Eccoti qui

di emma95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


“Eccoti qui dal sogno mio. Eccoti in mezzo ai fiori. Eccoti folle d’amore. Eccoti su di me. Eccoti in mezzo ai fiori…”
 
.Mango.
 
Novembre 2014

Bip…Bip…Bip-bip…bip
Caroline a quel fastidioso rumore non riuscì a soffocare un gemito infastidito. Allungò la mano  alla cieca per spegnere quel suono e dopo svariati tentativi, riuscì a schiacciare il pulsante Off e mettere finalmente a tacere quel ronzio. Apri gli occhi piano piano, cercando di abituarsi alla luce accecante che inondava la stanza. Ancora immersa nelle calde e pregiate lenzuola rosa pastello, uno dei suoi ultimi acquisti nelle sue sessione di shopping disperato, Caroline emise un lungo sospiro. La sveglia aveva interrotto un sogno fantastico. Aveva risalito con cura le scale sotto gli occhi ammirati di tutto il pubblico, e una volta sul palco una cascata di fili oro luccicanti l’aveva rapita mentre stringeva stretto al petto il premio Pulitzer, che aveva appena vinto. Caroline sbatté le palpebre e si libero dalla coltre di coperte, rimanendo comunque pigramente sdraiata sul materasso. La sua mente già completamente sveglia cominciò ad elaborare subito tutto quello che doveva fare quella mattina, una sorta di scaletta mentale.                                                         
Punto primo: alzati da quel letto e renditi possibilmente presentabile.                               
Punto secondo: fai colazione “occhio a rispettare la dieta sul frigo”  e leggi la posta.                                                                                                                                             
Punto terzo: trovati un uomooooo…..                                                                                            

Ok, forse il terzo punto era da cancellare…ma la sua mente, o meglio la sua irritante e quanto mai schietta vocina interiore esprimeva dopotutto solo quello che era un suo desiderio. Trovare un uomo e vincere il premio, ecco i suoi due sogni preferiti…magari sarebbe diventati realtà tutti e due! Con rinnovato ottimismo si alzò dal letto, gettando malamente le coperte da parte e stiracchiando le braccia e la schiena. Canticchiando un motivetto senza senso, si diresse verso il bagno, fortunatamente libero dato che Elena quella mattina era di turno in ospedale, pronta ad eseguire meticolosamente il suo trattamento di bellezza. Trattamento di bellezza da lei stessa pianificato e inventato alla brillante età di 14 anni. Doccia, scrub, ginnastica facciale, crema idratante, ecc. Un’ora più tardi una quanto mai splendida e radiosa Caroline Forbes sorseggia lentamente il suo thè caldo con una goccia di miele, seduta sullo sgabello della penisola mentre legge le mail che intasano la sua casella di posta. 96 nuove mail. Accidenti, oggi non avrà tempo da perdere. Dovrà rispondere a tutte. Caroline  si mordicchiò il labbro inferiore indecisa su quale aprire per prima, a caso cliccò sullo schermo. Il messaggio era di una certa April Young.

Mittente: April Young
Destinatario: La posta del cuore
Oggetto: Ho un disperato bisogno di aiuto!
Ciao direttore/direttrice della rubrica “La posta del cuore”,                                             
Sono April, una giovane studentessa di 24 anni. Studio psicologia, mi interessa molto il campo della psicologia anormale e tutti i relativi casi.  Studiando questa materia ho per così dire sviluppato una certa empatia verso gli altri, li ascolto e cerco di capirne i sentimenti. Ma il mio problema non è questo, o almeno non solo. Sono fidanzata con un uomo, Shane. Un tipo un po’ particolare ma mi ha corteggiata per tanto tempo e ora ne sono innamorata. Shane è da un po’ di tempo che è strano, vuole che lasci l’università, vuole sposarmi ma l’altro giorno ho scoperto che da qualche mese mi tradisce con la nostra vicina di casa, una ragazza di neanche 18 anni Davina. Io lo amo e la sua possessività mi piace ma sono disperata, se mi vuole perché va a letto con un’altra? Non so che fare, è forse colpa mia?, spero che lei possa aiutarmi.

Con affetto, una disperata April .
 
Caroline chiuse con un colpo secco il portatile. Con stizza gettò la scodella con ancora il thè, ormai freddo, nel lavandino. April si ritrovava in una brutta situazione. Il fidanzato la tradiva e lei se ne disperava dandosi addirittura la colpa. Era inaccettabile. Le parole di quella ragazza le ricordavano il brutto periodo che aveva passato lei stessa quasi un anno fa. Si, perché la qui presente Caroline Forbes, reginetta del ballo per due anni di seguito, capitano delle Cheerleader, presidentessa del Consiglio Studenti e di altri 15 gruppi minori, studentessa brillante –diplomata e laureata con il massimo dei voti- ben un anno prima era stata poco elegantemente scaricata dal suo amatissimo e storico fidanzato. Il suo primo e unico amore. Lui era stato il primo, il primo bacio, la prima volta, la sua prima cotta. Con lui, Caroline aveva pianificato tutto il suo futuro. Laurearsi, sposarsi nella chiesetta del loro paesino natale e fare due figli, un maschio Richard e una femmina Emily. Due bimbetti dai boccoli biondi e gli occhi scuri come il padre. Caroline aveva perfino già trovato la casa perfetta, leggermente fuori città, con il portico bianco, le aiuole fiorite, il dondolo…era tutto semplicemente fantastico ma poi come nel più banale dei film era rientrata a casa prima da loro e aveva trovato lui-il suo primo amore- avvinghiato ad una biondona tutta curve mezzi nudi nel letto. Il loro letto, quello che Caroline aveva personalmente scelto con i decori in ottone. Se ci ripensava adesso, a distanza le veniva quasi da ridere. Lui concentratissimo nello spogliare la biondona-la sua segretaria personale- non si era nemmeno accorto di lei e Caroline paralizzata li sulla porta. Non sapeva nemmeno lei con quale forza, ma aveva tirato fuori il cellulare e scattato una bella foto ricordo del momento e se ne era andata, il tutto senza disturbare i due amanti. Dopo il dolore, le lacrime e i pianti che erano susseguiti nei giorni successivi era emersa la rabbia e la voglia di vendetta. Memorabili erano stati i volantini sparsi per la città che lei aiutata dalle sue amiche aveva fatto e appeso. Sul parabrezza di ogni macchina di Atlanta, sui muri, nei negozi il volantino con la tanto bella foto e la scritta molto efficace “Sei solo un porco…” aveva riscosso un successo inaudito. Il suo ormai ex-fidanzato Tyler, si chiama così, furibondo l’aveva subito aggredita verbalmente e lei per tutta risposta si era portata via dalla “loro” casa tutto ciò che era suo! Memorabile era stato vedere lui gonfio e livido di rabbia cercare di staccare tutti i volantini. Cosa poteva mai consigliare ad April? Lascia il tuo fidanzato e fai anche tu dei volantini? Non poteva decidere per lei, dopotutto il tradimento di Tyler con la segretaria non era certo il primo che Caroline doveva sopportare. Quando si erano conosciuti al liceo, Tyler era il classico playboy e lei da giovane donna innamorata aveva letteralmente sorvolato su tutte le sue scappatelle ripetendo a sé stessa e tutti quelli che le andavano contro che alla fine Tyler tornava sempre e solo da lei. Sciocca e ingenua romantica. Quando avevano iniziato il College erano rimasti separati per mesi, lei ad Atlanta e lui a New York. Quella volta era stato lui stesso a confessarle di essersi invaghito di un’altra, una certa Hayley, una sensuale mora dagli occhi da gatta morta che Caroline aveva visto solo in foto. Ma anche quella volta, Caroline aveva chiuso gli occhi e aveva scusato il suo comportamento giustificandolo con la lontananza e aveva mantenuto vivo il loro rapporto, impegnandosi ad essere più presente, più bella e più disponibile. Caroline per difendere lui e il loro amore, aveva litigato con le sue amiche più e più volte. Sciocca e ingenua. Ma quando l’aveva visto con i suoi occhi mentre si faceva quella lì, era crollato tutto. I suoi piani, il suo futuro, la sua vita e il suo cuore si era spezzato. Solo l’amicizia l’aveva salvata, Elena e Bonnie non l’avrebbero mai abbandonata o tradita. Ecco perché dopo aver lasciato la casa in cui stava con Tyler, si era stabilita nell’appartamento di Elena. Caroline aveva anche lasciato il suo promettente lavoro di organizzatrice del personale nell’azienda di proprietà di Tyler e aveva finalmente coronato il suo vero sogno. Essere una giornalista!. Certo per ora si occupava solo di una rubrica minore in un giornale locale, “La posta del cuore” in cui doveva leggere e dispensare consigli sulle faccende di cuore, lei! Lei che aveva la vita sentimentale più piatta del pavimento! Eppure Caroline puntava più in alto, essere una giornalista da prima pagina ecco il suo sogno! E ci sarebbe riuscita! Per ora doveva accontentarsi della rubrica, non che le dispiacesse, ma lo stipendio non era proprio dei migliori e per arrotondare aiutava nel negozio di fiori della sua amica Bonnie. Non era la vita che aveva pianificato ma almeno era libera e indipendente, per la prima volta nella sua giovane vita non c’era un uomo al centro dei suoi pensieri, c’era lei e solo lei. Per la prima volta era lei la sua prima scelta. Caroline riaprì il computer e scrisse con rinnovato ottimismo la sua risposta.

Mittente: La posta del cuore
Destinatario: April Young
Oggetto: Non dimenticare te stessa!
 
Cara April,                                                                                                                               
L’amore e l’affetto che le tue parole trasmettono verso il tuo fidanzato è evidente. Un amore così è difficile da trovare e soprattutto da coltivare. Una soluzione per non spezzare il tuo cuore sarebbe parlare con lui e capire veramente i motivi del suo tradimento, anche solo per sapere cosa lo ha spinto. Tuttavia dipende da te, sei pronta ad accettare la sua risposta? Se tieni davvero a lui, parlaci ma devi ricordarti una cosa fondamentale. È naturale mettere al primo posto il tuo lui, ma non dimenticare te stessa! Tu sei importante e meriti di fare qualsiasi cosa desideri. Se il tuo sogno è diventare una psicologa ti consiglio di non gettare tutto potresti rimpiangerlo e nella vita è meglio avere rimorsi non rimpianti. Sperando che queste parole ti aiutino nella tua difficile situazione, ti auguro di realizzare i tuoi sogni.

A una April “spero” non più disperata.
 
Caroline inviò la mail e il solo pensiero di poter aiutare davvero quella ragazza la fece sorridere felice. Ottimismo e ottimismo ecco cosa serviva tutto qui pensò mentre apriva la mail successiva.
 
 
Febbraio 2015
 
“Non capisco perché questo lavoro non possano farlo loro!” disse con voce sdegnata Caroline.                                                                                                          
  Bonnie si voltò ad osservare l’amica e la vide molto concentrata a riporre con attenzione le rose nel loro vaso.                                                                                      
“Care…i fattorini consegnano e basta, non spetta a loro sistemare” la riprese gentilmente Bonnie.  Caroline non rispose continuando a sbuffare ogni tanto, cosa che fece ridere più volte Bonnie. La mora sapeva che l’amica era molto efficiente nel suo lavoro e che se dovevano organizzare qualche evento, nessuno meglio di Caroline Forbes riusciva a creare un capolavoro con i loro allestimenti floreali ma alcune volte il lato più bambinesco dell’amica riemergeva. Eppure anche se si lamentava, Bonnie non poteva fare a meno di notare come il negozio si riempisse di vitalità ed energia quando c’era Caroline e Bonnie adorava avere intorno Caroline, dopotutto erano amiche dai tempi dell’asilo. E le vere amicizie sorvolavano sui difetti per valorizzare l’affetto che li legava. Lei, Caroline ed Elena, il trio inseparabile!. Il campanello della porta suonò avvisando l’entrata di un cliente, Bonnie uscì dal magazzino sul retro per dirigersi verso il negozio. Due uomini si trovavano nel piccolo ma accogliente stabile. Bonnie non poté fare a meno di notare l’incredibile bellezza dei due. Uno, quello con i capelli scuri era impeccabile nel suo firmato abito di sartoria e la guardava con uno sguardo gentile, l’altro leggermente più basso e dai capelli biondi era più casual ma non meno attraente.
“Posso fare qualcosa per voi?” chiese gentile Bonnie riprendendosi dalla meravigliosa vista di quei due. Il moro elegante fece un passo avanti e prese la parola.
“Si, signorina. Siamo qui perché dobbiamo ordinare dei fiori per il matrimonio di nost…”
“Bonnie ho sistemato tutte le rose, meriterei un aumento solo per tutte le volte che mi sono punta!” la voce allegra e l’esuberante figura di Caroline riemersero dal magazzino e interruppero le parole dell’uomo. Caroline ovviamente non si era accorta dei due,  ma loro invece si.
“Spero non ti sia dissanguata, tesoro…” la voce roca e sensuale dell’uomo biondo rese finalmente consapevole Caroline della presenza di clienti e lanciando un sorrisino di scuse a Bonnie-il suo capo- si risolve, ignorando bellamente il biondo che aveva parlato, all’altro uomo.
“Scusate l’interruzione, cosa possiamo fare per voi?” chiese la bionda mettendosi di fianco a Bonnie dietro il banco rivolgendo un sorriso caloroso al moro, un sorriso quasi accecante. Il moro accettò le scuse con un sorrisino mentre Bonnie vide il biondo rimanere quasi imbambolato mentre osservava la sua amica. Ah! Qualcuno ha fatto colpo! Penso Bonnie. Ma d’altronde molti uomini rimanevano colpiti da Caroline, si ricordava perfettamente le occhiate insistenti che alcuni uomini le lanciavano quando passeggiava per strada, anche se lei nemmeno li degnava di uno sguardo. Caroline era sempre stata fedele a Tyler, forse anche troppo, pensò amaramente Bonnie.
“Si signorina, come stavo dicendo noi siamo qui perché tra qualche mese ci sarà il matrimonio di nostra sorella e lei ci ha incaricati di cercare la miglior fioreria della città e quindi…”
“Siete nel posto giusto!” concluse convinta Caroline mentre con abilità sorprendente entrava in modalità pazza e precisa organizzatrice.
Il biondo sorrise divertito e mise una mano sulla spalla del fratello.
“Non mi dire…” disse il biondo ghignando rivolgendosi a Caroline. Bonnie vide l’amica stringere gli occhi infastidita per poi rivolgere un sorriso falso all’uomo. Evidentemente a Caroline non piaceva quel tipo!  Bonnie si affrettò a stringere la mano intorno al gomito dell’amica per bloccare qualsiasi frecciatina al vetriolo. Con il sorriso sulle labbra, Bonnie si rivolse incoraggiante verso il moro pregandolo implicitamente di continuare il suo discorso. Il moro recepì il messaggio e lanciò un breve sguardo insofferente al fratello prima di parlare.
“Nostra sorella Rebekah ci ha indicato questa fioreria come la migliore nel campo di matrimoni e ci ha ordinato di venire qui oggi!”
“Abbiamo organizzato molti matrimoni ed altri eventi, siamo pronte ad affrontare qualsiasi cosa” disse Bonnie serena attirando anche gli assensi di Caroline che muoveva leggermente la testa bionda convinta.
“Il fatto è…” intervenne il biondo scrutando con gli occhi azzurri Bonnie “che nostra sorella ama fare le cose in grande, il matrimonio di Rebekah sarà l’evento dell’anno…sicuramente lo trasformerà in qualcosa di pacchiano e affollato!” concluse con fare saccente.
“Oh mio dio!”. L’esclamazione sorpresa che scappò dalla bocca di Caroline rese quella situazione già strana ancora più anomala. Caroline con le mani sulla bocca aperta in segno di evidente stupore e gli occhi dilatati quasi saltellava da un piede all’altro. Bonnie la fissava imbarazzata, il moro la fissava composto con un sopracciglio arcuato e il biondo la fissava ghignando divertito con gli occhi luminosi. “Voi siete i Mikaelson! Avevo letto del matrimonio di Rebekah Mikaelson…oddio è incredibile! Lei vuole i nostri fiori! Ahhh…Fantastico! Ho già alcune idee, qualcosa di favoloso e sicuramente all’altezza, certo mi servirebbe sapere qualche dettaglio in più, tipo i colori, il tema, le tovaglie, la location e…”
“Calma tesoro…” il biondo interruppe il discorso eccitato di Caroline alzando entrambe le mani in segno di resa. Caroline lo fissò meravigliata quasi non capisse perché aveva le mani alzate.
“Io sono Niklaus Mikaelson e lui è mio fratello Elijah” il biondo continuava a parlare in modo lento e semplice come se si stesse rivolgendo ad un bambino di due anni. Caroline l’osservò stranita. Chi si credeva di essere quel biondino dall’accento semplice?
“Senti è un piacere conoscervi, veramente” disse la bionda sbattendo le ciglia a Niklaus che sorrise automaticamente “Tuttavia per organizzare qualcosa servono dettagli e informazioni, quindi serve la futura sposa…”
“Non ti vado bene io, dolcezza?” chiese con una punta di sarcasmo Niklaus guadagnandosi un occhiata intransigente del fratello. Caroline sdegnata batté un piede per terra mentre con stizza metteva entrambe le mani sui fianchi.
“No tu non vai bene per niente” disse la bionda avvicinandosi a lui puntando un dito contro il suo petto.
“Nostra sorella ha solo delegato, ha avuto un imprevisto con il catering e quindi ci ha imposto di aiutarla” intervenne Elijah massaggiandosi i muscoli del collo quasi in imbarazzo.
“Oh, mi dispiace” disse Caroline abbandonando il tono infastidito e guardando sinceramente dispiaciuta il moro.
“Non preoccuparti amore, niente che non si possa risolvere con qualche centinaio di dollari…” disse Niklaus con un mezzo sorriso, a metà tra il sarcasmo e il divertimento.
“Non chiamarmi amore!” annunciò rigida Caroline.
“Dimmi il tuo nome, allora…” osservò sempre ghignando Niklaus avvicinandosi a lei. Caroline lo fissò ancora stupendosi di quegli occhi così azzurri. Intanto senza che i due se ne accorgessero Elijah si era avvicinato a Bonnie e le aveva passato un biglietto.
“Le tue tecniche di corteggiamento sono veramente scadenti” disse Caroline portandosi con una mossa studiata i capelli dietro le spalle “dovresti aggiornare il tuo repertorio … comunque sono Caroline” concluse ridendo leggermente.
Niklaus l’osservò immobile per qualche secondo. Meravigliosa, pensò.
“Non dici niente?” chiese confusa inclinando la testa di lato.
“Credimi le mie tecniche sono verificate, so essere estremamente affascinante quando mi impegno.” Ribatté divertito.
Caroline lo fissò esasperata ma prima che potesse rispondergli a tono il fratello di lui, mise una mano sulla spalla del fratello e con tono galante si rivolse a Caroline.
“Ora dobbiamo andare, ho lasciato il numero di telefono di Rebekah anche se vi contatterà lei il prima possibile, ne sono sicuro. Andiamo, fratello…” disse Elijah forzando lievemente la presa su Niklaus. Quest’ultimo gli lanciò uno sguardo astioso prima di voltarsi verso la porta. Elijah usci per primo e Niklaus lo seguì ma appena aperta la porta si voltò verso Caroline che ancora lo osservava e con un sorriso tutt’altro che casto disse:
“Ci vediamo presto Caroline…”
Il modo in cui pronunciò il suo nome, l’accento e la malizia intrise in quel nome che le avevano dato i suoi genitori provocò un brivido caldo lungo la schiena di Caroline. Un brivido di piacere.
 
Marzo 2015
 
“Che cosa ne pensi?” domandò Steven, fermo in mezzo al soggiorno del suo nuovo appartamento. Era al quinto piano di un palazzo storico, situato nel centro città.
“è molto carino” convenne Caroline sentendosi a disagio. L’arredamento non era  di certo lussuoso, però era molto confortevole e tutte le cose di Steven arredavano la casa. Quell’appartamento comunicava una sensazione di calore, con i suoi colori pastello, i tappeti indiani e i mobili vintage.
Steven le rivolse un sorriso di scuse.
“Lo so che non è come la vecchia casa, quella mia e di tuo padre, ma…mi sentivo morire là dentro…io… troppi ricordi di tuo padre, io dovevo andarmene, io io…” le parole vennero soffocate dai singhiozzi muti dell’uomo. Caroline lo abbracciò di slancio e con affetto.
“Hai fatto bene, tutti noi dobbiamo andare avanti…” disse dolcemente lei prendendo il viso dell’uomo tra le mani “Non devi rimuginarci sopra, capito?” chiese in una domanda retorica lei mentre Steven si asciugava in fretta gli occhi bagnati e con passo svelto entrava nella stanza adiacente al soggiorno. Caroline rimasta sola si guardò attorno spaesata, non riconobbe tra gli oggetti di Steven niente che potesse anche solo ricordare suo padre. Nessuna traccia di lui, un pegno, una foto niente in vista…forse Steven non aveva avuto il coraggio di metterlo così in bella mostra. Il ricordo di suo padre faceva ancora troppo male non solo a lei ma anche a lui. William “Bill” Forbes era  morto quasi un anno prima in un banale incidente stradale. Una sera mentre l’uomo stava tornando a casa contemporaneamente un camionista assonato era alla guida del suo camion. Un momento di sonno e il camion aveva invaso la corsia opposta travolgendo l’auto di suo padre. Bill era morto sul colpo a nulla erano serviti i soccorsi e la corsa all’ospedale, era troppo tardi. La morte di suo padre aveva scatenato in lei emozioni strane, dopo lo shock era arrivata solo la rabbia. Rabbia verso suo padre. Rabbia perché era la seconda volta che l’abbandonava senza spiegazioni. Quando Caroline aveva solo otto anni, suo padre se ne era andato di casa lasciando la moglie e la figlia per vivere con il suo ‘nuovo’ fidanzato Steven, a nulla erano servite le suppliche e i pianti scomposti di lei bambina. Lui l’aveva lasciata senza ripensamenti. I rapporti tra di loro si erano notevolmente raffreddati, solo qualche lettera o chiamata per Natale o per il suo compleanno, nient’altro ma d’altronde Caroline era la prima a non volergli parlare e poi  lei odiava Steven all’epoca. Solo crescendo si era accorta dell’enorme vuoto che la mancanza di suo padre aveva lasciato in lei e dopo mesi si sofferenza armata di coraggio e una buona dose di umiltà aveva attraversato il paese per incontrarlo, per vedere suo padre nella sua nuova vita insieme a Steven. Ovviamente non era stato semplice, troppi rancori e rimorsi all’inizio ma poi tutto si era risolto. Lui si era scusato per averla abbandonata e lei aveva capito la sua scelta. Suo padre si era innamorato e lei voleva bene a suo padre quindi doveva accettare anche Steven. Incredibilmente dopo numerose cene lei e Steven aveva stretto un buon rapporto passando dalla finta cortesia alla piacevole visita. Caroline sorrise, Steven oggi era quasi un secondo padre per lei.
“Sono contento che tu sia venuta a trovarmi nella mia nuova casa” disse Steven rientrando nella stanza con due tazze fumanti. Thè. Ne porse una a Caroline e entrambi si sedettero sul divano. “Era ora, oserei dire…” continuò lui guardandola malizioso.
“Sono stata molto impegnata, tra la rubrica, il negozio…” rispose vaga.
“Certo, certo… e tra i vari spasimanti, non è vero?” chiese sempre più malizioso, scoppiando poi a ridere difronte l’espressione scandalizzata della ragazza.
“Ma cosa dici!” esclamò oltraggiata
“Oh andiamo, siamo tra amici…ti puoi confidare!” disse lui bevendo un sorso dalla tazza “Allora, come va la vita sessuale?”
Caroline balzò in piedi rischiando di rovesciare il thè.
“Non ho intenzione di parlarne con te!” disse “è imbarazzante….” Continuò con voce petulante la ragazza.
“Okok…” si scusò sempre ridendo Steven “Mi aiuti con gli ultimi scatoloni, cara?” chiese all’improvviso.
Caroline sorrise calorosa e felice del cambiamento di discorso, batté le mani entusiasta. Aiutare Steven con gli scatoloni era senz’altro meglio che parlare della sua inesistente vita amorosa. Con rinnovato ottimismo apri una delle scatole pronta a tuffarsi in quel lavoro che le avrebbe senz’altro occupato la mente.
 
 

Buon pomeriggio a tutti!
Sono nuova e questa è in assoluto la mia primissima storia, ovviamente Klaroline (coppia che adoro non poco)!! Damon/Elena come coppia secondaria. Sarà all’incirca di cinque/sei capitoli, non di più … e come avete intuito è costruita su salti temporali (i vari mesi). Se ci sono errori perdonatemi sono ovviamente involontari! Spero vi piaccia e se vi va lasciate una recensione! Sia positiva che negativa, basta sapere se a qualcuno interessa la storia :)
A presto!

Emma95

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


“Eccoti qui dal sogno mio. Eccoti in mezzo ai fiori. Eccoti folle d’amore. Eccoti su di me. Eccoti in mezzo ai fiori…”
 
.Mango.
 

Aprile 2015
 
Pane. Salsa. Pane. Oliva. Stuzzicadenti. Questa era la catena di montaggio dei famigerati stuzzichini alla ‘Gilbert’, un’antica ricetta di famiglia scovata neanche una settimana prima su Google da Elena. Caroline soddisfatta rimirò il vassoio pieno e la sua vocina interiore quasi si congratulò per il suo eccellente lavoro, ma d’altronde era una cosa naturale per lei.
“Ragazze siete meravigliose, non so proprio come avrei fatto senza di voi…” la voce bonaria della già citata Elena Gilbert raggiunse le due amiche indaffarate nell’ampia cucina. Caroline si sbilanciò e osservò il vassoio riempito da Bonnie, gli stuzzichini era tutti diversi e informi, la salsa colava per le parti sporcando il vassoio. Erano un obbrobrio. Caroline li squadrò ostile, il primo istinto fu quello di prenderli e gettarli nel cestino ma l’arrivo dell’uomo di casa frenò la sua azione.
“Amore, Ric e Enzo vogliono sapere se ci sarà abbastanza da bere sta sera…” disse il padrone di casa. Il famigerato e dalla dubbia fama Damon Salvatore. Caroline ancora si stupiva di come Elena fra tutti gli uomini al mondo potesse stare con un tale idiota. E pensare che la prima volta che si erano incontrati, in bar in centro durante il  ventiquattresimo compleanno di Caroline, Elena aveva platealmente rovesciato il suo drink in faccia a Damon. Una scena esilarante, la faccia furiosa di lui, che per la prima volta nella sua vita da dongiovanni veniva prima rifiutato e poi umiliato. Caroline di certo non avrebbe mai immaginato che tra il signore delle “una botta e via” e la sua amica “voglio una famiglia” potesse nascere una storia seria e soprattutto duratura, invece Elena e Damon stavano insieme da tre anni esatti. Tra alti e bassi, momenti no, la morte dei genitori di Elena e qualche litigio, la loro relazione era cresciuta e maturata. Elena era riuscita ad incastrarlo e Damon era stato felicissimo di essere incastrato da lei. Il loro amore era evidente, Caroline sentiva un lieve accenno di invidia verso l’amica, non per il fidanzato, sia chiaro ma perché anche lei aveva sempre desiderato avere un uomo così attento accanto. Damon si occupava di Elena, lei era il suo primo pensiero sempre. Elena aveva confidato a Caroline che una volta mentre i due erano a letto, Damon si era sporto per sistemarle gli slip leggermente spostati. Una sciocchezza, forse ma anche Caroline voleva un uomo che le sistemasse gli slip e non uno che pensasse solo a portala a letto come faceva Tyler.
“Non diamo questa festa perché i tuoi amici possano ubriacarsi, chiaro?!” parlò Elena infastidita fissando torva il fidanzato. Damon strizzò gli occhi di ghiaccio e con sarcasmo affermò:
“Cristallino, tesoro” e come era entrato in cucina fece per uscire.
“Damon…” la voce di Elena lo richiamò e si voltò scrutandola impaziente. Elena si avvicinò al compagno e gli gettò le mani al collo e con voce bassa sussurrò “ho nascosto delle scorte di birra nello stanzino…” Damon a quelle parole emise un verso sdegnato, un sorrisino accattivante gli illuminò il volto e strinse contro il suo petto la ragazza.
“Ti amo…” le disse a pochi centimetri dalle labbra. Caroline distolse lo sguardo da quella scenetta romantica e incrociò gli occhi bruni di Bonnie, anche lei stava dando privacy alla coppia. Dopo qualche secondo, i due innamorati ancora attaccati a mo’ di koala stavano offrendo un spettacolino che sicuramente sarebbe sfociato in attività vietate agli under 18. Caroline lanciò uno sguardo impaziente a  Bonnie. L’amica guardava in ogni direzione pur di evitare futuri ricordi imbarazzanti, e quei due non smettevano di limonareee….oh insomma un po’ di decenza o di empatia verso loro due povere e sconsolate single! Caroline con grinta, incurante dei baci si mosse verso Elena e Damon, una volta raggiunti tossì –fintamente- più volte. Al quarto colpo di tosse i due si staccarono, le loro espressioni intontite non fecero altro che indignare la bionda ulteriormente.
“Se non vi è di troppo disturbo potreste smetterla di darci dentro come conigli in calore?” chiese astiosa. Elena le rivolse un sorrisino di scuse e si allontanò per raggiungere Bonnie, ancora stazionata al bancone non prima però di aver accarezzato con dolcezza una guancia a Damon. Caroline roteo gli occhi, in risposta Damon ghignò malizioso.
“Dì la verità Barbie, sei invidiosa?” le chiese strafottente l’uomo per nulla intimorito dallo sguardo di fuoco che la suddetta Barbie gli lanciò a quel nomignolo che lui stesso le aveva affibbiato quasi tre anni prima. Caroline irritata cerco di trattenersi dallo scoppiare come uno fuoco di artificio e di iniziare ad insultare quel deficiente patentato, come le avevano insegnato al corso di yoga, contò mentalmente fino a 10 alternando profondi respiri a ricordi sereni e pacifici, come il ricordo puramente inventato di lei stesa su una spiaggia deserta con il mare che creava un sottofondo piacevole, le onde che si increspavano, il sole che le scaldava la pelle penetrando sempre più a fondo. La sua isola felice. Incredibilmente rilassata e controllata in modo quasi anormale, Caroline ignorò il commento di Damon e fece quello che le veniva meglio nella vita. Organizzare. Controllare.
“Allora la festa per l’inaugurazione della vostra nuova casa” cominciò la bionda rivolgendosi ad Elena e Damon che aveva raggiunto le altre “ è tra tre ore e 24 minuti esatti e ceneremo in giardino, quindi a conti fatti abbiamo già il cibo, le tovaglie e il resto sono sul tavolo in soggiorno, le bevande ci sono…quindi mancano solo le decorazioni e poi dobbiamo prepararci…” disse la bionda annuendo convinta “ Quindi Bonnie vai a prendere le lanterne che ho portato che dovremmo mettere poi in giardino, sono nella mia auto, Elena inizia a scegliere tra i due tipi di tovaglie che ho selezionato e tu…” ringhiò a Damon “ho bisogno di candele, tante candele possibilmente alla citronella…capito?”
“Candele a che ti servono?” chiese confuso. Caroline lo guardò con fare penoso. Possibile che dovesse spiegarli tutto? Elena e Bonnie risero sotto i baffi, divertite da quella scenetta.
“Le candele alla citronella servono a tenere lontane le zanzare! Hai presenti quegli esserini volanti che ti succhiano il sangue? Non vorrai che i tuoi ospiti passino la serata a grattarsi in ogni dove, vero?”
“Sarebbe divertente…” commentò sottovoce ma Caroline lo sentì ugualmente e tutta la calma che aveva racimolato se ne andò sbattendo la porta.
“Senti…” sibilò furiosa “O dai una mano o sloggi…”
Purtroppo per lei Damon non era un tipo arrendevole, anzi…
“Caroline, Caroline… con questo fare da pazza maniaca e passiva aggressiva non saranno solo le zanzare ad allontanarsi ma anche gli uomini…” disse con sarcasmo. Elena e Bonnie rimasero paralizzate, in attesa di una sfuriata con i fiocchi, certe volte Damon non sapeva proprio trattenersi, pensò sconsolata Elena.
“Uomini?!” chiese ridendo un po’isterica la bionda “Per quel poco che valete non serve nemmeno consumare un grammo di calorie..”
“Lungi da me aprire un dibattito tra uomini e donne ma dovresti accettare un consiglio disinteressato da un uomo, potrei aiutarti a rimorchiare…” disse alettante Damon.
“Ah si, e cosa dovrei secondo te?” chiese con finto interesse Caroline.
Elena e Bonnie capirono che ora i due stavano giocando a prendersi in giro. Elena sbuffò, il suo fidanzato e la sua amica si detestavano dalla prima volta che si erano visti. Caroline le aveva detto che era una cosa che provava a pelle. Le frecciatine, i commenti acidi, gli sguardi astiosi erano il loro modo di relazionarsi, e il loro detestarsi si era notevolmente ridotto da quando lei e Damon stavano insieme, sembrava quasi che per tacito accordo i due avessero deciso di mettere da parte l’astio per l’affetto di Elena. I due sapevano che Elena non avrebbe mai e poi mai sopportato di dover scegliere tra amicizia e amore e per questo avevano deposto le armi. Più o meno. Gli scontri c’erano ancora, più contenuti ma erano tutt’altro che superati e scene come quella presente erano all’ordine del giorno.
“Per prima cosa dovresti abbassare i tuoi standard in fatto di uomini…” disse Damon convinto
Caroline batté le palpebre meravigliata.
“I miei standard?” chiese stupefatta. Quello era l’ultimo dei suoi problemi.
“Si” disse annuendo “Per esempio il mio amico Enzo non sareb…”
“AH!AH!” scattò sul posto Caroline battendo le mani “Il tuo amicone di bevute…lo sapevo, lo sapevo” gridò trionfante. “Qui non centrano nulla i miei standard, vecchio mio…” cominciò la bionda avvicinandosi al bancone e osservando Damon, che era ancora vicino a Bonnie e ad Elena “Forse la tua memoria fa cilecca ma ho già dato una possibilità ad Enzo” la bionda pronunciò quel nome arricciando il naso. Elena rise apertamente.
“Si ma…” iniziò Damon ma Caroline lo interruppe.
“Siamo andati fuori a cena, in un nuovo ristorante…tutto fantastico, risate, battutine, apprezzamenti, tutto perfetto fino a quando non trovo il tuo” disse indicando Damon “amico mentre si sta facendo la donna che sta al guardaroba!” concluse furiosa e prese a passeggiare avanti e indietro. “Dico io, finita la cena mi allontano cinque minuti per andare in bagno mentre lui da perfetto gentlemen va a prendere i cappotti e poi lo ritrovo nascosto tra i poveri cappotti con la lingua nella gola di quella cameriera!”
“Si ma…” ricominciò Damon
“Caroline ha ragione amore, Enzo non è esattamente un ragazzo fedele…” la voce di Elena interruppe quella che doveva essere la sua arringa. Contrariato e in netto svantaggio sbuffò, dirigendo le sua attenzioni al frigorifero.
La scenetta era finita, pensò sorridendo Elena.
“Caroline ha degli ottimi standard secondo me” intervenne Bonnie. La bionda guardò l’amica in sincero ringraziamento.
“Però credo che tu sia troppo impulsiva…” continuò Bonnie. Caroline a quel cambiamento di rotta spalancò la bocca stupita.
“Insomma…” disse Bonnie arrossendo quasi “Dovresti dare un occasione più facilmente, ecco…”.
“Un occasione, che intendi Bon?” chiese curiosa Elena. Perfino Damon rialzò lo sguardo dalla sua birra per osservare la mora che sembrava sul punto di rivelare uno scottante pettegolezzo. Caroline invece cominciava a sudare freddo.
“Dico solo che non le mancavo gli spasimanti ma lei li rifiuta a priori” disse Bonnie sorridendo gentile in direzione dell’amica. “Per esempio da qualche settimana a questa parte in negozio…” cominciò la bruna.
“NON.OSARE.BONNIE.BENNET” strillò Caroline.
La curiosità ormai animava i volti ansiosi di Elena e Damon.
“Arrivano tantissimi regali per Caroline e…” disse Bonnie
“BONNIE!” strillò ancora la bionda.
“Oh andiamo Care, non c’è nulla di cui vergognarsi…vedete” disse la mora con fare cospiratorio verso gli altri due “Qualche tempo fa in negozio è venuto un uomo mooolto sexy a mio parere e anche a quello di Care…” a Bonnie scappo un risolino mentre Caroline ormai priva di controllo voleva solo sprofondare tre metti sotto terra.
“e diciamo che questo sexy uomo e rimasto piacevolmente incantato da Care…”
Caroline voleva morire e quella non era neppure la parte più imbarazzante.
“e da qualche settimana in negozio arrivano i suoi regali per Caroline…” concluse eccitata la mora.
Elena stupefatta tirò una gomitata ad un altrettanto esterrefatto Damon.
“Oddio la sta corteggiando in piena regola…” disse Elena
“Barbie finalmente hai trovato il tuo Ken/principe azzurro” commentò ironico Damon, un sorrisino a piegargli le labbra.
“è meraviglioso!” gridò Elena mentre l’eccitazione prendeva anche lei “Bonnie devi dirmi ogni singola cosa su questo tipo…dai!”
“è venuto in negozio insieme al fratello per il matrimonio della sorella, è abbastanza alto, occhi azzurri, fisico slanciato non troppo muscoloso, un sorriso seducente, un sedere da urlo…” cominciò Bonnie.
Ecco pensò Caroline, al peggio non c’è mai fine. Al massimo dell’imbarazzo la bionda diede un temporaneo addio al controllo.
 

Giugno 2015
 

Che ne pensi di queste?”
Come era possibile? Perché tutte a lei? C’era forse una qualche divinità in cielo che si divertiva a rovinarle ogni possibile relazione? Una sorta di inquisizione divina che sentenziava la fine delle sue relazioni addirittura prima che iniziassero? Per quale motivo poi… certo non era una santa e molte volte era una pura e semplice stronza ma non si meritava tutto ciò, assolutamente no! Accidenti!
 “Ooohhh…mi stai ascoltando o preferisci continuare a fissare quello schermo con quella faccia inebetita?” La voce altezzosa e femminile di Rebekah e la poco velata frecciatina non distrassero minimamente i suoi pensieri apocalittici. Con il cellulare in mano Caroline rileggeva ansiosa l’ultimo sms che Stefan le aveva scritto.

Care siamo amici da sempre, io non posso farlo. Mi dispiace. Scusa. Resteremo amici sempre.

Amici. Amici. Amici? Certo perché era normale che due amici si baciassero, era normale che finissero a letto insieme…tutto perfettamente normale! Lui non poteva? Oh…poteva benissimo quando l’aveva lanciata sul letto o quando le aveva ripetutamente baciato il collo gemendo il suo nome! Accidenti! Era stato improvviso anche per lei, mai si era immaginata una fine simile per loro due –forse si in qualche pensiero da adolescente ingenua, pensieri prontamente sublimati però!- ma ora oltre al danno anche la beffa! Lui non poteva farlo, fare cosa poi? Mica gli aveva chiesto di sposarla… la mattina dopo l’incriminata notte di passione, quando si erano svegliati nell’imbarazzo più totale gli aveva semplicemente detto : “Potremmo provarci”. A quella frase si era scatenato il fuggi-fuggi, Stefan si era alzato dal letto e rivestito più velocemente di Flash e se ne era andato borbottando un flebile ciao e delle  banali scuse. Il senso di inadeguatezza e di disagio si era subito fatti largo nel petto ma lei li aveva scacciati senza versare una lacrima. Richiamando a sé la sua isola felice, non era più una ragazzina oppressa dall’assiduo bisogno di piacere agli altri, di compiacerli, era cresciuta e dopotutto ciò che non uccide fortifica! Con quello spirito era andata avanti, glissando sull’intera faccenda “scabrosa”, aveva superato l’episodio fino all’arrivo di quell’inaspettato messaggio. Che senso aveva? Stefan le aveva scritto quelle poche parole a distanza di una settimana dall’ultima volta che si erano visti, perché  lui ci stava rimuginando sopra ancora? Era stato una sbaglio, un errore… voluto però. Non che lei l’avesse pianificato ma quando dopo ben tre anni di lontananza aveva rincontrato il suo migliore amico –Stefan- alla festa a casa di Damon ed Elena era rimasta piacevolmente sorpresa e affascinata da quel bellissimo uomo che le sorrideva calorosamente. Erano ormai degli sconosciuti ma sembravano legati come sempre lo erano stati, fin dai tempi del liceo quando lui era il fidanzatino di Elena e lei aveva un piccola ma celata cottarella per lui. Una cotta dolce come quella può essere quella di una ragazzina, una cotta non corrisposta di cui nessuno tranne lei stessa era a conoscenza. Non ci aveva mai provato con lui prima perché stava con Elena e l’amicizia era più importante e poi quando i due si erano lasciati perché la cotta adolescenziale era scemata fino a scomparire per essere sostituita dal grande amore per Tyler. Un’altra bella cosa anche quella! Rivederlo quella sera aveva riportato a galla quei sentimenti sopiti e acerbi, vedere come era cresciuto, la voce  profonda, il leggero accenno di barba…lo conosceva eppure era un estraneo. Quello davanti a lei era uno Stefan diverso dal ragazzino patito per il football, era un mondo nuovo che l’attraeva. Il passo dal fissarlo al finirci a letto era stato pateticamente breve, forse anche lui era rimasto colpito da lei. Quella sera erano degli sconosciuti e basta nessun ricorso infantile o altro. Forse non doveva dirgli quella frase la mattina dopo, troppe speranze e progetti per quello che era stato un errore, non che lei ci credesse veramente. Certo Stefan sarebbe stato il prototipo ideale, il classico principe azzurro che lei desiderava ed era proprio per quello che la sua irrefrenabile bocca logorroica aveva pronunciato quelle due paroline non perché lei era innamorata di lui! E adesso se ne usciva con quel messaggio... amici per sempre, aveva scritto lui. Amici, amici, amici… accidenti aveva fatto sesso con Stefan! Stefan! Il suo migliore amico! Lo stesso Stefan che l’aveva accompagnata a 14 anni a prendere i suoi primi assorbenti perché sua madre era troppo occupata a lavorare, lo stesso Stefan a cui aveva confidato la sua prima volta con Tyler…nononono…non poteva essere vero!
“Caroline…Care stai bene? Sei paurosamente pallida…” la voce sottile e con una vena di preoccupazione di Rebekah questa volta riuscì a penetrare i pensieri di Caroline non distogliendola però da quell’improvviso stato d’ansia che la stava facendo sudare freddo. La consapevolezza di quello che aveva fatto era arrivata di botto, dopo una settimana e lei si sentiva persa.
“Ehm…Care sembri sul punto di svenire…siediti qui un poco”. Rebekah la fece accomodare su uno di quei lunghi divani che arredavano la stanza. Con tocco gentile le prese il volto con le mani fredde come per darle sollievo.
“Va meglio?” mormorò Rebekah e Caroline si limitò a scuotere la testa. Le labbra dell’altra ragazza si serrarono in una line retta.
“Puoi spiegarmi cosa ti ha sconvolto?” chiese sforzandosi di essere premurosa. Caroline chiuse gli occhi rimanendo in silenzio.
“Care stamattina sei entrata pimpante sputando sentenza sul mio modo di arredare – modo fantastico oserei dire- e d’un tratto ti ritrovo così bianca che potresti fare concorrenza ai vampiri di Twilight…mi spieghi?”
Caroline continuò ostinatamente a rimanere in silenzio, non per fare un dispiacere a Rebekah ma perché si vergognava di sé stessa.
“Senti lo so che ci conosciamo solo da qualche mese e che di certo non sono l’amica ideale ma ti puoi fidare di me…”
Caroline aprì gli occhi e la tenerezza, il leggero imbarazzo e l’amicizia che lesse negli occhi dell’altra la spinse a parlare.
“Sono una persona orribile…” sussurrò. Rebekah la fissò sorpresa ma decise di aspettare qualche dettaglio in più prima di dire qualsiasi cosa.
“Io-io…ho fatto sesso con il mio migliore amico!” sputò fuori Caroline abbassando gli occhi sul pavimento.
La risata fragorosa di Rebekah giunse inaspettata e costrinse Care a sollevare il volto per fissare le guance rosse dell’amica.
“Potresti smetterla?” chiese indignata. Rebekah si asciugò le lacrime che a forza di ridere le erano nate.
“Si Care sei una persona orribile, disgustosa, inquietante, paranoica…” cominciò la bionda palesemente divertita ma venne interrotta da Care.
“Ehi!” gridò indignata “Non sono paranoica!”
“Oh ma tutto il resto si?!”
Rebekah riprese a ridere e Caroline non riuscì a trattenersi lasciandosi andare alle risate anche lei. Il momento critico era apparentemente superato.
“Andiamo Forbes…io ho fatto sesso con una sacco di miei amici…” punzecchiò maliziosa Rebekah.
Caroline sbuffò. “Non è quello o meglio si è quello ma il fatto non è…”
“Taglia corto barbie” soffio Rebekah
Caroline le lanciò un’occhiata di fuoco “Il fatto è che ci sono andata a letto una settimana fa e fino a qualche istante fa non ci ero arrivata, non me ne ero resa conto…” disse la “barbie” diminuendo il tono fino all’ultima parola.
“Prego?” chiese stranita l’altra.
“Solo oggi mi sono resa conto che l’uomo con cui ho fatto sesso è il mio migliore amico dai tempi delle medie, prima lo vedevo come un affascinante estraneo… un uomo da scoprire…capisci?” cercò di spiegarsi Care.
“Più o meno… lui è cambiato così tanto da non sembrare più il tuo vecchio e caro amico e questo ti ha intrigato e così l’hai fatto, ti sei tolta lo sfizio e poi hai capito che in realtà  dietro l’uomo focoso e intrigante si nasconde quel dolce amicone di scuola con i brufoli…”
Caroline annui convinta scuotendo ripetutamente la testa bionda.
“Certo che sei complicata… ti servirebbe lo psicologo!” la prese in giro Rebekah “Mio fratello Finn è uno strizzacervelli se vuoi… anche se forse lui ti farebbe venire ancora più complessi di quelli che hai già…” ghignò la bionda guadagnandosi un leggero schiaffo sul braccio dall’altra.
“Senti Care quello che è successo è successo, non serve a niente rimuginarci sopra… tu non lo ami, lui non ti ama…avete solo fatto del buon sesso per placare gli istinti tutto qui… non pensare di essere orribile solo perché per la prima volta hai pensato a te stessa…ok?” disse sincera Rebekah. Aveva ragione, basta pensieri catastrofici.
“Da quando sei così incredibilmente saggia?” chiese ironica Care riprendendo quello che era il suo abituale buonumore.
“Uno dei miei talenti nascosti, immagino… comunque ti ricordo che prima di farti prendere dalle tue paranoie mi stavi aiutando con la scelte delle scarpe per il matrimonio…” disse saccente.
“Oh certo, il tuo matrimonio!” trillò Care “Fammi vedere”. Le scarpe prima di tutto, sempre.
Mezz’ora dopo, mentre Rebekah si stava provando il decimo paio di scarpe e Caroline continuava a bocciare tutte le sue scelte, un pensierino malizioso fece capolino nella mente della futura sposa.
“Comunque potrebbe esserci un altro problema riguardo la tua notte di sesso sfrenato con il vecchio best friend, sai?” chiese innocente Bekah.
“Quale sarebbe?” replicò Care improvvisamente guardinga.
Bekah ghignò maliziosa.
“Quando Nik –mio fratello- lo verrà a sapere gli si spezzerà il cuore…”
Rebekah ovviamente stava scherzando, non dubitava che Nik ci sarebbe rimasto male ma primo di certo non sarebbe stata lei a dirglielo e secondo nonostante suo fratello fosse rimasto davvero colpito da Caroline- tutto quei regali che le mandava non erano certo per divertimento- questo non gli aveva impedito di continuare a vedersi con altre ragazze. Nik era complicato in amore e di certo lei –la sua sorellina- non si sarebbe intromessa. Tuttavia fu con soddisfazione che vide il volto di Care colorarsi di rosso in evidente imbarazzo.
“Ti ricordi di mio fratello Nik, vero?” chiese Bekah rincarando la dose.
“Oh smettila, brutta befana!” strillò indignata e al contempo a disagio Caroline.
Rebekah sorrise. Sorrise perché nonostante tutto, nonostante tutti era felice della sua vita. Ma quella ‘barbie’ le aveva davvero appena dato della brutta, befana per di più?
 
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Buon pomeriggio!                                                                                                                               
Sono in ritardo…lo so, lo so… chiedo perdono! Ma ho avuto una settimana tremendaaaa…. Anyway spero che il nuovo capitolo sia interessante come il primo… purtroppo non c’è Klaus, almeno non fisicamente! Ma sono entrati in scena Elena, Damon e Rebekah… Nel prossimo spazio completo al Klaroline:)
A presto!
Emma95

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


“Eccoti qui dal sogno mio. Eccoti in mezzo ai fiori. Eccoti folle d’amore. Eccoti su di me. Eccoti in mezzo ai fiori…”
 
.Mango.
 

Luglio 2015
 
Un rivolo di sudore freddo scivolò lungo la spina dorsale di Caroline. L’avere mille possibilità, l’essere circondata da infiniti percorsi era sempre stato il suo habitat naturale. Già dalle elementari si era ritrovata sommersa da occasioni e lei esultando le aveva accolte una dopo l’altra. Iscriversi al corso di teatro, fare pallavolo, corso di karatè, candidarsi come presidente scolastico, seguire il corso di origami perché comunque si sarebbe potuto rivelare una conoscenza utile per il futuro. Aveva fatto di tutto, sempre con lo stesso e instancabile entusiasmo che la caratterizzava. Essere circondata da opportunità nuove era il suo punto di forza, era da sempre quello che voleva. Ma ora, in quel preciso istante tutta quella varietà non la entusiasmava anzi la stava facendo sprofondare in un baratro di paura, ansia e immobilità. L’abbondanza di marche, prodotti e altro la stava facendo sudare dal disagio. Troppa abbondanza, troppe possibilità per una cosa che non era nemmeno vera. Si perché una settimana di ritardo non vuol dire per forza che sei inc…, che sei…, si insomma quella roba lì. Diamine non riusciva nemmeno a dirlo. Calma, calma si ripeteva Care torturandosi le mani. Dopotutto era normale, no? Tantissime donne non avevano il ciclo regolare. Tantissime. Una su due addirittura. È normale, normalissimo capita a tante. Peccato che lei fin dalla prima volta a 14 anni era stata più regolare di un orologio svizzero. Lei non aveva ritardi, lei era …. Così in panico in quel momento. Un altro brivido freddo le attraversò il corpo. Rabbrividì. Una settimana. Una settimana di ritardo. Quasi otto giorni durante i quali le sue ovaie era entrate in sciopero.  Sciopero immotivato, si spera! I primi giorni della settimana erano trascorsi sereni senza preoccuparla più di tanto ma poi il tarlo della possibile causa di quel ritardo l’aveva tormentata giorno e notte, riempiendo i suoi sogni di pannolini, urli e confusione. Aveva cercato di sopportare l’ansia ma con il passare delle ore si sentiva sempre più sfibrata e allarmata, finché all’improvviso si era fiondata fuori casa diretta verso il supermercato all’angolo della strada. E ora era lì davanti, immobile nel reparto ad osservare quella sfilza di scaffali stracolmi di prodotti sui test di gravidanza. Caroline lanciò un’occhiata di fuoco alle scatole come se fossero la causa di tutti i suoi mali. Quelle facce femminili sorridenti e i ventri rigonfi in primo piano si ripetevano sulle diverse confezioni. Tutto urlava felicità e gioia. Certo, nessuna di quelle donne si trovava nella sua situazione. Caroline era sicura che quelle facce sorridenti, quei sorrisi bonari si sarebbero trasformati in sguardi di disapprovazione e pena se solo avessero saputo la sua storia. Ritrovarsi sola, a 26 anni, costretta a fare 2 lavori per pagare le bollette e i suoi sogni, potenzialmente incinta, a causa di un unica notte di fuoco con il proprio ormai ex best friend non era l'ideale. Non lo era per niente. Caroline gettò un'altra occhiata di fuoco alle scatole felici, loro di certo non potevano capire! non potevano comprendere l'ansia e il terrore che un simile evento potevano scatenare nella sua vita. Non se l'era immaginato così. Lei non doveva rimanere incinta per caso e per di più senza che il padre l'amasse. Lei aveva programmato tutto. Il matrimonio fastoso, la luna di miele passionale, il primo anniversario per fare i conti con la nuova vita da sposati e solo allora si sarebbe aperta la possibilità di avere dei figli. Non prima! Questo era il suo piano, certo Tyler era l'uomo con cui aveva pianificato/sognato tutto questo, ma anche quando lui si era volatilizzato dalla sua vita e dai suoi sogni, i piani di Care non erano cambiati. Al posto di Tyler c'era una sorta di uomo senza volto. Un po' inquietante forse, ma comunque presente nel suo ideale. Quello che stava succedendo adesso era completamente sbagliato, doveva immaginare che andare a letto con Stefan avrebbe portato solo guai. Guai che però non comprendevano una gravidanza! Accidenti! Come avrebbe fatto a dirlo alle sue amiche? A Steven? A Stefan?Glielo avrebbe detto poi? Dopotutto lui non ne voleva sapere niente di lei...ma rimaneva comunque il padre del bambino. Care si prese la testa bionda fra le mani e chiuse gli occhi stanchi. Bambino? Aspetta...non era nemmeno sicura di essere incinta, non poteva fasciarsi la testa prima del tempo. Non era detto! C'era un'alta possibilità che il suo corpo si stesse astutamente e vergognosamente prendendo gioco di lei, magari dipendeva tutto da un suo stato mentale, o forse era il cambio di stagione...certo non le era mai successo prima ma era in un periodo di forte stress emotivo e quindi era probabile e spiegabile il ritardo. Con rinnovato ottimismo Care smise di guardare male i prodotti e decise di affrontare il problema di testa e non di pancia. Lei non era incinta...ma doveva comunque fare un test, solo per avere conferma...niente di che! Nessun problema extra, niente se, niente ma...solo fatti reali e concreti. Aveva un ritardo ma le cause potevano essere tante. Una possibile gravidanza era solo una di queste e come causa era anche tra le meno papabili. Insomma, non che si ricordasse tanto della notte con Stefan , dato che era piuttosto alticcia, ma era quasi sicura che avessero usato delle precauzioni. Quasi sicura. Ma insomma, chi nel 2016, non le usa? Era una cosa talmente scontata, no? Forse no, riflette Caroline. Ma prima che un altra ondata di panico potesse scuotere il suo già fragile corpo, una voce gentile ma estranea la distolse dai suoi sproloqui mentali.
"mi scusi signorina...lei sa dov'è il reparto surgelati?"
Care in un primo momento non riuscì a connettere. Si girò e fissò stupita la persona a cui apparteneva quella voce. Un'anziana signora, sui 70 anni, bassa e cicciottella, con degli strani occhiali gialli fluorescenti la stava fissando intensamente come se volesse risolvere qualche complicata equazione matematica.
"io...veramente...non...cosa?" riuscì a balbettare Caroline come se non avesse sentito la domanda precedente. Le sue orecchie l'avevano sentita ma il suo cervello non aveva elaborato. L'anziana tese le labbra rugose in un sorriso leggermente storto. I suoi occhietti incredibilmente vispi si allargarono attraverso le lenti degli occhiali.
" sa... Abito in questa zona da anni, ma non ero mai scesa in questo supermercato!" cominciò la donna, avvicinandosi poi a Care con fare confidenziale. "confesso che dopo aver ascoltato tutte quelle brutte cose che sono successe qui dentro dalle mie amiche del circolo, l'idea di mettere piedi qui mi terrorizza!"
Brutte cose? Si chiese Care, non starà mica parlando delle tre rapine che ci sono state?
"e non ci avrei messo piede mai...se proprio oggi non avessi dovuto organizzare una cena improvvisa....mio figlio viene a trovarmi e finalmente mi presenterà il suo compagno! Non vedo l'ora!" disse eccitata la donna. Caroline muta non sapeva come affrontare la situazione, quella donna era partita dal chiedere del reparto surgelati a finire con il parlare del figlio gay!
"non che non sia contenta...questo no! L'amore è amore, giusto?" si rivolse a lei ma non le diede nemmeno il tempo di rispondere "però così non potrò mai avere un nipotino, capisce?"
Caroline la guardò interdetta. La donna strizzò gli occhi e gli occhiali le scivolarono sul naso, dandole quell’aria da maestrina che stonava con i suoi modi molto amichevoli.
“Certo esiste l’adozione … ma lei, mia cara, comprenderà quanto magnifico sia mettere al mondo un essere tuo, solamente tuo! Lo tieni nella pancia per nove mesi, lo cresci, lo nutri e alla fine ogni dolore è inesistente davanti a quel fagottino che ti guarda!” la voce della donna si rese da pettegola a dolce, quasi materna.
Caroline strabuzzò gli occhi. Non era pronta a sentire un discorso sulle gioie della gravidanza. Non era pronta per niente!
“Un esserino minuscolo che riconosci immediatamente come tuo, sangue del tuo sangue…ahhhhh…la meraviglia della vita!” continuò la donna sempre più estasiata dalla sue stesse parole. Caroline rimase in silenzio in preda allo sconforto più totale. La sua vita stava per essere cambiata radicalmente e ci mancava solo una completa estranea intenta a farle un monologo appassionato sulla meraviglia della nascita dei figli!
“Sa mia cara…” continuò la donna incurante del persistente silenzio e della faccia attonita di Caroline “Io mi sono sposata giovanissima, con l’uomo che amavo andando contro tutta la mia famiglia! Mio padre non mi rivolse la parola per almeno cinque anni dopo il mio matrimonio. Voleva che sposassi un uomo elegante e ricco e non un povero panettiere come il mio Mike!” disse sconsolata la donna stringendo le mani. “Ma io amavo Mike e così sono scappata con lui! La scelta migliore della mia vita!”
L’espressione di Caroline cambiò leggermente, fin da piccola le storie d’amore l’avevano sempre appassionata. I due innamorati che a dispetto di tutti gli ostacoli riuscivano a coronare il loro sogno. Inutile sottolineare che Caroline era una vera fan delle favole d’amore, nonostante le brutte esperienze!
“Avevo 20 anni quando mi sono sposata e giusto il mese scorso io e Mike abbiamo festeggiato il 53° anniversario!” aggiunse la donna.
Caroline stava per farle le sue congratulazioni ma prima che potesse anche solo aprire bocca, l’anziana continuò a parlare.
“53 anni di fatica, pazienza, gioie, di dolore e di tanto amore! Mi ricordo che il periodo più difficile venne quasi quattro anni dopo il matrimonio… purtroppo nonostante la giovane età di entrambi non riuscivamo ad avere un figlio. All’inizio sottovalutai la cosa, eravamo giovani, ma con il passare degli anni, vedere le altre persone che portavano i loro bimbi per strada, a scuola e al parco ci rese sempre più ansiosi e tristi! Attraversammo un brutto periodo, io mi incolpai della mancanza, visitammo numerosi dottori ma non c’era assolutamente nessun problema!”
Caroline fissava la donna interessata.
“Dovevamo avere pazienza! Io e Mike continuammo ad aspettare e aspettare e pian piano il sogno di avere un figlio finì rinchiuso in un cassetto … la nostra vita andò avanti felice nonostante il peso di questa mancanza … finché un giorno all’età di 40 anni rimasi incinta! Potrai capire la mia incredulità! Mike per poco non svenne! Quasi 20 anni di rassegnazione e quando avevo abbandonato ogni speranza riuscì ad avere un figlio!” concluse la donna con una dolcezza e nostalgia che Caroline aveva percepito poche volte.
“Il mio piccolo Jason, un bravo ragazzo, sa?” riprese la donna “Bravissimo a scuola, sensibile e altruista… ho temuto molto per lui quando ha confessato a tutti di essere gay. Avevo paura che gli altri l’avrebbero deriso ma avevo sottovalutato Jason! È molto determinato e niente lo scoraggia! E ora che ha finalmente trovato l’amore della sua vita … non posso che essere la mamma più felice del mondo! I figli sono un miracolo …”
Miracolo… mircolo… miracolo, quella parola suonava come un avvertimento per Care. Certo i figli sono un miracolo ma lei non era pronta, non da sola, non… anche se dopotutto Elena e Bonnie l’avrebbe senz’altro aiutata! Steven poi avrebbe fatto i salti mortali! L’idea di avere un'altra persona da amare incondizionatamente e che per una volta nella sua vita sarebbe dipesa solo da lei cominciò ad assumere un volto piacevole per Caroline. Una bambina o bambino solo suo che l’avrebbe amata e basta, che l’avrebbe chiamata mamma… un calore caldo e tenero si sparse in Care.
“Allora, mia cara, il reparto surgelati dov’è?” intervenne la donna che continuava a fissarla insistentemente.
Caroline stava per rispondere ma venne bloccata dal suono del telefono, del suo telefono. Mimò uno scusi con le labbra all’anziana donna, tirò fuori il cellulare dalla borsa e diede le spalle alla donna per avere un minimo di privacy. Bonnie la stava chiamando.
“Ciao Bonnie, è urgente?” chiese concitata.
“Brutto momento? Comunque è per il matrimonio dei Mikaelson… quella pazza della sposa ha cambiato di nuovo idea sulle composizioni e io non so come fai a sopportarla!”
Caroline ridacchiò. Bonnie non vedeva di buon occhio Rebekah e in effetti la ragazza non aveva un carattere molto amichevole.
“Bonnie…”
“Senti ti chiedo solo di parlarci te, ok?” chiese supplichevole Bonnie.
“Va bene. A domani!” acconsentì Care. Dopo aver chiuso la chiamata, Caroline si girò ancora con il telefono in mano e questo per poco non cadde per terra. L’anziana era sparita, volatilizzata. La chiamata non era durata nemmeno un minuto e della donna erano scomparse le tracce. La bocca di Care si aprì sbalordita. La scena che si era svolta davanti al reparto gravidanza, dall’immotivato monologo della strampalata vecchietta alla faccia da pesce lesso di Care, doveva sembrare abbastanza strana agli occhi di un estraneo. Anche per Caroline era strano, non sapeva nemmeno il nome della donna! Sapevo tutta la sua storia ma non il nome! Tanto che si chiese se non avesse addirittura immaginato tutto…
Ancora stranita Care prese in mano la prima scatola di test che le parve migliore e si diresse verso la cassa, rimuginando sulle parole della donna.

Venti minuti più tardi, nell’ampio bagno di casa sua, Caroline stava fissando astiosamente la data del 14 Luglio cerchiata in rosso sul calendario dei minions che Steven le aveva elegantemente regalato a Natale. Un regalo veramente adatto ai suoi 26 anni, ma il suo ‘patrigno’ era veramente una schiappa con i regali e quindi Caroline lo aveva accettato senza smorfie e tenendo a freno la sua linguaccia biforcuta. Fissò ancora la data. Non farti prendere dal panico. Ancora un minuto e poi saprai la verità. Positivo o negativo. Incinta o no. Se la risposta sarà si, dovrai pensare a un modo per dirlo a tutti si ripeteva Care, poi verrà il momento di arredare la cameretta, di comprare i vestitini e tutto il resto… ma riuscirai a farcela! Dopotutto sei Caroline Forbes mica una qualunque!
Il timer del telefono interruppe l’auto convincimento di Care, con le mani tremanti prese in mano il test che era appoggiato sul lavabo. L’osservò in silenzio qualche secondo prima di emettere un lungo sospiro.
 

Agosto 2015
 

Negativo. Negativo. Negativo.
Questa era stata la risposta che aveva ottenuto da Steven quando due settimane fa  gli aveva chiesto se poteva essere il suo accompagnatore per il matrimonio di Bekah. Il suo ‘patrigno’ si era categoricamente rifiutato di accompagnarla perché quel weekend era già impegnato in una battuta di pesca sulle rive di un qualche fiume che Care non ricordava nemmeno tanta era la delusione che le era venuta a quel rifiuto. Accidenti! Perché Rebekah doveva per forza insistere nell’invito con quel più uno! Ah già… perché al suo matrimonio non voleva single tristi e depressi. Come se uno single dovesse per forza essere triste! Lei era molto soddisfatta della sua indipendenza! Accidenti! Steven era la sua ultima chance! Non poteva di certo chiedere ad Enzo come invece le aveva suggerito Damon… chissà dove l’avrebbe ritrovato dopo la cerimonia e soprattutto con chi! Con uno sbuffo indignato, Care prese in mano il suo tè freddo che il cameriere le aveva appena portato al tavolo e mentre beveva si perse nell’osservare il viavai che si susseguiva lungo la strada. Mentre era incantata, Care non sentì l’altra sedia del tavolo spostarsi e non vide nemmeno che un’altra persona si era accomodata davanti a lei.
“Ciao Caroline
Il tè che stava bevendo le andò di traverso e rischiando di soffocare Caroline si girò verso il nuovo ospite anche se aveva riconosciuto la voce. Troppo suadente, troppo accentata, troppo affascinante per non essere riconosciuta. Niklaus Mikaelson la stava fissando con il suo sorrisino irritante mentre lei tossendo cercava di salvarsi la vita.
“Non sapevo di fare questo effetto alle donne” disse lui ovviamente ironico “Ti trovo bene” aggiunse più serio ma senza abbandonare il ghigno.
“Cosa ci fai qui?!” chiese astiosamente Care ormai ripresasi dal ‘quasi soffocamento’.
Niklaus sorrise muovendo leggermente la testa con fare quasi imbarazzato. Niklaus Mikaelson imbarazzato quando mai?.
“Non capisco tutto questo astio, tesoro!” disse Klaus “Prima ti mando dei regali e tu li rispedisci indietro, poi ti telefono e appena senti la mia voce butti giù e ho perfino cercato di incontrarti al negozio ma ho il sospetto che tu mi abbia visto e sia scappata dal retro, non è vero dolcezza?” chiese fintamente dolce.
“Tu non capisci?! Ma stiamo scherzando?” disse alzando la voce Caroline, gli altri clienti si girarono straniti “Non ci vuole un genio per capire che non voglio uscire con te!”.
“Caroline…” disse lui leggermente irritato.
“Punto primo…” lo interruppe lei “Ho rifiutato i tuoi regali, alcuni senza nemmeno aprirli! Punto secondo ho salvato il tuo numero e l’ho addirittura bloccato, anche se mi devi spiegare chi te l’ha dato…” disse furiosa e nevrotica.
Klaus alzò la mano e fece per rispondere ma Caroline non aveva ancora finito.
“e terzo si sono scappata dal retro anzi ti dirò che da quel giorno guardo sempre fuori prima di uscire dal negozio… e tutto perché non voglio parlare con te! E adesso oltretutto sei qui! In questo bar! sei praticamente diventato il mio stalker! Potrei denunciarti se non fossi amica di tua sorella!”
Durante tutta la sfuriata di Caroline, Klaus l’osservò insistentemente sorridendo. Era bellissima, così diversa e speciale rispetto a tutte le altre. Un angelo biondo, nevrotica, paranoica ma così sorridente e gioiosa. Ogni luogo era più bello e luminoso quando c’era lei.
“Perché?” le chiese Klaus serio.
“Cosa?” chiese interdetta Caroline.
“Perché non vuoi uscire con me?” chiese serio.
Caroline rimase in silenzio fissando quel bellissimo uomo e i suoi limpidi occhi azzurri. Di solito aveva sempre la risposta pronta ma in quel momento non sapeva cosa dire, perché nemmeno lei sapeva il motivo dei suoi rifiuti categorici.
“Io sono… tu non… insomma” balbettò lei “perché di no ecco, non sei il mio tipo” concluse un poco più sicura.
“Non sono il tuo tipo?” chiese incredulo “Come fai a saperlo se non mi conosci nemmeno!”.
“Voci, pettegolezzi, confidenze…” disse a bassa voce Care.
“Non ti credo” disse Klaus fissandola “Non ti credo… la verità è che hai paura, hai paura di uscire dalla tua grigia e monotona area comfort, hai paura…” pronunciò quelle parole con aria di sfida e di provocazione.
“Io non ho paura!” ribatté prontamente lei “Sto bene così” aggiunse convinta.
“Come no… non è vero, tu non vuoi metterti in gioco, non vuoi metterti alla prova, ti stai accontentando!” disse lui talmente sicuro.
“Non è vero!” disse indignata incrociando le braccia al petto.
“ Allora dimostramelo… ti sfido!” disse lui allungando le mani e stringendo con esse i bordi del tavolino. Caroline fissò per un attimo quelle mani, erano grandi e forti, le dita lunghe le trasmettevano un senso di sicurezza quasi imbarazzante. Le aveva appena lanciato una sfida e lei non si sarebbe di certo tirata indietro, non l’aveva mai fatto e non ci teneva a darla vinta a lui!
“D’accordo!” disse ricambiando il suo sguardo di fuoco e strizzando leggermente gli occhi.
Klaus sorrise apertamente. Ormai l’aveva impugno, era caduta nel suo gioco. Le aveva provate tutte per uscire con lei, regali, fiori, appostamenti ma niente. Caroline Forbes non era tipo che cedeva ai corteggiamenti estenuanti e romantici, per una donna come lei serviva una mossa diversa. Un qualcosa che riuscisse a scuoterla e a renderla partecipe. Ovvero una sfida.
“Bene… allora… ti sfido…” iniziò lui con fare quasi casuale “Ti sfido a conoscermi! Un appuntamento con me, domani sera alle 8!” disse soddisfatto.
Caroline strabuzzò gli occhi. Che stronzo! L’aveva incastrata! No, no, non poteva dargliela vinta così, non poteva cadere ai suoi piedi… all’improvviso l’illuminazione.
“No” disse pacata lei sorridendo davanti al rapido ingrigirsi della faccia del suo ‘amico’ “Niente appuntamenti! Tu sarai il mio accompagnatore per il matrimonio di tua sorella!” disse lei estremamente soddisfatta e lasciandosi scappare un risolino davanti alla faccia sbigottita di Klaus.
“Meglio di niente … ci sto, dolcezza” disse suadente.
“Perfetto! Ora devo proprio scappare però, Bonnie mi aspetta” disse lei con un tono quasi di scuse. Caroline si alzò in fretta dalla sedia e posò una banconota da cinque dollari sotto il bicchiere per il cameriere, ma prima che potesse squagliarsela una mano le afferrò il polso sinistro fermando i suoi passi.  Caroline girò la testa osservando la mano di Klaus stretta al suo polso. Una morsa decisa ma delicata. Una scossa si diramò su tutti e due dal punto in cui i loro corpi erano venuti in contatto per la prima volta. Una vampata di calore riempì lo stomaco di Caroline e un incredibile voglia di sentire quelle mani su tutto il corpo prese piede nella sua testa.
“Chiamami per metterci d’accordo sul nostro appuntamento… tanto il mio numero lo hai”
La voce roca di lui riscosse Care dai suoi pensieri e presa dall’ansia annui velocemente con la testa in preda alla voglia di andarsene di li, di liberarsi di lui… ma Klaus la teneva ancora per il polso, beandosi della pelle vellutata della ragazza. Care sempre più agitata strattonò con forza il polso e lui si rese conto che non riusciva a staccarsi da lei. Con fatica ritirò la mano e la fissò impotente mentre in fretta e furia lei usciva dal bar.
“A presto Caroline” sussurrò.
L’aria calda che l’investì quando superò le porte d’uscita del bar accompagnò la delicata sensazione di essersi appena fregata con le sue mani. Caroline Forbes si era appena scavata la fossa da sola.
 

Settembre 2015
 

“Tra quanto è il matrimonio?” le chiese Damon seduto comodamente su una sedia in vimini fingendo un interesse che non aveva.
“Una settimana…” sussurrò Caroline continuando a dondolarsi sull’antico dondolo bianco che impreziosiva la veranda della casa di Damon ed Elena.
“Così presto? Il tempo è volato…” disse lui.
“Già” concordò Care.
Dopo quel breve scambio di battute scese il silenzio rotto solo dal verso dell’ultime cicale dell’estate. Non che fosse strano, dopotutto lei e Damon non avevano mai parlato veramente, certo si erano insultati ma tutti i loro dialoghi si limitavano ad un susseguirsi di frecciatine più o meno pesanti. Non avevano mai parlato seriamente con l’intenzione di concludere qualcosa di utile. Ma Caroline non era una di quelle persone che amava il silenzio, soprattutto quando era in compagnia. Lei parlava sempre, per riempire qualsiasi buco, anche a sproposito.
“Ancora congratulazioni comunque! Stai per diventare padre…” disse Caroline che stava ancora pensando alla notizia che quella sera Elena e Damon avevano dato a tutti gli amici. Tra ben sette mesi un piccolo/a Salvatore avrebbe riempito le loro vite. La gioia di tutti era stata incontenibile, soprattutto quella della futura mamma ma Caroline si era soffermata ad osservare Damon. Lui ricambiava le congratulazioni con sorrisi, le pacche sulle spalle con battutine sardoniche e le battute con altri sorrisini. Ma Caroline vedeva quasi un ombra di incertezza nei suoi occhi ghiaccio.
“Già” replicò lui senza nemmeno guardarla.
“Tra poco sarai sommerso dai pannolini e dalla pupù” disse Caroline cercando di sdrammatizzare quel clima teso che si era creato.
Damon la fissò mostrando per la prima volta a qualcun altro che non fosse Elena tutti i suoi timori. E Caroline capì. La paura di non essere un buon padre, di non essere all’altezza di Elena, di sbagliare. Il senso di insicurezza per tutte quelle responsabilità che presto sarebbero ricadute su di lui. Caroline comprese e per la prima volta da quando si conoscevano provò empatia per lui e decise di aiutarlo, in qualche modo.
“Un mese fa credevo di essere incinta” soffiò fuori con voce leggera lei. Damon la fissò sorpreso.
“Io ero così impaurita, sola e in preda all’ansia. Cercavo di ragionare, di riflettere ma non ci riuscivo. L’idea di essere incinta, di dovermi occupare di un figlio stava distruggendo il mio equilibrio. Mi scoraggiavo da sola, dicevo che non ce l’avrei mai fatta senza un padre al mio fianco poi però ho capito, o meglio qualcuno mi ha fatto capire…” disse dolcemente “Non importa quanto grandi siano i nostri timori, il nostro dolore o le nostre paure perché ogni cosa che ci viene data noi l’abbiamo sudata e meritata. Nonostante tutte le mie ansie se fossi stata incinta ho capito che avrei amato e sostenuto mio figlio sempre e comunque, anche se non era programmato. L’avrei amato solo come un genitore può fare e l’avrei aiutato al massimo e oltre le mie possibilità!” disse convinta Caroline ricordando con gioia la storia di quella donna al supermercato.
Damon continuava a fissarla ma sembrava più sereno, anche per il solo essersi liberato di un peso.
“Sarai un buon padre Damon…” gli disse lei sorridendogli calorosamente.
“Grazie Caroline” disse lui veramente grato di quella chiacchierata improvvisa.
“Wow… è la prima volta che ti sento pronunciare il mio nome” scherzò Caroline.
“La prima e ultima barbie!” ribatté il buon vecchio Damon Salvatore.
“Eccolo qui… il solito Damon!” disse ironica Care consapevole che la serietà del momento precedente era stata pienamente superata.
“Posso essere serio solo per due minuti ogni cinque anni” continuò lui alzandosi dalla sedia.
Caroline lo fissò mentre rientrava in casa. Lui, Elena e il piccolo sarebbero stata una splendida famiglia e lei una splendida zia acquisita.
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Buon pomeriggio!
Ecco il terzo capitolo :) un record per me… ben 13 pag Word e 4000 parole!! Comunque la storia va avanti tra gravidanze reali e non, dopotutto essendo una Klaroline convinta non potevo certo scrivere di un futuro figlio di Stefan ;D E poi ovviamente l’incontro tra i due… forse troppo breve ma importante perché dà finalmente una svolta al loro rapporto!
Non l’ho fatto lo scorso capitolo ma ringrazio chi ha recensito: fatinaviola
e cri_89 :) Ringrazio anche chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate. E per ultimo ma non meno importanti grazie anche ai lettori silenziosi.

Alla prossima! (Con il famigerato matrimonio di Rebekah XD)
Emma95
 

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