You don't control me

di _Marty01_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Mi chiamo Nihal, Nihal della torre di Salazar e una domanda da porvi. Vi é mai capitato di alzarvi la mattina, guardare la vostra stanza, e sentire come se un nodo vi si fosse attorcigliato nello stomaco? Un senso di inadeguatezza, essere sempre nel posto sbagliato e mai del tutto a vostro agio?
Perché é esattamente questo quello che provo io in questo momento, in ogni momento, della mia vita.
Sono un abnegata, e come ogni abnegata dovrei essere capace di mettere gli altri prima di me stessa,estraniandomi dal mio corpo, eppure io non ci riesco, per quanto ci provi, per quanto mi impegni, mi é impossibile.
-Nihal- mi sussurra Laio, mio fratello - alzati, non vedi che c'è un'anziana?-
Sorrido.
Per lui é tutto più facile, a lui non devi dirli di aiutarti per farlo, lui ti aiuta, basta.
Mi alzo lentamente, lasciando spazio all'anziana signora, che mi sorride dolcemente,le rughe corrugate in fronte, una pacifica, forse.
-Allora? Sei pronta?- mi chiede Laio, prendendomi una mano, non l'aveva mai fatto, sinceramente non credo neanche che si possa fare, tutto quel contatto, quella dimostrazione di affetto, é vietato per noi abnegati.
- Tanto il test attitudinale non deve per forza ricadere sulla nostra scelta. Giusto?- cerco di sorridere nel modo più disinvolto possibile che riesco.
Sorride anche lui, abbassando la testa e lasciandomi la mano. -Giusto...-

§

Il test é cominciato da circa mezz'ora e ormai mi fanno male le gambe a forza di stare seduta.
Mi guardo intorno, cercando di non sembrare troppo nervosa, cercando di fare quello che la mia fazione sa fare meglio, con quei vestiti tutti uguali, i capelli raccolti nella stessa capigliatura, tutti i giorni, tutti gli anni, tutta la vita: estraniarmi da me.
-Laio- urla una voce dal fondo del corridoi. Lui si alza lentamente, un sorriso tirato in viso.
-Buona fortuna.- gli dico, prima che scompaia nella porta. Si gira,rivolgendomi uno sguardo carico di interrogativi e tristezza: -Non c'è ne sarà bisogno.-
Sorrido, continuando a contare i minuti che mancano, prima di quella tortura.
Mio fratello ritorna neanche dieci minuti dopo, bianco come un cencio.
-Allora?- domando. Ma lui non mi risponde, si siede soltanto sullo sgabello della mensa, senza preferir parola: é vietato dire i nostri risultati a qualcuno, persino a un familiare.
-Nihal!- urla di nuovo la voce. Mi alzo in silenzio, le gambe che non mi reggono in piedi per il nervoso, la fronte sudata, e mi infilo dietro la porta.
É un piccolo ufficio, bianco, senza finestre, una macchina al centro e una poltrona davanti, con una scrivania appoggiata al muro.
-Siediti pure, cara.- mi fa accomodare una donna, indicandomi la poltrona bianca.
Le sorrido, annuendo con la testa.
É una bella donna: i capelli scuri che le ricadono sulle spalle, due occhi neri, brillanti come due tizzoni ardenti, alta, snella, la pelle bianca e le labbra piene e rosate.
-Nihal- balbetto.
La donna mi sorride: -Soana, intrepida.-
Intrepida...
Non l'avrei mai detto, non mi sembrava proprio il tipo di donna che si butta giù da un treno, la darei più... Per una erudita, forse.
Mi accomodo sulla poltrona, le mani che mi tremano.
-Farà male?- le domando, incapace di trattenermi.
Soana mi guarda, divertita : -Non avevo mai visto una rigida così curiosa.-
Forse perché non sono veramente una Rigida.

Rigida...
Il dispregiativo usato per definire quelli della nostra fazione, quelli come me.
-Pronta?- mi chiede, due fili in mano.
Chiudo gli occhi : -Sí.-

§

Mi sveglio di soprassalto, la fronte sudata e il cuore a mille.
-Soana...-
Mi guardo in torno, Soana e sparita, e con lei la macchina.
Mi alzo dalla poltrona, dirigendomi in mensa, vuota, non posso aver dormito così tanto...
-Scegli.- tuona una voce.
Mi guardo in giro, senza successo. -Chi sei?- domando.
-Scegli-
Chiudo gli occhi, facendo un respiro profondo, un coltello e un osso davanti a me. «No» vorrei dire, ma non faccio in tempo a rispondere che il paesaggio cambia, e mi ritrovo in una strada buia, un cane davanti.
-Ciao- dico, ho sempre adorato i cani, e avrei sempre voluto averne uno. Gli allungo una mano, cercando di accarezzarli il pelo soffice, ma lui si ritrae e cerca di azzannarmi.
-Nhial...- sussurra una voce. Mi giro, senza pensarci due volte, una bambina, che saltella felice , incontro al cane. -Attenta- le urlo, ma lei non mi ascolta e ci vogliono meno di pochi secondi prima che mi getti sopra la bambina, facendole da scudo da quel animale.
Apro gli occhi, e mi ritrovo in un'altra sala, gli specchi ovunque, che riflettono la mia immagine: i capelli blu, raggruppati in un semplice chignon, gli occhi viola, la pelle quasi bianca,due orecchie a punto e sottili, il corpo piccolo e magro. Distolgo lo sguardo, le lacrime che mi rigano il viso.
-Cosa sei Nihal...- sussurra la figura allo specchio -Cosa sei...-
Tiro un pugno, frantumando l'oggetto in mille pezzi.
-Qual é il tuo segreto Nihal?- continua la voce, questa volta da dietro di me.
No, basta, vi prego basta...
Mi giro, un altro pugno, un altro specchio rotto...
-State zitti!- urlo, fuori di me, le lacrime che mi rigano lente il viso.
Sono sola, sola e lontana da casa.
Chiudo gli occhi, continuando a cullarmi nelle mie lacrime amare.
-Mamma... - sussurro. -Papà...-. Una fitta alla testa e poi il vuoto.

§

Mi gira la testa e il mondo gira con lei, le dite affondate nella poltrona.
Soana é davanti a me, che mi guarda, inespressiva.
-Com'è andata?- domando,la voce scossa, cercando di alzarmi dalla poltrona.
-Inconcludente.- sussurra, a fior di labbra.
Sbuffo, lasciandomi ricadere all'indietro. Ecco, lo sapevo, non ne combino mai una giusta, come si fa ad avere un risultato "includente" in un test in cui non devi neanche prepararti.
-Che vuol dire"includente"?- le domando.
Lei mi prende per una spalla, portandosi alla mia altezza. - Ora tu vai a casa, fingendo di avere un qualche dolore e non dici a nessuno di questo test.- risponde.
-Almeno mi dice l'esito?- sgrano gli occhi, giocherellando con le dita.
-Abnegati, intrepidi e eruditi. Ho inserito io manualmente abnegati nel computer. Ora puoi andare.- conclude.
-No.- rispondo, ferma, senza incertezze - Voglio sapere il perché.-
-Il test non funziona con tutti e tu sei una di quegli, vi chiamano Divergenti.-





Angolino dell'autrice (se si può ancora definire così):
Scommetto che avete già le ciabatte e i pomodori in mano ^.^
É venuta una schifezza, lo so.
Fatemi sapere che ne pensate e se questo roba quassù merita un seguito.
Baci
Marty

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Divergente...
Ecco cosa sono, cosa sono sempre stata.
Mi alzo dal letto, mio fratello che mi chiama per la cena.
Sono tornata a casa, infine, sono sempre stata brava a inventare scusa, bugie, ragione in più per non scegliere i Candidi...
Già...
Ma allora cosa scelgo, neanche il test attitudinale é riuscito a darmi una risposta.
-Nihal!- urla mio fratello.
Un colpo al cuore, ha urlato, ha alzato la voce... Non l'aveva mai fatto.
Scendo le scale in silenzio, entrando in cucina, la tavola già pronta, il cibo nei piatti.
-Nihal- mi saluta mia "madre", la signora Pewal.
Signora, perché non é veramente mia madre, i miei sono morti, almeno, per quello che ne so io.
-Allora? Com'è andata?- continua.
Ma io non rispondo, rimango solo in silenzio, a fissare il piatto pieno di cibo sopra il tavolo.
-Bene - mi decido a dire, dopo un po' - Dov'è papà?-
Papà... Da quando ho il coraggio di chiamare papà una persona orribile come lui, come il signor Pewal.
-Preoccupata per domani?- mi domanda la signora Pewal, le sorrido, cercando di mostrarmi più affettuosa possibile, come sempre.
-Tanto so già la mia scelta.- ma é vero? La so già? E se sí, sono sicura di quello che sono?
Lei mi sorride, mostrandomi quel briciolo di amore che mi prova, pensare che senza di lei adesso non sarei qui.
É stata lei a portarmi a casa, quel giorno di tanti anni fa, ero troppo piccola per ricordare... Troppo piccola per ricordare il viso dei miei genitori morti, con me tra le loro braccia, e quando lo capii,il che non ci volle un genio, mi si spezzó il cuore nel sapere che quella donna che consideravo mia madre, quella donna a cui avevo donato tutta me stessa, non era altro che un'impostora.
-Io vado a letto. Notte mamma. - la saluto, prima di incamminarmi di fretta su per le scale, mille domande che mi frullano per la testa.
-E la cena?- la sento rimproverarmi, ma non le rispondo, non m'importa.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
Sogno, beata, tranquilla, sogno, una vita nuova, felice e poi una luce, una luce che mi acceca gli occhi e una voce: -Nihal. Sveglia, andiamo...-
Apro gli occhi: Laio.
Sorrido, é arrivato, finalmente, il giorno tanto atteso, il giorno della scelta.

§

Sono sul palco, che aspetto il mio turno, in silenzio, cinque contenitori di ferro davanti a noi. Gli guardo, nervosa, molto nervosa.
I ragazzi davanti a me che si fanno avanti, uno alla volta, decidendo con un unico gesto il loro destino.
Ma io cosa sono veramente, qual'è la mia strada, il mio destino.
-Laio- esclama una voce, lo guardo, che si dirige in silenzio, senza timore al centro del palco, il coltello in mano.
Sorrido.
Almeno se me ne andrò ci sarà lui ad aiutare a casa, già perché io me ne andrò, perché questa vita non fa' per me, non ha mai fatto per me.
Laio alza il braccio, arrotolandosi la camicia, il coltello puntato sulla carne e poi il sangue, che cade, precipita nell'acqua, mischiandosi con l'azzurro limpido.
Il sorriso mi muore sulle labbra.
Acqua...
Eruditi.
Trasfazione...
Laio.
Un mormorio di stupore si alza dal pubblico, arrivandomi alle orecchie come un urlo di dolore, mentre gli Eruditi sorridono. Non sono mai andati d'accordo gli Eruditi con gli Abnegati, ci odiamo, e non avrei mai immaginato Laio, mio fratello, che ci tradisse così, per loro.
Ma non é quello che farò anch'io...?
-Nihal- chiama la voce.
Abbasso la testa, la signora e il signore Pewal che mi guardano, sorridendo, certi che non ripeterò lo stesso errore di mio fratello, del mio fratellastro.
Mi fermo davanti ai cinque contenitori, ognuno con un oggetto diverso all'interno.
Gli esamino uno a uno, cercando di ricordare le lezioni di storia passate a dormire.
Acqua.
Per gli Eruditi, coloro che incolparono l'ignoranza come causa di ogni guerra.
Pietre grigi.
Per gli Abnegati, coloro che incolparono l'egoismo.
Terra.
Per i Pacifici, coloro che incolparono l'aggressività.
Vetro.
Per i Candidi, coloro che incolparono l'ipocrisia.
E i carboni ardenti.
Per gli Intrepidi, coloro che incolparono la codardia.
Ma io cosa scelgo...
Rimango così per alcuni minuti, la pelle pallida accarezzata dalla lama argentea, il braccio preteso in avanti.
La folla che mi scruta, incuriosita, forse per il mio aspetto.
E poi pigio più forte il coltello sul braccio , il sangue che cola sul pavimento.
Respiro, cercando di calmare il cuore che mi batte all'impazzata.
Osservo un'ultima volta i sassi grigi, avvicinandoci il braccio; ma io non sono altruista, no, quello era Laio, non io, ma alla fine non lo era neanche lui...
Sono quasi al contenitore quando sposto la traiettoria del mio braccio: no, non Abnegata, non questa volta.
Mi blocco, il sangue che mi cola dalla ferita, che cade, sui carboni ardenti, vaporizzandosi.
Sorrido, i mormorio che si alzano dalla folla davanti a me.
Io sono coraggiosa.
Io sono un' Intrepida.





ANGOLINO PER ME:
Ed eccomi qui ^.^ col secondo capitolo, spero che non sia venuto una schifezza, e mi scuso per eventuali errori, ma sono sul cellulare.
Marty

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Il test si conclude quasi un'ora dopo.
Io e Laio siamo gli unici abnegati ad avere cambiato fazione, gli unici ad aver tradito la nostra famiglia.
-Forza!- urla una voce. Gli intrepidi si alzano, scaraventando le sedie ovunque e corrono.
Corrono.
Da quanto é che non corro, come abnegata non mi era concesso e adesso, dopo tanti anni, non sono sicura di saperlo ancora fare.
-Andiamo.- ripete la voce e io mi avvio, trascinata dalla folla, senza voltarmi, questo é il mio futuro, non quello.
Corro, i passi dei miei piedi che mi rimbombano nella testa, il vento sulla pelle, i capelli accarezzati dal vento e per la prima volta nella mia vita mi sento libera.
Ci fermiamo davanti ai binari del treno, il chiacchierio degli intrepidi che sovrasta ogni cosa, sono disposti in fila lungo il binario, senza un ordine ben preciso, niente regole, niente limiti, solo Intrepidi, coraggio e onore.
-Cosa dobbiamo fare?- domanda una ragazza dietro di me, alta, i capelli biondi.
Mi guardo intorno, gli intrepidi che saltano uno dopo l'altro dentro i vagoni di un treno che sfreccia veloce sui binari.
-Saltare.-
Lei mi guarda, confusa.
-Nel treno?-
-Sí.- le rispondo porgendoli una mano. -Ti aiuto io.-
Lei me la stringe con forza.
-Al mio tre.- dico -Uno... Due... - il treno sfreccia davanti ai miei occhi -Via.- l'ultima parola, prima di saltare.
Respiro, inspiro. L'adrenalina a mille.
-E dov'è finito il tre?- mi domanda la ragazza, quando atterriamo sul vagone.
Rido, per la prima volta nella mia vita, rido, felice, spensierata.
-Theana.- fa lei, porgendomi una mano.
-Nihal.- le rispondo, sorridendo.
-E adesso? Cosa facciamo?- domanda una ragazzo, Lonerin, se non sbaglio.
-Stupido, seguiamo gli altri.- gli risponde un altro, tirandoli un pugno sul braccio.
-Quello é Yeshol.- mi dice Theana, indicandomelo.
-Prima era pacifico, come me, ha fatto bene ad andarsene, si capisce lontano un miglio che non era il suo posto.- conclude, abbassando la testa.
-E tu perché te ne sei andata?- le domando.
Lei mi sorride -Perché...-
-Ragazze!- ci urla Lonerin -Credo che ci tocca saltare.-
Theana mi guarda e io guardo lei, sbigottite : -Che intendi per saltare?-
-Guarda.- alza un dito, indicando gli intrepidi che si buttano giù dal treno, insieme.
-Non credo di farcela...- balbetta Theana.
Le porgo una mano : -Insieme-
Sorride.-Stavolta però conto io.-
Annuisco, felice, perché ho finalmente trovato un amica.
-Uno... Du.. Via!- grida, prima di lanciarsi, nel vuoto.
Il vento sulla pelle che sembra volersela portar via, e poi il freddo, il cemento, il male.
-Tutto ok?- domando, alzandomi lentamente da terra. Ci troviamo su un tetto, alto, spoglio, senza via d'uscite.
-Credo di essermi slogata una caviglia...- mi risponde.
Le porgo una mano ma Lonerin é più veloce.
Theana arrossisce di colpo, facendosi rossa come un peperone e io sorrido, felice, per lei.
-Ehi rigida!- esclama Yeshol -Che ci fai qui Rigida!-
Stringo le mani a pugno, pronta a darli la mia risposta alla sua domanda.
Odio essere presa in giro, odio mostrarmi debole.
-Mi chiama Kryss e da adesso sono uno dei capi della vostra fazione- mi interrompe un uomo, in piede sopra il cornicione del palazzo, come se fosse un normalissimo marciapiede -Quella là sotto é l'entrata del nostro complesso. -continua, indicando un punto diversi piani più sotto di noi- Chi salta per primo?-.
Lo guardo, gli occhi spalancati, Theana di fianco a me, ancora mano nella mano con Lonerin, Yeshol che ride, fissandomi da un angolo, allora ha paura anche lui.
-Vado io.- esclamo. No, non sarò io la debole.
Kryss mi guarda, inarcando un sopracciglio. -Una rigida?-
Non gli rispondo, mi incammino soltanto, sbottonandomi la veste da abnegata e lanciandola in aria, rimanendo con solo una canotta bianca che mi mette in mostra le curve perfette.
-Ricopriti Rigida!- mi deride Yeshol, ma io non gli rispondo. Chiudo gli occhi e comincio a contare.
Uno...
Due...
-Non tutto il giorno Rigida.- mi rimprovera Kryss..
Sbuffo, e poi mi butto, gli occhi chiusi, il vento sulla pelle, il suolo sempre più vicino, il terrore nelle vene. Morirò, spiaccicata al suolo, che brutta morte. Il terreno ormai e a pochi centimetri da me, sono morta, ma qualcosa mi trattiene dalla caduta: una rete.
Sorrido, c'è l'ho fatta, ho saltato.
Mi trascino fino all'orlo della rete e due mani mi aiutano a scendere.
-Come ti chiami?- una voce morbida, quasi vellutata.
-Niha...-
-Scegli bene, non potrai più cambiare.- mi interrompe.
-Sono sicura, Nihal.-
Il ragazzo sorride, gli occhi azzurri, profondi come il cielo, i capelli rossi a zazzera, la pelle bianca.
-Prima a saltare: Nihal la Rigida!- esclama.
Gli sorrido, aggrappandomi alla sua mano mentre un urlo si alza dagli intrepidi alle sue spalle.





ANGOLINO PER ME:
Bene bene bene... Spero che il capitolo vi sia piaciuto , modificherò un po' la storia, tanto per non fare un copia e incolla di Divergent.
Ringrazio di cuore tutti quelli che leggono la mia storia, un bacio speciale a chi la recensisce e chi l'ha messa tra le preferite/seguite/ ricordate.
Grazie davvero, spero di non deludervi.
Marty ^.^

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

Quando anche l'ultimo degli Iniziati é saltato il ragazzo con gli occhi azzurri e Kryss ci conducono per un tunnel lungo e sempre più stretto. 
-Bene, per chi non mi conosce io mi chiamo Quattro e lui Kryss.- ci dice il ragazzo con i capelli rossi, fermandosi e indicando Kryss con un dito. Come se non lo conoscessimo già... Kryss.
-Quattro? - domanda Theana- come il numero?-
-Sí, problemi.- la sua sembra più un'esclamazione che un ordine.
-No.-
-Bene.- sorride, sbuffando leggermente. -Ora ci divideremo in due gruppi. Gli iniziati interni con me, gli altri con Quattro.- gli interrompe Kryss, trattenendo una risata di scherno. 
Con "Iniziati interni" naturalmente si intende i tre quarti del nostro gruppo. 
Sorrido, ma forse é meglio così, non mi é mai piaciuta stare in mezzo alla gente.
I figli degli Intrepidi seguono Kryss in silenzio, sparendo nell'ombra.
-Ora incomincia il giro turistico.- ci annuncia Quattro, facendoci segno di seguirlo.
Il posto in cui ci inoltriamo non ha niente di rassicurante, una caverna sotterranea sotto i miei piedi, così profonda e buia che non riesco neanche a vederne la fine, ammesso che ce l'abbia. Sopra la mia testa invece si levano miglia di piattaforme scavate nella roccia, nei quali sono stati allestiti negozi addetti alla distribuzione del cibo, dei vestiti e delle attrezzature.
-Questo é il pozzo, il centro della vita degli Intrepidi.-ci spiega Quattro.
-Ora capisco perché si chiama pozzo.- mi sussurra Theana, ridacchiando tra se e se. 
Rido anch'io, una risata strana, arrugginita, come se non ridessi da anni.
-Bene, ora possiamo andare a mangiare- sorride Quattro, fissandomi un secondo negli occhi. 
Sorrido, arrossendo lievemente sulle guance.

§

Ho fame, eppure non riesco a mangiare. È troppo difficile, ogni volta che punto gli occhi sul piatto davanti a me mi si forma un nodo nello stomaco. Mi dispiace, mi dispiace di aver lasciato la mia famiglia, ma non avevo scelta, io non sono fatta per essere un Abnegata. Ma non sono neanche un'intrepida o una Erudita o una Candida, quanto meno una Pacifica.
Sorrido, triste, sola. 
Ma allora chi sono io? 
-Posso sedermi qua?- mi domanda Theana, un vassoio in mano. 
-Certo.-rispondo, facendole spazio. Lei mi sorride accomodandosi al mio fianco.
-Allora?- domanda.
La guardo, confusa. -Allora cosa?-
Lei sbuffa leggermente, morsicando un pezzo dell'hamburger che stringe tra la mani. -Come ti sembra?-
-Come mi sembra chi?-
-Quattro, chi altro se no. É così strano.-
La guardo,leggermente perplessa.-Io non lo trovo aff....-
-Ragazze.- mi interrompe Lonerin -Credete che ho ancora la possibilità di mangiarmi un buon hamburger? La mensa gli ha finiti.-
Gli sorrido, porgendogli il mio. -Tieni, tanto non ho fame.-
Lui mi guarda, sbalordito. -Grazie. Anche se non dovresti, sembri troppo Rigida.-
Mi morsico un labbro.-Dici?-
-Sí- fa lui, agitando un dito in aria, l'hamburger ingozzato in bocca.-Io credo che...- dice, zittendosi appena Quattro gli passa di fianco.
-Ciao.- lo saluto.
-Ciao.- mi risponde, prima di scomparire tra la confusione della mensa.
Theana ride, prima piano, poi più forte.-Ciao?-
La fisso, scocciata. -Sí, ciao. Problemi?-
-Certo che sí.- mi prende per una spalla.- Nihal, ricorda che lui é più grande di te e forse sarà già occupato. E poi è il tuo,è il nostro allenatore.-
Sono perplessa, perplessa e confusa. 
-Perché dici così scusa? Non capisco.-
Lei mi sorride,scuotendo la testa, un sorriso divertito sulle labbra. -Niente, mi sono sbagliata io.-
-Benvenuti a tutti gli Iniziati.- ci interrompe Kryss, in piedi, su un livello più alto del nostro.- Come sapete da oggi e per le prossimi settimane ad avvenire voi verrete addestrati e scelti secondo due moduli, il primo fisico e il secondo mentale. I vostri punteggi verranno poi riportati su una tabella che determinerà sulla vostra scelta e su chi passerà o no.- sorride.
-In che senso chi passerà o no?- domanda Theana, gli occhi fissi su di lui. -L'anno scorso non era così.-
Kryss la osserva, la faccia che sembra esploderle di rabbia. -Quello era il vecchio modulo, quest'anno è diverso. Non abbia molti posti e solo i migliori tra tutti voi verranno scelti.- ringhia. -Buon pranzo.- conclude, sparendo nell'ombra. Io e Theana ci guardiamo un attimo negli occhi, preoccupate. Forse ho, abbiamo, sbagliato a scegliere gli Intrepidi. 
Sorrido, no, ce la faremo, ne sono certa.
-Ragazze!?- ci urla Lonerin a un tratto.-Un topo, un dannato topo.-
-Un cosa?- domando.
-Un topo!! Sai quei fastidiosissimi animali grigi e piccoli che...-
-So cos'è un topo. Non capisco perché hai urlato.-
-Perché un maledetto topo è appena passato...- 
-Topo?!- Theana sobbalza dalla sedia.-Io odio i topi!- 
Silenzio, un silenzio tombale, quasi irreale e poi una risata, la mia risata, seguita a ruota da quella degli altri. Ridiamo, felici, allegri. Quattro che ci fissa in silenzio da un angolo.





AnGoLiNo PeR mE:
Buongiorno, o meglio, buona sera ;)
Bene, eccoci qua col terzo capitolo.(che spero con tutto il cuore che non sia venuto una schifezza.)
Ringrazio tutti quelli che recensiscono la storia e chi l'ha messa tra le preferite/seguiti che sono tanti. ^.^
Baci 💋
Marty

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

Quando anche l'ultimo degli Iniziati é saltato il ragazzo con gli occhi azzurri e Kryss ci conducono per un tunnel lungo e sempre più stretto. 
-Questo sarà il vostro dormitorio.- ci annuncia Quattro aprendo la porta davanti a noi. È una stanza ampia, molto ampia, i letto predisposti ordinatamente lungo il muro di metallo, una panca a testa, dove poter riporre i nostri oggetti personali .
-Non che ne avrete bisogno adesso naturalmente. Ma se dovreste comprare qualcosa...- fu così
che si dileguò, sbattendosi la porta alle spalle e senza degnarci neanche di uno sguardo.
Arrossisco di colpo, confusa. Cosa c'entrano gli sguardi adesso?
Mi posiziono in un letto a caso, Lonerin e Theana di fianco. Yeshol qualche letto più in la. Ci odiamo, io lo odio, come si può non odiarlo.
Mi butto sul materasso duro come la pietra. Sono stanca, nervosa... Sono sola. Terribilmente sola e persa. Sono diversa, sono una Divergente...
Ma chi sono i Divergenti...?
Sprofondo la testa nel cuscino, sperando che nessuno abbia notato il viso rigato dalle lacrime e gli occhi lucidi.
-Perché sei così?- mi domanda Theana, stravaccandosi sul letto, le braccia incrociate dietro la nuca.
-Perché ci sono nata...- sussurro, a un filo di voce. Ed é vero, stramaledettamene vero... Ci sono nata, mio padre e mia madre erano così... Ma allora chi erano i miei genitori. Chi è la mia gente...
-Guarda il lato positivo.- continua Theana -Anche Kryss ha le orecchie a punta, anche se le sue sono...- una smorfia di disgusto le attraversa il viso.
-Piercingate a dovere?- conclude Lonerin, ridacchiando tra se e se.
Lo guardo, ridendo. -Non credo che esista quella parola sai. -
Lui si volta, stupefatto. -Sul serio? Allora sono brutte e basta.- conclude, fingendo un broncio. Theana lo osserva di sottocchio, incapace di trattenere un sorriso.
-E se andassimo a fare un tatuaggio?- domando. I miei amici mi guardano, sorridendomi. Sorrido anch'io. Mi sono sempre piaciuti i tatuaggi, tutti gli Intrepidi ne hanno uno e non é strano che qualcuno ne sia totalmente ricoperto.
-Prima però c'è l'allenamento.- commenta Lonerin - Poi... Chissà, vedremmo.-

                                                                                 §

La stanza degli allenamenti é più grande di tutte le altre sale che abbia visto finora, gli attrezzi sparpagliati a caso nello spazio, dei tappetini per la lotta al centro, la piattaforma per il lancio dei coltelli a lato.
Quattro e Kryss sono davanti a noi, che ci osservano, le mani dietro la schiena.
-Che ne dici Quattro. Incominciamo con la lotta libera?- bisbiglia Kryss, un sorrisetto in viso. Quanto vorrei spaccarli quell'espressione a pugni. Quattro lo guarda un attimo, inarcando entrambe le sopracciglia, gli occhi azzurri che risplendono nell'ombra. E per tutta risposta si alza, incamminandosi in silenzio e a ampi passi verso i sacchi da box.
-Bene, sono tutti tuoi.- fa Kryss, acido e divertito. Lo guardo andare via, dirigendosi verso l'uscita, per poi avvolgersi nell'oscurità di quel posto.
-Procediamo con l'allenamento...- sussurra.-Tutti ai sacchi e fatemi vedere cosa sapete fare-
Mi avvio in silenzio verso il sacco, tastandone il peso con un mano.
Sono piccola, piccola e magra, ma so come muovermi in questi spazi. Prima di essere adottata dai signori Pewal passavo le mie giornate a fare a pugni per le vie malfamate della città, nei posti di raduno degli Esclusi.
Chiudo gli occhi, scrocchiandomi le dita e tirando un profondo respiro. Non sarà difficile. Sarà come ai vecchi tempi. Tiro il pugno senza pensarci due volte, il sacco che non si muove di un centimetro, troppa poca forza.
Sbuffo.
Yeshol alle mie spalle che mi ride dietro. Gli sorrido arrogante, preparandomi a colpire di nuovo. Stavolta andrà meglio, stavolta sarò più forte, non posso mostrarmi debole, non posso non passare l'addestramento, non voglio diventare un'Esclusa...
Chiudo gli occhi, portandomi il pugno all'altezza della testa, per dargli più carica.
Sorrido soddisfatta, adesso vedrà che non sono una bambina troppo cresciuta. Sto per colpire, per calare il pugno, quando qualcosa, o meglio qualcuno, mi blocca, avvolgendo dolcemente la sua mano nella mia. Due occhi azzurri che mi penetrano nel cuore.
-Tienile per il corpo a corpo queste cose...- mi sussurra- Non fare vedere agli altri quello di cui sei capace. Usalo a tuo vantaggio.-
Chiudo gli occhi, un’ondata di brivido che mi si propaga per la schiena,il suo respiro sul mio collo che mi fa drizzare la pelle.
Annuisco lievemente, mentre lui si stacca da me, sorpassandomi, come se niente fosse...
Ritorno a fissare il sacco, confusa, il cuore che mi batte forte nel petto. Non mi muovo, non faccio nulla. Rimango solo lì, a fissare un punto qualsiasi nel vuoto.
-Tutto bene?- mi sussurra Theana, avvicinandosi a me. Le sorrido, triste, distante. L'immagine di Quattro che non accenna a sparirmi dalla testa...
Se solo esistesse un modo... Un modo per dimenticarlo solo un po'. Se solo esistesse un modo per non provare emozioni. O forse, sarebbe meglio se esistesse un modo per sapere cosa sono i Divergenti, cosa sono io, con queste orecchie a punta e questa sensazione di essere sempre nel posto sbagliato.
Il resto dell'allenamento lo svolgo in silenzio, Theana che cerca di parlare da un lato e Yeshol che ride di me alle mie spalle. Ma io non voglio starli a sentire, nessuno dei due. Voglio solo uscire il più presto possibile da qui. Voglio tornare a casa.
-Stasera c'è una festa.- dice Theana a un certo punto, attirando la mia attenzione. Non ho mai partecipato a una festa ma a scuola le altre fazione ne parlavano come la cosa più bella del mondo.
-Sul serio?- rispondo, cercando di apparire il più indifferente possibile.
-Sí.- risponde, cercando di tirare un pugno al sacco. Senza successo.-Ci saranno tutti. Tu ci verrai, vero?-
La guardo, indecisa. Ma non posso tradire così la sua fiducia, la sua amicizia.
-Certo!- esclamo. Senza rendermi conto di aver appena firmato la mia condanna a morte.
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Due ali.
Due ali di drago, nere, chiuse. Non hanno ancora preso il volo, non si sono ancora aperte, non hanno ancora trovato il loro destino.
Le accarezzo con il dorso della mano, sono io, c'è tutta la mia vita in quel disegno. Non sono pronta, non ho ancora preso il volo. Ma un giorno succederà. Un giorno troverò finalmente la mia strada.
Un tatuaggio. Lo voglio anch'io.
Alzo la testa, cercando di scorgere il mucchio di fogli che Theana stringe tra le mani. I capelli biondi che le ricadono sulle spalle, i ricci che le si muovevano a ogni minimo cenno del capo.
É una ragazza così bella e le si vede a distanza di un miglio che le piace Lonerin. Se solo avesse il coraggio di dirglielo.
Piuttosto, lui dov'è? Mi scruto un attimo in giro, il tatuaggio di poco prima ancora tra le mani. E poi lo vedo. Lui é lì, che guarda meravigliato la ragazza con gli occhi scuri e il corpo minuto. É carina. La nostra stessa età. Dubhe, si chiama. Fa parte degli iniziati interni e ho sentito dire che se la cava bene nell'iniziazione.
Lonerin la guarda incantato, seguendo ogni suo minimo movimento. Detraggo lo sguardo, leggermente imbarazzata. Forse non é il coraggio quello che serve con lui.
-Non farà male, non farà affatto male.- sussurra Theana, deglutendo faticosamente. Mi sorride, porgendomi quello che sembra l'ennesimo scarabocchio nero.
Obbrobrio.
Tutti i tatuaggi sembrano un obbrobrio in confronto a quello. In confronto alle ali.
Ricambio il sorriso, osservando il tatuaggio che stringo tra le mani.
-Senti mai stai parlando con me o con te?- le domando, sforzandomi di sembrare allegra. Lei mi passa un altro disegno,poi sorride di fuggita appoggiandomi le sue mani sulle mie spalle: -Questo. Che ne dici di questo?-
Le labbra mi si incurvano in un sorriso quando noto la piccola farfalla nera dipinta su un foglio che Theana stringe timidamente tra le mani.
-Ehmm... Theana?- Lonerin ci corre incontro, gli occhi spalancati.
Sorrido, sbuffando.
Almeno sembra essersi accorto della nostra presenza. O meglio, della sua. Perché non sembra essersi minimamente accorto di me. -Senti... Non credo che adesso che sei degli Intrepidi puoi farti quel tatuaggio.- continua. Lei lo guarda, sbalordita, le guance leggermente arrossate. Lonerin si passa una mano tra i capelli, tirandoseli all'indietro. -Però, dopo, decidi te.-
I due sorridono, guardandosi negli occhi. Mi porto silenziosamente in un angolo, il tatuaggio con le due ali ancora in mano. Ora devo solo cercare...
-Ha bisogno?- mi interrompe una signora alle mie spalle.
-Io dovrei far...- mi giro, la bocca semiaperta, gli occhi spalancati. Due occhi neri come il carbone che mi scrutano dall'alto al basso. -S... Soana... - sussurro a fior di labbra.
Il suo sguardo si fa serio, la voce rigida. -Non qui...- dice, prendendomi per un polso e trascinandomi in una piccola stanzetta di fianco.
-Devi fare un tatuaggio?- mi domanda, prima di entrare. Osservo un'ultima volta le due ali che stringo tra le mani prima di sillabare un leggerissimo sí. Le porgo il foglio, sicura.
-Siediti. Ho tante cose da dirti, bambina mia.- mi dice, indicandomi una poltroncina al centro della sala.
Annuisco, trattenendo il respiro. Ora che sono così vicina non sono tanto sicura di volerla sapere veramente la verità.
-Scommetto che ti starai domandando un sacco di cose.- continua, tirando fuori una specie di pennino da una scatola.
-Chi sono i Divergenti?- domando, la voce flebile, colma di curiosità.
-Mio fratello era un Divergente.- risponde, ignorando totalmente la mia domanda. Un leggere bruciore mi pizzica la schiena.
-Soana...-
-Ho quasi finito cara, ancora un minuto.- mi interrompe, sorridendomi nervosa.
Di cosa ha paura...?
-Io...-
-Hai fatto male a scegliere questa fazione. Qui ti scopriranno subito. E ti uccideranno, proprio come hanno ucciso mio fratello...- sussurra, le mani che si muovono rapide sulla mia schiena.
-Chi?- dico- Chi mi scoprirà?- Mi fissa, lo sguardo fiero, altezzoso. Chissà quanti anni avrà. Sembra così giovane... E ora che ci penso non ho mai visto anziani tra gli intrepidi.
-Mio fratello é morto per colpa loro...Era un Divergente. Era come te. E me lo hanno ucciso...-
-Soana... Io...-
- No Nihal, non sei ancora pronta. Non é da me che avrai risposte. Scusami se ti ho fatto perdere tempo. - conclude, facendomi segno di alzarmi e fasciandomi la schiena. -In questi giorni brucerà un po' ma vedrai che dopo andrà meglio.- sorride, come se la discussione di poco prima non fosse mai accaduta.
Mi alzo in silenzio, dirigendomi verso la porta. Se un attimo prima ero sicura che avrei finalmente trovato la soluzione al mio problema, adesso sono certissima di non essere stata più confusa di così in vita mia. Afferro la maniglia, spalancando di botto la porta.
-Nihal.- sussurra Soana ad un certo punto. Mi giro, speranzosa della risposta. -Un'ultima cosa.- continua- Tu non sei una Divergente come gli altri. Tu non sei come nessuno. Tu sei Nihal. L'ultima dei mezzelfi.-




AnGoLiNo PeR mE:
Prima di tutto ci tengo a ringraziare lapoetastra, semplicementesamanta, carrywoman , Drachen, GiorgyBladelove24, spiritromba per recensire sempre la storia. Luna_2496, lapoetastra, nike97 e _CapitanJackSparrow_ per averla messa tra le seguite. E Luna_Everlark, sennster03 e Drachen per averla messa tra le preferite. ^.^
Spero che il capitolo sia stato di vostra gradimento perché con la scuola che mi da un sacco di compiti non é stato facile scriverlo. Spero di riuscire ad aggiornare in orario la prossima volta.
E giuro che non vi mordo se recensite, massimo vi do un forte abbraccio *-*
Spero di non aver fatto una sciocchezza nel mischiare un po' di piú le due storie.
Bacioni
Marty

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Tiro un pugno al sacco davanti a me. È nero, agganciato al soffitto da due ganci di ferro, due catene, che lo imprigionano a mezz'aria, che gli evitano qualsiasi tipo di via di fuga, lasciandolo lì, a subire colpi che non avrebbe mai voluto ricevere. Gli tiro un calcio, facendolo oscillare leggermente. Almeno è ottimo per sfogarsi.
Ho preso il più pesante. Ho bisogno di sfogarmi, devo sfogarmi. Tiro un altro pugno. E un altro e un altro ancora. La rabbia mi sale sempre di più, mi eccita, mi rende più forte. Fa male.
«Tu non sei una Divergente come gli altri. Tu non sei come nessuno. Tu sei Nihal. L'ultima dei mezzelfi.»
Tiro un altro pugno, questa volta più forte. Sento la testa scoppiare, mille piccole voci che mi rimbomba nella testa, che mi promettono vendetta, che vogliono che io sia vendetta. Ma vendetta contro di chi?
Il sacco va a sbattere contro il muro, rimbalzandomi addosso e facendomi ricadere all'indietro.
La vista mi si appanna. Chiudo gli occhi, mordendomi il labbro inferiore per trattenere le lacrime. Non piangerò, non sono debole come tutti credono. Sbatto la mano a terra, procurandomi un livido grosso e viola. Ma non mi importa, sono arrabbiata, sola e confusa. Dove sono gli amici quando hai più bisogno di loro? Dove sono?!
Scatto in piedi, tirando un pugno in aria e perdendo così l'equilibro. Sto cadendo di nuovo, ho fatto un altro buco nel vuoto, ma una mano calda mi afferra la spalla all'ultimo secondo, trattenendomi.
-Cosa stai facendo?- mi sussurra il ragazzo alle mie spalle, chiudo gli occhi, lasciandomi trasportare dalla sua voce. Quattro...
-Nihal?- continua, con tono autoritario. Non gli rispondo, mi limito soltanto a strattonarmi dalla sua stretta, girarmi e guardarlo negli occhi, a sfidarlo. Perché è colpa sua. Lui é uno di loro. Uno come quelli che hanno ucciso il fratello di Soana!
-Non mi toccare.- sibilo a denti stretti. Lui mi scruta. È triste, perché é triste? Ma cosa più importante, cosa ci fa qui?
Mi afferra dolcemente una mano su una spalla cercando di sorridermi. Mi dimeno, cerco di liberarmi, ma la sua presa si fa più salda e mi avvinghia a se, abbracciandomi e passandomi ripetutamente una mano tra i capelli. Chiudo gli occhi. Il suo odore mi entra nei polmoni, facendomi calmare, facendomi risvegliare emozioni di cui mai avrei creduto l'esistenza. Nuovi dubbi, nuove incertezza. Singhiozzo, prima piano, poi più forte. Ora che la rabbia s'è dileguata non mi rimane nient'altro oltre la tristezza e la solitudine che mi hanno accompagnata negli ultimi giorni. Mi stringo forte a lui, aggrappandomi al suo corpo.
-Shh...- mi sussurra lui - vedrai che si sistemerà tutto. Non sono io il nemico Nihal.- Mi ci vogliono alcuni secondi per assimilare quello che ha appena detto. Sobbalzo, allentando la presa sulla sua maglietta.
-C..cosa?- chiedo, più a me che a lui. Quattro non risponde, anzi, si fa ancora più silenzioso e cupo di prima.
-Chi è il nemico... Quattro?-domando, la voce ferma, come se gli stessi dando un ordine. Lo sto sfidando. Ne sono consapevole. So a cosa sto andando incontro. Potrei diventare un' Esclusa, vivere per le strade, non avere piú niente. Ma io non ho già più niente.
-Vieni con me- mi sussurra. Dovrebbe suonare come un ordine, eppure mi arriva piú come un domanda, un dubbio. Non è come gli altri forse.
Forse è diverso, è... migliore.
-Dove andiamo?- Lo fisso negli occhi. Due occhi bellissimi, di un azzurro chiarissimo. Due occhi in cui vorrei perdermi, in cui vorrei annegarci ogni volta che vi poso lo sguardo, due occhi come il mare. Ma non come un mare in tempesta, i suoi sono calmi, calmi e sereni, lasciano traspirare anche la piú minima delle emozioni. È un libro aperto. Un libro aperto, con le pagine bagnate.
-Fidati di me.- mi risponde, porgendomi una mano. Fidarmi di lui? Sono ancora in grado di fidarmi di qualcuno?
Tutti mi mentono, nessuno è in grado di essere sincero con me. Nessuno lo é mai stato. Allora perché credo che questa volta sarà diverso?
Gli stringo la mano, aggrappandomi a lui e sorrido, scordandomi tutte quelle domande, quelle voci, che mi fanno esplodere la testa.

§


Non avrei mai creduto che la vita potesse essere così bella. Eppure adesso, mentre corro per questi corridoi, mi sento libera, come non mai. Non avrei mai creduta che la libertà sapesse di sudore. Di sudore e di Quattro. Chiudo gli occhi, assaporando ogni singolo istante di quella corsa. E poi tutto cessa. I piedi che battono pesanti sul pavimento, le braccia che oscillano in aria, non ne rimane piú niente. Il cuore mi batte a mille nel petto, il fiato è grosso, il petto si innalza e si abbassa a ritmo del cuore impazzito.
Il corridoi in cui ci troviamo è uguale, identico a tutti gli altri, appena più illuminato in alcuni punti.
-Cos'è questo posto?- domando. Lui si gira appena, facendomi segno di stare in silenzio. Annuisco, avvicinandomi a lui. Appoggia l'orecchio su una porta. Lo imito, leggermente perplessa. Cosa ha in mente di fare?
-Mi servono vivi Kryss.- dice una persona dall'altra parte della porta. -Vivi. Ricordatelo.-
-Ho capito...- c'è un attimo di silenzio, un lungo silenzio. Porto l'occhio al buco nella serratura per scorgere qualcosa della donna che parla con Kryss.
-Non ho mai capito gli Elfi, lo sai?- domanda la donna. Elfi? Quindi Kryss è un elfo?
-E io non ho mai capito gli gnomi, Reis.- continua "l'Elfo"
Gnomi, Elfi... Giro la testa verso Quattro che incurva le labbra in un leggerissimo sorriso.
-Non chiamarmi per nome Kryss. Ricordati che lei, la Sheireen, sarà l'unica che potrà sconfiggere quel "mostro".- riprende Reis, la "Gnoma".
Sono sicura di non stare sognando?
-È se ti sbagliassi? Se non fosse una Divergente? Se non fosse la Sheireen?- Kryss alza leggermente la voce, marcando l'ultimo parola.-E se si facesse degli amici?-
Non riesco a vedere niente dal buco della serratura quindi mi stacco, concentrando tutta la mia attenzione sulle loro voci.
-I Divergenti devono morire, credevo ti fosse chiaro. Bisogna preservare la specie. Non ci potrà mai essere ordine senza le fazioni.- risponde la donna. Stringo la mano di Quattro con forza, ho paura.
Io sono una Divergente. Io devo morire. Se solo lui potesse capire... Lui. Ma perché lui mi sta facendo ascoltare queste cose?
-L'unico obbiettivo della Sheireen è distruggere "il mostro". Solo l'odio deve covare nel suo cuore. Solo odio e vendett...-
-"Mostro". Sei proprio fissata con quel "mostro". Neanche con il tuo super cervello riesci a ragionare logicamente, senza farti coinvolgere dalle emozioni.- la interrompe Kryss.
«Cervello»... Allora Reis deve essere un'Erudita. Cosa ci fa qui, al quartier generale degli Intrepidi, un Erudita?
Kryss sta per aggiungere altro ma Quattro mi strattona un braccio, impedendomi di sentire. Mi trascina con se nel corridoio, senza mollare la presa sul mio polso.
-Quattro!- lo richiamo quando ci siamo allontanati abbastanza. Lui si ferma in un corridoi secondario, voltandosi e guardandomi negli occhi. -Perché mi hai portato lì? Perché mi hai fatto sentire?- gli domando, ricambiando il suo sguardo. Rimaniamo così per alcuni secondi, i miei occhi viola che incontrano quelli azzurri di lui.
-Perché volevo che sapessi la verità. Voglio che tu ti riesca a fidare di me.- mi risponde.
-Perché io...? Perché proprio a me?-
-Perché sei diversa...- Diversa... ma in che senso diversa? Sono una Divergente, sono un Mezzelfo, l'ultimo dei Mezzelfi cosa c'è di piú diverso? Anche tu sei un Divergente Quattro?
-Domani ci sarà una gara a squadre. Vuoi stare nella mia?- chiede a un certo punto Quattro, interrompendo il silenzio che era calato su di noi. Non capisco perché me lo domandi. Ha tutto il diritto di reclamarmi nella sua squadra, ma invece...
-Certo.- rispondo sorridendo.
-Bene- Si porta una mano dietro la testa, strofinandosi i capelli rossi, le guancia di una leggerissima tonalità rosata.-A domani allora.- continua.
-A domani.- sorrido, guardandolo andare via. Sono felice, eppure non ho risolto un bel niente.
Theana sicuramente si starà chiedendo che fine avrò fatto, ma non mi importa, non ho più voglia di andare a quella stupida festa.
Mi siedo con la schiena appoggiata al muro, lo sguardo vacuo.
Ora niente ha veramente più senso. Perché i Divergenti devono morire? Chi sono gli Elfi, gli Gnomi, i Mezzelfi? Chi è il mostro di cui Reis parlava? Chi é Reis?
Sono già sicura di averla già sentita quella voce da qualche parte.
Già, da qualche parte. Ma dove?
_______________________________________________________________________________________
AnGoLiNo PeR mE:
Non so come definirmi dopo aver finito di scrivere questo capitolo. Sono super preoccupata per aver mischiato così tanto le due saghe e non so se pensare male o bene del ruolo di Reis...
Non so proprio cosa pensare.
Boh, lascio a voi decidere.
Bacioni❤
Marty

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Il treno sfreccia veloce sotto i nostri piedi, facendoci sobbalzare. Gli Iniziati, sia interni che esterni, sono diminuiti di molto dall'inizio di questa settimana, anche se gli Iniziati interni, compresi da me, Lonerin, Theana, Yeshol e Learco, un ex-candido, siamo davvero pochi a confronto degli altri, con probabilità di successo minori.

Kryss è in piedi davanti a noi, le braccia incrociate al petto.

-Per chi di voi non lo sapesse, oggi si terrà una gara a squadre. I capitano saremmo io e Quattro.- comincia, indicando Quattro col cenno del capo. -Il gioco consiste nel scovare la bandiera della squadra avversaria senza farsi sparare dai componenti dell'altra squadra...-

-Sparare?- lo interrompe Theana, sbiancando -Non vorrete mica...-

-Sono a salde.- riprende Kryss, tirando fuori una pistola e sparando contro la parete del vagone. Una striscia rossa di vernice comincia a colare dalla pallottola. -Blu per la squadra di Quattro e rosse per la mia, così potremmo identificare meglio da chi siete stati colpiti.- Kryss porge un'altra pistola a Quattro, colpendogli la mano con forza. -Partiamo degli Esterni. Incomincio io.-conclude, beffardo.

Sorrido divertita. Ormai è più che ovvio che tra loro non scorre buon sangue.

Kryss ci scruta attentamente uno alla volta per poi posare lo sguardo su un punto indistinto tra di noi -Yeshol- 

Quattro sorride di fuggita, incrociando il mio sguardo con gli occhi. -Nihal.-

-Learco.-

-Theana-

-Lonerin.- conclude Kryss.

Abbasso il capo, dirigendomi verso Quattro insieme a Theana, mentre Quattro e Kryss si contendono gli Iniziati Interni. Theana osserva Lonerin un ultimo istante, ridendo appena. -Almeno avrò la possibilità di sparare contro quella zucca vuota di Lonerin.- dice.

-Ti sta simpatico?- domando, accorgendomi del colore paonazze formatosi sulle guance.
-No.. Sì.. Più o meno... È complicato.-sbuffa- E poi non guarda altro che quella Iniziata Interna. Dubhe, se non sbaglio.- Theana le lancia un'occhiata, sbuffando lievemente. 

Non avevo mai avuto un'amica, almeno, un'amica a cui confidare dei segreti. Sarebbe stato come un gesto di egoismo parlare di noi, ponendo al centro del problema noi stessi. E, non avendo mai avuta un amica, non so proprio come comportarmi in queste situazioni. Se solo potessi svelarle anche i miei di dubbi e di segreti...

-Volete buttarvi giù dal treno o facciamo domani?- Quattro ci sorprende alle spalle, facendosi sobbalzare. Theana perde l'equilibro, quasi cascando giù dal treno. 

Rido di sfuggita, osservando Quattro negli occhi azzurri. Lui solleva lievemente le labbra in un sorriso, per poi tornare immediatamente serio. 

Mi porto davanti all'ingresso della corazza, osservando rapita il paesaggio. “Un parco divertimenti” si estende davanti a noi. -Io non ci salirei mai su... su quel coso.- dice Theana, indicandomi l'alta ruota panoramica che sovrasta il cielo. Sorrido, prendendola per mano e saltando giù di sotto. 

Atterriamo in piedi, a differenza di Yeshol che inciampa sopra un masso.

Il viso mi si allarga in un'espressione compiaciuta. 

Quattro si butta subito dopo di noi, seguito dagli altri componenti della squadra, di cui fa parte anche Dubhe. Vedo Theana sorridere leggermente. Almeno neanche lei non sarà in squadra con Lonerin.

-La squadra rossa con me!- esclama Kryss. I nostri avversari si allontanano a passo di marcia con lui, lasciandoci soli, in mazzo al "parco giochi". 

-Qualche strategia?- domanda Quattro, facendoci accerchiare intorno a lui. 

-Dividiamoci e andiamo a cercare la bandiera.-esclama Theana. Dubhe si volta verso di lei, osservandola con sguardo discreto. 

-Non credo che tu neanche sappi cosa sono le strategie di battaglia. - le dice, quasi sputandole in faccia. 

-Io dico che è un ottimo piano.- continua testarda Theana. 

-E, sentiamo, chi sorveglierà la bandiera.-

Sposto lo sguardo da una ragazza all'altra. Mi dispiace ammetterlo ma Dubhe ha proprio ragione. -Io...- cerco di intromettermi. -Io avrei un idea...- sbuffo appena quando noto che nessuno mi sta ascoltano.

Devo salire sulla ruota panoramica. Devo salire più in alto, devo vedere meglio. Mi avvio senza farmi notare verso di essa. 

È bianca, un lungo fusto collegato ad un enorme ruota in alto. Si possono usare le travi per arrampicarsi. 

Afferro una trave con una mano e mi morsico un labbro. Spero che questa sia la cosa giusta.

-Cosa stai facendo?- Quattro mi afferra una spalla, distraendomi dai miei pensieri. 

Mi volto verso di lui, la mano ancora aggrappata al pezzo di ferro.

-Più andiamo in alto più possibilità di scorgere la bandiera abbiamo- rispondo. Adoro i posti alti ; sorrido. È come volare.

Lui mi guarda, la bocca semiaperta. Mi volto, sorridendo appena, di fuggita, e incomincio a salire. E ogni metro in più è un metro in meno verso il cielo, verso la libertà. 

-Ragioni come un Erudita.- esclama Quattro a un certo punto. -Sicura di...-

-Sicura.- lo interrompo. Meglio così, meglio che non sappia. Eppure mi sento così male a non averglielo detto.

-Puoi fidarti di me, Nihal.- mi sorride, illuminandomi con gli occhi. -Credo che qui possa bastare... Nihal!- la trave su cui era appoggiato cede di colpa, facendolo penzolare, appeso per le mani, nel vuoto.

Rido mentre lo afferro per un polso e lo trascino su. -Per essere un Intrepido sei abbastanza... impacciato.- rido, sussurrando appena l'ultima parola, non voglio che creda che lo stia prendendo in giro, anche perché non lo farei mai. Lui mi guarda un attimo, per poi scoppiare in una fragorosa risata. Adesso che l'ho tirato su siamo sullo stesso scalino, nello stesso spazio, vicini, eppure incredibilmente lontani. Io sono lontana. Eppure non posso fare a meno di tornare coi piedi per terra quando sento il suo respiro irregolare sul mio collo. 

-Non dirmi che hai paura delle altezza.- cerco di scherzare, anche se dal cenno del capo che mi fa credo che a lui non abbia fatto proprio ridere.

-Un Intrepido che ha paura delle altezze. Questa mi è nuova. -rido.

Quattro mi guarda, sorridendo al mio sguardo. -Tutti hanno paura di qualcosa.- ricomincio a salire, la sua voce che mi riecheggia nelle orecchie. -Non esiste il vero coraggio senza paura.- conclude.

-Cosa?- domando, voltandomi di scatto. Lui fa un altro passo, cercando di non guardare giù e risponde: -Me l'ha detto una volta un amico. Un vecchio amico di vecchi data.- ci fermiamo, scrutandoci in giro. Devo farlo parlare, devo distrarlo. Glielo devo. 

-E tu di cosa hai paura Nihal?- domanda. Un nodo mi si forma in gola. Io... Di cosa ho paura io? Delle voci che di notte infestano i miei sogni ho paura, della morte, ho paura di vivere... È tutto buio intorno a me, è notte, e poi una bandierina gialla, nascosta in cima a un albero in un bosco. È una luce, una salvezza, oppure soltanto un altro strapiombo per il vuoto.

-Quattro!- grido, accorgendomi che la bandiera esiste davvero.

-Sí?- 

Sorrido, incominciando a scendere dalla ruota. -L'ho vista.- 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Mi appoggio con la schiena a un albero sul limitare del bosco. Chiudo gli occhi, cercando di focalizzare il punto in cui avevo visto la bandiera. 
Un albero, molto più alto degli altri, la chioma enorme, il busto tozzo e aggrovigliato. Faceva paura, fa paura, il bosco di notte. Così cupo, così selvaggio, così... Libero e indomato. 
Paura. 
No. Non è paura.
Non mette terrore a guardarlo dall'alto. Guardarlo e assaporare i pochi boccheggi di una libertà appena grattata della società. No, non mi fa paura.
La paura che provo io è un'altra. Tutt'altra cosa. 
Terrore, puro terrore. Il terrore di cambiare, il terrore di una società libera, senza regole, senza un giusto equilibrio. Terrore, paura del destino. Il terrore di cioè che ci sarà dopo.
Apro gli occhi. Dubhe e Theana non discutono più, il commando è passato ad altri due Iniziati interni, più cortesi. O, almeno, che non vogliono uccidersi a vicenda. Adesso, quelle due, si limitano ad occhiate d'odio, come due cani che si contendono lo stesso osso. 
Osso... Theana si contende l'osso, perché Dubhe non ne sembra minimamente interessata. 
Sposto lo sguardo su Quattro. Lui è in piedi, le braccia incrociate al petto, intento ad ascoltare i due ragazzi parlottare sulla strategia da adottare e a tenere Dubhe e Theana a distanza di sicurezza tra loro.
Sospiro. Nessuno noterà la mia assenza, nessuno noterebbe mai che sono scomparsa. Mi volto verso la foresta sospirando debolmente. Vorrei che qualcuno si accorgesse di me, anche solo per una volta. 
Il sentiero in cui mi addentro è stretto, circondato da rovi e arbusti di ogni varietà e tipo. 
Mi incammino verso la base nemica, infilandomi le mani nelle tasche dei pantaloni e stringendomi nelle spalle. I miei vestiti neri si confonderanno benissimo con l'oscurità della foresta. L'oscurità...
-Ehi...- mi riscuote una voce lontana. Gli occhi mi si illuminano, il battito cardiaco accelera e non riesco a capire se per la paura o per l'emozione. Mi volto di scatto, alzando gli occhi dal terreno e incrociando gli occhi di... Quattro?
"Ma oggi me lo ritrovo ovunque?"mi ritrovo a pensare senza non notare una nota di allegria
-Cosa ci fai qui?- domando, dandomi successivamente delle stupida. Che domanda sciocca, per lo stesso motivo per cui sono qui io, naturalmente. È come se il mio cervello avesse fatto i bagagli e fosse partito per chi sa quale altro posto oggi.
Lui mi si avvicina, accarezzandomi dolcemente una guancia. Ha le mani lisce, le dite affusolate. Mi pizzica la pelle, facendomi arrossire. Spero tanto, ma tanto, che non se ne accorga.
-Nihal...- sussurra. Mi incatena gli occhi ai suo. I miei occhi viola e sporchi che si scontrano con quelli azzurri e puri dei suoi. É così, così... Così bello.. Così dannatamente bello e... E io non dovrei pensare a queste cose. Non adesso, non in questo momento, in questa vita... Non posso, ma voglio? Ne ho il coraggio? Sono veramente un'intrepida. 
No... Non un'Intrepida, una Divergente.
Il fruscio del vento tra gli alberi mi riscuote, riportandomi alla realtà.
-Vengo con te- continua, staccando la sua mano dalla mia guancia e sorridendomi. I denti bianchi e perfetti riflettono alla luce della luna.
Non so cosa dire. L'unica cosa che so è soltanto un desiderio che mi sta crescendo in fondo al cuore, cresce, fino a riempirlo e farlo battere più forte. 
Sorrido, abbassando lo sguardo a terra e incrociando le braccia dietro la schiena. 
-Cr.. Credo che sia ora di andare...- dice Quattro. Balbetta debolmente. Rido, portandomi la mano sulla bocca. Quanto vorrei che non avesse ragione... Ma, dopotutto, non si può avere tutto dalla vita. 
Alzo gli occhi al cielo. Peccato che io non abbia niente. Non ho una famiglia, una ragione per qui lottare, oltre all'egoistico motivo di salvarmi la pelle e uscire viva da queste settimane di addestramento. Ma è egoismo, puro egoismo, e non me lo sento proprio come il mio vero obbiettivo.
Quattro solleva lo sguardo al cielo notturno, sorridendo, e mi si incammina davanti. Sento l'aria impregnata del suo odore al suo passaggio. Sa di buono, sa di casa, sa di pace. Lo seguo, quasi saltarellando dalla felicità. 
-Credi che se ne accorgeranno?- domando. Lui non si volta, anzi, accelera il passo, richiudendosi nelle spalle e infilando le mani nelle tasche dei jeans.
-Quattro...- sussurro, ritrovandomi a corrergli incontro -Quattro!-ripeto, quasi urlando. Un urlo di troppo, poiché neanche qualche minuto dopo un fruscio tra gli alberi richiama la mia attenzione. Un proiettile a salde mi passa davanti al viso. Quattro si volta di colpo, sgranando gli occhi. 
E io sorrido, sollevando lievemente le punte delle labbra. Un riflesso, forse. O forse solo un desiderio che mi cova dentro da anni. Estraggo d'impulso la pistola dalla cintura, puntandola verso i cespugli e chiudendo gli occhi. Un proiettile rosso sta puntando verso di me. Lo schivo, buttandomi di lato. Poi chiudo gli occhi e sparo. L'adrenalina del momento mi fa vedere le stelle.
Percepisco i muscoli dell'avversario irrigidirsi mentre si solleva dagli arbusti, la maglietta colorata sul petto.
Ride, scuotendo la testa. 
-Sai...- sussurra. - Non avrei mai creduto che fossi così brava in guerra.- 
Un brivido mi scorre sulla schiena. Guerra...? Cosa c'entra la guerra adesso?
-Kryss...- si intromette Quattro. - Non credo che...-
Lui butta la testa di lato, soffocando una risatina. -Non credi cosa? L'hai visto come si muoveva? Gli usi quegli occhi qualche volta? Eh? Oltre a usarli sulle ragazze?- dice Kryss, interrompendolo.
-Ragazze?- penso,a voce un po' troppo alta. Quattro e Kryss si voltano verso di me, come se si fossero accorti solo adesso della mia presenza. Kryss sogghigna tra se e se, mentre gli zigomi di Quattro si fanno paonazzi. 
-Nihal... - comincia - Non è come credi...- Ho capito benissimo, invece.
-Perché?- mento, mi ha ingannato, ecco tutto -Mica stiamo insieme, non mi piaci neanche.- rido, buttando la testa all'indietro per nascondere le lacrime. 
Sento Kryss ridacchiare, mentre Quattro si blocca con la mano a mezz'aria, per poi rimetterlo giù e lasciarlo penzolare lungo il fianco. 
Un rumore di ramoscelli infrante mi fa guardare al cielo, facendomi scorgere Theana penzolante sulla cima dell'albero, intenta a staccare la bandiera dall'albero e sventolarla in aria.
Sorrido. Un sorriso finto, tirato. Perché niente è andato come previsto. Niente. Neanche la cosa più semplice.
-Abbiamo vinto!- urlo. Nascondendo il volto in una maschera di cera, che non ho più intenzione di togliere.
_______________________________________________________________
Salve ^^
Da quanto tempo...
Lo so, sono un mostro. Un mostro crudele. T.T
Ma la scuola non ne vuole sapere di smetterla coi compiti. Dannata terza media. E poi non so neanche cosa fare dopo la terza. Sono in piena crisi T___T
Bene, scommetto che questo a voi non interessa *annuiscono tutti annoiati*
Quindi, prima di tutto, ci tenevo a ringraziare:
Anna hekla, lapoetastra, Luna_2496, nike97, niny95, PandoraPam01, _CaptainJackSparrow_ per avere messo la storia tra le seguite.
Devil2000, Drachen e Luna_Everlark, nihaItali99 e sennster03 per averla messa tra le preferite.
E : nihalItali99, Drachen, Spiritromba, cerrywoman, lapoetastra, SemplicementeSamanta e Giorgybladelove24 per recensire e esserci sempre. Grazie.
Spero che anche gli altri si faranno sentire.
Baci
Marty

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Sono accovacciata sul lato della parete del vagone del treno. La testa affondata tra le gambe e le braccia a penzoloni nel vuote. Chiudo a pugno le mani, stringendo il più possibile. Sono arrabbiata. E come potrei avere torto. Lo odio. Ne sono certa. E io che mi ero fidata di lui. Lui e le sue menzogne. Ma allora perché il cuore non smette di sobbalzare nel petto?
Theana mi si avvicina con passo felpato, ignorando i miei sguardi d’odio lanciati al vuoto. -Nihal?-
Mi volto verso di lei, osservandola negli occhi. Quanto vorrei dirle tutto, quanto vorrei essere sincera almeno con lei. Ma non posso. Non capirebbe. Nessuno potrebbe capirmi. Non mi capisco nemmeno io. Io... Ma chi sono io? Da dove vengo? Perché sono così diversa?
-Va tutto bene?- domanda preoccupata. Strano che non sia felice. Abbiamo appena vinto. Abbiamo appena sconfitto Kryss e Yeshol, quei due citrulli senza cervello. Perché nemmeno io sono felice? Perché non riesco a smettere di pensare a lui? Stupide emozioni. Stupido cuore!
-Nihal?- ripete con più decisione. E' così vicina a me eppure così lontana. Se solo qualcuno potesse capire... Soana! Lei capirebbe. Forse.
-Va tutto... bene.- rispondo balbettando lievemente. -Abbiamo vinto. No?- Inclino lateralmente la testa, sospirando silenziosamente.
-Ma che è successo con Quattro? L'avevo visto parlare con te e Kryss nel bosco e poi... insomma, il mio cane è conciato meglio!- esclama, gesticolando con le mani per rendere il concetto.
Ho capito male o ha detto di avere un cane? Non ho mai visto un cane in tutta la mia vita.
-Nihal ma almeno mi stai ascoltando?- Theana solleva la testa al cielo, allargando le braccia, per poi prendermi per una spalla e scuotermi violentemente. E’ buffa.
Le sorrido, annuendo con il capo. Sollevo lo sguardo oltre le sue spalle. Quattro si è sistemato in disparte, insieme a Kryss. Sicuramente intento a parlottare di me e di... cosa aveva detto Kryss? “Non avrei mai creduto che fossi così brava in guerra”.... Guerra? Cosa cavolo c'entra la guerra? Le Fazione sono state create per uno scopo ben preciso: evitarla.
E se... Un groppo mi sale in gola. E se fossi io la Sheireen?! Se fossi quell'essere di cui parlava Reis? Quell'essere che deve covare solo odio nel suo cuore? E quel... Quel “mostro”? 
-NIHAL!- Theana mi riscuote dai miei pensieri, facendomi sobbalzare in aria. Vedo Quattro girarsi preoccupato.
-Dobbiamo scendere. Giù, dal treno? Ricordi? Intrepidi, treno, Quartier Generale?- le faccio cenno di tacere con la mano e mi sollevo a fatica in piedi, trascinandomi verso “l'uscita”. Salto giù dal vagone e mi incammino in silenzio verso il dormitorio. Theana mi segue a qualche passo di distanza. Lonerin la affianca mogio come un cane. È bello perdere? Vero?  Sorrido beffarda.
-Dovremmo andare in mensa...- tenta di conversare Theana. Ricevendone in cambio uno sguardo d'odio da me e Lonerin.
-Non ho fame,- esclamo- andate pure voi.- Mi sento come un animale in gabbia. Come se fossero loro a decidere il mio destino. A decidere cosa devi fare e quando la devi fare. Non ho fame? Non verrò in mensa? Non voglio percorrere il mio destino? Pazienza, se ne faranno una ragione.
-Nihal. I tabelloni per chi passa o meno.- sbuffa lei.
Ah... Già... Me ne ero totalmente scordata. Da domani inizia una nuova fase di addestramento. Questa era l'ultima prova. L'ultimo tentativo di accumulare punti per non finire insieme agli ultimi tre che se ne andranno. Sicuramente non quegli interni. Almeno, non Dubhe.
Borbotto a filo di voce, alzando gli occhi al cielo. Quanto vorrei andarmene...
Rido, scuotendo la testa. No. Io voglio restare. E gli dimostrerò quanto si sbagliano a volermi comandare. E poi... Non voglio diventare un'Esclusa. -Andiamo.- dico in fine. Theana mi sorride., evidentemente compiaciuta per aver domato la mia “testa dura”. Lonerin non si può dire del tutto soddisfatto. Ma la segue lo stesso, osservandola nei suoi movimenti.
-Credi che io me ne andrò?- domanda  il ragazzo.
 Theana si volta per guardarlo, sbalordita -Tu? Potrei andarmene io caso mai. Non tu. E nemmeno tu.- ci indica entrambi con la mano.
 Lonerin le si avvicina, accarezzandole la schiena con una mano e portandola più avanti.  Tu non te ne puoi andare, vorrei dirle. Ed è vero. È stata lei a trovare la bandiera secondo loro. E poi... io ho bisogno di lei. Anche se non riesco ad ammetterlo.
La mensa è un via vai continuo di gente. Tutti gli Iniziati sono seduti composti sugli sgabelli di legno. Beh, se scomposti vuol dire lanciarsi il cibo a vicenda e saltare sul tavolo, credo di aver trovato proprio la parola giusta.
-Seduti!- urla Quattro, entrando a ampi passi nella sala. Kryss lo segue poco dopo, il suo solito ghigno dipinto in viso. Dietro di loro, da uno schermo gigante,partendo da chi a totalizzato più punti, compaiono i nome degli Iniziati. Lo osservo da lontano, senza riuscire a coglierne i nomi. Sposto lo sguardo su Quattro e lo osservo da lontano. Quattro... Sempre che quello sia il suo vero nome. Sento una ragazza singhiozzare alle mie spalle. Non credo di conoscerla eppure provo una tristezza immensa mentre la vedo andare via, in lacrime. La vedo andare via e penso che avrei potuto esserci io al suo posto.  Altre due persona si alzano in piedi. Un ragazzo e una ragazza. Ragazzi che non conosco e che, a meno che non diventi anch’io un’Esclusa, non conoscerò mai.
-E ora, - esclama Kryss pretendendo le braccia aperte al cielo e ghignando i denti –una grande notizia per tutti voi.-
Incrocio le braccia al petto e sovrappongo le gambe tra loro. Le sue notizie non sono mai buone. Punto lo sguardo su di lui e Quattro che, noto, giocherella nervosamente con le dita e sposto ripetutamente lo sguardo da Kryss a noi, scrutandoci uno per uno. Si sofferma su di me, incrociando il suo sguardo con il mio. Sembra arrossire appena e accenna un sorriso. Sembra sincero. Troppo sinceri. Ed è questo che mi preoccupa. Fin dove posso fidarmi delle parole che dice? Fino a che punto si punto gli posso credere?
-Da domani inizieremo una nuova fase di addestramento. Non posso anticiparvi nulla di quello che vi aspetta, ma posso solo avvertivi che se prima avevamo voluto testare le vostre capacità fisiche, in questa seconda prova testeremo le vostre capacità psichiche. Quindi... Dormitici sopra, domani saprete tutto.- prosegue. Abbasso lo sguardo sconsolata. Manca così poco per diventare un’Intrepida. Così poco e sarà finito tutto.
Il resto della cena la trascorro in silenzio, persa tra i miei pensieri. I ragazzi che fino a un attimo fa sentivo gridare è come se non esistessero più. Ora tutto tace, sovrastato dal ronzio sordo dei miei pensieri. Penso a cose belle. A cosa sarebbe accaduto se quel giorno, il giorno della scelta, non avessi scelto gli Intrepidi. Se avessi scelto di rimanere un’Abnegata. Forse sarebbe stata la scelta migliore.
Punto lo sguardo sulla punta dei miei stivali neri. Sono più comodi e leggeri di quelli che avevo prima. Non mi accorgo che il tempo passa e dei ragazzi che se ne vanno via, lasciandomi definitivamente sola e al silenzio più profondo. Silenzio... Io odio il silenzio. Eppure, in questi ultimi tempi, non vorrei altro. Quelle voci, quelle strane e maledette voci che mi tormentano di notte. Ma quali voci? Sono solo dannatissimi incubi infondo. E solo che...
-Tutto bene?- mi riscuote Quattro avvicinandosi a me. Lo ignoro. Non ho voglia di parlare con lui. O forse sì.
 –So a cosa stai pensando...-continua imperterrito. –Ma credimi quando dico che non è vero. Credimi quando ti dico che Kryss è solo un bugiardo.- prende fiato e si siede lentamente accanto a me. Il mio corpo freme e una vocina nella mia testa mi urla di scappare via. Ma il cuore e il corpo non sono dello stesso parere. Sento il contatto della sua mano con la mia e il suo respiro che muove l’aria. Non è mai stato così vicino a me.
-E perché dovrei crede...crederti? – domando, o meglio, balbetto. Il suo odore mi penetra nei polmoni facendomi mozzare il fiato e annebbiandomi il cervello. Lui sorride con gli occhi i quali noto che brillano di un azzurro più denso.
 –Perché io...- risponde incerto. Lo vedo giocherellale con le dita e spostare lo sguardo su qualunque oggetto gli capita a tiro. Poi butta fuori il fiato. E io sorrido.
-Tu cosa?- domando a un filo di voce, più che bisognosa di sapere la sua risposta. Le sue guancia pallide si tingono di un’accentuata sfumatura bordò. E non riesco a non pensare quanto sia adorabile quando arrossisce in quel modo.
-Io..-
-Quattro!- urla una donna alle nostre spalle. Sobbalzo dalla sedia. Poi mi volto e mi ritrovo davanti Soana, il fiato corto e la fronte sudata. Deve avere corso molto. –Abbiamo un problema.-
Quattro le si avvicina, scrutandola freddo e distaccato, ma senza riuscire a nascondere una punta d’affetto, quasi quello che ha un figlio con la propria madre. La donna lo esamina sollevata. Chissà chi era prima lei per lui. -Che genere di problema? – domando, prima che possa farlo Quattro.
Soana sposta i suoi occhi carboni su di me. Sembra preoccupata... Preoccupata per me. E, da come ha guardato Quattro, credo anche per lui.
–Divergenti. - risponde, lasciando quella parola ad aleggiare nel vuoto.

 
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Ma salve gente!
Lo so, sono in estremo ritardo. Ma il computer, dove era salvato il capitolo, ha avuto delle complicazioni ( cioè l’avevo perso).
Ho scritto il capitolo tra un compito e l’altro quindi non mi sorprenderei se ricco di errori, quindi non preoccupatevi a farmeli notare.
Spero di non avervi deluso.
Besos
Marty

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Capitolo 11
*** AVVISO ***


Ciaoo :)
Lo so che sono sparita per un po' (quasi un anno, lo ammetto) e vi ho lasciato così, senza spiegazioni, ma tra mancanza d'ispirazione e compiti non ho più trovato il tempo per niente. E le superiori, credetemi, non sono una passeggiata. Dannata me che ho scelto lo scientifico. Non voglio immaginare come sarà la terza.😖
Comunque, stavo bazzicando qua e là quando ho ritrovato questa mia vecchia fanfiction e, rileggendola, stavo quasi per vomitare.
Ma come scrivevo?
Oddio, spero di essere migliorata col tempo.
Mi dispiace per quei pochi che seguivano la storia; ma non mi sento proprio in grado di continuarla. Troppi errori, immense falle nella trama e... Ed è come se questa fanfiction non fosse più mia.
Se volete proverò a riscriverla, magari cambiandola e arricchendola, ma non credo la continuerò.
Bo.
Voi cosa mi consigliereste?


Marty

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