L'anima di una nazione

di Gwen Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ibeakan e Adara~ ***
Capitolo 2: *** Helga e Maria ~ ***
Capitolo 3: *** Yura e Zyanya ~ ***
Capitolo 4: *** Anselma e Diethelm ~ ***
Capitolo 5: *** Ngoc e Kanda~ ***
Capitolo 6: *** Mykola, Nadezhda e Mikita ~ ***
Capitolo 7: *** Gloria e Aranka ~ ***



Capitolo 1
*** Ibeakan e Adara~ ***


Ibeakan e Adara  ~

Ogni volta che Romano vede il daimon di Antonio non può fare a meno di pensare a quanto sia dannatamente ingombrante. Ibeakan, un toro dal lucido manto nero, passa a fatica dalle porte ed è una fortuna che le nazioni abbiano un raggio d'azione pari, se non superiore, a quello delle streghe.
Ibeakan mugghia, facendo ondeggiare la grossa testa sopra i cuscini del divano mentre Spagna litiga col telecomando per mettere la partita di calcio in HD.
"Da' qua, idiota!"
Romano gli strappa il telecomando dalle mani quando per la decima volta lo schermo si tinge di nero.  Adara, il suo daimon, una lupa grigia, salta con un balzo agile sulle ginocchia di Antonio per impedirgli di causare ulteriori danni alla televisione. Presta attenzione però a non farsi toccare dalla pelle nuda. Non è ancora pronta. Preferisce al massimo salire sulla schiena forte di Ibeakan, cosa che accade sempre quando Lovino dà in escandescenze e incolpa l'immancabile sfortuna perché la sua squadra del cuore ha perso.
Spagna non manca di dire le sue solite battute idiote, ripetendo che è il boss e che lo tirerà su di morale e altre - per Lovino - imbecillità simili. Tira un cuscino in faccia allo spagnolo, colpendolo sul naso con precisione millimetrica, poi rotola giù dal divano e se ne va masticando insulti, con le mani in tasca e il corpo teso in avanti. Adara rimane però indietro, accoccolata tra le zampe di Ibeakan e sono i momenti in cui il Sud Italia vorrebbe che la sua anima non fosse così esposta. Almeno potrebbe  mantenere intatta la facciata di rabbia che ha tanto cara. Invece non può impedire che Adara si esprima in un basso ringhio, quasi un principio d'ululato,  che poi è il suo modo di ridere, cosa che Antonio non manca di notare.
E, come sempre, da lì a finire tra le braccia del bastardo spagnolo il passo è breve.
 
Note
Se continuo a rimandare questa raccolta faccio in tempo a invecchiare di altri cinque anni … massì, buttiamoci.
Raccolta dove le Nazioni hanno un loro daimon che rappresenta l’identità nazionale, proprio come in “Queste oscure materie” i daimon sono l’anima delle persone. Di solito i daimon sono di sesso opposto alla persona, ma siccome ci sono personificazioni maschili con animali simbolo maschili (es: Spagna e i tori), sono stata più flessibile.
I daimon delle nazioni non si stabilizzano mai completamente, sebbene quando la nazione raggiunge l’età adulta scelgano una forma preferita, che non cambiano quasi più se non per necessità.
Aggiornamenti secondo l’ispirazione, ma in linea di massima ogni due/tre settimane.
Nel prossimo episodio: Germania e Italia. 

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Capitolo 2
*** Helga e Maria ~ ***


Helga e Maria ~
 
Germania si guarda attorno. Helga, il suo daimon - un’aquila reale - è appollaiata sulla spalla destra.
“Direi che è inutile continuare” commenta e Ludwig è costretto ad assentire: l’attenzione generale è scomparsa da un pezzo.
Terminato il meeting, il daimon non perde tempo a mutare in una forma meno ufficiale ma che gli è più congeniale, un pastore tedesco. Non è l’unico daimon a subire una metamorfosi. Zenaida, la leonessa di Inghilterra, diventa prima una volpe rossiccia che corre a rifugiarsi tra le gambe del suo umano e poi un pettirosso, al sicuro nella tasca della giacca di Arthur. Il tutto per fuggire a Corcoran, il gallo di Francis.
Ludwig sposta lo sguardo di mezzo metro giusto per vedere Italia che non manca di sbracciarsi per salutarlo. Il suo daimon, Maria, sta già strofinando il proprio naso con quello di Helga.
Maria è una lupa, appena più piccola e scura di Adara, e la gente si sorprende sempre nel vederla a fianco a Feliciano. Ludwig, tuttavia, che tra alti e bassi conosce Italia da cinquant’anni sa che oltre la facciata di allegria c’è un orgoglio mai sopito. Il daimon ne è prova. Ringhia di soddisfazione quando Feliciano si china a grattarla dietro le orecchie.
“Hanno aperto una nuova gelateria!” racconta l’italiano con gli occhi che brillano. “Ci andiamo? Per favore!”
La lupa fissa Helga con aria implorante.
“In effetti non è una cattiva idea” decreta il daimon-cane. E gelato sia.
Tempo una mezz’ora e Feliciano saltella allegro, con un cono al cioccolato che si scioglie tra le dita, sprizzando quel genere di contentezza contagiosa che spinge anche Helga a scodinzolare, almeno finché l’italiano non si volta. Allora il daimon di Ludwig torna a essere un’aquila - a volte un’orsa - di cui è più difficile leggere l’umore; ma Italia sa, perché il suo daimon-lupo, che si sta leccando una zampa, è sempre attenta e riferisce. Sa, eppure non dice nulla. Semplicemente guarda Helga e sorride.

Nel prossimo episodio: Canada, America e una partita di hockey

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Capitolo 3
*** Yura e Zyanya ~ ***


Yura e Zyanya ~

Quando hai come daimon un castoro la gente tende a non prenderti sul serio.
Cioè, Canada adora avere al suo fianco quella splendida creatura che è Yura – “la Bella” – ascoltare i suoi saggi consigli, sentire il costante battito della sua coda contro il terreno, che per Matthew è come il pulsare del proprio cuore.
Ci sono dei momenti, però, in cui Canada pensa che sarebbe assolutamente grandioso che i suoi capi decidessero di ampliare la lista degli animali nazionali per includere qualcosa di più minaccioso. Un orso bianco sarebbe perfetto.
Per ora i suddetti capi hanno fatto orecchie da mercante.
Nulla però vieta di mutare a proprio piacere la forma del daimon in occasioni non ufficiali, come le partite di hockey.
La passione viscerale che Canada ha per quello sport si manifesta in un tifo sfegatato di salti su e giù sul divano, con Yura che picchia forsennatamente la coda sul pavimento, tanto da far sobbalzare il bicchierone di coca cola poggiato poco distante. Canada è anche più eccitato di America, che si sbraccia al suo fianco.
L’atmosfera festosa è interrotta da un giocatore della squadra statunitense che compie un fallo molto pesante e altrettanto evidente. Le mani del canadese si chiudono a pugno mentre una serie di insulti sfugge dalle labbra.
Già bisogna preoccuparsi quando Matthew inizia ad imprecare. Se poi comincia ad imprecare in francese, allora è segno che bisogna allontanarsi con discrezione e il più velocemente possibile. Ma che America non sappia leggere l’atmosfera è ormai assodato e quindi non riesce a nascondere un certo compiacimento per l’azione di uno dei suoi giocatori. A Matthew non sfugge infatti quel lieve gonfiarsi orgoglioso di piume di Zyanya.
Alché si volta verso il fratello, con estrema lentezza e un sorriso preoccupante, mentre già Yura muta forma, perfettamente in sincronia con i suoi desideri, in un gigantesco orso bianco. Il ruggito fa tremare i vetri della casa e Canada si siede, soddisfatto.
Che Zyanya torni a essere un coniglietto spaventato non è uno spettacolo che si vede tutti i giorni.


Note: Sopravvissuta all’esame di Cultural Mediation, ecco il terzo capitolo della raccolta. Se non si fosse capito, America ha come daimon un’aquila dalla testa bianca (ovviamente). La forma a coniglietto era quella cha aveva da bambino. Nel prossimo episodio, Svizzera, Liechtenstein e le passeggiate sui monti.

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Capitolo 4
*** Anselma e Diethelm ~ ***


Anselma e Diethelm ~
 
Secondo Svizzera il mondo è pieno di pericoli, come non si stanca mai di ripetere alla giovane Liechtenstein. Se fossero in un altro universo forse Vash andrebbe in giro con una gamba di legno e un occhio magico color blu elettrico, a sbraitare “Vigilanza costante” a ogni pie’ sospinto.
“Fratellone, non era necessario” lo rimprovera gentilmente Liechtenstein, indicando il moschetto che Vash porta appeso sulla schiena.
“Ha ragione” fa eco Anselma il suo daimon, una capretta, prima di arrampicarsi agilmente lungo il sentiero di montagna. Del resto cosa mai potrebbe capitare di male in un luogo pacifico come quello? 
Di tutto.
Ci sono vipere, vespe, ortiche, camosci pronti a caricare chi li infastidisce, per non parlare delle frane improvvise e dei temporali imprevisti.
Ah, ci sono anche i rapaci. Vash solleva gli occhi verso il cielo per seguire un puntino che plana a cerchi concentrici e che ha la tutta l’aria di essere un’aquila: Svizzera non riesce a togliersi di testa l’impressione che l’uccello abbia scelto il daimon-lepre di Liechtenstein come proprio pranzo.
“Dov’è Diethelm? ”domanda con affanno, non appena si accorge della sua assenza
“È andato a controllare oltre la collina” risponde l’altra nazione con semplicità, col suo sorriso dolce e gli occhi intelligenti.
“Allora sar àmeglio raggiungerlo” suggerisce Svizzera, fingendo una tranquillità che non ha, mentre si affretta lungo il sentiero e se potesse si incollerebbe ad Anselma ed incollerebbe Diethelm a Liechtenstein. Così, tanto per stare tranquilli.
“Venite”
Da lontano giunge la voce trafelata del daimon di Lily, abbastanza da spingere Vash a correre lungo il pendio, ripetendosi che la gita in montagna è stata una pessima idea, immaginandosi già gli scenari peggiori.
Un fungo velenoso? Il morso di un serpente? L’antidoto funziona sui daimon, vero.
“Liech, stai bene?” domanda non appena raggiunge la sorella, afferrandola per le spalle. Lei annuisce, sorpresa ma calma.
“Diethelm ha trovato un edelweiss” risponde con semplicità.
“Oh, è una bellissima cosa.”
Non sta parlando del fiore, ma dell’espressione felice di Liechtenstein. E per vederla vale la pena affrontare la montagna e i suoi pericoli.


Note: Scusate il ritardo, ma l’ispirazione era momentaneamente scomparsa. Nel prossimo episodio: Vietnam e Thailandia.

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Capitolo 5
*** Ngoc e Kanda~ ***


Ngoc e Kanda~
 
Vietnam è contenta. Non sorride - per quanto Tailandia si sia sforzato di insegnarle come fare quella specifica espressione facciale, lei non ha mai imparato - però è contenta.
Il suo daimon che sguazza felice lo dimostra più di ogni parola e ogni sorriso.
è contenta per il sole d’estate, per la bava di vento che le scompiglia appena i capelli legati nella solita pratica coda, per l’acqua fresca del lago nel quale sta facendo dondolare le gambe.
Il qi-pao le protegge la testa, mentre il fedele remo è stato appoggiato all’interno della barca. Vietnam è brava a pagaiare, anche più brava di Tailandia, che ora sta pescando al suo fianco, la canna pigramente immersa nell’acqua, i gomiti poggiati sulle ginocchia, e un secchio di plastica pronto ad accogliere i pesci per la cena.
Vietnam è contenta e, anche se non sorride, non è difficile notarlo per un occhio attento. Verso riva, infatti, il suo daimon sta giocando con l’acqua in un caos di spruzzi che somigliano a una risata cristallina. Ngoc è una tigre, fiera e pericolosa, che nuota fino alla barca per strusciare la testa contro la mano della sua nazione; poi diventa un bufalo d’acqua, placido e possente, che muggisce felice per la ritrovata frescura.
Rappresenta bene l’animo della ragazza, la sua resistenza quanto la sua pericolosità.
Sono poche le persone che possono vedere il daimon di Vietnam in un simile stato di calma, che possono sentirlo ridere e scherzare, quando di solito sbuffa e mugghia in un avvertimento ambulante: lasciami sola.
Ngoc gioca col daimon di Tailandia, un elefante indiano come il simbolo del suo paese -Tailandia ha una passione quasi maniacale per quegli animali e rifiuta quasi sempre che Kanda assuma un’altra forma, non importa quanto la situazione lo richieda. Kanda tuffa la proboscide sotto la superficie del lago, aspira l’acqua e spruzza l’altro daimon, che finge di fuggire via, salvo poi tornare alla carica.
Ngoc è contento e così lo è anche Vietnam, con i daimon non puoi mentire. Puoi cercare di dissimulare il tuo stato d’animo, ma un daimon saprà sempre mostrare i tuoi pensieri e la tua vera natura.
Vietnam è contenta.
“Ehi, stai sorridendo!”

Note: Eeee, habebus capitolo. Tra gli ultimi esami, le vacanze di giugno e lo stage, sono indietrissimo sulla tabella di marcia. Spero di recuperare, se no ci vediamo a settembre (ma spero di riuscire a pubblicare qualcosa anche ad agosto).
Nel prossimo capitolo: Ucraina, Russia e Bielorussia.

 

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Capitolo 6
*** Mykola, Nadezhda e Mikita ~ ***


Mykola, Nadezhda e Mikita ~
 
Russia si ripete che potrebbe andare peggio, decisamente peggio. Si dice anche che le apparenze ingannano. Non necessariamente in questo ordine.
 
“Natasha” inizia e spera che le ore passate ad esercitarsi davanti allo specchio siano sufficienti per tenere i piedi ben ancorati al terreno e non fuggire a gambe levate davanti alla sorella. “Non vado da nessuna parte” continua. Niente da fare, Bielorussia lo conosce troppo bene e saprebbe fiutare una sua bugia a un chilometro di distanza. E come se non bastasse Ucraina le dà manforte. Ivan non ha ancora capito se la maggiore dei tre fratelli lo voglia soffocare di affetto, lasciando che la sua parte umana prevalga, o soffocare e basta, in linea col sentimento diffuso in buona parte del suo popolo.

 
È durato solo pochi secondi, ma non gli è sfuggito lo sguardo torvo con cui Ekaterina lo ha accolto, il suo bisonte europeo ben piantato al suo fianco; lo stesso che ora spinge contro Ivan. Mikita, il bisonte di Bielorussia, gli blocca ogni via di fuga dall’altro lato.

 
“Natasha, Katien’ka, sto soffocando. Non potete far cambiare forma ai vostri daimon, almeno?”

 
Vedrebbe bene Bielorussia con un corvo, il linea con l’ombra scura che la ragazza si porta costantemente appresso. Mentre per Ucraina sarebbe perfetta una mucca. O un bue, visto che Ekaterina è una ragazza. Sarebbero animali più tranquilli.

 
Anche se una volta una mucca lo ha ricorso fino a farlo piangere. Ovviamente si tratta di un’informazione top-secret e scoprila significherebbe per il malcapitato un viaggio di sola andata in una di quelle prigioni retaggio della Guerra Fredda di cui nemmeno i superiori di Ivan sono a conoscenza.

È stato secoli fa, quando era ancora un bambino che fuggiva dai Tartari, Polonia e Lituania erano i veri signori dell'Est Europa e America era lungi dall’essere una spina nel fianco perché semplicemente non era ancora nato.

 
Comunque, continua a ripetersi che potrebbe andare peggio, mentre i daimon delle sorelle gli stanno appiccicati e non sembrano essere interessati a schiodarsi. Nemmeno il tempo di formulare il pensiero che una scossa elettrica lo attraversa da capo a piedi. Voltarsi a fatica conferma solo i suoi sospetti e Ivan prega che il meeting sia breve, perché non sa quanto potrà sopportare le mani di Natasha e Ekaterina affondate nella morbida pelliccia di Nadezhda, la sua orsa, che ora trema come quando era solo il criceto che si portava appresso da bambino
.
 
Note: E, niente, ho deciso di riprendere in mano questa raccolta perché periodicamente mi devo re-infilare in questo fandom anche quando siamo rimasti in quattro gatti. 
Se non si fosse capito, questo capitolo mi ha causato non pochi problemi. Avrei potuto saltare a un altro gruppo e pensarci dopo, ma mia madre dice che ho un imperativo categorico peggio di quello kantiano, quindi era quello o quello. 
 
Ho passato troppi anni su tumblr, quindi temo di offendere qualcuno a ogni pie’ sospinto, ma ho cercato di mantenere un minimo di fedeltà storica e di mediare nel vecchio, caro dualismo umano-nazione.
Ah, a leggere bene il materiale canon, Ucraina ha anche lei il suo bel lato oscuro e inquietante. 
 
Prossimamente, la cara e vecchia PruHun. 

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Capitolo 7
*** Gloria e Aranka ~ ***


Gloria e Aranka ~
  
Con gli anni si impara a sopportare tutto. Questo pensa Elizavetha quando Gilbert le si pianta davanti con l’abituale prepotenza
e non si fa problemi a gridare “Una gara di daimon. La mia Gloria contro la tua Aranka. A te la scelta se aria o terra, mi sento magnanimo” ignorando di proposito i ringhi di avvertimento del daimon di Ungheria, cui è bastato un secondo per mutare in lupo grigio.

O forse si conoscono da troppi secoli perché la minaccia sia ancora valida. Aranka ringhia sempre in presenza di Prussia, ormai fa parte della loro routine al vetriolo, ma negli ultimi decenni va raramente oltre. Non sono più i tempi in cui erano pronti a cavarsi gli occhi a vicenda alla prima schermaglia.

“Aria. Vediamo se riesci a battermi con quel pulcino spelacchiato che ti ritrovi” Elizavetha accetta con un sorriso di sfida. Al suo volere Aranka torna a essere l’abituale falco nazionale, in un frullare di ali. Senza farle male, si appollaia ben saldo sulla sua spalla. La testolina gialla di Gloria spunta invece dal taschino di Gilbert, le piume appena arruffate.

Pensare che una volta era così imponente, una costante minaccia per Austria e Sieglinde, che porta ancora le cicatrici di tutte le volte che Gloria ha cercato di ucciderla in una furia di penne e artigli. Aquila reale contro aquila nera.

“Il mio daimon è perfettamente in grado di cavarsela, Liz.” C’è una punta di freddezza nella piccata replica di Gilbert. A Ungheria non sfugge però la smorfia di fatica mentre Gloria riassume l’aspetto e le dimensioni originarie. Le fa ombra per un momento prima di spiccare il volo seguita a ruota da Aranka. Come d’abitudine, Elizavetha ignora le battute sulla presunta inferiorità fisica del suo daimon. Le basta essere veloce e lei non ha eguali quanto si tratta di velocità né; in cielo Né in terra.
 
I fatti le danno ragione. La gara e la rivincita sono entrambe sue, quasi senza versare una goccia di sudore, quasi come ai cari e bei vecchi tempi. Gilbert può fingere arroganza quanto vuole, ma Ungheria ha imparato troppo bene a leggere il linguaggio di Gloria per non accorgersi di quanto l’umiliazione pesi a entrambi

Più tardi, di nuovo sola, con ancora la graffiante risata dell’uomo a torturarle le orecchie e la promessa che la volta successiva non sarà così fortunata, Elizavetha si volta verso Aranka e nel daimon rivede la sua preoccupazione.
“Hai notato?”
“Sì. Il loro raggio d’azione si è accorciato ancora dall’ultima volta.”


Note:Io vivo per il vecchio h/c che il pulcino di Gilbert sarebbe in realtà l’aquila prussiana ristretta.
Prossimo giro Cameroun e Seychelles.

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