Never Let Me Go

di TheLittleOnion
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What is left ***
Capitolo 2: *** Caught in a Spider's web ***
Capitolo 3: *** Wish you were here ***
Capitolo 4: *** Taco Thursday ***
Capitolo 5: *** Revelations ***
Capitolo 6: *** How to save a life ***
Capitolo 7: *** A Good Start ***



Capitolo 1
*** What is left ***


Peter aveva accompagnato da un'amica sua Zia May, unico membro ancora in vita della sua famiglia. Si erano recati all'ospedale specializzato in oncologia più famoso dello Stato per recarsi dalla vecchietta di cui il giovane ricordava l'abilità nel fare dolci. La sua torta di mele accompagnata dall'immancabile gelato alla vaniglia era famosa tra i ragazzi di tutto il quartiere e la donna che le preparava era sempre apparsa elegante anche con un grembiule rosa shocking a balze.

Di quella donna bella nonostante l'età restava solo un'ombra curva ma piena di entusiasmo per la vita. Si presentava sempre con un berrettino in testa per sopperire alla mancanza di capelli causata dalla chemioterapia. Peter ascoltava volentieri i discorsi di quella donna che si profumava nonostante fosse in una camera d'ospedale e che spettegolava con una certa avidità. 

《Oh, Peter! So bene che qui ti annoi da morire! Credo che dovresti andare a trovare un ragazzo qui vicino! É un militare, molto bello, che é affetto da un cancro alla pelle...! Nessuno viene mai a trovarlo perché la povera creatura ha perso la famiglia e la sua ragazza lo ha lasciato quando ha scoperto della malattia...!》

Peter era uscito dalla stanza salutando cortesemente. Poi si era recato dalle infermiere per farsi indicare la stanza. Sapeva che quel ragazzo-Wade- era un po' più grande di lui, sicuramente doveva aver superato la maggiore età e doveva essere stato addestrato per qualche anno, Peter era un diciassettenne sfigato ed un bersaglio per i bulli. Anche se essere picchiato in un ospedale sembrava improbabile Peter era un pò teso. Così, era rimasto fermo di fronte alla porta della camera 34 per qualche minuto, dopo aver fatto un respiro profondo aveva bussato ed era entrato.

Il giovane uomo stava voltato verso la porta ed aveva posato il più bel paio d'occhi azzurro intenso che Peter avesse mai visto sulla sua persona. Il viso pallido era incorniciato da dei capelli biondi tagliati a spazzola-come quelli dei militari- ed una barba rada cresceva sulle sue guance. 

《Mi mandano un ospite così carino e non mi dicono nulla?!?! Che bastardi! Se lo avessi saputo mi sarei almeno fatto la barba! In queste occasioni é necessario presentarsi al meglio ed un idiota a letto avvolto in un sacco non fa una bellissima impressione!》

Peter aveva riso, di cuore. Era la prima volta che lo faceva da quando era morta Gwen.

Wade-come Peter aveva scoperto facendo la sua conoscenza-non lo riteneva uno sfigato. Anzi, nonostante non avesse finito la scuola superiore, adorava raccontare fatti banali riguardo alla scienza e alla cultura in generale. Sapeva dire quanto durasse la gravidanza di un'orca assassina o quella di un elefante, come era morto Tizio e Caio, conosceva un sacco di aneddoti divertenti riguardo ai più svariati personaggi storici e poi ADORAVA le vecchie serie TV ed i film di nicchia che-solitamente-erano considerati da nerdoni. La cosa migliore in assoluto - però- era il fatto che mandassero avanti intere conversazioni citando continuamente serie TV, fumetti, libri e film. Mai una volta Wade si era lamentato della propria situazione o pianto addosso, rideva in faccia alla malattia e parlava di cibo messicano e pancakes aveva le sue ricette e ne andava fiero. Conosceva un sacco di lingue perché era vissuto in posti diversi ed aveva delle parole che ripeteva ossessivamente perché il loro suono aveva per lui qualcosa di soddisfacente.

Dopo la chemio lui aveva iniziato ad indossare il berretto, ma solamente quando usciva dalla sua stanza in cui la temperatura era praticamente estiva. Peter si recava da lui tre volte alla settimana- studio permettendo- più la domenica quando accompagnava sua nonna.

In uno dei suoi giorni peggiori aveva imprecato e lasciato trapelare la propria frustraziine visto che non era riuscito a mettersi a sedere. Peter non aveva detto nulla e si era limitato a trafficare con la rete in modo da inclinare il letto per permettergli di stare seduto. Aveva poi poggiato la mano sulla sua in un gesto spontaneo simile ad un "Non ti preoccupare capisco che stai da schifo e sono qui per te." Wade aveva stretto la sua mano e Peter aveva sentito il proprio stomaco stringersi in una morsa dolcissima mentre aveva la sensazione che il resto del suo corpo fosse diventato un palloncino colmo d'elio libero di librarsi nel cielo che stava sul punto di scoppiare per la gioia. Non era così felice da mesi.

Wade gli aveva rivolto il più bel sorriso sghembo del mondo ed aveva carezzato le sue nocche con il proprio pollice.

《Hey, sai che sei tenero quando arrossisci? 》

Peter non se n'era accorto.

Quel pomeriggio stavano guardando un vecchio film muto, dato che avevano esaurito le puntate di Cuori senza età. Si trattava della primissima versione cinematografica della mummia. Gli effetti scenici erano poverissimi così come la scenografia, le musiche erano un tantino tendenti al melodramma e le battute recitate dai personaggi avevano un linguaggio ampolloso. Tutto l'insieme provocava un effetto piuttosto buffo, quasi comico. Nella stanza immersa nel profumo proveniente dal bicchierone di spremuta d'arancia piazzato di fronte al biondo che ne mordicchiava la cannuccia tra un commento e l'altro. Infatti Wade si stava sganasciando dalle risate e la sua voce profonda-ma calda- stava mettendo in seria difficoltà il povero Peter che invece di guardare l'attore avvolto da bende che parevano carta igienica che si muoveva sulla povera scena accompagnatonato da una musica esageraramente drammatica, aveva fissato il proprio sguardo sul canadese seduto di fianco a lui. 

《Cazzo! Ma ti rendi conto!?!?! Cioè, dai, questa gente se la faceva addosso guardando un idiota che sembra lo spot della Kleenex! Questo era considerato horror perché é dannatamente orribile!》

Il castano aveva realizzato troppo tardi di essere stato beccato a guardare l'altro e per lo spavento aveva fatto un salto sulla sedia. Aveva rischiato di cadere a terra ma, con un abile movimento, aveva evitato a sé stesso e alla sedia di cadere facendo un rumore infernale. Solo gli occhiali dalla montatura spessa erano caduti al loro propietario scivolando sul letto e lasciandolo ancora più indifeso. Così, nonostante l'imbarazzo, Peter aveva iniziato a cercare le lenti a tentoni con il viso in fiamme e l'ansia a mille per la paura della reazione di lui di cui non poteva vedere l'espressione. Ad un tratto aveva sentito due dita sfiorargli una guancia e costringerlo ad alzare lo sguardo. Si era reso conto degli occhi azzurri puntati su di lui che mai come in quel momento gli erano stati vicini. 

《Sai, cucciolo, penso che dovresti portare le lenti a contatto: hai gli occhi più belli che io abbia mai visto.》

Poi aveva sentito i loro respiri confondersi l'uno con l'altro, le labbra di lui premere contro le sue ed il sapore intenso delle arance assieme al suo profumo aveva invaso i suoi sensi.

Quello era il primo di una troppo breve serie di baci.

I baci tra loro due - però- non erano stati abbastanza. Infatti, come tutte le cose belle anche quella doveva finire.

Un giorno Wade gli aveva preso la mano, l'aveva stretta con forza nella sua guardando gli uccelli che volavano nella luce del tramonto. Peter quel giorno era venuto per svelargli il suo segreto più grande, voleva dirgli che lui era Spider-Man ma quegli occhi lucidi gliel'avevano impedito. Dopo qualche minuto-che gli era parso infinito- Wade aveva aperto la bocca e poi l'aveva richiusa come qualcuno che sta affogando sotto il peso delle parole che sta per pronunciare.

《Cenere. Sto per diventare cenere.》

Gli restavano tre mesi.

Per la terza volta nella volta sua vita Peter Parker si era sentito crollare il mondo addosso.

Era rimasto con lui fino alla fine dell'orario delle visite senza dire nulla, limitandosi a stringere la sua mano nel disperato tentativo di ricordarne ogni dettaglio, ogni minuscola imperfezione. Poi si era chinato su di lui, aveva posato un bacio sulle sue labbra che presto si era trasformato in una ricerca disperata dell'altro dettata dalla paura di perdersi. Poi era uscito dalla stanza-promettendo di tornare- ma non ce l'aveva fatta. 

Se n'era andato senza nemmeno dirgli addio. 

Nove mesi dopo Spider-Man se ne stava nascosto tra i rami di un albero ed osservava dall'alto uno dei cimiteri di New York City. Le lapidi di marmo freddo si stagliavano sul prato verde in file regolari: l'una di fronte all'altra ed equidistanti come se fossero state dei soldati. Solo qualche statua e qualche mausoleo interrompevano quella distesa regolare. Peter li immaginava come delle persone in carne ed ossa e la cosa lo spronava a continuare a vivere nonostante tutto: voleva aiutare la gente là fuori servendosi dei propri poteri. Al momento l'Uomo Ragno stava scandagliando i cimiteri della città nella speranza di trovare la tomba di Wade Winston Wilson. Voleva rivedere la sua fotografia nonostante sapesse che la terribile sensazione che lo rodeva da dentro sicuramente sarebbe aumentata terribilmente. Il suo scatto migliore, però, era custodito da Peter nel suo PC ed ogni volta che il giovane lo riguardava si sentiva morire per essere stato codardo e non aver affrontato quell'agonia assieme all'uomo di cui si era innamorato.

Sperava che affrontare ciò che restava di lui lo avrebbe aiutato a sopportare il senso di colpa che gli rendeva impossibile il sonno. Alle volte pensava che restare al suo fianco lo avrebbe spronato a continuare a vivere, a stringere i denti. Si sentiva anche colpevole della sua morte oltre che di quella di suo Zio Ben e di quella di Gwen. Nonostante lui fosse un eroe sembrava che tutti coloro che lo circondavano fossero destinati a morire per colpa sua.

Si era accorto solo in quell'istante che le sue mani avevano sgualcito il rametto di fiori d'arancio. Quel profumo era tanto forte da riuscire a distoglierlo dai suoi pensieri. Ora che se n'era acccorto era stato come se avesse ricevuto una stillettata al petto e gli era venuta la nausea. Con una smorfia invisibile sotto alla maschera Peter -con un movimenro brusco- aveva lasciato andare i fiori e-dopo aver controllato di essere solo- era balzato giù dall'albero e si era allontanato.

Sull'erba verde giacevano i fiori bianchi e sgualciti.

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Capitolo 2
*** Caught in a Spider's web ***


{Mio.Dio. Avete visto?}

[Cosa...? Chi?]

{Idiota. Non vedi quella cosa rossa e blu che sta dondolando verso di noi? Non ti ricorda nulla?}

[Spider-Man!]

{Bingo! Mio Dio avete visto il suo culo? } 

[Sì! ]

《Sì, ed è molto più bello di quanto non sembri in TV》

{Shh! Sta arrivando...!

[É velocissimo, cosa dobbiamo fare..?]

L'uomo in rosso non aveva nemmeno fatto a tempo a pensare a cosa fare che si era ritrovato avvolto il una ragnatela e stava appeso a testa in giù. Quella posizione del resto non lo aiutava certamente pensare coerentemente. 

《Deadpool!》

{Sta cercando di rendere la sua voce più profonda.}

[Già, ma ci riesce poco. Quel nerdone dovrebbe crearsi qualcosa per modificarla!]

{Sembri uno stalker!}

[In realtà siamo degli stalker.} 

《Nah..!》

[Nah..!]

{Vogliamo parlare dei boxer di Spidey o del body-pillow? Oppure del peluche e della tazza? Ne avrei di cose da dire...!} 

《Ok, ha ragione Yellow. Siamo dei cazzo di stalker. Contenti?》

Ops. Aveva parlato ad alta voce e sicuramente l'adorabile ragnetto doveva averlo sentito visto che Deadpool percepiva perfettamente il suo sguardo pieno d'astio.

《 Che cazzo stai facendo, scusa?》

Il Mercenario Chiaccherone come al suo solito aveva parlato un po' troppo ed aveva fatto arrabbiare il so adorato Spidey. Sia chiaro, non che uno col suo fattore rigenerante rischiasse qualcosa di concreto visto che-anche se si fosse lasciato trattare come un sacco da boxe dall'altro- avrebbe passato una giornata a ricomporsi, cancro compreso. Comunque stessero le cose a Deadpool sarebbe dispiaciuto moltissimo vedersi costretto a fare male al suo eroe, davvero. Insomma, ci teneva a fare una bella impressione specialmente perché quello che aveva di fronte era veramente un bel bocconcino.

{Davvero, avete visto che gambe? Mi piacerebbe un sacco mordergli le caviglie...}

[Ed il culo.} 

{...Ed il culo, mi sembra ovvio.}

[Non sembra molto felice. Dobbiamo rispondergli-e in fretta.]

{Giusto...!}

[Mezza verità...!]

《Sono felice che tu conosca il mio nome, sai? Ti stavo osservando perché mi piacerebbe tanto avere il tuo autografo. Sai.. Sei il mio eroe in spandex preferito! Insomma, hai una certa presenza scenica...! Poi sei generalmente molto Matrix...! Sai, l'agilità degli aracnidi a schivare la scopa...! Non che io abbia mai ucciso un tuo fratello ragno, eh! Non mi permetterei mai...! Ah, giusto anche il tuo sarcas...》

《Vuoi stare un po' zitto? Sto cercando di concentrarmi!》 

[Che carino! Ha ma di testa e si é portato le mani alle tempie...]

{Scommetto che noi sapremmo come fargli passare il mal di testa...!}

[Non ne dubito, Yellow! Ma hai mai pensato a quanti anni ha...? Sembra piuttosto giovane...]

《Come se un giorno potesse iniziare a stimarci! Lui non uccide gente per soldi! Nemmeno i bad boys fa fuori!》 

{Ma noi abbiamo uno charme non indifferente!} 

[Cuciniamo i migliori chimichanga! ]

[Parliamo dei tacos? ]

{Forse sarebbero meglio i pancakes...! Insomma...Sai...Per trasmettergli la nostra dolcezza! In più sono 100% originali canadesi...! Sarebbero perfetti dopo una notte di...》

《BASTA!》 

Aveva gridato nella sua testa il mercenario con la speranza di mettere tacere quelle dannate voci dalla fantasia galoppante. Com'era possibile che non si rendessero conto che nessuno-mai- avrebbe avuto la pazienza e lo stomaco necessario a stare con uno come lui? Erano solo delle voci, ma quello consapevole del suo aspetto era lui. 

Una tempo poteva essere tranquillamente definito bello. Certo, si poteva obbiettare che i suoi lineamenti fossero piuttoso banali: era una bellezza nord-americana classica ma poteva essere guardato tranquillamente. 

Ma ora...La sua pelle si era trasformata in un ammasso di carne in continuo muovimento, il tumore all'ultimo stadio sulla sua pelle si rigenerava continuamente creando delle figure sempre nuove e-alle volte- esteticamente piacevoli. Sul suo corpo non cresceva più neanche un pelo salvo-forse- per le ciglia dorate che proteggevano le sue iridi simile al cielo della prima giornata tiepida e tersa dopo un lungo inverno dell'emisfero boreale. Ecco, i suoi occhi erano un punto a suo favore assieme al suo corpo muscoloso che-coperto dallo spandex- poteva risultare desiderabile. 

Ma ritrovare l'amore quando la sua instabilità mentale era chiara come il sole, quando il suo lavoro di mercenario consisteva nel vendere la propria abilità nell'uccidere al miglior offerente e quando si era dei mostri beh...Era impossibile. 

Non che che a causa del proprio aspetto il canadese avesse smesso di provare sentimenti e desideri, semplicemente li aveva accantonati. Infatti, appena rimessosi Wade aveva cercato il suo Petey Pie e lo aveva visto: faceva jogging con una bella tuta aderente, le cuffie nelle orecchie e gli occhi ben visibili-probabilmente portava le lenti- ora era uno studente al college ed era ancora più bello di prima perché mentre lui attraversava l'inferno la sua bellezza era sbocciata.

Nonostante saebbe stato facile avvicinarlo e portarlo in un luogo appartato Wade si era allontanato con un sorriso amaro ed era tornato al suo appartamento promettendosi di trascorrere la propria vita immortale a proteggere il suo Peter. Quando-poi- lui avrebbe cessato di esistere il mercenario-Deadpool- avrebbe trovato un modo per essere avvolto dall'abbraccio della Morte. 

《Deadpool? Che diavolo ti prende?》 

Era stato strappato bruscamente a quel suo flusso di pensiero dolce-amaro per essere accolto dalla vista del suo eroe ( e sogno erotico). 

{Ow, sembra preoccupato!} 

[Secondo me si é chiesto dove diavolo siamo finiti.] 

{No, é decisamente preoccupato! } 

[ Forse non vuole doversi occupare del nostro cadavere!] 

{Ma lui é un eroe! } 

《Oh, perdonami, Spider-Man! Sai, questa posizione probabilmente stimola la mia tendenza a...Divagare. Sai una cosa molto flusso di coscienza. Un po' Modernista, ecco. Hai presente-no? Quel gruppo di Hipsters a cavallo tra gli anni venti e quaranta. Probabilmente mi avrebbero trovato un soggetto interessante...Non immagini le cose che dicono le voci nella mia testa...!》 

《Tu...Hai detto che mi segui e la cosa non mi piace per nulla. Dimmi chi ti ha ordinato di starmi alle calcagna!》 

Il tono di Spidey era aspro e severo e per una frazione di secondo Wade aveva pensato che lui potesse essere veramente un adulto. Poi - però- la sua voce aveva assunto una nota leggermente alta sulla fine della frase che aveva mandato in frantumi l'effetto che il Ragno voleva creare. A Wade-tutto impettito e severo- sembrava veramente adorabile ma lui aveva gusti particolari e adorava Spidey.

[Hey! Crede che vogliamo ucciderlo o prendere informazioni sulla sua identità! ]

{Noi non faremmo mai una cosa così cattiva a Spidey! Ci ha offesi profondamente! Cattivo Spidey! Non é servito a nulla trattare bene i tuoi fratelli ragni!}

A quel punto sul volto del Mercenario Chiaccherone era apparso un broncio che sarebbe stato adorabile se lui non fosse stato un omone mascherato. 

《Davvero, Spidey? Davvero? -Sigh- Non avrei mai pensato che tu potessi pensare una cosa simile di me...! Io sono il tuo fan numero UNO a casa ho il tuo peluche e quando ho gli incubi lo abbracc...》

《Sta' zitto! E non traumatizzarmi narrandomi della tua ossessione per me! Ho già visto troppe cose orribili...! 》 

L'Uomo-Ragno aveva distolto lo sguardo lasciandosi sfuggire uno sbuffo dalle labbra-che secondo Wade dovevano essere la fine del mondo- era tenerissimo e si notava da un miglio di distanza la sua giovane età. 

{Ma quando é diventato un supereroe? A dieci anni?}

[ Dovremmo preoccuparci di altro! ]

{E di cosa?} 

[ Della sua età! Vi siete mai chiesti se é maggiorenne?] 

{ Oddio! Spero di sì! Farebbe schifo anche a noi pensare di fare sesso con un ragazzino!} 

《Allora?!?! Sei partito per un nuovo viaggio o sei ancora qui?!?!》 

Il filo che teneva Wade appeso come un salume era stato reciso ed ora lui era disteso sul tetto con Spiderman che lo guardava dall'alto in basso. 

{Magari é un tipo da bondage...! } 

[Yellow! Taci! Non é davvero il momento adatto per farsi venire un'erezione e sembrare dei pervertiti!]

《Hey...! Veramente vorrei chiederti una cosa...! 》

《 Ti ascolto.》 

《Vorrei il tuo autografo.》

Il giovane in rosso e blu aveva inarcato il sopracciglio destro e fatto un profondo sospiro che mostrava tutta la sua stanchezza. Sembrava dire: "Davvero?!?! Tutte queste scene per un autografo!"

《Avanti, dammi un pezzo di carta!》 

《Te lo darei volentieri ma non riesco ad arrivare alle tasche.》 

Senza neanche avere il tempo di accorgersene il "prigioniero" era stato liberato dalla tela del Ragno e poteva muoversi liberamente anche se sotto osservazione di quest'ultimo. 

《Vedi di non farmi pentire di quello che ho appena fatto!》

Aveva sibilato Spider-Man ed il Mercenario aveva tirato immediatamente fuori dalla sua tasca un bloc-notes con dei foglietti adesivi a forma di Hello Kitty e glielo aveva allungato assieme ad una penna che aveva l'aria di poter essere utilizzata anche come laser per aprire le sbarre di una cella. 

《 HELLO KITTY?!?!》 

《Hey! Kitty é una gattina adorabile e-poi- dietro la sua origine c'è una storia struggente. Oh-sniff- povera creatura! Devi sapere che la figlia del disegnatore...》 

《Sì, lo so lei era muta e per questo suo padre l'ha disegnata senza la bocca! Ora da' qua!》

Con un movimento brusco l'eroe in spandex aveva preso tra le mani in blocchetto di adesivi e vi aveva scritto una brevissima dedica. Poi lo aveva riconsegnato al proprietario adorante con un grugnito e gli aveva lanciato uno sguardo indecifrabile. 

《Spero di rivederti il più tardi possibile!》

Detto questo se n'era andato balzando giù dal tetto per poi allontanarsi-probabilmente per compiere qualche impresa eroica- dondolando nello skyline newyorchese. 

{Oddio! L'ha toccato Spidey! Dovremmo incorniciarlo!} 

Sul foglietto c'era una breve dedica seguita da una firma un tantino illegibile il messaggio - però-era chiarissimo e scritto in stampatello.

"Vedi di non uccidere nessuno nella mia città! " 

Qualche settimana dopo

Era San Valentino e-nonostante il mercenario fosse oltremodo impegnato a guadagnare migliaia di dollari nelle sue missioni- non aveva potuto evitare di pensare a Peter. 

Delle volte lui riusciva a dimenticarlo. Si consolava con la compagnia di ragazze e ragazzi a pagamento oppure aveva storie brevi che si riducevano solo a del bel sesso-anche se durante i rapporti lui tentava a scoprire l'indispensabile e a fare quello che doveva per ottenere un briciolo di piacere e di calore umano. Aveva scoperto che alcune persone amavano la sua maschera e a loro non fregava nulla della persona che c'era dietro. 

Altre volte si accaniva contro il ricordo di quel ragazzino sfigato e codardo che avrebbe dovuto ringraziarlo e baciare la terra sotto i suoi piedi per le attenzioni che lui gli aveva rivolto e che -invece- se ne era andato come un codardo quando la nave aveva iniziato ad affondare. 

Nonostante tutto Wade sapeva perfettamente che Peter era scappato perché non avrebbe sopportato di veder morire per l'ennesima volta una persona che amava sotto ai suoi occhi senza poter fare nulla per salvarla.

Quel giorno il Mercenario Chiaccherone aveva comprato una bellissima rosa di un rosso cupo simile al colore del sangue coagulato. Dopo essersi recato dal fioraio era andato in una cartoleria ed aveva comprato un biglietto bianco di un bel color avorio questo nonostante avesse pensato di utilizzare uno di quei biglietti d'auguri con battute degne della sua persona. Aveva pensato ad un sacco di cose da dirgli, gli sarebbe davvero piaciuto confessargli tutto ma aveva preferito evitare di turbare l'equilibrio precario che si era venuto a creare nella sua vita. 

Così aveva preso il fiore, vi aveva legato attorno un nastro di seta dello stesso colore ed allegato il biglietto.

Poi si era recato a casa di Zia May e-raggiunto il davanzale della finestra del moretto- vi aveva poggiato il suo regalo. 

Doponessersi nascosto su di un tetto poco distante aveva aspettato il rientro del moro, nella speranza di intravedere la sua reazione. Sarebbe stato disposto ad aspettare anche tutta la notte visto che un ragazzo carino com'era diventato Peter doveva avere la fila fuori dalla porta di casa. 

Poco dopo-infatti-il castano era tornato a casa assieme ad un "amico" che frequentava spesso: un biondo piuttosto banale con gli occhi chiari che si chiamava Johnny Storm ed aveva la faccia da stupido.

Evidentemente doveva preferire i biondi. 

Wade non aveva nemmeno aspettato che il duo entrasse in casa, aveva mandato al diavolo la sua idiozia ed era andato via-lontano- mentre le voci ronzavano come uno sciame d'api infuriate nella sua testa e lo invitavano ad uccidersi per l'ennesima volta. 

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Capitolo 3
*** Wish you were here ***


Quella sera sua Zia May non era a casa, probabilmente avrebbe trascorso la serata con alcune amiche per lasciare tranquillo il nipote e non pensare troppo all'assenza-che in quei giorni si faceva ancora più presente- della sua metà: lo Zio Ben

L'assenza della sua unica parente viva nella casa dove aveva trascorso la maggior parte della sua esistenza da un lato lo rallegrava ma dall'altro lo faceva sentire un po' a disagio.

Infatti quando aveva varcato la soglia con il suo amico Johnny Storm ed aveva visto il ghignetto di puro giubilo che era apparso sulle sue labbra quando questo si era reso conto dell'assenza dell'adorabile signora il suo corpo si era teso per qualche secondo; anche se, poi, il giovane aveva rilassato i suoi muscoli nonostante continuasse ad essere perfettamente conscio degli occhi che lo guardavano con un certo appetito.. 

Peter non aveva nulla da nascondere a Johnny lui sapeva dell'esistenza di Spider-Man e del morso del ragno, sapeva del suo dolore per Gwen e del senso di colpa per il trattamento che aveva riservato a Wade.

Già...Wade. 

In occasioni simili era difficile non ricordare il soldato, nonostante Peter avesse scoperto che il giovane di cui si era innamorato faceva il mercenario i suoi sentimenti per lui non erano affatto cambiati. Tra le carte aveva scoperto qualche denuncia per rumori molesti da parte dei vicini che era stata coperta dalla polizia perché il Signor Wilson era un ufficiale dell'esercito che picchiava moglie e figlio. cheMolte cose spiegavano l'ombra negli occhi di Wade chr- nonostante sembrasse un enorme pallone gonfiato-aveva sofferto molto. Peter, infatti, non osava nemmeno immaginare quanto doveva essere stato difficile assistere impotente a certe scene. Sapeva, anche, che non tutti cercano di fare il bene specialmente quando vengono respinti continuamente nonostante i loro sforzi. Prima la sua famiglia, o meglio suo padre, lo aveva respinto, la stessa cosa era successa con l'esercito. Probabilmente Wade si era attaccato al denaro perché non riusciva a trovare nessuno che lo accettasse e volesse accoglirlo nella sua vita...Probabilmente voleva anche diventare ricco perché in quella società il denaro dava una posizione stabile ed un riconoscimento universale alla gente: non importava come fosse stato ottenuto, bastava averlo. Quanta gente c'era che aveva ottenuto i propri soldi approfittandosi del prossimo? Peter non se la sentiva di giudicarli e non voleva nemmeno farlo. 

《Terra chiama Parker...!》

La voce del biondo lo aveva strappata violentemente alle sue considerazioni ed il castano si era ritrovato a fissare con estremo interesse il frigo colmo di avanzi e non si era nemmeno reso conto che la luce aveva abbagliato la sua vista lasciando un "alone" sulla sua retina anche quando lui chiudeva gli occhi. Come un bambino si era sfregato le palpebre ed aveva fatto una smorfia.

《Ugh...!》

《Davvero, Pete, che ti é preso? Sembrava che ti avesse colto qualche rivelazione mistica...! Non ti basta essere un supereroe ed un genietto? Vuoi anche essere il fondatore di un nuovo culto? 》

Johnny sorrideva, allegro, e Peter non aveva nè il coraggio né la forza di aprirsi con lui anche perché la Torcia Umana - già Johnny era uno dei Fantastici Quattro- non aveva mai perso qualsiasi occasione gli fosse stata concessa per ribadirgli la propria attrazione nei suoi confronti ed il fatto che sarebbe stato disposto ad accoglierlo nei Fantastici Quattro che-con lui- sarebbero diventati cinque. La cosa-effettivamente- faceva parecchia leva sul desiderio di trovarsi in un gruppo di persone che comprendessero che cosa volesse dire avere dei superpoteri, avere qualcuno disposto a guardargli le spalle durante le missioni...Qualcosa di simile ad una famiglia. 

《Nah, era più un "che cazzo sto tenendo il frigo aperto a fare?" Sai, é l'alzheimer da frigo: tu lo apri e ti dimentichi immediatamente che dovevi fare Comunque prendi le birre, Johnny, quella stramaledetta luce mi ha abbagliato. Io riscaldo il Mac and Cheese. Ora che non c'è May possiamo strafogarci di cibo spazzatura senza ricevere alcuna occhiata di rimprovero! 》 

《Wow...! Una cena incredibilmente romantica, adatta a San Valentino!》 

Peter aveva tirato un pugno giocoso al suo amico e-finalmente- la tensione nel suo corpo si era allentata ed i due erano riusciti a godersi il pasto in serenità. 

《Andiamo a controllare le foto che Peter Parker ha scattato a Spider-Man. Magari troviamo qualcosa da vendere al Daily Bugle!》 

Erano saliti al piano di sopra-nella stanza in cui Peter aveva trascorsoso buona parte della sua infanzia e tutta l'adolescenza- la stanza non era mai cambiata molto semplicemente si erano aggiunte cose e-nonostante Peter avesse ormai vent'anni- non si risolveva a togliere le stelle fluorescenti appese sul soffitto che anni prima suo Zio Ben aveva attaccato al muro guidato dal nipote che gli diceva come disporle in modo da ricreare le sue costellazioni preferite che risultavano piuttosto difficili da vedere ad occhio nudo nel cielo di New York.

I due si erano sistemati di fronte al PC del castano-probabilmente l'unica cosa di valore in tutta la stanza oltre alla Nikon digitale di cui si serviva per fare fotografie- Peter aveva infilato la memory card nel vano adibito ed aveva aspettato che il programma caricasse le fotografie mentre il fotografo sorseggiava un succo di frutta in silenzio. Finito il caricamento i ragazzi avevano iniziato a guardare le immagini e a commentarle scherzando tra di loro ma era evidente il fatto che il volto del biondo si stesse avvicinando progressivamente a quello del castano. Peter percepiva chiaramente il fiato caldo di lui contro la propria pelle e quella sensazione aveva fatto aumentare leggermente i battiti del suo cuore anche se lui continuava a scorrere le foto di Spider-Man fingendosi indifferente: sorridendo e facendo qualche battuta di tanto in tanto lieto di non essere arrossito. 

《Questa non darla al giornale, la voglio tenere solo per me. Qui Spider-Man ha un bel culo, non credi?》 

La voce di Johnny aveva assunto un tono scherzoso ma vi si poteva percepire chiaramente una punta di malizia. Era evidente che l'apprezzamento aveva un fondo di verità e Peter-deciso a rispondere con una battuta caustica al commento dell'amico- si era voltato verso di lui ma non aveva fatto a tempo a parlare perché il biondo aveva premuto le labbra contro le sue.

Qualche minuto dopo si trovavano sul letto.

Johnny era sopra di lui e sembrava essere impegnato a baciargli il collo e a fare commenti piccanti di nessuno spessore di fronte ai quali Peter si sentiva in obbligo di ridere. 

Non era la prima volta che succedeva qualcosa di simile: Johnny aveva sempre dimostrato la sua attrazione nei confronti di Peter e lui era un tantino frustrato visto che non aveva molti rapporti sessuali così aveva deciso di indulgere in quel calore piacevole nonostante non avesse ancora iniziato a provare qualcosa di diverso dall'amicizia nei suoi confronti. Non che il biondo fosse brutto, anzi, dal punto di vista estetico rientrava più o meno nelle preferenze del moretto. Il problema era che-oltre ad essere un'utile valvola di sfogo- Peter non si sentiva attratto da lui sessualmente e non riusciva a provare qualcosa nei suoi confronti e, per quel motivo, non erano mai riusciti ad arrivare fino in fondo.

Anche in quel momento il castano riusciva a percepire chiaramente il peso di quel corpo, il calore da esso emanato e l'erezione che premeva contro la sua inguine ma non riusciva a sentirsi coinvolto come avrebbe dovuto e voluto. Teneva gli occhi aperti e fissava le stelle sul soffitto che brillavano fiocamente nella penombra della stanza illuminata dalla luce lattea della luna; riusciva a riconoscere a colpo d'occhio le varie costellazioni e gli tornavano alla mente i miti a loro correlati. Oltre ai correlati 12 segni zodiacali scorgeva Orione in un angolo: la costellazione era visibile da ottobre a marzo e rappresentava il più famoso cacciatore della mitologia classica nell'atto di attaccare un toro altri - però- pensavano che si trattasse di Eracle visto che nel mito di Orione non c'era alcun episodio legato ad un toro. 

Il ronzio proveniente dal PC andato in standby permetteva a Peter di rilassarsi e di perdersi nelle proprie elucubrazioni mentali. La sensazione di essere dissociato dal proprio corpo permeava nonostante quest'ultimo stesse rispondendo con entusiasmo alle attenzioni di Johnny. Il castano era conscio del fatto che aveva bisogno di calore umano nella sua vita e cercava in tutti i modi di partecipare a quell'atto ma non ci riusciva a meno che non pensasse che al posto dell'amico non ci fosse qualcun altro. Immerso nella penombra Peter poteva pensare che non fosse Johnny a togliergli la t-shirt e a mordergli le spalle deciso a procurargli dei lividi ben visibili: nella sua testa quell'uomo era diventato Wade.

"Forse stasera potremmo andare fino in fondo...Forse...Col tempo potrei iniziare a provare qualcosa nei suoi confronti. Johnny in fondo se lo merita...Mi é sempre stato vicino e con lui condivido molte cose: non dovrei nascondergli l'esistenza di Spider-Man e tra noi non ci sarebbero segreti." 

Ora il castano stava aggrappato alle spalle del biondo che aveva infilato le mani nei suoi pantaloni ed aveva preso a carezzare il suo membro eretto. Le sensazioni provate dal suo corpo avevano annebbiato la sua mente e Peter aveva iniziato a rispondere alle sue carezze muovendo i fianchi nel tentativo di ottenere più frizione. Qualcosa - però- aveva catturato la sua attenzione: un'ombra scura sul suo davanzale che si faceva più grande ogni volta che il giovane la guardava. Probabilmente l'ombra sembrava più grande perché la luna era ormai giunta allo Zenit. Nonostante Peter cercasse di rimuovere l'immagine di quell'oggetto dalla propria mente la sentiva scalciare in un angolo dei suoi pensieri ed ogni qualvolta apriva gli occhi sapeva che quell'immagine colpiva la sua visione periferica. Nel momento in cui Johnny si era alzato per prendere la bustina di lubrificante dai propri pantaloni Peter si era alzato allo stesso modo ed era andato ad aprire la finestra.

《Fa un po' caldo qui...!》

Aveva rivolto un timido sorriso all'amico ed aveva alzato la serranda sorridendo impacciato mentre l'altro gli faceva un occhiolino ed indugiava con lo sguardo sul suo corpo nudo.

Peter - però -non badava a lui: l'oggetto sul davanzale sembrava non essere una telecamera (dubbio che aveva allarmato il giovane) e nemmeno un animale ferito. Con cautela infinita il giovane l'aveva preso tra le mani stupendosi di sentire qualcosa simile ad un foglio di nylon. Preso dalla propria curiosità di studente di biofisica Peter aveva richiuso la finestra e, dopo essersi seduto sul letto, aveva acceso la lampada sul comodino notando la rosa rosso intenso che - evidentemente- era stata messa nella confezione da qualcuno che non era un professionista del settore: un indizio erano le graffette un po' storte.

《Che cazzo fai?!?!? Ti sembra il momento di scartare regali da ammiratori segreti?》

La voce dal tono aspro il castano l'aveva ricacciata in un angolo del suo cervello. Ora la sua attenzione era rivolta verso quel fiore dal colore meraviglioso e le sue mani tremanti stavano aprendo la confezione con cautela dato che il giovane eroe non voleva in alcun modo rendere vani gli sforzi del suo ammiratore. Poggiata la rosa sul comodino Peter aveva preso tra le mani il biglietto percependo chiaramente la porosità della carta che emanava un buon profumo ed il cui color avorio sembrava dire " prodotto di qualità" così come il nastro di seta attorno alla rosa . Ignorando le lamentele del biondo che aveva ripreso a vestirsi mentre imprecava contro di lui il castano aveva voltato il biglietto. Non c'era stato alcuno sbaglio-non fosse mai che qualche anonimo spasimante non volesse catturare l'attenzione di Zia May- sulla busta c'era scritto: " X Peter" 

imbarazzato aveva estratto il foglietto su cui stavano scritte poche parole: "Mi manchi, Petey-Pie e non ho mai smesso di amarti, nonostante tutto.".

Era stato come riemergere in superficie dopo essere stati immersi sott'acqua dopo un tempo infinito. Quello era il primo vero respiro che Peter prendeva da quando si era immerso nel tran tran quotidiano per cercare di dimenticare Wade. Ora il dolore non era più attutito ma premeva contro le sue carni come delle punte affilate di di migliaia di pugnali, ogni sensazione era intensa nonostante il dubbio attanagliasse il suo cuore. Il moro aveva infilato un paio di boxer ignorando bellamente Johnny che sbatteva la porta della sua camera con rabbia ed usciva di corsa dalla sua abitazione. Armatosi di una lampada da studio e di una lente d'ingrandimento aveva osservato ciascuna lettera sentendo il proprio cuore gonfiarsi di gioia ogni volta che le confrontava con il quaderno dove Wade aveva disegnato in modo infinitamente infantile i loro progetti per il futuro e trovava una corrispondenza tra le lettere. 

Finita l'operazione il castano aveva poggiato la guancia contro la scrivania dove aveva passato tante ore a studiare. Sul suo volto si era allargato un sorriso idiota mentre lui si sentiva al settimo cielo e ringraziava qualsiasi cosa avesse reso possibile quel miracolo. 

Wade. 

Wade era ancora vivo. 

Wade lo amava ancora. 

《Farò di tutto pur di ritrovarti.》

Aveva mormorato il castano mentre si infilava sotto le coperte tenendo sul comodino il biglietto che consisteva nella sua seconda chance per essere felice. 

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Capitolo 4
*** Taco Thursday ***


 
In quel periodo lungo circa un anno Deadpool aveva tenuto d'occhio Spider-Man e-che lui lo volesse o meno- lo aveva aiutato in diverse occasioni: si erano sbarazzati di quelle specie di Gormiti comandati da un tipo con un ego spropositato che-in realtá- sembrava solamente una versione gigante e megalomane della Torcia Umana che blaterava incessanremente informazioni riguardo ai suoi progetti di cui non fregava niente a nessuno , inoltre avevano affrontato insieme una specie di mostro - fogna, poi Deadpool aveva salvato Spiderman da una supercattiva che pareva amare il bondage ed era convinta che Spidey avesse causato più morti di qualsiasi cataclisima si fosse abbattuto su New York City ed infine-classico per una coppia di supereroi- si erano occupati di una piccola invasione aliena senza l'aiuto di nessuno: né dei dannati Avengers, né degli Amici di Logan né del Quartetto di Fenomeni. 
 
Secondo il Mercenario Chiaccherone quelli erano stati enormi passi avanti nel rapporto con il suo eroe preferito che-nonostante fosse parecchio infastidito dalla sua personalità prorompente- ora sembrava nutrire qualche speranza nei suoi confronti. Infatti- Wade non era stupido e l'aveva capito- Spidey tollerava quei team ups perché si era reso conto della solitudine e del desiderio di cambiare di Deadpool che sentiva di doverlo fare A: per rendere orgolioso Peter di sé (nonostante lui non avrebbe mai saputo che Wade era Deadpool) B: per servirsi della sua immortalita per fare qualcosa di utile e C: per poter vedere molto spesso il culo del suo Ragno preferito.
 
In quel momento il duo si era rifugiato su di un tetto-non perché ci fossero chissà quali minacce in giro- semplicemente Peter era stato ferito di striscio da una pallottola quando il duo aveva pensato di recarsi senza alcun invito ad un "raduno" di personaggi importanti nel mondo della droga. Sapendo dell'assemblea Spidey non era resistito ed aveva deciso di intervenire per catturare qualcuno. Di morti non ce n'erano stati per mano loro ma alcuni dei pezzi grossi erano morti a causa del fuoco amico. Deadpool non aveva ucciso nessuno nonostante quelli fossero dei tipi davvero molto cattivi. 
 
Ora Wade stava ricucendo i lembi della ferita che aveva disinfettato con cura ed in quel momento nella sua testa c'era un silenzio che da quando Deadpool esisteva si era sentito rare volte.
 
《Deadpool.exe ha smesso di funzionare...?》 
 
《Hey, PC brain! Per una volta che sto zitto e c'è silenzio nella mia testa non dovresti cercare di interrompermi!》 
 
{Ow, che carino si preoccupa per noi!} 
 
[Mi dispiace molto deluderti, Yellow! Ma io credo che tema più per la sua vita ed il suo culo...!]
 
《Ecco, hanno ricominciato a parlare!》
 
《E che dicono?》 
 
{OH. MIO. DIO. White, dimmi che é un sorriso quello che ci sta facendo Spidey! }
 
[Positivo.]
 
{ Il mese scorso ha permesso che lo abbracciassimo ed ora questo...! Che stia cedendo al nostro incredibile charme?}
 
[Negativo, Yellow. Credo che abbia qualcosa come la sindrome da crocerossina...]
 
{Mhhh...Spidey vestito da infermerina...~} 
 
《Volete stare zitte per UN fottuto secondo secondo? Devo cucire decentemente questa ferita, insomma non vogliamo trasformare Spidey in una cartina dello Utah vivente...!》
 
Dopo un grugnito il Mercenario aveva ripreso a cucire, mentre il silenzio era tornato nella sua testa permettendogli di finire il suo lavoro e di godersi la pace temporanea nella aua mente. Aveva tagliato il filo con una forbicina da sarta e poi aveva preso da una delle sue tasche una manciata di cerotti.
 
《Ecco fatto. Ora mettiamo i nostri cerotti magici! Guarigione in una settimana garantita!》 
 
Detto questo aveva appiccicato un cerotto giallo con delle faccine sul braccio dell'eroe ed aveva piegato la testa di lato per guardare la ferita con aria soddisfatta. 
 
《Perché non sono i soliti con Hello Kitty ma c'è Squiddy?》 
 
{Dannata vista di Ragno! Ora cosa gli diciamo?} 
 
[La verità! ] 
 
{Ma perderemo un sacco di punti!}
 
[Spidey non é stupido...] 
 
《Sono dei cerotti che ho preso apposta per te- visto che a me quelli di Hello Kitty servono essenzialmente per coprire i buchi nella mia tuta. Vuoi sapere perché ho scelto Squiddy? Perché di Star Wars erano rimasti solo quelli con la principessa Leila...E quelli coi personaggi de "Lo Hobbit"costavano troppo...》 
 
Deadpool aveva volontariamente tenuto lo sguardo basso ed il mento premuto contro il petto come un bambino che confessa una malefatta sperando che i genitori non comprendano quello che dice. Però quel ragazzino aveva sensi da Ragno e lo aveva sentito perfettamente. 
 
《E così mi credi una specie di enorme totano grigio e nichilista che farebbe passare la voglia di vivere a chiunque?》 
 
Spidey si era alzato, gli aveva dato le spalle con aria teatralmente tragica e si era portato una mano al viso fingendo di piangere,
 
《Ed io che pensavo di essere almeno al livello di Wolverine per te...! Deadpool...Mi ferisci profondamente! -sniff- Mi hai fatto credere di essere il tuo superoe preferito!》 
 
Ora Spidey lo guardava in viso mostrandogli metà volto e Wade sapeva bene che quel dannato ragazzino stava sfoderando la sua espressione migliore da cucciolo bastonato.
 
{Spidey soffre a causa nostra! } 
 
[Sta fingendo, idiota!] 
 
《Noi non possiamo tollerarlo!》 
 
{Due contro uno!} 
 
Deadpool aveva sentito chiaramente un suono simile ad una flatulenza e non aveva capito se Yellow aveva fatto una pernacchia a White (potevano le voci produrre suoni?) oppure se si era trattato del intestino che produceva gas a causa della quantità sproporzionata di chili che aveva mangiato il giorno prima.
 
《Oh, Spidey! La prossima volta ti porto quelli con il Drago Smaug, te lo giuro...!》 
 
Il Mercenario Chiaccherone ora sfoderava la sua espressione supplichevole più dolce ed ostentava chiaramente il labbro in avanti nonostante la maschera che gli copriva il volto. Tutto questo mentre aveva bloccato il giovane Ragno e lo teneva per un polso. 
 
《E va bene! Però dovrai farti perdonare offrendomi del cibo.》
 
Quella richiesta inaspettata aveva fatto sentire Deadpool leggero come una foglia secca libera di scorrazzare spinta dal vento. L'immagine della foglia secca si addiceva al suo animo e-soprattutto- al suo aspetto.
 
{Che poeti!} 
 
[Te l'ho detto che non ci stava male sul serio ma fingeva!] 
 
{Tempo da passare in più con Spidey, yeah!} 
 
《Non portarmi da Taco Bell. Ci andiamo tutti i dannati giovedì!》 
 
Spidey ora lo teneva fermo e lo guardava negli occhi con aria serissima-come se gli stesse per svelare la sua identità segreta- poi, però, era scoppiato in una sonora risata che sembrava scuoterlo fin nel profondo. Le voci di Deadpool-invece- stavano impazzendo. 
 
{Quant'è bello quando ride...!} 
 
[Terra chiama Yellow! Io e Deadpool ci siamo appena resi conto che andiamo a mangiare i Taco con Spidey tutti i giovedì da tre mesi a questa parte!] 
 
{Perché non me l'avete detto prima?!?!? Mi sarei messa in ghingheri!} 
 
[Yellow...Sei una voce...Non hai un corpo.] 
 
Deadpool aveva scosso la testa cercando di soffocare le voci e le emozioni che stava provando in quel momento per cercare di concentrarsi e trovare un posto diverso da Taco Bell, altrettanto economico e ricco di cibo spazzatura diverso da quello dei fast foods. 
 
《Ti va di strafogarci di Pizza? Quella buona, dico, alta-spessa- ricca di condimenti ipercalorici che fanno bene al cuore e al corpo degli eroi...》 
 
L'eroe aveva annuito soddisfatto da quel compromesso e gli aveva dato le spalle piegandosi leggermente mostrandogli inequivocabilmente che avrebbero raggiunto il luogo alla sua maniera.
 
《Spider-Taxi!》
 
Felice come lo sarebbe potuto essere solo un bimbo di quattro anni di fronte a quella proposta Deadpool si era fiondato sull'Uomo-Ragno ed il duo inusuale- ma che si stava consolidando- aveva iniziato a dondolare tra grattacieli di New York. 
 
Ci sarebbe voluta una mezz'oretta per raggiungere Paolo's quindi tanto valeva che Wade chiudesse gli occhi e si godesse il viaggio. Dopo le prime manifestazioni di entusiasmo anche le voci avevano taciuto ed il Mercenario aveva potuto godersi il calore emanato da quel corpo sorprendentemente esile rispetto al suo. Certo, Spidey con quel corpo era difficile immaginare che il Ragnetto fosse tanto forte quanto lo era ma la sua vera forza risiedeva nella sua agilitá unita ai sensi da ragno e all'intelligenza da genietto . Nonostante Wade fosse consapevole della forza del giovane a cui si aggrappava ogni volta Deadpool si stupiva del fatto che lui fosse in grado di attraversare la città con novantacinque chili di massa muscolare più sul groppone. 
 
《Sveglia, Bella Addormentata! Siamo arrivati!》 
 
Malvolentieri il Mercenario si stacca dal corpo del suo eroe preferito e distende le braccia in maniera esagerata con il chiaro intento di mettere in mostra i suoi muscoli, che si vedevano chiarissimamente sotto la tuta di spandex che non lasciava nulla all'immaginazione-salvo le sue cicatrici. Con la coda dell'occhio Wade guarda alla sua destra-nella direzione dell'eroe- Spidey aveva sbuffato e distolto lo sguardo ma più che infastidito sembrava imbarazzato! 
 
{Stiamo facendo colpo! ~} 
 
[E Peter?] 
 
{Peter sta con Johnny. C'ha il fetish per il biondone eroico.}
 
[Chissà se a letto brucia in fretta come quando si trasforma nel Fiammifero Umano]
 
{Dici che duri quanto un fiammifero?} 
 
《Siete cattivissime!》
 
Deapool ghignava sentendo le voci discutere a quel modo e Spider-Man lo guardava con una certa appressione anche se il Mercenario si era diretto all'interno senza dire nulla. 
 
[Queste cose le pensi anche tu!]
 
{Sei molto più figo e divertente di quell'idiota e lo sai! Potresti far fare certe acrobazie a Petey-Pie...! Probabilmente lo faresti diventare della stessa consistenza di una torta di mele! Ricordi come si riduceva dopo qualche bacetto sul collo in ospedale? Senza contare il fatto che sei ricco sfondato e potresti pagargli il college...!} 
 
[Siamo degli assassini. E dei mostri.] 
 
White, allegra come sempre, aveva preso un metaforico spillo ed aveva fatto un enorme buco nell'altrettanto metaforica bolla di felicità che Wade si era costruito. Inconsapevolmente Deadpool aveva raggiunto il tavolo assieme a Spider-Man che aveva continuato a guardarlo con aria preoccupata da dietro il menù ma che ora stava piegato verso di lui. Giá, perché grazie all'intervento inopportuno di White Deadpool aveva accartociato il menù e teneva il tavolo sollevato come qualcuno che fosse pronto a lanciarlo. 
 
《Deadpool! Calmati! Sei qui...Con me...! Guardati attorno: siamo da Paolo's, mi hai detto che fanno una pizza schifosamente calorica. A meno che tu non abbia appena visto la persona che, come mi hai detto circa un miliardo di volte, ti ha rovinato la vita e che in quel caso ti aiuterei a catturare vorrei che ti calmassi.》
 
Il Mercenario Chiaccherone percepiva chiaramente il calore emanato dalla mano del Ragno sul proprio braccio nonostante gli stati di spandex e di pelle che li dividevano. 
 
《Deadpool, io so che devi aver sofferto tantissimo ma ultimamente stai migliorando molto. Uccidi solo persone perfide che susciterebbero anche in me l'istinto omicida. Puoi diventare un eroe e cercare di lasciarti tutto alle spalle, io credo in te. Non posso immaginare quanto sia difficile essere te sentire le voci nella tua testa, essere pieno di cicatrici che cambiano di continuo o morire in modi tremendi in media una volta alla settimana. Ma-te lo giuro- sono orgoglioso di te. Quindi ora guardami e fai dei respiri profondi.》 
 
La voce di Spidey era ferma, chiara ma tranquilla sembrava quasi un terapeuta ma la sicurezza in quel tono e le parole di elogio nei suoi confronti lo avevano calmato quel tanto necessario a farlo sedere.
 
《Sicuro di quello che dici? Sembra quasi che tu riesca a considerarmi una specie di...Amico, oltre che di mostro appiccicoso e noioso.》
 
La voce di Deadpool era uscita dalle sue labbra stranamente fioca e leggermente più ruvida del solito tanto da sembrare quasi tremante per l'emozione. Immediatamente l'uomo aveva riempito un bicchiere d'acqua e se l'era portato alle labbra. Nel frattempo l'eroe aveva ritratto la mano dal braccio del suo compagno di ronda notturna ed aveva iniziato a tracciare disegni invisibili sul foglio plastificato dove stava scritto il menù senza, però, mostrare il suo volto coperto dalla maschera dov'era apparsa l'ombra di un leggero sorriso.
 
《Diciamo che...Sei sulla buona strada per diventare mio amico.》 
 
{Ve l'avevo detto che Spidey ci adora!} 
 
[Questo non significa che ci consideri che potrà considerarci qualcosa in più in futuro!]
 
{Taci, White! Rovini sempre la festa! A sentire te non avremmo nemmeno dovuto avvicinarlo!} 
 
Il Mercenario non si era nemmeno accorto che Spiderman aveva fatto scivolare sottoni suoi occhi la propria copia del menù e che una giovane cameriera vestita di nero aspettava la sua ordinazione.
 
《Allora, Deadpool, cosa prendi?》
 
[La ragazzina ha talmente tanta paura che sarebbe disposta a trascorrere tutta la notte e pure il giorno seguente qui-in piedi- ad aspettare che ci decidiamo.] 
 
{Teme di saltare in aria! } 
 
《Oh, uhm, scusatemi! Allora...Una meat lover per me. Hai già chiesto a Spiderman ragazzina?》
 
La giovane ispanica aveva annuito e-dopo aver borbottato qualcosa di unintellegibile- era scappata via come qualcuno che venga liberato dal peso della Spada di Damocle sulla propria testa.
 
《Hai una reputazione che ti sta appiccicata addosso come carta moschicida...!》 
 
{Sembra seccato...} 
 
[Lo é, insomma, ci sta facendo da badante ma la gente non si fida di noi...] 
 
{Beh, nemmeno il dipartimento di polizia di New York si fida di lui...} 
 
[La gente lo adora, però! ] 
 
《Che pizza hai preso?》 
 
Di colpo sul viso del giovane di fronte a lui era apparso un ghigno di trionfo ben visibile sotto la maschera rossa e blu.
 
《Visto che mi hai trattato male prima ho deciso di spremerti un po' perché so che sei schifosamente ricco!》 
 
Deadpool aveva inarcato un sopracciglio ed incrociato le braccia al petto guardando il volto dell'altro xon aria un pelino offesa.
 
《Hey! Non é un comportamento molto eroico questo...!》 
 
Al che il giovane-un po' troppo giovane secondo Wade per aver salvato New York City da un'invasione aliena sei anni prima- aveva scrollato le spalle indifferente mostrando inequivocabilemenrte la sua strafottenza di adolescente. 

《Una pizza da dieci dollari per un riccone come te non é un dramma. Speck-un salume affumicato che producono in Austria e in Italia- ed un formaggio francese che si chiama Brie, oltre alla mozzarella!》 

Poi, il dannato ragazzino strafottente ed incredibilmente sexy, aveva fatto un sorriso angelico sotto la maschera. L'aveva sollevata scoprendo le sue labbra- Dio quanto erano baciabili- e si era portato il bicchiere d'acqua alla bocca come se quella scena non fosse stata dannatamente sexy e il cervello dell'anti-eroe di fronte a lui non avesse rischiato per alcun motivo di andare in black out. 

《Davvero, Spidey, ti comporti come una signorina viziata al primo appuntamento. Avendolo saputo ti avrei comprato l'action figure di Smaug!》 

《Devi ancora guardare i film della trilogia de "Lo Hobbit", Deadpool. É anche per questo che non posso chiamarti "amico"》 

Il Ragnetto gli aveva fatto un ghigno di pura sfida mentre si era portato alle labbra un grissino che aveva "rubato" dalla cesta del pane.

《In più sto migliorando la tua immagine e mi devi un sacco di favori, Deadpool, il minimo é del cibo di qualità. Sai, sono giovane ed oltre a Spiderman ho una vita...Studio, lavoro...E tu sei un dannato riccastro, potresti regalarmi Smaug, anche il peluche mi andrebbe bene!》 

{Ragazzi, é /davvero/ così piccolo?} 

[No! Ha almeno vent'anni...! E noi non dovremmo parlare visto che abbiamo lo zaino di Hello Kitty ed abbracciamo il peluche di Spidey quando riusciamo a dormire!] 

{Ma noi siamo dei bimbi speciali...} 

[Yellow...] 

{Va bene...! }

《Ma noi condiviamo l'amore per Star Wars!》 

Aveva mugugnato il Mercenario Chiaccherone mentre tagliava col coltello uno spicchio della pizza arrivata a tempo record e lo portava alle labbra.

《E poi quello "Scudo di quercia" mi fa pensare a Groot...!》 

{Guarda! Ci guarda in faccia e non é disgustato!} 

[Probabilmente pensa solo che faccia molto male.] 

{Fa molto male, in effetti. Ma il punto è che non scappa.} 

[Se ci vedesse da vicino lo farebbe.] 

{Spidey sa che abbiamo sofferto, White. Potrebbe capirci...Magari potremmo mostrargli la notra faccia e chiedergli se Petey-Pie scapperebbe...} 

[NON SE NE PARLA NEMMENO! Vuoi perdere anche Spidey?]

{Io non voglio perderlo ma mi fido di lui...!}

[Non sai di cosa parli...]

Con uno sforzo immane il mercenario aveva messo a tacere le due voci in costante disaccordo che popolavano la sua testa e consistevano nella sua compagnia più consistente dato che queste pattuglie della città avvenivano tre volte alla settimana e per il resto del tempo Deadpool restava in compagnia di White e Yellow.

《Groot? Davvero?!?! Ma se Thorin é un nano...! E poi Groot potrebbe sembrare un Ent ma certamente non un uomo barbuto ed in miniatura...! E poi dove somiglia ad una quercia...?》

Spidey tra un morso e l'altro si era immerso nella conversazione e difendeva a spada tratta i personaggi del libro che aveva accompagnato la sua infanzia. 

《Gne! Gne! Sono un nerdone...! Non toccatemi Tolkien!》 

Immediatamente un grissino aveva iniziato a punzecchiare insistemente il suo braccio con il chiaro obbiettivo di disturbarlo mentre lui cercava di mangiare - cioè dmangiarei ingozzarsi di pizza e patate fritte- in santa pace.

《Parla quello che piange guardanto Grey's Anatomy, guarda Cuori senza età e sarebbe disposto a finanziare qualsiasi progetto per una spada laser funzionante!》

Infastidito Deadpool aveva spezzato il grissino e si era ritrovato immediatamente con una mano appiccicata al tavolo a causa di una ragnatela che il Ragnetto in vena di scherzi gli aveva lanciato sulla mano. 

《Eddai, Spidey, stai diventando noioso...! Non é colpa della tua frequentazione con la Torcia Umana? Sai, lo trovo un tantino noioso quel tipo...Sembra un po' spaccone...》

Nel momento in cui la ragnatela si era sciolta Wade aveva alzato lo sguardo e si era trovato di fronte ad uno Spidey improvvisamente serio che si concentrava solo sul cibo e non lo punzecchiava col suo solito sarcasmo.

{ALLARME! ABBIAMO DETTO QUALCHE STRONZATA!}

[Qualche? Ne diciamo in continuazione! Comunque, sarebbe meglio cercare di comprendere la situazione e provare a rimediare nei limiti del possibile. Comunque -per la cronaca- le stronzate le diciamo sempre! ]

《Chi ti ha detto di me e John...La Torcia...?》

[Mugugna e non sembra molto felice.]

{Ugh, magari quel fiammifero gli ha fatto del male...?} 

[Credo sia forte abbastanza da levarselo di dosso in una situazione critica! Conunque...Penso che tema per la sua identità segreta...! ]

《Sai, voci di corridoio...》

[Non abbiamo molti amici, noi.] 

{Eddai, Wade, Hawkeye e Logan non sono esattamente due comari!}

《Ok, qualche mese fa vi ho visti piuttosto vicini...! Così credevo...》

《No, hai ragione.》

Spidey ora sembrava visibilmente sollevato, probabilmente temeva davvero per la aua identità segreta e per le persone che lo circondavano e a cui lui teneva,

《C'è stato qualcosa tra me e lui. Niente di serio, almeno da parte mia. L'ho usato come "tappabuchi" però continuavo a pensare ad un'altra persona...! L' avevo lasciato io perché aveva avuto dei...Problemi gravi ma ho continuato a pensare adun altro ragazzo che ho conosciuto qualche anno fa... Ora lui si é rifatto vivo ed io sto cercando di recuperare un rapporto con lui e di farmi perdonare.》

Un sorriso amaro era apparso sul volto del Ragnetto ed il Mercenario-pentito come non mai- aveva pensato di cambiare discorso ed alleggerire l'atmosfera senza cercare di approfondire quell'argomento anche perché sapeva perfettamente di non dover oltrepassare una certa linea ed invadere la aua privacy.

《Okay, ma dimmi una cosa...》

Ora Deadpool sussurrava con aria da cospiratore e si era sporto in avanti sul tavolo dimentico per qualche secondo delle sue vistose cicatrici che catalizzavano l'attenzione di quasi tutti i clienti del ristorante che- a quell'ora- erano pochi.

《Va bene...》

Spidey aveva alzato gli occhi al cielo in quel gesto tipico e familiare che gli veniva sponteaneo ogniqualvolta si preparava ad ascoltare qualsiasi scemenza stesse per uscire dalle labbra di Deadpool. 

《Dimmi...》

《Ma, dimmi la verità ...A letto dura quanto un fiammifero?》 

Una rete vischiosa era apparsa sulle labbra dell'anti-eroe dalla lingua lunga e dalla bocca larga mentre la faccia dell'eroe-nonostante fosse stata coperta per buona parte della maschera- era evidentemente paonazza.

《Ma che domande mi fai...? Comunque non ti posso aiutare...Non siamo mai andati fino in fondo...!》

[Deve amare davvero tanto questa persona.]

{É un lui! Dannato fortunello...E pensare che noi potremmo costruirgli una Spider-Cave!}

Wade aveva ricacciato in un angolo le voci e-nonostante il sollievo di fronte alla consapevolezza del fatto che Johnny non aveva toccato Spidey- un dolore acuto aveva stretto il suo stomaco in una morsa In 'intensità era simile al dolore causato da un pugno anche se la sensazione ricordava piuttosto un esercito di enormi aghi che si infilzavano nella sua regione addominale: non era il tumore ma la gelosia. Quel dannato fiammifero senza spessore era stato con il suo Petey-Pie e pure con Spidey. Wade aveva perso il primo e non provava nemmeno ad immaginare di avere una storia col secondo visto che sarebbero stato solamente distruttivo farsi film riguardati cose che non si sarebbero potute realizzare né in quello né in altri universi alternativi. 

《Sei un verginello...?》

La parte scoperta del volto di Spidey era diventata rossa come la sua maschera ed il giovane aveva dovuto buttare giù qualche bicchiere d'acqua perché aveva iniziato a tossire in modo preoccupante. Deadpool avrebbe voluto tirargli una bella pacca sulla spalla per aiutarlo a "fare il ruttino" (cosa di fronte alla quale lui non si sarebbe scandalizzato affatto nonostsnte si trovassero in un luogo pubblico). Alla fine, però, si era limitato a ricordare le manovre necessarie ad operare un massaggio cardiaco ed il modo corretto per fare una respirazione bocca a bocca senza approfittarsi della persona priva di sensi.

《No, cazzo, Deadpool...? Ma che domande fai?!?! Merda, io ti do' pure retta...》 

{Evviva Spidey respira! Però non potremo fargli la respirazione bocca a bocca! } 

[Buon per lui gli risparmieremo un'esperienza orribile.] 

《Sei stato con delle ragazze...?》 

Il castano aveva annuito e- dopo essersi ripulito il viso sporco d'acqua e sugo- aveva ripreso a mangiare la propria pizza senza rivolgere la propria attenzione al Mercenario Chiaccherone. 

《La mia ragazza é morta per causa mia. Qualcuno che voleva colpire me ha preso lei ed io non sono riuscito a fermarlo. La stessa cosa é accaduta con mio zio. I miei lavoravano per la CIA o l'FBI, non ricordo. Io sono cresciuto coi miei zii paterni. Quando sono stato morso da un Ragno nei laboratori della Oscorp pensavo di sfruttare i miei poteri per prendermi una rivincita su quelli che si erano presi gioco di me. Volevo diventare ricco e sbeffeggiarli di fronte a tutti, magari umiliarli. Nel momento in cui mi sono reso conto che l'uomo che ha sparato a mio zio era lo stesso rapinatore che avevo lasciato andare ho capito che avrei dovuto utilizzare i miei poteri per aiutare gli altri. Così é nato Spiderman.》 

Tra i due era piombato un silenzio imbarazzante. Il ragno era immerso nei ricordi mentre il Mercenario Chiaccherone stava processando la storia dell'origine del suo eroe preferito, 

{Wow...! Non avrei mai immaginato che Spidey potesse avere un passato oscuro!} 

[Tutti gli eroi hanno un passato oscuro!]

{Su questo hai ragione, White!}

Le voci avevano continuato a parlottare ed i due avevano finito il pasto parlando di cose di scarsa importanza o commentando l'abbigliamento dei pochi clienti presenti nel locale a quell'ora tarda mentre il peso di quella conversazione continuava a farsi sentire tra loro due. Solo nel momento in cui Wade aveva ricevuto il resto e versato qualche banconota di piccolo taglio nella cassetta per le mance era stato ripreso l'argomento, e l'anti-eroe l'aveva fatto come se non fosse passato che qualche secondo dal momento in cui aveva avuto quella rivelazione. 

《Wow, Spidey. Sono quasi commosso-sul serio- cioè rivelare la propria origin story a qualcuno é difficilissimo! Vuol dire che in qualche modo ti fidi di me se lo fai. È una cosa in alto nella lista assieme al rimuovere la maschera.》 

Con evidente impaccio l'uomo con volto coperto dalle cicatrici si era voltato verso il giovane e gli aveva rivolto un sorriso colmo di gratitudine esponendo per la prima volta in maniera tanto aperta una parte coperta del proprio volto al Ragno. Deadpool voleva ricambiare in quel modo la fiducia che gli era stata data dal suo eroe preferito, anche se probabilmente temeva di averlo traumatizzato ulteriormente. Un secondo dopo, infatti, aveva abbassato la maschera e coperto le cicatrici che lui reputava disgustose.

Nel frattempo il duo era uscito dal ristorante e, nonostante tendesse le orecchie per captare eventuali schiamazzi sinonimo di disordini, camminava in silenzio su di un marciapiede della Grande Mela. Il clangore delle armi del Mercenario si sentiva assieme al suono dei suoi stivali che colpivano il suolo con passo leggero, nonostante Deadpool non avesse esattamente la corporatura di una ballerina di danza classica. L'uomo ragno, invece, stranamente proseguiva a piedi e guardava la città dal basso della strada e non dall'alto di un grattacielo. 

《So che anche per te é difficile mostrare le tue cicatrici, Deadpool. E apprezzo che tu questa sera l'abbia fatto tanto apertamente nonostante temessi di vedermi reagire male di fronte al tuo viso. Certo, a differenza di altre persone probabilmente io ho avuto il tempo di abituarmi alla loro vista. Però, posso assicurarti che la prima cosa a cui penso appena le vedo é il dolore che ti devono causare. Penso sia tremendo, veramente e-come ho detto prima- tu affronti tutto con un sorriso.》 

Il silenzio dopo quell'affermazione era durato un bel po'. Il duo in rosso aveva continuato a camminare perso nei propri pensieri fino a che i due non erano svoltati a destra in un vicolo male illuminato sul retro di un enorme palazzo che- di giorno- doveva essere la sede amministrativa di chissà quale corporation. 

Lì Spidey aveva sparato una ragnatela e Deadpool si era sentito improvvisamente malinconico dato che l'addio era ormai prossimo. Il Ragnetto - però- si era voltato verso di lui e gli occhi catarifrangenti della sua maschera avevano brillato, colpiti dalla scarsa luce del lampione.

《Comunque sembra che tu abbia dei lineamenti niente male. Hai un bel profilo del mento, degli zigomi che sembrano piuttosto alti, il collo dritto con una bella curva e delle labbra interessanti. Hai del potenziale, nonostante tu sia convinto del contrario! Comunque, per i baby-boys é ora di tornare a casa. Buonanotte!》 

E con questo il dannato ragazzino se n'era andato dondolando tra i tetti di New York mentre il cuore di Deadpool impazziva nel suo petto. Spidey quella sera l'aveva inondato di complimenti ed era la prima persona dopo Arma X che diceva che la sua faccia aveva "del potenziale" 

《NON PUOI ANDARTENE COSÌ! DOVREBBERO ARRESTARTI, SPIDEY! FLIRTARE A QUESTO MODO CON UN VECCHIO COME ME HA DELLE CONSEGUENZE! 》 

Nonostante il suo grido fosse stato piuttosto forte e chiaro il Mercenario non aveva ottenuto alcuna risposta e-nonostante avesse voluto sembrare frustrato dalla situazione- era contento della piega che aveva preso la serata. Aveva raggiunto casa propria fischiettando, si era fatto la doccia ed aveva messo la tuta sporca di sangue e di cibo a lavare. Dopo essersi lavato aveva spalmato dell'olio emoliente sulla propria pelle ed era andato a letto.

Quella era la prima notte dopo tanto tempo in cui andava a dormire senza la maschera.

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Capitolo 5
*** Revelations ***


《Hey, Spidey! Dove credi di andare?!?!? Ho cucinato tutto il fottuto giorno per farti assaggiare i miei meravigliosi tacos ed i miei superlativi chimichanga e tu pensi di sfuggirmi?!?!》

Peter aveva sorriso al mercenario e si era voltato verso di lui nonostante la stanchezza si facesse sentire. In quei mesi aveva deciso di trasferirsi così da poter avere una privacy maggiore e non doversi più preoccupare di nascondere la propria doppia vita alla sua povera zia temendo di darle un gran dispiacere e di preoccuparla ulteriormente oltre che di metterla inutilmente in pericolo. May Parker aveva sofferto già abbastanza a causa di Spiderman, non era necessario farle rischiare la propria vita e farle perdere quel briciolo di serenità conquistata con tanta difficoltà dopo la morte di suo marito Ben. Dal canto suo il giovane era lieto di avere i propri spazi, era libero di girare per casa con solo un paio di boxer ed una t-shirt, poteva pulire quando ne aveva voglia o tempo, la lavatrice settimanale delle tute non gli causava più un'ansia infinita a causa del timore di essere scoperto, il giovane poteva gemere quando qualche ferita gli doleva senza avere il terrore si farsi sentire dalle persone nella stanza accanto. L'unica cosa che non gli piaceva del suo nuovo stile di vita era il fatto che quel l'appartamento era vuoto al suo ritorno a casa e non conservava alcun ricordo piacevole, al momento si limitava ad essere quello che era: una "scatola" in cui viveva uno studente universitario che faticava ad arrivare a fine mese perché vendeva le foto del proprio alter-ego ad una cifra irrisoria ad un quotidiano che lo screditava. Anche il problema del cibo si faceva sentire: Peter se la cavava coi fornelli del laboratorio ma nella cucina di una casa era un mezzo disastro. Infatti, quando le scorte di cibo che gli preparava la sua adorata zia si esaurivano a causa del suo appetito enorme il castano ripiegava sul cibo per asporto o sul fast-food visto che non poteva certamente permettersi di andare al ristorante tutte le sere. Così, l'offerta che gli veniva fatta dalla voce bassa e piuttosto ruvida di Deadpool per lui era l'equivalente del canto delle sirene per Ulisse. 

《Tu sì che sai come convincere un supereroe povero e perennemente affamato!》 

Peter aveva riso, sentendosi stranamente leggero, nonostante le centinaia di dubbi che turbinavano incessantemente nella sua testa. Johnny non lo lasciava in pace nonostante lui avesse già chiarito il fatto che non era interessato nell'avere una relazione con lui. Wade d'altro canto era come sparito dopo essere stato dimesso dall'ospedale ma i medici lo avevano dimesso vivo ed il suo corpo avrebbe dovuto essere trovato da qualcuno. Del resto un esperto di calligrafia ed un software avevano confermato che quella sul biglietto che aveva accompagnato la rosa era la calligrafia del giovane che gli aveva rubato il cuore e Peter non sapeva davvero come raccapezzarsi. In quel vortice di dubbi, vita scolastica, lavoro al Daily Bugle e rapporti coi familiari superstiti Deadpool era una specie di punto fermo. Quando era con lui Peter recuperava i suoi vent'anni e si sentiva leggero. Ridevano di tutto, anche delle sciocchezze più stupide come fossero stati due ragazzini e non due uomini adulti che tutte le sere cercavano di salvare delle vite. Deadpool da qualche mese non aveva ucciso intenzionalmente nessuno e Spiderman era veramente orgoglioso di lui. Certo, la strada per il Mercenario Chiaccherone era ancora in salita ma Peter era davvero contento di aver superato il suo iniziale pregiudizio ed aver trovato il coraggio di scavare sotto la scorza di idiozie che gli davano sui nervi, ed aver trovato un uomo ferito e tormentato dal proprio passato che aveva decisamente bisogno di qualcuno con cui parlare oltre alle sue voci e che-soprattutto- fosse disposto ad ascoltarlo. Certo, tutta quella responsabilità spaventava il giovane. Però l'eroe doveva ammettere di essersi affezionato a Deadpool e sentire che alcuni "colleghi" lo denigravano senza nemmeno prendersi la briga di cercare di conoscerlo in qualche modo lo feriva. C'era anche un'altro motivo per cui il Ragno si era affezionato al mercenario: le battute stupide che facevano assieme e le loro conversazioni infinite a tema videogiochi, film e fumetti gli ricordavano i pomeriggi con Wade e lo rendevano felice.

Nel frattempo il duo si era avvicinato ad un palazzo che Spidey conosceva piuttosto bene visto che era il suo preferito e che spesso i due vi passavano del tempo dopo la ronda. 

《Me lo daresti un passaggio? Potrei usare il metodo tradizionale, ma sarebbe un bel casino entrare dentro: dovresi scassinare la porta visto che non mi aprirebbe nessuno! E so che queste cose a te non piacciono, soprattutto se si possono utilizzare metodi legali. Quindi...》 

Il Ragno non aveva dato il tempo di continuare il suo discorso a Deadpool. Gli aveva fatto cenno di avvicinarsu con lui alla parete dell'edificio e l'omone aveva prodotto un urletto femminile che lo aveva stupefatto non poco dato che proveniva da un corpo ampio poco meno di un armadio a due ante.

《Ma quel dannato teletrasporto che hai sulla cintura a cosa ti serve esattamente?》 

Con un mugugno il giovane aveva iniziato la propria scalata mettendoci un po' più tempo del solito visto che la stanchezza quel giorno si faceva sentire particolarmente. Il trasloco era stato estenuante, gli esami si susseguivano implacabilmente ed i supercriminali spuntavano come funghi in quel periodo; aggiungete l'insonnia a questo mix ed otterrete un cocktail che darebbe del filo da torcere persino ad un ventenne con i superpoteri. Il fatto che stesse effettuando l'arrampicata con novanta chili di puri muscoli più altri dieci in armi non lo aiutava per nulla.

《Non é molto efficace. Lo uso solamente in casi di estrema necessità. Sai, quando uno deve tornare indietro nel tempo oppure andare in un universo alternativo. Ti ho mai raccontato di quell'universo in cui ti uccido in svariati modi?》 

Con un sospiro il Ragno sale la parete del grattacielo stando in assoluto silenzio mentre lascia che il Mercenario continui a blaterare di universi alternativi, in cui lui uccideva tutti meno che Wolverine (causa fattore rigenerante) ma che-poi- doveva entrare nel mondo della letteratura. Anche se gli era difficile ammetterlo la sensazione di avere un corpo tonico e muscoloso premuto contro il proprio lo rassicurava, lo faceva stare bene ma, soprattutto, era...Interessante. Sotto lo spandex l'anti-eroe nascondeva un corpo scolpito da divinità greca che Peter gli invidiava e che guardava anche con particolare interesse. Molte volte, infatti, si era sorpreso ad indugiare con lo sguardo su quel corpo perfettamente modellato e a pensare che, nonostante le cicatrici, sotto la tuta dovesse celarsi un bell'uomo. Con un profondo sospiro il giovane aveva raggiunto il tetto ed aveva lasciato il mercenario come si lascia un pacco pesantissimo. Non aveva fatto a tempo a distendersi per qualche secondo che un rumore strano- una specie di lamento- aveva attirato la sua attenzione. Con uno sforzo di volontà immane l'eroe aveva alzato la testa per guardare nella direzione del mercenario che si era allontanato verso la struttura che copriva l'uscita del vano scale sul tetto dell'edificio.

《Deadpool, non hai rapito un cuoco messicano per mettere in piedi questa panzana, vero?》

Dopo qualche secondo si era sentito un cigolio sinistro proveniente dalla porta che si era aperta. Probabilmente il Mercenario Chiaccherone non ne aveva le chiavi ed aveva utilizzato un metodo "molto poco ortodosso" per aprirla. Durante quel processo l'anti-eroe aveva blaterato qualcosa riguardo al loro "primo appuntamento romantico" e che lui era "perfettamente in grado di cucinare benissimo ma era pigro e cucinare per sé stesso quando esisteva il take-away gli sembrava molto stupido."

Dal momento in cui la porta si era aperta il lamento si era fatto più forte e l'odore del cibo messicano aveva raggiunto le narici del giovane facendo brontolare il suo stomaco perennemente vuoto. Mentre il clangore che accompagnava i passi di Deadpool si avvicinava anche gli odori ed i suoni si facevano più forti e chiari. Un gatto, c'era un gatto terrorizzato che miagolava e, ad occhio, quella creatura doveva essere piuttosto piccola.

Nonostante la stanchezza il suo "istinto da eroe" aveva preso il sopravvento e Peter si era voltato nella direzione del mutante che gli si avvicinava reggendo con una mano un trasportino da gatti e con l'altra un enorme contenitore in grado di mantenere caldi i cibi sopra il quale si trova un piccolo frigo da campeggio in precario equilibrio. Stupito il Ragno aveva inarcato un sopracciglio nel suo gesto caratteristico di stupore misto a fastidio ed aveva aspettato una spiegazione da Deadpool. Stranamente l'anti-eroe era silenzioso ed il castano sapeva perfettamente che doveva essere impegnato in chissà qualche discussione con le sue voci.

《Deadpool, mi spieghi che diavolo ci fa qui un gatto? No, perché lui sembra piuttosto piccolo e stanco di stare chiuso lì dentro!》

In quell'istante Deadpool si era voltato verso di lui con l'aria di chi si fosse appena reso conto della sua presenza su quel tetto,

《Davvero, non sono un microbo e sono vestito con colori sgargianti. Parla, non ti giudico. Anche perché non ti credo tanto cattivo da riuscire a far male ad un micino, specialmente perché so quanto li adori.》 

Con un grugnito l'uomo aveva aperto il contenitore ed un profumo fortissimo aveva invaso il suo sistema olfattivo causandogli un crampo dolorosissimo allo stomaco.

《Logan l'ho trovato in strada. Stava vicino ad un cassonetto, non so se ce l'abbiano buttato...》 

L'anti-eroe aveva aperto una scatola più facendo un profondo sospiro e gli aveva dato un involto sporco da unto e sugo. Nonostante Peter solitamente fosse un malato dell'igiene e della pulizia non avrebbe mai pensato che la vista di un pezzo di carta caldo e sporco di olio avesse acceso a quel modo il suo entusiasmo. Poco dopo, infatti, il giovane aveva sollevato la maschera ed aperto un lato dell'involto addentando con un gemito di puro piacere uno dei chimichanga più buoni del mondo.

《Oh. Mio. Dio.》 

Un ghigno di trionfo era sfuggito alle labbra scoperte di Deadpool che aveva sollevato la maschera per affondare i denti in un tacos di tutto rispetto.

《Buoni, eh?》 

《Cazzo, ma come...? Non posso credere che sia stato tu a farli!》 

《Ho le mani d'oro, sai? Vedessi come taglio il sushi. Uso le catane per sfilettare il salmone, per dare un tocco scenico.》 

Trattenendo una smorfia di disgusto ed un conato Spidey si era pulito la bocca con un tovagliolino di carta rosso ed aveva lanciato un'occhiataccia al Mercenario.

《Che schifo! Cazzo, con quelle ci uccidi la gente...! Le infilzi nelle loro interiora...!》

《Ma le pulisco...! E poi ci uccideVO...!》 

《Continui ad ucciderci i mostri ed io ho la nausea lo stesso, Deadpool! Soprattutto perché lo so...!》 

《Se usassi delle katane nuove...?》

《Non mi fiderei...!》 

《Uff...! Allora userò i coltelli...》 

《 Il set da cucina, non quello da omicidio...!》

Con uno sbuffo l'uomo aveva ripreso a mangiare ed anche il giovane studente universitario aveva fatto la stessa cosa. Nel frattempo i miagolii del gatto- che avevano cessato per qualche minuto- ora erano ripresi con molta più forza probabilmente stimolati dall'odore di carne.

《Perché lo hai portato? Volevi mostrarmelo?》 

Rassegnato il Mercenario Chiaccherone aveva ingoiato il pezzo di tacos che gli era rimasto in mano e poi aveva sistemato la carta in un sacchettino facendo un profondo sospiro. Dopo aver bevuto un sorso di birra l'uomo aveva distolto lo sguardo da Spiderman e lo aveva rivolto allo skyline di New York City. 

《Senti, Spidey, ultimamente ti vedo depresso...Non so se sia a causa del tuo amore che non ti caga ma...Quando ho visto Logan l'ho salvato. Era pulcioso e tutto sporco. Piccolo com'era non sapevo nemmeno se sarebbe sopravvissuto, sai c'è il problema dei ratti grossi come gatti obesi e poi ci sono anche le macchine e quelli che odiano gli animali. Per farla breve l'ho lavato, pulito, messo l' antiparassitario, sverminato e perfino fatto vaccinare. Manca solo la sterilizzazione, ma per quella é ancora troppo piccolo. Ovviamente casa mia non é adatta a lui, ci sono armi ovunque ed io non potrei mai prendermi cura di niente. Sai, sono un tantino andato di testa non voglio fottere la vita di qualcuno, davvero. Senza contare che Logan mi odia, mi riempie di graffi...Per farla breve spero tu non sia allergico ai gatti, Spidey. Anche perché sarebbe alquanto buffo, insomma...Sarebbero la tua kryptonite. Sai che sfiga avere come punto debole dei cosini fluffosi ed adorabili...?》 

Con un sorriso impacciato Deadpool si era grattato la nuca e poi aveva arraffato un chimichanga. Il Ragno, nel frattempo, aveva aperto la scatola contenente gli anelli di cipolla e ne aveva mangiucchiato qualcuno godendosi la frittura asciutta.

《Stai dicendo che vorresti che lo adottassi...?》

In quell'istante una zampina nera aveva fatto capolino da un buco della "gabbia" e la luce aveva colpito due occhi gialli ed una lingua rosa. Quelle erano le uniche cose che si potevano scorgere della creatura. Il cenno di assenso del mutante era stato quasi impercettibile ma Spidey l'aveva notato ed aveva rivolto un sorriso alla creatura per non mettere in imbarazzo il suo compagno di ronda. 

《Puoi dirmi una cosa...?》 

《Spara.》 

《Ma perché lo hai chiamato Logan...? Non dirmi che ti sei ispirato alla baldracca di Beautiful che si é fatta tipo tre generazioni. Quella soap dopo quasi trent'anni fa schifo perfino a mia zia! Anche perché la trama é sempre la stessa, cazzo.》

Deadpool era scoppiato in una sonora risata. La sue corde vocali in alcuni momenti "grattavano" dando una nota stonata ad i suoni emessi dalle sue labbra ma nel complesso la voce dell'anti-eroe restava calda e piacevolmente bassa. Ormai il riso era diventato tanto forte che l'uomo doveva tenersi la pancia ed il fiato aveva iniziato a mancargli tanto che-ormai- rideva senza produrre suono, probabilmente doveva avere le lacrime agli occhi ma Peter non poteva saperlo con certezza.

《Davvero...Davvero mi credi capace di guardare merda simile?》 

Aveva sussurrato Deadpool con un filo di voce mentre cercava di rimettersi a sedere e di riassumere quel briciolo di contegno che aveva di solito. 

《No, davvero, non penso che cadrò mai tanto in basso...! Comunque Logan di Beautiful non credo graffi...Mi riferivo a Wolverine. Quel cosino adora graffiarmi proprio come Logan...》 

Spidey, allarmato, aveva allungato una mano e gliel'aveva premuta contro quella bocca grande come un forno che sparava continuamente spropositi e svelava involontariamente segreti grossi come case. 

《Fermo! Non dirmi altro sull'identità segreta di Wolverine! Non voglio sapere nulla ed invadere ulteriormente la sua privacy!》 

A quel punto un sorriso idiota era apparso sul volto del Mercenario Chiaccherone e Peter aveva allontanato di scatto la mano dal suo volto per poi schioccare la lingua dimostrandogli perfettamente il proprio fastidio. Quella era una questione importante, non c'era nulla da ridere.

《Devo chiederti una cosa...Imbarazzante.》 

Di colpo l'anti-eroe aveva taciuto, le sue labbra si erano praticamente sigillate ed il suo corpo prima in posizione scomposta si era drizzato e lui aveva voltato lo sguardo verso il Ragno. Era evidentemente combattuto ma non sembrava dispiaciuto, anzi, pensava che-forse- sarebbero giunti ad una svolta importante nel loro rapporto.

《Dimmi pure, Spidey...Qualsiasi cosa.》

Deadpool gli aveva rivolto un sorriso timido (era davvero in grado di sembrare impacciato quell'energumeno?) probabilmente per incoraggiarlo a parlare. Spidey aveva preso tra le mani la sua bottiglietta dell'acqua ed aveva iniziato a giocare con l'etichetta. 

《Hai mai avuto una storia con Log...Wolverine?》

Di colpo l'anti-eroe l'aveva interrotto e lo stupore era evidente sul suo volto ed anche nel tono della sua voce , che era stranamente priva della solita nota ruvida, aveva un qualcosa di familiare.

《Oh. Mio. Dio. Mi parli di invadere la sua privacy e poi...!》

Deadpool era scoppiato a ridere tenendosi la pancia. Con un clangore allucinante quell'omone coperto da uno strato di spandex e pelle era finito lungo disteso sul tetto mentre il suo corpo veniva scosso dalla sua risata sonora.

《Io e Wolverine...Davvero? Non dico che non abbia il suo fascino, eh! Ma se solo provassi a toccargli il culo mi farebbe a fette!》

Peter-imbarazzato come non mai dalla sua vena pettegola (l'influenza di Deadpool lo stava davvero trasformando in una comare- aveva azzannato un chimichanga ed aveva ripreso a mangiare.

《Ora tocca a te, Spidey ~ ! Parlami di qualche tuo flirt...!》 

Il Ragno aveva alzato gli occhi al cielo maledicendosi per aver tirato fuori l'argomento. Sapeva - però - che se non gli avesse detto nulla Deadpool lo avrebbe tormentato fino a che lui non avrebbe parlato quindi tanto valeva parlare subito e risparmiarsi l'ulteriore stress.

《Ho avuto quella ragazza di cui ti ho parlato, quella che non sono riuscito a salvare. Un ragazzo che era malato di cancro ma del quale non riesco a trovare la tomba e che non ho visto morto. E poi la Torcia. Qualche superflirt per te?》 

Spidey sapeva che-probabilmente- con quella domanda il Mercenario Chiaccherone avrebbe portato avanti la conversazione per lungo tempo senza alcun bisogno del suo intervento, e che lui si sarebbe potuto gustare il cibo in santa pace annuendo di tanto in tanto.

《Dunque, sono stato con Copycat ma lei non é riuscita a resistere al mio fascino e mi ha mollato. Ho avuto una relazione brevissima con una donna messicana ed ho avuto una figlia con lei. Un bel giorno hanno preso entrambe per colpire me, sfortunatamente non sono riuscito a salvare la madre. Però Ellie é viva e vegeta ed in affido ad una splendida famiglia, io le faccio visita tutti venerdì. Poi ho avuto una cotta per Cable e mi piacerebbe tanto affondare i denti nel culo di Cap...》

Nell'apprendere che Deadpool aveva una figlia per poco il Ragno non si era strozzato. Infatti il cibo gli era andato di traverso ed ora lui si era attaccato alla bottiglia mentre il mutante gli dava pacche sulle spalle come avrebbe fatto con un bambino di pochi mesi che doveva fare il ruttino. 

《Spidey, non vorrai costringermi a farti la respirazione bocca a bocca~》

L'idea non sarebbe esattamente dispiaciuta al giovane prodigio della biofisica. Peter non era stupido e, nonostante la cosa gli facesse dubitare la propria sanità mentale, trovava Deadpool attraente nonostante le cicatrici. In quel momento il pezzo di cibo si era mosso ed aveva liberato la sua trachea permettendo all'aria di fluire tranquillamente nei suoi polmoni, il tutto risparmiando a Spidey un grandissimo imbarazzo. Il Ragno ansimava in cerca d'aria ed il Mercenario Chiaccherone gli sorrideva divertito.

《Questo metodo funziona sempre!》

Peter non gli aveva risposto con la battuta che era affiorata nella sua testa. Aveva preferito allungare una mano verso il frigo ed attaccarsi ad una bottiglia d'acqua per far scendere il corpo estraneo nel proprio stomaco. La fame-per il momento- si era calmata ed il Mercenario lo guardava in silenzio.

《Beh, capisco lo shock nell'immaginarmi padre ma...Se vuoi che io ti parli di Ellie vorrei che tu mi raccontassi della tua storia da "Colpa delle stelle", va bene?》 

Mordendosi un labbro a sangue Peter lo aveva guardato negli occhi velati dalla maschera. Aveva paura, certo, ma ormai considerava Deadpool un amico e doveva dimostrargli fiducia nonostante lui temesse che-ovunque Wade fosse- ci sarebbero state conseguenze per lui. Era una paura irrazionale visto che Peter non avrebbe svelato l'identità del giovane uomo ma gli avrebbe raccontato della loro storia nonostante gli facesse male. Glielo doveva, anche perché il Mercenario Chiaccherone doveva fidarsi parecchio di lui visto che era disposto a raccontargli di sua figlia. Lentamente il Ragno aveva annuito ed il mutante aveva fatto un sospiro profondo, aveva rivolto il proprio sguardo verso lo skyline della Grande Mela e poi aveva iniziato a raccontare.

《 So di non essere esattamente un padre modello, ne sono conscio. Ho i miei problemi e-anche se lo volessi- so bene che Ellie non potrebbe mai vivere con me. Ma penso di essere un padre molto migliore del mio. La sua famiglia affidataria é fica: sono responsabili e la supportano. Io contribuisco al suo mantenimento e le faccio visita anche se ho sempre paura di mostrarle il mio vero aspetto. Sai, lei é una tosta e sono sicuro che farà girare la testa ad un sacco di gente.》 

Sul volto del mutante era apparso un sorriso colmo di affetto e gioia mentre fissava le luci della città e si grattava l'interno del polso sentendosi in imbarazzo ad esporre i propri sentimenti in modo tanto aperto e-soprattutto- serio.

《Fa un sacco di cose, Ellie. Ha vinto una medaglia d'oro alla gara di nuoto. É tipo campionessa della sua scuola, ho visto il video della gara. Spacca i culi mia figlia...! C'ha una fissa assurda per Squirrel-Girl, vorrebbe essere come lei. Delle volte sembra essere influenzata dalla cultura del cazzo che impone solo modelli di ragazze bianche e perfette. Ma io cerco sempre di farle capire che lei é fantastica...! Ti piacerebbe conoscerla?》 

Di colpo Deadpool si era voltato verso di lui e lo guardava con aria speranzosa. Il bambino, ora, sembrava lui anche se la commozione che aveva provato nel parlare della figlia si era sentita nella sua voce nonostante lui avesse cercato di nasconderla come meglio poteva. 

《Una famiglia di fissati con me, uh? Devo preoccuparmi?》 

Nella sua voce c'era la sua solita ironia pungente che -però- veniva molto smorzata dal sorriso che il Ragno aveva rivolto al Mercenario Chiaccherone. 

《Comunque mi farebbe piacere conoscerla. Basta che non inizi a fissarmi il culo! Mi sentirei a disagio se una minorenne mi fissasse come fai tu!》 

Mugugnando qualcosa il mutante aveva sbuffato e si era voltato dall'altra parte sentendosi un tantino offeso, soprattuto quando lui- per una volta- aveva fatto il serio e si era aperto con lui.

《Credo sia arrivato il mio momento.》 

Di colpo Peter si era schiarito la voce ed il sorriso era sparito dal suo volto lasciando il proprio posto ad un'espressione colma di malinconia. Ricordare Wade era terribilmente doloroso. Ogni volta che il giovane castano sentiva l'odore delle arance era come ricevere un pugno allo stomaco. Anche la vista della sua tuta-alle volte- era una tortura perché Peter sapeva bene quanto lui idolatrasse il suo alter-ego ma lui non aveva mai avuto il coraggio di rivelargli la verità e la cosa lo tormentava così come il proprio comportamento da vigliacco.

《L'ho conosciuto quando ero al liceo. Lui aveva vent'anni era un soldato (anche se poi ho scoperto che faceva il mercenario) ed aveva la fissa per Spiderman. Io non gli ho mai detto che, beh, ero io. Sai, mi interessa che la gente si leghi alla persona dietro alla maschera, e non al costume. Non so davvero cos' abbia trovato in me. 》

Un sorriso malinconico era affiorato sulle sue labbra. Quel ricordo dolce e triste per ironia della sorte portava con sé una perenne nota dolce-amara. Non si trattava solo del tormento continuo per il suo atteggiamento immaturo e per la sua mancanza di coraggio, ma anche del rimpianto di non aver potuto fare un sacco di cose con lui e di non avergli detto chiaramente ciò che provava nei suoi confronti. Probabilmente se lui fosse rimasto al suo fianco e gli avesse detto che lo amava lui sarebbe stato motivato ad andare avanti nonostante la sua famiglia e la sua ragazza lo avessero lasciato. Magari anche sapere che Spiderman saperelo sosteneva avrebbe potuto dargli la forza necessaria ad andare avanti. Quelle, però, erano solo supposizioni.

《 Sai, lui era un figone assurdo simile a Ryan Reynolds, per intenderci. Solo che portava i capelli a spazzola (almeno così li portava prima di ammalarsi) aveva ha gli occhi più grandi e più belli. Erano di un azzurro intenso come quello del cielo a Central Park quando la primavera arriva. Hai presente, no?》 

Peter aveva tenuto lo sguardo incollato alla bottiglietta durante tutto il suo discorso. L'etichetta con le informazioni riguardo agli elementi che componevano l'acqua era stata quasi completamente staccata dal Ragno che sorrideva perso nei propri ricordi dell'uomo che cercava di dimenticare da ormai cinque anni abbondanti.

《Comunque...Poteva sembrare stupido all'inizio, una specie di spaccone di prima classe, di quelli odiosi ma, in realtà, era molto intelligente. Amava guardare vecchie serie TV e film. Come livello di nerdaggine quasi mi batteva. Aveva la fissa per il messicano e diceva di cucinare i pancakes migliori del mondo, probabilmente perché canadese. Nonostante avessimo avuto pochissimo tempo a disposizione sarei dovuto restare con lui. Era una delle poche persone che era riuscita a capirmi, sai. A capirmi davvero. Non mi sentivo fortunato solamente perché ricevevo attenzioni da qualcuno di molto più interessante di me. Il vero miracolo era che mi capisse e fosse sulla mia stessa lunghezza d'onda. Mi piacerebbe davvero sapere che fine ha fatto...》

La voce gli era morta in gola, probabilmente in quel momento l'eroe aveva un bisogno immenso di un abbraccio e-se non avesse temuto di illudere Deadpool- gliene avrebbe chiesto uno dato che, ormai, i due potevano definirsi piuttosto in confidenza. Quello che Peter non si aspettava era la reazione del Mercenario Chiaccherone. Deadpool che fino ad un momento prima era rimasto in silenzio e fissava i propri stivaloni con aria assente. Si 
era alzato di scatto e lo aveva sollevato spingendolo contro il muro del vano scale. Che diavolo gli era preso?!?! Forse il Ragno aveva sbagliato a raccontargli tutto. Magari Deadpool non flirtava e basta ma aveva intenzioni serie con lui e le sue parole erano state la mazzata finale. 

《Deadpool...》 

Più probabilmente l'anti-eroe si era ritrovato in uno dei suoi trip allucinanti e pensava di essere chissà dove magari in uno di quegli "universi alternativi" di cui blaterava incessantemente. Magari era convinto di avere a che fare con una versione malvagia del suo eroe in spandex preferito.

Il turbamento sul viso coperto per metà dalla maschera era evidente. Ad ogni battito di cuore che passava Peter iniziava a preoccuparsi seriamente. Cosa non avrebbe dato per poter vedere le emozioni scorrere sul suo volto e nei suoi occhi sotto lo spandex e la pelle sintetica. In quel mometo i loro visi erano talmente vicini che Peter poteva sentire il respiro del mutante sulla sua pelle. Oltre all'odore del cibo messicano c'era un'altra nota chiara, ma vagamente smorzata, nel suo alito che gli dava una sensazione ambivalente. Agrumi, sotto all'odore della polvere da sparo e del sangue, la tuta di Deadpool ed il suo alito sapevano di agrumi. Sul volto di Spidey era apparso un sorriso colmo di amarezza e dolore che sembrava aver scosso il Mercenario Chiaccherone nel profondo e lo aveva riportato alla realtà. Ora sul suo volto era visibile una certa tensione, probabilmente l'uomo che-secondo tutte le previsioni- avrebbe dovuto tempestarlo di domande riguardo al sesso in ospedale- taceva ed aveva la mascella contratta come se stesse combattendo una lotta ancora più ardua del solito con sé stesso.

《Pete...》 

Era stato un sussurro appena percettibile ma i suoi sensi di ragno lo avevano colto. Quello era inequivocabilmente il suo nome anche se la voce che lo aveva pronunciato era flebile e si era rotta l'eroe era riuscito a comprenderlo chiaramente. Il cuore del castano aveva perso un battito e Deadpool, che sembrava davvero sofferente, si era voltato di scatto e si era morso la lingua nel momento in cui si era reso conto di quel che aveva detto. Come faceva l'anti-eroe a sapere il suo nome? Che avesse infranto una regola d'oro tra i supereroi e avesse cercato di scoprire la sua identità? A che pro? Solo per vedere il suo vero aspetto oppure per vendere l'informazione a qualcuno...? Deadpool, però, aveva iniziato a tremare e sembrava stesse raccogliendo i pensieri e le forze per continuare ad esprimersi in modo razionale e portare avanti la conversazione.

《Spidey...Potresti...Potresti dirmi il suo nome...? 》 

Era stato poco più di un sussurro che suonava come una supplica. Il tremore nelle sue braccia era aumentato e si era trasmesso a tutto il suo corpo per qualche secondo tanto che le armi avevano prodotto un rumore tremendo poi - però- era cessato del tutto e Peter sentiva chiaramente lo sguardo del Mercenario Chiaccherone perforare la maschera nel tentativo di cogliere il suo sguardo. 

《Non...Non voglio fargli nulla. Voglio solo il nome di battesimo, mi sembra di conoscerlo...》

Una speranza si era accesa nel cuore di Spidey. Magari...Magari Deadpool conosceva Wade, magari erano stati colleghi ed avevano lavorato assieme! Forse si frequentavano ancora...! Certo, Peter doveva andare coi piedi di piombo ma non poteva soffocare la sua gioia e non poteva impedire al suo cuore di martellargli in petto come un martello pneumatico. 

《Wade...》 

Un suono strozzato, quasi impossibile da decifrare, che sembrava essere stato estratto a fatica dalla sua bocca arida come il deserto del Sahara. Ma Deadpool lo aveva lasciato di colpo andare e si era allontanato da lui con uno scatto, come se si fosse scottato.

《Ascoltami, Spidey, é meglio se dimentichi Wade, okay?》 

Aveva portato le mani al dannato cinturone per il teletrasporto e Peter non avrebbe potuto seguirlo o fermarlo se lo avesse fatto. Doveva bloccargli le mani anche se si sentiva paralizzato dal peso di quello che era accaduto o stava per accadere.

《Che cazzo sai di lui?》 

Dritto al punto, come una pallottola che raggiunge il bersaglio e lo centra. In quel momento l'eroe non aveva alcuna voglia di sembrare educato o di indorare la pillola, voleva informazioni. Voleva smettere di essere tormentato dal dubbio. Voleva capire.

《Ascoltami...Pet...Spidey, Deadpool ha ucciso Wade. Lui non esiste più. 》

La frase era ambigua, come tutto nell'uomo che gli stava di fronte. L'istinto iniziale era stato quello di lanciarsi verso il Mercenario Chiaccherone e strangolarlo servendosi della sua superforza poi - però- si era trattenuto. Deadpool non parlava MAI di sé stesso in terza persona. Sapeva il suo nome. Era un idiota fissato con Star Wars e Cuori senza età. Diceva di cucinare divinamente il messicano (cosa che si era rivelata vera) ed i pancakes. Rideva guardando vecchi film horror. Si sarebbe voluto reincarnare in Xena e avrebbe voluto che Spidey fosse la sua Olimpia. Era un nerd anche se sembrava solo uno stupido idiota ma sapeva il fatto suo riguardo ad un sacco di cose. Adorava Spidermam. Era fissato col suo culo. Profumava di arance. Aveva una voce familiare. 

Qualcosa negli ingranaggi della testa di Peter aveva fatto click.

Per quanto sembrasse impossibile e ridicolo il Ragno ci credeva ed una parte di lui voleva scoppiare a ridere a causa dell'ironia della situazione. La cosa che più gli faceva rabbia era la propria stupidità. Possibile che qualcuno con suo quoziente intellettivo non fosse stato in grado di cogliere quelle somiglianze? Ora che ci pensava seriamente tutti i pezzi del puzzle stavano combaciando formando chiaramente l'immagine nella sua testa. La vita era stata diabolicamente ironica con lui Peter aveva cercato e cercato una risposta ai dubbi che lo tenevano sveglio la notte quando la vita gliel'aveva messa di fronte. Un po' come quando qualcuno cerca gli occhiali e li ha in testa o-addirittura- li indossa. 

《Wade...?》 

Nonostante l'eroe avesse voluto prenderlo a calci, nella sua voce si percepiva chiaramente la sua speranza, anche se lui aveva cercato di smorzare il proprio tono e di renderlo serio. Anche un sorriso minacciava di affiorare sulle sue labbra sottili. Ma le mani del mutante non si spostavano dal suo cinturone e la domanda restava sospesa come un macigno pesantissimo tra loro due. 

《Ti ho già detto che devi smettere di pensarci...》 

Un passo verso di lui. Lento, misurato, gli occhi puntati verso quelli di lui tra i veli di spandex delle loro maschere. Tra loro due c'era un abisso di emozioni mentre la vertigine si faceva fortissima. Ironico per un Ragno soffrire di vertigini. L'uomo di fronte a Peter sembrava un animale braccato e non un guerriero immortale dalle capacità strabilianti che non avrebbe avuto alcun problema a farlo a fette. Altri due passi e l'espressione del Mercenario Chiaccherone era divenuta improvvisamente dura, ostile.

《TI HO DETTO CHE É MORTO. VUOI CAPIRLO?!?!?!》 

Sebbene l'urlo fosse pieno di astio e rabbia era chiaramente percepibile il dolore terribile che attanagliava come una morsa gelida e al contempo rovente il mutante. Che cosa stava succedendo nella testa di Deadpool? Probabilmente avrebbe preferito morire piuttosto che affrontare quella situazione. Peter, dal canto suo, si sentiva combattuto tra la speranza e la delusione e bramava solamente una risposta. Aveva allungato un braccio per lanciare una ragnatela ma non aveva fatto a tempo a farlo visto che Deadpool era sparito di fronte a lui servendosi del teletrasporto.

Se n'era andato come un codardo, proprio nel momento del bisogno.

Quella era stata una delle notti peggiori che Peter avesse trascorso. Passata l'adrenalina che gli era rimasta dopo i combattimenti durante la ronda, era arrivata la disperazione come un'onda lenta ma potentissima che lo aveva travolto. Aveva dondolato tra i grattacieli di New York City fino a quando il cielo non aveva iniziato a schiarirsi e l'orizzonte era divenuto rosato. I suoi occhi avevano scrutato più volte le strade della Grande Mela che si erano lentamente svuotate. Ignorando la stanchezza Spidey aveva cercato disperatamente una figura in spandex rosso e nero oppure un uomo che gli ricordasse Wade. Probabilmente se ci fosse stato Reynolds in giro lo avrebbe catturato servendosi della propria ragnatela. Deadpool era stato un dannato codardo e Peter non aveva la certezza della veridicità della sua ipotesi. La prima sembrava la più plausibile ed era la sua preferita, in fin dei conti sarebbe stato un lieto fine anche se sarebbe stato difficile affrontare i problemi di Deadpool ma era qualcosa che il Ragno aveva già cominciato a fare e-probabilmente- il suo amore per la persona dietro la maschera avrebbe accelerato il processo. Anche la seconda ipotesi non era da scartare, forse il mutante era stato evasivo perché non voleva ammettere di aver ucciso una delle persone più importanti per il suo eroe preferito, perdendcosì la fiducia e la stima che aveva guadagnato. Le domande senza risposta e le emozioni si affollavano nella sua testa e la vertigine si faceva sempre più forte. Quando guardando verso il basso il giovane aveva chiuso gli occhi per qualche istante, dimenticando di sparare la ragnatela seguente, rischiando di cadere: Peter si era reso conto che era giunto il momento di tornare a casa.

Il giorno seguente il giovane studente era rimasto a casa con il piccolo Logan che aveva recuperato miracolosamente assieme all'ottimo cibo con cui aveva pranzato quel giorno. Il gatto con lui era incredibilmente affettuoso, quando dormiva si rannicchiava contro Peter (o in alternativa si pizzava sui suoi vestiti sporchi) e faceva delle fusa fortissime, simili al rombo del motore di un trattore. La vista della creaturina era una gioia per il nostro Ragno esausto e tormentato che si consolava ingozzandosi di Ben e Jerry's al gusto vaniglia e cioccolato affogato nei frutti rossi che come guarnizione aveva dei biscottini a forma di dinosauro sparsi un po' ovunque. Questo mentre faceva zapping in televisione sperando di trovare qualcosa che riuscisse a distrarlo mentre evitava accuratamente i canali dove venivano trasmessi i telegiornali per evitarsi eventuali sensi di colpa. New York era piena di supereroi, non era giusto che dovesse occuparsi sempre lui di tutto. 

Peter era andato avanti per tre giorni a cibo a domicilio e gelato di vari gusti. Lui e Logan andavano d'accordo e grazie alle fusa del gattino il castano era riuscito a dormire per otto ore di fila per la prima volta dopo molto tempo. Spidey era resistito per ben tre giorni senza lacrime o reazioni terribili, aveva trattato la situazione come un esperimento scientifico: aveva calcolato probabilità, pensato a possibili scenari e motivazioni. Il crollo era arrivato inaspettato e improvviso mentre lui faceva zapping. Una melodia familiare aveva colpito la sua attenzione, ed il Ragnetto aveva pensato di aver imbroccato un film o una serie TV che aveva già visto. Non si sarebbe mai aspettato di incappare in "Cosmic love" di Florence + The Machine. Nel momento stesso in cui aveva riconosciuto la melodia i suoi occhi si erano colmati di lacrime e lui era tornato ad un lontano pomeriggio di primavera.

Lui e Wade sedevano sul letto, anche se erano più che altro distesi sul materasso che era stato rialzato per permettere al biondo di stare seduto senza sforzarsi. Dividevano un paio di cuffie collegate ad un lettore musicale, probabilmente un i-pod da 32 gigabyte, Wade ascoltava di tutto, specialmente orrenda musica rap anni '90 che gli ricordava la sua adolescenza. Quel pomeriggio, però, era in vena di coccole. Dopo qualche secondo dove si era sentito solamente il suono dei tasti dopo un "bip" era partita una melodia piuttosto inusuale per essere stata estratta dalla libreria musicale del canadese. Wade si era voltato verso di lui, gli aveva tolto gli occhiali facendo uno dei suoi sorrisi terribilmente stupidi e belli ed aveva carezzato il suo viso mentre la musica aumentava di pathos in un crescendo progressivo. Poi, impercettibili, le labbra di lui avevano accompagnato la voce potente della cantante. 

"I took the stars from my eyes, and 

then I made a map

And I knew that somehow I could

find my way back

Then I heard your heart beating

you were in the darkness too

So I stayed in the darkness with you."

Inesorabili i lucciconi avevano iniziato a scorrere lungo le sue guance allora come in quel momento. Spidey si era stretto al cuscino e vi aveva affondato il viso abbandonandosi ad un pianto fortissimo che sembrava scuotere le fondamenta del giovane eroe. Era da troppo tempo che non si sfogava tanto liberamente e non metteva da parte il suo lato razionale per lasciare spazio a quello emotivo. Ora il vaso era traboccato, ma la cosa era positiva visto che il castano poteva-finalmente- riconciliarsi con sé stesso. 

Dopo quello sfogo Spidey si era reso conto di dover fare qualcosa. Era inutile cercare Deadpool, lui sapeva bene come nascondersi e Peter non aveva davvero voglia di mettersi alle sue calcagna e scatenare la sua ira. Doveva permettergli di calmarsi e di affrontare la realtà dei fatti, qualunque essa fosse. Questo non significava affatto che il castano si fosse arreso, semplicemente avrebbe cercato di raccogliere informazioni usando fonti alternative. Aveva scartato Tony in partenza, non era sicuro di riuscire ad affrontarlo e-sinceramente- non aveva voglia di litigare ora e buttare benzina sul fuoco dato che era convinto che lui sapesse tutto e gli avesse omesso le informazioni che lui cercava. Doveva rivolgersi a qualcun altro. Doveva essere necessariamente qualcuno che conoscesse Deadpool e con il quale, al contempo, Spiderman fosse sufficientemente in confidenza. 

Il Professor X conosceva tutti i mutanti in maniera piuttosto approfondita ma, sinceramente, Peter non aveva alcuna voglia di rivelargli tutti i suoi pensieri. Cable era sparito nel nulla ed il Ragno non si sentiva comunque abbastanza in confidenza con lui. Restava solo una persona con cui confrontarsi e-nonostante quest'ultimo lo mettesse piuttosto in soggezione- il castano sapeva che era quanto di più vicino ad un amico Deadpool avesse mai avuto.

Uscire da New York e trasferirsi in periferia indossando il costume non era stata esattamente una passeggiata. Un sacco di persone lo fermavano per farsi una fotografia con lui mentre, altri, lo guardavano male pensando che lui fosse la causa della stragrande maggioranza delle catastrofi che si abbattevano periodicamente sulla Grande Mela e dintorni. Era ironico visto l'impegno che ci metteva a salvare le vite altrui anche se, doveva ammetterlo, aveva avuto qualche momento buio come tutti i supereroi. Era stato difficile trovarsi con un potere simile a quattordici anni e non utilizzarlo per vendicarsi di coloro che lo avevano bistrattato. Di tanto in tanto il lato egoista di Peter si faceva sentire. Ogni volta che questo succedeva il castano compiva qualche cosa di "poco eroico" e si crogiolava nel senso di colpa. Era evidente il fatto che a ventun anni non avesse ancora trovato un equilibrio che gli garantisse un briciolo di serenità: oscillava perpetuamente tra un estremo e l'altro. 

Era sceso dal treno giunto alla fermata di Salem e, dopo aver fatto un profondo sospiro, aveva raggiunto la Xavier School for Higher Learning dondolando tra i rami degli alberi che circondavano l'enorme complesso di proprietà della famiglia del Professor X da qualche generazione. Ma non era con lui che Spidey voleva parlare. Aveva chiesto informazioni su Wolverine ad altri eroi, chiedendogli dove vivesse il mutante e tutti gli avevano indicato la scuola per giovani mutanti. Maledicendo il Daily Bugle per il suo scarso stipendio che non gli permetteva di comprarsi un auto, il Ragno era salito sul treno lasciando l'appartamento in balia del piccolo Logan mentre lui correva incontro al destino con il cuore in gola. I cancelli dell'edificio si erano aperti non appena lui vi si era fermato di fronte, era un bene dato che la direzione sembrava essere ben disposta nei suoi confronti e la cosa lo aveva rassicurato non poco. 

《Buonasera! A cosa dobbiamo la visita di Spiderman?》 

Alla reception c'era una giovane donna piuttosto bella ma incredibilmente anonima. Aveva una di quelle facce che sembravano essere state costruite ad arte per essere dimenticate nel momento stesso in cui si rivolgeva la propria attenzione altrove. Ma che, nonostante tutto, avevano un qualcosa di rassicurante. Quella faccia banale all'accoglienza cozzava incredibilmente con lo scopo di quella scuola, i suoi insegnanti e studenti.

《Buongiorno! Se possibile vorrei parlare con Wolverine. Non si tratta di una questione urgente, ma é comunque qualcosa di importante.》 

Dopo essersi seduto nella sala d'attesa con evidente imbarazzo. Il Ragno aveva preso le riviste poste sul tavolino, in fondo di una rivista di divulgazione scientifica Peter aveva scovato dei giochi enigmistici ed aveva iniziato a svolgerli. Sfortunatamente per lui, il suo intelletto geniale glieli aveva fatti esaurire troppo in fretta infatti dopo circa un quarto d'ora lui aveva risolto tutti gli enigmi e gli restavano solamente gli articoli noiosi e banali da leggere. Fortunatamente per lui una dozzina di minuti dopo Wolverine aveva raggiunto la reception e-facendo un profondo sospiro- lo aveva guardato in viso. Era strano vederlo senza maschera, ma la sua identità segreta per coloro che frequentavano la scuola non era poi così segreta. Con un cenno il mutante lo aveva invitato ad alzarsi e a seguirlo. I due erano usciti dal complesso principale e- a piedi- si erano diretti verso degli edifici tutti uguali che sembravano dei blocchi di appartamenti.

《Credo che prima di cominciare questa conversazione avrò bisogno di un drink, o forse due.》 

Peter aveva strabuzzato gli occhi. La donna lo aveva avvisato o aveva fatto la questione più grande del dovuto? L'appartamento di Logan era al piano terra e sembrava essere leggermente più grande di quello degli altri, probabilmente perché Wolverine alla morte del Professor X lo avrebbe probabilmente succeduto. Con un grugnito l'uomo aveva aperto la porta e lo aveva invitato ad accomodarsi anche se si notava chiaramente il suo fastidio. In quel momento Peter si era sentito come un'enorme seccatura su due gambe.

《Ne vuoi anche tu?》

Spidey aveva scosso la testa ed aveva guardato con piacere il liquido ambrato scivolare nel bicchiere sfortunatamente privo di ghiaccio. Il mutante lo avrebbe bevuto liscio, anche se il giovane avrebbe preferito vedere e-soprattutto- sentire il "crack" del ghiaccio nel momento in cui quest'ultimo entrava in contatto con la bevanda a temperatura ambiente. Gli occhi dell'uomo avevano percorso la sua figura con aria pensosa mentre quest'ultimo sorseggiava la bevanda.

《Non so nemmeno se sia legale offrirti alcolici.》

Nonostante le sue intenzioni serie e pacifiche Peter si era lasciato sfuggire una smorfia e poi uno sbuffo. Era sempre la stessa dannata storia tutti lo credevano un ragazzino. Certo, quando aveva cominciato la sua carriera di eroe sette anni prima lo era stato ma ora era un uomo. 

Il mutante divertito dalla reazione del Ragno era scoppiato a ridere di gusto e poi aveva scosso la testa guardando il tavolo in legno massiccio. Il mobile era elegante e moderno nonostante mantenesse una profonda vena classica al suo interno. Anche il resto della stanza era simile, dando la naturale sensazione di trovarsi in un luogo che apparteneva aduna famiglia evidentemente benestante ma che non ostentava la propria ricchezza.

《So perché sei qui. 》

Wolverine si era seduto su di una sedia ed aveva poggiato entrambi i gomiti sul tavolo mentre Spidey sedeva sul divano tenendo le mani poggiate sulle proprie cosce. Perplesso il Ragno aveva inarcato un sopracciglio mentre teneva il proprio sguardo fisso sul mutante.

《Sai, Mr. Disco Rotto é sparito dalla circolazione. Non sentirlo per una settimana é grave, non che possa succedergli qualcosa di veramente pericoloso, s' intende.》 

Sul fondo del bicchiere era rimasto dello scotch e Wolverine muoveva il contenitore di vetro facendolo oscillare mentre lo guardava con aria pensosa. Peter sapeva che era giunto il momento di rompere il ghiaccio e parlare. 

《Si tratta di Deadpool. Ho bisogno di sapere qual é il suo rapporto con Wade Wilson.》 

La voce gli era uscita sufficientemente ferma anche se in qualche momento si era incrinata lasciando trasparire la sua emozione. Wolverine non era stupido, sapeva che se Spiderman l'aveva raggiunto significava che lui teneva veramente a Deadpool. Il mutante aveva lascianto cadere la testa all'indietro e poi aveva mosso la testa. Le sue ossa avevano scricchiolato in maniera inquietante nella stanza silenziosa salvo per il ronzio del frigorifero ed il ticchettio di un orologio da parete.

《 Non é una storia allegra, nessuna delle storie che ci riguardano lo é.》 

Un sorriso amaro aveva increspato le labbra di Wolverine che si era raddrizzato ed aveva svuotato il bicchiere in un sorso per poi riempirlo nuovamente. 

《Wade Winston Wilson nasce in Canada. Suo padre é un militare, a sua madre probabilmente piace un po' troppo attaccarsi alla bottiglia. Girano il mondo, il ragazzino cresce un po' ovunque e fa anche il bulletto. Certo, é fico, conosce le arti marziali, parla un sacco di lingue. Ma a casa le cose fanno schifo, anche se sua madre che lo picchiava é morta il padre lo riempie comunque di cicatrici. Al momento, però, lui non é provvisto di fattore rigenerante ultra rapido e, quindi, gli rimangono. Il pallone gonfiato molla la scuola credendosi grande e rubacchia qua e lá, trascorre sempre meno tempo a casa anche perché il padre non ce lo vuole. Un giorno, poco dopo il raggiungimento della maggiore età del nostro biondino, suo padre sparisce nel nulla. Lui si arruola nell'esercito ma viene sbattuto fuori poco dopo perché é allergico alle regole e-in sintesi-é una testa di cazzo patentata. Lui si mantiene facendo il mercenario, protegge delle squillo, eccetera.》

Silenzio. Il suono di alcuni cubetti di ghiaccio che finivano nel bicchiere ed altro scotch versato. Il piacevolissimo "crack" si era sentito in tutta la stanza ed il ghiaccio aveva tintinnato nel bicchiere quando Wolverine si era portato la bevanda alle labbra.

《Ora la nostra storia si fa triste. Wade si ammala di cancro, la sua ragazza lo lascia. Lui non ha una famiglia. Il suo aspetto da maschio canadese tipo viene a poco a poco meno. Si formano metastasi ovunque, lui cerca di stringere i denti. In questo periodo incontra un ragazzino adorabile, probabilmente se ne innamora. Forse é la prima volta in cui si innamora veramente, si toglie della maschera da sbruffone e si scopre umano. Questo dura poco. Quando la barca sta per affondare il ragazzo taglia la corda, anche lui ha affrontato un sacco di schifezze. Wade, del resto, non se la sente di biasimarlo.》 

Con un profondo sospiro il moro aveva alzato lo sguardo e lo aveva posato sul volto di Spiderman facendo un profondo sospiro. Peter era lieto di indossare la maschera perché non avrebbe davvero retto la pressione di quegli o chi scuri. Il suo corpo era teso nello sforzo di restare composto e raccogliere più informazioni possibili dal mutante senza lasciarsi sopraffarre dalle proprie emozioni.

《Probabilmente questa é la parte di cui tu non sai nulla. Ormai al nostro ragazzone resta qualche mese di vita, viene dimesso dall'ospedale e gli ricrescono i capelli. Il ciclo di chemio era finito da un po', i medici si erano ormai arrecosì lui inizia a frequentare locali di spogliarelliste e si sbronza tutte le sere. Qualche volta riesce persino a scopare perché ora che ha di nuovo i capelli si sente una specie di macho e qualcuna se lo fila. In uno di questi locali poco raccomandabili un ceffo in giacca e cravatta gli si avvicina. Lui ha la soluzione, può salvarlo e in più Wade diventerà un supereroe. Bingo! Giungiamo nei laboratori di Arma X ed ora la situazione non é più tanto figa. Fare da cavia umana é orribile. Avere continue allucinazioni fa schifo ed essere oggetto di una lista di pazienti su cui scommettono i piccoli Dottor Frankenstein fa venire la nausea. L'unico superstite é proprio il nostro Wade. Lui é vivo, certo, ma ora ha delle voci nella sua testa. Assieme ai suoi tessuti sani il tumore si rigenera di continuo. Non é figo come vorrebbe, anzi, é piuttosto brutto. Ora la sua pelle é a chiazze e sul suo corpo cresce qualche rarissimo pelo. É immortale, ma non vuole continuare a vivere. L'unica cosa che desidera é la morte, ma lui non può ottenerla. Così comincia ad uccidere. Il veccho Wade ora é morto, rimane solo Deadpool.》

Wolverine aveva taciuto. Il racconto era finito, così come il contenuto del suo bicchiere. Anche Peter avrebbe voluto bere qualcosa di forte per darsi una scossa ma lo shock era troppo forte anche per chiedere al mutante che gli venisse riempito un bicchiere. Wade era vivo, e grazie a questa conferma il suo cuore scoppiava di felicità, la cosa che lo turbava era il fatto di non essersi reso conto che Wade fosse Deadpool. Le cicatrici, per assurdo, non erano un problema per Peter probabilmente si sarebbe persino potuta trovare una soluzione in grado per attenuarne gli effetti estetici ma anche fisiologici visto che la pelle delicata facente continuamente attrito con lo spandex doveva ferirsi e-magari- infettarsi dato che il tessuto tratteneva il sudore e la sporcizia.

Le cose che lo spaventavano veramente erano la sua instabilità mentale e la sua fascinazione con tutto ciò che riguardava la morte. 

Di colpo il castano si alza in piedi e si avvicina al tavolo guardando verso il mutante. I loro sguardi si incrociano, anche se attraverso il velo della maschera dell'Uomo Ragno. I due si dirigono verso la porta stando in silenzio e, dopo essersi scambiati un cenno di saluto, il giovane lascia l'appartamento. 

Durante quel viaggio in treno Peter non aveva notato minimamente gli sguardi degli altri passeggeri su di sé. Ora era più tranquillo, soprattutto perché aveva preso una decisione. Nonostante tutte le sue remore ora sapeva che, col passare del tempo, il suo affetto per Deadpool sarebbe comunque cresciuto e si sarebbe fuso con la sua attrazione nei suoi confronti. E, proprio com'era successo anni prima, senza nemmeno accorgersene Spidey si sarebbe reso conto di essere innamorato di lui, senza conoscere la sua identità segreta. Era solo questione di tempo. Nonostante fosse spaventato il Ragno aveva deciso di aspettare che Wade si rifacesse vivo per affrontarlo. Non sarebbe più stato codardo, gli avrebbe rivelato i propri sentimenti e lo avrebbe sostenuto. Insieme avrebbero affrontato i loro rispettivi demoni e, probabilmente, avrebbero avuto qualche chance di sconfiggerli.

Quella sera Peter era andato a cena da sua Zia May. Aveva fatto il pieno di cibo salutare e cucinaro con amore oltre che di cibo pronto da mettere in frigo per la settimana a venire. Nonostante la preoccupazione che aveva sostituito il dubbio nel suo cuore, il castano al ritorno a casa dal piccolo Logan si sentiva leggero come una piuma nonostante tutto. La vita, finalmente, gli aveva dato un'altra possibilità di essere felice. Wade, la seconda persona che lui avesse mai veramente amato, era ancora vivo e non poteva accadergli nulla che potesse cambiare questo fatto. Certamente l'idea del terribile stato in cui doveva versare il Mercenario Chiaccherone lo faceva soffrire profondamente ma Spidey era pronto ad accoglierlo tra le proprie braccia non appena lui si fosse sentito pronto ad affrontare la situazione. 

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Capitolo 6
*** How to save a life ***


Nel momento in cui il suo telefono aveva emesso una specie di ululato Wade sedeva sul divano tenendo la testa poggiata contro la spalla di Blind Al. Non viveva più lì da qualche tempo dato che aveva affittato un appartamento, più simile ad un'armeria che ad una casa, dove si rifugiava tra una missione e l'altra. La casa era a malapena vivibile, non c'era nulla che la facesse sembrare "sua". Nella stanza dove dormiva c'erano un letto, una rete ed un armadio dove il mercenario teneva qualche vestito civile, la biancheria intima e le sue tute. Nel complesso l'ambiente era piuttosto spoglio, salvo che per le mensole stracolme di DVDs, libri e merchandise degli Avengers (specialmemte di Cap e di un certo Ragno). Oltre che spoglio il bilocale era anche sporco e Wade non aveva pensato nemmeno per un secondo di mostrare quel porcile ad Ellie. L'uomo, nonostante l'instabilità mentale, sarebbe dovuto essere in grado di vivere in un ambiente salubre. Così, visto che aveva bisogno di trovarsi in un luogo simile ad una casa, Wade aveva raccattato dei vestiti e, ancora nella tuta, si era diretto a casa di Al, l'unico posto che gli ricordasse un po' il tepore di una casa. 

《Sono in calore i cani in questo periodo?》 

《Nah, era il mio cellulare. Credo che Wolvie mi abbia scritto.》 

La donna aveva annuito saddisfatta ed aveva rivolto nuovamente la propria attenzione ai dialoghi dei personaggi sullo schermo. Per una volta il duo non stava guardando una vecchia serie TV, infatti i due in quelle settimane si erano appassionati a Merlin e Supernatural (che Wade aveva iniziato a guardare da solo prima del gran casino). Rassegnato il Mercenario Chiaccherone aveva estratto dalle tasche della propria felpona slavata il cellulare, aveva sbloccato lo schermo e fatto un profondo sospiro.

From: Wolvie

Oggetto: Missione

Hanno reclutato tutti, specialmente i mutanti. A breve ci daranno l'esatta posizione del luogo. Allego il file che mi hanno inviato, probabilmente ti contatteranno anche loro. 

P.S: Il Ragno é venuto a parlarmi.

BOOM.

Spidey.

[ Intraprendente, il ragazzo. ]

{Davvero pensavi che Spidey si arrendesse così? Pensavo avessimo fiducia in lui.}

[TU ti fidi di lui, Yellow. TU lo trovi figo. Io penso che lui, soprattutto ora che sappiamo chi é, debba starci lontano.]

《Peter...》 

Un sussurro impercettibile e le braccia del canadese erano ricadute lungo i suoi fianchi mentre il suo sguardo si era perso nel vuoto, probabilmente fisso sulla parete, mentre la sua bocca si era aperta come quella di un pesce fuor d'acqua alla ricerca d'aria. Spidey, cioè Petey, era andato da Logan. Wade non sapeva esattamente che cosa gli avesse detto Wolverine ma era certo di una cosa: quell'idiota doveva aver confermato l'ipotesi di Spidey. Deadpool si sentiva tradito. Sapeva che prima o poi Peter sarebbe venuto a conoscenza della verità, anche Stark conosceva la sua vera identità e probabilmente negli archivi del S.H.I.E.L.D. c'erano infomazioni su di lui. Era solo questione di tempo. Sapere che era proprio Wolvie, a cui lui aveva accennato qualcosa nei mesi passati, aveva parlato lo aveva ferito...

《Credo che sia ora per te di tirare fuori le palle ed affrontare quel ragazzo. Sono anni che lo nomini perfino nel sonno! Hai rotto il cazzo, Wade!》 

La voce roca di Blind Al lo aveva strappato al flusso dei suoi pensieri. Anche le voci, soprattutto White, avevano smesso di insultare Logan e tutta l'attenzione di Deadpool si era rivolta sull'afroamericana che sembrava appena uscita dagli anni ottanta e piombata nel secondo decennio del ventunesimo secolo. 

La donna era stata diretta ed era andata dritta al punto, aveva scoccato la freccia e centrato l'obbiettivo. 

《Ma...》 

《Porca puttana, non cominciare con le paturnie sulla tua faccia! Cristo, Wade, se affronta mostri alieni come dici tu non credo che possa davvero essere scandalizzato per delle cicatrici. Le cose che gli potranno fare schifo saranno la tua faccia da pisciasotto e la tua puzza da sottopalla di cane!》 

《Com...》 

La donna si era voltata nella sua direzione brandendo il bastone con aria minacciosa mentre teneva gli occhi ciechi, coperti dagli occhiali da sole, fissi sulla sua figura.

《Non voglio sentire discussioni! Non cercare di impietosirmi coi tuoi discorsi vittimistici. É successo, porca puttana, ora guarda avanti! Hai un'occasione per vivere come avresti voluto, un idiota in grado di amarti nonostante il tuo incessante borbottio e mi tiri fuori un sacco di stronzate! Dio, Wade, ma non ti sono ricresciute le palle dall'ultima volta in cui ti hanno fatto esplodere? Perché inizio a dubitare che tu sia un uomo, davvero...》 

{Ma noi volevamo chiedere come faceva Al a conoscere l'odore del sottopalla di un cane!}

[Ha ragione. In effetti puzziamo.]

《Per la verità Wolvie mi ha scritto di una missione importante, Al. Perdonami, ma vado un secondo di sopra. Ho bisogno di silenzio, altrimenti non riesco a seguire...》 

Un sorriso impacciato aveva teso le sue labbra. La vista dei denti bianchi e perfetti cozzava terribilmente con le sue labbra perfettamente disegnate ma piene di cicatrici. La donna, che non aveva aspettato la sua risposta, aveva rivolto nuovamente la sua attenzione alla televisione e non si era degnata nemmeno di fargli un cenno per fargli capire che aveva compreso le sue parole. 

Wade era salito al piano di sopra, nella stanza in cui lui aveva dormito sin dalla prima volta in cui era approdato lì, aveva acceso il PC e, dopo essere sceso nuovamente a riempirsi una tazza di caffè, aveva iniziato a leggere il file. 

Si trattava di un progetto non troppo dissimile da cose già viste. Degli scienziati che volevano giocare a fare Dio, e dovevano aver interpretato "Il Mondo Nuovo" di Huxley in maniera sbagliata, avevano preso delle persone orfane o provenienti da case famiglia, carceri minorili, riformatori, eccetera. Il governo glieli aveva lasciati volentieri, insomma questi "benefattori" promettevano di prendersi cura dei ragazzi, educarli, farli crescere in un bell'ambiente. Probabilmente Washington sapeva che quei ragazzini venivano allevati allo scopo di diventare carne da cannone. Quello che non si era saputo, fino a qualche tempo prima, erano i fatti aberranti che accadevano lì dentro. La stragrande maggioranza di quei bambini e ragazzi era sopravvissuta alla catastrofe nucleare che aveva travolto il Nord America quasi dieci anni prima. La zona era stata circoscritta, fortunatamente i mezzi per limitare i danni di certi eventi ora c'erano e, per assurdo, anche la natura stava cercando di rimediare ai danni. Infatti quella zona aveva assunto un clima quasi tropicale salvo che per le temperature. Lì cresceva una foresta pluviale molto umida che aveva preso il posto delle metropoli e separava la Costa Est la Costa Ovest. Nella Giungla, così veniva chiamato il luogo seppur circoscritto, sopravvivevano alcune città circondate da delle campane di vetro per essere protette dalle radiazioni e dala pioggia incessante. I ragazzini erano stati "raccattati" da quei luoghi, si trattava di giovani che in passato avevano dimostrato qualche sensibilità marcata o peculiarità generale che dopo essere stati sottoposti alle radiazioni avevano assunto dei poteri. Fino a qui tutto bene, insomma insegnare a quei giovani a gestire il proprio potere era una cosa buona e giusta. Chi altro avrebbe voluto trovarsi con un esercito di mutanti impazziti a piede libero? Peccato che i ragazzini coinvolti nel Progetto Ulysses non fossero finiti in una scuola simile a quella del Professor X. Quel primo gruppo doveva essere un piccolo "test" dei metodi educativi che i cervelloni dietro al progetto avevano sviluppato. Era emerso, però, che il loro obbiettivo non era dei più nobili. Loro non volevano creare dei supersoldati, volevano mettere appunto delle armi prive di una coscienza e capaci solamente di obbedire agli ordini. Quei giovani pieni di potenziale sarebbero, poi, stati "venduti" al migliore offerente che avrebbe potuto usarli a suo piacimento. L'obbiettivo era quello di rendere quei giovani capaci di sterminare i loro compagni senza battere ciglio. L'organizzazione della vita nella struttura si proponeva di limitare lo sviluppo di legami duraturi tra gli "alunni" coloro i quali disubbidivano alle regole venivano puniti, severamente. Appena si creava un briciolo di complicità tra i ragazzi questi venivano allontanati, quelli che mostravano un briciolo di personalità o si azzardavano a dissentire venivano lasciati senza cibo né acqua e, nel caso in cui il comportamento perdurasse nel tempo, finivano nei laboratori e venivano usati come cavie umane. La cosa iniziava sempre di più a puzzare di Arma X, ma non era finita qui, quel gruppo di amabili cervelloni si era spinto oltre le torture e l'annichilimento della volontà di quei giovani. Nei laboratori erano state creati degli uteri artificiali dove potevano svilupparsi degli embrioni che venivano condizionati fin dalla nascita. Il DNA dei feti era modificato prima ancora che loro iniziassero a svilupparsi ma la cosa peggiore era il fatto che i piccoli, giunti al momento giusto dello sviluppo, venissero fatti nascere e trasferiti immediatamente in una nursery speciale. Le culle erano più simili a dei loculi che a dei lettini. I bambini vi venivano chiusi e lì le macchine si occupavano di loro. Nessuno si sarebbe avvicinato ai bambini, salvo che i medici per i periodici controlli, e loro non avrebbero dovuto avere contatti umani con nessuno. Era evidente il fatto che il nome del processo fosse evocativo, il loro "Ulysses" esprimeva il loro desiderio di voler tornare all'idea di purificazione della razza umana generando, così, una nuova specie superiore al classico Homo Sapiens.

Con una smorfia di puro disgusto Deadpool si era liberato degli occhiali, che utilizzava quando passava molte ore al PC, e li aveva gettati sulla scrivania con un grugnito. Il sorso di caffè ora gli sembrava un macigno che gli si era fermato in gola. Quello era troppo, anche per il Mercenario Chiaccherone che si era rifiutato di continuare la lettura e leggere dei metodi educativi. Quei ragazzini potevano avere l'età di Ellie e quei bastardi maledetti dovevano smettere di rovinare la vita di altre persone e di mettere in circolazione soggetti pericolosi.

Wolverine gli aveva inviato i dettagli riguardo la missione senza chiedergli se lui fosse stato intenzionato o meno a partecipare. Il suo amico evidentemente sapeva che anche Deadpool avrebbe nutrito dei sospetti riguardo ai creatori del progetto: entrambi temevano, e con ragione, che si trattasse della stessa organizzazione dietro Arma X. Salvare quei ragazzi ed evitare di creare altri mostri era diventato per loro un dovere. 

Qualche giorno dopo Deadpool si trovava sul suo jet privato. Non aveva avvisato nessuno del suo arrivo, aveva preso la decisione all'ultimo momento. Nonostante avesse paura di affrontare Peter si sentiva in dovere di intervenire. Anche la prospettiva di ottenere qualche informazione e, magari, di spaccare la faccia a chi lo aveva ridotto in quello stato, lo aveva incoraggiato ad agire. In sintesi i pro superavano di gran lunga i contro. 

Era atterrato in un aereoporto civile senza chiedere particolari autorizzazioni: il tempo in quella zona non era dei migliori e, probabilmente, i piloti amatoriali non avrebbero avuto voglia di farsi un giretto. Attraversato un bosco molto fitto che, evidentemente, doveva risentire dell'influenza della Giungla non troppo distante Deadpool era giunto in prossimità dell'edificio. Lì accanto, nascosti nella vegetazione, c'erano degli elivelivoli S.H.I.E.L.D. Attorno allo stabile c'era un generale movimento e, nonostante i sensi di Wade non fossero particolarmente sviluppati, il suo udito allenato percepiva chiaramente la presenza di voci familiari. Tra gli arbusti aveva scorto una macchia gialla e poi uno scintillio. Trattenuta una smorfia si era avvicinato cautamenre anche se, scorte la capigliatura scompigliata e la barba folta, era apparso nel suo spandex rosso trovandosi di fronte ai membri, nuovi e vecchi, degli X-Men. Dopo essersi scambiati dei saluti ed essersi aggiornati riguardo alle reciproche situazioni, il gruppo di mutanti aveva iniziato a discutere i piani. A quanto pareva erano state dispiegate parecchie forze perché non era certo a quanto ammontasse il numero di allievi presenti nella struttura e non si conoscevano le loro abilità. Sul posto erano presenti gli Avengers, i Fantastici Quattro (al pensiero di Johnny Storm Wade aveva fatto una smorfia disgustata), gli X-Men e la A-Force. Oltre a loro c'erano anche i "randagi", come Deadpool, che erano stati contattati ed avevano deciso di partecipare volontariamente. A quanto pareva sarebbero stati gli Avengers ad entrare nel cuore del luogo: i laboratori. Banner e Stark erano tra i pochi in grado di capire cosa diavolo fare in quella situazione e quali dati salvare. Già, perché sicuramente il luogo dove giocavano a fare Dio era provvisto di un sistema di autodistruzione e, probabilmente, gli amabili scienziati lo avrebbero attivato per cancellare qualsiasi prova riguardanti i loro "esperiementi". Anche i ragazzi erano pericolosi ed in pericolo ed arginarli sarebbe stato compito delle forze restanti, anche perché nessuno sapeva se in caso di pericolo per la "fortezza" i ragazzi avessero attaccato. Quelli dello S.H.I.E.L.D. avrebbero aspettato fuori, pronti a mettere in gabbia tutti quelli che riuscivano a raccattare. Ovviamente, cosa che non doveva preoccupare Wade o Logan, c'erano anche dei medici ma per loro due in particolare erano un tantino inutili. 

{Che noia, ho voglia di far saltare qualche testa.} 

[Pensavo stessimo cercando di superare questa fase e diventare degli eroi.]

{Ugh, ma senza Spidey...} 

Wade si era morso la lingua rischiando di mozzarsela, non sarebbe stato esattamente il massimo sprecare la sua razione di cibo sporcandola di sangue, inoltre restare una mezz'ora senza lingua durante una missione di gruppo sarebbe stato tremendo. Certo, a poca distanza c'era il Professor X ma Wade non aveva proprio voglia di permertergli di invadere la sua testa. Sarebbe stato imbarazzante, specialmente se Deadpool avesse incontrato una certa figura in spandex rosso e blu.

Con un profondo sospiro il Mercenario Chiaccherone ascoltava in silenzio gli altri mutanti chiaccherare dei loro affari: era evidente il fatto che alcuni di loro fossero rimasti in contatto e, nonostante Wade fosse un tipo loquace, avevano imparato e ad ignorarlo. L'unico con cui l'uomo avesse mantenuto qualche rapporto era Wolverine che non era esattamente loquace e guardava le lame in adamantio mentre le puliva con cura. Dopo aver tagliato l'ennesimo filo d'erba a metà servendosi della propria katana, mentre sentiva gli altri spettegolare riguardo a qualcuno di cui lui non sapeva nulla, si era deciso ad affrontare l'argomento che restava in sospeso tra lui e Logan anche se, a dire il vero, rendeva più agitato Wade. Infondo Wolverine non aveva nulla da perdere, anche perché non teneva particolarmente a Deadpool. Così, dopo aver fatto un profondo sospiro, la figura in rosso si era voltata verso quella in giallo. Dopo qualche secondo Logan aveva alzato lo sguardo dalle lame e lo aveva rivolto sul Mercenario Chiaccherone. 

《Sei stranamente silenzioso oggi.》

{Come se non sapesse perché lo siamo!}

[L'ironia di Wolverine é pietosa, vorrei infilargli quelle fottute lame negli occhi per l'eternità. ]

{Ottima idea...! Anche se lui cercherebbe di fare lo stesso con la sua mano libera!} 

Deadpool aveva alzato gli occhi al cielo e si era schiaffato una mano in faccia con aria melodrammatica. Per una volta era lui quello che cercava di essere serio e non aveva la minima intenzione di sopportare del sarcasmo, specialmente riguardo la sua situazione delicata.

《Lo sai bene perché sono in silenzio.》 

Lo sguardo impassibile di Logan si erano fissato su di lui per qualche istante, il bastardo voleva sentirgli fare la domanda anche se sapeva bene a che cosa si stava riferendo.

《Glielo hai detto, vero?》 

《Sì, ci era già arrivato da solo. Penso sia incazzato con l'Uomo di Latta, sai, non gli ha detto che eri tu fin dall'inizio. Evidentemente sperava che lui non lo scoprisse mai o lo scoprisse troppo tardi. In qualche modo pensa di essere suo padre.》

Logan aveva scrollato le spalle e sospirato ritraendo le lame con uno sbuffo, nel frattempo gli altri avevano continuato a scherzare ignari della loro conversazione.

《Gli devi molto. Ha fatto tanto per te, e lo sai. 》 

Wolverine non aveva alcun torto, anzi una ragione oscena ma non conosceva Peter non l'aveva mai visto sotto la maschera: lui era bello da togliere il fiato, intelligente, il suo umorismo era tagliente, il suo cuore d'oro e lui, ora, era anche un eroe. 

{Brutto bastardo! Fa lo gnorri...Come se non avesse alcuna colpa in questa faccenda!}

[Noi siamo Freddy Kruger.]

{Non é vero, abbiamo un certo fascino...} 

[Yellow, davvero, le nostre mani sono sporche di sangue.]

{Peter ci ha accettato per come siamo, é lieto del nostro cambiament...}

Un nuovo morso sulla lingua, più forte. Ora il muscolo restava attaccato solo grazie ad un lembo di pelle:in questo modo la cicatrizzazione sarebbe avvenuta più in fretta. Poi tutti si erano alzati, era scattato il segnale, Wade aveva bevuto un sorso d'acqua e poi li aveva raggiunti. 

Gli Avengers, come giá stabilito dai piani, erano stati i primi ad entrare nella struttura, diretti ai laboratori. I Fantastici Quattro, invece, avrebbero perlustrato l'interno della struttura cercando di raccogliere più informazioni riguardo ai "metodi educativi" del Progetto Ulysses. Gli altri avrebbero dovuto aspettare all'esterno per non allarmare nessuno all'interno della struttura. Una lunghissima mezz'ora dopo si era sentita chiaramente un'esplosione. Gli eroi erano usciti allo scoperto ed avevano visto con i loro occhi crollare un edificio. Ovviamente la maggioranza dei mutanti nel gruppo aveva raggiunto il luogo, Deadpool compreso, ed i loro peggiori sospetti si erano avverati: i dormitori e la mensa erano esplosi. A quell'ora la stragrande maggioranza di alunni ed insegnanti doveva trovarsi in quel luogo, soprattutto i più piccoli. Era difficile pensare a cosa fare, alcuni erano entrati nell'edificio, altri avevano cercato di spegnere le fiamme. Wade non ci aveva pensato nemmeno un attimo ed era entrato sperando, pregando, di trovare qualcuno e di riuscire a salvarlo da quell'inferno. Nei dormitori dei ragazzi più grandi non c'era nessuno, ovviamente loro avevano lezione al pomeriggio. Il disastro era avvenuto nel dormitorio dei bambini in età prescolare. Le stanze, spoglie, andavano a fuoco, entrare era stato un'impresa: non essendoci nessuno dotato di superforza Wade aveva dovuto aspettare che qualcuno lo raggiungesse per rimuovere le macerie dalla porta. Non si poteva nemmeno sapere se l'edificio era in sicurezza o meno. 

Nel momento in cui era entrato Wade lo aveva sentito immediatamente: il luogo era infestato dall'odore del fumo ma anche da quello dolciastro della carne bruciata. Sui lettini in ferro si notavano delle sagome simili a corpi rannicchiati in posizione fetale. Molti di quei bambini erano stati arsi vivi e, i più fortunati, si erano ritrovati un calcinaccio in testa ed erano morti sul colpo. Due occhi chiari, in un angolo, avevano guardato verso il gruppo di mutanti. Forse c'era una speranza, forse qualcuno poteva essere salvato. Nello sguardo del piccolo c'era una paura folle ed un odio incredibile verso quegli intrusi che lui, evidentemente, vedeva come minacce e non come una possibilità di salvezza. Deadpool aveva visto quell'espressione solo sui volti dei supercattivi. Sembrava assurdo che un bambino tra i quattro ed i sei anni potesse provare un sentimento tanto terribile eppure, in qualche modo, il Mercenario Chiaccherone riusciva a comprenderlo: probabilmente quel piccolo non aveva mai avuto la fortuna di ricevere affetto, gentilezza, amicizia. Nello stesso istante in cui Wade aveva cercato di muoversi verso di lui il bambino si era buttato tra le fiamme con un balzo. Per qualche istante Deadpool era rimasto in silenzio aveva guardato la scena allibito e le mani avevano iniziato a tremargli. Come poteva un bambino di circa l'età di Ellie buttarsi tra le fiamme volontariamente? Nel frattempo qualcuno aveva spento il fuoco ma del bambino ormai non restavano altro che qualche osso arso dalle fiamme,

Dopo quell'accaduto il Mercenario Chiaccherone era uscito dall'edificio, bisognoso di scrollarsi di dosso quella sensazione. Wolverine, Tempesta, Nightcrawler ed altri erano rimasti lì mentre Wade era uscito per cercare eventuali altri superstisti. Della mensa ormai non restavano altro che i muri portanti carbonizzati quindi era inutile recarsi in quel luogo. Al limitare del bosco Deadpool aveva scorto una giovane dai capelli rossi ed una bambina bionda ma i due non sembravano essere usciti da quell'inferno. Era evidente che si volessero bene e non indossavano nulla di simile ad un' uniforme, probabilmente i loro genitori erano degli hippies che vivevano nella foresta e loro erano accorsi dopo aver sentito il boato. Wade aveva fatto loro cenno di stare lontano ed il duo si era rifugiato nella foresta nel frattempo lo sguardo del bambino tra le fiamme continuava ad affiorare nella sua mente. White lo accusava di essere stato un codardo, di non aver agito. Yellow, invece, stava miracolosamente zitta. Con un grugnito il Mercenario Chiaccherone si era portato le mani al viso sbuffando irritato. Rassegnato aveva preso a massaggiarsi le tempie e a respirare lentamente nel tentativo di far tacere quella voce. 

Quando il mutante aveva alzato la testa qualcosa di luccicante aveva attirato la sua attenzione. Qualche secondo dopo si era sentito un tonfo e dei passi leggerissimi sull'erba si erano avvicinati a lui. Ora il Mercenario Chiaccherone si trovava di fronte all'edificio principale, di fronte a lui si trovavano delle specie di "blocchi" che , probabilmente, dovevano ospitare delle aule che stavano per essere raggiunte dall'incendio. Di fronte all'edificio si trovava una specie di giardino, dove i giovani si allenavano con il bel tempo. I passi, nel frattempo, si erano fermati e, nonostante Wade non avesse dei sensi particolarmente sviluppati, percepiva il calore proveniente dalla figura di fianco a lui. Nonostante lui facesse di tutto per non posare il suo sguardo su quel corpo, cosa inutile visto che indossava la maschera e l'altro non poteva vederlo, il rosso ed il blu della tuta in spandex si erano impressi sulla sua retina. 

{Spidey!}

[Scappiamo, presto!]

{Non ascoltiamo! Spid...Petey... é qui. Facciamo qualcosa! }

[Scappiamo, appunto. Vorrà vedere la nostra faccia, Yellow! Ci odierá!]

{Vuoi davvero rinunciare a vedere quel culo in spandex per sempre?}

Dopo aver fatto una smorfia il canadese si era voltato verso il Ragno di pochissimo. Imbarazzato si era grattato la nuca sperando che qualcosa potesse venirgli in aiuto. Nulla, nessun segno di movimento, le aule sembravano deserte. 

《Uhm...》 

Spidey, cioè, Peter aveva sorriso. Uno di quei sorrisi aperti e luminosi. Uno di quei sorrisi che minacciano di farti stirare la mascella. E, Dio, doveva essere bellissimo sotto la maschera: l'ottava meraviglia del mondo anche se nella lista personale del mutante lui era la prima. 
Il ragazzo aveva alzato la mano guantata di rosso dopo avergli toccato la spalla, nel tentativo di avere la sua attenzione.

《Perdi colpi, sai? Non credo che quel fazzoletto rosso che grida "Spiderman" e "Deadpool" fuori da quella finestra minuscola sappia parlare. Anche se non vedo nessun braccio che lo sventola penso che lì ci sia qualcuno. 》 

Spidey, come sempre, aveva ragione: qualcuno si stava sgolando per ottenere la loro attenzione. Anche se Deadpool non riusciva a vedere nessuno. Pochi istanti dopo il vetro di un'aula poco distante era scoppiato e Wade, istintivamente, si era mosso per scostare Peter che, avvertito dai suoi sensi di ragno, lo aveva spostato dalla traiettoria delle schegge di vetro. In quell'istante le loro mani si erano sfiorate svariate volte. Il castano cercava le dita guantate della mano di Deadpool. E, nonostante la maschera, il Mercenario Chiaccherone sapeva che i suoi occhi erano puntati sul suo volto: era evidente che tutto quello che Spidey voleva era trapassare gli strati di spandex e pelle e guardarlo in viso, fissare i suoi occhi da Bambi in quelli azzurri di Wade. 

Alla terza volta il mutante aveva ceduto e, impacciato come non mai, aveva catturato le sue dita da pianistra e le aveva intrecciate con le sue piene di cicatrici e calli causati dalla familiarità con le armi. In quell'istante qualcosa aveva fatto "click", era come se il pezzo di puzzle che non voleva entrare fosse finalmente andato al suo posto o, per usare una metafora da mercenario, si poteva dire che qualcuno doveva aver finalmente trovato la combinazione giusta per aprire la cassaforte. Deadpool aveva trovato la forza di incrociare lo sguardo di Spiderman dietro la maschera ed un debole sorriso era apparso sulle sue labbra che lui stava tormentando mordicchiandole. Non si era mai sentito tanto in imbarazzo, poteva giurare che la mano gli stava sudando e si sentiva come un dannato adolescente alla prima cotta: farfalle nello stomaco, palpitazioni insomma il pacchetto completo. 

{CI STA STA STRINGENDO LA MANO. E SORRIDE. BACIAMOLO! }

[MA CHE VI PRENDE? WADE, ASCOLTAMI, TI PREGO. L A S C I A L O.]

Fortunatamente il dibattito tra White e Yellow era stato interrotto da Peter che manteneva un minimo di lucidità e pensava al povero ragazzino e all'incendio che avrebbe raggiunto il bagno molto in fretta. 

《Saliamo?》 

Strappato bruscamente dalle proprie elucubrazioni mentali, il mutante aveva guardato la finestra grattandosi la testa. Nn saebbe riuscito in alcun modo a passare tutto intero da quella finestra a vasistas. Con un sospiro Wade si era mosso ed aveva girato attorno all'edificio trovando un'aula con la finestra aperta allo stesso piano, probabilmente entrare di lì sarebbe stato semplice. 

《Entriamo da qui, Bambi. Tu sei flessibile e snello, le mie spalle da armadio non mi farebbero mai passare per quel pertugio!》 

[Davvero, Bambi?!?! Che cazzo di soprannome é!?!?]

{Spidey é il nostro Bambi. Tu sei invidioso perché non hai mai guardato i suoi occhioni marroni!}

[Ma rovineremo la sua vita, non capisci?]

{White, davvero, non é che ti piangi addosso e sputi veleno solo perché sei un codardo e perché hai paura di essere meno presente nel caso in cui lui facesse parte della nostra vita in maniera stabile?}

Non c'era stata alcuna replica da parte di White e la conversazione tra le voci si era interrotta. Nel frattempo Peter, stranamente, non aveva fatto alcun commento sarcastico semplicemente gli erano sfuggiti un mugugno impossibile da decifrare ed una risatina nervosa. Poi, in silenzio, si era avvicinato al muro e si era voltato verso di lui schiarendosi la voce. Oh, già, Wade era talmente preso dall'assenza delle voci che si era dimemticao di dover aggrapparsi a Peter. Ecco, quella, era una situazione dannatamente imbarazzante. Comunque fosse c'era una vita da salvare ed il pensiero di quel culo in spandex non avrebbe dovuto occupare così tanto il suo cervello, specialmente dopo quello che era accaduto. Muovendosi in maniera incerta sulle gambe coperte dagli stivaloni Deadpool aveva raggiunto Spiderman e si era aggrappato a lui stringendo le gambe attorno alla sua vita. Nonostante le immagini del bambino di poco prima avessero ripreso ad affolare la sua mente la sensazione di quei globi sodi in corrispondenza delle sue parti intime era impossibile da ignorare. A Wade era già successo di trovarsi con una mezza erezione in situazioni simili ma riusciva a trattenersi immaginandosi Spidey come un ragazzo troppo giovane per lui o, volendo, un uomo peloso come un ragno. Quest'ultima era quella che funzionava meglio e non lo faceva sentire un dannato pedofilo. Ora che il Mercenario Chiaccherone conosceva la persona che si nascondeva sotto lo spandex e non sapeva se sarebbe riuscito a trattenersi ed anche Peter sembrava piuttosto rigido (non in quel senso, eh!) semplicemente era parecchio nervoso a causa dell'improvvisa vicinanza e della posizione in cui si trovavano. 

[Fantastico. Abbiamo una fottuta erezione.]

{A lui piacerà di sicuro! Ci trova sexy da morire!}

[Visto che non volete ascoltarmi non mi pronuncerò più al riguardo. Ma sappiate che arraparsi come dei quindicenni é patetico.]

{Shhh...!}

《Ora che siamo in confidenza posso chiedertelo: hai mai usato quelle ragnatele aper fare cose a letto? Sai, ho sempre pensat che Spidey fosse piuttosto interessato al BDSM però ora che so che sei tu...Non lo so. Ho sempre pensato fossi da vanilla...! Ma all'epoca eri un cucciolo e non avevi avuto certe fiamme con dell torce che durano quanto un fiammero...!》

Il Ragno si era limitato a grugnire e poi sbuffare continuando la sua scalata sena degnarsi di rispondere come avebbe fatto di solito. Stavolta perché, probabilmente, doveva essere parecchio in imbarazzo.

Il mutante aveva scavalcato la finestra ed era entrato nell'aula: tutto sembrava in ordine e non c'era nessuno in vista. Quel piano, fortunatamente, non era ancora stato raggiunto dalle fiamme, ma non c'era tempo da perdere. Probabilmente in quel momento gli Avengers avevano raggiunto il laboratorio e solo Dio (o l'autrice) poteva sapere che cosa pensavano quelle menti malate. Probabilmente gli scienziati avrebbero premuto il pulsante per l'autodistruzione e avrebbero fatto fare "ka-boom! " alla struttura. Con un sospiro Wade si muove dentro l'aula, é da un bel po' che non mette piede in un luogo simile. Controlla negli armadi, non sia mai che qualche bullo abbia rinchiuso un compagno dentro l'armadio della classe. Anche Spidey era entrato solo che lui si guardava intorno spaesato (Hey! Lui é un genio, tecnicamente dovrebbe essere abituato alle aule scolastiche!). Quando Deadpool si rende conto del motivo per cui il Ragno evita di guardarlo é troppo tardi. La sua erezione, come c'era da aspettarsi, era perfettamente visibile sotto lo spandex. Certo, ora non era eccitato come prima però il rigonfiamento si vedeva comunque. 

《Ok, probabilmente rinchiuso in quel bagno c'è un ragazzino. Io penso a cose deprimenti, da tagliarsi le vene! Diventerò un emo anziano per qualche minuto! Però non mostrarmi il culo, ti prego...! Cancellerai i miei sforzi sovrumani con un movimento dei tuoi fianchi...!》 

{Dovresti sapere che effetto ci fa!} 

[Lo chiamano genio e poi si imbarazza per certe cose...]

{Petey é un bravo ragazzo!}

Peter, nonostante il probabile rossore sotto la maschera, non era riuscito a trattenere il ghignetto che era apparso sulle sue belle labbra. Oh, beh, quel risvolto era stato...Inaspettato. Nei suoi ricordi Peter era casto, dolce e sarcastico. Wade non avrebbe mai pensato che una situazione umiliante potesse...Poi, però, si era reso conto che in quel momento lui era a letto, malato e aveva il cancro ed il ragazzo (probabilmente ancora sotto gli effetti degli ormoni dell'adolescenza) si doveva essere trattenuto parecchio. In più vedere Wade in imbarazzo doveva essere una sorta di vendetta per tutte le volte in cui lui aveva messo in imbarazzo Spidey/Peter.

《Non venirmi a dire che sei un dannato...》

《Oh, Wade, non ho il kink dello shaming. Semplicemente sapere che ti faccio provare ancora certe cose nonostante tu sappia chi c'è sotto la maschera...》

{Ow, Spidey...!}

[Metti da parte il sarcasmo per un attimo. Non ti sembra un tantino insicuro?]

Effetivamente Peter suonava come tale, anzi sicuramente lo era. Probabilmente il castano era convinto che l'adorazione per quel cul... glutei potesse svanire ma il suo Bambi non sapeva quanto la vista del suo viso ( e del suo corpo *coff*) fosse stata una grandissima gioia per lui durante i lunghi mesi che aveva trascorso in ospedale. Il canadese, dal canto suo, si era evitato le palpate ed i commenti troppo spinti perché aveva a che fare con un diciassettenne timido e, probabilmente, innocente anche se la cosa, poi, si era rivelata falsa.

[Il tuo Bambi...?!?!?]

{White, taci! Siamo in missione e abbiamo adrenalina ovunque, fottiti. Ci deprimeremo dopo!} 

《Ok, ne parliamo dopo di certe cose! Abbiamo una vita da salvare.》

Spidey aveva annuito ed i due eroi erano usciti dalla stanza cercando, in primo luogo, di raggiungere il bagno e salvare il ragazzino che li aveva riconosciuti- e non se n'era uscito dicendo cose tipo "Hey! Ma voi siete due Spiderman?!?!?". Raggiunto il bagno da cui provengono le urla i due notano delle fiamme, l'esplosione precendente, probabilmente, aveva causato un qualche guasto all'impianto elettrico del bagno ed ora l'ingresso era bloccato. Anche dei calcinacci erano caduti, ma non sarebbero stati certamente quelli ad impedire loro di entrare. In frettabi due avevano rimosso i detriti che bloccavano l'ingresso ed avevano guardato le fiamme con aria decisa.

《Entriamo insiem...》

Deadpool aveva poggiato una mano sulla spalla di Spidey facendo un profondo sospiro ed aveva scosso la testa. Era evidente che né lui né le sue voci avevano intenzione di fargli attraversare le fiamme. 

《No, entro io. Prendo il ragazzino e tu lo porti al sicuro mentre io controllo che non ci sia qualcuno in giro. Okay?》 

Il Ragno aveva fatto una smorfia ma poi aveva annuito, rassegnato, sapendo perfettamente che discutere con Deadpool, soprattutto ora che lui conosceva la sua identità segreta, sarebbe stato inutile ed avrebbe fatto loro perdere un sacco di tempo. Così Wade aveva attraversato le fiamme in un lampo, sentendole a malapena sulla pelle tanto il contatto era stato rapido. Senza fare troppe cerimonie il Mercenario Chiaccherone aveva buttato giù tutte le porte e, giunto alla terza da sinistra- quella da cui provenivano le urla- era rimasto un tantino interdetto. Insomma, il mutante aveva sentito un urlo di spavento ed il fazzoletto era rientrato nel bagno ma non si vedeva nessuno anche se, tendendo l'orecchio, l'anti-eroe riusciva chiaramente a percepire un altro respiro oltre al suo.

《Hey...! Dove sei...?》

{Forse ci tocchiamo troppo...Non ci vediamo più...! Stiamo diventando ciechi...!}

[Yellow, ti prego! Siamo in una scuola di superumani e mutanti...]

{Giusto...!}

《Oh...Già. 》

Di colpo un ragazzino pallido come un lenzuolo, dai capelli scuri e chiaramente denutrito era apparso di fronte al Mercenario Chiaccherone rivolgendogli un sorriso imbarazzato mentre teneva lo sguardo basso e si tormentava le mani magre da far spavento. 

《Scusa, non me n'ero nemmeno accorto! 》

《Nessun problema...! Sono Deadpool e non vogl...》

Di colpo i suoi occhi dorati si erano alzati sulla maschera e sul suo viso era apparsa un'espressione adorante anche se visibilmente impacciata.

《Ti conosco, sai. Tu e Spidey siete i miei supereroi preferiti!》

{UN FAN? OH. MIO. DIO. UN PICCOLO FAN! ADOTTIAMOLO, VI PREEEGO!}

[Che diavolo fanno ai ragazzini per renderli così stupidi?!?! Non non siamo eroi, ma solo super!]

A pensarci bene il ragazzino invisibile doveva essere di un'età compresa tra i dodici ed i quindici anni e, probabilmente, aveva fatto a tempo a sentir parlare di lui. Visto il suo stato fisico e le emozioni che lasciava trasparire il suo corpo il moretto era uno dei "dissidenti" del programma. Si vedeva che quel piccolo doveva aver visto cose terribili. Probabilmente era uno di quei ragazzini che si aggrappavano alle notizie dall'esterno e che mantenevano la loro personalità nonostante i risultati fossero un'evidente denutrizione e chissà quali torture.

《Sarei uscito da solo. Ma sono troppo debole. Sai, sarei sopravvissuto alle ustioni per il fattore rigenerante, anche se il mio é lento rispetto a lui ma...Quelli stronzi mi hanno chiuso dentro e non riuscivo a buttare giù la porta.》

Impacciato il moro si gratta la testa e, di colpo, Deadpool lo prende tra le sue braccia senza saper bene cosa dire o cosa fare. Insomma per lui é piuttosto strano ricevere dei complimenti, men che meno ritrovarsi faccia a faccia con un giovane fan! Così, si limita ad uscire dai bagni attraversando l'enorme stanzone.

《Appena mi sarò ripreso avrai un sacco di roba autografata mia e di Spidey, giuro! Ti do' anche il permesso di fondare il mio fan club ufficiale! Riconosciuto dal grande Deadpool! E tu...》

Aveva abbassato lo sguardo sul ragazzino sentendosi piuttosto in imbarazzo a causa della propria maleducazione. Insomma, non gli aveva nemmeno chiesto il nome!

《David. David Green.》

《E tu Dave sarai il presidente a vita!》

[Davvero credi che avrà amici facendo il presidente del Deadpool fanclub?]

Con un grugnito il Mercenario Chiaccherone aveva attraversato nuovamente l'incendio, stando attento a non esporre alcuna parte del corpo del ragazzino alle fiamme. Uscito di lì, il viso del giovane si era illuminato quando aveva aveva notato Spidey. Probabilmente quella giornata per lui doveva essere una specie di Natale elevato al cubo: non solo veniva salvato da quell'incubo ma aveva la fortuna di essere salvato dai suoi due eroi preferiti!

《Ora Spidey ti porterà fuori di qui e al sicuro! 》

Aveva detto rivolto al ragazzino. Poi aveva alzato lo sguardo sul Ragno e, guardando dritto negli occhi della sua maschera, aveva aggiunto con un tono che non ammetteva repliche.

《Nel caso in cui dovessi trovare qualcun altro ti faccio un fischio, ok?》 

Spidey non gli aveva risposto si era semplicemente limitato a sistemarsi il ragazzino adorante addosso e poi si era diretto verso l'aula. Era uscito dalla finestra e si era calato al piano di sotto, sparendo dal campo visivo di Deadpool. Con un sospiro l'uomo aveva ripreso a controllare quel piano andando alla ricerca di qualsiasi corpo cosciente o non. Ovviamente restava all'erta dato che ricordava bene l'odio negli occhi del piccolo che cozzava tanto con l'adorazione del ragazzo più grande-David- era evidente come per lui, nonostante i traumi, ci fosse qualche possibilità di tornare ad una vita normale. Cosa che per il bimbo sembrava piuttosto remota. Improvvisamente il mutante aveva pensato che, alla fine, la piega che avevano preso gli eventi era stata la migliore visto che quel bambino che aveva subito il lavaggio del cervello probabilmente avrebbe passato la propria esistenza rinchiuso in una cella di un carcere di massima sicurezza.

Dopo una decina di minuti Wade aveva finito di controllare il luogo. Aveva trovato dei cadaveri carbonizzati e nulla di più. Così si era diretto verso l'aula da cui erano entrati, anche perché si erano sentiti dei crolli preoccupanti ed il fumo, ormai, riempiva i suoi polmoni. Certamente la sua morte non sarebbe stata definitiva ma morire carbonizzati dopo essere stati bloccati da una massa di macerie non era esattamente il massimo e, davvero, per rigenerarsi completamente ci voleva un tempo infinito, senza considerare il dolore, ovviamente.

Nel momento stesso in cui Wade si era affacciato alla finestra gli Avengers erano entrati nel laboratorio e Peter lo guardava dal basso, deciso a salire per recuperare Wade e farlo scendere. In quello stesso istante Wade una strana vibrazione. Spidey aveva guardato verso l'alto allarmato, evidentemente i suoi sensi di ragno lo avevano dovuto avvertire del pericolo imminente, ed il Mercenario Chiaccherone si era lasciato sfuggire una sfilza d'imprecazioni. 

《WADE!》 

Deadpool conosceva fin troppo bene quel suono e, nonostante la voce di Peter che pronunciava il suo nome con sincera preoccupazione fosse una cosa meravigliosa da sentire, l'Uomo Ragno sembrava non volersi spostare e quindi il mutante si vedeva costretto ad agire pregando di evitare una catastrofe. 

《Merda.》 

Restavano pochi millesimi di secondo prima che l'edificio crollasse e Peter non si sarebbe potuto allontanare abbastanza in fretta. Così, senza pensarci due volte, il canadese si era buttato giù dalla finestra ed era atterrato sul Ragno, impedendogli di sfuggire. Qualche secondo dopo si era sentita un'enorme esplosione ed il suo corpo, ringraziando il cielo molto più robusto e ampio di quello di Spidey, gli aveva fatto da scudo.

Non appena il castano si fosse ripreso probabilmente sarebbe sfuggito alle fiamme che si stavano sviluppando anche sull'erba ed avrebbe raggiunto gli altri.

Vivo e vegeto. 

Sano e salvo. 

L'odore dolciastro di carne bruciata solleticava le narici del Mercenario Chiaccherone e gli aveva fatto brontolare lo stomaco, probabilmente quello non era il momento migliore per pensare al barbecue, visto che un pezzo di cornicione era atterrato sulla schiena e gli aveva spezzato la spina dorsale in due senza contare il calcinaccio che aveva colpito la sua nuca. La sensazione familiare di oscurità aveva iniziaro ad avvolgerlo. Il respiro si era fatto difficoltoso e le palpebre, pesanti come macigni, si erano chiuse. Le voci nella sua testa avevano iniziato a scemare lentamente. 

《W-Wade..,!》 

Un sussurro roco e pieno disperazione era sfuggito dalle labbra di Peter e Wade si era chiesto quanto stupido era stato a non riconoscere la sua voce prima ed evitare di avvicinarglisi e creare un rapporto di amicizia con il suo eroe. Deadpool aveva lasciato ricadere la propria la testa leggermente di lato, in modo da premere il naso contro il collo della tuta di Spidey.

《Petey-Pie...》

Un rantolo impercettibile che era coinciso con il suo ultimo respiro e poi il nulla aveva assorbito il dolore atroce e terribile che era una costante nella sua vita.

Silenzio.

Pace.

Era stato il modo migliore in cui fosse mai morto. 

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Capitolo 7
*** A Good Start ***


Quando aveva smesso di sentire il respiro di lui premere contro la propria pelle aveva cercato di trovare la forza di muoversi. Sicuramente doveva avere qualcosa di rotto ma non era quello che lo faceva preoccupare. Non si era trattato solamente di prendere una pallottola per lui: doveva essere stato un inferno. Lo stesso Peter aveva chiaramente percepito il "crack" causato dall'urto del cornicione contro la spina dorsale di Wade. Quanto era stato stupido a tornare per salvarlo? Ed ora, ora che avrebbero potuto parlare, lui era morto e le fiamme divoravano l'erba minacciando di raggiungerli in fretta. Il calore, infatti, stava diventando insopportabile. Ignorando un fastidio nell'area del petto, che lo faceva pensare a delle costole incrinate, Spiderman aveva sollevato quel corpo e quei detriti servendosi della propria superforza. In quel momento i sensi di ragno avevano iniziato ad urlargli nuovamente di scappare ma lui non se la sentiva di lasciare che quel corpo venisse divorato dalle fiamme. Peter poteva essere stupido quando si parlava di relazioni con altri esseri umani, non aveva alcun problema ad ammetterlo. Era codardo, socialmente incapace ed una minaccia per tutti coloro che gli stavano accanto: prima o poi tutti avrebbero incontrato una morte orrenda e poco importava se Thanos aveva maledetto Wade impedendogli di morire perfino nel caso in cui il suo fattore rigenerante fosse stato in qualche modo resettato. Ma, del resto, Peter era egoista ed aveva già preso una decisione: avrebbe trascorso tutto il tempo che poteva al fianco di Deadpool perché lui era l'unico in grado di capirlo. L'unico che rideva di cuore alle sue battute e capiva le sue citazioni, l'unico che lo trovava carino ancor prima di sapere dell'esistenza del suo alter-ego. Ora che ne aveva la possibilità e la forza il castano voleva migliorare la vita del suo ex ragazzo, voleva prendersi cura di lui, aiutarlo ad affrontare i suoi problemi. Non si proponeva di guarirlo, sarebbe stato stupido: un'esperienza come quella di Arma X era impossibile da cancellare. No, voleva solo arginare i suoi problemi: aiutarlo a sentire meno le voci o, almeno, a renderle meno dure nei suoi confronti, voleva insegnargli che in lui c'era qualcosa di buono e che lui era un eroe solo perché aveva deciso di affrontare la vita e mettersi al servizio degli altri nonostante a lui il destino avesse riservato solamente cose terribili o mediocri (Peter si annoverava tra queste ultime). Ormai le fiamme avevano raggiunto la foresta e, con solo un braccio sano, Spidey sapeva bene di non poter trasportare Deadpool e la cosa lo paralizzava al suolo: le fiamme avevano iniziato a lambire la sua tuta in spandex e Peter sapeva bene lo scempio che sarebbe occorso al suo corpo. Fino all'ultimo aveva cercato un piano, una soluzione: voleva salvarlo, questa volta. Risparmiargli l'orrore ed il dolore atroce che sarebbero stati molto peggiori, a detta sua, rispetto a quelli che avrebbe provato dovendo rigenerare alcuni organi e molte ossa. Ma non c'era più tempo per agire e, nonostante il castano avesse sperato fino all'ultimo di scorgere qualcuno che potesse aiutarlo, si era visto costretto a fuggire facendo slalom tra le strutture in fiamme, le macerie e gli alberi sostenendosi con un solo braccio.

 

Sul suo volto sudato scorrevano anche delle lacrime che morivano immediatamente, assorbite dalla maschera di spandex. Raggiunta la postazione medica il Ragno si era fatto fasciare il braccio che era stato ingessato e sistemato alla buona, nel giro di una settimana, o anche meno, il suo fattore rigenerante piuttosto buono avrebbe finito il suo lavoro e lui avrebbe potuto ricominciare ad ondeggiare trai grattacieli della Grande Mela.

Mentre stava seduto ed ascoltava il borbottio dei medici cercava di ripensare a quello che era successo: Wade sembrava essere ancora attratto da lui. Aveva stretto la sua mano, gli era venuta un'erezione (che, però, sarebbe potuta essere causata dallo sfregamento dello spandex delle due tute) ed aveva rischiato la vita per lui. Per un attimo l'idea che Deadpool avesse dimenticato quello che era successo gli era affiorata alla mente poi, però, il castano si era reso conto che era impossibile che fosse accaduto: il canadese lo aveva chiamato "Bambi" e "Petey-Pie" due dei soprannomi che usava quando si frequentavano. Inoltre, il giovane poteva giurare di aver percepito l'ombra di un sorriso sul suo volto e, cosa ancora più importante, il mutante era stato protettivo nei suoi confronti: gli aveva impedito di entrare nel bagno e di attraversare le fiamme nonostante lui avrebbe potuto evitarle muovendosi sul soffitto.

Parlando del ragazzino ora il piccolo lo guardava mangiando con grande appetito uno di quei pasti precotti che le Industrie Stark fornivano agli Avengers & Co. durante le missioni.

 

《Hey, Spidey! Ti sei fatto male?》

 

Di colpo il Ragno aveva alzato lo sguardo sul ragazzino ed aveva accennato un sorriso al giovane che lo guardava con occhi raggianti con l'espressione di un bimbo la mattina di Natale.

 

《Nah, non è nulla di grave...》

 

Avrebbe voluto chiamarlo per nome, ma si era appena reso conto di non ricordarlo o di non averglielo mai chiesto così, imbarazzato, si era schiarito la voce.

 

《David, é il mio nome. Comunque di Deadpool sai niente...? Sai, mi ha appena dato il permesso di fondare il suo fanclub ufficiale! E ne sarò il presidente a vita!》

 

Seriamente, quel ragazzo doveva avere qualche tipo di potere telepatico oltre a quello dell' invisibilitá ( o doveva essere eccezionalmente bravo a leggere i comportamenti delle persone) e Peter era davvero lieto di non averlo dovuto affrontare.

 

《Veramente...É morto...Per salvare me. Ma non ti preoccupare! Per lui é impossibile morire...!》

 

Se possibile il volto del ragazzino si era illuminato ancora di più cosa che aveva insospettito Peter. Magari i giovani facevano uso di droghe ( forse anfetamine? ) per sopportare quello stile di vita estremo. Dave, però, sembrava uno abbastanza normale e, per aver attraversato le fiamme assieme a Deadpool, sembrava passarsela bene: insomma non aveva un capello fuori posto. A dire il vero il giovane dall'età indefinita aveva parlato del suo fattore rigenerante e, quindi, la cosa aveva senso.

 

《Oh. Mio. Dio. Io vi shippo tantissimo, sai? Secondo me siete perfetti! Dimmi che vi metterete assieme. Vi preeeeego! Io sono il supporter numero uno della Spideypool!》

 

Quel ragazzino era davvero straordinario! Dopo essere appena uscito da un simile inferno si preoccupava di inezie simili. I suoi occhi color ambra avevano un'espressione da cucciolo bastonato e la sua bocca sporca di qualcosa che ricordava la gelatina di more lo rendeva simile ad un cane colto a fare una marachella.

Nonostante il senso di colpa, l'ansia e le costole rotte il castano si era lasciato sfuggire una sonora risata anche se, sotto la maschera, un leggero rossore gli aveva imporporato le guance. Dopo essersi ricomposto almeno un briciolo il Ragno si sentiva infinitamente meglio, erano settimane che non scaricava la tensione tanto serenamente.

 

《Può darsi che succeda qualcosa...》

 

Aveva sussurrato cercando di nascondere il proprio imbarazzo non appena i medici se n'erano andati. Il ragazzino si era alzato di colpo, rischiando di far cadere il tavolo su cui stava mangiando, ed aveva raggiunto l'eroe in un gesto totalmente impulsivo. Poi, goffamente, aveva abbracciato il braccio sano del Ragno e gli aveva sorriso raggiante.

《Vi preeego! Invitatemi al vostro matrimonio!》

 

Peter, che non era affatto abituato a ricevere attenzioni da dei fan, si era sentito in profondo imbarazzo ma anche lusingato dalla gratitudine che il giovane provava nei suoi confronti. Ripensandoci l'idea di lui e Wade e dei suoi altri eroi doveva essere stata una delle poche cose in grado di sostenerlo in tutto quell'inferno. Imbarazzato il Ragno aveva poggiato la mano sulla spalla del ragazzino scuotendo la testa.

 

《Certo che hai dei gusti particolari in fatto di eroi...》

 

In quel momento Captain America, accompagnato da Thor ed Iron Man era entrato nella stanza. Dalla finestra si notava Hulk ( che non entrava nel luogo per motivi di altezza e corporatura) fuori assieme a lui c'erano Hawkeye e la Vedova Nera.

 

《Sembra che non ci sia alcun sopravvissuto! 》

 

Aveva esclamato Cap col suo tono da...Cap. Per Peter era difficile descriverlo ma aveva qualcosa di solenne e patriottico, da emblema dei valori degli Stati Uniti d'America.

 

《O, Uomo Ragno! Ci hanno detto che sei stato ferito!》

 

Aveva aggiunto Thor che, in quel momento, era l'incarnazione asgardiana di Captain Ovvio (ok, Peter é un nerd! É normale che di fronte a certe situazioni gli vengano in mente i meme!).

 

《Non é nulla, davvero! Qualche osso rotto, niente a cui io non possa sopravvivere.》

 

Il ragazzino, nel frattempo, aveva alzato la testa e la smorfia sul suo viso era piuttosto visibile. Certo, gli Avengers dovevano essere dei gran bastardi da non ammettere la presenza di UN sopravvissuto che si trovava di fronte ai loro eroici occhi. Dave, dal canto suo, aveva smesso di brillare come un albero di Natale ed, ora, sembrava piuttosto deluso. Eh, mio caro, questa è la dura vita di chi ha a che fare con i Grandi. Loro faticano a vedere oltre il loro naso e Peter, l'eterno escluso, " la ruota di scorta", lo sa perfettamente. Non che Spiderman, la minaccia, provi alcun rammarico, s' intende.

 

《Quel ragazzo...Beh, penso che lui possa essere l'unico sopravvissuto.》

 

Del resto l'uniforme che portava il ragazzino era piuttosto eloquente. Ora che il giovane era in buone mani Peter poteva pensare agli affari propri ed evitare l'ennesimo Capitan Ovvio (stavolta da parte di Iron Man). Anche Wolverine era giunto, probabilmente per avere notizie o per usufruire della dispensa, quando Spidey aveva incrociato il suo sguardo il mutante aveva alzato gli occhi al cielo e gli aveva fatto cenno di uscire. Senza nemmeno scusarsi, perfettamente conscio dello sguardo di rimprovero che gli aveva lanciato Cap, Peter era uscito dalla stanza assieme a Logan.

 

《Okay, visto che a questo punto sarà più o meno crollato tutto vorrei chiederti di fiutarlo...》

 

《Mi stai dicendo...》

 

《Ti sto dicendo che è ricoperto di detriti e, probabilmente, carbonizzato.》

 

《L'ha fatto per salvare te?》

 

A quella domanda Peter non aveva risposto. Si era limitato a deglutire rumorosamente e a voltare il proprio sguardo sul "panorama" le fiamme, ora, erano state spente grazie all'aiuto di Tempesta e a quello massiccio di una squadra di pompieri. I detriti, ancora fumanti, erano tutti uguali e gli alberi lì attorno erano carbonizzati. Ricacciando indietro il mal di testa Spidey aveva sospirato profondamente ed imprecato contro Wolverine che sembrava conoscere entrambi troppo bene. Dondolando lentamente tra gli alberi il castano aveva raggiunto il posto assieme a Logan. Nel momento in cui Peter era atterrato con grazia sopra ad un cumulo di detriil mutante gli si era avvicinato facendo una smorfia. Dei passi si stavano avvicinando, passi piuttosto pesanti che avevano percepito entrambi.

 

《Vuoi che lo...Tiri fuori io? Non sarà un bello spettacolo, dovresti saperlo e...Ti eviterei l'imbarazzo di dover giustificare le tue ricerche agli altri dicendo qualcosa riguardo alla nostra amicizia e bla, bla, bla.》

 

《Non ti crederebbe nessuno. Appena lo vedi non riesci a trattenerti dall'istinto di infilzarlo ripetutamente. Pochi si affezionano al loro personale sacco da boxe.》

 

La verità era che Peter non aveva alcuna intenzione di tirarsi indietro, non stavolta. Voleva salvare Wade, cioè raccattare quello che restava del suo corpo e stargli accanto durante il processo di rigenerazione. Sarebbe stato tremendo, ed il suo stomaco al solo pensiero delle condizioni del suo corpo e del dolore che avrebbe provato l'uomo si stringeva in una morsa d'acciaio. Ma il castano era stanco di essere codardo. Sapeva di dover provare il proprio amore al Mercenario Chiaccherone, doveva dimostrare ad entrambi di avere la forza di affrontare qualunque cosa li avesse investiti. E, conoscendo la loro fortuna, le disgrazie li avrebbero rincorsi come mosche il miele ma il Ragno aveva deciso che le avrebbero combattute insieme. Era ingiusto per entrambi impedirsi di essere felici e costringersi ad un'esistenza fatta di lavoro, ricordi dolorosi e pattuglie in cui cercavano di salvare le vite altrui.

 

Con un sospiro Wolverine inizia ad annusare cercando di concentrarsi sull'odore di carne bruciata del Mercenario Chiaccherone. Spidey, dal canto suo, se ne stava accovacciato pronto a saltare. Qualcun altro al posto suo si sarebbe alzato immediatamente in piedi per far rifluire il sangue ma in quella posizione il Ragno si sentiva al sicuro, il contatto delle piante dei piedi e delle palme delle mani col suolo gli dava un senso di sicurezza. I minuti che Logan impiega a trovare una traccia olfattiva di quel corpo sono relativamente pochi ma a Peter sembrano un'eternità condensata. I passi si fanno più leggeri, il castano sente chiaramente la voce rimbombante di Hulk e spera, prega, di riuscire a raccogliere quel che resta di Wade senza dover subire sguardi inquisitori o un terzo grado. Con Wolverine era facile, lui sapeva che cosa li aveva uniti in passato e non faceva domande: aiutava Spidey come se si trattasse di un'altra missione qualsiasi ma gli altri, specialmente gli Avengers, lo avrebbero subissato di domande. Riusciva già a sentirli! "Non é saggio che Deadpool venga associato a Spiderman! Quell'uomo é un pazzo, ha ucciso per qualche migliaio di dollari! Immagini cosa potrebbe guadagnare vendendo il nome dell'Uomo Ragno?!?!? Credi che eviterebbe di farlo perché avete una relazione?!?!?" e così via. Ovviamente, il gruppo di eroi non si era ancora reso conto che, ormai, la persona dietro la maschera era adulta.

 

Nel momento in cui il mutante si era fermato il castano aveva alzato lo sguardo da terra. Era evidente che l'X-Men lo stesse aspettando. Dopo aver fatto un cenno di assenso il Ragno si era alzato, sentendo il sangue scorrergli nelle gambe, e si era diretto verso quel punto coperto dai detriti ancora fumanti dell'edificio crollato. I pochi passi che il giovane in spandex rosso e blu aveva fatto per raggiungere quel luogo erano stati pesanti come macigni e, nonostante sapesse ( e sperasse con tutto il proprio cuore ) che la rigenerazione sarebbe avvenuta, l'idea delle condizioni in cui avrebbe trovato quel corpo gli toglieva il fiato e non in un modo piacevole. Messo da parte qualsiasi indugio Peter si era chinato su quel punto e, senza nemmeno servirsi della propria superforza, aveva rimosso i calcinacci bruciati. Quello che aveva trovato lì sotto aveva ben poco di Wade e, per un momento, il giovane aveva sperato che non si trattasse del suo ex ragazzo ma le katane e le pistole avevano eliminato qualsiasi dubbio. Le mani del Ragno, senza che lui potesse controllarle in alcun modo, avevano iniziato a tremare in maniera piuttosto evidente. Il respiro gli era divenuto difficile e l'aria gli grattava la gola e le vie aeree. Portare ossigeno al cervello era diventato piuttosto difficile ed il suo cuore, già stretto in una tremenda morsa dal dolore, lavorava come un pazzo. Oltre a questo un forte senso di nausea e vertigine gli annebbiava la mente impedendogli di reagire e di rendersi conto dell'arrivo di Hulk e della Vedova Nera.

 

《W-Wade...!》

 

Un rantolo fioco, appena percettibile, era uscito dalle sue labbra. La maschera, umida a causa del suo sudore e del fiato gli stava appiccicata al viso, rendendogli ancora più difficile l'articolazione delle parole.

Con coraggio Peter si era chinato su quel mucchio d'ossa, non restava molto come c'era da aspettarsi: di Wade Winston Wilson rimanevano solamente le ossa lunghe ed il cranio. Dopo aver raccolto le armi, che aveva dato in consegna a Logan, Peter aveva raccolto quelle ossa ignorando le lacrime che gli rigavano il viso. Mai, in vita sua, aveva preso tra le mani qualcosa con tanta delicatezza e le aveva strette al petto trattenendosi a stento dal cercare lo sguardo di Wolverine per ottenere una rassicurazione.

 

《Non preoccuparti, so che è in pessime condizioni ma tornerà prima di quanto pensi a rompere le palle a tutti come al solito.》

 

Il mutante aveva capito. Evidentemente il suo dolore doveva essere evidente anche a chi non lo conosceva così bene, del resto sembrava veramente impossibile che da quei resti potesse rigenerarsi un intero corpo umano. Peter nemmeno si accorge della coperta/ sacco che gli viene porto da Natasha. Semplicemente lo accetta fidandosi di Wolverine che gli borbotta qualcosa riguardo alle proprietà di quel materiale nell'accelerare il processo di rigenerazione. Anche il viaggio a New York per il castano è un sogno: ricorda solo una forte vertigine ed il colore argentato della borsa che contiene ciò che resta di Wade.

 

Raggiunta la Stark Tower il gesso di Peter viene sostituito con qualcosa di più leggero, ergonomico ed idrorepellente. Nel momento stesso in cui gli viene bloccato il braccio il castano guarda la borsa. Qualcuno, una voce familiare, lo conduce in una stanza particolare: una specie di luogo a tenuta stagna. Solamente l'odore di Logan lo rassicura, sa che di lui può fidarsi: sa che con lui lì accanto i resti di Wade saranno al sicuro. Guarda l'uomo in camice bianco disporre i resti su di una coperta identica a quella dove si trovano ora le ossa di Wade ma pulita. I suoi resti, ora, sono tornati bianchi e qualcosa di rosso, probabilmente del tessuto irrorato dal sangue, si intravede sul suo cranio. Deciso a non lasciarlo andare Peter rimane stoicamente al suo fianco nonostante si senta svenire. Solamente dopo svariate suppliche e la solenne promessa da parte di Logan di avvisarlo qualsiasi cosa fosse accaduta, il giovane decide di ascoltare i consigli degli altri e farsi una doccia.

 

《Hey, ragazzino! Ci vorranno altre diciotto ore, come minimo! Quindi fatti una dormita! Probabilmente sotto quella maschera sembri una specie di zombie!》

 

Non appena raggiunge il bagno il castano sente chiaramente le proprie tempie pulsare e, istintivamente, preme la testa contro le piastrelle fresche del bagno. La sensazione di fresco calma il suo mal di testa e, nella privacy della stanza, Peter si sente abbastanza al sicuro da togliersi la maschera e mostrare il suo volto. L'immagine di quelle ossa carbonizzate a cui erano attaccati dei brandelli di carne fresca era perfettamente impressa nella sua memoria ed il giovane, a quel ricordo, aveva sentito un conato inconfondibile. Dopo aver rimesso si era sentito infinitamente meglio, sebbene la stanchezza fosse crollata su di lui e lo avesse travolto come una marea. Stacca le mani dalla tazza e a fatica si alza da terra. Le ginocchia sono doloranti, probabilmente perché il giovane eroe ha passato qualche minuto inginocchiato a terra, in fretta Peter si libera della tuta da Spiderman che getta in una piccola lavatrice di fianco al box doccia. Ignorando la propria pelle appiccicosa a causa del sudore il supereroe si infila sotto la doccia, ampia abbastanza da poterci fare un piccolo festino, e si butta sotto il getto bollente.
Dopo aver lavato via la sporcizia Spidey si era avvolto in un morbidissimo accappatoio bordeaux ed aveva raggiunto la stanza dopo aver fatto partire la lavatrice. Qui aveva trovato una tuta ed una t-shirt anonime ed un pranzo sotto a delle cloche d'argento: il pasto, come c'era da aspettarsi alla Stark Tower, era da gourmet.

Durante tutto il pasto gli eventi di quella giornata si erano srotolati come una bobina nella sua testa: aveva ricordato l'ansia mista all'adrenalina che gli causavano le missioni grosse. Nonostante i piani fossero stati aberranti Peter, spinto dalla propria curiosità di scienziato, aveva letto tutti i file che gli erano stati inoltrati dagli Avengers stupito e, al contempo, inorridito dalla genialità dei metodi con cui venivano condizionati i feti prima ancora che avessero modo di vedere la luce. Era evidente che qualcuno doveva aver visto un po' troppi film di fantascienza o aveva frainteso completamente il significato del capolavoro di Aldous Huxley. In quel frangente, nonostante sapesse che fosse errato, Spidey aveva pensato che certe persone non potessero continuare a vivere: per dei mostri simili non c'era speranza. Le loro idee erano aberranti. In quel caso non si trattava di voler dominare il mondo e sfruttarne la popolazione a proprio uso e consumo. Quegli uomini avevano deciso di creare delle armi umane per privarle della loro natura e di qualsiasi pensiero, nemmeno Loki era tanto malvagio. Il dio norreno, per quanto crudele, ci teneva all'umanità delle persone che voleva vedere soffrire ma non le privava della loro dignità rendendole simili a degli oggetti inanimati. Poi era arrivato Wade ed il Ragno aveva faticato parecchio a concentrarsi visto che nella sua testa avevano iniziato a turbinare mille dubbi. Però il Mercenario Chiacchierone aveva risposto positivamente e non si era comportato in maniera diversa, inoltre pareva continuare ad essere attratto da lui nonostante sapesse che sotto la maschera non si nascondeva alcun adone ma un ragazzo dall'aspetto banale. Al ricordo del suo atteggiamento protettivo (e della sua erezione) sul viso di Peter era spuntato un lieve sorriso accompagnato da un leggero rossore delle guance.

Dopo il pasto la stanchezza e la digestione avevano avuto la meglio sul vortice incessante dei suoi pensieri e, nello stesso momento in cui aveva poggiato la testa sul cuscino, il Ragno era crollato tra le braccia di Morfeo.

 

Il mattino seguente Peter si era svegliato presto, non solo per i propri standard ma anche per quelli di tutti gli altri esseri umani. Il suo stomaco era stretto in una morsa dolcissima e sentiva una certa elettricità nel suo corpo. Era emozionato all'idea di rivedere Wade dopo tutto quel tempo, cioè di vedere il suo nuovo aspetto, e non vedeva l'ora che il canadese si svegliasse per poterlo finalmente affrontare. Così, dopo aver affrontato una ricca colazione, Peter aveva messo ad asciugare la sua tuta di Spiderman ed aveva deciso di uscire dalla propria stanza vestito da civile. In molti lo guardavano come se fosse stato un alieno, infatti nessuno aveva mai visto prima quel giovane uomo snello e muscoloso dall'aria persa aggirarsi per i corridoi della Stark Tower con l'aria di chi sapeva dove stava andando. Jarvis, però, non diceva nulla: non era scattato nessun allarme segno che il castano dai capelli scompigliati non rappresentava una minaccia.

 

L'infermeria si trovava nei piani interrati nella torre e la stanza dove Wade si stava rigenerando era in quel settore. Dopo essere passato di fronte alla reception dove l'avevano guardato come se fosse stato un alieno ( l'abbigliamento dei lavoratori della Stark Inc. aveva delle regole piuttosto rigide e, certamente, non prevedeva tute grige e anonime) era sceso indisturbato al piano di sotto. Il viaggio in ascensore era stato infinito, la musichetta di ordinanza stava mettendo alla dura prova i suoi nervi già tesi come corde di violino tanto che Peter si era graffiato svariate volte le mani che si stava tormentando. Quando il giovane stava ormai per imprecare contro la sua sfortuna ecco che le porte si aprono con un “ding” ed un corridoio bianco si era spalancato di fronte ai suoi occhi. A pensarci bene quel luogo asettico e dal pavimento di linoleum ricordava il famoso “tunnel di luce” di cui parlano le persone che hanno esperienze di pre-morte non era, quindi, un'immagine particolarmente rassicurante per qualcuno che si trovava in condizioni gravi. Le luci bianche aumentavano il candore del bianco tanto da abbagliare le persone che percorrevano il corridoio. Fortunatamente nelle stanze in cui la gente riposava (la zona bianca si era rivelata quella degli ambulatori, laboratori e perfino sale operatorie!) il colore variava dal giallo chiarissimo, al panna fino al verde menta. In questa zona si trovava anche la stanza in cui giacevano i resti di Wade e nel corridoio, seduto sulle poltrone di fronte alla porta a vetri, sedeva Logan che stava facendo colazione. Di fronte all'uomo si trovavano ben due carrelli ricolmi dei più svariati ben di Dio. Il mutante, dal canto suo, si stava godendo appieno i manicaretti frutto dello sforzo delle cucine della Torre infatti aveva l'aria di qualcuno che non mangiava da mesi. Peter, dal canto suo, pensava che quell'appetito fosse dovuto al suo metabolismo accelerato, così come tutto in lui. Wolverine, però, si era reso conto di essere osservato e, dopo essersi voltato ed aver visto di fronte a sé quel ragazzino che pareva essere capitato lì per sbaglio, gli aveva rivolto un'occhiata torva (probabilmente non lo riteneva una minaccia tale da sfoderare i suoi artigli in adamantio).

 

《 Hey, ragazzino, come sei riuscito ad entrare qui? 》

 

《 Mi chiamo Peter, Peter Parker. 》

 

 

Dopo aver sistemato il ponte degli occhiali sul proprio naso, il giovane studente aveva allungato una mano verso quella dell'uomo arrossendo leggermente per l'imbarazzo. Era facile fare ironia e sembrare sicuri quando si era Spiderman una cosa era avere a che fare con Wolverine/Logan nei panni di Peter Parker.

Il mutante, infatti, lo aveva guardato perplesso e poi era scoppiato in una fragorosa risata che lo aveva costretto a tirare la testa indietro. Doveva aver riconosciuto la sua voce e, beh, Spidey non poteva davvero biasimarlo: il contrasto tra l'eroe ironico e quel giovane nerd impacciato era evidente.

 

《 Sei maggiorenne? 》

 

 

Dopo qualche minuto buono di risate Logan aveva ripreso a mangiare, anche se il suo respiro era pesante ed i suoi occhi lucidi. Ovviamente il Ragno sapeva che il moro gli avrebbe rivolto una domanda simile vedendo il suo aspetto.

 

《 Sì. 》

 

 

Aveva mugugnato il castano sapendo bene che quell'espressione imbronciata non gli dava affatto un'espressione più matura e non confermava in alcun modo la sua affermazione.


《 Studio all'università e mi mantengo facendo fotografie al mio alter-ego, che poi vendo ad un giornale che mi descrive come una minaccia per la quiete pubblica. 》

 

 

A quell'affermazione il mutante si era limitato a scuotere la testa e a guardarlo con aria divertita mentre si riempiva la bocca di qualcosa molto simile a delle uova strapazzate con pancetta.

 

《 Non pensavo che uno come te potesse piacere a Wilson, però conoscendoti posso capire cosa lo attrae in te, e non si tratta solo del tuo aspetto. 》

 

 

Spidey non se la sentiva in alcun modo di approfondire la questione, non aveva voglia di pensare ai motivi per cui Wade poteva o non poteva essere attratto da lui. Non gli interessava nemmeno il parere del mutante al momento. Infatti, nello stesso momento in cui Wolverine aveva pronunciato il suo cognome, il cuore di Peter aveva iniziato a martellargli in petto per la preoccupazione.

 

《 Come sta?》

 

 

La voce gli era uscita leggermente incrinata dimostrando il suo vero stato d'animo nonostante lui cercasse di nascondere tutto dietro una patina di sicurezza.

 

《 Il carrello qui è per lui. Al risveglio avrà molta fame. Ho fatto abbassare le luci, svegliarsi in una specie di letto d'ospedale in una stanza illuminata a giorno non è il massimo per quelli che hanno avuto esperienze simili alle nostre. Ora c'è Banner lì dentro, sembra un bambino in un negozio di giocattoli. Vai a saperlo, curiosità scientifica.》

 

 

Logan aveva scrollato le spalle pensando a Bruce e al suo entusiasmo ma non era andato al punto. Nonostante dalle sue parole e dal suo atteggiamento tranquillo si potesse denotare che le cose stavano andando come dovevano e che tutto era nella norma. Peter, che non aveva avuto il coraggio di insistere, si era già avvicinato alle porte deciso a farsi scansionare la retina per ottenere il permesso ad entrare, quando Wolverine si era schiarito la voce ed aveva catturato la sua attenzione. Il castano si era voltato e lo aveva guardato aspettando che lui iniziasse a parlare.

 

《 Ragazzino, non è un bello spettacolo quello che vedrai lì dentro. Ho visto delle foto di Wilson prima di...-aveva fatto un gesto eloquente con la mani e poi aveva ricominciato a parlare- e non è affatto così. Vorrei solo che non illudessi, ecco. Perché nel caso in cui succedesse lui regredirebbe di molto e tutti i suoi progressi verrebbero vanificati. Comunque-aveva aggiunto con un tono molto meno grave- ti consiglio di fargli fare un bagno dopo, i muscoli fanno un male cane dopo la rigenerazione.》

 

 

L'eroe aveva annuito e non aveva aggiunto altro. Si era limitato ad avvicinare la retina allo scanner e a passare attraverso la porta a vetri. La stanza, rispetto al giorno prima, era immersa in una sorta di penombra. In un angolo si trovava un uomo di altezza media con una cartellina in mano che osservava la scena con aria interessatissima, tipica di un qualsiasi scienziato quando osserva un fenomeno nuovo che si sviluppa di fronte ai suoi occhi avidi di informazioni e colmi di meraviglia. Lentamente Peter aveva rivolto lo sguardo nella stessa direzione di quello del Dottor Banner. Nel momento in cui di fronte ai suoi occhi era apparsa la figura di un uomo nudo il giovane si era sentito infinitamente sollevato. Il dubbio irrazionale che il fattore rigenerante quella volta avesse fatto cilecca era rimasto nel Ragno e lo aveva tormentato. Ora, però, il suo cuore era colmo di gioia ed il giovane uomo non aveva potuto trattenersi in alcun modo dal desiderio di occupare la sedia accanto al suo letto. In quel momento Banner si era reso conto della sua presenza e gli si era avvicinato con passo tranquillo, cosa che cozzava molto con i movimenti “del ragazzone verde”.

 

《 Non ho potuto fare a meno di osservare il processo.》


 

Ovviamente Banner aveva capito subito che Peter era Spiderman, d'altronde era l'unica persona che aveva diritto ad entrare in quella stanza oltre agli altri Avengers dei quali lui conosceva già il vero aspetto.

 

《 Sta procedendo tutto molto bene. Credo che a breve dovrebbe svegliarsi, al momento penso che il fattore rigenerante sia sistemando le ultime cose riguardo al sistema nervoso periferico visti gli spasmi che ha avuto agli arti superiori ed inferiori.》

 

 

L'uomo aveva fatto per girare i tacchi ed uscire dalla stanza dando alla coppia un briciolo di privacy. Ovviamente ora tutti sapevano che tra lui e Wade c'era stato qualcosa. Infatti, nonostante fosse difficile da immaginare come cosa, gli Avengers adoravano i pettegolezzi riguardo i membri del gruppo e, sicuramente, i commenti riguardo al vero aspetto di Spiderman erano già stati espressi dagli altri Vendicatori.

All'ultimo lo scienziato si era voltato verso il giovane ed aveva indicato una bottiglia sul comodino di fianco al letto su cui giaceva il canadese.

 

《 Si tratta di una lozione per i grandi ustionati, potrebbe alleviare il dolore che gli procurano le cicatrici. Ovviamente in futuro potremmo aggiustare la formula in base alle esigenze di...Dead...Wilson.》

 

 

Con un cenno l'uomo era uscito e, finalmente, Peter aveva potuto guardare quel corpo con calma. Sopra al letto era stata posta una coperta simile a quella in cui il giorno prima Spidey aveva messo i resti del canadese. In teoria la coperta avrebbe dovuto essere richiusa come un sacco a pelo ma, in pratica, era aperta e tutto il corpo del Mercenario Chiacchierone era esposto. Il petto si alzava e si abbassava tranquillo, ogni tanto le sue membra erano colte da leggeri spasmi ma l'uomo non sembrava soffrire, anzi. Le labbra secche erano dischiuse e scoprivano i denti bianchi e perfetti che cozzavano con l'aspetto della sua pelle. Per Peter la vista dei bozzi e delle cicatrici non era nuova: le aveva viste sul suo corpo anche se in maniera nettamente minore. Il fatto che la situazione fosse la medesima su tutto il corpo del mutante, però, era terribile. Sovrappensiero il castano aveva preso una di quelle grandi mani e se l'era poggiata sulle gambe. I suoi occhi si erano fissati su una cicatrice che, lenta ma inesorabile, aveva iniziato a cambiare forma ed il giovane eroe non aveva potuto fare a meno di pensare a quanto dovessero far male quelle cicatrici in perenne movimento. Ora riusciva comprendere, anche se solo in parte, i motivi per cui Deadpool per un periodo era stato solamente un assassino che prestava i propri servizi al miglior offerente. Oltre all'infanzia difficile, alla perdita della propria famiglia (che lo aveva anche rinnegato) e del suo più grande amore. Si era ammalato di cancro, aveva incontrato un ragazzino che nel momento peggiore lo aveva mollato ed era entrato in un programma che aveva promesso di guarirlo e di dargli qualche superpotere fico. Invece lo avevano ridotto in un costante stato di dolore e, inoltre, lo avevano sottoposto alle peggiori torture per verificare i risultati del loro esperimento. Questo lo aveva portato alla schizofrenia che, sommata al disgusto che il canadese provava nei confronti del proprio aspetto, era davvero un mix esplosivo. Anche Peter al suo posto avrebbe perso la propria fiducia nel genere umano ed avrebbe sfruttato i propri poteri per arricchirsi e vendicarsi, aveva già rischiato di farlo anni prima spinto dal puro desiderio di rivalsa verso coloro che lo avevano preso in giro.

 

Mentre faceva questi ragionamenti, il castano aveva preso a disegnare inconsciamente dei disegni sul dorso della mano del suo ex ragazzo servendosi del proprio pollice. La trama della sua pelle non era spiacevole al tatto , e pareva che il suo corpo emanasse un calore leggermente più intenso di quello di una persona normale. Probabilmente quest'effetto collaterale era causato dal metabolismo accelerato ma per Peter, che in inverno era incredibilmente freddoloso, dormire con accanto una fornace non sarebbe stato affatto male, anzi. L'immagine di lui e Wade che condividevano il letto durante l'inverno non si era limitata al semplice sonno. Infatti, mentre il giovane uomo provava la lozione (che ironicamente aveva un odore dolciastro e leggermente agrumato) sulla mano dell'uomo ancora addormentato, immagini molto simili si erano fatte largo nella sua mente ed il ragazzo aveva pensato di far scivolare le sue mani coperte di olio sulle spalle larghe di Wade, poi più giù sui suoi pettorali scolpiti ed i suoi addominali ben definiti (Dio, quel six pack era una delle cose più sexy che avesse mai visto in vita sua!), infine verso la “V” del suo basso ventre e poi sul suo membro. Okay, Peter non aveva mai visto Wade nudo prima di Arma X ma aveva intuito che, oltre ad avere un volto meraviglioso, aveva anche un bel fisico. Quante volte aveva fantasticato riguardo al suo aspetto sotto quei camicioni orribili e deprimenti! Ed ora tutto era lì, in bella vista, ed era proprio come lui se lo aspettava. Alcune cose, soprattutto quelle riguardo cui lui aveva fantasticato di più (cioè le dimensioni di un certo organo), erano meglio di quanto il castano avesse osato immaginare e la cosa aveva creato un leggero...Problema alle parti intime del povero studente che si era trovato costretto a sollevare la coperta per coprire il Mercenario Chiaccherone dalla cintola in giù. Libero da quella distrazione Spidey era libero di osservare quel volto e di ritrovarvi lo stesso uomo di cui si era innamorato anni prima. Mentre lo osservava Peter non aveva mai smesso di massaggiare la mano che teneva tra le proprie e che toccava con infinita delicatezza, quasi che temesse di romperla o di danneggiarla irreparabilmente, la cosa era piuttosto ironica dato che l'uomo disteso di fronte a lui era di nuovo integro dopo essere stato divorato dalle fiamme. Via via che le smorfie che Wade faceva nel sonno si facevano più familiari, il sorriso sul volto del Ragno si ampliava insieme alla sua gioia.

 

Dopo un tempo imprecisato, le membra del canadese avevano iniziato a muoversi, stavolta non si trattava di spasmi ma di veri e propri movimenti che avevano uno scopo era, infatti, evidente che Wade si stesse stiracchiando. Consapevole di quello che stava per accadere il giovane eroe aveva iniziato ad agitarsi: il rossore delle sue guance era aumentato, i battiti del suo cuore erano aumentati, i palmi delle sue mani avevano iniziato a sudare e la stretta sulla mano del mutante era aumentata in forza tanto che l'uomo si era lasciato sfuggire un gemito di dolore.

 

《 Ugh...!》

 

Allarmato Peter aveva lasciato andare alla sua mano, spaventato all'idea di aver utilizzato la sua superforza inavvertitamente, e di avergli causato ulteriore dolore. Il senso di colpa si era fatto largo nel suo cuore ma il suo animo si era adombrato solo per qualche istante. Infatti quando il canadese si era voltato verso Peter spalancando i suoi occhi azzurro intenso il contenuto della mente del giovane genio si era cancellato. Per lui esisteva solo quello sguardo, lo sguardo dell'uomo che lo aveva amato, riempito di gioia e che aveva popolato i suoi sogni negli ultimi anni.

 

《 Peter..》

 

 

Era stato un sussurro appena percettibile sfuggito da quella bocca aperta per lo stupore di svegliarsi e trovarsi di fronte un viso caro che non si ritraeva di fronte alla sua faccia in preda al disgusto ma che lo guardava rivolgendogli il suo solito sorriso timido ed impacciato. Lo stesso che l'adolescente bistrattato aveva rivolto a quello che credeva un bel militare pronto a prendersi gioco di lui.

 

《 Buongiorno...》

 

 

Nonostante il suo quoziente intellettivo ben al di sopra della media e la sua lingua solitamente affilata quella era stata l'unica cosa che era riuscita ad uscire dalle sue labbra. Non era una delle cose più intelligenti da dire in quel momento, ma era un buon inizio. 

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