Il pomeriggio luminoso che si estende fuori dalla finestra non invoglia di certo a stare tappate in casa a fare i compiti ma, purtroppo, questi sono i dolori della vita degli studenti.
Marinette abbandona con uno sbuffo esausto un libro di chimica e si va a sdraiare sulla chaise longue addossata ad un angolo della stanza.
"Già finito con i compiti?" le domando dando un morso all'enorme biscotto rubato dal piatto con la sua merenda.
"Mi arrendo. Se non mi fermo un attimo rischio di friggermi il cervello." si lamenta lei premendosi un cuscino in faccia per fermare la luce che dalla filtra dalla finestra e la colpisce negli occhi.
"La chimica deve essere proprio complessa se ti ha costretta ad alzare bandiera bianca. Nemmeno un akuma c'è mai riuscito."
"Speriamo di non avere mai a che fare con un chimico pazzo allora. Se dovesse succedere me la darei a gambe."
"Se vuoi fare una pausa potrei continuare con la storia di ieri sera!"
"Sì, ti prego!" esclama raggiante facendomi segno di avvicinarmi e sedermi sulla sua spalla.
Abbandonato il mio biscotto volo verso di lei e mi accoccolo il più comodamente possibile.
"Eravamo rimasti al primo giorno, vero?"
"Alla prima volta che Ladybug e Black Cat si sono incontrati!"
"Perfetto! Da qui la storia inizia a diventare più rocambolesca... Il mattino seguente, appena sveglie, siamo uscite di casa per andare a cercare un lavoro. Ladybug era una cantante eccezionale. Sapeva incantare chiunque. Entrammo in così tanti locali che me ne ricordo meno della metà. Nessuno però sembrò interessato ad offrirle un posto. Fino a che..."
"Fino a che? Tikki non ti fermare."
"Fino a che la ruota della fortuna non ha iniziato a girare a nostro favore."
L'asfalto del marciapiede era ancora umido per via della pioggia della nottata precedente. Nelle crepe piccoli stagni si formavano e vibravano quando un passante vi tuffava un piede. In molti giravano con l'ombrello sotto braccio pronti a proteggersi dal pazzo clima primaverile.
Ladybug stava camminando sconsolata lungo una via secondaria che conduceva alla Lenox Avenue, un bel cappotto beige gettato casualmente sulle spalle a coprire il vestito azzurro e verde. Un cappellino decorato da una spilla brillante le proteggeva i riccioli lunghi ben acconciati.
"Non so più dove andare." si lamentò fermandosi di fronte alla vetrina di un sarto a rimirare i nuovi vestiti multicolore. "Forse dovrei iniziare a considerare altri impieghi. Nessuno sembra interessato ad assumere una cantante in erba come me."
Spuntai velocemente da una tasca del soprabito e le accarezzai una mano "Non ti preoccupare. Sono sicura che c'è qualcuno che riconoscerà il tuo talento. Dobbiamo solo continuare a provare."
"Forse dovrei muovermi più verso Broadway. Sono sicura che lì sono più interessati a cantanti come me."
"Sarebbe molto più lontano da casa però, dovresti prendere tutti i giorni il bus."
"Vero..."
Sovrappensiero si rimise a passeggiare seguendo con lo sguardo le rughe dell'asfalto e prendendo a calci i sassolini.
Passammo accanto ad un locale dalle vetrate istoriate rappresentati decine di tipologie differenti di fiori variopinti. Sopra la porta aperta campeggiava un'insegna dipinta a mano con la scritta "Secret Garden" accostata da pesanti vasi di gerani e lobelie pendenti. Un dolce profumo di dolci e pasticcini freschi aleggiava nell'aria insieme alle risate degli avventori e alla musica di un giradischi gracchiante. In risposta al profumo sia il mio stomaco che quello di Ladybug iniziarono a brontolare; eravamo uscite così presto di casa che non ci eravamo nemmeno fermate per mangiare qualcosa.
"Forse dovremmo fermarci a fare colazione, che ne dici?" proposi speranzosa.
"Non so se abbiamo abbastanza soldi per mangiare in un posto del genere." sospirò lei osservando una coppia di clienti ben vestiti che ne usciva per poi salire su un'automobile parcheggiata non lontano. "Sembra costoso..."
Ci fermammo accanto ad un furgoncino rosso dal quale, con sbuffi e lamenti, qualcuno era impegnato a scaricare scatoloni su cui campeggiava in rosso la scritta fragile. Ladybug estrasse il portamonete e si mise a contare gli spiccioli uno a uno sperando di averne abbastanza per comprare almeno un paio di dolcetti.
"Attenzione!"
Il ragazzo intento a scaricare il furgone, saltato giù da esso e sollevate un paio di scatole, si stava avviando verso l'ingresso del locale quando incespicò malamente in una crepa del terreno. Impedito dal peso degli scatoloni che stava sollevando ruzzolò all'indietro andando a sbattere malamente contro Ladybug. I due crollarono al suolo l'uno addosso all'altra mentre il carico si ribaltò poco più in là con un gran baccano di vetro rotto.
"Mi spiace! Mi spiace immensamente." iniziò a scusarsi il ragazzo alzandosi in piedi di scatto e voltandosi verso Ladybug ancora riversa al suolo. "Sta bene, signorina?"
"Dovresti fare più attenzione a dove vai!" si lamentò lei massaggiandosi una gamba dolorante. "Avresti potuto fare veramente del male a qualcuno!"
"La prego, mi permetta di aiutarla." il ragazzo tese una mano verso Ladybug e rimase ad attendere che lei la afferrasse.
Quando Ladybug sollevò lo sguardo si trovò ad incrociare gli occhi chiari come l'acqua del mare di un giovanotto di non molto più grande di lei dai capelli così chiari da sembrare luce lunare. Il sorriso imbarazzato del ragazzo era così puramente dispiaciuto da farle passare qualsiasi accenno di rabbia.
Usando la mano dello sconosciuto come aiuto si rimise in piedi ed iniziò a controllare di non essersi fatta veramente del male ma, a parte qualche macchia di polvere e acqua sul soprabito, tutto sembrava in ordine.
"Mi si è sporcato il soprabito..."
"Vi prego, ve lo pulisco io. In fondo è solo colpa mia. Venite, vi prego" il ragazzo ci fece segno di seguirlo all'interno del locale ma Ladybug scosse cortesemente il capo.
"Non vi preoccupate, non è niente di grave. Nulla che non si possa sistemare con una sana spazzolata."
Non accettando un no come risposta il ragazzo si mise alle spalle di Ladybug e la sospinse con delicatezza "Ve ne prego, insisto. Vi offro anche una tazza di tè se me lo permettete."
"A una tazza di tè non posso dire di no... soprattutto in una mattina come questa." scherzò lei lasciandosi guidare dalla mano leggera del ragazzo.
"Vi ringrazio." il volto del ragazzo si illuminò in uno splendente sorriso.
Venimmo guidate fino ad un tavolino addosso ad una delle vetrate dove la luce colorata creava pozze rosse, gialle, azzurre e verdi sul pavimento in marmo.
"Se volete affidarmi il soprabito, signorina." prima di farla sedere la aiutò a togliersi l'indumento inzaccherato e se lo sistemò con rispetto su un braccio.
"Grazie."
"Vi faccio preparare subito il tè. Spero l'Earl Gray sia di vostro gusto."
"Solo se preparato bene."
"Non si preoccupi. Siamo inglesi. Il nostro tè è il nostro vanto."
Quando si allontanò e scomparve dietro alla porta che conduceva alle cucine Ladybug appoggiò la borsetta al tavolo e mi fece scivolare fuori con lo sguardo preoccupato.
"Stai bene, Tikki?"
"Sì..." risposi rotolando fuori "Solo un po' scombussolata."
"Per fortuna."
Volai a nascondermi nei suoi folti capelli "Sarà anche impacciato ma è affascinante."
"Il camerieri dici?" lei si voltò per dare un'occhiata al ragazzo che, ricomparso dalla cucina, si stava adoperando a finire lo scarico degli scatoloni. "Ha un bel sorriso."
"Non sarà un lavoro ma alla fine hai trovato qualcosa di bello!" scherzai seguendolo con lo sguardo mentre faceva avanti e indietro. "Dovresti chiamarlo al tavolo e chiacchierarci un po'."
"Non dire idiozie. Non mi sembra consono."
"Siamo nel 1922! Se siamo riuscite ad attraversare l'oceano in una scatoletta di latta tu puoi andare a rimorchiare un ragazzo!"
"Tikki, calmati!" ridacchiò lei scuotendo il capo "Sei una piccola maniaca."
"Voglio solo il meglio per te." le sussurrai sbucando dai capelli e sfregando una guancia contro la sua.
"Arriva un cameriere. Nasconditi!"
Mi rituffai di nuovo al sicuro nel mio nascondiglio appena in tempo prima che un uomo sulla quarantina si accostasse al nostro tavolo. Portava ben bilanciato in mano un vassoio d'argento con un raffinato servizio da tè in porcellana bianca insieme ad un piattino di biscotti ancora fumanti.
"Signorina, spero voglia perdonare quel povero stupido di mio figlio. Le stiamo pulendo il cappotto e ci siamo permessi di aggiungere dei biscotti al suo tè." usando la mano libera sistemò tazza e piattino in fronte a Ladybug, posò la teiera e vi immerse un infusore pieno di foglie di tè e scorze di bergamotto.
"Non si preoccupi. Non è accaduto nulla che una buona tazza di tè non possa risolvere."
"Non potreste trovarmi più d'accordo. Ci tengo lo stesso a finché quell'incompetente si scusi di nuovo..." detto ciò si voltò verso il ragazzo e lo richiamò con un brusco cenno del capo.
"Davvero, non è nulla di cui..."
Il ragazzo si accostò al tavolo a testa bassa e si inchinò con una mano poggiata sul cuore "Sono davvero spiacente di averle rovinato la giornata, signorina."
"Non ti preoccupare, non si può rovinare una giornata che è già guasta."
"Cosa potrebbe essere capitato ad una signorina così incantevole come voi da guastarvi la giornata?" domandò cortesemente il padre.
"Sto cercando un lavoro come cantante ma nessuno sembra aver bisogno."
"Nessuno che ha bisogno di una cantante? Soprattutto di una con il vostro piacevole accento? Da dove venite, se posso domandare. Spagna? Portogallo, forse?"
"Da quelle parti, sì."
Il voltò del ragazzo si corrucciò in un espressione pensosa. "Chi viene in America per cercare nuove occasioni non dovrebbe vedersi le porte chiuse in faccia. Papà, non conosci nessuno che potrebbe aiutare?"
"Beh..." il padre estrasse un taccuino e una penna da un taschino e iniziò a scribacchiare "So che in questo posto cercano una nuova corista. Non sarà tanto ma ti pagherà da vivere. Presentati al padrone del Club dicendo che ti mandano dal Secret Garden. Siamo amici da tempo, ti tratterà come si deve."
Porse il foglietto strappato a Ladybug che lo prese con una mano titubante. "Vi ringrazio dal profondo del cuore. Non saprò mai come sdebitarmi."
"Se qualcuno non mi avesse aiutato quando arrivai in America anni fa ora vivremmo sotto un ponte!" esclamò l'uomo con una risata compiaciuta "Aiutare gli altri mi aiuterà a saldare il mio debito. Devo andare ora. Avanti ragazzo, torniamo al lavoro e lasciamo la signorina al suo tè."
L'uomo marciò via con passo deciso mentre il ragazzo rimase ancora un istante a fissare Ladybug con gli occhi che brillavano. Quando lei incrociò il suo sguardo e gli sorrise un accenno di rosso gli tinse le guance.
"Vado...vado a vedere se il vostro soprabito è pronto. Se avete bisogno, chiamatemi." mormorò allontanandosi a testa bassa.
"È carino." tubai facendo capolino. "Mi sa anche che gli piaci!"
Ladybug infilò un paio di biscotti nella borsetta e io mi ci gettai dentro ignorando i suoi brontolii infastiditi.
Poche ore dopo Ladybug stava saltellando felice per strada un sorriso entusiasta stampato in faccia.
"Sei proprio felice che ti abbia assunto, eh?"
"Dovrei passare dal Secret Garden a ringraziare. Senza la loro raccomandazione non mi avrebbero mai ingaggiata."
"Mi sembra un'ottima idea!"
Stavamo per svoltare nuovamente sulla Lenox quando una forte esplosione scosse l'aria. Ladybug si gettò contro il muro di un palazzo e si coprì la testa con le braccia, più per istinto che per reale necessità.
"Cos'è stato?" domandai volando oltre l'incrocio di fronte a noi per controllare la situazione.
All'orizzonte una spessa nuvola di fumo nero si alzava ad oscurare il cielo. Nei suoi recessi si potevano scorgere alte fiamme serpeggiare e urlare.
"Dobbiamo andare a dare una mano!" esclamò Ladybug correndomi in contro. "TIKKI, SPOTS ON!"
L'attimo successivo stavamo volando per le strade di New York saltando da un tetto all'altro, così veloci da far girare la testa. Qualcuno a terra ci indicò e urlò parole inconsistenti ma non c'era tempo di fermarsi a rassicurare chi fuggiva alla nostra vista: sembravano più spaventati da noi che dall'esplosione.
Arrivate su uno dei tetti accanto all'edificio esploso ci nascondemmo dietro ad un comignolo per proteggerci dalle nuvole di fumo e poter osservare la situazione.
L'epicentro dell'esplosione era proprio dall'altro lato della strada dove una volta si ergeva un'adorabile palazzo a due piani. Una figura ammantata di fiamme camminava tra i detriti ridendo compiaciuta. Uno strano uccello di fuoco gli si agitava intorno elegantemente.
"Cos'è quella cosa?" sussurrò Ladybug sporgendosi di più dal suo nascondiglio.
"Quello è l'akuma che mi ha dato così tanti problemi di recente." esclamò Black Cat comparendole alle spalle. "Spaventoso non è vero?"
"Dobbiamo intervenire in fretta prima che faccia altri danni. Cosa mi sai dire su di lui?"
"Non molto." ammise Black Cat iniziando ad arrotolarsi le maniche della camicia con le mani guantate. Il suo costume era composto da una camicia nera di cotone, gilet a coste, pantaloni eleganti e un fiammante paio di scarpe bianche e nere. Una cintura nera gli attraversava il petto alla quale portava appeso il bastone color argento. La lunga coda gli si agitava intorno ai piedi come un serpente. "Usa esplosioni e fiamme sia come armi che scudi. Non sono mai riuscito ad avvicinarmi troppo, mi sono sempre limitato a spegnerlo come si spegnerebbe una candela."
"Cosa succede quando spegni le fiamme che lo circondano."
"Si alza tanto fumo..." disse storcendo il naso. "Si sente puzza di bruciato per chilometri e quel disgraziato scompare nel nulla."
"Non sei mai riuscito a capire dove si nasconde il vero akuma?"
"Credo che sia in quel libro che gli svolazza intorno." disse puntando l'uccello di fuoco. "Lo sfoglia sempre prima di ogni attacco."
"Sei mai riuscito a spegnere le fiamme del libro?"
"Quando spegni le fiamme dell'akuma si spengono anche quelle del libro ma, come ti ho già detto, nel momento in cui li spegni spariscono."
"Allora facciamo in modo di bloccarli." Ladybug lanciò lo yo-yo avvolgendolo intorno ad un mozzicone di palazzo. "Sei pronto?"
"Ti seguo."
Insieme saltarono giù dal palazzo e atterrarono di fronte al mostro che si stava ancora guardando intorno alla ricerca di altro da distruggere.
"Fermati dove sei!" gli intimò Ladybug puntandogli contro un dito. "Perché dovresti distrugger-"
Non fece in tempo a finire la frase perché, con un urlo simile al ruggire del fuoco, il mostro le si lanciò contro correndo a quattro zampe come un cane. Ladybug saltò di lato evitando l'attacco; le fiamme emesse dal corpo dell'akuma le lambirono l'orlo del vestito con uno sfrigolio.
Black Cat si frappose tra di lei e l'akuma con il bastone ben stretto in mano. "Non serve parlargli. Ho già provato."
"Allora lasciamo perdere le parole!" Ladybug lanciò il proprio yoyo contro il nemico avviluppandolo in un bozzolo di fili. "Come te la cavi a baseball, Black?"
Black Cat sollevò il bastone impugnandolo come una mazza "Sono un campione, mia coccinella."
"Mostrami il tuo miglior fuoricampo allora!" con uno strattone tirò il cavo verso di sé svolgendolo dal corpo infiammato dell'akuma che volò verso Black Cat il quale lo rispedì lontano con un poderoso colpo di bastone sulle costole.
"Bel colpo." ridacchiò Ladybug riavvolgendo lo yoyo.
"Ho molti talenti nascosti." si pavoneggiò Black Cat posandosi il bastone su una spalla con far da sbruffone.
Il mostro andò a colpire fragorosamente un palazzo vicino alzando un polverone di calcinacci bianchi che si andò a mescolare al fumo nero dell'incendio. Rimettendosi in piedi urlò a pieni polmoni, gli occhi illuminati di penetrante luce rossa.
"Lo abbiamo fatto arrabbiare."
Estendendo una mano richiamò a se il libro avvolto di fiamme; con uno sfarfallare le pagine iniziarono a girarsi da sole come impazzite e quando si fermarono una violenta esplosione mandò in frantumi il terreno sotto i piedi di Ladybug e Black Cat. I due atterrarono malamente sull'asfalto della strada rotolando senza controllo. Quando si rialzarono erano più doloranti di prima ma questo non li avrebbe certo fermati.
Tornarono all'attacco caricando da due lati differenti nella speranza di riuscire a metterlo in difficoltà, ma quello schivava ogni loro attacco e li respingeva con altrettanta caparbietà con la quale loro lo attaccavano.
Ritirandosi per un momento a riprendere fiato si sistemarono l'uno accanto all'altra in posizione difensiva.
"Così non andiamo da nessuna parte." ingiunse Ladybug tra un respiro pesante e l'altro. "Non possiamo intrappolare lui, è troppo pericoloso. Dobbiamo concentrarci sul libro."
"Hai qualche idea?" domandò Black Cat lanciandole un'occhiata interrogativa.
"Potrei provare ad usare il Lucky Charm. Mi devi coprire però."
"Lascia fare a me!" con un urlo combattivo Black Cat si lanciò contro l'akuma che rispose con un urlo altrettanto indomito.
"Bene... Non l'ho mai fatto prima. Speriamo di riuscirci." Ladybug lanciò lo yoyo verso l'alto e urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni "LUCKY CHARM!"
Dal cielo le piovve in mano una piccola fionda di legno colorata come una coccinella.
"Questo è quello che fa il Lucky Charm?!" si domandò sconvolta. "Pensavo fosse qualcosa di meglio!"
Nello stesso momento Black Cat venne rilanciato indietro da un'esplosione ed atterrò ai piedi di Ladybug.
"Fatto?" domandò con espressione speranzosa mentre lei gli mostrava la piccola fionda. "COSA?! Il tuo potere è creare giocattoli? Come può aiutarci quella cosetta?"
"Non lo so ma spero di scoprirlo presto!"
Con un ruggito l'akuma si gettò contro i due che si dispersero in differenti direzioni. Ladybug atterrò sul tetto di un palazzo vicino ed iniziò a guardarsi intorno presa dal panico.
"Andiamo, andiamo. Dovrò pur poterci fare qualcosa!"
L'occhio le cadde su una torre di barili d'acciaio impilati vicini ad un cantiere non molto lontano. I barili erano tenuti in posizione da una struttura di assi di legno ma senza di quelli erano così precari da poter essere fatti cadere...
"Con un sasso!" afferrò un pezzo di calcinaccio dal tetto e lo inforcò sull'elastico della fionda. "BLACK! Black!"
Black Cat stava già correndo nella sua direzione tallonato da vicino dal mostro e dalla sua coda di fiamme. Quando si sentì chiamare alzò lo sguardo e si stupì nel vedere Ladybug che si sbracciava.
"Distruggi le assi che tengono ferme quelle botti!" gli urlò lei a pieni polmoni iniziando a tendere la fionda e prendendo la mira.
"Hai chiesto al gatto giusto. Distruggere è la mia specialità." una folta nebbia nera gli si materializzò intorno a una mano "CATACLISM!"
Quando passò le unghie sul legno le assi si disintegrarono in polvere.
"Continua a tenerlo distratto ora!" urlò di nuovo Ladybug.
"Non avevo comunque intenzione di rimanere qui!" detto questo Black Cat tornò a correre il più velocemente possibile sfuggendo per un pelo alle grinfie dell'akuma.
Ladybug non si fece distrarre e, proprio mentre il mostro passava accanto alla pila di bidoni, lasciò partire il pezzo di calcinaccio dalla fionda che cozzò contro di essi facendoli traballare e cadere verso la strada. Quello in cima alla pila piovve verso l'akuma ribaltandosi e atterrando esattamente sopra al libro volante, intrappolandolo al suo interno.
"Non posso credere che abbia funzionato!" esclamò Ladybug saltando giù dal palazzo.
L'akuma si voltò a guardare il bidone e furibondo vi si tuffo incontro. Black Cat però riuscì ad intercettarlo e a fargli uno sgambetto che lo mandò ruzzoloni in terra. Prima ancora di potersi alzare le fiamme del suo corpo iniziarono ad affievolirsi lasciando intravedere il corpo dell'uomo nascosto sotto il fuoco.
"Il libro brucia con così tanta forza che consumerà subito l'ossigeno del bidone." spiegò Ladybug avvicinandosi a Black Cat che ancora fissava incredulo la scena "Se non c'è ossigeno le fiamme si spengono."
"Non posso credere che abbia funzionato..." sussurrò Black Cat fissando l'akuma che lentamente riprendeva completamente forma umana: senza fiamme a proteggerlo il malcapitato non faceva più così tanta paura.
"Dobbiamo distruggere il libro, presto." i due si tuffarono sul bidone e mentre uno lo sollevava cautamente l'altra si preparava a catturare il libro volante.
Quando questo tentò di sgusciare fuori dall'apertura creata creata da Black Cat, Ladybug lo afferrò al volo e lo strappò in due.
Con un urlo l'uomo riverso a terra tentò nuovamente di allungarsi verso il libro ma, senza più forze, riuscì a malapena ad alzarsi da terra.
Ladybug rimase a fissare i due monconi di libro contrariata. "Non è uscito nulla..." sussurrò più a se stessa che agli altri.
"Cosa?" domandò Black Cat prendendole uno dei due monconi di mano.
"Non è uscito nulla. Rompere l'oggetto che contiene l'akuma dovrebbe liberarlo così da poterlo purificare. Ma se nulla ne esce..."
"Siete due idioti!" esclamò l'uomo riverso a terra tirandosi a fatica in piedi. "Non potete vincere. Non potete fermarci."
Detto questo si diede ad una fuga disordinata e barcollante per le vie ora vuote di New York.
"Beh, almeno ora ci siamo liberati del cerino con le gambe. Non male come prima missione in coppia."
"Sì, non male..." Ladybug non riusciva a staccare gli occhi dal suo pezzo di libro. Continuava a sfogliarlo nel tentativo di liberare l'akuma.
Black Cat iniziò a giocare con il suo pezzo di libro. "Cosa ti preoccupa così tanto?"
"Non capisco. Tikki mi ha spiegato nei particolari cosa sarebbe dovuto succedere e ..."
Nello stesso momento sia gli orecchini di Ladybug che l'anello di Black Cat iniziarono a lampeggiare.
"Suppongo non ci sia tempo per discuterne. Porta con te una metà del libro. Io prendo l'altra."
"Giusto! Quasi mi dimenticavo!" lanciando la fionda in aria Ladybug liberò uno sciame scintillante di piccole coccinelle che, volando a destra e a sinistri, cancellarono completamente i segni del combattimento dalle strade.
"Wow..." commentò Black Cat pieno d'ammirazione. "Così è questo che succede quando usi i tuoi poteri."
"A quanto pare." con un'altro BIP il penultimo pois sugli orecchini di Ladybug scomparve nel nulla. "Devo proprio andare. Se dovessi scoprire qualcosa come faccio a contattarti?"
"Non ti preoccupare..." Black Cat si infilò il libro sotto braccio e si inchinò a Ladybug "So sempre quando una così incantevole ragazza mi cerca. Verrò io da te."
"Cascamorto." detto questo Ladybug si diede alla corsa fino ad andare a nascondersi in un vicolo secondario.
"Solo con te." sussurrò Black Cat alla schiena di Ladybug mentre lei si allontanava e oramai non poteva più sentirlo.
Una volta al riparo dell'ombra dei palazzi la trasformazione di Ladybug arrivò alla sua fine e lei tornò nei suoi abiti comuni.
"Questo è strano..." commentai andando ad appoggiarmi esausta nella borsetta. "Non ho mai visto un akuma comportarsi così."
"Non saprei cosa dirti, Tikki." rallentando si incanalò nel traffico di passanti spaesati della strada successiva.
Tutti indicavano il punto dove pochi secondi prima le volute di fumo tingevano il cielo e ognuno tentava di dare una spiegazione alla sua sparizione.
Senza perdere tempo Ladybug si avviò velocemente fino a casa e non si concesse di fermarsi fino a quando la porta dell'appartamento non fu solidamente chiusa alle sue spalle.
Si tolse il soprabito e lo gettò sopra l'unica sedia, calciò via le scarpe e si accasciò stremata a terra, il moncone del libro ancora stretto in mano.
Io volai fino alla credenza dove il giorno prima avevamo lasciato qualche biscotto secco che ci era avanzato dal viaggio in nave e mi misi a mangiucchiarli anche se, devo ammettere, il sapore non era proprio dei migliori.
"È solo primo pomeriggio e sono già stanchissima..." si lamentò scostandosi i capelli dalla fronte. "Quanto vorrei poter dormire un po'."
"Non possiamo metterci a dormire ora." la redarguii "Se vogliamo scoprire cosa nasconde quel libro dobbiamo iniziare a lavorarci subito."
"Hai ragione..." rassegnata si alzò da terra e venne a sedersi al tavolo accanto a me.
Recuperò un taccuino dalla valigia ancora fatta abbandonata lì vicino e una matita.
Iniziò a rigirarsi il libro in mano annotando tutti i particolari che poteva notare: copertina e costa ricoperti da tessuto nero, una maschera terrificante dipinta all'interno della copertina, il titolo "I fuochi dell'Eden", il contenuto null'altro che una raccolta di poesie scadenti scritte da un piromane tutte volte all'esaltazione della fiamma e della sua potenza...
"Non ci capisco nulla. Sembra uno scadente ma normale libro."
"Non possiamo arrenderci così in fretta..." mi accostai alla sua mano e mi misi a leggere una delle poesie. "Forse c'è una chiave scritta all'interno, crittografata, che libererà l'akuma se la troviamo. Temo però sia un'ipotesi improbabile. Non l'ho mai visto fare. O magari il testo contiene un incantesimo che spieghi come quell'uomo si sia potuto trasformare in un simile mostro..."
"Potrebbe non essere un akuma, allora?" mi domandò preoccupata.
"Se nessun akuma è uscito quando hai spezzato in due il libro sono quasi del tutto sicura che non lo sia. Non lo escluderei a priori però..."
"Cosa potrebbe essere allora?"
"A questo mondo esistono molti tipi di magia. Senza un indizio non posso dirti cosa sia di preciso, né tanto meno osare fare ipotesi..." le spiegai senza togliere gli occhi dal testo di una delle poesie.
"Deve essere una magia crudele. Questo non ti aiuta?"
"La magia non è crudele, come non è buona. Tutto sta nell'uso che se ne fa." mi voltai a guardare in faccia Ladybug felice di poterle insegnare qualcosa di nuovo. "Anche tu potresti usare i poteri di Ladybug per fare del male. È la persona che utilizza gli incantesimi che è cattiva o meno."
"Allora neanche questo ci aiuta..."
"No purtroppo."
"Sarà una lunga serata." si lamentò Ladybug tornando a scribacchiare sui fogli pienamente concentrata.
Non ci alzammo dal tavolo fino a quando Ladybug si addormentò appoggiata ad una mano e la dovetti praticamente spingere a letto. Dopo averle rimboccato le coperte sulle spalle tornai a studiare il libro da sola alla luce dei lampioni che filtrava dalla finestra.
Buonasera!
Che dire, sono finalmente riuscita a scrivere questo capitolo! Tra il lavoro e la mia incredibile capacità di scrivere tutto tranne quello che dovrei mi è servito un sacco di tempo. Però ho già pronti altri tre capitoli in pratica (il terzo, il quinto e probabilmente l'ottavo) il che è una buona cosa! Mi sono anche persa a scrivere un sacco di fluff senza scopo preciso. Semplicemente ne avevo bisogno.
Sto inoltre progettando di mettermi a tradurre questa ff in inglese per poterla postare anche altrove... chissà quanto tempo ci vorrà!
Grazie a tutti quelli che hanno letto questo capitolo, che hanno aggiunto alle preferite questa storia anche se siamo solo all'inizio, a chi ha commentato e a chi la sta seguendo. Rendete la mia giornata migliore!
Ci rileggiamo presto!
Tsu-chan
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