L'AMORE DI MINAKO

di Chichilina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** GLI OSTACOLI DELLA MEMORIA ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***



Capitolo 1
*** GLI OSTACOLI DELLA MEMORIA ***


Sono a lavoro…non dovrei perdere tempo in questa maniera. Se il mio capo mi scopre sono guai!! Però…un’idea si è impadronita di me e non riesco proprio a tenerla a freno.

Si tratta di una storia nella storia. La storia d’amore di Minako per il suo Alan (non so il nome originale di questo personaggio…perdonatemi! Se me lo indicherete cambierò!) Questa fanfic si baserà molto poco sulla storia di questa coppia raccontata brevemente  dall’anime. Inventerò tutto di sana pianta ispirandomi un po’ alle esperienze personali (come sempre ^_^). Per la prima volta ho quasi un’idea di tutta la storia, ho avuto una folgorazione. Spero che vi piacerà.

Questo primo capitolo è molto breve. Mi rifarò con il prossimo. Fatemi sapere che ne pensate. Vi prego…sono niente senza i vostri pareri! Accetto anche critiche, come sempre.

Ps. Dedicata alla mia Mina che trascuro ultimamente ma che tengo sempre nel cuore.

Chichilina

 

Non è stato semplice, no davvero. Forse non lo è nemmeno ora ne lo sarà mai.
So che dovrei essere forte, so che dovrei trovare nella mia natura divina un sostegno superiore alla vita stessa.
 Ma così non è. Non sempre almeno.
Non c’è sostegno abbastanza solido quando ti ritrovi sola, in una stanza chiusa a chiave, a fumare una sigaretta di nascosto, appoggiata mollemente al davanzale della finestra, e con i pensieri irrimediabilmente persi in un passato troppo lontano.
Non c’è conforto quando il cuore inciampa negli ostacoli  duri della memoria, non c’è forza quando una sigaretta sembra una confidente migliore delle amiche di tutta una vita.

Non fumo di solito.
Stasera si però. Stasera ho voglia di farmi male.
Sembrerà sciocco detto così ma… si prova un piacere strano quando si ha la possibilità di decidere per se stessi. Una sigaretta leggera è l’unico danno al mio corpo che posso concedermi, ma me lo faccio bastare.
Una vita di sport e cura personale è sempre stato il mio imperativo. Chi mi conosce lo sa. Non per amor proprio, a essere sincera, ma per l’assoluta coscienza di avere un compito che vale più della mia stessa esistenza, un compito che non mi concede autolesionismi ne sciatteria. Io sono una guerriera e come tale devo servire la mia causa, e devo farlo nelle migliori condizioni possibili. Ne sono fiera. Senza ipocrisie.
E’ come donna, come amante, come compagna, che disprezzo me stessa. Incapace di difendere il mio amor proprio e lottare per un sentimento che con guerre galattiche non aveva niente a che fare, non mi resta che gridare in silenzio che sono la guerriera dell’ Amore, la guerriera che l’Amore aveva e che poi l’ha perso.

Aspiro avidamente un’ altra boccata…piano piano sento la mia testa rilassarsi e le mie barriere abbassarsi. Presa da questa improvvisa libertà la mia anima fugge. Ecco…quei maledetti, rocciosi,  ostacoli della memoria…ecco mi ricordo di quel primo primo sorriso.

 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


A seguito delle recensioni avute e ringraziando in particolare la critica costruttiva di Ellephedre, riscrivo completamente il secondo capitolo e pubblico anche un terzo. Chiedo scusa del ritardo!^_^

Non sono molto contenta del risultato. E' la prima volta che mi capita di avere in mente la storia e non essere in grado di esprimerla e raccontarla come vorrei. Spero sarete cliementi. Vi voglio bene. Aspetto vostro parere carissimi/e.

Bacione

Chichilina

CAPITOLO 2

Londra è una città bellissima.
Si può girare e conoscere tutto il mondo ma... se non si è vista Londra si sarà sempre legittimati a pensare che c’è  davvero molto altro da conoscere.

Erano quasi due settimane che biondi capelli lunghi e flash luccicanti facevano capolino fra le strade della capitale d’Europa.

Occhi curiosi studiavano ogni angolo e, obiettivi impietosi immortalavano ciò che riusciva a solleticarle lo spirito.

Uno sguardo distratto l’avrebbe catalogata come una turista, orientale sicuramente, ma lei era molto di più.
Come alla ricerca di un tesoro sepolto, Minako Aino, moderna Indana Jones metropolitana, camminava, quasi senza soste,  alla ricerca di un qualcosa di speciale.
Più forte di una comune curiosità  di viaggiatrice, ovunque avesse abitato, i primi giorni di un  viaggio, erano dedicati sempre a soddisfare una necessità ormai solita:  trovare il proprio posto.
Non un posto qualsiasi, si intende. Minako Aino doveva scoprire una coordinata, un ipotenusa al quadrato,  in cui sentirsi al proprio posto, in pace.  

Si, era una necessità vera, un ‘esigenza che veniva prima di negozi, souvenirs, visite guidate e quant’altro di più…turistico.
Bisognava trovare un posto in cui non sentirsi di passaggio, in cui lo scorrere del tempo non la riguardasse, in cui proteggersi dall’aggressione delle mille parole di una giornata intensa.
Una caccia al tesoro in una città come Londra.
Non che mancassero posti meravigliosi capaci di rapire il cuore.
Il tramonto sul fianco del Ponte di Londra, per esempio,  sembrava a Minako, e a chiunque lo avesse visto almeno una volta, quanto di più incantato si potesse immaginare: le acque del Tamigi che si colorano di rosa e arancio e il cielo che saluta la luce e si prepara ad accogliere la notte, tra i mille filamenti di congiunzione dell’orgoglioso ponte simbolo della città.

Ma Londra era ed è una città così grande e così trafficata che tutti i posti, anche quelli più belli, sembravano essere già stati scelti da qualcuno oppure erano troppo esposti ad un passaggio senza fine.

Usciva presto la mattina, era sempre stata pigra ma ora non poteva.
Era un peccato capitale non sfruttare completamente quei pochi giorni di vacanza prima dell’inizio delle lezioni.
Voleva ardentemente  diventare una vera londinese e trovare il “suo posto” in quella città così aperta, prima di non avere più molto tempo per farlo.
In fondo era lì per studiare nella rinomata università per stranieri di Londra. Non doveva dimenticarlo e sapeva che duri mesi di impegno l’attendevano. Aveva pochi giorni per fare la turista.
Non era mai stata una studentessa modello. Eppure era riuscita a vincere una borsa di studio per l’Europa grazie ad un’innata e indiscutibile propensione per le lingue.

Divisa tra pensieri responsabili, voglia di avventura e necessaria ricerca, continuava a camminare e scrutare ogni anfratto della sua nuova, meravigliosa città.

I lunghissimi capelli si lasciavano carezzare da un leggero vento di fine estate. Una sensazione di benessere la attraversava. Dopo molti chilometri si ritrovava all’ingresso del Regent’s Park, a sud di Londa. In quel momento sentiva che presto avrebbe trovato quello che cercava.  

<< Mmm…quella panchina non va bene. Nemmeno quel muretto, passa troppa gente. Quel ponte? No sembra un po’ traballante…Ecco! …Ci siamo!!>>

Foglie intrecciate creavano una piccola capanna naturale e un ruvido schienale di quercia poteva essere il giusto sostegno per i suoi pensieri. Un meraviglioso e maestoso albero, poco distante da un cheto laghetto, aveva catturato in pieno tutti i suoi desideri di ristoro.

Piedi veloci arrivavano prima della consapevolezza.  Nessuno doveva arrivare per prima. Nemmeno quella figura che di spalle sembrava avvicinarsi proprio all’oggetto dei suoi desideri.

E poi…

Quando mancavano solo una manciata di stupide falcate…

…la testa cominciò a girarle dispettosa, in preda ad una improvvisa visione.
In un instante lo seppe. Quello non era un sorriso, quella era una finestra sul paradiso.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Amici!!!! Ciao...son tornata...anche se di fretta e furia!
Ho completamente riscritto il secondo cappy quindi...se volete contunuare a seguire questa storia vi consiglio di rileggere il secondo revisionato capitolo. Aspetto di sapere i vostri pareri. ps. non sono per nulla soddisfatta dello stile. scrivo di getto e non ho il tempo di rivedere niente. perdonatemi. Spero che almeno la trama riuscirà a coinvolgervi. il bello deve arrivare...fidatevi!. Bacione a tutti.
Chichilina


CAP. 3
-Ciao!
-…
-Ehm…Ho detto “Ciao”!
-…
-…Forse sei straniera e non mi capisci, vediamo…”Ciao”, “Hallo”, “Hola”, “Konnichiwa”…
-Ko-konnichiwa, volevo dire… “ciao”anche a te…
-Ah, allora mi capisci! Bene!
-…Si
-…Hai bisogno di qualcosa?
-N-no…perché?
-Mi sembrava ti stessi avvicinando qui…
-…Si, volevo sedermi…
-Cavoli! Pensavo fossi rimasta scoinvolta dalla mia incredibile bellezza e volessi venire a conoscermi…
-///////
-Hei, scherzavo! Piacere…mi chiamo Mirko e sono felice di dividere con una bella ragazza come te,  l’ombra di questo meraviglioso albero.

Si può essere più spontanei e incredibilmente affascinanti di così? Minako era sicura di no. Rossa in viso e nel cuore, senza nemmeno essersene resa conto,  aveva parlato al proprietario di quel sorriso che, solo un istante prima, le aveva fermato il respiro e si ritrovava seduta sul prato dimentica della stanchezza e della ricerca che, fino a poco prima, animava i suoi pensieri.
-E tu…come ti chiami?
-Io…
-Si, chi altri se no?
-Minako Aino
-Allora è ufficiale…sei straniera, ehmmm …giapponese se non sbaglio.
-Si, come lo hai capito!
-Bhè, io studio lingue orientali, e il tuo nome significa, se non mi sbaglio, “l’amore di tutti” proprio in giapponese.
-A già…il mio nome
-Bhè, anche i tuoi occhi dal taglio incredibile me l’hanno suggerito!

Consapevole di averle fatto un secondo complimento, il ragazzo fiero della sua intraprendenza, si tirò indietro i capelli e lasciò una mano dietro la testa sorridendo.
Minako non sapeva se essere in imbarazzo per il complimento o per aver trovato incredibilmente seducente quello spontaneo modo di fare.
Le sue guancie erano rosse come se avesse avuto il fiatone.

-Non lasciarti abbindolare da lui. E’ solo uno sciupa-femmine.
Minako sentì quella voce senza capire da dove venisse. Non si era accorta ci fosse qualcun altro oltre lei e il ragazzo più bello di tutta l’Inghilterra sotto quella grande quercia. Si girò di scatto.
-Ciao Minako Aino, hai detto di chiamarti così, vero?
-C-ciao…
-Io sono Alan e mi sa che questo albero è diventato piacevolmente affollato oggi!
-Ehi, cugino, non ci provare. L’ho conosciuta prima io!
-Ragazzi scusatemi…io volevo solo sedermi un pochino all’ombra. Non volevo disturbarvi. Non mi ero accorta ci fosse qualcun altro…
Come improvvisamente ritornata in possesso della sua lucidità, Minako cerò di riprendere il controllo della situazione rendendosi in un istante conto di ritrovarsi seduta sull’erba, rossa come un pomodoro maturo, in mezzo a due ragazzi sconosciuti, che…come se niente fosse, avevano cominciato a chiacchierare con lei e, quasi, a bisticciare fra di loro.
-Scusaci tu. Non ho potuto fare a meno di intervenire. Il mio “adorato” cugino Mirko non si smentisce mai! Adora metter in imbarazzo le ragazze, soprattutto se straniere.
-Ah, davvero?
-Non ascoltarlo! Io sono un vero gentleman. Anzi, per dimostrartelo caccerò via questo impiccione e guadagnerò per te il posto all’ombra di cui avevi bisogno!
I due non poterono che sorridere guardandosi negli occhi. Chiunque avrebbe capito che erano molto amici prima di essere cugini, e che erano, sicuramente, due ragazzi socievoli che avevano voglia di fare amicizia e di movimentare un pomeriggio noioso.

- Bhè, grazie allora. Che fortunata che sono!
Sfoderando un sorriso vittorioso sull’ormai sconfitto imbarazzo, Minako decideva di stare al gioco e di continuare quell’inaspettata conoscenza cercando,  possibilmente, di riabilitarsi dall’immagine di turista intontita che doveva aver dato fino a quel momento.
-Bene, allora. Chi vince di noi manderà l’altro a comprarti un succo di frutta o qualunque altra cosa tu voglia. Parola di mia, sarà proprio Alan a sgombrare! Hi, hi!
-E a cosa vorresti sfidarmi, sentiamo?!
-Vediamo…ah, ecco…chi riuscirà di noi a capire qualcosa di più sulla nostra nuova amica avrà vinto…e, per mia fortuna, sono un gran conoscitore di donne io!
-Ri-ecco il solito sciupa femmine megalomane!
-Tsz! Minako per te va bene?
-Come no…però…sarò io a stabilire chi comincia. D’accordo?
Anche Alan era un bel ragazzo. Di una bellezza diversa però, meno appariscente e sicuramente meno sfacciat. I suoi lineamenti davano l’impressione di un ragazzo posato e socievole. Mirko a sua vantaggio, aveva negli occhi la strafottenza di chi sa di possedere un fascino indiscusso.
Non conoscendo nessuno dei due, Minako  dovette fidarsi delle apparenze e, decise di iniziare da Mirko, che, contunava ad essere, il ragazzo più bello che avesse mai visto nella sua vita.
-Ok, allora… Tu sei una turista in vacanza con delle amiche. Ti sei persa, e volevi  riposarsi prima di rimettersi alla ricerca delle sue compagne di viaggio.  Sei un’appassionata di moda e di cinema e hai un sacco di fidanzati disperati per la tua assenza, sparsi per il mondo.

-A si? Interessante direi!
Profondamente divertita dalla descrizione di Mirko, cercando di non smentirsi dando segnali di approvazione o diniego, Minako si voltò verso Alan dandogli il via per il suo parere.
-    Secondo me, invece,  sei una studentessa qui a Londra per motivi scolastici. Sei molto curiosa e allegra il più delle volte. Sei sportiva e profondamente romantica. Ah…e ti piace molto passare del tempo in un posto appartato dove puoi guardare gli altri senza essere vista.
…continua…

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