L'AMORE DI MINAKO di Chichilina (/viewuser.php?uid=49795)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** GLI OSTACOLI DELLA MEMORIA ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 1 *** GLI OSTACOLI DELLA MEMORIA ***
Sono
a lavoro…non dovrei perdere tempo in questa maniera. Se il
mio capo mi scopre sono guai!!
Però…un’idea si è
impadronita di me e non riesco proprio a tenerla a freno.
Si
tratta di una storia nella storia. La storia d’amore di
Minako per il suo Alan (non so il nome originale di questo
personaggio…perdonatemi! Se me lo indicherete
cambierò!) Questa fanfic si baserà molto poco
sulla storia di questa coppia raccontata brevemente dall’anime.
Inventerò tutto di sana pianta ispirandomi un po’
alle esperienze personali (come sempre ^_^). Per la prima volta ho
quasi un’idea di tutta la storia, ho avuto una folgorazione.
Spero che vi piacerà.
Questo
primo capitolo è molto breve. Mi rifarò con il
prossimo. Fatemi sapere che ne pensate. Vi prego…sono niente
senza i vostri pareri! Accetto anche critiche, come sempre.
Ps.
Dedicata alla mia Mina che trascuro ultimamente ma che tengo sempre nel
cuore.
Chichilina
Non è stato semplice, no
davvero. Forse non lo è nemmeno ora ne lo sarà
mai.
So che dovrei essere forte, so che dovrei trovare nella mia natura
divina un sostegno superiore alla vita stessa.
Ma così non è.
Non sempre almeno.
Non c’è sostegno abbastanza solido quando ti
ritrovi sola, in una stanza chiusa a chiave, a fumare una sigaretta di
nascosto, appoggiata mollemente al davanzale della finestra, e con i
pensieri irrimediabilmente persi in un passato troppo lontano.
Non c’è conforto quando il cuore inciampa negli
ostacoli duri della memoria, non
c’è forza quando una sigaretta sembra una
confidente migliore delle amiche di tutta una vita.
Non fumo di solito.
Stasera si però. Stasera ho voglia di farmi male.
Sembrerà sciocco detto così ma… si
prova un piacere strano quando si ha la possibilità di
decidere per se stessi. Una sigaretta leggera è
l’unico danno al mio corpo che posso concedermi, ma me lo
faccio bastare.
Una vita di sport e cura personale è sempre stato il mio
imperativo. Chi mi conosce lo sa. Non per amor proprio, a essere
sincera, ma per l’assoluta coscienza di avere un compito che
vale più della mia stessa esistenza, un compito che non mi
concede autolesionismi ne sciatteria. Io sono una guerriera e come tale
devo servire la mia causa, e devo farlo nelle migliori condizioni
possibili. Ne sono fiera. Senza ipocrisie.
E’ come donna, come amante, come compagna, che disprezzo me
stessa. Incapace di difendere il mio amor proprio e lottare per un
sentimento che con guerre galattiche non aveva niente a che fare, non
mi resta che gridare in silenzio che sono la guerriera dell’
Amore, la guerriera che l’Amore aveva e che poi
l’ha perso.
Aspiro avidamente un’ altra
boccata…piano piano sento la mia testa rilassarsi e le mie
barriere abbassarsi. Presa da questa improvvisa libertà la
mia anima fugge. Ecco…quei maledetti, rocciosi, ostacoli
della memoria…ecco mi ricordo di quel primo primo sorriso.
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Capitolo 2 *** CAPITOLO 2 ***
A seguito delle
recensioni avute e ringraziando in particolare la critica costruttiva
di Ellephedre, riscrivo completamente il secondo capitolo e pubblico
anche un terzo. Chiedo scusa del ritardo!^_^
Non sono molto
contenta del risultato. E' la prima volta che mi capita di avere in
mente la storia e non essere in grado di esprimerla e raccontarla come
vorrei. Spero sarete cliementi. Vi voglio bene. Aspetto vostro parere
carissimi/e.
Bacione
Chichilina
CAPITOLO
2
Londra
è una città bellissima.
Si può girare e conoscere tutto il mondo ma... se non si
è vista Londra si sarà
sempre legittimati a pensare che c’è
davvero molto altro da conoscere.
Erano quasi due settimane che biondi capelli lunghi e flash luccicanti
facevano
capolino fra le strade della capitale d’Europa.
Occhi
curiosi studiavano ogni
angolo e, obiettivi impietosi immortalavano ciò che riusciva
a solleticarle lo
spirito.
Uno
sguardo distratto l’avrebbe
catalogata come una turista, orientale sicuramente, ma lei era molto di
più.
Come alla ricerca di un tesoro sepolto, Minako Aino, moderna Indana
Jones
metropolitana, camminava, quasi senza soste, alla ricerca di
un qualcosa
di speciale.
Più forte di una comune curiosità di
viaggiatrice, ovunque avesse
abitato, i primi giorni di un viaggio, erano dedicati sempre
a soddisfare
una necessità ormai solita: trovare il proprio
posto.
Non un posto qualsiasi, si intende. Minako Aino doveva scoprire una
coordinata,
un ipotenusa al quadrato, in cui sentirsi al proprio posto,
in pace.
Si, era
una necessità vera, un
‘esigenza che veniva prima di negozi, souvenirs, visite
guidate e quant’altro
di più…turistico.
Bisognava trovare un posto in cui non sentirsi di passaggio, in cui lo
scorrere
del tempo non la riguardasse, in cui proteggersi
dall’aggressione delle mille
parole di una giornata intensa.
Una caccia al tesoro in una città come Londra.
Non che mancassero posti meravigliosi capaci di rapire il cuore.
Il tramonto sul fianco del Ponte di Londra, per esempio,
sembrava a
Minako, e a chiunque lo avesse visto almeno una volta, quanto di
più incantato
si potesse immaginare: le acque del Tamigi che si colorano di rosa e
arancio e
il cielo che saluta la luce e si prepara ad accogliere la notte, tra i
mille
filamenti di congiunzione dell’orgoglioso ponte simbolo della
città.
Ma Londra era ed è una città così
grande e così trafficata che tutti i posti,
anche quelli più belli, sembravano essere già
stati scelti da qualcuno oppure
erano troppo esposti ad un passaggio senza fine.
Usciva
presto la mattina, era
sempre stata pigra ma ora non poteva.
Era un peccato capitale non sfruttare completamente quei pochi giorni
di
vacanza prima dell’inizio delle lezioni.
Voleva ardentemente diventare una vera londinese e trovare il
“suo posto”
in quella città così aperta, prima di non avere
più molto tempo per farlo.
In fondo era lì per studiare nella rinomata
università per stranieri di Londra.
Non doveva dimenticarlo e sapeva che duri mesi di impegno
l’attendevano. Aveva
pochi giorni per fare la turista.
Non era mai stata una studentessa modello. Eppure era riuscita a
vincere una
borsa di studio per l’Europa grazie ad un’innata e
indiscutibile propensione
per le lingue.
Divisa
tra pensieri
responsabili, voglia di avventura e necessaria ricerca, continuava a
camminare
e scrutare ogni anfratto della sua nuova, meravigliosa città.
I
lunghissimi capelli si
lasciavano carezzare da un leggero vento di fine estate. Una sensazione
di
benessere la attraversava. Dopo molti chilometri si ritrovava
all’ingresso del
Regent’s Park, a sud di Londa. In quel momento sentiva che
presto avrebbe
trovato quello che cercava.
<<
Mmm…quella panchina non va
bene. Nemmeno quel muretto, passa troppa gente. Quel ponte? No sembra
un po’
traballante…Ecco! …Ci siamo!!>>
Foglie
intrecciate creavano una
piccola capanna naturale e un ruvido schienale di quercia poteva essere
il
giusto sostegno per i suoi pensieri. Un meraviglioso e maestoso albero,
poco
distante da un cheto laghetto, aveva catturato in pieno tutti i suoi
desideri
di ristoro.
Piedi
veloci arrivavano prima
della consapevolezza. Nessuno doveva arrivare per prima.
Nemmeno
quella figura che di spalle sembrava avvicinarsi proprio
all’oggetto dei suoi
desideri.
E
poi…
Quando
mancavano solo una
manciata di stupide falcate…
…la
testa cominciò a girarle
dispettosa, in preda ad una improvvisa visione.
In un instante lo seppe. Quello non era un sorriso, quella era una
finestra sul
paradiso.
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Capitolo 3 *** CAPITOLO 3 ***
Amici!!!! Ciao...son
tornata...anche se di fretta e furia!
Ho completamente
riscritto il secondo cappy quindi...se volete contunuare a seguire
questa storia vi consiglio di rileggere il secondo revisionato
capitolo. Aspetto di sapere i vostri pareri. ps. non sono per nulla
soddisfatta dello stile. scrivo di getto e non ho il tempo di rivedere
niente. perdonatemi. Spero che almeno la trama riuscirà a
coinvolgervi. il bello deve arrivare...fidatevi!. Bacione a tutti.
Chichilina
CAP. 3
-Ciao!
-…
-Ehm…Ho detto “Ciao”!
-…
-…Forse sei straniera e non mi capisci,
vediamo…”Ciao”,
“Hallo”, “Hola”,
“Konnichiwa”…
-Ko-konnichiwa, volevo dire… “ciao”anche
a te…
-Ah, allora mi capisci! Bene!
-…Si
-…Hai bisogno di qualcosa?
-N-no…perché?
-Mi sembrava ti stessi avvicinando qui…
-…Si, volevo sedermi…
-Cavoli! Pensavo fossi rimasta scoinvolta dalla mia incredibile
bellezza e volessi venire a conoscermi…
-///////
-Hei, scherzavo! Piacere…mi chiamo Mirko e sono felice di
dividere con una bella ragazza come te, l’ombra di
questo meraviglioso albero.
Si può essere più spontanei e incredibilmente
affascinanti di così? Minako era sicura di no. Rossa in viso
e nel cuore, senza nemmeno essersene resa conto, aveva
parlato al proprietario di quel sorriso che, solo un istante prima, le
aveva fermato il respiro e si ritrovava seduta sul prato dimentica
della stanchezza e della ricerca che, fino a poco prima, animava i suoi
pensieri.
-E tu…come ti chiami?
-Io…
-Si, chi altri se no?
-Minako Aino
-Allora è ufficiale…sei straniera, ehmmm
…giapponese se non sbaglio.
-Si, come lo hai capito!
-Bhè, io studio lingue orientali, e il tuo nome significa,
se non mi sbaglio, “l’amore di tutti”
proprio in giapponese.
-A già…il mio nome
-Bhè, anche i tuoi occhi dal taglio incredibile me
l’hanno suggerito!
Consapevole di averle fatto un secondo complimento, il ragazzo fiero
della sua intraprendenza, si tirò indietro i capelli e
lasciò una mano dietro la testa sorridendo.
Minako non sapeva se essere in imbarazzo per il complimento o per aver
trovato incredibilmente seducente quello spontaneo modo di fare.
Le sue guancie erano rosse come se avesse avuto il fiatone.
-Non lasciarti abbindolare da lui. E’ solo uno sciupa-femmine.
Minako sentì quella voce senza capire da dove venisse. Non
si era accorta ci fosse qualcun altro oltre lei e il ragazzo
più bello di tutta l’Inghilterra sotto quella
grande quercia. Si girò di scatto.
-Ciao Minako Aino, hai detto di chiamarti così, vero?
-C-ciao…
-Io sono Alan e mi sa che questo albero è diventato
piacevolmente affollato oggi!
-Ehi, cugino, non ci provare. L’ho conosciuta prima io!
-Ragazzi scusatemi…io volevo solo sedermi un pochino
all’ombra. Non volevo disturbarvi. Non mi ero accorta ci
fosse qualcun altro…
Come improvvisamente ritornata in possesso della sua
lucidità, Minako cerò di riprendere il controllo
della situazione rendendosi in un istante conto di ritrovarsi seduta
sull’erba, rossa come un pomodoro maturo, in mezzo a due
ragazzi sconosciuti, che…come se niente fosse, avevano
cominciato a chiacchierare con lei e, quasi, a bisticciare fra di loro.
-Scusaci tu. Non ho potuto fare a meno di intervenire. Il mio
“adorato” cugino Mirko non si smentisce mai! Adora
metter in imbarazzo le ragazze, soprattutto se straniere.
-Ah, davvero?
-Non ascoltarlo! Io sono un vero gentleman. Anzi, per dimostrartelo
caccerò via questo impiccione e guadagnerò per te
il posto all’ombra di cui avevi bisogno!
I due non poterono che sorridere guardandosi negli occhi. Chiunque
avrebbe capito che erano molto amici prima di essere cugini, e che
erano, sicuramente, due ragazzi socievoli che avevano voglia di fare
amicizia e di movimentare un pomeriggio noioso.
- Bhè, grazie allora. Che fortunata che sono!
Sfoderando un sorriso vittorioso sull’ormai sconfitto
imbarazzo, Minako decideva di stare al gioco e di continuare
quell’inaspettata conoscenza cercando,
possibilmente, di riabilitarsi dall’immagine di turista
intontita che doveva aver dato fino a quel momento.
-Bene, allora. Chi vince di noi manderà l’altro a
comprarti un succo di frutta o qualunque altra cosa tu voglia. Parola
di mia, sarà proprio Alan a sgombrare! Hi, hi!
-E a cosa vorresti sfidarmi, sentiamo?!
-Vediamo…ah, ecco…chi riuscirà di noi
a capire qualcosa di più sulla nostra nuova amica
avrà vinto…e, per mia fortuna, sono un gran
conoscitore di donne io!
-Ri-ecco il solito sciupa femmine megalomane!
-Tsz! Minako per te va bene?
-Come no…però…sarò io a
stabilire chi comincia. D’accordo?
Anche Alan era un bel ragazzo. Di una bellezza diversa però,
meno appariscente e sicuramente meno sfacciat. I suoi lineamenti davano
l’impressione di un ragazzo posato e socievole. Mirko a sua
vantaggio, aveva negli occhi la strafottenza di chi sa di possedere un
fascino indiscusso.
Non conoscendo nessuno dei due, Minako dovette fidarsi delle
apparenze e, decise di iniziare da Mirko, che, contunava ad essere, il
ragazzo più bello che avesse mai visto nella sua vita.
-Ok, allora… Tu sei una turista in vacanza con delle amiche.
Ti sei persa, e volevi riposarsi prima di rimettersi alla
ricerca delle sue compagne di viaggio. Sei
un’appassionata di moda e di cinema e hai un sacco di
fidanzati disperati per la tua assenza, sparsi per il mondo.
-A si? Interessante direi!
Profondamente divertita dalla descrizione di Mirko, cercando di non
smentirsi dando segnali di approvazione o diniego, Minako si
voltò verso Alan dandogli il via per il suo parere.
- Secondo me, invece, sei una
studentessa qui a Londra per motivi scolastici. Sei molto curiosa e
allegra il più delle volte. Sei sportiva e profondamente
romantica. Ah…e ti piace molto passare del tempo in un posto
appartato dove puoi guardare gli altri senza essere vista.
…continua…
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