
Parole: 405
 


“Biscotti al cioccolato, una coperta calda e Moulin Rogue. Il modo migliore per trascorrere una uggiosa Domenica pomeriggio”, dichiarò soddisfatto Blaine, rannicchiandosi vicino a Kurt e facendo partire il film.
“Il che mi fa pensare che non abbiamo mai avuto modo di cantare Come what may per davvero”, disse Kurt.
“Per davvero?”, chiese Blaine sollevando un sopracciglio. “Non l’abbiamo mai cantata. A meno che non conti di quella volta che l’abbiamo provata una sola volta a casa tua, e abbiamo finito per fare altro”.
Kurt sorrise al ricordo. “Benché quella sia stata una bellissima serata, no, non mi riferivo a quella volta”. Blaine gli rivolse un occhiata invitandolo tacitamente a continuare, ma Kurt si limitò a sollevare le spalle e ad addentare un biscotto. “Te la racconterò un’altra volta. Adesso silenzio: non voglio perdermi la parte con Kylie Minogue”.
Rimasero in piacevole silenzio mentre guardavano Christian trovare un posto tra i poeti bohemienne, scoprire l’assenzio ed entrare nel Moulin Rouge per la prima volta. Fu solo quando arrivarono al pezzo in cui tutti si stavano esibendo in Spectacular spectacular che ripresero a battibeccare per decidere a chi dovesse andare l’ultimo biscotto: “Tu ne hai mangiati di più”, protestò Blaine. “Dovrebbe spettare a me”.
“Come lo sai, mi hai spiato?”, chiese Kurt. “E comunque li ho cucinati io, l’ultimo dovrebbe andare a me”.
“Sempre la stessa scusa! Allora la prossima volta li preparo io”.
“Sì, e come sempre li farai bruciare”.
“Non è colpa mia se non sento il timer per tempo!”
“Comunque sia. Il biscotto me lo prendo io”, disse Kurt, e fece per allungare la mano in direzione di quella delizia al cioccolato quando dall’altra stanza emerse una scarmigliata e seccata Santana. “Voi due fate più casino di Christina Aguilera e Britney Spears chiuse in una stanza a litigare. Che problemi avete?”
“Blaine e io stavamo decidendo a chi dovesse andare l’ultimo biscotto…”, cominciò Kurt, ma Santana gli interruppe: “Frena. C’erano dei biscotti e nessuno mi ha detto niente?” Si avvicinò al divano e scrutò il piatto semi vuoto. “E ovviamente vi siete spazzolati tutto. Per fortuna ne è rimasto uno”, e rapida, afferrò il biscotto e sparì in direzione della sua camera, lasciando un Kurt e un Blaine completamente interdetti.
“Beh… questione risolta”, commentò alla fine Kurt, e Blaine scoppiò a ridere. “L’ha fatto!”, disse, e la sua risata era così contagiosa che Kurt non poté fare a meno di unirsi a lui.





 

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