Falling in Love

di FaeShy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione + Note (#1 Louis) ***
Capitolo 2: *** #2 Louis ***



Capitolo 1
*** Introduzione + Note (#1 Louis) ***


“Il direttore la sta per ricevere.” Louis velocemente si siede composto sulla sedia, dopo aver sentito quella frase. La segreteria, che aveva di fronte, aveva un sorriso dolce che le raggiungeva gli occhi marroni. I capelli neri erano raccolti in uno chignon e dopo aver finito di parlare con lui tornò alla sua sedia nera. 

 

Louis dovette prendere un lungo respiro per calmare i suoi nervi, ma anche dopo questo riusciva a sentire i palmi delle mani sudati, ew, e l’ansia incombere su di lui. Quasi riuscendo a sentire il suo sconforto, la segretaria continuava a rivolgergli quel tenero sorriso, cercando di alleviare la tensione, ma non riuscendo gran ché nel suo intento. Louis si sentiva totalmente fuori.

 

Vedete, Louis non ha mai lavorato prima di allora. Ha diciotto anni, ha da poco finito le superiori, e ha deciso di prendersi un anno sabbatico prima di andare all’università. Sua madre lo sostenne fin da subito in questa sua decisione - molto probabilmente perché significava che Louis avrebbe fatto per un’altro anno il babysitter gratis. Ma i fatti rimanevano gli stessi, Louis non aveva esperienza, ed è fottutamente spaventato all’idea di essere un vero e proprio adulto, con un lavoro da persona adulta. 

 

Il suono dell’ascensore, situato alla sua sinistra, lo riportò alla realtà e scuotendo la testa cercava di scacciare tutti i suoi pensieri, dubbi e paure. Fece un ultime sorriso alla segretaria prima di avvicinarsi alla grossa porta alla sua destra, la parte drammatica di lui la vedeva come un viaggio che avrebbe segnato per sempre la sua sorte, mentre quella più realistica gli diceva di darsi un po’ di coraggio ed entrare. E così fece.

 

La prima cosa che Louis notò è che in quella stanza tutto era grande, dalla enormi poltrone bianche rivolte verso il tavolo di quercia fino ad arrivare ai grandi dipinti che ornavano le pareti. Dio, anche la tv ultra sottile nell’angolo sinistro della stanza era enorme e— oh. Anche le mani che poggiavano sulla scrivania erano grandi, e maschili, e sembravano appartenere ad un corpo. Un bel corpo con dei bicipiti sporgenti che si intravedevano dalla camicia. Le stesse mani che sembravano essere attaccate a degli occhi verdi, bocca rosea e capelli ricci.

 

Cazzo. Quella fu l’unica parola nei pensieri di Louis in quel momento, perché Mr. Styles, il capo, era così attraente, proprio il tipo di Louis e il povero ragazzo non era proprio preparato. Quest’uomo dovrebbe arrivare con un avviso o qualcosa del genere, per dio. Dovrebbe essere un cartello davanti alla porta con scritto: ENTRATE A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO: RAGAZZO ATTRAENTE DENTRO. 

 

“Pensavo si fosse perso.” Disse con una voce roca, sogghignando, creando due piccole fossette ai lati della bocca. Louis voleva piagnucolare, perché quel bellissimo uomo non poteva avere anche le fossette.

 “Per favore, si sieda.” Continua, indicando una delle poltrone bianche di fronte a lui.

 

Louis fa un suono che sembrava vagamente come un grugnito, e cerca di non arrossire troppo mentre si siede sulla poltrona alla sua destra. Questa è soffice, liscia e praticamente ingoia la sua piccola statura. Louis sospirò sottovoce, Mr. Styles era così attraente, e lui non era cieco.

 

Lui si conosce, conosce il tipo di ragazzi che gli piacciono e sa che è omosessuale fin da quando aveva cinque anni e pensava che il suo vicino, Mr. Snyder, fosse la persona più hot sulla faccia della terra. Sua madre gli spiegò che non c’era nulla di sbagliato nell’amare altri ragazzi, e la cosa finì ben presto. La cosa che sua madre non sapeva, e mai saprà, è che a Louis non piacevano, e piacciono, i ragazzi, ma gli uomini.

 

Louis si è sempre sentito attratto da uomini più grandi di lui, preferibilmente con la barba e le spalle larghe. Ha iniziato ad avere delle relazioni con persone più grandi di lui da quando aveva 13 anni, e quando a 18 anni, due mesi dopo il suo compleanno, fu lasciato è andato in una discoteca e si è baciato con l’uomo più attraente che è riuscito a trovare. Cosa non troppo difficile considerando che Louis era un twink che sapeva come usare il proprio corpo.

 

Aveva dei grandi occhi azzurri, zigomi alti, dei dolci fianchi e un di dietro fantastico, perfettamente tondo e sodo. Sapeva che gli uomini lo trovano attraente e lo usava tantissimo per flirtare, ma l’uomo davanti a lui? É senza dubbio l’uomo più bello che abbia mai visto di persona e gli sembra che il suo gioco gli si sia ritorno contro.

 

“Mi spiace.” Louis dice frettolosamente, dopo aver notato che Harry lo stava fissando, aspettando la risposta alla domanda che gli aveva prima posto. Louis si vorrebbe nascondere dall’imbarazzo.

 

“So che può essere un pochino travolgente.” Inizia Harry con un’espressione dolce in viso. “Quindi, per rendere tutto questo un po’ più semplice, perché non inizi raccontandomi qualcosa di te?”

La voce roca di Harry continuava a distrarlo e probabilmente sembrava stupido e tutto arrossato, sicuramente non una buona prima impressione.

 

“Sono così imbarazzantemente noioso.” Louis ammette, gli sembrava di sentire la voce del suo migliore amico, Niall, scherzare su come non riusciva mai a vendere bene se stesso davanti agli altri. “Mi piace giocare a sport come Calcio e Rugby. Uhm, sono molto organizzato e amo il cibo.” Dio, questo è il motivo perché non ha mai provato un sito di incontri online, non ha nulla da dire se non ‘mi piace dormire e guardare distrattamente show su Netflix - per favore fidanzatevi con me.’

 

Louis alza lo sguardo e si rilassa perché Harry sembrava divertito. 

 

“Cosa dovrebbe convincermi ad assumerti?” Harry chiese successivamente, mentre si appoggiava più rilassatamente alla sua grande poltrona nera. Louis deve mordersi il labbro per non risponde ‘niente, non ho idea del perché io sono qui.’, quello sicuramente non lo aiuterebbe ad essere assunto.

 

“Beh, sono disperato.” Decide di andare per la verità, il che, meh. Però gli fa guadagnare un altro ghigno da parte di quelle rosee labbra. “E sono persistente. E sono giovane quindi bravo con i computer e a parlare con le persone.” Persone che non sono te, pensa. 

 

“Ti rendo nervoso Mr. Tomlinson?” Appena Harry chiede la nuova domanda Louis fa il suo meglio per non arrossire. Non riesce a capire cosa lo abbia fatto capire. Il ticchettio all’occhio forse? O i palmi sudati, o -Dio, sperava di no- aveva il segno del sudore sotto le ascelle? Scosse la testa per non pensare a quella terribile eventuale e cercò di concentrarsi nel pensare a una risposta. 

 

“Sì e no.” Decide alla fine. “Sì perché tutto in lei urla ‘autorità’, ma sono anche nervoso perché ho appena finito la scuola e non ho nessuna esperienza lavorativa e non ho idea di quello che sto facendo.” Louis non specifica che l’ultima frase può benissimo rifarsi alla sua vita in quel momento. 

 

“Visto? Ora mi stai parlando di te stesso.” Harry sorrise dopo aver spiegato. Louis inizia lentamente a rilassarsi, scioglie le spalle. Harry sembra okay.

 

“Okay..” Louis cerca di aggiustare la propria posizione sulla sedia. “So che farò un ottimo lavoro perché non faccio le cose a metà e imparo molto velocemente. Sarò il miglior assistente persone di sempre.” Dice tutto d’un fiato. É ancora un po’ nervoso, ma non quando prima e il fatto che Harry lo stava guardando con un’espressione compiaciuta aiutava. 

 

“Di assumerò per un periodo di prova.” L’uomo spiega e Louis si sente perdere un battito perché c’è l’ha fatta. Ha il lavoro. “Se mi mostrerei che sei meritevole di questo posto tra una settimana avrai un lavoro. Hai qualche domanda?” Louis cerca di contenere la sua gioia e non fare nulla di pazzo, tipo baciare in bocca il suo nuovo capo.

 

“Grazie infinite! No, no nessuna domanda.” Si alza e stringe la mano di Harry. Vorrebbe aggiungere qualcosa della serie ‘non lo rimpiangerete’, ma non è sicuro di poter mantenere quella promessa.

 

“Sii qui Lunedì mattina alle nove. Parcheggia nella zona per i clienti.” Louis fa cenno di ‘sì’ con la testa, forse un po’ troppo velocemente, e si dà il cinque da solo mentalmente. Lascia la mano di Harry ed esce dall’ufficio con un po’ più di autostima in sé. Si dirige verso l’ascensore e sorride alla segretaria prima che le porte si chiudano. Una volta arrivato al parcheggio ha un enorme sorriso stampato in faccia e un’umore migliore di quello di qualche ora prima. 

 

Una volta entrato nella sua macchina ed essersi assicurato che non c’era nessuno nei paraggi, controlla che non ci sia alcuna macchia di sudore nella camicia che stava indossando. Sollevato una volta non trovato niente si dirige verso casa. Solo quando sta per parcheggiare tutto quello che succede prende senso nella sua mente. Sta per lavorare, per la prima volta nella sua vita, e per la persona più bella che abbia mai visto. Grugnisce nelle sue mani e collassa sul cuscino, cercando di non pensare a come avrebbe potuto rovinare tutto. 


(note)
 

Salve a tutti! 

Specifico sin da subito che non sono io la vera autrice di questa fanfiction, purtroppo non so scrivere per niente, tanto meno trame così belle così bene. L'autrice è Centa0592e originariamente la storia si trovava su ao3 e ho chiesto e ricevuto il consenso per tradurre questa storia. Voglio specificare fin da subito che i commenti (sostanziali, non una parola!) nel caso verrano tradotti e mandati all'autrice originale, quindi se avete qualcosa da dirle alla fine del capitolo scrivetelo! 

Prima di tutto voglio dire che alcuni termini verranno lasciati in Inglese, non me ne vogliate, ma parole come 'twink', 'hot' o 'daddy' io non saprei veramente come tradurle, e lungi da me usare il termine 'papino'. 

I capitoli sono 16, ma visto che molto lunghi ho deciso di dividerlo con un sistema che già l'autrice aveva adottato dentro i capitoli. I capitoli sono dal pov di Louis e Harry, e verrà scritto nel titolo del capitolo. 

Vi prego anche di mostrare un minimo di interesse. Non voglio essere una di quelle persone che dicono 'commentate' ecc, so che da fastidio, ma io questa fanfiction l'ho letta, e tradurla o meno a me cambia poco (anzi, prende solo tempo!) 

Grazie dell'attenzione e della pazienza!

Fae 

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Capitolo 2
*** #2 Louis ***


Louis amava Niall, per davvero, ma a volte il suo migliore amico era completamente inutile; anzi, creava più che altro casini. Per esempio in quel momento dovevano comprare dei nuovi vestiti per andare a lavoro ma Niall lo aveva convinto che ubriacarsi e lanciarsi M&M’s addosso era un’idea di gran lunga migliore.


“Non posso crederci che hai un lavoro.” Niall disse dalla sua posizione a testa in giù sul letto. Louis bevette un altro sorso del liquore che avevano rubato a sua madre, dando una gomitata al suo migliore amico. A entrambi bastava pochissimo per essere ubriachi, e in quel momento erano completamente fuori.


“Lo so.” Louis borbottò mentre passò di nuovo la bottiglia al suo amico. Si sentiva già più adulto. Anche più adulto di quella volta in cui ha perso la sua verginità col suo, allora, ragazzo il giorno del suo diciottesimo compleanno. Quasi tremò al ricordo del suo ex e riprese la bottiglia in mano per scacciare via i ricordi. 

 

Perché in questo momento è felice e vuole rimanerci. Scacciò i dolorosi ricordi e ritornò a pensare al suo diventare adulto. Non è che freme di crescere tutto d’un colpo, è solo che è finalmente pronto a sperimentare qualcosa di diverso dalle regole di sua madre. Voleva semplicemente andare avanti, diventare una persona a se stante e non un fattorino o un genitore per le sue sorelle. 

 

“Se avessimo degli amici potevamo fare una festa visto che tua madre è via con le ragazze per altri tre giorni.” Niall disse, facendolo ridacchiare. Sono sempre stati solo loro due dal giorno in cui sono incontrati all’età di setta anni e ad entrambi è sempre andato bene così. Non sono associali, ma non hanno mai voluto aggiungere persone al loro circolo, così restarono insieme da soli. Funzionava.

 

“Potremmo sempre andare in discoteca.” Suggerisce Louis mentre posa la bottiglia vuota per terra, negherà di saperne qualcosa quando sua madre chiederà se l’ha vista.

“Omo o Etero?” Niall chiese e Louis scrollò le spalle mentre faceva il broncio, cercando di sembrare il più innocente possibile.

 

“Ed ecco la mia risposta…” Niall grugnisce e si mette con la pancia in giù. Mormorò qualcosa e poi si alzò verso il bagno per lavarsi i denti. 

 

Louis sorrise e andò al suo armadio, felice che il suo migliore amico sia così. Niall c’è stato per lui  nei tempi brutti e nei tempi belli della sua vita; gli ha dato una speranza quando non c’era più niente. Louis chiuse gli occhi pensando a quei ricordi. É tutto iniziato quando aveva quindici anni, dovendo fare i conti con l’attrazione che provava per gli uomini più grandi di lui.

 

Sua madre organizzò una festa di capodanno quando Louis aveva da poco compiuto quindici anni, invitando tra le altre persone anche alcuni dei suoi colleghi. Fu presentato così ad un paio di infermieri, per lo più ventenni, e con uno in particolare ci fu un colpo di fulmine. Clinton, Clinton Banks era il suo nome e gli diceva che non gli importava della sua età e che voleva conoscerlo di più. Così iniziarono a uscire segretamente e condividere baci e diversi rapporti orali e seghe. Louis aveva chiesto a Clinton di aspettare i suoi diciotto anni prima di avere un rapporto completo, e Clinton lo fece, aspettò il diciottesimo compleanno per prendersi la sua verginità.

 

Non fu quello il problema. Il problema scoppiò due mesi dopo, durante il febbraio dello stesso anno, quando Clinton mandò Louis un messaggio dicendo che i due dovevano lasciarsi perché stavano andando in due direzioni diverse. Louis avrebbe dovuto capire qualcosa quando Clinton non voleva dire a sua madre della loro relazione, anche se ormai lui era maggiorenne, ma lui è sempre stato ottimista, forse troppo. Così continuò al meglio la sua relazione con Clinton, fin quando il secondo non lo lasciò definitivamente.

 

Quello che rese la situazione ancora più terribile fu che poco dopo la loro rottura, sua madre ritornò in casa felice annunciando che uno dei suoi colleghi - Clinton - aveva chiesto di sposarlo a una Dottoressa, e lei aveva risposta di sì. A Louis crollò il mondo, come il cuore, e sperò di essere abbastanza inacidito da rovinare la relazione di Clinton, ma non lo fu, stette zitto e pianse. Si sentì usato, preso in giro. Niall fu lì tutto il tempo, tenendogli la mano, e occasionalmente passandogli fazzoletti, erba o alcol.

 

Faceva ancora male pensarsi, ma lo stava superando, anche se non si fidava più delle persona alla stessa maniera. Si vantava del suo nuovo atteggiamento, che consisteva essenzialmente nel vivere il momento e divertisti invece che iniziare una nuova relazione. 

 

“Per quanto io ami vedere il tuo culo, sarebbe meglio se ti andassi a fare una doccia e smettessi di stare sdraiato nudo nel tuo letto”. La voce di Niall interruppe il flusso di pensieri, e di colpo si mise in piedi. Calciò i vestiti che gli impedivano il passaggio e si diresse al bagno. La Doccia è sempre stata il suo luogo sicuro. Adorava stare sotto l’acqua calda, lasciando le preoccupazioni scivolare da lui. 

 

Si massaggiò accuratamente il corpo, avvolse un asciugamano alla vita, pulì i suoi denti, sparse una lozione profumata sul corpo e si mise un paio di skinny jeans scuri e una maglietta nera. Prese un po’ di gel e si sistemò i capelli in un look molto ‘finto disordinato’ prima di girarsi e annunciare al suo amico che era pronto per uscire.

 

“Hai la tua carta d’identità falsa?” Louis picchiettò nelle sue tasche e annuì quando sentì il portafoglio. Il club nel quale stavano andando si trovava nei sobborghi di Charlotte, NC, a circa 15 minuti da casa sua. Si chiama Phoenix e accetta le persone dai 21 anni in sù, il che significa che per una notte Louis avrà 21 anni invece che averne appena compiuti 18. La carta d’identità finta non ha mai funzionato, ma accompagnata dagli occhini dolci e da qualche battito di ciglia i buttafuori non gli hanno mai fatto storie. 

“Pronto per crearmi rimorsi!” Louis ridacchiò mentre stavano scendendo, pronti per il viaggio. Ricordandosi del fatto che sono sotto effetto di alcolici, chiama un guidatore della Uber che si trovava a soli 5 minuti di distanza e li portò a destinazione in meno di 15.  

 

Al loro arrivo notarono una piccola fila, e aspettarono ascoltando il ritmo della musica proveniente dall’interno del locale. Lui e Niall si stavano già muovendo a ritmo, preparandosi per la serata che li aspettava. Il buttafuori all’ingresso alzò un sopracciglio guardando le loro carte d’identità.

 

Louis portò la testa di lato e gli sorrise, al che il buttafuori sbuffò e con un sorriso gli ridiede i documenti. Il suo nome era Bruce ed era solito lasciarli entrare senza troppi problemi. “Non bevete stasera, mi raccomando.” fu l’unica avvertenza che ricevettero prima di entrare. Quello era uno dei gay bar preferiti di Louis in assoluto, era sempre pieno di gente, la maggior parte delle canzoni che venivano messe erano tra le sue preferite ed era pieno di ragazzi grandi ed attraenti.

 

I pavimenti erano in una specie di marmo nero e il bar si trovava al centro del club. Al momento era pieno di bellissimi uomini vestiti con jeans stretti e blazer, e le luci davano a Louis una grandissima voglia di ballare. Prendendo la mano di Niall lo trascinò nella pista dove ridevano e danzavano liberamente. Alcuni uomini a volte si avvicinarono a Louis per ballare con lui, altri addirittura gli offrirono da bere ma quello che colse la sua attenzione fu uno che sembrava avere un abito da sera seduto al bar. 

 

L’uomo aveva degli accenni di barba, una pelle perfetta e quelli che sembravano occhi marroni - o hazel. Era snello, aveva degli zigomi sporgenti, Louis si sentì debole quando i loro sguardi si incrociarono.

 

“Niall, quel bellissimo ragazzo al bar mi sta sorridendo!” Louis urlò mentre diede degli schiaffi al braccio di Niall. 


“Come fai a dirlo? É buio qui dentro, faccio fatica a vedere te!” Si lamentò Niall mentre si spostava così che Louis non fosse più in grado di picchiargli il braccio. 

 

“Vado a parlarci.” Disse Louis con confidenza, completamente ignorando Niall che gli faceva notare che non era una buona idea. 

 

Louis camminò fino ad arrivare all’uomo e appoggiò il suo braccio al bancone del bar, così da potersi posizionare in modo da evidenziare il suo fondoschiena. L’uomo lo guardò dall’alto al basso e allungò la mano per toccargli la vita con una presa sicura. Il più giovane notò subito i tatuaggi sbucare della manica della giacca dell’altro e il suo battito aumenta mentre viene portato più vicino al bellissimo sconosciuto. 

 

 “Sono Zayn.”

 

“Louis.” Rispose, e non riuscì a dire altro prima che Niall lo trascinò via scusandosi con l’uomo e prima di accorgersene erano già fuori dal locale. 

 

 Louis lasciò un lamento, aggrottò le sopracciglia e schiaffeggiò il suo amico sulla spalle mentre erano fuori e chiamarono un Uber. 

 

“Cosa hai fatto?!” Louis chiese imbronciato. 

 

“Ti ricordi quando mi dissi di tenerti alla larga dai bei ragazzi?” Louis sospirò e scosse le spalle. Di fatto aveva detto a Niall di tenerlo lontano dai bei ragazzi perché non si poteva fidare neanche di sé stesso. Ringraziò il suo amico circa due minuti dopo, quando un autista della Uber era arrivato. Ritornarono così alla casa sua e guardarono film mangiando pizza fino ad addormentarsi sul divano. 

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