Una causa persa

di ClosingEyes_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ma chi me lo ha fatto fare? ***
Capitolo 2: *** Al sapore di Tabacco ***
Capitolo 3: *** Il gelo di Parigi ***
Capitolo 4: *** La principessa di qualcuno ***
Capitolo 5: *** Che stress! ***
Capitolo 6: *** A cuore aperto ***
Capitolo 7: *** Perdonare ***
Capitolo 8: *** Ultima sera a Paris! ***
Capitolo 9: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 10: *** Ancora una notte ***
Capitolo 11: *** Ciò di cui ho bisogno. ***
Capitolo 12: *** Per me stessa. ***
Capitolo 13: *** Se fosse così? ***
Capitolo 14: *** AVVISO ***
Capitolo 15: *** Voglia di fragole ***
Capitolo 16: *** Da sempre. ***
Capitolo 17: *** Prigioniera della mia stessa libertà ***
Capitolo 18: *** Famiglia. ***
Capitolo 19: *** C'è sempre un giorno migliore ***
Capitolo 20: *** Un abito in più. ***
Capitolo 21: *** Due neospose incinte sono peggio di una ***
Capitolo 22: *** Mi rivedo in te. ***
Capitolo 23: *** Per altri per sempre, Sesshomaru ***



Capitolo 1
*** Ma chi me lo ha fatto fare? ***


Io avvocato, lui avvocato.

Troppe volte me lo ero ritrovato come avversario e tante volte ancora l’avevo distrutto davanti ai giurati, eppure non mi odiava ,ero io ad odiare lui.

Io di fama mondiale, lui altrettanto.

Fascino con le donne? Forse troppo, abbindolava anche il giudice se era una donna, spesso le sue cause andavano bene solo per questo.

Classico fidanzato pieno di soldi che tutte le ragazze vorrebbero al loro fianco solo per prosciugargli il patrimonio di famiglia fino al'ultimo centesimo.

Solo una cosa mi lasciava perplessa, era un demone.

Allora lavoravamo nello stesso studio di avvocati, che bei ricordi: mi soffiava da sotto il naso i casi migliori, quelli più impegnativi, e mi lasciava i casi semplici pur di dimostrare a tutti che ero solo una principiante, quanto lo odiavo.

Decisi allora di andarmene, non potevo sprecare i miei anni di laurea così: andai a lavorare nello studio di mio padre, anche lui famoso in tutto il mondo.

Su 10 casi ne risolveva 10, era un nuovo “Cicerone”, io invece ero conosciuta come la figlia di Himoto Setzuna, non come Rin Setzuna.

Speravo tanto che lavorando con lui non avessi più rivisto Sesshomaru, ma si sa che in tribunale nulla era certo.

Il tribunale, dove la legge è uguale per tutti, dove bastava il tocco del martellino in legno del giudice a far zittire un'aula intera, dove i giurati sceglievano la tua sorte e non potevi fare nulla che affidarti a qualche divinità.

Mi ricordavo benissimo una causa di molto temp fa: la mia cliente era stata investita da questo signore abbastanza danaroso.

Non voleva pagare i danni e fece di tutto pur di smentire che fosse stato lui e ovviamente a chi mai poteva affidarsi, se non a qualcuno forte o, quasi, come lui.

Capelli argentei, camicia bianca abbastanza aderente, cravatta nera sistemata perfettamente, giacca nera, postura eretta, pantalone nero e scarpe di Prada.

Ma certo chi mai poteva essere se non Sesshomaru.

Quella causa fu ardua da vincere, infatti si arrivò ad un pareggio, non era bastato quello che ho fatto perchè a quanto pare qualcuno mi aveva dato del filo da torcere.

Ma chi me lo aveva fatto fare, di accettare quel tipo di incarico con lui, anzi come era venuto in mente a mio padre di farlo.

Bene pensò di andare in uno studio giudiziario a Parigi e , fino e qua, non c'era nulla di male , ma un piccolo dettaglio non sfuggì alle mie orecchie.

Stesso albergo, stessa stanza, stesso letto..

Dunque facendo due più due, dovevo dormire con Sesshomaru, ottimo.

Due erano le cose : o un complotto organizzato oppure il Karma mi odiava troppo.

Vidi solo la Torre Eiffel dalla finestra, i soliti alberghi di lusso scelti da mio padre che, se non spendeva i milioni, non si sentiva ricco.

Tutto questo appoggiato dal padre di Sesshomaru, Inu NoTaisho, amico/avversario di mio padre da anni.

Quindi era una cosa ereditaria a quanto pare, visto che tra me e Kagome quella che aveva fatto giurisprudenza ero io.

Kagome lavorava in banca , gestiva la parte finanziaria degli istituti di prestito, bella vita la sua.

Da quando si era fidanzata con Inuyasha, fratello di Sesshomaru e anche lui avvocato, mia sorella vestiva marche costosissime e dentro casa c'erano sempre dei fiori, stavo diventando quasi allergica.

Io di fidanzati non ne volevo sapere, troppo impegnativo e sopratutto facevo un lavoro tale che non mi permetteva di dedicarmi all'amore.

Dunque se si aspettavano che io potessi fare coppietta con quel ghiacciolo bastardo, se lo potevano scordare.

Mia madre, Sakura, era casalinga e dedicava la sua vita alla casa; morì quando avevo 16 anni e da allora mio padre ha dedicato tutto al lavoro.

Da allora io non sono stata capace di essere più felice come una volta , mia madre era la mia pietra di appoggio e potevo sempre contare su di lei.

 Mancava, anche in tribunale, quando sentivo parlare di famiglie sconquassate e di problemi di violenze dentro casa.

Mio padre era follemente innamorato di lei e adesso, ogni giorno, va a trovarla al cimitero, portandole una rosa di un colore di verso tutte le volte.

Comunque avrei fatto volentieri la contadina piuttosto che stare con Sesshomaru per una settimana intera nella stessa stanza.

-Ti penti di essere qui?- dissi

-No, sto bene lontano da tutto e tutti per una volta..-

-Ma non sei lontano da me..- dissi ancora.

-Infatti non voglio esserlo..-

Ecco, tutto era iniziato così, da quella sua frase a doppio gioco sicuro.

Cosa voleva da me?Troppo forse, mi sembrava troppo strano che non mi odiasse o, magari, non lo faceva notare.

Certo Parigi era pur sempre Parigi, ma non con lui, cioè non era il mio fidanzato perchè mai ero felice che lui sia qui con me.

-Io invece vorrei starti a chilometri di distanza e invece sono costretta a stare qui con te..- dissi.

Da avvocato mentivo abbastanza bene, ma nella mia vita normale facevo pena.

Donne al posto mio sarebbero venute volentieri a passare una settimana con Sesshomaru, a letto però.

Io invece avevo preferito il divanetto scomodo del salottino.

-Non sai mentire Rin..- disse

Fantastico, ora non potevo manco nascondere questo, stava diventando un inferno ed era solo un giorno che stavamo insieme in quell'albergo.

Una camera per pazzi era meglio.

-Perchè invece di fare Freud non fai il tuo lavoro?- dissi dandogli dei documenti.

-Perchè non scendiamo a patti o compromessi senza impegno?- disse lui.

Allora il quadro della situazione era questo: ci stava palesemete provando e io non avevo nessuna intenzione di caderci nella sua trappola, i compromessi già non erano di mio gradimento , una egual parità non era da me, ma la curiosità mi divorava il cervello, cosa c'era di male infondo ad ascoltare i suoi “compromessi”.

-Che tipo di compromessi?- dissi

Il suo sguardo si fece serio e forse anche un po soddisfatto, ma eravamo pur sempre avvocati, la soddisfazione era all'ordine del giorno.

-Io ti aiuto a risolvere in buona parte il caso Chapou e tu mi aiuterai a fare bella figura con l'avvocato Chatelier e suo figlio..- disse

Quindi ricapitolando io dovevo farmi aiutare da lui che sicuro avrebbe fatto fare tutto a me e io dovevo andare ad una probabile cena e spacciarmi per la sua ragazza.

-Non se ne parla..- dissi senza ombra di dubbio.

Sembrò non arrendersi, tanto da avvicinarsi a me con le mani in tasca, sguardo deciso e lapidario come suo solito.

-Neanche se ti porto a fare shopping e pago io?- disse con un sorrisetto.

L'unica cosa che avevo capito era stato Shopping e pago io.

Lo so, da avvocato non era certo una cosa professionale, non dovrei pensare a queste frivolezze, ma ero pur sempre a Parigi, nella favolosa Parigi e potevo fare compere non a spese mie.

Mi avrebbe sul serio portato a fare shopping , ma non avevo tempo per queste sciocchezze, avevo un caso enorme a cui pensare e che valeva milioni di euro.

-Facciamo così, io accetto ma tu devi aiutarmi sul serio con il caso Chapou.- dissi con un finto sorriso.

-Hai dubbi sulla mia parola?- disse

-Forse anche troppi..- dissi

Si, avevo sin troppi dubbi considerando che nel suo lavoro sapeva mentire abbastanza bene, ma d'altronde finalmente una cosa positiva di questo viaggio stava spuntando lentamente.

Presto avrei svaliggiato negozi interi e mio padre mi avrebbe ucciso sicuro, ma che importa, tanto paga Sesshomaru.

-Ma aspetta mi stai corrompendo!Questa è corruzione verso un avvocato, potrei farti causa!- dissi puntandogli il dito contro.

Mi guardò divertito e si passò una mano fra i capelli, maledizione quanto era bello.

Rin non pensarci nemmeno!!!

-Stai dando i numeri, andiamo ad aprire quelle pratiche va..- disse

Mi appoggiò una mano sulla schiena e lentamente mi spinse verso lo studio, pronto a subirsi una giornata lavorativa.

Mi sarei scostata volentieri dal suo tocco per motivi professionali, ma in quel momento forse, non ero in me, ma stava di fatto che proprio quella mano non mi dispiaceva affatto.

Il lavoro prima di tutto Rin, il lavoro...

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi quiii!

Mentre incomicio una storia ecco che ne faccio sbucare un'altra!

Sono la solita :P

Allora buonasera a tutte innanzitutto.

Questa storia è stata ispirata in alcuni punti alla serie “ Non dirlo al mio Capo”, di Vanessa Incontrada..

Comunque tornando alla storia, beh direi che stavolta c'è una causa fra i due amanti, ma a quanto pare sarà più difficile del solito far evolvere questo amore considerato che Rin non ne vuole sapere un piffero di fidanzamento.

Speriamo bene, incrocio le dita e spero che vi piaccia!

Intanto l'altra è Work in Progress ( per chi non lo sapesse giustamente , l'altra storia si intitola “ Il Filo del Tempo”).

Aspetto i vostri commenti!

 

 

Alla prossima!

Bacioni a tutte!

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Capitolo 2
*** Al sapore di Tabacco ***


L'imputato in questione è accusato di infrazione nei confronti dello Stato e...

Ancora un'altra parole e il mio cervello sarebbe andato in fumo.

Dunque, su una causa da un milione di euro, dovevamo difendere un criminale che ha mancato d'obbligo ai suoi doveri imprenditoriali senza contabilizzare il bilancio.

Ottimo, non sapevo se era meglio chiudere la pratica e andare a dormire oppure continuare a leggere quel mattone di fogli contenenti chissà quante altre accuse riguardanti Chapou.

Sesshomaru sapeva gestirsi bene la causa, per lui non era difficile occuparsi di questi casi, considerando che ha sempre avuto clienti danarosi e particolari, quindi poteva benissimo finire quella pratica in meno di 5 secondi.

Non potevo dargliela vinta, ne avvaleva del mio orgoglio.

Ogni tanto fra un bilancio ed un altro lo osservavo: era decisamente concentrato e curava la sua scrittura in ogni dettaglio, i suoi capelli erano legati con un codino alto e qualche ciocca sfuggiva a quella legatura poco ferrea, contornandogli il viso delicatamente.

La penna scivolava leggera sul foglio e le curve dell'inchiostro erano talmente perfette che neanche un goniometro avrebbe fatto di meglio.

Riportava la penna delicatamente fra le dita, senza stringerla troppo.

La sua postura eretta faceva invidia alla mia scombinata e disastrosa e il suo sguardo immerso nella lettura di quella che potesse sembrare una pratica risolta, lo rendevano ancora più affascinante.

Portava gli occhiali ma non stonavano per nulla, i miei invece sembravano quelli di una donna anziana con le lenti da mosca.

Rin, non hai tempo per queste cose, pensa al lavoro, sei un avvocato.

Papà è stato chiaro, niente distrazioni, niente familiarità, niente confidenza.

-Rin, ti serve qualcosa?- disse Sesshomaru d'un tratto.

Un avvocato non arrossisce, un avvocato non balbetta, un avvocato mantiene la calma, un avvocato sa sempre cosa dire..

-B-beh ecco io..-

Bene, dire che ho fatto tutto quello che dovevo fare insomma.

Cosa potevo mai dirgli? Sai sei così bello che ti osserverei per ore ed ore?

Andiamo che cosa ridicola e imbarazzante.

-Dove è finito il tuo autocontrollo Rin?- disse girandosi verso di me e fissandomi.

Te lo direi volentieri dove è finito, ma non posso essere volgare.

-Io sono calmissima..- dissi arrossendo.

Sono decisamente poco convincente e sono decisamente troppo influenzabile.

Lo vidi sorridere e maledizione quanto mi piaceva, mi stava distraendo troppo e non potevo prendermi il lusso di distrarmi!

-Sei stanca vai a dormire, ci penso io..- disse sfiorandomi la spalla con la mano.

Ma che cavolo è questa confidenza, che sono sua moglie?

Mi ritrassi di scatto, stava prendendo una brutta piega la situazione e non doveva andare oltre.

-Non ho bisogno della tua comprensione, faccio da sola.- dissi distogliendo lo sguardo.

Sesshomaru non ho nulla contro di te, ma non voglio fallire, questa è la mia occasione per riscattarmi davanti a tutti e dimostrare che valgo davvero tanto.

Non voglio che le cose diventino complicate, perchè l'amore rende tutto più complicato e non voglio perdere il lavoro per questo.

Sono egoista lo so, ma ora questo è il mio obiettivo e lo manterrò tale finchè voglio.

Vidi Sesshomaru fare una smorfia di presunzione e grattarsi il capo con la penna, tornando a leggere quella pratica che tanto lo “costernava”.

Non dovrei essere così cattiva, dopotutto lui mi portava a fare shopping e pagava lui...

Maledizione!

-Senti scusami è che sono stressata..- dissi

-Tu hai paura di me?-

Ho paura di te?Forse si anche troppa, perchè io lo so come va a finire.

Ci innamoriamo perdutamente l'uno dell'altra, daremo meno peso al lavoro , vorremmo costruire una famiglia e un giorno mi ritroverò a fare la mamma e basta.

Si, ho dannatamente paura di te perchè sento qualcosa fra di noi che potrebbe diventare una storia seria, ma non voglio che accada però voglio che tu stia con me.

Che grandissimo controsenso che sono, ti voglio ma non ti voglio.

-No, va tutto bene..- mentivo.

-Da quello che sento non credo..- disse

Sai Sesshomaru, adesso ti prenderei la faccia e probabilmente ti bacerei, perchè sono troppo versatile, sono troppo difficile da capire e non capirei neanche il mio gesto, sono troppo influenzabile e tu mi influenzi troppo, ma io so che un giorno andrà tutto male, quindi meglio non cominciare neanche.

-Senti ti ho detto che va tutto bene!- dissi alzando la voce.

Ecco come sono stupida, mi sto innervosendo perchè la sua presenza mi rende nervosa, cioè mi ha sempre reso nervosa.

Se solo sapesse quante volte l'osservavo parlare in tribunale, con il suo atteggiamento spavaldo e sicuro, sapesse quante volte invece di stringergli la mano avrei tanto voluto saltargli addosso, sapesse quante volte ho sopportato gli sguardi delle segretarie che gli sbavavano dietro e tutti i complimenti ricevuti dalle belle donne.

Io a confronto?Nulla.

Mi alzai dalla sedia, dovevo allontanarmi da lui, la sua presenza mi faceva male.

Fidata sigaretta, dove sei!

Mi avvicinai alla finestra e aprendola mi accesi la sigaretta, inspirando a pieni polmoni non solo l'aria di Parigi ma anche il fumo tossico.

Ad ogni tiro era un peso in meno, ma già sapevo che una volta finita tutto mi sarebbe caduto addosso come un macigno.

Cosa mi costava infondo, lasciarmi andare solo per una notte, forse sarei stata meglio il giorno dopo o, forse, sarei stata con l'angoscia del pentimento, di aver familiarizzato troppo con il “nemico” e aver permesso di scoprire quella parte di me che non volevo far conoscere a nessuno.

-Non dovresti fumare, non ti fa bene..- disse Sesshomaru dietro di me.

Ma allora è una persecuzione.

Mi girai per rispondergli ma vidi che aveva anche lui una sigaretta fra le labbra, pronto ad accenderla.

-Beh anche tu non dovresti, ti fa male..- dissi

Vedere quella sigaretta poggiata delicatamente fra le sue labbra mi fece venire i brividi, mi eccitava così tanto da non crederci, eppure è solo una sigaretta.

Spontaneamente mi morsi il labbro, altro segno che probabilmente avrei ceduto in fretta alla sua tentazione.

-Bella Parigi eh?- disse

Certo, voleva fare conversazione, cosa c'era di male infondo?

-Bella ma credo sia più adatta alle coppiette..- dissi

-Cosa hai contro l'amore?- disse

Sapessi così tante cose che solo elencarle non basta.

-Credo sia una futile distrazione..- dissi

Alzò il sopracciglio mentre faceva un tiro e il suo sguardo sembrò leggermente sorpreso.

Si aprì delicatamente i primi bottoni della camicia, affermando che aveva caldo.

No Sesshomaru tu non hai caldo, tu vuoi farmi patire le torture dell'inferno è diverso, stai mostrando che sai resistere e io invece probabilmente no.

Infatti ho dimostrato di non riuscirci..

-Solo una notte...- dissi

-Cosa?- disse

Stai zitto Sesshomaru, che ora davvero non resisto più.

Buttai la sigaretta nel posacenere e , affermando anche io di avere caldo, sbottonai la camicetta un po più in basso del reggiseno, dando praticamente aria al mio seno.

Voleva giocare così? Bene , a giocare sono brava anche io.

Lui continuò a fumare ma mi osservava stupito e incredulo, presto avrebbe ceduto anche lui.

-Aspetta ti aiuto io..- disse.

Ma che cavolo di frase è mai questa?!

Semplice ma concisa, già sapeva cosa doveva fare.

Buttò anche lui la sigaretta e con prepotenza mi tirò a se , chiudendo la finestra e spostando le tende.

Una mano si infilò nella mia camicia e lentamente arrivò al gancetto del reggiseno, smontandolo con una sola mano, incredibile.

Con l'altra mano mi tolse tutti i bottoni e piano scendeva al pantalone.

Il mio raziocinio diceva che era sbagliato e che stavamo correndo troppo, anzi che io mi stavo lasciando andare troppo, ma qualcosa mi diceva che probabilmente oltre non saremo andati.

I suoi baci sul mio collo era uno dei tanti modi per mandarmi in extasi, una goduria . Le mie mani sfioravano il suo petto, ormai nudo, e i suoi addominali sotto le mie dita era come se stessi toccado ferro, questo fa capire che la palestra è il suo hobby preferito.

Ma la mano non andò oltre la camicia, si fermò al fondoschiena per poi risalire fino al viso, mantenendo il mio mento fra le sue dita.

-Oltre questo non voglio andare, non adesso, non sapendo che lo stai facendo solo perchè non resisti..- disse ad un centimetro dalle mie labbra

-Allora concedimi solo un bacio al sapore di tabacco..- dissi

Un bacio solo, da come promesso, al sapre di tabacco, nulla di più.

Posso dire che le sue labbra erano talmente morbide che potevo restarci attaccata per ore, ma non adesso, non in quella situazione.

Avrei dormito sul divanetto di nuovo quella notte, mi ero concessa troppo e ho fatto un gravissimo errore a cedere.

Ma infondo era solo per una notte, non sarebbe successo più.

-Buonanotte..- disse lui allontanandosi

-Buonanotte Sesshomaru..- dissi

Vidi solo la sua schiena muoversi lontano, mentre le mie labbra ancora avevano il sapore di lui.

L'aria di Parigi mi fa male, troppo...

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi quii, un altro breve capitolo fatto.

Do a piccole dosi per darvi sempre di più la curiosità di andare a leggere il seguito!

Trucchetti ehehehe

Comunque a quanto pare Rin ha ceduto ma Sesshomaru si è mantenuto, chissà come mai il nostro demone non ha portato avanti quella situazione!

 

Al prossimo capitolooo

 

Bacioni a tutte !

Aspetto i vostri commenti!

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Capitolo 3
*** Il gelo di Parigi ***


Ed era ancora buio e io non riuscivo a dormire. 
Maledizione avevo sbagliato alla grande, non dovevo lasciarmi andare con Sesshomaru , quel viaggio stava iniziando decisamente male , ancora mi chiedo da quando io sono così cedevole da non resistere.
Dovevo chiarire con Sesshomaru, si non potevo stare lì, su quel divanetto odioso, a rimarginare sui miei errori.
Ormai alzata, presi coraggio a bussare alla porta della sua stanza ma senza avere cenno di vita.
Possibile che aveva il sonno così pesante? 
Nel momento in cui mi rendo conto che non era in camera un senso di angoscia mi prese in petto.
La stanza era vuota e il letto tutto sistemato senza neanche una grinza.
Un attimo , dove sta Sesshomaru !?
Panico totale.
Un momento, perché mi sto facendo prendere dal panico ? Sarà andato in qualche "Bordello" di Parigi.
Allora perché mai sono così dannatamente gelosa? Non è il mio ragazzo!
Accendo compulsivamente tutte le luci della stanza ma niente , di lui non vi è traccia.
Eccomi,di nuovo da sola con me stessa, a girarmi intorno in una stanza vuota, senza riuscire a guardarmi allo specchio perché già sapevo che stavo piangendo .
Ma perché a me ? Cosa ho fatto per meritarmi questo , per meritarmi questa vita allo sbaraglio , forse sono stata sempre troppo dura con me stessa e con gli altri , questa era la mia punizione .
Mi sto deprimendo inutilmente , ero abituata a stare da sola, finalmente potevo dormire nel letto e rilassarmi.
Presi una sigaretta e l'accesi, vicino alla finestra, osservando fuori le luci di Parigi e il vento fresco di quel dolce inverno, anzi forse troppo freddo.
-Sono destinata a vivere così ?- mi chiesi.
Mi aspettavano una risposta da dietro ma niente, ero davvero sola.
Non mi andava proprio quella sigaretta, era inutile fumare, non mi avrebbe placato sicuro.
Buttai la sigaretta e chiusi la finestra, inspirando per l'ultima volta l'aria della mia ansia che si espandeva per la stanza.
Mi buttai sul letto e subito il suo odore mi investì le narici è una sensazione di protezione mi avvolse, come se lui fosse lì con me.
-Sesshomaru...- sussurrai.
Sul serio, chissà dove era andato.
Forse voleva più di un bacio,voleva spingersi oltre, ma aspetta lui mi ha bloccato!!
Forse non mi vuole.
Chiusi gli occhi, non era più il momento di pensarci, se fosse tornato , mi avrebbe trovato li nel letto ad aspettarlo.
Perché io ti aspetto Sesshomaru..


Un suono,due suoni,tre suoni..
Insomma mi dovevo alzare proprio.
Guardo l'ora ed erano solo le sette e mezza di mattina,chi diavolo bussa alle sette e mezza di mattina?!
Mi trascinai fuori dal letto e, ancora con gli occhi gonfi dalle lacrime della notte, andai ad aprire la porta .
-Ma chi caz...- bloccata.
Sesshomaru era davanti a me,poggiato allo stipite della porta, con un croissant al cioccolato e un cappuccino e un piccolo sorriso sulle labbra.
Avrei pianto di nuovo , oppure gli avrei urlato contro , ma nessuna delle due azioni avevano un senso : ripeto non è il mio ragazzo.
-Ciao..- dissi.
-Buongiorno,ti ho portato la colazione ..-disse.
-Ci hai messo tutta una notte per portarmela?- dissi.
Ma che cavolo dico?! Stupida che sono .
-Ho preso un'altra camera..- disse lui entrando.
Ecco lo sapevo, non vuole stare con me, si è pentito più di me di quello che ha fatto.
Meglio così comunque , penserò solo al lavoro e niente di più.
-Se ti davo così fastidio bastava dirlo..-dissi senza voltarmi.
Lui posò tutto sul tavolino di cristallo e si avvicinava a me lentamente; potevo percepire i suoi passi e le sue mani strette sui miei fianchi.
No, non poteva finire così , non ancora una volta , basta !
-No Sesshomaru no!!- dissi voltandomi.
-Non sei felice che ti ho lasciato il letto?- disse lui
-Avrei voluto dormire con te guarda!!!- dissi presa dalla rabbia .
Ma cosa dico?!Maledizione!
Sesshomaru mi guardò sorpreso e ,contro la mia volontà , mi prese in braccio ridendo.
Cosa aveva da ridere quel bastardo, non era così che doveva fare, mi stava facendo perdere il lume della ragione.
-Mettimi giù ..-dissi ridendo.
Ero poco convincente, ma mi era tornato il sorriso sulle labbra e tutto grazie a lui.
-Oggi non si lavora , stasera dobbiamo andare alla cena e io ti ho promesso di fare Shopping a mie spese...- disse.
Eravamo troppo vicini, la cosa stava riprendendo quella piega , ma probabilmente non mi sarebbe dispiaciuto .
-Mi preparo allora se mi metti giù ..- dissi .
Accolse la mia richiesta è subito corsi a prepararmi.
Davanti allo specchio vidi una nuova Rin.
Con gli occhi gonfi di lacrime ma un sorriso nel cuore, eccomi qui.
In due secondi uscì dal bagno e presi la borsa al volo, correndo verso il salottino.
Sesshomaru era seduto sulla poltroncina, con le pratiche in mano, a leggere mille scartoffie.
Mi avvicinai a lui e gli poggiai le mani sulle spalle,richiamando la sua attenzione .
Si voltò a guardarmi e rimase sorpreso. 
Mi aveva sempre visto in abiti da lavoro,mai in modo diverso.
Ha sempre visto la Rin lavorativa,la Rin rigida e forte.
Indossavo un pantalone di jeans stretto con dei tacchi non troppo alto neri, una maglietta bianca e il giubbino di pelle nero.
-Sei molto bella..-disse.
Se io ero bella, lui era perfetto.
Lo è sempre stato d'altronde , ha sempre portato camicia e pantalone classico , anche quando non lavorava, era sempre lo stesso Sesshomaru.
Io invece mostravo la vera me fuori dalle vesti d'avvocato,ero molto più libera , più rilassata .
Non esisteva nessuna corazza, ero la solita Rin.





Le strade di Parigi erano bellissime, principalmente di inverno: quell'aria secca ma gelida che mi pizzicava le guance, il profumo dei camini accesi, le luci di giorno, la neve che cadeva lentamente.
Mi strinsi al braccio di Sesshomaru e lui mi abbracciò dolcemente, scaldandomi con le sue braccia.
Era tutto così perfetto che avrei voluto fermare il tempo in quel momento e vivere a pieno quell'istante.
Entrammo in vari negozi e ne uscivo sempre con qualche busta tra vestiti e scarpe. 
Facevo portare tutto a Sesshomaru, non avevo intenzione di stancarmi .
Poi eccola, la vidi, davanti a me, in quella vetrina che mi chiamava.
-Ma quella è ..- dissi.
Esatto, quella era la borsa da lavoro di Moschino , perfetta in ogni dettaglio , in pelle nera con la M davanti.
-La vuoi?- mi chiese.
-Ma sei fuori , costa 5000 euro , non ti permettere ..- dissi tirandolo via da quella vetrina .
Costava troppo e sul serio non era il mio ragazzo da potermi comprare una borsa così costosa.
Ci fermammo in un bar molto particolare per prendere una tazza di cioccolata calda.
Vedevo lui osservarmi in modo curioso: avevo il naso rosso, le guance rosse e cercavo di fare calore con le mani.
-Perché mi guardi?- dissi
-Perché ci sta quel cameriere che ti sta fissando e mi dà fastidio ..-disse infastidito.
Non trattenni la scena e scoppiai a ridere, chissà perché gli dava fastidio .
Sta di fatto che i suoi occhi si spostarono verso il cameriere che ci portò le cioccolate, osservandolo con aria disturbata .
Mi prese la mano e la strinse dolcemente, sorridendomi.
Non sapevo se ridere o se reggere il gioco.
Quando il cameriere si allontanò  lui tolse la sua mano dalla mia, guardandosi intorno .
-Perché sei geloso ?- chiesi.
- Mi dà fastidio che guardano..- disse
-Mica solo la tua ragazza ?- dissi provocandolo
-Stai con me,nessuno deve guardarti..-disse lui girando lo sguardo.


Io non ci capisco più nulla,sul serio.
Ma cosa vuole da me?
Stupida Parigi!






Eccomi quaaaaaa
Suspanceeeee 
Ma si può sapere questi due cosa vogliono???
Eheheheh chi lo sa!
Al prossimo capitolo!
Baci baciiii

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Capitolo 4
*** La principessa di qualcuno ***


La cena, certo la famosa cena.

Mi ero dimenticata che mi toccava andare a cena con lui per fare bella figura con l'avvocato Chatelier e suo figlio.

Ero diventata non sono la sua “coinquilina” ma anche la sua accompagnatrice, che vita schifosa.

Però quella sera, quel bacio così bello, avrei tanto voluto che fosse eterno ma a quanto pare nulla di quello che chiedo si realizza.

Ma sono così infame?

-Rin a cosa pensi?- disse lui

Sapessi Sesshomaru a quante cose penso, sin troppe per il mio cervello.

Ne penso talmente tante che probabilmente adesso starei a dirtele partendo da una lista ben fatta dalla mia mente.

Probabilmente presa da tutto quello che ho da dirti andrei anche con la faccia contro ad un palo, perchè non sono mai stata capace di camminare per lunghi tratti e parlare di cose serie contemporaneamente.

Ti prego non mi guardare così, con quei occhi magnetici che mi attirano verso le tue labbra, è una semplice tortura questa.

Che ingiustizia, non è bello essere attratta così dal tuo peggior nemico/miglior amante.

E pensare che ancora non me lo sono portato a letto, chissà cosa sarà sotto le coperte, ha una buona reputazione, se non ottima.

Rin ma che vai a pensare!!!

-Rin stai attenta..- disse

Ma che cavolo dico, a letto , io e lui? Ma mi sono bevuta il cervello per caso?

Andare a letto con Sesshomaru? Ma per favore potevo stare anche da sola!

Non ci avrei mai dormito con lui, figurati farci qualcos altro.

-Rin!- disse lui ancora.

Sono un grandissima stupida a pensare che io possa avere qualche possibilità con lui ma, ancora peggio, pensare che io possa andarci a letto!

Un momento perchè mi sta tirando il braccio!?

-Dico ma sei impazzita?Ma a cosa pensi mentre cammini?!- disse Sesshomaru infuriato.

Solo in quel momento mi accorsi che ero quasi in mezzo alla strada e che probabilmente se non fosse stato per lui sarei finita sotto ad una macchina.

L'ho detto che due cose insieme non le so fare.

-Scusami ero talmente sovrappensiero che non ho guardato il semaforo..- dissi.

-Stupida!Ora dobbiamo attraversare, muoviti.- disse senza lasciarmi il braccio.

Ma che insolente!

Mica sono una bambina che ho bisogno dell'accompagnatore?

Forse si, me lo merito, dopotutto stavo finendo sotto ad una macchina.

Entrati in Hotel, mi accompagnò alla porta della mia stanza, lasciando solo un silenzio assordante fra quelle quattro mura del corridoio.

-Bene allora alle otto pronta..- disse voltandosi.

-A-aspetta..- dissi allungando la mano.

Sembrò avermi sentito e si voltò, cavolo adesso che mi invento?

-Perchè ti sei preso un'altra camera?- dissi.

-Perchè così avresi dormito sul letto e non su quel divanetto..- disse lui.

-Ma..- dissi.

-Hai altro?- disse lui spazientito.

Ma tu guarda che arrogante! No Sesshomaru, puoi andare anche a quel paese adesso!

-No, ci vediamo dopo!- dissi aprendo la porta e chiudendola alle spalle.

Ma tu guarda, non solo mi preoccupo per lui che resta solo, ma ha anche la faccia tosta di essere arrogante nei miei confronti, non ha capito nulla.

Demone dei miei stivali!

Anzi forse meglio dire Demone dei miei tacchi!

Dovevo sistemare tutte quelle cose comprate, avevo decisamente esagerato, ma dopotutto ha pagato Sesshomaru di cosa mi preoccupo.

Un vestito per la sera, tre camicie, tre pantaloni,cinque paia di scarpe e una borsa da cinquemila euro.

Aspetta, cosa?!

E questa come ci è finita qua? Era in vetrina e...

SESSHOMARU!!!

Avevo detto di no maledizione, quando l'ha comprata quel bastardo!

Era bellissima però, uno spettacolo coi i fiocchi, era un incanto!

No Rin, adesso gli chiedi delle spiegazioni!

Esco dalla stanza in modo abbastanza furioso, aveva già speso come minimo duemila euro per le mie compere, adesso voleva fare il galantuomo con la borsetta?

Beh ci è riuscito.

Bussai alla sua porta compulsivamente, chiamandolo più di una volta.

-Sesshomaru apri questa porta, muoviti!-

Non l'avessi mai fatto.

Una sola parola: paonazza.

Era a petto nudo davanti a me, con un solo aciugamano in vita e i capelli bagnati che aderivano alla pelle.

Il profumo di menta mi inondò le narici, stavo quasi per svenire a quella visione, oppure probabilmente gli sarei saltata addosso.

Maledizione Rin contieniti per favore.

-Rin che cavolo ti prende?- disse mettendosi una mano fra i capelli.

Ti prego smettila, smettila!

-Ehm.. b-beh ecc-ecco io..- dissi balbettando.

Ecco fregata alla grande, adesso si è capito tutto.

-Te lo ripeto un'altra volta, che cavolo ti prende?- disse

Si poggiò allo stipite della porta con un braccio e la sua voce, da sorpresa, diventò calda e suadente.

Bastardo!

-B-beh innanzitutto potresti rivestirti?- dissi rossa in volto.

-Stavo facendo la doccia ..- disse strafottente.

Certo lo vedo che stavi facendo la doccia idiota, ma potevi darti un contegno!

-Ho visto che mi hai preso la borsetta, non dovevi farlo...- dissi

-Rin..-

-Non dovevi sentirti obbligato a farlo, non sono la tua ragazza..-

-Rin...-

-Ed è bellissima , la adoro sul serio..-

-Rin sta zitta...- disse.

Quando alzai gli occhi era ad un centimetro dalle mie labbra e mi guardava come se fossi una delle sue migliori prede da mangiare.

Allora due sono le cose : o mi bacia lui o lo faccio io.

Al diavolo il galateo!!

Presi il suo volto fra le mani e lo baciai, era tutto il giorno che volevo fare una cosa del genere ma non potevo mai ammetterlo.

Sentì le sue mani prendermi i fianchi e spingermi contro di lui, facendo aderire il mio corpo al suo.

Ero decisamente in uno stato di extasi totale, non capivo più nulla.

-Vuoi fare la doccia con me ?- disse sussurando.

Si, si e ancora si.

Un momento che sto dicendo, no!

-No, ti basta questo come ringraziamento, ci vediamo dopo..- dissi staccandomi.

-Tu dici?- disse.

-Si direi che basta e poi quando qualcuno o QUALCUNA ti bussa alla porta, cerca di coprirti al meglio!- dissi allontanandomi.

Non percepì risposta se non un piccolo sogghigno provenire dalla sua direzione, ma non mi voltai, non dovevo dargliela vinta.

Quando mi chiusi la porta dietro alle spalle, scivolai lungo di essa fino ad appoggiarmi a terra e , con le dita, mi sfiorai le labbra ancora umide.

Il suo sapore era ovunque, potevo percepire il suo odore per tutta la stanza.

Ormai credo che questo sia un caso “perso”.

Già, ho perso, di nuovo.

Basta Rin, ora una bella doccia e via!

Mi spogliai delicatamente, pensando al nostro primo bacio, quando le sue mani mi passarono dietro alla schiena, abbassandomi dolcemente la camicia e slacciandomi con una sola mano il reggiseno.

Che goduria..

Ma che sto facendo, adesso anche sogni erotici?Ma a che punto sono arrivata!

Riprenditi Rin!

Mi buttai sotto la doccia, scacciando ogni tipo ti pensiero erotico dalla mia testa, non era proprio il momento di farli, dopo quello che era successo oggi.

L'acqua calda sembrò rilassarmi del tutto, ne avevo proprio bisogno!

Mi avvolsi un asciugamano intorno al corpo e uscì dal bagno, ora dovevo solo asciugarmi i capelli, truccarmi e vestirmi.

Cose da poco eh?

Osservai il vestito che mi aveva fatto comprare Sesshomaru a tutti i costi : lungo fino ai piedi, bordeux, con lo scollo a barca, maniche a tre quarti, aderente peggio di arrotolarsi la pellicola al corpo e un paio di scarpe , per fortuna non troppo alte, nere.

Un fermaglio con un fiore di loto d'argento e ci mancava solo il trucco d'oro.

Sbuffai, pensando che per una sera dovessi essere una principessina e non la solita Rin da abiti casual, ma era comunque una bella sensazione poter essere , per una volta nella vita, la principessa di qualcuno.

Quindi Sesshomaru era il mio principe per una sera, ci stava tutto!

Asciugati i capelli, incomiciai a mettere quel vestito chilometrico che , secondo Sesshomaru, era bellissimo.

Effettivamente male non stava , anzi era proprio perfetto.

Sembravo quasi una modella, il fisico dopotutto non mi mancava.

Ma perchè mi faccio tutti questi complimenti stasera?

Erano le sette, avevo ancora un'ora per prepararmi, quindi era il momento di truccarsi.

Non volevo fare la maschera di Carnevale, quindi giusto un po di eyeliner, mascara e rossetto dello stesso colore del vestito, andava bene così.

Non amavo molto i gioielli, a meno che non fossero anelli ovvio, ma per il resto preferivo non indossare nulla.

Nel momento in cui stavo raccogliendo i capelli per mettere il fermaglio, bussò qualcuno alla porta.

Ma chi mai poteva essere se non Sesshomaru?

Guardai l'orologio e si erano fatte le otto meno dieci, cavolo era tardi!

Mi infilai le scarpe e andai ad aprire.

Altro piccolo svenimento.

Sesshomaru era perfetto in ogni suo dettaglio, a partire da quella bellissima camicia che gli stava d'incanto fino ad arrivare ai pantaloni classici neri.

Un cavaliere nel vero senso della parola.

-Ciao Rin, posso?- disse.

Non hai notato niente Sesshomaru? Ho praticamente spalancato la porta affinchè mi vedessi sai?

-Si entra..- dissi facendolo accomodare.

Solo quando chiusi la porta sentì due occhi perforarmi la schiena, nel senso metaforico ovviamente.

Mi stava guardando, anzi credo che mi stava proprio fissando con qualche sguardo da maniaco sessuale.

Non appena mi voltai, lo sguardo che avevo immaginato era un incubo non che molto lontano, poiché i suoi occhi erano stranamente ammaliati dalla mia figura e vidi sulle sue labbra inarcarsi uno strano sorriso come se fosse compiaciuto.

Quando Sesshomaru sorrideva non prometteva mai nulla di buono, questo lo sapevano tutti sia in ufficio che in tribunale.

Mi stavano per venire i brividi.

-Ch-che c'è?- chiesi timorosa.

Si bravo non mi rispondere, avvicinati un altro po.

Aspetta un momento, che cavolo sta facendo?

-Sei bellissima..- disse sussurando.

Faccia di sale?Colpito e affondato.

Penso che in quel momento avevo una delle migliori facce da ebete.

-Gr-grazie, anche tu stai bene ..- dissi.

Che risposta idiota!

Mi sfiorò i capelli con le sue dita affusolate e mi ricordò che dovevo ancora legarli.

-Sono quasi pronta, devo solo legare i capelli con il fermaglio..- dissi.

Quel fermaglio aveva una storia con se: quando la mamma morì, lasciò in eredità a me questo suo fermaglio in argento con i diamanti incisi sopra.

Mi chiese di custodirlo come se fosse il gioiello più prezioso che io potessi mai ricevere, infatti è davvero la cosa più preziosa di cui sono in possesso.

Diceva sempre che dovevo mettere quel fermaglio in un momento particolare, in un momento che avrei ricordato per tutta la vita.

Mamma, questo è il momento che ricorderò per sempre, non dirmi che è futile, perchè sento qualcosa di diverso nel mio cuore e questo demone mi sta confondendo tutto, ma so che questo è il mio momento.

Mamma lui è Sesshomaru, può sembrare un bastardo ma infondo non lo è.

Mamma ho paura di fidarmi, ma se fosse stato sbagliato me lo avresti detto nei sogni, come quella volta che nel sogno mi hai impedito di andare a quel colloquio.

Mamma, ti ricorderò sempre..

Una piccola lacrima presa al volo dalle mie dita , il trucco non doveva sciogliersi ma quei ricordi mi servono per capire io chi sono.

Mi guardai allo specchio, fiera della mia bellezza in quel momento ed incominciai a raccogliere i capelli in uno chignon.

Posizionai il fermaglio, assicurandomi che fosse ben fisso, un ultimo sguardo allo specchio e mi chiusi la porta della stanza alle spalle.

Gli occhi di Sesshomaru sembravano più sorpresi di prima, non credevo che bastasse così poco per sorprendere un demone.

-Sei ancora più bella così , Rin..- disse porgendomi la borsetta e mettendomi la giacca.

-Ti ringrazio Sesshomaru, adesso andiamo..- dissi.

Non dovevo dargli troppa confidenza, non era proprio il caso, dopo quello che è accaduto in questi due giorni, non doveva succedere di nuovo.

Un momento, come arrivavamo al ristorante se stavamo a piedi? Mica voleva prendere un taxi?

Come minimo doveva presentarsi con un super macchinone.

-Principessa le va bene un Porsche per andare alla cena?- disse.

In un primo momento non avevo capito se faceva sul serio oppure era uno dei suoi tanti modi di prendermi in giro, ma a quanto pare era davvero serio.

Davanti a noi una bellissima Porsche sportiva nera, non ci potevo credere.

Ribadisco: è bello sentirsi la principessa di qualcuno per una volta.

-Sesshomaru?- dissi ancora incredula.

Lui mi aprì la porta della macchina e mi fece accomodare al suo interno.

Appena entrò in macchina, rispose alla mia domanda, come se già sapesse ciò che stavo per chiedergli.

-Faccio tutto questo per te perchè per una volta è bello far sentire una donna una principessa..- disse.

Non capivo più nulla, vidi solo un suo braccio inoltrarsi nella parte posteriore della macchina e cacciare un mazzo di rose rosse bellissime e profumate.

Allora, va bene che per una volta è bello provare tante emozioni, ma così sono troppe mi verrà un infarto!

-Sesshomaru io...- dissi.

-Concedimi di conoscere la parte migliore e la parte peggiore di te..- disse.

Sul serio vuoi?So essere tremenda.

So essere felice e triste contemporaneamente, so essere estremamente gelosa e con te ci vuole, so essere acida e spesso non conosco la dolcezza e il tatto, so essere stronza ma anche a volte gentile, so essere cattiva ma a volte anche buona, so mettere il lavoro prima di una persona perchè ho degli obiettivi, ma so dare tutto se tu mi dai tanto.

Però c'è un'altra cosa che so fare bene e nessuno lo sa, non è fare l'amore, non sono così brava, ma so Amare.

Perchè concederti questo lusso?Dici che ne vale la pena?

-Sei sicuro?..- chiesi.

-Te l'ho chiesto io..- disse.

Ed ecco che ti avvicini di nuovo a me , ecco che ancora mi vuoi e io voglio te.

Tutto merito delle rose questo bacio, niente di più.

Forse le tue parole mi sono entrate nel petto, forse si mi hai colpito, ma non aspettarti troppo da me, io per fidarmi ce ne metto tanto.

-Andiamo se no facciamo tardi..- dissi.

Ti presi la mano mentre cambiavi le marce e non c'è cosa più romantica in quel momento legato da quelle bellissime parole, da quelle bellissime rose e dai tuoi occhi che finalmente hanno una luce nuova, mi hai concesso di conoscere la parte peggiore di te anche quando non te l'ho chiesto.

-Ti dirò che questo avvocato Chatelier è un tipo molto particolare, per non parlare dei suoi figli..- disse.

Quindi erano due figli, non uno solo.

-Suvvia cosa saranno mai, mica sono delle pesti?- dissi ironizzando.

-Allora il maschio è arrogante e la femmina è..- si bloccò.

-Come è questa femmina, Sesshomaru..- dissi scandendo bene le lettere del suo nome.

-Beh è un po..azzeccosa..- disse.

Già non andiamo bene, adesso mi toccava anche attaccarmi a Sesshomaru come una calamita perchè c'era questa sottospecie di femmina pronta a fare la “ marpionessa” al mio pseudo fidanzato, ottimo.

-Ti sto attaccata addosso come una calamita sappilo...- dissi.

-Non avevo dubbi e non chiedo altro..- disse.

Ho sentito bene?Gli faceva piacere?

Già, è proprio bello essere la principessa di qualcuno..

La sua...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi qua!

Ho preferito staccare l'episodio della cena da questo, non voglio distruggere ne il romanticismo ne la suspance!

Grazie a tutte/i coloro che seguono la mia storia e a tutte quelle o quelli che la leggono, è un grandissimo conforto per me e soprattutto un grandissimo sostegno!

Tornando a noi, bene bene ghiacciolo si sta sciogliendo e anche Rin a quanto pare, ma non sarà tutto rose e fiori eehheheheh!

Alla prossimaaaaaa

Baci Baci

Recensite e fatemi sapere <3

ClosingEyes_

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Capitolo 5
*** Che stress! ***


Avrei preferito rinchiudermi dentro alla stanza d'albergo senza uscirne mai più se avessi saputo come sarebbe andata a finire quella stramaledetta serata al ristorante più scicchettoso di Parigi.
Neanche il tempo di mettere il piede nella sala , che mille avvocati, tra cui forse anche troppe  femmine, si sono avvicinati a Sesshomaru senza calcolarmi di uno sguardo.
Ero diventata trasparente forse.
Lo trattavano come se fosse la star della serata, il vip di Hollywood, ma scherziamo?
Provai ripetutamente a richiamare la sua attenzione ma a quanto pare era troppo occupato a fare il cretino con le altre.
Cosa si può fare in questi casi?
O chiedi prosecco finché non svieni a terra oppure ti trovi una compagnia .
Ancora dovevo conoscere l'avvocato Chatelier d'altronde, magari era un bel uomo, avrei fatto conquiste.
Non scherziamo!
-Rin vieni andiamo a sederci..- disse Sesshomaru richiamando la mia attenzione.
Ma certo principe andiamo , hai finito di fare il gallo fra le galline.
Mi porse la mano ma delicatamente la rifiutai, camminando a testa alta vicino a lui che aveva uno sguardo a dir poco sorpreso.
-Rin mi hanno solo salutato..- disse.
-E ti sono saltate addosso devo aggiungere..-dissi.
Il suo sguardo da serio si fece rilassato, quasi come se volesse ridere.
Avrei tanto voluto tirargli un bicchiere te di prosecco in faccia ma non mi sembrava il caso di sporcargli quel costosissimo smoking che aveva appena comprato.
Il nostro tavolo era su per giù al centro della sala, in pratica quella sera non avrei mangiato, odio mangiare notando che tutti mi osservano.
-Avvocato  Chatelier, che piacere vederla!- disse d'improvviso Sesshomaru.
La mia attenzione si spostò su questo "vecchio" avvocato: non troppo alto, capelli palesemente tinti, occhi verdi e un sorriso da probabile dentiera.
Un vecchio, insomma .
-Oh avvocato Taisho, l'aspettavo con ansia sa?- disse costui porgendo la mano a Sesshomaru.
-Anche per me è un piacere, le presento Rin Setzuna..- disse voltandosi verso me.
Mi limitai a sorridere e a porgere la mano, che quel vecchio rattuso ebbe anche il coraggio di baciarne il dorso, meno male che mi ero portata il disinfettante! 
-È un piacere conoscerla avvocato- dissi senza fare troppe lusinghe.
-Ebbene Taisho, questa è la tua fidanzata? La figlia di Setzuna? Hai scelto un buon partito vedo, sei il solito astuto!- disse l'avvocato rivolgendosi a Sesshomaru.
Astuto? Perché quanti altri buoni partiti aveva esplorato il principino? Si è portato a letto mezzo mondo suppongo .
Un momento, mi aveva chiamato "la figlia di Setzuna", ma io ho un nome ! 
Un altro da mettere nella mia lista nera!
-Papà sei qui!- disse d'un tratto una voce femminile .
Da quella folla di gente, uscì una testa bionda , abbastanza folta e riccia , due occhi blu come il mare, pelle bianca manco fosse un cadavere , un vestito abbastanza attaccato addosso da far notare tutte le sue protuberanze, insomma la figlia dell'avvocato.
Storsi il naso e osservai Sesshomaru con la coda dell'occhio e, da bravo marpione che era , sorrise a questa donna che, frettolosamente, veniva verso di noi.
-Signorina Setzuna , lei ancora non conosce mia figlia Luoise, anche lei lavora in uno studio di avvocati e..- continuava a parlare come se a me importasse qualcosa .
L'unica cosa che mi preoccupava era che potesse adocchiare troppo Sesshomaru e potesse pensare di portarmelo via da sotto al naso.
Tzè, idiota!
-Piacere Louise!- disse porgendomi la mano che mi limitai a stringere non con troppa forza, non dovevo già far capire chi comandava.
Sorrisi presentandomi e vidi che osservava Sesshomaru in un modo troppo familiare , come se sì conoscessero o , peggio, avessero avuto un'avventura insieme.
-Sesshomaru da quanto tempo..- 
Appunto, troppo schietta, troppa confidenza , troppi sguardi provocatori, se lo è portato a letto sicuro .
Sospirai rumorosamente e sfoggiai uno dei miei sorrisi migliori con l'avvocato Chatelier , dovevo pur fare qualcosa mentre quelli "parlavano".
-Allora avvocato, che causa sta seguendo adesso, so che lei è molto bravo- dissi.
-Dicono questo  di me ? Comunque una causa da poco, sa quelle da pochi milioni di euro che sarà mai ..- disse.
Ma certo che sarà mai, intanto stai pieno di soldi bello mio.
-Ah bene cose da poco..- dissi sorseggiando il prosecco.
L'aria stava diventando pesante e probabilmente non avrei retto tutta la sera.
-Suo padre è un pezzo forte io so, molto famoso, lei è di altrettanta bravura?- chiese .
Se io sono di altrettanta bravura? Diciamo che ci provo, non vinco proprio tutte le cause ma non ho nemmeno una collezione di perse dietro.
-Me la cavo abbastanza bene, per fare la bravura ci vuole esperienza, non ne ho molta..- dissi buttando ogni tanto l'occhio su Sesshomaru e quella specie di sanguisuga ventosa che gli stava vicino.
-Sono sicuro che lei farà strada, non molli! Prego accomodiamoci al tavolo ..- disse indicandomi il mio posto a sedere.
Cordialmente non rifiutai e, con tanto di galanteria, mi fece accomodare accanto a lui.
Avevo una buona vista generale e potevo ancora osservare Sesshomaru intento a parlare con questa donna.
Ma che diamine succede?
-Sa avvocato, non lo dico per cattiveria, ma mia figlia e Taisho hanno avuto una specie di avventura insieme ..- 
Lì non ci vidi più : per poco il prosecco non mi stava facendo affogare e da che ero gelida per il freddo che faceva fuori, diventai bollente dalla rabbia.
Non solo era una sua ex avventura, ma ci stava parlando anche in modo confidenziale.
Non ha capito proprio nulla.
-Sa avvocato? Solo in tribunale si parla molto- dissi sorridendo.
Non so se ha colto o meno il mio astio in quel momento , ma probabilmente aveva capito che il suo surplus di parole mi aveva fatto innervosire e non poco.
Richiamò la figlia e quel ciglione di demone che mi ritrovo , facendoli accomodare al tavolo, d'altronde vicino .
La mia pazienza si stava esaurendo, mancava davvero poco.
Avevo letto qualche fascicolo riguardante questo avvocato che stava facendo tanto la corte al mio "collega", quindi potevo chiederle qualcosa per staccare i suoi occhi dalla camicia di Sesshomaru. 
-Dunque avvocato Louise, so che lei è molto brava nelle cause economiche , devo farle i complimenti , non sono semplici- dissi.
Per te con il cervello che ti ritrovi devo ringraziare solo le tue forme.
-Ha letto qualche fascicolo su di me?- disse Louise guardandomi di soppiatto.
Non troppi ma qualcuno si.
-Hmm, qualcuno ..- dissi indifferente.
-Invece lei è la figlia di Setzuna, come ci si sente ad essere figlia di un pezzo grosso?- disse.
-Dipende dai punti di vista ..- dissi .
Certo se consideriamo il fatto che quando sono vicino a mio padre tutti mi considerano la " Cocca del paparino", direi che si vantaggio ne ho ben poco.
Se si tratta di essere aiutata in qualche caso, alla fine ci mette sempre il suo nome sulla pratica, vicino al mio.
-Suppongo che i soldi non le mancano..- disse osservando la mia borsetta.
No paperetta, i soldi non mi mancano, anche perché questa borsetta non l'ho comprata io.
-I miei clienti non sono rotoli di banconote signorina Louise, li considero persone che hanno bisogno di aiuto, non fonte di guadagno..- dissi guardandola.
Che faccia tosta, un avvocato peggio di Sesshomaru, ora capisco perché vanno così d'accordo quei due.
I camerieri portarono  una specie di finger food, molto chic e molto vario nei gusti.
Non ero abituata a certi sapori , considerando che a casa al massimo mangiavo un panino o un'insalata  per poi fuggire a lavoro.
Non avevo proprio voglia di quei manicaretti, anzi la fame mi stava completamente passando, notando con quanta disinvoltura quella sottospecie di femmina stesse parlando con il MIO Sesshomaru.
-Signorina lei non mangia ?- chiese l'avvocato Chatelier, notando che non toccavo cibo.
-Sa avvocato, non ho molta fame, non sono abituata a questi alimenti elaborati, non sono un avvocato da ristoranti da milioni di euro..- dissi sorridendo dolcemente cercando di non far notare il mio rifiuto verso quel cibo.
-Strano, di solito gli avvocati vanno sempre a cene importanti..- disse la paperetta.
Ora stavo sul serio perdendo la pazienza, non mi aiutava certo Sesshomaru, si limitava a sperimentare quanto ancora avrei resistito a quel l'inferno.
Ma adesso basta!
-Sa avvocato ? Io non ho bisogno di questo per mettermi in mostra- adesso mi hai scocciato- non ho bisogno di cene importanti per far vedere che ho i soldi- ti faccio vedere io- non ho bisogno di spendere milioni in vestiti o altre frivolezze-ti dimostro chi sono- l'avvocato si distingue in bravura e in "parlantina" in tribunale, non certo ad una stupida cena-
Il mio tono era sempre molto calmo, ma con poche parole feci capire che la mia pazienza era oltre il limite , non avrei sopportato un secondo di più quella situazione.
Sesshomaru finalmente si degnò di guardarmi, notando che sul serio da lì a poco sarei scoppiata.
-Avvocato lei fuma?- chiese Chatelier rivolgendosi a me.
Santo dal cielo, chiedimi di andare fuori a fumare.
-Si avvocato..- dissi.
-Bene allora non le dispiacerà farmi compagnia fuori, Taisho posso portarmi la tua donzella fuori per una sigaretta?- chiese Chatelier osservando lo sguardo impassibile di Sesshomaru.
-Prego- freddo come suo solito.
L'avvocato Chatelier mi porse la mano e mi fece alzare dalla sedia da vero galantuomo.
Afferrai subito la borsetta ed uscì fuori al balcone , respirando finalmente un po di pace.
Vidi l'avvocato accendersi la sigaretta e poi passarmi l'accendino, troppo gentile.
-Mi dica signorina, lei anche in tribunale ha così poca pazienza?- chiese.
Ma come ha fatto a capire che davvero da lì a poco avrei dato libero sfogo alla mia rabbia!
-In tribunale non ci sono così tanti stolti da farmi perdere la pazienza, credo di essere abbastanza ferma come lo è mio padre..- dissi.
-Lei si sente uguale a lui?- chiese.
Io, uguale a mio padre? Per niente .
Durante i miei studi mi ha sempre demoralizzato,dicendo che un buon avvocato per fare strada deve prendere voti alti e farsi notare dai professori.
Io non ero così , ero la secchiona degli ultimi banchi, che aveva paura di mostrarsi e si nascondeva dietro mille teste per non far intravedere la sua.
Avevo paura anche della mia stessa ombra.
-Mi sono sentita sempre schiacciata e anche adesso so che dentro quella stanza ci sono persone meglio di me pronte a soffiarmi via qualche caso..- dissi.
Come faceva Sesshomaru.
-Suvvia avvocato, lei è pur sempre uscita sulle prime pagine del giornale..- disse.
-Mio padre è finito in prima pagina troppe volte..- dissi aspirando quel fumo mischiato all'odore dei camini di Parigi .
-Lei soffre non è così?-.
Ma che è il mio psicologo adesso?
-Non entri in situazioni che non le riguardano avvocato,non sono così facile da manipolare come lei crede..- mi voltai a guardarlo con aria di sfida.
I miei occhi si posarono prima su di lui e poi sul nostro tavolo e notai che quella paperetta era troppo vicina a Sesshomaru.
Presa da un momento di distrazione, mi poggiai la sigaretta sulla mano, scottandomi in una maniera assurda.
Mai capitato in tanti anni di fumo, che mi potessi bruciare con la mia stessa sigaretta!
-Ah maledizione!- dissi a bassa voce cercando di non farmi sentire.
-Signorina si è scottata! Faccia attenzione! Metta dell'acqua fredda!- disse l'avvocato.
-Non ne ho bisogno grazie, c'è già quest'aria fredda , non mi serve altro..- risposta stupida.
-Lei non vuole proprio nessun aiuto,mi chiedo come farà in una relazione ..- disse l'avvocato.
-La donna non deve dipendere mai da nessuno, deve essere libera di fare e volere ciò che vuole..- dissi.
-Ho capito tutto, con permesso io entro, lei viene con me?- disse l'avvocato .
-No grazie , resto fuori ..- dissi.
Vidi l'avvocato sospirare e allontanarsi da me, finalmente un po di pace.
Mi accesi un'altra sigaretta e sospirai.
Era la seconda in dieci minuti,significa che il mio stress era al limite.
Mi squillò il cellulare , era mio padre, che voleva adesso!
-Pronto?- 
-Rin piccola come stai!?- disse mio padre.
-Bene..- menzogna.
-Davvero ?-
-Si...-
-Non mentirmi, cosa è successo?-
Ma perché non riesco mai a nascondere niente.
-Qui tutti parlano di te ma nessuno parla di me, mi sento sempre più schiacciata , non valgo nulla...- dissi trattenendo le lacrime, non potevo piangere.
-Rin ne abbiamo già parlato..- 
-Infatti non ne voglio parlare..-
-Fatti le spalle forti figlia mia, vali più di quanto credi..-
-Smettila di dire stupidaggini!!-
Non lo dissi urlando ma una lacrima uscì solitaria , sporcandomi la guancia.
Mi sentivo davvero piccola, una formica che deve sempre lottare contro tutto e tutti per sopravvivere .
-Non piangere Rin..- questa non era la voce di mio padre.
Sesshomaru era dietro di me e mi stringeva fra le se braccia.
-Papà devo andare, ci sentiamo..- dissi chiudendo la chiamata e posando il telefono in borsa.
Iniziavo sul serio ad odiare quella cena, non sarei mai voluta andare se fosse finita così .
-Te ne vuoi andare?- disse Sesshomaru.
Sapessi quanto, ma che figura faresti tu.
-Lascia perdere , non è serata, sta andando tutto male , se mi chiudo in camera non risolvo nulla..- dissi scostandomi dal suo abbraccio.
Non contento mi prese la mano e mi voltò verso di lui, osservando in mio viso intriso di rabbia.
-È mai possibile che appena vedi una che si avvicina a me fai questa tragedia?- disse Sesshomaru sospirando.
-Mi pare che lei sia una tua ex avventura, devo essere contenta che fa la papera con te?- dissi.
-Qualcuno è geloso a quanto pare ..- disse Sesshomaru soddisfatto.
-Ti diverte questa cosa? Vedi perché odio l'amore?!- dissi scostando anche la mano.
Vedi perché odio fidarmi?
Non voglio essere presa in giro, non ne ho la forza di uscire da una delusione, figuriamoci poi se mi lego in modo particolare , arrivando al punto di dire "Ti amo".
-Rin parti prevenuta ..- disse Sesshomaru mettendosi le mani in tasca.
Ma tu guarda che faccia di bronzo!
-Ah sì? Prevenuta? Infatti mi sembra che una possibilità te l'ho data e tu la stia buttando via come se fosse aria o carta straccia o peggio una causa persa!- dissi con calma.
-E tu ti stai agitando per nulla..- disse.
-Sai perché parli così tu? Perché tu non sei mai stato schiacciato da nessuno, il futuro te lo sei costruito per bene e nessuno si è mai opposto, hai avuto tante donne e tante cause vinte , sei sempre stato il demone più prestigioso di tutti,non hai mai avuto problemi a combattere contro tuo padre perché lui è fiero di te, non ti sei mai curato di nessuno e neanche di me in quello studio che mi rendevo sempre più piccola perchè tu mi levavi le pratiche più difficili da sotto al naso e non dire che lo hai fatto per proteggermi perché non me la bevo!!- dissi tutto di un fiato.
-Aspetta quindi tu provi rancore verso di me?- chiese.
Rancore? No Sesshomaru questo non è rancore questo è ..
-No razza di idiota! Se solo ti fossi reso conto che mi sei entrato nel cuore dal primo giorno che ti ho visto e se ti fossi reso conto che avevo bisogno di te probabilmente non sarei qui a dirti che provo amore nei tuoi confronti !!-
Aspetta, cosa?! Davvero ho detto questo?! Ma che cavolo mi passa per il cervello!
No, sto rovinando tutto come al solito, che idiota perché ho fatto questa partaccia !
Non doveva saperlo, ora si monterà la testa, sarà tutto diverso.
-Rin fermati con i tuoi pensieri , ormai lo hai detto..- disse Sesshomaru passandosi la mano sulla fronte.
-Voglio tornare a casa e ci vado da sola!- dissi ma a quanto pare non voleva farmi passare il principino.
-Se solo ti fossi resa conto che, nonostante tutte le donne che ho avuto, tu eri l'unica che desideravo, capiresti perché ho insistito tanto con tuo padre affinché venissimo solo io e te a Parigi ..- disse prendendomi la mano.
Quindi vuole farmi capire che io per lui valgo così tanto da ignorarmi per anni interi?ma che idiozia è mai questa!
-Non dirmi stupidaggini, Sesshomaru..- dissi.
Eppure i suoi occhi non mentivano, ne ero sicura.
Mi alzò il mento e delicatamente mi diede un bacio , sciogliendo l'intreccio con la mia mano  per passare dietro alla schiena, attirandomi ancora più vicino a lui.
Rimasi scioccata, avrei voluto spingerlo via, ma in quel momento forse, era l'unica cosa di cui avevo bisogno.
Con le mie esili braccia, gli cinsi il collo, infilando le mani nei suoi capelli.
Quando ci separammo, mi guardò con un'aria completamente diversa, qualcosa che non avevo mai visto sul suo viso.
Sembrava quasi felice , eppure non era da lui.
-Che hai da sorridere tu?!- dissi ancora arrabbiata.
-Niente,pensavo..- disse.
-Vorrei sentire anche io quello che dici nel tuo cervello!- dissi ridendo.
-Infatti se potessi mi potresti spiegare come ti sei bruciata la mano..- disse serio.
Ah già, la sigaretta..
-Distrazione..- dissi.
-Oppure stavi guardando a me e Louise parlare..- disse.
-Distrazione- riconfermai.
-Che dici, vuoi rientrare o ti devo prendere in braccio?-disse serio.
-Non osare sai?Davanti a tutti no!- dissi rossa in viso.
Per fortuna stavolta non fece idiozie e, insieme, entrammo nella sala per accomodarci di nuovo al tavolo.
-Ci avete messo tanto con questa sigaretta..- disse Louise.
-Sa quando si vuole un po di privacy fra fidanzati ..- dissi acida stavolta .
-Io e Sesshomaru non siamo mai stati fidanzati, solo avventure..- disse soddisfatta lei.
-Come avvocato vedo che la dà senza problemi, dove è finita la sua serietà ?- dissi senza curarmi di eventuali risposte o reazioni.
-Qualcuno stasera si è bevuto l'acido vedo..- disse lei adirata.
-Lei non sa con chi ha a che fare avvocato, fossi in lei eviterei di prendersela troppo comoda, sono una vipera come lo è mio padre, non le conviene avermi contro in tribunale ..- dissi guardandola di soppiatto .
-Ah le donne chi le capisce!- disse Chatelier per smorzare l'aria che si era formata.
Presto l'avrei seppellita in tribunale a quella papera, non ha capito con chi ha a che fare.
Con me non si scherza, neanche un po!
-Comunque avvocato parlando di cose importanti, lei richiedeva il mio aiuto in un caso molto particolare , mi dica ..- disse Sesshomaru .
-Si Taisho, ma solo se partecipa anche Setzuna..- disse Chatelier.
-Mi dispiace ho già un caso fra le mani, non vorrei arronzare, è importante ..- dissi sorridendo.
A dir la verità non volevo togliere la scena a Sesshomaru.
-Non è capace di fare due casi insieme? Eppure queste cose le insegnano negli studi..- disse Louise.
-Peccato che non ci insegnano ad aprire le gambe con il primo che passa..- dissi sorridendole .
-Papà non dici nulla!- disse furibonda.
-Louise sul serio sta zitta, mi fai venire mal di testa!- disse Chatelier.
Di risposta si alzò dal tavolo e prima di andarsene disse:
-Non finisce qui, Setzuna!-
Non era certo la minaccia di una paperella a farmi paura , ne ho avute di peggio .
-Comunque dicevo, occuparmi del caso  no , posso aiutarvi in parte ogni tanto ma non sempre..- dissi .
-Mi basterà sapere che ci aiuterà..- disse Chatelier- Domani nel mio ufficio alle nove-
Volevo dormire un po maledizione!
-Saremo presenti..- disse Sesshomaru.
L'avvocato ci porse un bigliettino con l'indirizzo del suo ufficio , stava proprio in una bella zona, molto chic.
La serata continuò tranquilla senza quella vipera e finalmente arrivò il momento di tornare a casa.
Fatti i dovuti saluti, entrammo in macchina e finalmente potei sospirare.
-Rin sei stata proprio una vipera ..- disse Sesshomaru ridendo.
-Non va bene Sesshomaru?- dissi.
-No anzi, se fai così pure in tribunale stiamo messi bene..- disse prendendomi la mano.
-Il fascino dell'avvocato..- dissi altezzosa.
-Non farti notare troppo, non voglio che guardano il mio avvocato..- disse baciandomi la mano.
La cosa stava prendendo una bella piega, forse quando saremo tornati in albergo, in quella stanza sarebbe accaduto qualcosa.
Le notti a Parigi dicono che siano fredde, ma quella notte no, non era per nulla fredda, era decisamente calda, forse anche troppo.
Solo quelle mura sanno cosa è successo quella notte, il resto è segreto professionale.
Io ho dato a lui la mia anima e lui ha dato a me la voglia di amare di nuovo.
Basta sapere questo.
Basta sapere che ci siamo amati..




Eccomi quaaaaaa!
Perdonate il ritardo ma lo studio mi sta distruggendo 😭
Comunque eccoci qui, a quanto pare Rin si è sbilanciata del tutto, chi se lo aspettava!
Beh la cena non è andata proprio alla grande ma a quanto pare è stata capace di gestirla bene!
Vi do un anticipo della prossima puntata:


" Quella notte fu speciale, finalmente dopo anni mi sento legata a qualcuno , mai nessuno mi ha amato così .
Quanto vorrei fosse per sempre ...."



Stooooop!
Alla prossima!
Bacioni😘
ClosingEyes


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Capitolo 6
*** A cuore aperto ***


Forse stavamo correndo troppo, oppure forse era destino.

Quella notte fu speciale, finalmente dopo anni mi sento legata a qualcuno , mai nessuno mi ha amato così .
Quanto vorrei fosse per sempre.

Si, perchè nulla è per sempre, perchè mai illudersi.

Però quei occhi, quei bellissimi occhi, che scrutavano ogni centimetro del mio corpo, mi hanno incatenato il cuore.

Non credevo che un demone potesse conoscere la parola amore, sapevo che per loro contava solo il successo.

Quella notte non fu tanto fredda, perchè in quelle quattro mura è nato qualcosa, qualcosa che ha permesso di riscaldare quel gelo intorno.

Ancora non potevo crederci che ero nuda, sotto le coperte, con accanto la persona che ho sempre voluto avere.

Sembra un sogno ma so benissimo che non lo è.

Ero posizionata sul fianco, con un sorriso da ebete, osservano la neve candida cadere sul balconcino della camera da letto.

Aveva lo stesso colore dei suoi capelli e scommetto anche che la consistenza era la stessa.

Ero così felice, potevo finalmente essere libera di amare, libera di sentirmi me stessa ma non ero ancora libera di fidarmi.

Ho ancora paura a dare completamente il mio cuore ad una persona, perchè sai ciò che dai ma non sai ciò che ricevi.

Mi girai sull'altro fianco e vidi Sesshomaru dormire beatamente, era praticamente rilassato e il suo piccolo cenno di quello che potesse sembrare un sorriso ne era la conferma.

Allungai la mano verso il suo petto e con la testa mi poggiai sopra, sentendo il suo cuore battere leggermente più veloce perchè aveva percepito la mia presenza su di lui.

Mosse entrambe le braccia e mi strinse a se dolcemente, baciandomi il capo, come se fossi una bambina.

I suoi polmoni si espansero, inspirando il mio profumo mischiato con il suo.

Ormai ero sua, non c'era ombra di dubbio.

-Non riesci a dormire, piccola?- mi chiese accarezzandomi i capelli.

Non riesco a dormire perchè sono troppo felice, perchè finalmente la vita mi ha dato qualcosa di buono.

-Si, sto così bene ..- dissi.

Ancora non sarei riuscita ad aprirmi completamente con lui, ma già il fatto che sia disposta a farlo è un enorme passo per me.

Sesshomaru di risposta mi strinse ancora di più a lui e mi coccolava come se fossi il suo peluche preferito.

Era come se mi avesse dato un sonnifero, perchè improvvisamente chiusi gli occhi e mi addormentai, fra le braccia del mio Morfeo.

Avrei dormito bene quella notte, non potevo desiderare di meglio.

 

 

La sveglia suonò arrogante nelle mie orecchie e mai come allora avrei tanto voluto distruggerla in mille pezzi, se non lanciarla direttamente fuori dalla finestra.

Stropicciai gli occhi e allungai il braccio verso quell'aggeggio infernale che stava disturbando il mio bellissimo sonno.

Non appena lo spensi, mi rigirai sul lato notando che ero sola nel letto.

Dove si era cacciato adesso Sesshomaru?

Innanzitutto erano le dieci e mezza, quindi sicuro si sarà alzato molto prima di me , poi starà sicuramente lavorando e..

Un momento, fermi tutti, io dovevo andare con lui all'appuntamento con l'avvocato Chatelier alle nove!!

Maledetto , colpo basso, non mi ha svegliato!!

Corsi in cucina per vedere se nel caso aveva lasciato qualche avviso della sua probabile scomparsa e infatti trovai, sotto alla mia bellissima colazione servita su un piatto d'argento, un bigliettino:

 

Non ti ho voluto svegliare, ieri ti sei stancata e hai dormito poco.

Parlerò io con l'avvocato, tranquilla.

Mangia mi raccomando, che quando torno devi aiutarmi con il lavoro.

Buongiorno piccola.

 

 

Quando ritorni ti incaso la testa dentro alla scrivania, è diverso.

Poteva chiedermi se volevo andare, invece di fare il cretino e andare solo lui, non ero poi così stanca.

E se ci fosse stata quell'arpia maledetta?Se solo ci avesse provato l'avrei strozzata con le mie stesse mani.

A questo punto visto che ero praticamente sola in camera, potevo approfittare del momento per farmi una bella doccia, oppure rimettermi nel letto.

Meglio la doccia.

Con il succo d'arancia e un cornetto in bocca, andai verso il bagno, cercando asciugamani e accappatoio.

C'era una vasca ad idromassaggio enorme e pensai che era il modo migliore di iniziare la giornata.

Mentre si stava riempendo, presi il cellulare e vidi una chiamata persa di Kagome, adesso che voleva quella.

Se mi chiamava due erano le cose: o aveva combinato un guaio oppure doveva parlarmi per avere un consiglio su un probabile regalo ad Inuyasha.

-La chiamo o non la chiamo?- mi chiesi.

Bel dilemma, dovevo subirmi le sue frivolezze appena sveglia.

Resta pur sempre mia sorella però, forse è il caso che la chiamo.

Uno squillo, due squilli , tre squilli e finalmente sentì la sua voce stridula uscire, nel verso senso della parola, dal telefono.

 

-Riiiin! Finalmente, non ti fai proprio sentire!-

-Buongiorno anche a te Kagome, dimmi che è successo?- chiesi disperata.

-Andiamo non fare quella voce, dovresti essere contenta che tua sorella si sposa!- disse Kagome felice e urlando.

Per poco non mi stavo affogando con il cornetto, lei che è più piccola di me, si sposa?!

Non ci posso credere, hanno accellerato di molto i tempi quei due.

-Congratulazioni!Sei felice a quanto sento, quando vi sposate?- chiesi.

-Tra quattro mesi e indovina dove? A Parigiii!- disse felice come una Pasqua.

Ma allora era una maledizione 'sta Parigi.

-Quattro mesi?! E ce la fai a fare tutto?- dissi preoccupata per la sua sanità mentale.

-Ma è ovvio!Che ti credi!Poi tu tra poco torni, quindi mi aiuterai..- disse.

Oh no, io odio fare queste cose, perchè devo per forza aiutarla, perchè sono la sorella è ovvio, ma ha tante amiche che non lavorano, perchè proprio io?

-Ma io devo lavorare e..-

-Non hai scuse ho già fissato gli appuntamenti ma approposito...-

Ecco la fatidica domanda, no ti prego non me lo chiedere, non me lo chiedere che non ti so mentire, non me lo chiedere...

-Come va con il bel fusto a Parigi?So che papà vi ha preso la stanza insieme..- disse maliziosamente quella pervertita di mia sorella.

-Mmm tutto bene, perchè?- dissi ma tanto non le sarebbe bastata quella risposta.

Intanto la vasca era riempita al punto giusto, dunque chiusi l'acqua e mentre parlavo con Kagome stavo cercando di spogliarmi senza fare troppi danni.

-Non me la bevo, parla!- disse Kagome.

Se le dico che ci sono andata a letto, sicuro dice che ho fatto benissimo perchè è un super figo e la bellezza è di famiglia.

Se le dico che ero già innamorata di lui da tempo e ora finalmente mi sono fatta avanti, si meraviglia di me e incomicia a mettere in dubbio la mia sanità mentale.

Se le dico che ci sta una paperetta maledetta che ci vuole provare con lui a tutti i costi perchè è una sua ex avventura, Kagome prende il primo volo per Parigi solo per tirarle i capelli dalla testa uno ad uno.

Meglio che le dico che ci sono andata a letto.

-Ci sono andata a letto..- dissi.

-Lo sapevo!!! Inuyasha tesoro che ti avevo detto che quei due se la sarebbero spassata a Parigi?- disse Kagome rivolgendosi al mio futuro cognato.

-Kagome vorrei farmi un bagno, me lo consenti?- chiesi ormai esasperata.

-Sisi non ti disturbo, anzi non vi disturbo, buona giornataa, ci sentiamo più tardi sorella..- disse Kagome salutandomi allegramente e chiudendo la chiamata.

Non mi ha dato neanche il tempo di replicare che subito pensa male, certo che è proprio perversa mentalmente, anche se un bel bagno con lui in questa vasca grande, non mi dispiacerebbe.

Scossi la testa, stavo diventando come Kagome, non andava bene.

Entrai nella vasca e finalmente potei sospirare di sollievo e piacere, è bello avere la sensazione di stare al sicuro quando invece fuori il mondo continua a vivere.

Mi facevo certe dormite nella vasca di casa mia che potevo uscire addirittura a chi l'ha visto per le ore che stavo nell'acqua.

Papà lo diceva sempre che ho il sonno pesante e dove mi metti la mi trovi.

Dopotutto il mio lavoro era pur sempre faticoso, trattare con tutte quelle pratiche insidiose e con tutti quei clienti arroganti e pieni di soldi, non faceva altro che stressarmi.

Devo chiedere a Sesshomaru come fa con queste persone, magari ci vuole un atteggiamento menefreghista e pacato.

Cioè il mio opposto.

Sentì la porta della stanza aprirsi e più di una voce entrare al suo interno.

-Si come le ho detto siamo molto impegnati con questo caso..- disse una voce che era sicuro quella di Sesshomaru.

-Ha una bella vista da qui Taisho, anche una bella camera con tutti i confort, sembra un appartamento..- disse invece una voce che sembrava quella dell'avvocato Chatelier.

Cazzo e adesso? Avevo appena messo la testa nella vasca bagnandomi i capelli, come potevo mai uscire dal bagno?

-Rin, dove sei?- disse Sesshomaru.

Vorrei tanto urlargli che sto nella vasca, ma credo che sia la cosa più imbarazzante in assoluto da fare in quel momento.

Perchè se lo è portato in albergo, forse per farmi parlare con lui?

La porta del bagno si aprì e cercai al meglio di coprirmi con la schiuma le parti intime, se ci fosse stato anche l'avvocato non sarebbe stata una bella scena, ma per fortuna entrò solo Sesshomaru.

-Ma ti sembra il caso di farti un bagno adesso?- disse Sesshomaru mettendosi una mano sulla fronte.

-Tu non mi hai avvisato che venivate qui che vuoi da me!- dissi in difesa.

-Muoviti ad uscire, che dobbiamo parlare..- disse serio.

Quanto era bello maledizione, con quello sguardo serio, il completo nero, quei occhi dannatamente perfetti e magnetici.

Mi stava venendo una voglia assurda di farlo nella vasca, ma ovviamente perchè ci stava quella scocciatura, non potevamo fare niente.

Presi l'accappatoio e uscì dalla vasca, mettendomi un asciugamano intorno ai capelli e una tuta per casa, giusto per arrangiare qualcosa.

Un leggins e una maglia con uno scollo a barca, niente di più comodo.

-Eccomi qui, scusi avvocato per il mio inconsueto abbigliamento, ma stavo facendo il bagno..- dissi giustificandomi.

Stavo facendo il bagno e tu sei venuto a rompermi le scatole aggiungerei.

-Prego signorina, sta bene anche così, una donna se è bella lo è sempre..- disse in un modo abbastanza da donnaiolo.

-La ringrazio avvocato, mi dica allora, a cosa devo la sua presenza qui?- chiesi.

-Stamattina è venuto solo il suo collega, mi ha detto che si sentiva poco bene, ora come sta?- chiese preoccupato.

Ma tu guarda che bugiardo!

-Sto meglio grazie, sa il mal di testa da stress.- dissi sorridendo.

-Comunque come ho già anticipato al suo collega, c'è questa causa abbastanza impegnativa su un piatto d'argento..- incominciò Chatelier.

-Si tratta di difendere un pezzo grosso, François , che ha procurato un danno di oltre un milione di euro ai proprietari di conti correnti..- disse Sesshomaru continuando il discorso.

No ti prego, quando si trattava di mettere in mezzo l'economia bancaria , ero davvero negata.

Odiavo fare tutti quei calcoli e cercare di aggiustare delle cifre impossibili, dovevo passarci giorno e notte sul caso e ora non avevo per niente tempo di mettermi a fare un'altra causa economica, mi bastava Chapou.

-Non accetto il caso, non sono mai stata brava in questo genere di cause..- dissi senza troppi ripensamenti.

-Ma avvocato in questo caso potrebbe superare la bravura di suo padre..- disse l'avvocato.

-Non è mio interesse farlo, quindi non voglio partecipare alla causa, ci penserà Sesshomaru..- dissi rivolgendomi a lui.

-Quindi lo farà lavorare con mia figlia?- disse Chatelier.

Che dico cosa non dico, dovrei dirgli di si, dopotutto mi sono tirata indietro, ma dall'altra parte vorrei dire di no, perchè quella sottospecie di femmina allungherebbe le mani sul mio Sesshomaru.

Ebbene si, mi tocca dire di si.

-Lavorerà con sua figlia, ma non più di tot ore al giorno, niente incontri a casa, solo in ufficio e pretendo che mi sia data una scrivania per studiare meglio il caso che sto seguendo, possibilmente nella stessa stanza dove lavoreranno loro due..- dissi incrociando le braccia.

-Non si fida di Taisho?-

-Non mi fido di sua figlia, è diverso.- dissi avvicinandomi alla finestra.

-Avrà tutto quello che ha chiesto , avvocato Setzuna, ora con permesso torno in ufficio, Taisho io e te ci sentiamo dopo..- disse Chatelier alzandosi dalla sedia e andando verso la porta.

-Si avvocato, a dopo..- disse Sesshomaru accompagnandolo alla porta e facendolo uscire.

Finalmente si respirava un'aria più tranquilla in quella stanza.

Sesshomaru si avvicinò a me , abbastanza arrabbiato, e mi guardò con un'aria sorpresa e furiosa.

-Dico ma sei impazzita a rifiutare un caso simile?Dove è finita la tua grinta e la tua voglia di essere qualcuno senza l'ombra di tuo padre?-

Sesshomaru forse è meglio che ti stai zitto.

-Ho già altro a cui pensare, non scocciare, decido io di cosa fare della mia carriera..- dissi senza voltarmi.

-Poi ti farò vedere che vorrai partecipare pure tu..- disse Sesshomaru andando verso la camera da letto.

Stavolta mi voltai e lo seguì, era il momento giusto per placare la mia “rabbia” repressa.

Entrai anche io in camera da letto e mentre Sesshomaru si stava spogliando, mostrandomi i suoi bellissimi muscoli, mi spogliai anche io.

-Allora io continuo a farmi il bagno..- dissi passandogli davanti completamente nuda.

Sapevo che mi stava guardando ed era quella la mia intezione.

-Prego..- disse lui senza muovere neanche un muscolo.

Prego?!Non gli fa ne caldo ne freddo vedere una donna nuda passargli davanti?Ma non coglie proprio niente?

-Ti sto chiedendo di venire con me, idiota..- dissi restando voltata.

-E io ti sto dicendo che devo lavorare.- disse lui.

E io ti sto dicendo che ho voglia e che tu devi soddisfarmi, perchè non lo capisci.

Con un piccolo sorriso mi avvicinai a lui, mettendo le mie mani intorno al suo collo e avvicinandomi piano alle sue labbra.

-Ti ho detto che ho voglia, non contraddirmi..- dissi sussurrando appena.

Probabilmente fu la tecnica migliore del mondo.

Manco il tempo di sbattere le palpebre, che già eravamo nella vasca.

I suoi baci erano desiderosi e caldi, ci credo poco che voleva seriamente lavorare, che stupido.

Non è facile mentire a me, neanche in tribunale.

Ogni spinta era una semplice goduria, poi nella vasca ad idromassaggio, stavo talmente nella pace dei sensi che avrei continuato per ore.

I suoi occhi ambra fusi nei miei cioccolato, le sue labbra contro le mie, le sue mani che mi bloccavano le gambe e i suoi bellissimi capelli che da bagnati erano ancora meglio.

Era davvero bellissimo e non potevo crederci che fra tante bellissime donne lui abbia scelto proprio me, lo vedevo più un tipo da modella super figa con curve lunghe quanto un'autostrada.

Invece gli piaccio io che sono l'esatto opposto.

-Rin dovremmo uscire, dobbiamo lavorare..- disse Sesshomaru senza però muovere un muscolo.

-Si hai ragione, andiamo..- dissi alzandomi dalla vasca per prima e prendendo un accappatoio.

Mentre asciugavo svogliatamente i capelli, vidi Sesshomaru con solo l'asciugamano in vita, stringermi da dietro e baciandomi il collo.

-Non ti è bastato prima?- dissi scherzando.

-Tu mi farai diventare pazzo..- disse lui continuando a baciarmi.

-Ah approposito, preparati al peggio, Inuyasha e Kagome si sposano..- dissi ridendo.

Il suo sguardo da eccitato si trasformò in terrorizzato e disperato, anche a lui toccava svolgere il ruolo di fratello maggiore.

-Di già?Sarà più stressante del solito..- disse lui poggiando la testa nell'incavo fra la mia spalla e il collo.

-Ma stavola non torneremo come singoli..- dissi felice, posando il fono.

-Torneremo insieme, da coppia..- disse lui stringendomi forte.

 

 

 

Potevo mai desiderare di meglio?

 

 

 

 

 

 

Ecco qua!

A quanto pare Rin e Sesshomaru hanno trovato il loro equilibrio per stare insieme, ma Rin riuscirà mai a placare la sua gelosia nei confronti di Louise?

Alla prossima puntata!

Bacioni a tutte!

 

 

ClosingEyes

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Capitolo 7
*** Perdonare ***


-Dunque il mio cliente è accusato di mancato rispetto delle norme legislative aziendali, ma non vi sono prove sufficienti a fondare un'accusa ponderata..- dissi parlando a vuoto.
-Il suo cliente afferma di aver sistemato tutti i bilanci e tutti i conti aziendali, eppure nelle cartelle non risulta questo..- disse Sesshomaru in contropiede.
-Non ci sono abbastanza prove per l'accusa ripeto..- dissi di nuovo.
-Non te la caverai così in tribunale lo sai?- disse Sesshomaru alzandosi dalla sedia.
Si lo sapevo bene , ma quel caso mi stava davvero stufando e non sapevo neanche cosa aspettarmi in quella causa.
Odiavo l'economia , odiavo il sistema aziendale, odiavo i casi così intrecciati, odiavo tutto .
-Perché non lo difendi tu a questo tizio ? -dissi.
-Perché ha richiesto entrambi..-disse Sesshomaru accendendosi una sigaretta.
Sarà che siamo andati a letto ,ma da ieri notte lo vedo molto più attraente , molto più bello e spavaldo, il solo guardarlo mi fa sentire caldo in tutti i sensi .
-Magari se il giudice è donna ti va bene-dissi avvicinandomi a lui e accendendomi la sigaretta.
-Non basta portarsi a letto un giudice per vincere una causa fidati..- disse tranquillo.
Si è portato a letto un giudice per avere terreno facile in tribunale?!
Questa mi mancava.
-Tu cosa?!-dissi sconvolta.
Certo non era la prima volta che sentivo queste cose ma lui, con un giudice donna, sicuramente più vecchia, a letto?!
-Alcune erano proprio belle ..- disse Sesshomaru sorridendo.
Maledetto lo stava facendo a posta a farmi arrabbiare, però non credevo che potesse essere così furbo ma allo stesso tempo così infido.
-Sesshomaru un'altra parola e te lo giuro che va a finire male..- dissi arrabbiata.
-Tranquilla a letto nessuna è come te..- disse avvicinandosi a me e alzandomi il mento.
-Ma che razza di risposta è questa!?-dissi infuriata, scostandomi.
-Una risposta..- disse e  mi baciò.
Tutto diventa più facile con un bacio, perché il bacio zittisce ogni tipo di intenzione o parola, insomma un'arma facile .
-Tuttavia mio caro avvocato, il mio cliente non può essere accusato poiché possiedo tutte le sue cartelle finanziarie e non ho riscontrato alcun tipo di debito ..- dissi allontanandomi da lui ridendo.
-Il caso è chiuso quindi, avvocato Setzuna..- disse lui guardandomi.
-Assolutamente avvocato Taisho..- dissi mordendomi il labbro.
Di nuovo una brutta piega, non mi sembrava il caso, dovevamo lavorare, non era consono adesso fare certe cose!
Fortunatamente , o no, squillò il telefono ed era l'avvocato Chatelier.
-Taisho allora alle quattro da me, inizierete oggi..- disse.
-Certo avvocato ..- disse Sesshomaru chiudendo la chiamata.
Già avevo capito tutto e credo che era anche il momento di fare una bella " chiacchierata" con Sesshomaru, giusto degli avvertimenti.
-Te lo dico molto chiaramente, osserverò ogni tuo singolo movimento, ogni movimento di quella sottospecie di papera e qualunque tipo di approccio, se lo ritengo eccessivo, sarà stroncato sul nascere..-dissi poggiandomi alla scrivania.
-Fammi capire bene, ti porterai un fucile da cecchino?- disse Sesshomaru scherzando.
-Anche di peggio ..- dissi.
Mi porterò anche di peggio se vedo che la situazione prende una brutta piega, dopotutto dovevo lottarci contro all'ex di una notte.
-Comunque andiamo, non vorremmo mica far attendere l'avvocato?- disse Sesshomaru prendendo le chiavi della camera.
-Non sia mai..- dissi sbuffando e uscendo con lui.
Odiavo quella situazione, non prometteva nulla di buono, dovevo controllare la mia rabbia e la voglia di strappare i capelli dalla testa di quella Louise.
La strada per arrivare all'ufficio non mi sembrò mai così lunga e stressante, eppure erano solo 5 minuti di macchina e 10 a piedi, perché mai mi dovevo stressare così tanto.
Sesshomaru era calmo, mi sembra ovvio, non è lui che sta pronto con un fucile in mano al primo comportamento sbagliato.
Nel momento in cui mettemmo piede in quell'ufficio, solo un calmante potente poteva placare i miei istinti omicidi.
Louise non si era risparmiata a vestirsi abbastanza succinta, sembrava proprio che volesse mettere a dura prova la mia pazienza.
-Sesshomaru sei arrivato!- disse con troppa allegria, saltandogli praticamente al collo.
Bene, incominciamo!
-Avvocato Setzuna.- disse poi rivolgendosi a me.
-Avvocato Chatelier..- dissi .
-Venite, vi mostro i due uffici destinati a noi..- disse Louise.
Aspetta, due uffici? Avevo capito bene? Mi sembra di aver specificato che io e Sesshomaru dovevamo stare nella stessa stanza, che cavolo stava succedendo!
Non lo avrei lasciato solo con lei, neanche morta, non esiste proprio.
-Eccoci, questo è l'ufficio suo avvocato Setzuna, mentre questo di fronte è il nostro, Sesshomaru..- disse Louise fiera di aver avuto ciò che voleva, ovvero stare con Sesshomaru , da sola.
Sentivo chiaramente i nervi nel mio cervello fare delle piccole scintille, tra poco mi sarebbe partito un corto circuito per tutti lo stress che stavo accumulando.
Mi limitai a sorridere e a ringraziare, non volevo fare discussioni nel corridoio, non mi andava di sporcare la moquet con il suo sangue.
Guardai Sesshomaru come a dire se fai qualcosa ti ammazzo, ma lui cercò di rassicurarmi, dandomi un bacio prima di allontanarsi con quell'arpia.
-Buon lavoro piccola ..- disse.
-Anche a te..- dissi.
Mi chiusi la porta alle spalle e poggiai sulla mia nuova scrivania tutti i protocolli del caso che stavo seguendo.
Come potevo mai lavorare in santa pace se sapevo che Sesshomaru era li, da solo, con quella bastarda che poteva avventarsi addosso in ogni minuto.
Meglio aprire le pratica va!
Passò una buona ora e di quello che avevo letto non mi ricordavo decisamente niente, stavo veramente andando male e mai come allora avrei voluto un caffè, ma non mi andava per niente di alzarmi.
Poggiai la testa sulle pratiche e in un momento di esaurimento buttai tutti i fogli per terra, facendo non solo in gran casino ma disordinando tutto il caso.
-Complimenti Rin..- mi dissi da sola, poggiandomi una mano sulla fronte.
Mi maledì non una , ma dieci volte per il disastro che avevo combinato.
Se ci fosse stato Sesshomaru non sarebbe successo questo casino.
Mi abbassai a raccogliere i fogli, tentando invanamente di  metterli in ordine, era davvero un macello.
Si sentì qualcuno bussare alla porta.
-Chi diavolo è adesso?- dissi poco furiosa.
-Rin che succede, va tutto bene?-
Sesshomaru finalmente, dopo un'ora che sei stato in stanza con quella cosa, adesso vieni da me, giusto in tempo.
-Entra..- dissi.
La scena era buffa; stavo piegata a terra come una bambina a raccogliere i fogli e leggere le date di ogni singolo rapporto per metterle in ordine, i capelli fuori posto,la camicetta leggermente aperta per lo stress, insomma uno spettacolo.
-Rin ma perché fai così ?- disse Sesshomaru cercando di aiutarmi.
-Così come?- che finta tonta.
-Sei decisamente stressata e non stai bene..- disse Sesshomaru preoccupato.
-Come va con la causa?- chiesi.
Tentai di cambiare argomento, non mi andava proprio di dirgli che ero super stressata perché lui era chiuso dentro in una stanza con quella donna.
-Bene, Louise lavora bene , stiamo a buon punto, dobbiamo solo preparare eventuali domande, dobbiamo finire di leggere le pratiche..- disse raccogliendo con me i fogli.
-Non ho bisogno che mi aiuti grazie, comunque bene, almeno non ti rallenta ..- dissi.
Io invece ogni scusa era buona per distrarmi, quando proprio era una causa che non mi piaceva , cercavo di darla a qualcun altro e farne una più adatta a me.
Ero una palla al piede questo è sicuro.
-A te?- chiese d'un tratto alzandosi.
-Bene..- non approfondì il discorso.
-Sesshomaru..- chiamò Louise.
Rin mantieni la calma, mantieni la calma, rilassati, pensa a qualcosa di bello..
-Si Lù arrivo..- disse Sesshomaru.
Adesso sono anche in confidenza, che fastidio! 
-Vai..- dissi alzandomi da terra e poggiando le carte sulla scrivania.
Probabilmente aveva capito che  ero abbastanza infuriata con lui, quella confidenza non mi piaceva.
Guardai le carte con occhi vuoti, sembrava che osservavo il vuoto in quei pezzi di carta e mai come allora ho desiderato bruciarli.
Mi misi di nuovo gli occhiali e ,con tanta pazienza, sistemai le carte per ordine di sentenza e data.
Cercavo di capirci qualcosa mentre leggevo ma proprio niente riusciva ad entrarmi nel cervello, quella giornata era un buco nell'acqua.
Sentì delle risate provenire dalla stanza di fronte alla mia, probabilmente era proprio Sesshomaru con Louise che si stavano divertendo, beati loro.
Un momento, cosa beati loro?! Che hanno da ridere?!
Non dovevo fare scenate di gelosia, non dovevo essere impulsiva, magari stanno parlando della causa e ci sarà qualcosa di divertente dentro.
Si come no e io sono la regina d'Inghilterra.
Guardai l'orologio ed erano già le sei, potevo anche tranquillamente andarmene senza dire niente a nessuno.
Sistemai le cose nella borsa e uscì, chiudendo a chiave lo studio.
Mentre scendevo i gradini pensai che forse dovevo avvisare Sesshomaru che me ne ero andata, ma non volevo disturbare mica la sua conversazione con l'avvocato!
Quanto erano belle le strade di Parigi d'inverno, era veramente una bellissima sensazione.
Mi strinsi ancora di più nel mio cappotto e , con la neve che si appiccicava ovunque, corsi in albergo, stanca ma tutto sommato contenta.
Adoravo le nevicate, mi piaceva stare sotto le nevicate e ballare anche come una bambina.
Io e Kagome lo facevamo sempre, ballavamo sulla neve e spesso papà ci portava a pattinare, ora ormai siamo grandi, per queste cose non abbiamo più tempo.
Entrai in camera e mi cambiai subito, mettendomi un maglione lungo con lo scollo ampio a barca e delle calzette nere lunghe fino al ginocchio, ero proprio una bambina.
Mi legai i capelli e mi preparai una tazza di thè caldo insieme ai biscottini francesi .
Presi le pratiche e mi misi sul letto, poggiata con la schiena al cuscino e leggevo tutte quelle parole che stavolta avevano un senso.
Riuscivo a concentrarmi stranamente, nel silenzio più profondo, isolata da tutto e tutti: i rumori della strada erano talmente lontani che sembrava essere in campagna, nessun vociare vario si percepiva e sentivo solo il ticchettio della grandine mista alla neve sbattere contro la finestra.
Era tutto perfetto.
In due ore piene riuscì finalmente a finire la causa è a scrivere anche la relazione da presentare al giudice e ai giurati, ottimo lavoro.
Potevo finalmente rilassarmi, non dovevo fare altro che togliermi gli occhiali e mettermi a dormire.
Il cellulare non squillò neanche una volta, forse Sesshomaru non si è accorto che me ne sono andata, peggio per lui.
Invece stupida sono stata io a non guardare il telefono , se solo mi fossi ricordata di averlo messo in silenzioso.
Dieci chiamate senza risposta, cinque messaggi non letti.
Primo messaggio:
Rin ma dove sei? Non sei nel tuo ufficio.
Secondo messaggio:
Rin perché non rispondi? Che ti è successo? Non rispondi neanche alle chiamate.
Terzo messaggio:
Andiamo Rin, non farmi preoccupare, rispondimi.
Quarto messaggio:
Sto chiedendo a chiunque nell'ufficio dove potresti essere andata e nessuno ti ha visto.
Quinto messaggio:
Sto venendo in albergo, preparati al peggio!

Lo ammetto, l'ultimo messaggio mi ha fatto un po' paura, adesso dovevo subirmi un Sesshomaru incazzato come una bestia, meglio che mi metto a dormire allora, chissà quando arriva.
Provai in tutti i modi ad addormentarmi ma proprio non ne volevo sapere, ero ancora un po turbata dalla reazione di Sesshomaru, cavolo mi sono proprio dimenticata di mettere la suoneria.
Il campanello, cavolo e adesso che faccio, devo aprire per forza non ci sono alternative.
-Rin muoviti!- disse Sesshomaru impaziente.
Con tanto di coraggio mi alzai dal letto e andai ad aprire la porta, trovando un Sesshomaru con una faccia talmente incazzata che mi ha fatto ridere.
Esatto, mi sono messa a ridere.
Sesshomaru si arrabbiò ancora di più , tanto da chiudere la porta,sbattendola , e chiudendola a chiave.
Ora non c'era più niente da ridere, era davvero su tutte le furie.
-Ma che cazzo fai eh? Non rispondi , te ne vai , ma sei normale?!- disse cercando di restare calmo.
-Andiamo Sesshomaru non vedo perché la mia presenza sia così importante, stavi con Lù..- dissi marcando bene il nomignolo.
-Ah quindi è questo? - disse lui buttando la borsa a terra.
-Vedo che siete già in confidenza..- dissi.
-Non mi sfidare Rin..- disse avvicinandosi a me.
-Ho lavorato benissimo da casa e ho anche finito la causa..- dissi senza distogliere lo sguardo dal suo.
-Dovevi avvisarmi..- disse lui tirandomi a se per i fianchi.
-Davvero? Sembravi molto impegnato a ridere e scherzare con quella, Lù..- dissi cercando di allontanarmi, ma con scarsi risultati.
-Stupida..- disse bloccandomi vicino al muro.
Lentamente si avvicinò al mio collo, sfiorandolo con le sue labbra e dei lunghi brividi mi pervasero la schiena, facendomi tremare leggermente.
-Non c'era bisogno di avvisarti, avvocato..- dissi in preda a gemiti incontrollabili.
-Devi farlo, perché sei mia..- disse.
Le sue mani scesero lungo le mie gambe e in un gesto solo me le alzò all'altezza dei suoi fianchi, spingendomi ancora di più contro il muro.
Potevo sentire la sua eccitazione contro di me, avevo una dannata voglia di fare l'amore che se non mi avesse strappato gli slip lo avrei sicuramente ucciso, metaforicamente parlando.
I suoi baci sul collo erano scie bollenti sulla mia pelle fredda,maledizione mi faceva perdere la testa.
-Vieni piccolina, andiamo a letto..- disse Sesshomaru.
Mi staccò dal muro e frettolosamente andò verso la camera da letto, senza smettere di baciarmi.
Mi fece stendere sul letto e in due secondi mi tolse il maglione, accarezzandomi la pelle.
Lentamente gli sbottonai la camicia, osservando quei bellissimi muscoli che mi facevano impazzire.
Lo tiravo sempre più vicino a me dalla cravatta e questa cosa mi eccitava tantissimo, lui era mio e di nessun'altra, neanche di quella Louise.
-Sei dannatamente mio..- dissi a fior di labbra.
Mi strinse a se, sempre più vicino, baciandomi con più foga, con più voglia di farmi sua.
-Sei bellissima..- disse teneramente.
Sesshomaru mai come adesso vorrei dirti cosa provo, perché credimi mi distrugge il petto non poterti dire quanto amore provo per te , correrei troppo se te lo confessassi.
Ma fare l'amore qui, ora, in questo letto, mi fa sentire la donna più fortunata della terra, perché tu fai sentire la tua donna così, sai farla sentire la principessa che tanto desideri e che tanto hai cercato, ma credo che per te legarti a qualcuno ti risulta difficile , sei sempre stato molto distaccato con tutti, hai paura anche tu di dare tutto  te stesso, eppure adesso lo stai facendo.
Sai, sono solo due parole.
Ti amo, difficile non trovi? 
È come se stessi dando a qualcuno il tuo cuore sapendo che forse un giorno lo butterà via, oppure che forse sarà per sempre, chi lo sa.
Ma adesso sono qui e ti amo e ne sono così certa da dirlo senza neanche un po di paura.
Con il rischio di essere ferita, ma con te voglio rischiare , Sesshomaru.
Troverò il momento di dirtelo, in uno di quei momenti in cui non si fa l'amore per rabbia o per fare pace, ma in quei momenti in cui fare l'amore è ciò di cui abbiamo veramente bisogno.
Mi guardi con quei occhi possessivi e pieni di passione , maledizione quanto mi piace quando fai così, non smettere ti prego.
Continua a spingere, continua a farmi sentire bella, continua a farmi sentire l'unica donna che vuoi, continua a farmi sentire tua.
Ed eccoci qui esausti ma felici, abbracciati nelle lenzuola, un abbraccio che vorrei fosse per sempre.
-Rin perché stai piangendo ?- mi chiese.
Stavo piangendo è vero, lacrime di gioia , nulla di più .
-Sono felice di essere con te adesso..- dissi.
-Che strano,eppure all'inizio non lo eri..- disse Sesshomsru scherzando.
-Prima mi eri antipatico..- dissi facendo la linguaccia.
Di risposta Sesshomaru mi fece il solletico, malefico sapeva che soffrivo tanto!
Le mie risate rimbombavano nella stanza e mi sembrò che Sesshomaru sorrideva anche lui, felice.
Ma non tutti i momenti felici posso essere eterni.
Il cellulare di Sesshomaru vibrò ed era un messaggio di Louise.

Ciao Sesshomaru, domani pomeriggio alle quattro in ufficio, dobbiamo continuare la causa.
Dimenticavo, stasera sei invitato a cena a casa nostra, possibilmente senza Setzuna, dobbiamo parlare di lavoro.
Baci
Louise


La principessina ha specificato senza di me, ma tu guarda che arpia, vuole proprio farmi perdere la pazienza.
-Non penserai di andarci vero?- dissi guardandolo interrogativo.
-Rin è per lavoro, niente di più..- disse Sesshomadu abbracciandomi.
Sì certo per lavoro, non ci credevo neanche un po.
-Se lo dici tu..- dissi staccandomi dal suo abbraccio e alzandomi.
-Andiamo Rin di nuovo fai così ?- disse Sesshomaru mettendo la testa nel cuscino.
-Facciamo così , non mi arrabbio se mi dai la tua carta di credito e mi fai fare shopping..- dissi incrociando le braccia, nuda, davanti a lui.
Sesshomaru si voltò per replicare ma non appena mi vide tentò di mantenere la calma, anche se era impossibile.
-Non te la cedo neanche morto..-disse Sesshomaru.
Davvero Sesshomaru? Vuoi metterti contro di me, dopo che tu ti vedi con quella tua ex avventura, pretendi che io non mi possa sfogare?
-Suvvia, mica ti spendo tutti i soldi..- dissi mettendomi a cavalcioni su di lui.
Non avevo vergogna a stargli nuda addosso, la mia sfrontatezza mi ha sorpreso, non credevo di poter essere così sicura a letto e , principalmente, riuscire a stare nuda senza il bisogno di coprirmi.
-No mica mi ritrovo il conto svuotato?- disse lui ironicamente.
-Se vuoi andare alla cena questi sono i patti- dissi meschina.
Dopo un bel po' di esitazione , finalmente mi diede la sua carta e non sprecai neanche un secondo a prepararmi.
Mi misi un pantalone stretto di jeans con una maglietta morbida sopra bianca , stivaletti neri e cappotto.
Poco trucco e via, pronta per uscire!
Salutai fugacemente Sesshomaru, mostrandogli ancora, per l'ultima volta, la sua bellissima carta di credito nelle mie mani.
Doveva patire le pene dell'inferno visto che andava a cena da quella sgualdrina.
Scesa per strada, erano ormai le sette , avevo solo due ore per svaligiare qualche negozio , dovevo concentrarmi.
-Che freddo che fa però..- dissi mettendomi i miei bellissimi guantini.
Andai sulla via principale di Parigi, dove vi erano le Marche.
Entravo nei negozi e ne uscivo con una busta se non due , era bellissimo poter spendere senza preoccupazioni , dopotutto l'unica preoccupazione che avevo era quella di evitare di spendere troppo sul serio.
Mentre camminavo per strada con il mio bel caffè caldo fra le mani, notai dall'altra parte una coppia, credo sulla trentina, che  stavano avendo una discussione , non so se decifrarla in modo felice o arrabbiato.
Guardai curiosa i movimenti del ragazzo; stava per prendere qualcosa dalla giacca, non ci volle tanto a capire che era un anello.
Mi avvicinai di poco, facendo finta di guardare altrove, per ascoltare la conversazione, che ficca naso.
-Valerię lo so di non essere perfetto, so che a volte ti faccio dispiacere e che ti ho tradito una volta, ma tu mi hai dato la possibilità di cambiare e di essere un'altra persona, mi hai accolto fra le tue braccia amandomi sempre di più , per questo voglio ricambiare chiedendoti di passare il resto della mia vita con me , vuoi sposarmi?- 
Credo che non ho mai sentito proposta più romantica e sdolcinata di quella.
Mi stava salendo il diabete, non poteva arrivare direttamente al punto?
Guardai la ragazza e scoppiò in lacrime, annuendo con la testa e abbracciandolo forte, era davvero felice.
Non so perché ma scappò una lacrima anche a me, non me lo aspettavo, tanto romanticismo mi ha così toccato nel petto, proprio a me che sono una lastra di ghiaccio.
Applaudì insieme alle altre persone che si erano messe intorno a loro, ero davvero sorpresa di come l'amore potesse richiamare così tante attenzioni.
Scossi la testa e decisi di continuare a camminare, guardando di tanto in tanto le vetrine.
Improvvisamente mi vibrò il cellulare e notai che erano già le otto e mezza e che presto i negozi avrebbero chiuso.
Sesshomaru mi inviò un messaggio, dicendo che a breve sarebbe sceso e che forse era il caso che tornassi perché era tardi.
Seguì il suo consiglio e, prendendo un taxi, tornai in albergo dove mi aspettava una lunga serata di pura noia mortale.
Posai tutte le buste e mi buttai sul mio bel divanetto, dove ho dormito le prime notti.
Già , ricordo bene, mi rifiutavo categoricamente di dormire con lui, invece adesso se non è nel letto mi sento persa.
Non avevo voglia di mangiare, sinceramente il cibo parigino non mi attirava molto, preferivo un po di pane e formaggio.
Guardai nella piccola cucina che era nella stanza, devo dire la verità come albergo era fatto proprio bene, e c'erano dei crostini con il formaggio.
Ottimo, una bella tazza di thè vicino ed ecco la mia cena.
Mi accesi una sigaretta, stavo fumando di meno ultimamente, forse mi sentivo meno stressata.
Odiavo fumare, fumare era stupido e incosciente, ma dopotutto era l'unico modo per non stressarmi.
Guardavo in modo compulsino  l'orologio, aspettando che Sesshomaru tornasse.
Le lancette sembravano non muoversi mai e il tempo si era rallentato secondo il mio cervello.
Chiuso gli occhi e mi accorsi che si era fatta già mezzanotte, ma di Sesshomaru nessuna traccia.
Mi alzai dal divanetto tutta bloccata e mi misi il pigiama.
Una canotta di seta con la veste corta sempre di seta, ecco il mio pigiama.
Preoccupata scrissi un messaggio a Sesshomaru, chiedendo dove fosse finito e quando aveva intenzione di tornare, ma come risposta il nulla.
Stavo iniziando a preoccuparmi sul serio, dove era finito, si sono fatte le due!
Sentì il rumore della chiave nella porta e per fortuna tirai un sospiro di sollievo, era tornato.
Mi alzai dal letto e gli andai incontro ma non aveva una bella cera: puzzava tremendamente di alcool e il suo viso lo dimostrava.
-Sesshomaru ma cosa..- dissi.
-Non ti avvicinare Rin, non sono in me..- disse Sesshomaru mettendo le mani davanti.
-Sesshomaru fatti aiutare, vieni..- dissi prendendo delicatamente le sue mani, ma lui la ritrasse subito.
-Ti prego Rin, ti ho già fatto del male inconsapevolmente..- disse.
Che significa? Mi aveva fatto del male? Ma che cavolo sta dicendo?
-Sesshomaru non mi hai fatto nulla..- dissi cercando di capire.
-Si Rin, ti ho tradito con Louise.. Mi dispiace..- disse.
Doccia fredda, non mi sentivo più niente, neanche il cuore.
Lo sapevo, sapevo che non dovevo lasciarlo da solo, sapevo che non dovevo fidarmi così tanto di lui, maledizione.
Mi diedi un pizzico sulla pancia, vederlo in quelle condizioni mi fece comunque pena.
-Fatti aiutare, poi parliamo..- dissi trattenendo le lacrime.
Lo presi per un braccio e lo portai a letto, dove lo spogliai lasciandolo in boxer, doveva rilassarsi.
Poi gli spostai la frangia, notando che era tutto sudato , allora con un asciugamano gli tolsi il sudore dalla fronte.
-È successo perché eri ubriaco?- dissi prendendo coraggio.
-Lei ha approfittato del fatto che non ragionassi per baciarmi..- disse lui mettendosi le mani sulla fronte.
-E poi?- incalzai.
-Poi io mi sono reso conto di quello che stava succedendo e ho deciso di andarmene..- disse.
-Perché non mi hai chiamato?- dissi.
-Perché non voglio rischiare di perderti Rin, tu vali più di ogni altra cosa per me e non volevo che accadesse te lo giuro ..- disse prendendomi le mani e stringendole fra le sue.
Mi ha ricordato quel ragazzo di qualche ora fa, quando ha fatto la proposta di matrimonio alla ragazza.
Lei era riuscita a passare sopra anche al tradimento, questo significa che davvero si amano, ma cosa non impedisce ad una persona di non cadere di nuovo nell'errore? 
Gli esseri umani sbagliano sempre, la fiducia non si può dare a nessuno.
Io lo amavo? Questo era ovvio, ma lui amava me? Forse.
-Sesshomaru, tu mi ami?- chiesi d'un tratto lasciando interdetti entrambi.
Probabilmente sotto effetto dell'alcool avrebbe risposto di sì.
-Te lo giuro Rin, che con o senza effetto dell'alcool, io Ti amo dal primo giorno che ti ho visto..- disse lui.
Non ci giurerei, ma probabilmente una lacrima solitaria stava uscendo dal suo occhio ed è davvero un evento raro che un demone come lui, Sesshomaru, potesse piangere.
La raccolsi fra le mie dita e sorrisi dolcemente, non stava mentendo.
-Ti prego Rin perdonami..- disse alzandosi dal letto per abbracciarmi.
-Ti perdono ma non sforz..- mi bloccò la parola con le sue labbra premute sulle mie.
Sesshomaru, ti amo anche io, sapessi quanto.
Lo strinsi a me forte, quel sapore di alcool non era poi così brutto, sembrava come il nostro primo bacio, ma al sapore di tabacco.
-Rin, tu mi ami?- chiese.
Glielo dico o no?  
-Ti amo da morire ..- dissi continuando a baciarlo.
Chi ama perdona e io ti perdono Sesshomaru.
Louise, io e te poi facciamo i conti.
Sembrava proprio un bambino fra le mie braccia, mi teneva stretta a se senza volermi lasciare andare.
Per una volta è stato lui a dormire sogni tranquilli, l'alcool ormai era svanito.
Il vero amore è fatto anche di questo , di perdono.








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Capitolo 8
*** Ultima sera a Paris! ***


La solita routine mattutina: alzarsi, andare in bagno, guardare la propria faccia nello specchio, spaventarsi un attimo, andare in cucina, fare colazione e poi buttarsi sul divano prima di andarsi a preparare per un'altra estenuante giornata lavorativa.
Odiavo così tanto la mia sveglia che probabilmente a breve l'avrei sul serio lanciata fuori dalla finestra.
Quella mattina non ero proprio di buon umore, come darmi torto.
Sesshomaru la sera prima mi ha confessato che mi ha tradito, come potevo stare tranquilla.
Assurdo, davvero assurdo, come è possibile che quella femmina aveva anche solo osato poggiare le sue labbra contro quelle del mio fidanzato, l'avrebbe pagata cara, molto cara.
Sesshomaru ancora dormiva, beato lui,io non sono riuscita a chiudere occhio.
Certo che come demone mi aspettavo che reggesse l'alcool meglio di un essere umano, che assurdità, poi ci definiscono deboli.
-Rin..Rin..- 
Mi sentì chiamare ed era sicuramente Sesshomaru, si era svegliato finalmente.
Feci un lungo respiro, dovevo stare calma, non era il caso adesso di parlare di certe cose, e andai nella stanza , vedendo Sesshomaru guardarsi intorno spaesato.
-Sesshomaru sono qui ..- dissi avvicinandomi a lui.
Non appena gli sfiorai la fronte notai che era tutto sudato ed era bollente, come se avesse la febbre.
-Rin..- svenne.
Maledizione perché è svenuto, ora come faccio a svegliarlo.
Mi sono ritrovata con un Sesshomaru svenuto fra le mie braccia, completamente sudato e privo di forze.
Lo trascinai verso la doccia con un enorme sforzo, certo che pesava abbastanza il ragazzo.
Aprì l'acqua tiepida, mentre gli sostenevo la testa fra le braccia: mio padre così faceva quando svenivo e stavo male, il che capitava spesso per colpa dello stress.
Non ho resistito e le mie lacrime scesero copiose sul suo viso, che era stranamente rilassato.
Niente, i suoi occhi non si aprivano e non rispondeva , si limitava a sorridere.
Che aveva da sorridere quel cretino? Mi faceva preoccupare ancora di più, non so se mi stava prendendo in giro oppure no.
Dovevo portarlo in ospedale forse, ma non ero capace di parlare francese, come potevo spiegare l'accaduto.
-Sesshomaru svegliati per favore!- dissi dandogli dei piccoli schiaffi in faccia.
Maledizione non si sveglia, ma perché , cosa ti è successo, perché non riesco a vedere i tuoi occhi.
-Sesshomaru cazzo!- dissi disperata.
Mi pentivo di essermi comportata in quel modo qualche ora prima, ignorando il suo bisogno di stare con me, non riuscendo a passare sopra al tradimento quando invece lui non aveva nessuna colpa, non aveva iniziato lui.
Dovevo stargli vicino e vedere sin dall'inizio dei probabili segni di malessere, avrei evitato tutto questo.
-Sesshomaru ti prego scusami..- dissi abbracciandolo al mio petto.
L'acqua tiepida mi aveva ormai sommerso, ero un bagno completo, ma non mi importava, non ero io che stavo male ma la persona che mi ha dimostrato che l'amore vince sempre su tutto.
Sono la solita ottusa e questo mio atteggiamento non mi porterà da nessuna parte , se non a restare completamente sola .
-R-Rin..- 
Finalmente, grazie al cielo è sveglio, sta meglio, la sua fronte è fresca e il suo battito era regolare.
-Eccoti finalmente..-dissi sorridendo.
-Perché siamo sotto la doccia ?-chiese confuso.
-Perché sei svenuto e avevi la febbre forse..- dissi stringendolo a me.
-Rin ti amo..-
Ecco di nuovo che il mio cuore fece le capriole, mi sentivo lo stomaco come se stessi sulle montagne russe, nella mia testa i neuroni erano ormai impazziti.
-Ti amo anche io..- dissi baciandolo dolcemente sulla fronte.
Forse era il caso che uscivamo da dentro alla doccia se no la febbre me la prendevo anche io, ammesso e concesso che Sesshomaru l'avesse.
-Riguardo a ieri ..- disse Sesshomaru mettendosi l'accappatoio.
No, Sesshomaru, di ieri non voglio sapere nulla, neanche un dettaglio, non mi importa, non mi serve, ho scelto di darti una possibilità , non farmi pentire.
Non è colpa tua lo so, è colpa di Louise, che non ha accettato il nostro amore e vuole separarci, ma ciò non accadrà perché io mi fido di te e sono disposta a perdere ogni cosa per fidarmi.
Perciò Sesshomaru, non dire una parola.
-Io mi fido di te.- dissi mettendogli un dito sulle labbra.
Mi guardò come quando un bambino guarda un aquilone, era stupito eppure felice,non si aspettava tanta comprensione e calma, eppure era stupito che il mio sguardo fosse sorridente, nascondendo anche qualunque probabile traccia di tristezza e tirando su le lacrime per non farle uscire.
-Se vuoi abbandono il caso..-mi disse.
Cavolo Sesshomaru non me lo chiedere, è ovvio che ti direi di sì, ma so che questo ne vale della tua carriera, come puoi chiedermi tanto.
-No, continua, ma stavolta nell'ufficio ci sarò anche io-dissi calma.
Stavolta non avrei dato occasione a quella donna di poco conto di mettere le mani sul mio Sesshomaru, non le avrei più permesso di  avvicinarsi a lui e tanto meno di baciarlo, stupida Louise ancora non ha capito.
-Tutto quello che vuoi .- disse Sesshomaru.
Già, a proposito..
-Ehm, Maru..?-dissi grattandomi la tempia.
Non prometteva nulla di buono quello che stavo per dire .
-No Rin, ti prego..- disse Sesshomaru mettendosi la mano sulla fronte .
-È colpa sua!!- dissi indicando qualcosa fra le mie mani.
Ma tu guarda che stupida, mi nascondo dietro ad una carta di credito super usata, idiota.
-Quando hai speso?- disse.
Ehm, lo devi sapere per forza quanto ho speso ? Non possiamo fare finta di niente?
-Mille euro..- dissi pronta a fuggire.
-RIN!- disse Sesshomaru furioso.
-Ti prego scusa scusa, ma ci stavano troppe cose belle e..- non riuscivo neanche a parlare più.
Il suo sguardo si fece serio e funesto e mai come allora ho avuto paura di lui, mi toccava solo nascondermi o fuggire.
Meglio la seconda.
-A-andiamo Maru, non è poi così tanto..- dissi mettendo le mani avanti.
-Rin..- 
Non prometteva nulla di buono il tono in cui lo ha detto, quando lo dice sotto voce è pericoloso, ti fa venire i brividi.
-Non ho resistito scusami..- dissi cercando di calmare le acque.
-Ridammi la carta..- disse allungando la mano verso di me.
Che dovevo fare? Ridargliela sul serio, oppure tenermela per quello che aveva fatto e quindi continuare a spendere i suoi soldi per sfogarmi.
-Giammai!- dissi custodendola come se fosse il mio tesoro.
-Lo hai voluto tu signorinella..- 
Mi prese in braccio, a quanto pare stava meglio di me il signorino, mi caricò su una spalla portandomi in salotto. 
È inutile dire che ho provato in tutti i modi di liberarmi ma con vani risultati, era più forte lui.
Ho conosciuto un'altra parte di lui che pensavo non esistesse, questi suoi modi di fare così dolci mi stupivano.
Nella sua dolcezza era anche un po vendicativo però.
Come rovinare un momento che poteva essere bellissimo? Lo squillo del telefono.
Lo guardai contrariata non appena mi mise a terra , volevo giocare ancora un po, dopotutto non si era mai preso un momento di pausa al di fuori del lavoro, pensava solo ed esclusivamente a quello .
-Pronto?- rispose.
-Sesshomaru ciao, ti aspetto in ufficio io sono già qui e..- 
-Louise, viene anche Rin..- disse Sesshomaru.
Maledetta arpia, ancora ci prova, pensa che io non l'ho scoperta , mi dispiace Louise ma in ufficio ne vedrai delle belle.
Fossi in lei mi porterei qualcosa per contrastare la mia voglia di ucciderla e farla a fettine.
Dopotutto fra due giorni saremo tornati a casa finalmente, non vedevo l'ora.
Sesshomaru concluse la telefonata con un semplice " ci vediamo dopo", per poi voltarsi verso me e guardarmi con occhi supplicanti nel non fare la pazza isterica.
-Non sono arrabbiata, ma aspetta che entro nell'ufficio ..- dissi andando verso la camera da letto .
-Rin ora che torneremo, cosa diremo ?- disse Sesshomaru serio.
Cosa significava quella domanda , perché chiedermi cosa diremo, stiamo insieme giusto?
Giusto?!
-Che vuoi dire Sesshomaru, che stiamo insieme no?- dissi con tranquillità.
Mi sembrava assurdo che lui potesse anche solo pensare che quella settimana era solo un'avventura e basta.
-Sei disposta ad essere mia  anche dopo questa settimana?- 
Il suo fiato sul collo era sempre più vicino e una sua mano mi sfiorò il ventre con fare dolce e delicato.
Ero disposta ad essere sua ? Certo che era un bel impegno, ma cosa dico, certo che voglio, non desidero altro.
Accetterai tutto di me? Ed io di te?
-Perché ? Pensavo di esserlo già da quando mi hai detto " Permettimi di scoprire la parte migliore di te "- dissi cercando di voltarmi, ma mi bloccò.
Sentì il suo sospirare farsi sempre più, stranamente, nervoso.
Il Grande Sesshomaru è in imbarazzo? Che assurdità.
-Allora permettimi di darti una cosa..- disse prendendo probabilmente qualcosa dalla tasca.
Posò fra le mie mani un cofanetto chiuso, di velluto blu scuro, con dei dettagli di rose sopra.
Già guardare quel cofanetto chiuso mi fece battere il cuore in un modo esagerato, non capivo nulla, ero confusa, pensavo che mi stesse chiedendo di sposarmi.
Chiusi gli occhi e aprì il cofanetto e i miei occhi   "Sbriluccicavano" come una gazza ladra quando vede un diamante.
Questo anello fine, con una serie di cuori di oro bianco con all'interno i diamanti incastonati.
Era bellissimo e anche della mia misura!
-È una promessa..- disse Sesshomaru baciandomi il collo dolcemente.
La promessa più bella che tu potessi mai farmi Sesshomaru, davvero non capisco più nulla, voglio solo baciarti fino a che non mi basta, ma tu non mi basterai mai.
-Sesshomaru è bellissimo..- dissi mettendolo all'anulare destro.
Era proprio della mia misura, quando lo aveva comprato ?!
-Mentre andavo dall'avvocato, l'ho visto in vetrina e ho pensato a te , brilla come i tuoi occhi nella notte ed è fine come te..- disse Sesshoamru voltandomi.
Quel suo sguardo rilassato ed estremamente persuasivo , mi fece alzare in punta di piedi e lo baciai dolcemente sulle labbra, dandogli uno di quei baci che non tutte le coppie si scambiano sempre : delicato, senza pretese,casto, senza passione ma solo con il cuore.
-La mia promessa è starti vicino finché vorrai..- dissi a fior di labbra.
-Allora per sempre ..- disse baciandomi.
C'era una piccola esitazione sul "da farsi", ma dovendo andare in ufficio tutto questo tempo non c'era.
Ci vestimmo in fretta e in dieci minuti già eravamo giù all'albergo, pronti ad andare a lavorare.
Preferì andare a piedi nonostante il freddo, adoravo il freddo a Parigi.
-Secondo te Inuyasha e Kagome faranno una super cerimonia?- chiese Sesshomaru.
-Spero di no, non voglio stare una giornata intera in un singolo posto con i piedi che mi pulsano..-dissi sbuffando.
-Per stare sui tacchi soffri così tanto?- disse.
-Non hai idea del dolore..- dissi io pensando già alle torture dei tacchi.
Arrivati in ufficio , subito cercai con lo sguardo quella grande signora che si è permessa di mettere le mani su Sesshomaru, infatti era comodamente appoggiata alla scrivania della sua stanza con le pratiche tra le mani.
Quando alzò lo sguardo si stupì di vedermi, forse non aveva preso seriamente le parole di Sesshomaru.
Il suo volto da roseo sbiancò all'istante, si mordeva compulsivamente il labbro e picchiettava il piede a terra , classico atteggiamento di chi sa che sta per arrivare la sua fine.
-Buongiorno avvocato Setzuna, c'è anche lei..- disse preoccupata.
-Buongiorno- dissi semplicemente, poggiando la mia borsa sulla scrivania.
Accidenti pesava una tonnellata, non perché avessi portato degli strumenti di tortura per quella poco di buono, purtroppo erano tutte pratiche da svolgere.
-Buongiorno Sesshomaru..- disse lei più sorridente.
Guardai Sesshomaru di sbieco , posando leggermente gli occhiali sulla punta del naso e preparando qualsiasi tipo di risposta ad una probabile reazione sbagliata.
-Avvocato prego..- disse lui affiancandomi.
Per una buona volta aveva capito come doveva comportarsi, un miracolo!
-Riguardo a ieri credo che io le debba delle scuse avvocato ..- disse rivolgendosi a me stavolta.
Bene, ora sì che ci divertiamo.
-Non provo rabbia e rancore nei suoi confronti avvocato, le darei troppa importanza , dopotutto non vedo cosa Sesshomaru possa trovare in lei che io non ho, si è illusa di poter avere qualcosa che non è suo?- chiesi incrociando le braccia.
-Assolutamente no..- disse giocando con le dita delle sue mani.
Palesemente nervosa.
-Bene, per me possiamo anche concludere qui la conversazione e iniziare a lavorare se non le dispiace..-.
Brava Rin, fai la signora, evita di staccarle la testa dal corpo e lanciarla in un water, meglio non sporcarsi le mani.
Mi guardò incredula di tanta calma nei suoi confronti , se pensava che la vendetta viene servita su un piatto d'argento e freddo, ha ragione.
Una nuova estenuante giornata lavorativa, resa ancora più stressante per la presenza di Louise che , notando che comunque la guardavo, non accennava a smettere di guardare Sesshomaru di sottecchi, come se stesse aspettando qualcosa, ma il punto è che a parte un fulmine in testa a lei dal cielo , non arriva nulla.
Ho rinunciato a molteplici tazzine di caffè pur di non lasciare solo Sesshomaru con lei, mi rifarò a casa.
Le sigarette? Mi stavano scocciando, avevo esagerato in quei giorni, se mi fossi fermata un po sarebbe stato solo un bene per me.
Sesshomaru si alzò più volte per andare a fumare una sigaretta fuori al balconcino dello studio , io mi limitavo ad osservarlo, nonostante la sua insistenza sulla compagnia mentre fumava.
Mi chiedeva " come mai non fumi più?" oppure " proprio tu che fumavi come una turca ora hai smesso?".
La sigaretta crea dipendenza, ti può rilassare all'inizio ma ti distrugge dall'interno, ti lascia un segno indelebile di ciò che sei stato, vorrei che questo segno fosse meno marcato di quanto già lo è.
So che chi fuma non può avere facilmente figli, io un giorno lo desidero, desidero una famiglia adesso, perché ho conosciuto una persona che , nonostante il tradimento, ha tanto amore da darmi come io ne ho da dare a lui.
Sorridevo alle sue domande, dicendo che dopotutto non mi avrebbe fatto male smettere, non certo parlavo di famiglie e futuro.
Picchiettavo insistentemente la penna sulla tempia, cercando di avere una probabile illuminazione su come chiudere delle pratiche, ma come al solito mi limitavo a lasciare il caso semi risolto, per poi passare una nottata a leggere fiumi e fiumi di parole.
Alzai lo sguardo ed era ormai ora di pranzo ma di certo la fame non era la mia priorità, anzi spesso mentre lavoro al massimo mi mangio una barretta o bevo un succo.
-Rin..- mi sentì chiamare.
Perché quando diceva il mio nome impazzivo?La sua voce così dolce e roca a volte, così sensuale e calma, mi faceva chiudere gli occhi , come se le sue mani fossero sul mio corpo e mi stessero alzando piano dalla sedia e farmi poggiare con la testa sul suo petto e..
Un momento, è troppo realistico!
Apro gli occhi di scatto ed effettivamente tutto quello che avevo sognato era appena successo, possibile che mi sono addormentata sulla scrivania ? Maledizione e de quella Louise aveva provato a mettergli le mani addosso approfittando che ero dormiente !
-Hm Sesshomaru..- dissi allungando le braccia.
Ammetto ero stanca, non avevo neanche dormito bene la sera precedente, ero più che giustificata.
-Sei stanca, vuoi tornare in albergo? Continuiamo oggi pomeriggio se vuoi..- disse premuroso.
Diciamo che una bella dormita non mi sarebbe dispiaciuta, però non potevo lasciarlo da solo.
-N-no, ce la faccio..- dissi circondandogli le braccia intorno al collo e dandogli un piccolo bacio sulle labbra.
Sesshomaru sorrise al mio gesto è gentilmente mi chiese di andare a mangiare qualcosa fuori insieme.
Partendo dal presupposto che doveva pagare lui, accettai volentieri.
C'era un piccolo ristorantino vicino  all'ufficio, molto grazioso e accogliente, proprio quello che ci voleva in una giornata fredda come quella.
Fuori nevicava, tanto per cambiare, ma stavolta l'atmosfera era diversa, perché stare con lui, a pranzo , in quel posticino , mentre fuori era quasi già sera, con le luci dei lampioni che incominciavano ad accendersi, con l'odore della legna bruciata e del bagnato del terreno, era tutto così bello che se fosse stato possibile immortalarlo in un quadro probabilmente sarebbe stato il più bello di tutti.
Mi ero presa una bella cioccolata calda per pranzo, tanto per cambiare se a me non è dolce non sono mai contenta, mentre Sesshomaru un piatto caldo.
-Sei proprio una bambina..- mi disse.
-Adoro l'inverno, adoro la cioccolata calda e adoro trascorrere questa vacanza con te..- dissi arrossendo appena.
Poiché l'unica cosa che ho preso da mio padre è il naso leggermente lungo, non di troppo non sono una strega, la punta di questo finì nella cioccolata calda, la tazza era stracolma quindi non era colpa mia.
Sesshomaru rise a vedere quella scena e dolcemente mi tolse la cioccolata dal naso con il dito, per poi mettermela sulle labbra.
-Ecco, ora puoi leccarla..- disse.
Ma si tanto siamo in un ristorante, se ci saltiamo addosso così dal nulla non ci dicono niente no?!
Lo ha detto con quella voce così roca che stava a significare solo una cosa: ho voglia di farlo.
Bene, io non avevo minimamente le forze.
-Non ti accontenti mai, eh?- dissi sorridendo appena, leccandomi le labbra.
-È colpa tua piccola..- disse lui allungando una mano verso la mia.
-Te la tieni , sono stanca !- dissi ignorandolo completamente.
Sentì un sonoro sbuffo provenire dalla sua bocca, quasi deluso della mia risposta.
-Sei perfida..- disse.
E tu sei stronzo Sesshomaru, siamo alla pari.
Finito il nostro "pranzo", tornammo in ufficio, dove Louise ci attendeva impaziente per lavorare.
-Bene allora siete pronti a ricominciare ?- disse con quella sua voce snervante da oca.
-Certo.- disse Sesshomaru.
Avrei tanto voluto dire di no, che volevo tornarmene tanto in albergo, ma sarei risultata come la solita pelandrona scansafatiche.
Abbiamo iniziato alle quattro e finito alle sette, dopo una serie di pause caffè , non resistevo più ne avevo bisogno , infatti mi portavo Sesshomaru con me proprio per non lasciarlo da solo.
Sembravo una mamma ossessiva con suo figlio, con i miei figli spero di non fare così .
Mentre stavamo tornando in albergo, Sesshomaru riceve una chiamata alquanto strana dal padre.
-Pronto?- disse.
-Sesshomaru, vedo che se non ti chiama il tuo vecchio tu non chiami..- disse il padre.
-Papà che vuoi?-
-Devo avvisarti che purtroppo dovete tornare domani a Osaka, c'è molto lavoro da sbrigare qui.-
-Va bene, quando abbiamo il volo?- chiese Sesshomaru.
-Domani alle sei del pomeriggio, buon viaggio..- e chiuse la chiamata.
Non appena chiuse la telefonata mi guardò, non so se decifrare il suo sguardo sexy come se fosse preoccupato o felice.
-Rin, dobbiamo tornare domani..- disse Sesshomaru guardandomi.
No giura, sul serio? Non vedrò più quella faccia di cavolo di Louise?!
-Sul serio?- dissi.
-Si, hanno bisogno di noi. Ci hanno prenotato il volo alle sei del pomeriggio, domani il nostro autista ci porterà i biglietti e andremo in aeroporto ..- disse lui rilassandosi finalmente sul divanetto.
Sono così felice di tornare a casa che potrei sparare i botti, ma chissà come sarà non dormire più con Sesshomaru, non farsi più la doccia con lui, non litigare, non prendersi in giro, non fumare insieme.
Parlo come se stessi partendo per la guerra ma una volta tornati a casa ognuno starà per fatti suoi, ci vedremo sicuro ma non come prima , neanche più a lavoro.
Un po mi rattristava , ma era giusto tornare.
-Bene, prepariamoci al peggio ora che torniamo..- dissi uscendo dalla stanza con il pigiama.
A dirla tutta quello era un pigiamone, altro che.
-Sei proprio una bambina, vieni qui..- disse Sesshomaru aprendo le braccia e invitandomi fra di esse.
Non me lo feci ripetere due volte, mi fiondai in quel abbraccio così coccolone  e dolce , senza preoccuparmi che probabilmente mi avrebbe dovuto prendere in braccio e portarmi nel letto perché mi sarei addormentata sicuro.
-Voglio proprio sapere chi ti porterà in braccio a letto quando ognuno starà a casa propria..- disse  Sesshomaru prendendomi fra le sue braccia.
Ho mugolato qualcosa ma non era né un verso di protesta né un verso di gioia, era un mugolio di tristezza , perché sul serio a casa mia, al massimo mi svegliavano per andare a dormire quando mi addormentavo sul divano.
Goditi il momento , perché sono emozioni che non tornano.









Tatarataaaa!
Ce l'ho fatta a scrivere questo capitolo!
Eccoci qui, ora torneranno a casa loro, chissà come se la caveranno l'uno senza l'altra.
Louise, ciao ciaoooo!
Al prossimo episodio! 
Bacioni a tutte!
ClosingEyes_
Simo-Chan 










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Capitolo 9
*** Ritorno a casa ***


Mi svegliai con un mormorio di voce leggero ma serio, come se qualcuno stesse parlando al telefono.
Scossi un po le coperte e notai che Sesshomaru non c'era accanto a me, forse era lui che stava parlando.
Mi guardai intorno e subito vidi la cara e fedele sveglia segnare le otto e mezza di mattina.
Era decisamente presto, potevo tornare a dormire se non fosse che Sesshomaru entrò in camera per parlarmi.
-Rin..- 
Ecco ci siamo, che c'è ora!
-Dimmi Sesshomaru, prima che crollo di nuovo a dormire..- dissi sbadigliando.
-Era Louise, vuole vederci prima che partiamo..- disse Sesshomaru.
Giusto le pratiche, dovevamo firmare, anzi doveva firmare solo Sesshomaru, io mi sono tenuta fuori da questa situazione.
-Sei tu che devi firmare, fammi dormire, tanto non credo che ti salti addosso..- dissi .
Non credo che il mio fidanzato sia così stupido da farsi saltare addosso da quell'arpia.
-Se lo dici tu, allora vado..- disse Sesshomaru dandomi un bacio sulla fronte.
Mi limitai a mugolare qualcosa e poi riaddormentarmi di sasso, senza neanche sentire la porta della stanza chiudersi.
Poi d'un tratto qualcosa mi spuntò in mente, che volesse vederlo per dargli il suo dolce addio? Aveva intenzione di approfittare della mia assenza? No questo no, Sesshomaru non era così stupido, andiamo, di mattina è sobrio!
-Meglio che mi riaddormento-dissi chiudendo gli occhi definitivamente.
Avrò dormito per altre tre ore, si erano fatte le undici e mezza e fuori c'era un tempo schifoso: pioveva a dirotto e neanche un raggio di sole entrava dalla finestra, era tutto annuvolato e triste.
Probabilmente spesso i miei risvegli sarebbero stati tristi, considerando che tra poche ore non avrei più dormito con Sesshomaru, ma da sola, in quel letto enorme di casa mia.
Certo c'era Kagome, ma presto anche lei sarebbe andata via, si sposava, giustamente.
La nostalgia di casa si faceva sentire ma la voglia di tornare non voleva proprio venirmi.
Mi alzai malvolentieri dal letto, sbadigliando di tanto in tanto e facendo già la valigia.
Mentre mettevo i vestiti dentro , osservavo con cura i capi che mi ha regalato Sesshomaru; è stato davvero dolce a comprarmi queste cose molto costose, non me lo sarei mai aspettata da lui all'inizio.
Cavolo la valigia a stento si chiude e io a stento riesco a smettere di piangere mentre ci saltello sopra.
Si, ero molto triste e considerando che ero da sola, la situazione non aiutava per niente.
Dopo mezz'ora di pura fatica sono riuscita a farci entrare tutto e proprio in quel momento entrò Sesshomaru, con due cornetti caldi appena sfornati dal bar giù all'albergo.
Non potevo che essere più felice che in quell'istante in cui il suo sorriso si incrociò con le mie lacrime di gioia liste a tristezza.
-Rin ti lascio da sola e piangi?- disse poggiando la mia colazione sul tavolino di cristallo.
-Ho bisogno di te..- dissi avvicinandomi a lui e stringendolo forte , per quanto potessi.
Lui di rimando mi coccolò la testa, accarezzandomi delicatamente i capelli e si domandava perché mai ero così triste.
-Se ti chiedo di dormire da me, tu resti ?- chiesi mettendo ancora di più la testa sul suo petto.
-Tutte le volte che vorrai  ..- disse Sesshomaru stringendomi.
Ora potevo dire che ero felice finalmente, potevo mangiarmi quel cornetto al cioccolato che tanto amavo, ma ovviamente al primo morso, come rito, doveva squillarmi il cellulare, chi poteva mai essere se non Kagome.
-Ma chiami sempre quando non dovresti?!- dissi  rispondendo al telefono esasperata.
-Rin!!!! Ho una bellissima notizia - disse Kagome urlando come una papera dall'altra parte del telefono.
Adesso dice che è incinta sicuro.
-Dimmi..- dissi già sapendo la risposta.
-Sono incintaaaaaa! Di due gemelli!- disse Kagome felice.
Per poco non mi stavo affogando per la seconda volta, tanto che Sesshomaru mi ha dato un bicchiere di latte per farmi riprendere.
-Ma come due gemelli?! E me lo dici così ?!-dissi strafelice per lei.
-Zia Rin e zio Sesshomaru , presto farete anche da babysitter..- disse Inuyasha facendosi sentire.
-Credo che tuo fratello se solo ti sente ti ammazza..-dissi ridendo.
-Ho sentito! Scordatelo!- disse Sesshomaru.
-Sono felice per voi! Comunque sai che torniamo oggi no? Abbiamo il volo alle sei e mezza ..- dissi con nota triste.
-Ti terrorizza l'idea di vedermi?- disse Kagome ridendo.
Considerato che mi metterai sotto tortura con il tuo matrimonio, direi proprio di si.
-Forse- dissi sorridendo appena.
Che cosa stupida.
-Allora tra una settimana andiamo a scegliere i vestiti sappilo!- disse Kagome contenta come una Pasqua.
No, ti prego, dovrò girare con lei per gli Atelier e aiutarla a scegliere non solo il vestito da sposa ma anche quello delle damigelle, che incubo.
-Non lavorerò vero?- dissi sospirando.
-Servi a me, già ti ho prenotato e già ho avvisato papà ..- disse Kagome seria.
Maledizione non avevo speranze di fuggire, che odio.
-Va bene, ora devo andare, finisco la valigia, ci vediamo all'aeroporto!- dissi salutandola e chiudendo la chiamata.
Già , all'aeroporto, Parigi, ci saremo riviste presto, per il matrimonio di mia sorella, mi mancherai, città dell'amore.
Grazie a te ho riscoperto l'amore, ho imparato di nuovo ad amare ed essere amata, ho vissuto esperienze bellissime e me lo ricorderò per sempre.
Guardai malinconica dalla finestra la mia città di neve, incantata, con i profumi invernali della montagna.
Sesshomaru stava preparando la sua valigia, raccontandomi del suo incontro con Louise.
-Quindi alla fine ha solo detto che le dispiaceva , ho firmato le carte e sono tornato..- disse.
-Non ci ha provato, meglio per lei..- dissi stiracchiando la mia povera schiena a pezzi.
Sentì due braccia circondarmi da dietro, coccolandomi in un abbraccio dolce e gentile.
-Torneremo qui Rin ..- disse Sesshomaru baciandomi sul collo.
-Si, torneremo..- dissi malinconica.
Decisi di prepararmi, probabilmente saremo andati in aeroporto prima del previsto, era già l'una e l'autista poteva venire a breve.
Dopo una buona ora passata nel bagno fra doccia, shampoo e capelli, uscì finalmente tutta fresca e profumata, notando che ormai la stanza dove io e Sesshomaru abbiamo fatto sbocciare il nostro amore, era completamente ordinata, non vi era più niente di noi, neanche un profumo.
Sospirai di nuovo e mi vestì, mettendomi un vestitino a campana, con le parigine è un paio di ballerine.
Un trucco leggero, rossetto rosso scuro, i capelli morbidi sulle spalle, cappottino Fay e cappellino tipico francese e via, potevamo partire.
Sesshomaru mi aspettava nel salottino, con la mia solita borsetta in mano.
Mi guardai intorno cercando qualunque cosa mi appartenesse, non potevo dimenticare nulla.
-L'autista è giù Rin .- disse Sesshomaru porgendomi la mano.
Si, andiamo Sesshomaru, torniamo a casa.
Annuì semplicemente , incrociando le dita con le sue candide e artigliate.
Prese tutte le valigie scendemmo giù all'albergo e caricammo tutto in macchina, pronti a dire arrivederci a quella splendida avventura.
L'aeroporto non era molto distante, siamo arrivati in poco tempo, erano già le tre però.
Passammo i controlli e aspettammo il nostro aereo al Gate.
Sesshomaru leggeva un libro e io invece stavo appoggiata alla sua spalla, chiudendo di tanto in tanto gli occhi per dimenticarmi un attimo di ciò che mi circondava.
Sentivo le rotelle delle valigia fare avanti e indietro, dopotutto siamo abituati a tornare e a partire, le valigie sanno quanto viaggi abbiamo fatto e quanti ancora ne faremo.
Che tristezza, siamo destinati ad un continuo naufragio, senza poter finalmente definire un posto come la propria casa, perché dove andiamo andiamo, ogni posto sembrerà per noi casa, ma non fissa.
Credo di aver riposato per almeno due ore, quando la voce nel microfono chiamava il nostro volo.
-Il volo per Osaka EZ456YA è atterrato, i passeggeri si avvicinino al Gate per il riconoscimento e l'imbarco.-
Ci alzammo dalla sedia ed eravamo i primi ad entrare, tenendoci per mano.
Per fortuna stavamo vicini in prima classe, adoravo la prima classe, adoro essere trattata con lusso.
La durata del volo era di circa 11 ore, cavolo abbastanza , quasi metà giornata.
Che stress, odiavo sicuramente aspettare tutto questo tempo per arrivare a casa mia , ma almeno era più tempo da passare con Sesshomaru.
-Sesshomaru..- chiesi con la mia bella cioccolata calda portata gentilmente dal Hostess.
-Dimmi Rin..- disse Sesshomaru senza distogliere gli occhi dal libro.
-Ma tu stai bene con me?- chiesi facendomi piccola piccola.
-Rin mi sembra ovvio, se no l'anello non te lo avrei comprato, come mai questa domanda?- disse stranito.
Già perchè questa domanda Rin?
Guardavo l'anello sul mio anulare destro, era davvero bellissimo non c'era nulla da dire, ma è successo tutto così in fretta, è davvero sicuro di volermi per sempre?
-Non lo so- dissi.
Posso la cioccolata calda sul tavolino e feci distogliere il suo sguardo dal libro, tirandolo a me dolcemente e baciandolo.
Mi mancavano sempre le sue labbra, avevo sempre nostalgia del suo sapore, thè alla mela mischiato al mio di cioccolata, come gusti insieme non stanno male.
Si stupì del mio gesto e dolcemente mi accarezzò la guancia, tirandomi ancora di più a se.
Ci guardammo poi negli occhi, oro colato nei miei cioccolata, i suoi occhi erano capace di mettere a disagio e soggezione chiunque solo lo asservisse, ma tranne a me, che ,anzi, mi eccitavano.
-Sei sexy con gli occhiali sai?- dissi sorridendo.
-E tu sei bellissima vestita così ..- disse lui tornando alla sua lettura.
Le mie guance si fecero rosse dall'imbarazzo e anche dalla gioia, le sue parole mi hanno colpito il cuore come una freccia di cupido, era davvero romantico.
Una sua mano si allungò verso la mia gamba e ci si poggiò sopra, senza però nessuna cattiva intenzione.
Vidi Sesshomaru posare il libro nella sua piccola valigetta e circondarmi le spalle con un braccio, tirandomi a se, sul suo petto.
-Ora riposiamo un po, ci vuole tempo..- disse Sesshomaru chiudendo gli occhi.
Annuì solamente e chiusi gli occhi anch'io.
Non c'era nulla da dire, se non ascoltare il suo cuore che batteva per me, per noi.





" Stiamo quasi per atterrare ad Osaka, si prega di allacciare le cinture e chiudere i tavolini, grazie e buon atterraggio".
Sentì questa voce nelle mie orecchie, era peggio della mia sveglia.
Mi svegliai piano piano, notando che Sesshomaru era già sveglio da un po e che mi stava dolcemente allacciando la cintura.
-Che ore sono Maru..?- dissi ancora assonnata.
-Sono le sei del mattino Rin, siamo arrivati.- disse Sesshomaru coccolandomi la testa.
Le sei del mattino? Questo significa che stava per iniziare una nuova giornata, che presto avrei visto di nuovo mia sorella e gli altri e sarebbe iniziata la mia tortura.
Atterrammo finalmente ad Osaka e , presi i bagagli, ci avviammo al Gate di uscita, dove ci attendevamo tutti, ansiosi di vederci.
Non appena uscimmo subito vidi mia sorella Kagome che si sbracciava come una pazza, felice di vedermi dopo una settimana che l'ho lasciata da sola.
-Rin!!- disse Kagome buttandosi addosso.
Per poco non stavo per perdere l'equilibrio e tanto ci mancava che cadessi a terra, con quei due valigioni  che mi ero portata.
-Kagome anche io sono felice di vederti- dissi abbracciandola.
Vidi mio padre avvicinarsi a me e prendermi le valigie, dandomi un bacio sulla guancia e scompigliandomi come suo solito i capelli.
C'erano anche Ayame, Koga , Sango e Miroku, certo che avevano un bel genio a svegliarsi di mattina presto per venirci a prendere , io sarei rimasta nel letto probabilmente.
-Ragazzi ma ci siete tutti!-dissi contenta di rivedere i miei amici.
-Ecco la nuova doppietta del gruppo , alla fine gatta ci cova!- disse Ayame saltellando verso di me e travolgendomi, peggio di Kagome.
-Ma che dici!- dissi arrossendo.
-Andiamo lo sappiamo tutti che vi siete divertiti lì a dormire insieme eh?-disse Ayame maliziosa.
-Ayame!!- dissi ridendo- Ma da quando sei diventata così maliziosa!- 
-Da quando sta con me.- disse Koga spuntando dietro di lei.
Buttai lo sguardo verso Sesshomaru, che salutava in modo molto contenuto la sua famiglia.
Ecco, già sentivo che eravamo distanti, nonostante il fatto che fosse lì con me, era come se non ci fosse realmente.
-Andiamo forza che se no si fa tardi a lavoro!- disse mio padre.
-A lavoro ci vai tu, io resto a casa a dormire!- dissi esausta.
-Eh no signorina tu stamattina mi aiuti con i fiori!- disse Kagome sequestrandomi nel vero senso della parola.
-Ma non hai pietà per me che ho fatto undici ore di volo?!- dissi esasperata.
-Fammi pensare , no!!- disse ridendo quella perfida di mia sorella.
Salutai anche la famiglia di Sesshomaru e Inuyasha, erano molto contenti che finalmente Sesshomaru si fosse aperto con me e che stavamo insieme, dopotutto loro questo aspettavano.
Avviati alle macchine, era arrivato il momento di salutarci, il momento peggiore di tutti a mio parere.
-Posso avere cinque minuti di privacy con il mio ragazzo?- dissi a quelle tre oche malefiche che non accennavano a volersi allontanare.
Grazie al cielo non fecero storie e mi lasciarono sola con Sesshomaru.
-Mi mancherai tanto la notte..- dissi sorridendo e stringendolo a me.
-Dormirò da te quando vorrai lo sai..- disse lui accarezzandomi i capelli. 
-Ti amo..- dissi alzandomi in punta di piedi e baciandolo.
-Ti amo anche io..- disse lui accogliendo il mio bacio.
Le capriole nel petto, non capivo nulla, volevo solo restare in quella posizione in eterno,senza separarmi mai da quelle braccia forti e gentili che mi tenevano stretta al suo petto.
-Avete finito?- disse mio padre avvicinandosi con la macchina.
Papà va al diavolo, hai rovinato il momento!
-Ci vediamo stasera Rin- disse Sesshomaru allontanandosi, salutando sia me che mio padre.
Quando entrai in macchina guardai storto quel cretino di padre che mi ritrovavo, preparandomi però alle mille domande di quelle tre papere dietro.
-Vogliamo sapere tutto!- disse Sango impaziente.
-Neanche un dettaglio deve sfuggirti!- disse Ayame.
-Proprio tutto !!- disse Kagome.
Ecco, il mio inferno era appena iniziato.





Allora, Rin è tornata a casa e ora dovrà subirsi le paturnie della sorella incinta e delle sue amiche super curiosa di sapere cosa è accaduto a Parigi!
Resisterà Rin a questa tortura??
Sesshomaru le farà una sorpresa speciale? 
Lo scoprirete nella prossima puntata!
A presto!!
Simo-Chan :)





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Capitolo 10
*** Ancora una notte ***


Mi rimbombavano tremendamente nella testa tutte le molteplici domande di quelle tre papere capere che mi ritrovavo come amiche compresa mia sorella.
Mi pesava la testa per il lungo viaggio fatto e nel mio cuore c'era un po di malinconia, Sesshomaru era già tornato a casa forse, nella sua lussuosa villa, dall'altra parte della città.
La distanza fra casa mia e casa sua era di più o meno un'ora e mezza, lui era più al centro mentre noi più fuori.
Non ho mai desiderato così tanto tornare indietro, nella mia vita mi sono sempre lasciata tutto alle spalle definendole esperienze, ma questa non era solo una semplice esperienza, avevo costruito qualcosa e quel qualcosa me lo volevo tenere ben stretto.
Guardai il display del cellulare ed era Sesshomaru; il mio cuore fece una piccola capriola nel petto, un piccolo attimo di gioia in una giornata che si prospettava nera.
"Sono tornato a casa, mi sembra strano non dover avvisare nessuno del mio rientro ed è così brutto c'è al di là della porta non ci sia nessuno ad attendermi.
Era il suo modo di dirmi che gli mancavo, che anche per lui era strano stare separati dopo una settimana di convivenza vera e propria.
Anche noi arrivammo a casa, in quella casa dove, dalla morte di mamma, spesso e volentieri regnava il silenzio, un silenzio che ti uccideva e lacerava la carne.
Sapevamo che lei era sempre con noi, in ogni gesto di vita quotidiana, ma non averla faceva troppo male.
Posai pesantemente le valigie sul letto, certo che erano davvero stracolme per pesare almeno 20kg l'una.
Svuotai uno ad uno ogni comparto, con la grande compagnia di Kagome che non faceva altro che dirmi quanto fossero belli i vestiti comprati lì e quanto avrebbe voluto indossarli prima di diventare una palla con due pargoli dentro.
-Finché non ti allarghi si..- dissi ridendo.
-Senti quando ingrasserai tu vedrai!- disse Kagome incrociando le braccia al petto.
-Un futuro molto lontano..- dissi.
Un futuro lontano con Sesshomaru forse, non sarebbe poi una così cattiva idea, pensando che all'inizio neanche la volevo una famiglia.
-Sei triste Rin.- disse Kagome.
Ero tremendamente triste.
-Si abbastanza, ma non è che è partito per la guerra, solo che adesso siamo ad un'ora e mezza di distanza.- dissi sbuffando.
Finalmente avevo finito di sistemare quel casino assurdo che era il mio armadio, quando ho svuotato la valigia ho pensato bene di rimettere un po' in ordine.
-Stasera addio al nubilato baby..- disse Kagome alzandosi dal letto.
-Ma se sei incinta !- dissi.
-Mica bevo? Non ci rinuncio, lo sto organizzando da mesi..- disse lei.
Addirittura da mesi? Che aveva combinato adesso?
-E che tema sarà, dimmi un po..-dissi aspettandomi il peggio.
-Rigorosamente elegante..- disse lei tirandomi per un braccio- Vieni ti faccio vedere il mio vestito-.
Mi trascinò nella stanza di mamma e papà, odiavo entrare in quella stanza ma lo stavo facendo per Kagome.
Tirò fuori dall'armadio un vestito lungo azzurro, con degli Swarowsky sul bordino della scollatura profonda a V, due spacchi laterali che se Inuyasha lo avesse visto l'avrebbe rinchiusa dentro casa, ma probabilmente questo vestito l'ha comprato lui.
-Kagome è bellissimo complimenti..- dissi sincera.
-Ma le sorprese non sono finite qui, il tuo vestito te lo porta direttamente il tuo principe.- disse facendomi l'occhiolino.
Neanche il tempo di sbattere le palpebre per capire cosa stesse dicendo, sentì il campanello suonare e non so perché feci una corsa verso la porta , aprendola di scatto, senza neanche degnarmi di guardare dallo spioncino.
Capriole, capriole e capriole, questo ha fatto il mio cuore.
Sesshomaru era davanti a me con due scatole di probabili vestito e scarpe.
-Non ti dispiace se ho scelto io il tuo vestito, vero?- disse.
In quel momento non mi interessava cosa c'era in quelle scatole , volevo solo saltargli addosso e baciarlo, mi mancava già da morire.
Mi lanciai su di lui , facendogli perdere l'equilibrio ma per fortuna non cadde a terra.
Lo baciai con gioia, passione e nostalgia, ero così felice di vederlo che non riuscivo a contenere tutta quella felicità.
-Rin va tutto bene?- disse Sesshomaru accarezzandomi la guancia.
Ora che ti ho visto si, Sesshomaru, va tutto bene.
-Sto molto meglio adesso..- dissi restando attaccata a lui come una ventosa.
-Ti ho portato una cosa, vieni entriamo..- disse staccandosi leggermente da me.
Entrammo dentro casa e subito lo trascinai in camera mia, dove avrei tanto voluto che Kagome non si fosse piazzata a mo' avvoltoio.
-Potresti uscire?- dissi chiara.
-Voglio prima vedere cosa ti ha portato!- disse Kagome categorica.
Sesshomaru sorrise e poggiò le due scatole sul letto.
Presa dalla curiosità, aprì le scatole e rimasi senza fiato a quella vista.
Un paio di scarpe col tacco stile sandalo, ma decisamente molto più eleganti, con dei diamanti a forma di petali sul dorso e tutte argentate, fatte personalmente da Zanotti Designer.
Il vestito poi non ne parliamo, ancora meglio, lungo , di seta e raso, color ciliegia , con una prorompente scollatura contornata da brillantini e scendeva morbido lungo i fianchi, fino alle caviglie.
-Sesshomaru non dovevi , mi dispiace che hai speso tanto e..- mi zittì con uno dei suoi baci bellissimi, passionali, desiderosi di volermi per lui tutta la sera.
Guardò Kagome con uno sguardo come per dire " esci subito", infatti lei capì al volo e fece una corsa fuori dalla stanza.
Non appena chiuse la porta, Sesshomaru mi prese in braccio e mi sbattè contro di essa, chiudendola a chiave.
-Dimmi quando tempo hai.- dissi.
-Un'ora per farti mia..- disse con voce rauca.
Avevamo solo un'ora per racchiudere il nostro amore in quella stanza, un'ora per sentirmi ancora sua, un'ora per guardarci negli occhi e amarci, non sarebbe bastata un'ora ma me la sarei fatta bastare, già averlo con me era tutto ciò di cui avevo bisogno.
Le sue mani sulla mia pelle erano un tocco afrodisiaco e i suoi baci mi facevano venire brividi Lugo la schiena, qualcosa di inspiegabile stava succedendo fra noi, eppure stava succedendo.
-Ti amo..- dissi sussurrando.
-Anch'io- disse guardandomi negli occhi per poi tornare a torturare le mie labbra.
Ogni bottone della sua bellissima camicia erano un passo in più verso quella bellissima visione che era lui senza nulla addosso, completamente scolpito senza un minimo di palestra, che invidia.
L'ultimo bottone e finalmente avrei potuto sentire la sua pelle contro la mia, stringermi fra le sue forti braccia e coccolarmi come solo lui sapeva fare.
Quello era fare l'amore, anche semplicemente trovarsi, senza andare subito al dunque, ma sentirsi propri in ogni movimento, in ogni sguardo perso nella passione delle anime, quello era fare l'amore.
I suoi capelli che scivolavano dolci sulla mia pelle era un piacevole solletico, mischiato alla forza delle sue spinte e ai brividi che mi provocava.
I suoi sospiri eccitati nelle mie orecchie, il suo essere così dannatamente speciale da farmi sentire la donna più fortunata della terra, lui ormai era solo mio.
Nonostante fosse stato di un'altra quando eravamo a Parigi, anche se solo per una notte, ma era stato di un'altra.
Ormai era passato tutto, lui era lì, con me, a fare l'amore prima di andare via, prima di aspettare un giorno intero per di vederci di nuovo.
Osservavo il bellissimo anello che mi ha regalato, chi se lo aspettava da Sesshomaru tanto romanticismo.
La mia testa era poggiata ormai sul suo petto stanco più di me e guardava curioso come osservassi quel piccolo gioiello al dito, quasi da restare incantato dal mio sguardo rivolto verso di esso.
-Lo osservi con tanta cura-disse.
-Le cose belle così si osservano- dissi alzando lo sguardo e fissandolo.
Mi sorrise appena per poi alzarmi il mento con due dita e baciarmi dolcemente.
Guardò l'orologio ed effettivamente doveva tornare, ma non volevo che uscisse da quel letto, non adesso, non ora che sto bene maledizione.
-Non te ne andare..- dissi stringendomi a lui.
-Piccola ci vediamo domani ..- disse sfiorandomi la guancia con le labbra.
Già domani, un domani che sicuro tarderà ad arrivare, perché attenderti mi fa sentire così vuota da essere solo fatta di carne ed ossa.
-Ei voi due sono passate due ore!- disse Kagome da dietro alla porta, bussando compulsivamente.
Sapeva rovinare qualunque momento, non c'erano versi di far andare qualcosa bene se c'era lei in casa.
-Ora usciamo-dissi alzandomi dal letto ma subito fui presa da un leggero capogiro, tanto da essermi di nuovo.
Sesshomaru mi prese prontamente, guardandomi preoccupato.
Ero solo talmente stanca che avrei voluto dormire per almeno sei ore di fila.
-Rin tutto bene ?- mi chiese stringendomi a se.
-Si, ho avuto solo un capogiro, ma sto bene- dissi toccandomi la testa.
Effettivamente non avevo nulla di cui preoccuparmi, considerato che erano più le volte che stavo male che quando stavo bene.
Mi rivestì, mettendomi qualcosa per casa, come un semplice maglione con delle parigine, ormai era diventata la mia uniforme, insieme ai capelli legati disordinatamente e due occhiali peggio di quelli della nonna.
Sesshomaru mi trovava estremamente tenera eppure per me ero solo un brutto anatroccolo.
-Allora ci vediamo domani piccola- mi disse sulla soglia della porta, accarezzandomi la guancia.
-A domani- dissi forse con una nota troppo triste, colta al volo dalle braccia di Sesshomaru,che cercando di sollevarmi di morale, mi sollevò nel vero senso della parola.
-Hei ma che fai!- dissi sorridendo al suo gesto inaspettato.
-Ti do un bacio a principessa, te lo meriti- disse avvicinandosi alle mie labbra, per lasciare un leggero bacio al sapore di noi.
Effettivamente aveva i suoi pregi avere un fidanzato abbastanza forte da poterti alzare da terra per farti toccare il cielo.
-A domani, Sesshomaru- dissi guardandolo negli occhi felice stavolta.
Mi guardò come se avesse avuto ciò che sperava e, posandomi a terra delicatamente, mi sorrise di nuovo per poi andarsene, dandomi quelle bellissime spalle che fino a qualche minuto fa avevo graffiato.
-Allora che dici vogliamo prepararci?- disse Kagome mettendo le mani lungo ai fianchi.
La guardai di sbieco ma mi bastò per farmi ridere per quanto era goffa con quei bigodini nei capelli, una vestaglia rosa confetto e delle curiose ciabattine con un probabile puffo di peli sopra dello stesso colore della vestaglia.
Sembrava una ultra ottantenne che cerca di ringiovanirsi con dei trattamenti pressoché inutili.
-Arrivo Kagome- dissi chiudendo la porta.
Era la sua serata, mi sembrava a giusto che tutte le attenzioni cadessero su di lei, ma così era veramente troppo: fra ceretta da tutte le parti, manicure e pedicure e maschera rilassante , più che attenzioni mi sembra schiavitù.
Ero ormai agli sgoccioli, presto sarei svenuta dalla stanchezza, era questione di tempo.
-Dimmi che ho finito- dissi esausta.
-I capelli me li vuoi asciugare si o no??- disse Kagome.
Mi correggo, la tortura non era ancora finita. Avevamo così tanti soldi che poteva rifarsi a nuovi in uno dei migliori centri di Osaka e invece no, doveva scocciare proprio a me oggi.
-Ayame scusami che sta facendo?- dissi curiosa.
-Si deve preparare anche lei no?- disse Kagome facendo le spallucce.
-Perché io no secondo te?- dissi.
-Hai preferito andare a letto con Sesshomaru- disse Kagome di rimando.
Ma mi sembra abbastanza ovvio che ho preferito fare l'amore con il mio ragazzo piuttosto che dormire ma questo non significa che io debba poi fare le corse per prepararmi e non potermi riposare cinque minuti!
-Buona scelta che ho fatto!- dissi fiera.
Povero Inuyasha, avrà una moglie tremenda, che vorrà essere servita e riverita sempre , mica come me che mi accontento di tutto!
Senza neanche accorgermene si erano ormai fatte le otto e mezza, bene, avevo solo mezz'ora per essere perfetta per colpa di quella stupida di Kagome.
-Mi scoppia la testa, cavolo-dissi buttandomi sotto la doccia mantenendomi la testa.
Sarebbe stata una di quelle serate che probabilmente sarei tornata sbronza a casa, con una bottiglia di Champagne in una mano e un braccio sulla spalla di Kagome a sorreggermi.
Non mi è mai sembrato così faticoso fare lo shampoo, come non mi è mai sembrato così faticoso asciugare i capelli come allora.
Kagome mi aveva fatto stancare sicuro, maledizione avrei tanto preferito tornare a Parigi.
-Rin a che stai?- disse Ayame da giù, erano già tutte pronte ad aspettarmi.
-Ci sono quasi..- dissi saltellando per mettere le scarpe.
I capelli li ho legati di lato, con il fermaglio della mamma, il trucco era leggero e semplice, senza troppi chiricori vicino.
Non ero una ragazza da cose appariscenti, piuttosto preferivo essere notata il meno possibile.
Scesi giù di corsa, guardando le mie amiche tutte belle truccate e con vestiti di colori abbastanza forti.
Loro sì che si facevano notare, non si facevano problemi se dovevano farsi notare, a differenza mia.
-Chi guida?- chiesi.
Già so la risposta.
-Ovviamente tu, se ci sbronziamo poi?- disse Sango ridendo.
-Se mi sbronzo anche io poi?- chiesi.
-Vuol dire che guiderai lo stesso- disse Kagome sorridendomi malignamente.
Un'amica più bastarda dell'altra.


Andammo in una di quelle ville tipo da ricevimento: le scale avevano dei fiori bianchi e rossi lateralmente e a terra un lungo tappeto rosso , pronto per accogliere i piedi di Kagome.
Era tutto perfetto, camerieri da tutte le parti, vino e prosecco quando ne volevamo e persone a non finire.
Erano tutte amiche di Kagome, alcune del liceo, altre di lavoro.
Su per giù ne ho contati 120 di invitate, considerando che eravamo solo donne.
Iniziai a sentirmi un po a disagio s mai come allora mi sarei voluta accendere una bella sigaretta, ma ho preferito di no, se ne avessi fumata una non avrei smesso più.
Kagome beveva solo succhi di frutta, poverina , essendo incinta non poteva bere alcolici, ma non si risparmiò a buttarsi sul buffet dei dolci.
Io invece ero già al quarto bicchiere di vino, ancora non ero brilla ma presto mi sarebbe salito tutto al cervello.
Le persone mi passavano vicino, alcune mi parlavano, ma era come se attorno a me ci fosse un tampone, non ascoltavo nulla.
Guardavo compulsivamente il cellulare senza però avere nessun esito positivo, Sesshomaru non si faceva sentire ed io ero tremendamente infuriata con lui per questa cosa.
Nel momento esatto in cui cercai di chiamarlo, Ayame e Sango mi presero sotto il braccio, trascinandomi verso la sala interna.
-Rin presto andiamo!- disse Ayame tirandomi.
-Ma perché ragazze mi state trascinando?- chiesi spaventata.
-Andiamo Rin! Adesso arrivano gli spogliarellisti!- disse Sango felice.
Gli spogliarellisti?Ho capito bene oppure è il vino?
Che diavolo avevano combinato quelle due!
-Spogliarellisti? Un momento che state dicendo!!- dissi allarmata.
Troppo tardi, ormai eravamo già dentro e lo spettacolo che si presentò davanti ai miei occhi mi fece rivoltare il cervello, nel vero senso della parola.
Tutte le amiche di Kagome, compresa lei, sbavavano dietro a quei quattro spogliarellisti che poi a parte i muscoli non erano niente di così eclatante.
Non è che avevano due bei occhi dorati che ti facevano sentire in trappola, capelli lunghi argentei come la luna e morbidi come la seta, due spalle ben piazzate e portamento fine ed elegante ..
Sto esagerando, pensare a Sesshomaru mi faceva venire un caldo esagerato, meglio andare a prendere un po di prosecco, non ci tengo a vedere gli spogliarellisti.
Certo che quel prosecco era proprio ottimo, mi sarei bevuta la bottiglia intera, se solo l'avessi trovata.
Diciamo che la serata andò avanti a bicchieri di prosecco e vino e ogni tanto qualche sigaretta a cui non ho resistito.
Io, Ayame e Sango eravamo ormai brille, ma loro due era più ubriache che altro.
Io ce la facevo a guidare ma Kagome era più intenzionata a guidare lei.
-Rin ce la faccio!- disse Kagome cercando di prendermi le chiavi.
-Ma io sto benissimo te lo giuro! Mica sto come quelle due!- dissi seria.
-Va bene però se facciamo un incidente ti uccido!- disse Kagome entrando in macchina insieme a quelle due ubriache.
-Possiamo andare dai nostri fustoooooni?- chiese Ayame ormai andata.
-Tiuiii pregooooo-disse Sango con la stessa voce di Ayame.
Sapevo benissimo che stasera Inuyasha avrebbe fatto l'addio al celibato, ma portarle lì non so quanto sarebbe stata una buona idea, probabilmente Miroku aveva avuto la stessa idea di Ayame, ovvero portare spogliarelliste a casa di Inuyasha.
-Va bene vi porto, ma se poi trovate delle probabili spogliarelliste sui vostri ragazzi non ve la prendete con me!- dissi accelerando e andando verso casa di Inuyasha.
-Meglio che li avvisiamo - disse Kagome.
-Già.- dissi.
Un'ora e mezza di macchina e di pura stanchezza , finalmente arrivammo a casa di Sesshomaru e Inuyasha, io ormai completamente sfinita, Kagome che dormiva e quelle sue dietro altrettanto.
Poggiai la testa sul volante, premendo distrattamente il clacson che ci fece saltare tutte in aria, ma finalmente dopo tanta attesa il cancello davanti a noi si aprì e potemmo entrare dentro con la macchina.
Parcheggiai vicino a quella di Sesshomaru, aveva una villa stupenda, come dargli torto, aveva così tanti soldi che manco si potevano contare.
Ci addormentammo di nuovo, sul serio eravamo a pezzi , io più di loro.
Sicuramente dormimmo per almeno un'oretta, nessuno si curò di noi finché non venne Koga vicino alla macchina, bussando al finestrino.
Aprì gli occhi timidamente, avevo un mal di testa che da lì a poco avrei anche vomitato, e vidi la faccia di Koga mista tra un sorriso e preoccupazione.
-Ragazzi venite, stanno stanche morte, tiriamole fuori- disse Koga agli altri.
Non capì molto ma sentì solo due braccia forti prendermi tra queste e un  profumo troppo familiare investirmi le narici.
-Sei la solita- disse una voce.
-Maru..?- chiesi sbagliando.
-Stasera dormi con me, di nuovo-
Sesshomaru.
Non rimpiansi quella sera, non fu così noiosa come era previsto.
Mai dare per scontato un finale che può risultare migliore di quanto si pensi.
Stanotte non mi mancherai, ancora no.






Eccomi qua!
Perdonate l'enorme ritardo ma ho avuto dei grilli per la testa, ma sono riuscita ad aggiornare questa storia!
Allora sono finalmente tornati a casa, ma Rin non è per nulla felice , a quanto pare però il destino la vuole graziare ancora una volta e fargli passare una sera con Sesshomaru.
Cosa accadrà nel prossimo capitolo? Zan zan!
Alla prossima!
Grazie a tutte le persone che seguono la mia storia, nei "preferiti" e nei "ricordare".
Bacioni!
ClosingEyes


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Capitolo 11
*** Ciò di cui ho bisogno. ***


Non credo sia sufficiente dire che mi sono ritrovata almeno due idiote sopra al letto che avevano ancora i postumi della sbronza presa la notte precedente.
Speravo con tanta ansia che Sesshomaru fosse accanto a me e che io fossi senza vestiti, ma a quanto pare mi ritrovai solo con una sua camicia addosso e con tutto l'intimo intatto.
-Sango, Ayame, potete levarvi da dosso?- dissi quasi come supplica.
-Altri cinque minuti mamma..- disse Ayame continuando a dormire.
-Se fossi tua madre probabilmente ti starei già urlando nelle orecchie!- dissi arrabbiata .
-Perché non lo stai facendo?- disse Sango alzandosi finalmente da dosso e guardandomi confusa.
-Sto solo chiedendo un po di pace- dissi stufa.
Sango mi aiutò a spostare Ayame dalle mie gambe e finalmente riuscì a muovermi dal letto.
Non appena posai i piedi a terra, sentì un rigurgito salirmi nell'esofago e feci una corsa nel bagno, vomitando tutto l'alcool della sera precedente.
Avevo esagerato con il vino, sono la solita idiota.
-Rin tutto bene?-.
Era la voce di Kagome, probabilmente era entrata in camera non appena ho iniziato a vomitare.
-Si, sto bene ho solo vomitato l'anima- dissi sciacquandomi la bocca.
-Rin te l'ho detto di non bere troppo! Queste due sono ancora morte ? - chiese Kagome ridendo appena.
-Mi hanno svegliato loro!- dissi sbuffando.
-Rin va tutto bene?- .
Questa non era Kagome, questo era Sesshomaru, ora mi toccava una bella ramanzina.
-Sto benissimo ora!- dissi convinta.
Effettivamente stavo benissimo, non potevo sentirmi meglio, la testa non mi girava più e finalmente riuscivo a guardarmi in faccia.
Sesshomaru entrò nel bagno e mi abbracciò da dietro, poggiando la testa fra l'incavo della mia spalla e il collo, lasciandomi baci dolci.
-Buongiorno piccola-
-Buongiorno Maru- dissi beandomi di quella dolcezza mattutina.
-Stamattina ti tocca andare a fare i giri con tua sorella.- disse Sesshomaru.
Giusto, era arrivata la mia tortura, quanto avrei voluto lavorare piuttosto che girare per mille Atelier diversi.
-Quanto vorrei lavorare- dissi sbuffando con lo spazzolino in bocca.
-Avvocato suvvia cosa sarà mai!- disse Sesshomaru ironico.
-Shenti un pbuo tu..- dissi goffamente con lo spazzolino in bocca.
-Rin prima finisci poi parli!- disse Sesshomaru chiudendo la porta del bagno a chiave.
Ma che pensa di fare? Perché mai chiudermi dentro, che intenzioni ha!
Due minuti passati a lavarmi i denti, due minuti a pensare tutte le probabili cose che potesse fare Sesshomaru in quel bagno con me, tralasciando i dettagli sconci.
-Senta un po avvocato Taisho, questo è sequestro di persona- dissi sbottonando la camicia che mi aveva gentilmente prestato.
-Lei dice, Setzuna?- disse Sesshomaru restando immobile vicino alla porta.
-Potrei portarla in tribunale..- dissi.
-Oppure potrei portarla nel mio ufficio per parlarne pacificamente- disse lui con voce rauca.
-Potrebbe sbattermi sulla scrivania diverse pratiche- marcai quelle parole, ormai ero completamente fusa.
-Oppure potrei sbatterci lei- disse Sesshomaru.
Mi tirò a se, stringendomi fra il suo corpo e la porta, i miei polsi erano bloccati sopra alla mia testa da una sua mano, mentre l'altra vagava per il mio corpo, sbottonandomi prima il reggiseno e poi abbassandomi gli slip.
-Lei va al sodo, non è cosi?- dissi in preda all'estasi.
-Avvocato lei è così eccitante..- disse Sesshomaru spingendomi ancora di più contro il suo corpo.
Ero di nuovo nuda, di fronte a lui, ancora una volta , a sentirmi importante, fra le sue forti braccia.
Mi lasciò lentamente i polsi, dandomi la possibilità di spogliarlo.
Con grande disapprovazione di lui, gli strappai la camicia, ma nonostante non fosse d'accordo, questa cosa lo eccitò ancora di più, facendo scendere una sua mano verso la mia intimità, provocandomi dei brividi dietro alla schiena.
I miei gemiti diventavano sempre più marcati, tanto che Sesshomaru dovette aprire l'acqua della doccia per coprire almeno la mia voce.
-Vieni qui piccola!-
Mi prese in braccio, ormai completamente nudi entrambi ed entrammo nella doccia, con acqua calda che ci scorreva sulla pelle, la mia schiena contro il freddo marmo, le sue spinte che da dolci diventavano sempre più forti e decise, le sue forti mani che mi sostenevano e mi stringevano i glutei, avrei voluto fare l'amore con lui per tutta la mattinata, ma come si sa le cose belle non durano tanto.
-Rin ti pare il caso di fare sesso con il tuo ragazzo proprio stamattina che dobbiamo uscire?!- Kagome era su tutte le furie, tanto da bussare compulsivamente alla porta del bagno.
Decisi di ignorarla completamente, alzando un po di più il tono della mia voce, facendo sentire chiaramente a Kagome che non potevo interrompere.
-Rin manca un'ora!!Muoviti maledizione- disse Kagome allontanandosi dal bagno.
I miei gemiti ormai erano sempre più forti, tutto si stava trasformando in uno stupendo, favoloso, paradisiaco orgasmo.
-Urla per me Rin- disse Sesshomaru continuando a baciarmi.
Voleva che urlassi? Bene.
Devo dire che non era una pessima idea, abbinato ad un orgasmo l'urlo rendeva tutto molto più bello.
Dopo un'ora di sesso sfrenato, uscì dalla doccia, completamente indolenzita, ma non potevo chiedere di meglio, ora dovevo solo spicciarmi prima che mia sorella avesse una crisi isterica da ansia.
Uscì dal bagno di corsa, scendendo le scale mentre mi abbottonavo i pantaloni e arrivai in salotto vestita, truccata e con le chiavi della macchina in mano.
-Andiamo!- dissi raccogliendo le ragazze per poi scappare verso la macchina.
Salutai tutti di fretta, compreso Sesshomaru che mi guardò fuori dalla finestra, fumandosi una bella sigaretta dopo quel piccolo momento di intimità.
-Hai fatto una grande mattinata eh Rin?- mi chiese Kagome guardandomi con sguardo malizioso.
-Era il minimo, stanotte non mi ha sfiorato proprio - dissi sorridendo.
-Rin non correre devi girare qua!- disse improvvisamente Kagome.
Non era un ottimo navigatore, non ti dava neanche il tempo di mettere la freccia che subito ti faceva girare, diceva tutto sempre all'ultimo momento.
Sterzai tutto e prendemmo questa lunga traversa: attraversammo una pineta bellissima, con anche alberi di ciliegio e mandorle, per arrivare a questi prestigiosissimo Atelier dove Kagome aveva preso appuntamento.
Stava iniziando a stancarmi già quell'aria di matrimonio, non sopportavo più l'idea di dover accompagnare mia sorella non solo lungo il percorso "pre e post" matrimonio, ma anche portarla sicuro per i vari atelier e negozi di bomboniere.
-Benvenute ragazze! Io sono Allison e vi seguirò nel vostro percorso di scelta dell'abito!- disse una ragazza sulla trentina.
-Un sogno che diventa realtà- disse Kagome facendo gli occhi a cuoricino.
Mi venne spontaneo pensare che era davvero stupida come cosa , mica ci voleva un genio per scegliere un abito!
L'abito da sposa però dicono che deve farti piangere per capire se è quello giusto, tutte stronzate per me.
-Lei è mia sorella Rin e loro sono Ayame e Sango, saranno le mie damigelle-disse Kagome indicandoci.
La mattinata andò per il meglio quando ci portarono svariate bottiglie di prosecco, non aspettavo altro che affogare quella situazione nell'alcool.
Kagome era nel panico, non riusciva a trovare l'abito giusto per lei, ma finalmente, dopo almeno più di dieci prove del vestito, ha trovato quello che faceva per lei.
Un abito attillato, bianco rigorosamente, di seta senza vari " chiricori", solo una striscia di brillantini sotto al seno è una lunga coda dietro.
Era talmente semplice che era semplicemente bellissima.
-Kagome..- dissi senza fiato.
Allora Allison si avvicinò a me , porgendomi il velo che dovevo mettere sulla testa di mia sorella nel caso fosse stato l'abito giusto.
La guardai e mi ricordai di noi da piccole, quando il matrimonio era un progetto così lontano che manco ci pensavamo, quando ciò che ci rendeva felici era una bambola e ciò che ci rendeva tristi era una semplice caduta.
-Siamo arrivate alla fine di un capitolo no?- dissi sorridendo.
-Inizieremo il nuovo insieme, come sempre, con la mamma- disse Kagome fra le lacrime, porgendomi il capo per mettere il velo.
Scappò anche a me una lacrima, ero così felice per mia sorella che era come se con noi ci fosse anche la mamma, lei sarebbe stata molto fiera e sicuro lo sarà da lassù.
Le misi il velo e pronunciai io quella famosa domanda. 
-È l'abito giusto?- chiesi.
-Si!- disse Kagome abbracciandomi.
Era finito un capitolo.
Un momento, gli abiti delle damigelle,oh no ..

-Voi dove pensate di andare! Dovete provare gli abiti che ho fatto confezionare!- disse Kagome vedendo la mala parata.
-Quindi fammi capire, li hai già scelto?- dissi preoccupata.
-Si e tranquilla sono bellissimi- disse Kagome saltellando di gioia.
Aiuto.
Mi aspettavo dei vestiti rosa confetto a bambolina stile anni 50', ma a quanto pare devo rivalutare i gusti di mia sorella.
Allison ci portò degli abiti spettacolari, da mozzafiato, ma non perché fossero sexy ma perché erano talmente delicati che chiunque si fosse messa quel l'abito sarebbe sembrata una principessa.
Fatto di seta e raso, blu come la notte, con uno scollo a cuore delicato, contornato da dei brillantini non troppo pacchiani, piccoli ma graziosi, senza nessuno spacco, scendeva morbido lungo i fianchi per arrivare fino ai piedi.
-Kagome mi devo ricredere, sono bellissimi ..- dissi con la bocca spalancata dallo stupore.
-Indossatelo forza!- disse Kagome porgendoci i vestiti in base alle nostre taglie.
Sembravamo tutte delle bellissime principesse, non c'era differenza, eravamo tutte uguali.
-Non ci posso credere che ti sposi- disse Sango compiacendo la sua figura.
-Neanche io- disse Kagome felice.
Abbiamo bevuto così tanto che sembravano più brille della sera precedente, dovevamo anche andare al negozio di bomboniere, che guaio!
Presi i vestiti, entrammo in macchina e, con grande voce, iniziammo a cantare le canzoni della nostra adolescenza.
Sembrava ieri che eravamo dietro a quei banchi di scuola, a sognare il nostro futuro, a farci belle per la nostra prima cotta, la prima uscita con le amiche e il primo appuntamento, tutti ricordi che ci hanno strappato un sorriso.
-A Rin piaceva Tohimo, il più popolare!- disse Ayame.
-A te piaceva Uzaki, il suo amichetto!- dissi di risposta.
-Ma vogliamo parlare del povero Hojo che ci provava sempre con Kagome ?- disse Sango ridendo.
-Credo di aver dato più buca a lui che a chiunque altro!- disse Kagome ridendo a crepapelle.
-Sango tu hai sempre stravisto per Miroku!- dissi facendole l'occhiolino.
-Eh già , non so come ho fatto a innamorarmi di un pervertito come lui- disse Sango sospirando.
-Rin fermati qui è il negozio!- disse Kagome indicandomi il parcheggio.
Fermai la macchina e  mi aspettava un'altra ora dentro a quel negozio, a scegliere delle bomboniere particolari.
-Quando arriva il momento in cui dobbiamo scegliere il gusto delle torte ?- dissi con gli occhioni a cuoricino.
-Ma pensi solo a mangiare !- disse Kagome ridendo.
La mia fame incontrollabile, parte uno.

 Dopo finalmente più di un'ora in quel negozio , alla fine Kagome scelse per una bomboniera semplice ma bella: due corpi che si intrecciavano fra loro, ma i dettagli erano lisci, non c'era nulla di marcato, neanche le braccia,simboleggiava un'unione eterna.
Mia sorella è sempre stata più romantica di me , lo ammetto.
Tornammo a casa finalmente e ,esausta, mi lanciai sul letto, sperando di poter fare un bellissimo sonnellino, peccato che il telefono iniziò a vibrare compulsivamente.
-Perché mi chiedo! Sempre mentre sto per dormire!- dissi sbraitando come mio solito.
-Avvocato Setzuna, sono Chapou, si ricorda della mia causa?-
-Ma certo, dopo domani è la sentenza, no?-dissi scocciata.
Ma tu guarda se un mio cliente deve chiamarmi ad ora di pranzo proprio  mentre io stavo cercando di dormire.
-Si vorrei sapere l'orario- chiese.
Ma questo è proprio cretino.
-Nove e mezza, ora mi scusi sono impegnata- dissi tagliando corto.
-La ringrazio, arrivederci - disse chiudendo la chiamata.
Un po di pace, chissà per quanto ancora sarebbe durata. 
Ho dormito per almeno due ore, giusto il tempo di farsi sera e venire a sapere che a cena c'era non solo il tuo ragazzo, ma anche la sua famiglia.
Due erano le opzioni: o uccidere mio padre oppure chiudermi in camera facendo finta di non esistere.
-Riiin- purtroppo esisto.
La voce di Kagome mi arrivò squillante nelle orecchie, quasi come se fosse una campana.
-Che c'è?- dissi sbagliando ancora nonostante le mie ore di sonno.
-Viene tuo suocero e tua suocera a casa e tu ti presenti in questo modo?!- disse Kagome guardandomi irritata.
Effettivamente come darle torto, stavo conciata davvero male:  i capelli fuori posto, la faccia bianca, il pigiamone e lo scaldino fra le mani, per non parlare dei miei occhiali da vista.
-Perché? Non sono carina così?- dissi sdrammatizzando la situazione.
Kagome mi rise in faccia, dopo che mi obbligò a vestirmi, a truccarmi e rinunciare al calduccio del letto.
-Stasera ti riscalda il tuo fidanzato, forza muoviti !- disse Kagome urlando da dietro la porta del bagno.
Ma sì perché secondo lei io ce la faccio a resistere a quella furia del mio fidanzato a letto senza riposarmi neanche un secondo.
Mi lavai la faccia ed effettivamente ero pessima, facevo paura anche a Dracula se mi avesse voluto succhiare il sangue.
Mi feci una meritata doccia, asciugando poi i capelli mossi, truccandomi leggermente e mettendomi comunque gli occhiali, non riuscivo a tenere aperti gli occhi con , figuriamoci senza.
Mi misi un vestitino con le maniche a tre quarti, scollo a barca, corto fino a metà coscia, rigorosamente color panna, con le calze e le parigine sotto, quelle pesanti ovviamente.
Non mancava nulla, ero ormai pronta, anche l'anello di Sesshomaru era al suo posto sul mio bel dito, come sbrilliccicava!
Ecco poi il suono tanto atteso, il famoso campanello.
Non curandomi delle mie pantofole a bimba di tre anni( si lo so non riesco mai ad essere veramente seria), corsi in salotto, aprendo la porta con uno dei miei sorrisi migliori, dovevo pur sempre fare una buona impressione.
-Buonasera!- dissi.
-Rin! Quasi non ti avevo riconosciuto con gli occhiali, lavori troppo forse?- disse il mio carissimo suocero Inu.
Lo avrei ucciso volentieri, a dir la verità indossavo gli occhiali perché ero senza un briciolo di forze e non riuscivo a vedere un fico secco di niente.
-Si effettivamente il lavoro mi distrugge- dissi sorridendo appena.
-Sesshomaru ti sei trovato una ragazza che lavora davvero bene!- disse Izayoi, mia suocera.
-Prego accomod..- la voce di mio padre stava quasi per sfondarmi un timpano.
-Buonasera buon vecchio! Prego entrate! Rin li fai stare sulla porta!?-dissemino padre urlando.
-A dir la verità li stavo facendo entrare, prego accomodatevi- dissi facendo il gesto con la mano.
Sesshomaru si avvicinò a me, salutandomi con un bacio a fior di labbra.
-Stanca piccola?-mi chiese.
-Non hai idea..- dissi sbuffando.
Ormai il mio cervello era fuori uso.

Kagome come suo solito si presentò in ritardo in salotto, non era mai puntuale , faceva sentir attendere, poi dava a me della ritardataria.
-Ecco la mia futura sposa!- disse Inuyasha avvicinandosi a lei e prendendola in braccio.
Mi stava per salire il diabete, giuro.
-Allora Rin, raccontaci un po della tua esperienza a Parigi, come ti sembra l'avvocato Chatelier ?- disse Taisho volgendomi la parola.
-Mi sembra abbastanza bravo, competente nel suo campo sicuro, ma sicuramente non è un potenziale avversario, è furbo si ma non è così agguerrito- dissi.
-E la figlia?- chiese mio padre.
Stiamo parlando di quell'oca schifosa che si è permessa di baciare il mio ragazzo e di volermelo soffiare da sotto al naso? 
-Donna superficiale ma molto astuta, non mi piace per nulla- dissi sorseggiando il prosecco.
Sesshomaru mi guardò di sottecchi , intuendo che mi ero abbastanza contenuta nei confronti di quella sottospecie di femmina.
-Diciamo che non scorre buon sangue fra loro- disse Sesshomaru.
-Sbaglio oppure qualcuna è gelosa?- disse improvvisamente Kagome.
Ora la uccido, giuro.
-Gelosia a parte, c'è sempre rivalità fra donne, dovresti saperlo- dissi contenendomi.
-Queste mie figlie, si competono a vicenda- disse mio padre.
-Peccato che la migliore fin dal liceo ero io- disse Kagome vantandosi.
Effettivamente non aveva tutti i torti, io al liceo andavo bene ma ero una peste a confronto.
Sono finita dal preside centinaia di volte per svariati motivi, uscivo la sera e facevo sempre tardi, mi litigavo con chiunque e spesso tiravo anche le menate, litigavo con i professori, ma la mia media stranamente era sempre alta, nonostante la condotta.
-Si ha ragione, io al liceo ero una ribelle- dissi sorridendo.
-Sei finita dal preside addirittura perché ti ostinavi a tenere il cellulare sul banco- disse mio padre sconcertato.
-Andiamo perché mai tenerlo in borsa, mi serviva- dissi.
-A farti le gogo giusto?- disse Kagome.
-Non proprio- dissi.
Usavo il cellulare in classe per copiare spesso e volentieri i compiti, oppure a cercare i risultati di un test in classe, non è che non studiavo, ma spesso la voglia di impegnarmi non era proprio il massimo, almeno fino al secondo/ terzo anno.
-Anche Inuyasha non era brillante al liceo- disse Inu in mia difesa.
-Si, finivo anche io dal preside per motivi assurdi- disse riflettendo.
-Vedi? Io e mio cognato abbiamo una cosa in comune !- dissi indicandolo.
-Si, la testa calda!- disse Izayoi ridendo.
-Allora questo matrimonio?- chiese mio padre cambiando discorso.
-È quasi tutto pronto!- disse Kagome felice.
-E voi quando vi sposate?- chiese mio padre indicando me e Sesshomaru.
Matrimonio? Io? Cosa?
-Andiamo a mangiare che a te stare digiuno non fa bene!- dissi trascinandolo in cucina.
Non era ancora il momento di parlare di queste cose, non mi sentivo neanche pronta ad affrontarle, come gli è saltato in mente!
A tavola si parlava solo del matrimonio di Kagome e Inuyasha, era l'argomento principale, fra abiti, fiori, location, scarpe , invitati e la scelta del pranzo e cena nuziale, mi stava venendo semplicemente la nausea.
Sesshomaru non era da meno, poco interessato sicuramente, annoiato e scocciato.
Ci guardammo negli occhi, giusto il tempo di dire " Fuggiamo oppure fuggiamo?".
-Papà vado a fumarmi una sigaretta fuori!- dissi alzandomi.
-Ti seguo!- disse Sesshomaru prendendo la giacca.
Mio padre acconsentì semplicemente, lasciandoci fuggire da quella stanza dove si parlava solo di matrimoni.
-Un secondo di più e sarei impazzita!- dissi accendendomi la sigaretta.
Caspita, faceva davvero freddo, nevicava addirittura.
Avevo molto freddo e Sesshomaru non ci mise molto a capire che stavo congelando, tanto da togliersi la giacca e porgendomela sulle spalle.
-Ma così prendi freddo tu!- dissi.
-Ti ricordo che sono un demone, non sento freddo- disse sospirando con quella sigaretta fra le labbra che lo rendeva ancora più sexy.
Si sedette sulla panchina che avevamo fuori, abbiamo creato un piccolo spazio "verde" sfruttando al massimo il terrazzo per fare una specie di veranda all'aperto.
Mi fece cenno di sedermi addosso a lui, sulle sue gambe.
Ecco, tutto quello che in quel momento mi bastava era lì.
Sigaretta, nevicata, LUI.
Il resto era semplice noia.






Eccomi qui!
Perdonatemi l'enorme ritardo, ma sono stata impegnatissima con gli esami!
Spero sia di vostro gradimento il capitolo, alla prossima!
ClosingEyes 


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Capitolo 12
*** Per me stessa. ***


Il giorno dopo avrei avuto la causa, avrei dovuto difendere Chapou con mani e denti, ma stranamente non mi sentivo ancora pronta.
Avevo come l'impressione che qualcosa fosse andato storto, d'altronde non conoscevo neanche il mio rivale, chi aveva fatto la causa contro il mio cliente, non sapevo nulla di niente.
Mi svegliai presto nonostante le ore piccole della serata precedente, mi misi subito all'opera, visualizzando  i punti chiave di ogni fascicolo.
Mio padre era seduto accanto a me, fra un morso di cornetto e una bevuta di caffè, tentava di aiutarmi.
-Allora Rin, hai focalizzato tutto?- mi chiese.
Papà se avessi fatto tutto non sarei qui a chiederti aiuto probabilmente.
-Si quasi, solo che io non conosco l'avvocato rivale e né tanto meno conosco il suo cliente che ha fatto la causa- dissi preoccupata.
-Tranquilla, sarà un solito cretino che vuole competere con te!- disse mio padre dandomi una pacca sulla spalla.
Rincuorante da parte sua, era facile per lui che era un nuovo Cicerone, anche se era impreparato, cosa molto rara, se la cavava divinamente.
-Buongiorno!- .
Alcune volte mi chiedo mia sorella da dove prenda tutta questa grinta mattutina, io a stento mi reggo la testa in alto dopo una macchinetta intera di caffè, lei si sveglia così arzilla che fa invidia a chiunque.
-Ciao Kagome- dissi fra uno sbadiglio ed un altro.
-Rin su! Un po di vita , guarda che bella giornata!- disse guardando fuori.
-Ma cosa bella giornata! Non vedi che nevica!- dissi mettendomi una mano sulla fronte.
-È comunque bellissima!- disse saltellando come una bambina.
No davvero non ce la facevo più, mi pesava la testa e Kagome faceva così tanto casino da non farmi neanche concentrare a dovere.
-Rin chiudi i fascicoli, andrà tutto bene- disse poi mio padre comprendendo la situazione.
Ascoltai le sue parole e chiusi tutto, tornando in camera come una moribonda.
Guardandomi allo specchio mi fece paura: avevo due occhiaie profonde sotto gli occhi, i capelli sfatti, bianca come lo stucco.
Una Biancaneve versione prima mattina, ottimo.
Mi buttai sotto la doccia e tutti i cattivi pensieri della causa di domani mi scivolarono sulla pelle, fino ad essere portati via dall'acqua.
Chissà Sesshomaru che stava facendo, ieri siamo stati tutto il tempo insieme finché non mi sono addormentata fra le sue braccia.
Probabilmente il pigiama me lo ha messo lui, ma non mi scandalizzo, anzi dovrei ringraziarlo.
-Riiin!-.
Ti prego perché Kagome mi sta chiamando, cosa vuole, perché proprio io!
Ma se provo ad ignorarla prima o poi la smette, vero?
-Non mi ignorare idiota! Stai sempre sotto la doccia! Mi devi accompagnare a casa di Inuyasha perché dobbiamo organizzare per il pre-ricevimento del matrimonio!!- disse Kagome in modo isterico.
Ma da quando esiste il pre-ricevimento prima del matrimonio?!
Ma di cosa si fa mia sorella?! Ogni scusa è buona per fare festa e sopratutto per scocciarmi!
-Ma che cosa è adesso questo pre-ricevimento! Va bene esco!- dissi scocciata.
Mi asciugai in fretta e mentre tentavo di non far cadere l'asciugacapelli, mi infilavo gli slip e il reggiseno, poi sono passata ai jeans e ad una maglietta bianca semplice , stivaletti neri e un po di trucco.
Uscì tutta pronta dal bagno trovandomi una Kagome arrabbiata davanti agli occhi.
-Ti vuoi muovere?!- disse stufa.
Rin non ti esaurire, mantieni la calma, mantieni la calma..
-Si sorella mi muovo!- dissi.
Mi infilai la giacca e la sciarpa e scendemmo le scale di corsa, rischiando di cadere sicuro ma la fretta era troppa e il mio esaurimento era alle stelle.
Non ho mai corso così in fretta con la macchina, ma la voce stridula di Kagome mi stava facendo venire un mal di testa assurdo, prima scendeva dall'auto e meglio era.
-Non ce la faccio più, ci sono troppe cose da fare e nessuno mi capisce!- disse Kagome con i capelli in aria.
-Kagome posso dire che forse stai facendo più del dovuto?- dissi.
Non dovevo farlo..
-Ma cosa vuoi capire tu! Devo fare tutto io, deve essere tutto perfetto, Inuyasha non è capace , tu portami e basta!- disse in preda all'isterismo.
Rin non ci pensare , è incinta ..
Ma cosa io la devo portare e basta?! Ma è stupida?!.
-Signorina ti ricordo che dovresti baciarmi i piedi per quello che sto facendo perché a quanto pare le tue amiche non se ne fregano niente!!- dissi pronta a dare i numeri.
-Cosa?! Tu te ne sei andata a Parigi lasciandomi sola!- disse.
-Perché papà mi ha mandato!- dissi.
-Si certo lo sai perché ? Per farti fidanzare con Sesshomaru e unire i due studi per crearne uno solo !!- disse Kagome.
Un momento, allora vuol dire che anche Sesshomaru lo sapeva , che tutto questo è solo un gioco, che il nostro non è vero amore , che lui lo sta facendo solo per suo padre.
-Rin scusami io sono esaurita e..- disse Kagome ma la bloccai.
-Non rivolgermi la parola, ora andiamo a casa di Inuyasha e dopo ti porta lui a casa..- dissi trattenendo le lacrime.
-No Rin dai scusami..- disse Kagome prendendomi la mano dal cambio ma la scostai.
-No Kagome, dai peso a quello che dici e non giustifico il tuo esaurimento, non adesso! Domani ho una causa e tu te ne sei fregata altamente, pensi solo a te stessa e a questo matrimonio, ma non ti guardi intorno..- dissi calmandomi.
Arrivammo da Inuyasha, con un'aria tesa che quasi non si respirava.
Sesshomaru mi venne incontro con aria sorpresa, ancora con gli occhiali, evidentemente stava preparando qualche altra causa.
-Dobbiamo parlare signorino!-  dissi tirandomelo per la cravatta.
-Che ho fatto?- disse semplicemente preoccupandosi.
Entrammo nel suo studio e chiusi la porta a chiave; pensò che probabilmente io avessi voglia, ma la voglia era un'altra, quella di spaccargli la testa.
-Tu stai con me perché dobbiamo fondere i due studi oppure perché mi ami sul serio?- dissi incrociando le braccia.
Lo sguardo di Sesshomaru passò da sorpreso a divertito, si stava contenendo da una probabile risata che mi avrebbe fatto snervare.
Da che era poggiato sulla scrivania , si alzò, venendo verso di me in quel suo modo sexy e provocante, tipico di un bellissimo avvocato che sa di avere in pugno la sua preda.
-Piccola..- disse aggiustandosi la cravatta.
Non sapevo se avere paura oppure dare ascolto ai piccoli brividi dietro la schiena, ammetto che la situazione era eccitante.
-CH-che c'è ?! È una domanda seria, rispondi!- dissi ma ormai era praticamente davanti a me, sovrastandomi con la sua figura.
Mi guardava con quel suo sguardo sensuale e profondo, facendomi sentire la donna più piccola e debole del mondo, non riuscivo neanche a sostenerlo.
Girai la faccia di lato ma lui dolcemente la riportò nella sua visuale, notando il mio viso leggermente arrossato, ero palesemente in imbarazzo.
-Secondo te- le sue mani salivano i miei fianchi- sono così meschino e perfido- le sue labbra erano sul mio collo- da prenderti in giro- un sussurro- e dirti Ti amo per puro e semplice egoismo?- .
Praticamente ero incastrata fra lui e  la porta e non mi accorsi che ormai le mie mani erano sul suo corpo, una intenta a sbottonare la camicia e l'altra a tirare la sua cravatta.
-Dimmelo allora- dissi tirandolo più a me, tenendo le nostre labbra lontane ad un centimetro.
-Ti amo Rin..- disse annullando la distanza fra noi, baciandomi con una passione da voler fare l'amore.
Come potevo mai sospettare di lui, del demone che sa davvero come conquistarmi ogni giorno.
Adesso me lo porto a letto, adesso lo sbatto sulla scrivania, adesso gli strappo tutto.
-Amore mio..- dissi.
-Dimmi Rin..- disse Sesshomaru sorpreso.
-La porta è chiusa a chiave vero?- ne sono certa- e tu non stavi lavorando tanto giusto?- dissi spingendolo piano verso la scrivania.
-Potrei fare una pausa- disse Sesshomaru togliendosi gli occhiali, ma gli proibì di farlo.
-Sei più sexy con gli occhiali- dissi levandomi sia la giacca che la maglietta.
-Tesoro hai voglia?- disse Sesshomaru levandosi la giacca.
-Meglio che stai attento, potrei rovinarti questa bella camicia- dissi passando un dito sui bottoni.
Sesshomaru fece un piccolo sorriso, un classico sorriso di chi sa già cosa deve fare.
Buttò a terra i vari oggetti presenti sulla scrivania, non curandosi del casino che fecero appena caduti.
Mi prese con forza e mi fece stendere su di essa, sbottonando i pantaloni lentamente , mentre le sue labbra mi percorrevano l'addome, fino ad arrivare al di sotto dell'ombelico.
Sesshomaru sapeva come far impazzire una donna, sapeva benissimo dove mettere le mani e quando farlo.
-Sei bellissima Rin- disse sfilandomi i pantaloni.
Con le sue lunghe dita bianche, si divertì a stuzzicarmi , passandole sopra lo slip.
Non contenta di quella semplice tortura, mi alzai di scatto e mi avvinghiai a lui, passando una mano dietro alla sua nuca e poggiando le nostre fronti l'una contro l'altra.
I nostri sospiri si univano e la voglia di fare l'amore era irresistibile.
-Ti voglio, ancora..- dissi eccitata.
Proprio nel momento in cui lui si tolse la camicia in un batter di ciglia, bussarono compulsivamente alla porta, proprio nel momento migliore.
-Chi cavolo sta disturbando la mia meritata pausa?!- disse Sesshomaru staccandosi a malavoglia da me.
Intanto io mi nascosi sotto la scrivania, non sapevo chi fosse che bussava , evitiamo figuracce.
-Sesshomaru dovresti aiutare tuo fratello giù- disse una voce adulta.
Maledizione, era mio suocero, che figuraccia, non esco più dallo studio giuro.
-Papà sono impegnato, Inuyasha aspetta- disse Sesshomaru chiudendo di nuovo la porta a chiave.
Uscì timidamente da sotto la scrivania, trovandomi davanti  un Sesshomaru divertito ed eccitato allo stesso tempo.
-Vieni qui piccola!- .
Mi prese di nuovo in braccio e mi poggiò sulla scrivania, levandomi reggiseno e slip.
Ero completamente nuda davanti a lui ma non avevo vergogna, al contrario mi sentivo così bella che avrei voluto stare sopra di lui sempre.
Nel suo modo di fare dolce e forse anche un po prepotente, entrò dentro di me, provocandomi sussulti e gemiti incontrollabili.
Mi scostava i capelli dal viso e passava le sue mani dai miei seni ai miei fianchi, stringendo fermo sulla presa, quasi come se non volesse lasciarmi andare.
-Sei mia- disse aumentando il ritmo di quelle spinte afrodisiache.
Non avevo la forza di rispondere , il mio corpo era in una fase incontrollabile, ero in estasi, fare l'amore con lui mi mandava su di giri e soprattutto vederlo nudo davanti a me era uno spettacolo.
Per quando io abbia cercato di essere silenziosa, in quella stanza piena di scartoffie e pratiche , c'era il nostro amore colmato da gemiti e da sussurri,  da piccoli gridi di godimento che riempivano quelle pareti apparentemente vuote.
L'ultima spinta fu la più bella; con una velocità impressionante, mi alzò mettendomi seduta sulla scrivania , attaccata al suo corpo , come se fossi una ventosa, e spinse ancora , baciandomi in tutti i modi che potessero esistere.
Sarei rimasta abbracciata a lui le ore, a sentire il suo profumo e ascoltare il suo respiro, ma sul serio c'erano quei due sposini in una crisi di organizzazione.
-Ti voglio sempre così, spontanea e libera-disse Sesshomaru stringendomi fra le sue forti braccia.
-Tu non smettere di amarmi-dissi beandomi di quella dolcezza inaspettata. 
Ci guardammo negli occhi sorridendo, sentendo anche Inuyasha imprecare come un pazzo perché Kagome lo stava facendo esaurire, dunque era il caso di rivestirsi e andare a dare seriamente una mano.
Uscimmo dallo studio in dieci minuti e non appena mettemmo piede nel giardino, notai subito la disperazione di mia sorella nel sistemare i fiori.
-Maledetti fiori! Qui non stanno bene e..- la fermai, poggiando le una mano sulla spalla.
-Le peonie vanno benissimo, devi solo sistemarle meglio- dissi aggiustando la composizione nel vaso.
-Rin, riguardo a prima io..- 
-No, lascia stare, eri arrabbiata ti giustifico, ora sistemiamo questo casino che hai fatto- dissi sorridendole.
In tre ore, il giardino diventò semplicemente un incanto, sembrava il paese delle meraviglie, non mi facevo così brava nell'organizzazione di queste cose.
Le peonie erano usate sia da centro tavola che da decorazione dei vasi.
I colori bianco e rosa carne si sposavano benissimo con l'ambiente circostante, con curve morbide ma ben definite allo stesso tempo.
Era tutto perfetto, dovevamo solamente aspettare il momento della cerimonia.
-Rin domani sera preparati che dovrai farmi un bel discorso!- disse Kagome dandomi una pacca sulla spalla.
-Oh no - dissi poggiandomi una mano sulla fronte.
Il momento peggiore in assoluto, il discorso!
-Forse è il caso che torniamo, vorrei rivedermi dei punti della causa- dissi.
-Va bene!- disse Kagome senza protestare.
-Andrai benissimo!- disse Sesshomaru abbracciandomi.
Lo spero davvero tanto, ho una paura tremenda di sbagliare che mi circonda la testa.
Fatti i dovuti saluti, senza perdere troppo tempo tornammo a casa, ero stanchissima e avevo bisogno di un bel bagno caldo.
Il solito rito prima di ogni causa e anche un buon modo per far passare la giornata.
Sfogliando i fascicoli non mi accorsi di quanto tempo stessi passando sopra a quei fogli, tanto da farsi addirittura ora di cena , eppure mi sembrava che cinque minuti fa avessi pranzato.
Il tempo vola, che assurda verità, neanche te ne accorgi e già sei a fine giornata, con ancora tante cose da fare ma poco tempo per materializzarle. 
Il tempo è così , come la sabbia : scappa fra le mani in un batter di ciglia e neanche sai che stai crescendo, che ormai puoi solo ragionare come adulto e non poter più rincorrere i tuoi sogni.
Ti giri e già hai un lavoro e forse anche una famiglia di cui prenderti cura, già sei in macchina a guidare, e pensare che prima dei 18 anni desideravi la patente più di ogni altra cosa.
Ora invece sono qui, nel mio letto, che guardo il soffitto, con ancora quella mela acida sullo stomaco che non mi lascia in pace e l'ansia di dover indossare , ancora una volta, quella solita tenuta da avvocato, che mi avrebbe accompagnato finché non avessi finito la mia carriera da tale.
Mi ricordo quando ero una tirocinante, ora però le lezioni le faccio io, ho io i rompiscatole fra i piedi, non più come una volta.
Si, il tempo vola e già sono grande, eppure ieri ero solo un'adolescente, con tanto da scoprire e poco tempo per farlo.
Le responsabilità arrivano così velocemente da travolgerti è una volta salita sul treno non puoi più scendere.
Siamo fatti per rincorrere il tempo e per vivere a pieno ogni minuto? Forse.




Quando si dice che il tempo fugge hanno proprio ragione , infatti la sveglia già segnava le sette del mattino e io già dovevo alzarmi dal letto, con dolori vari a tutte le articolazioni.
Dovevo sbrigarmi, non potevo fare tardi in tribunale, era il momento di darsi una mossa.
In un'ora buona ero già pronta, avevo già fatto colazione e anche la doccia, mi bastava prendere il mazzo di chiavi e fuggire in tribunale.
Presi tutto l'occorrente fra cui tesserino di riconoscimento, fascicoli, registri e la mia fedele borsa di Mary Poppins , considerato che dentro avevo di tutto.
-Papà io vado!- disse sussurrando piano dalla porta della sua stanza.
-Rin, mi raccomando, rendimi fiero di te !- disse mio padre facendo un piccolo pollice all'insù, ma era palesemente stanco, è crollato subito.
Sorrisi appena, chiudendo la porta piano, per non svegliarlo di nuovo, mi avviai poi alla macchina, cominciando la mia giornata.
Orario perfetto, nove in tribunale, spaccavo il minuto. 
Il mio cliente era già arrivato, era molto teso, più di me d'altronde.
-Avvocato Setzuna, è qui, non sa quanto sono teso!- disse Chapou stringendomi la mano.
-Faremo del nostro meglio, non si preoccupi!-dissi accennando ad un sorriso.
 Avevo giusto una mezz'oretta per ripetere di nuovo tutto, ma sapevo che se lo avessi fatto, mi sarei dimenticata ogni parola.
Ma cosa mai poteva andare  storto quella mattina ?
Un profumo intenso, ma familiare, mi investì le narici, facendomi quasi rabbrividire al solo pensiero che potesse essere lui il mio "contro".
-Avvocato Taisho, c'è anche lei! Ha portato anche suo figlio..- .
Cosa ha il mondo contro di me? Cosa?!.
-Si Sesshomaru è venuto con me, deve farne di strada!- disse quello che potesse sembrare mio suocero.
Svoltato l'angolo del corridoio ci ritrovammo davanti, con occhi confusi e sbalorditi, entrambi non sapevamo  che dire.
-Avvocato Taisho, lei perché è qui?- chiesi.
-Rin! Sono venuto per la causa di stamattina alle nove e mezza, non mi dica che lei difende Chapou?- chiese mio suocero.
-Ehm, a quanto pare si, spero che Seshomaru non abbia fatto da spia sul caso- dissi guardandolo male.
-Rin io non lo sapevo neanche, me lo ha detto stamattina..- disse Sesshomaru difendendosi.
-Tuttavia, in bocca al lupo avvocato Taisho, non sarò così buona!- dissi stringendogli la mano.
Sesshomaru si avvicinò a me , come se volesse darmi un bacio, ma mi scostai immediatamente, non ero proprio in vena.
-Il bacio di Giuda te lo puoi tenere, con permesso- dissi sorpassandoli e avviandomi in tribunale.
Avevo un mal di stomaco allucinante, sempre così prima di ogni causa, soprattutto adesso che avevo a mio suocero come rivale.
Se avessi vinto io la causa? Non credo che poi mi odi.
Rin pensa a fare del tuo meglio!
Quando entrò il giudice nell'aula calò il silenzio, ci alzammo tutti in piedi e le mie gambe sembravano non reggermi.
Ma che cavolo mi prende, ero davvero spossata, quasi mi mancava il terreno sotto ai piedi.
Sentivo chiaramente gli occhi di Sesshomaru dietro alla mia schiena, che fastidio, mi distraeva solamente.
-L'imputato Chapou venga- disse il giudice.
Guardai il mio cliente un'ultima volta, cercando di fargli capire di non cedere, per la parlantina mio suocero era abbastanza famoso, oltre che bravo a rigirare le cose a suo favore.
-Giuri di dire la verità, nient'altro che la verità ..- disse il giurato.
-Lo giuro- disse Chapou.
-Bene, iniziamo- disse il giurato.
Bene, iniziamo un corno, mi sono dovuta sedere per la tensione, mi serviva un maledetto sedativo.
-Bene Sign.Chapou, secondo il mio cliente, lei ha mancato di obbligo nella dichiarazione delle tassazioni e..- iniziò l'avvocato Taisho.
L'unica mia attenzione era solo che il mio cliente non dicesse nessuna parola sbagliata , mi toccava fare obiezione o peggio usare lo stesso attacco con il Sign. Cravoz.
-Lei come può dire di aver scritto tutti i movimenti del conto aziendale se nei fascicoli non risulta nulla ..- disse l'avvocato Taisho.
Un momento, non può accusare, i fascicoli non li ha letti , non può sapere.
-Vostro onore obiezione!- dissi alzandomi e sbattendo le mani sulla  scrivania.
-Respinta- disse il giudice- Continui-.
Ma questo è idiota!
-Vostro onore ho tutto chiaro, non ho bisogno di fare altre domande- disse Taisho tornando al suo posto.
Ripetuto il solito "rito" prima di iniziare, incominciai a fare domande al Sign. Cravoz.
-Bene, allora Sign. Cravoz , lei ha accusato il mio cliente di mancato rispetto delle norme aziendali e quindi delle varie tassazioni previste, dunque lei su cosa ha basato questa sua accusa?- chiesi.
-Il suo cliente mi ha fatto andare in rovina!- disse furioso.
-Si ma non è soddisfacente come risposta!- dissi mettendo gli occhiali per leggere i fascicoli.
-Lei sta difendendo un ladro- disse.
-E lei se non risponde alle mie domande in modo esaustivo , staremo qui fino a stanotte- dissi.
-Era l'unico a conoscere la combinazione della cassaforte, era l'addetto ai movimenti del conto aziendale e alla trascrizione delle tasse pagate, peccato che nei fascicoli non vi era nulla di tutto questo..- disse Cravoz.
-Secondo i fascicoli che io ho fra le mani, il Sign. Chapou ha trascritto tutto, a partire dal 2008 ad ora, strano, lei dice il contrario- dissi guardandolo in faccia.
Era chiara la sua preoccupazione , sudava freddo e iniziò a toccarsi mani e orecchie, mano fra i capelli e tensione a mille.
-Vostro onore obiezione!- disse Taisho.
-Accolta- martellò il giudice.
Certo, a lui l'accoglie.
-Avvocato Setzuna, non può dubitare della parola del mio cliente sul giuramento- disse l'avvocato Taisho.
-Lei ha accusato il mio cliente , mi sembra una cosa alla pari- dissi guardandolo.
Sesshomaru era seduto dietro il padre, stupito dalla mia audacia e coraggio, non si aspettava che potessi essere così agguerrita, probabilmente non ricordava bene l'ultima causa dove abbiamo " combattuto" con il coltello fra i denti.
-Non ho più nulla da chiedere comunque- dissi tornando al mio posto.
Avevo già tutto in pugno, non mi servivano altre spiegazioni.

La parte peggiore era ormai arrivata: l'attesa snervante del verdetto.
Non ho mai sofferto di così tanta ansia da quando ho cominciato a lavorare come avvocato nelle cause economiche e penali.
Mi portavo sempre dietro delle pillole per mantenere la calma , ma stavolta volevo provare con le mie forze, anche se poche, a mantenere un briciolo di contegno senza neanche svenire.
Dopo una stressante ora, ecco che entrarono i giurati accompagnati dal giudice, con un foglio fra le mani che segnava tutta la mia carriera.
-Dopo una lunga riflessione e le dovute considerazioni, consideriamo il Sign. Chapou non colpevole, tuttavia sarà previsto un risarcimento aziendale pari alla metà dell'importo perso- disse.
Dovevo gioire perché avevo battuto un rivale di mio padre, oppure aspettarmi il peggio?
Notai la disperazione del Sign. Cravoz ma un sospiro di sollievo da parte del mio cliente, nonostante dovesse risarcire.
-La causa è chiusa- disse il giudice martellando su quel pezzo, inutile secondo me, di legno.
Mentre rimettevo a posto i documenti e i vari fascicoli da archiviare fra i casi risolti, una mano si poggiò dietro alla mia schiena e vidi dei capelli argentei cadermi sulle spalle.
Due erano le cose: o il padre di Sesshomaru era impazzito, oppure era Sesshomaru stesso.
-Hai battuto mio padre signorina, i miei complimenti- disse una voce dolce e sensuale.
Non avevo dubbi, era Sesshomaru.
-Mi merito un premio ?- chiesi.
-Potremmo continuare quello che stavamo facendo oggi- disse aumentando la presa sui miei fianchi.
Feci un piccolo sorriso, dopotutto non era per niente una cattiva idea, probabilmente dopo, prima di andare al ricevimento, in una stanza chiusa, forse meglio quella scrivania, avremmo di nuovo consumato il nostro amore.
Forse io valgo molto di più di quello che credo, un nuovo traguardo per me.
Per me stessa.





Eccomi qui! 
Enorme ritardo come al solito, perdonatemi >. Dite dite , vi sta piacendo la storia? 
La nostra Rin si dà da fare, non solo nel lavoro eheh! 
Alla prossima!! 
Bacioni a tutte!
ClosingEyes 

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Capitolo 13
*** Se fosse così? ***


-Mia figlia ti ha stracciato!- disse mio padre fiero di me.
-Ebbene sì, buon sangue non mente!- disse mio suocero.
Sono abbastanza sicura che buon sangue non mente, ma il resto ce l'ho messo io, non mio padre.
Eravamo a casa, per festeggiare , ancora, il mio successo in tribunale.
Ero esausta volevo solo dormire ma mio padre non voleva sentire scuse, dovevamo per forza bere lo champagne e brindare alla sua piccolina.
-Alla mia Rin che è il miglior avvocato in assoluto, migliore anche del padre!- disse mio padre alzando il bicchiere.
-Anche se mi hai battuto Rin, resti sempre la numero uno!-disse mio suocero.
Sesshomaru si limitò ad alzare il bicchiere per fare il sonoro "Cin cin", io e lui avremmo festeggiato in altro modo.
-Stasera allora verrete a casa mia , non è così?- chiese Taisho.
-Certamente, se no chi la sente a mia figlia!- disse mio padre sorridendo.
-Kagome è capace di sbranarti vivo!- dissi ridendo.
Kagome era capace di cacciare il suo lato peggiore quando non facevi quello che ti chiedeva , ma la sua non era cattiveria , semplicemente manie di comandamento.
-Ma cosa dobbiamo metterci?- chiesi.
-Kagome non ve lo ha detto? Rigorosamente eleganti!- disse Taisho dandomi una pacca sulla spalla.
-Dico a te Sesshomaru, mia figlia non si tocca!- disse mio padre ingenuo.
Sapesse cosa ha fatto la sua bella figliola con quel ragazzo che ha affianco.
-Sarò un perfetto cavaliere avvocato.- disse Sesshomaru prendendomi la mano.
Risi a quel gesto improvviso, stupendomi di tanta spontaneità del mio fidanzato.
-Bene, noi torniamo adesso, ci vediamo stasera- disse Taisho trascinandosi il figlio.
Salutai Sesshomaru con un bacio fugace, per poi accompagnarli alla porta e salutarli definitivamente.
Non appena mi chiusi la porta alle spalle, mio padre assunse quel suo atteggiamento inquisitorio, come se si aspettasse delle spiegazioni, ma non sapevo neanche che dirgli.
-Papà cosa c'è ?-chiesi dandogli una pacca sulla spalla.
-Niente Rin, mi accorgo che sei proprio come tua mamma , sono felice per te- disse abbracciandomi.
Papà spesso mi rivedeva in mamma, diceva sempre che ci assomigliavamo molto, anche nella risata e nella mia spontaneità.
-Non ti preoccupare, se vuoi mi sposo più tardi!- dissi ridendo.
-Suvvia Rin, già ti ha chiesto la mano?!- chiese preoccupato mio padre.
-No papà , tranquillo, ora vado a farmi una doccia, chiama Kagome- dissi allontanandomi.
Buttai i miei pensieri sotto la doccia, chiudendo gli occhi e rilassandomi , mentre le mie mani massaggiavano la mia testa dolente.
Faceva così freddo che con tutta l'acqua calda e lo scaldino, tremavo.
-Ma perché fa così freddo!- dissi uscendo dalla doccia.
Mi misi il mio bel pigiamone caldo caldo, fuori nevicava e pioveva, sembrava già notte, chissà se stasera il tempo sarà così.
-Rin ma sempre in pigiama!- disse mio padre.
-Pà fa freddo!- dissi mettendomi gli occhiali.
-Certo che se Sesshomaru ti vedesse così , scapperebbe!- disse mio padre ridendo.
Idiota, mi ha visto molto peggio.
-Chiamo Kagome- dissi prendendo il cellulare.
Si lo so sembra strano che io dica che voglio chiamare a mia sorella, ma stranamente oggi avevo bisogno di lei.
-Pronto Kagome?- dissi.
-Rin, ho saputo della causa, sei stata bravissima!-.
-Si, ma comunque non è questo di cui voglio parlare-.
-Rin che succede?-chiese preoccupata.
Già, cosa succede ,  non lo so neanche io che mi prende.
-Mi sento insoddisfatta, ultimamente mi gira la testa, sono debole e ho paura..- dissi.
-Perché non vieni qui?- chiese Kagome.
-Perché sto con il pigiama-. 
-Sto arrivando-.
-Stai buona la!- dissi categorica.
-Ti metto in macchina con tutto il pigiama-.
Mi chiuse il cellulare in faccia , iniziai già a pentirmi di averla chiamata.
Mi buttai sul letto chiudendo la porta a chiave e mi addormentai.
Il mio sonno però fu interrotto da quella pazza, folle, isterica, idiota e cretina di mia sorella che bussava compulsivamente alla porta.
Provai ad alzarmi , ma il mio lenzuolo passò dal bianco latte al rosso come il sangue.
Un momento, quello era sangue !!
-Ahhhhh!- urlai facendomi indietro fino a cadere dal letto.
-Rin che succede!!- chiese Kagome da dietro alla porta.
-Sangue , sangue..- dissi guardandomi le mani.
Corsi in bagno e notai che un flusso di sangue mi usciva dal naso.
-Merda!- dissi preoccupata.
Andai ad aprire la porta con l'asciugamano vicino al naso, il pigiama sporco di sangue come il letto d'altronde e come se non mancasse una faccia cadaverica.
-Rin- disse Kagome mettendosi la mano in fronte.
-Kagome perché si stai sdoppian..-.
Come non detto, la mia testa non toccò il suolo per miracolo, Kagome mi aveva preso al volo prima di cadere a terra.
Avevo perso molto sangue e quindi sono svenuta.


-Che ha dottore ?-.
-Non si conosce la causa dell'emorragia, non c'è nulla-.
-Ma come è possibile allora?!-.
-Sarà forse per il freddo, rottura dei capillari- .
Sentivo solo delle voci, gli occhi pesavano e non riuscivo ad aprirli.
-C-che succede?- dissi.
Riuscì ad alzare mezza palpebra e subito notai una bella flebo nel braccio.
-Levatemi sta cosa dal braccio ora!- dissi urlando.
-Rin calmati!- disse Kagome fermandomi.
-Sto benissimo!-.
-Mi sei svenuta fra le braccia!-.
-Levamela!-.
-Stai ferma!-.
-Rin basta tieniti quella cosa oppure te la ficco più dentro alla vena!- disse una voce preoccupata e nervosa.
Sesshomaru era qui?
-Tze! Almeno non sono in ospedale- dissi sbuffando.
-Comunque non hai nulla tranquilla, solo i tuoi soliti capillari deboli- disse Kagome.
-Ma che ore sono?- chiesi.
-Le cinque - disse Sesshomaru.
-Ho dormito 6 ore?!- dissi sbalordita.
-Ti sei prima ripresa un po e poi sei crollata di nuovo- disse mio padre sedendosi accanto a me.
Ottimo , quindi se facevo bene i calcoli, avevo solo due ore per prepararmi, ma considerato che avevo fatto la doccia, dovevo andare abbastanza spedita.
-Bene allora io direi che potete lasciarmi da sola a prepararmi- dissi alzandomi piano.
-Ce la fai a venire stasera?- chiese Kagome.
-Ovvio, sto benissimo- dissi staccandomi quella dannata flebo.
-Testarda come un mulo fino alla fine- disse Inuyasha sospirando.
-Ma tu senti chi parla!- dissi stiracchiandomi.
Improvvisamente sentì due forti braccia circondarmi le spalle, coprendomi del tutto.
-Sesshomaru ma che cavolo..- dissi.
-Sei in intimo signorina, ti vorrei ricordare..- disse sbuffando .
Il mio viso da bianco come il latte diventò praticamente porpora dall'imbarazzo.
-Uscite tutti!- urlai, coprendomi al meglio dietro Sesshomaru.
Improvvisamente eccoci di nuovo soli, l'uno fra le braccia dell'altro, a fissarci come se stessimo aspettando qualcosa.
-Non ti piacerà quello che sto per dirti..- mi dice Sesshomaru preoccupato.
-Perché cosa devo aspettarmi?-dissi con molta ansia.
-Mio padre ha invitato l'avvocato Chatelier al ricevimento- disse Sesshomaru.
Ti prego, non dirmi che viene quella papera, ti scongiuro non dirmelo che poi mi saltano i nervi.
-Viene anche Louise- disse.
Ho sentito chiaramente nel mio cervello, un neurone  staccarsi in modo violento dalla corteccia celebrare, le rotelle ormai in fumo e una voglia di prendere a sassate il mio fidanzato stava diventando una probabilità vicina.
-No ma stai scherzando vero?!- dissi allontanandomi.
-No, ti sembro poco serio?- mi chiede.
-Per niente- dissi stizzata.
Perché quando le cose vanno bene, altre cento devono andare male.
È una persecuzione, non posso neanche stare cinque minuti calma e ferma che subito si presentano problemi.
-Vai a prepararti allora, suppongo che tu debba andarla a prendere?!-dissi voltandomi.
-No-disse Sesshomaru.
Tentò di prendermi la mano ma subito la scostai, ero su tutte le furie, odiavo quella femmina marpiona in cerca di ricconi da sposare.
-Vieni qui- disse Sesshomaru con voce roca.
Ecco, ci risiamo, per lui basta fare l'amore per calmare il clima, ma stavolta no, non la digerisco questa cosa e stasera dovrò stare peggio di un Pitbull.
-Non ho voglia e se permetti voglio prepararmi-dissi indicando la porta.
Mi guardò sbuffando, alzando le mani al cielo come segno d'arresa, aveva ormai compreso che con me non valeva poi così tanto la pena discutere quando ero nervosa.
-Ci vediamo stasera- disse chiudendosi la porta alle spalle.
Mai come allora avrei voluto farmi piccola come una formica, d'altronde lui che colpa aveva se non quella di avermi tradito una volta? Chiamala semplice colpa, non è certo cosa da poco.
-Perché va tutto storto?- mi chiesi ad alta voce.
Ma chissà se qualcuno mi avrebbe risposto, forse in quella sera che presto sarebbe arrivata.
Mi infilai un vestitino corto, preso a caso dall'armadio: portava una lunga scollatura a V e la gonna era svolazzante come piaceva a me.
Ovviamente rigorosamente in nero, con i miei bei tacchi Prada, pronti ad essere usati ancora una volta.
Il trucco solito e il fermaglio della mamma, nulla mancava, se non il mio principe.
Erano ormai le nove, era il caso di andare, prima che Kagome lapidasse sia me che mio padre.
Ci siamo messi in macchina e con molta calma ci avviammo a casa dello sposino e della sua sposa isterica.
-Rin, cosa c'è che non va?- chiese mio padre.
Se dovessi spiegare a lui i miei problemi, non arriveremo più alla festa, meglio non fiatare.
-Niente pà- dissi avvolgendomi ancora di più nel mio cappotto.
-So di non essere come la mamma, ma provaci- disse mio padre sorridendo appena.
Era chiaro che volesse che io cacciassi tutta la verità.
-Vedi ecco stasera-incominciai- c'è l'avvocato Chatelier-.
-E quindi? Non dirmi che ci ha provato!- disse mio padre spaventato.
-Fammi finire!- dissi- con lui c'è anche sua figlia e diciamo che tra noi non scorre buon sangue-.
-Ho capito, sei gelosa-disse mio padre facendo l'occhiolino. 
Fosse solo quello, non è semplice gelosia, se solo non ci avesse provato con Sesshomaru forse non la odierei così tanto.
-Insomma però , perché invitarlo!-dissi sbuffando.
-Rin sarà per qualche scopo, tipo cooperazione o altro- disse mio padre facendo le spallucce.
Si cooperazione, per saltare sul mio ragazzo.
-Se lo dici tu- dissi guardando fuori dal finestrino.
-Eccoci arrivati, mi raccomando, non fare come tuo solito che se ti partono i 5 minuti impazzisci-disse mio padre.
Se mi partono i cinque minuti qui faccio una strage, è ben diverso.
Il cancello si aprì e non appena entrammo già vidi mille decoraIoni messe addirittura ai lati del parcheggio, aveva decisamente esagerato.
Gentilmente mio padre mi porse la mano per uscire dalla macchina ed io l'accettai volentieri , non capita tutti i giorni che tuo padre ti fa da cavaliere.
Il giardino era pieno di luci e di fiori profumati, non peccava nulla se non la presenza di quella maledetta oca che già stava mettendo gli occhi addosso al mio ragazzo.
Rin stai calma o qua succede un casino.
-Guardate un po' chi è arrivata- disse Ayame.
Dire che si girarono quasi tutti era poco, avevo praticamente lo sguardo addosso di ogni singola persona in quel giardino e mai come allora mi sentì così tanto in imbarazzo da voler fuggire di nuovo in macchina.
-Ayame, sempre molto discreta devo dire- dissi abbracciandola.
-Sei troppo gnocca che vuoi fare- disse Ayame guardandomi da capo a piede.
Lei indossava un vestitino verde , scollato al centro e decisamente corto per la sua altezza, ma tanto c'era Koga con lei.
-Kagome?- chiesi cercandola.
Non mi curai di Sesshomaru, doveva venire lui da me.
-Kagome è insieme ad Inuyasha, ma è strano che non ti preoccupi di Sesshomaru- chiese Ayame sospettosa.
-Non sono io a dover fare il primo passo, sono una donna- dissi fiera.
-E sei bellissima, piccola-.
Sbarrai gli occhi, un attimo prima era fuori dalla mia visuale, invece ora era dietro di me e con le sue mani mi percorreva i bordi del vestitino; potevo sentire i suoi capelli sulla mia schiena nuda e il suo petto contro di me.
Mi diede dei piccoli baci sul collo ma cercai di mantenere tutto il mio autocontrollo possibile ed immaginabile.
-Hai finito di parlare con quella?- dissi senza però muovermi.
-Non mi è mai interessato parlare con lei, aspettavo te- disse Sesshomaru.
Il suo fiato sul collo, quanto avrei voluto sbatterlo sulla scrivania giuro, mi stava facendo salire gli ormoni nel momento sbagliato.
Mi volto per replicare, accorgendomi che Ayame si era silenziosamente dileguata, lasciandomi da sola con lui, e reato senza parole a ciò che vedo.
Tutta la sua eleganza racchiusa in una camicia bianca perfettamente aderente ai suoi muscoli, accompagnata da una giacca nera, contornata da una cravatta  sottile.
I pantaloni perfettamente della sua taglia scendevano perfetti fino alle caviglie, dove due paia di scarpe tirate a lucido facevano la sua figura.
Il suo solito profumo di menta e muschio mi investi le narici, inebriandomi del tutto di quel bellissimo attimo che stavo vivendo.
-Sbaglio oppure sei tutta rossa?- chiese, avvicinandosi alle mie labbra.
Ti prego non farmi questo, non torturarmi proprio ora, quelle labbra le riempirei di baci e di morsi.
-Rin!-.
Ma chi cavolo sta disturbando questo magnifico istante?!
Mi giro e vedo una testa bionda, con gli occhi azzurri e un vestito abbastanza succinto, venire verso di me, con due bicchieri di ciò che potesse sembrare prosecco.
-Louise, non pensavo ci fossi anche tu- dissi mentendo.
-Si, papà ha voluto portarmi, sai, per affari- disse porgendomi io bicchiere di prosecco.
Io speravo di non sentire più la sua voce e vedere la sua faccia odiosa e da schiaffi soprattutto.
-Ti ringrazio per il prosecco, spero che tu stasera trovi un cavaliere, ovviamente non fidanzato o sposato- dissi sorseggiando il prosecco.
-Ho imparato la lezione- disse semplicemente prima di dileguarsi.
Finalmente di nuovo io e lui faccia a faccia, ora sì che esigevo un bacio.
-Baciami- dissi avvicinandomi alla sue labbra.
Un bacio delicato, al sapore di tabacco come il nostro primo bacio, un sapore che non si dimentica, che si porta nel cuore e non solo nelle labbra.
È stato un attimo, il mondo era come se scomparso.
-Ma tu guarda già vi date da fare!-.
-Kagome sempre inopportuna-dissi sbuffando.
La guardai attentamente e mi lasciò senza parole: un vestito lungo fino ai piedi, con un solo spacco laterale, blu come la notte con delle venature di blu più chiaro e una scollatura contornata da piccoli brillantini.
I capelli raccolti un una treccia larga con dei fermagli decorati da perle di fiume, piccole ma eleganti.
Quel suo truccarsi così leggero mi ricordò tanto la mamma, era perfetta.
-Che ne pensi?- mi chiese, girandosi su se stessa.
-Sei bellissima sul serio- dissi sorridendole.
-Ma posso fregarmi un po mia sorella , Sesshomaru?- disse Kagome tirandomi per un braccio.
Acconsentì alla sua richiesta e mi trascinò via, portandomi in giro per il giardino.
-Allora? Ti piace, ho fatto un bel lavoro?-mi chiese.
-È tutto perfetto, rilassati- dissi ridendo.
-Hai salutato i tuoi futuri suoceri?- mi chiese guardandomi di sottecchi.
-Quali futuri suoceri! Stai correndo troppo!- dissi agitando le mani.
Mi trascinò da loro, portandomi con la forza, considerando che ero un fuoco in faccia.
-Buonasera Rin! Devo dire che stai proprio bene vestita così!- disse Izayoi abbracciandomi.
Rin mantieni la calma, che cavolo sta succedendo?!.
-La ringrazio, anche lei sta molto bene- dissi sorridendo.
-Ma cosa sono queste formalità! Dammi del tu!- disse Izayoi.
Iniziamo bene, già con la familiarità.
-Inu tesoro vieni a salutare Rin!- indicò suo marito, la faccia spiaccicata di Sesshomaru praticamente.
-Rin, che piacere vederti- disse Inu Taisho prendendomi la mano e posando un bacio sul dorso di essa.
Devo dire che la galanteria è di famiglia, non posso lamentarmi.
-Buonasera a lei avvocato- dissi facendo un piccolo inchino, per restare a tema.
-Dammi del tu, ti prego mi fai sentire vecchio- mi disse.
-Più di quanto già lo sei!- disse Izayoi ridendo.
Bene, hanno anche molto senso dell'umorismo, non sono normali.
-Comunque oggi sei stata davvero brava, complimenti- disse Inu.
-Ti ringrazio, mi sono data da fare- dissi compiacendomi.
-Non ti dispiace se ti ho fatto presente all'avvocato Chatelier, vero?- disse Taisho facendolo venire.
Proprio lui ci mancava, ma è proprio una persecuzione.
-Signorina Rin, che piacere rivederla, non l'avevo riconosciuta con queste vesti- disse l'avvocato Chatelier.
-La ringrazio, è un piacere anche per me- dissi.
Si, piacevole come un dito nell'occhio.
-Hei Rin sei qui!- disse Inuyasha salutandomi da lontano.
Ma stasera nessuno ci vede, tutto a scoppio ritardato, incredibile.
-Inuyasha ciao!- dissi sorridendo appena.
-Vieni è arrivato il momento del discorso!!- disse trascinandomi verso il microfono.
No, ti prego il discorso no, non so mai cosa dire uffa, maledizione adesso che dico, che faccio.
Capisco che sono brava a parlare in tribunale, ma per lavoro, non per altro.
In un paio di secondi mi vidi con il microfono fra le mani, una marea di gente che mi fissava, pronta ad ascoltare le mie parole, Kagome e Inuyasha seduti di fronte a me e Sesshomaru che rideva dalle retrovie, che bastardo.
-Ok allora..- incominciai- non sono mai stata brava a parlare in questi casi, non so mai cosa dire, non voglio neanche essere banale, non è da me.-
Mi fermai ad osservare Kagome, come se già sapesse cosa stavo per dire.
-Per tanti anni hai cercato qualcuno che ti capisse, ma soprattutto che ti sopportasse, considerato il tuo carattere. Hai sempre cercato di non far mancare nulla sia a te stessa che alla tua famiglia, hai provato in tutti i modi di colmare il vuoto che c'era e che tutt'ora c'è.
Io a confronto non riuscivo a tirare avanti, se non ci fossi stata tu mi sarei persa e forse lo sono anche adesso perché non dimostro tutto il mio affetto per te ma mi manchi.
Mi manchi sempre, ho sempre bisogno di parlare con te anche se a volte mi fai una testa piena di parole che mi perdo anche io-.
Mi fermai e la guardai, in quel momento nel suo sorriso c'era una lacrima, anzi credo ancora di più.
I suoi occhi erano praticamente rossi, pronta per scoppiare in un pianto assolutamente isterico e di gioia, presto l'avrei accolta fra le mie braccia piangente come non mai.
-E adesso che piangi, un po piango anche io perché sono felice per te, ti meriti tutto questo Kagome, sul serio!- dissi posando il microfono e aprendo le braccia.
È inutile dire che mi è corsa fra le braccia, stritolandomi come un orsetto cerca coccole, ma non mi importava, sapevo che lei finalmente era felice, era questo ciò che volevo per lei.
Un applauso di sottofondo e la sua flebile voce che mi ringraziava.
-Grazie Rin, grazie ..- disse.
Non c'era altro da dire.


La serata andò avanti a suon di discorsi e di risate, ricordando i bei vecchi tempi di Inuyasha e Kagome.
-Credi che un giorno anche noi saremo così?-mi chiese Sesshomaru.
-Se mi vorrai- dissi.
-Ti vorrò sempre- disse prendendomi il viso fra le sue mani e baciandomi.
Sarebbe stato quello il mio destino?






Eccomi qui!
Scusate il ritardo ma ho avuto mooolti impegni!
Fatemi sapere se vi piace il capitolo!
Baci baci
ClosingEyes ❤️❤️❤️








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Capitolo 14
*** AVVISO ***


Buongiorno a tutte!
Sono qui per avvisarvi di alcune cose :
-Poiché vi sono stati molti disguidi sul capitolo " Voglio le Fragole", ho deciso di riscriverlo totalmente, modificando alcuni punti.
-Ribadisco a tutte che siamo su un sito dove la fantasia predomina in primis, alcune spiegazioni sono omesse per lasciare anche lo spazio al lettore di poter immaginare il contesto.
-Come sapete ogni critica è ben accetta, ho accolto la critica di Elerim, facendo considerazioni ovvie.
-Non sono qui a scrivere libri scientifici , perché non è nelle mie competenze.
-Se il linguaggio vi sembra troppo forbito e spinto, si può tranquillamente ridurlo, ma ricordo che il rating della storia è ARANCIONE.
-Presto avrete il nuovo capitolo totalmente riscritto.

Scusate per l'inconveniente!
A presto 😘
ClosingEyes

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Capitolo 15
*** Voglia di fragole ***


Non pensavo che finalmente eravamo arrivati a quel momento: Kagome si sposava, maledizione che cosa assurda, non ci credo.
Il lavoro era diventato sempre più stressante però, mio padre non si limitava a farmi esaurire, con casi impossibili.
Passavo le serate a casa di Sesshomaru, fra i suoi baci e quelle maledette scartoffie che non mi permettevano di poter dedicarmi completamente al mio ragazzo.
Avrei tanto voluto saltargli addosso una volta per tutte, ma non appena ci provavo , lui mi diceva " tesoro devi lavorare".
Per non parlare dei corsi di ballo che mi Kagome mi obbligava a frequentare nonostante io sapessi già ballare, una tortura.
Siamo arrivati al punto che un sabato ci riunimmo a casa di Inuyasha per fare le prove di ballo, non ne parliamo per favore.
-Rin concentrati, dovrai ballare anche con Inu lo sai?- disse Kagome guardandomi e ridendosela.
Un momento, dovevo ballare con il mio futuro non che probabile suocero ?! Mica ero io a sposarmi!
-Mi conceda questo ballo signorina-mi porse la mano il padre di Sesshomaru, che gran fico però.
-Ehm ecco io .. Va bene- dissi rossa come un peperone.
-Rin ma possibile che anche ballare con mio suocero ti imbarazza!- disse Kagome poggiandosi le mani sui fianchi e sbuffando.
-Senti voglio vedere a te eh!- dissi.
Devo ammettere che è proprio uguale a Sesshomaru, gli stessi occhi magnetici, lo stesso sguardo presuntuoso ma sexy, le stesse voglie violacee sul viso, i capelli perfettamente legati, il suo atteggiamento elegante e la sua voce bassa da praticamente saltare addosso.
-Rin ma sei un peperone!!- disse Ayame ridendo come che.
Dopo dieci minuti interminabili, concluse il ballo con un bacio sul dorso della mano, per poi lasciarmi fra le braccia di Sesshomaru.
-Ora capisco da chi hai preso- dissi.
-Tanto che ti piace mio padre?- disse Sesshomaru sorridendo.
-Ma finiscila!-.
Ecco come era andato a finire quel sabato, nella più grande vergogna assoluta, ma dopotutto quel ballo non mi è dispiaciuto.



-Oh sì, Sesshomaru si..-.
-Rin, hai così tanta voglia oggi ?-.
Si, finalmente quel pomeriggio ero riuscita ad avere un momento di intimità con il mio ragazzo, d'altronde sul pavimento del suo studio, ho detto tutto.
Dovevo sfogare il mio stress in qualche modo, allora perché non farlo sotto forma di allenamento?!.
In quel momento tutte quelle belle scartoffie non avevano valore, sentivo il mio corpo muoversi con il suo, le sue mani prendermi le gambe e stringerle, i suoi baci caldi sul collo, che paradiso.
Avevo dannatamente voglia che non smettesse, che continuasse quella bellissima danza, ma entrambi avevamo degli impegni e non potevamo tardare.
Lo salutai velocemente, correndo nello studio di mio padre, che mi attendeva a braccia conserte, come se fossi nei guai e, forse, lo ero.
-Rin!- disse picchiettando le sue dita sul braccio.
-Papà scusami è che...- la stanza iniziò a vorticare , contemporaneamente il mio stomaco mi stringeva in una morsa forte, avrei vomitato a breve.
Ma che mi prendeva, perché stavo così male.
-Rin, tutto bene?- disse mio padre avvicinandosi.
-Non credo..- corsi verso il bagno e vomitai di tutto, anche il pranzo.
Mio padre venne correndo verso di me e , vedendomi in quelle pessime condizioni, fece due più due.
-Rin non mi dire che sei incinta..- disse alzandomi piano da terra.
-Non lo so, non voglio sporcarti l'abito papà, non ti preoccupare io..-.
-Himoto ma che fai!Rin!-la voce di Inu No Taisho mi sembrava sempre più lontana, chiusi gli occhi.
Credo che probabilmente mi portarono in braccio fino in macchina per poi correre in ospedale, mi sono svegliata proprio lì.
Mi girava la testa, gli occhi mi pesavano e mi sentivo un peso nella pancia, quasi come se qualcuno mi si fosse seduto sopra.
Vidi mio padre stringermi la mano , cercando di sorridermi , non sopportava a vedermi in quelle condizioni, non era la prima volta che finivo in ospedale.
-Bene, ho i risultati delle analisi- disse il medico entrando.
-Cosa ho dottore?- chiesi.
-Signorina non so come dirglielo ma, lei è incinta , di due settimane..-.
Lei è incinta di due settimane, io sono incinta di due settimane , io sono incinta, io..
-COSA?!- dissi sbarrando gli occhi.
Non ci credo, non potevo crederci, io ero incinta, mi viene da piangere.
-Rin..- Sesshomaru spalancò la porta- sono venuto appena ho saputo, perché piangi?-.
-Amore mio..-dissi in lacrime.
Si avvicinò a me stringendomi in un dolce abbraccio, ne avevo bisogno.
-Preparati Sesshomaru, meglio che ti siedi..- disse mio padre, facendolo accomodare al posto suo.
-Dottore mi dica - disse rivolgendosi al medico.
-La sua ragazza è incinta , di due settimane ..- disse il dottore.
Non ho saputo decifrare la faccia di Sesshomaru, ma era sconvolto quanto me, eppure sembrava felice.
Si girò a guardarmi negli occhi, asciugandomi le lacrime di gioia con le sue dita affusolate e mi sorrise.
-Sono il demone più fortunato del mondo-disse tirandomi dolcemente verso di lui e baciandomi.
Mi sfiorò con la mano il ventre, per poi poggiare la sua testa sul mio petto, senza preoccuparsi che si stava sgualcendo tutta la camicia.
-Dovremmo farle delle domande e fare dei controlli, suo marito viene con lei?- chiese l'infermiera, guardandomi.
-Lui a dir la verità non..- mi fermò Sesshomaru.
-Sono il marito si, vengo anche io.- disse, stupendomi.
Lo guardai per dire " parliamo dopo", mentre mi portavano sulla sedia a rotelle verso lo studio del ginecologo.
-Non è possibile avere una ginecologa?- chiese Sesshomaru.
Ecco, incomiciamo.
-Al momento non c'è la dottoressa Taizumi, quando torna trasferiremo sua moglie con lei-disse l'infermiera tranquillizzandolo.
-Scusi infermiera, mio marito è geloso- dissi.
Come mi faceva strano definirlo mio marito, manco eravamo sposati.
Arrivammo al reparto di ginecologia, aspettando fuori il nostro turno per entrare, eravamo solo io e Sesshomaru, l'infermiera ha pensato bene di andarsene.
-E quindi tu saresti mio marito?- chiesi divertita.
-E tu saresti mia moglie ?- chiese altrettanto.
-Che vorresti dire!- dissi sbuffando.
-Setzuna?-mi sentì chiamare da chi probabilmente era il ginecologo.
Sesshomaru spinse la sedia a rotelle , portandomi nel suo studio.
Il medico strinse la mano ad entrambi e fece cenno a Sesshomaru di prendermi in braccio per farmi accomodare sul lettino , era il momento di fare la famosa ecografia.
-Bene signora Setzuna, si rilassi- disse il ginecologo.
-Ci proverò, ma mio marito deve restare qui?- dissi guardando Sesshomaru.
-È nostro figlio, mi sembra giusto che io resti- disse.
Mi voltai verso Sesshomaru che aveva una faccia da idiota ed era praticamente sconvolto.
-Allora vediamo dove sei piccolo feto- disse il dottore- Oh eccoti qui, certo che per due settimane sei bello piazzato!-.
Mi voltai e vidi ciò che per me era un semplice miracolo della natura: il mio bambino o bambina che fosse, stava crescendo dentro di me, era mio, tutti mio, non ci potevo credere.
-Ma ha qualcosa di strano sulla testa..- vide meglio il dottore.
-Non ha niente di strano, solo delle buffe orecchie da cane, tipico della mia stirpe e per il fatto che sia già cresciuto molto è dovuto al fatto che i demoni hanno una particolarità rispetto agli umani, crescono più in fretta -disse Sesshomaru restando impalato davanti a quella visione.
Scoppiai in lacrime di gioia, vedendo quel piccolo amorino, mi sfiorai la pancia, non vedevo l'ora di poter abbracciare il mio miracolo.
Sesshomaru mi abbracciò dolcemente, baciandomi la testa e scompigliandomi i capelli.
-Vi lascio soli per un po- disse il ginecologo,uscendo dalla stanza.
-Non mi aspettavo che avessimo un bambino prima di sposarci, ma eccoci qui..- disse Sesshomaru baciandomi.
-Vuol dire che quando dovrò scegliere l'abito da sposa, dovrò considerare il pancione- dissi ridendo.
Rimase imbambolato davanti al mio sorriso, mi accarezzò la guancia felice, così felice che non sembrava lui.
-Quindi si pensa che io ti chieda in moglie presto..- disse Sesshomaru.
-Ti conviene tesoro..- dissi.
Improvvisamente si spalcò la porta o, meglio, Kagome spalancò la porta.
-SEI INCINTA PURE TU?!- urlò.
-No ti prego, non urlare che già ho mal di testa- dissi mantenendomi la tempia.
-Ma quello sarà mia nipote o mio nipote ?-disse toccandosi il pancione.
Ecco, perché non pensa ai suoi gemelli che la stanno facendo diventare una balena.
-Si!- dissi felice.
-Senti un po pupattola, cerca di nascere femmina !- disse Kagome indicando il mio pancione.
-Meglio maschio- disse Sesshomaru.
Ora iniziavano con le solite lamentele, perfetto.
-Comunque ricordati che fra tre mesi si parte, cerca di non essere troppo balena- disse Kagome- il vestito da sposa te lo trovi la, sperando che almeno il vestito da damigella ti entri-.
-Te lo giuro spero che diventi una balena peggio di Moby- dissi pronta ad ucciderla.
-Sesshomaru quando hai intenzione di chiederle la mano?-.
-Quando viene il ginecologo ?- sbuffai.
Finalmente entrò il dottore e fatte le dovute raccomandazioni, tornai nella stanza dove precedentemente mi avevano messa, aspettando la decisione finale del dottore .
Era incerto se tenermi un giorno in più nel reparto, per fare delle analisi e monitorare la situazione.
-Allora signora Setzuna- disse il dottore- Lei deve restare un giorno in più, dobbiamo monitorare alcuni parametri e farle delle l'analisi. A sua scelta, può restare suo marito con lei-.
Kagome mi guardò sbigottita, come d'altronde il resto delle persone lì presenti, più di tutti mio padre.
-V..va bene dottore, se lei ritiene che è necessario non mi oppongo, comunque si, mio marito resta con me- dissi stringendo la mano a Sesshomaru.
-Bene, vi lascio allora, l'orario di visite finisce fra 10 minuti- disse chiudendo la porta.
Urla di Kagome fra tre, due, uno..
-Da quando siete marito e moglie?!- disse urlando.
-Da quando l'infermiera ha detto suo marito può venire con lei- dissi ridendo.
-Mi hai fatto venire un colpo Rin!-disse mio padre sollevato.
-Quindi adesso ti chiamerò paparino Sesshomaru!- disse Inuyasha sogghignando.
-Sta zitto Inuyasha o al matrimonio non ci arrivi- disse Sesshomaru calmo.
-Va bene io direi che possiamo andarcene- disse Taisho, calmando le acque.
Mio padre si avvicinò, posandomi un bacio dolce sulla fronte, poi si voltò a guardare Sesshomaru.
-L'affido a te, non deludermi- disse.
-Non si preoccupi avvocato- disse Sesshomaru stringendogli la mano.
-Ciao papà - dissi salutandolo.
-Ciao neo balenotta- disse Kagome.
-Maledetta aspetta che mi alzo da qui!- dissi , ma ormai avevano già chiuso la porta.
Sesshomaru sorrise, sedendosi sulla poltrona vicino al lettino, senza smettere di mantenermi la mano.
-La Signora Taisho..- dissi ad alta voce.
-Ti dona il cognome -disse Sesshomaru guardandomi imbambolato.
-Cosa hai da guardare!- dissi.
-Niente, sto pensando a quando ti si gonfieranno le caviglie, avrai costantemente voglia di dolce, inizierai a lamentarti del tuo peso, dando la colpa a me, avrai un pancione enorme e ti farai i meglio pianti isterici, insomma la vita da papà- disse sorridendomi, mentre si passava una mano sulla fronte.
-Voglio le fragole!!- dissi come una bambina.
-Appunto...-
Il male minore, erano quelle fragole!




Allora eccoci di nuovo qui!
Dopo un lavoro enorme per cambiare tutte le parti, HO TOLTO i dettagli sull'ecografia e ho ridotto il linguaggio, onde evitare problemi.
Spero che almeno questa volta sia venuto bene , perché penso che chi segue la mia storia e non è solo lettore, capisca cosa significa rifare tutto "ex novo", ma spero che anche voi lettori possiate capire il disagio! :(
L'ho fatto per voi :) 
Buona giornata! 
Bacioni a tutte!
ClosingEyes_





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Capitolo 16
*** Da sempre. ***


Penso che mi avevano tirato così tanto sangue che se mi fossi alzata sarei andata a finire con la testa a terra, non bastava il fatto che fossi anemica.
Mi hanno fatto qualunque tipo di controllo, stupendosi anche poiché fumando, potevo ridurre al minimo la possibilità di avere un figlio, il fumo porta nel donne un'alta possibilità di sterilità.
-Tra un po svengo da stesa -dissi respirando a fatica, eri esausta e sentivo le forze venir meno.
-Su, Rin, resisti ancora un po- disse Sesshomaru prendendomi dolcemente la mano.
Parlava facile lui, dopotutto ero io che avevo una creatura nel mio corpo da tenere per nove mesi.
-Sesshomaru da oggi in poi lo sai che le cose cambieranno?- dissi.
-Che intendi?- chiese curioso.
-Innanzitutto davanti a me non puoi fumare, perché non farebbe bene a nostro figlio , sarebbe fumo passivo.
Devi essere più presente perché il da sola non ce la faccio, al massimo per il lavoro faccio tutto da casa.
Già il fatto che abitiamo lontani non va bene e..- mi fermai, notando il suo sguardo perplesso.
Cosa stava per dirmi? Che probabilmente stavo esagerando, che forse non essendo ancora sposati non potevo già dettare regole, oppure semplicemente che il mio cervello non mi funzionava bene.
-E se cercassimo una casa ? Per vivere insieme ?- chiese serio.
Nessuna delle cose a cui pensai erano reali, voleva sul serio vivere con me? Condividere già tutto dalla nostra vita senza essere sposati? Una specie di convivenza insomma.
-Io non so che dire , cioè io..- non sapevo sul serio cosa diamine dire in quella situazione, era assurdo.
-Hai ragione, ancora non siamo sposati e..-.
-Si-.
-Cosa si?- mi chiese.
-Voglio vivere con te- dissi sorridendo- però preparati al peggio-.
-Che sarà mai avere una fidanzata incinta dentro casa - disse spostandosi quei bellissimi capelli .
-Vedrai mio caro-dissi malignamente.
Bussarono alla porta, probabilmente erano i medici.
-Buongiorno signora Setzuna, come si sente?- mi chiese l'infermiera.
-Mi sento come se un tram mi fosse passato addosso- dissi sbuffando.
-Suvvia, abbiamo finito, può tornare a casa- disse sorridendomi.
-Le analisi sono tutte buone, ovviamente non dovrà più bere e fumare, ma mi sembra anche stupido dirlo- disse il ginecologo.
-Sicuramente dottore !- dissi.
-Riguardo a lei, avvocato Taisho, dovrà ridurre il consumo di sigarette, onde evitare problemi di fumo passivo- disse il dottore.
-Sarà fatto- disse Sesshomaru.
-Bene, può tornare a casa signora, mi raccomando non salti le visite di controllo- disse il dottore stringendo la mano sia a me che a Sesshomaru.
L'infermiera mi aiutò ad alzarmi e vestirmi, ero un rottame, cavolo se ero un rottame!
Avevo così tanti dolori che anche stare sulla sedia a rotelle mi faceva male, incredibile ma vero.
-Amore mi prendi in braccio per entrare in macchina?- chiesi dolcemente.
-Ma certo, piccola balenotta- disse Sesshomaru.
Mi ha chiamato balenotta? Neanche ho tutta questa pancia e già comincia a chiamarmi balenotta?!
-Ma come osi!- dissi offesa.
-Stavo scherzando, vieni qui- mi prese dolcemente fra le sue braccia, alzandomi con una delicatezza infinitamente coccolante, mi fece accomodare sul sedile e come se non bastasse mi mise anche la cintura.
-Ecco fatto madame, altro?- chiese.
-Andiamo a casa- dissi rivolgendogli uno dei miei sorrisi migliori.
Di rimando mi sorrise, chiudendo la portiera. Era veramente bellissimo, non solo quando mi guardava ma qualunque cosa facesse lo trovavo affascinante , anche guidare lo rendeva infinitamente Stupendo.
-Sesshomaru come mai vai così piano?-dissi sapendo che questa cosa l'urtava e non poco.
-Perché devo essere prudente, non ricordarmelo per favore - disse sbuffando.
-Va bene- dissi trattenendo una risata.
Arrivammo a casa, finalmente casa dolce casa, non casa mia ma pur sempre casa.
Kagome mi attendeva in giardino insieme ad Inuyasha, mentre una delle molteplici cameriere di casa Taisho serviva loro del thè, peggio degli inglesi sul serio.
-Rin!!- disse Kagome alzandosi e venendo verso di me.
Come era goffa con quel pancione davanti, a stento riusciva a camminare e si manteneva la schiena nel suo passo, con quella salopette da bambina e i capelli raccolti in una coda alta.
-Ma tu guarda, sembri una bambina vestita così- dissi ridendo, mantenendomi a Sesshomaru.
-Manco sei tornata e già rompi?- disse Kagome sbuffando.
-Te le chiami- dissi.
-Vieni Rin, hai una faccia, sediamoci- disse Kagome porgendomi la mano.
Accettai volentieri la sua richiesta e mi accomodai su quelle poltroncine da giardino super comode, finalmente il mio fondoschiena poteva rilassarsi.
-Intanto che voi fate due chiacchiere, io vado a farmi la doccia - disse Sesshomaru allontanandosi.
Inuyasha anche se ne andò, lasciandoci sole con una tazza di the davanti e tanti dolci buoni , fra biscotti e cupcake, sarei ingrassata più per quello che per mio figlio.
-Senti Kagome- dissi.
-Dimmi Rin, è successo qualcosa?- chiese preoccupata.
-Beh ecco vedi, Sesshomaru mi ha chiesto di vivere con lu, di cercare una casa insieme- dissi.
-Embe, non sei felice??- mi chiese Kagome felice come una pasqua.
-Si ovvio , è solo che ..- solo cosa? Di cosa avevo realmente paura? Perché non riuscivo ad essere così felice?.
-Sai Rin, quando Inuyasha mi ha chiesto di sposarlo, ho avuto anche io tanta paura. Pensavo sempre e se non funziona ? Se poi va tutto male e lo perdo per sempre? Però poi ne ho parlato con lui, e mi ha fatto sentire meglio-disse Kagome.
-Quindi dovrei parlarci?- chiesi.
-Si, se no non starai mai bene- disse Kagome versandomi un po di the.
-Sai, non credevo di potermi innamorare sul serio, fino ad arrivare al punto di essere mamma prima di sposarmi- dissi sorridendo.
-Nessuno si aspetta l'esatto opposto di ciò che si programma- disse Kagome.
-Vero, eppure siamo qui, ricordi quando eravamo single?- dissi.
-Si che me lo ricordo! Andavamo sempre fuori con gli amici, quanti viaggi che ci siamo fatte, assurdo!- disse Kagome ridendo.
-E ti ricordi quando tu hai confessato ad Hojo che ti piaceva?- dissi ridendo a crepapelle.
-Parla quella che quando Kohaku la guardava diventava rossa come un peperone !- disse Kagome.
-Ora se Sesshomaru mi guarda divento peggio di un pomodoro-dissi mangiando un cupcake.
-Rin! È il terzo fino ad ora!- disse Kagome definendomi ingorda.
-Sono incinta non rompere!- dissi.
Il tempo si stava annuvolando, iniziava a fare molto freddo, dunque chiamammo la cameriera per far togliere tutto e accomodarci all'interno della villa.
-Kagome io vado a rinfrescarmi-dissi salutandola.
-A dopo Rin, ricordati che non puoi fare niente eh, niente strapazzamenti- disse facendomi l'occhiolino malizioso.
-Ma che dici!- dissi salendo la scale.
Ogni gradino era una grande fatica, mannaggia ero proprio senza forze.
Se ci fosse stato Sesshomaru probabilmente mi avrebbe preso in braccio.
Entrai in camera e rimasi a bocca aperta: Sesshomaru era steso sul letto, a torso nudo con solo il pantalone della tuta addosso, gli occhiali fissi sul libro che stava leggendo, forse era procedura penale, non vorrei sbagliarmi, i capelli scompigliati sul cuscino dietro alla sua testa, lo sguardo attento nella lettura e quei muscoli..
Basta Rin, non puoi fare nulla! 
Si voltò verso di me, sorridendomi e posando il libro sul comodino, poi si alzò raggiungendomi.
Il suo odore di mente mi pervase le narici, era una semplice goduria dopo quel fastidiosissimo e nauseabondo odore di disinfettante nell'ospedale.
-Vuoi riposarti?- mi chiese dolcemente, passando una sua mano sulla mia guancia.
-Vorrei farmi un bagno a die la verità- dissi chiudendo gli occhi e beandomi di quel tocco.
-Vuoi una mano?- ecco che la sua mano iniziò a scendere lungo i miei fianchi, no stai buono Sesshomaru.
-Ti ringrazio, se ho bisogno di aiuto te lo dico- dissi spingendolo dolcemente lontano da me.
-Agli ordini- disse alzando le mani e tornando a letto.
Presi giusto il minimo indispensabile e entrai nel bagno.
Mentre la vasca si riempiva, i miei pensieri volavano verso Sesshomaru e il nostro futuro insieme, in una casa solo io e lui.
Era sicuramente una delle cose più belle che potesse mai chiedermi, ma avevo paura, paura che non sarebbe andata come speravo, se poi scopriamo di non essere fatti l'uno per l'altra? E se va tutto male? Se lo perderò?.
Ma queste domande si ripeteranno anche quando ci sposeremo, quando avremo il bambino, quando il lavoro sarà al centro della nostra vita quotidiana, quando non ci sarà più tempo per fare l'amore.
La vita è una grandissima incognita, pensavo che non potevo mai innamorarmi di un demone come lui, invece eccomi qui, incinta di lui, felice, con gli occhi speranzosi nel domani.
Sbuffai mentre molto piano entravo nella vasca, conoscendomi sarei stata capace di scivolare anche da ferma.
Finalmente un dolce bagno rilassante, potevo concedermi questo attimo di relax: guardai fuori dalla finestra e in un attimo il tempo diventò nero, circondato da nuvole cariche di pioggia, pronte ad esplodere da un momento all'altro.
Di sole non vi era traccia, ormai completamente inghiottito dal temporale.
Ecco una goccia, poi due , poi infinite molecole di acqua che scivolavano lungo il vetro.
Serbava buio, tanto da essere necessario accendere la luce, ma ormai ero nella vasca.
Improvvisamente saltò la corrente, me ne accorsi dal fulmine che, prepotente, risuonò nel cielo , spaccando il muro del suono quasi.
Sesshomaru corse nel bagno, per controllare che non mi fossi spaventata, anzi sembrava più lui agitato che io.
-Rin va tutto bene?- mi chiese.
-Mai stata meglio- dissi.
-È saltata la corrente, credo che papà sia andato a vedere di cosa si tratti, vuoi un po' di luce? Prendo una candela- mi chiese.
-Nono tranquillo , sto benissimo così- dissi.
-Allora vado..- mentre stava per chiudersi la porta alle spalle, lo richiamai.
-Sesshomaru, resta qui..- dissi.
Mi guardò sorpreso, ma acconsentì a restare, infatti si accomodò ai bordi della vasca, guardandomi negli occhi.
-Non fissarmi, mi metti in soggezione!- dissi imbarazzata.
Rise sottovoce per evitare qualunque tipo di ira nei suoi confronti.
-Senti Sesshomaru..- dissi-Ma tu sei felice ?-.
Lo lasciò un po spiazzato questa domanda, non se lo aspettava, perché mai dovevo chiedergli una cosa simile.
-Si, ovvio che lo sono, perché me lo chiedi- disse.
-Perché vedi ecco , io ho paura. Ho paura che le cose non vadano bene e che io possa perderti da un momento all'altro- dissi.
-Rin non dire sciocchezze, forse non dovevo chiederti di andare a vivere insieme, ho bruciato le tappe prima del tempo- disse.
-Nono, io sono felice ma ho paura, io non sono un carattere facile lo sai-dissi portandomi le gambe al petto.
-Ti ricordi quando a Parigi ti ho chiesto il permesso di conoscere la parte migliore e peggiore di te?- chiese.
-S..si, lo ricordo bene - dissi.
-Ecco, ti basta questo per farti capire quanto ti amo?- disse.
Si piegò verso di me, dandomi un dolce bacio sulle labbra, per poi mettere una sua mano dietro alla mia nuca, per avvicinarmi ancora di più. Con l'altro braccio mi alzò dalla vasca, stringendomi contro il suo petto.
-Amore ma così ti bagni- dissi guardandolo negli occhi.
-Non mi interessa, voglio che tu sappia che ti amo davvero tanto, farei qualunque cosa per te- disse e di nuovo prese possesso delle mie labbra , lasciandomi stupita ma felice.
-Ti amo anch'io- dissi spostandomi leggermente da lui- ma non puoi strapazzarmi lo sai- dissi facendo la linguaccia.
-Purtroppo lo so -disse sbuffando.
-Comunque da domani cercheremo una casa, dipende tu se vuoi un appartamento spazioso oppure una villa- disse Sesshomaru coccolandomi.
-Sesshomaru io non ho chissà quanti soldi ..- dissi abbassando il capo.
-La casa la compro io, per te e per noi - disse poggiando la mano sul mio ventre.
La sua bontà stava in questo, non era compassione, era poter dare qualcosa ad un amore che stava per nascere e dare di più all'amore che era già nato.
So che forse il gesto di regalare una casa possa essere in se per se egoista, a vantaggio di chi ci andrà ad abitare, ma non è così, perché una casa non è solo una cosa, è una vita nuova, un posto dove poter crescere ancora, dove poter vedere la vita passarti davanti agli occhi così sfuggevole da non poter contenere fra le mani.
I suoi occhi parlavano d'amore, un amore che sarebbe diventato più forte man mano che il nostro figlio sarebbe cresciuto.
-Va bene..- dissi con una piccola lacrima agli occhi.
-Sesshomaru tutto bene??- improvvisamente una voce risuonò nella stanza, facendomi rabbrividire, era il padre di Sesshoamaru.
-Si papà, non ti preoccupare, siamo nella vasca- disse senza troppi problemi Sesshomaru.
Mi feci paonazza, un po più schietto non poteva essere no eh?.
-Non ci disturbo allora figlioli !- disse uscendo dalla stanza.
-Sesshomaru sei il solito- dissi sbuffando- passami l'accappatoio va!-.
-Prego signorinella -disse porgendomi l'accappatoio, ma prima non si limitò a fissarmi nuda.
Avevo un forte imbarazzo , diventai rossa come un pomodoro, eppure era strano, mi ha sempre visto nuda.
-Dai smettila!- dissi ridendo e coprendomi con l'indumento.
Mi asciugai i capelli, senza curarmi di dargli una vera e propria forma, tanto si sarebbero lisciati da se, mi vestì con una tuta per  casa prestata gentilmente dal mio ragazzo, considerando che non ero a casa mia, e mi coricai sul letto, accanto a lui.
-Riposati piccola- disse Sesshomaru accarezzandomi i capelli.
Era il tutto che ci voleva da sempre.


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Capitolo 17
*** Prigioniera della mia stessa libertà ***


Si ricorda un momento di pace, quando sia l'anima che il corpo sono in perfetto equilibrio.
Si può dire che finalmente va tutto come desiderato se la giornata si conclude nei migliori dei modi.
Nessuno, e dico nessuno, meriterebbe di vivere un giorno peggiore, neanche al mio miglior nemico potrei augurarlo.
Ma se quando ti risvegli hai tutt'altro che la luce del sole, ecco, stai per vivere il giorno peggiore della tua vita.
Quando tutto pensi che vada bene, ricrediti.


Una sola chiamata, bastò quella per rovinare tutto.
-Avvocato Meizu, a cosa devo la sua chiamata?- risposi.
-Setzuna mi è arrivato un rapporto in ufficio, lei è stata accusata di falsa testimonianza in tribunale..-.
Ecco, come tutto si rovescia.
-Ma cos..-.
Si aprì violentemente la porta, tanto da farmi sussultare, trovandomi davanti le forze dell'ordine, pronte con le manette fra le mani.
-Con tutto il rispetto avvocato Setzuna, lei è in arresto, abbiamo un mandato- disse il Capitano Haikunoshi.
Ma cosa stavano blaterando? In arresto? Io non ho fatto nulla di male, ma che diamine stava accadendo.
Vengono ad arrestare me che ero innocente invece di togliere di mezzo i delinquenti.
-Voglio il mio avvocato, non ho fatto nulla!!- dissi in preda al panico. 
Mi si stava alzando la pressione, stavo sudando freddo da tutti i pori e i miei battiti acceleravano man mano che vedevo gli agenti tentare di avvicinarsi a me.
Vidi entrare Sesshomaru come una furia, pronto ad uccidere chiunque mi toccasse.
-Capitano come si è permesso di entrare a casa mia! Accusando mia moglie !!- disse urlando.
-La prego non opponga resistenza e venga con noi, ordini superiori- mi si avvicinarono al letto , prendendomi i polsi e stringendo le manette.
-Fermi, sono incinta!- dissi di scatto, terrorizzata dalle loro maniere forti.
-Saremo più delicati possibili, ora ci segua-.
Guardai Sesshomaru in cerca di spiegazioni, ero terrorizzata, piangevo dalla paura , le gambe mi tremavano e la testa mi girava così forte da farmi svenire fra le braccia del carabiniere.
Scoprirò chi mi ha fatto questo e non la passerà liscia, no, andrà in galera a causa mia.
Sesshomaru, aiutami.



Mi risvegliai nell'infermeria di quella che poteva sembrare una caserma, meno male mi avevano risparmiato il carcere.
Avevo le mani legate alla barella con le manette, maledizione ancora non potevo crederci.
-Non può andare in galera, è incinta, non esiste !!- disse una voce femminile.
-Allora sará sotto custodia a casa sua, arresti domiciliari , finché non si chiarirà la situazione.-.
-Ma che mi è successo..- dissi improvvisamente.
-Avvocato Setzuna, secondo un rapporto inviato dall'avvocato Chatelier, lei è accusata di falsa testimonianza in tribunale, cosa ha da dire a confronto?-.
Le uniche parole che sentì erano Chatelier e accusa;  quella Louise,si è messa contro la persona sbagliata, l'avrei fatta marcire in galera, costi quel che costi.
-Ho da dire che io sono innocente, io non ho testimoniato nessuna falsa parola, chiamate gli stenodattilografi , vedrete le mie parole che sono coerenti con il fascicolo- dissi andando quasi in iper ventilazione.
-Stiamo provvedendo signorina, abbia pazienza, lei potrà restare a casa ma senza uscire, è agli arresti domiciliari-.
-Io non ho fatto nulla, ve lo giuro..-dissi con voce rotta dal pianto- voglio mio marito, vi prego, sono instabile mentalmente e mi potrebbe venire una seconda crisi, per favore voglio mio marito!!!-.
Il mio tono di voce era così alto che Sesshomaru entrò di corsa nella stanza, abbracciandomi forte al suo petto per tranquillizzarmi.
-Sono qui piccola- disse baciandomi la testa-Liberate subito i polsi, non vedete che sono viola!!-.
Immediatamente i carabinieri mi tolsero le manette e finalmente riuscì ad abbracciare il mio amore, ero terrorizzata.
-È stata Louise, lo so! Lo hanno detto, quella mi vuole morta!- dissi.
Rimase sconvolto dalle mie parole, quasi pensò che erano frutto di una mia crisi mentale, pronta ad esplodere peggio di una bomba.
-Rin non dire assurdità- disse.
-Sesshomaru NoTaisho, non contraddire mai tua moglie! È la verità!- dissi alquanto alterata.
-Avvocato..-.
Un carabiniere si avvicinò a lui, mostrandogli la denuncia appena ricevuta e per poco non si affogò con la sua stessa saliva.
Mi guardò esterrefatto, mentre sul mio viso si dipingeva la faccia per dire hai visto, che ti avevo detto.
-Non è possibile, a quella sentenza ero presente, non è accaduto nulla di quello che sta scritto qui!- disse stringendo il foglio fra le sue mani.
-Sua moglie resterà in arresto custodito a casa, proprio perché è incinta- disse il Capitano.
-Lei sta scherzando?!Mia moglie non ha..-.
Una voce che sembrò quella di mio padre, risuonò nelle stanza adiacenti, fino ad arrivare alle mie povere orecchie già abbastanza stressate.
-Non si permetta Capitano! Le farò una causa da farle perdere il posto!!- disse preso dalla rabbia.
-Si calmi avvocato Setzuna, noi facciamo il nostro dovere e ..- disse il maresciallo, fermandosi però immediatamente.
-Lei, irresponsabile, va a macchiare la figura di una professionista per un caso dove non ci sono prove concrete! In arresto niente, mia figlia è innocente e se prova solo a contraddirmi finirà male per lei e per tutta la caserma!- disse mio padre puntando il dito contro il Capitano.
-Non usi questi toni, avvocato - disse un carabiniere.
-E lei rilasci immediatamente mia figlia, oppure andrò direttamente al palazzo di giustizia, faccia lei!- disse guardandomi preoccupato.
Maledizione, proprio adesso dovevano cominciare i dolori allo stomaco e alla testa, non bastava la situazione stressante no .
-Potete fare un po' di silenzio? Ho la sensazione che sto per vomit..-.
Come non detto.
Presi un secchio qualunque che era a terra e vomitai tutto, ma proprio ogni singolo pezzo di cibo presente nel mio organismo.
Se non fosse stato per Sesshomaru che mi ha preso al volo, sarei caduta dal lettino, facendo male sia a me che al bambino.
Improvvisamente mi vibrò il cellulare, Sesshomaru infatti aprì per me il messaggio e, forse, era meglio che non lo avesse mai fatto.
Era Kagome che mi aveva inviato una foto di un bigliettino, messo forse sotto la porta.
" Così ti impari a toccare ciò che è mio , Rin!".
Peggio di così non poteva andare.
Sbarrai gli occhi ancora peggio, le parole non riuscivano ad uscire dalla mia gola, avevo come un blocco che mi soffocava la trachea, sentì un peso di timore e paura sulla mia testa , segni che presto avrei dovuto tenermi anche le guardie fuori casa.
Sesshomaru urlò qualcosa agli agenti, mostrando la foto del bigliettino inviato e subito mi assolsero dalle accuse, almeno una cosa stava andando per il verso giusto.
Il capitano Haikunoshi impose di stabilire delle guardie giurate fuori alla mia abitazione, dovevo tornare nel mio appartamento insieme a mio padre e, probabilmente, anche con Sesshomaru e sicuramente Kagome.
-Non ne posso più di questa Louise- iniziai a dire, con la voce roca del vomito.
-Rin! Oh povera mia sorella!- spuntò Kagome, con il fiatone, probabilmente il suo passo accelerato con due gemelli nella pancia l'aveva fatta sforzare abbastanza.
-Kagome, avremo le guardie giurate sotto casa da oggi in poi- dissi massaggiandomi la gola, ero veramente a pezzi.
-Almeno stiamo sicuri- disse Kagome sfiorandomi i capelli con le dita.
-Portatemi a casa, per favore- dissi poggiando la testa all'indietro sul cuscino.
Sesshomaru non se lo fece ripetere due volte, mi prese in braccio e mi portò in auto, lasciando agli agenti il loro lavoro, ora toccava a loro incastrare Louise.
Volevano interrogarmi ancora, ma mio padre reputò giusto con stressarmi ancora, ero già abbastanza debole fisicamente, un'altra ora sotto sequestro e sarei impazzita.
-Resterò con te se l'avvocato Setzuna me lo permette- disse Sesshomaru rivolendosi a mio padre.
-Certo che puoi restare da noi, sono più tranquillo se ci sei tu con lei- disse mio padre.
-Da quando sei così permissivo?- chiese Kagome.
-Da quando tua sorella è in pericolo-.
Ero davvero in pericolo, ora se pensavo di poter dormire sogni tranquilli mi sbagliavo di grosso, dovevo stare sempre sull'attenti, guardarmi intorno anche quando uscivo di casa, mi sentivo prigioniera nella mia stessa libertà.
L'avrebbe pagata cara, un affronto del genere a me, Rin Setzuna, non doveva proprio farlo.
Louise Chatelier, la prigione ti aspetta, non avrò pietà, sarai messa alle strette, sfoglierò ogni fascicolo pur di trovare qualcosa da metterti contro.
Nei miei occhi c'è solo vendetta, lo esige il mio orgoglio.









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Capitolo 18
*** Famiglia. ***


Ancora non avevo avuto il coraggio di dormire nella camera di mamma e papà, non dopo la sua morte.
Non ho mai voluto starci, troppe cose mi ricordavano lei e non riuscivo a non piangere non appena mi sedevo sul letto.
Quella stanza doveva essere di Kagome e Inuyasha, la mamma avrebbe voluto così, far stare la figlia sposata nel suo nido d'amore.
Inuyasha non volle sentir scuse, doveva restare con noi, aveva paura, tanta quanto ne avevo io, abbastanza per stare tutti in allerta.
-Inuyasha ma sei sicuro?-.
-Kagome fidati, non sappiamo fino a che punto possa arrivare questa Louise, meglio che resti qui-.
-Ma vedi che noi ce la caviamo benissimo-.
-Non ho dubbi, ma per favore non farmi ripetere-.
Aveva ragione Inuyasha, era abbastanza pericolosa la situazione, più persone vi erano in casa e meglio era per noi, entrambe incinta d'altronde.
Kagome le mancava davvero poco al parto, se fosse successo qualcosa prima , c'era bisogno di tutto l'aiuto possibile, considerato anche le mie condizioni.
-Sesshomaru ti ringrazio-.
-Non si preoccupi avvocato , è mio dovere proteggere sue figlia-.
-Suvvia Sesshomaru, dammi del tu-.
-Ma avvocato io..-.
-Sesshomaru , sono serio-.
-Va bene, Himoto-.
Era molto strano che mio padre si fosse sciolto così tanto con Sesshomaru, non era da lui sporgersi , neanche con Inuyasha aveva ancora fatto una cosa simile, eppure tra poco si sarebbero sposati.
-Sesshomaru?-.
-Mi dica..cioè dimmi Himoto-.
-Voglio sapere quali sono i tuoi progetti con Rin, ormai devi prenderti delle responsabilità-.
-Presto le chiederò di sposarmi, sempre se me lo permetterai, poi ho intenzione di comprare una casa per poter vivere insieme e occuparci della nostra famiglia-.
-Permesso accordato figliolo-.
La più grande gioia di mio padre era poterci vedere felici, ad entrambe le figlie, non desiderava altro, se non che trovassimo il nostro vero amore.
Guardavo la scena da dietro lo stipite della porta della cucina, ammirando con quanta tranquillità papà appoggiava la mano sulla spalla di Sesshomaru, con un sorriso fiero di chi ha trovato un genero di sani principi.
Sesshomaru sapeva farsi voler bene a modo suo, era sempre stato serio, me lo ricordo bene, eppure io l'ho cambiato.
-Maru?-.
-Rin, cosa ci fai in piedi, non stancarti-.
-Ecco vedi, non volevo restare sola e poi non hai finito di sistemare le tue cose-. 
-Andiamo Rin-.
La sua dolcezza era da pochi eventi, sfiorarmi la mano per poi accompagnarmi in camera con lui era davvero come se fossimo già sposati, mi dovevo abituare a questa nuova sensazione.
Nella mia stanza c'era anche il bagno, enorme per i miei gusti, piccolo per quelli di mio padre che ha voluto viziarmi.
La camera era abbastanza grande per due, sembrava quasi una matrimoniale e, in un certo senso con quel lettone enorme, lo era.
-Mi faccio una doccia, tu stai buona a letto-.
Non potevo di certo replicare, non potevamo fare nulla ormai, neanche strapazzarmi, quindi a che pro seguirlo in doccia.
Ma era proprio quel rumore di acqua corrente che non mi faceva sentire sola, perché sapevo che lui era lì, anche se era solo una porta a separarci, lui era lì con me , qualunque cosa fosse successa.
Con una lentezza peggio di un orso appena uscito dal letargo, aprì la porta , quella maledetta porta, mostrandosi a me solo con un semplice asciugamano legato in vita; il suo corpo ancora caldo dell'acqua  scivolatagli addosso, il suo profumo di menta e muschio, tipica fragranza maschile, i muscoli scolpiti da chi fa palestra ma lui l'unica palestra che fa è quando facciamo l'amore , e poi quei capelli da voler tirare tutte le volte che mi fa venire un orgasmo.
-Ti sei mai chiesto perché tutte ti vogliono?-.
-Perché sono un demone di alta classe-.
-Sbruffone!-.
-Comunque ora vado in ufficio, il tempo di prepararmi-.
-Perché?-.
-Rin devo sbrigare delle pratiche, ma torno presto-.
Abbottonarsi la camicia non è mai stato così eccitante da vedere, preferivo sempre togliergliela, ma a quando pare è più alle tante vederlo vestito.
Si agganciava i bottoni finali del polso con una facilità impressionante, io come minimo mi inceppavo dieci volte, più quell'outfit così perfetto da farti perdere la testa; pantalone nero , giacca nera, cravatta nera, camicia bianca, scarpe belle lucidate, capelli sciolti, ma cosa era, un dio.
Si mise il cappotto pronto ad uscire, ma si rese conto che stava dimenticando qualcosa.
-Dove credi di andare senza sal...-.
Sesshomaru, non smettere di baciarmi ti prego, non smettere di coccolarmi fra le tue braccia, non andartene adesso, fatti tirare ancora per la cravatta, altri cinque minuti, concedimi di stare con te, se potessi verrei anche io a lavoro.
-A dopo piccola-.
-Voglio qualcosa di dolce quando torni, ho voglia di dolce!-.
-Incominciamo-.
Eppure quel suo sbuffo suonava di qualcosa di bello.
Sorrisi, vedendo la porta chiudersi davanti alla mia figura, sarebbe tornato con qualcosa di dolce, se no l'avrei fatto scendere nuovamente  di proposito.
Ma ancora non potevo superare quel che aveva fatto Louise, dovevo iniziare a scrivere una perizia ma non avevo energie, eppure così sta solo guadagnando tempo per rovinarmi di nuovo.
-Papà?- chiamai mio padre.
-Rin che succede?!-.
Corse verso la mia stanza, spalancando la porta spaventato e mi guardò con sguardo interrogativo.
-Papà sto bene, tranquillo-.
-Dimmi Rin, cosa ti turba?-.
-Papà e se facessimo una perizia insieme? Perché non proviamo a collaborare?-.
-Rin ti prego non esporti ancora di più, evitiamo-.
-Papà fidati di me, proviamoci-.
Era molto perplesso, certo era un bel rischio provare a mettersi in gioco con una pazza come quella, ma dovevo salvare la mia carriera, non potevo farmi mettere i piedi i testa .
-Va bene proviamoci-.
Sorrisi con uno dei miei sorrisoni migliori e, nel mio solito modo goffo, corsi a prendere carta e penna, già sapevo cosa scrivere.
-L'imputata Rin Setzuna è stata accusata ingiustamente di falsa testimonianza in tribunale. I testimoni affermano che l'imputata un questione ha giurato davanti a tutto il tribunale di non dire altro che la verità. La dottoressa Chatelier Louise, non essendo presente, ritiene che questo sia falso, basandosi su prove non concrete solo per rovinare il titolo della dottoressa Setzuna-.
-Rin stai incassando troppo-.
-Papà zitto sto parlando-.
-Agli ordini-.
-L'imputata è stata inoltre prelevata da casa dalle forze dell'ordine, senza avere la possibilità di un avvocato e ne tanto meno è stato considerato lo stato fisico di questa, trovandosi in stato avanzato di gravidanza, sotto shock per l'evento accaduto, ha presentato danni psicofisici-.
-Andiamo Rin è troppo-.
-Inoltre per pura difesa l'imputata in questione ha diritto al suo avvocato e alla possibilità di poter interrogare lei stessa la dottoressa Chatelier-.
-No Rin non puoi interrogarla tu, non sei nello stato fisico opportuno, potresti sentirti male-.
-No papà , deve pagarla cara, ora ti faccio vedere io che cosa le combino-.
-Tu te le vai proprio a cercare, eh Rin?-.
Prese il suo solito sigaro, accedendolo con quel suo modo di fare molto liberatorio, come se si stesse rilassando, probabilmente anche in ufficio fa così, dopo che ha scritto perizie.
Sapeva che potevo vincere, non voleva ammetterlo , ma prima o poi avrei avuto la mia soddisfazione.
-Papà che facciamo con Sesshomaru?-.
-No Rin, non dirglielo ancora, aspetta che ti parla lui-.
Dovevo mentire a Sesshomaru, spero che resisterò a lungo.
-Va bene , ora papà ho fame-.
-Panino?-.
-Vai così!-.
Era proprio come tornare ai vecchi tempi, quel panino " impossibile" , da metterci così tante cose dentro da farlo scoppiare, ma non avrei sicuramente potuto mangiare una cosa simile.
-Tua sorella è scesa insieme ad Inuyasha, siamo io e te-.
-Basta che mangio-.
Si, erano proprio i vecchi tempi, per una volta.




Erano le sette e mezza, maledizione ancora non tornava Sesshomaru, ma perché uffa, dove sta il mio dolce ?!.
Se apro la porta e lo vedo senza una scatola di muffin giuro che lo faccio dormire fuori alla porta.
Kagome e Inuyasha erano tornati da un pezzo, mancava solo quel cretino del mio ragazzo.
-Ma che fine ha fatto?!-.
-Rin stai calma che sta venendo, l'ho chiamato-.
-Inuyasha mannaggia tuo fratello è un cretino-.
-Hei voi due, basta-.
-Kagome non ti ci mettere anche tu che ..-.
Il campanello, ecco il famoso campanello fare il suo dlin dlon.
Per quanto ho provato a correre, mi fiondai davanti alla porta e l'aprì con una faccia arrabbiata,ma non appena vidi una super scatola piena di probabili dolcì dentro, urlai di gioia , volendo quasi saltargli addosso.
-Amore miooooo!-.
-Perdonami Rin, sono andato a prenderti i dolci, ho preso i tuoi preferiti-.
-Ma io ti sposo!-.
Entrò dentro casa e non appena posò i dolci sul tavolo, non gli diedi neanche il tempo di posare la borsa con le carte dentro che mi lanciai addosso come una piovra.
Mi prese al volo, baciandomi ogni parte del viso, arrivando finalmente alle labbra che tanto desiderava, come io desideravo le sue da tutto il giorno.
-Papà io mangio solo i dolci!-.
-Rin non osare se no neanche uno te ne do-.
Lo guardai trinciandolo con uno sguardo, non doveva neanche osare a non darmi ciò che volevo, andava a finire male se no.
-Himoto non facciamo diventare Rin una belva per favore- disse Sesshomaru ridendo.
Risero tutti , compreso me.
Quella risata riempì quelle mura, finalmente c'era qualcosa in quella casa non più vuota, c'era più di una semplice presenza, c'era quella famiglia che tanto mancava ed ora era lì, a proteggerti e a darti tutto il possibile.
Che bella famiglia.


Scappai, con il mio dolcino alla Red Velvet, in camera, beccandomi uno sguardo divertito di Sesshomaru.
Per rassegnazione si passò una mano nei capelli, non sapeva se ridere oppure disperarsi per la mia goffaggine.
-Ei tu smettila di fissarmi- dissi con la bocca piena di muffin.
-Rin mangia prima e poi parla!- disse Sesshomaru poggiato allo stipite della porta.
-Sei strano- dissi.
-E tu buffa-.
-Ma ti aspetti un premio per la tua bravura ad accontentarmi?-.
-Se proprio mi devi dare qualcosa..-.
Si avvicinò a me, poggiando lentamente una gamba sul letto e, delicatamente, spinse il mio petto verso il cuscino , facendomi adagiare su quel concentrato di piume super morbido.
Proprio mentre pensavo che stesse per darmi un bel bacio sensuale, giusto per farmi partire gli ormoni, diede invece un morso al muffin che stavo gelosamente mangiando, prendendoci così tanto gusto che approfittò per togliermi quel poco di panna all'angolo della bocca con un dito, avrei preferito con altro.
-Non posso strapazzarti, vorrei ma poi ti farei male-.
-Dovrai attendere nove mesi-.
-Che croce-.
Eppure si poggiò sul mio petto, felice, ormai era tutto cambiato, presto saremo stati una vera famiglia.
Prima o poi le cose belle arrivano.



 

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Capitolo 19
*** C'è sempre un giorno migliore ***


Proprio non riuscivo a dormire, non mi capacitavo di tanta meschinità nei miei confronti, come aveva solo osato fare il mio nome in una perizia, definendomi colpevole.
Per lo più non potevo neanche parlarne con Sesshomaru, mi avrebbe dato della pazza se gli avessi detto della mia perizia.
Cercai conforto nelle sue braccia ma, per la seconda volta, non era nel letto con me.
-Ma possibile mai che debba sempre scappare?-.
Con quelle poche forze in corpo, mi alzai dal letto, mettendomi le mie buffe, assurde, ridicole ma pur sempre belle ciabatte da camera con quella sottospecie di pellicciotta morbida  sopra, ovviamente finta.
Dondolavo in mezzo al corridoio, sbattendo con le braccia su ogni angolo delle porte, manco ci vedevo in mezzo al buio, andavo a senso.
Ma vidi poi una luce, nello studio di mio padre e pensai bene che fosse lui.
-Papà che ci fai sveg..-.
No, era Sesshomaru, furioso come un cane da presa, con un foglio di carta in mano, stretto saldamente fra le dita.
-Rin, questa cos'è ?-.
Come faccio a dirgli che è la perizia che voglio mostrare in tribunale, come gli spiego che mi sto mettendo in mezzo quando non dovrei.
-Ehm, nulla-.
-Rin, ti ho detto che non devi metterti in mezzo-.
-E io ti dico invece di sì, perché sono io la diretta interessata-.
-Non ti autorizzo a partecipare-.
-Non sei tu il mio avvocato!-.
-Ma sono tuo marito-.
-Non sulla carta e non ho neanche un anello al dito adesso, quindi no Sesshomaru, sei il mio ragazzo-.
-Smettila Rin ti ho detto che è pericoloso-.
-No!-.
-Smettila maledizione e dammi retta!-.
Non aveva mai alzato la voce con me in questo modo, non si era mai permesso di farlo, non lo riconoscevo neanche quasi, non mi sembrava più lui.
Lo guardai con gli occhi vuoti, spalancati ma senza emozione, come se tutto fosse svanito un un attimo.
-Sai? Forse era meglio che a Parigi restavi in quella stanza..-.
Mi chiusi la porta alle spalle, con una ferita nel petto che non si poteva sicuramente rimarginare a breve. 
Capisco la sua preoccupazione, ma perché proprio escludermi, perché rivolgersi così, perché ferirmi.
-Rin aspetta..-.
La presa sul mio polso era leggera ma decisa, non voleva che me ne andassi, eppure io invece sì.
-Non sono un'incapace, io sono Rin Setzuna, io posso vincere , non voglio essere considerata una persona inferiore a te, perché non lo sono-.
-Non lo sarai mai-.
-Posso farcela-.
-Non così, sei presa dalla rabbia e sento lo stress del bambino a mille-.
Mi strinse a se, cercando di alleviare la mia rabbia, non sono mai stata così stressata in vita mia, forse perché nessuno si è mai messo così contro di me.
Piansi stringendolo a me, ero allo stremo delle forze ed era il caso che tornassi a dormire.
-Voglio andare a dormire-.
-Ti sei alzata con l'intenzione di farti riportare a letto in braccio, non è così?-.
-Tu zitto e portami-.
Uno sbuffo sonoro arrivò dalle sue labbra,  non era una protesta, ma una semplice presa in giro sul mio peso, non ero poi così grassa.
Mi avvinghiai al suo collo, beandomi di quelle coccole momentanee, non desideravo altro che essere coccolata da lui.
-Rin, ho intenzione di chiederti in moglie presto-.
-Come sei fiscale Sesshomaru, mica siamo nel medioevo, usa termini moderni-.
Non rispose, ma sentì una risata strozzata, per evitare di fare rumore, forse quella fiscale ero io.
-Va bene avvocato, se vuole termini più moderni..-.
Tutte le volte che mi dava del lei, andava a finire sempre a letto la situazione, perché i suoi modi di parlare erano decisamente persuasivi.
Mi adagiò sul letto delicatamente, senza smettere di guardarmi negli occhi.
-Chiedimelo adesso-.
-Che cosa?-.
-Secondo te cosa Sesshomaru?-.
-Cosa vuoi Rin?-.
Mi passai una mano sulla fronte, riflettendo del fatto che nonostante fosse un demone cane, non era per nulla perspicace.
Lo tirai verso di me, ad un centimetro dalle mie labbra e, con una grinta mai avuta, lo fissai negli occhi, ferma e decisa.
-Sposami, ora-.
La sua espressione interrogativa mi fece sussultare per un secondo, forse non era ancora pronto lui, non voleva già impegnarsi.
-L'avevo immaginato di chiedertelo al ristorante, al lume di candela, oppure in montagna, davanti ad un camino mentre fuori nevica-.
-Infatti fuori sta nevicando-.
-Appunto-.
Vidi la sua mano inoltrarsi nella tasca del pantalone, ma un occhio mi cadde sui suoi pettorali semi coperti da una vestaglia lunga di seta, rosso scuro. Non so come faceva a non avere freddo, io mi stavo congelando con tutto il pigiamone.
Ma non appena alzai lo sguardo, incrociai i suoi occhi di oro colato , palesemente in imbarazzo però.
-Rin.-si inginocchiò ai piedi del letto-è nato tutto da un semplice bacio, da una vacanza non programmata a Parigi, eppure è successo. Ho saputo anche farti del male, con la promessa di non farlo mai più. Ti amo, con tutto me stesso ti amo, la prima donna che amo. Davanti a te, mia dolce principessa, ti chiedo di essere la mia donna, non solo adesso, ma per l'eternità-.
Da un solitario, bellissimo, in argento e oro bianco, con più di un diamante incastonati in delle piccole forme ad infinito, mi si presentò davanti agli occhi.
Non sapevo se piangere, se ridere, se saltare di gioia sul letto, se chiedergli di ripetere perché ero ancora scioccata, ma sapevo bene almeno cosa dire.
-si, Sesshomaru si-.
Mi infilò l'anello di perfetta misura all'anulare e mi lanciai addosso a lui, baciandolo appassionatamente e felice, felice di essere finalmente sua.
-Eh bravo Sesshomaru!-.
Purtroppo non ci siamo accorti che , essendo la porta aperta, Inuyasha, Kagome e mio padre stavano dolcemente origliando, restando sconvolti.
-Un altro matrimonio in casa Setzuna!!- disse Kagome urlando di gioia.
-Potreste sposarvi insieme, tanto gli invitati sono gli stessi-.
-Papà ma sei un genio!-.
-Papà non ci pensare neanche!!-.
-Andiamo Rin, non ho tutti i torti-.
-Per me va bene-.
-Sesshomaru ti sei bevuto il cervello?-.
-Inuyasha vuoi arrivarci vivo al matrimonio-.
-La trovo una.. idea geniale!- dissi guardando Sesshomaru.
-Hai già cambiato idea ?-.
-Ma si pensaci Kagome, non devo organizzare nulla , è già tutto fatto!-.
-E il vestito?-. 
-Ah no quello a Parigi bella , me ho già visto uno !- dissi facendole l'occhiolino.
-La mia carta di credito piange già- disse Sesshomaru mettendosi la mano in fronte.
-Va bene torniamo a dormire , la signora e il signor Taisho vorranno dormire-.
-Va bene papà , noi andiamo, buonanotte neo sposini-.
Chiusero la porta alle loro spalle.
Una piccola risata accompagnò il nostro sonno, abbracciati sotto El coperte.
C'è sempre un giorno migliore.

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Capitolo 20
*** Un abito in più. ***


Quella mattina mi sentivo creativa, avevo voglia di pasticciare con qualunque tipo di impasto che mi capitasse sotto al naso.
Tra muffin, pancake, torte di tutti i tipi, mi sono messa all'opera.
Davanti ai miei occhi si materializzarono delle fragole, ribes e ciliegie, ero decisamente in paradiso.
-Ora faccio esplodere la cucina-.
Guardai l'orario e devo dire che era abbastanza presto, le sei del mattino, infatti tutti dormivano.
Incominciai dai muffin, facili da fare, se tralasciamo che degli schizzi di impasto mi finirono nei capelli, ma erano buoni.
I pancake per fortuna andarono bene e anche la torta al cioccolato fondente aromatizzati agli agrumi.
Per la precisione passarono la bellezza di tre ore ed era tutto pronto: i pancake con lo sciroppo d'acero, panna e ribes, torta al fondente e agrumi e muffin alla mela e fragola.
Le ciliegie contornavano dolcemente la torta, senza stonare nei sapori e il profumo di dolci inondò la casa, svegliando i pigroni.
-Buongiorno dormiglioni!-.
-Sento odore di dolce , Rin hai fatto qualco...-.
Kagome strabuzzò gli occhi nel vedere quella tavola bella sistemata e piena di cose buone da mangiare.
-Sapevo che mia figlia era così brava in cucina-.
Mio padre si avvicinò a me, dandomi un dolce bacio sulla guancia e scompigliandomi i capelli dolcemente.
-Rin mi mangerò tutto sappilo!- disse Inuyasha pronto a lanciarsi sul tavolo.
-Impara a condividere , Inuyasha-.
Eccolo lì, con il suo solito atteggiamento persuasivo e sensuale, con quella camicia semi aperta, i capelli maledettamente in ordine, quei occhi palesemente assonnati ma brillanti.
Mi abbracciò dolcemente, lasciandomi una scia di baci sul collo, finalmente era arrivato anche il mio di buongiorno.
-Rin ma la tua pancia!-.
Guardai stranita mia sorella, che intendeva dire? Mi bastava sentirmi grassa, ora ci mancava solo lei con le sue stupide paranoie.
-Rin credo che questo pargolo nascerà prima del solito-.
-Ma che state dicendo-.
Alzai leggermente la sottoveste e vidi un pancino diventare panciotto, giusto per non dire pancione.
-Ma potevo mai avere una gravidanza normale io?-.
-Anche io sembro una balena tranquilla-.
-Kagome tu sembri peggio-.
Prima che iniziasse una vera e propria guerra a suon di parole, mio padre calmò pacificamente le acque, gustandosi i miei dolci.
-Stamattina che intenzioni hai?- chiese Inuyasha a Sesshomaru.
-Penso che andrò in tribunale a presentare la perizia-.
-Vengo pure io- dissi.
-Non penso, ne abbiamo già parlato-.
-E io ti ho già detto che voglio venire, non contraddire tua moglie-.
-Ah giusto, i neo sposini..- disse Kagome divertita.
-Fa come ti pare- solita risposta di Sesshomaru, se ne lava le mani.
Sorrisi beffarda e corsi in camera a prepararmi: notai con grande dispiacere che qualunque cosa tentassi di mettere mi andava particolarmente stretta, maledizione anche il mio completo preferito.
Come potevo mai andare in tribunale se non mi entrava un piffero di nulla.
-Problemi Rin?-.
Per tua grande gioia si Sesshomaru, non so che cavolo mettere perché non mi entra niente a causa tua.
-Ho bisogno di fare shopping, portami- dissi poggiando le mani sui fianchi.
-Rin dovrai iniziare a vestirti da neo mamma, come pensi che ti vanno i completi ogni mese?-.
-Sei cattivo-.
-Questo mai, piccola-.
Ecco di nuovo accanto a me, con le sue labbra sul mio collo e il suo sospiro eccitato, lui sentiva più astinenza di me.
-Tu resti qui-.
Mi girò verso di lui e mi diede un dolce bacio , finalmente , aspettavo questo piccolo momento di intimità da tutta la mattinata.
-Va bene però non fare tardi-.
-Tranquilla -.
Uscì di casa in meno di mezz'ora, con il suo completo marrone  scuro che gli stava da dio.
Costrinsi in tutti i modi Sesshomaru a portare la perizia che avevo scritto insieme a mio padre e presentarla urgentemente al tribunale, c'ero riuscita.
Ero rimasta solo io a casa: mio padre era a lavoro, Kagome era scesa con Inuyasha per andare a comprare le cose per i futuri gemelli.
Che ansia , io ancora non avevo pensato a nulla, neanche alla probabile culletta da mettere in una probabile stanzetta in un probabile appartamento lussuoso.
Mi armai di tanta pazienza e presi il giornale, sfogliando le pagine delle varie riviste per neo mamme , trovando stranamente qualcosa di interessante.
Tra culle e copertine, c'erano degli articoli che ti spiegavano come affrontare la gravidanza, cosa mangiare, cosa non mangiare, il famoso " baby shower" per scoprire il sesso del bambino.
A pensarci, Kagome ancora non aveva parlato di questo baby shower, forse ero ancora in tempo a salvarmi.
Se fosse stato un maschio, avrebbe preso dal carattere del padre, questo era scontato, il glaciale figlio di Sesshomaru.
Se fosse stata femmina , avrebbe preso del carattere della mamma, pazza isterica , insomma in entrambi i casi una disperazione.
-Che noia!- mi dissi fra me e me.
Improvvisamente squillò il telefono e con molta calma andai a rispondere, tanto non aspettavo nessuno.
-Pronto, casa Setzuna-.
-Ancora non ti arrendi, non è così?-.
Quella voce, stridula e snervante, fastidiosa come le unghie strusciate sulla lavagna, come un fischio imperterrito nelle orecchie.
Mi girò lo stomaco per l'orrenda sensazione di panico che mi si calò addosso: reggevo a stento il telefono di casa e da lì a poco si sarebbe staccata la presa, con una mano tentavo di mantenermi in piedi , poggiandomi sulla penisola della cucina, ma le gambe mi tremavano da morire.
-Lasciami in pace-.
-Non fin quando Sesshomaru non torna da me-.
-Louise non tornerà, mi ha chiesto di sposarlo, rassegnati-.
Staccai la chiamata e tentai in tutti i modi di recuperare il numero che aveva rintracciato la mia abitazione dal registro delle chiamate ricevute.
Ma nulla, c'era scritto sconosciuto e sul telefono così rimase, ma non nella mia testa.
L'inferno iniziò a piccoli passi, a partire da una pietra lanciata da giù alla finestra, rompendo il vetro, alla lettera di minaccia sotto la porta.
Io ero un avvocato, non mi facevo certo intimidire da lei, potevo sbatterla in galera senza problemi.
Sesshomaru non sapeva più cosa doveva fare, passavano i giorni e io non dormivo per la paura, l'ansia, il timore che potesse succedere qualcosa alla mia famiglia.
Dopo una settimana di atti intimidatori, Sesshomaru era riuscito finalmente ad avere il giorno per la causa contro Louise, ma ovviamente insisteva sul fatto che io non dovessi partecipare, da avvocato ovviamente.
-Io ci devo essere lo sai-.
-Si ma non da avvocato, cerca di tenerti buona quando il padre di Louise ti interroga-.
-Mi atterrò al protocollo-.
Avevo indossato una camicia abbastanza larga , bianca con dei bottoncini sullo scollo del seno, dei pantaloni beige, ballerine, una giacca rossa e la sciarpa , faceva davvero freddo.
Nonostante i miei guanti di cavallino, non riuscivo a scaldarmi, faceva così tanto freddo che anche il naso era congelato.
Entrammo in tribunale e neanche li il freddo migliorò, anzi , sembrava il freddo del cimitero.
Vidi Louise seduta affianco a suo padre, con quel suo sorriso beffardo e soddisfatto.
-La signorina Rin Setzuna è chiamata ad essere interrogata-.
Mi alzai barcollando leggermente, meritandomi una stretta forte sul polso di Sesshomaru, era decisamente preoccupato ma tentai di rilassarlo con un sorriso accennato.
Era davvero strano trovarsi dall'altra parte, ora capisco cosa si prova ad essere alle strette, in quel buco di posto, con una sedia scomodissima e quel banchetto odioso.
Quando giuri di dire niente altro che la verità, tutta la verità, sai che non puoi più pararti la situazione, devi saper rispondere, leggere il linguaggio dei segni, osservare chi cerca di incastrarti è il modo migliore per non finire al freddo.
-Buongiorno signorina, ci rincontriamo-.
-Avvocato Chatelier vorrei dire che è un onore vederla-.
-Allora, io fra le mani ho una perizia, mi dica , lei accusa mia figlia di minacce e violazione eccessiva della privacy?-.
-Si-.
-Ne è sicura?-.
-Indubbiamente-.
-Ha mai pensato che forse lei si è appropriata di qualcosa che non è suo?-.
-Vostro onore obiezione, è fuori discussione!-disse Sesshomaru alzandosi in piedi.
-Accettata, avvocato Chatelier , si attenga al protocollo-.
-Avvocato, l'amore non è un oggetto, ma lei dopotutto cosa ne sa. Non è qualcosa che ci si appropria in modo aggressivo e prepotente, ma si fa crescere come un fiore. Io ho coltivato, non ho strappato. Si ricordi che lei sta parlando con un avvocato, non ci provi a girare la tesi-.
-E le minacce? Lei come ha mai pensato di scrivere una cosa simile?-.
-Sono stata prelevata da casa con la forza, nonostante fossi incinta ed era necessario essere delicati e calmi, per prevenire una probabile crisi di nervi, ma ho ricevuto minacce telefoniche di cui ho prove e le ha anche lei fra le mani, c'è il registro, è stato lanciato un sasso nella finestra , a rischio di colpirmi e fare male al bambino e infine le lettere sotto la porta, allora mi dica lei avvocato, le sembra poco?-.
Mi guardò quasi senza parole, non credeva a tanta crudeltà , ma ovviamente non poteva darmi ragione, doveva difendere sua figlia a tutti i costi.
-Lei ha giurato di dire la verità Setzuna, perché afferma il falso?-.
Stava giocando sulla perizia consegnata in tribunale qualche settimana fa, Louise aveva affermato che io avevo testimoniato il falso.
-E dunque lei , avvocato Chatelier, arriva a conclusioni senza una giusta causa, accusandomi di falsa testimonianza, rovinando la mia carriera, senza neanche pensare che io potrei rovinare la sua? Forse lei non ricorda con chi sta parlando, vero, avvocato?!-.
Mi alzai in piedi, guardandolo con occhi di sfida, pronta a fare la pazza se solo avesse detto una singola parola.
-Vostro onore questa è una minaccia! Inaccettabile- disse dalle retrovie quell'oca di Louise.
-Dunque tu parli di minaccia? Proprio tu che me ne hai fatte a morire? Ti ho detto cara Louise, non metterti contro di me!-.
-Giudice io ho finito, non devo sapere altro- Chatelier si allontanò da me, sedendosi dietro a quel tavolo di legno pieno di carte, apparentemente inutili.
-Che si faccia avanti la testimone Louise Chatelier, prego-.
Sesshomaru ti prego fa del tuo meglio, non deludermi.
-Dunque signorina Chatelier, il suo fascicolo racconta di varie truffe su alcune cause, erro?-.
-Non so di cosa sta parlando-.
-Immaginavo.-
-Perché mai ha accusato la mia cliente di falsa testimonianza se fra le firme dei presenti lei non c'era? Non leggo la sua firma qui-.
Sesshomaru le mostrò il fascicolo e lei sbiancò in nulla, le sembrò che il mondo stava andando contro le sue aspettative e presto avrebbe perso.
-La mia firma è stata cancellata-.
-Non vedo cancellature signorina, ho finito vostro onore-.
Sesshomaru tornò al suo posto, vedendo il mio viso leggermente soddisfatto, stavo avendo la mia vendetta a piccoli passi.
-Bene, ora i giurati ed io ci riuniremo per il verdetto finale, altre obiezioni?- chiese il giudice.
Nessuno fiatò, c'era un silenzio tagliente nell'aula, l'unica cosa che riempiva quella stanza era la speranza che la verità uscisse a galla.
Ora capisco cosa si prova, cosa significa avere l'ansia di essere giudicati da persone che apparentemente non conosci, quanto possano influenzare le parole , anche una sola sbagliata e ti manda tutto in rovina.
Un'ora interminabile, quasi sembrò che il tempo si era fermato per una infinità, ma quando tutto stava per mancare ecco che si aprì quella dannata, ma pur sempre benedetta, porta.
Ci alzammo come da protocollo all'ingresso del giudice ed ecco che i giurati prendevano i loro posti.
Uno di loro si alzò in piedi, esponendo le loro ragioni per attribuire la causa ad uno di noi due.
-Riteniamo che, in mancanza di dati concreti sulla signorina Setzuna, la signorina Louise è condannata a dieci anni di fermo per falsa accusa e minaccia verso l'avvocato Setzuna, inoltre si instaurerà un controllo nelle forze dell'ordine per evitare eventuali problemi di corruzione. L'avvocato Chatelier è messo sotto indagine per favoreggiamento di sua figlia stessa, non seguendo il protocollo giudiziario. Dunque la causa è vinta dall'avvocato Taisho e l'avvocato Setzuna-.
Lo sguardo di Louise era tremendamente frustato e maledettamente arrabbiato che sbattè le mani sul tavolo.
-Non potete farmi questo, io sono un avvocato di fama mondiale!-.
Cacciò da dentro la borsetta una pistola, maledizione ma i controlli li facevano prima di entrare in aula!
Sesshomaru mi parò con il suo corpo e io mi feci piccola piccola dietro di lui.
-Louise ma che  cavolo stai facendo?!- disse Chatelier preoccupato.
-Papà io non sono pazza!-.
-La smetta con questo teatrino signorina! Guardie fermatela immediatamente!- urlò il giudice.
Le guardie si fiondarono su di lei, bloccandola sul tavolo e mettendole le manette, stava davvero dando i numeri.
-Setzuna non finirà mai! Ti perseguiterò!- disse mentre la portavano via.
Poco ci credevo al fatto che da dietro le sbarre mi avrebbe fatto del male, potevo dire che finalmente ero in pace.
-È tutto finito Rin-.
-Si Sesshomaru è tutto finito-.
Troppo stress per i miei gusti, era il momento di lasciarsi andare.
Mi aggrappai con la forza che avevo alla giacca di Sesshomaru e il mio corpo scivolò a terra, sorretto dalle sue braccia.




Qualche mese dopo , scoprimmo che Louise era ricoverata in una casa di cura per problemi mentali, spesso aveva illusioni e amava mettere nei guai le persone, a tal punto di aver buttato sotto con la macchina una persona di proposito.
Il padre di Louise , l'avvocato Chatelier , ancora mi chiedeva scusa per quello che era successo, per fortuna nonostante le indagini non era uscito nulla di compromettente per la sua carriera.
Per quanto riguarda me, la mia pancia lievitava sempre di più ed ero ormai vicina alla data del matrimonio.
Fra due giorni saremo partiti per andare a Parigi, mi sono detta che li avrei trovato il mio abito da sposa.
Kagome ed Inuyasha erano sempre più nervosi per il grande giorno  ma considerando che era un matrimonio a quattro, non mancavano il sostegno mio e di Sesshomaru.
A piccoli passi saremo diventate una grande famiglia, con dei pargoli che gireranno per casa urlando e piangendo.
Al lavoro continuavo con le solite cause piccoline, niente di impegnativo, per quelle ci pensavano Sesshomaru e papà , io aiutavo solo nel caso si dovesse scrivere una perizia più complicata.
A casa non c'era mai la pace, ma ,dopotutto , siamo sempre stati una famiglia incasinata.
-Pensi di prendere due abiti?- chiesi a Kagome.
-Beh, uno già l'ho preso, stavo pensando a quello del ricevimento, magari più corto, tu invece?-.
-Ancora non so Kagome, vorrei ma dipende molto dal l'abito che scelgo, non voglio dissanguarmi-.
-Beh te lo compra Sesshomaru giusto? Di cosa ti preoccupi?-.
-Ma non voglio approfittare!-.
-Ma infatti mi pare che già a Parigi hai approfittato eh?-.
Forse un abito non sarebbe bastato.






 
 

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Capitolo 21
*** Due neospose incinte sono peggio di una ***


-Kagome secondo me il Gate è da questo lato-.
-Rin ti dico per la seconda volta che è di qua-.
-Ma non c'è scritto Gate F , maledizione mi vuoi ascoltare!-.
-Deve esserci dritto Parigi, maledizione!-.
-Fatemi indovinare, non sapete dove andare non è così?-.
-Zitto Inuyasha, io dico che è da questo lato, secondo me Rin sta fusa-.
-Io vado dall'altra parte!-.
-Comunque non vorrei dire ma sta scritto qui Gate F ed ha ragione Rin-.
Un santo sceso dal cielo, Sesshomaru che finalmente mi da ragione, un miracolo.
Mio padre ormai era disperato, era esausto di sentire le nostre urla esaurite da neo mamme/ neo spose.
Per fortuna tutt'e le valigie erano ormai in stiva, avevamo solo la solita borsetta comoda per viaggiare.
-Sesshomaru sono stanca-.
-Rin ci siamo quasi dai, poi ti prendo qualcosa-.
-Ma io ho fame-.
-Non incominciare-.
Non era per capriccio ma ormai non potendo più bere caffè o fumare, dovevo sfogare il mio nervosismo in altro, dunque ho optato per la fame ossessiva compulsiva.
Il mio spuntino preferito era la cioccolata con le nocciole dentro, anche il solo sentire l'odore mi mandava in estasi, Sesshomaru infatti dopo il lavoro me ne portava sempre una tavoletta considerato quanto mangiassi e quante volte Kagome si è presa il mio toccasana .
-Senti il tuo pargolo vuole mangiare, quindi dammi ora quello che già sai, lo so che lo hai nella tasca della giacca, muoviti-.
Sesshomaru si girò guardandomi sorpreso, non si aspettava che io potessi accorgermi della cioccolata, ma sapesse che l'ho visto mentre al riponeva nel taschino interno del cappotto.
Sbuffando arrivammo al Gate e finalmente  per mia gioia mangiai il mio pre- pranzo. 
-Ma secondo te farà freddo?-.
-Non leggi sullo schermo? Ci sono tre gradi, tonta!-.
-Kagome non iniziare!-.
-Ti sei portata mezzo armadio, qualunque clima faccia non vedo dove sia il problema!-.
-Proprio tu che hai preso 3 valigie in stiva , a me almeno sono due!-.
-Considerato che però una buona parte della mia valigia è occupata dalle tue cose- disse Sesshomaru.
-Zitto! Ma che stai facendo, invece di pensare a me!-.
-Sto facendo le ultime chiamate di lavoro e se non la smetti di esaurirti finirò con l'ignorarti tutto il giorno-.
Da una parte avrei tanto voluto ucciderlo, considerando che la causa di tutto questo nervosismo era non solo per il matrimonio ma anche perché essendo incinta i miei ormoni solo altalenanti.
-Benvenuti sul volo Japan Airways per Parigi,  i signori passeggeri sono pregati di avvicinarsi al Gate mostrando carta di identità e carta di imbarco. Il bagaglio a mano consentito è uno, se non rispetta la grandezza stabilita dalla compagnia verrà messo gratuitamente in stiva. I passeggeri che hanno la priorità di imbarco sono le famiglie con i bambini fino a 10 anni, le donne in gravidanza e persone affette da Handicap, il Gate chiuderà alle 14:05-.
Finalmente era il momento di partire, non vedevo l'ora di tornare a Parigi.
Ci alzammo e andammo per primi al Gate, considerando che io e Kagome eravamo incinta, avevamo la priorità.
Imbarcati in aereo già incominciai a fare la sofferente; mi guardavo intorno con lo sguardo, vedevo tutte le singole persone che entravano nell'aereo, i bagagli che venivano sistemati negli appositi scomparti, insomma un po' di tutto.
Avevamo preso il biglietto per uno di quei aerei con la cabina all'interno, erano talmente grandi che a guardarli dall'esterno facevano paura.
-Kagome sono così preoccupata-.
-Andiamo Rin andrà tutto bene, rilassati-.
Ero molto tesa, la testa iniziava a farmi già male, puntualmente succedeva quando non avevo vicino a me Sesshomaru che mi tranquillizzava.
Lui si trovava nella cabina di fronte insieme ad Inuyasha, io ero capitata con Kagome.
Avevo da affrontare 14 ore di viaggio, considerato che la distanza dal Giappone alla Francia non era poca.
-Buonasera e benvenuti sul volo Japan Airways per Parigi, io sono Kevin ed insieme ai miei colleghi renderemo questo vostro viaggio più confortevole possibile, vi chiediamo di allacciare le cinture e di seguire le istruzioni di salvataggio, l'orario di arrivo previsto sarà alle 04:30, il tempo di volo previsto è di 14h ,grazie per l'attenzione e buon volo-.
Guardai, incurante delle istruzioni di salvataggio, fuori dal piccolo finestrino; la pista era immensa, illuminata da delle piccole luci laterali.
L'idea di dormire in aereo non mi ha mai entusiasmato tanto, non so, il non potermi muovere, non avere una vera e propria privacy, non essere libera di fare quello che voglio , non so se avrei resistito molto.
Finalmente decollammo e non appena si spensero le luci della cintura di sicurezza, non perdi tempo a spacciarla, mi premeva troppo sulla pancia e non mi faceva bene.
Sesshomaru si alzò , facendo un cambio con Kagome, aveva chiaramente percepito la mia tensione e sicuramente aveva capito che avevo bisogno di lui.
-Rin ti ricordi? Quando siamo saliti su questo aereo, volevi a tutti i costi cambiare posto, con me non volevi proprio starci-.
Aveva trovato un giusto modo per distrarmi, ottima idea.
-Si ricordo bene, non volevo proprio vedere la tua faccia, è diverso-.
-Appena atterrati ti rifiutavi di farmi portare la tua valigia e stavi rischiando di cadere a terra per la tua testardaggine-.
-Ma tu mi hai preso subito, per evitare che cadessi e alla fine mi hai preso la valigia-.
-E poi quando entrammo in hotel ci chiesero se eravamo una coppia e tu subito hai detto " Assolutamente no, ma le pare che io e questo soggetto possiamo stare insieme?"-.
-E tu infatti ti sei messo a ridere, chiedendo semplicemente la chiave-.
Per me era inconcepibile il poter stare con una persona che non solo  era nel mio stesso ambito lavorativo ma niente di meno il ko acerrimo nemico, ma è pur sempre stato il mio sogno proibito che , ora, non lo è più.
-Hai preso coraggio e alla fine non hai resistito a baciarmi-.
-Ti sei sbottonato la camicia di proposito, mentre ti accendevi quella dannata sigaretta-.
-Anche tu hai aperto la tua-.
-Mi hai tentato, me lo ricordo bene, anche di quando hai preso un'altra camera-.
-Era perché non avevo capito cosa volevi tu-.
-Volevo te , solo te, volevo fare l'amore con te, volevo che fossi solo mio-.
-Ora lo sono, mi avrai sempre-.
Mi venne in mente quando usò una buona scusa per allontanarsi per comprarmi la borsetta , me la fece trovare in mezzo alle varie buste dello shopping.
Ricordo che quando mi aprì la porta era a petto nudo, con i capelli bagnati dall'acqua calda della doccia, il suo profumo così forte da inondarmi le narici.
Forse la doccia con lui l'avrei fatta sul serio volentieri.
-Sei stato un bastardo, hai aperto la porta semi nudo di proposito-.
-Fosse stato per me ti avrei tirata dentro e ti avrei sbattuta nella doccia, eri davvero invitante-.
Si avvicinò a me, posandomi un bacio dolce sul collo, provocandomi  brividi lungo la schiena, avevo una dannata voglia di farlo, in quel momento, in quell'aereo.
-Sesshomaru smettila ti prego-.
-Dio Rin, quanto mi manchi..-.
Le sue mani scesero lungo i miei fianchi, stringendoli delicatamente , le sue labbra erano ormai in pieno possesso del mio collo, tremavo dal piacere. 
-Ti ricordi quella volta che tornasti a casa senza avvisare?-.
-Certo, non potrei dimenticarlo-.
-Sbattuta contro il muro sei davvero bellissima, avevi i capelli leggermente scompigliati, le spalle scoperte e quel tuo solito visetto arrogante, piena di se, ma dannatamente sexy-.
Le sue mani salirono fino alla mia testa, passando dolcemente fra i capelli e inchiodando il suo sguardo nel mio.
-Baciami-.
Un bacio chiesto quasi per favore, pieno di voglia di fare l'amore, la passione che c'era fra noi era qualcosa di enormemente speciale, non c'era nulla che non era bellissimo , anche le litigate erano belle, perché dopo per fare pace si faceva l'amore, ma l'amore quello vero.
Quell'amore che ti fa sciogliere senza neanche toccarti, che ti fa perdere la testa senza neanche guardare, un amore che non si vede eppure c'è.
-Voglio farti mia, ti voglio, ti desidero-.
-Dio Sesshomaru non dirmi così che il posto più strano dove lo possiamo mai fare è proprio qui-.
Mi guardò di sottecchi,sorprendendosi di tanto coraggio, ma negò davvero frustrato, non era una cattiva idea ma farlo con tutti i parenti intorno era abbastanza imbarazzante.
-Non vorrei che le tue urla di piacere possano disturbare gli altri passeggeri-.
-Lo sai vero che mi fai impazzire?-.
Mi sussurrava le parole come se fossero fuoco vivo, come quello che aveva negli occhi e anche qualcos altro nel basso ventre.
-Meglio che vado -.
Si alzò e fugacemente mi diede un altro bacio, poi uscì facendo entrare Kagome per non lasciarmi sola.
-Rin ma perché sei così rossa in faccia?-.
-Per una volta non chiedermelo-.
-Va bene, come vuoi-.
Non era cosa di tutti i giorni spiegare a tua sorella che ti era venuta la brillante idea di fare l'amore sull'aereo.
-Dimmi un po', che effetto ti fa tornare a Parigi?-.
 Sapessi Kagome che effetto che mi ha fatto fino e adesso.
-Strano, considerato che neanche ci volevo andare all'inizio-.
-Sai, è stato bello però-.
-Che intendi?-.
-Vi siete innamorati partendo dal tuo odio verso di lui, direi che conoscendoti come miss ghiaccio , mi hai sorpreso che ti sei sciolta così subito-.
-Andiamo Kagome non sono mica così cattiva come credi-.
-Non hai mai avuto uno sguardo da innamorata così come ti vedo-.
-Ma tu sei felice?-.
-Si che lo sono, ma forse abbiamo fatto tutto di fretta Rin, ho paura-.
-Ei, ci sono io-.
Le strinsi le mani e lei mi scoppiò a piangere fra le braccia, finalmente poteva sfogarsi.
-Grazie Rin, davvero-.
-Sono tua sorella, devo proteggerti-.
-Vorrei che la mamma fosse qui-.
-Anche io vorrei, ma ora basta non pensiamoci se no fai salire le lacrime anche a me-.
Ci guardammo in faccia e non so per quale strana magia scoppiammo a ridere, mentre Kagome tentava di asciugarsi le lacrime senza far sbavare il trucco.
Era davvero buffa, con quel pancione, le due trecce lunghe che ricadevano morbide sul suo petto e i suoi occhi così grandi da scrutarti in meno di due secondi.
-Vado da papà , aspettami qui-.
Mi alzai per raggiungere mio padre, per vedere come stava, considerando che lui non aveva mai amato gli aerei.
Nel percorrere il corridoio, improvvisamente una perturbazione colpì l'aereo, facendomi cadere a terra, sfortunatamente sulla pancia.
Rimasi terrorizzata e chiamai Sesshomaru che mi vide a terra dolente.
-Rin!!-.
Mi alzò dolcemente , controllando che non mi fossi fatta nulla.
-Sono caduta di pancia, ti prego dimmi che nostro figlio sta bene-.
Sesshomaru mi sfiorò il ventre, notando che effettivamente non vi era nulla di anomalo e poteva percepire il battito del bambino regolare.
-Va tutto bene, tranquilla-.
Mi portò da mio padre che parlava tranquillamente con mio suocero e non appena vide la mia faccia terrorizzata, si allarmò.
-Rin tesoro che è successo?-.
-Niente Himoto, è caduta ma non si è fatta nulla, sta bene-.
-Rin ma sei proprio sbadata!-.
-Guarda che sono venuta per vedere se stavi bene, non per sentirmi una predica!-.
-Va tutto bene, Inu mi sta facendo distrarre raccontandomi i suoi caso più bizzarri-.
-Vi lascio parlare di lavoro allora-.
Mi allontanai, accompagnata sempre da Sesshomaru e rientrai nella mia cabina, dove Kagome mi attendeva con le braccia conserte.
-Questo è perché dovevi proteggermi, mi sa che è il contrario!-.
-È stata la perturbazione!-.
-Si certo, ora hai un pancino, dopo quando avrai una mongolfiera come fai a tenere l'equilibrio!-.
-Zitta balenotto che anche tu non sei da meno!-.
-Io almeno non cado-.
-Perché Inuyasha ti mantiene di continuo! Proprio perché non hai equilibrio-.
Iniziò una vera e propria guerra di parole , ma che finì semplicemente in risate e scherzi vari.
Ritornare a Parigi?
Ma si!







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Capitolo 22
*** Mi rivedo in te. ***


Il mio sedere era diventato un tutt'uno con la poltrona, la pancia mi faceva tremendamente male, la testa mi girava da morire, insomma un viaggio di 14h con i fiocchi.
Kagome dormiva come un orso in letargo, non ne voleva proprio sapere di svegliarsi.
A mali estremi , estremi rimandi, maledizione eravamo arrivati.
-Kagome sta nascendo, sta nascendo!!- urlai.
Vidi i suoi occhi aprirsi di scatto e poggiare le mani sul mio petto terrorizzata, missione compiuta.
-Spingi Rin!-.
-Guarda che stavo scherzando, era per svegliarti-.
-Sei una cretina, ho pensato al peggio!!-.
Almeno si era svegliata, finalmente.
Allungai le braccia e mi stiracchiai a dovere, avevo dolori da tutte le parti che scocciatura.
Sesshomaru aprì la tendina dolcemente, guardandomi con i suoi bellissimi sorrisi , abbastanza rari e mi porse la sua mano , chiedendomi di alzarmi.
Mi alzai e lui mi strinse a se, dandomi un bacio sulla guancia , quello era il suo buongiorno.
L'aria di Parigi mi era entrata nelle ossa, come d'altronde il suo freddo, ma finalmente mi sentivo a casa, anche se di familiare c'erano solo i ricordi di quando io e Sesshomaru siamo stati qui.
-Ho prenotato nello stesso albergo dove siete stati voi due piccioncini- disse mio padre.
-Non dirmi anche stessa stanza- dissi alzando gli occhi al cielo, già prevedevo la risposta.
-Esatto signorina, come hai fatto ad indovinare!- è inutile che fai quella faccia da finto sorpreso.
Io e Sesshomaru ci guardammo un secondo  solo per intenderci, sarebbe stata una bella tortura.
Tra aereo e macchina, ero stonata peggio di una campana, avevo innanzitutto la necessità di farmi un bagno caldo ed emolliente, poi mettermi nel letto e dormire per ore, con il mio bel pigiama da pre mamma.
Quando arrivammo davanti all'hotel ho avuto un momento come se tutti i miei ricordi tornassero alla mente, arrogantemente, in quel ingresso che ho varcato dieci volte, quell'androne enorme dove misi un broncio esagerato perché mi aveva dato della stupida, completamente meditato però perché stavo finendo sotto le macchine.
-Stanza 809 per voi signori-.
Già, era proprio la nostra stanza, quella dove l'idea che nascesse qualcosa era talmente lontana da non poterci credere che ora siamo qui come una famiglia.
Non avevo il coraggio di entrare, Sesshomaru aprì per me la porta, ispirando un odore simile a quello si casa.
-Non dormirò sul divanetto- dissi categorica mentre Sesshomaru posava dentro i bagagli.
-Penso che quei momenti sono finiti-.
-Lo spero per lei avvocato, si metta al lavoro- prima frase che dissi quando entrammo  dentro.
Mentre Sesshomaru era alle prese con il mettere in ordine i vestiti  negli armadi, passavo le dita su ogni mobile della stanza: un tocco ed era un brivido, una scarica di ricordi nella mia testa, come ho mai potuto cedere così in fretta da restare incinta addirittura ed essere ad un passo dal matrimonio.
Se penso a tutte le volte che abbiamo fatto l'amore qui, in questa stanza oppure a casa, in qualunque posto, se era necessario.
-Sesshomaru?-.
-Dimmi Rin, non ti senti bene? - arrivò accanto a me come un fulmine, ma perché tutti pensano che quando li chiamo sto per partorire?!.
-No amore sto bene..- il dito scivolò lungo la sua camicia, tutti quei ricordi "caldi" avevano risvegliato in me delle piccole voglie represse.
-Rin, non possiamo- ma tu puoi coccolare me.
Sesshomaru ti prego coccolami, ho bisogno di te, forse perché siamo ad un passo dal matrimonio, forse perché non facciamo l'amore da un sacco di tempo, forse perché lui adesso è l'unica certezza che ho.
Non parlai, mi prese in braccio, posandolo un bacio sulla fronte e mi mise sul letto dolcemente, sedendosi vicino a me.
-Dovresti riposare Rin-.
Lo so ma non ci riesco Sesshomaru, questo profumo di casa, la neve fuori, il caldo dentro, il tuo profumo, questo insistente odore di tabacco..
-Sesshomaru quando hai fumato!!!-.
Avevamo espressamente detto che prima della nascita del bambino neanche  lui doveva fumare, proprio per evitare il fumo passivo, ma anche dopo la nascita del bambino non doveva fumare, insomma doveva smettere.
-Rin una sigaretta con papà, non ero neanche vicino a te-.
-Appunto-.
-Non possiamo fare sesso, non mi togliere anche questo-.
Se per te questa è una leva di sfogo,va bene.
Chiusi gli occhi, dimenticando quell'odore aspro di tabacco, ero esausta, non riuscivo neanche più a  stare sveglia.
MI addormentai fra le braccia del mio principe , presto mio re.
Era ancora presto, tanto da riuscire  a intravedere la luce del giorno, quella poca luce prima della notte più profonda.
Mi meravigliai, trovando Sesshomaru accanto a me, non dormiva mai così tanto, mai così rilassato e mai sicuramente così poco composto: un braccio era sopra la sua testa e l'altro sullo stomaco, una gamba fuori dal letto e l'altra dentro.
Lo guardai e risi, quanto era buffo lo sapevo solo io, più buffo di lui in quel momento non c'era nessuno, tranne me con il pancione.
Mi alzai silenziosamente dal letto, dormiva così beatamente che non volevo si svegliasse, guardai l'orario e per poco non mi venne un infarto.
Avevo solo cinque minuti per prepararmi prima che Kagome bussasse alla mia porta dicendomi che dovevamo scappare a fare la prova abito; considerato che siamo arrivate alle cinque del mattino in albergo ed erano appena le dieci, la mia stanchezza era a livelli massimi, ma dovevo farcela.
Corsi in bagno preparandomi al meglio, anche se con il pancione, iniziava a diventare complicato anche vestirsi: mi misi un vestitino molto largo, con delle calze doppie sotto e delle ballerine, un filo di trucco, capelli legati in una treccia morbida, cappotto ed ero pronta.
Peggio di un orologio svizzero, Kagome ebbe la geniale idea, per una volta, di inviarmi un messaggio dicendo che era fuori la mia stanza, dunque uscì dalla porta, richiudendola delicatamente.
-Anche a te dorme come un sasso?- mi chiese.
-Sapessi, sembra che non dormiva da secoli così- dissi chiudendomi il cappotto e aggiustando la borsa.
-Andiamo che l'autista ci aspetta giù- mi trascinò ma era chiaro che anche lei stava morendo di sonno.
Entrate in macchina, crollammo come due sassi, incuranti di inviare almeno un messaggio ai nostri futuri mariti di dove eravamo andate.
Dopo mezz'oretta di macchina, le porte dell'atelier si aprirono davanti ai nostri occhi ancora un po' assonnati: sembrava un castello fatto di sogni compiuti, di traguardi raggiunti e di gioie inaspettate.
-Kagome ci sei?- chiesi.
-Andiamo prima che mi addormento in piedi- disse tirandomi.
Entrammo e all'interno sembrava una di quelle sale di gala, grandi e luminose, con tantissimi modelli di abiti da sposa classici, moderni e anche più "sbarazzini".
-Buongiorno dolci spose e benvenuta da Kleinfer, come posso aiutarvi?- ci chiese una donna.
-Salve, siamo le sorelle Setzuna, siamo qui per la prova degli abiti- disse Kagome presentandosi.
-Ah si mi ricordo, prego seguitemi-.
Kagome aveva già tutto pronto rispetto a me che dovevo cercare due abiti; ero stata categorica, niente abiti pomposi, niente cose scollatissime, niente trasparenze, modello classico e fine punto.
L'abito di Kagome, nonostante non rientrasse nei miei canoni, era bellissimo: portava un corpetto contornato da brillanti e da ricami, rigorosamente non trasparente, poi in vita aveva una piccola cinturina di diamanti e la gonna dell'abito si allungava in una lunga coda fatta di raso e seta, con delle pieghe morbide da far sembrare  jl tutto una nuvola.
Il secondo abito invece era corto, sempre bianco, con una gonna più svolazzante e un corpetto a cuore più scollato.
-Ti stanno entrambi d'incanto, sei bellissima- dissi quasi con la lacrime agli occhi.
-Pensi che la mamma ci sta guardando?- Kagome alzò gli occhi al cielo.
-È probabile, spediamo che aiuti me a trovare quello giusto-.

Credetemi se vi dico che ne ho provati tanti, quasi da girare invanamente tutto l'atelier, ormai ero esausta e Kagome non sapeva più che vestiti portarmi.
-Rin ma non ti piace nulla!-.
-Lo so Kagome ma nessuno mi da il brivido che dovrei avere!-.
Gira e rigira, finì nella sezione degli abiti importanti, quelli da milioni di euro , fatti con tessuti importanti e pietre preziose.
Sembrò quasi come se mia mamma volesse aiutarmi: davanti ai miei occhi, su un manichino bellissimo, un tessuto bianco di seta, morbido sulle curve, delicato come una nuvola, quanto era perfetto.
-K..Kagome..- lo indicai con il dito tremante, gli occhi sorpresi dalla gioia e una lacrima solitaria.
-Rin ma quello costa 10.000€-.
-Non mi interessa, è lui!-.
Mentre sognavo con quel vestito il mio matrimonio, mi squillò il cellulare, già prevedevo chi fosse.
-Pronto?-.
-Ma dove diamine siete finite tutte e due?-.
Prevedibile, Sesshomaru e Inuyasha erano strapreoccupati per noi.
-Siamo in atelier- ecco a proposito di questo.
-Hai trovato qualcosa?- anche troppo Sesshomaru.
-Ecco vedi, c'è un vestito che mi piace molto e forse finalmente è quello giusto-.
-Quanto costa?-.
-Ehm 10.000€..-.
Sentì un silenzio preoccupante dall'altra parte del telefono, forse Sesshomaru era svenuto dal prezzo.
-Compralo, se è l'abito giusto-.
Dio Sesshomaru quanto ti amo, davvero faresti questo per me, per il nostro matrimonio.
-Va bene, allora a dopo-.
Chiusi la chiamata, aspettando con ansia di provare il vestito che la ragazza mi aveva portato in camerino: per poco non piangevo, mi stava benissimo, le mie curve erano circondate morbidamente dal tessuto dell'abito, la coda lunga partiva dal fondoschiena e arrivava a terra, la scollatura leggermente a cuore dava una forma dolce al mio seno e cavolo con quel bellissimo velo stavo per piangere.
Uscì dal camerino con le lacrime agli occhi e non a caso si commosse anche Kagome, venendo vicino a me e abbracciandomi.
-È questo l'abito giusto?-.
-Si, è questo-.
-Sai che è molto simile a quello della mamma? Sei proprio uguale a lei-.
-L'ho visto in foto spesso , forse mi ha influenzato-.
Guardandomi ancora allo specchio, vidi finalmente mia madre, la donna che mi ha cresciuto per poco ma mi ha insegnato tanto.
Mancava solo il suo fermaglio e sarei stata perfetta.
Prendemmo le misure e tornammo in albergo , se prima avevo sonno ora era sicuramente peggio, dopo lo stress che non trovavo il vestito e la gioia di averlo finalmente trovato.
Non mi venne lo scrupolo di aver speso diecimila euro per un abito da sposa, perché ero uguale alla mamma, perché era quello giusto, perché era il mio sogno e i sogni possono diventare realtà.

Aprì la porta della stanza e subito capì che era vuota: dove cavolo si era cacciato Sesshomaru!.
-Rin, sai dove è finito Inuyasha?- bene anche lei si era persa il marito.
-Non trovo neanche Sesshomaru- sbuffai, chissà dove erano andati.
-Non c'è neanche Inu- figurati, uscita di famiglia.
-Forse sono andati a comprare lo smoking, oppure non lo so, sono andati a fare shopping-.
-Io ricordo che dovevano andare dall'avvocato Chatelier- ma che diamine, un po' di pace no?!.
-Mi sembrava troppo strano, quel tizio non mi dice nulla di buono, voglio capire che sono andati a fare li!! Ora che torna Sesshomaru mi sente, una bella strigliata!-.
-Inizia pure allora-.
Mi si gelò il sangue nelle vene, sul serio quasi mi mancava il respiro, Sesshomaru era dietro di me, sicuramente con uno sguardo furioso.
-S..Sesshomaru, dove sei andato?- tremavo nella voce, maledizione perché quando mi guarda con quei occhi mi sciolgo.
-Sono andato dall'avvocato con papà e poi a fare compere, non si vede?-.
Aveva con se più shopping bag di quante ne facevo io quando scendevo con Kagome.
-Bene, spero per te che la maggior parte siano camicie, non ne hai portate molte-.
Sentì la sua mano sul fianco, mentre mi portava dolcemente nella stanza, chiudendo la porta.
Mi mancava, mi mancava da morire, avevo bisogno di lui, sulla mia pelle, sulle mie labbra, sul mio corpo.
-Sesshomaru..-.
Lo guardai profondamente negli occhi , lo spinsi contro la porta e lo baciai con foga, togliendogli la giacca e tirandolo a me per la cravatta.
-Rin non possiamo-.
-In teoria non proprio, ancora possiamo, mica sono come Kagome-.
Vidi nei suoi occhi una luce diversa rispetto a quella dei giorni precedenti: non era il semplice fare l'amore in quel momento, ma era un volersi da tanto, un sentirsi uniti prima del grande passo, incoraggiarsi e dire che andrà tutto bene.
Dolcemente mi prese fra le sue forti braccia, portandomi in camera da letto: mi sentivo la regina del mondo con lui accanto, ero imbattibile e più sicura di me stessa.
Era il mio mondo, sopra di me, amandomi, senza neanche chiedersi perché, amarsi senza smettere mai, amarsi e basta.
-Ma cosa mi hai fatto per farmi innamorare di te, Rin?-.
-Ti amo-.
Perchè dirsi altro in questi momenti quando è il corpo stesso a parlare, non abbiamo bisogno di altro se non di noi stessi, il resto lasciamolo fuori dalla finestra , al gelo in quella giornata a Parigi, proprio come le nostre notti bianche, quando si era ancora inesperti sull'amore e non si dormiva per la felicità.
Torniamo a ciò che eravamo, fra queste lenzuola che ne hanno viste di tutti i colori, coprendo i nostri corpi nudi ed esausti ma soddisfatti dell'amore appena consumato.
Presto non saremo più in due, saremo una vera famiglia, ti ci vedo già padre, Sesshomaru, rigido ma con il cuore tenero.
Ora dormi accanto a me, con la tua testa sul mio petto, mentre ti accarezzo dolcemente i capelli, sentendo i tuoi sospiri sempre più profondi ad ogni tocco.
Mamma, ti ringrazio per quello che mi hai dato, la possibilità di essere una persona migliore, amandomi e facendomi amare la vita.
Ora siamo io e te, il resto non conta.


 


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Capitolo 23
*** Per altri per sempre, Sesshomaru ***


Mi facevano male i piedi, eccome che mi facevano male i piedi!
Eppure ero lì, davanti a quel fatidico specchio, con le lacrime agli occhi e il cuore a mille, vedendo finalmente una Rin ormai cresciuta, responsabile, pronta ad affrontare il futuro insieme al mio demone.
-Rin e se avessimo affrettato tutto?! Se non è così che deve andare?- eccola che incomincia.
Mia sorella, più nervosa e stressata di lei non c'era nessuno in quella villa stupenda dove avevamo deciso di sposarci.
-Kagome andrà tutto bene-.
-Come fai ad essere così calma e tranquilla?! Maledizione non hai paura che possa andare qualcosa storto? E se divorziamo?- adesso perdo le staffe.
Come si fa, però, a perdere le staffe con una come Kagome, decisamente preoccupata per il suo futuro, in quel goffo abito da sposa pomposo, ma le stava d'incanto.
-Sai perché sono felice? Sai perché non ho crisi? Perché io amo Sesshomaru e so che mi renderà felice per il resto della mia vita-.
Mi guardò come se avessi detto la cosa più giusta in tutta la mattinata: noi eravamo felici, ci si leggeva negli occhi una gioia indescrivibile, anche nei nostri tremolii, ma noi sapevamo che quella era la scelta migliore.
-Io non me ne pentirò mai, se potessi rifarei tutto d'accapo- vi mancava solo che ricominciassi a piangere.
-Ti voglio bene Rin- Kagome mi saltò al collo come se io fossi la sua ancora, la sua salvezza e sicurezza.
-Anche io, ora andiamo a sposarci- tentai di non gridare ma l'emozione mi ha travolto e incominciai a saltellare per la stanza felice, incurante che potevo sconquassare tutto il lavoro fatto da Ayame.
Avevo una morbida treccia , arricchita da perle bianche e brillantini piccoli, ero pronta per indossare il velo.
-Ragazze ci siamo- eccolo lì, nostro padre, l'uomo che ci ha insegnato a crescere in una giungla, l'uomo che non ci ha mai abbandonato e l'unico che ci amerà più di un marito.
Ci porse il velo delicatamente, provocando sia a me che a Kagome un brivido nello stomaco.
-Siete bellissime, mi ricordate la mamma- ci abbracciò il tanto che bastava per sentirci ancora una volta uniti più che mai, per poi prenderci sotto il suo braccio, sotto la sua ala protettrice per l'ultima volta, perché ci avrebbe lasciato ai nostri mariti.
Quella grande porta di quella imponente chiesa, sentivo già la musica nuziale e per poco non svenni.
-Andiamo?-.
-Si papà- ci leggemmo nel pensiero e la porta di aprì.
Ogni passo era un sospiro, un bellissimo sospiro, una leggera brezza da darti i brividi.
Ma poi lo vidi: era così bello da togliere il fiato, con quel suo spavaldo atteggiamento, nonostante fosse anche lui un po' scosso da tutta questa situazione.
Mi sembrò di leggergli nel pensiero, lui guardava me e io lui e sapevo che era felice.
-Amori miei, vi lascio ai vostri mariti- un bacio sulla mano di entrambe, prima di essere accolte fra l'ala protettrice dell'amore.
Quando presi la mano di Sesshomaru, ebbi una scossa forte, era come se tutto il nostro percorso insieme mi passò davanti, neanche mi ero accorta che mi aveva tolto il velo, osservandomi con attenzione.
-Sei bellissima-.
-Anche tu-.
Le parole del prete mi sembrarono superflue, ero troppo impegnata ad ammirare Sesshomaru, i miei occhi erano incatenati nei suoi , ma mi sbloccai non appena vidi le sue labbra muoversi.
-Rin, è arrivato il momento-.
-Vuoi tu Sesshomaru No Taisho, prendere in sposa Rin Setzuna come tua legittima moglie, onorarla, apprezzarla, curarla e proteggerla per il resto della tua vita?-.
-Senza dubbio, lo voglio- fitta al petto- Io, Sesshomaru, prometto di esserti accanto in tutta la nostra vita insieme, di onorarti come se fossi mia regina, di renderti la donna più felice della terra e darti tutto ciò che vorrai.
Non mi sembrò mai così bello mettere un anello, era una delle sensazioni migliori che potessi mai provare.
-Vuoi tu Rin Setzuna, prendere come tuo legittimo sposo Sesshomaru No Taisho, onorarlo e volerlo nella buona e cattiva sorte?-.
-Lo voglio- presi la fede fra le mie mani, ancora un po' tremolanti come la mia voce- Io, Rin, prometto di essere una moglie perfetta, di amarti e rispettarti sempre, di darti tutto quello che vorrai nei nostri giorni insieme-.
Adesso piango, giuro che piango.
Nella pausa di respiro, mentre ascoltavo le promesse di Kagome e Inuyasha, mi perdevo in quei occhi oro colato.
-E quindi siamo arrivati qui- si Sesshomaru, siamo arrivati fin qui dopo che neanche volevo arrivarci.
-E pensare che quel viaggio a Parigi per me era solo un grandissimo sbaglio-.
-Lo rifaresti?-.
Me lo chiedi anche Sesshomaru, con te lo rifarei anche cento volte se fosse possibile, sbaglierei e risbaglierei per sempre.
-Lo rifarei per tutta la mia vita-.
Le nostre mani, strette in una presa che non si sarebbe sciolta mai più, erano la mia unica grande certezza, perché c'era lui con me e ci sarebbe stato per tutta la vita.
-Ora potete baciare le spose-.
Non aspettavo altro: le nostre labbra si cercavano con gioia, strette in un bacio tanto atteso, mentre le mie mani gli circondavano il collo , spingendolo ancora più vicino.
Fu un attimo quel bacio, mi sentì tirare la mano e mi voltai.
Kagome era felice come non mai e, insieme, scendemmo dagli scalini dell'altare accompagnate dai nostri futuri mariti.
-Ma non ci separeremo mai io e te vero?- la sua voce mi arrivò leggera all'orecchio, quasi come se fosse un sussurro.
-Questo mai, saremo sempre insieme-.
Quella giornata fu una vera e propria guerra: verso le sei del pomeriggio, Kagome non si sentì bene , chiedendomi di accompagnarla in bagno.
-Kagome ma sicura che stai bene?-.
-Si Rin ho solo un po' di dolori addominali, saranno i gemelli-.
Feci le spallucce, non c'era granché  di preoccuparsi, a meno che non stesse per partorire.
Un urlo, più forte di una campanella scolastica, mi stava per rompere un timpano: Kagome era nel bagno, grazie al cielo si era messa il vestito corto, con fiumi di sangue fra le gambe, terrorizzata.
-Kagome ma ti si sono rotte le acque!-.
-Rin chiama Inuyasha-.
Vedevo il suo viso contrarsi dal dolore, mentre stringeva gli occhi spaventata.
Non ebbi neanche il tempo di uscire dal bagno che Ayame, Sango e Inuyasha spalancarono la porta.
-Kagome che succede?!-.
-Sango credo che sto per partorire-.
-Ayame chiama un'ambulanza-.
-Si Inuyasha-.
Vidi solo un movimento di persone, mentre sorreggevo mia sorella e l'invitavo a non spingere per nessuna ragione.
-Kagome lo so che è difficile, ma non devi assolutamente spingere, non adesso-.
-Ma io ho bisogno di farlo-.
-Non lo fare per favore-.
Guardai Inuyasha, facendogli capire che doveva avvisare Sesshomaru e mio padre di questo grande macello ed egli annuì.
-Ma tu guarda se il giorno del nostro matrimonio io debba partorire-.
-Andiamo non è così poi una tragedia, figurati se partorivi all'altare-.
-Non lo dire nemmeno-.
L'ambulanza non tardò di un secondo: presero Kagome e la portarono sul lettino fino alla macchina, seguita da me e Sesshomaru.
-Tu e Inuyasha andate con la macchina, io vado con lei in ambulanza-.
Sesshomaru annuì e ci seguirono fino in ospedale, lasciando gli ospiti nella villa che avevano prenotato con tanto di anticipo.
-Kagome adesso devi spingere-.
-Signora il suo cognome?- e per la prima volta , ad entrambe ci venne una morsa nello stomaco bellissima.
-Siamo le signore Taisho, ci siamo sposate oggi-.
-Che fortuna partorire il giorno del proprio matrimonio-.
Guardai il paramedico con uno sguardo assassino, non era per nulla gradevole partorire in questo giorno dopo fatiche e fatiche di organizzazione.
La portarono subito in sala parto, lasciando me fuori e facendo entrare solo Inuyasha.
-Sesshomaru ho una paura esagerata-.
-Non ti preoccupare Rin, andrà tutto bene-.
Povera Kagome, doveva partorire due pargoli.
-Meno male che a me mancano solo due settimane, me la sono cavata bene-.
-Meglio che non dici nulla-.
Ma era proprio un quel silenzio, seduta su quella poltroncina scomoda della sala d'attesa, che sentì le urla strazianti di mia sorella, con qualche probabile imprecazione divina.
Pensai che anche io avrei dovuto passare questo, anche io avrei stretto le mani di mio marito con foga e dolore,  ero cosciente che doveva sopportarmi nelle mie urla strazianti e nei miei pianti isterici.
Ma ecco, adesso vedendo mia sorella li, in quel lettino ormai esausta, con i capelli fuori posto ma pur sempre bellissima, con due pargoli fra le sue braccia, capì che infondo questo è stato un miracolo, anche Inuyasha era molto provato ma i suoi occhi erano pieni di amore verso quelle nuove vite.
-Sakura e Hirotoshi- il nome della mamma.
-Non potevi scegliere nomi più belli, la mamma sarà contenta-.
Quel quadretto familiare mi strinse il cuore, riscaldandomi, mentre fuori era freddo, ma in quella stanza c'era il sole.







Due settimane dopo...

-Rin andiamo finiscila di scrivere !-.
-Come faccio maledizione, devo finire questa pratica a tutti i costi-.
-Rin stai partorendo!!-.
Come io c'ero per mia sorella, lei c'era per me , in quello studio, di domenica mattina, con le contrazioni e le acque rotte.
Anche a me toccava la stessa sorte, lo stesso maledetto dolore, la straziante ma emozionante sensazione del parto.
-Hai chiamato Sesshomaru?- mi mancava l'aria, le contrazioni erano fortissime.
-Sta arrivando-.
Vidi solo la porta spalancarsi e Sesshomaru prendermi in braccio, tentando di portarmi in macchina il più veloce possibile.
-Evita di sporcarmi la macchina- che dolce mio marito.
-Ti preoccupi più della macchina che di tua moglie?!-.
Avevo la necessità di spingere, ma dovevo resistere, non potevo permettere che il mio pargolo nascesse in macchina.
Sesshomaru sfrecciava per le strade, arrivando in tempo in ospedale , dove non esitarono a portarmi in sala parto.
Ecco, il mio momento, quello che dovevo stringere la mano di mio marito piangendo, che doveva starmi vicino e baciarmi la fronte sudata per consolarmi.
-Spingi Rin, stai andando benissimo-.
Perchè ci sei tu con me, per questo va tutto bene.
-Ti amo Rin, ce la puoi fare-.
Alla fine, nel silenzio di qualche secondo, un pianto, un bellissimo pianto inondò la stanza, riempiendomi il cuore di gioia.
Inutile dire che mio figlio era uguale al padre, in tutto e per tutto se non fosse per le buffe orecchie sulla testa, tanto da lasciare interdette anche le ostetriche.
-Himoto-.
A mio padre io dedico tutto.
Sesshomaru annuì consenziente , non si scompose , era troppo occupato a studiarsi bene suo figlio.
Lo prese in braccio e fu una di quelle viste che non scordi facilmente: Sesshomaru sorrideva e si faceva prendere il dito con la minuscola mano di Himoto, che sorrideva al padre come se avesse visto un angelo.
Era proprio quello io quadri familiare che intendevo.
Perché non c'è gioia se non si vede anche nelle piccole cose, non c'è speranza per chi perde la sua testardaggine, non c'è futuro per chi ci prova.
Eppure io l'ho sempre considerata una causa persa, ma sono qui, con mio marito e il mio bambino, con la mia famiglia, con la mia vita.
Se penso che infondo a Parigi non volevo neanche metterci piede mi viene da ridere, perché il mio futuro era davanti ai miei occhi.
-E quindi tu sei il bambolotto che porta il mio nome ?- come poteva mancare mio padre.
-Peccato che non ti somigli-.
-Rin andiamo, ma se siamo completamente uguali-.
Sapeva come farmi ridere, il mio papà, nonostante il dolore al ventre e il forte mal di testa.
Con la Polaroid , scattammo quella fatidica foto, felici, con Himoto fra le braccia.
Resterà per sempre, l'immagine di Sesshomaru che sorrideva, mantenendo la mano minuscola di suo figlio con un dito.
Grazie, Sesshomaru.
Grazie per tutto quello che mi hai donato, per aver avuto fiducia in me, per amarmi come il primo giorno.
Ma non è una novità  che le storie più belle, sono quelle che vengono da un puro e semplice caso.
Sei la miglior causa persa della mia vita, perché non c'è nessun risvolti negativo.
Per altri cento anni , per altri per sempre.
Ti amo, Sesshomaru.






Finita!
Lo so ci ho messo un'eternità a scrivere questo finale, ma ho avuto un piccolo blocco , non sapevo proprio come continuare.
Chiedo scusa se non è il massimo, ma ci ho provato come al solito!
Spero che questa storia sia stata gradita e ringrazio tutte quelle che mi hanno seguito , hanno messo la storia fra i preferiti e hanno recensito.
Grazie mille a tutte.
Un bacio
ClosingEyes






 

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