A nuisance (with PMS)

di blu992
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pain in the ass ***
Capitolo 2: *** First Day ***
Capitolo 3: *** Second Day ***
Capitolo 4: *** Second day (2) ***
Capitolo 5: *** Third Day ***
Capitolo 6: *** Fourth Day ***
Capitolo 7: *** Fourth Day (2) ***
Capitolo 8: *** Fifth Day ***
Capitolo 9: *** Sixth Day ***
Capitolo 10: *** Sixth Day (2) ***
Capitolo 11: *** Seventh/Eighth Day ***
Capitolo 12: *** Eighth/Ninth Day ***
Capitolo 13: *** Tenth Day ***
Capitolo 14: *** Eleventh/Twelfth Day ***
Capitolo 15: *** One more day... ***



Capitolo 1
*** Pain in the ass ***




Strano, no? Ero lì a lavare i pavimenti, mentre ascoltavo Xdono di Tiziano Ferro, e mi salta in mente questa cosa. Che poi non c'entra nulla con i pavimenti e nemmeno con Tiziano Ferro.
Tra l'altro sono pienamente consapevole di avere ancora
Tangled da concludere. But don't worry, è stata già scritta. 
Godetevi quest'altro sclero di cui ho in mente una trama approssimativa e del finale nemmeno l'ombra. 


Info:

- Tutto canon fino alla fine della Stagione Quattro. Quindi probabilità di spoiler.
- Credo non ci siano altri avvertimenti. 






Stiles sa che durante il magico momento tra il sonno e la veglia non si è ancora totalmente coscienti dell'ambiente circostante. Ma sa anche, con una consapevolezza quasi certa, che si è addormentato a Gennaio, precisamente il dieci gennaio, e quel caldo è decisamente anormale. Resta ancora un po' con gli occhi chiusi, ma il suo cervello comincia a registrare informazioni che lo destabilizzano. Capisce di essere nel letto in camera sua, quello che sente è il suo cuscino, ne è certo. La seconda cosa che registra è la luce che entra dalla finestra, quindi è certo che sia mattina e che la sera prima ha dimenticato di chiuderla. Gli sembra tutto nella norma, tranne che per quel caldo asfissiante e quel peso che gli schiaccia la schi- Aspetta! Perché qualcosa gli pesa sulla schiena? Il suo piumone non è così pesante. E soprattutto il suo piumone non respira in modo così rumoroso. Si, perché quello che sente è un respiro, anche poco aggraziato. E la cosa non è normale, proprio no. 
 

Decide di aprire gli occhi, prima quello sinistro, dato che il destro lo tiene schiacciato sul cuscino. Si sente sollevato, è davvero in camera sua: quella è la sua sveglia di Star Wars, quella è la sua libreria. Ma quella non è la sua mano. No, per niente. Una la tiene sotto al cuscino, l'altra pende dal bordo del letto. Quindi quella che gli sbuca da dietro il collo non è proprio la sua ed è collegata ad un braccio che gli pesa addosso, anche quello non suo.  

Stiles realizza di essersi alzato di scatto e di aver urlato quando sente le urla della ragazza che occupa il suo letto e che fino a tre secondi fa occupava anche metà della sua schiena. 

- Tu chi diavolo sei? Cosa ci fai nel mio letto? Come sei entrata? Perché sei in casa mia? 

- Chi diavolo sei tu! E perché urli! Mi sono appena svegliata, fa silenzio! 

 

Stiles vorrebbe davvero fare silenzio, perché nell'altra stanza c'è suo padre e se vedesse quella ragazza lì, gli farebbe un interrogatorio fino al nuovo anno.  

Soprattutto perché la ragazza indoss- 

- Sei nuda? Oddio sei nuda! 

- Eh? Maniaco! Mi hai drogata e chissà cos'altro! Dammi il telefono, chiamo il 911. 

- Ti pare che se ti avessi drogata e fatto chissà cosa, ti darei anche il telefono per chiamare la polizia?  

- Vuoi tenermi prigioniera?! Oddio, ma dove diavolo sono! Tu chi sei?! 

- Ok, stiamo calmi. Sei tu ad essere a casa mia, nuda, nel mio letto. E, credimi, io sono sicuro di essermi addormentato ieri alle undici dopo aver cenato con papà. Ed ho cucinato io, quindi non c'erano sostanze allucinogene! Sei tu a dovermi dire chi sei. Cominciamo con le cose semplici. Come ti chiami? 

 

Confusione. È quella l'espressione che Stiles vede sul viso di quella tipa. La vede aprire un paio di volte la bocca per parlare, per poi richiuderla. Come se non sapesse la rispostaCosì si perde un po' ad osservarla. Ha I capelli lunghissimi e castaniprobabilmente le arrivano oltre la schienaAbbastanza alta, o almeno così gli sembra di capire da quello che esce dal piumone. Ha gli occhi verdi e le lentigginiDavvero carina, se non fosse per il fatto che già gli sta antipanica e che sembra non conoscere il suo nome... propositoancora non risponde, ma non è possibile, no? Deve sapere come si chiama. 

-Non...non lo so 

No, non lo sa. Ovvio, sarebbe stato troppo semplice. 

-Ok. Non lo sai. Io mi chiamo Stiles. Ricordi qualcosa? Tipo di come sei finita nel mio letto? Da dove vieni, o cose così? 

- Stiles sarebbe un nome? 

-Ehi! Io almeno so chi sono. Ti conviene rispondere alle mie domande, non sei nella posizione di insultare. 

- Calmo, calmo. Ok. Anch'io ricordo di essermi addormentata e stamattina ero qui, nuda. A proposito, mi daresti qualcosa da mettere? Qualcosa di decente, non sono abituata a vestire con quelle cose che hai addosso tu.  

 

L'avrebbe uccisa. In fondo nessuno sapeva che era lì, no? Sarebbe stato facile.  

- Mi perdoni, sua altezza, ma l'atelier è chiuso oggi. Prendi questa tuta e vestiti. Io vado in bagno. Quando torno vedi di ricordare qualcosa. 

 

 

(Ore 07:34) Scottie? C'è una tizia nuda nel mio letto. SS 

(Ore 07:34) Woooohooo! Grande! SM 

(Ore 07:35) Scott! Non so come si chiama e non l'ho mai vista! In realtà nemmeno lei sa come si chiama. SS 

(Ore 07:36) Cosa diavolo hai bevuto ieri sera? E con chi sei uscito? SM 

(Ore 07:37) Sono stato a casa! Stamattina mi sveglio e c'è quest'antipatica nuda a casa mia! SS 

(Ore 07:38) Wow. Credi c'entri il sovrannaturale? SM 

(Ore 07:38) Spero sia solo una pazza maniaca, ma è Beacon Hills. SS 

(Ore 07:39) Cavolo. Cerca di non farti ammazzare e portala da Deaton. Io torno tra tre giorni. SM 

(Ore 07:40) Lo so che torni tra tre giorni. Ma proprio ora dovevi andare in vacanza? Sei sempre stato a casa! Ma che Alpha sei!? SS 

(Ore 07:41) Mi meritavo un po' di relax con la mia fidanzata. Dai, chiamami se ci sono novità. SM 

 

Amici. Sempre utilissimi. E tra poco si sarebbe svegliato suo padre e Stiles avrebbe dovuto trovare una delle migliori scuse di sempre per giustificare quella- 

- Cosa diavolo stai facendo? 

- Non tornavi più. 

- E questo ti dà il permesso di frugare tra la mia roba? Esci dall'armadio! 

- Scusa, scusa. Allora? Scoperto qualcosa? A chi hai mandato messaggi? 

- Tu come diavolo fai a sapere che mandavo messaggi? 

- Questo non è importante. Ho fame. Nutrimi. 

- Hai sentito i tasti mentre scrivevo, vero? Lo sapevo, lo sapevo! Devo essere sempre circondato da animali! 

- Ehi, sono una ragazza, non un animale! 

- Si, certo. E hai le zanne e orecchie a punta, no? 

- Tu...no! 

- Stai mentendo. Sono bravo a capire quando i lupi mentono. Perché sei un lupo, vero? Ti prego non dirmi che sei un giaguaro, un coyote o chissà cos'altro! 

- Non sono un lupo! Sono un lupo mannaro!  

- Scusa, principessa. 

- Non usare quel tono con me! 

- Senti, dobbiamo uscire di qui prima che papà ci senta. Quindi alza il tuo sedere mannaro dal mio letto, prendi tutta la tua fierezza mannara e seguimi. 

- Dove mi porti? 

- Dal veterinario. 

- Dal cosa? Non sono un animale, idiota! E tra l'altro sto bene, non mi serve un dottore! 

- Qui il veterinario si occupa di mannari. È un emissario, sai di cosa parlo? 

- Si, vagamente.  

- Bene, andiamo. 

-Non facciamo colazione? 

-No. 

- Potrei sbranarti. 

- Per esperienza so che i lupi preferiscono le ciambelle a colazione. 

- Mi compri le ciambelle? 

- No. 

- Sei odioso, Strauss! 

- È Stiles! Sali! 

- In quella cosa? Ma sei impazzito? 

- Vuoi che ti leghi con una corda al cofano e ti costringa a corrermi dietro? Perché lo farei tranquillamente!




Eggià! Ho scritto davvero una cosa del genere.
Cosa ne pensate? 
E soprattutto...Chi è sta tizia?!

A domani con l'aggiornamento di
Tangled

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Capitolo 2
*** First Day ***



Buona lettura!



Uscire dal vialetto. Proseguire a destra per quasi un chilometro e svoltare a sinistra. Arrivare all'incrocio dove c'è la farmacia all'angolo e svoltare a destra. Proseguire diritto fino alla fine della strada. Entrare nello studio veterinario.
 

Stiles conosceva la strada a memoria, aveva già il percorso nella sua mente vedeva già se stesso entrare e spiegare tutto a Deaton. Quindi davvero non riusciva a spiegarsi cosa ci faceva al Rudy's Bar seduto di fronte alla sconosciuta e con una tazza di caffè tra le mani. Ma tutto si fa chiaro quando ricorda come lei ha messo le mani sul volante della Jeep per dirgli di accostare davanti al locale, facendo rischiare ad entrambi la vita. Beh, almeno a lui, lei a quanto pare è indistruttibile come tutti i mannari.  

Il fatto è che Stiles è umano e non ha proprio niente di indistruttibile, nemmeno i cogl- 

- Questa ciambella fa schifo. Dove mi hai portata? 

 

Ecco. Appunto. 

 

- Non ti ho portata da nessuna parte. Ti ci sei portata da sola qui dentro, e quasi quasi ci entravi direttamente con la Jeep. Dalla vetrata! 

- Oddio, ancora? Abbiamo solo sbandato un po'! Rilassati, sei troppo agitato e imbronciato. Tieni, mangia.  

- Non la voglio, e poi hai detto che fa schifo. 

- Ma dovrai pagarla anche se non la mangio. Mi hanno insegnato a non sprecare cibo. Pensa ai bambini poveri. 

- E perché dovrei pagare io? E soprattutto, chi ti ha insegnato?  

- Non lo so, qualcuno, boh. Comunque ovvio che devi pagare tu. Ricordi? Nuda! 

- Vorrei dimenticare. Dai, alzati, non ho tempo da perdere.  

 

 

 

Deaton vede Stiles e già sa che c'è ancora una volta qualcosa che non va in quella città. Pensa che prima o poi andrà in pensione e si trasferirà ad Honolulu. Ha sentito la voce del ragazzo già quando è sceso dalla sua auto, qualcosa del tipo "A cuccia!". 

Entra nello studio veterinario accompagnato da una ragazza che probabilmente ha la sua stessa età. Gli spiega cosa gli è successo appena un'ora e mezza prima; riesce a capire quasi tutto il discorso, tranne che per la parte dei "bambini poveri", lì si è un attimo perso. Crede di Dover porre qualche domanda per avere la certezza di aver capito bene.  

- Non vi conoscete, vi siete svegliati insieme, tu eri nuda e non ricordi nemmeno chi sei. 

- Esatto. Ed è antipatica, se la cosa può essere di aiuto. 

- Ok, smettetela di litigare. Se sei un lupo, posso visitarti, almeno per sapere se sei in salute o se c'è qualcosa in te che non va. Ok? 

- Mi deve visitare? Io non so nemmeno chi sia. Non mi metterà le mani addosso! 

- Senti...Sconosciuta. Ora lasci che il qui presente dottore ti visiti o, se necessario, ti leghiamo al lettino.  

- Tu però esci.  

 

 

(Ore 09:04) Fratello, novità? Sei andato da Deaton? SM 

(Ore 09:05) Ci sono ora. La sta visitando. Comunque è sicuro, è un lupo. SS 

(Ore 09:07) Bene. Cioè, male. Non farti azzannare. SM 

(Ore 09:09) Ci provo. SS 

 

 

-Stiles? Puoi entrare. 

 

- Allora? Scoperto chi è, perché è qui e soprattutto perché...perché la mia tuta è diventata un pantaloncino? 

- Faceva schifo. Ora va un po' meglio, ma voglio dei vestiti decenti. Questo tizio non sa nulla, so già di avere diciassette anni e di essere un mannaro. 

-Hai diciassette anni? Scusi, dottor Deaton, cos'ha scoperto? 

- Ha ragione lei. Solo la sua età e la sua natura. Dato che non ricorda nulla, suppongo sia un omega che ha perso la memoria. Si sarà infilata in camera tua perché li c'è sicuramente l'odore di Scott. Se lui fosse stato in città, probabilmente sarebbe andata direttamente a casa McCall. 

- Oh, che fortunato che sono! Puzzo pure di lupo Alpha! 

- Io in realtà non ho sentito proprio nulla. Cioè sento l'odore di questo qui, ma non sono ancora brava a riconoscere odori di persone non presenti. Questo lo ricordo.  

- Quindi non abbiamo fatto nessun passo avanti. Bene. Benissimo. Andiamo da Lydia.  

 

 

Quella situazione era veramente ai limiti del ridicolo. Non solo il suo migliore amico diventa lupo e si ritrova circondato da lupi e branchi. No! Ora gli piombano anche in casa nel bel mezzo della notte senza una motivazione plausibile. Deve andare da Lydia, gli serve un conforto da un'amica e deve chiederle dei vestiti. Non lo ammetterà mai, ma ha ragione la smemorata, non può andare in giro con una maglia di Captain America e un pantalone strappato. 

 

Uaaau! Questa si che è una casa! Già adoro questa Lisa! 

- Lydia! Dai, scendi. Dovrebbe essere a casa, non l'ho nemmeno avvisata. 

 

 

La faccia che fa la Banshee quando apre la porta di ingresso è un misto tra lo stupore e il disgusto. Guarda Stiles, chiedendosi cosa ci faccia lì di prima mattina e soprattutto senza avvisare. Non ha avuto nemmeno tempo per truccarsi. Poi guarda quella...è una ragazza, vero?  

 

- Stiles, dimmi che non hai trovato un altro coyote mannaro che è stato lontano dalla civiltà per otto anni! Chi è questa ragazza? 

- Ma la smettete di darmi del coyote? Sono un lupo, non so come mi chiamo, sono piombata in casa sua stanotte, nuda, e ho bisogno di liberarmi di questi vestiti. Voglio qualcosa che mi ricordi che sono una ragazza. Mi aiuti tu? 

- Entrate. 

 

 

È un sospiro di sollievo quello che ha sentito? Davvero quella tizia ha sospirato di sollievo guardando l'armadio di casa Martin?  

- Vai a cambiarti nel bagno, fa come se fossi a casa tua. 

- Se sapessi qual è casa mia ci andrei. 

 

Ha sbattuto pure la porta? Quella ragazza è simpatia ed educazione, non c'è che dire. A vedere la faccia della padrona di casa, deve pensarla allo stesso modo. Forse si sta già pentendo di averle dato i suoi abiti.  

- Stiles. Spiega. Ora.  

- Ti ha riassunto perfettamente lei. È tutto vero e non c'è altro. Sono già stato anche da Deaton e non ha saputo dirmi nulla, tranne che ha diciassette anni, che quindi ha un anno in meno a noi.  

- Quella è più piccola di me? Ma sembra una ventenne! 

- Credo sia il gene lupesco. Comunque Scott torna tra tre giorni e nel frattempo spero che le ritorni la memoria e che se ne vada. Già non la sopporto più. Può stare da te? 

- No! Non se ne parla. E poi questa settimana ci sono parenti di mia madre. Starà da te. Oppure mandala da Malia.  

- Da Malia? Vuoi che si sbranino a vicenda? Una che non sa avere a che fare con gli umani e l'altra...beh, pure.  

 

In quel momento la sconosciuta esce dal bagno della camera di Lydia e finalmente ha un aspetto quasi umano. La massa di capelli informe che teneva annodata alta è ora sciolta, dev'essersi pettinata. Ai vestiti di Stiles si è sostituito un abito corto, forse di lana. A Stiles quasi viene un colpo quando la vede. È davvero stupenda senza i suoi vestiti informi. Non si sente attratto da lei in "quel senso", ma quella ragazza è davvero, davvero bella.  

-La smetti di guardarmi con quella faccia da imbecille? 

 

Bella si, ma odiosa in egual misura. 

 

- Allora sei davvero femmina? Sai, non me ne ero accorto. 

- Mi hai vista nuda! 

- Appunto. 

- Ma- 

-Ehi, ehi, basta. Non abbiamo tempo per litigare. Stai davvero bene, non dargli retta. Ho una soluzione. Andiamo da Malia, prendiamo anche Liam e ti facciamo annusare. 

- Mi fate cosa? Da chi? 

- Ottima idea! Andiamo! 

 

Rotto. Il suo braccio forse è rotto. Stiles ne è quasi sicuro dopo che ha sentito quella morsa di acciaio stringersi sul suo polso e strattonarlo. Sente le lacrime agli angoli degli occhi per il dolore. Sente anche un ringhio, ma che c- 

- Tu! Spiega! 

- Malia, coyote. Liam, lupo. Ti facciamo annusare per vedere se dal tuo odore capiamo chi sei, da dove vieni e altre cose così. Ora mi lasci? Ci tengo al mio braccio. 

- Se ci tieni anche ai tuoi cuccioli, digli di non avvicinarsi troppi a me, però.  

 

 

Il silenzio nella Jeep è quasi rilassante. E la cosa preoccupa Stiles a dismisura. Non gli è mai piaciuto il silenzio, soprattutto se è tra se stesso ed un estraneo. Si sente sempre in imbarazzo e comincia a pensare a cosa dire, a cosa fare, suda le mani. 

 

- Stiles, hai saltato casa di Liam. 

 

Oh, vero, c'era anche Lydia. Ora va meglio. 

 

 

- Oh, Malia ci sei anche tu, meno male. Vedi, vi volevamo chiedere un piac- Cosa ci fai tu da Liam? 

- Siamo amici. Ti interessa, Stiles? 

- Certo che no. Dicevo, c'è una situazione di cui dobbiamo parlarvi. 

- C'entra quella lì? 

- Sedetevi. 

 

 

Nemmeno dieci minuti e Malia già adorava la sconosciuta. Forse i simili si riconoscono; non simili mannari, ma simili con problemi con l'umanità.  

Purtroppo, pero, l'idea di Lydia, seppur brillante, non aveva avuto seguito. I due mannari erano ancora troppo inesperti per riconoscere gli odori. Riuscivano a sentire solo il forte odore di Stiles, probabilmente dovuto al fatto che ci aveva passato la notte appiccicato.  

Dovevano comunque trovare una soluzione, pur se temporanea, al problema alloggio. E Stiles cominciava a ritenersi davvero vittima della sfiga. 

 

- Deve stare da te. È arrivata a casa tua, questo già dovrebbe essere un segnale, poi qui con me non può starci, mio zio mi farebbe troppe domande. E dubito tu voglia mandarla al loft con Malia. Da sole. 

- Grazie, Liam.  

- La smettete di parlare di me come se fossi un pacco? Posso esprimere un'opinione a riguardo?  

- Parla. 

- Grazie Sten. Allora, io starò a casa tua. 

- Non sai come mi chiamo e vuoi stare da me? 

- Ha ragione il piccoletto. Sono arrivata da te e da te resto. E poi mi piace stare lì, profuma di buono. 

- Quello è perché ieri ho lavato i pavimenti! 

- No, profuma di buono, non di lavanda. A proposito, cambia detersivo, io odio la lavanda. Ora andiamo a casa? Vorrei pranzare. 

- Ok, sentite. La porto da me e dico che è una cugina di Lydia, ma sappiate una cosa. Se la uccido, vi prenderete la colpa.  

 

 

È sempre stato così breve il tragitto da casa di Liam alla sua? Stiles crede che oltre ad una pazza, sia cascata nella sua vita anche una distorsione spaziale, perché non può essere già a casa e quella non può essere l'auto di suo padre. Cioè, se fossero le tredici, sarebbe normale, ma Stiles è sicuro di essersi svegliato meno di due ore fa! Perché il tempo passa così velocemente? E perché questa tizia ha- 

- Cosa diavolo stai facendo? Metti giù i piedi dal cruscotto! 

- Quanto sei noioso! Mi fanno male i piedi, queste scarpe sono torture! 

- Quando arriviamo a casa te le togli. Per ora tieni i piedi a posto! Non hai detto che qualcuno ti aveva insegnato l'educazione? 

- Forse mi sono sbagliata. Sai, la perdita di memoria.  

- Dio, ti ucciderò. Prima però ripetimi cosa devi dire quando entriamo. 

- Salve, Sceriffo. Sono la cugina di Lisa, Olympia. Mi dispiace crearle disturbo, ma non c'è abbastanza posto nella sua mega villa e sono stata mandata qui. Se per lei è un problema, andrò sotto a un ponte. 

- Se eviti la parte del ponte e ti ricordi che è Lydia e non Lisa, andrà meglio. 

 

Lo sceriffo era tornato da pochi minuti e al momento aveva la testa nel frigo per cercare qualcosa di commestibile. Il suo adorato figliolo non gli aveva detto che sarebbe uscito, altrimenti avrebbe comprato qualcosa da mangiare di ritorno dal lavoro.  

- Papà molla quei wurstel, c'è il pollo sotto al forno. 

- Oh, sei torn- Salve. 

- Salve, Sceriffo. Sono una cugina di Lydia. C'è una riunione di famiglia ma io non avevo un letto. Suo figlio mi ha gentilmente ospitata, spero che per lei non sia un problema.  

- Respira, ragazza. Cominciamo d'accapo, come ti chiami? 

- Olympia. 

- Ok, se proprio non puoi stare dai tuoi parenti, va bene. Abbiamo una camera per gli ospiti, ma Stiles dovrà dare una pulita. 

- Si, già mi ha detto che passerà tutto il pomeriggio a pulire per farmi stare a mio agio.  

- Ok, allora per ora pranziamo, Olympia. 

- Mi può anche chiamare Olly. 

- Ok, e tu chiamami John, e dammi del tu.  

 

Tutto quello era sconcertante. Suo padre che accettava senza battere occhio, la sconosciuta che sembrava totalmente diversa dalla ragazza antipatica ed odiosa che gli era piombata addosso quella mattina. E cosa vuole suo padre? Perché gli sventola una mano dav- Oh. 

- Scusa papà, dicevi? 

- Dicevo che Olly ed io abbiamo fame la aiuti ad apparecchiare? Dai, mangiamo in fretta così puoi andare a pulire la stanza. 

-Pulire cosa? Quale stanza? 

Olly ha detto che le hai detto che avresti pulito la stanza degli ospiti. Non puoi ospitarla e farla dormire nella polvere. 

 

Cosa aveva detto sulla ragazza di quella mattina? Era scomparsa? Beh, rieccola. Lei, la sua faccia da schiaffi, la sua voglia di farlo imbestialire e un ghigno malvagio. Gli sta davvero ghignando? Lo sa che è inquietante? 

 

- Mangiamo.  

 

 

- Quindi sei una cugina di Lydia? Da parte di madre? 

- No, di padre. Sono stata adottata neonata perché i miei genitori biologici erano morti in un incidente.  

- Oh, mi dispiace. E sei figlia unica? 

- Si, John. Come Stiles. 

- Capisco. E non hai portato nulla qui con te? Non ho visto valigie o borse.  

- Le prenderemo oggi pomeriggio da Lydia, vero Stiles? In realtà è una fortuna che ci sia tu, sono tre valigie grandi, molto grandi. Ho un sacco di vestiti. 

- Beh, sei una ragazza. Qui c'è abbastanza spazio, noi due occupiamo pochi mobili, vero figliolo? 

- Mh. 

 

Stiles aveva capito. Eccome se aveva capito cosa volesse intendere quell'arpia. Quel discorsetto di vestiti e valigie aveva acceso una spia nella sua mente. Lampeggiava ed era multicolor. Diceva SHOPPING CON I TUOI RISPARMI. Era sicuro, che se quella non fosse stata la sua vita, ma un cartone animato, gli sarebbe uscito del fumo dalle orecchie. Probabilmente anche dal naso.  

Voleva la guerra? Lui era esperto di guerra. Contro gli zombie nei videogiochi, ma sempre di guerra si trattava.  

- Papà, abbiamo dei guanti da qualche parte, vero? Quelli di gomma. Olly ha detto che per fare prima mi avrebbe aiutato con le pulizie, ma non voleva spezzarsi le unghie. 

- Ma certo! Sono lì, nell'ultimo cassetto. Andate pure, faccio io qui con i piatti.  

- Sicuro, John? Potrei darti una mano o tenerti compagnia. 

- Andate, andate. State tra giovani.  

 

Prendi questa, stronza! 

 

- Stiles? Io...davvero vorrei aiutarti, questa stanza è messa male, ma ho...ho mal di testa. Credo dipenda dalla perdita di memoria, da questa sensazione. Mi...mi dispiace. 

 

No, no e no! Non mi freghi! Non farai la vittima degli eventi sovrannaturali davanti a me! 

 

- Olly, o come diavolo ti chiami, non ti credo per niente. Sono il maestro delle scuse. Alle elementari ogni tre giorni avevo un dolore diverso per non andare a scuola. 

- Ma...non...io non so chi sono! Mi sento così... 

 

Sta piangendo? Sta davvero piangendo? Ok, forse è stato troppo duro, è pure sempre una ragazza ed è davvero la vittima in tutto ciò... 

 

- Ehi, respira, ok? Va a metterti in camera mia e riposa. Ti dirò quando ho finito. 

 

EH!? Un bacio sulla guancia? E perché diavolo sorride? 

 

- Siete sempre così ingenui voi maschietti. Buon lavoro Steve! 

- È STILES! 

 

Si è fatto fregare. E in più si dà dello stupido perché ha appena chiesto alle pareti di non fare parola con nessuno di questa sua disfatta.  

 

 

Polvere? Quella suo padre la chiamava polvere? Stiles avrebbe giurato di aver visto un patuffolo di quella polvere camminare e nascondersi sotto al letto per non essere cattura- Ma che cazzo?! 

And we danced all night to the best song ever 
We knew every line 
Now I can't remember 
How it goes but I know  
That I won't forget her 
'Cause we danced all night to the best song ever 
I think it went oh, oh, oh 
I think it went yeah, yeah, yeah 
I think it goes… *

- TU! Non avevi mal di testa? E cosa diavolo stai ascoltando?! 

- Stanford! Mi è passato! C'era il tuo letto, il tuo computer! E non potevo non saltarci sopra e ballare! Ho cliccato un po' qui e lì ed è saltata fuori questa! Non ti piace?! 

- Non mi piace il fatto che io stia di là a pulire e tu qui a fare finta di star male!  

- Da, balla con me! 

- Ehi, ehi, giù le mani. Ehi! Lasciami! 

 

 

Gli aveva davvero afferrato i fianchi e glieli stava scuotendo? Ma per cosa l'aveva preso, per una bambola? E poi che diavolo di ballo era quello!? 

 

- Dai, Sheldon! Siamo partiti col piede sbagliato!  

- Smettila di ballare, mi stai- I tuoi capell- MI STAI FACENDO MANGIARE I TUOI CAPELLI! 

- Oh, scusa! Ora li lego! 

- No, ora andiamo a prendere i tuoi vestiti. Ho finito di là. 

- Ma non ho vestiti da nessuna parte. 

- Credi che non lo sappia? C'ero anche io stamattina. Andiamo in qualche negozio. 

- Shopping? Yeeee! 

- Punto primo: Andremo in un negozio economico. Punto secondo: Ho davvero pochi soldi. Quindi compreremo lo stretto indispensabile. Punto terzo: La biancheria andrai a comprarla con Lydia.  

- Punto quarto: Mi servono degli assorbenti. 

- Questa informazione potevo anche non averla. Prenderai anche quelli con Lyds.  

- Il fatto è che non avendo memoria, potrei avere il ciclo in qualsiasi momento. Tipo anche tra tre secondi. Non che io abbia qualche dolore, ma sai, queste cose a volte sono improvvise. 

- No! Non so! E smettila, non voglio sapere! 

-Uffa! Voglio anche delle scarpe, basse e comode. Non questi cosi infernali.  

 

 

Ma se questa tipa non aveva memoria, perché mai doveva passare tutto il tempo in auto a cantare canzoni che non conosceva, sbagliando ovviamente tutte le parole? E per di più stonando! 

Per non parlare della tortura che era stata per Stiles aspettare che lei scegliesse quattro maglie, tre pantaloni, una gonna, delle scarpe da ginnastica, una sciarpa e un giubbino. Una sciarpa con sopra degli unicorni, tra l'altro. Che Stiles trovava adorabili, ma questa informazione preferiva tenerla per sé. 

 

Lydia li stava aspettando sotto al portico di casa propria, già con le chiavi della sua costosissima auto in mano. 

- Ehi, Lyds. Grazie ancora! 

- Per te questo ed altro, Stilinski. Dammi i soldi per lo shopping.  

- Tieni. Non spendere tutto, ti prego! La riporti tu da me? Io passo al supermercato e poi vado a casa. 

- Ok. Vieni cara, vediamo come possiamo risolvere anche il pasticcio che hai in testa. 

- Lyds, non ho intenzione di pagarle un parrucchiere! 

- Oh, quello lo offro io. I miei occhi soffrono nel vedere questa specie di treccia di Rapunzel. Li hai mai tagliati in vita tua? 

- Non ne ho idea, ho perso la memoria, ricordi? E comunque non voglio tagliarli, mi piacciono. 

- Scioglieremo solo i nodi per liberare eventuali bestie accampate lì dentro. Ciso, Stiles! 

- Ciao! State attente e cercate di passare dalle parti della panetteria, papà sta tenendo un posto di blocco lì. Così vi vede e crede di più alla balla che gli abbiamo raccontato! 

 

 

Silenzio. È davvero così bello stare in silenzio? Forse è questo quello che intende suo padre quando gli dice di prendere un respiro e tacere. Ma lui di sicuro non è come quella ragazza, luo sa contenersi. Ed apprezza il silenzio. Lei di sicuro no. 

 

~ Chiamata in arrivo da Scottie 

 

Ecco, come non detto... 

 

"Ehi, Scott!" 

"Amico! Novità?" 

"Nulla. Ancora una sconosciuta smemorata" 

"Vuoi che annulli la vacanza? Davvero, nessun problema" 

"No, lascia stare. Goditi il tuo riposo da Alpha con la tua dolce metà. Sembra innocua. Antipatica, ma non pazza omicida" 

"Sicuro? Sai, le pazze sanno nascondersi, sanno fregarti...cose così" 

"MI chiamo Derek Hale?" 

"No" 

"Ecco. Quindi tutto bene" 

"A proposito, vuoi che lo faccia venire lì? Magari ne capisce qualcosa" 

"No, non sappiamo nemmeno dov'è. Lascialo perdere" 

"Io lo so dov'è" 

"Eh? E perché?" 

"Perché l'ho chiamato per chiederglielo, semplice" 

"Giusto, semplice. Comunque tranquillo, è tutto sotto controllo" 

"Oooook! Scusa amico, Kira mi aspetta in piscina. Ci sentiamo, salutami tutti!" 

"Ok, ciao!" 

 

 

Tre ore. Era da tre ore a casa, aveva finito di pulire, aveva messo in ordine anche la propria camera, aveva perfino preparato la cena e suo padre era tornato da mezz'ora. Ma nessuna traccia della sconosciuta. Olly. Dovrebbe abituarsi a chiamarla così, chiamarla smemorata davanti a suo padre avrebbe creato qualche problema. 

 

- Stiles, quella ragazza cena con noi? Mi sta simpatica, sai? Sicuro che non ci sia qualcosa tra voi? Devo chiuderti a chiave in camera stanotte? 

- Padre! Vorresti chiudermi in camera mia col rischio di intrappolarmi in caso di pericolo?! Ma che padre sei! E poi, no, non mi piace nemmeno. In realtà non la sopporto. Quindi nessun pericolo. 

- Non la sopporti? 

- No. Parla sempre, fa battute sarcastiche senza senso e mi tratta male! 

- Sareste fatti l'uno per l'altra...Oh, eccola, sta arrivando alla porta.. Ciao, Olly. 

- Ciao John! Com'è andato il lavoro? Io ho fatto spese con la mia adorata cuginetta dai capelli biondo fragola. Lei ci tiene a questa definizione. Ha anche dato un senso ai miei di capelli. Dice che hanno il colore del cioccolato al latte, lo pensi anche tu? 

- Oh, beh, potrebbe. Comunque tutto bene al lavoro. Ora sediamoci, Stiles ha preparato la cena. 

- Quel ragazzino sa cucinare? 

- Questo ragazzino ti ha fatto mangiare anche a pranzo. Siediti, strega! 

- Infatti faceva tutto schifo. 

- Va a letto senza cena allora! 

- E chi sei? Mio padre? Dai, su, che ho fame! 

- Ragazzi, ragazzi! Stop! Mangiamo in silenzio. 

 

 

E in silenzio aveva lavato anche i piatti, aveva messo a posto la cucina e in silenzio si era chiuso nella propria stanza con il portatile appoggiato sulle ginocchia, seduto sul letto, per fare qualche ricerca su: Smenorate con capelli lunghi e carattere di merda. Google gli aveva suggerito solo una pagina di incontri. Chi diavolo scriveva "carattere di merda" nella propria descrizione?  

Si era fatto tardi, la ricerca non aveva dato frutti e il cuscino era sempre più comodo. Avrebbe ripreso domani, oppure sarebbe stato così fortunato e quella sarebbe sparita durante la notte, così com'era apparsa nel suo letto. Nel suo letto che era diventato improvvisamente gelid- 

- Cosa stai facendo? LASCIA IL MIO PIUMONE! 

- Scusa, credevo dormissi... 

- Oh, no. Il broncio non funziona ora. Va a dormire e lascia la mia roba. 

- Non...non sto fingendo. Giuro. 

- Non ti credo Miss Smemorata. Va a dormire. 

- Stiles... 

- Uffa! Che c'è? 

- Posso prendere la tua coperta? 

- Hai freddo? Ti ho detto che nell'armadio ne trovi altr- 

- Non era la casa. Cioè si lo era, ma non proprio. 

- Spiegati, metti soggetti e complementi.  

- L'odore che mi faceva stare bene. Era casa tua, si, ma perché ci sei tu dentro. 

- Il mio odore ti calma? 

- A quanto pare si... È imbarazzante. 

- Si lo è. Ma è anche divertentissimo! non potrai più mostrarmi le zanne, ti sono necessario! 

- Posso...posso prenderlo allora? 

- Ooook! Portamene un altro però, non voglio gelare. Domani però andremo da Deaton e gli diremo questa cosa.  

- Ok. G...grazie. 




Allora? Eh? Eh? Avete capito qualcosa in più sulla sconosciuta?

Prometto che domani avrete l'aggiornamento Tangled! 

Ah, la *canzone è Best Song Ever


<3

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Capitolo 3
*** Second Day ***



Buona lettura!




- Smettila!
 

 

Aveva in mente lo stesso percorso del giorno precedente Stiles. La strada per arrivare da Deaton era sempre la stessa, ma si era ritrovato nello stesso bar della mattina prima, con lo stesso caffè e davanti la stessa ragazza affamata.  

Ragazza che ora continuava a premere tasti a caso sullo stereo della sua amata auto fermandosi solo su canzoni spaccatimpani. Giusto genere musicale per le nove di mattina. 

Si era prefissato di svegliarsi presto, di fare una doccia rilassate, di preparare la colazione e di andare dal veterinario. Un piano semplice e perfetto. Ovviamente non aveva realizzato nemmeno uno dei passaggi. 

Appena sveglio si era diretto verso il bagno trovandolo occupato dalla smemorata che canticchiava la canzone che aveva ascoltato il pomeriggio dal suo computer. Le aveva ripetutamente chiesto di uscire e permettergli di lavarsi, ma non c'era stato modo di farla ubbidire. 

Così aveva optato per la colazione, ma ovviamente in quel momento lei aveva deciso di uscire dal bagno e dirigersi in cucina lasciando dietro di sé una scia di goccioloni d'acqua che cadevano dai suoi capelli ancora bagnati. Fin troppo. 

A quel punto Stiles le aveva rivolto una serie di insulti e l'aveva trascinata in auto. Cioè ci aveva provato; quella ragazza aveva tutta la forza di un mannaro e aveva quasi tirato giù la porta di ingresso. L'aveva convinta a seguirlo solo promettendole la colazione.  

Ed ora erano arrivati al laboratorio del dottor  Deaton che li guardava dal piccolo orto sul lato destro dell'edificio.  

- Stiles? Novità? 

- Non proprio Doc. C'è solo il fatto che a questa qui piace annusarmi. 

- Ehi! Non è così, non ti ho mai strofinato il naso sul collo! Mi piace solo il tuo odore, mi calma.  

- Ok, ok. Calmi, ragazzi. Credo che non ci sia nulla di strano. Il tuo è stato il primo odore che ha sentito quando si è svegliata e avendo perso la memoria è come se fosse il primo odore che ha sentito appena nata. In questo caso rinata. 

- Ma perché devo sempre avere a che fare con animali? Ora mi riconoscono anche come la loro mamma! 

- Non sei mia mamma, idiota! 

- Questo mi pare geneticamente ovvio! 

- Ecco, quindi taci! 

- Basta, ho bisogno di Scott. Mi serve un sostegno psicologico. Fino a quando non torna domani, tu starai zitta e non darai ulteriori fastidi. 

- Devo stare zitta fino a domani? Ma ci pensi alle cose che dici o spari cazzate e basta? 

- Ragazzi, non urlate che mi spaventate le piante. E Stiles, Scott torna oggi, non te l'ha detto? 

- Oggi? Come oggi? Ieri mi ha detto che mancava ancora qualche giorno! È successo qualcosa? E perché non mi ha detto niente? 

-Non è successo nulla, ha solo detto che si erano rilassati abbastanza e che voleva tornare per controllare questa situazione. Credo che ti chiamerà tra poco, stava facendo le valigie. 

- Ok. Perfetto. Allora, tu, stai zitta fino a quando non vedi l'Alpha. 

- Devi smetterla di darmi ordini! 

- Ragazzi, devo ordinarvi io di andare via. Siete troppo rumorosi.  

 

(Ore 09:38) Scottie, il dottor D. mi ha appena detto. Quando arrivi? Non la sopporto più. SS 

(Ore 09:42) Ciao Stiles, sono Kira, Scott guida. Tra un paio d'ore siamo lì. Novità? KY 

(Ore 09:44) Ciao Kitsune! Nulla di che, vi dico appena arrivate. SS 

 

 

- Con chi messaggi? 

- Con l'Alpha che ti sbranerà tra un paio d'ore. 

- Sei divertentissimo.  

- Mai quanto te. 

- E cosa facciamo nel frattempo? 

- Stiamo qui e aspettiamo. 

- Qui, dove? 

- Eccoci. Questa è casa di Scott, ora ce ne stiamo qui zitti in macchina ad aspettare. 

- Vuoi stare due ore chiusi qua dentro davanti ad una casa? Potrebbero denunciarci. 

- Cara, quest'auto è conosciuta da tutti e sanno che dentro c'è il figlio dello sceriffo. Ti pare che mi denunciano? 

- Si, sarebbe alquanto verosimile come scenario. Non mi sembri un tipo tanto a posto. 

- Non sono io quello con gli artigli e le zanne in quest'auto eh! 

- Mi hai mai vista trasformata? No. Quindi non sono pericolosa. 

- Il fatto che tu sia capace di controllarti non ti rende meno letale.  

- Non ti farei del male. Mi è stato insegnato ad attaccare solo per difesa e ad usare la mia forza solo se strettamente necessario. 

- E ovviamente non sai da chi ti è stato insegnato. 

- No. Sento puzza di lupo e coyote. Stanno arrivando quei tuoi amici che mi hanno annusata ieri.  

- Si, li vedo anch'io Fido. 

- Non sono un cane! 

- Dai, scendi, credo abbiano saputo che sta per arrivare il grande capo.  

 

 

- Ehi, ragazzi! 

- Stiles. Sconosciuta. 

- Coyote. 

- Ehi, smettetela di ringhiare voi due. Fate le brave ragazze che sanno avere a che fare col genere umano, su. Avete saputo di Scott? 

- Si. Ci ha detto di venire qui, sta arrivando. 

 

 

Quindici minuti dopo la situazione si era fatta alquanto strana. Scott era arrivato da meno di cinque minuti e dopo un breve saluto che aveva lasciato Stiles abbastanza offeso, aveva afferrato Olly e aveva cominciato ad annusarla. Kira e gli altri mannari osservavano tranquilli la scena, come se fosse una cosa normale, davvero normale. Ma la cosa più strana era il comportamento della smemorata. Stava lì, ferma, mentre Scott le girava intorno come un cucciolo di cane e ogni tanto le si avvicinava per annusarla più da vicino o per afferrarle una ciocca di capelli e portarsela al naso. Aveva appena lasciato andare la sua mano sinistra quando disse l'unica frase che Stiles non si sarebbe mai aspettato di sentire. O che forse non voleva sentire. Doveva ancora decidere. 

 

- Avevate ragione. Devo chiamare Derek. 

- Momento. Momento. Momento. Scottie, sorvolo sul fatto che non ci vediamo da un sacco di tempo e mi hai totalmente snobbato. Ma cosa significa avevate ragione? Chi aveva ragione e riguardo cosa? 

- Vedi, Stiles. Sono tornato perché Liam e Malia mi hanno chiamato ieri mattina ed erano abbastanza confusi. Sai quanto non siano ancora bravi ad usare i loro sensi, quindi non erano sicuri di quello che avevano sentito.  

- Salta i preamboli. Cos'hanno sentito e perché c'entra Derek? 

- E soprattutto chi diavolo è questo Derek che fa agitare quest'idiota così tanto! 

- Olly, taci! 

 

Strano. Non si sarebbe aspettato di riuscire a farsi dare ascolto da quella ragazza.  

 

- Ok, Stiles, sta calmo. Ieri loro due hanno sentito su questa ragazza anche l'odore di Derek e di qualcun altro, ma non ne erano sicuri. Quindi ho pensato che se te l'avessero detto tu saresti uscito di senno e quindi gli ho detto che sarei tornato per avere la certezza.  

- Di chi è l'altro odore? L'hai riconosciuto? 

- Si. Per loro era solo un odore simile a quello di Derek, perché non la conoscono.  

- Cora? 

- Mh. Il suo è pure più forte di quello di Derek.  

- Quindi lei ha incontrato i due Hale? Magari viaggiava con loro e si è persa e riconoscendo il nostro odore su loro due è arrivata qui? 

- Questa potrebbe essere una possibilità, si.  

- Quindi dobbiamo chiamare Derek. 

- Si. Capisco se non vuoi esserci quando arriverà.  

- No, va bene. Chiamalo.  

 

Stiles vede Scott prendere il cellulare dalla tasca e comporre un numero. Un numero che a quanto pare conosce a memoria, proprio come lui. Vede Olly guardarlo con un'espressione interrogativa, probabilmente perché deve avere un volto sconvolto e cadaverico. Si perde nei suoi pensieri e riesce ad ascoltare solo parte della conversazione che sta avvenendo a pochi metri da lui. Sente Scott dire Non ti avrei chiamato se non fosse necessario e qualcosa che suona come E allora questa chi diavolo è?. Si perde ancora un po' ad osservare Malia tesa come sempre e a ricambiare un dolce sorriso di Kira. Sente l'ultima frase della telefonata, Grazie Derek, lo so cosa significa per te , e Scott gli si avvicina. 

 

- Sarà qui entro sera. Crede di non conoscerla, o almeno non è stato con nessuno in questi mesi tranne che con Braeden. Non ha nemmeno visto Cora.  Ha detto che comunque si fida dei nostri sensi e se c'è il suo odore su di lei vuol dire che la cosa comunque lo riguarda. Ci darà una mano.  

- Ok. Ora lei ed io andiamo a casa perché devo preparare il pranzo a papà. Se arriva stasera credo che verrà da te Scott, quindi chiamaci e verremo qui. A dopo, ragazzi.  

 

 

Stiles si stupisce di quanto sia silenziosa Olly durante il tragitto verso casa e anche di quanto lo sia mentre prepara il pranzo. Si perde nei suoi pensieri e compie le azioni come un automa, ma un rumore lo fa sobbalzare. 

 

- Scusa, scusa, scusa! Non volevo farla cadere! Non si è rotta, vedi? Volevo solo darti una mano. 

- Eh? Cos'hai fatto cadere? 

- La ciotola con la macedonia. Stai bene, Sherlock? 

- È Stiles. E si, sto bene, ero solo distratto. Rialza la frutta, ne taglio dell'altra. 

- Lascia faccio io. Sei sicuro di stare bene? Il tuo cuore sembra troppo veloce da quando eravamo a casa del tuo Alpha. 

- Sono solo iperattivo. Sono sempre così. Finita la seduta psichiatrica? 

- Ehi, volevo solo essere di aiuto! Passami quelle mele, non ti chiedo niente più! 

- Brava. E legati i capelli, non voglio trovarli nel mio pranzo.  

- Non ho nulla per legarli. 

- Annodali. 

- Sei serio? Dammi una matita. 

- Va a prenderla di sopra, sulla mia scrivania.  

 

 

Due ore. Due ore di silenzio e Stiles già non ne poteva più. Sentiva troppo i suoi pensieri e la cosa non andava bene, soprattutto in vista di quello che avrebbe dovuto affrontare quella sera. Non che avrebbe dovuto fare chissà cosa, forse non avrebbe nemmeno parlato, se ne sarebbe stato seduto sul divano di casa McCall ad ascoltare i discorsi degli altri. Ma doveva affrontare una battaglia ben maggiore dentro di sé, con i propri sentimenti. Se non fosse stata così necessaria la sua presenza, avrebbe sicuramente evitato di andarci.  

--- 

 

Anche il pranzo era stato particolarmente privo di discorsi. Aveva risposto solo vagamente a qualche domanda che gli aveva rivolto suo padre, quando l'aveva sentito parlare. Per lo più si era limitato a mandare giù il cibo che aveva preparato senza sentirne nemmeno il sapore. La parte più movimentata era stata quando aveva ricevuto un calcio da parte di Olly, sotto la tavola, perché suo padre gli aveva chiesto di Scott. 

 

Ora, invece, era seduto sul letto, con la schiena appoggiata alla testiera e le gambe stese. La smemorata se ne stava sdraiata sul pavimento, con le gambe alzate sul materasso che gli sfioravano un fianco.  

 

- L'ho capito che quello che succederà stasera ti fa qualche effetto e che non ne vuoi parlare, ma io voglio sapere chi è questo Derek. Sono davvero stufa di avere gente intorno che mi sniffa i capelli. 

- È un lupo che viveva qui fino a qualche mese fa. Sei mesi, per essere precisi. Se il suo odore è su di te, deve annusarti anche lui. Poi è nato lupo, è più esperto di noi, magari sentirà qualcosa che è sfuggito anche a Scott. 

- È più capace dell'Alpha? 

- Questo è poco, ma sicuro. 

- Ok, aspettiamo allora. 

- Non ce n'è bisogno, mi è arrivato un messaggio di Scott.  

- Cosa dice?  

- Tra mezz'ora a casa mia. Derek è appena arrivato a Beacon Hills.

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Capitolo 4
*** Second day (2) ***



Volevo davvero aggiornare la settimana prossima, lunedì. Ma ormai sapete meglio di me che, più di voi, non vedo l'ora di pubblicare gli aggiornamenti.
Quindi eccoci qui.

Per i lettori affezionati...
Piccola sopresa nelle note finali!






(Ore 18:34) Arrivo. È già lì? SS
 

(Ore 18:37) Appena arrivato. SM 

 

Erano passati dieci minuti da quello scambio di messaggi e casa di Stiles era distante solo tre minuti di auto da quella del suo migliore amico. Calcolando che la smemorata aveva impiegato due minuti per togliersi la matita dai capelli, erano a quota cinque minuti. Gli altri cinque allora li aveva trascorsi fermo in auto fuori casa di Scott. Bene, benissimo. Ottima scelta starsene fuori un'abitazione in cui ci sono minimo due lupi che con i loro magici sensi sanno che sei lì a- 

- La smetti con queste seghe mentali ed entriamo? Sono passati cinque minuti, se non ti muovi entro da sola.  

 

Ecco. 

 

- Ehi, amico! Entrate. 

 

Scott gli aveva aperto la porta di casa con il suo solito sorriso da cucciolo dolce e smarrito, in cui Stiles vedeva anche un pizzico di comprensione. Li stava guidando verso il salotto, quindi lui era lì. Gli bastava entrare nella stanza e l'avrebbe rivisto. Facile, basta mettere un piede dietro l'altro e...Oddio è davvero lì. Stiles in quel momento è convinto di star vivendo senza un cuore perché ha appena visto il suo fare le valigie, uscire dal suo petto e tuffarsi su quella specie di lupo bastardo e affermare di essere nel posto giusto.  

 

- Ehi, ragazzino. Qualcuno ti ha tagliato la lingua o finalmente hai deciso di fare il voto del silenzio? 

 

Appunto. Lupo bastardo. 

 

- Tu invece sei sempre lo stesso idiota e hai ancora lo stesso palo su per il c- 

- Stiles! Comincia a sederti e poi litigate. Derek, lei è...beh per ora è Olympia. 

- Ciao, Derek. Sono la smemorata. Annusami e facciamola finita. 

- Ragazzina, non sono un cane. Siediti. 

Non lo sono nemmeno io, non darmi ordini. 

- Sentite, smettetela, non posso badare a tre di voi. Derek, fa quello che devi fare e dicci se ci capisci qualcosa almeno tu.  

 

Quelle cose sarebbero state sempre strane. Vedere esseri umani che si annusano come animali avrebbe sempre fatto un certo effetto a Stiles, forse anche più delle zanne. Se poi tra quegli esseri c'era anche Derek Hale, era tutt'altra storia. Si era alzato dal divano, con estrema tranquillità, si era avvicinato alla ragazza e ora era chino davanti a lei col volto all'altezza del suo. La stava solo guardando, dritto negli occhi. Se non fosse stato per il leggero aprirsi delle sue narici, Stiles avrebbe pensato che si fosse incantato a guardarla. Come biasimarlo poi, quella ragazza era stupenda, ma forse troppo piccola per il lupo. Non era nemmeno maggiorenne, non come Stiles. Stiles che, troppo imbambolato, era quasi sicuro di essersi perso qualco- 

- STILES! 

- Non urlare, SOURWOLF! 

- Ti ho fatto una domanda, due volte. Rispondi. 

- Non ho sentito. 

- Dio... Ti ho chiesto come l'hai trovata. 

- Nuda. 

- Non intendevo in che modo era quando l'hai trovata! Ma come! 

- La smetti di urlare? Mi sono svegliato ed era nel mio letto senza memoria, nulla di che. Il tuo naso animale ha sentito qualcosa? Dicci qualcosa di nuovo, sono stufo di ripetere questa storia. 

- Sento l'odore di Cora che prevale sugli altri, anche se ha qualche leggera variante che devo approfondire.  

- E come la devi approfondire? E quali sono gli altri odori? 

- Il tuo soprattutto, quello di tuo padre e di Lydia. E il mio. 

- Ma tu non la conosci, no? 

- Mai vista. 

- E tu, Olly? Ricordi qualcosa vedendolo? 

-No, Scott. Nulla. Chi è Cora? 

- È mia sorella. Le ho mandato una tua foto, ma dice di non conoscerti. 

- Come hai fatto a mandarle una sua foto? 

- Mentre tu eri perso nel paese delle meraviglie gliel'ho scattata col cellulare, genio. 

- Calmino, lupo. Mi dici come vuoi approfondire questa storia dell'odore? 

- Andrò da Deaton e farò qualche ricerca. Se so qualcosa vi faccio sapere. Posso andare? 

- Certo, grazie per essere venuto Derek. Ti faremo sapere anche noi se abbiamo novità, ti chiameremo. 

- Se non mi trovate sono al loft. 

Sei tornato in quella fogna? 

- Tu la tua di fogna non la chiudi mai?  

 

E aveva chiuso la porta. E Stiles si era lasciato sprofondare sul divano cercando di far finta di non esistere e di scoraggiare le domande che Scott stava per fargli. Ma era Scott e non avrebbe mai capito che avrebbe dovuto tacere.  

 

- Come stai, fratello? 

- Benissimo, non si vede? 

- Per niente. Non è andata male, no? È durato poco. 

- Il fatto che sia durato poco non lo rende meno una tortura. 

- Magari non dovremo rivederlo ancora. O almeno non toccherà a te farlo. 

- Forse hai ragione. Asp- Olly? Che ti prende? Perché tremi? 

 

La ragazza se ne stava seduta su una delle poltrone, accovacciata con le gambe tirate verso il petto. Stiles non ha nemmeno il tempo di abbassarsi per posarle una mano sulla testa che lei la alza e fissa il suo sguardo nel suo. Uno sguardo oro brillante. Scott in meno di un secondo spinge il suo migliore amico lontano e afferra la ragazza per le spalle, intimandole di calmarsi e di spiegare a parole quello che le sta succedendo. Lei prende dei forti respiri, lo sguardo sempre fisso in quello di Stiles e poi finalmente parla. 

 

- Ho ricordato dove abito. Cioè non proprio...so com'è fatta casa mia. 

- Ce la fai a descriverla?  

- È...grande. Ha un portico davanti dove teniamo sempre due sedie in estate. È a due piani, tutta bianca. Ci sono un sacco di finestre con i fiori celesti. Fiori molto piccoli. Tutto intorno ci sono alberi, su uno c'è anche una casetta. Non ricordo altro. 

- Ok, è già un inizio. Potrebbe essere una casa nella riserva, se sei di Beacon Hills. Fiori celesti, pareti bianche. Ok, possiamo anche metterci a cercarla. Non ne ho mai viste da queste parti, ma forse è nella parte più interna dove siamo stati poche volte. Tu cosa dici, Stiles? 

- Si. Si, possiamo cercarla. Posso fare una ricerca su fiori piccoli e celesti che possono crescere con questo clima e da queste parti. Possiamo prendere anche una mappa dall'ufficio di papà. Non conosciamo bene la riserva, ma potrebbe esserci di aiuto. 

- Derek conosce bene la riserva. 

- Scott... 

- No, ascolta. Andremo noi lupi a perlustrare la zona, non lo vedrai. Ma ci serve, Stiles. Lo sai. 

- Ok organizz- 

- Voglio venire con voi! 

- Olympia, non credo sia il caso. Sei la più piccola, potrebbe succederti qualcosa. 

- E tu non sei il mio Alpha. Ho ricordato questa cosa appena ho visto quel tipo. Dove va lui, vado io. E mi dispiace, Stuart, ma verrai anche tu. Mi sono calmata solo per il tuo odore prima, e mi sono davvero spaventata. Quindi poche storie, lascia i tuoi drammi amorosi a casa e sta zitto. 

- Punto primo: Io non ho drammi amorosi. Punto secondo: Non ti permettere di dirmi cosa devo fare. Punto terzo: Cosa significa che hai ricordato appena l'hai visto? Non potevi dirlo prima? 

- Stavo cercando di mantenere la calma mentre mi annusava. Mi fa paura quell'energumeno, non volevo rischiare di farmi aprire la gola. E comunque il dramma ce l'hai, non è difficile capire l'odore di un sentimento così forte. Capisco che tu non voglia vederlo perché lui, ovviamente, non ricambia, ma si tratta della mia vita e della mia memoria che vorrei indietro. E sono capitata in questo branco di pazzi, quindi siete la mia unica possibilità.  

- Scott, io vado a casa. Tienila con te fino a stasera. Quando sto per addormentarmi la riaccompagni. Non voglio vederla. 

 

Quando è troppo, è troppo. Stiles riusciva a pensare solo a come rubare le scorte di strozzalupo dalle scorte del dottor Deaton per farci un dolce da ficcare giù per la gola di quella ragazza odiosa e vederla crepare davanti ai propri occhi. Era furioso. Quelle parole, le stesse che ripeteva a se stesso da circa un anno. Lui, ovviamente, non ricambia. Lo sapeva, Stiles. Lo sapeva benissimo, non c'era bisogno di ricordarglielo senza un minimo di tatto.  

Nello stesso momento in cui aveva capito di non odiare quel bastardo, aveva capito anche che non avrebbe mai avuto speranze. Quel giorno si stavano allenando nella radura, poco lontano da villa Hale, e Stiles se ne stava seduto sotto un albero a sfogliare dei vecchi volumi che gli aveva prestato il veterinario. Era così immerso nella lettura che non si era reso immediatamente conto della figura seduta affianco a lui, appoggiata allo stesso tronco. Perciò quando gli disse È quasi buio, dovresti smettere di leggere o diverrai cieco, alzò la testa dal libro di scatto guadagnandosi un terribile capogiro e un mezzo infarto. Ricorda di averlo coperto di insulti, come al solito, ma la reazione del lupo fu diversa. Perché non gli ringhiò a pochi centimetri dal viso, come suo solito, ma appoggiò la testa all'indietro, sul tronco, e si lasciò andare ad una risata. Derek Hale, una risata. Stiles ricorda poco di quelli che successe dopo, però. Ha un ricordo vago di Derek che gli dà un leggero schiaffo sulla nuca e che si alza, forse per tornare all'allenamento. Dopodiché è il buio, ricorda solo il battito accelerato del suo cuore e il respiro corto. Oggi potrebbe dire che quel momento ha segnato il definitivo crollo della sua sanità mentale. Perché bisogna solo essere pazzi per innamorarsi di Derek Hale.  

Stiles, ora seduto di nuovo sul suo letto, pensa a quanto sarebbe stato facile innamorarsi di una persona normale. Di un umano come lui. A quanto sarebbe stato facile anche se non fosse stato corrisposto. Pensa a quanto sarebbe stato semplice non essere circondato da amici che annusano le tue emozioni e che, giorno dopo giorno, si sono avvicinati a te, con sguardo  chi dispiaciuto, chi di comprensione. Stiles vorrebbe solo essere un adolescente come gli altri, con le proprie pene d'amore, e vorrebbe struggersi a guardare l'oggetto dei suoi desideri da lontano, essendo sicuro che quest'ultimo non sa nemmeno della sua esistenza.  

Invece deve convivere con la consapevolezza che tutti sanno, che tutti lo sentono e che, ovviamente lo sente anche lui. Che l'ha sentito anche quel pomeriggio a casa McCall.  

Ci ha provato, davvero, a tenera a bada il cuore, la sudorazione, e ci stava riuscendo fino a sei mesi prima. Vederlo quasi tutti i giorni stava abituando il suo cuore a non perdere più battiti. Ma quel pomeriggio, vederlo dopo mesi e mesi, era stato davvero un colpo di cannone nello stomaco. Già il solo saperlo a casa di Scott gli aveva fatto quasi venire un attacco di panico.vederlo lì, parlargli, era stata davvero una tragedia. E il colpo di grazia gliel'aveva dato quella ragazza che non sapeva tenere a bada la lingua.  

Stiles vorrebbe solo addormentarsi e sperare che Derek abbia un po' di cuore e che lo lasci in pace; che, essendo a conoscenza dei suoi stupidi sentimenti, gli dia un po' di meritato respiro e che lo eviti se proprio non ricambia. Invece quel lupo bastardo non ha il minimo rispetto per i sentimenti altrui, o forse gode nel vedere le persone soffrire per sentimenti che lui non considera minimamente. Perché ora, nonostante Stiles sia convinto che la puzza delle sue lacrime si senta dalla strada di fronte casa sua, è nella sua stanza dopo essere entrato dalla finestra e lo fissa senza espressioni sul volto.  

 

- Campanelli? Bussare con le mani sulla porta? Ululare sotto le finestre? Uno squillo? È così difficile per te usare almeno uno di questi mezzi per annunciare il tuo arrivo? 

- Mi serve il tuo computer. 

- Non ti serve proprio niente. Va da Scott. 

- Ero lì, ma ho notato che quella ragazza è con lui ed era particolarmente turbata prima quando mi ha visto, non volevo peggiorare la cosa.  

- Va in un Internet Point. 

- Ormai sono qui. 

- Dio! Fa quello che devi fare e non rompere. Lasciami dormire. 

 

L'educazione, questa sconosciuta. È così difficile dire grazie? Stiles a volte dice grazie anche quando dovrebbe dire prego. Beh, questo forse è perché è distratto, ma sono dettagli. Invece Mister Simpatia si è solo seduto alla sua scrivania, gli ha dato le spalle e ha cominciato a fare la sua ricerca. Senza nemmeno scusarsi per aver interrotto il suo pianto, senza chiedergli perché stesse piangendo. Se fosse stato ferito? Se piangeva perché qualcuno gli aveva sparato in una gamba?  

 

- Stai bene? 

 

Oh. Questo non se lo aspettava. 

 

- Benissimo.  

 

E questa era una bugia. 

 

- Hai mentito. Lo sento. 

- Lo so che lo senti. Ma non voglio parlarne. Fa la tua ricerca e va via. 

- Ok.  

 

1-0 Per Stiles.  

 

- Lo so che dev'essere pesante per te avere una sconosciuta in casa all'improvviso.  

- Bravo. Quindi tienila con te, a quanto pare le stimoli la mente.  

- Ma la faccio anche trasformare. Tu no. 

- Già. Mi usa come camomilla a quanto pare.  

- Ti usa come ancora. 

- Non l'avevo vista da questo lato. Beh, le regalo una mia sciarpa e la mando da te. Odore e ricordi. Starete bene.  

- Lei non è d'accordo. Vuole stare anche con te. 

- Bene, il cane si è affezionato. 

 

 

Bene, dopo questa costruttiva conversazione, Stiles può anche addormentarsi. Parlare con la schiena di un lupo è stato molto rilassante. Così rilassante che si sente i nervi a fior di pelle e non vede l'ora che Derek lasci la sua stanza. 

 

- Stiles? 

- Mh. 

- Scott ha organizzato una perlustrazione per domani mattina nella riserva.  

- Dov'è il ma? 

- Io non ho mai visto altre case lì.  

- Nemmeno io. Andremo più a nord. Novità da Cora? 

- No, l'ho sentita solo oggi pomeriggio. Deaton ed io abbiamo una teoria, ma mi servono altri dati per confermarla. 

- Cioè? 

- Poi ve lo dirò. Ora vado. Dico a Scott di riaccompagnarla? 

- Ok.  






Ero stata poco credibile con la scritta Sterek: maybe, lo so. 


La sorpresa?
Avete presente l'altra mia storia appena conclusa? Si,
TANGLED. Beh, già è stato difficile abbandonarla, poi ci si mette qualcuno che mi chiede almeno un'altra piccola OS e... Ho deciso di scriverla. In realtà è già in fase di cosrtuzione ed è già abbastanza lunga, ma la pubblicherò quando mi scoccerò di scrivere di quei miei due Sterek. Non tra molto, don't worry!

Per chi non sapesse di cosa sto parlando, beh, andate a leggere Tangled, sciagurati! Disonore su di voi!

Ok, scherzi a parte, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Il ritorno del Sourwolf! <3

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Capitolo 5
*** Third Day ***


Spero vivamente che non ci siano errori madornali. Se ci sono, ditemelo, grazie!

Buona lettura!




- Stiles?
 

- Stiles svegliati. 

- Figliolo, devi alzarti. 

Mhhh pà. 

- Dai, c'è Scott giù che ti aspetta. Dice che ha anche provato a chiamarti.  

 

 

- Ehi, Scott che c'è? Hai qualche novi- CAZZO! Papà, questo non è solo Scott! 

 

Tradito. Dal suo migliore amico e da suo padre. Beh, suo padre l'ha fatto inconsapevolmente, ma poteva dirgli che Scott non era solo.  

 

- Ciao Stiles. Derek e io siamo qui per la gita nella riserva che volevamo far fare ad Olly. Ti sei dimenticato? 

- Scott, io avevo capito che ci sareste andati senza di me. 

- Si, ma c'è stato un cambio di programma. Vai a vestirti? Dov'è Olympia? 

- Non so dov'è. Credo stia dorm- 

- Eccomi! Andiamo? No, non credo. Dove pensi di andare conciato così? 

- Se qualcuno mi avesse avvisato sarei stato pronto. Vado a fare una doccia. Fate quello che volete voi tre.  

 

 

Un messaggio per dirgli che l'appuntamento era per quella mattina era chiedere troppo? Una chiamata, un segnale di fumo, un piccione viaggiatore! E invece no, basta piombare a casa di Stiles e sorprenderlo nel suo miglior pigiama di Spongebob!  

 

~ 7 Chiamate perse da Scott 

~ 3 Chiamate perse da Sourwolf 

~ 10 Messaggi da Scott 

~ 1 Messaggio da Sourwolf 

(Ore 08:03) Ti veniamo a prendere alle dieci. Ti conviene essere pronto. DH 

 

Salve, sono Derek Hale e non so che se una persona dorme non può leggere i messaggi e che è inutile scrivere minacce poco velate.  

Ed è ovvio per Stiles, a questo punto, perdere più tempo del necessario sotto la doccia, perdere più tempo del necessario nello scegliere una maglietta ed è ancora più ovvio perdere più tempo del necessario fermo, immobile, al centro della propria camera, solo per farla pagare ai due lupi in salotto. Forse ai tre lupi, quella ragazza deve pagare sempre.  

 

- Sono pronto. Avete preso gli spuntini per il pic-nic? 

- Io ho un'ottima alternativa ai tramezzini, Stilinski. 

- Io ho un'ottima alternativa a te, invece. 

- E sarebbe? 

- Nessuno. Nessuno sarebbe meglio di te. Cioè così suona male, non volevo dire quello. Cioè per nessuno intendevo- Oh, ma vaffanculo! PAPÀ NOI ANDIAMO! 

 

 

Durante il viaggio in auto, Stiles aveva progettato nei minimi dettagli l'omicidio del suo migliore amico. Avrebbe irritato quella sconosciuta fino a farla trasformare e, quando lei sarebbe stata sul punto di azzannarlo, le avrebbe messo davanti Scott e se lo sarebbe tolto dai piedi. Perché quale amico ti mette volutamente in una situazione così imbarazzante? Quale amico ti dice con una faccia da cucciolo innocente " Fratello, voi andate con la tua Jeep, io prendo la moto perché dopo raggiungo Kira e non voglio farti fare tanta strada inutile"? Come se a Stiles importasse fare strada in più. Probabilmente avrebbe fatto il giro lungo per l'Alaska per arrivare a casa di Kira, se questo significava non Dover subire quei due silenzi. 

Il suo cervello stava per scoppiare. C'era troppa tensione in quell'auto.  

Vedeva dallo specchietto retrovisore la smemorata che non riusciva a starsene seduta al suo posto e, invece, alternava allo sdraiarsi sui sedili, il tremolio della gamba. 

Al suo fianco, sul sedile del passeggero, c'era invece Derek che se ne stava troppo fermo. Fin troppo fermo per i gusti di Stiles, e lo innervosiva ancora di più. 

 

- Ok, mancano ancora cinque minuti e io già non ce la faccio più. Tu! Stai ferma e metti giù i piedi dai miei sedili. Tu, invece, smettila di guardare il mio parabrezza come se ti avesse fatto qualcosa e rilassati. Cosa diavolo avete? 

- Stare con voi due mi agita! 

- Non eri tu quella che si calmava in mia presenza? Stanotte è cambiato qualcosa? 

- No, ma se ci sta pure questo qui mi agito, tu ti agiti e io mi agito ancora di più.  

- Vuoi dire che è colpa mia? 

- Si! Cioè non del tutto. E poi è anche lui ad essere agitato. Puzza di tensione. 

- Io non puzzo, ragazzina. 

- Invece si, e ci nascondi qualcosa, vero? 

- Non so di cosa stai parlando. 

- Beccato! Hai mentito. Dicci cosa stai pensando.  

- Derek, ha ragione? C'è qualcosa che ci nascondi? No, perché se cominciamo a nascondere le cose, credo che non usciremo più da questa situazione. E io sono già stufo di queste gite e non ci tengo a ripetere l'esperienza. 

- Non vi sto nascondendo nulla. È un lupo giovane lei, non sa di cosa parla.  

- Ehi! Io sono lupo dalla nascita e mio padre mi ha insegnato da piccola come fare per riconoscere le bugie! 

- E ti avrà insegnato mal- 

- COS'HAI DETTO? LUPO DALLA NASCITA? TUO PADRE? COSA RICORDI? 

- Cosa diavolo urli, Strauss! Non so, mi è venuto fuori spontaneamente. Non ricordo nulla. A quanto pare ho un padre, tutti ce l'hanno. Quando arriviamo? 

- Eccoci, Scott ci sta già aspettando con Liam.  

 

 

Se prima Stiles aveva ancora qualche dubbio sull'omicidio di Scott, ora, dopo che le squadre di perlustrazione si erano formate, non ne aveva nemmeno uno. 

Era già mezz'ora che girava in tondo in compagnia di quella strana ragazza e già non ne poteva più. Come al solito.  

Era già inciampato tre volte e si era già procurato molteplici graffi alle braccia perché lei lo stava spingendo nella parte più remota della riserva dove la vegetazione era più fitta. " Sento un odore familiare" gli aveva detto.  

 

- Ecco, qui l'odore è più for- Steve! Sono i fiori del mio ricordo! 

 

Quella che Stiles stava guardando era la più vasta distesa di Nontiscordardimé che avesse mai visto. Metri e metri quadri ricoperti da piccoli fiorellini celesti 

 

Myosotis. 

- Cosa? 

- È il genere dei Nontiscordardimé. Sei sicura che siano questi i fiori? 

- Sicurissima. Ricordo anche l'odore. Forse sono stata portata qui dal mio olfatto perché qui ce ne sono tanti e non ho sentito quelli che invece sono vicino casa mia? 

- Non lo so. Mando un messaggio a Scott, gli dico di venire qui.  

 

(Ore 11:03) - Posizione GPS- Scottie raggiungici. SS 

(Ore 11:03) - Posizione GPS- Derek, siamo qui. SS 

 

Il primo che Stiles vede arrivare è, sempre a causa della sua proverbiale fortuna, il maggiore dei lupi. Arriva dall'altra parte della radura e ne percorre il perimetro per raggiungere il luogo in cui si trovano gli altri.  

 

- Allora?  

- Olly ha riconosciuto i fiori del suo ricordo. Sono questi qui.  

- A me non dicono nulla e suppongo nemmeno a Cora. Non hai ricordato nient'altro? 

- No, nulla. Solo il loro profumo. 

- Prova ad avvicinarti, magari guardandoli da vicino cambia qualcosa.  

- Ok. Stiles, vieni. 

- Non voglio passeggiare tra i fiorellini. 

- Se ricordo qualcosa potrei agitarmi come ieri, per piacere.  

- Oddio, questa si che è strana. Hai detto la parolina magica. Dai, Sourwolf, andiamo a saltellare tra i fior- Ehi! E questo per cos'era? 

- Ti meriti schiaffi sempre. Cammina.  

 

Attento a non calpestare i fiori, Stiles si sente sopraffatto ancora di più da quell'odore. E si stupisce del fatto che questa volta è lui a ripescare un ricordo che credeva perduto. Si ferma, all'improvviso, e sorride. Probabilmente come un deficiente, ma quel ricordo gli scalda immediatamente il cuore. Capisce di aver perso il contatto con la realtà quando un altro schiaffo sulla nuca lo rissveglia. 

 

- La smetti di essere violento con me?! 

- Ti eri incantato. Che ti succede? 

- Nulla. 

- Stiles. 

- Nulla di importante, va meglio così? 

- Stuart, sorridevi come un ebete, spiega a cosa pensavi. Io non ricordo nulla, dobbiamo passare il tempo per aspettare Scott. 

- Non era nulla. Mi sono solo ricordato che questi erano i fiori preferiti di mia madre. Una volta a casa mia ce n'erano sempre. 

- Oddio! Non è che io sono tua madre, vengo dal passato e sono qui per una faccenda in sospeso o qualche altra cazzata dei film? 

- Credimi, mia madre era gentile ed educata e tu non le somigli per niente.  

- Oh, meno male! Non avrei sopportato di avere te come figlio. 

- La smettete con queste cazzate?  

- Dai, lupo, lasciaci in pace. E comunque ci tengo a dirvi che la mia amata Jeep è dello stesso colore di questi fiorellini. Mamma la face ridipingere apposta. Prima era bianca.  

- Ecco da chi hai preso l'orrendo senso del gusto. 

- Parla lei che ha comprato solo maglie verdi e nere. 

- Il verde fa risaltare i miei occhi. Vedi? Anche Mister Simpatia ne ha una! 

- Io non compro maglie in base al colore dei miei occhi. 

- Questo lo si intuisce, ma ti dona lo stesso. Accetta il complimento e sta zitto. 

- Tu non mi dici di stare zitto, bambina. 

- Bambina a chi?! 

- Quanti anni hai? 

- Diciassette e sono una donna con la D maiuscola! 

- Sei una bambina con tutte le lettere in maiusc- 

- Oddio, smettetela! Sta arrivando Scottie.  

 

 

Nulla di fatto. Nemmeno l'arrivo di Scott aveva dissipato quella nebbia di mistero e ora si ritrovavano nel salotto di casa Stilinski con meno informazioni di quando erano usciti di casa. E con lo stomaco più vuoto. 

 

- Vado a prepararvi il pranzo. Una mega insalata per tutti? 

- Sven, se prepari un insalata sappi che ci metterò dentro te come spezzatino. E credo che i tuoi amici, qui, siano d'accordo con me.  

- Ironia, smemorata, si chiama ironia. Vi faccio una bistecca. Qualcuno la vuole al sangue? Forse tu la preferisci cruda perché sei un animale? 

- Ah ah ah, quanto sei spiritoso.  

 

 

Il pranzo, nonostante le aspettative, era andato bene. Nessun omicidio e niente occhi brillanti e trasformazioni inopportune.  

Scott aveva preso a raccontare la sua vacanza con Kira, il racconto aveva affascinato Olympia che lo aveva sommerso di domande. Stiles aveva servito le bistecche senza avvelenarne nessuna, seppur tentato, e Derek sivera limitato ad essere se stesso. Silenzio, grugniti e- 

- Cucini bene, 

 

E complimenti inattesi. Totalmente inattesi.  

 

- Gr...grazie! Necessità, sai. 

- Mh. 

 

E grugniti, appunto.  

 

 

Dopo aver mangiato e ripulito, si erano spostati di nuovo in salotto e ora stavano tutti guardando Derek che all'improvviso aveva tirato fuori dalla tasca dei jeans un pezzetto di carta rettangolare.  

 

- Ieri vi ho detto che avevo delle teorie. Questa  una foto che ho preso dalla collezione di famiglia.  

- Quella nascosta sotto il liceo? 

- Mh. Olympia, vorrei che tu la guardassi. Tieni. 

- Ok. È una casa. 

- Guardala bene e dimmi se ti ricor- 

- Questa è casa mia! È la casa del ricordo! Dov'è? Come l'hai trovata? Sei un genio Derek Hale! 

- Calma, non esultare.  

- Aspetta, questa è...è quello che penso? 

- Si, Stiles, è una vecchia foto di casa mia. Allora, credo di dovervi spiegare. Ieri, e stanotte, sono stato con il dottor Deaton ad analizzare il ricordo di Olympia e il suo odore. Come vi ho detto ha un forte odore di Cora, e ce n'è un po' anche di mio, anche se né io né mia sorella l'abbiamo mai vista. Ci sono leggende, per lo più sudamericane, che narrano di viaggi nel tempo.  

- Sourwolf, non dirmi che questa qui è davvero mia madre perché è assurdo. 

- No, non è tua mamma, tranquillo. Dicevo, secondo alcune di queste antiche storie, se in un posto c'è un forte segnale sovrannaturale, può succedere che si presentino scompenso temporali. Una delle teorie, in questo caso, è che lei sia un membro della mia famiglia che viene dal passato. 

- No, passino i lupi, le lucertole e le volpi. Ma il viaggio nel tempo non lo accetto. 

- Stiles, fallo finire.  

- No, Scott, non vedi che è assurdo? Come può essere? 

- Come può essere che io sia diventato un lupo perché morso da suo zio? Ascoltalo e poi parli, amico.  

- Grazie, Scott. Dicevo, è un membro della mia famiglia che viene dal passato. Ricordo che poco prima di...dell'incendio, era venuta a farci visita una cugina di mia madre. Lei passava davvero tanto tempo con Cora, io la vedevo raramente anche perché ero impegnato con la scuola e il basket. Ricordo solo che avevamo pochi anni di differenza e che andò via il giorno prima della tragedia.  

- Sono ancora convinto che sia impossibile. Olympia, tu cosa ne dici? 

- Non lo so. Ma se lui dice che è così io...io mi fido.  

- Un minuto prima lo odi e quello dopo ti fidi? 

- C'è qualcosa in quello che ha detto che mi ha fatto pensare a una cosa. Appena l'ho visto ieri, ho avuto come una strana sensazione. Qualcosa che mi urlava Casa. 

- Dio. Uccidetemi. Anche i viaggi nel tempo no! 

- Stiles. 

- No, Scott, Stiles un cazzo. Io sono un umano e queste cose mi...mi sconvolgono. Fino a qualche anno fa guardavo Ritorno al futuro e ridevo, avevo paura di guardare gli horror, e ora mi ritrovo in una vita piena di mostri e fantascienza. 

- Non è detto che la mia teoria sia giusta. Ci sono ricerche da fare, ora è tutto basato su leggende. 

- No, basta. Prenditela tu. Olympia, cerca di capirmi, non posso farcela. Va a stare con lui, giuro che aiuterò lo stesso, ma per ora deve passarmi lo shock. 

- Ok. Derek, andiamo.  

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Capitolo 6
*** Fourth Day ***


Buondì!
Spero che questo capitolo sia in grado di chiarirvi un po' le idee riguardo le incongruenze di quello precedente ;)
Mi scuso per l'interruzione drastica, ma se avessi voluto non lasciarvi quest'estrema suspense, avrai aggiornato Lunedì. E le velate minacce ricevute non me lo permettevano U.U


Godetevelo!
Buona lettura!







(Ore 09:13) Ehi fratello. Ho aspettato che sbollissi quella che credo fosse rabbia, ma ora parliamo. Che ti è preso ieri? 
Capisco che la teoria di Derek abbia potuto sconvolgerti, ma abbiamo vissuto cose ben più assurde, no? E poi cacciare così da casa tua quella ragazza sapendo che stare con Derek la agita. Stai bene? SM 

(Ore 09:25) Si, sto bene. E la teoria di Derek fa acqua da tutte le parti. E quella ragazza è antipatica. E si viaggia nel tempo solo nei film. SS 

(Ore 09:28) È confusa perché è appunto una teoria, magari non è nemmeno quella giusta. E poi capisco che ti sta antipatica, ma lei era triste ieri. Poi, amico, con Derek? Quanto pensi possa essere di compagnia? SM 

(Ore 09:32) Uffa Scott, non lo so ok? Ieri mi è presa così e basta. Lo so anch’io che ho esagerato, sai? Ma c’era quella strana storia, qualche ora prima avevo visto quei fiori, c’era Derek. Soprattutto c’era Derek. SS 

(Ore 09:35) Ora si spiega tutto. Comunque la storia della zia lontana non torna nemmeno a me. E sono quasi convinto che ci stia nascondendo qualcosa. Oggi vado al loft a vedere se ci sono novità o se almeno uno di loro due è ancora vivo. Vieni? SM 

(Ore 09:37) Manco morto. Però voglio sapere tutto. SS 

(Ore 09:40) Ovvio. Mi porto Liam, se sono agitati non voglio affrontarli da solo. SM 

 

 

Stiles quella mattina si era svegliato ancora più agitato di quando si era messo a letto. Aveva dormito circa mezz’ora e aveva mal di schiena perché non era riuscito a trovare una posizione comoda per rilassarsi. Ma come avrebbe potuto farlo? 

Quel lupo scorbutico gli si presenta a casa e gli racconta una storia degna dello più scadente racconto di fantascienza 

Si è fatto prendere dall’agitazione , questo lo ammette, ma è stato più forte di lui. In realtà se azzera ogni giudizio, la teoria del viaggio nel tempo potrebbe pure accettarla, ma non accetta che Derek gli abbia raccontato una balla. Perché Stiles ne è convinto, quella era una bugia bella e buona. E si arrabbia ancora di più perché non riesce a capire perché Derek abbia dovuto farlo. Quella ragazza è piombata nella sua stanza, nella sua vita, nel suo letto e non ha nemmeno il diritto di conoscere la verità?  

Vorrebbe prendere quel lupo e sbatterlo al muro come fa spesso con lui e convincerlo a raccontargli tutto. Vorrebbe avere la forza e l’autorità necessaria per chiedergli  Perché diavolo mi hai guardato negli occhi e mi hai intenzionalmente mentito?. 

Il fatto è che, però, Derek probabilmente nemmeno è a conoscenza del fatto che Stiles ha la capacità necessaria per scovare le sue bugie. Non sa che Stiles, nonostante non sia un lupo e non sia capace di ascoltare i battiti del suo cuore, sa che i sensi sovrannaturali non sono necessari. Non sa che Stiles ha passato minuti, ore intere ad osservare ogni minima sfaccettatura delle sue espressioni, ogni suo gesto. Non sa che per Stiles non è difficile vedere quella piccola ruga che gli si forma sul naso quando lo arriccia impercettibilmente quando racconta una menzogna.  

Ma soprattutto non sa che Stiles si sente estremamente ridicolo a constatare quanto bene conosce quell’uomo che spesso nemmeno gli rivolge la parola. Ed è per questo che davvero quasi gli prende un infarto quando sullo schermo del suo cellulare lampeggia la scritta  Sourwolf  

 

(Ore 10:32) Stai bene? Ah, sono Olly.  

 

Ecco. Continua a crearsi false speranze per nulla.  

 

(Ore 10:34) Ciao. Si, sto bene. Lì? Siete vivi entrambi? SS 

(Ore 10:36) Si, per ora. È tutto molto…silenzioso. Mi ha detto che potevo usare il cellulare e si è chiuso in camera. Volevo chiamarti ieri sera, ma non mi sembrava ancora il caso.  

(Ore 10:38) Non volevo cacciarti così. Ma se sei sua parente è bene che tu capisca con lui come risolvere la situazione. Dopo verrà Scott da voi. SS 

(Ore 10:40) Ok, ho capito come si cancellano i messaggi inviati. Posso scrivere tutto ora. Derek ieri ha mentito, Non chiedermi come l’ho capito, ma lo so. Ha cercato di mantenere il suo battito regolare, ma non ci è riuscito del tutto. E poi è assurdo che io sia sua zia, dai. Va dal veterinario e costringilo a parlare, con lui non credo di riuscirci. Ci stai?  

(Ore 10:43) Ok. SS 

 

No che non ci stava. Il dottor Deaton era stato l’emissario della famiglia Hale per lunghissimo tempo, non avrebbe mai tradito la fiducia di Derek spifferandogli tutto. 

Questa considerazione spinse Stiles a rimettersi a letto e a far finta di non esistere fino a quando Scottnon l’avrebbe raggiunto per portargli eventuali novità. 

Sotto le coperte lo trovò suo padre quando, prima di andare a lavoro, passò a salutarlo e a dirgli di darsi una mossa. Con la testa nascosta sotto al cuscino aveva avuto una conversazione telefonica con Lydia che chiedeva aggiornamenti. Ed era quasi deciso ad alzarsi per raggiungere il bagno, quando Scott entrò in camera sua dalla finestra aperta.  

Hai deciso di diventare tutt’uno col letto?” 

“Scott” 

“Ok, va a farti una doccia, vestiti e poi ti spiego tutto” 

“Non puoi prima spiegarmi? No, perché così mi fai solo venire l’ansia” 

“No, perché se ti conosco bene, appena saputo deciderai di uscire. Quindi meglio che tu faccia la doccia e che non rischi di uscire conciato in questo modo” 

“Ciò non fa che aumentare il mio livello di ansia, sappilo” 

 

Mentre si insapona i capelli, Stiles pensa che non ha mai fatto una doccia così veloce in tutta la sua vita e che non ne ha mai fatta una meno rilassante.  

È fuori dal bagno di meno di dieci minuti e trova Scott sdraiato sul suo letto con gli avambracci a coprirsi il viso.  

 

“Amico, se sei così preoccupato mi spaventi. Ora mi dici cosa diavolo sta succedendo? Profumo anche” 

“Ok. Sappi che non ho nessuna novità, cioè una si, ma è una cosa mia, nessuno mi ha detto nulla. Anzi, Derek mi ha a stento salutato e sono stato lì giusto il tempo di essere cacciato” 

“Ti ha cacciato dal loft? E perché? Oddio! L’ha uccisa!” 

No, stupido! Olly c’era. E non so perché sono stato cacciato. Mi ha solo detto di andare via e di non ficcare il naso in affare che non mi riguardano 

“Ma sei l’Alpha! Questa cosa sta succedendo sul tuo territorio, deve riguardarti per forza, no?” 

“Beh, credo di si. Il punto non è questo, però. Non mi dispiacerebbe avere meno dov’eri da Alpha e tutte quelle cose lì” 

“Si, ok, a parte il fatto che non vorresti badare alla tua città e che sei stato cacciato, qual è la cosa che devi dirmi, ma che hai evidentemente paura di dire?” 

“Non ho paura. È che è solo una sensazione, magari mi sbaglio” 

“Ok, magari ti sbagli, ma abbiamo bisogno di tutti gli elementi a disposizione. Spara” 

“Ok. Come ti ho detto c’era anche Olly. In realtà quando ha sentito le voci è arrivata, credo fosse a fare la doccia perché aveva solo un asciugamano addosso” 

“E questa cosa ti ha così sconvolto?” 

“No, cioè c’entra la doccia, ma non in quanto doccia” 

“Scottie, esprimiti” 

“Ok, nonostante fosse appena uscita dalla doccia, lei odorava ancora di te. L’intero loft aveva qualcosa che odorava di te. E non credo che tu sia stato lì negli ultimi giorni, no?” 

“No, non ci sono stato. Ma comunque, non può essere per il fatto che lei è stata con me tanto tempo?” 

Non sono espertissimo, ma…ecco…quando sto con Kira, quando noi…” 

“Quando fate le cose da fidanzati. Va avanti, Scott” 

“Si, quando dopo aver fatto quelle cose lei va a farsi la doccia, non ha più il mio odore addosso. La stanza si, anche per più giorni trattiene il mio odore, ma lei dopo la doccia profuma solo di bagnoschiuma e se stessa” 

“Ok, quindi qual è la tua teoria? È davvero mia mamma?” 

“Stiles, non somiglia minimamente a tua mamma” 

“Lo so, scherzavo. Dimmi cosa pensi” 

“Ok, lei quando l’ho vista per la prima volta, e Derek ha confermato, profumava di te e di Cora. E un po’ di Derek 

“Esatto” 

“Ma Derek ha anche detto che l’odore di Cora su di lei aveva qualcosa di diverso” 

“Giusto anche questo” 

“Anche il tuo odore che ho sentito oggi. Fino a ieri, forse perché eravate sempre insieme, non notavo la differenza, eri tu e basta. Prima invece c’era una nota diversa, non so spiegarti in che modo, ma non eri pienamente tu” 

“Oh, bene. Ma con questa informazione non so come andare avanti. Dovremmo cercare notizie sugli odori dei lupi? Su come si appiccicano duglia altri e cose così?” 

“Sarebbe un punto di partenza. Potremmo andare da Lydia, lei ha quei libri di Allison” 

“Scottie, Scottie. Io non vado da nessuna parte” 

“Eh? Cos’è quelli sguardo? Che vuoi fare?” 

“Ti ringrazio per avermi fatto fare la doccia, avevi ragione. Devo andare da quel lupo bugiardo e bastardo a chiedergli cosa cavolo sta facendo!” 

“Dai amico, sta calm-“ 

“Scott, ti ha cacciato da casa sua. Lui sa! Non so cosa, ma lui sa! E io devo sapere. E lui me lo dirà . Eccome se me lo dirà” 

“Vengo con t-“ 

“No, no, no. Se lo ammazzo non voglio coinvolgerti” 

“Stiles, lo ricordi che è un lupo, vero?” 

“Mh mh. Gli porterò una piantina di strozzalupo come regalo di bentornato!” 

“Io vado da Lydia. Se ti rompe tutte le ossa, chiamami. Se scopri qualcosa, chiamami. Se lo uccidi, chiama Lydia, credo lei sia più brava di me nell’occultare i cadaveri” 

 

-------------

 

Sempre aperta. Quella specie di mega porta scorrevole arrugginita era sempre aperta e ora non ne voleva sapere di aprirsi. Due lupi in quel loft e avevano improvvisamente acquisito il senso del pericolo? Che poi chi ci avrebbe mai messo piede lì dentro? Un luogo fatiscente in cui vive un uomo scontroso. Sarebbe stata un’ottima trama per un horror, o per uno di quei film in cui un gruppo di bambini ha paura dell’uomo che vive da solo in fondo alla strada, che alla fine si rivela essere l’uomo più dolce del mondo, con un passato drammatico. Con Derek, invece, potrebbero spaventarsi per davvero i bambini.  

Ok, ok, anche lui in fondo è buono e ha il suo passa- 

“La smetti di importunare la mia porta?! Cosa diavolo vuoi?! Va via!” 
 

Cosa stava dicendo riguardo all’essere buoni in fondo?
 

“In fondo! Molto in fondo!” 

“Eh? Hai sbattuto la testa? Cosa stai blaterando, Stilinski?” 

“Pensavo ad alta voce! Fammi entrare!” 

“Questa è casa mia e decido io se farti entrare” 

Spostati o ti faccio arrestare” 

“E con quali accuse? Sentiamo” 

“La ragazza che vive con te non la conosci ed è minorenne. Allora?” 

“Entra” 

 

 

“Simon! Finalmente qualcuno con cui posso parlare e che mi risponde!” 

“Olly, puoi lasciarci soli?” 

“Eh? E dove dovrei andare?” 

“Non lo so, abbastanza lontano da non origliare” 

“Non posso andare in giro da sola, Stiles” 

“Quando devi disobbedire te lo ricordi il mio nome? Va a fare un giro, per piacere” 

“Ok, sto nei dintorni però. Se mi sentite urlare, venire. Soprattutto tu che sei un lupo, grazie. Ah, datemi anche un cellulare. Preferirei il tuo, Derek, già so usarlo” 

“Tieni” 

“Ciao, ciao!” 

 

 

“Ok, l’hai cacciata, mi dici cosa sei venuto a fare qui?” 

“Mi hai mentito” 

Non avrei mai pensato di dirlo, ma puoi usare più parole per spiegarti?” 

“Mi hai mentito riguardo alla provenienza di Olly. Hai mentito a me e a Scott” 

“Non vi ho mentito. Vi ho solo detto una teoria plausibile” 

“Plausibile? Plausibile cosa? Che questa qui è una tua parente che viene dal passato, ma che non hai riconosciuto?” 

Non ci stavo spesso insieme” 

“Che hai detto che aveva qualche anno in meno a te, ma ne ha diciassette e tu ne avevi quasi diciotto quando c’è stato l’incendio?” 

“Forse non ricorda quanti anni ha” 

“Non lo ricorda, è stato Deaton a dircelo 

“Poi?” 

“Sorvolando sull’assurdità del viaggio nel tempo, come mi spieghi ciò che ha sentito Scott stamattina?” 

“Non è nemmeno entrato” 

“Non ci vuole tanto per percepire un odore, soprattutto se lo conosci bene” 

“Non so di cosa stai parlando” 

“Ah no? Non sai che mi riferisco al mio odore qui dentro? Al mio odore su quella ragazza appena uscita dalla doccia?” 

“Ci stiamo lavorando, non ho ancora capito il motivo” 

“Derek, abbiamo sempre risolto i casini insieme, anche se tu ogni volta avevi anche casini tuoi in parallelo. Ora perché ci escludi?” 

“Perché…perché è assurdo” 

Così assurdo che supera il viaggio nel tempo? Così assurdo che balbetti?” 

“Stiles, lascia fare a me. Vivi la tua vita e basta, senza intrometterti. Non è in pericolo nessuno, non preoccuparti inutilmente” 

“Ma se ti sconvolge così tanto come pensi che non mi preoccupi? Sei stupido?” 

“Lo sarai tu. Se ti ho detto non ti immischiare, tu non farlo” 

“E io sono famoso per l’obbedienza ai tuoi ringhi, vero?” 

“Per niente. Ma te lo chiedo per favore” 

“Derek. È. Il. Mio. Odore” 

Ti fidi di me?” 

“Me lo chiedi come se non conoscessi la risposta? Davvero?” 

“Bene, allora esci di qui” 

“Derek, farò ricerche da solo. Magari arriverò a delle conclusioni del tutto sbagliate e magari anche pericolose e mi preoccuperò ancora di più. Non ti conviene accorciare i tempi e parlare?” 

“Stiles” 

“Ehi, togliti quelle mani dalla faccia e rialza la testa. Così mi fai preoccupare. So che è una cosa che mi riguarda, tu fai così, mi fai venire ancora più ansia!” 

“Ok. Ti dico una cosa, secondo la tua reazione deciderò se andare avanti” 

“Ok, sono pronto. Spara!” 

“I viaggi nel tempo c’entrano” 

“Ok” 

“Ok?” 

“Si. Sospensione del giudizio. Epochè. Accetto ogni stranezza, continua” 

“Non perdi la testa come ieri?” 

“Oggi è un altro giorno. Prosegui pure, Hale” 

“Ok. Allora. Voglio che alla fine della storia tu non cambi nulla di te, nei tuoi atteggiamenti verso gli altri e soprattutto verso quella ragazza, ok?” 

“Continuerò a non sopportarla” 

Chissà. Comunque. Ricordi che ti dissi che l’odore di Cora su di lei aveva qualcosa di diverso? Bene. Per noi lupi succede solo in un caso. Se tu fossi un lupo, oltre al mio odore personale, ne sentiresti su di me altri. Ora sentiresti quello di Olympia, perché è stata qui per un po’, quello di Scott perché per spingerlo fuori stamattina l’ho toccato e se io ora ti toccassi una mano sentiresti anche il tuo” 

“Ok, fin qui sono cose che conosco. Ci sono altri odori che sentirei su di te?” 

“Si. Se Scott avesse avuto ampie conoscenze sui nostri odori, dei mannari, avrebbe capito che io, e tutte le altre persone, possediamo altri odori. Due” 

“Due odori che però differiscono da quelli delle persone da cui hanno origine” 

“Mh” 

Per Olly sono il mio e quello di Cora” 

“Si” 

“Sono solo due? Per tutti?” 

“Per tutti” 

È il futuro vero? Non viene dal passato. Viene dal futuro” 

C’è un’alta possibilità” 

“Alta quanto?” 

“N…novanta percento” 

“Bene” 

 

Questo, nei film, sarebbe il momento in cui il protagonista comincia a parlare a vanvera, a girare senza senso per la stanza mettendosi le dita tra i capelli. Invece Stiles cammina, lentamente, e si siede sul grande tavolo al centro del loft, di fronte alla vetrata. Si siede e dondola distrattamente i piedi, guardando fuori. Vorrebbe dire qualcosa, una frase ad effetto. Quella che il fantomatico protagonista del fantomatico film pronuncerebbe dopo il breve momento di sclero. E invece Stiles se ne sta lì e comincia a ridere. Una risata isterica si diffonde in quell’enorme stanzone. Ride e volta la testa verso la figura che si è appoggiata alla sua destra, sul tavolo. 

Continua a guardare fuori fino a quando non gli passa la voglia di ridere e trova qualcosa da dire.  

 

“Non mi fai gli auguri? Sono diventato papà” 

“Stiles, smettila” 

“Beh, è così. Io e Cora, beh mi sta simpatica” 

“Tu non avrai una figlia da mia sorella” 

“Dopo quello che hai detto e il fatto che ci sia una tizia che ha il mio DNA, ne sono quasi sicuro” 

“È solo una teoria” 

È una certezza. Lo sai tu e lo so io. Altrimenti mi avresti preso di peso e cacciato” 

“Troveremo una soluzione 

“Per mandarla via o per non farmi riprodurre?” 

Vietarti la riproduzione sarebbe un’ottima soluzione per non dar vita ad esseri irritanti quanto te” 

“Ehi! Quella lì è anche una Hale. Ha anche un pezzetto di DNA come il tuo. Ed è antipatica tanto quanto te” 

Troveremo come mandarla a casa” 

“Hai già scoperto come è arrivata qui?” 

“Il Nemeton. Il motivo non lo conosciamo, credo che se lei avesse indietro la memoria potremmo risolvere più in fretta 

“Ma poi ricorderebbe di essere mia figlia. Aspetta! Ma tutto ciò non creerebbe una specie di paradosso temporale o qualcosa del genere? Io so che starò con Cora e che avremo un figlio. E se questo modificasse il futuro? Se ora Olympia fosse già scomparsa perché il futuro è cambiato e non esiste più? Oddio! Chiamala! Tieni, prendi il mio cellulare!” 

“Stiles, non cred-“ 

“È già partita la chiamata, tieni, vedi ru se risponde! Oddio ho fatto sparire un essere umano!” 

“Davvero? Mi hai rinominato Sourwolf?” 

“Pensa alle cose serie!” 

 

~ Chiamata in corso da Stiles a Sourwolf 

 

“Stan?” 

Olympia” 

“Derek? Oddio hai ucciso Stiles?” 

“No, volevamo solo sapere se stavi bene o ti eri persa” 

“Tutto ok, sono al parco qui vicino. Posso tornare?” 

“Si, ok, torna” 

~ Chiamata terminata





Ecco qua. 
Buon weekend!

 

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Capitolo 7
*** Fourth Day (2) ***



Buon inizio settimana e buona lettura!





Stiles aveva solo un minuto per parlare prima che Olympia fosse troppo vicina alla casa e ascoltasse tutto. 
Doveva chiarire solo un punto di quella situazione.  

 

“Quella lì non dovrà sapere nulla. Sia perché probabilmente ti crederà pazzo e comincerà a chiamarmi papino solo per prendermi in giro, sia perché nel caso ci credesse, avrebbe una qualche specie di shock e potrebbe non ricordare più nulla. Chiaro?” 

“Ok. Dato che sa che ho mentito, le diremo solo la parte di Cora” 

“Ok, ma nemmeno Cora dovrà sapere. Io ancora devo realizzare la cosa, sono calmo solo in apparenza. Credo che appena andrò a casa mi verrà una crisi di nervi. Cora deve continuare a vivere le sua vita” 

“Ok, siamo d’accordo. Sta arrivando” 

 

Stiles non ricordava che nel parco lì vicino ci si potesse combinare in quel modo. Quella ragazza stava camminando tranquillamente verso di loro come se non avesse quasi un intero cespuglio tra i capelli e gli abiti tutti sporchi di terreno. E in qualche punto anche strappati. 

 

“Non ricordavo che al parco si potesse lottare con un grizzly” 

“Spiritoso, Sergio. Ho fatto anche una corsetta per la riserva, stavo per scoppiare chiusa in questa casa. Tu perché sei così sconvolto? Cos’hai tirato fuori dalla bocca di quest’essere asociale?” 

“Sei figlia di sua sorella. Derek è il tuo zietto” 

“Stiles! Non potevi aspettare?” 

“Dai, Sourwolf. Via il dente, via il dolore. Tranquilla Olly, Cora è una brava ragazza, ti è andata bene. Dobbiamo solo capire come fare per farti tornare indietro. Anzi, per farti tornare avanti, a questo punto” 

“Derek, è quella ragazza nella foto sul tuo comodino?” 

“Mh” 

“COSAA? TU SEI ENTRATA IN CAMERA SUA? CE L’HA IL LETTO?” 

“Certo che ha il letto” 

“Anche un armadio?” 

“Bello grande” 

“E quindi anche un comodino” 

“Sono due” 

“È tutto buio?” 

“No, è l’unica stanza dove c’è sempre il so-“ 

“La smettete di parlare di me come se non ci fossi?!” 

“Scusa, Sourwolf, ma comprendimi. Sono geneticamente curioso e nessuno ha mai messo piede in camera tua e nessuno ci ha provato da quando hai lanciato Isaac lungo il corridoio solo perché aveva cercato di mettere la mano sulla Maniglia. Ho bisogno di raccogliere dati!” 

“E a cosa ti servirebbero questi dati?” 

“A capirti. Si capisce molto dal posto in cui dorme una persona. Se questa poi è un mezzo lupo e la camera da letto può essere considerata una tana, è ancora meglio” 

“Questa discussione sta diventando assurda. Ora sai quelli che dovevi sapere. Puoi andartene” 

“Ehi, ehi! Aspettate! E io? La ragazza smemorata la lasciamo con lo zio scontroso?” 

“Beh, è comunque un tuo familiare 

“Se vuoi stare con Stiles, vai. Se lui ti rivuole indietro” 

“Io…si. Preferirei di si. Se per voi due va bene” 

 

Stiles nemmeno è reso conto di aver semplicemente annuito e ora non si rende nemmeno conto di come possa essere di nuovo in casa sua insieme a quella furia con i capelli troppo lunghi. Non una furia. Beh, non una furia qualsiasi, ma sua figlia. Figlia. Figlia sua e di Cora Hale. Di Cora SonoLaSorellaDelRagazzoCheTiPiace Hale. Ed è questa la cosa che più lo destabilizza. È questa realizzazione che lo fa bloccare mentre sta salendo le scale per andare nelle propria camera.  

Lui, tra qualche anno, non sa quanti, avrà una figlia e quella figlia sarà sua e di Cora.  

Lo ammette, la piccola Hale gli è sempre piaciuta, l’ha sempre trovata simpatica, intelligente, ma non l’ha mai guardata in quel senso . Non riesce a pensare a cosa sia potuto cambiare nel corso degli anni per fargli vedere Cora sotto quell’aspetto. Sempre fermo su quelle scale, crede che sia arrivato il momento di cominciare a formulare almeno delle ipotesi a riguardo. Così si ritrova davanti alla grande lavagna trasparente in camera sua, con un pennarelli tra le dita.  

Ipotesi n. 1 – Mi sono innamorato di Cora. Semplicemente.  

Ipotesi n. 2 – Sono andato al college di NY, dove vive lei. Abbiamo vissuto insieme e ci siamo innamorati.  

Ipotesi n. 3  Ci siamo incontrati da ubriachi ed è successo.  

Ipotesi n. 4 – Cora mi ha chiesto di essere un semplice donatore. È una madre single e io sono lo zio Stiles che vive lontano. (Questo non spiegherebbe perché il mio odore calma la sconosciuta. Pensarci su). 

Ipotesi n. 5 – Sono stato io a chiedere a Cora di partorire mia figlia perché ho sempre avuto desiderio di paternità, ma non avevo la materia prima(Questo spiegherebbe il dubbio nell’ipotesi 4) 

Ipotesi n. 6 – Mi sono accontentato della sorella. (Da scartare. A meno che io non sia diventato così meschino) 

Ipotesi n. 7  Derek si è sbagliato sugli odori e in realtà Olly è solo una che ha preso una botta in testa. (Improbabile. Derek sembrava sicuro. E non si sbaglia) 

 

“Mi dici cosa hai scoperto?” 

“AAAAAAAH! CAZZO, SCOTT! CAMPANELLO? TOC TOC SULLA PORTA? UN COLPO DI TOSSE? MI HAI FATTO VENIRE UN-“ 

“Un infarto, lo so. Ora mi dici cosa ti ha detto Derek e cosa sono quelle ipotesi assurde? Mi avevi detto che mi avresti chiamato e sto aspettando da tre ore” 

“Scusa, Scottie. Siediti che ti racconto” 

 

 

“Figlia tua e di Cora? Ora si che tutto è chiaro!” 

“Eh?” 

“Gli odori. Il tuo e quello di Cora sono come quello di tuo padre su di te. Immagino tu abbia anche quello di tua madre, ma non so riconoscerlo. Ora mi sembra tutto più chiaro riguardo questa storia dell’olfatto sviluppato. Mi sembrava sempre di non riuscire ad annusare fino in fondo le persone. Era perché hanno gli odori dei genitori e io non sapevo riconoscerli! Avrei dovuto prestare più ascolto a Derek quando diceva di volermi allenare” 

“Si, ok, Scott sono felice per la tua illuminazione, ma torniamo al punto?” 

Dov’è Olly? Lei sa qualcosa?” 

“Non sa nulla. Ed è andata a fare la spesa con papà, dice che non riesce a stare ferma in casa e ha bisogno di respirare” 

“È tua figlia, mi sembra normale” 

“Scott” 

“Scusa, scusa. Ok, quindi quelle sono ipotesi riguardo la sua nascita” 

“Mh. Quelle che mi sono venute in mente” 

“Derek cosa ne pensa?” 

“Mi ha solo elencato i fatti. Non ne abbiamo parlato in modo approfondito, anche perché avrei rischiato un crollo nervoso 

“Quindi dobbiamo capire come mandarla a casa. Oddio!” 

“Cos’hai?” 

“Tu e Cora vivrete a Villa Hale! Il ricordo di Olly, i fiori. Tutto torna!” 

“Scott, mi stupisci. Comunque ora che mi ci fai pensare, si, è molto probabile. Quindi posso aggiungere alla lavagna Vivremo insieme , ed escludere le Ipotesi quattro e cinque” 

“Già. Chissà se con voi vivrà anche Derek. Quella casa è enorme” 

“Scott, risparmiami” 

“Scusa amico, mi sono lasciato prendere dalla tua passione da detective. A proposito, come stai? L’ipotesi numero sei mi fa credere che tu non l’abbia presa benissimo” 

“No, per niente. Ma sai cosa penso? Che forse possa essere vera la numero uno cioè, Olly ora ha diciassette anni. Non possiamo dire quando sia stata concepita, quindi può anche darsi che io abbia avuto tutto il tempo per innamorarmi di Cora e viceversa. Probabilmente nel suo futuro siamo una famiglia felice e basta, senza l’ombra di uno zio ad oscurare il tutto. Ci si innamora delle persone, ma si smette anche di amarle. Non è impossibile, no?” 

“No, certo che no. Spero che tu abbia ragione. Cora è una brava persona, mi è sempre piaciuta anche se l’ho vista poco. Siete anche simili secondo me” 

“Chissà. Ne parli tu con Lydia? Non voglio ripetere tutta la storia. Dille che ci vediamo domani mattina per fare qualche ricerca, ok?” 

“Ok, ci vediamo domani allora” 

“Mh” 

 

 

La cena procedette come al solito. Chiacchiere dello Sceriffo, chiacchiere riguardo le notizie al telegiornale e chiacchiere riguardo i compiti per le vacanze da finire.  

Anche il dopocena procedette tranquillo. Olly e suo padre sul divano per una replica di basket e lui in cucina a lavare i piatti.  

Ora se ne stava nel sul letto senza il suo cuscino ad inveire contro quella sconosciuta che glielo aveva rubato e che si era chiusa nella camera degli ospito per non farglielo riprendere.  

Era lì a pensare al fatto che quel chilometro di capelli che teneva annodato sulla testa era proprio del colore dei suoi, quando il cellulare lo avvisò dell’arrivo di un nuovo messaggio. Doveva essere Lydia che non riusciva ad aspettare la mattina per parlare delle novità.  

 

~ Nuovo messaggio da Sourwolf. 

 

No, non era Lydia. Non era decisamente Lydia. Ma quello sarebbe diventato decisamente un bernoccolo. Chi si fa cadere il telefono sulla fronte mentre cerca di leggere un messaggio? Stiles Stilinski. Ovvio.  

 

(Ore 23:19) Passata la crisi di nervi? DH 

 

Due bernoccoli. E un mezzo infarto.  

 

(Ore 23:20) Credo di si. SS 

 

E un attacco d’ansia. Avrebbe risposto ancora? Tra quanti secondi?  

 

(Ore 23:22) Credi? DH 

 

Centottantasette. Infarto completo.  

 

(Ore 23:23) Non ne sono sicuro. Sono ancora destabilizzato dalla notizia. SS 

 

Destabilizzato? Fuori di testa sarebbe stato più veritiero. 

 

(Ore 23:25) Mi dispiace. Per questo non volevo parlartene. Immagino tu sia uscito fuori di testa. DH 

 

I lupi leggevano anche nel pensiero? Da quanto? 

 

(Ore 23:26) Leggi anche nel pensiero? SS 

 

Bene. Se il filtro pensieri/bocca cominciava a saltargli anche mentre scriveva messaggi, poteva solo uccidersi. Cosa diav- 

 

(Ore 23:27) ? DH 

(Ore 23:27) Nulla, nulla. Comunque non dispiacerti, non è colpa tua. Non credo sia stato tu a far piombare qui quella ragazza. Non sei stato tu, vero? SS 

(Ore 23:29) Ma sei scemo o cosa? DH 

 

Cosa. Era decisamente cosa. Essere scemo era troppo riduttivo.  

 

(Ore 23:30) Escludevo solo ipotesi. SS 

(Ore 23:33) Hai delle ipotesi? Sarebbero? DH 

(Ore 23:34) – AllegatoPh01- Queste qui. Per ora. SS 

(Ore 23:35) Perché la quattro e la cinque sono cancellate? E perché hai una mano sulla sei? DH 

 

Perché se leggessi la numero sei avresti l’ennesima conferma del fatto che sono così scemo da essermi innamorato di te! 

 

(Ore 23:37) Le ho già escluse. SS 

(Ore 23:38) La se no. DH 

(Ore 23:40) Mi sono solo dimenticato di cancellarla. Tu hai ipotesi? SS 

(Ore 23:43) No. Ma credo che tra tutte le tue, la prima sia quella più probabile. Quando Cora era qui andavate d’accordo, non è impossibile che potreste innamorarvi. DH 

(Ore 23:45) Già. Nulla è impossibile. Nemmeno i viaggi nel tempo. SS 

(Ore 23:46) Domani andrò di nuovo da Deaton per delle ricerche. DH 

(Ore 23:47) Grazie. Anche se so che lo fai principalmente per Cora, ma grazie. Anch’io mi vedrò con Lyds domaniScott le ha raccontato tutto. SS 

(Ore 23:49) Bene. DH 

 

E ora? La conversazione è finita? Cosa si risponde ad un messaggio che dice solo “Bene”?  

Nulla, non si risponde nulla se qualcuno apre la porta di camera tua e corre nel tuo letto senza nemmeno chiederti il permesso! 

 

“Ehi! Esci dal mio letto. Subito!” 

“…” 

“Olympia!” 

“…” 

“Stai…stai piangendo? Che hai?” 

Mi…mi ero quasi…quasi addormentata. E…ho rivisto una cosa” 

“Rivisto? Un ricordo?” 

“S…si” 

“Dai, racconta” 

“Loro.. Loro mi…mi prendevano in giro. Io ero..ero piccola però” 

“Un ricordo di quand’eri piccola?” 

“Si. Non so perché piango. Credo sia perché era un sogno e mi ero troppo fatta prendere. È una sciocchezza. Loro…loro dicevano solo che i miei genitori erano scemi perché…perché il mio nome era orribile e strano” 

“Il tuo nome? Hai ricordato come ti chiami?” 

“N…no” 

“Oh. Beh, sta calma, era solo un sogno” 

“Aspetta. Non…non lo ricordo perché…perché credo di non essere brava in…in geografia” 

“Perché? Cosa dicevano?” 

“Che era un nome strano perché è di una città, no di una persona. Di una città della Sv…Svizzera” 

“Nemmeno io sono bravo in geografia. Ti chiami Zurigo?” 

“No! Che schifo!” 

Vienna?” 

“Quella lo so anch’io che sta in Austria, Stiles. Chiedi a Scott” 

“Sta messo peggio di me” 

“Guarda dal pc allora” 

“Papà sente che l’ho acceso anche se sta dormendo” 

“Chiedi a Derek allora. Magari l’ha scelto sua sorella il mio nome perché ha qualche significato” 

 

(Ore 00:01) Spero tu non stia dormendo. Abbiamo una crisi geografica. Dimmi un nome di città Svizzera. SS 

(Ore 00:03) E a cosa ti serve? DH 

(Ore 00:04) Non fare storie. Elenca dei nomi. SS 

(Ore 00:07) Zurigo. Berna. Basilea. Losanna. Coirà. Bienne. Locarno. Lugano. Zugo. Thun. Devo continuare? DH 

(Ore 00:08) Cavolo se ne sai di geografia! Non è nessuno di questi. In pratica Olly dice che il suo nome è quello di una città svizzera e che da piccola la prendevano in giro per questo. L’ha appena sognato/ricordato. Altre idee? Qualcosa che riguardi Cora? Io non ho idee e nemmeno sono mai stato in Svizzera. SS 

(Ore 00:12) Ginevra. DH 

(Ore 00:14) Sssssi! Yeee! Ce l’abbiamo fatta! Le ho detto “Ginevra” e mi ha guardato fisso e poi ha sorriso. Abbiamo il nome! SS 

(Ore 00:15) Bene. DH 

 

 

“Quindi mi chiamo Ginevra. Quei bambini erano dei cretini, il mio nome è stupendo!” 

“Si, è un bel nome. Ora torniamo a dormire?” 

“Tu messaggiavi, non dormivi” 

“Dettagli. Fila in camera tua!” 

Siete carini insieme, anche se sembra che non vi sopportate. È bello guardarvi, siete anche divertenti?” 

“Chi?” 

“Tu e Derek, ovvio. Buonanotte Sherlock!” 

“È STILES!” 




Alla prossima!

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Capitolo 8
*** Fifth Day ***



Non è ancora Venerdì eppure ce l'ho fatta!

Buona lettura!




Ginevra. Quando l’aveva detto a Scott, quella mattina
, era saltato dal divano battendo le mani perché felice del passo in avanti. Lydia, invece, aveva annuito mentre continuava a sfogliare enormi libri dall’aria molto antica.  

Gli stessi libri che ora aveva anche lui davanti perché internet, questa volta, non aveva dato i risultati sperati: qualche blog su “Ritorno al futuro” e siti di presunti medium che promettevano contatti con il passato. Sono intorno al tavolino del salotto dalle dieci di mattina, ed ora sono le tre del pomeriggio. Anche Ginevra ha cercato di dare il suo contributo aggiungendo dettagli ai suoi ricordi. Dopo essere tornata dalla corsa mattutina e dalla colazione al bar. Ovviamente.  

Oltre ai Nontiscordardimé, a due finestre di casa sua sono appesi due scaccia sogniStiles si fa un appunto mentale: deve chiedere a Derek se quel dettaglio riguarda Cora.  

Sul retro della casa, invece, su un albero al limitare della riserva c’è una casetta in legno. Stiles sa che quella è opera sua, l’ha sempre desiderata, ma suo padre si è sempre rifiutato di arrampicarsi su un albero, o di permettergli di fargli fare da sé.  

Quasi nessuno la chiama con il suo nome completo. Per tutti è Gin. Tranne quando è nei guai e suo padre la mette in punizione. Lì diventa Ginevra, tutto urlato. Stiles le chiede informazioni riguardo suo padre, lei gli risponde dicendogli che sa solo che ce l’ha, non ricorda altro. Stiles si fa i complimenti per il se stesso futuro: se riuscirà a farsi temere da quella ragazza, sarà sicuramente una persona rispettabile.  

Lydia le chiede della reazione che ha avuto la prima volta che ha visto Derek. Lei le risponde che non sa spiegarsela e che sa solo che è un membro della sua famiglia. Immergono di nuovo i nasi nei libri per un’altra ora.  

 

Alle otto di sera sono tutti in posizioni strane. Scott se ne sta seduto per terra, con la schiena appoggiata al divano e i piedi sul tavolino. Anche Lydia è più scomposta del solito, seduta in poltrona, mentre si attorciglia distrattamente una penna tra i capelli. Ginevra è seduta a testa in giù sul divano, con le gambe sullo schienale mentre Stiles, seduto sul pavimento a gambe aperte, passa le dita tra i suoi capelli che toccano il pavimento.  

Il silenzio regna sovrano in tutta la casa, si sente solo il leggero fruscio delle pagine girate. Ognuno è concentrato in una lettura e sta cercando di non addormentarsi, quando una voce li fa sobbalzare.  
 

“Che bella scenetta” 

 

Scott illumina gli occhi di rosso e tira un calcio al basso tavolino spingendolo verso la poltrona da cui si alza di scatto Lydia stendendo le pieghe del vestito. Stiles prova ad alzarsi facendo leva con una mano sul pavimento senza, però, accorgersi di averla messa sui capelli di Ginevra che subiscono un forte strattone che fa ringhiare la ragazza verso chi le ha fatto del male e verso l’intruso.  

 

“Ecco, ora sembrate voi stessi” 

“Sei venuto a prenderci in giro, Sourwolf?” 

“Certo che no” 

“E di grazia, cosa diavolo ci fai qui? E da dove sei entrato? Questa casa ha una porta di ingresso!” 

“Dalla finestra. Era aperta” 

“Se suonassi il campanello, si aprirebbe anche la porta! Ci hai fatto prendere un colpo! Questi due stavano per sbranarti!” 

“Sono entrato senza che loro nemmeno mi sentissero, chi avrebbe sbranato chi? 

“Ehi! Io sono un Alpha!” 

McCall un Alpha non si distrae così facilmente” 

“Uff” 

“Ok, basta. Andiamo a mangiare” 

“Gin, non ho preparato nulla, abbiamo fatto ricerche tutto il giorno. Ora chiamo papà e gli dico di portare qualcosa da mangiare, dovrebbe tornare a momenti” 

“Non ce n’è bisogno. Ginevra ha sentito l’odore di pizza dalla cucina” 

“Io non ho fatt- Hai portato la pizza? Ci hai comprato del cibo?” 

“Ero da Deaton e tronando a casa ho fatto questa strada e vi ho sentiti. Lo stomaco di Scott è così rumoroso che sono stato costretto a tornare indietro e prendervi delle pizze. Semplice” 

Oh, beh…grazie. Andiamo in cucina allora 

 

Sul tavolo erano posate tre pizze di dimensioni enormi e ora anche Stiles riusciva a sentirne il profumo. Il suo stomaco approvò pienamente la scelta dei peperoni. Erano tutti seduti intorno al tavolo, non stavano parlando delle ricerche perché quel pomeriggio era servito a ben poco. L’unica conferma che avevano avuto riguardava il Nemeton. Solo il suo potere aveva potuto aprire il varco temporale che aveva portato lì la smemorata. Riguardo al motivo per cui l’aveva fatto, non avevano trovato nulla.  

Stiles aveva appena afferrato al volo un peperone prima che questo gli sporcasse i pantaloni, quando un dubbio si insinuò nella sua mente. 

 

“Qui è tutto chiuso. Da quale finestra sei entrato, Sourwolf?” 

“Camera tua” 

“Camera mia? La MIA CAMERA? Il concetto di privacy non tu è mai stato introdotto?” 

“Hai ragione, avrei dovuto bussare” 

“Co- eh? Mi stai dando ragione?” 

Mh. Avrei preferito non vedere i tuoi boxer di Captain America e dei Simpson” 

Stiles, fratello, sgonfia le guance e respira. Rischi di scoppiare 

“Ma, ma..quello.. Tu! Metterò le sbarre alla mia finestra! Poi vediamo come entri!” 

Sono un lupo” 

“Ululare a delle sbarre non ti servirà” 

“Staccarle dal muro, si” 

“Non se sono ricoperte di Sorbo. Metterò anche delle piantine di strozzalupo sul davanzale e il parquet in frassino!” 

“Si, certo così non entrerà più nessuno lì dentro. Ragazzi, siete noiosi, io vado a casa. Se avete altre novità mandatemi un messaggio. Buonanotte” 

“Aspetta Lydia, torno con te, non ho la moto. Ciao ragazzi, non vi sbranate!” 

“Ciao Lyds, ciao amico stupido!” 

 

 

Padre, figlia e zio. In quella stanza c’erano tre persone che in futuro sarebbero diventate una famiglia, cioè, già lo erano anche adesso, ma Stiles ancora non lo accettava. Se ne stavano lì, zitti, a mangiare gli ultimi pezzi di pizza. Nonostante non fosse un lupo, Stiles sapeva, lo sentiva, che Gin avrebbe voluto dire qualcosa. Prendeva respiri come se avesse voluto parlare, ma poi richiudeva la bocca. Stiles cominciava a trovare la cosa irritante. 

 

“Gin. Parla. Hai qualcosa da dire” 

“Non è vero, Swat 

“Non mentire, dai, coraggio. C’è anche il tuo zietto qui. Non ti rassicura?” 

“Per niente. E non rivolgerti a me come se stessi parlando con una scema 

“Ginevra, parla o smettila di agitarti. Il tuo cuore mi dà fastidio” 

Uffa e va bene. Quando sono andati tutti via ho ricordato una cosa” 

“Cioè?” 

Credo che avessi circa dieci anni ed ero seduta proprio qui, solo che quelle finestre avevano delle tende” 

“Oh, bene. Papà in futuro accetterà i miei consigli. Ricordi altro?” 

Mh. C’era tuo padre e un’altra signora, con i capelli neri e la carnagione scusa, non ricordo bene il nome. Può essere che sia Marissa?” 

“No, è Melissa. La mamma di Scott. Dimmi che staranno insieme, ti prego, ti prego!” 

“Non ricordo, ma si sorridevano. E lasciamo le mani! Stavamo mangiando qualcosa, forse un dolce, ma io non volevo perché ero arrabbiata” 

“E perché?” 

“Perché i miei genitori erano andati da qualche parte senza di me e mi avevano lasciata lì. Perché tua sorella mi lascerà a casa di suo padre? Si conoscono?” 

“Si sono visti giusto un paio di volte, ma è probabile che in futuro abbiano un rapporto 

“Papà ha sempre detto che Cora gli sta simpatica e che gli dispiace che sia così lontana 

“Sta tornando lo Sceriffo, credo di dover andare via” 

“Ciao, Derek” 

“Oh, c-ciao Sourwolf 

 

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Anche il quinto giorno era passato e anche quest’altro giorno non aveva portato la soluzione. Era snervante, strano, una cosa da pazzi e Stiles non dormiva bene, il che lo rendeva ancora più agitato. Era stufo di rigirarsi nel letto, di attorcigliarsi le gambe nelle coperte e scalciarle via con un gesto di stizza. Erano già le tre del mattino, suo padre russava beatamente, Ginevra gli aveva rubato il cuscino un’ora prima e la lucina del modem sulla scrivania gli metteva solo ansia. Aveva mandato tre messaggi uguali, circa trenta secondi fa, ma sapeva che avrebbe solo fatto arrabbiare i destinatari e che gli avrebbero risposto malissimo. Aveva scritto solo  Dormi? . Un messaggio del genere nel pieno della notte avrebbe fatto urlare anche lui dalla rabbia, lo ammetteva.  

 

(Ore 03:06) Stiles, svegliami di nuovo nel cuore della notte perché il tuo cervellino iperattivo non trova pace, e giuro che ti rompo i timpani. Dormi! LM 

 

Lydia. Sempre concisa e anche un po’ violenta. Meglio non insistere.  

 

(Ore 03:07) Che è successo? Stai bene? Metto le scarpe e sono da te! SM 

 

Il solito protettivo Scottie che si spaventa per nulla. Beh, un messaggio durante la notte spaventerebbe chiunque, ma gli aveva solo chiesto se stesse dormendo. 

 

(Ore 03:07) Tranquillo Scottie, rinfodera gli artigli. Mi stavo solo annoiando. Torna a fare la nanna. SS 

(Ore 03:09) Non farlo più. E dormi. SM 

 

 

Ok, aveva ricevuto le sue risposte ed entrambi gli avevano ordinato di dormire. Stiles è accoccolato sotto le coperte con gli occhi chiusi cantando mentalmente <i> Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela e considerando la cosa interessante andò a chiamare un altro elefante…, quando il cellulare che tiene sotto al cuscino vibra e lo fa alzare di scatto.  

La terza risposta. Questa proprio non se la aspettava.  

 

(Ore 03:10) Cosa c’è? DH 

 

E questo messaggio non può che fargli partire l’immaginazione. Vede Derek nel suo letto, nel suo loft, con il cellulare in una mano che gli illumina parzialmente il volto. Lo vede leggere il messaggio che gli ha mandato e che lo ha svegliato. Magari lì per lì ha anche ringhiato e lo ha rimesso sul comodino cercando di essere indifferente. Però poi l’ha ripreso e ha riletto. Avrà internamente sorriso (si, Derek ride dentro, non con la faccia) e gli avrà risposto. E ora forse ha ancora il telefono in una mano mentre l’altra la tiene alzata a coprirsi il volto, nell’attesa di una risposta.  

I sogni ad occhi aperti di Stiles vengono interrotti da una quarta vibrazione. 

 

(Ore 03:12) Se stai morendo rispondi. Se non stai morendo fallo lo stesso, così posso finirti io. DH 

 

Questo messaggio è così tanto un’unione di quelli dei suoi amici che Stiles sorride mentre risponde. 

 

(Ore 03:13) Per tua sfortuna sono vivo. O per tua fortuna. Il tuo messaggio è ambiguo. Comunque non c’è nulla, mi annoiavo. SS 

(Ore 03:14) Se dormissi non ti annoieresti. DH 

(Ore 03:15) Se riuscissi a dormire, dormirei. Sono iperattivo, ricordi? SS 

(Ore 03:16) Vagamente. DH 

(Ore 03:18) Scusa per il disturbo, in realtà non pensavo avresti nemmeno risposto. Torno a fissare il soffitto. Tu torna a dormire. SS 

 

La sua mano aveva scritto quel messaggio, ma la sua testa avrebbe voluto scrivere qualcosa del tipo Ti va di tenermi compagnia già che sei sveglio? Ti prego accetta. Ti prego, ti prego!>. Ma forse sarebbe stato troppo patetico.  

 

(Ore 03:20) Ero sveglio. DH 

 

L’elefante sulla ragnatela era appena caduto insieme agli altri tre amici e aveva fatto tremare Stiles dalla testa ai piedi. Patetico, appunto.  

 

(Ore 03:21) Perché? SS 

(Ore 03:22) Non ho mai dormito molto. DH 

(Ore 03:23) Perché? SS 

(Ore 03:24) Hai sette anni? DH 

(Ore 03:25) Sono solo curioso e faccio conversazioneSai, quella cosa che comporta il parlare tra due o più persone. In questo caso scrivere. SS 

(Ore 03:26) Fare conversazione con te è come parlare con uno sciame d’api. DH 

(Ore 03:27) Non so se essere offeso o contento per questa specie di battuta. Vuoi dire che sono fastidioso? SS 

(Ore 03:28) Non era una battuta. Sei fastidioso. DH 

(Ore 03:29) Sono incentivato dalla tua burberosità. SS 

(Ore 03:30) Questa parola non esiste. DH 

 

Se questa conversazione prosegue, non esisterà più nemmeno il mio povero cuore. Altra risposta ridicola da evitare.  

 

(Ore 03:31) Ora si. Non ci hai detto se Deaton aveva novità. SS 

(Ore 03:33) È perché non ne aveva. Credo che dovremmo portare Ginevra a casa mia. DH 

(Ore 03:34) Al loft? SS 

(Ore 03:35) No. DH 

(Ore 03:36) Oh, giusto. Scusa. Potrebbe ricordare qualcosa. Quando ci andate? SS 

(Ore 03:37) Sei suo padre. Vieni con noi. DH 

(Ore 03:38) Leggerlo così fa un certo effetto. SS 

(Ore 03:39) Non volevo agitarti. DH 

(Ore 03:42) Figurati. È solo strano, no? Quindi quando andiamo? Domani? Non possiamo perdere tempo, papà comincia a non credere alla scusa della cugina di Lydia che è accampata a casa nostra da cinque giorni. SS 

(Ore 03:44) Ok. Avviso Scott. DH 

(Ore 03:45) Oddio non farlo. Se lo svegli anche tu potrebbe uccidere. Lo avviso domani mattina e ci andiamo nel pomeriggio. SS 

(Ore 03:46) Nel pomeriggio ho un impegno. Ci andiamo solo noi tre. Poi lo aggiornerai. DH 

 

Era sbagliato considerarlo un appuntamento? Mentre la sua mente gli risponde di siStiles se ne frega e pensa che può considerarlo come gli pare. I pensieri sono suoi.  

 

(Ore 03:47) Ok. A che ora? SS 

(Ore 03:48) Alle dieci vi passo a prendere. DH 

(Ore 03:49) Ok. Ah, dimenticavo. Non chiamarla Ginevra, si agita. E se si agita diventa ancora più antipatica di quanto non sia già. A quanto pare il suo nome intero lo usa solo suo padre per rimproverarla. Cioè il sottoscritto. Ho una certa autorità su mia figlia, te lo saresti mai aspettato? Ha addirittura paura di me! SS 

(Ore 03:51) Probabilmente ti confonde con Cora. DH 

(Ore 03:52) Ah ah ahTra vent’anni , quando sarai lo zio scapolo che vive con la nostra allegra famigliola, vedrai quanto saprò farmi rispettare! SS 

(Ore 03:54) E perché dovrei essere scapolo e vivere a casa tua? DH 

(Ore 03:55) Perché la tua burberosità aumenterà con gli anni fino a quando nemmeno il tuo bel faccino ti aiuterà a conquistare le donne! E chiederai al tuo Generoso cognato di ospitarti per non vivere da solo. SS 

 

Scrivere l’ultimo messaggio, scrivere Cognatogli aveva fatto realizzare che quella notte non avrebbe chiuso occhio per nemmeno cinque minuti. Si era auto-pugnalato nel fegato. Ottima mossa.  

 

(Ore 03:58) Va a dormire, Stiles. DH 

(Ore 03:59) Scherzavo, eh! Buonanotte, Sourwolf. SS 

 

(Ore 04:05) Sei ancora sveglio? Ho dimenticato di farti una domanda su Cora. SS 

(Ore 04:06) Dimmi. DH 

(Ore 04:08) Gin dice che a casa sua ci sono degli scaccia sogni appesi alle finestre. Io non ne ho mai avuti e non li ho mai desiderati, mi sono indifferenti. Volevo sapere se per Cora significassero qualcosa. SS 

(Ore 04:09) Laura ne aveva cinque, o sei, appesi nella sua camera. Cora le urlava di toglierli tutte le mattine perché cominciavano a suonare e ci svegliavamo tutti. Laura si svegliava presto la mattina e preparava la colazione a volte, per richiamarci in cucina apriva le finestre di camera sua lasciando entrare il vento che faceva muovere quegli aggeggi. Forse in futuro vorrà ricordarla appendendoli alle finestre. DH 

(Ore 04:11) Ok. Domani lo aggiungo alla lavagna. SS 

 

Lavagna. Perché pensare alla sua lavagna lo stava facendo sudare e agitare? Il suo cervello a volte lo stupiva più del solito, facendo reagire il suo corpo senza nemmeno avvisarlo del perch 

 

“CAZZO” 

 

Derek quella sera era entrato in casa dalla finestra aperta della sua camera. Derek aveva dovuto spostare la lavagna per mettere piede in casa. Lavagna che era di fronte alla finestra perché l’aveva girata per non permettere a Ginevra di leggere le ipotesi che aveva scritto il giorno prima. Ipotesi che erano quindi rivolte verso la finestra. Ipotesi che Derek aveva sicuramente letto.  

Forse Stiles non avrebbe chiuso occhio nemmeno le notti a seguire.  





<3

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Capitolo 9
*** Sixth Day ***



Non l'ho riletto perchè altrimenti non avrei potuto pubblicarlo. Se ci sono errori segnalateli, grazie! 



Non era salutare non dormire tutta la notte per l’ansia e alzarsi dal letto alle cinque del mattino per pulire le piastrelle della doccia, vero? 
E non lo era nemmeno passare alla pulizia del forno un’ora dopo e a quella del frigo, giusto?  

Stiles, alle sette del mattino, stava cominciando a convincersi di dover fare una visita, perché la sua testa doveva pur avercelo qualche problemino se lo spingeva a reagire in quel modo per cosi poco. Era lì a considerare a che tipo di specialista rivolgersi, quando una voce proveniente dalle scale interruppe il flusso dei suoi pensieri. Per fortuna.  

 

“Oddio, finalmente hai trovato pace! Cosa ci fai in giro dalle cinque? Volevo dormire, ma tu dovevi strofinare e spruzzare e risciacquare e strisciare i piedi mentre cammini!” 

“Scusa Gin, non pensavo avessi sentito” 

“Ho i sensi troppo sviluppati e percepisco anche la tua ansia. Odio svegliarmi con la puzza di ansia. Smettila e fatti una camomilla! 

“Non urlare, papà sta ancora dormendo” 

“E beato lui! Ora mi dici che succede o te ne esci di casa e mi permetti di dormire fino a mezzogiorno? Non vorrei che mi uscissero brufoli da stress!” 

“Non credo che tu possa avere brufoli” 

“Vuoi davvero scoprirlo? Al primo che mi trovo sul viso, ti stacco un dito. Dei piedi” 

“Ragazza, sei crudele. E antipatica. E non puoi dormire, tra tre ore usciamo” 

“Non posso dormire perché devo uscire tra tre ore? E quanto pensi ci voglia per prepararmi? E soprattutto dove dobbiamo andare?” 

“Nella riserva con Derek, ti portiamo a quella che sarà casa tua” 

“Oh Gesù, ora è tutto chiaro. Ti stai solo struggendo per il tuo amore non corrisposto!” 

“Io non ho nessun amore non corrisposto” 

“Certo, e io sono bassa con i capelli biondi. Ti avverto, cerca di stare calmo in sua presenza perché non ho intenzione di avere il sottofondo del tuo cuore impazzito per tutto il tempo 

“Ragazzina, basta! Va a vestirti e stai zitta!” 

“Ragazzina a chi, scusa? Chiamami ancora così e ti apro la gola!” 

Non mi fai paura!” 

“Ti è suonato il telefono. Va a vedere chi è. Magari è il tuo sogno proibito” 

“Ginevra, giuro che se dici un’altra parola ti caccio di casa e ti faccio vivere per strada” 

 

(Ore 07:45) Hai avvisato Ginevra? È d’accordo? DH 

(Ore 07:46) Chi? Quella vipera con la forma da lupo? Quell’arpia ? Quella ragazza che dovrebbe legarsi i suoi lunghi capelli al collo? Quell’essere antipatico ed irritante e cattivo? SS 

(Ore 07:48) ? DH 

(Ore 07:50) Niente. Per le dieci siamo pronti. Cosa dico a papà? Ti odia e non vorrà farmi venire in auto con te. SS 

(Ore 07:53) Tuo padre non mi odia. DH 

(Ore 07:54) Ricordi che ti ha arrestato per omicidio? SS 

(Ore 07:55) Lo ha fatto per colpa tua. E mi ha anche liberato. DH 

(Ore 07:56) Ma ti guarda ancora male. Non manderà il suo bimbo con te. SS 

(Ore 07:57) In realtà l’ho incontrato al bar qualche sera fa e mi ha detto che gli fa piacere il mio ritorno perché così c’è almeno un adulto a regolare te e Scott durante le “vostre faccende sovrannaturali”. DH 

(Ore 07:59) Mio padre è un traditore! E poi cosa diavolo ci fai nel bar dove va papà? Quanto sei vecchio? Hai già quasi quarant’anni? E io che credevo fossi di poco più grande di me! SS 

(Ore 08:02) Idiota. DH 

(Ore 08:03) No davvero. Hai ventisette anni, vero? SS 

(Ore 08:04) Si. DH 

(Ore 08:05) E perché eri lì dentro? Non puoi nemmeno ubriacarti. SS 

(Ore 08:06) Volevo solo uscire di casa. DH 

(Ore 08:09) La prossima vola esci con il branco. SS 

(Ore 08:12) Non ci tengo ad uscire con un gruppo di ragazzini. DH 

(Ore 08:13) Ehi! Io vado al college! SS 

(Ore 08:16) Appunto. Ragazzino. DH 

(Ore 08:18) Uff! Vado a fare la doccia! Non fare tardi! SS 

 

Ore nove e cinquantacinque minuti. Stato emotivo: ansia. Stato fisico: sudore freddo.  

 

“Figliolo, dove dovete andare? Perché gli zaini?” 

Vedi pà, a Gi- Olly è piaciuto tanto il picnic l’altra volta, così lo rifacciamo 

“Ah, state attenti e non prendete freddo. Però da domani ti siedi in camera tua e studi, o ti lego alla sedia. Prendi la Jeep?” 

“No, no” 

E come ci andate? Scott ha la macchina?” 

“No, nemmeno” 

“La Martin?” 

“No” 

“Stiles, devo elencare ancora o mi dici con chi ci vai?” 

“Viene a prenderci Derek. Derek Hale 

 

Suo padre aveva davvero fatto un sospiro di sollievo? Suo padre? Il mondo sarebbe finito a momenti. 

 

“Oh, bene. Non riempirgli la testa di chiacchiere” 

“Papà! Io non riempio niente a nessuno!” 

“Tuo padre ha ragione, Stilo” 

“Grazie, Olympia. Eccolo lì, è arrivato. Andate e divertitevi ragazzi” 

 

 

Erano solo quindici passi dalla porta di ingresso al marciapiede. Stiles li aveva contati da piccolo quando aveva la mania di contare i passi di ogni distanza. Da camera sua al bagno erano cinque. Dal divano al frigorifero dodici. Da casa sua a quella di Scott erano trecentoventiquattro.  

Quindici passo erano davvero pochi. Sedici se contava anche quello per mettere piede nella Camaro nera di Derek. Derek che lo stava guardando con un’espressione strana.  

 

“Stiles, mi ascolti?” 

“Eh? Scusa, contavo” 

“E cosa diavolo stavi contando?” 

“I piedi” 

“I piedi?” 

“I passi! I passi! Che avevi detto, comunque?” 

“Ti ho chiesto se hai cambiato idea e avvisato Scott” 

“No, sta ancora dormendo, altrimenti mi avrebbe mandato un messaggio” 

“Ok, allora andiamo? Mettete la cintura” 

“Io sono un lupo e sto seduta dietro!” 

“Metti la cintura. Lo so che se mi schianto in un camion guarisci, ma il sangue sui sedili non lo voglio” 

“Derek Hale e la sua Camaro, un amore infinito. Dovrai impararlo, arpia” 

“Sta zitto tu, nano” 

“Ehi! Sono più alto di te!”” 

“Di due centimetri. Per essere un maschio sei un nano” 

“Sei tu che sei un gigante per essere una femmina!” 

“ZITTI!” 

“Sourwolf, non ringh- Gin? Che hai?” 

“N…niente” 

“Ti sei rannicchiata sul sedile. È per il ringhio di Derek? Sourwolf, l’hai spaventata!” 

“Vo ho solo detto di tacere e non ho ringhiato, idiota” 

Bugia. E lei ha avuto paura, guardala!” 

“Non ho avuto paura! Ho solo obbedito” 

“Eh? Hai obbedito?” 

“Senti, mi ha detto di tacere e l’ho fatto. Basta. Quando arriviamo?” 

“Quando te lo dico io non lo fai! Siamo quasi arrivati, comunque” 

 

 

La Camaro era a circa cento metri, era impossibile raggiungere la villa in auto. La natura aveva preso il sopravvento in quegli anni e il piccolo sentieri che conduceva all’abitazione era quasi completamente coperto da rami caduti e piante selvatiche. Stiles era già stanco e quasi sicuro di essersi graffiato le gambe, Ginevra era stranamente tranquilla e si guardava intorno con aria spaesata, ma allo stesso tempo distesa. Derek procedeva all’inizio della fila come se sulla sua strada non ci fosse nessun ostacolo.  

Stiles cerca di saltare sull’ennesimo ramo che gli sta tagliando la strada quando va a sbattere contro la schiena della ragazza che si è fermata all’improvviso. Alza lo sguardo con tutte le intenzioni di riempirla di insulti per la botta che gli ha fatto prendere, ma è costretto a tacere.  

Ginevra è immobile, ma evidentemente scossa da ciò che le si staglia davanti. Le rovine di Villa Hale sono come le ricordava Stiles: Legno bruciato e annerito, porta ridipinta di rosso, poche pareti ancora in piedi.  

Derek è fermo pochi passi davanti alla sua presunta nipote, anche lui è teso, Stiles si accorge anche di questo. Sta pensando a qualcosa da dire che non suoni come una delle sue stupide frasi, quando Ginevra fa un piccolo passo in avanti, verso Derek, e gli afferra la manica della giacca di pelle con due dita.  

A questo punto è Stiles quello che si irrigidisce, il suo cervello si blocca e fissa la scena.  

Quella ragazza alta, forte, con i capelli troppo lunghi, gli sembra improvvisamente una bambina spaesata in cerca di un punto di riferimento. Il gesto che Stiles ha visto, l’impercettibile aggrapparsi a qualcosa, gli ha stretto lo stomaco. La cosa che, però, più lo sconvolge è la reazione di Derek. Il lupo fa finta di non essersi accorto del contatto con la ragazza, non si gira ad urlarle qualcosa contro e non si sposta. Resta immobile.  

Il fatto è che Stiles sa che non è realmente così. Dice a sé stesso che è la copia di un patetico adolescente alla prima cotta , quando i suoi occhi si accorgono di tre cose contemporaneamente. Tre impercettibili gesti che solamente un occhio ben attento potrebbe aver colto.  

Come per ogni volta in cui Derek è agitato, lo vede drizzare la schiena ed irrigidirsi più di quanto non lo fosse già.  

Il secondo dopo lo vede spostare impercettibilmente la testa a destra e poi a sinistra. Stiles sa perché lo ha fatto. Lo fa sempre quando si tratta di comportamenti inattesi di altre persone, annusa l’aria per percepirne le emozioni. Ed ora sta cercando di capire quali siano quelle che hanno spinto Ginevra ad aggrapparsi alla sua giacca.  

Il terzo movimento che Stiles osserva è quello che meno lo colpisce. Derek si sente a disagio e, come ogni volta, tira fuori gli artigli della mano destra. Ed è questo particolare, il fatto che sappia perfino quale delle due mani sia, che fa sentire il figlio dello sceriffo ancora più ridicolo.  

Stiles interrompe i propri pensieri perché qualcosa lo distrae. Un impercettibile singhiozzo e una parola. Se non fosse stato così vicino alla ragazza davanti a lui, non avrebbe di sicuro sentito. Comincia a sentirsi anche un po’ fuori luogo, come se fosse entrato nell’intimità di qualcuno senza chiedere il permesso, così, quando quella parola si ripete, decide di fate un passo indietro. 

 

“Derek…” 

“È casa tua?” 

“Cosa…cosa è successo? Dove sono…dove sono i fiori” 

 

Stiles resta in ascolto ancora convinto del fatto che sta invadendo la privacy di entrambi, ma non riesce a staccare gli occhi dalle due schiene. Derek comincia a parlare, Ginevra ancora aggrappata alla sua giacca, continuano a non guardarsi in faccia gli sguardi fissi sulle rovine di una casa che ha troppi significati nelle vite di entrambi.  

 

“So che per te dev’essere strano, ma ricorda che vieni dal futuro. In questo tempo è questa la condizione in cui è casa…tua” 

 

Stiles pensa che Derek stava per dire Nostra, e gli viene un irrefrenabile voglia di abbracciarlo. Riesce a frenarsi solo mordendosi forte il labbro.  

 

“E perché? Perché è tutto bruciato? Era tua questa casa, vero?” 

“Si, ci vivevo con la mia famiglia. I cacciatori hanno ucciso tutti. Io e Cora siamo gli unici sopravvissuti” 

 

Stiles continua a correggere le frasi di Derek nella sua mente. Sa che quella giusta è Sono tutti morti a causa mia, li ho fatti uccidere da una cacciatrice.  

 

“Quindi in un futuro qualcuno le darà una nuova vita” 

“Già” 

Sarà fatta di legno chiaro, quasi bianco. Ad ogni finestra ci saranno i fiori che vedemmo nella radura e in primavera ci saranno le api. Quando le finestre sono aperte si potranno vedere le tende bianche che si muovono a causa del vento. Il portico sarà di un legno un po’ più scuro e lì, a destra della porta, ci saranno due poltrone in vimini con i cuscini rossi. Anche la porta sarà rossa, della stessa tonalità in cui è ora, ma senza quello strano simbolo e i graffi sulla vernice. Il vialetto sarà fatto di pietra, forse una volta mi ci sono sbucciata un ginocchio cadendo perché correvo. Il retro sarà la mia parte preferita perché ci sarà un Laghetto, un vero laghetto con intorno due panchine. Ci sono anche due grandi alberi, uno a fare ombra ad una panchina e l’altro sul lato più esterno. È quello con la casetta sopra. Non ricordo molto dell’interno, ma credo che le pareti siano chiare, ma che ci sarà poco spazio su di esse perché ci saranno tantissimi quadri. E poi lì! Lì, Derek, sul tetto ci saranno un sacco di luci colorate a Natale! 

 

Stiles vede Ginevra scattare in avanti, tenendo sempre il braccio di Derek, e trascinarlo più vicino a quella che sarà una casa da fiaba. Si ferma a pochi passi dalle scale del portico e continua il suo racconto.  

“Le luci le mette sempre papà mentre canta canzoni di Natale a squarciagola. Ricordo che una volta era giusto davanti alla mia finestra e gli ho tirato contro un pupazzo facendolo quasi cadere dalla scala. Sono stata in punizione per una settimana” 

 

Stiles è ancora più sicuro dell’assurda faccenda della sua paternità a quel punto. Ha sempre adorato le luci di Natale, solo che suo padre è troppo pigro per partecipare e si limitano ogni anno a qualche addobbo attaccato alla porta di ingresso. Ha sempre sognato avere una casa propria e di ricoprirla di lucine colorate ogni anni, facendo invidia ai vicini.  

A quel punto è troppo lontano dai due per riuscire a sentire la domanda che Derek rivolge alla ragazza, ma sente benissimo la risposta.  

 

“No, non lo ricordo. Cioè ho tipo una figura in mente un uomo magro, castano e con gli occhi verdi, ma non saprei descriverti la sua faccia 

 

Occhi verdi? Stiles è sicuro che fino a quella mattina i suoi occhi fossero castani. Ambra e caramello al massimo, come li descriveva sua mamma. Nemmeno al sole diventano verdi.  

Comincia ad agitarsi così tanto che mette un piede su qualcosa che sente rotolare sotto la scarpa e che lo fa cadere con il sedere tra le foglie. I due lupi si girano di scatto e lo guardano come se si fossero ricordati solo in quel momento della sua presenza.  

Ginevra stringe la giacca di Derek, ma quest’ultimo tira il braccio a sé staccandosela di dosso.  

 

“Ehi, lupi! Uno di voi si decide a liberarmi da questi rami o restiamo a guardarci per l’eternità? Credo anche di essermi graffiato dietro una gamba 

 

Ginevra lo raggiunge correndo e lo tira per un braccio mentre con l’altro tiene abbassati dei rami per non farglieli colpire.  

Ora che la guarda in facci, Stiles vede quanto sia agitata nonostante stesse raccontando del suo futuro con quella che sembrava leggerezza. Ha una ruga tra le sopracciglia e le labbra strette a formare una linea sottile. Si tira in ragazzo contro e si sporge verso il suo orecchio per sussurrargli qualcosa che Stiles a malapena percepisce.  

 

Non dire cazzate. È triste, agitato e frustrato” 

“Lo so. Lo conosco” 

 

Stiles si pulisce i jeans e insieme alla ragazza raggiunge Derek che è ancora davanti la villa. Ha lo sguardo un po’ perso, ma quando si gira a guardarlo ha di nuovo indossato la maschera di indifferenza verso il mondo e gli altri. 

 

“Abbiamo avuto la conferma sul luogo in cui vive. Possiamo anche non entrare, non vorrei rischiare che qualcosa ci caschi addosso” 

“Non possiamo proprio? Io vorrei provare a ricordare altro” 

“Possiamo arrivare fino al salotto. Il piano di sopra è inagibile anche per noi” 

“Ok, allora forza lupi, andiamo!” 

“Tu non vai da nessuna parte, Stilinski” 

“E perché?” 

“Se cadesse qualcosa su noi due, guariremmo. Tu no. Aspetta qui” 

“Ma non ci penso nemmeno! Sono entrato un sacco di volte lì dentro” 

“Sempre senza il mio permesso” 

“Non ho bisogno di permessi da parte tua!” 

È casa mia. Non ti ci voglio dentro” 

“Mantengo Gin calma, devo entrare” 

“Sono calma. Se mi agito esco in pochi secondi. E poi anche da dentro ti sento. Fa come dice lui” 

“E va bene. Fate presto” 

 

 

Presto? Erano passati già quindici minuti. Quindici minuti ad osservare l’erba cresciuta, le foglie degli alberi muoversi, a sentire i rumori della riserva. Quindici minuti di noia.  

 

“Se non la smetti di andare avanti e indietro, scaverai una buca in quel posto” 

“Davvero spiritoso Sourwolf! Allora? Hai ricordato qualcosa?” 

“No, solo che la cucina ha i mobili gialli” 

“Che schifo, giallo! E poi? Nulla?” 

“Vuoto totale. Ho fame, andiamo a mangiare?” 

“Non ho preparato nulla, non ho avuto tempo e papà non c’è m trattieni la fame perché dovrai aspettare che cucino. Ci porti a casa Derek?” 

“Vi porto a mangiare. Ho fame anch’io” 

“Oh. Ok. Paghi tu, però, non ho un dollaro” 

“Cammina davanti, prima dovevamo rallentare per non perderti” 

“Ehi! Ci sarei arrivato lo stesso qui, so dove si trova!” 

“Muoviti Stod, che se inciampi ti cammino sopra!” 

“Dimmi, hai ricordato anche di essere una principessa? Hai modi di fare davvero reali, non c’è che dire!” 


 

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Capitolo 10
*** Sixth Day (2) ***



Buona lettura.




(Ore 12:58) Ehi fratello, buongiorno! SM
 

(Ore 12:59) Davvero ti sei appena svegliato, Scott? SS 

(Ore 13:00) Cerro che no! Dieci minuti fa! Che fai? SM 

(Ore 13:02) Sto andando al ristorante Trinity. SS 

(Ore 13:03) COSA? CHE FESTA È? Il tuo compleanno è tra due mesi, lo ricordo! SM 

(Ore 13:04) Nessuna festa. A Derek ”piace mangiare solo lì” SS 

(Ore 13:05) Derek ti sta portando a pranzo nel più lussuoso ristorante di BH? Devo sapere qualcosa? SM 

(Ore 13:06Si, devi sapere, ma non è nulla di quello che stai pensando. Siamo andato con Ginevra a villa Hale. Ora abbiamo fame e mangiamo. SS 

(Ore 13:07) Perché non mi hai avvisato? SM 

(Ore 13:08) Non era necessario, Alpha. SS 

(Ore 13:09) Ok, ma dopo ci vediamo e mi racconti. Ora vado a fare colazione. SM 

(Ore 13:10) Ok! Noi siamo arrivati. SS 

 

 

In quel tipo di ristorante si poteva entrare con una felpa azzurra e un paio di jeans? No, perché Stiles stava cominciando a sentirsi un po’ fuori luogo, circondato da camerieri in smoking e tovaglie bianco perla.  

 

“Prego, Signor Hale. C’è un tavolo per tre in fondo alla sala” 

“Grazie, Vincent” 

 

Signor Hale? Grazie, Vincent? Ma cosa stava succedendo lì dentro? Perché c’era così tanta confidenza? E cos’era quel sorriso che teneva stampato quell’insulso cameriere sul volto?  

 

“Respira, Stuart. Non vorrei farti una respirazione bocca a bocca” 

“Eh?” 

“Tieni un’insegna di tre metri per tre sulla testa con scritto  Gelosia  

“Taci e va a sederti. Io vado un attimo al bagno” 

 

Ok, c’era un disperato bisogno di acqua fredda per spegnere il calore della guance. Doveva passare almeno un’altra ora lì dentro se avrebbe voluto mangiare, e il suo stomaco voleva davvero nutrirsi.  

Uscito dal bagno, si era diretto al tavolo per tre occupato dagli altri due. Derek gli dava le spalle, Ginevra invece lo stava guardando con un sorrisino che diceva qualcosa del tipo sei patetico”. 

Si era appena seduto quando l’insulso cameriere si presentò per prendere le ordinazioni.  

 

“Io mi sono appena seduto, non ho ancora deciso” 

“Lei ha deciso, Signorina?” 

“Si! Pollo al limone” 

“E lei, Signor Hale? Il solito? Oppure può provare la specialità del giorno. Gliela consiglio vivamente, è una squisita orata gratinata con contorno di patate al forno” 

 

La mente di Stiles probabilmente aveva subito una qualche specie di corto circuito. Continuava a ripetere ininterrottamente gnegnegnegnegne. E gli trasmetteva ingiustificati segnali di rabbia. Totalmente ingiustificati. Così ingiustificati che aveva anche iniziato a dare comandi di parola senza avvisare.  

 

“La prendo io questa squisita orata se ne parla così bene 

 

L’orata era un pesce, vero? E perché mai lo Stiles-cervello aveva appena ordinato una delle poche cose che gli faceva schifo mangiare? Ah, si. Gnegnegne.  

 

“Ottima scelta, Signore. È un piatto per palati davvero sopraffini. Allora, Signor Hale? Anche per lei?” 

“No, grazie. Prendo una bistecca con insalata 

“Un giorno la convincerò ad ordinare del pesce, Signore” 

 

E quello che diavolo era stato? Si può soffocare con la propria saliva? Stiles credeva di si, perché per quell’occhiolino stava rischiando seriamente la vita. 

 

“Stai morendo?” 

“No…no, Sourwolf. Non allarmarti, eh!” 

“Non lo sono” 

“Eh, lo so. Allora? Quando ti lascerai convincere ad ordinare del pesce a quel povero ragazzo?” 

“Sono un lupo, non mi piace mangiare pesce” 

“Dio, dimmi che almeno hai capito che era tutt’altro quello che voleva offrirti quel cameriere. Non posso essere tua nipote se sei così poco intuitivo” 

Gin!” 

“Dai, Stiles, l’hai notato anche tu come gli stava quasi per sbavare addosso. Se fossi in te, Derek, controllerei bene la bistecca, potrebbe averci sbavato dentro” 

“Non mi interessa 

“Beh, almeno cambia ristorante. Quel ragazzo non può sopportare ancora di vederti e non averti. Non essere egoista” 

“Mi piace mangiare qui e ci vengo. Non mi interessa dei camerieri che mi fanno il filo” 

 

Aveva sentito bene? Camerieri?  

 

Spezzi il cuore di almeno un cameriere per ogni turno di servizio? Poveri ragazzi” 

“Sono anche ragazze. E a te non deve interessare. Sta arrivando il tuo pollo. Mangia e sta zitta” 

 

 

Stiles non aveva mai partecipato ad un pranzo più silenzioso di quello. L’unica parola che aveva detto Derek era stata “Passami il sale”. Stiles glielo aveva passato senza neanche parlare.  

Ora era nella propria camera, aveva appena finito di parlare con Scott, gli aveva raccontato della gita nella riserva, e stava pensando di aprire almeno qualche libro per gli esami del mese successivo.  

Si era appena alzato dal letto, diretto verso la scrivania, quando suo padre era entrato in camera senza tante cerimonie e gli aveva detto di sedersi e di rispondere ad ogni domanda.  

 

“Papà mi stai preoccupando” 

“No, sono io quello preoccupato, quindi sta seduto lì e rispondi. Ho mandato Olympia a prendere una cosa dai vicini. Se la signora Hurt comincia a chiacchierare, hai almeno dieci minuti per rispondere. Chi diavolo è quella ragazza?” 

“La cugina di Lydia, lo sai” 

“No, non lo è. Avevo già qualche sospetto perché mi sembrava strano che una sconosciuta avesse potuto accettare di stare qui con noi due perché la cugina che l’aveva invitata non aveva un posto in cui farla stare 

“Si sono solo organizz-“ 

“Ti conviene tacere. Stamattina ho incontrato la signora Martin e sai cosa mi ha detto quando le ho detto che sua nipote è davvero una brava ragazza? Che non sapeva a cosa mi riferissi e che la sua unica nipote femmina vive a New York per studiare. Ora mi dici la verità o devo chiuderti in casa fino alla fine dei tuoi giorni?” 

“Ma papà, io vol-“ 

“Non dire che volevi solo proteggermi, non funziona come scusa. Dimmi chi è. Perché è in casa mia e qual è il pericolo” 

“Ok, ok. Ti dico tutto. Però non c’è nessun pericolo. È un lupo, ma non di quelli cattivi. E non c’è nessun cattivo in giro. È meglio che ti siedi tu ora, ok?” 

 

 

(Ore 22:03) Quando incontrerai mio padre nel bar per vecchi, sappi che lui sa. SS 

(Ore 22:05) Hai detto a tuo padre che quella ragazza potrebbe essere sua nipote? Ma sei idiota? DH 

(Ore 22:06) Macché! Gli ho solo detto che è un lupo, il suo vero nome e che viene dal futuro. L’ultima parte credo che ancora non gli sia entrata bene in testa. A cena la guardava come fosse un alieno. SS 

(Ore 22:07) Non potevi evitare di dirgli del futuro? DH 

(Ore 22:08) Già gli ho nascosto l’altra cosa. Non volevo mentirgli più del necessario. SS 

(Ore 22:09) Ok. DH 

(Ore 22:10) Sempre quando vai nel bar per vecchi, gli togli il bicchiere dalle mani se supera la quantità di uno? SS 

(Ore 22:12) Ci sono stato solo due volte. Entrambe le volte aveva una coca. DH 

(Ore 22:14) Che sollievo! Quiiiindi passi le tue giornate tra un lercio bar per vecchi e un ristorante lussuoso? Sei bipolare? SS 

(Ore 22 15) Sono solo due posti tranquilli in cui si beve e si mangia bene. DH 

(Ore 22:17) Comprati un libro di cucina, non sperperare i tuoi averi. SS 

(Ore 22:18) Non sperpero. E so cucinare. DH 

(Ore 22:19) E ci vai perché? SS 

(Ore 22:21) Perché ne ho voglia e la carne è buona. DH 

(Ore 22:22) E i camerieri ti fanno il filo. SS 

(Ore 22:22) Non tutti. DH 

(Ore 22:23) Lo spero per te! Mangiare tutte le volte con uno che ti fissa come se fossi tu la portata dev’essere stressante. SS 

(Ore 22:25) Non sempre. DH 

(Ore 22:27) Oooh! Allora hai un cuore e ogni tanto cedi alle avances! SS 

(Ore 22:28) Non ho detto questo. Solo che non è sempre stressante. A volte ci si sente anche lusingati, no? DH 

(Ore 22:29) Chiedi alla persona sbagliata, a me non è mai successo. Quindi non cedi, ma fai solo la ruota come un Pavone perché le attenzioni ti lusingano. Avrai spezzato tanti cuori con quest’atteggiamento, Signor Hale. SS 

(Ore 22:31) Mi è successo solo una volta di non provare fastidio. DH 

(Ore 22:32) Bene. Ragazza fortunata allora. Scusami, ma devo tornare a studiare. SS 

(Ore 22:33) Quando ritorni al college? DH 

(Ore 22:34) È a cinquanta chilometri, credo che eviterò per il momento. Non posso portarmi Ginevra dietro. Studierò a casa e andrò a fare gli esami. SS 

(Ore 22:35) Può stare con me. DH 

(Ore 22:36) Dice che con me si calma, non credo accetterebbe. E tu la spaventi. SS 

(Ore 22:37) Non l’ho spaventata stamattina. Non odorava di paura. Ha solo obbedito, te l’ha detto. Non puoi rischiare di perdere l’anno. Domani le chiederemo se per lei va bene trasferirsi. DH 

(Ore 22:38) Ok, ci proveremo. SS 






Eccoci qui. 
Ormai, chi ha letto qualcosa di mio prima di ora, sa che ad un certo punto le mie storie cominciano a non convincermi per niente. Di solito succede tra il quarto e quinto capitolo, ora ho allungato i tempi. C'è una parte di me che vuole farla finire presto e l'altra che le vuole dare comunque un degno proseguimento. Vedremo, vedremo. 
Fatemi sapere cosa ne pensate, eh! XD


Buon fine settimana!


Ah! Quasi dimenticavo! La mia adorata Tangled (non parlo di una persona, ma di una mia storia XD) è tra le storie più popolari della sezione Teen Wolf. L'ho scoperto stamattina e niente, ero troppo contenta e dovevo dirvelo!


<3

 

 

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Capitolo 11
*** Seventh/Eighth Day ***


Pomeriggio spompo di Domenica... Cantava qualcuno. 

Buona Lettura!




Una settimana. Era passata già una settimana
 da quando si era ritrovato una ragazza nuda nel letto ed ora era nello stesso letto a ricapitolare a se stesso l’assurda situazione.  

Ragazza nuda. Figlia di Cora. Sua figlia. Nipote di Derek. Senza memoria. Vive in una Villa Hale del futuro. 

Al momento, invece, vive nel loft di Derek. Stiles è ancora sconcertato dalla facilità con cui lei ha accettato la loro proposta quella mattina. Non una smorfia, non una parola cattiva. Ha solo detto Ok, ci vediamo in giro Stan >, e se n'è andata.  

Probabilmente non lo ammetterà mai ad alta voce, ma quella giornata gli è sembrata più vuota. Continua a ripetere agli altri che la teoria secondo cui quella lì è sua figlia non è ancora certa, ma in fondo lo sa. Sa che Derek ha ragione, lo ha capito da come il suo istinto reagisce nei confronti di quella ragazza. Nonostante la trovi a tratti odiosa, non riesce a reprimere un certo senso di protezione che fino ad allora ha provato solo nei confronti di suo padre e di Scott. E di Derek, ma quello è un altro discorso.  

La sua razionalità continua a ripetergli di non prendersela per le sue frecciatine cattive o per quei discorsi privi di sensibilità. Gli ripete È solo un'adolescente, Stiles. Usa le parole come difesa, come fai tu.  

Sta ancora pensando alla giornata appena trascorsa, a Derek che gli dice di stare tranquillo e di preparare gli esami perché ci penserà lui a quella faccenda, quando il cellulare lo avvisa dell'arrivo di un nuovo messaggio.  

 

(Ore 23:09) Stoood! GIN 

(Ore 23:10) Eh? Ginevra? SS 

(Ore 23:12) Derek mi ha comprato un cellulare! Ma lo posso usare solo la mattina, dopo pranzo e di sera. Dice che altrimenti non ti lascerei studiare. GIN 

(Ore 23:13) Davvero un Sourwolf gentile. Come ti trovi lì? SS 

(Ore 23:14) Bene bene. Oggi abbiamo comprato un letto. Lo sapevi che ci sono tre camere da letto al piano di sopra? GIN 

(Ore 23:14) Non sapevo nemmeno che ce ne fosse una. SS 

(Ore 23:15) Ora lo sai. Abbiamo mangiato due pizze, ma Derek dice che mangeremo solo cose sane da domani. GIN 

(Ore 23:16) Dovete pur mantenere quei fisici in qualche modo. SS 

(Ore 23:17) Prima era a telefono con Scott e parlavano di allenamenti. Ne sai qualcosa? GIN 

(Ore 23:18) No. Dimmi che non vuole riprendere con quelle torture. Scott non ci fa mai allenare! SS 

(Ore 23:19) E Derek si è innervosito proprio per questo. Hanno preso appuntamento per domani pomeriggio. Ci saranno Scott, Liam e Kira. E io. Cosa dovrò fare? GIN 

(Ore 23:20) Dovrai subire attacchi da parte dei lupacchiotti e attaccarli. Nulla di complicato, solo ferite superficiali. A che ora ci vediamo? SS 

(Ore 23:22) Derek non ha parlato anche di te, non te l'ho detto per invitarti. E poi perché dovresti allenarti con noi lupi? GIN 

(Ore 23:23) Perché voi avete artigli e zanne e io no. Sono il ragazzo che balla coi lupi, necessito di allenamento. Perché non sono invitato? SS 

(Ore 23:24) Non so. Scott ha detto a Derek che ti avrebbe avvisato e lui ha risposto “No, lui no”. GIN 

(Ore 23:26) E Scott non ha detto nulla?!? SS 

(Ore 23:27) Che avresti dato di matto. Derek ha detto che non gli importava. GIN 

(Ore 23:28) NON SAI QUANTO. SS 

 

 

~ Chiamata in arrivo da Stiles a Sourwolf 

~ Chiamata rifiutata 

 

~ Chiamata in arrivo da Stiles a Sourwolf 

~ Chiamata rifiutata 

 

 

(Ore 23:33) DEREK HALE. RISPONDI! SS 

 

~ Chiamata in arrivo da Stiles a Sourwolf 

~ Chiamata rifiutata 

 

 

(Ore 23:37) Stiles, io ci vivo insieme. Se lo irriti mi fa paura. Smettila, lo so che sei tu. GIN 

(Ore 23:38) Non immischiarti in faccende tra adulti! SS 

(Ore 23:38) -.-‘ GIN 

 

 

(Ore 23:41) Non vuoi rispondere? Domani passerò il pomeriggio in giro per la riserva a cercare il posto in cui vi allenerete! Ho sempre partecipato agli allenamenti! SS 

 

~ Chiamata in arrivo da Stiles a Sourwolf 

~ Chiamata rifiutata 

 

(Ore 23:42) Vengo lì ricoperto di strozzalupo! SS 

(Ore 23:44) Va a dormire Stilinski. DH 

(Ore 23:46) Oh, il lupo cattivo si è degnato di rispondere? Mi daresti anche una spiegazione? SS 

(Ore 23:48) Non c'è bisogno che tu venga. DH 

(Ore 23:49) Ma ci sono sempre stato. Anche senza allenarmi. SS 

(Ore 23:50) Appunto. DH 

(Ore 23:53) Io voglio partecipare a tutte le attività del mio branco, non come qualcun altro che lo lascia! Tu non puoi darmi ordini, non sei il mio Alpha e non puoi mettere bocca in questioni che non ti riguardano. Il branco è di Scott, tu non ne fai più parte, io si. Domani ci sarò, che tu lo voglia o meno. SS 

 

 

Se ci fosse bisogno di un esempio per spiegare la definizione di  Cazzata Colossale, Stiles sa che quel messaggio potrebbe esserlo.  

Si è pentito nel momento in cui ha premuto sul tasto di invio, ma nemmeno lanciare il cellulare sul muro della propria stanza funziona come metodo per cancellare quelle parole.  

Parole cattive, parole che non pensava quando Derek è andato via e che non pensa nemmeno ora. Ha buttato in quelle parole tutta la frustrazione accumulata in quei mesi di assenza. Tutta la rabbia che prova verso se stesso perché, nonostante abbia provato ad odiarlo, proprio non ce l'ha fatta.  

E Stiles sa benissimo che dovrebbe chiedergli scusa, ma sa ancora meglio che non servirebbe a nulla. Se gli scrivesse un messaggio, Derek nemmeno gli risponderebbe; se cercasse di parlargliene di persona, lo guarderebbe con indifferenza, ascolterebbe le sue parole, e se ne andrebbe senza dire nulla.  

Questo non fa che rendere Stiles ancora più arrabbiato. Avrebbe dovuto rileggere il messaggio, pensarci e non ferire ulteriormente quel lupo scorbutico. Derek non lo ammetterebbe, ma il figlio dello sceriffo è consapevole di aver colpito una delle sue ferite più fresche. La perdita del suo branco, l'ennesimo allontanamento dalla propria casa dopo la trasformazione completa. E vorrebbe non conoscere ogni sfaccettatura di quell'uomo e vorrebbe non capire quanto quelle due cose l'abbiano fatto soffrire e quanto lo facciano tutt'ora.  

La rabbia lo spinge ad accoccolarsi su se stesso in posizione fetale e a stringere le braccia intorno allo stomaco. È in quella stessa posizione che si sveglia il giorno seguente. Il cellulare ancora poggiato sul cuscino. Un nuovo messaggio.  

 

(Ore 10:02) Fratello! Studia più che puoi stamattina perché oggi pomeriggio abbiamo un allenamento. Sarà leggero, solo per riprendere il ritmo. Ieri Derek mi ha fatto una lavata di capo perché vi ho fatti allenare più di un mese fa l'ultima volta! Non sarebbe nemmeno necessaria la tua presenza, ma so che ti offenderesti profondamente. Porta anche la merenda! Mi passi a prendere alle quattro? SM 

(Ore 10:38) Lo so che lo fai solo per i miei tramezzino, Scottie! Ci vediamo alle quattro. Dove andremo? SS 

(Ore 10:40) Vicino villa Hale, è inutile allontanarci di più. SM 

 

 

 

La mattinata era passata tranquilla. Lo sceriffo aveva il turno di lavoro quel pomeriggio, quindi Stiles aveva pranzato con suo padre e lo aveva aiutato a rimettere in ordine la cucina.  

Gli stavano cominciando a sudare le mani nel pensare alla sera precedente, ma ormai mancavano cinque minuti alle quattro e doveva passare a prendere il suo migliore amico. Un messaggio lo fermò appena oltre la porta di ingresso mentre prendeva le chiavi della Jeep dalla tasca.  

 

(Ore 15:55) Il tuo amichetto non poteva anticiparsi? Sono circondata da questa puzza di tensione da ieri sera! Lo so che è colpa tua Stefan! GIN 

(Ore 15:56) Scottie sarà lì alle quattro. SS 

 

 

Beh, erano le quattro e undici minuti quando i due amici parcheggiarono di fianco alla Camaro nera di Derek e raggiunsero il retro di quella che era villa Hale. 

Stiles ostentava tutta la sicurezza che al momento gli mancava mentre andava in contro alle quattro persone che erano già pronte ad aspettarli. Liam era seduto su un Masso al centro di quello che una volta doveva essere un grande giardino; Kira sorrideva verso Scott mentre sventolava una mano per salutarli; Ginevra si era appena sbattuta teatralmente una mano sulla fronte appena aveva realizzato la presenza di Stiles; Derek era, come previsto, immobile nella sua solita posa a braccia incrociate mentre fissava i due nuovi arrivati senza l'ombra di un'espressione sul viso.  

 

“Ciao ragazzi! Allora? Si comincia? Chi contro chi?” 

“Scott, cosa avete fatto durante l'ultimo allenamento?” 

“Ehm, vedi Derek, intendi ultimo allenamento vero o di nome?” 

“Eh?” 

“L'ultima volta che ci siamo visti dicendo che ci saremmo allenati, abbiamo fatto un picnic seduti sul Nemeton. L'ultima volta che davvero ci siamo allenati, abbiamo fatto un corpo a corpo libero 

“Ok. Corpo a corpo allora” 

“Siamo dispari, come facciamo?” 

“Dispari?” 

“Si. Stiles starà qui solo per essere in compagnia, si è portato i libri. Gin, ti sei mai battuta contro una Kitsune?” 

“No, Scott, credo proprio di no 

“Ok, allora tu con Kira e io con Liam e Derek. Nessuna ferita profonda anche se guarite.”  

 

 

Stiles si era trovato un posticino all'ombra di un albero al confine del giardino e si era seduto sull'erba con i libri di fisica poggiati sulle gambe incrociate. Ogni tanto alzava lo sguardo sui due scontri in atto. Ginevra se la stava cavando bene contro Kira, era riuscita a schivare quasi tutti i colpi della katana e a mettere spalle a terra la volpe più di una volta.  

Dall'altro lato, Scott e Derek agivano come una sola persona. Stiles si era trovato più di una volta a fissarli incantato. Entrambi attaccavano Liam in sincrono, senza però parlarsi, ma rivolgendosi al ragazzo per dare consigli su tecniche di difesa e di attacco. Era uno spettacolo guardare due corpi come i loro muoversi con estrema fluidità, vedere come i movimenti di entrambi fossero molto simili e i colpi sempre precisi e sicuri. Vedere Scott allenarsi con Derek gli era sempre piaciuto. Stiles, dentro di sé, li aveva sempre visti come due Alpha. Scott per il branco; Derek per Scott, anche se quest'ultimo non l'avrebbe mai ammesso.  

Come sottofondo a quella scena c'erano i ringhi dei quattro lupi. Ginevra lo faceva senza nemmeno aprire le labbra, un rumore sordo interno alla gola. Liam ringhiava quando si vedeva messo alle strette e gli altri due gli dicevano di alzarsi e ricominciare, spiegandogli gli errori commessi. Scott ringhiava poco, solo quando riceveva un colpo più forte degli altri. Derek, invece, secondo Stiles ringhiava con tutto il corpo. Un suono dallo stomaco alla gola che si rifletteva negli occhi blu. E, sempre secondo il ragazzo, quello era tutto frutto dei suoi ormoni impazziti e dei sentimenti che provava nei confronti del lupo, ma quelli erano dettagli.  

Forse sarebbe stato meglio obbligarsi ad abbassare lo sguardo sui libri e proseguire con lo studio. 

 

“La smetterai mai di sbavare, ragazzino?” 

 

Il salto che fece Stiles per lo spavento fu ciò che più era in contrasto con la virilità a pochi metri da lui. Si stava ancora massaggiando la testa che aveva sbattuto contro il tronco dell'albero quando alzò lo sguardo verso la fonte di quella voce tanto familiare. 

 

“No, ti prego! Ti abbiamo lasciato in manicomio! Che ci fai qua?” 

“Anch'io sono contento di vederti, Stiles. Non quanto tu sei contento di startene qui a guardare mio nipote, ma puoi accontentarti. Posso approfittare del fatto che sono distratti e farti una domanda veloce?” 

“Una sola. Poi urlo” 

Perché quella ragazza ha la tua età, ma sembra a tutti gli effetti figlia tua e di mia nipote?” 

“Tu…tu…chi te l'ha detto? È tutta colpa tua se è qui, vero?” 

“Stiles, Stiles. Sono un lupo, ho un olfatto molto sviluppato. Oh, ciao nipote. Finito l'allenamento?” 

“Cosa ci fai qui, Peter?” 

“Quando mi chiamerai zio, Derek? Facevo una passeggiata e vi ho sentiti. In realtà vi cercavo, la mia vacanza è finita e mi mancavate tanto” 

“Tu non ci manchi. Torna da dove sei venuto” 

“È così che si accoglie un parente? E non mi presentate nemmeno la nuova arrivata?” 

“Ehi, vecchio pervertito, non toccarmi i capelli!” 

“Oh, tu mi stai simpatica, signorina. Dimmi, Derek, sapete già chi è o ve lo svelo?” 

“Sappiamo che è figlia di Cora e che viene dal futuro. Non c'è altro. Non ha la memoria” 

“Oh, povera piccola. Io sono zio Peter. Zio della tua futura mamma. Benvenuta nella famiglia Hale” 

“Io sono imparentata con questo qui? Ma siete seri?” 

Tutta suo p-“ 

“Noi dobbiamo andare, vieni Stiles accompagna me e Kira a casa, Liam ha la bici. Derek tienici aggiornati. Peter, cerca di sparire di nuovo” 

“McCall, non agitarti, ho capito. La ragazza non ricorda. State tranquilli, vado via e proseguo il mio giro. Abiti sempre in quel loft che sembra una fogna, nipote?” 

“Avvicinati a casa mia e ti uccido di nuov-“ 

“Gin! Ginevra! Cos'hai!? Derek, aiutami!” 

Stiles, lasciala la reggo. Scott, aiutami a metterla in macchina, credo abbia ricordato qualcosa, è sotto shock” 

 

 

Il viaggio fu davvero veloce. Stiles, senza pensarci su, aveva lanciato le chiavi della Jeep a Scott ed era salito sui sedili posteriori della Camaro su cui avevano poggiato la ragazza. Durante tutto il viaggio aveva cercato di farla riprendere, le aveva massaggiato la testa dicendole che andava tutto bene e urlando a Derek di andare più veloce.  

Ora si trovava sul divano al centro del loft nella stessa posizione, la testa di Ginevra sulle gambe, mentre tutti gli altri li guardavano in attesa.  

Si era addormentata pochi minuti prima e cominciava a calmarsi. Il silenzio fu interrotto da una sua parola e da un'esclamazione di Stiles.  

 

“P…Peter” 

“MA NON PUÒ ESSERE!” 

“St…Stiles?” 

“Si, sono io. Stai bene? Devi smetterla di farti venire attacchi del genere 

“Si, sto bene. Dov'è Pe- Zio Peter?” 

“Zio che?” 

“Zio Peter, mio zio. Quello che mi faceva fare l'altalena da picc- Perché state ridendo?” 

 

 

Assurda. Quella situazione stava diventando sempre più assurda. In un futuro prossimo avrebbe avuto una figlia con Cora e Peter le avrebbe fatto da zio? Sarebbe stato il tipo di zio che ti fa fare l'altalena? Peter Hale? Stiles non riusciva a smettere di ridere. Così come Scott e Kira. 

 

“SMETTETELA!” 

 

Non come Derek, ovviamente. 

 

“Derek, ho sete” 

 

Derek che non rideva, ma che andava a prendere un bicchiere d'acqua a Ginevra senza battere ciglio. Se non avesse perso la mascella sul pavimento, Stiles avrebbe ancora riso.  

 

“Dobbiamo chiamare Peter, Derek. A quanto pare la sua presenza ha smosso qualcosa” 

“No. Lui non verrà. Hai ricordato altro?” 

“Che quando viene a casa porta sempre regali a me e…e a qualcun altro. Una volta mi ha comprato una tenda da campeggio e mi ha portata nella riserva tutta la notte. Papà chiamava ogni dieci minuti e non abbiamo chiuso occhio, però ricordo che mi face cadere un fiore notturno coloratissimo” 

“Che persona saggia tuo padre che non vuole lasciarti con lui” 

“STILES. TACI” 

Oh, ciao Sourwolf” 

“Nient'altro?” 

“Si. Quando pranza a casa è come se fosse festa perché c'è sempre un sacco di roba da mangiare. Soprattutto dolci. Poi una volta ricordo che mi ha detto che dovevo ritenermi fortunata perché la mia era una famiglia perfetta, anche se i miei genitori si urlavano spesso contro. Che loro lo facevano anche prima di me, ma mai con cattive intenzioni” 

“Io…io ho…devo tornare a casa a preparare la cena per papà. Scott, mi ridai le chiavi?” 

“Eh? Stai bene?” 

“Certo! Mi sono ricordato che papà voleva mangiare lo stufato e se non comincio tra poco non sarà mai pronto per la cena. Devo prendere la carne, gli aromi. Ci vediamo, ciao a tutti” 

“Ehi, fratello, aspetta! Vengo con te, mi hai convinto con lo stufato” 





<3

 

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Capitolo 12
*** Eighth/Ninth Day ***



Buon Venerdì bella gente!

Buona lettura!




“Scott, o scendi ora dalla mia macchina o ti fermo a casa tua”
 

“Stiles, o parli ora o dormo anche con te 

“Credi che abbia paura del tuo russare?” 

“Tu no, ma tuo padre si. E so sveglierebbe nervoso e mangerà patatine di nascosto” 

“Non usare le mie armi di ricatto contro di me, Scottie” 

“Stiles, sono solo preoccupato per te e per come sei uscito da quella porta. E nonostante io apprezzi la tua cucina, ti ho seguito perché sei mio fratello e io sono tuo fratello ed è tuo dovere dirmi quello che stai pensando” 

“Ok. Andiamo a casa e ne parliamo” 

 

 

I due amici erano seduti ai piedi del divano del salotto dello sceriffo da dieci minuti mantenendo un perfetto silenzio. Stiles stava cercando di mettere ordine nella massa ingarbugliata di pensieri e sentimenti che le parole di Ginevra gli avevano causato, Scott semplicemente aspettava.  

 

“Stiles, ti sbatto la testa contro il tavolino” 

 

Ma a quanto pare anche la sua pazienza aveva un limite.  

 

“Ok, Scottie. Ricapitoliamo?” 

“Ginevra ha ricordato di Peter. Un Peter che forse sarà meno psicopatico, ma al quale non darai comunque la piena fiducia” 

“Mh” 

“E un Peter che la rassicurerà quando i suoi genitori litigheranno” 

“Esatto” 

“Ma litigheranno spesso, per cose futili. Come faranno sempre” 

“Già” 

Ora, capisco che la cosa possa ancora essere strana per te, ma mi spieghi?” 

“Scott. Non solo starò con una persona con cui al momento non ho rapporti e non mi ci vedo nel futuro, ma litigheremo. Ora, ho due idee” 

“Spara” 

“Idea uno. Cora ed io abbiamo avuto una figlia per errore e ci odiamo. Peter sarà davvero un bravo zio e la rassicurerà mentre i suoi genitori si urlano contro”  

“Ok. La seconda?” 

“La seconda non c'è. Non vedo altra soluzione, Scott. E questa cosa mi fa paura. Mi spaventa sapere che vivrò una vita infelice, che non vorrò. Mi conosco, so che vorrò un bene dell'anima a mia figlia…Oddio, dirlo ad alta voce è troppo strano!” 

“Stiles, sta calmo” 

“Si. Ok. Respiro. Dicevo, le vorrò ovviamente bene, ma sarò un fallimento. Scottie io non posso stare con Cora e non capisco perché il me del futuro insiste a vivere quella vita così misera. Se fosse stato solo un errore, non avremmo potuto crescerla da separati? Sono così confuso…” 

“Credo sia normale. Insomma, è il futuro! Ma, fratello, non sei tu quello che mi ha sempre detto che ognuno è artefice del proprio destino e quelle cose lì?” 

“Scott, io dicevo pure che non esisteva il sovrannaturale e tutto aveva una spiegazione razionale. Ora arrivano persone dal futuro e a te crescono le zanne” 

“E se invece tu potessi davvero cambiare tutto? Se fosse una sorta di favore che ti ha fatto il Nemeton per dirti di svegliarti e di non fare errori come mettere incinta Cora?” 

“Si, Scott. Creiamo anche i paradossi temporali ora” 

“È già un paradosso se sai che quella è tua figlia. Giusto?” 

Mh” 

“Magari appena cambierai il corso degli eventi lei scomparirà! Si! Sono un genio! È così!” 

“Scottie, contieniti. E di grazie, come lo cambio il corso degli eventi?” 

“Vai da Derek e ti dichiari, semplice” 

“Eh?!” 

“Lo sappiamo che la cosa che più ti scombussola è che Cora sia sua sorella e che tu avrai una figlia proprio con lei, ma se ti metti con lui non ci sarà nessuna figlia. Siete due maschi, i maschi non fanno figli” 

“Grazie per la lezione di anatomia, ma no, grazie. A parte l'evidente eterosessualità che sprizza da ogni bicipite di quel Sourwolf, non credo di voler cancellare l'esistenza di Gin 

“Giusto, uccideresti tua figlia. Anzi, non le permetteresti di nascere, le cancelleresti l'esistenz-“ 

“Sei stato chiaro Scott. Ora vorrei solo andare a dormire 

“E la cena?” 

“Era una scusa, papà è di guardia stanotte” 

“Ma io ho fame” 

“Niente occhi da lupetto, Scottie. Fila a casa! Sciò!” 

“Amico ingrato!” 

“Non è vero, ti ringrazio 

“Dovere di fratello, no?” 

“Ci vediamo domani, Scott” 

 

 

Stiles aveva appena appoggiato la testa sul cuscino e già aveva programmato tre modi per uccidere Scott. Uno prevedeva lo strozzalupo nello shampoo. Il suo cellulare continuava ad avvisarlo dei messaggi ricevuti, ma non aveva proprio voglia di allungare la mano sul comodino per leggerli. Ne aveva contati già cinque, ma continuavano ad arrivare. Era straziante. Anche la curiosità era straziante, alla fine era meglio cedervi.  

 

(Ore 22:40) Stan! Perché sei scappato? GIN 

(Ore 22:42) Odio non ricevere risposta! GIN 

(Ore 22:43) Sono andato al fast food. La mia ciccia ti assalirà. SM 

(Ore 22:44) STILES! Puzzavi di tristezza. La tristezza mi punge nel naso! Rispondi! GIN 

(Ore 22:45) Se non rispondi, vengo a casa tua e ti lego come un salame al lampadario! GIN 

(Ore 22:46) Stai bene? DH 

 

Dannato Derek Hale e i tuoi messaggi inopportunamente opportuni!  

 

Stiles aveva risposto velocemente ai messaggi di Ginevra, non aveva proprio voglia di ritrovarsela arrabbiata alla porta di casa. Aveva mandato anche Scott e il suo perfetto fisico brucia grassi da lupo a quel paese.  

Ora stava solo sdraiato a pancia in giù sul letto, le braccia distese sul cuscino e in cellulare tra le mani. Fissava quelle due parole e quel punto interrogativo come se da un momento all'altro sarebbe stato possibile vederle mutare in una spiegazione a quel gesto. Si stava chiedendo se rispondere o meno, e nel caso, cosa scrivere, quando il telefono gli vibrò tra le mani facendolo alzare di scatto e facendogli battere la testa contro la mensola sulla parete di fianco al letto. 

 

(Ore 22:51) Anche Ginevra vuole sapere come stai. Sta diventando insopportabile quanto te. DH 

 

Ok, quel messaggio necessitava di risposta. 

 

(Ore 22:52) In un solo messaggio ti preoccupi per me e mi insulti. Cos'hai di sbagliato Sourwolf? SS 

(Ore 22:53) E tu in un solo messaggio hai evitato di rispondere alla stessa domanda posta due volte. DH 

(Ore 22:54) Touché! Sto bene. E comunque avevo già risposto a quella strega. SS 

(Ore 22:55) La sentivo ancora sbraitare. Comunque era per questo che volevo tenerti all'oscuro. Non ti è possibile reggere la situazione. DH 

(Ore 22:56) Oh, e perché? Perché sono il povero umano che non sa sopportare nemmeno un po' di stress emotivo? Perché sono troppo fragile per sapere che avrò una figlia? SS 

(Ore 22:59) Non ho detto questo. È il fatto che sia Cora. DH 

(Ore 23:02) Ti sbagli, mi è sempre stata simpatica tua sorella. Gin nascerà tra un bel po', credo. Abbiamo tutto il tempo per innamorarci. SS 

(Ore 23:04) Le ho lette. Le ipotesi sulla lavagna. DH 

(Ore 23:05) Quelle? Ahahahah! Le avevo scritte con Scottie alcune, divertenti, vero? Non le ho nemmeno cancellate, mi sono dimenticato. Tranquillo, Sourwolf, non ho il cuore spezzato e non c'è il rischio che io sfrutti tua sorella per rattopparlo. Sono solo scosso per la situazione fantascientifica. SS 

(Ore 23:09) Sono un lupo. DH 

 

E quello che Stiles aveva dato nel cuscino era un urlo molto virile e davvero poco isterico.  

Per tutto quel tempo aveva davvero inconsciamente sperato in qualche difetto nell'olfatto di Derek. Se ne era accorto Scott, anche Liam, ma Stiles continuava a sperare che Derek non avrebbe mai notato i mutamenti del suo odore quando erano nella stessa stanza. Razionalmente sapeva che Derek  Sapeva >, ma la parte del suo cervello che si rifiutava di ragionare, sperava che Derek si fosse improvvisamente instupidito.  

E non avrebbe risposto a quel messaggio. Avrebbe mantenuto quel pizzico di dignità che ancora aveva e si sarebbe comportato come se nulla fosse successo. In fondo le cotte capitano a tutti, no? E a tutti possono durare due anni. O tre. Bisognava solo farsela passare. 

 

~ Chiamata in arrivo da Sourwolf a Stiles 

~ Chiamata rifiutata. 

 

Dignità e comportamento maturo. E per Stiles era maturo rifiutare una chiamata.  

 

~ Chiamata in arrivo da Sourwolf a Stiles 

 

Principio di infarto e mal di stomaco erano, però, ottimi motivi per rispondere. 

 

“…” 

Non volevo metterti in difficoltà” 

“Derek” 

“Troverò una soluzione 

“Derek, sto bene” 

“Ok” 

“Sono contento che tu ti stia interessando tanto, ma va bene. Dovrei occuparmi io di tutta la faccenda. In fondo è mia figlia e probabilmente è qui per qualcosa che riguarda anche me. Quindi va bene, passerà” 

Mi dispiace” 

“E di cosa?” 

“Stiles” 

“Non può dispiacerti se mi piaci, ok? È la natura e a me va bene. È brutto non essere ricambiati, ma succede quasi a tutti almeno una volta nella vita. Per me è la seconda, ma io sono io e sono speciale. Non sentirti in colpa anche per i miei drammi adolescenti. Se tu non fossi stato un lupo non te ne saresti nemmeno accorto e sarebbe stato tutto normale, quindi facciamo finta che non è successo nulla e risolviamo questa faccenda 

“Va bene” 

“Trova Peter, domani li facciamo incontrare di nuovo. Ok?” 

“Si, l'ho già chiamato” 

“Ok. Potete venire qui, papà ha da fare domani mattina 

“Non è al lavoro ora?” 

“Si, ma domani deve andare a mettersi in fila per comprare i biglietti per una partita 

“Perché non sento Scott con te?” 

“Stanotte volevo stare da solo, non ci saranno lupi cattivi che verranno a mangiarmi!” 

“Mh” 

“Buonanotte, Sourwolf. Salutami Gin che starà sicuramente ascoltando i tuoi monosillabi” 

Idiota” 

 

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Quella mattina, quella mattina fin troppo piovosa, Stiles l'aveva trascorsa al telefono con Lydia. Non aveva chiuso occhio per tutta la notte e alle sette si era alzato e aveva fatto partire la telefonata. La ragazza lo aveva ascoltato, aveva resistito alle sue urla e alla fine gli aveva detto semplicemente “Non riesco a decidere se si è comportato bene mettendo le cose in chiaro, o se si è comportato male mettendoti in questa situazione scomoda quando poteva benissimo continuare ad ignorare la cosa”. Stiles non era stato in grado di darle una risposta. 

Lo Sceriffo era uscito di casa alle nove, era tornato solo per fare una doccia veloce e per mangiare un toast al burro con il sottofondo delle lamentele di suo figlio.  

Derek non aveva detto quando sarebbero passati di lì, lui nemmeno gli aveva dato un orario. Quindi Stiles decise di farsi prendere dall'ansia intorno alle dieci. Era passata un'ora e stava per uccidere l'ennesimo zombie, quando il il suono del campanello lo fece alzare di scatto dal pavimento di camera sua per andare ad aprire.  

Ora era sommerso da una nuvola di capelli e stritolato da braccia troppo poco femminili. 

 

“G-Gin! Mi soffochi!” 

“Zitto Sam! Ieri ero triste, quando le persone sono tristi devono essere abbracciate!” 

“Se stringi un altro po' divento m-morto. Voi due, me la staccate?” 

“Su, giovane Stilinski, lo sentiamo che stai apprezzando. Ora fai passare gli zii, Ginevra” 

O-ok, grazie per avermi liberato. Psicopatico, Derek. Entrate pure” 

 

Stiles era consapevole del fatto che se suo padre fosse tornato prima del previsto e avesse visto chi era entrato in casa sua, lo avrebbe riempito di proiettili. 

Lo sceriffo gli aveva dato il permesso di vedere ogni lupo do Beacon Hills, tranne Peter. Stiles non era sicuro se fosse a causa della sua instabilità mentale o per i suoi trascorsi con la mamma di Scott. Sapeva solo che entro due ore l'uomo doveva uscire da lì. 

 

“Ok. Cosa facciamo? Ci sono novità?” 

“La mia adorabile nipotina dice che io abiterò poco distante da casa sua, che lei adora venire a trovarmi e che quando vuole scappare di casa raggiunge me” 

“E perché vorresti scappare di casa?” 

“Perché i miei genitori sono rumorosi” 

Quindi nulla di nuovo, anche ieri parlavi del fatto che litigano sempre” 

“Oh, no, no. È per quello, ma anche per altri rumori” 

“Altri rumori?” 

“Ragazzo non eri tu quello sveglio del gruppo? Sono mancato per un po' e sei regredito allo stato McCall?” 

“Ehi! Non insultare il mio amico! E tu, sii più chiara, che rumori senti?” 

“Sono sempre urla, di papà. Ma non litigano, diciamo che sono in intimità” 

“O-o-ok. T-tuo pad-padre ur-urla?” 

“Si, si. Quando l'ho detto a loro due hanno riso, tu perché sei sconvolto?” 

“Voi due avete riso? Siete due stronzi” 

“Beh, io ho riso. Mio nipote ha più ghignato” 

“Ah, si, Sourwolf? Ora sei passato dal ringhio al ghigno?” 

“Non siamo qui per parlare di queste cose. Dobbiamo riuscire ad ottenere altre informazioni” 

Lascialo perdere, Stiles, oggi è più Derek del solito. Si può avere un po' di caffè?” 

“Vattelo a prendere da solo, è sulla tavola, in cucina 

 

Dopo che Peter aveva ottenuto il suo caffè, la situazione non era cambiata di molto. Stiles aveva chiesto a Ginevra di annusare suo zio da vicino, magari il suo odore avrebbe riportato a galla qualcosa. L'unica cosa che ottennero furono le lacrime della ragazza che continuava ad abbracciare l’ex Alpha perché  “Il tuo odore mi ricorda casa, come il loro. Stranamente Peter l'aveva lasciata fare, le aveva addirittura accarezzato i capelli per farla calmare. Quando lei aveva alzato il viso dal suo collo, però, aveva guardato Derek diritto negli occhi. Stiles lo aveva visto irrigidirsi, aspettando la prossima mossa della ragazza, ma lei aveva solamente allungato una mano sul divano fino a raggiungere quella del lupo e l'aveva stretta. Stiles avrebbe usato una sola parola per descrivere la scena. Ginevra appoggiata contro Peter, con le dita strette intorno alla mano di Derek e con gli occhi ancora lucidi per le lacrime?  Surreale 

 

“Cosa-cosa succede?” 

 

Doveva rompere quell'atmosfera, cominciava a sentirsi di troppo e fuori luogo. 

 

“Non lo so. Sc-scusa Derek. È l'istinto” 

“Tranquilla ragazza, riconosci anche zio Derek come membro della tua famiglia. Sei un lupo e il tuo lupo lo vuole vicino. Nipote, non staccarle la mano, una volta anche tu sapevi cosa significava sentirsi bene con qualcuno” 

“So cosa significa sentire gli istinti del lupo, Peter” 

“Oh, credimi, lo so bene che lo sai. Dico solo che non lo assecondi più” 

“Siamo qui per pensare a cose più serie e tu!” 

“Che ho fatto ora?” 

“Rispondi  a quel dannato telefono!” 

“Non sta suonando nessun telefono, Sourwolf!” 

“Ti sta vibrando nella tasca. Muoviti” 

“Oh, non l’avevo sentito” 

 

-Chiamata in arrivo da Lydia a Stiles 

-Chiamata rifiutata 

 

“Non importa, è solo Lydia, la richiamo dopo. Dicev-“ 

Ragazzo, rispondi alla Banshee, la vibrazione dà molto fastidio alle nostre orecchie” 

 

-Chiamata in arrivo da Lydia a Stiles 

“Pron-“ 

“Oddio, vedo che hai smesso di piangere! Come v-“ 

“LYDS!” 

“No, Stiles, non riprendiamo con le urla isteriche ti prego!” 

Non sto urlando. Sono qui con Peter, Ginevra e Derek!” 

“Oh. Ooooooh!” 

“Esatto!” 

“Ok, ti chiamo dopo, un bac-“ 

“Non ti farai perdonare con un bacio, Martin!” 

 

-Chiamata terminata. 

 

“Perché piangevi, piccolo Stilinski?” 

Piangevi perché ieri sera puzzavi di tristezza! L’avevo detto io!” 

“Calma, calma. Lydia stava scherzando. Nessuno piangeva e nessuno era triste. Cambiamo discorso e ritorniamo a dove eravamo?” 

“Credo che dovremmo andare di nuovo nella riserva e cercare il posto dove sarà casa di Peter” 

“Io oggi non posso venire con voi, devo studiare e se esco di nuovo, papà non mi farà mettere piede fuori di casa per il prossimo mese o mi rispedirà al college” 

“Andremo noi. Tre Hale a spasso nella natura. Ci divertiremo!” 

“Parla per te” 

“Su, nipote, andiamo a fare questa gita e lasciamo questo povero ragazzo ai suoi drammi” 

“Io non ho drammi!” 

“si, si. Gin, saluta, andiamo ad annusare gli alberi, su!” 

“Ciao Stan, non essere triste” 

“Ginevra! Non sono triste!” 

“Oh, non usare il mio nome completo contro di me, non mi fai nessun effetto. Ciao, ciao!” 

 

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(Ore 21.09) Non abbiamo trovato nulla. Solo piante ed erba troppo cresciuta. Oltre casa mia, non c’è nessun’altra abitazione lì. GIN 

(Ore 21:10) Lo sospettavo. SS 

(Ore 21:11) Abbiamo incontrato quella tua amica strana e simpatica, Malia. Correva nella riserva. GIN 

(Ore 21:13) Malia non è strana, si sta solo ancora abituando alla civiltà. C’era anche Peter? SS 

(Ore 21:15) Si, non avevo capito che fosse suo padre, ma poi l’ho capito dalle loro urla. Lei proprio non lo sopporta. GIN 

(Ore 21:16) Solo tu adori quell’uomo. Devo chiedere a Malia come sta. SS 

(Ore 21:18) Il mio Peter è meno inquietante, lo ammetto. GIN 

 

(Ore 21:22) Ho saputo che hai discusso ancora con Peter. Stai bene? SS 

(Ore 21:24) Ho ancora gli artigli e le zanne da questo pomeriggio se questovuol dire stare bene allora sto bene tu come stai? MT 

(Ore 21:26) Dobbiamo continuare con le lezioni di punteggiatura. Sto bene. Hai bisogno di aiuto? SS 

(Ore 21:27) Posso venire da te? MT 

(Ore 21:30) Apro la finestra. Non fare rumore che c’è papà di sotto. SS 

 

 

Dopo la loro storia avevano parlato a lungo. Stiles aveva parlato, in reaaltà, Malia si era solo limitata a grugniti di assenso. Ci sarebbero sempre stati l’uno per l’altra in qualsiasi momento. Stiles sapeva di essere l’unico in grado di calmare il coyote, oltre il richiamo da Alpha di Scott. 

Capitava sempre più raramente che Malia perdesse il controllo, ma quando succedeva Stiles passava anche ore ed ore ad accarezzarle i capelli e a ripeterle di stare calma.  

 

“Sento che puzzi” 

“Grazie, Malia. Io ti aiuto e tu mi fai i complimenti” 

“Intendo che sei triste” 

“Sto bene, smettetela di ripetermelo. Mi passerà” 

“C’entra Derek? Anche io lo sento, sai?” 

“Loso che lo sentite col vostro naso sovrannaturale, ma sto bene anche se hai ragione. Passerà” 

“Ti è arrivato un messaggio” 

 

(Ore 22:04) Fratello, io e Liam siamo al loft. Sta arrivando anche Kira con le pizze. Vieni? SM 

(Ore 22:06) Cosa ci fate lì? SS 

(Ore 22:07) Peter ha detto che ci serve un brainstorming. Ti   aspettiamo! SM 

(Ore 22:10) Sono a casa con Malia, si sente un po’ agitata a causa di quello psicopatico. Non credo di farcela. SS 

(Ore 22:12) Ok! SM 

 

“Ti senti meglio?” 

“Mh. Posso dormire qui? Vado via prima che si svegli lo sceriffo” 

“Certo. Vado a mettere il pigiama 

“Ti è arrivato un altro messaggio” 

 

(Ore 22:16) Stiles, Derek mi ha quasi staccato la testa perché non mi preoccupo del fatto che ci sia un coyote mannaro fuori controllo in camera tua. Ti prego, digli che sei ancora intero e che Malia è innocua con te. SM 

(Ore 22:18) Eh? SS 

(Ore 22:19) Ha detto che non mi dà la pizza. E se lui si agita, lo fa anche Gin. Quei due arrabbiati mi fanno paura. SM 

(Ore 22:20) Cavolo, Scott, sei un Alpha. Un vero Alpha! SS 

(Ore 22:22) Dettagli, amico. Dettagli. Muoviti. SM 

 

“Chi è?” 

“Scott. Dice che Derek e Gin sono agitati perché sono con te che non riesci a controllarti” 

“Credono che io possa farti del male? Ma-“ 

“Ehi, calma. Loro nonn ti conoscono. Gli mando un messaggio e poi dormiamo” 

 

(Ore 22:24) Sono vivo. Avvisa anche quel lupo scontroso. SS 

(Ore 22:25) Ok. Lui avvisalo tu. Mi ha ringhiato contro e non mi ha lasciato parlare. GIN 

(Ore 22:26) Tipico. SS 

 

(Ore 22:27) Ritira gli artigli. Malia non morde. SS 

(Ore 22:29) Fino a poco fa viveva nella riserva e sbranava esseri viventi. DH 

(Ore 22:31) Fino a poco fa dormiva ogni notte nel mio letto e non mi ha mai morso. O almeno non per nutrirsi. E poi perché ti preoccupi? Scott ti aveva già detto che non c’erano problemi. SS 

(Ore 22:32) Se Qualcuno del branco è in pericolo mi preoccupo. DH 

(Ore 22:34) Se è in pericolo qualcuno dii un branco di cui non fai più parte? Mi sembra che fino a poco fa eri quello lontano chilometri. SS 

(Ore 22:35) Scott è come un fratello. DH 

(Ore 22:36) E non ti fidi della parola di tuo fratello? E poi credi davvero che Scott avrebbe lasciato me in pericolo? Credo tu sia un po’ in difficoltà con le risposte, Sourwolf. SS 

(Ore 22:37) Lascia perdere. DH 

(Ore 22:38) Certo, certo. Buonanotte, Hale. SS 





Allora? 

Piccolo avviso. Di solito aggiorno di Lunedì, questa volta non ve lo assicuro. Domenica è il mio compleanno e questi giorni sono impegnata. Sì, ve l'ho detto per ricevere gli auguri u.u
Scherzi a parte, mi dispiace farvi aspettare, ma magari sarà solo un giorno in più.

Ah, ho scritto una nuova OS!


Buon weekend <3

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Capitolo 13
*** Tenth Day ***


Buona lettura!






“Stiles”
 

No…” 

“Stiles, alzati” 

“Via…” 

“Stiles mi stai schiacciando le tette, alzati!” 

 

Oh, quello quindi non era il cuscino? A Stiles era sembrato un po’ scomodo in effetti. Se fosse stata un’altra persona, ora avrebbe probabilmente qualche arto mancante. O sarebbe già morto. Invece gli viene lasciata la libertà di spostarsi con calma sul suo vero cuscino e di stiracchiarsi per riprendersi dal sonno. Con gli occhi ancora mezzi socchiusi vede Malia fare la stessa cosa e poi la sente avvicinarsi. Prima ancora di capire cosa stia succedendo sente il suo naso conficcato nel collo e la sente respirare profondamente.  

 

“Malia? Cosa fai?” 

“Ti annuso” 

“E perché? 

“Perché si. Non si fa?” 

“Con me puoi farlo, con gli sconosciuti per strada non ti conviene” 

“Con te lo faccio perché ti conosco. Perché dovrei annusare gli sconosciuti?” 

“Ehi, qui sei tu quella che sniffa 

“Solo che profumi di buono” 

“Grazie” 

“Grazie a te per ieri. Sei davvero un bravo umano, Stiles” 

Sono un bravo amico” 

“Si, quella roba lì. Mi prepari il bacon?” 

“Sei in un hotel?” 

“Vuoi che vada nella riserva a cacciare? 

“Spostati, vado a preparare la colazione per te e papà” 

“Sta arrivando qualcuno” 

“Qui? Chi?” 

La ragazza nuova con Derek. Che palle” 

“Ehi, uno è tuo cugino. L’altra è…è tua nipote” 

“Vado in cucina dallo sceriffo. Va ad aprire” 

 

Malia era già scesa al piano di sotto e Stiles era ancora fermo nel mezzo della sua stanza indeciso tra il vestirsi e lo scendere in pigiama. Il suono del campanello gli fecero scegliere la seconda opzione. 

 

“Gin, Derek. Cosa ci fate qui?” 

“Ehi Sfran!” 

“Sfran, davvero?” 

“Volevo fare colazione con te e il lupo cattivo ha detto che non potevo venire da sola e quindi mi ha accompagnata. Puzzi!” 

“Gentilissima come sempre, vedo. Sono solo le dieci, mi sono appena alzato dal letto e non ho avuto tempo di fare una doccia. Entrate o restate sulla porta?” 

“Io vado via. Passo a prenderla tra qualche ora” 

“Oh. Non vuoi fare colazione con noi? Faccio il bacon. C’è anc-“ 

“Sì, dai Derek resta con noi! Dai, dai, dai! Lo so che hai fame!” 

“Solo cinque minuti” 

STILES ABBIAMO FAME!” 

“ARRIVO!” 

 

Stiles ne aveva vissute di situazioni imbarazzanti, ma quella forse le superava tutte. Appena entrati in cucina, Ginevra aveva illuminato gli occhi e li aveva puntati in quelli già blu di Malia. Suo padre alternava lo sguardo tra le due ragazze, anche lui ancora in pigiama e intontito dal sonno. Derek se ne stava appoggiato all’arco della porta con uno strano ghigno sul volto che si allargò quando le due ragazze cominciarono ad avvicinarsi lentamente senza staccare lo sguardo l’una dall’altra. Stiles stava già pensando a come giustificare del sangue nella cucina di casa sua e come far riprendere suo padre dallo shock, quando le due presero ad annusarsi girando in cerchio. Come due perfetti animali.  

 

“Perché c’è i tuo odore su Stiles?” 

“Perché abbiamo dormito nello stesso letto” 

“Sceriffo! Li hai fatti dormire insieme?” 

“Ginevra, stai calma. Loro dormono spesso insieme” 

“Eh?! E io ero obbligata a tenermi quel tuo cuscino sformato? E lei può stare nel tuo letto?” 

Io e Stiles ci conosciamo da un sacco di tempo. Cosa vuoi?” 

“Voglio che tu vada via!” 

“Ma non ci penso nemmeno. Stiles, la posso mordere?” 

“Chi vorresti mordere eh? Sciatta coyo-“ 

“Sciatta a chi?!” 

“Stiles! Le fai smettere?” 

“Papà non ci sto capendo nulla. E tu perché diavolo ridi, Sourwolf?” 

Non sto ridendo” 

“Stai ghignando. In questa casa non si ghigna!” 

“E chi sei tu per dirmi cos-“ 

“BASTA!” 

 

Stiles aveva, per un secondo, temuto per la vita del suo unico genitore. A quell’urlo i tre lupi nella stanza si erano ammutoliti. Derek Hale era stato interrotto da John Stilinski. Stiles si stava mentalmente appuntando la data di quel giorno. 

 

“Non cominciate anche voi due! Allora, voi due, ragazze, smettetela. Ginevra, non so cosa tu abbia con mio figlio, ma non urlare in casa mia e contro una mia ospite. Malia, tu non puoi mordere o azzannare o uccidere nessuno, soprattutto in casa mia. Stiles, tu cerca di non stare più con due ragazze nello stesso momento. Non si fa, è un brutto comportamento. E tu, Hale, lascia perdere mio figlio, ridi quanto vuoi. Io vado a fare una doccia. Quando scendo voglio trovare la colazione!” 

“Ma pa-“ 

“Silenzio. Cucinate” 

“As-aspetta” 

“Dimmi, Ginevra” 

Non volevo farti arrabbiare. Non ti ho mai visto arrabbiato, mi hai sempre viziata” 

“Eh? Ci conosciamo da nemmeno dieci giorni, ragazza mia” 

“No, io mi ricordo di te” 

“Davvero? Ci sono anch’io nel tuo futuro?” 

“Si. Stiles, ho mal di testa” 

“Vieni, vieni in salotto, appoggiati a me. Derek, aiutami” 

 

Di nuovo la stessa situazione. Ricordo, mal di testa, rivelazione. Mancava solo l'ultima parte e Stiles stava solo aspettando. Aveva aiutato Ginevra a stendersi, insieme a Derek ed ora erano entrambi alzati ad osservarla. Malia si era seduta su una poltrona, mentre lo sceriffo stava entrando dal corridoio con un bicchiere d'acqua tra le mani. Bicchiere che si scontrò rovinosamente con il pavimento quando Ginevra riaprì gli occhi, tolse le mani dalle proprie tempie e lo guardò diritto negli occhi.  

 

“Nonno” 

 

Il cervello di Stiles registrò vagamente tre movimenti. Il bicchiere caduto; Ginevra alzata di scatto dal divano; Derek scattato per sorreggere lo sceriffo.  

Poi tutto ricominciò a scorrere velocemente. Derek continuava a sorreggere suo padre che stava per perdere conoscenza e continuava a ripetere parole a caso alla ragazza che gli era andata in contro. Riebbe il controllo del proprio corpo e si staccò le mani di Malia dalle spalle che continuava a scuotergli.  

 

“Lei…nipote…il mio bambino” 

“È solo una teoria John” 

“Derek, lasciami. Lo devo uccidere” 

“Non è sicuro” 

“Quella lì mi ha chiamato nonno! STILES SPIEGAMI!” 

“P…Papà, ha ragione Derek, sono teorie” 

No!” 

 

Ginevra si era riseduta sul divano nel frattempo. Gli occhi di tutto erano sullo sceriffo, nessuno si era accorto della ragazza. Sul suo volto c’erano lacrime che scorrevano dimensione. Il suo  No rimbombava ancora nella stanza. Stiles le si avvicinò. 

 

“Cosa succede, Gin? Va tutto bene” 

“Non…non è  una teoria. Io…io esisto, esisterò e…e lui sarà il mio nonno. Mi...mi vorrà tanto bene. Mi...mi ricordo che al matrimonio dei miei genitori piangevo perché avevo paura di inciampare lungo la navata e lui mi disse che pure il mio papà stava avendo una crisi di panico perché credeva che sarebbe stato abbandonato sull'altare. Disse pure che dovevo farlo perché ero la più bella di tutta la sala e che zia Lydia aveva scelto un vestito bellissimo per me. Un'altra volta, invece, sono stata una settimana con lui perché…non lo ricordo, e facemmo così tanti disegni che ricoprimmo tutto il frigorifero. Erano tutti disegni di cibo; papà quando li vide mi chiese perché avessi attaccato un disegno di due clave sul frigo, il nonno disse che i miei prosciutti erano bellissimi e che mio padre era solo un idiota” 

“Sei sicura che sono io il nonno dei tuoi ricordi?” 

“Si. Sicurissima” 

“Quindi hai anche ricordi di Stiles? Di tuo…tuo padre?” 

“No. A meno che tu non abbia altri figli, credo che sia così, ma il suo volto è ancora sfocato” 

Ok. Io devo prendere un po’ d'aria. Ne riparleremo, ma per oggi è troppo e la giornata è appena iniziata. Mi vesto e vado a fare un giro” 

“Vengo anch'io a fare due passi, John. Qua dentro puzza di tensione” 

“Ok, Malia. Derek? Seguimi un attimo di là” 

“Mh?” 

Tieni d'occhio Stiles. Credo di aver capito che solo Ginevra ed io eravamo all'oscuro della situazione, ma non dev'essere facile nemmeno per lui. Nemmeno lui è così abituato a queste stranezze. Ok?” 

“Certo” 

 

 

~ Chiamata in corso da Stiles a Lydia 

 

“Quindi questo è quanto” 

“Wow. Tuo padre è tornato?” 

“Si, ma si è messo a vedere una partita” 

“Scott lo sa?” 

“Si, l'ho visto poco fa. Ora è da Deaton con Liam” 

“E dimmi, quando tuo padre e Malia sono usciti, cos'è successo?” 

“Nulla di che, Lyds. Gin era ancora un po' scossa, si è stesa sul divano con la testa sulle mie gambe e si è addormentata. Mi ha pire chiesto scusa, non voleva dirlo a papà, ma non se ne è resa conto” 

“Beh, immagino sia dura per lei ricordare cose improvvisamente” 

“Già” 

“E Derek?” 

Lui era seduto sulla poltrona con i gomiti sulle ginocchia e le mani a reggersi la testa. Sembrava pensieroso. Poi si è alzato di colpo ed è salito, credo in camera mia, perché al suo ritorno teneva in mano i miei due plaid. Quello di Iron man e di Captain America. Uno l'ha steso su Gin, l'altro me l'ha messo sulle spalle” 

“Derek? Derek Hale?” 

“Si, Lyds. Ho rischiato un infarto. Se ne sarà reso conto, dato quello che ha fatto dopo” 

“Cosa?!” 

“È sparito in cucina per un po', poi è tornato in salotto con una tazza. Me l'ha messa davanti mi ha detto di non bere di colpo perché l'acqua era ancora bollente. Mi aveva fatto una camomilla, Lyds” 

“Sempre quel Derek Hale?” 

“Lydia” 

“E poi cos'ha fatto?” 

“Si è seduto di nuovo mentre bevevo. Quando ho finito mi ha preso la tazza dalle mani ancora prima che mi sporgessi per poggiarla a terra” 

“Per non far svegliare Ginevra” 

Immagino di si” 

“E poi? Stilinski, parla, non farti tirare le parole da bocca” 

“E poi niente, mi sono addormentato” 

“Ti sei addormentato” 

“Si” 

“Mentre Derek era a meno di un metro da te” 

“Ero sotto effetto della camomilla” 

“Stiles! Tu sei iperattivo, per te la camomilla è acqua zuccherata!” 

“Ero stanco. Avevo dormito male, con Malia nel letto!” 

“Oh Gesù, ma chi frequento! E quanto hai dormito?” 

“Non lo so, credo almeno un'ora. Mi sono svegliato quando si è svegliata Gin” 

“E a quel punto? Lei come stava?” 

“Mi ha sbadigliato diritto in faccia e mi ha detto che non mi avrebbe chiamato papà” 

“Sempre gentile. Derek era ancora lì?” 

“Si. Parlava al telefono con Scott. Quando ci ha sentiti ha riattaccato e ha chiesto a Gin come si sentisse. Lei si è alzata e gli ha detto che voleva tornare al loft. Lui mi ha fatto un cenno col capo per salutarmi, lei mi ha detto che mi ero sbavato sulla maglia, e se ne soni andati” 

“Bene” 

“Eh. Lyds, devo parlare con papà, prima o poi dovrà farlo. Ci sentiamo domani?” 

“Ok, se ci sono problemi, sai come trovarmi” 

 

Stiles chiuse la telefonata e lanciò il cellulare sul letto. Avrebbe voluto seguirlo, ma sapeva che prima o poi quella chiacchierata avrebbe dovuto farla. Era a metà della rampa di scale, quando lo raggiunse una voce che non era di suo padre e non proveniva nemmeno dalla Tv.  

 

“…ho preferito così. Nemmeno Stiles avrebbe dovuto saperlo” 

“Fai bene a proteggere tua sorella, ma conosco mio figlio, se non gliel'avessi detto, ti avrebbe assillato o si sarebbe messo nei guai. O entrambe le cose” 

“Già” 

“Grazie per essere venuto fin qui per rispiegarmi tutto, Hale. Non eri obbligato, avrei parlato con Stiles domani 

“Per me non è stato un problema” 

“Lo so, sei una brava persona. Se tutta questa storia è vera, spero che prima o poi quella ragazza ricorderà anche di te e ci dirà che avrai anche tu una bella famiglia” 

“Ora è meglio che vada” 

“Certo. Salutami Ginevra. Ah, ti ringrazio anche per il fatto che la lasci vivere da te. Se fosse qui, soprattutto ora, sarebbe troppo strano” 

“Buonanotte John” 

“Notte, ragazzo. Guida piano” 

 

E quello come doveva essere interpretato?  

“Stiles, ti ho sentito scendere. Vieni qui” 

“Ah…Oh, ecco…” 

Mi sono ripreso. Hale mi ha rispiegato tutto. È stato gentile da parte sua ripassare” 

“Già. Lo avrei fatto io” 

“Lo so, lo so. Ora dimmi, Cora?” 

“Papà…” 

Voglio solo sapere se c’è già qualcosa, perché se così non fosse, capisco che per te dev’essere ancora peggio” 

“Si, infatti. Non vedo e non sento Cora da mesi, in realtà” 

E Malia?” 

“Malia?” 

“Beh, ogni tanto dormite insieme” 

“Papà non c’è niente tra Malia e me. Siamo solo amici con benefici. Bo, ok, detta così suona male. Dormire con me la calma quando è agitata e potrebbe fare del male a qualcuno tutto qui” 

“Ok. Avrai tempo per innamorarti di qualcuno, se questo qualcuno è la sorella di Derek, va bene, mi è sempre sembrata una brava ragazza, anche se una volta l’ho vista quasi morire 

“Sì, c’è tempo, infatti. Vado a dormire, è tardi, domani devo studiare e se non studio tu ti arrabb-“ 

Chi è?” 

“Eh? Chi è cosa, pà” 

“Già ti piace qualcuno. Hai preso a parlare a raffica” 

“No, sono iperattivo, ricordi? Cervello veloce, pensieri sconnessi, lingua che va da sol-“ 

“Stiles” 

“Non importa, papà, ok? 

“Non dirmi che è ancora la Martin. Vi ho visti insieme e non sei come qualche anno fa con lei. Ci sei ricascato?” 

“No, no, macché. Non è nulla di importante. Una piccola cotta passeggera. Va a dormire anche tu, che è tardi e poi dici che dormi poco. Notte, pà!” 

“Ne riparleremo!” 

 

 

(Ore 02:40) Non riesco a dormire se non ti dico che non dovevi parlare con papà. L’avrei fatto io. SS 

(Ore 02:42) lo so. Ma se avesse parlato con te ti avrebbe riempito di domande e vi sareste agitati di nuovo. Gli ho spiegato e ha ascoltato. DH 

(Ore 02:44) Ti ho svegliato? Lo so, le domande me le ha fatte lo stesso. SS 

(Ore 02:45) Non è un problema. Lo so che te le ha fatte, ero al piano di sopra. DH 

(Ore 02:47) PIANO DI SOPRA? ERI IN CAMERA MIA? IN CASA MIA? SS 

(Ore 02:50) Ero nella camera degli ospiti. Ginevra aveva bisogno di un altro pigiama che aveva lasciato lì. DH 

(Ore 02:52) Chiedere a mio padre di farti salire era troppo? Non si entra di nascosto a casa della gente! SS 

(Ore 02:55) Ho fatto prima. DH 

(Ore 02:56) Potrei denunciarti. SS 

(Ore 02:57) Abbiamo già parlato del fatto che tuo padre si fida di me. DH 

(Ore 02:58) UFF! Lei come sta, comunque? SS 

(Ore 02:59) Bene. Non l’ha presa male. Credo le piaccia l’idea di essere tua figlia, mi ha chiesto se ti somigliasse. DH 

(Ore 03:02) e tu cosa le hai risposto? SS 

(Ore 03:03) Che siete ugualmente odiosi. Mi ha detto che ne va fiera. DH 

(Ore 03:04) Odioso io? Detto da te è un complimento! SS 

(Ore 03:05) Appunto. DH 

(Ore 03:06) E cos’altro? SS 

(Ore 03:07) Che sa rispondere a tono come te e sembra anche una ragazza forte. E che avete gli stessi occhi. DH 

(Ore 03:08) Gli occhi? Quelli sono i tuoi. SS 

(Ore 03:08) Cioè intendevo di Cora. Gli occhi Hale, ecco. SS 

(Ore 03:09) Il colore si, la forma no. DH 

(Ore 03:10) Ah, si, credo di si. I tuoi da chi li hai presi? SS 

(Ore 03:11) Mio padre aveva gli occhi verdi. Anche Laura li aveva come me e Cora. DH 

(Ore 03:12) Non mi ricordo di tuo padre. Tua mamma l’ho vista qualche volta. SS 

(Ore 03:14) Lui non amava la città. Gli piaceva stare a casa con il branco. DH 

(Ore 03:15) Capisco. Gli somigli, allora. Anche caratterialmente. Io invece somiglio a mamma. SS 

(Ore 03:16) Lo so. DH 

(Ore 03:18) La conoscevi? SS 

(Ore 03:20) Laura mi obbligava ad andare con lei nella biblioteca dove lavorava tua madre. Tutte le settimane. DH 

(Ore 03:22) Quindi tu hai visto mia mamma? La conoscevi? SS 

(Ore 03:23) Potrei dire di si. Ci sono andato dagli otto ai dodici anni, credo. DH 

(Ore 03:24) e lei conosceva te? SS 

(Ore 03:25) Si, sicuramente. Laura si fermava sempre a chiacchierare un po’ con lei e si faceva consigliare dei libri. Io ero costretto ad aspettare che loro finissero. Consigliava libri anche a me. DH 

(Ore 03:28) Quali? SS 

(Ore 03:29) Una volta mi diede un libro per bambini, una storia di una papera, forse. Io lo guardai e senza dirle nulla lo rimisi al suo posto. La settimana dopo ci riprovò e me ne diede uno sui lupi. DH 

(Ore 03:31) E immagino che quello i sia piaciuto. SS 

(Ore 03:32) Già. DH 

(Ore 03:33) Quindi tu hai conosciuto la mia mamma. Mentre era a lavoro. Spesso mi ci portava, immagina se qualche volta ci fossimo incontrati! SS 

(Ore 03:35) Solo qualche volta. DH 

(Ore 03:36) MI HAI VISTO CON LEI IN BIBLIOTECA? SS 

(Ore 03:37) Si. Laura ti tirava sempre il naso perché quando ti si avvicinava le facevi le pernacchie. DH 

(Ore 03:38) Credo di essere in stato di shock. SS 

(Ore 03:40) Quanti anni avevo? Quanti anni di differenza abbiamo? SS 

(Ore 03:42) Sei anni. Ne avrai avuti tra i due e i sette. DH 

(Ore 03:43) Quindi ci sei andato fino a quando non si è ammalata. Perché io avevo otto anni quando…SS 

(Ore 03:44) Sì. Laura odiava la nuova bibliotecaria. DH 

(Ore 03:45) E mi hai visto anche quando avevo sette anni? SS 

(Ore 03:47) Si, credo di si. DH 

(Ore 03:48) E anche dopo mi hai riconosciuo? SS 

(Ore 03:49) Credo di averti visto qualche volta per strada. In fondo anche tu sapevi chi fossi io. DH 

(Ore 03:50) Beh, tu erii Derek Hale. Tutti ti conoscevano a scuola. SS 

(Ore 03:53) E quando mi hai visto quel giorno vicino casa tua con Scott, mi hai riconosciuto? DH 

(Ore 03:54) Siamo abituati a riconoscere gli odori, si. DH 

(Ore 03:55) Wow.  Ti ho conosciuto quando avevo due anni. Sputavo in faccia a tua sorella. Wow! SS 

(Ore 03:56) già. Ti odiava per quello. DH 

(Ore 03:58) Da grande, quando la vedevo a volte con tua mamma, pensavo fosse una modella. O che lo fosse anche tua madre. SS 

(Ore 04:00) Erano belle. DH 

(Ore 04:02) Scusami, ti ho tenuto a parlare un’ora e ti ho svegliato. SS 

(Ore 04:03) Dormo poco. Va bene. DH 

(Ore 04:05) Ginevra dorme? SS 

(Ore 04:07) Si, dalle 21. DH 

(Ore 04:08) Almeno non ha preso la mia iperattività. SS 

(Ore 04:10) Non credo avrebbe potuto. È un lupo. DH 

(Ore 0:11) Giusto. Lupo iperattivo = pericoloso. Spero che troveremo presto una soluzione, Sourwolf. Mi sta diventando troppo pesante sopportare ancora. SS 

(Ore 04:13) Lo so, lo sento. Domani andrò da Deaton a consultare i libri che gli sono arrivati oggi. DH 

(Ore 04:14) Grazie. Lo so che non lo fai solo perché c’è di mezzo Cora, ma perché in fondo questo è il tuo branco. Quindi grazie. SS 

(Ore 04:16) Anche voi avete aiutato me, più di una volta. DH 

(Ore 04:17) Già. È così che si fa, no? Ora andiamo a dormire, che domani ho ore di studio che mi aspettano. Buonanotte, Sourwolf. SS 

(Ore 04:20) Notte, Stiles. DH 





 

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Capitolo 14
*** Eleventh/Twelfth Day ***



Buona lettura, io ritorno alle sudate carte. 





Se quella fosse stata una giornata normale, di una vita normale, di un giovane uomo normale,
 Stiles si sarebbe alzato, avrebbe fatto colazione e si sarebbe seduto alla sua scrivania per studiare per gli imminenti esami.  

Ma quella era una giornata anormale, di una vita anormale, di un giovane uomo all'apparenza normale, in una cittadina anormale. Quindi Stiles si era alzato, aveva imprecato contro il proprio cellulare e aveva risposto grugnendo alla chiamata.  

 

“Amico? Stai bene? Cos'era quel verso?” 

“Scott! Cavolo, mi hai fatto prendere un colpo!” 

“Ma sono le dieci e mezz-“ 

“Hai presente cose si prova ad essere svegliati dalla vibrazione del proprio cellulare che non si sa come ti è finito nella maglia del pigiama? Credevo ci fosse un cazzo di animale nel mio letto!” 

“No, non ho presente. Ma perché dormivi col cellulare nel letto? E soprattutto, non dovevi svegliarti presto per studiare?” 

Non me ne sono reso conto, avevo troppo sonno perché mi sono addormentato tardi” 

“Perché ti sei addormentato tardi?” 

“Mi hai chiamato per qualche motivo in particolare o solo per il terzo grado, Scottie?” 

“Ricordami di non svegliarti più. Comunque, si, tra un'ora abbiamo appuntamento da Deaton per leggere i nuovi libri che gli sono arrivati” 

“Abbiamo, chi?” 

Io, Liam, Kira, Lydia, Derek, Gin e tu, se vuoi” 

“No, vorrei, ma no. Se mi fossi svegliato in tempo magari ce l'avrei fatta, ma sono troppo indietro” 

“Ah, ok. Ti tengo aggiornato allora” 

“Di che libri si tratta?” 

Vari modi che permettono di viaggiare nel tempo, metodi per invertire il processo, libri di piante strane. Le solite cose da druido” 

“Oh, ok. Fammi sapere se avete novità e non fate nessun rituale strano senza di me 

“Certo, certo. Buono studio” 

 

La presenza di libri nuovi da leggere aveva tenuto la mente di Stiles occupata per tutta la mattinata, per tutta l'ora di pranzo e per metà pomeriggio. Il fatto che Scott non gli avesse mandato nemmeno un misero messaggio gli stava facendo mangiare tutte le unghie. Quelle poche ancora intere. Il fatto che fosse riuscito a studiare poco più di tre pagine gli stava logorando lo stomaco per i sensi di colpa, ma la voglia di sapere era troppa.  

 

~ Chiamata da Stiles a Scott 

 

“Stiles? Scusami sono con Kira, ci sentiamo domani. Ciao!” 

 

~ Chiamata terminata 

 

Liam. Liam non aveva mai nulla da fare.  

 

~ Chiamata da Stiles a Cucciolo Liam 

 

“Si?” 

“Ehi, Liam! Volevo sapere se ci fossero no-“ 

“Scusa, Stiles, ma sto entrando al cinema con Mason. Scott ha detto che ti avrebbe avvisato” 

“È con Kira” 

Giusto, colpa mia. Doveva venire a casa per prendere dei giochi, ma Mason aveva bisogno di me e l'ho mandato da lei” 

“Capisco. Ma volevo sapere se ci fossero nov-“ 

Stiano entrando in sala, scusa! Chiama Derek, ti spiega lui” 

“Non voglio chiamare Derek!” 

“Liam?” 

 

~ Chiamata terminata 

 

 

Beh, i figli aiutano sempre i propri genitori, no? 

 

 

(Ore 18:45) Gin, che avete scoperto? SS 

(Ore 18:47) Non ci ho capito nulla. Troppi termini, rituali. E io non ricordo di aver sventrato conigli per poter prenderne il fegato. GIN 

(Ore 18:48) Non voglio uccidere conigli per rimandarti indietro. SS 

(Ore 18 50j Sono teneri i conigli. Comunque c'era anche zio Peter, ha portato anche lui dei libri. Io e Derek stiamo leggendo gli ultimi due, Deaton ci ha cacciati perché i gatti cominciavano a dare di matto con tutti noi lì. GIN 

(Ore 18:51) Lydia non ha scoperto nulla? SS 

(Ore 18:53) Nah. Dice che ha una teoria sulla mia vita, ma che non sa se c'entra col motivo per cui sono qui e quindi non la dice. Inutile che insisti, l'abbiamo anche minacciata con le zanne. GIN 

(Ore 18:53) Avete ancora tanto da leggere? SS 

(Ore 18:54) Se vieni, porta le pizze. GIN 

(Ore 18:56) Ho solo fatto una domanda. SS 

(Ore 18:57) Gin! SS 

(Ore 18:58) La mia al formaggio. GIN 

 

 

 

Il fatto che Stiles fosse nella sua Jeep con quattro pizze sul sedile passeggero non era affatto un segno di quanto avesse voglia di andare al loft. Nemmeno il fatto che stava infrangendo il limite di velocità lo era. E nemmeno il fatto che, appena arrivato al grande palazzo in periferia, si fosse passato una mano tra i capelli per aggiustarli al meglio rischiando di far cadere le pizze.  

 

“Ehi! È arrivata la consegna del cibo per i lupi!” 

“Stiles?” 

“Ehi, Sourwolf! Qualcuno mi ha detto che state ancora leggendo e che c'era bisogno di pizza!” 

“Poggia lì. Non hai studiato abbastanza oggi? E poi abbiamo quasi finito” 

“Lascia perdere, sorvoliamo. Cosa stai leggendo? Questo mattone qui?” 

“Mh” 

Trovato qualcosa di interessante?” 

“Non ne sono sicuro” 

“E io sono qui per il brainstorming. Su, butta fuori i pensieri. A proposito, dov'è Gin?” 

“SONO SOTTO LA DOCCIA!” 

“Ok, sentito. Allora? Queste idee?” 

È solo qualcosa che ho appena letto. Vedi, qui dice che, nel caso in cui ci sia una particolare luna piena, è possibile arrivare un processo chiamato Inversione Spazio Temporale. In pratica, se un licantropo desidera, per motivi forti, di viaggiare nel tempo, può farlo” 

“Qualsiasi licantropo? E quale luna?” 

“Nok chiunque, solo chi abbia un qualche tipo di legame con il Nemeton” 

“E Gin, essendo mia figlia ha questo legame, no?” 

“Potrebbe. La luna è chiamata Luna Senza Tempo, è molto più luminosa del solito ed è come scossa da un terremoto. Non è visibile dalla terra, ma si muove 

“E Ginevra ha espresso il desiderio di arrivare qui, senza sapere tutto ciò?” 

“Questo non lo so, ma questi libri li ha trovati Peter non so dove ed erano sotterrati da chissà quanto tempo. Non so se ci siano persone a conoscenza di questa storia” 

“Capito. E come si inverte il processo? C'è scritto?” 

“Si, allo stesso modo, ma non c'è bisogno della Luna Senza Tempo, perché dalla parte di tempo da cui si proviene, in questo caso il futuro, il tempo non passa e la luna è ancora lì” 

Dobbiamo solo dire  a Gin di desiderare di tornare a casa?” 

“No, deve desiderare di tornare alla sua vita” 

“Ma-“ 

“Ma io non ricordo ancora tutta la mia vita e non posso desiderare di andare in un posto che non conosco. Giusto?” 

“Mi dispiace” 

“Tranquillo, Derek. State facendo già tanto per me, credo che ora tocchi a me fare qualcosa. Giuro che mi sforzerò di ricordare e mi toglierò dai piedi il prima possibile” 

“Stavi legge do anche tu qualcosa, no? Continua e magari troviamo la soluzione. Non è detto che sia questa, no? Derek, tu finisci il tuo libro e io prendo i piatti per la pizza. Ho portato il computer, farò ricerche su questa luna e non ce ne andiamo di qui se non troviamo la soluzione, ok- Ginevra, mi soffochi!” 

“Scusa, ho sbalzi d'umore, ma dovevo abbracciarti! Sei troppo tenero quando ti preoccupi e dai ordini. Vado a prendere il libro di sopra. Il divano è mio!” 

 

 

La pizza era finita già da un po' e Stiles stava cominciando a sbadigliare e a confondere le lettere sullo schermo. Se ne stava seduti ai piedi del divano su cui era sdraiata Ginevra che dormiva da quasi un'ora. Derek aveva appena chiuso il libro e si stava passando le mani tra i capelli, gli occhi stanchi. Stiles stava quasi per dirgli che era meglio per lui andare via, prima chr lo sceriffo lo mandasse a cercare, che fu interrotto da una botta sulla testa. Ginevra si era alzata di scatto e gli aveva dato un calcio nel tentativo di mettersi seduta.  

 

“Ehi! Mi hai fatto malissimo! Ma che modi sono?!” 

Tu! Mi hai raccontato che quando sono nata ero tutta brutta e viola! I bimbi sono tutti belli quando nascono!” 

“Eh? Io…Nata..Che-“ 

E io ti ho sempre risposto che ero brutta perché appena nata somigliavo a te!” 

“Hai- Oddio, mi serve un bicchiere d'acqua” 

“Devi andare via” 

“Cosa? Ma hai anche battuto la testa? Hai appena ricordato un'altra cosa, dobbiamo capire” 

“Non hai nulla da capire, voglio che tu te ne vada” 

“Ma perché?” 

“Non ti deve interessare” 

“Derek, annusala, credo abbia avuto qualche corto circuito in testa. Puzza di briciato?” 

“Se vuole che tu vada via, credo che ti debba darle ascolto” 

“Ti ci metti pure tu? Ma che vi prende?” 

“Stiles, sono seria” 

“E io? Non mi pare di avere un costume da clown! Hai appena ricordato che io sono…sarò tuo padre e poi mi scacci. Ti sembra un comportamento sensato?” 

Credo sia bene così. Sto meglio se te ne vai” 

“Io…io non so cosa dire. E tu, tu nemmeno le dici nulla. Derek, ha ricordato di me!” 

“E dice che sta meglio se vai via 

“E se questo non facesse stare meglio me? Se fossi io a voler stare qui con lei? Con voi?” 

“Io non posso decidere per lei” 

“Già. Ma puoi decidere per te” 

Stiles, va a casa” 

“Non sono mai stato stupido, Derek. Lei non mi conosce, ma tu si e sai che non sono stupido. E io so che non lo sei nemmeno tu. Non so cosa ci sia sotto questa sceneggiata, ma so che lo è. Tu, sei mia figlia, mia. E nonostante io ti conosca da undici giorni, credo sia istintivo capirti e capire che stai fingendo. E tu, Derek, non sarai sangue del mio sangue, non sarai il mio migliore amico, ma sei Derek e io so leggere anche nei tuoi occhi. Volete che io vada via? Non volete dirmi la verità? Ok, lo accetto, mi fido di voi, di entrambi, ma non vuol dire che accetto di starmene con le mani in mano” 

“Lascia perdere, Stiles. Non immischiarti più in questa situazione” 

Ora meglio che vada” 

 

 

Il rumore del portone scorrevole dal loft, sbattuto con forza, riecheggiava ancora nelle orecchie di Stiles anche mentre teneva la testa sotto il cuscino avvolto nelle coperte del letto di casa sua.  

 

 

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(Ore 09:36) Amico, mi dispiace per ieri. Poi hai parlato con qualcuno? Comunque non avevamo trovato nulla. SM 

(Ore 09:39) Si. Lo so. SS 

(Ore 09:40) Sto andando da Derek perché aveva altri libri da leggere. Vieni? SM 

(Ore 09:43) Devo studiare. SS 

 

 

(Ore 10:02) Stilinski! Non mi hai mandato il buongiorno. Che hai? LM 

(Ore 10:03) Ciao, Lyds. Nulla, ieri ho discusso con Derek e Gin. Lei ha ricordato di me e mi hanno cacciato dal loft. Mi nascondono qualcosa. SS 

(Ore 10:05) Vuoi che venga lì? LM 

(Ore 10:07) No, ti chiamo nel pomeriggio e ti dico i dettagli. Ora devo studiare. SS 

 

 

(Ore 11:03) Stiles, Ginevra è scomparsa. SM 

(Ore 11:07) Eh? La state cercando? SS 

(Ore 11:09) No, siamo quasi sicuro che sia tornata indietro. Cioè avanti. Non c'è nemmeno più il suo odore al loft. Ha lasciato una lettera, c'è scritto il tuo nome sopra, non l'abbiamo aperta. Vieni? SM 

(Ore 11:10) No. Portala a casa mia. SS 

 

 

Aspettare che Scott facesse i due chilometri dal loft a casa sua fu una delle attese più stressanti che Stiles avesse mai vissuto. Vedere il suo migliore amico entrare dalla finestra, invece, gli procurò solamente un'accelerazione del battito cardiaco. La lettera era nelle sua mano destra 

 

“Tieni. Mi dispiace, Stiles” 

“Mh” 

“Ti lascio da solo. Chiama se hai bisogno di me. Verrò comunque tra un'ora” 

Ok” 

 

 

Caro Stiles, 

O forse devo dire papà? Mi verrebbe più naturale dopo quello che è successo un'ora fa, ma credo che per te sia ancora troppo strano. Ti starai chiedendo perché io ti abbia scritto questa lettera, cercherò di essere più chiara possibile e di non perdermi in altri discorsi. Si, capita anche a me, come a te.  

Allora. Ho ricordato chi sei, ho ricordato tutto ciò che ho di te, ma non te lo scriverò. Se la tua vita ti porterà a me, non voglio che tu viva degli attimi di cui hai già sentito parlare, non voglio rovinarti le sorprese. Ti dirò solo una cosa, mi conosco e so che, almeno per un po', nel mio futuro, non te lo dirò. Ti voglio bene, te ne voglio tantissimo. E la cosa strana, bella, è che voglio bene al mio papà, ma anche a Stiles, al ragazzo che ho conosciuto in questi pochi giorni.  

Detto ciò, sappi che non sono una sentimentale. Odio dover esprimere i miei sentimenti e questa è l'ultima volta che succede.  

Passiamo ai fatti concreti. Derek ha letto quel libro, quello sulla luna Senza Tempo eccetera eccetera, ma anche io stavo leggendo qualcosa, ricordi? Beh, descriveva per lo più il dopo. Cioè cosa succede nei casi in cui il viaggiatore nel tempo torna a casa e cosa succede a chi lo incontra. Ti dico subito che io non ricorderò nulla di quello che ho vissuto, forse ricorderò di aver sognato, ma sarà comunque un'immagine sfocata e questo mi rende triste, molto.  

Tu, invece, ora ti sarai svegliato e ricorderai ancora di avermi trovata nuda nel tuo letto. Nel libro (che troverai sotto al mio letto al loft) c'è scritto cosa puoi fare, è una tua decisione, e anche di tutti coloro che mi hanno incontrata, sarai tu a comunicarglielo, non posso stare qui a scrivere lettere a tutti. E poi zio Scott si scoccerebbe di leggerla. Zio Liam nemmeno mi ha conosciuta molto. Scusa, mi ero persa. Dicevo, puoi decidere. Ricordare o dimenticare. Nel primo caso, non devi fare nulla, soli tenermi nella tua mente.  Nel secondo, basta preparare una specie di tisana con strane erbe che Deaton sicuramente saprà dove trovare. La berrai e andrai a dormire, il giorno dopo sarà come sei io non fossi mai esistita. Se la vita ti porterà ad avere me, mi conoscerai quando mi stringerai per la prima volta tra le braccia.  

Sta a te decidere.  

Ora ti saluto e ti ringrazio, mi hai accolta da sconosciuta, da figlia, da rompipalle.  Mi tocca andare a salutare Derek, prima di addormentarmi desidererò tornare alla mia vita. Avrai capito dalla lettera che ho tutti i miei ricordi al loro posto e che andrò via. Non prendertela con me se non ti ho detto tutto, non prendertela nemmeno con lui. Posso chiederti solo un'ultima cosa? Non smettere di amarlo, non smettere mai. Vedere nei tuoi occhi l'amore che provi per lui è stata una delle cose più belle che io abbia provato in questi undici giorni. Abbi pazienza! 

Ti saluto, ciao Stiles del passato. 

 

P.s. Salutami nonno John!  




Perdonatemi eventuali orrori, l'ho scritta stanotte e avevo sonno. Nel caso ci fossero, fatemeli notare ;)

Il prossimo sarà, al 99%, l'ultimo capitolo. 
Se già sentite la mia mancanza, c'è un'altra long in corso. Sarà aggiornata al termine di questa qui. 



<3

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Capitolo 15
*** One more day... ***



Forse è il capitolo più lungo che abbia mai scritto. Forse anche il più complicato per me.
Spero vi piaccia e che non ci siano madornali errori.



Buona lettura.





Stiles non sapeva quanto tempo fosse passato da quando aveva finito di leggere quella lettera. La teneva ancora stretta tra le mani, aperta davanti agli occhi 
con lo sguardo fisso sulle parole. Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando aveva sentito suo padre chiamarlo per pranzo e da quando gli aveva risposto che se ne sarebbe stato in camera a studiare. Non aveva risposto a nessuna chiamata di Scott, a nessun messaggio di Lydia e nemmeno aveva intenzione di farlo. Voleva solo starsene lì a pensare a quelle parole, a trovare i significati nascosti che era sicuro ci fossero.  

Erano ore che pensava al perché fosse stato scacciato la sera prima, al perché non gli fosse stata data la possibilità di conoscere i ricordi di Ginevra, al perché lei gli avesse scritto quella lettera. Soprattutto erano ore che pensava all'ultima parte di quello scritto e il sup cervello continuava a riproporgli la stessa soluzione. Soluzione che il suo cuore non riusciva proprio ad accettare.  

Fu per un leggero rumore contro il vetro della finestra che voltò il viso di scatto e si accorse che ormai si era fatto buio. Alzarsi dal letto gli risultò più complicato del previsto, data la prolungata immobilità 

 

“Cosa ci fai qui?” 

“Ho ricevuto nell'ordine: Dieci messaggi e una chiamata da Scott; due chiamate da Lydia e quattro messaggi da Malia” 

“E hai deciso di sacrificarti per il bene comune e sei venuto a vedere se fossi vivo?” 

No. Mi ha chiamato tuo padre dieci minuti fa dicendomi di salire qui e ringhiarti contro” 

“Papà?” 

“Credo fosse preoccupato. Gli ho anche detto cosa è successo” 

“Mh. Sono vivo, puoi dirglielo e andartene. Se scendi per le scale lo incontri e fai prima” 

Stiles” 

“Cosa? Non posso cacciarti da casa mia?” 

“Certo. Ma lascia che venga Scott, così puoi parlare con lui 

“Non ho bisogno di parlare” 

“Detto da te suona strano” 

“Fai anche lo spiritoso ora? Ah, prima che te ne vai, Gin ti ha detto del libro che ha letto o devo spiegarlo anche a te?” 

“So tutto, me l'ha scritto e ho letto il libro oggi” 

“Bene. Ha scritto una lettera anche a te?” 

“L'ho pur sempre ospitata” 

“Credevo l'avesse fatto solo per suo padre a cui non ha detto Ciao. Beh a cui non ha detto molte cose, a quanto pare” 

“Non essere arrabbiato con lei, l'ha fatto per proteggerti” 

“Perché dovrei essere arrabbiato con qualcuno che non esiste più?” 

“Già” 

“As.Aspetta! Tu sai tutto! Lei con te ha parlato? Proteggermi da cosa?” 

“Non so nulla, era per dire” 

“Cosa del fatto che capisco quando menti non ti è chiaro?” 

“Stiles” 

“Derek! Parla, ti prego” 

“Perché?” 

“Perché ho deciso che dimenticherò, puoi parlare 

“Berrai l'infuso?” 

“Ovvio, non voglio un'anticipazione del futuro. Tu non lo berrai?” 

“Si, anche tutti gli altri. Ne abbiamo parlato oggi. Deaton dice che per domani sera sarà pronto” 

“Bene. Quindi? Cosa aspetti?” 

“Sei sicuro?” 

“Si” 

“Ok. La prima cosa che devi sapere è che Ginevra si è ricordata di me dal primo momento in cui mi ha visto. Non sapeva chi fossi, ricordava solo il mio viso. La seconda cosa è successa quando siamo andati a casa mia, quando noi siamo entrati e tu sei rimasto fuori. Eravamo nella cucina e ha ricordato chi fossi, che ruolo avessi nella sua famiglia futura e perché sentiva un legame con me 

“Bene, chi sarai?” 

“Non te l'ha scritto?” 

“No, non mi ha rivelato nulla” 

“Ma tu hai un'idea” 

“Dimmi la verità e ti dirò se combacia” 

Ieri ha scritto una lettera anche per me, dice che le è più facile scrivere che parlare. Tieni, leggila 

“Posso davvero?” 

“Si, so che davvero berrai quella roba domani” 

“Ok. È lunga, siediti. Fa quello che vuoi 

 

Stiles era di nuovo seduto a gambe incrociate sul letto, di nuovo con un foglio tra le mani e il cuore a mille. 

 

Ehi Lupo Cattivo! 

Ho appena finito di scrivere la prima lettera, è stata una faticata! Ti ho detto che non ti avrei detto addio e me ne sono andata a letto, ma mi sento in dovere di dirti qualcosina. A te non sembra passata un'eternità da quando mi hai annusata la prima volta? Beh, detta così suona male, ma è vero. Non so perché con te mi sono subito aperta, cioè ora lo so, ma quel giorno non lo sapevo.  

E il giorno a casa? Stiles faceva avanti e indietro in quello che diventerà il giardino, mentre io mi aggrappavo alla parete e quasi svenivo. Tu lo sapevi, vero? Sapevi chi ero, noi lupi lo sentiamo dagli odori, ogni persona ha due odori distintivi. Lo sapevi prima ancora di accorgerti che stavo ricordando qualcosa, prima ancora di chiedermi cosa mi stesse succedendo e soprattutto prima ancora che io ti abbracciassi chiamandoti papà. Sentivamo Stiles parlare da solo lì fuori e ce ne stavamo fermi a realizzare quel nuovo ricordo. E sai una cosa? Non ho mai avuto il dubbio su chi fosse l'altro mio genitore, mai. Non mi sono mai chiesta “Chi sarà la mia mamma, se questo qui è il mio papà”. Lui è la mia ancora, non potevo avere dubbi. Se non fossi stata presa così dal ricordo, avrei cercato di nasconderlo anche a te, ma in fondo sono contenta di non averlo fatto. Raccontarti della nostra vita futura, vedere il sollievo sul tuo volto, mi ha resa davvero felice. Ora che ho tutti i miei ricordi, so cos'hai passato in tutta la tua vita, papà, e sono contenta di essere parte del tuo futuro sereno.  

Dai libri che abbiamo letto sappiamo entrambi che io potrei non venire mai alla luce, che il futuro è in completa evoluzione e tutte quelle cose lì, ma io ci spero lo stesso. So che non ami ancora Stiles (mi fa strano chiamare lui papà, l'ho scoperto da così poco), ma so anche che è solo perché non te ne sei reso conto. Posso darti un consiglio? Non affidarti solo al tuo olfatto, non annusare i sentimenti, guardali. Senti che gli piaci, ma non lo vedi, sei cieco. Non vedi il modo in cui ti guarda, il modo in cui ti cerca sempre con lo sguardo per assicurarsi che stai bene. Non hai mai visto quante volte il suo corpo si tende verso di te perché vorrebbe abbracciarti, o solo poggiarti una mano sulla spalla. A volte ti sorride anche, lo sai? E spesso, troppo spesso, quando tu non lo guardi, è triste.  

Abbiamo parlato un po' di ciò che farai ora, lo sapevo che avresti deciso di dimenticare, ma spero che l, nonostante tu debba per forza tornare in Messico perché altrimenti non ti spiegheresti la tua presenza qui, tu un giorno tornerai a casa.  

Mi è piaciuto vivere con un te giovane, sei un po' più scontroso, papà direbbe che sei più duro ai bordi, ma che hai un cuore tenero. E avrebbe ragione.  

Ti confesso un'ultima cosa e poi ti lascio. Il motivo per cui ho desiderato tornare indietro; sappi che te lo dico solo perché non te ne ricorderai. Nel mio futuro ho un fidanzato, Vincent, bello come il sole e bastardo come nient'altro. Bastardo in senso buono, solo perché discutiamo sempre. Zio Peter lo sa e quella sera gli parlai dell'ennesima discussione. Lui mi raccontò di come anche tu e papà stavate sempre a litigare, solo che per me era totalmente assurdo. Cioè, nel mio futuro discutete di continuo, ma non riuscivo ad immaginarvi a litigare prima di mettervi insieme. Così, dopo essermi messa a letto, pensai solo “Vorrei tanto vederli con i miei occhi, vorrei vedere come può una coppia che litiga sempre, amarsi così tanto come i miei papà”. E sono arrivata qui.  

Ora è ora di tornare lì. Buona vita, papà. Abbi cura di te, ti voglio bene.  

La tua Ginevra.  

 

 
 

Stiles se ne stava seduto sul letto, la mente spenta. Non aveva percezione delle lacrime che gli stavano bagnando le guance, della lettera ancora stretta tra le mani, delle gambe indolenzite. Non percepiva il letto su cui era seduto e nemmeno il freddo entrare dalla finestra ancora aperte. L’unico pensiero che gli aveva invaso la mente durante la lettura era stato “Lo sapevo”. Non si era mai ritenuto un ragazzo stupido e quella idea, in realtà, ce l’aveva da più giorni; semplicemente non riusciva ad accettarla. Non riusciva a capire come sarebbe stato possibile realizzare quella vita che Ginevra gli aveva raccontato.  

Non percepiva nemmeno i singhiozzi che gli scuotevano lo stomaco, Stiles, ma quando Derek cominciò a parlare, tutto divenne più limpido. 

 

“Non ti dirò più che mi dispiace. Ho intenzionalmente deciso di non dirti nulla fino ad oggi e prima di venire qui ero ancora deciso a non farlo. So cosa provi per me, già ne abbiamo parlato, vedo quanto ti fa stare male e ho pensato che sapere di questo futuro alternativo ti avrebbe fatto stare solamente peggio. Quando prima mi hai detto che avresti dimenticato, ho cambiato idea, perché so capire quando sei sincero e so che lo farai. Non pensare che scoprire che in un fatomatico futuro io potrei avere una vita insieme a te mi abbia fatto schifo. Anzi, mi ha solo tentato. Sentire i racconti di Ginevra, sentire cose che tu non hai avuto modo di sentire, mi ha reso per un attimo egoista. Più volte ho pensato di dirti che ricambiavo i tuoi sentimenti, solo per avere una vita che mi affascinava troppo. MA io non sono così; tu stesso in quelle ipotesi hai scritto che era da escludere il fatto che tu ti fossi accontentato di mia sorella, perché nemmeno tu sei così. Ed io non potevo accontentarmi di una vita finta solo perché avevo amato quella dei ricordi di qualcun altro. Non credo nel destino, ho smesso di credere in qualcosa molto tempo fa, ma non voglio smettere di credere nel fatto che tutto quello che Ginevra mi ha raccontato, un giorno possa diventare reale. Non so se quella vita la realizzerò con te o con qualcun altro, ma voglio credere che sarà possibile. E non…non piangere, perché sei una persona stupenda, sei forte, sei altruista come nessuno e sei coraggioso. Non so se ci rivedremo, ma io spero che succeda” 

“Derek…” 

“Ora devo andare, domani prenderò l’infuso e partirò. Quando arriverò in Messico lo berrò” 

E non tornerai più” 

Sono andato via perché credevo che non ci fosse più bisogno di me, mi sentivo estraneo in un branco non più mio” 

“Non…Noi siamo il tuo branco” 

“Ora l’ho capito, ho visto come Scott si comporterebbe con me se tornassi, ho conosciuto Liam e ho parlato anche un po’ con Kira. Ora lo so che verrei accolto come in una famiglia” 

“Ma…Questa era la tua famiglia anche prima” 

“E io ero una persona diversa 

“Ma dimenticherai tuto questo. Ti dimenticherai che qui qualcuno ti aspetta e ti aspetterà sempre. Questa è casa tua, era casa tua 

“Per questo ho una soluzione” 

“Cioè?” 

“Ho parlato con Scott. Quando abbiamo deciso di dimenticare lui ha quasi pianto in realtà, mi ha pregato di non tornare indietro, ma sappiamo quanto sia inevitabile. Abbiamo deciso di azzardare e sfidare il tempo, più o meno. Scott ha programmato l’invio di un messaggio dal suo cellulare a me. Mi scriverà Ci manchi, non c’è nessun pericolo imminente e siamo tutti vivi, ma abbiamo comunque bisogno di te. Ha detto che ha scritto un messaggio del genere più di una volta, ma non ha mai avuto il coraggio di premere invio, così come io non ho mai avuto il coraggio di tornare senza invito. Probabilmente penserà che l’ha inviato senza pensarci e io sarò inconsapevolmente felice di tornare da voi” 

“Quindi non devo dirti addio stasera” 

“No. Conoscendomi, ci vedremo tra un mese” 

“Ok. Va bene” 

Ci vediamo, allora” 

“Mh. Aspetta, Derek” 

“Cosa c’è?” 

“Scendi per le scale, ero serio quando ti ho detto di rassicurare papà, non mi va di scendere e lui di te si fida” 

“Ok. Ciao, Stiles” 

“Ciao” 

 

 
 

Quindici giorni dopo… 

 

 

Poteva la preparazione di un esame farti perdere la percezione della realtà? Stiles era convinto di si. Stava studiando da un mese, ma gli sembravano solamente dieci giorni ed erano dieci giorni di studio nemmeno tanto approfondito. Scott gli aveva detto di aver chiesto a Derek di tornare ed ora vivevano entrambi in uno stato di ansia costante. E meno male che ad esserne innamorato era solo lui. Stava cercando di svolgere l’ennesimo esercizio, quando suo padre entrò per la quarta volta in camera sua quel giorno. 

 

“Si, papà, sto studiando e si, papà, ho mangiato la merenda. Non ti pare di essere diventato troppo apprensivo ultimamente? Guarda che me ne torno al college” 

“Figliolo, sono solo contento che tu sia qui. E ti volevo dire che c’è Lydia giù che ti aspetta, dice che avevate un appuntamento. Esci con la Martin?” 

“Non è il tipo di appuntamento che pensi tu e mi ero pure dimenticato di avercelo. Intrattienila e dille che ero al telefono con Scott, mi devo vestire. Dille che me ne ero dimenticato e stasera mangi tofu 

“Va bene, va bene. Fa presto, quella ragazza mi mette soggezione” 

 

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Passare il pomeriggio al centro commerciale, a pochi giorni da un esame e con i capelli sparati in tutte le direzioni non era proprio l’idea di pomeriggio divertente che aveva Stiles, ma ad un certo punto un cane enorme si era attaccato ad una busta di vestiti di Lydia e la giornata si era rischiarate. Si era rabbuiata quando lei lo sveva costretto a portare tutti i sacchetti per le successive due ore e lo aveva costretto a parlare della sua ansia di rivedere un certo lupo. Stiles aveva mugugnato qualche risposta a denti stretti, come avrebbe fatto il certo lupo in questione e aveva distratto la sua amica indicandole una vetrina piena di abiti della nuova collezione del suo stilista preferito. 

 

Ora si trovava a casa, sul suo letto, quasi addormentato. Si rigirava tra le mani un cofanetto pieno di cenere che aveva trovato nascosto in fondo all’armadio qualche giorno prima. L’aveva fatto annusare a Scott per capire cosa fosse, lui gli aveva solo detto che si trattava di carta bruciata, ma non ne sapeva nulla. Stiles stava cominciando a pensare di essere impazzito.  

 

 
 

Diciassette giorni dopo 

 

(Ore 13:43) Finito! Massimo dei voti! Saluta il tuo amico genio, Scottie! SS 

(Ore 13:44) Te l’avevo detto che ce l’avresti fatta! Quando torni? SM 

(Ore 13:46) Domani pomeriggio sono a BH, te l’ho detto ieri. Il tempo di salutare qualche amico qui e rifaccio la valigia. A quanto pare mi fa bene studiare a casa! SS 

(Ore 13:47) Ok. Ti aspettiamo. SM 

(Ore 13:50) Che è successo? Qualche mostro? Scott non tenermi all’oscuro che poi senza il mio cervello morite tutti. Che hai? SS 

(Ore 13:52) Stamattina è tornato Derek. SM 

(Ore 13:53) E me lo dici solo ora? SS 

(Ore 13:54) Te lo dovevo dire stamattina col rischio che mollassi tutto e non facessi l’esame? Non farti prendere dalla fretta, dice che è tornato per restare. Domani sarà ancora qui. SM 

 

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Era tornato da un’ora e già stava prendendo le chiavi della Jeep per uscire di casa. La cosa strana era che suo padre, che quei giorni gli era stato con il fiato sul collo ogni minuto, lo stava salutando dall’uscio di casa con un sorriso sul volto.  

Era quasi arrivato, l’appuntamento con Scott era in un luogo che mai avrebbe pensato di rivedere. Il loft. Quando quella mattina aveva letto il messaggio, ancora non ci credeva. Scott gli aveva detto di raggiungerlo lì per una pizza con il branco. Una pizza, al loft, con Derek. Il mondo stava per finire e lui non aveva nemmeno venticinque anni.  

Se mettere piede in quella sottospecie di ascensore era stato difficile, avvicinarsi al portone in ferro lo era stato ancora di più. Stava cominciando a pensare che prima di riuscire ad aprirlo sarebbe morto di infarto, quando quello si aprì da solo. Non proprio da solo, gli fece notare il suo cervello. 

 

E meno male che non hai fatto le scale, il cuore ti sarebbe esploso per la fatica” 

E meno male che sei sempre stronzo, la faccia ti si sgretolerebbe se sorridessi, Sourwolf” 

 

E la routine era ripresa… 

 

 
 

Tre mesi dopo… 

 

 

“Non ci vengo” 

“Stiles, dai, lo stai dicendo da tre mesi!” 

“Sto dicendo che avrei comprato il DVD e me ne sarei stato in camera mia a vederlo” 

“E cosa cambia se lo guardiamo tutti insieme al loft?” 

“Cambia che ci sarà quel bastardo ad insultarmi ogni tre parole che dice” 

“Anche tu lo insulti, fratello” 

“Io lo faccio perché lo fa lui” 

“Questo non è vero, spesso cominci tu” 

Uffa” 

“Dai, prendi le chiavi e andiamo” 

 

Erano ormai due mesi che, una volta a settimana, si riunivano in quel loft polveroso per stare tutti insieme. La seconda settimana si era aggiunta anche Lydia e il loft non era stato poi più tanto polveroso. Non c’era nemmeno bisogno di mettersi d’accordo, bastava che uno di loro avesse voglia di stare in compagnia e mandasse un messaggio agli altri. Non c’era nemmeno bisogno di specificare il luogo di incontro. 

Derek se li ritrovava fuori la porta e li accoglieva sempre con uno sbuffo. Dalla terza settimana Stiles entrava battendogli una pacca sulla spalla come un atto di comprensione, Derek continuava a dirgli che gli avrebbe staccato la mano a morsi, ma non l’aveva ancora fatto. 

 

“Scott, se quando entro lì dentro non c’è quella foto, me ne vado” 

 
 

Era quello il motivo della litigata di quella settimana. Stiles aveva nascosto una macchia fotografica sopra la tv la settimana prima ed aveva impostato il timer. Il flash aveva invaso la stanza quindici minuti dopo e aveva immortalato la scena. 

Sullo sfondo una parete blu e gialla, l’avevano dipinta Liam e Kira, ma non erano riusciti a mettersi d’accordo sui colori e li avevano utilizzati entrambi. Davanti alla parete si vedeva un divano rosso, scelto da Lydia. Un divano enorme, con un’isola su cui era sdraiato Scott, Kira distesa al suo fianco. Con la testa appoggiata al fianco di quest’ultima c’era Malia, con le gambe distese sul divano e i piedi nudi sulle ginocchia di Lydia, seduta al lato opposto. Di fianco alla Martin c’era Peter, tornato da un viaggio chissà dove  pochi giorni prima. Forse lui era l’unico che si era accorto dello scherzetto di Stiles, perché era l’unico che guardava diritto nell’obbiettivo, con un ghigno sul volto. Di fianco al divano c’era una poltrona, blu, scelta da Malia perché era morbida e comoda, sopra vi era seduto Derek con la schiena rilassata contro lo schienale e le gambe leggermente divaricate. Quello che più piaceva a Stiles di quella foto, oltre l’atmosfera di serenità che emanava nell’insieme, era un dettaglio, un dettaglio che gli ricordava un gesto compiuto da Derek pochi secondi prima dello scatto. 

Lui se ne stava seduto a terra, con la schiena poggiata al lato della poltrona blu e le gambe incrociate. Stava sorridendo dentro di sé per il perfetto piano organizzato quando si era sentito smuovere da qualcosa. Derek aveva spostato la gamba che gli era più vicina e gliel’aveva passata dietro la schiena per mettergliela dall’altro lato. Si era ritrovato, in tre secondi netti, seduto tra le gambe del lupo. 

Il flash aveva illuminato la stanza nell’attimo esatto in cui si era reso conto della cosa e aveva alzato gli occhi verso Derek. Impressa su quella foto c’era una delle sue espressioni più buffe. Aveva il volto alzato verso il mannaro, lo sguardo a metà tra lo shock e la consapevolezza. Gli occhi brillanti, le guance già rosse e la bocca socchiusa per lo stupore.  

Aveva maledetto quella fotocamera dopo quindici secondi, perché erano tutti scattati alzati, artigli sfoderati e ringhi in gola. Solo Peter se ne stava seduto tranquillo, mentre lui, invece, era rotolato su un fianco e aveva battuto la testa sul pavimento. 

Derek lo aveva alzato di peso e gli aveva detto di non fare più nulla di così sciocco. La serata era finita lì.  

La foto era stata messa da Stiles di fianco alla televisione, sulla libreria comprata da Peter, mentre Derek era a fare la spesa. Aveva ricevuto un messaggio pieno di minacce di morte un’ora dopo. 

 

 

“Dai, fratello, entriamo” 

“Chi c’è?” 

“Tutti” 

 

 

Era già tutti sul divano, Derek sulla sua poltrona e la pizza era già quasi finita. 

 

“Finalmente! Vi abbiamo conservato la pizza” 

“Grazie Lyds, Scott ha fatto tardi” 

“Eh? Io ho fatto cosa?” 

“Siediti, Scottie” 

 

Il film era iniziato da circa dieci minuti, quando Derek si alzò e si diresse in cucina. Nel farlo aveva urtato la spalla di Stiles che era seduto nella sua posizione di sempre. Il ragazzo si era sentito in diritto di seguirlo per urlargli contro. 

 

“Mi hai dato un calcio!” 

“Non l’ho fatto apposta, ritorna di là” 

“No!” 

“Stiles” 

Mi devi delle scuse” 

“Eperchè?” 

“Perché l’ho vista, è ancora sulla libreria” 

Ormai era lì 

“Non ti piace?” 

“No” 

“A me si, tanto” 

“Buon per te” 

“Perché hai fatto quello che hai fatto?” 

“Eh?” 

“Quel gesto…La gamba. Perché l’hai fatto la settimana scorsa?” 

“Mi andava” 

E Perché ti andava?” 

“Non sono affari tuoi, torna di là” 

“Se qualcuno mi abbraccia sono affari miei” 

“Nessuno ti ha abbracciato” 

“Si, certo, ma nella tua lingua quello è un abbraccio” 

“Insisterai fino a quando non parlo?” 

“Mi conosci” 

“Ok. L’ho fatto, ma…è stat istinto” 

“In che senso?” 

“La mia parte istintiva ha agito e basta” 

“Il lupo?” 

“Diciamo così” 

“E Perché?” 

Perché c’è qualcosa che non riesco a spiegarmi e quando abbasso le difese, agisco e basta” 

“Cosa non ti spieghi? Se ne parli, magari trovi la soluzione” 

Quattro mesi fa Scott mi ha mandato quel messaggio. L’ho visto appena mi sono svegliato, ma non so se siaa causa del messaggio,ma mi sentivo diverso 

“Cioè?” 

“Avevo perso la mia ancora” 

“Durante il sonno? È possibile?” 

“Non lo so, ma era così. La luna di quel mese è stata orribile, non riuscivo a controllarmi e avevo paura di far del male a qualcuno” 

“Così sei tornato” 

“Anche per quello” 

E poi?” 

“Qui è stato diverso, sono tre mesi, tre lune, ma non è successo nulla” 

“Hai una nuova ancora. Anche a Scott è successo, è normale. No?” 

“Si, non è strano cambiarla, ma io non l’avevo prima persa e poi cambiata. Non mi controllavo perché ero lontano, sapevo di averla, dovevo solo ritrovarla” 

“E l’hai ritrovata qui” 

“Si, l’ho capito appena ho sentito l’odore” 

“Della tua ancora” 

“Si” 

“Ed è stato appena sei tornato?” 

“Si” 

Oddio, Scott è la tua ancora?” 

“Idiota! Scott ha su di sé anche l’odore del suo branco” 

Oh. Già” 

“Non riesco a spiegarmi il perché, ma mi sento come se il mio lupo sapesse qualcosa che non so e che avesse scelto quella persona tempo prima” 

Durante quella notte il tuo lupo mi ha scelto come ancora” 

“Ci sono troppe cose che non quadrano, ma potrebbe essere così” 

“Io sono la tua ancora” 

“Così pare” 

“E ora? Cioè non fa nulla, sono la tua ancora e basta, non comporta nulla” 

“Non è così” 

“Cioè?” 

Questi tre mesi…In questi tre mesi…” 

“Derek Hale che balbetta. Questo meriterebbe un video” 

“Idiota. Scoprire che sei la mia ancora mi ha solo permesso di osservarti di più, volevo capire cosa avesse spinto il lupo, capire se mi era sfuggito qualcosa. Ti ho osservato, molto” 

“E…?” 

“E vorrei chiederti se ti va di…di conoscermi meglio” 

“Mi stai chiedendo un appuntamento?” 

“Stiles” 

“Oh, non funziona quel tono. E scusa, perché sembri avere il timore che ti dica no? Lo so che lo sai, se l’ha capito Scott, l’avrai capito” 

“Si” 

“Quindi sai già la mia risposta, Sourwolf” 

”Chiamami così di nuovo e ti-“ 

“Si, mi strappi la gola con i denti. Andiamo a finire di vedere il film, lupo” 

 
 

Prendere la mano di Derek per trascinarlo nel salone era stato facile.  

Rispondere ad un suo bacio due settimane dopo, lo era stato ancora di più. 

Sorridere mentre lo vedeva sopra di sé, sdraiati su un letto, era stato sorprendente. 

Vivere giorno dopo giorno, senza porsi domande, era stata pura felicità. 

 


 

 

Diciotto anni dopo… 

 

 

Se non vieni fuori per mangiare, giuro che ti mando tuo padre e ti faccio rompere un braccio” 

“Non voglio, non ho voglia. Voglio solo ascoltare musica” 

“Gin, mi sto arrabbiando, anche a pranzo non hai mangiato” 

“No!” 

“Ok, eccolo, sta arrivando” 

 

“GINEVRA STILINSKI-HALE! Esci da questa stanza!” 

Odio quando usi il mio nome intero! Non lo avevi scelto perché ti ricordava cose belle? Lo pronunci con odio” 

“Tu evita di farmi arrabbiare come ora e vedrai che lo pronuncerò come vuoi” 

“Ma pap-“ 

“GINEVRA!” 

“Eccomi, eccomi” 

 

 

“Non c’è zio Peter a cena?” 

“Aveva da fare con il negozio” 

“Non ci sono i suoi dipendenti?” 

Pure se sei il capo devi essere presente” 

“mh” 

 

“Ci dici cosa ti prende?” 

Con te non ci parlo” 

“Gin, non farci arrabbiare ancora, rispondi a tuo padre” 

“Ho solo litigato con un’amica, niente di più” 

Litigare non vuol dire che non si può far pace” 

“Lo so, ma è brutto lo stesso. Ora posso andare a letto?” 

“Ok, non ce lo dai un bacio?” 

Sono grande!” 

“Noi di più e lo vogliamo. Vero Der?” 

 

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“Si è addormentata?” 

“Mh” 

“Dai Sourwolf, sta solo crescendo” 

“Non mi piace qual ragazzo” 

“Non ti piace solo perché bacia tua figlia” 

“Non è vero” 

“Studia, ha ottimi voti, fa la spesa per la sua famiglia e non ha una moto come la maggior parte dei suoi amici. Quando ci vede per strada abbassa lo sguardo e arrossisce non sapendo che lo conosciamo. Sei solo un lupo geloso” 

“Tu l’hai seguita l’altro ieri” 

“Dettagli!” 

 

 

“Prima ho sentito Cora, dice che tornerà tra due settimane” 

“Oh, bene. Facciamo una festa?” 

“Stiles, fa viaggi ogni mese e ogni volta facciamo una festa, non ti sembra di esagerare?” 

“Ma è bello fare le feste!” 

“Non quando ti ubriachi” 

“Solo una volta è successo” 

“E la ricordiamo tutti benissimo” 

“Io credevo fossi tu!” 

“E invece era la colonna del portico” 

“Non voglio ricordare” 

 

 

“Andiamo a dormire?” 

Che ore sono?” 

“Quasi mezzanotte” 

“Ti stai per trasformare in una zucca a forma di lupo?” 

“Lo sai che sei ridicolo, vero?” 

“Si, me lo dici spesso, ma non mi interessa” 

“Bene” 

“Ok, andiamo a letto” 

 

 

La mattina seguente… 

 

 

“Genitori!” 

“Gin, non urlare, mi fa male la testa” 

Ho fatto un sogno stranissimo!” 

“Gin, ti ho detto di non urlare” 

“Ho sognato voi due!” 

“Derek, falla smettere” 

“Racconta senza urlare, o tuo padre sarà insopportabile per tutta la giornata” 

 

 

“Hai sognato di tornare indietro nel passato, di incontrarci e di stare dieci giorni con noi?” 

“Si!” 

“E cos’altro?” 

“Nulla, non avevo ricordi, poi li ho riavuti. Ora esco, faccio colazione fuori” 

“Con chi?” 

“Con un’amica. Non fare il lupo cattivo” 

 

 

“Der-“ 

“Si” 

“Si cosa?” 

“l’ho sognato anche io. E a quanto pare anche tu” 

“Quindi è vero? Cioè davvero quando eravamo giovani è successo?” 

“Immagino di si. Spiegherebbe tante cose” 

“La tua ancora” 

“La tua cenere” 

Il messaggio di Scott” 

“Si…” 

“Papà! Papà non ha dimentcato!” 

“Eh?” 

“Da quel giorno era strano. Era felicissimo quando sei tornato. Quando è nata Gin e gli abbiamo detto il nome ha pianto. Quando abbiamo seminato i Nontiscordardimé ha detto che sarebbe stata una bellissima casa con quei colori alle  finestre e noi non gli avevamo detto di averli messi alle finestre 

“Credi ch-“ 

“lo ammazzo!” 

“Ecco io lo sapevo” 

“Eh?” 

“Quando l’ultima sera mi hai detto di parlargli, me l’ha confessato. Diceva di non volerdimenticare soprattutto perché nulla riguardava lui direttamente, ma solo te e me. Mi disse che gli sarebbe piaciuto se fosse diventato tutto realtà perché sapeva che ti avrei protetto da tutto, pure se io non lo sapevo ancora” 

“Devo farci due chiacchiere!” 

“No” 

“Eh?” 

“Prima finisci di prepararmi la colazione” 

“Non dare ordini, Sourwolf” 

Ma poi ti ringrazierò” 

“Non puoi cominciare a ringraziarmi da ora?” 

“Prima i muffin” 

“Ti odio” 

“Non è vero” 

“Questo sbalzo temporale potrebbe avermi fatto cambiare idea” 

Mi ami da quando avevi diciassette anni, non basta una notte per farti cambiare idea” 

“A te è bastata” 

“Probabilmente aveva ragione Gin, guardavo, ma non vedevo” 

Quindi dobbiamo ringraziare nostra figlia se siamo qui” 

“Già” 

“E faremo di tutto per essere qui sempre, vero?” 

“Ti sembrano domande da fare?” 

“Ma quanto sei dolcioso, Sourwy!” 

“Stiles, non parlare come un deficiente” 

“Ti faccio dieci muffin, ciccipucci!” 

Stiles! Ma sei impazzito?” 

“è solo farina nei capelli!” 

 

 

La felicità credo che sia vivere un momento del presente senza desiderare altro: né proiettati nel futuro, né nel passato. (Nicoletta Braschi). 


 

Grazie a tutti, di cuore.
Ci si legge per la prossima storia, se vi fa piacere -->  
I feel like in Grease.



Blu.

 

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