1 appartamento, 10 coinquilini, 30 avventure

di Nami93_Calypso
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Baby 5 e Monkey D Rufy sono ubriachi e Trafalgar Law ne approfitta ***
Capitolo 3: *** Edward Elric vuole chiedere un appuntamento a Sinon, ma qualcosa o qualcuno gli metterà i bastoni tra le ruote. ***
Capitolo 4: *** Winry ha una malattia imbarazzante. Soul l’aiuterà o se ne approfitterà? ***
Capitolo 5: *** Primo giorno di lavoro per Nami e CC. Si vedranno le mutande di Nami ***
Capitolo 6: *** Death the Kid e Baby 5 hanno una cotta per la stessa persona oppure una torta da finire ***
Capitolo 7: *** Rufy e Edward finiscono nei guai. Ci deve essere un piede di porco o un pappagallo o un cane impagliato ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Questa storia racconta le avventure (o forse sarebbe meglio dire disavventure) di dieci ragazzi, dieci giovani ventenni studenti e/o lavoratori part time che condividono lo stesso appartamento.
Ma chi sono queste persone? E, soprattutto, come hanno fatto a finire a vivere tutti nella stessa casa? Per saperlo dobbiamo tornare un po’ indietro….
Milioni e milioni di anni fa l’universo non era altro che… No va bè, non così indietro, scusate.
Tutto ebbe inizio da Monkey D Rufy, Edward Elric e Trafalgar Law. I tre ragazzi erano compagni di classe al liceo scientifico della loro città e una calda sera di maggio dell’ultimo anno si ritrovarono al solito pub per bere una birra e distendere i nervi dopo l’ennesima verifica o pomeriggio passato rinchiusi in biblioteca in vista dell’imminente esame di maturità. Come quei tre potessero essere amici rimane un mistero: bè, in realtà Rufy ed Edward erano davvero molto simili, al punto da portarli spesso a litigi infantili (su chi mangiasse di più, chi fosse più forte e via dicendo). Per quanto riguarda Law, invece, nessuno seppe mai spiegare come mai stesse in loro compagnia: forse gli faceva comodo avere qualcuno che ciarlasse in continuazione, essendo lui così taciturno, oppure seguiva il principio del “mi trovo amici più brutti/fessi/mediocri di me per fare bella figura”, oppure ancora meditava di vivisezionarli nel sonno. Bè, credo non lo sapremo mai (o forse sì…). Comunque! Parlando del più del meno si ritrovarono a discutere del loro futuro scoprendo così che tutti e tre volevano proseguire gli studi e che tutti e tre volevano frequentare la medesima università: la Comic University.
Ed era dannatamente attirato dalla chimica, Law voleva seguire le orme del defunto padre studiando medicina e Rufy non aveva la minima voglia di studiare ma il padre (e soprattutto il nonno) non avevano alcuna voglia di vederlo bighellonare per casa perciò si era ritrovato costretto a scegliere una facoltà e aveva optato per quella che gli sembrava meno impegnativa e cioè Scienze Motorie. Il cruccio di cui i ragazzi si lamentavano era che l’università distava quasi due ore di treno dalla loro città e nessuno di loro aveva la minima voglia di passare tutto quel tempo, per di più nell’ora di punta, schiacciati come sardine tra un ciccione puzzolente e una vecchia sorda che urlava ciarlando al telefono.
Iniziarono così a ipotizzare e a fantasticare sull’idea di prendere un appartamento vicino al campus universitario da abitare nel periodo delle lezioni, così da evitare le mille difficoltà del pendolare, e tornare a casa solo nel week end e nelle vacanze.
Questa potrebbe sembrare una di quelle idee che nasce spinta dall’entusiasmo del momento e, molto più probabilmente, dai fumi dell’alcool. Ma più passava il tempo e più i ragazzi si convincevano di questa possibile soluzione e, una volta terminato in maniera soddisfacente l’esame di maturità, si trovarono a casa di Law a impazzire sul sito dell’università (strumenti del diavolo creati apposta per scoraggiare gli studenti!) e tra vari annunci di affitti di case e appartamenti nelle vicinanze. Dopo ore e ore di ricerca l’unica soluzione possibile era un grande appartamento con 10 posti letto: essendosi mossi così tardi nelle ricerche era ovvio che non avrebbero trovato una soluzione che li soddisfacesse completamente.
Ora potevano percorrere due differenti strade: arrendersi e passare i futuri tre anni in treno tra ritardi e mezzi soppressi, oppure trovare altre sette persone che avessero il loro stesso interesse. Inutile dire che preferissero di gran lunga la seconda opzione.
Ognuno di loro si scervellò, scorrendo la rubrica del cellulare e le foto di facebook, alla ricerca di qualcuno a cui poter proporre quell’affare.
Law trovò subito un paio di persone da contattare.
La prima era CC, una sua carissima amica che conosceva da molti anni, anche se ultimamente si erano persi di vista. La ragazza non voleva che qualcuno conoscesse il suo nome perciò si faceva chiamare unicamente con le iniziali. Il moro lo conosceva ma rispettava la sua privacy. CC era una ragazza molto seria e intelligente, dal carattere solitario e diffidente ma, per uno come Law, era una delle poche persone con cui avrebbe condiviso volentieri l’abitazione; era una persona che rispettava gli spazi altrui. Sarebbe bastato prometterle che avrebbe mangiato pizza un paio di volte a settimana per convincerla (la pizzeria d’asporto della zona sarebbero impazzite di gioia!). La ragazza accettò subito la sua offerta: anche lei a settembre sarebbe andata alla Comic University per studiare Storia e non vedeva l’ora di fuggire da quella città che iniziava a starle stretta.
La seconda persona cui il moro pensò era Sinon, un’amica di sua sorella Lamy che aveva conosciuto in palestra. L’aveva vista solo in poche occasioni ma sapeva che aveva la sua stessa età e che sarebbe andata all’università per studiare psicologia. Per quel poco che la conosceva sperava che avrebbe avuto con lei la stessa fortuna che aveva con CC: anche lei sembrava una persona riservata e posata e, soprattutto, una ragazza forte e sicura di sé, niente tacchi e vestitini e pianti sul divano guardando Save the Last Dance ingozzandosi di gelato.
Un brivido freddo lo percorse pensando a chi avrebbero potuto trovare i suoi amici: non aveva la minima voglia di trovarsi a condividere l’appartamento con femminucce viziate, ma purtroppo non erano nella posizione di poter fare gli schizzinosi.
Rufy, dal canto suo, riuscì a trovare una sola persona interessata. Purtroppo condivideva con gli amici l’indole poco incline allo studio e l’unica persona che conosceva interessata all’università era Nami, la sua migliore amica. Appena l’aveva informata che sarebbe andato a vivere da solo aveva accettato al volo di accompagnarlo. Non lo avrebbe mai lasciato solo in quella situazione. Già se lo immaginava a morire di fame nella sua sporcizia perché incapace di fare qualsiasi cosa in casa! Per quanto potesse sembrare presuntuosa e prepotente in realtà era molto dolce e affezionata alle persone a cui teneva, spesso anteponeva il bene altrui al proprio. E, a proposito del bene del mondo, voleva studiare scienze ambientali per risolvere tutti i problemi climatici del mondo.
Anche Edward aveva pensato di coinvolgere la sua migliore amica, amica di famiglia che conosceva da sempre, Winry. Era una ragazza molto dolce e premurosa ma anche molto forte d’animo e sotto certi aspetti anche un po’ maschiaccio. Era stata felicissima quando aveva saputo il loro progetto: non voleva stare lontano da Ed. e poi anche lei aveva intenzione di frequentare la stessa università nella facoltà di Ingegneria Meccanica. La loro era la classica amicizia in cui entrambi provano qualcosa di più per l’altro, ma entrambi sono troppo stupidi per ammetterlo. Perché mai vivere una felice storia d’amore con un lieto fine? Meglio anni e anni di dubbi e paranoie! Ma questa storia avrà modo di approfondirsi con questa convivenza.
La seconda persona che il biondo riuscì a trovare fu un miracolo! Si trattava di Soul Evans che più che essere un amico era un semplice vicino di casa; come ho detto prima non erano nella posizione per fare i capricci. Per puro caso era venuto a sapere che il ragazzo voleva andare a vivere da solo. Studiare non rientrava proprio nei suoi piani ma era disposto a fare qualsiasi lavoro pur di andarsene di casa e potersi mantenere. Così anche lui si aggiunse alla combriccola. Per lui non era certo un problema non conoscere nessuno: era un ragazzo molto rilassato che solitamente andava d’accordo con tutto. Il suo motto era: vivi e lascia vivere.
Erano così riusciti a trovare otto persone in totale. Ne mancavano solo due ma i tre giovani avevano terminato le loro risorse. Fortunatamente i loro invitati no.
Nami riuscì a contattare Baby 5, una sua compagna di classe delle medie con cui era rimasta in contatto, che aveva interessi molto simili a quelli di Soul. Avendo studiato in un istituto alberghiero non aveva bisogno di altri titoli di studi per poter lavorare e la zona in cui l’appartamento era situato era rinomato per i numerosi ristoranti e pub e non avrebbe faticato a trovare un lavoro. E poi non vedeva l’ora di fuggire dal suo torbido passato e dalle cattive compagnie.
Anche Soul diede loro una mano. Contattò il suo migliore amico, Death the Kid, un ragazzo di buona famiglia che aveva intenzione di studiare Economia. Era una persona molto precisa e puntuale ma allo stesso tempo alla mano e umile. Ma ancora nessuno sapeva che sarebbe diventato un ottimo oggetto di studio per Sinon essendo leggermente ossessivo compulsivo.
E così erano riusciti a trovare dieci persone. Dieci persone con caratteri e abitudini diverse che tra loro non si conoscevano catapultate da un giorno all’altro a condividere qualche decina di metro quadro. Posso solo lasciarvi immaginare quanto sia stato difficile per loro gestire lo stress nelle prime sessioni di esami.
Ma fortunatamente questa storia è ambientata un po’ dopo. I nostri protagonisti sono già al secondo anno di università e si conoscono abbastanza da aver creato solidi legami tra tutti loro.
Ora non ci resta altro che vedere come scorrono le loro giornate.

 



Sproloqui di Calypso
Salve a tutti! Eccomi qui tornata tra voi con un progetto del tutto nuovo!
Vi avviso che queste note saranno un p’ lunghe…
Questa storia credo di averla iniziata tipo… un annetto fa, ma aspettavo di proseguire abbastanza con la stesura dei capitoli prima di pubblicare ma in realtà mi sono rotta di averla nel pc a far polvere e ho pensato che, forse, pubblicandola avrei avuto una spinta in più a continuarla. Gli aggiornamenti saranno a cadenza settimanale.
Come funziona questa challenge? Bisogna prendere 10 personaggi e assegnargli un numero (da 1 a 10) che servirà per costruire la storia; infatti la challenge prevede dei prompt con i numeri prestabiliti. Non so come spiegarmi perciò riporto il prompt di esempio
“6 e 8 hanno una relazione clandestina. 1 li scopre.”
Nel mio caso sarebbe uscito fuori
“Nami e Sinon hanno una relazione clandestina. Baby 5 li scopre”
E avrei dovuto scrivere un capitolo basandomi su questa affermazione.
I prompt sono totalmente slegati tra loro perciò l’effetto sarebbe una raccolta ma per evitare che sia proprio una cosa campata per aria (dato anche che i personaggi non provengono tutti dallo stesso contesto) ho pensato all’espediente di far convivere i nostri cari personaggi (anche se l’idea che 10 persone convivano, per di più semi sconosciute, è assolutamente assurda qui la fantasia e l’immaginazione possono esserci d’aiuto). Quindi risultato sarà un misto tra long e raccolta.
Avrete notato che, avendo voglia di sbizzarrirmi, ho preso personaggi da diversi anime e manga: One Piece, Fullmetal Alchemist, Soul Eater, Code Geass, Sword Art online II. Non mancherò di citarne altri oltre ai 10 prescelti.
Io sto pubblicando nella sezione di One Piece perciò non posso dare per scontato che conosciate tutti gli altri pg. Per tale ragione ho scritto questo primo capitolo introduttivo per presentare la situazione e descrivere brevemente i personaggi (poi i loro caratteri verranno fuori meglio nei vari capitoli). Spero non vi abbia annoiato troppo e non sia stato troppo stile elenco ma lo trovavo necessario.
Ci saranno molti riferimenti ai personaggi e alla loro storia originale che può essere una chicca in più per chi li conosce.
L’andazzo della storia sarà sul demenziale andante, quasi over 9000 direi. Io vi ho avvisato xD
Non posso promettere che nessun personaggio sia stato maltrattato durante la stesura.
Spero che questo mio esperimento possa in qualche modo piacervi
Ringrazio chi avrà il coraggio di proseguire con i capitoli :)
Alla prossima!



 
Prossimo capitolo:
1 e 7 sono ubriachi, e 5 ne approfitta.
Baby 5 e Monkey D Rufy sono ubriachi e Trafalgar Law ne approfitta

 

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Capitolo 2
*** Baby 5 e Monkey D Rufy sono ubriachi e Trafalgar Law ne approfitta ***


Avventura 1
Baby 5 e Monkey D Rufy sono ubriachi e Trafalgar Law ne approfitta

 
Law si chiuse a chiave la porta alle spalle. Accese la luce dell’ingresso e non si preoccupò troppo di fare rumore nel riporre chiavi e cappotto, consapevole di essere solo.
Nel week end lui e tutti i suoi coinquilini erano soliti tornare a casa dalle loro famiglie ma per lui ciò era stato impossibile dato il lavoro.  Era sabato sera e lui aveva appena finito il turno di tirocinio in ospedale.
Si consolò pensando che almeno si sarebbe goduto la quiete della casa, una volta ogni tanto svuotata da quei disgraziati dei suoi amici.
Ma non appena mosse qualche passo verso l’interno si accorse che qualcosa non andava; la luce della cucina era accesa.
Possibile che qualche idiota avesse dimenticato di spegnere tutte le luci? Chi se ne era andato per ultimo?
No, sentiva voci e rumori provenire dall’interno.
Sbuffò quasi irritato. Stava già pregustando una serata in solitudine: un bagno caldo, un libro, una bottiglia di rum. Vide il suo piccolo paradiso scomparire lentamente mentre si avvicinava alla cucina.
Aprì la porta socchiusa e vi trovò due persone sedute al tavolo.
-Torao! Sei tornato!- lo salutò Rufy entusiasta.
-Ciao Traffy!- fece altrettanto Baby.
Law li osservò corrugando le sopracciglia, trattenendosi a stento dall’imprecare per quegli insulsi nomignoli.
-Cosa ci fate qui?- domandò freddamente.
-Io dovevo lavorare oggi pomeriggio, l’altra cameriera si è messa in malattia all’ultimo momento- spiegò la ragazza portandosi un bicchiere alle labbra.
Solo in quel momento il nuovo arrivato si accorse della bottiglia di gin e i due bicchieri che erano posati sul tavolo; la bottiglia era già a metà. Osservò più attentamente i suoi due amici. Gote arrossate, sguardo un po’ vacuo. Ecco spiegato il loro entusiasmo nell’accoglierlo e il tono di voce un po’ più acuto del solito. Rufy era uno sprovveduto, non aveva mai imparato a reggere bene l’alcool e anche se Baby lo sopportava un po’ di più non era certo tra le migliori bevitrici del mondo. Se non erano già ubriachi marci poco ci mancava.
-Ace e Sabo passavano il week end fuori città con Bibi e Koala, non avevo voglia di tornare lì e stare solo- disse Rufy storcendo il collo per poter vedere Law che si trovava dietro di lui –E poi Nami mi ha obbligato a rimanere qui per studiare per l’esame di settimana prossima- aggiunse con un broncio versandosi altro liquido trasparente nel bicchiere.
Un guizzo attraversò la mente di Law. Forse la sua serata ideale era andata in frantumi ma poteva sempre trovare un modo per divertirsi.
-Lawuccio del mio cuore bevi insieme a noi!- quasi sbiascicò Baby avvicinando una sedia libera al suo posto. Gli stava servendo l’occasione su un piatto d’argento.
Prima di sedersi si avvicinò alla credenza per prendere una bottiglia di rum.
-Il gin lo lascio a voi- spiegò prendendo posto al tavolo, un po’ più lontano dalla ragazza rispetto a quanto lei avrebbe voluto.
Si da il caso infatti che in quel primo anno di convivenza Baby avesse sviluppato un certo interesse nei confronti di Law, interesse in nessun modo mai ricambiato. Era una ragazza troppo appiccicosa, superficiale e viziata per i suoi gusti. Ma fortunatamente riusciva a vedere una scappatoia in quella occasione.
Law versò del liquido ambrato nel suo bicchiere per poi riempire fino all’orlo quello dei suoi due amici di gin.
-Oh grazie Torao!- esclamò Rufy afferrando il bicchiere di slancio.
Era troppo facile. Quasi quasi si annoiava.
Quasi.
-Ti stavo finendo di raccontare- disse la ragazza giocherellando col suo bicchiere –C’era questo ragazzo al ristorante che non ha fatto altro che scrutarmi per tutta la serata! Anche quando non ero a servire al suo tavolo mi lanciava occhiate maliziose. E poi mi ha lasciato una proficua mancia e mi ha fatto l’occhiolino prima di uscire! Che dici, ci stava provando?- terminò prendendo una generosa sorsata.
Law soppresse a stento un ghigno. Qualche entità superiore era decisamente dalla sua parte quella sera.
-Boh può essere… magari aveva bisogno di qualcosa…- fece Rufy, un po’ confuso dalla situazione.
Baby aveva scelto proprio la persona sbagliata con cui confidarsi: quando si trattava di amore, come anche di altre cose, Rufy non ci capiva proprio nulla. Ma questo non sembrò destabilizzarla, forse complice l’alcool.
-Dici che… Aveva bisogno di me?- domandò sporgendosi verso di lui sopra al tavolo –Quanto vorrei avere un uomo che abbia bisogno di me, delle mie cure, delle mie attenzioni…. Un uomo dolce e tenero!- proseguì con aria sognante.
Era il momento giusto per colpire, per provare a togliersela di torno, perché anche se parlava con facilità di altri ragazzi quando si trovava tra quelle quattro mura assillava sempre e solo Law.
-Rufy ha bisogno d’aiuto per preparare l’esame. Ed è stato così dolce da rimanere a casa questo week end per non lasciarti sola- fece il moro con tono misterioso portandosi il bicchiere di rum alle labbra.
Rufy lo guardò stranito piegando la testa di lato: era ovvio che non avesse capito. Ma non era importante perché il destinatario del suo messaggio aveva capito benissimo.
Infatti Baby stava fissando Rufy con occhi spalancati e leggermente umidi e le labbra schiuse in un sorriso.
-Rufy… Tu… Hai bisogno di me?- fece con la voce rotta dall’emozione.
Attento a non fare il minimo rumore per non rompere quel momento magico Law si alzò recuperando la sua adorata bottiglia e uscì dalla cucina.
Una volta in corridoio si lasciò andare ad un ghigno di trionfo.
Forse per qualche giorno non avrebbe dovuto sorbirsi le moine di Baby 5.





 
Prossimo capitolo:
3 vuole chiedere un appuntamento a 8, ma qualcosa o qualcuno gli metterà i bastoni tra le ruote.
Edward Elric vuole chiedere un appuntamento a Sinon, ma qualcosa o qualcuno gli metterà i bastoni tra le ruote.

 

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Capitolo 3
*** Edward Elric vuole chiedere un appuntamento a Sinon, ma qualcosa o qualcuno gli metterà i bastoni tra le ruote. ***


Edward Elric:                                          Soul Evans: 


Avventura 2
Edward Elric vuole chiedere un appuntamento a Sinon, ma qualcosa o qualcuno gli metterà i bastoni tra le ruote.


-Ho bisogno di un consiglio- esordì Edward entrando nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando andare la borsa a tracolla carica di libri per terra.
-Avanti, come se fosse camera tua- rispose Soul pacatamente mentre le sue dita correvano ancora indisturbate sulla tastiera del pianoforte elettrico accostato alla parete.
Si da il caso, infatti, che quella in cui Ed era entrato era la camera che Soul divideva con Kid.
-E dai, non essere così formale- si lamentò il biondo sedendosi sul bordo del letto più vicino alla porta.
L’amico suonò ancora qualche istante prima di rivolgergli la sua completa attenzione, giusto il tempo di concludere il pezzo. Nessun musicista che si rispetti avrebbe mai lasciato un brano a metà.
-Sentiamo- disse, girandosi finalmente verso il suo ospite e rimanendo seduto sullo sgabello nero da pianista.
-Allora- prese a spiegare l’altro gesticolando –Questa sera un professore del mio dipartimento ha invitato i più bravi del corso ad una conferenza sull’alchimia. Capisci? Alchimia!! Ha invitato anche me!- esclamò entusiasta. Ed era un grande appassionato di chimica ed essere riconosciuto per la sua bravura era per lui un grande onore. In più l’alchimia era un argomento che lo aveva affascinato sin da bambino
-Bè questo non mi sembra un problema, tutt’altro- puntualizzò Soul inclinando leggermente il capo.
-Aspetta. La conferenza si tiene in un hotel molto lussuoso ed è seguita da una cena. Non so se capisci: una cena vera, con ventordici posate una per portata, con le tovaglie di lino bianco e i bicchieri di cristallo. Io non so come comportarmi!- spiegò Ed sporgendosi verso l’amico.
-Stai forse cercando da me lezioni di galateo?!- chiese l’albino scettico inarcando il sopracciglio.
Soul veniva da una famiglia molto raffinata, il che gli aveva permesso di sostenere gli studi di pianoforte, ma non condivideva a pieno tale qualità con gli altri componenti della sua famiglia. Certo, era sicuramente più educato a tavola di Rufy e Ed, ma forse Kid sarebbe stato più indicato per il ruolo.
-MI LASCI PARLARE??- le urla del biondo gli fecero perdere il filo del pensiero.
-Sull’invito c’è scritto che possiamo portare qualcuno se vogliamo. Tutti i miei compagni di corso che sono stati invitati oggi erano lì a vantarsi del fatto che porteranno le loro bellissime ragazze e che sono tutte molto chic e cavolate simili- disse il ragazzo.
-Ah, quindi è questo il problema- Soul ghignò leggermente spostando indietro la schiena fino ad appoggiarla alla tastiera –Non sai chi portare per fare bella figura-
-Esatto!- esclamò Ed prendendosi la testa tra le mani sconsolato –Devo assolutamente fare bella figura. C’è la possibilità che io possa fare la tesi con questo professore-
-Bè allora il mio consiglio è: non portare Rufy- lo schermì l’altro.
-Divertente- il biondo lo squadrò scettico.
-Avevo pensato a Winry. Lei sa sempre come comportarsi in queste occasioni e saprebbe anche darmi dei consigli sul momento. Poi è sempre gentile, educata, dolce…-
Soul cercò di rimanere il più possibile impassibile mentre Ed andava avanti inesorabilmente con la lista di buone qualità di Winry.
Ormai tutti in quella casa si erano accorti che c’era del sentimento tra quei due: tutti tranne loro due. Nonostante lo nascondessero sotto un costante strato di astio, prese in giro, scherzi, insulti amichevoli era ormai chiaro a tutti. Nonostante si maltrattassero costantemente vicendevolmente e parlassero male l’uno dell’altro, non in senso cattivo ma come persone che si conoscono da una vita fanno, entrambi nei momenti di bisogno riconoscevano l’importanza dell’altro e le sue caratteristiche positive. Proprio come stava facendo lui in quel momento.
-Peccato che non sia qui- proseguì Ed –è tornata a casa per dare una mano ai suoi a badare a sua nonna che si è ammalata-
-Le tue compagne di corso sono escluse?- chiese l’albino nel tentativo di aiutarlo.
-Non riuscirei ad avvisarle in tempo per sta sera. Anche perché a breve avremo un parziale.
-Perciò rimangono Baby, CC, Nami e Sinon- Soul incrociò le braccia riflessivo.
Era una situazione molto rischiosa. Tutti lì dentro si stavano impegnando nel tentativo di aprire gli occhi a Ed e Winry su ciò che provavano. Se lei fosse venuta a sapere che l’amico era andato ad una cena elegante con un’altra ci sarebbe rimasta molto male, nonostante l’irrazionalità della cosa. Aveva bisogno del consiglio di un’esperta per trovare una soluzione a quella situazione spinosa. Ma prima ancora che potesse fare qualcosa il biondo continuò.
-Baby sta lavorando, CC è a letto con la febbre alta e Nami ha un esame domani. Rimane solo Sinon-
Soul si figurò per un attimo nella testa l’immagine di Ed e Sinon in abito da sera e l’espressione adirata di Winry. Non voleva certo far scoppiare una guerra civile tra quelle quattro mura! Decise che era giunto il momento di intervenire. Si sporse verso la parete alle sue spalle e diede un forte colpo.
-Nami! Puoi venire qui un attimo?- fece ad alta voce.
La rossa aveva approfittato dell’assenza delle sue due compagne di stanza per rintanarsi in camera per una sessione intensiva di studio da giorno prima dell’esame.
Mentre Ed fissava l’amico con sguardo interrogativo sentirono dei passi in corridoio e dopo pochi secondi la porta si spalancò con un tonfo. Nami apparve sulla porta: capelli spettinati e stopposi raccolti alla bell’e meglio con una matita, viso struccato e solcato da profonde occhiaie scure, pantaloni della tuta e maglia da casa più grande di troppe taglie.
-Spero per te che ci sia un motivo valido per aver interrotto il mio studio- sibilò in un sussurro inquietante fissando Soul –Se non passerò l’esame di geologia a causa tua ti farò fare tutti i turn di pulizia per due settimane- sentenziò.
Da sempre Nami aveva preso il ruolo di capo nella gestione della casa, persino all’inizio quando non si conoscevano tutti.
-Ed stasera va ad un’importante cena lussuosa e deve portare qualcuno che gli faccia fare bella figura. Aveva pensato a Sinon- spiegò l’albino mentre le lanciava occhiate penetranti cariche di significato. Sapeva che lei avrebbe capito. Infatti vide ben presto una luce di comprensione illuminarle gli occhi spenti dal troppo studio. Teneva molto a Winry non avrebbe mai permesso a quell’idiota nanerottolo di rovinare tutto.
Nel frattempo Ed aveva continuato a portare gli occhi prima su uno poi sull’altra cercando di capire perché Soul avesse interpellato Nami per quella questione. Stava per chiederne il motivo quando Nami prese a parlare.
-Kid! Vieni qua un momento!- disse in direzione del corridoio prima di voltarsi verso Ed –Sinon non è adatta, non saprebbe comportarsi adeguatamente in una tale situazione- mentre parlava Kid arrivò alle sue spalle, intento a mangiare una mela. Non appena lo vide gli mise un braccio intorno alle spalle e lo fece entrare nella stanza senza troppi complimenti.
-Invece ci andrai con Kid- terminò la ragazza.
-Dov’è che andiamo?- chiese svogliatamente il moro mentre dava un morso al frutto.
-Cosa? Ma tutti gli altri porteranno le fidanzate, che figura ci faccio?- protestò il biondo alzandosi dal letto.
-Sicuramente una figura migliore- fece Nami –Kid è abituato a questo tipo di situazioni dato che il suo ricchissimo e potentissimo padre lo portava ad ogni cena o riunione a cui partecipava-
-Ma… non è una ragazza!- tentò nuovamente Ed. Come faceva lei a non vedere l’ovvio?
-Ma Sinon è più alta di te, faresti sicuramente una pessima figura-
-CHI HAI CHIAMATO MINUSCOLO FAGIOLINO???- si alterò Ed diventando paonazzo
-MI STAI FACENDO PERDERE TEMPO PREZIOSO PER LO STUDIO!-
-CHI SEI TU PER PRENDERE LE DECISIONI AL POSTO MIO?-
-SE NON LA FINISCI TI FACCIO PULIRE TUTTA CASA PER UN MESE!!-
La discussione andò avanti per un’altra decina di minuti mentre Soul sgattaiolava alle spalle della rossa per portare via Kid e spiegargli la situazione. Si concluse poi con la porta della camera delle ragazze sbattuta e Ed tramortito, con un occhio nero e pieno di bernoccoli sul letto di Soul.




Angolo di Calypso:
Buon giorno a tutti!
All'inizio del capitolo ho messo delle immagini di Ed e Soul così che anche chi non li conosce possa farsi un'idea mentre legge. Man mano che verranno fuori i personaggi nei capitoli inserirò anche le immagini degli altri.
Una cosa che dovete sapere per capire a pieno il capitolo: Ed è basso. Ma non diteglielo!! Detesta quando glielo si fa notare e quando lo si prende in giro e anche quando nessuno sta parlando della sua altezza si inalbera e se ne esce fuori che qualcuno l'ha offeso. Ecco spiegato il battibecco con Nami. Soul, invece, viene davvero da una famiglia di musicisti anche nella storia originale e suona il pianoforte.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e di ritrovarvi anche al prossimo ;)




 
Prossimo capitolo:
Winry ha una malattia imbarazzante. Soul l’aiuterà o se ne approfitterà?

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Capitolo 4
*** Winry ha una malattia imbarazzante. Soul l’aiuterà o se ne approfitterà? ***


Winry Rockbell                                                               Soul Evans 



 

Avventura 3
Winry ha una malattia imbarazzante. Soul l’aiuterà o se ne approfitterà?

Soul uscì dalla sua stanza sbadigliando sonoramente. Erano ormai le dieci: amava alzarsi tardi la mattina. Se poi, alzandosi, aveva la consapevolezza che avrebbe avuto la casa tutta per sé tato meglio.
I suoi coinquilini erano tutti usciti da un pezzo, chi per lezioni varie chi per andare a lavorare.
Si diresse in cucina dove trovò del caffè già pronto nella caffettiera. Se lo versò in una tazzina che pose sul tavolo e si preparò un paio di fette biscottate con la marmellata di more. Il tutto fischiettando allegramente.
Si preannunciava una giornata perfetta: il nulla cosmico! Avrebbe vagato per casa senza meta, facendo solo quello che gli andava di fare. Avrebbe suonato un po’, giocato alla play, mangiato, chiamato la sua fidanzata Maka e magari avrebbe anche sentito quello scappato di casa di Black Star su Skype, giusto per vedere se il suo migliore amico era ancora vivo e cosa combinava.
Finì di fare colazione e lasciò le stoviglie sporche nel lavello. Al massimo ci avrebbe pensato dopo.
Uscì dalla stanza per dirigersi in bagno quando sentì dei mugugni sommessi. Si arrestò, rizzando le orecchie, nel tentativo di captare nuovamente il rumore. Lo sentì nuovamente e capì che proveniva da una delle camere delle ragazze.
Cautamente vi si avvicinò, camminando in punta di piedi per non farsi sentire. Non sapeva cosa avrebbe trovato.
Arrivò davanti alla stanza e vide la porta socchiusa.
Deglutì, con la bocca secca. Se si fosse trattato di un rapinatore lo avrebbe affrontato anche a mani nude se necessario.
Si accostò alla porta e la spinse delicatamente per evitare di fare  il minimo rumore.
La stanza era totalmente buia, la tapparella abbassata e le tende tirate non permettevano alla luce di entrare.
Si infilò nella stanza guardandosi intorno aspettando che gli occhi si abituassero all’assenza di luce.
Fece un paio di passi avanti e si maledisse mentalmente quando sentì un’asse di legno sotto il suo piede scricchiolare.
-Chi è?- chiese una voce gutturale, quasi proveniente dall’oltre tomba. Soul percepì i peli della braccia rizzarsi dall’inquietudine.
Ormai riusciva quasi a vedere. Trovò un rigonfiamento su uno dei tre letti, indizio che qualcuno era raggomitolato sotto le coperte.
-Soul?! Pensavo foste usciti tutti- ripetè la voce femminile.
Il ragazzo alzò un sopracciglio sorpreso.
-Winry?! Ma non eri a casa di tua nonna?- chiese, rilassandosi.
Tornò verso la porta per accendere la luce.
-Ah sì… sono tornata un giorno prima. AHH!!!- la ragazza reagì alla vista della luce coprendosi con il piumone fin sopra la testa. Chissà da quanto era chiusa lì al buio.
L’albino osservò il bozzolo, incuriosito.
Qualcosa non andava. Non era da Winry oziare in quel modo. Di solito era sempre attiva, intenta ad aggiustare qualcosa o a inventare altro. E poi il suo timbro di voce era tutto meno che rassicurante.
-Win, tutto bene?- le chiese apprensivo.
-S-sì- rispose l’altra con la voce ovattata dalle coperte, voce che non convinse neanche per un istante il ragazzo.
Si avvicinò con passo deciso al letto e, senza preavviso, scostò le coperte con un gesto fluido.
Davanti si ritrovò una Winry spettinata con i capelli secchi come paglia, pallida come un cencio, gli occhi rossi iniettati di sangue, le labbra secche e bianche, gli occhi lucidi e il muco che le usciva dal naso. Aveva un pessimo aspetto. Rimanere impassibile e non ricoprire quella visione obrobriosa richiese uno sforzo enorme al ragazzo.
-NO! Non mi guardare!- strillò la ragazza tentando di recuperare il piumone per potercisi rimmergere.
-Si può sapere cosa ti è successo?- chiese l’altro cercando di non far trasparire il disgusto dalla sua voce. Non voleva farla soffrire più di quanto non stesse già facendo.
La ragazza smise di lottare con le lenzuola e si coprì il volto con le mani.
-Mi sono ammalata stando con mia nonna- spiegò con voce strozzata –Mi sono presa un febbrone da cavallo e sembro invecchiata di 20 anni! È come se i germi che colpiscono gli anziani fossero troppo potenti per noi!-
Soul sorrise con tenerezza. Winry riusciva a farsi apprezzare per la sua dolcezza e innocenza anche in quello stato pietoso.
-Non volevo che mi vedeste così…- continuò.
-Quindi pensavi di nasconderti a letto finché non fossi guarita?!- la canzonò.
-Sì… O avrei chiesto aiuto a Nami o a Sinon-
Soul sospirò: donne, troppo fissate con il loro aspetto.
-E poi… Non volevo che Ed mi vedesse… Mi prenderebbe sicuramente in giro!-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. Che scusa patetica. Non voleva farsi vedere perché si vergognava, non certo per altro. Non avrebbe mai voluto fare brutta figura davanti a lui.
La osservò ancora rannicchiata e con le mani a coprirle il volto.
Winry era davvero una brava ragazza. Non aveva intenzione di lasciarla in balia di se stessa. Era anche abbastanza certo che non sapesse minimamente come curare una febbre.
Con delicatezza le ripose il piumone sopra al corpo. La vide osservarlo attraverso uno spiraglio tra le dita.
-Vado a prenderti dei fazzoletti e dell’acqua fresca. Magari ti preparo anche del brodino caldo-
Le regalò un sorriso gentile prima di avviarsi verso la porta. Aveva già la mano sull’interruttore della luce quando si sentì richiamare.
-Soul- si voltò verso di lei –Grazie-

 
 
 
Prossimo capitolo:
Primo giorno di lavoro per 6 e 2. Si vedranno le mutande di 6.
Primo giorno di lavoro per Nami e CC. Si vedranno le mutande di Nami

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Capitolo 5
*** Primo giorno di lavoro per Nami e CC. Si vedranno le mutande di Nami ***


Sinon                        CC 




 

Avventura 4
Primo giorno di lavoro per Nami e CC. Si vedranno le mutande di Nami


-Ragazzi, cosa farete durante le vacanze di Natale?- chiese Sinon, tenendo tra le mani il suo tablet ed entrando nel soggiorno dove parte dei suoi coinquilini era raccolta.
Era tardo pomeriggio, appena prima di cena, l’orario in cui tutti rincasavano o erano a casa da un pezzo ed era più probabile trovare la casa affollata.
Edward e Kid se ne stavano sul divano a giocare alla play station schiacciando convulsamente i tasti dei joystick. Il biondo le lanciò un’occhiata di sbieco per evitare di distrarsi dal gioco. Sperava che l’amica non chiedesse di giocare. Gli aveva già fatto il culo a strisce più volte. Era troppo brava ai videogiochi per essere una ragazza.
Baby 5 se ne stava appollaiata su un bracciolo del divano affianco ad Ed guardando distrattamente la partita in corso.
Nami era comodamente seduta su una poltrona con la schiena appoggiata ad uno dei braccioli e le gambe appoggiate sull’altro sfogliando distrattamente una rivista di moda. Intanto CC occupava il tappeto con la schiena appoggiata al divano accanto alle gambe di Kid mangiucchiando le croste di una pizza: adorava la pizza e la mangiava in qualsiasi momento della giornata, anche poco prima dei pasti.
Appena Sinon entrò nella stanza le ragazze presenti le rivolsero la loro attenzione.
-Io tornerò a casa per le feste e poi sotto a studiare per gennaio- rispose Nami lasciando andare indietro la testa, sconsolata.
-Credo che anch’io tornerò a casa dai miei- disse CC senza aggiungere altro. Era sempre stata molto silenziosa e riservata. Non solo nessuno in quella casa conosceva il suo vero nome ma non sapevano nemmeno nulla riguardo i suoi familiari.
-Se non torno a casa i miei genitori e mio fratello mi odieranno. Si lamentano sempre che non mi vedono mai- fece Ed schivando un colpo di Kid.
-Già, anche mio padre. E poi magari passerò un po’ di tempo insieme a Liz- aggiunse l’altro.
-Ah sì, la tua fantomatica fidanzata. Se non ti sbrighi a presentarcela sarò costretto a credere che non esista- lo schermì il biondo. L’amico rispose uccidendo il suo personaggio nel video game con un sorrisetto sadico sul volto.
-Sapete per caso gli altri cosa fanno?- proseguì Sinon sedendosi sul bracciolo lasciato libero dalle gambe di Nami.
Nessuno si era accorto che Baby non aveva risposto alla domanda e se ne stava in silenzio a fissare il pavimento sperando che nessuno la interpellasse. La situazione a casa sua non era delle più rosee e non era certo invogliata a tornarvi, ogni volta era una sofferenza. Il suo padre adottivo, Doflamingo, raccattava tutti i teppistelli di strada solo per dargli un tetto sopra la testa mentre svolgevano affari loschi per suo conto e non per aiutarli a cambiare stile di vita. Tutti i suoi fratellastri conducevano un vita da criminali. Non che non volesse loro bene: aveva imparato ad apprezzarli perché erano stati gli unici punti fermi e luminosi nei suoi momenti di buio. L’avevano accolta con affetto senza fare domande. Funzionava così nella Donquihote Family. Eppure era andata via da quella casa per cercare di condurre una vita diversa, onesta, e tornare indietro non era mai facile. Sperava di poter evitare di tornarci ma, sentendo le risposte dei suoi coinquilini, non aveva nemmeno voglia di rimanere al campus da sola.
-Rufy torna dai suoi. Sabo mi aveva accennato a qualche gita che volevano fare assieme ad Ace…- fece Nami pensierosa.
-Anche Soul tornerà a casa, Maka non fa altro che rompergli le scatole già dalla fine dell’estate- spiegò Kid.
-Winry torna a casa con me- aggiunse Ed.
Sinon lanciò un’occhiata a Baby che le fece segno negativo col capo. La turchina decise di non indagare oltre, rispettava sempre la privacy altrui.
-E Lamy ha detto che Law tornerà a casa- concluse la ragazza sbloccando lo schermo del tablet.
-Ma come mai questo interessamento?- domandò CC chiudendo il cartone della pizza e appoggiandolo sul basso tavolino posto tra il divano e la televisione.
-Bè. Mi è arrivata un’offerta per una vacanza, una settimana bianca nelle prime settimane di gennaio. Dato che quasi tutti abbiamo da studiare pensavo che potessimo andare in vacanza tutti insieme per unire divertimento e studio, come facciamo sempre- spiegò con un sorriso. Si era davvero affezionata tanto a quello sconclusionato gruppo di ragazzi e ci teneva a passare un periodo di vacanza con loro che sarebbe stato sicuramente diverso dal periodo ordinario che passavano insieme in quella casa.
Sapeva però che molti di loro avrebbero voluto tornare a casa dai propri cari, lei stessa voleva rivedere i suoi migliori amici Lamy e Kirito. Lo sguardo un po’ distante di Kid le diede conferma di ciò. Ma fortunatamente aveva trovato una soluzione anche a quel problema.
Voltò il tablet verso i suoi amici mostrando loro così l’offerta.
-La casa che mi hanno proposto ha dieci posti, perfetta per noi- fece scorrere il dito sullo schermo verso sinistra –E, facendo una ricerca, ho visto che nelle vicinanze c’è un’altra casa da 10 posti nel caso in cui volessimo invitare qualcun altro insieme a noi-
Tutti i presenti si guardarono esterrefatti. Avevano davanti la possibilità di fare una bella vacanza in compagnia con i loro amici di sempre e i loro coinquilini. Tante volte era capitato di parlare agli uni degli altri e ora gli si presentava davanti l’occasione perfetta per farli conoscere.
-Bè, cosa stiamo aspettando?- Ed ruppe il silenzio alzandosi dal divano, un sorriso entusiasta in volto.
-Ci sto anch’io- gli diede man forte il moro.
-Anche io!- aggiunse Baby, radiosa.
Sinon sorrise senza riserve. Era contenta che la sua idea piacesse.
-Aspettate un attimo…- si intromise Nami titubante, torturandosi le dita imbarazzata –Quanto costa la vacanza?-
Si dava il caso che la rossa non aveva molti soldi da parte e non voleva gravare ulteriormente sulle spalle dei genitori.
La turchina stava per risponderle quando fu interrotta da CC.
-Non preoccuparti, Nami. Possiamo trovarci un lavoro. Ho già un’idea in mente-
La rossa la guardò con serietà soppesando le sue parole. Si fidava molto dell’amica e del suo senso di responsabilità perciò non ci mise molto a tranquillizzarsi e risponderle con un sorriso.
Finalmente nel salotto si respirava un’aria di tranquillità e di euforia. Tutti stavano già parlottando facendo piani e aspettative.
-Ed!- Sinon si girò verso l’amico, un luccichio assassino negli occhi –Facciamo una partita?-
Il biondo prese a sudare freddo.
 
Nami e CC si aggiravano tra gli scaffali dell’immensa biblioteca centrale dell’università con montagne di libri tra le braccia. Era il loro primo giorno di lavoro.
-Non c’era un altro impiego? Magari meno noioso?- chiese la rossa, bisbigliando.
-Era il migliore offerto dall’università, fidati. È flessibile con gli orari delle lezioni. E poi dai, non è tanto male- rispose l’altra.
A lei quel lavoro non dispiaceva affatto. Amava i libri e i posti silenziosi come le biblioteca. Avrebbe potuto stare li dentro per ore vagando tra le librerie e gli antichi volumi di storia. Qualcuno avrebbe potuto definirla una persona restia e solitaria ma lei non si sentiva mai sola quando era in compagnia dei libri.
Nami non rispose, non era certo nella posizione di potersi lamentare.
Osservò le etichette che contrassegnavano le sezioni in cui erano divisi i volumi e quando trovò quella che le interessava entrambe poggiarono i libri su un tavolo vuoto lì vicino. Confrontò il dorso di uno di essi con le diciture delle etichette. Il libro andava riposto nella mensola più alta.
Per quanto lei fosse alta lo scaffale lo era molto di più. Si guardo intorno alla ricerca di una scala e ne individuò una. Era una vecchia scala di legno a pioli, per niente rassicurante.
-Abbiamo i soldi per le lavagne elettroniche ma non per un scala decente- masticò tra i denti mentre si apprestava a prenderla e l’amica la osservava divertita.
La rossa appoggiò la scala allo scaffale e prese a salire con il libro sotto braccio mentre CC teneva la scala ferma dal basso. Ripose il libro al suo posto e stava per scendere quando l’altra la fermò.
-Aspetta, Nami. C’è un altro libro che va lì- fece allungandogliene uno che aveva appena preso dalla pila sul tavolo.
La ragazza lo prese e risalì i pochi pioli che aveva appena percorso. Cercò il punto giusto con lo sguardo e lo trovò un po’ più distante rispetto al punto in cui lei si trovava. Allungandosi un po’ ci sarebbe arrivata senza problemi. Si sporse verso sinistra e stava quasi per riporre l’oggetto quando il piolo sotto il suo piede si spezzò. Lei lanciò un grido per lo spavento e CC dal basso, vedendola sporta in fuori e temendo che potesse cadere, si affrettò ad afferrare la scala più in alto per mantenerla maggiormente salda ma nell’oscillazione non afferrò i lati di legno bensì le gambe dell’amica e accidentalmente le abbassò i pantaloni.
Nami se ne stava lì, aggrappato febbrilmente allo scaffale ancora temendo di cadere, con le chiappe al vento. Dal basso l’amica la fissava ad occhi sgranati incredula della situazione ridicola.
In quel preciso istante passò di lì un gruppo di studenti e studentesse che, richiamati dallo strillo della ragazza, alzò gli occhi nella sua direzione.
Dopo qualche attimo di silenzio uno di loro parlò.
-Graziose, le mutandine-
Il gruppo si allontanò tra le risate poco conformi al comportamento da tenere in quel luogo.
Questo fece riprendere la verde che si apprestò a rimediare al danno aiutando l’amica a tirar su i pantaloni mentre il voltò dell’altra prendeva una tonalità di rosso molto simile a quella dei suoi capelli.





Angolo di Calypso
Hola!
Avete visto come sono belle Sino e CC?! Io le adoro ^^
E nulla, volevo dirvi essenzialmente questo ahaha
Spero che la storia vi stia piacendo e che stiate riuscendo a capire un po i caratteri dei personaggi che non conoscete :)
Ringrazio tutti coloro che seguono, leggono e recensiscono la storia :)
Alla prossima!



 
Prossimo capitolo:
4 e 1 hanno una cotta per la stessa persona oppure una torta da finire.
Death the Kid e Baby 5 hanno una cotta per la stessa persona oppure una torta da finire

 

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Capitolo 6
*** Death the Kid e Baby 5 hanno una cotta per la stessa persona oppure una torta da finire ***


Death the Kid 



Avventura 5
Death the Kid e Baby 5 hanno una cotta per la stessa persona oppure una torta da finire
 

-Ben svegliati dormiglioni!-
Winry accolse i suoi due coinquilini che stavano entrando in cucina in quel momento con un caloroso sorriso. Baby 5 aveva tutti i capelli spettinati e solo per miracolo riusciva a vedere attraverso quella matassa aggrovigliata e nera; Kid varco la soglia con un sonoro sbadiglio e stropicciandosi un occhio.
-Buon giorno- bofonchiò Baby con la voce impastata di sonno prendendo posto al tavolo e sbattendovi sopra la faccia.
-Come mai una torta?- chiese il ragazzo appoggiandosi con la spalla al frigorifero.
Winry si tolse i guanti da forno e li ripose sul loro apposito gancio.
-A breve sarà il compleanno di Nami e ho pensato di fare una torta per la sua festa così mi sto esercitando.
La mora sollevò la testa per osservare il dolce. Si era alzata dal letto solo perché ne aveva sentito il profumo allettante altrimenti sarebbe rimasta a rigirarsi nelle coperte fino a mezzogiorno visto che la sera prima aveva lavorato. L’unica cosa che riuscì a capire fu che era al cioccolato, essendo marrone.
-A che cos’è?- chiese all’amica.
-Cioccolato e agrumi, visto che le piacciono tanto i mandarini- spiegò la bionda –Ma questo è solo un prototipo per vedere se il gusto è buono, quella vera sarà molto più grande e ricca di decorazioni.
Winry alzò lo sguardo sull’orologio da parete posto di fronte a lei.
-Cavolo! Sono in ritardo per la lezione di fisica!- e senza aggiungere altro corse fuori dalla cucina.
I due rimasti nella stanza si guardarono ancora un po’ intontiti prima di vederla riapparire sulla soglia con il cappotto indosso e la borsa sulla spalla.
-Fate una cosa: assaggiatela- disse mentre si aggiustava la sciarpa intorno al collo –E poi fatemi sapere com’è venuta, ok? Ciao!- e senza attendere una risposta era già uscita dalla porta d’ingresso.
Kid, che stava iniziando a svegliarsi completamente, si avvicinò al ripiano della cucina per prendere la torta e appoggiarla sul tavolo davanti a Baby.
-Dammi un coltello, faccio io- si propose lei.
Il ragazzo si avviò al cassetto delle posate e gliene porse uno.
Stava per sedersi quando si ricordò di prendere qualcosa da bere, nel caso in cui la torta non fosse venuta bene e fosse stata stopposa e difficile da mandare giù. Raramente aveva visto Winry alle prese con i fornelli perciò non sapeva cosa aspettarsi. Di solito maneggiava cacciaviti e chiavi inglesi.
Aprì il frigo e prese il cartone di latte e una bottiglia di succo per poi tornare verso il tavolo.
-AAAAAAH!- lanciò un urlo sovraumano portandosi le mani ai capelli lasciando così cadere le bevande, gli occhi sgranati dall’orrore e la bocca deformata in una smorfia di puro terrore.
-COSA C’è?- urlò di rimando la ragazza che, spaventata dalle grida dell’amico, aveva fatto un balzo sulla sedia e si era voltata verso di lui allarmata.
-C-cosa hai fatto?- chiese Kid indicandola con un dito tremante.
Baby sbattè le palpebre un paio di volte, disorientata. Che cosa gli era preso? Si guardò per capire se ci fosse qualcosa che non andava. Aveva il coltello in mano. Guardò lui, guardò il coltello. Cautamente spostò la mano per riporlo sul tavolo.
-Kid, va tutto bene- disse lentamente –ora lo metto giù-
Non sapeva perché dovesse essere spaventato da quella situazione ma quello era l’unico oggetto che poteva presumibilmente spaventarlo.
-Non il coltello- fece l’altro coprendosi gli occhi con le mani –La torta!-
La ragazza si voltò ad osservare il dolce. Aveva fatto appena in tempo a tagliarla a metà.
E un lampo di comprensione la colpì.
Non era perfettamente a metà. Una parte era di due millimetri più larga dell’altra.
Si diede mentalmente della stupida e soffocò un’imprecazione tra i denti. Era così assonnata che si era dimenticata del disturbo ossessivo compulsivo di Kid.
Si voltò verso di lui cercando un modo per poterlo calmare.
-È SPROPORZIONATA!- l’attaccò –NON è SIMMETRICA! NON MI SERVE NEMMENO UN RIGHELLO PER DIMOSTRARE CHE UNA PARTE è Più GRANDE DELL’ALTRA! COME FARò A MANGIARLA SE è IMPERFETTA?-
Mentre continuava con i suoi sproloqui Baby iniziò ad irritarsi. Odiava chi urlava di prima mattina e odiava Kid quando usciva fuori di testa. C’era un solo modo per farlo smettere. Senza dire nulla prese la torta e gliela spiaccicò in pieno viso, facendolo finalmente tacere.
-Così va meglio?!- chiese la ragazza con un ghigno malefico sul volto mentre spingeva sempre più il piatto sul volto dell’altro.
Il ragazzo, che fino a poco prima stava gesticolando animatamente, lasciò andare le braccia lungo i fianchi.
-Sì…. Grazie- le sue parole uscirono attutite da sotto lo strato di dolce.
La mora tolse il piatto e lo ripose sul tavolo osservando l’amico divertita.
-Ricordami di dire a Winry che è buona- fece lui prendendo con il dito un po’ di impasto dalla guancia per portarlo alla bocca prima di essere imitato dall’altra.
 




Angolo di Calypso
Buon salve a tutti!
Per chi non conoscesse il caro Kid (di cui vi ho messo un'immagine) sappiate che il poveretto soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo, infatti nella metà delle sue apparizioni in Soul Eater sta impazzendo perchp non ricorda se i quadri in casa sua fossero storti o dritti. Potete solo immaginare quanto quelle righe bianche in testa che lo rendino asimmetrico gli creino disagio.
Ci tenevo a ringraziare tutti coloro che leggono la storia e che si stanno appassionando a questa storia piena di demenzialità ^^ love u <3
Alla prossima!



 
Prossimo capitolo:
7 e 3 finiscono nei guai. Ci deve essere un piede di porco o un pappagallo o un cane impagliato.
Monkey D Rufy e Edward Elric finiscono nei guai. Ci deve essere un piede di porco o un pappagallo o un cane impagliato

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Capitolo 7
*** Rufy e Edward finiscono nei guai. Ci deve essere un piede di porco o un pappagallo o un cane impagliato ***


Avventura 6
Rufy e Edward finiscono nei guai. Ci deve essere un piede di porco o un pappagallo o un cane impagliato


Era sera, l’unico momento di pace che CC aveva per leggersi il giornale. Se ne stava comodamente seduta su una poltrona del salotto quando sentì u tonfo sordo di fronte a sé. Alzo lo sguardo in cerca della fonte del rumore.
-Ciao- la ragazza salutò Soul e Kid che avevano lasciato andare a terra i loro borsoni da calcio e si erano buttati sul divano con un’aria alquanto stravolta. Era talmente assorta nella lettura che non si era nemmeno resa conto che erano rincasati.
-Ehi, come è andata la partita?- chiese loro Sinon arrivando dalla cucina e fermandosi sull’uscio con uno strofinaccio tra le mani. Aveva appena finito di lavare i piatti e la cucina dopo cena.
-Male- disse semplicemente l’albino mettendo il broncio.
-Abbiamo perso- spiegò l’altro.
-Pff, mi sembra un eufemismo- continuò Soul –Ci hanno letteralmente stracciato! 11 a 0-
-E come se non bastasse facevano anche gli sbruffoni- aggiunse Kid.
Attirati dal chiacchiericcio anche Nami, Winry e Law si accomodarono in salotto. Vedendo le loro espressioni buie preferirono non indagare, non ce ne era bisogno.
-L’hai visto quel pagliaccio del 10 come si pavoneggiava ogni volta che scartava Ed?!-
-Perché il portiere?! Se la rideva ogni volta che ci avvicinavamo alla porta-
-Palloni gonfiati-
-E poi!- fece Kid agitando un dito in direzione di Winry e Nami ancora in piedi di fronte a lui –Loro avevano la tifoseria! C’erano un sacco di ragazze che si strappavano i capelli ad ogni loro buona azione! Non ci avrebbe certo fatto male un po’ di tifo-
Le ragazze presenti si scambiarono occhiate di commiserazione. Avevano già avuto occasione di vederli giocare e c’era da strapparsi i capelli, sì, dalla disperazione! Erano pessimi. Ed si scaldava ogni volta che qualcuno lo scavalcava insinuando che lo avesse appena offeso per la sua statura, Kid si muoveva a casaccio per il campo cercando di disporsi in maniera simmetrica rispetto agli altri giocatori, Soul continuava a ripetere quanto fosse figo non appena vedeva una ragazza a bordo campo (infatti credevano che l’infausto risultato di quella serata dipendesse anche dalla tifoseria avversaria) e Rufy correva su e giù per il campo non appena aveva il pallone dimenticandosi totalmente di andare in direzione della porta: probabilmente non gli erano molto chiare le regole del gioco. L’unico giocatore semi decente in quanto a forza e tecnica era Zoro, un amico di Rufy, ma sembrava avere seri problemi di orientamento persino sul campo da gioco.
-Contro chi avete giocato?- si intromise Law cercando di dirottare la conversazione. I due sconfitti continuavano a guardare le ragazze in cagnesco sperando di poter dare a loro la colpa delle loro disfatte.
-Boh, un gruppo della Cartoon University che era lì- rispose Soul accasciandosi contro lo schienale del divano.
Si da il caso che il gruppo di ragazzi una sera a settimana la impiegava in partite di calcetto in un centro sportivo poco distante il quale si trovava esattamente a metà strada tra la loro università, la Comic, e la Cartoon. Spesso chiamavano dei loro compagni di corso con cui sfidarsi ma a volte capitava che trovassero una squadra contro cui battersi direttamente lì.
-Scusate ma… Dove sono Rufy e Ed?- chiese Nami incuriosita dal fatto di non averli ancora visti rientrare per buttarsi su mezzo kg di pasta a testa.
-Boh… Dopo la partita non li abbiamo nemmeno visti in spogliatoio. Ci siamo stancati di aspettarli e ce ne siamo andati- rispose il moro.
-Già, in più non avevamo per niente voglia di rivedere quei citrulli- aggiunse il compagno.
Prima che qualcun altro potesse aggiungere altro il telefono di casa prese a suonare. CC, che era la più vicina, lo prese prontamente e rispose alzando gli occhi al cielo immaginando già di dover maleducatamente attaccare il telefono in faccia ad un insistente commesso di chissà quale call center.
-Pronto- rispose.
Dopo aver sentito la voce dall’altra parte riprese, portando gli occhi su Nami.
-No, non sono io. Chi la cerca?-
Sentita la risposta all’altro capo la ragazza sbiancò, per quanto le fosse possibile per la sua carnagione già chiara.
-Gliela passo subito-
Con gli occhi sgranati allontanò il cordless dall’orecchio ma invece di passarlo alla rossa, che già aveva allungato una mano incuriosita dalla sua insolita espressione, lo pose sul basso tavolino di fronte a lei e attivò il viva voce. Vedendo che tutti gli altri restavano in silenzio fece un cenno di incoraggiamento all’amica che poco stava capendo della situazione. Se cercavano lei perché tutti dovevano sentire?
-Emh… pronto?- disse un po’ incerta avvicinandosi al tavolino per farsi sentire meglio.
-Parlo con Nami Cokoyashi?- chiese una voce profonda e da uomo all’altro capo del telefono.
-Sì, sono io- rispose lei aggrottando le sopracciglia: non riconosceva quella voce.
-Salve, sono il rettore della Cartoon University-
A quelle parole tutti i presenti sulla stanza si misero sull’attenti per ascoltare la conversazione.
-Abbiamo avuto dei problemi con due suoi amici che hanno espressamente chiesto di contattare lei. Si tratta di Monkey D. Rufy e Edward Elric. Dovrebbe presentarsi qui-
Una vena prese a pulsare minacciosa sulla fronte della ragazza mentre un tic nervoso si impossessò del suo sopracciglio destro.
Intanto Winry si spalmò una mano sulla fronte, incredula, Sinon scuoteva il capo scoraggiata e Soul cercava di sopprimere una risata.
-Posso sapere che cosa hanno fatto?- chiese Nami cercando di non far trapelare dalla sua voce l’istinto omicida che la pervadeva.
-Si sono introdotti illegalmente nella sede dell’università e hanno rubato la nostra mascotte: Roudy, il cane impagliato-
Dopo un attimo di silenzio in cui nessuno osò dire nulla l’uomo riprese.
-Avremmo bisogno che lei venga qui a riprenderseli e garantire per loro-
-Ok, grazie. Arriverò appena possibile-
-Molto bene. A presto, allora-
L’uomo chiuse la comunicazione.
Nella stanza calò il silenzio interrotto unicamente dal segnale acustico del telefono che indicava che non c’era linea. Nessuno osava muovere un muscolo per spegnerlo. Stavano tutti fermi col fiato sospeso ad osservare Nami e i cambiamenti di colore del suo viso in attesa che scoppiasse.
Quegli idioti! Non solo avevano fatto una cosa totalmente stupida mettendosi nei guai ma erano stati anche così sconsiderati e sprezzanti del pericolo da chiedere aiuto a lei! Avrebbero potuto rivolgersi a chiunque altro! Winry, da brava mammina, dopo una furente tirata d’orecchi li avrebbe perdonati; Sinon sarebbe stata diplomatica e li avrebbe fatti uscire indenni da quel pasticcio; Soul e Kid si sarebbero precipitati ad aiutarli senza rinfacciar loro nulla.
Ah ma con lei non avrebbero avuto scampo! Gliel’avrebbe fatta pagare fino alla fine dei loro giorni!
Sapeva perché si erano rivolti a lei. Sapeva essere molto persuasiva con gli altri, soprattutto con le autorità, almeno tanto quanto incuteva loro timore.
Alla fine l’albino non ce la fece più e scoppiò in una fragorosa risata con tanto di lacrime agli occhi meritandosi così un’occhiataccia furente dalla rossa.
-Sono proprio degli idioti- buttò lì Kid cercando di mitigare la sua collera, per quanto fosse possibile.
-AHAHAH- proseguì Soul cercando di respirare tra una risata e l’altra –Per vendicarsi… hanno rubato… la loro mascotte! Ahahahahah-
-Ma che razza di mascotte è un cane impagliato? Macabro…- considerò CC mentre Winry si sedeva sul tavolino sospirando affranta.
-Quando  metteranno un po’ di sale in quella zucca?!- fece, scuotendo il capo.
Law se ne stava appollaiato su un bracciolo della poltrona su cui stava la verde ghignando divertito di fronte a quella scena e quell’evento.
Tale visione fece sbottare Nami più dei commenti degli altri e delle risate sguaiate di Soul. Con quella smorfia di sbeffeggio sembrava si stesse prendendo gioco anche di lei.
-Tu!- proruppe la rossa additando il moro –Vieni con me-
Trafalgar incrociò le braccia senza mutare espressione.
-Perché dovrei?!-
-Oh ci sono un sacco di ragioni per farlo!- spiegò lei portando una mano sul fianco e alzando un dito dell’altra –Perché se non lo fai te ne pentirai amaramente- un altro dito in su –Perché ho bisogno di qualcuno che mi fermi dall’ucciderli e, nel caso non ci riesca, che sappia rianimarli così che possa ucciderli di nuovo- terzo dito sollevato –E perché se il rettore ci farà problemi e io non riuscissi a persuaderlo tu gli faresti paura abbastanza da impedirgli di farci problemi-
L’interpellato alzò un sopracciglio incuriosito.
Ok, era tenebroso e solitario, misterioso e spesso adombrato, profonde occhiaie gli solcavano il viso e spesso era scorbutico con gli altri, ma da lì a dire che faceva paura ce ne passava.
-Io farei paura?!- rispose.
Vedendo che nessuno diceva niente volse lo sguardo intorno sperando di trovare una smentita. Ma vedendo che i suoi amici evitavano il suo sguardo e trovando addirittura cenni d’assenso da Sinon e CC, che avevano un’indole tanto simile alla sua, si arrese.
-E va bene, andiamo- fece con aria sconfitta alzandosi dalla poltrona e afferrando le chiavi della macchina.





Angolo di Calypso
Hello!
Quando sento le parole "cane impagliato" non posso non pensare a Toudy, il cane impagliato di Turk e JD in Scrubs (perchè non mi bastava che questa storia fosse già un crossover, no, devo mettere anche riferimenti di cose che non c'entrano nulla!)
Ringrazio tutti coloro che leggono e seguono la storia e chi la recensisce :)
Alla prossima!



 
Prossimo capitolo:
2 compra un regalo orribile per 6 e non è neanche impacchettato bene.
CC compra un regalo orribile per Nami e non è neanche impacchettato bene

 

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