The Most Beautiful Sweetness In The World.

di Ellie Miller
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo della luce. ***
Capitolo 2: *** Tempo di conoscersi. ***
Capitolo 3: *** Vita eterna.. ***
Capitolo 4: *** Grandi responsabilità. ***
Capitolo 5: *** Scoperte immaginabili. ***
Capitolo 6: *** Piccoli incidenti. ***
Capitolo 7: *** Rivelazioni. ***
Capitolo 8: *** Troppa passione. ***
Capitolo 9: *** Primo compito...o ultimo? ***
Capitolo 10: *** Non tu, Non io...ma NOI. ***
Capitolo 11: *** Pace prima della tempesta. ***
Capitolo 12: *** Amara verità. ***
Capitolo 13: *** Nuova piccola speranza. ***
Capitolo 14: *** Erica White Slingby Humphries. ***
Capitolo 15: *** La famiglia Slingby. ***



Capitolo 1
*** L'arrivo della luce. ***


" Quando incontrano l’altra metà di se stesse da cui sono state separate, allora sono prese da una straordinaria emozione, colpite dal sentimento di amicizia che provano, dall’affinità con l’altra persona, se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei – per così dire – nemmeno un istante.
E queste persone che passano la loro vita gli uni accanto agli altri non saprebbero nemmeno dirti cosa s’aspettano l’uno dall’altro.
Non è possibile pensare che si tratti solo delle gioie dell’amore: non possiamo immaginare che l’attrazione sessuale sia la sola ragione della loro felicità e la sola forza che li spinge a vivere fianco a fianco.
C’è qualcos’altro: evidentemente la loro anima cerca nell’altro qualcosa che non sa esprimere, ma che intuisce con immediatezza.  "

-Platone.
 
 
Nel Dipartimento degli Shinigami, come sempre, arrivarono nuovi ''arrivi''.
Per Eric Slingby era una giornata noiosa e piena di cose da consegnare, altre anime da raccogliere, nutrirsi e dormire.
La solita monotona vita da Shinigami, condannati a guardare la morte altrui, aspettando di essere perdonati per aver rinunciato alla propria.
Per Eric tutto ciò era pesante, troppo, non riusciva quasi a sopportarlo.
Ma intanto era consapevole della propria scelta, continuando la sua noiosa vita, aspettando uno spiraglio di luce, la sua personale stella.
Quella mattina si diresse dal ''capo'', William.
<< Ecco a te... >> Disse porgendogli l'ultimo registro delle anime di quel mese che aveva raccolto, guardando di sfuggita i nuovi arrivati.
Ormai erano sempre più giovani e  ciò gli dava molto fastidio, anche se lui era stato il primo a rinunciare alla propria vita.
William come suo solito si sistemò gli occhiali, osservando varie volte i novellini e poi Eric, con il registro tra le mani.
Lui lo prese, dandogli una veloce occhiata, per poi chiuderlo.
<< Eric Slingby. >> Il biondino si fermò di colpo, osservando il compagno di lavoro.
<< Ho sbagliato qualcosa nel registro? >>  Chiese, per poi sospirare lievemente.
<< No. Volevo affidarti un ragazzo, per allenarlo e aiutarlo negli studi per l'esame finale. >>
<< A chi devo fare da babysitter? >> Chiese, sospirando ancora una volta.
Il moro ignorò la sua affermazione, per poi osservare il gruppetto davanti a loro.
<< Alan  Humphries. >> Rispose osservando attentamente il ragazzo.
Eric posò lo sguardo su quella figura esile che alzò la testa verso i due superiori, incerto.
<< Ah, sei tu... >> Disse osservandolo ancora. << E cosa dovrei insegnarli? >> Chiese a William.
<< Insegnargli come essere uno Shinigami, le cose fondamentali e la pratica. >> Spiegò il moro.
<< Capito. >> Sospirò per la terza volta. Temeva di non essere all’altezza del compito, temeva di non riuscire a essere un buon maestro per il novellino…
Il ragazzino si avvicinò e accennò un sorriso timido. << Io sono Alan Humphries, piacere… >> porse la mano verso il suo nuovo tutor, con un lieve rossore sulle gote.
Eric sorrise e strinse forte la mano, rimanendo molto sorpreso il castano.
<< Piacere mio, io sono Eric Slingby… >> Alan sorrise, sembrava un tipo simpatico questo Eric.
<< William ti ha mostrato tutta la struttura? >>
<< Si, più o meno… >>
<< Perfetto! Ti va una cioccolata? >>
<< Va bene… >>
 
 
Nessuno dei due, in quel momento, sapeva ciò che gli aspettava.
 


TO BE CONTINUED...

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Capitolo 2
*** Tempo di conoscersi. ***


Il novellino fissava il suo tutor, sorseggiando la cioccolata che gli aveva offerto…
<< Scusa…Non ho capito bene cosa dovrei fare con te... >>
<< Semplice, dovrò allenarti per l’esame da Shinigami… E insegnarti le cose importanti… >>
Rispose il biondo, incerto, finendo di bere.
<< Capito… >>
<< Sarà un gioco da ragazzi se ti impegni… >> Il biondo posò le tazze e si avvicinò, per arruffargli i capelli.
<< V-va bene.. >> il castano ridacchiò al gesto.
<< Credo che con te comincerò dalla pratica…Non serve molto lo studio secondo me, per uno shinigami. >>
<< A-ahm…  >>
<< E’ solo un mio pensiero. Non dir nulla a William… >> Sussurrò il biondo, guardandolo.
<< Non dirò nulla. >> rispose sorridente il nuovo arrivato.
<< Stasera dovrò prendere un’anima. Tu verrai con me, a osservare e basta. Intesi? >>
<< Ahm..S-si. >>
<< Sarà il nostro segreto. >>
<< Perché?...Non si può? >>
Il biondino scosse la testa e Alan annuì.
<< Sarà il nostro segreto, promesso. >> rispose allegro.
<< Bravo ragazzo. >> esclamò Eric, sorridendogli.
 
 
La sera giunse presto, cosi come l’ora di cena.
I due shinigami si diressero a tavola, parlottando, e sedendosi in disparte.
<< Tu hai mai lasciato vivere qualcuno, Eric-senpai? >>
<< Uhm…Beh si. Una bambina… >> sussurro quest’ultimo, osservando il proprio piatto.
<< Mh…Sai, non vedo l’ora di vederti all’opera, stasera! >> Esclamò entusiasta.
<< Ti entusiasta? …Io la prima volta non lo ero, anche perché era l’esame. >> rispose Eric.
<<…Per te come fu? >>
<< Beh…Dovetti affrontarlo e basta, ignorando tutte le emozioni che provavo. >> sospirò.
<< …Senpai, tu sarai presente al mio esame? >>
<< Uhm…Si credo, se ci tieni. Ma…Dovrai collaborare con il compagno con cui dovrai fare l’esame.
Poi quando lo superi avrai il tuo ruolo da shinigami, i tuoi occhiali e la tua falce.
Dovrai osservare un umano per un mese, e alla fine decidere se è stato utile o meno all’umanità.
Dopo tutto ciò dovrai decidere solo con chi lavorare, o da solo o in coppia, tipo. >>
<< A-ah…tu con chi lavori? >>
<< Dipende. La maggior parte da solo…a volte con Grell o William. Solo…che non è che li definisca proprio amici, ecco. Lo faccio perché devo e basta. Prima o poi spero di trovare un vero amico, qui… >> sussurrò alla fine, bevendo un sorso di vino.
<< I-io…ti sono simpatico? >>
Eric, sorpreso da quella domanda inaspettata, posò piano il bicchiere, scrutandolo attentamente negli occhi.
A qualcuno importava se gli stava simpatico o meno…Era una cosa strana per lui, ma piacevole.
<< Beh…Non mi dispiace la tua compagnia. >> Rispose osservandolo ancora, per poi poggiare lo sguardo nel liquido scarlatto nel suo bicchiere.
<< Eric-senpai…tu hai un piatto preferito? >> Chiese il castano, cercando di cambiare discorso.
<< Ahm..beh si. I dolci…già, sembra strano, ma mi piacciono molto. >>
<< Anche a me! >>
<< Bene, una cosa in comune… >> Eric ridacchiò, per poi tornare a mangiare.
Alan lo osservò ancora per un po’, per poi far lo stesso.
Durante la cena scoprirono parecchie cose l’uno sull’altro.
Dall’età alle passioni più intime, senza provare imbarazzo.
Dopo la cena, tornarono nella camera del più grande, per prendere la propria agenda e la propria falce, mancava poco all’incarico.
Una domanda viaggiava nella mente di Eric, il motivo del suo suicidio.
Ma decise di rimandare, decisamente il ragazzo non era pronto ad affrontare questo discorso.
Dopo altre risate e chiacchiere, come prestabilito, i due si diressero a Londra, per recuperare l’anima assegnata a Eric.
Alan restò sul tetto, immobile, aspettando lo sparò che avrebbe segnato fine alla vita di quel uomo definito da Eric “poco di buono”, esattamente uno spacciatore.
Il suo senpai esaminò lo stesso i cinematic, come da procedura, per poi dichiararlo inutile all’umanità, proprio come aveva detto fin dall’inizio…Infondo lo osservava da un mese, a quanto aveva capito.
Eric era molto abbattuto dopo ciò, Alan lo lesse nei suoi occhi, quando tornò sul tetto, ma preferì non indagare.
Tornati al dipartimento scoprirono di essere stati uniti nella stessa camera, forse proprio perché Alan era stato affidato ad Eric.
Il biondino, imbarazzato, rese la camera presentabile, facendo attendere quasi un quarto d’ora al castano fuori la porta.
Infine entrò, e stanco si poggiò sul letto.
Iniziarono a parlare dell’allenamento che avrebbero cominciato domani, e dei loro legittimi nemici, i demoni.
Alan sembrava ipnotizzato dalla sua voce, dal movimento delle sue labbra, senza accorgesene.
La serata proseguì con discorsi vari, dai libri alle loro esperienze vissute, fino alle prime ore notturne.
Il novellino si dileguò per un bagno, per poi cedere il posto al biondo, che quando finì lo trovo a dormire, stringendo il cuscino.
Sorrise osservandolo, per poi addormentarsi, dopo avergli tolto gli occhiali e sistemato delle ciocche ribelli.
 
TO BE CONTINUED…

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Capitolo 3
*** Vita eterna.. ***



PS:
Grazie a chi legge.
Consiglio di leggere ascoltando questa:

https://www.youtube.com/watch?v=cd8e2ECUHL4&ebc=ANyPxKoYJYZISWkYRc9BXBFuByKHHuJxh7I5mtDhk7-5hBwgXCtbqQiDf1YtaC4ggqFJ2QymQFfu16yT2uezMqwHtIHQHI-6sQ


Il giorno dopo, il castano si svegliò prima del proprio senpai, e ne approfittò per andare a fare una doccia.
Il biondo quando si svegliò lo vide appena uscire dal bagno, con un sorriso.
<< Ehy… >> sussurrò sbadigliando.
<< Dormito bene, Eric-senpai? >>
<< Si, e tu, piccoletto? >>
Il castano arrossì per il nomignolo che ormai gli apparteneva, annuendo.
<< Bene, ti va di fare colazione? >>
<< Uhm, si… >>
<< Vado a prepararmi… >>
<< Ti aspetto giù… >>
Cosi Alan scese, aspettando il proprio maestro, intendo a prepararsi.
I due consumarono la colazione, tra latte e thè, e qualche sguardo furtivo.
Quel giorno Alan doveva iniziare il suo allenamento con Eric, quindi si diressero all’esterno della struttura, per iniziarlo.
Decisero di iniziare dalla difesa, tra qualche risata e consigli.
Secondo Eric, il ragazzo aveva ottimi riflessi, ma il suo fisico esile aveva bisogno di rafforzarsi al più presto.
La sua velocità, soprattutto nel colpire, gli piaceva davvero.
Era felice infondo…di allenarlo.
Non era come gli altri shinigami, strano o qualcosa del genere.
Lui era semplice, una cosa rara per il biondo…Proprio per questo gli stava simpatico.
Dopo l’ennesimo colpo schivato dall’novellino, quest’ ultimo si accasciò a terra, sentendo della fitte all’addome.
<< Alan! >> Eric gettò subito la propria falce sul prato, per soccorrerlo. << Guardami...Alan. >>
Il giovane lo osservò, tenendosi forte il petto, dolorante.
<< Abbiamo a farti dare un’occhiata… >> sussurro il biondo, reggendolo.
<< Sto…sto bene Eric… Non preoccuparti. >>
<< Andiamo e basta. >> Riprese il biondo, sollevandolo, per portarlo dentro.
Una volta dentro, nell’infermeria, lo fece stendere, per correre a chiamare un medico.
Era davvero preoccupato da questa storia, infondo non lo aveva colpito in quella zona.
Allora cosa diavolo era?
Non doveva far altro che aspettare il parere del medico.
Dopo un attesa che sembrava interminabile, finalmente ebbero la soluzione.
<< Ha sviluppato “I rovi della morte.” Malattia alquanto rara tra gli Shinigami… Purtroppo non c’è cura. >>
Eric non voleva crederci.
Il suo primo amico li dentro era malato?!
Ma la cosa che lo ferì di più furono i suoi occhi lucidi, delusi.
Vederli abbassarsi, consapevoli che la morte lo avrebbe ripreso una seconda volta.
Lui non poteva, non voleva che quel ragazzo …ricadesse due volte nella stessa sorte.
Doveva far qualcosa, e subito!
Non avrebbe permesso che Alan sarebbe sparito per sempre, lui meritava di restare, come tutti.
<< Morirò…? >> La sua voce rotta dalle lacrime, risvegliò il biondo dai suoi pensieri.
<< N-no. Ma che dici! Non accadrà. >> Forse quelle parole servivano per rassicurare solo una bugia.
Una bugia che avrebbe fatto bene a entrambi…o forse no?
<< Avanti, non mentirmi! Lo hai sentito, no? >>
<< Non morirai. >> Ripeté Eric, poggiando le mani sulle sue spalle, osservandolo dritto negli occhi. << Ora torniamo in camera. >>
Alan non credeva alle sue parole.
Ma voleva illudersi, finché i rovi non avrebbero raggiunto il suo cuore…
Voleva vivere che se nulla fosse.
E voleva essere forte…
Si vedeva a un miglio la delusione del suo senpai, e forse questo lo feriva ancora di più.
Solo ieri gli aveva detto che lui era il primo che gli stava simpatico, che probabilmente avrebbe voluto lavorare con lui…
Ed ora lo avrebbe abbandonato…
Non voleva andarsene di nuovo. Già una volta era stato difficile.
Evidentemente…questo era il suo destino, già…era l’unica cosa che gli passava per la mente.
Tornarono nella camera, accompagnati dalla delusione, dalla tristezza e dalla voglia di farsi forza.
Se cadeva uno certamente cadeva l’altro…
Nessuno poteva permettersi di essere debole davanti all’altro.
Soprattutto Eric.
Il biondo lo fece poggiare sul letto, e si voltò verso la porta, nervoso.
Stringendo i pugni, sentendosi impotente e frustato.
<< Guarda che sto bene… >> sussurrò il più piccolo, sperando di calmarlo.
<< Non…Non stai bene. >> strinse ancora di più i pugni, furioso.
<< Eric-senpai… Davvero, non ti devi preoccupare per me. >>
<< Mi preoccupo, invece. >>
Si voltò verso Alan, notando che aveva la testa abbassata.
Sospirò, avvicinandosi e alzandogliela per il mento.
<< Ehy. Per stasera salto, okay? Preferisco stare con te. >>
<< No, va pure…Trattami come sempre…senpai. >> accennò un sorriso, voleva che tutto fosse uguale…
Quasi normale.
Anche se era tutta un’illusione.
Il dolore negli occhi di Eric bruciava in quelli di Alan e viceversa, ad ogni sguardo. Ad ogni parola…
<< Tornerò presto, allora…Che ne dici di pranzare qui? >>
<< Ma perché ti preoccupi tanto? >>
<< Te l’ho già detto… S-sei il mio primo amico qui. >>
<< Lo sei anche tu, per me… >>
Eric alzò lo sguardo, avvicinandosi per accarezzargli una guancia, senza pensarci, facendo arrossire il castano.
<< A-allora…cosa desideri da mangiare? >> Chiese allontanandosi appena.
<< Carne… >>
<< Solo? Stamattina hai preso solo del latte. >> lo rimproverò quasi Eric.
<< E…verdure. >>
<< Okay.. >>
Eric uscì, stringendo ancora i pugni, sentendo gli occhi lucidi.
Scosse la testa e si diresse nella mensa.
Osservò William seduto, con Grell nelle orecchie, come al solito.
Sospirò, odiando quella finta allegria di quel mondo spento e grigio.
Si avvicinò al moro, stringendo i pugni.
<< William. Possiamo parlare? >>
<< Salve. Di cosa? >>
<< In privato. Alan… >>
<< Va bene. >>
I due uscirono dalla cosiddetta mensa, per poi scrutarsi attentamente.
<< …Hai saputo? >>
<< Si, la malattia di Alan. >> notò che il ragazzo aveva gli occhi lucidi. << Ti sei affezionato? >>
Eric non rispose, abbassando lo sguardo. << Non c’è una cura per queste cose? >>
<< Mi dispiace, non c’è. >>
I suoi pugni si strinsero, fino a sentire dolore.
<< Ci deve essere! Se accadrebbe a un tuo amico te ne staresti con le mani in mano?! >> chiese lasciando cadere le lacrime.
Il moro sospirò. << Ma non c’è nulla che si possa fare. >>
<< Sk. >> Se ne tornò dentro, asciugando le lacrime, per poi tornare su con le pietanze.
Visto che nessuno voleva aiutarlo, avrebbe fatto da solo.
A qualsiasi costo, avrebbe salvato Alan.

 
TO BE CONTINUED…

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Capitolo 4
*** Grandi responsabilità. ***


Il biondo, affranto ma non deciso a mollare, tornò dal castano, con il cibo.
Il ragazzo appena lo vide gli andò in contro, per aiutarlo.
<< Grazie… >>
<< Nulla. >> Eric gli sorrise, forse per rassicurarlo.
Iniziarono a pranzare, in silenzio.
La tristezza ancora doveva sparire dai loro occhi.
Fu Alan a spezzare il silenzio. << Domani…ci alleneremo con la falce? >>
<< Se te la senti.. >>
Alan annuì e il silenziò calo ancora su di loro.
E il castano odiava vedere il suo maestro cosi silenzioso, ieri ..era più spensierato.
Gli piaceva quel suo lato. Tutto quel silenzio gli dava solo disagio e tristezza.
<< Tu come stai, senpai? >>
<< Uhm? In che senso? >>
<< Ti vedo pensieroso… >>
<< Ah. No, nulla. Devo finire un resoconto stasera, quando torno…e…Pensavo a questo. >>
Non era bravo a mentire, ma non voleva a sua volta dar più problemi o preoccupazioni ad Alan.
<< Capisco. Quindi stasera non posso venire...con te? >>
<< Vuoi venire…? >>
<< Vorrei… >>
Il biondo si avvicinò e iniziò ad accarezzargli la testa. << Se proprio ci tieni… >>
Alan sorrise a quel gesto, dando un sorriso anche al suo senpai.
<< Bene… Ti va di studiare la teoria oggi? Purtroppo dovrai fare anche un esame scritto… >> disse serio.
<< Va bene… Ma credevo che non ti piacesse la teoria. >>
<< E chi ha detto che mi piace? Ma dobbiamo darci da fare…voglio che prendi A in tutto. >>
<< Allora…va bene. Vado a posare i vassoi… >> “Non voglio che si preoccupi per me… “
<< Vado a prendere i libri del frattempo. >>  “ Io ti salverò… Con te mi…sento stranamente felice e non voglio che ti accada qualcosa, Alan.”
I due uscirono in silenzio, senza aggiungere altro.
Poco dopo salirono entrambi.
Eric diede i libri al ragazzo, tenendone uno per se…
Doveva trovare la cura.
Ovviamente quel libro era proibito, ma ciò era l’unica cosa che importava al biondo.
Avrebbe preferito perdere la propria salvezza per lui, avrebbe rischiato, per …Lui.
Si sentiva strano con lui, era…davvero felice?
Scosse la testa e iniziò a leggere, mentre il castano apprendeva le nozioni per il cosi detto  esame.
Le ore passarono, erano le sette si sera, quando Eric spalancò gli occhi, trovando quel nome.
Lesse tutto cercando la parola chiave, la cura…
A lui interessava solo quella, oltre ai sintomi e a come aiutarlo in quei momenti.
Lesse per una buona ora, interessato, fino alla dannata cura, purtroppo diceva che era presunta…
Ma Eric lo avrebbe fatto…Uccidere mille anime pure.
Lesse altre varie volte quella frase e sospirò, attirando l’attenzione del suo kohai.
<< Tutto okay?... >>
<< Si. Vado a posare questo romanzo, non mi piace… >>
<< Ahm..Okay… Dopo puoi spiegarmi alcune cose? Non ho capito alcune cose… >>
<< Ah, certo…Torno subito. >>
Il biondo uscì e si poggiò alla porta, coprendosi il volto con una mano e tenendo il libro con l’altra.
“ Sarai pronto a uccidere mille anime innocenti? “ “Ovvio che si! “
La sua coscienza lottava contro i suoi sentimenti, contro il suo buon senso.
Ma avrebbe vinto la pazzia, i sentimenti che provava con Alan…
Non voleva perdere la sua nuova luce.
Fece vari respiri profondi e strappò le pagine del libro con gli elementi che gli servivano e andò a riporlo nella sezione vietata…
Cercando di non farsi vedere.
Prese un po’ di cioccolato per entrambi e tornò su, con un sorriso stampato sul volto…
Aveva la cura tra le mani.
In camera aveva una piccola agenda dove segnare le anime che avrebbe preso.
Doveva agire di notte, quando Alan dormiva…
Avrebbe rischiato una punizione esemplare…
Ma lui era pronto.
Una volta tornato in camera, spiegò tutto ciò che serviva al castano consumando la cioccolata.
Tra qualche risata e racconti…
Fino a finire alla domanda che Eric rimandò.
<< Alan…posso chiederti una cosa? >>
<< Okay, dimmi pure. >> Gli sorrise come sempre.
<< Vorrei sapere…perché hai preso questa…strada. Il… >>
Non riusciva a pronunciare ancora quella parola.
<< P-Perché lo vuoi sapere? >> Alan temeva ancora quella parola.
<< Siamo amici, no? >>
<< Beh, io… >>
Eric si avvicinò a lui e gli poggiò una mano sulla spalla. << Tu…? >>
<< Mi sentivo… solo. >> disse il castano a bassa voce.
<< Solo…? >> Ripeté Eric, incredulo.
Alan alzò lo sguardo, scontrandosi con i suoi occhi.
<< Beh… ora non lo sei. >>
A quelle parole Alan strinse il suo senpai, senza pensarci.
Eric, profondamente imbarazzato, ricambiò, accarezzando ogni tanto al schiena dell’amico.
<< Saremo sempre amici. >> Ripeté il biondo.
<< Sempre? >>
<< Sempre. >>
Alan chiuse gli occhi, deglutendo, poggiando la testa nel senpai, forse per nascondere la paura. “Non sarà per sempre. “
Eric comprese…e decise di parlargli. << Troverò una cura. >>
<< Impossibile. >> Sussurrò il castano.
<< Ehy. Fidati e basta. >> rispose Eric, serio.
<< Ma…Sai che non esiste. >> Alzò la testa, per guardarlo.
<< Diciamo…che c’è una sorta di leggenda…per curarla. Ma preferisco non dir altro. >>
<< Non vuoi dirmelo…? >>
<< No…Credo di no. >>
<< Perché? >>
<< S-se proprio…insisti. Si dice che si può guarire con mille anime. >> disse Eric tutto d’un fiato.
<< Mille…anime? >> Alan rimase spaventato solo all’idea.
Erano pur sempre innocenti…non voleva.
<< I-io vorrei provare… >> sussurrò Eric.
<< No… >>
<< Immaginavo… >> “ Tanto lo farò…lo stesso. ”
<< No Eric. Non voglio che lo fai. >> ripeté Alan, stavolta serio.
<< Ho capito, Alan. >>
Si osservarono per vari minuti, per poi tornare a quell’abbraccio.
 
 
TO BE CONTINUED…

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Capitolo 5
*** Scoperte immaginabili. ***


Alan stringeva ancora forte Eric, inebriandosi del suo profumo, godendosi le sue carezze alla propria schiena, sentendosi stranamente bene e al sicuro.
In vita non si sentiva mai cosi… Eric gli dava emozioni che ancora non riusciva a concepire, amicizia, forse.
Poggiò lievemente una mano sulla schiena del senpai, accarezzandola piano, dandogli rossore.
Alan aveva deciso di non andare con lui quella sera, doveva piangere da solo, sfogare il suo dolore…
Perché il destino lo odiava cosi tanto?
Suicidandosi non avrebbe mai pensato di diventare ciò che era…
Ma ora doveva affrontare di peggio, la morte ancora più dolorosa.
Proprio ora che aveva trovato la sua speranza di vita, anche se non sapeva i suoi gusti…
A lui piaceva, e non come maestro o amico…
Piaceva sul serio…e voleva tanto stare con lui, finché poteva.
Essere il suo partner nel lavoro…e forse anche come coppia vera…
Ma Eric purtroppo non sembrava come lui…
Se mai avrebbe detto o fatto capire qualcosa forse lo avrebbe giudicato o lo riteneva solo un amico.
Preferiva non dire altro, e cercare di fermare quei sentimenti vietati dalla loro società.
In ogni caso, paura o meno, prima di morire una seconda volta avrebbe detto le sue emozioni se si sarebbero trasformate in amore, lo sapeva.
<< Forse è meglio se vai, senpai. >>
Eric annuì, staccandosi piano, osservando le iridi verdi del amico.
Uguali ma diverse dalle sue, piene di tristezza e solitudine, che lui avrebbe portato via donandogli sorrisi…e la salvezza.
<< Si, va bene. Ma tu riposa che poi andiamo a cena. >> Ordinò Eric amorevolmente, non sapeva che emozioni gli donava Alan…
Emozioni strane, non sembrava amicizia…o forse lui non sapeva il significato di quella parola.
Amicizia…si. Era proprio quella, evidentemente.
Finalmente aveva un amico…E avrebbe lottato per salvarlo, per vedere ancora quel sorriso dolce e malinconico.
Sarebbe andato anche contro il capo ufficio, William.
<< A dopo… >> disse Alan.
<< A dopo, piccoletto. >> Si alzò, dopo avergli scompigliato i capelli e prese la propria sega.
Chiuse la porta, poggiandosi contro essa e massaggiandosi gli occhi sotto gli occhiali, con una chioma rossa che lo osservava con un ghigno sadico sul viso.
<< Ehy, Eric-san. >>
Eric aprì gli occhi, spaventato quasi dalla voce del suo senpai rosso.
<< Ciao Grell. >> disse freddamente, rimettendo gli occhiali.
Il rosso si avvinghiò al suo braccio, con la solita espressione da ebete.
<< Will mi ha detto di venire con te. >> spiegò stritolandogli il braccio destro.
Eric lo squadrò infastidito, sospirando. << Me la cavo benissimo da solo, e puoi staccarti per piacere? >> chiese infastidito.
<< Non essere cosi noioso. Andiamo su, su. >> E trascinò il biondo fuori, tenendogli stretto il braccio.
Eric sospirò, arreso, osservandolo ogni tanto. “ Che giornata di merda.”
I due shinigami andarono sulla terra, aspettando l’ora esatta per mietere l’anima.
Grell guardò la propria agenda dove aveva le morti registrate ed Eric si poggiò al muro del terrazzo.
<< Mancano dieci minuti, spero passino subito. >> Aggiunse Eric, odiava stare in silenzio.
<< Ho sentito della malattia di Alan. >> rispose Grell, stranamente serio.
<< Ah…non mi va di parlarne, Grell. >>
<< Ma abbiamo ancora dieci minuti. >>
<< Cosa vuoi sapere…? >> Chiese guardandolo il più piccolo.
Grell incrociò il suo sguardo, cogliendo tristezza. << Beh, so che tu lo alleni… >> rispose Grell.
<< Si. >> Affermò Eric, non capendo dove volesse arrivare.
<< E tu cosa ne pensi? >> Chiese il rosso, avvicinandosi con le solite movenze femminili.
<< Ha molte capacità. >> Rispose Eric, freddamente.
<< Eh? Solo questo? >> Chiese deluso Grell.
<< Cosa vuoi sapere, Grell-senpai? >>
Grell sospirò, agitando la mano. << Lascia perdere, quanto manca? >>
<< Sei. >>
Grell annuì, osservando lo sguardo perso di Eric verso il cielo semi stellato, con la malinconica velata che chiedeva di mostrarsi.
<< Stai male per lui? >> Chiese serio.
<< Non sopporto che lui soffra…e…e…che… >> Le parole gli morirono in gola, lasciando spazio a qualche lacrima.
<< Muoia? Beh, non mi pare ci sia una cura… >> rispose desolato per il suo kohai.
<< Io la troverò! >> urlò Eric, in preda al pianto.
<< Perché piangi? Ci tieni cosi tanto a lui? >>
<< Si…cioè è il mio primo vero amico. >>
<< Amico e nient’altro? Nei sei sicuro? >> ridacchiò il rosso, giocherellando con la cravatta di Eric.
<< In che senso, Grell? >> chiese quest’ultimo, ignorando i suoi gesti, preso dal discorso.
<< Non è che sei innamorato di lui? >>
Quelle parole spiazzarono Eric, facendogli spalancare gli occhi.
<< Innamorato? >>
<< Si. >> Grell gli sorrise, lasciando la cravatta, e osservandolo con un sorrisino.
<< B-beh. Mi sento strano con lui…Ma…N-non so. >>
<< Strano? Strano come? >>
<< Felice… >>
<< Allora sei innamorato! >> esclamò Grell sorridente, unendo le mani felice.
<< Ma che dici! Lui..poi non ha queste affinità con gli uomini. Non siamo tutti Grell. >>
<< Perché non lo vuoi ammettere? >> chiese per poi guardarlo male. << Ehy! Che vorresti dire?  >>
<< Scusa senpai, non ho nulla contro…di te. Son solo nervoso per Alan. >>
Grell sospirò, arreso. << Va bene. Allora capirai da solo. >>
<< Forse hai ragione, mi…piace. Ma prima ho altro da fare. >>
<< Altro da fare? >> Chiese il rosso, confuso.
<< Ovviamente salvarlo. >>
<< Tu hai una cura?! >>
<< Forse. >>
<< Allora è fantastico! >> Corse eccitato verso di lui, felice.
<< Già. >> Rispose Eric, pronto a un’altra strana attenzione dal rosso.
<< E non sei felice? >> Chiese fermandosi a d’un passo da lui.
<< Si, se serve a salvarlo. >>
Grell sorrise allegro e guardò l’orario dalla torre dell’orologio. << E’ ora. >>
Eric annuì, e andarono a prendere l’anima, per poi tornare al dipartimento.
<< Ci si vede, Grell-senpai. >>
<< Ciao…Eric-san! >> esclamò ridacchiando, tornando da Will, saltellando.
Eric lo osservò andare via e andò verso la loro camera, aprendo la porta.
Alan alzò lo sguardo verso la porta al rumore e sorrise, vedendolo.
Eric si tolse la cravatta e chiuse la porta. << Ehy piccoletto… >>
<< Eric! >> gli sorrise.
Parlottarono dell’anima e di come stava Alan.
Eric osservò le sue labbra, sottili e invitanti, che stranamente il più piccolo stava mordicchiando in quel momento.
Scosse la testa e andarono in mensa, prendendo il piatto che Alan preferiva, che grazie a William..Eric aveva fatto aggiungere nella mensa.
Presero il famoso ramen di Alan, che ad Eric piacque molto.
Quel piatto li portò a parlare del Giappone e della loro cultura.
A Eric sarebbe piaciuto andarci, anche perché non viaggiava mai in vita.
<< E…se andassimo insieme? >> Propose Eric, senza pensarci.
<< I-insieme? >> Chiese sorpreso Alan.
<< Si. >>
<< Mi piacerebbe…Eric. >>
<< Anche a me. >>
Si sorrisero e finirono di mangiare, dopo un sorso di vino dallo stesso bicchiere.
Eric pensava alle parole di Grell, tutta la serata, mentre decisero di tornare in camera, decidendo gli allenamenti di domani.
Il più grande si stese, esausto, seguito dal bruno, che si stese al suo fianco, sorridendogli.
Iniziarono a parlare dell’anima che sarebbe stata assegnata il giorno dopo ad Alan, ovvero l’inizio dell’esame che dovette affrontare anche lui.
Alan a ogni parola del biondo sentiva il cuore battere forte, sempre più di prima.
Parlarono tutta la serata riguardo l’esame, finendo anche all’esperienza di Eric.
Una volta che Alan si era addormentato, Eric lo accarezzò dolcemente la guancia e si alzò, notando il suo sorriso nel sonno, che lo rimase sorpreso, ma felice.
Uscì piano per non svegliarlo e iniziò a uccidere per Alan, le giovani donne.
Anche se ciò lo feriva e gli procurava incubi, continuò fino a i primi raggi mattutini.
 
 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 6
*** Piccoli incidenti. ***


La notte passò velocemente per coloro che dormivano nel caldo delle loro dimore, ma non per Eric.
Prese la sua piccola agenda e segnò l’ennesimo numero, era arrivato a ben cinquanta quella sera…
Ormai erano le quattro del mattino e aveva bisogno di riposarsi se l’indomani avrebbe voluto allenare Alan.
Tornò cauto al dipartimento, ed entrò nella stanza piano, posando la propria falce e togliendosi giacca e cravatta, esausto.
Si stese stremato osservando il ragazzo esile al suo fianco, con un espressione contratta sul volto, notando che si stava lamentando nel sonno.
Alan si svegliò, per colpa dei dolori, tirandosi a sedere e tossendo.
Eric si avvicinò e lo sollevò piano, tenendolo tra le sue braccia, preoccupato.
<< Ehy…Piccoletto. >>
<< Eric… >> riuscì a sussurrare Alan.
<< Che..stai bene? >>
<< Mi fa male un po’ vicino all’addome… >>
Eric sospirò appena e lo poggiò di nuovo sul letto, senza proferire parola, iniziando a sbottonare la camicia dell’altro, per massaggiare la zona interessata dove aveva dolore, almeno per tentare di alleviarlo.
Nessuno riuscì ad aprire bocca per l’imbarazzo, a stento respiravano.
Rimasero in silenzio finchè Alan non lo fermò, dicendo che bastava cosi.
Il biondo gli sorrise, adorava sempre più quel ragazzo e aveva paura di perderlo…
Doveva sbrigarsi con le anime.
Tutti questi pensieri e la stanchezza gli diedero un bel mal di testa cosi si stese, con gli occhi di Alan preoccupati per lui, temendo di averlo svegliato.
Ma finchè lui non sapeva…andava benissimo.
Dopo un dibattito decisero di prendersi una cioccolata per tranquillizzarsi e avere più energie.
Alan non voleva che Eric si stancasse per vegliare su di lui, anche di notte.
Si strinsero le mani senza pensarci, scendendo, ignorando la mente e i pensieri.
Eric preparò il liquido zuccherino e caldo, porgendo una tazza al compagno.
Sorseggiavano in silenzio, rielaborando ognuno i momenti dolorosi di quel giorno, le emozioni provate fino ad ora…emozioni segrete che non avrebbero mai rilevato.
La paura di essere giudicati o ripudiati anche da quel posto ovviamente era forte, la paura infondo occupava anche i cuori degli Shinigami, tutti erano stati umani prima di essere ciò che erano in quel momento.
Il biondo non riusciva ad abbassare lo sguardo dal castano, che dopo un po’, sentendosi osservato, ricambiò lo sguardo.
Alan posò la tazza, spezzando lo sguardo con Eric.
Quest’ultimo sospirò e gli prese la mano, per fermarlo dal tornare in camera.
Alan lo osservò confuso, mentre il suo senpai si avvicina a se, ma il suo sguardo era concentrato più che altro sulle labbra del maggiore.
Eric accarezzò la sua guancia destra con estrema dolcezza, catturando dinuovo il suo sguardo, chiedendo qualcosa.
Le loro labbra erano a un centimetro ma la mente stoppò il biondo, facendolo scuotere la testa. << E-ehm...torniamo di sopra. >>
Si staccò dal castano, e accennò un sorriso amareggiato e imbarazzato allo stesso tempo. “ Chissà ora Alan cosa pensa… ”
Il gesto del senpai rimase pieno di aspettative spezzate Alan, che sperava in quel gesto mancato.
Scosse la testa, cercando di non pensarci, e tornarono sopra, sempre per mano, per stendersi e addormentarsi.
Eric lo strinse a se, dormendo con il più piccolo vicino al suo cuore che batteva più forte che mai.
 
 
La mattina dopo Alan si svegliò piano, notando la stretta del senpai.
Sorrise e si alzò piano, per non svegliarlo.
Lo avrebbe aspettato per la colazione e gli allenamenti, cosi andò a farsi una doccia, per distendere i nervi e rielaborare tutte le cose successe fino a quella notte.
Eric si alzò mezz’ora dopo, e non notando Alan ricontrollò il taccuino con le anime segnate, decidendo di prendere verso i cento quella notte.
I tempi stringevano e doveva sbrigarsi…
Non voleva perdere il ragazzo che amava, non voleva più vivere solo…
Voleva stare per sempre con Alan.
Posò il taccuino, pronto ad alzarsi, quando vide il suo kohai uscire dal bagno della loro camera bagnato d’acqua e solo con un asciugamano alla vita.
Nessuno dei due si sarebbe aspettato quella scena.
Alan credeva che Eric avrebbe dormito per ore…
<< E-EHM.. Ciao senpai. >>
<< A-Alan… Ciao… >>
Eric distolse lo sguardo, lasciando vestire il ragazzo.
Sembrava che il destino giocava a farlo imbarazzare, o a pensare cose non lecite…
Doveva smetterla di pensare ai propri sentimenti.
Come aveva detto a Grell: doveva concentrarsi solo a salvarlo.
Anche a costo di non dormire più o di essere scoperto…
Eric non poteva arrendersi.
Andò a farsi una doccia anche lui, per poi scendere entrambi per la colazione.
Dopo la colazione decisero di allenarsi sull’aspetto fisico, con pesi o cose del genere.
Passò un ora e cominciarono con i riflessi.
Alan scansò il colpo, ma perse l’equilibrio facendo cadere anche Eric.
Entrambi spalancarono gli occhi, notando le loro labbra vicine, troppo vicine.
Le loro labbra si erano scontrate in un bacio non voluto, anche se desiderato da un bel po’.
 
 
TO BE CONTINUED…

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Capitolo 7
*** Rivelazioni. ***


Alan spalancò gli occhi, come il suo senpai, ma nessuno dei due si spostò.
Eric socchiuse gli occhi, ma Alan lo richiamò, staccandolo appena.
Il maggiore arrossì, capendo la sua azione… ma non diede al panico il lusso di prenderlo, cosi si sollevò e aiuto il più piccolo a fare lo stesso.
<< St-stai bene, Alan? >>
Alan annuì, rosso in volto.
Non gli era dispiaciuta quella caduta, ma non lo avrebbe ammesso, come nemmeno Eric.
Il biondo abbassò lo sguardo, confuso, mentre il piccolo lo osservava, sfiorandosi il labbro con le dita.
Eric prese coraggio e l’osservò, pronto a scusarsi. << Scusa…beh…non far caso a-al…B-b-bacio. >> disse tutto d’un fiato.
Alan abbassò per un momento lo sguardo, triste, ma subito gli sorrise, anche se per finta.
La tentazione di ribaciarsi era forte per entrambi. Ma la paura di essere rifiutati era ancora più forte.
<< Beh…meglio fermarsi con gli allenamenti. Che ne pensi? >>
Alan non riusciva a dir qualcosa, non voleva lasciar uscire le cose che pensava in quel momento, quindi si limitò ad annuire.
Eric si avvicinò per stringergli la mano come suo solito e portarlo nella loro camera.
Una volta dentro il moro si sedette sul letto e l’altro andò a bagnarsi il volto.
Si osservò allo specchio, accarezzando lievemente il labbro, pensando al bacio e stringendo un pugno, per poi tornare da Alan.
<< Beh…cosa ti va di fare? >>
Alan si stese, facendo capire di voler riposare.
Eric lo seguì, stendendosi anche lui, fissando di nuovo le sue labbra.
Alan le mordicchiava, evidentemente perché si sentiva più nervoso di prima accanto ad Eric.
<< Sai, hai delle belle labbra… >> sussurrò Eric, senza pensarci.
<< C-che? >> chiese Alan, aprendo gli occhi.
<< Dico sul serio. >> aggiunse convinto l’altro.
<< Ma…perché lo dici, senpai? >>
<< Perché… le ho provate… >>
<< Anche tu…allora…hai delle belle labbra. >>
Eric spalancò gli occhi, arrossendo più di prima, durante gli allenamenti.
<< B-Beh… >> Eric non sapeva che dire ora. << Devo dirti una cosa. >>
<< Cosa? >>
<< Ecco…vedi…i-io..non son diverso da Grell. >>
<< Che vuoi dire, Eric-senpai…? >>
<< …Anch’io provo attrazione per i ragazzi. >>
<< A-ah. >>
<< E...scusa. >>
<< E per cosa?... >>
<< Se ti ho baciato e se mi è piaciuto. >>
<< Non scusarti. >> Disse Alan, scuotendo la testa.
<< O-Okay. >>
Il silenzio entrò nella stanza per alcuni minuti, finchè Alan non parlò.
<< Beh, d-devo parlarti anch’io. >>
<< Cosa…? Puoi dirmi tutto. >> Cercò di sorridere il biondo, anche perché era raro che Alan parlasse di se.
<< A-anche a me piacciono i ragazzi. >> affermò Alan, distogliendo lo sguardo.
Quel gesto non piacque ad Eric.
<< Beh…tranquillo. >>
<< Tranquillo? >> chiese il moro, confuso.
<< Si, non preoccuparti. Hai distolto lo sguardo… >>
<< Ah…si, scusa. >>
Eric si avvicinò piano, per accarezzargli una guancia, ricevendo un bacio sulla guancia.
Si strinsero, fino a quando Eric non crollò stanco tra le carezze del minore.
Gli incubi di quelle urla di donne o qualche bambino tormentavano il suo sonno, dandogli incubi, facendolo svegliare di colpo, e iniziando a guardarsi intorno.
Alan lo osservò preoccupato, aveva una brutta cera.
Eric mentì sul incubo, non poteva dirgli cosa faceva, glielo…aveva promesso…
Non voleva che lui anche lo abbandonasse nonostante sapeva benissimo di aver rotto la promessa con la persona più importante della sua seconda vita.
Ma era a fin di bene…
Era per farlo vivere e averlo sempre al suo fianco, per sempre.
Si strinsero nuovamente, ed Alan si poggiò al suo petto, chiudendo le palpebre.
Sentiva delle fitte, quindi decise di dormire un po’, sperando di alleviare le fitte.
Eric lo scrutava e accarezzava dolcemente la schiena. << Mi sto innamorando… >> sussurrò, poggiando la testa sulla sua e chiudendo gli occhi, continuando ad accarezzarlo.
Alan si svegliò, ma preferì non muoversi, adorava ascoltare il battito del suo senpai, dava una sensazione di vita, anche se…non lo erano in teoria.
Eric sollevò piano il suo volto, per baciarlo ancora, castamente.
Il più piccolo ricambiò, sorprendendo Eric.
Le loro bocche si schiusero, unendosi piano e con dolcezza, finendo distesi sul letto, non sciogliendo la danza delle loro lingue.
Eric schiuse appena gli occhi e iniziò a scendere al suo collo, lasciando piccoli baci che fecero gemere ogni tanto Alan.
Continuarono per alcuni minuti, stringendosi le mani.
<< Eric… >> sussurrò Alan.
Il biondo alzò lo sguardo, arrossendo e fissandolo nelle iridi verdi.
<< Cosa stiamo facendo..? >> chiese il moro.
<< N-non so. Ma fermiamoci. >> rispose il maggiore, rendendosi conto dei suoi gesti.
I loro sguardi si catturarono, senza smettere di specchiarsi l’uno nell’altro, per poi sorridersi, e tornare a stringersi, e addormentarsi.


TO BE CONTINUED..
 

 

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Capitolo 8
*** Troppa passione. ***


I giorni passarono, tra i loro piccoli baci e attenzioni poco amichevoli, fino all’esame di Alan.
Quella mattina Eric tornò sempre all’alba, distrutto e assonnato, ma non poteva dormire.
Preparò la colazione al ragazzo e un forte caffè per riprendersi, per poi salire.
Fecero colazione in silenzio, poi Alan andò a vestirsi.
Eric si tolse gli occhiali e massaggiò le palpebre, assonato…Il caffè non aiutava molto.
Contò le ultime anime prese, era solo a cinquecento…
Il tempo era suo nemico, e Alan iniziava a preoccuparsi per le sue occhiaie…
Ma doveva farcela, a qualsiasi costo.
La sua vita valeva più di un’ora di sonno o di stupide vite frivole degli umani.
Alan tornò dal bagno, trovandolo immerso nei suoi pensieri…Come succedeva spesso.
Si sedette davanti a lui, per attirare la sua attenzione.
I suoi occhi si alzarono stanchi sul compagno e gli sorrise, come sempre.
Si alzò appena avvicinandosi alle sue labbra baciandole castamente , facendo sorridere il moro.
Per poi alzarsi e dirigersi nella stanza dove avrebbe effettuato l’esame scritto, la sera sarebbe stato il finale, mietere la prima anima di Alan.
Eric e William visionarono i futuri shinigami, ma il biondo era interessato soprattutto dal moro e i suoi risultati.
Dopo i primi quesiti su come dovevano agire durante il loro lavoro, Eric si avvicinò ad Alan, porgendogli una mano e chiedendogli se si ricordava tutto, ricevendo una risposta affermativa poco convinta.
<< Sono solo nervoso per stasera… Dovrò affrontare di nuovo la morte, di qualcun altro…ma pur sempre l-l-la… >>
<< Sh. Andrà bene, verrò con te… Lo sai. >>
Purtroppo la loro punizione non era clemente con nessuno, ma Eric non avrebbe fatto cadere Alan nella disperazione come accadde a lui.
Tornarono in camera, decidendo come passare la serata in caso di successo di Alan.
Si sedettero sul letto, stanchi.
Alan lo osservò, per poi stringersi a lui, dandogli un bacio sulla guancia.
Eric arrossì ma poi alzò il volto del minore, per baciarlo dolcemente sulle labbra.
Le loro bocche si schiusero, approfondendo il bacio, tra carezze e qualche mugugno.
Si fermarono e Eric dopo aver strofinato il naso col suo, cominciò a torturarlo con il solletico, per farlo ridere un po’.
Finirono stesi, continuando a ridere, fin quando Alan non pregò il biondo di fermarsi, non sopportava molto il ridere per colpa delle fitte e riprese fiato.
Eric si stese al suo fianco, dandogli tempo di calmarsi, per poi sfiorargli le labbra con un dito.
Le loro labbra si unirono di nuovo in un bacio, stavolta più passionale dell’altro, finendo per mancanza di fiato.
Mancavano ore alla sera, ma il biondo, esausto, propose di dormire, anche perché giovava alla salute di Alan.
***
 
La sera giunse troppo in fretta per il biondo, che appena aprì gli occhi svegliò il minore per andare a concludere la storia dell’anima.
Lo svegliò con qualche carezza e baci, per poi andare sul luogo previsto per Alan e l’altro futuro shinigami, accompagnato da Grell, che osservava Eric e il moro curioso di sapere se stavano insieme…visto che erano terribilmente seri davanti agli altri.
Visto che dovevano attendere, decisero di parlare.
<< Alan, posso farti una domanda? >>
<< Mh? >>
Grell intanto, annoiato, ascoltava attentamente, per trapelare qualsiasi cosa riguarda il loro rapporto.
<< Di che colore…erano i tuoi occhi? >> chiese il maggiore, curioso.
<< Aa-ahm. Marroni.. >> sussurrò il più piccolo, osservandolo.
Eric si concentrò su di lui, provando a immaginarlo umano…dovevano dare un’espressione più dolce al suo viso, pensò.
Le loro iridi verdi erano quasi spaventose, se ci si pensava.
<< E… i tuoi? >> Chiese Alan, ormai curioso.
<< Uhm..? Ah, azzurri… >> rispose il biondo.
Le venti scoccò nelle loro orecchie, grazie al Big Ben, l’ora della morte dell’umano.
Eric restò sul tetto ad osservare con Grell i ragazzi all’opera, ma entrambi erano pronti ad aiutarli se i cinematic si ribellavano.
<< Allora, glielo hai detto? >> Chiese impaziente Grell.
<< N-no.. >> Eric arrossì appena, non distogliendo lo sguardo dai ragazzi.
<< Ma qualcosa è successo…lo leggo dai tuoi occhi.. >>
<< C-che? ..Beh, si…Forse. >>
<< Io lo sapevo. Ho occhio per queste cose… >>
<< Certo… >> Lo prese in giro Eric.
<< Ha-ha. Comunque…a che stai con la cura? >>
<< A metà, direi. >>
<< Bene. >>
I ragazzi affidati a Eric e Grell superarono l’esame, erano entrambi shinigami.
Il biondo portò il più piccolo in disparte, per stringerlo felice.
Avrebbero potuto lavorare insieme, ora.
Decisero infine di cenare in camera, accompagnando il cibo con qualche bicchiere di vino.
Dopo cena brindarono per il quasi successo di Alan, se cosi si poteva definire.
Alan si sedette sul letto, posando il bicchiere, e indicando ad Eric di sedersi accanto.
Il maggiore ubbidì, iniziando ad essere baciato dal compagno.
La danza di lingue, con le menti inebriate dall’alcol, prese il sopravvento.
Alan fece stendere Eric, osservandolo e poi stringerlo, sfiorando per sbaglio il maggiore sulla sua intimità.
I due arrossirono, osservandosi.
Alan d’altronde non si fermò, riprendendo a baciarlo e a continuare quel movimento, procurando piacere al suo senpai.
Iniziò a sfiorargli il petto e a toccarlo dai pantaloni, senza pensare alla solita timidezza, voleva solo donargli piacere.
Eric ansimava sulle sue labbra, inebriato dai suoi baci e dai brividi che provava in quel momento, iniziando a far lo stesso.
I gemiti di Alan erano piccoli soffi sulle sue labbra, come una melodia che lo ipnotizzava.
Le mani del minore sbottonavano i suoi pantaloni, cercando un contatto maggiore con la sua intimità.
Lo liberò piano, abbassando i suoi indumenti, per poi sfiorarlo senza altri ostacoli, osservando il piacere sul suo volto, mentre ansimava.
Eric non poteva starsene fermo, eseguendo ancora una volta le attenzioni ricevute, fermandosi alla sua biancheria, sfiorandolo da lì.
La stanza era silenziosa, solo i loro fiati rotti dall’eccitazione risuonavano tra quelle mura.
Lo liberò dall’ultimo strato, riprendendo a sfiorarlo, tra i lunghi baci passionali.
Non si fermarono, presi dalla dolce lussuria di quel momento, fino a che non il piacere li fece venire entrambi.
 
TO BE CONTINUED…

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Capitolo 9
*** Primo compito...o ultimo? ***


Si addormentarono, stretti l’uno nelle braccia dell’altro.
Eric aprì gli occhi due ore dopo, notando che era notte fonda.
Sbadigliò silenziosamente, per non svegliare il più piccolo, sistemandosi e prendendo la propria falce, osservandolo ancora una volta, prima di uscire.
Forse per farsi coraggio, per non pensare alle sue azioni, ma solo al suo obiettivo.
L’alcol occupava ancora un po’ la mente dello shinigami, insieme al sonno, ma non poteva riposare.
Quella notte voleva arrivare a trecento, riuscendo con fatica…
Si era spinto anche a entrare nelle abitazioni, pur di raggiungere il numero stabilito.
Anime totali: 310. Mancanti:  690
Segnò lo shinigami sull’agenda.
Era quasi vicino, già…quasi.
Se ne faceva cento a notte, avrebbe impiegato sette giorni.
Già…non doveva perdere tempo.
Ormai era l’alba, cosi tornò nella camera.
Alan era sveglio per colpa delle piccole fitte, guardandosi intorno e cercando Eric.
Non c’era…
Tutto ciò iniziava a sembrargli strano.
Sentì la porta aprirsi e lo vide entrare, stanco, con le solite borse.
Sospirò appena… Cosa gli stava succedendo?
Eric spalancò gli occhi trovandolo alzato, sorpreso.
<< Dove sei stato?... >>
<< Non mi sentivo bene e volevo prendere una boccata d’aria. >>
Alan notò che posava la sua falce…
La portava spesso ormai.
<< Scusa…  >> riprese Eric.
<< Non importa, ora stai bene? >> chiese preoccupato il moro.
<< Si, grazie… >> Eric gli sorrise. << E tu? >>
<< Io sto bene… >> sussurrò.
Sorrisero entrambi, per poi tornare a letto, poco dopo.
Alan non riusciva a dormire, ed Eric iniziò ad agitarsi nel sonno.
Iniziò ad accarezzarlo, per tranquillizzarlo.
I suoi sussurri parlavano di lui, e Alan si sentiva in colpa, in un certo senso.
Non voleva lasciare Eric, non ora che i loro sentimenti si stavano manifestando.
Continuava a sfiorargli i capelli o le guance, notando che i suoi incubi non finivano, fino a svegliarlo.
Il fiato era rotto dalla tensione, mentre osservava il minore che lo guardava a sua volta, seriamente preoccupato.
<< Quanti incubi fai, ultimamente? >> chiese guardando Eric bagnarsi il volto.
<< Son solo stressato per il lavoro…Tranquillo piccoletto. >>
<< Siamo sicuri? Non è anche per la mia malattia? >>
Eric si osservò allo specchio.
La carnagione pallida, le borse sotto gli occhi.
Riflesso con lui vedeva tutti i suoi gesti sbagliati, le vittime di ogni sera.
Dormire o sveglio, gli incubi li viveva comunque.
Si voltò verso il suo giovane amante, e sorrise.
<< Tranquillo, sto bene…sul serio. >>
Alan annuì poco convinto.
Per godersi ogni attimo con lui Eric era disposto a soffrire, per sempre.
Tornò sul letto, facendolo stendere e stringendolo al petto, per addormentarsi esausti.
 
***                                    
La mattina dopo.
Si svegliarono quasi insieme, dovuto allo sciogliere dell’abbraccio.
<< E-Eric…come stai? >>
<< Bene, e tu, piccoletto? >> chiese per poi sbadigliare.
<< Bene… >> rispose osservandolo.
Le borse erano sparite un pochino.
L’orario segnava mezzo giorno.
Cosi decisero di prendere solo del caffè e andare a lavoro, dove William li aspettava.
William stava già sopportando Grell da due ore, quando li vide spuntare nell’ufficio del dipartimento.
<< Salve ragazzi. >> rispose, allontanando per la centesima volta lo shinigami rosso dal proprio viso.
<< Salve capo. >> disse Eric, ridacchiando.
Alan sorrise e salutò tutti timidamente.
Andò a guardare il registro della stessa notte, notando che il caso di cui sentì parlare da William delle morti degli umani non presenti della lista, di cui non si poteva prendere l’anima. Cosi si avvicinò al suo superiore, deglutendo.
<< William-senpai… Qui ci son altri casi di morti non prestabilite…e non si riesce a prendere l’anima. >>
Will si sistemò le lenti, avvicinandosi al ragazzo, osservando con lui i registri.
<< Bisogna indagare… >>
<< Potrei occuparmene io? >> Chiese il novizio shinigami, sperando in un si.
<< Okay Humphries. >>
Eric spostò lo sguardo su Alan e su William, sospirando appena e chiudendo gli occhi, per poi avvicinarsi al minore.
<< Vado anch’io con lui. >> Disse serio al loro supervisore.
<< Va bene, riportate notizie al più presto. Dovrete indagare sulla terra. >>
I due annuirono, pronti ad andare.
Salutarono William, Ronald e Grell, andando fuori un parchetto, iniziando a scendere le scale, ignari del loro destino.
 
TO BE CONTINUED…

 

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Capitolo 10
*** Non tu, Non io...ma NOI. ***


Nel giardino c’erano due figure, che Eric vedeva con difficoltà in lontananza.
Appena vicini si mise a ridacchiare.
<< Un demone con un bambino…Cosa ci fate qui? Non è compito vostro indagare. >>
<< Sembra che voi due arrivate un po’ tardi… >> disse il demone.
<< Cosa hai detto? >> Alan odiava quelle creature, e essere preso in giro da esse.
<< Certo, è facile criticare, eh?  Ultimamente son successe troppe cose! Dobbiamo fare gli straordinari ogni giorno. E’ davvero stancante. Allora, cosa fate qui? >> disse il biondo.
<< Se posso chiedere, è nei miei compiti rispondere ad uno Shinigami? >> chiese Sebastian.
<< Ah, non penso. >> rispose Eric.
<< Che gentiluomo comprensivo. Completamente diverso da un tizio solitario che porta in giro attrezzi da giardino che conosco. >> continuò il demone.
<< Eric! Non prestare ascolto alle parole di questo demone! >> riprese Alan.
<< Alan! >> lo richiamò Eric, che iniziò a lottare con Sebastian.
<< Sebastian! >> Anche Ciel tentò di richiamare il proprio demone.
<< Scusatemi…E’ un piacere anche per me conoscerti, letteralmente. >> disse il demone ad Alan.
<< Fermati Alan. Non è il momento di giocare con i Demoni. >> Eric non sapeva come calmarlo.
Estremamente riservato ma estremamente testardo se qualcuno li importunava…
<< A-ah… >> Alan strinse la mano intorno alla camicia, cadendo.
I dolori erano forti, e i suoi sforzi non lo aiutavano.
<< ALAN! >> Eric lo soccorse subito, sorreggendolo.
<< Se agisci cosi, peggiori la situazione. >> Il loro senpai, Grell, comparì dietro tutti, sul muretto.
Eric lo fulminò con lo sguardo, per poi tornare a guardare Alan.
Grell spiegò la situazione al ragazzino e Sebastian, su Alan.
Sotto sotto lo shinigami rosso aveva lievemente capito che Eric era dentro qualcosa di losco…
Lui era l’unico con cui si era confidato sulla storia della cura, anche senza i particolari.
I suoi occhi stanchi trasmettevano paura e preoccupazione…
I suoi occhi erano colpevoli, ma lui non lo avrebbe tradito.
Anche perché non aveva ancora tutte le prove, e secondo perché per amore tutto era lecito, almeno per Grell.
Sebastian, capendo le condizioni fisiche di quel ragazzo si offrì di portarli nella magione di Ciel, finché il più giovane dei due non si sarebbe ripreso…
Grell andò con loro, correndo dietro Sebastian.
Eric portava piano Alan, e Ciel li aspettava ogni tanto per indicargli la strada.
Alan non era molto d’accordo, ma Eric accettò spiegandogli che era per il suo bene.
Una volta arrivati, Alan dormì profondamente, per un giorno intero.
<< Spine della morte… >> sussurrò.
<< Sei sveglio! >> Eric tolse lo sguardo dal libro, e lo osservò, sollevato.
<< Si. >> Alan si tirò a sedere.
<< Hai bisogno di qualcosa? >> chiese il biondo, premuroso.
<< No, sto bene. >>
<< Dell’ acqua? O del brandy? >> Chiese ancora.
<< Ho detto che sto bene! >> urlò il moro.
Eric alzò le mani in segno di resa.
Alan singhiozzò. << Uno Shinigami che controlla i morti…Il cui cuore è trafitto da un certo tipo di malattia incurabile… spine della morte. >>
<< Non dire sciocchezze. Riposati. >> lo riprese Eric.
<< Uno Shinigami immortale che sta per mori-morire… Non è divertente? >>
<< Non cosi tanto. Anzi non lo è per niente. >> rispose il maggiore.
<< Quando pensi che raggiungeranno il mio cuore i rovi? >>
<< Alan. >>
<< Un mese? Un anno? Tre giorni?! >>
<< ALAN! Questa storia ti sta stancando, no? Ti prego…Riposati per oggi. >> Eric gli poggiò le mani sulle spalle ma il più piccolo si scansò e scese dal letto.
<< Fa male! E’ doloroso…Soffocante! E dopotutto… Sono da solo… >>
Eric spalancò gli occhi, capendo tante cose.
Tutti i giorni in cui si sfioravano o altro…quando lui chiedeva il perché di quei gesti…lui cercava solo…
<< Alan. >> Si avvicinò al minore e poggiò di nuovo le mani sulle sue spalle.
<< Quando guardo la morte in faccia…penso sempre a una cosa: “ Se solo potessi comprendere il loro dolore. ” Ma ho capito che il dolore della morte è diffamante. Sono felice di aver questa malattia. Anche se non posso provare le loro sensazioni prima di morire… mi sono avvicinato un po’. Vorrei essere…solo luce splendente per qualcuno. >>
Eric abbassò la testa, mordendosi forte il labbro.
<< Vorrei essere come te…sembri cosi freddo. Ma sotto sotto ti occupi di chi è sotto di te silenziosamente…Quando han bisogno di te ci sei sempre, Eric-senpai. Ho sempre sognato di essere uno Shinigami come te! Ma ora…perché… >> disse Alan, piangendo.
<< Perché? Io non so fare quello che sai fare tu. Non so guardarla in faccia… Non sono come te. Non ho mai pensato di provare il loro dolore…o avvicinarmi a loro. Tutto ciò che penso è...la pietà. Odio per la morte. >>
<< Eric…? >>
<< Non pensarci…dormi, è quasi l’alba. >>
<< Non sopporti…il tuo lavoro. >> Gli occhi di Alan divennero lucidi.
<< Sai…credo che tu non sia solo. Hai detto che vuoi essere la luce splendente di qualcuno? Beh, tu lo sei.
Sei la mia luce splendente. >>
Alan spalancò gli occhi, arrossendo.
<< Eric…cosa? >>
<< Sei l’unica cosa bella capitata nelle mie due vite…davvero. Alan, tu mi piaci. >>
Disse il maggiore, tutto d’un fiato, arrossendo.
Alan sentì le lacrime rigargli il volto, sentendosi meno solo…forse davvero importante per qualcuno.
Si sedette sul letto, osservandolo.
Eric si sedette davanti a lui, timoroso…Il moro non aveva ancora risposto.
<< Beh…scusa …forse non dovevo dirtelo. >> sospirò il biondo.
<< N-no. Anche…Anche tu mi piaci! >>
Eric spalancò gli occhi, per poi avvicinarsi a lui e baciarlo dolcemente, accarezzando la sua guancia.
Si stesero piano, approfondendo il bacio, osservandosi.
<< Ti…andrebbe di uscire con me? >> sussurrò il maggiore sulle sue labbra.
Il moro annuì, per poi dargli un altro bacio e stringersi a lui.
Tutto ciò gli sembrava cosi strano, ma era felice…felice di avere proprio Lui.
Eric gli accarezzò una guancia e sorrise al suo giovane amante.
<< …Vuoi essere il mio ragazzo? >>
Alan rimase sotto di lui, sotto parole, per poi stringerlo ancora. << Si! >>
<< Sei mio… >> sussurrò Eric, sulle sue labbra.
<< E tu mio… >>
Suggellarono quella promessa con un bacio.
Per poi dormire, insieme.
 
 
TO BE CONTINUED…


 

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Capitolo 11
*** Pace prima della tempesta. ***


https://www.youtube.com/watch?v=MjN-0hDLUqY
 
 
La mattina dopo lo Shinigami biondo non c’era, Alan si guardò intorno e lo chiamò anche varie volte, ma lui non rispondeva.
Si alzò, notando un suo biglietto sul comodino.
Sorrise e lo prese, sedendosi sul letto, notando la colazione preparata da quel demone che odiava.

“Sono a organizzare una sorpresa, ciao, mio piccoletto.
Eric.”

Alan sorrise e ripose il biglietto nella tasca della giacca.
Sbadigliò e mise gli occhiali, osservando poco convinto la colazione.
Sospirò e andò a lavarsi il volto, per poi vestirsi e guardare se la sua falce fosse ancora accanto al letto.
Quella di Eric era certamente con lui, anche se si chiedeva il motivo…non serviva per la sorpresa.
Non ci diede peso e iniziò a mangiare i biscotti col tè, annoiato.
Eric con l’aiuto di Sebastian aveva preparato un pic nic per Alan, nella zona dove gli parlò dei fiori d’Erica.
Il giardino ne era pieno, fu lì che iniziò a provare qualcosa per quel ragazzo.
Sperava di sorprenderlo…anche perché si trattava del loro primo appuntamento e lui non era un tipo romantico.
Negli ultimi giorni era arrivato  a ottocento, prese mentre Alan dormiva alla magione Phantomhive.
Ne mancano ancora  duecento…cosa che lo preoccupava molto.
Doveva trovarle raggruppate tipo, doveva solo capire come fare.
Eric tornò verso l’ora di pranzo, mentre Alan osservava il biglietto che profumava del suo senpai…
Adorava tutto di lui, persino la sua scrittura stretta e elegante.
Il biondo bussò piano, attendendo che il moro aprisse.
<< Ciao.. >> Alan gli sorrise subito, vedendolo.
<< Pronto per il nostro appuntamento? >> Chiese il maggiore, stringendolo a se.
Alan sorpreso, lo guardò. << Oggi? Non pensavo cosi presto… >>
Si scambiarono un dolce bacio, stringendosi una mano, pronti ad andare nel posto prestabilito dal maggiore.
Uscirono fuori dalla magione, dopo aver salutato il Conte e servitù.
Prese un nastro azzurro e coprì gli occhi del minore, guidandolo al giardino.
Poco dopo arrivarono e Eric lo fece accomodare su un cuscino, levandogli il nastro.
<< I miei occhiali… >> sussurrò il minore vedendo colori sfocati.
Eric ridacchiò. << Giusto… >> rimettendoglieli.
<< W-wow… >> Alan era sorpreso da quei colori, quelli di quel giorno, dove mostrò ogni debolezza al suo senpai.
La tovaglia e il cestino, con dei petali sopra sparsi qua e là, tutto era perfetto.
Il suono della natura e i caldi raggi del sole rendevano tutto più poetico.
<< E’ stupendo…Eric. >> disse sorridendo.
<< Non esagerare… >>
<< D-davvero… >> Alan abbassò lo sguardo.
Eric gli sollevò il volto con il pollice e l’indice per poi baciarlo.
Alan lo baciò dolcemente, sentendo le lacrime agli occhi.
<< Ch-che hai…? >> Chiese Eric, preoccupato.
Il minore scosse la testa, felice. << T-ti amo… >> sussurrò sulle sue labbra.
Le iridi verdi del maggiore si spalancarono, mentre le sue guance si colorarono di rosso.
<< Anch’io…tantissimo. >>
Alan lo strinse, felice delle sue parole.
Rimasero cosi per un po’, dopodiché cominciarono il pranzo.
Mangiarono da tramezzini a rustici, bevendo vino frizzante consigliato da Sebastian al maggiore.
Brindarono alla loro relazione, sorridendo stranamente spensierati.
Il tempo sembrava essersi fermato in quei momenti stupendi, dimenticando i loro problemi o la loro vita sofferente…esistevano solo loro due e i loro cuori palpitanti.
Anche se Alan non amava perdere cosi tempo, ricordandogli del loro lavoro. << Dovremo occuparci del caso… >>
Eric sospirò, odiava quel argomento, sapendo bene il motivo.
<< Oggi dovrem solo divertirci.. >> gli ricordò il maggiore, finendo di bere.
<< Ma le anime continuano a sparire… ben ottocento, sai. >>
<< Tranquillo… >> Eric lo strinse, prendendolo in braccio.
Alan lo strinse, chiudendo gli occhi, poggiando la testa sulla sua spalla, godendosi il suo contatto e la dolcezza di quella giornata, cercando di dimenticare il suo dovere.
<< Ti va il dessert? >> chiese accarezzandolo e dandogli dei bacini.
Alan annuì, osservandolo. << Certo, che cos’è? >>
<< Torta ai mirtilli… >>
Mangiarono in silenzio, gustandola, dopo aver tagliato le fette.
<< L’ho fatta con..Sebastian… >> sussurrò il maggiore.
<< Beh, ti è venuta bene. >> sorrise il moro, ignorando l’ultimo nome.
Eric posò i piatti e iniziò a baciarlo, accarezzando la sua pelle.
Stendendosi piano, unendo due mani, approfondendo il loro bacio.
Eric scese al suo collo, ascoltando i suoi timidi ansimi e godendosi le sue carezza alla schiena.
Il desiderio forte in entrambi li stava consumando, ma nessuno dei due aveva il coraggio di iniziare.
Eric iniziò a accarezzare il petto del minore, sfiorando accidentalmente la sua erezione nel muoversi.
Ad Alan scappò un lieve gemito, che gli colorò le gote.
Eric fece finta di nulla e iniziò a sbottonare quel indumento che copriva il dorso del moro.
Lo sollevò appena per toglierla insieme alla giacca, per poi baciare il suo petto.
Alan si morse le labbra cominciando a sbottonare anche la sua e tirando via la cravatta, per poi sfiorare la sua pelle, arrossendo.
Il biondo tornò a baciarlo, lasciandolo fare, accarezzandogli le guance.
Si staccarono per fissarsi, con il respiro rotto dalla passione.
<< Vuoi andare fino in fondo? >> chiese il maggiore, serio.
Il moro annuì convinto, ricevendo un altro bacio. << Tu…vuoi? >>
<< Si…voglio renderti mio. >> sussurrò sulle sue labbra.
<< Q-qui? >> chiese il moro.
<< Qui… >>
Alan arrossì, cingendogli il collo con le braccia, nervoso e felice per ciò che stava per succedere, in un luogo aperto poi.
Eric tornò a baciarlo, sfiorando dolcemente la sua erezione dai pantaloni, per poi sbottonarli.
Si concentrò di nuovo sulle sue labbra, facendo pressione sulla sua intimità, scendendo con i baci verso ciò che tanto bramava.
Liberò il minore di ogni strato d’intralcio, iniziando a baciare la sua intimità, procurandogli piacere.
Dai baci andò oltre, concentrandosi sulla sua parte sensibile, ascoltando i suoi gemiti..
Alan strinse forte la chioma del maggiore e con l’altra la sua mano.
I gemiti aumentavano fino a che non si riversò nella bocca del maggiore, arrossendo, che ingoiò senza pensarci due volte.
Il maggiore si sollevò, tornando a far pressione sulla sua erezione, e baciandolo, facendogli sentire il suo sapore.
Alan iniziò a svestire il suo ragazzo, ormai impaziente anche lui.
Il biondo iniziò a mordicchiare un capezzolo, accarezzandogli le gambe, per poi prepararlo.
Alan si strinse a lui, preso di nuovo dal piacere, iniziando a baciare la spalla del maggiore, trasformandolo in un succhiotto, lasciando il segno.
Ad ogni movimento ansimava sulle sue labbra, baciandolo ogni tanto, con gli occhi stretti per il lieve dolore.
<< Stai bene? >> Chiese il biondo, osservandolo.
Alan annuì, per tranquillizzarlo.
Continuarono finché non lo ritenne abbastanza pronto, osservandolo dritto negli occhi.
<< E-Eric.. >>
<< Alan… >>
<< Ti amo. >>
<< Ti amo, tanto. >>
Si strinsero forte, mentre Eric lo sollevava per prenderlo in braccio.
Riprese a baciarlo con passione, entrando lentamente in lui, aumentano a tratti per farlo abituare.
Il moro passò ai gemiti, stringendo i suoi capelli, non più soddisfatto da quella lentezza.
<< Di…più. >> sussurrò sulle sua spalla, arrossendo.
Eric sorrise e lo baciò, accontentando il suo amante.
I loro gemiti si trasformarono in urla, raggiugendo l’apice insieme, finendo sdraiati su quel giardino che aveva iniziavo la loro storia.
 
TO BE CONTINUED…
 

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Capitolo 12
*** Amara verità. ***


Il giorno dopo i due Shinigami si risvegliarono ancora nella camera data  dal conte Phantomhive e il suo maggiordomo.
Quel giorno avrebbero dovuto riprendere le indagini sul caso delle anime sparite…purtroppo.
Scesero tranquillamente, per salutare il ragazzino e il demone, e ringraziarli per l’ospitalità.
La servitù del ragazzo avevano già preparato tutto, aspettavano solo i loro ospiti e il padroncino.
<< Scusateci, ma dobbiamo concludere le indagini, non possiamo restare… >> disse subito Alan, sorridente.
<< Eh? Ma siete appena arrivati… >> rispose Mey rin.
<< Mi dispiace, signorina… >> riprese Alan.
<< La cosa più importante è… >> continuo Eric.
Sebastian entrò seguito da Ciel. << La cosa più importante è che vi sediate…Che facciate colazione e rimanere  dove siete. >>
Eric sbuffò e Alan li osservò confuso mentre la servitù salutava i due.
<< Non c’è più bisogno di indagare. Il colpevole del caso degli omicidi è… Eric Slingby. >>
Alan spalancò gli occhi, e Eric rise alzando le mani in senso di innocenza.
<< E che prove avresti…? Sputa il rospo, fighetto… >> Eric lo osservò, nascondendo il nervosismo.
<< Prove hai detto? Ci sono esattamente novantasei prove che conducono a te.
Dopo aver indagato sulla scena del crimine e l’angolo di incisione delle ferite delle vittime…Ho concluso il profilo del colpevole. >>
<< Sarebbero delle prove? >> Chiese Meyrin.
<< E’ tutto un bluff. Non c’è modo di scoprire tutto questo in una sola notte. >> rispose Eric.
<< Se si parla di Sebastian, è possibile. >> si intromise il ragazzino.
<< E questa volta ho ricevuto un piccolo aiuto… >> aggiunse il demone.
<< GRELL? >> Urlarono i due Shinigami, stupiti.
I suoi discorsi e il suo abbigliamento erano piuttosto indecenti…
<< Sembra che sia stata una serata piacevole… Ma non hai ancora delle prove reali. >> si ostinò il biondo.
<< Se vuoi davvero saperlo…allora…profumo. >>
Sebastian spiegò tutta la sua teoria sul profumo delle ragazze.
<< E ieri sera, sulla tua giacca…c’era lo stesso profumo. >>
<< Eric?... >> chiese Alan.
<< Inoltre…la scena del crimine ha il profumo della morte. >> finì il demone.
Alan era sconvolto…non riusciva a dire nulla.
Eric ridacchiò. << Se continuo a negare, continuerò a infangare il mio nome. >>
Lo Shinigami biondo e il demone iniziarono a lottare.
Grell aveva tradito Eric…e lui non se lo sarebbe aspettato.
Sebastian usò la falce del rosso per ferire il ragazzo.
<< ERIC! >> Urlò Alan, facendolo distrarre.
Sebastian gli ferì il braccio, mostrando i suoi cinematic record su tutti gli omicidi.
Alan strinse gli occhi, sentendo le lacrime scorrere.
La loro promessa l’aveva infranta….forse per lui non era cosi importante…
Lo aveva illuso…
<< Perché?! Perché? Cosa succede, Eric? >> sussurrò, inginocchiandosi.
Eric capì di non avere speranze contro quel demone quindi fuggì, a malincuore.
<< Eric! >>
Ma ormai il suo ragazzo era già andato…
Era durata solo un giorno la loro felicità…e a lui non bastava.
Strinse i pugni e si asciugò gli occhi…
Corse da lui, pronto a seguirlo…pronto a perdonarlo…ma confuso sul motivo.
Sebastian, Grell e Ciel lo seguirono.
D’altronde il biondo non voleva fermarsi anche se ora era ricercato da un demone e dagli stessi Shinigami…
Ne mancavano duecento…perché arrendersi?
Voleva salvarlo…lo amava troppo…
Lui non si poteva arrendere.
Sospirò, sentendo l’aria asciugare le sue lacrime.
Il suo pianto fu rotto da un uomo sospetto che girava intorno a due ragazze, che attirò la sua attenzione.
Sembrava giovane, ma sotto quel cappotto e cappello non si poteva capire granché dei suoi tratti.
Lo seguì, fino al vicolo.
Le aveva rapite…
<< Come puoi spaventare due donzelle come loro? >> chiese Eric, al giovane nobile vestito di bianco.
Le ragazze corsero dietro Eric, chiedendo di essere difese.
Lo Shinigami tagliò le corde che le stringevano, puntando la falce al collo del uomo che cadde, spaventato dalla sua sega.
Chiuse gli occhi, pensando a lui.
“ Se solo mi permettessi di provare il tuo dolore…Commetterei qualsiasi peccato.
L’Erica…che adori…la solitudine che proverai anche ora per colpa mia.
Sono nato solo in questo mondo…ma tu sei diventato la mia Luce.
Ma dopo…che ti avrò salvato..
Affronterò le mie colpe. Se è questo il mio destino…perché allora sto piangendo?
…Volevo una vita diversa per noi. Non solo un giorno…
Perdonami, piccoletto. ”
<< Non vi preoccupate, va tutto bene…non vi farò provare nemmeno un briciolo di dolore. >> disse Eric alle due donzelle.
Le colpì senza pietà, lasciandole cadere con delicatezza sulla strada.
Nei suoi occhi era svanita la paura o il timore, erano freddi…
Ora l’unica cosa che aveva con se era il suo obbiettivo…
Non doveva temere cosa gli sarebbe accaduto quando lo avrebbero preso.
Doveva salvare la sua Luce…perché se lo meritava davvero.
Aleistor rimase stupido, correndo verso il giovane killer davanti a se.
<< Sei tu il vero killer? Sono già morte? Non c’è neanche una goccia di sangue…La loro pelle chiara e pura rende i loro cadaveri ancora più belli! Non può essere! Il cinguettio degli uccellini che muoiono..
Da quanto ho cercato questa pura bellezza! >>
Eric lo squadrò, chiedendosi se avesse tutte le rotelle a posto, ascoltando i suoi discorsi senza senso.
<< Eric! >>
Una voce familiare e amata lo fece voltare, la sua Luce era arrivata fin li.
<< Che crudeltà… >> disse guardando le ragazze. << Perché stai facendo tutto questo? >>
Il biondo non rispose.
<< Non dirmi che…hai davvero rotto la promessa. >>
<< Capirai quando prenderò tutte le anime! >> urlò il biondo.
<< No! Rispondimi! Non mi fermerò.  Finché non saprò la verità. >>
I due giovani amanti iniziarono a lottare, anche se con sofferenza.
Alan sentì delle fitte, cosi Eric lo spinse a terra…
<< Sei diventato più debole…per colpa di quei fottuti rovi. >> La sua voce era seria e rotta dal dolore.
Si guardarono per lunghi attimi, ignorando le avance del visconte per Eric…
Chiedendosi perché fossero arrivati fino a tanto.
Eric si avvicinò al ragazzo, inginocchiandosi a lui e alzandogli il mento, per baciarlo…forse un’ultima volta visto che sarebbe stato punito.
Alan lo fissò, non perdendosi un secondo di quel bacio dolce e amaro…
Si staccarono, a malincuore…le guance rigate…
Era la prima volta che vedeva Eric, il suo senpai e amante, piangere.
Scappò nel cuore della notte, seguito da quel umano…lasciandolo solo…
Di nuovo.
 
TO BE CONTINUED…

 

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Capitolo 13
*** Nuova piccola speranza. ***


Sebastian e Ciel raggiunsero Alan, ma Eric era già scappato.
***
 
Dipartimento degli Shinigami.
<< E’ tutto cosi strano… Alan Humphies e Eric Slingby non han ancora consegnato il report in tempo…
Cosa diavolo gli è successo? >> Chiese William, osservando dei fogli.
<< Forse Grell Sutcliff gli ha creato qualche disturbo, ancora? >> chiese Ronald, con altri documenti in mano.
<< C’è questa possibilità… Se si continua cosi il nome del reparto Amministrativo degli Shinigami verrà infangato. >> William rispose, sistemandosi gli occhiali. << Quindi non abbiamo altra scelta, dobbiamo fare gli straordinari… >>
<< Eh, stai scherzando…? Devo finire in tempo ed andarmene oggi! Oggi uscirò con una segretaria. >> disse il minore. << Eh?...Wow…Cos’è questo! I nomi sulla lista sulla lista sono aumentati improvvisamente! >> disse, leggendo i propri documenti.
<< La lista dei morti? >>
<< Si…moriranno tutti nello stesso posto. >>
<< E dove sarà questo posto? >>
<< Aspetta te lo dico… Il posto sarà… >>
<< Crystal Palace. >>
 
***  
 
Magione Phantomhive.
<< Il nostro nemico è uno Shinigami. Questo non va bene... >> disse il piccolo conte.
I suoi servitori corsero da lui, con una lettera. << Bocchan, è appena arrivata questa…legga. >>
<< Un invito… >>
<< Per cosa? >> chiese il demone.
<< L’opera di Druitt. Quel visconte pervertito? Non ho tempo da perdere con lui. >> Il ragazzino buttò la lettera a terra, ma Finnian la recuperò facendola leggere a Bard.
L’entrata era solo per donne e bambini…e gli uomini potevano fare solo da accompagnatori.
Alan spalancò gli occhi. << Solo donne? >> corse a prendere l’invito. << Questo nome…Druitt. E’ il tipo che ha ingaggiato Eric! >>
<< Si presenta un pericolo…dovremmo andar al Crystal Palace. >> Aggiunse il demone.
<< Sebastian. >>
<< Checkmate, al Crystal Palace. >>
<< E’ un ordine: Uccidi lo Shinigami. >>
A quelle parole Alan sentì una fitta più forte dei rovi…
Non lo avrebbe permesso…
Lo sapeva fin dall’inizio che quel demone gli avrebbe solo dato guai…
Ora doveva salvare Eric, doveva trovarlo per primo!


***


Scotland Yard.
<< Hanks. Ho ottenuto un’informazione cruciale! >>
<< C’era da aspettarselo da lei, Abberline! >>
<< Andremo sotto copertura! Al Crystal Palace. >>
 
***  
Druitt’s home.
<< Oh, artista della morte…Per il vostro piacere ho preparato un bello spettacolo. >> disse Druitt al giovane a fianco a se.
Eric si allontanò appena. << Credi che mi serva supporto per uccidere? Ironico. >>
<< Me la farai vedere, vero? La più grande opera di massacro… si terrà al Crystal Palace. >>
 

***
 
Grell, Ciel e Alan eran vestiti da signorine, insieme a Mey, gli altri da accompagnatori.
<< Perché sei vestito anche tu da donna? >> chiese Grell, osservando Alan.
<< Perché devo parlare a tutti i costi con Eric. E per farlo devo sopportare quest’umiliazione. >> sussurrò, arrossendo.
 

 ***


 
Al Crystal Palace.
Eric e il visconte eran pronti.
Dopo le altre trentamila cavolate del visconte, Eric parlò.
<< Sai… Io e quel ragazzo…stiamo insieme. Quando andammo in missione la prima volta dei fiori viola stavano bocciando in quel giardino dove avevamo raccolto delle anime. Erano dei fiori dell’Erica. Il mio ragazzo mi disse che l’Erica  nel linguaggio dei fiori significa… >>
<< Eric…Eric…ti sei incantato? >>
<< Eh? Ah, nulla… >>
Il biondo si allontanò, sentendo il bisogno di restare solo.
Ore dopo l’opera iniziò.
I due investigatori anche eran conciati da ladies.
<< Eric…ti troverò. >> sussurrò il moro, cercandolo con lo sguardo.
Durante lo spettacolo le luci si spensero e le ultime anime furono prese…tranne una.
Alan avvistò il suo ragazzo uccidere nella notte, non riconoscendolo, sentendo le lacrime agli occhi, più forti.
Si incontrarono, lo fermò.
<< Eric… >>
<< A-Alan! >>
<< Perché continui a fare tutto…questo? >>
Eric provò a fuggire ma il demone bloccò il passaggio.
Si scontrarono…Alan aveva tardato…
<< Sacrificare tutte quelle anime...anche te stesso…per una persona. >>
<< Taci, demone! Tu non sai cosa significa AMARE! >>
Alan non si arrendeva, tentando di fermare lo scontro…le sue parole…
Eric stava lottando solo per lui…e lui avrebbe fatto di tutto per salvarlo.
Cadde, seduto a terra, colpa dei tacchi e del abito.
William e Ronald osservarono i due Shinigami dalla parte superiore del teatro, per poi scendere e dichiararli shinigami caduti.
Il maggiore sorpreso guardò per un momento il ragazzo a terra…
Gli aveva tolto la possibilità di salvarsi.
Alan si alzò correndo verso il senpai.
<< Aspetta! Posso spiegare… >>
Sebastian voleva uccidere lo Shinigami per l’ordine di Ciel, ma William non avrebbe permesso che un demone avrebbe toccato uno Shinigami, suo amico…dopotutto.
Scese in difesa di Eric, allontanando il demone da lui.
Ciel provò a scappare con la servitù.
Eric, ferito e stanco riuscì a raccogliere centonovantasette anime…mancava una.
Salì al piano superiore e bloccò Ciel, puntandogli la sega alla gola, scappando con il ragazzino in ostaggio.
<< Eric… >> sussurrò Alan, osservandolo andare via di nuovo.
William diede  a Ronald il compito di uccidere Sebastian.
<< Me ne occupo io. Beh, lo finirò immediatamente! Non voglio nessun straordinario! Se fossi in te…non attaccherei i miei senpai. >>
Ronald cercò di far di tutto per fermare il demone, guardandolo con disprezzo.
William restò per aiutare il giovane.
La lotta cessò senza vittorie…per il momento.
Quel teatro era un disastro tra fiamme e puzza di sangue.
Alan si decise  a seguirlo, ma un pianto lo fermò.
Riecheggiava nel teatro, dietro le fiamme…
Due corpi a terra era affianco alla carrozzina bianca e nera.
Aggirò il fuoco, trovando una neonata in lacrime e con il volto rosso, un’umana.
La prese tra le braccia, cercando di calmarla…
Doveva uscire di lì, stava per soffocare.
Corse fuori, tentando di farla calmare.
Seguì il suo ragazzo nel frattempo, stringendola forte tra le braccia per non farle prendere freddo.
Eric aveva ucciso anche sua madre e suo padre…era una piccola nobile.
Non sapeva neanche il suo nome.
<< Mi dispiace…piccina. >> Sussurrò per poi baciarle la fronte.
La bambina emise dei versetti tranquilli, non sapeva ancora parlare.
Il ragazzo la poggiò contro un tronco, per indossare i soliti vestiti eleganti e prenderla di nuovo in braccio, correndo verso le tracce di Eric.
<< Eric. >>
Il biondo si fermò, voltandosi verso la sua Luce…notando il piccolo fagotto che mostrava il volto di una piccola umana.
<< Stavi raccogliendo altre anime…Non è cosi? Se te ne servono cosi tante…prendi anche la mia. >>
<< Alan…non fare lo stupido, Alan. >> Eric corse verso i due, fermando il moro che si stava per colpire dal lato opposto a dove teneva la bambina con la propria falce.
<< Non mi importa…tanto la mia vita… >>
<< Ti ho detto che ti salverò! Se ..se lo fai tutto ciò che ho fatto fin ora sarebbe inutile! >>
<< Allora…è vero… >> Alan gli lasciò prendere la propria falce. << Tu …stai raccogliendo quelle mille anime. >>
<< Senti… a me non importa di essere uno shinigami caduto… o di quanto remota sia la possibilità. Io voglio averti con me, SEMPRE! >>
 Il biondo si allontanò, piangendo.
Alan osservò il suo ragazzo e poi quella bambina, spaventata dalle loro urla.
<< La vita eterna…La Nostra vita eterna…è solo oscurità. Dopo tutti questi sforzi…ho trovato finalmente…Un piccolo spiraglio di luce. >>
<< E-Eri- Tesoro. Non ti permetterò di uccidere ancora. Ma…Fino a che la fiamma della mia vita non sarà spenta…ti prego. Stai con me e con lei, con noi! Anche dopo che sparirò …la mia luce illuminerà la vostra strada. >>
<< Piccoletto… >>
<< Regola numero uno: gli shinigami devono assolutamente indossare gli occhiali. >> disse il moro canticchiando. << Siamo shinigami esemplari! Obbediamo alle regole…Quindi, chi le infrange, chi? >>
Alan si tolse gli occhiali con la mano libera, osservando il compagno.
<< P-perché… vuoi essere punito anche tu? >>
<< Non è ancora finita. Sei ancora il mio ragazzo…e ora abbiamo una bambina orfana di cui occuparci. >>
<< Alan… >>
<< Non riesco a vedere nulla senza occhiali, anche i vostri visi son offuscati… >>
<< Non ho mai visto neanche io con chiarezza…non mi sono mai accorto di quanto sei testardo, piccoletto. >> Rispose Eric, levandoli anche lui.
<< Bene…allora…andiamocene. >> Alan iniziò a correre, stringendo la piccolina.
<< Io…coperto di peccati…posso davvero starvi vicino? >>
<< Non te l’ho già detto? Non vedo nulla senza occhiali…Tutti i tuoi peccati, da ora non li vedo più.
E lei…lei ti vuole già bene. >>
Salirono e presero le loro armi, posando gli occhiali a terra, per scappare dal dipartimento.
Si avvicinarono e si baciarono, per poi stringersi, coinvolgendo la bambina.
Eric prese la piccina, e strinse una mano del suo vero amore, scappando da quel posto che non era mai stato casa.
 
 
TO BE CONTINUED...

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Capitolo 14
*** Erica White Slingby Humphries. ***


I due shinigami correvano sulla terra, ma Alan non sopportava tutta quella fatica.
Cadde sulle ginocchia, lamentandosi.
<< Alan! >> Eric lo soccorse, e la bambina sembrava spaventata dalle urla.
<< Sto bene… Lasciami riposare un pochino… >>
Ma le fitte e i lamenti aumentarono, facendo piangere la piccola.
Eric fece sedere Alan contro un muretto, tenendo la bambina con un braccio, sedendosi affianco al ragazzo.
<< Scusa se l’ho spaventata… >>
<< Non devi scu- >>
<< Eric…sicuramente…continuerai a uccidere… >>
Alan iniziò a lacrimare, osservando Eric voltare verso quella figura disgustosa.
Le sue parole furono bloccate, ancora, da quel conte e dal suo demone.
Eric diede la bambina al suo ragazzo, pronto a scontrarsi con quei due.
Alan sorpreso e spaventato, rimane paralizzato, ed Eric si pose davanti al moro e alla piccola, per difenderli da quel demone.
Trattenne i gemiti di dolore, stringendo la piccina.
Eran ostinati a distruggere ancora la sua famiglia, a veder una bambina sola, ancora?
Alan stava odiando ogni secondo di più quel demone, provando pena per quel ragazzino.
Ciel scrutava attentamente la bambina e lo shinigami bruno, pensieroso.
Sofferente a terra con una umana…Un uomo pronto a difenderlo e a rischiare l’ergastolo o di essere cacciato dal dipartimento per lui.
Una famiglia che si sarebbe rotta da un momento al altro…
Proprio come la sua.
Ma d’altronde doveva rispettare il suo compito da cane della regina, come suo padre e suo nonno.
Eric cadde in ginocchio, sentendo le lacrime solcargli le guance. << M-mi dispiace piccoletto…io non riesco…io non riesco a rinunciare a te! >>
<< TI PREGO…RISPARMIA ERIC! >> Urlò Alan, con le ultime forze.
<< Hai preso abbastanza anime, shinigami destinato all’inferno. >>
<< Quel…posto…è solo…per te… >> sussurrò Alan, provando ad alzarsi.
Eric osservò gli sforzi del moro, ascoltando le lacrime strozzate della piccola umana.
<< Metterò fine a ciò. Grazie a te…mi manca solo un’anima. >>
<< Si…otterrai ciò che vuoi, ma sarà la tua anima. >>
Iniziarono a lottare, ancora, sotto lo sguardo perplesso dei due giovani umani e di Alan, senza escludere colpi.
Eric fu graffiato e colpito dai suoi coltelli, ed ogni colpo aumentava la paura nel ragazzo seduto immobile contro il muro.
<< Mi dispiace, la mia anima non serve. >>
<< Come mai? >>
<< Perché la mia anima è già sporca come l’inferno! >>
Tornarono a scontrarsi, e la tensione a salire…
Eric cadde, troppo ferito.
<< Ha continuato…a rompere la promessa per me… La sua anima è corrotta per colpa mia… >> sussurrò in lacrime.
<< Ne serve una…solo una…ED IO LO SALVERO’!  >> urlò il biondo, incapace di alzarsi.
Sebastian aveva vinto…La sega era in mano sua…
Si spostò per colpire lo shinigami, ma Alan si alzò, correndo verso il demone, e spingendolo via con il braccio libero.
<< FERMATIIII! >> Alan cadde, sentendo dolore al braccio sinistro, ma ciò non serviva a fermarlo.
Eric aveva sofferto cosi tanto per lui, ora non poteva abbandonarlo…Lui lo amava davvero.
<< Alan…stai bene? >>
<< Perché…continui a dire cose del genere…avevo detto basta… >>
<< Ma c’è un’anima proprio lì…Ciel Phantomhive… >> Il biondo si rialzò, recuperando la falce e dirigendosi verso il ragazzino.
Ciel spalancò gli occhi, insieme ad Alan, mentre la bimba non faceva ancora che piangere.
Il dolore non voleva lasciare loro tre, ma…non avrebbe potuto vincere per sempre.
Il suo sguardo sembrava perso, sadico, verso il suo obbiettivo.
Ciel e la sua anima pura.
Lo bloccò puntandogli la falce nella carne morbida del collo, pronto a ucciderlo.
Alan si alzò, lasciando la bimba a terra, dietro di se.
<< Ti prego…tesoro…n-non uccidere quel bambino. >>
Eric premette ancora più forte la lama sul collo del conte, ignorando la sua voce.
Era come perso…verso la pazzia.
I loro momenti felici sembrarono volare via. Dimenticati…
Il finale era li?
La bambina gattonò piano davanti ad Alan, verso Eric, pronunciando qualcosa che gli adulti non potevano capire.
Le pupille di tutti furono catturate da quel corpicino in movimento, verso il biondo.
Il demone era più stupido degli altri, capendo qualcosa grazie ai suoi poteri.
Puntò il suo sguardo su Ciel e Eric, poi di nuovo sulla bambina.
<< F-ferma… >> Alan si avvicinò alla bambina, preoccupato, finché non notò la mano di Eric vacillare, fino a lasciare Ciel, per prenderla in braccio.
La strinse al petto, piangendo.
Ormai era distrutto, non riusciva più a pensare.
Non voleva fare più del male…ma non voleva perderlo.
Alan si avvicinò al biondo, per stringerlo a se.
Ciel si strinse al demone, spaventato dalla falce che gli aveva lasciato qualche graffio sanguinante, decidendo di abbandonare quell’incarico.
<< Andiamo, Sebastian. Troveremo una scusa per la regina. >>
<< Ma bocchan. >>
<< Nessun ma. Non toglierò mai il futuro a qualche bambino. Ho anch’io…un buon senso. >>
Ciel si staccò avvicinandosi alla bambina, per baciarla sulla fronte, per poi allontanarsi dai due, che lo osservavano sorpresi, seguito dal demone.
Grell aveva osservato tutto, da un palazzo, con Ronald e William.
Alan si alzò, porgendo una mano al suo ragazzo, e donandogli un bacio, per poi camminare verso una locanda.
Entrarono in una piccola stanza affittata, dove potevano star al caldo e godersi la loro vita, finalmente.
Quel momento era stato terribile per entrambi.
Entrarono, chiudendo la porta  e posando le falci.
La camera aveva le pareti azzurre, un letto con delle coperte blu, un camino e due poltrone.
Eric si sedette sul letto, tenendo la bambina sulle gambe, mentre Alan accendeva il fuoco.
Appena il fuoco iniziò ad emanare calore il moro si sedette vicino ai due, felice di vederli giocare.
Sembravano davvero padre e figlia, secondo Alan.
<< Allora, lei hai dato un nome? >>
Il moro spalanco gli occhi, spalanco la bocca.
<< Okay, lo prendo come un no… >> ridacchiò il biondo, poggiando la bambina sul letto, che iniziò a giocare con un cuscino.
Alan disinfettò e curò le ferite di Eric, con amore, per poi fasciarlo.
La piccola si tirò a sedere con difficoltà, gattonando verso Eric, che la riprese.
<< Non sapevo che nome dargli…e non ho avuto occasioni per pensarci. >> sussurrò il moro, ricoprendo il dorso del biondo.
<< Dai suoi vestiti si capisce che la sua famiglia era nobile. >> Disse il biondo, capendo che l’aveva recuperata dal teatro…quindi lui l’aveva resa orfana.
Alan capì dall’espressione del ragazzo, e cercò di distrarlo.
<< Allora…ehm. Il nome, okay. Idee? >>
<< Perché…non…utilizzare quel nome? >>
<< I fiori che vedemmo la prima volta? >>
<< Esatto… >> rispose Eric, osservandola bambina che gli tirava la cravatta.
<< L’Erica significa solitudine… >> spiegò Alan.
<< Si, ma se ricordo bene mi spiegasti che quella di colore bianco significa ammirazione e la speranza che i sogni si avverino… Non è bello per una bambina? >>
<< Ha-hai ragione. >>
<< Erica… mh… >>
<< Erica White…T-ti piace? >>
<< Proprio come un’aristocratica. >> Eric ridacchiò.
<< In effetti. >> rise anche il moro, mentre la bambina faceva versetti felici, osservandoli ridere.
Più tardi cenarono, dando un passato di carote e zucca alla piccola, anche se faceva qualche capriccio.
A parte trovarsi le giacche arancio, si divertirono, per poi addormentarsi insieme, stremati.
Durante la notte Erica si svegliò due volte, ma il biondo non la sentiva, stanco com’era non riusciva ad alzarsi.
Cosi Alan per due volte, dovette cullarla per tutta la camera, provando al calmarla, sperando che il suo pianto non avrebbe svegliato Eric e tutta la clientela.
Finalmente alle cinque si addormentò, e la ripoggiò a letto, vicino a Eric.
Si avvicinò alla finestra, osservando l’alba.
Sospirò, tornando a osservare le sue due nuove felicità, lui non era più solo.
Si stese accanto, contento, poggiando un braccio intorno alla piccola e al suo ragazzo.
 
TO BE CONTINUED…

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Capitolo 15
*** La famiglia Slingby. ***


 https://www.youtube.com/watch?v=AqN5wd96KMc
 
 
La mattina dopo Alan si risvegliò verso le dieci del mattino, trovando Erica dormire protetta dalle braccia di Eric.
Le loro falci erano stese a terra, l’una accanto a l’altra…
Ormai quella vita era finita.
Non dovevano più guardare la morte, dovevano solo sorridere e crescere la loro piccola bambina umana, finché si poteva.
Il moro scosse la testa e decise di occuparsi di altro.
Doveva assicurarsi che i due stessero al sicuro anche dopo …dopo.
Doveva capire se fossero ricercati dai Shinigami, proteggerli fino alla fine.
Alan salutò entrambi, dando un bacio sulla fronte della bambina e uno sulle labbra del biondo.
Sospirò appena, avvicinandosi alla porta, aprendola, per poi uscire e poggiarsi contro essa.
Quella mattina non provava fitte fortunatamente, si sentiva bene, come se non avesse i rovi, come appena arrivò nel mondo degli Shinigami.
Non portò nessuna falce con se, non voleva altri scontri dopo quello di due giorni fa.
La loro vita da famiglia normale era stupenda, secondo lui.
Quei due giorni con quei due occhietti azzurri cielo, con il suo primo e vero amore…Gli sembrava davvero di sognare.
Erano andati anche al parco giochi, e anche se ricevevano parecchi sguardi indiscreti a loro non importava, quella società era sbagliata nel giudicare qualcuno che amava una persona dello stesso sesso, invece per loro era normalissimo.
La bambina non sapeva camminare d’altronde e neanche parlare, ma i suoi versetti gli bastavano.
La sua vocina era una melodia che faceva sorridere ad ogni sillaba, e i due si divertirono a sentire i suoi urletti davanti ai fiori o guardando le nuvole del cielo.
Forse, come aristocratica, non vedeva spesso l’aria aperta, visto che restavano in case o carrozze, senza uscire spesso.
Provarono a farla camminare, ma evidentemente era ancora troppo presto per i suoi muscoli.
Alan arrivò al Dipartimento, prendendo fiato e cercando di calmarsi.
Doveva solo chiedere a William della sua scelta su Eric e la bambina.
Ronald, che stava fuori con altri compagni, appena vide il moro corse a stringerlo, felice comunque che quei tre stessero bene, per poi trascinarlo dentro, nell’ufficio di William T. Spears.
Ronald entrò senza bussare, trovando il suo senpai intento a staccarsi dalle labbra del rosso, facendo arrossire i due appena entrati.
<< Mi sa che abbiamo sbagliato momento… >> rise Ronald, facendo arrossire addirittura Grell.
Il rosso sapeva di aver tradito i due giovani shinigami e si sentiva in colpa, in un certo senso.
Non riusciva a sostenere lo sguardo con quelle iridi verdi simili alle sue, ma diverse.
Le avevano incontrate piene di tristezza e malinconica, poi impaurite, poi coraggiose in quel periodo in cui Eric scappava da tutti, e ora erano felici e serene, per la sua nuova vita.
Aveva camminato lungo quel tragitto senza timore di vivere, nonostante tutti gli ostacoli che aveva trovato, tra cui anche loro.
William si alzò andando a stringergli semplicemente la mano, ma con una leggera lucentezza negli occhi, felice anche lui di vederlo.
Fece uscire il rosso e il giovane shinigami, volendo rimanere solo con Alan, per parlare.
Gli diede un fascicoletto tra le mani, con le informazioni di qualche umano.
Alan lo osservò interrogativo.
<< Aprilo. >> disse William, sistemandosi gli occhiali.
Alan lo prese e aprì, leggendo delle informazioni.

Nome: Heather Trancy.
Età: Un anno e due mesi. Nata il  1 Luglio  1888.
Occhi: Azzurri.
Capelli: Marrone scuro.
Famiglia: Trancy da parte di padre. Chamber da parte di madre.
Segni particolari: E’ ancora una bambina, ma la sua famiglia ha una strana indole pazzoide e sadica.
Morte: Informazione ancora non disponibile.

Alan lesse velocemente, spalancando gli occhi.
<< E’ l’identità della bambina… >> Will accennò un sorriso.
<< D-davvero? >> Chiese Alan, entusiasta.
<< Si. >>
<< Grazie mille, William. >>
<< Nulla Alan. Comunque, il caso delle mille anime è chiuso. >>
<< A-allora non gli farete nulla? >>
<< Nulla…Ora che ha raggiunto il suo scopo tutto è tornato normale. >>
<< Cosa? >>
<< Mh? Oh, giusto. Eric ti ha curato, solo che tu stavi dormendo verso le sei, con la bambina.
Infondo… i sentimenti non si arrendono facilmente. Neanche davanti alla pazzia più grande al mondo. >>
<< …No…sono guarito? >>
Chiese il moro, incredulo.
Quella infondo era il perché al scomparire delle fitte…al suo benessere.
Eric lo aveva salvato davvero.
***    
Anni dopo.
Erica viveva nel mondo degli Shinigami dai suoi due anni.
Tutti sapevano che lei era umana, e tutti l’adoravano.
Era una bambina allegra e spensierata, che amava la natura che vedeva illustrata nei libri.
Purtroppo nel dipartimento c’erano pochi giardini, coltivati da loro stessi, all’interno della struttura.
Lei non avrebbe dovuto sapere chi erano o dov’era.
Il suo mondo, in cui credeva di essere, era la Terra.
Per una bambina non era il massimo crescere senza coetanei, ma si divertiva un mondo con zio Grell e con gli altri.
Non era mai sola, e con gli anni iniziarono a farla studiare e imparare varie lingue: come francese, tedesco e italiano.
La vita che Eric e Alan le stavano donando era migliore di quella da aristocratica.
Secondo William, oltre l’educazione e la cultura, le stavano donando una cosa che non avrebbe trovato nella sua precedente famiglia. L’amore.

 
Nome: Erica White Slingby Humphries.
Età: Undici. Nata il  1 Luglio  1888.
Occhi: Azzurri.
Capelli: Marrone scuro.
Famiglia: Humphries Slingby.
Segni particolari: Gioia di vivere. Lentiggini sulle guance.
Morte: Accoltellata.
 

                                                                          END…
                                                                                               For Now.

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