The Rise of the Miraculous

di Hikaru_Tsuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


 

 

 

Capitolo uno.

 

 

 

 

 

Caro diario, sono passati ben cinque anni dall'evento che ha sconvolto la mia vita, o almeno da quando quel gatto nero vi è entrato come un cataclisma. Chi avrebbe mai creduto che in realtà il ragazzo che mi aiutava a salvare Parigi e flirtava con me, fosse il mio amato Adrien?

Marinette strappò il foglio dal diario, accartocciandolo e buttandolo nel cestino assieme ad altre palline. Aveva comprato un nuovo diario e voleva iniziarlo in un modo carino. “Caro diario, - era l'unica cosa che sicuramente le andava bene. - sono ormai cinque anni che sono la ragazza di Adrien...” strappò anche quel foglio e un'altra pallina di carta andò a fare compagnia alle altre. «Se solo ci fosse Tikki...» sussurrò. Quel piccolo pensiero diede alla giovane l'ispirazione.


Caro diario, sono ormai tre anni che il mio compito come Ladybug si è concluso. Ti chiederai perché... per risponderti, dovrei tornare ad un evento di ben cinque anni fa, quando conobbi il vero volto di Chat Noir, il mio partner.
Successe tutto una notte di cinque anni fa. Scoprire che, in realtà, il ragazzo a cui mi ero dichiarata e dal quale avevo ricevuto un rifiuto, era innamorato di un'altra ragazza mi aveva distrutto, mentre piangevo per il rifiuto appena subito, venni akumatizzata, e fu sempre in quella notte che il mio nemico venne a conoscenza della mia vera identità. E' inutile dirti che dopo quell'evento la vita diventò un inferno.
Le Papillon cercava di akumatizzare le persone a me più vicine e la mia doppia vita iniziava ad andarmi stretta. Iniziai a vivere come Ladybug, la vecchia Marinette era irriconoscibile.
Facevo molte assenze a scuola, in quanto troppo stanca per alzarmi, a causa delle ronde notturne che mi sfiancavano. Iniziai a truccarmi molto per nascondere i lividi e gli ematomi che i combattimenti mi causavano.
Sapevo di non essere sola, da quel che notavo neanche Adrien se la passava bene. Era sempre pieno di impegni sotto ordine di suo padre, come se quell'uomo ci volesse dividere.
La situazione andò avanti così per un anno, fino a che non decidemmo di iniziare la ricerca di Le Papillon. Avevamo ormai ben diciassette anni quando scoprimmo dove si trovava la base segreta del nostro nemico, l'unico problema era riuscire a entrarvi.
Fu così che Adrien si fece prendere dall'odio e Le Papillon lo akumattizzò. La verità è questa, quel magnifico ragazzo era riuscito nuovamente a controllare la possessione per proteggermi.
Quel giorno lo ricorderò per sempre: il modo in cui, agonizzante, mi portava alla base del nostro nemico. Contrastare il proprio odio non è mai stato facile, ma il suo si era accumulato in un modo anormale e una lotta interna lo stava logorando, rendendolo ancora più debole.
Fu una lotta fino all'ultimo sangue... letteralmente. Le Papillon aveva con sé una spada e combattere con armi vere, non è mai stata una delle mie abilità, così mi tenevo a distanza dall'uomo e cercavo di disarmarlo con il mio yo-yo.
Adrien dopo aver scoperto che il nostro nemico era suo padre, era disperato e accecato dal dolore e dalla rabbia, ciò non mi aiutava molto.
Fu un suo acuto urlo di dolore quello che distrasse Le Papillon, mentre gli lanciavo lo yo-yo e gli afferrai la gamba. L'uomo inciampò e cadde, trafiggendosi con la sua stessa spada.
Cercai di fermare la sua caduta, ma non riuscii a salvarlo. Avevo appena ucciso un uomo, e altri non era che il mio peggior nemico e il padre del ragazzo che amo.
Non volevo ucciderlo, lo giuro.
Il sorriso che fece mentre sentiva le forze abbandonarlo e il nome che sussurrò mi misero tristezza. Solo dopo qualche giorno Adrien mi rivelò che quello era il nome di sua madre,
morta in circostanze misteriose. Mentre Gabriel Agreste spirava, finalmente libero dal suo odio, il suo costume iniziò a dissolversi e un piccolo kwami rosa dalle sembianze di una farfalla si rivelò ai nostri occhi. Non appena si risvegliò, confusa, fu felice che l'avessimo liberata dall'odio e dalla rabbia del suo padrone. Io e Adrien annullammo le trasformazioni e mandammo Plagg e Tikki ad accogliere la piccola Nooroo. Quella sera scoprimmo dalla kwami rosa che Gabriel Agreste aveva radunato quasi tutti i Miraculous e doveva prendere il mio e quello di Adrien per scatenare qualcosa di veramente disastroso. Le Papillon utilizzava i poteri della piccola kwami rosa per ammaliare e trasformare in Akuma le persone. Fu in quella sera di ben tre anni fa che Tikki mi sorrise e mi ringraziò di essermi presa cura di lei in tutti quegli anni di lotta contro il male. Fu in quella sera che i miei orecchini magici divennero semplici orecchini. Fu in quella sera che Ladybug morì....

 

My Lady, così sembra una storia drammatica!» la voce divertita di Adrien fece sussultare la povera Marinette, che aveva gli occhi lucidi per la tristezza.
«Adrien... non è carino leggere i diari altrui! Più che altro, tu non eri a una conferenza stampa?» chiese la ragazza cercando di nascondere il diario, ma il sorriso del giovane la distrasse, e come ad ogni volta finivano con l'abbracciarsi e il baciarsi fino a che non rimanevano senza respiro.
So che ti manca Tikki, Marinette. Anche a me manca molto Plagg, nonostante sia stato un esserino dispettoso. Ma non è meglio così, in un certo senso? Significa che il mondo è un posto sicuro. - le disse asciugandole una lacrima solitaria. - fino a che il mondo non avrà di nuovo bisogno dei poteri dei Miraculous, rimarranno nascosti. Intanto, noi dobbiamo vivere la nostra vita, Marinette. Sii felice... per Tikki almeno.»
Come sempre quel giovane dagli occhi verdi come smeraldi la lasciava incantata.
«E poi che cosa può succedere? Il mondo è finalmente libero da Le Papillon!» rise e sollevò la ragazza, facendola girare su se stessa.
«Hai ragione, che altro può succedere?» ridacchiò in risposta.

 


Intanto dall'altr
a parte di Parigi, un ragazzo camminava in silenzio nei corridoi della sua villa nativa con il cellulare all'orecchio. «Natalie? Sono tornato. - disse con voce gelida. La casa era ormai era vuota da anni o almeno da quando suo padre, il grande stilista Gabriel Agreste, perse la vita a causa di un grave incidente domestico tre anni prima. - E' il momento di far rifiorire la fama degli Agreste e, cosa più importante, di far conoscere al mondo il vero erede di Gabriel Agreste.»
«Posso fare qualcosa per lei, signor Agreste?» negli anni Natalie non era cambiata molto, da quando il capofamiglia era morto, si era impegnata per gestire l'azienda di moda.
«No. Voglio solo gli appunti di mio padre e le chiavi della sua stanza.»
«Gliele farò avere immediatamente, signor Agreste. Vuole che faccia altro? Dovrei avvertire il signorino?»
«Oh no, lo farò io. - disse, chiudendo la chiamata. - Non vedo l'ora di vedere la tua faccia, quando mi presenterò alla tua porta, mio caro fratellino... i tuoi giorni da tenero e innamorato stanno per finire. Il mondo sta per scoprire chi è il vero figlio di Le Papillon.»

 

 

 

 

------------------- Piccole note delle scrittrici -------

 

 

Salve ragazzi! Siamo felici di pubblicare la nostra piccola opera d'arte anche su Efp! Pubblicheremmo qui una volta a settimana preferibilmente il venerdì credo, quindi state tranquilli che recuperiamo il passo e aggiungeremmo i capitoli nuovi ossia dal sei in poi! Mi raccomando se vi piace la storia o avete critiche di ogni tipo scriveteci! Non sapete quante scrittrici salvate dalla depressione con una semplice e bellissima recensione! Oh ho fatto rima! Okay basta deliriamo! Alla prossima settimana con il prossimo capitolo!!! 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***



Capitolo due.




Bridgette era una classica ragazza parigina, aveva dei lunghi capelli rossi, e due grandi occhi verdi.
Da qualche anno i suoi amici, se così si potevano chiamare, avevano iniziato a chiamarla Merida in onore della protagonista di un noto film Disney, per il suo aspetto, ma Bridgette, al contrario di Merida, non era di certo una combina guai, anzi lei cercava di evitarli il più possibile e viveva con tranquillità il suo ultimo anno di liceo prima di prendere la grande scelta.
In fatto di amore, Bridgette, sperava di trovare un principe delle favole, ma era un sentimento che lei in prima persona non aveva mai provato né mai visto.
I suoi genitori si erano divorziati quando lei aveva solo tre mesi e di buoni motivi per amare qualcuno, non ne conosceva.
Cercava di essere forte per sua madre, che l'aveva allevata da 
sola, come solo l'amore di una madre sa fare, ma la mancanza di un padre aveva ovviamente segnato la sua infanzia.

L'aria parigina aveva qualcosa che la tranquillizzava. “Posso farcela! - si ripeteva. - Non è poi così difficile, no?
La ragazza si era fermata un attimo, prima di attraversare la strada e girare l'angolo, e con gli occhi chiusi si godeva il dolce calore del sole primaverile. Con il cuore che le scoppiava nel petto, camminò per quei pochi metri e ciò che vide le tolse il respiro.
«Oh cielo.» esclamò.
Davanti a lei si stagliava un edificio gigantesco, l'academia delle belle arti nella quale aspirava di entrare.
Per sua fortuna, Bridgette non aveva mai sofferto di vertigini, ma aveva da sempre avuto qualche problema con il panico... molti problemi, in effetti.
Iniziò a respirare con maggiore frequenza, sentiva il cuore scoppiarle nel petto. «Calmati, Bridgette. Ricorda cosa ha detto il dottore: “Se senti che sta per arrivare un attacco di panico, siediti e inizia a contare”.»
La ragazza si guardò intorno, e con un sospiro si sedette sulla scalinata principale dell'università, chiuse gli occhi e iniziò a contare facendo dei respiri profondi.
«Stai bene?» le chiese una voce dolce e allegra.
Bridgette alzò la testa, davanti a lei si trovava una ragazza con dei lunghi capelli neri, intrecciati lateralmente e dei grandi occhi blu. «S-si, grazie.»
La mora sorrise. «Bene, sei la futura matricola che oggi deve fare il giro dell'università?»
«S-si, sono io. M-mi chiamo Bridgette. - rispose saltando in piedi e stringendole la mano con aria seria. - Piacere!»
«Riposo soldato. - rise la mora, facendole segno di seguirla. - Mi chiamo Marinette e sarò la tua guida per oggi, quindi non devi essere composta o ansiosa. Ormai da futura stilista sono diventata una guida turistica, quindi qualsiasi domanda ti passi per la mente, fammela. Sono sempre disponibile a risponderti, purché io sappia la risposta.» concluse ridendo nuovamente.
Bridgette annuì e la seguì in silenzio, senza fare domande. Osservava in silenzio ogni aula e ogni laboratorio, ancora più convinta della scelta che stava per fare.
 
Una volta concluso il tour, Bridgette si mise ad osservare Marinette. Era convinta di averla già vista prima di quel giorno.
Forse in una rivista di moda? - iniziò a rifletterci. - No! Lei è...
«T-tu sei la fidanzata di Adrien Agreste!» da come l'aveva posta non sembrava una domanda, ma un'affermazione.
Marinette sussultò dall'impetuosità della ragazza e, per un attimo, la guardò confusa, per poi arrossire vistosamente.
«Ehm... si, sono io. - disse grattandosi la base della nuca, cercando di evitare l'argomento. - Come stavo dicevo, questi sono i bagni. Vuoi fare una pausa?» chiese, osservando il viso sorpreso di Bridgette.
«S-si, grazie. Torno fra poco.» disse, correndo in bagno e chiudendosi dentro.
Era arrossita come non mai. “Avrà pensato che sono strana e se n'è andata.” pensò una volta uscita, quando non vide Marinette da nessuna parte.
In un certo senso ne era sollevata, avrebbe evitato altre figuracce, dall'altro aveva il timore di perdersi in quel gigantesco edificio.
 
Stava camminando a testa china ripetendosi che da qualche parte avrebbe sicuramente trovato una mappa e se ne sarebbe andata subito, però infodo le dispiaceva molto che marinette l'avesse abbandonata per colpa della sua sfacciataggine.
Una volta trovata la strada, si incamminò verso un ufficio quando si scontrò contro qualcuno. «Mi scusi.» disse subito.
«Stai più attenta, ragazzina. Gli occhi sono fatti per guardare la strada.» disse una voce gelida, che le fece venire i brividi lungo la schiena.
Bridgette alzò lo sguardo e si perse in due iridi color ghiaccio. Guardò il ragazzo con cui si era scontrata, e rimase a bocca aperta. Aveva i capelli di un biondo chiarissimo, e quegli occhi penetranti che colpirono subito Bridgette al cuore.
In un certo senso, aveva qualcosa di familiare.
«Mi perdoni... avevo la testa fra le nuvole e non l'avevo notata.» sussurrò Bridgette, ancora persa in quegli occhi.
E' forse così che la gente si innamora nei film?
«E spostati, stai bloccando la strada.»
La giovane non ebbe neanche il tempo di rispondere, che il ragazzo l'aveva già lasciata sola nel corridoio.
«Stai bloccando la strada...» si ritrovò a imitarlo con una voce buffa, mentre camminava nei corridoi. Doveva ancora trovare una mappa, dopo sarebbe stato tutto più facile.
«Ehiiii! Da questa parte.» disse una voce che richiamò l'attenzione della ragazza, che entrò in un ufficio deserto con una scrivania al centro, sopra al quale si trovava una scatolina.
La curiosità la fece da padrona e Bridgette si avvicinò alla scatolina, aprendola. All'interno trovo una spilla a forma di farfalla, si guardò un po' intorno e la indossò. Non appena l'appuntò alla maglia, un piccolo esserino rosa si alzò in volo, aprendo le sue piccole e delicate ali... era un vero piccolo spettacolo.
«Grazie per avermi liberato. - disse l'esserino, con una vocina dolce... quasi ammaliante. - Sono anni che aspetto di incontrarti e adesso che il male sta tornando, ci sono finalmente riuscita... è magnifico! Comunque scusami, non mi sono ancora presentata, il mio nome è Nooroo, e sono il kwami farfalla. Da ora in poi, finché il male non verrà sconfitto, tu sarai la mia nuova custode, non sei felice?»
Bridgette osservava la piccolina, senza emettere un fiato ellaborando il tutto, una volta che Nooroo smise di parlare, però, iniziò a gridare terrorizzata.
 


«Ma dove sarà quella ragazza? Il bagno non è così grande da riuscire a perdersi.» Marinette stava ancora aspettando Bridgette davanti alla porta del bagno, aveva le braccia incrociate al petto e sbuffava annoiata. Erano passati già dieci minuti da quando Bridgette era entrata lì dentro e Marinette stava iniziando a preoccuparsi.
Non appena entrò, notò che l'antibagno aveva una seconda porta, dalla quale la ragazza era sicuramente uscita.
Marinette iniziò a cercarla ovunque gridando il suo nome ma qualcosa, dentro di lei, le fece avere un capogiro... sembrava come una sensazione vecchia, quasi dimenticata in un cassetto, che le riempì il petto di gioia.
«Andiamo, Bridgette. Io neanche a quattordici anni mi perdevo negli edifici.» sbuffò Marinette, mentre si appoggiava al muro, pensando al prossimo luogo dove cercare la rossa, d'istinto si ritrovò ad acarezzare il suo orecchino destro, orecchino dove di solito entrava Tikki, ma che ormai senza la magia del Miraculous era diventato un semplice orecchino, assieme all'anello di Chat Noir, semplici oggetti privi di magia.
«Tu a quattordici anni salvavi il mondo e cercavi di farti notare da un tuo compagno di classe.» una vocina familiare fece sgranare gli occhi a Marinette, non la sentiva da tre anni, ma avrebbe mai potuto dimenticarla.
«Tikki? - sussurrò e la creaturina rossa si fece avanti, sorridendole e facendosi stringere in un abbraccio della ragazza. - Aspetta, ma se tu sei qui significa che il male è...» non fece in tempo a finire la frase che qualcosa picchiettò la finestra alla sua destra.
Marinette nascose Tikki nella sua borsetta e guardò oltre la finestra. Lo spettacolo che vide le fece tornare alla mente una ragazzina di quindici anni innamorata persa di un suo compagno di classe e del suo alterego, un egocentrico gattino, che in quel momento le sorrideva dall'altra parte.
La ragazza aprì la finestra e sorrise al giovane che si apprestò ad entrare. «Buongiorno, principessa. Come va con il tuo fidanzato? Ho sentito dire che è davvero purrrfetto... quindi gli ho dato un'occhiata e devo ammettere che è davvero da sogno. Biondo con gli occhi verdi... è l'uomo dei sogni di ogni ragazza. Concordi con me, Tikki?»
Marinette rise al monologo del ragazzo. Le era veramente mancata questa loro complicità, e doveva ammettere che la tuta aderente di Chat Noir era davvero un dono divino... delineava tutti i suoi muscoli che da ragazzino, Adrien non aveva.
«Il mio ragazzo dici? E' un tipo molto geloso. - sorrise Marinette. - E poi non sei fidanzato anche tu... con Ladybug, ad esempio?» chiese mentre si avvicinava a lui.
«Ladybug, dici? Non è ancora arrivata, quindi sono ancora libero di flirtare con te.» rise Chat Noir, mentre la ragazza controllava che non ci fosse nessuno in giro, per poi sorridere e chiudere gli occhi.
«Tikki, trasformami.» disse Marinette, dopo anni la famosa frase, frase che la rendeva l'eroina di Parigi. La piccola kwami venne catapultata negli orecchini della ragazza, che in un istante si trasformò in Ladybug.
Chat Noir la osservò mentre si trasformava e notò tutti i particolari della sua nuova uniforme. I suoi due codini erano stati sostituiti da uno chignon, legato da un fiocco rosso, e in aggiunta alla solita tuta rossa a pois neri, aveva un paio di guanti neri che le arrivavano al gomito e un paio di stivali lunghi fino alla coscia.
E' così carina, e così dannatamente eccitante.” pensò Chat Noir, che non perse tempo e la tirò a se, per baciarla dolcemente.
«My Lady? Sei in ritardo oggi, stavo scegliendo se tradirti o no con una moretta molto carina.» rise il ragazzo mentre usciva dall'edificio e tendeva la mano a Ladybug.
«Quanto sei drammatico... ho ritardato solo perché un gattino mi hai distratto.» Rise mentre si apprestava a scavalcare, anche lei, la finestra.
 
Chat Noir le fece l'occhiolino, mentre saltavano sugli edifici. Ogni tanto si voltava e la guardava mentre saltava con gli occhi chiusi, per sentire di nuovo l'ebbrezza dell'aria sul viso. Era nuovamente felice, e Chat lo era di conseguenza.
«Da quanto tempo sei trasformato in Chat Noir?» chiese dal nulla, fermandosi sopra il tetto di una casa, mentre lui le si affiancava.
Il giovane all'inizio non rispose, osservando un punto lontano attirato da uno strano oggetto dal quale poi distolse lo sguardo. «Non da moltissimo... solo il tempo di sfuggire da una conferenza stampa e venire a trovarti.» ridacchiò mentre osservava la sua ragazza. Si notava da lontano la gioia dei due ragazzi di essere tornati quelli di un tempo.
«E' tutto troppo calmo,non credi? Non dovremo...» la ragazza non fece in tempo a concludere la frase, che si alzarono delle urla non molto distanti da loro.
«Stavi dicendo, my Lady? Credo che qualcuno ci sta aspettando... lo andiamo a salutare?» chiese Chat Noir, saltando verso la direzione dalla quale proveniva tutto il caos. Ladybug non se lo fece ripetere un'altra volta e lo seguì.
La scena che videro fu molto familiare. Alcune persone erano state trasformate in grandi cartelloni pubblicitari e attaccate ovunque. Sul loro viso avevano delle espressioni di puro terrore.
L'artefice era un uomo vestito di nero, con un una lancia con la quale colpiva le persone e le trasformava in poster.
«Ehi amico. - gridò Chat Noir. - Stai attento o ti si seccherà la colla, non credi?» Ladybug iniziò a ridere alla vista dello stupore del cattivo. Amava il lato ironico del gattino, poiché lo usava come trappola per distrarre i cattivi mentre lei cercava l'Akuma.
«Io sono Wallman. - urlò il cattivo. - E voi siete finiti.» saltò addosso a Chat Noir.
Ladybug, dietro a l'uomo, con il suo yo-yo cercava di bloccare la lancia prima che sparasse al suo compagno, ma non era affatto facile in quanto quando quell'arma toccava un oggetto, quest'ultimo diventava di carta.
«Ladybug, ho un piano. CAT-ACLYSME.» gridò Chat Noir, dando fondo al suo potere, ma Wallman fu più veloce e lo toccò, trasformandolo in un poster.
«NOOO! Chat Noir...» Ladybug sapeva che urlare non sarebbe servito a farlo tornare umano, ma doveva trovare subito un modo per distruggere l'Akuma che si era impossessato di Wallman.
«Come diavolo faccio? Mi serve qualcosa che lo distragga...» la ragazza era così presa a riflettere che non si era accorta della figura che l'aveva affiancata. Aveva una tutina rosa, con dietro due lunghe ali iridescenti, che si piegarono su loro stesse, diventando un mantello.
«Serve una mano?» la sua voce fece sussultare Ladybug, che la notò per la prima volta. Aveva dei lunghi capelli rossi legati in una treccia laterale e una maschera a forma di farfalla, che le ricordava vagamente quella di Le Papillon.
Che sia la custode del Miraculous farfalla?
Non ebbe il tempo di chiederlo, che si sentì tirare verso alto dalla ragazza. Stavano volando.
«NOO... aspetta! Chat Noir è ancora lì, lo dobbiamo liberare.» urlò mentre la rossa la stava portando via, in volo.
«Lo so, ho visto la scena dall'alto. Dobbiamo trovare un luogo per pensare a un piano e per metterlo in azione. - disse la ragazza mentre depositava Ladybug su un tetto. - Ho notato che lui non può volare, quindi abbiamo ancora questo vantaggio.»
«Chi sei?» chiese con circospezione e un pizzico di sospetto.
«Mi chiamo Butterfly, sono la custode di Nooroo e del Miraculous farfalla.» rispose indicando la sua spilla.
Ladybug la guardò e le sorrise, dopodiché iniziò a riflettere sull'osservazione di Butterfly. «LUCKY CHARM.» chiamò il potere del suo Miraculous, che fece apparire un pacchetto di chewing-gum.
All'inizio non aveva la più pallida idea di cosa farne, ma un sorriso fece la sua apparizione sul viso della sua nuova compagna, e questo la tranquillizzò. «Me ne dai un po'? Ne vado matta.» sorrise spontaneamente Butterfly, mentre Ladybug gliene passò alcune.
Cercò di immaginare cosa fare con gli altri e si concentrò fino a visualizzarlo.
«Butterfly, distrailo mentre io butto i chewing-gum a terra, dovremmo bloccarlo e infine sconfiggerlo. Sei pronta?» la rossa annuì per poi prendere il volo, attirando l'attenzione del cattivo. Ladybug ne approfittò e mise in atto il suo piano, riuscendoci senza nessun problema.
Individuò l'Akuma e lo liberò, dopodiché prese il suo yo-yo e lo lanciò contro al piccolo corvo malvagio che ne era uscito. «Hai creato fin troppi problemi, piccolo Akuma. Ti libero dalla malvagità. - disse, catturandolo. - Ciao, ciao, uccellino.» concluse, liberandolo dopo averlo purificato.
Ladybug alzò il pacchetto di chewing-gum verso il cielo e si concentrò. «MIRACULOUS LADYBUG.» urlò, lanciandolo verso l'alto e facendo tornare tutto come prima.
Chat Noir, una volta libero, corse dalla sua amata ma la trovò che chiacchierava allegramente con una ragazza e, confuso, si fece avanti, tendendole una mano. «Chat Noir. Il grande Chat Noir! - si vantò. - Sei una nuova custode?» chiese, mentre la ragazza davanti a lui ricambiava la stretta, con un sorriso sulle labbra.
«Si, mi chiamo Butterfly e da oggi, se volete, sono la vostra nuova compagna. - arrossì, la giovane mentre qualcosa sul suo petto iniziò a suonare, era la spilla della ragazza che indicava il termine della trasformazione. - Accidenti, devo scappare. A presto.» sorrise, aprendo le ali e volando via.
«Ci serviva qualcuno che controllasse il traffico aereo no?» commentò ironico Chat Noir, facendo ridere Ladybug.
Quando iniziarono a suonare i loro rispettivi Miraculous, per un momento i due si guardarono negli occhi e sorrisero al ricordo di quando scappavano per non far scoprire la loro vera identità.
«Andiamo a casa?» chiese il ragazzo, tornando ad essere Adrien.
Marinette annuì. «Ho comprato proprio oggi una bella fetta di Camembert.» disse, stimolando l'appetito di Plagg.
 
«Maledizione... C'ero cosi vicino!» gridò una voce maschile in una stanza completamente buia.
Al centro di essa, c'era solo una presenza maschile vestita di un blu talmente scuro da sembrare nero, ma il suo costume era diverso da quello degli altri custodi... sembrava ricoperto da piume di corvo. Non era per niente allegro anzi, in un certo senso, metteva paura. Lui lo sapeva e lo sperava. «Questo è solo l'inizio. La prossima sono certo che vincerò io, Ladybug!»
 

 

 

 

 

 


------------------- Piccole note delle scrittrici -------

 

 

Ciaoooooo! Bene come promesso ecco i primi personaggi nuovi ad entrare in gioco, Grazie davvero di seguire la storia e principalmente chi l'ha già messa fra le preferite, seguite e da ricordare! Non immaginate neanche quanto sia gratificante! per il resto che ne pensate avete già qualche teoria malefica sulla storia? Partono le scommesse!! Ah per le ragazze dal cuore sensibile al fangirlismo radicale il prossimo capitolo è quello giusto per voi avrete la vostra dose di Adrienette quotidiana che sarete molto felici! E chi sa forse anche qualcuno per la piccola Bridgitte!

BACIIII!!!

 

p.s continuate a recensire! 

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


Capitolo tre. 
 



 
«Ti prego, ripetimi come siamo finiti in questa situazione.» brontolò per l'ennesima volta Chat Noir ma, come al solito, Butterfly non sapeva cosa rispondere.
Erano appesi da ore per le caviglie, da alcune e strane radici. Chat Noir, per la prima mezz'ora, aveva cercato di liberarsi ma alla fine si era arreso. Butterfly, dal canto suo, stava ancora cercando di fuggire.
«La vera domanda è: dove diavolo è Ladybug? E' la tua ragazza... non dovrebbe venire a salvarti?» sbottò Butterfly, in risposta.
«My Lady oggi aveva un esame importante, voleva venire ma gliel'ho proibito. La sua priorità è la scuola... i cattivi possono aspettare.» Chat Noir annuì convinto delle sue parole.
«Oh... che gattino adorabile. Non avresti, per caso, un fratello o qualche parente single da presentarmi?» rise la rossa, arrendendosi e incrociando le braccia al petto, per il nervoso.
«Sono figlio unico, mi dispiace farfallina. Forse ho qualche amico disponibile, ma io rimango unico nel mio genere. Sono purrrfetto... non c'è nessun altro gatto al mondo ad essere sia sexy che cataclismico come me!»
Butterfly rise, poi elaborando le sue parole, sgranò gli occhi e lo guardò con rabbia.
«Chat Noir, sei un idiota. - gli urlò la custode del Miraculous farfalla. - Tu hai il cat-aclysme!»
Il viso del ragazzo davanti a lei, si illuminò. «Hai ragione. CAT-ACLYSME! -  gridò attivando i suoi poteri e liberando entrambi dalla prigionia - Per favore, non dirlo a Ladybug... se lo scopre, riderà di me per anni. Digli qualsiasi cosa, digli che quella pianta era più resistente dei miei poteri e ci siamo liberati solo per pura fortuna.»
Butterfly rimase in silenzio vedendo, dietro al ragazzo, Ladybug che li osservava in silenzio e cercava di reprimere una risata.
«Ho una dignità da difendere e se Ladybug dovesse scoprire che non ho usato il cervello, ma una ragazza alle prima armi mi ha detto come liberarmi, sarebbe imbarazzante.» disse Chat Noir, continuando il monologo mentre camminava avanti e indietro.
«Sono sicura che Ladybug lo scoprirà prima o poi... dopotutto, è Ladybug.» ridacchiò Butterfly, mentre il gattino continuava a camminare avanti e indietro. Per colpa dell'ansia non aveva ancora notato che Ladybug lo stava ascoltando, comodamente appoggiata al muro.
«Stai scherzando? My Lady è così buona... e così dannatamente sexy. Se mi scopre mi tratterà come un bambino, o mi ignorerà, o peggio... mi lascerà! - Chat corse verso Butterfly e le prese le mani, guardandola negli occhi con uno sguardo disperato. - Ti prego Butterfly, non dire niente a Ladybug.»
La ragazza, per un attimo, si perse negli occhi del gattino... le erano così dannatamente familiari. L'unica differenza stava nel fatto che quelli davanti a lei erano verdi e non color ghiaccio, come quelli del... “No! Non può essere il ragazzo misterioso, dell'università. E' solo una coincidenza.”
«Ladybug, che ne pensi? Mantengo il segreto, o no?» disse la rossa, facendo impallidire il gattino davanti a lei.
«Oh non saprei, io mi sto divertendo un mondo. - si fece avanti la coccinella, ridendo, mentre Chat Noir, arrossito di colpo, balbettava frasi sconnesse e confuse. - Si, ho visto tutto. Vi stavo per liberare ma ci siete riusciti da soli. Mi dispiace gattino, hai solo drammatizzato la situazione. - rise, avvicinandosi a Butterfly. - Ditemi tutto ciò che avete scoperto sul nemico... no, Chat, non fare gli occhi dolci!» borbottò la mora spingendo da un lato il suo fidanzato, che le stava facendo il broncio.
Butterfly ridacchiò, facendo finta di non vedere Chat Noir abbracciato alla gamba di Ladybug che le chiedeva di coccolarlo. “Sembra un bambino di cinque anni in cerca di attenzioni.”
«Non molto, in verità. Abbiamo sentito delle grida ma non abbiamo visto niente, il tempo di entrare qui dentro e ci siamo ritrovati attaccati al soffitto. Mi dispiace, Ladybug. - disse, osservando Chat Noir che tornava serio. - E' possibile che un nemico sparisca nel nulla?» chiese, infine.
«No, per niente. Per adesso, direi di tornare alle nostre vite. -  disse, sentendo suonare il suo anello. - Restiamo in allerta. Se riusciamo a beccarlo, lo picch... ehm, lo salviamo.» si corresse, notando lo sguardo assassino di Ladybug.
«In questo caso, allora me ne vado. Devo tornare a studiare. Auguratemi buona fortuna!» sorrise la rossa, prima di volare via.
Ladybug e Chat Noir rimasero soli. «Adesso mi spieghi la storia dei tuoi neuroni spenti.» lo rimproverò la ragazza, prendendolo per un orecchio mentre tornavano a casa.

 
«Leannán, è pregata di usare il banco scolastico come sostegno per eventuali libri o quaderni, non come cuscino.» quel rimprovero acuto, stordì la giovane Bridgette.
Erano passati già tre giorni da quando quel nemico era sparito nel nulla e non era più riapparso. Butterfly aveva passato diverse notti a vigilare ma, essendo molto orgogliosa, aveva deciso di non avvertire né Ladybug né Chat Noir... voleva essere lei a controllare la città, mentre i suoi due compagni si rilassavano. Dopotutto avevano lottato per anni, era giusto che, in qualche modo, fosse anche lei importante per Parigi.
«Mi scusi professore.» rispose la rossa, sedendosi composta e controllando il proprio quaderno. L'unica cosa che vi trovò, fu un piccolo disegno al margine del foglio. Raffigurava due occhi penetranti, come quelli di una certa persona.
Più volte si era chiesta perché ne fosse rimasta così affascinata, ammaliata quasi, da quegli occhi così azzurri da sembrare ghiaccio.
«Leannán, forse è meglio se esci. Sei pallida come la morte... oh no, tu sei pallida di tuo.» le disse una voce maschile, dietro di lei.
Bridgette sospirò, di solito cercava di andare d'accordo con tutto il mondo e le sue creature, ma una di esse non le andava proprio a genio. Si trattava di Shaoran, il nipote del loro professore che, invece di rimproverarlo, ridacchiava.
«Mi scusi, posso andar...» prima che concludesse la frase, la campanella suonò liberandola da quella classe che la prendeva in giro per essere semplicemente sé stessa. Erano anni che cercava di ignorarli, ma loro la insultavano o la deridevano.
Bridgette, dal canto suo, non si arrendeva e tornava sempre con un sorriso gigantesco sul viso, anche se passava notti intere a piangere. Non voleva mostrarsi debole, voleva essere ricordata come una persona solare, o almeno ci provava.
Il tempo di alzarsi, che Shaoran e il resto della classe le fecero cadere tutte le sue cose per terra. La ragazza, ormai abituata a certe scenette, in silenzio si chinò a raccogliere le cose.
«Dovresti tirar fuori le tue potenzialità... a volte è difficile, ma bisogna unire le due vite, ricorda: “Un singolo fiocco di neve può piegare una foglia di bambù.”»
Bridgette osservò il suo professore alzarsi e andarsene come nulla fosse, quel tipo le ricordava tantissimo il maestro Miyagi del film “Karate Kid” ma, per rispetto alla figura dell'anziano professore, non lo aveva mai detto a nessuno.
Per quanto condividesse la stessa sadica ironia del nipote, quel vecchietto era adorabile. Faceva battute mentre spiegava e le sorrideva in un modo quasi paterno ogni volta che prendeva un bel voto.
Con un sospiro, la ragazza si alzò e si sistemò, faceva caldo quel giorno e lei era andata a scuola con una t-shirt nera... forse era per quello che la sua pelle sembrava di ceramica. Sistemando lo zaino, non si accorse della piccola Nooroo che svolazzava sul banco e la osservava con sguardo triste. «Ti hanno sempre trattata così?» chiese con la sua vocina ammaliante, facendo sussultare Bridgette. La ragazza doveva ammettere che la piccola kwami rosa riusciva sempre a sorprenderla.
«Alle scuole medie era anche peggio... una volta mi tirarono la farina. Dopotutto hanno ragione. Non sono bella... anzi sono bruttina e pure in carne, ma non importa. Sono fatta così e mi va bene.» Nooroo riconobbe subito un tono triste in quelle affermazioni. La piccola kwami, a differenza dei altri, era quella più calma e dolce... volò davanti alla sua custode e cercò di abbracciarla. Quel gesto diede la forza necessaria a Bridgette, per sorridere e andare avanti.
«Dai, piccola. Entra nella borsa e torniamo a casa... questa sera indovina cosa ci aspetta? Una bella ronda notturna!» ridacchiò la rossa, mentre la kwami entrava dentro il suo zaino. Con un sorriso dolce, la ragazza si incamminò verso l'uscita, scontrandosi contro qualcuno.
«Dovresti andare dall'ottico... è la seconda volta che mi vieni addosso.» quella voce gelida fece venire i brividi a Bridgette e la giovane, curiosa, fece l'errore di alzare lo sguardo e di perdersi in quello gelido del ragazzo.
«Vale anche per te. Se avevi notato che stavo per venirti addosso potevi semplicemente cambiare strada o evitarmi invece non lo hai fatto, quindi anche tu eri distratto... per non parlare del fatto, che questa è la mia scuola. Che ci fai qui?» Bridgette non sapeva da dove le fosse uscito quel coraggio, che sorprese anche il giovane davanti a lei.
Il biondo sbatté varie volte le palpebre, cercando di nascondere la sorpresa. «Non sono affari tuoi, adesso spostati. - la ragazza si arrabbiò molto e non si rese neanche conto che la sua mano era scattata verso la faccia del ragazzo ma il suo polso fu bloccato dalla mano del ragazzo prima che arrivasse al suo viso.
Uno scintillio attirò l'attenzione del biondo, il suo sguardo guizzò verso la maglia della rossa dove si trovava una bellissima spilla rosa a forma di farfalla. - Io... ehm. Devo andare.»
Bridgette lo osservò andare via, confusa e spaesata, mentre si accarezzava il polso che le pulsava. Con un sospiro, si diresse verso l'uscita di quella scuola, che le sembrava un inferno.
«Adesso, tu verrai con me.» una voce maschile la fece scattare in avanti. Quando si girò vide una figura mascherata con un lungo mantello nero fatto di piume.
La ragazza non ebbe neanche il tempo di scappare o trasformarsi che il nemico le scagliò contro un corvo ma una mano le coprì gli occhi e tutto divenne nero, mentre lei perdeva i sensi fra le forti braccia del suo rapitore.
 

«My Lady... svegliati.» una sensuale voce maschile cercava di svegliare una ragazza parigina che, giustamente, gli diede le spalle e tornò a dormire.
«Tikki, qualche consiglio?» il ragazzo guardò la kwami che osservava la scena con un sorriso dolce.
La coccinella volò nella sua direzione e gli sussurrò qualcosa all'orecchio, il ragazzo arrossì immediatamente, poi sorrise e si avvicinò alla sua amata, mentre Tikki andava in un'altra stanza.
«My Lady... svegliati o il tuo gattino diventerà triste.» disse con voce seducente. Chat Noir, tirò leggermente le coperte e scoprì appena le gambe di Marinette, facendo scivolare i suoi artigli, lentamente, lungo la coscia della ragazza.
«Adrien, altri cinque minuti e poi mi alzo.» fu la risposta della giovane con il viso nascosto dal cuscino. Il ragazzo rise e si avvicinò al viso della mora, iniziando a baciarle il collo, fino a scivolare lungo le sue spalle.
«Ma io non sono Adrien, my Lady. Sono Chat Noir.» le sussurrò con voce bassa all'orecchio, mordicchiandole poi il lobo. Marinette ebbe un brivido e questo fece sorridere Chat che iniziò a sfiorarle la pelle da sotto la maglietta. La vide fremere sotto il suo tocco e questo gli fece venire voglia di ritrasformarsi per tornare a essere sé stesso, solo per poter sentire la pelle della sua fidanzata con le proprie dita e non con i guanti.
«Adrien... ti prego.» quel sussurro delicato, celava un gemito di puro piacere che aumentò la voglia del gattino che fece girare la ragazza e le rubò un bacio passionale e lussurioso.
«Te l'ho detto, my Lady. Sono Chat Noir... Adrien non c'è.» fu la risposta del biondo mentre Marinette si svegliava e arrossiva violentemente.
Le tornò in mente la loro prima volta, quel giorno fu magico per entrambi, ma soprattutto fu dolce e delicato, come solo Adrien sapeva essere. Marinette lo amava per quello e, da quando Adrien aveva finalmente chiarito con il suo lato malvagio, entrambi si sentivano completi.
La ragazza, che di solito vedeva la purezza negli occhi verdi di Adrien, stavolta vedeva la lussuria che illuminava lo sguardo del gattino, mentre le toglieva la maglietta e si chinava a baciarle il seno.
«C-Chat?» più Marinette cercava di spingerlo via, più il biondo si faceva intraprendente.
Alla fine si arrese e lo aiutò a togliersi il resto degli abiti. Chat Noir sorrise prima di baciarla nella sua intimità e Marinette credette di essere vicina ad avere un attacco cardiaco.
Tutte le volte che facevano l'amore erano dolci e classiche, non avevano mai fatto cose di quel genere, ma la ragazza doveva ammettere che quel trattamento la stava facendo impazzire. Era quasi certa di poter toccare il cielo con un dito e ad ogni bacio che riceveva in quel punto, si sentiva sempre più vicina al piacere assoluto che raggiunse con un urlo di piacere, che fece impazzire anche il gattino.
Tornò umano e pregò Plagg di raggiungere Tikki e di lasciarli da soli. Una volta che il piccolo kwami nero se ne fu andato Marinette non perse tempo e, dopo svariati baci passionali, spogliò Adrien. Con le labbra scese fino alla sua virilità, e cercando di imitare il trattamento appena ricevuto, iniziò a donargli piacere.
Adrien la guardava con amore e passione mentre si sentiva amato e completo ma non volle che la ragazza terminasse il suo trattamento. Con tutta la sua forza che aveva, la fece sdraiare sul materasso, entrando in lei con un gemito di piacere e, come le altre volte, fare l'amore fu dolce e passionale allo stesso tempo. Marinette gemeva nel suo orecchio sempre più frequentemente e i due raggiunsero l'apice contemporaneamente. 
«T-Tu stai lontano da Chat Noir, ti manda degli strani influssi.» ridacchiò la giovane, mentre Adrien usciva da lei e le si accoccolava sul petto per ricevere qualche carezza.
«Non è colpa mia, è la tua kwami che mi ha detto di sedurti in forma di Chat Noir e, non so perché, ha funzionato... non è che ami più lui di quanto ami me?» chiese Adrien, ridendo, mentre alzava lo sguardo verso la sua amata.
«Tu sei Chat Noir. - rise la mora. - E' impossibile amare più l'uno o l'altro, però devo ammettere che quella tuta ti sta divinamente.»
Adrien si alzò e la guardò negli occhi. «E tu sei maledettamente eccitante con quel costume. Credo che siamo pari, no?»
Marinette arrossì sedendosi e lo guardò mentre si rivestiva. «Perché eri trasformato?» chiese, coprendosi con il lenzuolo. Adrien, guardandola, ebbe l'istinto di saltarle addosso e fare l'amore con lei ancora e ancora, ma con tutto il suo autocontrollo, si sedette accanto a lei e le sorrise.
«Butterfly deve essere occupata... sono ben due giorni che non la vedo durante le sue ronde notturne. Forse ha capito che la teniamo d'occhio e si è offesa, in ogni caso ero in giro e controllavo se fosse tutto tranquillo.» rispose accarezzando la guancia di Marinette, che concordò in silenzio.
I due custodi si fidavano della nuova arrivata e volevano aiutarla, ma la rossa era molto testarda e non chiedeva aiuto.
Una volta alzato, Adrien uscì dalla stanza e andò a preparare la cena, lo sguardo di Marinette guizzò verso la finestra. Notando che era già buio, sbuffò convinta di essersi addormentata mentre studiava qualche libro gigantesco, si stiracchiò per bene e si alzò dal letto, vestendosi e seguendo Adrien in cucina, trovandolo intento a preparare la cena.
«Sai cucinare, sai parlare il cinese, pratichi la scherma e suoni il piano... sei un modello ed un eroe. Posso essere più fortunata di così?» chiese la mora, avvicinandosi al tavolo e sedendosi.
«Direi di si... da domani avrai la gioia di vedermi all'università tutti i giorni. - rispose, baciandola sulla guancia e sedendosi al tavolo per cenare. - Visto che siamo tornati ad essere Ladybug e Chat Noir, non posso più lavorare come modello al di fuori di Parigi... così ho pensato di iscrivermi al corso di storia dell'arte e realizzare un mio piccolo sogno.»
La ragazza lo guardò e gli saltò in braccio, felice. «Tikki? Torna qui, kwami fortunato che non sei altro, ti sei appena guadagnata un pacchetto di biscotti.» rise allegramente Marinette. La piccola kwami rise e si sedette vicino a Plagg che mangiava beatamente un pezzetto di Camembert, e attese che i due eroi avessero finito di mangiare.
Sapeva già che sarebbero andati in ronda notturna, sotto forma dei loro alterego.
«Dai, andiamo a stanare qualche cattivone?»
Adrien guardò la sua amata che accarezzava Tikki.
Chi avrebbe mai potuto immaginare che la sua vita sarebbe stata così meravigliosa? Aveva passato i suoi primi diciassette anni di vita rinchiuso in casa, e dalla morte di sua madre suo padre era diventato iperprotettivo.
Scoprire che Marinette era la donna della sua vita lo aveva riempito di gioia e d'amore... avrebbe voluto solamente che sua madre fosse stata lì con lui.
«Andiamo my Lady. Mi mancava salire sulla torre Eiffel con te, sai?» sorrise, tirandola a sé per i fianchi ma, prima di dire altro, un urlo di terrore fuori dalla casa li fece scattare sull'attenti. I due ragazzi si trasformarono e in pochi secondi erano già in strada.
«Dimmi che l'hai sentito anche tu e che non sono pazza!» esclamò Ladybug mentre si guardava in giro, confusa. Non trovando anima viva, però, si avvicinò a una macchina abbandonata nel mezzo alla strada e notò una strana bava verde sullo sportello aperto.
«Non sarà qualche nemico geneticamente modificato... ci mancherebbe di dover lottare contro le “Tartarughe Ninja”. - Ladybug guardò Chat Noir, non sapendo se ridere o se picchiarlo, e utilizzò i poteri del Lucky Charm che materializzarono un bastone. Per un attimo la ragazza rimase in silenzio, per concentrarsi e poter visualizzare il suo piano, quando un enorme vaso di fiori apparve dietro al biondo. - Perfetto... ti prego, non dirmi che tra poco uscirà fuori “Super Mario!”
La ragazza lo ignorò e iniziò a correre verso il vaso, saltandoci sopra e atterrando in una pozza di fango che lentamente la risucchiava a sé.
“Sabbie mobili.” pensò.
«Chat Noir, aiuto.» gridò e, per la prima volta, il gattino nero si sentì strano. Il grido della sua amata non aveva fatto scattare il suo lato eroico e stupido, ma quello dolce e premuroso di Adrien, così saltò sul vaso anche lui e, stando attendo a non cadere dentro il fango, tirò fuori Ladybug grazie all'aiuto del suo bastone e la strinse dolcemente.
«Stai bene? Ti sei fatta male? Riesci a camminare?»
La mora gli accarezzò la guancia e con un dolce sorriso lo rassicurò, per poi mostrargli quello che aveva dentro al palmo della mano: un piccolo e gracchiante corvo nero.
Ladybug prese il suo yo-yo e lo lanciò contro al piccolo corvo malvagio che ne era uscito. «Hai creato fin troppi problemi, piccolo Akuma. Ti libero dalla malvagità. - disse, catturandolo. - Ciao, ciao, uccellino.» concluse, liberandolo dopo averlo purificato, lo guardò mentre volava via.«MIRACULOUS LADYBUG.» urlò, lanciando verso l'alto il bastone e facendo tornare tutto come prima.
Dal grande vaso malvagio uscì fuori un giovane fiorista che guardò confuso i due eroi mentre si sorridevano. «Ben fatto.» dissero contemporaneamente, battendosi il pugno.
«Ameno questa volta non hanno distrutto Parigi... Butterfly potrà finalmente stare in pace.» disse positivamente Chat Noir mentreriaccompagnava Ladybug a casa.
La giovane alzò le spalle con uno strano senso nel petto. «Spero solo che stia bene.» sussurrò mentre si chiudeva la porta alle spalle.
    

 

 

 

 



------------------- Piccole note delle scrittrici -------



Come dicevo ecco uno dei miei capitoli preferiti della storia! Eh eh Ovviamente mi divertirò molto con i Ladrien, Marichat, Andrienette e infine da non dimenticare i LadyNoir!!! Nel prossimo scopriremo finalmente chi cavolo è quel megafusto che Bridgitte vede ogni trenta secondi ed il suo legame con Adrien, anche se è sottointeso palesemente!

La storia non sarà molto lunga già vi avverto e sarà sulla quindicina massimo di capitoli e chi sa forse avrà un sequel in futuro... ad ogni modo...

VI AMO!!! MI arrivano i vostri messaggi e amo rispondere alle vostre domande! Non smettete di scrivermi e di recensire la storia, più siete attivi in questa fase più la storia sarà ancora più bella!!

PS. un segreto che quelli che l'hanno seguito su Whatpadd non sanno e che in arrivo sono previsti tre mega super eroi, di cui una che molti conoscono farà il suo ritorno in costume da combattimento! Chi sarà mai? 

A PREEEESTO!!!



p.s.s .continuate a recensire! 

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


 


Capitolo quattro.


Bridgette, quando si svegliò, notò, con sua grande sorpresa, che si trovava in una gigantesca camera da letto. Era una stanza semplice, ma sfarzosa. Si guardò intorno e si rese conto che il letto su cui aveva dormito era gigantesco. Qualcuno, mentre dormiva, l'aveva vestita con un bellissimo abito argentato da sera, che le donava classe e serietà. Si alzò dal letto e si fermò davanti allo specchio, osservandosi. I lunghi capelli, lasciati sciolti e selvaggi, le arrivavano all'altezza dei fianchi, e quel vestito sembrava donare loro un colore più acceso.
L'unica fonte di luce arrivava da una finestra con le tende socchiuse. Quando la ragazza si avvicinò e scostò la tenda, vide che era la luce era opera della luna piena. Bridgette cercò di aprire la finestra ma si accorse che era chiusa a chiave. Per un attimo, fu tentata di usare il suo potere ma non voleva che qualcuno la scoprisse.
Iniziò a cercare Nooroo e la sua borsa per tutta la stanza, ma non trovando nessuna delle due, si sedette sul letto, in preda allo sconforto.
 «Il Padrone vorrebbe sapere se è pronta per la serata.» una voce femminile la fece sussultare. Si guardò intorno e vide una donna ben vestita di fronte alla porta. La guardava con aria seria, Bridgette non sapeva cosa risponderle e la fissò confusa, alla ricerca di una risposta che non la trovò.
«Non andrò da nessuna parte, se prima non mi riconsegnate la mia borsa e mi spiegate dove mi trovo.» borbottò con uno sguardo di sfida, incrociando le braccia al petto.
La donna sospirò e se ne andò, tornando un paio di minuti dopo con la sua borsa e una maschera a forma di farfalla, argentata. «Il Padrone, in cambio, le chiede di indossare la maschera e venire alla festa. Le spiegherà tutto lui stesso.» disse la donna andandosene.
Bridgette liberò Nooroo con gioia e l'abbracciò forte. «Ho avuto tanta paura per te, stai bene? Ti hanno fatto del male?»
Nooroo rimase sorpresa da quella dimostrazione di affetto, il suo vecchio proprietario per anni l'aveva usata e non le aveva mai parlato in quel modo. Non si era mai interessato a lei, se non quando era sfinita e doveva recuperare le sue forze.
Le era mancato quel sentimento di gioia di quando un custode si prende cura del proprio kwami. Le era mancato sorridere e chiacchierare con il proprio custode ed era proprio in quei momenti che i piccoli kwami vivevano una vita come quella degli umani.
«Non mi hanno fatto niente, tranquilla. Tu, invece, sei così bella e elegante! Sono certa che il padrone della villa  deve essere un vero gentiluomo.» sorrise la kwami farfalla, cercando di rincuorare la sua padroncina che, seduta sul letto, osservava la maschera. La indossò con un sospiro profondo, si alzò e si guardò allo specchio.
Nooroo vide la sua espressione triste e senza dire una parola le fu vicino, iniziando a sistemarle i capelli in un'acconciatura bellissima e complessa.
«Nooroo, ma che stai facendo? Non devi preoccuparti...» Bridgette cercava di bloccare la propria kwami che, però, era molto più testarda di lei e in pochi minuti ebbe finito.
Per un attimo, Bridgette rimase incantata da quell'elaborata acconciatura, che consisteva in un delicato chignon con alcuni boccoli ai lati. Le mancava la corona e sarebbe sembrata una principessa.
«Tu sei bellissima Bridgette, ricordatelo! Sei la custode del Miraculous farfalla, il Miraculous della bellezza e dell'ammaliazione. - le fece l'occhiolino, prima di spingere la ragazza fuori della stanza. - Ricorda che hai il potere femminile dalla tua parte. Sii te stessa e fallo innamorare!»
Bridgette non capiva il comportamento della sua piccola amica, ma prima che potesse dire qualcosa, un'altra ragazza che la aspettava fuori dalla porta le fece segno di seguirla.
Si ritrovò in grande sala con molte persone in maschera, che ridevano e parlottavano. Muovendosi fra la folla, origliò alcune conversazioni e sentì dire che quasi tutti gli invitati avevano ricevuto l'invito, senza sapere realmente chi avesse organizzato la festa.
L'unico nome che udì fu Agreste, questo sembrò rincuorarla un po'. Se Adrien fosse stato presente, sicuramente ci sarebbe stata anche Marinette.
 
«Sei arrivata, vedo.» una voce, a lei familiare, attirò il suo sguardo. Si ritrovò a guardare l'uomo che l'aveva rapita, indossava anche lui una maschera ma al contrario della sua, quella del ragazzo era completamente nera e non mostrava niente all'infuori dei suoi occhi grigi. Si avvicinò e si accorse che il giovane stava indossando delle lenti a contatto colorate, questo la mandò ancora di più in confusione.
«Chi sei? Perché mi hai rapito? Dove sono? Da quanto tempo sono qui?» Bridgette, a ogni domanda, si era avvicinata sempre di più a lui, fino a essergli a un soffio di distanza.
Si allontanò appena, quando il profumo del ragazzo le entrò nel naso. Aveva un nonsoche di fresco e le sembrava profumo di pino, o forse era menta? Bridgette era troppo confusa per riuscire a riconoscerlo.
Il ragazzo le sorrise. Fu un sorriso delicato e, quasi divertito, con una mano le sfiorò delicatamente il fianco mentre con l'altra prese la mano di Bridgette, portandola al centro della sala e iniziando a ballare con lei.
La ragazza era sempre più confusa, solo di una cosa era certa: quel nemico, in realtà, era un vero principe e se ne accorse da come la toccava. La trattava come un pezzo di cristallo ed era così silenzioso che Bridgette si sentì in soggezione.
Voleva sentire la sua voce, ma cosa più importante voleva che lui la stringesse ancora di più, quel tocco appena accennato la infastidiva ma sembrava che quel ragazzo lo facesse di proposito. Bridgette, però, rimase in silenzio assecondandolo e non appena l'orchestra finì di suonare quella dolce canzone, lui la prese per mano e la portò verso il balcone, lontano da tutto e da tutti.
«Risponderò a una sola domanda, quindi pensaci bene piccola farfallina.» le disse, osservando il cielo stellato sopra di loro. Per un attimo, Bridgette credette di avere a che fare con Chat Noir dato che anche lui si divertiva a chiamarla con quel soprannome.
«Oh, bene. Una domanda sola... dimmi perché?» sussurrò, ritrovandosi intrappolata tra lui e il balcone. Le braccia del ragazzo bloccavano ogni suo movimento, stringendo il marmo dietro di lei. La ragazza lo guardò negli occhi e vide il suo sguardo confuso e spaesato e, senza rendersene conto, la sua mano gli accarezzava la sua guancia con dolcezza. Il ragazzo sgranò gli occhi, ma non disse nulla, sembrava un cucciolo di cane che non aveva mai ricevuto affetto.
 
«Ti voglio al mio fianco Butterfly, combatti con me e avrai il potere assoluto...» il ragazzo le sussurrò con voce bassa e sensuale. Stavolta fu Bridgette a sgranare gli occhi e a lasciar cadere la mano con cui l'aveva sfiorato poco prima. “A cosa  diavolo sto pensando? Lui è il nemico!”
Era lui che controllava quella povera gente ed era lui la causa di ogni male. Allora perché non aveva paura? Perché aveva la tentazione di abbracciarlo? Perché voleva che lui le dicesse tutto? Perché voleva condividere il suo peso che portava sulla spalla? Troppe domande le affollavano la mente e nessuna risposta.
La ragazza sorrise e scosse la testa.
«Non posso deludere una persona... anzi una creaturina che fino a tempo fa era usata in un modo malvagio. Lei non lo sa, ma io sono a conoscenza che era la kwami di Le Papillon e voglio farla felice. Voglio aiutarla a fare del bene e non del male. Mi dispiace... anche se non so chi tu sia.» sorrise, cercando di allontanarsi il più possibile da lui.
«Hai fatto la tua scelta vedo, ma lascia che ti racconti la verità... quei due che tu credi siano degli eroi, sono stati scelti per puro caso da un anziano signore chiamato Fu. Sì esatto, proprio il tuo professore. Quindi se sei curiosa di sapere la verità, seguimi.» disse con voce ghiacciale, allontanandosi. Bridgette avrebbe giurato che, prima di andarsene, il ragazzo le avesse sfiorato con dolcezza i fianchi. Rimase da sola, in silenzio, valutando cosa fare. Avrebbe potuto saltare dal balcone e scappare, ma era troppo curiosa di scoprire la verità.
Abbassò lo sguardo e notò che, appuntata sul suo vestito, spiccava il Miraculous farfalla. Si chiede quando fosse apparsa, ma sapeva già la risposta, e la stava seguendo dentro casa.
 

Adrien, bambino mio, ascoltami. Non ti fidare di tuo padre... l'oscurità ha preso possesso del suo cuore e tu sei l'unico che può riportarlo indietro. La mamma ti ama e ricorda che non sei mai da solo. Non smettere mai di sognare e sii sempre te stesso!” quel ricordo era diventato un incubo per Adrien, che da quando era tornato a essere Chat Noir lo tormentava ogni notte. Ormai Marinette si era abituata a svegliarsi per farlo calmare, ma questa volta, sembrò più difficile delle altre infatti, si ritrovò a osservare il proprio fidanzato in lacrime, che osservava il soffitto.
«Ancora tua madre?» gli sussurrò mentre lo tirava a se e lo coccolava con dolcezza. Adrien annuì, per poi stringersi alla sua amata in un abbraccio disperato. La mora, ormai, era abituata. Era impossibile per lei dimenticarsi la prima volta in cui il suo ragazzo ebbe quell'incubo. Si è messo a urlare, spaventando non solo lei ma anche i due piccoli kwami che dormivano beatamente abbracciati.
Come tutte le altre notti, Adrien non ricordava mai il sogno. Ricordava solamente la presenza di sua madre e una persona al suo fianco, del quale non riusciva mai ad identificare il volto.
Stringendo a sé Marinette, si calmò e riprese a dormire. La giovane, con un sospiro, guardò Tikki e Plagg che, ormai svegli, osservavano la scena in silenzio.
«Che cosa possiamo fare?» chiese sussurrando la giovane. I due kwami si guardarono in silenzio, come se stessero decidendo cosa dire o cercassero di  nascondere qualcosa alla ragazza.
Tikki sospirò e sussurrando qualcosa a Plagg lo fece tornare a dormire. «Marinette, l'unica cura potrebbe essere una seduta ipnotica... ma non è affidabile poiché potrebbe rivelare ai medici la vera identità di Chat Noir. Mi dispiace.»
Marinette non poté che sospirare e osservare la sua piccola kwami tornare a dormire, abbracciata di nuovo a Plagg. Senza neanche volerlo, si addormentò in quella posizione, seduta sul letto con le dita intrecciate nei capelli di Adrien e con una espressione preoccupata sul viso.
Ciò che nessuno dei presenti vide, però,  fu un corvo che li osservava dalla finestra. Era stato lì per tutta la notte, e ogni sera tornava.

 
Bridgette era certa di aver fatto la scelta sbagliata e lo confermava il fatto che si era persa in quella gigantesca villa. Non sapeva come, ma si era ritrovata davanti una porta gigantesca, la aprì piano ed entrò silenziosamente.
Si accorse che era una stanza di un ragazzo, c'era un canestro da basket e delle rampe per lo skateboard ma, soltanto alzando lo sguardo verso la libreria vuota, notò che era in disuso da tempo.
Scosse la testa e uscì dalla stanza, riprendendo a camminare finché un gigantesco dipinto non attirò la sua attenzione. Raffigurava Gabriel e Adrien Agreste che, con sguardo serio e triste, guardavano intensamente davanti a loro.
La ragazza si avvicinò, osservandolo con curiosità, e vide che il dipinto ne stava coprendo un altro cosi, con delicatezza, lo sollevò e vide che il secondo quadro raffigurava la famiglia Agreste al completo.
La giovane, con tutta la forza che possedeva, tolse il primo dipinto e ammirò quello nascosto. Adrien e un ragazzo stranamente simile a lui ma totalmente diverso erano attorno a Gabriel Agreste e sorridevano al fianco di una donna bellissima. Sembravano una famiglia felice, e forse lo erano. Bridgette si trovò a riflettere, cercando di ricordare qualche notizia sulla donna ma non le tornò in mente niente, era come se nessuno si fosse mai reso conto che la moglie di Gabriel Agreste fosse morta o peggio sparita, e neanche del ragazzo accanto a loro.
«Jocelyn: la famosa moglie di Gabriel Agreste. Era una modella prima di sposarsi ma è sempre stata la musa di Gabriel che disegnava ogni capo pensando a lei. Fino alla sua morte, lui ha disegnato solamente per lei.»
Bridgette sapeva a chi apparteneva quella voce. Il ragazzo si sistemò la maschera e si mise al suo fianco, rimanendo in silenzio a osservare il dipinto.
La ragazza lo guardò e tornò a osservare i due del quadro. Il ragazzo al suo fianco assomiglia in maniera impressionante a Adrien Agreste, ma i loro sguardi erano diversi, che fosse l'altro ragazzo? Quello che non sapeva nulla?
«Chi sei in realtà? Come sai di loro? Tu non sei Adrien, vero?» la rossa lo osservò, in attesa di una risposta, che non arrivò.
In quel momento le tornarono in mente le parole di Nooroo e sorrise. Decise di fare come le aveva suggerito la sua kwami e si avvicinò al biondo camminando sensualmente. Questo attirò l'attenzione del misterioso ragazzo, ma Bridgette non aveva calcolato che indossava i tacchi e che il vestito era lungo fino a terra. Il risultato fu, ovviamente, che inciampando sopra il tessuto la ragazza volò letteralmente fra le braccia del ragazzo, facendo cadere entrambi per terra.
Per quanto fosse imbarazzante la situazione Bridgette, che era certa di aver acquisito lo stesso colorito dei suoi capelli, arrossì ancora di più quando notò che il ragazzo sotto di lei si tratteneva dal ridere. La giovane, spostandosi di lato per alzarsi, si tolse prima le scarpe e le lanciò contro il divano borbottando qualcosa su come odiava essere donna.
Il giovane al suo fianco non resistette più e scoppiò in una risata che incantò del tutto Bridgette, era una risata mascolina e contagiosa, e la ragazza vedeva dal suo sguardo confuso che lui non era abituato a ridere. Fu così che senza volerlo iniziò a ridere anche lei.
 
Bridgette, alla fine, decise di non fare più domande ma bensì ascoltare, il ragazzo le sorrise e si alzò tendendole la mano, la giovane la stringe e notò che senza scarpe gli arrivava malapena alle spalle.
«Sono Felix Agreste, figlio di Gabriel Agreste, dimenticato dal mondo a causa del mio odiato e perfetto fratello gemello Adrien... spero che tu sia pronta, farfallina, perché la storia che sto per raccontarti non sarà piacevole.»
Bridgette sgranò gli occhi e in silenzio seguì il ragazzo verso un'altra stanza gigantesca, come quella nella quale si era svegliata. Questa, a differenza dell'altra, era piena di libri che coprivano ben due pareti.
Il ragazzo si sedette sul letto e attese che la giovane facesse lo stesso.
Alla fine, Felix sospirò e guardò fuori. «Io e Adrien siamo stati cresciuti insieme, nostro padre amava alla follia nostra madre e lei ricambiava, ma era difficile per lei stare ferma ogni giorno. Lei era uno spirito libero, amava essere una modella perché poteva vedere il mondo, lei amava stare in mezzo alle persone ascoltare le storie dei altri, era molto empatica e le bastavano pochi secondi per capire il tuo stato emotivo. Mi ricordo che lei, ogni volta che litigavo con Adrien, ci metteva in punizione per poi liberarci quasi in lacrime, non voleva che noi la odiassimo, e principalmente non voleva che io e mio fratello bisticciassimo. Siamo cresciuti insieme per ben quattordici anni della nostra vita, poi un giorno nostra madre mi prese per le spalle e mi disse che dovevamo andarcene, mi portò in America con lei. Nostro padre, impazzito  dal dolore, cancellò dalla memoria di Adrien ogni cosa legata a me e a nostra madre.
A parte me e mia madre, nessuno conosce la verità. Forse la tua kwami non lo ricorda, ma prima di mio padre era mia madre la custode del Miraculous farfalla. Lo era stata sin da bambina, i kwami deboli come il tuo, quello della volpe, quello della tartaruga, quello dell'ape e quello del pavone erano, in origine, ereditari. Nostra madre, dunque, lo doveva cedere o a me o a mio fratello, e la sua scelta ricadde, ovviamente, su Adrien. Quel bambino era così dolce e gentile, aiutava persino le formiche a portare il cibo, io invece ero il suo dispiacere. In me, riusciva a vedere solo mio padre, ma non era colpa mia se ero portato per le materie scientifiche e adoravo studiare matematica. Fin da bambino discutevo con mio padre di economia, ero veramente l'erede dell'industria Agreste, e fu questo il motivo per cui mia madre prese me e non Adrien. Voleva che mio fratello salvasse mio padre con il suo amore, mentre io dovevo essere curato da lei per diventare più amorevole.
Solo che mia madre non aveva fatto i conti con mio padre, quell'uomo aveva scoperto la sua natura e le aveva rubato la sua spilla... quella che in questo momento stai indossando tu.
Fu in una sera di settembre, mentre io volavo via con mia madre, che Le Papillon nacque. Io sapevo che era mio padre ma non potevo fare nulla e adesso che ho finalmente raggiunto la maggiore età ho il diritto di avere la mia parte dell'eredità. Il problema che Adrien non si ricorda di me, cambierà presto.»
Bridgette rimase in silenzio collegando le cose, collegando tutto, per poi alzarsi di scatto e guardarlo furiosa. «E t-tua madre?» chiese iniziando a temere il peggio.
Felix si alzò e le fece segno di seguirlo fino a una stanza dove si trovava una capsula con una donna bellissima sdraiata all'interno, i lunghi capelli biondi erano sparsi sul cuscino. Vedendola, Bridgette, capì di avere davanti Jocelyn Agreste in persona.
«Da anni le è stata diagnosticato una malattia rara e senza cure, mio padre voleva unire i Miraculous di Ladybug e Chat Noir per salvarla. La leggenda narra che se una persona possiede il potere di creare e quello di distruggere, riceverà in cambio un potere assoluto... Gabriel Agreste non era cattivo, era solo un uomo che sperava di guarire la donna che amava.»
Bridgette sfiorò con delicatezza il vetro che proteggeva la donna, iniziando finalmente a capire tutto. Capì il perché Felix agiva in quel modo, e perché le stava raccontando tutto. Nooroo le aveva detto che il suo Miraculous poteva controllare le persone se usato in maniera negativa, ma se usato da persone buone poteva dare forza ed energia a chi ne necessitava.
«Ora che mi hai detto tutto questo, posso tornare a casa o sono intrappolata qui per sempre?» sibilò la rossa mentre si scioglieva i capelli e lo guardava con rabbia.
Felix, convinto che la sua storia avesse toccato i punti giusti per farla passare dalla sua parte, si ritrovò a indietreggiare a quello sguardo. Non aveva mai visto dei occhi così verdi e allo stesso tempo così minacciosi come quelli che stava osservando. Aveva lo strano presentimento che la ragazza che aveva davanti, fosse veramente un'eroina e non una ragazzina frivola presa per strada.
Voleva dannatamente sapere il suo nome, sentiva dentro di se un sentimento di ammirazione che non aveva mai provato e, mentre la ragazza si avvicinava continuando a guardarlo negli occhi, Felix si sentì sempre di più attratto da lei.
«N-no, sei libera di andartene quando vuoi...» sussurrò, balbettando per la prima volta in vita sua, ma ebbe la fortuna di non essere notato dalla ragazza che aprì la finestra lo guardò per alcuni secondi.
«Non sono stupida, Felix Agreste. Non sarò mai dalla tua parte, io mi fido di Ladybug e di Chat Noir. Mi hanno salvato la vita anni fa e ora che ho la possibilità di aiutarli non li deluderò. Ripensa se quello che fai è giusto per te o per tuo padre... a volte è meglio lasciar andare le cose che lottare per qualcosa che non accadrà mai. Addio brutto corvo. - disse prima di saltare dal cornicione della finestra. - Nooroo, trasformami!»
In un istante, Bridgette si trasformò in Butterfly e volò via prima di sfracellarsi al suolo. Felix, osservandola volare via, non si era neanche resoconto che il suo kwami lo osservava in silenzio con sorriso appena accennato sulle labbra. Assomigliava a un piccolo pavone blu scuro.
«Non mi dispiace come soprannome Le Corbeau, che ne pensi? Parigi ora ti deve conoscere. Tuo padre fece un bel discorso che terrorizzò tutti, tu invece devi fare di più, non pensi?»
Più il suo kwami parlava, più Felix non lo stava ascoltando, richiamò l'attenzione di un corvo che si appollaiò davanti a lui e lo accarezzò, per poi dargli una lettera.
«Consegnala a Adrien Agreste, non vedo l'ora di vedere la sua espressione.» disse, osservando il piccolo volatile che si allontanava.
 
 
Butterfly tornò a casa e, non appena toccò il pavimento della sua stanza, tornò ad essere Bridgette. Guardò l'orologio e si accorse che aveva passato ben due giorni fuori casa così, con un sospiro, scese di sotto e vide sua madre addormentata sul divano, la ragazza sorrise e la coprì per bene.
«Tesoro sei a casa? Ti sei divertita da Marinette?» sussurrò la donna mentre Bridgette la copriva, la ragazza rimase sorpresa ma fece finta di nulla e sorrise in risposta. Sicuramente Felix le aveva raccontato che sarebbe rimasta da Marinette, in modo tale da non farla preoccupare.
Questo pensiero la colpì in pieno petto, poteva tranquillamente spaventare sua madre dicendogli che aveva rapito sua figlia, ma non l'aveva fatto.
E, mentre mangiava uno spuntino prima di andare letto, pensò alla sua serata, aveva dormito per un giorno e mezzo e si sentiva carica. Mentre tornava nella sua stanza Nooroo si sedette sulla sua spalla in silenzio, sapeva tutto, ma in quel momento non sapeva cosa dire.
«Dai Nooroo, domani sarà una nuova giornata e spero di non aver perso nessuna lezione importante.» la rossa sorrise mentre andava in bagno a fare una doccia. La kwami farfalla, che rimase sola nella stanza, si guardò intorno con uno strano presentimento, infatti, un colpo sulla finestra la fece sussultare. Si avvicinò lentamente e quando fu praticamente davanti alla finestra vide un piccolo corvo con un'ala ferita. La piccola kwami lo fece entrare e volò in direzione del kit di pronto soccorso, iniziando a curarlo, era così concentrata nel suo lavoro che non si rese neanche conto che Bridgette le era vicino e l'osservava.
«Lo lasciamo dormire qui una notte, e magari domani riprenderà a volare come se non fosse successo niente. Probabilmente si è impigliato in qualche ramo spinoso mentre volava. Adesso andiamo a dormire, domani sarà una lunga giornata.» sorrise la rossa mentre appoggiava il volatile dentro una scatola e lo copriva con dolcezza con la copertina di Nooroo.
La kwami chiuse la finestra e sistemò il cuscino al fianco della sua custode e, senza neanche rendersene conto, si addormentarono di colpo.
 

Il giorno dopo, Bridgette si alzò e allungò il corpo. Vide il piccolo corvo che la osservava, così la rossa cambiò le sue bende e gli diede un po' di pane. Si vestì e si preparò ad andare a lezione.
Quando arrivò in classe, vide il gruppetto che girava attorno a Shaoran bisbigliare, mentre il ragazzo in questione parlava a bassa voce con suo nonno, il professor Fu.
«Bene ragazzi, a questa classe si aggiungeranno due nuove studenti, uno arriverà oggi, mentre l'altra la conosceremo la prossima settimana. Adesso diamo il benvenuto a Felix Agreste. - disse, voltandosi verso la porta. - Il signor Agreste ha vissuto in America per cinque anni e, purtroppo per lui, ha perso un anno di scuola. Quindi fatelo sentire accolto.»
Bridgette, che era china sotto il banco intenta a prendere i libri, appena sentì il nome di Felix ebbe uno sussulto e sbatté la testa contro il tavolo. La classe, che era in silenzio e osservava il nuovo arrivato, si ritrovò a ridere della craniata di Bridgette. Il biondo fece finta di niente, ma mentre la ragazza si massaggiava la testa poté giurare di aver visto un leggero sorriso su quelle labbra.
Osservandolo mentre prendeva posto dietro di lei, si rese conto di due cose: la prima, era che la sua vita da normale studentessa era finita, la seconda, era che pur essendo suo nemico, Bridgette si sentiva la ragazza più fortunata del mondo. Abbassò lo sguardo e osservò la spilla appuntata sul suo petto, capì che era il momento di essere forte e smettere di essere una ragazza timida e impacciata.
Il mondo aveva bisogno di qualcuno che lo difendesse e gli desse speranza e la ragazza giurò su se stessa che avrebbe aiutato il biondo seduto dietro di lei a ritrovare la felicità.

 

 

 

 



------------------- Piccole note delle scrittrici -------



 

Aaaah posso dire che amo scrivere di Brigdette e Felix? Quei due marmocchi... saranno la mia fine già lo sento! Ad ogni modo in questo capitolo iniziamo a entrare nel vivo dei giochi, sappiamo finalmente chi è il cattivo e le sue intenzioni... Ma riusciranno i nostri eroi a fermarlo? 
Ma la domanda più difficile è qual'è il piano malefico di Felix?
Pensavo di scrivere più in la magari una short su Jocelyn e il giovane Gabriel ma ditemo voi! Vi va di fangirlare anche su loro due?
AAAAAAAAAAh Nel prossimo capitolo ci sarà moooolta Felette (Felix+Bridgette) o come volete chiamare voi quindi preparate gli ombrelli che una pioggia di sentimenti vi colpirà!!

A PREEEESTO!!!



p.s.s .continuate a recensire! 

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***







Capitolo cinque.







Parigi non era mai stata così tranquilla come in quella settimana. Nessun malvagio, nessun caso di persone akumatizzate da strani corvi.
A Bridgette tutto ciò sembrava strano ma per quel breve periodo di tempo, le era sembrato di essere tornata a vivere una vita normale se non fosse stato per il suo arcinemico che si sedeva dietro dietro di lei tutti i giorni. Spesso si chiedeva anche se il famoso e bellissimo Felix Agreste avesse ancora il tempo di creare Akuma.
Da quella sera, la sera in cui era stata rapita, il mondo oltre a lei aveva scoperto le verità nascoste su Gabriel Agreste. Il giovane e innocente Adrien, in un'intervista a seguito dello scandalo, in diretta tv dichiarò che ne era ignaro e chiedeva il perdono del fratello perduto. Propose, infine, a quel suo “fratello” ritrovato di ricominciare come una famiglia.  Davanti ai riflettori, Felix sorrise e lo perdonò, ma Bridgette leggeva nel suo sguardo, ogni volta che qualcuno citava Adrien, che il suo odio verso il fratello non era mutato, e lei sapeva che infondo la colpa non era di nessuno dei due.
Bridgette, senza volerlo, giorni prima era passata a trovare Marinette e la ragazza le disse che avevano scoperto tutto tramite una lettera, ricevuta nella stessa notte in cui Bridgette era tornata a casa. La rossa, fingendosi una blogger, le chiese altre informazioni ma ciò che ottenne fu un soltanto: “Non credo che i due vogliano che altre persone, oltre a noi, sappiano la verità.”
Bridgette sapeva che aveva ragione, ma di certo non poteva andarle a raccontare che Felix le aveva rivelato tutto, mentre la teneva in casa sua. Con un sospiro, salutò Marinette e entrambe tornarono a vivere la loro vita da normalissime ragazze parigine.
 «Meglio che ti copri o rischi di ammalarti, sotto questa pioggia.» Bridgette saltò sul posto quando riconobbe quella voce che, dal nulla, le era apparsa accanto e osservava come lei la pioggia che copriva i cieli parigini.
«Qualche starnuto non farà male a nessuno. - sorrise la rossa guardando Felix. Il ragazzo, invece, aveva lo sguardo fisso davanti a sé, verso la macchina che lo aspettava come gli altri giorni, e un ombrello nero che lo copriva dalla pioggia. - E poi devo aspettare che smetta di piovere... non ho l'ombrello.» rise, raccogliendo i capelli in uno chignon disordinato.
Felix l'osservò in silenzio, facendole un sorriso appena accennato. «Come potrai salvare Parigi con l'influenza?» chiese attirando l'attenzione della ragazza. Erano passati giorni e nessuno dei due aveva accennato a quel piccolo particolare delle loro vite.
Bridgette sorrise, osservando il cielo e sentendo le gocce di pioggia sulla fronte. «Magari li contagerò, così li manderò sicuramente K.O.» rise, coprendosi bene per correre verso casa, dato che la pioggia non accennava a smettere. Rimase sorpresa invece quando un ombrello le si parò davanti, osservò la mano che reggeva il manico e vide che Felix l'aveva teso il più possibile verso di lei.
Confusa, la ragazza indietreggiò, scivolando in una pozzanghera e cadendo rumorosamente a terra, la risata di Felix fu l'unica cosa che non la fece urlare dal dolore, e per Bridgette fu come tornare a quella sera... quella risata genuina e così dannatamente sexy era davanti a lei e con una risatina nervosa accettò la mano del biondo, rialzandosi e tenendo saldamente l'ombrello che le aveva passato.
«Ho capito che ti piace molto il pavimento, ma adesso copriti.» le disse prima di correre verso la macchina e andare via.
Bridgette lo osservò, era sorpresa e confusa ma stranamente felice. Nooroo, sulla sua spalla, ridacchiava della scena appena avvenuta, e rientrando nella borsa della rossa, si diressero verso casa, non notando, però, un signore anziano che la osservava nascosto dietro a un ombrello nero assieme al nipote.
«Nonno, non crederai mica che siano perfetti per stare insieme?» sbuffò il ragazzo, intrecciando le braccia al petto.
Wayzz, il kwami tartaruga dell'anziano signore, sorrideva osservando la ragazza che si allontanava. «Maestro, crede che la storia si ripeterà anche con questo Agreste?» chiese il piccolo kwami verde al suo custode.
L'anziano, il professor Fu, sorrise e s'incamminò verso il suo studio. «Credo solo che sia colpa della pioggia... é sempre stata lei ha aver unito gli Agreste, non trovi Wayzz?» rispose l'uomo.
Shaoran guardò in direzione di Bridgette e sospirò, pregando mentalmente che la ragazza facesse attenzione al custode del kwami del pavone e che non si fidasse di lui.
 


«Andrew? Hai lavato i tori? Sai quanto odiano stare nello sporco... non sono mica dei maiali!» Andrew odiava il suo lavoro, era un giovane inglese che lavorava come tuttofare in un circo. La cosa che amava, però, era poter vedere il mondo, quindi non gli dispiaceva dover pulire i bisogni lasciati dagli animali.
Con un sospiro, il ragazzo annuì rivolto al suo capo e si diresse verso il recinto dei tori pronto a pulire, come sempre, le loro feci.
Appena giunse lì, si accorse che la loro gabbia era vuota. Il ragazzo sbiancò, senza sapere cosa dire o casa fare, ma quando notò un bambino nascosto dietro a un bidone che ridacchiava con la chiave in mano, perse ogni controllo. Non si accorse neanche del piccolo e innocente corvo che gli si posava sulla spalla e veniva assorbito dal panno con cui avrebbe dovuto pulire i tori.
«Nessuno capisce il tuo valore, ma non temere... ti darò io la forza di cui hai bisogno. Sono Le Corbeau e tu, invece, sarai Minotauro e avrai una forza che neanche immagini. Dovrai fare una piccola cosa per me, in cambio... voglio che tu mi porti i Miraculous di Ladybug e Chat Noir, affare fatto?» una voce profonda fece venire la pelle d'oca ad Andrew che, senza accorgersene, aveva una maschera sul volto che ricordava le ali nere di un corvo.
Il ragazzo sorrise maleficamente, mentre si sentiva trasformare. «Affare fatto, Le Corbeau.»
 



«Mamma andiamo al circo?»
Sophie Leannán sorrise a sua figlia. Per quanto la figlia avesse quasi diciannove anni, a volte sembrava una bambina.
Le scompigliò i capelli, come usava fare quando era piccola, e si sistemò il camice da medico. «Bridgette, tesoro mio, hai una certa età non credi? Perché non ci vai con qualche tuo amico?» sorrise la donna mentre si legava i capelli rossi in una coda e prendeva le sue cose, per uscire e fare il turno notturno al lavoro.
Bridgette, di certo, non voleva dire a sua madre che, dopo quasi cinque anni di liceo, non aveva mai avuto un'amica e odiava la sua classe. Sapeva di non poterci fare nulla... era lei quella diversa. «Hai ragione, non ci avevo pensato.» sorrise falsamente alla madre e prese il telefono, fingendo di mandare un messaggio. Sua madre le diede un bacio sulla fronte e uscì, lasciando la ragazza da sola.
«Dovresti dirle la verità, non trovi?» Bridgette sorrise a Nooroo mentre entrambe si buttavano sul divano.
La piccola kwami, infondo, la capiva. Non era estroversa come Tikki, né potente come Plagg, o saggia come Wayzz o furba come... la piccola kwami rosa scosse la testa, cercando di togliersi la mente i suoi compagni, e si accoccolò sulla spalla di Bridgette suscitando una risata divertita da parte della ragazza.
«Ci guardiamo un po' di TV?» chiese la rossa con il telecomando in mano. La piccola creaturina rosa annuì, volando in cucina per rubare qualche muffin.
«Notizia dell'ultima ora. Un mostro mezzo uomo e mezzo toro, sta creando il panico nella città di Parigi... attendiamo l'arrivo dei nostri eroi. Ma che succede? Guardate... la bestia sta tossendo dei piccoli corvi neri, è una cosa davvero disgustosa.»
Bridgette osservava la scena scioccata, senza sapere che fare, mentre Nooroo, al suo fianco, aveva capito cosa stava succedendo e, chiudendo gli occhi, cercò di scacciare i ricordi del suo vecchio proprietario, che anni prima faceva la stessa cosa.
 «Nooroo, trasformami.» la piccola kwami fu sorpresa di ritrovarsi catapultata dentro la spilla e Bridgette fu altrettanto sorpresa di non aver avuto un attacco di panico.
Quando raggiunse in volo la posizione del mostro, vide sopra di lui uno stormo di corvi che formavano una faccia... quella faccia.
La faccia di quel ragazzo che ormai conosceva molto bene. «Salve, abitanti di Parigi. Il mio nome è Le Corbeau e sono il vostro nuovo incubo. Non sono come Le Papillon, no... io sono molto più forte di lui. Darò il potere assoluto a chiunque sia in grado di portarmi i Miraculous di Ladybug e Chat Noir e, fidatevi di me, vi aiuterò a realizzare i vostri sogni più profondi.» una volta concluso il discorso, rise.
Non era la stessa risata che aveva incantato Bridgette, era una risata losca e perfida. Stava per correre in direzione del Minotauro, quando una mano l'afferrò per il polso e la fermò.
La ragazza si voltò confusa e vide lo sguardo serio di Chat Noir che scuoteva la testa e Ladybug, al suo fianco, che applaudiva e si avvicinava lentamente ai corvi. «Sai Le Corbeau, questa tecnica di utilizzare gli Akuma per terrorizzare Parigi è piuttosto obsoleta. Dovresti aggiornare il tuo repertorio, altrimenti verrai confuso per un semplice discepolo di Le Papillon. Oserei dire che sei quasi uguale a lui... uno sciocchi, che crede di poter ottenere tutto ciò che vuole con l'uso del potere!
Farai la sua stessa fine, Le Corbeau... ti troveremo e verrai sconfitto inesorabilmente!» gridò la mora, prima di correre in direzione degli Akuma e di purificarli, come aveva fatto anni prima.
«Ti giuro, io la amo ogni giorno di più.» sussurrò Chat con voce dolce, mentre Butterfly annuiva, sorpresa del potere e della forza della loro leader.
«Voglio essere la sua damigella, il giorno delle nozze.» ridacchiò mentre si preparava a volare in direzione di Ladybug.
Il gattino la guardò, arrossendo appena, e le mostrò il suo solito sorrisetto sghembo. Annuì a quella domanda inespressa e entrambi raggiunsero Ladybug, che stava combattendo contro il Minotauro.
 Chat Noir si accorse subito che Butterfly non lo stava seguendo. Si guardò in giro e vide Minotauro lanciare un'automobile verso la custode del Miracolous farfalla e colpirla prima che raggiungesse la loro leader, scaraventandola contro un muro.
Lo sguardo di Ladybug schizzò verso la sua compagna e quando tornò a guardare Minotauro, rimase sorpresa quando lo vide gemere di dolore, tenendosi la testa fra le mani. Con un gesto silenzioso del capo fece capire a Chat Noir di andarla a controllare.
Lui annuì e approfittò di una distrazione del mostro per correre in direzione della rossa. «Farfallina, riesci a camminare?» chiese il gattino mentre aiutava la ragazza ad alzarsi, lei annuì ma il sangue che vedeva sgorgare dalla gamba destra di Butterfly non lo convinse.
«Mi fa un po' male, ma ho le ali quindi riesco ancora a volare. Adesso andiamo a salvare la città.» gli sorrise la rossa, aprendo le sue ali iridescenti e spiccando il volo.
Approfittando di una distrazione del loro nemico, Ladybug chiamò il potere del Lucky Charm, che face apparire un lenzuolo rosso. «My Lady, ti ho mai raccontato del mio sogno di fare il toreador?» ironizzò Chat Noir, raggiungendo la sua amata coccinella.
Li affiancò immediatamente anche Butterfly e Ladybug si concentrò su come usare il lenzuolo apparso. Si guardò un po' attorno e quando vide la rossa chiudere le ali, capì il suo piano. «Butterfly, sarai tu il toreador.» sorrise mentre la ragazza prendeva il lenzuolo e lo sventolò davanti al viso del loro nemico.
«Vieni qui. Micio, micio, micio.» lo derise, provocando uno sbuffo di divertimento in Chat Noir.
Il piano di Ladybug, però, non ebbe nessun esito, in quanto la creatura si rifiutò di caricare in direzione di Butterfly.
La mora, confusa, si avvicinò a Minotauro che continuava a stringersi la testa con le mani. «Scusami.» fu tutto ciò che sentì... un sussurro rivolto verso il vuoto. Capì immediatamente che il nemico stava avendo dei ripensamenti sul piano di Le Corbeau e approfittò della situazione. Prese velocemente l'asciugamano che il Minotauro teneva stretto e lo strappò, liberando il corvo rinchiuso dentro.
«Hai creato fin troppi problemi, piccolo Akuma. Ti libero dalla malvagità. - disse, catturandolo. - Ciao, ciao, uccellino.» concluse, liberandolo dopo averlo purificato e lo guardò mentre volava via.
Butterfly la raggiunse, dandole il lenzuolo rosso e rimase in silenzio mentre lo tirava in alto. «MIRACULOUS LADYBUG.» urlò, sprigionando il suo potere e facendo tornare le cose tornavano al loro posto.
Butterfly sorrise, esausta. «Ragazzi, scusate ma vado a leccarmi le ferite. Ci vediamo presto!» sorrise prima di volare via, suscitando la risata divertita di Ladybug e uno sguardo infastidito di Chat Noir.
«Dai micetto, non puoi dire che non sia stato divertente.» lo prese in giro la mora, tirandolo a sé.
Il biondo sorrise al pensiero che se anni prima lui avesse provato a fare quel gesto, si sarebbe ritrovato scaraventato a terra, con un occhio nero. «Non è divertente my Lady, poteva capitare di peggio. Adesso dobbiamo lottare anche contro a un corvo... e io che speravo che Brandon Lee riposasse in pace. Pazienza!» borbottò e mentre Ladybug rideva divertita, Chat rimase in silenzio a osservarla. La trovò ancora più bella del solito, ma l'atmosfera si spense quando un'ondata di giornalisti li circondò per intervistarli.
Riuscirono a salvarsi, quando gli orecchini di Ladybug presero a suonare, avvertendola che entro cinque minuti la trasformazione sarebbe svanita. «Odio i giornalisti.» sbuffò il biondo, saltando sui tetti seguito da Ladybug e atterrando sul balcone del loro piccolo appartamento.
«Ti devo forse ricordare che Alya, la mia migliore amica, è diventata una grandissima giornalista di gossip e che Nino, il tuo migliore amico, è diventato un giornalista sportivo?» rise Marinette, togliendosi le scarpe e sedendosi sul divano, sfinita.
Adrien ridacchiò e si sedette vicino a lei, coccolandola con amore. «I nostri figli potrebbero chiamarsi Alya e Nino... che ne pensi?» propose il biondo.
«Assolutamente no. Avremmo tre figli e si chiameranno Hugo, Emma e Louis.» lo guardò Marinette mentre si sedeva sulle gambe del suo amato e lo guardava con amore.
«Sono tre nomi molto belli, lo devo ammettere... però posso, almeno, scegliere il loro secondo nome o hai già pensato anche a quello?» la stuzzicò, facendola sdraiare sul divano e appoggiandosi sopra di lei, sfiorandola appena da sotto la camicia.
«A quelli non ho ancora pensato, sinceramente. Sai che mi sono innamorata di te al liceo, quindi ho avuto tempo di pensare a qualche nome.» rise la mora.
«Come eravamo sciocchi a quei tempi. Io ero innamorato di quella supereroina con la maschera a pois e in te non vedevo nient'altro se non la piccola e timida Marinette e tu... innamorata di me, ma non riuscivi a sopportare Chat Noir. - sussurrò a voce roca mentre sfiorava il collo della sua ragazza, provocandole dei piccoli gemiti di piacere. - Eravamo proprio due veri idioti.» la mora non ebbe modo di rispondere che si ritrovò a baciare il suo amato e a amarlo come se non ci fosse un domani.
 



«Nooroo, sono sfinita.» sbuffò Bridgette, buttandosi sul letto. La piccola kwami, invece, guardava preoccupata la gamba ferita della sua custode.
«Mi dispiace Bridgette... sono veramente una kwami inutile! Avrei voluto proteggerti, ma i miei poteri sono completamente inutili.» si scusò la piccola creaturina rosa, andandosi a nascondere dentro un cassetto.
La rossa, invece, si sedette e sorrise dolcemente scuotendo la testa. Prese un muffin e lo dette alla sua piccola amica. «Stai scherzando, spero. Piccola, tu sei la più forte di tutti... puoi dare i superpoteri a chiunque. Oh, andiamo Nooroo. Sono io quella con poca autostima, non tu!» rise la giovane accarezzandole la testolina.
La kwami prese il kit del pronto soccorso e Bridgette iniziò a pulirsi la ferita sulla gamba per poi fasciarla. Per quanto la ragazza sapesse fingere bene, Nooroo sapeva che la ferita era più profonda di quello che la rossa diceva, ma rimase in silenzio in attesa che il loro amico arrivasse.
Puntuale come un orologio, il piccolo corvo picchiettò alla finestra attirando l'attenzione di entrambe. Bridgette, ormai, si era abituata alle visite di quel piccolo volatile che lei e Nooroo avevano salvato e ogni notte lui tornava per dormire da loro. La piccola kwami aveva, in un certo senso, creato una bizzarra amicizia con quell'animale.
«Ciao piccolo, non fare caso a me... sto bene.» ridacchiò la rossa, mentre Nooroo dava un po' del suo muffin al nuovo arrivato che guardava la scena con il capo chino. La piccola creaturina poté quasi giurare che il corvo avesse uno sguardo preoccupato.
«Dovresti dargli un nome, non credi? Di questi tempi non è bello chiamarlo corvo.» disse la kwami, attirando l'attenzione della giovane che stava mettendo apposto il kit di pronto soccorso.
Bridgette sapeva che Nooroo si riferiva a Le Corbeau, così si avvicinò e si inginocchiò davanti all'animaletto, osservandolo. «Ti chiamerò Felix... mi ricordi lui.» sorrise per poi accarezzargli la testolina. Con un sospiro sfinito, la ragazza si alzò e si diresse verso il letto ma un capogiro la fece cadere all'indietro, svenuta.
Nooroo ebbe quasi un attacco cardiaco, quando vide il corvo volare in direzione della ragazza e trasformarsi in una figura umana e afferrare Bridgette al volo. «Lascia andare la mia amica... ma sei tu.» la piccola kwami rosa si fermò quando vide che quel ragazzo non era niente di meno che Le Corbeau. Fu tentata di dare l'allarme ma lo sguardo pieno di preoccupazione che lui le rivolse, la fece desistere e Nooro, con un sospiro, tornò a sedersi sulla scrivania.
«Ha pulito bene la ferita?» chiese con voce seria e ghiacciale Le Corbeau. Nooroo lo guardò negli occhi, aveva notato una piccola punta di preoccupazione nella voce del ragazzo.
La creaturina sorrise e, in silenzio, si diresse verso la scatola del kit di pronto soccorso... ormai Nooroo sapeva come trattare con gli Agreste, specialmente con quelli cinici. «Tu sei come tuo padre. - gli disse mentre il ragazzo annullava la trasformazione e tornava umano. Rimase sorpresa quando lo vide vestito come un normale ragazzo e se non fosse stato per gli occchiali e gli occhi azzurri, Nooroo avrebbe creduto di trovarsi davanti ad Adrien Agreste, ma il giovane che in quel momento medicava la ferita della sua custode, non era il possessore del Miraculous della distruzione bensì suo fratello. - Felix Agreste, stai attento. Sappi che se la farai soffrire, subirai la furia della kwami del Miraculous farfalla!» lo sfidò chiudendo gli occhi e addormentandosi.
Felix la guardò sorridendo dolcemente, per poi tornare a concentrarsi sulla ferita e cercando di medicarla nel miglior modo possibile.
«Felix...» il ragazzo si sentì gelare il sangue nelle vene, sentendo pronunciare il suo nome, ma sorrise quando si accorse che la ragazza lo stava dicendo nel sonno.
Doveva ammettere che mentre dormiva, Bridgette era ancora più bella, e osservandola da vicino, si accorse delle lentiggini che aveva sul viso. Non ci aveva mai fatto caso prima... forse la ragazza si truccava per nasconderle, ma lui le trovava dannatamente dolci e si ritrovò a sfiorarle con delicatezza, provocando un sorriso involontario della giovane.
«Perché non approfitti del fatto che dorme e la baci? Lo sappiamo entrambi che è quello che vuoi.» la vocina fastidiosa di Skall, il kwami pavone del ragazzo, rovinò il momento. Il piccolo esserino blu si era sdraiato vicino a Nooroo e piano piano si stava addormentando anche lui.
Felix sbuffò, anche lui era esausto. Aveva usato tutto il suo potere per confondere il Minotauro quando aveva visto che Butterfly si era ferita, così aveva reso più semplice sconfiggerlo.
Il ragazzo sollevò Bridgette e la adagiò sul letto, si sdraiò vicino a lei promettendosi di svegliarsi prima che l'alba sorgesse e di andarsene prima che lei lo vedesse.
 



«Bridgette? Tesoro, la colazione è pronta! Io esco a fare alcune commissioni.» l'urlo di sua madre la svegliò, la ragazza aveva un forte mal di testa e la tentazione di rimanere a casa era forte.
Fece per alzarsi ma qualcosa glielo impedì, abbassò lo sguardo e vide un braccio. Per i primi secondi la ragazza si sentì bruciare il viso, poi la curiosità di scoprire di chi fosse quel braccio prese il sopravvento. Si girò lentamente e quando lo vide, fu certa di essersi innamorata per la seconda volta della stessa persona.
Felix Agreste aveva le labbra socchiuse ed era sdraiato sul fianco, la sua t-shirt nera era appena sollevata e Bridgette riuscì a notare i suoi addominali, ma non furono quelli ad incantarla.
Vederlo dormire come un comune ragazzo con i capelli spettinati e disordinati nel cuscino e occhiali mal messi che gli avevano lasciato il segno attorno al naso, non lo fece sembrare un ragazzo cattivo ma bensì un angelo. Nooroo era sveglia e le sorrideva, indicando il ragazzo dietro di lei e il piccolo kwami blu al suo fianco.
Con delicatezza la ragazza spostò il braccio che le cingeva il fianco e si alzò notando la gamba ben fasciata, sospirò immaginandosi Felix che la fasciava e si diresse in bagno.
Si fece una bella doccia, cercando di non bagnare la fasciatura, per rifrescarsi e cercare di calmare gli strani pensieri sul ragazzo che dormiva sul suo letto. Ogni suo pensiero casto si incendiò quando lo vide in piedi, senza la maglietta.
Se quel piccolo spiraglio di pelle che aveva visto prima l'aveva fatta arrossire, vederlo in piedi senza la maglietta e con i muscoli tesi, l'aveva proprio incendiata.
“Che ti aspettavi, Bridgette? E' un Agreste... avrà una palestra personale, nella propria stanza!” pensò la giovane, scuotendo la testa. Abbassò gli occhi e si accorse di essere in mutande davanti a lui, la faccia della ragazza iniziò a fumare da quanto era in imbarazzo. Tirò il più possibile l'orlo della maglietta, cercando di coprire quanto più poteva.
Felix la guardò e alzò un sopracciglio con un sorriso sardonico. «Puoi stare tranquilla... sono stato a letto con modelle più belle di te! E adesso, con permesso, dimmi dove si trova il bagno. Voglio lavarmi. - E come quando si incontrarono per la seconda volta, Bridgette si rese conto del movimento del polso solo quando lo vide bloccato a pochi centimetri dal viso di Felix. - Dovresti arrenderti a cercare di cercare di colpirmi? Ho i riflessi migliori dei tuoi.» la prese in giro.
«Finché non la smetterai di comportarti da bastardo, io non smetterò mai di cercare di colpirti.» ringhiò la ragazza, suscitando un sorriso divertito sulle labbra di Felix.
Il biondo la spinse contro il muro, le  strinse il polso, portandolo in alto sopra le loro teste e le bloccò ogni via di fuga con il proprio corpo. «Sei solo un misero insetto contro un gigantesco corvo. Cosa credi di poter fare contro di me?» sorrise malizioso mentre sfiorava con la mano libera la coscia nuda della ragazza.
Il viso di Bridgette diventò rosso per l'imbarazzo, ma con tutto l'orgoglio che aveva in corpo, ingoiò la sua paura e sorrise al ragazzo. «Il caro professor Fu, una volta mi disse: “Un singolo fiocco di neve può piegare una foglia di bambù.”... all'inizio non avevo capito cosa intendesse, lo reputavo uno sciocco proverbio cinese, ma adesso l'ho capito. Tu sei la foglia di bambù e io, anche se sono un singolo fiocco di neve, posso piegarti.» disse la ragazza, sicura di aver vinto la sua piccola battaglia personale. Felix scoppiò a ridere, e Bridgette dovette ammettere che se vederlo ridere significava vincere, allora non voleva vincere le singole battaglie ma tutta la guerra.
«Non immaginavo che tu fossi dominante... di solito è il ragazzo a piegare la ragazza, non viceversa.» quella battuta fu la goccia che fece traboccare il vaso e, come le altre volte, la mano libera di Bridgette scattò verso la faccia di Felix che si rese conto della cosa solo quando la dita della rossa gli si stavano stampando sulla guancia. Il ragazzo la guardò sorpreso e arretrò di un passo, tenendosi la guancia colpita e ringraziando il fatto che i suoi occhiali non si fossero rotti.
«Visto che ti ho colpito, vado a fare colazione. Spero che tu anneghi nella vasca.» sbottò, andando verso la porta per andare in cucina.
«Non morirei... tu mi salveresti. Fa parte di te, essere una supereroina.» la provocò Felix, massaggiandosi la guancia.
Ormai sul punto di scoppiare, Bridgette abbassò la maniglia per uscire. «Basta! Ti odio.» gridò, sbattendo con forza la porta e lasciando Felix da solo.
«Peccato che io non ti odi.» sussurrò tristemente il ragazzo, mentre si dirigeva in bagno.



«Lo odio.»
Nooroo era in cucina, intenda a osservare la propria amica preparare i pancake, e sbattere con rabbia l'impasto nella ciotola. «Bridgette, credo che se continui con quella forza, l'impasto diventerà poltiglia.» ridacchiò la creaturina mentre si sedeva vicino a Skall, sul lavello della cucina.
La rossa sospirò, calmandosi, mentre versava un po' del contenuto dell'impasto nella padella. «Nooroo se uccido una persona che mi tormenta, vado contro i miei principi di supereroina?» chiese la giovane, mentre preparava la colazione anche per Felix.
Nooroo ridacchiò nuovamente, ma la sua risata si spense quando Felix entrò in cucina. Indossava solo i pantaloni e aveva il corpo bagnato a causa della doccia. Si avvicinò silenziosamente al tavolo, mentre Bridgette era di spalle e cucinava.
«Nooroo? Potresti passarmi il piatto di quel cafone, per favore? - chiese la rossa mentre tendeva il braccio indietro. Non si accorse neanche che era il ragazzo in questione a porgerle il piatto, divertito. - Grazie mille. Visto che ci sei, potresti vedere se ha finito e ha intenzione di consumare tutta l'acqua calda della casa? Non mi va di urlare ancora.» sbuffò la ragazza e, mentre si girava per poggiare il piatto nel tavolo, ritrovandosi Felix davanti che la osservava intensamente.
«Ho notato che ti sei messa un paio di pantaloni... quando li hai presi?» chiese lui, divertendosi sempre di più a osservare lo sguardo confuso della ragazza.
Bridgette, appena recuperò la ragione, si spostò di lato e poggiò il piatto sul tavolo, tornando a cucinare. «Non sono affari tuoi! Ameno io mi sono vestita e non vado in giro a sbandierare i miei muscoli scolpiti, da modello super sexy.» sbuffò la rossa, mordendosi la lingua per l'ultima frase appena pronunciata.
Si ricompose e versò la dose per un altro pancake nella padella, ma ebbe un sussulto quando sentì un braccio che le cingeva il fianco mentre l'altro si allungava e sfiorava le sue mani, che tenevano saldamente il manico della padella.
«La devi tenere in questa posizione, o i pancake non verranno mai omogenei ma si romperanno... e poi così è più facile girarli. - le sussurrò seducentemente all'orecchio, per poi allontanarsi e sedersi al tavolo, lasciando una ragazza confusa e con il viso della stessa tonalità dei suoi capelli. - Non hai niente da fare oggi, vero?» le chiese.
Bridgette si sedette di fronte a lui e iniziò a mangiare, notando subito quanto facesse schifo ciò che aveva preparato. Alzò lo sguardo verso Felix e lo vide mangiare tranquillamente... sembrava quasi che gli piacesse.
La ragazza, confusa, bevette il suo caffè e pensò alla giornata che l'attendeva. «No... tanto sono già le dieci e non possiamo entrare a scuola. Peccato! Oggi sarebbe dovuta arrivare la nuova ragazza ed ero curiosa di conoscerla.» sospirò la rossa finendo la colazione, per poi alzare lo sguardo e notare il sorriso perfetto del ragazzo che so trovava difronte.
«Perfetto! Allora oggi ti farò conoscere mio fratello, vestiti carina mi raccomando.» disse lui finendo la sua colazione. Bridgette sospirò di nuovo, confusa. Sapeva di dover portare pazienza con lui se voleva avere delle risposte.







--------------- Spazio Scrittrici---------


300 visualizzazioni! Siete mitici ragazzi e ragazze!!
Piccole chicche, come avete notato abbiamo raggiunto il passo e da settimana prossima saranno pubblicati i nuovi capitoli!!! URLATE CON ME SIIIIIIIIIIIII!
Molte cose sono successe qui, come potete vedere, anche il piccolo idiota di Felix inizia a capire qualcosa... ma il prossimo capitolo... sara BOOOOOOOOM
Non posso dire molto tranne che sarà mooooolto caldo e molto profondo conosceremmo finalmente la piccola Bridgette infondo!


A PRESTOOOOOOOO e vi AMOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo sei.

 

 

 

 

 

 

 

 


 
La pioggia impaziente colpiva la grande vetrata a forma di farfalla, Ladybug era piena di ferite ma in piedi zoppicante era davanti a Chat Noir, il suo compagno e il suo amore. Chat si contorceva dal dolore per terra e a ogni gemito Ladybug si sentiva come se un ago le avesse punto il cuore e fosse rimasto lì per farla soffrire. Le Papillon le era davanti e aveva tirato fuori dal suo bastone un fioretto appuntito come un ago, la ragazza guardò Chat non voleva combattere voleva soltanto salvarlo, portarlo al sicuro e mandare via quel akuma che era dentro il suo cuore, era tentata di togliersi gli orecchini e tirarli il più lontano possibile ma invece si chinò ignorando il fatto che Le Papillon si stesse avvicinando lentamente.
<< Chat resisti, ascolta la mia voce… >> Sussurrò la giovane eroina di Parigi sentendosi gli occhi arrossire per le lacrime che stavano per cadere, quello per il ragazzo fu’ lo stimolo per combattere con ancora più forza l’akuma che voleva prendere il possesso di lui, in un urlo di puro dolore ritornò ad essere Adrien, e come civile era pieno di ferite rimaste dal combattimento di prima, Ladybug notando che Le Papillon si era fermato osservando il figlio confuso per poi dare le spalle borbottando qualcosa a bassa voce ne approfittò e legando il suo yo-yo nella gamba del suo nemico lo tirò ma non si era resa conto che lui cadendo in avanti si sarebbe trafitto  da solo con la sua spada, proprio al centro del petto. La ragazza annullò subito la trasformazione correndo verso l’uomo e togliendogli la maschera, sapeva che era Gabriel Agreste lo aveva capito dal fatto che erano nella sua villa, Adrien lentamente si era avvicinato al padre e lo osservava con tristezza, l’uomo gli sorrise dolcemente mentre iniziava a perdere i respiri.
<< Sono felice che tu stia con lei… Abbine cura e non lasciatela sfuggire come ho fatto io… - Adrien per quanto dovesse odiare suo padre non riusciva a farlo, e in ginocchio gli prese la mano e se la portò sulla guancia dando la possibilità all’uomo di toccare per l’ultima volta il figlio che tanto amava- spero di non trovare Jocelyn che mi aspetta dall’altra parte >> sussurrò con un sorriso prima di chiudere per sempre gli occhi. Marinette alzò lo sguardo verso Adrien ma lo vide che indietreggiava con uno sguardo di puro terrore.
<< Tu sei un’assassina… >> Dietro di lui tutte le persone che la ragazza conosceva dalla sua migliore amica a persino i suoi genitori ripetevano come un mantra quella frase. Lei era un’assassina.
 

 

 

 

Marinette si sedette sul letto sudata si guardò intorno e vide che non era neanche l’alba, con un sospiro guardò che al suo fianco Adrien dormiva a pancia in giù mostrandole la sua schiena perfetta, la ragazza si ritrovò a chiedere se c’era qualcosa in cui Adrien non fosse perfetto… “Battutine a parte ovviamente” si disse sorridendo mentre si alzava e si vestiva con una maglietta del ragazzo che era per terra, adorava usarle le erano gigantesche e sembrava dei vestiti addosso a lei. Si diresse verso la sua scrivania osservando il suo album con i suoi disegni, sussultò appena quando sentì due forti braccia che le cingevano i fianchi per poi appoggiarsi tranquillamente contro di esse.
<< Tutto bene? Di solito ti svegli sempre cinque minuti prima che inizino le lezioni e mai all’alba >> le sussurrò Adrien all’orecchio mentre la ragazza chiudeva gli occhi cercando di non pensare a quell’incubo.
<< Ho avuto solo un brutto sogno, nulla di che, tu invece perché sei sveglio? >> Disse per poi girarsi e guardarlo con dolcezza mentre lui alzava una mano per accarezzare la sua guancia.
<< Volevo il mio cuscino personale ma ho abbracciato l’aria, non sapevo fosse così fredda, dovremmo darle una coperta >> Ridacchiò da solo mentre la tirava a se il più possibile, Marinette per quanto la battuta fosse pessimo si ritrovò a ridere di gusto mentre tornava a sdraiarsi sul letto questa volta accoccolata sul petto di Adrien.
<< Che hai sognato di così tanto spaventoso? Non avrai visto un film horror senza di me? Lo sai che effetti ti fanno quei film e poi non dormi più la sera >> rise il ragazzo mentre giocava con una ciocca nera della ragazza.
<< Ho sognato tuo padre >> sussurrò lei, sentendo il suo compagno irrigidirsi a quell’affermazione, quello era ancora il tasto dolente per entrambi, Marinette non riusciva a non darsi la colpa di quella sera, poteva tirare il braccio e no la gamba, poteva far volare via la spada con un colpo di yo-yo… no invece aveva ucciso Gabriel…
<< Mi tradisci con mio padre nei sogni? Beh sarebbe alquanto disgustoso fare sogni perversi su il tuo defunto suocero… di certo non mi metto a fare sogni calienti su tua madre, anche perché se li faccio tuo padre ha come un radar e mi ammazzerebbe in pochi secondi… secondo me hai preso da lui quel tuo caratterino… >> Il ragazzo non ebbe il tempo di concludere la frase che le labbra di Marinette erano sopra le sue in un bacio disperato e puramente dolce, il ragazzo la strinse con dolcezza mentre ricambiava. Intanto dalla loro finestra un corvo volava via.
 

 

 

 

L'accademia delle belle arti di Parigi ora che la osservava era un’accademia come le altre, le venne spontaneo un sorriso mentre pensava che qualche settimana fa rischiava un attacco di panico al pensiero di entrarci un giorno, forse era anche colpa dell’influenza del ragazzo al suo fianco che come faceva ad essere così sexy in maglietta nera e jeans se lo chiedeva ancora, e poi quei occhiali che avevano le lenti oscuranti gli davano un look da cattivo ragazzo che faceva fermare ogni ragazza che passava accanto, stranamente una parte di lei si sentiva gelosa dei loro sguardi. Voleva urlare a loro che lui era suo, infondo era venuto a casa sua e no loro vero? Beh ora che pensava al commento che aveva fatto lui qualche ora fa sul fatto che è andato a letto con un sacco ragazze non aiutava di certo la sua già scarsa autostima…
<< Me lo dici ora perché siamo qui? Tu non sei il tipo che ama la famiglia… quindi perché mi vuoi far conoscere tuo fratello Adrien? >> Borbottò la ragazza mentre incrociava le braccia al petto e gonfiando le guance in una maniera infantile, che Felix mentre la osservava non riusciva a non sorridere. Tutto in lei le dava un non so che’ d’infantile, dal semplice vestino rosa chiaro, come se fosse un leggero richiamo alla sua tuta di quando si trasformava in Butterfly.
<< Lo scoprirai, farfallina tieniti a me o rischi di perderti fra i grandi >> Ridacchiò lui mentre le porgeva il braccio in un modo cavalleresco che la ragazza ricambiò mostrando il suo dito medio prima di entrare come una furia dentro l’istituto.
<< Quella ragazza riesce sempre a stupirmi >> Sussurrò il ragazzo prima di correrle dietro e bloccarla stringendole la mano, Bridgette fu sul punto di replicare o anche di discutere ma si ritrovò a correre tirata da Felix lungo i corridoi semi vuoti se no per qualche ragazzo che usciva dalla classe.
<< Perché corriamo? >> Si ritrovò a ridacchiare la ragazza senza un motivo mentre il ragazzo continuava a correre tirandola per mano, Bridgette se ne rese dopo conto che le loro dita erano intrecciate e ciò le provocò un sorriso gigantesco sul viso, la loro corsa si fermò quando Felix spinse la ragazza contro una colonna bloccandola mentre guardava con intensità il giardino loro accanto, Bridgette cercò di sbirciare dalla gabbia che Felix aveva creato con il suo corpo e vide che si trattava dell’area ristoro dell’accademia.
<< Stai al gioco… mi hai capito? >> Disse dal nulla Felix attirando lo sguardo di Bridgette che per poterlo vedere in viso dovete inclinare la testa all’indietro, Felix che nello stesso momento si ritrovò ad abbassare il capo per osservare la reazione della ragazza s’incantò però alla vista del collo delicato e puro della ragazza ed ebbe lo strano istinto di tormentarla ma doveva prima venire il dovere e no il piacere, scuotendo la testa osservò la ragazza.
<< Se no che mi succedere? >> Borbottò la ragazza iniziando a tirare fuori quella grinta che Felix andava matto.
<< Beh finirai mangiata dal corvo… e tu non vuoi essere mangiata vero? >> Disse il ragazzo per poi sfiorare il viso della giovane con dolcezza e con riluttanza lasciarla libera, le prese di nuovo la mano e si avviò verso un tavolino che era occupato da una coppia che Bridgette conosceva molto bene.
Marinette era davanti a Adrien e mostrava una rivista con gli occhi che le brillavano, il ragazzo leggermente arrossito ridacchiava osservando la sua amata per poi rubarle un bacio suscitando in lei una risata divertita.
Bridgette si ritrovò gelosa in fondo voleva anche lei un ragazzo, e il modo in cui Adrien guardava Marinette era come se lei fosse la luce in un tunnel oscuro e senza uscite, come se lei fosse la sua dea e l’unica ragione per cui lui respirava. Era tentata di tornare indietro ma la mano che la stringeva forte non era dello stesso parere.
<< Oh ma guarda fratellino! Che bello vederti qui! >> La voce di Adrien attirò l’attenzione della giovane, le era stranamente famigliare come se l’avesse sentita da qualche parte, forse era perché come gemello di Felix forse avevano lo stesso tipo di voce? Era così persa nei pensieri che non si rese conto di una mano che la stringeva con forza e allegria, alzando lo sguardo vide che era Adrien che si stava presentato, osservandolo poteva dire che era letteralmente l’opposto di Felix, il ragazzo davanti oltre a essere solare aveva la pelle leggermente più scura e i capelli molto più biondi e accessi, sembrava un surfista ora che ci rifletteva, mentre con la coda nell’occhio osservando Felix che… beh lui sembrava un vampiro.
<< Fe’ non immaginavo che ti eri già fidanzato! Ma wow! Marinette vieni! Tu devi essere… >> Fin troppo euforico anche per gli standard di Bridgette che si strinse al braccio di Felix, si sentiva come una bambina davanti a degli adulti bizzarri.
<< Adrien, per l’amor del cielo comportarti da adulto! >> La voce di Marinette salvò la vita e la pazienza di Bridgette che sorridendole alzò la mano in forma di saluto.
<< Ecco perché sei venuta qualche settimana fa a chiedere notizie su Felix! Sono felice che state insieme >> Disse la mora mentre intrecciava le braccia al petto con un sorrisetto complice sulle labbra mentre guardava Bridgette che diventava rossa come un peperone.
<< Eri già così innamorata di me, fragolina? >> Bridgette sentendo quella voce alzò lo sguardo confusa verso Felix, che voce dolce era quella? Quanto maledettamente era bravo quel tizio a mentire? Bridgette respirò profondo, pronta per entrare in scena.
<< Non è colpa mia se aspiri a diventare Batman lasciando ovunque tu passi un’aurea di solitudine e oscurità che mette tristezza persino al più depresso dei depressi, è strano invece che a scuola non ti abbiano separato la zona più desolata per lasciarti in pace mentre leggi quei libri strani che hanno numeri e no lettere >> Borbottò Bridgette lasciando il suo braccio e intrecciando le braccia al petto in uno sbuffo, per un attimo ci fu il silenzio quasi imbarazzante di cui Felix che guardava stupido la ragazza, da dove l’era uscita quella grinta? Poi le risate dei due presenti diedero spazio anche alla risata divertita di Bridgette.
<< Lei si che ti conosce Fe’! Ti sei trovato una con i denti affilati vedo! >> Rise Adrien mentre appoggiava il braccio intorno alle spalle di Marinette che rideva ancora.
<< Certo, lei fa tanto la durona ma appena intravede un po’ di pelle diventa santa come una suora, la dovevi vedere come andava in tilt vedendomi senza maglietta! >> Ribatté il ragazzo, suscitando altre risate fra i due ragazzi davanti.
<< Oh non usare quella storia con me Conte Dracula! Ero appena uscita dal bagno e ti vedo mezzo nudo ovvio che vado in tilt! >> Borbottò come risposta Bridgette sentendosi sempre più rossa, Felix per un attimo fu tentato di annullare le loro distanze e di baciarla ma doveva stare al gioco.
<< Senti farfallina mia, non immaginavo che andavi in incandescenza per… >> un urlo bloccò Felix dal terminare la frase, dove prima c’era Bridgette ora una ragazza dai lunghi capelli biondi accessi stringeva il braccio di Felix strusciandosi sopra come una liceale.
<< Felix! Oh Felix sono così felice di vederti! Quanto sei diventato carino! >> Persino la voce di quella tipa dava sui nervi a Bridgette che ora guardava con rabbia sia la nuova arrivata sia Felix, e attese almeno una spiegazione.
<< Ciao Chloé è un vero dispiacere vedere che i tuoi capelli non abbiano ancora preso fuoco >> La voce di Marinette fu’ l’unica cosa che fece sorride Bridgette in quel momento, allora lei non era l’unica che non la sopportava!
<< Adrien tesoro mio! E Marinette... vedo che respiri ancora. >> Per quanto a nominare il nome di Adrien Chloé avesse fatto un sorriso gigantesco quando guardò Marinette… beh quello fu disgusto puro.
<< Mi dispiace, è una cosa che non commando io. >> Ribatté Marinette mentre stringeva i pugni andando nella direzione della bionda.
<< Bene io vado allora! È stato un piacere conoscervi. >> Disse dal nulla Bridgette stringendo le mani di Adrien e quella di Marinette, per poi girarsi e guardare Felix. Il ragazzo guardandola notò uno spiraglio di dolore che lo fece scattare in avanti cercando di liberarsi della bionda attacca al suo braccio ma Bridgette ormai gli aveva dato le spalle e tornava a casa, lasciandolo solo e confuso.
<< Fe’ posso dirti una cosa? >> disse dal nulla Adrien mentre osservava il fratello che guardava ancora il punto in cui Bridgette era sparita.
<< Si? >> Felix scosse la testa liberandosi della stretta di Chloé con disgusto.
<< Sei un coglione se te la lasci sfuggire >> Rispose il fratello prima di salutarlo e tornare alle lezioni assieme a Marinette, in un’altra circostanza Felix lo avrebbe mandato a quel paese ma no quella volta. Lo sentiva dentro di se che aveva ragione il fratello e mentre chiudeva gli occhi pensando ancora a quei capelli rossi, fu certo di essere un coglione in pieno.
 
Quando Bridgette chiuse la porta di casa un odorino di pizza echeggiava ovunque, con un sorriso gigantesco si avvicinò alla madre che china toglieva dal forno la pizza appena fatta e le diede un bacio sulla guancia.
<< Com’è andata oggi a scuola? >> Per un attimo quella domanda bloccò la ragazza, sua madre era certa che lei fosse andata a scuola, e mai mentiva a sua madre… Fu doloroso per lei sorriderle e inventare una giornata tipo, ma sua madre la guardava con curiosità chiedendo sempre più dettagli.
<< Ah quindi questo tipo… Felice, è il tuo compagno di classe? >> Le chiese mentre tagliava la pizza per entrambe, Bridgette scoppiò a ridere mentre rubava un pezzo e si sedeva sul divano, di nascosto dalla madre porse un pezzettino a Nooroo che con gusto lo mangiò.
<< Felix mamma, si chiama Felix no Felice… Beh ora che ci penso è buffo come nome. >> Ammise la ragazza mentre accendeva la tv, stranamente il telegiornale non urlava nessuna catastrofe in atto.
<< Felix come il gatto nero! >> Rise sua madre mentre si sedeva accanto a lei e mangiava un pezzo di pizza, ora che Bridgette ci pensava, era vero. Felix poteva tranquillamente essere un gatto, o forse lo era in un’altra vita… non ci voleva pensare no ora che finalmente sua madre era con lei e si rilassava, da quando la paura degli Akuma era tornata, c’era più delinquenza, forse era la paura stessa che li faceva agire in quel modo o forse usavano la scusa della paura per commettere rapine, rimaneva il fatto che l’ospedale dove sua madre lavorava era sempre pieno di feriti, dai più gravi a quelli meno gravi. Fece per aprire bocca e dire qualcosa quando un rumore a lei molto famigliare distruggeva come le altre volte il loro momento di famiglia.
<< Tesoro mi dispiace ma è arrivato un caso grave e devo andare d’urgenza… poi mi parli di questo Felix va bene? >> Bridgette sorrise la madre cercando di non farle vedere che le dispiaceva ma sua madre la conosceva fin troppo bene e il fatto che la sua bambina non la guardasse negli occhi significava che ne soffriva in parte dentro.
<< Non ti preoccupare mamma… e poi oggi mi alleno e sai che odio essere disturbata mentre provo… e se non provo poi non entro in quella accademia e noi due sappiamo che voglio entrarci in tutti i costi! >> Sophie sorrise a sua figlia per poi alzarsi e baciarle la fronte, la ragazza sorridendo se ne andò nella sua stanza, la donna la guardò andare via e sospirò mentre si preparava per uscire quando fu sul punto di chiudere la porta una voce mascolina la bloccò, girandosi vide che si trattava di un giovane ragazzo con un sorriso dolce.
<< Salve sono un compagno di classe di Bridgette, si è dimenticata il suo astuccio in classe… posso lasciarglielo? >> Sophie guardò il ragazzo con un sorriso complice sulle labbra ma fece l’unica cosa che una madre poteva fare, aprì la porta di casa e fece entrare il ragazzo.
<< Certo ma ora si sta allenando non ti conviene entrare nella stanza fino a che non ha finito, ho fatto la pizza se vuoi un pezzo, sentiti libero di mangiare, io devo scappare che devo operare un ragazzo! Ah e buona fortuna con mia figlia >> Disse facendo l’occhiolino mentre spariva dietro la porta e usciva.
Il ragazzo sorridendo si avviò verso la stanza di Bridgette e vide che la porta era socchiusa, con curiosità notò che al centro della stanza Nooroo spargeva delle piccole farfalle bianche attorno a Bridgette che a gran sorpresa del ragazzo usava un tutù rosa delicato, che risaltava i suoi capelli rossicci sparsi lungo la sua schiena.
<< Ho sentito la porta che ci chiudeva, sei pronta? >> Sorrise la creaturina rosa mentre si avvicinava allo stereo della giovane, che con un sospiro e chiudeva gli occhi si alzava in piedi sulle punte.
<< Metti “Neverland” >> Disse la giovane mentre la kwami controllava le playlist, Nooroo alzò lo sguardo verso la sua amica quando vide la porta semi aperta fece per dire qualcosa ma quando la figura le fece segno di stare zitta e andare avanti fece una piccola risatina divertita.
<< Quella di Matthew Morrison o quella di Zendaya? >> chiese la creaturina anche se sapeva la risposta lo sguardo divertito ed emozionato di Bridgette le diceva chiaramente la seconda.
Per entrare nell’accademia delle belle arti che aspirava da tanto, doveva scegliere un stile di ballo che potesse essere giudicato e una coreografia con l’aggiunta del canto. La ragazza no che avesse una brutta voce anzi a sentirla dagli altri Bridgette aveva la voce delicata e dolce ma la sua autostima come tutte le altre cose non glielo facevano notare.
 
Quando la canzone partì si fu’ il rumore di una pioggia, il ragazzo dietro la porta confuso si guardò intorno e vide che il cielo azzurro di Parigi era intatto, guardando la finestra la sentì delicatamente quasi come se la ragazza stesse sussurrando, ma ne fu’ subito ammaliato nello stesso modo.
<< Whenever I was frightened or if I felt alone… I turned to the night sky and a star I call my own. Somewhere I could run to, just across the Milky Way… If you like, I could take you it's just a lightyear and a day… >> Mentre la voce delicata di Bridgette seguiva quella della cantante, si muoveva aggraziata intorno alla stanza e ad ogni farfalla che lei sfiorava con delicatezza dei ballerini prendevano forma e assieme al ritmo iniziarono a ballare attorno alla ragazza mentre si avvicinava il ritornello.
<<
We can sail away tonight on a sea of pure moonlight… We can navigate the stars to bring us back home! In a place so far away we'll be young, that's how we'll stay. Every wish is a command when we find ourselves in Never, Neverland >> Uno dei ballerini senza volto che ballavano assieme a Bridgette al ritornello le fu dietro assecondando la ragazza nel ballo e aiutandola nel passo “pas de deux.”
Mentre la canzone prendeva vita, il ballerino che prima la aiutava l’era dietro stringendola in una maniera che non piacque neanche un po’ all’osservatore che sotto lo sguardo di Nooroo, entrò nella stanza e le fu dietro silenziosamente occupando il posto del ballerino e assecondando lui i passi di Bridgette.
<< Through all my make believe, there's some reality! In your reflection there's much more than you see… All that you hope for, you hope for today. Is the love someone gives you in an unconditional way! >> Bridgette sorrise mentre cantava assieme alla cantante la sua parte preferita della canzone con gli occhi chiusi notando stranamente come le braccia del ballerino fantasma fossero più calde e più delicate di prima, girando su se stessa in una perfetta” Piroette” ma mentre stava cantava il ritornello aprì gli occhi interrompendo la sua parte cantata e lasciando solo che sia la cantate a cantare il ritornello da sola, mentre osserva il ragazzo che chino su di lei sorrideva mentre le alzava con dolcezza la mano invitandola a girare di nuovo su se stessa per poi stringerla a se con dolcezza.
<< Felix tu sai ballare… >> Felix le sorrise chinandosi verso il suo orecchio senza smettere di sorridere.
<< Ci sono un sacco di cose che non sai su di me farfallina… canta ora per me >> le sussurrò mentre si allontana di poco per dare spazio alla parte solista di Bridgette.
<< Picture a land you never have seen where life is eternal and evergreen. Future of happiness all in your hands all in this place I created that I call Neverland! >> Bridgette mentre cantava questa parte più delicata si muoveva con una grazia che fece commuovere persino Nooroo, mentre la ragazza raggiungeva il suo nuovo compagno nella parte finale sorrideva stranamente felice.
<< We can sail away tonight on a sea of pure moonlight… We can navigate the stars to bring us back home! In a place so far away we'll be young, that's how we'll stay… And with your hand in my hand I am closer now to finding Neverland! And with your hand in my hand I am closer now to finding Neverland! Neverland… Neverland. >> 
 
Mentre cantava le ultime note, Felix la strinse a se con più forza e successe tutto in un attimo che nessuno dei due ragazzi se ne resero conto. Bridgette aveva alzato lo sguardo per chiedere qualcosa a Felix e il ragazzo nello stesso momento aveva abbassato il capo per fare una battutina sul fatto che la rossa era sudata ma i due finirono solo per guardarsi negli occhi e in millesimi di secondi uno stringeva l’altro in un bacio lussurioso e pieno di passione. Bridgette se ne rese conto solo quando sentì sotto di se il materasso del letto e quando aprì gli occhi vide Felix che la guardava con un fuoco negli occhi che fece venire i brividi alla ragazza, mentre lei cercava di trovare qualche cosa da dire o semplicemente una parola Felix tormentava piacevolmente il suo collo fra baci e morsi, Bridgette perse i conti di quante volte lui lo avesse fatto.

<< F-Felix t-ti prego >> quando riuscì ad aprire bocca il ragazzo si risvegliò e la guardò confuso, la ragazza sotto di lui aveva le guance rosse e i capelli sparsi ovunque, era una vera meraviglia ora che la guardava e questa visione addolcì lo sguardo di Felix che senza rendersi conto le accarezzava la guancia, osservandola per bene da vicino le sembrava un coniglietto davanti alla grande volpe, con un sorriso appoggiò la fronte contro quella della ragazza.
<< Perché mi fai questo effetto? Mi fai sentire fuori controllo ed io odio non avere il controllo su qualcosa figuriamoci su me stesso >> Il sussurrò di Felix fece sorridere la ragazza mentre lo stringeva in un abbraccio, non ci aveva fatto caso ma lui si era cambiato e ora usava il suo classico completo che sembrava appena uscito dall’ufficio, guardandolo negli occhi vide che aveva di nuovo le lenti colorate e questo stranamente urtò i nervi a Bridgette.
<< Perché nascondi il colore dei tuoi occhi con delle lenti colorate? >> Borbottò producendo nel ragazzo sopra di lei una smorfia confusa e divertita.
<< Io nascondo il colore dei miei occhi con delle lenti colorate? Sentiamo tu signora “sii te stesso e non vergognatene!” nascondi le tue lentiggini >> le rispose a tono osservando la ragazza arrossire non immaginava di certo che lui l’avesse vista senza trucco, ma poi si ricordò che il ragazzo aveva dormito accanto a lei la serata precedente ed era ovvio che lui l’avesse vista.
<< Facciamo un patto, io non mi trucco e tu non usi le lenti colorate, il primo che si arrende deve esaudire una richiesta dell’altro >> Disse Bridgette attirando l’attenzione di Felix mentre porgeva il mignolo, che al confronto di quello del ragazzo che stava intrecciando sembrava minuscolo.
<< Affare fatto, quando vuoi iniziare? >> Le sorrise in un modo enigmatico, e la ragazza fu certa che in un’altra vita lui non era un gatto, bensì era lo Stregatto.
<< Ora >> Disse la ragazza mentre spingeva Felix di lato e si alzava per andare in bagno a struccarsi per strada si chinò a prendere i suoi vestiti di prima e chiusa in bagno si vestì normalmente, davanti allo specchio mentre si toglieva il trucco Nooroo, la osservava con curiosità, non diceva nulla forse perché non sapeva che dire ma lo sguardo della ragazza e le guance ben rosse diedero molti segnali alla piccola Kwami che appena la ragazza uscì decise di andare in salotto già immaginandosi cosa stesse per accadere.
 
Quando Bridgette ritornò nella sua stanza vide Felix chino sul suo comodino mentre poggiava qualcosa sopra, quando le fu vicino il ragazzo si girò e Bridgette si ritrovò incantata davanti agli occhi naturali di Felix, erano azzurri come ben sapeva ma ora notando da vicino vide intorno alla pupilla come se ci fosse un sole ma dal colore verde accesso come quelli di Adrien, Felix era eterocromo e lei non se ne era mai accorta.
<< Sono bellissimi… >> Sussurrò lei mentre si avvicinava per guardarli meglio mentre Felix indietreggiava e le dava le spalle sbuffando, sin da bambino era abituato alla gente che lo guardava in quel modo, curioso e falso, ma quando sentì il delicato tocco di Bridgette sulla spalla si ritrovò a girare senza volerlo, e vederla davanti con lentiggini e tutto, risvegliarono in Felix gli istinti di prima e si ritrovò a stringere la ragazza per i fianchi.
<< Li odio, sono strani, mia madre mi dicevano che erano occhi da gatto ed io li odio >> Borbottò per poi chinare il viso e nascondere la faccia nella spalla della ragazza, Bridgette sorpresa si ritrovò a coccolare Felix, le era strano ritrovarsi in quel modo così stretta a lui, ma era tutto così naturale che lei non riusciva dire nulla, il ragazzo indietreggiò fino al letto sedendosi e portando Bridgette sopra le sue gambe, la ragazza non smise di coccolarlo concentrata per non rivinare il momento che si era creato.
Felix alzando lo sguardo la vide concentrata e divertita e non riuscì a non stringerla e a tirarla a se per baciarla di nuovo, non resisteva più ed era certo che sarebbe impazzito. Bridgette si ritrovò così a cavalcioni sopra il ragazzo che la baciava non più con la lussuria di prima ma con una dolcezza e delicatezza che sciolse del tutto Bridgette che si ritrovò in fine a realizzare il suo piccolo desiderio di intrecciare le dita fra i suoi capelli e di tirarlo a se con delicatezza, fu questione di attimi che la ragazza si ritrovò a togliersi la maglietta e a nello stesso tempo a sbottonare la camicia di Felix accarezzando il suo petto con dolcezza.
<< “Puoi stare tranquilla, sono stato a letto con modelle più belle di te” >> lo scimmiottò Bridgette fermando il ragazzo dal toglierle il reggiseno, Felix rimase fermo a guardarla negli occhi mentre un sorriso delicato e timido abbelliva le labbra del ragazzo, e agli occhi di Bridgette finalmente appariva il ragazzo che lui era dentro no un associale o cinico ma bensì un timido e dolce ragazzo.
<< Loro non erano te. >> Quattro parole, furono queste quattro paroline a conquistare del tutto il cuore di Bridgette, e la ragazza dentro di se lo capì finalmente, si era innamorata di Felix Agreste e stava per fare il gran passo con il ragazzo che amava.
<< Ovviamente sono unica e rara >> Ridacchiò la ragazza mentre Felix la sdraiava con delicatezza sul materasso, e per Bridgette fu come tornare a quella sera di qualche giorno fa al modo in cui lui la toccava con delicatezza mentre ballava, come se temesse di romperla in vari piccoli pezzi.
 
 
Quella delicatezza era timida ripensandoci, mentre ora che lui la faceva diventare donna a tutti gli effetti, era più sicura, forse lo erano entrambi e questo dava più profondità a quel rituale antico come il tempo, i due ridevano, si baciavano, si toccavano e si guardavano gli occhi e rimanevano in silenzio ascoltando i loro respiri, respiri innamorati come loro, respiri timidi che scoprivano cose che mai nella loro vita avrebbero scoperto, Felix la guidava la aiutava ma era Bridgette che stava insegnando a lui in quel momento ad amare, se prima avevano paura ora erano sicuri. Felix non aveva mai provato dei sentimenti simili a quello che provava ora mentre guardava Bridgette negli occhi prima di entrare in lei, si era messo il preservativo in silenzio e attendeva la sua conferma.
Bridgette era confusa si, ma si sentiva completa ed era strano, mai in vita sua aveva provato tanta euforia come sentiva in quel momento, sapeva che le avrebbe fatto male, ma non si preoccupava più di tanto sentiva il cuore esploderle dentro per via dello sguardo che Felix le dedicava, come se stesse attendendo una risposta o una negazione ma ciò che lui ottenne fu’ un sorriso che lui mai si sarebbe dimenticato. Mentre le entrava dentro, la sentiva che si stringeva a lui con forza, lo vedeva dai suoi occhi sorpresi che cercava di dimostrarsi forte, non voleva che nessuna lacrima le cadesse, e ciò fece sorridere dolcemente Felix che chinandosi la baciò con dolcezza, cercando di distrarla mentre si muoveva lentamente dentro di lei. La ragazza non s’immaginava di certo che si sarebbe abituata subito a questo nuovo piacere, e lentamente iniziò ad ansimare di piacere, Felix guardandola capì che ormai era tardi e che si era innamorato di quella ragazza. Si era innamorato del fatto che lei si mordeva il labbro per non emettere quei dolci suoni che lo eccitavano sempre di più, si era innamorato dei suoi capelli che sparsi sul materasso sembravano fuoco accesso, si era innamorato dei suoi occhi verdi accessi che riuscivano ad essere battaglieri e allo stesso tempo timidi. E si era innamorato di lei, Bridgette Leannán, l’unica ragazza che lo voleva per com’era e no per i soldi che aveva, l’unica ragazza che davanti a suo fratello non si era comportata da gatta morta strusciandosi sopra come facevano tutti, l’unica ragazza che sarebbe capace di ucciderlo e allo stesso tempo portarlo in paradiso.
Quando entrambi giunsero all’apice si ritrovarono a guardarsi negli occhi confusi, divertiti, e innamorati. Felix sfinito si lasciò cadere sopra di lei, coprendola con il suo corpo con dolcezza, Bridgette si ritrovò a coccolarlo ancora confusa di quella nuova emozione, sentiva il cuore scoppiarle in petto quando fu’ sul punto di dire qualcosa sentì la porta di casa aprirsi e sua madre urlare che era appena tornata, furono attimi di panico per entrambi i ragazzi che si alzarono in fretta e furia e si vestirono, in un’altra situazione Bridgette si sarebbe messa a ridere ma no in quella mentre veniva tirata da Felix per un bacio veloce. << Ci vediamo dopo >> le sussurrò sulle labbra prima di trasformarsi e volare via come Le Corbeau.
Mentre Bridgette correva in salotto per salutare sua madre, Nooroo osservava il telefono della ragazza sul tavolino, e con un dolore atroce al petto volò in direzione e accendendolo chiamò un numero nella rubrica della ragazza.
<< Bridgette? Che cosa vuoi? >> La voce acida del ragazzo fece sorridere la piccola kwami che respirando fondo fece quello che credeva più giusto di fare.
<< Ciao nuovo custode di Weiji… Sono Nooroo la kwami di Bridgette e lei è nei guai seri… devi venire appena puoi >> Chiuse la chiamata in tempo prima che la ragazza in questione ritornasse in camera a riprendere il telefono.
 

<< Non ci credo! Ha dav
vero messo Careless Whisper e ti ha chiesto di ballare con lui? >> La risata divertita di Bridgette echeggiava nella stanza, quando ormai era sera e sua madre cucinava la cena raccontandole della sua piccola disavventura con un paziente, mentre la donna si girava, si rese conto va che sua figlia era più felice del solito, e con un sorriso complice si avvicinò e si mise seduta davanti a lei.
<< L’hai fatto vero? >> Disse sorridendo di lato mentre la ragazza diventava pallida e la guardava confusa, come aveva capito? Non è che quel idiota le aveva lasciato qualche segno sul collo? Si tastò subito il collo confusa mentre la madre rideva.
<< Tesoro tranquilla non ti ha lasciato nessun succhiotto… o almeno no visibile –Rise osservando sua figlia aprire e chiudere bocca senza sapere cosa dire – Bridgette tesoro mio può sembrarti strano ma anch’io ero giovane e anch’io facevo quelle cose… Se non fosse per una di quelle tu non saresti mai nata >> Bridgette fu sul punto di fare una battuta ma rimase zitta, odiava parlare del passato di sua madre. Quella donna aveva sofferto così tanto, ma non si era mai arresa. Era così giovane quando rimase incinta di Bridgette, era solamente al secondo anno di Università quando si innamorò del suo coetaneo, un giovane studente di medicina come lei, e ovviamente la passione fu tale che sua madre rimase incinta i due si sposarono alla fine, durante la gravidanza sembrava che le cose andassero per il verso giusto ma suo padre, un codardo di prima categoria quando lei compì tre mesi di vita scappò di casa e non tornò mai più. Si fece risentire qualche anno prima dicendo che si era risposato e che la sua compagna aspettava un suo figlio, e così Bridgette aveva da qualche parte del pianeta che non voleva sapere dove un fratellastro che forse manco sapeva della sua esistenza. Ma sua madre non si abbatté mai, arrivò persino a dare la sua tesi di medicina con Bridgette in braccio che aveva poco più di un anno, quella donna si era sacrificata come pochi, e Bridgette era orgogliosa di essere sua figlia.
<< A volte mi ricordi così tanto tuo padre… aveva la testa sempre fra le nuvole >> Rise dolcemente la donna mentre osservava Bridgette, la ragazza si alzò rumorosamente guardando male la madre, l’unica cosa che odiava era essere paragonata a quell’uomo.
<< Oh ma che bello grazie mamma di avermi paragonato ad un uomo che è fuggito a gambe levate lasciando la donna che lui diceva di amare da sola ad allevare una figlia! Sai una cosa mamma? Hai trentotto anni non credi che sia il momento di trovarti qualcuno? O non riesci a dimenticare lui? >> Bridgette non lo voleva ma le parole le uscivano di bocca come una corrente, sua madre la guardava con gli occhi sgranati per la sorpresa quando aprì la bocca per parlare il citofono suonò e la ragazza con un sospiro aprì la porta, quando alzò lo sguardo si sbrigò subito a pulire le lacrime che erano fuggite.
<< Shaoran che cosa vuoi da me a quest’ora? Vattene >> Ma lo sguardo preoccupato che aveva il ragazzo davanti a lei non le diede la forza di chiudere la porta in faccia anche se lo meritava.
<< Bridgette ti devo parlar è una cosa urgente! Non abbiamo tempo! >> Bridgette respirò fondo e lo lasciò entrare, stranamente sua madre non si era fatta sentire e magari era andata in camera sua, Shaoran entrò in silenzio e guardò Bridgette, la ragazza non si era mai sentita così osservata in vita sua il che era strano ora che ricambiava lo sguardo, il ragazzo non sembrava neanche imbarazzato, il che confuse di più la ragazza,Shaoran iniziò a parlare ma per quanto il ragazzo parlasse Bridgette non gli dava retta, pensava alla discussione con sua madre e ad un certo ragazzo, fu per dire qualcosa quando il citofono suonò di nuovo il ragazzo cercò di bloccare Bridgette ma lei appena aveva aperto la porta rimase ancora più confusa, si sentiva stranamente in ansia, perché Felix la guardava come un cane bastonato?
<< Shaoran ne parliamo domani a scuola, Felix entra dentro >> Disse la ragazza tirando Felix dentro e mettere fuori Shaoran prima che potesse portare avanti le sue proteste.
<< Bridgette mi dispiace davvero non era mia intenzione… è stato più forte e non sono riuscito a controllarmi e… >> Bridgette non lo aveva mai visto in questo stato, andava avanti e indietro per il salotto come se stesse litigando contro se stesso.
<< Felix non capisco di che cosa parli? >> La ragazza si avvicinò a lui bloccandolo con il semplice tocco sula sua spalla.
<< Tua madre… mi dispiace non volevo… >> La ragazza confusa si guardò intorno non trovando però sua madre, quando capì tutto guardò Felix e quella fu’ una conferma. Sua madre era stata akumatizzata dal ragazzo che amava.
<< Ne parleremmo dopo che l’avrò salvata >> Gli ringhiò con rabbia prima di spingerlo e correre verso la finestra prima di trasformarsi e volare via.
 

Volava da ormai una decina di minuti e di sua madre nessuna traccia, si stava ormai arrendendo quando un corvo le volo vicino indicandole poi la strada, era certa che era un Akuma, ma nel suo cuore qualcosa le diceva che era il modo di Felix di chiedere scusa.
La vide che rideva mentre osservava una allegra famiglia che camminava mano per mano, quando si rese conto di quello che stava per fare sua madre era ormai troppo tardi, i genitori sotto di lei iniziarono a litigare e poi si separarono urlando cose non molto carine, i bambini che si guardavano intorno confusi iniziarono a piangere chiamando i loro genitori. Sua madre stava distruggendo le famiglie unite perché lei era sola con sua figlia, e nel cuore suo la giovane rossa che volava indietro alla donna sapeva che era solamente colpa sua, la vide fermarsi sopra un tetto osservando una nuova coppia e Bridgette con il cuore in gola riconobbe subito. Adrien e Marinette appena usciti dal cinema chiacchieravano allegramente abbracciati il loro pensieri riguardanti il film.
<< Fermati! Non farlo! >> Urlò la ragazza attirando l’attenzione di sua madre che nel girarsi lanciò in direzione della ragazza una siringa, Butterfly chiuse gli occhi pronta per la dolorosa puntura ma non sentì nulla aprendo gli occhi vide davanti a se una figura vestita di verde che teneva davanti a loro uno scudo fino ma a forma di guscio di tartaruga.
<< Signora non le hanno detto che prima di fare una puntura bisogna chiamare un dottore? >> disse la nuova figura prima di girarsi verso Butterfly e stendere la mano per aiutarla ad alzarsi.
<< Ciao dolcezza sono Lu Haigui ed è meglio che tu ti prepari a lottare finché non arrivano Ladybug e Chat Noir. >> Butterfly alzando lo sguardo verso il ragazzo osservò per bene il suo costume verde un po’ assomigliante a quello di Chat ma con l’aggiunta di un cappuccio che nascondeva il suo viso, ma lo vedeva chiaramente la maschera verde come il costume e gli occhi neri asiatici sotto.
<< Tranquilli siamo arrivati in tempo >> La voce di Ladybug diede speranza a Butterfly e con un semplice scambio di sguardi fra lei e i due nuovi arrivati il piano era già ben stabilito, Butterfly prese con se Chat e volò alle spalle di sua madre e mentre Ladybug richiamava a se il Lucky Charm, Lu Haigui la difendeva dagli attacchi della donna e delle sue siringhe.
<< Butterfly una corda! Sai cosa fare! >> urlò Ladybug tirando verso la ragazza che era alle spalle della donna l’oggetto fortunato, la ragazza con un peso terribile nello stomaco volò intorno alla donna legandola per poi prendere il cercapersone nel suo fianco e spezzarlo in due, Ladybug agilmente lo prese al volo liberandolo e riparando tutto come sempre.
<< O mio dio!! Grazie divinità dei Miraculous! Ho sempre sognato di lavorare con una tartaruga ninja!! My Lady lo possiamo tenere? Ti giuro che mi prenderò cura io di lui! >> Ladybug scosse la testa divertita dall’allegria del suo ragazzo mentre girava intorno al nuovo arrivato.
<< Non ti sei ancora presentato… Come ben sai io sono Ladybug, lui è Chat Noir e lei è Butterfly >> disse sorridendo dolcemente la loro leader mentre stendeva la mano al ragazzo che gliela stinse con forza e allegria.
<< Sono Lu Haigui il nuovo custode del Miraculous della tartaruga e sarò il vostro scudo >> Disse Lu mentre stringeva anche la mano di Chat, l’unica che era in disparte con uno sguardo curioso era Butterfly che a braccia incrociate sul petto osservava la scena.
<< Lu Haigui se non erro significa tartaruga verde in cinese… Farfallina vieni a salutare il nostro amico tartaruga verde! >> Disse Chat sorridendo divertito alla ragazza che con un sorriso timido si avvicinò ai suoi compagni.
<< Sarà un’altra volta, riporto la civile a casa sua e scappo a casa mia prima che si accorgano che sono fuggita a salvare Parigi >> Sorridendo volò in direzione della donna svenuta e prendendola di peso volò via verso casa sua.
<< Come sa dove abita? >> si chiese Chat mentre osservavano la ragazza sparire nel cielo.
<< Beh quella è Sophie Leannán la pediatrica più famosa di Parigi credo che Butterfly sappia dove andare - Disse Lu mentre si sistemava lo scudo sulla schiena come se fosse un guscio di tartaruga. – Vi va un gelato? >> Gli altri due sorrisero approvando la richiesta per poi partire alla ricerca del primo gelataio aperto a quell’ora.
 
 

<< Sei stata bravissima Bri! Dai domani starà benissimo! >> Per quanto Nooroo cercasse di rallegrare la ragazza mentre usciva dalla doccia, sapeva che non aveva nessun effetto, ma cercava in tutti i modi di farla felice come prima… ma sapeva che l’unico in grado di tale miracolo era l’artefice della sua tristezza.
Alzando la testa Bridgette lo vide seduto sul bordo del suo letto, a testa china, capelli disordinati e vestito semplice, in quel momento lui alzò lo sguardo e la ragazzo notò con gioia che lui aveva gli occhiali ed era senza le lenti colorate… era venuto come se stesso.
<< Vattene non voglio parlare con te >> Borbottò la ragazza mentre si andava a sdraiare sul letto ignorando il ragazzo ai piedi del letto, appena sotto le coperte la ragazza si nascose sotto come se fosse in una crisalide. Felix sorride divertito mentre si sdraiava vicino al piccolo bozzolo che la ragazza aveva fatto.
<< Posso almeno restare con te? È desolante dormire in una casa gigantesca ma vuota >> Sussurrò il ragazzo facendo sputare da una parte della coperta la testolina di Bridgette che lo osservava con rabbia e con qualche lacrime solitaria, il ragazzo con dolcezza gliele asciugò per poi con delicatezza liberare la ragazza dalla coperta e stringerla a se in un forte abbraccio.
<< Perché l’hai fatto? Perché lo fai? >> Borbotto la ragazza cercando di trattenere lacrime che non riusciva a domare.
<< Sono un cattivo e come tale… faccio cose cattive, ferisco le persone le illudo… sono un mostro mi dispiace >> Sussurrò il ragazzo chiudendo gli occhi per non guardare quelli della ragazza che lo guardavano stupidi, ma entrambi sapevano che non c’era modo di far ragionare l’altro, entrambi sapevano che l’altro era più orgoglioso dell’altro, ma a modo loro si amavano.
Bridgette gli tolse gli occhiali appoggiandoli nel comodino vicino loro mentre Felix in silenzio copriva entrambi, non si dissero niente, non avevano niente da dire, si guardarono a lungo negli occhi per poi stringersi in un dolce abbraccio e addormentarsi in quel modo. Nooroo osservò la scena chiedendosi se aveva fatto bene o no ad avvertire Shaoran, almeno come compagno di classe della ragazza la poteva controllare quando stava con Felix, ma la piccola creaturina non immaginava come era diventato forte il legame dei due ragazzi addormentati davanti a lei, l’unica cosa che poteva fare era avere fede in Bridgette e sperare con tutta se stessa che l’amore della ragazza liberasse il ragazzo dall’oscurità che regnava il suo cuore. 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



_-------- ANGOLO SCRITTRICI------


Ecco ora capite perchè amo questo capitolo *w* Bene abbiamo visto il nuovo custode... chi sà chi é... muahahahahahahahaah Nel prossimo invece vedremmo una cara vecchia amica tornare! Un po' diversa da come se ne è andata... Felix sta iniziando a capire qualcosa ma sarà Bridgette a salvare il suo cuore prima che diventi oscuro come quello di Le Papillon?

Lo scopriremmo presto....


GRAZIE PER LE 400 Visualizzazioni!! SIETE FAVOLOSI!!! 

 

 

 

 

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