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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo 1. -Alla Ricerca del cappello di Rufy!- *** Capitolo 2: *** Capitolo 2. -Io DEVO vivere.- *** Capitolo 3: *** Capitolo 3. -Singolare risveglio.- *** Capitolo 4: *** Capitolo 4. -Legami di sangue.- *** Capitolo 5: *** Capitolo 5. -Rufy è... LUI?- *** Capitolo 6: *** Capitolo 6. -Chiacchiere tra cugini...- *** Capitolo 7: *** Capitolo 7. -Le tenerezze di un cuoco innamorato.- *** Capitolo 8: *** Capitolo 8. -La storia di Karenina/ Il dramma di una vita.- *** Capitolo 9: *** Capitolo 9. -Akai Nagame.- *** Capitolo 10: *** Capitolo 10. -Lasciami in pace! / Fiamme.- *** Capitolo 11: *** Capitolo 11. -FUMO NERO.- *** Capitolo 12: *** Capitolo 12. -IL CIELO DALLE STELLE ROSSE.- *** Capitolo 13: *** Capitolo 13. -Risveglio.- ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1. -Alla Ricerca del cappello di Rufy!- ***
Un cappello (di paglia) pieno di ciliegie
Un
cappello (di paglia) pieno di ciliegie
Capitolo 1. -Alla ricerca del cappello di Rufy!-
Rufy era seduto a gambe
incrociate sul muso della Going Merry a sentire la dolce brezza di quelle prime
note di primavera, reggendosi il cappello con una mano sulla testa, ridendo e
sorridendo senza motivo. Anche la sua ciurma si stava godendo lo stesso dono:
Usop stava facendo le pulizie sulla nave canticchiando e fischiettando
allegramente, Zoro e Sanji litigavano e sbraitavano come ogni mattina e le
ragazze raccoglievano ciliegie da un albero riponendole poi in cestini di
paglia scura vicino ad un fitto bosco. Era lì che l’imbarcazione si era
attraccata, Cherry Island, il paradiso di questo rosso e succoso frutto. Tutto
era allegro e spensierato (tranne Zoro e Sanji, ma loro fanno sempre così… Non
fateci caso), fino a quel momento. Rufy si tolse la mano dal capo e, senza che
lui se ne accorgesse, il cappello gli volò via fino all’interno del bosco.
Quando il ragazzo se ne rese conto chiese, tastandosi la testa alquanto
perplesso: “Il mio cappello? Dov’è il mio cappello?”. Tutti i suoi compagni si
girarono verso di lui con un punto interrogativo stampato sulla fronte,
emettendo un sonoro: “Boooooooooooooooooooooooooooooohhhhhhhhhhhhhh!!!!!!”. “Ce
l’hai in testa, Rufy.” Disse Zoro dopo essersi seduto già pronto per una bella
dormita. “NO ZOROO IO IL CAPPELLO CE L’AVEVO IN TESTA MA ADESSO CHISSA’
DOVE E’ FINITO!” scoppiò Rufy con gli occhi sbarrati. “Fallo andare a cercare
dalle ragazze.”, continuò lo spadaccino. Rubber guardò con gli occhi spiritati
le due donne che, piuttosto schifate, decisero di accettare. “Ok, torniamo
subito!” disse Nami correndo verso il bosco. Quest’ultima, seguita da Robin, si
adentrò fra gli alti alberi che ricoprivano la luce del sole, facendolo
diventare un luogo un po’ tetro.
Intanto, in quel bosco, una ragazzina giaceva malridotta ai
piedi di un albero. Era bellissima: aveva la pelle quasi diafana, i capelli
molto lunghi color del grano maturo e due occhi celesti splendenti come
diamanti. Il suo respiro corto usciva a tratti dalle narici doloranti come
tutto il resto dopo che quegli uomini cattivi l’avevano attaccata… Ma perché
proprio lei? Che cosa avrebbero voluto? Le domande c’erano ma lei non sapeva
trovare risposta… Alzò debolmente una mano e si sfiorò un braccio per
verificare l’entità di un’enorme e profonda ferita più grave delle altre, poi
la fece ricadere quasi subito sull’erba. Aprì poco gli occhi e si accorse di un
forte raggio di sole che le batteva sul viso e sul corpo. “Sono… Morta?” fu
l’unica frase che riuscì a dire con un filo di voce. Diede un forte colpo di
tosse e si rialzò a fatica, camminando lentamente con le gambe piegate dal
dolore. Diede un altro colpo di tosse che le fece uscire un bel po’ di sangue
dall’interno. “Sono… Forte… Non posso… Non proprio adesso…” diceva con la voce
rauca e la bocca sanguinante. Dalla sua gola uscì un forte lamento e la sua
vista si fece sempre più sfuocata… “Non posso morire… Io DEVO vivere…” cercava
di convincersi la povera ragazzina. Ad un tratto ella vide due sagome umane
davanti a sé e sentì due delicate voci femminili: “Guarda! Chi è?” “Ciao
piccola come ti chiami?”. A quel punto le iniziò a girare forte la testa, emise
un altro soffocato lamento e cadde a terra senza forze.
---
Si risvegliò in un letto morbido e pulito, piena di cerotti
e di tamponi. Fece un forte sospiro ed aprì lentamente gli occhi. “Dove…
Sono???”. Si guardò intorno e capì che era finita a bordo di una nave.
La giovane ragazza mise a fuoco una piccola renna dal naso
blu che le sorrideva: “Ciao. Buongiorno.” Disse amichevolmente l’animale.
“Ciao.” Sorrise lei (neanche minimamente stupita da una renna parlante U.U n.d.
Me). “Chi sei? E perché mi trovo qui?” continuò. “Innanzitutto, io sono
Chopper, il medico che ti ha curato…”. “Una renna medico? Che carino!” disse la
ragazza (è la prima volta che qualcuno riesce a capire che Choppy-Choppy non è
un cervo! XD n.d. Me). “Huuuuuu dai così mi fai arrossireeee!!!” molleggiò la
renna. “Guarda che non scherzo!” sorrise di nuovo lei. “Daaaaaiii ti
preeegooo!!!” arrossì Chopper. “Senti…” tornò seria. “Non mi hai ancora
risposto… Perché mi trovo qui?” continuò. “Aaaaahhhh sìììì me n’ero dimenticatoooo
ihihihihihihiihi!!” ridacchiò l’animale come suo solito. “Ehrm… ^^”… Chopper…?”
disse la ragazzina con la gocciolina dietro la testa. “Ah, sì, scusa.” Si
ricompose lui. “Beh, diciamo che due nostre componenti della ciurma sono andate
nel bosco per cercare il cappello del nostro capitano…” spiegò Chopper. “…
Capitanoo??!” lo interruppe lei. “Che belloo! Avete anche un capitano!”
continuò leggermente euforica. “Ehm… Dicevo… Queste nostre compagne ti hanno
trovato a terra priva di forze e molto malridotta…”. Nella mente della ragazza
si risvegliò il ricordo delle due voci femminili. “…Poi ti hanno portata qui…
Avevi la febbre molto alta e…”. in quel momento entrò Sanji spalancando la
porta della stanza per portare la colazione all’ospite. “Arrivo mia bella
principess… O.O” si bloccò sulla soglia con il vassoio in mano. Il silenzio
aleggiava nella stanza. “Tu sei…” balbettò il cuoco fissando la ragazza. In
quel momento una serie di flashback si accesero nella sua mente: *
“Kareniiiiinaaaaaa!!! Non andare viiiaaaa!!!” “Sanji mi mancheraaaiii!!!” *. “Karenina…”
sussurrò il biondo. “Sanji…” disse infine la giovane che intanto aveva in mente
lo stesso ricordo. Due gocce scesero solitarie sulle sue guance accarezzando i
tagli ed i lividi sul viso. “Sei proprio tu?” mugugnò tremolante Karenina.
Tutto il resto della ciurma (apparte il capitano) si era riunita attorno alla
porta senza proferire alcuna parola per osservare la scena. Sanji posò il
vassoio della colazione ai piedi della coperta che copriva la ragazzina e si
inginocchiò davanti a lei. “E’ passato molto tempo, cuginetta.”.
Capitolo 4 *** Capitolo 4. -Legami di sangue.- ***
Capitolo 4
Capitolo 4. -Legami di sangue.-
Chopper, che fino ad allora era rimasto incantato a guardare
la scena, disse: “Quindi lei è tua cugina…”. “Sì, ma i suoi genitori si sono
trasferiti e noi non ci rivedemmo più per 13 anni… Fino ad oggi.” Raccontò
Sanji con lo sguardo vuoto e triste. “Che dispiacere…” disse la renna alquanto
giù di morale. “Per colpa dei miei genitori abbiamo cambiato rotta e siamo
finiti nello Small Ocean, la dimora degli squali rossi…”. Continuò Karenina
guardando felice il suo (finalmente ritrovato) cugino. Appena ella pronunciò il
nome di quell’oceano, tutta la ciurma che aveva seguito attentamente il
discorso esitò dallo spavento, facendosi scoprire dal cuoco, dalla ragazzina e
dal medico. “E voi che ci fate qui??!!” sbottarono Chopper e Sanji. Karenina,
ancora molto debole, arrossì subito e poi svenne dallo spavento. La ciurma
esitò di nuovo, raggruppandosi attorno alla giovinetta svenuta. Ma che fate!!?
State lontano che mo’ la soffocate!!” (da notare il dialetto XD) gridò Sanji
facendo subito allontanare i compagni. “Ehi…
**YAAAAWNNN** ma che cos’è tutto ‘sto casinoo??” disse Rufy
appena svegliato irrompendo nella stanza. Il capitano si fece strada tra la
ciurma e vide una giovane ragazza, molto carina, stesa nel letto.
Karenina si risvegliò in quel momento giusto in tempo per
vedere il ragazzino diciassettenne che la fissava. Vide i suoi occhi così
profondi da poter tuffarsici dentro, annegando nel mare d’inchiostro che era il
loro colore. I due giovani si fissarono intensamente. Rufy era colpito nel
vedere una ragazza così bella sulla nave, e Karenina era colpita nel vedere un
ragazzo così giovane a capo di quella ciurma di scapestrati. Solo un anno li
separava. Uno. Niente di più. Ella abbassò lo sguardo, sconcertata. Diventò
rossa come un peperone, le sarebbe sembrata a prima vista una babbea, vedendola
fissarlo come una strabica. Il capitano si grattò la testa confuso, come
risvegliato da un incantesimo. Si era perso nelle iridi azzurre della giovane
ragazzina, una cosa mai successa prima d’ora, specialmente ad uno come lui! Non
lo definirei un “innamoramento” od un “colpo di fulmine”… Forse era una
semplice… “cotta”? Sta di fatto che LUI non se lo riusciva a spiegare. Si
inginocchiò davanti al suo letto e si rivolse a Sanji: “Chi è lei?”. A quel
gesto Karenina si nascose dietro un lembo delle coperte bianche e azzurre,
sudando freddo. “Oh, lei è mia cugina…” spiegò il cuoco. “… Le mie dee mentre
che cercavano il tuo cappello l’hanno trovata molto malridotta… Adesso è ancora
debole, ma se la caverà entro pochi giorni.” Continuò. Rufy si sistemò il suo
cappello, regalo di Shanks, e fece un grande sorriso alla giovane ospite.
“Benvenuta, Karenina.”. A quel saluto la nostra piccola amica abbassò il lembo
dietro al quale si era nascosta e, con la faccia bordeaux, abbozzò qualche
lettera confusa: “C-c… Ci-ci-ciaaa-a-ao-o-o-o… Ruf-f-f-y…” aveva la tremarella.
Il ragazzo sorrise di nuovo. Aveva provato una strana sensazione quando l’aveva
salutato. Era bellissima quando parlava così, timida di mostrarsi al mondo. Per
poco non gli si arrossirono le guance. Si girò verso i suoi compagni e,
rialzandosi, gridò: “Bene, la vogliamo far entrare nella ciurma?”. “Io sono
d’accordo, già a guardarla si capisce che è simpatica.” Parlò Robin con il suo
solito modo di parlare ragionevole. Karenina la guardò con un sorriso di gioia,
di sicuro sarebbero diventate ottime amiche. Tutti annuirono e parlottarono tra
loro, poi silenzio. “Allora, compagni!” gridò nuovamente Rufy, in cerca di una
risposta. A quella domanda tutti alzarono il pugno:
“Sìììììììììììììììììììììììì!!!!!!!”. Quella notte i pirati fecero festa e
brindarono assieme alla nuova arrivata. L’indomani ci sarebbe stata la prima
avventura, assieme alla ciurma di Cappello di Paglia, per la giovane Karenina.
Capitolo 6 *** Capitolo 6. -Chiacchiere tra cugini...- ***
Capitolo 6
Capitolo 6. -Chiacchiere tra cugini…-
Quella mattina la ciurma si era svegliata di buon ora,
assaporando la fresca aria che profumava di salsedine. Karenina si diresse
verso la cucina e si mise ad osservare Sanji che preparava la colazione. “E
così sei tu il cuoco di bordo, cugino!” disse avvicinandosi a lui. “Sì, vedi…
Io ci sto benissimo qui…” spiego il biondo con la passione che gli si
illuminava negli occhi. Smise per un attimo di cucinare ed osservò la luce del
sole che si rifletteva sulle sue amate pentole. “Adoro preparare il cibo per il
nostro ingordo capitano, per quell’odioso dello spadaccino testa verde, per
quel nasone raccontafavole, per la renna medico e per le ragazze… Le MIE
ragazze…” detto questo si rimise a lavorare. “… Le TUE ragazze?? Non sarai mica
poligamo? o.O” chiese stupita la cugina. “No, ehm, vedi… Io sono già
impegnato…” sorrise lui arrossendo leggermente come un bambino alla sua prima
cotta. “HHOHOHHHH mio cugino… Impegnato…? HHAHAHAAAH finalmente ce l’hai fatta
cugino! E dimmi, chi è? Nami?”. “No…” < “Oh cavolo mica è gay?!?” > pensò
già pronta allo sbianco. “… E-Ch-hiii?” tremò lei temendo il peggio. Il cugino
la guardò con sguardo di rimprovero e poi esclamò: “Robin!”. Il cuoco si era
già immaginato cosa aveva pensato la ragazza… Lui non voleva passare per una di
quelle persone lì. “Come, non l’hai mai vista?” guardandola ancora con lo
stesso sguardo. “Aaaaaahhh ma è quella con i capelli neri!” disse portandosi
una mano alla fronte. “Perdonami cugino! Non mi ero accorta che ci fosse
un’altra donna su questa nave apparte io e Nami… Scusami tanto!” lo supplicò
Karenina con gli occhi da cocker. Infatti quella donna se la scordò
completamente da quando, il giorno prima, grazie a lei ebbe potuto avere il
consenso degli altri per entrare nella ciurma. Anche se le ragazze di solito
dormivano nella stessa stanza, l’archeologa era andata a letto e si era
svegliata quando tutti erano ancora addormentati, era una tipa molto
“notturna”. “Va bene, ti perdono… Però adesso vai a sederti che la colazione è
quasi pronta.” Disse il cuoco guardandola negli occhi. “Ok, sergente. Soldato
Karenina, pronto a mangiare!” disse sorridendo facendo il saluto dei soldati,
per poi tornare fuori, dove tutta la ciurma chiaccherava amabilmente. Mentre
che preparava le ultime cose, il biondo cuoco, nel silenzio della cambusa, si
lasciò strappare un tenero sorriso da quel simpatico scricciolo, figlia di suo
zio.
Allora, che ve ne pare, amici? ^^ Quattro
chiacchere tra familiari!!
Vegetina: evvai, la mia prima recensione!
Credevo che la mia “cassetta delle recensioni” (come la chiamo io! XD) si fosse
solo riempita di ragnatele, e invece… Eccoti qua! Sì lo so il capitolo 4 era
davvero corto… Dopo la tua rece l’ho riletto e mi sono detta: “Ma che ho
scritto?”. Forse non mi ero accorta di averlo scritto così corto… Vabbè, è
stata una svista, pazienza! Anche gli scrittori di ff sbagliano! Comunque,
riguardo al carattere di Karenina, si svilupperà nel corso della storia… Lei è
molto estroversa e spontanea con le persone che conosce, come i suoi familiari
o gli amici di vecchia data… Invece con gli sconosciuti od amici nuovi si
presenta molto timida ed introversa, ma un giorno riuscirà ad aprire il suo
cuore ed a vincere la timidezza, tranquilla! Quando vedrai scritte le parole
che raccontano di questo tipo di rinascita, vorrà dire che sarà passato molto
tempo… Seguirò le tue orme, Vegetina, parola mia! Ok, scusa, sto diventando
noiosa… Kiss ed alla prossima puntata!
Capitolo 7 *** Capitolo 7. -Le tenerezze di un cuoco innamorato.- ***
Capitolo 7
Capitolo 7. -Le tenerezze di un cuoco innamorato.-
La ragazzina si sedette nel posto libero in mezzo a Nami e
Robin. “Come va, piccola fatina?” chiese l’archeologa sorridente accarezzandole
la morbida testolina. “Tutto bene, grazie… Salve Robin… Nami…” salutò Karenina
con il suo solito timido modo di fare. “Oh, ti prego… Dacci del tu!” disse Nami
con i capelli che le brillavano al sole. A quel punto arrivò il cuoco che portò
un vassoio con 3 tazze, una contenente caffelatte con un disegno fatto di panna
e due con un gigantesco cuore di cioccolata in cima. “Queste sono per le
ragazze…” disse il cuoco mostrandole alle donne. “Allora… Questa è per Nami…” e
diede alla rossa la tazza con la panna. “… E queste sono per le MIE 2
ragazze…”. Detto questo si avvicinò e distribuì le bevande rispettivamente alla
bionda ed alla corvina. Robin sorrise e Sanji le stampò un dolcissimo bacio
sulle labbra e sussurrò: “Ti amo, Robin.” “Anche io, Sanji.”. Il biondo si alzò
e diede una carezza al viso di Karenina, che era ancora ammaccato dai lividi.
Si fece cullare dal vento che gli faceva ondulare i capelli e sorrise al sole
che nasceva da dietro le nuvole… Si girò dall’altra parte ed andò ad
appoggiarsi al bordo della nave per fumarsi la sua sigaretta mattutina. Dopo un
po’ che incominciò a consumarsi la cenere gli si avvicinò la sua fidanzata,
splendida come sempre. “Mancherà ancora molto all’arrivo su Roki Island…” disse
l’archeologa facendosi coccolare dalla fresca brezza. “Tesoro, tutto questo
tempo lo passerò volentieri con te…” disse il biondo. Si diedero la mano.
“Sanji… Credi che Karenina sia all’altezza di questa prima avventura? Sai, io
le voglio bene, ma non sono sicura che se la caverà così tanto facilmente.”.
“Tranquilla Robin, conosco mia cugina, quando una cosa vuole farla non la ferma
più nessuno! E poi sono sicura che lei, per Rufy, farebbe qualsiasi cosa…” e
risero tutti e due. Il ragazzo le accarezzò il viso perfetto e poi sorrise: “Lo
sai che al sole sei ancora più bella?” “Grazie Sanji.”. Si abbracciarono ed osservarono
il mare che si muoveva sotto di loro, sotto la loro nave, che aveva solcato
mille mari e mille avventure, per poi arrivare fino a quel momento di pace e
tranquillità.
Ehilà, compagni!! XD eeeeeehhhh lo so è stata un po’
troppo mielosa… Ma a me piacciono tanto così. Penso anche di aver scritto male…
Abbiate pazienza… Ho sonno! >O< **YAWWNN**…
bella95: eh, lo so, i capitoli sono piuttosto
corti, me lo dicono tutti… Ma io non sono un robot instancabile, dopo un po’ mi
fermo. E delle volte, come oggi per esempio, mi viene tanto sonno e crollo
sulla tastiera XD. Bhe, sono felice che abbia catturato la tua attenzione… Ora
vado a dormire… Che sonno… Un bacione! Alla prossima puntata!!
Capitolo 8 *** Capitolo 8. -La storia di Karenina/ Il dramma di una vita.- ***
Capitolo 8
Capitolo 8. -La storia di Karenina/ Il dramma di una vita.-
“Ahahah… Che dolci quei due, sono proprio innamorati!!”
disse Nami sorridendo a trentadue denti. “Già… Sono felice che mio cugino si
sia trovato la ragazza, stanno molto bene insieme.” Tentò di dire Karenina
leggermente bloccata dalla timidezza. E se, un giorno, capiterà anche a lei e…
Rufy? No… Non voleva… E né POTEVA pensarlo… Comunque sia quel giorno era ancora
lontano, TROPPO lontano. Non l’aveva nemmeno degnata di uno sguardo, oggi. Lei
lo osservava mentre ballava e cantava sul tavolo con un boccale gocciolante di
birra in mano assieme ad Usop e Chopper. “-_-”… Già sbronzi di prima mattina…
Uff.” sbuffò Nami con la gocciolina manga dietro la testa. “Senti…” chiese la
rossa alla biondina: “… Come ci sei arrivata fino al bosco di Cherry Island?
Insomma… Raccontami la tua storia!” continuò curiosa. La ciurma si zittì e si
sedette attorno alla giovane sedicenne. Rufy, Usopp e Chopper si fermarono. Il
capitano parlò per loro: “Ehilà! Perché vi siete fermati?” chiese stupito.
Tutti gli lanciarono un’occhiataccia. “Deve raccontarci la sua storia, razza di
idiota!” disse Nami rivolta a lui alquanto arrabbiata. “Ah… Ok! ^^” rispose
ingenuamente, e così anche lui si avvicinò alla bionda, assieme al cecchino e
la renna. Oh, benissimo. Adesso pure gli occhi di LUI puntati addosso.
NOOOOOOOO sarebbe voluta sparire nel nulla. A quel punto arrivarono anche Sanji
e l’archeologa. “Raccontaci tutto.” Disse sorridente Robin. Karenina era rossa
come un peperone. Ingoiò quel nodo alla gola che la bloccava e, anche se molto
difficilmente, iniziò a raccontare. “Bhè, diciamo che io sono nata in un
tranquillo paese, chiamato Shanirya. La natura era molto rigogliosa nella mia
città, Eden, ed era per questo che essa era famosa per la coltivazione di
fiori. Io vivevo lì, con i miei genitori…”. Smise un attimo di parlare e,
assieme al cuoco, abbassò gli occhi. Entrambi conoscevano la crudeltà e la
malvagità di quei due. La biondina continuò a raccontare. “… Vissi con loro molti
anni in quella città, ma un giorno tutta Shanirya fu attaccata dai pirati.
Quegli individui saccheggiarono tutto e fecero salpare molte famiglie disperate
che dovettero cercare un’altra abitazione. E così dovettimo partire anche noi,
usando la vecchia nave di mio nonno, che in passato è stato un pirata… E quello
è stato il momento in cui mi separai da mio cugino Sanji.”. In quel momento i
compagni si guardarono l’un l’altro, tristi. “… Piansi tanto quel giorno, e
anche i giorni seguenti. Ogni famiglia doveva andare per strade diverse, senza
incontrarsi. Però per fortuna io lui l’ho incontrato…”. Finalmente era nato un
sorriso in quel faccino triste. Karenina alzò gli occhi e posò lo sguardo su
Sanji, anch’esso sorridente. “… Navigammo per mesi e mesi, fino ad approdare
sull’isola di Dreno, dove la sabbia della spiaggia era completamente nera. Ci
fermammo in una casina vicino al mare, così che, se ci fosse stato pericolo,
saremmo potuti partire più facilmente. Io non ce la facevo più a vivere assieme
ai miei genitori.”. Lei non lo voleva dire, voleva tenere per sé le mostruosità
che accadevano giornalmente nella sua famiglia, ma finalmente “sputò il rospo”:
“Loro mi picchiavano per la qualunque, o forse solo per il gusto di farlo… Mi
trattavano da schiava… Mi facevano pulire tutti i giorni la casa…” la sua voce
cominciava ad alzarsi, lei sudava freddo e spalancava gli occhi… Stava
impazzendo… Non riusciva a pensarci…“…
Più VOLTE CERCARONO DI ABBANDONARMI… DOPO CHE I MIEI GENITORI SONO MORTI LORO
MI HANNO ADOTTATO… SOLO PER UCCIDERMIII!!!”. Detto questo si buttò sopra Nami e
cominciò a piangere disperatamente. La rossa diciottenne la strinse a sé. I
componenti della ciurma si guardarono l’un l’altro, spaesati. “Sanji, portala a
letto.” Disse Nami mettendo la piccola ragazzina sulle ginocchia del cuoco, che
annuì, la prese in braccio e si alzò, seguito da Robin. “Finirà di raccontarci
la sua storia quando si sarà calmata.” Disse l’archeologa seguendo il suo
fidanzato. Karenina continuava a gridare ed a tirare piccoli pugni sul petto di
Sanji. Dai suoi occhi uscivano lacrime amare… Ormai la sua mente era persa in
quell’orribile ricordo. Il biondo prese il polso della ragazza in preda al
panico e sussurrò dolcemente: “Karenina… Dai Karenina sono io… Tuo cugino Sanji…”.
Finalmente riuscì a calmarla. La biondina aprì gli occhi e guardò suo cugino
stupita. “Sanji…” balbettò. Dopo essersi resa conto di dove fosse abbracciò il
cuoco che finalmente sorrise dopo essersi spaventato così tanto per la sua
adorata cugina. Robin mise una mano sulla spalla di Sanji e tutti e due si
avviarono verso la stiva per portare a letto Karenina.
Helloooooooooo!!! Eeeh lo so, ci ho messo un po’ per
recensire, ma ora ce l’ho fatta! Hehe ci saranno ancora un bel po’ di sorprese,
parola mia!
Vegetina: nooo sensei, non credo che scriverò
su come si sono messi insieme… Però forse mi hai fatto venire un idea… Scusa ma
adesso vado di fretta… Bacioniiii!!!
Karenina si svegliò piano irradiata dalla flebilissima luce
del sole che si intravedeva dall’oblò. Aprì un occhio e si stiracchiò. Era
sulla sua amaca, coperta da un lenzuolino blu scuro. Quando fu completamente
sveglia e cosciente appoggiò due piedi sul pavimento di legno, stranamente
gelido, e si mise le ciabatte. Brr, che freddo… Dalla sua bocca cominciò ad
uscire vapore acqueo. Incrociò le braccia, ormai con quasi tutte le cicatrici
rimarginate, e camminò lentamente per la stanza. Nessuno, alcuna anima viva. “…
Robin…?” reclamò la ragazza. “… Nami…?”continuò sperando di vedere qualche viso conosciuto. Ma niente, nessuno
rispondeva. La camera era vuota, desolata. Le pareti cominciavano a mostrare un
leggerissimo strato di ghiaccio. “Devo andare a cercarli…” disse cominciando a
correre per ogni cabina. “Sanji…? Nami…? Robin…? Zoro…? Rufy…? Chopper…? Usop…?” chiamava saltellando da una stanza all’altra,
quando decise di uscire da sotto coperta. Lì si trovo davanti una scena orribile.
Tutti i suoi compagni erano legati all’albero maestro, bianchi e tremolanti
come cadaveri, con le labbra blu. Stavano lentamente perdendo conoscenza; che
scena orribile. Poi, davanti alla nave, un’enorme piovra gigante soffiava vento
e neve. “Finalmente ti sei svegliata! Ti aspettavo… Hehehehehe…” ghignò una
voce maschile. “Chi…?” disse stupita Karenina, mettendosi in posizione di
difesa. “MWAHAHAHAHAHAAAAH!!! Ma non mi riconosci, Karenina? Sono io!”. Il
ciclopico animale si abbassò, rivelando un uomo dall’aspetto losco sulla sua
groppa. “AKAI NAGAME!!![*]” gridò la ragazzina, con gli occhi sbarrati.
“DHAHAHAHAHAAAAHAHAAA! Esatto, piccola, sono proprio io! Haha, il tuo caro
amico
Akai Nagame! DHAHAHAHAHAHAHHHAAA!!!”. “Tu non sei mio
amico.” Disse lei digrignando i denti con odio. “Perché sei qui?” chiese
Karenina pronta ad un attacco. “Ahah, ma lo sai, piccola, è ovvio. Io ti devo
catturare… E poi uccidere… HAHAHHAHAHAHAHA!!!”. L’uomo scoppiò in una risata
diabolica che avrebbe fatto paura a chiunque, ma a lei no. Lei lo aveva già
conosciuto in precedenza, aveva già conosciuto tutte le cose orribili che
riusciva a compiere. “Io non mi farò mai catturare da te!” gridò, sempre più
adirata nei suoi confronti. Nei suoi occhi cominciava ad intravedersi un lieve
color ambra, che poi coprì tutto l’iride. Le sue pupille si assottigliarono
sempre di più, fino a diventare due fessure. “Lo vedremo, signorina.” Disse
l’uomo con aria da sbruffone, cominciando a maneggiare degli strani strumenti
per comandare la piovra, che poi si scoprì che era una vera e propria macchina
da combattimento! L’animale gli lanciò velocemente delle valanghe di neve, che
però lei riusci a schivare. “Hehe… Lo sai benissimo che la neve non ha effetto
su di me...” ghignò Karenina, rivelando i suoi denti molto più affilati ed
aguzzi del normale. “E perché non dovrebbe…?” sorrise malvagiamente il tipo,
sicuro di sé. “Perché io sono un… AAAAHHH!!!”. La giovane ragazzina non riuscì
neanche a terminare la frase che improvvisamente urlò di dolore. La sua gamba
destra era diventata di un inquietante color verdegrigiastro, facendo riaprire
le ferite che ormai si stavano completamente rimarginando. Che cosa le stava
succedendo…?
To be
continued!
Hehe, sto diventando anch’io sadica come la mia sensei!!
XD Ma la battaglia non finisce qua, preparatevi, perché ci saranno delle grandi
sorprese!
Vegetina: Salve, sensei!
Eeeeh, lo so, il passato di Karenina è molto triste… Ma non è tutto qui!
Ricordati che lei deve ancora finire di raccontare. Ed anche lì ci saranno
delle belle sorpresine… Gnegnegnegne * ghigno sadicamente *… Bacioni
dolsci dolsci!
Enjoy ^^ ed alla prossima puntata!! XD
[*] Akai Nagame significa
“Vista Rossa”. Ringrazio la mia sensei per avermi dato la traduzione!
Karenina strinse i denti e si accasciò dal dolore,
afferrandosi la coscia destra: “Aah…” soffocò un grido. “Bhe, Karenina… Vedi
cosa succede a mettersi contro Akai Nagame? Eh no no, piccola, non dovevi fare la
bambina cattiva, e per questo ti sei meritata una bella punizione. VALANGHE
AVVELENATE! AHAHAH!!” Ironizò l’uomo con quel suo volto da gangster della
mafia. “Brutto… Bastardo… Io…”. Karenina cominciava a sanguinare anche dalla
bocca a causa del veleno, ma si alzò ugualmente. Usò tutte le forze in suo
possesso, e finalmente fu in piedi. “Io…”. A quel punto spalancò gli occhi ed
aprì la bocca e…
Un improvviso e caldo bagliore colpì il resto della ciurma,
che fece riprendere loro conoscenza abbastanza per notare subito quello che
stava accadendo… Dalla bocca di Karenina uscirono delle imponenti fiamme di
fuoco che fecero imbizzarrire la piovra gigante. “NO!” gridò il nemico.
“Tornerò Karenina!! Preparati!!” continuò agitando un pugno. E detto questo
sparì. “Haah…”. La piccola ragazzina cadde a terra esausta. Improvvisamente la
sua gamba destra tornò normale e le piaghe si restrinsero fino a guarire
completamente. Anche i suoi compagni tornarono normali e Chopper ruppe la corda
con i denti, liberando se stesso e gli altri. “Ma… Karenina…” balbettò Sanji
perplesso. La ragazzina si rialzò sorridendo: “Sì…”. “Non me l’hai mai detto…”
continuò il cuoco. “Sanji… Era meglio che non lo sapessi… Poi… Ho ingerito il
frutto Flama-Flama No Ryù quando sono riuscita a scappare dalla mia nave… Cioè
a 6 anni…”. Gli posò una mano sulla spalla e sfoderò un sorriso splendente.
“Tranquillo.”. “Karenina… Perché non ce l’hai detto prima…?” chiese Nami
avvicinatosi a lei. “Bhe, perché non volevo essere un peso e poi… non ero
ancora arrivata a quel punto della storia ;P.” Disse la biondina tirando fuori
la lingua. Gli amici sorrisero nel vederla felice. Finalmente, ora che tutti
sapevano il suo segreto, Karenina capì che non si doveva vergognare davanti a
loro, perché erano tutti amici in quella ciurma di pazzi pronti davanti a
qualsiasi avventura. La giornata finì con una grande festa in onore della
ragazzina. I compagni di ciurma, riuniti attorno ad un tavolo, alzarono dei
calici colmi di birra: “A KARENINA!” e poi se li scolarono tutti d’un fiato.
Karenina era seduta su un prato e girava tra le mani un bicchiere di succo di
frutta, fissandolo soprappensiero, quando una dolce testolina nera di sua
conoscenza le si avvicinò: “Ehi Karenina, perché non vieni a festeggiare con
noi?” le chiese. La biondina fu colta alla sprovvista e così, con le guance
scottanti e rosse balbettò: “Ehm… Sc-scusa, Rufy, n-n-non ho voglia di
f-festeggiare… S-sono un p-po’ stanca…”. “Ah… Ok!” sorrise il capitano, per poi
andarsene. “Fiiiuuuu…” sospirò la ragazza. “Troppo vicino…” pensò poi.
To be
continued!
Dopo svariato tempo… Finalmente sono riuscita a
recensire!! Veramente stavo aspettando che la mia sensei commentasse
(<___< mmmmm… n.d. Voi) (Ma è veroo! ç___ç n.d. Me)… Ma poi mi sono data
qualche giorno di libertà (aaaaah! N.d. Voi) (ehm… sì… Purtroppo… ^^” n.d. Me)
(Grrrrr… *Con le mazze da baseball in mano* n.d. Voi) (Nooo noo vi prego non
linciatemii! ^^” n.d. Me)… E così ho recensito proprio in questo giorno
orribile dove il mal di stomaco mi sta divorando… :’( sigh… Comunqueee!
Passiamo ai saluti!
Mymoon96: Ciaaoooo! Ellaaa non esagerare con le
adorazioni ù.ù devo ancora imparare molto…! Ah sono felice che abbiamo così
tante cose in comunee! Comunque spero che quest’ultimo chappy ti sia piaciuto!
XD
Vegetina: Ehilààà sensei, finalmente! Pensavo che ti
fossi dimenticata di me…! ç___ç ma per fortuna ce l’ha fatta, maestra!^^ Spero
che questo chappy le sia piaciuto!!
Era notte fonda e la luna era alta nel cielo. La piccola
Karenina aprì gli occhi. Aveva bisogno d’acqua. Si alzò dal letto e cominciò ad
incamminarsi con tranquillità verso la cucina. Un passo, un altro passo, poi un
altro ancora… Stranamente la strada non finiva mai. E quanto erano pesanti quei
passi… Le sembrava che le mancassero ancora 20 metri. E invece era vicina. Fece
per aprire la porta, ma ecco che il pavimento di legno si allungò
improvvisamente. La strada era aumentata ancora. Pensò di avere le visioni.
Scosse la testa e si incamminò nuovamente. Un passo… Due passi… Mezzo passo…
Tre passi… E si interruppe. Un rumore secco, un vibrare di voci, poi silenzio.
“Devo avere la febbre…” disse portandosi una mano alla fronte. E la sete
aumentava. Quel bisogno impulsivo di acqua, senza un perché. Sarà per la cucina
(nuovamente) lontana, sarà per la paura di aver sentito quei rumori, Karenina
cominciò a correre. “Uff… Uff… Ufff…” la strada non finiva mai. E ancora: “Uff…
Uff… Ufff…”. Ma niente. Alla cucina non ci arrivava. Di nuovo quel rumore, ma
più vicino. Karenina cominciò a correre, veloce. “Uff uff ufff…”. “MA QUANDO
POTRò FINALMENTE BERE??”. Capì di trovarsi a metà strada e, istintivamente,
smise di correre. Sentì tutta la nave girare vorticosamente su se stessa. Che
cosa le stava succedendo? Si sentiva male. Male dappertutto. E di nuovo
l’incubo del giorno prima: le ferite che si riaprivano. E sanguinavano. E
sanguinavano. Ma il sangue non era rosso, ma era viola. E la pelle stava
diventando verde. Come nell’effetto delle valanghe avvelenate. Si sentiva così.
La testa le bruciava, tutto le bruciava, e la nave continuava a girare. Sentì
girare qualcosa nello stomaco. “Non… Credo… Di… Aver… Digerito… Bene…”. Quella
cosa cominciò a salire… A salire… Fino alla gola… Poi…
La testa che andava di scatto all’indietro…
La bocca che si spalancava anormalmente…
Gli occhi spalancati…
Il corpo freddo e rigido…
Si sentiva improvvisamente bene. In pace con se stessa…
Del fumo… Del fumo nero… Silenzio… Silenzio… Rumore di
onde… Rumore di onde… In lontananza… Onde… Acqua… Silenzio… Silenzio… Onde…
Sempre più vicine… Onde… Onde… Onde… ONDE… ONDE… ONDE…
*…SSSSSSSPLASSSSSSSHHHHHH…*
E Karenina si svegliò di scatto. Il respiro accelerato, gli occhi gonfi, la
fronte sudata. Era stato solo un sogno.
To be continued!
Ed eccomi qui, di nuovo a
deliziarvi con un nuovo chappy! (Oh, no! E’ ritornata!! n.d. Voi)… Dopo tutto questo tempo, ho deciso di regalarvi un 11°
capitolo a dir poco sfizioso! Perché quel sogno?? Che sia un sogno premonitore?
NAAAH non vi anticipo niente. Voi per ora occupatevi di leggere e recensire!
IvI: Gentilissima IvI, grazie
per aver recensito! Sono felice che ti piacciano questo tipo di fanfic… Se hai
tempo recensisci! ;)
Capitolo 12 *** Capitolo 12. -IL CIELO DALLE STELLE ROSSE.- ***
Capitolo 12: - IL CIELO DALLE STELLE ROSSE
Capitolo 12: - IL CIELO DALLE STELLE ROSSE.-
Dopo quel terribile incubo, affondò la testa nel cuscino e,
dopo essersi tranquillizzata, si addormentò quasi subito. Ad un tratto riaprì
gli occhi, e vide che mancava il soffitto. In compenso c’era un tetto di stelle
luminose e bellissime. Quella visione era rilassante per Karenina. Era da molto
che non vedeva un cielo così bello. Da quando, da bambina, di notte, si
rifugiava sulla sua casa sull’albero costruita con l’aiuto del suo migliore
amico Kyui. Kyui… Oh, Kyui, come le mancava. Tra le costellazioni la biondina
intravedeva il suo viso simpatico. Assomigliava così tanto a Rufy… In più aveva
soltanto i capelli rossi e le lentiggini sul naso e le guance. Anche lui
portava sempre un cappello. Un cappello nero. Ricordava ancora il suo sorriso
pieno di allegria. Pensate che buffo: diceva sempre di volerla sposare.
*“Un giorno io ti sposerò, ed insieme vivremo in un castello
e tu sarà la regina ed io il re. Ed avremo tanti figli.” Disse Kyui agitando il
pugno tutto convinto. Karenina (allora 4 anni) lo guardava con gli occhi pieni
di ammirazione. Non sapeva per niente cos’era l’amore, ma era lo stesso
convinta di volerlo sposare. Di DOVERLO sposare. Scesero dall’albero su cui
erano saliti, curanti di non essere visti dai propri genitori. “Dai, facciamo
una gara, chi arriva per primo alla spiaggia vince.”. La biondina accettò e
così si misero a correre velocemente. Il rosso era più veloce di lei.
“Aspettamii!!” si lamentava Karenina. “Sei lenta!!” ridacchiò Kyui. Il bambino
si fermò di scatto. “Che c’è Kyui? Perché ti sei fermato??” chiese la bambina
spuntando da dietro di lui, piegandosi ed ansimando dalla stanchezza. Il rosso
continuava a non rispondere. Karenina si rialzò, quando davanti si ritrovò una
scena tremenda. Un gruppo di pirati stava maltrattando un uomo ammanettato,
tutto sfregiato e sanguinante. “Avanti, fuori i soldi!” esortò un tizio losco
(forse il capitano della ciurma) con una cicatrice sull’occhio. “Sono povero…”
rispose con voce roca la vittima. Il malvivente gli tirò un calcio alla
caviglia, che lo fece cadere sulla sabbia. “Danver, spara.”. Un pirata tirò
fuori una pistola, con cui sparò il malcapitato. La sabbia assunse un colore
rossastro. I due bambini continuarono a guardare, in stato di shock. Il
capitano sfilò dalla tasca laterale della vittima un portafoglio mezzo vuoto.
“E poi diceva che era povero… Tzè.” Disse il pirata tirando fuori ed incassando
i pochi Berry nell’astuccio. “Sporca feccia.” Protestò buttando a terra il
portafoglio, dopo averlo ripulito per bene. L’uomo alzò gli occhi e fissò
Karenina e Kyui, che rabbrividirono. “Quella è la figlia di Takumi e Sachiko!!
Uccidetela!!” ordinò il capitano. Il pirata che prima aveva sparato all’uomo
ormai diventato cadavere tirò fuori di nuovo quella spaventosa pistola.
Karenina cominciò a scappare “AIUUUTOO!!! AAIIUUUTOOOO!!!” gridava in preda al
panico. Sperava che Kyui la stesse seguendo, ma quando si guardò indietro
dovette ricredersi. “NOO!” gridò il rosso parandosi davanti alla biondina. Il
colpo ormai era già partito. Si sentì solo uno sparo ed il rumore di uno
schizzo. L’erba verde smeraldo era diventata rossa. “KYUIIIIIII!!! NOOOOO!!!”
il grido disperato della bambina rimbombò nel cielo…*
Spalancò gli occhi e rivide quelle bellissime stelle. Ora erano diventate
rosse, come la sabbia, come l’erba. Vide farsi sempre più vicine e sempre più
velocemente. Le stavano precipitando addosso! Karenina gridò. Un’improvvisa
stretta alle spalle. Poi il buio. Aprì leggermente gli occhi, trovandosi davanti
una figura così familiare… Così amata… Chi era??
To be continued!
La mia sensei continua a non recensire T^T…
IvI: IvI, grazie per tutta l’attenzione che dai a questa fic!
Spero che anche questo capitolo ti piaccia J
Un viso. Un viso dolce. Il suo salvatore. Un respiro mancato.
Spalancò i due grandi occhi azzurri, scorgendo due cristalli neri come la notte fissarla intensamente, incorniciati da una cascata di inchiostro scurissimo. "Ah..." un gemito di dolore andato a vuoto, che nessuno avrebbe ascoltato, come al solito. E invece no. Vide davanti a sè la faccia di Rufy, che la guardava atterrito tenendola stretta con le mani sulle spalle. "Yosei-Chan..." mormorò Robin. "Che ti è successo...?" le chiese a voce bassa il capitano, visibilmente preoccupato e serissimo. I loro occhi non si slegarono neanche per un secondo. "Rufy..." la ragazza faceva fatica a mettere a fuoco la stanza. "Ho solo fatto due incubi spaventosi. Non è niente...". "Ti stavi agitando molto nel sonno, e ci eravamo preoccupati. Eri molto sudata, anche se qui sì e no ci son 4 gradi." disse Sanji, aspirando una boccata di tabacco dalla sua ennesima sigaretta. Rufy mollò la presa dalle sue spalle, guardando la biondina mentre si alzava dal letto trascinandosi, entrambi senza parole, ancora una volta. "Potete andare. Non era niente di grave." disse Karenina, cercando di congedare i presenti. La ciurma si allontanò lentamente, non tutta però. Rufy era rimasto ancora lì, accanto al letto. La piccola fissava il sole che illuminava le sue forme. Era una splendida giornata.
“Cos’hai sognato, Karenina?” chiese il capitano, sedendosi ai piedi del letto. “N-non è importante.” Fece per alzarsi, quando le piccole mani calde di Rufy strinsero il suo fragile polso. “Per me lo è.”.
La ragazzina cominciò a tremare e la sua pelle diventò bianco latte e fredda. “A me puoi dire tutto, K.”. Ci fu una pausa di silenzio. La biondina si sedette sul letto, a fianco al capitano, e gli raccontò tutto, nei minimi particolari. “Dunque hai subito un trauma infantile.” Si aggiustò il cappello di paglia sulla nuca. Improvvisamente era diventato molto serio, non era il solito. Karenina lo guardava attenta e quasi spaventata. Rufy abbassò lo sguardo scuro, poi si voltò di scatto e gridò: “Karenina, io non ti lascerò morire!”. La sedicenne non capì il significato di quella frase, stringeva nelle manine la coperta calda sotto di lei. Non riusciva a spicciare parola, un mugolio, una sillaba sconnessa. Era rimasta lì, immobile, dopo quella frase. Il diciassettenne si alzò di fretta e se ne andò a passi pesanti dai compagni. La bionda notò un foglietto appena caduto dalla sua tasca dei pantaloni. Vide un immagine losca, un uomo pitturato in faccia e ricoperto di cicatrici, un ricercato. “Burattinaio dei sogni, ricompensa di 400.000.000 Berry”, c’era scritto.
Dopo tanto tempo, sono tornata! Ci rivedremo alla prossima puntata!
Moniko chan: scusa per l’attesa ^^’ spero che questo capitolo ti sia piaciuto xD