All the world is blind to my passing

di Syris92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Minuto ***
Capitolo 2: *** Profondità ***
Capitolo 3: *** Rumore ***



Capitolo 1
*** Minuto ***


Minuto

“Vuoi rivedere Tamoko?”
Yoshimo si voltò di scatto sentendo queste parole ed in mezzo alla folla la vide: una figura femminile lo stava fissando dall’altra parte della strada, eterea ed invisibile a tutti tranne che a lui.
Tirando fuori dal mantello una mano bianca come la ceramica della sua terra natale, la donna lo invitò a seguirla, per poi voltarsi e sparire nelle ombre di un vicolo lì vicino.
Yoshimo, con il cuore che gli batteva nel petto, iniziò a seguirla, spintondando con forza i passanti che gli impedivano il passaggio preso dall’ardore del momento.
Ma più andava avanti, più era conscio di dove erano diretti.
Dopo qualche minuto, si fermò.
Fino a quel momento Tamoko era viva.
Era fuggita dall’ombra di Sarevok, si era salvata dalla fuoria di Dae’thal, aveva ingannato i chierici di Kelemvor con un finto cadavere e stava aspettando paziente il suo arrivo nella peggiore bettola della città.
Ma ora Yoshimo si trovava in un cimitero.
La figura femminile, con la sua mano pallida, gli stava indicando una tomba scoperchiata.
E dentro c’era Tamoko.
Morta.

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Capitolo 2
*** Profondità ***


Profondità

 

La superficie del portale ondeggiava e sbrilluccicava come il mare in tempesta.
Yoshimo aveva passato le ultime ore ad osservarlo, studiarlo ed ammirarlo.
Non che avesse niente di meglio da fare, se il suo maestro gli diceva di attendere, lui doveva attendere.
Grazie al cielo, nonostante il Geass, aveva ancora un minimo di libertà e, qualche ora prima, quando vide i suoi vecchi colleghi della gilda dei ladri, decise di schivarli agilmente.
Il suo maestro non gli aveva mica detto "Proteggi il portale" in fondo.
Stanco della vista del portale, Yoshimo alzò lo sguardo verso il soffitto.
A prima vista sembrava un soffitto qualunque, come quelli dei castelli dove aveva compiuto alcuni dei suoi lavori migliori.
Ma quel soffitto celava un segreto.
Quel soffitto era situato nelle profondità di una città ricca, immensa e con un odio intrinseco per la magia, la quale non avrebbe mai sospettato di nascondere uno dei più grandi maghi che il mondo aveva avuto il dispiacere di conoscere.
Yoshimo abbassò lo sguardo verso l'imponente portale che si ergeva nel bel mezzo della stanza.
La superficie iniziava ad ondeggiare con maggior fervore, come per attirare la sua attenzione.
Il ladro decise allora di nascondersi nelle ombre ed aspettare.
Finalmente era giunto il suo momento.
Finalmente avrebbe ottenuto la vendetta che tanto aspettava.
E, se si giocava bene le sue carte, anche la libertà.

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Capitolo 3
*** Rumore ***


Rumore

 

Gli occhi di Yoshimo si spalancarono improvvisamente.
Era ora.
Per colpa di Kheldorn, che si era messo a scrivere una lettera alla sua famiglia nel bel mezzo della notte, aveva dovuto rimandare il piano di un paio d'ore.
Ma ora, finalmente, avrebbe potuto finire l'ultima cosa che doveva fare per il suo maestro. E poi la libertà.
Lentamente, senza fare alcun rumore, uscì dalla sua cabina e si incamminò verso la stiva.
Il tragitto fu relativamente breve e, dopo solo un paio di minuti, si ritrovò davanti alla fornitura d'acqua per la missione.
Con un rapido gesto tirò fuori una borraccia per riempirla d'acqua.
Poi tirò fuori dalla manica una boccetta contenente un liquido semi-trasparente, dal vago colore verdastro. Sul tappo, un piccolo teschio di bronzo.
Mancava solamente la scritta veleno.
Con un nodo in gola, stappò la boccetta e la versò nelle botti d'acqua.
Svolta la sua missione, tornò rapidamente nella sua cabina e, senza sapere il perché, decise di guardarsi sul pezzo di vetro attaccato alla parete che i marinai consideravano uno specchio.
Vide un uomo straziato, con gli occhi gonfi di lacrime ed un odio per se stesso illimitato.
E pensare che gli sarebbe bastato fare solo un rumore mentre era in corridoio per evitare tutto questo.
Qualcuno del gruppo si sarebbe svegliato allora, gli avrebbe chiesto spiegazioni, lo avrebbero fermato in qualche modo.
Invece no, era stato troppo bravo.
Non aveva fatto neppure un rumore.

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