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di Laix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solo in quattro ***
Capitolo 2: *** Magia Nera ***
Capitolo 3: *** Il successo dell'Atto ***



Capitolo 1
*** Solo in quattro ***


CAP 1.
Solo in quattro




- Bello, eh? -
- Bello che cosa, Hattori? -
- Bello che andiamo alle terme, sveglione. Io lo trovo fantastico! -
- Uff, per me è sempre la solita menata da adolescenti. Un atto socialmente pre-confezionato che il nostro periodo di adolescenza, per l'appunto, ci obbliga impunemente a fare. - sbuffò Kudo, chiudendo gli occhi e sbadigliando con ostentata noia.
Heiji lo guardò con la stessa occhiata che avrebbe riservato ad un bradipo intento ad attraversargli la strada mentre andava in moto. Un misto tra lo sconcertato e il disgustato. Entrambi i loro corpi stavano sobbalzando appena, mentre il pulmino su cui si trovavano percorreva una strada di montagna disseminata di buche e rilievi e sassi.
- Augurandomi che tu stia scherzando... dal momento che, tra l'altro, la tua cosiddetta “adolescenza” te la puoi godere soltanto a tratti... c'è un altro motivo per cui conviene gioire, a mio parere. E cioè che stiamo andando alle terme con le nostre rispettive... insomma... ragazze? - suggerì Heiji con sguardo rivitalizzato e più sornione, alzando la mano e indicando col pollice i sedili dietro di loro. Su di essi, infatti, erano adagiate Ran e Kazuha, che dormivano della grossa nonostante pure i loro corpi fossero soggetti ai fastidiosi micro-balzi causati dalla strada.
Shinichi si voltò e seguì il suo pollice e il suo sguardo, incrociando la visione delle ragazze dormienti, abbagliate dai delicati raggi solari del tramonto che trafiggevano il finestrino. E il suo sguardo scorbutico, in quel momento di totale rilassamento, si spinse ad un sorriso.
- Sì, su questo non c'è dubbio. E hai ragione, me la devo godere, ora che posso. Chissà quando mi ricapiterà più... - disse Shinichi con un pizzico di amarezza, dal momento che era semplicemente sotto l'effetto di un antidoto temporaneo. Sapeva quindi che, quando meno se lo fosse aspettato, esso avrebbe potuto terminare il suo effetto.
- Eh beh, perché credi che a me ricapiterà tanto presto solo perché sono sempre adulto?? BAH, figuriamoci, me lo posso scordare. Siamo sulla stessa barca, dà retta a me! - concluse Heiji ironico e volenteroso di non far scadere nel malumore il suo amico. Shinichi lo comprese e sorrise, ringraziandolo con lo sguardo e con un cenno della testa.
- E divertimento sia. Ehi, anche tu stai per vomitare? -
- Per la nausea? Certo che sì, Kudo. - rispose Heiji imperturbabile, mentre si sentiva sballottare ancora di più sul sedile da quella esotica stradina montana e vedeva Kudo che incrociava quello stesso destino, un po' pallido in volto, trattenendo caparbiamente singulti e conati. - Hai portato i vestiti di ricambio, nel caso in cui non riesca a trattenermi mentre ti parlo...? -
- Non ci provare. - gli intimò Kudo, che non aveva certo voglia di farsi vomitare addosso.


Andò comunque a finire tutto bene, nessuno stette male e tutti e quattro arrivarono salvi al rustico albergo termale in mezzo ai monti. Heiji e Shinichi, ancora con la sensazione di sballottamento causata da quel maledetto pulmino, si accostarono accanto alla rispettiva pseudo-consorte.
L'albergo era assolutamente adorabile. Un grosso casolare di legno tradizionale, appoggiato al monte roccioso e sormontato da una rigogliosa vegetazione, il cui cortile si stendeva per diversi acri e la cui zona termale, composta da acqua calda naturale, era divisa in due ampie parti. Le vasche termali erano delimitate da basse recinzioni di legno e pietre, tutte posizionate secondo lo stile orientale più decorativo, e il cortile pullulava di statuette di pietra raffiguranti per lo più creature legate alla mitologia giapponese: vi erano piccoli demoni, creature magiche della foresta, kappa, ma anche fate e gnomi, appartenenti al folklore occidentale. In mezzo a loro si poteva intravedere una linea infossata e serpentina in cui scorreva un minuscolo ruscello, movimentato dalle sorgenti d'acqua circostanti. La folta erba del prato, gli alberi e i bonsai piantati ovunque richiamavano grandi quantità di uccellini cinguettanti di diverso colore e dimensione, oltre a qualche scoiattolo fugace.
- Oh, ma che meraviglia! Vero, Heiji? Senti che aria fresca! - esclamò Kazuha, respirando a fondo per sottolineare la sua giusta osservazione; fu quando non udì risposta che iniziò a venirle un dubbio. - Heiji, stai bene? Sei un po' palliduccio. Hai fatto lo scemo rimbambito per tutto il viaggio? – gli chiese con i suoi soliti modi leggermente invadenti.
- No, sono rimasto sveglio a vegliare su un'oca starnazzante che ronfava e che finalmente, sia ringraziato il cielo, teneva il becco chiuso una volta tanto – le rispose Hattori con i suoi soliti modi leggermente svilenti.
Kazuha ridacchiò falsamente, prendendolo giocosamente a pugni e tuttavia incrinandogli quasi una costola.
- Ah, Shinichi, scusa se mi sono addormentata! Che scema, avrei... avrei voluto parlarti per tutto il viaggio, solo che ieri sera sono tornata tardissimo dagli allenamenti e perciò ero stanca e quindi io... - si stava scusando Ran, appartata con Shinichi a debita distanza dalla coppia di Osaka, prima che lui le posasse un dito sulle labbra per interromperla. Lei arrossì all'istante, guardandolo. Lui le sorrise affabile, scuotendo dolcemente la testa.
- Non importa, tranquilla. Ho comunque parlato con Heiji, non lo vedevo da molto tempo e mi ha fatto piacere. Se eri stanca, Ran, è meglio se hai dormito... così stasera sarai in forma e pimpante, il che è solo un bene, non è vero...? - azzardò lui, forse un tantino malizioso. Lei infatti, ancora rossa in volto, lo riguardò attentamente e gli balbettò qualcosa, credendo di non capire molto bene cosa lui le stesse comunicando.
- P... perché? Cosa avevi in mente, per stasera? -
- Ah, non saprei... direi che lo vedremo. O no? - la rimbeccò Shinichi, ridacchiando teneramente quando la vide mezza shockata. La ragazza, infatti, credette di aver perso un battito. Non è che Shinichi, ritornando lì dopo mezzo secolo e portandola subito alle terme, aveva delle intenzioni arretrate...?
Scosse la testa, in un'euforica ed emozionata agitazione. Sentire nelle narici il profumo intenso di quell'umidità intrisa di natura che li circondava le alzò il buonumore, mentre fissava la figura di lui allontanarsi un poco di fronte a lei. Nel frattempo Shinichi, che aveva appunto proseguito la camminata lasciando Ran un po' indietro, sorrise tra sé e sé, senza farsi vedere: perché sì, assolutamente sì! Per quella serata aveva dei progetti ben chiari che non intendeva farsi sfuggire, non questa volta. Non sapeva dove sarebbero andati a finire esattamente, ma essi includevano Ran, solo lei... e se lei fosse stata d'accordo, lui era pronto a tutto. Aveva tutta la serata a disposizione per fare evolvere le cose tra loro due, per riprendersi nel miglior modo possibile tutto il tempo perduto, per rianimare quell'antico legame che fino a quel momento li aveva tenuti astrattamente connessi, rimanendo però assopito e trascurato; confidando che anche lei avesse voglia di collaborare, di fare crescere quella situazione insieme a lui, sarebbe dovuto volgere tutto per il meglio.
Gli stessi pensieri passavano nella testa dei due giovani di Osaka, in realtà, anche se forse in apparenza non si sarebbe detto, visto che erano ancora dietro a menarsi a vicenda. Ma era certamente così, e nessuno avrebbe potuto discuterlo. Era stato Heiji ad aver ideato quella gita a quattro alle terme, e per un motivo ben preciso che riguardava se stesso e Kazuha in primis: l'aveva fatto anche per dare a Kudo, ritornato temporaneamente normale, l'opportunità di svagarsi come si deve. Ma il motivo principale, comunque, rimaneva quello di passare un po' di tempo, ma tempo vero, con Kazuha. Per entrambi i detective, questi erano forse i veri e propri appuntamenti seri che si erano prefissati.


- Dunque, senti che idea pazzesca! - iniziò Heiji vagamente diabolico, strofinandosi le mani come solo un boss della malavita può fare ed esponendo scomposti sorrisi al suo amico Kudo.
- Sentiamo... - rispose Kudo arricciando il naso, poco convinto.
- Le terme esterne sono divise, giusto? Maschi da una parte e femmine dall'altra, giusto? Beh, Kudo, guardami bene nelle fosche pupille... - gli intimò Heiji, determinato e circospetto, avvicinandosi a lui abbastanza da fargli effettivamente intravedere le cornee. - ...io non intendo sottostare a queste puerili regoline da terme antiquate. -
- Ah, ma neanche io, se è per questo. Per chi mi hai preso? -
- Evvai, fantastico! Non potevo udire risposta migliore. Qua ci siamo venuti con delle ragazze, e perciò saranno ragazze quelle che ci porteremo nell'acqua calda, me ne infischio delle separazioni. Quindi, Kudo, che piano proponi per raggirare le regole dell'hotel? -
- Ma scusa, non mi hai mostrato le tue fosche pupille per illustrarmi la tua personale strategia? -
- No, perché non ne ho. Volevo mostrarti le premesse, e tu avresti congegnato il piano! - rispose Heiji spiazzato e improvvisamente nervoso.
- Uff, e va bene... gran detective dell'ovest. Comunque, dal momento che i gestori di questo hotel hanno una media d'età che si aggira tra i 95 e 110 anni, credo che difficilmente si accorgeranno se noi, sul tardi, infrangeremo un paio di regoline. -
- Bravo, ben detto! Acutissimo. E se invece se ne accorgessero? -
- Boh, non so che dirti -
- Mi piace anche questa risposta, totalmente sprezzante del pericolo imminente! -
- Non che degli ometti docili di 110 anni costituiscano per me questa gran minaccia, comunque -
- Taci, Kudo. Li sottovaluti, perché loro sono saggi -
- Seh. Ascolta – lo interruppe Shinichi, guardando l'orario sull'orologio da polso. - Io vado a chiedere a Ran se è pronta per la cena. Puoi fare lo stesso con Kazuha, o sei impegnato a terrorizzarti al pensiero di essere beccato da un vecchietto saggio, mentre...? -
- Mentre? - lo stuzzicò Heiji, con la volontà di fargli sputare il rospo. Voleva capire se l'amico aveva le sue stesse e sconce intenzioni. - Mentre cosa? -
- Mentre guardate il cielo stellato, no? -
- Ah, beh, sì... certamente -
- E mentre penserai che, in fondo, avresti preferito di gran lunga fare un bel bagnetto col sottoscritto -
- Oddio, Kudo! Ma come sei chiaro e conciso nei tuoi più intimi desideri! Se volevi passare la serata nell'acqua termale con me, non avevi che da chiedere... - aggiunse Heiji accostandosi all'amico e spingendosi al limite della malizia, per prenderlo in giro. - I bagni dedicati agli uomini sappiamo dove sono, no...? Eh, bel maschione? -
- SI TROVANO A DESTRA! Nella parte destra dell'HOTEEEEELLLL! -
I due detective sussultarono con violenza con un mezzo urletto da donnole, spaventati dall'altissimo volume di voce con cui era stata pronunciata quella frase alle loro spalle. Si voltarono di scatto per capire chi aveva parlato, abbassando poi entrambi lo sguardo per guardare negli occhi (occhi chiusi e serrati) una docile vecchina talmente rugosa da non distinguere più tanto bene i suoi lineamenti, e per l'appunto bassa di statura, che si reggeva su un bastone rigido e lucido un po' più alto di lei.
Doveva essere la gestrice dell'hotel, presumibilmente un po' sorda. E, mentre i due ragazzi la fissavano interdetti, accanto alla vecchina giunse un altro vecchino che sicuramente ricopriva il ruolo dell'altro gestore. Entrambi, come aveva supposto Shinichi, si aggiravano attorno ai 100 anni e sembravano delle antiche rune vaganti.
- CAPITO? A DESTRA I MASCHI. A SINISTRA LE FEMMINE. CAPITO? Misericordia! -
- Scusate, scusate... mia moglie non ci sente più tanto bene, per questo alza la voce – spiegò il gestore, anche lui ricoperto di rughe franose ma con un'espressione pacifica e serena molto meglio delineata sul viso rispetto alla mogliettina, che sembrava invece corrucciata e costantemente irritata.
- Sì, ehm... avevamo pensato fosse così – giustificò il tutto Shinichi, accennando ad un sorriso.
- CHE HA DETTO? Oh, misericordia. Misericordia divina! -
- Ha detto che avevano capito, cara! - le rispose il marito cordiale, alzando un po' la voce. - Scusatela, in realtà è ancora molto acuta e sveglia, questa vecchia volpe, solo che gli acciacchi dell'età minacciano di prendere il sopravvento spesso. Ma voi siete dei giovinastri, quindi godetevi la vita! -
- Sì, giusto! A proposito di questo, noi stavamo andando in camera per accompagnare le nostre gentili fanciulle a cenare. Per le 20 sarà tutto pronto, al ristorante dell'hotel? - chiese Heiji, divertito dai due figurini.
- Certo, giovinastri. Tutto pronto, tutto pronto! Alle 20, tutto pronto! - proclamò il vecchietto gagliardo scandendosi il ritmo con le sue ciabatte di legno, e gioendo davvero del fatto che alle 20 sarebbe stato tutto pronto. - La nostra cucina è sempre a disposizione, a tutte le ore. E poi, visto che siete solo in 4 ospiti, di problemi non ce ne saranno di certo, per un hotel come il nostro! Troverete tutto ampiamente organizzato e predisposto alle vostre esigenze -
- Sì, beh, noi siamo in 4, ma tutti gli altri ospiti avranno orari diversi dai nostri e quindi... -
- Altri? AH AH AH! Altri? Siete solo voi, giovinastri! Quattro impavidi giovinastri! -
Shinichi e Heiji sbarrarono leggermente gli occhi, voltandosi poi l'uno verso l'altro per scambiarsi un'occhiata perplessa.
- Intende, signore... intende che siamo solo noi quattro in tutto l'hotel, e basta? - mormorò Shinichi.
- Intendo questo, giovinastro. Signorsì. - annuì con vigore il gestore, facendo ballonzolare l'aggregato di pelle molle e rugosa che aveva sotto il mento. - Quattro in tutto, signorsì! -
- CHE HAN DETTO? - proruppe la vecchina sorda.
- Che pensavano ci fossero altri ospiti, invece hanno scoperto di essere soli! Soli in quattro, in mezzo ai monti e alla natura violenta e selvatica, e hanno anche due ragazze! Capito, cara? -
- AH AH AH. ALTRI! Due ragazze con loro? Oh, misericordia. Misericordia divina! -
Shinichi si portò una mano alla bocca con nonchalance, nascondendo poi il viso per trattenere le risate. C'era qualcosa di grottesco, in quella coppia ultracentenaria, che gli stava scatenando un'infida ridarella che però intendeva sopprimere sul nascere per amor dell'educazione. Heiji seguì il suo esempio, visto che già da un minuto buono aveva copiose lacrime agli occhi che volevano esplodere assieme alla sua risata dell'ovest, e lo guardò intensamente per fargli capire che stavano sulla stessa barca.
- SEPARATI. SE-PA-RA-TI. Misericordia! -
- Certo, cara, ma i nostri ospiti di certo sanno già che devono rimanere separati. Uomini destra, donne sinistra. Tutto chiaro, giovinastri?
- Chiarissimo! - risposero all'unisono Shinichi e Heiji, infingardi e bugiardi.
- A partire dalle 22 potrete usufruire dei nostri meravigliosi bagni termali naturali situati sulla parte esterna dell'hotel... con vista sulla vegetazione, sulle sagome nere e misteriose dei monti, sul cielo ricoperto di stelle brillanti! OH, che beltà! -
- Oh, misericordia divina! - gli fece ecco la vecchia.
- D'accordo, alle 22 saremo lì. Grazie mille per tutte le istruzioni! A domani! - concluse Heiji, educato e affabile.
La vecchina sbatté il bastone a terra (forse era un saluto) e il vecchino annuì un po' tremante ma pur sempre gioioso, ed entrambi si voltarono su se stessi per allontanarsi lentamente lungo il corridoio. I due detective li guardarono andare via, approfittando del fatto che fossero ormai abbastanza lontani per iniziare a sghignazzare sotto i baffi con una certa ilarità, ancora divertiti da quei modi di fare. E non notarono quindi le occhiate funeste, sagaci e taglienti che i due vecchini rivolsero loro di nascosto, in tralice, prima di svoltare l'angolo.


- Come sto così? Sono decente? -
- Sì, Kazuha! Te l'ho già detto cinque volte che stai bene, non è che alla sesta cambio idea – rise Ran, fortemente convinta che la sua amica stesse veramente bene con quel vestito rosa scuro, abbinato col colore del rossetto.
- Uff, sì, lo so... è che sono in ansia. Non ho mai avuto un appuntamento simile con Heiji. A cena fuori, vestiti bene... oh, meno male che ci siete anche tu e Kudo! Sennò sarei scoppiata! - sospirò Kazuha, allontanandosi da quel maledetto specchio a cui era attaccata da un'ora e lasciandone finalmente una fetta a Ran.
- Ma dai, stai tranquilla. Cosa vuoi che succeda? Anche io sono agitata, non vedo Shinichi da tantissimo tempo... -

- Sì, ma a te è già successo di uscire a cena con lui, per di più una cena galante. Non è una novità per te! -
- Sì, peccato che quella volta lui abbia spezzato la serata a metà per correre dietro ad un caso di omicidio, sparendo poi ancora nel nulla -
- Ops, ehm. E'... è vero... lo avevo dimenticato. - si scusò Kazuha, in tono mortificato. Poi, con la volontà di risollevare la situazione, si avvicinò di scatto all'amica e le afferrò entrambe le mani con fermento, costringendola a guardarla negli occhi. - Allora, Ran, sai che ti dico?? Che ci daremo sostegno a vicenda! Visto che siamo agitate entrambe... ci tranquillizzeremo insieme. Saremo presenti l'una per l'altra, per tutto il tempo! -
Ran rise e annuì con gioia, abbracciando poi l'amica per dimostrarle la sua gratitudine. Kazuha ricambiò, stringendola a sé e captando appieno il sentimento d'amicizia che le univa. Dopo aver sciolto l'abbraccio si guardarono ancora per qualche secondo, ridendo nuovamente.
- E comunque sei uno schianto, sappilo. Questo vestito bianco e azzurro ti dona troppo - disse Kazuha con sincerità, facendo due passi indietro e squadrando l'amica con ammirazione. - Voglio proprio sfidare Kudo ad andarsene ancora, questa volta -
- Ahah! Che esagerata, Kazuha... - sussurrò Ran, arrossendo.
- Dico davvero! Dai, sistemati gli ultimi ritocchi e usciamo da qui, che ho una fame! -
Ran annuì ed eseguì il consiglio, ripassandosi sulle ciglia un tocco di mascara mentre l'amica si dava un'ultima spazzolata ai capelli, non più legati nella coda ma finalmente sciolti. Aveva scoperto che ad Heiji piacevano particolarmente, quando erano così.
Dopo aver ultimato i dettagli, aver afferrato le rispettive borse ed aver indossato un golfino leggero abbinato al colore dei loro vestiti, le due ragazze si avviarono emozionate e ridenti verso l'uscita della camera, spalancando la porta con fare esagitato.
- Misericordia divina! -
Fu a quel punto che Ran e Kazuha urlarono indemoniate per lo spavento facendo un salto sul posto, trovandosi di fronte una minuta figura ancestrale che bloccava loro l'uscita, rimanendo immobile sulla soglia e guardandole (con gli occhi chiusi) in malo modo, o almeno così pareva, visto il labbro inferiore molto sporgente che mostrava la vecchina.
- E CHI... chi diavolo è, lei?! - gemette Kazuha, ancora col batticuore a mille. Ma grazie a questo volume di voce, almeno si fece sentire dalla vecchia gestrice.
- GESTISCO L'HOTEL. Dovete stare separati, okay? - nel dire questo, la piccola donna rugosa diede un colpo secco di bastone sul pavimento.
- C... cosa?? - chiese Ran, senza capire.
- UOMINI A DESTRA. DONNE A SINISTRA. CAPITO? Oh, misericordia! - due colpi di bastone sul pavimento.
Anche in questo caso, il marito vecchino si accostò alla moglie indisposta per supportarla nelle sue ardite esplicazioni.
- Oh, ma che belle, aitanti giovinastre! Scusate mia moglie, è molto buona e gentile, ma anche rigorosa, perciò prende molto a cuore le questioni dell'hotel. Ma venite, venite! Uscite da questa camera e raggiungete i vostri giovinastri spasimanti al ristorante! -
- Oh, parlate di Heiji e Shinichi? Li avete già conosciuti? - chiesero le due ragazze.
- Signorsì! - disse il vecchio annuendo con il suo flaccido rigore. - E' tutto pronto, al ristorante! Sono le 20, è tutto pronto! -
- Scusi, ma che intendeva sua moglie poco fa, dicendoci uomini a destra e donne a sinistra? -
- Oh, povere giovinastre, che ricevono severe indicazioni senza alcuna premessa! Si riferiva di certo alle terme, sapete... perché sono separate, in base a uomini e donne. Voi questo lo sapevate, vero? E starete alle regole, sì? - incitò il vecchino, con fare cordiale e premuroso.
- Oh, ma certo! Lo sappiamo benissimo, lo avevamo letto sulla rivista tramite cui abbiamo trovato l'hotel. Ci atterremo sicuramente alle regole – rispose Kazuha senza problemi, poiché al momento ancora convinta che Heiji non avesse maturato strane idee.
- Molto bene, molto bene! - ululò il vecchino con gioia incontaminata, fino a che, senza preavviso, divenne fermo e duro come la pietra e assottigliò gli occhi, servendosi di quello sguardo per fissare le due ragazze dritto negli occhi.
- Anche perché... nel caso in cui le regole dell'hotel venissero trasgredite... noi ce ne accorgeremmo, sapete? E sapete quale sarebbe la punizione, a quel punto...? - mormorò il vecchio in un tono tenebroso che non pareva neanche appartenergli.
Le due ragazze si congelarono sul posto, fissando i due anziani senza più sbattere le palpebre. Deglutirono, torcendosi le mani.
- Cara, glielo spieghi tu cosa succede... se le regole vengono ignorate...? -
- Misericordia. Solo misericordia divina. - rispose lei, immota e implacabile.
Il silenzio che seguì era in buona parte costituito da imbarazzo fine a se stesso, ma la restante parte era senz'altro terrore. Dannazione, una buona volta che le due amiche non dovevano trovarsi a fronteggiare fantasmi, presenze oscure, vampiri e spiriti assassini, ecco spuntare quei due inquietanti e raggrinziti demoni della foresta?!
Poi i due vecchini scoppiarono a ridere all'unisono, benevoli e scherzosi, dopo aver osservato le loro buffe faccine.
- AH AH AH, giovinastre! Non fate caso a noi, siamo solo due poveri vecchi che non si accontentano della loro pensione e che tirano avanti con le grazie di Madre Natura... forza, andate al ristorante e godetevi la serata! E le terme dopo, mi raccomando! Che beltà! -

Ran e Kazuha si rilassarono un poco e iniziarono a ridacchiare anche loro, seppur poco convinte. Tramite scherzo o meno, le due avevano percepito con discreta chiarezza una nota gelida e allarmante nel discorso degli anziani gestori, come fosse un avvertimento senza ritorno.





NOTA AUTRICE
Ebbene, cosa si nasconde nelle obsolete ma sagge menti dei due vecchini? A cosa andranno incontro i nostri quattro sciagurati, ignari di ciò che li circonda? La realtà si mescolerà con la fantasia? Le terme saranno abbastanza calde? Heiji riuscirà a mostrare del tutto le sue fosche pupille?
Tutte domande che non credo troveranno risposta nel prossimo capitolo, ma ci proverò. Come già anticipato, quest'idea si situa al di fuori del buon senso ed è fatta apposta per giocare un po' con le stabilizzatissime couples a cui siamo abituati, per stravolgere le cose e per calunniare me nei modi più creativi. Insomma, di cose carine ne vengono offerte. Ed è in realtà è un'idea che mi bazzicava in testa da molto tempo, ho poi deciso di afferrarla e darle forma anche per via di un commento che mi è stato fatto da Virgola4869 nell'altra mia raccolta e che conteneva il suggerimento della couple ShinichiXKazuha come possibile da trattare. Beh, qui da trattare c'è poco perché in realtà si gioca e si scherza, ma si sa mai che mi lasci andare a strane correnti... XD Tutto può accadere.
E' una FF da relax e da prendere molto alla leggera, quello che più spero è che vi faccia passare qualche minuto spensierato! ;) So molto bene, poiché è ovvio, che sono coppie che sfiorano l'impossibile e l'inconcepibile, ma... il bello è anche quello ;D Fatemi sapere cosa ne pensate o se è meglio che la chiuda subito, ahaha XD (ma tanto non lo farò!)
A presto bellissimi, bacione! 

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Capitolo 2
*** Magia Nera ***


CAP. 2
Magia Nera





- Ah, ma che paradiso! E' tutto così... non so, se dico “perfetto” porto sfiga? - chiese Kazuha ai suoi cari amici.
- E' molto probabile, visti anche i nostri precedenti, ma viene in effetti voglia di dirlo! - rispose Ran allegra, con le gote arrossate di gioia (e di vino) mentre tagliava la sua frittata vegetariana con fare posato. E con le posate.
In effetti il luogo sembrava proprio non prevedere imperfezioni: profumo di cibo casalingo nell'aria, sala spaziosa e accogliente composta per lo più da legno e pietra, luce soffusa e candele accese sia sul tavolo che sui mobili attorno a loro... un'uscita a quattro migliore non avrebbero potuta idearla in città, quel sentore rustico che aleggiava nel luogo era tanto rassicurante quanto avventuroso.
- Mmm... questa bistecca... è... oh, santi numi! - mugugnò Heiji a bocca piena, estasiato, masticando con circospezione e facendo tremare le palpebre per il moto di goduria.
Shinichi fu l'unico a non esprimere un'opinione in merito, ma c'era quindi da ritenersi in buone condizioni: non perdeva mai occasione di sfigurare e criticare qualcosa, se poteva, quindi se non lo faceva era un buon segno. Anzi, addirittura sorrideva da solo, mentre sentiva Ran così vicino a lui... a tratti la sbirciava mentre mangiava o sorseggiava vino, il genere di atto che pareva rasserenarlo.
- Ti piace la frittata, Ran? Non è un po' poco? Io avrei ancora fame, dopo un piattino così... - le chiese Shinichi con dolcezza, dal momento che riteneva Ran un po' troppo magra e qualcosina in più non le avrebbe fatto male.
- Va tutto bene, tranquillo! In realtà mi sento già piuttosto piena, perché non sembra eh, ma questo bicchierino di vino... come dire... riempie. Ahahah! - rispose lei con risatina squillante, le guance sempre più rosse e il bicchiere sempre più vuoto. Se ne vuotò ancora un altro per poter mandare giù bene il resto della frittata, anche se faceva un po' fatica a beccare il centro del bicchiere.
Kazuha si appoggiò col gomito sul tavolo, posò il mento sul dorso della mano e si guardò attorno: constatò che su ogni mensola c'erano dei soprammobili fatti a mano, tantissimi e da ogni parte, tutti raffiguranti mitologici demonietti e creaturine giapponesi esattamente come le statue piazzate in giardino.
- Guarda, Heiji... hai visto quante statuette? Saranno oltre il centinaio -
- Sì, sì, può essere... mmm... questa bistecca... - continuò Heiji masticando con trasporto e senza degnare Kazuha di una micro-occhiata, poiché troppo coinvolto dal senso del gusto. Lei sbuffò inorridita, e cambiò interlocutrice.
- Guarda, Ran... hai visto quante statuette? Secondo te sono intagliate nella pietra a mano? - le sussurrò, piuttosto affascinata da quella collezione. Anche suo padre amava collezionare cose di quel genere.
- Non lo soooo! Ahahah! - ululò Ran, cogliendo Kazuha leggermente impreparata.
- Ehm... s-stai bene? - le chiese guardando prima gli occhi lucidi dell'amica, poi il suo ennesimo bicchiere di vino quasi vuoto.
Ran si guardò attorno assottigliando gli occhi al massimo. - Maaa... da quel che posso vedere... quei mostriciattoli sono così cariniiiiiiii! -
E in realtà erano quanto più di orribile e schifoso si potesse piazzare su degli scaffali, coi nasi appuntiti e giganti e gli occhi strabuzzanti e incarogniti, ma se secondo Ran erano carini, chi era lei per contraddirla?
Ran forse era un po' partita, ma niente di grave. Shinichi parve trarre vantaggio psicologico dalla situazione e sorrise divertito, circondando le spalle di Ran col suo braccio da cavaliere.
- Non trovi che siano carini, Shinichi? - gli chiese Ran un po' intontita ma molto convinta, riferendosi ancora ai mostriciattoli.
- Sì, sì... sono proprio belli, sono d'accordo con te – rispose Shinichi ridacchiando.
- MMM... è la bistecca... più buona che... - s'intromise Heiji che stava godendo ancora come un caprone per via del suo piatto, tenendo forchetta e coltello alzati ai lati del piatto e gli occhi sbarrati per l'elevato piacere.
Kazuha gli diede una gomitata in costola, invitandolo al contegno. E facendogli frusciare i capelli davanti al naso “per sbaglio”, ops, cosicché il detective dell'ovest potesse notarli, notare che erano sciolti proprio come piacevano a lui, poiché ops, non aveva ancora scucito un commento a riguardo e lei si stava spazientendo.
- Ma che fai con 'sti capelli? Ma mi lasci mangiare in pace? - disse Heiji indispettito, ma tornò ad essere buono e totalmente indifeso quando si ficcò in bocca il seguente boccone, continuando a masticarlo come se stesse ammirando l'Eden.
Il broncio di Kazuha si fece piuttosto pauroso, specialmente guardando ciò che stava combinando l'altra coppia di fronte a lei.
- Ahahah... smettila, Shinichi! Lo sai che soffro il solletico! Sciocco, sciocco! -
- Ma se ti ho solo sfiorato la spallina, non ho neanche pensato a farti il solletico! -
- Perché l'hai sfiorata? Volevi sfilarla giù? Volevi fare cosacce? Eh, confessa! - continuò Ran ridacchiando, impavida come mai prima e rossa in viso come una paffucchiosa lanterna cinese.
- R-Ran, ti prego... - mormorò Shinichi imbarazzato ma anche divertito. - Non sarà il caso che smetti di bere...? Facciamo che questo è l'ultimo bicchiere, okay? -
- Vero che sono carini, i soprammobili mostriciattoli? Vero, Shiiiin? - chiese Ran con tono bambinesco.
- Sì, sì, Ran... sono proprio belli, te l'ho già detto che sono belli – tentò di dire Shinichi, possibilmente senza ridere. Ma vedere Ran in quello stato era adorabile.
- Me li regali? Me li regali tutti? AH, smettila col solletico!! Sciocco, sciocco, scioccoccoccococco... COCCO! AHAHAHAH! - dichiarò Ran determinata e concisa, sganasciandosi dalle risate senza remore.
Okay che Ran era ufficialmente partita per la tangente, ma anche Kazuha aveva voglia di divertirsi col suo ometto dell'ovest col berretto, anche se adesso il berretto non ce l'aveva, così come lei non aveva il nastro per capelli perché li aveva lasciati sciolti e dannazione a lui piacevano sciolti, perché non li aveva ancora notati?!
- Ho trovato un'altra meraviglia del mondo, ragazzi. E' fantastico, mi sento realizzato. - disse Heiji con voce piatta ma allo stesso tempo fiera, e Kazuha fu lì lì per sciogliersi, poiché sapeva che la meraviglia del mondo doveva essere lei, per forza, visto che si era sciolta i capelli.
- Questa bistecca deve ottenere un premio. E' imbattibile, lei, solo lei. MMMMM... quanto sei buona e bella, quanto... - terminò Heiji infilandosi l'ultimo e sacro boccone in bocca, masticandolo come se fosse il suo momento di illuminazione sulla vita.
Kazuha gli assestò un tremendo coppino sul collo e il contraccolpo per poco non gli fece sputare a terra quel boccone. Così Heiji lo mandò giù velocemente per sicurezza, senza però gustarselo come avrebbe dovuto. Si girò dunque verso Kazuha con la precisa intenzione di rispondere al suo colpo con una bella testata, tanto la testa di Kazuha certe cose le reggeva eccome, ma fu in quel momento che lo notò.
Quei capelli... sciolti, lunghi, nerissimi e morbidi... perché non li aveva notati subito? Cioè, li aveva anche notati, ma poi era arrivata la bistecca. Rifletté sul fatto che li aveva toccati solo un paio di volte, in vita sua, e in entrambe gli erano sembrati semplicemente perfetti.
Oh, ma al diavolo la bistecca. La bisteccona che aveva davanti in quel momento si chiamava Kazuha ed era molto meglio.
Seguì l'esempio di Kudo, circondandole le spalle col braccio, ma lo fece in modo più prorompente e disordinato, più tipicamente del kansai, più ovest style, più Osaka style: la attirò verso di sé con fare deciso e caldo, facendo avvampare la poveretta che per quanto appartenente allo stesso Osaka/kansai/ovest style si ritrovò proprio presa alla sprovvista, ma se ne fece una ragione molto in fretta. Kazuha si accoccolò in quell'abbraccio improvvisato e perse l'appetito di colpo, poiché lo stomaco era invaso da così tanti farfalloni da impedire l'accesso a qualsiasi altro alimento.

Dietro un angolo della sala da pranzo, nell'anfratto dell'edificio in cui l'Oscurità poteva più addensare le sue irrequiete tenebre, erano rintanati i due vecchini gestori dell'hotel, intenti a fissare i quattro giovinastri al tavolo senza neanche sbattere le palpebre. Che in fondo erano sacchettini di carne inflaccidita che ricadevano comunque sugli occhi, ma che importa? L'intento era quello, ed era decisamente sinistro.
- Hai scrutato, cara? -
- Ho scrutato, fiutato e appreso, caro. MA TU MI SENTI? PERCHE' IO NON MI SENTO -
- Sento eccome, tieni quieta la voce o verremo sorpresi, oh oh oh! Beh, significa quindi che hai fatto molto di più, amor mio. Me lo aspettavo dalla vecchia volpe che altro non sei! -
- Perdo la fisicità e la grazia, ma non l'acume -
- Perdi qualche capacità sensoriale, ma non quella sensitiva -
- Perdo il pelo ma non il vizio -
- Perdi il vozio ma non il vazio -
- Perdo il Caio ma non Sempronio -
- Diamine, cara, e quindi narrami che cosa hai visto! -
- Misericordia divina, ma che domande sono? IL DEMONIO. ECCO COSA! -
- Lo sapevo. Beh, cara, sei pronta ad una rivelazione scioccante? L'ho veduto anche io. L'ho veduto negli occhi di quei giovani. Nei loro movimenti, nei loro sorrisi che forse dovrei chiamare ghigni, nelle loro parole sporche e colme di violazione. L'hai veduto anche tu, in tutto questo? -
- Questo, e anche di più. Misericordia divina, in quante cose che l'ho visto stasera, quel bruto di un demonio tutto zeppo di fuocherelli infernali -
- Che acume! Questo accade senza il vozio ma con il vizio e quando il pelo ricopre Sempronio -
- CARO! Propongo di iniziare l'Atto Depuratore! - colpo secco di bastone di parte della vecchia.
- Ma no, cara, non cascare in precipitosi accorgimenti. Non è ancora venuto il momento, esso ancora non è maturo... -
- Ma che vai blaterando? Misericordia divina QUELLA LA' E' UBRIACA MARCIA, dobbiamo agire! - due colpi di bastone della vecchia.
- Ho bisogno prima di altre conferme, cara. Ragiona. Il riflesso del demonio incattivito era quanto mai lampante negli occhi di quelle povere quattro creature, dalle carni troppo fresche per poter resistere alla presa infernale del demone, ma forse era solo un riflesso e nulla più. Forse passerà, e i quattro viandanti rispetteranno le regole del nostro hotel -
- NE DUBITO! Sei troppo caritatevole! - la vecchina sgranò severamente gli occhi e, anche se si richiusero subito per il peso dei sacchettini rugosi e flaccidi che aveva per palpebre, il messaggio era senza dubbio passato.
- Diamo loro un'altra possibilità. Al primo segnale, alla prima parola sbagliata... avvieremo l'Atto Depuratore. -

- Shin? Posso chiederti una cosa? - chiese intanto Ran al suo bello, adagiata languidamente su di lui, il quale se ne stava beato a subire il suo peso. Erano secoli che desiderava finire in una situazione simile, perciò incrociò le braccia per tenersela stretta un po' di più.
- Dimmi, Ran... qualcosa ti turba? - sussurrò lui, visto che l'orecchio di Ran, e in generale il suo visetto angelico, era vicinissimo alla propria bocca. Aveva infatti una voglia pazzesca di mordicchiarle la guancia.
- Vero che i soprammobili sono carini? - chiese lei con autentica preoccupazione e autentica sbronza. Mancò poco che si mettesse a piangere, le lacrime erano già visibili. - Mi devi dire che sono carini anche se sono dei mostri, perché loro non hanno mai fatto del male a nessuno e e e e e... -
- , sì diamine dannazione porca miseria, sono bellissimi... adesso però... - provò Shinichi a cambiare discorso, leggermente spazientito, visto che era la quinta volta che Ran gli poneva quella domanda.
- Ti prego, Shin... me lo devi promettere... loro sono brutti, però sono anche carini, però sono anche mostruosi, però sono anche bellissimi, però sono... -
Shinichi alzò gli occhi al cielo e quasi gli si stapparono fuori dalle orbite a furia di rotearli.
- E piantala col solletico! -
- Non te lo sto facendo, Ran, ma che indicibile rottura! Ti ho solo sfiorato la gamba! -
- AH! E perché? Vuoi fare cosacce? Vuoi fare il porco? AH AH AH! - rispose Ran ridendo sguaiatamente e crollando semi addormentata su Shinichi circa tre secondi dopo. - Sciocco. Cocco. - dichiarò infine, ridacchiando e sonnecchiando allo stesso tempo, senza capire bene come facesse.
- Beh, qual era il famoso detto, Kudo? - si intromise Heiji, guardandolo fieramente dall'altra parte del tavolo mentre il suo braccio dell'ovest avvolgeva con passione e scompostezza la ragazza del kansai. - L'alcol tira fuori sempre la verità? -
- Credo tu te lo sia appena inventato, Hattori – sbuffò Shinichi, cercando di tenere su Ran picchettandole dolcemente il viso di tanto in tanto. Lei rispondeva con degli “hic” tenerini ma che lasciavano ben poca speranza.
- Ma no, da qualche parte so che c'è sicuramente! Comunque, pur essendo un po' alticcia, Ran ha decisamente fatto centro... o sbaglio? - ribadì Heiji alzando e abbassando sopracciglia con fare da ganzo.
- Che vorresti dire? - chiese Kazuha, improvvisamente sull'attenti e drizzandosi sulla sedia, sempre col braccio di Heiji appollaiato addosso. Aveva sentito delle “cosacce” supposte da Ran, non è che Heiji si riferiva a quelle? Ma no, era troppo stupido. No?
Heiji comunque non rispose, troppo impegnato a smuovere le sue folte sopracciglia per scuotere l'animo della ragazza, probabilmente. Allora rispose Shinichi, che già ne aveva piene le scatole di quella messinscena da quattro soldi – non che ci fosse mai voluto troppo tempo a fargli girare i cinque minuti, ma adesso era proprio una rottura.
- Hattori intende che ci piacerebbe portarvi in vasca, ragazze – disse secco.
- COSA?! - squittirono Ran e Kazuha all'unisono, la prima improvvisamente ripresa dalla sbronza e la seconda fuoriuscita dalla presa di Heiji. Li guardarono stravolte, senza ben capire.
- Nonostante il regolamento dica...? -
- Sì. Nonostante il regolamento indichi il divieto assoluto di fare questa cosa, di mescolare maschi e femmine in una vasca. Beh, la domanda è: che ci importa? -
- Ci importa che ci sbattono fuori, se ci beccano! -
- E non è elettrizzante? - chiese Heiji sornione.
- NO! Vorrei dormire su un letto stanotte, e non su un ammasso di pietre in mezzo alla foresta mentre i serpenti mi prendono le misure per capire se ci sto nel loro stomaco! - gli sbraitò Kazuha.
- Tranquilla, lo capiscono subito che ci stai dentro – puntualizzò Heiji per amor della scienza animale, facendo comunque impallidire Kazuha più del necessario. - Ragazze, rilassatevi, okay? Avete incontrato i gestori? Oltrepassano i 200 anni, se messi assieme. Noi siamo un po' più scaltri e veloci, se proprio ci beccassero troveremmo il modo di girarla a nostro favore! Corriamo via dalla vasca ed è fatta -
- ASPETTATE MA QUINDI – si intromise Ran, senza più la capacità di filtrare le sue emozioni – IO IO IO IO vado in vasca con Shinichi? EHI, ho capito bene? - chiese infine, tremante sia di imbarazzo che di emozione che di paura che di qualcos'altro.
- Non ti va? - le chiese Shinichi con un sorriso dolce da sciogliere anche un blocco di iceberg, e lei deglutì guardandolo, all'estremo dell'ansia e dell'imbarazzo.
Quando vide che Ran faticava a rispondere, Shinichi le afferrò la mano con delicatezza e la portò in fondo alla sala, lontano dal tavolo, per parlarle della cosa in privato.
- Se non ti va, annulliamo questa discussione. Non trasgrediremo alcuna regola e tu andrai in vasca insieme a Kazuha, come prospettato dall'inizio... mentre io farò il cretino con Heiji nell'altra vasca. Non c'è problema, Ran, l'importante è che sia serena tu! -
- N-no, aspetta, non è questo... è che... perché non ce lo avete detto prima? Sono un po' sorpresa e non me l'aspettavo proprio, t-tutto qui... - rispose Ran a bassa voce e andando a fuoco. Perché in realtà era proprio ciò che lei più desiderava, ma aveva anche paura e sentiva il proprio cuore battere a mille.
Shinichi le afferrò le mani e gliele strinse dolcemente, guardandola negli occhi. All'improvviso i suoi accenni di sbronza si dissiparono come nebbia.
- Starò alla tua decisione, non mi importa di quello che vuole fare Heiji. E poi sono sicuro che lui sarebbe d'accordo con tutti noi. Cosa ne pensi? -
- Sì. Accetto questo piano che avete in mente... - rispose lei, prendendo coraggio.
- Davvero? Dici sul serio? - disse Shinichi visibilmente rincuorato.
- Sì. Non so quando ti rivedrò ancora dopo questa gita, e... vorrei approfittarne per renderla migliore possibile... con te – concluse lei con un gran sospiro e un gran sorriso.
Nel frattempo anche la coppia di Osaka si dava da fare nel suo processo decisionale.
- Tu queste cose me le devi dire prima! Rintronato! Mi ero messa in testa tutt'altra serata! - si infuocò Kazuha, permeata però di un gran velo di emozione che riusciva a nascondere male.
- Ma a chi vuoi darla a bere? Tutta sera che mi frusci i capelli addosso, te la prendi con la mia bistecca perché sei gelosa, mi indichi i soprammobili dai chiari riferimenti fallici e vuoi farmi credere che non ti eri immaginata questo risvolto della serata?? -
- Aspetta, i soprammobili... CHE?! -
- E-ehm, okay, forse quelli me li sono inventati... ma comunque. Sul serio pensavi... che ci saremmo subito separati così, proprio in un punto tanto bello come le terme...? - chiese lui con fare da cerbiatto, aspettandosi da lei un riscontro tenerino che non tardò ad arrivare.
- No, ammetto che... che un po' ci speravo, Heiji, un po' speravo che mi proponessi qualcosa di bello in questi giorni... certo non ho pensato proprio alle terme, ma direi che va oltre le mie aspettative. E... perciò, io... io sono d'accordo, verrò in vasca con te... – affermò lei, rossissima in viso e contenta, facendo palpitare il cuore del detective che le stava di fronte.

- Marito? Che mi dici della tua indulgenza? Come sta messa? - chiese la vecchina guardando di fronte a sé e tenendo una presa ferrea sul suo bastone.
- L'ho soppressa, moglie mia. L'ho afferrata e l'ho demolita. -
- Senza pietà alcuna? -
- Neanche una traccia. - rispose il vecchino nella stessa identica posa della moglie, tenendo però le manine rugose e monumentali intrecciate tra loro.
I loro sguardi erano puntati in avanti, verso quei quattro peccatori ormai al guinzaglio del demonio, non erano altro che suoi cagnolini scodinzolanti e anche un po' rognosi. Andavano liberati, depurati. Ed esisteva un solo processo in grado di farlo.
- Le regole dell'hotel, per loro, altro non sono che carta straccia per pulirsi il didietro... misericordia divina, come hai potuto essere così cieco! Io son sorda ma tu non scherzi! -
- Vero, vero, mia puntigliosa e acuminata mogliettina. Dobbiamo agire, o il nostro hotel ne risentirà. Hai con te il materiale adatto ad avviare l'Atto Depuratore? Non c'è un secondo da perdere -
- Che domande puerili! Ecco qui... - la vecchina estrasse dalla grande tasca del suo kimono un paio di spazzole: erano quelle di Ran e Kazuha, che aveva prelevato di nascosto dalla loro camera, con alcuni dei loro capelli rimasti attaccati sopra, cioè gli elementi fondamentali per iniziare il rito. Nel frattempo il vecchino estrasse di tasca un paio di calzini e di mutande da uomo, facendo rabbrividire la vecchia.
- MA DIVINA DI UNA MISERICORDIA, non potevi prelevare anche tu qualche capello dei ragazzi? Sarebbe l'ideale per avviare il rito, e invece mi porti calzini puzzolenti e tutto il resto! -
- Mia dolce volpettina di moglie, conosco bene la questione dei capelli, ma purtroppo i ragazzi sono sprovvisti di spazzole. Questi andranno bene lo stesso, i loro DNA sono comunque adagiati su essi – e per confermaglielo le sventolò sulla faccia rugosa i calzini e le mutande rispettivamente di Heiji e Shinichi, e la vecchia per poco non cadde preda pure lei del demonio.
- Vabbè, vabbè! Misericordia, tutto sempre io devo fare... allora, marito. Cominciamo? -
- Che l'Atto Depuratore, volto a salvare quelle quattro anime smarrite, abbia inizio. -
I vecchini appoggiarono a terra le spazzole piene di capelli delle ragazze e i mutandoni pieni di altro dei ragazzi, vi si chinarono sopra, e con le mani concentrarono su di essi l'energia del cielo, della terra e della natura. Gli oggetti si illuminarono emettendo un lieve fischio, poiché il rito magico era in fase d'inizio.
Fondamentale fu la disposizione di quegli oggetti, però: accostarono la spazzola di Ran ai calzini di Heiji, e la spazzola di Kazuha alle mutande di Shinichi, disponendoli in coppie.

Tutti i soprammobili della sala da pranzo, con le loro sembianze di demonietti protettori, si illuminarono di una tenue luce rossa, emanando un lieve fischio praticamente inudibile. Lo stesso accadde alle statuette in giardino, ai kappa, ai demoni, agli gnomi, alle fate: uno dopo l'altro, con frequenza armonica, si illuminarono cupamente emettendo lo stesso ronzio soppresso però dai rumori della natura. E la natura stessa fu protagonista di quel rito energetico e arcaico, totalmente invisibile ai normali esseri umani. 





NOTA AUTRICE:
Domande, domande che si accalcano sempre più, gente che sgomita tra le domande: che stanno facendo i vecchini? Di che rito di magia stiamo parlando? Chi cederà per primo, chi perderà il controllo? I calzini avranno lo stesso effetto delle spazzole? Ran smetterà di bere vino? Le palpebre dei vecchini si spalancheranno mai del tutto? (Neanche per le FF serie faccio così tante questioni, ma vabbè... XD)
Ragazzi, una cosa lasciatemela dire: dai vostri commenti ho capito che vi piazzate appieno sulla linea pazza che vorrei portare avanti, è ciò che mi aspettavo e siete dei BIG! *_* Ahahah LOL, rendiamo quindi grande omaggio ai vecchini e diamo loro più energia ò___ò davvero, grazie a tutti anche solo per esservela filata di striscio e per le recensioni matteee! <3 E fatemi sapere cosa pensate di questo cap, se avete strane e arcaiche congetture... mhmhmh... e se ve ne intendete di magia nera, passatemi qualche consiglio. TRALLALLAAA'
Alla prossima!

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Capitolo 3
*** Il successo dell'Atto ***


[Previously on Fatal Exchange:

I vecchini appoggiarono a terra le spazzole piene di capelli delle ragazze e i mutandoni pieni di altro dei ragazzi, si chinarono e concentrarono su di essi l'energia del cielo, della terra e della natura. Gli oggetti allora tremolarono emettendo un lieve fischio, poiché il rito magico, il cosiddetto Atto Depuratore, era in fase d'inizio.
Fondamentale fu la disposizione di quegli oggetti, però: accostarono la spazzola di Ran ai calzini di Heiji, e la spazzola di Kazuha alle mutande di Shinichi, disponendoli in coppie.
Tutti i soprammobili della sala da pranzo, con le loro sembianze di demonietti protettori, si illuminarono di una tenue luce rossa, emanando un lieve fischio praticamente inudibile. Lo stesso accadde alle statuette in giardino, ai kappa, ai demoni, agli gnomi, alle fate: uno dopo l'altro, con frequenza armonica, si illuminarono cupamente emettendo lo stesso ronzio soppresso però dai rumori della natura. E la natura stessa fu protagonista di quel rito energetico e arcaico, totalmente invisibile ai normali esseri umani.]




Cap. 3:
Il successo dell'Atto



I quattro ragazzi, contenti e spensierati, erano appena usciti dalle rispettive camere con indosso gli accappatoi, pronti a dirigersi alle vasche termali esterne. Ran e Kazuha camminavano davanti sussurrandosi cose esaltanti a più non posso, Heiji e Shinichi dietro di loro si pregustavano il momento; si diedero il cinque come due veri fenomeni, perché le loro rispettive fanciulle avevano accettato. Avevano accettato, è chiaro? Presi dalla foga di questa meravigliosa consapevolezza andarono un po' oltre, smisero quindi di darsi il cinque e si diedero il gomito, dopo il gomito ecco l'incontro swag degli avambracci e poi una cavigliata, poi colpo di fianco, doppio colpo di fianco, e non può mancare il colpo di chiappa, poi entrambi saltarono e si scontrarono il petto l'uno contro l'altro con un sonoro “YUC!”, e una volta ripiombati a terra si abbracciarono dandosi forti pacche sulla schiena, infondendosi coraggio.
Poi, per far sì che questa FF non diventasse del tutto una ShinichiXHeiji, si staccarono e tornarono a guardare le ragazze distanti di qualche metro davanti a loro. Stavano a braccetto, come due pettegoline comare, ma erano davvero carine e sexy, con quei delicati fondoschiena che ondeggiavano a ritmo – peraltro sincronizzato. Come diavolo facessero era un autentico mistero, forse si erano messe d'accordo prima, fatto sta che tutto a un tratto videro Ran slegarsi da Kazuha (anche piuttosto bruscamente), voltarsi e venire verso di loro, sorridente, al che Shinichi spalancò i suoi arti superiori in una mossa da vero supereroe che ha appena salvato un'intera metropoli, per accogliere l'amata sul suo villoso petto.
Peccato che, comunque, Ran si gettò gioiosamente tra le braccia di Heiji.
E Shinichi, ancora in fase poser con le braccia aperte, rimase interdetto a guardare la scena e non abbracciò altro che aria.
Kazuha rimase interdetta allo stesso modo, bloccando gli occhi su Ran e Heiji abbracciati e spalancando le giunture mascellari come fanno i serpenti quando devono mangiarsi una preda. Ed era esattamente lo stato d'animo che di certo si stava per accendere in lei, quello di mangiarsi una preda con cattiveria esemplare. La rabbia sarebbe stata la prima emozione a straripare con violenza, e perciò il terreno andava preparato all'evenienza!
E invece no. Massì, tanto cosa mai le poteva importare? Lei ce l'aveva il suo compagno di giochi, e non era di certo quell'abbronzato. Kazuha fece qualche passo verso di loro e afferrò la mano di Shinichi, il suo Shinichi, in tutta tranquillità. Lui era tuttavia così preso dalla scena di Ran tra le braccia di Heiji che non se ne accorse.
- Ehm... Ran? - chiese Shinichi con voce tonante, per dare una svegliata sia a lei che soprattutto a Heiji, che era rimasto pietrificato dall'avvento di Ran addosso alla sua rispettabile persona.
- Eh...? - rispose Ran, alzando il viso e constatando che sì, aveva abbracciato Heiji. Arrossì di colpo e si allontanò da lui con gran vergogna, come se all'improvviso scottasse, guardando poi Shinichi e cercando di metterla sul ridere, visto che non aveva idea di come altro giustificarsi. E visto che Shinichi aveva tipo l'omicidio negli occhi.
Cavolo, ma come ci era finita lì??
- Ahahah, scusaaate... mi sa che sono ancora un po' brilla! Vi ho scambiati! - si giustificò lei con voce tremante, inciampando quasi sul suo stesso piede mentre indietreggiava.
- Sì... può essere... perché ci somigliamo molto, eh... - rispose Shinichi poco convinto e sarcastico, indicandosi il colore bianco neve della propria pelle, prima di indicare quello del più rovente Marocco che invece tinteggiava la pelle di Hattori.
Kudo riservò occhiate tutt'altro che amichevoli ad Heiji, che ancora non si era ripreso bene dalla faccenda. Sembrava ne fosse stato colpito in modo particolare, un po' troppo particolare e un po' troppo positivo, e questo a Shinichi stava andando giù male.
- Hattori, che ne dici di riprenderti? Mh? E di abbandonare la dolce sensazione di morbidezza che ti ha assalito? MH? - gli intimò quasi sibilando. Ran poteva anche essersi sbagliata, era fuori come una scimmia indù quella sera, ma lui? Cosa se ne stava lì impalato, ancora coi pensieri fissi al seno di Ran? Oh, perché Shinichi non era mica scemo, sapeva che il pensiero era quello. Brutto traditore maledetto e infoiato, e per giunta abbronzato.
Ran nel frattempo guardò anche Kazuha con estremo rammarico, pronta a buttarsi ai suoi piedi per implorare perdono ed eventualmente ricevere un paio di frustate, perché di certo non le aveva fatto una buona impressione – inoltre sapeva quanto l'amica fosse gelosa, forse sfiorando un po' la patologia, ma comunque così era. Finché, però, non abbassò lo sguardo su una cosuccia che le aveva attratto fatalmente l'attenzione: Kazuha e Shinichi erano mano nella mano.
Erano. Mano. Nella mano.
Loro due. La mano sua. Nell'altra.
Ahahahahahahah.
Se si parlava di gelosia patologica e psichiatrica, beh, cicciabbella di una Kazuha, Ran non era da meno.
All'istante il sangue arrivò al cervello della karateka allo stesso modo che dovrebbe accadere ad un vulcano poco prima di sputare fuori lava e inondare tutto, bruciare tutto. Perciò, trattenendo stoicamente quella pressione vesuviana, chiese cortesemente:
- Io sono un po' brilla, e va bene, e ho fatto una gran cavolata, e va bene. Ma addirittura prendersi questa rivincita mi sembra un po' troppo, no ragazzi? - sorrisetto nervoso di circostanza a completare la scena.
- Cosa? Ran, ti sta dando di volta il cervello? - chiese stupito Shinichi, alzando le mani in segno di difesa e assumendo uno sguardo quantomai perplesso. Quando si rese conto che una di quelle due mani alzate era effettivamente occupata, per la precisione allacciata con quella di Kazuha, gli prese un colpo ed emise un sussulto rantolato, saltellando sul posto quasi spaventato e mollando bruscamente la presa dalla mano di Kazuha.
Quest'ultima, invece, sembrò non capire proprio, e guardò Shinichi sconvolta: perché il suo cocchino non le dava più la mano?
- Ho fatto qualcosa di male, Shinichi...? - gli chiese Kazuha implorante, con occhietti da castoro. Un castorino a cui hanno tolto la legna da rosicchiare in una bella giornata di sole. Oh, poverina, ma è terribile.
Poverina davvero. Infatti Kudo, guardandola, scosse la testa dispiaciuto e subito la avvolse in un caldo abbraccio, per farle passare quel brutto brutto broncio.
- Oh, Shinichi, non lo fare più!! - gemette Kazuha affondando il viso nella sua spalla.
- Mai, mai più, castorina! - rispose lui con tono affettuoso.
- MA CHE CHE CHE CHE - ululò Ran, cercando di dare forma verbale e carismatica ai suoi pensieri tumultuosi. Ovviamente senza successo, perciò continuò a dire la parola "che" ancora per un po' e poi, finalmente, eruttò il magma cocente che infuriava dentro di lei, correndo come un toro in mezzo a loro due per separarli brutalmente.
- Kazuha, non ci posso credere! Come puoi pensare di prenderti una ripicca simile!! - sbraitò mentre provocava il colpo che separava i due Traditori. Shinichi cadde a terra come un sacco di patate bollite, ma si riprese subito e si rialzò, senza capire.
- Ran, ma... che ti succede?! Perché colpisci così una tua amica? -
- Amica? - sputò fuori la figlia del grande detective Mouri, direzionando la capoccia verso la presunta “amica” del Kansai e guardandola oltremodo delusa. - Ah, adesso vengono chiamate così le conoscenti che per un tuo sciocco errore di disattenzione ti scoccano delle vendette del genere, pur sapendo tutto quello che provi?! Bello, bello davvero! - era furiosa, ma per davvero. Non era da lei dire certe cose e comportarsi in modo così infantile, ma le si stava cuocendo la testa da quanto si sentiva indispettita.
Dovette comunque riscuotersi quando, all'improvviso, due braccia possenti e scure la avvolsero da dietro. Per poi stringerla teneramente. Erano quelle di Heiji.
Ran si immobilizzò, deglutendo e guardando allarmata prima Kazuha e poi Shinichi, che si trovavano di fronte a lei. Fece scorrere gli occhi da uno all'altro, notando come entrambi non le rispondessero né con lo sguardo né con le parole. Cioè, a loro sembrava tutto nella normalità.
- He... Heiji, che... cosa mai... stai facendo...? - provò lei, abbozzando un sorriso di circostanza che in realtà era dato da imbarazzo sconfinato misto a terrore misto a soggezione.
- Beh, non è chiaro...? - le sussurrò Heiji all'orecchio. Oh, era vicino, era così vicino. La guancia dove lui si era appoggiato con la bocca le stava andando a fuoco. Hattori si limitava a sussurrare, ma lei lo sentiva come se avesse un megafono nel timpano. - Ti abbraccio... come ho sempre voluto fare. Sono anni che voglio farlo. -
- Sono... anni... che tu... vuoi cosa? - balbettò Ran, senza assolutamente capire a che gioco stessero giocando tutti. Erano ubriachi? No, era lei l'unica ubriaca quella sera, dannazione!
- Ragazzi, mi state facendo uno scherzo? Vero? Vi prego di piantarla, non è divert... -
- Ssssht... bambolina... - bisbigliò ancora Hattori, posandole un dito sulle labbra e iniziando a mordicchiarle l'orecchiomannaggiaalcacchio.
Ma poi, “BAMBO-CHE?” Bambolina a chi, si era rimbambito forte? Ran si irrigidì come una statua dell'Isola di Pasqua, le venne anche la faccia molto simile, mentre sentiva le labbra carnose di Hattori aggredirle l'orecchio step by step e mentre fissava di fronte a sé la scena dell'apocalisse: Shinichi che avvolgeva le spalle di Kazuha, attirandosela poi a sé e fissandola tranquillamente, come se niente fosse. E Kazuha inoltre aggiunse qualcosa, guardandolo amorevolmente di rimando.
- Shinchan, glielo dici tu a Ran di stare tranquilla? Mentre io e te, adesso, ce ne andiamo da qualche parte soli soletti... - la vocina di Kazuha vibrava nell'aria, mentre diceva quelle parole colme di affetto e, dalla concezione di Ran, di istigazione omicida.
Ran stava per eruttare di nuovo nell'udire quelle frasi che a dir poco la irritavano, quando d'un tratto lo notò. Notò che sia gli occhi di Kazuha che quelli di Shinichi sembravano opachi, sbarrati, indifferenti. Anzi, forse c'era una parola più azzeccata: incantati. Avevano perso il loro vivido colore naturale e sembravano appartenere ad un'altra dimensione, come se in quel momento stessero vedendo qualcos'altro. Erano intrappolati altrove.
Forse era solo immaginazione e Ran era ancora molto sbronza, ma per sicurezza voltò lo sguardo verso Heiji – quest'ultimo era addosso a lei tipo ventosa, quindi non le ci volle molto. E sì, pure gli occhi di Heiji erano opachi e fissi nello stesso modo.


- Misericordia divina, la spazzola numero 2 non funziona?! - sbraitò la vecchina rugosa digrignando l'aria, laddove avrebbero dovuto esserci i denti.
I quattro oggetti ai piedi dei vecchi gestori dell'hotel (due spazzole per capelli, un paio di mutande ed uno di calze) erano appoggiati a terra e tremolavano da soli, come mossi da una forte corrente elettrica interna. Secondo il magico rito da loro attuato, gli oggetti iniziavano con quel tremolio per poi sfociare nella seconda fase: si sarebbero dovuti illuminare lievemente, un alone rosso quasi invisibile avrebbe dovuto permearli e avvolgerli, facendoli tremare sempre più di magica potenza. A quel punto gli oggetti si sarebbero connessi alle menti dei loro proprietari, inviando loro messaggi contaminati e costringendoli ad intenzioni & azioni preventivamente stabilite dai vecchini.
In quel momento, solo tre dei quattro oggetti erano entrati nella seconda fase illuminandosi con l'alone rosso, raggiungendo quindi la connessione mentale: la spazzola di Kazuha, i mutandoni di Shinichi e le calze puzzose di Heiji. Mentre la spazzola di Ran tremolava e basta, rifiutando continuamente l'alone luminoso e la magia.
- Oh, non disperare, mogliettina! Mia florida oasi nel deserto, mia dolce rosa secca e spiaccicata tra le pagine per divenire un segnalibro... - la rassicurò il vecchino, rimescolandosi più volte in bocca un eccesso di saliva sbarazzina pervenuta a causa dell'agitazione e facendo schifare tutti noi. - Sicuramente sta andando tutto secondo i piani del Cielo, solo che... -
- NON E' VERO, MI IMBROGLI! - rispose la vecchina con lo stesso impiastro di saliva in bocca, sputacchiandolo a terra e colpendo uno scarafaggio che si sciolse all'istante. - TRE DI LORO SONO A POSTO. UNA NO. MISERICORDIA A TE E PURE AL BACAROZZO. -
- Oh, ma dolce amor mio, mio dolce gatto delle nevi ruspante! Hai forse dubbi sul fatto che anche l'ultima giovane, corrotta e inesperta anima venga colta dal nostro Atto Depuratore? Verrà coinvolta al più presto, credimi! - continuò il vecchio, un po' provato, facendo tremolare il gargarozzo.
- Ma perché, marito, PERCHE'?! Cosa stiamo sbagliando? Abbiamo devastato tanti di quei matrimoni, in questi annali... possibile che qui abbiamo problemi? - chiese la vecchina coi suoi occhi perfidi, ricordando con estremo godimento tutte quelle personacce contaminate dai Demoni che negli anni erano state ospiti dell'hotel, ma che loro due, in nome della corretta e sacra gestione della struttura, avevano prontamente punito: gli ospiti venivano in coppia in quell'hotel, anche tre coppie di amici insieme, e tentavano puntualmente di raggirare le regole entrando nella stessa vasca termale mescolandosi tra maschi e femmine. A questi meschini viandanti era dunque toccato quell'infausto Atto Depuratore che con gaudio, ogni volta, aveva indotto con la magia a uno scambio forzato di coppie: l'Atto faceva il suo terribile corso e, quando poi tutti i peccatori tornavano in sé, scoprendo i propri partner scambiati, fra traditi e traditori, succedeva un disastro che il più delle volte li portava a dirsi addio. La giusta punizione, insomma, più logico di così diremmo che non si può. La vecchina sghignazzò tra sé e sé, sputacchiando altre lievi precipitazioni salivari e cuocendo arrosto altri scarafaggi. Le regole dell'hotel non si potevano discutere.
- Forse ho capito! Evidentemente la proprietaria di questa seconda spazzola nutre un sentimento molto forte, duraturo e praticamente illeso dalle brutte circostanze esterne che l'hanno a lungo minato. - iniziò a spiegare il vecchino riferendosi alla cocciuta spazzola di Ran, mentre alzava lo sguardo verso l'orizzonte (cioè lo stipite legnoso e marcio di una porta) e addirittura combatteva le rughe lipidiche sulle palpebre, aprendo leggermente gli occhietti vispi. Era quasi ammirato, coinvolto. - Credo che tutti loro lo provino, ma quello di questa ragazza è stato più sofferto, colpito. Un sentimento che sopravvive a tanto si fortifica, ed è duro a soccombere persino ad un atto magico e dettato dalle forze della Natura. E' lui stesso la natura, è fatto degli stessi atomi che compongono le più ostiche tempeste del nostro Pianeta e che però, poi, sgombrano il cielo per mostrare la potente luce del sole. E' l'amore, capisci, moglie mia? -
La vecchina per tutta risposta ruttò, si grattò la pancia e si mise un dito nel naso, ma pareva comprendere. Il tono di voce del vecchio stava virando verso la dolcezza, intriso di poesia e drammaticità.
- La morale! LA MORAAALEEE! L'ho trovata! Qual è la morale di tutto ciò, mia dolce mogliettina vaporosa al pari di una nuvoletta estiva?! Anzi, di una scia chimica? - disse il vecchino alzandosi in piedi di scatto e scrocchiando tutto, mentre un faro di luce si accendeva sopra di lui per sottolineare la sua enfasi.
- E CHE NE SO! IO ODIO LE MORALI! - ululò la vecchia, gonfiando le narici e ruttando ancora.
- Te lo dico io! Che l'amore può tutto, che l'Amore contrasta una cosa arcaica e imbattibile come la Magia! Combatte, cade, si rialza, ci protegge dall'oscurità! - la sua voce si amplificò mentre un paio di lacrime di passione gli sfuggivano, prima di disintegrarsi sulle sue guance spugnose e raggrinzite.
- Ho trovato la morale, amor mio... mia libellula valorosa in un'alga incastrata, mia cimice non puzzolente seppur spiaccicata... - il vecchio era sull'orlo della commozione e della sacra disgregazione dell'anima. Perché in fondo, essere buoni, non era poi così male.
Ricordatevi di fare sempre del bene, per voi. Per gli altri. Riempiamoci di valori, di bontà, seguiamo questo esempio e piangiamo le nostre lacrime di consapevolezza.
Vogliamoci bene.
- Misericordia divina, ed ora che sei tutto emozionato e che soprattutto hai trovato la morale, che cosa vuoi fare?! Mollare tutto?! -
- Oh, no. Assolutamente no, voglio semplicemente spingere più brutalmente questo incantesimo su qualcuno capace di provare tanto amore. Dobbiamo distruggerlo. AHAHAHAH! - rise il vecchio divenendo malvagissimo all'improvviso, mentre il faro di luce sopra di lui veniva eroso dall'oscurità e mentre il discorso sulla bontà piantato lì in mezzo va a farsi friggere, perciò la sua figurina si erse su quella povera spazzola. Si dice in giro che i suoi occhi, a quel punto, divennero rossi e brillanti.
- AH! Questo è l'uomo che ho sposato! - trotterellò la vecchia, girando su se stessa e rompendosi all'istante un femore, crollando a terra dismessa e storta ma gioendo di quella decisione.
- FORZA! Non c'è tempo di ciarlare, titubare! Il demonio va debellato, estirpato dalle fondamenta di uno dei peccati capitali più peccaminosi! -
- E PIU' CAPITALOSI! -
- Ben detto! Quindi mia dolce formichiera sterminatrice, piccola e satanica scimmietta cambogiana, affila le zanne e avvicina ancora di più questi oggetti tra loro! - proclamò lui, congiungendo le mani sugli oggetti e imprimendo in essi ancora più forza magica.
La spazzola di Kazuha e la mutanda di Shinichi, posizionate fin dall'inizio l'una accanto all'altra, così vicine da essere quasi unite, virarono dal tenue colore rosso al più forte colore azzurro: segno che i due oggetti (e di riflesso i proprietari sotto incantesimo) erano giunti alla terza fase. La completa sintonia, la nuova coppia composta artificialmente dai due vecchini magici per devastare le coppie originali e fargliela pagare di aver tentato atti impropri all'interno delle loro acque termali.
Le calze di Heiji, posizionate di fianco alla spazzola di Ran, erano ancora permeate di colore rosso, mentre la spazzola di Ran tremava soltanto senza essersi ancora colorata. Maledetta, oh. La ragazza resisteva egregiamente, doveva essere molto confusa dal comportamento indotto dei suoi compagni.
Il vecchino e la vecchina serrarono le mascelle assumendo la stessa espressione di due piccoli e pericolosi troll, congiunsero le mani su quella dannata spazzola ed esercitarono il doppio della forza, il doppio della magia. Una corrente energetica passò dalle loro manine rugose fin dentro alla spazzola, la quale incassò quel flusso e vibrò forsennata; poi, finalmente, non senza un certo sforzo, virò al tenue colore rosso.


- Castorina mia! Basta con quel broncio brutto brutto, fai un bel sorrisino alla tua amica Ran! -
Nell'incantesimo era probabilmente previsto che Shinichi diventasse pure scemo, oltre che infatuato di Kazuha.
- Prosciuttino mio, ci ho provato, ma Ran mi guarda male male! Ho paura paura! -
- E allora ti abbraccio abbraccio! Piccina, ma dov'è finito il tuo tronco d'albero da sgranocchiare? -
- Di quale tronco d'albero parli, Shinchan...? Del tuo, forse? - azzardò Kazuha con estrema malizia, facendo ridacchiare Shinichi come un capoclan dei gorilla.
- KAZUHA. - iniziò Ran prendendo un bel respiro dal naso e chiudendo gli occhi. Lo Zen è una cosa bellissima. - Tra tutte le scemenze che sto ascoltando ora e tutte le prese in giro a cui chiaramente mi state sottoponendo, mi vuoi spiegare come ti è possibile guardare Shinichi in faccia e pensare ad un prosciutto? Quale diavolo è il processo logico che ti porta a questo risultato? - chiese Ran, che ormai si era rassegnata ad una situazione surreale di cui non comprendeva le basi. Tutto ciò mentre Heiji non la mollava, sia chiaro. Non sapeva come scrollarselo di dosso, certo era che aveva voglia di fargli male. Le ricordava un grosso bocchettone a ventosa, abbronzato.
- Ma come, non è chiaro?? - spiegò Kazuha sbarrando gli occhi opachi. - Io lo guardo, lui mi guarda... - e così fecero realmente, per illustrare meglio. - ...e posso solo dire: prosciuttino! Questa è la spiegazione massima che posso darti! -
- Veramente concisa, non c'è dubbio - piagnucolò Ran, senza più risorse.
- MMMH, io invece preferisco bisteccona... - mormorò Heiji, facendo rabbrividire Ran manco fosse il nuovo capitolo di Saw l'Enigmista.
- Voi... voi, ragazzi, non state bene, e non so più come farvelo... -
Ad un tratto qualcosa le bloccò il respiro. La vista le si annebbiò per almeno due secondi, senza motivo, la testa le girò terribilmente e sentì la bocca arsa e secca. Cercò di riprendersi, ma non era semplice.
Per fortuna c'era Heiji, alle sue spalle, a cui appoggiarsi.
Anzi, NO, assolutamente no! Scosse la testa e scrollò tutto il corpo, per indurre Hattori a togliersi di mezzo, ma non ci riusciva: un po' perché lui era appiccicato, e un po' perché... perché a lei stava piacendo.
Sì, esatto: le stava piacendo. Ma non aveva alcun senso!
La vista si appannò di nuovo, stavolta con insistenza. Chiuse gli occhi per non farsi influenzare da quel malessere, ma questo gesto intasò la sua psiche. Alla sua mente iniziò ad affacciarsi un mucchio di immagini, ricordi, fotografie, tutti riportanti lei e... e Heiji. Ma quando li aveva mai creati, quei momenti con lui?
Eppure c'erano. Ed erano belli, maledettamente magici.
Già, quella foto fatta al Tropical Land. Quella volta che lui le aveva posato la lattina di CocaCola sulla guancia. O quando erano andati assieme a New York. Bei ricordi, Heiji, vero?
Ran riaprì gli occhi estasiata, occhi opachi e spenti come quelli dei suoi compagni. Con la schiena si appoggiò ad Heiji, sentendosi un po' debole, ma per fortuna lui la sorreggeva e le aggrediva nuovamente l'orecchio a piccoli morsi, dandole incoraggiamento. In realtà iniziò anche ad allungare le mani sul suo alternativamente piccolo seno, e lei ridacchiò.
Tutto questo era ciò che aveva sempre voluto! Ed era così felice che, finalmente, anche Kazuha stesse per realizzare il suo sogno assieme a Shinichi.
Ran si staccò dolcemente da Heiji e gli afferrò una mano, aspettandosi un nuovo input da lui, che non tardò ad arrivare: il ragazzo le sorrise malizioso, mentre iniziava a camminare verso le vasche termali trascinandola con sé. Lei non si fece pregare.
Lo stesso fecero Shinichi e Kazuha, dirigendosi all'altra vasca.
Maschi e femmine nelle stesse vasche erano dunque consentiti dai due vecchini, ma solo in questo caso: il caso in cui, cioè, venivano costruite nuove coppie per scatafasciare quelle vere. La punizione dei trasgressori aveva dunque inizio.
Arrivati alle vasche, Ran si portò le mani alla cintura dell'accappatoio per slacciarsela, senza un filo di vergogna. Heiji, da dietro di lei, allungò lentamente le mani per aiutarla.
- E' un po' duro, questo nodo... - azzardò lui.
- Eh, sì, lo è un bel po'... - ridacchiò lei.
Quando ce la fecero e si tolsero entrambi gli accappatoi, entrarono in vasca. Lo stesso accadde a Shinichi e Kazuha, anche se al contrario: fu il portasfiga a non riuscire a slegarsi il nodo, e quindi Kazuha, resa sgarzolina dall'incantesimo, si offrì di aiutarlo.
- Oooh, accidenti, come è stretto questo nodino nodino... -
- Mmm, castorina... perché non usi i tuoi dentini per levarmelo di dosso...? - provò Shinichi con voce suadente, anche se il contenuto della sua frase era proprio tutto fuorché suadente. Ma parve comunque riscuotere un certo successo su Kazuha.
- Mmm... perché no, sporcaccione? - rise di gusto lei, ma non dovette fare altro poiché il nodo dell'accappatoio di lui si sciolse da solo, esso quindi si aprì rivelando ciò che c'era sotto. E Kazuha annuì allargando gli occhi, soddisfatta.
- Ma bene, bene... -
- Pronta, castorina? -
- Nata pronta! - esultò Kazuha, che si lanciò addosso a Shinichi facendo finire entrambi in acqua.

I due vecchini, con estrema soddisfazione, guardarono i quattro oggetti dei ragazzi a terra: tutti avvolti da una decisa luce azzurra, tutti giunti alla terza e finale fase. Nonché la più fatale. Soprattutto perché, una volta finito l'effetto dell'incantesimo, avrebbero ricordato tutto quanto, senza scordare un solo dettaglio. Era sempre questo aspetto a distruggere le relazioni sottoposte all'Atto.
Il cielo stellato brillava sopra Ran, seduta nell'acqua calda accanto ad Heiji e adagiata proprio sul suo petto, e sopra Kazuha, direttamente incollata con ogni suo arto al noto detective dell'est.





NOTA AUTRICE:
Evviva, per me è tempo di forconi da parte dei fan sia di una coppia che dell'altra! D: Ovviamente parlo delle originali e su cui, come vedete, sto praticando abuso!
Ragazzi scusate l'abissale ritardo, qualcuno mi ha fatto giustamente notare che l'ultimo capitolo risale a qualche mese fa (mesi? Ma scherziamo? Ma perché passa così veloce?) e quindi che dire, boh. Cioè, non sapendolo non dico niente che faccio prima.
Ah, giusto, le domande di rito a fine capitolo!!! Lo scambio fatale è ormai giunto alla sua completezza: quale destino attende ora i nostri quattro giovani? Ormai vittime di questo torpore magico di scambio coppia, destinato a durare ancora un bel po', ricorderanno davvero tutto quando si risveglieranno? E a quel punto, quante sberle si daranno? Qualcuno resisterà più degli altri? Kazuha troverà un tronco tutto per sé?
Tutto questo, e spero poi basta, nel prossimo capitolo! E SI' NO CIOE' basta far passare dei mesi, spero di farcela!
Grazie a tutti I PAZZI SCLERATI (è un complimento!) che stanno seguendo questa cosa che io maschero da fanfiction, siete fantastici e mi fate spaccare con le vostre review, apprezzo tantissimo il vostro spirito! *____* Tanti baciotti pieni di saliva avariata, sperando mi ricambiate!

 

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