La dura (ma non troppo) vita di un fanboy!

di Ria-chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di sogni infranti e soddisfazioni ***
Capitolo 2: *** Fuori bordo ***
Capitolo 3: *** la collezione cresce ***
Capitolo 4: *** Splash! ***
Capitolo 5: *** Cannibale ***
Capitolo 6: *** Barri Barri ***



Capitolo 1
*** Di sogni infranti e soddisfazioni ***


Onestamente non so come mi sia uscito questo delirio ma... beh, dovete sopportarmi XD
Sono tentata di cancellarlo al volo ma chissà... magari riesco a formulare qualcosa di meglio con la prossima fic! E quindi qui resta, per ora.
In realtà, adoro Bartolomeo come personaggio e, non avendo trovato molto su di lui, ho deciso di provare da me :D
Non conto di renderla una raccolta particolarmente lunga ma, se mi sarà possibile, cercherò di incentrare ogni storiella su un personaggio della ciurma di Luffy (o magari esterno) che interagisce con Bartolomeo :D
Staremo a vedere cosa ne uscirà -.-'

 

Di sogni infranti e soddisfazioni
(Sanji)


"Hoi! Crestone."
Gli ci era voluto uno sforzo notevole, nonché lo sfoggio della sua più cazzuta tecnica, per prendere a calci in culo quel dannato uomo-bomba.
Ma ce l'aveva fatta. A vincere, intendo.
Del resto, per Luffy-senpai avrebbe dato la vita.
E ora che il senpai gli stava rivolgendo perfino la parola, la vita se la stava giocando davvero, se non si fosse ricordato in fretta come respirare:
"L-L-L-L-LLLLLuffy-senpaiiiii!!"
"Ottimo lavoro, crestone."
"L-L-L-L-LLLLLuffy-senpai, arigatou."
Le lacrime erano sgorgate dai suoi occhi con la forza prorompente di una cascata. Un raggio di luce divina sembrò inondarlo.
I fiori sbocciarono.
L'arcobaleno spuntò nel cielo.
E poi Luffy gli aveva preso la mano:
"Entra nella mia ciurma, crestone!"
E l’aveva stretta nella sua: una stretta così ferma, calda e virile...
“Kyaaaaa!”
Gioia infinita. Con annessi, ovviamente, occhi a cuoricino.
E quella gioia era stata accompagnata da un vero e proprio attacco cardiaco e tanti mugolii sommessi.
“…uf….y…n…pai….”
Ed al suono di quei mugolii indecifrabili, e particolarmente irritanti, per la terza notte di fila, Sanji si era svegliato.
Sinceramente lo compativa, quel povero fanboy da strapazzo.
Si fosse ridotto in quello stato pietoso per una donna, poteva accettarlo, ma per un uomo... proprio no!!
Ad ogni caso, quella sera, Sanji dovette provare per Bartolomeo una pena infinita: forse non era uno di quei sogni da fangirl sfegatata; forse, quella mano stretta tra i denti di Luffy, addentata come un succulento cosciotto, doveva fare davvero male.
Sanji lottò per qualche attimo con la sua coscienza: intervenire o non intervenire.
“Tch.”
Risolse alla fine che quel segno di denti, l’indomani, si sarebbe trasformato in uno speciale autografo personalizzato.
Infondo gli stava facendo un piacere.
E poi, una bella vendetta per averlo destato dal suo paradiso erotico doveva pur prendersela!

 

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Capitolo 2
*** Fuori bordo ***


Fuori bordo
(Law)

“Mugiwara-ya, perché quell’idiota è a bordo? Riconsegnarlo ci farà solo perdere tempo.”
“Cosa hai detto, bastardo?”
Bartolomeo fu seriamente tentato di creare una barriera scorrevole che avrebbe direttamente “accompagnato” quello stramaledetto Trafalgar fuori bordo: sul fondo dell’oceano avrebbe rotto le palle di meno. Perché farlo smettere, anche in quella situazione, sembrava impossibile.
“E come osi rivolgerti così a Luffy-senpai?? Vuoi morire? AH?!??”
“Signor Pollo-kun,”
Fortuna che era intervenuta una sorridente Nico Robin a calmare il capitano del Barto Club il quale, occhi a cuoricino, si era prontamente zittito.
“Buttalo fuori bordo, Mugiwara-ya.”
Ma Law non sembrava essere in vena di mollare la presa: in qualche modo, doveva ammetterlo, dopo tutto quello che aveva passato voleva alleggerirsi un po’ l’animo e divertirsi un po’ e quel fanboy da strapazzo sicuramente forniva un adeguato divertimento. Provocarlo rendeva bene, era decisamente esilarante e soddisfacente e poi, conoscendo perfettamente il punto su cui fare leva, il tutto diventava anche più facile e quasi ridicolo.
“Ah?? Che dici, Trafalino?”
Rufy si piantò un dito nel naso con indifferenza ed agli occhi di Bartolomeo dovette apparire come il più ispirante e virile dei gesti dal momento che piroettò al suo fianco in adulazione e si arrestò solo per voltarsi spavaldo verso Law e guardarlo ghignando:
“Ah! Visto, idiota? Luffy-senpai ha espresso il suo volere! Fattelo tu un tuffo fuori bordo, e non rompere più i coglioni!”
 Ovviamente, poco dopo, sfoggiata la sua migliore posa da figo ed essersi concesso una risata ai limiti della sanità mentale, sfoggiando anche una piuttosto infantile linguaccia,  tornò a dare attenzioni al suo idolo che se la ridacchiava soddisfatto dell’allegria che quei due portavano sulla sua nave.
Che fossero pronti ad affettarsi erano dettagli. Per Luffy quello era cameratismo maschile! E grande sfoggio di amicizia.
“Luffy-senpai ̴̴̴  ̴”
Ed anche Law sorrise di rimando, non visto: la verità era che si era affezionato a Luffy e sapere che c’era qualcuno a sua protezione non gli dispiaceva affatto. Doloroso ammetterlo ma “Pollo-kun” piaceva anche a lui. Si era guadagnato il suo rispetto, infondo.
“Mugiwara-ya. Lo scarichiamo nel primo porto disponibile.”
Sì, gli piaceva. Ma istigarlo gli piaceva anche di più.

 

Ed eccola qui, la seconda storiella demenziale dei questa folle raccolta!
Nonostante l'idea di questa raccolta -o quanto meno di scrivere qualcosa su Bartolomeo- era sbocciata nella mia mente da subito, devo ammettere che non mi è stato facile elaborare la prima storiella ed avere altre idee. Ma sembra invece che adesso piovano a catinelle XD per cui ho già qualche altro capitoletto pronto che pubblicherò presto poinchè ho molto progetti e non prevedo di dare a questa raccolta vita lunga -non eccessivamente almeno-
In ogni caso ringrazio di cuore le persone che hanno commentato positivamente questa raccolta: sono rimasta piacevolmente sopresa diricevere una così calorosa accoglienza!! Intendo nei riguardi di questa raccolta :)
Grazie mille ragazze!!!

 

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Capitolo 3
*** la collezione cresce ***


La collezione cresce
(Nami)


Quando erano scappati a bordo della Thousand Sunny, promettendogli che a distanza di qualche giorno lo avrebbero ricondotto alla sua nave e riconsegnato alla sua ciurma, Bartolomeo non aveva di certo avuto il tempo di recuperare, tirandole via dal muro “delle glorie”, le taglie dei suoi idoli per poi farsele autografare.
Purtroppo proprio no, non vi era stato né il tempo né il modo e poi, comunque, l’essere lì con loro, con la ciurma di Mugiwara in persona, valeva più di mille autografi!
Ma lui… beh, lui un autografo da tutti, per quando avrebbero dovuto separarsi, lo voleva!
Lo voleva eccome!!
Certo, se avessero fatto porto avrebbe potuto facilmente venire in possesso, su qualsiasi isola fossero approdati, di nuove taglie. Ma queste non sarebbero state come le “originali”, quelle che avevano segnato l’inizio di tutto e risalivano a ben tre anni prima.
Beh, si sarebbe accontentato.
Ma poi,  fortuna aveva voluto che, leggermente spiegazzata ma fortunatamente in buono stato, dalla tasca posteriore del pantalone era sbucata fuori una post-card che gli aveva salvato la vita.
Una di quelle speciali che la Marina, nel sorprendere la ciurma di Cappello di paglia per poter avere un riferimento da allegare alle taglie, aveva scattato.
Una di quelle in cui,  la bellissima gatta ladra, Nami-senpai, era ritratta in costume.
“Yo oh!!! Kyaaa!! Che culo!”
Bartolomeo si era stretto quella foto al petto euforico e su di giri e, con la stessa allegria, aveva poi saltellato in giro per la nave alla ricerca di Nami.
“Zoro-senpaaaaaaai, sai dov’è Nami senpai?”
Risposta negativa.
“Luffy-senpai!!! Hai visto…? No no no!! Perdona questo stupido sottoposto! Non volevo disturbarti!!”
“Ah?”
Beh, in ogni caso, se anche Luffy avesse saputo indirizzarlo verso Nami, Pollo-kun se l’era già data a gambe.
“Robin-senpai. Sai dove posso trovare Nami nee-san?”
E finalmente, con la grazia e la dolcezza –apparente- tipica di Nico Robin, questa gli aveva risposto:
“Sta facendo il bagno. Finirà a momenti.”
Inutile dire che a quelle parole le orecchie di Sanji e Brook si tesero; beh, anche se Brook, effettivamente, le orecchie non le ha:
“Bartolomeo-san”
Si era avvicinato, Brook.
“Vieni con noi.”
“Neanche per sogno!! Non accetto che quel…”
“La barriera. Sanji-san.”
“Tch.”
Non gli andava particolarmente a genio, a Sanji, che Pollo-kun dovesse unirsi alla “missione” ma aveva ceduto quando il suddetto galletto li aveva seguiti piroettando: con un deficiente simile c’era poco da discutere.
Entrarono in bagno con cautela ma, nuovamente inutile dirlo, Nami era già lì pronta a svettare quell’attacco di perverso spionaggio.
“Nami nee-san, puoi farmi un aut-“
Volarono oggetti di tutti i tipi in direzione del trio che aveva appena varcato la soglia. E tali oggetti furono anche tanto veloci da non permettere loro di scorgere molto o almeno, per quanto riguarda Bartolomeo, il sig. galletto era prontamente ricorso alla barriera un po’ come movimento meccanico e un po’ vista la mala parata ed era quindi  riuscito, grazie alla sua protezione trasparente, a scorgere se non esattamente le grazie di Nami ma almeno nel cesto della biancheria poco distante un più che noto pezzo superiore di un costume femminile.
In adorazione, sì.
Rispettoso, sì.
Ma fanculo, Bartolomeo era comunque un uomo. Cosa c’era da aspettarsi?
Afferrò quel costume al volo, balbettando uno sconnesso “Na-na-na-NA…mi… ne…e..san…” prima di perdere completamente la lucidità e sciogliere la barriera.
Inutile dire che una boccetta di bagnoschiuma lo colse in piena fronte.
Inutile dire che fu scaraventato fuori dalla porta. E si schiantò sul muro in legno del corridoio esterno.
Ancora più inutile dire che fu messo k.o. all’istante.
E decisamente inutilissimo dire che sul viso aveva un sorriso così ebete che quasi avrebbe spaventato a morte chiunque lo avesse visto.
Ma, del resto, -e cosa ve lo dico a fare- : tra quel pezzo di costume e quel bernoccolo in fronte, Bartolomeo non avrebbe proprio saputo decidere per aver ottenuto quale dei due piangere di gioia. Ma, almeno, che entrambi fossero molto meglio di un semplice autografo lo aveva capito.


 

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Capitolo 4
*** Splash! ***


Splash!
(Zoro)


“Yaaawn...mmmm…”
Quella notte Bartolomeo si era fatto una bella dormita e, addirittura, quando aveva messo piedi fuori dalla cabina uscendo sopra coperta sul soffice manto verde della Thousand Sunny, il sole era già alto nel cielo. E picchiava anche forte.
Sbadigliò ad occhi chiusi, lacrimando appena, e si grattò il fondo schiena:  tutto quell’entusiasmo lo aveva stremato, ma per fortuna ora aveva energie a sufficienza per recuperarlo nuovamente. Infondo quella era la prima mattinata serena che trascorreva sulla Thousand Sunny e di certo, cose per cui entusiasmarsi, ce ne sarebbero state a iosa.
Così spalancò gli occhi e vide il paradiso: beh, la sua versione personale, almeno.
Zoro sonnecchiava abbandonato sul prato in un angolo, Nico Robin era seduta su di una sedia sdraio intenta a divorare un libro, Brook, Chopper e Usopp chiacchieravano e ridevano animatamente per poi cantare qualche stonata canzone di cui capire il testo non era proprio possibile. Franky doveva essere forse sottocoperta a lavorare a qualcosa, Sanji in cucina e Nami nella sala comune a rilassarsi un po’. E poi Luffy… beh, lui era in piedi sulla polena intento a tirare pugni contro l’aria allenando il suo micidiale “Gomu gomu no Gatling”.
Spettacolo divino.
Gli occhi di Bartolomeo brillarono e nella sua mente si accese la geniale e brillante –accecante- idea di unirsi a lui ed approfittare di quell’evento più unico che raro per allenarsi con il suo dio ed imparare da lui qualche cosa.
Balzò sulla polena accanto al capitano e, senza dire nulla, divaricò le gambe e caricò i pugni:
“Shi-shi. Shi-shi” per poi colpire sempre più veloce “shi shi shishsishshi” fendendo l’aria.
“Ihihihi non male, crestone!”
Bartolomeo dovette trattenere a stento le lacrime che purtroppo gli appannavano già gli occhi e controllare la gioia immensa che lo stava caricando a mille.
“Waah ah!”
Anzi, sovraccaricando! Perché, perdendo il controllo sul ritmo dei colpi, perse anche l’equilibrio e rovesciò su Luffy. E, entrambi, rovesciarono giù dalla polena.
“Waaaaaaaa!”
Luffy fu pronto ad attorcigliarsi alla testa della Thousand Sunny: e fu salvo.
“Phew. Ci è mancato un pelo.”
Mentre Bartolomeo… beh, lui poteva quasi eguagliare la tecnica di Luffy ma di gomma non era ancora fatto, per cui precipitò in mare.
“Ah?!”
Luffy rimase un attimo in osservazione, quasi sorpreso che l’altro non si fosse attorcigliato come lui evitando di cadere: a nulla sarebbe servito ricordagli che Bartolomeo non era l’uomo elastico ma l’uomo barriera, potere poco utile in quel caso.
“Ah! Un corno!!”
Esclamarono Brook, Chopper e Usopp all’unisono con gli occhi fuori dalle orbite e la lingua che serpeggiava fuori dalla bocca: avevano visto tutto ma, evidentemente, senza contare che due avevano i poteri del frutto del diavolo, Usopp non era molto propenso a tuffarsi in quelle acque infestate chissà da quale orribile mostro marino.
“Hey, Zoro. Zoooro!”
Rufy chiamò tranquillamente il suo secondo che se la dormiva della bella.
“Zoroooo. Sono caduto in mare.”
“Bugiardo!!!!” Reagì il trio ancora in sincro e, tale urlo, dovette essere sufficiente a far rompere la bollicina sotto il naso di Zoro svegliandolo.
E allora, visto che si era svegliato…
“Zoro-san, Luffy è caduto in mare.” Brook.
“Zoroooo!!!” Usoop.
“Devi salvarlo, Zoro” Chopper.
“AHH??? Quell’idiota!”
“Sì Zoro! Salvami!” Luffy.
Avrebbero scaricato a lui la responsabilità di salvare quel fesso.
Certo, se Zoro fosse stato più lucido forse si sarebbe accorto che … beh, comunque, si tuffò.
“Idiota! Quante volte ti ho detto di fare atten… SEI TUU!!!???””
Il fatto che gli fosse stato necessario prima risalire a bordo per accorgersi che quello non era Luffy la diceva lunga ma, anche, il fatto che volesse rituffarsi convinto che Luffy fosse ancora in acqua e che Chopper e Usopp dovettero fermarlo, la diceva anche più lunga.
“Zo-zo-zo-zoro-senpai!!!”
Bartolomeo si asciugò lacrime e muco con la manica della giacca: era così riconoscente che Zoro-senpai si fosse buttato in acqua per salvarlo!
“Zoro-senpaiii!”
E, per quello, e tante altre cose ovviamente, lo avrebbe venerato a vita:
“Oggi sarò il suo schiavo,  Zoro-senpai!”
Pollo-kun si batté un pugno sul petto per suggellare la promessa. E Zoro sospirò profondamente, ancora gocciolante e bagnato: non avrebbe più salvato nessuno. Di questo ne era certo.

 

Ancora una volta grazie mille alle tre anime pie che hanno aggiunto questa collezione senza pretese tra le storie seguite.
Un grazie speciale a LadyGio99 e Kiddo_Traffy che hanno commentato con pazienza ogni capitoletto *w* e, ovviamente, grazie anche agli altri recensori e lettori <3


 

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Capitolo 5
*** Cannibale ***


Cannibale
(Chopper)


“Ragazzi, il pranzo è pronto!”
Sanji si affacciò dalla porta sul ponte coperto per richiamare l’attenzione della ciurmaglia: non che, urlando “cibo”, non avesse già suscitato il loro interesse, sia chiaro.
“Nami-swan. Robin-chwan! Ho preparato le migliori prelibatezze solo per voi!”
“Uwwwa! Anche io le voglio!”
“Giù le mani dai piatti delle mie regine!”
“Buuu!!”
“Sanji-senpai! Come puoi sgridare così Luffy-senpai??!”
Quella che sembrava essere una giornata come tante altre, un pranzo come tanti altri, venne trasformato nel giro di qualche battuta, due cazzotti in testa e la punizione di rimanere a stomaco vuoto, in quella che era da considerare… beh, proprio una giornata normale. Con l’eccezione che, a pranzo finito, Rufy e Bartolomeo erano rimasti a stomaco vuoto e bava alla bocca. Se Bartolomeo aveva però affrontato la fame stoicamente, di tanto in tanto intervallando lamenti biascicati a minacce poco effettive tanto per dar man forte al suo meraviglioso Luffy-senpai, il capitano della nave non aveva invece smesso un attimo di piagnucolare infantilmente: magari, se avesse conservato le energie invece di quel lamentarsi continuo forse avrebbe avuto meno fame ma… non è questo il punto forte della storia. Più o meno.
“Ho faaaaame!!”
“Vero, vero! Luffy-senpai ha fame! Sanji-senpai, dagli subito da mangiare-beh!”
“Tch! Neanche per sogno. Aspettate la cena, idioti!”
Bartolomeo e Luffy  lasciarono ricadere la testa sul petto all’unisono e, contemporaneamente, riversarono qualche lacrimuccia silenziosa: a vederli così si sarebbe detto che erano proprio amici da una vita! O, semplicemente, condividevano la stessa mancanza di cervello: cosa più probabile.
“Hey hey, Choppa.”
Usopp nel frattempo attirò l’attenzione della renna con un gesto della mano e la voce bassa:
“lo sai come chiamano Bartolomeo?”
“Uh?”
Il volto di Usopp assunse un’espressione inquietante e distorta e, all’ascolto di quello che sembrava essere un discorso interessante, anche Zoro, svegliatosi dal suo riposino, aveva preso tacitamente parte alla conversazione.
“Bartolomeo il cannibale!”
“Il-il-il Ca-cannibale????”
Il povero Chopper dovette mettersi le zampe sul muso per non urlare quanto più forte poteva e, muovendo la testa a scatti, si guardò circospetto intorno per controllare dove fosse l’oggetto della sua paura: appena poco distante.
“Kyaaaaa!!!!”
“Ho sentito dire che ha ucciso un bel po’ di civili nel nuovo mondo.”
Attaccò Zoro fintamente disinteressato.
“Già, già. E pare che abbia ucciso più che altro bambini perché…” Usopp fece una pausa ad effetto
“la loro carne è la più tenera.”
“KYAAAAAA!!!”
I denti del povero medico iniziarono a battere ritmicamente: una bella musichetta per Zoro che tratteneva una risatina e per Usopp che dovette voltarsi per non smascherarsi visto il suo più che evidente divertimento.
“Sembra che sia un maestro nel recidere i muscoli.”
“Anche t-t-t-tu! Torao!”
Perché perdere occasione? Anche Law aveva dato il suo contribuito ed era servito abbastanza da far scappare il povero Chopper sottocoperta e, dalla porta che si affacciava sul ponte, nascosto in modo pessimo, osservava ora la ciurma tenendo particolarmente sott’occhio il terribile “cannibale”.
Lo fissò tanto intensamente che, quasi sentisse due occhi addosso, Bartolomeo si voltò verso di lui e, con una smorfia, lo chiamò:
“Choppa-senpai.” E compì anche un passo nella sua direzione.
La povera renna, terrorizzata, pensò bene di ricorrere ad una delle sue droghe per trasformarsi e, diventato una palla esperta di kung-fu, rimase sull’attenti.
Non si sarebbe mai aspettato che, a quella reazione, Bartolomeo lo avesse guardato in quel modo!!
Il quel modo così… così… erano stelline quelle che luccicavano nei suoi occhi?
“Attento, Choppa-ya. Ora hai più carne da strappare.” Dannatissimo Torao!
Il chirurgo della morte si era appoggiato allo stipite della porta con nonchalance, sogghignando anche. E anche Zoro e Usopp dovettero trattenere le risa.
“Luffy! Salvami!”
Bartolomeo si avvicinò di più.
E si leccò le labbra.
“Kyaaa!!!!”
Chopper uscì dal suo nascondiglio ed iniziò a correre in tondo, in lungo e largo per il ponte, come impazzito.
Ovviamente, Bartolomeo, con gli occhi che ancora brillavano ed un sorriso ebete in volto –uno di quelli che, avrebbe detto Chopper, Rufy sfoggiava quando pensava ad un succulento cosciotto- aveva preso ad inseguirlo.
E dietro di lui, come un trenino, anche quell’idiota di Luffy.
“Stammi lontano! Non sono commestibile io!!”
“Choppa-senpai!!! Fermati-beh!!”
“Luffy! Aiuto!”
“Hahahha è divertente!”
Un vero quadretto di idioti a vederlo da fuori.
Una terribile esperienza a vederla da parte di Chopper che corse con un matto finché l’effetto della droga non fu quasi svanito e ansimando si accasciò al suolo esausto.
“Ah, ah. Mi arrendo!” strinse gli occhietti neri
“fai di me quello che vuoi. Mangiami pure.”
Piagnucolò tirando su col naso e, quando riaprì gli occhi, Bartolomeo era davanti a lui: le pupille ancora più brillanti e le zanne in vista.
“Mangiami in fretta!!”
Bartolomeo lo sollevò da terra prendendolo sotto le zampe lunghe come braccine.
Lo avvicinò al suo viso.
Lentamente.
Molto, lentamente.
Chopper tremò.
“Addio amici.”
E quando Bartolomeo aprì la bocca e le zanne luccicarono sinistre, Chopper serrò nuovamente gli occhietti:
“Choppa-senpai!!”
Era già nella bocca di quel folle?
No, non lo avrebbe detto… sembrava anzi che…
“Ho sempre immaginato di farlo-beh.”
“Hahaha”
Luffy se ne stava accanto a loro a ridere come il fesso che era.
Zoro e Usopp guardavano la scena decisamente inquietati e Robin si era concessa un sorrisino.
In tutto questo, con la stessa faccia da ebete, un leggero rossore sulle guance e gli occhi chiusi, Bartolomeo si strofinava quella povera renna contro la guancia.
“Morbido-beh.”
Forse essere mangiati sarebbe stato meno imbarazzante e quasi Chopper lo rimpianse.
Il fatto era che quel “cannibale” altro non stava a significare che “colui che prende in giro la gente”. Ma questo Chopper lo aveva capito troppo tardi!

 

Ok, questa era davvero demenziale T_T
Ma l'idea mi è venuta scoprendo che, "cannibale" sta appunto ad indicare in giapponese colui che "mangia le persone" in senso di prenderle in giro ed infatti, di conseguenza, mi sono accorta come Bartolomeo sia proprio un personaggio di questo stampo. La bomba finta, la pipì durante i giochi, beh... ci siamo intesi :D
Insomma ho sfruttato questa idea per rendere la storiella e nessuno mi sembrava più adatto ad "essere mangiato" del povero Chopper XD
Spero non sia così pessima come appare a me T_T 
Ma in ogni modo grazie mille per l'attenzione e la lettura *w* 

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Capitolo 6
*** Barri Barri ***


Barri Barri
(Luffy)

“Hey Crestone,”
Che quella poco raffinata mossa Bartolomeo l’avesse copiata da qualcuno era… beh, era palese, e che fosse da Luffy lo era ancora di più considerando che il capitano se ne stava ora davanti a lui, con aria fintamente disinteressata, scavando nella sua narice con l’indice alla ricerca di chissà che tesoro nascosto.
“insegnami come creare la barriera.”
Probabilmente, era proprio perché conscio del fatto che no, senza il frutto Barri Barri creare una barriera era altamente improba- impossibile che tentava quell’approccio con malcelato disinteresse ma, dal momento che Bartolomeo aveva orgogliosamente dichiarato che bastava semplicemente incrociare le dita e che anche i mocciosi sapevano come fare... l’orgoglio di Luffy ne era uscito distrutto quando anche dopo venti minuti buoni di prove (e incrociamenti di ogni parte del corpo probabile e non) non era riuscito ad ottenere nulla. Diciannove, per l’esattezza. Al ventesimo si era già scocciato.
Rimaneva però che quella mossa era davvero fichissima e onestamente, siccome era più cresciuto di un moccioso, doveva e voleva impararla. Punto.
“Allora? Me la insegni?”
“Lu-Luffy-senpaaaaai!”
Il suo idolo voleva imparare, DA LUI, qualcosa: il giorno più felice della vita di Bartolomeo era così finalmente giunto se non fosse che, anche dopo vari tentativi, spiegazioni insensate e posizioni ridicole, aveva magistralmente fallito e dalle dita di Luffy non era stato creato assolutamente nulla. Al massimo avevano sparato via una caccola del naso ma nulla di più miracolo.
“Luffy-senpai, mi-mi-mi dispiace-beh!”
Il povero “cannibale” era perfino scoppiato a piangere osando solo pensare quanto poteva aver deluso il grande Luffy-senpai e quale disonore era stato il non saper condividere una delle sue tecniche con lui. Ovviamente, in qualche parte remota della sua testolina bacata, era spuntato l’allarme del “non può farla perché non ha mangiato il frutto Barri Barri ma…” ma Bartolomeo aveva prontamente ignorato quella vocina almeno finché un’idea, accesasi magicamente nel cervello, non gli aveva risollevato il morale.
“Luffy-senpai! Riprova una volta ancora! Questa è quella buona-beh!”
E Luffy aveva eseguito
“Co-così?”
Aveva incrociato le dita stringendole con quanta più forza possibile e, miracolo dei miracoli, una barriera scintillante ai raggi del sole si era materializzata davanti a lui.
“Wuaaa! Ce l’ho fatta!!!”
“Grande Luffy-senpai!!!”
Peccato solo che dietro la schiena, nascoste alla vista del capitano, erano le dita incrociate di Bartolomeo a rendere il miracolo possibile. Ma questo trucchetto non lo avrebbe di certo rivelato.
“Shishishsi. Hey Usopp! Guarda qui!”
Orgoglioso, Luffy tentò di mostrare la barriera ai suoi compagni ma, impegnati in altri mansioni, non vi fu modo alcuno di attirare l’attenzione se non quella di Usopp che, vedendo le labbra di Luffy muoversi ma non riuscendo a sentirne la voce poiché il capitano era dietro la barriera, gli stava andando incontro per svelare il mistero.
Peccato solo che non vide la barriera e finì, con immense risa di Luffy, con l’urtare la barriera e con l’accartocciarsi il lungo naso nel processo.
“Hahahahah!”
Mugiwara dovette trovarlo tanto esilarante che anche nel suo cervellino malandato apparve un’idea: se nessuno voleva dargli retta, avrebbe trovato il modo di attirare l’attenzione.
Per tutta la mattina girovagò per la nave creando barriere ai danni di tutti.
Per tutta la mattina se la rise come un bimbo delle sue malefatte e, di più, delle facce sconcertate e sorprese di Zoro, Franky, Usopp e Chopper.
E, per tutta la mattina, quale dio creatore di quel misfatto, Bartolomeo lo seguì creando barriere di tutti i tipi e piangendo a dirotto per il solo fatto di essere lui la causa di sofferenza per i suoi idoli. Ma infondo, cosa poteva mai fare?
Rifiutarsi di eseguire la richiesta di Luffy-senpai?
Salvare gli altri senpai della ciurma?
Ah, che vita crudele!
Ad ogni modo dovette ammettere che vedere Luffy divertirsi così valeva la pena di soffrire un po’ e che, comunque, avrebbe implorato perdono a tutti quando il mistero fosse stato risolto.
E non ci volle molto.
Fu Robin che, a conoscenza di tutto, si premurò di bloccare a distanza, ricorrendo a due braccia eleganti che fuoriuscirono dal busto di Bartolomeo, braccia, mani e dita di quest’ultimo nel momento in cui Mugiwara tentava un nuovo assalto ai danni di tutti i presenti radunati davanti a lui.
“E-e-eeeeeh??? Perché non funziona più??? Hoi hoi, Crestone! Qualcosa non va!”
Lo scintillio malefico negli occhi di gran parte della ciurma allarmò Luffy che si impegnò di più nell’incrociare quelle dita magre e senza alcun potere.
“Crestone!”
“Lu-Luffy senpai.”
Seduto a terra sconfitto, Bartolomeo piagnucolava coscio della situazione e, quando tutti si lanciarono su Luffy pestandolo a dovere, e si radunarono poi difronte a lui, temette davvero il peggio.
“Barto-kun, questa ce la paghi.” La feroce Nami.
“Ha ha ha, ti affetto per bene, bastardo.” Lo guardò truce Zoro.
“Come hai potuto?” piagnucolò Chopper
Avrebbe potuto discolparsi e levarsi il peso della colpa di dosso ma così facendo… quale onore ci sarebbe stato?
Tradire Luffy-senpai?
Mai.
Così, occhi chiusi e lacrime agli occhi, attese la giusta punizione.
Che arrivò puntuale.
 
Seduti a terra, legati come salami, Luffy e Bartolomeo spesero buona parte del pomeriggio.
Luffy con un gonfiore visibile sull’occhio ed un bernoccolo di grandezza epica sulla testa e Bartolomeo con un solo, piccolo ed insignificante bernoccolino al lato della fronte.
Mentre gli avevano inferto quel colpo, Bartolomeo aveva pianto disperato: non solo perché Luffy-senpai era stato colpito a sua volta ma, e soprattutto, perché la ciurma aveva riservato al capitano il più delle botte.
A quanto pareva, dal sorrisetto che Nami gli aveva rivolto prima di allontanarsi, la ciurma doveva aver capito che il “povero” Bartolomeo era stato “costretto” dalla sua ammirazione ad accontentare il loro capitano e che, pertanto, lo avevano perdonato.
Peccato solo che, poco dopo, quel sorriso era mutato in un ghigno e… e allora “il cannibale” aveva compreso che sì, erano stati clementi, ma che se lo avesse fatto un’altra volta non gli avrebbero risparmiato nulla. 

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