Angels Don't Kill di Variabile (/viewuser.php?uid=32441)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12. ***
Capitolo 13: *** 13. ***
Capitolo 14: *** 14. ***
Capitolo 15: *** 15. ***
Capitolo 16: *** 16. ***
Capitolo 17: *** 17. ***
Capitolo 1 *** 1. ***
1
Angels Don't Kill
Il signor Wolves acquistò la casa di fronte alla nostra una
giornata di novembre. Chi fosse, questo signor Wolves, nessuno lo
sapeva.
Certo, la sua scelta di trasferirsi ad Owen ci pareva molto strana.
Perchè ad Owen non si trasferiva nessuno da qualche decennio, da
dopo che aveva chiuso la miniera. Molti in compenso, erano quelli che
se ne andavano. Il paese contava meno di cinquecento anime, delle case,
una chiesa, una tavola calda e poi nulla. Attorno solo l'aperta
campagna, e i boschi.
Fu così che il signor Wolves fu l'argomento principale delle
nostre discussioni fino a che, un giorno di dicembre, arrivò ad
Owen. Mia madre se l'era immaginato un ricco uomo sulla settantina,
desideroso di scappare dalla frenetica vita di città. Mio padre
era invece convinto che il signor Wolves fosse un uomo della sua
età, col quale sarebbe diventato grande amico: l'ennesimo membro
del club del poker il venerdì sera, insomma.
In realtà, quando quel sabato mattina il signor Wolves scese da una vecchia automobile, era molto più giovane.
Ad osservarlo così gli si sarebbero potuti attribuire poco più di vent'anni.
Lo spiai dalla finestra: la portiera che si chiudeva, lui che camminava
lungo il vialetto, che frugava nelle tasche dei jeans, che inseriva la
chiave nella toppa della casa nuova. L'abitazione numero 27 della Main
Street ( e con strada principale intendo strada unica ) era stata una
bella villetta che aveva visto tempi migliori. Si sviluppava su due
piani, un piccolo patio bisognoso di una riverniciatura e qualche
imposta da sistemare ed avvitare. Nel complesso, quell'austero edificio
manteneva il suo fascino Anni Trenta. Il giardino, che, assicurava mio
nonno, un tempo ospitava fiori di tutti i tipi, era col tempo divenuta
una dimora incolta, dove rovi ed edere si susseguivano selvaggiamente
su piante secolari.
Il signor Wolves scomparve dietro la porta, inghiottito
dall'oscurità. Chissà se c'era la luce elettrica, o
l'acqua corrente. Infondo erano cinquant'anni che nessuno vi abitava.
Rimasi imbambolata davanti alla finestra. Poi uscì di nuovo, in
fretta. Immaginai si dirigesse verso la macchina: ecco, scappa da Owen,
io lo sapevo che nessuno si sarebbe trasferito in questo paese
fantasma... Invece proseguì imperterrito oltre l'automobile,
verso casa nostra.
Scesi al piano terreno, mentre il campanello squillava.
Calai la mano sulla maniglia e aprii la porta.
Davanti a me si parò l'angelica visione di un ragazzo piuttosto
alto, dai capelli neri e mossi. Incrociai timidamente i suoi occhi
verdi, liquidi. Aveva le occhiaie, ma nel complesso non era brutto. Ci
stringemmo la mano.
-Piacere, Chris Wolves...- aveva una stretta di mano forte, sicura.
-Ginevra Leach. Piacere mio- risposi, in modo così automatico e
impersonale che mi sentivo stregata. Ci fu un breve attivo di silenzio.
-Ehm... Io mi sono trasferito nella casa qui davanti. Ero venuto per
salutare i vicini...- proseguì il ragazzo imperterrito. -Ma tu
vivi qui da sola?-
-No, no. I miei genitori sono al lavoro-
-Ah...- Mi diedi della stupida. Non avrei dovuto dire che ero a casa da
sola ad uno sconosciuto. Per quello che ne sapevo poteva anche essere
un pazzo omicida, intenzionato a farmi a pezzetti. Indietreggiai di un
passo.
-Ehi, tranquilla... Mica ti uccido.-
Si era accorto del mio insito timore. Cercai di ricompormi, ma le sue
parole erano così inusuali. Purtroppo c'era qualcosa nei suoi
occhi che mi intimoriva.
-Ascolta, qui c'è un negozio dove possa comprare da mangiare?-
Ripensai alla bottega del vecchio Mike, fallita in un anno imprecisato
della mia infazia. -No. C'è solo una tavola calda... Se vuoi
fare la spesa devi per forza prendere la macchina e andare a Sawn City.
E' a meno di dieci chilometri da qui, è c'è un centro
commerciale. Devi proseguire in questa direzione...- gli indicai un
punto lontano oltre Main Street, oltre Owen, dopo i boschi.
-Grazie mille, Ginevra Leach...-
Detto ciò mi fece un cenno rapido con la mano, si voltò e salì in auto. Scomparve verso sud.
Era pomeriggio inoltrato quando mia madre Amy tornò a casa dal
lavoro. Era una operaia in una fabbrica di prodotti chimici, di certo
non il lavoro più prestigioso del mondo, ma con la crisi era
meglio tenerselo stretto. Le sorrisi.
-C'è che?- domandò.
-Indovina?-
-Boh...- era troppo stanca per giocare, così le rivelai tutto subito.
-E' arrivato il signor Wolves!-
-E cosa c'è da sorridere in quel modo?-
-Che è giovane...- ripresi io, estasiata. I miei coetanei erano meno di una dozzina, i giovani ad Owen scarseggiavano.
Mia madre mi sorrise, con fare complice. -Ah! E com'è questo signor Wolves?- Mi fece l'occhiolino.
-Avrà poco più di vent'anni... E'... bello!-
Si, era meraviglioso e... (inquietante).
I see the fright in your eyes
As you turn and run
But is your mind playing tricks
On a body so very young
Feeling as if no one cares
The fear runs down your spine
But I know I'll never rest
Untill I know your mine.
Vedo la paura nei tuoi occhi
Mentre ti giri e corri
Ma è la tua mente che fa scherzi
Ad un corpo così giovane
Sentendosi come se non importasse a nessuno
La paura corre giù per la tua la spina dorsale
Ma so che non mi riposerò mai
Finché tu non sarai mia
( Tormentor - Slayer )
***
Salve a tutti. Spero che questa storia, romantica certo, ma anche molto
thriller, vi intrighi. Insomma... chi è questo Chris Wolves?
Perchè si è trasferito in un paese fantasma? Lascio a voi
tutte le supposizioni...
Al prossimo capitolo, allora.
Recensite numerosi e fate contenta Variabile! =D
Ciao...
Variabile
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Capitolo 2 *** 2. ***
2
Andavo a correre tutti i pomeriggi, verso le sei se era estate,
verso le quattro se era inverno. Mi era sempre piaciuto correre,
così percorrevo tutta Main Street, da dove vivevamo noi - la
punta più estrema - sino alla baracca di Todd e indietro. Todd
era un vecchio hippie scampato agli anni Settanta, che viveva in una
casupola che si era costruito da solo, al limitare del pascoli. In
genere quando arrivavo davanti a casa sua, lui era sempre lì,
seduto sui gradini della veranda. Fumava spesso, sigarette. Ogni tanto
marjuana. Tutto il percorso, da casa mia alla baracca che segnava la
fine di Owen e indietro, era di circa sei chilometri. Così, quel
pomeriggio, mi infilai le scarpe da tennis e iniziai a camminare in
fretta per riscaldarmi. Il sole era ormai basso all'orizzonte, ma sarei
tornata prima che facesse buio. Correvo abbastanza veloce.
Percorsi i primi cinquecento metri con una veloce corsetta, poi
affrettai il passo. Owen terminava poco dopo, ma il territorio comunale
si estendeva ancora per molto, fra i campi.
Ad un tratto, qualcosa catturò il mio sguardo. Qualcosa di
strano, che interruppe il mio respiro per qualche attimo, che mi
costrinse a fermarmi.
Chris Wolves usciva dal bosco a passo veloce. Inizialmente non mi
domandai perchè quella apparizione mi sembrasse così
strana. Ci ripensai solo dopo cena, quando ero a letto.
Si accorse che lo stavo guardando. Mi sorrise, mi raggiunse.
-Vai a correre?- mi domandò, sorridente.
-Si...-
-Posso venire?-
Fu così che Chris mi accompagnò per tutta la parte
restante di percorso, parlando di varie cose. Mi chiese che scuola
facevo, mi chiese se avevo intenzione di fare l'università. Gli
chiesi se lavorava.
-Uhm... si. Sono un grafico pubblicitario, ma lavoro da casa-
-Dimmi...- Sentivo il fiato farsi breve e i respiri rapidi, anche se
ero abituata a correre. -...Perchè hai deciso di venire qui, ad
Owen?-
Chris si fermò di colpo, costringendo anche me a rallentare. Per
un attimo ( solo una frazione di secondo, ve lo giuro... ) mi
guardò stranita, come si guarda il bambino che ha fatto la
domanda più stupida del mondo. Poi l'espressione scomparve,
così velocemente che dubitai seriamente di averla intravista.
Riprese a correre, sorridendo. -Cercavo un po' di tranquillità,
un po' di pace... Owen mi sembrava il posto adatto-
Pace e tranquillità ce ne erano in abbondanza, ad Owen. Ad
oltranza. Infondo era come se Chris fosse stato un segno. Lui, che
appare in un paese dimenticato anche dalle cartine geografiche, lui
così bello, lui così perfetto.
Giunti a destinazione ci separammo, lasciai la promessa di chiamarlo il
giorno seguente: saremmo andati a correre assieme. Mi trattenni dal
saltare di gioia.
Mi chiese il numero di telefono, sorrisi osservando quegli occhi magnetici così belli.
Dopo cena salii in camera. Avevamo cenato tardi, avevamo atteso che mia
madre tornasse dal lavoro. Riassettai le coperte e mi straiai sul
letto. Da lì, riuscivo a vedere la casa di Chris. La vedevo
dalla finestra, vedevo le imposte tristi sbattere al vento.
Così, di notte, sembrava una casa dell'orrore. Forse avrebbe
sistemato tutto, anche il giardino. Magari gli avrei chiesto di
mostrarmela, ero così curiosa.
Ad un tratto, una luce al secondo piano si accese. Poi vidi un'ombra.
La luce si spense. Perchè ero così interessata a quel
nuovo arrivato, mi domandai ad un tratto. Si, era bello, ero felice che
lui volesse diventare mio amico.
Ad un tratto, quando le lancette dell'orologio iniziarono a girare
sempre più velocemente e i miei occhi a farsi pesanti, udii un
urlo. Fu breve, ma forte. Eccheggiò ancora per la mia mente.
Qualcuno aveva gridato, e, dato che veniva dalla casa di fronte, quel
qualcuno poteva essere Chris. Un incubo, sicuramente. Un brutto sogno,
Ginevra, rimettiti a dormire Ginny che domani c'è scuola.
Mi costrinsi a chiudere gli occhi e ad ignorare una montagna di brutti
presentimenti. Il giorno dopo gli avrei chiesto se aveva avuto incubi.
Ma fu in quel preciso istante, che ricordai una cosa. Chris che
appariva dal bosco, un gesto semplice eppure così inconsueto.
Perchè non avevo mai visto nessuno uscire da quel bosco?
La risposta era tanto semplice... Perchè a meno di cinquanta
metri da lì c'era il cimitero. Più precisamente il muro,
senza uscite.
Quando gli abitanti visitavano il camposanto, vi giungevano dalla stradina dietro la chiesa, non dal bosco.
Rimasi ad osservare il soffitto, domandandomi perchè a Chris interessasse il cimitero.
Have you run your fingers down
the wall
And have you felt your neck skin crawl
When you're searching for the light?
Sometimes when you're scared
to take a look
At the corner of the room
You've sensed that something's
watching you
Hai passato le mani sulla parete
Hai sentito la pelle del tuo collo irrigidirsi
Quando cerchi la luce?
A volte quando hai paura di guardare
Negli angoli della stanza
Hai la sensazione che qualcosa ti tenga d'occhio?
(Iron Maiden - Fear Of The Dark )
***
Salve a tutti!
Auguri di Buona Pasqua!!! XD ... Okay, che ne pensate? Consigli e
critiche sono bene accette, comunque vi confermo che dal prossimo
capitolo le cose diventeranno moooolto più romanticose. Abbiate
pazienza, non posso forzare più di tanto gli eventi.
Recensite numerosi e fate felice Variabile!
Variabile
P.S. Grazie mille a:
_Giugi_ per aver segnato questa storia fra i preferiti.
Undomiel per aver recensito. |
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Capitolo 3 *** 3. ***
3
Era passata poco più di una settimana da quando avevo
incontrato Chris al limitare del bosco. L'evento era passato in secondo
piano, in uno dei meandri della mia lente, dimenticato e reso innocuo.
Le lezioni erano identiche, attendevo ogni mattina di tornare a casa.
Avevo iniziato ad amare il pomeriggio in modo quasi ossessivo.
Perchè, lo sapevo benissimo e lo sospettavate anche voi, vedevo
Chris. Ognitanto correvamo, ultimamente facevamo solo delle lunghe
passeggiate.
Verso le quattro di pomeriggio io passavo davanti alla sua porta e
suonavo il campanello. In genere lui usciva subito. Ma non quel giorno.
Quel mercoledì, pioveva molto forte. Più forte di quanto
non avessi mai visto, cosicchè iniziai seriamente a pensare che
Dio volesse mandare un secondo diluvio, per distruggere tutte le
iniquità della terra. In fondo ne avrebbe avuto ragione...
La pioggia picchiettava forte sull'asfalto, rimbalzava, saltava,
scivolava nei tombini e poi giù e giù verso il buio.
Lanciai una occhiata a casa mia, per controllare di aver chiuso tutte
le finestre. Si, tutto normale.
Suonai il campanello. Udii dei passi all'interno. Chris mi aprì la porta.
-Ciao, Ginny...- mi salutò. Da qualche giorno aveva iniziato ad
usare un diminutivo ( o un vezzeggitivo, forse? ) -Non fa nulla se non
andiamo a correre oggi, vero?-
Risposi che no, non mi dispiaceva affatto. -Andiamo a prendere qualcosa alla tavola calda?- propose, ed io non osai oppormi.
Prese il suo ombrello da contro il muro e ci avviammo sino al locale.
Sally aveva clienti anche in pieno pomeriggio: tanti erano gli uomini
che vi si ritrovavano, soprattutto quando pioveva. La metà dei
lavoratori di Owen erano boscaioli: non si taglia la legna se fuori
c'è il diluvio universale.
Di una cosa mi accorsi quando entrammo.
Di come fissavano Chris.
Probabilmente sapevano qualcosa di cui io non ero a conoscenza,
sicuramente lui se ne accorse. Ci accomodammo in un angolo del piccolo
locale, Sally arrivò sorridente come al solito. Prese le
ordinazioni e sparì dietro il bancone. Certi signori ci
osservavano, ma Chris non lo poteva di certo notare, dando loro le
spalle.
-Ascolta... Sabato sera hai impegni?-
Scossi la testa, non sarei uscita. -Ti piace andare al cinema?-
Rimasi in silenzio a meditare quell'offerta. Mi stava invitando ad
uscire? Il mio cuore traboccava di gioia. Il ragazzo si
preoccupò del fatto ch'io non rispondessi e propose mille altre
attività ( potremmo andare al teatro, a fare compere, ad una
mostra, a pesca, in piscina... ).
Osservai i suoi capelli neri, resi ancora più scuri dalla pioggia, poi mi incontrai nei suoi occhi verdi, liquidi.
-No... Il cinema va benissimo. Cosa vuoi andare a vedere?-
-Ciò che preferisci, davvero... Scegli te...-
Non volevo optare per qualcosa di melenso, quindi non dissi nulla. Alla
fine, Chris si ritrovò constretto a proporre un film
dell'orrore. Accettai estasiata ( chi se ne importava del film,
infondo, avrei guardato lui per due ore... ).
Rimanemmo a parlare di film dell'orrore, de L'esorcista che non fa
paura, di Scream 3 che non mi è piaciuto e cose simili.
Dopo un'ora, ci congedammo, e accadde una cosa che mi stupì.
Chris si stava quasi alzando, quando si sedette di nuovo e mi
sussurrò. -Ginevra, non sò se te ne sei accorta, ma io
sono attratto da te. Mi piaci, davvero...-
Rimasi pietrificata, lo vidi protendersi verso di me e appoggiare le sue labbra alla mia guancia.
Si voltò, pagò il conto e se ne andò. Quando
ripresi il controllo di me stessa e mi resì conto che molti mi
stavano osservando, arrossii.
Finii il mio caffè più in fretta possibile, ma non
così in fretta da poter incontrarlo per strada. Avevo bisogno di
pensare, questo era chiaro. Mi alzai e feci per raggiungeere l'uscita,
quando una mano mi bloccò. Era una presa leggera, tipica delle
delle persone che soffrono di artrite. Osservai gli occhi azzurro
chiaro del vecchio Sam. Attorno a lui, tutti gli anziani di Owen mi
osservano.
-Non è una brava persona, Ginevra...- provai rabbia nei loro
confronti, cosa ne potevano sapere loro? -E' un ragazzo strano.
L'abbiamo visto andare al cimitero a sera tarda... Gira nel bosco per
ore intere, cammina attorno al camposanto, qualche volta entra...-
-Che c'è di male?- sbottai io.
-Che lui non ha nessuno sepolto, qui. Questo è certo. Conosciamo
tutti i parenti di quelli qui sepolti, lui non è tra quelli. Lui
non è di Owen, va al cimitero che è buio... A far cosa
poi lo sà solo lui... Stai attenta!-
Mi raggurdarono con cento altre parole, ma a me poco importava.
Per la strada sorridevo. Cavolo, io gli piacevo. Mi aveva invitato ad
uscire! Verso sera gli avrei mandato un messaggio, gli avrei telefonato
dicendo che accettavo l'invito.
E chissenefrega di quello che pensavano gli altri.
Sweet little words made for silence not talk
Young heart for love not heartache
Dark hair for catching the wind
Not to veil the sight of a cold world
Piccole dolci parole fatte per il silenzio
Non parlare
Giovane cuore per amore
Non struggerti
Capelli scuri per cogliere il vento
Non per velare la vista di un mondo freddo
***
Salve! Allora, piaciuto il terzo capitolo? Aspettatevi una bella
svolta, nei prossimi... Ho già tutto in mente, comunque. La
tramam è ben delineata nella mia mente, quindi la postatura
dovrebbe procedere regolare e senza intoppi.
Recensite numerosi!!!
Variabile.
Grazie a lilyjuve e undomiel, per aver recensito.
Grazie a bluking, lilyjuve e _giugi_, per aver aggiunto questa storia fra i preferiti.
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Capitolo 4 *** 4. ***
4
Capitolo 4.
Nel cinema calò la più fitta e buia
oscurità: la proiezione ebbe inizio. Chris era seduto accanto a
me, estasiato da quel film. Ad un tratto, mentre il rumore della prima
scarica di proiettili riempiva la sala, si voltò verso di me,
sorridendomi e sussurrandomi: -Ehi, non ti spaventare troppo...-
La battuta che era voluta essere sarcastica, in realtà si
rivelò una predizione. Perchè quel film, definito
"piacevole" dalla critica, era in grado di farmi raggelare il sangue. E
la realtà era che non avevo mai visto scorrere così tanto
sangue in tutta la mia vita, e non sono una che si fa impressionare
facilmente. Uno di quei film progettati per non farti chiudere occhio,
per intenderci. Dopo svariate impiccagioni, morti nascosti sotto il
pavimento e urla, arrivò un sospirato intervallo. Le luci si
riaccesero, Chris mi si fece vicino.
-Ti piace, allora?-
-Si...- era vero, infondo era un bel film.
-E' molto realistico, dai!- era letteralmente estasiato. Su questa ultima affermazione concordai.
-Ascolta...- riprese lui, come per avviare un lungo discorso: -Sai che circa una settimana fa io ti ho detto che mi piacevi?-
Feci cenno di sì con il capo, di certo non l'avevo dimenticato.
Arrossii violentemente, sperando che la penombra nella sala nascondesse
un poco il mio rossore. -Ci hai pensato?- Pensato? Tutte i giorni da
quel momento...
Cercai di comporre le parole per formare un discorso logico, fino a che
non riuscii a sussurrare un timido "Anche tu mi piaci". Avrei
desiderato sprofondare nella poltroncina, veramente. -Sono molto
felice...- detto ciò avvicinò il suo viso al mio. Ecco mi
bacia mi bacia, pensai. In realtà si limitò ad appoggiare
le sue labbra alla mia guancia destra, per poi scostarsi in fretta.
Prima che qualcuno dei due potesse aggiungere altro, le luci si
spensero e calò una confortevole oscurità nella quale mi
riparai. Mi prese la mano. La sua era fredda, la presa era leggera e
tranquilla. Sopportai senza chiudere gli occhi un'altra ora di omicidi
efferati e corpi brutalmente mutilati ( per chi sanno chi sono, tipo le
copertine dei CD dei Cannibal Corpse...).
Quando apparvero i titoli di coda ringraziai il Cielo e mi alzai.
I ragazzi davanti a noi uscirono in fretta, ridendo e scherzando
sull'assassino e sulle sue vittime. Infilai la giacca, osservai
l'orologio. Dieci e mezza.
-Vuoi andare da qualche parte?- chiese cortesemente Chris, cercando di
sistemarsi i capelli spettinati con una mano. Feci cenno di no,
così ci avviammo verso la macchina. Stavo fissando i miei jeans
quando Chris sollevò il mio volto da terra e mi spinse ad
osservarlo negli occhi. Mi persi in un mare di verde brillante. -Sei
molto bella, questa sera...-
Ecco, la stessa sensazione di poco prima al cinema. Io che desideravo sciogliermi nel sedile, diventare invisibile. -G..grazie-
Le chiavi erano abbandonate nel cruscotto, nemmeno infilate nella toppa. -Anche tu sei bello...-
Lui non disse nulla, ma avvicinò le sue labbra alle mie. Questa volta per davvero. Chiusi gli occhi e attesi.
Per qualche secondo rimase immobile, come sigillando quel bacio, che era il primo nostro.
-Stiamo assieme?- domandai.
-Solo se tu lo vuoi. Lo desideri?-
Non risposi nulla, ma con un coraggio così inusuale per me lo
baciai nuovamente. Quella era la conferma. Chissà se i passanti
ci stavano osservando... ma poi poco importava. Il suo braccio
scivolò dietro la mia schiena e mi avvicinò, mentre il
bacio diveniva più appassionato.
Ci separammo, e per poco meno di un minuto nessuno disse nulla. Poi lui
inserì le chiavi nel quadro e avviò il motore. Cercai di
guardare verso il finestrino, ma il mio sguardo era come attratto da
lui, punto magnetico.
Mise della musica, tanto per riempire quei sovrumani silenzi. Cercai di
concentrarmi sul motivetto, semplice e orecchiabile. The White Stripes,
certamente. Si riconosceva lo stile e la voce di Jack White.
Le luci di Owen ( giusto quelle della tavola calda e di qualche
abitazione... ) apparvero abbastanza in fretta. La mia casa e la sua
subito dopo.
Arrestò la macchina e anche il rombo confortante del motore si
spense. L'aria era fredda e aveva iniziato a tirare un po' di vento. Mi
accompagnò alla porta di casa. Senza aggiungere nulla, mi diede
un bacio e mi augurò buonanotte.
Feci lo stesso e rientrai in casa sorridente ma ancora stralunata da quella serata.
Mia madre era già andata a letto, mio padre era dai suoi amici
per una partita di poker. Andai in camera mia e mi sedetti sul letto.
Da lì riuscivo a vedere la casa di Chris. D'un tratto notai che
anche il suo profilo era affacciato alla finestra di casa sua. Mi
salutò.
Lo faceva spesso? Mi guardava dalla finestra?
D'un tratto ricordai una cosa: cimitero. Chissà se Sam e gli
altri avevano ragione... Infondo non mi costava nulla osservare dalla
finestra se lui usciva di casa. Abbassai le veneziane e spensi la luce,
rimanendo appostata come una sentinella, contro il vetro.
Il vento spazzava le ultime foglie secche, e le luci nella casa di fronte presto si spendero.
Gli occhi mi si stavano chiudendo, quando una cosa cattirò la
mia azione. Nella selva che cresceva al posto del giardino, una sagoma
si era mossa, verso il bosco. Riconobbi la felpa.
Era lui.
Trust I seek and I find in you
Every day for us something new
Open mind for a different view
And nothing else matters
Cerco fiducia e la trovo in te
Ogni giorno per noi qualcosa di nuovo
Apri la mente ad un nuovo punto di vista
E nient'altro ha importanza
(Nothing Else Matters - Metallica )
***
Scusate se ci ho messo del tempo per postare, mea culpa ma ero impegnata. Grazie mille per le 4 recensioni, sono commossa.
Bene... E allora cosa farà, Ginevra? Ha la prova che lui da
qualche parte va, ma sarà davvero al cimitero? Ehehe....
Ecco i ringraziamenti aggiornati, dunque...
Grazie a coux, lilyjuve, ary191 e undomiel per aver recensito.
Grazie a bluking, _giugi_ e coux per aver aggiunto questa storia fra i preferiti e grazie ancora a lilyjuve per aver segnato questa storia fra quelle seguite...
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Capitolo 5 *** 5. ***
5
Capitolo 5.
I comportamenti di alcune persone sono strani, possano essere essi più o meno illogici non conta.
Quelli di Chris Wolves erano quanto meno bizzarri. Continuai per le tre
sere successive ad osservarlo alla finestra. Mi appostavo
nell'oscurità, io, una sentinella e trattenevo il fiato. Il
rituale era sempre lo stesso, sempre le stesse mosse. Lui che esce
della porta laterale, io rimango immobile e per qualche attimo brilla
un triagolo di luce. Poi ritorna il buio e lui scompare nel giardino.
Da lì, in quel folto di alberi e rovi che sembrano assecondarlo,
lui appare e scompare. Vedo la felpa, vedo i capelli. Dalla casa al
limitare dei boschi ci sono circa ventimetri di prato, fuori dalla
portata della luce dei lampioni. Se sono fortunata, la luce lo
illumina. Ma è difficile che si veda, comunque. Veste di scuro,
completamente.
Continuai a domandarmi se lui realmente si recava al cimitero. Avevo
dei forti dubbi, ma la mia mente malata stava già costruendo
castelli in aria: e se faceva parte di una setta? e se dissotterrava i
corpi? Io continuavo a vederlo nel pomeriggio, e con la luce del sole
quelle teorie mi sembravano sciocche e aberranti. In realtà poi
di notte era in preda al dubbio.
Così, una notte, esattamente una settimana dopo la nostra uscita
al cinema, decisi di seguirlo. Era un sabato, i miei genitori erano
usciti a cena e secondo le loro abitudini, non sarebbero tornati prima
dell'una.
Chris usciva in un orario variabile fra le undici e mezzanotte, avevo
poco più di un'ora per andare, vedere e fare ritorno.
Così indossai dei vestiti neri, giusto per evitare di essere
troppo visibile. Raccolsi con cura i miei capelli biondi, li coprii con
un capelli.
Poi rimasi alla porta d'ingresso, seduta ad osservare dallo spincino.
Riuscivo a vedere tutto abbastanza bene, malgrado la visuale ridotta.
Ad un tratto, Chris uscì. Procedeva più veloce delle altre volte, forse si era accorto di essere osservato.
Aprii la porta con la maggiore delicatezza possibile e pregai il cielo
che non cigolasse. Lui aveva già superato la sua
proprietà e si stava dirigendo nei prati. Presto sarebbe rimasto
solo una sagoma, illuminato dalla pallida luce lunare.
Cercai di rimanere sul lato del giardino, per scongiurare ogni
possibilità di rimanere bloccata. Raggiunsi la zona del prato
con il cuore in gola, che batteva troppo forte e l'unico rumore che si
udiva era quello dei miei passi. Lui era ormai al limitare del bosco,
camminava ora tranquillo. Io, invece, ero pronta a scattare a terra
come lui si fosse voltato.
Per una furtunata serie di coincidenze, ciò non avvenne.
Possibile che non si fosse accorto?
Non c'erano sentieri, però in lontananza si vedevano i lumini,
circa duecento. La luce era soffusa lì, ma dopotutto era
possibile muoversi agilmente.
Muoversi nel sottobosco senza provocare alcun rumore era impossibile,
così cercavo di adattare i miei passi ai suoi. Pessimo risultato.
Chris era quasi arrivato al muro ( un muretto, per intenderci, che mi arrivava al fianco ) quando si voltò.
I miei progetti si abbassarmi e nascondermi svanirono completamente, succube all'ansia. Perchè Chris mi aveva visto.
Chris Wolves mi aveva maledettamente visto.
Chiuse gli occhi, distendeno una espressione corrucciata e di sgradita sorpresa.
-Perchè mi segui?-
-Perchè vieni qui, ogni notte?-
-Rispondi prima alla mia domanda, Ginevra...-
-No! Io non ho fatto nulla di male!-
Lui mi sorrise, tranquillo. -Perchè? Io cosa ho fatto?-
Mi aveva spiazzato. Perchè io non sapevo cosa faceva lui
lì, non sapevo se ciò che faceva era buono o cattivo. Era
quello il punto, e lui lo sapeva.
Iniziai ad accampare qualche scusa, logicamente penosa.
-Su, Ginevra... Perchè mi seguivi?- la sua voce era fredda, ebbi veramente paura.
-Ecco, io mi preoccupavo per te...-
-Non sono un bambino, amore mio...- sussurrò, sorridendo. "Amore mio".
-Vuoi sapere cosa ci faccio, io al cimitero?-
There's something in our hearts worth fighting for
Some Secrets better left untold
And when the time has come for us to die
We'll take the Secrets to the grave
C’è qualcosa nei nostri cuori per cui vale la pena combattere
Meglio che molti segreti non siano svelati
E quando giunge per noi il tempo di morire
Ci porteremo i Segreti nella tomba
(Secrets - Hammefall)
***
Salve a tutti! Ecco qui il nuovo capitolo. Allora, cosa farà mai
Chris? Magari non è niente, magari chissà... Mi auguro
che si sia piaciuto, sono commossa dalle recensioni e dai chi ha
segnato la storia fra i preferiti/ quelle seguite.
Come mio solito, rignrazio tutti indistintamente, augurandomi che vi piaccia.
Grazie dunque a kikka_neko, coux, iana_gabrielle per aver recensito
l'ultimo capitolo e aver segnato la storia fra i preferiti, a bluking,
bribry85 e giugi per aver segnato questa storia fra i preferiti, ad
anfritrite e lilyjuve per aver segnato la storia fra quelle seguite.
Grazie di cuore, davvero.
Recensite numerosi, a presto
Variabile.
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Capitolo 6 *** 6. ***
6
Capitolo Sesto.
Il vento leggero mi colpì in pieno volto, ma tenni gli occhi fermi su Chris. Vuoi sapere cosa faccio davvero, al cimitero?
Il ragazzo mi si avvicinò di qualche passo, sorrideva di nuovo. Mi fece innervosire leggermente.
Lanciai allora una occhiata alle lapidi bianche e grigie che brillavano
tetre alla luce rossiccia dei lumini perpetui. -Su, dimmi... Cosa ci
fai qui?-
Chris si sedette sul muretto, molto rilassato. -Io vengo qui tutte le notti e penso-
-Tu cosa?-
-Io penso. Penso perchè sono triste, Ginevra...-
Non sapevo se credergli o meno, lui mi sembrava così tranquillo
e sicuro di sè. Triste, ma in pace con sè stesso.
-E perchè sei triste, Chris?-
Un turbinio di foglie si alzò, portando alle mie narici l'odore di umido e di terra.
-Perchè un mio amico è morto- . Quelle parole mi
colpirono come i massi di una lapidazione. Fra tutte le
possibilità che avevo valutato, quella non era presente.
-Ma perchè di notte, al camposanto? Non ci può pensare anche di giorno, al tuo amico?- domandai, preoccupata.
-Vedi, il mio amico è morto di notte. Poi pensavo che recandomi
qui di giorno, avrebbero iniziato a farsi domande. Io non ho nessuno
qui, dopotutto. Pensavo che nessuno ci facesse caso, e invece ho
combinato un gran casino...-
Mi faceva pena. E mi sentivo incredibilmente colpevole. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.
-Ti devi fidare di me, Ginevra...- le sue labbra si avvicinarono al mio orecchio, sussurrando quelle parole lentamente.
-Ci sono cose, molte, troppe, che io adesso non posso ancora dirti. Mi dispiace che tu ti sia preoccupata per niente...-
Possibile che quella, così semplice, così assurdamente banale, fosse la verità. Di lui sentivo di potermi fidare ciecamente, ma se la mia fiducia era mal riposta?
Quali erano le cosa che non poteva rivelarmi? Erano importanti?
Cercai di scacciare quei cupi pensieri, esattamente mentre le sue
labbra partirono in cerca delle mie. Ci baciammo con calma, senza
badare al fatto che eravamo al limitare di un cimitero e di notte.
Perchè quel bacio sigillava una promessa. Io mi sarei fidata di
lui, poco importava il resto. Chiusi gli occhi e lo cercai,
avvicinandomi al suo torace per sentirne il calore.
-Ti amo, è questo che importa...-
Mi aveva appena detto che mi amava. Era la prima volta che qualcuno me lo diceva.
-Vieni anche tu qui, se ti fa sentire più sicura...-
-Ti prego, non andare più al cimitero di notte... Ti prego-
Non mi rispose, ma scosse la testa affermativamente. -Promesso. Dai, torniamo a casa...-
Detto ciò mi prese la mano e ci avviammo verso la fine del bosco.
-Ah! Cosa ci fate qui?- quella frase mi costrinse a voltarmi. Chi...
Sam, uno dei vecchi di Owen ( esattamente quello che mi aveva
già avertito in precedenza ) era proprio alle nostre spalle,
brandiva una torcia. Dietro di lui un paio di figure più
giovani, sui sessant'anni. Uno era il guardiano diurno del cimitero e
becchino, quando capitava l'occasione. L'altro era il figlio di Sam.
-Visto? Cosa vi avevo detto? Vanno al cimitero di notte!-
Rimasi letteralmente pietrificata da quel malinteso. Un enorme,
gigantesco sbaglio. Il fascio di luce mi investì in pieno
volto, costringendomi ad pararmi la vista con la mano. -Non avete
capito... c'è un errore...-
-Si, guarda che errore- commentò sarcastico il guardiano: -Sam
dice di vedere Chris qui tutte le notti da più di una settimana.
La sua casa dà proprio sul cimitero, lo vede dal secondo piano.
Io vengo qui a controllare, e indovina chi trovo? La figlia dei Leach,
la nuova amichetta di Wolves...-
Chris mi strinse la mano con forza, ma senza farmi male. -Non facevamo mica niente di male...-
-Si, certo... e io sono stato sulla Luna. Adesso ti riporto dai tuoi genitori...-
Detto ciò mi strinse il braccio con forza e mi allotanò
da un sempre più basito Chris. Il percorso fu breve, il fato
volle che i miei genitori fossero già arrivati a casa.
Ciò rendeva più facile il compito del guardiano Kim e di
Sam. L'altro uomo li seguiva silenziosi.
Io pensavo a lui, al ragazzo che poco prima aveva detto di amarmi. Era
rimasto pietrificato, nella foresta? Immobile, davanti ad uno sviluppo
degli eventi troppo violento e rapido?
Suonarono il campanello, mio padre venne ad aprire. Chiamò il
mio nome con uno strano tono di rammarico. -Papà, non...-
-Sua figlia questa notte era al cimitero con Wolves, quello nuovo. Il
comportamento, lei lo capisce bene, è come minimo strano.
Provveda a parlarle, e tenga d'occhio il suo nuovo vicino di casa...-
detto ciò, tolse la mano ossuta dalla mia spalla e se ne
andò.
Mio padre mi guardava torvo, mia madre - giunta a metà discorso - era visibilmente preoccupata.
-Cosa cazzo ci fai a fare, con quello lì?-
"Quello nuovo", "quello là", perchè
infondo era chiamato solo così. Le parole di mio padre
rimbombarono nella mia testa, ma io in fretta elaborai una strategia di
contro-attacco. Non potevo certo rivelargli che Chris andava al
cimitero di notte. Non l'avrei più rivisto e tanti saluti.
Addossai tutta la colpa a me. -Scusa, non facevamo assolutamente
niente. Parlavamo, nulla più. E' colpa mia, lui nemmeno sapeva
dov'eravamo, di preciso...-
-Si, ma al cimitero! Diavolo, Ginevra, ti sembra normale?- stava urlando.
Non osai rispondere, ammutolii. Meglio tacere, comunque.
-Sei in punizione, termine da decidersi-
-Ma sono maggiorenne!-
-Finchè vivrai sotto questo tetto e sarai mantenuta da noi, questo non ha importanza-
Mi mandò in camera, e io mi ci recaii più velocemente
possibile. Sotto udii i miei genitori discutere, poi udii la porta
della loro camera da letto chiudersi e calare il silenzio. Quando fui
sicura che si fossero addormentati, presi il cellulare e composi il
numero di Chris. Chiusi bene la porta, per evitare che mi si sentisse
parlare e mi avvicinai alla finestra.
Rispose immediatamente. -Pronto? Ginny, mi dispiace da matti...-
-Tranquillo...- sussurrai.
-In punizione?- che intuito...
-Si, termine ancora sconosciuto...- era apparso anche lui alla finestra. Aveva scostato la tenda e mi sorrideva.
Gli sorrisi anche io, in risposta. Dall'altro capo del telefono mi
sussurrò che era quasi divertente, parlarsi così.
-Chris, ti amo anche io...- ripresi il discorso che era stato interrotto dagli uomini, nel bosco.
-Grazie... Troveremo una soluzione, Ginevra. Promesso...-
-Promesso.-
She is everything to me, the unrequited dream,
The song that no one sings, the unattainable.
She's a myth that I have to belive in,
All I need to make it real is one more reason.
Lei è tutto per me, il sogno non richiesto
La canzone che nessuno canta, l'irraggiungibile
Lei è un mito al quale io devo credere,
E tutto ciò di cui io ho bisogno perchè si avveri è una ragione ancora.
(Vermillion Pt.2 - Slipknot)
***
Hola! Ero davvero sorpresa, ben 4 recensioni per l'ultimo capitolo! Accidenti, siete gentilissimi! =D Grazie di cuore, dunque.
Prima della classica parentesi ringraziamenti, due parole sulle frasi
alla fine dei capitoli. Sono frasi di canzoni, vere e propie ballad
romantiche per la maggior parte dei casi. Sempre da artisti heavy metal
( che è la mia grande passione ), comunque. Magari ascoltatele,
vi assicuro che sono davvero piacevoli, nulla di esagerato.
Okay, ringrazio per le recensioni dell'ultimo capitolo new_born, eleanor rigby, lilyjuve e coux, per la quale ho inserito anche le frasi degli 'knot in fondo a questo capitolo. Conosco il suo amore per questa band: brava maggot! Grazie poi ancora a Bluking, bribry85, checcaaaa, coux, Eleanor Rigby, iana_gabrielle, kikka_neko, New_Born e _Giugi_ per aver segnato la storia fra i preferiti e ancora lilyjuve e anfitrite per aver segnato la storia fra quelle seguite. Grazie ancora.
Recensite numerosi, grazieeeeeeee
Posto presto. Variabile
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Capitolo 7 *** 7. ***
7
Capitolo Settimo.
La domenica passò lenta, uscii dalla mia camera solo per
i pasti. Sapevo di averla fatta grossa, dopotutto. Mia madre era
preoccupata, infondo non ero mai uscita senza almeno avvisare. Non ero
comunque mai andata al cimitero di notte, quello era certo. Eppure,
anche un gesto, fatto per il più nobile degli intenti può
divenir motivo d'astio. Così accadde.
Chris uscì, ancora e di notte.
Cercai di seguirlo con lo sguardo, ma pioveva e non si vedeva nulla.
Scomparve nel bosco, chissà poi dove e per fare cosa.
Chissà se Sam, il custode e gli altri erano anche loro sotto la
pioggia, ad attenderlo. Non potevo saperlo.
Eravamo in un bel guaio, lui era troppo strano per un paese come Owen.
Dopo circa mezz'ora fu di ritorno, la precipitazione si era attenuata e
io sorrisi nel vederlo. Se ne accorse e ricambiò.
Il giorno dopo era davanti alla mia fermata del bus, nella sua macchina. Entrai anche io nell'abitacolo.
-Ciao...-
Rimanemmo in silenzio, non c'era niente da dire, se non che tutto
sarebbe stato più difficile. Pregai che l'autobus arrivasse in
fretta, che mi portasse a Sawn City e che mi dimenticassi di tutto.
-Non so se sono pronta per portare avanti una relazione sola contro il
mondo...- sussurrai ad un tratto e mi sentivo tremendamente in colpa
per quello che provavo.
-Non sei sola- era leggermente irritato: -Siamo tu ed io, ricordatelo sempre-
Calò ancora il silenzio, se non avessi sentito i suoi respiri, avrei pensato fosse morto.
-Quando mi dirai cosa fai davvero, al cimitero?-
-Ti fidi di me, Ginevra?-
-Si, ma... Chris, non è la verità. Quella che tu mi hai detto non è la verità-
Non rispose nulla.
-Abbassi lo sguardo quando menti, non lo fai mai normalmente...-
-Non te lo posso dire cosa faccio, quella è una verità parziale. Devi avere pazienza...-
Pazienza? Quella che mi chiedeva era cieca fiducia.
Avvicinò le sue labbra alle mie, rimase parecchio sorpreso quando mi scostai.
-Non ce la faccio, non con un castello di bugie alle spalle, Chris. Dimmi la verità, dannazione... Cosa ti costa?-
Sorrise triste, poi chiuse gli occhi per qualche secondo, corrucciando la fronte. -Ginevra, io ti amo. Lo capisci?-
Chinai il capo, osservandomi le scarpe. -E' qualcosa di forte, meraviglioso. Lo provi anche tu, vero?-
Non lo sapevo. Mi era tutto sembrato logico e chiaro come il sole, ma
in quel momento non sapevo più cosa credere. Dovevo portare
avanti quella relazione di bugie.
Eppure volevo credergli. Lo volevo con tutte le mie forze, e fu ciò che feci.
Lo baciai, lui sussurrò un timido grazie. Sprofondai nel sedile
della macchina, ad un tratto notai un foglietto di carta ripiegato, sul
tappetino della sua automobile. Mentre era distratto, lo raccolsi.
-Sta arrivando il bus...- mi disse, scrutando all'orizzonte. Non sembrava essersi accorto di nulla, fino a quel momento.
Lo salutai e chiusi la portiera. Salii sul bus stringendo il foglietto nella mano.
Poi, una volta che fui sicura che non mi potesse vedere, lo spiegai in fretta.
Era una necrologio.
He knew that it would cost him dear
but yet he dare not say
Just where he'd been that fateful night
a secret it must stay
He had to fight back tears of rage
Sapeva che questo gli sarebbe costato caro
ma ancora non osava dirlo
Solo dov'era quella notte fatale
un segreto che tale doveva restare
Combattè con lacrime rabbiose di rimpianto
(Over The Hills And Far Away - Nightwish )
***
Salve!
So' che questo capitolo non è eccezionale, abbiate pazienza.
Allora... necrologio? Un po' strano... Sarà dell'amico o no?
I ringraziamenti li faccio la prossima volta, giuro... Scusatemi, sono
in ritardo... Beh, grazie davvero a tutti, voi sapete perchè
=D....
Ciaoooo
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Capitolo 8 *** 8. ***
8
Salve! Vi chiedo scusa di tutto questo ritardo per il capitolo.
Il problema è che mi si era rotto il computer, o per meglio dire
era pieno di virus che allegramente si stavano mangiando i miei dati.
Vi chiedo scusa, sono sicura che capirete...
Bene, vorrei comunque informarmi che d'ora in poi la storia dovrebbe procedere senza intoppi, speditamente, sino alla fine.
Capitolo Ottavo.
Chris Wolves era furbo, dannatamente scaltro. Me ne accorsi
quando nel pomeriggio lui ritornò a prendermi. Quella stessa
mattina avevo trovato il necrologio nella sua automobile, poco
più che un ritaglio di giornale piegato in quattro. Lo avevo
srotolato e avevo letto: Steve Hetfield si è improvvisamente
spento a causa di un incidente. Ne danno l'annuncio i genitori, le
sorelle Sarah e Talita, l'amico Chris.
Chris? avevo pensato. Possibile che fosse quello l'amico di cui lui parlava?
Era una cosa molto probabile, ma non si era rivelata veritiera. Alle
due, lui si era presentato fuori dalla mia scuola, a bordo della sua
vecchia automobile. Avevo salutato Scarlet, una mia amica abbastanza
timida. Timida da arrossire anche al minimo saluto, per intenderci.
Chris sorrideva, per un attimo mi sembrò un sorriso "brutto".
Non saprei spiegare bene che senzasione mi trasmise, ma non era
piacevole. Poi, velocemente come era giunta, l'impressione scomparve.
Aprii la portiera e salii a bordo. Ci salutammo, poi accese il motore.
Il tragitto sino ad Owen durava circa una ventina di minuti, ma quando
eravamo quasi giunti, domandai: -Come si chiamava il tuo amico, quello
che è morto?-
-Perchè ti interessa?-
-Solo curiosità... Me lo diresti?-
-James Harris...-
-Ah...-
Lui improvvisamente, quasi con rabbia, accostò l'automobile sul ciglio della strada.
-Mi credi stupido, forse?-
-No!-
-Sono forse un maledetto deficente, allora?-
-No!- non riuscivo a capire il senso delle sue domande, quello era il problema.
-Dammi il necrologio, Ginny...- Il suo tono non ammetteva repliche. Non avrei potuto rispondergli ma quale necrologio, Chris? Io non ho visto assolutamente niente.... perchè la luce nei suoi occhi non lo permetteva.
Non avrei osato sfidarlo, e non c'era più nessun sorriso "brutto", perchè non c'era più nessun sorriso.
Infilai la mano nella tasca dei jeans e glielo porsi.
-Perchè non riesci a fidarti di me, Ginevra? Forse io spio fra le tue cose? Forse ti osservo di nascosto?-
-No, non lo fai...-
-E perchè non può essere cosa reciproca? Perchè devi far tutto di nascosto?-
Non cercai di spiegare. Tenevo troppo a Chris per rischiare di perderlo
in modo così stupido, me ne accorsi in quel momento.
Ad un tratto, quando avvertii le sue labbra sulle mie, rimasì
basita. -Scusa...- sussurrò ad un tratto: -...Scusa se ho alzato
la voce, amore. E' solo che tu...-
Non terminò la frase per qualche istante, come per riflettere su
quali fossero le parole più adatte. -...E' tutto così
difficile, fregatene di ciò che dicono, fregatene di ciò che fanno, fregatene di ciò che sanno...-
Lo baciai di nuovo, come per fornirgli una risposta affermativa.
-Grazie, e presto saprai tutto...-
Tutto. Tutto ciò che non mi aveva detto. Tutto ciò che
non aveva potuto od osato dire. Non potevo sapere che aveva più
ragione di quanta credesse. Owen si aprì davanti ai nostri
occhi, con la sua unica e grande via; il suo boulevard, se vogliamo
essere poetici.
Un particolare solo attirò la mia attenzione. Perchè ad
Owen era così difficile che si vedesse, quasi impossibile.
-Chris...-
-Si, amore?-
-Perchè c'è la macchina della polizia davanti a casa tua?-
Never cared for what They say,
never cared for games They play,
never cared for what They do,
never cared for what They know...
And I know!
Mai mi ha interessato quel che dicono,
mai mi hanno interessato i loro giochi,
mai mi ha interessato quel che fanno,
mai mi ha interessato quel che sanno...
E io lo so!
(Nothing Else Matters - Metallica)
***
Allora... Ringraziamenti a coux, kikka_neko e new_born per le recensioni dell'ultimo capitolo, ada wong, anfitrite, charlie_me, giuggiolina43, kikka_neko e lilyjuve per aver segnato la storia fra le seguite e Bluking, bribry85, checcaaaa, coux, Eleanor Rigby, iana_gabrielle, kikka_neko, New_Born, zery,_Giugi_ per aver segnato la storia fra i preferiti. Recensite ancora numerosi...
Ciaoooooooooooo
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Capitolo 9 *** 9. ***
9
Capitolo Nono.
Aprii la finestra di camera mia, per fare in modo che le voci mi
fossero meglio udibili. Avevo chiuso la porta per non essere
disturbata, eppure anche così le parole dei due poliziotti mi
sembravano lontane, appena sussurate. Tesi l'orecchio.
-Salve Signor Wolves, possiamo farle alcune domande?- . A parlare era
stato un uomo sulla cinquantina, con due grossi baffi rossi e gli occhi
piccoli, era quasi calvo, piuttosto robusto.
-Prego, entrate dunque...- rispose Chris, indicando la porta d'ingresso
oltre il patio. Maledizione! Così non avrei più
potuto udire niente, pensai rabbiosa. Poi ricordai le parole di Chris.
Lui non voleva sapere tutto di me, lui non mi spiava. Improvvisamente
mi sentii in colpa, esattamente mentre lui mi lanciava una occhiata
prima di scomparire oltre l'uscio.
Mi sdraiai sul letto, cercando di immaginare il motivo di quella
visita. Non pagava le tasse? Non aveva saldato qualche debito? O forse
aveva preso una multa e non si era preso la briga di versare il
compenso. Magari era solo una ispezione...
Accesi la musica, un CD di Alice Cooper che iniziai subito a canticchiare. Potevo, dovevo solo aspettare.
E la mia attensa non durò a lungo, cosicchè il disco
venne fermato alla sesta traccia. Chris era appoggiato allo stipite
della porta, sorrideva. Il secondo poliziotto, un uomo piuttosto
giovane, dai capelli scuri, lo stava ringraziando della collaborazione.
L'automobile scomparve in fretta, tanto che tutto sembrava solo un aberrante sogno.
Scesi le scale e raggiunsi la porta d'ingresso, per andare da Chris. Il
castigo dei miei genitori ora si era addolcito e la pena si limitava a
non poter uscire la sera. Lo raggiusi preoccupata.
-Chris! Chris... Cosa volevano?-
Mi cinse la spalla con il braccio. -Vieni dentro, che te lo spiego...-
Era giunto il momento dei chiarimenti, probabilmente.
La casa di Chris era piuttosto buia, colpa principalmente della selva
incolta che cresceva fuori di lì. Le piante erano così
fitte ed alte che la luce era poca. L'atrio prendeva comunque luce da
un lucernario rotondo sull'alto soffitto, e attorno a quel locale
s'aprivano più e più porte, ed una ampia scala. Mi
invitò ad andare in quello che una cinquantina d'anni prima era
stato il salotto. I divani erano in stile, ed il mobilio era antico,
parzialmente coperto da bianchi teli.
Su di un tavolo nell'angolo, si vedeva un computer e i suoi attrezzi da
lavoro: colori, pennelli, matite, tavolozze ed una macchina
fotografica. Mi fece accomodare su di un divano, poi lui prese porto di
fronte a me.
-Quegli uomini erano venuti qui per James Harris-
-Il tuo amico, vero?-
Fece cenno di sì con la testa. -Volevano sapere come era morto...-
-Incidente?-
-Impiccato. Il caso era stato archiviato come suicidio, ma poi il
legale della famiglia ha iniziato a sostenere il contrario, che
qualcuno l'aveva ucciso...-
La domanda mi venne fin troppo spontanea: -Chi?-
-L'avvocato sostiene che sia stato io, ho trovato io James appeso al
balcone. Dicono che era già morto, per me si sbagliano...-
Inorridii. -No-non sei stato tu, vero?-
Mi sorrise, dandomi un buffetto sulla guancia. -Certo che no!-
-E Steve Hetfield? A lui cosa è successo?- chiesi dell'amico del quale avevo trovato il necrologio.
-Impiccato anche lui, tre anni fa...-
-E' orribile! Perchè?- Che strana coincidenza... e poi erano entrambi amici di Chris.
-Steve prendeva antidepressivi, almeno da quando sua madre si era ammalata... James non si sà...-
-E perchè sono venuti da te, i poliziotti?-
-Per farmi delle domande, se avevo visto qualcosa di strano, infondo
erano i miei due migliori amici. Avevo superato la morte di Steve, ma
il decesso di James mi ha spinto a trasferirmi qui...-
-E' una cosa tristissima, sono davvero mortificata... Tu non centri nulla, con tutto questo, vero?-
Sussurrò di no, eppure nei suoi occhi brillava una luce strana.
Come potevo aver fiducia di lui, se la verità era parziale?
And please remember that I never lied
And please remember how I felt inside now honey
You got to make it your own way
But you'll be alright now sugar
You'll feel better tomorrow
Come the morning light now baby
E per favore ricorda che non ho mai mentito
E per favore ricorda come mi sono sentito dentro, ora tesoro
Devi farlo a modo tuo
Ma starai bene ora dolcezza
Ti sentirai meglio domani
Arriva la luce della mattina adesso baby
(Don't Cry - Guns N'Roses )
***
Ecco qui il nuovo capitolo! Ma sarà vero? Infondo le dice un sacco di bugie... eppure, perchè no? A me in effetti Chris fa tanta pena in questo capitolo... Vabbè, grazie a New_Born, Coux, Caline ed Ery_94 per le recensioni dell'ultimo capitolo... Grazie ad Ada Wong, Anfitrite, Charlie_me, Eylis, giuggiolina43, kikka_neko, lilyjuve, pirilla88 e puggiola, per aver segnato la storia quelle seguite e ancora grazie a Bluking, bribry85, Caline, checcaaaa_, coux, Eleanor Rigby, ery_94, iana_gabrielle, kikka_neko, New_Born, puggiola, zery e _Giugi_ per aver segnato la storia fra i preferiti... Thanks ^^
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Capitolo 10 *** 10. ***
10
Ciao! Grazie a eylis e caline per le recensioni e a chi ha aggiunto questa
storia fra i preferiti / l'ha segnata come storia seguita. Grazie ^^
Volevo solo spiegare, dato che mi è stato fatto notare che gli
avvenimenti nella storia sono troppo veloci, che il grosso della
vicenda non è ancora stato scritto. Abbiate pazienza, ma la
storia pensavo di risalverla in un numero circoscritto di capitoli - di
certo non un centinaio XD.
Bene, ecco il nuovo capitolo...
Capitolo Decimo.
Dei suoi due amici non parlavamo spesso. Anzi, io gentilmente
cercavo di dimenticare quel discorso, la polizia, le uscite notturne al
cimitero.
In parte ci riuscivo. Certe volte bastava chiudere un occhio, altre volte entrambi, e tutto funzionava per il meglio.
Uscii di casa, incurante delle ultime luce crepuscolari che già
minacciavano di scomparire dietro il profilo dei boschi. Attraversai la
strada come facevo quasi tutti i giorni, e bussai alla sua porta.
-Arrivo, arrivo...- udii una voce gridare dall'interno, attesi. Chris
mi salutò baciandomi sulle labbra. Dopo più di due mesi
che stavamo insieme, queste cose erano una piacevole routine. -Dai...
entra...-
Nessuna luce brillava nel salone d'ingresso, la luna non era ancora
apparsa perchè potesse brillare oltre il lucernario ovale. In
quella stanza non c'era la luce elettrica. Così come in tante
altre. Era una prerogativa di quella abitazione, la luce c'era solo
dove era strettamente necessaria, in uno dei bagni e nella sua stanza,
nella cucina e nel salotto. L'aveva fatta installare lui.
Mi fece accomodare sul divano, ma dopo poco gli argomenti di
conversazione si esaurirono, e onde evitare che quella serata cadesse
nel banale, Chris propose una cosa. -Ehi... Ti va di fare un giro per
la casa?-
Accolsi la proposta con grande entusiasmo, dettato soprattutto dalla
mia curiosità. Quella casa era enorme, davvero. Ci alzammo e lui
prese una torcia da una cassettiera. In realtà nemmeno lui
rimaneva spesso negli altri locali. Quella casa così antica presentava fin troppi locali
perchè una persona sola potesse impegnarli tutti. Così le altre stanze
e gli altri bagni, la biblioteca e un paio di altre sale di uso non
identificato, rimanevano in una perpetua oscurità.
Socchiudemmo una porta cigolante e ci ritrovammo in biblioteca. Qui,
lungo le pareti, centinaia e centinaia di volumi riposavano intatti.
-Wow...- Mi persi ad osservare quelle copertine, quelle antiche
edizioni voluminose.
C'era anche un tavolo, al centro. Vi era deposto un libro. Istintivamente mi diressi verso quel volume e feci per sfogliarlo.
La sua mano mi strinse il polso, con forza ma senza farmi
effettivamente male. -No. Questo no. E' mio. Vieni, che andiamo di
sopra...-
Mi lasciai trascinare al piano di sopra, con una tranquillità straordinaria.
Le stanze erano disposte lungo il corridoio. Tre porte a destra e tre a sinistra. Quella casa era immensa.
-La mia è quella infondo a sinistra... Le altre sono tutte vuote, eccezion fatta per il mobiglio. Le vuoi vedere?-
Feci le spallucce. -Sopra cosa c'è?-
-La soffitta, andiamo-
La soffitta copriva quasi tutta la zona delle stanze, ed era immersa
nell'oscurità. Vi erano candelabri, sedie e molti bauli.
-Li hai mai aperti?- domandai, indicando quei grossi contenitori. Mi rispose di no e mi chiese se ero curiosa.
Domandato ciò si avvicinò al primo baule e fece
scattare la serratura. Non era chiuso a chiave, nessuno lo era.
Ne estrasse delle stoffe, probabilmente delle lenzuola. -Ne hanno lasciate tante, di cose, quelli che vivevano qui prima...-
In un altro c'erano delle posate, uno specchio, alcune spazzole. In uno
degli ultimi bauli, di dimensioni considerevoli, vi era un vestito da
donna.
Chris lo sollevò e sorrise. Era un abito da sposa. -Lo vuoi?-
Arrossii. Infondo ciò che mi stava chiedendo era abbastanza inusuale. -Ehm... Non me la sento di accettare, scusa-
Mi sorrise. -Io non me ne faccio nulla, comunque...-
Quando mi accorsi quanto si fosse fatto tardi, mi congedai.
C'era una cosa sulla quale dovevo riflettere. Il libro. Perchè
non avevo potuto verderlo? Vi erano centinaia di volumi, perchè
solamente quello mi era vietato? E perchè era così in
bella mostra di sè?
-Vuoi che ti accompagno?-
-No.. grazie... Credo di trovarla da sola la strada...- detto
ciò discesi le scale, ma al posto di andare verso l'uscita,
entrai in biblioteca.
Il libro era ancora là. Lo raggiunsi cercando di non fare rumore sulle assi del pavimento.
La copertina era di pelle nera anticata, ma si percepiva comunque che era un libro recente.
Quasi gridai.
Le pagine era un mosaico di necrologi. Alcuni ritagli di giornale. Dato
per scomparso, viene ritrovato impiccato. Morto in Ohio, tre colpi di
coltello in pieno petto, l'arma non è stata ancora ritrovata. I
parenti tutti annunciano la scomparsa di Paul Zone. Si è
tragicamente spento Michael Hope.
Un colpo di tosse mi fece risvegliare da quell'orrore. Chris,
appoggiato allo stipite della porta, mi osservava sorridendo. Ma non
era un sorriso felice, per nulla.
-Perchè non posso fidarmi di te, Ginevra?-
Since you never gave a damn in the first place
Maybe it's the time you had the tables turned
Cuz in the interests of all involved I got the problem solved
And the verdict is guilty...
Visto che non te ne è mai fregato niente fin dal principio
Forse sarebbe ora che cambiassero le carte in tavola
Perchè nell'interesse di tutti ho finalmente risolto il problema
e il verdetto è: colpevole...
(Split It Out - Slipknot )
***
Hallo! Recensite numerosiiiiiiiiiii e grazie.
^^ See you...
Alice
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Capitolo 11 *** 11. ***
11
Salve a tutti! Piaciuto l'ultimo capitolo? Sono felice delle recensioni ^^, grazie!
Capitolo Undicesimo.
Il sorriso dalla bocca di Chris era scomparso. Ora lui sembrava
quasi triste, con quell'espressione persa nel vuoto, quasi catatonica e
smarrita.
-Perchè non mi posso fidare di te, Ginevra?-
La mia bocca era arsa come il deserto, le parole erano difficili da
pronunciare e mi esibii in qualche penoso balbettio di scusa.
Necrologi. Un libro intero di annunci di morti su morti, e questo che
si è tragicamente spento e quell'altro che se ne è andato.
-Chris... lascia che ti sp-
-Sta' zitta! Zitta, Ginevra...- mi osservava furente, lo sguardo
sbieco, le labbra contratte. -Perchè è tutto così
difficile? Non potevi uscire dalla porta di ingresso senza tappe
intermedie?-
-Di certo non possiamo costruire una realazione su una grossa bugia!-
-Ognuno hai suoi segreti, anche tu-
Non osai ribattere. Dopotutto era vero, nemmeno io ero tanto trasparente con lui. -Cosa hai visto, nel libro?-
-Ritagli di giornale...- esordii io, cercando di trovare le parole
adatte ( e accorgendomi che di parole adatte non ce ne erano affatto )
-Necrologi...-
-Lo vuoi sapere un segreto?- . Nella poca luce della biblioteca, notai
il suo sorriso brillare. Sorrideva, ma non era rassicurante. Mi sarei
messa ad urlare, ovviamente. Ma sembrava così difficile.
Chris occupava tutto l'ingresso e reggeva la torcia nella mano destra, proiettando un debole alone di luce sul pavimento.
-Ginny... - era quasi sarcastico: -Io avevo cercato di proteggerti...
Ma tu hai reso tutto così difficile, sai? E' veramente una cosa
triste, poteva andare tutto per il verso giusto. Una storia a lieto
fine. Io avevo cercato di proteggerti... Prendi il libro, Ginevra...-
Lo osservai per assicurarmi che mi stese dicendo la verità. Non mentiva.
Quando lo ebbi fra le mie mani, lui mi chiese di aprirlo e leggere un
trafiletto a caso. Con voce tremante proferii: -La famiglia e gli amici
tutti annunciano con dolore che il quindici ottobre si è
prematuramente spento Douglas White, di anni ventiquattro. I funerali
si terranno nella chiesa del paese...-
-Pioveva il quindici ottobre di quell'anno. Me lo ricordo. L'avevano
trovato con un colpo di pistola nella nuca, riverso a letto. Ho dovuto
fare una notevole attenzione per non sporcarmi del suo sangue, sai? Le
lenzuola erano tutte rosse... Poi ho fatto sparire le prove, ho
seppellito la pistola in mezzo ad un bosco sugli Appalachi. Il delitto
perfetto, diciamo... Apri una nuova pagina...-
-Joey Burton se ne è andato prematuramente, lasciando nel dolore
i genitori, la sorella Delilah e gli amici tutti. I funerali saranno
vener...-
-Venerdì ventisette Maggio. Joey è morto per un
avvelenamento da insetticidi. E' stato facile farlo ubriacare, e
mettere quella roba nel suo drink... dovevi vederlo... era così
ubriaco che non si è accorto nemmeno che la birra sapeva di
chimico. Ovviamente la polizia ha scoperto con chi aveva passato le
ultime ore, ma io infondo l'avevo lasciato al bar, credendo stesse
bene, no?-
La luce della torcia tremava sul pavimento. Chiusi gli occhi, i puntini
creati dalla pressione sulle cornee ci impiegarono ancora qualche
attimo a scomparire. -Sei un... mostro!-
-Peggio, sono un assassino... Ginevra. E vedi, la cosa peggiore
è che io non mi diverto ad uccidere, affatto. Non mi da piacere!
Non mi soddisfa! Mi da solo incubi la notte! Eppure, se voglio
manterene il segreto, sai... Ognitanto qualcuno si impiccia in cose che
non gli dovrebbero importare e allora io...-
Mi sorrise nuovamente, e io rividi in un flash tutti i momenti
trascorsi con lui: i baci, le carezze, le corse, lui che mi stringeva
la mano che quella presa forte e decisa. Quella presa in grado di
uccidere.
-Io, beh... io li devo uccidere-
The chians get tighter around my throat
I can give no love, only dead-lift of pain.
Le catene si stringono attorno alla mia gola
Non posso darti amore, solo un dolore mortale.
(Touch Like Angel Of Death - Children Of Bodom)
***
Ecco qua i nuovi sviluppi, spero di non avervi scioccato troppo, non
credo di essere caduta eccessivamente nello splatter. Se ho urtato la
vostra sensibilità parlando di sangue e morti mi dispiace...
Vabbè, ^^ Recensite numerosi anche questo capitolo e grazie
a coux, lilyjuve, caline ed eylis per avere recensito il decimo capitolo... See you^^ Variabile
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Capitolo 12 *** 12. ***
12
Capitolo Dodicesimo.
Li devo uccidere. Uccidere
veramente, di questo potevo starne certa. Non era un film, dove anche
se vedi il protagonista morire, sai che spenta la telecamera lui
tornerà a casa dalla sua famiglia. Io morta, definitivamente.
Morta.
-Mi devi uccidere, vero? Adesso mi ammazzi...- le parole ora erano
fluite rapidamente, forse era la disperazione o il fatto che mi
sembrava di vivere in una colossale rappresentazione teatrale.
L'omicida cala il coltello, si spengono le luci e scivola il sipario.
Stava veramente accadendo a me o era solo un sogno?
I muscoli si erano irrigiditi.
Chris mi sorrise ancora, quasi dispiaciuto. -No... Certo che no. Sei troppo bellina per ammazzarti. Sarebbe uno spreco, non adesso almeno... Però vedi, ormai sai troppe cose, quindi adesso vieni con me...-
-Dove?-
-Non ti interessa. Sei la mia prigioniera adesso, una prigioniera che amo, ma pur sempre una prigioniera-
-Dove?- domandai con preoccupazione crescente. Nessuna risposta.
In compenso mi prese per il braccio con un forte strattone e mi
trascinò all'esterno. La luce della luna piena brillava in uno
squarcio sereno fra le nubi.
Aprì la portiera dal lato del passeggero e mi spinse dentro. Non era mai stato così rude prima, era di fretta.
Si mise al volante e partì verso nord, con calma in modo da non dare nell'occhio fino alla fine di Owen.
Dopo quell'ultimo limite, la velocità crebbe tanto che gli alberi e l'oscurità divennero un tutt'uno.
Chiuse la portiera del passeggero con la chiusura centralizzata, fermò anche il finestrino.
-Spero non ti dispiaccia troppo, sai... Non vorrei mai che provassi ad andartene...-
Ero letteralmente inorridita. Inorridita per un semplice motivo:
quello non era il ragazzo che amavo, non era lui quello che
sognavo o semplicemente quello con cui mi ero messa assieme. Certo,
fisicamente parlando era la stessa persona, ma...
Perchè aveva compiuto gesti così orribili? Dove mi stava portando, oh dannazione, sarebbe uno spreco, non adesso almeno... Non adesso! Quando? Oh, oh mio Dio, quando?
Ad un tratto il sonno ebbe il sopravvento e mi addomentai.
Sepolta viva, la terra che entrava nella mia gola. Il corpo era freddo
eppure sentivo i battiti del cuore. Mi aveva ucciso, ero qualche metro
sotto terra, e gridavo e la terra mi entrava nella gola e mi soffocava,
non udivo nessun suono. Allora iniziai a grattera la terra, ma essa
continuava a cadermi addosso sempre di più, sentivo il sangue
sulle dita consumate dal terreno. Era un sogno? Eppure pareva tutto
così reale... "Lasciami uscire! Lasciami uscire!"
Mi svegliai gridando. Chris mi stava scuotendo - quando ricordai meglio chi era e che cosa aveva fatto, mi scostai disgustata.
-Ti sei svegliata, amore...-
-Non chiamarmi amore, lurido assassino!-
-Ti devo bendare adesso...-
Cercai di divincolarmi, ma la sua presa me lo impediva, e in qualche attimo mi rese completamente incapace di vedere.
-E' troppo stretta?- chiese con dolcezza. Come poteva comportarsi così dopo tutto quello che aveva fatto?
Non gli risposi, udii la sua portiera aprirsi e chiudersi, poi lui venne ad estrarmi dall'abitacolo.
Camminammo per una ventina di minuti verso un luogo che sembrava circondato dal bosco: udivo i versi degli animali della notte.
Salii qualche gradino, poi mi fece entrare un un locale, in un altro ed infine in uno stanzino dove mi tolse benda dagli occhi.
-Ginevra...-
Gli voltavo le spalle, non mi voltai ad osservarlo. Preferivo fissare il muro.
-... Io ho fatto un sacco di errori, davvero... Potrai mai perdonarmi?-
-Perdonarti?! Sono morte, morte quelle persone! Quante, Chris?-
-Tredici, tesoro...-
-Come posso perdonarti?- chiesi, ben certa che una parte di me
continuava a vederlo come il ragazzo di qualche giorno prima. Una
figura che io amavo.
I want to kiss you but your lips are venomous poison
You're poison running through my veins
You're poison, I don't wanna break these chains.
Vorrei baciarti ma le tue labbra sono forte veleno
Tu sei il veleno che corre nelle mie vene
Tu sei il veleno, e io non voglio rompere queste catene.
(Poison - Alice Cooper)
***
Salve! Grazie delle recensioni! Ero commossa, davvero tante ^^...
Uhm... Allora, Chris è uno spregiudicato serial killer, eppure
Ginevra prova ancora qualcosa per lui. Certo, prova repulsione verso
ciò che ha fatto, eppure lui le ha chiesto di perdonarla...
L'amore può essere così forte? Mah... Io non so se lo
perdonerei, no? Ah, per la parte dell'incubo ho decisamente preso
spunto da un testo di una canzone: Buried Alive dei Venom, dall'album
Black Metal. Chi conosce la canzone può forse rendersi conto
bene di che idea avevo voluto dare... Se volete ascoltarla, ecco qui il
link: Buried Alive
Grazie come al solito per chi ha recensito (ery_94, eylis, caline e lilyjuve) e chi ha segnato questa storia fra i preferiti/quelle seguite. Grazie^^ XD
See you...
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Capitolo 13 *** 13. ***
13
Capitolo Tredicesimo.
Il luogo dove Chris mi aveva condotto era
del tutto simile ad una casa di campagna, se non che era circondata dal
bosco. E logicamente la foresta era così fitta che per chiunque
sarebbe stato impossibile uscire.
Chris era furbo, bisognava ammetterlo. Fra tutti i posto dove avrebbe
potuto detenermi, aveva scelto il più impervio ed il più
difficilmente localizzabile.
La pioggia picchiettava obliqua contro i vetri, Chris stava suonando al
pianoforte una melodia alquanto ritmata e piena d'abbellimenti e
d'accenti. Alzai gli occhi da un trattato di psicoanalisi per posare lo
sguardo su quelle mani che avevano ucciso così tante persone.
Io ero seduta sul divano quando lui smise di suonare e mi si avvicinò.
Trattenni il respiro.
Perchè era diventato tutto più difficile. Il solo
pensiero che quelle labbra che io aveva baciato avessero proferito
tante menzogne non mi dava pace. Mi si sedette molto vicino, non potei
trattenermi dallo spostarmi.
-Mi odi, vero?- domandò con preoccupazione. Il suo respiro scandiva i più numerosi battiti della pioggia.
-Mi stai forse chiedendo di amarti?-
Ad un tratto incrociai i miei occhi con i suoi e lo vidi farsi vicino. Lo allontanai immediatamente con una mano.
-No, Chris! Come posso amare un assassino?- sapevo di stare osando
troppo. Lui era comunque il mio rapitore, ed aveva il coltello dalla
parte del manico, nel vero senso della parola.
-Ti sei forse innamorata di un assassino, dunque? Oppure è Chris Wolves, il tuo vicino di casa che ami?-
Abbandonai la mia testa fra le mani. Perchè? Perchè non
potevo avere una relazione normale? Era così difficile? Una
ragazza di diciotto anni normalmente non si dovrebbe innamorare di un
ragazzo pericoloso. Pericoloso. Era questo che Chris mi era sembrato
all'inizio. Pericoloso e... attraente. Un animo dannato.
-E' tutto così difficile, Chris...-
-Perchè?-
Perchè sei un omicida! Un
assassino! Le tue mani sono macchiate di rosso e la polizia è
venuta a casa tua per porti delle domande sulle persone che tu hai ucciso... pensai con rabbia, in realtà non risposi nulla.
-Ginevra... Tu ormai conosci il mio segreto, ecco, io ora sono
trasparente con te... Non ci sono più segreti. Vuoi sapere come
ho ucciso quelle tredici persone? Prendi il libro e sfoglialo, avrai le
tue rispose. Però io non posso tollerare che tu vada dalla
polizia e mi faccia condannare a morte- .
Condannare a morte. Era questa
la pena per i pluri-omicidi negli United States. Avrei avuto il
coraggio di mandarlo deliberatamente sulla sedia elettrica?
-Ginevra... Ti amo. Non lo dico solo perchè sembri una frase di
circostanza, è vero. Ti amo più dell'aria che respiro, ti
amo perchè sei una creatura angelica e perfetta. Mi odio
perchè sono un lurido assassino, mi odio perchè tu mi
odi...-
-Io non ti odio...-
-Davvero?-
Non lo sapevo, così evitai di rispondere.
Il rombo di un tuono riempì l'aria fra noi. -Mi dispiace che ti
sia capitata una persona come me. Mi dispiace di non essere un ragazzo
acqua e sapone, di essere un pluriomicida...-
-Eppure le hai uccise quelle persone-
Chris non rispose nulla. Si alzò e se ne andò in cucina, non prima di aver afferrato un libro da uno scaffale.
Le aveva uccise, quelle persone. E presto o tardi sarebbe successo
anche a me. I miei sensi nonf acevano altro che gridare: pericolo,
pericolo. Un attimo, un solo attimo e lui avrebbe person la pazienza.
Ed io?
Dovevo scappare, il prima possibile.
Please don't let go
Can't we stay for a while?
It's just too hard to say goodbye.
Per favore non lasciateci andare
Non possiamo restare ancora un po'?
è troppo difficile dirsi addio."
(Listen to the rain - Evanescence)
***
Hallo everybody! Ecco qui il nuovo capitolo, Ginevra ora
scapperà, o almeno ci proverà. Ma ne sarà davvero
capace? Inoltre è persa in un punto imprecisato del nord
America... Voi cosa pensate di questo Chris così attento a
ciò che Ginevra pensa di lui? Così attento a farsi
perdonare? ... Vabbè, recensite numerosi ^^ Grazie a eylis, caline e couz per le recensioni, grazie a chi ha aggiunto questa storia fra i preferiti e chi l'ha segnata fra quelle seguite!
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Capitolo 14 *** 14. ***
14
Capitolo Quattordicesimo.
Chris teneva del cibo nei ripiani alti della cucina.
La cosa mi preoccupava alquanto, dato che il cibo era poco. Che servisse solo per una unica persona?
I miei clamorosi dubbi furono acquietati da quando lui, una mattina piovosa, mi disse: -Esco a comprare due cose...-
Perfetto. Usciva. Rimasi apparentemente tranquilla, seduta sul divano.
Ormai ero divenuta una campionessa di menzogne e recitavo come se fosse
stato il mio mestiere.
La porta che si chiuse. La chiave nella toppa. Due giri.
Mi aveva chiuso dentro.
I minuti che attesi prima di muovere anche un solo muscolo sembravano
infiniti. Udii il rombo della sua automobile farsi sempre più
lontano.
Attesi, e aspettai ancora.
Poi, d'un tratto, venni presa da una irrefrenabile irrequietezza.
Scappa, maledizione, scappa! Prima che ti faccia a pezzi e ti metta
nelle pareti, scappa...
Non sapevo quando sarebbe tornato, così decisi di fare più in fretta possibile.
Cercai finestre aperte, ma logicamente erano tutte ben serrate o
così piccole da non consentire il mio passaggio. Una cosa tipica
di Chris, della sua mente calcolatrice.
Mi ritrovai a rompere un vetro con uno sgabello. Un vero e proprio atto vandalico, come non avevo mai sognato di compierne.
Il rumore dei vetri al suolo mi sembrò terribile. Uno schianto
fortissimo, ben udibile. Anche se lui era così lontano, poteva
averlo sentito, giusto, perchè Chris è Chris e Chris
pensa sempre a tutto.
Mi innalzai sulla finestra, tagliandomi le gambe e la mano sinistra.
Era inevitabile, con tutti quei vetri. Non badai al sangue che scorreva
copioso, non era importante, mi pulii sui jeans.
Dovevo andarmene da lì.
Il sentiero era dritto e abbastanza battuto, almeno da farci passare
una automobile. Si poteva vedere la fine del bosco, su una strada,
probabilmente.
La prima cosa che pensai fu che era abbastanza stupido seguirlo,
perchè se Chris fosse stato di ritorno presto, mi avrebbe visto
immediatamente, sulla strada.
Così decisi di spostarmi di una decina di metri dal sentiero, e di percorrere una nuova strada parallela.
Ed inizialmente feci proprio così. Ed era anche semplice, a ben
vedere. Ma poi la foresta si fece intricata, vari alberi erano caduti e
così io fui costretta ad allontanarmi sempre di più,
inesorabilmente e senza accorgermene. Non saprei dire come feci, ma mi
persi.
Mi persi, mi persi e ero da sola in quella foresta, ed il sole stava iniziando a calare all'orizzonte.
Ero stata stupida, incredibilmente e senza riserve.
Così mi misi a gridare. Chiamai la polizia, chiamai aiuto e poi, dopo un tempo infinitamente lungo, chiamai Chris.
Chris venne.
Un angelo della morte? Probabilmente questa era la metafora più
azzeccata. Si fece strada fra gli alberi, attirato dalla mie grida. Era
furente.
-Tu!- urlò rabbioso. -Tu! Fuggi da me e poi invochi il mio aiuto!-
-Chris, scusami... Chris!-
Ma lui si era già scagliato contro di me, con forza.
E mi ricordo di essermi sentita tanto leggera, di essere caduta per
terra. Ricordo che le foglie erano umide, ricordo che lui imprecava
contro di me, ricordo di aver sentito un forte dolore allo stomaco.
E ricordo di essermi svegliata in una bara.
Stare
That reeks of death
The posture
Makes you tremble
Fissare
quei fumi della morte
La postura
ti fa tremare
( Black Crow on a Tombstone - Satyricon )
***
Eccomo qui con un sospiratissimo 14° capitolo. Scusate il
ritardo, ma avevo delle cose che non potevo rimandare e questa
settimana il tempo per me stessa è stato pari a zero. Mi auguro
possiate perdonarmi... Ora Ginny l'ha fatta grossa, ha tentato di
fuggire e pur di non morire ha dovuto chiedere aiuto al suo così
strano aguzzino. E Chris l'ha aiutata, ma ora è furente... Come
si vendicherà??? Come al solito ringrazio che ha segnato la
storia fra i preferiti, chi ha recensito e chi l'ha segnata fra quelle
preferite. Grazie^^ Keep on metaaaaaaal XDXD
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Capitolo 15 *** 15. ***
15
Capitolo Quindicesimo.
Mi risvegliai in un angusto contenitore, i miei vestiti erano
ancora umidi. Pensavo di essere stata seppellita viva e forse non mi
stavo sbagliando.
Mi misi a gridare, picchiando contro il coperchio. Questo, senza
preavviso, si sollevò. M'invase una sensazione di grande
sollievo. Mi ritrovai seduta in una bara, ecco il peggiore dei film
dell'orrore.
Ero forse morta?
Oh, Chris pensa a tutto, Chris è furbo e Chris mi ha ucciso. Mi diedi un pizzicotto, mi rincuirai provando dolore.
Osservai attorno a me.
Ero nel salotto. La finestra che avevo sfondato era stata inchiodata
con delle travi, ma a preoccuparmi era Chris seduto sul divano, che mi
osservava tranquillo, un novello "Pensatore" di Ruben.
-Rendi tutto così difficile, amore!-
-Non mi chiamare così, maledizione!-
-Come, amore?-
Stavo decisamente osando troppo, quindi non osai ribattere ulteriormente. Uscii dalla mia bara
-Mi troveranno.-
-Ti sbagli. Nessuno sa che sei qui, inoltre chi immagina che abbiamo passato il confine statunitense, amore?-
-Sei un mostro! Sei un assasino, un carnefice!-
-Non dire così...- L'avevo forse ferito? Era così debole
il mio aguzzino? Perfetto, tanto valeva insistere su quella sua
difficoltà, allora.
-Non amo un assassino!-
-Ti prego, amami! Ho bisogno del tuo amore!-
-Lasciami andare!-
-Non posso!-
-Perchè?-
-Tu andrai dalla polizia, malgrado tutto, e io alla sedia elettrica... e .... non voglio morire.-
-Me non voglio andare!-
Eppure fu cosa tentai ancora, dopo che Chris fu andato a letto. Io finsi di
dormire sul divano, la bara che mi spiava, simbolo della sua
malsanità. Quale persona sana di mente deporrebbe un vivo in una cassa?
Così, quando fui completamente sicura che lui stesse dormendo, raggiunsi il telefono e chiamai la polizia.
STAY - You don’t always know where you stand
‘Til you know that you won’t run away
There’s something inside me that feels
Like Breathing in Sulfur…
STAI - Non sai sempre dove alzarti
fino a che saprai che non potrai fuggire
c'è qualcosa dentro di me che si sente
come respirare nello zolfo... (Sulfur - Slipknot)
***
Scusate il ritardo, non ho trovato tempo per postare. Grazie delle recensioni, davvero... ero così contenta quando le ho lette! Grazie ancora a chi ha segnato la storia fra i preferiti e chi fra quelle seguite! Commenti e consigli sono ben accetti, quindi recensite^^
Variabile
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Capitolo 16 *** 16. ***
16
Capitolo Sedicesimo.
-Pronto?- dall'altro capo del telefono mi rispose una cordiale
poliziotta, che evidentemente non aveva notato la vena d'ansia nelle
mia parole. Quella era l'occasione giusta per andarmene. Era già
un miracolo che il telefono fosse connesso alla linea, sprecare quella
preziosa opportunità era da stupidi.
-Mi ascolti, sono nel Saskatchewan, Canada. Chris Wolves, americano,
residente ad Owen nell'Ohio, mi tiene prigioniera. E' una casa nella
foresta, che si collega ad una strada principale per un sentiero. Fuori
è parcheggiata una automobile...- stavo sussurrando per evitar
che si svegliasse.
-...la prego, fate in fretta. Non voglio...-
-Morire?- domandò una voce alle mie spalle, sarcastica. I suoi
occhi penetranti mi fecero pietrificare. Mi cadde la cornetta dalle
mani, e una voce femminile dall'latro capo del telefono continuava a
dire: -Signorina? Mi sente, signorina?-
Certo, potevo sentirla. Anche Chris, però.
Era appoggiato allo stipite della porta che dal soggiorno dava sulla
cucina, in boxer. Mi sorrideva angelico ( in maniera si angelica, ma
poco rassicurante... ), mentre la luna illuminava il suo torace pallido.
Deglutii, pregando Dio che mi trovassero presto.
-Per favore... non farmi male...-
-No, Ginny. Non ti farò male... affatto...-
Si avvicinava. Si avvicinava e io mi allontanavo sempre più. Ma
dopo pochi passi, la parete mi accolse con tutta la sua sconvolgente
presenza. Cazzo.
In trappola? Peggio.
Chris mi si avvicinò sorridendo, e quando fu troppo vicino, chiusi gli occhi.
Lui mi baciò. Era preoccupato, era pieno d'ira. Mi stava baciando, maledizione, il mio aguzzino mi stava baciando.
Cercai di spostarmi, e lui si fece da parte.
-Mi hai fatto arrabbiare... Eh, adesso mi sa tanto che dovrai pagare...-
-Cosa mi vuoi fare?-
-Niente, niente...-
Mi prese per i capelli e mi trascinò via.
Welcome to the same ol' fuckin' scam
Same ol' shit in a dead fad
Everybody wants to be so hard
Are you real or a second rate sports card?
Benvenuti nelle solite vecchie cose
Una mania ormai superata
Tutti quanti vogliono essere così duri
Sei reale o sei una figurina scadente?
( I am Hated - Slipknot )
***
Scusate il ritardo. Mi ci è voluto un po' per scriverlo... anche
se non è lunghissimo. Sorry. Ringrazio coux che ha recensito e
chi ha segnato la storia fra preferiti / quelle seguite. Il prossimos
arà l'ultimo capitolo, quindi mi aspetto numerose previsioni su
come finirà!
Recensite numerosi^^!!!
Variabile
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Capitolo 17 *** 17. ***
17
Capitolo Diciassettesimo.
Mi risvegliai con un forte dolore alla testa. Continue
pulsazioni dalla parte anteriore, forti e terribili. Ma non le accolsi
con rabbia, almeno ero viva. Certo, perchè quando Chris era
venuto verso di me, la certezza di sopravvivere si era fatta meno. Era
diventato tutto simile a quel libro... Misery, Misery non deve morire... Se l'avete letto capite di cosa sto parlando.
Lui, il mio amore, per proteggere un segreto mi avrebbe potuto uccidere.
Avevo le braccia legate alla testiera del letto, una cosa simile
accadeva per i piedi. La corda era spessa e Chris, novello angelo della
morte, era appoggiato contro il davanzale della finestra. Fuori pioveva.
Quando si accorse che ero sveglia mi venne vicino, sedendosi accanto a
me. Vidi i suoi capelli spettinati, la luce strana che brillava negli
occhi. Le mani che tremavano, la maglietta nera e i jeans scoloriti.
Logicamente non potei non notare il coltello. Era infilato nella tasca
posteriore dei jeans, era uno di quelli della cucina, spuntava la lama
sottile. Ma non sottile abbastanza da non uccidermi.
Si sedette passandosi una mano nei capelli.
-Perchè?- era triste parlando. Ma non riuscivo ad esserlo io per
lui. Avrei voluto solo andarmene, perchè stare lì
sdraiata sul letto, legata, era come avere una fiamma dentro il corpo.
Non riuscivo a stare ferma, e mi agitavo, per quando le corde me lo
permettessero.
-Cazzo, Ginny... Perchè ti sei intromessa? Non potevi fare finta di nulla? Non potevi rispettare il mio segreto?-
Cercai di sviare il discorso, allungare i miei minuti vitali.
-Quanto ho dormito?- . Lui mi osservò stranito, non capiva il senso della mia domanda.
-Sei rimasta svenuta due giorni, ora più ora meno...-
Perfetto, la polizia poteva anche già essere sulle mie tracce.
Era una flebile speranza, eppure era pur sempre una fiammella
nell'oscurità più totale.
-Sai...- stava osservando fuori dalla finestra, la pioggia era
così fitta che si faceva fatica a vedere alla distanza di
qualche metro. -... Sai, ti avrei sposata, Ginevra. Se tu avessi
accettato, logicamente. E poi avremmo avuto dei bambini e gli omicidi, il libro... tutto dimenticato. Un brutto sogno. E invece adesso è realtà... Ti amo-
Vidi la sua mano scattare verso la tasca posteriore dei jeans, ed
estrarre il coltello. Gridai. Gridai come se avessi avuto il diavolo in
corpo. Lui appoggiò il coltello sulle lenzuola, cercando di
calmarmi accarezzandomi il capo. Perchè dovevo morire
così? Avrebbe gettato il mio cadavere in un fossato, lo avrebbe
portato via la pioggia. Forse un cacciatore, il prossimo autunno, mi
avrebbe ritrovata durante una battuta di caccia al cervo.
Smisi di gridare. Non perchè non avevo paura, ma perchè
non ci riuscivo più. Ero come paralizzata, riuscivo solo a
piangere. -Ti amo-
Mi baciò con calma, non curante del fatto che non ricambiavo.
Non gli importava il fatto che mi sforzavo di tenere le labbra ben
serrate ed rimanevo immobile.
Si staccò e lo vidi riprendere il coltello con la coda
dell'occhio. E strinsi i pugni perchè non era giusto e avevo una
paura e non volevo morire così non a diciottanni non persa nel
Canada.
Non aprii gli occhi per vedere la lama argentea calare con un lampo ed un sibilo, attesi e basta.
Attesi.
Suonò il campanello. Ripresi a respirare solo quando udii il
letto cigolare e Chris andare in salotto, per aprire la porta. Aveva
preso il coltello.
Tesi l'orecchio.
-Salve. Lei è Chris Wolves?-
Oddio, ti prego fa che siano due poliziotti.
-Si...- me lo immaginai sorridere, come infondo faceva sempre. -Sono io-
-Possiamo entrare?-
-Gradirei di no-
-Abbiamo un mandato di perquisizione, è ricercato dalla polizia statunitense...-
Udii un grido, l'uomo che stava parlando si era messo a gridare.
Poi si susseguirono una serie di suoni disarticolati, grida e urla
senza senzo. Partì un colpo di pistola. Chris aveva un'arma?
Ad un tratto, con il rumore di un grosso albero che cade al suolo, Chris si schiantò al pavimento.
Un uomo in divisa entrò nella camera da letto, lo vidi strabuzzare gli occhi alla mia vista. Lo pregai di aiutarmi.
Mi slegò in fretta, chiedendomi se stessi bene. E effettivamente, fisicamente parlando, stavo bene.
Lo vidi telefonare. -Centrale? ... Hudson è ferito, colpo di
coltello al braccio... Abbiamo un morto, abbiamo trovato la ragazza.
Avvisate i genitori e la polizia statunitense-
Mi tese la mano e mi sollevò. -E' tutto finito, ragazza... Ti ha violentata?-
Feci cenno di no, lasciandomi sistemare sul sedile posteriore della volante blu.
Finito. Avrei desiderato tanto chiudere gli occhi e risvegliarmi ad
Owen, la casa di fronte alla mia disabitata. Come lo era sempre stata e
come sarebbe sempre dovuta essere.
Un brutto sogno. E invece adesso è realtà. Ti amo, Ginny. Non potevi rispettare il mio segreto?
Mentre la macchina attraversava il bosco, e Hudson gemeva di
dolore impregnando di sangue l'ennesimo canovaccio, le parole di una
canzone mi tornano alla memoria. E' strano cosa pensi in certi
momenti...
Even though they say angels don't kill...
***
Salve a tutti. La vicenda è finita. Finita finita. E'
Ginny non è stata nè uccisa nè violentata. Spero
vi sia piaciuta la mia storia, spero vi abbia fatto paura, spero
l'abbiate apprezzata come romantico racconto nero.
La dedico a una certa maggot che fedelmente recensisce sempre o quasi (
cara mia, la storia non ha niente a che vedere con alcuna delle nostre
concezioni ). Gliela dedico perchè mi ascolta quando mi deprimo
pensando al metallaro che non arriva, tanto per dirne una. Gliela
dedico con la promessa di chiamarla "maggot" e non più "burzum",
lo giuro... =D....
Ringrazio tutti, tutti davvero. Chi ha recensito, chi ha segnato la
storia fra i preferiti e chi fra quelle seguite. Ringrazio anche chi
l'ha letta e basta, solo per essere arrivato fin qui. Tra qualche
giorni magari bazzicate la mia pagina autore, ci dovrebbe esere
un'altra storia per voi... romantica e senza horror, molto realistica.
Il titolo è preso da una canzone dei Children Of Bodom ( oh si,
Alexi Laiho è un gran figo... ), Angels Don't Kill, di cui vi
consiglio caldamente l'ascolto. Per sentirla cliccate qui.
Ed ecco il testo ( solo tradotto perchè è lungo ) così capite cosa mi ha ispirato la storia.
Salve a tutti, allora
Variabile
Sento il primo messo da parte
Guardando me stesso morire lentamente
Affilato il dolore si fa largo nel mio cuore
Lentamente mi lacera
Che cosa succederebbe se tu fossi un angelo caduto dalla grazia?
Sì, il primo che odio
Sollevami da fango con un bacio gentile
Lo strappo nel mio cuore si sta mostrando a me, quanto è nero!
VIA!
YEAH ANDRÒ!
E’ COSÌ FREDDO
YEAH, STO GUARDANDO
CHE MORIRÒ DA SOLO!
Sento il primo mettersi a camminare
Guardando me stesso morire lentamente
L’appuntito dolore si fa largo nel mio cuore
Lentamente mi lacera
Quando appari, come un angelo
Guardandomi dal basso, guardando la mia via
Potresti uccidere il dolore nel mio cuore?
Sebbene loro dicano che gli angeli non uccidono
VIA!
YEAH ANDRÒ!
E’ COSÌ FREDDO
YEAH, STO GUARDANDO
CHE MORIRÒ DA SOLO!
VIA!
YEAH ANDRÒ!
E’ COSÌ FREDDO
YEAH, STO GUARDANDO
CHE MORIRÒ DA SOLO!!
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