Alberi

di piccolimarcoakajohn
(/viewuser.php?uid=188376)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01. Edera ***
Capitolo 2: *** 02. Il maggiociondolo ***
Capitolo 3: *** 03. Il nocciolo ***
Capitolo 4: *** 04.Lo spino di cristo ***
Capitolo 5: *** Prologo ***



Capitolo 1
*** 01. Edera ***


Striscia e si aggrappa in cerca del più intenso raggio di sole, l’edera velenosa.
Se il suo seme arriva nel bosco, attecchisce solo dove c’è insolubile malattia
o sfiancante ombra, inghiottendo, soffocando e liberando spazio a nuova vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 02. Il maggiociondolo ***


Se non è coperto dal fango, il giovane maggiociondolo velenoso si piega alle forti correnti del fiume;
ma se anche il vecchio tronco dovesse spezzarsi, certo questo non sarà un evento abbastanza grave
da rendere inevitabile e giustificata la rinuncia ad accogliere maggio con almeno un singolo giallo pendente
per singolo nuovo germoglio, e il modesto risultato farà impallidire tutte quelle spontanee
e prorompenti cascate offerte in giovinezza.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 03. Il nocciolo ***


In gruppi da due a sei crescono protetti e separati da verdi veli fragranti. 
Le foglie cascano per alleviare la loro caduta e infine le coprono nascondendole, mimetizzandole. 
Solo chi sa arriva a godere degli olii grassi di questo frutto, che frutto non è.
Nessuno conosce il nome dell’albero che per metonimia si fa riconoscere da ciò cui l’uomo è più grato. 
Come i frutti crescono in gruppi, così in gruppi partono da terra numerosi i tronchi del nocciolo.
A nessuno, se non all’arciere, viene in mente di abbattere i suoi grossi fusti.   
Se il bruco, il cervo o l’uomo non andasse a diradare i suoi teneri polloni, questo produrrebbe sempre
più semi sempre più piccoli e quindi più inatti a germinare. 
Se non fosse flessibile, il legno del nocciolo, presto cadrebbe a terra, spezzato dal vento raccolto dalle sue
larghe foglie e fitte fronde o dal peso dei suoi abbondanti e pesanti frutti; ma questo gli impedisce di sovrastare
gli altri in altezza, visto che tanto si aggrava quanto si flette.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 04.Lo spino di cristo ***


Cresce in fretta e per questo è difficile, quand'è verde, accorgersi delle sue spine,
se non inciampando dolorosamente su alcuni rami secchi, strappati a forza dal vento.
Cresce in fretta ma impiega molto tempo prima di poter fecondare il terreno.
Se proprio è incontenibile e la docilità dei vicini lo permette,
ecco dalle radici, appena appena sotto al filo d'erba, crescere un nuovo tronco,
certo indebolito perché subalterno e forse già da principio destinato a breve vita, 
ma comunque sempre di un clone si tratta e pochi tra i viventi lo sanno fare.
Al settimo anno un acceno d'infiorescenza, scialba e insifignicante se paragonata
alle vistose regine di maggio, eppure è l'inverno che lo vede protagonista.    
Quando oramai tutte le minuscole foglioline ingiallendo hanno coperto il terreno
ecco il nudo tronco sinuoso, ecco i rossi artigli, ecco i grossi gusci simili al fagiolo,
prima verdi e inconsistenti, poi rossi e fragranti, quindi neri e roboanti. 
Dello spin del Cristo sto parlando, di chi con poco riesce a farsi ricordare. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Prologo ***


Fiori
Dal letame nascono bei fiori
ma ce ne vuole di merda da spalare,
bisogna vedere se ne vale la pena … 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3437141