Tiny trouble makers

di Amberle_Dubhe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


ndA: questa è un’AU, in cui il vecchio trio della Raira e Celty si conoscono alle elementari e Celty è un’umana muta.

 






CAPITOLO UNO

 

 

Quando la mattinata volge al termine, Shizuo non aveva scambiato nemmeno una parola con la bambina seduta di fianco a sé, e la cosa, anche se può suonare strana, lo faceva sentire estremamente rilassato; tuttavia, nei sette anni di vita che aveva trascorso sulla Terra Shizuo non era mai stato particolarmente incline ad affezionarsi alle persone chiacchierone e rumorose –e il suo fratellino minore sembrava essersene reso conto, perché era l’infante più pacato che si fosse mai visto- perciò questo spiega perché si sentisse così ben disposto nei confronti della bambina mora. Anche lungo il percorso per andare in mensa nessuno dei due apre bocca, ma basta un breve scambio di sguardi per decidere di comune accordo di sedersi vicini nella lunga tavolata. Shizuo è circondato dal chiacchiericcio allegro e squillante dei compagni, che si fonde per creare un sottofondo rumoroso e che rimbalza sulle pareti dell’enorme salone, ma la vicinanza della piccola sconosciuta sembra avere su di lui un effetto letteralmente calmante. Le uniche interazioni dell’intera durata del pasto avvengono quando Shizuo le chiede di passargli la brocca dell’acqua e lei gliela porge con un piccolo sorriso, e quando, mentre stanno mangiando il dolce, la bambina gli offre il proprio facendogli intendere di essere sazia. Per poi essere ripresa dall’enorme cuoco di colore dallo spiccato accento russo perché “Budino è buono, mangia il budino!”

Nel giro di una giornata, Shizuo, estasiato, si rende conto di aver trovato la prima persona al mondo incapace di provocare in lui anche la minima sensazione di fastidio.

Mentre escono dalla mensa per andare agli armadietti e cambiarsi le scarpe per la ricreazione in cortile, Shizuo si decide finalmente ad aprire bocca.

-Sono Heiwajima Shizuo, come ti chiami?-

La bambina allora si volta verso di lui, sgrana gli occhi e comincia a frugarsi freneticamente nelle tasche, facendo dei piccoli cenni di scuse con il capo. Shizuo inclina la testa di lato, confuso, finchè non la vede scribacchiare delle parole con un foglietto e una matita.

-Uhm, eh, ancora non so leggere molto bene…-

La piccola increspa la fronte e stringe le labbra, vagamente agitata, quando un ragazzino occhialuto compare alle sue spalle come sbucato dal nulla e interviene con voce squillante.

-Quello è il suo nome, lei si chiama Celty Sturluson ed è l’amore della mia vita!-

La suddetta Celty sobbalza visibilmente e si allontana di scatto dal nuovo arrivato, come se stesse cercando di nascondersi dietro Shizuo; fa passare freneticamente lo sguardo da  un bambino all’altro, forse chiedendosi se i due già si conoscevano, ma Shizuo corruga le sopracciglia e si rivolge allo sconosciuto con una voce già tesa da una vena di aggressività.

-Tu chi sei? Un amico di Celty?-

Il bambino sbatte le palpebre, il sorriso che non cede nemmeno davanti al cipiglio minaccioso.

-Sono Kishitani Shinra, piacere di conoscerti. No, non sono un amico di Celty, sono colui che è destinato ad amarla per sempre!-

Shizuo e Celty si scambiano uno sguardo stupefatto, e Shizuo si sposta davanti alla bambina per tenerla alla larga da quello strambo, mosso da un istintivo senso di protezione.

-Ehi, ehi, cosa fai? Guarda che non puoi avere Celty, mi batterò per il suo cuore, se necessario!-

Celty scoppia in una risatina, ma Shizuo non è per nulla divertito che questo strano bambino insolente abbia spezzato la sua quiete. Con un ringhio mal trattenuto, si sporge in avanti e lo afferra  per il bavero della maglietta, sollevandolo da terra come se pesasse quanto una piuma. Sente Celty appoggiargli una mano sulla spalla, ma non si volta, mentre tenta di trattenere l’irritazione crescente che lo coglie quando si trova in situazioni insensate come queste.

-Woah, certo che sei forte! Ti starebbe bene farti sezion-

-È così forte perché è un mostro-

La voce del nuovo arrivato gli penetra nei timpani come il trapano del dentista da cui è stato costretto a farsi visitare l'anno precedente.

"No, questo è troppo"

Shizuo lascia cadere Shinra che, barcollando, si raddrizza gli occhiali sul naso e rivolge un sorriso enorme a Celty.

Volta loro le spalle, per il momento, e si gira per fronteggiare il nuovo venuto. Ha un aspetto comune, eccetto per il sorriso gentile che non ha motivo di stare sulla bocca che ha appena pronunciato una frase tanto odiosa.

-Che cosa vuoi, tu?-

Il sorriso si allarga ulteriormente.

-Niente. Sono solo curioso-

-Allora vai a fare il curioso da un'altra parte, non ti voglio qui-

Il sorrisetto viene sostituito repentinamente da una smorfia di disappunto.

-Nemmeno io voglio che un mostro come te stia in mezzo a noi, se è per-

-Come ti chiami?-

La voce di Shinra li coglie di sorpresa alle loro spalle; pare che, per il momento, la sua attenzione sia stata attirata da qualcos'altro all'infuori di Celty.

-Sono Orihara Izaya, piacere di conoscervi-

Shizuo quasi ringhia per il nervosismo.

-Lei è Celty Sturluson, la mia anima gemel- ouch, Celty, ahi, i capelli no!- squittisce, tentando di salvarsi dell'assalto della bambina.

-A-ehm, lui è Heiwajima Shizuo, e io sono Kishitani Shinra, piacere di conoscerti!-

Qualcosa si illumina negli occhi di Izaya. Inclina la testa e fissa lo sguardo su Celty come se avesse appena visto qualcosa di tremendamente interessante.

-Tu sei la bambina muta?-

Celty impallidisce visibilmente, e mentre Shizuo tenta quasi di saltargli al collo per la sua evidenze mancanza di delicatezza, Shinra non batte ciglio.

-Celty è muta, ma io capisco benissimo quello che dice-

Quindi si volta verso la bambina, la cui espressione è divisa fra una sorta di gratitudine e un "Ma tu chi diavolo sei?".

-Per te, Celty, posso imparare il linguaggio dei segni!-

Celty sbatte le palpebre velocissima, improvvisamente paonazza, e priva della forza di respingere le affettuose attenzioni che lo strano bambino con gli occhiali continua a rivolgerle.

La testa di Shizuo minaccia di esplodere da un momento all'altro, nel giro di cinque minuti si è trovato nel mezzo di una situazione talmente irrazionale che la voglia di strangolare qualcuno è sempre più forte. E a pochi centimetri ha un perfetto candidato sogghignante.

-Shizuo-kun, sembra che Kishitani voglia rubarti la fidanzata-

-Lei non è- e non usare il mio nome!-

Ma Orihara continua a parlare come se niente fosse.

-Anche se tanto non è che avessi grande speranze, visto che probabilmente rompi tutto quello che tocchi con la tua forza da mostro-

-VEDIAMO SE RIESCO A ROMPERE ANCHE TE, IZAYA-KUN?!-

-Uh oh, no grazie!-

Prima che gli altri due possano fermarlo, Shizuo scatta in avanti a pugni serrati, ma l'altro bambino si rivela dannatamente veloce e comincia a correre via senza che le nocche dell'altro riescano a sfiorarlo.

Izaya si catapulta sullo scivolo a castello facendo tre gradini alla volta, scansando i bambini sulle scalette, e inizia ad arrampicarsi sul tetto più alto della costruzione.

Shizuo ringhia, la tentazione di distruggere il castello pezzo per pezzo che gli fa tremare l'intero corpo, ma riesce a trattenersi e si limita a lasciargli uno sguardo omicida dal basso.

-Vieni giù, stupida pulce! Giuro che non ti faccio niente!-

Izaya tira fuori la lingua.

-Pensi che sia stupido come te, Shizu-chan? Non ci penso nemmeno!-

-NON CHIAMARMI IN QUEL MODO-

Il pugno che colpisce uno dei lati del castello fa vibrare la struttura dalle fondamenta, e fortunatamente Celty riesce a farlo allontanare prima che lo distrugga davvero.

Shinra saluta Izaya con la mano, mentre il terzetto si allontana. -Heiwajima-kun, stai tremando! E la tua mano sanguina-

-Uh? Ah, sì... non è la prima volta che mi succede-

Celty gli appoggia cautamente una mano sulla spalla, la fronte increspata dalla preoccupazione. Shizuo non riesce a trattenere una smorfia, odiandosi per essere già riuscito a terrorizzare una delle poche persone decenti che ha incontrato.

-Celty ha ragione, devi andare in infermeria! A meno che non tu non voglia lasciare che te la sistemi io...-

Shizuo si libera dalle dita fameliche di Shinra con uno strattone. Tuttavia, il fatto che quei due sembrino più preoccupati per la sua salute che spaventati dalla sua forza mostruosa (Shinra ne sembra attirato come un'ape dal miele, comunque) sta facendo espandere uno strano calore nel suo petto.

-No, no... vado in infermeria, non è niente, davvero-

Prova a muovere la mano infortunata per far vedere a Celty che sta bene, ma questo sembra triplicare la sua preoccupazione. Spalanca la bocca su un muto gridolino di orrore, scuote la testa e gli blocca il braccio per fargli capire di non muoverlo.

-Ops-

Quando Shinra cerca di richiamare l'attenzione di Celty su di se prendendole la mano, e Celty reagisce minacciando di tirargli un calcio negli stinchi, Shizuo si lascia sfuggire una piccola risata e pensa che forse, come primo giorno di scuola non è stato un totale disastro.

 

***

 

Nonostante la messa in gioco della sua vita, Izaya continua a ronzare intorno ai tre bambini con la stessa tenacia con cui Shinra cerca di convincere Celty di sposarlo e fuggire insieme da qualche parte. Sono un gruppetto strano, osservano i loro insegnanti, non sono amici nel senso canonico del termine ma in qualche modo sembrano inseparabili. Anche con la tendenza di Izaya di sparire andare a combinare le sue “Cose da pulce ficcanaso”, o quando Shizuo e Celty vanno nella propria classe e  Izaya e Shinra nella loro, alla fine si ritrovano sempre insieme da qualche parte, e ci sono momenti in cui riescono a giocare insieme come quattro bambini normali- prima che Shinra esageri e si ritrovi il piccolo pugno di Celty piantato nello stomaco con precisione invidiabile o Shizuo non cerchi di calciare Izaya fuori dal cortile della scuola.

Gli altri bambini hanno imparato ad allontanarsi quando sentono Shizuo alzare la voce, o quando Izaya comincia a ridere troppo forte, e gli adulti hanno imparato a contare sull’autorità che Celty ha nel calmare buona parte dei loro litigi.

Man mano che imparavano a leggere e scrivere, Celty inizia a comunicare con loro utilizzando un palmare che ha il permesso di portare con sé. Shinra e Celty si sforzano di imparare il linguaggio dei segni, Izaya no, anche se, suo malgrado, finisce per imparare i gesti più comuni.

-Celty, Celty, fammi vedere di nuovo come si dice “ti amo”!-

Celty lo guarda un po’ esasperata e un po’ imbarazzata, e ripete il gesto per l’ennesima volta. Shinra fissa attentamente ogni suo movimento e cerca di ripeterlo, guadagnandosi uno sbuffo e le dita di Celty sulle sue mentre gli corregge le posizioni.

[Qual è il punto di imparare a ripetere i gesti, poi? Io ti posso sentire.]

Shinra le rivolge uno sguardo offeso.

-Certo che devo imparare! Voglio dichiararti il mio amore in tutti i modi possibili!-

-Shinra, forse è il momento di lasciar perdere e di trovarti una vera ragazza, no?-

Shinra, come la maggior parte delle volte che Izaya apre bocca, lo ignora. Shizuo, come la maggior parte delle volte che Izaya apre bocca, no.

-Izaya, fatti gli affari tuoi-

Izaya gli lancia uno sguardo irritato.

-Fatteli un po’ tu, Shizu-chan, non è che devi sempre venirmi contro-

[Buoni.]

Shizuo fa una smorfia a lascia correre.

Izaya e Shizuo non sembrano essere intimoriti da nessuno, ma Celty emana un’aura autoritaria che nemmeno gli adulti riuscivano a incutere. Inoltre, Izaya la tratta sempre con un cauto rispetto che non riservava a nessuno, mentre Shizuo adora la sua compagnia, e si sforzava sempre di tenere a bada l’aggressività.

Nonostante la sua buona influenza, che probabilmente ha saputo evitare un numero incalcolabile di danni e bisticci, Shizuo e Izaya litigano praticamente giornalmente, e ci sono periodi in cui niente e nessuno impedisce loro di saltarsi alla gola a vicenda o non guardarsi e non parlarsi per diverse settimane, periodi in cui Shizuo viene misteriosamente accusato di malefatte che non si sarebbe mai sognato di fare, e Izaya suo malgrado torna a casa con molti più lividi del solito.

Durante il loro terzo anno, dopo l’ennesimo incidente che gli era costato una clavicola spezzata, Shizuo era in ospedale bloccato a letto, e avrebbe dovuto ricevere una visita da Shinra e Celty; Izaya in qualche modo era venuto a saperlo e li aveva preceduti.

-Sì, il nome è Heiwajima, reparto infortuni. Sì, siamo amici, siamo venuti a trovarlo. Sì, siamo da soli. No, grazie, facciamo da soli! Celty! Vieni, vieni, di qua!-

Shinra saluta l’infermiera con la sua voce squillante e afferra l’amica per mano, trascinandola per i corridoi ormai familiari. Celty si libera della sua presa e gli lancia uno sguardo d’avvertimento, ma affretta il passo per seguire la sua andatura trotterellante.

-Shizuo-kun è nella stanza 45b, sullo stesso piano dell’altra volta! Chissà- Shinra ridacchia fra sè e sè -Forse gli conviene tenere prenotata la 51b, quella con il letto vicino alla finestra! Tanto ogni mese è qui-

[Shinra! Non dire così, non voglio che Shizuo si faccia ancora male!]

-Ah, ma è così interessante! Hai visto con che velocità guarisce sempre? Secondo me il suo corpo sta diventando sempre più resistente, fra qualche anno sarà un vero mostr- ahi, ahi, Celty, lasciami andare!-

[Stupido stupido stupido! Non chiamarlo così!]

Celty digita con una mano mentre con l’altra gli ha afferrato un orecchio e lo trascina per i corridoi e su per le scale a passo di marcia.

Quando arrivano al secondo piano, qualcosa non va: le persone hanno un’aria tremendamente stressata, alcune infermiere si spostano correndo, rosse in viso e con un’espressione vicina al panico. I due ragazzini colgono dei frammenti dalle loro conversazioni “...Sì, nella 45… no, no, il ragazzino, quello che è stato operato ieri… Non lo so, era tranquillo fino a un’ora fa… Ah, tu sei nuova, ancora non lo conosci…”

Shinra lancia a Celty un’occhiata eloquente, e la bambina tira un sospiro sconsolato.

[Andiamo, prima che sia troppo tardi]

Con aria stanca, i due si avviano verso la stanza da cui provengono grida inframmentizzate da una risata fin troppo familiare.

[Come faceva a sapere che era ricoverato qua?]

-Non si può nascondere una cosa a Izaya, lo sai!-

Shinra non sembra preoccupato quanto lei, ma prima di entrare nella stanza sporge cautamente la testa all’interno per evitare di essere colpito dal fuoco incrociato.

-Yo, Shizuo, Izaya! Siamo arrivati!-

Quando Celty lo affianca, si ritrova davanti a una situazione ormai familiare: questa volta, Izaya ha pensato bene di rubargli il vassoio del pranzo, in precario equilibrio della sua mano sinistra, e di cercare di imboccare un infuriatissimo Shizuo ingessato. Con ogni probabilità ne ha approfittato per rovesciargli metà del pasto addosso, perché la camiciola e il gesso di Shizuo sono fradici di brodo di pollo e il pavimento è un disastro, e Shizuo deve aver tentato di spaccargli la testa con il braccio ingessato perché la fasciatura è tutta crepata e gli pende malamente dalla spalla.

-IZAYA, TI AMMAZZO! ASPETTA CHE MI LEVI QUESTA ROBACCIA CHE TI UCCIDO CON LE MIE MANI!-

-Shizu-chan, quante volte te lo devo dire? Mi dispiace, non ho fatto apposta!-

-Col cavolo che non l’hai fatto apposta, brutto- Shinra, Celty, ciao, grazie per essere venuti-

[Ciao Shizuo] poi rivolge il palmare a Izaya [Dammi il vassoio, e allontanati dal letto]

Izaya esala un respiro teatrale ma obbedisce, borbottando una lamentela per la fine del suo divertimento.

-Vi stavo facendo un favore, ancora attimo e sarei riuscito ad avvelenarlo e liberare finalmente il mondo da un mostro!-

Shizuo ringhia ma si lascia aiutare da Shinra a ripulirsi un po', anche se è costretto a stritolargli un polso con la mano sana quando Shinra tenta di incidergli la pelle con il bisturi che porta sempre con sé. -Ahi, ahi ahi, lo lascio andare, lo lascio andare! Ahi, Shizuo, mi rompo il polso!-

Shizuo ricade sui cuscini con uno sbuffo esasperato.

-Perché devo avere amici così orribili-

L’unica a cui non si stava ovviamente riferendo è quella che gli lancia uno sguardo profondamente ferito.

-No, no, Celty, non dicevo a te! Parlavo di questi due…-

Sembra quasi intenzionato a incenerire entrambi con il solo sguardo.

-Cattivo, Shizu-chan! Sono anche venuto a trovarti!-

-Mi sono rotto la clavicola per colpa tua. E mi hai solo dato fastidio!-

Izaya alza gli occhi al cielo.

-Sei tu che non sei neanche capace di mangiare, e poi-

-NON INIZIARE A-

[SILENZIO]

Celty pesta un piede per terra e richiama l’attenzione su di sé: Shinra viene mandato a convincere un’infermiera a tornare nella stanza di Shizuo per controllargli l’ingessatura, Izaya viene messo a sedere nell’angolo più lontano dal letto con un sorrisetto soddisfatto stampato in faccia e Shizuo ritorna a borbottare fra sé e sé lanciando occhiatacce a Izaya e alle sue smorfie.

Il resto del pomeriggio prosegue senza incidenti esagerati, e per lo meno l’ingessatura nuova regge alle ore in cui Shizuo e Izaya si trovano in una stanza con una sola uscita (finestre escluse). C’è da dire che Shinra rischia la decapitazione quando Shizuo cerca di lanciare a Izaya l’asta della flebo a mo’ di giavellotto, e che per ben due volte un medico paonazzo in viso minaccia di legare Shizuo al letto se non avesse smesso di alzarsi per tentare di aggredire “questo povero bambino innocente”, il tutto mentre Izaya finge un pianto isterico e viene consolato da un’infermiera. Gli viene perfino regalato un lecca lecca, prontamente spinto nelle mani di Shinra con una smorfia di disgusto. Data la costretta l’immobilità di Shizuo, i ragazzini sono costretti a intrattenersi con la TV o giocando a sasso-carta-forbice, al punto che Izaya, esasperato, ad un certo momento decide di mettersi a girare per la clinica “per osservare”.

Quando arriva l’ora di cena, l’intero ospedale ne ha fin sopra i capelli del bambino occhialuto dallo sguardo morboso e del bambino moro che continua a parlare e fare domande estremamente inopportune.

Il trio è perfettamente consapevole che, se non li hanno ancora presi di peso e buttati fuori, è solo perché non hanno avuto il cuore di alzare un dito su Celty; prima di essere spintonati fuori dalla stanza di Shizuo, poi,Izaya insiste per firmare il gesso di Shizuo, e pur di farlo sparire, l’infermiera gli ficca in mano un pennarello e si pizza sulla soglia a scrutarli attentamente con aria arcigna.

-Non voglio il nome della pulce sul mio braccio…!-

Borbotta Shizuo con una smorfia di orrore. Celty alza gli occhi al cielo e prende il pennarello da Izaya, poi si china sul braccio di Shizuo e con estrema delicatezza scrive il proprio nome, lasciando anche il disegno di un cavallino stilizzato. Per un attimo guarda il risultato, soddisfatta, poi aggiunge anche un “Guarisci presto! ♡”

Shinra ridacchia fra sé e scrive “I ♡ Celty” senza nemmeno prendersi la briga di scrivere anche il proprio nome, e nonostante lo sbuffo, Celty per una volta non lo colpisce.

Quando arriva il turno di Izaya, Shizuo digrigna i denti e lo minaccia di non scrivere stupidate, pena la morte per soffocamento, e Izaya si china sul suo braccio con l’espressione più innocente che gli abbia mai visto in viso. Tenendo coperto quello che sta scrivendo, scarabocchia qualcosa sul gesso che si rivela poi essere un semplice “Izaya” accompagnato da un gattino sorridente.

Gli amici hanno lasciato la sua stanza da diversi minuti, quando Shizuo posa lo sguardo sull’intreccio di linee del suo gesso: suo malgrado quelle scritte gli strappano un piccolo sorriso, e sta ancora passando il dito sul cavallino che ha disegnato Celty quando si accorge di alcuni segni che non aveva notato, vicino al gomito. La pelle sotto il gesso comincia a prudere, e Shizuo si contorce per leggere quello che c’è scritto, e alla vista di un “Sono uno stupido” l’urlo furibondo che ne consegue viene udito dall’intero ospedale.

Le orecchie di Izaya ronzano per tutta la sera.










NOTE:

Buonaseeeeeera! (Kanra chan deeeeeeesu)  Inauguro questa brevissima raccolta di OS per il compleanno della mia sorellina (Ciao Simo), la quale mi ha estorto con la forza qualche fic nonsense sui nostri eroi durante il loro percorso scolastico. Siamo in un universo un po’ più allegro in cui Shizuo e Izaya, più che un odio sanguinoso, condividono una profonda antipatia, ma vanno più o meno d’accordo. Per cinque minuti di fila. Circa una volta a settimana. (?)

Le elementari in Giappone cominciano quando i bambini hanno 6-7 anni, quindi nella seconda parte i ragazzi hanno circa dieci anni.

E, uh, niente, è stato un po’ difficile scriverli da piccini perchè mi venivano dialoghi un po’ maturi per la loro età, quindi ho cercato di tenere i toni e il linguaggio più infantile possibile (?) spero di esserci riuscita ahahah.

Ah se non si è capito io venero Celty, è la mia regina, la mia waifu, luce dei miei occhi, bravissima e bellissima, e mi piace un sacco il suo rapporto con Shizuo sjhdjkfdskjd

Che palle ho sempre un sacco di cose da dire nelle note ma me le scordo sempre man mano che le scrivo. Vabbè, tanti auguri sorellina, tivibì <3

Il prossimo capitolo arriverà, boh, dipende da quanto la suddetta sorella mi rompe le palle per scriverlo. Visto che non ce l’ho in mente tutto, se avete dei suggerimenti tipo “Sì, mi piacerebbe che succedesse questo questo e quest’altro!” ditemelo pure che io me lo segno <3 tanto non è che devono avere un senso, questi capitoli.

Eeeeee niente, passo e chiudo <3

Abayo

Amberle

(QUEL TITOLO IDIOTA NON E’ STATA COLPA MIA OK)

 

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Coloro che avevano pensato che l’attività fisica avrebbe giovato al temperamento facilmente infiammabile di Heiwajima Shizuo, non avevano fatto i conti con le numerose variabili in gioco; prima di tutto, Shizuo non era così innervosibile perchè non aveva modo di sfogare la sua “esuberante” energia, bensì il fato lo aveva dotato di una carattere irascibile e una forza travolgente, e raramente le due cose non portano ad effetti incontrollabili. Secondo, la più importante variabile in gioco rispondeva al nome di Izaya Orihara, e dio solo sa quanto questo fosse difficile da gestire.

In ogni caso, Shinra era convinto che spingerlo a iscriversi al club di atletica leggera della Raijin fosse un’idea meravigliosa, e quasi nello stesso periods Izaya si era improvvisamente dimostrato profondamente interessato alle attività del suddetto club. “Scappare da Shizu-chan fin dalle elementari mi ha reso parecchio veloce, non vedo perchè non approfittarne”, diceva.

Anche col rischio di essere trafitto a morte da un giavellotto o da un peso, che, guarda caso, erano le specialità che avevano appassionato Shizuo fin da subito.

-Oh, merda, è arrivato Orihara, allontanatevi dalla pista!-

-Shizu-chan! Alleniamoci insieme!-

L’allenatore si sarebbe spaventato per la violenza con cui la vena sulla fronte di Shizuo ha iniziato a pulsare, se non l’avesse già vista molte volte e non fosse più preoccupato per la sua vita.

-Coach… cosa stava dicendo sull’impugnatura corretta per il giavellotto?-

-Shizu-chaaaaan!-

Con il cuore che gli batte furiosamente nel petto e la schiena grondante di sudore, l’uomo balbetta -S-sì, s-s-stavo giusto d-dicendo, devi spostare un po’ il pollice indietro e ruotare il polso in modo da--

-SHIZU-CHAN!-

-TI HO SENTITO, MALEDETTA PULCE, VAI-FUORI-DAI-PIEDI!-

Il coach non ci pensa due volte, lascia cadere a terra il giavellotto e comincia a correre facendo segno agli altri ragazzi radunati intorno di fare altrettanto. Shizuo non fa più caso a lui, ogni briciola di attenzione concentrata sul ragazzo alto e magro lontano una qualche decina di metri, l’adrenalina che viene pompata nel suo sistema dal battito furioso del suo cuore. Senza perdere il contatto visivo con Izaya, si china in avanti per raccogliere la sottile asta di legno. La soppesa con la mano, mentre digrigna i denti e gonfia i polmoni preparandosi a lanciare il grido più minaccioso che sia mai uscito da bocca umana.

Izaya rimane fermo, ovviamente, perchè ovviamente qualunque cosa facesse per dargli fastidio doveva essere resa ulteriormente irritante dal suo odioso atteggiamento. Shizuo si mette in posizione prima che quel fragile bastoncino gli si spezzi fra le dita, poi lo scaglia nella direzione di Izaya con la sua forza sovrumana.

-Shizu-chan, fai attenzione, potresti uccidere qualcuno!-

Urla Izaya, già fuori dalla traiettoria di lancio. Ed effettivamente, il giavellotto sta proseguendo la sua folle corsa e sembra puntare dritto contro un ragazzo con una cappello scuro. Shizuo, pur annebbiato dalla furia, impallidisce improvvisamente: la bocca si spalanca per l’orrore, vorrebbe urlare ma invece comincia a correre nella direzione del ragazzo, sapendo che non farà in tempo, sapendo che è già troppo tardi…

Un enorme figura si para davanti al giovane all’ultimo momento, imbracciando un materassino da palestra che riesce ad attutire il colpo del giavellotto.

-O-oh, violenza no buona! Chi è responsabile qui?-

Shizuo guarda l’enorme uomo di colore che una volta faceva il cuoco alla mensa della sua scuola elementare con la bocca aperta e gli occhi sgranati. Anche Izaya si sta grattando la testa con aria vagamente sorpresa, mentre Simon getta a terra il materassino trafitto a morte e ne estrae il giavellotto. Dopodiché si volta verso il ragazzo che ci ha quasi rimesso la pelle, gli tira qualche pacca sulla testa e gli chiede -Tutto bene?-

Il pallido adolescente annuisce debolmente.

-Dotachin! Mi fa piacere vedere che quel mostro non ti abbia ucciso-

Il suddetto si rivolge per fulminare Izaya con lo sguardo, mentre Shizuo, ancora lontano, cerca di calmarsi attraverso dei respiri profondi.

-E’ Kadota, Izaya. Sì, Simon, sto bene. Grazie per avermi salvato-

Izaya sembra ignorare le parole di Kadota, e si avvicina alle spalle dell’omone.

-Bene, bene. Fortuna che stavo aiutando con materiale della palestra, materassino molto efficiente per fermare armi appuntite! Tuttavia…-

Simon, con uno scatto repentino che né Izaya né Kadota di aspettavano, afferra Izaya per l’orecchio e, tenendolo stretto fra l’enorme pollice e indice, si volta a fronteggiare Shizuo con le labbra corrucciate.

-Risse no buone, non volute in mia scuola. Venite con me-

Shizuo obbedisce, troppo sbalordito per rifiutarsi, e Izaya sibila una minaccia incomprensibile e cerca di divincolarsi, ma la presa sul suo orecchio è troppo forte. Con una smorfia, Shizuo si aggrega allo strano gruppetto e insieme Simon li guida fino all’ufficio con la scritta “Preside”.

-Dentro-

Sospirando, Shizuo si prepara per incrociare lo sguardo severo del dirigente scolastico, ma quando alza gli occhi vede sbigottito Simon sedersi sulla poltrona dietro la scrivania, appoggiarsi allo schienale e schiarirsi severamente la gola. Azzarda a lanciare un’occhiata nella direzione di Izaya e constata che è sorpreso quanto lui, tanto che, oltre a massaggiarsi l’orecchio arrossato con aria oltraggiata, è stranamente silenzioso.

-Conosco voi due. Sempre nei guai, sempre litigare da quando eravate piccoli così- e mima le loro altezze con la mano.

-E’ Izaya che…-

-Se Shizu-chan non fosse…-

Simon si porta l’indice alle labbra, facendogli cenno di tacere. Ancora una volta, entrambi obbediscono docilmente.

-Violenza no buona. Violenza distrugge oggetti, ferisce persone. Oggi un ragazzo quasi morto. Risse. No. Buone!- le ultime parole della frase vengono sottolineate dai movimenti minacciosi del dito puntato contro i loro visi impassibili. Shizuo e Izaya si scambiano un’occhiata confusa, poi si rendono conto di chi stanno cercando il supporto e si guardano invece in cagnesco. Izaya è il primo a riprendersi, si dipinge sulla faccia un sorriso zelante e si rivolge di nuovo a Simon.

-Ben detto, Signor Preside. Le prometto che non mi farò più coinvolgere nelle risse, e starò alla larga da questo mostro--

Shizuo ringhia il suo disappunto ma riesce a trattenersi dallo strangolare la pulce proprio nell’ufficio del preside, anche se tenta di tirargli un calcio con ben poca disinvoltura. Simon intanto ha iniziato a scuotere la testa, rovistando dentro un cassetto della scrivania.

-No, no, no. Niente promesse, promesse finte. Voi dovete- appoggia un paio di volantini colorati sulla superficie, li spinge sotto i loro sguardi perplessi -venire al Russia sushi! Sushi è buono, violenza no! Basta risse, venite a mangiare sushi!-

A Shizuo quasi cade la mascella. Tutto questo non ha il minimo senso, a partire dal loro Preside, per finire con quel dannatissimo sushi.

Anche Izaya, per quanto trovi divertente l’idea che Shizuo dia di matto nell’ufficio del preside, ne ha abbastanza di questa ridicola storia; decide di prendere in mano la situazione, quindi afferra gli sgargianti volantini e si alza bruscamente in piedi, per dirigersi verso la porta.

-Sì, senz’altro, ci faremo vivi-

Simon annuisce soddisfatto -Aspetta, aspetta! Non abbiamo ancora finito-

Shizuo si alza in piedi, deciso a mettere fine a questa pagliacciata. Al diavolo Simon, al diavolo la scuola, al diavolo soprattutto Izaya, non avrebbe risparmiato nessuno-

-Il catalogo! Prendete, prendete, il secondo week end del mese sconto del 50% su piatti di pesce!-

Per la seconda volte nella giornata, la rabbia di Shizuo si sgonfia come un palloncino finito sui rovi.

-Ah… o-ok-

Con le mani piene di foglietti e buoni sconto, i due riescono finalmente ad uscire dall’ufficio. Fuori ci sono Shinra e Celty, il primo con il viso disteso nella tipica espressione estasiata che ha quando Celty si trova nel raggio di duecento metri, l’altra con la fronte corrugata per la preoccupazione.

-Shizuo, Izaya! Allora, vi hanno espulsi? O solo sospesi?-

Questa domanda gli fa guadagnare una gomitata e un rimprovero. Celty solleva il palmare nella loro direzione.

[Cos’è successo?!]

Prima che uno dei due possa proferire parola, la porta si spalanca di nuovo dietro di loro.

-Altri ragazzi! Volete sconto speciale per menù di mezzogiorno?-

 

***

 

Shizuo solleva il viso per offrirlo al getto bollente della doccia, come se l’acqua potesse pulire il suo corpo di tutti i pensieri negativi e farli affogare nel tubo di scarico. Sfortunatamente, tutto quello che può fare è lavare via il sudore della giornata e rilassare i muscoli tesi. Negli spogliatoi ormai non c’è quasi più nessuno, fatta eccezione per quel ragazzo, Kadota, che ha accettato le sue scuse non appena ha sentito le prima sillabe del nome di Izaya. Shizuo si sforza di ignorare le immagini di quel pomeriggio, cercando di concentrarsi sul semplice atto di darsi una ripulita.

Mentre è ancora seduto sul basso seggiolino, intento a risciacquare i capelli dalle ultime tracce di sapone, nonostante lo scroscio dell’acqua sente delle voci concitate dall’altra parte della porta di vetro opaco, ma non riesce a capire le parole. È sul punto di scrollare le spalle e dimenticarsene, quando i toni si alzano improvvisamente; chiude l’acqua, si avvolge un asciugamano intorno alla vita e ne usa uno per tamponarsi i capelli mentre cammina a passo sostenuto verso gli spogliatoi. Quando spalanca la porta, fa a malapena in tempo a vedere l’espressione stupefatta di Kadota che la sua attenzione viene immediatamente calamitata da quel maledetto ratto e da ciò che ha in mano. Ovvero un fagotto.

Un fagotto di vestiti.

Un fagotto fatto con i suoi vestiti.

Izaya gli rivolge una sorriso da pazzo maniaco, ed inizia ad indietreggiare lentamente verso l’uscita. Shizuo esala un lungo, lungo sospiro, getta per terra la salvietta che aveva in testa e si aggiusta alla bell’è meglio quella che ha stretta intorno ai fianchi. Digrigna i denti mentre un ringhio minaccioso gli si forma automaticamente in gola, e quando Izaya sussurra -Sayonara, Shizu-chan- il suo corpo è già partito per quella folle corsa.

Non sente nemmeno Kadota urlare -Aspetta! Forse ho io un cambio da prestarti…!-

-I-ZA-YA-KUN! FERMATI, QUESTA VOLTA TI UCCIDO SUL SERIO!-

Shizuo non vede più nulla, ad eccezione dello schifoso insetto che corre all’impazzata davanti a lui, e passa attraverso le porte dello spogliatoio senza nemmeno  accorgersi di averla divelte dai cardini. Izaya non si ferma per scoprire cosa ha causato tutto quel rumore, ma continua a muovere le gambe come se ne valesse della sua stessa vita. Ed effettivamente, è così. Vorrebbe ridere ma deve risparmiare il fiato, così lancia una breve occhiata sopra la spalla per verificare che il mostro non abbia intenzione di lanciargli addosso un qualunque oggetto contundente. Il suo istinto ha avuto ragione, perchè Shizuo ha fatto in tempo a trascinare fuori una delle panche degli spogliatoi e glielo sta lanciando con un grido belluino.

-HO DETTO FERMATI! MALEDETTO IDIOTA, RIDAMMI I MIEI VESTITI!-

Ma Izaya non si gira nemmeno.

La panca lo ha quasi preso, e l’altro ha perso qualche metro di vantaggio per schivare il proiettile di legno; Shizuo scatta in avanti , ma è a sua volta costretto a rallentare quando, con orrore, sente la salvietta scivolargli sempre più in basso lungo i fianchi. Mi pagherà anche questa, si dice come appunto mentale, e cerca di sistemare il nodo precario con una sola mano. Ormai sono quasi arrivati al cancello d’ingresso, dove il viale è fiancheggiato dagli alti alberi di ciliegio; Izaya aumenta il ritmo della corsa, i polmoni in fiamme, e si lancia con agilità verso uno dei rami più bassi di un albero massiccio, e nella fretta perde per strada uno dei calzini di cui si era premurosamente impossessato. Con una smorfia, comincia ad arrampicarsi, deciso ad arrivare il più alto possibile e nascondersi nel fogliame. E’ un nascondiglio idiota, lo sa, ma una parte di lui conta sul fatto che Shizuo, sotto l’effetto della rabbia, non stia troppo a riflettere sulla situazione e corra semplicemente dritto davanti a sè. Quando però guarda in basso nota, con orrore, di aver disseminato il suo percorso con gli indumenti più piccoli, una breve scia che urla “Sono quassù” peggio di una scritta fluorescente.

Con un ghigno ferino Shizuo, in basso, non riesce quasi a credere alla sua fortuna: se quell’idiota pensava di potersi nascondere su un albero come un gatto randagio inseguito dai cani, chi era lui per non approfittarne?

Izaya comincia vagamente a preoccuparsi per la propria sorte. La chioma dell’albero è folta, ma è riuscito comunque a vedere Shizuo avvicinarsi come il bravo segugio che è, e quasi ha l’impressione che abbia alzato la testa per annusare l’aria. In realtà, ha alzato sì, la testa, ma è stato solo per lanciargli un ghigno malevolo prima di circondare il tronco con le braccia nude e iniziare a scuoterlo come un ossesso.

-Shizu-chan, che diavolo stai facendo..!-

-Ti piace saltare in alto, pulce?! Adesso ti ci mando io, in alto, maledetto ladro di vestiti!-

Un urlo lascia le loro bocche all’unisono, per motivi diversi, quando l’albero viene divelto dal terreno come se fosse un ramoscello conficcato nella terra. Izaya si aggrappa disperatamente ad un ramo, e la maglietta di Shizuo gli scivola dalla spalla; è rosso in viso, furioso con Shizuo e con sè stesso per essersi fatto fregare così facilmente, e deve fare appello a tutto il proprio autocontrollo per non urlare come una ragazzina quando Shizuo rotea l’albero come un’enorme clava e lo spedisce a volteggiare nell’etere insieme al mucchio di vestiti rimasti a circondarlo come una strana aura di stoffa. Le vertigini lo afferrano, il mondo è sottosopra e quando la parabola del suo volo giunge al suo picco massimo riesce solamente a pensare “Che modo idiota, per morire” prima di atterrare rotolando sul tetto di mattoni di uno degli edifici della scuola.

Nei primi, eterni momenti di dolore accecante rimane immobile, disteso come una bambola rotta fra le tegole semi distrutte dal suo impatto. Poi comincia a muoversi molto lentamente, e capisce che forse, miracolosamente, non ha subito nessun danno grave, visto che sente con chiarezza ogni parte del suo corpo urlare di dolore, mentre è assente la strana sensazione anestetizzante che segue un trauma troppo violento. La sua vista è offuscata, e qualcosa pende di traverso sul suo occhio sinistro e, decisamente, non sono i suoi capelli. Prima che possa anche solo pensare di alzare un braccio e tastare l’oggetto in questione -probabilmente uno dei vestiti che ha rubato a Shizu-chan, pensa una parte remota del suo cervello-, i suoi sensi vengono messi di nuovo allerta dal ringhio feroce del suo nome.

-I-za-ya! Non pensare di cavartela con così poco!-

Shizuo ha scalato l’edificio ad una velocità sorprendente, ma Izaya ormai è oltre lo stupore; dopotutto, aveva appena visto il mostro strappare un albero come se fosse stato un filo d’erba. L’unica soddisfazione che gli rimane è ostentare una falsa sicurezza.

-Ti aspetto, Shizu-chan!-

Cercando di non apparire un reduce di un disastro aereo, Izaya si prepara a fronteggiare il nemico da seduto, e cerca di raggiungere a tentoni il coltello che tiene nella tasca posteriore. Quando Shizuo riesce a raggiungere la cima del tetto, la scena che gli si para davanti è talmente surreale che per una frazione di secondo il mondo smette di girare.

Vede Izaya, con i vestiti stracciati in più punti, i palmi, i gomiti e le ginocchia insanguinate, un lato della faccia gonfio e arrossato, un braccio teso debolmente che gli punta addosso uno degli stuzzicadenti che Izaya ama definire coltelli, e a completare l’opera, i suoi boxer blu graziosamente posati sulla testa.

Prima che anche una briciola del suo cervello possa trovarlo divertente, Shizuo si dà un’ultima, potente spinta con le braccia e poi sta saltando a mezz’aria, compiendo un breve arco per atterrare pesantemente a cavalcioni dell’altro.

-Che cosa diavolo pensavi di fare, EH?!-

Il coltello cade con un tintinnio, mentre Izaya annaspa in cerca dell’aria che le dita di Shizuo intorno alla sua gola gli stanno negando.

-S-shizu-chan…-

Nonostante la soddisfacente sfumatura violacea che ha assunto la sua faccia, l’insetto si dimena sotto di lui come un’anguilla, e Shizuo vorrebbe tanto affondare i pollici nella tenera carne della sua gola e strizzare ogni singola scintilla vitale fuori dal suo corpo, ma non ha intenzione di finire in prigione. Kasuka e Celty non lo perdonerebbero mai.

Invece, lo afferra per il colletto della maglietta e lo strattona in piedi, non senza avergli strappato i propri  boxer dalla testa, e lo spinge verso il bordo del tetto, facendo in modo che la sua presa sia l’unica cosa ad impedirgli di cadere.

-Dammi una sola buona ragione per non buttarti giù-

Ma Izaya sembra sconvolto più per altro, che per il fatto di essere quasi sospeso a mezz’aria.

-Mostro, mostro, mostro! Maledetto pervertito, che cosa ti dice il cervello? Sei praticamente nudo, stammi lontano!-

Shizuo è davvero tentato di mandare tutto al diavolo e farlo davvero cadere giù dal tetto. Prende un profondo respiro, poi comincia ad urlare.

-Ma sei completamente idiota?! E’ per colpa tua se non ho i vestiti, e hai pure il coraggio di lamentarti?!-

-NON E’ UNA BUONA RAGIONE PER MOLESTARMI--

-MA CHI HAI MAI PENSATO- ADESSO TI UCCIDO SUL SERIO, PICCOLO, SCHIFOSO--

-Shizuo-senpai!-

-Shizuo-kun!-

Un attimo prima di mettersi a roteare Izaya per dargli una migliora spinta propulsiva prima di spedirlo in cielo, Shizuo abbassa lo sguardo sulla piccola folla sottostante, e nota Tom, il suo senpai del terzo anno, e Vorona, la ragazza russa venuta per studiare un anno alla Raijin.

-Che c’è?- sbotta irritato, alzando la voce per farsi sentire.

-La libertà di Shizuo-senpai è molto più importante della morte del suo nemico! Per questo gli chiedo che gli risparmi la vita, e mi offro volontaria per finirla io stessa, se necessario!-

-Shizuo-kun, dalle ascolto! Cioè, tranne alla parte in cui si offre di ammazzare Orihara. Comunque, venite giù prima che torni Simon!-

Con un ringhio di frustrazione, Shizuo lo ributta sulle tegole e comincia a scendere più veloce che può, prima di pentirsene. Izaya decide che per questa volta è meglio tenere la bocca chiusa e ringraziare di essersela cavata senza troppi danni collaterali.

-Grazie Tom, Vorona. Se non ci foste stati voi…-

-Shizuo-senpai non mi deve dei ringraziamenti, io sono in debito da quando mi ha aiutato ad orientarmi e ambientarmi in questa  scuola, nonostante venissi da un altro Paese.-

Shizuo le sorride, tirandole un colpetto leggero sulla spalla. -Ho solo fatto il mio dovere di senpai-

In quel momento, arriva di corsa Celty seguita a ruota da Shinra e Kadota, ciascuno con in mano uno o più dei suoi vestiti.

[Spiega!]

-Shizuo-kun, perchè tieni in mano le tue mutande?-

Shizuo geme per la frustrazione -Shinra, non metterti anche tu a complicare le cose…-

Si passa una mano sulla fronte e sugli occhi, rendendosi conto di aver fatto la doccia per niente, dal momento che è anche più sudato di prima.

Quando riapre gli occhi, si ritrova davanti i visi semi-sconvolti degli amici: Vorona ha perso la sua solita impassibilità e ha guadagnato qualche sfumatura paonazza sulle guance, Celty ha gli occhi sgranati in un misto di orrore e imbarazzo, Shinra ha la bocca spalancata, Tom ha affondato il viso nelle mani, mentre Kadota probabilmente ne ha viste troppe, quel giorno, ed è al di là dello stupore, Izaya, ancora sul tetto, sta cercando di non strozzarsi con le risatine che sorgono irrefrenabili dalla sua gola.

-Ma che…?-

Poi abbassa lo sguardo, e in un attimo gli è tutto drammaticamente chiaro.

La salvietta era caduta.





 

NOTE:

Ok, ho sistemato questo capitolo imbarazzante :’)

Simon è davvero il preside della Raijin? Mah, probabilmente no, è più facile che si sia infiltrato all’interno per mettere in atto la sua manovra commerciale (?) di farsi pubblicità fra i più giovani. E nel frattempo cerca anche di mantenere la pace, oh!

Mi scuso per l’alto tasso di demenza, la colpa è dell’essere a cui questa fic è dedicata che voleva a tutti costi una scena in cui Izaya fregasse i vestiti a Shizuo :’)

Volevo far apparire un po’ tutti i personaggi, anche per una battuta o due, quindi nel prossimo capitolo conto di buttare dentro anche altra gente XD ah, tra l’altro, nel prossimo ci sarà un risvolto Shizaya, non so bene cosa, ma che regalo è se non c’è almeno un limone? (...) quindi avviso che il rating potrebbe cambiare, o potrebbe essere che non ci provi nemmeno a essere seria e scriva solo un altro mucchio di stupidate.

Scusate ancora per aver pubblicato senza correggere, l’ho fatto per un nobile motivo (???)

Bye bye

Amberle

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


“Io Non Ho Mai” o “Never Have I Ever”: un gioco che probabilmente conoscete (?) ma in pratica funziona così: uno fa un’affermazione tipo “Io non ho mai...” e chi invece l’ha fatto, deve bere. C’è una regola per cui se, dopo un’affermazione, nessuno beve, chi l’ha pronunciata deve bere a sua volta.
NB: Penso di averlo detto nelle note del primo capitolo, comunque vi ricordo che quaste terza OS è ambientata alle superiori. (Sì, vanno tutti alla Raira e hanno tutti la stessa età, magia delle AU ;DDD)



 


 

CAPITOLO TRE

 






Le vacanze estive erano cominciate da un paio di settimane, e le strade di Ikebukuro brulicavano di studenti e turisti pronti a godersi quelle giornate di pausa.

Una di quelle sere, Shizuo riceve un messaggio da Celty in cui la ragazza lo invita per una serata al karaoke. “Dovresti venire, ci sarà Izaya ma Shinra ha invitato anche gli altri ragazzi.” Shizuo sospira, conscio che Celty non gli permetterà di perdersi l’uscita, e le invia un breve messaggio di assenso. La ragazza riesce anche a strappargli un sorriso, mandadogli in risposta un Pusheen dall’aria entusiasta.

Quando il gruppo si ritrova il sole è appena calato, e dall’esterno si sente già la musica assordante che filtra dall’ingresso chiuso: Izaya e Kadota  sono riusciti a procurarsi una discreta quantità di birre, e visto che uno dei responsabili è un senpai di Shizuo dalle medie, Tom Tanaka, nessuno farà storie per le borse chiaramente piene di lattine.

Inizialmente nessuno ha veramente voglia di mettersi a cantare, quindi, dopo aver sistemato Shizuo e Izaya agli angoli opposti del loro tavolo, decidono di comune accordo di far sciogliere le lingue con una sana bevuta.

-Gaaah, era da un po’ che non mi divertivo così!- esclama Shinra che, apparentemente, ha un’attivazione direttamente proporzionale ai sorsi di birra bevuti. Che per il momento ammontano a due precisi. Celty scuote la testa e sorseggia la propria, ma anche i suoi occhi brillano per l’eccitazione e ha le guance rosse, non si sa se a causa della sua scarsa resistenza o se perché condivide l’esaltazione del suo autoproclamatosi promesso sposo.

-Avreste dovuto comprare dell’altra birra, a me questa marca non piace!- sbotta Shizuo dal proprio angolo, prontamente zittito dal -Come se il tuo micro-encefalo potesse distinguere acqua sporca dalla birra, non lamentarti e bevi!- di Izaya, che ha già finito la sua prima lattina e sembra più aggressivo e meno sottile del solito, sotto il suo effetto. Il che lo ripaga di una lattina mezza piena lanciata dritta contro la sua faccia, e una doccia che gli infradicia la maglietta e il davanti dei pantaloni. Mentre Shizuo crolla sul tavolo in preda ad un attacco di risa che potrebbe seriamente portarlo ad avere un infarto, Izaya, non molto lontano dal sembrare un gatto fradicio e infuriato, si alza in piedi e per un attimo i loro ruoli sembrano invertiti, Shizuo sogghignante e Izaya che cerca di ucciderlo a sediate.

-Calmi, calmi, non cominciate a distruggere il locale prima che ci sbattano fuori- li sgrida Kadota mentre batte cautamente una mano sulla schiena di Shizuo come se il gesto potesse aiutarlo a calmare l’attacco di ridarella.

-Ma Dotachin, ha cominciato lui!-

Kadota lo fulmina con lo sguardo -Chiamami ancora così e ti faccio la doccia anche io-

Izaya torna a sedersi, imbronciato, e tra i denti sibila qualcosa di simile a -E’ l’ultima volta che esco con voi-

Per il momento la crisi sembra superata, anche se il loro tavolo rimane comunque il più chiassoso, aiutato dal fatto che Erika e Walker non la smettono di discutere dell’ultima light novel uscita e più alcool ingoiano, più i loro squittii perdono senso.

Ad un certo punto emerge in discorso Idol, e questo fa scattare il silenzioso Togusa che dà il via ad una serie di discorsi sconnessi sulla bellezza e la bravura di Ruri Hajiribe, seguito a ruota da Shinra che -Celty sarebbe una idol fantastica! Una volta le ho chiesto di vestirsi così per me ma mmpff--

[Io non ho la voce, cretino!]

-Celty- ribatte Shinra, gli occhiali tutti storti sul naso e lo sguardo offuscato dall’ebbrezza. -Non hai bisogno della voce, io posso sentire la musica del tuo immenso cuore che mmmrg--

Togusa annuisce con fervore, mentre Celty ficca un pugno in bocca a Shinra e gli strappa di mano la lattina, per poi posarla e digitare [Stai bevendo troppo, non dire sciocchezze] anche se coloro che stanno prestando attenzione alla scena sono pronti a giurare che il rossore sule sue guance abbia ben poco a che fare con la birra.

Entro un’ora gli animi di tutti sono decisamente più rilassati, Izaya e Shizuo hanno smesso di lanciarsi occhiatacce, Celty si è fatta molto più affettuosa nei confronti di Shinra e ha lasciato che il ragazzo le circondasse le spalle con un braccio, Kadota e Rokujo, spinti da Erika e Walker, sono andati ad attaccare bottone con le ragazza del tavolo in fianco.

-...e quindi vi propongo una sfida al karaoke! Se noi vinciamo, …-

Shizuo sta chiacchierando con Togusa, di fronte a lui, cercando di ignorare i discorsi concitati di Erika e Walker che hanno iniziato a parlare di porno, quando Izaya atterra pesantemente sulla sedia lasciata libera da Rocchi. Shizuo si strozza con il sorso di birra che stava bevendo e finisce sotto il tavolo a tossire, ma quando riemerge, purtroppo Izaya non se n’è andato, ma sta seduto lì con una faccia mezza stravolta.

-Che vuoi?- Farfuglia Shizuo piantando un gomito sul tavolo con uno sguardo che vorrebbe essere intimidatorio.

Izaya sbuffa e gli ruba la lattina mezza vuota di mano. Shizuo cerca di riprendersela, agita le braccia con la grazie di un ubriaco quale è, ma l’altro ha già mandato giù tre lunghi sorsi prima che Shizuo possa riprenderne possesso.

-Sh-hhizu-chan, Shinra sta chiedendo a Shelty di sposarlo e non mi va di assishtere alla scena-

-AVREMO CENTO BAMBINI!-

Shizuo si gira un attimo e vede Shinra inginocchiato accanto a due sedie rovesciate, gli occhiali che pendono da un orecchio e le mani strette intorno a quella di Celty, blaterando riguardo al loro futuro insieme. Celty ride, complici la rassegnazione e la birra, e continua ad annuire ad ogni nuova, folle idea che esce dalla sua bocca. Shizuo si rende conto che, tutto sommato, è meglio tornare a girarsi verso Izaya quando Shinra comincia a buttare giù uno schizzo della piantina della loro futura casa su un tovagliolo.

Quando riporta lo sguardo su Izaya, questo sta fissando una venatura del tavolo come se gli avesse arrecato un’offesa personale. -Tutta shtorta…-

Shizuo inclina la testa e decide improvvisamente che questa versione di Izaya gli piace molto, molto di più del suo gemello cattivo e sobrio; spinto dalla compassione, gli tira una pacca sulla spalla che quasi lo fa cadere dalla sedia, borbottando -Su, su… si sistemerà tutto…-

Izaya lo guarda malissimo e probabilmente è sul punto di dire qualcosa di tagliente, ma viene interrotto dal ritorno di Kadota, Rocchi e due ragazze che vengono dalla loro stessa scuola ma con cui non ha mai parlato direttamente.

-Ragazzi! Queste sono Yagiri Namie e Harima Mika, ci hanno proposto di giocare a Io Non Ho Mai. Chi ci sta?-

C’è un brusio di assenso generale, e tutti i presenti, comprese le nuove arrivate, si stringono di nuovo intorno al tavolo; Izaya finisce schiacciato contro Shizuo dopo che Rocchi si riappropria del suo posto, ma a quel punto hanno entrambi troppo alcol in corpo per farci molto caso. Ciascuno recupera una lattina più o meno piena fra quelle avanzate.

Namie tira fuori il cellulare e apre l’applicazione per il gioco: i ragazzi sono diventati stranamente silenziosi per l’aspettativa, l’aria carica di eccitazione mista ad imbarazzo preventivo pensando ai segreti che sarebbero stati costretti a svelare. La ragazza fa scorrere lo sguardo sui presenti, si schiarisce la voce e annuncia la prima affermazione.

-Cominciamo con qualcosa di semplice: io non ho mai mangiato mangime per animali.-

-Ma che razza di affermazione è?- bercia Shizuo, ma poi, suo malgrado, beve un sorso dalla sua lattina, imitato da Walker, Togusa, e Celty e Shinra. Gli altri ragazzi li guardano stralunati, ma nessuno commenta. Il cellulare viene passato di mano, e finisce a Rocchi.

-Allora… Io non ho mai indossato una gonna.-

Le ragazze presenti bevono, con il sottofondo di Shinra che cinguetta su quanto stia bene Celty con la minigonna, ed oltre a loro bevono anche Walker e Shinra.

[Shinra?! Ma cosa-]

-Oh, non era il mio turno per bere? Scusate, non ho capito -hic!- molto bene come funziona questo gioco!-

Celty affonda il viso nelle mani e lascia perdere, ormai Shinra è totalmente fuori controllo.

-Yumasacchi! Perchè non ero presente quando hai messo la gonna?!-

-Karisawa-san, sto cercando di dimenticarlo!-

Togusa e Kadota si scambiano uno sguardo preoccupato, ma dopotutto i due amici non li stupiscono più. E’ il turno di Mika.

-Io non ho mai indossato intimo leopardato! Oh-oh, sono in arrivo le affermazioni interessanti!-

I ragazzi si guardano tra loro, curiosi, e Shinra beve per primo, anche se ormai è abbastanza chiaro che non  stia seguendo le regole, seguito da una Celty paonazza e da Erika, che fa spallucce e sventola la mano dicendo -Cosplay-

Shinra sembra riprendersi per una momento dal suo delirio da ubriaco per fissare Celty con tanto d’occhi, nonostante lei continui ad evitare il suo sguardo. -C-Celty! Tu hai veramente… Ma -hic!- quando? Come…-

[Basta così!]

Poi punta il cellulare in direzione di Izaya, che ha lo sguardo perso nel vuoto e non sembra prestare molta attenzione a quello che lo circonda.

[Izaya, è il tuo turno! Muoviti, muoviti!]

-Uh?-

Mika gli porge il cellulare, ma Izaya lo riappoggia sul tavolo e dice, con voce rotta dall’emozione: -Non mi sherve un’applicazione per dire una cosha che non ho mai fatto! Io non ho mai… Io non ho mai mangiato un hot-pot in compagnia!-

E a quel punto crolla sul tavolo in singhiozzi.

Shinra beve distrattamente, ancora sconvolto dalla rivelazione precedente.

Shizuo guarda Izaya con aria disgustata, ma l’altro non sembra intenzionato a calmarsi molto in fretta e allora scivola più vicino ad Erika, alla sua sinistra, ma lei si piega verso il suo orecchio e gli sussurra -Shizuo, se lo consoli avrai una chance per fare sesso con lui! Fidati, è lo scenario perfetto per una svolta Boys Love!-

Shizuo quasi sviene e cerca di mettere più distanza possibile fra lui e la ragazza indemoniata, i cui occhi hanno preso improvvisamente a brillare come piccole stelle, allunga una mano per scrollare Izaya per la spalla. -Dai, pulce, piantala, abbi un po’ di dignità-

Izaya solleva il viso dalle braccia sui cui era appoggiato e strofina il naso gocciolante contro la manica della camicia di Shizuo. -Lasciami in pace, m-mostro!-

Shizuo ringhia e gli tira uno spintone, poi afferra il cellulare abbandonato e legge l’affermazione.

-Io non ho mai sorpreso i miei genitori a fare sesso. Oh, per fortuna a me non è mai capitato, solo una volta li ho visti che facevano delle strane- no, aspetta…-

Spalanca la bocca con orrore, mentre il resto del tavolo gli lancia un’occhiata compassionevole. Izaya si asciuga le lacrime e beve un sorso di birra, insieme a Shinra, Kadota e, suo malgrado, Shizuo.

-Shizu-Shizu, ora tocca a me!- Trilla Erika, e gli ruba il telefono di mano.

-Oh, questa è bella! Io non ho mai fatto un sogno erotico riguardante uno dei presenti. No, aspettate,- inclina il capo per lanciare a Shizuo e Izaya uno sguardo da pazza -Io non ho mai fatto un sogno erotico su Iza-Iza.-

A quel punto, Shizuo cade dalla sedia. Shinra beve, e si becca una gomitata da Celty che decide di strappargli definitivamente di mano la lattina e sostituirla con una bottiglietta d’acqua per evitargli un coma etilico, mentre Erika continua a fissare Shizuo piena di aspettativa, che, sotto lo sguardo sbigottito di tutti,  beve un sorso di birra e contemporaneamente spera di morirci soffocato.

-SHIZU-CHAN!-

-Shizuo-kun, ma cosa…?-

[Shizuo?!]

-Kyaaaaaa, lo sapevo!-

Shizuo, paonazzo, alza le braccia al cielo, innaffiando Izaya e Erika con il contenuto della sua lattina (“Ancora, ma io ti uccido!”) e urla -NON LI CONTROLLO IO I MIEI SOGNI, OK?-

Izaya gli lancia uno sguardo opaco pieno di disgusto. -Avrei preferito che tu mentissi, questa volta.-

-Fidati che farei qualunque cosa per dimenticare quell’incubo.-

Izaya si acciglia, offeso. -Incubo? Forse per me, ma per te dev’essere stato un sogno grandioso! Cioè, guardami!-

Shizuo percepisce distrattamente Erika, accanto a lui, cadere a terra in preda ad una crisi isterica, ma non si volta per verificare; invece afferra Izaya per il bavero e lo scrolla per fargli tornare un po’ di buonsenso.

-NON INIZIARE A DIRE COSE SENZA SENSO COME AL SOLITO, IZAYA-KUN, O TI GIURO CHE--

-Oooooooohhh, la tensione sessuale si può tagliare col coltello! Yumasacchi, aiutami!-

-E-Erika-san, esci subito da questa fantasia Boys Love!-

Anche Walker comincia a scrollare l’amica, cercando di soffocare i suoi squitti con la mano. Dopo qualche minuto, la situazione torna a essere un po’ più calma, anche se è quasi rovinata dall’intervento di Shinra che “Izaya-kun e Shizuo-kun stanno assieme? Perchè nessuno me l’ha detto…!”, e poco manca che Erika e Shizuo abbiano un infarto -pur per motivi opposti-.

Finalmente il testimone passa a Walker,  a cui tocca: -Io non ho mai baciato una persona del mio stesso sesso.-

Mika, Namie, Erika, Shinra e, sorprendentemente, Rocchi, bevono. Le prime due prima avvicinare la bocca alla propria lattina si lanciano uno sguardo vagamente ostile, ma nessuno ha il coraggio di approfondire la questione.

Quando è il turno di Shinra, questo riesce a malapena a leggere i caratteri dello schermo, e Celty è costretta a spiegarglieli con il linguaggio dei segni.

-ok, allora… Io non ho mai… Io non ho mai avuto… fantasie? Sì, fantasie, su un pro-professore? Io non ho mai avuto fantasie su un professore! Cin cin!-

E beve l’ultimo sorso dalla propria bottiglietta d’acqua. A questo giro, bevono nuovamente Rocchi, Kadota e Togusa, e ciò scatena una serie di domande e teorie sui possibili oggetti delle fantasie degli amici.

Il gioco continua con domande e confessioni pià o meno meno imbarazzanti - chi deve confessare di aver indossato un perizoma (Namie, Kadota, Togusa ed Erika), chi di essersi depilato nelle zone intime (Izaya), chi ha pomiciato nei bagni della scuola (Namie).

Quando è di nuovo il turno di Izaya, ormai sono tutti abbondantemente ubriachi, e più di una volta qualcuno, per le risate, è caduto dalla propria sedia. Izaya annuncia -Io non ho mai visto un porno.- e tutti, compreso lui, fanno spallucce e bevono la propria birra (o acqua, nel caso di Shinra.)

-Celty! La prosshima volta dovremmo guardarlo insieme, un porno!-

[Pen3so chje sai3a ua bllissziama idewa-1&]

Celty ha la testa che gira all’impazzata, ma si sente leggera e rilassata, e più che disposta a lasciarsi sfuggire qualche provocazione non proprio sottile. Gli occhi sgranati di Shinra sembrano voler inghiottire l’intero viso, o forse è solamente l’alcol che gioca brutti scherzi alla sua vista.

Gli altri ragazzi stanno sperimentando gli effetti della sbornia triste o di quella allegra: Izaya scoppia a piangere ad intervalli sempre più brevi ululando cose senza senso, e finisce per appoggiarsi alternativamente sulla spalla di Mika o su quella di Shizuo che, fortunatamente, al contrario del nemico continua a ridere per qualsiasi cosa, anche se, nel gesticolare, ha quasi decapitato Erika con un pugno.

I nervi di quest’ultima sono continuamente messi a dura prova dal fatto che Shizuo sembra inclina a fare l’imitazione di Sebastian di Kuroshitsuji ogni volta che lei glielo chiede, e al quarto “Yes, my Lord” Walker ha dovuto improvvisare un massaggio cardiaco per evitare che crollasse a terra esanime. Rocchi e Namie ogni tanto si distraggono e cominciano a cantare le canzoni del karaoke a squarciagola, anche se sono lontani dallo schermo e devono inventarsi metà della parole.

-Ok, ok, calmatevi un po’, gente! Ora tocca a me.- Kadota si schiarisce la gola e pronuncia l’affermazione: -Io non ho mai baciato una persona fra i presenti.-

-Celty! Lascia che cambi le cose!-

Purtroppo per Shinra, la timidezza della ragazza in questo caso ha la meglio, e tutto ciò che ottiene è un pugno nello stomaco che quasi gli fa vomitare tutto quello che ha ingurgitato.

[S3cudsa, Scusaaqaa]

Namie e Mika bevono, questa volta evitando accuratamente di incrociare gli sguardi. Tutti, a questo punto, vorrebbero domandare loro più dettagli, ma la scena che segue fa morire qualunque domanda sulle loro labbra: Shizuo, infatti, prima picchietta Erika sulla testa e le posa un bacio sulla guancia scarlatta, segnando definitivamente il destino della ragazza (“Un’ambulanza! Chiamate un’ambulanza, non respira!”), poi si gira verso Izaya, lo afferra per le spalle e senza tante cerimonie gli stampa una bacio mozzafiato sulla bocca. Lo strillo soffocato di Izaya viene udito solo dai pipistrelli, mentre cade un silenzio gelido, che nemmeno Shinra osa interrompere. Quando i due si separano, Izaya ha la faccia più comica del mondo, ed è talmente sorpreso che non riesce neanche a mostrare una traccia di disgusto. Shizuo, invece, si passa la lingua sulle labbra e commenta -Bleah, sapore di pulce- prima di bere l’adesso meritato sorso di birra. Izaya continua a fissare il vuoto, forse meditando il suicidio, o per lo meno una lobotomia, ma non riesce davvero a radunare la forza per urlargli addosso che è un animale, un deficiente, un mostro con delle labbra disgustosamente calde e invitanti e-

Izaya finisce la propria lattina e poi ruba quella di Rocchi, alla sua destra, senza che questo opponga resistenza, nella speranza di calmare l’improvviso colpo di calore.

-Shizu-chan… questa te la faccio pagare-

Il ghigno ferino di Shizuo ricorda spaventosamente quello di un grosso gatto. -Quanto la fai lunga, pulce. Guarda Erika, l’ha presa molto meglio di te!- La suddetta ragazza sta ancora balbettando incoerente fra le braccia di Walker, e Izaya inarca un sopracciglio -Vedo.-

La serata trascorre senza nuovi incidenti, finché, a mezzanotte passata, i ragazzi barcollanti decidono di abbandonare il locale per avviarsi verso casa. Namie se ne va via in limousine, sotto lo sguardo stupefatto degli altri, mentre la maggior parte di loro deve arrangiarsi con la metro (Celty, saggiamente, ha deciso di non venire in moto).

Quando ormai stanno finendo si salutarsi, Izaya contorce il viso in una smorfia e scappa lontano di qualche passo in preda ad un attacco di conati di vomito. I ragazzi rimasti storcono il naso per il disgusto ma nessuno si sente particolarmente inclina a dargli una mano, finché Erika, con gli occhi ancora rossi del pianto disperato in cui è scoppiata quando ha scoperto di essersi persa il bacio Shizaya, neologismo tutto suo, spinge Shizuo verso il punto in cui Izaya si è inginocchiato. Detto fatto, gli “amici” scompaiono più veloci della luce, e Shizuo si ritrova incastrato insieme ad un insetto con evidenti problemi a reggere un po’ di birra. Con uno sbuffo esasperato, Shizuo lo trascina in piedi quando è abbastanza sicuro che il peggio sia passato, e torna all’interno del locale per chiedere il permesso di approfittare dei bagni.

Izaya è quasi in uno stato comatoso, ma sembra svegliarsi quando Shizuo gli spruzza addosso una quantità d’acqua ghiacciata decisamente esagerata. Izaya strilla per la seconda volta nella sua vita nel giro di poche ore- e vorrebbe davvero tanto avere la forza di conficcare il proprio coltello a serramanico nello stomaco di quella bestia odiosa, ma riesce a malapena a superare la pelle quando è in forma, figuriamoci in queste condizioni.

Tutta la sua irritazione evapora però quando Shizuo gli tampona il viso con gli asciugamani di carta, delicato, come in una delle rarissime volte in cui ha posato le mani sul corpo di Izaya senza volergli fare del male. Izaya accetta quelle attenzioni senza commentare, si sciacqua la bocca con il bicchiere d’acqua che gli viene porto -”Non male, questi bagni”- e all’improvviso si sente caldo, tranquillo, e vorrebbe sentirsi stanco ma Shizuo continua stupidamente a passargli l’asciugamano sulla pelle lasciata scoperta dallo scollo della maglietta, sul collo, sul petto coperto solo da uno strato di stoffa sottile, e le sue mani sono bollenti, proprio come lo erano le sue labbra, e c’è qualcosa di morbido nello sguardo di Shizuo che lo attrae come un magnete nella penombra di quel bagno, e prima che se ne accorga ha fermato il movimento della sua mano afferrandogli il polso, si sta chinando verso le sue labbra, cercando di nuovo quel calore, quel sapore di cui prima ha avuto solo un lieve assaggio. L’odore che impregna la camicia di Shizuo gli riempie le narici, stringe la stoffa fra le dita e lo attira a sè, e finalmente appoggia di nuovo la bocca sulla sua.

Shizuo prende un unico, respiro sconvolto ed esala un gemito nella bocca di Izaya, e non sa assolutamente cosa fare. Prima lo aveva baciato per gioco, complice l’alcol e l’euforia della serata, ma adesso è completamente diverso. E’ più intimo, bagnato, intenso, caldo. E’ insopportabilmente caldo, così tanto che gli sembra che l’aria si vaporizzi nei suoi polmoni e finisca nel cervello, non si è mai sentito la testa così leggera. Spinge Izaya contro di sè con disperata frenesia, gli circonda le spalle con le braccia e respira di nuovo il suo odore, gli stringe il labbro inferiore fra i denti alla ricerca del sapore che prima lo aveva ammaliato. Anche Izaya geme, adesso, lo strattona per i capelli per fargli inclinare la testa, serra un pugno alla base della sua schiena e apre la bocca, cerca la lingua di Shizuo con la propria. A entrambi manca la tecnica e la coordinazione, ma in qualche modo funziona: i loro movimenti diventano sempre più furiosi, senza controllo, si concedono pochi istanti per ingoiare qualche respiro e finiscono per schiacciarsi l’uno contro l’altro con la grazia inefficace di due adolescenti ubriachi.

La bocca di Izaya ha ancora tracce di alcol e bile, e quella di Shizuo difficilmente ha un sapore migliore, ma non riescono a separarsi abbastanza a lungo per pensare a quello che stanno facendo. La realtà si è ridotta al suono umido e osceno delle loro bocche che si uniscono e si separano frettolosamente, a gemiti che nessuno dei due si preoccupa di soffocare, al calore soffocante delle braccia dell’altro intorno al proprio corpo. Come in sogno, Shizuo percepisce se stesso spingere Izaya verso il cubicolo più vicino, chiudersi la porta alle spalle per poi spingerlo contro la parete. Izaya grugnisce all’impatto ma un secondo dopo le sua mani sono di nuovo addosso a Shizuo, gli strattonano la camicia fuori dai pantaloni e si appoggiano sui fianchi, affondano le unghie nella pelle. Shizuo geme e gli morsica nuovamente il labbro, questa volta più forte, facendolo mugolare di dolore. Inarca i fianchi in avanti e si struscia contro la gamba di Izaya alla disperata ricerca di sollievo per la propria erezione pulsante. Izaya rovescia la testa all’indietro e sente le ginocchia cedergli, con uno scatto repentino dei fianchi viene incontro alle spinte disordinate di Shizuo ed entrambi devono soffocare un grido quando i loro sessi entrano in contatto attraverso i vestiti. Shizuo lo blocca contro il muro con il proprio corpo, le mani impacciate che cercano disperatamente il bordo dei suoi pantaloni mentre fa scorrere le labbra sul suo collo, sulla mandibola, nell’incavo della spalla, qualunque posto riesca a raggiungere e su cui possa lasciare segni dei proprio passaggio. Izaya vorrebbe tanto dirgli di piantarla, che non vuole essere riempito di succhiotti, ma la sensazione della bocca umida e l’accenno dei denti e della lingua sulla pelle sensibile gli soffocano le parole in gola, non può fare altro che attendere inerme che Shizuo finisca di abbassargli la cerniera nei jeans ormai dolorosamente stretti. Shizuo è costretto a staccarsi per vedere meglio quello che fa, e quando le dita toccano incerte la forma del sesso di Izaya attraverso i boxer, la sensazione di una macchia umida gli fa curvare le labbra in un sogghigno.

-Non sapevo che ti facessi prendere così tanto da questo genere di cose-

-Compiere atti osceni in luogo pubblico infatti mi eccita oltre ogni dire- ribatte Izaya, che nonostante il fiatone riesce a instillare una buona dose di sarcasmo in ogni sillaba. Inizia a sua volta a slacciargli i pantaloni, avvicinando le labbra al suo orecchio. -Anche se non sono l’unico ad avere inclinazioni particolari- soffia, infilando le dita nel boxer dell’altro prima che possa dire o fare qualcosa per fermarlo.

Shizuo si sente andare a fuoco, affonda il viso nei capelli di Izaya geme, fa scattare i fianchi per andare incontro alla stretta soffocante della sua mano, mentre cerca affannosamente di abbassare l’intimo dell’altro. Quando la mano di Izaya inizia a muoversi, Shizuo stringe i denti e sente l’aria uscirgli dai polmoni in brevi respiri ansimanti, e gli serve ogni briciola di concentrazione rimasta per riuscire a coordinare i movimenti necessari. Finalmente riesce a chiudere le dita sulla sua erezione, e quel punto il ritmo tentennante che era riuscito a raggiungere Izaya si perde nei suoi gemiti e nelle mani che tremano per la tensione. Shizuo si tuffa sulle sue labbra per nascondere il rossore imbarazzato che quella situazione assurda gli sta provocando, e per svariati secondi rimangono così, schiacciati l’uno contro l’altro con le mani assolutamente immobili mentre bevono i gemiti dalle rispettive bocche. Poi Izaya oscilla di nuovo col bacino, e Shizuo serra la mano sul suo sesso e cominciano a muoversi all’unisono nella disperata ricerca di un po’ di frizione. Sono così vicini che i loro polsi continuano a toccarsi, così come le loro erezioni arrossate, e ogni volta che succede nessuno dei due riesce a trattenere gemiti sempre più alti. Izaya affonda il viso nell’incavo fra il collo e la spalla di Shizuo e chiude gli occhi, si concentra sui proprio movimenti mentre ascolta il ritmo del respiro dell’altro variare in sincrono con la stretta della sua mano. Poi Shizuo aumenta la velocità a Izaya gli affonda i denti nel collo, ha le gambe così deboli che sta in piedi per miracolo, non prova nemmeno a resistere alla sensazione dell’orgasmo in arrivo che si concentra nel basso ventre, ma appoggia la fronte contro la spalla di Shizuo e comincia a tremare mentre viene facendo scattare i fianchi nel pugno di Shizuo. Si sente la testa così leggere che per qualche momento, mentre cerca di riprendersi dal calore e dai tremiti che gli scuotono l’intero corpo, gli sembra di essere in un sogno; poi Shizuo ringhia -Izaya- e gli morsica il profilo del mento, soffocando un gemito di frustrazione per l’improvviso arresto della mano di Izaya. Izaya sbatte le palpebre e riprende a toccarlo, alza il viso per incontrare le sue labbra ed è tutto così scoordinato, troppo affrettato, disordinato, ma fortunatamente è abbastanza, e dopo poche spinte anche Shizuo risucchia tutta l’aria nei polmoni, esala un gemito soddisfatto e viene contro la maglietta di Izaya.

Rimangono così, per parecchi minuti di seguito, appoggiati uno contro l’altro in una sottospecie di abbraccio mentre i battiti e i respiri rallentano, le membra e le menti intorpidite dalla stanchezza e dall’alcol, e quasi non osano aprire gli occhi. Izaya sospira, in pace, cerca le labbra di Shizuo per l’ennesima volta e lo bacia piano, adesso, prendendosi il tempo per sfiorargli la bocca con piccoli baci bagnati, tracciarne il profilo con la lingua, mordicchiarla senza l’intenzione di far male. Shizuo mugola il suo apprezzamento e risponde con altrettanta delicatezza, le mani intorno ai fianchi dell’altro che stringono privi della frenesia di poco prima. Si separano prima che i baci si spingano troppo oltre, entrambi troppo sfiniti per reggere un secondo round: escono dal cubicolo evitando accuratamente di incrociare gli sguardi, un silenzio imbarazzante cala su di loro mentre si avvicinano ai lavandini per darsi una ripulita, finché Izaya non lo spezza lamentandosi che la propria maglietta ha subito molti più danni.

-Beh, tanto era già sporca di birra, vomito e sudore. Un po’ di sperma non fa molto diffe--

-Oh, stai zitto, Shizu-chan- lo interrompe con una smorfia disgustata. Shizuo sbuffa una risatina e gli porge dei fazzolettini inumiditi, per poi premerli a sua volta sulla stoffa della propria camicia. Dopo cinque minuti riescono ad uscire dai bagni, e fortunatamente la musica alta deve aver coperto la maggior parte dei loro rumori, perché nessuno li guarda con guardi sospettosi o sconvolti. Una volta, fuori, Shizuo si ferma per accendersi una sigaretta, e Izaya rimane con lui senza che l’altro glielo chieda e senza offrire spiegazioni. Quando Shizuo aspira la prima boccata, Izaya con un cenno del capo gliene chiede una, ma invece che accenderla con l’accendino che l’altro gli porge, gli si avvicina tenendola fra le labbra e unisce le loro estremità facendo incendiare la punta della propria con quella di Shizuo. Shizuo non batte ciglio a quel gesto, anche se nel buio della notte Izaya può notare il lieve rossore che gli tinge le guance, e lo guarda vagamente divertito quando Izaya si strozza con la prima sigaretta della sua vita.

-E’ normale, la prima volta- commenta, senza prenderlo in giro. Izaya si asciuga gli occhi lacrimanti e prende ancora qualche boccata mentre i colpi di tosse vanno via via scemando. Quando parla, ha la voce un po’ roca, ma Shizuo non sa se abbia la gola irritata dal fumo o sia solo l’emozione.

-Già. Visto che questa è stata la serata delle prime volte, ho pensato di aggiungere anche la prima sigaretta alla lista.-

Shizuo si volta di scatto verso di lui, ma Izaya non lo sta guardando: ha gli occhi fissi sul traffico della strada, tiene la sigaretta con grazie fra indice e medio e il modo in cui la sua bocca si stringe intorno al filtro scatena in Shizuo una serie di pensieri impronunciabili e a cui ancora non è assolutamente pronto.

-Ehi, Izaya... -

Izaya lo guarda, allora. Gli sbuffa una nuvola di fumo in faccia come per gioco, ma il suo sorriso vacilla e i suoi occhi si allargano quando Shizuo inspira quel fumo come se fosse l’aroma più prezioso al mondo. Poi sbatte le palpebre, getta la sigaretta a terra e la schiaccia sotto la punta del piede. Con lo sguardo puntato verso il suolo, mormora -Non ora, Shizu-chan.-

Shizuo fa scorrere gli occhi sulla sua figura slanciata, soffermandosi sulla tensione delle spalle e i pugni serrati e la labbra chiuse in una linea sottile, come se si stesse preparando ad uno dei loro soliti scontri: allora curva la bocca in un sorriso, si passa una mano fra i capelli disordinati e dice -Domani?- e il corpo di Izaya si irrigidisce per una frazione di secondo prima di rilassarsi, il fantasma di un sorriso sul volto.

-Domani.-





 

NOTE:

Ho finitoooooooo, alleluja. Scrivere questo capitolo è stato divertentissimo, praticamente per la prima parte eravamo io e mia sorella che tiravamo fuori le idee più stupide che riuscissimo a inventare e le registravamo sul cellulare perché non andassero perdute XDDD l’app di Io Non Ho Mai esiste davvero, comunque, e per fortuna perché se no non avrei saputo cosa inventarmi. Come accennato nel capitolo prima, ho dovuto alzare il rating perché Shizuo e Izaya non riescono a tenerselo nei pantaloni *li guarda con finta severità*

Spero che il risultato vi piaccia, nonostante l’imbarazzante dose di demenzialità :’) è che adoro scrivere di gente ubriaca.

Devo ammettere di essere contenta di come è venuta la scena finale, volevo lasciar trasparire la loro confusione e allo stesso tempo quel senso di “Ehi, mi è piaciuto, forse voglio che succeda di nuovo, ma non so se lo vuole anche lui e non ho le energie mentali per parlarne adesso”.

La parte della sigaretta esiste unicamente per soddisfare uno dei miei kink, ossia personaggio A che si accende la sigaretta usando quella di personaggio B. #TheMoreYouKnow

TRA L’ALTRO, oggi, guarda caso, è il compleanno dei Matsuno (ditemi che avete visto Osomatsu-saaaaaaaan)! Quindi colgo l’occasione per celebrare la nascita dei miei adorati Sextuples.

E infine, oggi finisce la fic Any Other Name: non mi interessa se non vi interessa, andate subito a leggere questa AU in cui Shizuo e Izaya sono BFF dalle scuole medie e anche se sono gay for each other fino al midollo passano tipo tutta l’adolescenza morendosi dietro a vicenda senza arrivare ad un dunque (poi ci arrivano, eh, dopo taaaaanto tempo.) LEGGETELA. E’ UN ORDINE (????) *rumore di pernacchie in lontananza*

A parte gli scherzi, vi lascio il link, se avete voglia va la consiglio tanto uwu <3

Un bacione, Amberle





LEGGETELA.

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