Intrighi, segreti, tradimenti e amore vero!!

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una relazione spenta ***
Capitolo 2: *** Invece di comprare una vocale, compra una J!! ***
Capitolo 3: *** LUI ***
Capitolo 4: *** Jensen incontra Jared e Shanna ***
Capitolo 5: *** Flirtare? ***
Capitolo 6: *** La tessera dei delfini! ***
Capitolo 7: *** Il viale dei ricordi ***
Capitolo 8: *** Una cenetta a base di pesce, una cenetta a lume di candela, una cenetta con sorpresa, una cenetta al bacio! ***
Capitolo 9: *** La scoperta ***
Capitolo 10: *** Qualsiasi cosa! ***
Capitolo 11: *** Jensen e Jared dormono accoccolati tutta la notte ***
Capitolo 12: *** L'arrivo di John!! ***
Capitolo 13: *** Sì stiamo insieme e ti amo tanto!!! ***
Capitolo 14: *** Prendimi! ***
Capitolo 15: *** Ti porto in un bel posto ***
Capitolo 16: *** L'emozione del corpo! ***
Capitolo 17: *** Qui dentro, mi devi chiamare professore! ***
Capitolo 18: *** Lezione romantica, ma...senza dimenticare la parte erotica!! ***
Capitolo 19: *** Bagno, libreria e sala video! ***
Capitolo 20: *** La sorpresa più bella! ***
Capitolo 21: *** Jensen, Jared e i delfini! ***
Capitolo 22: *** Al negozio di veterinario da Jared e Jensen ***
Capitolo 23: *** Benny e John portatore di sorprese!! ***
Capitolo 24: *** Tutti in braccio!!! ***
Capitolo 25: *** Matrimonio ***
Capitolo 26: *** E ora, che cosa vorrà? ***
Capitolo 27: *** Colpe ***
Capitolo 28: *** Sorprese, sorprese e sorprese!! ***
Capitolo 29: *** Annuncio!!! ***
Capitolo 30: *** Mamma, mamma, mamma! ***
Capitolo 31: *** Sammy, Sammy, Sammy ***
Capitolo 32: *** Ciambelle e teen agers adorabili ***
Capitolo 33: *** Tu sei solo mio!!! ***
Capitolo 34: *** Sorpresi!!! ***
Capitolo 35: *** Fanboy! ***
Capitolo 36: *** I dolcissimi pensieri di Jared su Jensen ***
Capitolo 37: *** La bellezza del finale aperto ***



Capitolo 1
*** Una relazione spenta ***


Jared stava facendo l’amore con il suo ragazzo.

Lui sotto e Jared sopra. Un lento, ritmico, senza passione, movimento, mentre andava incontro al suo amante.

“Ah. Ah. Ah. Ah.”

Durò poco e quando finì, Jared si distese nel letto, chiudendo gli occhi.

Li riaprì quando vide che Misha si stava accendendo una sigaretta.

Rimase a guardarlo con un’espressione annoiata mentre l’altro tirava una boccata di fumo.

“ Cos’è quella faccia?” chiese Misha seccato.

“Niente.”

“Forza. Dimmi cosa c’è.” Disse Misha esasperato.

Allora Jared si puntellò sui gomiti e disse:

“Ti ho detto un miliardo di volte che non voglio che fumi quella merda in camera da letto.”

Misha sbuffò pesantemente e spense il mozzicone nel posacenere.

“Lo sapevo. Con te sono cinque minuti di piacere e altri 600 di incazzatura. Sei una palla.” Disse Misha, rivestendosi.

Jared chiuse gli occhi per non dovergli tirare un pugno.

“E adesso dove stai andando?”

“Fuori. Per una volta voglio togliermi la soddisfazione di essere io ad uscire dopo l’ennesima scenata.” Disse Jared, alzandosi e rivestendosi.

“Ma sentilo. La povera vittima. Se le cose vanno male è colpa tua. Ti infastidisce tutto quello che faccio. Ma forse di sicuro al tuo amante non troverai nessun difetto.” Disse sarcastico.

Jared sospirò ancora a fondo.

“Non ho nessun amante, Misha.”

“Sì, certo, come no.”

“A giudicare da come mi tratti, forse ce l’avrai tu.” Gli disse sprezzante Jared, sbattendosi la porta alle spalle.
 
 

Jared continuò a camminare per la strada. Era sera e faceva freddo e lui aveva litigato di nuovo con Misha. Che genere di fidanzati erano quelli che litigavano subito dopo aver fatto sesso?

 E soprattutto, erano ancora dei fidanzati loro?

Si sentiva molto triste.

















Note dell'autrice: 

Ciaoooooooooooo. Mi è venuta questa storia in mente giorni fa e non potevo più resistere dal postarla xd spero vi piacerààààààà 

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Capitolo 2
*** Invece di comprare una vocale, compra una J!! ***


Vediamoci, ho voglia di te.
 

Il ragazzo sorrise davanti al messaggio inaspettato.

Lui era proprio un tipo sorprendente.

Ma adesso stava lavorando.

Tra poco gli scrisse l’altro, perché J era un tipo di poche parole.

















 Note dell'autrice: 

ahhahhah non so che cosa mi è preso. Devo essere impazzita ahhah

volevo un capitolo che fosse enigmatico, ma non credevo venisse così corto hahah xd

e voi....avete capito chi è j e chi è l'altro?

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Capitolo 3
*** LUI ***


Jensen era un ragazzo semplice, bello e genuino.

Con la sua bellezza avrebbe potuto fare il fotomodello, ma lui aveva sempre amato le cose genuine!

Sui suoi capelli biondo cenere e morbidi, non metteva neanche un filo di gel. Gli piaceva come venivano.

A Jensen non interessava diventare famoso. Non gli interessava il successo. Fin da quando andava a scuola, era sempre stato un ragazzo umile.

Era per questo che, anche adesso che era diventato “grande “ – aveva solo 27 anni – il suo lavoro rifletteva quello che lui era.

Lavorava in un bar gelateria.

Jensen era un golosone, amava i dolci e le torte e quello era il suo lavoro ideale.

Per fortuna non faceva tutto da solo. Aveva Bobby con lui. Gestivano insieme la gelateria. Diciamo che la gelateria era di Bobby, Jensen ci lavorava soltanto.

Ma a Jensen piaceva questo. Lo preferiva.

Bobby era per lui come un secondo padre e trovava azzeccata l’idea di lavorare con lui alla gelateria.

Era un lavoro fresco, goloso, spensierato.

La gelateria era piena di luce e i clienti si trovavano a loro agio e a Jensen piaceva vedere il volto soddisfatto dei clienti quando assaggiavano e degustavano i loro gelati e le loro cioccolate.

Jensen amava quel lavoro.
 
 


Jensen stava per uscire dalla gelateria perché aveva finito il suo turno, ma Bobby insistette ancora con le solite storie.

“ Hai visto come ti guardava quello eh? Secondo me giocate nella stessa squadra. Perché non vai a parlargli qualche volta? Viene apposta per te.”

“Ma figurati, Bobby, ti fai troppi film. Sono sicuro che quello ama i gelati e non intendo quel tipo di gelato.” Disse Jensen scuotendo la testa.

“Oh, insomma, Jensen, se continui a fare così il prezioso, non troverai mai un ragazzo!!”

Ecco, stava ricominciando.

“Credevo che l’amore non si cercasse, ma che arrivasse lui da te.”

“Sì, ma se te non dai una mano al destino…”

“ Senti, Bobby, basta. Lasciami andare a casa, dai.”

Bobby sbuffò. “Va bene, va bene, orso polare, ma non finisce qui. Non la smetterò di tormentarti finchè non ti troverai un buon partito.”

“ Detesto la politica. Ciao Bobby.” Lo salutò Jensen.
 
 

Jensen stava ancora sospirando quando entrò nella palazzina del condominio. Entrò dentro l’ascensore che l’avrebbe portato al piano del suo appartamento e continuò a pensare alle torture di Bobby.

Quando quell’uomo si metteva in testa una cosa era davvero incredibile.

E adesso si era messo in testa di trovargli un fidanzato.

Figurati, come se avesse potuto tradire….LUI.

Ok, ultimamente c’erano un po’ di problemi tra di loro ma Jensen pensava di star cominciando a volergli bene tutto sommato e voleva vedere se la loro relazione poteva decollare.

Non era semplice certo. Lui aveva un caratterino niente male e spesso spariva di punto in bianco senza dargli nessuna spiegazione per poi cercarlo quando meno se l’aspettava.

Però era bello. E alto.

E aveva due occhi stupefacenti.

Dio Jensen…in che casino ti stai mettendo eh?
 
 

Jensen aprì la porta del suo condominio e due paia di braccia forti e possenti lo spinsero sul divano.

“Ma sei impazzito?” gemette Jensen.

“Dai, lo so, che ti piace.” Disse lui e Jensen vide i suoi denti bianchissimi, prima che quello sfacciato cominciò a mordicchiargli il collo.

“Dio…se mi lasci il segno – intendeva un succhiotto  - la paghi, Misha.

















Note dell'autrice: 

ahhahha non ve l'aspettavate eh??? xd eravate così convinti che fosse Jared quello che tradiva E INVECE NO xd cit laura pausini xd

Ma non vi preoccupate... i j2 si incontreranno e non abbiatecela con il povero jensen...lui non sa che mish è fidanzato ahhahha ops spoiler!! xd

Visto Jens? voleva tanto la semplicità e si mette con misha ahhahh xd

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Capitolo 4
*** Jensen incontra Jared e Shanna ***


“Shanna, anche questa gelateria è chiusa…” disse Jared continuando a guidare.

“Uffa!” disse la bambina.

Jared sospirò. “Se vuoi possiamo provare a Torchville. Lì dovrebbe essercene una.” disse concentrandosi.

La bambina tornò ad illuminarsi.  “Sì, sì, dai proviamo.”

Jared sospirò. “E va bene, ma se anche quella è chiusa, torniamo a casa.”

“ Fratellone, io voglio così tanto il gelato.”

“Dovremmo conservarne un po’ di scorta a casa. La prossima volta andiamo direttamente al supermercato e ne compriamo un po’.” Disse Jared.

La bambina sorrise.

Jared sorrise a sua volta. “E quei codini? Non sei un po’ grande per fare i codini?” chiese.

“Uffa. Ho otto anni. Sana li portava ancora a 14 anni.”

“Il cartone animato?”

La bambina sbuffò. “ Sei bravo ma sei tanto noioso a volte, fratellone.”

“Mi dispiace.” Disse Jared sincero.

“Non è colpa tua. È Misha vero? Lui ti fa essere antipatico e brontolone.”

“Shanna non parlare così di Misha…se ti sentisse…”

“Cosa? Mi sbuffa addosso?”

Jared ridacchiò. “Perchè pensi sia colpa sua?”

Shanna scrollò le spalle. “ Lo penso e basta.”

“Beh, io invece credo di no. e sai perché? Primo perché una persona ha il carattere che ha e non può dare la colpa agli altri. È da infantili. E poi non è possibile che una persona possa avere così tanta influenza su un’altra.”

Shanna restò zitta. Era abbastanza matura da sapere che non poteva vincere una discussione con il suo fratellone. Voleva avere sempre ragione lui. Anche quello era colpa di Misha. Chiaramente Misha non lo ascoltava mai e figurati sentire le sue opinioni, quindi Jared cercava qualcun altro che le ascoltasse.

“Shanna, sai che anche se sono un po’ brontolone, ti voglio bene vero?” sorrise Jared guardandola.

“Sì, lo so.” Disse la bambina abbracciandolo.

“uh….Guarda. forse siamo fortunati, Shanna.” Disse Jared vedendo una gelateria aperta.
 
 
 
Jared e Shanna entrarono nella gelateria. Quella sera Jensen finiva il turno un po’ più tardi.

“Scegli pure il gelato che vuoi. Lo mangiamo qui.” disse Jared dolcemente.

“Evvai!!” disse Shanna saltellando euforica e prendendo il depliant dei gelati.

“Jared?”

Jared si voltò al suono di quella voce famigliare. Si voltò e vide….Jensen.

Era tanto tempo che non lo vedeva…
 

“Sì…sono io…e tu sei…Jensen?” chiese Jared stupefatto.

Jensen gli sorrise radioso e lasciò strofinacci e spugne per avvicinarsi al vecchio amico.

“Dio, non ci credo…sono passati…anni.” disse Jensen sorridendo.

Sette anni…su per giù dai tempi della scuola.” gli fece eco Jared.

“Fratellone, io vorrei il gelato.” Disse Shanna.

Jared si voltò verso di lei.

“è la tua sorellina?” chiese Jensen stupefatto.

Jared annuì.

“Ehi, piccolina.” Disse Jensen, accarezzandogli la testolina. Shanna nascose il viso imbarazzata.

Jared sentì uno strano sentimento agitarsi dentro di lui nel vedere Jensen fare il carino con la bimba. Contentezza…e forse anche un po’ di gelosia?

“ Dimmi il gelato che vuoi.” Disse Jensen gentile.

La bimba mostrò una coppa al cioccolato con salsa menta.

“Ohh è bella grande. Non hai paura di fare indigestione?” gli chiese Jensen, segnando con il taccuino.

“Non c’è paura. La aiuto io.” Disse Jared.

Jensen scosse la testa. “Sei sempre stato un gran golosone. “

Jared lo fissò dopo quell’affermazione. Lo stupì che Jensen ancora se lo ricordava.

“Beh..io…uhm..vado a preparare il gelato.” Disse Jensen con uno strano tono combattuto.
 
 
Jared mantenne la promessa di aiutare Shanna a mangiare il gelato.

Alla fine andarono alla cassa e Jared tirò fuori il portafoglio.

“Sono 4 dollari.” Disse Jensen, battendo sulla cassa.

Jared alzò un sopracciglio.

“Sei sicuro? Ho guardato sul depliant e mi sembrava che fosse 6…. E in più hai aggiunto la panna, quindi…”

“Jared, a posto così…” disse Jensen alzando la mano come per dirgli di lasciar stare.

Jared lo fissò ancora. “Jensen..”

“ Senti, non posso fare uno sconto a un vecchio amico e alla sua sorellina?” disse Jensen sorridendo.

Alla faccia dello sconto… pensò Jared.

“Beh, allora, grazie…” disse Jared.

Jensen sorrise. Sembrava quasi un sorriso triste.

Jared ancora non si mosse.

“Io…non sapevo…che lavorassi qui…altrimenti sarei passato a trovarti.” Disse Jared.

Jensen sorrise, sentendosi di colpo più rilassato.

“Io non abito lontano..” disse ancora Jared.

Questo stupì Jensen. Sgranò gli occhi.

“Davvero?”

Jared scosse la testa ancora sovrappensiero.

“Abito a circa 15 minuti da qui…ma fino adesso non ero mai passato in questa gelateria.”

“In effetti è un po’ fuori mano…” convenne Jensen.

“Beh…io adesso andrei. Questa piccola peste sta scalpitando che vuole andare.” Disse Jared ridendo vedendo Shanna annoiata, attaccata al termosifone.

Jensen rise.

“Vai, non far aspettare la piccola…”

Jared lo guardò con uno sguardo un po’ deluso, poi si voltò per andare via. Jensen ci pensò un po’ su e poi lo chiamò:

“Aspetta. Aspetta un momento.”

Jared si voltò di nuovo speranzoso.

“Sì?”

Jensen scribacchiò qualcosa su un foglietto e lo porse.

Jared lo prese sentendo il cuore palpitare e credendo di essere tornato ai tempi delle medie.

“ Chiamami, magari se vuoi che ci beviamo una birra insieme…o se hai voglia di un altro gelato.”

Jared sorrise mirando il biglietto.

“Sì. Mi fa piacere.” Disse.
 
















Note dell'autrice: 

ed eccoci all'incontro!!!! :))) Shanna vi ricorda qualcosa? ahhah xd la bambina di Sam e Dean!!! xd 

Cooomunque, non vi preoccupate, la bimba per quanto carina non sarà nella storia...o almeno non sempre...non farò l'errore delle altre volte di mettere troppi personaggi xd

Ora scopriao che i j2 già si conoscevano e andavano a scuola insieme..nel prossimo capitolo ne sapremo di più ^^

questa sarà una storia abbastanza leggera...un pò di dramma giusto per dargli sapore ma non troppo, tranquilli ^^ 

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Capitolo 5
*** Flirtare? ***


Jensen non aveva fatto altro che pensare a Jared tutta la notte, o quasi, con il risultato che quando finalmente si addormentò, sognò lui, sé stesso e i tempi della scuola.

Jared era stato il suo primo grande amico e forse qualcosa di più. Nella sua mente, perché in realtà, non aveva mai trovato il coraggio di dichiararsi. Era cotto di lui ma a quell’età dove hai paura di tutto, anche della tua sessualità, soprattutto di quella, è tutto molto difficile.

Alla fine Jared aveva cambiato scuola e non si erano più rivisti ma Jensen si era ritrovato spesso a pensare a lui.

Sette anni potevano essere una vita, se ti manca qualcuno….
 


Jensen si svegliò l’indomani mattina con un messaggino sul telefono di Jared.

Il cuore tornò a battergli come un tamburo. Dentro di sé il pensiero di essere tornato un ragazzino alle medie.

Oggi non lavoro…ti va di pranzare insieme? Una cosa veloce e leggera tipo take away? Tipo…torniamo liceali per un giorno?

Jensen non sapeva che Jared aveva cancellato più volte il messaggio correggendolo più volte con le mani che tremavano. Accettò subito con un gran sorriso.

Aspetta, ma forse devi lavorare

Fu la risposta di Jared.

In effetti sì, Jensen doveva lavorare ma non c’era bisogno che Jared lo sapesse, giusto? Altrimenti avrebbe rifiutato e Jensen non voleva dargli una scusa per ripensarci, giusto?

No tranquillo, oggi finisco prima, mentì Jensen, poi telefonò subito a Bobby, mentre era ancora in pigiama sul letto, sentendosi ancora un ragazzino alla prima cotta. Sicuramente Bobby non gli avrebbe negato un pernesso…
 
“Perché vuoi uscire prima? Che devi fare?” gli chiese Bobby.

Se avesse saputo che uscivi con uno…

“Uff. Dai, Bobby, devo uscire con…con un tipo.” Disse evasivo.

“Chi?” chiese Bobby con un tono sia euforico sia sorpreso.

“ Non lo conosci.” Mentì Jensen. Se avesse saputo che era Jared…Bobby gli aveva fatto una testa così su Jared, quando erano ragazzini.

“Va bene, va bene, chiacchierone, ma cerca di non vestirti come un barbone, eh?” disse Bobby.
 
 
 
 
 
*

Jensen incontrò Jared al parco con il take away. Erano in piedi entrambi appoggiati al ponticello mentre il sole li illuminava e li riscaldava.

“Che c’è? Forse non ti piace che siamo venuti qui?” chiese Jared preoccupato, notando il disagio dell’amico.

Jensen si sentì colto in flagrante.

“No, no, ma che dici. È solo che non pensavo di venire al parco.” Disse. Decisamente era un po’ imbarazzante, ma era anche piacevole stare lì con lui.

Jared fece una faccia desolata.

“Cavolo, sono un idiota, scusami. Avrei dovuto comprare del cibo vero, invece ti porto qui invece di…”

Jensen rise: “Invece di cosa? Portarmi al ristorante? O in un fast food?”

Jared avvampò.

“Jared, questo va benissimo, davvero. Hai avuto un’idea originale con questo take away e poi queste patatine…awww.” Disse Jensen sincero.

Jared sembrò più rilassato.

“Parlami di te. Che cosa hai fatto in questi anni? I tuoi litigano ancora tantissimo?” gli chiese Jensen.

Jared si stranì. “Te lo ricordi ancora?” gli chiese.

“Delle litigate epiche che facevano? Certo!” ridacchiò Jensen

“Beh…hanno divorziato alla fine.” Disse Jared.

“Oh..mi dispiace.” Disse Jensen.

“A me no. Litigavano furiosamente tutti i giorni e tutto il giorno e io restavo in mezzo. Per fortuna poi sono andato a vivere da solo, anche se questo ha segnato la fine del loro matrimonio.”

“Come??” chiese Jensen sbalordito. Come poteva essere colpa di Jared? Non aveva senso.

Jared sospirò. “Fincè c’ero io a casa, i miei si sforzavano di tenere unita la famiglia. Quando io sono andato via, è come se ogni ragione di restare insieme fosse venuta a mancare. Per diverso tempo mi sono sentito in colpa per questo.”

Jensen gli prese la mano.

“Jared, capisco come ti senti, ma non è stata colpa tua.”

Jared imbarazzato ritirò la mano

“Io…adesso lo so, ma anni fa non lo capìì. Comunque non mi è mai piaciuto restare a piangermi addosso. Mi sono rimboccato le maniche e ho voluto fare quello che mi piaceva fare, anche a costo di litigare con i miei. Era quello che tu mi dicevi sempre che era importante, ricordi?”

“Sì.” Disse Jensen felice che anche se lui e Jared si erano divisi, il giovane si era ricordato dei suoi consigli.

“Sono andato all’Università e…sono diventato la pecora nera della famiglia.” Disse Jared ridacchiando.

“Come?” chiese Jensen stranito.

“ Papà e mamma avrebbero voluto che diventassi un imprenditore o seguissi l’attività della famiglia. Non avrebbero voluto che sprecassi soldi..a studiare! Figurati quando hanno saputo poi che volevo fare dei corsi per imparare a curare gli animali.”

Jensen restò a bocca aperta. “E tu hai fatto questo?”

“Sto studiando un corso per veterinari e nel fine settimana addestro…i delfini.” Disse Jared imbarazzato.

Jensen lo guardò con gli occhi che gli brillavano. Poi si ricordò di una cosa.

“Quindi era quello il lavoro di cui mi parlavi ieri?” chiese.

“Sì, anche se diciamo che…a volte, aiuto anche papà nella sua attività. Sai, tenere la contabilità e rispondere al telefono quando lui non può. Per farlo contento diciamo.”

Jensen lo guardò ammirato

“Sono fiero di te, Jared.”

“E…e tu, che cos’hai fatto?” chiese Jared, imbarazzato, cambiando discorso.

“Io…beh, non ho fatto molto.” Disse Jensen imbarazzato. “Per qualche tempo ho provato a fare il cameriere, il benzinaio…ma non era il mio genere, sai? Così…ho deciso di lavorare in una gelateria…con Bobby.”

“Bobby??? QUEL Bobby?” chiese Jared.

“Già. Proprio lui.”

“Mi ricordo che mi sgridava sempre perché mangiavo troppe merendine quando venivo a casa tua.” Disse Jared. Lui e Jensen scoppiarono a ridere.

“Quindi…sembra che ognuno fa quello che gli piace fare, alla fine.” Disse Jensen sorridendo.

Jared si lasciò scappare un sorriso triste.

“Jared? Ho detto qualcosa che non va?” chiese Jensen preoccupato.

“No…è che…mio padre vorrebbe che prendessi a pieno titolo l’azienda di famiglia. È una grande azienda e lui vuole che io che sono suo figlio, ne diventi capo.”

“E tu non vuoi, giusto?”

“No, non mi ha mai interessato. Inoltre se facessi come vuole lui, dovrei rinunciare ad addestrare i delfini, ad aprire uno studio veterinario mio. I miei dicono che non posso mandare all’aria il patrimonio di famiglia per andarmene a curare i cuccioli. Ti giuro, in certi momenti li odio. E odio i nostri soldi.”

Jensen sapeva che la famiglia di Jared era benestante, ma non pensava che con il passare degli anni lo avrebbero reso sempre più infelice. Gli dispiaceva.

“ Giocano a fare le persone perbene, rispettabili, ma intanto hanno divorziato perché papà..se n’è andato con un’altra donna. E poi è nata mia sorella, Shanna, che adoro…però, voglio dire…oh, cavolo, perdonami, ti sto ammorbando con i miei problemi, proprio come facevo una volta.”

“Non mi stai affatto ammorbando, Jared. Né ora né un tempo, anzi…” disse Jensen, poi si riprese e disse invece “Perché non li mandi al diavolo e fai valere le tue ragioni? In fondo non possono costringerti a…”

“Il mio ragazzo sta dalla loro parte, Jensen…”

Silenzio.

Fu Jared a romperlo per primo.

“Sta dalla loro parte e…rende tutto più difficile. Insiste con il dire che dobbiamo amministrare e investire per il nostro futuro.”

“Da…quanti anni stai con lui?” chiese Jensen, che si era fermato alla frase: il mio ragazzo.

“Un anno…tra tira e molla, vari. Scusa, ma non mi va di parlare molto di lui. Non è un buon momento tra noi.” disse Jared.

“Va bene, lo capisco.” Disse Jensen, mentre il mostro dentro di lui ruggiva di approvazione al sentire che le cose non andavano bene.

“E tu hai qualcuno?” chiese Jared.

“Io…bo…non saprei. Voglio dire sto frequentando qualcuno da qualche mese ma è una cosa un po’ complicata. Lui è un po’ sfuggente. Vedremo.” Disse Jensen.

“Mi è venuta sete. Vado a bere dall’acqua della fontana.” Disse Jared, allontanandosi.

Jensen lo seguì.




Bevve un po’ a fatica dalla fontanella.

Jensen allungò le mani a coppa sotto la fontana.

“Che fai?” chiese Jared.

Jensen sorrise.

“Bevi da me, dai. Come una volta.”

“Jensen…” disse Jared a disagio.

“Andiamo. Una volta non ti imbarazzavi per così poco.”

Jared accolse la sfida e bevve l’acqua dalle mani di Jensen.

Un’elettricità e un’intimità dolce e sensuale prese a scorrere tra di loro.

 Poi si tirò su, asciugandosi la bocca.

Entrambi facevano fatica a guardarsi in faccia.

“Grazie.” Disse Jared, sentendosi prendere fuoco velocemente.

“Figurati, per così poco.” Disse Jensen.
 
 















 Note dell'autrice: 

Ciaooooo. Uhh questo capitolo è stato abbastanza complicato xd nel prossimo vedremo i due che escono di nuovo insieme e vi avviso che potrebbe esserci già qualche bacetto <333333

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Capitolo 6
*** La tessera dei delfini! ***


Jared aveva perso una tessera del parco acquatico dove andava ad addestrare i delfini.

Jensen se n’era accorto per caso, quando si erano salutati all’uscita del parco e Jared era ripartito con la sua macchina.

Jensen l’aveva guardato andare via come un adolescente e solo quando la macchina sparì dalla sua vista, si era deciso a voltarsi per andare alla sua macchina.

Ma quando volse lo sguardo per caso a terra, si accorse che c’era quella tessera per terra.

Jensen era sicuro che Jared ne aveva molte altre e non era un problema per lui, mentre invece Jensen poteva approfittare della cosa.

Per fargli una sorpresa, sperava gradita.
 
 
 
 
 
*

Jared si trovava al parco acquatico nella grande vasca che stava, non si sa come, ordinando ai delfini di fare delle piroette.

“Sì. Bravi. Bravi.” Disse Jared, accarezzando i loro dorsi.

“Sei un ragazzo pieno di sorpreso, Jared.” Gli disse una voce familiare.

“Jensen??” si voltò l’altro. Era vero allora che se desideri tanto fortemente qualcosa, quella si realizza, altrimenti com’era possibile che Jensen si trovava lì in quel momento?

“ A quanto pare non sono l’unico pieno di sorprese! Che diavolo ci fai qui e come diavolo hai fatto ad entrare!!” disse sorpreso, scandalizzato ma felice.

Jensen sorrise. “ Volevo farti una sorpresa. Spero non sgradita.”

“Solo chi ha la tessera può entrare qui…come hai fatto a convincere gli addetti? Ti sei scambiato per l’FBI?”

Jensen sorrise scuotendo la testa e sventolandogli la tessera sotto il naso.

Jared rimase a bocca aperta.

“Tu! Brutto ladro che non sei altro!”

“Ladro? Vorrei esserlo, così guadagnerei di più, ma se ho un amico smemorato come te, che dimentica tessere in giro, non mi serve diventarlo.” Ammiccò Jensen restituendogliela.

“Cavolo, Jensen…dove l’ho persa?”

“Deve esserti caduta quando sei entrato in macchina. È un miracolo che l’abbia vista, ma ormai tu eri già andato.” Disse Jensen facendo il gesto con la mano.

Jared lo fissò.

“ E…e poi non te l’ho detto perché non avevo capito subito che era tua, pensa che stavo per lasciarla lì. Poi per fortuna mi si è accesa una lampadina.” Mentì Jensen.

Jared rise. Chiaramente non aveva bevuto la menzogna.

“Sono contento che tu sia qui.” disse.

“Jared…questo posto è….stupendo. . Ti si adatta, dico davvero!”

Jared lo fissò un po’ sorpreso.

“Beh…ehm, voglio dire, che è un posto che ispira calma, tranquillità, giocosità. Come te, voglio dire. Se penso a un posto in cui ti puoi trovare a tuo agio, non penso a niente di meglio.”

Jared sorrise, poi chiese a Jensen se voleva accarezzare i delfini.
 

Passarono una bella giornata. Jensen restava a guardare Jared che ammaestrava i delfini, poi li accarezzavano insieme, poi Jared ha cominciato a distrarsi e a parlare con Jensen.

“Vieni ancora! Se porti la tuta adatta, magari chissà…un giorno di questi possiamo pure fare il bagno con loro.” disse Jared aggrappandosi alla sua felpa, in uno slancio euforico.

“Dici…sul serio?” chiese Jensen stupefatto.

Jared annuì felice. “Sono l’istruttore. Posso fare tutto quello che voglio. Beh, quasi tutto.” Ridacchiò.
 
 

Jensen tornò a casa felice quella sera.

Felice e…distratto!

Anche quando fece l’amore con Misha.

“Jensen, ti sento un po’ distratto. Stai pensando ad altro?” gli chiese alla fine Misha.

“Cosa? Ma che dici?”

“Senti un po’, non è che mi tradisci?”

“Ma sei scemo? Cosa vai a pensare??”

Misha fece un sorrisetto ironico.

“ Sai, avevo un ragazzo, una volta, che mi tradiva e si comportava proprio come te.” Gli disse.

Jensen restò senza parole.

Lui non lo stava tradendo, vero?

Vero? 

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Capitolo 7
*** Il viale dei ricordi ***


Questa volta era stato Jensen ad invitare Jared. Al lunapark!

Eppure non erano più bambini…cavolo, cosa gli era saltato in mente?

“Puoi portare pure Shanna, se vuoi!!” gli disse per stemperare il tutto.

Era davvero convinto che avrebbe portato anche Shanna!!

Invece Jared arrivò da solo in macchina da Jensen che lo aspettava.

“E Shanna?” gli chiese, sorpreso di vederlo solo.

“Non ha voluto venire.” Disse Jared un po’ imbarazzato. “A quanto pare preferisce giocare alla playstation a casa della sua amichetta Charlie.”

Jensen vide Jared che scosse la testa.

“Non capisco i bambini di oggi. Perché preferiscono i videogiochi al lunapark adesso? Non sarà che li iniziamo alla tecnologia troppo presto?”

Jensen sorrise.

“Mi ricordo che pure noi amavamo i videogiochi. Specialmente tu.”

Jared fece il broncio, colpito in flagrante, poi disse: “Però amavamo il lunapark.”

Jensen decise di investigare di più sulla cosa.

“Sapeva che venivo anch’io?”

“Sì. Perché?”

“E…ehm..cosa ti ha detto di me?”

“Jensen, se pensi che le stai antipatico, toppi alla stragrande. Non ha fatto altro che parlare di te da quando siamo usciti da quella gelateria. Ha detto che sei bello, simpatico, spiritoso, brillante….e….e io avevo promesso di non dirti niente, cavolo!!” disse Jared, tirandosi giù la cuffia fino alla fronte.

Jensen sorrise intenerito. Ricordava troppo bene i momenti trascorsi con Jared a discutere sulla sua proverbiale ingenuità e quanto questa lo inteneriva.

Lo stupido sei tu, Jared…Shanna voleva lasciarci da soli e non l’hai capito… pensò sorridendo teneramente.
 
 
 
*

Erano quasi arrivati al lunapark quando Jensen frenò bruscamente.

“Diavolo. Ragazzino, fai attenzione. Con questo buio è pericoloso!!” disse al bambino che aveva attraversato bruscamente.

Quando il bambino si scusò e se ne andò, Jensen si voltò verso Jared e vide che teneva gli occhi chiusi e le mani sulla faccia.

“Jared. JARED. Che cos’hai? È tutto a posto. Non l’ho investito. Sta bene!!” disse Jensen, allarmato da quella reazione e togliendogli premurosamente le mani dalla faccia.

Quando lo fece, vide che delle lacrime scendevano dalla faccia di Jared, che cercava inutilmente di non farle vedere.

“Jared, mi stai spaventando…cosa..”

“Scusami, Jensen. io…è che quel bambino assomigliava…”

“A chi, Jared?  A chi somigliava??”

“Somigliava a mio figlio.”

Silenzio. Jensen sentì il cuore lacerarsi in più parti.

Jared aveva un figlio???

“Tuo..tuo…”

Jared si accorse della faccia stupita di Jensen e si affrettò a chiarire.

“No, perdonami, non volevo dire…non ho nessun figlio in realtà..”

“Ma allora cosa..”

“Intendevo che quel bambino era….assomigiiava al bambino che avrei voluto avere…come me lo sono sempre immaginato, compreso il suo nome.” Disse Jared riferendosi al berretto con la scritta J che il bambino portava.

Jensen si perse nel vuoto.

“Ricordi, Jensen? ricordi quando ne parlammo?” chiese Jared.
 
 
“ Sì. Un giorno mi sposerò e avrò un bambino.” Diceva il giovane Jared al giovane Jensen, mentre al lunapark segnava un punto con le pistole.

“T-ti sposerai? E con chi?”

“Mah…devo solo scegliere. Ho tante ragazze che mi corteggiano.”

“ Se sono tutte odiose come Genevieve…”

Jared lo fissò. “Mi sposerò. Forse proprio con Genevieve.”

“E io spaccherò la testa a tutti e due.”

“E dai…piantala. E poi non potrai. Viaggerai in capo al mondo e passerai da una ragazza all’altra…mentre io mi sposerò e avrò un bel bambino.”

“Mpf…e come lo chiamerai?”

“Io…non lo so…ma credo che l’iniziale del suo nome sarà J…”

“G??” chiese Jensen disgustato.

Jared si strinse tra le spalle senza dire niente.
 

Il Jensen di quel tempo stava pensando al quel ricordo adesso.
 
 
 


*

Erano arrivati al lunapark.

“ L’avrei chiamato J, in tuo onore. In onore alla nostra amicizia.” Disse Jared.

“Jared, perché non me l’hai detto?” chiese Jensen, mentre mangiavano una frittella.

Jared sospirò. “Perché forse già capivo che era una bugia, che non avrei mai avuto un figlio mio…né tantomeno una vita con una donna. Guarda, una ruota panoramica. Che ne dici, facciamo un giro?” chiese Jared.

“Sì, certo.” Disse Jensen.
 
 
 
Sulla ruota panoramica, Jared ad un certo punto indicò una serie di costellazioni.

“Ahahha Jensen, guarda. Guarda laggiù, non sembra una macchina??”

“ Ti avevo detto di non esagerare con la birra, Jared!”

“No, dai guarda bene. Anzi, non sembra una macchina. Sembra quella macchina! Te la ricordi? Quella macchina stramba con le portiere a terra, che aveva il padre di Sebastian!”

“Sì, mi ricordo…mi ricordo anche tu che insistesti per farci un giro!” disse Jensen.
 
 
 
“è una macchina pericolosa. Le portiere potrebbero rompersi e finire fuori strada e se poi finisci in ospedale io non ti vengo a trovare!” gridava Jensen, mentre il padre di Sebastian era venuto a prendere Jared e suo figlio nel cortile della scuola e faceva fare loro un giro sulla macchina. Anzi, faceva provare a Jared la macchina!

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“Non ha l’età per guidare!! Adesso vado a dirlo a suo padre e poi alla polizia e…”

Seee e alla Neuro. Che mi frega poi a me? – pensava Jensen nervoso mentre scomparivano dalla strada.
 
 
“Mi lasciasti solo a svolgere quel gioco di ruolo comprato nuovo di zecca di Dylan Dog, per andare a provare la macchina del tuo amico tamarro. Del padre del tuo amico tamarro.” Disse Jensen.

Jared si tirò malinconicamente una ciocca dietro l’orecchio:

“Jensen…tu…non capivi. Non capivi perché…eri già…adulto. E non capivi che io ero solo un ragazzino..all’apparenza disinvolto e in realtà pieno di paure.”

“Con gli altri non mi sembrava avessi tante paure..”

“Ecco, vedi…non capisci neanche adesso. Con gli altri sapevo di poter fare il civettuolo…e poi era solo per ingelosirti.”

“Ingelosirmi? Ma..Jared..”

“Vieni, scendiamo, la ruota si è fermata.”
 
 


Adesso Jared e Jensen erano seduti su una panchina a guardare la lotta dell’autoscontro.

“Sai..ti confesso una cosa imbarazzante. Quando ero ragazzino avevo..una piccola cotta per te!!” disse Jared sorridendo.

“Coosa??? Davvero??” chiese Jensen sconvolto.

Jared rise. “Sì, te lo giuro. Anzi, una piccola, grande cotta! Scrivevo delle poesie imbarazzanti!!”

Jensen sgranò gli occhi e poi cercò di non farsi sconvolgere dalla cosa. Disse con tono divertito:

“Dai, fammele leggere. Sono curioso. Vorrei…”

Ora Jared cambiò espressione.

“Le ho bruciate in un momento di…sconforto. Ho fatto un bel falò nel camino della mia casa.”

Silenzio.

Jared riprese a sorridere. “Dai, non diventiamo tristi. È il passato. Spero di non averti messo in imbarazzo. In fondo era una piccola cotta. Capita agli amici. Prendiamo ancora qualcosa da bere.”

“S- sì….”
 



Provarono altre giostre, come l’acquapark e la casa dei fantasmi. Usciti dalla casa dei fantasmi, continuavano a ridere come due cretini.

Jared si aggrappò alla camicia di Jensen e gli disse:

“Sembra che noi due abbiamo passato la vita intorno a questi fantasmi. Non sembra anche a te?”

“Già…”

Restarono un po’ a guardarsi, nel buio della notte, in piedi, vicino.

Poi Jensen si avvicinò ancora di più al viso di Jared.

“Jared…forse non è troppo tardi..” gli disse, accarezzandogli il viso.
 

Jared non fermò Jensen quando, con delicatezza e dolcezza posò le labbra sulle sue, quando lo baciò piano, baciò le sue labbra, gustandone la consistenza, senza violenza, o frenesia, ma volendo assaporare tutto di quel momento tanto atteso.

Jared ricambiava con la stessa dolcezza, volendo anche lui poggiare e baciare quelle labbra.

“Jensen…no. non possiamo.” Disse poi Jared, tirandosi indietro.

“Jared, ma perché no? Forse, forse possiamo tornare indietro…ricominciare tutto da capo.” Disse Jared.

“Lo abbiamo fatto, Jensen. Lo abbiamo già fatto. E poi ho un ragazzo adesso. Riportami a casa per favore.”

Jensen sospirò.

“Va bene, io…io spero di non aver rovinato tutto.”

“Jensen, è tutto a posto, davvero.”
“Ok…”
 
 
 
Jensen riportò a casa Jared, poi non ce la fece a non confessarglielo.

“Jared, devo confessarti una cosa, prima che tu vada.”

“Sì?”

“Io…quello che tu provavi per me, non era a senso unico. “

Jared lo guardò colpito da questo.

“O-ok…non cambia comunque niente. È tardi per questo.”

“E poi volevo dirti anche che…mi sono pentito ogni giorno di non aver fatto niente per fermarti, quando hai deciso di cambiare scuola.”
 
 
 
*

Me ne vado, Jensen, i miei genitori vogliono che lasci la scuola e non c’è niente che tu puoi dire per far loro cambiare idea.”

“Ma…perché Jared? Perché??

Jared sospirò, mentre piangeva. “ I nostri compagni hanno capito che…che non mi piacciono le ragazze..mi prendono in giro e i miei genitori sono venuti a saperlo. Ora vogliono che io cambi scuola. ”

“Jared, non te ne andare, anche io sono come te.  Ti difenderò io…parlerò con i professori e con i tuoi e….”

Jared rimase sconvolto a sentire questo.

“E cosa? Vuoi che scoprano che anche tu sei come me? jensen, ti prego, non fare niente. Lasciami..andare.”

“Jared..”
 
 
“Non è vero che non facesti niente. Ero io che ero troppo codardo.” Disse Jared, dandogli un bacio sulla guancia.

“Ti accompagno fino alla porta. Come amico.” Disse Jensen frettolosamente, vedendo Jared guardarlo in maniera sospettosa.

“Ecco. Sono arrivato. Questa è casa mia. Non tentare ancora di baciarmi, ti prego. Dimmi solo ciao, ok?” disse Jared dolcemente.

Jensen non disse niente, ma si avvicinò al viso di Jared che comunque non lo respinse.

Jared chiuse gli occhi ma Jensen prese la sua fronte e gli stampò un bacio struggente e dolcissimo proprio lì.

Delle lacrime uscivano dal viso di Jared.

“Ciao Jared e grazie.” Disse Jensen andando via.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Note dell'autrice:   
 
Capitolo ispirato al fumetto n 74 di Dylan Dog: il lungo addio :))

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Capitolo 8
*** Una cenetta a base di pesce, una cenetta a lume di candela, una cenetta con sorpresa, una cenetta al bacio! ***


Una cenetta a base di pesce, una cenetta a lume di candela, una cenetta con sorpresa, una cenetta al bacio!






Jensen non aveva fatto altro che pensare e ripensare a quel bacio.

Misha gli chiedeva continuamente che cosa avesse, ma Jensen non ce la faceva a dirglielo.

Ok, quello tra lui e Misha non era proprio un fidanzamento vero. Non erano fidanzati e lui spesso spariva e non diceva dove andava, ma comunque…comunque non capiva neanche lui quello che succedeva e inoltre rosicava dalla gelosia se pensava che in quel momento Jared era tra le braccia di un altro.

Avrebbe voluto avere l’altro di fronte per dirgli che se aveva lui la fortuna di avere un tesoro come Jared con lui, non permetterebbe che la sera uscisse con un altro al lunapark e che si facesse baciare da codesto tizio innamorato di lui.

Resterebbe con lui sempre e comunque e non gli farebbe rimpiangere amori adolescenziali mai nati.

E lui…lui era un idiota. Se gli avesse detto questo, il tizio avrebbe potuto prenderlo alla lettera.

Stava impazzendo!
 


Jared non era messo meglio. Amava Jensen, ma finalmente dopo tanti anni era riuscito a non pensarci più, a dimenticarlo quasi. Beh, ora non esageriamo, dimenticarlo era impossibile, ma almeno non ci pensava più così tanto assiduamente, si era rassegnato, quasi.

Era quel quasi che stonava, perché aveva sempre conservato l’illusione che un giorno lo avrebbe rivisto.

Ora però era diventato tutto reale. E Jensen gli aveva perfino detto che lo aveva sempre amato. Proprio come Jared aveva sempre voluto.

Jared aveva paura. Paura di illudersi proprio come quando era un ragazzino spaurito al liceo, che ci aveva sperato e aveva sofferto.

E poi c’era Misha…come doveva fare con Misha?
 
 
 
 
Jensen e Jared non si videro per due settimane. Allo scadere della seconda settimana, Jared aveva accettato di andare a casa di Jensen per una cenetta a base di pesce cucinata da lui.

Era un po’ restio ma quando Jensen gli disse che avrebbe cucinato lui e avrebbe fatto del pesce, Jared accettò.

Come si può fare a rifiutare qualcuno che ti dice che cucina apposta per te? E quel caro furbetto di Jensen lo sapeva troppo bene.
 
 
 
Jared era arrivato a casa di Jensen e lo aveva visto mentre cucinava ancora il pesce in padella. Aveva le maniche della camicia bianca arrotolata e un grembiule stretto in vita.

Jared lo fissò.

“Stai cercando di fare 50 sfumature di qualcosa?” gli chiese.

“Ah, no, no, questo è…è solo per non sporcarmi!” disse, cercando di levarselo.

“No, non togliertelo. Mi piace.” Disse Jared.

Jensen lo guardò imbarazzato e decise di tenerselo, con un sorriso, poi notò che Jared stava fissando un punto vicino al lavandino.

“Cazzo…Jared, non guardare. Merda, ho dimenticato di togliere le…le…” disse Jensen, parandosi davanti al lavandino.

“è tutto a posto, Jensen, stà tranquillo…non mi..”

“No, no, che non è tutto a posto. Ti hanno sempre fatto senso vedere…le interiora e…la pulizia del pesce che…vai in salotto e siediti sul divano, per favore…”

Jared arcuò le sopracciglia. “Parli sul serio?”

“Mai stato più serio e non farmelo ripetere.” Disse Jensen autoritario.

Jared sorrise e ubbidì sentendo qualcosa sciogliersi dentro il suo cuore.
 
 
Jared attese pazientemente che Jensen ripulisse il lavandino e togliesse via ogni traccia della pulizia del pesce, dopodiché Jensen lo informò che poteva alzarsi.

Jared si alzò, gli andò incontro e gli gettò le braccia al collo.

“Ma…Jared…” disse Jensen spiazzato.

“Sei andato a comprare il pesce e l’hai pulito e cucinato da solo per me e poi non volevi che mi facesse male vedere…quello, perché ti ricordavi che mi ha sempre fatto impressione. Grazie.”

Jensen sorrise imbarazzato.

“Ringrazi per cose stupide, Jared. Resterai sempre un ragazzino. Su, ora, mettiti a tavola, che tra poco il pesce è pronto!”
 
 
 
 
Se Jared aveva pensato che Jensen non potesse riservargli più sorprese per quella sera, dovette ricredersi, quando, dopo aver assaggiato due bocconi del pesce, mancò incredibilmente la luce!

“Jensen? che succede?” chiese Jared stranito.

“No, no, no. Oddio, no, non può capitare adesso. Non stasera!”

“Jensen…calmati, è solo saltata la luce. Sarà il contatore.” Cercò di tranquillizzarlo Jared.

“Non è il contatore, J…” disse Jensen sconsolato.

Jared sentì il cuore fare un balzo. Jensen lo aveva appena chiamato J. Non si chiamavano così dai tempi del liceo….

Jensen però non si era accorto del turbamento dell’amico. Si era alzato ed era andato a vedere i contatori della palazzina.

“Jensen…ma dove vai…” cercò di raggiungerlo Jared, ma Jensen tornò di sopra alla velocità della luce!

“Hanno staccato la luce, J, mi dispiace!”

“Cosa? Ma…”

“Non sono uno che non paga le bollette, credimi! È stata solo…una dimenticanza…ma come sai…non puoi sgarrare che…zac. Sfortuna vuole che è accaduto oggi.”

“Cavolo, Jens…mi dispiace…”

“Mmmm…forse la serata non si è rovinata. Aspetta qui.” disse Jensen, facendosi luce con il telefono e dicendogli di aspettare a tavola.
 

Tornò dopo poco e dopo aver guardato in qualche armadio…tornò con delle candele!!

Jared sgranò gli occhi.

“Quelle sono…”

“Ti va una cena a lume di candela con me, J?” gli chiese Jensen, cominciando ad accenderle.

Jared annuì con gli occhi che gli brillavano.

“Jensen, mi andrebbe tantissimo!!”
 
 
 
La cena fu piacevole e suggestiva. Una volta finita, Jared annunciò che doveva tornare a casa. In fondo, anche se avesse voluto restare un po’ di più, senza luce sarebbe stato tutto molto imbarazzante!

“Sei sicuro di non voler restare ancora un po’? Guardiamo un po’ di tivù, se ti va…”

“Jensen, no, devo andare, ma….grazie.”

“Ok…” disse Jensen sorridendo.

Jared gli sorrise ancora e fece per andar via, ma Jensen lo trattenne ancora.

“Jared, aspetta…” disse, tenendolo per un braccio.

“Che c’è?” sussurrò Jared.

“Io..mi dispiace, Jared, ma io non ce la faccio ad averti solo come amico.” Disse Jensen, avvicinandosi a lui.

“Jensen…” disse Jared, cercando di respingerlo, ma allo stesso tempo protendendo le labbra verso di lui.

 
Jensen lo baciò in maniera struggente, tenendogli il viso tra le mani.

“Jensen, no…” disse Jared, cercando di allontanarlo.

“Tra di noi non può esserci solo amicizia, Jared. Lo sai tu, come lo so io. Non facciamo l’errore di tanti anni fa.”

“Jensen…io…”

“ Come puoi pensare che ti veda come un amico quando mi guardi e gli occhi ti brillano, eh? Non negare che non sia così. Come posso vederti solo come un amico quando abbassi gli occhi imbarazzato quando ti guardo? Come posso convincermi che non sei più innamorato di me, quando ti stringo…” e dicendo così attirò Jared stretto a sé che sussultò.
“E sento il tuo cuore battere forte…così come il mio…”

Jared lo fissò struggente, non provando a negare.

“Jared, io ora ti bacerò di nuovo..”

Detto così lo stava spingendo dolcemente sul divano.

“Jensen, io…”

“No. Io ora ti bacerò, perché tu non puoi farmi parlare così tanto senza fermarmi o smentirmi e pensare che resto con le mani in mano…e se tu non vuoi che io ti baci, se mi sono sbagliato su tutto…fermami, Jared. Fermami e io non ci proverò più…ma spero tanto che tu non lo faccia…”.

Jared accettò tutto con docilità e quando Jensen finì il suo discorso aspettò il bacio e lasciò che lo baciasse, anzi, gli tenne il viso tra le mani per incoraggiarlo.

Fu un bacio dolce, fluttato, ma anche virile. Per quanto il bacio si portava dietro sensazioni nostalgiche di un tempo lontano e soprattutto emozioni intense di anni andati perduti, Jared sentiva che la bocca che stava baciando non era quella che aveva sognato tante volte di baciare, perché a quei tempi Jensen era un ragazzino, timido e pieno di graffi che se li procurava cadendo dalla bici, ma allo stesso tempo era ancora lui, anche se il suo odore e il suo profumo era più intenso, anche se adesso era più sicuro e forte e le sue mani erano quelle di un uomo e i suoi baci erano sicuri e caldi e appassionati.

E se Jared si era innamorato una prima volta di Jensen, da ragazzino, scoprì con stupore, di essersi innamorato una seconda volta del Jensen di adesso…

E adesso i due j gemevano nel bacio, affamati di coccole e carezze e amore. Soprattutto di amore.

Le loro bocche chiedevano di amarsi. Solo di amarsi e appartenersi.

Poi si staccarono.

Jensen si accorse in quel momento che Jared aveva preso la sua mano e la stringeva.

Sorrise a quel gesto.

Anche Jared sorrise. Jensen ne fu confortato.

Un po’ più gagliardo, lo baciò di nuovo, imprigionandolo in una sorta di dolce morsa, ma senza salire sopra di lui.

“Mmmm…mmmm.” Furono i gemiti di Jared, che sorrideva a occhi chiusi mentre Jensen lo baciava e gli teneva le braccia ferme sulla spalliera del divano.

“Jensen…” disse dolcemente.

“Voglio solo baciarti. Tranquillo.” Disse Jensen, poggiando la fronte contro la sua.

“Non è questo…Jensen, devo dirti una cosa. Anche quando sono andato via, io non ho smesso di amarti. Io…ho continuato..per tutto questo tempo…”

“Ma…?” chiese Jensen temendo un altro rifiuto.

Jared sospirò. “Non mi sento…pulito in questo momento. Io…sono fidanzato e ti ho baciato. Devo dirlo al mio ragazzo e…”

“E…?” chiese Jensen con un tuffo al cuore.

Jared sorrise. “E staremo insieme, se tu vorrai. Se mi vorrai.”

Jensen spalancò gli occhi. Jared aveva dei dubbi sul fatto che lui volesse?

Gli diede un altro bacio.

“Certo che ti voglio. Ti ho sempre voluto….e hai ragione. Anche io devo parlare con il mio ragazzo…non siamo proprio fidanzati, ma stiamo insieme…e hai ragione. Il rispetto prima di tutto.”

















Note dell'autrice: 

ahhah si capisce che ero indecisa sul titolo del capitolo??? xd ahhahha. Comunque ho scritto il titolo anche DENTRO il capitolo perchè chi legge dal cell potrebbe non riuscire a leggere il titolo intero...e a dire la verità non si riesce neanche dal computer ahhahha

cooomunque!! Non vedevo l'ora di scrivere questo capitolooooo!! 

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Capitolo 9
*** La scoperta ***


Jared aveva passato quasi tutta la notte sveglio pensando a quello che doveva dire a Misha. Alla fine, stanco e stremato si era alzato dal letto mentre invece Misha dormiva beatamente e decise di fare colazione.

Era molto presto. Si diresse verso la cucina ma l’occhio gli cadde sul telefonino di Misha attaccato al caricabatterie sulla mensola della cucina.

Misha si separava rare volte dal suo telefono e non glielo lasciava mai toccare. Per nessuna ragione. Si arrabbiava molto se Jared glielo prendeva. Era possessivo con il suo telefono.

Forse non avrebbe avuto un’altra occasione per controllare se effettivamente Misha aveva qualcosa che non gli aveva mai detto.

No, no, non aveva intenzione di fare una cosa del genere. Era scorretto!

Poi però per scherzo del fato, squillò il suo cellulare.

Jared guardò verso la stanza da letto per vedere se Misha sarebbe arrivato a rispondere ma non lo fece.

Guardò il display e vide che era il numero privato!

Allertato da quella cosa, aprì la linea ma non ebbe il coraggio di parlare.

Lo fece la persona dall’altra parte.

“Misha? Misha? Ci sei? Sono io, Jensen. Misha, ma mi senti?”

Jared si mise una mano sulla bocca e riappese.
 


Dall’altra parte, Jensen guardò il telefono con curiosità e un pizzico di apprensione.

Capì che era successo qualcosa ma non capiva cosa.
 
 
 
 
 
 
 
*

Jared aveva controllato il telefono di Misha alla fine e aveva scoperto svariati messaggi e chiamate corrispondenti al numero di….Jensen.

Era sicuro che ce ne sarebbero state molte altre, compresi i messaggi e che se non li aveva trovati era solo perché Misha ne aveva cancellati alcuni!

Entrò nella camera con furia e cominciò ad aprire armadi e cassetti e a prendere la valigia.

Misha confuso borbottava nel sonno, ma ancora non si svegliava.
 

Quando mezz’ora dopo, esasperato dal rumore, si alzò, rimase spiazzato di vedere una grossa valigia nel salotto di casa e un Jared in piedi con i capelli tutti spettinati.

“Traslochiamo, oppure facciamo un viaggio di cui non so niente?” chiese.

Jared lo guardò ferocemente e poi gli gridò:

“SEI UN FIGLIO DI PUTTANA!!!”

Misha lo guardò spiazzato da quella scenata, confuso.

“Scusa??” chiese, poi notò il cellulare in cucina e fece 2 + 2.

“Cazzo.” Borbottò tra sé.

“Sì. Esatto.” Annuì Jared, che non gli era sfuggito lo sguardo di Misha. Prese il suo cellulare e glielo buttò per terra.

“Jared…” cercò di dire Misha spaventato da quella reazione. Jared era sempre stato tra le persone più calme e docili che conosceva.

“Te la fai con il mio vecchio compagno di scuola e mio vecchio amico!! Quando pensavi di dirmelo??”

Misha corrugò la fronte davanti a quelle parole.

“Aspetta…che cosa stai dicendo….tu non…di che cosa stai parlando?”

“Jensen!! Jensen! Lo conoscevo, cazzo. Era mio amico!!”

Misha chiuse gli occhi.

“Jared, io non lo sapevo, credimi, davvero, io non lo sapevo…”

“Ma come!! Lui non te l’ha detto???” chiedeva ancora Jared incredulo.

“Jared, cazzo…lui non mi ha mai detto niente di te…io…io non lo sapevo..non..”

“Però che eri il mio ragazzo, lo sapevi e…dio, tra tutte le persone possibili, perché proprio lui??”

Misha corrugò la fronte davanti a quelle parole.

“Jared, ma cosa…”

“Vattene. Ti voglio fuori da questa casa, subito. Non ti devo nessuna spiegazione. Vattene.”

Misha sospirò. “Mi dispiace.” Disse, uscendo fuori dalla casa.
 


Quando Misha si chiuse la porta alle spalle, Jared si accasciò alla porta chiusa, piangendo.

















Note dell'autrice: 

Mi dispiace per Jared e anche x chi era curioso di vedere la reazione di Misha quando entrambi i j lo mollavano ahhah sul serio quando mi avete detto così, avrei voluto vederlo io stessa ma purtroppo la trama era già definita e non potevo incastrarci in nessun modo quella cosa xd

cmq spero vi sia piaciuto lo stesso <333

nel prossimo capitolo vedremo Jared affrontare Jensen xd e preparatevi a una sfuriata xd

anche se sarà un pò diversa da quella avuta con Misha!

Curiosi???  

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Capitolo 10
*** Qualsiasi cosa! ***


Jensen in quel momento stava parlando di Jared nella sua gelateria con alcune persone.

“È un mio vecchio amico del liceo e qualche tempo fa ci siamo rivisti. È adorabile, andiamo molto d’accordo…” stava dicendo a delle persone sedute al tavolino.

Poi vide arrivare Jared con un muso nero nella sua direzione.

“Jared..ciao. Che c’è? Che succede?” gli chiese, non appena vide la sua faccia sconvolta.

“Sei solo…un figlio di puttana, bugiardo e manipolatore, Ackles!” gli disse con la voce tremante e gli occhi lucidi.

“Jared…cosa…” disse Jensen, restando a bocca aperta davanti a quella reazione.

“Non voglio vederti mai più. Stammi lontano per sempre. Abbiamo chiuso!!” disse, andando via velocemente, girandogli le spalle.

“No, no, no, no, aspetta, Jared, aspetta, parliamone.” Disse, cercando di fermarlo.

“No!” disse Jared.

“Jared, per favore, per favore, aspetta, fermati, dimmi, dimmi cosa…”

Jared nel tentativo di mandarlo via gli diede una manata sul viso, anzi, sul naso!!

Non era come uno schiaffo, non era neanche come un pugno. Jensen si spostò bruscamente, sconvolto, toccandosi il viso. Jared lo aveva appena colpito?

Jared si mise una mano sulla bocca, quando se ne rese conto e poi scappò via senza dire niente.
 

Jensen ancora sconvolto dovette surbirsi pure i commenti dei tizi con cui parlava prima.

“ Quello è il tipo con cui vai molto d’accordo?”
 
 
E Bobby, stralunato, che da dietro il bancone, aveva visto tutta la scena e aveva riconosciuto il giovane Jared, disse tra sè e sè: "Jensen...ma che cazzo mi combini...appena finisci il turno, ti faccio una testa così."  
 



*

Quello che avvenne dopo, non fu piacevole allo stesso modo. In qualche modo la notizia che si fu lasciato con Misha fece il giro della palazzina dove abitava e in qualche modo la notizia arrivò anche ai suoi genitori!

Suo padre gli fece una sfuriata incredibile al telefono. Dopo che loro erano stati così magnanimi e generosi da accettare la sua sessualità e il suo fidanzamento con quel tipo, lui cosa faceva? Creava uno scandalo, lasciandolo? Dopo che c’era una montagna di investimenti e di affari di soldi in comune? Cominciarono a fargli il terzo grado chiedendogli se c’era un altro e Jared mise loro giù il telefono in faccia. Non aveva intenzione di fare il vile e dare tutta la colpa a Misha in questa faccenda, non quando lui stesso non era meno innocente.

Aveva aggredito Jensen e Misha in malo modo e loro si erano subiti le loro scenate. Forse Misha lo meritava, ma Jensen aveva avuto davvero un autocontrollo notevole per non averlo rincorso fuori dal locale, quando gli aveva fatto quella scenata e l’aveva infine colpito, anche se quello era stato un incidente. Jared non aveva idea quante altre persone avrebbero avuto quell’autocontrollo, soprattutto vedendosi aggredite in quel modo senza sapere perché.

Ma davvero Jensen non sapeva perché?

Quando era tornato a casa aveva dovuto rispondere ai suoi numerosi messaggi e telefonate in cui gli chiedeva spiegazioni di quella scenata. Alla fine Jared esausto, aveva spento il telefono.

Per poi riaccenderlo e trovarsi altre numerose chiamate perse della sua stramba e invadente famiglia!

Gli aveva spiegato alla fine e alla fine Jensen era risultato più incazzato di lui con Misha, giurò che lui non sapeva niente di niente

Mi ha sempre detto che il bello della nostra relazione era stare insieme senza impegno. Solo per divertirsi. Certo, c’era anche affetto, ma non eravamo obbligati a raccontarci le nostre vite e il nostro passato. Io tante volte provai a tirargli fuori qualcosa ma lui era più criptico della Sfinge.

Jared ti scongiuro di credermi. Che motivo avrei avuto per inscenare questa incredibile commedia? Farvi lasciare? Oppure pensi che sono talmente perverso che il mio intento era quello di andare a letto sia con lui che con te e pensando che non lo avresti scoperto prima o poi? Non sono così stupido. Ma probabilmente Misha sì!
 
Jared, non voglio perderti, ti prego di credermi. Da quando ti ho rincontrato sentivo già di non provare più nessun sentimento per Misha. Volevo lasciarlo, te lo dissi. Non ho mai voluto ferirti. Se avessi saputo che era il tuo ragazzo fin dal principio non lo avrei mai neanche toccato. Credimi!
 
 
 
 














 Note dell'autrice: 

Non perdetevi il prossimo capitolo...Jensen andrà a casa di Jared <3

Edit: se trovate il capitolo un pò cambiato sul finale è perchè ho modificato qualcosa all'ultimo secondo xd credetemi è molto meglio che finisce così. Poi nel prossimo capitolo capirete perchè :))

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Capitolo 11
*** Jensen e Jared dormono accoccolati tutta la notte ***


Jared si stava divorando dall’ansia e dalla tristezza. Si era messo a letto ma non riusciva a dormire. Continuava a rigirarsi nel letto e la prospettiva che la notte fosse ancora così lunga e doverla passare a piangere, non aiutava.

E poi sentiva la mancanza di Jensen. Voleva che lui fosse lì. Voleva stringersi a lui e sentire il suo calore, il suo affetto, il suo amore.

Aveva paura di perderlo.
 
 

Jensen non riusciva a chiudere occhio quando all’improvviso  ricevette una telefonata di notte.

Jared??? Pensò, guardando il display scioccato.
Rispose subito, preoccupato.
 

“Jared, è tutto ok? Stai bene?” gli chiese preoccupato, vista l’ora.

“No.” rispose una voce rotta dall’altra parte.

“Jared, cosa c’è? Cosa è successo?” chiese Jensen allarmato.

“Ho bisogno…solo…ti andrebbe di venire qui e tenermi compagnia?”

Jensen scioccato, disse subito di sì.. Quando mise giù il telefono, prese subito a vestirsi. Jared era davvero incredibile. Solo poche ore prima, era incazzato nero e ora lo chiamava nel cuore della notte perchè aveva bisogno di lui. Ma era quello che amava anche di più di Jared. Jared non era tipo di troppe parole o discorsi, lui andava dritto e conciso al nocciolo. Se era incazzato o deluso ti dava una schiaffo e se aveva bisogno di te, ti chiamava e ti diceva di raggiungerlo, lasciando al dopo eventuali scuse o chiarimenti e Jensen apprezzava questo, perchè sapeva che Jared agiva di pancia, con il cuore.
 
 
 
Quando Jensen arrivò a casa di Jared, lo vide nel letto, raggomitolato su sé stesso.

“Jared…” disse accarezzandogli le guance.

“Potresti…dormire con me?” gli chiese.

Jensen annuì. “Non sai come sono sollevato che tu mi abbia chiamato e mi chieda questo, Jared.”

Si infilò nel letto e Jared gli si avvicinò, abbracciandolo.

“Mi dispiace così tanto, Jared. è tutta colpa mia.” Cominciò Jensen, ma Jared lo stoppò subito.

“Jensen, no…se ti ho chiamato non è per parlare di quello che è successo…”

“Ma….Jared..”

“Io volevo solo che tu stessi qui, che mi stessi vicino, che mi abbracci… non voglio parlare. Abbiamo tutto il tempo per parlare…domani…ma stanotte..”

“Va bene, va bene, piccolo..”

Jared vide che Jensen si sporse appena su di lui come a ricercare un gesto d’affetto ma Jared si ritrasse un po’.

“Jensen, no…niente baci….stanotte…ti prego.”

Jensen annuì, anche se la voglia di amare Jared era davvero troppo forte, ma Jared aveva già fatto un passo davvero grande, chiamandolo, dopo quello che era successo. Ora stava a Jensen dimostrargli che lo amava e che non era solo attrazione fisica quello che sentiva. Stava a lui ora fare qualcosa per lui.

“Certo, piccolo…certo. Non ti preoccupare. Per me è già un regalo restare abbracciato a te.”

Jared pianse, ma Jensen lo accarezzò ancora.

“Schhh. Non piangere. Tranquillo. Tranquillo. “
 
 
 
 
 
 
L’indomani mattina Jared si svegliò sentendo una sensazione di incredibile felicità attraverso tutto il corpo. La sua schiena e il suo stomaco erano notevolmente rilassati e si sentivano così bene.

Si svegliò e capì di essere stato abbracciato a Jensen tutta la notte. Le sue braccia lo avevano cullato tutta la notte.

Sorrise. Era forse questo un sogno?

Sentendosi felice come non mai, si strinse di più a lui, poggiando la testa sul suo collo.

Sentì Jensen svegliarsi piano piano e accarezzargli i capelli.

“Buongiorno.” Gli disse Jensen. Anche lui sembrava felice.

Jared si accorse improvvisamente di qualcosa di strano.

“Jensen, ma che pantaloni stai indossando? Aspetta…i miei? Abbiamo forse fatto qualcosa che io non..” disse spaventato.

Jensen ridacchiò, dandogli un bacio sulla guancia e dicendogli:

“Tranquillo. Non abbiamo fatto niente. Ieri notte ho pensato di alzarmi per mettermi i pantaloni di un tuo pigiama.”

“Ma..perchè?” chiese Jared basito. Aveva capito che Jensen lo amava ma che avesse anche manie feticiste, gli giungeva nuova!

Jensen come se gli avesse letto nei pensieri, gli disse:

“Non sono un feticista, giuro! L’ho fatto perché detesto dormire con i jeans. Danno piuttosto fastidio. E ho pensato potessero dare fastidio anche a te, visto che dormivi abbracciato a me!”

Jared rimase senza parole. A quanto pare la premura che aveva Jensen nei suoi confronti era senza fine.

Lo guardò in soggezione e poi protese il viso alla ricerca di un bacio a cui Jensen rispose languidamente.

“Ti preoccupi sempre per me…come ho potuto pensare che volessi ferirmi di proposito…” disse sentendosi in colpa.

“Jared, se qui c’è uno che deve chiedere scusa, sono io. Te lo dissi…”

La discussione fu interrotta dallo squillo di un campanello!
 
 

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Capitolo 12
*** L'arrivo di John!! ***


“Merda e ora chi sarà??” chiese Jensen.

“Non lo so. Non aspettavo visite…chi lo sa…forse è Misha che ha dimenticato delle cose?” disse Jared agitato.

“Come hai detto???” disse Jensen ancora più agitato.

“Io…”

Evidentemente il visitatore aveva molta fretta perché entrò senza attendere oltre e si diresse verso la stanza.

“Merda, Jensen, vestiti, presto!!”

“Aspe, oddio…i miei jeans!!”
 

La porta si spalancò e Jensen nudo si coprì precipitosamente con il lenzuolo.

“Jared, cosa diavolo…. Gesù!.” Disse il visitatore, bloccandosi subito vedendo il figlio e l’uomo nudo coperto solo da un lenzuolo, al suo fianco.

“Papà!! “ disse Jared sorridendo imbarazzato.

“Jared, cosa è questo?” chiese John.

“Papà, ti… ricordi del mio vecchio amico del liceo....” disse mentre Jensen salutava muovendo le dita in un sorriso imbarazzato.

“Jensen…?” finì Jared sorridendo.

“Quanto tempo che non ci vediamo, signor Winchester!!” disse Jensen salutando sfacciato, stringendogli la mano. “Se voglia scusarmi…vado a mettermi qualcosa addosso!!” disse, scappando in salone con i vestiti tra le mani e tenendo il lenzuolo con l’altra mano.

Un…un momento!! Tu adesso resti qui e mi spieghi che cosa ci facevi nudo in camera di mio figlio!!” disse John, cercando di fermare Jensen.

“Ma…signor Winchester…” disse Jensen ridacchiando e sentendosi sempre più un ragazzino scoperto in flagrante.

“Papà! Non metterlo in imbarazzo! Jensen, tu vestiti!!” ordinò Jared.

“Va bene, va bene!” disse Jensen, alzando le mani. “ poi si fermò e sembrò riflettere: “Devo andare a vestirmi dentro l’armadio??”

“Prima devi dirmi…”

 “Basta, finitela tutti quanti. Tu Jensen ti cambi qui e papà sei pregato di aspettare fuori!” disse Jared.

“Un momento…io…”

“No. No!” disse Jared, puntando il dito con fare autoritario e a Jensen non potè sfuggire una risatina per il modo remissivo con cui John ubbidì.
 
 
 
Quando sia Jared sia Jensen si rivestirono e tornarono in salone dal padre di Jared, ci fu qualche secondo di silenzio.

“Ehm..qualcuno vuole da bere?” chiese Jensen per stemperare la tensione.

Jared gli lanciò un’occhiataccia.

“Va bene!” disse Jensen imbarazzato.

John fu il primo a cominciare il discorso.

“Quindi è lui.”

“Cosa…è lui?” chiese Jared, dopo che lui e Jensen si lanciarono un’occhiata confusa.

“Ma sì. Lui! La causa della tua rottura con Misha!”

Jared e Jensen si guardarono.

“Poverino. Avrà il cuore spezzato.” Disse John scuotendo la testa.

“Papà, ti stai sbagliando. Non è lui la causa invece!” disse Jared.

“Ah no?” chiese Jensen.

Jared guardò prima Jensen, poi Jared.

“Cioè sì.  Nel senso che lui mi tradiva con lui!!” disse Jared gesticolando.

John lo guardò con un’espressione sempre più buffa e indagatoria. Jensen si coprì gli occhi con le mani.

“Mi state prendendo per il culo??” disse John alzando la voce.

“Calma, calma, non c’è bisogno di alzare la voce!” disse Jensen intromettendosi.

“Jared, perché non ammetti che vi siete lasciati perché stai con lui???” chiese John.

Jensen lo guardò con aria di un sorrisetto di sfida.

“Perché…non è vero. Era lui che stava con lui..”

Jensen si rimise la mano sugli occhi.

“E…ingiustamente aggiungo io. C’ero prima io insomma. Ci sono sempre stato prima io.” Disse l'ultima frase come realizzandolo pienamente solo adesso.

John esasperato si alzò dal divano e si diresse verso la porta.

“ Come dobbiamo fare con te!! Vedrai quando lo saprà tua madre!!” disse e poi si chiuse la porta alle spalle.
 

Jared e Jensen si guardarono imbarazzati, per poi scoppiare a ridere fragorosamente.
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Sì stiamo insieme e ti amo tanto!!! ***


“Dio, Jared!! Non mi trovavo in queste situazioni imbarazzanti dai tempi delle medie!! Sono tornato alle medie!!” diceva Jensen scoppiando a ridere.

Jared rispose di rimando:

“Invece io ricordo che al liceo ho sempre pensato di voler vivere una situazione del genere con te!!” disse ridendo.

“ Con i tuoi genitori? Tuo padre? Sei pazzo!” disse ridendo Jensen. “Ora hai 23 anni…ma al tempo non so se sarebbe stato così calmo!” disse Jensen.

“E meno male che non abbiamo fatto niente…anche se vederti nudo deve averlo fatto pensare male!” disse Jared ridendo ancora.

“Dio…è vero. Chissà cos’avrà pensato. Beh, ma anche tu…potevi dirgli che non abbiamo fatto niente no?”

“Già…e ci avrebbe creduto? Eri nudo!!” infierì ancora Jared ridendo.

“Teoricamente ero in mutande, non ero nudo…beh, forse avresti preferito che mi vedesse con i tuoi pantaloni indosso…di certo avrebbe fatto più bella figura…”

Jared scosse la testa e ancora con il sorriso stampato in volto lo baciò, circondandogli le braccia al collo.

Jensen spiazzato ricambiò felice.

“Se….tuo padre ti fa quest’effetto…gli chiederò di sorprenderci più spesso.” Disse Jensen.

“Non provarci!” disse Jared ridendo.

“Senti…cucciolo…che ne diresti di andare a fare colazione? Ho una fame!!”

“Ora? Ma mio padre ci ha appena scoperti a letto!!”

“Appunto!” disse Jensen.

Jared e Jensen si guardarono e scoppiarono a ridere di nuovo.
 
 
 
 
*

Jared e Jensen andarono al bar sotto casa e ordinarono la colazione.

Brioches e cappuccino, benché fosse quasi mezzogiorno!!!

“Quindi…stiamo insieme?” chiese Jared imbarazzato e guardando la tovaglia.

Jensen finse di pensarci su.

“Non lo so, sono ancora un po’ offeso perché tu hai detto a tuo padre che non hai lasciato Misha per me…”

“Jensen…”

“ E poi a dire la verità ti ho visto un po’ troppo…scazzato..quando hai scoperto che ti tradiva con me…”

Jared lo guardò e Jensen sorrise accarezzandogli una guancia.

“Tesoro, guarda che sto scherzando.”

“ Jensen, io…sono rimasto spiazzato e sai che non è semplice per me spiegare quello che sento…”

“Lo so, Jared, tranquillo…”

“Amavo Misha…o almeno credo…di avergli voluto molto bene. è per questo che mi sono arrabbiato molto quando…l’ho scoperto.”

Jensen stette zitto.

“E tu…cosa provavi per lui?”

“Io…non lo so, Jared. Era una relazione un po’ così…non eravamo fidanzati, ma gli volevo bene sì. Questo però non è paragonabile a…”

“A quello che provi per me?” chiese Jared, prendendogli la mano.

“Sì.” Disse Jensen.

Jared sorrise. “Jensen per me è lo stesso. Quello che provo per te è sempre stato più forte. Mi ero solo rassegnato a vivere senza di te…ma non ti ho mai dimenticato…e quando ho saputo che eri proprio tu quello con cui Misha mi tradiva…ho perso la testa. Ho sofferto…perché…credevo che tu mi stessi prendendo in giro.”

“Jared…è stato uno shock anche per me scoprirlo…il pensiero di averti fatto del male…quando ho scoperto che Misha si era preso gioco di me, mi sono sentito ferito ma…poi ho accantonato il mio orgoglio ferito perché ho solo pensato a quello che tu dovevi star passando per colpa mia…per colpa nostra…mi dispiace.”

Jared scosse la testa.

“Mi sono reso conto che se mi sono arrabbiato tanto..è stato solo perché ti amo tanto, Jensen…”

Non dissero più niente perché si limitarono a sigillare con un dolce bacio quella dichiarazione.
 

“Che figli di puttana!” disse una voce interrompendo il bacio.

“Misha??” dissero in coro.

“Ero tornato per prendere delle cose che avevo dimenticato. Mi spiace di aver rotto il vostro idillio, ragazzi…”

“Misha..” esordì Jared.

“E mi dispiace di essermi sentito in colpa per ieri. Che stupido no?” disse Misha, andando via.

“Misha!!! Lo richiamò Jared, ma Misha era già andato via.

“Jared, calmati.” Disse Jensen.

“ Jensen, questa situazione è un enorme macello. Ora lui penserà che abbiamo fatto il doppio gioco!”

“E invece l’ha fatto lui. Jared, freghiamocene di quello che pensa e lasciamo che cuocia nel suo brodo. Non merita le nostre spiegazioni dopo quello che ha fatto!”

Ma Jared scosse la testa.

“Io non la vedo così. Io credo che lui inconsciamente, senza rendersene conto, ha fatto sì che noi ci rincontrassimo di nuovo…lui tradendomi mi ha ridato un regalo che io avevo perso e di questo gliene sarò per sempre grato.” Gli rispose Jared dolcemente.

Jensen restò estasiato e gli disse: “Sì.”

“Sì? Sì cosa?”

“Sì, stiamo insieme…e ti amo tanto anche io stupido!” gli disse baciandolo di nuovo con più slancio.
 

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Capitolo 14
*** Prendimi! ***


Dopo che Misha se ne fu andato, Jared e Jensen tornarono a casa di Jared.

Di corsa!

Avrebbero voluto andarci piano ma il desiderio di appartenersi, di sentire che l’altro era proprio, non riuscivano più a trattenerlo.
 

Si stavano ancora baciando, mentre entravano in casa, quando Jared, posando le chiavi sul comodino, disse:

“Amore mio, mi…mi dispiace..”

“Di che cosa?” chiese Jensen ridendo.

“Di…non..andarci piano…volevo essere…più romantico…ma…” disse Jared, tra un bacio e l’altro, mentre Jensen gli levava la maglietta.

Poi lo fece sdraiare gentilmente sul letto.

“Amore…mio…ci siamo andati piano…per anni…” disse Jensen lasciandogli una scia di baci sensuali sul petto.

“Mmmmm…ahhh. Credo…che tu…abbia ragione.” Disse Jared accarezzandogli i capelli, poi tirandogli su il mento per dargli un altro bacio.

Oh, i baci di Jensen. Erano come il Paradiso.

Come il venticello leggero.

Come la glassa e la crema sulla torta.

“Ti amo.” Gli disse Jared.

“Ti amo…anch’io.” Disse Jensen, dandogli un altro bacio e finendo di spogliarlo.

“Ohhh..” disse Jared, gemendo di piacere, sentendo le loro gambe nude vicine cozzare tra di loro.

Senza aspettare oltre accavallò le gambe intorno alla schiena di Jensen, non per prepararsi a quello che sarebbe successo, ma perché voleva abbracciarlo.

“Prendimi…” sussurrò ad occhi chiusi mentre Jensen gli baciava sensualmente il collo.
 

E Jensen lo fece. Cominciò a prepararlo delicatamente, cercando di non eccitarsi sentendo Jared gemere. E poi entrò dentro di lui.

Ed era più bello di quello che aveva sempre immaginato!

Era proprio vero che quando appartieni ad una persona, possono passare magari mesi, anni…ma poi sei destinato a ritornare da lei, perché a lei appartieni!

E Jared era sempre stato suo, come Jensen era sempre stato di Jared.
 
 














Note dell'autrice: 

Ciao!! Allora, lo so che il capitolo è corto...ma credetemi, l'ho scritto emozionandomi xd per me è anche difficile perchè lo sapete, insomma, non scrivo spesso scene di sesso e ci tengo sempre a non scadere nella banalità <333 ma pensavo davvero di dover scrivere questo passaggio e ho voluto proprio che trasparisse la dolcezza e il loro amore nel ritrovarsi <3333

ps dai ditelo anche voi che immaginare Jared o meglio le sue gambe che si avvinghiano nude è un bel vedere ehhh!!

Ok sto uscendo di senno ahhah

capitemi, ho appena finito di vedere il finale di Fisica o Chimica...e sono ancora molto provata!!

Coomunque...la storia non è ancora finita perchè....perchè no!! (Daisyyyy aiutamiii parlo come Ioli T_T ps per chi non lo sa, Ioli è una delle protagoniste di Fisica o Chimica )

E niente, NON FINISCE PERCHè ho deciso che ci sono ancora alcune cose che vanno dette....

cose muy belle!!

VIVA LO SPAGNOLOOO

Fisica o Chimica me la pagherai per aver rovinato il mio equilibrio mentale!! -.-

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Capitolo 15
*** Ti porto in un bel posto ***


“Jenseeen..” gli sussurrava Jared accarezzandogli i capelli.

Jensen non rispondeva.

Jared sbuffò e fece per alzarsi dal letto, quando sentì un braccio farsi strada intorno alla sua vita velocemente e ributtarlo sul letto.

“ Stai…qui!” fu il dolce ordine del suo amorevole padrone.

“Lo sapevo che non dormivi.” Disse Jared audace.

“ Ok, ora che lo sai, possiamo continuare a non dormire insieme…” disse Jensen.

“Veramente…io volevo proporre qualcos’altro. Una cosa più divertente.”

Il sorriso malizioso di Jensen fece ridere Jared.

“Non quello! Metti da parte i tuoi bollenti spiriti per un attimo, perché andiamo a fare una gita fuori programma!”

Jensen sembrò confuso.

“Una…gita?” chiese facendo attenzione a modulare la sua faccia. Non voleva offendere Jared, ma non era portato per le lunghe scarpinate, soprattutto se a caccia di funghi per i boschi.

Jared rise vedendo la sua espressione.

“La gita sarò in macchina, al coperto e con comodità, pigrone, ma scordati per le prossime volte di cavartela così facilmente con il sottoscritto. Adoro camminare.” Disse sensuale Jared.

“Sono sicuro che lo farai amare anche a me…” disse Jensen ricercando la sua bocca.

“E adoro anche correre.” Continuò a stuzzicarlo Jared.

“Dio…so che mi farai morire…ma morirei contento. E va bene, correremo anche insieme, ma non quando fa caldo va bene?” chiese Jensen facendo ridere Jared.

“Vestiti ragazzone strafottente. Ti porto in un bel posto.” Disse Jared dandogli un bacio sui capelli.

Jensen si alzò e cominciò a vestirsi, doveva ammettere che Jared lo aveva incuriosito. Adorava le sorprese, ma era meglio non dirlo a Jared, o il suo amore avrebbe potuto organizzargli una caccia al tesoro. Nei boschi!
 

Jensen si stava infilando i pantaloni, quando, cambiò idea e si spogliò di nuovo.

Jared lo guardò. “Ti assicuro che quei vestiti ti stavano molto bene.” disse. Come se qualcosa avesse potuto stare male a Jensen!

Jensen lo fissò di nuovo con un sorriso malizioso e gli sollevò la maglietta.

“Jensen..ma che fai? E la gita?” cercò di ribellarsi Jared, ma era un tentativo molto debole.

“La gita aspetterà. Prima la doccia. Insieme!” disse sorridendo.

Jared sorrise a sua volta ed entrarono dentro la doccia con le labbra incollate.

















Note dell'autrice: 

Allora, è già passato un mese da quando stanno insieme, quindi il risveglio non si riferisce al capitolo precedente, credo che questo sia bene sottolinearlo <3

poi so che la cosa di portare l'altro da qualche parte può sembrare banale, ma credetemi, il luogo non è un luogo banale per coppiette. Vedrete <333

avete già qualche idea? :DDD

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Capitolo 16
*** L'emozione del corpo! ***


“Jared?”

“Sì?”

“Ti odio..”

“Grazie amore mio.”

“Seriamente, Jared, questa benda è proprio necessaria? Se vuoi sequestrarmi e rapirmi, potevi convincermi con metodi più piacevoli. Sai che mi sarei arreso facilmente.” Cercava di ribellarsi Jensen.

“Non togliere la benda.” Disse Jared, mentre guidava, un po’ preoccupato.

Jensen sbuffò. “Ma perché devo tenerla anche per la strada? chissà quanto ci vuole ancora, prima che arriviamo. Non potevi bendarmi quando arrivavamo?” chiese Jensen.

“Ehm…no.” disse Jared.

“Perché?”

“Non posso dirtelo.” Disse Jared, che si voltò a controllare Jensen che si era sdraiato sui sedili anteriori. Entrambi avevano convenuto che era la scelta migliore perché gli automobilisti di passaggio avrebbero potuto farsi strane idee vedendo Jensen conciato in quel modo!

“Dai, ostaggio sexy, siamo quasi arrivati.” Disse Jared sorridendo.
 
 
Jensen non riusciva proprio a capire dove Jared volesse portarlo e soprattutto perché anche durante il viaggio, Jared aveva insistito che portasse la benda. Jensen pensava che forse Jared lo riteneva ancora più eccitante.

La verità era un’altra però e mentre Jensen stava lì a rimuginare se Jared lo stesse portando al lago, al fiume o in aperta campagna, Jared dal canto suo cominciava a pensare a tutte le cose che avrebbe fatto fare a Jensen. Che avrebbero fatto insieme. Sperava davvero che Jensen sarebbe rimasto piacevolmente sorpreso.
 
 
 
Quando arrivarono alla meta, Jared sentì un piacevole tuffo al cuore. Si sentiva emozionato.

Fece scendere piano Jensen dalla macchina, tenendogli le mani.

“Adesso posso toglierla?” chiese Jensen.

“No.” disse Jared perentorio. “La verità è che…dobbiamo camminare ancora un po’. Ti fidi di me?” gli chiese prendendolo sotto braccio.

Jensen sorrise sotto la benda.

“Sì, Jared. Sempre mi fiderò di te.”
 
 

Jared sorrise e con Jensen sottobraccio, ripresero a camminare.

“Jared, siamo in mezzo alla strada? sento rumore di macchine.” Disse Jensen preoccupato.

“Jensen, tranquillo, io non ti…”

Jensen però non lo lasciò finire. Ovviamente il pensiero di essere in mezzo alla strada, con la paura che possono investirti da un momento all’altro e tu non vedi niente, era potente, ma più potente era la fiducia che aveva Jensen in Jared. Lui non lo avrebbe mai messo in pericolo.

“Lo so, Jared, mi fido di te.” Disse Jensen.
 

Così dicendo, Jared sorrise e continuò a guidarlo. Jensen pensò che se erano ancora in città, probabilmente Jared voleva portarlo in una casa, in un edificio o forse fargli vedere un giardino.

“Siamo arrivati. Entra!” lo invitò Jared a salire le scale.

“ Cos’è? Il nostro nuovo nido d’amore? Hai comprato un appartamento senza dirmelo?” scherzò Jensen.

Jared ridacchiò. Lo divertiva vedere Jensen che cercava di indovinare dove lo stesse portando. Questa cosa si sarebbe rivelata più divertente del previsto!!
 
Quando entrò, delle persone, donne e uomini, sorrisero a Jared, facendogli l’occhiolino.

Jared fece cenno a loro di andare a prepararsi e di andare ad avvisare i ragazzi, che sarebbero arrivati!

“Jared? posso toglierla adesso?” chiese Jensen.

“Non ancora…vieni, entriamo!” disse Jared, accompagnandolo in una stanza.
 

Jensen entrò e si sentì subito strano. Senza neanche accorgersene, si bloccò.

“Jensen? ti sei fermato?” chiese Jared.

“Io…io non…dove siamo, Jared?” chiese Jensen.

Jared sorrise, il corpo era davvero stupefacente e questa ne era la prova. Il corpo e la mente. Questo dimostrava anche che coscienza e razionalità non erano la stessa cosa. Puoi non sapere qualcosa, ma la tua coscienza e il tuo cuore mantengono il ricordo e soprattutto le emozioni da esse derivate. Il tuo corpo ricorda le emozioni, anche se non può vederle…e tutto questo era meraviglioso.

Jared si avvicinò di più a Jensen.

















Note dell'autrice: 

Lo so, non vi aspettavate un capitolo così corto ahhah non odiatemi, ma è che sono davvero troppo curiosa di sapere voi che cosa vi aspettate xd che luogo è secondo voi?? :D  

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Capitolo 17
*** Qui dentro, mi devi chiamare professore! ***






Jared si avvicinò a Jensen e gli prese le mani.

“Tocca…” disse.

Jensen toccò e quasi sussultò.

“Tranquillo. Non è bollente.” Disse Jared ridendo.

Jensen intuì che parlavano di un termosifone.

“Riesci a capire cos’è? E non pensare male!” disse Jared.

“Un termosifone?” chiese Jensen.

Jared annuì. “Molto bene, ora vieni.”

Dicendo così, gli fece toccare una finestra e poi qualcosa che sembrava un cartellone e le pareti.

Ruvide…

Poi gli sembrò che Jared lo portò da un’altra parte, anche se erano ancora nella stessa stanza. Non sapeva spiegarselo. Era come se fossero entrati in un separè.

“Ora fai attenzione, devo metterti una cosa. Allarga le braccia, così. Bravo.” Disse Jared, infilandogli qualcosa addosso.

Jensen si lasciò fare, confuso.

“Che mi dici?” chiese Jared.

“Jared, tutto questo non ha sens…AH!” gridò inciampando quasi in una sedia.

“Jensen. è tutto a posto. Ora siediti.” Gli sussurrò Jared, inviandolo a sedersi.

Jensen lo fece e all’istante tutto gli diventò chiaro.

“Mascalzone! Mi hai portato nella nostra vecchia…”

“Schhh. Adesso ti toglierò la benda ma qualsiasi cosa ti dirò, per favore, reggimi il gioco, ok?”

“Ma…”

“Qualunque cosa, Jensen, promettimelo!”

“E va bene!”

Jared sorrise e gli tolse la benda.
 


Jensen si sentì un attimo la vista appannata a causa del molto tempo trascorso con la benda attaccata agli occhi. Non era abituato a non vedere ed era tutto molto strano.

Mise a fuoco a poco a poco e rimase stupefatto da quanta luce ci fosse in quella stanza.

Quasi gli parve un viaggio a ritroso nel tempo di 7 anni!

Quella stanza…quella…quella…

Scuola!

Si accorse che quello che gli aveva infilato Jared, era una vecchia divisa da studente e infatti individò anche il separè dove doveva averlo cambiato!

I termosifoni con la vernice verde che gli aveva fatto toccare Jared. Quanto tempo avevano passato a rimuginare sul perché avessero scelto proprio quel colore strano. Quanto tempo passato ad osservarli come se fossero delle creature strane e nascondessero il segreto dell’universo!

E le pareti dalla tonalità verde  e bianca.

Fino ad un certo punto erano verdi e rugose e lui e Jared ci passavano sempre le mani sopra ma non troppo, perché facevano male se strofinavi troppo le mani, ad un certo punto però c’era il bianco.

Forse non avevano più voglia di pitturare disse Jared un giorno.

Sarà anche così, ma io non avrei mai lasciato qualcosa a metà…non mi piace… diceva Jensen.

Jared si era fermato a guardarlo e disse: Quindi tu non lasci mai a metà le cose, Jensen?

Mai… aveva detto l’altro.
 


Quel flashback lo pervase con la forza di un uragano. Aveva detto a Jared che lui non lasciava mai le cose a metà. Eppure con lui lo aveva fatto…

Si guardò intorno e vide che c’erano uno stuolo di ragazzini seduti ai banchi, intorno a lui.

“Jared, cosa…Jared!!” lo chiamò Jensen, spaventato.

“Signor Ackles, faccia silenzio!”  l’aveva richiamato una voce.

Jared, che si ergeva in tutta la sua altezza, davanti alla cattedra.

“E qui dentro, mi deve chiamare professore, altrimenti le metto una nota, ok?” chiese Jared.

Jensen si guardò intorno. I ragazzi erano chiaramente parte dello scherzo ed erano d’accordo.

Chi era lui in fondo per interrompere il gioco?

“Va..va bene. mi scusi, professore!” disse Jensen.


















Note dell'autrice: 

Link per l'immagine!

E dunqueeee. Ahahha mi sa che la prentesi della scuola durerà un pò di più di quello che pensavo xd ma tranquilli, perchè tutto quello che vi aspettate, è niente, io riuscirò lo stesso a stupirvi ahhahha

ps la stranezza sulle pareti verdi e i termosifoni è una cosa reale della mia vecchia scuola! ahhahah xd  https://40.media.tumblr.com/a14e48069f01ea22d359fdafd1ae9621/tumblr_o366qzvHgc1t0u04do1_1280.jpg

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Capitolo 18
*** Lezione romantica, ma...senza dimenticare la parte erotica!! ***


“Bene.” rispose Jared, visibilmente più contento. “Ora, voi penserete che sto per chiamare uno di voi per farmi dire un argomento a tema, ma, non è questa la mia intenzione oggi.”

Jensen sollevò le sopracciglia.

“Quello che voglio fare oggi, invece, è quello di dire io a voi, che cosa ho imparato!” disse Jared.

Jensen era ancora più stupito. Che cos’aveva in mente Jared?
 

“Partiamo…dalla matematica.” Disse Jared, schiarendosi la voce, visibilmente emozionato. “Forse non molti sapranno che Einstein era stato bocciato in matematica ai suoi tempi!”

Tutti i ragazzi risero, compreso Jensen.

“Sì, sì, anche io ridevo ai tempi. Tuttavia, non potevo fare a meno di domandarmi cosa lo fece diventare il genio che avrebbe segnato la storia. Qualcuno ha la risposta a questo?”

Jensen alzò la mano.

“Jensen?” chiese Jared.

“Forse…vedeva quello che altri non vedevano?” chiese Jensen timidamente.

“ Sì, ma non è proprio esatto, forse potremmo dire che lui vedeva la matematica con gli occhi del cuore.

Spesso diciamo che la matematica non è un’opinione, come per indicare un argomento su cui non si può dibattere, che è o bianco o nero e non è soggetto a opinioni diverse! Einstein però, riuscì a cambiare tutte le leggi e a costruire una matematica nuova, a causa della sua mente brillante, diversa! Conosco un’altra persona che aveva opinioni matematiche differenti. Jensen, tu forse vuoi illuminarci?”

Jensen sembrava ora un pochino imbarazzato. Non proferì parola.

“Io…non credo sia il caso…”

“Va bene, allora lo dirò io. Un giorno di tanto tempo fa, mi misi a discorrere con questo ragazzo sulle regole dei numeri. Mi disse: Se io ho tre mele e non le moltiplico per niente, le mie mele non spariscono…e allora perché 3 x 0 fa zero e non fa 3 ?”
Qualcuno proruppe in una risatina, qualcun altro restò zitto a pensarci su e qualcun altro invece applaudì.

Jensen si coprì la mano con gli occhi.

“Non vergognarti, Jensen. Ricorda: mai vergognarsi dei propri pensieri, non quando chi voleva esprimerli avrebbe voluto farlo e non è riuscito.” Disse Jared.

Jensen accusò il colpo.

“Ok, ragazzi, con questo non è mia intenzione sradicare una concezione logica della matematica, il mio era solo un esempio per farvi capire che non è sempre vero che la matematica ha solo un’opinione e che è sempre quella giusta. Einstein l’aveva capito e anche Jensen.”

Tutti guardarono Jensen che si sentì arrossire.

“ Quello che disse Jensen, mi colpì profondamente. Io odiavo la matematica ma da quel momento volevo solo impararla e cercare di capirla di più, per arrivare a concetti profondi come lui! Cominciai a vedere anche la poesia nella matematica. Non credete che sia possibile? Portiamo nella nostra attenzione i numeri primi ad esempio e per fare questo andiamo a vedere proprio un libro famoso che parla di questi numeri. La solitudine dei numeri primi!” disse Jared prendendo il libro.

 “I primi gemelli sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi, quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi, per davvero. Due primi gemelli, soli e perduti, vicinissimi ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.”

Jared aveva la voce che tremava mentre finì di leggere. Sia lui sia Jensen avevano gli occhi lucidi.

“Quando io lessi questo libro, da ragazzo, ero molto triste per il destino dei numeri primi, quindi presi un foglio e chiesi al mio cuore di trovare una soluzione per farli stare insieme. Doveva esserci un modo e il mio cuore sorprendentemente la trovò ancora nella matematica!”

Jared andò alla lavagna e scrisse:

L’amore è un 11. Due unità che si accostano e lo fanno cosi bene da moltiplicare il loro valore, senza perdere la loro identità nella somma. Un 11 che oltretutto è un numero primo.

Nessun altro può dividerlo, ad eccezione di sé stesso e dell’unità, una di quelle due unità che lo compongono.

Jensen rimase a bocca aperta.

“E questa è un’altra dimostrazione di come spesso la razionalità e la logica ci impediscono di vedere la realtà. Due numeri primi che messi insieme in un unico numero, possono finalmente stare insieme…ma io allora non riuscìì a capirlo appieno e malgado amassi tantissimo il ragazzo di cui mi ero innamorato alle superiori, non riuscìì ad andare contro alle mie paure. Mi arresi senza lottare, quindi quello che voglio dirvi é: lottate sempre per le persone che amate e non lasciate scoraggiarvi da numeri e cifre. Sono solo questo. Cifre. Non contano veramente. L’amore è l’unica cosa che conta. Dite all’altro quanto lo amate. Non aspettate!” Disse.

Jensen aveva gli occhi lucidi.

“Jared…io…” disse, ma Jared con un cenno della mano lo fermò.

“Vi vedo tutti un po’ provati da questa lezione, quindi smettiamo con la matematica e passiamo alla grammatica.” Disse Jared. Tornò alla lavagna e scrisse un mucchio di parole confuse che non avevano un significato coerente.

“Susan, vieni qui, alla lavagna e leggimi qualche parola.” Disse Jared serio.

Susan a disagio si alzò e andò alla lavagna.

Jensen guardava il tutto sempre più sotto shock. Ogni volta che credeva che Jared avesse raggiunto il culmine in cui poteva stupirlo, riusciva a raggiungere un altro livello di stupore ancora.
 
La ragazza guardò le lettere e a disagio con la bocca semi aperta cercò di trovare un senso, ma invano.

“Allora, Susan?” chiese Jared.

“I-io…io non…non ci riesco.” Disse la ragazza confusa e dispiaciuta.

Jared annuì e dopo una breve pausa disse:

“Anch’io non riuscivo a trovarci un senso. Guardavo tutte queste lettere, cercando di metterle insieme per poter dire al ragazzo che amavo, quello che lui significava per me, quanto lo amavo, ma queste maledette parole, non volevano riordinarsi nella mia mente. Detestavo l’italiano, odiavo il francese. Se non riuscivo a dire al ragazzo che amavo perdutamente, in inglese, che lo amavo, tutte le altre lingue perdevano di significato. Avrei voluto che scomparissero tutte. Odiavo le parole. Ma adesso ho capito…sì, dopo tanto tempo, capìì che ero uno sciocco. Troppo preso a trovare le parole adatte e la giusta modulazione, affinchè suonassero bene, non capìì che la lingua più importante, quella che contava veramente, era quella del cuore. “ disse Jared e dicendo così fece cenno alla ragazza di tornare al suo posto.

Poi tornò alla lavagna e scrisse ancora:

Il dono della parola e' stato fatto all'umanita' 

perche' ci capissimo tra noi, amico mio, non per confonderci. 

Quanto sarebbe stato piu' facile se invece di diffondere storie 

che dividevano i popoli in questo mondo, avessimo imparato a parlare il linguaggio del cuore,

comprendendo che tutti stiamo cercando le stesse risposte.
(Sergio Bambaren)



Jensen si lasciò scappare qualche lacrima.

“Ma io non capìì tutto questo allora e persi il ragazzo di cui ero profondamente innamorato. Jensen.” disse, indicandolo, con la voce rotta.

Tutti si voltarono verso di lui. Jensen era un fiume in lacrime.

“Tu…non devi darti nessuna colpa. È stata colpa mia se…” disse cercando di alzarsi.

“No, aspetta ancora un attimo. C’è ancora un’altra materia che devo spiegare, prima che la lezione finisca.” Disse Jared guardandolo implorante.

Jensen allora si sedette, sospirando.

“Ed è….ginnastica.” disse Jared malizioso.

Jensen sollevò le sopracciglia. E ora questa uscita cosa c’entrava?
 

“Ginnastica… beh, sono sempre stato un ragazzo molto alto. Atletico. Tutti volevano propormi sempre nuovi sport…e io non sapevo come dire loro che….l’unica ginnastica che mi interessava era quella con Jensen!”

“JARED!!” gridò Jensen rosso come un peperone tra le risatine generali.

“Oh, io lo desideravo ardentemente. E voi potete capire bene, perché in questa età siete nel pieno dell’esplosione ormonale, quindi potete capire bene me, come mi sentivo al riguardo…e mi struggevo così tanto..sì…ma quello che realizzai poi in un secondo momento è che se il mio corpo non faceva ginnastica come avrebbe voluto, con Jensen, un altro muscolo però, lo faceva molto bene grazie a lui.”

Risatine maliziose e questa volta Jensen guardò male Jared. Stava andando un po’ oltre.

“Sì, ridete, ridete pure, ma non è quel muscolo, di cui io sto parlando. Ma è.. il mio cuore.”

Jensen e tutti gli altri sgranarono gli occhi. Questo non se lo aspettavano.
 

“Sì, è così. Jensen faceva fare ginnastica al mio cuore semplicemente guardandomi, semplicemente dicendomi delle cose. Qualsiasi cosa. E io questo non gliel’ho mai detto ma penso che ora sia arrivato il momento di farglielo finalmente sapere. Solo adesso ho finalmente trovato il coraggio.” Disse Jared.

Jensen non poteva più aspettare.

Gli andò incontro e lo baciò di slancio, piangendo a dirotto.

“Tu…sei uno stupido…troppo..” disse Jensen tra i singhiozzi.

Jared rise mentre continuavano a baciarsi e Jared gli cinse la vita con i fianchi.

Tutti applaudirono al bacio.
 

Ma se Jensen credeva che era finita qua, credeva male!

“Ora, tu ti rimetti questa!” disse Jared rimettendogli la benda.

“No, no, oddio, la benda no!”

“La benda sì!”

“Jared, me la pagherai!”

“Non vedo l’ora!” disse Jared malizioso, bendandolo di nuovo.

“E voi non mi aiutate eh? Brutti traditori! Prima mi applaudite e poi mi abbandonate così!” diceva Jensen ai ragazzi.
 
 
 














Note dell'autrice: 

Allora!! Sono certa che non vi aspettavate un capitolo così ahhahhah

Daisyyyy scuuuuusamiiii ahhah so che odi la matematica xd

spero però che il capitolo ti sia piaciuto :pp

E spero che sia piaciuto a tutti voi <3333

chi mi segue forse ricorderà che qualcosa sui numeri primi e sull'amore l'avevo già scritto (anzi praticamente le stesse cose ) nella mia ff "Mille sfumature di Sam e Dean" ahhah xd

beh, il tour alla scuola NON è ancora finito ahhhah

Ah! Una cosa importante!! le citazioni sul 3 x 0 è merito di un fumetto di Dylan dog che si intitola appunto 3 x 0 

a presto!!

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Capitolo 19
*** Bagno, libreria e sala video! ***


Jared stava trascinando Jensen in corridoio, mentre correva.

“Jared, rallenta, rallentaaaaaa.”
 
Finalmente Jared si fermò e Jensen potè riposarsi.

“Dove…puff…dove siamo adesso?” chiese.
Jared non rispose e aprì invece il rubinetto, bagnandogli dolcemente la faccia.

Jensen indietreggiò spaventato.

Jared rise, attirandolo a sé.

“Non ti piace?” gli chiese.

“Sì. Sì, mi piace…ma dove…aspetta…in bagno??” chiese sorpreso.

Jared annuì e gli tolse la benda.

Jensen si guardò intorno stupefatto.

Quanti anni erano che non vedeva quelle piastrelle azzurre, quel bagno, quei lavandini…

“Questo…” disse Jared indicando il bagno. “Conserva un posto speciale per me. Per te no?” chiese.

Jensen annuì. “Qui è dove…ci rifugiavamo a volte. Quando volevamo prenderci una pausa dalle lezioni, venivamo qui per chiacchierare o per ridere delle ultime marachelle dei nostri compagni o informarci dei pettegolezzi.”

“ Spesso coglievamo la scusa di dover andare a fare pipì e chiedere all’altro di accompagnarci, ma la verità era che sapevamo tutti e due che era una scusa per chiacchierare.” Disse Jared.

“O per sfogarci, quando qualcosa andava storto. Se un professore ci aveva dato un brutto voto o se litigavamo con qualcuno…” disse Jensen.

“Mi piaceva…parlarti attraverso la porta..mentre facevi pipì e io ti parlavo con nonchalance di tutto.” Rise Jared.

“E poi…bevevamo dal rubinetto e io ti guardavo riempire sempre la tua bottiglietta d’acqua da portare in classe.” Disse Jensen sorridendo al ricordo.

Jared a sorpresa tirò fuori una bottiglietta d’acqua.

“No, non ci credo. Dove la tenevi nascosta?” chiese Jensen ridendo.

“Sai che sono un tipo pieno di sorprese!” disse Jared.
“Lo so.” Disse Jensen.
 
 
 
*

Altro giro, altra sorpresa, questa volta Jensen non aveva la più pallida idea di dove Jared lo aveva portato. Si trovò seduto con una caterva di libri in grembo.

Jared gli tolse la benda.

“Questa…è la libreria!” disse Jared.

“Cavolo. È diversa rispetto a com’era una volta. Un tempo era solo uno scaffale con dei vecchi libri!” ricordò Jensen sorpreso, vedendo come si era trasformata. Era diventata una libreria molto grande.

“Ricordo ancora quando venimmo un giorno a sfogliare vecchi libroni. Io ti dissi che ero incuriosito da questi libri così poderosi ma quando provai a leggere…”
“Ti stancasti dopo pochissimo!” continuò Jensen.

“ Erano così ricchi di metafore! Non ero ancora poetico abbastanza per apprezzarne la bellezza. Preferivo guardare un altro tipo di bellezza.” Disse Jared sorridente, guardando Jensen.
 
 
 
 
*

Questa volta Jared fece entrare Jensen e lo fece sedere. Non c’erano banchi davanti a lui.

Jared gli tolse la benda e gli accese la televisione davanti.

“ Siamo nella…sala video!”

“Esatto!” disse Jared allegro. “E adesso noi due vedremmo un film d’animazione!” disse Jared.

“Cosa?? No, dai, Jared, ti prego, questo no!”

“Questo sì!”

“Se dovessero arrivare i ragazzi…”

“I ragazzi e i pofessori sono già stati informati dal sottoscritto e hanno acconsentito a lasciarci l’aula per tutto il tempo che ci serve.”

“Jared, ma perché…questo? Non capisco.” Disse Jensen.

Jared sospirò. “E va bene. Ti ricordi che ci fecero vedere il film d’animazione della Sirenetta 2, alle superiori, assieme ai ragazzini delle medie?”

Jensen annuì. “ Ricordo che..non capimmo niente, esattamente come loro, perché era tutto fottutamente in italiano!!!”

“Esatto…e ce l’ho qui, Jensen. Sono incazzato ora come allora, non mi è passata. Avrei voluto capire e…”

Jensen lo fermò maliziosamente dicendogli: “Preferivo parlare con te che guardare il cartone ad ogni modo.”

Jared sorrise compiaciuto ma non intendeva arrendersi.

“è una questione in sospeso che deve andare risolta proprio nello stesso luogo che è nato il problema.”

“Jared, ma parli sul serio?”

“Assolutamente sì. Noi ora guardiamo il film della sirenetta oppure non usciamo da questa stanza.”
 
Jensen cedette alla dolce prepotenza e genuina tenerezza del suo ragazzo.

Guardarono la sirenetta 2, rigorosamente in inglese e questa volta poterono godersi appieno il film d’animazione, anche se, tra una scena romantica e una divertente, si baciavano e si scambiavano frasi tenere.

E Jared non mancava di farlo ridere, dicendo a Jensen che lui sarebbe perfetto nei panni della sirenetta Ariel!  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: 

Holaaaa. Ahahha eravamo rimasti che in un capitolo dovevano fare tutto il tour e continuaimo con il fatto che continuo a dividere i capitoli :ppp

comunuque, spero vi piace questo tour...se devo essere sincera, la parte del bagno, dell'aula video, della sirenetta 2, della libreria...sono estrapolazioni di ricordi miei reali ma delle elementari e medie, non superiori... spero vi piacciano ^^

ps tra l'altro io devo ancora guardarla la sirenetta 2 in italianooooooo!!!

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Capitolo 20
*** La sorpresa più bella! ***


Altro giro, altra giostra. Questa volta Jared aveva bendato Jensen e l’aveva portato…..nientedimeno che….la sala mensa!!!

Jensen rimase sorpreso di rivedere quei panini minuscoli che tanto aveva detestato da bambino!

Jared andò vicino a lui e gliene porse uno con un sorriso.

“Ti ricordi? Saltavamo sempre il pane. Ora invece lo trovo…gustoso!” disse Jared.

“Naaaaaa. Se vieni a vivere da me ti vizierò io con dei bei panini come si deve, vedrai!” disse Jensen che altro non voleva che viziarlo e coccolarlo.

Jared sorrise. “Ma, il pane, era niente in confronto alla frutta. Anche quella, la saltavamo sempre.” Disse.

Jensen sorrise. Jared gli stava facendo venire fame.

“Ascolta, J, mi stai facendo venire fame. Che ne dici se finiamo in fretta questo tour e andiamo a mangiarci una bella pizza per festeggiare il revival di ricordi?” chiese sorridendo sperando di non offenderlo, ma ne aveva davvero abbastanza.

Jared cambiò espressione. D’un tratto sembrava offeso.

“Se ti annoi, possiamo anche andarcene a casa.”

“No, no, no, Jared, non offenderti, ti prego…” disse Jensen alzandosi.

“Io ho fatto tutto questo per te!!!”

“E lo apprezzo davvero, credimi, J, lo apprezzo tantissimo, ma….ecco, apprezzo tantissimo tutto il viale dei ricordi…ma…vorrei che pensassimo al futuro, adesso, insieme!”

Jared fece una smorfia e Jensen si agitò ancora di più, ma poi, a sorpresa Jared fece un sorriso malizioso.

“Figlio di…mi stavi prendendo in giro! Jared, mi fai prendere certi spaventi!!” proruppe Jensen.

“Vediamo se tu invece riesci a prendere….me!!!” disse Jared e cominciò a correre per il corridoio.

“JARED, JARED, MA DOVE VAI!!” disse Jensen rincorrendolo.
 
 
 
Jared era sparito dietro un grande portone, Jensen lo seguì e……

SORPRESA!!!

Si era ritrovato nel loro vecchio cortile di scuola.

“Ultima tappa, Jensen.” disse Jared sorridendo.

Jensen scosse la testa. Jared era fenomenale e lo amava anche per questo.

Jared gli andò incontro e docilmente gli prese la mano.

“Assecondami ancora un po’, vuoi?”

“Io farò tutto quello che vorrai, per sempre…” fu invece la dolce rivelazione di Jensen, che lasciò che Jared lo guidò verso il cortile.

Questa volta il cortile era pieno di ragazzi e professori.
 

“Qui è dove giocavamo a calcio e qui..” disse indicando i muretti. “Era dove ci sedevamo per starcene un po’ in disparte quando non ci andava di starcene con gli altri… e qui…” disse indicando la cancellata. “è dove, quando annoiati, ci arrampicavamo, fantasticando di scappare via dalla scuola…via da tutto. Ma non lo facevamo mai.” Disse toccando la cancellata.

“L’abbiamo fatto, Jared. Con anni di ritardo, ma l’abbiamo fatto. “ disse Jensen un po’ preoccupato.

Jared non disse niente ma lo portò invece al centro del giardino.
 
 
 
“Devi scusarmi per questa follia, Jensen, anzi, grazie per esserti prestato a questo tour e per…”

“Non dirlo neanche per scherzo, Jared, io sono felice che tu hai organizzato tutto questo per noi!”

“Voglio soprattutto spiegarti perché! Volevo…sì, volevo che rifacessimo un tuffo nel passato, perché volevo rimediare ai ricordi pieni di amarezza che mi erano rimasti, quando me ne sono andato. Oh, i miei ricordi erano pieni di felicità se pensavo a te, a noi due, ma anche pieni di nostalgia e di tristezza per averti lasciato.”

“Jared, io…”

“No, lasciami parlare. Io volevo che rivivessimo tutto da capo, da fidanzati, perché era così che io avrei voluto che vivessimo tutto, ma hai ragione, non si deve vivere solo nel passato. È questo che sto cercando di dirti, Jensen. Non ti ho portato qui per sottolineare quello che è stato, ma per portarci nel futuro, se tu lo vorrai…”

Jensen corrugò le sopracciglia stranito.

“Jared, sai già che io…voglio stare con te…te l’ho detto…”

“Per sempre, Jensen? per tutta la vita, vuoi stare con me?”

A Jensen tremò la bocca, non perché era spaventato da questo ma perché l’amore della sua vita gli domandava una cosa così.

“Certo Jared, certo che lo voglio. Non c’è niente che voglio di più!” disse stringendogli le mani.

“E saresti disposto a mettere per iscritto questa promessa?” chiese Jared emozionato, stringendogli di più le mani.

“Ma…cosa…”

“Sei disposto a sposarmi??”

Jensen si sentì mancare la terra sotto i piedi. Il fiato gli venne a mancare. Barcollò un attimo e poi prese il viso di Jared e gli diede un bacio mozzafiato.
 
Tutti applaudirono e si apprestarono a buttare il riso addosso agli sposi.


“Scusami se non ho un anello in questo momento..” diceva Jared.

“Tu…sei un adorabile pazzo!!” disse Jensen ridendo, tenendogli ancora il viso tra le mani.

Jared a sua volta felicissimo gli strinse le braccia al collo in un abbraccio.

“Ascoltami, Jensen. Non voglio spaventarti. So che siamo fidanzati da poco tempo e…io volevo solo chiedetelo…ma…se tu vuoi aspettare un po’ prima..non mi secca aspettare…davvero…non dobbiamo per forza farlo subito…” disse Jared.

“Jared..” lo fermò Jensen. “Io non so dirti adesso se lo faremo subito o tra un mese o tra un anno…quello che so per certo è che neanche io voglio aspettare troppo a lungo. Anche io non vedo l’ora di sposarti!”

E dicendo così, i due unirono nuovamente le loro labbra.

















Note dell'autrice: 

alloraaaa siete birichini!! -.- Ho notato che non vi ha entusiasmato tantissimo questo tour -.- ma vi capisco un pò ahhah la scuola non entusiasma nessuno xd però ecco qui...dove volevo arrivare :)) e spero vi sia piaciuta la sorpresa <3333 

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Capitolo 21
*** Jensen, Jared e i delfini! ***


Sentire le risate di gioia dei bambini e l’allegria delle mamme e dei padri, era balsamo alle orecchie per Jensen.

Jared andò a chiamare la bambina per farla nuotare assieme al delfino, la bambina in poco tempo si trovò nella piscina con Jensen che la cingeva con un braccio e le diceva:

“Non devi avere paura…il delfino è tuo amico…”
 

Jared sorrideva intenerito a guardare quella scena e poi sia lui sia Jensen, guardarono nella direzione di Shanna, con una gonnellina blu elegante a guardarli, aspettando il suo turno.
 
Jared tornò a guardare Jensen. I suoi capelli bagnati, il suo viso euforico.

Aveva una voglia matta di raggiungerlo.
 
 

“Sai, Jared, assisterti a questo, è stata la cosa migliore che io abbia mai fatto.” Gli disse Jensen quando uscì dalla piscina, prendendo un accappatoio e dandogli un bacio sulle labbra. Ormai lui lo assisteva nel suo lavoro con i delfini.

“No, tesoro. La cosa migliore che hai fatto è stata di baciarmi.” Obiettò il giovane.

Jensen finse di pensarci su. “Io credo che la cosa migliore…devo ancora farla.” Disse, prendendo la mano del più giovane e allineandola con la sua.

I due piccoli anelli d’oro luccicanti brillavano vicini.

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Capitolo 22
*** Al negozio di veterinario da Jared e Jensen ***


Jared si stava prendendo cura del gatto di Bobby nel suo studio veterinario. Il gattino era un cucciolo persiano che era finito sotto una macchina perché sfuggito in preda a smanie esplorative e Bobby l’aveva portato da lui.

Lui e Jensen erano felici di occuparsi di quell’adorabile gattino grigio.

“Amo i gatti.” Disse Jared.

“Forse perché sei un gatto anche tu. Miao!” disse Jensen che stava lavando il pavimento nello studio ormai deserto.

Jared si avvicinò a lui e lo abbracciò.

“Non sei costretto a stare qui, lo sai.” Gli disse.

“Andiamo, Padalecki, punto primo: dove altro dovrei stare se non con te e punto secondo: amo quello che fai, te l’ho già detto..e mi piace aiutarti.”

“Ma il tuo lavoro..Bobby ti ucciderà…”

Jensen rise. “Che posso dire, ho impegni e hobby svariati!”

“Jensen…”
 

Driiiin.

“Oh no, un altro cliente?” chiese Jensen.

“Sta zitto sacrilego. La vita degli animali non può attendere la nostra voglia.” Disse Jared dandogli una sculacciata e andando ad aprire.

Jensen restò incantato a guardarlo.

“Lo amo. Sono innamorato di un ragazzo adorabile che tra 50 anni lo chiameranno: il signore dei gatti.”

“Jensen, dopo facciamo i conti…” disse Jared che aveva sentito tutto, ma si bloccò subito. “Bobby.” Disse.

“ Vuoi fare i conti con me? Che ti ho fatto?”

“Oh no, non con te. Con Jensen.”

“Che ha fatto quel disgraziato? Che gli hai fatto?” disse Bobby.

“Ehi, ehi, non gli ho fatto niente. Stiamo scherzando tra di noi.” disse Jensen alzando le mani.

Bobby sorrise facendo per picchiarlo.

“Ho ancora una riserva di pugni da scaricare. Devo solo decidere se darteli perché scappi dalla gelateria nelle ore più critiche o perché mi hai nascosto….lui…” disse Bobby.

“Jensen!” lo sgridò Jared.

“Io…io…mi dispiace..Bobby…io volevo solo aiutare Jared..” disse Jensen mortificato.

Bobby guardò Jensen comprensivo.

“Lo capisco, Jensen, ma non puoi mollare così il lavoro di punto in bianco. Posso trovare un assistente per Jared, se tu non…”

“NO, NO. Jared ce la fa benissimo da solo!” disse Jensen impanicato e Bobby e Jared scoppiarono  a ridere.

Jared poi andò da lui abbracciandolo.


“Apprezzo tanto che vuoi aiutarmi Jensen. è bellissimo condividere la mia passione con te, davvero…e non pensare che non ti voglio tra i piedi. È bello averti qui, lo ripeto, ma preferirei che non rinnegassi neanche te quello che ti piace e stare alla gelateria ti piace, Jensen.”

Jensen gli diede un dolce bacio e rispose: “Hai ragione…però…dovremmo discutere bene sui turni, Bobby, in modo che per me è più facile poi venire anche qui.” Disse Jensen.

“Solo se permetterai a me di venire a fare qualche gelato ogni tanto!”

“Ci sto!” disse Jensen con gli occhi luminosi. Non vedeva l’ora di vedere Jared dietro al bancone.

 Bobby sorrise e acconsentì. Ora che i due ragazzi si erano ritrovati non erano disposti a stare separati tanto tempo.

“Non ho ancora ricevuto delle scuse per esser venuto a sapere che vi siete fidanzati solamente a fatto compiuto. E se aspettavate ancora un po’, venivo a saperlo dopo la proposta di matrimonio. Allora sì che dovevate festeggiare un matrimonio e un funerale. Chi può dire di essersi sposato ed esser morto lo stesso giorno?” disse Bobby.

Jared rise. Jensen un po’ meno.

“Bobby, non mi piacciono queste battute.” Disse Jensen. L’idea di perdere Jared era insopportabile. Neanche per scherzo voleva sentire certi discorsi.

“Scusa, scherzavo! Però, davvero, perché non vi siete confidati subito con me? avrei potuto darvi una mano. Facevo il tifo per voi quando eravate ragazzini. Jensen lo sa!”

“è avvenuto tutto così velocemente che neanche noi ci siamo resi conti e quando è successo…l’indomani era già successo un cataclisma per via di Misha. Dovevamo prima sistemare tutto.” Disse Jared.

“A proposito di Misha, avete risolto anche con lui?” chiese Bobby.

Jared restò in silenzio, mentre Jensen rispose:

“Misha è un coglione.  Non preoccupiamoci di lui.”

Bobby sorrise e accarezzò affettuosamente la guancia di Jared.

“Sono contento che voi due state insieme. Non potrei desiderare nessuno di meglio che l’altro, per voi.”

Jared si stava commuovendo, così Jensen si schiarì la voce.

“Bando alle sdolcinerie, c’è un negozio da chiudere e un gattino che vuole tornare a casa.” Disse sorridendo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Note dell'autrice:   
 
Ragazziiiiii ancora tante cose devono accadereeeee ahhaha vedrete quante sorprese e vi piaceranno!! :))

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Capitolo 23
*** Benny e John portatore di sorprese!! ***


Jared e Jensen stavano facendo l’amore. Ancora!

Erano passati alcuni mesi da quando stavano insieme e si sentivano più appassionati che mai.

All’impoviso irruppe John in casa senza bussare.

“Jared, hai preso te per caso la mia radiosveglia?” chiese John e poi si bloccò, vedendo Jensen uscire dalla stanza frettolosamente con solo i boxer addosso.

“Jensen?”

“Ehm, buongiorno signor Padalecki!!” disse Jensen, andando a recuperare i suoi jeans che aveva abbandonato sul divano quando la passione tra lui e Jared si era accesa all’improvviso.

“Mi scusi.” Disse Jensen, imbarazzato, rimettendosi i jeans.
 

John rimase a guardarlo rivestirsi e disse:

“ Bel sedere, ragazzo.”

Jensen rimase a bocca aperta.

Jared gridò: “Papà!!” arrabbiato.

“Ehi, ogni tanto c’è bisogno di un complimento sincero. Aumenta l’autostima. È tutto tuo.” Disse John facendo l’occhiolino.

“Potresti andare ad aumentare l’autostima di Benny!” rispose piccato Jared. “La tua radiosveglia!” disse, dandogliela in mano.

Benny? Pensò Jensen.

John sorrise a Jensen. “Non è adorabile il mio ragazzo, quando fa il geloso?” chiese, andando via.

Jensen rimase un po’ sovrappensiero e quando John si richiuse la porta alle spalle disse:

“Chi è Benny?”

“Benny è il suo ragazzo!” disse Jared.

“C-che cosa??” chiese Jensen sconvolto. “I-io credevo che…tuo padre si fosse fatto un’altra vita con una donna e poi c’è Shanna…cosa…”

Jared sorrise e invitò Jensen a sedersi.

“La verità è che mio padre dopo che irruppe quel giorno a casa nostra, scoprendo tutto…e dopo che io gli raccontai come avessi deciso di seguire il mio cuore, anche lui si decise a seguire il suo. Era innamorato da tempo del suo migliore amico, Benny, corrisposto, ma aveva troppa paura per farsi avanti. Noi, con la nostra storia, gli abbiamo dato la spinta e ora vivono felici.”

Jensen ci pensò un po’ su.

“Io sono molto felice per tuo padre, Jared, non fraintendermi, ma non capisco…se a tuo padre piacciono gli uomini, perché ha deciso di ritentare una seconda volta con un’altra donna? Ne sono felice perché è nata Shanna che è dolcissima ma…”

Jared proruppe in una risatina.

“Hai ragione, infatti sembra un po’ folle, ma non hai davvero idea di quanto la mia famiglia sia incasinata. Ora ti racconto tutto!!”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice:   
 
Allora, sono riuscita a stupivi??? :ppppp

ahhahh vi sarà spiegato tutti nel prossimo capitolo :)) tranquilli sarà un racconto breve :))  

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Capitolo 24
*** Tutti in braccio!!! ***


Era passato un anno e Jensen era ospite a cena da John, il padre di Jared ed era invitata la sua famiglia.
La sua grande famiglia allargata!

In quel momento si trovava a tavola con John, Mary, Shanna, Lilith.

“ Oggi pomeriggio io e Benny vorremmo portare Shanna al parco con noi.” disse John, mangiando il suo spezzatino.

Mary disse che andava bene.
 

Jared gli aveva spiegato tutta la storia di suo padre. La sua tormentava vita sentimentale. Era stato sposato con Mary e avevano avuto lui, ma il matrimonio non aveva funzionato. Si trovava in un periodo di confusione in cui cercava di mettere a fuoco quale fosse il suo vero orientamento sessuale e Lilith comparve in quel momento. Ebbero una breve tresca, poi John volle lasciare anche lei ma Lilith non era abituata a fare la parte della sedotta e abbandonata. Disse che aveva scoperto il suo segreto e che l’avrebbe detto a tutti se non avesse esaudito il suo più grande desiderio: avere un figlio.

Le avrebbe dato un figlio e poi se proprio avesse voluto, poteva andarsene.

Ma ovviamente poi John rimase. Non se la sentiva di abbandonare un altro figlio. Un neonato in fasce. Non se la sentiva di abbandonare Shanna.

D’accordo con Lilith, si misero d’accordo per avere un rapporto di coppia aperta. In questo modo sarebbero stati una famiglia e John sarebbe stato lo stesso libero di fare tutte le sperimentazioni che voleva.

Ma Lilith non era un mosto. Sbagliò, ovvio, ma lei era innamorata di John e se non poteva tenerlo stretto a sé con metodi tradizionali, volle provare questi alternativi.
 

John conobbe poi Benny, un barista molto simpatico, che nel tempo libero si manteneva in forma facendo palestra. Anche lui era gay, John sapeva di Benny, ma Benny non sapeva di John, perché John non gli raccontò di lui.

 Benny aveva un debole per lui, ma John non gli disse che lui era gay. In questo modo i due diventarono amici, con Benny convinto che il suo migliore amico fosse etero.

Ma poi, quando successe di loro due – Jared e Jensen – a John scattò qualcosa nella testa. Vedendo Jared e Jensen capì cosa era il vero amore e cosa voleva dire seguire il cuore!

Lasciò Lilith e la sera stessa baciò Benny, che ricambiò, sorpreso ed esterrefatto.

Da quel momento i due facevano coppia fissa.
 

Anche per Mary e Lilith le cose non andarono male. Conobbero a loro volta un alto ragazzo e si rifecero un’altra vita.
 
Cosa pensava Shanna di tutto questo? Jensen e Jared avevano fatto proprio a lei questa domanda. Jared ci teneva tanto che la sua sorellina crescesse serena senza turbe o turbamenti psicologici.

Shanna anche in quel momento aveva sorpreso tutti affermando:

Io sono felice. So che tutti pensano che io sia infelice perché mamma e papà si sono lasciati, ma in realtà io sono felice perché nonostante il cuore di papà lo portasse ad amare altre persone, ha scelto di farmi nascere..e di amarmi. Poteva non farlo ma l’ha fatto. E non odio mia madre per quello che ha fatto. Anche la sua è stata una scelta d’amore.  Voglio bene a mio padre, a Benny, a mia madre, al suo fidanzato e anche all'ex moglie di mio padre. L’amore non diminuisce, ma raddoppia.
 

Benny arrivò in tempo per il dolce, scusandosi con tutti per il ritardo, poi venne servito il caffè e le due donne presero il loro caffè con panna, per poi andare via, dicendo che i loro fidanzati le aspettavano.

Shanna scosse la testa sorridendo.

“Devono abituarsi, ma lo faranno. Anche loro sono felici adesso.” Disse Shanna rivolgendo un’occhiata a John, mentre Benny, silenzioso come un’anguilla, si stava avvicinando lentamente alla sedia di John per andargli in braccio. Shanna si rivolse a Jared e Jensen e andò a raggiungere Jared, che approfittando della fuga delle signore, si era messo in braccio a Jensen.

Shanna andò in braccio ad entrambi e disse:

“E voi due? Cosa aspettate a sposarvi? Devo diventare vecchia? Credevo mantenessi la tua parola, Jensen.” disse.

Jensen le fece una linguaccia e poi la abbracciò.

“ Avrei voluto sposare tuo fratello subito, ma tuo padre e tua madre hanno insistito affinchè fosse un bel matrimonio in grande stile, quindi abbiamo accettato di aspettare almeno due anni!”

“ Era il minimo che potevo fare per scusarmi con mio figlio per essermela presa con lui quando ho scoperto che aveva lasciato Misha.” Disse John.

Calò il solito silenzio tombale.

“Oh, andiamo! Misha non può essere ancora argomento tabù!” insistette John.

“Invece sì.” Disse Jensen.

“Questo vuol dire che non ci avete ancora parlato? Se volete lo faccio io.” Disse Benny.

“NO” disse Jared. “Mi sono sbagliato su di lui. Credevo fosse un altro tipo di persona…che avrebbe capito..e saremmo rimasti amici…mi sbagliavo. Non ne parliamo più. Chi vuole del sorbetto?” chiese Jared.
 
 
 
 













Note dell'autrice: 

Un titolo così non ve lo aspettavate!! ahhah lo so, questa è la storia più strana che ho mai scritto ahhah xd il titolo mi sono divertita a mettere questo xd

comunque davvero all'inizio volevo che john fosse felice con shanna e la sua altra donna ma poi quando ho scritto di jensen e jared..non lo so...mi è scattato qualcosa nella testa che volevo che john empatizzasse con quello che stava capitando a jared, perchè anche lui ci era dentro...volevo proprio raccontare la cosa in questo modo, in più mi piace scrivere che john ha capito tutto questo grazie ai j2 <333

e le sorprese non sono mica finite ancora!!!  

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Capitolo 25
*** Matrimonio ***


 Un anno dopo era il matrimonio di Jared e Jensen.

Finalmente.

Ci fu un dibattito su come avrebbero dovuto vestirsi. Jared insisteva per vestirsi di nero, perché avrebbe voluto vedere il suo Jensen vestito di bianco, pensando a quanto bello sarebbe stato e Jensen voleva la stessa cosa, beandosi già di quella visione.

Alla fine vinse Jensen, facendo leva sul fatto di essere il più grande, quindi…Jared si sarebbe vestito interamente di bianco, certo, non come una sposa però!
 

Jared si stava agitando. Era già emozionato quando era in chiesa e temeva di sudare e di avere un brutto aspetto per quando si sarebbero scambiati le promesse.

“Stai tranquillo, figlio mio, sei perfetto.” Gli disse la madre, cercando di rincuorarlo, mentre Shanna guardava adorante suo fratello maggiore.

Jared guardò sua madre, che le pareva un po’ strana. Aveva gli occhi lucidi e le sembrava un po’ troppo emotiva, perfino per il suo matrimonio. Si chiese se c’era qualcos’altro e avrebbe voluto chiederle cosa, ma…

In quel momento arrivò Jensen.
 

Jensen entrò in chiesa, bellissimo, vestito di nero ed elegantissimo. Teneva in mano una rosa rossa.

“Per te.” Disse, quando gli fu vicino. Jared accettò e gli diede un dolce bacio prima di dare la rosa alla sua sorellina raccomandandole di non pungersi. Jensen era sempre capace di sorprenderlo.

“Bene, gli sposi sono arrivati quindi cominciamo.” Disse il prete, sorridendo.
 
 

Breve celebrazione di rito e poi arrivarono le promesse. Cominciò Jensen per primo.

“ Jared, sono innamorato di te da quando andavamo alle superiori. Eri e sei il mio migliore amico e anche più di questo. Desideravo che fossi anche il mio ragazzo, il mio fidanzato e già questo mi sembrava un sogno. Volevo che fossi mio ma mai avrei potuto osare di sperare di più, mai avrei potuto pensare che questo sogno si sarebbe allargato e espanso a diventae addirittura mio marito. Voglio ringraziarti per essere mio, anche più di quello che avrei osato sperare. “

Ci fu un applauso fragoroso e Jared stesso si commosse, asciugandosi gli occhi.

“Con questo anello, ti prometto che ti amerò e ti proteggerò sempre, per tutta la nostra vita e anche dopo, perché neanche la morte potrà mai separarci.” Disse ancora, infilandogli l’anello, che tremava tra le sue mani.

Jared gli diede un bacio sulle labbra, mentre le stesse labbra tremavano e poi parlò lui:

“Jensen, tu sei il mio migliore amico e sei sempre stato anche il mio…principe azzurro…” aggiunse un po’ vergognandosi di quell’ammissione così intima. “Pensavo di non poter essere più innamorato di te di quanto lo ero alle superiori ma sei riuscito ancora a stupirmi. Ti amo ancora di più e non c’è nessuno che vorrei al mio fianco, per tutta la  vita, eccetto te. Nessuno a cui giurerei amore eterno, eccetto te.”

Ci fu un altro applauso scrosciante e Jensen baciò Jared, forse un po’ troppo impetuosamente.

Dopo, l’abbraccio non si sciolse, con Jensen ancora con le braccia allacciate al suo collo, ascoltò Jared dirgli:

“Ti regalo questo anello, così il mio cuore, anche se so che questo anello è solo un simbolo, ma il mio cuore no e la cosa più importante siamo solo noi due e le nostre promesse, che non si romperanno mai, nemmeno dopo la morte. Noi ci ritroveremo sempre, perché non posso smettere di amarti e di tenerti con me. solo questo è importante. Se tu sei felice, lo sono anch’io.” Disse Jared ancora più commosso, mettendogli a sua volta l’anello.

Ultimo applauso scrosciante e il prete che annunciava che erano diventati marito e..marito!!

E non ci fu neanche bisogno di dire agli sposi che potevano baciarsi, perché erano già lì con le labbra incollate.
 
 
Quando il bacio finì e quando finirono di firmare le ultime carte e di parlare con il prete e uscirono dalla chiesa, vennero sommersi da riso e petali rosa e rossi.

Jared sembrava non voler lasciare il braccio di Jensen. Jensen si voltò radioso verso di lui, guardandolo. Gli sembrava così tenero. Voleva dirgli che poteva lasciargli il braccio, perché non andava da nessuna parte, ma non voleva farlo, non ora, perché gli piaceva troppo che Jared lo tenesse stretto così.

E anche lui voleva tenerlo stretto.
Per sempre…
 
Poi ad un tratto, l’idillio sembrò interrompersi, con una presenza.

Misha.

Jared e Jensen impallidirono e si prepararono a qualsiasi tipo di confronto Misha avrebbe potuto volere ma…

C’era così tanta folla che delle persone passarono davanti alla loro visuale, coprendo Misha e quando andarono via…

Misha era sparito.

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Capitolo 26
*** E ora, che cosa vorrà? ***


Jared e Jensen erano ancora sconvolti per aver visto Misha di sfuggita fuori dalla chiesa, ma comunque, nessuno dei due voleva rovinarsi quel loro bellissimo giorno speciale, quindi, decisero di non perdere troppo tempo a cercarlo. C’erano le foto da fare al parco sotto la chiesetta –i loro genitori avevano tanto insistito per chiamare dei fotografi specializzati – e poi c’era il ristorante, i loro ospiti…che non andavano fatti attendere.

E poi sicuramente Misha dopo quella breve comparsata, era già tornato a casa sua.
 


Il ristorante era caldo e accogliente. Jared e Jensen avevano già avuto il loro primo ballo, un po’ romantico, un po’ goliardico, tra un antipasto e l’altro, sì, perché, avevano chiamato anche i musicisti e il deejay. Avevano pensato proprio a tutto.

E mentre Jared e Jensen passavano tra un tavolo all’altro ad offrire manicaretti agli ospiti – sì, loro dovevano per forza fare qualcosa di diverso, non riuscivano semplicemente a stare seduti – ebbero la seconda sorpresa in quel giorno!!

Misha.

Di nuovo.

Questa volta non c’era nessuno di passaggio a coprirlo e Jared e Jensen sentivano che questa volta dovevano affrontarlo.
 
“Che…che cosa ci fai qui?” gli chiese Jared, deglutendo.

“Sono venuto ad un matrimonio.” Sorrise Misha.

“Non sei stato invitato.” Disse Jensen, glaciale.

“Jensen…” disse Jared.

“No, no.” disse Jensen alzando una mano. “ Io non ho intenzione di fare finta di niente, né di essere accomodante, Jared. Misha, dovresti andartene.”

Misha sgranò gli occhi davanti a un Jensen così ferreo.

“Jensen, lascia almeno che dica quello che…” disse Jared, ma Jensen si lasciò sfuggire una risatina amara.

“ Che cosa dovrebbe dire? Noi avevamo da dire qualcosa e lui non ci ha voluto ascoltare.” Disse Jensen.

Misha annuì, consapevole di meritarsi quella sfuriata.

Jensen si voltò verso di lui, arrabbiato, ma calmo allo stesso tempo. Forse deluso.

“Abbiamo cercato di parlarti a lungo, Misha. Abbiamo tentato di chiarire con te in ogni modo.”

“Lo so.” Disse Misha.

“Tu ci hai allontanati e ci hai trattati male ad ogni nostro tentativo di avvicinamento..”

“Lo so.” Ripetè Misha.

“Quindi perché ora sei qui?”

Misha sorrise accomodante. “è appunto per quello che sono venuto. Parliamo?” 

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Capitolo 27
*** Colpe ***


Misha, Jensen e Jared uscirono nel piccolo cortiletto fuori dal ristorante, passando per la portafinestra per poter parlare indisturbati. Misha indicò il grazioso gazebo che stava nel cortiletto.

“ Sediamoci lì, staremo più comodi.” Disse, senza aspettare una risposta.

Jensen aveva ancora una faccia irritata e Jared gli sorrise conciliante, stringendogli la mano per addolcirlo. Funzionò. Jared riusciva sempre ad addolcirlo.

Si sedettero di fronte a Misha. Era una bella giornata. Perfetta per un matrimonio.

Troppo perfetta per litigare.

“Mi rendo conto di esser stato imperdonabile. Anche dopo quello che era successo…tra noi tre..” disse Misha indicando sé stesso e loro. “Ho sbagliato a respingervi. Ma sono…umano…” disse Misha.

“Che cosa vuol dire questo?” chiese Jensen.

Misha sospirò, fece una piccola pausa e disse:

“Ascoltarvi era la cosa giusta da fare, ma non la feci, perché…vedervi mi faceva sentire in colpa.”

Jared e Jensen rimasero basiti davanti a quell’esternazione così imprevedibile da Misha. Li spiazzò.

Misha continuò tenendo la testa bassa:

“Ho imparato una cosa nella vita…che quando qualcuno fa un grande torto a qualcun altro, è più facile per lui allontanarlo, piuttosto che chiedergli scusa, perché rivedere la persona che hai ferito, ti fa sentire piccolo, ti fa sentire in colpa, ti fa sentire male e le persone non vogliono stare male…quindi le persone allontanano coloro che hanno ferito, perché vederli li fa sentire in colpa. Ed era esattamente quello che è successo a me.” disse Misha.

“Non pensi più che ti abbiamo preso in giro?” chiese Jensen.

“No e probabilmente non l’ho mai pensato…ea qualcosa che dicevo per rabbia. Anzi, sono io a dover chiedere scusa…” disse Misha.

Non era abbastanza e lo sapevano tutti e tre. Jensen finalmente parlò e disse:

“Misha, io non voglio infierire su qualcuno che chiede scusa in maniera umile e ammette i propri sbagli, l’unica cosa che voglio è quello che volevamo entrambi dall’inizio, chiederti, perché?”

Misha lo guardò sorridendo sincero.

“Perché?” chiese ancora Jensen calmo. “Avevi Jared, avevi me…e hai deciso di tradire entrambi…posso capire io perché ero…l’altro…ma…Jared? Non riesco proprio a vederlo come un ragazzo che merita di essere tradito…se esiste qualcuno che lo meriti, chiaro!” disse Jensen.

Misha annuì. “Volete sapere perché vi ho…tradito…” disse Misha.

“Sì. Ovvio, non che ora siamo…dispiaciuti…voglio dire, quello che è successo ha fatto sì che ci ritrovassimo e che stessimo insieme, quindi in fin dei conti..però proprio non abbiamo capito…” disse Jensen.

Misha si alzò in piedi, pronto per fare la sua confessione.

“Quello che sto per dirvi, promettete che non mi riderete in faccia, ma che crederete a qualsiasi cosa io dirò? Promettete di prendermi sul serio?”

Jared e Jensen annuirono.

“Forse vi ho tradito perché…voi due eravate destinati a stare insieme.” Disse Misha.

“Cosa???” chiesero increduli Jared e Jensen.

“Misha…non andiamo bene…per niente…ti abbiamo chiesto una risposta sincera..e te ne vieni fuori con aforismi da…” disse Jensen scuotendo la testa deluso.

“No, no, ascoltatemi, è davvero così. So che…è difficile da credere…e so che pensate che…ho agito in questo modo per un peccato di lussuria…o di bastardaggine o perché mi mancava qualcosa…ma la verità è che mi piacevate davvero…entrambi. Vi volevo bene e per un tempo vi ho anche amato.”

Jared e Jensen continuarono a guardarlo non capendo bene dove volesse andare a parare.
“Ma…sentivo…qualcosa…qualcosa di sbagliato…quando stavo con Jared…e anche quando stavo con te, Jensen. Non eravate…voi. Eravamo….noi…io e Jensen…e io e Jared… io sentivo..avete presente quando si dice che si sente che la persona che ti è vicina, non è la persona della vita? Io percepivo questo…sentivo che tu avevi me, Jared, ma non era giusto…io avevo Jensen, ma sentivo che non era giusto. Sapevo che non ero io la persona della vita per voi e quindi non potevo esservi….fedele.” disse MIsha.
 

Rimasero in silenzio, cercando di metabolizzare quello che Misha aveva detto loro.

“Perché…non ci hai detto tutto questo quando siamo venuti a cercarti, invece di insultarci e mandarci via in malo modo?” chiese Jared.

“Ve l’ho già spiegato. Mi vergognavo. Sapevo di esser stato una merda e che molto probabilmente se non mi avreste scoperto io avrei continuato. Come potevo fare a guardarvi in faccia e dire come mi sentivo e perché l’ho fatto? È assurdo il discorso che ho fatto…voglio dire…io stesso ci ho messo tanto tempo a metabolizzarlo, a capirlo” rise Misha…”e altrettanto tempo ad avere il coraggio di confessarvelo. Non era facile neanche per me, capire.” Aggiunse poi.

“E intanto erano passati due anni..” disse Jensen.

“E intanto erano passati due anni…” confermò Misha.

“Misha…non lo so. Quello che ci hai raccontato è…assurdo…noi non abbiamo più rancore per te e anzi, forse hai ragione. Forse tutti abbiamo in parte una colpa, perché se tu ti vergognavi perché vederci ti faceva sentire in colpa, forse anche noi ci vergognavamo.” Disse Jensen.

“Voi??” si stupi Misha.

“Sì, noi, perché se da una parte eravamo arrabbiati con te, poi abbiamo parlato anche tra di noi e ci siamo chiesti più volte se dovessimo per forza quasi forzarci ad odiarti, inconsapevolmente, per non sentirci in colpa perché da un lato eravamo contenti che..lo avessi fatto..” disse Jensen.

“Perché io ho fatto da collante tra di voi.” Disse Misha sorridendo.
 

“Jared, Jensen, la carn…oh…tu…” disse la mamma di Jared, bloccandosi e guardando Misha con sguardo astioso.

“è tutto a posto, mamma. Misha è arrivato in pace. Andiamo. Voi venite?” chiese Jared portando la madre dentro che continuava a guardare male Misha.

Jensen e Misha annuirono.
 

Non sapevano che dopo il dolce ci sarebbe stato un altro momento molto toccante.
 

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Capitolo 28
*** Sorprese, sorprese e sorprese!! ***


Jared e Jensen avevano mangiato la carne – che era davvero deliziosa – e nel frattempo bisbigliavano su tutto quello che era appena accaduto con Misha.

Mentre stavano ancora mangiando, Jensen non poteva fare a meno di vedere nello sguardo di Jared del turbamento e gentilmente, senza dargli l’impressione di volerlo giudicare, gli chiese se era per via di Misha.

Jared gli sorrise e gli chiese di non pensare male. Amava solo lui adesso, ma si sentiva in colpa, perché non poteva fare a meno di pensare che Misha aveva fatto tutto questo per colpa sua, perché lui non gli dava quello di cui aveva bisogno. Si sentiva in colpa per non averlo fatto sentire amato come probabilmente avrebbe voluto.

Jensen, ovviamente, cercò di dirgli che non era questo il problema o la questione e cercava di ripetergli tutto il discorso, ma si sa bene come funziona la mente di chi subisce qualcosa. ci si arriva a pensare che è colpa loro, che devono aver fatto qualcosa per meritare un tradimento o per meritare di essere lasciati.
 
Quando finirono di mangiare la carne, Jared andò a cercare Misha, sempre più desideroso di scusarsi con lui. Misha era di nuovo in giardino, in piedi, che gli dava le spalle.

Jared sospirò a fondo e gli andò incontro.
 
“Jared? Ma….cosa…” disse Misha. Appena aveva visto arrivare Jared, aveva sorriso, ma vedendo la sua espressione e gli occhi lucidi si preoccupò subito.

Perdonami, Misha.” Disse Jared tristissimo.

“Che…che cosa??” chiese Misha esterrefatto.

“Ho ascoltato il tuo discorso, l’ho ascoltato davvero e lo comprendo…lo capisco..ma..io non posso fare a meno di pensare che…è colpa mia…”

“Jared, ma che stai dicendo…”

“Se io ti avessi fatto sentire amato, non saresti andato a cercare altrove…l’hai fatto perché io…non ti davo quello che…” disse Jared con espressione sempre più colpevole.

Qualcosa si sciolse nel cuore di Misha. Jared era un ragazzo così speciale, così d’oro. Come poteva pensare di non essere abbastanza, di non dare abbastanza. Ora stava male e per colpa sua.

“Jared, basta, per favore. Basta.” Disse Misha, mettendogli le mani sulle spalle.

“Tu non hai nessuna colpa. Eri un ragazzo perfetto, lo sei…e sei stato un fidanzato perfetto, per me…ma le cose tra di noi non andavano bene e lo sai anche tu, ma è sciocco che tu vuoi darti le colpe di tutto quanto…non è tutta colpa tua, Jared. Io sono stato un vero stronzo ma non pensare neanche per un secondo che è stata colpa tua ok? Quello che ti ho detto non è una scusa. Tu eri perfetto, davvero…ero io che sentivo di non…di non meritarlo. C’era qualcun altro, là fuori, un’altra persona, che lo meritava più di me. E io sentivo questo.”

Jared sorrise, mentre altre lacrime gli rigavano la faccia. Misha intenerito si sporse a dargli un bacio sulla fronte.

In quel momento arrivò Jensen a mettere una mano delicata sulla spalla di Jared.

“Jensen, io non…lo sto solo consolando..” disse Misha per tranquillizzare Jensen.

“Tranquillo, lo so.” Disse Jensen.

Jared si voltò verso Jensen.

“Scusami, Jensen. Io ti amo ma dovevo…dovevo dirgli…”

“Quanto è stupido.” Disse Misha facendogli l’occhiolino.

“No, non lo è.” Disse Jensen. “Per il semplice motivo che anche io mi sono sentito un po’ come lui…ma…ti ringrazio per quello che hai detto…e sappi che…ti perdono.” Disse Jensen imbarazzato.

Misha sorrise e inaspettatamente disse:

“BENE!! Questo vuol dire che posso presentarvi il mio fidanzato???” chiese Misha allegro.

“Che cosaaa??”  dissero in coro basiti i due.

“Crowley, puoi uscire dal nascondiglio!!” disse Misha con un sorriso a quaranta denti.

Un ometto basso e brizzolato, dall’aria simpatica, venne fuori da un cespuglio.

“Pezzo di merda…” esordì Jared.

“Figlio di ….” Aggiunse Jensen.

Misha scoppiò a ridere mentre invitava Crowley a farsi avanti.

“E così mentre noi ci struggevamo sul fatto che ci odiassi, tu ti crogiolavi tra le lenzuola con questo qui…” disse Jensen, dandogli una pacca sulla schiena.

“Crogiolare non è la parola giusta.” Disse Crowley ridacchiando.

“Behh!!” disse Misha. “Tutti i fidanzati che tradisco hanno il vizietto di mettersi insieme, quindi io devo pensare anche a me e devo…”

“Misha, razza di sbruffone patentato, hai avuto solo me come fidanzato!” lo riprese Jared, tirandogli un orecchio.

“E me.” disse Jensen tirandogli l’altro.

“Ahi, ahi, ahi, e va bene, sono stato stronzo. Ma non fatemela pagare così…almeno con un assegno o a rate mensili!!"

Crowley rise dicendo: “Non è che poi tradisci anche me?” chiese.

“No. Non lo farei mai. Al massimo facciamo un threesome insieme.” Disse Misha facendogli l’occhiolino.

Crowley lo guardò minaccioso.

“ O magari no.” disse Misha baciandolo di slancio. Poi disse rivolto a Jared e Jensen:

“Lo amo. Ci amiamo. Con lui sento di aver trovato la mia metà. Non tradirò più.”

“Ma lo farò io!!” disse Crowley facendo poi l’occhiolino ai due e scoppiarono tutti a ridere.
 

“Tutti dentro, c’è il dolce e poi un annuncio importante!!” disse la piccola Shanna uscendo in giardino e correndo con il suo vestitino viola svolazzante.

“Da parte di chi??” chiese Jared, mentre tutti entravano dentro.

“Certo che in questa famiglia non ci si annoia mai eh?” rise Jensen.
 

















Note dell'autrice: 

Sì, ragazzi, mi sto divertendo a scrivere questa storia!! ahhahh non avrei mai immaginato che venisse così lunga...l'avevo pensata per 4-6. massimo 10 capitoli xd cooomunque, quale sarà l'annuncio????

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Capitolo 29
*** Annuncio!!! ***


Jared e Jensen erano tornati dentro al ristorante per mangiare la torta ricoperta di panna e fragole con glassa al cioccolato.

Jensen si divertiva a mangiare le fragole facendosi imboccare dal suo Jared e Jared faceva lo stesso.

Alla fine, al momento del brindisi, la madre di Jared si alzò in piedi.

“Devo dire qualcosa….è stata dura tenerlo nascosto fino adesso, ma non c’è niente che mi renda più felice che condividere questa gioia, il giorno del matrimonio del mio adorato figlio! Sono incinta di nuovo!!!” disse la donna.

Ci fu uno stupore generale, un coro di “Ohhhh.” E poi un applauso fragoroso fra tutti quanti.

John era stordito, Jared era ancora più stordito di lui.

Jensen applaudì fragorosamente ridendo e poi si voltò verso il suo adorato marito e gli diede un dolce bacio per farlo riprendere.

“Jensen, mi….mia madre aspetta un bam…” diceva Jared totalmente stordito.

















Note dell'autrice: 

Le sorprese non sono finiteeeeee <3333

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Capitolo 30
*** Mamma, mamma, mamma! ***


Il piccolo Dean di 2 anni stava gattonando giocosamente sul prato del parco. Al suo fianco Shanna lo controllava con amore. Non era il suo fratellino, ma era come se lo fosse.

“Shanna, per favore, vieni un momento. Controllami la porta del bagno.” Disse la mamma di Shanna, Lilith, inaspettatamente.

Shanna un po’ preoccupata per la sua mamma,  prese Dean e lo diede in braccio a Jensen e Jared, andando con Lilith.
 

*

“Mamma, che succede, stai bene?” chiese Shanna, attraverso la porta.

Lilith aprì la porta e si toccò la fronte.

“No. Non credo.” Disse.
 
 
 
*

Quando Shanna e Lilith tornarono al parco e si avvicinarono di nuovo ai j2 e al piccolo Dean, il bimbo, che era in braccio a Jared, toccò la pancia di Lilith e disse allegramente:

“Mamma, mamma!”

Shanna, Jensen e Jared si voltarono sorpresi verso Lilith, che sgranò gli occhi, imbarazzata.

In bagno ci era andata perché aveva fatto il test ed era risultato positivo!

Ok, era stata scoperta. E perdipiù da un bambino di 2 anni!

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Capitolo 31
*** Sammy, Sammy, Sammy ***


Lilith e Mary erano diventate amiche e avevano deciso di trascorrere una giornata al mare insieme con i rispettivi fidanzati.

Mentre attraversavano la strada con le borse, un Dean di 2 anni, si allontanò da quella che ormai per lui era come una sorella maggiore o una piccola tata – Shanna – per andare al fianco di una Lilith con il pancione.

“Lassami. Devo aiutalla a passale. Appetta un bimbo!” disse Dean, dando la mano a Lilith, che sorrise intenerita, mentre il piccolo le dava la mano per attraversare la strada.

“Oh, Dean. Anche quando nascerà, mi aiuterai con il piccolo?” chiese Lilith.

“Ehi, ci sono anche io!!” disse Shanna un po’ gelosa di essere messa in disparte. In fondo era il suo fratellino.

Lilith gli fece cenno di non fare la solita sorellina gelosa.

“Sì....giochiamo a brum brum!!" Disse Dean, tutto contento, tutto contento, riferendosi chiaramente alle macchinine.

















Note dell'autrice: 

Credo sia la prima volta che metto che Sam e Dean non sono fratelli!! O_O ahhahha e voi...ve lo aspettavate che i famosi bambini erano loro?? xd

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Capitolo 32
*** Ciambelle e teen agers adorabili ***


 Un Sam sedicenne, si stava piastrando il ciuffo castano liscissimo davanti allo specchio.

“Sono lisci ma qui davanti vanno sempre un po’ per cavoli loro…” borbottò Sam.

I capelli gli finirono in mezzo agli occhi.

“Che palle!” sbuffò e andò a prendere la cartella.

La porta si aprì in quel momento.

“Sammy, Sammy, Sammy…” cantilenò il suo migliore amico. Il suo bellissimo migliore amico Dean.

Alto, biondo, con due grandi spalle e sempre cool. Capitano della squadra di basket della sua scuola.

“Quando la smetterai di chiamarmi così?” sbuffò Sam, facendo finta di mostrarsi contrariato.

“Ma perché? È così carino Sammy.” Replicò Dean abbracciandolo ma cingendogli le mani al collo, in questo modo i loro petti collimavano quasi schiacciati e le mani di Dean erano immersi nei capelli di Sam.

“Dai, lasciami andare.” Disse Sam, allontanandolo, imbarazzato. Dean profumava così di buono. Doveva essersi fatto la doccia prima di venire lì.

“Sono in ritardo, praticamente.” Disse Sam facendo per uscire. “Senti, non è che non apprezzi, ma non capisco…hai finito la scuola, perché insisti nell’accompagnarmi tutte le mattine a scuola?” chiese Sam perplesso.

Dean rise mentre camminavano in strada e gli disse:

“Non mi piace far colazione da solo. Da quella parte questa volta!” disse Dean indicandogli il locale.

Sam alzò gli occhi al cielo. Ogni volta Dean insisteva per far colazione al bar e ogni volta si sbizzarriva a scarrozzarlo in un locale diverso. Gli aveva fatto provare tutti i bar della piazza. Li conosceva tutti e durante il weekend lo scarrozzava in macchina per fargli provare quelli fuori dalla loro zona più lontani.

Non che a Sam non piacesse, anzi, aveva capito che per Dean era un simbolo d’affetto quell’abitudine e a Sam piaceva che Dean tenesse a lui in modo che voleva sempre portarlo in giro, gli piaceva stare con lui.

Anzi, a dire la verità, mi piace proprio lui…sono innamorato del mio migliore amico ma chissà cosa direbbe se lo scoprisse…mi disconoscerebbe come amico e se venissero a scoprirlo anche le nostre famiglie non mi permetterebbero più di vederlo. So che non siamo davvero parenti, ma le nostre famiglie purtroppo ci vedono come fratelli. E poi credo che lui sia etero, anche se non l’ho mai visto con una ragazza…” pensò Sam tristemente.

“ Sammy, vuoi il croissant alla crema o quello alla nocciola?”

“Voglio la ciambella stavolta.” Disse Sam.

Dean lo fissò sorpreso poi si rivolse alla barista.

“Allora ciambella anche per me, facciamo tutto uguale” rise.

Sam alzò gli occhi al cielo ma poi sorrise e si fermò a guardarlo adorante mentre sceglieva i posti a sedere.

“Non sei contento che ti accompagno a scuola, Sammy, Sammy, Sammy?” lo canzonava Dean.

Era allegro. Sam capiva sempre quando Dean era di buonumore. Riusciva a far essere di buonumore anche Sam, che lui, in realtà era più ombroso.

Gli diede una fuggevole carezza sulla testa mentre si alzava di nuovo dal suo posto.

Dean lo fissò sorpreso e sembrò farsi un po’ piccolo a quel gesto improvviso.

“Sam…dove…”

“Tieni. Per te. Visto che ti ostini a pagare sempre la colazione.” Disse Sam.

Dean guardò con l’acquolina in bocca il mars che Sam gli aveva appena messo sul tavolo.

“Ok, ma…stasera cinema e pago io e niente storie, sasquatch.” Disse Dean.

Sam sorrise sperando invano di controllare il luccichio dei suoi occhi.

Forse non ci riuscìì molto perché Dean sembrò cambiare sguardo e rimanere un po’ incantato a fissarlo confuso, poi la barista arrivò con cappuccini e ciambelle e Dean abbassò subito il capo addentando a grandi morsi la ciambella.

“Mangia piano o la finirai subito e non te ne prenderò un’altra.” Rise Sam.

“Hai ragione, perché lo farò io.” Disse Dean.

















 Note dell'autrice: 

Ciaooooo vi è mancata questa storiaaaaaaaaa? hahha manco da 5 giorni qui, non tanto dai xd

io li adoro troppo, non posso fare a meno di vederli insieme nelle mie storie, fratello o no ahhahh

e ho scoperto anche che il mio primo esperimento di scrivere su di loro che non sono fratelli, sta andando bene, sono contenta <3333

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Capitolo 33
*** Tu sei solo mio!!! ***


Sam e Dean si trovavano al cinema.

Sam ogni tanto durante la visione del film guardava Dean, la sua mano.

Avrebbe voluto prenderla ma poi Dean avrebbe riso, l’avrebbe spostata probabilmente e gli avrebbe detto: ehi dude, che cazzo fai?

No, Sam non poteva farlo.
 
 

Finito il cinema, Dean disse che doveva andare in bagno e poi dopo aveva davvero bisogno di mangiare un cheeseburger in qualche fastfood notturno!

Sam scosse la testa, sperando che Dean non si sarebbe ammalato con questa mania di mangiare cibo spazzatura, soprattutto negli orari più impensati.

Si mise ad aspettarlo fuori dall’uscita del cinema. Era notte ormai.

L’ultima cosa che si sarebbe aspettato era di essere avvicinato da un ragazzo.

“Ehi, bambolo, che cosa ci fai qui tutto solo?” gli chiese un tizio con una cresta bionda e molto alto.

“Scusa?” chiese Sam. Non era abituato ad essere fermato da degli sconosciuti, maschi e per di più più grandi di lui. Soprattutto non era abituato a sentirsi chiamare *Bambolo*

“Ho detto, che cosa ci fai qui tutto da solo, bambolo.” Disse il tipo sorridendo e avvicinandosi a lui.

Sam deglutì. “Io…io ho visto un film e…”

“Capisco, ma adesso il film è finito, bambolo e la notte è giovane. Che ne dici di fare un giro con me?” chiese il tipo mostrando la sua moto.

“N-no, cioè, s-sei molto gentile ma io…sto aspettando il mio amico e…non posso.”

Il tipo sembrò gasarsi della timidezza di Sam.

“ Beh, non vedo nessun amico. Se non è qui con te, meriti una compagnia migliore. Si fanno brutti incontri da soli da notte…” disse sorridendo.


“Sono d’accordo.” Disse Dean, arrivando in quel momento. La furia stampata sul suo volto.

Il biondo sgranò gli occhi. “E tu chi saresti?” chiese.

“L’amico che non lo lascia solo.” Disse Dean sorridendo, ma la rabbia era crescente.

Il tipo sembrò farsi serio.

“  Non dovresti lasciare occhi di cerbiatto da solo qui, per fortuna c’ero io qui a sorvegliarlo, altrimenti se lo sarebbero già portato via.” Disse.

Dean non aveva voglia di far degenerare la serata in una rissa. Non perché aveva paura di fare a pugni con quel spaccone, ma perché non voleva rovinare la serata a Sam.

“Grazie.” Disse con un sorriso gelido.

Il biondo capì l’antifona e se ne andò.
 


Sam tirò un sospiro di sollievo, ma non sapeva che il peggio doveva ancora venire. Dean lo trascinò verso la loro macchina e quasi lo sbattè addosso alla portiera.

“Ouch, Dean, ma sei impazzito???” chiese Sam.

“Hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere? Perché non mi hai aspettato dentro?”

“Cosa sei, mio padre? Beh, scusa se non ti rimango sempre dietro come un cagnolino, Dean. Scusa!!”

Dean aggrottò le sopracciglia. “Che cosa vuoi dire?”

“Niente!” scattò Sam. “Solo che…a volte vorrei che non mi trattassi sempre come un moccioso!”

“Stavi per andartene con quel tizio, SAM!!” scattò anche Dean.

“No!! Non è vero!! E poi anche se fosse, qual è il tuo problema???” gridò Sam.

“Sei un ragazzino immaturo!! Poteva farti qualsiasi cosa!!” gridò Dean.

Sam rise. “E se io avessi voluto, eh?” chiese Sam sfidandolo.


Dean deglutì. “S-Sam, non puoi parlare sul serio…non lo hai visto? Era uno sbandato, di sicuro drogato, tu non…”

“ Tutti?? A te non va mai bene chiunque, Dean! Tutti quelli che mi fanno il filo hanno sempre qualcosa che non va!! Tu non credi che io possa piacere a qualcuno davvero, mi vedi come uno sfigato!

“Non è vero!!”

Perché non accetti che io possa piacere a qualcuno davvero?”

“Non voglio e basta!!!”

“Ah, sei molto maturo…” rise Sam.

“Entra in macchina…”

“NO!!”

“Sam, entra in macchina..” ripetè Dean più calmo.

“No, se prima non mi spieghi perché…”

Dean lo spinse di nuovo contro la portiera. “Sei…un maledetto testardo…”

E dicendo così, appiccicò le sue labbra a quelle del minore.

Sam sgranò gli occhi. Lo sperava, davvero, ma il fatto che l’abbia fatto davvero…non credeva l’avrebbe fatto davvero.

I due ragazzi giocarono l’uno con le labbra dell’altro, come degli adolescenti al loro primo bacio. La voglia e la curiosità di esplorare qualcosa che fino ad allora avevano solo immaginato. Lo stupore di quella sensazione e le loro bocche giovani, carnose, tremanti, palpitanti.

Poi Dean mise gentilmente una mano sul viso di Sam e continuò a baciarlo, più languido, lento, incontrando la sua bocca, sentendo Sam fargli strada, con imbarazzo, timidezza, sentendo le sue labbra tremare e il suo cuore fare bum bum bum.

Quando si staccarono, Dean vide gli occhi lucidi e languidi di Sam, ma non erano lucidi perché stava piangendo. Erano lucidi di emozioni. Quegli occhi che da sempre avevano il potere di mandare il suo cervello in blackout.

“S-se vuoi posso ancora dirti il perché, m-ma…” balbettò Dean.

“N-non serve…non serve più…” disse Sam.

“Sam, io…io ti amo…perdonami se ho dovuto rivelartelo, io non…”

Sam però ora sorrideva. Gli prese il viso tra le mani e gli disse con gli occhi che brillavano ancora di più:

“Perdonarti? Dean, anche io ti amo.”

Dean sgranò gli occhi. Sam lo amava??

“ Sa, io….io non immaginavo…non..”

“Schhh…” disse Sam, mettendogli un dito sulle labbra. “Non importa.”

Dicendo così, fu Sam questa volta a baciarlo di nuovo, a prendere l’iniziativa e Dean si lasciò trasportare dal bacio, stringendogli i fianchi.

















 Note dell'autrice: 

Rieccomiiii ahhah pensavate che non aggiornavo più? Scusatemi per il ritardo, ma è difficile quando hai più storie in corso xd spero di essermi fatta perdonare e vi dico che la storia è praticamente alla fine, potrebbero esserci ancora uno o due capitoli, ma forse già nel prossimo finirà ma non temete che prima rivedremo i nostri amati j2 <33333

Ps domani faccio gli anni :D

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Capitolo 34
*** Sorpresi!!! ***


Erano passati due mesi da quando Sam e Dean si erano baciati e non avevano più smesso.

Sam e Dean si stavano baciando ora sul letto dei J2.

Dean era voluto andare a trovare il suo fratellastro Jared, che viveva con il suo compagno e marito, Jensen, da diversi lunghi anni.

Erano passati esattamente diciotto anni dal loro matrimonio.

Jared però era al lavoro e Jensen era fuori, presumbilmente a comprare qualcosa di goloso per il suo orsacchiotto gigante Jared.

I ragazzi, che ormai facevano avanti e indietro dalla casa, scavalcando dalla finestra come dei Romeo e Giulietta del ventesimo secolo, ne avevano approfittato per baciarsi e lo stavano facendo proprio sul letto dei j2.

Era così che avevano preso l’abitudine di chiamarli. Era così che li chiamavano tutti, perché l’uno non faceva un passo verso l’altro…..
 

Sam e Dean non erano sdraiati sul letto, erano solo seduti sul bordo mentre si baciavano lentamente e romanticamente.

“Non dovremmo…farci trovare qui…dobbiamo uscire…se ci trovano…” mugugnava Sam nel bacio.

Dean rise e mugugnò: “ancora uno…solo uno..e poi non facciamo niente di male…” disse Dean.

“Se tuo fratello ci vede baciarci, ci rincorre per tutto il paese…” disse Sam, sfiorando il viso del suo fidanzato con il naso, con fare sensuale.

“ Se tua sorella ci vede in questo momento, le prende un colpo…” rise Dean.

“Lo trovi divertente?” disse Sam sorridendo malizioso, ma un po’ preoccupato.

“A dire il vero un po’ sì.” Rise Dean.

Sam mise il broncio rifilandogli una delle sue solite bitchface.

“Andiamo, Sammy.” Disse Dean, prendendolo tra le braccia. Il minore non oppose resistenza e si lasciò andare tra le braccia del maggiore. “Il fatto che loro siano i nostri fratelli, non conta…” disse, dandogli un bacio sui capelli.

“Ah no?” chiese Sammy.

“ E neanche il fatto che loro ci vedano come fratelli, fa sì che lo siamo.” Disse, prendendogli il viso, guardandolo dolcemente e dandogli subito dopo un delicato e dolcissimo bacio sulle labbra.

Sam si lasciò andare a quel bacio dolcissimo, sorridendo sulle sue labbra e mettendogli le braccia al collo, quando all’improvviso sentirono un rumore….

I ragazzi scattarono subito in piedi.

“Oddio!!” disse Sam.

“Sam, stà calmo.” Disse Dean, cercando di tranquillizzarlo.

“Devono essere tornati!” disse Sam, balzando giù dal letto. “Usciamo di qui, presto.”

“Sam, tranquillo, non stiamo facendo niente….”

“Sbrigati!!” disse Sam, uscendo dalla stanza.
 


Finirono sul pianerottolo in cima alle scale, Sam fece per scendere, ma Dean lo afferrò per un braccio e lo portò in un angolo nascosto alla vista.

“Ancora un bacio, solo un bacio..”

Sam lo guardò titubante, poi gli diede un bacio.

“Ok, adesso…” ma poi ci ripensò e gliene diede un altro e un altro.

“Ok, basta…” ma poi gliene diede un altro e poi non riuscivano a staccarsi e….
 

“Sam! Dean!” disse Jensen sorpreso.
 
















Note dell'autrice: Eccomi ^^

Ieri sentivo che oggi avrei voluto aggiornare e sono riuscita a farlo ahhah <33333 

scusatemi per il capitolo corto, ma c'è un perchè se li faccio sempre così corti, oltre a voler dividere le varie situazioni perchè mi raccapezzo meglio e penso anche voi, lo faccio perchè se per la storia ho già una traccia specifica da diverso tempo, per i dialoghi è diverso perchè praticamente li improvviso il momento stesso in cui scrivo il capitolo e siccome tendo a scrivere e postare immediatamente dopo il capitolo, i dialoghi che vedete sono sempre tutti improvvisati e richiede una concentrazione enorme anche solo per scrivere poche righe quindi mi stanco subito perchè i dialoghi al contrario della trama della storia, non sono preparati, ma scritti al momento ^^

Ve lo dico perchè magari tante volte vi chiedete perchè ci metto tanto ad aggiornare, è per questo...finchè non scrivo non mi vengono in mente i dialoghi, al contrario della trama in generale ^^

Comunque tornando al capitolo, forse adesso capirete dove volevo andare a parare, quando ho cominciato a scrivere di Sam e Dean eheheh

chi aveva paura che avrei messo da parte i j2, sarà forse contento di vedere che sono ricomparsi <33333

Se avete qualche curiosità su che età hanno precisamente i due ragazzi, l'avevo già spiegato qualche capitolo fa, Sammy ha sedici anni, Dean aveva due anni quando la mamma di Sammy era incinta, quindi ora ha diciotto anni

poi nel prossimo spiegherò meglio anche sull'età dei j2 <3  

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Capitolo 35
*** Fanboy! ***


Erano passati 18 anni da quando i J2 si erano sposati.

Jensen aveva 47 anni e Jared 43 ma erano ancora bellissimi uomini.

Ed erano successe tantissime cose.

Tanto per cominciare, dal momento che Jared è ricco per via della sua famiglia, la stampa divulgò a tempo record la notizia del loro matrimonio.

Rotocalchi di giornali si riempirono di foto del bel e ricco Jared con questo bellissimo ragazzo che pareva uscito da un fotoset di motelli.

Tutti si chiedevano chi fosse questo misterioso ragazzo e come avesse fatto il fortunato e ricco Jared a tenerlo nascosto per tanto tempo.

La stampa non si era mai preoccupata troppo di Jared. I giornali di pettegolezzi erano più concentrati sulla sua famiglia, sui genitori di Jared, che avevano attirato l’attenzione della stampa per via dei numerosi scandali che li avevano preceduti.

Divorzi, altre compagne, altri figli, famiglie allargate… John che si scopre gay e che va a convivere con un uomo dopo aver avuto una seconda figlia da un’altra donna…

Jared era un bravo ragazzo, timido e schivo, perciò la stampa non aveva mai trovato nulla di scandalistico per cui stargli dietro.

Quando però cominciarono a scoprire che usciva con Jensen e che si erano sposati, balzarono sulla cresta dell’onda.
 


Jared era un bel ragazzo, ricco e suscitava molte simpatie perché nonostante la sua ricchezza e bellezza, rimaneva un ragazzo gentile, umile, si comportava sempre molto bene con i giornalisti, i fan e con la gente in generale. Tutti lo adoravano….e assieme a Jensen, beh, tutti cominciarono ad adorare quella che ormai chiamavano La coppia d’oro.

Belli, dolcissimi, ricchi ed innamoratissimi.

La stampa cominciò ad interessarsi sempre di più a loro due, soprattutto destarono molto interesse per via dei lavori che avevano scelto di fare.

Erano molto stimati anche per questo.

Jared continuò il suo lavoro di veterinario, anzi lo ampliò.

Riuscìì a costruire due grossi negozi collegati tra loro. Il primo era negozio veterinario, solo un po’ più grande, attrezzato e lussuoso, dove prendersi cura degli animali e fare in modo che stessero più tranquilli e comodi possibili – una delle attrazioni più belle erano le cuccette lussuose disposte in file per gli animali quando dormivano –

Il secondo negozio invece era nient’altro che un salone di bellezza per cani, gatti e altri tipi di animali.

Le persone potevano portare lì i loro cani, era molto utile per chi per esempio faceva fatica a lavare i propri cani. In quel salone i cani venivano lavati da professionisti e a chi lo richiedeva venivano anche fatti la messa in piega e pettinati a dovere.

Nel cortile dietro il negozio invece, c’era uno spiazzo molto grande riservato agli allenamenti dove gli animali potevano divertirsi a saltare gli ostacoli o a imparare piccoli esercizi di addestramento o anche solo giocare con gli altri animali.
 
Spesso Jared passava a vedere come se la cavavano i suoi dipendenti. Loro e i clienti compresi, lo adoravano, perché era raro che persone così importanti si facessero vedere tanto spesso e fossero così coinvolti nei loro affari.

A volte era lo stesso Jared che intratteneva i cani e giocava con loro.
 
 
Jensen aveva continuato il corso per diventare addestratore di delfini, ma non finì lì. Si interessò sempre di più al mare e alle vicende dei delfini, appassionandosi alla loro causa e a proteggerli. Persone che facevano del male a quei poveri animali, benché si dicesse fossero specie protetta, c’era sempre e Jensen ci teneva molto a rendere sua quella causa e impegnarsi a proteggere quella specie.

Jared era orgoglioso di lui. Purtroppo non aveva più tanto tempo libero per occuparsi appieno anche dei delfini, ma, ogni volta che poteva, era felice di andare con Jensen a vedere i delfini, da una parte all’altra del mondo.

E anche Jensen ne era felice. Senza Jared non era la stessa cosa.

Jared però gli aveva detto: “Amore mio, promettimi che avrai cura della nostra causa, anche quando io non potrò essere assieme a te.”

E Jensen glielo promise. Continuò a caricare quell’amore, anche quando Jared non poteva accompagnarlo, lo faceva per lui, per sé stesso e per la loro causa…e Jared era orgoglioso di lui. Quando poi tornava ad accompagnarlo nei suoi viaggi, guardava suo marito ed era orgoglioso di lui.
 
 
Non fu l’unico progetto che Jared e Jensen ebbero in seguito. Ovviamente fecero anche beneficienza per favorire la ricerca sulle malattie e scriverono anche…..una serie di favole per bambini.

Grazie anche alla collaborazione della piccola Shanna. Era la loro dea ispiratrice.

Shanna diceva spesso che in realtà era stato il suo fratellino Sammy e il suo amichetto del cuore Dean, a ispirare lei.

Jared e Jensen chiamarono questa raccolta di fiabe “Le mille e una notte”. E diventarono dei libricini molto famosi.
 
Insomma, Jared e Jensen diventarono molto amati da tutti, soprattutto perché oltre ad essere ricchi, erano molto buoni.

Nonostante avessero molti impegni e iniziative, stavano molto insieme e non mancava loro il tempo libero. Avevano per fortuna dei dipendenti e collaboratori, molto gentili e premurosi.
 
Jensen non lasciò del tutto la gelateria in cui lavorava, perché ci era affezionato e Bobby era sempre felice di vederlo tornare, anche se per poco, perché poi altri impegni lo richiamavano.

Jensen non aveva più bisogno di lavorare lì. Lui e Jared erano ricchi. Era per una forma di affezione che gli piaceva tornarci.
 
 
 
Jensen oggi, aveva passato la giornata con Jared. Era andato a trovarlo al salone di bellezza per animali perché sapeva che sarebbe passato di lì.

I dipendenti si rallegrarono quando videro arrivare anche Jensen. Quando c’erano entrambi i j2, era sempre una festa.
 
Ora Jensen stava tornando a casa da solo, perché Jared era passato a prendere alcune cose in farmacia che servivano per il suo negozio di animali. Jensen era voluto tornare a casa perché aveva del tempo libero e voleva usarlo per preparare un pranzetto con i fiocchi a Jared, per quando sarebbe tornato a casa per pranzo. Mancava poco.
 
Ora però, la sorpresa aveva trovato lui.

Sam e Dean che si stavano baciando….
 
 
 
 
Jensen li guardò sorpreso e con la bocca semi aperta, mentre i due ragazzi davanti a lui erano completamente terrorizzati.

“Ragazzi…cosa…” disse.

“ Jensen, io….noi…” disse Sam impaurito.

Dean, il fratello di Jared, prese in pugno la situazione e con un perfetto fare protettivo, si fece avanti:

“Sammy non c’entra. È stata colpa mia.” Disse.

“Dean, no!!”

“Stà zitto, Sammy.”

Jensen sorrise. Dean gli somigliava così tanto. Aveva il suo stesso spirito protettivo.

“Ok…questo…quello che ho appena visto è…è…”

“Jensen, per favore…” cominciò Dean.

“Meraviglioso.”  Disse Jensen con un sorriso luminoso, mettendo le mani sulle spalle dei due ragazzi.

I due ragazzi lo guardarono con tanto d’occhi.

“Cosa?” dissero in coro sorpresi.

“ Voi due, insieme, è la cosa migliore che poteva capitare.” Disse ancora Jensen, orgoglioso. Gli si poteva leggere in faccia la felicità.

Sam e Dean ancora non potevano crederci.

“Da quanto è che va avanti?” chiese Jensen orgoglioso.

“Noi…da un paio di mesi…” disse Sam.

Jensen fischiò. “Cavolo, siete stati così bravi a non farvi scoprire da tutti noi…ma…perché non dirlo, non capisco…” disse ancora.

Sam e Dean si rabbuiarono.

“Ci vedono tutti come…fratelli…specialmente i nostri genitori…anche se non lo siamo…” disse Sam.

“Avevamo troppa paura di sentirci accusati e che i nostri genitori volessero dividerci…” disse Dean.

“Questo non accadrà mai. Vi amate, suppongo.” Disse Jensen.

Sam e Dean arrossirono e annuirono senza alzare lo sguardo.
 

Jensen andò da loro e alzò piano e delicatamente con un sorriso i loro menti.

“Non abbiate mai vergogna di esternare i vostri sentimenti, io l’ho fatto con Jared quando eravamo ragazzi e l’ho quasi perso per questo. Non esiste debolezza quando davanti a te hai il vero amore.”

I ragazzi furono profondamente colpiti dalle parole di Jensen e lo abbracciarono di slancio.

“Se può farvi star tranquilli, ci penso io a preparare tuo fratello.” Disse Jensen, facendo l’occhiolino a Dean.

Dean si illuminò di felicità, poi senza riuscire a trattenersi, disse:

“Sembri contento che stiamo insieme…non che…ci lamentiamo o altro…ma…come…mai?” chiese Dean curioso.

Jensen quasi rise e rispose: “Beh, ve lo spiego subito. Osservandovi da tanto tempo, shipparvi è diventato quasi naturale per me.”

Sam e Dean si stranirono. “Vuoi dire che ci derubavi?”

Jensen rise più fragorosamente.

“Shippare è…beh non è derubare. È tipo quello che fanno i nostri fan. Significa adorare l’idea che una coppia stia insieme.”

Gli occhi dei due si allargarono ancora di più.

“E io…beh… vi ho sempre visti una coppia perfetta. Vedevo il vostro feeling e la vostra sintonia e … devo confessare che ci speravo.” Disse Jensen.

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Capitolo 36
*** I dolcissimi pensieri di Jared su Jensen ***


La porta si aprì con un piccolo tintinnio.

Un bell’uomo biondo con i capelli folti e un po’ bagnati con il gel, fece capolino nel salone.

Jared stava accarezzando il cane, ma quando sentì il rumore e il suono della porta, si voltò e si alzò con un sorriso.

Sapeva, senza neanche vederlo, che era Jensen. Ormai era come se potesse riconoscere i suoi passi, il suo respiro, la sua camminata. Anche dietro una porta chiusa.

Si dette del tempo per guardarlo e mirarlo. Non si stancava mai di farlo. Era ancora bellissimo nonostante avesse 47 anni. Aveva delle braccia possenti e muscolose e lasciamo perdere il fisico…da sballo!

Quel giorno indossava il suo giubbotto di pelle preferito nero e occhiali da sole neri.

Entrò con un sorriso a trentadue denti, salutando tutti.

Jared si avvicinò a lui e gli diede un casto bacio. Non erano più giovincelli, quindi lesinavano le esternazioni d’amore e d’affetto quand’erano in pubblico, ma non potevano evitare del tutto il contatto tra di loro. Era doloroso per loro non farlo.

Una mano sulla spalla, una carezza sulla schiena o una mano sulla gamba e altri gesti velati, tra loro c’erano sempre e gli altri non erano scontenti, anzi.

“Jensen. come mai qui?” chiese Jared felice.

“Immaginavo che saresti passato di qui. Quindi…” disse Jensen con il suo solito sorriso. Il viso vicinissimo al suo e gli occhi di Jared brillavano.

Ancora dopo 18 anni, Jensen gli faceva quell’effetto.

Ancora sentiva quell’elettricità.

Ancora bastava che si guardassero per fare l’amore tra di loro senza toccarsi.

Jared sorrise.
 
 
 
Questi sono Jared e Jensen prima che Jensen venisse a sapere di Sam e Dean, ma cosa succederà, ora che Jared verrà a sapere di loro due? Come reagirà?
 
 
Jared camminava a piedi, diretto verso casa. Aveva voglia di camminare a piedi, era una bella giornata.

Mentre camminava, pensava.

Pensava a Jensen e a come era sempre così carino con lui ad aiutarlo in tutto e a non farlo mai sentire solo.

Jensen, io con te non mi sentirei mai solo….

Pensò a quando si erano sposati e lo ricordò ancora come il giorno più bello della sua vita.

Jensen era l’unico…l’unico…

La sua famiglia aveva inizialmente paura che Jensen volesse approfittarsi della sua ricchezza, ma non era così. Jensen per dimostrare la sua onestà e lealtà si era impegnato a fondo affinchè non fosse visto solo come “il mantenuto”. Voleva darsi da fare, avere e condividere con Jared dei progetti, non restare in casa a poltrire.

E la cosa più bella era che non l’aveva fatto solo per dimostrare qualcosa, ma perché Jensen pensava che la passione era la cosa che ti teneva vivo e che non ti faceva invecchiare…

Avere degli ideali, combattere per essi e crederci… e avere l’amore…

Jared pensando a questi discorsi così profondi si sentì sopraffatto per un attimo dalla commozione e una lacrima gli sfuggì da un occhio.

Dannazione, devo stare attento, se Jensen mi vede così, chissà cosa può pensare… pensò Jared, arrivato ormai a casa. 

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Capitolo 37
*** La bellezza del finale aperto ***


Jensen si era rifugiato in camera da letto e lì, lontano da orecchie indiscrete, soprattutto ora che Sam e Dean se n’erano andati, era scoppiato a ridere.

Rideva e non riusciva a smettere. Il pensiero di Jared, la reazione di Jared quando lo sarebbe venuto a sapere.. era troppo divertente!! Si sdraiò sul letto a pancia in su e continuò a ridere.
 
 
Jared aveva cercato Jensen per tutta la casa, trovandolo infine in camera da letto, che rideva come un pazzo.

“Jensen!! Ti ho cercato per tutta la casa, ma che cos’hai da ridere così? Che è successo?” chiese lui.

Jensen si voltò verso di lui e disse allegramente: “è una cosa troppo divertente.”

“Beh, dimmela, così rido anch’io!”

“Sam e Dean…”

“Che cos’hanno combinato? Si sono cacciati in qualche guaio??”

“Stanno insieme!”  disse Jensen, scoppiando in un’altra risata vedendo l’espressione buffa di Jared.

“é…è uno scherzo? Non è divertente.” Balbettò Jared.

“Certo che lo è, ma, non è uno scherzo!!”

“Ma…ma cosa….stai dicendo? Non…non è possibile questo…”

“E perché no?”

“Perché…perché loro non sono gay…e poi….sono come fratelli…da chi l’hai saputo?”

“Li ho visti io, Jared, con i miei occhi, baciarsi.” disse Jensen indicando i suoi occhi. Ora era diventato un po’ più serio.
 
Jared deglutì. Di Jensen si fidava. Non poteva non credere a lui. Se lui diceva che li aveva visti baciarsi, non mentiva.

“Io non….non capisco, ma ora…ora mi sentiranno!”

Tu…” disse Jensen trattenendolo per un braccio. “non farai niente del genere.”

“Lasciami, Jensen, devo parlare con loro, devono raccontarmi cosa…”

Ma Jensen non lo lasciò continuare che gli circondò le mani al viso e lo baciò con passione.

“Mmmm..” biascicò Jared, cercando di allontanarsi dal bacio ma fu un mmmm di protesta che pian piano si trasformò in un mmmmm di languidi gemiti arrendevoli.

Jensen rise nella sua bocca facendo per trascinarlo sul suo corpo. Jared cercò ancora una seppur debolissima resistenza.

“Se pensi che  con questo mi fermerai, non mi conosci…”

“Al contrario” rise Jensen. “Ti conosco bene. Molto bene.”

Jared cercò di ribattere ma Jensen si fiondò ancora sulla sua bocca, giocandoci, mordicchiandola e accarezzandola con le sue stesse labbra e ben presto Jared si lasciò andare, cedendo.
 











Questo sarebbe un bel finale. Un finale aperto cui lasciare spazio all’immaginazione, immaginando come poi Jensen avrebbe cercato di convincere Jared che l’amore tra i due ragazzini era una cosa meravigliosa. Qualcosa che Jensen, grazie alle sue doti e qualità, non ci avrebbe messo molto a convincerlo!

Però…però…..a volte non sempre i finali aperti sono la cosa migliore. A volte un finale in cui si vede tutto, è davvero la cosa migliore!!!
 
 




Dopo che Jared e Jensen finirono di sbaciucchiarsi….diversi minuti dopo…

Jared si alzò dal letto cercando di riprendere aria, dopo tanti sbaciucchiamenti.

“Hai idee convincenti, Ackles, ma ancora non basta!” disse Jared, alzandosi ancora dal letto.

“Ufff…” sbuffò Jensen, trattenendolo ancora. “Dove vai?”

“Smettila, Jensen, adesso devi proprio lasciarmi andare…e sì, vado a parlare con loro.” disse Jared.

“E cosa pretendi che ti diranno eh? Non certo che si amano, non lo farebbero vedendoti così pronto ad aggredirli.” Cercò di farlo ragionare Jensen.

“Jensen, loro non…non si amano. È impossibile ok?”

“E perché? Perché sono cresciuti insieme?”

“Jensen, loro…sono parte della famiglia..”

“E allora?”

Jared strizzò gli occhi confuso. “C-come e allora? Mi sembra chiaro che non funzionerà mai e quando lo verranno a sapere i loro genitori, succederà il finimondo…”

“Si amano, Jared. Li osservo da quando erano piccini e credimi se ti dico che è come se avessi sempre saputo che questo sarebbe successo…”

“Jensen, quando questo…verrà fuori, diranno che è colpa nostra. Prima mio padre, poi io, mia madre e il suo compagno e Lilith e il suo compagno diranno che è colpa nostra, che abbiamo influenzato anche i loro figli…”

“Jared…” disse Jensen posandogli una mano nella sua. “Tu non lo pensi davvero…”

“Io…no…io no…ma…”

“E se anche loro hanno il cuore al posto giusto non vi incolperanno di niente. Non si sceglie il soggetto del proprio amore. Sam e Dean non si sono innamorati perché hanno visto me e te o John e Benny. È successo perché si sono scelti, proprio come ci siamo scelti noi…e sai che ti dico? Quando li guardo, mi ricordano noi da ragazzi.”

Jared lo guardò scettico. “Loro non sono come noi, Jensen.”

“Oh, certo che lo sono, amore. Sono come noi, altro che no… sono identici a noi in ogni atomo.” Disse dolcemente.

Lo sguardo di Jared vacillò. I suoi occhi tremarono. Cercò istintivamente il corpo di Jensen, le braccia di Jensen per tirarlo a sé.

Jensen approfittò di quella debolezza per baciarlo e tirarlo giù assieme a lui sul letto.

“E tu, non faresti niente, per ostacolare il nostro amore, giusto?” lo provocò Jensen, accarezzandolo.

“Stai cercando di manipolarmi?” chiese Jared.

“Ne ho bisogno?” chiese Jensen malizioso.

Jared allungò le mani, accarezzandogli le braccia. Delle lucide lacrime velarono i suoi occhi e Jensen si preoccupò subito.

“Jared, piccolo, io stavo solo scherzando….” Disse Jensen. Stava per chiedergli scusa, ma Jared lo fermò.

“Ma è vero!” disse Jared e prima che Jensen replicò, Jared aggiunse. “è vero che non ne hai bisogno, perché mi basta guardarti, pensare a te, toccarti, vivere con te e ricordare cosa siamo, chi siamo quando siamo insieme, per sapere che ti amo così profondamente che farei tutto quello che mi dici…”

Jensen lo guardò stranito, non capendo se fosse una cosa bella o brutta.

“Jared…io…”

“ Prima di tornare a casa, ripensavo a tutta la nostra storia e mi sono commosso. Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata.” Disse Jared accarezzandogli il viso.

Era commosso anche Jensen adesso.

“Quello che provi per me, lo provo anch’io per te.”

 Si fiondò sdraiato sul suo corpo riempiendolo di baci.

“E chi sono io, per impedire a due ragazzi stupendi come i nostri ragazzi, di amarsi come lo facciamo noi?”

Jensen gli accarezzò il viso felice.

“Amo quando lasci stare la parte razionale e ti abbandoni anche tu alla parte romantica del cuore.” Confessò Jensen.

“ Sei tu che mi rendi così. È grazie a te che io sono così.” Disse Jared intrecciando la mano nella sua.
 

Jensen lo baciò ancora e poi si spogliarono a vicenda pronti per fare l’amore, poi Jared lo stupì ancora, sussurrandogli.

“Portami da loro di nascosto. Voglio vederli baciarsi.”

Il viso di Jensen si illuminò mentre alzava Jared e lo posizionava sulle sue gambe.

“Non sapevo fossi un vojeur.”cercò di scherzare ma capì l’intensità del sentimento spinto dal perché Jared gli chiedesse questo.

“Di sentimenti? Sì, sempre. Ho passato gli anni delle superiori a sospirare, guardandoti respirare.”

Jensen lo guardò, illuminandosi.

“E io li ho passati a fissare le tue labbra, desiderando di assaporarle. E a guardare le tue mani, sognando di accarezzarle.” Disse, accarezzando i palmi del giovane, facendolo sospirare di piacere.
 
 
 










Anche questo sarebbe stato un bel finale, ma, non sempre un finale aperto è più bello di vedere davvero quello che ci immaginiamo, vero? E allora vediamo il momento in cui Jensen decide di accontentare il desiderio del suo dolce maritino…..
 
 




Era una bellissima giornata di sole. Non faceva troppo caldo. C’era un tiepido venticello. Si stava bene.

Jensen aveva portato Jared in montagna. Sapevano che Sam e Dean erano andati in montagna in una baita offertagli per un weekend dal loro migliore amico: Chad.

Jensen aveva convinto Jared a seguirli, senza farsi vedere.

E, nascosti nel bosco, assistevano al bacio più bello che Jared avesse pensato di vedere, avesse pensato di aspettarsi.

Immersi in un campo di margherite, Sam e Dean si baciavano.

E poi si stesero sul prato. Erano entrambi a petto nudo e Sam abbracciava la schiena di Dean. A chiocciola, dando poi subito dopo un paio di bacini affettuosi e ricchi d’amore su quella stessa schiena.

Era più di passione, era più di erotismo. Era la devozione più meravigliosa che i j2 potessero mai aspettarsi di vedere.

“Andiamo, Jensen. Ho visto abbastanza.” Disse dolcemente Jared, commosso.

“Sicuro?” chiese Jensen sorridendo.

“Sono più che sicuro e voglio passare il resto della giornata a guardare te. A guardare noi, adesso.” Disse.

E Jensen non poteva essere più d’accordo. Prese la mano del suo amore e si allontanarono per uscire dal bosco.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: 

Ciaooooooooooo. Allora, c'è una ragione per questo capitolo! <3333

All'inizio infatti avrei voluto scrivere il finale in cui Jensen rideva aspettando Jared e facendo così immaginare come Jared avrebbe reagito xd poi ho pensato che mi sarebbe sembrata una conclusione frettolosa e ho voluto aggiungere l'entrata di jared, ma ancora pensavo di concludere appena i due si buttavano sul letto mentre Jensen ancora rideva xd

poi ho cambiato idea e ho voluto mettere la reazione di jared e volevo finirla con loro che si coccolavano nel letto, MA, ho pensato poi quasi automaticamente a Jared e Jensen che vedono loro baciarsi e ho pensato: perchè non metterlo?

Alla fine ho pensato fosse bello che scrivessi di questi ipotetici finali aperti nel capitolo stesso, secondo me è bello da leggere pensare a una possibile conclusione ma vedere che c'è ancora da leggere, ti sembra quasi come di ricevere una chance in più di leggere ancora ahhahah almeno io quando leggevo i finali così la vedevo in questo modo xd

spero che anche a voi sia piaciuta l'idea, non l'avevo mai fatto xd

io mi sono emozionata a scrivere questo capitolo <33333333

e spero vi sia piaciuta anche tutta la storia <3333333333 come è piaciuto scriverla a me <33333

Ah, se avete notato ho messo alla fine un piccolo tributo a Chad, che per chi non sa chi è, è un amico di Jared, il Jared reale che conosciamo noi ^^ si conoscono da un mucchio di tempo <333333

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