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Capitolo 1 *** E' arrivata l'ora che qualcuno salvi te, Harry... ***
Era l’inizio di luglio, e come tutte le estati Harry era costretto a
passare le vacanze con i suoi zii a Privet Drive… “E’ il
Era l’inizio di luglio, e come tutte le estati Harry era
costretto a passare le vacanze con i suoi zii a Privet Drive… “E’ il posto più
sicuro dove ti puoi nascondere Harry,…Voldemort non oserebbe mai fino a questo
punto,…almeno non per ora…Il prossimo sarà il tuo ultimo anno a Hogwarts, e
temo che potrà essere anche l’ultimo anno della battaglia contro Voldemort…ti
aspetta un anno pesante, per cui, cerca di goderti questa estate, Harry.”.
Questo gli aveva detto Silente l’anno scorso, alla fine del sesto anno a
Hogwarts…
“Si, si… complimenti…belle parole” pensava Harry mentre
calciava una lattina di coca-cola abbandonata nei giardinetti dove aveva visto
per la prima volta il suo padrino, Sirius,…”Belle parole…mentre Ron edHermione stanno insieme alla tana, io, per
la mia sicurezza, devo stare con i miei zii…ma la cosa più grave è che pretende
che io mi possa divertire! Ecco qual è la cosa più pazza! Io mi dovrei
divertire a starmene qua e leccare i piedi a mio cugino perché non mi tormenti
di botte con la sua banda di smidollati ciccioni e obbedire e servire i miei
zii…BELLA ESTATE…Perfetta…l’ultima estate di Harry Potter non potrebbe andare
meglio…”.
Non aveva nessuno, era lui solo al sorgere del sole con una
lattina vuota di coca-cola, e si dirigeva a casa, preparato ad una nuova
giornata di schiavitù… “Hermione dovrebbe vedere come mi fanno lavorare i miei
zii…altro che l’associazione CREPA per gli elfi abbruttiti…” pensò mentre
solcava la porta di casa accolto da Zio Vernon che come ogni mattina urlava “HARRY
POTTER!LA MIA COLAZIONE!”
Le tre del pomeriggio:Harry aveva ottenuto un permesso
speciale per guardare la televisione (naturalmente sul canale che preferiva
Dudley),Zia Petunia preparava una
torta piena di panna e Zio Vernon leggeva il giornale sulla pagina della
finanza…insomma una tranquilla domenica pomeriggio…almeno in apparenza.
All’improvviso si sente una macchina frenare bruscamente
proprio davanti al giardinetto curato di Casa Dursely e una voce squillante che
diceva “Si mamma…lo so che volevate che venissi con voi in Spagna, ma credo sia
necessario che io stia qui…no no no…non lo faccio perché obbligata! Mi fa
piacere stare con Harry a casa dei suoi zii…Come?Se mi faranno rimanere?Certo
certo…”
Harry si affacciò alla finestra…non poté credere ai suoi
occhi…Hermione era lì.
Vestita da perfetta babbana (jeans bassi e camicia bianca
sbracciata e annodata tanto da far vedere gran parte della pancia), stava
prendendo un borsone che gli stava passando suo padre, mentre tirava fuori
dalla sua borsetta una lettera.
Naturalmente Zio Vernon era già fuori e stava avanzando
verso Hermione, Zia Petunia aspettava sull’uscio della porta gli avvenimenti e
Dudley stava ammirando Hermione dalla finestra insieme a Harry, il quale aveva
deciso di andare sull’uscio insieme a Zia Petunia.
“Ma che diavoleria…che ci fate a casa mia?Harry Potter…di
certo questo e tutta colpa tua…ahma
adesso ci penso io…”iniziava minaccioso Zio Vernon.
Il padre e la madre di Hermione già iniziarono timidamente a
spiegare, quando la ragazza li precede e porse la mano stringendo energicamente
quella dello zio di Harry.
“Piacere di conoscerla signore…Io sono Hermione Granger…e
lei naturalmente sarà lo zio di Harry, giusto?il Signor Vernon Dursley?”…Il
signor Dursley rimase talmente sbalordito che non disse una parola, soprattutto
quando Hermione aggiunse “…ho sentito parlare tanto di lei…E MOLTO BENE di
lei…” aggiunse, lanciando un occhiata furtiva a Harry.
“E lei sicuramente è la signora Dursley…Petunia Dursely…le
sue torte sono ormai leggenda in tutta Hogw….cioè…in tutta la scuola,
naturalmente!” disse dirigendosi verso la zia di Harry e ripetendo la vigorosa
stretta di mano.
“NO! Non ci posso credere…”disse in tono che sembrava
sorpreso “Dudley?Tu sei il famoso cugino di Harry? Dudley Dursley?…Oh mio
Dio…quale onore conoscerti…Harry mi parla sempre così bene di te….sono sicura
che è ORGOGLIOSO di avere in famiglia uno come te…così…POTENTE e DEGNO DI
RISPETTO…”…Ormai Harry era certo di una cosa…Hermione stava prendendo in giro
tutti i Dursley…e la cosa lo divertiva e lo sorprendeva allo stesso tempo…anche
perché non aveva ancora capito che cosa avesse in testa la ragazza…
“Harry!” esclamò Hermione abbracciandolo, questa volta con
sincero trasporto…”E’ da tantissimo che non ci vediamo…sono così contenta di
vederti!”
“Si si si…ebbene signorina…”disse Zio Vernon, cercandosi di
riprendere dall’effetto che aveva avuto Hermione su di lui…”Sono felice che mio
nipote le abbia parlato così bene di tutti noi…non ci avrei mai giurato…”disse
perplesso e provocando un sorrisino a Hermione..”comunque…a cosa dobbiamo la
sua visita?”aggiunse guardando in modo strano la valigia di Hermione, così male
che se fosse stato un mago l’avrebbe già mandata a fuoco.
“ah, si giusto…”disse Hermione dando la lettera alla Zia
“…qui è spiegato tutto signora Dursley…gliela manda…il professore
Silente…”disse, porgendo la lettera alla zia di Harry.
Mentre Vernon e Petunia leggevano attentamente la lettera,
Harry si avvicinò a Hermione.
“Hermione, ma mi spieghi che ci fai qui? Nel senso…sono
felicissimo di vederti, ma…be…è strano…”
“Ti spiegherò tutto non ti preoccupare…”rispose Hermione…”ho
un po’ più di una settimana per spiegarti tutto…”
“…Allora ragazza…questi sono i tuoi genitori?”chiese Vernon
Dursley, abbastanza paonazzo in viso e facendo un grande sforzo per
controllarsi.
“Si, siamo noi i genitori di Hermione”rispose un uomo alto
con i capelli neri accanto a una donna un po’ più bassa con i capelli lunghi e
mossi.
“…Bene…e quando tornereste da questo viaggio…dalla Spagna?”
“Torneremo fra 10giorni” rispose la madre di Hermione “…e
nel frattempo, come è scritto nella lettera, il preside dei ragazzi
desidererebbe che Hermione si soffermasse da voi per questo breve periodo…”
Harry iniziava a non capirci più nulla…Hermione avrebbe
passato dieci giorni con lui a Privet Drive? Perché?
“Vernon, non ci possiamo opporre…in fondo questa ragazza,
be, come è detto nella lettera…è…bè…ha una origine come la nostra…”
“Si, esattamente…”rispose Hermione un po’ in imbarazzo:la
storia di dovere essere sempre indicata come Mezzosangue non le riusciva mai ad
andare giù…”sono nata da una famiglia senza…senza le qualità, chiamiamole così,
che ho acquisito dopo la mia nascita…”
“Va bene, ma dieci giorni non un giorno in più!” aggiunse il
signor Dursley “…non vogliamo troppa gente strana a casa nostra! Dudley, porta
la valigia della signorina nella tua vecchia stanza, quella vicino a Harry…”.
I Dursley si erano tutti ritirati in casa, mentre Harry
aspettava Hermione che salutava e baciavasuoi genitori.
Salutati i genitori, Hermione disse a Harry imitando la voce
di Piton.”Bene signor Potter, le sarei lieta se mi mostrasse il mio alloggio
per questo breve periodo che passerò insieme a lei…”
Risero, e Harry la accompagnò di sopra.
Mentre Hermione disfaceva le valige, Harry la sommergeva di
domande
“Come mai Silente ti ha mandata qua?E Ron? Perché non è
venuto con te?Come sta?E tutti i Weasley?Come procede il negozio di scherzi di
Fred e Gorge?E…”
“Harry, calmati!”disse Hermione sorridendo e sedendosi sul
bordo del letto “adesso ti spiego tutto…Silente era consapevole del fatto che a
casa Dursley non c’è molto da passare il tempo e personalmente, bè, con tutto
quello che stai passando in questi anni, hai pienamente il diritto ripassare
almeno un’estate decente. Per cui Silente ha deciso di mandare me…be, veramente
prima ha pensato a Ron”continuò mentre Harry era sempre più concentrato a
seguire il filo del discorso “ma poi ha valutato che Ron era già famoso fra i
tuoi zii per la teatrale entrata ad effetto quando i Weasley sono venuti a
prendere per la partita mondiale di Quiddich, secondo, diciamolo, Ron non ha
alcuna esperienza con i babbani, si sarebbe fatto immediatamente riconoscere e
i tuoi zii l’avrebbero rispedito indietro a calci nel sedere…”terminò
sorridendo e tornando a disfare la valigia.
“Oltretutto non ritengo irrilevante”aggiunse con un sorriso
“il fatto che io sia una donna…e quindi come tale conosco meglio le sottili
arti di persuadere le persone a fare ciò che desidero”
“Oh mio Dio Hermione, questo è poco ma sicuro…hai lasciato i
miei zii a bocca aperta!”
Per tutto il pomeriggio Harry e Hermione chiacchierarono
seduti nel giardino della casa; Hermione consegnò a Harry una lettera da parte
di Ron, una di Lupin e un’altra da parte dei signori Weasley.
Verso le 6.30, stranamente in modo gentile, Petunia si
affacciò all’uscio della porta dicendo…
“La cena è pronta Potter, se volete entrare…”e rientrò in
casa.
Harry diede un occhiata a Hermione, che lo ricambiò
comprensiva ed entrambi si alzarono.
Prima di entrare, però, Harry la fermò.
“Hermione”,disse,”be ecco, io volevo solo dirti…grazie,
veramente”
“Harry, sono felicissima di poter stare con te dieci
giorni…l’unica cosa è che sono troppo pochi per salvarti tutta l’estate!” disse
Hermione abbracciandolo.
Poi aggiunse sussurrando al suo orecchio “Bè Harry, ormai
hai preso l’abitudine di voler salvare la gente…ma è ora che qualcuno salvi
te…”
Si sorrisero a vicenda, fino a quando il classico urlo del
signor Dursley non interruppe qual momento…”POTTER!LA CENA!”
Quei 10 giorni passarono in fretta…troppo in fretta a parere di Harry…e
furono i 10 giorni più belli di tutta l’estate
Quei 10 giorni passarono in fretta…troppo in fretta a parere
di Harry…e furono i 10 giorni più belli di tutta l’estate.
Ogni mattina Hermione, per addolcire e rendere mansueti gli
zii di Harry, si alzava presto e preparava la colazione, poi andava a fare la
spesa e l’intera mattinata era dedicata a pulire la casa insieme al suo
migliore amico.
In questo modo i signori Dursley avevano alla fine preso
talmente in simpatia Hermione che permettevano a lei e Harry di fare ciò che
volevano il pomeriggio, senza stare sotto lo stretto controllo di Dudley e
della sua banda.
Harry era infinitamente grato a Hermione per quello che
stava facendo per lui: di certo se ci fosse stato Ron al posto di lei, forse si
sarebbe divertito un po’ di più e in modo diverso, ma doveva ammettere anche
che, nonostante i suoi pregiudizi, la ragazza d’estate era molto più rilassata
e divertente rispetto ai mesi che passavano ad Hogwarts.
Un giorno, grazie ad un perfetto lavoro di pulizia in casa e
una cura attentissima dei fiori del giardino da parte di Harry ed Hermione, i
signori Dursley permisero ai ragazzi una gita fuori porta a Londra.
La sera prima della gita, tutti e due erano nella camera di
Harry a parlare di quello che avrebbero potuto fare, mentre Harry lucidava
accuratamente la sua scopa ed Hermione, stesa sul letto a pancia in giù,
leggeva un libro assegnatogli dal prof,Ruf.
“…e poi ho saputo che hanno aperto un nuovo e
attrezzatissimo negozio di scope…devo assolutamente farci un salto, e
poi…”stava per continuare Harry, quando si accorse che Hermione stava
scarabocchiando su un foglietto di carta, senza ascoltare minimamente ciò che
lui stava dicendo.
Un po’ scocciato ma curioso, Harry lasciò per terra la sua
scopa e andò lentamente alle spalle di Hermione a sbirciare ciò che stava
scrivendo; vide una lunga lista di nomi, tutti loro amici ad Hogwarts.
Mentre la ragazza rimuginava e faceva un segno vicino ad
alcuni nomi, Harry, veloce come quando deve prendere il Boccino ad una partita
di Quiddich, le strappò la lista dalle mani e si avvicinò lesto alla finestra.
“Hei Potter!Ridammelo subito!” (non fraintendete questa
frase che può sembrare a doppio
senso…^_^ NdA)
“Bene signorina Granger!A quanto pare non stava realmente
leggendo con estrema attenzione il libro assegnatole dal professore…”Iniziò lui
sarcastico e tenendo il foglietto in alto in modo che Hermione non potesse
raggiungerlo
“HARRY!Dai ti prego…”iniziò a piagnucolare la ragazza lasciandosi
sfuggire un sorriso.
disse spostandosi dalla finestra alla porta della piccola
camera…”Colin Canon, Luna Lovegood, Ernie MacMillian, Lee Jordan, Cal’ Patil, Lavanda…”
“HARRY POTTER!” disse strillando e ridendo Hermione.
“Hermione calmati, hai urlato neanche sembrassi la
McGrannit!”disse Harry ridendo, spostandosi verso il letto.
Harry si sedette sul bordo del letto, mentre Hermione
continuò imperterrita a lottare per il suo foglietto ormai tutto stropicciato.
I due immersi nella lotta iniziarono a combattere per il
pezzo di carta fino a quando Harry non si trovò steso a pancia in su nel letto
con Hermione in modo molto imbarazzante sopra…
I due smisero subito di lottare e si fissarono per secondi
che a Harry sembrarono minuti…
Hermione…quella piccola so-tutto-io che aveva conosciuto sul
treno per Hogwarts e che insieme a Ron lo avevano sostenuto, protetto e
accompagnato in ogni sua pericolosa avventura contro Voldemort, lei, quella
piccola bambina…
Solo ora, in quei pochi secondi, Harry si rese conto di
quanto Hermione fosse cambiata…
I suoi capelli non erano più crespi, ma boccolosi e lunghi,
di colore castano quasi dorato…le ciocche scendevano fino a sfiorare la
maglietta di Harry…E quegli occhi…quegli occhi color nocciola così profondi e
intensi…come avevano fatto lui e Ron a non accorgersi di Hermione…in fondo era
sempre stata con loro fin da piccoli…come aveva fatto Harry a non accorgersi di
lei…
Distogliendo lo sguardo imbarazzato dagli occhi di Hermione,
diede un ultima occhiata al foglietto per il quale tanto avevano combattuto e,
prima che Hermione rialzandosi in silenzio glielo strappasse dalle mani, Harry
disse in un sussurro “…Cho Chang…”
“…si, Harry, hai letto bene, Cho Chang…”rispose Hermione
rialzandosi e andando a sedersi nella sedia vicino alla scrivania di
Harry…Hermione disse quel nome in modo amaro…Harry se ne accorse.
Cho Chang…la ragazza che aveva preso il cuore di Harry, del
suo Harry, che lo aveva fatto soffrire…oh, quella ragazza…Hermione non si
sarebbe mai scordata di quanto l’avesse mai invidiata e odiata allo stesso
tempo…lei era tutto ciò che Hermione desiderava essere:carina, anzi, bella,
ammirata, brava a scuola e pure a Quiddich…ma soprattutto Cho aveva le
attenzioni di Harry, attenzioni che a suo parere non meritava…Cho aveva
sfruttato Harry…lei non lo amava veramente…era stata insieme a lui perché Harry
le ricordava Cedric…lei non amava il suo Harry…nessuno avrebbe mai amato il suo
Harry nello stesso modo in cui Hermione lo amava…
“Hermione…scusa, io, bè, non volevo…”disse Harry sedendosi
sul bordo del letto, rosso in viso esattamente come lo era Hermione “…che cos’è
quell’elenco?”
“Anche se ormai l’hai letto preferirei non dirtelo…lo scoprirai
presto comunque Harry…”rispose Hermione sorridendo in modo un po’ finto.
“E’ tardi, per cui è bene che vada veramente a leggere quel
libro in camera mia mentre mi addormento…”soggiunse Hermione mentre si alzava e
recuperava il libro caduto per terra dando sempre le spalle a Harry.
Harry non lo aveva mai fatto, ma in quel momento, dopo la
situazione in cui si erano trovati, non resistette; andò dalla ragazza, la
prese per le spalle, la guardò fisso negli occhi per pochi secondi, poi le
diede un bacio sulla fronte, sussurrando rosso in viso…”Buona notte Mione…”
Quando Harry la guardò nuovamente in viso, Hermione aveva
appena riaperto gli occhi, lo guardò fisso come non lo aveva mai guardato e,
imbarazzata ma questa volta sincera, gli sorrise in un modo che rese Harry
felice, e disse “Sogni d’oro Harry…”
Hermione chiuse la porte alle sue spalle, ed Harry si tolse
la maglietta e si stese sul letto…Hermione…Hermione…quel momento passato con
lei…così strano…”Possibile che abbia visto Hermione sempre e solo come un
amica?Sì, possibile, perché lei E’ la mia migliore amica…ma non è come
Ron…no…lei oltre che la mia migliore amica è anche una ragazza, una splendida
ragazza a quanto pare…”
E con questi pensieri Harry si addormentò, aspettando con
ansia il giorno seguente.
Capitolo 3 *** Buon Compleanno Harry (1^parte) ***
Quei 10 giorni passarono in fretta…troppo in fretta a parere di Harry…e
furono i 10 giorni più belli di tutta l’estate
“Hermione…per la miseria sei pronta!?” disse Harry bussando
alla porta dell’amica.
“Siiiiii!Un secondo ho detto e arrivo!”
“Anche 10minuti fa hai detto un secondo!”
“Harry!Se smetti di bussare freneticamente come un pazzo
alla mia porta forse farei prima!”
“Ok come vuoi, ti aspetto di sotto!Ma se fra 5minuti non
scendi…”
“Si si…tutte minacce…sempre così gli uomini…se ho detto che
arrivo, arrivo!”
Sbuffando Harry scese ad aspettare Hermione sprofondando
nella poltrona.
Hermione intanto dentro la stanza stava armeggiando davanti
ad un minuscolo specchio con trucchi e scarpe di vario genere;esattamente dopo
5minuti Hermione uscì di corsa dalla camera, e si precipitò di sotto fermandosi
di colpo davanti ad Harry e dicendo “Allora, andiamo signor Potter?”
Harry scattò in piedi, colto di sorpresa, squadrando
Hermione dall’alto al basso: indossava un paio di jeans a vita bassa con una
cintura bianca e un top bianco che risaltavano la sua strana abbronzatura…
A sua volta Hermione vedendo Harry, sorrise compiaciuta: Harry
aveva indossato un paio di jeans con sopra una maglietta bianca aderente, e
aveva i capelli neri scompigliati che gli ricadevano sugli occhi.
“Andiamo certo…”rispose Harry, aprendo la porta e facendole
segno di precederlo.
Il viaggio per Londra durò un ora e mezzo, e una volta
arrivati i ragazzi andarono subito al Paiolo Magico, si diressero verso quel
muro che Hagrid aveva mostrato a Harry la prima volta che andò nella zona
magica di Londra, fecero spostare i mattoni e si trovarono a Diagon Alley.
Diagon Alley in quel periodo era veramente strana…cioè…non
che normalmente non fosse già strana di suo…ma era particolarmente strana…tutti
i maghi e le streghe vestiti da babbani…o almeno tentavano di vestirsi da
babbani…
Harry e Hermione girarono per un po’ di tempo fra i vari
negozi, tra i quali di certo non poterono mancare il negozio di scherzi di
Zonko, il negozio di scope, il negozio di libri, dove Hermione comprò un grosso
libro intitolato “Tragiche storie vere o presunte di grandi maghi e streghe dalle
origini ai nostri tempi”, e Mielandia.
Erano le 2.30 del pomeriggio, quando Harry si stava
dirigendo verso il negozio di scherzi di Fred e George, ma Hermione lo prese
per un braccio e lo fermò, dicendogli con un sorriso…”Aspetta, prima devo fare
una cosa…ma Harry, bisogna che ti fidi completamente di me e non inizi a
lamentarti o sbraitare, ok?”
Harry la guardò storto, poi, un po’ titubante rispose di sì.
In due secondi Hermione tirò fuori una bandana azzurra,
tolse gli occhiali al ragazzo mettendoglieli fra le mani e gli legò la bandana
davanti agli occhi in modo che Harry non vedesse dove stava andando.
Harry, un po’ preso dal panico, iniziò a dire alterato
“Hermione!Dai smettila, ma che cavolo….che stai facendo!!!”
Hermione lo prese per mano e lo portò in un luogo non molto
lontano da quello dove lo aveva bendato: Harry era certo che erano entrati in
un luogo al coperto e che avevano fatto delle scale per salire ad un piano
superiore.
“Hermione, se stai cercando di uccidermi, bè, ci stai
riuscendo perfettamente…”disse Harry inciampando per la quarta volta in un
gradino.
Hermione rise dicendo “Ancora poco Harry…fidati!”
“Eccoci arrivati…adesso ti lascio un attimo la mano…”
“Hermione non ci provare…!!!!”urlò Harry
“…puoi toglierti la bandana ma solo quando te lo dico
io…”continuò Hermione ignorando completamente le lamentele del ragazzo.
Harry sentì Hermione lasciargli la mano e si sentì perso…che
cosa sarebbe successo adesso?Che cosa cavolo avrebbe combinato quella ragazza!
“…ora puoi toglierti la bandana Harry…”sentì dire dalla
ragazza.
Impaziente se la levò…era in una stanza buia, che però in
due secondi si illuminò e rivelò il mistero.
“AUGURI HARRY!”
Era una stanza grande, con un tavolo da buffet al centro e
tavoli intorno;c’erano delle enormi finestre e tante decorazioni in giro,
compresi dei cuscini per terra.
Fred e Gorge, Ron, Ginny, Hermione, Dean, Zacharias,
Neville, Luna, Justin, Colin, Lee, Lavanda, Calì, Angelina,e un sacco di altra
gente erano lì, per festeggiare il suo compleanno, anche se con molto anticipo.
Ron corse da Harry e lo abbracciò.
“Harry, per la miseriaccia! Sei veramente cambiato dall’anno
scorso!Cosa sono questi capelli così lunghi!”
“Ehi Ron, anch’io sono felicissimo di vederti…anche perché
mi devi parlare di un sacco di cose!”
“Grazie Gin…ma dimmi, chi ha organizzato tutto questo!”
“E lo chiedi anche!” rispose sorridendo la ragazza
“Naturalmente è tutto uscito fuori dalla contorta mente della nostra
MissGranger!”
“…con la collaborazione di MissWeasley e tutta la sua
famiglia!” aggiunse Hermione sorridendo, notando che lo sguardo pieno di
gratitudine di Harry era solo su di lei e ciò la faceva arrossire a dismisura.
Ma improvvisamente lo sguardo di Harry fu catturato da una ragazza…Cho.
Cho si avvicinava sempre di più a Harry, e, anche se il
ragazzo era convintissimo di non avere più una cotta per la cinesina, bè,
doveva ammetterlo, quella minigonna e quella maglietta facevano veramente
girare la testa.
“Ciao Harry…Buon Compleanno…”disse Cho avvicinandosi al
ragazzo e baciandolo su entrambe le guance.
(Accidenti
perché Ron mi ha convinto a invitarla…perché…guardala come si appiccica
a Harry…miseria…perché!Accidenti a me) pensiero di Hermione alla vista della
scena
Harry era rimasto inebriato dal profumo della ragazza e da
quei lunghi e lisci capelli corvini, ma subito dopo si riprese e disse… “G-Grazie
Cho…allora…che mi racconti di bello?”
“Riguardo le mie vacanze..”
“Bè…si…si,certo”
“Niente di particolare…sono stata in Francia dove
casualmente mi sono incontrata con Fleur..”
“Ah…veramente”la interruppe Harry “E come sta?”
“Bene,anzi, mi ha proprio chiesto di te e ti ha mandato a
salutarti…anche la sua sorellina ti saluta…”
“Ah bene…e…”Harry stava per chiederle qualcos’altro, quando
Cho fu chiamata da una sua amica, probabilmente non conosceva Harry ma aveva
solo accompagnato Cho.
La ragazza con un sorriso si allontanò, lasciando Harry a
guardarla come un ebete.
Subito dopo arrivarono Fred e Gorge, lo abbracciarono, lo
salutarono, poi iniziarono a fare una specie di discorso che per Harry fu
assolutamente vergognoso.
“Bene ragazzi”iniziò Fred “Dato che siete ospiti nel piano
superiore del nostro negozio Tiri Vispi Weasley…”
“Yu-uuuu”scoppiò un immenso applauso, accompagnato da urla
di approvazione.
“Si…grazie!”ricominciò Gorge “Allora, per farla breve, dato
che noi siamo i proprietari di questo negozio ci sentiamo anche in dovere di
iniziare i festeggiamenti, per cui abbiamo adottato un metodo molto comune ad
Hogwarts…”
Fred e Gorge batterono le mani esattamente come faceva ogni
anno Silente al banchetto di Hogwarts, e magicamente apparvero torte, pasticcini,
pizzette e tante altre diavolerie commestibili del mondo magico.
“Non ti preoccupare Hermione”disse Gorge notando lo sguardo
contrariato della ragazza “non c’è nessun elfo domestico dietro le quinte a
preparare questa roba…”
“L’abbiamo comprata al negozio qui davanti”concluse Fred,
provocando nella ragazza un sorriso ironico.
Fu una grande festa: c’era da mangiare, c’era musica
babbana, ma soprattutto c’erano tanti amici.
Harry era completamente preso dal discorso di Ron
sull’ultima partita di Quiddich dove Viktor Krum con una incredibile Finta
Wronsky era riuscito a prendere il boccino e far vincere la sua squadra, mentre
Hermione era nel tavolo con Ginny, Cho e Luna e parlavano delle vacanze e dei
loro incontri con ragazzi babbani affascinanti, ma soprattutto muscolosi e
abbronzati.
Tutto fino a quando non finì da bere, e Hermione insieme a
Cho andarono al tavolo dove c’erano i Weasley e Harry e Cho disse “Ragazzi, è
finito da bere..che si fa?”
“Bè…”disse Ron ammiccando verso Hermione « …bisognerebbe
che qualche volontario dall’animo buono andasse al bar quà vicino e prendesse
qualche Burrobirra e succo di zucca…”
“Ti conosco Ronald Weasley…”disse Hermione “ci vado
volentieri io…se qualcuno mi accompagna…”
(Ti prego Harry offriti volontario…vieni con me a prendere da bere…)
questo fu il primo
pensiero di Hermione, anche se poi…
“Non c’è problema ti accompagno
io volentieri” disse Cho sorridendo
“Chi…a si…certamente, grazie
mille Cho” disse Hermione e sorridendo ai ragazzi se ne andarono.
Harry le seguì con lo sguardo
dalle grandi finestre mentre attraversavano la strada ridendo e scherzando,
mentre una quantità non indifferente di ragazzi si voltava per guardarle…
“Belle eh?Specialmente Hermione è
diventata molto bella…giuro Ron che se non fosse una tua amichetta ci
proverei…”
Tutti si girarono dalla parte da
cui provenne la voce…
“Miseriaccia Bill!Non dovevi
essere a Palma di Majorca?Che ci fai da queste parti!” disse Ron, andando a salvare
il fratello dalla soffocante stretta di Ginny.
“Sono tornato prima, così mamma e
papà mi hanno detto cosa avevate combinato tu e i tuoi amici, così mi sono
detto: bè, anche se Hermione non mi ha segnato nella lista degli invitati, un
posto in più ci sarà di certo!, così, eccomi qua!” finì, rivoltando la sedia e
sedendosi appoggiando i gomiti alla spalliera.
(La lista degli invitati di
Hermione…ah…QUELLA lista…ora ho capito…)
pensò Harry sorridendo al
pensiero della sera prima
“Vedo che il nostro Harry Potter
guardava con interesse le fanciulle…cos’è, hai ancora nella testa quella
Chang?” disse Bill vedendo il volto pensieroso di Harry.
“Cosa?Io…”
“Avanti Harry…”soggiunse Bill
“Cho è una bella ragazza, ma è abbastanza artificiosa come persona,non
so…sembra finta…”
“Hei non insultare l’ex ragazza
di Harry…”disse Ron “Anche se, sinceramente Harry, sono stato felice quando vi
siete mollati…nel senso…dai amico…stavi completamente perdendo la bussola a
causa di quella lì…neanche fosse una Veela…”
“Si…infatti tu ne sai qualcosa
delle Veela, giusto fratellino?” aggiunsero ridendo Gorge e Fred facendo
diventare completamente rosso Ron.
“Comunque voi due cercate tanto
in giro, ma non vi accorgete di una cosa…”iniziò Fred un po’ più seriamente
“…voi avete sotto mano Hermione, che, non so se ve ne siete accorti, ma è UNA
RAGAZZA…”
“Infatti…se uno di voi non coglie
l’attimo con Hermione, bè, sapete…ormai è da un po’ che tutti gli altri si sono
accorti che Hermione è una ragazza e non solo un importante strumento per
copiare i compiti…”
“Ma dai Fred George che state
dicendo” balzò su Ron ridendo “Cioè…ok, è una bella ragazza, e devo ammettere
che vederla con qualcuno che non fossimo noi, per esempio con Krum, mi dava
fastidio…però Hermione è Hermione…non potrei mai vederla diversamente da
un’amica o una sorella…”
“Ma Harry, posso farti una
domanda?”disse Bill.
“Certamente Bill, dimmi pure…”
“Ma fra te e Hermione…bè,
insomma…si sapeva quello che scriveva la Skeeter, ma la verità alla fine
qual’era?…Voi due stavate insieme?”
“No!”disse Harry arrossendo e
accaldandosi “Figuriamoci…come ha detto Ron, Hermione è Hermione…cioè, è la
nostra Hermione, la nostra migliora amica…e basta…”concluse, questa volta un
po’ più pensieroso.
“Sarà…ma voi mi sembrate da un
bel po’ in continuo corteggiamento…”disse Bill.
Harry era rimasto a bocca
aperta…CORTEGGIAMENTO?che voleva dire?
“Cosa?!”disse Ron ridendo
“…avanti…Harry e Hermione…?E’…via…abbastanza ridicolo! Harry conosce Hermione
esattamente come me da una vita…E’ un’amica…che Hermione diventi la ragazza di
Harry…avanti…è troppo strana e impensabile come cosa…!”
(Già Ron…hai ragione… strana e
impensabile…ridicolo…Avanti! Ma che sto
facendo!Hermione è la mia migliore
amica…ho solo la sfortuna di avere
un’amica così…bella,
imprevedibile, intelligente, sempre presente…)
pensò Harry mentre guardava
pensieroso Hermione e Cho che tornavano dal
bar e sentiva in sottofondo i
fratelli Weasley adulare Hermione ed elencare
tutti i momenti di CONTINUO
CORTEGGIAMENTO fra lei e Harry
***************
Grazie infinite a tutti coloro che hanno recensito…mi
avete dato una botta di vitalità! Sono felice che la mia idea vi piaccia e che
abbiate iniziato a seguirmi e spero che continuerete….^_^
In particolare volevo dire a:
maripotter:grazie, aggiornerò al più presto e
magari farò anche un salto a vedere le tue ff
Maroc: grazie e continua a mandarmi le tue
impressioni ^_^
Marco:sono felice che come inizio ti piaccia,
adesso si vedrà come si potrà svolgere la vicenda…una cosa però è certa…questa
ff non si limiterà a raccontare le avventure estive di Harry Potter…ho un sacco
di idee che veramente potrei farci un libro!
Koda:GRAZIE…mi hai davvero incoraggiato molto e i
tuoi apprezzamenti sul mio modo di scrivere mi hanno DAVVERO resa
felicissima…il mio obiettivo era proprio quello di scrivere una mia storia
senza però farla sembrare inverosimile o distaccata dalla realtà di
J.K.Rowling…per cui spero di non deluderti…continua a seguirmi e a recensirmi
mi farà di certo piacere…e avvertimi se trovi qualcosa che non va!!!
Capitolo 4 *** Buon Compleanno Harry (2^parte) ***
Hermione e Cho stavano tornando da “Mondo Birra” con una bella scorta di
Burrobirra e succo di zucca,parlando come due vere ve
Hermione e Cho stavano tornando da “Mondo Birra” con una
bella scorta di Burrobirra e succo di zucca,parlando come due vere vecchie
amiche.
A Hermione la cosa sembrava strana, molto strana:doveva
ammettere che in fondo Cho non era antipatica, anzi, con lei si parlava molto
bene e tranquillamente…fino a quando non entrarono in un argomento che stava a
cuore a entrambe: Harry Potter.
“Sai…un po’ ho nostalgia di Harry…”disse Cho, e come inizio
aveva già cominciato a dare fastidio a Hermione, che però non alzò la testa,
continuando imperterrita a guardare dove metteva i piedi.
“Lui era così…gentile, carino, simpatico, buono…anche se un
po’ stupido…”
“STUPIDO!” rispose Hermione così ad alta voce che Cho girò
sbalordita la testa verso di lei con un aria interrogativa.
“Cioè, volevo dire…stupido…si si…immagino fosse un
pochettino IMBRANATO, come tutti gli uomini d’altro canto…” si riprese la
ragazza, anche se nella sua mente stava dicendo…
(Harry Potter stupido…HARRY POTTER STUPIDO?!Ma guarda questa qua
come sipermette!Prima tratta Harry di m***a e poi OSA venirlo a
insultare
davanti a me…ma se dice qualcos’altro
di sbagliato giurò che le rovino io i
connotati…razza di finto
angioletto dei miei stivali!!!!!!!)
“Si, hai ragione…tutti i ragazzi quando sono alle prese con
le ragazze perdono veramente la testa e magari, non sapendo come comportarsi,
fanno delle cose…diciamo…ecco…senza senso…senza pensare alle
conseguenze…”continuò Cho.
“E poi”continuò arrossendo”Harry non faceva altro che dirne
una giusta su tre…ogni volta che iniziavo a parlare di Cedric era come se
perdesse il controllo e dicesse cavolate una dopo l’altra…”
(Ci credo!Credi che il mio Harry non ci
fosse rimasto già abbastanza male a
veder morire Cedric sotto i suoi
occhi? Credi che avesse avuto bisogno di
sentire la ragazza con cui stava
nominarlo pure a S.Valentino e ogni volta che
uscivate insieme? E naturalmente
vederti piangere ogni maledettissima volta
lo faceva stare di bene in
meglio, non ci hai mai pensato?!) Pensò
Hermione
mentre sul suo viso stava
imperterrito un sorriso compassionevole verso Cho.
“Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso” ammise la
ragazza “Sei stata….tu…”
“Io?…”disse bisbigliando Hermione, questa volta sinceramente
sorpresa e sbalordita. “Cioè…sapevo che a te non era andato giù il fatto che a
S.Valentino Harry doveva incontrarmi…ma poi…basta…giusto?”
“No, purtroppo…io ero veramente gelosa di te…Harry non
faceva altro che parlarmi di te…di dirmi quanto eri ingegnosa, di quanto lo
sostenevi e quanto gli eri amica…”
“Appunto…amica… Cho,
io-e-Harry-non-siamo-altro-che-amici…”disse Hermione con molta enfasi…
Cho fissò Hermione per qualche secondo con un aria
interrogativa, per poi scoppiare in una risata comica che ruppe il ghiaccio e
la tensione che si era creata fra le due ragazze.
“Cho…ma scusa…perché hai iniziato a ridere…?” chiese
Hermione sbalordita e divertita allo stesso momento.
Cho riprendendosi iniziò lentamente a
risponderle…”Hermione…posso farti una domanda?…da…da…da quanto tempo è che tu e
Harry siete amici?”
Hermione riflettè un momento, poi rispose: “Dal primo anno
di Hogwarts, quindi da quando avevamo 11anni…”
Cho prese fiato…“Hermione…adesso ascoltami bene…”iniziò la
ragazza, questa volta seriamente e fermandosi impalata davanti a Hermione…”tu e
Harry vi conoscete fin da bambini, ne avete passate tante insieme, così tante
che credo nessuno (a parte Ron che le ha vissute con voi) possa immaginarle…ma
avevate 11anni…eravate dei bambini…ma i bambini crescono…e voi due siete
cresciuti insieme, fianco a fianco…sono cose profonde, che legano le persone
che le vivono per sempre…”
Cho fece una pausa per squadrare Hermione, il cui cuore
batteva sempre più forte…
(Ma dove vuole arrivare…?…)
“Hermione,
sinceramente, io non ho mai creduto e non credo tutt’ora che fra
voi due ci sia solo semplice e pura amicizia…Harry è abbastanza enigmatico come
persona quindi non riesco a capirlo bene…ma tu, ragazza mia,… gli sguardi che
gli lanci, il modo in cui lo difendi, il modo in cui ci sei, disponibile e
pronta a tutto pur di non vederlo soffrire, il modo in cui tu stessa soffri
quando lui soffre…non puoi dirmi che Harry non ti piace, anche perché personalmente
non credo che ad una certa età possa esistere fra maschi e femmine sola
amicizia…forse prima, questo si…ma siete cambiati…tu è da un po’ che ti sei
accorta che Harry è un ragazzo…ma la cosa che ti fa star male è che lui non
riesce a vedere te come una ragazza…giusto?”
Hermione si sentiva pietrificata…tutti, TUTTI, tutti avevano
capito quanto Harry fosse importante per lei, di quanto la sua amicizia ormai
andasse oltre a tutto questo…tutti tranne Harry…
E la cosa più grave è che Cho aveva ragione, Cho le stava
dando dei consigli…Cho era davanti a lei, con un’aria che per Hermione in quel
momento era talmente odiosa che dovette trattenersi dal non cambiarle realmente
i connotati…Cosa ne voleva sapere lei della vita della so-tutto-io MissGranger,
come si permetteva di arrivare e sputare sentenze a dritta e a manca con quel
tono!
Hermione era consapevole che, nonostante la rabbia che
provava, Cho era nel giusto e aveva perfettamente centrato il problema, ma
l’unica cosa che riuscì a dire fu: “…i…i ragazzi aspettano da bere…è meglio se
andiamo…”
Hermione abbassò la testa incamminandosi verso il luogo
della festa, seguita a ruota da Cho che, dopo aver scosso il capo come in segno
di commiserazione, aveva ricominciato a parlare degli esami di Hogwarts, come
se niente fosse stato.
***********************
“Ehi ragazze…finalmente siete tornate!Stavamo morendo
disidratati!”disse Bill appena Hermione eCho rientrarono nella stanza.
La vista di Bill distolse Hermione dai suoi pensieri, e di
questo gliene fu immensamente grata.
La ragazza appoggiò da bere sul tavolo centrale e si diresse
verso Bill e il tavolo dei ragazzi.
“Bill…sei tornato!”disse abbracciandolo “Sono felice di
vederti….come mai sei tornato così presto da Palma di Majorca…caspita…se sapevo
così ti avrei invitato…non te la sei presa, vero? Voglio dire…eri via, sapevo
che saresti dovuto tornare fra una settimana e oltretutto non eri
rintracciabile, per cui ho creduto che…”
“Hei hei ragazza, non ti agitare!”disse sorridendo e
facendole segno di sedersi.
Hermione sorridente si sedette, continuando ad ascoltare le
parole di Bill.
“Immaginavo quale fosse la situazione, per cui, diciamo che
ho fatto il maleducato e mi sono auto invitato…poi a Palma di Majorca non mi
trovavo più bene…”
“Carenza di ragazze, oppure tutte ti hanno dato buca?”Chiese
ironicamente Ron al fratello, provocando a tutti quelli del tavolo una risata.
“…caro fratellino…ma cosa dici!Naturalmente il problema era
solo che nessuna donzella era talmente bella da conquistare il mio cuore…”concluse
Bill, in un tono che faceva benissimo intendere che la verità era la seconda.
Bill iniziò a raccontare le sue avventure estive,
sicuramente anche un po’ inventate, ma comunque affascinanti a tal punto che
tutti erano ipnotizzati ad ascoltare, tutti tranne Harry.
Lo sguardo di Harry passava da Cho a Hermione, fino a
fermarsi definitivamente su Hermione…
Sorrideva…le brillavano gli occhi…sprizzava energia e
felicità da tutti i pori…era bellissima…
(Possibile
che i Weasley abbiano ragione…CONTINUO CORTEGGIAMENTO…be
effettivamente quando avevo bisogno, Hermione c’era sempre vicino a me,
mi
difendeva sempre, mi capiva,…ma questo lo faceva anche Ron…il solo
pensiero di
poter sentire qualcosa in più della semplice amiciziaper lei mi fa paura…però è così…
così bella…ma da quand’è che questa ragazza è diventata così?Eppure è
cresciuta sotto i
miei occhi, e non me ne sono mai accorto…ma come ho fatto…come ho fatto
a perdere la
testa per Cho quando Hermione è mille volte meglio…quando lei mi capisce
veramente, è
una ragazza così forte…)
“TERRA CHIAMA POTTER-TERRA CHIAMA POTTER!POTTER RISPONDI!”
I suoi pensieri e le sue riflessioni furono bruscamente
interrotti dalla voce acuta di Ron che gli stava praticamente urlando nelle
orecchie…
“SI…si…si Ron…dimmi, cosa c’è!” disse Harry, accorgendosi
che tutti quelli del tavolo orami li stavano guardando in modo interrogativo.
Ron lo guardò, come se avesse inteso tutto, ma, come se
niente fosse, continuò.
“Volevo solo dirti che, come ad ogni festa di compleanno che
si rispetti, gli invitati sono ancora più graditi se portano dei regali…”
“PER CUI!” continuò Fred alzando la voce in modo da farsi
sentire da tutti “HARRY, BUON COMPLEANNO!”
Fred battè le mani e, proprio come era apparso magicamente
il cibo, allo stesso modo in un angolo della stanza vicino ad una porta
finestra apparvero un mucchio di regali, ma davvero tanti; Harry non ne aveva
mai visti così tanti.
Il ragazzo rimase sbalordito, non sapeva se dire ma siete
matti a portarmi tutti questi regali! Oppure Hei ragazzi, grazie mille,
non so proprio cosa dire…
Alla fine, riprendendosi dalla sorpresa iniziale, optò per
la seconda ipotesi.
Immensamente grato agli amici che già gli avevano
organizzato una festa bellissima, si avvicinò al mucchio di regali;tutti si
sistemarono sopra i cuscini ed iniziò il rito dello scarto dei pacchetti.
Harry ricevette un sacco di dolci: Gelatine Tuttigusti+1,
Cioccorane, gomme Bolle Bollenti, polentine, Bacchette Magiche alla Liquirizia
e al Cioccolato, Zuccotti di Zucca.
Fred e George gli avevano dato in omaggio alcuni nuovi
strani aggeggi da loro inventati, come una polverina miracolosa che, se sparsa
per terra, creava un vortice invisibile e chiunque ci capitasse sopra sarebbe
stato trasportato esattamente dalla parte opposta di dove si trovava (“Adatto
per allontanare Piton prima che entri in classe…vi risparmierete una bella
mezz’ora di tormenti…”aveva commentato Fred); il signore e la signora Weasley
avevano regalato a Harry una nuova borsa per i libri; Ron un modellino della
nuova Firebolt2005; Ginny una piuma nuova dipinta coi colori di Grifondoro e,
infine, prima di aprire l’ultimo regalo, Harry sentì dire Hermione alle sue
spalle: “Quello Harry è mio…spero ti piaccia, sai, non ci capisco molto di
certe cose, per cui…però ho cercato di informarmi il più possibile in
biblioteca cercando manuali e…”
“Si, abbiamo capito Hermione”commentò Ron ironicamente
imitando la voce dell’amica “…ho letto sull’argomento per cui credo di aver
fatto del mio meglio per non fare errori…”
“ROOOON!”disse Hermione ridendo e dando una gomitata sul
fianco all’amico.
Poi la ragazza si sedette vicina a Harry e sorridendo
disse…”Allora, lo apri si o no?”
Harry in risposta sorrise e si mise a scartare la carta
verde smeraldo.
Trovò una scatola di legno con scritto sopra in caratteri
rosso fuoco Quiddich; appena Harry lo apri rimase a bocca aperta.
Aperto il coperchio venne fuori dalla scatola un vero e
proprio campo da Quiddich 3D in miniatura, con i cerchi, le torri e tanti
modellini di giocatori e scope tanti ce n’erano in una vera e propria squadra.
Harry non sapeva cosa dire;non faceva altro che fissare il
regalo sbalordito.
Hermione, preoccupata, iniziò a dire: “Oddio Harry…qualcosa
non va?Ecco, lo sapevo!Non ci prendo mai in queste cose…era meglio se ti
prendevo un libro, lì si che ci capisco qualcosa…QUIDDICH…ma cosa mi è saltato
in testa…vedi, dato che si dice in giro sia molto probabile che tu diventa il
nuovo capitano di Grifondoro, allora ho pensato < a Harry servirà qualcosa
per poter pianificare le partite, per organizzare le formazioni di attacco e
difesa… > volevo per una volta fare l’originale, ma a quanto pare…”
“GRAZIE”riuscì finalmente a dire Harry.
Il ragazzo si girò verso Hermione e disse: “Non so veramente
come ringraziarti…questo coso è…forte!è davvero fantastico…e poi anche se non
diventerò capitano non importa…avrò un gioco in cui ho la possibilità di
battere Ron!Sai…gli scacchi non sono proprio il mio forte…”
Hermione sorrise, si avvicinò a Harry e gli schioccò un gran
bacio sulla guancia, sussurrandogli: “Buon Compleanno Harry”.
Il resto della giornata passò con le ragazze riunite a
chiacchierare in un tavolo e i ragazzi che si alternavano fra partite di
scacchi e partite di Quiddich; poi, verso le 6.30, purtroppo la festa finì.
“Harry, non ti preoccupare…”disse Ron prima di tornare a
casa insieme a Ginny, Bill e i gemelli “i tuoi regali più grandi li teniamo
noi…sai…non oso immaginare la faccia di tuo zio se ti vedesse arrivare a casa
con un modellino di manico di scopa e di un campo da Quiddich!”
“…non ti preoccupare, te li restituiremo quando tornerai a
Hogwarts”finì George stringendo la mano a Harry.
“Potter, è stato un vero piacere poter organizzare una tale
festa nel nostro locale…oltre a divertirci ci è servito anche per farci un po’
di pubblicità”disse Fred, imitando la stretta di mano di George.
“Ci vediamo presto Harry, promesso…non ti lasceremo a lungo
dai tuoi zii!”disse Ron salutando l’amico.
Hermione abbracciò Ginny, poi andò ad abbracciare Ron
dicendo “Guai a te se rovini il modellino del campo da Quiddich Ron…”
“Non ti preoccupare Herm…è in buone mani…” rispose il
ragazzo, diventato rosso come i suoi capelli.
“Allora ci vediamo ragazzi…”salutò Hermione.
Dopo che i Weasley si furono smaterializzati, Harry si
avvicinò a Hermione, le mise una mano sulla spalla e disse:”Andiamo?”
Hermione si voltò e, ricambiando il sorriso, fece un cenno con
la testa.
Al ritorno presero il Nottetempo, anche se si fermarono un
isolato prima della casa dei Dursley per paura della reazione sconsiderata
degli zii e dei vicini pettegoli.
Durante il tratto a piedi fra i due ci fu un silenzio
imbarazzante; Harry fingeva di interessarsi ai giardini delle case, mentre
Hermione guardava imperterrita davanti a se e ogni tanto giocava con una ciocca
dei suoi capelli…
Fu Harry a rompere il silenzio…”Hermione…bè, ecco…volevo
solo dirti che, dunque…volevo dirti che be, oggi è stato…”Harry si voltò verso
Hermione, che lo guardava con una faccia interrogativa, quasi stralunata…
(Ma che sto
facendo…CHE STO FACENDO!sto balbettando con
Hermione…HERMIONE!!!)
Hermione scoppiò in una risata, seguita a ruota da Harry…
“Harry, ti prego…ricomincia e riformula un discorso sensato
con un soggetto e un verbo ti prego!…” disse Hermione fra le risate.
Harry si fermò, fece un respiro profondo e poi, con un
ultima risata, disse alla ragazza:
“Grazie Herm!Davvero, ultimamente stai facendo tanto per
me…prima ti ritrovo improvvisamente a casa mia con la notizia che ti avrò fra i
piedi per dieci giorni…ehi scherzavo…naturalmente sono molto lieto di godere
della compagnia di MissGranger…”aggiunse subito Harry, notando la smorfia di
Hermione alla parola “fra i piedi”.
“Allora, dicevamo…ecco. Prima ti precipiti a casa mia a
salvarmi dai miei zii, poi organizzi una mega-festa di compleanno, in anticipo,
però fantastica, mi regali un modellino di Quiddich che farebbe invidia a
chiunque…”poi Harry aggiunse, fermandosi e guardandola negli occhi “cos’altro
possiamo aspettarci da lei, signorina Granger?”
“Bè sa, signor Potter” continuò Hermione un po’ rossa in
viso e sorridendo “lei e il signor Weasley non conoscete neanche la metà delle
vere capacità della mia persona…”
“O mio Dio!Già quello che conosco mi ha sempre sorpreso…sono
proprio curioso di che cosa sei capace di tirarmi fuori…”
“Vuole mettermi alla prova, Potter?”disse Hermione in tono
di sfida e mettendosi davanti a Harry.
Harry, accettando la sfida, iniziò ad avvicinarsi sempre di
più alla ragazza…
A Harry iniziava a battere forte il cuore, e, man mano che
si avvicinava a Hermione, sentiva dentro di sé i discorsi dei Weasley riguardo
lui e la ragazza.
(Caspita…e adesso?Cosa
farò quando mi avvicino? Non posso osare,
anche se i miei dubbi
possono sparire solo se io avessi il coraggio…
se solo io baciassi
Hermione…ma non posso…devo pensare alle
conseguenze…Dio che
imbarazzo…anche se però…no, non posso
avvicinarmi così tanto…non
DEVO…)
Hermione teneva gli occhi fissi su Harry…il ragazzo si stava
lentamente avvicinando sempre di più..ormai la ragazza temeva di perdersi nel
profondo mare verde di quegli occhi, gli occhi del suo migliore amico…
(Oddio…Harry cosa
fai?Ti prego, non avvicinarti di più…non possiamo…
dai, tanto mi stai prendendo
in giro…ti ho visto, oggi, come guardavi
Cho…non illudermi in questo
modo…mi fai stare ancora più male…
È già abbastanza dover
seppellire tutto questo tormento che ho dentro,…
Non illudermi Harry…non fare
in modo cheio creda di essere qualcosa
che in realtà non
sono…qualcosa che non sarò mai…)
La mano di Harry si sollevò e andò ad appoggiarsi sulla
guancia di Hermione; Harry era titubante, la ragazza tremava all’idea di quello
che sarebbe potuto succedere…
I due erano sempre più vicini…i due cuori ormai battevano
all’unisono…mancava poco…pochi centimetri…pochi centimetri e Harry avrebbe
saputo la verità…pochi centimetri e Hermione avrebbe potuto scoprire se il
ragazzo la imbrogliava o no…
Ma all’improvviso…un boato, non lontano da lì…urla,
schiamazzi, grida…
I due si allontanarono e si voltarono dalla parte da cui
provenivano i rumori e, abbandonato ogni imbarazzo che ci sarebbe potuto essere
fra i due dopo un momento del genere, Harry prese la mano di Hermione.
Iniziarono a correre attraverso le stradine tortuose, fino a
quando giunsero davanti alla casa dei Dursley.
Si fermarono.
Harry sussultò.
Hermione gli strinse la mano e si avvicinò al ragazzo.
Entrambi stettero fermi a guardare le fiamme che alte divampavano
nel tramonto di Privet Drive, osservando la casa degli zii andare a pezzi.
La cosa che più sconvolse Harry, però, fu una scritta…
Una scritta rossa…rosso sangue…si scorgeva fra le lingue di
fuoco…
Là, sulla candida parete di quella casa una volta bianca…
Lì stava scritto…
LA NUOVA GUERRA E COMINCIATA..
LA VENDETTA DEL SIGNORE OSCURO
E VICINA..
************************
Avete visto che brava…ho aggiornato presto!!!Però vi
avverto, non fateci l’abitudine, perché fra un po’ ricomincio la scuola, per
cui gli aggiornamenti saranno più rari purtroppo…LLL
Spero che il nuovo cap vi piaccia…l’ho fatto un po’ più lungo
degli altri, inoltre, dato che la ffiction sta prendendo una piega un po’ più
“seria”, mi piacerebbe che continuaste a mandarmi impressioni e suggerimenti..
Grazie a tutti coloro che hanno recensito e hanno letto la mia
storia…
Grazie Koda per mettere sempre un tuo commento…a proposito
dell’errore di Mielandia e Zonko…diciamo che avevano aperto delle filiali a
Diagon Alley!!! JJJ
Grazie dei commenti e non vi preoccupate…le recensioni non mi
annoiano!
Basta anche che mi scriviate una sola riga per farmi felice e
darmi l’impulso di continuare a scrivere…
Spero di poter aggiornare il prima possibile, per la vostra
gioia e anche per la mia!
BACIONI A TUTTI E BUONA PASQUA
PS:il giorno di
Pasqua è anche il giorno del mio comply! (+17)
“…Harry…”bisbigliò Hermione stringendo ancora di più il braccio del
ragazzo e guardandolo in viso…
“…Harry…”bisbigliò Hermione
stringendo ancora di più il braccio del ragazzo e guardandolo in viso…
Harry era immobile con lo sguardo fisso sulla casa
da minuti ormai:ogni fibra del suo corpo era tesa, il viso serio, gli occhi
spalancati, il respiro affannoso.
Nella sua mente, veloci, rapide e terribili,
passarono immagini della sua vita…vide il volto di Voldermort orribilmente
inglobato nel retro della testa del Prof.Raptor, vide l’Oscuro Signore tornato
giovane studente di Hogwarts ridere guardando il cadavere di Ginny, rivide i
suoi occhi assetati di sangue mentre lottava contro di lui al quarto anno,
mentre uccise Cedric, lo rivide mentre tentava di prendere la profezia, quella
maledetta profezia…e nel frattempo i suoi occhi si velarono di lacrime sentendo
rimbombare nelle orecchie delle urla, urla di dolore e di sofferenza…urla già
sentite, appartenenti a una scena che Harry non poteva ricordare…le urla di sua
madre.
“…Harry…Harry, ti prego, non
fare così…mi fai paura…HARRY!!!”disse Hermione singhiozzando e strattonando la
maglietta del ragazzo.
Harry si ridestò dai suoi pensieri; si asciugò le
lacrime che stavano per scorrere sul suo viso e guardò Hermione.
La ragazza aveva gli occhi colmi di lacrime e lo
guardava supplichevole.
Harry la prese e se la strinse forte al petto;
immerse il suo viso fra i capelli di Hermione, continuando a stringerla a sé,
mentre la ragazza tremava.
La cicatrice ora bruciava, sembrava essere fuoco;
Harry obbligò se stesso a calmarsi e a trovare una soluzione, non poteva
perdere il controllo della situazione in quel momento…in realtà, in 17 anni
della sua vita non gli era mai stato permesso di perdere il controllo… aveva
l’obbligo di restare calmo e a mente lucida in qualsiasi situazione…proprio
perché lui era Harry Potter, il bambino sopravvissuto…ed era ciò che gli altri
si aspettavano da lui.
Improvvisamente Harry si ridestò al suono delle
sirene;Hermione si allontanò da lui, ora più calma vedendo che Harry si era
“ripreso” da quella specie di trance…fino a quando la ragazza sussurrò…
“Harry…e i tuoi zii?”
Harry a quelle parole non ragionò più:iniziò a
correre sempre più velocemente verso la casa in fiamme, ignorando i richiami di
Hermione…
I Dursley…li aveva sempre odiati…ma in fondo, erano
l’unico e ultimo collegamento con sua madre, soprattutto ora dopo la morte di
Sirius…e poi non era giusto farli morire così…in fondo non erano
cattivi…semplicemente erano ignoranti e insensibili nei confronti del mondo
magico…
Harry sfondò la porta e iniziò a cercarli; con sua
immensa fortuna i Dursley erano in cucina, al piano terra;se si fossero trovati
al piano superiore, raggiungerli sarebbe stato più difficile, dato che le scale
erano crollate.
Zia Petunia stringeva al petto un singhiozzante
Dudley e urlava al marito di fare qualcosa.
Zio Vernon cercava di fare da schermo alla moglie e
al figlio col suo corpo, anche se forse era il più terrorizzato di tutti.
Il signor Dursley, vedendo Harry, iniziò a urlare e
a sbraitare:
“TU!MALEDETTO! LO SAPEVO CHE SARESTI STATO UNA
CONDANNA PER NOI! FACCI USCIRE SUBITO DI QUI’, PERCHE’ TI AVVERTO, SE NON MUOIO
PRIMA, TI UCCIDO CON LE MIE MANI! HAI CAPITO POTTER!”
Harry non sapeva cosa fare; il fuoco era da tutte le
parti e fuori si sentivano le voci dei vigili del fuoco che stavano arrivando,
ma lui doveva fare qualcosa…si ricordò che la mattina prima di uscire aveva
lasciato la bacchetta dentro il cassetto del comodino, nella sua stanza al
piano di sopra…
Harry non poteva perdere la bacchetta, doveva agire
in fretta, pensare velocemente a qualcosa…anche se in tutta quella confusione
ragionare era la cosa più difficile da fare.
Ma improvvisamente gli tornò in mente il quarto anno
ad Hogwarts, quando lui e Hermione provavano un incantesimo per attirare a sé
gli oggetti…
Harry tese il braccio e la mano
aperta verso il secondo piano, poi, con estrema concentrazione, gridò “ACCIO
BACCHETTA!”
Harry aveva gli occhi chiusi…gocce di sudore gli
solcavano la fronte contratta per la concentrazione…
(Ti prego…ti
prego…DEVE FUNZIONARE!Non posso
fallire adesso,non adesso…ti prego, ti prego…TI
PREGOOOOOOO!)
Harry strinse la mano e, con suo enorme sollievo
sentì fra le dita qualcosa di solido: la sua bacchetta, magicamente volatagli
fra le mani.
Harry con un profondo respiro aprì gli occhi:adesso
si che poteva fare qualcosa.
Con un gesto della bacchetta si aprì il passaggio
verso gli zii, rovesciando ai lati pezzi di legno e mattoni; poi si avvicinò ai
tre e, pronunciando una nuova formula magica, dalla punta della bacchetta uscì
un getto d’acqua che creava un varco fra le fiamme che si avvicinavano sempre
di più.
Harry si girò e disse ai tre: “SBRIGATEVI, ADESSO
VENITE DIETRO DI ME E STATE VICINI, CAPITO?…ALLORA, MUOVETEVI!”aggiunse il
ragazzo con veemenza vedendo gli zii e il cugino guardarlo strano.
Harry riuscì a portare tutti e tre in salvo, appena
in tempo prima che parte del tetto crollasse proprio nella cucina.
All’uscita, un manipolo di vigili del fuoco
arrivarono in loro soccorso, trascinando i Dursley verso un ambulanza e
mettendogli davanti al viso una mascherina d’ossigeno, mentre un altro vigile
del fuoco si avvicinò a Harry e, prendendolo con poca delicatezza alle spalle,
gli disse:”TUTTO BENE RAGAZZO?SEI FERITO?”
“No…io…io sto bene…”disse Harry sempre fissando
l’ambulanza.
Il vigile del fuoco si allontanò velocemente,
raggiungendo i colleghi che lottavano per spegnere l’incendio.
Harry era rimasto a fissare sconvolto la casa…quella
casa tanto odiata…se Voldemort e i Mangiamorte erano arrivati al punto di
attaccare il luogo che Silente riteneva il più sicuro per il ragazzo, allora
era proprio vero, la guerra era ricominciata…e nessun luogo sarebbe stato più
sicuro per Harry Potter…
All’improvviso Harry si sentì prendere per un
braccio e fu trascinato dietro a un albero lì vicino…il suo viso fu nuovamente
immerso in una massa di capelli dorati…i capelli di Hermione…
“Harry, Dio mio, ma che ti è preso?Non sentivi che
stavano arrivando le ambulanze e i vigili?Ma cos’hai in quella testa?Se vuoi
proprio decidere di farti uccidere, almeno non farlo davanti a me, che poi
muoio anch’io di spavento…hai capito!”
Harry scostò il viso dalla chioma di Hermione, e la
guardò …Vedendo il viso di Hermione, un viso amico, il ragazzo si
tranquillizzò, e si mise a sorridere, spostando delicatamente un’impertinente
ciocca di capelli che copriva i bellissimi occhi dell’amica.
La ragazza era rimasta imbambolata, poi, vedendo
Harry sorridere, iniziò a dire allontanandosi: “Non ci credo…NON CI CREDO!
Prima rischi la vita entrando in una casa che va a fuoco, poi mi vedi quasi
morire di paura e adesso ti metti anche a fissarmi ridendo?Harry, ma quanto sei
stupido?”
“Ma guarda come sono carini…”disse una voce proveniente
da dietro un albero non molto lontano da quello dove si nascondevano i due.
Harry rimase in silenzio…era imbarazzato e anche
pronto ad estrarre nuovamente la bacchetta, ma questa volta fu la ragazza a
sorridere, fermando la mano di Harry.
“Grazie Ninfadoro per il tuo commento…”disseironicamente ad alta voce Hermione che aveva
già visto la strega prima mentre Harry era entrato in casa a salvare gli zii.
“Ecco, te l’avevo detto che non dovevi fare
commenti, Tonks!”
Questa volta Harry riconobbe subito la seconda voce
proveniente dalla stessa direzione di quella di Tonks…
“Professor Lupin?”
“Si Harry, siamo noi…”
I due uscirono da dietro l’albero; entrambi
indossavano un lungo mantello nero che li copriva dalla testa ai piedi, anche
se si potevano notare i capelli rosa shocking di Ninfadoro Tonks spuntare dal
cappuccio e i lineamenti stanchi di Remus Lupin, probabilmente a causa di una
recente scorrazzata per i prati in una notte di luna piena.
“Siamo qua per conto dell’Ordine…”iniziò Lupin
“verso le 6 di questa sera ci è giunta voce che i Mangiamorte avevano un nuovo
obiettivo…siamo riusciti a scoprire che questo obiettivo era la casa dei tuoi
zii, Harry, così siamo accorsi il prima possibile per paura che i Mangiamorte
riuscissero a trovarti…”
“Ma per fortuna Molly ci aveva avvisato che Hermione
e i suoi figli ti avevano organizzato una festa a sorpresa, così tu non eri in
casa…siamo andati ad avvertire i tuoi zii dell’attacco, ma ci hanno mandati via
a calci nel sedere…”finì Tonks con un tono di delusione nella voce.
“Harry, non possiamo spiegarti tutto ora…so che vuoi
sapere, ma non è il luogo adatto…i Mangiamorte potrebbero tornare da un momento
all’altro e trovarti…per cui adesso seguiteci” disse Lupin, facendo segno ai
due con la mano di seguirli.
Harry e Hermione obbedirono; Tonks e Lupin
indicarono ai ragazzi la statua di un gnomo da giardino situato dietro il
cespuglio di una casa poco lontano da loro.
Harry capì che era una Passaporta, così trascinò
Hermione vicino alla statuetta, poi tutti insieme, ad un cenno di Lupin,
afferrarono l’oggetto.
Harry sentì il suolo venire a meno sotto i suoi
piedi…troppo tardi si ricordò che nel trambusto non si era assicurato della
salute degli zii e del cugino, e ormai non poteva più tornare indietro.
In poco tempo i quattro si ritrovarono sbalzati in
una cucina che riconobbero essere quella di casa Black, la sede dell’Ordine
della Fenice.
Nessuno dei quattro riuscì a fare un entrata degna
di un mago: Harry si ritrovò lungo e disteso sopra la tavola, dove fortunatamente
la signora Weasley non aveva ancora disposto la cena; Tonks era rimasta appesa
col cappuccio al lampadario; Hermione si era ritrovata a sedere su una sedia in
braccio a Ron; Lupin crollò alle spalle della signora Weasley, impegnata a
cucinare una specialità della casa.
Il grido di Molly Weasley richiamò tutti in cucina,
cosicché i gemelli, Ginny, il signor Weasley, Bill e Charlie si affrettarono ad
andare a controllare cosa era accaduto.
“Harry, mio caro, stai bene vero?”disse preoccupata
la signora Weasley scavalcando Lupin e dirigendosi al tavolo per aiutare Harry
a rialzarsi…”siamo stati tanto in pena per te ragazzo mio…”
“Davvero Harry…mamma non faceva altro che chiedermi
a che ora te n’eri andato, come te n’eri andato…insomma un vero e proprio interrogatorio…Scusa
Hermione, ma ti potresti alzare?…sai, non credevo pesassi così tanto…”disse
Ron.
La ragazza si alzò, naturalmente non senza prima
aver dato uno schiaffo amichevole in testa al ragazzo, il quale era diventato
rosso per la situazione in cui si era trovato…”ma perché proprio sopra
me,Herm?”
“Hei Ronald, mica l’ho deciso io!Fosse stato per me
sarei atterrata in piedi, cosa credi?”ribattè la ragazza.
Lupin nel frattempo si era rialzato e, toltosi un
po’ di polvere dal mantello nero, si assicurò che Harry e Hermione fossero in
buono stato, poi annunciò “Vado a mandare un gufo a Silente per rassicurarlo…no
Harry…non guardarmi con quella faccia…”protestò Lupin vedendo Harry assumere
una faccia scocciata e offesa…”le spiegazioni le avrai a tempo debito….ti
assicuro che le avrai, ma non da me e né da nessuno che non sia abbastanza
informato da spiegarti ogni cosa….ora, vogliate scusarmi…”e se ne andò, diritto
ai piani alti della grande casa.
“Su su Harry…Remus ha ragione…neppure noi sappiamo
esattamente come stanno le cose…solo Silente è a conoscenza dei fatti…quindi,
tanto vale aspettare…”commentò la signora Weasley sistemando la maglietta
sporca di Harry…
“Harry…ma come hai fatto a ridurti in questo
modo!”chiese Ginny squadrando il ragazzo dalla testa ai piedi e osservando la
maglia candida diventata nera e i jeans irrimediabilmente strappati…
“E’ una lunga storia, non è vero Harry?”commentò
Hermione guardando seriamente Harry negli occhi; il ragazzo ricambiò lo
sguardo, consapevole di una cosa:anche se adesso stavano cercando di
sdrammatizzare la situazione, quella frase sul muro non era per niente uno
scherzo.
“Hei…HEI!” sentirono dire una voce proveniente
dall’alto.
Tutti alzarono lo sguardo al soffitto…Tonks era
ancora appesa per il cappuccio al lampadario…
*************************
Alle 8.30 si ritrovarono tutti a tavola a gustare il
delizioso pranzo della signora Weasley: Arthur Weasley a capotavola, a destra e
a sinistra di lui c’erano Charlie e Bill, e naturalmente Harry era di fianco a
Ron e di fronte a Hermione, la quale continuava silenziosamente a mangiare
nonostante gli sguardi interrogativi che le lanciava Ginny dalla sua destra.
L’unica cosa che guastava questo pranzo era il silenzio:c’era
un silenzio di tomba, nessuno voleva parlare né accennare agli avvenimenti di
quella sera.
Neppure Fred e George si cimentavano nelle loro
battute di spirito…si sentivano solamente da lontano le urla del ritratto della
signora Black che continuava incessantemente a maledire i discendenti della sua
famiglia nonostante da molto tempo i Weasley tenessero costantemente chiusa la
tenda rossa di fronte al quadro.
Questa situazione imbarazzante durò fino a quando la
porta principale si aprì di colpo…molti sussultarono, ma il signor Weasley
disse saggiamente…”sicuramente sarà qualcuno dell’Ordine…nessun’altro potrebbe
entrare…”
Un passo irregolare risuonava nella tromba delle
scale, fino a quando, facendosi più vicino, varcò la soglia della sala da pranzo.
Il signor Weasley scattò in piedi…”Moody…”
Malocchio Moody, avvolto in un mantello nero, aveva
fatto la sua entrata teatrale…ma aveva qualcosa di diverso, che notarono tutti,
e che rese tutti inorriditi: il mantello, il cappello…ovunque su di lui c’erano
macchie di sangue e strappi.
“Moody…ma cosa…cos’è successo?”Esclamò la signora
Weasley portandosi le mani alla bocca.
“Sono venuto a fare rapporto Molly, e a cercare
rinforzi…molti Auror sono stati riuniti dal Ministero della Magia e sono andati
a fermare i Mangiamorte che avevano intenzione di colpire un centro babbano…si
sono scontrati nel bel mezzo di una strada di campagna…ci sono un buon numero
di morti, e almeno almeno il triplo di feriti…il San Mungo è pieno…Silente ha
chiesto che chiunque sia in grado di combattere e chiunque sia disponibile si
unisca alle fila degli Auror…”
Tutti si guardarono in viso, fino a quando Lupin si
alzò da tavola e disse: “Io ci sono Moody…vado in camera a prendere la mia
solita pozione e la bacchetta…arrivo subito…”
“Contate su di me Moody”aggiunse seria e decisa
Tonks e andando a prendere il mantello con la bacchetta.
Il Signor Weasley seguì l’esempio e andò a prendere
il mantello, seguito a ruota da Bill, Charlie, Fred e George…la Signora Weasley
teneva costantemente il viso fisso sul piatto mezzo pieno e con le mani stava
stropicciando nervosamente il tovagliolo che teneva sulle ginocchia; Ron stava
fissando il padre e i fratelli mentre si armavano di bacchetta, desiderando di
potersi unire a loro e combattere contro i Mangiamorte; Ginny non faceva altro
che guardare la mamma preoccupata, appoggiando di tanto in tanto la mano sulle
sue; Harry e Hermione si guardavano a vicenda, entrambi consapevoli di essere
di troppo nel dolore di quella famiglia.
“Sapevo che il Ministero della Magia poteva contare
sulla famiglia Weasley…non pensate ai pettegolezzi che si sentono in giro…
credetemi, voi portate un grande onore al mondo dei maghi…”commentò Malocchio
Moody vedendo i tre rimasti della famiglia essere così in agitazione.
“Potter…bè, che dire…ben tornato in mezzo alla
mischia…tu sei Hermione Granger, giusto?”disse Moody guardando con l’occhio
normale Harry e con l’altro Hermione.
“Sì…si, sono io professore…”disse la ragazza
guardandolo in modo sorpreso.
“Ottima ragazza…si si…ottima strega per la sua età,
mi ricordo…Silente mi ha detto di dirti che la tua famiglia è stata informata
dell’accaduto…stanno tornando indietro dalla Spagna e di certo ti verranno a
trovare per portarti i bagagli…si, signorina, i bagagli…ormai non è consigliabile,
per chi è entrato, uscire ed esporsi al pericolo dei Mangiamorte, soprattutto
quando uno è…”
“si…si, quando uno è come me…capisco signore, non si
preoccupi…grazie” disse la ragazza sorridendo nervosamente.
“Bene Malocchio, noi siamo pronti…” disse l’intera
armata già con i mantelli addosso e radunata all’ingresso.
La signora Weasley si alzò dal tavolo e andò a
baciare e abbracciare il marito e i figli, mentre Ron e Ginny, imbarazzati e
pensierosi, si limitarono a fare un cenno di saluto, comunicando esattamente la
stessa tristezza e paura che dimostrava la signora Weasley attraverso le
lacrime.
“Te li riporteremo tutti a casa sani e salvi, Molly,
fidati…è una promessa…”disse Lupin rassicurando la donna.
“Andiamo, gli altri saranno già al Ministero…dobbiamo
muoverci…se succederà qualcosa di grave…lo saprete…”disse Arthur lanciando un
occhiata all’orologio magico appeso sopra il camino del salotto che funzionava
esattamente come l’orologio della Tana, solo che aveva molte lancette in più
che indicavano Harry, Hermione, Lupin, Tonks, Piton, Silente e altri membri
dell’Ordine.
Arthur Weasley sorrise alla moglie, poi, insieme a
tutti gli altri, se ne andò.
Tutti rimasero in silenzio, immobili, ascoltando
soltanto gli echi delle grida della signora Black…
“STIA UN PO’ ZITTA UNA BUONA VOLTA, VECCHIA
STREGA!NEANCHE NEI MOMENTI PIU’ DIFFICILI SA PORTARE RISPETTO!SIETE
VERGOGNOSA!”urlò Molly, e incredibilmente nell’immensa casa regnò il silenzio
più totale.
“Scusate ragazzi…”riprese poi voltandosi verso gli altri…”bè,
immagino che ormai vi sia passata la fame…qualcuno vuole aiutarmi a
sparecchiare la tavola e lavare i piatti, per favore?”
“Certo signora Weasley…”rispose subito Hermione
alzandosi e iniziando a togliere piatti e bicchieri dalla tavola.
Mentre Ginny, Hermione e la signora Weasley erano
silenziosamente impegnate in cucina, Harry decise di raggiungere Ron in
salotto.
Il ragazzo era seduto sul divano di fronte al
camino, che fissava l’orologio…le lancette di gran parte delle persone
segnavano< VIAGGIO > …Ron era pensieroso.
“Hei Ron…”disse Harry attirando l’attenzione
dell’amico “…posso?”
“Certamente Harry…”
Lo sguardo del ragazzo era triste, completamente
diverso da quello che aveva esattamente poche ore prima alla festa di
compleanno di Harry…teneva ora la testa bassa, i gomiti appoggiati alle
ginocchia e le mani incrociate…
“…vorrei essere con loro…”iniziò Ron “…vorrei essere
con papà e gli altri, stare qua immobile sapendo che centinaia di persone
perdono la vita combattendo mentre io me ne sto al sicuro seduto su un
maledettissimo divano mi uccide…in fondo questa non è una guerra di poche
persone contro altre poche persone…questa è la guerra del Bene contro il Male…e
non schierarsi e essere costretti a stare con le mani in mano è semplicemente
vergognoso…”
“…nessuno ha detto che la guerra è iniziata…”disse
Harry cercando di tranquillizzare l’amico, che però lo guardava in un modo che
voleva dire< avanti Potter…non dire
assurdità…la guerra è sempre stata in sospeso…in fondo c’è sempre stata… >
“Diciamo che nessuno finora ce l’ha voluto
confermare…”riprese allora il ragazzo.
“Harry…cos’è successo oggi a te e Hermione mentre
siete tornatia casa?Dimmelo ti prego…”
chiese il rosso dopo un po’ di pausa.
“E’ una storia un po’ lunga…”iniziò Harry fissando
Ron e chiedendosi se veramente era il momento opportuno per dire all’amico che
Voldemort aveva dichiarato aperta la Nuova Guerra…
“Non ti preoccupare Harry…c’è tempo…”concluse Ron,
fissando l’orologio che da < VIAGGIO > passava a < PERICOLO >
**************************
Le ore passavano velocemente…10…10.30…11…12…
A mezzanotte e mezza le lancette erano ancora tutte
su < PERICOLO >.
Harry e Ron, per non pensare, si erano cimentati in
lunghe partite a scacchi; Hermione era seduta a gambe incrociate sul divano a
leggere un libro; Ginny era stesa sul tappeto davanti al camino mentre
accarezzava distrattamente Leo; la signora Weasley era in cucina impegnata a
preparare una torta.
Tutti e quattro facevano di tutto per non guardare
l’orologio e non doversi sentire preoccupati o agitati…
All’improvviso un rumore dell’orologio magico
spaventò tutti…Molly raggiunse i ragazzi in sala e insieme aspettarono con
ansia che le lancette si muovessero…
Purtroppo niente era positivo…molte lancette da <
PERICOLO > si spostarono a < PERICOLO MORTALE > mentre la lancetta per
Dirk Sullivan e Cecil Meyer si era spostata a < MORTE >.
“O mio Dio…non loro…non li conoscevo bene, li vedevo
solo una volta ogni tanto, sapete..erano fidanzati…erano così gentili e
buoni…no, non se lo meritavano…nessuno di loro se lo merita..”disse triste
Molly Weasley sedendosi nel divano insieme ai suoi figli e tirando un sospiro
di sollievo sapendo che le lancette del marito e del figlio non si erano ancora
spostate nella stessa posizione dei due fidanzati.
“Signora Weasley, se mi permette pensavo di andare a
cambiarmi…”disse Hermione chiudendo il libro e scendendo dal divano.
“Ma che domande tesoro..certo, certo…” rispose Molly
pensierosa.
“Herm, vai pure nella mia stanza e fruga nel
cassetto in basso dell’armadio..lì ci sono alcuni miei pigiami se ti
servono…”aggiunse Ginny con tono triste.
“Grazie mille…”disse Hermione e, prima di
allontanarsi, lanciò uno sguardo a Harry.
La ragazza si incamminò verso le scale e Harry si
ritrovò solo con il rimanente della famiglia Weasley che pregava
silenziosamente perché le lancette di Arthur, Fred, George, Bill e Charlie non
andassero a segnare < MORTE >
Adesso Harry riuscì a interpretare lo sguardo di
Hermione:lei se n’era andata per lasciare privacy al dolore e alla paura dei
Weasley…non che lei non ne provasse, certo, ma comunque si sentiva di troppo in
quel dolore, un intruso.
E Harry riprovò esattamente la stessa sensazione di
inadeguatezza di quando Arthur Weasley era stato aggredito dal serpente ed era
in gravi condizioni…Harry si trovava sempre nella stessa stanza e nella stessa
sensazione di dolore e tensione…ma insieme a lui quella volta c’era una persona
che in quel momento non era più vicino a lui: il suo padrino, Sirius Black.
Cercava di non darlo a vedere, ma ogni angolo di
quella casa, ogni oggetto gli ricordava Sirius, e gli apriva dentro l’anima un
dolore lacerante che, nonostante fossero passati due anni, non dava segno di
attenuarsi.
Distogliendosi dai suoi pensieri, Harry decise
silenziosamente di ritirarsi dalla stanza, facendo in modo che Ron, Ginny e
Molly non se ne accorgessero.
Salì le scale e, per non stare in quel silenzio che
per Harry era pieno di rumore e di ricordi, decise di andare a cercare
Hermione.
“Hermione…Hermione sei qui?” disse piano Harry
bussando alla porta della stanza delle due ragazze.
“Harry, sono qui, dimmi…”disse Hermione uscendo dal
bagno in fondo al corridoio del secondo piano.
La ragazza aveva indossato una camicia da notte di
Ginny a righe bianca e azzurra a mezze maniche che le stava un po’ corta, dato
che le arrivava sopra il ginocchio.
“Niente Herm…solo ti cercavo perché mi sentivo un
po’ in imbarazzo restare da solo con Ron e gli altri, capisci…”disse Harry
andando verso Hermione.
“Si, ti capisco… è brutto sentirsi…”
“…di troppo e fuori luogo…”concluse il ragazzo.
La ragazza sorrise e disse…”Allora, vuoi tornare di
sotto o che?”
“Mi spiace, ma di sotto ancora no…è meglio di
no…adesso pensavo di togliermi questi vestiti…”
“Vestiti!?Vorrai dire stracci, Potter…”disse
ironicamente la ragazza.
“Allora si, signorina-perfettina…”rispose a tono
Harry facendo ridere la ragazza “mi tolgo questi STRACCI di dosso e mi metto un
pigiama di Ron…”
“Bene…allora se dopo vuole raggiungermi, io mi trovo
nella mia stanza a leggere, Potter…”
“A leggere, MissGranger?Certo che ha una
fantasia…”disse Harry, guadagnandosi un debole pugno sulla spalla…
“Stia attento a provocarmi, Potter…Il signorMalfoy
le può assicurare che i miei destri sono micidiali a volte…” e detto questo
voltò le spalle a Harry e si chiuse dietro le spalle la porta della camera da
letto.
Poco dopo i due si ritrovarono in camera delle
ragazze, Harry davanti alla finestra a contemplare silenzioso il cielo nero e
Hermione a leggere distrattamente un libro.
La ragazza scrutava Harry da sopra il libro;
Hermione non riusciva a vedere Harry in quel modo…così triste, solo…allora
appoggiò il libro “Tragiche storie vere o presunte di grandi maghi e streghe
dalle origini ai nostri tempi” e si avvicinò al ragazzo, mettendosi al suo
fianco…
“Ti manca, non è vero?”chiese la ragazza, scrutando
gli occhi pensierosi dell’amico.
Harry girò la testa verso di lei…lo stava guardando
in un modo così dolce…era preoccupata, veramente preoccupata per lui…
(No Hermione…ti prego non guardarmi così…non
con quegli occhi tristi e preoccupati…
Non posso sopportare di vederti triste per me…non te lo
meriti…La mia tristezza mi basta
da sola…non posso vederti
così…non devi preoccuparti per me……)
“…Chi mi manca Herm…?”gli
chiese Harry, mostrando un sorriso che chiunque avrebbe riconosciuto come
finto.
“Oh no…Harry Potter non
prendermi in giro…”disse sorridendo amaramente la ragazza…”non credere che dopo
tutti questi anni io possa cadere in queste tue bugie…tra l’altro recitate in
modo pessimo…”
Harry sorrise…era incredibile
come quella ragazza riuscisse a guardargli dentro…ancora meglio di quanto lui
sapeva fare.
“…Sirius…”disse decisa
Hermione…”è Sirius che ti manca, e questa casa ti ricorda lui…ogni angolo, ogni
stanza,…ovunque ti giri lo rivedi…è così Harry, non è vero?”
Harry tolse lo sguardo da
Hermione e tornò a fissare le sue dita che nervosamente tamburellavano sul
bordo della finestra.
“Bè…certo che Sirius mi
manca…”disse Harry senza togliere lo sguardo dalle mani “…ma comunque passa…e-e
non ti devi preoccupare per me…”
“…stupido…”sussurrò Hermione
che continuava imperterrita a guardarlo.
“Come?”disse Harry, guardando
questa volta con un po’ di timore le labbra contratte della ragazza e gli occhi
lucidi.
“Sei uno stupido, Harry…sei uno
stupido perché non ne vuoi parlare, perché ti tieni sempre tutto dentro, perché
difficilmente ti fai vedere dagli altri per come sei, perché ti vergogni di far
vedere le tue debolezze…”
Harry si spostò sbalordito
dalla finestra e, passandosi una mano tra i capelli, disse “Cosa vuoi
dire…non-non ti capisco…”
“Harry, devi smetterla di voler
sempre fare l’eroe…”disse la ragazza voltandosi verso di lui.
Harry si stava visibilmente
agitando, ma a Hermione non importava…no, questa volta era decisa, sarebbe
arrivata fino alla fine, lo avrebbe fatto a suo rischio e pericolo, per il bene
di Harry, del suo Harry.
“Non ne hai mai parlato di
Sirius, né con me o con Ron o con chiunque altro reputi all’altezza di tale
compito…Vuoi apparire sempre forte, sicuro di te, all’altezza di ogni
situazione…ti ho visto oggi, davanti a casa di tuo zio… stavi per metterti a
piangere…ma,ancora prima di piangere veramente, ti sei asciugato gli
occhi…Harry, non sei obbligato a fare l’eroe, non sei obbligato a essere quello
che non sei…”
“SMETTILA HERMIONE!”disse il
ragazzo arrabbiato “Smettila di fare la saputella e di fare la tua solita
ramanzina…tu non sai niente di me…né te, ne Ron…nessuno sa veramente come
sono…”
“E allora Harry perché non ce
lo fai vedere!”disse la ragazza sconvolta “Perché non ce lo mostri!Come
facciamo a capirti veramente quando sei tu che ti nascondi da noi…non sei da
solo Harry, lo capisci?Non sei obbligato a portarti tutto questo peso sulle
spalle da solo…”
“Credi sia facile, eh? < Si,
dai Harry…bravo Harry…liberati del tuo peso, sfogati… facci vedere chi sei
veramente… > ma se lo facessi tutti poi rimarrebbero delusi…sai Hermione…dal
bambino sopravvissuto, dallo sfregiato, da Colui che è Sopravvissuto non ci si
aspetta che inizi a lagnarsi come una femminuccia e a piangere per
sfogarsi…NO!.Lui deve solamente concentrarsi… …si…concentrare tutta la sua
rabbia per far fuori quel maledetto Lord Voldemort, e poi…chi se ne
importa…tutti poi si scorderanno di me…dopo che Harry Potter ha fatto il lavoro
sporco ci si dimentica di lui…a chi gliene importa di Harry… nessuno mi
terrebbe in considerazione se non avessi questa…la mia maledizione, la mia
condanna…A NESSUNO IMPORTEREBBE DI HARRY POTTER SE NON FOSSI STATO TOCCATO DA
VOLDEMORT!”
“A ME HARRY!”urlò di rimando la
ragazza con le lacrime che gli scorrevano lungo il viso.
Harry, rosso dalla rabbia,
tolse la mano dalla cicatrice.
“A me Harry importerebbe di
te…a me, Ron, Ginny, i Weasley, Neville…vuoi che ti faccia l’elenco delle
persone che erano oggi pomeriggio a Diagon Alley per te, Harry?Non credevo che
la pensassi così…non credevo che tu pensassi che io e Ron, i tuoi migliori
amici ti fossimo fedeli solo perché il tuo nome è sulla bocca di tutti..non lo
credevo Harry..non pensavo avessi una così bassa considerazione di noi…se vuoi
saperlo, ci stai descrivendo come sanguisughe, come delle persone orribili…ma
tu non lo pensi davvero Harry, non è vero? L’hai detto solo perché sei
arrabbiato col mondo intero, con la tua vita che è difficile nonostante tu non
abbia fatto nulla per meritartela…tu non pensi davvero questo Harry, vero?”
Harry guardò Hermione; l’amica
era sconvolta…piangeva, piangeva per Harry, per quello che stava
passando…piangeva perché non sapeva come aiutarlo.
Harry in risposta scosse la
testa e andò a sedersi sul bordo del letto, tenendosi la testa fra le mani.
Hermione silenziosamente gli si
avvicinò e si mise in ginocchio davanti all’amico;vederlo così debole, così
indifeso la faceva stare male…
La ragazza dolcemente gli tolse
le mani dal viso…gli occhi di Harry erano lucidi e rossi e aveva sul viso una
smorfia simile ad un singhiozzo che non riusciva a trattenere…
Hermione tolse gli occhiali a
Harry appoggiandoli per terra; coprì la cicatrice sulla fronte con i capelli
neri corvino dell’amico; poi prese la mano sinistra del ragazzo, mentre con
l’altra gli sfiorava il viso…il ragazzo continuava a guardarla intensamente.
“Ecco, visto Harry…ora sei
libero…ora non sei Harry Potter, il bambino sopravvissuto…ora sei Harry…non
vedo la tua cicatrice, non vedo i tuoi soliti occhiali…sei semplicemente
Harry…e hai davanti a te Hermione, la tua migliore amica…sono pronta ad
ascoltarti e a stare in silenzio…vuoi darmi uno schiaffo per quello che ti ho
detto finora?Dammelo,…fallo se poi ti farà sentire meglio Harry…vuoi urlarmi in
faccia, insultarmi…fallo se ti farà sentire meglio…fa tutto quello che Harry si
sente di fare, ma ti prego, fa qualcosa…Vuoi mostrarti intaccabile e
indistruttibile davanti a tutto il mondo?Ok, è una tua scelta, ma non cercare
di nasconderti a chi ti sta vicino da sempre…non mostrare la facciata del
bambino sopravvissuto senza timori a chi ti vuole bene, ti accetta e ti ammira
semplicemente per quello che se, con i tuoi difetti e i tuoi bellissimi pregi…non
ti nascondere da chi ti ama semplicemente perché sei Harry…”
Ormai le lacrime che il ragazzo
tratteneva da troppo tempo furono libere di scorrere sul suo viso, e gli occhi
offuscati di Harry vedevano un Hermione sorridente, anch’essa con le lacrime che
scorrevano libere sulle guance rosse.
Harry scese lentamente dal
bordo del letto sedendosi per terra, poi fra le lacrime chiese all’amica
fissandola negli occhi: “Herm…scusa, mi puoi abbracciare?”
La ragazza sorrise, scompigliò
delicatamente i capelli a Harry, poi lo attirò a se.
Hermione accarezzò i capelli
dell’amico, dandogli talvolta un bacio delicato sulla fronte; Harry teneva la
testa sotto il collo dell’amica, respirando profondamente e abbracciandola
stretta.
Finalmente dopo tanto tempo,
Harry, semplicemente Harry, pianse tutte le lacrime che aveva in corpo,
singhiozzando forte e inzuppando di lacrime amare il pigiama
dell’amica…finalmente Harry pianse proprio come quando un bambino spaventato
ritrova pace nel grembo della madre, nel grembo di qualcuno che sa amarlo senza
alcuna riserva.
******************************
Ciao a tutti!Grazie mille per aver
recensito le mie storie fino ad adesso…questo capitolo mi è venuto scritto
così, di getto, però vi avverto: ho molte idee ma non so come strutturare il
prox capitolo, quindi adesso, mi spiace, ma dovrete aspettare un pochettino…ma
giuro che appena mi verrà in mente qualcosa lo scriverò subito e ve lo
manderò…E’ UNA PROMESSA… ^_^
Continuo a fare mille ringraziamenti a
Koda (hai interpretato bene cosa volevo dire nel cap precedente…), maripotter e
marco…
Allora, mentre aspettate il prox cap,
vi dico ancora mille grazie…e comunque, dato che sono particolarmente
affezionata a qst cap, spero che recensirete in molti, un po’ per la mia gioia…
“Ronald, è inutile che continui a lamentarti che non ti riescono gli
incantesimi se poi invece di esercitarti passi le intere
“Ronald, è inutile che continui
a lamentarti che non ti riescono gli incantesimi se poi invece di esercitarti
passi le intere giornate a parlare di Quiddich e a giocare a scacchi…questo
quando fai qualcosa…nei casi peggiori e di conseguenza, a quanto mi risulta, la
maggior parte delle volte, stai semplicemente a non fare nulla…”
“Hermione smettila!Di certo non ho intenzione di
diventare come te…un’insopportabile saputella petulante…”
“Come Ronald!Petulante?Oddio, Harry, ti prego, fa
ragionare Ronald, perché oggi mi sembra davvero sia sceso dalla parte sbagliata
del letto…”
“Non mettere nel mezzo Harry in queste polemiche…non
ce n’è bisogno…”
“Non lo sto affatto mettendo in mezzo…ti sto
mettendo in mezzo Harry?”chiese la ragazza all’amico.
Harry guardava sorridendo una scena a lui ormai
nota: i suoi due migliori amici che continuavano imperterriti a stuzzicarsi a
vicenda…sembrava il loro passatempo preferito, e Harry ormai aveva rinunciato
all’ardua impresa di fermarli.
La ragazza, non ottenendo nessuna risposta dal
ragazzo, riprese a parlare con Ron…”Chissà, Ronald, forse se leggessi più libri
troveresti la risposta a come fare in modo che qualche ragazza si interessi a
te…un nome a caso?…Padma…”
“Eh no Hermione…qui iniziamo a colpire in basso…a me
Padma non piace, capito?Per cui credo che…”iniziò il ragazzo arrossendo.
“Qualche problema SignorWeasley?” disse la McGranitt
interrompendo la discussione dei due.
“No!No…assolutamente no, si figuri…”iniziò a dire Ron,
mentre Hermione si era appoggiata allo schienale della sedia e teneva le
braccia incrociate al petto, assumendo un espressione di sfida.
“Per cui, SignorWeasley, dato che era impegnato in
una animata discussione con i suoi amici, posso dedurre che ha appreso appieno
il modo di far smaterializzare la sua piuma dal tavolo alla mia cattedra,
giusto?”
Il ragazzo deglutì, accennando a un sorriso non
molto convincente.
“Forza allora Weasley, ci permetta di ammirare la
sua bravura…”
Titubante, Ron alzò la sua bacchetta, iniziò ad
agitarla…ma non fece in tempo ad aprire bocca che già la piuma aveva preso
fuoco…tutta la classe rideva…Hermione e Harry stavano cercando con molta
difficoltà di trattenere le risata…
“…Non ho parole per lei Weasley…SignorinaGranger,
può mostrarci come si fa, per favore?”
“Certamente…”e la ragazza, reprimendo una risata,
con aria molto professionale che da sempre la distingueva, diede un colpo con
la bacchetta alla piuma, e così, dopo aver pronunciato correttamente la
formula, l’oggetto si ritrovò esattamente sopra la cattedra della McGranitt.
“Ottimo lavoro SignorinaGranger…come sempre
d’altronde” disse la prof con un sorriso soddisfatto…”10punti a
Grifondoro…Signor Weasley, a lei invece assegno del compito aggiuntivo…e spero
che il suo caso sia di esempio a tutti coloro che si trovano nelle sue stesse
condizioni…”
“…ma perché prende sempre d’esempio me?Guardi che
c’è anche Neville…”bisbigliò il ragazzo facendosi sentire solo da Harry che
rise sommessamente.
“….bene ragazzi, la lezione è terminata…per la
prossima volta voglio che vi esercitiate assiduamente nella materializzazione
degli oggetti…”disse la McGranitt sentendo la campanella suonare.
I tre uscirono dalla classe, per dirigersi alla
lezione di Hagrid…
Ron divenne rosso, sia dall’imbarazzo che dalla
rabbia, e iniziò a mugugnare qualcosa contro la ragazza, mentre lei, raggiunte
altre amiche, si incamminava alla capanna di Hagrid.
Harry finalmente era felice…o piuttosto, più che
felice, riusciva a non pensare ai grandi avvenimenti che iniziavano a
fermentare fuori dalle mura di Hogwarts…
Era dicembre, e i tre amici erano finalmente tornati
in quello che orami consideravano la loro vera casa.
Dalla sera in cui Harry parlò, o per meglio dire
litigò, con Hermione, il ragazzo si era finalmente svuotato di tutte le
amarezza e di tutta la rabbia che si era accumulata dentro di lui; i due
parlarono a lungo, anzi, fu Harry che parlò, mentre la ragazza si limitava a
sorridere, o fare smorfie o ancora fare cenni con la testa.
Hermione lo lasciò sfogare, dire parolacce,
piangere, fino a quando, sfinito, non si addormentò appoggiato alla spalla
dell’amica che gli accarezzava dolcemente la testa, e quella fu la prima notte
di quell’anno che non fece incubi.
Da quel momento Harry fu estremamente grato alla
ragazza, e il loro rapporto divenne ancora più stretto.
Harry era felice anche per Ron; infatti, quella
stessa notte, verso le 4.30, tutti o quasi tutti i membri dell’Ordine tornarono
sani e salvi dalla battaglia contro i Mangiamorte.
Gli uomini di casa Weasley erano feriti, ma comunque
erano ancora vivi;quelli messi peggio furono Tonks e Lupin, infatti la prima
era stata ricoverata al San Mungo a causa di uno schiantesimo molto potente,
mentre al secondo venne medicata una profonda ferita al braccio e fu subito
rimandato a casa.
Ron, Ginny e la SignoraWeasley non erano mai stati
più contenti.
Per il resto delle vacanze estive Harry,Ron e
Hermione erano rimasti chiusi in Casa Black, tranne per qualche uscita
solamente a comprare viveri…i tre sudarono 7camice prima di poter convincere la
Signora Weasley a lasciarli andare nel vicino isolato.
Nella immensa casa continuarono ad andare avanti ed
indietro vari membri dell’Ordine e si susseguirono riunioni alle quali
naturalmente Ron, Ginny, Harry e Hermione non potevano partecipare;neppure i
gemelli si lasciavano strappare una parola sulle riunioni…
“Mi spiace dirlo, ma se neppure Fred e George ci
dicono niente, vuol dire che le cose si stanno mettendo male…”commentava Ginny
ogni volta che, interrogati i fratelli, riceveva sempre la stessa risposta.
L’unico che riuscì ad ottenere qualche informazione
fu Ron, al quale Bill disse: “Ascoltami fratellino, se le riunioni non fossero
chiamate < segrete >, potrei rispondere a tutto ciò che tu e gli altri mi
chiedete…ma sono cose troppo grandi…posso dirvi solo una cosa…per non creare
panico, è meglio se per ora certe informazioni rimango dentro alle mura del
Ministero…”
Così il Trio si dovette accontentare di questa
informazione; molte volte videro Piton entrare in casa, ma i tre facevano di
tutto per non farsi vedere dal professore di Pozioni che, a quanto avevano
capito, non aveva partecipato alla battaglia contro i Mangiamorte, e questa
cosa fece accrescere in Harry e Ron il dubbio che Piton fosse ancora in
contatto con Voldemort.
Talvolta videro di sfuggita anche il lungo mantello
azzurro di Silente, ma rimaneva solo per le riunioni lo stretto necessario, poi
spariva immediatamente, così i tre non riuscirono ad incontrare nemmeno il
preside.
Quando finalmente arrivò il giorno della partenza,
Harry, Ron e Hermione non erano mai stati così felici di tornare a scuola,
anche se questo avrebbe significato incontrare, oltre che storici amici, anche
storici nemici.
I ragazzi Grifondoro e Tassorosso finalmente erano
arrivati alla capanna di Hagrid facendosi spazio fra la neve che era iniziata a
cadere poche ore prima; le due classi stavano riunite davanti ai gradini della
casa, aspettando il loro professore e chiacchierando vivacemente.
“Hem Hem…”…Hagrid era finalmente apparso dalla
Foresta Proibita e cercava di attirare l’attenzione della scolaresca.
“Bene ragazzi…oggi ho pensato di iniziare a studiare
qualcosa di nuovo…però dobbiamo andare nella Foresta…Avanti seguitemi…FORZA…”
I ragazzi del settimo anno, sbuffando, raccolsero le
loro borse e con malavoglia iniziarono a seguire il grande e spericolato omone.
Tutti sapevano che non era un buon segno se Hagrid
decideva di portarli nella Foresta Proibita:questo significava incontri
ravvicinati con mostri e creature strane, se non addirittura pericolose.
Ormai abituati alle stranezze dell’amico, i tre
amici furono i primi a seguire il professore, seguiti con un po’ di distanza
dagli altri compagni.
Fortunatamente non dovettero fare molta
strada;infatti, dopo venti minuti, le classi si trovarono in un grande spiazzo
verde in mezzo alla foresta, dove a stento riusciva a penetrare qualche raggio
di sole.
Hagrid, vestito con una grossa pelliccia e scarponi
anch’essi imbottiti,iniziò a dire: “Bene ragazzi,iniziamo…l’anno scorso abbiamo
fatto le creature più buone e innocue…”…molti ragazzi rimasero esterrefatti
pensando agli Schiopodi Sparacoda come creature buone e innocue…”…per cui oggi
vi presento gli Elfi delle Paludi”
Hagrid, facendo un gesto con la mano, mostrò lo
spazio erboso davanti a loro, che però rimase assolutamente deserto.
Uno strano silenzio aleggiava intorno a loro, fino a
quando una ragazza di Tassorosso urlò, puntando l’indice verso gli alti alberi
opposti a loro…”SHHH!Fate silenzio altrimenti ci hanno paura e non si
avvicinano…”disse Hagrid alzando l’indice davanti alla bocca.
Tutti dovettero stringere gli occhi per distinguere
quell’esile figura chiamata “Elfo delle Paludi”.
Harry notò che di altezza era come Dobby, ma, al
contrario di quest’ultimo, l’Elfo delle paludi era magrissimo, aveva i piedi e
mani grandi e palmati e la pelle grinzosa di colore marroncino; aveva la testa
piccola e allungata, gli occhi erano piccoli, ma si distinguevano bene perché
di colore giallo brillante, oltretutto puzzava in modo incredibile.
Fu l’unico esemplare che videro, e tutti, un po’
perplessi, seguirono un deluso Hagrid finalmente fuori dalla Foresta.
“Hagrid, ma perché ci sono Elfi delle Paludi nella
Foresta Proibita?Voglio dire, non mi risulta che all’interno della Foresta ci
siano paludi o cose del genere…”iniziò Hermione, una volta usciti finalmente
alla luce del flebile sole dicembrino.
“Proprio per questo volevo farveli vedere…”disse il
professore…”E’ raro vederli soprattutto intorno Hogwarts…”
“Ma cos’hanno di così pauroso?A me sembrava più
spaventato lui di noi…”intervenne Emma McLoad di Tassorosso.
“Non sono paurosi…sono ambigui…”disse in un sussurro
Hagrid…”Loro, al contrario degli Elfi Domestici, non hanno padrone…stanno
benissimo da soli, è questo che li rende pericolosi…ubbidiscono a un mago
solamente fino a quando lui gli assicura qualcosa di conveniente…non so…genere
soldi, fama, potere…e a proposito di potere…hanno abilità straordinarie e
pericolose, esattamente come i maghi…e sono vendicativi…”.
“E allora?Che male ci farebbero a noi?Avanti, ma
avete visto come era sistemato quello là?Faceva veramente ridere!!”Disse un
temerario alunno di Tassorosso trascinando nelle risata quelli della sua casa e
alcuni Grifondoro…
“Si…si…ridete…ridete…ma pensate a loro nelle mani di
maghi terribili, di maghi oscuri…sarebbero un arma terribile…e poi, coi tempi
che corrono, non biasimo Silente se li vuole tenere buoni nei dintorni di
Hogwarts…perderli significherebbe averli come nemici…”disse tutto d’un fiato
Hagrid che, anche se credeva di aver bisbigliato, tutti avevano sentito le sue
parole.
Molti rimasero attoniti dall’affermazione strana del
professore, tutti tranne Harry Hermione e Ron.
I tre, ormai abituati alle scappate ambigue di
Hagrid, non presero tanto sullo scherzo quella affermazione, anche perché loro
erano gli unici a conoscenza degli avvenimenti di pochi mesi fa.
“Hem Hem…volevo dire…OH GUARDATE!E’ ora di
pranzo…sarà suonata proprio ora la campana…”disse imbarazzato Hagrid…”…AVANTI
AVANTI…e per la prossima volta descrivetemi come è fatto un Elfo della
Palude…CIAOCIAOOO!”
E, agitando la grande mano in modo impacciato, si
rifugiò subito nella sua capanna.
Molti studenti se ne andarono subito in Sala Comune,
tutti tranne i tre, che subito decisero di bussare alla porta dell’amico.
“Ehi Hagrid…HAGRID!Non credere di averci gabbati,
amico!Ci vuoi aprire?” ripeteva continuamente Ron bussando al grande portone di
legno.
Harry e Hermione stavano alle spalle dell’amico, e
come lui erano fermamente decisi a parlare con il professore.
“Avanti Hagrid!Non puoi pretendere di iniziare un
discorso davanti a noi e poi lasciarlo a metà!”disse Harry.
“Ormai dovresti conoscerci Hagrid…non ci fermiamo
davanti a niente…ci apri!?”disse Hermione.
Il portone si aprì, mostrando un Hagrid
scocciato…”Ascoltate ragazzi, fate finta che non abbia detto niente…lo so lo
so…parlo sempre troppo…parlo sempre troppo..come con Fuffy…tanto penso che,
ficcanasi come siete, le cose le sappiate già…” disse Hagrid, poi continuò”…per
cui, non ho nient’altro da aggiungere…andate al castello altrimenti vi
prenderete una broncopolmonite e così non potrete andare alla festa di Natale
che Silente vuole fare quest’anno…sarà una cosa in grande a quanto pare…”
“FESTA DI NATALE!”dissero in coro i tre ragazzi.
“Ecco…questo non dovevo dirlo,
PROPRIO-NON-DOVEVO-DIRLO…Andate a mangiare…FORZA!…razza di ficcanaso…”disse
quasi sbattendo la porta in faccia ai ragazzi.
I tre non avevano estorto niente di importante da
Hagrid, ma almeno adesso sapevano che per Natale li aspettava una grande festa
coi fiocchi.
Così molto infreddoliti ma entusiasti, seguirono la
fila ormai scomposta di ragazzi che si dirigevano al castello per gustarsi un
abbondante pranzo nel caldo della Sala Grande.
*****************
“Hermione, ti muovi!!”urlò Ron ai piedi della scala che
portava al dormitorio femminile delle ragazze Grifondoro.
“Ma perché le ragazze ci mettono così tanto?!”disse
Ron, raggiungendo Harry sul divano.
“Quanto siete soffocanti!Eccomi ho fatto…andiamo che
facciamo tardi?”disse Hermione che si era cambiata le scarpe tutte inzuppate
dopo la lezione di Cura delle Creature magiche.
“…ma sentila un po’…ci mette 20minuti a cambiarsi,
poi si mette a dire a NOI di sbrigarci perché facciamo tardi?Roba da
matti…matti come lei…”mormorò Ron mentre lui e Harry seguivano a stento la scia
della ragazza che si stava dirigendo spedita alla Sala Grande.
Entrarono tutti e tre e si sedettero al tavolo
Grifondoro, Hermione vicino a Ginny, Harry e Ron ai lati di Neville.
I ragazzi chiacchieravano tranquillamente del più e
del meno, quando, proprio mentre erano arrivati al dessert, iniziarono ad
arrivare i gufi con la posta.
Un centinaio di gufi e civette planarono sopra i
tavoli, lanciando ai destinatari lettere e pacchi.
Ron ricevette una lettera dei genitori, che, come
ogni anno, invitavano anche Harry e Hermione ad andare alla Tana… ”Penso che
quest’anno convincerò i miei a rimanere a scuola…”disse il ragazzo strizzando
l’occhio agli amici.
Stranamente, anche Hedwige portò un lettera a
Harry….era una busta bianca, con scritto al centro solo il suo nome con una
calligrafia che gli era famigliare…
“Dai Harry, aprila!”disse Hermione più curiosa del
ragazzo;Harry la aprì…c’era solo scritto:
Auguri
Petunia,
Vernon e Dudley
Dursley
Harry era sbalordito…in 17 anni della sua vita a
mala pena si ricordavano della sua esistenza, e adesso erano arrivati al punto
di spedirgli una distaccata ma cordiale lettera di Auguri?
L’unica cosa che Harry riuscì a dire fu: “Si-si sono
sbagliati…oggi è il 15dicembre, Natale è fra 10giorni…”
Ron e Hermione si scambiarono uno sguardo
sorridente, e Ron disse:”Bè, almeno sai come fare ad attirare la loro
attenzione la prossima volta…magari se li salvi un’altra volta da una situazione
mortale potrebbero concederti un regalino da 5dollari…”
Harry, sempre sbalordito, alzò gli occhi dal
foglietto e guardò sorridendo i suoi amici.
“Oh guarda, finalmente il gufo che aspettavo…”disse
Hermione con i naso rivoltò in su.
“Da chi aspettavi una lettera, Herm?Dal tuo
Viky?”chiese ironicamente Ginny dandole una leggera gomitata sul fianco.
“…Ma che dici…”rispose Hermione arrossendo “…gli ho
scritto ieri, per cui non penso che mi abbia già risposto…ho solamente rifatto
l’abbonamento alla Gazzetta del Profeta…”finì la ragazza concentrandosi a
togliere il legaccio dal giornale.
Ron ritornò a concentrarsi per gustare al meglio il suo
budino di more e Ginny seguì l’esempio del fratello; Harry era rimasto a
fissare il vuoto davanti a lui.
Passarono dieci minuti, quando improvvisamente si
sentì dire: “NO!NON E’ POSSIBILE!”
Tutte le persone intorno a Hermione alzarono il viso
verso di lei…la ragazza aveva gli occhi spalancati e aveva sbattuto
violentemente il giornale sulla tavola;era sbiancata, tutti i muscoli contratti
e le mani tremanti.
“Hermione…che c’è?Cosa dice il giornale…”provò a
dire Ginny al suo fianco, che iniziava realmente a spaventarsi.
Hermione aveva lo sguardo fisso sul giornale, e non
accennava né a una risposta, né a nessun altro gesto.
Anche Harry e Ron iniziarono a spaventarsi;Harry si
sporse verso Hermione e disse preoccupato: “Herm,…dimmi qualcosa per favore…che
c’è..cosa è successo…?”
La ragazza alzò il viso…fissando il ragazzo, riuscì
a pronunciare solo due parole…”RITA SKEETER”
“…Cosa?No, non lei…non quella specie di Donna
Scarlatta…” disse Ron quasi terrorizzato
Harry prese a Hermione il giornale;nelle pagine
centrali c’era un vasto articolo firmato Rita Skeeter;il ragazzo iniziò
lentamente a leggere ad alta voce:…
IL MINISTERO DELLA MAGIA E I SUOI SEGRETI
Rita Skeeter, finalmente tornata
alla redazione del giornale dopo qualche tempo di assenza, rivelai misteri che il Ministero dellaMagia nasconde ai
Cittadini.
Il ritorno della famosa e
amatissima giornalista Rita Skeeter alla redazione della “Gazzetta del
Profeta”non sarebbe
potuto avvenire in modo migliore.
La giornalista, già famosa
per aver trattato argomenti delicati come la presunta instabilità mentaledel famoso Harry Potter
e dei suoi legami sentimentali, è tornata con uno scoop da prima pagina.
Da voci che lei stessa assicura essere validissime, ci
arriva la notizia che il nostro amatissimo Ministero della Magia stia
nascondendo alla popolazione degli avvenimenti importanti.
“Secondo le testimonianze da
me stessa raccolte” afferma la seducente giornalista “sono avvenuti
durantequesta estate
avvenimenti importanti e di grande rilievo, vergognosamente nascosti dal
Ministero.Il primo evento in ordine cronologico (e a mio parere quello che ha
maggiore rilevanza) è avvenuto agli inizidi Luglio, in una zona babbana chiamata
Privet Drive.
Una casa babbana è andata a
fuoco.
mi potreste chiedere…Questo significa moltissimo.Dato non irrilevante è che la suddetta casa è di proprietà dei signori
Vernon e Petunia Dursley, entrambi tutoridel famoso Harry Potter dopo la tragica morte
dei genitori avvenuta per mano di Voi-Sapete-Chi, cosa che haprovocato nel
ragazzo gravi traumi psicologici e lesioni mentali…
A questo punto molte domande
ci nascono spontanee.
Perché hanno incendiato la
casa di questa ignara famiglia babbana?
Avrà qualche importanza il
fatto che Harry Potter abbia legami di sangue con la famiglia?
Tutto ciò è stato un
incidente o no?
Chi può essere stato ad
attentare alla vita della famiglia e perché?
Volevano attentare alla vita
della famiglia oa quella di Harry
Potter?
A mio parere, tutto ciò è
irrimediabilmente collegato a Harry Potter…nessuno mi ascoltò gli anni
primaquando
affermavo che Potter era un ragazzo fragile e instabile…
Il Ministero della Magia
continua a ripetere che tutto è sotto controllo, che non c’è nulla di cui
preoccuparsi…
Allora come mai lo stesso
giorno e anche pochi giorni dopo l’ospedale San Mungo era completamentepieno di Maghi e
Streghe ferite, alcune in modo anche grave?
E poi, perché tanti misteri
sulla morte di due importanti Auror come Cecyl Meyer e Dirk Sullivan?
Nulla c’è di certo, ma la
vostra Rita Skeeter è sempre qua per voi, cercando di riportare a galla i
misteripiù
profondi e inquietanti che giacciono nascosti nei meandri del Ministero della
Magia…”
Ringraziando Rita Skeeter,
vi salutiamo e vi invitiamo a leggere il seguito dell’articolo, scritto in
memoriadei grandi
scoop della ammaliante giornalista.
Harry, Ron e Hermione erano sconvolti…come faceva quella donna a
conoscere gli avvenimenti di quella estate?Qualche soffiata sicuramente…ma da
chi e perché?
Tutti i ragazzi degli altri tavoli leggevano a gruppetti
l’articolo di giornale, bisbigliando e voltandosi verso Harry, tornato di nuovo
irrimediabilmente sotto la luce dei riflettori.
*****************************
“…tre anni fa non l’ho denunciata anche se era una Maganò
non registrata…ma questa volta…QUESTA VOLTA GIURO CHE NON LA PASSERA’
LISCIA…”diceva Hermione camminando nervosamente su e giù per la sala comune di
Grifondoro, mentre Ron era seduto scomposto sul divano con la camicia spiegata
e Harry fissava alla finestra il tramonto sullaForesta Proibita…
(…mi sembrava strano, quasi
impossibile, che nessuno mi avesse ancora attaccato o fatto qualchecommento su quello che era successo questa estate…ma credevo che Silente
e quelli dell’Ordineavessero
comunque tentato di fermare le voci…adesso che la notizia si è sparsa a scuola,
dovrònuovamente cercare di
sopportare le occhiatacce di tutti…PERFETTO!Harry Potter nuovamentesulla cresta dell’onda!!!!)
Harry teneva le mani in tasca, morsicandosi il labbro
inferiore…Non gli importava niente se Hermione era furiosa contro quella donna
e Ron invece sembrava stesse, come al solito, semplicemente ad ascoltare come
se quello che stava succedendo gli scivolasse addosso senza sfiorarlo
minimamente…ma in fondo effettivamente il fatto non lo doveva sfiorare, né a
lui né a Hermione…il problema era lui, sempre lui…
“Almeno quella là non è venuta a sapere della scritta sul
muro…”disse con un tono un po’ indeciso Harry.
“…o forse vuole tenere questa notiziona per un prossimo
scoop…sai, per vendere e guadagnare soldi si fa di tutto…”disse saggiamente
Ron.
“oh avanti…cerchiamo di non essere così pessimisti…”disse
improvvisamente Hermione avvicinandosi a Harry e mettendogli una mano sulla
spalla.
Harry si girò verso di lei;la ragazza sorrideva come per
tranquillizzarlo, così Harry rispose al sorriso e si calmò, dicendo: “Caspita
ragazzi, avete ragione… fra un po’ tutti quelli che adesso si divertono a
parlarmi dietro si stancheranno, non mi troveranno più interessante e la
finiranno così…”disse il ragazzo dirigendosi verso la porta d’uscita.
“Non mi va di pensare a quella Donna Scarlatta…torniamo
in Sala Grande a vedere cosa combinano gli altri?”disse Harry guardando i due
amici.
“Bè…non è un ragionamento stile Potter, ma mi piace
molto…andiamo…E SENZA LIBRI HERMIONE!”sottolineò Ron vedendo la ragazza che,
quasi entusiasta, si dirigeva al tavolino a prendere il libro di
Trasfigurazione.
“Ma…devo ancora finire il tema!”
“Herm, il tema è da consegnare dopo le vacanze di Natale…c’è
tempo…”disse Harry con pazienza.
“Oh…va be…allora penso che farò due chiacchiere con
Ginny…”
“Questa sì che è un ottima idea secchiona…”rispose Ron,
guadagnandosi un forte pizzicotto al braccio.
I tre si stavano dirigendo tranquillamente alla Sala Grande,
quando, a metà del secondo piano, incontrarono una persona che avrebbero voluto
rivedere il più tardi possibile…
“Guarda guarda chi si vede…il più famoso triangolo di
Hogwarts…”la voce fredda di Draco Malfoy fu accompagnata dalle risatine dei
fedelissimi Tiger e Goyle.
I tre si girarono verso la direzione del ragazzo, e
altrettanto velocemente decisero di non dare corda alle offese che sicuramente
sarebbero uscite dalla bocca del Serpeverde.
Ma si sbagliavano se credevano che Malfoy li avrebbe
lasciati andare via così…
“Come sei codardo Potter…dovresti essere colui che
salverà il mondo intero dal grandissimo Signore Oscuro e invece scappi di
fronte a un semplice studente?Forse perché io sono un Purosangue mentre tu…”
Harry si bloccò di scatto…ormai era un fatto di orgoglio
personale: non sopportava essere insultato proprio da Malfoy.
Si girò verso Malfoy, guardandolo in cagnesco…”…ripeti
quello che hai detto, Malfoy!…”
“Harry…non perdere la testa…non ne vale la pena per
lui…”disse Hermione iniziando ad agitarsi.
“Harry…non perdere la testa…non ne vale la pena per
lui…”le fece verso Goyle sghignazzando.
“Potter…non dirmi che hai bisogno dell’amichetta
Mezzosangue per difenderti…” continuò Malfoy.
Hermione abbassò gli occhi a terra;Harry stava per
svuotare tutta la rabbia che aveva dentro da quando aveva letto l’articolo
della Skeeter.
“Smettila Malfoy…le tue battutine patetiche non fanno più
ridere…ripeti sempre le stesse insulse cose…”disse Ron facendosi avanti.
“Oddio…Weasley…tu non osare sputare sentenze…tu e la tua
famiglia siete il disonore della famiglie Purosangue…se fosse possibile vi
cancellerei dalla faccia della terra…”disse ridendo Malfoy, con i due amici ai
suoi lati che ridevano come iene.
“Certo che vi siete accoppiati proprio bene”continuò il
Serpeverde indicando prima Harry, poi gli altri…”Il capo è un orfano Sfregiato
con seri problemi mentali...ormai è inutile negarlo…lo sanno tutti, ed è
scritto pure nei giornali…ormai sei un fenomeno da baraccone…fortunatamente
esisti tu altrimenti credo che nessuno comprerebbe la Gazzetta del Profeta per
leggere le ultime sulla tua infermità mentale e compatirti perché non hai i
genitori…E naturalmente la spalla destra è un Weasley, membro della feccia dei
Purosangue…povero fino all’osso, imbranato…una vera vergogna della
natura…credimi,Weasley, se fossi stato nei tuoi genitori ti avrei ripudiato
ancora prima che fossi nato…impossibile non riconoscere una tale stupidità…ma
devo dirmi anche fortunato a non essere in loro…mi vergognerei a stare nella
mia stessa pelle e a frequentare certi individui…E a questo punto passiamo alla
nostra Signorina So-tutto-io…una sporca e sudicia Mezzosangue…ma cosa dico…lei
è peggio di una Mezzosangue…lei è una vera e propria Babbana che per qualche
errore le sono capitate dei poteri magici…Dio, solo a vederti mi fai ribrezzo
Granger…non sei degna di fare parte di questa scuola, ma soprattutto dovresti
sparire dalla faccia del Mondo Magico…anzi, senti…se vuoi proprio fare una cosa
giusta nella tua vita sparisci dalla faccia della terra…”
“BASTA MALFOY!!!!!”gridò Harry, facendo immediatamente
zittire il ragazzo e i suoi scagnozzi.
Anche Hermione e Ron sobbalzarono dallo
spavento…nell’aria si poteva benissimo sentire la tensione e un odio profondo
che stava per esplodere in Harry;la sua faccia contratta, il viso rosso, gli
occhi spalancati e i pugni chiusi, come pronto per colpire la persona che gli
stava davanti.
Malfoy, ripresosi dallo spavento iniziale, si impiantò
davanti al ragazzo, incrociando le braccia e disegnando sulla faccia un sorriso
strafottente.
“SMETTILA MALFOY…smettila…puoi prendere in giro me quanto
vuoi e come vuoi…ma lascia stare Ron e Hermione…LORO LASCIALI STARE…Ron è un
miliardo di volte migliore di te…è un grande amico, mi sostiene sempre e la sua
famiglia è certamente più degna della tua di far parte dei Purosangue…i Weasley
sono persone vere e altruiste, non come i tuoi immensamente devoti a
Voldemort!Loro sì che portano disonore, tuo padre è un assassino, ed è la cosa
più grave che esista a questo mondo…e lascia stare anche Hermione…lei è la
persona più buona che conosca al mondo…e non osare più chiamarla Mezzosangue…è
la persona più degna di rispetto che conosca…è leale, una vera amica, è
intelligente…e faccio fatica a ricordarmi tutte le volte che mi è stata accanto
e mi ha aiutato quando avevo bisogno…ormai ne ho perso il conto…credo che senza
di lei non ce l’avrei mai fatta…Senza lei e Ron forse io non sarei neanche più
qui a raccontare tutto ciò che ho passato per colpa di colui verso il quale tu
sei disperatamente devoto…” Harry finì la frase in un sussurro…aveva svuotato
tutta la rabbia, e adesso guardava fisso negli occhi un Malfoy sbalordito e per
la prima volta senza parole.
Tyger e Goyle erano immobili che lanciavano delle
occhiate al loro amico, mentre Ron aveva lo sguardo alto e orgoglioso e
Hermione sorrideva guardando attraverso gli occhi lucidi la sagoma di Harry.
“Hei…Hei Malfoy…sta arrivando il Prefetto dei
Corvonero..avranno sentito tutto…forse sarebbe meglio se…”iniziò Tyger
bisbigliando, lasciando la frase in sospeso.
Gli occhi di ghiaccio di Malfoy fissavano quelli verdi di
Harry, per poi dire tutto d’un fiato…”…Non finisce qui,Potter…”;voltandosi di
scatto, si diresse con passo spedito alle scale che portavano alla Sala Comune
Serpeverde.
Tyger e Goyle arrancavano dietro la scia del ragazzo,
mentre Harry, Ron e Hermione era rimasti fermi nelle stesse posizioni di pochi
attimi prima.
Matt Keane, Prefetto di Corvonero, si avvicinò ai tre,
per poi chiedere in modo molto distaccato…”Ho sentito qualcuno litigare…va
tutto bene ragazzi?”
“Si…”disse Ron “Si, non ti preoccupare, è tutto ok…ci
vediamo!”finì il ragazzo sorridendo un po’ forzatamente.
Senza aggiungere altro, il ragazzo di Corvonero si
allontanò per tornare alla Sala Grande insieme ai suoi amici.
Harry, nel frattempo, si stava calmando:il viso aveva
ripreso il colorito normale, il respiro era tornato regolare…solo le mani erano
ancora strette in un pugno che sembrava non avesse intenzione di sciogliere.
Harry si girò di scatto sentendo le sue mani calde a
contatto con quelle fresche di Hermione;la ragazza, infatti, si era lentamente
avvicinata all’amico e, vedendolo assente e assorto nei suoi pensieri, gli
aveva preso dolcemente la mano chiusa in un pugno, sorridendogli.
Harry, a quel contatto, iniziò lentamente a distendere
prima il palmo, poi le dita della mano, intrecciandole con quelle di Hermione.
Con molta naturalezza, la ragazza si alzò sulla punta dei
piedi e abbracciò stretto Harry circondandogli il collo con le sue esili
braccia.
“…Grazie Harry…Grazie…”bisbigliò la ragazza; Harry, fino
a quel momento completamente pietrificato, ricambiò l’abbraccio della ragazza,
stringendola a sé.
“Sei un capo Harry…”disse scherzosamente Ron dandogli da
dietro una pacca sulla schiena…”Non so se hai notato, ma il nostro caro Draco
Malfoy è rimasto veramente a terra…”
I due si sciolsero dall’abbraccio, guardandosi fisso
negli occhi…Harry, accorgendosi che Ron avrebbe potuto notare quello strano
comportamento, distolse lo sguardo dalla ragazza e, guardando l’amico
disse…”Bè,devo dire che stavolta è stato molto bravo a farmi arrabbiare…”
“E tu sei stato bravissimo a ribattere…sei un grande
Harry!”disse sorridendo Ron.
“Bene…io proporrei veramente di andare alla Sala
Grande…possibilmente facendo in modo di arrivarci senza troppi intralci…”disse
sorridendo felice Hermione.
“Caspita Harry, l’hai proprio messo al tappeto…sei stato
mitico…”riprese la ragazza incamminandosi lungo il corridoio.
“Mitico?…Ragazza mia, credo che MITICO per il nostro
Harry Potter sia molto riduttivo…”ribattè scherzosamente Ron mettendosi alla
pari di Hermione.
Harry guardava i due allontanarsi, sentendoli declamare
la sua bravura a far tacere quella “serpe”.
“Harry…perché stai là impalato”chiese Hermione girandosi
per attirare l’attenzione del ragazzo.
“Dai Harry…con un po’ di fortuna siamo ancora in tempo
per una mega-sfida a scacchi contro Dean e Neville” le fece eco Ron.
Il ragazzo sorrise, poi si incamminò raggiungendo i suoi
migliori amici.
Harry aveva capito una cosa: Hermione e Ron erano le
uniche persone che veramente lo avevano accompagnato e sostenuto senza riserve
nel suo lungo cammino, che lo avevano aiutato a rialzarsi quando credeva di non
farcela più.
Hermione e Ron erano le persone più importanti della sua
vita.
*********************************
GRAZIE!!!!!
Grazie mille a
tutti voi che avete commentato il cap precedente….non avete la più pallida idea
di come mi abbiate resa felice…sono immensamente contenta di sapere che la
storia vi sta piacendo e non vi annoia…forse in questo cap. non succede niente
di che, ma d’altronde Harry non può avere avventure ad ogni capitolo… ^_^
Ringrazio
immensamente tutti coloro che hanno letto e soprattutto che hanno
recensito…questo vuol dire grazie a :
Dal 15dicembre una soffice neve scendeva dal cielo nuvoloso e grigio;
una immacolata coltre bianca ricopriva interamente Hogwa
Dal 15dicembre una soffice neve scendeva dal cielo
nuvoloso e grigio; una immacolata coltre bianca ricopriva interamente Hogwarts
e dintorni.
Nel suo letto Harry, sveglio ormai da alcune ore, fissava
il soffitto.
Lui, come gli altri suoi compagni di stanza, si stava
ancora crogiolando nel caldo delle coperte, pauroso di uscirne e affrontare il
freddo dicembrino.
Come quasi tutte le notti, Harry aveva dormito poco e
male, ma ormai il suo corpo si era abituato a questi strani ritmi: i suoi
continui incubi e il persistente russare di Ron gli impedivano di riposare come
avrebbe desiderato.
Harry voltò pigramente la testa sulla destra, dando uno
sguardo alla sveglia sul comodino…7,10…fra mezz’ora sarebbero dovuti essere in
Sala Grande a fare una veloce colazione.
Sospirando profondamente, Harry si stropicciò gli occhi e,
prendendo il coraggio a due mani, uscì dalle pesanti coperte, rimpiangendo
immediatamente il caldo del letto.
Infilò i piedi nelle ciabatte azzurre e, andando a
tastoni, cercò gli occhiali sul comodino.
Li infilò e, una volta messo a fuoco la divisa scolastica
malamente sistemata sulla sedia vicino al comodino, si alzò, pronto ad
affrontare l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale.
**************************
“Buongiorno Ron…dormito bene?”chiese ironicamente Harry
vedendo l’amico entrare in Sala Grande con i capelli rossi più spettinati del
solito e spalancando la bocca in un grande sbadiglio.
“Si…ho dormito molto bene grazie…”rispose sedendosi di
fianco a Neville che cercava disperatamente di far trasfigurare la sua
piuma…”comunque voi due avreste potuto anche aspettarmi, eh?”finì passandosi
una mano fra i capelli prima di servirsi una bella tazza di cereali.
Harry e Hermione sorrisero. Entrambi si erano incontrati
in Sala Grifondoro: la ragazza stava seduta a gambe incrociate nella grande
poltrona rossa mentre riguardava il tema svolto per Piton sugli effetti
negativi di alcuni tipi di filtri magici; Harry, ancora assonnato, era sceso
rumorosamente dalle scale e, vedendo la divisa dell’amica perfettamente in
ordine quando la sua sembrava essere stata calpestata da un branco di Thestral,
gli venne spontaneo salutare l’amica con un ironico “Buongiorno
MissPerfettina!…”.
Sorridendo, l’amica gli diede il buongiorno, poi entrambi
concordarono di andare insieme a fare colazione, lasciando che Ron dormisse
fino a quando anche gli altri non si fossero svegliati.
Arrivata anche Ginny, Harry e Ron si immersero in una
fitta conversazione riguardo la prossima partita di Quiddich che sarebbe stata
contro Serpeverde, mentre le ragazze iniziarono a parlare riguardo le lezioni
della giornata.
Nella Sala Grande arrivava una luce chiara riflessa dalla
neve che illuminava l’enorme stanza creando una strana atmosfera.
La Sala iniziava a riempirsi sempre di più, fino a quando
il leggero chiacchiericcio divenne un vero e proprio rumore di voci allegre.
“Ragazzi, scusate…hem…RAGAZZIII!”. La voce potente di
Silente proveniente dal tavolo degli insegnanti fece ammutolire tutti,
attirando l’attenzione degli studenti.
“Ragazzi, scusate se interrompo la vostra ottima
colazione”continuò il Preside, in piedi e con le mani appoggiate sul tavolo
imbandito…”Volevo solamente annunciarvi che oggi, come ben saprete, è l’ultimo
giorno di lezione prima delle nostre meritatissime vacanze natalizie. Ci terrei
a informarvi che quest’anno noi corpo insegnante abbiamo deciso di organizzare
una festa di Natale nella nostra scuola…”…Il discorso del Preside fu interrotto
da un sentito applauso e dalle urla di felicità dei ragazzi.
Harry, Ron e Hermione si guardarono sorridendo.
“A questa festa parteciperanno anche maghi e streghe
esterne a Hogwarts…insomma, sarà una festa in grande…Per cui, se qualcuno ha
famigliari e amici strettamente legati al nostro mondo, saremo molto lieti di ospitarli…Inoltre
voglio rassicurare i ragazzi di questa scuola: non ci sarà l’obbligo di avere
una damigella. Non sarà un ballo a coppie, quindi ognuno potrà parteciparvi
senza essere accompagnato…”
Questa ultima notizia rallegrò ancora di più gli animi dei
ragazzi, mentre le ragazze rimasero un po’ deluse: Harry si ricordava molto
bene la fatica di trovare per il Ballo del Ceppo una compagna con cui andare al
ballo, e anche nella mente di Ron riaffiorarono ricordi molto simili.
“Bene…la festa avrà luogo in questa stanza il 25dicembre
alle ore 21,30…non è obbligatorio il vestito da cerimonia magico…sapete,
avevamo in mente qualcosa di più alternativo…non so…potete vestirvi nello
stesso modo in cui si vestono i babbani per eventi importanti…o addirittura vestirvi
con una costume inerente alla festa…insomma, fate voi, ma siate SIMPATICI e
ORIGINALI…Natale è una festa di allegria, una festa durante la quale viene
rinnovata la magia dell’amore e della felicità…Ultimo avviso, per chi desidera
oggi pomeriggio alle 4,30 tutti saranno liberi di andare alla città di
Hogsmeade…Buone Lezioni a tutti…”e,
dicendo così, si sedette nuovamente, guadagnandosi gli sguardi allibiti ma
ammiranti di tutti.
Dopo un attimo di silenzio, Harry e Ron si guardarono in
faccia sbalorditi, mentre Ginny iniziò a riversare su Hermione un fiume di idee
sui possibili vestiti, proponendo di chiedere aiuto a Luna in quanto
originalità.
Dopo 10minuti, gli studenti si alzarono dai tavoli:era ora
di iniziare le ultime ore di lezione.
**************
“DRIIIN”
Harry si lasciò fuggire un sospiro di sollievo…per grazia
divina la campanella aveva suonato la fine dell’ora, così Piton non ebbe la
soddisfazione di poter dare l’ennesima T al ragazzo, il cui Elisir di
Invisibilità era assolutamente pessimo.
“Coloro a cui non ho controllato la Pozione me la mettano
in una boccetta contrassegnandola con il proprio nome e cognome…la controllerò
per le vacanze di Natale…”disse cupo Piton, guardando con la coda dell’occhio
Harry e Ron.
I due, che ormai si erano illusi di averla scampata, si
guardarono e, facendo spallucce, versarono il liquido in piccole boccette,
scrivendo il proprio nome.
I due e Hermione uscirono dalla buia stanza di pozioni e
una luce quasi irreale li investì…i corridoi erano pieni di ragazzi che
festeggiavano e schiamazzavano, estremamente contenti dell’arrivo delle
vacanze.
“Ragazzi, io adesso vado di sopra a lasciare i miei libri,
poi devo incontrarmi con le altre davanti al dipinto della SignoraGrassa, così
tutti insieme andiamo a Hogsmeade…volete venire anche voi con noi?”Disse una
Hermione sorridente mentre si incamminavano per i corridoi.
“Per me va benissimo…per te amico?”chiese Ron guardando
Harry.
“Assolutamente nessun problema…possiamo andare là insieme,
ma avevamo anche promesso a Dean, Neville e Seamus che saremmo andati con loro
a fare un giro alla Testa di Porco…”disse il ragazzo.
“Allora perfetto!”disse Hermione con un sorriso “anche noi
pensavamo di fare un salto là prima di andare a comprare i vestiti per la Festa
di Natale…”
“Facciamo così…ci incontriamo davanti alla statua in mezzo
al cortile esterno, va bene?” chiese Ron fermandosi ad un bivio poiché lui e
Harry dovevano prima di tutto incontrarsi con gli altri ragazzi davanti
all’aula della McGranitt.
“Ok…a dopo ragazzi..”disse Hermione, proseguendo felice la
sua camminata fino ai dormitori.
Poco tempo dopo Harry, Ron e gli altri stavano aspettando
le ragazze nel luogo prestabilito, tutti cambiati e coperti con pesanti
cappotti, sciarpe e berretti colorati per cercare di proteggersi dal freddo e
dalla neve che non smetteva di cadere.
“Uffa…le ragazze…sempre in ritardo…”sbuffò Ron strofinando
le mani per riscaldarsi.
“…Lo dici proprio tu Ron?Immagino tu sia un esperto, con
tutte le ragazze con cui ti abbiamo visto uscire…”disse ironicamente Seamus
facendo ridere tutti gli altri.
Ron, un po’ offeso, fece finta di non sentire, continuando
a fissare imperterrito uno dei portoni principali da cui uscivano a gruppetti
tantissimi studenti vocianti pronti ad inaugurare il primo pomeriggio di
vacanze.
“Hermione vi ha detto chi porta con sé?”chiese incuriosito
Dean.
“No, perché?”chiese ingenuamente Harry.
“Sai, volevo sapere se c’era la sorellina di Ron…sta
crescendo proprio bene…”
“COSA?”disse girandosi di scatto Ron.
Dean, vedendo la faccia del ragazzo, era indeciso fra lo
scoppiargli a ridere in faccia o preoccuparsi seriamente…per fortuna i suoi
profondi dilemmi interiori furono interrotti dall’arrivo delle ragazze.
“Finalmente!”dissero quasi in coro i ragazzi, dirigendosi
verso le loro amiche.
In testa al gruppetto c’erano Hermione e, con
soddisfazione di Dean, anche Ginny; a destra di Hermione, Cho Chang stava
parlando animatamente con una amica, e dietro loro Padma e Parvati che si
guardavano sbuffando mentre fingevano di ascoltare ciò che diceva Luna.
“Ciao ragazzi…”disse il gruppetto di ragazze.
“Ciao…”risposero in coro gli altri.
“Allora…dato che ci siamo tutti, possiamo anche
andare…”disse Ginny guardandosi in giro come per contare in quanti erano.
Il gruppo andò ad allungare le fila di coloro che già si
stavano incamminando verso la cittadina di Hogsmeade, con Dean che attaccò
immediatamente bottone con Ginny mettendosi al suo fianco, Ron che, raggiunto
da Luna, lanciava occhiate torve a sua sorella e all’amico, Harry che camminava
imbarazzato con Hermione da una parte e Cho dall’altra, Padma, Parvati e
l’amica di Cho che si raccontavano gli ultimi pettegolezzi di corridoio e
infine Seamus e Neville, che, in fondo al gruppo, sembravano fare coppia da
soli.
****************
Alle cinque il gruppo di amici era seduto in un grande
tavolo alla Testa di Porco, ognuno con un enorme bicchiere di Burrobirra tra le
mani chiacchierando allegramente.
Verso le 5,30, Cho attirò l’attenzione di Hermione…
“Ascolta Hermione, forse sarebbe meglio se andassimo a
fare un giro per negozi…”
“Oh si, certo, hai ragione Cho…”disse Hermione bevendo
l’ultimo goccio di Burrobirra…”Allora, andiamo ragazze?”chiese, alzandosi
infilandosi il cappotto e avvolgendosi la sciarpa attorno al collo.
Ginny si alzò, e Luna insieme alle altre imitarono le
amiche.
“Ragazzi, noi andiamo a fare spese…sapete, dobbiamo farci
belle per la sera di Natale…”disse Cho facendo l’occhiolino ai ragazzi.
“…non ce n’è bisogno…siete già talmente belle…”disse
Neville estasiato. Tutti si fermarono a guardarlo sbalorditi: non si era mai
sentito il ragazzo dire una cosa del genere con disinvoltura.
Neville, accorgendosene, arrossì abbassando timidamente
gli occhi a terra, e gli altri risero di gusto.
“Ciao ragazzi…ci vediamo al castello…”disse Luna.
E, così dicendo, le ragazze uscirono nella strada
imbiancata, parlando vivacemente e ridendo.
“Certo che non abbiamo molte ragazze a Grifondoro…”iniziò
Dean che, come gli altri, seguivano con lo sguardo le ragazze che si dirigevano
verso il negozio di vestiti dall’altra parte della strada “…ma quelle che ci
sono, sono veramente fra le migliori…”
Un silenzio di assenso generale calò sopra le teste dei
ragazzi.
“E poi Ginny…”iniziò nuovamente Dean, senza tenere in
considerazione il fatto che Ron gli sedeva di fianco.
Sentendo un atroce dolore al piede, capì che quello era la
conseguenza della reazione di Ron, per cui chiese sommessamente “Scusa”.
“Scusatemi…ma vogliamo parlare di Cho Chang…”intervenne
seriamente Seamus.
Un brusio di assenso corse fra i ragazzi…Harry iniziava
veramente a sentirsi in imbarazzo.
“Dai Harry, tu che ci sei stato insieme…dicci un po’…com’è
Cho?”esordì Neville.
Era calato un silenzio imbarazzante…tutti lo guardavano,
come se già pendessero dalle sue labbra…Ron lo guardava indeciso, dubbioso se
fare qualcosa o no…
“Hem…si…Cho…”esordì Harry indeciso e con le guance rosse
“Cho è…carina…”
“….grazie tante Harry…se non ce l’avessi detto tu non ce
ne saremmo mai accorti…”disse ironicamente Dean.
Harry non sapeva cosa dire…Cho era storia passata.. a lui
non interessava più la ragazza.
Volevano per caso sapere tutte le loro litigate…le
sfuriate e i suoi continui pianti?Il ragazzo non credeva fosse il caso di aprir
bocca su riguardo cose del genere.
Vedendo l’amico in difficoltà, Ron intervenne…”Suvvia
ragazzi….Cho è una storia passata ormai…”disse dando una violenta pacca sulle
spalle all’amico che ormai andava ad immergere il naso nel bicchiere di fronte
a lui…
“Giusto…io proporrei un'altra cosa…”disse infine
Seamus…tutti lo guardarono in suspance…”Classifica delle ragazze…”
Tutti sorrisero soddisfatti all’idea di poter parlare di
ragazze, tranne Harry e Ron, che si sentirono andare dalla padella alla brace.
***************
“Ragazze…come mi sta questo?”chiese Padma uscendo dalla
cabina di prova.
Tutte le altre la osservarono con attenzione; il suo
vestito purpureo le donava molto, ma era un po’ troppo vistoso per l’occasione.
Le amiche espressero la loro opinione, così Padma,
sconsolata, si arrese avendo ormai provato 15abiti e praticamente svaligiato il
negozio.
Luna era completamente immersa nel contemplare abiti
strani coloratissimi e con strascichi chilometrici; Cho stava aiutando l’amica
a trovare un abito adatto a lei, semplice ma carino; Parvati stava allegramente
intrattenendo un ragazzo di Tassorosso incontrato per caso nel negozio; Ginny
stava usando Hermione come commessa personale, facendola andare avanti e
indietro con vestiti e taglie diverse.
“HERM!”disse la ragazza dal camerino.
Hermione, che si stava leggermente stressando, aprì d’un
botto la tendina, sperando con tutto il suo cuore che quello fosse andato a
pennello all’amica.
Ed effettivamente il vestito che indossava Ginny era
praticamente perfetto…Hermione sorrise soddisfatta, e disse “Ginny…ci
siamo…come dicono i babbani, sembra che ti sia stato cucito addosso…”
“Come…?”commentò Ginny guardando storto l’amica.
Hermione sorrise scossando la testa, per poi
aggiungere…”Allora, soddisfatta?”
Ginny fece un giro su se stessa, poi disse…”C’è solo di
questo colore?”
“Si…”rispose perplessa Hermione “perché, qualche
problema…?”
“Effettivamente si…”disse la ragazza rattristandosi un
po’…”E’ bello l’azzurro…ma sai, a Dean piace più il rosa…”
“…COME?”disse sorpresa la ragazza…
“A DEAN PIACE IL ROOOSAAA!”disse Ginny apostrofando l’amica.
“Avevo capito…cosa credi…ma tu per comprare i vestiti ti
basi su quello che piace a Dean Thomas…?”
Ginny la guardo con un mezzo sorriso che
significava…”si…proprio così Herm…”
Hermione guardò sconsolata la ragazza, per poi scoppiare a
ridere.
“Dai…togliti quel coso di dosso…tanto qua non troveremo
niente che ti piaccia…”
Hermione, lasciata l’amica, decise di sedersi nel piccolo
divanetto che c’era sotto la grande finestra del negozio, dalla quale si vedeva
benissimo la Testa di Porco con i clienti all’interno…il tavolo dei ragazzi era
quasi all’entrata del locale, così li riuscì a scorgere mentre parlavano
allegramente.
“Hem
Hem…”
Hermione si girò, e vide Cho in piedi di fronte a lei; la
ragazza aveva lo stesso sguardo di rimprovero di quando le due avevano parlato
di Harry in Luglio durante la festa nel negozio di Fred e George.
“Fammi indovinare…”disse la ragazza sedendosi vicino a
Hermione…”di sicuro non stai fissando i passanti nella strada o i
calessi…quindi vado per deduzione che tu stia osservando i ragazzi dentro alla
Testa di Porco…credo sia assolutamente da escludere il fatto che tu possa stare
qui a guardarli perché ti sei presa una incredibile cotta per Neville Paciock…”
Cho si fermò…vedendo Hermione sorridere leggermente,
continuò…”…quindi, Neville scartato…se riesco a interpretare i tuoi pensieri,
credo che sia da scartare anche Dean Thomas…troppo rubacuori e
Dongiovanni…direi assolutamente di passare oltre a Seamus Finningan…sai, credo
che la sua ingenuità sia assolutamente unica e inimitabile…un vero e proprio
babbeo quando ci si mette…per cui…vediamo chi è rimasto…”dicendo questo, la
ragazza iniziò a contare con le sottili dita della mano…”Oh Oh…”disse “…direi
che sono rimasti esclusi solamente Ronald Weasley e Harry Potter…i tuoi due migliori
amici…”dicendo questo Cho scrutò attentamente lo sguardo di Hermione, che
sembrava perso nel vuoto.
“Herm, ascoltami bene…una volta noi due eravamo quasi
nemiche a causa di Harry…”disse tutto ciò in modo così deciso che Hermione si
girò di scatto…”…non mi considero tua grande amica, e forse non potremmo mai
esserlo, ma so di certo una cosa…tu sei cotta persa di Harry Potter…da molto
tempo ormai…ma la cosa che ti rode di più è che lui, oltre a piacerti, è anche
e prima di tutto il tuo migliore amico…Io ti dico solo una cosa…non perdere
l’occasione con lui…te ne potresti pentire per molto tempo…anche se non dovesse
funzionare, almeno puoi dire che hai tentato…”
“Scusami un attimo Cho…”iniziò Hermione un po’
alterata…”se facessi come tu dici, rischierei di perdere la sua amicizia, che è
una delle cose che mi è più cara al mondo…”
“…Quindi ammetti di avere una cotta per Harry…”incalzò la
ragazza
“NO!Io non ammetto proprio niente…”disse Hermione
alzandosi di colpo dal divanetto.
“Ma non vedi che ti contraddici…”iniziò a dire
alterata…”prima dici di aver paura di perdere la sua amicizia se gli
confessassi il tuo amore, poi dici che non provi niente…Hermione, non puoi
continuare così…”le due ragazze si fissavano dritto negli occhi, Cho con uno
sguardo combattivo che Hermione sosteneva cercando di non far trapelare le sue
sensazioni.
“Non fingere Hermione…ormai nessuno crede che voi due
siate solo migliori amici…non vuoi parlarne con me? Ok, va benissimo…d’altronde
penso tu mi abbia detestata quando stavo con Harry…”disse Cho addolcendo la
voce…Hermione abbassò lo sguardo…”…parlane con Ginny, per esempio…voi due siete
grandi amiche, lei ti potrebbe aiutare…”
“A fare cosa?”chiese innocentemente Ginny avvicinandosi
alle amiche e sorreggendo un paio di abiti da sera.
La ragazza scrutò la situazione: Cho con aria da
rimprovero parlava seriamente a Hermione che teneva la testa bassa, come fa uno
studente che viene ripreso dal professore, consapevole dei propri errori.
“…Devi aiutare Herm a conquistare Harry…”disse fermamente
decisa Cho.
“NO!”gridò un po’ più forte Hermione.
Molti clienti si girarono dalla loro parte incuriositi,
per poi tornare alle loro compere natalizie.
“…Sai Cho…credo non ce ne sia bisogno…per me basta una
piccola spintarella ed il gioco è fatto…”iniziò a dire Ginny sorridendo
all’amica.
Hermione era paralizzata…loro due, delle persone che in
fondo non la conoscevano e non avevano il diritto di giudicarla, erano di
fronte a lei e programmando cosa doveva e non doveva fare, e come doveva farlo…
“Ascoltate…Questo NON è un vostro problema…è un MIO
problema…non avete alcun diritto di starvene qui impalate a parlare e parlare
quando non conoscete come stanno realmente le cose…tanto meno tu Cho…”
L’atmosfera era tesa…Hermione guardava le due con
rimprovero, mentre Cho guardava la ragazza in modo provocatorio e Ginny aveva
uno sguardo dispiaciuto.
“Ragaaazzeee….”Luna attirò lo sguardo delle ragazze su di
sé…
“Avanti avanti…che faccine mogie…siate allegre…fra poco è
Natale…”disse raggiungendole con un dolce sorriso.
“E siate allegre anche perché Padma è riuscita a trovare
un vestito che le piaccia…”disse Parvati mentre indicava Padma pagare alla
cassa.
“…un bellissimo vestito rosa…”aggiunse.
“…ROSA!…”esclamò Ginny, distraendosi dai suoi
pensieri…”…Dean ADORA il rosa…”
Hermione, mettendo da parte i suoi pensieri, sorrise alla
reazione dell’amica, esattamente come fece Cho.
Il gruppo di amiche uscì dal negozio, allegre e vocianti.
Solo Hermione era più in disparte…camminava lentamente con
lo sguardo basso, riflettendo.
Dietro di lei, Cho e Ginny la squadravano.
“…Herm ha bisogno di una mano…”disse malinconica
Ginny…”dobbiamo fare qualcosa…”
“…primo, dobbiamo fare in modo che Harry veda in lei anche
il suo lato di ragazza…”disse Cho “…come facciamo?…Cosa rende un’ amica anche
una ragazza?”
Le due si guardarono intorno, cercando ispirazione…
“…Cosa rende femminile…il modo di comportarsi…di
pensare…di vestire…”iniziò Ginny.
“VESTIRE!”disse Cho puntando freneticamente il dito verso
una vetrina coloratissima.
“…la festa di Natale è l’occasione giusta!Se noi la
facciamo vestire…come dire…diversamente…potrà sorprendere Harry…che ne dici…”
Ginny si fermò a riflettere…”HERM!”gridò improvvisamente
la ragazza come risvegliatasi di colpo.
L’amica, sentendosi chiamare, si voltò di scatto; Ginny e
Cho le fecero cenno di avvicinarsi.
Guardarono insieme la vetrina che prima Cho segnava,
indicandole un vestito.
Hermione prima chiese se scherzavano, poi iniziò a
dire…”No no no…mai!Sarò l’unica vestita così…tutti mi prenderanno in giro…ok
che è una festa dove ci si può anche vestire strani…ma…avanti, sarò l’unica
messa così…”
“Sbagliato cara…”disse Ginny facendo l’occhiolino a Cho
“…saremo in tre…!”
Le due trascinarono Hermione nel negozio, seguite a ruota
dalle altre.
*****************************
“…Ti rendi conto, Harry…voglio dire…Ginny è al terzo posto
fra le ragazze più belle di Hogwarts…”disse ancora sbalordito Ron a Harry.
I ragazzi erano tornati da Hogsmeade prima delle ragazze.
Avevano trascorso quasi tutto il tempo nella locanda
parlando di ragazze, cosa che rese maledettamente tesi e nervosi Harry e Ron,
costretti a dare commenti e opinioni rispettivamente riguardo la migliore amica
e la sorella minore.
Invece di restare ad aspettare le amiche nel castello, i
due decisero di fare due passi nel giardino, e magari andare a trovare Hagrid.
Non nevicava più da un po’ di tempo, così molti ragazzi si
divertivano a sfidarsi a battaglie di palle di neve tutt’intorno Hogwarts,
schiamazzando e comunque rendendo tutto più natalizio.
Ron parlava ad alta voce di quel pomeriggio e di come
fosse stato contento che quella situazione imbarazzante fosse terminata; Harry
fingeva di ascoltarlo, invece nella sua testa rimbombavano ancora le parole dei
loro amici…In quella “Classifica delle Ragazze più Belle di Hogwarts” tutti
avevano messo al terzo posto Ginny Weasley, al secondo Calì Patil e,
sorprendentemente, al primo erano arrivate parimerito Hermione e Cho.
Harry non ci aveva mai pensato, non gli era mai passato
per la testa di paragonare Hermione a Cho…le due erano troppo diverse fra loro.
Ascoltando i commenti dei suoi amici sulla ragazza, Harry
si sentì completamente a disagio…avrebbe dato qualunque cosa pur di non sentir
parlare di Hermione in quel modo…i ragazzi l’avevano come passata al radar…poco
gli importava delle sue doti di strega o di ottima amica…tutti commentavano il
suo fisico, di quanto era cambiata…Harry si scoprì a non sopportarlo…
Certo non poteva negare ciò che loro dicevano, ma comunque
gli dava un enorme fastidio sentire parlare di Hermione in quel modo…
“Harry…”la voce di Ron lo riportò alla realtà…”…hai
sentito i commenti su Herm?”
“Si…che domanda…certo che li ho sentiti…”disse sorridendo
forzatamente e cercando di sembrare il più distaccato possibile.
“In fondo, sai, pensavo una cosa…non hanno tutti i
torti…per come è cambiata Hermione, adesso potrebbe benissimo fare le scarpe a
Cho…”continuò Ron.
Un attimo di silenzio in cui entrambi scrutarono dal
muretto in cui erano seduti il profondo cielo grigio, che sembrava infinito.
I due erano come avvolti in un atmosfera irreale, che
comprendeva i due amici e le riflessioni sull’amica.
Ron si voltò per guardare a lungo Harry, poi conl’espressione più seria che potesse avere
disse quasi dispiaciuto:“Ti piace…”
Il cuore di Harry si fermò per qualche secondo prima di
voltarsi verso l’amico, che lo guardava fisso con la bocca serrata.
“C-Cosa?….Cosa vuoi dire Ron?”chieseHarry passandosi una mano fra i capelli
corvini.
“Ti piace…”ripeté sorridendo un po’ tristemente l’amico
portando nuovamente il suo sguardo oltre l’orizzonte “…Herm,…l’ho capito da un
po’ sai? Dalla tua festa di compleanno…all’inizio mi sono detto che le mie
erano solo paranoie…ma sono quasi convinto che non sia così…”
Harry guardò Ron,…il ragazzo sembrava quasi deluso.
“No Ron, ma che dici!” cercò di dire Harry come per
riparare ad un torto fatto all’amico…”Perché mi dovrebbe piacere Herm?cioè,
avanti…non…non ha senso la cosa”
“Avanti non dire cavolate…” esclamò lui quasi ridendo
dell’ingenuità di Harry…”In fondo non c’è niente di male. Hermione,
ammettiamolo, è diventata veramente una bella ragazza”
“In che senso < in fondo > ?” chiese stupito Harry.
“Harry, tu la conosci da 7anni…è la tua migliore amica…è
la mia migliore amica…questi 7anni di amicizia vera e profonda è tutto ciò che
lega me a lei…sai, quando inizi a vedere una persona in un certo modo fin da
piccolo, difficilmente il tuo punto di vista può cambiare…ma con questo non
intendo dire sia impossibile…”
Un profondo silenzio si intromise prepotentemente fra i
due.
Harry non capiva perché, ma si sentì in colpa…sentì come
se un grande segreto che da tempo teneva sigillato dentro sé fosse stato
improvvisamente riportato a galla.
“Si, effettivamente Herm è la nostra migliore amica…hai
ragione, la penso così anch’io, cosa credi? sarebbe assurdo se…”iniziò a dire
Harry, provando a convincere Ron del contrario di ciò che lui sosteneva.
“Amico, ascoltami bene…”disse deciso, alzandosi e
guardandolo fisso negli occhi…Ron proprio non sopportava Harry quando credeva
di aver trovato il modo di metterlo in buca…”…tempo fa ti ho detto che per me
sarebbe assurdo provare qualcosa di più per la mia migliore amica che considero
una sorella, ti ricordi? Bene, questo è quello che penso io…ma tu non sei me…”
Harry difficilmente continuò a sostenere lo sguardo
fermamente interrogatorio dell’amico…Ron era come se con quello sguardo dicesse
< Per la barba di Merlino…su Harry…provaci con Hermione…d'altronde lei è
solo la tua migliore amica, al massimo ti potrà succedere di perdere la sua
amicizia…in fondo stai solamente mettendo in gioco 7anni di amicizia…della tua
amicizia con lei e della tua amicizia con me… > .
Harry stava per rispondere a Ron, stava per dirgli
qualcosa, quando all’improvviso due mani gli coprirono gli occhi, ele risa di una ragazza lo circondarono.
“Indovina chi sono?”disse una voce famigliare.
Harry preso alla sprovvista non riuscì a indovinare la
proprietaria di quella voce squillante…così, invece di pronunciare un qualsiasi
nome, iniziò a balbettare…
“Ma bravo…complimenti Potter…”disse la ragazza
togliendogli le mani dagli occhi, ma comunque restando alle sue spalle.
“Bravo Potter…non riesci a riconoscere più neanche la
sorellina del tuo migliore amico…”
Ginny, completando la frase, si andò a sistemare di fianco
al fratello, che nel frattempo, visibilmente divertito, aveva riacquistato il
sorriso di prima.
“Ciao Ginny…”disse Ron abbracciando la ragazza…”e le altre
dove sono?”
“Dunque…Padma, Calì e Cho sono andate di sopra nella Sala
di Ritrovo a portare le cose che hanno comprato…mentre invece…”rispose Ginny,
cercando con lo sguardo fra un numeroso gruppo di persone di ritorno da
Hogsmeade…”Ah…eccole…!” finì la ragazza, sbracciandosi per farsi vedere da due
ragazze.
“Luna e Herm sono lì…”
Ron e Harry, che nel frattempo si era alzato, fissarono
stupiti le due ragazze che si stavano incamminando verso di loro.
Erano entrambe quasi coperte di borse, sporte e
sportine…Luna in modo particolare.
“Ciao ragazze…ma che avete svaligiato tutti i negozi di
Hogsmeade?…”chiese ironicamente Ron con una sguardo stupito.
“Quasi Ron…quasi…”disse una voce che supposero
appartenesse a Hermione.
“Comunque, se voi due galantuomini quali siete ci aiutaste
a portare questa roba, ve ne saremmo immensamente grati…”disse Hermione, mentre
Luna, ormai stanca, aveva lasciato cadere pesantemente a terra tutte le borse e
pacchetti che aveva, facendo spallucce e dicendo che tanto non c’era nulla che
si potesse rompere.
Harry e Ron aiutarono Hermione togliendole di dosso
numerosi pacchetti colorati…la ragazza, una volta riemersa da quella
moltitudine di carta colorata, accennò ad un sentito < Grazie >.
Harry, vedendola così conciata, sorrise…Hermione aveva i
capelli simpaticamente arruffati con dei ciuffetti che le ricadevano scomposti
sul viso; il naso e le guance rosse e le mani gelate.
Ginny disse…”Ragazzi, noi andiamo a cambiarci,
sapete…abbiamo trascorso un ora e mezza di shopping selvaggio…”
“Però devo dire che è stato divertente…”ammise Hermione
sorridendo…”dovremo farlo più spesso…”
“Certo che lo faremo…”disse Luna sognante “…ho trovato
cose veramente interessanti…Però adesso voi due ci aiutate a portare in Sala
Grifondoro tutte queste cose, vero?”
Harry e Ron si guardarono come in cerca di aiuto
reciproco…
“…chi tace acconsente…”disse rapida Hermione e, facendo la
lingua ai due amici, si incamminò verso il castello insieme a Luna e Ginny,
tutte con solo due borse a testa, lasciando ai ragazzi il grosso dei pacchetti.
“Dai amico…andiamo…”disse Ron dando sorridendo un
amichevole pacca sulla schiena a Harry.
Il ragazzo sorrise, poi, dividendosi i pacchetti, si
incamminarono sotto la neve che, lentamente, ricominciava a cadere soffice dal
cielo.
*****************************
Grazie a tutti per i vostri carinissimi commenti!!!
Sono felice che non mi abbiate lasciata senza commenti…
Grazie a chi ha solo letto, ma soprattutto a chi ha
recensito…mille grazie con TUTTO il mio cuoricino a LadyLiberty91, Hermione91,
Lily2000, Marco, Maripotter , Emma, Ginny Weasley, Stellina X e Lady86.
Grazie a tutti…mi avete fatto davvero contenta… ^//^
Spero tanto che avrete la forza di commentare anche questo
chap…forse vorreste che la storia fra Harry e Hermione decollasse il prima
possibile…ma, mi spiace dirlo, dovrete soffrire ancora un po’! :-p
Comunque, presto ci saranno novità in arrivo!!!
Grazie ancora a tutti e se recensite mi farete un immenso
piacere….
Una
ragazza, avvolta nel suo mantello nero e con le labbra nascoste dalla sciarpa a
righe rosse e gialle, stava seduta raggomitolata su un basso muretto di pietre.
Aveva
un libro poggiato sulle ginocchia, e le mani coperte da guanti neri sfogliavano
lentamente le pagine di un grande libro le cui pagine sembravano nere tanto
erano fitte e piccole le parole che le ricoprivano.
Hermione,
intenta a leggere l’ennesimo libro appena comprato, di tanto in tanto lanciava
sorridendo un occhiata furtiva al gruppo di ragazzi che si sfidava ad una
interminabile lotta di palle di neve.
Harry,
Ron, Ginny, Dean e Luna inutilmente cercarono di coinvolgere l’amica, la quale,
anche nel giorno di Natale, dedicava tutta se stessa ai libri.
I
5ragazzi erano divisi in due schieramenti: Harry, Ron e Luna contro Ginny e
Dean.
Ron
sembrava avercela a morte con Dean: tutte le sue palle di neve finivano in
faccia al ragazzo, facendo piegare in due dal ridere la sorella.
Luna
era più scatenata che mai: creava palle di neve alla velocità della luce, e
tanto velocemente scansava quelle che le arrivavano addosso…rideva in modo
quasi isterico e nell’azzurro dei suoi occhi sembrava quasi leggere una sorta
di pazzia da tanto si divertiva.
Ginny
da canto suo recitava la parte della donzella in difficoltà.
La
ragazza sapeva benissimo che, solo volendo, sarebbe stata in grado di
difendersi da sola dagli attacchi di Luna e Harry, ma si divertiva moltissimo a
ripararsi dietro Dean che, per fare il galante, cercava di proteggerla,
incassando tutti i colpi.
Harry
ormai non contava più quanti colpi aveva ricevuto…talvolta infatti si
distraeva, e il suo sguardo andava a cercare l’esile figura di Hermione, tutta
raggomitolata sul muretto con il grosso libro in mano.
Raramente
il ragazzo aveva visto l’amica in un’attività che non fosse strettamente legata
ai libri e alla scuola…tranne quell’estate…quella strana estate durante la
quale Hermione si era precipitata a casa sua e aveva dato inizio dentro l’animo
del ragazzo a una serie di domande e dubbi che persistevano in lui in ogni
momento della giornata, talvolta accuratamente rilegati nel fondo della sua
mente, altre volte liberate e portate in primo piano.
Ma
tutto ciò avveniva sempre in silenzio, senza che Ron, Hermione o chiunque altro
lo venisse a sapere.
Dopo
l’ennesima palla di neve presa in pieno viso, Harry decise di concedersi un
time-out… “Ragazzi…sono certo che ce la farete anche senza di me…mi concedo una
pausa…”
“Vai
pure Harry…”gridò Luna intenta a colpire e scansare…”…Non ti preoccupare, tanto
per loro è giunta la fine…li faremo fuori tutti e due…non hanno più via
d’uscita…”
Harry
rimase fulminato da quella risposta…Luna sapeva essere veramente terrorizzante
quando voleva.
Non
ricevendo alcuna risposta da Ron, forse troppo impegnato a controllare in che
modo Dean stava abbracciando Ginny, Harry si allontanò dirigendosi in salvo
verso Hermione, naturalmente senza prima essersi beccato una nuova palla in
testa.
Ron
osservò dalla sua postazione la scena…rimase serio a guardare l’amico che si
sedeva vicino, vicinissimo a Hermione… fino a quando, per la prima volta, Dean
lo colpì proprio all’altezza dell’orecchio…allora il ragazzo si distrasse dai
suoi pensieri e tornò alla sua missione < Facciamo più male possibile a Dean
Thomas, il ragazzo che ci sta provando con mia sorella > .
Harry,
lasciando le sue impronte nella soffice neve, si andò a sedere vicino,
vicinissimo all’amica.
Prima
di richiamarla dal mondo in cui si era immersa, Harry scrutò attentamente il
suo profilo…Hermione non si era accorta della sua presenza, era completamente
assorta in quel mondo, immersa in quelle parole…Harry si chiese in quale
fantastico mondo la mente della ragazza stesse volando in quel momento…doveva
essere un bel posto, si disse, se è talmente concentrata da non distrarsi
nemmeno con tutto questo inferno.
“Hei
Herm…”disse Harry, sorridendo dolcemente e scostandole lentamente i capelli
ricaduti sul candido viso della ragazza.
Hermione,
come presa alla sprovvista, fece uno scatto improvviso, girando la testa verso
Harry che rimase con la mano sospesa a mezz’aria.
L’espressione
del ragazzo divenne improvvisamente preoccupata appena incrociò lo sguardo
dell’amica…Hermione aveva gli occhi lucidi, e una timida lacrima le solcava le
guance rossastre.
“Oddio
Herm…!che…che è successo?Cosa hai fatto…”chiese Harry preoccupato e quasi
pietrificato.
I
due si guardarono per un po’ di tempo in modo sorpreso, fino a quando Hermione
cedette e scoppiò a ridere in faccia all’amico, che non riusciva davvero a capirci
più niente.
“Harry,
hai mai sentito parlare di profonda immedesimazione nel personaggio?” chiese
Hermione sempre continuando nella sua inarrestabile risata che stupiva e
contemporaneamente irritava Harry.
“…Quindi?”chiese
il ragazzo con aria interrogativa.
“Quindi,
SignorPotter, questo significa che sono talmente immedesimata nella storia al
punto che mi sono lasciata trascinare dalle emozioni dei protagonisti…e, dato
che è una storia triste, la mia reazione naturale è stata il pianto…”
La
ragazza spiegò tutto questo con un aria sapiente e divertita che fece sentire
Harry un vero stupido.
Il
ragazzo arrossì…”Ah…ahem…Scusa allora…non volevo interrompere la tua …allegra…
lettura”
Hermione
lo fissò, sempre sorridendo allegramente…le faceva piacere che Harry, unico fra
i suoi amici, avesse lasciato il divertimento per sederle accanto e farle
compagnia…
“Ma
scusa di cosa, Harry…!Sono contenta invece che tu abbia interrotto la mia
lettura…”disse la ragazza dando all’amico un leggero pizzicotto sulla guancia…
I
due si guardarono…entrambi arrossirono, ma nessuno dei due si accorse della
reazione dell’altro, poiché il freddo aveva provocato ai due ragazzi un
colorito acceso.
“Allora
dimmi…”disse Hermione chiudendo accuratamente il libro e mettendosi a guardare
concentrata gli amici che continuavano la battaglia di neve…”…com’è la
situazione…chi vince, noi o i nemici?”
Harry
sorridendo rispose…”Oh…la situazione è molto complicata, sai…Luna sembra
essersi trasformata in una pazza con istinto omicida; Ron le fa compagnia
tentando di uccidere passando inosservato Dean che, tra parentesi, ci sta
apertamente provando con Ginny…Nel fronte nemico, d’altra parte, Dean si è
calato perfettamente nei panni del principe azzurro che deve salvare la
donzella indifesa conquistando poi il suo cuore, e la dolce donzella, ovvero
Ginny, sta al gioco, anzi, direi che è molto attiva nella parte…”aggiunse il
ragazzo osservando Ginny che stava urlando qualcosa come < ti prego aiutami
> e Dean rispondeva con altrettanto fervore < Non ti preoccupare, ci
penso io a te >.
Entrambi
scoppiarono a ridere di cuore, e Harry non potè fare a meno di aggiungere
guardando l’amica…”Ora Herm va meglio…non mi va di vederti rincantucciata anche
a Natale con il tuo nasino immerso nei libri…”
“Si…forse
hai ragione…” rispose la ragazza asciugandosi una lacrima, questa volta
provocata dal troppo ridere.
“Cosa
cosa?” disse il ragazzo fingendosi come sorpreso…”La SignorinaPerfettina da
ragione all’amico concordando col fatto che i libri per qualche ora si possono accantonare?
Mmmm…la cosa mi sembra alquanto dubbia…Lei, signorina, è sicura di sentirsi
bene?”
“Mai
stata meglio, Potter, glielo assicuro…”disse Hermione con cuore.
Tutti
e due si guardarono sorridendo per un tempo che entrambi non sarebbero stati in
grado di definire.
Poi
abbassarono gli occhi a terra.
Questa
volta fu Harry a cominciare un nuovo discorso…
“Allora
Herm…stasera c’è la festa di Natale…”
“Già…”rispose
la ragazza in modo quasi evasivo.
“Silente
ha detto che si può invitare qualcuno dall’esterno…”
Hermione
lo guardò...chissà dove voleva andare a parare l’amico.
“Ron
ha detto che verranno Bill, Fred, George e forse Charlie…insomma, la famiglia
Weasley quasi al completo…”continuò il ragazzo…”Se avessi qualche amico esterno
alla scuola da invitare, l’avrei fatto, ma purtroppo non conosco nessuno…Tu
invece, Herm, hai…hai invitato qualcuno?” finì con finta indifferenza.
Ecco!
Ecco
dove Harry voleva andare a parare…
Hermione
sorridendo imbarazzata guardò l’orizzonte…il suo sguardo sembrava perdersi…
“Ecco…no,
non proprio…”
“Non
proprio…?”disse Harry sempre più curioso.
“Poco
tempo fa mi è arrivata una lettera…da…”la ragazza fece un respiro profondo…”…mi
è arrivata una lettera da Viktor…”
Hermione
si girò a guardare la reazione dell’amico…Harry diresse il suo sguardo verso la
Foresta Proibita…
Accidenti pensò il ragazzo.
“…Allora
io ho risposto alla sua lettera, parlandogli, fra le altre cose, di questa
festa di Natale…Non è che l’ho invitato, ma mi aveva già detto che, con
l’occasione giusta, gli avrebbe fatto molto piacere rivedermi…Ecco…Quindi, per
come credo la veda lui, questa potrebbe essere l’occasione giusta…”
La
ragazza scrutò attentamente l’amico mentre pronunciava queste parole; Harry
manteneva il suo imperscrutabile sguardo perso nel vuoto.
“…Ma
comunque non l’ho esplicitamente invitato…”continuò la ragazza come per
scusarsi con il ragazzo.
“Perché
cerchi di darmi spiegazioni? Non c’è bisogno che tu mi spieghi proprio nulla!”
disse un po’ troppo bruscamente il ragazzo.
Hermione
voltò il viso dalla parte opposta di Harry.
Il
ragazzo si pentì subito di quella reazione…non capiva neppure perché avesse
reagito in quel modo… o forse lo sapeva ma, come tante altre volte, non voleva
ammettere a se stesso la verità.
L’amico
appoggiò sinceramente dispiaciuto la mano sulla spalla della ragazza, che si
voltò lentamente.
“Davvero
Herm…non c’è bisogno che tu mi dia giustificazioni per le cose che tu
fai…”disse di nuovo il ragazzo, stavolta dolcemente.
La
ragazza sorrise tranquillizzata, dicendo poi… “Non è neanche detto che venga…”
Il
ragazzo, questa volta, sorrise alla ragazza.
“Heiii!Voi
due piccioncini!!!!”
La
voce acuta di Ginny interruppe il discorso dei due ragazzi, che arrossirono
vistosamente.
Harry,
notando lo sguardo fra il sorridente e ironico di Ron, si scostò leggermente
dall’amica.
Hermione,
d’altro canto, era indecisa se ringraziare la ragazza o ricompensare il suo
gesto con un occhiata maligna.
“Scusate se vi interrompiamo…”disse Dean ironicamente…”…Ma
in teoria noi avremmo bisogno di rinforzi sul campo di battaglia…”
“Sbagliato!”disse sorridendo
Ginny…”Se la nostra Miss decide di partecipare, io proporrei invece una
bellissima sfida ragazzi contro ragazze…”
“SIIIIIIIIIIIIIIII!”disse
entusiasta Luna saltellando vicino a Ron, che la squadrava preoccupato dal
basso verso l’alto.
“DAI HERM!Fammi questo bel
regalino!”continuò la ragazza correndo verso Hermione.
“No no…dai…DAI!Luna…sai che non
sono il massimo in queste cose…non mi va!” disse la ragazza, trascinata poco
delicatamente nel bel mezzo della pista.
“Dai Herm…è Natale!”disse Ginny
guardandola con sguardo supplichevole.
Ormai tutti, anche Harry, erano
intorno a lei.
La ragazza non voleva rovinare
la festa ai suoi amici rifiutando di partecipare, ma d’altro canto sapevano
tutti benissimo che lei preferiva non unirsi a questi giochetti.
Combattuta, Hermione li fissò
in silenzio.
“…Chi tace acconsente…”disse
Ron, riprendendo ironicamente le parole dell’amica.
La ragazza cercò di replicare,
ma non fece altro che muovere la bocca come un pesce in modo imbarazzante.
Tutti intorno a lei sorrisero…
“Allora Herm…avremo l’onore di
averti in questa battaglia?”chiese Harry.
“…Ok…”rispose a bassa voce
l’amica.
Una palla di neve colpì
all’improvviso Ron in piena faccia: Ginny l’aveva precedentemente preparata e
accuratamente tenuta dietro la schiena.
Cosi cominciò la sfida ragazzi
contro ragazze.
**************************
“Seamus!!!!!Mi passi per favore
quel tubetto di non-so-come-si-chiama che ti sei fatto mandare da tua
sorella?”urlò Ron mentre si guardava davanti allo specchio cercando
disperatamente di aggiustarsi uno dei tanti ciuffi ribelli.
“Ron, si chiama GEL…e poi è
finito…tutta colpa di Harry…”ribattè l’amico strizzando a più non posso il
tubetto, ma senza alcun risultato soddisfacente.
“Harry Potter, per la barba di
Merlino, sei consapevole di avere attirato addosso a te tutto il mio odio?Io
adesso come faccio?!…”disse Ron girandosi vero l’amico che, anche lui in modo
molto impacciato, cercava di annodare senza successo la cravatta rossa.
“Vedi Ronald Weasley…questa è
la mia vendetta contro di te per aver occupato per un’ora l’unico specchio che
esiste nella nostra camera…”disse Harry che, disperato, si tolse malamente la
cravatta e la gettò sul letto completamente sgualcito.
“Miei valorosi combattenti…non
perdiamo la calma…suvvia…”disse in modo molto ricercato Dean che, già
impeccabilmente pronto, stava appoggiato elegantemente allo stipite della
porta.
“Valorosi cosa Dean!?”disse
Neville…”Forse non te ne sei accorto…ma le nostre dolci fanciulle ci hanno
battuto oggi pomeriggio…e in modo vergognoso…”
Un silenzio dimostrò che tutti
concordavano appieno.
PoiHarry, Ron, Dean e Neville tornarono a occuparsi chi dei capelli,
chi della propria cravatta, chi di scarpe e profumi.
“Ragazzi, mi faccio vergogna da
solo…”bisbigliò Ron seduto sul bordo del suo letto…”…sembriamo delle ragazze
intente a truccarsi, profumarsi e prestarsi i vestiti…è una cosa
alquanto…direi… degradante…”
“Ma che bravo il nostro
Ronny…D-E-G-R-A-D-A-N-T-E…hai imparato una nuova parolina oggi a scuola…”disse
in falsetto Dean prendendo in giro l’amico.
“…Taci Dean, altrimenti la
prossima volta non mi limiterò a lanciarti occhiatacce quando ti avvicini a mia
sorella…”rispose Ron in un tono che voleva sembrare volutamente intimidatorio.
Dean si limitò a guardarlo e a
fare un verso a metà fra una risata e uno sbuffo.
“Dove dobbiamo incontrarci con
le ragazze?”chiese Harry che, messa da parte la cravatta, stava mettendo tutto
se stesso nell’allacciarsi le scarpe.
“Hanno detto che ci vediamo
direttamente di sotto…”disse Neville…”…hanno detto qualcosa come < vogliamo
fare la nostra bella entrata >…”
“Bella entrata? Significa che
allora stasera ne vedremo delle belle!” affermò soddisfatto Dean sfregandosi le
mani.
“No Dean ,dammi retta, secondo
me è solo un modo come un altro per attirare attenzione su di loro…vedrai, non
saranno niente di che…”continuò convinto Ron.
“..chi vivrà vedrà…”disse
Seamus.
“UUUU ragazzi, come siamo
ottimisti!!!secondo me potrebbero veramente stupirci!Guardate oggi pomeriggio…nessuno
avrebbe mai detto che saremmo potuti essere sconfitti…”concluse Harry
rialzandosi in piedi…”E comunque, fra una mezz’oretta sapremo chi ha
ragione…”finì guardano l’orologio che segnava le 21.
*******************************
“Padma!!!!Ti avevo detto che
quegli orecchini li volevo io!!!”disse lamentandosi Ginny, urlando alla ragazza
da 5 centimetri di distanza.
“Ma Ginny…lascia perdere!”disse
stanca Padma…”Dimmi a che ti servono un paio di orecchini rosa quando tu ti
vesti di rosso!?”
“…A Dean piace il rosa…”disse
Hermione togliendo le parole dalla bocca all’amica.
“…E, scusami, che c’entra Dean
Thomas in tutto questo?”chiese Padma con aria di chi ha già capito la risposta.
Ginny iniziò a balbettare,
diventando rossa, poi si allontanò per dedicarsi ai suoi capelli.
Padma e Hermione si scambiarono
un occhiata.
Padma continuò tranquillamente
ad ammirarsi allo specchio, mentre Ginny stava accuratamente sistemando il suo
vestito sul letto e Hermione la fissava incantata.
Ginny notò lo sguardo fisso
della ragazza…”Hei Herm…che c’è?Non ti piace? Guarda che questo è lo stesso
vestito che ti metterai anche te…”
Sbuffando, la ragazza
disse…”Si…si lo so Ginny…solo che, sai…stavo pensando…”disse avvicinandosi al
suo armadio…”…stavo pensando che in fondo, dato che non è una festa troppo
elegante, pensavo che un bel paio di jeans con una maglietta elegante…”
“HERMIONE!”urlarono insieme
Ginny e Padma mettendosi fra l’amica e il suo armadio.
“Non pensarle neanche queste
cose…”disse Padma.
“Ma a me sta da schifo questo
vestito!”disse quasi piagnucolando Hermione.
“Herm, se non fossi mia amica
ti avrei già mollato uno schiaffo in piena faccia…”concluse seriamente Ginny.
“…Vuoi paragonarmi a
Cho?”ribattè la ragazza.
“…Sì”disse fermamente l’amica,
che stava ancora saldamente fra Hermione e l’armadio.
“A proposito di Cho…non doveva
raggiungerci?Qualcuno dovrebbe andare a dire la parola d’ordine per aprire la
porta…sai, altrimenti la SignoraGrassa inizia a fare delle storie…”concluse
Padma.
“Ci sarebbe dovuta andare
Luna…”disse soprappensiero Hermione.
“Luna?”disse Ginny…”Luna l’ho
vista poco fa…stava andando a farsi una doccia…”
“Questo vuol dire che…”disse
Padma.
“…che Cho è chiusa fuori
davanti alla SignoraGrassa e aspetta che le andiamo ad aprire!”finì Hermione.
Ginny, la più vestita fra le
tre, corse come un fulmine di sotto, tornando poco dopo con una Cho leggermente
irritata, ma che comunque si sforzava di sorridere.
“Ciao ragazze!”disse Cho,
entrando nel dormitorio femminile carica di trucchi, profumi, pettini, fermagli
e accessori vari.
“Ciao…caspita come
sei…armata…”disse Padma sorridendo.
“…Abbiamo una missione da
compiere…giusto Ginny?”disse la ragazza.
“Giusto Chang…”rispose la
ragazza.
Entrambe avevano lo sguardo
sorridente fisso su Hermione, che sembrava un po’ imbarazzata.
“Ehiiiiiiiiiiiii!Ragazzeeeeeeeeee!”una
voce squillante provenne dall’entrata del dormitorio;Luna stava impalata
davanti alla porta, già vestita di tutto punto.
“Allora, come sto?”disse
sorridendo e facendo una piroetta su se stessa.
Tutte e tre scoppiarono a
ridere, mentre Luna le guardava con disappunto.
**************************
“Allora deciso, le aspettiamo
qui in fondo alle scale…”disse Dean, tutto agitato mentre guardava di continuo
se vedeva le ragazze scendere.
Harry, Ron, Dean, Seamus e
Neville avevano deciso di vestirsi in modo diverso, ma con una cosa in
comune:la cravatta rossa, simbolo di Grifondoro, ma anche del Natale.
Harry era vestito in modo molto
normale: indossava un paio di jeans bianchi, camicia nera e la cravatta rossa
malamente legata al collo; aveva accettato di indossarla, anche se stonava con
tutto il resto.
I capelli erano, come sempre,
scompigliati, ma almeno tendevano ad avere una forma decente, grazie al magico
gel di Seamus.
Ron invece sembrava l’opposto
di Harry; indossava jeans neri, camicia bianca e la classica cravatta rossa,
mentre i capelli rossissimi sembravano non avere un verso giusto.
Dean era molto elegante: jeans
chiari, camicia blu e sopra un gilet azzurro chiaro, con il rosso della
cravatta che sembrava un pugno nell’occhio.
Seamus e Neville, anche questa
volta, sembravano una coppietta a parte: entrambi indossavano uno smoking
classico…sempre con la cravatta rossa.
Ogni tanto delle ragazze
scendevano dalle scale, ma non c’era ombra di Ginny, Hermione e le altre.
I ragazzi parlavano
tranquillamente dando le spalle alle scale; solo Neville e Dean erano rivolti
ad aspettare l’arrivo delle amiche.
“…Chissà quanti dolci ci
saranno!E poi, pensate alla Sala…l’avranno addobbata a meraviglia…ho visto
Hagrid portare un grandissimo abete…e poi…”.
Ron stava parlando
animatamente, ascoltato da tutti, fino a quando prima Dean, poi Neville,
spalancarono la bocca senza dire una parola.
“Ehi…mi state ascoltando?”disse
perplesso Ron.
“Ragazzi, tutto bene?”gli fece
eco Harry.
Dopo un po’ di silenzio, Dean
disse “Ragazzi…non credevo che Babbo Natale potesse essere così…così…”
“…così bello!”finì la frase
Neville.
Stupiti, tutti si girarono
verso le scale, curiosi di capire come faceva un nonnetto un po’ sovrappeso e
molto barbuto a nascondere un grande fascino.
Una volta portati i loro
sguardi verso le scale, l’effetto < Babbo Natale > non tardò ad arrivare
anche per loro.
Le ragazze, più belle che mai,
stavano scendendo con molta grazia le scale.
Harry notò una cosa strana…
Hermione…
Ginny…
E anche Cho…
Tutte e tre erano vestite da
Babbo Natale in gonnella.
Le tre si erano messe d’accordo
per vestirsi tutte allo stesso modo, originali ma non troppo fuori dal
contesto.
Erano completamente vestite di
rosso; avevano una minigonna a pieghe che arrivava sopra le ginocchia, una
camicia scollata e il classico simpatico cappello da Babbo Natale.
Sul bordo della gonna, nei
polsini e lungo la scollatura le ragazze avevano cucito accuratamente la
classica leggera pelliccia bianca, mettendone anche un ciuffetto al centro
delle scarpe eleganti che indossavano, rigorosamente rosse anche quelle.
Accanto a loro, Padma indossava
un normalissimo abito rosa a tubino, mentre Luna, naturalmente, non poteva non
essere originale.
Si era travestita da albero di
Natale.
Anche lei indossava un vestito
a tubino verde, disegnato a cerchi di vari colori; come orecchini aveva due
vere palle di Natale colorate, mentre aveva raccolto i capelli in un elegante
concio ornato da un filo di lampadine luccicanti che per magia si accendevano e
spegnevano a intermittenza, il tutto sormontato da una stella cadente fermata
sopra i capelli come un aureola.
I ragazzi non erano gli unici a
guardarle in quel modo: molti intorno a loro le guardavano a bocca aperta,
lanciando sorrisini e strizzate d’occhio.
Le amiche, chiacchierando
allegramente fra di loro, raggiunsero gliamici che a fatica si erano ripresi dalla sorpresa iniziale.
“Ciao ragazzi!”disse Luna
mostrando un sorriso più smagliante che mai.
“C-ciaaaaoooo…”disse Neville.
Il primo che si riprese fu
Dean, che immediatamente affiancò Ginny.
“Sorprendente…”disse il
ragazzo…”complimenti Ginny…sei davvero magnifica stasera..”
“Grazie Dean…”disse Ginny
spostando elegantemente dietro le orecchie una ciocca di capelli, mostrando gli
orecchini pendenti rosa che, dopo molti sforzi, era riuscita a prendere a
Padma.
“Begli orecchini…rosa eh?…mi
piace molto il rosa…poi addosso a te sta ancora meglio…”disse Dean ormai non
più imbarazzato.
“…Ah..davvero ti piace il rosa?
Bene…”disse ingenuamente Ginny…”Grazie per i complimenti…”
“E io, e io!” disse Luna
prendendo malamente a braccetto Ron, che divenne rosso dall’imbarazzo di
trovarsi vicino a una specie di insegna luminosa.
“…Bè Luna…stai…stai benone
conciata così”disse il ragazzo poco delicatamente, ma Luna accettò ugualmente
il complimento.
“Bene ragazzi… che vi avevamo
detto?”disse Cho sorridendo soddisfatta “Abbiamo fatto si o no la nostra bella
entrata?”
“Assolutamente si…”disse Seamus
che sembrava abbagliato dalla bellezza di Padma, che per quella sera era
rimasta senza orecchini.
“Bene…allora, cari
gentiluomini, direi di avviarci altrimenti non troveremo più un posto
libero…”disse la ragazza passando in testa al gruppo e si diresse a tutta birra
in Sala Grande, salutando un gruppo di Corvonero.
Hermione, nel frattempo, era
rimasta dietro al gruppetto, rimpiangendo con tutto il cuore i suoi bellissimi
jeans eleganti rinchiusi nell’armadio.
Anche Harry era rimasto dietro
al grande gruppo, proprio per aspettare l’amica.
Il ragazzo guardava l’amica
dall’alto verso il basso: era davvero sorprendente.
Harry, obiettivamente, la
trovava anche più carina delle altre, forse perché in fondo Cho e Ginny le
immaginava vestirsi in quel modo così femminile, invece Hermione lo aveva
completamente sorpreso, spiazzato.
Forse l’abbigliamento, forse la
situazione, forse lo strano cappello, forse il simpaticissimo rossore sulle
guance dell’amica…Harry non sapeva cosa…ma sapeva che l’amica gli faceva
veramente uno stranissimo effetto.
“Ciao Herm…o forse dovrei
chiamarti < Babbo Natale con 50chili in meno > ?”esordì ironicamente
Harry per spezzare il ghiaccio.
La ragazza sorrise, diventando
più rossa di quello che già era…”Lo so Potter, lo so…sono ridicola vestita
così…ma quelle due mi hanno obbligato a conciarmi in questo modo…fosse stato
per me…un bel paio di comodi jeans e una maglietta…”disse la ragazza scendendo
gli ultimi gradini.
“No Granger…hai fatto benissimo
a conciarti in questo modo…stai davvero molto bene…”disse Harry, porgendo
elegantemente la mano all’amica.
“Caspita Potter?Da dove viene
tutta questa gentilezza?Hai fatto un corso avanzato per cavalieri?…” disse la
ragazza prendendo la mano di Harry.
“Veramente l’ho sempre avuta,
soprattutto dopo la traumatica esperienza del Ballo del Ceppo…”concluse
sorridendo il ragazzo.
Harry la guardò attentamente,
poi disse: “Non so…credo di avertelo già detto tempo fa…però Herm, quello che
conosco di te mi ha sempre sorpreso…è incredibile quello che sei capace di
tirare fuori all’improvviso, quando qualcuno meno se lo aspetta…”
“Certo Harry che
me le ricordo queste parole, certo…me le hai
dette mentre
tornavamo dalla tua festa di compleanno…
Quella sera mi stavi
quasi per baciare…
Sono passati tanti
mesi, e tu non hai dimostrato di voler
Continuare quel
discorso…
Eppure io non mi
sono dimenticata di quel momento…
Harry, io non mi
dimentico di nessuno dei momenti passati
Con te…”
“Si…mi sembra di aver già sentito un discorso simile…”disse la
ragazza sorridendo.
“Ok…allora è meglio raggiungere
gli altri, altrimenti non troviamo il posto…”disse Harry, lasciando la mano
dell’amica.
Hermione rimpianse il distacco
dell’amico, però lo seguì, ed entrambi andarono a sedersi nello stesso grande
tavolo circolare dove avevano già preso posto gli amici.
***********************
La Sala Grande era gremita di
persone e, al contrario di quello che credeva Hermione, molti erano vestiti con
costumi a tema…fra tutti il suo era quello più normale.
Escludendo Luna, unica a
essersi travestita da Albero di Natale, i ragazzi erano vestiti da folletti,
altri avevano ricoperto gli abiti con carta da regalo, altri, in special modo
le ragazze, avevano delle ali magiche argentate attaccate alla schiena, altri
ancora avevano in testa corna di renna con una simpatica coda che spuntava da
dietro i pantaloni…
Al centro del grande salone
stava un immenso albero di Natale, tutto luminoso e ben decorato con striscioni
argentei e mille stelline luccicanti; i tavoli tondi erano stati sistemati ai
lati della stanza, ed erano decorati con tovaglie rosse decorate fatti con fili
d’oro che formavano la scritta “Buon Natale” in tantissime lingue magiche.
Il tavolo per gli adulti era
posizionato in fondo alla Sala Grande, e vi erano seduti tutti i professori,
compresi gli invitati alla festa.
Le pareti erano state colorate
(naturalmente con la magia) di blu e, proprio come un vero cielo, era cosparso
di luminose stelle che facevano un bellissimo contrasto con la neve che, come
tradizione, scendeva soffice dal vero cielo.
Il gruppo di amici si era
sistemato in un tavolo a metà della sala, e insieme a loro si erano uniti anche
i fratelli di Ron, tre amiche Corvonero di Cho e il cugino irlandese di Seamus.
L’atmosfera era molto
rilassata, e tutti si stavano divertendo moltissimo; al tavolo, come al solito,
tutti i ragazzi erano particolarmente attenti alle avventure di Bill e Charlie,
interrotte da comici interventi dei gemelli.
Alle 10,30 tutti avevano finito
di cenare, così il preside si alzò in piedi, annunciando con un battito di mano
il complesso delle Sorelle Stravagarie, che andarono a sistemarsi proprio
davanti all’albero.
Le luci divennero più soffuse,
in modo che le stelle nelle pareti luccicassero ancora di più, e la pista da
ballo si riempì di studenti e adulti che avevano invitato le damigelle a
ballare.
Anche il tavolo dei ragazzi si
svuotò: i primi furono Ginny e Dean, seguiti a ruota da Ron che, per non
lasciare la sorella nelle mani del ragazzo, trascinò Luna in mezzo alla pista.
Charlie se n’era andato a
parlare con Hagrid al tavolo grande di draghi, Bill aveva agganciato Cho e i
gemelli avevano colto l’occasione per distribuire volantini pubblicitari del
loro negozio.
Al tavolo erano rimasti solo
Seamus e Neville, che parlavano animatamente di Quiddich insieme alla ragazza
di Corvonero; Harry e Hermione erano posti uno di fronte all’altro, il ragazzo
con lo sguardo fisso al tavolo dei professorie l’amica che muoveva il piede destro a ritmo di musica.
Harry non aveva avuto ancora
l’occasione di guardare gli invitati al grande tavolo…notò subito la presenza
di Silente, della McGranitt e Hagrid…e altrettanto rapidamente notò la mancanza
di un professore.
Preoccupato, Harry chiamò
Hermione…”Herm…”disse, ma la ragazza non sentì perché stava canticchiando la
canzone…”…HERM…!”
A quel punto la ragazza si
voltò verso l’amico, che le fece segno di sedersi nella sedia libera vicino a
lui.
La ragazza si spostò…”Che c’è
Harry?”
“Guarda al tavolo
insegnanti…non ti sembra che manchi qualcuno?…”disse serio il ragazzo volgendo
lo sguardo verso quella direzione.
Hermione fece lo stesso, e,
dopo aver scrutato attentamente, si voltò con gli occhi sgranati verso l’amico,
dicendo…”Piton…ti riferisci a Piton…”
Il ragazzo annuì…”Perché non
c’è?In fondo è la festa della scuola, tutti i professori erano tenuti a
partecipare…”
“Harry…questo discorso mi
sembra di averlo già sentito…”rispose l’amica in tono quasi di rimprovero…”…Non
si sente bene, o robe del genere…avanti Harry, tu e Ron dovete sempre pensare
male del professore…”
Harry le lanciò un occhiata
torva…
“Bè…”si corresse la
ragazza…”Effettivamente Piton si comporta in modo un po’ ambiguo…ma ripeto che
se Silente gli dà fiducia, noi non abbiamo nessun motivo per dubitare del
giudizio di Silente…”
Harry sospirò…perché farsi
problemi?Era Natale, voleva non pensarci…
“Hai ragione…forse non sta
veramente bene…”disse sorridendo all’amica affettuosamente.
Un improvviso flash accecò i
due ragazzi, che, inizialmente storditi, si girarono nella direzione di quella
luce.
Lentamente da bagliore apparve
Rita Skeeter che, insieme al suo fotografo di fiducia, stava andando di tavolo
in tavolo a scattare fotografie per un futuro articolo sulla festa.
“Harry Potter!”disse melliflua
la donna, per l’occasione vestita con un talier azzurro brillantinato e i
capelli sistemati in un elegante concio tenuto fermo da un fermaglio a forma di
fiore.
“E’ un piacere rivederti mio
caro…ed è un piacere rivedere anche te…cara…”disse la Skeeter guardando
disgustata verso Hermione.
“Chi non muore si rivede…”disse
acidamente la ragazza.
La giornalista alzò
ironicamente le sopracciglia, poi diresse il suo sguardo nuovamente sul
ragazzo…”Harry…che ne dici…intanto che ci siamo non ti andrebbe per caso di
rilasciare un’intervista speciale per spiegare gli strani avvenimenti di questa
estate?”cominciò la donna tirando fuori dalla sua borsa di coccodrillo, azzurra
anch’essa, il taccuino e la piuma magica.
Harry cadde completamente nel
panico: aveva già avuto una certa esperienza con le interviste della
giornalista, e non aveva alcuna intenzione di mettersi più in mostra di quello
che già non fosse.
Improvvisamente il ragazzo si
sentì prendere con forza il braccio e strattonare: Hermione si era alzata in
piedi e, guardando odiosamente Rita Skeeter, disse “HARRY…ANDIAMO A BALLARE!”
Dallo sguardo dell’amica si
poteva benissimo capire che si era appena innescata una bomba a orologeria, e
ben presto sarebbe scoppiata se non si fossero allontanati dalla Skeeter il
prima possibile;il ragazzo si alzò immediatamente in piedi e, sorridendo alla
donna, si lasciò trascinare dall’amica.
La ragazza trascinò l’amico in
mezzo alla pista, nascondendolo alla vista della donna che, delusa, rimise la
penna nella borsetta.
Hermione teneva ancora
saldamente stretto il braccio di Harry, scrutando da sopra le teste delle
persona se la giornalista si era allontanata.
“Herm…adesso puoi anche
lasciarmi il braccio…”disse Harry, preoccupato che il suo arto cadesse da un
momento all’altro per quella salda presa.
“Oh…scusami…”disse Hermione
lasciando delicatamente il braccio dell’amico e abbassando gli occhi a terra.
Harry sorrise…”Hei…grazie per
il rapido intervento…quella lì mi avrebbe coinvolto in una scandalo, ne sono
certo…”
“Figurati…”rispose l’amica
sorridendo in risposta, poi si guardò intorno un po’ imbarazzata: molte coppie
si erano strette a ballare un lento intonato dalle Sorelle Stravagarie.
Harry e Hermione erano gli
unici due a essere nel bel mezzo della pista senza muovere un solo passo, così
il ragazzo, anche se un po’ imbarazzato, prese delicatamente la mano
dell’amica, dicendole…”Intanto che ci siamo, potremmo ballare veramente…”
Hermione passò il suo sguardo
da Harry alle loro mani intrecciate, poi arrossendo fece cenno di sì con la
testa, facendo simpaticamente suonare i campanellini alla fine del cappello.
I due iniziarono a ballare;
Harry aveva circondato con le braccia la vita di Hermione, e la ragazza aveva
appoggiato le sue braccia su quelle dell’amico.
Per quanto entrambi volessero,
nessuno dei due guardò negli occhi l’altro, ma i loro sguardi correvano
imbarazzati di qua e di là nella sala.
A un certo punto Hermione,
concentrata di più a nascondere a Harry il suo rossore che a come eseguiva i
passi, pestò il piede destro dell’amico che, per gentilezza, non si mise a
urlare, ma emise solo un soffocato gemito di dolore.
“O caspita…scusa Harry…sai non
sono un ottima ballerina…anzi, sono davvero pessima…”disse abbassando la testa
come per poter controllare le condizioni del piede di Harry.
Solo che in quel momento Harry
fece lo stesso gesto della ragazza, così le loro teste cuzzarono una contro
l’altra.
“Ahia!”esclamò questa volta il
ragazzo.
“Ahia!”gli fece eco la
ragazza…”ma ti pare…non ne becco neanche una!Forse sarebbe meglio se…”
Hermione voleva consigliare
all’amico di andarsi a sedere, dato che il pericolo Skeeter ormai era passato,
ma si bloccò trovando quasi i suoi occhi immersi nel verde brillante di quelli
dell’amico.
“…La prima volta che balliamo
insieme, e guarda cosa ci succede…”commentò il ragazzo senza staccare gli occhi
da quelli di Hermione.
“…Già…”biascicò la ragazza.
Avevano smesso di muoversi; era
come se tutto il mondo intorno a loro si fosse fermato.
Potevano sentire il loro
respiri vicini, e potevano percepire i loro cuori accelerare.
Harry aveva la testa confusa,
come tutte le altre volte in cui si trovava in situazioni equivoche con la sua
migliore amica…
Avrebbe desiderato che quel
momento non finisse mai, ma anche che la situazione non si fosse mai presentata,
perché ogni stramaledetta volta rimaneva come pietrificato, senza sapere cosa
fare.
Hermione era consapevole che
ormai il suo colore era diventato uguale a quello del vestito…Harry era così
vicino…tanto vicino…troppo vicino…
Ebbe paura di perdersi in quel
mare verde, così lasciò andare il suo sguardo in un’altra direzione, e vide
all’ingresso della sala grande una figura, che era sicura di conoscere, cercare
qualcuno fra la folla in modo impacciato…
Hermione si allontanò di scatto
da Harry, portandosi le mani alla bocca e dicendo in un sussurro…”…Viktor…”
“C-c-cosa?Come…che hai detto,
Herm…”disse Harry ancora stordito, non sapeva se per la botta o per quello che
ne era conseguito.
“Viktor…”ripetè Hermione
togliendosi le mani dal viso…”Viktor è qui…”
La ragazza stette impalata a
fissare nella direzione dell’amico che non aveva più visto dai tempi del Ballo
del Ceppo, escludendo alcune partite di Quiddich che gli amici l’avevano
obbligata a seguire.
Viktor Krum, con la poca
eleganza che da sempre lo contraddistingueva, si guardava in giro, spaesato in
tutta quella moltitudine di persone, fino a quando fra la folla in mezzo alla
pista riuscì a scorgere una figura amica…alzò energicamente la mano sinistra
per salutare la ragazza, e il duro volto si illuminò con un energico sorriso.
Nel frattempo anche Harry si
era girato nella stessa direzione di Hermione, e vide con la coda dell’occhio
che la ragazza, più rossa che mai, stava ricambiando il saluto agitando la mano
destra e sorridendo.
“…Quindi, alla fine è venuto…”disse
Harry.
“Si…è arrivato!”disse Hermione
sorridendo felice, poi si diresse verso il ragazzo.
Harry lentamente si portò fuori
dalla massa di ragazzi per guardare meglio i due.
Hermione era ormai arrivata di
fronte a Viktor, il quale, arrossendo nervosamente, mostrò nella mano destra un
mazzo di tre rose rosse, piccolo pensiero per la ragazza.
Hermione sorridendo accettò il
mazzo, poi i due si guardarono per un attimo; Hermione per prima abbracciò
l’amico bulgaro, che contraccambiò con enfasi.
“Stupido…credi di avere la
precedenza su di lei solo perché è tua migliore amica?”
Harry si girò di scatto: una
Cho seria lo guardava con rimprovero.
“Io non sono geloso di
Hermione…ti pare?”disse Harry cercando di essere il più spontaneo possibile.
“Ho capito una cosa, Harry: mai
cercare di far ragionare razionalmente le persone innamorate…non ammetteranno
mai di esserlo…Voglio solo dirti una cosa…lei adesso è qui per te, ma non
credere che possa esserlo per sempre…potrà esserti accanto come amica, e questo
è di certo scontato…ma sinceramente non vorrei proprio vedere la tua reazione
quando la vedrai improvvisamente allontanarsi da te fra le braccia di un
altro…non sei l’unico della sua vita, Harry, devi capirlo…chiarisci dentro di
te, ma fallo in fretta, altrimenti potresti accorgerti troppo tardi di aver
perso non tanto un’amica, ma qualcosa di più…”
Detto questo, Cho si allontanò,
dirigendosi al tavolo e lasciando il ragazzo da solo a fissare Hermione e
Viktor andare anche loro insieme al tavolo.
Harry si sentì sprofondare.
***********
12.40
La Sala Grande si stava
svuotando poco a poco…gli invitati se ne stavano lentamente andando.
“Allora, in gamba fratello…ci
vediamo!”dissero in coro Fred e George Weasley a Ron, mentre aspettavano che
Bill e Charlie avessero finito di baciare e abbracciare la sorella.
Così, la famiglia Weasley, dopo
aver abbracciato e salutato tutti, allegramente tornò a casa; così erano
rimasti solamente Harry, Ron, Ginny, Dean, Neville, Hermione e Viktor.
“Herr-Mioni…”disse
impacciatamene il ragazzo.
“Dimmi Viktor…”rispose
gentilmente Hermione.
“Askolta me…io adesso dovere
proprio andare…sai, la squadra mi avere data una sola giornata libera…Domani
ricominciano allenamenti et io dovere essere assolutamente in kampo…”disse
dispiaciuto.
“Non ti preoccupare…sai sono
stata felice di aver fatto due chiacchiere con te…”disse arrossendo.
“Io anke…Herr-Mioni. Tu folere
akkompagnare me all’uscita…?”domandò timidamente il ragazzo.
“Se volete voi potete andare in
Sala Comune…io accompagno Viktor all’uscita, poi vi raggiungo subito…”
“Ok…allora intanto noi
andiamo…”finì la ragazza guardando con malizia l’amica…”Ciao Viktor”
“Ciao e grazie!”disse
sorridendo il ragazzo.
Tutti lo salutarono
affettuosamente, tranne Harry e Ron, che avevano negli occhi una luce dubbiosa…
I due si allontanarono verso
l’uscita, chiacchierando allegramente, e contemporaneamente il gruppo di amici
iniziò a salire le scalinate che portavano agli appartamenti Grifondoro.
Miriadi di domande balenavano
in testa a Harry…Durante tutta la serata lui e Viktor non avevano fatto altro
che scambiarsi strane occhiate e frasi convenevoli come < Buon Natale > ,
< Vuoi bere? >, < Sì grazie > , < No grazie >.
Il ragazzo a stento sopportava
di vedere Hermione così attirata e concentrata ai discorsi del giocatore, e
anche Viktor era completamente incantato dalle parole che uscivano dalla bocca
della ragazza, anche se ormai questa non era più una novità.
Pensare che fino a pochi attimi
prima dell’arrivo di “quello lì”, lui stava per baciare Hermione…l’idea che
Viktor avesse interrotto qualcosa che sarebbe potuto essere tanto bello quanto
pericoloso lo irritava.
Arrivati al terzo piano, per
chiarirsi le idee, Harry decise di fare un salto al bagno.
“Ron, io vado in bagno, ci
vediamo dopo lì di sotto…”
“Ok amico…”disse Ron con poca
attenzione.
Harry si incamminò per i
corridoi, che diventavano sempre più deserti man mano che si avvicinava ai
bagni maschili.
Aveva appena svoltato nel
corridoio dei bagni, quando sentì un forte rumore provenire da una stanza alla
sua destra…
La porta era mezza socchiusa,
così il ragazzo potè vedere delle ombre muoversi al suo interno.
Timoroso, ma incuriosito, il
ragazzo si avvicinò lentamente alla porta, facendo attenzione a non essere
scoperto.
La stanza era illuminata solo
da poche candele…Harry tese le orecchie in ascolto, e riuscì a percepire
benissimo le parole di Silente e di un’altra persona a lui sconosciuta…
“Come?”
“Sì Preside, ha
capito bene…si tratta di Piton…”
“La prego McJacob,
si sieda e mi racconti tutto…”
“Immagino le sia
arrivato via gufo l’urgente messaggio dal Ministero della Magia…”
“Sì, mi è giunto
poco prima dell’inizio della festa…”
“Allora posso
farle una domanda…? Perché non si è preoccupato di tenerlo sotto controllo?”
“…Mi fidavo di
lui…”
“A quanto pare ha
disposto la sua fiducia nella persona sbagliata…”
“Lei crede?”
“Non lo credo…ne
sono assolutamente certo…Doveva dare retta agli avvertimenti del Ministro della
Sicurezza, Silente…”
“Mi dica
McJacob…da quanti anni mi conosce?”
“10, signore…”
“E mi dica quando
mai in 10anni mi ha visto fare qualcosa esattamente come ordinava il
Ministero…”
“Ma talvolta il
Ministero può aver ragione…come in questo caso…”
“Ho fiducia in
Severus…sono praticamente certo che ci è rimasto fedele…”
“Come può
affermarlo, signore!E’ stato visto con la Lestrange!”
“Io mi fido di
lui, punto e basta…”
“Ma Silente, il
suo passato è tanto nero quanto il nome del Signore Oscuro, a cui lui è
devoto…”
“ORA BASTA!Non
ammetto che il migliore dei miei insegnanti venga insultato in questo modo!”
“Mi spiace…ma
l’hanno visto insieme ai Mangiamorte…e questa è una prova a suo sfavore…”
“…Era certo
McJacob, che Severus fosse insieme a Bellatrix?”
“Sì…era insieme a
lei e un gruppo di Mangiamorte…lo stesso che stanotte ha attaccato Londra…”
Harry aveva sentito
abbastanza…si allontanò correndo dal corridoio per dirigersi in Sala Grifondoro
e dire tutto a Ron.
Aveva ragione: Piton era un
Mangiamorte.
Lo era in passato e lo era in
quel momento…Aveva tradito la fiducia di Silente…
Harry entrò trafelato in Sala
Comune, ma, al contrario di ciò che si aspettava, non trovò nessuno.
Nessuno tranne Hermione,
affacciata alla finestra ad ammirare i fiocchi bianchi scendere leggeri dal
cielo.
Il ragazzo aveva il fiatone per
la corse…era tutto agitato…
Hermione si girò di scatto e,
vedendo Harry in quello stato, disse…”Harry!Che succede…cosa hai fatto?”
Il ragazzo si avvicinò
all’amica, indeciso se dirgli la verità o no…Harry non voleva rovinare la
bellissima serata di Natale che aveva passato la ragazza con i suoi soliti
problemi legati a Voldemort…
“Vedi…Io…Io…ho fatto una
corsa…”disse Harry in modo poco convincente.
“Bè…ho visto che hai fatto una
corsa…”disse sbalordita la ragazza…”…ma perché ti sei messo a correre?”
“Ehm…perché…perché avevo
promesso a Ron che l’avrei raggiunto qui…ma a quanto pare non c’è…”…Harry si
era reso conto della immensa sciocchezza che aveva detto, ma almeno Hermione
lasciò perdere la questione senza troppe domande.
“Sì…Ron e gli altri hanno detto
che erano stanchi e sono andati subito a letto…”
“Perché tu non sei
andata?Immagino sia stanca…”disse il ragazzo affiancandosi alla ragazza davanti
alla finestra.
Hermione era ancora vestita a
festa, anche se non aveva più il cappellino…il ragazzo non poteva fare a meno
di sorridere guardandola.
“…Volevo aspettarti, Harry…ho
fatto male?”rispose la ragazza abbassando gli occhi.
“No….assolutamente no,
figurati!”riprese il ragazzo con enfasi.
“Bene…allora dimmi…ti sei
divertito?”chiese Hermione guardandolo in viso.
“Sì…è stata veramente una bella
festa…e tu ti sei divertita?”
“Sì…moltissimo…c’era un sacco
di gente…”rispose l’amica…”…e purtroppo fra questa gente c’era anche la Donna
Scarlatta…”
“Già…immagino già l’articolone
di domani… < Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, e il suo nuovo amore
> …”
“Nuovo mica tanto, Harry…se ti
ricordi bene noi due siamo stati insieme anche durante il 4°anno…”
Harry la guardò stupito.
“Oh…naturalmente secondo la Skeeter,
ovvio…mi ricordo bene che tu in realtà non avevi occhi che per Cho…” si
corresse in fretta Hermione.
“E invece Viktor non toglieva a
te gli occhi di dosso nemmeno per un secondo!” ribattè Harry.
Hermione arrossì; Harry guardò
lontano fra la neve che cadeva.
“…Si è divertito stasera
Viktor?”chiese il ragazzo seriamente.
“Oh si…ha detto che è stato
felicissimo di rivedermi…”
“Si capiva benissimo…”
Un momento di silenzio
imbarazzante cadde sui due ragazzi; Hermione iniziò a guardare distrattamente
in giro dando le spalle alla finestra, mentre Harry, un po’ pentito di quella
frase, continuava imperterrito a guardare oltre il vetro.
A un certo momento, Hermione
rise sommessamente.
“Che c’è?”chiese Harry
guardandola.
L’amica stava a naso in su, e
gli fece cenno di guardare sopra la finestra.
Harry guardò il alto: i due si
trovavano proprio sotto un rametto di vischio.
“La conosci la tradizione, vero
Potter?” disse sorridendo Hermione.
“Che…che quando due persone a
Natale si trovano sotto il vischio, devono baciarsi in segno di fortuna?”
“Esattamente…” disse la ragazza
arrossendo esattamente come l’amico.
Per la seconda volta in quella
sera, il ragazzo si ritrovò a pochi centimetri dalla faccia di Hermione…
Nella stanza non c’era nessuno:
solo lui, Hermione, uno scoppiettante camino e la candida, silenziosa neve.
Questa volta l’opportunità
gliela aveva riproposta la ragazza…se solo ne avesse avuto il coraggio, Harry
avrebbe potuto baciarla…
Magari si sarebbe arrabbiata, o
forse no…avrei detto che mi ero sbagliato…che io conoscevo la tradizione così…
Intanto la ragazza si
avvicinava sempre di più…aspettava solo che Harry facesse la sua mossa.
Nella testa del ragazzo
risuonavano le dure e vere parole di Cho…Harry non poteva perdere un occasione
del genere…
I suoi occhi non si staccavano
da quelli di lei…il cuore ormai andava all’impazzata…nella sua testa sentiva
solo un ronzio…il timore di sbagliare, di osare si era impossessato di lui.
Ormai era a millimetrica
distanza da Hermione…quasi i due nasi si sfioravano…
Harry la baciò…
Un dolcissimo, lungo, delicato,
intenso bacio sulla guancia.
*************
DELUSI EH!
CHE STUPIDO HARRY
A NON APPROFITTARE DELLA SITUAZIONE!
SPERO MI
PERDONERETE QUESTO IMMENSO E CHILOMETRICO CAPITOLO, PERO’ ORMAI CI AVEVO PRESO
LA MANO E NON SMETTEVO PIU’ DI SCRIVERE, COSI’ AVEVO PERSO LA COGNIZIONE DI
QUANTE PAGINE AVEVA FATTO!
GRAZIE INFINITE
PER I COMMENTI DELLE PAGINE PRECEDENTI…GRAZIE MILLE A:
Koda:sono felice che tu abbia recensito anche il cap che ti era
rimasto indietro…i tuoi commenti sono sempre importantissimi per me!Che dire,
mi hai messo in buca un’altra volta! E’ vero..Cho è un anno più avanti di Harry
& co….diciamo che…bè…è…è stata bocciata! E’ stato un mio errore mettere Cho
agli stessi anni degli altri, ma ritengo che, per quanto mi possa stare un po’
antipatica, lei sia una figura importante, per cui per la mia storia era
fondamentale che fosse agli stessi anni dei ragazzi…spero mi perdonerai (e
perdonerete tutti) questa mia distrazione, ma Cho è comunque importante…Grazie
Koda…continua a recensirmi e a correggermi…ci tengo molto…^_^
Maripotter: grazie infinitamente per il tuo sostegno continuo…grazie
davvero di cuore…sono felicissimissima che ti sia piaciuta la mia one-shot su
Lily…e anche la tua storia sta procedendo al meglio…mi piace
moltissimo…complimenti …e ti ripeto…sei brava e non ritenerti inferiore! ^_^
Stellina X :credi ci sia qualcosa di strano sotto il comportamento di
Ron verso Harry e Herm?Potrebbe darsi…sai, sto ancora elaborando la cosa, ma
vedremo…grazie per i tuoi sempre carinissimi commenti!
Hermione91:grazie mille mille mille sono felicissima che tu ritenga
bella la mia storia… THANKS ^//^
Emma:grazie tantissimo per i tuoi complimenti…sono davvero
lusingata!Soprattutto quando mi dici di poterti tirare su di morale…credo sia
una delle cose più belle per cui uno che scrive possa andare orgoglioso!Grazie
mille!
Marco:sono felice che tu continui a seguire la mia storia…grazie
tantissimissimo anche a te! ^_^
Lily2000:spero di aver accontentato la tua curiosità in questo
capitolo!Mi raccomando, fammi sapere!
GRAZIE ANCORA A
TUTTI COLORO CHE HANNO LETTO CON O SENZA RECENSIRE…
SPERO IL NUOVO
CHAP VI PIACCIA E MI MANDERETE TANTE TANTI COMMENTI E OPINIONI…CI CONTO ^_-
BACIONISSIMI
VVB
PS:se volete andare a leggere la mia
one-shot su Lily “La quiete prima della tempesta” ne sarei felice…se vi va,
leggetela e ne sarei felice se commentaste! Vi avverto: è MOOOOOOOOOOLTO triste…THANKS
“Fu così che, nel 1410, iniziò la rivolta dei Troll di Germania contro i
maghi tedeschi
“Fu così che, nel 1410, iniziò la rivolta dei Troll di
Germania contro i maghi tedeschi. La confederazione tedesca, comandata dal
famoso Joseph Kerret, a stento riuscì a tenere sotto controllo il numeroso
gruppo di Troll che dalle montagne lentamente discesero a valle, per questo
valido motivo i maghi tedeschi chiesero aiuto ai francesi…”
10Gennaio, ore 11.18: i Grifondoro e i Serpeverde
del settimo anno stavano seguendo, apparentemente interessati, tutti i momenti
più importanti della rivoluzione dei Troll e della loro conquista
dell’indipendenza.
Harry e Ron, come al solito, si erano seduti
nell’ultimo banco in modo da non essere visti dal professore Ruf che
passeggiava distrattamente su e giù per la classe mentre si dedicavano alla
loro attività preferita: dormire profondamente.
Ron seguì fedelmente il programma: con il libro aperto
messo come a barriera fra lui e il resto della classe, aveva appoggiato la
guancia destra sul tavolo di legno, mostrando all’amico solamente la sua massa
fluente di capelli color carota.
Harry invece si era appoggiato allo schienale della
sedia e giocherellava con la penna scarabocchiando il libro di Storia della
Magia.
Mentre con l’inchiostro disegnava qualcosa di molto
simile a un boccino, i suoi occhi verdi scrutavano le azioni degli altri
studenti.
In primo banco il suo “grande amico” Draco Malfoy
sembrava stare attentissimo ad ogni parola che usciva dalla bocca del
professore, ma in realtà era certo che anche la mente del Serpeverde stava
vagheggiando in qualche pensiero diverso dalle imprese di Joseph Kerret.
Un gruppetto di ragazze dietro di lui lo stavano
guardando ammirate, scambiandosi occhiatine complici e bigliettini animati.
Harry non potè non assumere un cipiglio alquanto
disgustato; così voltò lo sguardo alla sua sinistra e potè notare, oltre la
testa di Ron, un Neville anche lui addormentato e Seamus che, agitatissimo,
cercava di ripassare pozioni sfogliando il libro sotto il banco.
Le ragazze Grifondoro, proprio come quelle
dell’altra casa, bisbigliavano passandosi bigliettini e facendo risatine
sommesse.
Tutte?
Oh no, non proprio tutte.
Harry sorrise e portò il suo sguardo al banco
proprio davanti al suo; lì una ragazzina bionda scriveva in qualcosa di molto
simile a un diario personale, e al suo fianco un’altra ragazza mora e con i
capelli raccolti in una coda stava ben ritta con la schiena e prestava
un’attenzione incredibile alle parole di Ruf, prendendo freneticamente appunti
con la sua nuova piuma, che dal tanto scrivere ormai era già abbastanza
consumata.
Al ragazzo non sembrò difficile indovinare i
pensieri che passavano per la testa all’amica…Prendere appunti….DEVO
PRENDERE APPUNTI! E se all’esame mi capiterà qualcosa su questa importantissima
rivoluzione?No no no…non posso sbagliare…non posso permettermi di sbagliare!
Il sorriso di Harry, improvvisamente, si tramutò in
un espressione seria di riflessione…
Lentamente la sua testa iniziò a vagheggiare…
Dal giorno di Natale, fra lui e Hermione era scesa
un atmosfera di imbarazzo…
Non che non si parlassero più, ovviamente, ma
difficilmente i due accettavano di rimanere da soli senza Ron…infatti
puntualmente, ogni volta che l’amico si doveva allontanare, Harry si era
scordato qualche libro nell’aula di lezione o Hermione doveva urgentemente
cercare Ginny e poi andare in biblioteca.
Appena gli sguardi dei due ragazzi si scontravano,
immediatamente abbassavano imbarazzati gli occhi, consapevoli che quella sera
di Natale erano quasi arrivati ad un punto di non ritorno…
Da quel giorno, Harry era più pensieroso del solito:
non sapeva se essere pentito o meno per non aver baciato l’amica…
Stupido Harry! Sei uno stupido! Possibile che riesca a
tener testa a tipi poco simpatici e socievoli
Come Mangiamorte e Lord
Voldemort, ma non riesca a baciare una ragazza!?
Ero talmente vicino…ci
voleva così poco…
Accidenti a te e la paura
del cavolo!!!
Ma di cosa devo avere paura!
In fondo è solo Herm…
O forse il motivo è proprio
perché lei è Herm…
Oddio, giuro che non ci capisco
più niente!
Fino a poco tempo fa almeno
il lato sentimentale era abbastanza tranquillo…
E guarda un po’ te…
Veramente sorprendente …
In poco più di sei mesi
quella che è la mia migliore amica
Piomba senza preavviso in
casa mia
Viviamo insieme per 10giorni
Mi organizza una festa da
sballo solo per me
Mi è stata vicina a
Grimmauld Place la notte del primo attacco dei Mangiamorte
Si veste da Babbo Natale
ottenendo un effetto a dir poco stupefacente…
Ho rischiato di baciarla per
ben tre volte…
Rischiato?
Forse è meglio dire ho avuto
l’opportunità di baciarla per ben tre volte…
In teoria la mia migliore
amica dovrebbe cercare di aiutarmi a superare i miei casini
Non a crearmene degli altri!
Devo dire la verità però…
In fondo la colpa non è sua…
E’ mia.
Mia, perché è quello che mi
merito per non averle dato la considerazione e l’importanza che le devo.
…
…
No…
Non è possibile…
E se Ron avesse ragione?
E se avesse ragione anche
Cho?
Possibile che veramente
io..
No, no…
Io e Herm…
Ma cosa dico!..
Lei è la mia migliore amica…
Certo che però…
Il ragazzo, ancora immerso nei suoi pensieri, stava fissando Hermione, che
nel frattempo si era appoggiata allo schienale della sedia, come per concedersi
un attimo di riposo dalla lezione.
Quasi inconsapevolmente, Harry si staccò dallo schienale
appoggiando i gomiti sul tavolo…
Ancora
soprappensiero, allungò delicatamente la sua mano fino ai capelli di Hermione,
sfiorandoli…
La
ragazza si girò di scatto, lasciando Harry in un silenzio imbarazzante…
“Che
c’è Harry” bisbigliò Hermione.
“Che…che
c’è?Perché?”disse balbettando l’amico.
Hermione
lo guardò stralunata… “Harry, mi hai tirato i capelli…immagino tu mi volessi
chiamare, perché credo tu non sia il tipo che va a tirare i capelli alle
ragazze come un bambino di 5anni perché non ha nient’altro di meglio da fare…”
Harry
si rese conto della figura che aveva appena fatto, allora in poco meno di
10secondi tentò di formulare una scusa che potesse giustificare quel suo gesto…
“Si…si,
certo che ti ho chiamata!Ecco io…volevo chiederti se mi puoi passare un attimo
la tua piuma…”disse stirando il viso in un sorriso sforzato…
“Non
dirmi che hai già rovinato la tua?”disse la ragazza porgendogli la piuma e
scrutando quella di Harry.
“Si
è rotta…era…stata già fabbricata male…”disse prendendo la penna e abbassando la
testa sul suo libro.
La
ragazza lo guardò ancora per un secondo, poi, scossando la testa e sorridendo,
si girò nuovamente verso il professore, che nel frattempo aveva continuato a
parlare indisturbato nonostante gli evidenti segnali di disattenzione degli
alunni.
Harry alzò la testa, sbuffando sollevato: doveva cercare
di non farsi più scoprire in quegli atteggiamenti di contemplazione di
Hermione, altrimenti la ragazza avrebbe potuto capire molto di più di quello
che Harry già faticava a tenere nascosto a se stesso.
****************
Dopo la lezione di Cura delle Creature Magiche, gli
studenti di Grifondoro e Corvonero stavano tornando tranquillamente ai loro
dormitori…tutti tranne Harry, Ron e Hermione.
I tre erano rimasti in fondo alla fila, immersi
separatamente nei propri pensieri riguardanti alle occhiate misteriose
lanciategli da Hagrid e alla sua frase “Non possiamo più studiare gli Elfi
della Palude perché non si trovano più nei paraggi…”
I tre ricordavano bene la frase enigmatica del professore
in una lezione prima delle vacanze natalizie: pensate a loro nelle mani di
maghi terribili, di maghi oscuri…sarebbero un arma terribile…e poi, coi tempi
che corrono, non biasimo Silente se li vuole tenere buoni nei dintorni di Hogwarts…perderli
significherebbe averli come nemici.
E adesso gli Elfi delle Paludi non erano più nei dintorni
della scuola; erano fuggiti, misteriosamente, e così i tre amici desideravano
avere più informazioni da Hagrid.
“Hagrid, aspetta!”disse Hermione distoltasi dai suoi
pensieri e correndo verso l’amico.
Hagrid, consapevole di non poter sfuggire ai quesiti dei
tre ragazzi, lasciò cadere a terra molto malamente i ceppi di legno, e
girandosi lentamente verso Hermione emise un profondo sospiro.
“Dobbiamo chiederti una cosa!”disse Ron che insieme a
Harry avevano raggiunto l’amica.
“Ma guarda che strano…”commentò ironicamente il
professore…”…cosa c’è che non va, ragazzi?”
“Lo sai benissimo Hagrid…”iniziò accusatrice Hermione
“…gli Elfi della Palude sono scappati fuori i confini di Hogwarts…”
Hagrid, a disagio, si schiarì la voce senza emettere
alcuna parola.
“Hagrid, tu avevi detto che Silente voleva tenere gli Elfi
vicino a Hogwarts perché altrimenti liberi sarebbero potuti entrare a servizio
di qualche mago oscuro…”disse Harry serio…”Se gli Elfi se ne sono andati, vuol
dire che…”
“…che hanno trovato qualcuno di più potente da
servire…”finì Ron quasi in un sussurro.
Hagrid, sconfitto, si mise seduto sopra la catasta di
legna e frettolosamente iniziò a spiegare grossolanamente ai ragazzi ciò che
lui sapeva riguardo la scomparsa degli Elfi delle Paludi.
“Ascoltate voi tre ficcanaso…due giorni prima di Natale io
ero andato con Thor a fare una passeggiata nella Foresta per controllare che
tutto fosse tranquillo…però io ho notato qualcosa di strano…e cioè proprio che
tutti gli Elfi erano spariti. Preoccupato, andai subito da Silente e lui chiamò
maghi suoi amici per aiutarmi ad accertare che loro erano scomparsi…tutto ciò
naturalmente di notte perché nessuno ci scoprisse…la mattina dopo tutti i maghi
confermarono a Silente quello che ci avevo detto io…che gli Elfi erano
scomparsi…”
“Ma scusa Hagrid, questo significa che gli Elfi delle
Paludi hanno trovato qualcuno di più potente da servire…qualcuno che può
offrire loro qualcosa di più di quello che Silente gli assicurava…”disse
riflettendo Hermione.
“…E secondo te perché altrimenti sarebbe preoccupato
Silente! Proprio per questo motivo Hermione!E i suoi timori sono aumentati dopo
l’attacco dei Mangiamorte a Londra…”
“I Mangiamorte hanno attaccato Londra!?”chiesero in coro
stupefatti Hermione e Ron.
Harry abbassò la testa senza dire nulla; sapeva
dell’attacco dal discorso che aveva origliato fra Silente e un certo McJacob,
ma non gli sembrava il caso di tirar fuori il discorso che avrebbe implicato
anche il raccontare la verità su Piton.
“Sì, la notte di Natale…ma di più vi assicuro che non so
dirvi…”disse dispiaciuto Hagrid.
“Strano che la Gazzetta del Profeta abbia parlato tanto
della Festa a Hogwarts e per niente di questo attacco…per persone come la
Skeeter l’argomento sarebbe stato certo un piatto prelibato…”riflettè Hermione.
“E’ vero…perché nella Gazzetta del Profeta non c’era
alcuna traccia di questa notizia?E poi penso che i miei mi avrebbero fatto
sapere qualcosa…fanno parte dell’Ordine,e in più mio babbo è al Ministero…”le
fece eco Ron con lo stesso tono.
“Non lo so, non lo so…”continuò Hagrid alzandosi “…però
adesso è meglio che andiate, avanti ragazzi…”
“Ok…allora, ci vediamo Hagrid…e grazie”disse in tono
sentito Harry.
“Figuratevi piccoletti…”rispose Hagrid arrossendo
leggermente “…e state fuori dai guai, avete capito?E soprattutto non fate
parola con nessuno di quello che vi ho detto..”finì preoccupato.
Harry e Hermione, come tradizione babbana, fecero segno di
giuramento con le dita incrociate e le baciarono, mentre Ron, guardandoli
storto, si limitò a rispondere con un sommesso “Lo prometto”.
I tre si avvolsero bene nei loro mantelli e cominciarono a
risalire la strada che li avrebbe ricondotti al castello; tutti e tre stavano
in silenzio evitando di guardarsi.
Anche se silenziosi, i ragazzi capirono di stare pensando
alla stessa cosa: ben presto l’inizio della Nuova Guerra sarebbe diventata una
notizia di dominio pubblico.
Varcarono il grande portone, pronti per andare a
riscaldarsi in Sala Grifondoro, quando Neville corse incontro ai tre.
“Ehi ragazzi…ma dove eravate finiti?”disse con il fiatone
il ragazzo.
“Bè…ehm…Hagrid…Hagrid ci ha fermati…perché…”iniziò Ron
impacciato.
“Perché avevamo bisogno di alcuni chiarimenti riguardo la
lezione di oggi.”terminò prontamente Hermione.
“Ah…”disse
Neville.
“si…dunque, avevi bisogno di qualcosa?”disse in tono
innocente Harry sfregando le mani per riscaldarle.
“No…”disse soprappensiero il ragazzo…”…anzi, SI! Si
certo…ho incrociato il Preside che mi ha chiesto dove eravate…io ho detto che
non lo sapevo, così lui mi ha chiesto di trovarvi e di dirvi di andare il prima
possibile nel suo ufficio…”
“Nel suo ufficio?”disse Hermione, e i due ragazzi sapevano
bene che l’amica temeva qualcosa come una punizione o un espulsione.
“Si, e mi ha detto Harry di darti questo biglietto…io non
l’ho aperto comunque!”disse con decisione Neville, poi, salutando con un gesto
della mano, se ne andò in Sala Grande.
Harry aveva fra le mani il biglietto; era piccolo,
ripiegato in quattro parti.
Con le mani intorpidite dal freddo, il ragazzo
difficilmente lo aprì;Ron e Hermione sbirciarono da dietro le sue spalle.
Nel biglietto c’era scritta la parola d’ordine per entrare
nell’ufficio del preside: Gelato al Limone.
I tre si diressero silenziosamente e a passo spedito
all’ufficio di Silente; appena si trovarono davanti alla grande aquila,
pronunciarono la parola magica, così riuscirono ad entrare.
Harry, Ron e Hermione si trovarono nell’enorme stanza che
fungeva da ufficio del preside: nella parete davanti a loro c’erano due enormi
finestre, e ai lati nelle pareti altissimi scaffali con libri e oggetti magici.
La luce era soffusa, ma i tre riuscirono a riconoscere
bene la figura di Silente che era seduto sulla grande sedia dando a loro le
spalle; stava giocherellando con Fanny, la fenice che il secondo anno salvò
Harry dal morso del Basilisco.
“Buongiorno ragazzi…”disse l’uomo ancora
girato…”accomodatevi, accomodatevi!”
I ragazzi, non troppo stupiti dalle maniere del Preside,
si sedettero nelle tre grandi poltrone poste davanti alla cattedra di Silente,
piena di tanti gingilli magici, libri e scartoffie varie.
Il preside si voltò, tenendo ancora Fanny appoggiata sul
suo polso; Silente, prima di cominciare a parlare, lanciò una occhiata
all’uccello che piegò la piccola testa e, emettendo un piccolo stridio, spiegò
le ali e andò ad appollaiarsi sull’alto trespolo alla destra della scrivania.
“Ben arrivati…credevo vi foste persi…o peggio che Paciock
non vi avesse recapitato il mio messaggio…”iniziò l’uomo sorridendo.
Tutti e tre sorrisero colpevoli.
“Bene, vi ho convocati per parlarvi di una cosa molto
importante, che vi riguarda da vicino…”
A queste parole Hermione iniziò a giocherellare
nervosamente con le dita della mano, come se si aspettasse da un momento
all’altro di essere punita per qualcosa.
Il preside se ne accorse…”Oh no no…non si preoccupi
signorina Granger…come sempre lei è fra le migliori studentesse della
scuola…non devo infliggere ne a lei ne ai suoi compagni alcuna punizione…”
Hermione,sollevata, abbassò gli occhi e diventò rossa per
l’imbarazzo, mentre Harry e Ron ai suoi lati la guardarono sorridendo.
“Vi ho convocati per informarvi che dalla prossima
settimana inizieranno i corsi di formazione pre-lavoro…in altri termini,
iniziano i corsi per preparare gli studenti a scegliere una professione dopo la
scuola…visti i vostri lodevoli risultati in materie quali Trasfigurazione,
Incantesimi, Difesa contro le Arti Oscure e Pozioni…”il preside si fermò un
attimo, squadrando Harry e Ron… “Bè, forse non troppo lodevoli in Pozioni…”.
Questa volta fu il turno dei due ragazzi ad abbassare gli
occhi, e di Hermione di guardarli con un aria di rimprovero un pò poco
credibile.
“…Comunque, il punto è che tutti e tre avete le carte
necessarie per poter diventare ottimi Auror, soprattutto considerando le vostre
avventure annuali contro le forze del male…”aggiunse sorridendo e alzandosi dal
tavolo per andare a guardare fuori dalla grande finestra, pensieroso.
Poi continuò…”Nel mio tavolo ho la lista con i nomi delle
persone che desiderano iscriversi a questi corsi…per quanto riguarda il corso
di Auror, i nominativi finora sono solo 3, due di Corvonero e uno di
Tassorosso…però, prima di accettare, dovete essere assolutamente certi della
vostra scelta, degli impegni e dei pericoli che comporta il scegliere un
impiego così difficile e importante, soprattutto con i tempi che
corrono…”aggiunse Silente tristemente, guardando sempre fuori dalla grande
finestra e tenendo le mani incrociate dietro la schiena.
Harry, Ron e Hermione si guardarono in faccia: non
credevano alla proposta a loro fatta, ma ancora di più erano indecisi se
accettare o meno.
“Non siete obbligati a rispondere subito…”disse il preside
con un profondo respiro, girandosi e guardando i ragazzi…”…se avete le idee
chiare, sarò ben felice di assegnarvi a questo corso…non capitano così spesso
ragazzi dotati di abilità tali da poter diventare Auror professionisti…ma il
punto è se voi vi sentite dentro di portare questa responsabilità che impegnerà
il vostro futuro professionale, ma anche privato…”
Un silenzio teso aleggiava nella stanza, segno che i tre
ragazzi stavano seriamente riflettendo, e Silente stava aspettando con pazienza
una risposta.
Dopo qualche minuto, il primo a parlare fu Harry:
“Signore, io accetto.”disse fermamente.
Silente alzò gli occhi…”Ne sei sicuro, Harry?”
“Si signore.” Rispose Harry con lo stesso tono.
Sedendosi nuovamente nella grande poltrona, il preside
lentamente disse al ragazzo…”Non devi sentirti obbligato a intraprendere questa
strada solo per dovere nei confronti di chi ti ha generato…”
Harry tornò a riflettere…lo faceva per i suoi
genitori?Forse sì, ma perché doveva essere una motivazione sbagliata?Per lui
quella era una motivazione sufficientemente valida per decidere di diventare un
Auror.
“Signore, non è solo quello il motivo…altre cose mi
spingono a prendere questa decisione…ne sono certo.” Disse, anticipando
qualsiasi altra domanda di Silente.
L’uomo, sorridendo, prese in mano la piuma…”Allora, scrivo
il tuo nome?”
“Si signore” rispose deciso.
“…Scriva anche il mio, signor Preside”disse altrettanto
fermamente Hermione, come improvvisamente riemersa dal suo mondo.
Harry e Ron la fissarono stupiti: entrambi erano
consapevoli che l’amica aveva tutte le carte in regola per intraprendere quella
carriera, ma lei non ne aveva mai ne accennato ne parlato apertamente con
nessuno.
“Anche lei né è convinta, signorina Granger?”disse
titubante ma soddisfatto Silente.
“Assolutamente si”rispose la ragazza con un sorriso.
“Bene, ne sono felice…”affermò sorridendo il
Preside…”…Devo aggiungere altri nomi?”disse guardando Ron.
“Come!?Ah si…dunque io…”iniziò titubante il ragazzo.
Gli amici sapevano che anche per Ron diventare un Auror
sarebbe stato il suo più grande desiderio, ma probabilmente i suoi timori lo
frenavano.
Dopo poco, Ron disse: “C-Certamente…Si, metta anche il mio
nome!”
“Perfetto!”disse soddisfatto Silente, mentre la punta
della sua piuma incideva sulla pergamena i nomi dei tre ragazzi.
“D’altronde, per tre ragazzi svegli come voi che hanno
organizzato riunioni segrete di Difesa contro le Arti Oscure, tutto ciò potrà
sembrare un giochetto…”
I tre risero ripensando alle riunioni dell’ES, anche se
Harry, ricordandosi che furono pienamente appoggiate da Sirius, ritornò serio
prima di Hermione e Ron.
“Dunque, le lezioni si terranno il martedì, giovedì e
sabato dalle 17.50 alle 19.30…”disse dando una copia degli orari a ciascuno dei
ragazzi.
I tre si alzarono dalle sedie e, ringraziando, si stavano già
allontanando, quando il Preside li richiamò…
“Naturalmente ragazzi…avete qualcosa da chiedermi?”disse
seriamente.
I tre si guadarono in faccia, dubbiosi se esporre o meno i
loro interrogativi riguardo l’attacco a Londra, ma non sapevano come esporre il
problema.
Silente li guardò fissi, come per cercare nei loro
lineamenti il loro più piccolo dubbio.
“F-Forse…”iniziò dubbioso Harry…”sì, veramente c’è
qualcosa che vorremmo chiederle…”
Harry cercò il sostegno degli amici con lo sguardo…”Si
signor Preside, vede, il fatto è che…bè…abbiamo sentito da voci di corridoio
che la notte di Natale c’è stato un…un misterioso…attacco a Londra…”continuò
Hermione cogliendo al volo l’occhiata di Harry.
“Quindi, noi volevamo sapere se centrava qualcosa…bè,
Lei-Sa-Chi e i suoi seguaci…”disse Ron.
“…si riferisce a Voldemort, signor Weasley?”il viso di
Silente si rabbuiò.
Tutti e tre i ragazzi fecero cenno di si con la testa.
Il preside respirò profondamente…poi andò a mettersi di
profilo nella grande finestra, e lentamente, come se facesse un grande sforzo,
ricominciò a parlare…
“…voi tre fate strettamente parte del giro dell’Ordine
della Fenice, purtroppo. Per cui mi sento sinceramente obbligato a rispondere a
questa vostra domanda…Si, la notte di Natale mi è arrivato un gufo urgente da
casa Black, con la notizia che improvvisamente un largo numero di Mangiamorte
avevano attaccato un centro abitato di Londra, dove risiedevano per la maggior
parte maghi apertamente schierati contro Voldemort e i suoi seguaci…”
Silente fece una pausa.
Il suo sguardo stanco continuava imperterrito a scrutare
oltre l’orizzonte, al di la dei confini di Hogwarts; fece un rumoroso sospiro,
poi continuò…
“Nessuno dell’Ordine e del Ministero della Magia è potuto
intervenire, poiché nessuno era venuto a conoscenza di quel fatto…l’unica cosa
positiva è che almeno in questo attacco nessun Auror e nessun mago è morto…Io e
il Ministro della Magia abbiamo fatto molte pressioni su La Gazzetta del
Profeta perché tenesse celato l’accaduto, per questonon si è sparsa la notizia, anche se temo che questo silenzio si
possa mantenere ancora per poco tempo…”
Un silenzio teso era calato nella stanza…ma Harry aveva
ancora una domanda da fare…
“…E Piton?”disse il ragazzo quasi in tono di sfida.
Il Preside si voltò di scatto: il suo viso si rabbuiò.
“Piton?”gli fece eco Silente.
Hermione e Ron guardarono Harry come se sapessero già cosa
avrebbe tirato fuori l’amico.
“Si…vede, abbiamo notato che il professore la sera di
Natale non era alla festa…oltretutto da quando sono ricominciate le lezioni le
ore di Pozioni sono sempre vuote…”
Il Preside avanzò quasi minaccioso verso i ragazzi, che
adesso lo guardavano fisso.
“Il professore Piton non si trova nelle condizioni di
insegnare al momento attuale…per spiegarci, non sta molto bene…altro
ragazzi?”finì Silente cercando di liquidare il prima possibile la domanda
imbarazzante.
“No no…”rispose molto velocemente Hermione.
“Bene, allora andate a prepararvi…ci aspetta tutti una
lauta cena in Sala Grande…”
Consapevoli di aver toccato pericolosamente un tasto
dolente, i tre umilmente girarono sui tacchi e se ne andarono.
La porta si chiuse alle loro spalle, lasciando all’interno
della stanza Silente che, appoggiato coi gomiti sulla scrivania, spense le
candele e restò così, nel silenzio più totale, con la testa fra le mani e una
tristissima Fanny che era tornata ad appoggiarsi sulla spalla del forte
vecchio.
********************
“Domanda fuori luogo…domanda ASSOLUTAMENTE fuori
luogo!”disse irritata Hermione.
I tre erano rimasti a fare i compiti in Sala Grifondoro
fino a tardi, in modo che, una volta svuotatasi la stanza, avrebbero potuto
discutere tranquillamente della riunione con Silente.
La ragazza era seduta al tavolino con varie pergamene e
libri aperte davanti a sé; Harry si trovava proprio seduto di fronte la
ragazza, mentre Ron era steso stravaccato sul morbido tappeto rosso vicino al
caminetto.
Harry appoggiò irritato la piuma sul tavolo…tanto non
aveva scritto nemmeno una riga sul tema di Storia della Magia.
“Herm, avanti, adesso non cominciare con la predica, che
mi sembra veramente fuori luogo…”
“Come Harry!Fuori luogo?Ma ti rendi conto di che cosa hai
detto!Sei andato a dire in faccia a Silente che trovi il comportamento di Piton
come quello di un traditore…come se effettivamente nascondesse qualcosa…”
Harry stava per replicare, ma si trattenne poiché non
aveva voglia di riportare parola per parola il discorso della sera di Natale
ascoltato fra Silente e un membro del Ministero.
“Avanti Herm!Sempre a criticare!Quanto sei rigida, ragazza
mia!”disse in tono critico Ron, alzandosi dalla comoda posizione e andando ad
appoggiare i libri allo stesso tavolino dei due amici.
Hermione si appoggiò violentemente allo schienale della
sedia, incrociando imbronciata le mani sul petto.
“Però. Harry, devo ammettere che credevo tu avessi un po’
più di buonsenso…”iniziò lentamente Ron, attirando su di se le occhiate quasi
irate di Harry e quelle incuriosite di Hermione.
“Perché hai tirato fuori l’argomento < Piton >
?Spieghiamoci, io sono completamente d’accordo sul fatto che il professore è
una persona MOOOOLTO sospetta…in tutto e per tutto, ma primo, non mi sembrava
il caso di tirare fuori l’argomento proprio con Silente, secondo cosa c’entra
Piton con l’attacco dei Mangiamorte?In fondo sappiamo solo che non era alla
festa di Natale, ma poteva essere impegnato in qualsiasi atra cosa…”
Harry arrabbiato si alzò facendo cadere all’indietro la
sedia e andando a sedersi sul divano rosso a tre posti davanti al camino.
Hermione e Ron sussultarono; i due stettero in religioso
silenzio, aspettando qualche reazione di Harry.
A questo punto il ragazzo non poteva più tirarsi indietro:
per lui era comunque più importante farsi capire dagli amici che mantenere un
segreto, che in fondo era solamente una conferma dei sospetti che, più o meno,
tutti avevano nei riguardi del professore di Pozioni.
Harry fissava incantato le fiamme del camino…poi iniziò a
parlare…
“Piton è un Mangiamorte.”
Hermione e Ron si andarono a sedere lentamente ai lati del
ragazzo; i due si guardarono stupiti.
“Harry…cosa vuoi dire?Come puoi affermare che Piton è un
Mangiamorte…”disse Hermione fissando il profilo dell’amico.
La voce della ragazza questa volta era meno accusatrice,
ma più calma e disposta ad ascoltare.
Harry inspirò profondamente, poi iniziò a raccontare di
quella sera di Natale.
************
“…questo è tutto ciò che ho sentito…”finì il ragazzo.
I tre rimasero zitti, pure Hermione, che aveva sempre
parole di difesa per il professor Piton, rimase muta e scioccata.
“Per la miseriaccia…”iniziò a dire Ron in un
sussurro…”…pensare che lui fa anche parte dell’Ordine…”
“…Potrebbe essere stato lui a organizzare l’attacco a
Londra…come forse quello a casa dei miei zii…”aggiunse Harry.
“Ok…ragazzi, adesso però non esageriamo…”tentò di dire
Hermione ancora con molta calma…”voglio dire…magari non è stato lui in persona
a commettere quegli atti…forse li ha solo organizzati…”
“Ma tanto Herm, a questo punto che differenza fa…?”chiese
pacatamente Harry trovando il consenso di Ron.
La ragazza tornò a fissare pensierosamente le traballanti
fiamme del camino.
I tre avevano sempre e comunque avuto dei sospetti su
Piton, ma, una volta appreso il dialogo di Silente e McJacob, tutto sembrò
farsi più reale, tangibile, e quindi più preoccupante e temibile.
L’orologio della sala rintoccò mezzanotte distogliendo i
tre amici dai loro pensieri scuri.
Ron, che nonostante la situazione non riuscì a trattenere
un profondo sbadiglio, annunciò “Bè…Buonanotte…io me ne vado a letto…”.
Soprappensiero, gli altri due risposero con un
“Buonanotte” un po’ fiacco; Ron si incamminò verso la rampa di scale che
portava al dormitorio maschile, lasciando Harry e Hermione da soli sul divano.
Probabilmente a causa della notizia, i due si scordarono
completamente di trovare una scusa per andare via e non rimanere soli nella
stessa stanza, soprattutto se a pochi centimetri di distanza.
Hermione improvvisamente realizzò la situazione, così
abbastanza bruscamente si alzò dal divano, disturbando i pensieri dell’amico,
poi si diresse verso il tavolo per raggruppare libri, penne e pergamene.
Il silenzio creatosi era molto imbarazzante, soprattutto
perché l’ambiente richiamava molto quello della sera di Natale: il fuoco nel
camino, il silenzio, solo loro due nella stanza e leggeri fiocchi di neve che
scendevano ancora fuori dalla finestra.
Harry, che non riusciva a sopportare quell’atmosfera
pesante soprattutto sapendo che si trattava di Hermione, attaccò discorso…
“Non…non sapevo che tu volessi seriamente diventare un
Auror…”disse Harry sbirciando l’amica al di sopra della spalliera del divano
rosso.
La ragazza si bloccò sorridendo, poi si voltò dalla parte
di Harry e rispose…”…in fondo, Harry, voi non me l’avevate neanche mai
chiesto…”
“…Vero…”ammise il ragazzo.
“Davate per scontato che io avrei voluto fare qualcosa
come Medimago o Ministro…ma la verità è che a furia di stare con te e capitare
fra pericoli e avventure ogni anno, ci ho fatto l’abitudine, e, bè, credo
proprio che mi mancherebbero tutti quei momenti in cui rischiamo tutti e tre di
perdere continuamente la vita…”
La ragazza mise il suo discorso serio in un modo tale che
Harry non potè fare a meno di ridere pensando a quanto avesse ragione l’amica.
“Bè Herm, come al solito hai sempre ragione…”
“…e come al solito voi due maschietti mi avete
sottovalutato…”ribattè la ragazza con un filo di ironico rimorso.
Harry si ammutolì, pensando a quanta ragione aveva
Hermione nell’affermare ciò.
Nel frattempo la ragazza aveva riordinato tutti i suoi
libri e scartoffie e, prima di andare in dormitorio portando con sé il suo
mucchio di sapere, guardò Harry sospirando, per poi andare a sedersi ancora una
volta accanto all’amico…
“Preoccupato, vero?”disse seriamente fissando il profilo
del ragazzo, delicatamente illuminato dalle fiamme del camino.
“…si…”ammise il ragazzo.
“…anch’io…”confermò la ragazza dopo un attimo di silenzio,
abbassando lo sguardo “…ma io, te e Ron insieme siamo forti…forti e
imbattibili…ce la faremo insieme, come d’altronde abbiamo sempre fatto…”
“Ma adesso non è più un gioco Herm…nel senso, non lo era
neanche prima, ma adesso non possiamo più permetterci di pensare di stare
semplicemente a giocare tranquillamente col fuoco…prima o poi ci bruceremo
veramente…”rispose sentitamente il ragazzo.
“…Quando il gioco diventa duro, i duri cominciano a
giocare…non lo sapevi Potter?”disse Hermione sorridente per incoraggiare
l’animo crucciato dell’amico.
Harry la guardò con sentita riconoscenza per quelle
parole; la ragazza diede un piccolo e timido bacio sulla guancia a Harry, poi
si alzò velocemente dirigendosi verso il dormitorio femminile.
Harry inizialmente rimase immobile, poi si alzò in piedi e
disse sorridendo guardando la ragazza…”Bene Herm, almeno adesso non dovrò più
inutilmente andare a cercare libri sperduti in varie aule e tu potrai
rifugiarti in biblioteca solamente per fare davvero i compiti…”
Hermione lo guardò e arrossì, come per ammettere una sua
colpa, poi in un sussurro disse “Sogni d’oro,Potter…”
“Sogni d’oro, Herm!”disse dolcemente il ragazzo di
rimando.
I leggeri passi della ragazza risuonavano mentre
percorrevano i gradini che l’avrebbero condotta al dormitorio.
Harry per pochi secondi viaggiò con la mente, tornando al
momento del mancato bacio fra lui e l’amica.
Fissò la finestra dove tempo prima era attaccato un innocente
ramo di vischio; sorrise, poi anche lui si diresse al dormitorio, purtroppo
sicuro che i suoi sogni non sarebbero stati tanto d’oro come gli aveva augurato
l’amica.
******************
PERDONOOOOO!!!!
MI SPIACE
FARVI SOFFRIRE COSì TANTO…DEVO AMMETTERE CHE NEL CAP PRECEDENTE
SONO STATA
DAVVERO CATTIVA-CATTIVA!
SPERO MI
PERDONERETE… ç_ç
GRAZIE ANCORA
COME SEMPRE A TUTTI COLORO CHE MI SEGUONO E CHE MI SEGUIRANNO ANCORA NONOSTANTE
ABBIA FATTO FARE A HARRY LA STUPIDATA DEL SECOLO!
GRAZIE A CHI
HA LETTO CON O SENZA COMMENTARE…
KODA:incredibile
come mi capisci!E’ vero, a me piace molto il personaggio di Hermione e il suo
ruolo (a mio avviso) importante in tutta la storia…Forse io mi identifico anche
abbastanza in lei…devo dire che anche molti miei amici hanno ammesso che potrei
essere “Herm2 la Vendetta” :D
Per
finire…spero che continuerai a recensire perché, come ti ho già detto, la tua
opinione è importantissima…spero di continuare a farti contenta con la
mia modesta storia…tvb
MARCO:TI PREGO NON
UCCIDERMI! Capisco, non sei l’unico ad esserci rimasto un po’ male per quel
“mancato bacio”…SORRY! Comunque grazie mille per i tuoi commenti…anche a me,
modestia a parte, sono piaciute le parole di Cho a Harry, forse perché in fondo
le sento personalmente! Grazie e continua a mandarmi le tue
impressioni..THANKS!
HERMIONE91: grazie per i
tuoi commenti…mi spiace che tu ci sia rimasta male per il finale…ma d’altronde
la storia che ho ideato ha avuto bisogno di quel momento…grazie mille mille
mille e continua a recensire che mi fai super-happy!
EMMA: hai ragione,
quando l’ho scritto l’ho pensato anch’io…stupidissimo Harry…ma ti posso
assicurare che anche nella realtà i ragazzi talvolta sanno essere così
imbranati…(sai, esperienze personali)
Grazie
tantissime e aspetto il tuo commento…^_^
ATHENA89: sono felice
che ti siano piaciuti tutti e 8 (ormai 9) capitoli…mi auguro tu continui a
seguirmi…ci tengo…grazie ancora tanto!
KIA85: sono contenta
che tu sia passata a leggere la mia fic!Ne approfitto per ripetere che anche la
tua mi incuriosisce molto…prometto che continuerò a seguirti…
MARIPOTTER: fa lo stesso
per la recensione corta…mi basta sapere che l’hai letta e che ti è
piaciuta…davvero grazie tante…aspetto un altro commento per questo cap! BAX
BOMBOLINA: sono contenta
che, dopo tanti cap che leggi, tu abbia recensito!Ricevere opinioni da nuove
persone rende ancora più felici…grazie ancora.
GINNY WEASLEY:
finalmente!Sai aspettavo di sentire una tua opinione…penso di essere riuscita a
tradurre…grazie mille per i complimenti…e salutami Dracuccio tuo e digli di non
combinare casini… ^_^
STELLINAX :ciao…spero tu
ti sia divertita in gita…Luna credo fosse inevitabile che si vestisse
diversamente…in fondo lei è “stramba” di natura, se lesi dà l’occasione di esserlo di più credo
proprio che ne approfitterebbe!
Per quanto
riguarda le probabili (e sottolineo probabili) coppie Ron/Luna e
Ginny/Dean…non è detto…vedremo come va la storia….grazie tantissimo di
continuare a seguirmi!
BENE!FINITI I
RINGRAZIAMENTI, VI AVVERTO CHE IL MESE DI MAGGIO E’ TERRIBILE PERCHE’ ABBIAMO
COMPITI E INTERROGAZIONI UNO DIETRO L’ALTRO…CERCHERO’ DI IMPEGNARMI IL PIU’
POSSIBILE PER TROVARE TEMPO E FARE IL PROX CAP…MA INTANTO VI AVVERTO…
“Le
lezioni oggi sono sospese in caso eccezionale…”
“Wow!E
dove l’hai letto?”
“Nella bacheca delle informazioni…c’era un avviso che
parlava della sospensione delle lezioni e avvisava che tutti gli studenti
devono recarsi in Sala Grande per una riunione speciale…”
“Oltretutto sapete, stamattina presto mi è arrivato
un gufo da mio fratello che lavora come tipografo alla Gazzetta del Profeta…ha
detto che i giornali sono andati a ruba…”
“Invece i miei genitori stamattina erano a
Hogsmeade…hanno detto che c’è una gran confusione…molte persone stanno facendo
le valige…”
“Ma cosa starà succedendo?Mica sarà scoppiata la
Terza Guerra Mondiale!”
“Ma dai? Ti pare…anche te…la Terza Guerra Mondiale!
Non dire cavolate!”
”Quando ci sarebbe questa riunione?”
“Alle nove…”
“Bene…credo proprio che alla riunione ci dovranno
spiegare un bel po’ di cose…”
***************
Harry, Ron e Hermione si erano svegliati presto
quella mattina e, scendendo in Sala Comune, trovarono tantissimi Grifondoro che
parlavano di sospensione delle lezioni e di una riunione straordinaria…
Tutti e tre rimasero sbalorditi, senza capire il
perché di tutto quel trambusto.
A fatica raggiunsero il divanetto rosso, dove Ginny
e altre ragazze stavano sedute chiacchierando nervosamente…
“Ciao Gin!”disse Ron, scavalcando malamente una
ragazzina mora, inciampando nei suoi piedi e trovandosi a capofitto addosso
alla sorella.
“B-B-Buongiorno Ronny!”disse affannatamene la
ragazza, cercando con tutte le forze di spostare quel peso che le era
bruscamente caduto addosso.
Ron, rosso in viso più per la vergogna che per
altro, si alzò in piedi di fronte alla sorella e, risistemandosi la divisa già
sgualcita di suo, chiese: “Ma come mai tutto questo trambusto?Ho sentito dei
tipi che parlavano di una riunione…”
“Infatti Ginny…tu per caso ne sai qualcosa in
più?”chiese Harry che, dopo aver visto la figuraccia dell’amico, andò a
sistemarsi sul bracciolo del divano accanto alla ragazza stando bene attento a
dove metteva i piedi.
“No…non sappiamo assolutamente di cosa si
tratta…”disse con aria dispiaciuta Ginny, ringraziando con un occhiata Harry
che non le aveva dato il colpo di grazia cadendole addosso anche lui.
“Permesso…Scusate..Ehi…ho detto P-E-R-M-E-S-S-O!”
Hermione si sbracciava per farsi largo tra la folla
di ragazzi che si accalcavano nella stanza che solitamente si presentava grande
e vasta, ma non in quell’occasione.
Con immensa fatica, Hermione riuscì ad aggrapparsi
alla mano che Harry le stava porgendo, aiutandola ad uscire da quel mare di
persone.
“Grazie!”disse sentitamente la ragazza una volta in
salvo.
“Figurati…ma dove ti eri cacciata Herm?”rispose
prontamente Harry vedendole fra le mani un foglio.
“Sono riuscita a prendere dalla bacheca il foglietto
dell’avviso…così possiamo leggere bene cosa c’è scritto e forse finalmente
potremmo capirci qualcosa…”disse in risposta la ragazza, respirando
profondamente e scostandosi dal viso rosso qualche ciuffo ribelle che si era
scomposto durante quella che sembrava essere stata una impresa non da poco.
“Grandissima Herm!”disse in risposta Ron
avvicinandosi all’amica.
“Avanti Herm…leggi ad alta voce!”la incitò Ginny
guardandola dal basso con evidente curiosità.
La ragazza trasse un profondo respiro, poi si
schiarì la voce e iniziò a leggere, attirando su di sé l’attenzione di quel
piccolo gruppetto…
Scuola di Magia e
Stregoneria
Di
Hogwarts
22 Gennaio
Avviso
Ufficiale.
Informiamo
gli studenti che per la giornata di oggi tutte le lezioni sono sospese.
Cogliamo
l’occasione per avvertire che nella mattinata avrà luogo in Sala Grande
una importantissima riunione alla quale siete
vivamente pregati di partecipare.
La
suddetta riunione avrà luogo in Sala Grande alle ore 09.00 in punto.
Mi
ripeto.
Siete
vivamente pregati di partecipare tutti.
Il
PresideIl Vicepreside
Albus
SilenteProf. Minerva McGranitt
“Conciso ma molto chiaro…”commentò quasi imbambolata per
l’estrema attenzione una ragazzina bionda seduta alla sinistra di Ginny.
Il silenzio avvolse il gruppetto; Harry era come se
iniziasse a percepire qualcosa.
Era come se sapesse perfettamente che cosa dovevano
comunicare i professori a quella stranissima e inaspettata riunione, ma dentro
di sé non voleva ammetterlo.
Cercava sostegno negli sguardi di Hermione e Ron,
che sembravano attoniti esattamente come il ragazzo: tutti e tre erano quasi
certi di che cosa li avrebbe attesi in Sala Grande.
“Ehi…mancano 10minuti alle 9!”gridò eccitato un
ragazzino di seconda.
“Allora che aspettiamo…andiamo!”disse euforico in
risposta un piccoletto di prima.
In modo molto burrascoso, la Sala Grifondoro iniziò
a svuotarsi, e i suoi occupanti a riversarsi nei corridoio, che sembravano
prepararsi ad accogliere una immensa e turbolenta mandria di ragazzi.
Preoccupati, i tre decisero di seguire Ginny ele sue amiche che si erano già accodate agli
altri; Harry, Hermione e Ron continuavano a guardarsi preoccupati.
Tutti e tre avevano ancora chiari nella memoria i
discorsi di pochi giorni prima di Hagrid, e quelli più preoccupati di Silente.
Immersi nei loro pensieri e in quella folla quasi
entusiasta, i tre amici si ritrovarono in Sala Grande.
Così, con un po’ di fatica, riuscirono a raggiungere
i loro consueti posti al tavolo Grifondoro, già pieno di studenti.
Una marea di ragazzi vestiti in nero si stava
riversando in Sala Grande, eccitati e curiosi di ascoltare il discorso degli
insegnanti.
Qualche minuto dopo, tutti avevano preso posto ai
tavoli delle rispettive Case, e la grande stanza era immersa in un
chiacchiericcio rumoroso pieno di curiosità.
Harry non li capiva: vedeva intorno a sé visi sorridenti,
che scherzavano e ridevano…come potevano essere così spensierati sapendo che le
lezioni erano state sospese per via di un evento eccezionale che doveva essere
chiarito da una riunione straordinaria?
Il ragazzo era attonito…cercò lo sguardo di Hermione
che, seduta alla sua destra, ricambiò lo sguardo smarrito, per poi passare a
scrutare Ron, che invece si guardava intorno accigliato.
Poco dopo piombò un improvviso e totale silenzio
nella Sala Grande.
Il portone principale si spalancò, lasciando entrare
gli insegnanti e, in testa a tutti, Silente.
L’uomo teneva un comportamento austero, camminava a
testa alta anche se si potevano notare dietro le mezzelune degli occhiali uno
sguardo strano e stanco.
Procedeva lentamente, seguito dalla McGranitt, anche
lei con lo stesso portamento, Ruf, la Cooman, la Sprite e Hagrid.
I tre cercarono lo sguardo di Hagrid, per cercare di
capire qualcosa, ma incredibilmente anche lo sguardo dell’amico gigante era
impassibilmente fisso davanti a sé.
Altri professori vennero dietro ad
Hagrid…improvvisamente Harry scorse una toga nera già vista in precedenza, una
camminata quasi strisciante…alzò gli occhi per guardare la persona nel viso.
Il ragazzo rimase di sasso.
Severus Piton.
Il professore di Pozioni era visibilmente acciaccato:
camminava strisciando i piedi, come se non avesse quasi la forza per camminare,
la toga nera gli copriva i piedi, ma si intravedeva il braccio destro fasciato
fino alla mano.
Il viso pallido e ancora più scavato del solito, lo
sguardo fiero e severo, quel giorno anche stanco, si posò su Harry.
Gli occhi neri come la pece scrutarono il ragazzo a
lungo mentre continuava il suo procedere lento al tavolo dei professori; la
cicatrice di Harry diede una dolorosa fitta.
“Harry…Harry!”bisbigliò Hermione tirandogli la
manica dell’uniforme.
Cercando di riprendersi, Harry si girò verso l’amica
che gli fece cenno con la testa di guardare più indietro, all’entrata.
Harry iniziava a essere sempre più stupito: proprio
in quel momento stavano entrando dal portone maghi già conosciuti.
Il ragazzo riconobbe subito il volto stanco di Remus
Lupin, i capelli scarlatti di Ninfadoro Tonks, il passo zoppicante di Malocchio
Moody e lo sguardo fiero di Bill Weasley.
A loro seguivano altri maghi, alcuni del Ministero
della Magia, altri appartenenti all’Ordine della Fenice.
Lupin, Tonks, Moody e Bill fecero finta di non
vedere i tre, e si diressero come tutti gli altri verso il tavolo degli
insegnanti con passo deciso e uno sguardo severo.
Ormai non solo l’attenzione di Harry, ma quella di
tutti i componenti della Sala, era concentrata su quella processione di maghi e
streghe che andavano lentamente verso il grande tavolo, prendendo posto.
Silente rimase in piedi, dando le spalle alla
platea.
Poi, lentamente, si diresse al leggio di legno che
solitamente usava per fare il discorso di inizio anno; appoggiò le mani ossute
al piano del leggio, fissando intensamente qualcosa che aveva appoggiato.
Alzò lento lo sguardo, osservando preoccupato i
ragazzi che silenziosi e tesi aspettavano che il loro preside proferisse
parola.
Allora l’uomo respirò profondamente, e iniziò a
parlare.
“Cari ragazzi, come sicuramente avrete letto nelle
bacheche delle vostre rispettive Case, le lezioni di oggi sono state sospese
per un caso eccezionale, e vi ho riuniti per rendervi noto questo evento.
Come molti di voi avranno notato, stamattina non è
giunto alcun gufo per consegnare la Gazzetta del Profeta.
Sono stato io a proibire che vi giungessero le copie
del giornale di oggi, e per il motivo che adesso vi dirò.
Ho qui in mano un copia della Gazzetta del Profeta,
e ci tengo poter leggere e spiegarvi bene e nei dettagli l’articolo di prima
pagina…vi prego di fare assoluto silenzio mentre vi leggerò l’articolo…”
L’atmosfera era tesa e attenta: milioni di occhi
fissavano il Preside che, abbassando gli occhi, trasse un profondo respiro e,
controllando la sua voce che sembrava quasi temere di pronunciare quelle
parole, iniziò a leggere deciso…
IL RITORNO DI COLUI CHE NON DEVE ESSERE NOMINATO
Una terribile notizia che il Ministero della Magia tentava di tenere
nascosto…
25Dicembre: mentre tutti
stavano tranquillamente festeggiando nelle loro case il Natale,un vasto numero
di Mangiamorte come non se ne vedeva dall’epoca in cui Voi-Sapete-Chi, ha
liberamente attaccato un importante quartiere di Londra, abitato solo ed
esclusivamente da Maghi.
Alle ore 9.00 inizia
l’attacco: un centinaio di case sono state distrutte e incendiate, i loro
abitanti derubati anche se, per miracolo, non è stato rilevato alcun morto.
Solo immensa paura, molti
feriti e pochi dispersi.
E’ un miracolo il fatto
chei Babbani che avevano assistito a
questo attacco abbiano creduto in un semplice atto di violenza da parte di
bande di teppisti con ideali antisemiti.
Molti altri indizi precedenti
avevano portato a ipotizzare il possibile ritorno delle violenze di 18anni fa,
quando Voi-Sapete-Chi andava di casa in casa a reclutare e uccidere Maghi e
Streghe, ma nessuno ha ascoltato questi avvertimenti.
Neppure il Ministero della
Magia, che ha tenuto la faccenda celata fino a quando alcuni nostri ottimi
giornalisti non l’hanno riportata a galla,ha voluto dare peso a eventi che
erano palesemente sospetti.
Come se non accadesse nulla,
il Ministero della Magia la notte di Natale non è intervenuto, non ha mandato
gli Auror a proteggere i cittadini.
Una delle nostre giornaliste
migliori, Rita Skeeter, parla in questo modo del Ministero…
“Io avevo avvertito che il
nostro caro Ministero della Magia non si occupava abbastanza bene dei
cittadini…io semplicemente avevo come obiettivo quello di diffondere fra i
nostri lettori la verità, nient’altro che l’autentica e pura verità, ma nessuno
mi ha dato ascolto…ed ecco il risultato”.
Ora sorge una domanda:
stanno tornando i tempi bui di 18anni fa?
Come intenderà proteggerci
il nostro Ministero?
Forse lasciandosi corrompere
e facendo spallucce davanti a tutti questi eventi?
Stamattina la notizia
dell’attacco si è diffusa in molte altre città, tra le quali anche Hogsmeade,
una piccola cittadina nei pressi della scuola di Magia di Hogwarts.
Gli abitanti sono statipresi dal panico: molti, ricordando i
terribili eventi di anni prima, stanno facendo le valige, affermando di voler
fuggire il più lontano possibile.
“Non voglio rimanere
qui…Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ha sterminato tutta la mia famiglia, io
sono l’unica superstite…me ne vado!”dice disperata una ragazza con le valige in
mano.
“Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato
ha ucciso i miei genitori sotto i miei occhi…mi ha torturato…non voglio
rivivere la stessa paura”afferma un altro uomo.
Intere famiglie se ne stanno
andando senza sapere dove o come continuare a vivere.
E’ questo che sta ottenendo
il Ministero.
Panico.
Totale panico.
Nessuno sa più cosa fare,
nessuno aveva seriamente pensato all’idea che, una volta sconfitto, il Signore
Oscuro sarebbe tornato nuovamente.
Tempo fa è uscito un
articolo sulla Gazzetta del Profeta firmato da Rita Skeeter, che parlava
dell’attacco a casa degli zii tutori del famoso Harry Potter, colui che ha
sconfitto l’Oscuro Signore la prima volta.
A distanza di mesi ci giunge
un particolare che chiarisce molte cose.
Furono i Mangiamorte, quella
sera di luglio, ad attaccare la casa babbana, lasciandouna scritta rossa sul muro, una scritta
celata anch’essa dal Ministero, e che spiega molte cose.
Sul muro era stato scritto
“La nuova guerra è
cominciata. La vendetta del Signore Oscuro è vicina”.
Ormai è ufficiale.
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato
è tornato, con tutti i suoi pieni poteri.
E la sua vendetta ben presto
si abbatterà contro il popolo magico e contro colui che lo ha sconfitto la
prima volta.
Silente alzò gli occhi, guardandosi intorno.
Sui visi dei ragazzi era scomparso l’espressione di
curiosità: i loro volti erano contorti in espressioni di terrore, paura,
incredulità.
Poi il suo stanco sguardo si posò finalmente su
Harry.
Il ragazzo guardava senza vedere.
Lo sapeva, era consapevole che la notizia non
sarebbe potuta rimanere celata per tanto tempo.
La sua espressione era la stessa quando mesi prima
aveva visto la scritta fatta dai Mangiamorte sulla parete bianca della casa
degli zii ormai distrutta dalle fiamme.
La stessa rabbia lo stava invadendo, la stessa
paura, la stesa consapevolezza che ciò che temeva di più si era risvegliato.
La consapevolezza che ciò che era scritto nella
Profezia nascosta nell’Ufficio Misteri ben presto si sarebbe realizzato.
Ron, che era seduto di fronte a Harry, lo guardò
preoccupato, quasi pronto ad una reazione dell’amico che però non venne.
Hermione era spaventata.
Scrutò Harry.
Aveva già visto quello sguardo atono, uno sguardo
che l’aveva spaventata tempo prima, e nuovamente la spaventava in quel momento.
L’unica cosa che riuscì a fare fu prendere la mano
dell’amico, che reagì stringendola violentemente, così forte fino a quasi
fermare la circolazione alla ragazza.
Silente distolse lo sguardo da Harry, guardò gli
insegnanti e gli Auror al tavolo grande, e poi ricominciò a parlare.
“Ebbene, è inutile continuare a nascondere a tutti
la verità: Lord Voldemort è tornato, esattamente come un tempo, con gli stessi
poteri ed un esercito ancora più grande.
Ormai è inutile non pronunciare più il suo nome,
ormai è inutile tentare di fuggire.
Ho voluto anche evitare che voi leggeste la notizia
da soli, perché altrimenti immagino che il panico si sarebbe dilagato
velocemente, portando tutti a decisioni irrazionali e affrettate.
Ciò che La Gazzetta del Profeta ha scritto è vero,
ma non tutto corrisponde esattamente con la realtà dei fatti.
E’ vera la scritta sul muro della casa babbana che
annuncia il ritorno del Signore Oscuro, come è vero l’attacco dei Mangiamorte a
Londra e il mancato intervento del Ministero della Magia.
Ma a tutto c’è una spiegazione: il Ministero e gli
Auror non sono potuti intervenire perché l’attacco dei Mangiamorte è stato come
un fulmine a ciel sereno, nessuno se lo aspettava così diretto, ed è stato così
rapido che non c’è stato il tempo di organizzare una squadra.
E’ vero che gli abitanti di Hogsmeade, presi dal
panico, stavano andando via dalla città, ma in questo caso sono intervenuti
agenti del Ministero che hanno assicurato protezione alla città, che appunto è
attualmente protetta a tutte le entrate da squadre di Auror.
Così gli abitanti, anche se naturalmente
terrorizzati, sono restati nelle proprie case”.
“E che dice di Hogwarts, signor Preside?”un ragazzo
di quarta di Tassorosso si alzò terrorizzato in piedi alla sua postazione,
attirando l’attenzione di tutti i presenti.
“Non ci venga a dire che Hogwarts è una fortezza, un
posto sicuro, perché non ci crediamo…Noi abbiamo Potter, il Bambino
Sopravvissuto, non possiamo essere al sicuro!”disse con la voce quasi
singhiozzante e con il dito accusatore puntato al tavolo Grifondoro.
Harry sembrò quasi non accorgersi di quella accusa,
tanto i suoi pensieri erano ancora scombussolati e confusi.
“Non dobbiamo perdere la calma, signor
Thompson”iniziò il preside facendo cenno al ragazzo Tassorosso di sedersi
“Perdere la calma e agire irrazionalmente è proprio quello in cui spera
Voldemort.
Sì, posso affermare che per adesso Hogwarts non è in
pericolo.
Abbiamo comunque preso provvedimenti: abbiamo già
chiesto la protezione di Auror del Ministero della Magia, in più ho
personalmente convocato grandi Auror dei quali mi fido ciecamente e che voi più
o meno conoscete”continuò indicando con un gesto della mano Tonks, Lupin,
Moody, Bill e altri Auror seduti al tavolo “Essi saranno costantemente vigili
all’interno dei confini della scuola, che sarà controllata, vi assicuro, da
persone molto più fedeli rispetto ai Dissennatori.”
Il silenzio tornò a opprimere la stanza per qualche
minuto, poi il Preside continuò…
“Tramite molti gufi abbiamo già mandato lettere alle
vostre famiglie per avvertirli della situazione, consigliando comunque di non
ritirarvi da scuola. Questo perché viaggiare e spostarsi in momenti come questo
potrebbe essere più pericoloso che stare fermi, poiché i Mangiamorte non hanno
ora un obiettivo fisso e attaccano senza un senso logico, solo per diffondere
paura.
Meno occasioni gli diamo, più saremo protetti.
Oggi le lezioni sono sospese, anche i corsi
pomeridiani di preparazione professionale, ma vi preghiamo comunque di restare
entro i confini della scuola, o meglio, se proprio non è estremamente
necessario vi preghiamo di non uscire dalle mura.
Mi auguro di avervi chiarito alcune di queste cose.
Ci stiamo affacciando a eventi di consistenza
mondiale, e dobbiamo essere forti e uniti per poterle controbattere.
Per chi volesse ulteriori spiegazioni, gli
insegnanti sono da me autorizzati a darvi le informazioni necessarie a chiarire
i vostri dubbi e timori.
Detto questo, la riunione è sciolta.”
Quasi automaticamente, i professori e gli Auror si
alzarono e, sconsolatamente iniziarono a dirigersi fuori dalla Sala Grande,
mentre tutti gli alunni erano rimasti pietrificati sulle sedie.
Lentamente i ragazzi ripresero a chiacchierare con
un tono preoccupato, qualcuno più emotivo iniziò a piangere e a urlare, fino a
quando la Sala non iniziò a essere nuovamente piena di rumore.
Ron e Hermione stavano zitti fissando Harry, che non
si era ancora mosso da quella posizione e l’espressione era rimasta la stessa.
I due non sapevano più che fare e che dire,
soprattutto Hermione, la cui mano era ancora stretta nella morsa di quelle
dell’amico.
In un momento il ragazzo lasciò la presa e, come un
automa, scattò in piedi.
“Harry…”disse in un sussurro Hermione.
“Harry…do-dove vai?”disse preoccupato Ron vedendo
l’amico dirigersi a passo deciso verso il portone della Sala.
Harry sentiva i richiami dei due amici, ma il suo
impulso di andare, di allontanarsi da quella confusione e da quella realtà era
più forte di qualsiasi altra cosa.
Una volta oltrepassato il portone, iniziò a correre,
quasi ignaro dei ragazzi che lo guardavano storto e dei quadri che lo
indicavano.
Corse sempre più velocemente, tanto veloce che non
si rendeva conto di dove stava andando, il mondo che lo circondava si sfumava,
si confondeva.
Ad un certo punto, certo che intorno a lui non si
trovava nessuno, rallentò, per poi fermarsi e appoggiarsi contro il muro di
fredda pietra.
Teneva gli occhi chiusi, stretti, come per cercare
di lasciare quei momenti fuori di lui, come per cercare di convincersi che era
stato solo uno dei numerosi incubi ai quali ormai era più che abituato.
Si mise una mano sul cuore che batteva
esageratamente forte, respirava affannosamente, il petto si alzava e abbassava
frettolosamente.
Cercò la calma, che arrivò dopo qualche minuto.
Allora aprì gli occhi, e si rese conto di trovarsi
al settimo piano; Harry iniziò a percorrere lentamente il corridoio deserto.
Vorrei capire perché…Perché accade…vorrei capire
come faccio a trovare la forza di affrontare tutto questo…Di affrontare la
Profezia…
Mentre camminava a testa bassa e con le mani in tasca, lo sguardo di Harry
fu improvvisamente attratto da un leggero proveniente dalla sua
destra.
Harry guardò nel muro, dove era improvvisamente apparsa dal nulla una
grande porta col pomello di ottone.
Il ragazzo si fermò, fissando la maniglia della misteriosa porta per
qualche secondo, poi decise di entrare.
Afferrò con la mano destra il pomello, lo girò ed entrò.
La stanza era tutta buia, e per Harry fu difficile distinguere le forme
nell’oscurità, quando improvvisamente il buio iniziò ad essere sempre meno
profondo, e il ragazzo si accorse che centinaia di candele appese ai muri e
appoggiate sul pavimento della stanza si stavano accendendo.
All’interno era tutto molto semplice: al centro della
stanza c’era solo un enorme tappeto rosso ornato con fili dorati, e, a coprire
enormi finestre, c’erano tende di velluto rosso.
Harry si ricordava bene di non aver mai visto una
stanza simile, così adorna, a parte l’aula della Cooman, ma il ragazzo era
certo di trovarsi da tutt’altra parte, anche perché niente del suo inconscio
l’avrebbe portato dentro l’aula della materia che più odiava, dopo Pozioni.
Iniziò a ragionare, stando fermo davanti alla porta
che nel frattempo aveva richiuso; poi abbozzò un lieve sorriso: quella era
senza dubbio la Stanza delle Necessità, la stessa che lui, Hermione e Ron
avevano utilizzato per le riunioni clandestine dell’Esercito di Silente, la
stessa che il Preside utilizzò mentre era nella disperata ricerca di un bagno,
la stessa che Dobby utilizzo per nascondere l’amica Winky, ubriaca.
Il ragazzo, sapendo dove si trovava, si sentiva più
tranquillo, così iniziò a curiosare.
Notò che le pareti erano interamente ricoperte di
foto.
Si avvicinò alla parete di fronte a lui, e iniziò a
osservare alcune foto a colori.
Una raffigurava un Harry sorridente al primo anno
con il boccino in mano, poi lui con Ron e Hermione che sorridevano affacciati
dalla balaustra delle scale.
Harry sorrise, poi si spostò a osservare altre foto
in altre pareti.
Si soffermò a guardare foto di ragazzi che era
sicuro di non conoscere personalmente.
Una foto raffigurava una ragazza dai capelli rossi
che, con dei libri in mano e nascosta dietro un albero, osservava altri ragazzi
che giocavano a Quiddich, probabilmente durante un allenamento.
Qualche foto più in là, invece, c’era un ragazzo con
gli occhiali e i capelli neri spettinati che scarabocchiava delle iniziali sul
libro aperto, mentre guardava estasiato la stessa ragazza dai capelli rossi
seduta nel banco davanti al suo, intenta ad ascoltare la lezioni di colui che
sembrava il prof.Ruf.
Finalmente riuscì a vedere in un'altra foto il viso
dei due ragazzi.
Harry restò a bocca aperta: erano i suoi genitori,
al tempo in cui erano studenti a Hogwarts.
Nella foto, Lily era appoggiata con la schiena ad un
albero e accarezzava dolcemente i capelli scompigliati di James, che teneva la
testa nel grembo della ragazza.
In un’altra ancora, James, Lily, Remus e Sirius
erano vestiti di tutto punto e, con in testa il cappelli da laureati,
mostravano felici il foglio che confermava la fine degli studi.
Poi lo sguardo di Harry si posò sulla foto delle
nozze dei genitori: la madre, vestita con un bellissimo abito bianco, sorrideva
nervosamente tenendo il braccio di James, che tentava di tenere un’espressione
seria mentre, sullo sfondo, si vedevano Sirius, Remus e un altro loro amico che
facevano boccacce tenendo allegramente sollevato una bottiglia di champagne.
Finalmente Harry si rivide a pochi mesi di vita;
Lily lo teneva teneramente in braccio, sorridendogli, mentre il padre stava
semplicemente a guardare, quasi temesse di fargli male se lo avesse preso in
braccio nel modo sbagliato.
Quella fu una delle ultime foto di lui con i suoi
genitori. Harry capì il perché.
In un altra parete, riconobbe la foto della famiglia
Weasley pubblicata nella Gazzetta del Profeta in occasione del loro viaggio in
Egitto, poi di tutti i componenti della famiglia, dai signori Weasley a Ron, da
Bill a Ginny.
Passò alla parete successiva, dedicata a Hermione.
Harry riconobbe sorridendo la faccia scontrosa della
ragazzina so-tutto-io al loro primo incontro sull’Espresso per Hogwarts, poi quella
triste di quando Ron l’aveva presa in giro.
Poi la rivide al secondo anno, pietrificata sul
letto dell’infermeria, poi col viso sorridente una volta guarita a fine anno.
La vide mentre lo difendeva contro Sirius e mentre
studiava attenta in biblioteca, osservata dallo sguardo vigile di Viktor Krum;
la vide stesa apparentemente senza vita sul pavimento dell’Ufficio Misteri, poi
nuovamente sorridente e forte, pronta per dargli una mano.
Il ragazzo passò all’ultima parete, dove vide tutta
la sua vita a Hogwarts, tutti i suoi momenti felici.
Centinaia di foto di lui e i suoi amici, lui e Ron
sul campo da Quiddich e poi insieme a Hermione alla festa di compleanno.
Una foto di Ron e Hermione che litigavano mentre lui
li guardava compassionevole, e loro tre nei loro momenti spensierati alla Tana.
Erano veramente tantissimi i momenti passati con i
suoi migliori amici, momenti spensierati e allegri, sprazzi di felicità in
quella sua esistenza segnata dalla rabbia e dalla tristezza.
Improvvisamente le foto scomparvero per magia, una
ad una, e in un soffio le candele si spensero, lasciandolo nel buio più totale.
Harry, non capendo cosa stava succedendo, iniziò a
indietreggiare fino a scontrarsi contro la porta da cui era entrato; cercò di
afferrare la maniglia, ma la porta sembrava chiusa a chiave.
Il ragazzo si trovava nel panico più totale non
sapendo cosa stava succedendo; il suo sguardo preoccupato cercava nel buio un
punto di riferimento, qualcosa che gli facesse capire cosa diavolo stava
succedendo.
Improvvisamente la parete davanti a lui si illuminò,
mostrando una grandissima foto in bianco e nero.
La foto occupava tutta la parete, e, man mano che
aumentava di dimensioni, Harry capiva di cosa si trattava, o meglio, chi era il
soggetto ritratto.
Era un uomo, alto, incappucciato e vestito di nero,
a mala pena si riuscivano a scorgere gli occhi, l’unico elemento della foto
colorato di un rosso sangue.
Teneva la bacchetta puntata contro Harry, la cui
cicatrice iniziò a bruciare.
Il ragazzo capì: quello era Voldemort.
La cosa che non capiva era che, nonostante sembrasse
una foto, il dolore che gli trasmetteva era incredibile, e la paura provocata
da quella bacchetta puntata era immensa.
Il respiro di Harry stava diventando più affannoso
mentre la figura stava prendendo le dimensioni di un uomo in carne ed ossa, e
Harry desiderò ardentemente avere qualunque cosa con cui potersi difendere,
dato che la bacchetta gli era scivolata in qualche punto della stanza e la sua
mente non era abbastanza lucida e razionale da poter evocare l’Incantesimo di
Appello.
Harry si accovacciò a terra, e sentì improvvisamente
il di quando era apparsa la porta della Stanza; così iniziò a
tastare freneticamente in giro, trovando qualcosa di solido sotto le sue mani.
Il ragazzo non si preoccupò nemmeno di capire
cos’era, semplicemente l’afferrò e la lanciò contro l’immagine di Voldemort,
che a quell’atto sembrò rimpicciolirsi.
Incoraggiato dal risultato, trovò altri oggetti che
iniziò a lanciare agitato contro quell’immagine, fino a quando, dopo alcuni
minuti, anch’essa non scomparì con un leggero rumore.
Harry tastando la parete si alzò in piedi, deciso a
non staccarsi dal muro; le luci delle candele iniziarono a illuminare
nuovamente la stanza.
Harry fissò quasi inorridito la parete dove prima
era apparsa la figura di Voldemort, e vide che nuove immagini a colori stavano
comparendo; si avvicinò lentamente, incoraggiato dalla luce delle candele, e
vide che quelle immagini erano più amiche di quella precedente.
Le foto ritraevano immagini dei suoi genitori, della
famiglia Weasley, di Hermione, di Ron e di Harry insieme a tutte le persone a
lui più care.
I visi erano solari e sorridenti e trasmettevano
serenità al ragazzo, sentimento opposto alla paura che aveva provato prima.
Il ragazzo si chiese il senso di tutto questo…Perché
si era ritrovato nella Stanza delle Necessità davanti a migliaia di foto…che
senso aveva tutto questo.
Si ricordò ciò che Dobby gli disse 3anni prima, e
allora capì tutto.
La Stanza delle Necessità si fa trovare solamente da
chi ha veramente un assoluto bisogno di qualcosa…Harry si ricordò dei suoi
pensieri prima di trovare la Stanza: lui aveva un disperato bisogno di capire
il motivo per cui doveva affrontare quella guerra invece che fuggire via, e
come poteva affrontare una Profezia talmente oscura lui, un semplice ragazzo di
18anni.
Aveva bisogno di una risposta, e la Stanza delle
Necessità gliene aveva data una.
Doveva affrontare questa guerra innanzitutto per
lui, per i suoi amici e le persone che lo amavano e credevano in lui, e doveva
trovare il coraggio di affrontare tutto ciò dalla grande amicizia di Hermione e
Ron, dall’affetto dei Weasley, dal ricordo dei suoi genitori.
Non era solo, lo aveva capito.
Le persone che più gli stavano a cuore non lo
giudicavano, ma lo aiutavano, e lo avrebbero fatto fino alla fine; proprio da
questo doveva derivare la sua forza.
Harry si accovacciò per terra, e le calde lacrime
iniziarono a scorrere sul viso, mentre lo sguardo era ancora fisso sulle facce
sorridenti delle persone a lui più care.
*****************
Senza rendersene conto, Harry passò molto tempo nella
Stanza delle Necessità.
Tornò in sala Grifondoro solamente alle 2.30;
entrando lentamente, convinto che tutti fossero impegnati a disperarsi con i
genitori oppure in giro per il castello, si sorprese nel vedere Ron e Hermione
che lo stavano aspettando in piedi vicino alla finestra.
Il ragazzo si fermò all’entrata, stupito: Ron stava
abbracciando Hermione che, singhiozzando, nascondeva il viso nella maglietta
dell’amico.
Ron si accorse dell’entrata di Harry e, prima di
dire qualunque cosa, lo fissò con uno sguardo a metà via fra il rimprovero e il
sollievo.
La ragazza sembrò accorgersi di quello sguardo muto,
così alzò il volto allontanandosi dal ragazzo, poi si girò di colpo.
“Harry!”disse con il viso rigato di lacrime.
Hermione gli corse incontro, buttandogli le braccia
al collo e stringendolo forte.
“Harry…Do-Dove sei stato…”disse la ragazza.
Harry iniziò ad accarezzarle dolcemente i capelli,
respirando profondamente, ma mantenendo lo sguardo fisso su Ron, che aveva la
maglia bagnata di lacrime.
“Io…”iniziò il ragazzo.
Era difficile da spiegare tutto quello che era
successo; voleva farlo, ma non sapeva da dove iniziare.
“No…non importa dove sei stato..”disse la ragazza
separandosi dall’amico “…non mi importa dove sei stato…l’importante è che stai
bene…perché stai bene Harry, non è vero?”disse Hermione sorridendo.
“Sì…si Herm, sto bene”affermò il ragazzo guardando
quei bellissimi occhi arrossati dal pianto.
La ragazza rispose al sorriso…”Sei stato uno
stupido…io e Ron ti abbiamo cercato per tutto il castello inutilmente…perché
sei scappato così?Ci hai fatto prendere uno spavento indescrivibile…”
“Herm ha ragione”intervenne finalmente Ron,
distogliendosi dalla sua posizione risoluta “…ma l’importante è che tu stia
bene…cosa ti è successo?”
“E’ una cosa troppo lunga e complicata…sappiate solo
che sto bene…”
Harry sorrise: era felice di vedere che i suoi amici
erano lì per lui; la cosa lo rincuorò moltissimo.
Poi notò una cosa strana: Ron scoccò uno sguardo a
Hermione, la quale reagì subito dicendo con un po’ di insicurezza…”Bè…io…si…io
e Ginny dobbiamo vederci, sai Harry, aveva bisogno di…di qualche chiarimento
sugli argomenti di…di Trasfigurazione…”.
Harry la guardò strano, senza comprendere il motivo
di quella occhiata e di quell’improvvisa scusa.
“Ci vediamo dopo Herm!”disse indifferente Ron.
“Sì…a-a dopo…”continuò la ragazza, prendendo dal
tavolo alcuni libri a caso e dando un bacio sulla guancia a Harry prima di
scomparire dietro il ritratto della SignoraGrassa.
Harry seguì la ragazza fino all’uscita, poi si voltò
verso l’amico, dicendogli…”Non dirmi che Herm doveva veramente vedersi con
Ginny perché non ci credo…”
“Non dubitavo che avresti capito…”rispose sorridendo
ironico Ron….”in fondo tu capisci sempre tutto…o quasi…”
Ron parlava con un tono che Harry non gli aveva mai
sentito, specialmente nei suoi confronti.
Parlava in modo chiaro, ma la sua voce era tesa,
come se dovesse fargli una specie di ramanzina o incolparlo di qualcosa.
“Avanti Ron…di che mi devi parlare…?”chiese il
ragazzo, cercando di celare i suoi sospetti.
“Di quello che tu non capisci…”iniziò a dire
misterioso e serio l’amico, voltando le spalle a Harry.
Il ragazzo lo guardò stralunato…da quando Ron era
diventato così misterioso?
“Ron…non mi spiacerebbe se tu parlassi più
chiaramente…”disse passandosi una mano fra i capelli.
“Hermione Granger”affermò deciso il ragazzo.
Harry si ammutolì, le braccia erano ridiscese sui
fianchi, lo sguardo serio fissava l’amico.
“Tu, mio caro Harry Potter, capisci tutto tranne le
persone a cui tieni di più….”continuò Ron girandosi verso l’amico, che
continuava a guardarlo imperterrito.
“L’ho capito io, l’ha capito Ginny, l’ha capito Cho,
l’hanno intuito Neville, Dean, Seamus e chi più ne ha più ne metta…Solo tu non
ti sei accorto che Hermione è diventato per te più di un’amica…”
Ron fissava Harry, che aveva ancora lo sguardo
imbambolato.
“Dio Harry! Giuro che se la mia amicizia per te non
superasse la rabbia che mi stai facendo venire ti mollerei un pugno in piena
faccia!”disse alterato Ron.
Harry, vedendo Ron comportarsi in un modo strano e
aggressivo, si irritò.
“Diavolo Ron! Ma che ti prende!Ti metti a farmi la
ramanzina?Perché ti interessi tanto agli affari miei e di Herm!”
“Perché voi due siete i miei migliori amici, e non
mi va di continuare a vedere Hermione disperarsi per te senza sapere cosa fare
mentre tu ti comporti come un perfetto idiota nei suoi confronti!”
“Perfetto idiota?!”
“Si Harry!Perché solamente un idiota con i paraocchi
non si accorgerebbe delle attenzioni che Hermione dedica solo a te e non
ascolterebbe i sentimenti che nasconde dentro!”
“Ron…io…io non ti capisco!” disse agitato Harry “Me
l’hai già fatto un'altra volta questo discorso, e mi sembrava tu non fossi poi
così entusiasta del fatto che a me potesse piacere Hermione….hai tirato fuori
il discorso che avrei perso la sua amicizia…e a quanto mi pareva di aver capito
avrei perso anche la tua di amicizia!”
Spazientito, Ron si andò a sedere violentemente sul divano
rosso; tenne la testa fra le mani per qualche secondo, poi tornò a fissare
l’amico…
“Ascolta Harry…io…bè sai…io avevo paura che tu ti
decidessi con Herm. Parliamoci chiaro: nel gruppo, tu sei il famoso bambino che
aveva sconfitto il Signore Oscuro, sei il grande eroe, ed Hermione è la strega
più brillante della sua età, in gamba e sempre pronta a tutto. E io, invece? Io
sono l’amico, o semplicemente uno della sterminata schiera dei fratelli
Weasley…non sono mai riconosciuto come Ron Weasley con qualche merito…in più,
immaginati, se tu ed Herm vi foste messi insieme, bè, allora per me sarebbe
stata la fine. Mi immaginavo già, mentre voi due passeggiavate in modo
orribilmente sdolcinato mano nella mano, e io ancora più isolato di prima,
sconfitto involontariamente dai miei migliori amici, mille volte migliori di
me. Lo ammetto: io sono un gran egoista. Non posso piangermi addosso perché non
sono nessuno senza poi impegnarmi seriamente per ottenere qualche merito. Non
sono un gran amico da quel punto di vista, e adesso, sapendo che ti ho frenato
nei tuoi intenti, mi sento veramente da schifo. Voi due siete perfetti insieme,
davvero amico. E questa volta ascoltami, perché ti dirò semplicemente la
verità, quello che veramente Ron Weasley pensa. Provaci con Herm. E’ chiaro
come il sole: lei è cotta persa di te da molto tempo, e tu anche, ma sei un po’
più cocciuto ad ammetterlo. Non devi avere paura di buttarti, sono certo che
non perderai mai la sua amicizia…avete un legame indistruttibile e profondo,
che va ben oltre a piccole sciocchezze come l’aver paura di rischiare. E poi,
Herm è davvero fantastica…sai non ci capisco niente di ragazze…non sono mica
come te che hai la tua schiera personale… ma conosco Hermione, e lei è davvero
unica…Siete fatti uno per l’altra…due metà che coincidono perfettamente…e non
state a pensare a quel sfigato di Ron Weasley e alle sue parole che possono
sembrare minacciose…io credo seriamente a quello che ho detto, e di certo non
perderete mai la mia amicizia…non posso permettermi di perdere le uniche due
persone ad essermi amiche veramente, e tanto meno ostacolare la loro felicità
con le mie lamentele da perdente…”
Harry rimase ammutolito; Ron aveva ragione,
assolutamente ragione: non capiva le persone che gli stavano attorno, e il fatto
di essersi sorpreso alle rivelazioni dell’amico gli bastava a conferma.
Il ragazzo andò lentamente a sedersi di all’amico,
che lo fissava attento.
Stette un po’ in silenzio, poi fu il turno di Harry
a iniziare a parlare…
“Mi…mi spiace Ron. Io non credevo ti sentissi
così…ma il modo in cui ti stai descrivendo è come gli altri ti vedono, non come
io, Herm e altri ti vediamo. Tu sei il mio migliore amico…e assolutamente non
sei solo uno dei tanti, e tantomeno sei un perdente…Tu sei…bè, sei semplicemente
Ronald Weasley, con i tuoi pregi e i tuoi difetti…e a me non importa quello che
gli altri possono dire di te, e tanto meno te ne deve importare a te…tu devi
solo sapere che per me tu sei come un fratello…non ho mai avuto una famiglia, e
tu mi hai dato la tua…non potrò mai ringraziarti abbastanza per questo. Tu hai
fatto più di quanto credi per me…per esempio, se non mi avessi parlato adesso,
io non avrei preso una decisione…”disse sdrammatizzando il ragazzo.
Ron sorrise…”Decisione?”
Harry arrossì leggermente.
“Avanti amico…allora, adesso devi dirmi sinceramente
una cosa: ti piace Herm?”disse seriamente Ron.
Harry stette zitto un po’, poi, abbassando gli occhi
a terra, disse timidamente “…sì…”
“Come come? Ripeta Potter, non ho capito bene…”disse
Ron prendendo in giro l’amico.
“Ebbene sì, Ronald Weasley, lo ammetto: a me piace
Hermione più di quanto io stesso credessi!”
“EVVIVAA!YU-UUUU!”
Ron si alzò in piedi, facendo segno di vittoria e
provocando una risata a Harry.
“Allora dimmi, amico…cosa intendi fare adesso?”chiese
il ragazzo entusiasta dopo aver completato il giro del divano.
Un silenzio li avvolse..
“…Bo?…”fu la risposta di Harry, accompagnata da
sincere spallucce.
“Bo…BO! Il grande Harry Potter sa dire solamente
BO!?”disse stupito Ron.
Harry si ammutolì…
“Per la miseriaccia Harry!Adesso non puoi buttarti
giù così!Datti una mossa bello mio, altrimenti quella là di farà ciao con la
manina, e poi addio…”continuò il ragazzo facendo cenno di saluto con la
mano…”…poi, Harry, coi tempi che corrono, penso che almeno parte della tua vita
meriti di essere chiamata tale…per cui datti una mossa, d’accordo?”
“D’accordo Ron!”disse seriamente il ragazzo
“…seguirò i tuoi consigli…”
“Bene!”disse felice Ron.
“Bene!”gli fece eco Harry.
Poi, dopo un attimo di silenzio, Ron tornò serio, e
disse…”E per quanto riguarda Tu-Sai-Chi?”
“Ascolta Ron, adesso non voglio pensarci…arriverà il
tempo in cui sarà inevitabile non pensarci, ma non adesso…perché adesso mi
sento veramente felice…”rispose sentitamente Harry.
Ed infatti il ragazzo era felice; aveva finalmente
preso una decisione ed era deciso a non tirarsi indietro.
A Harry piaceva Hermione.
Ora che si era chiarito anche con Ron, non avrebbe
permesso che niente e nessuno potesse mettersi fra lui e la ragazza.
****************
CIAO A TUTTI!
IMMAGINO
ADESSO DIRETE “FINALMENTE HARRY SI E’ DATO UNA SVEGLIATA!”
NON
PREOCCUPATEVI, VI HO FATTO PENARE UN PO’ MA FINALMENTE HARRY ADESSO SI DARA’
UNA MOSSA.
PER
FESTEGGIARE IL FATTO CHE SONO ARRIVATA AL 10° CAPITOLO E CHE HO AVUTO TANTI E
FEDELI LETTORI, VI DARO’ UNA PICCOLA PICCOLA ANTICIPAZIONE…
ANZI…
FORSE PIU’ CHE
UN ANTICIPAZIONE VI POSSO ASSICURARE CHE NEL PROX CAP HARRY NON FARA’ PIU’ LA
FIGURA DELLO STUPIDO CHE PERDE LE OCCASIONI FAVOREVOLI…DI PIU’ NON DIRO’…
SE VOLETE
SAPERE, ATTENDETE IL PROX CAP!
INTANTO
RINNOVO I RINGRAZIAMENTI A TUTTI COLORO CHE HANNO RECENSITO E CHE HANNO LETTO
LA MIA STORIA…
COME AL
SOLITO, MILIONI DI GRAZIE A KODA, MARCO, MARIPOTTER, STELLINAX, LILY2000 E
EMMA…SPERO DI NON AVERVI DELUSO CON STO CAP, MA COME VI HO DETTO, NEL PROSSIMO
I DUE GRIFONI SI DARANNO PIU’ DA FARE…
Il momento più atteso e contemporaneamente più
odiato rispetto i punti di vista.
Il temibile 14 Febbraio: festa di S.Valentino e di
tutti gli innamorati.
Come ogni anno, a Hogwarts c’era un’atmosfera mista
fra delusioni ed estrema felicità; i gufi portavano ai ragazzi chilometriche
pergamene profumate e ornate da cuoricini, e i bagni, purtroppo, iniziarono a
riempirsi di ragazze con gli occhi arrossati di pianto per una delusione.
Facilmente, girando l’angolo di un corridoio, si
potevano trovare un ragazzo e una ragazza a baciarsi appassionatamente contro
il muro, oppure anche due ragazzi che litigavano fino a quasi a prendersi a
pugni per la loro bella donzella.
“Ron…dai sbrigati…”disse ansimante Harry all’amico
che era rimasto distaccato dal suo passo svelto.
I due correvano per andare nei sotterranei a lezione
di Piton dopo aver passato un ora a parlare di morte con la professoressa
Cooman.
“E’ un vero suicidio…”disse Ron mentre si affrettava
dietro a Harry …”…come possono pretendere che in poco meno di 5minuti possiamo
essere dalla Torre di Divinazione agli Inferi di Piton?”
“Non lo so Ron…ma dobbiamo sbrigarci se non vogliamo
che tolga punti a Grifondoro!”
Iniziarono a correre, ignorando le coppiette che
bigiavano le lezioni per starsene un po’ insieme, fino a quando non giunsero
davanti al vecchio e grande portone di legno che, per loro sfortuna, era
chiuso, segno che la lezione era iniziata.
“Harry…io…io suggerirei a questo punto di non
entrare per niente…sai, ti immagini la sfuriata di quel Man…”bisbigliò Ron, ma
interruppe a metà la frase alla vista dello sguardo di rimprovero dell’amico,
un chiaro invito a non pronunziare la parola Mangiamorte.
“…Immagino che se venisse a sapere che abbiamo
saltato la lezione, si arrabbierebbe ancora di più…”disse sconfortato Harry,
appoggiando la sua mano alla maniglia del portone.
Lanciando un ultima occhiata a Ron, aprì il portone,
che fece un rumoroso cigolio.
La luce era, come sempre, soffusa; a malapena si
riusciva a distinguere il compagno di banco.
Un forte odore di vari intrugli occupava la stanza,
facendo quasi venire il mal di testa.
Piton stava scrivendo alla lavagna delle indicazioni
per una nuova pozione, quando, sentendo aprirsi il portone, si girò di scatto,
e la sua espressione seria si tramutò in un sorriso di disgusto.
“Potter…Weasley…”iniziò appoggiando il gesso sul
piano di legno della cattedra…”…in ritardo, mi pare…Ma non c’è da stupirsi…”
“Mi scusi signore…”iniziò Harry fissando negli occhi
il professore…”…la professoressa Cooman ci ha trattenuti…”
Un silenzio calò nell’aula: Harry e Ron si sentirono
gli occhi di Serpeverde e Grifondoro addosso, senza togliere lo sguardo di
Piton, che si avvicinava ai due.
“E voi due avreste la pretesa di intraprendere la
carriera di Auror?Mi stupisce il fatto che il Preside abbia anche solo preso in
considerazione l’ipotesi che voi foste adatti…”iniziò cantilenante l’uomo.
“…non esiste solo Pozioni, signore.”azzardò Ron.
L’espressione di Piton si piegò in un sorriso
maligno…”Bene…come volete…tolgo 10 punti a Grifondoro…10 a Weasley e altri 10 a
Potter…e diventeranno 20 a testa se non vi sbrigate a prendere posto, signori…”
Harry e Piton si guardarono fissi, quasi in tono di
sfida, fino a quando Ron non strattonò la veste dell’amico riportandolo alla
realtà.
Ron, a malincuore, trovò posto vicino a Neville,
postazione pericolosa in quanto era ormai nota la pericolosità del ragazzo
quando si cimentava nel creare intrugli.
Harry fu fortunato e trovò posto vicino a Hermione,
che stava già diligentemente copiando gli ingredienti dalla lavagna.
Harry si sedette vicino all’amica, senza staccare un
attimo lo sguardo dal professore, che nel frattempo aveva ricominciato a
spiegare.
Il ragazzo aveva ancora lo sguardo fisso su Piton,
quando si sentì sfiorare il braccio destro; era Hermione che richiamava
l’attenzione dell’amico, per poi passargli un biglietto.
Il ragazzo le sorrise, poi aprì accuratamente il
piccolo pezzo di carta sul quale, con una grafia ordinata, era scritto:
Ottima
entrata ad effetto Potter!
La
prima lezione che abbiamo con Piton e ti fai riconoscere subito!
Harry sorrise, alzando le sopracciglia, poi si voltò verso
la ragazza, che a malapena tratteneva un sorriso complice.
Il ragazzo, allora, prese la sua piuma, e iniziò a
rispondere a Hermione…
Ammetto, signorina Granger, che la cosa non mi preoccupa per niente.
Sono consapevole del fatto che, se fossi arrivato in
ritardo, avrei potuto comodamente copiare da lei…
Harry passò furtivo il biglietto all’amica che, leggendolo, spalancò la
bocca come sconvolta e, guardando storto l’amico, riprese in mano la piuma…
Ottimo Potter! Mi sta dando la dimostrazione di cosa ne
pensa riguardo all’importanza e al valore dell’amicizia!
Bè,
allora sappia che non ho la minima intenzione di aiutarla nel svolgere il
compito di oggi…
Sia
ben chiaro, non le darò il benché minimo suggerimento!
Harry lesse il biglietto; lo stava divertendo quel suo
piccolo dialogo con Hermione, ed effettivamente era una delle prime volte che
poteva ammettere di starsi interessando a qualcosa durante una lezione di
Pozioni…
Signorina Granger! Mi spaventa sentirla parlare in questo modo!
Comunque,
mi sento libero di interpretare la sua minaccia di più come una sfida…
Che
ne dice?
Una
bella e sana sfida a Pozioni…
Per
il vincitore ci sarà un premio, naturalmente…
Il ragazzo lo passò all’amica, anche lei per la prima
volta disattenta alla lezione, ma la cosa non la faceva sentire troppo in
colpa, soprattutto se le sue attenzioni erano concentrate su Harry…
Una sfida?
Ne è certo signor Potter? A quanto ne so, i risultati
ottenuti nella materia non la pongono nella condizione di lanciare una
sfida…soprattutto alla sottoscritta!
Comunque,
non sia mai detto che Hermione Granger si tiri indietro di fronte ad una
innocua sfida!
Soprattutto
se in palio c’è un premio…
Non
voglio sapere quale sarà …lo scoprirò quando vincerò …
Harry lesse l’ultimo biglietto dell’amica, poi la guardò e
le porse da sotto il banco la mano.
Hermione, divertita, la afferrò nel gesto di
confermare la sfida…
“Bene…avete un ora per preparare la Pozione
dell’Invisibilità…gli ingredienti sono segnati sulla lavagna come il
procedimento da seguire…il lavoro sarà severamente giudicato, per cui esigo il
massimo impegno…da tutti voi…”
Lo sguardo del professore bastò a far gelare
ulteriormente l’atmosfera; poi, con la mano destra fasciata, prese in mano la
grande clessidra e lentamente, con gesti calcolati, la rovesciò, permettendo ai
piccoli granelli di sabbia di scorrere alla parte opposta dell’oggetto.
Poi il professore prese posto sulla sedia di fronte
alla cattedra, prese in mano la sua piuma nera e, ignorando ciò che lo
circondava, immerse il viso in un foglio di pergamena, iniziando a scrivere.
I ragazzi Serpeverde e Grifondoro iniziarono a
riempire i calderoni con gli ingredienti necessari.
Hermione, elegantemente, raccolse i capelli in una
coda alta, in modo che i piccoli ciuffi non le ricadessero sul viso, poi,
tirandosi su le maniche della divisa, prese una boccetta di Essenza di Felce e
iniziò a versarla nel calderone.
Harry scrutò prima la ragazza, poi il suo migliore
amico che, preoccupato, gli lanciò un’occhiata di comprensione, infine iniziò a
leggere gli ingredienti sulla lavagna.
Oh…Accidenti! Si disse il ragazzo…
Come al solito, la Pozione non era minimamente
facile da preparare, e l’aiuto di Hermione non gli sarebbe stato affatto
inutile.
Il ragazzo si sentì gli occhi indagatori di Hermione
addosso che cercavano di rilevare la sua più minima esitazione; allora Harry,
con finta sicurezza, iniziò a riempire il pentolone…non poteva permettersi di
fare brutta figura…in fondo la sfida l’aveva lanciata lui…
Hermione sorrise, poi si concentrò sul suo
intruglio, decisa a non distrarsi per un ora intera.
************
Un disastro, accidenti!Completamente un disastro!
Harry guardava il suo intruglio giallino ribollire, mentre
mescolava lentamente tre volte a sinistra e due a destra fino a quando le dita
di Rana non si sarebbero sciolte completamente.
Per l’ennesima volta si distrasse: voltò la testa
verso destra, sorridendo mentre guardava Hermione concentrata a misurare ogni
sua più piccola azione fino all’esasperazione.
Il viso della ragazza era rosso, contratto dalla
concentrazione mentre aggiungeva la Polvere di Pietra Lunare al suo composto,
che era di un color oro perfetto, esattamente come richiedeva la Pozione
dell’Invisibilità.
“…Potter…invece di guardare alla sua destra sarebbe
più utile che dedicasse attenzione alla sua pozione…la smetta di guardare in
quel modo gli atti della signorina Granger…”fece Piton acidamente dalla sua
postazione.
Harry, ammutolito, non seppe cosa rispondere, e
semplicemente lo guardò storto come tante altre volte, per poi abbassare la
testa sul calderone ignorando le risatine dei Serpeverde, improvvisamente
ammutoliti dallo sguardo quasi omicida di Hermione, il cui viso, se fosse stato
possibile, era diventato più rosso di prima.
“Mancano 10minuti alla fine del tempo…vi ricordo che
per permettere alla Polvere di Pietra Lunare di sciogliersi completamente sono
necessari esattamente 10minuti…vi consiglierei di sbrigarvi…”continuò il
professore, lodando con uno sguardo Draco Malfoy, seduto diligentemente al
primo banco.
Harry iniziava seriamente a preoccuparsi: le dita di
Rana ancora non si erano sciolte, aveva sbagliato verso nel mescolare e doveva
ancora aggiungere un ingrediente
Hermione, al contrario, stava tranquillamente
abbassando il fuoco sotto il suo calderone, poi lanciò un occhiata all’operato
del ragazzo: constatò dispiaciuta che non era venuta bene.
“Tempo scaduto” annunciò Piton provocando in molti
ragazzi sussulti di disperazione “…mettete parte della vostra Pozione….se tale
si può chiamare…in una provetta di vetro…”
Dicendo questo, il professore di Pozioni si alzò, e
iniziò attentamente ad esaminare disgustato le provette dei ragazzi Grifondoro.
Hermione guardò Harry, che nel frattempo guardava la
sua Pozione dell’Invisibilità.
Il ragazzo si girò verso l’amica, poi
sussurrò…”…Tanto non mi servirà mai…ho già il Mantello di mio padre…”
Harry sorrise cercando di sdrammatizzare la
situazione; la ragazza rispose anche lei sorridendo, poi, notando che Piton si
stava avvicinando alla loro fila, richiamò decisa con uno strattone l’amico.
Il ragazzo si voltò…
“Harry…chi ha vinto la sfida?”chiese seria la
ragazza.
Harry la guardò stupito…”Mi stai prendendo in giro
Herm?!Mi sembra ovvia la risposta…”
Hermione sbuffò impaziente…
“Harry…rispondimi a tono! Chi ha vinto fra noi due
la sfida!”
Harry allibito le rispose con un tono un po’
scocciato “Tu!Ok…va bene? Hai vinto tu Herm…è inutile, sei imbattibile in
queste cose…”
La ragazza sorrise…”…guarda a sinistra…”
Il ragazzo voltò la testa, poi, sempre più stupito,
si rigirò verso l’amica, giusto in tempo per vedere con la coda dell’occhio
Hermione che aveva scambiato le due provette.
“Herm!Ma…ma che fai…ti rendi conto che stai
prendendo la mia pessima pozione?Non fare cavolate…” disse sussurrando.
La ragazza gli sorrise sbarazzina, ma tornò seria
appena in tempo per non essere scoperta dallo sguardo indagatore di Piton.
“Stiamo ancora chiacchierando, signor Potter?”disse
mellifluo il professore.
Lentamente, prese in mano la provetta di Harry, che
in teoria sarebbe stata quella di Hermione, e la esaminò attentamente.
Il suo sguardo divenne da critico a sorpreso…Piton
rigirava fra le bianche dita la provetta, guardando attraverso il contenuto, in
una disperata ricerca di qualche errore…
“Malfoy!”disse velocemente l’uomo.
Il ragazzo Serpeverde si alzò, avvicinandosi
cautamente ai banchi di Grifondoro.
“Mi vada a prendere dalla gabbia sulla mia scrivania
un topo…faccia in fretta…”continuò Piton, mantenendo costante lo sguardo che
andava da Harry alla provetta.
In pochi secondi Malfoy tornò con il povero topo,
che fu preso malamente in mano dal professore; Piton somministrò all’animaletto
poche gocce della Pozione dell’Invisibilità di Harry.
Il ragazzo lanciava occhiate all’amica, che
ricambiava soddisfatta.
Nel frattempo, il topo era scomparso, diventando
effettivamente invisibile.
Incredulo, il professore lasciò scappare dalla mano
l’animaletto, mentre con l’altra riappoggiò la provetta sul tavolo…guardò
gelidamente Harry dicendo…”A quanto pare Potter la pozione è riuscita…dubito
seriamente che sia completamente farina del tuo sacco…”continuò guardando con
la coda dell’occhio Hermione …”…purtroppo non ho nessuna prova per dimostrare
che hai imbrogliato…”
Dicendo questo, lanciò un ultima occhiata acida al
ragazzo, per poi passare ad esaminare la Pozione di Hermione, che invece aveva
quella fatta da Harry.
“Signorina Granger!”disse ancora una volta stupito
il professore…”…mi delude…la pozione non le è riuscita…poco male…vorrò dire che
finalmente avremo smontato il falso mito della ragazzina so-tutto-io…”
Hermione, realmente imbarazzata, abbassò lo sguardo,
mentre l’uomo, con un ghigno soddisfatto, passò felicemente a donare ottimi
votiai suoi prediletti Serpeverde.
Pochi minuti dopo, la campanella segnò la fine delle
lezioni, e così l’aula si svuotò molto rapidamente.
Hermione precedeva Harry; la ragazza sembrava
dirigersi di tutta fretta verso la lezione di Antiche Rune, ma il ragazzo la
raggiunse agguantandola per un braccio.
Hermione si girò di scatto, trovandosi faccia a
faccia col suo migliore amico.
“Herm!Ma sei pazza!”disse animatamente Harry.
La ragazza lo guardò un po’ risentita, poi disse…”…Prego
Potter…non c’è bisogno che mi ringrazi in questo modo così sentito per non
averti fatto prendere un ulteriore pessimo voto in Pozioni…”
Harry si calmò, respirò e poi disse…”Grazie Herm…ma
perché l’hai fatto?”
La ragazza arrossì…”bè…tu vuoi diventare un Auror,
per cui se non alzi la tua media in Pozioni non ti accetteranno…già Piton ce
l’ha di suo con te…quindi non ti conviene continuare a fornirgli ulteriori
motivi per rimandarti…”
Harry sorrise…”Grazie…sei unica Herm!”
Rendendosi conto di quello che aveva detto, il
ragazzo arrossì.
L’amico alzò gli occhi e sorrise; nel frattempo li
raggiunse anche Ron…
“Hei Harry…ma come diavolo hai fatto a fare bene
quel dannatissimo intruglio? Sei stato forte…fortissimo, contando che neppure
la nostra bravissima Herm c’è riuscita…”
Il ragazzo guardava i due amici, in cerca di una
risposta…
Hermione guardò Harry, poi, alzando le sopracciglia,
disse…”sì…Harry è stato davvero bravo…studiare e applicarsi continuamente ha
dato i suoi frutti…”
Il ragazzo non riuscì a trattenere una leggera
risata.
“Mi raccomando Harry…non trasformarti nella copia di
Herm…altrimenti non ho più alcuna possibilità di sopravvivere…”disse
sentitamente Ron.
Il trio si salutò: Hermione si diresse insieme ad
altre ragazze a Rune Antiche, mentre ai due ragazzi aspettavano due lunghissime
ore di Artimanzia.
*************
Dopo che l’aula si svuotò, Piton chiuse alle sue spalle il
grande e cigolante portone di legno.
Lentamente, con il braccio ancora dolorante, si
diresse al tavolo, dando le spalle all’enorme lavagna nera.
Si sedette nella sedia, respirando profondamente:
non sopportava insegnare a dei mocciosi, ma soprattutto odiava insegnare
Pozioni…
Dopo aver riordinato qualche scartoffia sul tavolo,
il professore chiuse gli occhi, cercando di riposarsi.
Ma improvvisamente un dolore immenso gli pervase il
braccio già dolorante.
Aprì in un colpo gli occhi, e, alzandosi bruscamente
dalla sedia, si inginocchiò sul pavimento, stringendo il braccio con tutte le
sue forze, come per cercare di strozzare quel dolore che sembrava mortale.
La sua testa iniziò a riempirsi di voci…voci
sibilanti, che gli scoppiavano dentro…
L’uomo gemeva per quel dolore e, preso da un momento
di rabbia, si tirò su la manica destra della tunica e strappò le bende dal
braccio.
Lo vide…
Terribile…
Si era illuminato…
Pulsava…
Doleva…
Era verde…
Verde come un mortale richiamo…
Sapeva che lo stava cercando…
Aveva bisogno di lui…
Lo diceva quel teschio…
Come avrebbe potuto sottrarsi a tutto questo?
Il suo animo trattenne un urlo di rabbia e
impotenza…
Si sentiva esplodere…
Poi lentamente, dopo qualche minuto, tutto iniziò a
svanire…come se fosse stato un ricordo…
Ma quel periodo nero della sua vita, per quanto
desiderasse, non era un ricordo..
Era vivo, sul suo braccio, per ricordargli chi era
il vero padrone…
Stremato, rimase steso per terra su un fianco,
raggomitolandosi, come per cercare rifugio da qualcosa a cui voleva fuggire…
Ma ne sarebbe stato capace?
***************
14 Febbraio
Sbadigliando vistosamente, Harry scese in Sala Grande,
dove, come tutte le mattine lo aspettava un’abbondante colazione insieme ai
suoi amici.
Passando per i corridoi, gli fu inevitabile non
ricordarsi che quello era il giorno di S.Valentino…gli elfi domestici,
sicuramente durante la notte, si erano dati da fare per addobbare gli spenti
muri di Hogwarts: le pareti erano decorate con cuoricini rosa e rossi
scintillanti, e una volta arrivati all’entrata della Sala, un grande striscione
con scritto “S.Valentino” dava il buongiorno ai soliti insegnanti e agli
studenti, quel giorno più eccitati che mai.
Harry entrò in Sala Grande che quel giorno era più
affollata della Guferia: centinaia di gufi planavano con pacchetti, bigliettini
e fiori ai tavoli, provocando alle ragazze risolini di felicità e ai ragazzi
visibili rossori alle guance.
Mentre il ragazzo si avvicinava al suo solito posto
al tavolo Grifondoro, lanciò un occhiata al tavolo di Corvonero; Cho Chang,
nonostante i numerosi biglietti di ammiratori, sedeva triste e imbronciata,
mentre le sue amiche leggevano i suoi biglietti come se li avessero ricevuto
loro.
Lo sguardo vagante della ragazza incrociò quello di
Harry, che alzò semplicemente la mano in segno di saluto.
Cho rispose al cenno, tornando subito ai suoi
pensieri tristi, che Harry indovinò fossero diretti a Cedric.
Il ragazzo arrivò al tavolo, dove Ron aveva già
intavolato una discussione con Dean riguardo la prossima partita di Quiddich
Grifondoro contro Corvonero, mentre Hermione e Ginny, sedute vicine,
chiacchieravano allegramente.
“’Giorno ragazzi!”disse Harry sedendosi vicino a
Ron.
“’Giorno Harry!” risposero felici le ragazze.
“Anche tu di buon umore, Harry?”chiese ironicamente
Ron.
“Oh…tantissimo!Non ho fatto altro che rimbambirmi
con tutti quei cuoricini luccicanti dappertutto…ormai giuro che perdevo
l’orientamento…”disse con lo stesso tono dell’amico mentre prendeva con
decisione una fetta di pane e ci spalmava sopra la marmellata ai mirtilli.
Gli amici chiacchierarono allegramente, fino a
quando uno stranissimo gufo scuro planò sul tavolo Grifondoro, lasciando sul
piatto vuoto di Hermione un pacchetto con una lettera.
Tutti si girarono verso di lei, che fissava stranita
quel dono inatteso.
Ginny era entusiasta per l’amica…”Herm!Hai ricevuto
qualcosa!…dai aprilo, che aspetti!”la incitò.
La ragazza si guardò imbarazzata in giro, poi
lentamente prese la busta gialla.
Sul davanti c’era scritto con una grafia un po’ tremolante
il suo nome, e sul retro c’era il nome del mittente; Hermione divenne color
pomodoro.
Notando la reazione dell’amica, Ginny le strappò
dalle mani la busta.
“GINNY!NON OSARE!” la minacciò in modo poco
convincente Hermione.
Ginny, facendo un piccolo urlettino, lesse ad alta
voce il nome del mittente…”Viktor Krum”
Dean, Seamus e Neville sorrisero insieme a Ginny,
mentre Ron lanciò un’occhiata a Harry, il cui volto aveva assunto una aria di
cipiglio.
Hermione abbassò arrabbiata il volto, poi con uno scatto
deciso strappò dalle mani dell’amica la lettera; l’aprì e delicatamente ne
estrasse il foglietto giallo, decorato con una cornicetta elegante…
Cara
Herrmione,
io
volere fare a te tantissimi auguri di S.Valentino…
Fra
pochi giorni io tornare in Bulgaria perché finiti allenamenti e avere vinto
importante partita contro Inghilterra.
Io
essere molto contento di potere vedere te prima di andare via…
Oggi
mi alleno…
Scusa,
io non essere mai stato bravo in certe cose, lo sai…
Spero
tu accettare piccolissimo regalo…
Auguroni
Tuo
Sempre
Viktor.
“…tuo sempre, Viktor” le fece da dietro le
spalle Ginny.
Hermione chiuse il foglietto e, cercando
difficilmente di ignorare gli sguardi degli amici, si dedicò ad aprire il
pacchettino, la cui carta rossa era rovinata a causa della possente stretta del
gufo.
Con immensa curiosità, la ragazza strappò la carta
regalo, e vide una scatolina nera.
Sentendosi sempre gli sguardi indagatori degli amici
addosso, lo aprì.
La ragazza era rimasta sbalordita, mentre Ginny si
portò le mani alla bocca.
“Che cosa ti ha mandato?”chiese Harry, senza
riuscire a nascondere un moto di curiosità eccessiva per un semplice amico.
La ragazza estrasse un paio di orecchini di argento;
erano dei piccoli pendenti che terminavano a forma di cuoricino.
Arrossendo, Hermione elegantemente li indossò,
facendosi poi guardare attentamente dall’amica.
“Stai benissimo…”disse convinta la ragazza
sorridendo.
I ragazzi erano rimasti ammutoliti, specialmente
Harry, che stava riflettendo.
Viktor si era fatto vivo proprio il giorno di
S.Valentino…e proprio adesso che il ragazzo si era deciso con l’amica, non
poteva crederci che le profezie nefaste di Cho e Ron si stessero avverando…
“non sei l’unico della sua vita, Harry, devi capirlo…chiarisci dentro di te, ma
fallo in fretta, altrimenti potresti accorgerti troppo tardi di aver perso non
tanto un’amica, ma qualcosa di più…”
“Ma…non doveva…chissà quanto avrà speso…”disse Hermione richiudendo la
scatoletta, poi a bassa voce aggiunse…”…eppure sa che…”
“Eppure sa cosa?”chiese nervoso Harry, riprendendosi dai suoi pensieri.
Hermione lo fissò per qualche secondo, poi abbassò gli occhi cercando di
ignorare il profondo sguardo verde e indagatore dell’amico.
“Ginny…io vado a mandare i ringraziamenti a Viktor…ci vediamo oggi
pomeriggio per andare a Hogsmeade…”disse Hermione soprappensiero alzandosi dal
tavolo.
“Ok…ci vediamo dopo allora!”disse sorridente l’amica.
“Sì…ci vediamo dopo…A dopo ragazzi!”salutò la ragazza, poi si diresse di
buon passo in Sala Comune a scrivere un breve lettera all’amico bulgaro.
Harry fissò l’amica che si
allontanava fino a scomparire fra una piccola folla di ragazzini di quarta che
entravano in Sala.
“Io mi darei una mossa, amico…”gli sussurrò all’orecchio
Ron…”…altrimenti quel Krum te la porta via…”
Harry spalancò gli occhi: gli era finalmente
arrivata un’idea…
E non avrebbe aspettato, No.
Aveva deciso.
Lo stesso pomeriggio, a Hogsmeade.
Il ragazzo si girò verso Ron, poi disse “Non ti
preoccupare…”.
Ron, vedendo l’amico sicuro di sé, sorrise, sperando
per i suoi due migliori amici che quella sarebbe stata definitivamente la volta
buona.
**************
Ron,
Hermione, Ginny, Neville, Dean, Seamus e Luna erano ai Tre Manici di Scopa, uno
dei pochi locali che avevano mantenuto l’aspetto originale nonostante la festa
del 14Febbraio.
Erano seduti in un grande tavolo, al centro della sala,
con Burrobirra e Succhi di Zucca, mentre parlavano allegramente della mattinata
trascorsa a scuola e facevano progetti per quel pomeriggio.
Hermione,
poco interessata ai discorsi degli amici, scrutava fuori dalla finestra del
locale: era una giornata serena, con il sole che faceva capolino fra le nuvole
e riscaldavagli abitanti di Hogsmeade
con un leggero tepore.
Lei
però non guardava solamente il tempo.
La ragazza cercava di individuare tra la folla i
caratteristici capelli neri e scompigliati del suo migliore amico, Harry, che,
stranamente, aveva annunciato agli amici che li avrebbe raggiunti più tardi.
“Ehi Ron…”chiese la ragazza all’amico, seduto alla
sua sinistra.
Ron si voltò, lasciando anche lui gli amici immersi
nei loro discorsi.
“…ma Harry ti ha detto cosa doveva fare?”chiese
Hermione.
“Harry?!No…no, non mi aveva detto cosa doveva
fare…”rispose titubante Ron, sapendo di star nascondendo la verità alla sua
amica.
Hermione lo guardò dubbiosa…”Sei sicuro, Ronald?Non
è che si è infilato in qualche pasticcio e non me lo vuoi dire…?”
“No!Ma dai Herm, ti pare? Harry nei casini?”rispose
sentitamente il ragazzo.
“Ron…non sarebbe difficile trovare Harry nei
guai…”rispose la ragazza.
Ron sospirò, decidendo di trovare qualcosa per
troncare il discorso, altrimenti avrebbe svelato dove era l’amico e cosa stava
facendo.
“Ascolta Herm, davvero: Harry sta bene…mi ha detto
che….ecco, che doveva riordinare gli appunti di Storia della Magia, che ci
avrebbe messo un po’ di tempo e poi ci avrebbe raggiunti…fidati, dai!”
“…Ok…”rispose dubbiosa la ragazza, che
apparentemente sembrò liberarsi dei suoi pensieri mentre tornava a
chiacchierare tranquillamente con Ginny e gli altri.
Passò circa mezz’ora, e Ron non sapeva più cosa
inventarsi per far tenere calmi i dubbi di Hermione riguardo Harry;
fortunatamente alle 4.30 la porta dei Tre Manici di Scopa si aprì, e nuovamente
Hermione, come decine di volte prima, si girò da quella parte per controllare
chi entrava.
La ragazza sorrise tranquilla vedendo Harry che,
rosso in viso, entrava nel locale e cercava con gli occhi gli amici.
“Eccolo…è arrivato Harry!”disse Hermione agli amici,
agitando un braccio per farsi vedere dal ragazzo.
Harry vide Hermione salutarlo, così trasse un bel
respiro e, sorridendo alla ragazza, si incamminò verso il tavolo degli amici.
“Ciao Harry…finalmente!Ci hai messo un po’ a
riordinare gli appunti di Storia della Magia!”disse Neville facendogli posto
fra lui e Seamus.
“…Appunti?”chiese in tono interrogativo il ragazzo,
fino a quando il suo sguardo non incrociò quello di Ron, e allora capì che era
un diversivo inventato dall’amico per coprirlo…”…Si, certo, gli appunti!Bè, Ruf
l’altro giorno c’è andato giù di brutto…” continuò togliendosi la giacca.
Poi guardò Hermione, seduta davanti a lui che
chiacchierava con Luna e Ginny, questa volta veramente coinvolta; la ragazza
aveva i capelli lunghi sciolti sulle spalle e indossava un leggero maglioncino
verde a collo alto, le occhi le brillavano e, vedendola così allegra, anche a
Harry spuntò spontaneo un felice sorriso.
Parlarono ancora per un po’ di tempo, fino a quando
Ron non si avvicinò all’amico, rubando il posto a Neville che era andato a
ordinare altri biscotti e Succhi di Zucca.
“Allora…il piano?Hai organizzato tutto?”sussurrò il
ragazzo.
Harry rispose a bassa voce…”Sì…”
“Allora, se fossi in te, mi darei una mossa…ma cosa
hai combinato in tutto questo tempo?Herm stava diventando sempre più curiosa e
insistente…”
Harry sorrise, poi disse “Non ti preoccupare…”
Neville tornò, seguito da Madama Rosmerta con un
vassoio pieno di bibite e dolci.
Dopo essersi abbuffati ancora per un po’, Harry disse…”Ragazzi,
scusate ma io devo andare…devo comprarenuove pergamene, inchiostri e un nuovo libro di Erbologia…Herm, ti va di
accompagnarmi?”chiese in tono indifferente il ragazzo.
Hermione rimase stupita dalla richiesta di Harry,
però accettò di buon grado, così si alzò e si infilò il cappotto grigio.
Ron guardò Harry, che sorrise; il ragazzo disse…”Bè,
allora intanto che voi andate andiamo a fare rifornimento di dolci per
stasera…andiamo?”.
Ci fu un consenso generale, così, alla fine, tutto
il grande gruppo di ragazzi si alzò, per poi dividersi fuori dal pub: Harry e
Hermione andarono verso il negozio di libri, gli altri andarono a Mielandia,
per poi fermarsi al negozio di Zonko.
“Grazie Herm…”disse Harry all’amica…”avevo proprio
bisogno che tu mi accompagnassi…un topo da biblioteca come te conoscerà di
certo tutti i libri di Erbologia…”
Hermione sorrise…”mi auguro Harry sia un complimento
quello che mi hai fatto…”
“Certo che è un complimento!Bisogna che ti tenga
stretta, altrimenti la vedo dura superare i test di Auror…”disse il ragazzo.
Hermione sorrise, dandogli una piccola spinta con il
gomito; i due continuarono a chiacchierare tutto il tempo fino a quando
arrivarono al negozio di libri e accessori di scrittura.
Hermione, dopo aver consigliato l’amico, andò a
esplorare una parte del negozio composta da enormi scaffali di legno che a
stento reggevano il peso di centinaia e centinaia di libri.
Harry comprò il necessario, poi si diresse verso la
ragazza, che si era seduta ad un tavolino e aveva iniziato a consultare un
libro con la mano destra appoggiata alla guancia e i capelli spostati sulla
spalla sinistra, cosicché il ragazzo potè tranquillamente vedere il luccichio
degli orecchini regalategli da Krum.
Il ragazzo si distolse dai suoi pensieri; prese dallo
scaffale più vicino un libro a caso, poi si andò a sedere davanti a Hermione.
“Che leggi?”le chiese.
“Un libro sulle persecuzioni di maghi e streghe nel
XV° secolo…”disse la ragazza senza distogliere lo sguardo dalle pagine.
Harry mise una mano sulla pagina che la ragazza
stava leggendo…“Harry…ma che fai?”chiese stupita la ragazza guardando l’amico,
che nel frattempo gli aveva chiuso il libro e gliene stava porgendo un altro.
“Prova a leggere questo Herm, ho letto
l’introduzione e secondo me potrebbe interessarti…”disse titubante il ragazzo.
Hermione prese dubbiosa il libro dalle mani di
Harry…
“Harry…secondo te perché mi potrebbe interessare un
libro dal titolo ?”
Harry sorrise, maledicendo la sfortuna di aver preso
proprio l’unico libro che all’amica interessava di meno.
La ragazza aprì il libro alla prima pagina, facendo
cadere sulle gambe un bigliettino.
Guardò Harry, che assunse un aria innocente poco
persuasiva; Hermione recuperò il biglietto e lo aprì…
Ti avevo promesso un premio per la Sfida
a Pozioni…
Bene,
signorina Granger.
Lei
avra’ la sua ricompensa.
Pero’
dovrai faticare un po’…
Se vuoi il tuo premio, ti consiglio di
andare a chiedere al libraio
Una
piuma e dell’inchiostro, poi tornare qui’….
Io la
sfida l’ho accettata….
Accetti
anche tu la sfida, Granger?
Harry
Hermione sorrise allibita; alzò gli occhi guardando Harry,
che si era messo a fissarla in tono di sfida.
La ragazza fece un sorriso malizioso, poi si alzò e,
prima di andarsene si sporse verso il ragazzo, e disse “Mai sfidare Hermione
Jane Granger…”.
Poi si allontanò, camminando velocemente verso
proprietario per chiedergli il necessario; Harry la seguì con lo sguardo,
sorridendo.
La ragazza in poco più di un minuto era già di
ritorno, armata di una boccetta di inchiostro e una piuma nuova; tornò a
sedersi di fronte all’amico, che aveva cambiato il bigliettino precedente con
un altro.
“Questa Harry me la paghi…l’uomo non ha accettato di
darmi questa roba in prestito, e me l’ha fatta pagare…”disse la ragazza, poi,
guardando il foglio che le si presentava davanti chiese…”Cos’è questa roba?”
Davanti a lei si presentava un foglio, molto simile
ad un cruciverba, con a destra le definizioni da indovinare.
“Harry…mi vuoi proprio far morire, vero?”disse
ironicamente la ragazza, notando che il titolo del cruciverba era “Quiddich”.
Il ragazzo rise e, sempre senza dire una parola, le
fece cenno di iniziare a compilare le caselle.
Hermione si concentrò al massimo, proprio come
quando era immersa nei difficili compiti della McGranitt, e, con grande
sorpresa di Harry, in poco meno di 15minuti lo aveva risolto.
La ragazza alzò gli occhi vittoriosa, e sorridendo
disse…”Fatto!E adesso?”.
Proprio in quel momento l’inchiostro che formava il
cruciverba iniziò a raggrumarsi al centro, per poi nuovamente dividersi e
formare una parola: Stamberga Strillante.
“Stamberga Strillante?”fece eco Hermione…”Che vuol dire,
Harry?Dovrei andare fino alla Stamberga?”chiese stupita la ragazza.
Harry, che si stava divertendo sempre di più,
continuò a non proferire parola, irritando la ragazza, che si alzò e,
intascando l’inchiostro e la piuma, si diresse a tutta birra fuori dal negozio.
Il ragazzo la seguiva, tenendo il veloce passo
dell’amica, che nel frattempo stava parlando a tutta raffica, ignorando gli
sguardi strani dei passanti e il fatto che l’amico non le rispondesse.
I due dopo poco tempo arrivarono ai confini di
Hogsmeade; Hermione era decisa a oltrepassare il recinto che isolava la grande
casa dove il trio aveva incontrato per la prima volta Sirius Black, ma Harry la
fermò, trattenendole un braccio.
La ragazza guardò con aria interrogativa l’amico
che, nel frattempo, si era andato ad appoggiare vicino ad un paletto di legno,
dal quale, appeso per una cordicella, stava appeso un altro biglietto.
Hermione, avida di sapere la prossima sfida, si
diresse verso Harry e prese il biglietto, appeso a due centimetri dal ragazzo;
poi, guardando storto l’amico, aprì il secondo biglietto…
Complimenti Herm!
Se sei
arrivata fino a questo punto, vuole dire che in fondo il Quiddich non ti e’
completamente estraneo…
Brava,
mi sorprendi sempre di piu’…
Allora,
adesso, dato che stai sempre attenta alla lezione di Erbologia della Sprite,
potrai vedere che qui’ intorno sono sbocciati i Fiori Rossi di S.Valentino,
come ogni anno…
Ma tu,
naturalmente, saprai anche che ci sono altri fiori che somigliano a questi, e
che hanno proprieta’ differenti…
Un fatto
e’ la teoria, ma vediamo se sei cosi’ brava anche in pratica a riconoscere i
fiori veri da quelli fasulli…
Devi
portarmi il fiore fasullo, altrimenti sarebbe troppo facile, non credi?
Forza
Herm…non manca molto al premio!
Harry
Hermione alzò gli occhi, guardando il viso il
ragazzo…”Caspita Harry!Allora devi essere stato attento anche te se ti ricordi
dei Fiori Rossi di S.Valentino…ti devi essere proprio scervellato per farti
venire fuori un’idea del genere!”
Il ragazzo sorrise; Hermione rispose al sorriso, poi
si allontanò per andare a controllare i Fiori, sbocciati tutti in una zona del
prato.
Hermione si inginocchiò, appoggiò di lato la borsa,
poi iniziò attentamente a passare in rassegna ogni particolare di quelle
piantine.
Il ragazzo, che era ancora appoggiato al palo, la
stava guardando divertito, contento di averla fatta coinvolgere in questo
giochino da lui stesso inventato e organizzato mentre gli altri stavano
tranquilli ai Tre Manici di Scopa.
Questo era il motivo del ritardo di Harry: voleva
organizzare qualcosa di speciale per dare il regalo all’amica e nel frattempo
farla divertire.
“Allora…”diceva intanto Hermione, sempre a testa
china sulla nuvola di fiori rossi…”…il primo indizio è lo stelo…poi bisogna
controllare i petali, che devono avere delle striature particolari,…ah!E’
vero…i fiori Falsi, se strappati, perdono dallo stelo il colore rosso,
diventando bianchi,… vero Harry?”
La ragazza si voltò in cerca di aiuto, ma Harry alzò
imperterrito le spalle, facendo ridere l’amica…”Oh…grazie Potter!Sei davvero di
grande aiuto…”
Passarono 10minuti, poi 15, e Hermione ancora non
dava segno di aver risolto il quesito; Harry iniziò a temere che la ragazza non
riuscisse a trovare la soluzione alla piccola prova…
“Harry!”iniziò a lamentarsi…”…come sei stato
cattivo!Sto rischiando seriamente di accecarmi a vita e non riesco a trovarne
neppure uno!…Forse…”
La ragazza scattò in piedi…”Harry!Forse non ne trovo
perché non ci sono!”
Il ragazzo non riuscì a trattenere un sorriso
traditore…
“Quelli che sono qua sono tutti autentici Fiori
Rossi di S.Valentino, vero?”disse nuovamente la ragazza, impalata a guardare
Harry in cerca di una risposta.
Harry, soddisfatto, tolse dalla tasca del giubbotto
un ultimo bigliettino, e lo porse all’amica.
Hermione sorridendo felice raccolse la borsa e corse
dall’amico, strappandogli dalle mani l’ultimo biglietto.
“Sei stato davvero cattivo questa volta Harry…ma
come hai visto, è difficile gabbare Hermione Jane Granger” disse con un sorriso
radioso e facendogli la linguaccia…
Bene Herm!
Siamo
arrivati alla fine.
Come
potrai notare, siamo ai confini della Foresta Proibita, e il tuo premio per la
Sfida di Pozioni e’ proprio qua’ vicino…
Segui le
mie istruzioni e avrai vinto la tua ricompensa…
Girati
verso nord
Fai 35
passi avanti
Fanne 12
alla tua sinistra
Girati
nuovamente a sinistra e fanne altri 12
Girati a
destra e capirai dove si trova il premio…
Harry
Hermione velocemente estrasse la bacchetta…”Guidami”
disse, e la sua bacchetta le indicò esattamente il Nord…
“Harry…mi sei scaduto nell’ultima prova…la credevo più
difficile…”disse ironicamente la ragazza iniziando a seguire le istruzioni
scritte dall’amico.
I passi portarono i due ad addentrarsi di poco nella
Foresta Proibita, per poi tornare verso l’uscita del bosco; Hermione fece gli
ultimi 12passi a sinistra, poi si voltò verso destra.
Si trovò davanti ad uno spiazzo verde, leggermente
illuminato dal sole di Febbraio.
Harry stava di fianco a lei, nervoso e impaziente
che lei trovasse il nascondiglio.
Dopo poco, Hermione si accorse di un luccichio
proveniente da un albero davanti a lei; la ragazza lo indicò silenziosamente,
guardando Harry per cercare una conferma.
Il ragazzo annuì, così lei sorrise e si diresse
verso il centenario gigante; il luccichio arrivava dalle radici dell’albero,
dove era collocato un piccolo specchietto, posizionato in modo che riflettesse
la luce del sole e attirasse così attenzione.
Hermione si inginocchiò, mentre Harry stava
silenziosamente in piedi dietro di lei, torturandosi le mani nascoste dietro la
schiena.
La ragazza spostò delicatamente lo specchietto,
scoprendo che, sotto di esso, c’era un pacchettino di carta dorata e un nastro
rosso arricciato.
Sul viso di Hermione si stampò un dolcissimo sorriso
di vittoria, e con estrema attenzione iniziò a scartare il premio.
Dopo il primo strato di carta, il regalo si
presentava come contenuto simile a quello di Viktor, recapitatole la stessa
mattina, e la cosa rese ancora più nervosa Hermione.
Aprì la scatolina blu scura, e dentro vi trovò una
piccola collana d’argento, con il ciondolo fatto a piastrina e decorato con i
brillantini che formavano una elegante lettera H, decorata con una piccola
stellina.
La ragazza prese in mano il dono, fissandolo; Harry
finalmente si inginocchiò vicino all’amica, scrutando di profilo il suo viso
stupito.
“Ha…Harry”iniziò Hermione…”io…io non posso,…cioè,
voglio dire…ma sei pazzo?”balbettò la ragazza.
Harry sorrise e, imitando la voce dell’amica, disse
”…Prego Granger…non c’è bisogno che mi ringrazi in questo modo così sentito per
averti dato semplicemente quello che ti sei meritata…”
“No Harry…non sto scherzando…”disse la ragazza
voltandosi verso Harry…”io non credevo che mi avresti fatto una sorpresa del
genere…voglio dire…tutte le prove da superare, e poi questo regalo…voglio dire,
non posso accettarlo…”
Hermione cercò di dare la piccola collana nelle mani
dell’amico, ma lui la respinse…
“No Herm…ascolta, non ridarmela indietro…è un po’
squallido a dirsi, ma è l’unico modo per ringraziarti di tutto quello che hai
sempre fatto per me in sette anni che ti conosco…”Harry abbassò gli occhi, e fu
la volta della ragazza di scrutare l’amico.
“In questi sette anni né a te né a Ron sono mai
stato seriamente capace di esprimere i miei sentimenti e i miei
ringraziamenti…immagino tu penserai …ma
un fatto è solo saperlo, un fatto è sentirselo dire. E se vi raccontassi e mi
mettessi a elencare tutte le volte che non ce l’avrei fatta senza di voi, credo
che ci impiegherei una vita intera, perché, ti assicuro Herm, mi sentiresti
dire miriadi di cose, molte più di quante tu stessa potresti pensare e
ricordare con tutta la tua razionalità. E tu Herm, poi, in questo periodo mi
sei stata sempre più accanto, in ogni momento, sempre…non so come farei senza
di voi, e non so come farei senza di te…” il ragazzo, rosso in viso, alzò gli
occhi, incrociando quelli umidi dell’amica…”per cui, questo pensierino è
niente, e sottolineo niente, rispetto a tutto quello che hai fatto per me e che
rappresenti…è un modo per dirti grazie, dato che non sono bravo a farlo a
parole…”
La ragazza sorrise leggermente, e un po’ imbarazzata
girò il viso, cercando nel frattempo di riaprire la scatolina contenente quel
piccolo tesoro.
Hermione estrasse la collana dalla confezione, e
lentamente la indossò; leggeri raggi di sole colpirono il gioiello, facendolo
luccicare.
La ragazza sorrise mentre sfiorava con le dita il
ciondolo, consapevole che in realtà stava sfiorando qualcosa di molto più
profondo, forte, bello e luminoso di un metallo.
Voltò il viso luminoso verso l’amico, che manteneva
nervosamente lo sguardo fisso sul prato davanti a lui; una leggero vento aveva
iniziato a soffiare, scompigliando delicatamente i capelli del ragazzo.
“Harry…io volevo solo dirti che…bè…si, anch’io…”la
voce emozionata faticava ad uscire dalla gola della ragazza che si limitò alla
fine a dire solo un sentito e profondo “Grazie, Harry”.
Harry, teso come una corda di violino, finalmente
sorrise sentendo l’amica dire quelle parole con una voce rotta dall’emozione
esattamente come lo era stata la sua.
Il ragazzo si voltò per guardarla e ringraziarla.
E successe.
Nel mentre in cui Harry si voltava, Hermione si era
iniziata ad avvicinare per dare un bacio sulla guancia all’amico.
E, per l’ennesima volta, i due volti si trovarono in
modo imbarazzante vicinissimi, talmente vicini che i due faticavano a mettere a
fuoco i lineamenti dell’altro.
Mentre la ragazza era sbilanciata verso di lui,
Harry ripercorse in un soffio tutti i sette anni passati con lei, e
specialmente rivide in quei profondi e dolci occhi color cioccolato gli ultimi
mesi, con tutti quei bellissimi momenti che lui aveva impunemente buttato via.
Non voleva rifare lo stesso sbaglio di altre volte.
L’emozione fra i due si poteva tagliare con un
coltello, il silenzio della Foresta li circondava.
Il viso di Hermione era rosso, e il cuore batteva
all’impazzata…quante volte si era trovata in quella situazione!
Ma tanto sapeva che non sarebbe mai successo niente,
sapeva che Harry all’ultimo secondo, proprio quando sembrava inevitabile
tornare indietro, lo avrebbe fatto.
E, proprio mentre questi pensieri le passavano dalla
testa, sentì sulle sue il contatto delle labbra di Harry, fredde e morbide.
La distanza fra i due si era azzerata e finalmente
era successo: Harry e Hermione si erano baciati.
Un bacio emozionato, desiderato e temuto allo stesso
momento; scintille di timore e felicità; brividi di emozioni e paura.
**********************
YU-UUUUUUUU
FESTEGGIAMO!
FINALMENTE CE
L’HANNO FATTA!
E, con questo
grande avvenimento, volevo cogliere l’occasione di ridirvi miliardi e miliardi
di volte GRAZIE…
Grazie per il
vostro sostegno, e se penso che questa è la mia prima ffiction devo dire che
non mi sarei mai aspettata un tale successo…
Rileggendo le
vostre numerose recensioni, mi sento sempre più soddisfatta di me e sempre più
spronata a dare del mio meglio in questa storia che era iniziata soprattutto
come una specie di sfida con me stessa, e poi è diventata una vera e propria
passione, e sono felice che i miei sforzi siano ricompensati oltre ogni mia
aspettativa da voi!
SIETE PIU’ UNICI
CHE RARI!
Detto questo,
passiamo ai ringraziamenti personali…
Koda:gentilissima come
sempre! Ti ringrazio dei tuoi complimenti e del tuo sostegno che c’è sempre
stato fin dal primo capitolo…è già, sono arrivata già al 11°cap…a malapena ci
credo io!Comunque grazie e continua a esserci perché mi dai ogni volta un
grande stimolo nel continuare la storia!Bacioni e grazie infinite da tutta me
stessa!
Stellina X:Ginny non sta con
Dean…diciamo che fanno da contorno alla storia di H/Hr e si “stuzzicano” a
vicenda! Grazie anche a te per il tuo continuo sostegno…aspetto la recensione! J
Marco:come hai visto, ho
fatto il possibile per quei due zucconi…spero ti sia piaciuto il cap…anch’io
credo che Ron non sia sfigato, anzi…dal mio punto di vista Ron è
fortissimo!Grazie tante per le tue parole…
Ginny Weasley: grazie per
continuare a seguire la storia, ne sono davvero felice!Spero di non averti
fatto aspettare troppo, e se così è stato, spero che il cap mi faccia perdonare
il tempo di aggiornamento! Aspetto una tua recensione…J
Emma: infinitissimamente
grazie anche a te!Sono felice nel vedere che la mia storia ti ha preso sempre
di più…i tuoi commenti verso di me mi hanno resa felice e incoraggiato ad
andare avanti…non hai idea di come sono felice di sentire questi tuoi apprezzamenti…non
posso far altro che ripetermi…grazie infinite emma, davvero!E aspetto il prox
tuo importantissimo commento! Bacioni e grazie tanto!
Maripotter: spero che la
scuola non influisca sull’andamento delle tue ffiction, delle quali aspetto
l’aggiornamento! J grazie anche a te
per la tua costante presenza…spero di sentire presto il tuo prossimo commento!
Lisaskeeter: una nuova
lettrice!Che bello! Mi ha fatto piacere il tuo commento…spero che adesso
continuerai a leggere i prox capitoli e ti farai nuovamente sentire…
HarrynHermione: mi ripeto che la
tua ffiction è bellissima e ogni tanto vado a rileggerla!Grazie per il tuo
sostegno!
Harry stava disteso sul letto,
le coperte tirate su fino al petto, una mano appoggiata sopra la maglietta
grigia del pigiama e l’altra dietro la testa.
Aveva gli occhi verdi spalancati, fissava la leggera luce
bianca della luna illuminare il tavolino vicino al suo letto; riportò con un
sospiro lo sguardo fisso sopra di lui, guardando il buio.
Per l’ennesima volta chiuse gli occhi, cercando di
dormire, ma ogni volta che lo faceva gli riappariva il volto stupito di
Hermione dopo il bacio che si erano scambiati…o meglio, che lui le aveva dato.
Accidenti!Una volta tanto che Ron non russa, non
riesco ad addormentarmi di mio!
Si agitò fra le coperte, girandosi sul fianco destro.
Arrossì leggermente accorgendosi che al solo pensiero
dell’amica il cuore aveva iniziato ad accelerare i battiti.
Chiuse deciso gli occhi, e rivisse i teneri momenti di
quel pomeriggio…
Dopo il bacio, i due si erano messi a fissarsi increduli
negli occhi, entrambi rossi in viso.
Poi all’improvviso Hermione scattò il piedi, seguita
quasi automaticamente da Harry.
La ragazza farfugliò qualcosa come < F-forse è-è
meglio se…se adesso ra-raggiungiamo gli…altri >
I due sguardi continuarono a scrutarsi emozionati, fino a
quando Hermione non si voltò e, con una mano saldamente ferma sul nuovo
ciondolo, uscì dal bosco, seguita a pochi passi di distanza dall’amico;
stettero zitti per tutto il tempo fino a quando raggiunsero gli amici al
negozio di scherzi di Zonko.
Harry e Hermione continuarono a fatica a ignorarsi, con
grande sorpresa degli altri, che comunque non ebbero molte difficoltà a capire
che era successo qualcosa di importante.
Harry iniziò a respirare profondamente; si tirò su le
coperte fino al collo, deciso finalmente a dormire.
Lentamente il ragazzo divenne incosciente, immergendosi
nel silenzioso torpore del dolce sonno.
Improvvisamente iniziò a sentirsi…felice.
Terribilmente, orribilmente felice e soddisfatto.
Quasi vittorioso.
Harry si trovava in una strada buia.
Pioveva forte, e davanti a lui c’era una schiera di circa
cinquanta Mangiamorte.
Stava gridando ordini cercando di sormontare con la sua
voce gelida e irreale lo scroscio dell’acqua; poi alzò il braccio, indicando
con l’indice bianco e ossuto qualcosa che stava oltre la schiera dei suoi
fedelissimi.
Il gruppo si divise in due parti con un brusco scatto,
lasciando fra le due nuove formazioni un corridoio.
Harry avanzò sorridendo maleficamente fino a metà del
corridoio, fissando con immenso odio il piccolo manipolo di indifesi Auror,
stupiti e terrorizzati di rivederlo sul campo di battaglia dopo 18 lunghi anni.
Harry urlò qualcosa, e in un solo scatto i Mangiamorte si
voltarono verso gli Auror, impugnando saldamente la bacchetta magica; a un suo
nuovo ordine, le due schiere iniziarono a muovere verso i nemici che,
coraggiosi, non indietreggiarono.
Harry stava fermo, impassibile, guardando sorridendo
soddisfatto il sanguinoso massacro degli Auror…
In un colpo, il ragazzo si svegliò, alzandosi dalle
coperte, seduto sul letto, facendo un rumoroso sussulto.
Gli occhi erano spalancati, terrorizzati; la fronte
madida di sudore freddo, il cuore che batteva all’impazzata.
E la cicatrice…
Un dolore che gli faceva scoppiare la testa; il ragazzo
si sentiva morire.
Quei sogni non erano semplicemente frutto della sua
fantasia, lo sapeva bene, specialmente da quando vide quel serpente attaccare
il signor Weasley durante il 5°anno.
Quella non era la sua fantasia. Quello era il suo
collegamento indistruttibile con Lord Voldemort.
****************
14 Febbraio
Ore 02.33
Dormitorio Femminile Grifondoro.
Hermione non riusciva a dormire; per lei quel giorno
c’erano state troppe emozioni.
Stava accovacciata sul davanzale della grande finestra
del dormitorio, stringendosi nella sua camicia da notte bianca.
Il suo sguardo andava oltre la Foresta Oscura, oltre
l’orizzonte.
Scrutava la prima notte con la luna piena che illuminava
il cielo così scuro.
Ecco, la ragazza si sentiva così: nella sua monotonia di
un cielo costantemente scuro si era accesa una luce che stava iniziando a
ingrandirsi, illuminando quello che prima sembrava tutto così uguale e
scontato.
Sorrise, e abbassò gli occhi, guardando luccicare i
piccoli brillantini di quel ciondolo.
Lo stava rigirando amorevolmente fra le mani,
scrutandolo, sfiorandolo, memorizzando ogni suo piccolo particolare.
Con il sottile dito ne percorreva i contorni, poi passava
a scrivere quella H, soffermandosi su quella delicata e luminosa stellina.
Strinse con forza il ciondolo nella mano destra,
portandoselo all’altezza del cuore, poi voltò il viso illuminato dai raggi
delicati della luna verso la Foresta…
Chissà dove sarà Hogsmeade…Magari se lo sapessi potrei
capire in che parte di Foresta io e Harry ci siamo addentrati…
Sorpresa dai suoi stessi pensieri, chiuse gli occhi.
Ripercorse tutta quella giornata, iniziata con la
sorpresa di Viktor, ma finita con quella più inaspettata, bella e emozionante
di Harry.
Spalancò improvvisamente gli occhi, e il suo viso assunse
una espressione di disgusto ripensando alla sua reazione dopo il bacio di
Harry, o meglio, di quello che lei aveva dato al suo migliore amico.
Si sentiva una stupida.
Gli aveva proprio detto < F-forse è-è meglio se…se
adesso ra-raggiungiamo gli…altri >.
Si chiedeva quali fossero stati i pensieri di Harry a
quella sua reazione…
Caspita!Considerata la strega più brillante di Hogwarts,
e non sapeva gestire una situazione come quella di quel pomeriggio!
Si diede un piccolo schiaffo sulla fronte, come per
punirsi; si chiedeva perché non avesse reagito in un altro modo, magari
gettandogli le braccia al collo o cose simili.
Perché doveva sempre essere perfetta in quello che la
interessava relativamente di meno, e fallire in ciò che per lei era più
importante?
Agitata, la ragazza appoggiò frettolosamente la collana regalatale
da Harry sul comodino vicino al suo letto, poi uscì silenziosamente dal
Dormitorio Femminile, chiudendosi la porta alle spalle.
Si appoggiò con la schiena al muro, scivolando lentamente
a terra.
La domanda che adesso la turbava di più era cosa sarebbe
successo ora…
Le altre volte, in fondo, non era successo niente più che
potesse essere scambiato per un equivoco, ma adesso loro due si erano baciati.
Cosa sarebbe cambiato fra loro due? Hermione aveva una
paura folle di poter perdere l’amicizia di Harry, e l’avere osato fino a quel
punto ieri temeva potesse mettere a rischio tutto questo.
E Harry? Come avrebbe reagito? Cosa si doveva aspettare
da lui? E cosa Harry si aspettava facesse lei?
Portò le mani fra i capelli scompigliati, come per poter
sopprimere quei quesiti che le stavano rimbombando nella mente.
Non poteva far altro che aspettare la mattina, e la
mattina dopo ancora…
Doveva solo aspettare di vedere come si sarebbero svolti
i fatti, non c’era altra soluzione.
Improvvisamente la ragazza sentì provenire dal Dormitorio
Maschile un rumoroso sussulto; temendo che un ragazzo Grifondoro potesse uscire
dalla stanza e scoprirla lì, velocemente si alzò, tornando a rifugiarsi nella
camera delle ragazze.
Una volta tornata in quel silenzioso buio, decise di
rifugiarsi sotto le soffici coperte; ma prima di fare ciò, quasi con un gesto
automatico, si infilò nuovamente al collo la collana di Harry.
Fatto questo, decise di provare a dormire per quel tanto
che i suoi tormentati pensieri le avrebbero permesso.
***************
Harry non aveva dormito per niente; da dietro gli
occhiali si potevano scorgere due occhiaie scure e degli occhi verdi stanchi,
ma soprattutto pensierosi e tesi.
Si stava dirigendo da solo verso la Sala Grande, di buon
ora; non aveva voglia di aspettare Ron, e tanto meno Hermione.
Oltretutto non tenere la mente occupata avrebbe
significato ripensare all’incubo avuto quello notte, e Harry desiderava
pensarci il meno possibile per quanto dentro di lui fosse consapevole che
quella era una realtà e non un sogno, ma fintanto che non ne aveva le prove
certe, non lo voleva aggiungere alla lunga lista dei suoi problemi.
Entrò in Sala Grande, che era quasi deserta dato che
erano appena le 7.10.
C’erano un piccolo gruppetto di Serpeverde che confabulavano
bisbigliando fra loro, mentre il tavolo di Tassorosso era vuoto e quello
Corvonero con alcuni ragazzi che si scambiavano le ultime correzioni sui
compiti della mattinata.
Harry si bloccò sull’entrata dopo aver buttato l’occhio
al tavolo Grifondoro; c’erano pochissimi suoi compagni sparsi in tutta la
lunghezza del tavolo, ma gli sembrava incredibile che, proprio fra queste
pochissime persone, ci fosse proprio lei, Hermione.
L’amica stava parlando a bassa voce, ma animatamente con
Ginny, che ascoltava interessata anche se doveva sorreggersi la testa con una
mano.
La prima cosa che Harry pensò fu che di certo Hermione
stesse raccontando all’amica i particolari di quel pomeriggio con lui, così,
preso un po’ dal panico, fece un profondo respiro e andò a dirigersi diritto
verso le due ragazze.
Hermione e Ginny non si erano ancora accorte del
sopraggiungere dell’amico, e così continuarono la loro silenziosa discussione.
“Ginny, hai capito?Non so più cosa fare adesso!”bisbigliò
la ragazza.
Ginny stette zitta, fissando in modo vuoto gli occhi di
Hermione, che reagì scontrosamente…”Insomma Ginny!Mi chiedi di raccontarti
tutto e poi ti addormenti mentre parlo?”
“Ascoltami bene Herm…”iniziò la ragazza riprendendosi dal
suo torpore…”…sei stata tu che mi hai trascinato a quest’ora a fare
colazione…avevi una faccia sconvolta con due occhiaie mostruose…logico che ti
chiedo come stai e cosa hai fatto…ma di certo non mi aspettavo che dalle sette
meno un quarto fino ad ora mollassi una ramanzina del genere, e inoltre…”
Ginny si fermò, vedendo il viso pietrificato dell’amica
guardare qualcosa sopra la sua testa; la ragazza non reagì, aspettando che
Hermione facesse qualcosa, quando invece vide sedersi qualcuno alla sua destra:
Harry.
“Oh”disse Ginny, sperando che il ragazzo non avesse
sentito i suoi discorsi…”…buongiorno Harry…”
“…Buongiorno ragazze…”rispose Harry, senza togliere gli
occhi di dosso a Hermione, che finalmente, dopo aver salutato in risposta
l’amico, li abbassò anche lei.
Harry, come d’altronde faceva anche Hermione, stava
costantemente a viso basso, fingendosi impegnato a contemplare la sua ciotola
di latte e cereali; Ginny, imbarazzata come non mai, passava con lo sguardo
dall’amica al ragazzo, poi con un sospiro profondo, decise che era ora di fare
qualcosa.
“Ops…”iniziò con una stranissima voce in falsetto… “…mi
sono accorta di aver scordato una cosa di sopra…”
A quelle sue parole, Hermione e Harry alzarono
contemporaneamente uno sguardo quasi omicida alla ragazza, che si affrettò
subito a risedersi dicendo… “ehm…però…credo che potrò andare a prenderla
dopo…non c’è fretta!”
Un odioso silenzio avvolgeva i tre, e Ginny non sapeva
più cosa inventarsi per attaccare discorso, quando per sua immensa fortuna vide
avvicinarsi al tavolo Neville e Seamus.
“Ehi…buongiorno ragazzi!” disse Ginny quasi strozzandosi,
felice di aver trovato un pretesto per parlare.
“Buongiorno!”disse stranamente sveglio e allegro Neville,
sedendosi di fianco a Harry e dandogli una pacca sulla spalla e facendogli così
rovesciare sul tavolo la cucchiaiata di latte che stava per mangiare.
“Allora…complimentoni Harry!Non volevi dirci niente, eh?”
disse Seamus sedendosi di fianco a Hermione.
Harry cadde nel panico: era praticamente sicuro che i due
fossero venuti non so come a conoscenza del bacio fra lui e Hermione, e adesso
il ragazzo era diventato rosso come un pomodoro e fissava Hermione, anche lei
con gli occhi spalancati.
“C-C-Che vuoi dire…?”disse fingendo inconsapevolezza e
disinteresse.
“Come che vogliamo dire!” disse Neville “Abbiamo saputo
sai?Harry Potter nuovo capitano di Grifondoro!”
Per l’ennesima volta in quella mattinata Harry rovesciò
il latte sul tavolo, voltandosi a guardare a bocca aperta l’amico.
“COSA!Io…io sarei…” disse Harry sbalordito “…NOOOO….”
“SIII!” gli fece eco Seamus, pescando dal piatto di
fronte a Hermione un biscotto ripieno di cioccolata… “Michael si è ammalato, e
così ha nominato te capitano per la partita contro Corvonero…”
“Harry…è…è fantastico!”disse Ginny entusiasta.
“Se fossi in te, cercherei di essere un po’ più energico
per questo pomeriggio…c’è il primo allenamento…se ti presenti con due occhiaie
così, credo che convincerai pochi…”disse Neville guardandolo storto.
“Infatti Harry…ma come mai hai una faccia così
bianca?”chiese Seamus.
“Io non ho dormito molto bene stanotte…” disse quasi
indifferente Harry, ancora incredulo della notizia che gli avevano portato gli
amici.
“Bè almeno eri in buona compagnia…a quanto ne so, anche
Hermione non ha chiuso occhio stanotte…”disse Ginny maliziosa, guadagnandosi un
pestone al piede da parte di Hermione.
I due alzarono lo sguardo, come se avessero capito tutto;
si fissarono per alcuni secondi, poi abbassarono il viso nuovamente sui loro
piatti, imbarazzati.
Un sorriso comparve su entrambi i volti.
************
Harry aveva appena finito il
primo allenamento di Quiddich da capitano.
Il ragazzo non sapeva se essere soddisfatto o meno:
nonostante il vento abbastanza forte, la squadra era riuscita a fare una buona
partita di allenamento, ma d’altra parte Ron si distraeva appena vedeva la
Pluffa allontanarsi dall’area di tiro, uno dei battitori aveva lanciato
accidentalmente un Bolide contro il compagno e infine i cacciatori, Ginny
inclusa, non avevano dato del loro meglio.
Si rese conto che essere capitano del Grifondoro non era
un impegno da poco; organizzare le formazioni, sperimentare nuove tattiche di
gioco…si sentiva oppresso dalla paura di sbagliare nel svolgere il compito che
gli era stato così velocemente assegnato.
Adesso capiva tutta la fatica che avevano fatto
Oliver Baston e Angelina Johnson per rendere il Grifondoro una squadra
vincente.
Harry temeva di poter rovinare tutto quanto;
desiderava con tutto se stesso che Michael Melton si rimettesse in sesto il
prima possibile, perché fra le montagne di compiti, gli impegnativi corsi di
Auror, notti insonni e la cicatrice che continuava incessantemente a bruciare
da quella mattina, Harry non sapeva quanto ancora avrebbe potuto resistere.
Dopo il duro allenamento, Harry si era separato dai
suoi amici una volta usciti dallo spogliatoio: Ron era andato insieme a Ginny
in Guferia a mandare una lettera di buon compleanno al fratello maggiore
Charlie, mentre il ragazzo aveva deciso di andare in Sala Grifondoro per
cercare di studiare Divinazione o pianificare nuove formazioni di attacco,
prospettiva che considerava ben più invitante rispetto allo studio di eventi
catastrofici provocati dalla congiunzione di stelle con influssi negativi.
Era tranquillamente arrivato in Sala Comune che
trovò completamente vuota; solo Grattastinchi, il gatto di Hermione, stava
accoccolato sul tappeto mentre giocava con una frangia sfilacciata.
Trovare la Sala Grifondoro completamente a sua
disposizione rese Harry felice; così salì in fretta le scale che lo conducevano
al dormitorio maschile e prese i libri di scuola, una piuma ed estrasse da
sotto il letto il regalo che Hermione gli aveva fatto quella stessa estate in
occasione del suo compleanno: il modellino in 3D di un campo da Quiddich.
Accertatosi di non essersi scordato nulla, scese
nuovamente le scale, deciso ad impegnarsi nell’organizzazione della vicina
partita Grifondoro contro Corvonero; arrivato alla soglia della porta, si fermò
silenziosamente.
Hermione aveva appena appoggiato i libri sul tavolo
e si era seduta sul tappeto accanto a Grattastinchi, grattandolo amorevolmente
dietro le orecchie.
Harry voleva, doveva parlare con l’amica, ma non si
era preparato niente da dire, non era ancora pronto.
Preso dall’istinto, il ragazzo girò sui tacchi e
sempre silenziosamente stava iniziando a risalire i gradini per tornare nel
dormitorio, poi si bloccò nuovamente.
Scappare così da Hermione, la sua migliore amica, lo
faceva sentire sciocco, uno stupido.
Oh…avanti Harry…troverai di certo qualcosa di dirle…al
massimo eviterai il discorso se proprio non ti viene in mente nulla di
intelligente…
Respirò profondamente, poi si girò verso la sala,
dove nel frattempo Hermione si era alzata dal tappeto e si era seduta al
tavolino aprendo un libro di scuola.
Harry scese allora le scale, trovandosi quasi alle
spalle dell’amica, che sembrava non essersi accorta della sua presenza.
“…Ciao Hermione…”disse Harry schiarendosi la voce.
La ragazza alzò lentamente lo sguardo dal suo
foglio, col cuore che aveva iniziato a battere più veloce; poi si girò a
guardare Harry.
Con un sorriso poco convincente, rispose
“Ciao…Harry”
Poi tornò nervosamente con lo sguardo sul libro di
Trasfigurazione, fingendo di concentrarsi a studiare il capitolo 25, mentre in
realtà la sua testa era un groviglio di pensieri rivolti a tutto quanto fuorché
la lezione di Trasfigurazione.
Harry camminò deciso verso il tavolo; appoggiò nel
posto davanti alla ragazza i libri, poi decise di sedersi sul tappeto e
dedicarsi allo studio di nuove tattiche per la partita.
Nella stanza si sentivano gli echi delle voci degli
alunni che camminavano fuori nei corridoi: se non fosse stato per loro, nella
stanza avrebbe regnato un silenzio tombale e imbarazzante, pieno di parole da
dire ma che i due non riuscivano a esprimere.
Harry si era seduto a gambe incrociate sul tappeto
rosso e aveva aperto il suo Quiddich in 3D, prendendo tutti i giocatori e
iniziando a farli levitare sospesi sul modellino del campo di gioco.
Hermione guardava con la coda dell’occhio l’amico,
in una disperata ricerca di qualcosa di sensato da dire …“Hem…Hei Harry!Allora
oggi hai avuto il tuo primo allenamento da capitano…come è andata?”chiese
interessata la ragazza.
Harry, con un sospiro di sollievo per aver trovato
un argomento di cui parlare, si girò verso l’amica e rispose con tono ironico:
“Vuoi veramente saperlo?”
La ragazza annuì sorridendo, allora Harry, tornando
a guardare il modellino e spostando alcuni giocatori, iniziò a raccontare dei
Battitori che cercavano di eliminarsi a vicenda, degli incidenti aerei di Ginny
e delle altre cercatrici e delle evoluzioni di Ron per evitare, senza successo,
che la Pluffa entrasse in uno dei tre cerchi.
“…Ti giuro, Herm, che alla fine ero stanco
morto…inoltre devo assolutamente trovare una nuova tattica per la partita
contro Corvonero…”finì il ragazzo passandosi una mano fra i capelli.
Hermione, presa dal discorso del ragazzo, si era
girata verso di lui, incrociando le gambe sulla sedia.
“E allora, adesso cosa intendi fare?”
“Non lo so”rispose Harry, iniziando a provare una
nuova formazione con i giocatori in miniatura…”davvero non lo so…Corvonero ha
un buon attacco, cosa che ci mette in difficoltà perché Ron quando è in porta
si emoziona spesso e sbaglia le prese…oltretutto adesso si sente moltissimo la
mancanza di Fred e George….”
Pensierosa, la ragazza si alzò,andandosi a sedere vicino all’amico,
guardando con interesse gli schieramenti che stava provando.
Harry si sentiva terribilmente osservato, ma d’altro
canto gli faceva piacere che Hermione si fosse alzata e si fosse seduta così
vicino a lui.
“Harry…hai una tattica?Cioè, voglio dire, hai
un’idea di come ostacolare l’attacco di Corvonero?”
Harry si girò, scossando la testa perplesso…da
quando in qua Hermione si interessava direttamente di Quiddich?
Incerta, la ragazza iniziò a dire…”Bè…vedi, io avrei
un idea…Nel senso, l’idea non è proprio mia…mio babbo guarda molto le partite
di calcio, così io ho imparato un po’ gli schieramenti dell’Inghilterra…per cui
credo Harry che, se Corvonero gioca di attacco, voi vi dovete basare molto
sulla difesa, spiazzandoli…”
Harry si era messo a guardare lo schieramento
Grifondoro… “quindi Herm tu dici che dovremmo prima di tutto difenderci, e poi
attaccare?”
“Sì…e sinceramente Harry, credo sia l’unica cosa da
fare…”rispose Hermione guardando il profilo dell’amico.
In pochi minuti,Harry iniziò a spostare i giocatori
sul campo, creando una nuova formazione che vedeva i battitori fermi davanti
alla porta e i cacciatori a centrocampo.
“Herm…mi aiuti un attimo?”disse Harry, iniziando a
schierare la formazione Corvonero… “facciamo che tu muovi la squadra Corvonero
e io i Grifondoro, così vediamo se può andare la formazione…”
Hermione lo guardò strano… “Harry, se vuoi lo
faccio, ma ti ricordo che io di Quiddich non ci capisco niente…”
Harry sorrise sommessamente, poi alzò lo sguardo
verso di lei…“…eppure ieri hai risposto perfettamente a tutte le domande…”
Hermione arrossì vistosamente, abbassando lo
sguardo.
Il ragazzo si pentì di quelle parole avventate, così
cercò subito di rimediare… “dai Herm, vai dall’altra parte e inizia a muovere i
cacciatori…”
La ragazza annuì senza alzare il viso; i due
iniziarono a giocare, e continuarono a studiare nuove formazioni per quasi tre
quarti d’ora, quando finalmente Harry riuscì a trovare una soluzione adatta ai
problemi della squadra…
“Allora…ricapitolando” disse il ragazzo alzandosi
dopo aver richiuso il gioco e gesticolando come per disegnare qualcosa in aria…
“Ron in porta è difeso dai due battitori, che non si muovono dalla loro zona,
mentre gli altri due cacciatori stanno in campo sostenuti da Ginny che, dato
che vola più veloce degli altri, si alterna fra attacco e difesa…”
“Così Ron dovrebbe riuscire a parare qualche colpo
in più sentendosi più protetto…”aggiunse Hermione alzandosi e porgendo
all’amico il gioco.
“Giusto…”rispose Harry prendendo l’oggetto dalle
mani della ragazza “Grazie Herm per il tuo aiuto…davvero…sai, ero caduto un po’
nel panico…”
“Figurati Harry…”rispose sorridendo la ragazza,
andandosi poi a sedere nuovamente al tavolo davanti al libro di
Trasfigurazione, seguita da Grattastinchi che andò ad acciambellarsi nel grembo
della padrona.
Harry era soddisfatto di sé: nonostante la tensione
che si era creata fra loro due, erano riusciti a parlare tranquillamente come
ai vecchi tempi.
Ma all’improvviso al ragazzo venne un dubbio: questo
era veramente un bene?
Caspita…no che non è un bene!Stiamo semplicemente
evitando il discorso…abbiamo passato un ora a parlare di Quiddich senza toccare
l’argomento…E questo non va bene…Ne dobbiamo assolutamente parlare…almeno per
mantenere l’amicizia se poi sotto non c’è nient’altro…
Harry, trasportato dai suoi pensieri, si avvicinò
velocemente al tavolo e appoggiò rumorosamente il suo Quiddich in 3D, facendo
sobbalzare Hermione.
“Harry!Che c’è?”chiese la ragazza, turbata
dall’azione brusca dell’amico.
Il ragazzo, accortosi della sua stessa azione,
disse… “N-Niente Herm...mi...mi è scivolato di mano…”
La ragazza lo guardò strano, poi riabbassò gli occhi
a sottolineare con una matita delle frasi sul libro.
Harry si sedette nella sedia di fronte all’amica, ma
non aprì il libro; semplicemente si appoggiò allo schienale, fermandosi a
guardare Hermione che sembrava non essersi accorta del comportamento
dell’amico.
Invece la ragazza se ne era accorta benissimo: non
voleva alzare gli occhi, non voleva dare l’opportunità al ragazzo di iniziare
il delicato discorso riferito al bacio del giorno prima; aveva paura di
sentirsi dire < Non ti preoccupare per ieri Herm: non è stato assolutamente
niente!Io mi sono già scordato di tutto! >.
Lei non aveva scordato tutto, anzi, quei momenti
continuavano insistentemente a balenargli nella mente.
Hermione non riuscì a sostenere a lungo lo sguardo
muto dell’amico, così si vide costretta con un sospiro ad alzare gli occhi
verso di lui, che stava imperterrito a braccia incrociate appoggiato allo
schienale della sedia.
“Tutto bene Harry? sei…sei strano…” disse titubante
la ragazza.
“No Herm…non va tutto bene…”rispose seriamente Harry
con lo stesso tono di voce della ragazza.
Il ragazzo stava cercando di mantenere un aria
sicura e decisa, anche se si sentiva come sull’orlo di un precipizio.
La ragazza abbassò gli occhi… “Hermione…noi…bè,
credo che noi dovremmo parlare” continuò il ragazzo.
“Bè Harry, abbiamo parlato fino adesso…”disse
ironicamente la ragazza, sicura che il suo misero tentativo di sviare la
conversazione non sarebbe servito.
“Hermione…sai a cosa mi riferisco…di certo non al
Quiddich…”
La ragazza si alzò, facendo spostare Grattastinchi
che, con un verso soffocato, tornò indispettito sul tappeto.
“So a cosa ti riferisci Harry…a ieri
pomeriggio…”disse la ragazza dando le spalle all’amico e tenendosi con la mano
destra la parte del vestito che nascondeva la piastrina argentata.
Harry tremò al pensiero di aver iniziato quella
conversazione che temeva e contemporaneamente aveva desiderato avere con
l’amica da tutto il giorno; si alzò dalla sedia e si avvicinò a Hermione.
“Sì…credo che dovremmo parlare di quello che è
successo ieri pomeriggio nella Foresta…”continuò il ragazzo, senza però avere
il coraggio di entrare nel vivo del discorso.
Hermione sigirò di scatto, trovandosi faccia a faccia con l’amico… “E allora
parliamone! Avanti Harry, dai…dimmi quello che mi devi dire…”
Harry si trovò spiazzato trovando Hermione così
agitata e pronta ad attaccarlo…
Si sentì gli occhi di lei che lo scrutavano, in
attesa di sentirgli pronunciare qualcosa al quale però il ragazzo non trovava
il coraggio di dar voce; Harry iniziò a gesticolare e iniziò a dire qualcosa…
“Dunque Herm…per quanto riguarda ieri pomeriggio, quando nella Foresta è
successo che…”
Il ragazzo si bloccò, aspettando una qualsiasi
reazione di Hermione, che però non arrivò.
“Sì…dicevo quando è successo che…quando noi ci
siamo…”
“…Baciati Harry?…” rispose a tono la ragazza
guardandolo in viso e lasciando trasparire un forte rossore sulle guance.
Harry si trovava sempre più spiazzato e impreparato…
“…E-Esattamente…Ecco, quando è successo… questa cosa…” continuò iniziando a
torturarsi le dita delle mani… “volevo dire che…mi è dispiaciuto…”
“Ah…”disse delusa Hermione senza lasciare al ragazzo
il tempo di finire la frase e iniziando anche lei a torturarsi le dita… “Ti…ti
è dispiaciuto…”
“Bè sì…”iniziò a dire Harry; poi, accorgendosi del
modo in cui l’amica aveva interpretato questa sua affermazione, si corresse
subito… “NO!No…cosa dici Herm! Voglio dire…mi è dispiaciuto il fatto che sia
avvenuto tutto così…ti giuro che non avevo programmato niente se questo ti può
rassicurare…”
Alzò nuovamentegli occhi alla ragazza, il cui sguardo stava vagando per le pareti della
Sala.
“E’…E’ stato tutto così…imprevedibile…io non…non
avrei mai immaginato che…bè, sarebbe potuto succedere…almeno non con te…”
“Oh bene!Un altro appartenente alla setta di Ronald
Weasley chiamata < Non ci eravamo accorti che Hermione Granger era una ragazza,
quindi persona con dei sentimenti >”
“Hermione…ma che dici? Dai, ti prego…è già
abbastanza difficile parlarne…non iniziare pure a-a arrabbiarti altrimenti è la
fine…”
La ragazza alzò il viso di scatto, con uno sguardo
allibito… “Arrabbiarmi?Ascolta Harry…io…io non mi sto affatto arrabbiando….il
fatto è che…che la situazione è stata…così strana e appunto imprevedibile…In
più arrivi te che inizi a girare intorno al fatto senza arrivare al nocciolo
della questione…”
“Non…è facile Herm!Bè, se proprio vuoi saperlo, il
motivo perché è successo tutto questo è che…”
Harry si bloccò, guardandola negli occhi; gli
mancava il coraggio di dire quelle poche parole che avrebbero chiarito tutto…
Accidenti a me e alla mia timidezza del cavolo!
“Allora Herm…il punto è che…”riprovò a dire il ragazzo, ma
la sua frase fu seguita da un silenzio teso, come se stesse aspettando qualcosa
che non si decideva ad arrivare.
“Dimmi qual è il punto Harry!” disse Hermione in un
misto di sconsolazione, curiosità e incertezza. “Dimmi qual è il punto Harry,
perché giuro che non ci sto capendo più niente! E’ iniziato tuttocol Ballo di Natale, poi quel
giochetto…quella Caccia al Tesoro di ieri…quel regalo e infine…infine c’è stato
quel bacio…”
Harry abbassò gli occhi, per poi riportarli sullo
sguardo coinvolto della ragazza…
“Harry…dimmi perché…perché è successo tutto questo
proprio a noi due…perché è successo fra noi che siamo migliori amici…”
Harry alzò lo sguardo deciso incrociando gli occhi
di Hermione.
“Migliori amici?…E’ quello che mi sto chiedendo io
da ieri sera Herm…siamo ancora solo migliori amici noi due?”disse in un impeto
di furore.
Hermione, sentendo dire quelle parole inattese, si
portò le mani davanti alla bocca, aspettando col cuore che andava all’impazzata
il seguito delle parole di Harry.
Ci fu un momento di silenzio durante il quale
entrambi si sentivano come sull’orlo di un precipizio…“Herm…ascoltami bene
adesso” disse deciso Harry, questa volta più sicuro nonostante la reazione
dell’amica… “Mi chiedi qual è il punto?Il punto è che tante…troppe cose stanno
cambiando così in fretta…Non mi riferisco solo alla guerra che è scoppiata là
fuori, ma mi riferisco anche alle cose fra te, me e Ron…”
Harry fece un passò in avanti verso la ragazza…
“Hermione, vedi…il punto fra noi due è che credo che…”
“HARRY!”
I due si voltarono verso Ron, che fece irruzione
all’interno di Sala Grifondoro agitando una lettera, seguito da Ginny che aveva
il viso rigato di lacrime.
“Cosa…cosa è successo Ron…”disse stupefatto Harry,
mentre Hermione era corsa ad abbracciare Ginny che stava continuando a
piangere.
“Io e Ginny avevamo già mandato la lettera di auguri
a mio fratello, e ci stavamo incamminando per tornare in Sala Grifondoro,
quando ci ha fermati Neville…ci siamo messi a parlare con lui….poi Neville
inizia a dirmi che c’è un gufo che stava bussando alla finestra delcorridoio…Io vado ad aprire e vedo che è Leo
con una lettera da parte di mamma…abbiamo aperto e…”
Ron si girò verso Ginny, che, a quelle parole, si
nascose nuovamente fra le braccia dell’amica a piangere.
Hermione ascoltava attentamente tutto, visibilmente
preoccupata; Ron allora sconsolato porse la lettera a Harry… “E’ meglio se
leggi tu…”
Harry praticamente strappò dalle mani dell’amico la
lettera, la aprì con irruenza e iniziò a leggere ad alta voce...
15 Febbraio
Carissimo Ron,
purtroppo
devo darti una brutta notizia…
Questa
notte alle 2.30 i Mangiamorte hanno nuovamente attaccato una zona abitata da
Maghi e Streghe…
Naturalmente
il Ministero ha chiesto immediatamente l’intervento e l’ausilio degli Auror
dell’Ordine e per la prima volta dopo 18 anni Tu-Sai-Chi si è unito alle sue
schiere e ha combattuto insieme a loro.
E’
stata una battaglia terribile e con molte vittime da tutti e due gli
schieramenti.
Tuo
padre, Fred, George e Bill sono andati, ma non stare in pensiero…se la sono
cavati con un nonnulla in confronto agli altri…
La
stessa cosa non posso dire di Lupin.
Per
questo vi scrivo…
Ti
prego di dire a tua sorella, Harry e Hermione di chiedere a Silente (che è già
a conoscenza degli eventi) di darvi il permesso di venire immediatamente al San
Mungo…
Remus
ha chiesto in uno dei suoi pochi momenti di rimasta lucidità di vedervi tutti…
Appena
inviata questa lettera, vi aspetterò via Polvere Volante nella sala del San
Mungo…state attenti.
Un
bacio a te, Ginny, Harry e Hermione.
Ci
vediamo fra un ora circa.
Mamma
La lettera scivolò lentamente dalle mani di Harry, che
iniziò a guardare serio il vuoto ricordandosi dell’incubo avuto quella stessa
notte.
Ginny continuava a singhiozzare seguita da Hermione,
mentre Ron era rimasto serio a fissare l’amico.
“Avanti…do-dobbiamo sbrigarci. Penso che Silente ci
aspetti…non conosciamo le condizioni di Lupin, per cui è meglio sbrigarci…”
disse Ron, risvegliando da quell’atmosfera di incredulità gli altri.
***************
“Ecco…andate
due alla volta…prima Harry e Ron, poi Hermione e Ginny” disse serio Silente.
I
quattro si trovavano nell’ufficio del Preside, che, come aveva ipotizzato Ron,
li stava aspettando e aveva già preparato la dose di Polvere Volante necessaria
per trasportarli al San Mungo.
Harry
era in uno stato di altissima agitazione, tutti se ne accorsero.
Il ragazzo insieme a Ron entrò nel camino, prese con
foga un gran pugno di Polvere e poi, avvicinandosi all’amico, disse “San
Mungo!”
I due sparirono avvolti in una fiamma verde.
Harry odiava viaggiare con quel mezzo, ma d’altra
parte il momento non gli sembrava adatto per lamentarsi del trasporto scelto.
In pochi secondi si trovarono catapultati nella Sala
di Arrivo dell’Ospedale San Mungo.
Harry si ritrovò disteso sopra Ron, entrambi
protagonisti di un’entrata molto teatrale.
“Harry…Ron!”disse la signora Weasley alzandosi da una
sedia posta vicino ad una finestra… “Cari…come state?Niente di rotto?” chiese
amorevolmente la donna aiutandoli ad alzarsi entrambi e togliendo la cenere
sulle divise dei due ragazzi.
“Sì mamma…non ti preoccupare…”disse arrossendo Ron,
vergognandosi di quelle smancerie che la madre gli riservava anche in pubblico…
“MAMMA!Ho detto che stiamo bene, grazie…”
“Oh…si…si certo cari…” disse la signora Weasley allontanandosi
dai due e scrutando con un occhiata il viso teso di Harry illuminato dalla
forte luce bianca della stanza.
“E le ragazze?”chiese poi la signora.
“Silente le ha fatte partire dopo di noi…dovrebbero
arrivare fra poco…”disse atono Harry, che in cuor suo desiderava che Hermione e
Ginny si sbrigassero e non perdessero altro tempo prezioso.
“Allora non dovrebbero tardare molto…magari hanno
trovato un ingorgo…”disse riflettendo mentre tornava a sedere nella stessa
sedia di prima accanto ad una donna con un vistoso cappellino verde.
Harry continuava a stare zitto, fissando la porta
che li avrebbe poi condotti all’interno del San Mungo…
“Mamma…come stanno papà e i fratelli?” chiese
preoccupato Ron, sedendosi di fianco alla madre.
“Oh caro, non ti preoccupare….tuo padre sta bene,
qualche graffio e niente di più….Fred e Bill si sono presi un bella
maledizione, però i Medimaghi li hanno curati subito con delle pozioni, mentre
invece George è stato scaraventato lontano e si è rotto un braccio…starà
ricoverato ancora fino a domani pomeriggio…”rispose la signora Weasley, senza
smettere di guardare preoccupata Harry, che intanto, nervosamente, si era
avvicinato al lato del camino, battendo nervosamente il piede.
“Come sta il professor Lupin?”chiese bruscamente Harry
alla donna, che si trovò impreparata a rispondere e iniziò a balbettare
agitata… “Ha-Harry, caro…ascoltami…il-il fatto è che Remus è…è stato colpito da
una fortissima maledizione sconosciuta…”
La donna fu interrotta dal un brusco rumore:
Hermione e Ginny erano finalmente arrivate.
Harry, spaventato, indietreggiò, mentre la signora
Weasley era accorsa ad aiutare le due ragazze esattamente come aveva fatto
prima con Ron e Harry.
“Bene…adesso che ci siamo tutti…direi che possiamo
andare…”annunciò in tono serio la donna, incamminandosi per prima e facendo
strada.
Ron si era avvicinato a Ginny e aveva iniziato a
raccontarle a bassa voce lo stato di salute del padre e dei fratelli; Harry e
Hermione li seguivano, agitati e spaventati.
Oltrepassarono una porta attraversata da una specie
di laser azzurro che pulì gli abiti dei quattro ragazzi dalla cenere del
camino, poi iniziarono a salire piano dopo piano percorrendo i bianchi corridoi
affollati di dottori e infermiere.
Harry non si rendeva neanche conto di dove lo
stessero portando, si accorse solamente che ad un certo punto si fermarono
davanti ad una grande porta scorrevole bianca, chiusa.
“Molly…ragazzi, siete arrivati” disse il signor
Weasley, appoggiato contro il muro e pieno di cerotti in faccia e fasciature
nelle mani.
“Arthur, caro…come mai hanno richiuso la
porta?”chiese preoccupata la donna avvicinandosi al marito.
Il signor Weasley parlò, guardando negli occhi
Harry… “Remus ha avuto l’inizio di una nuova crisi dovuta ad una
complicazione…sai, essendo un lupo mannaro la maledizione gli ha creato
problemi che i dottori ancora non conoscono…gli stanno somministrando delle
pozioni per calmarlo…”
Il cuore di Harry iniziò a battere velocemente, e
con la mano destra strinse la prima cosa che trovò a portata di mano: la veste
di Hermione, che stava in piedi vicino a lui, con gli occhi ancora rossi di
pianto.
“Oh Signore…”esclamò la signora Weasley andandosi a
sedere in una delle sedie poste nei larghi corridoi di quel piano.
Tutti trovarono il loro posto a sedere, così Arthur
Weasley iniziò a raccontare la battaglia: i morti erano stati numerosi, ma la
cosa che mise più in difficoltà gli Auror è stata la presenza del Signore
Oscuro sul campo di battaglia.
Tutti hanno combattuto valorosamente e senza
arrendersi, fino alla fine.
Al termine della battaglia, i Mangiamorte vittoriosi
si ritirarono, lasciando il luogo ricoperto di corpi inermi, alcuni sofferenti
e solo feriti, altri agonizzanti e senza speranza di poter essere salvati.
I feriti erano stati così tanti che i Medimaghi
furono costretti a selezionare coloro che potevano essere curati,
lasciandogli altri a morire solo con
il sollievo di qualche antidolorifico.
Gli Auror dell’Ordine della Fenice si erano dispersi
durante la battaglia, così il signor Weasley, dopo aver aiutato a portare
all’ospedale i feriti, iniziò a cercare i compagni, scoprendo così che Remus
Lupin era stato ricoverato in uno stato di salute critico.
Passò mezz’ora, poi un’ora.
La porta della stanza ancora non si apriva, ma si
potevano sentire dentro i dottori che parlavano fitto fra loro.
Molly discuteva con il marito, mentre Ron e Ginny,
raggiunti da Fred e Bill, si stavano facendo raccontare i particolari della
cruente battaglia.
Harry, invece, stava in piedi, in disparte dagli
altri; guardava il cielo scuro dallafinestra, tenendo leggermente scostata la pallida tenda bianca con una
mano.
Il suo sguardo si perdeva oltre l’infinità di quel
muto cielo, e pensava.
Quei fatti gli riportarono alla mente la notte
all’Ufficio Misteri, quando Sirius era stato ucciso; e adesso Lupin stava
rischiando di fare la stessa fine.
Voldemort stava iniziando a colpire tutte le persone
più vicine a Harry; prima è stato il momento di Lily e James, poi di Cedric,
infine Sirius…ora l’ultimo rimasto dei Malandrini stava rischiando di
raggiungere i suoi amici…
“Tieni Harry, non sarà un gran che, ma il caffè può
avere davvero effetti magici…”
Il ragazzo si voltò: Hermione, triste, gli stava
porgendo un bicchiere di plastica.
“No, grazie Herm…non ne ho bisogno” rispose serio
Harry… “…sto bene…”
“Balle Harry…non stai bene…”rispose subito la
ragazza… “Avanti, bevi…”
“…Non mi piace il caffè amaro…”cercò di scusarsi
lui, sempre guardando fuori dalla finestra.
“Non per niente infatti l’ho preso
zuccherato…”ribattè la ragazza, facendo nuovamente cenno all’amico di prendere
il bicchiere.
Harry abbassò la testa,dolcemente sconfitto.
Prese dalla mano destra di Hermione il bicchiere,
dicendo sommessamente < Grazie >, per poi tornare a guardare fuori.
Hermione sorrise forzatamente, poi portò alle labbra
il fumante bicchiere di tè che teneva nell’altra mano.
Tutti e due, uniti nello stesso silenzio pieno di
dolore, guardavano oltre il vetro, appannato dal vicino fumo delle loro
bevande.
“Ce la farà, Harry…Lupin ne ha passate tante…supererà
anche questa…è forte…”disse silenziosamente Hermione in un modo che sembrava
più per tranquillizzare se stessa che per crederci davvero.
La ragazza inspirò profondamente, portando nuovamente
le labbra al bicchiere.
“Harry…Herm…”li richiamò Ron… “i Medimaghi sono
usciti….hanno detto che se vogliamo…”continuò il ragazzo, facendo cenno con la
testa alla stanza dell’ex professore, alludendo al fatto che lui li voleva
vedere tutti e tre.
Harry lasciò trasparire un velo di incertezza e
timore…“Avanti Harry…”lo spronò Hermione… “ci siamo io e Ron con te…”
Harry annuì, così i tre, insieme, si avviarono verso
la porta della stanza dove riposava Remus Lupin.
Oltrepassarono la soglia scrutando timorosi
l’interno che era avvolto in un silenzio irreale.
Era buio, illuminato solamente da due lampade
appoggiate su dei tavolini ai lati del letto dove giaceva il professore,
apparentemente addormentato.
Harry, Ron e Hermione, automaticamente, si fermarono
poco dopo aver oltrepassato la porta, come per abituarsi a quella pesante
atmosfera.
L’unico rumore nella stanza era il respiro pesante e
lento dell’uomo che, già normalmente debilitato a causa delle sue
trasformazioni, sembrava ancora più smunto, e il suo volto eradiventato scuro ericoperto di ferite.
Harry, che stava fra Ron e Hermione, cercò agitato
le mani di entrambi i due amici, e le strinse forte, come per cercare appoggiò
a quella scena che per lui si dimostrava troppo forte anche rispetto a come se
l’era immaginata.
L’uomo, improvvisamente, emise un doloroso gemito,
poi disse in un lamentevole sussurro…
“Ascolti bene…gliel’ho detto anche prima…io…” poi si
bloccò per fare un respiro profondo.
Ai tre amici si strinse il cuore e gli occhi iniziarono
a velarsi di lacrime.
“…io non voglio altri intrugli che mi facciano
dormire…quindi se ne vada…voglio rimanere solo e cosciente…ha…ha capito?”
continuò Lupin.
La domanda cadde nel vuoto… “Mi ha sentito?Ha…ha
capito cosa ho detto?Infermiera…”
A quella domanda che pareva quasi un invocazione,
Hermione rispose, con la voce rotta dal pianto… “Professore…non…non siamo gli
infermieri…siamo noi…”
Calò un profondo silenzio, poi, con molta fatica,
l’uomo ricominciò a parlare…
“Siete…siete voi? Siete…veramente voi?Hermione…”
La ragazza si lasciò fuggire un singhiozzo a labbra
chiuse… “Sì…professore…sono io…siamo qui…”
“E c’è…c’è anche Harry?”chiese con un tono
speranzoso, cercando avidamente con lo sguardo nell’ombra la figura dei tre
ragazzi.
“Sì professore…ci sono…ci sono anch’io…”rispose
Harry stringendo forte le mani dei due amici.
“Oh…bene, bene…”disse cercando di sorridere il
professore… “Perché…perché non vi avvicinate?Non…non riesco a vedervi…”disse
alzando debolmente di pochi centimetri il braccio sinistro.
I tre in sincronia si avvicinarono al capezzale del
letto; Harry andò a sistemarsi alla destra dell’uomo, Hermione e Ron dalla
parte opposta.
Adesso potevano vedere bene alla luce delle lampade
quel pallido viso: era molto scavato, pieno di ferite; aveva due grandi pestoni
sotto gli occhi, che erano vitrei e quasi sembravano offuscati.
Non era più il professore che conoscevano, forte,
spiritoso e coraggioso: era diventato debole e indifeso.
L’uomo girò il debole capo verso Ron; mise a fuoco
la figura del ragazzo, poi trasse un profondo respiro… “Ron Weasley…certo che
ti riconosco…riconoscerei un Weasley anche se fossi cieco…”
Il ragazzo si sforzò di sorridere.
“…impossibile scordarsi di un Weasley quando ne
incontri uno…specialmente uno come te con una…una paura pazzesca peri ragni…” l’uomo rise sommessamente, poi
tossì leggermente… “…sai, mi ricordo ancora di…quel Molliccio, il terzo
anno…davvero…davvero spassoso…il ragno con i pattini…eh si…un ottimo lavoro
degno di un Weasley…”
Il suo sguardo passò dal ragazzo a Hermione, che
cercava con immenso sforzo di trattenere il fiotto di lacrime che spingevano
per uscire.
Lupin sorrise… “E guarda un po’ chi abbiamo qua…la
nostra Miss Hermione Granger…”disse in un soffio, facendo sorridere la ragazza.
“Ottima studentessa…ottima ragazza…l’ho…l’ho detto e
lo ripeto…Hermione, sei la strega piùbrillante della tua età…incredibile…incredibile la
velocità con cui hai scoperto che ero un lupo mannaro…oh, accidenti a te…” finì
scherzando debolmente l’uomo… “è stato….è stato un immenso piacere poter essere
tuo insegnante…ma…ma non tenere quel muso…sei…sei più carina quando sorridi…”
Hermione commossa sorrise nervosamente, lasciando
scorrere sul suo viso le lacrime che cercava di trattenere…
“Oh sì…sì…adesso va meglio” finì Lupin sorridendo.
Con immenso sforzo, l’uomo voltò il viso lentamente
verso destra, mettendo a fuoco i lineamenti di Harry.
Lupin sorrise… “e qui, a completare…il
quadretto…abbiamo il figlio dei miei grandi amici…Lily e James…”
Harry sorrise, anche se si sentiva smarrito
trovandosi di fronte un uomo completamente diverso, così distrutto e debole.
L’uomo mosse quasi impercettibilmente il braccio
destro; poi, con immenso sforzo, lo alzò, portando la tremante e insicura mano
verso il volto del ragazzo.
Quando Harry sentì la fredda mano del professore
appoggiarsi sul suo viso, istintivamente la prese, mantenendola salda e ferma.
“Harry…dai…non…non fare quella faccia…il nostro
grande eroe non può permettersi di buttarsi giù in questo modo…”
“Mi spiace professore, ma in questo momento mi sento
tutt’altro che un eroe…”
“Oh no…no…non dire così…tu, ragazzo mio, sei la
nostra speranza…”
Il professore respirò profondamente, abbassando il
debole braccio…
“Ascolta ragazzo…come avrai capito è arrivato il momento
che segna l’inizio della fine. Tutta questa maledettissima storia di guerra e
distruzione sta volgendo al termine lentamente, portandosi dietro tante
vittime…ma sta terminando, in qualunque modo andrà finire, questa storia avrà
il suo epilogo.
Ma che te lo dico a fare…tanto lo saprai già…Harry,
hai passato tante di quelle cose, hai attraversato così tante sofferenze che
puoi definirti più vecchio di tutti noi rinchiusi in questa stanza…Mi spiace
solo di non poterti stare vicino…oh, quanto vorrei poter vendicare la morte dei
miei amici…combattere….combattere fino alla fine per vendicare James, la dolce
Lily, Sirius e tutti gli altri…ma temo mio malgrado di essere giunto al
capolinea…”
Hermione singhiozzò, portandosi le mani davanti al
viso; Ron le circondò le spalle con il braccio; Harry iniziò a vedere offuscato
a causa delle lacrime che cercava di trattenere dentro di sé.
“Ma no…no professore…lei non è arrivato a nessun
capolinea…professore…lei starà insieme a noi ancora a lungo, potrà vedere la
fine di questa guerra e vivrà anche dopo…”disse il ragazzo, consapevole che le
sue parole sarebbero sembrate infantili e quasi ipocrite.
Lupin rise sommessamente… “Ascoltami bene,
Harry…io…io, devo ammetterlo, non sono mai stato molto presente attivamente
nella tua vita, almeno non tanto quanto lo è stato Sirius…ma ora voglio donarti
qualcosa anch’io…i tuoi genitori ti hanno dato due volte la vita con il loro
amore, Sirius ti è stato accanto come un padre…ora anch’io voglio darti
qualcosa…qualcosa che tu conosci già, e mi odierai sentendomelo ripetere…ma
ascoltami. Volente o nolente, tu sei uno dei due fulcri su cui si basa questa
lotta senza fine…Combatti, ragazzo mio…combatti per ciò in cui credi, fino alla
fine, senza rinnegarlo per nient’altro che tu non ritenga più
importante…Combatti per proteggere te stesso, i tuoi amici e le persone che
credono in te. L’amore che ti sostiene è immensamente più grande di tutto il
potere oscuro nelle mani di Voldemort…l’amore è la tua arma, e il credere in
esso ti darà la forza di sconfiggere il tuo nemico. Non fare l’errore di
crederti meno potente di lui solo perché il Signore Oscuro è più esperto e ha
poteri più forti…se parti con quest’idea, sei già morto. Se c’è una cosa che ho
imparato da tutta la mia vita, peraltro molto movimentata e strana, è che
vivere è un’eterna lotta contro tutti e per tutti…bisogna combattere per
vivere. Niente, Harry, ti si presenta già bello confezionato davanti agli
occhi…no. Quello che ho imparato dalla vita è che bisogna lottare per sentirsi
vivi…lottare per la più piccola cosa, fino alla più grande. E allora vivi,
Harry. Lotta, combatti, ama, odia, crea, distruggi. Tutti noi conserviamo nella
nostra anima e nel nostro cuore grandi poteri…tutti noi siamo potenziali eroi.
E tu sei un eroe, Harry. Sei un eroe non tanto perché ti sei ritrovato a essere
involontariamente l’arma per fermare questa tragedia…lo sei perché hai
affrontato la vita a testa alta…non ti sei arreso, sei andato avanti, sempre e
comunque, affrontando deciso il tuo destino….e ti ammiro per questo, e sono
immensamente orgoglioso di te…Non ti arrendere al primo ostacolo…ti accorgerai
che una volta superato questo, troverai qualcosa di molto più bello e luminoso
rispetto a quello che avevi prima…ogni passo fatto su questa terra, se fatto
con passione, è un miglioramento, è un procedere verso qualcosa di più luminoso
e grande…Non ti arrendere, Harry…lottare e combattere è un dono che ci ha dato
la vita…senza questo, non esisterebbe neppure qualcosa definibile con la parola
vita. E ama…ama con tutto te stesso, metti la passione che hai dentro in ogni
cosa…ama quello che sei, chi ti sta intorno e quello che fai…dai amore, e
troverai altrettanto amore, perché, per quanto possa sembrare ridicolo a dirsi,
la tua vita, che a chi la guarda dall’esterno può sembrare solo piena di odio e
dolore, in realtà è l’esistenza più piena d’amore che io abbia mai
conosciuto…combatti per questo dono che ti è stato fatto…combatti per vivere e
amare…fino alla fine…”
Lupin stava guardando il ragazzo intensamente…come
per fotografare ogni più piccolo particolare…come se fosse consapevole che
quella fosse l’ultima volta che avrebbe visto il figlio di Lily e James.
“Io…io…sì, certo, me ne ricorderò…”disse a bassa
voce il ragazzo, emozionato e nel contempo spaventato dal tono del professore.
Lupin sorrise…un sorriso a labbra chiuse, pieno di
tristezza e rimpianti…
“E…il discorso vale anche per voi due…”disse,
girandosi verso Hermione che si tolse le mani dal viso, annuendo fortemente con
il viso rigato di lacrime.
“Si signore…ce ne ricorderemo…”affermò Ron guardando
l’uomo tristemente.
Lupin sorrise nuovamente; fece un profondo e
doloroso sospiro, poi disse in un sussurro… “Avanti adesso…dovete andare
via…non crediate mica di saltare le lezioni di domani solo perché siete venuti
a fare visita a un povero moribondo…”
I tre si sforzarono di sorridere…
“Addio ragazzi…comportatevi bene…e non fate troppi
casini…anche se so che è un avvertimento inutile dato che il Trio di Hogwarts
non sarebbe tale senza le sue avventure…”
I tre sorrisero, iniziando ad allontanarsi dal
letto, nascondendosi nuovamente nella penombra.
“Arrivederci, professore…”disse Hermione, seguita
dalle voci dei due amici.
Una volta che i tre arrivarono alla porta, Lupin
trovò la forza di alzare il braccio sinistro, in segno di saluto, e lo tenne
alzato fino a quando non scomparirono, chiudendo alle loro spalle la porta,
lasciandolo nuovamente al silenzio e al buio.
Remus respirò profondamente, quasi angosciato, poi
chiuse gli occhi, in cuor suo desiderando di non riaprirli per non rinnovare la
sofferenza dell’addio alle persone che amava di più.
***********
Harry, Ron, Hermione e Ginny erano tornati a
Hogwarts che erano circa le 11.30 di sera.
Ginny, stremata, aveva subito salutato i tre e si
era diretta in camera a dormire, lasciando il trio alla sua intimità.
Ron guardava fuori dalla finestra, mentre Hermione
stava raggomitolata nel divano con gli occhi ancora rossi.
Harry era seduto sul tappeto, vicino al caminetto;
la sua mente viaggiava alle parole dette dal professore, al suo viso e alla
paura di perdere l’ultimo vero collegamento affettivo che lo rimandava ai suoi
genitori.
Lupin, in fondo ancora prima di Sirius, era stato la
persona con cui aveva iniziato a confidarsi, a rivelare le sue debolezze e
paure, e ora Voldemort aveva punito anche lui.
Lo aveva punito perché era entrato nella vita di
Harry Potter.
“ACCIDENTI”urlò il ragazzo battendo violentemente il
pugno chiuso nel pavimento.
Ron si girò di scatto; Hermione sussultò appoggiando
i piedi a terra.
“Mi spiegate perché…”iniziò Harry voltandosi verso
gli amici… “perché tutte le persone che hanno a che fare con me devono
morire!Perché Voldemort ha scelto me!Io non sono nessuno…non ce la farò mai…mai
a distruggerlo!Sono stanco di tutto questo…stanco di morte, di vendette…sono
stanco…non ce la faccio più…adesso basta…BASTA!”
Harry si era messo in ginocchio rivolto verso gli
amici, che lo guardavano sofferenti; poi abbassò il viso a terra, soffrendo e
stringendo i pungi fino a far diventare bianche le nocche delle mani.
Due solitarie lacrime caddero sui suoi pantaloni.
“Harry…”bisbigliò Hermione, accovacciandosi accanto
a lui, mentre Ron si avvicinava ai due.
“Harry, guardami, avanti…”disse la ragazza facendo
in modo con un dito di alzare delicatamente il viso rosso del ragazzo… “Te l’ho
già detto…ricordi?Non ti devi disperare…devi avere fiducia…Lupin ce la farà…e
poi non sei solo…insieme ce la faremo…io, te e Ron. Non ti lasceremo mai…mai da
solo…se ti guarderai intorno, vedrai sempre noi due al tuo fianco. Abbiamo
iniziato questa guerra insieme…abbiamo istintivamente accettato di affrontare
tutto questo insieme 7anni fa, e insieme la finiremo…uscendo vittoriosi…”
Lo sguardo di Harry tornò sulle sue ginocchia.
“Harry, non disperarti…ci vedi?Siamo qua per te, lo
siamo sempre stati e lo saremo per sempre, fino alla fine…siamo il Trio di
Hogwarts…niente e nessuno ci potrà mai separare…affronteremo tutto questo
insieme…e non sarai mai solo…”
Hermione notò gli occhi di Harry inumidirsi, e le
lacrime uscire da quei tristi occhi verdi; alla ragazza tornò in mente quella
lontana sera di luglio, a casa Black…sorrise, circondando poi con le braccia
Harry, che rispose all’abbraccio dell’amica nascondendo il viso nella sua
spalla.
Hermione guardò Ron, che si avvicinò e si
inginocchiò nel tappeto, accanto ai due amici.
“Herm ha ragione come sempre, amico…noi siamo qui, e
saremo uniti fino alla fine…”bisbigliò sentitamente il ragazzo, abbracciando a
sua volta contemporaneamente i due amici e appoggiando il viso sopra le teste
dei due.
Stettero così per molti minuti: tre amici,
abbracciati, che si erano appena rinnovati una tacita promessa fatta 7anni fa
quando per la prima volta si erano incontrati sull’Espresso di Hogwarts.
***********
GRAZIE PER LA
VOSTRA IMMENSA PAZIENZA!
NON
IMMAGINERETE MAI…
IO, PROPRIO
IO… STARE 15GIORNI SENZA IL COMPUTER…
PER POCO NON
SONO CADUTA IN DEPRESSIONE ^_^
COMUNQUE, SONO
DI NUOVO QUA’ CON UN IMMENSO CAPITOLO LUNGO PER SDEBITARMI DEL TEMPO CHE E’
PASSATO…
La voce seria e profonda del preside risuonò nella
stanza.
Severus Piton aveva il viso pallido, percorso da
varie ferite ancora non ben emarginate, una mano stretta all’altezza del polso
destro e il volto abbassato con i caratteristici capelli neri e unticci che a
stento lasciavano intravedere occhi neri e sofferenti.
Silente si girò a guardare il professore…
“Ebbene…non vuole rispondermi?”
“Io…l’ho delusa, non è vero?” la sua voce era
profonda e turbata, quasi venisse da qualche remoto luogo.
“Il punto non è se mi ha deluso o meno…e, per dir la
verità, lei non mi ha deluso…”continuò Silente guardando l’uomo da sopra i suoi
occhiali a mezzaluna… “immagino non sia facile rimanere fermi quando Voldemort
chiama…”
A sentir pronunciare il nome del Signore Oscuro, il
professore alzò gli occhi, attraversai da un chiaro brivido di paura e rabbia.
“Perché non ha obbedito a ciò che gli avevo detto,
Severus?” chiese il vecchio con tono più dolce.
Piton strinse forte il pugno appoggiato al bracciolo
della poltrona dove stava seduto, ricurvochiuso su se stesso.
“Accidenti, Silente!Io…io gliel’ho spiegato…è
successo che il braccio ha iniziato a farmi male…un male atroce…mai stato così
forte…e la notte stessa mi è apparso in sogno Lui, dicendo che aveva bisogno di
me e che non potevo mancare altrimenti avrebbe interpretato questo come
tradimento e mi avrebbe punito in modo da lui ritenuto uguale alla mia colpa…”
“Lo so…questo me lo ha già raccontato…”disse
pazientemente Silente, portandosi faccia a faccia con l’insegnante… “E io le
avevo detto di non andare…degli Auror del Ministero l’hanno vista già una volta
la sera di Natale con la Lestrange…le stanno alle calcagna…credono che lei sia
tornato alle schiere del Signore Oscuro…e se continua in questo modo, ben
presto la spediranno ad Azkaban…”
“Ne sono consapevole Signore…ma io…io sento di
essere colpevole…ho passato tanto, troppo tempo a servire il male, e ora voglio
sdebitarmi…lei…lei mi ha salvato…voglio dimostrarle che non tradirei mai la sua
fiducia…”
Silente respirò profondamente e tristemente,
portandosi alle spalle di Piton.
“Allora…mi racconticosa è successo quella notte…”
Piton alzò il volto, respirò profondamente poi, con
grande sforzo, iniziò a raccontare dell’ultimo attacco dei Mangiamorte, la
stessa sera in cui Lupin era rimasto ferito.
“Io…io ho visto chi lo ha ferito…”
“Chi è stato Severus?…Chi ha tentato di uccidere
Remus…”
Un silenzio li avvolse…
“L’incarico…Il Signore Oscuro aveva affidato a me il
compito di uccidere Lupin…Quando ci siamo trovati di fronte…bè, abbiamo finto
di combattere…lui sa tutto su di me…sul nostro piano, per cui abbiamo
volontariamente lanciato incantesimi in modo da non prenderci…però…”
Silente lo fissò, come per incitarlo a proseguire.
“…però Lui se n’è accorto…mi ha lanciato un
incantesimo di Ostacolo, e miha
sbalzato di lato…Lupin ha come cercato di venirmi incontro, ma non ha potuto
perché si è ritrovato Lui davanti. Il Signore Oscuro avanzava verso di lui..e
io…io ho provato a dire, a gridare < Signore…lo lasci a me…una creatura
inferiore come lui non merita di essere ucciso da Lei >… provai a distrarlo,
ma si girò verso di me, lanciandomi un altro incantesimo… < Traditore >
mi disse, poi puntò la bacchetta contro Remus…pronunciò una formula mai sentita…e
così…”
Incredibilmente una lacrima scese sulvolto ferito di quell’uomo di pietra…
“Silente…come sta?”
“Male Severus, male…i Medimaghi credono che
difficilmente potrà andare avanti più di qualche giorno…ha chiesto di vedere
Harry e gli altri ragazzi…”
“Potter?…E come l’ha presa…”
“Secondo lei, Piton?”disse ironicamente Silente.
“Potter è a conoscenza dei piani…di ciò che sta
avvenendo?”
“No…sa, io come un vecchio stolto riconosco i miei
sbagli, ma continuo a ripeterli…”
“A cosa si riferisce?…”
“Harry sa che cosa si sta movendo fuori Hogwarts…ma
non conosce che le cose stanno procedendo velocemente…più velocemente del
previsto…non sa che siamo spiazzati, senza alcun piano per difenderci….avevo
promesso che gli avrei riferito sempre tutto, ma non voglio…è ancora un
ragazzo…ha sempre vissuto in questo modo…”
“Quindi lui e i suoi amici non conoscono la
strategia…”
“No, però sono tutti e tre ragazzi svegli…credo non
riusciremo a tenere nascosto tutto per molto tempo…”
“E per quanto riguarda noi, Signore?Io conosco i rischi…ma
voglio continuare…”
“Lei conosce i rischi di ciò che stiamo
facendo…continui a rispondere alle chiamate di Voldemort, ma stia attento…gli
Auror del Ministero non conoscono i nostri piani…potrebbero arrestarla e
mandarla ad Azkaban in un momento…”
Piton rimase in un silenzio di meditazione, poi
disse… “Io non mi arrendo…questa è la nostra unica speranza per ora…continuerò
il piano…”
La mano sinistra dell’uomo lentamente passava sul
doloroso tatuaggio del braccio destro.
***************
Era pomeriggio e Harry,Ron e Hermione si trovavano in una
piccola aula della scuola e scrivevano distrattamente una serie di Incantesimi
dettati dal professor Vitius, descrivendo i loro effetti fin nei più piccoli
dettagli.
Harry stava col gomito appoggiato sul tavolo, con la
mano sinistra appoggiata sulla guancia mentre scriveva distrattamente le parole
del professore sotto dettatura.
Decisamente, la mente del ragazzo non era
concentrata sulle parole di Vitius: nella sua mente apparivano continui flash
della visita al San Mungo a Lupin, dell’incubo fatto la notte di S.Valentino, e
il tutto si mescolava con i difficili allenamenti di Quiddich e le parole non
dette fra lui e Hermione; i due conservavano un silenzioso segreto, lo si
capiva dagli sguardi e dal loro modo di fare.
Erano passati 5giorni dall’attacco dei Mangiamorte e
dal ritorno ufficiale di Voldemort sul campo di battaglia; naturalmente Rita
Skeeter e altri giornalisti che parevano sue degne copie, avevano riempito le
pagine della Gazzetta del Profeta di articoli catastrofici,toccando inevitabilmente anche l’argomento
< Harry Potter, i traumi del Bambino Sopravvissuto > .
Quando il Trio passava per i corridoi di Hogwarts,
molti abbassavano lo sguardo per non incrociare casualmente quello di Harry,
altri invece lo analizzavano fissandolo, facendo trasparire vaghi segni di
compassione.
Ma questi non erano gli unici segnali ad indicare
che era accaduto qualcosa: si potè notare, infatti,che in pochi giorni gli studenti erano diminuiti di numero.
Infatti, nonostante le avvertenza del Preside, molti
genitori erano venuti personalmente a ritirare i propri figli dalla scuola; la
paura era tanta, e non sempre il panico veniva sopraffatto dal ragionamento
razionale.
Durante i pranzi e le cene in Sala Grande, si notava
soprattutto che il tavolo Tassorosso era rimasto orfano dei propri ragazzi;
molti, infatti, erano di origine Mezzosangue, o addirittura figli di Babbani,
per cui a maggior ragione i genitori, conoscendo bene a chi andavano le
preferenze del Signore Oscuro, preferirono far frequentare ai figli una normale
scuola babbana piuttosto che rischiare ogni giorno di restare uccisi.
Il tavolo Serpeverde, al contrario, era completo di
tutti i ragazzi che, boriosi, si iniziavano a vantare di appartenere a quella
casa “eletta”; anche Malfoy aveva iniziato a comportarsi in modo strano.
Era come pacato, calmo: quando vedeva Harry, si
limitava a lanciargli occhiate intimidatorie, ma per il resto non lo attaccava
verbalmente; si sentiva sicuro, e questo rendeva ancora più nervoso Harry.
“Harry!”bisbigliò Hermione dando all’amico una
gomitata sul fianco.
Il ragazzo si riprese dai suoi pensieri, notando che
i componenti della classe di Auror si erano alzati in piedi, mentre
Vitius,dopo aver assegnato gli ultimi
compiti, si apprestava a uscire dalla stanza.
Allora anche Harry si alzò in piedi, raccogliendo
pergamene e libri, mentre ai suoi lati Hermione e Ron si lanciavano occhiate
preoccupate.
Una volta usciti dalla stanza, si diressero al
Dormitorio Grifondoro, piacenti del fatto che, in quell’ora pomeridiana, i
corridoi erano veramente poco popolati.
“Avete visto che sta venendo fuori il sole…”iniziò
Ron scrutando fuori dalle grandi finestre… “io proporrei di andare in cortile
invece che rimanere dentro…”
Subito il ragazzo fu raggiunto dall’occhiata
ammonitrice di Hermione… “Ron…ti ricordo che dobbiamo finire molti compiti
ancora…”
“Avanti Herm…con tutte le cose che stanno
succedendo, pensi ancora a startene su quei maledetti libri…credo proprio ci
siano cose più importanti a cui pensare…”disse Harry in un tono che si dimostrò
cattivo e acido.
Hermione lo scrutò un po’ offesa, poi continuò con
passo veloce a percorrere il corridoio dicendo… “Oh, bè…fate come volete, come
avete sempre fatto, d’altronde. Andiamo pure in cortile…”
La ragazza li superò, raggiungendo per prima il
quadro della Signora Grassa ed entrando; Ron e Harry si ritrovarono con la
porta chiusa proprio mentre stavano per oltrepassare la soglia.
Ron si limitò a lanciare un occhiata allusiva a
Harry…
“Che c’è?”chiese ingenuamente il ragazzo, sapendo
benissimo il motivo di quello sguardo.
“…Niente…”si limitò a rispondere Ron, pronunciando
subito dopo la parola d’ordine per entrare in Sala Grifondoro.
Harry lo seguì irritato sui gradini fino al
Dormitorio, dove lasciarono tutti i libri e presero mantelli e sciarpe; una
volta scesi in Sala, trovarono Hermione insieme a Ginny, la prima con in mano
un libro e la seconda con una pergamena e una piuma.
“Ginny…da quando sei diventata così
studiosa?”domandò Ron scendendo gli ultimi gradini seguito da Harry e
raggiungendo le due.
“Oh no no…non hai capito fratello…”rispose
sorridendo la ragazza… “questi sono gli attrezzi di Herm…”
Harry guardò Hermione, che lo ricambiò con uno
sguardo triste…
“Bene…allora possiamo andare…”disse Hermione,
riprendendosi e sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi, anche se poco
credibile.
I quattro andarono nel cortile della scuola
sedendosi su di un basso muretto; Harry e Ron discutevano sulla partita del
giorno dopo, Hermione fingeva di leggere il libro di Pozioni e Ginny si
divertiva a passare il tempo a guardare col naso in su le nuvole che veloci
passavano nel cielo.
Questa strana e inusuale situazione durò per poco,
fino a quando Ginny, indicando un punto nel cielo, disse “Ron…quello mi sembra
Leo…”
Harry, Ron e Hermione si distrassero dai loro
intenti, alzando gli occhi al cielo verso quel punto che iniziava a essere
sempre più visibile.
“Sì Ginny…è proprio Leo…”disse Hermione, riuscendo
dopo poco a distinguere la figura dell’ormai noto gufo di casa Weasley.
Il cuore di Harry iniziò a battere forte: se Leo
doveva consegnare una lettera, di sicuro c’erano novità riguardo Lupin.
Questo pensiero entrò anche nelle menti di Ginny,
Hermione e Ron, che ormai fremevano per avere fra le mani quel pezzo di carta.
Leo planò dolcemente sulla spalla di Ginny,
consegnando a lei la lettera.
Al grazie della padroncina, Leo fece un piccolo
stridio cozzando la testa contro la guancia della ragazza, che nel frattempo,
circondata dagli altri, stava aprendo la lettera…
20 Febbraio
Carissimi
ragazzi,
scrivo solo per tenervi informati sulle
condizioni di Remus.
Lupin
è sempre stabile: non migliora e non peggiora.
E’
costantemente sottoposto a controlli e visite; i Medimaghi si stanno impegnando
moltissimo, anche se ancora non sono purtroppo riusciti a trovare un antidoto.
Non
vorrei crucciarvi con le mie parole, però spesso durante i momenti di crisi e
delirio, Remus non fa altro che pronunciare i nomi di Lily e James, insieme a
quelli di Harry e Sirius.
Voi
concentratevi sulla scuola: se ci saranno novità importanti ve lo farò sapere.
Quando
ci sarà l’opportunità di farvi tornare al San Mungo, Arthur ne parlerà con
Silente.
Stati
attenti.
Bacioni
Molly Weasley
Harry si sedette nuovamente sul muretto, mentre Ginny
ripiegava accuratamente la lettera.
“Almeno
non peggiora…”osò dire Hermione, sedendosi vicino a Harry.
“Ma
neppure migliora Hermione…”disse silenziosamente Harry… “…e poi ci dice di
concentrarci sulla scuola…”
“Mia
mamma mi ricorda tanto te per certi lati, Herm…sempre a pensare alla
scuola…”disse Ron.
“Non
è divertente, Ronald….”disse seria Hermione, alzando gli occhi scocciati
all’amico.
“Logico
che siamo tutti preoccupati…” iniziò Ginny sedendosi accanto Hermione… “…ma non
possiamo fare niente per adesso…”
“Wow…che
bella consolazione…”disse Harry, sempre con lo stesso tono irato con cui aveva
risposto a Hermione minuti prima.
“Ma
che è…ti sei alzato dalla parte sbagliata del letto Harry?…”disse ironica Ginny
guardandolo storto… “cosa credi…siamo tutti preoccupati…non c’è bisogno che ti
sfoghi su di noi…non centriamo nulla e siamo tesi esattamente come te…”
Harry non aveva voglia di litigare, per cui si limitò a
lanciare una occhiata storta alla ragazza, poi sbuffò e scese dal muretto,
mettendosi le mani in tasca e alzando gli occhi al cielo.
“Dai
Harry…”iniziò Ron… “pensa a concentrare tutto nella partita di domani…”
“Ron
ha ragione…”disse Hermione, guadagnandosi l’espressione sorpresa di Ron… “pensa
alla partita, prova a scacciare i pensieri in questo modo…”
Harry
sapeva che le sue preoccupazioni erano le stesse che tormentavano i pensieri
degli amici, per cui non sarebbe stato giusto sfogare la rabbia su di loro.
Si
girò verso Hermione e gli altri… “Certo…domani c’è Quiddich…vedrò di impegnarmi
al massimo, ve lo prometto…”
Tutti
e tre lo guardarono soddisfatti, sorridendo, quando improvvisamente…
“Per
la barba di Merlino!” esclamò Ron, abbassandosi appena in tempo prima che un
gufo dalle enormi dimensioni sfiorasse i suoi capelli con gli artigli affilati.
“Ma
cosa…” disse Harry seguendo con lo sguardo l’uccello che, fatto un giro stava
tornando indietro… “ancora posta?”
Il
gufo, questa volta con più attenzione, planò poco lontano dai ragazzi,
camminando poco agilmente verso di loro.
Arrivò
fino ai piedi di Hermione, per poi spiccare un salto e posizionarsi sul grembo
della ragazza che, spaventata, sussultò.
“Credo che questa volta la posta sia per te, Herm…”disse
accigliata Ginny, allontanandosi di qualche centimetro dalla ragazza.
“Davvero…?Non-non l’avrei mai detto…”disse ironicamente
Hermione, sfilando delicatamente dalla zampa del gufo un rotolo piccolo di
pergamena, chiuso con un sottile nastro rosso; la ragazza iniziò a leggere…
20 Febbraio
Cara
Hermione,
come
stare?
Spero
tu ricordare che io averti scritto che fra pochi giorni torno in Bulgaria…
Sai,
speravo tanto di rivedere te prima di andare via da Inghilterra…
Ti
va?
Pensavo
che sarebbe stato bello vederci domani pomeriggio sulle 4…
Io
sapere che ci sono guardie a Hogwarts, però tu non preoccuparti perché io
troverò modo di entrare, basta che tu mi dici che ti va di vedermi…
Spero
tanto di vederti domani, perché io devo dire te cosa importante…
Ci
vediamo vicino alla zona del Platano Picchiatore…
A
domani.
Baci,
tuo sempre
Viktor.
“Ancora!” esclamò Ginny che, come sempre, sbirciava le
lettere indirizzate all’amica.
“Non adesso…” bisbigliò Hermione lasciando scivolare
la pergamena a terra e portandosi le mani alle tempie “…perché proprio ora…”
Harry delicatamente raccolse il foglio da terra, e
scorse con gli occhi la lettera una prima volta; poi, avendo paura di aver
letto male, la rilesse un’altra volta, e un’altra ancora.
Infine, senza parole ed estremamente serio, ripiegò
la lettera porgendola a Hermione; Harry non osava guardarla negli occhi.
La ragazza prese dalle mani dell’amico la lettera,
poi si alzò velocemente in piedi appoggiando poco delicatamente la pergamena
sul muretto.
Il silenzio li avvolgeva: Ginny e Ron non facevano
altro che passare lo sguardo da Hermione, che stava in piedi dando le spalle ai
tre, a Harry, che teneva lo sguardo basso e le labbra serrate.
“Che faccio, Ginny?”chiese improvvisamente Hermione
girandosi di scatto verso l’amica.
Ginny, presa alla sprovvista, iniziò a balbettare…
“Io…bè…ascolta Herm…io farei…forse…”.
Mentre la ragazza cercava di formare un discorso
sensato e con una logica, finalmente Harry alzò gli occhi per guardare
Hermione, che ricambiò lo sguardo.
I due si guardarono intensamente, parlando con gli
occhi, dicendosi tantissime cose.
“Io vado” disse fermamente Hermione, mantenendo
fermo lo sguardo su Harry.
Ginny, che ancora stava pensando ad una risposta, si
fermò di colpo, guardandola come se così potesse ricevere una spiegazione
dall’amica, che però rimaneva impassibile e immobile.
“Come!?” reagì invece Ron… “Cosa vuol
dire…Hermione!”
La ragazza voltò di scatto il viso verso l’amico.
“In che senso vai?” ripetè Ron.
“Non è difficile, Ronald…nel senso che voglio
vedermi con Viktor…voglio sapere quello che mi deve dire…”
“Ma…avanti Herm!Io…non mi fiderei così ciecamente di
lui…”
“Oh, questa non è una novità…mi ricordo come lo hai
trattato male l’anno del Ballo del Ceppo…” disse ridendo.
“Eh dai, Herm…non credo sia il caso di ritirare
fuori una storia così vecchia…” rispose con voce lamentevole.
“Appunto…se ho deciso di andare ci sono i miei
motivi…”
Ron, sentendosi sconfitto, fu altamente tentato di
fare una domanda…una domanda rischiosa…
“Che ne pensi Harry?” chiese Ron bruscamente
guardando l’amico.
Il ragazzo si voltò di scatto verso di lui…non si
aspettava quella domanda, ma soprattutto non se la aspettava da Ron, lui che
conosceva cosa c’era fra lui e l’amica.
“Io…”bisbigliò, portando lo sguardo sul viso ansioso
di Hermione…“Credo che Hermione sia liberissima di fare quello che crede
giusto…se ha deciso di incontrare lui, avrà le sue buone ragioni” finì,
abbassando nuovamente il viso a terra.
Ron alzò gli occhi al cielo, sospirando; Hermione
sorrise nervosamente.
“Grazie, Harry…” disse a bassa voce.
“Oh…figurati…” rispose il ragazzo, poco convinto.
Passò mezz’ora, dove non toccarono più l’argomento
Lupin, e tantomeno quello delicatissimo di Viktor, quando decisero di iniziare
a incamminarsi verso la Sala Grifondoro, le ragazze in testa.
Harry, con il viso rabbuiato, stava dietro alle due,
guardando Hermione che, silenziosa, camminava a passo spedito a fianco di
Ginny.
Il giorno dopo sarebbe stato davvero uno dei più
duri per Harry: la prima partita di Quiddich da capitano e l’incontro di
Hermione con Krum.
Il ragazzo si sentiva agitato e nervoso.
Solo una cosa avrebbe potuto farlo sentire
decisamente meglio.
Dare un pungo in piena faccia a Krum, e poi uno a se
stesso per premiarsi come campione mondiale di stupidità.
**************
“Nervoso Harry?”
Il ragazzo era seduto al tavolo Grifondoro per il
pranzo, quando, sentendo una vocina vicino al suo orecchio destro, si girò di
scatto, trovandosi davanti il viso di Cho, pettinata con i capelli raccolti in
una coda, già prontissima per la partita.
“Ehi, ciao Cho…”disse Harry, sorridendo e
appoggiando la forchetta sul piatto ancora pieno di minestra.
La ragazza sorrise, salutando Hermione e Ginny dalla
parte opposta del tavolo.
“Non dirmi che intendi giocare senza aver mangiato
neanche un boccone, capitano!” chiese ironicamente Cho fissando il piatto di
Harry… “Devi mangiare, altrimenti non ti reggi sulla scopa…”
“Non ti preoccupare Cho…”intervenne Hermione… “sono
7anni che io e Ron gli ripetiamo sempre le stesse cose, ma sembra che si
diverta a disputare le partite a stomaco vuoto…”
Le ragazze e Ron risero, mentre Harry si passò una
mano fra i capelli, arrossendo.
“Spero che abbiate preparato una buona
formazione…”avvertì la ragazza in tono di sfida rivolgendosi a Harry…
“Corvonero è diventata un ottima squadra, e non ci arrenderemo facilmente!”
“Oh, ne sono consapevole Chang…” disse Harry,
cogliendo il tono della ragazza… “non vi aspettate un gioco gentile da parte
nostra…siamo disposti anche a far cadere dalle scope le ragazze, se
necessario!”
“Oh, che galantuomo Potter!” disse sorridendo
Cho…“Allora ci vediamo dopo sul campo…Ciao ragazzi!” finì, dando una pacca
sulla spalla a Harry e Ron e salutando con la mano le altre ragazze.
“A che ora inizia la partita, ragazzi?” chiese
Hermione, bevendo un gran sorso di acqua dal bicchiere.
“Inizia alle 4.30…”disse Ginny… “però noi abbiamo
deciso di incontrarci negli spogliatoi alle quattro meno un quarto, così da
discutere gli ultimi dettagli…giusto capitano?” disse la ragazza, interpellando
Harry.
“Giustissimo Weasley!”rispose Harry.
“Bè, allora farò di tutto per riuscire a
vedervi…”disse Hermione pensierosa, fissando fuori dalle finestre della Sala
Grande.
“Come Herm!Non vieni a vederci?” rispose indignato
Ron, quasi affogandosi col suo succo di zucca… “Ok che non ti piace il
Quiddich, ma sei sempre venuta alle partite dei Grifondoro…”
Hermione lo guardò incredulo… “Te ne sei già
scordato, Ronald?Ho un altro impegno…” finì abbassando gli occhi.
“Impegno? Che impegno…”rispose Ron che realmente si
era scordato della lettera del giorno prima.
Harry, che ascoltando il discorso si stava irritando
sempre di più, reagì voltandosi verso l’amico e rispondendo al posto di
Hermione… “Hermione si deve incontrare con Krum…te ne sei già scordato Ron?”
Ron rimase a bocca aperta, arrossendo vistosamente
per la figuraccia appena fatta e per l’imbarazzo che aveva nuovamente creato…
“Oh si…certo che non me ne ero scordato…Krum…si, giusto…” disse, portando
nuovamente gli occhi sul piatto.
Ginny si schiarì la voce… “Avanti Herm…credi di non
riuscire a liberarti per quell’ora?”
“Non lo so…spero di sì…dipende da quello che Viktor
mi deve dire…”disse pensierosa la ragazza.
Soprappensiero, Ginny rispose a ruota dicendo… “Oh
avanti Herm!Tanto sai già cosa vuole dirti quello là! < Hermione tu mi piaci
da tantissimo tempo, sei la donna della mia vita, la luce dei miei occhi > e
robe del genere, per concludere con una bellissima frase genere <
Tu-volere-essere-mia-ragazza > pronunciato con un tono modello uomo-delle-caverne,
e coroneresti il suo sogno se accettassi di ricambiare un profondo bacio
appassionato…E’ prevedibile…gli uomini sono tutti uguali, vogliono solo una
cosa…”
Ginny alzò gli occhi davanti a sé, deglutendo in
fretta i fagiolini che aveva appena messo in bocca.
Hermione la stava guardando a bocca aperta, rossa in
viso; Ron non sapeva se scoppiare a ridere o trattenersi e restare con uno
sguardo impassibile; Harry giocherellava nervoso con delle briciole di pane
sparse sulla tovaglia.
“Ma…naturalmente, Herm, fai pure con comodo!Prenditi
i tuoi tempi e…e poi, magari ti deve solo chiedere…bè, qualcos’altro, giusto?”
Hermione apriva e chiudeva la bocca come un pesce,
altamente imbarazzata; poi tornò a tormentare il cibo nel suo piatto,
sorreggendosi la testa con la mano sinistra.
Harry sembrava rimasto impassibile, mentre Ron e
Ginny si guardarono con un espressione che diceva chiaramente < Caspita che
casini > …
Era evidente ormai che, minuto dopo minuto, la
tensione si alzava di livello...
************
“Harry!Dai, sono le quattro meno dieci…dovremmo già essere
agli spogliatoi…tutti gli altri saranno già lì…”disse freneticamente Ron,
raggomitolando malamente la sua divisa da portiere.
“Lo so Ron!” disse Harry frugando nervosamente
dentro il baule e prendendo anche lui divisa e pergamene con gli schemi di
gioco…
“Allora!Ci sei?”disse spazientito l’amico.
“SI!” rispose Harry riemergendo dal baule con
un’espressione quasi sconvolta e tenendo in mano tutto il necessario… “Andiamo,
dai!”
I due scesero dalla Sala Grifondoro correndo
velocemente, percorrendo di fretta tutti i corridoi mentre gli altri alunni,
squadrandoli malamente, si dirigevano nelle loro rispettive Case a prepararsi
per assistere alla partita Grifondoro contro Corvonero.
“Accidenti!” disse Harry inchiodando improvvisamente
una volta arrivati al portone che conduceva fuori nel guardino della scuola.
Col fiatone, Ron si fermò, guardando l’amico e
chiedendo in tono sconvolto… “Che…cosa…cosa c’è, adesso?”
“Mi sono scordato di sopra il Quiddich in 3D…devo
farvi vedere le ultime modifiche alle formazioni…”
Ron lo guardò sconvolto, alzando gli occhi al cielo
e farfugliando qualcosa che somigliava a un lamento.
“Dai Ron…faccio una corsa di sopra…tu vai e di agli
altri che arrivo subito, capito?” disse Harry, ormai rassegnato all’idea di
dover ripercorrere tutte le scale; Ron rispose solamente alzando il pollice
destro in aria, poi si voltò e camminò velocemente verso il campo di gioco.
Anche se controvoglia, Harry ricominciò a fare di
corsa le scale, attirando nuovamente su di sé gli sguardi curiosi dei ragazzi;
ormai senza fiato, giunse davanti alla Signora Grassa.
“Luce Solem…” bisbigliò Harry.
“Come caro…non ho sentito..”disse la donna, tendendo
l’orecchio.
Dopo un profondo respiro, Harry ripetè la parola
d’ordine…”Luce Solem!”
“Bè…la parola d’ordine è esatta…ma caro, non eri
uscito da qua dentro 2minuti fa?” chiese curiosa la Signora Grassa.
“Ascolti…non vorrei sembrarle scortese…ma mi sono
scordato una cosa di…urgente…ho fretta e devo prenderla…”rispose Harryche non aveva alcuna voglia di soddisfare le
carenze di attenzione della guardiana di Casa Grifondoro.
“Capisco…bè, entra pure, entra pure…ma la prossima
volta devi stare più attento…”finì la donna scocciata, facendo segno a Harry di
entrare.
Il ragazzo finalmente farfugliò < Grazie >, ed
entrò in Sala Comune, pensando seriamente che forse sarebbe stata ora di
cambiare la Signora Grassa con qualcun altro, oppure dare alla guardiana una
compagna di chiacchiere.
Mentre questi pensieri gli scorrevano per la testa,
improvvisamente sbattè contro qualcuno; sentì un gran dolore alla testa e
indietreggiò, riuscendo però a tenersi in piedi.
“Ahia!” disse arrabbiato Harry… “Accidenti!Cerca di
stare attento a dove metti i piedi, capito?”
“S-Scusa Harry…”bisbigliò una vocina provenente dal
basso.
Harry aprì gli occhi, si chinò a raccogliere gli
occhiali che gli erano caduti nello scontro e, una volta indossati, cercò di
mettere a fuoco la figura che si trovava a terra…
“He…Hermione?”
La ragazza si stava lentamente rialzando,
massaggiandosi la testa con una mano, mentre con l’altra sorreggeva una scatola
di legno.
“Scusa Harry…il fatto è che stavo per andare via,
quando mi sono accorta che avevate lasciato la scatola del Quiddich qui sul
tavolo…credevo vi potesse servire, per cui stavo venendo velocemente a
portarvelo…ma vedo che stavi già tornando indietro a riprenderlo….”
Harry la aiutò a rimettersi in piedi… “Grazie del
pensiero Herm…”
Si fermò a squadrarla: la ragazza indossava un paio
di jeans e una maglia a righe gialle e arancione; teneva i capelli mossi
sciolti sulle spalle e aveva le guance colorite.
“Spero…” disse Harry abbassando gli occhi e
prendendo la scatola dalle mani dell’amica… “…spero di non averti messo in
disordine i vestiti…dato che…che devi uscire…non vorrei aver rovinato il lavoro
di tempo prezioso…”
Hermione arrossì vistosamente, sorridendo nervosa e
passandosi una mano fra i capelli… “Ma che dici Harry!Non ti preoccupare…”
Dato il silenzio imbarazzante, Hermione girò le
spalle all’amico e andò a prendere il cappotto grigio che aveva accuratamente
appoggiato sul divano accanto alla sciarpa di Grifondoro.
Harry la guardò, scrutando ogni suo più piccolo
movimento… “Devi…bè, insomma…devi già andare all’appuntamento con…con lui?”
chiese il ragazzo fingendo indifferenza.
Hermione, sempre dando le spalle a Harry, sorrise;
poi si girò assumendo un espressione seria e indifferente… “Bè…devo vedermi con
Viktor alle 4…in fondo mancano solo 10minuti…quindi, sì, stavo andando
all’appuntamento…”
“Ah…ok…” disse Harry con un tono assorto, perdendosi
a fissare un punto nel vuoto.
Hermione passò una mano davanti agli occhi
imbambolati dell’amico… “Hei!Non mi sembra che tu abbia la tipica energia di un
capitano alla sua prima partita…”
“Cosa?Oh si…no…cioè…certo che sono emozionato…ma…”
Harry respirò profondamente… “…ci sono altre cose che mi passano per la testa
in questo momento, per dir la verità…” finì il ragazzo sinceramente.
“Lupin, vero?” rispose prontamente Hermione…
“certo…a nessuno piace questa situazione…ma come sai, l’unica cosa da fare è
aspettare…per cui pensarci troppo non darà alcun risultato, purtroppo…”
“Sì…hai ragione…ma non è solo il caso di Lupin che
mi sta passando per la testa…”disse il ragazzo guardando l’amica negli occhi.
Hermione sorrise nuovamente nervosa, per poi
abbassare gli occhi e tornare seria…
“Harry…se…se vuoi, posso accompagnarti fino
all’uscita….se vuoi…”disse la ragazza.
“Ma che…certo che puoi accompagnarmi!Ti sembrano
domande da fare?”disse sorridendo Harry.
La ragazza avvampò nuovamente… “Allora andiamo,
capitano!Sei già in ritardo…”
I due si incamminarono per i corridoi ma, nonostante
gli sforzi di entrambi, non riuscirono a superare l’imbarazzo e ad andare oltre
a qualche frase isolata, faticando a costruire un discorso.
Uscirono dalla scuola, percorsero ancora un tratto
di strada insieme fino ad arrivare appena fuori dalle mura, nel prato verde
ancora bagnato dalla leggera pioggerellina caduta la notte.
“Bene…”disse Harry fermandosi.
“Bene…”gli fece eco Hermione, fermandosi anche lei
proprio dietro di lui.
Il ragazzo si voltò… “Herm…quante probabilità ci
sono che tu venga a vedere la partita?”
Hermione alzò le sopracciglia… “Te l’ho detto,
Harry…dipende…e sai da cosa…”aggiunse velocemente per precedere qualsiasi altra
domanda imbarazzante dell’amico.
“Ok…”
disse Harry… “Allora…in
bocca al lupo per l’incontro….”
“Crepi!” rispose sorridendo la ragazza… “E in bocca
al lupo anche a te per la partita…”
Harry non rispose; Hermione lo scrutò attentamente…
“Harry…devi dire < Crepi > …” disse Hermione.
“Lo dirò solo quando tu me lo ridirai pochi minuti
prima della partita…solo quando ti vedrò sugli spalti…”disse fermamente il
ragazzo.
Hermione sorrise, volgendo lo sguardo verso il
Platano Picchiatore, le cui foglie erano mosse dal leggero vento.
“Ascolta Herm…devo assolutamente dirti una
cosa…”iniziò Harry, attirando su di sé lo sguardo agitato della ragazza.
“Volevo solo dirti…sentiti libera di comportarti
come ti senti con Krum. Non devi sentirti legata al bacio che c’è stato fra di
noi l’altra volta, capito? Fai come se non fosse successo niente…Voglio…Voglio
solo che tu ti senta libera di seguire quello che ti sembrerà più giusto
fare…Non sentirti…obbligata…verso di me per ciò che è successo in questo
periodo…Insomma…fai quello che il tuo cuore ti dice di fare…chiaro Herm?” disse
serio il ragazzo fissando negli occhi l’amica che era diventata seria e
pensierosa.
“Se non segui i patti, allora io mi sentirò
autorizzato a definire chiusa la nostra amicizia, chiaro?!” finì scherzosamente
Harry.
Hermione rise; poi iniziò a fare dei passi indietro,
lentamente, continuando a guardare il ragazzo.
“Grazie Harry…sei un grande amico…davvero…”disse la
ragazza, poi sorridendo, lo salutò agitando lentamente la mano.
Harry sorrise rispondendo al gesto dell’amica;
quando lei si voltò, il viso del ragazzo tornò ad essere serio e teso…in fondo
era pentito delle raccomandazioni che aveva dato all’amica, anche se sapeva che
era giusto che Hermione potesse sentirsi libera.
Temeva ciò che il cuore avrebbe detto di fare alla
ragazza.
**************
“Ehi Harry!Finalmente! 20minuti di ritardo!”si
lamentò Ron vedendo l’amico entrare trafelato nello spogliatoio… “Ma che fine
hai fatto?Dove l’avevi lasciato quel gioco…!”
Vedendo tutti gli altri compagni già cambiati,
iniziò anche lui a togliersi i vestiti e a indossare la divisa… “Scusate…è
che…bè…ho avuto un contrattempo…”
“Va bene…ascolta, Harry, lo schema di gioco è sempre
quello o hai cambiato qualcosa?”chiese il Cacciatore Mark Elliott prendendo il
Quiddich in 3D e aprendolo per controllare nuovamente con i compagni le
formazioni.
“No Mark…è tutto rimasto uguale…”disse Harry mentre
si infilava le ginocchiere.
In sottofondo iniziò a spandersi un leggero brusio,
e molti ragazzi si avvicinarono al gioco per ripassare le formazioni; nel
frattempo, furtivamente, Ron si avvicinò all’amico…
“Tutto bene, amico?Hai una cera che non mi piace
affatto…”disse Ron sedendosi vicino a Harry.
“Ehm…si, certo…solo…sono un po’ agitato, ecco
tutto…”disse sorridendo il ragazzo appuntandosi al petto la spilla di capitano.
“Sarà…”rispose dubbioso Ron… “Che tipo di
contrattempo hai avuto prima?”
“Cavolo…non ti facevo così curioso…”rispose
vagamente Harry, cercando di sviare il discorso.
Ron lo guardò storto, alzando un sopracciglio; così
Harry, sedendosi anche lui, iniziò a dire… “Mi sono scontrato con Hermione
mentre ritornavo di sopra…mi stava portando la scatola…”
“Ah-ah…adesso si che si spiega quella strana cera…”
disse sorridendo soddisfatto Ron.
“Era già pronta per uscire…così siamo scesi insieme
per le scale, poi ci siamo divisi…io sono corso qua e lei è andata a incontrare
Viktor…”disse Harry con naturalezza.
“E… di cosa…avete parlato…” chiese malizioso e
curioso Ron.
“Bè…veramente…un po’ di scuola, della partita…di
quanto sono migliorati i giocatori di Grifondoro e Corvonero…”
“Potter, mi stai prendendo in giro?Lei si sta per
incontrare con il tuo rivale e non le dici niente?” chiese serio Ron che
sembrava quasi iniziare ad alterarsi.
“Avanti…mio rivale?Non esageriamo…” disse sorridendo
il ragazzo.
“Bè, mettila come vuoi…però lui ti sta per fregare
la ragazza…” rispose fermamente Ron.
Harry si ammutolì: era vero, di certo Viktor non
aveva invitato Hermione a uscire solo per fare quattro chiacchiere fra amici.
“Avanti…proprio non le hai detto niente…”riprese
mezzo disperato Ron.
Harry iniziò a riflettere…“Le ho detto…bè, che deve
decidere lei cosa è più giusto…che deve sentirsi libera di fare e agire come
meglio crede…non deve sentirsi legata al bacio nella Foresta…”
Tutti si voltarono a guardarli: Ron era scattato in
piedi, le braccia tese vicino ai fianchi; Harry pietrificato ancora a sedere
nella panchina.
“Ron…ma dico, sei normale?”disse Harry guardando gli
altri sorridendo imbarazzato
I compagni si rimisero attorno al gioco di Quiddich
“Ma che dico…non stop…DOPPIO stop!”disse Ron
bisbigliando.
Il ragazzo sembrava veramente sconvolto…“Ma dico
io…Harry….DATTI UNA SVEGLIATA!Come hai fatto a dirle che non deve sentirsi
legata a tutto sto casino che sta succedendo fra voi due in questo periodo, di
fare finta di niente…sei o non sei un uomo, Santo Cielo!Ma soprattutto…QUALE
BACIO!Non mi avevi detto niente…”
Harry appoggiò la schiena alla parete e iniziò a
raccontare; decisamente non era quella il modo migliore per rilassarsi mezz’ora
prima di una importante partita di Quiddich.
**************
Hermione stava camminando lungo il prato verde,
spostandosi di tanto in tanto dal viso i capelli che, mossi dal vento, le si
erano leggermente scompigliati, cosa che la rendeva ancora più nervosa.
Faceva freddo, le nuvole passavano veloci a coprire
il sole e l’acqua che era fra l’erba del prato iniziava a inumidire la leggere
scarpe della ragazza.
Dopo poco vide non molto lontano i rami del Platano
Picchiatore; Hermione si fermò.
Non sapeva dove aspettare Viktor; l’unica cosa certa
è che non aveva intenzione di avvicinarsi più di tanto a quella sottospecie di
albero assassino.
Scorse un grande masso non molto lontano
dall’albero, in un punto che non la rendeva un buon bersaglio ma che
contemporaneamente le permetteva di vedere l’arrivo del ragazzo.
Si stava dirigendo con passo sicuro verso quel
masso, quando improvvisamente un falco le tagliò la strada; con un sussulto
spaventato, Hermione indietreggiò e, alzando gli occhi, vide che il maestoso
uccello stava girando in tondo sopra la sua testa.
La ragazza non fece in tempo a fare un altro passo,
che il falco planò davanti a lei: impettito, l’uccello iniziò a guardarla con
gli occhi gialli, poi all’improvviso le zampe iniziarono ad allungarsi, le
piume a scomparire, il becco a ritrarsi.
Hermione si ritrovò davanti ad un uomo sulla
trentina, coi capelli neri, gli occhi color pece e un viso squadrato.
“Sei della scuola di Hogwarts?” chiese austero
l’uomo.
“Si” rispose semplicemente la ragazza, leggermente
spaventata.
“Immagino tu sappia che è vietato uscire oltre i
confini della scuola…”continuò lui.
“Si,signore…ne sono consapevole…”rispose Hermione
titubante; quella non era di certo la situazione in cui sperava di trovarsi.
“So che ci sono Auror e guardiani ai confini, però
io dovrei incontrarmi con una persona…”
“Una persona?”chiese perplesso l’uomo.
“Sì…mi ha detto che mi avrebbe aspettato
qui…dovrebbe venire da un momento all’altro…se solo mi permettesse di aspettare
ancora qualche minuto…”disse guardandosi intorno e sperando che Viktor
arrivasse magicamente ad aiutarla.
“Ascolti signorina…non ho tempo da perdere…per cui,
le consiglio di tornare al castello…”
“Ma…le dico che sono sicura che una persona mi deve
aspettare qui!”disse Hermione, che stava diventando impaziente.
“Come può aspettarla qui se è vietato e ci sono
guardiani ovunque…allora, mi ascolti…per favore, torni a scuola…”continuò
paziente l’uomo.
“Hermione!”
La ragazza e l’Auror si voltarono verso la voce:
Viktor, vestito con un lungo mantello nero, si stava avvicinando di buon passo
ai due; Hermione e l’uomo si incamminarono verso la sua direzione.
“Viktor, finalmente…” I due si sorrisero a vicenda.
“Lei…chi è?” chiese l’Auror.
“Io sono venuto a salutare mia amica…” rispose
Viktor prendendo per un braccio Hermione e avvicinandola a sé.
“Per cui non è della scuola…”continuò indagatore
l’uomo.
“No”
“Allora non può entrare…”
“Io avere bisogno di parlare con lei…è importante”
continuò il ragazzo, mentre Hermione si sentiva il braccio stretto dal ragazzo
un po’ intorpidito per la solida presa.
“In che rapporti è con lei?” chiese di nuovo
pazientemente l’Auror.
“Bè, lei è…la mia ragazza!”rispose inaspettatamente
e seriamente Viktor; Hermione arrossì vistosamente, accennando a un sì con la
testa…
Ma che cavolo sta dicendo…Io…LA SUA RAGAZZA!?
L’uomo, che sembrava essersi arreso, si guardò
intorno con circospezione, poi disse…“Non vi allontanate…voglio vedervi…e non
più di 10minuti, sono stato chiaro?”
“Grazie…”disse Viktor, trascinandosi dietro Hermione
non molto lontano da quel luogo, esattamente come avevano promesso.
“…La tua…ragazza, Viktor?”chiese Hermione
incrociando le braccia al petto e fermandosi.
Viktor si voltò verso di lei… “Era prima cosa che mi
era venuta in mente…mi è uscita…spontanea..”
Il ragazzo sorrise; Hermione rispose al sorriso…
Viktor non sorrideva mai, ma sapere che lui donava solo a lei quei rari sorrisi
la rendeva contenta.
“Allora…che mi racconti di bello?”disse Hermione
avvicinandosi all’amico.
“Oh…ecco…partita contro Inghilterra è andata
bene…noi avere vinto…ma sicuro tu saprai dai giornali”disse Viktor cercando di
essere il più modesto possibile.
“Oh si, certo…mi ricordo anche il titolo
dell’articolo… < Bulgaria vince grazie al magico tocco di Krum > …Harry e
Ron erano disperati…”disse sorridendo Hermione.
“Harry e Ron?Dici Potter e l’amico rosso…” rispose
perplesso Viktor.
“Sì…proprio loro…”
“E…tu essere ancora molto amica con loro?”
Il ragazzo aveva assunto un’aria seria e
investigativa, cosa che non piaceva molto alla ragazza.
“Si, certamente…loro sono i miei migliori amici…”
rispose allibita.
“Più con il rosso o con Potter…”
“Ma che domande, Viktor!Io voglio bene a tutti e
due…” disse Hermione ridendo imbarazzata.
“Essere successo qualcosa tra te e Harry dopo il
vostro 4°anno?”
Viktor stava diventando sempre più opprimente e la
ragazza iniziava a sentirsi a disagio.
“Viktor…dove vuoi arrivare?Perché mi fai queste
domande?”
“Io adesso dire te perché sono venuto qui…” disse il
ragazzo saltando inutili preamboli e avvicinandosi a Hermione…
“Il fatto è che io avere pensato a te molto…molto di
più rispetto agli anni scorsi…dopo averti rivisto a Natale adesso non riuscire
a toglierti più dalla testa…”
Era chiaro che, nonostante cercasse di nasconderlo,
Krum stava diventando nervoso.
“Viktor…ne abbiamo già parlato…”iniziò titubante
Hermione.
“Si…io ricordare…quando tu avere accompagnato me
all’uscita la sera di Natale, io avere chiesto a te se io ti piacevo un po’…e
tu hai risposto…”rispose pensieroso l’amico.
“…che il mio interesse per te non andava oltre alla
più profonda amicizia…”finì la ragazza sospirando.
“Ecco…io sapere questo…ma tu mi piacere molto,
Hermione…tu essere l’unica ragazza che mi interessa…non le altre che mi urlano
dietro perché sono bravo a giocare…tu piacere me perché mi vedi diverso dalle
altre…”
Viktor prese le mani di Hermione; la ragazza
arrossì, senza però allontanarsi o lasciare la presa.
“Insomma…tu piacere a me molto…e…bè…io mi chiedevo se tu
avresti piacere a essere la mia ragazza…”
Hermione sussultò; Viktor intanto si avvicinava
sempre di più.
La ragazza lasciò bruscamente le mani di Krum,
lasciandolo disorientato.
Caspita…devo consigliare a Ginny di intraprendere la
strada della veggenza…ci prende molto con le previsioni…
“Viktor…ascolta…tu sei tanto…troppo gentile verso di
me…sei un grande amico, sei venuto a trovarmi la sera di Natale, mi hai mandato
quegli orecchini stupendi…mi fai sempre sentire…speciale…ma il punto è che,
anche se sei una cara persona, per me tu sei un buon amico…”disse imbarazzata
Hermione.
Il ragazzo abbassò gli occhi scuri a terra,
assumendo un’espressione afflitta che la fece sentire immensamente in colpa.
“Viktor…non voglio farti stare male…ma non puoi
continuare a credere in qualcosa che sai benissimo che non c’è…”continuò
Hermione cercando di spiegarsi il meglio possibile.
“Almeno dimmi una cosa: non mi accetti perché sei
innamorata di altra persona?” disse bruscamente il ragazzo, alzando i duri
occhi sul viso turbato della ragazza.
“Devo essere sincera?” Hermione abbassò gli occhi a
terra, per poi rialzarsi e vedere il cenno positivo e serio di Viktor.
“Si, c’è un’altra persona…” la sua mano cadde
nuovamente sul ciondolo che portava sotto la maglia… “e questa persona è…il mio
migliore amico…”finì in un sospiro.
“Harry Potter”disse con un senso di sconfitta il
ragazzo.
Hermione annuì, guardandolo tristemente negli
occhi…sapeva di farlo stare male, e questo le dispiaceva, ma era necessario una
volta per tutte essere chiare fino in fondo.
“Io avere immaginato, sai?E’ chiaro come il sole che
voi due avere attrazione…”
“Attrazione?Le avevo sentite tutte…ma questa è la
migliore!”rise Hermione cercando di rompere la tensione.
“Sì…sia a Ballo Tremaghi, come ti guardava invidioso
quando ballavi con me…poi a questa festa, come ti osservava…era geloso
credo…”Krum stava riflettendo a viso basso, cercando di non far vedere
all’amica lo sguardo.
“Te la sei presa, non è vero?”chiese triste
Hermione, cercando lo sguardo del ragazzo e avvicinandosi nuovamente a lui.
“Ma che dire!Farsi scaricare essere mia massima
aspirazione” disse alzando finalmente gli occhi sulla ragazza.
“Ehi!Facciamo pure gli ironici adesso?” disse
leggermente più tranquilla.
“Ascolta Her…io ti volere moltissimo bene…più di
quanto io credessi…ma io non potere comandare il tuo cuore…se appartiene a un
altro e non dipende da me far cambiare le tue preferenze, io devo solo
accettare…non essere triste o dispiaciuta…hai Harry, e di certo io non ti
lascerò così…ci sentiremo ancora, perché tu sei amica mia…”
Hermione sorrise, sollevata.
“Continuerò a scriverti, e io volere sapere ogni
cosa…se Potter ti farà stare male, tu me lo dovere dire, così vengo in un
attimo e lo picchio, gli do un sacco di pugni…perché non si rende conto del
grande tesoro che avere fra le mani…” disse Viktor con un espressione così
seria e contemporaneamente buffa che fece ridere la ragazza.
Viktor si separò malvolentieri dall’abbraccio della
ragazza, poi la guardò negli occhi, tenendo le mani appoggiate sulle sue
spalle.
“Adesso io dovere andare…Hermione…mi raccomando…fai
le scelte che vuoi…ma falle per essere felice…”
“Contaci…” rispose solamente Hermione.
Il ragazzo sorrise, poi si girò e camminò
allontanandosi velocemente.
“Viktor!” urlò Hermione; il ragazzo si girò “ti
voglio bene” disse la ragazza.
Viktor alzò la mano in segno di saluto, poi se ne
andò, attraversando la Foresta Proibita.
La ragazza sorrise, poi anche lei si voltò e iniziò
a camminare verso Hogwarts con un fiume di pensieri per la testa.
Le vennero in mente le ultime parole che disse Harry
prima di lasciarla andare all’appuntamento…
Fai quello che il tuo cuore ti dice di fare
Che cosa le stava dicendo il suo cuore? Gli stava esplodendo in petto…si
sentiva come un peso addosso…
Hermione sentì in lontananza un rumore; diresse il suo sguardo verso il
campo da Quiddich, e vide dei giocatori volare sulle loro scope.
Sapeva che Harry voleva vederla sugli spalti…voleva vederla prima della
partita.
Quasi d’istinto le sue gambe iniziarono a correre più veloce, seguendo il
ritmo impazzito del suo cuore.
Doveva vedere Harry prima che entrasse in campo.
Sperava solamente che quei ragazzi che volavano sulle
scope non fossero i Grifondoro.
***********
“Allora…siamo pronti?”
Harry stava parlando alla squadra Grifondoro prima
di entrare in campo; non gli piaceva fare un discorso davanti a tutti loro, ma
era il capitano, per cui si sentiva in dovere di spronare la sua squadra.
“E’ inutile nasconderlo: i Corvonero sono forti. Ma
noi siamo più dei Corvonero…noi siamo i Grifondoro…la caratteristica della
nostra casa è il coraggio…e allora dovremo avere il coraggio di osare…abbiamo
una grande fama alle nostre spalle che ci aiuterà e che ci aiuterà a essere e
dare il meglio di noi stessi…e allora adesso ognuno di noi salirà sulle proprie
scope con in testa la certezza che possiamo vincere…perché noi ne abbiamo le
capacità, perché siamo una squadra…”
Harry porse la mano al centro del gruppo che si era
formato… “Per i Grifondoro…”
Prima Ron e Ginny. Seguiti da tutti gli altri,
misero la mano sopra quella del loro nuovo capitano e, con negli occhi uno
sguardo combattivo e fiero urlarono in coro… “URRA’!”
Seguì un forte applauso di incoraggiamento fino a
quando sentirono fuori nel campo la voce del cronista annunciare che la partita
sarebbe iniziata tra un minuto…
I sette presero le loro scope e vi montarono sopra,
già in formazione pronti per entrare appena avrebbero fatto il nome di ogni
giocatore.
Hermione correva sempre più veloce…ancora non
riusciva a distinguere se la squadra era quella di Corvonero o Grifondoro.
Mentre correva a naso in su, non si accorse di una
radice che traditrice la fece cadere per terra.
“Accidenti…”disse fra sé e sé la ragazza,
rialzandosi subito ignorando la macchia verde nei jeans e riprendendo a correre
più veloce di prima…
Era quasi arrivata, quando sentì una voce dietro di
sé… “Hei Hermione…dove stai correndo?”
La ragazza si fermò e, una volta giratasi, riuscì a
distinguere la figura di Luna.
“Luna!Oh santo cielo…mi sai dire se la partita è
iniziata?”disse col fiatone e tenendosi una mano sulla pancia.
“Chi…la partita?Bè, non ancora, almeno credo…”disse
la ragazza guardandosi spaesata in giro.
“Bè…il ragazzo sta annunciando i giocatori di
Corvonero…dopo di loro entrano i Grifondoro e poi si inizia…”
“Grazie…”urlò…Luna fece fatica a sentire quelle
parole, poiché Hermione non aveva ancora finito di pronunciarle che nuovamente
iniziò a correre sfrenatamente verso gli spogliatoi dei giocatori.
“EHI! Non mi hai detto ancora dove stai
correndo!”Luna si passò una mano fra i capelli lisci, poi, con una smorfia e
portandosi nuovamente alla bocca il lecca-lecca, si incamminò lentamente verso
la partita.
Hermione era arrivata vicino al campo, e adesso
riusciva a distinguere bene le divise blu dei Corvonero…
“…e infine la Cercatrice Cho Chang!” disse la voce
al megafono.
La ragazza si fermò un attimo, piegandosi e
appoggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato…
“E adesso è il momento della squadra di Grifondoro,
che esordisce con un nuovo capitano…il primo a entrare in campo è Ronald
Weasley, il nostro portiere!”
Hermione sentì la voce annunciare l’entrata in campo
dei Grifondoro; con uno scatto riprese a correre…ormai gli spogliatoi non erano
lontani…
“Vai Ron…e non ti emozionare…”lo rassicurò Harry,
dando una pacca sulla spalla all’amico che sorrise e uscì fuori nel campo
accolto dagli applausi dei tifosi.
Harry fingeva di essere sicuro e tranquillo, ma era
nervoso per la partita…oltretutto spesso e volentieri avrebbe desiderato
trasfigurarsi in una mosca e poter volare da Hermione e Viktor…
“Robert Parkinson!”
Stavano entrando in campo i Battitori, incoraggiati
dal sorriso di Harry…fra poco sarebbe stato il suo turno.
Il ragazzo ormai aveva perso la speranza di vedere
Hermione prima della partita: immaginava che Krum l’avesse trattenuta, e
stessero ancora parlando…o per meglio dire sperava che stessero solo parlando.
Harry non voleva immaginare Hermione che stava a
sbaciucchiarsi con Viktor in qualche angolo della Foresta…quella idea lo faceva
andare su di giri…e non era una cosa buona prima della partita…
“I bravissimi Cercatori di Grifondoro…Ginny
Weasley!”
Ginny sospirò, poi guardò Harry sorridendo… “Ce la
faremo, capitano!”
Harry rispose sorridendo assente…
La sua mente tornò a perdersi per qualche secondo,
quando un rumore lo distrasse…
Proveniva dal corridoio…un leggero rumore…un rumore
di passi veloci…
Qualcuno stava di certo correndo…e si stava
avvicinando…
Ecco…la vedeva.
Quella era la porta dello spogliatoio dei
Grifondoro…
Hermione aveva appena sentito la voce che chiamava
Ginny, la prima dei Cacciatori…
Dopo i Cacciatorisarebbe stato il turno di Harry.
Continuò a correre nonostante le sue gambe stessero
per cedere…ma in fondo non erano le gambe a guidarle e a infonderle la
forza…era il suo cuore.
E per quanto il suo corpo non ce la facesse più, il
suo cuore più si avvicinava a quello spogliatoio più accumulava energie.
Doveva vederlo, doveva dirgli tante cose…e per farlo
aveva poco più di un minuto…
Arrivò davanti alla porta, che per fortuna era
aperta; così lo vide.
Era dietro al suo gruppo, che sorrideva ai compagni
che andavano in campo, sostenendoli con uno sguardo.
Hermione sorrise…
Allora si accorse di avere ancora abbastanza fiato
in corpo per poter dire una sola cosa importante…un solo nome…
Harry sentì i passi fermarsi proprio davanti alla
porta dello spogliatoio…si guardò intorno, ma vedendo chegli amici sembravano non aver sentito niente
di strano o sospetto, non si girò indietro…
O perlomeno non lo fece fino a quando sentì
pronunciare il suo nome da una voce che non sia spettava più di sentire…
“Harry!”
Il ragazzo spalancò gli occhi e, dopo due secondi
durante i quali realizzò che la proprietaria di quella voce affannata era la
sua migliore amica, si girò.
“Hermione…”non riuscì a bisbigliare altro, così
scese dalla scopa appoggiandola sulla panchina e senza mai togliere gli occhi
dalla ragazza.
Harry si avvicinava all’amica che nel frattempo,
sostenendosi allo stipite della porta, cercava di riprendere fiato.
“Hermione…cosa è successo?E…e Viktor?Ma cosa…sei
caduta?Ti sei fatta male…” Harry teneva in modo apprensivo una mano sulla
spalla della ragazza… “Herm…mi vuoi dire qualcosa?”
I Cacciatori rimasti stavano guardando curiosi la
scena, ma Harry e Hermione non se ne accorsero: erano troppo impegnati a
continuare a guardarsi negli occhi.
“Ed ora….un nuovo acquisto dei Grifondoro…il
Cacciatore Mark Elliott!”
Il giocatore in un batter d’occhio riacquistò il
senso della realtà, e uscì fuori dallo spogliatoio, accolto da una miriade di
applausi.
“Hermione…”ripetè seriamente preoccupato Harry…
“dimmi qualcosa!E’ stato Viktor…ti ha fatto qualcosa…”
Hermione lo guardò sorridendo…poi si raddrizzò e
iniziò a parlare… “No…Viktor non mi ha fatto niente…io…”
In modo deciso la ragazza prese fra le sue le mani
di Harry, stringendole e guardandolo intensamente negli occhi smeraldini…
“Io…volevo solo farti sapere che sono riuscita a
venire a vedere la partita…”
Harry la guardava sempre più allibito: non riusciva
a capire la situazione…
“Veramente…volevo farti sapere che ci sono…che non
posso fare come mi hai detto…non posso ignorare il bacio e ciò che c’è stato in
questi mesi…non posso farlo…e non voglio…E sono arrivata ad una conclusione…”
“…Benjamin Marlock…”
Hermione guardò quasi terrorizzata l’ultimo dei
giocatori che usciva dagli spogliatoi…
Harry guardò nella stessa direzione, per poi riportare
lo sguardo sull’amica…
La ragazza iniziava a guardarsi intorno agitata:
sentiva lo sguardo indagatore e curioso di Harry su di sé, e il suo viso
avvampò.
“Harry…non posso ignorarli perché…” riprese più
decisa.
“Ed ora…è il momento di presentare il nuovo capitano
di Grifondoro…”
Hermione, presa dalla fretta, iniziò a balbettare;
Harry sudava freddo.
“Il fatto è che…”continuò la ragazza stringendo
ancora di più le mani dell’amico.
“…noi tutti conosciamo il capitano della squadra…”
la voce si stava dilungando a fornire indizi sull’identità di Harry.
Hermione guardò Harry…capì che era inutile
continuare ad esprimersi a parole quando esse non riuscivano a fuoriuscire a
causa dell’emozione irrefrenabile.
“Oh accidenti!” sbraitò Hermione.
Tenendo forti le mani del ragazzo, Hermione lo tirò
verso il suo viso e, portando le braccia intorno al suo collo, riuscì a
esprimere quello che non riusciva a dire a parole.
Harry era rimasto sorpreso: Hermione lo stava
baciando.
E non era un bacio casuale come quello di S.Valentino:
quello era proprio un bacio con la B maiuscola.
Fu un bacio impetuoso ma breve; Hermione portò le
sue mani al viso del ragazzo, separando poi delicatamente i due visi.
I due aprirono contemporaneamente gli occhi quando
ancora i loro visi erano a poca distanza l’uno dall’altra: Harry vide il viso
rosso e imbarazzato di Hermione sorridere vedendo l’espressione stupita che
aveva assunto.
“He…Hermione…”iniziò a bisbigliare Harry.
“…il capitano e Cercatore Harry Potter!”
Hermione bruscamente lo allontanò… “Dai Harry…ti
hanno chiamato…prendi la scopa e vai…”
Harry era disorientato e non potè fare altro che
eseguire come un automa i comandi.
Prima di uscire, si girò indietro verso l’amica…
“Questa volta ne riparliamo seriamente, vero Herm?”
Hermione sorrise… “Puoi contarci, Harry…”
Il ragazzo sorrise…stava per decollare quando sentì
l’amica richiamarlo.
“In bocca al lupo…”disse sorridendo maliziosamente.
“Crepi!” rispose sorridendo il ragazzo alzando la
mano e salutandola.
Così, felice e turbato come non mai, Harry entrò in
campo, accolto da un boato di applausi.
Hermione sorrise, appoggiandosi allo stipite della
porta: sorrise isterica e felice, si portò una mano davanti agli occhi come se
non credesse a quello che aveva fatto pochi secondi prima.
Con un sorriso felice, Hermione guardò il pezzo di
cielo in cui svolazzavano i giocatori e disse…
“Falli fuori, capitano…”
************
CIAO AMICI!
GRAZIE MILLE
PER LE RECENSIONI DELL’ALTRO CAPITOLO…MI AVETE DAVVERO COMMOSSA E DATO LA FORZA
PER SCRIVERE QUEST’ALTRO CAP…CHE, FRA PARENTESI, SPERO TANTO VI PIACCIA!
Koda:scusa per gli
errorini del cap precedente…è vero, avevo lasciato un po’ in sospeso il fatto
di Harry-Capitano di Grifondoro…grazie mille per il tuo sostegno…spero di
ricevere un altro bellissimo commento come quello della scorsa volta…grazie
mille e (scusa se mi ripeto) ma grazie di seguirmi così assiduamente e
lasciarmi i tuoi preziosissimi commenti! THANKS!
Marco:ecco qua il
nuovo cap…come avrai capito, Harry non dovrà sconfiggere troppi Voldemort per
avere la sua storia con Herm!Spero ti piaccia il cap…aspetto il tuo commento!
HarrynHermione:grazie per il
tuo commento…sono contenta di vedere che stai continuando a seguirmi…la cosa mi
fa davvero molto piacere…comunque volevo approfittarne per farti i complimenti
per quanto riguarda la traduzione della tua ffiction…sta venendo molto bene e
sei brava a tradurre in modo coerente…brava e grazie ancora!
Bombolina:scusa se ho
sbagliato a scrivere il tuo nickname…ma Word me lo aveva corretto automaticamente
e non me ne ero accorta! Comunque grazie per il tuo commento e spero di
riceverne altri!Baci…
Atena89: grazie del tuo
commento…le parole che mi hai riservato sono state davvero belle…sono felice di
averti commosso…non è facile riuscire in questo attraverso le parole…grazie
mille e aspetto un nuovo commento!
Maripotter:ho sentito
dire che hai l’esame, vero?Bè, allora in bocca al lupo e grazie per ritagliarti
del tempo per leggere la mia storia…Baci…
Kia85:grazie per il
commento…ne aspetto un altro…bacioni e grazie mille sono felice che continui a
seguirmi!
Emma:grazie per
aver letto il cap…credo tu abbia ragione…Ron talvolta è proprio il terzo
incomodo!Comunque, come vedi, la storia dei due sta decollando…forse…
Bacioni e
grazie per i tuoi carinissimi commenti!
Stellina X:…la tua
proposta di chiudere i Weasley a chiave è fortissima!Ma vedrai che ce la
faranno anche da soli…grazi per continuare a seguirmi…aspetto il tuo prox
commento…Baci.
Nirvana:grazie per il
bentornata…mi fa piacere di averti commossa, davvero…sapere di essere riuscita
a trasmettere della sensazioni mi fa molto piacere…continua a seguirmi e manda
i commenti please…Baci.
Sailor
Mercury:grazie per il commento e per gli apprezzamenti sul mio
modo di scrivere…aspetto il tuo commento…baci
ADoris: per quanta
riguarda il “lupacchiotto”…bè, scoprirai leggendo…per quanto riguarda Harry e
Herm…bè, hai visto no? Grazie x il commento…
BENE…FINITI I
RINGRAZIAMENTI, MI SCUSO SE CI HO MESSO UN PO’ X QUESTO CAP MA SONO STATA
IMPEGNATA…
La partita era stata vinta dagli audaci Grifondoro
La
partita era stata vinta dagli audaci Grifondoro.
Dopo
tre quarti d’ora di partita, il risultato era 90 per i Corvonero e 80 per
Grifondoro.
Inizialmente Ron non ne parava neanche una: i Serpeverde
si erano intrufolati fra gli spalti dedicati ai sostenitori di Corvonero e
avevano iniziato a cantare quello che ormai sembrava essere diventato l’Inno
Ufficiale dei Grifondoro… < Perché Weasley è il nostro re…ogni due ne manca
tre…noi cantiam così perché…perché Weasley è il nostro re >
Le orecchie di Ron erano diventate
rosso-pomodoro…Harry e gli altri giocatori riuscivano benissimo a vedere
disegnato nel viso contratto del ragazzo l’imbarazzo e l’emozione.
Fatto sta che la canzoncina aveva un grande effetto
su di lui: a 15minuti dall’iniziò, Corvonero vinceva 30 a 10.
Poi successe un miracolo; ad uno sguardo di Harry,
Ginny iniziò a organizzare la formazione d’attacco.
La ragazza e i due Battitori si misero a muro dei
tre cerchi, cosicché, da qualunque parte l’avversario volesse passare, si
trovava ostacolato dai Grifondoro.
Ginny riuscì a prendere la Pluffa e, come un
fulmine, sfrecciò sotto le scope di tutti gli altri giocatori; inutilmente i
Cercatori di Corvonero le volavano dietro.
La Pluffa passava da Ginny a Mark, in una intricata
serie di passaggi che disorientava gli avversari; dopo che Mark passò a Ginny
la Pluffa facendola passare a due centimetri dal naso di Greogor Marshall, la
ragazza lanciò dentro al cerchio centrale il goal che segnò l’inizio del
recupero dei Grifondoro.
Harry nel frattempo, dall’alto della sua postazione,
a tratti esultava e a tratti cercava con i suoi occhi verdi il veloce Boccino
d’Oro…
“Allora Harry…bella partita, eh?”
Harry guardò davanti a sé: Cho, Cercatrice di
Corvonero, stava svolazzando davanti a lui, con i lunghi capelli neri raccolti
in una coda mossi dal vento.
“Ottima, direi…”rispose Harry cercando di non farsi
distrarre troppo e continuando a guardarsi intorno in cerca di qualcosa che
brillasse.
“Dimmi…hai già visto il Boccino?”chiese con modo
indifferente la ragazza.
Harry stava per rispondere che lo aveva perso di
vista poco prima che arrivasse lei, ma poi si morse la lingua prima di poter
dire qualcosa di sbagliato… “Scusa Cho…secondo te lo vengo proprio a dire ai
miei avversari?”
Cho fece una simpatica smorfia, sconfitta.
Harry sorrise, consapevole che quello era un modo
come un altro per distrarlo…ma ben presto Cho tornò all’attacco con un colpo
molto più basso..
“Oh guarda…negli spalti dietro di te vedo Hermione…”
Il cuore di Harry si fermò per un secondo; i ricordi
stavano per tornargli a galla, quando un impulso irrefrenabile quasi lo
convinse a girarsi verso la direzione dell’amica.
Rendendosi conto che Cho stava tentando una nuova
tattica per distrarlo, rimase difficilmente con il viso impietrito su quello
della giocatrice, facendo una smorfia di indifferenza…
“Oh…adesso neanche la tua dolce Hermione ti fa
distrarre…?”disse in modo pungente Cho.
“Cho…è una tattica che non funziona…Hermione l’ho
vista prima, so che c’è…come in tutte le altre partite…”azzardò Harry
mantenendo lo sguardo serio sulla ragazza.
“Oh…scusami tanto…”rispose offesa Cho.
“Certo che per vincere faresti di tutto…”la
rimproverò Harry ironicamente.
“Bè, sai come si dice tra i babbani…in gioco e in
amore tutto è lecito…”
Nel frattempo Harry non aveva smesso un secondo di
prestare attenzione all’aria intorno a lui, quando finalmente lo vide.
Il Boccino d’Oro stava svolazzando alla sua destra,
un po’ lontano da lui, e Cho sembrava non essersene accorta.
Harry non doveva perdere tempo…gli venne un’idea…
“Ehm…come hai detto che dice il proverbio
babbano?”chiese fintamente interessato Harry.
Cho lo guardò storto, in modo sospettoso.
“In gioco e in amore tutto è lecito?”riprese il
ragazzo.
“Sì…”rispose dubbiosa Cho.
“Oh bene…”si limitò a rispondere Harry…poi
improvvisamente indicò con la mano destra un punto indistinto alle spalle della
ragazza e iniziò a sbraitare… “Hei Cho, l’ho visto!E’ lì…il Boccino!”
La ragazza immediatamente si girò, presa dalla foga
di poter far vincere la sua squadra… “DOVE!Dov’è il Boccino, Harry!”
Harry sorrise un po’ malignamente, poi si girò e
incominciò a dirigersi dalla parte in cui stava volando il Boccino d’Oro.
Poco dopo Cho se ne accorse, così si precipitò
all’inseguimento di Harry; i due si esibirono in acrobatiche evoluzioni fra
Bolidi che venivano scagliati in ogni direzione e slalom tra un giocatore e un
altro.
Mentre i due rincorrevano la preziosa pallina
dorata, il punteggio saliva sempre di più, arrivando a 90 a 80 per Corvonero.
Fu proprio in quel momento che Harry, notando che
Cho aveva leggermente mollato la presa, si sbilanciò un po’ di più in avanti,
verso la fine del suo manico di scopa, ma ancora la sua mano non riusciva a
raggiungere il Boccino.
Maledizione!
Con molta attenzione, mise prima il piede destro, poi
quello sinistro, sulla scopa.
Adesso era in equilibrio su quel legno, mentre
tendeva il braccio verso il Boccino; il ragazzo continuava a sporgersi…lo stava
quasi sfiorando.
Però si sporse un po’ troppo; Harry perse
l’equilibrio proprio nel momenti in cui la sua mano teneva stretta fra le dita
la solida pallina dorata…quasi per miracolo Harry riuscì ad agganciare la sua
Firebolt con la mano sinistra.
Così ci fu un enorme boato di paura, seguito da un
silenzio irreale e dalla voce dell’annunciatore che diceva < Harry Potter,
capitano di Grifondoro, cattura il Boccino…Grifondoro vince! >.
Le ultime cose che sentirono le sue orecchie prima
che i piedi toccassero al suolo furono i boati e gli applausi della schiera dei
Grifondoro; immensamente felice, Harry alzò il Boccino in aria, vittorioso.
Finalmente si sentì libero di voltarsi verso
Hermione e mostrarle il Boccino, quasi come per dire < ce l’ho fatta solo
grazie a te >.
Sul viso del ragazzo apparve un ombra di delusione:
nel punto in cui sapeva esserci Hermione, la ragazza era scomparsa.
*************
“E allora!Avete visto che Bolide ho piazzato a quel
Cacciatore?C’è rimasto malissimo quando si è visto tagliare la strada e poi è
arrivata Ginny che gli ha portato via da sotto il naso la Pluffa!”
I sette vincitori di Grifondoro si stavano lentamente
incamminando lungo il corridoio degli spogliatoi, e così, una volta indossati
normalissimi jeans e maglioncino, si dirigevano all’uscita per accogliere i
complimenti dei fan.
“E poi, Harry, sei stato davvero grande!Credevo che ormai
saresti caduto di sotto e ti saresti sfracellato al suolo…”ammise serio Ron.
“Oh be…grazie per il delicato pensiero, amico!”rispose
ironicamente Harry.
“Mi immagino già…una gran schiera di ragazze esultanti che
urlano i nostri nomi avvolte solo in una minuscola bandiera di
Grifondoro…”annunciò sognante Mark.
“Oddio che maniaco…”pensò ad alta voce Ginny, facendo
sorridere tutti gli altri.
“Ci siamo…”sussurrò Benjamin “avanti Harry…sei il
capitano, tocca a te spalancare la porta…”
Harry sorrise, e si avvicinò alla porta che li avrebbe
ricondotti verso il castello di Hogwarts…
Il ragazzo emozionato spalancò in un colpo la porta.
Il sorriso sui visi dei giocatori si dissolse in un
attimo.
Nessuno.
Nessuno era lì ad aspettarli, ad accoglierli o a fare i
complimenti.
Proprio nessuno.
“Mmmm…quante ragazze avvolte in sexissime bandiere rosse,
Mark…”commentò ironicamente Ginny.
Nessuno proferì parola, tutti stavano fissando desolati il
vuoto davanti a loro.
“Ehm…”iniziò Harry riprendendosi dallo stupore iniziale…
“…a questo punto direi di avviarci in Sala Comune…”
Così i sette iniziarono delusi a trascinarsi verso il
castello.
Percorsero silenziosamente le scale; molti Tassorosso
fecero loro complimenti, e anche qualche Corvonero un po’ più sportivo li fermò
dichiarando che era stata una delle partite più belle dell’anno.
Naturalmente nessun Serpeverde si fece vedere in giro.
Nessun Serpeverde, ma anche nessun Grifondoro.
Ron in testa al gruppo annunciò la parola d’ordine alla
Signora Grassa che, prima di farli entrare, chiese molto premurosamente come
era andata la partita; poi, soddisfatta, li lasciò entrare.
I ragazzi videro la Sala Comune vuota.
Solo dopo si accorsero che invece Hermione era seduta nel
tavolo con enormi libri davanti, una boccetta di inchiostro e una piuma che
scorreva delicatamente e silenziosa su una pergamena.
Erano talmente abituati a vederla in quella situazione che
quasi non ci fecero caso, quasi la considerassero parte stessa della
tappezzeria, come un elemento immancabile.
“Hermione…”la richiamò Harry, sorpreso di trovarla in
quella situazione con un espressione così seria.
La ragazza alzò gli occhi dal foglio, poi disse molto
distrattamente… “Oh…ciao Harry…Ron…”e riportò gli occhi sul libro aperto
davanti a se.
“Ciao-Harry-Ron?” ridisse in modo telegrafico Ron, a
stento credendo alle sue orecchie.
Con molta naturalezza, Hermione alzò nuovamente lo sguardo
dai fogli, per poi portarli curiosa sui ragazzi…
“Bè…naturalmente saluto anche gli altri…ma voi siete in
cima al gruppo, per cui…”
“Ma io…non intendevo…”iniziò a balbettare Ron…
“Hermione…l’hai vista la partita?”
Hermione sembrava sempre più stranita… “La
partita?Certo…sì che ho visto la partita Ronald…che domande…”
“E…e non ci dici niente?”
La ragazza alzò gli occhi al cielo, come per
riflettere…poi sorridendo tornò a fissarli e disse “…Bravi…” poi iniziò a
radunare le sue cose e a incamminarsi verso il Dormitorio Femminile.
Harry non reagiva, era semplicemente muto…rifletteva: era
strano il comportamento di Hermione, e il ragazzo era quasi certo che ci fosse
sotto qualcosa.
Ma l’ipotesi sembrò non sfiorare minimamente le idee di
Ron, che quasi balzò davanti a Hermione, impedendole di continuare la sua
strada.
“AspettaAspettaAspetta!” disse il ragazzo.
“O mio Dio!Cosa vuoi, Ron?”disse scocciata la ragazza.
“Hai visto la partita…e non ci dici niente?” continuò Ron.
“Ma cosa devo dirvi?Siete stati bravi…”
“Ma…ma…avanti Hermione!Abbiamo vinto!Adesso siamo in testa
alla classifica…e tu non mi dici altro che < Bravi >?” il ragazzo
sembrava veramente sconvolto dal comportamento insensibile e distaccato
dell’amica.
“Bè, cosa devo dirvi…Harry ha fatto il suo lavoro…come al
solito ha preso il Boccino…Ginny come al solito è riuscita a fregare le Pluffa
a tutti…i Battitori non facevano altro che scagliare Bolidi su qualunque essere
umano in movimento e tu, come al solito, non sei brillato più di tanto…”finì
seriamente Hermione.
Ron rimase profondamente offeso… “Co…Cosa?!Herm…ma…voglio
dire…sei davvero cattiva, non trovi?”
“Io mi definirei più che altro obiettiva, Ronald…non fai
altro che emozionarti e sbagliare le parate…avete vinto solo per semplice
casualità e fortuna…tutto qua!Sono solamente felice che la mia spensieratezza
non debba dipendere dal risultato delle vostre partite di Quiddich…” rispose
Hermione in modo tagliente.
La ragazza portò lo sguardo anche sugli altri componenti
della squadra: c’era chi la guardava allibita, chi con un odio profondo.
Hermione sorrise: “Bene…è finito l’interrogatorio
Weasley?Domani ho un compito in classe di Antiche Rune e devo finire di
studiare…”
Ron non mosse ciglio: le labbra serrate e gli occhi
increduli, mentre Hermione molto elegantemente lo superava e saliva
tranquillamente le scale che conducevano al Dormitorio Femminile.
Il ragazzo si girò verso il gruppo di amici, che nel
frattempo si era spostato verso il centro della Sala… “Ma voi…l’avete sentita?”
Tutti annuirono allibiti…
Ron continuò…”Per la Barba di Merlino…il mondo gira
proprio alla rovescia…voglio dire…abbiamo vinto e se la prende in questo
modo…mah…”
Poi improvvisamente si girò verso Harry… “Harry…non è che
le hai combinato qualcosa?Così lei ha boicottato tutta la Casa e nessuno
festeggia per la vincita?”
“Ma che diavoleria stai pensando, Ron!Certo che non le ho
fatto niente…ti pare!”
Proprio mentre Harry finiva la frase, si sentì uno
schiocco di dita, e le luci della Sala si spensero in un botto.
“Oh…e adesso cosa succede, ancora!”si lamentò Ron.
I sette non si mossero di lì…stettero nel buio più
assoluto per un po’, fino a quando non si sentì un altro schiocco di dita.
Davanti a loro comparve un tavolo abbastanza grande
imbandito con bevande e dolci; sulle pareti magicamente erano comparsi
striscioni colorati con scritto < Forza Grifondoro > insieme a palloncini
rossi e dorati.
Harry sorrise stupito… “adesso credo di iniziare a capire
qualcosa” bisbigliò fra sé e sé.
“Yu-uuuuuuuu!”
Con un urlo di vittoria, decine e decine di Grifondoro si
riversarono nella stanza, tenendo in mano e sventolando le bandiere di
Grifondoro e creando un cerchio intorno ai vincitori.
Harry, Ginny, Ron e gli altri, ripresi dallo stupore
iniziale, iniziarono a ridere a più non posso, felici e sollevati della
sorpresa.
Harry, ancora travolto e tramortito da quella sorpresa, si
ritrovò improvvisamente avvinghiato in uno stretto abbraccio…
Senza esitazione riconobbe i capelli svolazzanti di
Hermione, che era corsa ad abbracciarlo felice.
Tanta era stata la foga di quell’abbraccio, che per pochi
secondi Harry si ritrovò a tenere quasi in braccio la ragazza, senza che lei
toccasse i piedi per terra.
La risata cristallina e allegra dell’amica risuonava nelle
orecchie di Harry, che stava ricambiando l’abbraccio con la stessa intensità.
Hermione, sorridente come non mai, si staccò
dall’abbraccio dell’amico, tenendo comunque sempre appoggiate le braccia su
quelle di Harry, che le stava ancora cingendo la vita…
“Oh Harry…è stato difficilissimo stare seria prima…siete
stati bravissimi…sul serio!”
“Grazie Herm…allora…” esitò il ragazzo… “…allora hai
veramente visto l’intera partita…”
“Certamente capitano…”rispose sorridendo intensamente la
ragazza.
Harry la guardava divertito: indossava ancora i jeans e la
maglietta a righe gialle e arancione, però fra i capelli scompigliati che le
ricadevano sul viso spuntava la bandiera dei Grifondoro, annodata sotto i
capelli come una bandana e con le estremità che pendevano lungo la schiena.
Il ragazzo si riprese dai suoi pensieri non appena
Hermione prese fra le mani il suo viso e gli scoccò un dolce bacio sulla
guancia, prima di staccarsi definitivamente e dirigersi verso Ron che si era
appena liberato delle sue ammiratrici.
Hermione si schiarì la voce per attirare su di sé
l’attenzione del ragazzo che ancora guardava sognante una provocante ragazza
dai capelli biondi che ammiccava nella sua direzione.
Ron si girò verso l’amica…guardandola in modo torvo…
“NoNoNo…”disse il ragazzo in modo categorico accompagnato
con i gesti delle mani… “Mi spiace signorina, ma con te proprio non ci voglio
parlare…”
Hermione assunse una tenera espressione offesa,
arricciando le labbra e guardando Ron con gli occhi di un cane bastonato…
Ron rimase assolutamente serio e diede le spalle
all’amica, offeso.
Hermione allora sorrise leggermente e iniziò ad
incamminarsi verso il tavolo dei dolci, dicendo ad alta voce per farsi sentire…
“Come vuole lei, Weasley…vuol dire che la torta di crema e cioccolato, piena di
pan di spagna e bignè ce la mangeremo tutta noi…”
“COME!?” si voltò esterrefatto Ron.
Hermione con un espressione furba in viso tornò a guardare
l’amico…
“Herm…hai…hai proprio detto…cioè…hai detto crema e
cioccolato?”
La ragazza annuì seria.
“E…e…ci sono anche i…i bignè?!”
Hermione annuì nuovamente, divertita… “E pensa, Ronald…per
l’occasione mi sono fatta spedire da mia mamma via gufo quattro pacchi ripieni
di bombolette di panna montata…”
“Panna…Panna montata?”disse Ron, che a stento riusciva a
togliere gli occhi affamati dal tavolo delle dolci pietanze.
“Hermione…bè, sai…complimenti!E’…stato davvero un bello
scherzo e credo che…che sì, potrei anche perdonarti…perché sai…in fondo
noi….noi siamo amici da tanto tempo…e per cui…dato che sono buono e paziente e
senza secondi fini…potrei anche darti la…la mia clemenza…”
“Dimmi Ron…”rispose la ragazza, che nel frattempo aveva
iniziato a stappare le bottiglie e versare Burrobirra e Succo di Zucca nei
bicchieri.
“Dove…dov’è la torta…?”domandò a bassa voce mentre rubava
lesto dal vassoio vicino alla ragazza un biscotto ripieno di cioccolata.
Hermione, a quella domanda, si rovesciò sulla mano la
Burrobirra che stava versando nel suo bicchiere.
Ron la guardò stupito mentre la ragazza appoggiava
malamente il bicchiere sul tavolo ed era diventata rossa per trattenersi dal
ridere.
“Ma…che ho detto?”chiese l’amico in tono innocente.
La festa durò a lungo: avevano iniziato a festeggiare
sulle 5.30 solo con bevande e qualche pasticcino, poi fu il momento di andare a
cena.
Tutto ricominciò subito dopo aver cenato, quando nella
Sala Grifondoro entrò dal ritratto un carrello da cucina…o per meglio dire,
entrò un carrello da cucina guidato da Dobby, l’Elfo Domestico.
Dobby stava portando finalmente la torta crema e
cioccolata tanto desiderata da Ron: il dolce era molto grande, fatto in due
strati e con sopra scritti con della glassa rossa i nomi di tutti i giocatori.
“Grazie mille Dobby…”disse Hermione gentilmente all’Elfo.
“Nessun problema Signorina…io essere stato contento di
averla aiutata per la festa di Harry Potter e degli amici…”disse l’Elfo con un
piccolo inchino.
Harry osservava divertito la scena, seduto sul divano
rosso mentre alla sua destra Mark e Ginny discutevano sulle loro performance in
partita.
Harry non aveva fatto altro che osservare Hermione per
tutto il tempo della festa…
Possibile o me lo sono sognato?Veramente Herm prima
della patita è arrivata di corsa e mi ha baciato?
Il ragazzo era rimasto stupito dal modo di fare
dell’amica: non poteva credere che poche ore prima lo aveva baciato con un
enfasi che non si aspettava da lei mentre adesso era tornata nuovamente la
normale Hermione che cercava di ignorarlo e di non incrociare il suo sguardo.
Harry vide Hermione che, furtivamente, si era seduta per
terra e si stava velocemente slacciando una scarpa…
“Tieni Dobby…so che ti piacciono i calzini…”disse la
ragazza mentre continuava a sfilarsi dai piedi il calzettino rosa acceso con
piccoli cuoricini viola… “Allora, questo è per ricompensarti del tuo aiuto…”
finì porgendogli il calzino.
“Oh…grazie Signorina…”esclamò Dobby commosso rigirando il
calzino rosa fra le sue lunghe dita… “Lei è davvero molto gentile…Grazie…”
“Figurati Dobby…”rispose la ragazza infilandosi nuovamente
la scarpa destra… “Ma adesso vai…a riordinare ci pensiamo noi…”
“E’ sicura?Dobby può anche venire dopo…”disse l’Elfo
guardandola quasi speranzoso.
“Fidati…se avremo bisogno di chiameremo…adesso vai…”finì
dandogli una dolce pacca sulla testa pelata.
L’elfo sorrise, poi senza farsi notare si allontanò e
scomparve dietro il ritratto.
Hermione si rialzò, passandosi una mano sui jeans come per
pulirsi, poi, rialzando il viso, incrociò lo sguardo di Harry.
Lo vide fermo, che la fissava, e il tempo si era come
fermato magicamente per la seconda volta in quella giornata: Hermione non potè
far altro che sorridere imbarazzata e felice al contempo, passandosi un mano
fra i capelli come per ravvivarseli.
Harry sorrise in risposta: no, non se l’era sognato, e il
ragazzo sperava con tutto il suo cuore che la festa finisse presto per poter
rimanere un po’ con l’amica.
La festa continuò ad andare avanti fino alle 11, quando si
ritrovarono gran parte dei Grifondoro seduti in cerchio a terra al centro della
Sala a raccontarsi barzellette babbane e non.
Lentamente, i primi sbadigli iniziarono ad arrivare e
alcuni ragazzi iniziarono a dirigersi verso i dormitori, salutando felici gli
altri compagni.
Alle 11.30 Harry, Ron, Hermione e Ginny si ritrovarono da
soli il Sala Grifondoro a raccogliere bicchieri di plastica e pulire la sala
dalla carta colorata dei festeggiamenti.
I quattro chiacchieravano allegramente, aiutandosi a
pulire, fino a quando rimase da dare una sistemata al tavolo e al tappeto dove
si erano seduti minuti prima.
“Dai…andate di sopra a dormire voi…”disse Hermione agli
altri amici… “…avete giocato oggi e sarete stanchi morti…non è giusto che
puliate pure la Sala…ci penso io”
“Oh Hermione…mi conosci bene…davanti a queste offerte così
magnanime io di certo non mi tiro indietro…”disse sentitamente Ron lasciando
svogliatamente cadere lo straccio su una sedia… “Buonanotte a tutti…e grazie…ci
vediamo domani…”annunciò il ragazzo e, con poca sorpresa di tutti, si precipitò
per le scale a tuffarsi sotto le coperte del suo morbido letto.
“Bè…la cosa bella di mio fratello è che le cose non
bisogna ripetergliele più di una volta…”disse ironicamente Ginny, sbadigliando
a tal punto da farsi venire i goccioloni agli occhi.
Hermione rise… “Guarda che anche tu appartieni ai
Weasley…per cui, Ginny, adesso vai di sopra e quando vengo a letto ti voglio
vedere profondamente addormentata…”
“Ohi Herm!Che fai…sostituisci la mamma?”disse poco
convinta Ginny, in fondo contenta di poter eseguire quell’ordine tanto gradito…
“Notte Ginny…”disse Hermione.
“Notte Herm…Harry…”disse la ragazza agitando la mano in
segno di saluto.
“Ah…un'altra cosa Harry…”disse la ragazza quando aveva
appena fatto il primo gradino… “…se vuoi rimanere insieme a Hermione, per
favore, fate quello che dovete fare, ma niente schiamazzi…noi vogliamo dormire,
non sentire le vostre grida…”
“Ehm…BUONA NOTTE GINNY…”disse Harry rosso in viso e
imbarazzato.
“Notte ragazzi…”disse l’amica facendo l’occhiolino ai due
e correndo su per le scale e lasciando Harry e Hermione in un pesante silenzio.
Hermione si girò verso Harry, che era diventato rosso in
viso; la ragazza vedendolo così imbarazzato, scoppiò a ridere cercando di non
fare troppo rumore.
Anche Harry rise di gusto…lo trovò un buon espediente per
iniziare a spezzare la tensione fra loro due.
Il ragazzo, vedendo che l’amica non smetteva di ridere,
disse … “Ok Herm…adesso puoi anche smettere…”
“Oddio hai ragione…scusa Harry, ma avevi una faccia!”
“Che faccia?”
“Eri così…così…oddio!non lo so com’eri…eri…buffo!”disse
presa da un altro attacco di risata.
“Oh bè, grazie!”disse sentitamente Harry, alzandosi e
andando al tavolino a ripulire.
Hermione, che era seduta in una sedia accanto alla tavola,
si alzò e, prima di dirigersi verso il centro della Sala, fece la linguaccia a
Harry, che rise nuovamente.
“Allora…adesso siete in testa alla classifica…”chiese
Hermione, piegata sulle ginocchia mentre puliva il tappeto dalla panna.
“Sì…siamo davanti a Corvonero…terzi Serpeverde e quarti
Tassorosso…”
“Bè, sarai orgoglioso no?Voglio dire…la tua prima partita
da capitano e già hai portato la squadra in testa…”
“Hei…non è mica solo mio il merito…tutti hanno giocato
benissimo…” disse con modestia Harry smettendo per un attimo di riordinare
piatti e bicchieri.
“Sì, è vero: Ron è stato una sorpresa. All’inizio non ne
beccava una, poi invece si è ripreso e ha evitato alla squadra numerosi
goal…sono davvero orgogliosa di lui…”disse sentitamente la ragazza.
“Sì…è stato bravo…”rispose Harry, questa volta un po’ più
seriamente e distratto.
Hermione si accorse del diverso tono di voce dell’amico;
volse lo sguardo verso di lui, e lo vide impegnato e pensieroso fissare un
piatto di plastica.
“Hei…” lo richiamò Hermione sorridendo.
“Cosa?” disse Harry riprendendosi e alzando il viso verso
l’amica.
“Naturalmente sei stato bravo anche tu!…”continuò
Hermione.
“Grazie…” disse sorridendo soddisfatto il ragazzo… “ ma
cosa intendi dire?”
“Oh niente…hai fatto una faccia quando ho parlato di Ron…”
“NoNo…ma ti pare…” finì arrossendo.
“Sei stato particolarmente bravo oggi…” continuò la
ragazza mentre tornava a pulire il tappeto… “però hai sempre la brutta
abitudine di farmi prendere degli accidenti quando cerchi di prendere quella
pallina dorata…per me un giorno o l’altro ti ritroveremo veramente scaraventato
a terra con tutte le ossa rotte…”
Harry rise, poi aggiunse sentitamente… “Sai…oggi avevo una
particolare fretta di scendere dalla scopa e di raggiungere…i miei…amici…”
Hermione capì il doppio senso di quella frase; alzò lo
sguardo all’amico e di nuovo, come molte altre volte in quei giorni, si
parlarono con gli occhi…
“Dai Harry…vieni qui…dammi una mano a pulire per
terra…”disse infine Hermione battendo con la mano sul pavimento vicino a lei.
“Ok…ma scusa, non faremmo meglio a chiamare Dobby…”
rispose il ragazzo mentre si avvicinava al punto indicatole dalla ragazza.
“Harry…solo perché non parlo più del C.R.E.P.A non vuol
dire che io non creda più negli ideali che sostiene l’associazione…gli Elfi
Domestici non devono essere maltrattati o usati come servetti perché noi siamo
troppo scansafatiche…” riprese critica e in tono di rimprovero.
“Oh Herm…proprio non capisci che loro sarebbero contenti
di questo…” ribattè il ragazzo raccogliendo un piatto pieno di panna gettato a
faccia in giù nel tappeto.
“Ok…lasciamo perdere Harry…una delle poche cose su cui non
andremo mai d’accordo è la concezione dello stato di lavoro degli Elfi
Domestici…”tagliò corto la ragazza.
Harry in realtà aveva interesse nel parlare con Hermione
di un altro argomento, di qualcosa che li avrebbe avvicinati di più agli
avvenimenti di poche ore prima.
“Hei Herm…bè…tu…noi…ecco…non mi hai ancora parlato di cosa
è successo oggi con…con Viktor” iniziò balbettando e mantenendo gli occhi fissi
sul piatto.
Hermione lo guardò storto.
“Oh bè, naturalmente solo se tu vuoi parlarne con
me…capisco che Ginny potrebbe essere la persona più adatta, ma vedi io…”
Hermione non lo lasciò neanche finire di parlare…
“Quando sono arrivata là, un Auror mi ha bloccato la
strada…però poco dopo per fortuna è arrivato Viktor dicendo che mi doveva
parare perché ero la sua ragazza…”
“COME?!Ri…ripeti l’ultima parte…”
Harry, che era seduto sui talloni, si alzò in un secondo a
sedere sulle ginocchia, puntando gli occhi stupiti sulla ragazza.
“…perché ero la sua ragazza…” scandì sorridendo Hermione.
“La sua ragazza?Herm…”Harry sembrava sconvolto mentre si
risistemava nella sua posizione originale, sempre cercando gli occhi di
Hermione.
“Harry!E’ stata una strategia come altre per poter parlare
in santa pace!” spiegò stupita e nel contempo lusingata la ragazza, poi
continuò, cercando astutamente termini che potessero far innervosire
l’amico…“Mi ha detto che sono un tesoro di ragazza, che mi vuole molto bene più
di quanto egli stesso credeva di volermene…e poi mi ha chiesto se volevo
mettermi con lui…diventare la sua ragazza…”
A Harry cadde il piatto dalle mani, ribaltandosi sul
tappeto; sgranò gli occhi stupito per la seconda volta e balbettò qualcosa
come… “E…E…E tu?”
“Io…io gli ho detto di no…che, per quanto lui fosse
importante per me, non sarebbe mai potuto essere alla stessa altezza di un'altra
persona…”disse Hermione abbassando gli occhi a terra e appoggiando sulle
ginocchia il piatto che stava pulendo, poi continuò rossa in viso…“Una persona
molto vicina a me per la quale provo qualcosa di molto più forte rispetto a
quello che provo per lui…”
Il cuore di Harry non smetteva di battere forte mentre
ascoltava quelle parole che, se i fatti non gli davano torto, erano riferite
proprio a lui.
“Allora mi ha detto che mi avrebbe lasciata andare…”
continuò la ragazza alzando il viso verso l’amico… “ma continueremo a tenerci
in contatto…mi ha ordinato di raccontargli tutti i torti che questa persona mi
fa….così un giorno arriva e la picchia a sangue se mi fa stare male…”
“AH…davvero?”disse Harry con un lampo agli occhi.
Hermione lo guardò sorridendo e annuendo lentamente.
“Bene…”finì Harry in modo ironico, facendo ridere piano
Hermione che si era spostata da un lato del tappeto per recuperare una
bottiglia di panna montata.
“Infine, dopo tutto questo, mi sono messa a correre per
venire a…a salutarti prima dell’inizio della partita…”
“Bè…questa parte me la ricordo bene anch’io…me la ricordo
molto, molto bene…” affermò Harry in tono sicuro e sorridendo.
Hermione arrossì, mentre si avvicinava nuovamente al
ragazzo con la bottiglia in mano.
“Sai una cosa che adoravo sempre fare da piccola?” disse
l’amica.
Harry scosse la testa in segno di negazione, così la
ragazza iniziò a raccontare … “Adoravo andare di nascosto nel frigorifero di
casa e schizzarmi la panna montata in bocca…lo facevo anche 10volte al giorno…quando
i miei mi hanno scoperto, hanno iniziato a dire che se continuavo così i denti
mi sarebbero caduti tutti in pochi giorni…mi hanno letteralmente
traumatizzato…a tal punto che la panna non me la mangio più in quel modo…anche
se ne avrei una voglia…”
“Bè, adesso qui non ci sono i tuoi genitori a dirti che la
panna montata fa male…potresti anche mangiarla…”rispose Harry sorridendo al
viso tentato di Hermione.
“Prova a vedere se è piena…” continuò il ragazzo
accennando all’oggetto in mano alla ragazza.
“Ok…ma poi è tutta colpa tua ok?” disse Hermione mentre
sbatteva il barattolo energicamente e, concentrata al massimo, spingeva il
pulsante per far uscire la panna.
Ai primi tentativi sembrò che davvero la bottiglia fosse
vuota, ma improvvisamente la panna uscì in un colpo solo e andò a finire
proprio sulla faccia di Harry che si era sporto per osservare la ragazza.
“Oddio Harry…scusami io…o porca miseria…sei tutto sporco!”
disse Hermione ridendo mentre non sapeva se appoggiare il barattolo e aiutare
Harry o starsene seduta a guardare la scena.
“Hermione!” disse Harry invocando aiuto… “Accidenti…mi dai
una mano?Non vedo niente…” finì alzandosi in piedi.
“Ok ti aiuto…aspetta…” disse la ragazza alzandosi in
piedi… “aspetta…Harry ti aiuterei se tu stessi un po’ fermo…!”.
Harry smise di impiastricciarsi ancora di più il viso
pulendosi con la manica della camicia, e aspettò che delicatamente e con un
ironico sorriso sul volto Hermione gli togliesse gli occhiali, appoggiandoli al
sicuro sopra il tavolino.
“Accio bacchetta…”disse Hermione e, una volta impugnato il
manico, la puntò contro gli occhiali di Harry, ormai abituata a risistemarli
ogniqualvolta erano rotti o danneggiati… “Gratta e Netta!”
In un secondo, gli occhiali del ragazzo tornarono a
brillare, nuovi come prima.
La ragazza si rigirò verso Harry sorridente… “Fatto…adesso
credo che dovremmo fare la stessa cosa con la tua…” Hermione vide Harry
accovacciato per terra, la testa fra le mani, zitto e immobile…
“Harry…”bisbigliò la ragazza, seguita da un momento di silenzio.
“Harry…mi dispiace…non credevo che…oh avanti…che hai
fatto…”disse preoccupata Hermione accovacciandosi anche lei accanto all’amico.
In un baleno Harry rialzò la testa e puntò contro l’amica
la bomboletta incriminata e le sparò in viso una grande quantità di panna
montata…
“HARRY!”disse Hermione portandosi le mani al volto, mentre
il ragazzo rideva come poche volte negli ultimi tempi aveva avuto occasione di
fare.
“Sei…sei cattivo, malefico e vendicatore…”disse Hermione
mentre cercava di togliersi la panna dalla faccia, impiastricciandosi anche lei
le maniche del maglione e i jeans.
“Dai Herm…scusa, ma non ho resistito…”disse Harry
prendendo le mani dell’amica che si era alzata in piedi e facendole capire di
ritornare a sedere… “Eri troppo comica…”
“Oh bene!Ero comica perché mi preoccupavo per te…Grazie
tante, amico!” finì lasciandosi comunque trascinare verso il basso.
“Dai…stai ferma, lascia fare…”disse Harry tenendole ferme
le mani che stavano a proteggere il viso.
Nel silenzio più completo, il ragazzo lentamente iniziò a
toglierle la panna dal viso, facendo scorrere la sua mano prima sulla parte
destra del viso dell’amica, poi quella sinistra.
Appena Hermione si sentì libera dalla panna, aprì
lentamente gli occhi e, ritrovandosi davanti Harry che la guardava in quel modo
così dolce, sorrise imbarazzata dicendo sottovoce… “Anche tu sei ancora tutto
sporco…”
“…Davvero…”disse sottovoce Harry assorto in quegli occhi
color cioccolato.
“Sì…proprio qui…”disse scorrendogli piano un dito sul
mento… “sembravi tanto Babbo Natale...”
“E invece tu hai uno sbruffo qui…” disse Harry portando
via dalla punta del naso della ragazza della panna montata.
Hermione a quel contatto arricciò il naso e chiuse gli
occhi, tirandosi un po’ indietro e facendo sorridere l’amico.
“Bè…direi che è ora di andare a dormire…” disse la ragazza
dopo aver riaperto gli occhi e fissando Harry… “abbiamo pulito tutto…dobbiamo
solo buttare via i piatti…”
“…Sì…”disse il ragazzo continuando a fissare l’amica che,
nel frattempo, si era alzata per buttare nel cestino i piatti di plastica.
Harry appoggiò una mano al suolo per rialzarsi, ma invece
toccò la bomboletta di panna montata; la prese in mano, sorridendo.
Il ragazzo si alzò e andò a buttarla nel cestino; quando
si girò vide Hermione che lo guardava sorridendo.
“Che c’è?” chiese Harry.
“Niente…”disse Hermione alzando le spalle… “…solo che è
strano vederti senza occhiali…”
“Lo so…”disse Harry a voce bassa … “quelli sono uno dei
mezzi per i quali mi riconoscono tutti come Harry Potter…”
Hermione sorrise amaramente, poi gli porse i suoi occhiali
cerchiati… “Tieni…”
Il ragazzo li prese, li guardò un attimo poi sorridendo li
indossò… “Grazie…”
I due si sorrisero a vicenda imbarazzati…l’incidente della
panna montata li aveva avvicinati molto di più, solo che un fatto era baciare
un ragazzo di istinto, senza pensarci, un’altra cosa era farlo razionalmente,
guardandolo negli occhi e sentendo l’emozione crescere dentro di sé.
“Bè…allora…buona notte capitano…”disse Hermione,
sottraendosi allo sguardo penetrante di Harry che rimase immobile in quella
posizione scrutando il vuoto davanti a lui prima occupato dalla ragazza.
Hermione si stava dirigendo lentamente verso le scale,
quando si fermò: volse lo sguardo indietro pentita, ma poi riprese il suo
cammino.
Harry nel frattempo ascoltava i passi di Hermione
allontanarsi…
Caspita…non deve finire così la giornata!Chissà cosa
penserà…forse che non mi importa niente di quello che è successo prima della
partita…Accidenti…cosa faccio…non posso…non voglio lasciarla andare così…
“Hermione!”disse Harry voltandosi di scatto proprio mentre
la ragazza era appena salita sul primo gradino.
Lei si girò lentamente, stando sempre su quel gradino…
“Sì?…”disse.
Harry camminò deciso verso di lei con lo sguardo però
basso e imbarazzato…stava per ripetere quello che Hermione aveva fatto alcune
ore prima a lui.
“Ti ricordi cosa avevamo detto negli spogliatoi?Che ne
dovevamo parlare di…di quella cosa?” osò il ragazzo.
Hermione semplicemente annuì, senza fiato e diventando
rossa in viso.
“Ecco…volevo solo che tu sapessi che non me ne sono
scordato…e che se non lo abbiamo fatto oggi, questa volta non voglio lasciare
correre o ignorare…perché…” e qui si fermò alzando deciso il volto verso
l’amica. “Perché quello che c’è fra noi…qualunque cosa ci sia…è troppo
importante per me per lasciarla correre via così…”
La ragazza sorrise felice… “La stessa cosa vale per me,
Harry…”
Lui sorrise, poi ad un certo momento si accorse di
qualcosa che luccicava al collo dell’amica…
Harry allungò la mano verso di lei e prese in mano la
medaglia che le aveva regalato quel giorno di S.Valentino…quel giorno che
sembrava così lontano…
“L’hai…l’hai indossata?”chiese stupito Harry.
Hermione sorrise… “Certo Harry…secondo te dove l’avrei
dovuta tenere?”
Harry tentennò un attimo, poi chiese… “Herm…secondo te
l’incantesimo delle scale vale se faccio solo il primo gradino?”
“No…non credo…”rispose lei perplessa.
Harry salì il gradino e, con suo grande sollievo, non fu
scaraventato via.
Così si ritrovò allo stesso livello di Hermione; lui
sorrise e le prese le mani, poi, senza staccare fino all’ultimo gli occhi da
quelli di lei, la abbracciò stretta, circondandole la vita con le braccia e
nascondendo il viso fra i suoi capelli, respirando a fondo quel profumo che lo
sapeva calmare come nient’altro riusciva.
Hermione a quel contatto, chiuse gli occhi, immergendo il
viso nella spalla di Harry; quel gesto dell’amico le fece piacere, in quanto
era delicato, sincero e dimostrava il complicato e profondo legame che li univa
molto più di mille parole.
Stettero così fermi per qualche minuto, come a crogiolarsi
nel calore che sapevano infondere i loro corpi; poi Harry si distaccò anche se
malvolentieri, e posò sulla candida fronte dell’amica un leggero bacio.
Hermione chiuse gli occhi: gli tornò alla mente quel
momento quando lui la aveva baciata così, in camera sua a Privet Drive…
Sembrava tutto così lontano e diverso…tutto più profondo e
complicato…meno ingenuo…
“Allora, ci vediamo domani Herm…”disse Harry con il suo
inconfondibile sorriso.
“Mi raccomando…fai sogni d’oro…”disse la ragazza donando
all’amico una tenera carezza sul volto.
“Ci proverò…”rispose calmo il ragazzo.. “sogni d’oro anche
a te…”
Lei sorrise, poi gli voltò le spalle e si avviò al
dormitorio, lasciando Harry a guardarla ammirato allontanarsi, quando,
improvvisamente, una dolorosa fitta alla testa lo costrinse a chiudere gli
occhi e appoggiarsi alla parete, scivolando lentamente a terra tenendosi il
capo stretto fra le mani, come per comprimere quel dolore lacerante che gli
stava spaccando in due la testa.
****************
“Fallo entrare, Codaliscia…”
La pioggia batteva forte nei vetri della prigione di
Azkaban.
Per i corridoi le urla dei Mangiamorte liberati quella
notte, di nuovo tutti al servizio del Signore Oscuro.
Codaliscia spalancò la porta di legno…
“Il Nostro Signore ti da il permesso di entrare…”disse
Peter Minus, colui che aveva tradito i genitori di Harry.
Timoroso, una figura bassa e sottile entrò nel buio di
quella stanza, arredata solo con un tavolo e una grande poltrona di pelle rossa
girata verso l’enorme finestra sbarrata.
“Mi ha convocato, signore?” chiese la figura.
Voldemort si alzò dalla sua postazione e, facendo svolazzare
il mantello nero, guardò nella direzione di Codaliscia e del convocato.
“Inchinati davanti allo sguardo del Signore Oscuro,
stupido!” disse Codaliscia, inchinandosi al cospetto del padrone.
“Lascialo stare, Codaliscia…”tuonò Voldemort… “in fondo, è
grazie a lui e ai suoi Elfi delle Paludi che siamo riusciti a conquistare
Azkaban, giusto Rayko…”
“Sì, mio Signore…” rispose con un filo di voce sibilante
l’Elfo… “ma d’altronde, lei ci ha fatto una promessa, Signore…”
Voldemort rise… “sempre agli affari, voi Elfi, non è vero,
Rayko?Ecco il motivo per cui andiamo d’accordo…io e tutti voi…siamo senza
scrupoli e faremmo di tutto per raggiungere il nostro scopo…tutto…”sottolineò
il mago oscuro.
“Ha ragione, padrone…”rispose l’Elfo alzando la testa
sottile e lunga.
“Bene, bene…allora, Rayko, vuoi ricordarmi i termini dei
nostri accordi?”
“Lei, Signore, aveva detto che se l’avremmo aiutata a
conquistare la prigione di Azkaban e a liberare tutti i prigionieri lei ci
avrebbe fatto dono di territori a noi favorevoli, donandoceli per
l’eternità…non come se fossimo degli invasori, come invece ci facevano sentire
nella Foresta Oscura di Hogwarts… “
L’uomo rise ancora… “Certamente, Rayko…il vecchio Silente
ha sbagliato i suoi calcoli, questa volta…ha fatto un errore…un enorme errore…”
disse spostandosi verso la finestra e assumendo un’espressione felice sul
volto.
“I territori che vi dono si trovano molto a Nord…in una
zona nascosta della Scozia…ho organizzato diverse Passaporte Magiche che vi
permetteranno di raggiungere le vostre nuove terre…”continuò con una voce atona
e seria, mentre i suoi occhi rossi guardavano oltre la Foresta e le colline, al
di là delle quali si trovava Hogwarts.
Rayko fece un profondo inchino… “Lei è buono con noi,
Signore, e onesto…le assicuro che nessuno dei miei compagni è pentito di aver
lasciato le terre di Hogwarts per seguirla e servirla…”
“Ne sono felice…ne sono felice…”disse Voldemort girandosi
verso l’Elfo e verso Codaliscia, che ancora non si decideva ad alzarsi da
terra.
“Bellatrix vi mostrerà le Passaporte…dopo di che, quando
sarete nei vostri territori, i rapporti fra di noi saranno definitivamente
conclusi…adesso va…”
“Addio, Signore…e grazie…”disse Rayko, per poi sparire
lentamente dietro il grande portone di legno.
Lord Voldemort alzò il suo sguardo su Codaliscia ancora
inginocchiato a terra… “Alzati, stupido verme inutile!”
In un attimo Minus si rialzò, senza però guardare
Voldemort negli occhi.
“Piton dov’è?” chiese il Signore Oscuro.
“E’ qui fuori nel corridoio che aspetta di essere chiamato
da lei, Signore…”rispose umilmente l’uomo.
“Allora chiamalo…fallo entrare…”
La porta di legno cigolò una seconda volta.
Severus Piton entrò nella stanza buia; la lotta contro i
guardiani del carcere era stata dura, e l’animo del professore pesava per tutte
quegli uomini che aveva ucciso.
Voldemort, serio e terribile, si girò, penetrando l’uomo
col suo sguardo, scorrendolo da capo a piedi… “Siamo ridotti maluccio,
Severus…”
Piton abbassò gli occhi, fissando il pavimento e tenendo
le mani chiuse a pugno dietro la schiena.
La tunica nera da Mangiamorte era piena di strappi e
chiazze di sangue proveniente da vittime diverse, e non da meno lo era il viso,
completamente pieno di ferite sanguinanti.
“Lasciaci soli, Codaliscia…”
“Come, mio Signore?” chiese l’uomo stupito.
“Ho detto di uscire da questa stanza e lasciarci da soli!”
urlò Voldemort.
Correndo, Codaliscia uscì dalla stanza, lasciando i due in
completo silenzio.
“Allora Severus…vuoi farmi il rapporto della battaglia?”
chiese serio Voldemort, voltando la poltrona di pelle e sedendosi tamburellando
le dita una contro l’altra.
Piton iniziò a parlare con un tono basso, senza mai alzare
lo sguardo… “Li abbiamo sconfitti, Signore…Sono morti quasi tutti, e chi non lo
è, adesso è rinchiuso nelle celle della prigione, nella torre Nord”
“Bene…Benissimo…mi piace…”commentò con voce strisciante
Voldemort… “E dimmi, Severus, cosa ne avete fatto dei Dissennatori?”
“I Dissennatori, Signore, inizialmente ci erano nemici, ma
alla fine la loro anima nera ha avuto il sopravvento e si sono alleati con
noi…ci hanno aiutato moltissimo…”
“Dove sono adesso?”
“Adesso stanno di guardia alle celle dei prigionieri…”
“Perfetto…un ottimo lavoro davvero, Severus…Non mi sarei
mai aspettato da un traditore come te un servizio così…zelante…” finì l’Oscuro
Signore alzandosi dalla poltrona.
Piton iniziò a sudare freddo… “Traditore, Signore?Io…no,
mai…non potrei mai tradirla…”
Voldemort rise; una risata fredda, pungente, penetrante.
“Avanti, Severus…non osare contraddirmi!Ti ho visto, sai?Nell’ultima
battaglia…tu e quel Licantropo…stavate giocando a fare la guerra, come due
bambini!Non dirmi che stavi davvero cercando di ucciderlo, perché se così è, ho
veramente sopravvalutato le tue capacità di mago…”
“Mio Signore, la prego di credermi…Lupin è un mago molto
forte…”
“E tu invece sei un mago poco furbo…Credi che io non mi
sia accorto che stai facendo il doppio gioco?”
Il cuore del professore iniziò a battere più forte per la
paura, mentre con lo sguardo stava aggrappato a quel punto sul pavimento, come
per aiutarsi a non farsi sfuggire nulla che avrebbe potuto tradire la sua
copertura.
“Non rispondi, eh? Bene…vediamo se così funziona…”
Voldemort abbandonò la sua postazione; si diresse davanti
all’uomo e estrasse dal suo mantello la bacchetta; la puntò contro Piton, che
nel frattempo aveva aperto gli occhi terrorizzati; il mago oscuro pronunciò una
sola parola: “CRUCIO!”
Piton rantolò a terra, contorcendosi e urlando in modo
disumano; il viso piegato in smorfie di dolore e ilcorpo tremante e percorso da spasmi che cercava di chiudersi in
se stesso.
“Adesso che ti ho rammentato la mia potenza, Severus”
continuò mantenendo la punta della sua bacchetta verso il corpo inerme del
professore ancora accartocciato per terra.. “Dimmi cosa sta organizzando a
Hogwarts Silente…”
Tenendo una mano al petto, Piton si mise in ginocchio,
ansimando vistosamente; le ferite riportate in battaglia e quella maledizione
lo stavano mettendo a dura prova.
“Signore, la prego di credermi…Silente è…è un vecchio mago
furbo…sa…sa di non potersi fi…fidare di me…”
“CRUCIO!”
Un altro urlo di dolore uscì dal corpo del professore, che
nuovamente si ritrovò col viso schiacciato sul freddo e duro pavimento di
vecchie pietre.
“Non scherzare con me…non te lo puoi permettere!” tuonò
Voldemort.
Questa volta Piton era rimasto a terra, senza aver la
forza di rialzarsi.
“Facciamo così, Severus…” continuò abbassando la bacchetta
e appoggiandola sul tavolo di legno… “…dato che sono…buono…e considerando il
fatto che tu mi servi perché sei l’unico che può entrare a Hogwarts senza
destare troppi sospetti, ti do una seconda possibilità…”
Voldemort si inginocchiò a terra e, con le lunghe mani
sottili prese l’uomo per i folti capelli, alzandogli violentemente la testa e
costringendolo a guardarlo negli occhi… “Ora tu torni in quel castello e cerchi
di raccogliere più informazioni possibili riguardo a ciò che quel vecchio mago
ha intenzione di fare…e naturalmente dovrai eseguire ogni ordine che io ti
darò, senza scrupoli o tentennamenti…e terrai d’occhio Potter e i suoi due
amichetti…sai…ho in riservo delle belle sorprese per loro tre…”
Il mago oscuro lasciò andare la testa di Piton, che sbattè
violentemente per la seconda volta al suolo.
Sofferente, si rialzò in piedi lentamente, soffrendo ad
ogni movimento.
“Ricordati di una cosa, Severus…” lo avvertì Voldemort
stando in piedi davanti a lui con un sorriso malefico… “…non c’è posto fra le
mie schiere per i traditori egli
indecisi…non commettere l’errore di ritenerti così importante a tal punto che,
se dimostrerai queste ignobili caratteristiche, io non esiti un secondo a
scagliarti contro la peggiore delle maledizioni…Vai via…non voglio rivederti se
non con delle buone notizie…”
Piton, nascondendo una smorfia di disgusto, fece un
profondo inchino tenendosi una mano sul ventre proprio nel punto in cui aveva
colpito la Maledizione Cruciatus… “Quello che lei desidera, mio Signore, è un
ordine e un piacere per me da eseguire…”
“Poche cerimonie ipocrite e sparisci dalla mia
vista…”commentò silenziosamente Voldemort mentre guardava Piton dargli le
spalle e uscire chiudendosi la porta alle spalle, lasciandolo solo nella
stanza.
Sorrise piacevolmente nel sentire i rumori gioiosi dei
suoi fedeli liberati che adesso erano pronti a unirsi nuovamente a lui…
Si avvicinò al vetro della finestra, appannato per il
contrasto fra il freddo di fuori e il calore dell’interno.
Iniziò a passare un dito sul vetro, lasciando una scia di
goccioline raddensate…
Il mio piano sta giungendo a termine…adesso che ho
Azkaban, posso anche cercare di trovare un momento buono per iniziare a
insidiare Hogwarts…sono in una buona posizione…in più, con l’incantesimo di
Occultamento che ho creato intorno a questa prigione chiunque tenterà di
entrare si perderà fra le nebbie, senza trovare più via d’uscita…Che dire…sono
davvero bravo…Attento, mio caro Harry Potter…non crederti così al sicuro…io ti
vedo…io sono dentro di te…io sono te…e sto per arrivare, così finalmente
potremmo mettere la parola fine a questa guerra…tu morirai e io vincerò…la fine
non può essere diversa…adesso non c’è più la tua mamma mezzosangue a
difenderti…E poi, se solo tu sapessi il piano che ho per ucciderti, per
renderti innocuo…giorno dopo giorno…io conosco i tuoi punti deboli…So quanto
soffri per Lupin e quanto tieni ai Weasley e a quella tua amichetta
mezzosangue…so cosa daresti per loro e quanto soffriresti se gli accadesse
qualcosa…qualcosa per cui poi si troverebbero contro di te…Sei mio, Harry,
niente ti potrà ormai salvare…sei finalmente nelle mie mani…e le tue debolezze
saranno la leva della mia vittoria…
Voldemort fu interrotto nei suoi pensieri da qualcuno che
bussava alla porta.
“Chi è!” chiese bruscamente l’uomo.
“Mio Signore…sono Lucius…” sentì dire da dietro la porta.
“Ah…Malfoy…Certo, entra pure…”disse, sedendosi nuovamente
nella poltrona rossa.
Lucius entrò riverente e umile, ancora con il cappuccio a
nascondergli i lunghi capelli biondi e gli occhi di ghiaccio.
“Dimmi, perché mi disturbi?” chiese Voldemort.
“Mi perdoni, mio Signore…non avrei voluto interromperla,
ma volevo solo farle sapere che i suoi ordini sono stati eseguiti…”Malfoy
abbassò il cappuccio, guardando con immensa ammirazione il padrone.
“Lucius…Lucius…”disse sarcasticamente il mago… “Ne ho dati
tanti di ordini, questa notte…a quale ti stai riferendo?”
“Al prigioniero speciale, Signore…” disse Malfoy… “E’
stato rinchiuso come da lei ordinato nella Torre Sud, isolato da tutti gli
altri e in una cella da solo…”
Voldemort sorrise soddisfatto… “Il prigioniero speciale!Ma
certamente…ottimo lavoro, Lucius!Come farei senza di te…” lo lodò mentre si
alzava dalla poltrona… “Prometto che quando salirò al potere darò a tutti
coloro che mi sono stati più fedeli un premio speciale…e tu sei al primo posto
fra questi…pochi mi hanno servito come ti stai facendo…”
“Oh Signore…nessuna ricompensa potrebbe essere più gradita
che quella di seguirvi dovunque ed eseguire i vostri ordini…”rispose
inchinandosi.
“Bene…Bravo Malfoy…” disse, oltrepassandolo e dirigendosi
quasi strisciando verso il portone di legno… “Adesso portami dal nostro
prigioniero speciale…voglio vederlo in faccia…e non avrò pietà…oh no…nessuna
pietà…userò qualunque mezzo per far confessare a quel Weasley tutti i
particolari sull’ Ordine della Fenice…”
***************
“Scacco al re!”disse felice Ron spostando la sua pedina ai
piedi del re di Harry.
“Oh accidenti!” reagì Harry, appoggiandosi allo schienale
della sedia; era la seconda partita che facevano quella domenica mattina, e la
seconda che perdeva.
Hermione rise; lei stava stesa a pancia in giù insieme a
Grattastinchi nel tappeto davanti al camino, i capelli malamente raccolti in un
concio, la piuma dietro un orecchia e le mani che lentamente sfogliavano uno
dei tanti libri di scuola.
“Vedi, amico…” disse Ron mentre riordinava le pedine per
iniziare la terza partita… “…non ci puoi far niente…devi ammetterlo, io sono il
re degli scacchi magici!Nessuno può competere con me…Certo che con te è ancora
più semplice…”
“Come scusa?”
“Il fatto è che Hermione è diventata una fonte di
distrazione…stai attento a guardarla sempre così, altrimenti me la consumi!”
Hermione rise nuovamente mentre Harry si guardava in giro
senza sapere cosa ribattere.
“Ho capito…” disse la ragazza sorridendo e raccogliendo le
cose da terra… “Dato che sono < fonte di distrazione >, Ronald, credo che
andrò a studiare sul tavolino…”
Passarono 15 minuti, durante i quali Hermione si era
posizionata in un tavolino lontano dai due a scrivere un tema di Antiche Rune
con Grattastinchi che dormiva beato sotto la sedia della padrona; Harry e Ron
erano silenziosamente immersi nella loro battaglia personale vicino al camino.
Il Trio di Hogwarts, come spesso accadeva in quei giorni,
era da solo nella Sala Comune, a gustarsi la tranquillità di quei momenti
mentre fuori nei corridoi gli studenti chiacchieravano allegramente e
organizzavano passeggiate nei giardini del castello.
“Hermione?” disse improvvisamente Ron dopo che non muoveva
una pedina da almeno 5minuti.
“Dimmi Ron…” rispose la ragazza distrattamente mentre
ancora la punta della sua piuma scorreva sulla ruvida pergamena gialla.
“Mi faresti un favore?” continuò alzando la testa e
guardandola… “potresti tornare nel tappeto dove eri prima?”
La ragazza e Harry lo guardarono storto…
“Perché?” chiese Hermione.
“Ti prego…” chiese lamentevolmente il ragazzo.
Hermione, sempre guardandolo storto, esaudì la richiesta
dell’amico, e tornò a sedere sul tappeto.
“Bravissima…”disse Ron, per poi tornare a riconcentrarsi
sulla partita… “Vediamo se così funziona…”
“Funziona cosa, Ron?” chiese Harry con un espressione
interrogativa.
L’amico alzò il volto e disse… “Harry…se non te ne stai
accorgendo, in questo momento tu stai vincendo…così sto giocando di strategia…”
poi continuò, indicando Hermione… “…se Hermione si rimette a sedere dove era
prima, tu riuscirai a vederla meglio e così ti puoi distrarre…e se tu ti
distrai, io vinco…logico no?”
Hermione e Harry lo guardarono allibiti, poi si guardarono
a vicenda e scoppiarono a ridere in modo incontrollato, seguiti poi a ruota da
Ron.
Nonostante la pioggia fosse caduta abbondante durante la
notte, il sole faceva picco fra le nuvole nere che scorrevano veloci nel cielo.
Fortunatamente secondo le previsioni del tempo magiche,
molto più affidabili rispetto a quelle babbane, quello sarebbe stato l’ultimo
giorno di pioggia; le giornate sarebbero state sempre soleggiate anche se
fredde e le piogge sempre più rare.
Così i ragazzi passarono buona parte della mattina in Sala
Grifondoro, riscaldati da quei primi caldi raggi di sole, che facevano
dimenticare molte cose negative e che davano la speranza per qualcosa di buono.
Erano circa le 11 quando il ritratto della Signora Grassa
si aprì, lasciando entrare correndo nella Sala Ginny, singhiozzante e con gli
occhi rossi dal pianto.
“Ginny!” esclamò Hermione, alzandosi di scatto.
La ragazza non riusciva a spiaccicare parola; boccheggiava
come un pesce fuor d’acqua, mentre le lacrime, ancora abbondanti, fuoriuscivano
dagli occhi lucidi.
“Oh mio Dio…Ginny…” disse Ron preoccupato dalla sua
postazione…
“Cosa hai fatto…” gli fece eco Harry.
Hermione prese l’amica per le spalle, spaventata più che
mai… “Per l’amor del cielo, Ginny…dì qualcosa…” poi si accorse che teneva
imprigionata fra le mani una lettera, stropicciata e quasi rovinata a causa
della sua stretta convulsa.
“E’ per la lettera?Di chi è?” continuò la ragazza.
Finalmente Ginny riuscì a parlare, lanciando uno sguardo
disperato verso il fratello… “Ron…è la mamma…”
“La mamma?” chiese in tono interrogativo Ron, che iniziava
a preoccuparsi seriamente… “cosa vuole la mamma, Ginny?”
“E’…è per papà, Ron…l’hanno…l’hanno preso, Ron! Loro hanno
preso papà!”
“Cosa!!” urlò sconvolto Ron, alzandosi così bruscamente
che, se non fosse stato per la presenza di Harry, il tavolino sarebbe caduto a
terra.
“O mio Dio, Ron!” disse Ginny, correndo fra le braccia del
fratello e nascondendo il viso nella sua maglia, singhiozzando rumorosamente a
stringendo violentemente la maglia.
“Ginny…” disse Ron, fissando sconvolto un punto indefinito
nel vuoto mentre distrattamente con la mano accarezzava i capelli della
sorella… “dammi quella lettera…”
“Ron…ascolta…”azzardò Hermione che nel frattempo si era
lentamente avvicinata a Harry, entrambi senza capire realmente cosa stesse
succedendo… “Ginny è chiaramente sconvolta…”
“Hermione…sto parlando con Ginny…” disse nuovamente atono
Ron, mentre allontanava da se Ginny… “per favore, dammi quella lettera…”
Con il viso contratto in una smorfia sofferente, Ginny gli
pose singhiozzando la lettera, stropicciata e anche con gli angoli strappati.
Ron la prese senza guardarla, avvicinandosi lentamente
alla finestra; diede una lunga occhiata fuori dai vetri, come se avesse paura
di scorrere con gli occhi quelle righe d’inchiostro scritte dalla signora
Weasley.
Poi, mentre Ginny stava abbracciata a Hermione e Harry lo
guardava serio, Ron allentò il pugno dove stava la lettera e lentamente la
aprì, cercando di non strapparla ulteriormente.
Molto lentamente, la portò all’altezza degli occhi, poi
trasse un profondo respiro e iniziò a scorrerla con gli occhi.
L’inchiostro della lettera era sbavato a causa delle
abbondanti lacrime versate da chi l’aveva scritta…
21 Febbraio
Cara Ginny,
so che vi ho già scritto ieri per
informarvi sulle condizioni di salute di Remus, ma questa notte è successa una
cosa che è necessario che tu e tuo fratello conosciate.
Bambini miei, la guerra sta
avanzando.
Non so se vi sono stati consegnati i
giornali questa mattina, ma questa notte Voi-Sapete-Chi è tornato all’attacco e
ha conquistato la prigione di Azkaban, ha liberato i suoi seguaci e ha ucciso
le guardie.
La battaglia è stata lunga, per cui
il Ministero ha avuto il tempo di organizzare delle squadre di Auror per
cercare di fermare i Mangiamorte, ma neppure quelli del Ministero sono stati
sufficienti.
Così hanno chiesto l’ausilio degli
Auror dell’Ordine.
Non sono andati tutti…la missione era
troppo pericolosa e vostro padre aveva deciso che Fred, George, Bill e Charlie
non avrebbero partecipato…però lui è andato insieme ad altri Auror che non
conoscete direttamente.
Bambini miei, è successa una disgrazia!
Molti sono stati uccisi, mentre
vostro padre è stato catturato.
Non sappiamo come sta, se è ferito o
cosa, l’unica cosa certa è che lui è fra le mani di Voi-Sapete-Chi che vuole
fargli confessare tutti i piani dell’Ordine della Fenice.
Ormai siete grandi, per cui è inutile
nascondervi come stanno le cose: vostro padre può avere le ore contate e
probabilmente, dato che Arthur non aprirà bocca per tradire tutti noi, Lui lo
ucciderà.
Silente ha detto di non
disperarci…che Arthur è forte…
Però voi non dovete assolutamente
tornare a casa…Hogwarts è ancora un posto sicuro e se vi avventurate fuori dai
confini per tornare da noi non oso neanche immaginare cosa vi possa succedere.
Vi prometto che vi terrò informati…
Affettuosi saluti anche a Harry e
Hermione…
Vi amo, bambini miei.
Con tanto affetto
Mamma.
Ron riaccartocciò la lettera, stringendola violentemente
nel suo pugno destro, mentre le lacrime scendevano copiose sulle guance
arrossate di Ginny, che continuava insistentemente a piangere.
Non una lacrima.
Dagli occhi di Ron non scese neppure una lacrima…lo
sguardo era rivolto oltre l’orizzonte, verso pensieri che cercava di celare, ma
l’espressione del suo volto lo tradiva.
“Ron…”azzardò Harry che ancora non sapeva niente… “cosa è
successo a tuo padre…”
Ron a quella domanda chiuse gli occhi, poi violentemente
sbattè il pugno con la lettera sul davanzale interno della finestra, lasciando
cadere il pezzo di carta.
Iniziò a marciare con rabbia e decisione verso l’uscita.
Ginny, spaventata, si rincantucciò ancora di più fra le
braccia di Hermione, la quale indietreggiò spaventata dalla violenta reazione
di colui che conosceva come tranquillo e bonaccione.
Harry fu l’unico a tentare di mettersi fra Ron e l’uscita,
cercando di fermarlo…
“Ron…fermati un secondo” tentò di dire mentre cercava di
trattenere l’amico per le spalle… “Spiegami cosa è successo…”
“TOGLITI DAI PIEDI HARRY!” urlò Ron mentre con una forte
spinta spostò Harry di lato, facendolo barcollare.
“RON!” urlò Ginny, ma il fratello era uscito dalla Sala
Comune e si stava dirigendo allo studio di Silente, correndo all’impazzata per
i corridoi, con in corpo una rabbia mai vista prima.
****************
CIAO RAGA!
INNANZITUTTO
GRAZIE INFINITISSIMAMENTE PER I COMMENTI CHE MI AVETE LASCIATO NEL CAP
PERCEDENTE…
SE SIETE
ARRIVATI FIN QUI’, CREDO CHE VI SARETE ACCORTI CHE QUESTO CAP E’ MOLTO DIVERSO
DA QUELLO PRECEDENTE…
COME HO GIA’
DETTO QUALCHE CAPITOLO FA (SE NON RICORDO MALE…) HARRY POTTER E’ SEMPRE HARRY
POTTER, E HA UNA GUERRA DA COMBATTERE…NON SE LO DEVE DIMENTICARE…
SPERO CHE,
NONOSTANTE SIA DIVERSO DA QUELLI PRECEDENTI, ANCHE QUESTO CAP VI SIA PIACIUTO…
MI ASPETTO
TANTI TANTI COMMENTI COME NEL CAP PRECEDENTE…
J MI RACCOMANDO! J
Marco:ci ha messo un po’ di più il nostro
Harry a prendere il Boccino…ma comunque l’intenzione era quella di farla finita
il prima possibile!Sono felice che ti sia piaciuto il cap…e che anche la figura
di Viktor ti sia piaciuta…sai, in fondo Viktor lo vedo come un “bonaccione
ingenuo”…in fondo mi fa anche un po’ di tenerezza, lo ammetto…aspetto il tuo
prox commento…ci conto!
Maripotter:che dire…conciso ma
significativo!Grazie per riuscire a leggere la mia storia nonostante i tuoi
impegni con la scuola…rinnovo i migliori “In bocca al lupo”
Pesciolina 04:grazie mille per i
complimenti…ci tengo davvero! Anche se ultimamente non trovo molto tempo per
commentare, mi sto aggiornando a leggere la tua ffiction…prometto che mi
metterò in pari appena possibile!Grazie ancora tanto…
Bombolina: mi spiace deluderti…i due non sono
riusciti a parlare…ma presto spero di riuscire a farvi vedere come i due
chiariranno le cose…e non sarà semplice, purtroppo per loro…spero comunque che
il cap ti piaccia…aspetto il tuo commento!
Koda:come sempre, mi hai stupito…sei
riuscita a ricordarti della scena del muretto del 25Dicembre…ti giuro che la
tua osservazione mi ha impressionato davvero…comunque, non è lo stesso muretto,
però il riferimento a quella situazione c’era…come ti ho già detto, sono quelle
piccole sottigliezze che con grande abilità tu riesci a scorgere…Grazie
tantissimo per i complimenti e per i continui incoraggiamenti…comunque, volevo
dirti che per “minestra” si possono benissimo intendere pietanza come
maccheroni o spaghetti, che si possono mangiare con la forchetta… J Grazie per le
tue continue attenzioni…aspetto il tuo prossimo importante commento…spero di
non averti delusa!Bacionissimi!
Nirvana: questo cap ci ributta un po’ nella
tristezza…però sono contenta che stai continuando a commentare… aspetto il tuo
prossimo commento…mi raccomando!
Atena 89:sai…io spesso cerco di immedesimarmi
nei personaggi…e per quella scena…bè, se io fossi stata Hermione, presa
dall’agitazione credo che avrei fatto proprio la stessa cosa!Il bacio credo
proprio si possa definire il linguaggio universale!Aspetto il tuo commento…
Kia85:Posso dirti che adesso Remus è ancora
nelle stesse condizioni di prima…ma non me lo dimentico, non ti preoccupare…col
caos che sta venendo fuori, ci sarà di mezzo anche lui…aspetto la
recensione…baci!
Hermione CH:vero!anch’io
quando l’ho scritto mi sono detta la stessa cosa! Spero ti piaccia questo
capitolo…aspetto le tue impressioni…
Tartablu:come ho già detto prima…conciso ma
significativo…è bello ricevere commenti da nuovi lettori…spero di vedere una
tua nuova recensione a questo cap…grazie!
FedeHermy:niente dichiarazione esplicita…adesso
sono venuti altri casini…però vedrò di sistemare la situazione in qualche
modo…a presto, aspetto la tua recensione!
ADoris:come ho già detto…la situazione fra i
due si risistemerà a modo loro,come
solo potrebbe essere, a mio parere, fra Harry e Hermione…aspetto i tuoi
commenti su questo cap!
Emma:accidenti! Non una…bensì DUE
fantastici commenti!Grazie mille…mi lusinghi con questi complimenti…addirittura
lo definisci un capolavoro…accidenti!sono felice di sapere che la mia storia ti
coinvolge a tal punto che rileggi di continuo gli ultimi cap…spero di non
averti fatto aspettare troppo e spero con tutto il mio cuore di ricevere il
prima possibile una tua nuova recensione…grazie tante per seguirmi sempre in
questo modo, davvero…sempre i soliti Bacioni… J
Stellina X: non importa il ritardo…importa
che comunque alla fine hai trovato il tempo di lasciare un tuo commento…e
questo mi ha fatto davvero molto molto contenta…aspetto il tuo nuovo
commento…appena hai un minutino libero!
OK RAGAZZI!
SPERO DI NON ESSRMI SCORDATA DI NESSUNO…IN QUESTO ULTIMO CAP AVETE COMMENTATO
COSI’ IN TANTI…
GRAZIE MILLE
PER IL VOSTRO CONTINUO SOSTEGNO…
SIETE DAVVERO
MOLTO IMPORTANTI…
UN ULTIMA
COSA.
AVETE PRESENTE
L’ELFO? RAYKO?
VOLEVO SOLO
FARVI SAPERE CHE QUEL NOME NON L’HO SCELTO A CASO…
SU INTERNET HO
TROVATO UN VOCABOLARIO ELFICO…HO CERCATO UN NOME APPROPRIATO PER IL NOSTRO
AMICHETTO E COSI’ HO SCELTO RAYKO, CHE SIGNIFICA DEMONE…MI PARE APPROPRIATO,
NO?
Ron continuava a correre per i corridoi, senza fiato, sentendo i piedi
che sbattevano con rabbia nel vecchio pavimento della s
Ron continuava a correre per i corridoi, senza fiato,
sentendo i piedi che sbattevano con rabbia nel vecchio pavimento della scuola.
Percorse scale e corridoi, sentendo su di se gli
sguardi curiosi dei ragazzi e le voci arrabbiate di qualcun altro che lui aveva
accidentalmente urtato senza neanche rendersene conto o fermarsi per rimediare;
a malapena si rendeva conto che Harry, Hermione e Ginny gli stavano correndo
dietro, cercando di raggiungerlo.
In tempo record arrivò ai piedi dell’aquila; si
fermò di colpo, come se stesse per urtare contro un muro; lo sguardo
accigliato, arrabbiato, confuso, le mani ancora chiuse in un pugno, la bocca
semidischiusa e ansimante.
“GELATO AL LIMONE” urlò con poca cura all’aquila,
mentre essa immediatamente si mosse, mostrando gli scalini che lo avrebbero
condotto nell’ufficio del preside.
Ron non aspettò che i gradini lo accompagnassero;
corse di sopra e spalancò violentemente la porta.
Silente stava immobile, nel silenzio immobile della
stanza, col suo sguardo perso fra gli alberi della Foresta Oscura, le mani
incrociate dietro la schiena e Fanny sulla spalla.
Sentendo sbattere la porta del grande studio, la
fenice emise un grido acuto, per volare sul suo trespolo; al contrario, il suo
padrone non si mosse.
Sorrise amaramente e fece un respiro profondo… “La
aspettavo, Signor Weasley…” disse, restando girato verso la finestra.
Ron, affannato, fece qualche passo nella stanza… “Mi
aspettava? Bene…allora immagino che abbia già preparato una bella manciata di
Polvere Volante perché io voglio andare a casa…”
Lentamente, il preside si girò vero il ragazzo…
“Signor Weasley, non posso darle il permesso di lasciare la scuola…sarebbe
molto pericoloso…”
“Con tutto il rispetto, Signor Preside…io non le sto
chiedendo il permesso…la sto semplicemente informando che voglio andare a casa
mia…” rispose in modo aggressivo il ragazzo.
Silente si incupì; quella che si leggeva sul suo
volto non era un ombra di rabbia, ma piuttosto di tristezza e impotenza.
“Non avrei mai immaginato che dentro te, Ronald,
fosse nascosta tanta aggressività…” continuò apparentemente pacato l’uomo.
“E io non avrei mai immaginato, Signore, che mio
padre da un giorno all’altro sarebbe stato catturato da…da…da Voldemort e non
sarei più riuscito a vederlo…”
Ecco…l’aveva detto.
Finalmente aveva chiamato
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato col suo proprio nome; pronunciò quel nome
con tanta rabbia e al contempo sicurezza che spiazzò anche il preside.
Nel frattempo, Harry, Hermione e Ginny erano
arrivati ai piedi della grande aquila, affannati e senza respiro…
Harry dovette dire due volte all’aquila la parola
magica perché essa potesse capirlo; poi si mise in funzione una seconda volta,
permettendo ai tre di passare.
Quando arrivarono davanti alla porta di Silente,
questa era già aperta, e davanti a loro apparì l’immagine di Ron ancora
visibilmente contratto dalla paura e Silente talmente calmo e tranquillo che
avrebbe fatto saltare i nervi a chiunque non conoscesse i suoi modi di fare.
“Ron…”bisbigliò incerta Ginny, avvicinandosi al
fratello che nel frattempo si era girato.
Harry e Hermione stavano in piedi uno accanto
all’altro, consci del fatto che era successo qualcosa di grave al signor
Weasley, ma nessuno si era apprestato a spiegare loro i fatti.
“Bene…sono lieto che siate arrivati tutti…immaginavo
sareste arrivati…”disse Silente.
“Immaginava…immaginava…”lo imitò Ron… “…lei immagina
sempre tu, vero, professore? Allora perché non ha < immaginato > che mio
padre sarebbe stato catturato dai Mangiamorte e rinchiuso ad Azkaban?!” finì il
ragazzo che, visibilmente accecato dal furore, non considerava minimamente il
peso di ciò che stava dicendo.
Finalmente, anche se un po’ bruscamente, Harry e
Hermione vennero a conoscenza dell’accaduto.
Hermione sussultò vistosamente, portandosi le mani
alla bocca, incredula e impaurita allo stesso tempo.
Il cuore di Harry si fermò in un colpo.
Adesso la fitta alla testa della sera prima aveva il
suo senso, come pure la notte tormentata e insonne, piena di incubi con facce
indistinte che si sovrapponevano, coperte di sangue e urlanti.
L’unica cosa che il ragazzo seppe dire fu… “Non ci
credo…Ron…non è…possibile…”
Ron si voltò nuovamente verso l’amico, penetrandolo
col suo sguardo pieno di rabbia, senza aprir bocca se non per dire, nuovamente
rivolto al preside… “Signore, io e Ginny vogliamo andare a casa…”
“Per favore, signor Preside…”continuò con una voce
fioca Ginny… “…so che la mamma ha detto di non muoverci, ma lei ha bisogno di
noi…ha bisogno che tutti siano lì con lei…”
Silente respirò profondamente, poi con lentezza e
quasi controvoglia andò a bisbigliare qualcosa nell’orecchio di Fanny;
l’uccello stette tesa in ascolto, poi spiccò il volo fino ad arrivare al più
alto scaffale della stanza.
Prese fra gli artigli qualcosa, poi tornò dal
padrone, porgendogli l’oggetto, che solo dopo i ragazzi poterono riconoscere
come il contenitori di pietra della Polvere Volante.
“Molly mi ucciderà, però credo anch’io che voi
dovreste essere lì con lei…”disse infine Silente, ringraziando la fenice con
una tenera carezza sulla testa di piume rosso fuoco, che gradì socchiudendo gli
occhi e strisciandosi a sua volta contro il palmo del padrone.
“Avanti…prendete un pugno di Polvere Volante…vostra
madre è a Grimmauld Place, alla sede dell’Ordine…”continuò porgendo il contenitore
a Ron e guardandolo da sopra gli occhiali a mezzaluna.
Ron, forse per la prima volta da quando era entrato
in quella stanza, si era accorto di quanto era arrabbiato e di come
ingiustamente avesse sfogato la sua ira contro Silente, uno dei pochi che non
centrava nulla con tutta questa storia; e sentì il senso di colpa e rimorso
salirgli dall’interno del suo corpo mescolandosi con la rabbia che ancora
provava.
“Grazie, signore…davvero…”disse in un sussurro il
ragazzo, abbassando con vergogna gli occhi e pescando col pugno la leggera
polvere che ormai conosceva bene.
Silente, in risposta, sorrise lievemente, come per
rassicurarlo e dimostrare che aveva perfettamente compreso lo stato d’animo di
Ron.
Il preside lo porse anche a Ginny, che triste imitò
il fratello, sorridendo quasi obbligata all’uomo.
“Silente…e noi?”disse Hermione, attirando su di sè
l’attenzione di tutti… “Insomma…io…io non voglio rimanere qui senza…senza far
niente…”
“La stessa cosa vale per me…” continuò Harry,
guardando negli occhi Ron, quelli stessi occhi che prima lo avevano osservato
con rabbia e disprezzo… “Voglio fare qualcosa…”
“Potete…credo…venire con noi…”suggerì dubbiosa
Ginny, andando con lo sguardo prima sul fratello, poi sul preside.
“Perché no…perché no…”disse l’uomo riflettendo…
“credo che dentro all’Ordine ci sia un po’ di confusione, per cui credo che
Molly non rifiuterà una mano…” finì, porgendo anche ai due la Polvere Volante…
“però, voi due vi voglio a scuola stasera entro mezzanotte…vi aspetto a
quell’ora qui…Ronald, Ginevra…voi potete rimanere con la vostra famiglia, se
necessario…”
Così, i Weasley in testa, si infilarono dentro al
camino dello studio del Preside e, con l’animo pesante e gli occhi umidi,
sparirono fra le lingue del tipico fuoco verde, diretti a Casa Black, sede
ufficiale dell’Ordine della Fenice.
***********
Harry fu il terzo a passare attraverso il camino di
Silente.
Era inutile, non ci poteva fare niente: odiava
viaggiare con la Metropolvere, ma d’altronde, dato che non ci si poteva
smaterializzare entro i confini di Hogwarts come spesso gli ricordava Hermione,
non c’era altro collegamento con l’esterno se non via-camino.
L’elegante e lavorato camino in marmo bianco di Casa
Black scaraventò Harry nel grande salotto della casa; fortunatamente lo avevano
pulito da poco, così sui vestiti del ragazzo non rimasero segni di fuliggine.
Quando si rialzò, riuscì a stento riconoscere
l’enorme stanza.
Un numero indefinibile di Auror stavano andando
avanti e indietro freneticamente, mentre altri ancora erano stesi sui divani
rossi, altri ancora su tappeti, per terra, che lamentavano dolori causati dalle
ferite che venivano malamente nascoste dalle bende avvolte strette intorno ai
corpi.
Harry rimase stupefatto, esattamente la stessa
reazione di Ginny e Ron appena avevano messo piede in quella che una volta era
una Sala di lusso e perfettamente ordinata, mentre ora si era improvvisata
ospedale da campo.
Nessuno notò l’arrivo dei ragazzi, tanto erano
impegnati in ciò che facevano, e non reagirono neanche quando arrivò Hermione,
che venne lanciata malamente fino ai piedi di Harry.
“Tutto bene Herm?”chiese il ragazzo aiutando l’amica
a rialzarsi.
“Si tutto bene…” rispose appoggiandosi al ragazzo…
“Oh accidenti…”finì, contemplando anche lei lo stato della situazione.
“E adesso…dove la troviamo mamma?”chiese abbattuta
Ginny, scrutando attentamente quella massa di Auror.
Ron scosse la testa, abbattuto; improvvisamente però
i suoi occhi si sgranarono e iniziò a camminare con decisione verso un
indeterminato punto della stanza, seguito a ruota dagli altri.
“Charlie!”urlò il ragazzo, attirando l’attenzione
del fratello che era in ginocchio accanto ad un altro ragazzo che sembrava suo
coetaneo, con una grave ferita al braccio che non smetteva di sanguinare.
“Ron…Ginny…”rispose Charlie, rialzandosi e andando
incontro alla sorella, che lo abbracciò… “come mai siete qua? Mamma non vi ha
detto di restarvene a scuola?”
“Oh lo so Charlie, lo so…”rispose frettolosamente
Ginny allontanandosi dal fratello… “però eravamo così preoccupati…”
“Charlie, non sappiamo neppure cosa è accaduto di
preciso a papà…e poi, cosa ci fanno tutti questi feriti qua…”disse Ron,
guardandosi intorno spaesato.
“Ron ha ragione…”intervenne ancora turbata Hermione…
“perché non li portate al San Mungo?Lì possono avere delle cure adatte…”
“Non li hanno voluti…”rispose Charlie abbassando la
testa, visibilmente irritato riguardo l’argomento.
“Come non li accettano…”rispose allibito Harry,
mentre un Auror in velocità lo sorpassava, urtandolo.
“Innanzitutto hanno risposto che non hanno più posti
liberi…”iniziò a dire Charlie spostandosi verso un luogo meno affollato e meno
caotico seguito dai quattro… “…noi li abbiamo pregati di trovare del posto, di
aggiungere altri letti, ma loro ci hanno mostrato una…scartoffia…mandata dal
Ministro della Magia, e controfirmata dal fedelissimo segretario Percy
Weasley…”finì, pronunciando con indifferenza il nome del fratello che aveva
rinnegato la famiglia.
“E allora?” riprese Ron quando si furono fermati
poco lontani da dove le tende chiuse nascondevano il ritratto della signora
Black.
“Allora, il nostro caro Ministro ha deciso
che non è necessario diffondere la preoccupante notizia che fra coloro che
devono difendere il popolo ci sono più morti che vivi, e quelli vivi sono
gravemente feriti. Allora ha ordinato al San Mungo di non accettare più Auror;
in questo modo non si spargerà la notizia che siamo più deboli dell’esercito di
Voldemort e che lentamente stiamo perdendo senza riuscire a fare niente di
buono, poiché loro sembrano essere sempre un passo più avanti di noi,
nonostante gli innumerevoli sforzi che stiamo compiendo tutti…”finì tenendo lo
sguardo puntato avanti a sé, sopra le teste dei ragazzi, che erano rimasti
ammutoliti.
Harry sembrò pietrificarsi; ed ecco che la Profezia,
minacciosa, tornava a insidiargli la mente, terrorizzandolo.
“Siamo…siamo già a questo punto, Charlie?”disse
Harry, guardando Charlie come se lo pregasse di dire < no Harry, è tutto uno
scherzo…non ti preoccupare, non è vero che presto sarai condannato a morire
>.
“Si Harry…” rispose invece serio lui… “…stiamo
barcollando nel buio…non abbiamo nessun buon piano, semplicemente cerchiamo di
rispondere agli attacchi, ma neppure questo sembra che ci riesca molto bene…”
Harry abbassò gli occhi, pensieroso, sentendosi
osservato da Ron e Ginny mentre Hermione delicatamente gli appoggiava una mano
sulla spalla; nessuno di loro sapeva la verità.
Nessuno di loro era a conoscenza della Profezia
della Cooman; Harry non ne aveva voluto parlare con nessuno, forse perché credeva
che così se ne sarebbe scordato anche lui, ma per quanto cercava di ignorarla,
essa era sempre lì in agguato, per ricordargli che ciò che era stato predetto
si sarebbe avverato.
“Charlie…dove sono gli altri?”chiese Ginny
interrompendo quel momento di silenzio.
“Bill sta facendo avanti e indietro da qui al San
Mungo insieme a Fred; almeno sono riusciti a trovare alcuni medici disposti a
fornirci il minimo indispensabile per curare i feriti qui in casa…George invece
è qua in giro, anche lui sta dando una mano…”disse Charlie.
“E la mamma?”chiese improvvisamente Ron, facendo
quasi sobbalzare il fratello, che abbassò gli occhi triste.
“La mamma non vuole essere disturbata…è da questa
mattina che è chiusa in camera sua. Non vuole darlo a vedere, ma è distrutta…”
“Magari…riusciamo a fare qualcosa?Posso provare ad
entrare io, Charlie…”disse speranzosa Ginny, visibilmente commossa.
Charlie sorrise dolcemente… “E’ una buona idea,
Ginny…magari a te da ascolto…Se vuoi andare anche tu, Ron…”
“Certo” affermò con sicurezza il ragazzo… “andiamo
noi due…però dopo, Charlie, mi prometti che mi racconti cosa è successo apapà?”
“Promesso…”disse lui con sicurezza, mentre i due si
allontanavano per le scale.
“E noi cosa possiamo fare Charlie?”chiese Hermione
“Silente ci ha dato il permesso di restare fino a mezzanotte…vogliamo essere
d’aiuto, non d’impaccio…”
“Siete stati molto gentili a venire ragazzi…grazie”
rispose Charlie “Hermione, ti dispiace dare una mano a Tonks in cucina?Mamma
era indispensabile ai fornelli…Tonks ha preso il suo posto ma credo che rischi
di mandare a fuoco la casa…il che è l’ultima cosa che ci serve…”
“Certo Charlie…”rispose Hermione, poi si rivolse a
Harry,che ancora sembrava essere in un
mondo diverso dal loro… “Vieni anche tu, Harry?”
Sentendosi interpellare, il ragazzo si riprese;
guardò la ragazza perso… “Cosa…Dove?”
Hermione lo guardò preoccupata… “A dare una mano a
Ninfadoro in cucina…”
“Oh…si…si certo…”rispose Harry… “ma se avete bisogno
di una mano anche qua in sala per i feriti…”
“Non ti preoccupare Harry…”rispose Charlie… “Siamo
già in molti…se avremo bisogno, ti chiamiamo…”disse, accennando poi a un saluto
mentre si allontanava velocemente, riprendendo la postazione di prima.
“Harry…sicuro che stai bene?”chiese Hermione
preoccupata dalla reazione del ragazzo.
“Si Herm…non ti preoccupare…andiamo, prima che Tonks
faccia qualche disastro…”disse Harry, prendendo per mano la ragazza e andando
insieme in cucina, cercando di non intralciare il passaggio frenetico della
Sala.
**************
Quando Harry e Hermione entrarono nella grande
cucina di casa Black, Tonks era intenta a preparare infusi e pozioni magiche
per curare gli ammalati.
Ninfadoro aveva ancora cambiato il colore dei
capelli: adesso erano lunghi fino a metà schiena, lisci e di colore blu
elettrico.
Stava di spalle mentre mescolava dentro una delle
quattro pentole che erano sul fuoco, e con l’altra mano teneva pericolosamente
in mano un libro.
“Oh!Accipicchia!” esclamò la strega quando si
accorse che la presina vicina a un fornello stava lentamente andando a fuoco.
Tonks lasciò immediatamente il mestolo di legno e,
presa la presina, la mise sotto l’acqua fredda.
Harry e Hermione erano ancora fermi sulla soglia
della stanza, perplessi.
Ninfadoro, quando tornò a controllare che la pozione
fosse pronta annunciò delusa a se stessa che si era tutta appiccicata alla
pentola.
“Tonks?”
disse Harry.
La strega si girò di colpo, e solo per miracolo non
urtò col gomito la pentola contenente un miscuglio verde sulla sua sinistra…
“Hei Harry!Hermione...quà anche voi?“ chiese la
donna.
“Sì…”rispose Hermione… “Attenta!” la avvertì la
ragazza notando che Ninfadoro, voltando la testa, stava quasi per far bruciare
i capelli nel fornello.
“Oh…grazie mille!” disse la donna allontanandosi
quasi disgustata dai fornelli… “Forse è meglio fare così…”
Tonks chiuse gli occhi, concentrandosi, e il
risultato che ottenne fu che i capelli iniziarono lentamente ad accorciarsi,
trasformandosi in un simpatico caschetto di colore nero, con l’originale
aggiunta di qualche brillantino in mezzo.
“Adesso va meglio!” commentò la strega… “Che fate
qua, ragazzi?” chiese rivolgendosi di nuovo ai due, mentre tornava a dedicarsi
alle pozioni.
“Abbiamo accompagnato Ron e Ginny…abbiamo saputo del
signor Weasley…”disse Harry entrando nella stanza.
“Oh…si…Arthur…quanto mi dispiace per lui…un così
brav’uomo…era davvero un mago fenomenale…coraggioso…”
“Era?” enfatizzò preoccupata Hermione.
“Oh…NoNo cara…lo è ancora…almeno spero…” disse
Tonks… “AHIA!”
Hermione scattò verso di lei… “Ti sei fatta male?”
“Accidenti!Mi sono spruzzata sul maglioncino nuovo
la pozione Cicatrizzante…” disse piagnucolando… “E’ il terzo che faccio fuori
oggi!”
Hermione e Harry si guardarono, poi la ragazza
propose alla donna… “Tonks…se vuoi io e Harry possiamo darti una mano con le
pozioni?”
“Oh…davvero cari?Siete gentili…Harry…immagino che
anche tu e i fornelli non abbiate un buon rapporto…per cui se vuoi puoi
asciugare le ciotole, bicchieri, mestoli e tutto il resto…ultimamente ne
abbiamo bisogno di continuo…”
“Va bene…” disse Harry, prendendo dal grande tavolo
uno strofinaccio bianco e, avvicinandosi al lavello, iniziò diligentemente a
darsi da fare.
“Oh…che ometto di casa!Un uomo da sposare!” commentò
sorridendo Tonks, facendo infiammare di imbarazzo le guance del ragazzo.
“Io mi metto ai fornelli eh…”disse Hermione,
soffocando una leggera risatina.
“Ok…allora tu ti occupi delle pozioni da cuocere, io
mi occupo dei tentacoli di Purvincoli…Moody me ne ha chieste tre ciotole
prima…”
“Anche Moody è qui?” chiese Harry asciugando una
grande pentola, mentre Hermione aggiungeva polvere di ortica selvatica alla
pozione Cicatrizzante.
“Sì…è andato a parlare con il Ministro della Magia
della presa di Azkaban, ma ha detto che non è possibile mandare in esplorazione
altri Auror…sarebbe troppo rischioso…”
“Quindi…non c’è speranza per il signor Weasley?”
chiese preoccupata Hermione.
Tonks sospirò triste…“Non voglio arrivare a
decisioni affrettate, ma, sinceramente, non lo so…la speranza è sempre l’ultima
a morire…così dicono…lo stesso vale per Alan Kloves…”
“Chi?” chiese curioso Harry.
“Kloves…è uno dei tanti che appartiene all’Ordine…è
andato insieme ad Arthur ad Azkaban, ma non è stato catturato…non si sa che
fine abbia fatto…” disse la strega, che si era seduta al tavolo con una serie
di boccettine di varie grandezze di fronte a se.
Dopo qualche minuto di silenzio, durante il quale
ognuno era concentrato nel proprio compito, Harry chiese informazioni su Lupin.
“Tonks…hai visto Lupin ultimamente?…”
A quella domanda, Ninfadoro si girò di scatto,
facendo rovesciare sul pavimento la ciotola di Purvincolo appena riempita.
“Oh…che sbadata!” disse alzandosi veloce.
Hermione alzò gli occhi al cielo… “Non ti
preoccupare…faccio io…” disse, inginocchiandosi a terra con uno strofinaccio
bianco fra le mani… “Allora…come sta il professore?”
Tonks, visibilmente abbattuta, si rimise a sedere
nella sedia… “Remus…sono stata ieri a trovarlo…veramente ci vado tutti i
giorni… e tutti i giorni è un po’ meno lucido…”
“Meno lucido?” Harry aveva smesso di asciugare le
stoviglie e si era seduto di fronte alla donna.
“Almeno all’inizio, nei momenti in cui era sveglio,
mi capiva e riuscivamo a scambiare qualche parola…ogni tanto cercavo di
aiutarlo…gli passavo l’acqua, gli cambiavo le bende sul braccio…ma credo che
ormai abbiate capito che, senza usare la mia fedelissima bacchetta magica,
riesco in poco o niente…e lui rideva delle mie figuracce…ma adesso dorme
sempre…e quando non dorme tiene costantemente il suo sguardo fuori dalla
finestra…”
“Cosa dicono i Medimaghi?” chiese Hermione, anche
lei sedendosi di fianco a Tonks.
“Non dicono niente… < non ci vogliamo
sbilanciare…prognosi riservata fintanto che non troviamo una soluzione >
dicono loro… ma per quelli là sembra tutto così facile…” disse appoggiando
triste i gomiti sul tavolo.
Anche Harry fissò perso le sottili righe rosse della
tovaglia, con Hermione che preoccupata gli non staccava un attimo gli occhi di
dosso.
“Che succede qua Tonks!Si sciopera?”
Tutti guardarono nella direzione della voce;
Malocchio Moody, col suo solito passo zoppicante e vestito con una lunga tunica
nera, stava guardando i tre seduti al tavolo, mentre l’occhio magico vagava per
le pareti della stanza.
“Oh…scusami Moody…”disse Ninfadoro alzandosi dal
tavolo… “ci sono così tante cose da fare…”
“Potter…sei qua…” commentò l’uomo, ignorando Tonks che,
scocciata, ricominciò a fare la soluzione di Purvincoli.
“Salve professor Moody…”rispose Harry, imitando
Hermione che si era già rimessa ai fornelli.
“Siete venuti a dare una mano?” chiese l’uomo,
guardando con l’occhio magico Hermione.
“Si signore…”rispose imbarazzata la ragazza…
“Silente ci ha permesso di rimanere qua fino a mezzanotte, poi dobbiamo tornare
a scuola…”
“Ho visto anche i due Weasley…li avete accompagnati
da Molly?”
“Si signore…”rispose Harry.
“Bene…” commentò Moody, portando entrambi gli occhi
su Tonks… “Fra un cambiamento di look e l’altro, Tonks, sei riuscita a fare
quello che ti ho chiesto?”
I capelli di Ninfadoro, quasi per sfida, iniziarono
a diventare rossi, mentre rispondeva… “Grazie a Hermione siamo riusciti a
preparare la Pozione Cicatrizzante e quella per le ferite interne…”
“Ottimo lavoro…”disse Malocchio intanto che Hermione
distribuiva le pozioni in bottiglie… “continuate, perché qua abbiamo bisogno di
aiuto…”
“Certo…”rispose Tonks.
Moody, silenziosamente prese le prime due bottiglie
riempite dalla ragazza, poi si diresse all’uscita ma, prima di oltrepassarla,
si voltò e riferendosi ai due ragazzi disse: “Siete bravi ragazzi, davvero…mi
raccomando, state attenti, non si possono conoscere i pericoli e da chi possono
provenire…Vigilanza Costante” poi se ne andò, lasciando i tre intenti ai
loro lavori.
*************
Harry e Hermione non videro Ron e Ginny per tutta la
giornata: mentre loro due erano impegnati in pozioni e medicazioni ai feriti, i
due Weasley, che erano riusciti a entrare nella stanza della madre, le avevano
fatto compagnia per tutto il tempo.
Rare volte avevano fatto un rapido salto in cucina a
prendere una caraffa d’acqua, dei tranquillanti e fazzoletti nuovi, ma sempre
senza rivolgere parola ai due amici.
A Harry e Hermione bastò lo sguardo di Ron per
capire la pesante situazione in cui era caduta l’intera famiglia Weasley.
Erano le 11.30 quando Ron li raggiunse mentre erano
nell’atrio della casa che discutevano se andare a chiamare l’amico o andarsene
senza dire nulla.
Ron aveva gli occhi arrossati…
“Ragazzi, penso che per stanotte io e Ginny
dormiremo quà…mamma ha bisogno di noi…probabilmente torno domani a scuola…nel
tardo pomeriggio…”
“Va bene Ron” rispose Harry guardando comprensivo
l’amico.
“Ok Ron, non ti preoccupare” disse Hermione
abbracciandolo… “Silente capirà…se hai bisogno di qualsiasi cosa, anche a notte
fonda, manda Leo e corriamo da te…”
“Grazie Herm…” disse Ron sorridendo all’amica…
“Grazie a tutti e due…anche mamma vi ringrazia e vi saluta…si scusa se non è
potuta venire di sotto a prepararvi una delle sue cene…” disse triste il
ragazzo.
“Avanti Ron…ci mancherebbe solo che si sentisse in
colpa per questo!” commentò Harry.
Hermione e Harry entrarono nel caminetto della Sala
ancora affollata di persone che si erano addormentate…
“Domani vi mando Leo, così vi informerò sulla
situazione…”disse Ron, porgendo ai due la Polvere Volante.
“Grazie di tutto amici…” disse Ron allontanandosi
dalla bocca del camino.
Harry e Hermione sorrisero comprensivi, poi Harry
lasciò cadere la Polvere Volante e pronunciò < Hogwarts >, e in pochi
attimi i due atterrarono sul tappeto dello studio di Silente, addormentato
sulla sedia della stanza.
Il vecchio a quel rumore si sveglio improvvisamente,
poi, notando che erano i due studenti, si tranquillizzò.
“Ronald e Ginevra sono rimasti a Grimmauld Place,
vero?” chiese il mago.
Hermione fece un cenno con il capo.
“Capisco…” fu l’unica parola del preside… “Buona
notte ragazzi…”
Harry e Hermione uscirono dalla stanza seguiti dallo
sguardo indagatore del preside, dirigendosi stanchi verso la Sala Comune
Grifondoro.
*********
Era inutile: Harry non riusciva a dormire.
Non senza sentire Ron vicino a lui russare
rumorosamente, non sapendo quello che stava succedendo al signor Weasley, non
conoscendo il critico stato di salute di Lupin.
Non sapendo che l’ora della Profezia si stava
avvicinando sempre di più, senza che lui si fosse abituato all’idea di poter
morire.
Era ancora abbastanza fresco, soprattutto di notte,
ma Harry sentiva i lenzuoli appiccicati fastidiosamente al suo corpo, quasi lo
volessero imprigionare, stritolare.
Bruscamente spostò le coperte dal suo corpo,
mettendosi a sedere sul bordo del letto con i piedi scalzi appoggiati al fresco
suolo della stanza; appoggiò i gomiti sulle ginocchia, avvolgendo con le mani
la testa, che sembrava stargli per scoppiare.
Adesso la cicatrice non gli dava solo delle rare
fitte acute; le fitte erano smesse e il dolore sopportabile, però continuo,
sempre presente a ricordargli che non era più al sicuro.
Aveva bisogno d’aria.
Si alzò e, facendo più silenzio possibile, tirò
fuori dal suo baule il Mantello dell’Invisibilità; lo piegò accuratamente, se
lo mise sotto braccio e uscì nel corridoio, illuminato da un leggero lume di
candela.
Scese lentamente e soprappensiero le scale che
conducevano alla Sala Comune, tenendosi stretto al corrimano di ferro battuto.
Quando arrivò all’ultimo gradino, si fermò,
scrutando attentamente < qualcosa > che era nel divano.
Accidenti!Io che volevo stare da solo, invece…
Il ragazzo non riusciva a capire cos’era: dalla sua
posizione riusciva solo a scorgere un pezzo di stoffa azzurra.
Si avvicinò, lentamente e ancora con i piedi scalzi,
arrivando silenziosamente a due passi dal divano, dove vide una ragazza col suo
pigiama azzurro cielo raggomitolata su se stessa che fissava un gatto dalla
folta pelliccia rossa e sporca riscaldarle i piccoli piedi scalzi.
Harry sorrise: non avrebbe mai creduto di trovare lei
alle 2.30 di notte sul divano, stretta a se stessa come un bambino che ha paura
del buio.
“Abbiamo avuto la stessa idea, a quanto pare…”disse
Harry.
Hermione alzò un po’ spaventata la testa, girandosi
verso l’amico; sorrise dolcemente, come ammettendo di essere stata scoperta…
“A quanto pare…”gli fece eco la ragazza… “Non
riuscivi a dormire, vero?”
“E come potevo…”disse il ragazzo.
Lei sorrise, quando improvvisamente vide in mano al
ragazzo il Mantello dell’Invisibilità, quello che tante volte li aveva protetti
nelle loro scorrazzate notturne.
“Harry, cosa credi di farci con quello?”chiese
Hermione, indicando con un cenno della testa l’oggetto magico.
L’amico guardò il mantello, poi sorrise,
rivolgendosi di nuovo a lei… “Mi sentivo soffocare la dentro, così ho pensato
di andare a prendere una boccata d’aria…”
Hermione lo guardò torva, e il ragazzo riuscì a
leggere nella sua espressione le stesse parole che spesso aveva ripetuto quando
erano piccoli e avevano le prime avventure per i corridoi di Hogwarts… < E’ proibito
uscire di nascosto >.
“…Vuoi venire con me, Herm?” chiese in modo
provocatorio Harry, guadagnandosi un’occhiata allibita dell’amica, che questa
volta si girò completamente verso di lui, assumendo un aria seria stile
McGranitt.
“Harry…mi sembra inutile ricordarti che è proibito
andare a zonzo per i corridoi in piena notte…oltretutto, è stato severamente
vietato da Silente…ma figuriamoci se addirittura esci fuori…7anni che
sei qua e non l’hai ancora imparato?”
Harry sorrise: ecco la classica espressione della
vecchia Hermione, della so-tutto-io, sempre a ricordare a tutti le regole e
altrettanto pronta a infrangerle insieme agli amici.
“Guarda Herm che non voglio uscire dalla
scuola…semplicemente pensavo di fare un salto alla Torre di Astronomia…e ti ho
gentilmente chiesto se volevi venire con me…”ribattè gentilmente il ragazzo.
“Oh Harry…e se ci beccano?!Rischiare di essere
puniti solo per una boccata d’aria…”ribattè la ragazza, il cui tono mostrava
che stava per cedere alle richieste dell’amico.
“Abbiamo il Mantello dell’Invisibilità, Hermione…Poi
conosciamo a memoria questi corridoi ormai…Non ci beccano
vedrai…promesso…”disse Harry, porgendo una mano all’amica, che ancora era a
sedere nel divano, dubbiosa se seguire l’amico o stare prudentemente in Sala.
“Prometto che se ci scoprono, mi assumo io tutta la
responsabilità…dico che ti ho trascinata lì apposta dopo averti scagliato un
Imperius…così mi becco qualche annetto ad Azkaban…” annunciò ironico il
ragazzo… “sempre che prima l’abbiano liberata…”aggiunse con un tono
improvvisamente serio.
Hermione respirò profondamente… “Sai che ti odio,
Potter, quando fai così?” disse, guardandolo fisso e dolcemente negli occhi
verdi e pensierosi.
La ragazza, sconfitta, prese la mano dell’amico che,
soddisfatto, con uno strattone la tirò su dal divano… “Così mi piaci Herm!”
disse il ragazzo, facendola arrossire.
“SiSi…Ok, galantuomo…”disse lei con gli occhi al
cielo… “diamoci una mossa però…”
Harry sorrise soddisfatto, poi uscirono nel
corridoio buio.
Si coprirono con il Mantello dell’Invisibilità,
stando vicini l’uno all’altro, quando improvvisamente Harry si fermò di scatto,
dopo aver fatto pochi passi.
“Che c’è?” chiese Hermione.
“Mi sono scordato la bacchetta di sopra…così non
vedremo dove andiamo…”bisbigliò il ragazzo.
Hermione sorrise furba… “Non ti preoccupare, genio…”
La ragazza sollevò leggermente la maglia del pigiama
estrasse la bacchetta che aveva fermato nell’elastico dei pantaloni…
“Lumos” disse, facendo uscire un alone di luce che
gli permetteva di avere una discreta visuale.
Harry la guardò strano… “Scusa Herm…ma come mai
avevi la bacchetta dietro?Ci dormi insieme?”
La ragazza arrossì imbarazzata… “No Harry…è un fatto
di abitudine…sono abituata ad averla sempre dietro, solo quando dormo
l’appoggio sul comodino…così quando mi sono svegliata automaticamente l’ho
presa con me…”
“…Con te non si corrono di certo pericoli…” disse
Harry, ancora una volta stupito dalla prontezza dell’amica.
Uno vicino all’altro, stretti sotto il Mantello,
camminarono silenziosamente per i corridoi, fermandosi solo quando
all’improvviso una rampa di scale decise di muoversi, cosa che li costrinse ad
allungare la strada.
Percorsero lentamente i gradini della scala a
chiocciola che portava alla più alta delle torri, quella di Astronomia, e così
in 15minuti arrivarono davanti alla grande porta di legno col battente in
ferro.
“Alohomora” disse Hermione e la porta, che per loro
grande fortuna non era stata sigillata, si aprì con un leggero e sinistro
cigolio, portandoli alla fresca aria della notte.
Harry e Hermione uscirono da sotto il Mantello e
furono investiti da una fredda folata di vento.
Restarono per un po’ uno accanto all’altra,
silenziosi, protetti contro il muro di pietra, a osservare il cielo che era
terso e pieno di luminose stelle.
Harry lasciò lentamente scivolare a terra il
mantello ereditato dal padre e, seguito dallo sguardo di Hermione, si avvicinò
alla balaustra della Torre, appoggiando i gomiti e lasciando le mani spenzoloni
oltre il limite, fissando perso un punto indeterminato del cielo.
Il ragazzo poi si voltò verso l’amica, che stava
ancora saldamente agganciata al muro, come per proteggersi.
“Herm…tutto bene?” chiese Harry.
La ragazza annuì in un modo che non lo convinse per
nulla… “Dai, vieni qua…”riprese il ragazzo.
“No” si affrettò a dire Hermione… “Voglio dire…no
grazie Harry…anche da qui si gode di un bel panorama…davvero molto carino
direi…”
Harry rimase per un attimo spiazzato, poi capì tutto
e disse sorridendo… “Hai paura del vuoto, vero?”
Hermione sorrise imbarazzata.
“Dai…non cadi mica…ti stai perdendo uno spettacolo
bellissimo per un problema che non ti devi fare…i piedi li tieni saldamente
attaccati a terra…”
“Ok…come vuole lei, signor Potter…”disse Hermione,
avvicinandosi in modo molto insicuro al bordo del muro.
Harry la guardava con estrema attenzione… “Ecco…bene
così…un altro passo…appoggia la mano…”
“HARRY!” disse la ragazza nervosamente… “Ce la posso
benissimo fare da sola…non ho bisogno della balia…”
“OkOk…scusami tanto…”disse Harry fintamente offeso,
mentre Hermione appoggiava saldamente entrambe le mani al parapetto.
Sentendosi sicura, chiuse lentamente gli occhi,
mentre una leggera brezza le faceva scivolare dietro le spalle i lunghi capelli
ricci.
Harry la guardava ammirato, contemplandola in tutta
la sua semplicità e perfezione… “Va meglio ora?” chiese premurosamente.
La ragazza
riaprì gli occhi, guardando intensamente di fronte a lei… “Si…va decisamente
meglio…”
Harry sorrise… “Allora questo vuol dire che da
domani inizierò a darti ripetizioni di volo…”
Hermione gli lanciò uno sguardo severo, così lui
cercò immediatamente di rimediare… “Ok…ho capito…scherzavo, cosa credi!”
“Meglio per te, Potter…”rispose scherzosamente
Hermione, riprendendo poi a guardare il cielo scuro illuminato da tanti piccoli
lumicini chiari e splendenti.
“E’ una notte calma…”commentò Hermione a naso in su,
ricevendo in risposta solo un cenno di capo dell’amico.
Harry si era perso a guardare quell’infinità di
cielo scuro, immerso nei suoi pensieri.
Si sentiva pesante, stanco.
Per tutta la giornata la Profezia gli era rimasta in
testa, obbligandolo a malincuore a fantasticare sulla battaglia finale e sulla
sua morte.
Sarebbe stata veloce, oppure lenta e dolorosa?
Lenta e dolorosa si rispose Harry; non poteva essere
diversamente.
Voldemort lo odiava a tal punto che non lo avrebbe
graziato, ma gli avrebbe fatto soffrire tutte le pene dell’Inferno prima di
dargli il colpo di grazia.
Era certo di non riuscire a farcela; tutti gli
avvenimenti di quei giorni e la notizia che il Male stava vincendo e stava
avanzando più forte di prima, di come mai era stato, gli facevano pensare che
un ragazzino di 18anni non avrebbe mai potuto salvare il mondo intero da chi è
riuscito addirittura a scampare alla morte.
“Harry…”bisbigliò Hermione dolcemente, guardando il
profilo pensieroso e preoccupato dell’amico.
Il ragazzo si girò, mostrando un leggero e finto
sorriso tranquillo… “Dimmi Herm…”
“Posso farti una domanda?”
“Certo…”rispose il ragazzo.
Hermione, nonostante il consenso ricevuto dall’amico,
non proferì parola, continuando a scrutare lontano, davanti a sé.
“Hai paura?” chiese sottovoce la ragazza.
“In che senso…” ripose Harry, stupito da quella
domanda.
“Bè…hai sentito cosa ha detto Charlie…” continuò
lei, voltandosi verso Harry… “Voldemort si sta avvicinando, ci sta lentamente
sconfiggendo…sta arrivando a te. Non hai paura nel renderti conto che fra poco
tempo, che sia questione di giorni, settimane o mesi, dovrai trovarti di nuovo
a combattere faccia a faccia contro di lui, per la battaglia finale che
deciderà le sorti del mondo?”
Harry si mise a riflettere…aveva paura?In teoria non
avrebbe dovuta averne, altrimenti che eroe sarebbe stato.
Lui si sentiva come un arma; che valenza può avere
un arma se è terrorizzata?
“Sì” rispose semplicemente il ragazzo, senza
guardare l’amica in faccia… “Ho paura…soprattutto perché mi sto rendendo conto
che tutto questo è troppo grande per me…sono in ballo cose così grandi e
importanti che neppure io che in teoria dovrei difenderle ne sono completamente
a conoscenza…sapere che tutto dipende dalla mia fortuna e dalla mia abilità mi
fa credere che non ce la farò…per cui ho paura…”
“Ma cosa dici, Harry!” disse Hermione con enfasi…
“Tu hai tutte le capacità e tutta la fortuna necessaria per sconfiggerlo…voglio
dire…puoi allenarti sull’astuzia e sull’abilità…così riuscirai a
neutralizzarlo…se posso permettermi…secondo me tu dovresti limitarti a giocare
di astuzia…farlo stancare e incastrarlo…poi il lavoro sporco lo lasci agli
Auror…”
Harry a quelle parole sorrise, suscitando la
curiosità dell’amica.
Secondo lei doveva lasciare il < lavoro sporco
> agli Auror…ma Hermione non poteva sapere la verità.
“Non posso Hermione…” rispose Harry triste.
“Non…Non puoi…?In che senso non puoi?Voglio dire…se
hai un altro piano più adatto, ne sono felice…” rispose velocemente Hermione,
stupita e scrutando il profilo dell’amico, che non si decideva a guardarla, ma
teneva gli occhi bassi, verso il buio del prato.
“Hermione…io non ho un piano…” disse Harry, quasi
ridendo.
“Non hai un piano?” replicò sempre più allibita
Hermione; non poteva credere alle parole dell’amico.
“No…non ho un piano…”disse in modo più convinto,
guardandola negli occhi color cioccolato per la prima volta.
“Ma…Harry!Come non hai un piano…non hai la minima
idea di come puoi sconfiggerlo e neutralizzarlo?Mi aspettavo un comportamento
diverso da te…speravo tu ti fossi già preparato…almeno un pochettino…” rispose
infervorata, gesticolando vivacemente con le mani.
“Hermione…” tentò di fermarla il ragazzo, ma
Hermione sembrava un treno.
“…vorrà dire che lo faremo insieme…tu, io e Ron…noi
ti aiuteremo…vedi, credo che potremmo chiedere un permesso per andare nella
Sezione Proibita….là ci sono un sacco di libri sulla magia oscura…potremmo fare
delle ricerche…”
“Hermione…ti ringrazio, ma lascia perdere ok?” disse
stanco Harry, che sembrava iniziasse a irritarsi.
“Lascia perdere?”
“Sì. Lascia perdere.”
Hermione guardò per un attimo lo sguardo vuoto
dell’amico, per poi tornare a fissare lontano, oltre il limite della Foresta
Proibita.
“Perché dici così?Non vuoi che io e Ron ti diamo una
mano…perché fai così, Harry?Non avrai in testa di volerci di nuovo allontanare
da te!…”
“Ho detto Herm, per favore, lascia perdere!” riprese
il ragazzo, che iniziava a stancarsi della perseveranza di Hermione.
“Perché!” disse Hermione decisa, con un tono di voce
più alto e girandosi di scatto verso Harry.
“Perché non siete a conoscenza di particolari che ti
farebbero cambiare immediatamente prospettiva, ecco perché!” disse il ragazzo a
voce alta, lasciando trasparire dal tono della sua voce una certa
irrequietezza.
A quelle parole seguì un silenzio che sembrò
interminabile, durante il quale Hermione sembrò analizzare lentamente ogni
parola del ragazzo.
“Cambiare…prospettiva?…Particolari che non conosciamo…Harry…ci
hai tenuto nascosto qualcosa?”
Harry respirò profondamente, passandosi le mani fra
i capelli corvini.
“Harry…Ti prego…qualunque cosa sia…” disse lei,
avvicinandosi e appoggiando una mano sul braccio di lui.
Il ragazzo sembrava veramente combattuto; il segreto
della Profezia stava diventando un fardello troppo grande e pesante da portare
da solo, ma d’altra parte non voleva far conoscere a Hermione le parole della
Profezia.
Non avrebbe sopportato la sua reazione; ma,
nonostante questo, la forza di persuasione che l’amica aveva su di lui era
nettamente maggiore alla sua volontà di non svuotare il sacco.
“Durante il 5°anno, quando siamo andati all’Ufficio
Misteri per quella Profezia, che poi è andata distrutta…Ecco, Silente mi ha
rivelato cosa c’era in quella scritta…”
“Come fa a conoscerla?” chiese Hermione, ingenua e
curiosa.
Harry sorrise, provocando la stessa reazione nella
ragazza…“Avanti Herm…cos’è che non conosce Silente!”
“Comunque, mi ha raccontato la verità sul motivo per
cui dovrò essere io a sconfiggere Voldemort…”
Ci fu un attimo di silenzio, durante il quale Harry
sentì su di sé lo sguardo di Hermione; avrebbe desiderato tornare indietro e
non dire nulla, ma ormai non poteva più farlo.
“Silente stava avendo degli incontri con degli insegnanti
per scegliere quello di Divinazione…un giorno si incontra con la Cooman…Silente
non crede molto nelle sue capacità, e non posso dargli torto…fino a quando
all’improvviso entra in trance…un vero trance…e ha iniziato a dire…”
Harry si fermò, socchiudendo gli occhi, come per
cercare di rievocare quei momenti limpidamente nella sua mente.
“Cosa ha detto Harry?” incalzò Hermione.
Harry sorrise amaramente…“Pensa…mi ricordo ancora
tutte le parole di quella Profezia…diceva così…Ecco giungere il solo col potere
di sconfiggere l’Oscuro Signore…nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato
sull’estinguersi del settimo mese…”
“…nato
all’estinguersi del settimo mese…” ripetè attenta Hermione… “il settimo
mese è luglio…tu sei nato il 31…”
“Esattamente…”
“…ma
mi sfugge il nato da chi lo ha tre volte sfidato…” riflettè seria la
ragazza.
“I
miei genitori lo hanno incontrato in battaglia faccia a faccia per tre volte”
rispose Harry.
“Capisco…Tutta
qui?” disse curiosa.
“Magari…la parte più bella deve venire…” commentò ironico “La Profezia
della Cooman continua così…L’Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma
egli avrà un potere a lui sconosciuto…”
Poi si fermò nuovamente; sapeva benissimo il seguito
della Profezia, la parte da lui più temuta.
“Vai avanti Harry…” disse preoccupata Hermione, vedendo lo sguardo di Harry
perdersi all’orizzonte.
Il ragazzo inspirò profondamente e lentamente, riempiendo
i polmoni di ossigeno; gli costava caro ripetere quella parte, ma lo
doveva…voleva fare.
Così
parlò, e disse lentamente e intensamente“…E l’uno dovrà morire per mano
dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive…”
Silenzio.
Nessuna
reazione.
Harry
si aspettava qualcosa da un momento all’altro; un urlo, un commento…qualsiasi
cosa.
Ma
Hermione non si mosse.
Era
esattamente come pietrificata, con le mani saldamente agganciate alla balaustra
e gli occhi vuoti fissi su Harry.
Harry
la guardò, iniziandosi a preoccupare.
Il
suo viso si era scolorito all’improvviso, lo guardava fisso, senza batter
ciglio, immobile.
Solo
i capelli, mossi dal vento, continuavano a solleticarle il volto, ma lei
sembrava non accorgersene.
Il
cuore di Harry iniziò a battere più veloce, il ragazzo si iniziava a
spaventare.
“Hermione…”disse,
appoggiando la sua mano su quella dell’amica.
Con
un brusco e meccanico scatto, Hermione tolse subito la mano, seguita
dall’altra.
Le
porto una sopra l’altra al petto, premendole forte contro di sé.
“…uno…dovrà…morire…per…mano…dell’altro…” ripetè
lentamente Hermione, muovendo appena le labbra e iniziando a indietreggiare.
“…uno…dovrà…morire…per…mano…dell’altro…” disse
nuovamente, mentre gli occhi le si riempivano di calde lacrime.
“Hermione…”riuscì
solo a ripetere il ragazzo, dando le spalle al vuoto e alzando una mano verso
la ragazza, come per cercare di agguantarle un braccio, senza riuscirci.
“Nessuno…dei…due…può…vivere…se…l’altro…sopravvive…”
continuò la ragazza, sempre indietreggiando, mentre le mani visibilmente
iniziarono a tremare e le lacrime scendevano sulle guance.
“nessuno…se
l’altro sopravvive…dovrà morire per…mano dell’altro…” continuò, sempre presa
dal panico.
Harry
non sapeva cosa fare.
Mai;
non aveva mai visto Hermione in quello stato, il che lo faceva sentire a
disagio e goffo.
Non
sapeva cosa dire, come muoversi, come comportarsi; sapeva solo di sentirsi
tremendamente idiota e goffo mentre l’unica cosa che sembrava uscirgli dalla
bocca era < Hermione >.
“Hermione…” ripetè il ragazzo quando sembrò che lei si
fosse finalmente fermata, con le mani ancora nella stessa posizione e le pesanti
gocce che iniziavano a bagnare il collo del pigiama.
Harry si avvicinò lentamente; fece il primo passo in
modo insicuro, poi divenne sempre più rapido e la raggiunse, scuotendola
lievemente.
“Herm…mi dispiace…non…non avrei mai dovuto
dirtelo…non credevo che l’avresti presa così…”disse il ragazzo, ma non sapeva
che quelle erano le parole meno adatte a un momento simile.
“Non…non avresti dovuto dirmelo?non…credevi che
l’avrei…l’avrei presa così?!” ripetè Hermione, poi improvvisamente fece un
rapido scatto con le mani e diede uno spintone a Harry, allontanandolo
violentemente.
“NON CREDEVI CHE L’AVREI PRESA COSI’! OH…SCUSAMI
TANTO…HAI RAGIONE!ALLORA EVVIVA, FESTEGGIAMO E BRINDIAMO!IL MIO MIGLIORE AMICO,
UNA DELLE PERSONE PIU’ IMPORTANTI DELLA MIA VITA POTREBBE ESSERE UCCISO DA UN
MOMENTO ALL’ALTRO, MA NON E’ UN PROBLEMA!” gridò fuori di sé Hermione, le cui
lacrime ormai non si contavano più tante erano che formavano due fiumi.
“Hermione…” ripetè il ragazzo, spaventato dalla
reazione dell’amica.
“HERMIONE!HERMIONE! NON SAI DIRE ALTRO, HARRY!?” la
sua voce era rotta dal pianto.
“Ascolta…mi spiace…devi capire che…” tentò di dire,
avvicinandosi di nuovo cautamente a lei.
“DEVO CAPIRE COSA?COSA DEVO CAPIRE? DEVO CAPIRE CHE
TU NON VOLEVI RIVELARCI CHE HAI IL 50% DI POSSIBILITA’ DI ESSERE AMMAZZATO DA
QUELLO LA’? DEVO CAPIRE CHE NON TI FIDI ABBASTANZA DI ME E RON PER RIVELARCI
QUESTE COSE? NOI CHE TI SIAMO STATI DA SEMPRE VICINI…DEVO CAPIRE CHE NONOSTANTE
TUTTO SIAMO ANCORA AL PUNTO DI PARTENZA…CHE NON TI FIDI ABBASTANZA DI TE STESSO
E DI NOI PER RENDERCI PARTE DEI TUOI PROBLEMI?!”
“Hermione…non è questo…” ripetè Harry spaesato.
“ALLORA COS’E’ HARRY?SPIEGAMI COS’E’! PERCHE’ CI HAI
TENUTO TUTTO QUESTO NASCOSTO!?PERCHE’ DOBBIAMO DARE RETTA ALLE VOCI DI UNA
CIARLATANA COME LA COOMAN CHE NON NE AZZECCA UNA DI PROFEZIA…” sbraitò
Hermione.
“Non sono chiacchiere Herm…la Profezia della Cooman
era autentica…è stata una delle rare volte che ci ha azzeccato nelle
predizioni” disse Harry, rivolgendosi dolcemente all’amica.
Hermione sembrò improvvisamente calmarsi.
Aveva i capelli scompigliati e alcune ciocche le
ricadevano sul viso bagnato dalle lacrime che pesanti continuavano a scivolare
sulla pelle fredda di Hermione, che abbassò gli occhi a terra.
“Non può essere vero…ci deve essere un'altra
soluzione…un alternativa…” disse confusa.
Harry si tranquillizzò un po’ vedendola più calma
rispetto a prima… “Ne ho parlato con Silente…non ce ne sono…se…se io vivrò,
allora sarà Voldemort a morire. Ma se lui vivrà, io…”
“Non dirlo!” lo interruppe bruscamente la ragazza,
rialzando nuovamente il viso incrociando dolorosamente gli occhi di Harry… “Non
dirlo neanche per scherzo!Tu…ecco, non accadrà, tu non morirai, Harry…non puoi,
non devi…”
Harry sembrava distrutto nel vedere l’amica ridotta
a quello stato…“Hermione…cerchiamo di essere obiettivi…quante possibilità ho io
di sconfiggerlo?Nessuna…”
“NO!” urlò Hermione disperata e ricominciando a
singhiozzare… “non è vero Harry!Tu…tu sei più forte di lui…e poi….io…”
Hermione lo guardò fisso negli occhi.
Harry stava davanti a lei, e adesso la ragazza lo
vedeva indifeso, quasi lontano da tutti; lo vedeva debole e rassegnato.
Singhiozzando camminò velocemente verso di lui, poi
lo abbracciò forte con le braccia intorno alla sua vita, come mai aveva fatto
prima d’ora.
Con le mani tremanti Hermione stringeva la maglia di
Harry, come per trattenerlo, come per non farlo allontanare da lei.
“IO NON GLI PERMETTERO’ MAI DI UCCIDERTI!” gridò con
il viso immerso nella maglietta dell’amico che iniziava già a bagnarsi di
lacrime salate.
Nel vedere Hermione così, il cuore di Harry ebbe una
dolorosa fitta.
Immerse il viso nei capelli della ragazza, mentre
con le mani le circondava la schiena, scossa da leggeri brividi di freddo e di
rabbia.
“Herm…cosa dici!Non dire cose senza senso…conosci i
rischi…io non permetterei mai…” bisbigliò il ragazzo.
Hermione per la seconda volta si allontanò da Harry,
guardandolo con rabbia negli occhi…“INVECE TU MI PERMETTERAI HARRY!PERCHE’ LUI
NON PUO’…”
Hermione si riprese, e finì la frase in un
bisbiglio, con gli occhi abbassati a terra…“…non può ucciderti…non può portarti
via da noi…non può portarti via da me…non ne ha alcun diritto…io…cosa farò io
se tu non ci sarai più!?”
Harry non sapeva come rispondere, sapeva solo che
vedere Hermione così lo faceva sentire molto più male di quanto credesse.
“Non puoi andartene Harry…” continuò la ragazza,
tenendo le mani sul petto del ragazzo, sentendo i suoi battiti veloci… “ti
prego…non arrenderti così…non farlo vincere…abbiamo bisogno di te…cosa farò io
se non ci sarai più…il mio mondo cadrebbe a pezzi…non riuscirei neanche ad
immaginarlo…E poi tu non ti meriti questo…”
“E’ ciò che mi ha riservato…è stato Voldemort a
scegliermi…” disse Harry triste e rassegnato.
Hermione si allontanò, dandogli le spalle e
avvicinandosi nuovamente alla balaustra; fu investita da una nuova folata di
aria fredda che sembrò farla rientrare in sé.
“Harry…giuro che farò di tutto perché tu non possa
morire…di tutto, hai capito?”disse decisa, guardandolo intensamente negli
occhi.
Harry fu preso alla sprovvista da quella salda
affermazione; iniziò a gesticolare, agitato dalla serietà dimostrata
dall’amica… “Oddio Herm…cosa dici?Sai che non lo permetterei mai…nessun’altro
deve sacrificarsi per me…i pericoli sono troppi…”
“Ma io non posso permettere che Voldemort mi porti
via una delle cose più importanti della mia vita…lo capisci?Non posso
permetterlo…” disse convinta, ma più calma, con le lacrime che lente avevano
ripreso a scorrere sul viso.
Gli occhi lucidi di Hermione e quell’espressione
quasi disperata toccarono a fondo l’animo di Harry, che rimase immobile a
guardare la figura della ragazza, quell’amica così forte che ancora una volta
aveva dimostrato verso di lui eterna lealtà, protezione e coraggio; che ancora
una volta era pronta a dimostrargli la sua amicizia e il suo amore.
Hermione si voltò, guardando verso il vuoto e
cercando di riscaldarsi dalla serata fredda; la rivelazione della Profezia
l’aveva letteralmente sconvolta e aveva abbattuto le sue ultime certezze sulla
facilità della vittoria di Harry.
Il ragazzo si avvicinò a lei senza farsi vedere;
lentamente fece scorrere le sue mani sui fianchi di Hermione, abbracciandola
poi da dietro e dandole un leggero bacio sulla folta chioma bruna spettinata,
chiudendo gli occhi smeraldini, diventati lucidi.
“Hai freddo?”chiese premurosamente il ragazzo.
Hermione a quel contatto sussultò, chiudendo gli
occhi rossi… “Sì…forse un po’…”
Rimasero così per un po’ di tempo, a guardare
silenziosi le stelle, cercando di riscaldarsi a vicenda mentre i loro respiri
si condensavano nell’aria diventando nuvolette.
“Harry?” lo interpellò la ragazza… “dirai a Ron
della Profezia, vero?”
Harry
respirò forte… “Sì…te
lo prometto che glielo dirò…”
“Grazie…”rispose Hermione sorridendo leggermente.
Harry notò la sua espressione, e il suo animo si
alleggerì… “Di niente…se basta questo a farti tornare il sorriso…”
“No Harry…l’unica cosa che mi farà sentire bene è
sapere che tutta questa inutile guerra sarà finita, e tu sarai sano e salvo,
finalmente libero…”
Passarono alcuni minuti, durante i quali Hermione
appoggiò indietro la testa sulla spalla di Harry, ed entrambi a naso in su
erano immersi nei loro pensieri.
“Herm, l’hai vista?Una stella cadente…” disse Harry
indicandola con l’indice.
“Sì…strano in questo periodo…” commentò la ragazza,
riprendendo la mano del ragazzo e riportandola dove era appoggiata prima… “dai
Harry…esprimi un desiderio…”
Entrambi chiusero gli occhi, esprimendo il proprio
personale desiderio.
La prima ad aprirli fu Hermione…“Fatto?” gli chiese.
“Sì…e tu?” rispose Harry riaprendo gli occhi.
“Anche…” disse sorridendo.
“Che desiderio hai espresso?” chiese curioso Harry,
guardando il profilo di Hermione con la coda dell’occhio.
La ragazza arrossì prima di rispondere… “Bè…sono
stata un po’ egoista…ho chiesto che, chi dirige tutto da lassù, non ti porti
via da me…”
A quelle parole, istintivamente, Harry la strinse
ancora di più a sé, cosa che non dispiaque alla ragazza.
“Ti prometto, Herm, che sarà difficile portarmi via
da tutto questo…”
Hermione sorrise soddisfatta…“Qual è il tuo
desiderio, Harry?” chiese la ragazza.
Harry sospirò…“Di poter fermare il tempo e di stare
così con te il più a lungo possibile”
Era vero: in quel momento si sentiva così in pace
con il mondo.
Stare così vicino ad Hermione lo aveva calmato; lei
gli sapeva regalare quei momenti tranquilli dove era semplicemente se stesso,
facendolo stare bene.
Sapeva che Hermione era preziosa per lui.
Con lei non era necessario parlare: non era
necessario farle capire il groviglio di sentimenti, paure e emozioni che aveva
dentro, lei lo capiva semplicemente guardandolo negli occhi.
A Hermione non doveva dare spiegazioni; lei lo
accettava così com’era.
Ed entrambi erano consapevoli che non era necessario
parlare di < quella cosa >, del dopo-bacio negli spogliatoi.
Però Harry al riguardo aveva una vocina dentro che
lo tormentava…
“Herm?”
“Dimmi”
Dopo un attimo di incertezza, Harry disse…“Cosa
siamo noi due?Voglio dire…amici, è logico…ma bè…direi che le cose sono
decisamente cambiate nell’ultimo periodo…siamo una…coppia?”
Hermione rise piano.
“Cosa…c’è? Ho detto qualcosa di assurdo?” chiese
Harry imbarazzato.
“Harry…non so neanche io cosa siamo…siamo
semplicemente Harry e Hermione, credo…non possiamo avere un metro di misura,
perché noi non siamo come tutte le altre coppiettine…” rispose Hermione, poi si
voltò faccia a faccia con l’amico, rimpiangendo il calore che Harry gli aveva
trasmesso.
“…sinceramente credo che non saremo mai in grado di
comportarci come le normali coppie…non possiamo farlo, perché noi due non siamo
come gli altri…noi abbiamo qualcosa in più degli altri…” continuò Hermione.
Harry sorrise stupito e arrossendo… “Ma come ti
vengono in mente queste cose?”
Hermione alzò le spalle.
Il ragazzo iniziò a giocherellare con una ciocca di
capelli della ragazza, mentre con l’altra mano la teneva stretta a sé,
guardandola negli occhi ancora rossi di pianto.
“Ti prometto che farò di tutto per sconfiggere
Voldemort…e per restare ancora per molto tempo qua con te e Ron…non mi voglio
far sfuggire dalle mani tutto questo, non ora…HeiHei…che mi combini?” commentò
scherzosamente Harry vedendo sul volto dell’amica un ultima lacrima scenderle
timida sulla guancia.
“Oh Harry…non posso far niente se mi commuovo…”
rispose lei, lasciando che l’indice del ragazzo le asciugasse la lacrima.
“Sei…davvero…carina…quando di commuovi…” disse
Harry, sorpreso lui stesso delle parole che era riuscito a dire.
Hermione lo guardò storto, alzando un
sopracciglio…Harry si corresse subito imbarazzato…“Oh bè…certo…non solo quando
piangi logicamente, voglio dire…sei…sei sempre carina…”
La ragazza rise, mordicchiandosi il labbro
inferiore, come faceva sempre quando era nervosa.
“Insomma, Herm…sei davvero cattivella quando vuoi!”
disse Harry arrossendo.
Poi le accarezzò dolcemente una guancia, e in quel
momento come non mai, guardando la ragazza intensamente negli occhi, avvertì il
bisogno di sentire le sue labbra premute contro quelle di Hermione.
Così, tenendole una mano fra i capelli e l’altra
lungo la schiena, Harry annullò la distanza fra i due visi, e si baciarono come
una vera coppia sotto un tranquillo cielo stellato, con l’animo un po’ più
leggero di prima e con i cuori che parevano battere all’unisono la stessa
emozione.
************
Stai un po’ troppo affrettando i calcoli, Potter…
Hai fatto i conti senza l’oste…
Allora…abbiamo scoperto che Harry Potter ha la
ragazza…
Perfetto!Un altro suo punto di forza per
sconfiggermi…ma io la farò diventare il suo punto debole…
Non ti sarai scordato, Harry, che io sono dentro di
te…che io sono te?
Grazie per avermi rivelato questo tuo piccolo
segretuccio…prometto che saprò sfruttarlo nel migliore dei modi.
Cerca di essere felice con la tua Hermione finchè
puoi…i tempi felici con lei non dureranno ancora a lungo…
E quando Lord Voldemort promette una cosa, la porta
a termine.
***********
YU-UUU!
CE L’HO FATTA!
GIURO
RAGAZZI…QUESTO E’ STATO IL CAPITOLO PIU’ DIFFICILE DA SCRIVERE…
CHISSA’
PERCHE’ PERO’?
SPERO CHE VI
PIACCIA…HO SUDATO SETTE CAMICE PER SCRIVERLO!
SE NON VI PIACE,
MI ARRABBIO… L
DAI CHE
SCHERZO!
GRAZIE ANCORA
TANTO TANTO PER LE RECENSIONI…
GRGAZIE A CHI
HA COMMENTATO E CHI HA SOLO LETTO…
SIETE STATI
DAVVERO BUONI…
Tartablu:sono felice
che tu ti stia appassionando alla mia storia, davvero…grazie per i complimenti…spero
di non aver aggiornato troppo tardi e di poter ricevere un’altra tua
recensione…Baci!
Emma:mi hai fatto
un bellissimo complimento… < non ci si può aspettare nulla di banale da te…
> … Grazie ^_^ sei carinissima come sempre, e sono contenta che tu continui
a leggere e commentare la mia storia…hai l’esame? Allora spero di non essere in
ritardo per farti i migliori in bocca al lupo! Mi raccomando…immagino comunque
che sarai bravissima!…quando hai un po’ di tempo, aspetto il tuo
commento…Bacionissimi!
Bombolina: però Ron non
sa che a prendere suo babbo è stato Malfoy…però hai visto che non è davvero
arrabbiato con Silente…Sei soddisfatta?Adesso sai qualcosina in più su Lupin…e
poi come avevo annunciato Harry e Herm hanno < parlato >…naturalmente a
loro modo… di quella cosa… spero ti sia piaciuto il cap…aspetto la tua rec…
Marco:…grazie per il
STUPENDISSIMO…grazie per il consiglio sulla partita di Quiddich…se ne scriverò
altre lo terrò in mente, promesso!Grazie per il tuo sostegno…aspetto la tua
recensione…Baci.
FedeHermy: Anch’io ho
adorato la parte della panna montata! Eccoti il nuovo cap…ho fatto una fatica a
scriverlo!Spero ti piaccia… Baci e aspetto la tua recensione…
Silvia:Grazie per
aver recensito…grazie davvero!Spero in un'altra tua recensione!
Nirvana:oggi hai visto
un po’ la situazione di Lupin e del signor Weasley…prova a trarre le tue
conclusioni…spero ti sia piaciuto il cap e aspetto il tuo commento! Bacioni!
Atena89:contenta?Harry
si è dato una mossa!Però Voldemort, l’amichetto di Harry, è sempre pronto a
tirargli dei brutti scherzi…vedrai vedrai…aspetto il tuo commento…Baci!
Hermione4ever:figurati…la
tua storia è davvero carina…è stato un piacere recensirla!Grazie a te che hai
recensito la mia!Allora…che te ne pare di questo cap?Aspetto la tua
recensione…Baci!
Stellina X:Mi hai fatto
un ridere per la plastica facciale di Voldemort!Hai proprio ragione…gli
dovremmo pagare il chirurgo plastico!Spero di non averti fatto aspettare
troppo…Bacioni!
Kia85:mi spiace se
la lunghezza dei cap ti ha impedito di leggerlo…anche questo è un po’ lungo, ma
non posso farci niente…è una mia caratteristica…spero che con calma riuscirai a
leggerli…Bacioni!
Koda:sorpresa di
vederti fra i < righi colorati > ? bè…so che volevi leggere i capitoli,
ma la tua connessione è saltata, per cui ti ho messo ugualmente sapendo che ci
tieni tanto! Spero tantissimo che il tecnico ti metta a posto il prima
possibile il pc altrimenti mi arrabbio tanto anch’io!Ci sentiamo…Bacioni!
BENE RAGAZZI!
ADESSO VEDRO’
DI INVENTARMI QUALCOSA PER IL PROSSIMO CAP…NON SO’ NEPPURE IO COSA SUCCEDERA’!
VEDREMO…
Le sue urla di dolore si confondevano con i tuoni; le sue lacrime con le
pesanti e gelate gocce di pioggia
Le sue urla di dolore si confondevano con
i tuoni; le sue lacrime con le pesanti e gelate gocce di pioggia.
Si trovavano in una stanza buia, fredda.
Le pareti e il pavimento erano fatti di dura pietra.
La stanza era illuminata dalla luce della luna e dai
fulmini che accompagnavano il terribile temporale, mentre le gocce di pioggia
potevano giungere all’interno della stanza.
“Ti ho detto di lasciarla stare!”
Harry stava urlando con tutto il fiato che aveva in corpo,
con tutta la voce che gli era rimasta, mentre lacrime di paura, di rabbia e di
frustrazione gli bagnavano le guance cosparse da ferite sanguinanti.
Non poteva fare niente.
Lui lo aveva incatenato alla parete con una grossa
catena di ferro arrugginito; le braccia indolenzite erano tirate al limite verso
l’alto, e Harry, per cercare di alleviare un po’ il dolore, stava in ginocchio.
Si dimenava: voleva fare qualcosa.
In fondo se lei era in quella situazione era per
colpa sua.
“Allora, Harry…non ti vuoi arrendere?”
La voce gelida e strisciante di Voldemort era
accompagnata da uno sguardo rosso…rosso di odio, rosso di sangue.
“Non lo ascoltare Harry!Non lo ascoltare!” gridava
Hermione con il poco fiato che le era rimasto in corpo.
“Ancora!” tuonò Voldemort, indicando con la mano un
Mangiamorte, il cui volto era coperto dalla tunica nera.
Nera come la morte.
L’uomo tirò una leva, e a quel movimento Hermione
urlò ancora di più.
“Basta!Basta!”urlò Harry disperato e continuando a
dimenarsi.
L’unica cosa che voleva fare era alzarsi, togliersi
quelle catena da dosso e uccidere Voldemort.
Ucciderlo senza pietà come lui aveva ucciso i suoi
genitori e mille altre persone.
Senza pietà come aveva ucciso Ron e adesso stava per
uccidere la sua Hermione.
Voldemort rise; l’animo di Harry si incupì
maggiormente.
“Povero il nostro Potter…povero…”commentò Voldemort
strisciando verso il macchinario dove era appesa Hermione, col corpo
completamente ferito e allo stremo delle forze… “Hai già perso il tuo
amichetto…è stato davvero un piacere uccidere un Weasley…”disse indicando con
un cenno del capo un corpo immobile steso al centro della stanza rotonda.
Harry alzò lo sguardo verso quel corpo che giaceva
in una pozza di sangue, una volta appartenente al suo migliore amico, Ronald
Weasley, e invece in quel momento era inanimato.
Morto.
Morto per colpa sua, per difenderlo.
Voldemort lo aveva ucciso perché era stato un amico
fedele per Harry, perché non aveva parlato.
“Bastardo…”disse fra le lacrime il ragazzo.
“Grazie…per me è un gran bel complimento,
Potter…”disse Voldemort, avvicinandosi ulteriormente a Hermione.
“Lasciala stare…”bisbigliò il ragazzo senza forza.
“Come?Non ho ben capito…”disse Voldemort, mentre con
una mano teneva sollevata la testa penzolante della ragazza, svenuta.
“Lasciala stare…ti prego…”disse Harry a testa bassa.
“Hai detto < ti prego > ?” disse sorpreso
Voldemort… “mi stai pregando, Potter?Mi stai pregando di avere pietà!?”
“Per lei…non per me…”
Voldemort rise malignamente, guardando la
ragazza…“Ma se lei è importante per te, allora è importante anche per me…io e
te siamo la stessa cosa, Harry…”finì, portando nuovamente lo sguardo su Harry.
“Se questa Mezzosangue è il tuo punto di forza,
allora è anche il mio punto di forza…per uccidere te…” disse avvicinandosi a
Harry e inginocchiandosi per guardarlo negli occhi… “Ma per farlo, prima devo
uccidere questo bel fiorellino…”disse con tono fintamente dispiaciuto.
“NO!” urlò Harry, alzando lo sguardo feroce verso
l’uomo.
“Harry…la…lascia stare…” Hermione aveva leggermente
sollevato la testa e lo guardava con gli occhi colmi di lacrime, sforzandosi a
donargli un suo ultimo sorriso… “non importa…ormai…è finita…è finita davvero,
Harry…”
“Hermione…”
“Tira la leva…al massimo…”
“NOOO!”
“NOOO!”
Harry si alzò a sedere sul letto.
Era bagnato fradicio.
Le gocce di sudore freddo gli correvano su tutto il
corpo, mentre la testa gli esplodeva e gli occhi gli lacrimavano.
Il cuore batteva al massimo, la respirazione era
accelerata; temeva di avere un infarto da un momento all’altro.
Non poteva credere a quello che aveva visto.
Ron morto in una pozza di sangue; Hermione torturata
con un macchinario.
E lui imprigionato, spettatore dello spettacolo più
brutto della sua vita.
********************
25 Febbraio
Lezione di Divinazione
“Ron…allora…ancora niente di tuo padre?” chiese Harry
sottovoce a Ron.
“No…ancora niente, purtroppo, altrimenti mamma mi
avrebbe spedito di corsa Leo…”rispose Ron mentre fingeva di ascoltare le parole
della Cooman, quando al contrario tutta la sua concentrazione era incentrata su
un foglio di carta nel quale lui e Harry si stavano sfidando a tris.
I Grifondoro del settimo anno che avevano scelto di
continuare a studiare l’arte della Divinazione erano seduti nella soffocante
aula della professoressa Sibilla Cooman, piena di tende rosse, incensi dal
profumo inebriante e piccoli tavolini tondi ricoperti da eleganti tovaglie
rosse dai bordi dorati con al centro una palla di vetro, costantemente oscurata
da un denso fumo, oltre al quale nessuno sembrava riuscisse a vedere qualcosa.
Metà degli studenti dormivano con le teste
comodamente appoggiate sul morbido tessuto delle tovaglie, altri ancora
parlottavano, qualcuno come Neville mangiava caramelle da sotto il tavolo.
Solamente Calì e Lavanda, posizionate in prima fila,
pendevano dalle labbra della professoressa, ed erano totalmente ipnotizzate dai
suoi discorsi decisamente poco logici sull’influenza dei pianeti nel carattere
e nella personalità di una persona.
“…per cui, ragazzi miei…immaginate che immane
catastrofe se un giovane fanciullo avesse la sfortuna di nascere sotto
l’influenza di Marte e della costellazione della Vergine nello stesso
momento…”diceva la donna, camminando lentamente lungo la stanza e gesticolando
ampiamente facendo tintinnare i pendagli dei braccialetti d’oro strettamente
legati ai delicati polsi bianchi… “…questo fanciullo soffrirebbe di doppia
personalità…e Dio solo sa che tragedia sarebbe!E invece tu, caro?”…continuò la
Cooman, allungando la mano con unghie lunge e laccate di rosso verso Steven
Smith, uno dei ragazzi più corteggiati della scuola… “dimmi…sotto quali
influenze di astri sei nato?”
Smith, che stava tranquillamente dormicchiando con
la schiena appoggiata alla sedia, tirò malamente fuori le sue pergamene con il
compito del giorno e, leggendo attentamente, rialzò gli occhi verso la
professoressa e rispose… “Io sono nato sotto l’influenza di Urano e Plutone…”
“OH MIO CARO!CHE DISGRAZIA!” urlò la Cooman, facendo
sobbalzare indietro il povero ragazzo.
Harry e Ron semplicemente si guardarono, alzando le
sopracciglia, ormai abituati alle scenate della donna.
“…la tua…la tua vita sarà piena di…di tragedie…di
povertà…ben presto sulla tua famiglia cadrà una disgrazia immensa…la riesco a
percepire, ma è troppo grande per riuscire a conoscerla…e poi…tesoro…la tua
vita è così vuota di amore…”
Mentre Lavanda e Calì, allibite, cercavano di
consolarsi a vicenda mentre prendevano appunti, Harry e Ron ridevano sotto i
baffi.
Sibilla Cooman stava predicendo povertà al figlio di
uno dei più importanti Ministri della Camera inglese; stava predicendo mancanza
di amore a colui che poteva permettersi, volendo, di cambiare ragazza ogni
giorno, per non dire ogni mezza giornata.
“E quella lì ti avrebbe fatto la profezia, Harry?”
commentò sarcastico Ron guardando la Cooman che, stanca e provata dallo sforzo
fatto, si sedeva nella grande poltrona rossa… “Avanti Harry!La previsione della
fine di una guerra mi aspettavo fosse fatta da qualcuno più competente!”
Harry guardò Ron, sorridendo distrattamente;
incredibile come il suo amico fosse in grado di sdrammatizzare una notizia così
pessimistica come la Profezia.
Ron e Ginny erano rientrati a Hogwarts il giorno
dopo, stanchi poiché il ragazzo aveva dato una mano tutta la notte ai fratelli,
mentre Ginny aveva costantemente vegliato il sonno della madre, spesso interrotto
da dolorosi incubi.
Harry, sotto consiglio di Hermione, preferì
rimandare il momento in cui rivelare la Profezia all’amico.
Quando il momento arrivò, i tre erano in Sala
Comune, completamente vuota.
Ron era seduto stravaccato sulla poltrona rossa
mentre giocherellava distrattamente con un gomitolo di lana (il gioco preferito
di Grattastinchi, dopo i topi) usandolo come una palla da Quiddich; Harry e
Hermione erano seduti al tavolo che finivano i compiti e alle volte lanciavano
sguardi curiosi a Ron che sembrava isolato dal mondo intero.
Harry all’improvviso si ritrovò con un piccolo appunto
nell’angolo del suo libro di Trasfigurazione…
E’ il momento…devi parlargli
della Profezia…o adesso o mai più…
Harry guardò disperato Hermione che si alzava dalla sedia e metteva dentro
un piccolo astuccio la piuma.
La
ragazza si accorse della comprensibile agitazione di Harry: il rinnovare il
ricordo di quelle parole era estremamente difficile anche per lui, soprattutto
se doveva riferirle al suo migliore amico.
Hermione,
prima di andarsene, si piegò leggermente verso il volto di Harry e bisbigliò
“Andrà tutto bene…” dandogli un dolce bacio sulla guancia.
“Ciao
ragazzi…io devo vedermi con Ginny…ci vediamo dopo…”annunciò in tono leggero
Hermione.
Harry
pensò che stava diventando veramente una brava attrice.
“A
dopo Herm…”la salutò Ron con un cenno della mano, imitato subito da Harry.
Lanciando
un ultimo sguardo a Harry, la ragazza uscì dalla Sala Comune, richiudendosi la
porta del ritratto alle spalle e restando ad ascoltare da dietro il ritratto
nonostante gli ammonimenti della Signora Grassa.
Quando
Harry iniziò a parlare della Profezia a Ron, il ragazzo non proferì parola,
ascoltandolo attentamente; poi, quando Harry arrivò al punto cruciale della
Profezia della Cooman, a Hermione sembrò di rivivere il momento in cui Harry
aveva rivelato a lei il segreto.
Ron
iniziò ad urlare dicendo che < non sei un vero amico >, < come hai
potuto tenerci nascosto tutto questo! >, < sei un gran bastardo, dovevi
fidarti di noi! >, < come credevi che avessi reagito!Adesso che mio padre
è praticamente morto, la mia famiglia è in pericolo, per coronare la mia
condizione mi ci mancava proprio il mio migliore amico che è condannato a morte
certa! >.
Dopo
un po’ che ascoltava queste parole, le lacrime tornarono a spingere per uscire
dagli occhi della ragazza, per cui decise di allontanarsi per andare a
rifugiarsi nel bagno di Mirtilla, che molte volte l’aveva ospitata nei momenti
di sconforto.
Alla
fine dello sfogo, Ron e Harry erano tornati a parlare normalmente intanto che
con molti < Gratta e Netta > riaggiustavano dei soprammobili rotti e
riordinavano i cuscini lanciati lontano.
Quello
sfogo era servito molto anche a Ron, perché così non parlarono solo della
Profezia, ma anche del signor Weasley e delle preoccupazioni del ragazzo,
tornando a rafforzare la loro amicizia come non mai.
Harry tornò alla realtà proprio mentre la Cooman,
ripresasi dalla sconvolgente previsione fatta a Smith, annunciava i compiti per
la lezione del giorno dopo, stando seduta sulla sua poltrona rossa e con i
piedi appoggiati su un basso pouf, mentre Calì e Lavanda le facevano aria con
due grandi ventagli neri decorati con brillantini rossi, uno ciascuna.
Harry scarabocchiò qualche appunto sulla pergamena,
rincuorandosi sapendo che uscito da quell’aula sarebbe stata ora di pranzo.
Ciò significava che lui e Ron sarebbero prima
passati a prendere Hermione davanti all’aula di Antiche Rune.
Hermione.
Avrebbe rivisto Herm.
Harry alzò il viso e sorrise nel vuoto, senza
pensare che in molti avrebbero potuto notare quel suo strano comportamento.
L’avrebbero creduto nuovamente pazzo, tanto per
cambiare.
Ma non gli importava: il pensiero di Hermione era
stato il più bello della giornata, che era resa triste dal cielo grigio che
faceva da sfondo a nere nuvole che si rincorrevano nel cielo.
Harry si distrasse dai suoi pensieri quando Ron, che
aveva appoggiato la testa sul tavolino, si rialzò improvvisamente, mostrandogli
un gran sorriso; il ragazzo gli sorrise in risposta, capendo che tale felicità
era stata causata dal melodioso suono di salvezza della campanella.
Velocemente l’aula si svuotò e tutti gli studenti si
riversarono giù, lungo l’interminabile scala a chiocciola che li avrebbe
riportati al mondo normale, lontani da quei profumi inebrianti e da
quell’atmosfera insopportabile.
“Sai Harry, sono molto tentato a mollare
Divinazione, proprio come ha fatto Hermione in terza…” disse Ron con estrema
sincerità, mentre insieme percorrevano il lungo corridoio che portava alla classe
di Antiche Rune… “quella Cooman è impressionante…sembra nata apposta per fare
l’attrice drammatica…”
“Sarebbe bello lasciare Divinazione…anzi, credo che
quella la mi abbia già predetto abbastanza tipi di morte da lasciarmi una ampia
scelta di opzioni…” commentò ironicamente Harry… “però pensa alle conseguenze…
ormai siamo all’ultimo anno, non possiamo mollare la materia. Sarebbe un vero
suicidio…”
Il ragazzo si guardò a destra, dove fino a un attimo
prima camminava Ron; però non lo trovò.
Harry si fermò, guardandosi indietro: Ron si era
fermato bruscamente in mezzo al corridoio, guardandolo storto.
“Che c’è Ron?”
Ron iniziò a portarsi nuovamente al pari dell’amico,
parlando in fretta e gesticolando… “innanzitutto Harry, puoi camminare anche
più piano…tanto Hermione non scappa…sto facendo fatica a starti dietro…”
Harry abbassò il viso, sorridendo leggermente.
Ron affiancò l’amico, guardandolo dritto negli
occhi…“Secondo, amico, non mi piace l’influenza che ha quella ragazza su di
te…proprio no…ti sta trasformando lentamente nello studente
modello…accidenti!voglio indietro l’Harry di una volta…quello che insieme a me
sparlava dietro agli insegnanti…”finì in modo deciso.
“Guarda Ron che lo faccio ancora adesso!”disse in
tono convinto, ma fu subito fulminato da un occhiata di Ron.
“Sono peggiorato così tanto?” continuò Harry,
assumendo un aria colpevole.
“Diciamo che ora si nota di più l’influenza che ha
Hermione su di te” disse in modo consolatorio l’amico “…ma non ti preoccupare,
io ti salverò dal diventare un insopportabile so-tutto-io…”
Harry e Ron si guardarono, poi risero… “Dai che la
nostra donzella ci aspetta…” disse Ron incamminandosi nuovamente verso l’aula
di Antiche Rune.
“Nostra?” disse ad alta voce Harry, che si era
fermato esattamente come prima aveva fatto l’amico.
Ron alzò gli occhi al cielo…“Ecco…siamo già arrivati
a un punto di non ritorno…siamo nella fase di possesso!Ok amico…tua, tua e solo
tua, va bene?”
Harry sorrise del gioco che si era creato fra lui e
l’amico, poi si incamminarono insieme.
“Ma io non ho ancora capito…state insieme si o no?”
chiese a bassa voce Ron per non farsi sentire dalle ragazze pettegole che
stavano attraversando vocianti i corridoi.
“…Ehm…bo?Diciamo che per adesso stiamo bene così!”
riflettè Harry.
“Siete irrecuperabili…” commentò Ron, guadagnandosi
un’occhiata storta da parte dell’amico.
Harry era abbastanza tranquillo.
Quando Ron era tornato a Hogwarts dopo la cattura
del padre, temeva che tutto sarebbe cambiato, invece, come spesso sapeva fare,
l’amico lo aveva sorpreso, dimostrandosi forte e riuscendo a nascondere il velo
di tristezza e preoccupazione che, era sicuro, lo tormentava nel profondo.
“Che ti avevo detto?” disse Ron riferito all’amico…
“Vedi che non è scappata con nessuno?”
Harry guardò indagatore verso il gruppo di ragazzi
che sostava davanti alla classe di Antiche Rune; per un attimo maledisse tutte
le divise così uguali che non gli permettevano di individuare l’amica.
Poi la vide.
Hermione era appoggiata al muro destro del
corridoio; teneva stretti a sé dei libri, mentre aveva appoggiato a terra la
tracolla nera, straboccante come sempre di altri libri e pergamene.
Stava chiacchierando con una ragazza di Corvonero,
una bionda che stava in piedi davanti a lei e gesticolava animatamente muovendo
la testa.
“Probabilmente staranno discutendo sulla lezione del
giorno…” commentò aspro Ron… “magari si stanno parlando in una antica lingua
morta degli gnomi domestici…”
Harry sorrise a quella battuta, ma la sua attenzione
verso Ron si limitò a questo.
Il ragazzo infatti si scoprì a non riuscire a
togliere gli occhi di dosso alla mano sinistra di Hermione che stava spostando
delicatamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mostrando il suo viso
sorridente.
Poi la ragazza Corvonero si girò nella loro direzione,
assunse un aria sorpresa e disse qualcosa a Hermione, che si voltò dalla loro
parte, sorridendo.
Allora, velocemente, si inchinò a raccogliere la
borsa, poi salutò l’amica, dirigendosi verso Ron e Harry.
Harry sorrise: adesso si che sembrava che la luce di
fuori diventasse più chiara e luminosa.
“Harry…” bisbigliò monotono Ron dandogli una leggera
gomitata sul fianco… “ti prego smettila…hai una faccia davvero da stupido in
questo momento…”
Il ragazzo si riprese, volgendo il suo sguardo prima
a Ron e poi nuovamente a Hermione, che finalmente li aveva raggiunti.
“Ciao!” disse la ragazza rivolgendo ai due amici un
grande sorriso.
“Ciao!” risposero in coro Harry e Ron, poi
guardandosi in viso.
Hermione spostò lo sguardo divertita da Harry a Ron…
“Come va?”
“Bene” disse Harry sorridente.
“Bene” disse Ron, quasi sovrapponendosi per la
seconda volta all’amico.
“Siete sicuri che tutto vada bene?” chiese Hermione
indagatrice.
“Certo!” esclamarono nuovamente in coro i due,
guardandosi per la seconda volta in un modo che fece ridere la ragazza.
“Ho capito!” disse Hermione provocatrice… “scommetto
che stavate sparlando di me mentre venivate qua…”
“No!” disse convinto Harry, sorridendo.
“Sì…”si sovrappose Ron, guardando subito dispiaciuto
Harry che si limitò a mantenere lo sguardo sulla ragazza, visibilmente
imbarazzato da quella situazione.
Hermione squadrò in modo imbronciato i due, poi
sorrise e iniziò a camminare verso la Sala Grande, passando in mezzo ai due
ragazzi… “Va bene…lasciamo perdere…muoviamoci che Ginny ci aspetta di sotto…”
Harry guardò storto Ron, che fece spallucce, poi si
incamminarono con Hermione verso la Sala Grande.
Quando arrivarono al tavolo Grifondoro, Ginny era
già tranquillamente seduta a metà, vicino a Mark Elliott, cacciatore della
squadra di Quiddich, e parlavano tranquillamente del più e del meno.
Ron immancabilmente lanciò uno sguardo indagatorio
nella direzione dei due e, una volta giunto vicino alla sorella, le si sedette
vicino, salutandola calorosamente, mentre fece un cenno poco amichevole al
ragazzo, che si rabbuiò.
Harry e Hermione si guardarono complici e,
sorridendo, si misero a sedere fianco a fianco di fronte ai Weasley, iniziando
a riempire i piatti con il minestroneche gli elfi domestici avevano diligentemente preparato per il pranzo.
La Sala Grande era immersa in un fitto
chiacchiericcio; Ron, Mark e Ginny, tanto per cambiare, stavano discutendo sul
Quiddich.
Harry, invece, non aveva occhi che per Hermione.
La ragazza, ignara delle occhiate dell’amico, stava
lentamente mangiando la sua porzione di minestra mentre con la mano sinistra
sfogliava lentamente il libro di Cura delle Creature Magiche, soffermandosi in
modo particolare nella pagina degli Elfi Domestici.
Harry sorrise: era chiaro che Hermione non aveva
ancora abbandonato l’idea di rendere l’associazione C.R.E.P.A ancora più
grande.
Ma il sorriso scomparve dalle labbra di Harry.
Mentre guardava Hermione tranquilla, gli tornavano
alla mente dei flash dell’incubo avuto poche notti prima; rivedeva Hermione che
urlava e che piangeva mentre il Mangiamorte non si stancava di torturarla, fino
ad ucciderla.
Il ragazzo scosse la testa, e riprese a guardare
fisso il suo piatto, ancora pieno di minestrone.
Hermione, inconsapevole di tutto, alzò gli occhi dal
libro…
“Harry…tutto bene?” lo interpellò.
“Si…”disse distrattamente il ragazzo, senza alzare
gli occhi e continuando a mescolare la minestra.
Hermione lo squadrò per un attimo, per poi
riprendere con tono severo… “Mi sembra inutile dire che non ti credo se mi dici
< Si > con quel tono…”
Harry alzò lo sguardo scocciato verso Hermione.
“Ti ricordo, Harry, che qualunque cosa sia, la
voglio sapere, d’accordo?Qualunque cosa…”
“Non è il luogo adatto per parlarne…” disse Harry in
tono sbrigativo.
“Non importa…la cosa che è certa è che ne parleremo
Harry, chiaro?” disse Hermione prendendo la mano del ragazzo che era appoggiata
sopra al tavolo.
A Harry venne in mente improvvisamente il giorno di
S.Valentino, all’appuntamento con Cho.
Prenderle la mano gli era sembrato così difficile,
invece adesso, rispondere alla stretta di Hermione sembrava spontaneo e
naturale.
“Grazie Herm…” disse sincero Harry.
La ragazza sorrise, guardandolo intensamente negli
occhi.
“Hem…scusate ragazzi…”
Silente era in piedi, davanti al tavolo, e cercava
di attirare l’attenzione degli alunni…“Scusate se interrompo l’ottimo pranzo
che diligentemente i nostri amici Elfi ci hanno preparato, ma devo darvi un
annuncio importante”.
Hermione e Harry, esattamente come Ron e gli altri,
si erano girati verso il grande tavolo imbandito, leggermente preoccupati per
l’annuncio che doveva dare il preside, che iniziò lentamente a parlare
scandendo bene ogni parola.
“Come ben sapete ogni mese è organizzata dalla
scuola una uscita a Hogsmeade…uno svago piacevole per voi, ma anche per noi.
Gli spiacevoli avvenimenti di questi ultimi tempi però ci hanno costretto a
ridimensionare molte cose, tra le quali anche queste uscite. Come avrete potuto
benissimo notare, nel mese di Gennaio è stato difficile organizzare questa
uscita, e per Febbraio la cosa si è dimostrata ancora più ardua. Mi spiace
comunicarvi che d’ora in poi non sarà più organizzata alcuna gita a Hogsmeade.”
Moti di disappunto si alzarono in coro dalla platea
di ragazzi, increduli e dispiaciuti.
“Lo so, ragazzi…vi capisco bene…in fondo anche a noi
insegnanti faceva piacere svagarci un po’ e uscire dal di qua, ma sono sicuro
che tutti voi siate abbastanza maturi da capire che le circostanza in cui siamo
immersi ci obbligano a comportarci di conseguenza, assecondandole. Immagino abbiate
saputo che Lord Voldemort poco tempo fa ha conquistato la prigione di Azkaban,
un punto strategico e, purtroppo, abbastanza vicino alla nostra scuola. Per
cui, come Preside, mi sento addosso la responsabilità per la vostra sicurezza,
per cui mi vedo obbligato a evitare una qualsiasi occasione buona per i nemici
di poterci attaccare…Mi spiace…per qualunque altro chiarimento sulle gite o
qualsiasi altra cosa, non esitate a chiedere a me o agli insegnanti…non
esiteremo a rispondere…”
Silente, terminato il suo discorso, guardò lontano,
fino in fondo alla Sala Grande, le tavolate delle Quattro Case, quasi come se
volesse posare il suo sguardo su ogni alunno della sua scuola; poi chiuse gli
occhi e, con un profondo sospiro, si rimise a sedere, ricominciando a mangiare
a testa bassa, come se niente fosse.
Hermione e Ron si guardarono in viso: erano
consapevoli che, se Silente aveva dato quell’annuncio e aveva addirittura
abolito le uscite a Hogsmeade, la situazione stava diventando veramente
pericolosa.
Intorno a loro le voci dei compagni ricominciarono a
farsi sentire, prima debolmente, poi sempre più forte, fino a quando non
riempirono nuovamente la grande stanza, eccitati di parlare di una nuova
notizia.
Harry avrebbe tanto desiderato che quel vociare potesse
coprire, nascondere anche i suoi più tetri pensieri, ma invano.
“Io vi aspetto in Sala Comune, d’accordo?” disse
Harry, alzandosi senza guardare in viso gli amici.
“Ma, Harry…”iniziò a bisbigliare Hermione, provando
a trattenerlo per la manica della tunica.
“Ci vediamo dopo…”scandì nuovamente Harry con lo
sguardo basso e cupo, sfuggendo alla stretta dell’amica.
Hermione e Rom seguirono con lo sguardo Harry che si
dirigeva a passo spedito verso la grande porta, ma non erano i soli a
guardarlo.
Silente aveva alzato il viso triste e seguiva con il
suo sguardo grigio il ragazzo allontanarsi e uscire dalla Sala; all’uomo si
strinse il cuore e, serio, riabbassò lo sguardo al suo piatto, appoggiando il
cucchiaio e rimanendo con le braccia incrociate sul petto, pensieroso e
preoccupato.
*****************
Hogwarts
Biblioteca, 5.30 pm
Dopo aver constatato che in Sala Comune era
impossibile concentrarsi per studiare, Hermione propose ai due amici di andare
in biblioteca a concludere i compiti per il giorno dopo.
Il Trio si era seduto a un grande tavolo di legno
accanto ad una finestra; Hermione era seduta ad una estremità del tavolo e
aveva davanti a sé una decina di libri aperti gli uni su gli altri, mentre i
suoi vispi occhi marroni correvano da una pagina all’altra e la sua piuma
scorreva veloce sulla pergamena.
Ron e Harry la guardavano stralunati.
“Herm…ma che ci trovi di così attraente nello
studio?” chiese Ron, al quale era quasi venuto mal di testa a guardare lo
scorrere veloce della piuma dell’amica.
“Bè, se mi devo paragonare a te, Ron, può essere
solo un fatto genetico…” rispose distrattamente la ragazza senza distogliere lo
sguardo dai fogli.
“Grazie Herm…acida come sempre, eh?” disse Ron,
tornando a testa bassa a scorrere con poca attenzione le pagine del libro di
Pozioni.
Harry invece sentiva nell’aria odore di quei famosi
e storici battibecchi fra i suoi due migliori amici che, vedendo come Ron
cercava di spiare ciò che scriveva Hermione, non si sarebbero fatti attendere a
lungo.
Per la decima volta, Ron allungò il collo oltre la
pila di libri dell’amica per poter copiare le risposte esatte al test di Piton,
ma invano, poiché la ragazza, accortasi dei movimenti loschi dell’amico, aveva
messo un ulteriore libro come barriera.
Ron sbuffò, facendo sorridere Harry, poi disse
lamentevolmente: “Herm!”
“Che c’è, Ronald?” rispose Hermione sempre a testa
bassa.
“Mi dai una mano con questo test di Piton sulla
Pozione del Veritaserum?” chiese con voce piagnucolante.
Dopo molto tempo, finalmente lo scricchiolio provocato
dallo scorrere della piuma sulla pergamena si fermò di colpo.
Hermione alzò il viso, coperto da alcune ciocche di
capelli che, nonostante fossero raccolti in una coda alta, le ricadevano sugli
occhi…“Direi che la mia risposta è no…”
Ron sbuffò per la seconda volta in modo molto
buffo…“Avanti Herm!PerfavorePerfavore…”
“No…non funziona così, Ron…” disse Hermione
scossando il capo e alzandosi per andare a prendere un altro libro situato in
uno scaffale poco lontano dal loro tavolo.
A quel punto, dopo aver controllato che la ragazza
si fosse allontanata sufficientemente, Ron si sbilanciò verso l’orecchio di
Harry, e sussurrò a bassa voce… “Non ti offendi se la lodo un po’, vero Harry…”
Harry sorrise divertito, facendo spallucce, curioso
di vedere fino a che punto l’amico sarebbe arrivato pur di copiare i compiti da
Hermione.
Nel frattempo la ragazza, che aveva chiesto aiuto ad
un ragazzo lì vicino perché le potesse prendere il libro, stava tornando al
tavolo degli amici, e a malapena guardava dove stava camminando, poiché stava
già scorrendo velocemente l’indice di quel mattone.
“Complimenti Herm…” disse Ron, dopo che Hermione si
era seduta al tavolo.
La ragazza guardò l’amico aggrottando le
sopracciglia, poi il suo sguardo passò a Harry, che mantenne un espressione
ignara.
“Stai davvero molto bene con la coda…ti risalta il
viso…” disse Ron con un sorriso etereo “Sembri veramente felice…sei
così…luminosa…” finì, fissando la ragazza.
Hermione spalancò allibita gli occhi, assumendo
un’espressione stupita, la stessa che aveva Harry.
“Ehi Ronald…che ti prende?” chiese seria la ragazza.
Ron assunse improvvisamente un’espressione
estremamente offesa, appoggiandosi violentemente alla spalliera della sedia…
“Bè…cosa ho fatto di male?Non posso neanche lodare la mia preziosissima e
fantastica migliore amica?”
“No…se il fine per cui lo fai è scopiazzare dal mio
foglio le risposte esatte al test di Pozioni!” ribattè acuta la ragazza.
Ron guardò fintamente disorientato Harry, che lo
ricambiò con uno sguardo che cercava di essere serio, ma in realtà si stava
trasformando in una risata che difficilmente riusciva a trattenere.
“Oh avanti Herm!Mi hai sempre dato una mano!Cos’hai
oggi, sei girata male?” si lamentò animatamente il ragazzo, sconfitto.
“Oh…adesso non sono più la tua preziosissima e
luminosa migliore amica?” disse la ragazza con una smorfia.
“Queste sdolcinatezze lascio che te le dica Harry…”
ribattè pronto il ragazzo, lasciando Hermione a bocca aperta, senza sapere cosa
ribattere.
Harry non riuscì altro che dire Ron con tono
stupito e divertito allo stesso tempo.
“Sei un caso perso, Ronald Weasley…” commentò
sarcastica Hermione, tornando a dedicarsi ai suoi compiti, rossa in viso.
“Altrettanto, MissGranger…”
Harry trasse un sospiro di sollievo: anche questo
battibecco era finito senza alcun ferito grave.
Un ora e mezza dopo, Harry alzò gli occhi dal
foglio, esausto…
“Herm…adesso basta però…non ce la facciamo davvero
più…” disse, appoggiando con forza la piuma rovinata sul piano del banco e
passandosi una mano sporca di inchiostro fra i capelli scompigliati.
“Solo un secondo…finisco questa riga…” disse la
ragazza distrattamente.
“Hai detto la stessa cosa mezz’ora fa…il cervello mi
sta andando a fumo….” si lamentò Ron imitando l’amico.
Hermione si sentì obbligata a cogliere l’occasione
per stuzzicarlo nuovamente…“Questa si che è una bella notizia, Ron!Vuol dire
che in fondo nascondi qualcosa là dentro…”
“Per la barba di Merlino, Hermione…ti senti proprio
ispirata oggi!” disse arrabbiato Ron, iniziando a riordinare frettolosamente le
sue cose.
La ragazza si alzò dalla sedia e , appoggiando il
palmo delle mani sulla tavola, disse fissando l’amico…“Tu devi solo dirmi
grazie dato che alla fine il compito di Piton l’ho completato tutto io al tuo
posto…”
Fulminato, Ron fece spallucce e, rosso fino alle
orecchie, iniziò ad incamminarsi davanti agli altri due.
Harry e Hermione si affrettavano dietro all’amico,
che camminava spedito verso l’uscita della grande e antica biblioteca di
Hogwarts.
“Sei stata cattivella con Ron…” la ammonì Harry,
portandosi al passo dell’amica.
“Lo so…” rispose la ragazza puntando il suo sguardo
su Ron… “…ma ne avevo bisogno…sai come siamo fatti io e Ron…da 7anni questo è
il nostro modo di comunicare…è poco civile, lo ammetto, ma è il nostro modo…”
Harry camminava guardando il profilo serio di
Hermione: lo conosceva quello sguardo, era pentita di come aveva trattato Ron,
ma d’altra parte anche Ron ci aveva messo del suo, per cui questo le impediva
di < abbassarsi > al riconciliareper prima.
Il ragazzo sorrise, poi in modo così spontaneo e
naturale che spaventò anche lui, passò il braccio sinistro intorno al collo di
Hermione.
Lei, presa alla sprovvista da quel gesto affettuoso
in pubblico, alzò lo sguardo sorpreso verso Harry, che la guardava sorridente,
ma rosso in viso come poche volte lo era stato.
Hermione, col cuore in subbuglio, abbassò sorridente
lo sguardo, arrossendo a sua volta, mentre Harry cercava disperatamente nei
meandri della sua mente qualcosa di sensato da dire, guardandosi intorno, ma non
gli venne in mente nient’altro che una serie di imbarazzanti mugolii
indecifrabili come “Hemmm…mmmm…sai, io…mmmm”.
Proprio in quel momento, Ron si girò indietro per
controllare dove erano rimasti i suoi due migliori amici… “Ascoltami Herm…io
credo seriamente che il problema fra noi due sia…”
Le parole gli si pietrificarono in bocca quando vide
quello spettacolo così strano e decisamente comico.
Harry che si guardava in giro come per cercare di
non far notare che il suo braccio era intorno alle spalle di Hermione, mentre
quest’ultima, con le braccia a penzoloni che afferravano spasmodicamente la
borsa, teneva uno sguardo vuoto fisso in basso, davanti a sé.
Ron, vedendo Harry e Hermione così rossi in viso,
riuscì a camuffare una risata trasformandola in uno strano sbuffo che riuscì
ugualmente ad attirare l’attenzione dei due, che sembravano non aspettare altro
che un diversivo per togliersi da quella situazione.
“Oh ragazzi…ditemelo se sono di troppo, eh?Certo che
anche voi due…se la McGranitt vi vedesse in queste calde effusioni amorose vi
toglierebbe 20punti a testa…”
Hermione si allontanò da Harry, lanciando uno
sguardo furente a Ron; Harry lasciò immediatamente la presa e, come se niente
fosse, con il braccio andò a darsi una riassestata ai capelli, guardando
innocentemente a destra i quadri che ridevano sotto i baffi.
Ron si fermò in mezzo al corridoio con un sorriso
soddisfatto ad aspettare i due che adesso camminavano quasi l’uno agli antipodi
dell’altro.
Quando passarono vicino a Ron, il ragazzo prese entrambi
sottobraccio… “Siete davvero carini…AHIA!Herm…” disse, dopo che Hermione gli
ebbe pestato abbastanza violentemente il piede sinistro.
La ragazza sorrise ironicamente, fino a quando non
sentirono davanti a loro una risata perfida.
Tutti e tre alzarono lo sguardo e, purtroppo per
loro, in mezzo al corridoio, ad impedirne il passaggio, stavano Malfoy con i
suoi fedeli Tiger e Goyle.
“Qualche problema Malfoy?”
disse acidamente e in tono duro Harry.
“No Sfregiato…certo che no…” disse strisciante
Malfoy con le braccia incrociate al petto e mantenendo un sorriso sdegnoso sul
viso pallido.
“Non si direbbe…” ribattè Harry.
“Bè…logicamente intendevo dire nessun nuovo
problema…ormai sono abituato a quelli vecchi…”
Malfoy iniziò a camminare seguito dagli altri due
verso il Trio… “Ormai sono abituato a voi…” aggiunse sorpassandoli e
guardandoli con estremo disprezzo.
“Bene…allora…i miei amici preferiti non hanno
nessuna novità da darmi?” continuò girandosi verso i tre sempre mantenendo un
tono ironico che stava dando sui nervi.
“Niente che possa interessarti…” disse acido Ron con
uno sguardo carico d’odio: in fondo non poteva scordare il fatto che suo padre
era stato catturato da persone come i genitori di Draco.
“Avantilenticchia…cerchiamo di essere più carini nei confronti di coloro che si
trovano molti gradini sopra di te…” rispose in tono compassionevole.
“Lascialo stare,Malfoy…” disse piena di rabbia e
disprezzo Hermione.
Malfoy alzò soddisfatto le sopracciglia… “Oh-Oh…ma
che è successo?Adesso la nostra mezzosangue ha cambiato preferenze?Non difende
più il suo eroe ma la spalla destra?Strano…eppure ho sempre creduto che il <
magico > Trio di Hogwarts potesse considerarsi più che altro un Triangolo…io
se fossi in te, Sfregiato, starei attento…mi sembra che la mezzosangue abbia
interessi verso il babbanofilo…”
Tiger e Goyle risero di gusto fintanto che Hermione
non li mise a tacere con una battuta tagliente… “Bè, Malfoy, direi che anche il
tuo Triangolo deve essere molto interessante…chissà come sono focosi Tiger e
Goyle…”
Colpito nell’orgoglio, il sorriso scomparve dalle
labbra di Draco, il cui viso assunse l’aria superba e aggrottata di sempre.
“Abbassa la cresta, Babbana, se non vuoi dei guai…”
“Se ti difendi con così tanta foga vorrà dire che
sotto sotto c’è qualcosa di vero…” continuò a insistere pericolosamente la
ragazza.
A quelle parole, Malfoy girò la testa indietro poi,
con un gesto fulmineo, estrasse la sua bacchetta da sotto il mantello nero e la
puntò verso Hermione, con gli occhi di ghiaccio pieni di ribrezzo e odio.
La ragazza, a quel gesto, rimase spiazzata senza
avere tempo di tirare fuori a sua volta la bacchetta magica.
Allora Harry, spaventato, con la stessa rapidità di
Draco, estrasse con decisione la bacchetta portandosi al fianco dell’amica
“Guai a te se scagli qualsiasi incantesimo verso di
lei, Malfoy…” esclamò rabbioso Harry.
“Allora è bene che smettiate di farvi gli affari
miei…”
“E perché dovremmo, Malfoy?E’ la stessa cosa che
stai facendo tu da 7anni…”
“Forse ciò che non hai ancora capito, SanPotter, è
che io, al contrario di voi tre, me lo posso permettere…” disse in tono
altezzoso.
“Perché?Perché tuo padre è uno schifoso Mangiamorte
e tu come lui sei destinato ben volentieri a stare sotto gli ordini di
Voldemort?”
Malfoy a quelle parole ebbe un sussultò di
sdegno…“Ma chi credete di essere voi per pronunciare il nome del Signore
Oscuro…siete solo dei burattini da strapazzo…avanti, salvatore del mondo, fammi
vedere quello di cui sei capace…fammi vedere come credi di salvarci tutti dal mago
cattivo…” lo incitò, puntando la sua bacchetta contro Harry.
“Harry…” disse preoccupata Hermione aggrappandosi ad
un lembo della sua divisa.
Il ragazzo fu grato a Hermione per quel gesto,
altrimenti avrebbe di certo raccolto la sfida…“…non mi abbasso al tuo
livello…se cerchi grane, cambia obbiettivo…”
“Ma come?Non mi potete deludere così…” disse
fintamente triste Malfoy abbassando la bacchetta… “e io che credevo di potermi
divertire un po’…ma forse hai ragione, SanPotter…forse dovrei cambiare
obiettivo…”
Camminò strisciando fino a trovarsi di fronte a Ron
che già teneva stretta sotto il mantello la sua bacchetta.
“…come sta tuo padre, lenticchia?” lo provocò
sorridendo Draco.
“Come scusa?” disse Ron colto di sorpresa.
“Ti ho chiesto, Weasley, come sta il capo della tua
famiglia…” ripetè scandendo in modo impertinente le parole.
“Eppure tu dovresti saperlo…” ribattè Ron chiudendo
gli occhi a una fessura.
“Effettivamente…” disse in tono vago.
“Effettivamente cosa, Malfoy…” Ron iniziava a
surriscaldarsi e insospettirsi.
“Effettivamente potrei sapere qualcosa…” continuò
girando attorno al ragazzo e guadagnando un occhiata furente da parte di Harry
e Hermione… “Oh…chissà come starà la tua povera mammina adesso…la famiglia
starà andando a rotoli…già prima faticavate a trovare da mangiare…chissà adesso
che l’unico che racimolava qualche moneta se n’è andato…”
“Mio padre non se n’è andato…l’avete rapito voi…e
comunque, cos’è che sai…”
“E secondo te lo vengo a dire proprio a un
Weasley…?” disse ridendo freddo.
Ron non ci vide più tanta era la rabbia che aveva in
corpo; così spinse violentemente Malfoy contro il muro, puntandogli la
bacchetta alla gola.
“Ron!” urlò spaventata Hermione.
“Hei…ma quella Granger non sa far altro che
strillare e pronunciare i vostri nomi?” disse acido Malfoy.
“Tu devi smetterla di parlare in quel modo della mia
famiglia, hai capito….” Urlò Ron, premendo ancora di più la punto contro il
morbido e freddo collo del ragazzo.
“Immobilus!” gridarono contemporaneamente
Hermione e Harry verso Tiger e Goyle che si stavano accingendo a soccorrere
goffamente il loro capo.
“Potreste andare nei guai, Grifondoro, lo sapete?”
disse provocatorio Draco.
“Almeno per tappare la bocca ad un Malfoy ne vale la
pena…” ribattè furibondo Ron.
“Puoi tapparmi la bocca quanto ti pare, però la
verità è molto ben evidente…state brancolando nel buio…”
A quelle parole, Ron allentò la presa e ciò permise
a Malfoy di allontanare il ragazzo e farlo retrocedere. “Tu, Potter, non hai la
minima idea di come affrontare il mago più potente del mondo, la tua famiglia,
Weasley, si sta sgretolando e ben presto i primi a morire, Granger, saranno
proprio i Mezzosangue come te…Visto, Potter?Stai conducendo i tuoi fedeli alla
morte…credi che Voldemort non punirà i Purosangue che si sono ribellati a lui?
Credi che non farà piazza pulita dei Mezzosangue? Mi piacerebbe entrare in
quella vostra testa e capire per che cosa combattete…quando non c’è più niente
per cui combattere…”
“Sappi solo che io non mi arrenderò…” ribattè duro
Harry.
Malfoy scoppiò in una risata gelida… “Tipiche frasi
fatte e preconfezionate per eroi su misura!Ma fammi il piacere, SanPotter!Fossi
in te sparirei il più lontano possibile, scapperei per non farmi più trovare…”
“Non tutti sono codardi come te, Malfoy” ribattè
spaventata, ma decisa, Hermione.
“Ma certo…parla l’anima dei Grifondoro, non è vero
Miss Corvonero?” la provocò Malfoy.
“Malfoy, mi stai davvero stancando…” disse tremante
Harry.
Hermione notò che le mani di Harry avevano iniziato
a stringersi in pugni, e ciò le ricordò l’ultima volta che loro avevano avuto
uno scontro con Malfoy.
“Figurati te, Potter…un cognome, una garanzia…i miei
lo dicono sempre…i Potter…mai conosciuta famiglia così patetica e mal
combinata…uno più povero dell’altro…”
Harry non ragionò più.
Puntò violentemente la bacchetta contro il
Serpeverde e urlò con rabbia “Rictusempra!”
Malfoy fu scaraventato contro il vecchio muro del
corridoio, per poi cadere a terra, apparentemente inanimato.
“Harry…adesso credo sia davvero arrivato il momento
di andare…” disse Hermione spaventata mentre lei e Ron trascinavano via un
Harry decisamente infuriato.
“Impedimenta!”
Malfoy, ancora a terra, riuscì a lanciare contro i
tre che si stavano allontanando un incantesimo, facendoli cadere e
interrompendo così la loro fuga.
“Dove credevi di scappare, Potter?Non è da avversari
leali dare il primo colpo e poi andarsene…” disse con rabbia Malfoy, il labbro
sanguinante, mentre si rialzava in piedi e puntava nuovamente furente la
bacchetta contro Harry.
Il ragazzo si era rialzato per primo, già pronto ad
incassare il prossimo colpo per proteggere Ron e Hermione che ancora erano
stesi a terra.
“Stupeficium!” urlò con rabbia Malfoy mentre
dalla sua bacchetta usciva un lampo rosso diretto a Harry.
“Protego!” urlò Harry in risposta,
descrivendo un ampio movimento con il braccio in modo da formare davanti a se
uno specchio invisibile che fece rimbalzare la fattura contro Malfoy, che
abilmente la schivò.
Con un ghigno di soddisfazione, Malfoy si trovava
già pronto a scagliare il prossimo incantesimo…“Tarantall…”
“Finite Incantatem!”
La McGranitt, furente, aveva puntato la bacchetta
contro i due duellanti, facendo finire le rispettive bacchette a terra.
Harry indietreggiò rispettosamente, portandosi
vicino a Ron e Hermione, saldamente aggrappata al braccio dell’amico; Draco
rimase serio, continuando a fissare colpevole il professore di Pozioni, Piton,
anche lui giunto insieme alla McGranitt.
Proprio mentre Tiger e Goyle si riprendevano dal
loro stato di pietrificazione, la McGranitt, con uno sguardo severo e
autoritario, esclamò irata:“Sarei
molto felice se smetteste di dare spettacolo e vi decideste a spiegarci cosa è
successo…”
“Mi sembra evidente…” si intromise Piton riservando
uno sguardo carico d’odio a Harry e i suoi amici… “Potter avrà scatenato una
lite e di conseguenza Malfoy si è visto costretto a difendersi…”
“NO” urlarono allibiti Ron e Hermione insieme,
guardando con stupore e speranza la McGranitt.
“Granger!
Weasley! Calmatevi…”
li riprese la vicepreside, ammonendo Piton con uno sguardo… “Immagino che la
colpa sia da entrambe le parti…non crede anche lei, Severus?”
Piton abbassò rispettosamente lo sguardo, anche se
era chiaro che la sua simpatia per l’allievo Serpeverde l’avrebbe volentieri
portato a ribattere per difenderlo.
“Per cui, tolgo 10 punti al Signor Potter e al
Signor Malfoy, e altri 5 al Signor Weasley e alla Signorina Granger, perché
conoscendoli di certo non se ne sono rimasti con le mani in mano…” riprese
l’insegnante in tono autoritario, indicandoli mano a mano che li citava con un
cenno della testa… “I signori Tiger e Goyle possiamo risparmiarli per questa
volta…non credo siano stati nelle condizioni di poter lanciare incantesimi…”
Tiger e Goyle sorrisero soddisfatti ma, ad uno
sguardo di Malfoy, tornarono ad assumere la solita aria da duri che
difficilmente poteva convincere.
“Colgo l’occasione per ricordarvi che in tempi come
questi è necessaria e fondamentale la collaborazione…dobbiamo essere uniti, e
spero che questa lezione serva a tutti qua dentro, indistintamente…” terminò la
McGranitt ignorando lo sbuffo contrariato di Draco.
“Bene, dopo questa lodevole perla di saggezza,
Minerva, spero mi consentirà di accompagnare i miei studenti in
infermeria…Malfoy ha bisogno di aggiustarsi il labbro e gli altri due di
riprendersi un po’…credo sarà un opera difficile per Madama Chips…” disse Piton
senza togliere lo sguardo dal viso di Harry, che ricambiava coraggiosamente
senza abbassare lo sguardo.
“Faccia pure come crede sia meglio per gli studenti
della sua Casa, Severus…” ribattè gelida la McGranitt, lasciando passare Piton.
“Voi tre…datevi una mossa…”disse l’uomo,
incamminandosi lungo il corridoio con il mantello che svolazzava.
Malfoy passò accanto a Harry, Ron e Hermione; si
fermò, poi disse: “Non c’è due senza tre…dovresti conoscerlo questo proverbio
babbano, non è vero Granger?E la terza volta che ci scontreremo sarà meglio
delle precedenti…”
“Malfoy!Si dia una mossa…”ordinò autoritaria la
McGranitt.
Malfoy fece spallucce e continuò la sua strada al
seguito del professore, lasciando i tre con una smorfia di rabbia e odio nel
volto.
Minerva McGrannit seguì con uno sguardo assente i
tre studenti Serpeverde che si allontanavano dietro Piton, poi tornò a
concentrarsi sui tre Grifondoro… “Potter, vada a farsi mettere del ghiaccio sul
viso…non mi va di vedere in giro per il castello ragazzi con gli occhi neri
pesti…e a lei, Weasley, consiglio un tranquillante…Signorina Granger, lascio i
due al suo buonsenso…”
“Certo professoressa…”rispose immancabilmente
Hermione, gentile e cortese come sempre.
La McGranitt sorrise, poi si allontanò anche lei,
andando dalla parte opposta del collega di Pozioni.
Harry e Ron erano ancora imbronciati e arrabbiati,
Hermione lo notò; la loro rabbia, come la sua d’altronde, non era ancora passata.
La ragazza sospirò profondamente, poi prese per mano
Harry e Ron e disse con voce paziente:“Avanti, adesso io mi prenderò cura di voi, miei prodi eroi…”
Harry e Ron si guardarono, poi tutti e tre sorrisero
incamminandosi verso l’infermeria.
Harry e Hermione molto vicini l’uno all’altra.
********************
2 Marzo
Ore 2.30 am
Dormitorio Maschile Grifondoro
La vedeva…quella era la Tana.
Doveva correre più veloce, nonostante il vento che
sembrava ostacolare la sua corsa verso la casa dei Weasley e la pioggia che
frustava gelida sul suo viso.
Il suo cuore batteva feroce al ritmo dei tuoni che
risuonavano nel cielo nero e la sua rabbia era paragonabile solo ai fulmini che
sembravano dovessero cadere da un momento all’altro sulle alte cime degli alberi
del giardino della grande casa, una volta illuminata da sorrisi e risate,
mentre ora appariva deserta e morta.
Harry correva, cercava di correre sempre più veloce,
perché sapeva che là dentro c’era qualcuno.
Qualcuno di importante per lui.
Qualcuno che contava su di lui per essere salvato.
Un improvviso lampo verde.
Un urlo disumano.
Urla e pianti di donna.
Harry bloccò la sua corsa, preso dal panico.
Il suo cuore mancò un battito, ed ebbe come un flash
back, qualcosa che inspiegabilmente lo riportò ad una fredda notte di Halloween
di 18anni prima.
Disperato, ricominciò a correre, a inseguire la
Tana, che sembrava allontanarsi ad ogni passo che Harry faceva per
raggiungerla.
Altri lampi di luci provennero dalle finestre rotte
di quella grande casa; rossi, bianchi, blu e verdi.
Moltissimi lampi verdi.
Harry divorava la distanza da lui alla casa, fino a
quando raggiunse il grande portone di legno.
Con tutta la forza che aveva rimasto, con tutta la
rabbia che aveva dentro, spalancò il portone, e ciò che vide non fu altro che
nero.
Nero e calma.
Una calma tetra.
Una calma mortale.
Ci fu un leggero < pop >, segno che qualcuno
aveva deciso di andarsene, illuminando per qualche secondo quella zona della
stanza.
Harry, più spaventato che mai, alzò tremante la sua
bacchetta e disse < Lumos! >
Il ragazzo avrebbe preferito non farlo.
La bacchetta gli cadde dalle mani, il sudore della
sua fronte misto alle gocce d’acqua scendevano su suo viso contratto da uno
sguardo di orrore e sofferenza.
Si ritrovò nella sala della Tana.
Tutto era irriconoscibile.
Il grande divano e le poltrone, i tappeti e le tende
erano strappate, lasciate a brandelli.
Lampade e quadri, vetri di finestre, vasi: tutto era
ridotto a mille pezzi e lasciati sul pavimento.
Ad ogni suo passo, Harry sentiva sotto i suoi piedi
lo scricchiolare degli oggetti rotti sul pavimento di legno, intaccato da
strisce di sangue.
Le lacrime andarono ad aggiungersi sul viso del
ragazzo, quando vide le vittime.
Arthur e Molly Weasley erano morti, uno abbracciato
all’altro, come a proteggersi a vicenda, sul divano dove tante volte si erano
messi a chiacchierare allegramente o a discutere sul meglio per i loro figli.
Poco lontano da loro, a terra, giacevano i gemelli,
Fred e George, che sembravano fossero stati sorpresi mentre cercavano di
animare Ginny, anche lei colta di sorpresa e caduta a terra.
I corpi di Bill e Charlie erano sulle scricchiolanti
scale che conducevano al piano superiore; avevano ancora le bacchette in mano.
Harry singhiozzava spasmodicamente, fino a quando
non si rese conto che lì, fra la famiglia Weasley, non c’erano Ron e Hermione.
“RON!HERMIONE!”si mise a urlare, guardandosi agitato
intorno.
“RON!” continuò a ripetere, affacciandosi alla rampa
delle scale… “RON…HERMIONE!”
Iniziò a risalire di corsa le scale , ignorando i
preoccupanti scricchiolii dei grandini.
“HERMIONE…RON!DOVE SIETE!” continuò a urlare,
aprendo con violenza tutte le porte delle stanze.
Il ragazzo spalancò la stanza che era stata della
ragazze, quando, nei momenti felici, trascorrevano le vacanze alla Tana.
Ciò che vide gli fermò il cuore, un'altra volta.
Avrebbe preferito mille volte morire piuttosto che
assistere a quella scena.
La luce soffusa gli permise di vedere Hermione
inerme sul letto, i suoi lunghi capelli boccolosi spettinati e sporchi di
sangue.
I suoi vestiti erano ridotti a brandelli;il viso, le
braccia e le gambe cosparse da profondi tagli e ferite.
“…Hermione…”sussurrò
Harry.
L’amica non rispose.
Era morta, riversa sul letto.
E ai piedi del letto, con un braccio ancora
aggrappato alle coperte, Ron.
Anche il suo corpo era pieno di ferite profonde,
forse perché aveva cercato di difendere Hermione da colui che l’aveva torturata
in quella maniera.
Aveva il viso coperto dalla folta chioma rossa
appoggiato al petto, la bacchetta, spezzata, che giaceva poco lontano dal suo
corpo e il braccio destro che afferrava ancora saldamente le coperte di quel
letto dove giaceva l’amica.
“Ron…”sussurrò Harry avvicinandosi cautamente…
“Ron…ti prego, dimmi qualcosa…”
Nulla.
La morte regnava sovrana in quella stanza.
Harry alzò il viso, ed ebbe il colpo di grazia.
Sopra la testata del letto, stava scritto, col
sangue dei suoi due migliori amici…
Se non avessero mai conosciuto Harry Potter, la loro vita
sarebbe stata piu duratura e felice...
“RON!HERMIONE!”
“Ron!Hermione!”
“Harry!HARRY!Svegliati…che ti prende!Avanti Harry!”
Harry fece un balzo in avanti, sedendosi sul letto e
ansimando velocemente, col petto che si alzava e abbassava freneticamente al
ritmo del suo cuore terrorizzato.
“Harry…per la miseriaccia…che ti prende?”
Il ragazzo girò il volto verso destra e vide,
inginocchiato ai piedi del suo letto, un Ron sconvolto, con la faccia bianca
come uno straccio lavato, spaventato.
“Ho mandato Seamus da Madama Chips a chiederle un
calmante…ma mi spieghi che ti è successo?”
Harry cercò con la mano tremante gli occhiali sul
suo comodino, senza riuscirci.
Allora, Ron afferrò la mano dell’amico… “Calmati
adesso” disse fermamente, per poi passare a Harry gli occhiali.
“Grazie…”disse Harry, la cui voce fuoriuscì bassa e
roca.
“Figurati amico…”rispose Ron sedendosi sul bordo del
letto… “Ti va di spiegarmi cosa ti è successo?Hai iniziato a muoverti come se
avessi le convulsioni. Tremavi tutto, poi hai iniziato a urlare il mio nome e
quello di Hermione…ti sei addirittura messo a piangere…”
A quelle parole, Harry si passò una mano sul viso,
accorgendosi che effettivamente era bagnato di lacrime.
“Che ti è successo?” chiese nuovamente in tono
gentile e preoccupato l’amico.
Harry alzò lo sguardo verso Ron, ed ebbe un flash di
quell’incubo, cosicché non riuscì a mantenere il suo sguardo su quello
dell’amico.
Il ragazzo abbassò gli occhi verso le sue coperte…
“E’ stato solo un incubo…”
“Solo un incubo?” ribattè duro Ron
aggrottando le sopracciglia e assumendo un tono acuto… “Mi spiace Harry, ma io
non lo definirei esattamente solo un incubo!Ultimamente i tuoi incubi
stanno peggiorando molto…cosa credi, abbiamo sentito mentre ti dimenavi la
notte scorsa…continuavi a chiamare Hermione, a urlare < No…lasciala stare!
>…sei sicuro che questi tuoi incubi non stiano diventando qualcosa di più
serio?”
“Più serio?”chiese Harry stupito, cercando di
individuare la sagoma di Ron nel buio della camerata… “Tipo…?”
Ron esitò prima di parlare, poi si avvicinò
all’orecchio dell’amico nonostante non ci fosse nessuno nelle vicinanze, poi
bisbigliò… “Tipo gli incubi che hai avuto su mio padre…”
Harry sussultò sentendo la porta del dormitorio
sbattere; Ron si voltò di colpo.
Seamus, col suo pigiama blu a orsetti, era entrato
nuovamente nel Dormitorio con una boccettina in mano e un bicchiere di vetro.
“Sono tornato…Madama Chips mi ha detto di darti
questo, Harry…è un estratto di camomilla e erbe selvatiche aromatiche…” disse,
porgendo il bicchiere a Harry e versandogli la pozione verde liquida.
“Come stai?” aggiunse Seamus.
“Tutto bene…”si affrettò a dire Ron vedendo che
Harry era impegnato a non risputare fuori la sostanza verde come clorofilla…
“Grazie Seamus…puoi tornare a dormire se hai sonno…”
Seamus non rispose; semplicemente sbadigliò in modo
vistoso portandosi una mano davanti alla bocca e, con un gesto della mano,
tornò dall’altra parte della stanza, accucciandosi nuovamente sotto le calde
coperte.
Harry con una smorfia riappoggiò il bicchiere sul
tavolino.
“Ron…ti prego, lascia perdere quello che è successo
stanotte…”lo pregò serio Harry.
“Perché!”chiese stupito e deluso Ron.
“Perché è giusto così!” ribattè Harry… “Adesso torna
a letto…e mi raccomando, non raccontare niente a Hermione, capito…”
Ron, che aveva già iniziato ad allontanarsi dal
letto dell’amico, si voltò di scatto, assumendo un’espressione interrogativa e
sorpresa.
“Tu non aprire bocca con Hermione, chiaro?!” scandì
nuovamente in tono deciso Harry.
Ron alzò entrambe le mani, come segno di resa…
“Buonanotte amico…” disse solamente, allontanandosi e confondendosi di nuovo
col buio della stanza.
Harry sospirò profondamente, passandosi una mano sul
viso e fra i capelli spettinati.
Si buttò nel suo letto, coprendosi fino a sopra la
testa e serrando violentemente gli occhi, come per cancellare quelle immagini
dalla sua mente.
La sua mente piano divenne vuota; una leggera
nebbiolina gli stava appannando i sensi e, con sua grande gioia, finalmente
riuscì ad addormentarsi, senza che prima una lacrima di paura gli solcasse il
volto.
************
EHMMM…
CIAO A TUTTI
AMICI…
OK…DAI PER
FAVORE NON MI UCCIDETE!ABBIATE PIETA’ DI ME!
LO SO CHE E’
DA UN CASINO DI TEMPO CHE NON AGGIORNO, MA PROVATE VOI A SCRIVERE QUALCOSA DI
DECENTE NEL BEL MEZZO DI LUGLIO CON IL CEVELLO CHE VA A FUMO E IL RICHIAMO DEL
MARE!
COMUNQUE,
ADESSO SONO QUA, E NON VI CONVIENE UCCIDERMI, ANCHE PERCHE’ POI NON SAPRETE
COME VA A FINIRE LA STORIA…^_- (CHE CATTIVA!)
ALLORA…GRAZIE
MILLE PER LE 25RECENSIONI DEL CAP PRECEDENTE…SONO STATA DAVVERO MOLTO FELICE!
ECCO QUA I
RINGRAZIAMENTI UNO PER UNO (VE LI MERITATE!)
Hermione CH:grazie mille
per i complimenti…Voldemort è un tipino tosto, questo ormai è chiaro…se seguirai
i prox capitoli scoprirai molte altre cose (anzi, già da questo capitolo ci
sono degli indizi per il prox svolgimento della storia)…Baci
BlackAngel:sono contenta
che questo capitolo ti abbia portato a lasciare un piccolo ma importante
commento alla mia storia…sei stata molto gentile…grazie e spero di risentirti
presto in questo cap…Baci
Tartablu:lo so…lo so
che aggiorno troppo tardi…tardissimo!Perdonami tanto…spero tu sia ancora viva
per commentare questo capitolo…ci tengo davvero tanto…fammi sapere, mi
raccomando! Baci
Marco:sono contenta
che ti sia piaciuto l’altro capitolo…spero che anche questo sia di tuo
gradimento!Aspetto un tuo commento…baci
Atena 89:accidenti!Adirittura
sostituire la Rowling!?Che complimentone! * merewen inizia a pianger dalla
commozione * sei troppo gentile…grazie mille…spero cjhe anche questo cap sia di
tuo gradimento…Bacioni
HarrynHermione:hai
perfettamente ragione: Voldy non deve assolutamente sottovalutare l’amore e
l’amicizia che lega Harry e Herm (d’altronde, questo è il titolo della mia
ffiction, no?)Grazie per i complimenti…volevo dirti anche che ho letto la tua
traduzione di Taste fino alla fine…commuovente e bellissima!Ottima traduzione!
Aspetto il tuo commento…Bacionissimi!
FedeHermy:certo…è chiaro
che in teoria loro sarebbero una coppia…ma quando mai loro due capiscono
qualcosa nel momento in cui devono capirlo?Se così non fosse, non si
chiamerebbero Harry e Hermione! Grazie per il tuo commento, mi ha fatto molto
piacere…aspetto la tua prox recensione…BAci
Nirvana:Voldy Voldy…è
proprio un pervertito! XD fortissimo!Hai una buona intuizione…il tipino,
Kloves, tornerà in ballo…vedrai come…bacioni e aspetto la tua recenzione!
Emma:sei
inimitabile…ma quante recensioni mi hai lasciato!? * merewen commossa per la
seconda volta * ogni capitolo mi sommergi di complimenti su complimenti e lodi
su lodi!Attenta che poi mi monto la testa… XD…grazie mille per i tuoi
preziosissimi commenti…sei davvero grande!Aspetto il tuo importantissimo
commento…Bacionissimi!!!!!!
Maripotter:come al
solito, breve ma chiara!Grazie mille e al prossimo tuo commento-flah!
Rising:come hai
potuto leggere, ho avuto vari impegno per cui sono riuscita ad aggiornare molto
presto, ma spero che mi seguirai ugualmente!Aspetto la tua recensione…Baci.
Silvia:grazie per la
< fiction magnifica >…davvero è la tua preferita?Sono onorata e felice di
sentirtelo dire!A presto per il tuo commento…Baci
Mimmyna: (ho scritto giusto il nick, vero?) mi fa piacere sapere
che riesco a far commuovere le persone solo con le mie parole…anche io adoro la
complicità che c’è tra Harry e Herm, altrimenti non avrei scritto una fiction
così!Aspetto la tua rec…Baci
M-90:mi spiace per
la tua ansia…farò del mio meglio per cercare di non tardare più anche se fra un
po’ me ne torno in vacanza per 15giorni…aspetto il tuo commento…Baci
Kia85: anche se nn
sei ancora riuscita a leggere il cap15, ti ringrazio per aver letto quello
precedente ancora…grazzzie!Spero di sentirti presto. Bacioni
Stellina X:siamo in due a
ridurre Voldy con una faccia che nemmeno gli specialisti di chirurgia plastica
riusciranno a rimettere in sesto!Ti è piaciuto il cap?Spero di sì…Bacioni
Alessia: Se ho mai
pensato di diventare scrittrice???? * merewen si commuove per la terza volta *
sinceramente ci penso tutti i giorni!Basta pensare che, appena qualcosa non va
o mi fa arrabbiare, mi precipito a incavolarmi su una pagina di Word!Non so se
diventerò una scrittrice, ma intanto questa storia mi permette di sognare, e
per ora questo mi basta (per ora)…aspetto la tua recensione Bacioni
Hermione 75:m spiace per
l’attesa…spero ne sia valsa la pena e che il capitolo ti piaccia,…aspetto la
tua recensione… Bacioni
GRAZIE A
TUTTI, DAVVERO, PER LA VOSTRA PAZIENZA…INFINE, UN ULTIMO PENSIERINO A
KODA…ANCHE SE NON HAI TEMPO PER LEGGERE LA MIA STORIA, TI RINGRAZIO UGUALMENTE
PER IL TUO SOSTEGNO…
GRAZIE A TUTTI
RAGA!A CHI HA LETTO, COMMENTATO E A CHI ASPETTATO PER VEDERE QUESTO CAPITOLO,
CHE SPERO NON ABBIA DELUSO NESSUNO!
GODETEVI LE
VACANZE!
IO FARO LO
STESSO, E MENTRE SONO SOTTO L’OMBRELLONE, BUTTERò GIU QUALCHE APPUNTO PER IL
PROX CAPITOLO!
Dalla grande finestra del Dormitorio Maschile, Harry riusciva a vedere
il sole lentamente sorgere dalla Foresta Proibita, ment
Dalla grande finestra del Dormitorio Maschile, Harry
riusciva a vedere il sole lentamente sorgere dalla Foresta Proibita, mentre i
suoi leggeri raggi ancora malaticci illuminavano le cime degli alberi più alti.
Ormai per Harry non era una novità vedere l’alba
dalla finestra del suo Dormitorio.
Già da alcune notti non riusciva a chiudere occhio
e, quando finalmente ci riusciva, la sua mente era attaccata da incubi di ogni
genere, che avevano sempre come protagonisti principali lui, Ron, Hermione e le
persone a lui più vicine.
E tutte morivano. Tutte per colpa sua, perché lo
sostenevano, erano loro amici o credevano in lui.
Harry trasse un profondo sospiro.
Era accovacciato sul davanzale dell’enorme finestra;
la gamba destra a penzoloni oltre il bordo e la sinistra appoggiata sul marmo
del davanzale, mentre il braccio sinistro era appoggiato sul ginocchio,
lasciando che la mano, pesante, penzolasse come morta.
Un piccolo brivido di freddo lo percorse attraverso
la colonna vertebrale, facendolo rabbrividire e creando sulla pelle quel
simpatico fenomeno chiamato < pelle d’oca >.
Lentamente gli occhi gli si riempirono di lacrime e
la sua bocca si allargò in uno sentito e profondo sbadiglio, lasciando che una
goccia di stanchezza gli scivolasse pesante e veloce lungo la pelle fredda del
viso e del collo, per morire sul colletto del pigiama nero.
Si passò automaticamente la mano destra sulla
guancia per asciugare il fastidioso solco umido lasciato dalla lacrima, con un
gesto lento, sempre senza mai staccare lo sguardo dal sole che iniziava a
illuminare anche il cerchio più grande del campo da Quiddich.
Harry, nonostante Michael Melton si fosse
ristabilito completamente, era rimasto capitano della squadra Grifondoro (c’era
stata una votazione dove all’unanimità avevano deciso di lasciare a Harry il
posto di capitano), così, fra compiti delle lezioni regolari e le sempre più
pesanti ore di Preparazione ad Auror, aveva poco tempo per concentrarsi e
dedicarsi ad allestire gli allenamenti di Quiddich.
L’unico giorno libero per tutti era la domenica; era
domenica mattina e, con dispiacere di tutti i componenti della squadra (lui
compreso) quella mattina alle 8.15 ci sarebbe stato l’allenamento per
recuperare in modo intensivo le ore perse durante la settimana.
Harry guardò giù, nel campo da Quiddich: immaginava
già la rugiada che gli avrebbe bagnato le scarpe e sarebbe penetrata pungente e
inesorabile oltre la tela, raggiungendo e inzuppando i calzini.
Devo fare un incantesimo impermeabile pensò distrattamente il
ragazzo.
Sorrise: come faceva a pensare all’incantesimo
impermeabile quando aveva mille altri problemi per la testa? Che cos’era più
importante, pensare a come fare per non bagnarsi i piedi e prendersi un
raffreddore o alle alternative per evitare che il mondo magico cadesse nelle
mani di un pazzo maniaco insieme a quello babbano?
Sentendo un improvviso lamento venire da un letto
vicino al suo, Harry tese le orecchie mentre con gli occhi si sforzava di
individuare una figura nel buio della camerata.
Arrivò un altro lamento, questa volta più
chiarificatore; diceva < Papà > e poi < Bastardi lasciatelo >.
Il viso di Harry si rabbuiò: quello era Ron.
Il suo migliore amico voleva sempre apparire forte,
determinato, intaccabile come una roccia; sapeva di non esserlo, ma adesso più
che mai si sentiva responsabile per la sua famiglia.
Ron stava perdendo la sua sicurezza e la sua forza;
stava ragionevolmente iniziando a cedere a tutti gli avvenimenti che pesavano
sulle sue spalle.
Con il padre rapito, la madre in piena crisi, Ginny
che aveva perso quella vitalità che la distingueva fra tutte, i fratelli
immersi fino al collo negli affari dell’Ordine, sempre in estremo pericolo, Ron
sentiva su di sé un peso non indifferente; voleva essere il masso di salvezza a
cui si poteva aggrappare la famiglia.
E Harry non poteva evitare il pensiero che era tutta
colpa sua.
Se sette anni fa non avesse chiesto alla Signora
Weasley come si faceva ad oltrepassare la barriera per raggiungere il binario 93/4
, non avrebbe mai conosciuto Ron, non sarebbe mai partito per Hogwarts e
probabilmente Voldemort lo avrebbe ucciso senza che lui sapesse niente di tutta
la sua storia.
Malfoy aveva ragione: stava trascinando le persone
che amava dritto nella tomba.
Un russare forte lo distrasse nuovamente dai suoi
pensieri: Neville si era rigirato fra le coperte, portandosele fin sopra il
mento.
Harry si vergognò del pensiero che gli sorse
spontaneo: e se tutto questo fosse capitato a Neville?
Se fosse stato Harry invece a girarsi comodamente
fra le coperte, senza avere la cicatrice sulla fronte, mentre Neville costretto
a pensare alle cose che lui pensava?
Se al ritorno da Hogwarts ci fossero stati i suoi
genitori, Lily e James, ad accoglierlo con un abbraccio? Harry se lo
immaginava: sua madre che gli schioccava dolci baci sulla fronte, felice di
riavere il suo piccolo a casa, mentre suo padre trascinava la valigia di Harry
verso la macchina, guardando allegramente moglie e figlio, magari facendo
progetti per le vacanze estive.
Come sarebbe stato se Voldemort avesse scelto
Neville e non lui?
Si pentì immediatamente di aver pensato certe cose:
in fondo neppure Neville aveva una vita facile.
Voldemort aveva colpito anche lui.
Doveva vivere con l’esigentissima nonna, e soffrire
ogni volta che andava al San Mungo a trovare i suoi genitori, entrambi ormai
privi di ragione, mentre le sue tasche, mese dopo mese, anno dopo anno, si
riempivano sempre di più di carte di caramelle donate da sua mamma allo stesso
modo in cui un bambino piccolo offre la carta dei dolci ai più adulti, con la
stessa ingenuità e al contempo serietà. Disarmante e pietosa.
Harry doveva arrendersi: non avrebbe mai scoperto
come sarebbe stato vivere con i suoi genitori, Voldemort glielo aveva negato.
E’ stato il suo destino, lo stesso destino che lo
aveva portato ad incontrare prima Ron e la sua famiglia, poi Hermione e tutti
gli altri.
“Hei Harry…”
Harry si girò di scatto.
Ron, i capelli scompigliati più che mai, gli occhi
piccoli e la voce impastata, avanzava traballando verso di lui.
Era alquanto evidente che si era appena svegliato
dal mondo dei sogni.
“Buongiorno Ron…”sussurrò Harry, sorridendo
all’aspetto dell’amico con il suo pigiama a quadretti rossi e bianchi.
“Che…che ore sono?”disse sbadigliando e
appoggiandosi al bordo della finestra.
Harry lanciò uno sguardo al suo orologio da polso…
“Le 7.15”
“Ah…” disse Ron passandosi una mano tra i capelli…
“ma ascolta…sei proprio sicuro di voler fare questo allenamento alle 8.15 di
domenica mattina?”
“Ron…dobbiamo, siamo indietro col programma e fra
due settimane abbiamo la partita contro Serpeverde…”
“Oh…va bene, ho capito…allora vado io per primo in
bagno…dato che secondo me tu sei già sveglio da un pò…”
Harry sorrise: a Ron, per quanto potesse essere
addormentato, non sfuggiva proprio nulla.
Seguì con lo sguardo Ron che, recuperata la sua
sgualcitissima divisa scolastica, arrancava con fatica verso la porta del
Dormitorio, inciampando nelle scarpe di Dean e imprecando contro di lui.
Harry sorrise, poi guardò nuovamente il sole che
finalmente era alto nel cielo.
Era iniziata una nuova giornata.
*********************
“Ron!Benjamin!Scendete da quelle scope…per oggi
basta!”
Ron e Benjamin che ancora svolazzavano davanti agli
anelli, si scambiarono un cenno di intesa, poi iniziarono a scendere come gli
aveva ordinato Harry.
Tenendo saldamente stretta fra le sue dita gelate la
Firebolt, lentamente il ragazzo iniziò a incamminarsi dietro ai suoi compagni
di squadra che stavano andando a rifugiarsi negli spogliatoi per cambiarsi e
cercare di restituire vita ai loro corpi con una bella doccia calda.
Harry abbassò gli occhi a terra, verso i suoi piedi
che rumorosamente lo facevano avanzare appoggiando in quel terreno fangoso.
Vide il fondo delle sue scarpe completamente pieno
di fanghiglia, e la parte superiore piena di piccole goccioline luccicanti ai
deboli raggi del sole.
Il ragazzo sorrise…quell’incantesimo di
Impermeabilità era stato un vero colpo di genio.
Hermione ne sarebbe orgogliosa.
Sorrise, però il fatto che il solo pensare ad Hermione lo rasserenava scomparì
vedendo Ginny che, rimasta indietro rispetto agli altri, con la divisa sporca e
i capelli completamente umidi raccolti in una lunga coda, camminava guardando
il suolo, strascicando i piedi e lasciando che la sua preziosa scopa si
sporcasse di fango.
Lo sguardo di Harry si intristì subito: anche Ron probabilmente si trovava
nelle stesse condizioni d’animo della sorella, ma il non farlo trasparire lo
faceva sembrare più forte.
Invece Ginny era visibilmente debole.
Harry respirò profondamente, poi fece due passi un po’ più lunghi,
raggiungendo la ragazza.
“Attenta Ginny…così la scopa si rovina…”disse sorridendo debolmente dopo
aver affiancato la ragazza.
Ginny girò il volto verso Harry.
Il ragazzo ebbe la conferma del fatto che, da quando la sua famiglia era
stata toccata da quella tragedia, Ginny non era più la stessa.
Il suo viso, solitamente pieno di vita e sorridente, era pallido, quasi
malaticcio, la bocca era piegata verso il basso e nei suoi occhi si poteva
leggere una tristezza lontana.
Erano vuoti, tristi…lo specchio della sua anima.
“Oh…mi spiace Harry, non me ne ero accorta…” rispose Ginny tentando un vano
sorriso e sollevando la scopa da terra.
“Non ti devi scusare…”rispose Harry.
Un silenzio imbarazzante cadde fra di loro; si sentiva solo il vociare dei
compagni che si lamentavano per i loro corpi intirizziti.
Harry, da quando era stato rapito il signor Weasley, non aveva mai parlato
con Ginny; la cosa gli riusciva molto più difficile rispetto che con Ron, e il
fatto che si sentisse comunque colpevole di tutto ciò che era accaduto non
rendeva le cose più facili.
“Sei…sei stata brava oggi…a giocare…nell’allenamento…”tentò Harry.
Ginny sorrise chiedendo dubbiosa… “Mi stai prendendo in giro?”
Harry incrociò lo sguardo della ragazza.
Almeno sorrideva…un sorriso ironico, ma sempre meglio che niente.
“Mi è caduta la Pluffa dalle mani ogni volta che Mark e Benjamin me la
passavano…ho sbagliato completamente gli schemi…li confondevo fra di loro…sono
caduta sette volte dalla scopa…non sono riuscita a schivare il bolide di
Michael e, come se non fosse già abbastanza, ti sono venuta addosso, rischiando
di farti precipitare da 6metri di altezza…” disse con tono deciso Ginny,
scandendo ogni parola come per attribuirne l’adeguato peso.
Harry si ritrovo in modo imbarazzante ingarbugliato fra le sue stesse
parole…
“Bè…possono
capitare a tutti dei giorni no…”commentò, guardandosi nervosamente in giro.
Ginny
lo scrutò… “Grazie Harry…”
Harry
si girò di scatto, con un aria interrogativa stampata in volto…“Per che cosa?”
“Per
avermi detto una bugia…” rispose semplicemente la ragazza, alzando leggermente
le spalle.
Harry
ricominciò a fissare il terreno davanti a sé.
“E’
difficile andare avanti senza sapere come vanno le cose…” continuò seria la
ragazza, con uno sguardo pensieroso rivolto verso il cielo sopra le alte torri
di Hogwarts… “L’altro giorno ho mandato Leo da Bill a Grimmauld Place per
sapere se ci sono delle novità…non mi hanno ancora risposto…cioè, lo
so…immagino che ci sia tanto lavoro da fare…feriti da curare, eserciti di Auror
da schierare…però il fatto di non ricevere notizie su mio padre, la mia
famiglia e anche Lupin non rende migliore la situazione…”
Al
nome di Lupin, Harry ebbe un sussulto.
Naturalmente
non si era scordato del professore, però le ultime notizie dategli da Ninfadoro
non erano delle più rassicuranti, così Harry aveva cercato difficilmente di
rassegnarsi al fatto che con molta difficoltà sarebbe stato possibile visitarlo
una seconda volta, soprattutto dopo che Arthur Weasley era stato catturato.
“Lo
so…e mi spiace davvero molto Ginny…per tutto…per Lupin…la tua famiglia…”
sospirò lamentevolmente il ragazzo, gesticolando con la mano libera che non
teneva la scopa.
Ginny
lo interruppe decisa…“Non ti dispiacere, non devi…e soprattutto non pensare che
tutto questo sia successo per colpa tua…probabilmente mio padre sarebbe
ugualmente stato rapito e Lupin ferito…”
Harry
assunse un aria di cipiglio, riflettendo su quelle parole sentite tante altre
volte ma che, purtroppo, non mettevano ancora a tacere i sensi di colpa che
puntualmente risalivano a galla ad ogni situazione rischiosa.
“…Ne
ho parlato con Hermione…” sentenziò solenne la ragazza.
Harry
sorrise leggermente, ironico, alzando le sopracciglia…“Ah…ecco perché non mi
sembravano parole nuove…”
Ginny
sorrise per la seconda volta…“Parliamo molto noi due…per fortuna che ho lei con
cui confidarmi, altrimenti sarebbe davvero tutto troppo difficile…” finì in
tono sentito e quasi commosso.
Ginny
lanciò uno sguardo al viso di Harry, sempre pensieroso…“E per fortuna che mio
fratello ha te…” concluse con un moto di gratitudine.
Harry,
sorpreso e un po’ imbarazzato da quella aperta considerazione, sorrise e
rispose in fretta…“Bè…ormai è un abitudine averlo sempre tra i piedi!”
La
ragazza rise leggermente…“Lo so…siamo diventati tutti una grande famiglia…io e
i miei fratelli, Hermione e te…chissà forse se non ci fosse mai stata questa
guerra non ci saremmo mai conosciuti e non saremmo mai diventati così
uniti…sarebbe stato un peccato, non trovi?”
“Già…”
Era
proprio vero che anche nelle situazioni peggiori si possono sempre trovare gli
aspetti positivi: se non ci fosse stata la necessità di essere uniti e sinceri
l’uno con l’altro, a questa ora i litigi con Ron e Hermione avrebbero distrutto
tutto, e magari non sarebbe mai esistito il magico Trio.
Sorrise
alla consapevolezza di avere ciò che tutti quanti vorrebbero avere: degli amici
veri…e anche una famiglia.
Un
po’ allargata e stramba, ma sempre una famiglia.
La
ragazza lo distolse velocemente dai suoi pensieri…“Almeno mi hai tirato un po’
su di morale…ma adesso io voglio dare una mano a te…” disse, bloccandosi in un
colpo e tirando Harry per il mantello, facendolo indietreggiare in un colpo.
“Accidenti…che
diavolo…?”chiese Harry quasi strozzandosi.
“Guarda
là…” disse Ginny, indicando con l’indice destro un punto in mezzo al cortile
della scuola.
Harry
strizzò gli occhi, cercando con tutto il suo impegno di distinguere quella che
per lui era semplicemente una indistinta macchia nera, come tante che si vedono
a Hogwarts e appartenente a qualche studente.
“Ginny…secondo
te per quale strano motivo io porto gli occhiali?” rispose Harry spazientito.
La
ragazza ribattè con lo stesso tono e portandosi la mano destra sul
fianco…“Avanti Potter non è difficile!Chi potrebbe essere l’unica persona che
alle 10.30 di domenica mattina cammina avanti e indietro per il cortile con un
libro in mano?”
A
quel punto, il ragazzo fu sempre più convinto di riuscire a vedere una
simpatica testa cespugliosa che freneticamente camminava avanti e indietro,
chiudendo e aprendo il libro che teneva in mano.
Harry
sorrise, e i suoi occhi si illuminarono.
“Esattamente…Her-mio-ne…”
sillabò soddisfatta Ginny… “Ti si legge negli occhi che hai capito di chi si
parla…”
In
quel momento, al ragazzo venne una inspiegabile voglia di raggiungerla e stare
un po’ di tempo con lei, anche a costo di doversi sorbire una relazione intera
su qualche strana lezione di Storia della Magia o Babbanologia.
Sapeva
che lei era l’unica capace di poter dare pace ai suoi tormenti, e in quel
momento, dopo la nottataccia che aveva passato, ne aveva proprio il
bisogno.
Anche se ultimamente, soprattutto dopo quegli strani sogni
che lo tormentavano ogni notte, si chiedeva sempre più spesso se era giusto per
loro stargli così vicino…se la soluzione migliore per le loro vite non sarebbe
potuta essere un'altra…
“Allora…io
ecco…andrei…” iniziò a balbettare indeciso Harry, gesticolando e cambiando
lentamente direzione.
Ginny
sorrise, poi aggiunse in tono imperativo…“Sbagliato capitano…non è che tu
andresti, tu vai punto e basta…”
“Ma
gli altri…” provò a fare resistenza Harry, anche se con molta poca convinzione.
“Che
ti importa degli altri…gli dirò che ti sei scordato qualcosa nel campo di
Quidditch…muoviti!” finì Ginny esasperata, indicando ferocemente con l’indice
Hermione che, nel frattempo, si era seduta su uno di quei muretti che
sembravano essere diventati il punto di ritrovo dei ragazzi.
“Allora,
ci vediamo Ginny…” disse Harry, e mentre si girava verso la scuola per poco non
inciampò sui suoi stessi piedi.
Ginny
alzò dubbiosa le sopracciglia…“Si…e ancora grazie Harry…”soggiunse sinceramente
la ragazza.
Harry
iniziò a incamminarsi lentamente verso il cortile della scuola seguito dallo
sguardo della ragazza, per raggiungere Hermione.
Nella
mente di Ginny, nel frattempo, tornarono alla mente le preoccupazioni e i
rischi che stava correndo la sua famiglia.
Il
suo viso si rabbuiò nuovamente.
***********************
Harry si avvicinava a passo spedito verso il cortiletto
della scuola, dove Hermione camminava avanti e indietro, chiudendo il libro che
stava leggendo e riaprendolo a intervalli regolari per controllare se ripeteva
esattamente ogni concetto.
Al ragazzo apparve un sorriso sul viso: era così
palese?
Nel senso, Ginny si era subito accorta quando aveva
capito di chi si trattava < quella > persona, perché gli si erano
illuminati gli occhi, o una cosa simile.
Davvero era così palese?
Accidenti, allora Ron ha proprio ragione…sono un caso perso…
Mentre era perso fra i suoi pensieri, si accorse
improvvisamente che gli venne a mancare la terra da sotto i piedi.
Il ragazzo inciampò sbilanciandosi in avanti,
fortunatamente senza cadere per terra, anche se purtroppo la stessa sorte non
era capitata al suo prezioso manico di scopa, scivolatogli dalle mani e finito
nel terreno fangoso.
“Accidenti!” esclamò Harry irritato.
Dopo essersi malamente strisciato le mani sui
pantaloni, si chinò per prendere in mano la sua scopa, il cui manico era
completamente sporco di fango.
Harry assunse un aria schifata, poi alzò gli occhi
al cielo pieno di nuvole; sconsolato si girò indietro, per cercare di
individuare fra l’erba di un verde vivo il colpevole di quel piccolo incidente.
L’unica cosa che il ragazzo riuscì a vedere fu una
pietra bianca, con vicino due piccole margherite.
Senza fare alcun commento in più, ricominciò a
camminare verso il cortile, dove Hermione non aveva ancora terminato il suo
rito uguale e preciso di studio.
Ecco…adesso dovrò ripulire il manico di
scopa…Accidenti!Solo a me poteva capitare una cosa del genere!Inciampare in un
sasso nel bel mezzo di un giardino di non so quanti chilometri!E proprio vicino
ai primi fiori che abbia visto dall’inizio dell’anno…
A questo pensiero, Harry si bloccò di colpo.
Aggrottò la fronte, scrutò in lontananza Hermione,
poi lentamente si rigirò verso il masso, arrossendo.
Ripetè questo movimento un paio di volte, poi fece
retro front per tornare nel punto in cui era inciampato.
Arrivato vicino al masso, deciso, si accovacciò a
scrutare uno dei due piccoli fiorellini che timidamente facevano capolino tra
l’erba ancora inzuppata di chiare perle di rugiada.
Sospirò profondamente, poi portò il pollice e
l’indice della sua mano destra alla radice della piccola margherita,
cogliendola con delicatezza dal suolo.
Mi dispiace…è per una causa importante bisbigliò mentre si
rialzava in piedi.
Accidenti, ma non la smette mai? Si chiese mentre sconsolato
guardava la ragazza che andava avanti a indietro, tanto che ormai poteva aver
benissimo aver creato il suo solco personale sulle vecchie pietre.
Sorrise e, nascondendo il fiore dietro la schiena,
con passo felpato, si diresse verso Hermione, che aveva dato le spalle al
giardino.
Attento a non far rumore, Harry appoggiò piano la
sua scopa sul muretto, poi si fermò, in piedi, ad ascoltare ciò che blaterava
fra se e se la ragazza, un po’ troppo ad alta voce e gesticolando vistosamente…
“…dunque, le Rune Antiche trovano le loro origini nella
tradizione germanico-vichinga e furono usate anche dal misterioso popolo
Celtico come strumento divinatorio associato alla forma tradizionale
divinatoria druidica espressa attraverso la lettura degli…degli…Quorham… Togham…Ghoram…Khoram…Oh accidenti!”
La
ragazza aprì sconsolata freneticamente il libro, sfogliandolo avida e scorrendo
la leggera pagina fitta di parole con il suo sottile dito, mentre si avvicinava
sempre di più col viso verso quelle pagine, come per trovare prima la
soluzione.
Harry
ebbe un vistoso sussulto quando la ragazza letteralmente riemerse dal manuale
quasi gridando “…Ogham!”
Il
ragazzo dietro l’amica trattenne una risatina.
“Ogham…come
ho fatto a scordarlo! Ogham…Ogham…Ogham…dai non è
difficile…Ogham…O-g-h-a-m…Ogham…”
Harry
stava ancora alle spalle dell’amica; vederla così concentrata e impegnata a
ricordare quei nomi strani era divertente.
Sì,
era decisamente divertente vedere Hermione Granger blaterare nomi strani delle
Rune…
Il
ragazzo lentamente iniziò ad avvicinarsi alla ragazza.
Stando
bene attento a non fare rumore con i piedi mentre passava dall’erba alle
pietre, si avvicinò fino a trovarsi a pochi centimetri di distanza dalle sue
spalle…
“Allora…proviamo
a ripetere…”si disse la ragazza, chiudendo nuovamente il libro e tenendolo
stretto con entrambe le mani, inconsapevole della presenza alle sue spalle…“
dicevo che…le Rune Antiche trovano le loro origini nella tradizione germanico-vichinga e furono
usate anche dal popolo Celtico come strumento divinatorio collegato alla forma
tradizionale divinatoria degli antichi Druidi espressa attraverso la lettura
degli…”
Harry
a quel punto avanzò, portandosi vicinissimo all’amica.
Avvicinò
in modo rischioso il suo viso ai capelli voluminosi dell’amica, mentre con la
mano destra portò davanti agli occhi ignari di Hermione quel piccolo dono.
“…degli
Ogham…”finì la frase il ragazzo.
La
ragazza sussultò, indietreggiando e andando inevitabilmente a sbattere contro
il petto di Harry, tentando in pochi secondi di mettere bene a fuoco
quell’oggetto che gli era stato improvvisamente posto così vicino al viso.
Hermione
si ritrovò praticamente tra le braccia di Harry, diventato improvvisamente
rosso in viso poiché non aveva calcolato che la reazione della ragazza li
avrebbe portato tanto vicini.
Lei girò il viso verso sinistra, trovandosi a minima
distanza da un paio di occhi verdi a lei molto famigliari.
“Har….Harry…”bisbigliò Hermione, con il viso
visibilmente in fiamme.
Harry non fu capace
di proferire parola, l’unica cosa di cui si rendeva conto era di avere tra le
braccia Hermione che lo stava fissando tra lo sconvolto, il sorpreso e l’imbarazzato.
“Herm…è…è…”il ragazzo si schiarì la voce,
sorprendendosi di trovarsi a gola secca… “…è per te…”
La ragazza molto lentamente, come se non riuscisse a
scollare gli occhi dallo sguardo di Harry, portò il suo viso verso il piccolo
fiore che ancora stava tra le dita della mano destra del ragazzo.
Hermione sorrise, poi delicatamente e con movimenti
misurati andò a prendere quel piccolo dono dalla mano di Harry, che a quel
contatto sentì brividi elettrici scaricarsi per tutta la sua colonna
vertebrale.
“Per me?” chiese sorridendo la ragazza… “bè…grazie…”
finì, allontanandosi finalmente da quella stretta assolutamente non sgradita,
ma comunque imbarazzante.
“Per cosa?”chiese istintivamente Harry che non aveva
ancora tolto gli occhi di dosso dal viso di lei, che iniziava a guardarlo
storto.
“Cioè…voglio dire…certo il fiore…bè…prego…prego…”
riprese, passandosi distrattamente una mano tra i capelli e andando a sedersi
sul muretto accanto alla sua fidata scopa.
Mentre Hermione lo raggiungeva per sedersi accanto a
lui, Harry si stava interiormente domandando perché non faceva altro che fare
la figura dell’imbranato ogni volta che si trovava da solo con la ragazza.
Lei si sedette accanto a lui…si era seduta talmente
vicina che Harry riusciva a sentire il profumo che da sempre contraddistingueva
Hermione…un misto tra fiori di campo e libri di biblioteca…
“Sono…sono i primi fiori che vedo quest’anno…” disse
la ragazza rigirando tra le sottili dita il gambo di quell’esile fiore e
guardando la corona di petali bianchi, sentendo su di se lo sguardo dell’amico.
“Infatti…la stessa cosa che ho pensato anch’io…”disse
con tono noncurante e guardando fisso davanti a lui un gruppo di ragazzi che
aveva appena agganciato un gruppo di ragazze più piccole.
“Scusa Harry…ma mi sono scordata qualcosa?” chiese
indagatoria Hermione, una piccola ruga di concentrazione le era apparsa sulla
fronte.
“In che senso?” chiese stupito Harry guardandola in
viso.
Hermione alzò gli occhi al cielo…“Voglio dire…mi hai
portato un fiore, vuol dire che c’è qualche occasione particolare da
festeggiare?”
Harry si trovò spiazzato da quella domanda…“Oh
be…no…”…poi aggiunse ripensandoci con un espressione fra il serio e il
divertito… “…se non vogliamo contare il fatto che stamattina Ron si è svegliato
da solo ed è riuscito a parare più della metà dei tiri in porta…”
Hermione si mise a ridere.
“Ma a parte questa…nessuna ricorrenza…” finì con un
sorriso.
“Ah…capisco…” disse la ragazza ancora col sorriso
sulle labbra.
“Ma non…voglio dire…non c’è bisogno di una ricorrenza
per fare un pensiero a una persona…” aggiunse deciso Harry, sorprendendo se
stesso e attirando su di se lo sguardo di Hermione… “…io ho… ho semplicemente
visto la prima margherita dopo l’inverno…e ho pensato a te…cioè… di regalarla a
te…” finì alzando le spalle, imbarazzato.
Poi continuò abbassando la voce, sentendo di
azzardare e di diventare rosso fuoco fino alla punta delle orecchie “…così…così
piccola e apparentemente indifesa, ma… in realtà forte e coraggiosa…”
“…intendi la margherita, giusto?…” azzardò Hermione
dopo qualche secondo di silenzio, con un tono di voce quasi irreale, basso e
dolce.
Harry la guardò e sorrise sicuro…“Oh si…si certo la
margherita…”
Il ragazzo guardò fisso Hermione, e gli sembrò che la
forza della gravità facesse il suo naturale lavoro portandolo sempre più vicino
a lei, fino a quando una risata un po’ più forte proveniente da quel gruppo di
ragazzi in lontananza li fecero tornare alla realtà.
Harry si schiarì la voce, Hermione iniziò in modo
casuale ad allentare la sciarpa rossa e gialla che portava legata al collo…
“Sbaglio o fa caldo…” disse lei.
“Non lo so…ma mi sento molto rosso in viso e vedo di
non essere l’unico…” ribattè sinceramente il ragazzo guardandosi la punta dei
piedi sporca di fango.
Hermione sorrise… “Dai Capitano!” disse alzandosi e
prendendo con se il libro di Antiche Rune… “…andiamo in Sala Comune…così io
forse riuscirò a concentrarmi meglio e tu ti darai una bella pulita…a te e alla
tua scopa…”
Harry si alzò, prendendo delicatamente in mano la
Firebolt attento a non sporcarsi le mani… “Almeno non sono bagnato fradicio
come gli altri…” ribattè sentitamente.
“Come fai a non esserlo Harry?L’erba è ancora zuppa
di rugiada?!” chiese stupita Hermione.
“Oh…stamattina ho fatto un incantesimo di
Impermeabilità alle scarpe…”
“Davvero?Bravo Harry…mi fa piacere che tu ci abbia
pensato…sono orgogliosa di te…” disse sorridendo la ragazza… “Andiamo dai…”
finì incamminandosi verso l’entrata del castello.
Harry sorrise soddisfatto, incamminandosi dietro a
Hermione e raggiungendola dopo pochi passi, diretti nuovamente verso il
trambusto dei Grifondoro.
Lo sguardo del ragazzo poco dopo si incupì, anche se
la ragazza, troppo presa nel riassumere la lezione per il girono dopo, non se
ne accorse: per Harry vedere Hermione così felice non faceva altro che rendere
ancora più difficile ciò che da alcuni giorni stava progettando di fare, anche
se gli mancava il coraggio.
*****************
10 Marzo
Ore 15.05
Sala Comune Grifondoro.
Hermione era nel Dormitorio Femminile.
Stava accuratamente cercando fra le montagne di
libridiligentemente messi in ordine di
grandezza sulla sua scrivania il manuale di Incantesimi Avanzati per il corso
di Auror.
La ragazza lo ammetteva: quei corsi erano davvero
molto duri, e il fatto che una ragazza studiosa come Hermione lo affermasse in
modo così sicuro poteva essere solo una conferma del fatto che coloro che
avevano scelto la strada di Auror si erano andati a sobbarcare una montagna di
difficili impegni, ma che alla fine davano un sacco di soddisfazioni.
Hermione non cercò molto: dopo poco prese fra le mani
in grosso libro dalla copertina rossa, rilegata con finimenti dorati.
Decise di scendere di sotto: avrebbe studiato al
tavolo mentre come al solito Harry e Ron si cimentavano in partite a scacchi,
fino a quando lei con un’occhiata torva li avrebbe costretti ad aprire i libri
e a studiare.
La ragazza sorrise a questi pensieri: erano quelle
piccole azioni quotidiane che era certa di ritrovare sempre nonostante
l’instabilità portata dalla guerra che la rendevano sicura, felice di poter
avere qualche certezza su cui fare affidamento.
Lentamente scese le scale che portavano dal
Dormitorio alla Sala Comune, dalla quale giungeva un leggero chiacchiericcio.
Però, quando Hermione giunse alla fine delle scalinate,
purtroppo, non vide la scena che credeva, anzi, sperava di trovare.
Non c’era in corso nessuna partita a scacchi, non
c’era nessun volto allegro, ma tutti stavano divisi in piccoli gruppettini
parlando a bassa voce, come se dovessero confidarsi dei segreti.
Hermione si trovò spaesata, così cercò subito con gli
occhi i suoi migliori amici, sempre stando ancora sull’ultimo gradino, come se
non fosse ancora pronta ad entrare nel vivo della Sala.
Trovò Ron e Ginny seduti a gambe incrociate sul
divano; entrambi avevano un viso preoccupato e crucciato, serio.
Si scambiavano solo qualche frase isolata e qualche
monosillabo; il loro viso contratto faceva capire alla ragazza che era successo
qualcosa durante quei suoi 20minuti di assenza.
Si guardò nuovamente intorno: vide Neville, Seamus,
Colin e tanti altri riuniti a gruppetti, chi sulla tavola che a sedere per
terra, sui cuscini.
Harry era solo, le mani appoggiate al davanzale della
grande finestra, con lo sguardo serio perso fuori.
La ragazza sospirò, sapendo già che si sarebbe dovuta
preparare a ricevere delle notizie non così buone.
Finalmente scese dal gradino e si diresse verso il
divano, da Ron e Ginny.
Quando la videro,i due le fecero un semplice cenno di
saluto con la testa.
Hermione sorrise debolmente, poi si mise a sedere sul
bracciolo del divano, accanto a Ginny, tenendo stretto al petto il libro.
“Hei ragazzi…mi dite cosa è successo? Vi vedo
veramente giù…”iniziò a dire Hermione.
Ron e Ginny si scambiarono uno sguardo; il ragazzo
poi abbassò lo sguardo, lasciando alla sorella il compito delle spiegazioni.
“Herm…è arrivata una lettera da Bill…”disse con tono
solenne la ragazza.
Hermione, sorpresa, spalancò gli occhi, lasciando
trasparire una piccola scintilla di speranza… “Finalmente!Allora, qualche
notizia? Tuo padre, Lupin…”disse con foga.
Ginny sospirò rumorosamente… “Purtroppo nulla…ed è
proprio questo il brutto…la lettera di Bill non è molto ottimista…”
“Oh…” si limitò a dire Hermione, abbassando gli
occhi… “…la situazione è così grave?”…continuò con una voce bassa e quasi
solenne.
“Lascio a te il giudizio…” disse semplicemente Ginny
facendo spallucce… “Harry ha la lettera…”
Hermione girò lentamente il viso verso la grande
finestra da cui arrivava una flebile luce; di Harry si riuscivano a intravedere
solo i contorni scuri della sua figura.
“Capisco…”disse Hermione, riportando lo sguardo
sull’amica e appoggiandole una mano sulla spalla… “Ehi Ron…”
Il ragazzo, sentendosi interpellato, alzò lo sguardo
vuoto verso l’amica.
“Come…come stai tu?” disse dolcemente Hermione.
Ron si limitò ad un leggero sorriso forzato, che però
non riusciva a celare il suo vero stato d’animo… “Sto bene…non ti preoccupare
per me Herm…”
La ragazza sorrise debolmente in risposta… “Vado da
Harry…” disse, poi lentamente si alzò allontanandosi dai due Weasley,
lasciandoli tristi a discutere della propria famiglia.
Più si avvicinava al ragazzo, più Hermione riusciva
come a sentire un gran peso, il peso delle notizie che avrebbe trovato in
quella lettera che, come vide quando si trovò più vicina, si trovava
schiacciata sul freddo marmo del davanzale dalle mani di Harry.
Hermione, un aria crucciata sul volto, affiancò il
ragazzo che, come spesso succedeva in quei giorni, aveva un aria persa e
stanca, come se si trovasse nel suo mondo triste e problematico nel quale
nessuno riusciva ad entrare e tantomeno dal quale nessuno riusciva a farlo
riemergere.
“…Harry…”bisbigliò a bassa voce Hermione, appoggiando
il libro sul davanzale e guardando preoccupata il viso di Harry.
Il ragazzo, lentamente, come se quell’azione gli
costasse troppe energie, girò il viso verso Hermione.
Sul suo volto apparve un sorriso ironico, amaro, poi
riportò nuovamente il suo sguardo fuori dalla finestra.
“Ciao Herm…sei venuta a raccogliere la buona notizia
della giornata?”
Hermione soffrì per il tono amaro e ironico
dell’amico, così abbassò gli occhi… “Ginny mi ha detto che sono arrivate nuove
notizie dall’Ordine…”
Harry abbassò lo sguardo verso le sue mani.
Lentamente le spostò, lasciando intravedere
l’indirizzo scritto a mano sulla busta bianca con inchiostro nero.
“…E’ di Bill…” disse solennemente… “vuoi darci un
occhiata?”
“Se vuoi Harry…se posso…” disse cauta Hermione,
avendo fiutato nell’aria che l’umore di Harry non era il migliore.
Harry le porse la lettera… “Certo che puoi
Hermione…non le dovresti neppure fare certe domande…” disse con un sorriso il
ragazzo, dopo essersi accorto della freddezza delle sue parole.
Hermione sorrise, prendendo dalle mani fredde di
Harry la lettera.
Cauta, come timorosa di rovinarla, la ragazza aprì la
busta, estraendo la pagina bianca ricoperta da una scrittura larga e, a suo
giudizio, abbastanza frettolosa.
Prima di leggere le righe scritte da Bill, Hermione
rialzò lo sguardo verso Harry, che sembrava nuovamente perso nel suo mondo.
Trasse un profondo respiro, poi, iniziò a leggere,
con in sottofondo ancora il chiacchiericcio leggero e ignaro degli altri
compagni Grifondoro…
10 Marzo
Ciao
ragazzi.
Vi
scrivo per aggiornarvi un po’ sulla situazione qua, anche se, come ben sapete,
non possiamo dirvi molto dato che c’è la possibilità che i nostri gufi siano
intercettati.
Mi
spiace molto se non ci siamo fatti sentire per molto tempo, ma la situazione
non è di certo delle migliori…
Mamma
è ancora chiusa in camera sua…l’unica che riesce ad entrare adesso è
Tonks…stanno delle ore a parlare in quella stanza.
Solo
talvolta Ninfadoro esce per fare del te, poi torna là dentro.
Non
so quanto mamma potrà andare avanti vivendo chiusa in quelle mura…prima o poi
crediamo che impazzirà o cederà…è brutto vedere che non è forte come tutti
credavamo.
La
situazione di certo ci sta mettendo alla prova tutti quadentro.
Di
papà ancora non si sa niente.
Nessuno,
neppure Silente, si azzarda a fare delle ipotesi.
E’
morto, è vivo…nessuno lo sa.
Moody
aveva giurato a mamma che non sarebbe successo niente quella notte, che
sarebbero tornati tutti vivi,e adesso
si sente addosso i sensi di colpa…è arrivato al punto di organizzare una
piccola squadra di ricercatori per avventurarsi di tanto in tanto in quelle
terre.
L’ho
sempre detto che è pazzo, ma almeno fa qualcosa di utile.
Io,
Charlie, Fred e George non possiamo far altro che correre avanti e indietro dal
San Mungo per recuperare medicine.
La
tensione è al massimo…tutti stanno pronti ad entrare in azione appena c’è una
chiamata urgente dal Ministero…il problema è che appena uno mette piede fuori
dalla casa non ha più la certezza di poterci tornare da vivo.
Alcuni
Auror iniziano a cedere…alcuni sono scappati terrorizzati, dicendo che non ce
la facevano più…e la cosa di certo non ci facilita le cose…già siamo in pochi,
in più queste crisi di panico ci stanno debilitando ancora di più.
So
che è da molto che non ricevete notizie riguardo Lupin.
Adesso
Remus è in una specie di coma…le medicine che gli somministrano i Medimaghi lo
indeboliscono, in più ci si mette anche la sua solita pozione…
Ninfadoro
va a fargli visita un giorno si e uno no…torna sempre a casa con le lacrime
agli occhi…racconta che gli parla per ore a volte, ma lui non da segno di vita.
Povera
donna! L’altro giorno si è confidata con Charlie, ha iniziato a dire che le
uniche parole he riesce a dire nel sonno sono “James” “Lily” “Sirius” e
“Harry”…e piange.
Mamma
non sa che vi sto scrivendo questa lettera, perché se lo sapesse verrebbe a
controllare quello che ho scritto e cancellerebbe la metà.
Ma
credo sia giusto che voi sappiate.
E’
inutile tenervi nascosto certe cose: tutti voi, da Harry a Hermione e voi due,
ci siete dentro fino al collo.
Questa
è la verità.
Non
ci saranno altre lettere per un po’ di tempo, e vi prego di non rispondere a
questa, sempre per il fatto dell’intercettazione…ci mancherebbe solo che la
base dell’Ordine venisse trovata da qualche Mangiamorte!
Mi
piacerebbe molto assicurarvi che mi impegnerò per farvi andare al San Mungo il
prima possibile a visitare Remus, ma non è possibile…come ben sapete, meno vi
muovete fuori Hogwarts, meglio è.
Appena
avremo delle novità, qualsiasi esse siano, mi farò sentire, fidatevi.
E
voi, non cadete nel panico.
La
speranza è l’ultima a morire.
Senza
quella, ho paura che avremmo poche possibilità.
Un
abbraccio a tutti voi da me, Charlie, Fred, George, Mamma, Tonks e Moody.
Vi
vogliamo bene ragazzi.
Vostro
Bill
Terminato di leggere le ultime righe, Hermione
sospirò profondamente, il cuore stretto in una morsa di angoscia.
Allora era vero quello che Charlie aveva detto quando
tutti erano andati a Grimmauld Place: gli Auror e il Ministero erano arrivati a
un punto tale che non sarebbero riusciti a trattenere ancora per molto tempo le
forze oscure di Voldemort.
Ma la cosa più incredibile era come tutto ciò
avvenisse in silenzio, senza che nessuno sapesse, almeno dentro Hogwarts.
Mentre le lezioni continuavano tranquille e serene,
con i compiti in classe e le interrogazioni, i pomeriggi nel cortile della
scuola e le partite di Quidditch, Voldemort e i Mangiamorte avanzavano,
distruggendo tutto senza che nessuno se ne potesse accorgere.
“Accidenti…”riuscì a dire Hermione, appoggiando
nuovamente la lettera sul freddo davanzale, dopo averla nuovamente ripiegata in
quattro parti.
Spostò il suo sguardo su Harry, e una nuova fitta gli
colpì il cuore.
Hermione si rese conto che Harry non ce la faceva
più: lui più di tutti sentiva su di se il peso degli avvenimenti che stavano
accadendo, e sembrava che tutto ciò stesse diventando ancora più pesante e
troppo insopportabile.
Il viso era pallido, malaticcio, stanco; gli occhi
vuoti e due profonde occhiaie a sottolineare il fatto che evidentemente da
molte notti non riusciva a chiudere occhio; i muscoli del viso inespressivi.
“Harry…”bisbigliò nuovamente Hermione, appoggiando
delicatamente una mano su quella fredda del ragazzo… “…ti va di fare due passi
fuori?”
Harry improvvisamente, in modo brusco e distaccato,
spostò la mano, quasi infastidito dal tocco di Hermione.
La ragazza ritrasse immediatamente la mano,
avvicinandola di nuovo a se e guardando sorpresa l’amico.
“Va bene, come vuoi…anche per me questa stanza sta
diventando troppo piccola…” rispose il ragazzo distaccato, con un ombra di
tristezza sul volto.
Hermione annuì… “Bene…a…allora…io vado a prendere il
cappotto…ci…ci ritroviamo qui di sotto…” finì indecisa e ancora incredibilmente
sorpresa.
E fu così che, per la prima volta, guardando Harry
negli occhi, non riuscì a decifrarne il pensiero, cosa la spaventò moltissimo.
“Ok…vado anch’io allora…ci ritroviamo qui…” disse il
ragazzo, precedendo l’amica e incamminandosi verso il Dormitorio Maschile,
tentando di non incrociare gli occhi dell’amica.
Harry sentì lo sguardo di Hermione seguirlo mentre,
con aria apparentemente indifferente, lui si allontanava quasi fluttuando fra
gli altri ragazzi Grifondoro, i quali non gli risparmiarono uno sguardo curioso
e indagatorio.
Una volta entrato nella penombra della silenziosa
stanza, Harry chiuse alle sue spalle la porta, sbuffando rumorosamente.
Si appoggiò violentemente con la schiena al duro
legno, sbattendovi contro la testa, poi, con le mani fra i capelli, scivolò
fino a ritrovarsi a sedere per terra, il viso contratto in una smorfia,
combattendo ferocemente per evitare che le lacrime potessero essere libere di
scorrere da sole.
Odiava essere così.
Così freddo verso Hermione, insensibile e cattivo.
Quanto si era sentito male quando, al contatto con la
calda e rassicurante mano dell’amica, lui aveva ritratto la sua, sentendo
Hermione perdersi in quel suo gesto, senza capire.
Ma doveva fare così.
Aveva deciso.
Prima gli incubi, adesso la lettera di Bill.
E lui, che si sentiva più debole ogni giorno che
passava.
Harry ci provava a credere che ce l’avrebbe fatta,
voleva crederci; ma tutto ciò a quale prezzo?
La vita dei suoi genitori, quella di Sirius, di
Lupin, dell’intera famiglia Weasley, non ultimi Hermione e Ron.
Tutto ciò che voleva era smettere di vedere Ron e
Ginny tristi, Hermione preoccupata, centinaia di famiglie distrutte esattamente
come lo era stata la sua.
Lui era debole, ormai era inutile negarlo.
E Voldemort lo sapeva.
Sapeva che il Bambino Sopravvissuto stava per
crollare, stanco di tutto quel peso e quella responsabilità sulle spalle,
sfinito dall’attesa, distrutto da quegli incubi che, era sicuro, provenivano
direttamente dal Signore Oscuro, sconfitto dalle sue stesse paure.
La sua vita era agli sgoccioli, ormai lo sentiva.
Ogni ticchettio della lancetta dell’orologio lo
infastidiva, lo irritava, lo impauriva, gli creava una forte angoscia.
I giorni che passavano monotoni, le notti tormentate,
gli sguardi di Ron e Hermione su di lui, anche loro ormai spaesati da questo
suo repentino cambiamento, dai suoi sbalzi di umore che li mettevano fuori
strada, li disorientavano, soprattutto in quegli ultimi giorni.
E intanto le lancette dell’orologio che segnavano i
secondi passavano, implacabili, ignorando le sue disperate suppliche di
fermarsi, di rallentare.
Perché lui non era pronto.
Non era pronto ad affrontare la morte, non così
giovane e soprattutto non ora che aveva trovato Hermione, non dopo averle fatto
delle promesse che in fondo al cuore sapeva che non sarebbe stato in grado di
mantenere.
E ora, l’unica cosa che poteva ancora fare era
salvare Hermione e Ron, e l’unico modo per salvare le uniche persone che amava
era quello di farsi odiare da loro.
Più loro lo avrebbero odiato, più sarebbero stati
lontani da morte certa; morte causata dall’essere le persone più vicine al
cuore del Bambino Sopravvissuto.
Era doloroso, ma doveva farlo.
Erano i suoi migliori amici, loro avevano dato tanto,
tutto per lui; sono stati disposti a dare la loro vita per la sua, più volte,
in più occasioni e in mille avventure lo avevano dimostrato.
Il minimo che poteva fare per ringraziarli era di
salvare loro la vita, di fare in modo che Voldemort potesse graziarli quando
tutto sarebbe finito, quando questa inutile guerra sarebbe stata vinta dal più
forte, che di certo non era lui.
E per fare questo era disposto a tutto, anche farsi
odiare da loro, i suoi unici veri amici.
E quel pomeriggio, per quanto doloroso, insensato e
difficile sarebbe potuto essere, avrebbe iniziato dalla sua Hermione.
*******************
“Hei…sei qua…”
Hermione lo stava aspettando sorridente vicino al
divano dove stavano ancora seduti Ginny e Ron, che avevano rivolto a Harry il
loro sorriso più tirato e contemporaneamente falso.
Harry fece un cenno con la testa ai due, poi spostò
il suo sguardo su Hermione.
Aveva i lunghi capelli boccolosi sciolti che le
cadevano morbidi sulle spalle, un maglioncino rosso a V e sotto una canotta
bianca, e si era coperta con la sciarpa rossa e gialla e il lungo cappotto
grigio.
Harry si ricordava bene di quel cappotto: era lo
stesso che la ragazza indossava quel lontano giorno di S. Valentino, quando
tutto era incominciato, in un punto lontano della foresta proibita, in un
giorno più sereno di quello.
Questo piccolo particolare gli provocò una forte
stretta allo stomaco, che si costrinse difficilmente a ignorare.
“Allora Hermione, vogliamo andare?” disse Harry, con
un tono di voce che risultò duro.
La ragazza era sempre di più disorientata… “Certo
Harry…allora…”disse, lanciando un’occhiata a Ginny e Ron… “ci…vediamo dopo
noi…”
“Ok…a dopo Herm…”rispose Ginny con un debole sorriso,
facendo un leggero cenno con la mano.
Harry ripetè il cenno di capo, per poi scomparire
veloce dietro il ritratto, seguito subito dopo da Hermione.
Durante il tragitto per uscire dalla scuola fra i due
regnò un assoluto silenzio.
Mentre passavano veloci lungo i corridoi, fra gruppi
di ragazzi vocianti, le loro menti erano rivolte a pensieri tutt’altro che
allegri.
Hermione faceva fatica a stare dietro a Harry, il
quale stava camminando con passo spedito, le mani cacciate nelle tasche dei
pantaloni neri, mentre dentro di se cercava disperatamente la forza e il
coraggio per parlare all’amica.
La ragazza non gli staccava gli occhi di dosso; era
seriamente preoccupata, sapeva che non poteva più nasconderlo.
L’aria fresca di inizio primavera li investì,
inondandoli con un delicato profumo che preannunciava lo sbocciare dei primi
piccoli fiori.
Camminarono ancora per un po’, in un timoroso
silenzio, mentre mano a mano che si allontanavano timorosi verso la foresta il
vociare dei compagni diminuiva lasciando spazio a quello più lieve e delicato
del fruscio delle foglie e dei loro passi.
Arrivati al confine della foresta, non molto lontani
dalla capanna di Hagrid dal cui comignolo usciva un leggero fumo bianco, Harry
si fermò, mantenendosi girato verso la tenebrosa oscurità della foresta.
Hermione si arrestò dietro di lui, a pochi passi di
distanza, mentre sentiva fra di loro un peso immenso che nessuno dei due aveva
intenzione di smuovere, per paura che, togliendo questo masso, poi si potesse
provocare una valanga che avrebbe irrimediabilmente sepolto entrambi, senza via
di scampo, senza risoluzione.
La ragazza alzò gli occhi al cielo, sospirando
profondamente e osservando la cima degli immensi alberi, poi chiuse gli occhi e
li riportò a fissare la schiena dell’amico, che ancora stava immobile in quella
stessa posizione.
“Hemmm…”si schiarì la voce Hermione… “è…è una bella
giornata, nonostante siamo solo agli inizi di marzo…”
La ragazza si diede subito della stupida: parlare del
tempo?
Ma che le era saltato in mente!
Non era da lei evitare un discorso serio, anche se in
quel momento aveva paura di quanto potesse esserlo quella volta.
Harry abbassò la testa verso il suolo, osservando la
punta delle sue scarpe.
“Già…”si limitò a dire il ragazzo.
Silenzio.
Ancora.
Un interminabile silenzio carico di tensione, paura e
incertezza.
Harry e Hermione erano immersi in una atmosfera tesa
e pesante, anche se gli uccelli del bosco sembravano ignorare quella situazione
mentre continuavano indisturbati a cinguettare.
La ragazza incrociò le braccia al petto,
mordicchiandosi il labbro inferiore.
La tensione tra i due si poteva tagliare con un
coltello.
Decisa, alzò il viso e camminò verso Harry,
portandosi faccia a faccia con il ragazzo.
“Ti sento lontano…” disse, puntando i suoi occhi sul
viso di Harry.
Il ragazzo sentì una fitta al cuore.
Ecco, tutto ciò che temeva stava per iniziare, e
Hermione non avrebbe potuto dare inizio al discorso in miglior modo.
“Chi, io?” rispose evasivo, alzando con fare sorpreso
le sopracciglia.
“Si, proprio tu…” rispose Hermione incupendosi.
Harry rise amaramente…“Ma dai…ma che dici
Hermione?Io? Io sono tranquillissimo…la mia vita è una favola e non potrei
viverla in modo migliore di come già faccio…”
“Harry, non assumere quel tono con me…” disse la
ragazza seguendo con lo sguardo l’amico che si era allontanato dandole le
nuovamente le spalle.
“Quale tono, Hermione?”
“Esattamente questo tono…non lo sopporto…”
Harry si girò di scatto verso di lei, con fare
aggressivo…“Oh…mi scusi…prometto che farò di tutto per non poterle recare più
alcun danno, signorina…”
Hermione rimase a bocca aperta.
Quello non era Harry; non poteva esserlo.
Il suo cuore batteva ai mille, e nella sua testa
sempre più confusa e disorientata non facevano altro che risuonare vivido e
forte l’eco di quelle dure parole.
“Harry…accidenti…ma che… che diavolo ti prende??”
continuò, spostandosi una ciocca di capelli da davanti il viso.
Harry notò che la mano di Hermione tremava, e la sua
voce stava diventando instabile e timorosa.
Sapeva che sarebbe stato difficile obbligarsi a
litigare con Hermione, ma non credeva sarebbe stato una tale tortura.
“Lascia perdere…” disse semplicemente a bassa voce,
alzando le spalle e volgendo il viso a terra per nascondere agli occhi
indagatori dell’amica ogni sua minima incertezza.
“Come lascia perdere?” ripetè sconcertata Hermione,
avvicinandosi nuovamente a Harry… “Ne vuoi parlare? Della lettera intendo…sai
che puoi farlo con me…”
“Parlare è decisamente l’ultima cosa che voglio
fare…” ribattè deciso.
“Ma ne hai bisogno…si vede…non sei più lo stesso, ti
sento lontano, come se potessi perderti da un momento all’altro, come se ti
stessi trasformando, chiudendo in te stesso…io e Ron ne abbiamo parlato…”
“Ah bene! Adesso tu e Ron, due che si trattano come
cane e gatto, parlate anche di me?”
“…certo…lo sai che siamo amici, no?” disse la ragazza
naturalmente, alzando le spalle.
“…Certo…io sono sulla bocca di tutti, perché non
dovrei essere anche l’argomento di discussione dei miei migliori amici…”
Si stava aggrappando con energia alle cose più
semplici e stupide che gli venivano in mente.
Hermione stava davanti a lui, il viso sconvolto e
impaurito, il venticello che le scompigliava dolcemente i capelli.
Harry non sapeva per quanto avrebbe ancora resistito
nel sostenere questa sua patetica commedia.
“…Harry…io…ma che ti prende? Io…non…non ti riconosco
più!”balbettò Hermione, portandosi le mani al volto.
“O forse non mi hai mai conosciuto…” ribattè
duramente Harry, consapevole di toccare un tasto delicato.
Hermione alzò di colpo il viso, ferita.
“…ma naturalmente tu, Hermione, non hai mai neppure
preso in considerazione l’ipotesi di poter sbagliare, giusto? Tu sai sempre
tutto, tutto quello che fai è da 10 e lode…”continuò gesticolando nervosamente.
Un silenzio si frappose tra i due; Harry poteva
sentire lo sguardo freddo di Hermione su di lui, percorrere ogni centimetro del
suo viso per riuscire a scorgere qualche minimo segnale che potesse dare senso
a tutto questo delirio.
“…sei crudele…” disse per la prima volta in tono
aspro.
Fu
una pugnalata al cuore per Harry.
Hermione
gli aveva detto che era crudele: d’altronde stava raggiungendo il suo scopo, ma
la cosa non riusciva a rincuorarlo, anzi; si sentiva trascinato sempre più in
fondo a un burrone senza fondo.
“E tu…bè tu…tu sei troppo apprensiva e
appiccicosa…”rincarò la dose il ragazzo.
“Come scusa?”
Hermione era assolutamente allibita.
Perché Harry continuava a ferirla in quel modo?
Non riusciva a capirlo, non riusciva a capacitarsi
del fatto che tutto ciò, tutta quella assurda discussione stava avvenendo
veramente.
Eppure Hermione aveva scorto qualcosa sul viso
dell’amico…una strana ombra…un indizio che la faceva ancora sperare di stare
vivendo solo un terribile incubo che prima o poi avrebbe avuto termine.
“Hai capito benissimo non ho…non ho nessuna
intenzione di ripetermi…” disse Harry, sfuggente agli sguardi di Hermione.
La ragazza cercò di mantenere la calma, poi rispose a
Harry con un tono calmo e deciso… “Harry…ma tu sei il mio migliore amico…e io
spero di essere altrettanto per te…”
Quella frase colpì Harry.
Una semplice frase detta con quel tono, e le sue
difese, le alte mura che difficilmente stava costruendo stavano iniziando a
crollare.
Era vero: lei era la sua migliore amica.
Chi credeva di ingannare in quel modo?
Semplicemente si girò, trattenendosi dalla voglia di
scappare via.
“…Harry…perché non mi rispondi?” chiese Hermione,
timorosa del fatto che Harry non trovasse ovvia la risposta a quella sua
semplice domanda.
“…E questo ti sembra sufficiente perché tu possa
avere il diritto di giudicarmi e sapere in modo assoluto ciò che è meglio per
me?” cercò di arrampicarsi sugli specchi Harry.
“…un tempo bastava…un tempo almeno mi ascoltavi…”
Hermione lentamente si era avvicinata a Harry,
arrivando a pochi passi da lui.
Riusciva quasi a sfiorargli la spalla, quando il
ragazzo si voltò improvvisamente, riservandole uno sguardo furibondo come mai
la ragazza si ricordava.
“Avanti Hermione! Secondo te cosa sto facendo
adesso?” le urlò in viso.
Hermione apparve sinceramente spaventata, tanto che
indietreggiò…“Sinceramente Harry…non so cosa stai facendo ma di sicuro non sei
tu…”
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli, tacendo.
Incoraggiata da quel suo silenzio, lei continuò…“Non
lo so…forse sei sotto Imperius o qualunque altra diavoleria che ti ha
trasformato in qualcuno che non sei…”
“Hermione, ti prego! Smettila con queste smancerie da
psicologa…”urlò Harry.
Il ragazzo questa volta vide bene il viso rosso di
Hermione, segno che stava per esplodere.
E anche il leggero luccichio degli occhi non
prometteva nulla di buono.
“Quali smancerie Harry!? Non dirmi che sei tu questo
che mi sta urlando contro, perché io…” iniziò a urlare, così arrabbiata come
non lo era mai stata.
Gesticolava vistosamente con le mani e i capelli le
erano nuovamente tornati davanti al viso sconvolto…“…perché io sono più che
sicura di non aver scelto come migliore amico una persona tanto sgradevole e
arrogante, e tantomeno me ne sarei potuta inna’…”
< Innamorare > avrebbe voluto dire, ma qualcosa
la bloccò, trovandosi a guardare impietrita e arrabbiata quel ragazzo che in
quel momento sembrava così tanto lontano da lei.
Harry rimase immobile a quelle parole che segnavano
il suo completo crollo.
Ancora una volta, Hermione era stata capace ad
abbattere il suo muro con una parola.
Anzi, solo mezza di una parola importante.
“Ti…ti saresti potuta…cosa Herm…” bisbigliò insicuro
Harry, guardandola supplicante negli occhi col cuore che batteva velocemente e
le sue mani che tremavano.
Hermione riportò le braccia incrociate al petto,
abbassando umilmente lo sguardo.
“…Herm…” la interpellò dolcemente il ragazzo.
“Nulla Harry…nulla…” disse in un sussurro Hermione.
Il ragazzo tentò ancora, avvicinandosi e scandendo le
parole…“Quello che mi stavi per dire non mi sembrava esattamente nulla…”
“Perché ti importa forse?”…aveva alzato severa lo
sguardo, mostrando risoluta il viso attraversato da due piccole lacrime… “A me
non sembra, non da come ti stai comportando adesso…”
Harry si lasciò sfuggire un lamento di sconfitta.
Stranamente sentì una dolorosa fitta alla testa.
“Avanti Harry…ti prego…in nome…in nome della nostra
amicizia…sette anni insieme a me e Ron significano qualcosa, e in questi sette
anni abbiamo imparato a conoscerci, vivendo insieme e condividendo tante cose
che da soli forse non saremmo potuti essere in grado di superare…”
Altra dolorosa fitta alla testa, questa volta più
forte.
Harry non capiva cosa stava accadendo, anche se
ancora riusciva a sentire la voce di Hermione che continuava a parlargli
dolcemente, in tono quasi di supplica… “Non puoi pretendere di gabbarci così
Harry, e lo sai bene…penso…di avertelo dimostrato più volte…ti ricordi…la prima
notte che siamo arrivati a Grimmauld Place? La sera dell’attacco alla casa dei
tuoi zii?”
Harry sorrise ed Hermione lo notò, sorridendo a sua
volta…
“ io me la ricordo…mi ricordo ogni singola
cosa…perché ogni volta che tu soffri noi soffriamo…e vederti debole ci fa stare
male… lo so che le cose si stanno complicando…il signor Weasley catturato dai
Mangiamorte, Lupin che non da segno di vita, la…bè…larealtà della profezia che si sta avvicinando…Voldemort che è alle
porte…e tu che sei debole…”…Hermione iniziò ad avvicinarsi di più, con molta
cautela…“Ma non puoi, non devi scoraggiarti così, e tantomeno ci devi
allontanare, perché più tu ci costringi a starti lontano, più noi ti saremo
vicini…è sempre stato così, fin dalla prima occhiata che ci siamo scambiati…bè,
o quasi…sai, delle volte mi trovo a ringraziare quel gigantesco Troll…mi ha
permesso di avvicinarmi a due persone fantastiche…”
Altra fitta dolorosa alla testa di Harry.
Quel dolore che iniziava inspiegabilmente ad
aumentare andò a coprire il dolce sorriso di Hermione al ricordo di quei tempi
così lontani, quando tutto era diverso.
Il ragazzo si portò una mano alla fronte, all’altezza
della cicatrice… “Hermione…smettila ti prego…le…le cose non…non funzionano più…tutto…tutto
sta andando a pezzi…”
“No Harry! Nulla andrà a pezzi fintanto che staremo
uniti! Io, te e Ron…noi possiamo farcela…noi possiamo e vogliamo aiutarti… lo
sai, ti ricordi quello che ha detto Lupin? Ce la puoi fare Harry, devi solo
crederci…e dare il permesso a noi di aiutarti…”
“Mai!” disse deciso Harry, riprendendo il suo tono
rigido.
“Come? Harry…non…non capisco…”
“Tu e Ron dovete starne fuori da tutta questa
storia!”
“No…non…non è possibile” ribattè Hermione decisa,
scossando la testa.
“Come scusa?”
Hermione riprese, risoluta…“Non è possibile perché
noi siamo già nel bel mezzo di questa storia Harry, e lo sai bene…ci siamo
insieme a te e non abbiamo la minima intenzione di lasciarti…”
“E fate bene…perché…”
Ecco: era arrivato il momento.
Doveva dire a Hermione che non la voleva più al suo
fianco.
Doveva dirle di allontanarsi da lui, di non cercare
più di consolarlo, di confortarlo.
Una terza fitta alla cicatrice lo convinse a sputare
quelle parole amare tutte in un colpo.
“Sono io a lasciarvi…non voi…”
Il cuore di Hermione mancò un battito, mentre il
sangue le si congelava nelle vene.
Nessuna parola detta con lo stesso tono l’avrebbe
potuta ferire maggiormente.
“Come?”
“Hai…capito benissimo…non…non mi ripeto”
Altra fitta alla testa; questa volta Harry barcollò,
perdendo per un secondo l’equilibrio.
“Non ti credo…” disse risoluta Hermione.
“E invece Hermione ti conviene farlo…prima lo accetti
meglio sarà per tutti…perché ormai il nostro Trio non esiste più.”
Una lacrima solcò il viso di Harry, e la cosa non
passò indifferente allo sguardo sconvolto ma attento di Hermione.
“Harry guardami…”disse decisa, puntando i profondi
occhi scuri sul ragazzo….“…Guardami!”
L’amico non dava alcun segno di reazione, fino a
quando non iniziò lentamente e in modo molto instabile ad andarsene nuovamente.
Hermione rapidamente lo raggiunse, gli agguantò
decisa il braccio sinistro e lo fece girare.
I due si trovarono viso a viso a distanze ridotte.
“Adesso guardami negli occhi e ripetimi tutto quello
che hai detto finora…” disse dura la ragazza.
“Hermione…”
“Hermione nulla, Harry! Tu adesso guardandomi in
faccia mi ripeti che non te ne importa più nulla di me e Ron, che la nostra
amicizia per te non è mai stata nulla e che il Trio, il Magico Trio che ha
superato così tante cose va a pezzi per una tua debolezza…”
Il dolore alla testa adesso non si limitava più a
fitte, ma era diventato un continuo e unico dolore che gli offuscava la vista.
Il viso di Hermione non gli appariva più così
definito come prima, e anche la sua voce iniziava a essere lontana…
Intanto la ragazza insisteva, senza lasciare la presa
dal braccio dell’amico.
“Dimmelo…e io farò finta di niente…mi convincerò che
la nostra amicizia non è mai esistita…come neppure la nostra strana storia
lasciata così in sospeso, ma che comunque è qualcosa…dimmelo e ti lascerò in
pace…ma devi dirmi chiaramente che noi non contiamo nulla per te…devi dirmi che
io non conto più nulla…”
Un flash bianco gli accecò la vista…
Guardala Harry…Guardala…
Il dolore stava diventando lacerante…
Ti
sta pregando, non la vedi?
A tratti riusciva a vedere il viso di Hermione e la sua
voce, come un eco lontano, che ripeteva il suo nome…
Ora
la sua vita è nelle tue mani…
Le gambe non gli reggevano più…si stava accasciando al
suolo, ma riusciva ancora a sentire la stretta presa di Hermione che lo
tratteneva, che non lo lasciava rovinare a terra…
Dille
tutto…confessa la tua mal riuscita recita…
E
lasciala a me…
“MAI!”
“Harry!!Harry
che ti prende…è Voldemort vero? Harry ti prego!…”
Lasciala
morire…
Ormai
non c’è più nulla da fare…
“HERMIONE!”
“Sono
qui Harry…non mollare hai capito? Sono qui non ti lascio…sono qui…”
Lei
non si salverà…
Né
lei, né Ronald Weasley…
“VATTENE VIA DA QUI HERMIONE, HAI CAPITO?!”
“No!…Io
non ti lascio Harry…”
“TI
PREGO, VATTENE…”
“NO!”
I
tuoi migliori amici sono destinati a morire sotto le mie torture…
Per
te…
Tu
li hai condotti alla morte…
“Non vedo niente Hermione…è tutto buio…”
“HAGRID!HAGRID!”
Moriranno…
“HAGRID! TI PREGO HAGRID!HARRY STA MALE! E’ VOLDEMORT!”
Hermione
e Ron…
Moriranno…
“Hermione…non ti vedo…”
“Harry
resisti hai capito? Stai qui steso per terra…stai calmo…resisti…Hagrid sta
arrivando…stanno arrivando e fra poco sarà tutto finito, hai capito? Tutto
finito…HAGRID!”
Moriranno…
Moriranno…
E
la colpa sarà solo tua…
“HAGRID!”
“Non
ce la faccio più…vattene via…Basta!!”
“Harry…ti
prego non piangere…mantieni il controllo…sei più forte tu hai capito…Voldemort
è solo nella tua mente…cerca di chiudere la mente…sono qua io…”
“…aiutami…”
La
loro vita è alla fine proprio come lo è la tua, Sfregiato…
“HERMIONE CHE SUCCEDE!”
“PRESTO
HAGRID!VOLDEMORT E’ NELLA MENTE DI HARRY!DOBBIAMO PORTARLO DA SILENTE!”
Moriranno…
“NOOOO!”
“Avanti
Harry…stai buono…ti portiamo da Silente adesso…lui saprà cosa fare…”
“Fai
attenzione Hagrid…”
Moriranno…
Moriranno…
I
tuoi migliori amici moriranno per mano mia…
…L’ultima cosa che sentì Harry prima di perdere
completamente i sensi fu l’eco della voce di Hermione che continuava a
ripetergli “Io ci sono…non ti lascio, Harry…non ti lascio…”.
Poi, il buio.
************************
Ok…scusatemi
tanto.
Spero tanto che
riuscirete a perdonarmi questo ritardo di più di un mese.
Credetemi, è
stata dura anche per me allontanarmi dalla mia storia per così tanto tempo.
Ma credetemi, è
stato necessario.
Come più volte
vi ho scritto, è inutile e controproducente scrivere quando non sai bene cosa
vuoi scrivere o dove vuoi arrivare, quando le cose che pensi non emozionano te
stessa prima di tutti.
E per me
emozionarmi prima di scrivere ciò che penso è fondamentale, necessario e
indispensabile per poter dare il meglio di me.
E in questo
periodo devo ammettere che mi sono sentita un po’ persa, distratta forse,
comunque non sentivo più la storia.
Ho avuto
bisogno di tempo per riprendere, dato che da questo capitolo, come avrete visto
se siete arrivati fino a qui,è un
capitolo di svolta, e vi assicuro che è stato pesante da scrivere.
Spero che
aspettare tutto questo tempo ne sia valsa la pena, che non siate rimasti delusi
dal rendimento di questo mio ultimo capitolo perché, credetemi, ci sto mettendo
tutta me stessa, e anche di più.
Ricordatevi
solo una cosa: per quanto potrete aspettare per il prossimo capitolo, tenete a
mente che non abbandonerò la storia a metà, non la abbandonerò fino a quando
non vedrete nel riassunto la parola “Sì, storia conclusa”.
Per cui,
attendete perché ci saranno altri capitoli.
Ancora scusa
per il ritardo, e così passiamo ai ringraziamenti personali J
Hermione 75:grazie mille
per il tuo sostegno…spero che mi lascerai un altro commento per questo
capitolo…thanks…Baci…
Rising:parli di giorni
di attesa eh? Bè, spero che ne sia valsa la pena anche questa volta…fammi
sapere…
Marco:sono contenta
che ti sia piaciuto il capitolo precedente…naturalmente neppure a me Malfoy sta
molto simpatico…mi associo per la cementata ai piedi ^^
Maripotter:fantastico! Un
commento non-flash! Grazie ne sono stata contenta…spero ti piaccia anche questo
capitolo…fammi sapere…
Alessia:eccoci qua!!!
Ecco il 17esimo capitolo, così tanto sudato…spero tu possa esserne
soddisfatta…fammi sapere mi raccomando…e ricordati che non mi dai alcun
fastidio se ti fai sentire … bacioni!
FedeHermy:eh si…i
sogni…credo che in questo capitolo avrai capito un po’ meglio cosa siano questi
sogni di Harry…fammi sapere la tua opinione…Bacioni…
Atena 89:ecco…al ritorno
da un'altra pausa di riflessione…spero sia valsa la pena di aspettare…grazie
ancora e aspetto un tuo commento…
Nirvana:stai leggendo
il sesto libro? Anche io lo sto leggendo…l’ho comprato direttamente in Inghilterra…addirittura
la mia storia sarebbe meglio del sesto libro della Row? Mi lusinghi troppo…^^
Grazie mille aspetto la recensione…
Emma:mi spiace
tantissimo di averti fatto aspettare così a lungo…ma come avrai ben capito da
quello che ho scritto sopra ero un po’ in crisi…ma mi ha fatto piacere il fatto
che tu mi abbia lasciato così tante recensioni…il sapere che c’era ancora
qualcuno che sentiva la mancanza della mia fiction mi ha fatto bene…baci …
Elisa:una nuova
lettrice, che bello^^spero di ricevere
un’altra tua recensione…bacioni
Stellina X:che dire…lo
so…nuovamente in ritardi…chiedo umilmente perdono ^^ Per quanto riguarda Draco,
devo dirti sinceramente di non aspettarti troppe cose da lui…ma non ti posso
dire nient’altro…spero in una tua recensione…baci e grazie…
ADoris:io adoro vedere
Ron in chiave comica…perché così è Ron! Harry e Hermione…bè, li hai visti e
trai tu le conclusioni^^per Draco…si vedrà, ancora non so bene cosa farci con
lui…aspetto la tua recensione…baci
Mena:ecco una nuova
lettrice! Quante in questo capitolo…grazie mille per la tua recensione…fammi
sapere che te ne pare di questo capitolo…
Sly – Max_ : eccoci qua!
Grazie del tuo sostegno e della tua recensione…dopo tanto tempo sono
tornata…Bacioni ci sentiamo e aspetto la recensione…
Hermy:grazie per i
complimenti…per quanto riguarda Cho, altri precedentemente me lo hanno detto…ed
effettivamente mi sono sbagliata io^^ però ritenevo importante la figura di Cho
all’interno della mia storia, per cui diciamo che le ho fatto ripetere l’anno
perché è stata bocciata…^^ aspetto un'altra recensione…dimmi che te ne pare di
questo capitolo…ciao
Kia 85:addirittura una
delle migliori?Oh grazie mille davvero…tutto questo sostegno è importante per
me…bella anche la tua storia, molto…anche tu vai avanti così mi raccomando…Baci
Lily:lo so..anch’io
soffro per la mancanza di fiction su Harry e Herm…però adesso andrò avanti con
la mia^^ aspetto il tuo commento e grazie di tutto…bax
Vania:grazie mille
per i tuoi apprezzamenti…mi fa piacere ricevere commenti di questo genere…sono
importanti, mi aiutano e mi stimolano a scrivere…spero che ti piaccia questo
capitolo…fammi sapere…baci
Lentamente l’intontimento stava passando; la nebbia che invadeva la sua
mente si stava diradando, anche se ancora poteva senti
Lentamente l’intontimento stava passando; la nebbia che
invadeva la sua mente si stava diradando, anche se ancora poteva sentire i
sensi annebbiati.
Non sapeva dove si trovava.
Sapeva solo di essere sopra qualcosa di molto
morbido, quasi in un ambiente ovattato, come fuori dal mondo.
Riusciva solo a percepire il suo respiro ancora
lento e pesante, e un leggero ma continuo e fastidioso formicolio alla testa.
Percepiva intorno a lui dei passi veloci.
Capì di non essere solo, in qualunque luogo strano
lui si trovasse.
Harry non ebbe la forza di aprire gli occhi, così
semplicemente tese le orecchie in ascolto, senza dare segno di vita.
Quel rumore di tacchi continuavano ad essere uno
degli unici suoni che il ragazzo poteva percepire, quando finalmente sentì due voci.
“Smettila di camminare come un ossessa avanti e
indietro…di certo questo non è di aiuto a Harry.”
“Ah si? E perché tu sai cosa è di aiuto a Harry?”
“Hermione…dai vieni a sederti qua…”
“No…mi spiace Ronald ma non riesco a stare ferma…”
“Ragazza mia tu qua stai per rischiare una crisi di
nervi…appena torna Madama Chips le chiedo un po’ di tranquillante…”
“Cosa!!No Ron tu non farai proprio un bel niente!Non
ho bisogno di nessun tranquillante io!!!”
“Hermione! Per la barba di Merlino non alzare la
voce! Forse non saprò cosa ha bisogno Harry in questo momento ma di certo non
di una ragazza che gli urla a due centimetri dalle orecchie…”
“Io…Oh…hai ragione Ron…”
“Dai…siediti qua sul bordo del letto e cerca di
stare calma…è già un miracolo che madama Chips si sia dimenticata di noi…”
“Ron…ti rendi conto…Voldemort…Voldemort era presente
in Harry, proprio in quel momento…E’…E’ stato orribile…capisci? “Non capivo
cosa stava succedendo a Harry, lui continuava a muoversi e a urlare…mi diceva
di andare via…prima mi implorava di aiutarlo, urlava che non vedeva più niente,
poi voleva che mi allontanassi…”
“Herm dai…tranquilla…tu credi che…bè insomma…che…Tu
Sai Chi…”
“Ronald…”
“…volevo dire…credi che V…V…Volde….Voldemort … si
sia impossessato di Harry?”
“Non credo…Harry era agitato, ma comunque era ancora
lucido e capace di capire cosa stava succedendo…non credo che Voldemort si sia
impossessato di lui…”
All’improvviso, un'altra voce si aggiunse a quella
dei suoi migliori amici.
“Oh Santa Morgana! Ragazzi che ci fate qui?Dovreste
essere nei vostri dormitori da un ora lo sapete?!”
“Oh Salve Madama…noi, volevamo solo stare un po’ con
Harry…”
“Ragazzi miei ci starete domani col vostro amico.
Lui ha bisogno di riposo e anche voi…sembrate tutti e due sconvolti. Avete
delle facce…non volete dei tranquillanti per dormire stanotte? E’ stata una
giornata pesante…”
“No la ringrazio…credo che…che noi adesso ce ne
andremo…”
“Come vuole signor Weasley…tornate domani e forse
potrete vedere il vostro amico sveglio…”
“Lo spero…Buonanotte Madama…”
“Buonanotte ragazzi.”
Quei passi nuovamente si allontanarono; la porta
cigolò per poi richiudersi con un leggero rumore.
Poi il sonno e l’intontimento pervase nuovamente il
corpo di Harry, anestetizzandogli i sensi.
Nuovamente crollò in un sonno buio e silenzioso.
***************************************
I rintocchi dell’orologio, profondi e lenti, echeggiavano
per tutta Hogwarts.
Lentamente, Harry si svegliò, sbattendo le palpebre più
volte tentando di mettere a fuoco ciò che c’era intorno a lui.
Inutile, tutto era sfuocato; sapeva solo di trovarsi a
Hogwarts, e già questo era rincuorante, soprattutto dopo quello che gli era
successo.
Ancora steso nel letto col leggero lenzuolo a metà del
petto, aggrottò la fronte…cosa gli era successo?
Di certo qualcosa di grave, dato che sentiva un gran male
alla testa, un forte intontimento, come se il suo capo fosse intorpidito,
insensibile e pesante.
Strinse forte le palpebre, fino a vedere dei piccoli
luccichii nel buio, si portò il dorso della mano sulla fronte, all’altezza
della cicatrice.
Bruciava.
Cercò di darsi un po’ di refrigerio con la mano
stranamente fredda, poi aprì gli occhi nuovamente e, con un profondo respiro,
si mise a sedere sul letto morbido.
Gli girava la testa, così per mantenere una sensazione di
stabilità appoggiò le mani sul materasso, poi lentamente si spinse indietro,
fino a quando la sua schiena non fu in contatto con la testiera del letto.
Aveva assolutamente bisogno dei suoi occhiali.
Così si voltò verso sinistra, e vide una forma che
assomigliava molto a quella di un basso comodino.
Allungò la mano e, con sua immensa fortuna, riuscì a
trovare al primo tocco i suoi occhiali; li riconobbe dalla montatura cerchiata
e dal dislivello che c’era nella congiunzione fra le due lenti, che molte volte
si era rotta e altrettante aggiustate alla meno peggio.
Li indossò, poi sbattè le palpebre, e finalmente riuscì a
distinguere l’ambiente in cui si trovava.
L’avevano portato in infermeria, e sicuramente doveva
trovarsi li da abbastanza tempo, dato che l’ultimo sfocato ricordo che aveva
prima di perdere i sensi era di una giornata assolata, mentre ora era notte
inoltrata.
Ancora intorpidito, voltò lo sguardo verso sinistra per
guardare fuori dalla grande finestra dell’infermeria e, proprio lì vicino, vide
un’ombra.
Harry prese a fissare stranito quella figura, i cui
contorni erano leggermente illuminati dagli eterei raggi di luna che gli
permettevano di distinguere solamente un ampio vestito e il riflesso di un paio
di occhiali a lui famigliari.
L’uomo, accortosi che il ragazzo si era svegliato, si
tolse dalla luce lunare, e iniziò a trascinarsi lentamente verso il bordo del
letto, provocando un leggero fruscio con la stoffa del vestito.
I leggeri passi, stanchi e lenti, risuonavano piano nella
stanza.
L’alta e sottile candela posta sul comodino vicino ad
Harry si accese, illuminando fiocamente ciò che gli stava attorno.
“Ben tornato fra di noi, Harry…”
Il ragazzo sorrise leggermente, frastornato, mentre
Silente, ora illuminato dalla calda luce della debole candela, si era
posizionato al capezzale di Harry, appoggiandosi con le sue ossute mani al
bordo del letto.
“Ci hai fatto prendere un grande spavento…a tutti noi…”
disse con voce grave ma senza ombra di rimprovero.
“Signore…io…non mi ricordo…voglio dire…so che deve essere
successo qualcosa di…grave…se io mi trovo qua, ma purtroppo non mi ricordo
molto…” la voce gli uscì fuori debole e roca, e il suo viso si contrasse come
per accentuare meglio l’impegno nel ricordare gli avvenimenti che lo avevano condotto
fra quelle lenzuola.
Silente si incupì, aggrottando la fronte… “Mi stai
dicendo, Harry, che non ti ricordi nulla?”
“In parte, Signore…ho alcuni flash che però non riesco a
collegare uno con l’altro…mi ricordo solo che…”
Lasciò la frase in sospeso, mentre nella sua mente
immagini di lui e Hermione vicino alla foresta si sovrapponevano come
diapositive indistinte … “e poi la mia cicatrice…mi fa male…e anche la testa…”
Silente sospirò profondamente, chiudendo gli occhi come
per raccogliere le forze… “E’ normale Harry…come credi di sentirti dopo che
Lord Voldemort è entrato nella tua mente?”
“Voldemort!?” disse Harry spalancando gli occhi, mentre
tutte le tessere tornavano al loro posto, ricomponendo lentamente gli
avvenimenti di quella giornata… “Voldemort…”
“Questo è quello che è successo, a quanto mi ha detto la
signorina Granger: voi due eravate ai limiti della Foresta Proibita, quando
all’improvviso sei caduto a terra, urlando che Voldemort era entrato in te. Poi
è giunto Hagrid che ti ha portato al castello, e infine Madama Chips ti ha
diligentemente curato…ora ti ricordi, Harry?” disse serio e con tono speranzoso
il preside.
Finalmente i pezzi si erano ricomposti tutti: ora si
ricordava tutto, il motivo per cui lui e Hermione erano là e le parole di
Voldemort.
Al solo pensiero, il ragazzo rabbrividì nuovamente…
“Si…ora ricordo tutto…perfettamente…”disse Harry, strascicando le parole e con
lo sguardo fisso nel vuoto davanti a sé.
Il silenzio avvolse i due, mentre con un cipiglio
preoccupato Silente prese una sedia poco lontano da lì e, con un profondo e
stanco sospiro, si mise vicino a Harry.
Ora Harry poteva vedere bene i lineamenti stanchi del
vecchio, gli occhi umidi come se avesse appena pianto e le rughe decise del
volto; mai come prima il ragazzo vide disegnato sul volto di Silente tanta
tristezza e rassegnazione.
Quello era il volto di un uomo che aveva visto di tutto
nella vita, cose troppo orribili da raccontare.
Guardando seriamente il ragazzo, l’uomo disse “Harry, ora
non è più una richiesta cortese,te lo
chiedo per il tuo bene…Sei sicuro di non aver nulla da dirmi? Nulla di
importante e significativo che possa essere collegato a Lord Voldemort?”
Harry abbassò lo sguardo, ripensando che in fondo doveva
parlargli di una cosa molto importante: i suoi sogni.
Quei sogni che lo tormentavano ogni notte, lo facevano
soffrire, gli mostravano nient’altro che morte.
“Si Signore, credo ci sia qualcosa di importante da dire…”
iniziò in tono solenne il ragazzo, concedendosi poi una pausa troppo lunga.
“Sono qui, Harry…dimmi di cosa si tratta…”lo incitò
l’uomo.
Inspirò profondamente, poi iniziò a parlare… “Ultimamente
faccio dei sogni strani…sogni che sono collegati a Voldemort…credo…vedo me
stesso, Ron, Hermione, i Weasley…insomma, tutte le persone più vicine a me
vengono uccise, torturate e umiliate da Voldemort, davanti ai miei occhi e io…
io non posso fare nulla…per quanto io voglia fare qualcosa, mi è impedito. Non
ho la forza di salvare le persone che mi stanno intorno, non riesco a
difenderle…loro credono in me, mi sostengono, e l’unica cosa che io posso
offrirgli in cambio è una vita come la mia, in costante pericolo, in costante
fuga da Voldemort….l’unica cosa che posso offrirgli è…condurli a morte certa.”
Un silenzio pesante, poi il rumore di una mano che sbatte
contro una fronte.
“Che incapace che sono…” si lamentò Silente a voce bassa.
“Scusi?” Harry sembrava stupito.
“Dovevo…avrei dovuto immaginarlo. Voldemort è senza
scrupoli…e si è accorto che sei debole, Harry. Ma non nel senso che intendi tu.
Tu in realtà sei forte, ma non sei capace di tirarla fuori questa tua forza.
Colpevolizzarti non ti aiuta certo a stare meglio e ad estrarre il meglio di te
per contrastare il Signore Oscuro. Non avrei dovuto ignorare l’importanza
dell’Occlumanzia.”
“Che significa…”
“Harry,
stai cedendo. Non trovi più la forza necessaria per rialzarti e
combattere a viso alto. E se non ce la farai, sarai sconfitto. Voldemort lo sa,
e sta usando le tue paure contro te stesso. Devi stare attento: gli affetti
possono essere armi potente quanto distruttive per te. Tutto dipende da te
stesso…dipende dal valore che dai a questi affetti, a quanto li credi profondi
e importanti…a quanta fiducia e rispetto riponi nelle persone che ti
circondano…”
Harry abbassò il capo; possibile che avesse sbagliato
tutto con Ron e Hermione?
Nel frattempo, il vecchio Preside ricominciò a
parlare…“Ciò che intendo dire, ragazzo, è che Voldemort riesce a entrare nella
tua mente. Riesce a leggerla come un libro aperto: vede i tuoi timori, le tue
paure e insicurezze, e le trasforma in realtà per spaventarti nei tuoi stessi
sogni, per farti credere che ciò che più temi al mondo accadrà veramente. E’
riuscito a battere quelle barriera che, diciamocelo con tutta franchezza, in te
è sempre stata debole. Non sei in grado di isolare la tua mente, almeno non
abbastanza per impedire a Voldemort di entrare in te. Per questo è
indispensabile ricominciare le lezioni di Occlumanzia…non avrei dovuto mai
lasciare che Piton le sospendesse…”
“Signore, lei sta dicendo che devo ricominciare a prendere
lezioni private di Occlumanzia?”
“Si Harry, è necessario. Questo errore ci sta costando
caro, dobbiamo perlomeno cercare di arginarlo…”
“E l’insegnante, immagino, sarà Piton…” cercò di
concludere, non senza che un brivido gli percorresse la schiena al ricordo di
quelle lezioni di Occlumanzia del quinto anno.
“No Harry…io stesso ti darò lezioni…Piton non è una
persona molto affidabile in questo momento…”
Quella risposta lo spiazzò non poco…“Cosa intende dire,
Signore?”
Silente sorrise leggermente, con tono amaro“No Harry, non
guardarmi con quell’aria da chi ha scoperto un grande mistero…non cercare di
indovinare cose più grandi di te. Le tue esperienze credo ti abbiano dato
abbastanza motivi per credere che nulla deve essere dato per scontato…”
“Ha ragione, mi perdoni…”
“Non scusarti…ti capisco. La tua posizione non è delle
migliori. Tanta responsabilità sulle spalle non è facile da sopportare, ed è
logico dubitare di chi ti sta accanto.” Silente si alzò dalla sedia,
trascinandola nuovamente nella sua posizione originale; poi si riavvicinò
nuovamente a Harry che vide in lui qualcosa di nuovo nei suoi occhi, quasi una
luce paterna, affettuosa e contemporaneamente compassionevole e persa… “Ma
ricordati, Harry, che ci sono tante persone che ti vogliono bene, persone che
ti circondano in questo momento e altre che purtroppo non sono più presenti
fisicamente, ma che in ogni modo ci sono, proprio nel tuo cuore, e ti
proteggono”
Dicendo questo, passò la mano sottile fra i capelli
disordinanti del ragazzo, come per scompigliarglieli di più se mai fosse stato
possibile.
Respirò profondamente guardandolo con dolcezza, poi iniziò
a dirigersi verso l’uscita dell’infermeria… “Mercoledì inizieremo le lezioni.
Ti voglio puntuale Harry, alle 8 di sera nel mio ufficio…la parola d’ordine la
conosci già…”
“Si signore…” rispose Harry, iniziando a ricacciarsi
nuovamente sotto le lenzuola, quando Silente, invece di afferrare la maniglia
della porta per aprirla e uscire, si fermò di colpo.
Poi disse con voce stanca… “Ascolta Harry…i pesi delle
responsabilità sono più leggeri e facili da portare quando si dividono con
altri…con quelle persone in cui riponi fiducia assoluta e che hanno dimostrato
a te profonda e illimitata lealtà…”
Harry aggrottò la fronte; che Silente sapesse quello che
era successo fra lui e Hermione? Possibile che lei gli avesse raccontato tutto
di quella giornata? “Tutto dipende, Signore…dipende da quali sono le
responsabilità e quali sono le loro conseguenze…certe responsabilità e certi pesi
si è costretti a portarli da soli per il bene degli altri…”
“Harry, ricordati che sei umano…ma soprattutto ricordati
che non sei solo…non puoi isolarti dalle persone che vivono nel tuo cuore. Che
tu le tenga lontane fisicamente o no, loro vivono in te, sono radicate in te,
sono parte stessa di te, e non te ne puoi separare. Non c’è nessun modo per
farlo, nessuna magia…perché l’amore è la più grande e suprema delle magie, e
nulla la può controllare, tantomeno la nostra volontà, per quanto ferma possa
essere.”
“Riposa ragazzo, domani mattina tornerai alle lezioni…I
tuoi amici ne saranno contenti…Buona Notte Harry.”
***************************
Hermione Granger aveva completamente la testa da un altra
parte, e per la prima volta si chiese cosa potesse importarle della carta dei
diritti dei Giganti quando il suo migliore amico era steso nel letto
dell’infermeria, inanimato e indebolito dall’attacco di Voldemort, una minaccia
sempre più presente e tangibile rispetto alla vecchia e sepolta questione del
rispetto dei Giganti.
Sentiva su di se lo sguardo indagatore di Ron che con
fastidiosa insistenza la scrutava, cercando di capire qualcosa in quella
improvvisa metamorfosi della sua migliore amica, ma Hermione cercava di non
dare peso a quello sguardo indagatorio; sapeva che l’amico era preoccupato per
lei, ma in quel momento quelle attenzioni le davano fastidio, probabilmente
perché questo significava che la sua fragilità e le sue paure iniziavano
lentamente a venire a galla, a farsi più tangibili e visibili a tutti.
Hermione non poteva mostrarsi debole, non le era permesso:
era sempre stata forte, pronta a tutto, e adesso che tutto iniziava a giungere
all’epilogo doveva esserlo ancora di più.
Teneva il viso appoggiato alla mano destra, mentre
guardava persa il cielo fuori dalle finestre dell’aula di Storia della Magia.
Mentre il monotono tono di voce del professor Ruf entrava
ed usciva dalla testa di Hermione, nella sua mente assente continuavano
imperterrite a passare immagini del pomeriggio precedente, nel giardino della
scuola: lei e Harry, un Harry strano, confuso, quasi perso; e poi vederlo
accasciarsi al suolo, indifeso, debole e urlante, mentre lacrime calde gli
solcavano il viso, nella disperata ricerca di qualcosa che gli permettesse di
riemergere da quel dolore improvviso e lancinante che lo soffocava.
Mentre cercava di fuggire dalla morsa di Voldemort.
Hermione chiuse forte le palpebre, come per cacciare via
quelle immagini e per cercare di non sentire quelle grida e quelle frasi fredde
e dure che l’amico le aveva rivolto prima…“tu sei troppo apprensiva e
appiccicosa ,Smettila con queste
smancerie da psicologa!,le
cose non funzionano più… tutto sta andando a pezzi, ormai il nostro Trio non
esiste più…”
I suoi occhi si
strinsero ancora di più, e Hermione cercò di controllare le lacrime angosciose
che premevano per uscire respirando profondamente, per poi buttare fuori l’aria
tutto in un colpo.
“Hermione…”
La ragazza sentì
Ron bisbigliare il suo nome, così si girò improvvisamente verso l’amico che,
con un cenno del capo, le indicò la grande lavagna nera, dove Ruf aveva
iniziato a scrivere con leggeri cigolii una decina di domande come compiti per
la lezione seguente.
Hermione sorrise
gentilmente a Ron, ringraziandolo, poi estrasse diligentemente la sua piuma
dall’astuccio sotto lo sguardo triste del ragazzo, la bagnò delicatamente
nell’inchiostro per poi far scorrere delicatamente il pennino sulla ruvida
carta di pergamena, senza dimenticarsi la sua buona abitudine di scrivere
nell’angolo in alto a destra la data con una calligrafia più piccola.
Per un buon quarto d’ora la mente della ragazza fu
occupata dallo scrivere e ragionare su quelle domande, fino a quando la grande
e pesante porta di legno dell’aula non si aprì con un leggero cigolio, per poi
richiudersi.
Hermione, ancora a testa bassa, stava finendo di scrivere
l’ultima domanda, quando il suo cuore mancò un battito alle parole del
professore…
“Signor Potter…non crede di essere leggermente in
ritardo?”
Ron spalancò gli occhi incredulo: si voltò di scatto,
prima verso Harry, che stava in piedi impalato davanti al portone, poi di nuovo
verso Hermione che, con lo sguardo fisso nel vuoto davanti a se, aveva spinto
con troppa tenacia sulla piuma tanto che la punta si era spezzata, macchiandole
le dita di nero e sbavando la scrittura con una copiosa linea di inchiostro che
scivolava verso il bordo della pergamena così ben scritta.
“Si, lo so…mi scusi tanto…comunque ho una lettera di
giustificazione da parte del preside…” la sua voce era debole.
“Mmmm…si avvicini al tavolo, così posso valutare…” disse
il professore, sistemandosi gli occhiali e dirigendosi verso l’enorme e
maestosa cattedra in legno.
Hermione non osava alzare lo sguardo, non voleva voltarsi
indietro verso la porta; veramente l’unica cosa che il suo istinto le diceva di
fare in quel momento era alzarsi, trascinare Harry lontano dalla classe e
sommergerlo di domande su come stava, cosa era successo e far luce sui fatti
del giorno prima.
E intanto, il rumore regolare delle scarpe stava ad
indicare che il ragazzo si stava lentamente avvicinando.
Quel suono faceva eco nella grande sala di Storia della
Magia, dal soffitto così alto e l’atmosfera un po’ tesa, e in quel momento
Harry avrebbe solo desiderato rendersi invisibile.
Li sentiva, tutti quegli sguardi su di lui, sulla
celebrità: alcuni lo sfioravano poi scivolavano via un poco rispettosi, altri
al contrario erano insistenti, appiccicosi, indagatori, curiosi, desiderosi di
vedere qualche segno di debolezza, di dolore o qualsiasi altra cosa sul volto
cupo di Colui-Che-E’-Sopravvissuto; metterlo alla prova, interrogarlo, studiare
le sue reazioni dopo l’apparizione di Voldemort che di certo ormai era nota a
tutti, nessuno escluso.
L’atmosfera era rigida, ovattata, tutto era concentrato su
Harry che si dirigeva speditamente alla cattedra di Ruf.
Però Harry cercava qualcuno in mezzo a quella folla di
sguardi dei quali, alla fine, non importava nulla; cercava due sguardi,
complici e confortanti, amichevoli e non indagatori, non spietati giudici, ma
semplicemente comprensivi.
E fu in quel momento, mente lo sguardo di Harry vagava per
gli angoli della classe, che i suoi occhi si incrociarono con quelli di Ron.
Non una reazione, non un cenno d’intesa: semplicemente uno
sguardo.
E fu in quel momento che, proprio vicino a Ron, il ragazzo
vide Hermione a testa bassa, i capelli che le ricoprivano il viso e nella mano
destra ancora la piuma in mano, ma ferma, pietrificata.
Nessuna reazione, da nessuno dei due.
“Allora Potter…questa giustificazione me la vuole mostrare
si o no?”
Spaesato, Harry si girò di scatto verso Ruf, che aspettava
ancora alla cattedra, sommerso dai preziosi e antichi libri impolverati.
“Si certo…mi…mi scusi…” Harry accelerò il passo, mentre
con le mani apriva un foglietto di carta un po’ stropicciato… “..ecco
professore…qui c’è la firma del professor Silente…”
Ruf prese dalle mani del ragazzo il foglio ingiallito, lo
avvicinò al viso come per vederlo meglio, poi emise un leggero grugnito e la
restituì in malo modo al ragazzo… “…va bene va bene…per una volta l’eccezione
si può fare vista…ehm…la…condizione…però adesso si sieda a prenda appunti senza
disturbare…si metta a sedere là e copi le domande: le controllerò la prossima
volta…”.
Harry seguì con lo sguardo il dito del professore che
indicava la zona dove potersi sedere; il ragazzo notò che indicava un posto
libero proprio vicino ad Hermione.
Oh…ti prego no…
Harry proprio non intendeva mettersi vicino a lei o Ron:
era decisamente l’ultima cosa di cui aveva bisogno nonostante ciò che Silente
gli aveva detto la notte prima.
Doveva mantenere la sua posizione nei loro confronti, a
tutti i costi.
Rimase indeciso, in piedi vicino alla cattedra, mentre
finalmente Hermione alzò lentamente lo sguardo, incrociando quello di Harry.
Al ragazzo salì un groppo alla gola, trattenendo il
respiro per un momento mentre si sentiva guardato da quegli occhi che riusciva
a percepire tristi, quegli occhi che sapevano in un modo speciale e unico
scrutarlo dentro, abbattere le sue difese e leggere dentro al “vero” Harry.
Ruf alzò nuovamente gli occhi verso Harry, sbuffando…
“Insomma Potter! Se non stava bene poteva direttamente stare in infermeria!
Vuole prendere posto per favore?!”
Il ragazzo ci mise qualche secondo per analizzare e capire
il messaggio del professore… “Si…certo…mi---mi scusi…” e, abbassando gli occhi
ai piedi, iniziò a dirigersi verso il banco.
“Ufff…finalmente…”commentò Ruf alzando gli occhi al cielo…
“possiamo continuare ora…dicevamo…la domanda numero 7 è < Quali furono le
conseguenze dopo la firma dell’atto… >”
Le parole scorrevano impalpabili, fluide e monotone,
mentre Harry si avvicinava sempre di più al suo posto.
Ed Hermione non aveva alcuna intenzione di distogliere lo
sguardo da lui: come sospesa nel tempo, seguiva i gesti di Harry, la sua
espressione, i suoi occhi che sembravano cercare una via d’uscita che gli
permettesse di evitare di sedersi proprio vicino a lei.
Ma quella non era solo un impressione della ragazza,
infatti Harry riuscì a individuare un posto libero vicino a Neville, in un
banco posto nella fila di fianco a quella di Ron e Hermione.
Allora non è vero che tutto mi va torto…pensò poco
convinto.
Harry approfittò della situazione d’oro che gli era
capitata: arrivato all’altezza del banco dei due amici, sviò e si mise a sedere
nel banco accanto a Neville, che gli riservò un sorriso gentile di
comprensione.
Hermione, che aveva già iniziato a spostare i suoi libri
per fare spazio al ragazzo, rimase stranita e, quando Harry si girò per
guardarla con uno sguardo colpevole, lei abbassò lo sguardo come se il libro di
Storia della Magia fosse diventato la cosa più bella e meravigliosa del mondo.
Accidenti a te, Harry!Secondo te ora come faccio a
concentrarmi?!Questo argomento in fondo è importante e lo potrebbero chiedere
agli esami finali…e perdo tutto per colpa tua e del tuo maledettissimo e
insensato orgoglio…Accidenti!
Con foga aprì il suo quaderno di appunti e, sotto lo
sguardo allibito di Ron, strappò malamente un foglio, poi intinse velocemente
la punta della sua piuma e, con la testa china, scribacchiò leggermente
qualcosa; Harry sorrise leggermente: anche senza alzare lo sguardo aveva capito
che era Hermione che scriveva.
Quel leggero movimento del pennino sulla carta, la
delicatezza e continuità…era tutto di Hermione, tutto ciò che aveva
accompagnato le sue giornate per 7anni.
Improvvisamente sentì un rumore provenire dalla sua
sinistra; si girò e vide la piuma di Hermione che era per terra, poco lontano
da lui.
Alzò lo sguardo e vide la ragazza che lo guardava con un
sorriso di circostanza sul viso, come per dirgli < Ops che imbranata! Me la
puoi prendere per favore? >
Harry deglutì, poi si chinò a raccogliere il prezioso
oggetto di Hermione; anche lei si chinò verso terra allo stesso momento, così
entrambi si ritrovarono fuori dalla vista del professore.
Le loro dita si sfiorarono, ed entrambi furono scossi da
un leggero brivido lungo la schiena che fece mancare un battito ai loro cuori.
Gli sguardi si incrociarono: emozione e paura insieme,
incomprensioni e domande…tutto in un occhiata, tutto come in un altro mondo,
tutto come in un altro tempo, sospesi.
Hermione arrossì mentre sfilava delicatamente dalle dita
di Harry la sua piuma… “Grazie Harry…” ; e Harry, a sentire pronunciare
nuovamente il suo nome da quella voce si sentì disarmato, tanto che non si
accorse che le sottili dita della ragazza stavano passando fra le sue un
piccolo fogliettino di carta strappato, piegato in più parti.
Hermione si rialzò, tornando a sedere composta,
nascondendo un certo nervosismo che naturalmente non era sfuggito a Ron, il
quale continuava a osservare i suoi loschi movimenti.
Anche Harry era tornato a sedere, tenendo stretto in mano
quel piccolo fogliettino ripiegato; iniziò ad aprirlo, e lesse quelle poche
righe scritte con la calligrafia di Hermione…
Harry…io
e Ron siamo stati davvero molto preoccupati per te…
Come
stai ora?
- Hermione -
Istintivamente, Harry alzò lo sguardo verso la sua
sinistra e ritrovando il suo sguardo immerso in quello ambrato di Hermione, che
non smetteva di fissarlo così intensamente che ne ebbe paura.
Paura che lei potesse leggergli troppo a fondo, là dove
teneva tutto nascosto, dove si sentiva come un vulcano in fermentazione.
Poi Hermione gli sorrise: delicatamente e dolcemente, così
come solo lei sapeva fare.
…No…No Harry…non sorridere…non cedere…non puoi…ma
perché mi sorride? Dopo tutte le cattiverie che gli ho detto?! Avanti Herm…smettila
ti prego…smettila…smettila…smettila…smettila…
“Allora signorina Granger…vorrebbe rispondere lei a questa
domanda?”
Hermione sobbalzò.
Il professor Ruf la stava guardando con aria
interrogativa, pretendendo che lei potesse essere in grado di rispondere ad una
domanda che non aveva sentito perché troppo impegnata a guardare Harry.
“Hemmm…”sussurrò per prendere tempo, mentre con gli occhi
spalancati guardava a destra e a sinistra per cercare aiuto.
“Avanti signorina Granger…non è difficile come domanda…ha
risposto ad altri quesiti molto più complessi…basta che mi dica un si o un
no…”continuò Ruf, incoraggiandola a rispondere.
La voce di Hermione tremava incerta… “Bè…io --- io penso
che…”
“…Si…”
Hermione si girò verso Ron che gli stava bisbigliando la
risposta e la incoraggiava con lo sguardo a rispondere.
Lei poteva solo fidarsi di lui… “Si…” ripetè Hermione come
un automa.
“Mmmm…lei pensa che si…” ripetè lentamente Ruf mentre la
ragazza sfoggiava il suo sorriso più nervoso… “Mi sarei aspettato una risposta
un po’ più entusiastica e ampia, ma nonostante tutto è corretto quello che mi
ha detto…”
Il professore ampliò la spiegazione, mentre lentamente si
allontanava nuovamente verso la sua cattedra.
Hermione si appoggiò con la schiena alla panca, sospirando
profondamente mentre le sue guance erano diventate rosse: si girò verso Ron che
aveva un sorriso ironico in volto.
“Allora non è vero che non studi, Ronald…” bisbigliò
Hermione.
“Posso riservare anche delle sorprese Hermione,
esattamente come sai fare tu distraendoti dalla lezione…”ribattè Ron per poi
lanciare serio uno sguardo oltre l’amica, verso il banco di Harry.
Hermione si girò verso Harry, e quello che vide le strinse
il cuore.
Il suo biglietto si trovava sul banco di Harry, ridotto a
pezzettini microscopici.
****************************************
Ron a fatica riusciva a stare dietro a Hermione mentre
correvano per i corridoi per dirigersi verso la Sala Comune dei Grifondoro,
verso la quale era diretto Harry che, al suono della campanella, fu il primo ad
uscire dall’aula, incamminandosi a passo spedito per sfuggire alle domande dei
suoi migliori amici.
Col fiatone, arrivarono davanti alla Signora Grassa…
“Vernum Flos!” cercò di dire Hermione, mentre Ron col
fiatone si era appoggiato pesantemente con la schiena al muro.
La Signora Grassa alzò gli occhi al cielo… “Ma insomma,
che vi prende oggi ragazzi miei! Silente ha indetto una maratona all’interno di
Hogwarts?”
Questa volta fu la volta di Ron ad alzare gli occhi al
cielo… “Non è spiritosa, Signora…”
La donna sbuffò… “Va bene lo ammetto questa non era un
granché…ma che ci posso fare se anche prima un vostro collega Grifondoro è
arrivato col fiatone e a malapena riusciva a dire la parola d’ordine!?”
“Harry!” disse Hermione quasi strozzandosi.
“Si, credo proprio fosse quell’Harry…” finì la Signora
Grassa mentre delineava il contorno del suo mento con due dita.
“Allora! Abbiamo detto Vernum Flos!” si spazientì
Hermione.
La donna si indignò…“Questi baldi giovani! Sempre più
maleducati col passare delle generazioni! E poi le fanciulle sono davvero delle
pestifere…” commentò aspra, mentre lentamente lasciava intravedere il passaggio
alla Torre dei Grifondoro.
“Forza Ron!” lo incitò Hermione che si intrufolò senza
neppure aspettare che il passaggio fosse completamente aperto.
Quando entrarono, si trovarono di fronte a una Ginny
sorridente che stava bloccando il passaggio per il Dormitorio Maschile ad un
Harry un po’ meno entusiasta.
Ginny vide Hermione e Ron rossi in viso, quasi sconvolti…
“Ma chi si vede!” disse con voce allusiva.
Harry deglutì, poi si girò.
Accidenti!E adesso come faccio a parlargli?
“Ve l’ho fermato io il fuggitivo…”
“Grazie sorellina…” rispose Ron sollevato.
Ginnyalzò gli
occhi al cielo, lamentandosi…“Smettila di chiamarmi sorellina, Ronald…”
“Scusami Ginny…”
“Figurati Ronny…” ribattè con lo stesso tono canzonatorio
del fratello, poi si rivolse a Hermione, questa volta in tono più serio…“Herm
io sono nel cortile, se hai bisogno di me…ci vediamo ragazzi…”
Hermione annuì, sorridendole leggermente quando le passò
accanto.
Il quadro si richiuse dietro Ginny, lasciando soli i tre
amici.
Harry, in trappola, non faceva altro che guardare
nervosamente la punta dei suoi piedi, mentre con la mente stava cercando di
trovare una soluzione che potesse farlo uscire da quella situazione in cui per
nulla al mondo avrebbe voluto trovarsi.
Non voleva affrontare i suoi due migliori amici, non in
quel momento e soprattutto non per dirgli delle cattiverie non sentite.
E quel silenzio teso che regnava sovrano nella stanza
stava soffocando tutti e tre.
“Harry…”
Il ragazzo alzò la testa di scatto, nervoso e con la voce
alterata…“Cosa c’è!? Devo prepararmi a qualche ramanzina per caso?!”
Hermione rimase interdetta e ferita nel riconoscere in lui
lo stesso tono con cui il giorno prima l’aveva attaccata…“Noi… bè si…come
stai?”
Harry rise ironico“Mai stato meglio, grazie Hermione”
Ron sbuffò irritato…“Oh ragazzi…stare con Madama Chips ti
ha inasprito il carattere…”
Harry colse al volo quella punzecchiatura…forse fingere di
voler litigare con Ron era più semplice che provare a insultare Hermione faccia
a faccia… “Non cercare di fare il simpatico Ron…”
“E tu non usare quel tono con me e con Hermione…” ribattè
Ron, il corpo teso e gli occhi chiusi a fessura, tesi e quasi minacciosi.
Hermione, insicura e intimidita, provò ad
intromettersi…“Perché sei fuggito…prima, subito dopo la fine della lezione di
Ruf…perché non ci hai aspettato?”
Ecco…e adesso cosa dico?Non posso dirle “Non avevo
voglia di stare con voi”…sarebbe troppo pesante…non riuscirei mai a dirglielo…
“Non avevo voglia di stare con voi.” le parole uscirono
dalla bocca di Harry dure e aspre, quasi senza accorgersene; Harry si faceva
paura da solo, non credeva di poter essere così cattivo e duro.
Ron sembrava irrigidirsi nella sua posizione ogni secondo
che passava, sempre di più, mentre Hermione sembrava disorientata, non riusciva
a riordinare le cose, sentiva che tutto stava sfuggendo dal suo controllo.
“Non può…non può essere…non --- non ricominciare a
trattarmi come l’altro giorno, Harry…” la voce della ragazza tremava di rabbia.
“Ma mi dite perché non mi lasciate in pace?” questa volta
Harry scoppiò letteralmente: urlò quella frase, e questo disgustò anche lui.
Ron ormai non riusciva più a tollerare quell’atteggiamento
arrogante dell’amico, così rispose agitato “Perché siamo i tuoi migliori amici
forse, Harry? Perché siamo arrivati insieme fino a questo punto superandone
tante insieme e non siamo disposti a mollare proprio ora?”
“Vedi Harry…è la stessa cosa che ti ho detto io…non sei
solo” disse Hermione, cercando di usare un tono più pacato e tranquillo
rispetto a quello aggressivo di Ron.
Ormai Harry andava avanti a testa bassa, non voleva
tornare indietro.
Questa volta non voleva essere debole come il giorno prima.
“Hai ragione, perché se fossi solo sarebbe tutto più
facile…” disse Harry convinto, consapevole che ormai non poteva più tirarsi
indietro.
Ebbe timore quando vide Ron avanzare lentamente verso di
lui, lo sguardo strano, disorientato e allo stesso tempo aggressivo… “Ehi
amico, se ci vuoi fuori dai piedi, basta che ce lo dici…”
Hermione spalancò gli occhi allibita, poi si precipitò
verso Ron strattonandolo per la manica della divisa…“Ronald! Ma cosa diavolo
dici!?…”
“Hermione smettila adesso! Apri gli occhi, accidenti!” il
ragazzo urlò tutta la sua rabbia verso l’amica, girandosi di scatto…“ Io non
voglio stare con qualcuno che mi tratta come se fossi un peso, che cambia
atteggiamento da un momento all’altro, che mi tratta come se fossi qualcosa di
passato ormai da buttare perché non servo più…e neanche tu dovresti…”
Harry stava ottenendo quello che voleva, eppure più andava
avanti più il suo cuore si rimpiccioliva, si contorceva e un nodo alla gola
quasi disperato lottava per uscire e sopraffare quel tono da sbruffone e
impertinente che magistralmente riusciva a portare in scena…“Incredibile…per
una volta Ron hai centrato la questione…non l’avrei mai detto considerando il
tuo quoziente intellettivo…”
A quelle parole, Ron si pietrificò e Hermione si portò incredula
le mani alla bocca.
Harry cercava di non incrociare lo sguardo dell’amica;
sapeva che questo gli poteva costare la sua sceneggiata, e lui non voleva
questo, non ora che si era spinto ormai verso un punto di non ritorno.
Ron sorrise leggermente, amareggiato, poi lento si voltò a
fatica verso Harry… “Quanto adoro questo tuo atteggiamento da super eroe,
Harry…la parte del super eroe che si sacrifica per gli altri è quella che ti
riesce meglio…”
“Invece tu sei sempre bravo a fare la parte dello stupido…ah
dimenticavo…ti riesce così bene perché lo sei, punto e basta…”
“BASTA!” la voce acuta di Hermione quasi riecheggiò nella
stanza vuota facendoli zittire, mentre lei si pose in mezzo a loro due,
sconvolta e arrabbiata…“Ma io dico…vi sentite mentre parlate?Sentite quello che
vi state dicendo?Siete completamente impazziti…”
Ron le rispose subito, Harry era troppo impegnato a non
incrociarsi col suo sguardo severo per poter elaborare una risposta adeguata,
abbastanza cattiva… “No Hermione, quello impazzito qua di certo è lui, è
Harry…non sono stato io a trattarti in quel modo l’altro giorno…”
“Ma bravo! Arriva Ronald Weasley, il paladino della
giustizia…”
“HARRY SMETTILA!Ma che accidenti ti è successo per essere
così arrogante? Perché ti comporti così…”
“Semplice…” saltò su nuovamente Ron, le cui orecchie erano
diventate rosso fuoco… “…perché lui è così…un voltafaccia…uno che tradisce gli
amici…che prende tutto da loro poi quando si sente grande, importante e forte
abbastanza li lascia per la strada, anche quando loro hanno dato tutto per
lui…”
Quelle parole fecero centro nell’orgoglio di Harry…
Ron ha ragione per la miseria….io sono davvero così…
Però se solo sapesse…se sapesse quanto c’è dietro a
tutto questo…
“Nessuno te lo ha chiesto di diventare mio amico, Ron! Non
ti ho chiesto io di metterti a sedere vicino a me quel giorno sul treno e di
iniziare a parlarmi!”
“Bravo…nasconditi dietro un dito Harry!Sei un voltafaccia
sleale e ridicolo…”
I due ormai davano rilevanza alle loro parole
avvicinandosi sempre di più l’uno all’altro, urlandosi in faccia quasi
sconvolti.
Hermione in disparte, osservava disperata i suoi migliori
amici trattarsi come i peggiori dei nemici, attaccandosi così violentemente
come mai credeva fosse possibile fra di loro.
Si sentiva persa, non sapeva più che fare se non
nuovamente mettersi in mezzo e urlare con tutte le sue forze…“Adesso basta!, vi
prego!Noi siamo amici, su questo non si discute…non si possono buttare via in
questo modo 7anni, neppure con questo tuo…improvviso e…innaturale modo di fare,
Harry…”
Ron e Harry si allontanarono, il primo con il viso alto e
quasi fiero, Harry con il viso fisso su Hermione, completante perso nella sua
rabbia che non era altro che disperazione, anche se nessuno poteva capirlo.
Hermione si affiancò a Ron, poi con voce tremante
continuò…“Io…veramente Harry…non so cosa ti sia capitato, davvero. E’ tutto
così strano…ma io…si…io credo ancora in te…”
Di fianco a lei, Ron rise e sbuffò…“Andiamo Herm…per
favore!…”
“No Ronald!Che razza di atteggiamento è questo?Siamo stati
messi alla prova da problemi molto più grandi di questi e li abbiamo risolti…ma
tutti insieme, capito Harry? Tutti insieme. Io, te e Ron, e non posso pensare
che questo tuo repentino cambiamento sia qualcosa di reale, perché non sei tu”
Con un gesto automatico, Harry abbassò lo sguardo a terra,
senza sapere più dove aggrapparsi.
Smettila Herm, ti prego! Così rendi tutto più
difficile…
“Possibile che sia tanto difficile da capire?Voglio stare
da solo, punto e basta. Senza perché, senza motivi…sono stanco”
“Di cosa saresti stanco, di grazia?” nuovamente il tono
sarcastico di Ron intervenne a far riaffiorare un po’ di quella sincera rabbia
che Harry conservava dentro di sé.
“Sono stanco di tutto questo, accidenti!Sono stanco di
voi!” disse, calcando pesantemente le ultime parole.
A quel punto, anche l’espressione di Ron cambiò, assumendo
quella di una persona ferita, tradita e incredula.
Harry continuò, consapevole ormai di essere arrivato
all’ultimo e pietoso atto di quella patetica commedia…ora si sarebbe dovuto
impegnare al massimo per dire una bugia più grande dell’altra.
“Sono stanco di te, Ron…con i tuoi comportamenti
infantili, gelosi e irritanti, della tua stupidità e della tua sensibilità pari
a un granello di polvere…e mi sono stancato di te, Hermione. Sempre così
soffocante, oppressiva, rigida, ottusa…”
Devo allontanarla assolutamente da me…deve stare
lontana da me…mi deve odiare…
Per quello che disse dopo, Harry non osò guardarla in
viso, così si girò verso la finestra, torturandosi le mani e chiudendo stretto
gli occhi…“Non oso pensare a cosa poteva succedere se ci fossimo messi assieme…
sarebbe stato un vero e proprio sbaglio, una tortura…L’errore più grande della
mia vita”
L’aveva detto.
Aveva proprio detto L’errore più grande della mia vita…
Un silenzio di tomba regnò nella Sala, e Harry non osava
girarsi per paura di vedere il viso della sua Hermione, ferita da quelle
cattiverie che così gratuitamente le stava dando, a lei e a Ron.
Hermione credette di morire.
Chiuse gli occhi lentamente, cercando di controllare
quelle lacrime che volevano uscire, mentre quel suono rimbombava nella sua
testa, così inverosimile.
Inverosimile ma vero.
Detto da Harry, davanti a lei, senza nessuna incertezza o
ripensamento, serio e spietato.
L’aveva uccisa.
“Potter non credi di aver davvero esagerato stavolta?”
Fu Ron a interrompere tremante quel silenzio, anche lui
ormai dubbioso di aver davanti il vero Harry, il suo migliore amico.
“Lascia stare Ron…lascia stare”
Le deboli e tremanti parole della ragazza fecero
sussultare Harry che ancora era girato verso la finestra.
Una fitta al cuore lo trapassò quando vide gli occhi di
Hermione lucidi, mentre le sue mani tremavano.
“Ti prego non…non metterti a piangere…” quella volta non
c’era cattiveria nelle parole del ragazzo; quella era un semplice supplica,
mentre il suo cuore come quello di Hermione tremava e si stava spezzando.
Hermione cercò di controllarsi, e questa volta cercò di
far prevalere il suo carattere orgoglioso e forte.
Iniziò a parlare lentamente, scandendo le parole e
fissando Harry negli occhi…“Non sto piangendo Harry, non preoccuparti. Non ti
sarò di peso. Non voglio essere una tortura per te, un’ oppressione e tantomeno
un errore di cui pentirti.Dopo tutte
le cose che abbiamo fatto per te, dopo tutto quello che abbiamo passato
insieme…credevo di conoscerti, invece a quanto pare sai riservarmi delle
sorprese Harry. E io…insomma… non capisco. Perché?…ti sembra tanto difficile
come domanda?”
Harry abbassò gli occhi, torturandosi le mani per evitare
di piangere lacrime di rabbia.
Lasciò umilmente che Hermione continuasse questa volta con
più enfasi… “Abbiamo cercato di darti tutto…tutto quello che potevamo, tutta la
nostra lealtà, appoggio, affetto e amicizia…e amore… e ora tu ci volti le
spalle?Ora ci abbandoni come oggetti che non ti servono più, come un vecchio
maglione bucato e vecchio che ormai ti sta stretto? Questo non puoi essere te,
non puoi! Io non ho riposto la mia fiducia in una persona del genere, ne sono
certa!Dammi solo una ragione valida e spariremo dalla tua vista…ma devi
darcela…DEVI Harry! Ce lo devi almeno un pò di rispetto non credi?”
“Fate come se non mi aveste mai conosciuto. Mai.”
Harry voltò le spalle agli amici; non avrebbe sopportato
quella conversazione un minuto di più.
Iniziò a dirigersi silenziosamente verso il Dormitorio,
quando la voce di Ron lo fermò a metà via… “Quindi, questa è la fine del Trio
di Hogwarts? La fine della nostra amicizia…è così Harry?”
Harry respirò profondamente, poi senza girarsi disse d’un
fiato “Sì. D’ora in poi tutto sarà come se niente fosse successo. E stavolta
non si torna indietro”
Poi Harry sparì nella spirale delle scale, lasciando
Hermione e Ron soli, confusi e spaesati.
Nello stesso momento una lacrima scese lenta e sofferente
dagli occhi di ognuno dei membri dell’ex Trio di Hogwarts.
**********************************
Lo so.
Sono in
ritardo, di nuovo.
In
ritardassimo.
Spero mi
perdonerete, ma davvero il tempo a mia disposizione per fare ciò che più mi
piace praticamente non esiste.
Da quando è
iniziata di nuovo la scuola, trovare il tempo per me è molto difficile.
Oltretutto
sono impegnatissima con i compiti, danza, gli esami di computer, il giornalino
della scuola e, quando trovo tempo libero, non posso far altro che sfruttarlo
per andare avanti con i compiti che mi assalgono.
E’ quello che
si dice un periodo orribile, dove quando riesci a trovare un po’ di pace per te
stessa non desideri altro che stare a letto a dormire fino a mezzogiorno; di
quei periodi che, per stare tranquilla e rilassarti spesso rinunci ai sabato
sera in discoteca con gli amici.
E i miei
sabato sera li ho passati per la maggior parte a scrivere la storia.
E così sono
qui, con ritardo ma comunque sono qui.
Ribadisco
quello che già ho detto, questa storia è troppo importante per me e non
l’abbandonerò mai fintanto che non è finita.
Sono di
parola, non preoccupatevi: vedrete la fine di questa storia.
Vi ringrazio
tantissimo per la vostra pazienza e per ivostri incoraggiamenti, che per me sono davvero importanti.
Spero che la
storia continui a piacervi nonostante il tempo che ci metto per aggiornarla.
Intanto vi
ringrazio per i tantissimi commenti che mi lasciate ad ogni capitolo.
Grazie di
tutto.
E il prossimo
capitolo arriverà.
Il capitano
non abbandona la nave!;)
Caska=
Grazie mille per il tuo commento. Spero che continuerò a non deluderti! Che ne
pensi di questo capitolo? Spero di risentirti in una recensione. Bacioni
Nirvana=
che storia sarebbe se tutto si risolve in mezzo capitolo? Lo so li faccio
soffrire tanto, ma delle volte è necessario: Harry deve capire ancora un bel
po’ di cosette! Bacioni ( e grazie per aver definito la mia storia “la più
stupenda” ^___^ )
Emma=ciao!!!! la tua recensione come sempre mi ha fatto un
piacere unico, grazie mille ^__^ Sono contenta che tu riesca a sentire le
emozioni che provo anche io mentre scrivo i capitoli, questo vuol dire che sto
raggiungendo il mio intento ed è uno dei più bei complimenti che io possa
ricevere! Spero l’attesa sia valsa la pena per questo capitolo. Fammi sapere mi
raccomando! Baci Baci…e ricordati che non mi potrai mai annoiare con le tue
recensioni!
Hermione75=
lo so che insieme sono più forti di Voldemort, ma si sa anche che i ragazzi
alle volte hanno la testa dura e adorano sbattere contro un muro senza vederlo!
Harry deve capire molte cose ancora, e questo è l’unico modo in cui puoi
arrivarci. Spero il capitolo ti sia piaciuto. Bacionissimi!
Marco= innanzitutto
grazie mille della mail…e so anche che mi sono fatta attendere un pò, ma spero
mi perdonerai. Che ne pensi di questo capitolo? Spero di non stare banalizzando
il fatto che Harry voglia allontanarli da lui…le cose sono un po’ più difficili
di quelle che forse sembrava nel capitolo precedente…boh!? Fammi sapere mi
raccomando! Bacioni.
Kia85= ho
fatto penare il seguito eh? Le cose si complicano in questo capitolo, però
chissà…vedremo! ^____^ Intanto tu prosegui con la tua storia…anche se non ho
molto tempo per recensirti la seguo comunque! Baci!
Alessia=
E’ da un po’ che non ci si sente eh? Alla fine ce l’ho fatta a sfornare il
capitolo!! XD Spero ti piaccia…e spero anche di sentirti presto! Bacioni
Lily=
davvero era il tuo compleanno? *__* Auguroni allora (anche se molto in ritardo
^^” )grazie per la tua recensione…mi
fanno davvero molto piacere! Spero di sentire cosa ne pensi anche di questo
capitolo… Bacionissimi!
Vania= ti
ringrazio ancora per i tuoi commenti…mi lusinga essere paragonata alla mitica
JKR! Anche questo capitolo è stato tanto aspettato, però spero comunque ti
piaccia…e come ho già detto, il capitano non abbandona mai la sua nave!
Bacioni.
Mena= spero
di non averti fatto mangiare anche le mani nel frattempo! XD E’ passato un bel
po’ dal capitolo precedente, ma spero comunque di sentire una tua recensione!
Baci Baci
Koda= no
comment! Dai, mi sono stancata di ripetere continuamente le stesse cose che ti
dico da 18capitoli nelle recensioni e anche durante le nostre chiacchierate!!
^___^Comunque i righi colorati per te
ci saranno sempre…grazie per avermi spronata durante questi due mesi per
riuscire a non cedere alla “conclusione ovvia e banale” . Sei una persona
davvero preziosa. Ci sentiamo presto!Bacioni enormissimi!
Anonima=
aggiornamento fatto! Anche se in ritardo… ^^” Che ne pensi del capitolo?
Loveman= che
bello un nuovo lettore! E’ bello vedere che nonostante siano passati tanti
capitoli ci sono ancora nuove persone che scoprono la mia storia e
recensiscono! Che dire, grazie mille per la recensione, e sicuramente sarò
contenta per le altre che mi farai! ^___^ Aspetto la tua prossima recensione!
Bacioni
Herm88=
sono contenta che la mia ffiction sia la tua preferita…che ne pensi di questo
capitolo? Aspetto la recensione! Baci
Gima= non
ti preoccupare, mantengo sempre le promesse! Che ne pensi di questo capitolo?
Ayashi=
ecco qua il seguito della storia, spero di metterci meno di due mesi per
scrivere il prossimo capitolo! XD Grazie! Bacioni