I forget to forget you

di Their_Eyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1.1 Bridget ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
 
Gente che spinge, gente che urla, gente che si vanta dei figli con gli altri genitori. Non assistevo a questo spettacolo da ormai tre anni e adesso, che sono tornata da poco nel mio paese, non mi sembra vero di essere qui.
“Bridget, mi stai ascoltando?" mi chiede Margot. Siamo sedute sull’erba e stiamo assistendo allo spettacolo che organizzano sempre qui a Doncaster. Centinaia di bambini cantano, ballano e recitano mentre i genitori, in evidente stato di ansia, li guardano sorridenti.
“Scusami mi ero persa” ammetto. Ritornare in questo posto comporta per me vivere un sacco di ricordi, emozioni e  delusioni.
“E’ arrivato..” lascia la frase in sospeso puntando la testa verso lo stand delle birre. So benissimo di chi sta parlando e mi sforzo di non voltarmi della sua direzione. Mi limito a sospirare e mi rimetto a guardare i bimbi che ballano la canzone delle Las Ketchup. Quest’anno lo spettacolo tratta i decenni passati – dagli anni ’60 ad oggi – e ci ricorda i momenti più importanti dal mondo dei vip, alla storia passando per lo sport. Distolgo lo sguardo dalle bambine che ballano Asserje e fisso l’edificio sulla nostra sinistra, ormai lasciato andare.
Mi ricordo come se fosse ieri il giorno in cui feci la mia prima recita. Non andavo mai all’asilo e iniziai a farlo le ultime settimane solo perché mi era stata affidata la carica della Regina. Avremo recitato la favola di ‘Cenerentola’ adattandola come meglio potevamo e modificandola dove non ci piaceva. Ecco, così la carica della Regina spettò a me. Inizialmente non volevo partecipare ma quando mi dissero chi era il Re, continuai ad andare all’asilo per il resto dei giorni. Se mi avessero detto che una bambina può innamorarsi all’età di cinque anni non gli avrei creduto. Ma adesso, lo farei.
Tutti i giorni, dopo la colazione a metà mattina, ci portavano in palestra per provare il nostro pezzo. James ed io dovevamo fingerci sposati, con un figlio principe a carico che non accettava l’idea di non aver trovato ancora l’amore della sua vita. Che stupido, pensavo.
E così, arrivò anche il grande giorno. Dopo aver fatto disperare mia madre perché avevo paura di fare brutte figure e di aver rifiutato di mettermi il vestito rosa cinque minuti prima di uscire di casa, arrivai all’oratorio di Saint Paul.
“Sei agitata?” mi chiese James guardandomi con quegli occhi marroni.
“Molto..” risposi fissandolo “E tu?”
Indossava un paio di pantaloni neri e un corpetto blu con le spalle color oro. Se stringo gli occhi e inspiro profondamente riesco ancora a ricordarmi bene ogni particolare e sentire le emozioni che provai.
“Non tanto” mi sorrise e mi strinse forte la mano. Solo allora mi accorsi che me la stava tenendo. Il mio cuore prese a battere forte e capii in quel momento che c’era qualcosa che non andava. Gli sorrisi timidamente e lui mi lasciò andare proprio mentre la maestra venne a chiamarci. “Forza bambini. Andiamo in scena!!” annunciò tutta euforica e eccitata.
Io e James ci lanciammo un’occhiata d’intesa e ci dirigemmo verso i nostri posti. La grande tenda che ci separava dal pubblico era ancora chiusa e potevamo sentire il chiacchiericcio dei nostri genitori. Quando la maestra ci fece cenno che la recita stava per iniziare, feci un profondo sospiro e, non appena il sipario si aprì lanciai uno sguardo alla folla per vedere se riuscivo a vedere i miei genitori. Erano infondo, vicino alla porta e io mi sbilanciai  più volte dal mio trono – una sedia in legno tutta lavorata -  per salutarli con la mano. Sorridevano e mio padre mi stava riprendendo con una di quelle vecchie cineprese.
La storia iniziò, prima con l’arrivo di Cenerentola poi con l’episodio delle sorellastre e continuò ancora con il principe che cantava una canzone imbarazzante che fece ridere tutto il pubblico. Mano a mano che il momento clou si avvicinava,  mi sentivo sempre più agitata.
Leo, il nostro compagno di classe che faceva il colonnello, annunciò il ballo e dopo aver battuto il bastone due volte a terra, tutte le candidate ‘spose’ per il principe, scesero in ballo.
Io e James ci prendemmo per mano e lui con quella sinistra mi strinse il fianco conducendomi a centro pista dove ‘nostro figlio’ e cenerentola stavano già danzando mano nella mano.
Facemmo due passi scoordinati, mi fece fare una piroetta e mi tirò a se finendo la canzone con un sonoro bacio sulla guancia. Il pubblico scoppiò in un fragoroso applauso e alcuni si alzarono anche in piedi. Il sipario si chiuse, segno evidente che erano appena finiti i miei tre anni di asilo poco vissuti e fui consapevole che da quel momento, la mia vita sarebbe cambiata. E anche qualcosa dentro il mio cuore subì un cambiamento. 



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Ciao a tutti, 
sono tornata, dopo anni di assenza. 
Stavolta, però, non voglio pubblicare storielle, voglio realizzare il mio sogno. O meglio, voglio renderlo più vicino alle mie possibilità. 
SCRIVERE UN LIBRO. E' questo quello che voglio. E ho bisogno del vostro aiuto: fatemi capire dove migliorare e come. 
Ho lasciato da parte i One Direction e mi sono ispirata a un piccolo pezzo della mia vita: il resto fa parte della mia fantasia. 
Spero che mi aiutiate nel mio intento e spero di prendervi ogni volta di più, con i miei capitoli. 


 

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Capitolo 2
*** 1.1 Bridget ***


1.1 BRIDGET 


 
“Dai, ma li vedi?” esordisce Margot voltandosi indietro e girandosi immediatamente in avanti.
Mi sporgo leggermente reggendomi alle sue spalle, tanto per vedere Nicholas e la sua nuova fidanzata avviarsi nella nostra direzione. Nicholas e Margot erano usciti insieme una volta, dopo essersi conosciuti ad un compleanno, e lei aveva dato la colpa al brutto tempo se le cose tra di loro non erano andate per il verso giusto. Adesso, lui ha una ragazza e lei sta agitando in aria le mani e cercando nervosamente il telefono per divulgare la notizia.
“Ti vuoi calmare?” le dico, ridacchiando tra me e me.
Lei sbuffa, guardando nella loro direzione: “No cioè, ma lo vedi come gli sta appiccicata? Cristo, è peggio di una sanguisuga!”
Non posso fare a meno di trattenermi e scoppio in una fragorosa risata. Margot mi guarda accigliata e scuote la testa: “Secondo me non c’è niente da ridere.”
Mi rimetto a guardare i bambini mentre lei si agita al mio fianco e il suo Iphone non smette mai di vibrare “L’hai scritto anche su face book, che sono qui?”.
“Mi fai ridere e non ho voglia.” Solita frase che ripete da circa due anni.
Io e lei siamo cresciute praticamente insieme. Io abito accanto ai suoi zii e quando eravamo piccole, la sera veniva a trovarli e finivamo sempre per stare insieme nel piazzale di casa. Delle sere ballavamo le sigle dei cartoni animati, altre, invece, giocavamo a nascondino o a uno, due, tre stella. Insomma, la nostra era un’amicizia ben consolidata. Adesso a 20 e 19 anni suonati, quando torno a casa dai miei, ci vediamo tutti i giorni quanto basta per una merenda e per spifferarci le news più importanti.
“Oddio Bridget!” esclama a un certo punto risvegliandomi dai miei pensieri.
“Che c’è?” chiedo e sposto lo sguardo su Nicholas e Samantah credendo di trovare una scena raccapricciante.
“Mi sono dimenticata di dirti una cosa importantissima!”
“Sentiamo” la prendo in giro “Vuoi ripetermi ancora quant’è bello Nicholas o quanto è troia Samantah?”
Lei mi lancia uno sguardo inceneritore e scuote la testa divertita, poi fissa gli occhi su James: “Dicono in giro che si sia lasciato.”
La fisso con occhi sgranati e bocca spalancata: “Cosa? Ma se si erano rimessi insieme meno di due mesi fa?!?” Quella volta che Margot mi chiamò stavo studiando per l’ultimo esame di diritto pubblico. La maledii per avermi fatto squillare il telefono in un momento importante ma, dopo aver saputo la notizia, non riuscii più a studiare. James è stato il mio primo amore e come dice un vecchio non so cosa, il primo amore non si scorda mai. Non c’è mai stato niente tra noi due a parte una bellissima amicizia e a qualche bacio a stampo ma una storia d’amore non è mai nata. Forse perché eravamo troppo piccoli per amare o forse perché lui non era interessato a me. Ma alla fine è possibile riprendersi dagli amori finiti, ma non si esce vivi da quelli mai cominciati.  
“Dice che lui sia cornuto” spiega avvicinandosi più al mio orecchio per non farsi sentire “Ma non credo che anche lei sia da meno.”
Scrollo la testa. Che divertimento c’è a stare con un ragazzo e, nel frattempo, portarsene a letto altri cento?  
“Che ne dici di andare a prendere qualcosa da bere?” Margot parla ma non mi guarda. Scruta nella folla di persone adulte nella speranza di vedere comparire quel ciuffo all’insù.
“Andiamo! Che ti va?” mi alzo e mi pulisco il sedere a cui si sono attaccati centinaia di fili di erba secca.
“Birra?” sorride innocente. Scoppio a ridere mentre mi trascina allo stand o, vista la situazione, potrei chiamarla anche zona minata. James è ad un tavolo e sta ridendo sonoramente con i suoi amici. Quel comportamento non lo rispecchia quindi deve essere sicuramente ubriaco. Non faccio parte della sua vita da ormai sei anni ma dai racconti di Margot non sembra cambiato di una virgola. Quando alza lo sguardo e i suoi occhi cadono su di me, il mio cuore accelera ma non sto ad ascoltare. “Quanto c’hai?” chiedo a Margot. Lei indica il tizio che sta prendendo un bicchiere per metterlo sotto alla spina.
Mi giro lentamente nella direzione di James e sospiro quando noto che, invece di me, sta fissando Mark, il suo migliore amico seduto di fronte a lui. Ha i capelli lunghi, tenuti indietro grazie ad una di quelle fascette che si mettono sempre i calciatori durante le partite; suoi occhi sono rossi, iniettati di sangue a causa dell’alcol. Una felpa blu chiara e una maglia nera sono gli unici indumenti che riesco a vedere. 
 

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