Un amore difficile

di Aquarius no Lilith
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


Nota: il primo pezzo si ricollega direttamente al capitolo sei de "La maledizione dell'amore eterno".

<< Quando sono scesa prima alle pendici del Santuario, ho incontrato la mia madre naturale... >>, disse la maestra Yume.
<< Hai incontrato tua madre, dopo tutti questi anni?
Sono contento per te, ma non mi sembra che la cosa invece ti sia risultata così gradita, dallo sguardo che hai ora... >>, disse Milo di Scorpio.
<< Infatti, è così Milo.
Dopo aver parlato con lei, ella è scomparsa non lasciando alcuna traccia di sé, come quand’era giunta...
E ora conosco tutto quello che devo sapere su di lei e sulla mia famiglia d’origine, anche se però sinceramente avrei preferito continuare a non saperne nulla... >>
Milo rimase visibilmente sconvolto a quelle parole e dopo aver posato il mazzo di fiori sul tavolo, rispose:<< Che cosa vuoi dire?
Tua madre cosa mai ti avrebbe raccontato di così terribile? >>
<< Mi ha raccontato di essere la prima sacerdotessa della dea Artemide, mentre mio padre ne era un guerriero... >>
La maestra Yume ora era sul punto di piangere.
Milo, capendo il suo grande dolore interiore, la abbracciò forte, per farle forza e disse:
<< Fatti forza, amore mio.
Anche se questa cosa che ti ha rivelato tua madre è terribile, vedrai che riuscirai ad andare avanti lo stesso.
Io poi ti sarò sempre vicino, come le tue allieve... >>
<< E non c’è solo questo.
Infatti, c’è anche una cosa che riguarda da vicino me e te >>, rispose, scostandosi da lui.
<< Qualcosa che ci riguarda?
E che cosa mai sarebbe di così terribile?>>
<< Tu credi alla teoria della reincarnazione?>>
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<< Rispondimi e poi tutto ti sarà più chiaro >>.
<< Ci credo, Yume >>, rispose, convinto di quello che diceva.
<< Allora probabilmente riuscirai a credere a ciò che ti sto per raccontare e che risale a moltissimo tempo fa >>, gli rispose, guardandolo negli occhi.
<< All’epoca del mito visse una ragazza di nome Cassandra.
Ella era la prima guerriera della dea Artemide ed è colei che indossò per prima l’armatura, che ora io vesto.
Ella visse qui al Santuario per un certo periodo di tempo, come collegamento tra la dea Artemide e la dea Atena.
Durante tale periodo, ella si legò ad un guerriero della dea Atena e tale cavaliere era Endimione, l’allora cavaliere d’oro dello Scorpione >>, appena la maestra finì di pronunciare tali parole, osservò Milo che ora era pallido, in volto.
<< Dopo che la dea Artemide decise di far terminare la pace con la dea Atena, uccidendone tutti i seguaci, Cassandra dovette prendere una decisione molto difficile: restare al fianco della sua dea, tradendo però tutti i suoi ideali di giustizia, o tradire la dea Artemide, passando dalla parte della dea Atena, per non venire meno ai suoi ideali e restare accanto all’uomo che amava più di tutto e tutti...
Ella scelse la seconda possibilità con tutte le conseguenze, che ne derivarono...
Durante l’ultima battaglia tra gli schieramenti della dea Atena e della dea Artemide all’epoca del mito però, accadde una cosa terribile: prima che si riuscisse a sopire nella dea Artemide il suo lato malvagio, Cassandra venne maledetta dalla sua ex dea e tale maledizione si è protratta attraverso i secoli, perseguitando ogni sua reincarnazione fino a me >>.
L’espressione sul volto di Milo era tra lo stupito e lo sconvolto e sembrava completamente andato.
Se è per questo, anch’io ero seriamente sconvolta...
<< Tale maledizione fa in modo che alternativamente a ogni epoca, la reincarnazione di Cassandra muoia o veda morire, senza poter fare nulla, la persona che più ama al mondo.
In quest’epoca però, sembra che tocchi a me morire in battaglia...
Ora che sai la verità, vorrei sapere cosa ne pensi>>, disse, terminando così quel discorso tanto terribile.
Passò diverso tempo, prima che Milo parlasse.
<< Cavoli >>, esordì lui, sedendosi sul divano, << tutto quello che mi hai raccontato è sconvolgente e inverosimile allo stesso tempo.
Poiché però, ti considero una persona degna di stima e seria, oltre al fatto che sei la mia ragazza da sei anni e quindi ti conosco bene, ti voglio credere >>.
<< Sono felice che tu non mi creda matta, per ciò che ti ho raccontato.
E poi io sinceramente... >>
<< Una sola cosa però voglio sapere, Yume.
Prima che tua madre ti rivelasse tutto, tu ne sapevi già qualcosa?
Infatti, in questi anni passati, molte volte mi hai detto di avere intravisto, in alcune tue visioni. ricordi di tempi passati... >>
<< Nelle mie visioni, una sola volta sentii parlare di una maledizione, ma essa era solo citata e nient’altro...
Il fatto però, che in parecchie visioni fossero apparse persone similissime a me e a te, mi aveva un po’ messo in allarme, ma non te ne parlai mai, poiché non ti volevo spaventare con visioni, che andavano anche oltre la mia comprensione... >>
<< Capisco le tue buone intenzioni, ma avresti dovuto parlarmene lo stesso... >>
<< Lo so, ma non volevo che ti facessi idee sbagliate delle visioni che avevo avuto in sogno.
Ad esempio del fatto che le mie precedenti reincarnazioni erano sempre legate al cavaliere dello Scorpione dell’epoca, come Cassandra a Endimione e Isabella a Cardia >>, quando finì di dirlo, vidi negli occhi di Milo un’ombra di freddezza, che mai gli avevo visto.
<< Mi stai dicendo allora, che il nostro amore è forse legato a tale maledizione? >>
<< Che io sappia, non è così.
E poi penso, che il fatto che le nostre reincarnazioni si siano sempre innamorate l’una dell’altra, sia accaduto semplicemente perché le nostre anime sono affini e nient’altro... >>
Milo non rispose e si alzò in piedi, per poi iniziare a camminare per la stanza.
Sembrò passare un secolo, prima che parlasse.
<< A questo punto allora, mi vedo costretto a fare una cosa, che mai avrei pensato di fare.
In poche parole, Yume, vorrei che ci lasciassimo solo per un po’ di tempo, cosicché io possa riflettere al meglio sui sentimenti che provo per te >>.
Vidi la maestra sentirsi male a quelle sue parole e ella probabilmente senza forze, si dovette appoggiare al tavolo.
Milo le fu subito vicino e cercò di aiutarla, ma lo spinse via.
Le sue parole l’avevano certo profondamente ferita...
<< Non ho bisogno della sua pietà, cavaliere dello Scorpione.
E poiché lei ha cominciato a credere di punto in bianco che il nostro amore non abbia più valore, io me ne vado da questa casa e non avrete più a che fare con me.
Per questo motivo, vi lascio anche quest’oggetto, che pensavo avesse un valore per voi >>, gli rispose, sfilandosi l’anello e posandolo sul tavolo.
Sinceramente rimasi molto stupita da ciò che era appena successo...
La maestra non diede il tempo a Milo di dire o fare qualcosa, poiché prese la sua maschera e scappò via, correndo il più velocemente possibile.
Quando si ritrovò però per le scale che portavano alla casa della Bilancia, scoppiò a piangere a dirotto.
Dunque si rimise la maschera sul volto e sempre correndo, attraversò non so quante case.
A un certo punto però, si poggiò a una colonna di non so quale tempio, per riposarsi un attimo, poiché era certamente stremata dal dolore interiore che provava, oltre che da quello delle ferite sulle gambe.
Guardando la maestra alla sua destra, vidi vicino alla colonna la sagoma di una persona, che però non riconobbi...
Alla maestra mancarono le forze, tanto che cadde a terra, in ginocchio, ma prima di svenire, le sentii pronunciare solo due parole: << Maestro Saga >>.
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Mi svegliai all’improvviso tutta sudata, per il sogno appena fatto.
In esso avevo visto un avvenimento molto tragico, per la mia maestra.
<< Aglae, va tutto bene? >>, chiese mia nonna.
<< Sì, stai tranquilla nonna.
Mi sa però che domani sarebbe meglio, se partissi ad Atene >>, le risposi.
<< Allora, dopo colazione, ti darò una mano, a preparare la tua borsa.
Ma è successo qualcosa di grave? >>.
<< Grazie nonna, ma è meglio, se rimani a letto e non ti affatichi troppo.
Comunque è successo qualcosa alla maestra Yume ed è meglio che io torni >>.
<< Ah, se è per la tua maestra Yume, capisco la tua fretta di tornare.
Comunque dopo colazione, andiamo a fare spese >>, mi rispose, sorridente.
Dopo colazione, diedi una mano alla nonna con la spesa e poi la accompagnai da una sua amica, che ci aveva invitate a pranzo.
Solo verso le quattro di pomeriggio ce ne andammo e tornammo a casa.
Qui preparai la mia borsa da viaggio, che posai accanto al mio cloth box.
Avevo preferito, infatti, portarmi l’armatura, a causa dei problemi che si erano verificati molti anni prima, proprio in quella zona ...
La mattina presto successiva, mi alzai di buon’ora e, dopo aver salutato la nonna, m’iniziai a dirigere al massimo della mia velocità, verso il santuario di Atene.
Mi fermai però prima presso quello che era stato il villaggio, in cui ero nata.
Ormai non restavano altro che rovine, di quello che era stato il mio villaggio natale.
E i ruderi ormai, se li stava lentamente inghiottendo la natura...
Camminando per quelle strade ormai deserte, mi venne un groppo al cuore...
Mi fermai vicino alle rovine della mia vecchia casa e, mentre le osservavo, sentii due lacrime scendermi prepotentemente, lungo la guancia destra.
Proseguii poi verso il bosco, che un tempo circondava il villaggio, dove si trovavano le tombe degli abitanti del mio villaggio.
Mi fermai davanti alla lapide, che indicava i nomi dei miei genitori e di mio fratello.
Allora mi tolsi la maschera e posai un mazzo di fiori appena raccolti, proprio davanti alla lapide, che ormai cominciava ad accusare il suo tempo.
Mi venne così da ripensare ai miei cari, perduti per sempre, a causa di una stupida guerra...
Per quanto mi mancassero tutti loro, sapevo che si trovavano ancora nel mio cuore e che sarebbe stato così fino alla mia morte...
Dopo aver rimesso la mia maschera e aver lasciato un mazzo di fiori anche sulle lapidi degli altri abitanti del villaggio, ripresi il mio viaggio verso Atene.
Arrivai verso le undici di mattina al Santuario e dopo aver posato la mia borsa da viaggio e il mio contenitore dell’armatura a casa mia, mi avviai nel luogo, dove si trovava la mia maestra, ovvero la terza casa.
Sia il nobile Mu sia il sommo Aldebaran, avendomi riconosciuta, mi fecero passare e così raggiunsi la soglia della terza casa, senza alcun problema.
Una volta dentro la terza casa, mi bloccai, attendendo la comparsa del suo custode.
Quando vidi però comparirmi davanti Milo di Scorpio, restai interdetta.
<< Come mai sei qui, Aglae?
Non sapevo fossi già tornata >>, disse, sorpreso.
<< Potrei sapere chi è che vuole passare, attraverso la mia casa? >>, sentii dire dietro Milo.
Come la figura che aveva parlato si fece avanti, rimasi senza fiato.
Era un bellissimo ragazzo dagli occhi blu pallido e capelli blu scuro e aveva un fisico, in nulla dissimile dalle rappresentazioni statuarie degli antichi eroi greci.
In quel momento, il mio cuore si fermò, per poi prendere a battere all’impazzata.
<< Tranquillo non è una nemica, Kanon.
Lei è Aglae, cavaliere d’argento di Cassiopea ed ex allieva di Yume >>, mi anticipò Milo.
<< Scommetto che sei qui per la tua maestra, vero? >>, disse il cavaliere della terza casa.
<< Esatto, sommo Kanon.
E mi scuso già in anticipo, se vi arrecherò disturbo, in qualche modo >>, risposi.
<< Tranquilla, nessun disturbo.
Allora ti conduco dalla tua ex maestra >>, disse, facendomi cenno di seguirlo.
Mentre passavo accanto a Milo, osservai come nei suoi occhi, ci fosse una grande tristezza.
Lo salutai con un cenno della mano e lui fece lo stesso.
Percorsi insieme al cavaliere dei Gemelli un lungo corridoio, per poi fermarci davanti ad una porta chiusa, dietro la quale sentivo chiara la presenza della mia maestra...
<< Ora ti lascio e buona fortuna >>, mi disse Kanon e poi se ne andò.
Dopo aver bussato e aver ricevuto il permesso di entrare, aprii la porta.
Come fui all’interno, sentii che l’atmosfera della stanza, era molto pesante.
Dopo un colloquio chiarificatore con la mia maestra, riuscii a convincerla a uscire, per prendere un po’ d’aria fresca.
Non le dissi però quello che mi aveva causato il primo incontro con Kanon di Gemini.
Finita la passeggiata con la maestra e un improvvisato allenamento nel bosco, tornammo alla terza casa per le sei del pomeriggio.
Quando entrammo nella casa dei Gemelli, incrociammo di sfuggita il cavaliere custode dell’undicesima casa, ovvero Camus di Aquarius.
Camus ci rivolse un saluto appena accennato con la mano e guardò la maestra Yume con un’occhiata, che esprimeva rabbia e delusione.
Proseguì poi verso la sua casa, senza dire una sola parola.
Mentre la maestra si riposava in camera sua, utilizzai la cucina, per preparare una tisana.
Mi tolsi la maschera, mentre preparavo una tisana rilassante, con delle erbe che avevo raccolto, durante la passeggiata con la maestra.
Avevo lasciato la maschera sul tavolo e ora ero vicina al piano cottura, intenta ad aspettare che l’acqua per la tisana si scaldasse.
Avevo appena messo il preparato per la tisana nelle tazze, che percepii dei passi pesanti dietro di me e un’aura inquieta, appartenenti di certo al custode della terza casa.
Mi sentii in panico totale, perché non avevo la maschera in volto.
Non potevo girarmi, per recuperarla, poiché il cavaliere mi avrebbe visto in volto...
Cavoli, senza la maschera, mi sentivo nuda e indifesa, come un neonato...
<< Siete già tornate, tu e Yume?
Pensavo sareste rimaste ancora un po’ di tempo fuori >>, disse il sommo Kanon.
<< La maestra è voluta tornare prima ed io l’ho solo seguita.
Non mi fidavo, infatti, a lasciarla tornare, da sola >>, risposi, cercando di restare calma.
<< Hai fatto bene, Aglae.
Che cosa stai preparando, per curiosità? >>, disse, con voce incuriosita.
<< Sto preparando una tisana rilassante con fiori di camomilla e foglie di melissa.
Ne volete anche voi, per caso? >>, risposi, appena riacquistato un minimo di calma.
<< Certo, se non è di troppo disturbo per te, Aglae >>.
<< Non mi arreca nessun disturbo, preparare una tisana in più >>, dissi, arrossendo.
<< D’accordo, Aglae.
Mi troverai in sala, allora >>, mi rispose, con tono gentile e se ne andò.
Solo quando fui sicura che non ci fosse nessuno in cucina, mi girai e presi la mia maschera, che rimisi immediatamente al suo posto.
Finite di preparare tre tazze di tisana, ne presi una e la portai a Kanon.
Lo vidi sdraiato sul divano, addormentato profondamente.
Aveva un’espressione così serena, che sembrava un angelo...
Poiché non me la sentivo di svegliarlo, coprii la tazza con un piatto e la posai sul tavolo lì vicino al divano.
Presi anche una coperta con cui lo coprii, prima di andarmene.
Tornai così dalla maestra, a portarle la tisana e passammo così un po’ di tempo, a parlare.
Quando ormai era giunta l’ora della cena, mi congedai dalla mia maestra e mi diressi verso l’uscita della casa dei Gemelli, per tornare a casa mia.
Avevo anche pensato di andare a salutare Kanon, ma non ne avevo il coraggio e poi, se stava ancora dormendo, non avrei mai voluto disturbarlo...
<< Ciao Aglae, come mai non sei passata a salutarmi, prima di avviarti all’uscita? >>
<< Non volevo disturbare, poiché prima ho visto che stavate dormendo >>, risposi, con voce quasi tremante, a Kanon.
<< Comunque, grazie per la tisana, che era veramente deliziosa e per la coperta >>.
<< Non è stato nulla di che, sommo Kanon.
Se vorrete la prossima volta, vi farò un’altra delle mie tisane >>, risposi, felice.
<< Allora la prossima volta, fammi una tisana energizzante, se non è un problema >>.
<< D’accordo, sommo Kanon.
Ora vado, perché inizia a essere tardi e vorrei tornare a casa mia >>.
<< Certo, Aglae.
Ti auguro una buona serata e una buona notte >>, disse Kanon, sorridendomi.
<< Altrettanto a voi e a domani >>, risposi, salutandolo con la mano.
Cominciai così la discesa e tornai a casa mia, per cenare.
Mi ripromisi però di svegliarmi presto la mattina seguente, per andare a raccogliere le erbe necessarie per la tisana, che avevo promesso a Kanon.

Nota dell'autrice: so di avere due storie da continuare, ma comunque ci tenevo a pubblicare questa storia che ho dedicato alla mia migliore amica, che è anche la disegnatrice ufficiale delle mie storie.
La stesura è già stata terminata da un paio di mesi, quindi gli aggiornamenti saranno regolari ogni settimana di mercoledì.
Grazie a chi avrà letto questa storia e anche a coloro che recensiranno,
Lilith.

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


I due giorni seguenti li passai con la maestra alla terza casa, ma non ebbi l’occasione di vedere Kanon che, a quanto pareva, era fuori, in non si sa quale luogo.
Il preparato per la tisana che gli avevo promesso era già pronto, però non sapevo quando avrei potuto darglielo personalmente...
Mentre pensavo a ciò, continuavo a osservare il tramonto, la cui vista si poteva godere da una delle rupi più alte vicine al Santuario.
Il rosso tingeva tutto il paesaggio, rendendolo molto inquietante e oltretutto quel sole così rosso, sembrava voler annunciare una qualche strage imminente.
Tutto ciò mi metteva addosso una certa ansia…
<< Anche a te piace questo luogo? >>
Al sentire quelle parole sobbalzai, poiché sapevo già l’identità di chi le aveva pronunciate.
<< Sì e veramente molto.
Non essendo conosciuto da molte persone, posso stare qui e rilassarmi in santa pace.
La vista di cui si gode da qui è stupenda >>, risposi, girandomi verso Kanon di Gemini.
Non vestiva la sua armatura d’oro, ma gli abiti da allenamento: una maglia azzurra chiara, pantaloni color crema e sandali alla schiava di color marrone scuro.
È bello quanto un dio greco, pensai, osservandolo attentamente, da sotto la mia maschera.
I suoi lunghi capelli blu erano mossi dalla leggera brezza, che aveva appena iniziato a soffiare e che faceva capire così che lui era un essere, in carne e ossa.
<< Sono completamente d’accordo con te, Aglae.
Se ti disturbo però, ti lascio in pace e mi allontano da te >>, disse, guardandomi.
<< N-Non mi arrecate nessun disturbo, dunque potete restare, sommo Kanon >>, gli risposi, arrossendo moltissimo, sotto la mia maschera.
<< Guarda che puoi darmi del tu, Aglae.
Non c’è assolutamente bisogno che tu sia così cerimoniosa verso di me, poiché sono un cavaliere di rango più alto del tuo.
L’esperienza, infatti, mi ha insegnato che un cavaliere dev’essere giudicato non dal rango della sua armatura, ma dalla potenza del suo cosmo >>, mi rispose, sorridendo beffardo.
<< D’accordo, Kanon >>, gli risposi e lui si sedette accanto a me.
Quell’estrema vicinanza mi stava mandando letteralmente in tilt, infatti, per non so quanto tempo, non riuscii nemmeno a spiccicare una parola...
<< Pensi che Yume e Milo riusciranno a riappacificarsi? >>
Quella domanda buttata lì così, mi stupì un po’.
<< Sinceramente, penso che questo non sia l’ultimo litigio della loro vita insieme e poi si amano talmente tanto, che sarebbe impossibile che si lascino >>, risposi, guardandolo.
<< Beati loro che sono così innamorati l’uno dell’altra...
E tu Aglae, non hai nessuno cui tieni particolarmente? >>
Rimasi di sasso alla domanda personale, che mi aveva appena posto.
<< In verità, non ho mai avuto né il tempo né la fortuna fino ad ora di innamorarmi di qualcuno, anche a causa del ruolo di cavaliere d’argento, che ricopro >>, gli risposi, arrossendo come non mai, sotto la maschera.
In questi momenti ringraziavo veramente di portarla, perché essa dava un’apparenza d’imperturbabilità e serietà, a chi la indossava.
<< Capisco >>, rispose Kanon, osservando il magnifico tramonto davanti a noi.
Nessuno di noi due parlò più e quando si fece buio, scendemmo insieme e Kanon molto galantemente mi accompagnò fino alla mia casetta, situata non molto distante da quella della mia vecchia maestra.
Quando giungemmo al momento dei saluti, io non sapevo sinceramente cosa dirgli talmente ero imbarazzata e impacciata...
<< Buona notte e arrivederci, Aglae >>, disse, sorridendomi e facendomi così arrossire moltissimo, sotto la mia maschera.
<< Buona notte anche a te, Kanon.
E arrivederci a domani, poiché passerò alla terza casa, per vedere come sta la maestra.
E poi ti devo dare il preparato, per la tisana energizzante, che ti ho promesso >>.
Lui mi sorrise intensamente e fece una cosa, che rischiò seriamente di mandarmi in iper-ventilazione: mi abbracciò.
Essendo io un po’ più bassa di lui, avevo il viso contro il suo petto e potevo distinguere facilmente i battiti del suo cuore un po’ accelerati...
Che forse stesse male?, pensai preoccupata.
Restammo così per un po’ e mi beai della sensazione di calore e protezione, che mi donava quell’abbraccio così inaspettato, ma in verità tanto desiderato...
Come Kanon sciolse l’abbraccio, vidi che era comparso, sul suo viso, un po’ di rossore...
No, dovevo essermi di certo sbagliata...
Come potevo piacergli, se non mi aveva nemmeno mai vista, in volto?
Era assurdo e poi c’erano moltissime sacerdotesse bellissime, che gli facevano la corte...
Mentre pensavo a ciò, Kanon mi salutò con la mano e se ne andò.
Entrai allora in casa e come mi sedetti sul letto, la mia mente fu invasa da mille dubbi e domande, sullo strano comportamento di quella sera di Kanon...
Il mattino successivo salii alla terza casa, per parlare con la mia maestra Yume.
Entrata dentro l’edificio, non vidi né sentii la presenza del cosmo del gran sacerdote Saga e di Kanon e di conseguenza, pensai che o stessero ancora dormendo o fossero usciti.
Mentre passavo attraverso il corridoio, che conduceva alla stanza occupata dalla mia maestra, si aprì una porta sulla mia sinistra e rimasi impietrita, sul posto.
Infatti, da essa era appena uscito Kanon con addosso un asciugamano, che gli ricopriva il corpo solamente dai fianchi in giù...
Dire che andai in iper ventilazione e divenni rossa come un peperone, è riduttivo...
Infatti, alla vista del petto nudo di Kanon, avevo rischiato di svenire...
Il suo addome muscoloso e le sue spalle larghe erano in così bella mostra, che costituivano uno spettacolo stupendo, per i miei occhi...
Mentre facevo queste considerazioni mentali, Kanon si accorse di me e mi guardò, incanito.
<< Che cosa ci fai qui, Aglae?
Questa casa non è certo un albergo, nel quale si può girare, a tutte le ore >>.
Quelle parole mi lasciarono basita, soprattutto per il tono irato, con cui erano state dette.
<< Mi scuso per l’involontario disagio arrecatovi, sommo Kanon.
Infatti, non era mia intenzione spiarvi, ma recarmi dalla mia maestra.
D’ora in poi, terrò a mente che questa porta è quella del bagno e farò più attenzione, in futuro >>, gli risposi, con tono neutro.
Non gli diedi il tempo di rispondermi, poiché lo sorpassai, senza degnarlo di uno sguardo.
Ma perché si era comportato così con me, dopo la sua gentilezza del giorno prima?
Dovevo essermi certamente illusa...
E poi in verità, ci conoscevamo da nemmeno quattro giorni...
Io sapevo parte della sua storia, mentre lui non conosceva nulla di me e perciò eravamo quasi dei completi sconosciuti...
Mentre cercavo di scacciare questi pensieri, entrai nella stanza della maestra Yume.
La trovai con la sua solita espressione triste, in volto e passammo insieme la giornata.
Nel tardo pomeriggio però, salii su alla biblioteca del Santuario, perché dovevo prendere un libro, per la maestra Yume.
Infatti, non me l’ero sentita di costringerla a salire tutti quei gradini e a rivedere Milo, dopo tutto ciò che era accaduto.
Arrivai all’ottava casa senza problemi e, quando entrai, mi ritrovai subito davanti Milo.
<< Come mai sei qui, Aglae? >>, mi chiese, sorpreso di vedermi lì.
<< Sto salendo alla biblioteca, per prendere un libro >>, gli risposi.
<< Allora passa >>, disse, lasciandomi libero il passaggio.
<< Come sta Yume? >>, chiese Milo, mentre stavo uscendo dall’ottava casa.
 << Non ti sembra di sapere già la risposta da solo, Milo?
Non sta bene, ma fa quel che può, per andare avanti senza di voi >>, risposi e proseguii.
Passai tranquillamente la nona casa, mentre ebbi qualche problema alla decima casa...
Infatti, invece che ritrovarmi davanti Shura, incrociai il sommo Deathmask...
Era vero però che quando ero entrata nella quarta casa, non avevo sentito la presenza del suo legittimo custode...
<< Come mai sei qui, cavaliere d’argento di Cassiopea?
Sarai mica venuta a trovare il tuo fratello caprone? >>
<< In verità non sono venuta a trovare Shura, sommo Deathmask.
Sono diretta alla biblioteca, oltre la tredicesima casa, per conto della mia ex maestra Yume di Cassandra >>, gli risposi, con tranquillità.
<< Perché non ti fermi un po’ qui, allora?
Tanto un po’ di compagnia femminile non guasta mai >>, disse, osservandomi in un modo, che mi fece rabbrividire tantissimo.
<< Non posso veramente, sommo Deathmask.
È già tardi e dato il libro alla mia maestra, è mia intenzione tornare subito a casa mia >>.
<< Death, come mai sei all’entrata? >>, sentii dire dietro il custode della quarta casa.
<< C’è la tua sorellina Aglae di Cassiopea, che vorrebbe passare, per andare nella biblioteca, oltre la tredicesima casa >>, rispose il diretto interessato.
Mentre lui parlava, vidi avanzare Shura verso di noi.
Colui che consideravo un fratello maggiore, nonostante non avessimo legami di sangue, era di nuovo al suo posto...
Ora vederlo di nuovo vivo, dopo averlo tanto pianto, per la sua terribile morte, mi fece venire le lacrime agli occhi.
Non dando importanza al fatto che ci fosse anche Deathmask, corsi ad abbracciarlo.
Shura rimase all’inizio perplesso e poi ricambiò l’abbraccio.
<< Sono così felice di rivederti vivo e vegeto, fratellone.
Non sai quanto è stato terribile, dopo la tua morte...
È stato come se mi avessero privato, per la seconda volta di parte della mia famiglia...
E poi mi sei mancato moltissimo... >>
<< Anche tu mi sei mancata molto, sorellina...
E mi spiace veramente tanto che tu abbia sofferto, a causa mia...
Ora però sono di nuovo qui e quindi puoi venirmi a trovare, quando vuoi...
Io ci sarò sempre, per te, mia dolce sorellina >>, disse, sorridendomi.
<< E a me nemmeno un abbraccio?
Perché al caprone sì e a me no? >>, sentii, dire dal sommo Deathmask.
<< Perché tu sei un maniaco Death, ecco il perché >> disse Shura, dopo essersi staccato da me, sorridendo in maniera cattiva al suo amico.
<< Io non sono un maniaco, Shura.
Sono semplicemente un uomo che ama molto le donne >>, rispose, con tono alterato.
<< Vabbè, lasciamo stare.
Sei un caso senza soluzione, amico mio.
Aglae, ora passa pure attraverso la mia casa, per andare in biblioteca >>, disse a me.
<< Certo e grazie, Shura >, dissi, sorridendo verso di lui, sotto la maschera.
Mio fratello adottivo allora, spostò di peso il suo amico, per permettermi il passaggio, mentre lui continuava a brontolare contro Shura.
<< Buona giornata, sommo Deathmask >>, dissi, facendo un piccolo inchino verso il custode della quarta casa e poi uscii dalla decima casa.
Entrata all’undicesima casa, sentii come il gelo caratteristico di un tempo, fosse tornato a permeare tutta la casa dell’Acquario.
<< Chi è che vuole oltrepassare la mia casa? >>, sentii dire da una colonna alla mia sinistra.
<< Sono Aglae di Cassiopea e sono diretta alla biblioteca, oltre la tredicesima casa >>, dissi, rivolgendomi al sommo Camus, che ora era davanti a me.
<< Prima che tu vada, puoi dirmi dov’è Dafne e perché non è tornata, Aglae? >>
<< Prima di separarci, mi ha detto solo che si sarebbe recata al Santuario di Corinto, per incontrare qualcuno, ma non saprei dirvi chi >>, risposi, atona.
<< Capisco, Aglae.
Ora passa pure attraverso la mia casa >>, mi rispose e se ne andò.
Mi ero sempre chiesta come Dafne potesse essersi innamorata di quel pezzo di ghiaccio del cavaliere d’oro dell’undicesima casa...
Dafne è così solare e allegra, lui invece è sempre così freddo e cupo...
Dicono che gli opposti si attraggono e probabilmente è andata così, tra loro due...
Mentre pensavo ciò, uscii dall’undicesima casa e imboccai le scale per la dodicesima.
Attraversata l’ultima casa, mi diressi in biblioteca, per cercare il libro.
Non ci misi troppo tempo a trovarlo e allora imboccai le scale, per scendere.
I custodi della dodicesima e undicesima casa non si fecero vedere, ma si sentiva la loro presenza all’interno di ciascuna delle case.
Quando entrai nella decima casa invece, mi ritrovai davanti Shura.
<< Aglae, puoi fermarti un attimo, o no? >>, mi chiese, sorridendo.
<< Certo che posso fermarmi, fratellone >>, gli risposi e lo seguii, nei suoi appartamenti.
Ci sedemmo su due sedie della cucina, l’una di fronte all’altro.
<< Com’è andato il tuo ritorno a Pisia? >>, chiese Shura.
<< Molto bene, contando anche il fatto che mia nonna sta meglio.
Scusami se non sono venuta a farti visita prima, ma da quando sono tornata quattro giorni fa, ho pensato solo a stare accanto alla mia maestra >>, gli risposi.
<< Tranquilla sorellina, nessun problema.
E Yume ora come sta? >>
<< Dire che è distrutta, è riduttivo.
La batosta che si è presa da parte di Milo è stata terribile >>.
<< Capisco...
Speriamo solo che la situazione si sblocchi, in qualche modo...
Ricordiamo molto bene tutti, com’è stato Milo per due anni, senza di lei...
Tu però sai qual è stato il motivo, per cui hanno litigato? >>
<< Sì, lo so...
Non credo però, che la maestra desideri che questa cosa fosse di dominio pubblico... >>
<< Allora non ti chiederò altro, sorellina.
A parte questo, come ti è sembrata la zona vicina al tuo vecchio villaggio? >>
<< Era molto tranquilla, perché me lo chiedi? >>
<< No, era solo per curiosità...
Cambiando discorso, come ti sembra il nuovo custode della terza casa? >>
<< Sarà anche un cavaliere d’oro, ma è un vero zotico quel Kanon di Gemini >>, risposi, sovrappensiero, ripensando a ciò che era accaduto poche ore prima.
<< Cosa ti ha mai fatto Kanon, per esserti antipatico? >>
<< Ehm, meglio non parlarne...
Me ne vergogno un po’... >>
<< Ma dai, Aglae...
Non dirmi che l’hai visto nudo, per caso? >>
<< Non l’ho visto nudo >>, urlai, come una pazza isterica, rossissima sotto la maschera.
<< Chi sarebbe l’uomo che non avresti visto nudo? >>, sentii dire tranquillamente da una voce ben conosciuta, alle mie spalle.
<< Aphro, sto cercando di far vuotare il sacco ad Aglae.
Vuoi darmi una mano? >>, chiese Shura, facendo l’occhiolino all’amico.
A quella domanda gli mandai uno sguardo assassino da sotto la maschera, di cui lui però non si curò per niente.
<< Se Aglae non ha voglia di parlarne, non trovo giusto costringerla...
Quando vorrà, lo farà lei e mi sa che succederà il finimondo >>, rispose tranquillamente l’interpellato, guardando Shura.
<< Stai insinuando, che io sarei geloso di mia sorella? >>
<< Direi di sì, Shura.
Si capiva, da come ti comportavi, da quando siamo tornati in vita...
Pensa che se ne accorse pure quel granchio poco intelligente di Death >>, rispose il custode della dodicesima casa, in modo serafico.
Poiché cominciarono a discutere sul fatto che Shura fosse o no geloso di me, ne approfittai, per sgattaiolare via, senza che se ne accorgessero.

Nota dell'autrice: eccomi qui ad aggiornare puntuale questa storia.
Ringrazio tutti coloro che leggono e spero anche in una vostra piccola recensione.
Alla prossima settimana,
Lilith.
 

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


Passai tutte le case successive senza problemi e perdite di tempo.
Arrivai alla terza casa, che la meridiana dello zodiaco segnava le sei e mezza di sera.
Dopo aver fatto un bel respiro profondo, entrai, sperando di non incontrare Kanon...
Non avevo proprio voglia di vederlo e di discutere di nuovo...
Si era comportato veramente in modo inaccettabile, per una cosa simile...
Ciò che però non mi spiegavo, era il perché si fosse comportato il giorno precedente, in un modo completamente diverso...
Perché era stato prima gentile e poi poco cordiale e odioso?
Con questi pensieri, varcai la soglia della terza casa e mi avviai verso il luogo, dove si sarebbe dovuta trovare la maestra Yume.
Andai subito a cercare la mia maestra nella sua stanza, ma non la trovai.
Mi sedetti allora, su una sedia della sala e cominciai ad aspettare il suo ritorno.
<< Guarda che Yume è uscita con Saga nemmeno dieci minuti fa, per raggiungere un luogo molto lontano da qui >>, sentii dire alle mie spalle da Kanon.
<< Allora me ne torno a casa mia, per non disturbare ulteriormente, con la mia presenza, coloro che abitano questa dimora >>, gli risposi a tono, voltandomi.
<< Mi fareste un favore, se lo consegnaste alla maestra Yume, al suo ritorno.
Arrivederci, gold saint dei Gemelli >>, gli dissi, porgendogli il libro.
Vidi Kanon diventare livido in volto a quelle parole, ma non vi badai e imboccai la via verso l’uscita, per andarmene al più presto da quella casa.
Non arrivai all’uscio però, poiché fui tirata da dietro per un braccio da Kanon, con il risultato finale di cadergli addosso.
Nello stesso istante però, per mia enorme sfortuna, la mia maschera d’argento e il libro per la maestra Yume, caddero a terra.
O santissima dea Atena, pensai, sentendomi priva della mia maschera, davanti ad un uomo e di conseguenza del mio onore di guerriera della dea Atena.
Kanon allora mi abbracciò da dietro, di modo che gli era impossibile vedermi il volto.
A quel contatto diventai rossa, come un peperone e capii che il mio cervello era andato.
Dopo un po’, che eravamo in quella posizione, presi coraggio e parlai, per prima.
<< Come mai non mi hai lasciata andare via, Kanon? >>
<< Il motivo è che volevo chiederti scusa, per il comportamento poco cordiale, che ho avuto con te proprio stamattina.
Mi sono comportato, come un vero troglodita, nonostante ciò che era accaduto fosse accidentale >>, mi rispose, mandandomi ulteriormente in crisi.
Infatti, mai avrei pensato, che mi avrebbe chiesto scusa, per il suo comportamento.
Mi tenne abbracciata a sé ancora un po’ e solo quando sentii l’orologio annunciare le sette di sera, fui distolta dal mio stato di torpore interiore.
<< Ora è meglio, che ti lasci andare, cosicché tu possa tornare a casa tua, per cena >>, mi disse, accarezzandomi i capelli e poi sciolse l’abbraccio.
<< Certo, Kanon.
Ora vado, perché potrei essere di troppo >>, risposi e mi chinai, per prendere la maschera.
Come la presi, la iniziai a fissare e dopo un attimo di esitazione, me la rimisi, sul volto.
<< In che senso essere di troppo, Aglae? >>
<< Nel senso che non vorrei disturbare nessuno, con la mia sola presenza e che non ho intenzione di sopportare oltre i tuoi sbalzi di umore, Kanon >>, gli risposi, arrabbiata.
<< Io avrei degli sbalzi d’umore?
Ti rendi conto, per caso, che tu, per me, sei poco meno di una sconosciuta e che mi sei inferiore di grado, nella gerarchia del Santuario? >>
<< Se non sbaglio, ieri mi hai detto che si deve giudicare un saint non dal rango della sua cloth, ma dalla potenza del suo cosmo.
Sei proprio un troglodita e uno zotico, altro che un nobile gold saint.
E comunque, anche se non ci conosciamo a fondo, tu non hai il diritto di insultarmi e di trattarmi come una marionetta, a tuo piacimento >>, ribattei irata, come non mai e senza attendere la sua risposta, me ne andai dalla terza casa.
Che cosa successe nei giorni seguenti, tra me e Kanon?
Per nove lunghi giorni di seguito, andai a trovare la mia maestra e, per mia fortuna, la presenza di Kanon spariva, non appena varcavo la soglia della terza casa.
Non ne parlai mai con la maestra, per non affliggerla, con ulteriori preoccupazioni.
Da quando si era lasciata con Milo, non era stata più la persona di prima e niente sembrava riuscire a strapparle un sorriso sincero.
Il tredicesimo giorno dal loro litigio però, riuscirono finalmente a riappacificarsi.
Ero veramente felice per loro e speravo vivamente che non avessero più incomprensioni simili tra loro, in futuro.
Il giorno seguente a quest’avvenimento, corse tra i silver saint e i bronze saint la notizia che era stato convocato un Chrysos Synagein, per volere della dea Atena.
La situazione doveva essere molto grave, per aver richiesto la riunione di tutti i gold saint.
I due giorni seguenti al Chrysos Synagein furono molto agitati, poiché iniziarono ad arrivare tutti i bronze e silver saint, che erano sparsi in tutto il mondo, per difendere il Santuario dai prossimi attacchi della dea Artemide e delle sue guerriere.
Il primo giorno dopo il Chrysos Synagein, mentre camminavo nel bosco vicino ai confini del Santuario, m’imbattei casualmente in Kanon.
Non avendo voglia di parlargli, lo sorpassai e feci finta che non ci fosse.
<< Com’è che non mi rivolgi la parola, Aglae? >>, chiese, dopo essermisi messo davanti.
<< Non ho nulla da dirti, Kanon.
Sei tu piuttosto, che devi farti vedere da uno psicologo e pure bravo >>.
<< E come mai dici questo, scusa?
Non sono mica pazzo >>, mi rispose, piccato.
<< Potresti sembrarlo però.
Un attimo ti comporti bene e quello dopo male, lasciando le persone di sasso.
Inoltre, potresti sembrare una persona che non sa cosa vuole e questo mi da profondamente fastidio >>, gli risposi, guardandolo negli occhi, per quanto mi concedeva la maschera.
<< Stai forse dicendo che, con il mio comportamento, ti abbia fatto capire, che ero interessato a te, in qualche modo?
A me interessano le donne e non le ragazzine >>, disse, strafottente.
A quelle parole, sentii qualcosa rompersi dentro di me e mi cadde dalle mani il cestino che stavo usando, per raccogliere le erbe mediche e non.
Senza rivolgergli più parola, fuggii da quel luogo e andai a rifugiarmi nella mia casetta personale, nell’area adibita agli alloggi delle sacerdotesse guerriere, per stare da sola.
Come fui giunta a destinazione, mi chiusi immediatamente la porta alle spalle e cercai di riprendere coscienza di tutto quello, che mi era attorno.
Le parole sprezzanti di Kanon mi avevano spezzato il cuore, in mille pezzi.
Ormai, dopo ciò che era appena accaduto, mi ero finalmente accorta che purtroppo ero innamorata di Kanon.
Perché il mio cuore aveva ceduto proprio a quello zotico del custode della terza casa?
Non potevo negare che fosse un bellissimo ragazzo, ma aveva chiaramente dimostrato di avere un carattere molto volubile e instabile...
Perché dovevo innamorarmi proprio di un caso seriamente disperato?
Evidentemente ero proprio nata sotto la protezione di una stella sfortunata, pensando anche a tutto ciò che mi era accaduto, nei miei diciotto anni di vita.
Repressi a stento il desiderio di andarmi a rifugiare nella biblioteca oltre la tredicesima casa, perché andarci avrebbe significato molto probabilmente dover vedere Kanon...
Optai dunque per l’andare a farmi una passeggiata alla spiaggia del Santuario.
Di certo lì, ci sarebbero state pochissime possibilità di incontrarlo.
Dopo essermi lavata la faccia, nel tentativo di tranquillizzarmi un po’, rimisi la mia maschera d’argento e uscii, per raggiungere la spiaggia.
Durante il tragitto, per mia fortuna, non incontrai Kanon.
Una volta giunta a destinazione, mi sedetti sulla sabbia e iniziai a guardare il mare, cercando di non pensare a quanto era appena successo.
<< Posso sedermi con te? >>, sentii dire, dopo un po’ e alzando la testa, vidi Shura.
<< Certo, non farti problemi >>, gli risposi e lui si sedette alla mia sinistra.
<< Non so il perché, ma ho la sensazione che qualcosa ti abbia turbata, Aglae.
Se te la senti di parlarne, puoi farlo >>, disse Shura, con tono preoccupato.
<< È pazzesco quanto tu riesca a capire i miei stati d’animo, senza nemmeno potermi vedere in volto, Shura.
Comunque è vero ciò che dici, purtroppo.
Sai, credo di essermi innamorata di una persona, ma... >>
<< Ma cosa? >>
<< Questa persona mi ha mostrato sentimenti molto contrastanti tra loro... >>
<< Che cosa intendi con “sentimenti molto contrastanti tra loro”? >>
<< Prima è dolce, gentile e premuroso e poi burbero, scontroso e menefreghista >>.
<< È indubbiamente una persona dalla doppia personalità, Aglae.
Potrei sapere chi è costui? >>
<< Credo che tu abbia già capito di chi io stia parlando... >>
<< Ho pensato a qualcuno, ma preferisco che tu me lo dica... >>
<< Si tratta di Kanon di Gemini >>.
<< Sinceramente ti sei scelta una bella gatta da pelare, Aglae.
Quel ragazzo ha un carattere molto chiuso e non mostra mai le proprie emozioni, differentemente da suo fratello Saga.
Inoltre, nonostante il suo pentimento per ciò che ha fatto in passato, non è ancora ben accettato dagli altri gold saint e nemmeno dagli altri saint di rango inferiore... >>
<< E qual è invece la tua opinione su di lui? >>
<< Io lo considero un eccellente gold saint di Gemini e credo che si sia veramente pentito, per ciò che ha fatto prima dell’ultima guerra sacra.
Inoltre, non vorrei mai ritrovarmelo come nemico, poiché è molto forte e pericoloso, quando combatte, in nome della nostra dea Atena >>.
<< Sono sicura di ciò anch’io, Shura.
E trovo assolutamente ingiusto, che qualcuno sospetti ancora della sua fedeltà alla dea >>.
<< A volte, certe cose sono dimenticate solo dopo lungo tempo, Aglae.
Ora ti lascio, perché abbiamo compagnia e credo che se rimanessi, sarei di troppo >>.
<< A chi ti riferisci, Shura? >>, gli chiesi, ma lui mi sorrise solo e se ne andò via.
<< Oh, guarda chi c’è, la ragazzina >>, sentii dire alle mie spalle, da una voce conosciuta.
Mi voltai subito a guardare il custode della terza casa e mi accorsi così, che aveva un’espressione da schiaffi.
Non gli risposi nemmeno e voltai il viso, per guardare il mare.
Lui si sedette accanto a me e rimase in silenzio, per lungo tempo.
Non mi sentivo per niente a mio agio con lui accanto, perché aveva il potere di mandarmi in crisi solo osservandomi, come stava facendo ora.
<< Posso sapere come mai eri qui da sola, con il gold saint di Capricorn? >>, mi chiese, interrompendo così il silenzio che c’era tra di noi.
<< Non credo siano affari suoi, gold saint di Gemini >>, gli risposi, atona.
<< Ti vergogni forse a dirmi che è il tuo amato? >>, ribatté, sarcastico.
<< Siete completamente fuori strada.
Shura è sempre stato e sempre sarà solo un fratello maggiore, per me.
Se invece fosse stato come dicevate, sareste forse stato geloso di lui? >>
Dissi queste parole, guardandolo negli occhi, ma non riuscii a interpretare la sua reazione.
<< Non provare a giocare con il fuoco, Aglae >>, rispose, guardandomi male.
<< Scusatemi, ma non sono io a dovervi ricordare, che siamo poco più di conoscenti >>, gli risposi, atona e mi alzai, per andarmene.
Sinceramente, non me la sentivo di stargli accanto, per ciò che era successo prima.
Non riuscii però ad allontanarmi, poiché Kanon mi bloccò, abbracciandomi da dietro.
<< Aglae, io non sono mai stato bravo a esprimere i miei sentimenti a parole...
Sappi però che, da quando ti ho conosciuta, qualcosa è cambiato in me...
Quando ti sono vicino, mi sento strano e non riesco a essere impassibile, come sempre >>, disse, mentre mi stringeva ancora più a sé, perché non scappassi da lui.
<< Io sinceramente non so cosa risponderti, Kanon... >>, gli replicai, confusa.
<< Te lo chiederò solo una volta e poi ti lascerò in pace, per sempre, Aglae.
Tu provi qualcosa, per me, che non sia un sentimento d’amicizia? >>
A quelle parole, arrossii molto sotto la maschera, ma presi tutto il mio coraggio e mi girai dalla sua parte, per guardarlo direttamente negli occhi.
<< Io provo dei sentimenti molto forti per te, Kanon.
Ti confesso, che questa è la prima volta nella mia vita che provo simili sentimenti...
E sinceramente, ho paura di essi e a che cosa potrebbero portarmi... >>
Kanon allora mi strinse ancora più forte a sé e mi sentii protetta, tra le sue braccia.
<< Tu però che cosa provi, per me?
In fondo, non hai nemmeno mai visto il mio volto senza maschera... >>
<< Quando sono accanto a te, sto bene e il mondo mi sembra più bello...
E quando non sei vicina a me, ti penso molto spesso >>, mi rispose, mentre sorrideva e mi accarezzava la guancia destra, con la sua mano sinistra.
Nonostante avessi la maschera sul volto, il suo tocco mi sembrò incandescente.
Presi allora le sue mani e le portai all’altezza dell’attaccatura della mia maschera.
<< Vuoi veramente che ti tolga la maschera dal volto, Aglae?
Sai certamente meglio di me a che cosa andremmo incontro, se lo facessi >>, disse, dubbioso, guardandomi negli occhi, per quanto gli era concesso dalla mia maschera.
<< Non è un problema per me, Kanon.
Il mio cuore te lo sei già preso, quando ti ho incontrato per la prima volta >>.
A quelle parole, Kanon mi sorrise e mi tolse finalmente la maschera.
Così i miei occhi marroni si specchiarono nei suoi verde smeraldo e il suo sguardo esprimeva sia dolcezza, sia gentilezza.
<< Sei bellissima, Aglae.
Mi avevi già stregato il cuore con il tuo modo di essere, ma ora mi hai incatenato a te, per sempre >>, disse, accarezzandomi delicatamente la guancia destra.
Io gli sorrisi, in risposta e lui avvicinò il suo volto al mio, così che ci fosse solo la distanza di un respiro, a dividerci.
Poco prima che le nostre labbra si sfiorassero tra loro, chiusi gli occhi.
Fu un bacio molto dolce e gentile, che conteneva tutti i nostri sentimenti.
Mai sinceramente avrei pensato di provare tante emozioni tutte insieme, per un bacio.
Ora finalmente avevo capito che cosa voleva dire amare ed essere ricambiati.
Mai avrei sperato di poter provare sentimenti come quelli, per il mio essere una saint.
E mai avrei detto che l’uomo di cui mi sarei innamorata sarebbe stato un gold saint.
Dopo un tempo che mi sembrò infinito, ci staccammo, per riprendere aria e aprii gli occhi.

Nota dell'autrice: ed eccomi qui con il nuovo aggiornamento.
Ringrazio Ai91 per la recensione allo scorso capitolo e ringrazio tutti i miei lettori.
Buon pomeriggio e a mercoledì prossimo,
Lilith.

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo ***


Ero conscia di essere rossa come non mai in volto, ma non m’importava.
<< Mi dispiace di averti fatta soffrire, Aglae.
A mio discapito, posso solo dire che non conoscendo bene i tuoi sentimenti per me, non avevo idea di come comportarmi con te.
Ora però, non ti lascerò più andare via da me >>, disse, stringendomi a sé.
<< Ormai è tutto passato e quindi non parliamone mai più, Kanon >>, gli risposi, mentre ricambiavo il suo abbraccio.
<< Ti chiedo troppo, se ti dico che vorrei passare il resto del pomeriggio con te? >>, gli chiesi poi, imbarazzata, mentre lo guardavo negli occhi.
<< Per me va benissimo, Aglae.
Inoltre domani non ci sarò, per buona parte della giornata >>, mi rispose, serio.
<< Devi andare in missione, per la dea Atena? >>
<< Hai indovinato, Aglae.
Devo accompagnare la dea Atena al Santuario di Delo insieme a Mu, Milo e Yume, per tentare di mettere fine diplomaticamente a questa guerra sacra.
Mi sa però, che questo incontro non porterà a nulla di fatto... >>
<< Purtroppo è molto probabile, se non quasi sicuro, che la guerra sacra con la dea Artemide continui, anche dopo l’incontro a Delo.
La dea Artemide vorrà di certo qualcosa d’impossibile dalla nobile dea Atena e la guerra continuerà, finché uno degli schieramenti sarà vinto o annientato del tutto >>.
<< Come al solito, Aglae >>, mi rispose Kanon, con voce atona.
<< Questo è vero, ma spero che non ci saranno tutti i morti della precedente guerra sacra.
E che il Santuario non sia nuovamente raso al suolo, come in passato >>.
Come ebbi finito di parlare, vidi che il volto di Kanon si era rabbuiato.
<< Forse sarebbe meglio cambiare argomento di conversazione, Aglae.
Comunque, io ora devo tornare alla terza casa, perché è già troppo tempo che mi sono allontanato da essa, senza un valido motivo...
Vuoi venire con me o no? >>, mi disse, guardandomi intensamente.
<< Vengo con te, ma prima dovrei rimettermi la mia maschera, se non ti dispiace >>, gli risposi, alludendo al fatto che lui c’è l’avesse ancora in mano.
<< Teoricamente non ti servirebbe, ma va bene lo stesso... >>, disse, prima di farmi aderire nuovamente la maschera al volto.
Non feci in tempo a chiedergli il perché di quelle parole, che mi prese in braccio e parallelamente, vidi aprirsi quello che doveva essere un passaggio dimensionale davanti a noi e Kanon lo attraversò senza nemmeno battere ciglio.
Pochi secondi dopo, eravamo nell’atrio della terza casa.
Come feci per scendere dalle braccia di Kanon, lui mi strinse più forte a sé e si diresse verso la parte privata della casa dei Gemelli.
<< Kanon, guarda che posso camminare benissimo sulle mie gambe...
Non devi portarmi mica così in giro >>, gli dissi, imbarazzatissima e rossissima, in volto.
<< Ti dà fastidio essere portata in braccio da me? >>, mi chiese, con tono beffardo.
<< Più che altro è terribilmente imbarazzante >>, gli risposi, guardandolo negli occhi.
<< Stai tranquilla, tanto nessuno ti vedrà qui alla terza casa >>.
<< Lo sai che, a volte, parlare con te è come farlo con un sasso, vero?
Questo perché non ascolti gli altri e fai sempre di testa tua >>.
<< Sono sempre stato così e non cambierò mai, Aglae >>, mi rispose, dopo avermi fatta scendere, una volta che fummo nella sala da pranzo della terza casa.
Passammo così insieme il resto del pomeriggio e l’intera serata.
Quella sera fu molto tranquilla e serena, come da molto tempo non ne avevo trascorse...
Mi sembrava quasi di essere tornata all’epoca in cui avevo ancora una casa e una famiglia.
Ormai era sera inoltrata, quando io e Kanon finimmo di parlare, dopo cena.
<< Ora devo proprio andare, Kanon.
È molto tardi ed entrambi dovremo essere riposati domani, per qualsiasi evenienza >>, gli dissi, mentre mi alzavo da una delle sedie della cucina, dove ci trovavamo.
<< Allora ti riaccompagno personalmente alla tua dimora >>, mi rispose Kanon, mentre io facevo aderire nuovamente la maschera al mio volto.
<< Potremmo usare però le scale secondarie, per scendere?
Sinceramente, preferirei camminare con le mie gambe, che usare un altro portale >>.
<< D’accordo, andremo a piedi, Aglae >>, mi rispose, mentre uscivamo dalla sua casa.
Iniziammo così a scendere le scale verso la seconda casa e il silenzio calò tra noi.
Il silenzio che avvolgeva tutto il Santuario, illuminato solo dalla luce della luna piena che splendeva in cielo, sembrava irreale...
Era come se questo momento fosse solo ciò che antecedeva qualcosa d’importante e veramente oscuro e terribile, allo stesso tempo...
A causa di questi pensieri, sentii un brivido di paura percorrermi la schiena e purtroppo per me, Kanon se ne accorse e mi abbracciò, stringendomi a sé in maniera protettiva.
<< Cerca di non pensare a come continuerà a svolgersi questa guerra, Aglae.
Pensa solo a concentrarti sul presente e non su ciò che sarà >>, disse, mentre mi guardava.
<< Ci proverò, te lo prometto, Kanon >>, gli risposi e così dopo aver sciolto il nostro abbraccio, ricominciammo a scendere gli scalini ed un’ora e mezza dopo a occhio e croce, eravamo giunti a destinazione.
<< Ho passato una bellissima serata con te, Kanon e ti ringrazio di avermi dedicato tutto questo tempo >>, gli dissi, sorridendo, una volta che fui sulla soglia della mia casetta.
<< Anche io ho passato una serata piacevole e rilassante, Aglae.
E spero che potremo ripetere la cosa al più presto >>, mi rispose, sorridendo sornione.
<< Sarebbe molto bello, Kanon.
Allora buona notte e arrivederci a presto >>, gli dissi, mentre ci guardavamo negli occhi.
Feci per entrare nel mio alloggio e chiudere la porta alle mie spalle, ma Kanon mi prese alla sprovvista, abbracciandomi da dietro.
<< Non mi dai il bacio della buona notte, Aglae? >>, mi chiese, avvicinando la sua bocca al mio orecchio destro, con un tono che mi fece vibrare tutte le ossa del corpo.
Mentre mi giravo, per poter guardare Kanon, lui mi si avvicinò di più e chiuse la porta.
<< D’accordo >>, gli risposi e mi tolsi immediatamente la maschera dal volto.
Non feci in tempo a dire o fare nulla, che mi ritrovai le labbra di Kanon sulle mie e il mio cervello si scollegò, lasciandomi trasportare così dalle mille sensazioni che provavo.
Non so come accadde, ma poco tempo dopo, mi ritrovai sdraiata sul letto con Kanon sopra di me, a baciarci con crescente impeto.
Quando ci staccammo per riprendere aria, ero rossissima in volto e Kanon mi guardava in un modo molto strano, cui non sapevo dare alcuna spiegazione.
<< Sei veramente bella, Aglae >>, mi disse, mentre mi guardava intensamente negli occhi.
<< Grazie per il complimento, Kanon.
Puoi però smetterla di guardarmi in questo modo strano?
Mi sento veramente in imbarazzo >>, affermai, impacciata e lui mi strinse a sé con forza.
Tra le sue braccia sentivo di avere trovato la mia casa e non le avrei mai lasciate a un’altra, per nessun motivo al mondo.
Restammo così abbracciati per lunghissimo tempo, in totale silenzio.
<< Direi che ora è proprio tempo di tornare alla mia casa, Aglae.
Quindi ti auguro la buona notte e a domani >>, disse, guardandomi intensamente, dopo aver sciolto l’abbraccio ed essersi alzato dal mio letto.
<< Buona notte anche a te e a domani >>, gli risposi, sorridendo, prima che Kanon scomparisse, in uno dei suoi passaggi dimensionali.
Ero talmente felice per ciò che era successo con Kanon, che mi addormentai solo parecchio tempo dopo essermi messa a letto.
Il mio sonno però non fu per nulla tranquillo, poiché i miei sogni erano agitati da battaglie e scontri continui all’ultimo sangue...
Ad un certo punto, uno dei miei sogni si tramutò in una vera e propria visione del futuro.
Mi trovavo in una pianura erbosa e circondata ai lati da una fittissima foresta.
La battaglia tra noi saint della dea Atena e le guerriere della dea Artemide infuriava e feci fatica a distinguere i corpi dei nostri morti a terra da quelli dei nemici.
Mentre camminavo tra i combattenti, vidi molti gold saint impegnati a battersi all’ultimo sangue con le varie prime guerriere della dea Artemide.
Come passai vicino al gold saint di Sagitter e a una silver saint che non conoscevo personalmente, vidi una guerriera della dea Artemide dall’aspetto famigliare.
La guardai più attentamente e cercai nella mia memoria, per trovare quella somiglianza così strana e che non sapevo proprio spiegarmi...
Un urlo agghiacciante però, proveniente dalla mia sinistra, mi fece venire un colpo, perché in esso riconobbi chiaramente la mia voce.
Mentre cercavo di raggiungere la me stessa della visione, per capire che cosa avesse provocato quel grido, la visione svanì e mi svegliai.
Quando ripresi lucidità, mi accorsi di essere tutta sudata e di avere il respiro corto.
Dopo essermi calmata, mi alzai e andai a sciacquarmi il viso, per svegliarmi.
Quella visione del futuro mi aveva molto inquietata, per il suo incomprensibile contenuto...
Molte domande senza risposta affollavano la mia mente ed ero convinta purtroppo che ci sarebbe voluto parecchio tempo ancora, per trovare delle risposte soddisfacenti.
Mentre mi perdevo così tra diversi ragionamenti, mi vestii con gli abiti da allenamento e dopo aver messo la maschera, uscii per fare una passeggiata nel bosco.
Mi inoltrai così tra la boscaglia, che circondava i confini del Santuario e mentre lasciavo i miei pensieri a briglia sciolta, non feci caso nemmeno alla direzione in cui stavo andando o al trascorrere del tempo intorno a me.
Mi fermai solo quando mi ritrovai in una parte della foresta che non conoscevo e dove si trovavano quelli che sembravano i resti di un antico complesso sacro.
Quel luogo emanava uno strano potere di natura mistica, che mi attirava inesorabilmente a sé, senza che potessi opporre alcuna resistenza.
Entrai così nell’edificio, che doveva essere stato in passato un tempio: i colonnati laterali erano ancora in piedi come buona parte del soffitto, fatta eccezione per la parte che si trovava sopra l’antico altare dei sacrifici e che era crollata all’interno.
La luce, che entrava da quell’enorme buco nel tetto, illuminava tutto l’antico ambiente sacrale, dandogli un aspetto quasi evanescente e misterioso allo stesso tempo.
Quel luogo mi sembrava contemporaneamente così familiare ed estraneo...
Istintivamente sentivo di essere già stata in quel luogo almeno una volta, ma per paradosso, non avevo alcun ricordo di quella visita...
Che fosse un ricordo legato ad una delle mie reincarnazioni passate?
Doveva essere proprio così, poiché per un attimo, mi parve di vedere il tempio con quello che doveva essere il suo antico aspetto: le pareti del tempio erano affrescate e vicino all’ara si trovavano dei bracieri accesi e numerose torce illuminavano l’interno del tempio.
Mentre osservavo quell’aspetto del tempio ormai così lontano nel tempo, vidi apparire dal nulla una ragazza che portava una maschera, sul volto e indossava un antico chitone.
Mi sorpassò velocemente e procedette verso l’altare senza mai fermarsi.
Qui s’inginocchiò e cominciò a intonare una preghiera verso la nobile dea Atena.
<< Mia dea, sono qui per chiedervi di darmi la forza necessaria a dimenticare questi sentimenti totalmente nuovi per me e che molto, mi hanno sconvolta...
Questi sentimenti, nonostante siano nati nella più pura ingenuità della mia giovane età, non possono essere portati avanti, perché rivolti ad una persona che è lontana da me oltre mille anni luce non solo per discendenza, ma anche per rango...
Non so proprio che cosa fare, perché inconsciamente non riesco e non voglio dimenticarlo.
Che cosa posso mai fare, per andare avanti? >>
Mentre ascoltavo l’accorata preghiera della ragazza sconosciuta, mi chiedevo perché avessi davanti agli occhi quella visione così antica e che quasi certamente non apparteneva a me, ma a quell’antico luogo sacro.
Come udii dei passi alle mie spalle, mi voltai e scorsi così l’ultima persona che mi sarei aspettata di vedere proprio in quella visione passata.
<< Kanon >>, mormorai, mentre osservavo quel ragazzo sulla ventina con lunghi capelli blu scuro e due smeraldi inconfondibili per occhi avanzare verso la ragazza sconosciuta, che aveva smesso di pregare e si era voltata a guardarlo.
<< Nobile Andreas, come mai siete qui?
Dovreste ben sapere che questa parte del Santuario è riservata alle sole sacerdotesse guerriere >>, disse la fanciulla, dopo essersi alzata in piedi.
<< Lo so bene, ma stavo cercando proprio te, Iris.
È da quando siamo tornati dalla missione a Creta, che mi eviti appena mi scorgi >>, le rispose, con voce profonda, mentre le si avvicinava sempre più.
<< Non comprendo il motivo per cui vi preoccupiate di una tale inezia...
Semplicemente in quanto silver saint, conosco la mia posizione e agisco di conseguenza...
Ora devo congedarmi e vi auguro una buona giornata, nobile Andreas >>.
Detto questo, Iris fece per andarsene, ma Andreas la fermò, trattenendola per un braccio e prima che ella potesse reagire, la intrappolò tra il suo corpo e la colonna più vicina.
<< Che cosa mai ti è successo, Iris?
Quando eravamo in missione, non eri così fredda e distaccata, nei miei confronti... >>
<< Ho avuto un comportamento non adatto alla mia posizione e per questo, mi scuso >>.
<< Ti riferisci a ciò che è successo, quando sono rimasto mezzo svenuto a terra, a causa di quel colpo in pieno petto che avevo ricevuto, in battaglia? >>
<< Sì e anche al mio comportamento in generale...
Se avessi saputo delle vostre origini e mi fossi accorta prima dei miei sentimenti, molto probabilmente ora non ci sarebbero tutti questi problemi...
Ora, se mi lasciaste libera, vorrei tornare ai miei alloggi >>, gli rispose, piccata.
<< Non ti lascerò andare invece, Iris.
In quelle settimane passate lontane dal Santuario con te, ho sentito nascere una profonda intesa tra noi due e non voglio rinunciarci, per nessun motivo.
Quindi ora dimmi questo, Iris: non è contato niente quel bacio che mi hai dato? >>
Vidi il corpo della fanciulla irrigidirsi immediatamente e avrei scommesso che fosse arrossita molto, sotto la sua maschera d’argento.
<< Se dicessi che quel bacio non è contato nulla, racconterei la più grande delle menzogne.
Sono consapevole però, che questi miei sentimenti per te, non avranno mai un futuro...
Io sono solo una trovatella, mentre tu sei uno dei principi di Tebe >>, gli rispose, mesta.
<< A me non importa, se tu sei di stirpe nobile o popolana, perché mi piaci così, Iris.
Sono pronto ad affrontare tutto per te, ma tu sei disposta a fare lo stesso? >>
Come Andreas ebbe finito di parlare, vidi Iris togliersi la maschera, mostrando così un volto uguale, in tutti i tratti somatici, al mio.
<< Sono pronta a lottare con il mondo, per te.
Ti amo, Andreas >>, disse lei leggermente rossa, in volto.
<< Anch’io ti amo, Iris >>, le rispose lui, prima di baciarla dolcemente sulle labbra.
La visione del passato si ruppe lì e così mi ritrovai nuovamente nel tempio diroccato.
Ero rimasta veramente stupita da quella visione del passato che avevo appena avuto, poiché non avrei mai immaginato che a me e a Kanon appartenesse un simile passato.
In un tempo lontanissimo, ci eravamo amati e ora eravamo nuovamente legati...
Il destino a volte sapeva essere veramente strano.
Mentre pensavo a ciò, uscii dal tempio e feci ritorno alla parte abitata del Santuario.
Guardando verso la meridiana vicina alle dodici case zodiacali, vidi che dovevano essere le undici e mezza di mattina più o meno.
Quando ero uscita, per andare a fare una passeggiata, era molto presto e tra la visione sul passato e il tragitto di ritorno, avevo passato moltissimo tempo da sola.
Affrettai così il passo, per tornare velocemente all’accampamento delle sacerdotesse guerriere e mentre passavo tra le varie casette, notai molte bronze e silver saint nuove che dovevano essere appena arrivate da ogni parte del mondo, su richiesta della dea Atena.
Ormai la guerra sacra è nel pieno del suo svolgimento e sono sicura che molto presto ci sarà la battaglia, che determinerà l’esito del conflitto.
Dafne, dove sei mai finita e perché non fai ritorno al Santuario?
Se continuerai a non farti vedere, ti considereranno tutti una traditrice...
Cosa mai ti tiene lontana dal luogo che consideri ormai da tempo la tua casa e dall’uomo a cui sei legata da un profondissimo sentimento d’amore?
Mentre pensavo questo, arrivai alla mia casetta ed entrai, chiudendomi la porta alle spalle.
Per prima cosa, mi tolsi la maschera e dopo averla poggiata sul tavolo, mi sedetti a gambe incrociate sul letto a meditare, con l’intenzione di vedere più chiaramente la mia visione premonitrice avuta in sogno quella notte.
Nonostante mi concentrassi al massimo però, non riuscivo a richiamare quella visione nella mia mente e questa cosa mi inquietò non poco.
Da quando avevo imparato a utilizzare il mio dono della preveggenza, non mi era mai accaduta una cosa simile ed ero seriamente preoccupata a riguardo.
Verso l’una e mezza, andai a fare pranzo nella nuova sala mensa, che era stata costruita per noi sacerdotesse guerriere, dopo la ricostruzione del Santuario.
Durante il pranzo, mi fece compagnia Eleni, la silver saint della Corona Australe e amica mia e di Dafne sin dai tempi del nostro addestramento.
Passammo tranquillamente il tempo a parlare di vari argomenti, ma si sentiva proprio la mancanza dell’allegria contagiosa di Dafne, che tra noi tre era la più energica e solare.
Terminato il pasto, seguii Eleni all’Arena dei combattimenti femminile e mi sedetti sulle gradinate, mentre lei cominciava con degli esercizi, per riscaldare i muscoli.
Dopo un po’, una sacerdotessa guerriera che si presentò come Talia, silver saint del Pesce volante, chiese a Eleni di combattere con lei ed ella accettò.
Mentre le osservavo combattere, sentii la presenza di un’aura molto strana e potente entrare nell’Arena e voltandomi, vidi una sacerdotessa guerriera che non conoscevo e che doveva essere stata richiamata da poco al Santuario.
Ci guardammo a vicenda, per quanto le maschere ci concedessero, ma un improvviso rumore alle mie spalle mi costrinse a voltarmi e vidi Eleni e Talia a terra, dopo essersi molto probabilmente sferrate dei colpi molto forti, a vicenda.
Si rialzarono entrambe poco dopo e si diedero la mano, in segno di riconoscimento dell’altrui potenza d’attacco.
Sorrisi sotto la maschera nell’osservare quella scena, poiché molto raramente accadeva che Eleni riconoscesse già al primo scontro il valore di un’altra saint.
Mentre pensavo questo, sentii una presenza alle mie spalle e voltandomi, vidi che si trattava della saint che portava con sé una strana aura.

Nota dell'autrice: ecco qui il nuovo aggiornamento che piaccia a tutti coloro che seguono la mia storia.
Ringrazio inoltre JCMA che ha aggiunto la mia storia alle seguite.
Ciao e al prossimo aggiornamento,
Lilith.

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Capitolo 5
*** Quinto capitolo ***


<< Io sono Anna, silver saint della Gru e custode del Santuario di Rasht, in Iran.
Tu invece? >>, mi disse, con un tono molto allegro e uno spiccato accento straniero.
<< Io sono Aglae, silver saint di Cassiopea e risiedo qui al Santuario di Atene >>, le risposi cordialmente, mentre stringevo la mano che mi aveva offerto, in segno di amicizia.
Anna stava per dire qualcosa, ma ci bloccammo entrambe, nel sentire il chiaro riapparire del cosmo della nobile dea Atena all’interno del Santuario.
Percepii anche la presenza intorno a lei dei cosmi della maestra Yume, di Milo e del grande Mu e la presenza di Kanon, che mi risultava inconfondibile, tra le altre.
Stavo per rivolgermi nuovamente ad Anna, ma solo allora mi accorsi che era andata via, senza che nemmeno me ne accorgessi.
Che strana ragazza, pensai tra me e me, mentre mi dirigevo nel luogo dove sentivo chiara la presenza dell’aura di Kanon.
Lo raggiunsi nel giro di pochi minuti e lo osservai, mentre parlava con il gran sacerdote.
La dea Atena, dopo aver salutato entrambi, cominciò a salire le scale, per tornare alla tredicesima casa, lasciando così soli a parlare Kanon e suo fratello.
Ero indecisa sul mostrarmi o meno, perché nonostante quello che era successo il giorno prima, non mi sembrava ancora tutto vero…
La situazione cambiò però, quando non vidi più Kanon e non feci in tempo a guardarmi intorno per vedere dove fosse, che mi sentii abbracciare i fianchi da dietro.
<< Come mai non ti sei fatta vedere subito?
Guarda che non devi avere paura di mostrarti, Aglae >>, mi sussurrò Kanon all’orecchio destro, facendomi scorrere così mille brividi lungo tutto il corpo.
<< Sinceramente mi sentivo in imbarazzo e poi non volevo disturbare nessuno >>, gli riposi, mentre mi stringeva fortemente a sé.
<< Tu non disturbi mai, Aglae.
Comunque, com’è andata la tua giornata?
Spero meglio della mia, perché abbiamo solo fatto un viaggio a vuoto per Delo… >>
<< È stata una giornata molto tranquilla.
Ho anche conosciuto una silver saint di nome Anna che mi è sembrata una persona molto educata e gentile, nonostante abbia un’aura veramente strana… >>
<< Non dare peso a questo dettaglio, Aglae.
Anna è una brava ragazza e in battaglia, è una guerriera impeccabile >>.
<< Quindi tu conoscevi già Anna...
E potrei sapere come l’hai incontrata? >>
<< Durante una missione di più di tredici anni fa di Saga in Iran a Rasht…
Da quando io e Saga tornammo in Grecia alla fine della missione, non l’ho più vista >>.
<< Comprendo, Kanon.
Ora ti lascio, perché tu dovrai fare ritorno alla terza casa il prima possibile… >>
<< In effetti, è meglio che torni subito alla mia dimora, se non voglio rischiare di prendermi una bella strigliata da mio fratello…
Prima di andarmene però, voglio salutarti a modo mio… >>
Nel giro di una manciata di secondi, Kanon mi fece girare verso di lui e come mi ebbe tolto la maschera dal volto, mi diede un bacio dolce e passionale allo stesso tempo, che mi fece girare la testa e tremare le ginocchia.
Se non mi avesse tenuta stretta a lui con forza, avrei seriamente rischiato di perdere l’equilibrio, a causa delle bellissime e potentissime sensazioni che stavo provando.
Ci staccammo solo quando l’aria divenne un bene necessario e ci guardammo negli occhi.
<< Ora vado e buon pomeriggio, Aglae >>, mi disse, dopo aver sciolto l’abbraccio, per poi scomparire in uno dei suoi passaggi dimensionali.
Rimasi così a guardare il vuoto davanti a me per un po’ e dopo essermi rimessa la maschera in volto, tornai verso la zona degli alloggi delle sacerdotesse guerriere.
Una volta lì, incrociai la maestra Yume e passai il resto del pomeriggio in sua compagnia, anche se mi sembrò distante da me almeno mille anni, a livello mentale.
Il suo strano comportamento non mi convinceva per nulla e cercai di farla parlare, ma le sue risposte alle mie domande, rimasero sempre evasive.
Verso le sei, mi congedai dalla maestra e decisi di fare una passeggiata vicino all’arena.
Sembrava tutto tranquillo, ma a un certo punto sentii un rumore dietro di me e feci appena in tempo a spostarmi, per evitare un poderoso pugno.
Girandomi nella direzione da cui era arrivato quel colpo improvviso, mi sconvolsi poiché riconobbi nel mio misterioso aggressore Irene, silver saint della Colomba.
<< Che cosa ti passa per la testa, Irene?
Perché mi hai attaccata? >>, le chiesi, ma ottenni come risposta solo un altro poderoso pugno, che parai immediatamente con il braccio destro.
<< Che cosa hai fatto, per attirarlo?
Ci avrai messo tutta te stessa per farti notare, poiché sei una ragazzina insignificante >>,
mi disse con tono irato, mentre continuava a cercare di colpirmi con pugni o calci.
<< Non riesco a capire a cosa tu ti riferisca, Irene.
Perché invece non ti fermi e cerchiamo di parlare da persone civili quali siamo? >>
<< Ora fai anche l’ingenua, ragazzina?
Con il gold saint di Gemini potrà anche attaccare, ma non puoi ingannare me…
Tu sei la solita ragazzina che vuole farsi passare per ingenua e afferrare così la sua ambita preda senza darle modo di scappare… >>
<< Come puoi parlarmi in questo modo, Irene?
Mi conosci da lungo tempo e sai bene che non sono come mi hai descritta… >>
<< Ti credevo una persona corretta e invece hai dimostrato proprio di non esserlo.
E per questo motivo, ti odio con tutta me stessa >>, mi disse, con un tono che faceva paura.
Mentre quello scontro fisico senza esclusione di colpi continuava, mi chiedevo mentalmente quale fosse la causa del mutamento improvviso del comportamento di Irene.
Quando ella tentò di colpirmi nuovamente con il suo pugno destro, riuscii a fermarle il braccio e a spingerla il più lontano possibile da me.
<< Non costringermi a usare il mio cosmo per difendermi, Irene.
Non voglio farti del male, perché sei mia amica >>, riuscii solo a dirle, prima che si scagliasse nuovamente contro di me.
Prima però che potesse raggiungermi, una ventata di cosmo la fece indietreggiare.
Voltandomi nella direzione da cui veniva il cosmo, vidi Anna della Gru e il gran sacerdote.
<< Farò finta di non aver assistito a questo vostro comportamento, Irene della Colomba.
Ora sparite, prima che cambi idea e vi porti direttamente al cospetto della dea Atena >>, disse il gran sacerdote, con tono leggermente irritato.
Irene, dopo avermi guardata male, se ne andò senza proferire parola.
<< Tutto bene, Aglae? >>, mi chiese Anna, mentre mi si avvicinava.
<< Sì, tranquilla.
Irene non è riuscita a colpirmi >>, le risposi, con tono neutro.
<< Sai il perché ti abbia aggredito? >>, mi chiese Anna.
<< Io sinceramente non ne conosco proprio il motivo… >>, le risposi, pensierosa.
<< Scommetto che è a causa di Kanon, che ti ha aggredita >>, disse il gran sacerdote.
<< Kanon? >>, chiesi, stupita dalla sua affermazione.
<< A quanto ne so, Irene è innamorata non ricambiata di mio fratello da lungo tempo…
Ed è probabile che, avendovi visti insieme, abbia voluto vendicarsi di colei che, a suo parere, era la responsabile del comportamento insofferente di mio fratello, nei suoi confronti >>, mi rispose, guardandomi attentamente.
<< Allora sarebbe meglio che tu non andassi in giro troppo spesso da sola, Aglae.
Dovresti trovare una tua compagna sacerdotessa che ti accompagnasse in giro, finché Irene non avrà smaltito la sua ira verso di te >>, intervenne Anna.
<< Non ho bisogno di qualcuno che mi protegga dagli attacchi d’ira di Irene…
Lei non è un pericolo per me, perché mi so ben guardare le spalle da sola.
Ora torno al mio alloggio e quindi mi congedo da voi >>, le risposi e dopo aver fatto un inchino verso il gran sacerdote, me ne andai.
Dopo aver cenato in sala mensa con Eleni, tornai a casa mia, con l’intento di stare da sola e riflettere su tutto ciò che era accaduto proprio quel giorno.
Una volta a destinazione, dopo essermi chiusa la porta alle spalle, mi tolsi la maschera e mi sedetti a gambe incrociate sul letto, per fare meditazione.
Ebbi modo così di rivedere il ricordo del tempio diroccato e parte della visione notturna.
Ciò che vidi però non tolse o aggiunse qualcosa a ciò che già conoscevo.
Avrei ancora continuato la mia meditazione, se non avessi sentito apparire una presenza molto ben conosciuta vicino a me.
Capii immediatamente chi era e come aprii gli occhi, mi ritrovai davanti Kanon.
<< Buona sera >>, dissi, sorridendo, nonostante avesse una strana espressione, sul volto.
<< Saga mi ha detto che cosa è accaduto tra te e Irene >>, mi rispose, con tono vago.
<< Sinceramente non ho voglia di parlarne.
Ho già abbastanza pensieri e domande senza risposta che ora mi frullano, per la mente…   E quindi, non voglio nemmeno pensare al fatto che Irene mi abbia aggredito per un motivo talmente banale, nonostante ci conoscessimo da lunghi anni >>.
Kanon mi annuì solo in risposta e passammo così il resto della serata insieme.
Quella notte però, quando mi addormentai, gli incubi cominciarono a pervadermi e ricordi indelebili e terribili tornarono a tormentarmi.
Quel giorno era stato il mio nono compleanno ed avevo passato una bellissima giornata di festa con i miei genitori, mio fratello, mia sorella maggiore e i miei amici.
La sera andai a dormire presto, ma fui svegliata non molto tempo dopo dalle urla e dai rumori assordanti provenienti dall’esterno.
Mi avvicinai allora alla finestra e vidi, con sommo orrore, che le fiamme stavano divorando buona parte del villaggio e che il terreno, su cui si combatteva, era lordo di sangue…
A quella visione, rimasi in silenzio e immobile, estraniandomi da quello che mi circondava.
Nemmeno quando mia sorella maggiore Virginia mi venne a chiamare, mi risvegliai del tutto dal profondo torpore, in cui ero caduta.
Lei allora mi prese per mano e ci incamminammo verso l’uscita di casa, probabilmente per tentare di scappare da quell’inferno in terra.
Nell’ingresso però, trovammo ad attenderci i corpi esanimi dei nostri genitori, in una pozza di sangue e a stento sia io che Virginia, trattenemmo un urlo di orrore.
L’unica cosa che ci permettemmo, furono le nostre lacrime che scendevano, sulle guance.
Indugiammo pochi secondi in quel luogo e poi mia sorella mi trascinò via, correndo verso il bosco, che era dietro casa nostra.
Qui Virginia, tentò di trovare un riparo per entrambe, poiché io non le ero di alcun aiuto, essendo ancora sconvolta da tutto ciò, che mi accadeva intorno.
Ad un certo punto, sentimmo dei rami spezzarsi alle nostre spalle e come io e mia sorella ci girammo, vedemmo nostro fratello Nikolaos trascinarsi a malapena.
Era orribilmente ferito e se non fosse stato curato al più presto, sarebbe di certo morto.
<< Andate a nascondervi immediatamente…
Se vi trovassero, avreste un destino terribile >>, disse solo, prima di cadere a terra.
Non so quanto camminammo nel bosco, ma ad un certo punto Virginia trovò un albero cavo e ci nascondemmo immediatamente al suo interno.
Non so quante ore passammo lì abbracciate, sperando e pregando che nessuno ci trovasse.
Il mio sogno terminò lì e io mi svegliai con le lacrime, che scendevano copiose.
Potevano essere anche passati nove anni da quel giorno, ma tutto quello che avevo visto, sentito e vissuto era ancora vivo dentro di me…
<< Aglae, come stai?
Quando ho sentito un turbamento nella tua essenza cosmica, sono subito venuto a vedere che succedeva e ti ho trovata, mentre ti agitavi nel letto, in preda ad un incubo >>, sentii dire alla mia sinistra e solo allora, mi resi conto di essere tra le braccia di Kanon.
<< Ho solo avuto un incubo da cui non riuscivo a svegliarmi...
Non c’era bisogno però che ti preoccupassi tanto e lasciassi la tua casa incustodita, a causa mia >>, gli risposi imbarazzata, mentre lo guardavo.
<< A proposito, chi sono Nikolaos e Virginia? >>, mi chiese, curioso.
<< Sono anzi erano rispettivamente mio fratello e mia sorella maggiore...
Loro se ne sono andati via molto tempo fa... >>, gli risposi, con tono malinconico e Kanon in risposta, mi strinse più forte a sé.
<< Te la senti di raccontarmi cosa ti è successo e che cosa ti causa ancora gli incubi? >>, mi chiese lui, con tono preoccupato.
<< Quando avevo nove anni appena, il mio villaggio fu attaccato di notte dai soldati del dio Ares e lo diedero alle fiamme, dopo averne uccisi tutti gli abitanti...
Solo io e mia sorella Virginia ci salvammo da quell’inferno, trovando riparo nel bosco.
Prima però che riuscissimo a metterci in salvo, vedemmo i nostri genitori esanimi in una pozza di sangue e nostro fratello morire, per le troppe ferite >>.
<< Dev’essere stata un’esperienza terribile per te, Aglae...
Ora comprendo il motivo per cui il tuo cosmo ha reagito in quel modo.
Però, perché hai detto che tua sorella è morta, se si è salvata con te quella notte? >>
<< Sinceramente, non so se mia sorella sia ancora viva...
Due giorni dopo quella tragedia, venimmo soccorsi da due saint della dea Atena e quella fu la prima volta in cui incontrai la maestra Yume e Shura...
Mentre ci portavano con loro qui al Santuario, una notte mia sorella scomparve nel nulla...
In questi nove anni, ho continuato a cercarla, ma non ne ho trovato traccia alcuna... >>
<< Secondo me, dovresti perseverare nella tua ricerca...
Magari è più vicina di quanto non pensi >>, mi rispose, mentre mi accarezzava i capelli.
<< Continuerò sicuramente le ricerche alla fine di questa guerra...
E magari riuscirò finalmente a ricongiungermi con lei, dopo tutti questi anni >>, gli dissi, prima di scivolare nuovamente in un lungo sonno.
Quando mi svegliai il mattino seguente, a causa di un raggio di sole che colpì il mio volto, percepii immediatamente che c’era qualcosa di diverso dal solito...
Sentivo, infatti, di essere stretta in un abbraccio, che mi donava sia calore sia protezione.
Come aprii del tutto gli occhi, mi resi conto di essere ancora abbracciata a Kanon e con il volto appoggiato al suo petto nudo.
Arrossii allora come non mai, per l’imbarazzo, che provavo...
Alzai leggermente il capo, per poterlo guardare meglio e potei osservare come sembrasse un angelo mentre dormiva, rispetto al terribile e arrogante guerriero che era da sveglio.
Rimasi così incantata a guardarlo, per un tempo indefinito.
Mi ripresi dal mio incanto solo quando sentii bussare con insistenza alla porta.
Così cercando di non svegliare Kanon, scivolai fuori dal suo abbraccio e dal mio letto.
Indossata la mia maschera d’argento, andai subito ad aprire la porta.
Come lo feci però, rimasi sconvolta, perché mi ritrovai davanti la mia amica Dafne.
L’abbracciai immediatamente e lei ricambiò calorosamente l’abbraccio.
<< Sono felice che tu sia ritornata...
Mi sei mancata tanto, amica mia >>, le dissi, guardandola.
<< Anche tu mi sei mancata molto, Aglae.
Scusami, se non ti ho fatto avere più miei notizie per così tanto tempo, ma purtroppo sono accadute molte cose, mentre ero a Corinto presso la mia famiglia >>, mi rispose, con un tono vago e malinconico allo stesso tempo.
<< Se vuoi, ti accompagno a posare il tuo cloth box e poi andiamo a fare colazione insieme, in mensa >>, le dissi, alludendo al contenitore del cloth, che aveva in spalla.
<< Certo e ora andiamo, Aglae >>, mi rispose, con tono allegro.
<< Solo un attimo e ti raggiungo, Dafne >>, le dissi e rientrai in casa.
Mi ritrovai così davanti un Kanon mezzo addormentato e anche un po’ confuso.
<< Con chi stavi parlando prima? >>, mi chiese, guardandomi intensamente.
<< Con una mia amica che è appena tornata al Santuario, dopo lungo tempo...
Ora io vado a fare colazione con lei, mentre tu invece dovresti tornare alla terza casa, per non avere problemi >>, gli risposi, guardandolo a mia volta.
<< In effetti, non avrei dovuto lasciare incustodita la mia casa stanotte, ma mi sono addormentato subito dopo di te... >>
<< Grazie per tutto, Kanon.
Se oggi sono tranquilla e felice, lo devo solo a te >>, gli risposi, sorridendo.
Dopo avermi salutata con un bacio, Kanon se ne tornò alla terza casa e io finito di vestirmi, andai a fare colazione con Dafne.
Consumammo serenamente il pasto o almeno tentammo di farlo...
Mentre stavo bevendo il mio latte caldo, infatti, rischiò di cadermi addosso un piatto pieno di frittelle bollenti e solo grazie al mio sesto senso sempre attivo, riuscii a scansarlo.
<< Come fai ad essere così sbadata, Irene?
Cos’è, forse non hai più trovato degne avversarie con cui combattere e quindi le mani ti sono divenute di ricotta, a forza di stare ferma? >>, chiese Dafne, con fare strafottente.
Non mi stupii che la responsabile di quel gesto fosse Irene, in fondo...
Non c’era mai stata simpatia tra lei e Dafne e molto spesso si punzecchiavano a vicenda.
<< Non provocarmi, Dafne.
Sei appena tornata al Santuario, dopo quasi un mese e mezzo di assenza ingiustificata...
Non è forse, che avevi paura di batterti con le guerriere della dea Artemide? >>
Quelle parole arroganti di Irene fecero infuriare terribilmente la mia amica.
<< Come ti permetti di insinuare tutto ciò?
Non è forse, che mi stai attribuendo sentimenti tuoi? >>, ribatté Dafne e prima che una delle sacerdotesse guerriere presenti nella sala mensa potesse muovere un solo muscolo, cominciarono a azzuffarsi tra loro.
Solo dopo molti tentativi andati a vuoto, io ed Eleni riuscimmo a separarle.
Portai subito fuori Dafne dalla sala mensa, da dove provenivano i pesanti insulti di Irene.
<< Perché non hai lasciato che conciassi per le feste quella maledetta vipera? >>, mi chiese la mia amica irritata, mentre ci dirigevamo verso il suo alloggio.
<< Siamo in piena guerra sacra ed è meglio che non ci danneggiamo tra compagne, per motivi futili, altrimenti aiuteremo solo il nemico...
Inoltre, Irene è molto nervosa ultimamente ed è meglio lasciarla stare >>, le risposi, seria.
<< Sai, per caso, qual è il motivo del suo nervosismo?
Secondo me, dovrebbe solo trovare un uomo, che la faccia pensare ad altro >>.
<< Il suo problema è proprio un uomo, Dafne >>.
<< E questo pover’uomo su cui sono ricadute le sue attenzioni, l’ha rifiutata?
Non me ne stupirei d’altronde, per il carattere che si ritrova Irene... >>
Ormai giunte a destinazione, Dafne si sdraiò sul letto, mentre io mi sedetti su una sedia.
<< Se quel piatto di frittelle bollenti mi è quasi caduto addosso, non è un caso...
Irene, infatti, è molto arrabbiata con me... >>, dissi e Dafne si alzò subito a sedere sul letto.
<< E perché ce la dovrebbe avere con te, scusa?
No, aspetta, non dirmi che c’entra un ragazzo, in tutta questa storia... >>
<< Purtroppo è così, Dafne... >>
<< Finalmente ti sei trovata un uomo, Aglae.
E potrei sapere chi è il fortunato? >>.
<< In verità tu non lo conosci, amica mia.
Lui, infatti, è il nuovo gold saint di Gemini >>.
<< Non starai parlando forse di Kanon, il fratello minore del gran sacerdote? >>, mi chiese, con tono profondamente stupito.
<< È proprio lui...
Non ci conosceremo da molto tempo, ma un sentimento molto forte ci lega...
Quando sono con lui, mi sento veramente bene e sono felice >>.
<< Se è così, sono felice per te, Aglae.
Spero di vederlo al più presto, così da potermi fare un’idea su di lui >>.
<< Tra l’altro, non sei ancora andata a trovare Camus all’undicesima casa?
L’ultima volta che ho parlato con lui, mi ha chiesto tue notizie, ma non ho potuto dargli informazioni precise, perché io stessa non sapevo che fine avessi fatto >>.
<< Mi sa, che quando salirò alla casa di Camus e gli racconterò che cosa è successo, mi caccerà e non vorrà mai più vedermi né parlarmi... >>.
<< Perché dici questo, amica mia?
Che cosa mai è successo? >>, le chiesi, sconvolta.
<< Quando sono giunta a Corinto, ho eliminato la guerriera di Ares che lì dimorava e che aveva ormai soggiogato l’intera città.
Una volta mandata la missiva al Santuario con il mio resoconto sulla missione, ho deciso di tornare a casa mia, per poter rivedere mio padre.
Una volta giunta lì però, ho scoperto che si è risposato tre anni fa...
Come mi ha riconosciuta, è diventato pallido in volto, come un fantasma, poiché era erroneamente convinto che io fossi morta da tempo...
La nuova moglie di mio padre, tra l’altro, pretendeva che mi togliessi la maschera dal volto di fronte a tutta la sua famiglia, che era lì presente...
Per fortuna, mio padre si è imposto e non è successo niente di irreparabile.
Avendomi chiesto accoratamente di restare lì a Corinto con lui qualche giorno, accettai e mi sistemai nella mia vecchia stanza, anche se la mia matrigna non era d’accordo...
La serata seguente però, accadde qualcosa che non sarebbe dovuto succedere...>>
<< Che cosa? >>, le chiesi, preoccupata per il tono irato, con cui aveva parlato.
<< Dopo aver cenato da sola nella mia camera, scesi nello studio di mio padre che si trovava al piano inferiore, per parlare con lui, ma mi sentii mancare le forze e mentre cadevo a terra, tutto intorno a me diventò improvvisamente nero.
Non so quanto tempo passò, prima che mi risvegliassi in un luogo oscuro, freddo e umido, che non fui in grado di riconoscere...
Come tentai di muovermi, mi accorsi di avere sia le braccia che le gambe legate con delle catene che mi stavano velocemente indebolendo, assorbendo il mio cosmo.
Poi all’improvviso, una porta si aprì e così la luce rischiarò finalmente quel luogo.
Mi ritrovai così davanti la mia matrigna, che si presentò come una Berseker del dio Ares, sconvolgendomi veramente molto...
Da lei, infatti, non avevo mai sentito provenire la più piccola traccia di cosmo...
La mia prigionia durò per un tempo indefinito e non è stata facile da sopportare, a causa dell’altro Berseker lì presente, che ha tentato più volte di violentarmi senza però mai arrivare fino in fondo, per mia fortuna...
Quando ormai avevo perso la speranza di uscire viva da lì, mio padre mi trovò e mi liberò dalla mia prigionia, però mentre ci allontanavamo da quel posto maledetto, la mia matrigna lo colpì alle spalle all’altezza del cuore e lui morì, tra le mie braccia...
A quel punto, tutta la rabbia che avevo dentro di me, per quello che avevo subito durante la mia prigionia e per la morte di mio padre, venne allo scoperto.
Comparve così la mia silver cloth del Pavone e indossatala, affrontai quel maledetto Berseker e dopo un lungo scontro senza esclusione di colpi, lo battei.
L’altra Berseker riuscì invece a sfuggirmi nonostante le terribili ferite che ero riuscita a infliggerle durante il nostro scontro...
Solo a una settimana da quegli scontri, mi sono rimessa abbastanza in forma, da potere fare ritorno qui al Santuario di Atene >>.
<< Sinceramente, non avrei mai pensato che ti fossero successe tutte queste cose...
Sono convinta però, che se spiegherai tutto a Camus, lui capirà e non ti manderà via >>.
<< Lo spero veramente tanto, Aglae.
Io lo amo troppo e non riuscirei a stare senza di lui >>, mi rispose, triste.
<< Secondo me, dovresti andare a parlargli ora, così da chiarire la situazione >>.
Dafne fece per rispondermi, ma improvvisamente bussarono alla porta.
Come ebbe aperto la porta, si ritrovò davanti un Camus dall’espressione indecifrabile.
<< Io ora me ne andrei, perché certamente vorrete parlare da soli...
Quindi buon pomeriggio e arrivederci a presto >>, dissi prima di uscire e tornarmene al mio alloggio, sperando che andasse tutto bene tra loro.
Una volta a destinazione, mi buttai sul letto e lasciai vagare i pensieri.

Nota dell'autrice: ed eccomi qui con il nuovo aggiornamento.
In questo capitolo fanno la loro comparsa due miei Oc ovvero Dafne del Pavone e Anna della Gru.
A entrambe come ad Aglae è stata dedicata una storia: "Un nuovo amore tra i ghiacci della Siberia" (ancora inedita) e "Un ricordo doloroso" (di cui ho pubblicato solo il prologo).
Sperando che vi sia piaciuto il capitolo, vi saluto e alla prossima settimana,
Lilith.
 

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Capitolo 6
*** Sesto capitolo ***


Non passò molto tempo, prima che comparisse Kanon da un portale dimensionale.
Non feci in tempo né a dire né a fare qualcosa, che Kanon mi strinse a sé con forza.
<< Va tutto bene, Kanon? >>, gli chiesi, dopo essermi ripresa dalla sorpresa.
<< Io sto bene per fortuna, Aglae.
Devo però darti una brutta notizia... >>, mi rispose, con tono triste.
<< Parla, perché mi stai facendo preoccupare >>, gli dissi, guardandolo negli occhi.
<< Yume si è consegnata spontaneamente alla dea Artemide, per salvare sua madre...
Non sappiamo però quale destino le toccherà, ora che è sua prigioniera >>.
<< Non avrei mai immaginato che potesse accadere una cosa simile alla maestra...
Ieri si è comportata in modo molto strano, ma pensavo fosse a causa delle fallite negoziazioni con la dea Artemide a Delo...
E immagino, che Milo non abbia preso bene la notizia sulla scomparsa di Yume... >>
<< Io e Camus siamo rimasti con lui per buona parte del giorno, a fargli compagnia...
E spero solo, che si rimetta in sesto al più presto e che torni ad essere il fiero guerriero che è sempre stato >>, mi rispose, mentre mi stringeva ancora più a sé.
<< Sono sicura che si riprenderà completamente, Kanon.
Spero però, che una cosa simile non debba mai accadere a noi due... >>
<< Non accadrà mai, Aglae.
Dunque, stai tranquilla e non pensarci >>.
Kanon rimase così con me fino all’ora di cena e poi fu costretto a tornare alla terza casa.
Quando se ne fu andato, io raggiunsi la mensa e guardandomi intorno, cercai Dafne, ma non vedendola in giro, capii che doveva essere ancora con Camus.
Preso da mangiare, andai a sedermi all’unico tavolo ancora libero.
<< Posso sedermi qui? >>, sentii chiedermi, mentre mangiavo la mia insalata.
Alzando la testa, vidi che era stata Anna a parlare e le feci cenno di sedersi.
Passammo così il tempo a chiacchierare e scoprimmo di avere molte cose in comune.
Terminata la cena, tornai al mio alloggio velocemente, ma proprio prima che girassi la maniglia della porta, sentii una presenza alle mie spalle.
Come mi voltai, mi ritrovai davanti l’ultima persona che mi aspettavo di vedere lì, ovvero Irene, con indosso la sua silver cloth della Colomba.
<< Come mai sei qui?
Vuoi forse parlare da persone civili quali siamo o tentare nuovamente di attaccarmi? >>, le chiesi, con un tono di voce incolore.
<< Domani parto per una missione di ricognizione e, non sapendo se tornerò, ci tenevo a scusarmi con te, per il mio inammissibile comportamento...
Ti auguro una vita felice con Kanon e addio >>, disse, prima di sparire dalla mia vista.
Ancora stupita dalle sue parole, entrai in casa e cambiatami per la notte, andai a letto.
E non passò molto, prima che i miei sogni divenissero nuvolose visioni sul futuro.
Mi ritrovai nuovamente a camminare per il campo di battaglia pieno di morti, di sangue ancora caldo e grida di disperazione e di lotta.
Facendomi strada tra i combattenti dei due schieramenti, cercai la me stessa della visione, finché non sentii un grido terribile provenire dalla mia sinistra e volgendo lo sguardo, vidi Shura a terra, in una pozza di sangue.
Mi portai le mani alla bocca, per evitare di mettermi ad urlare e copiose lacrime iniziarono a scendermi, sulle guance.
<< Shura, non te ne andare, per favore...
Non chiudere assolutamente gli occhi e resisti >>, disse la me stessa del sogno, piangendo.
<< Addio e auguri per un futuro roseo con la persona che ami >>, le rispose Shura, prima di chiudere i suoi occhi, per sempre.
Poco dopo, vidi Kanon correre nella nostra direzione, ma fu bloccato a pochi passi da noi da un guerriero della dea Artemide, che brandiva una spada.
Non so il perché, ma questa scena mi sembrava di averla già vissuta, in passato.
<< Per favore, dea Atena, fa in modo che non debba rivivere nuovamente quel terribile strazio >>, disse improvvisamente l’altra me e non potei non incupirmi a quelle parole.
Quale terribile e oscuro significato nascondeva quella frase?
Una terribile fitta di dolore alla testa mi colpì improvvisamente e la visione sparì.
Mi risvegliai così parecchio intontita e rimasi per diverso tempo, a fissare il vuoto.
Quando mi fui ripresa abbastanza, mi alzai dal letto e andai a lavarmi il volto.
Indossati gli abiti da allenamento e la mia maschera, uscii e andai in mensa a fare colazione senza aspettare Dafne, poiché sapevo che non era ancora tornata.
Essendo solo le sette e mezza del mattino, c’erano pochissime sacerdotesse guerriere in giro e la mensa era quasi del tutto deserta.
Terminato il mio pasto, andai nell’Arena, dove trovai Anna intenta ad allenarsi e così passammo tutta la mattinata, ad allenarci insieme.
Impegnando così il tempo, riuscii a non pensare alla mia strana visione notturna.
Dopo l’ora di pranzo, Dafne fece ritorno e mi raccontò la sua riappacificazione con Camus.
Ero veramente felice per lei, poiché sapevo quanto avesse lottato anni prima, affinché l’amore che provavano reciprocamente, portasse a una relazione vera e propria.
Il pomeriggio trascorse molto velocemente, tra chiacchere ed allenamenti e mi sembrò che fosse arrivata troppo presto l’ora di andare a riposare.
Mi spiaceva non aver visto Kanon per tutto il giorno, ma mi rendevo perfettamente conto che lui aveva impegni molto più gravosi dei miei, in quanto gold saint.
Pensando così all’uomo che amavo, mi addormentai con il sorriso sulle labbra e quella notte dormii finalmente un lungo sonno tranquillo.
Nei due giorni successivi, continuai ad allenarmi con Anna e Dafne, sperando che quella maledetta sensazione di stallo in cui ci trovavamo, finisse presto.
La sera del secondo giorno, mentre tornavo al mio alloggio, vidi Kanon appoggiato alla porta d’ingresso, che mi fissava molto intensamente.
<< Sono felice di poterti rivedere >>, gli dissi una volta che lo ebbi raggiunto.
<< Anche io lo sono, Aglae.
Sono passato per farti una visita veloce, poiché tra non molto dovrò tornare alla casa dei Gemelli >>, mi rispose, con tono leggermente dispiaciuto.
<< Grazie per essere passato, Kanon.
Mi sei mancato molto in questi giorni, ma non t’incolpo, per quest’assenza giustificata.
Puoi fermarti ancora qualche minuto o no? >>
La risposta alla mia domanda, fu uno dei suoi bellissimi sorrisi enigmatici.
Una volta nella mia casetta, parlammo un po’ di quello che era successo in quei giorni passati lontani e venni così anche a sapere della profezia, sulla fine della guerra sacra.
Ero preoccupata per il destino della mia maestra e di Milo, ma sapevo che erano entrambi due persone molto forti e che avrebbero superato qualsiasi ostacolo.
Prima di andarsene, Kanon mi diede un bacio dolce e passionale allo stesso tempo, che mi fece letteralmente vedere e toccare le stelle del firmamento.
Quando scomparve in uno dei suoi passaggi dimensionali, mi cambia e andai a letto.
Da quel giorno, passarono due lunghissimi mesi, durante i quali non subimmo attacchi da parte delle milizie della dea Artemide.
In questo lasso di tempo, arrivarono al Santuario tutti i restanti bronze e silver saint, che erano ancora sparsi per tutto il mondo.
In quei giorni, avevo avuto modo di conoscere meglio Kanon e avevo compreso che per quanto i nostri caratteri fossero diversi tra loro, riuscivamo a trovare un punto d’incontro.
Ero veramente felice di stare con Kanon e non avrei mai rinunciato a lui.
I miei sogni però, erano continuamente tormentati da visioni senza senso e da campi di battaglia pieni di sangue, feriti e morti.
Alla fine, avevo dovuto parlarne con Kanon, poiché era preoccupato dal fatto che mi svegliassi sempre urlando, quando avevo quelle visioni.
Finii anche con il raccontargli la mia visione del passato che avevo avuto al tempietto diroccato, lasciandolo con un’espressione parecchio sconvolta.
Quando però mi aveva risposto che non gli importava ciò che era successo in un passato talmente lontano e che mi amava ora e che non mi avrebbe mai lasciata sola, mi ero quasi messa a piangere dalla felicità.
Il primo giorno del terzo mese dall’ultimo attacco, mi alzai con un brutto presentimento.
Una volta lavatami e vestitami, andai a fare colazione in mensa con Dafne e Anna, come ormai facevamo ogni mattina da quasi due mesi.
Anna e Dafne, infatti, andavano molto d’accordo tra loro e così eravamo diventate un trio assolutamente inseparabile.
Uscite dalla mensa con l’intenzione di andarci ad allenare, sentimmo tutte e tre apparire un enorme cosmo nemico all’interno del Santuario.
Dopo esserci scambiate uno sguardo eloquente, richiamammo le nostre tre silver cloth, che andarono subito a ricoprire i nostri corpi, per difenderli dagli attacchi.
A quel punto, prendemmo direzioni differenti e andammo a mischiarci tra gli altri silver e bronze saint che già combattevano con le guerriere semplici della dea Artemide.
Dopo non so quanto tempo e innumerevoli feriti da entrambe le parti, vidi apparire tra i nemici una ragazza dai lunghi capelli neri e dagli occhi viola scuro.
Al suo solo passare, vidi molti saint cadere a terra esanimi e con gli occhi sbarrati.
Capii immediatamente che quella era una prima guerriera della dea Artemide e che i suoi colpi erano di tipo mentale, esattamente come i miei.
Allora, per evitare che altri compagni morissero senza potersi difendere, mi diressi verso di lei e vidi passare una scintilla di divertimento, nei suoi occhi.
Tentò di attivare la sua tecnica mentale su di me e quando essa non sortì alcun effetto, a causa della mia barriera mentale, un ghigno si formò sulle sue labbra.
<< Finalmente una guerriera degna di questo nome...
Qual è il tuo nome, ragazzina? >>, mi chiese, guardandomi attentamente.
<< Io sono Aglae, silver saint di Cassiopea.
Tu invece chi saresti, di grazia? >>
<< Io sono Aurora, prima guerriera di Pentesilea.
E sarà un piacere sconfiggerti con le mie mani... >>
<< Non essere così sicura di te, Aurora.
Non ti hanno forse insegnato durante l’addestramento che sottovalutare un nemico, può portare a conseguenze parecchio inaspettate? >>
A quelle mie parole, divenne scura in volto e si gettò verso di me, per combattere.
Cominciammo così uno scontro corpo a corpo, nel quale nessuna delle due riusciva a prevalere, poiché eravamo allo stesso livello.
Dopo l’ennesimo scontro di pugni, ci separammo ed entrambe cominciammo a bruciare il nostro cosmo, per lanciare le nostre tecniche più potenti.
Stavamo entrambe per attaccare, quando una colonna di luce avvolse completamente la figura di Aurora, facendola scomparire.
A quel punto, richiamai il mio cosmo e cominciai a cercare nelle vicinanze l’essenza cosmica della mia avversaria, ma mi resi subito conto che era scomparsa del tutto.
<< Anche la tua avversaria è scomparsa in un fascio di luce? >>, mi chiese Dafne, che mi aveva appena raggiunta insieme ad Anna.
<< Sì e credo che chi l’abbia portata via, sia stata la dea Artemide...
Solo il cosmo di una divinità potrebbe fare una cosa simile... >>, le risposi, seria.
Non potemmo perdere tempo a riposarci, poiché dovemmo raccogliere i corpi dei caduti in battaglia e seppellirli nel cimitero del Santuario.
Molte erano state le perdite e altrettanti erano i feriti ormai costretti a letto e con ferite talmente gravi, che tutti loro non si sarebbero ripresi prima di qualche mese.
La cerimonia funebre fu celebrata velocemente dal gran sacerdote e dalla dea Atena, poiché eravamo ancora in stato d’allerta totale.
Feci ritorno al mio alloggio solo verso le cinque di pomeriggio ed ero proprio esausta.
Presi degli abiti puliti, andai a farmi una doccia rilassante, per togliermi di dosso la terra e l’odore di morte che sentivo ancora troppo vicino a me, nonostante quella mattina non avessi posto fine alla vita di nessuno, in battaglia...
Una volta terminata la doccia, mi andai a sdraiare sul letto e mi venne naturale pensare a come stesse il mio Kanon su alla terza casa.
Era ancora così strano per me chiamarlo in quel modo, ma ero veramente felice con lui e speravo con tutta me stessa, che sarebbe andato tutto per il meglio e che questa guerra sacra sarebbe terminata il più velocemente possibile.
Quando però feci per alzarmi dal letto per andare a vestirmi, vidi Kanon comparire improvvisamente nella stanza, da un suo portale dimensionale.
Fece per salutarmi, ma vedendo del rossore appena accennato sulle sue guance, mi ricordai di essere vestita solo con un asciugamano.
Arrossi di botto e il mio cervello smise di funzionare, facendomi dire solo parole sconnesse.
<< Sono solo venuto a vedere come stavi...
So che hai combattuto stamattina contro una prima guerriera della dea Artemide e volevo vederti >>, disse, guardandomi intensamente negli occhi.
<< Grazie per il pensiero, amore mio.
Come vedi però, sto bene e quindi non ti devi preoccupare >>, gli risposi, sorridendo.
Kanon però mi abbracciò improvvisamente, prendendomi alla sprovvista e facendo in modo che il mio capo posasse sulla sua spalla destra.
<< Mi preoccuperò sempre per te, Aglae.
Non posso farne a meno >>, mi sussurrò e il mio cuore perse diversi battiti.
Rimanemmo abbracciati così per un tempo, che mi parve veramente infinito.
Quando però sentimmo bussare alla porta, non potemmo evitare di separarci.
<< Ci vediamo stasera >>, mi disse Kanon, prima di baciarmi dolcemente.
Una volta che se ne fu andato, mi vestii e indossai nuovamente la mia maschera.
Aperta la porta, mi ritrovai davanti Dafne e Anna, che bisbigliavano tra loro.

Nota dell'autrice: e con questo pezzo siamo quasi arrivati quasi alla conclusione della nostra storia, infatti, il prossimo sarà l'ultimo capitolo.
Sperando che visia piaciuto il capitolo e in un vostro piccolo commento, vi saluto e alla prossima settimana,
Lilith.

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Capitolo 7
*** Settimo capitolo ***


<< Ti sei decisa ad aprire la porta finalmente >>, disse Dafne, scocciata.
<< Ci hanno affidato il compito di fare la ronda intorno al Santuario dalle sette e mezza alle undici e mezza di stanotte.
Di conseguenza, abbiamo pochissimo tempo per mangiare cena, se non vogliamo arrivare in ritardo, a dare il cambio agli altri >>, aggiunse poi Anna e allora chiusi la porta.
Dopo aver velocemente consumato il nostro pasto, andammo a dare il cambio ai compagni che erano lì dalle tre e mezza del pomeriggio.
Le nostre quattro ore di ronda furono completamente prive di qualsiasi possibile avvisaglia di pericolo e per questo motivo, il tempo sembrò passare più lentamente del solito.
Quando la meridiana vicino alle case zodiacali segnò le undici e mezza esatte, sentimmo chiaramente il cosmo della dea Atena espandersi, per potenziare ulteriormente la barriera che proteggeva l’intero territorio del Santuario, per tutta la notte.
Come arrivarono i soldati semplici a darci il cambio, tutte e tre andammo velocemente a dormire, poiché eravamo esauste, per tutto ciò che era successo quel giorno.
Arrivata a destinazione, mi cambiai velocemente e mi infilai subito a letto.
Stavo per chiudere gli occhi, quando sentii chiaramente apparire la presenza di Kanon.
Senza dire una parola, si mise sotto le coperte vicino a me e mi strinse forte a sé.
<< Buona notte >>, mi disse e dopo avermi dato un bacio sulla fronte, mi addormentai.
Quando mi risvegliai la mattina seguente, mi sentii piena di energie e pronta ad affrontare tutto ciò che sarebbe accaduto in quella giornata.
Voltai il capo per guardare l’espressione angelica di Kanon, che ancora riposava.
Così gli accarezzai il viso e lui di riflesso, mi strinse ancora di più e mormorò il mio nome.
Desideravo con tutta me stessa che questa guerra sacra non ci separasse per sempre, ma il futuro mi era completamente oscuro e quindi mille dubbi mi assalivano.
Gli inquietanti sogni che ormai erano miei compagni ogni notte, mi raccontavano spezzoni inspiegabili di un futuro ormai troppo vicino...
Forse però, se avessi saputo qualcosa in più della vita passata in cui ero Iris, sarei riuscita a capire qualche dettaglio in più di quelle visioni...
Mentre questi e mille altri pensieri tormentavano la mia mente, sentii chiaramente lo sguardo di Kanon puntarsi su di me.
Alzai allora lo sguardo e notai che mi stava guardando in modo diverso dal solito e non potei fare a meno di arrossire, come spesso mi accadeva quando ero con lui.
Prima che potessi articolare una frase di senso compiuto, Kanon mi coinvolse in un bacio del buongiorno dolce e molto appassionato, allo stesso tempo.
Mi lasciai così andare alle bellissime sensazioni che provavo, quando lo baciavo e tutte le mie preoccupazioni si sciolsero, come neve al sole.
Quando ci separammo a causa della mancanza d’aria, cominciammo a guardarci intensamente negli occhi, per quello che sembrò un tempo infinito.
Come percepii una mano di Kanon accarezzarmi lentamente la schiena, divenni se è possibile più rossa di quanto già non fossi.  << Kanon, io vorrei... >>, cercai di dire, ma fui interrotta dal mio ragazzo, che mi baciò nuovamente, interrompendomi. << Non farò mai niente che possa ferirti, Aglae. Ti ho promesso che avrei aspettato tutto il tempo necessario e non mancherò alla parola data >>, mi rispose, dopo che ci separammo. << Lo so, ma quando ci ritroviamo in queste situazioni, non riesco purtroppo a non imbarazzarmi >>, mormorai in risposta, guardandolo.
<< Quando sei con me non devi vergognarti di nulla, Aglae.  Tu sei stupenda e solo un idiota potrebbe affermare il contrario >>, disse, quasi dolce.
Quelle parole di Kanon mi fecero capire quanto mi amasse, anche se tendeva sempre a fare l’indifferente e a nascondere le sue vere emozioni.
Passammo ancora un po’ di tempo insieme e dopo che lui ebbe fatto ritorno alla casa dei Gemelli, mi vestii e uscii per andare a fare colazione.
La mattinata passò molto lentamente, a causa dell’aria tesa che si sentiva per tutto il Santuario e che sembrava precedere qualcosa di veramente brutto…  Verso le quattro di pomeriggio, Eleni mi diede il cambio in infermeria, dove avevo passato moltissime ore ad aiutare le guaritrici, nella cura delle varie ferite dei saint.
Decisi così di tornare al tempio abbandonato in mezzo alla foresta, per cercare delle risposte alle mie tante domande, senza soluzione. Una volta a destinazione, entrai senza esitazioni, nel tempio diroccato.
Non appena raggiunsi ciò che restava dell’altare, mi sedetti a terra e cominciai a concentrarmi sul mio cosmo, finché una luce bianca e calda, mi investì totalmente.
Come aprii gli occhi, mi ritrovai in quello che riconobbi, come l’atrio della terza casa. Mentre mi chiedevo come fosse finita lì, vidi una figura completamente bianca dirigersi nella parte privata della casa e la seguii immediatamente. Entrai così, in quella che era l’odierna camera da letto di Kanon e lì mi ritrovai davanti Iris, che sembrava non essere sorpresa della mia comparsa. La stanza era arredata molto spartanamente, ma era comunque molto bella. Accanto al letto matrimoniale, che si trovava al centro della stanza e su cui era seduta la mia stessa del passato, si trovava una culla di legno, con dentro una bambina che dormiva. << Sei la me stessa di un lontano futuro, vero? >>, mi chiese Iris, guardandomi. << Sì, è così e il mio nome è Aglae >>, le risposi, guardandola a mia volta.  << Se attraverso la meditazione, sei riuscita a trovare questa piccola parte di me che alberga ancora nella tua anima, vuol dire che hai molti dubbi e che desideri avere delle risposte che siano certe e assolutamente chiare >>.
<< È proprio così, Iris.  Sono due mesi ormai che sogno un campo di battaglia piena di morti, dove vedo chiaramente la morte del gold saint di Capricorn e poi sento un mio urlo di disperazione lontano, di cui però non conosco la causa... >>
<< Indubbiamente, queste tue visioni sono da ricondurre a quello che sarà il vostro ultimo scontro con le milizie della dea Artemide…  Solo questo posso dirti, senza rischiare di cambiare il futuro… In quello scontro, perderai un fratello acquisito e una sorella di sangue.
Fai attenzione anche al tuo amato, perché se la storia si ripetesse, lo vedrai morire sotto i tuoi occhi, senza poterlo salvare >>.  Quelle sue parole così criptiche, mi riempirono il cuore di una cupa tristezza. Pochi secondi dopo che Iris ebbe pronunciato quelle terribili parole, la visione scomparve e mi ritrovai nel tempio diroccato.
Feci per muovermi, ma il peso di quelle terribili parole, me lo impedì e anche le mie forze sembrarono venire meno.
Rimasi per quello che sembrò un tempo infinito, a meditare e a piangere in silenzio, su quelle terribili rivelazioni e a cercare di capire perché il destino fosse stato tanto gramo con le persone a cui più volevo bene.
Dopo essermi sfogata, mi alzai e me ne andai da quel luogo tetro.
Quando fui in vista della parte del Santuario riservata alle sacerdotesse guerriere, mi sentii già meglio e pensai che non avrebbe avuto senso angosciarsi, per qualcosa che poteva accadere oppure no.  Erano ormai le sei passate, quando varcai la soglia del mio alloggio. Non mi stupii più di tanto però, nel vedere Kanon aspettarmi seduto sul letto. << Domani combatteremo la nostra ultima battaglia, con la dea Artemide. E quindi vorrei… >>, mi disse, ma lo interruppi all’improvviso, baciandolo con tutto l’amore di cui ero capace. Vidi un’espressione di sorpresa sul suo volto, ma presto quello mi sembrò un dettaglio inutile, quando il nostro bacio divenne più intenso. Quando ci staccammo diverso tempo dopo, Kanon mi strinse forte a sé.
Feci per dire qualcosa, ma prima che potessi farlo, mi ritrovai tra le braccia di Kanon e poco dopo, eravamo entrambi nel salotto della terza casa. << Ho intenzione di stare qui con te fino a domani mattina, Aglae. Questo perché non voglio perdere quella che potrebbe essere l’ultima sera con te, per stare da solo nella mia casa >>, mi disse, sorridendo e io ricambiai volentieri il sorriso.
Nonostante i buoni propositi di entrambi, durante la cena non riuscimmo a sostenere una normale conversazione.
<< Kanon, devo parlarti >>, esordii io alla fine del pasto. Attirai così tutta l’attenzione di Kanon, che mi fece cenno di andare avanti.
<< Domani non sappiamo cosa potrebbe accadere durante l’ultima battaglia...  Per questo motivo, desidero fare l’amore con te stanotte, Kanon. Io ormai mi sento pronta >>, continuai e Kanon mi sorrise dolcemente.  Nonostante l’ansia per l’imminente battaglia, passammo una notte magica insieme, che resterà sempre scolpita nella mia memoria.  Tra l’altro, i miei sogni quella notte non furono sconvolti da terribili incubi e la mattina seguente, mi risvegliai con un sorriso veramente sincero.  << Come ti senti, Aglae? >>, mi sentii chiedere e solo in quel momento, mi accorsi che sia io che Kanon eravamo svegli.  << Benissimo, amore mio >>, gli risposi, guardandolo intensamente, mentre la sua mano destra si intrecciava con la mia sinistra. Restammo così in silenzio a guardarci, finché non si rendemmo conto che, se non ci fossimo dati una mossa, saremmo arrivati in ritardo alla riunione di tutti i saint.
Dopo esserci messi a posto e vestiti, facemmo colazione insieme e dopo esserci dato un ultimo bacio appassionato, Kanon mi portò attraverso uno dei suoi portali alla mia casa e poi fece immediatamente ritorno alla terza.
Quando mi ritrovai sola, iniziai a fissare la mia silver cloth e pregai mentalmente, affinché quel giorno andasse tutto per il meglio.
Indossata la mia maschera e la cloth, uscii e mi andai ad unire a Anna e Dafne, che si trovavano non troppo lontano dalla mia casa.
Quando arrivammo nello spiazzo davanti alla scalinata per la prima casa, scorsi subito Kanon tra i gold saint già presenti e pochi minuti dopo il nostro arrivo, tutti e venticinque i gold convocati erano lì presenti e in attesa.
L’atmosfera intorno a noi era molto tesa, ma nonostante questo, alcuni di noi riuscivano a parlare e scherzare tra loro senza problemi.
All’improvviso, un bagliore comparve nella prima casa e poco dopo, ne uscirono la dea Atena, rivestita della sua Kamui e il gran sacerdote.
Di conseguenza, ci inchinammo immediatamente tutti e venticinque.
<< Alzatevi pure, miei valorosi saint.
Spero che abbiate recuperato le vostre forze e che siate pronti per la terribile battaglia, che attende tutti noi non troppo lontani da qui >>, esordì la dea Atena.
<< Ognuno di voi dovrà combattere al massimo delle sue possibilità, per sconfiggere le guerriere nemiche della dea Artemide,
Fate però attenzione all’unico primo guerriero della dea Artemide: egli, infatti, maneggia una spada potentissima, che può trafiggere qualsiasi cosa o persona.
Detto questo, ora preparatevi, perché Mu di Aries e il suo allievo Kiki ci teletrasporteranno sul campo di battaglia >>, aggiunse infine il gran sacerdote.
Poco dopo, ci ritrovammo tutti travolti da un’ondata di luce e quando riaprii gli occhi, vidi davanti a me il campo di battaglia delle mie visioni premonitrici.
Era una pianura erbosa, circondata a destra e a sinistra da due file fittissime di alberi.
Davanti a noi si trovava l’esercito della dea Artemide, pronto a darci battaglia.
La prima fila era composta dall’élite delle guerriere nemiche e dietro di loro invece, si trovavano le guerriere semplici.
Inoltre, al centro della prima schiera, si trovava la dea Artemide con alla sua destra la maestra Yume e alla sua sinistra, l’unico guerriero uomo del suo schieramento.
<< Disponetevi anche voi, valorosi saint.
I gold saint in prima fila, i silver nella seconda e i bronze in terza.
Io e la dea Atena ci porremo in mezzo alla prima fila >>, disse il gran sacerdote.
Il primo attacco fu lanciato da una delle guerriere nemiche, ma non andò a segno, poiché bloccato subito dal Crystal Wall del gold saint di Aries.
Da lì in poi, cominciò il vero e proprio scontro campale.
Per lungo tempo, mi ritrovai a combattere con le guerriere semplici, perché anche se non erano particolarmente forti, erano veramente molto accanite, nel combattere.
L’unica persona che combatteva non distante da me era Dafne, che stava facendo una vera e propria mattanza di nemiche, senza il minimo sforzo.
Ero anche preoccupata per Kanon e per ciò che gli sarebbe potuto accadere...
Inoltre, avevo percepito chiaramente i cosmi della maestra Yume e di Milo scontrarsi e questa cosa non presagiva nulla di buono...
All’improvviso, mentre stavo per raggiungere Dafne che era completamente circondata, sentii chiaramente un’enorme esplosione cosmica e poi i cosmi della maestra e di Milo scomparire completamente dal campo di battaglia.
<< L’hai sentito anche tu? >>, mi chiese Dafne, mentre combattevamo spalla a spalla.
<< Sì, purtroppo...
Vorrei andare a controllare cosa è successo, ma purtroppo non credo che sarebbe un’impresa facile... >>, le risposi, mentre mettevo al tappeto una guerriera con un calcio.
<< Speriamo solo che non sia successo l’irreparabile, perché sennò sarebbe un gran bel casino da risolvere >>, disse Dafne, dopo essersi liberata di altre quattro nemiche con i suoi terribili incubi mentali.
Qualche minuto dopo però, un boato terribile arrivò da dietro di noi e voltandomi, vidi, con mio sommo orrore, Shura cadere a terra, in una pozza di sangue.
In quel momento, sentii come se mi fosse caduta un’intera montagna addosso...
Ignorando i richiami di Dafne, mi feci velocemente spazio tra le guerriere nemiche, ma fui bloccata a metà tragitto, da una delle prime guerriere della dea Artemide.
<< Se vuoi raggiungere il tuo compagno, prima devi batterti a duello con me, saint della dea Atena >>, esordì la sconosciuta e reprimendo a stento un moto di pura rabbia, mi misi in posizione d’attacco, per fronteggiarla.
Lei così mi si gettò contro, dando inizio a un lungo ed estenuante corpo a corpo senza esclusione di colpi e ci fermammo solo diverso tempo dopo, per riprendere fiato.
Questa guerriera era ancora più abile e veloce della sua compagna Aurora e questo faceva in modo, che faticassi parecchio a parare i suoi attacchi o a colpirla.
<< Sei diventata molto forte, Aglae.
Non pensavo che avresti intrapreso la strada da saint della dea Atena, a causa del tuo carattere troppo buono >>, disse improvvisamente la sconosciuta, sconvolgendomi.
<< Chi sei e come fai a sapere il mio nome? >>, le chiesi allora e in risposta, mi fece vedere un ciondolo che aveva sotto la sua armatura e sbiancai.
 Quel ciondolo apparteneva a mia sorella maggiore Virginia, poiché ero stata io stessa a regalarglielo, per il suo decimo compleanno. << Sorellona >>, mormorai sconvolta, mentre sentivo le lacrime pizzicarmi gli occhi.
Ero veramente felice che fosse viva, ma il fatto che fosse una guerriera nemica, mi rattristava, poiché mai avrei immaginato che fosse stata quella la sua sorte.
<< Scommetto che mi credevi morta, dopo tutti questi anni, Aglae... >>
<< Io... >>, feci per risponderle, ma fui impossibilitata a farlo da Virginia, che cercò di colpirmi con il suo pugno destro, impregnato di cosmo.
Non riuscendo a parlarle, mentre continuava a cercare di colpirmi con i suoi pugni, la mia inquietudine interiore aumentava sempre più.
Per evitare un pugno in pieno viso, mi feci scudo con entrambe le braccia, ma il colpo fu talmente forte da sbalzarmi indietro di parecchi metri.
Quando ormai ero sicura che avrei avuto un incontro ravvicinato con uno degli alberi lì vicino, mi sentii afferrare da due braccia forti, che riconobbi subito come quelle di Kanon.
<< La tua avversaria sembra essere molto forte >>, disse, dopo avermi posata a terra.
<< Lei è Virginia, mia sorella maggiore...
Come posso riuscire ad affrontarla, Kanon? >>
A quelle mie parole, lo vidi diventare livido, in volto e mi strinse una mano.
Mi accorsi subito che Virginia ci stava osservando con attenzione, ma non sembrava per il momento intenzionata a attaccarmi nuovamente.
Kanon fece per dire qualcosa, ma fu interrotto da un bagliore che comparve accanto a noi e da cui pochi secondi dopo, uscì Anna.
<< Affronterò io questa prima guerriera, Aglae.
Tu e Kanon andate da qualche altra parte a combattere, perché non siamo messi bene, a causa dei tanti morti del nostro schieramento >>, esordì, superandomi.
<< Grazie, Anna >>, le risposi, prima di seguire Kanon al centro del campo di battaglia.
Moltissime guerriere nemiche di entrambi i loro ranghi erano cadute combattendo, a costo però della vita di moltissimi dei nostri valorosi compagni.
Quando vidi il corpo di Shura esanime a terra, trattenni a malapena le lacrime...
Come notai però che il colpo di grazia era stato inflitto con una spada, mi gelai sul posto, pensando a ciò che Irene mi aveva predetto...
Non passai però molto tempo sugli allori, poiché vidi spuntare dal nulla il primo guerriero della dea Artemide e ingaggiare uno sconto furioso con Kanon, a pochi metri da me.
A quella vista, sentii il mio cuore perdere un battito e pregai mentalmente, affinché non accadesse nulla di orribile al mio Kanon.
Non indugiai oltre però, poiché non volevo stare in disparte e iniziai a ingaggiare battaglia con qualsiasi avversario, mi si parasse davanti agli occhi.
Avevo appena atterrato una decina di guerriere semplici, quando un brivido freddo mi percorse interamente la spina dorsale e voltando appena il viso all’indietro, notai l’avversario di Kanon correre velocissimo verso di me, con la spada sguainata.
In quei pochi secondi, realizzai solo che sarei stata ferita gravemente, ma all’ultimo momento, Kanon mi si parò davanti e subì il colpo al mio posto.
Il sangue del mio uomo finì sul mio petto e io rimasi a malapena in piedi, per lo shock.
<< Kanon... >>, mormorai con le lacrime che mi pungevano gli occhi per uscire, mentre lo sorreggevo a fatica, perché non cadesse di colpo a terra.
<< Allora avevo indovinato, gold saint di Gemini.
Questa saint è molto importante per te >>, disse il guerriero nemico beffardo, mentre sfilava la sua spada maledetta dal corpo di Kanon.
A quel punto, vidi l’espressione di Kanon mostrare un’espressione di puro dolore e allora per fermargli l’emorragia, premetti immediatamente i suoi seimaten.
Mi guardò con un’espressione riconoscente e io gli sorrisi, anche se lui non poteva vederlo, a causa della mia maschera.
<< Te la farò pagare cara, guerriero della dea Artemide.
Nessuno tocca una persona importante per me e non ne paga le conseguenze >>, dissi, rivolgendomi a quel maledetto guerriero, che mi guardava come se fossi una nullità.
<< Aglae, non essere avventata...
È molto potente e rischi di essere gravemente ferita >>, affermò Kanon, guardandomi.
<< Dovresti sapere che non sono il tipo di guerriera che scappa davanti al nemico...
Tu piuttosto, cerca di riprendere fiato un attimo, perché sei gravemente ferito >>, gli replicai adirata, facendomi avanti per battermi.
Kanon mi aveva protetta, non pensando a se stesso e io ora avrei fatto lo stesso con lui...
Ne andava del mio orgoglio di saint della dea Atena e di donna.
Il mio avversario così partì all’attacco, cercando di colpirmi in punti dove le ferite avrebbero notevolmente ridotto le mie capacità motorie, con la sua spada.
I suoi fendenti erano velocissimi ed era veramente un’impresa riuscire a schivarli tutti.
Evitai i suoi colpi, finché non mi distrassi un attimo, a causa di un’improvvisa esplosione cosmica proveniente dall’altro lato del campo di battaglia e così fui ferita al fianco destro.
Il dolore generato da quella ferita era lancinante e richiamai tutte le mie forze, per non cadere a terra, a causa del male che provavo.
Se io stavo provando tutto quel dolore per una ferita simile, allora Kanon doveva stare provando le pene dell’inferno, in silenzio.
<< Come ti senti, saint della dea Atena?
La mia spada provoca ferite che difficilmente si rimarginano e che provocano un dolore immenso >>, disse il mio avversario, sorridendo in modo maligno.
<< Se pensi che mi arrenderò per il dolore di una ferita, ti sbagli di grosso.
Non smetterò di combattere finché avrò ancora una briciola del mio cosmo a sostenermi, nel corpo >>, gli risposi, mentre iniziavo a richiamare la mia essenza cosmica.
<< Lo scontro si deciderà con questo ultimo colpo >>, ghignò il mio avversario in risposta, mentre iniziava ad espandere il suo cosmo.
<< Vortice marino delle Nereidi >> e << Colpo delle cento lame d’energia >>, gridammo poi contemporaneamente, mandando i colpi a segno.
Mentre io venivo colpita dalle lame d’energia cosmica, il mio avversario fu invece avvolto da un vortice d’acqua senza alcuna via d’uscita.
Io, grazie al mio scudo mentale, riuscii ad evitare buona parte delle lame cosmiche, ma quelle che riuscirono a colpirmi, mi causarono notevoli ferite e caddi a terra.
Sentii Kanon urlare il mio nome, ma non avendo più forze, non riuscii a rispondergli.
A malapena, sentii il tonfo del corpo del mio avversario, che cadeva violentemente a terra e prima di perdere i sensi, vidi Kanon accanto a me e Dafne correre verso di noi.
Quando finalmente riuscii a svegliarmi dal lungo sonno senza sogni in cui ero caduta, misi a fuoco faticosamente il luogo in cui mi trovavo e ci volle diverso tempo, affinché mi accorgessi di essere nella stanza da letto di Kanon.
Mi sarei voluta alzare dal letto dove mi trovavo, ma le ferite che avevo su buona parte del corpo, dolevano tanto e dubitavo di essere così forte, da riuscire a stare in piedi da sola.
Come mi decisi a chiamare Kanon però, la porta della camera si aprì ed entrò Virginia.
<< Sono felice che tu ti sia svegliata, Aglae >>, disse, sorridendomi e io rimasi di sasso.
Sinceramente, lei era l’ultima persona che mi aspettavo di vedere...
<< Come mai sei qui, Virginia? >>, le chiesi, mentre si sedeva sulla sedia accanto al letto.
<< Sono venuta a vedere come stavi, sorellina...
Essendo ormai passati quattro giorni dalla fine della guerra sacra, ho chiesto il permesso alla mia dea, per poterti venire a trovare ed eccomi qui...
Inoltre, quando il tuo ragazzo mi ha vista sulla soglia della sua casa, mi ha solo indicato la porta di questa stanza, senza nemmeno dire una parola...
Con questo suo comportamento, mi ha fatto capire che desiderava che ci chiarissimo al più presto >>, mi rispose e pensando a ciò che Kanon aveva fatto per me, provai un grande sentimento di gratitudine, nei suoi confronti.
Passammo così un tempo lunghissimo a raccontarci ciò che era accaduto in quegli anni passati lontane e finalmente, avrei potuto affermare di aver ritrovato mia sorella.
Quando ormai era pomeriggio inoltrato, bussarono alla porta e come dissi di entrare, fecero il loro ingresso Dafne, Anna e Eleni.
Erano venute a vedere come stavo e non poterono fermarsi a lungo, poiché dopo un po’ Kanon le mandò via tutte e tre, dicendo che ero ancora molto provata dalle ferite e che quindi, dovevano lasciarmi il tempo di riprendermi.
Solo a Virginia non disse nulla, ma lei mi salutò, prima che si cenasse e se ne andò, con la promessa di tornare presto a trovarmi.
Quando restammo solo io e Kanon, passammo diverso tempo a guardarci, negli occhi.
<< Grazie di tutto, amore mio >>, gli dissi, dopo un po’ e lui per risposta, mi regalò uno dei suoi bellissimi sorrisi enigmatici.
<< Ho solo pensato che farti chiarire con tua sorella, ti avrebbe fatta stare meglio e a quanto ho potuto vedere, non mi sono sbagliato...
Ora però devi solo pensare a guarire e a nient’altro >>, mi rispose, mentre prendeva la mia mano destra tra le sue, in un atto di estrema dolcezza.
<< Lo farò, te lo prometto, Kanon >>.
Pochi giorni dopo il mio risveglio, tutti i gold e i silver saint periti in battaglia furono riportati in vita e questo evento portò grande gioia in tutto il Santuario.
Due settimane dopo l’incontro con mia sorella, le mie ferite erano quasi del tutto guarite e finalmente, potei tornare a camminare per il Santuario, senza alcun problema.
Inoltre in quello stesso periodo, la maestra Yume fece il suo ritorno al Santuario, accompagnata dal dio Apollo in persona ed ora era nuovamente una saint della dea Atena.
Nei due mesi successivi, scoprii di aspettare un bambino e non scorderò mai il semi-svenimento che ebbe Kanon, quando glielo comunicai.
Quando si riprese dallo sconvolgimento però, mi disse di esserne veramente felice e che saremmo stati una famiglia felice.
In quei giorni, tutti i saint residenti in terre straniere fecero ritorno alle loro città e anche Anna se ne tornò nel suo paesino disperso fra i monti Elburz, in Iran.
Era mia speranza che avremmo potuto vivere tutti in pace, per diverso tempo e che così, avremmo potuto crescere al meglio la nuova generazione di saint della dea Atena...
Ombre scure e cariche di tempesta però si profilavano all’orizzonte, facendomi capire che la pace sarebbe durata per poco tempo ancora.

Nota dell'autrice: ed eccomi qua con il finale di questa storia...
Spero che piaccia a tutti miei lettori e di non averne lasciato deluso nessuno :)
Ringrazio infinitamente JCMA e Red_Amortentia per aver aggiunto la mia storia alle seguite e Ai91 per le sue fantastiche recensioni.
Ciao e alla prossima,
Lilith.

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