My dark Hunter

di Seo_YeoN
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Una principessa sfortunata ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Il riflesso sbagliato ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Cari lettori,

È con immenso piacere che vi presento una semplice introduzione del nuovo mondo in cui avete deciso di entrare, una nuova vita che avete deciso di vivere sperando solo che duri fino all'ultimo capitolo della storia, però spero davvero che lo apprezziate per tutta la durata della lettura.

Lasciatemi, prima di tutto, presentarmi,

Il mio nome è Keira Knight. Sono solo una semplice ragazza come ognuno di voi, umana (avrei qualche dubbio), viva e vegeta.

Ok, fermiamoci qui!

Ho diciotto anni e studio con una serie di precettori privati. Vivo insieme ai miei nonni in un enorme castello completamente nascosto da una magnifica foresta di conifere.

Castello? Si, non avete sbagliato!

Io, Keira Knight sono la nipote di Alpha Colton, re dei Licantropi. (S)fortunatamente sono nata senza alcun potere effettivo quindi vengo considerata da tutti come una semplice ed inutile umana.

Questa è la mia storia, 
di cui non sono affatto sicura di condividere ma lo farò solo se voi

manterrete questo piccolo segreto

Vi auguro una buona lettura,
Keira.

Please, votate e commentate 🙏🏻

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Una principessa sfortunata ***


Un tiepido venticello muoveva armoniosamente le foglie dei sempreverde appartenenti al vasto regno del re: Alpha Colton. Il principe Cameron, un ventiseienne ancora scapolo, non era voglioso di governare e pregò il padre a rimanere ancora qualche anno in comando, per dargli tempo per dedicarsi ai suoi hobby. Alpha Cameron infatti era un tipo poco interessato al potere, passando ore e ore di studio nella sua vastissima biblioteca personale, accumulando qualsiasi libro o carta che abbia qualcosa di scientifico tra le sue pagine. La Luna Ella era fiera della piega presa dal figlio perché riteneva sia giusto fargli fare quello che voleva mentre Alpha Colton disapprovava tutto quello che faceva il figlio. 
Ed è qui che iniziò tutto..

Keira POV

"Basta così" dice la tutrice togliendomi dalle mani il mestolo.

"Ho sbagliato qualcosa?" chiedo con il cuore in mano. Erano ormai passate un paio di settimane da quando la tutrice mi comunicò che avrei preso qualche lezione di gastronomia. Secondo lei era importante per una donna saper cucinare e conoscere i vari segreti del mestiere.

"Come posso dire? Sono ormai due settimane che le sto insegnando a cuocere il riso ma lei, se non lo brucia lo polverizza... ormai non so più che pieghe prendere per insegnarle la cosa" dice scuotendo la testa.
Sospiro e mi tolgo il grembiule, consegnandolo all'istruttrice che lo prende senza tanti complimenti. Esco dalla cucina con lo sguardo basso e mi dirigo verso quella che deve essere la biblioteca personale dello zio, Alpha Cameron. La biblioteca è rinomata per avere al suo interno più di 100.000 volumi con le nuove aggiunte che fa ogni anno lo zio. È considerato il suo patrimonio personale perché passa ore e ore al suo interno, direi che è quasi una versione moderna di Leopardi. 
Quando apro la porta, sono sicura di ritrovare lo zio alla scrivania intento a leggere un nuovo libro e così è stato.

"Buongiorno, zio Alpha" dico entrando nella biblioteca con un sorriso stampato sulla faccia. La biblioteca è sempre la stessa, l'odore dei libri vecchi, pagine e pagine di volumi ingialliti per il trascorrere del tempo e un qualcosa di familiare.
Cameron mi sorride e mi invita ad avvicinarmi.

"Buon compleanno pasticcino" dice Cameron tirandomi per il naso. Faccio una smorfia di dolore e mi libero dalla sua stretta. Faccio finta di risistemarmi il naso e stendo le mani.

"Il mio regalo?" chiedo con gli occhi luccicanti.
Cameron sorride di nuovo e tira fuori un pacco enorme violaceo. Mi metto subito ad aprirlo, ritrovando dentro un bastone lungo 20cm.

"Zio... stai scherzando vero?" chiedo con la delusione negli occhi. Pensavo in un qualcosa di più... normale per una teenager della mia età. Qualcosa come trucchi, vestiti, borse firmate, ecc..

Cameron sorride e si avvicina.
"No, prova a prenderlo in mano" lo guardo alzando un sopracciglio. Mi sta percaso prendendo in giro?
Faccio come mi aveva detto e lo vedo allungarsi improvvisamente. Balzo indietro per lo spavento e guardo di nuovo lo zio, per poi posare di nuovo lo sguardo su quello che mostra di essere un bastone di difesa.

"Ho saputo che da settembre studierai in una scuola umana. Non potrò più proteggerti quindi mi è sembrato ovvio regalarti qualcosa per auto difenderti" dice Cameron con un sorriso sulle labbra.

"Facevi prima a regalarmi uno dei tuoi noiosi libri. Cosa me ne faccio di un bastone e poi, proteggermi da che cosa?" chiedo sbuffando. Cameron era solito regalarmi volumi e volumi di libri perché riteneva fosse utile e indispensabile che sapevo più cose possibili visto che sono una principessa.

"Da qualsiasi pericolo. Ti difenderà sia dai licantropi che dai vampiri" dice sforgiando uno dei suoi magnifici sorrisi "e soprattutto... dai cacciatori" conclude serio.
Decido di ignorare quello che aveva appena detto, sospiro ed accetto di buon grado il regalo. Dopotutto è stato fatto col cuore anche se non è quello che voglio. Esco dalla biblioteca non prima di aver dato un bacino sulla guancia dello zio e vado diretta in camera. Non era mai successo che un licantropo appartenente alla famiglia reale dovesse andare a scuola e quando la nonna mi riferì la notizia, ci fu stupore sia da parte mia sia da parte di tutti i membri del castello.

"Non mi vogliono qua?" sussurro a voce alta i miei pensieri. Non sono mai stata particolarmente legata al nonno, Alpha Colton e la nonna... cerca in tutti i modi di ricoprire il ruolo della mamma ma non si può sostituire l'amore materno.
Mia madre mi partorì nel castello e dopo la mia nascita scomparve dalla vista di tutti, nessuno ebbe più notizie di lei. I nonni mi dissero che si chiamava Diana ed era la loro figlia primogenita mentre mio padre era sempre stato un punto di domanda. Nessuno si era preso la briga di rivelarmelo e così fu per tutti questi anni. Entro nella mia camera e poso sul tavolo il pacco. Un po' mi dispiace andarmene ma caccio via i pensieri e vado in bagno. 
Entro dentro e mi do un piccolo ritocco ma ho un brutto presentimento. Sento qualcosa che non va e comincio ad ispezionare tutto il bagno,ma non trovo niente quindi faccio le spallucce ed esco.

"Keira" 
Sento un sussurro e mi giro, trovando il nulla. Mi riguardo attorno con passi da formica, il brutto presentimento si è presentato di nuovo. 
Ritorno indietro e mi riposiziono davanti allo specchio. C'è il mio riflesso ma è diverso. Nell'immagine davanti a me ci sono io con altri vestiti, altra espressione ed uno splendido ciondolo al collo. Sbatto per un po' le palpebre ed alzo una mano, vedendo la donna nel riflesso fare la stessa cosa ma appena tocco la superficie di vetro, si aprono dal nulla mille crepe. Sussulto per lo spavento e mi porto la mano al petto. Pessimo presagio.

"Keira? Sei pronta?" chiede la nonna fuori dalla stanza.

"A-arrivo!" rispondo uscendo dal bagno. Vado verso la porta e la apro, ritrovandomi davanti lo splendido viso della nonna. Ha dei bellissimi boccoli castani e occhi color miele che sono riuscita ad ereditare, per mia gioia. Nonostante abbia più di quarant'anni, non ne mostra più di trenta, essendo un licantropo è riuscita a mantenere l'aspetto di una giovane e splendida ragazza.

"Ma non ti sei ancora preparata, cosa stai aspettando?" chiede entrando nella stanza.

"Ehm, scusa è che... sono un po' nervosa" rispondo chiudendo la porta alle sue spalle.

"Ti capisco perfettamente" dice unendo la sua fronte con la mia.

"Oggi compirai diciotto anni, è il tuo giorno speciale" dice sorridendo.

"Chissà quanto speciale" sussurro. 
La nonna apre l'armadio e tira fuori un bellissimo vestito bordeaux. Continua a dirmi che è lo stesso che aveva indossato mia madre al suo diciottesimo e questo mi rallegra ben poco visto che non avrei mai retto ai suoi confronti.

"Dai, mettitelo" dice la nonna porgendomelo. 
Sospiro e me lo metto e quando mi guardo di nuovo allo specchio, ne rimango completamente incantata.

"Sei bellissima" dice la nonna alle mie spalle. 
Sorrido al mio riflesso ma i nostri sguardi vengono subito catturati dagli enormi fuochi d'artificio che illuminano il cielo. Sembrano tanti fiori che sbocciano nel cielo per poi scomparire come se niente fosse.

"È arrivato il momento" dice la nonna tenendomi per mano. Mi trascina fuori dalla stanza e scendiamo insieme le scale per poi uscire fuori dal palazzo. C'è un enorme tavolo al centro con centinaia di invitati già seduti che stanno chiacchierando animatamente con la gente attorno. 
Faccio un profondo respiro ed avanzo decisa, è la mia festa ed è tutto così magicamente perfetto. Inizio a dirigermi verso il tavolo e ad ogni passo che faccio, aumentano gli occhi puntati su di me. Mi sento parecchio goffa ma riesco a sorridere e continuare. Raggiungo mio nonno e mi fermo accanto a lui.

"Miei cari sudditi, siamo qui riuniti per celebrare il diciottesimo compleanno di mia nipote Keira" dice il re ottenendo un enorme applauso dagli invitati.

"Auguri alla principessa" dice di nuovo alzando il bicchiere colmo di vino. Viene  seguito da tutti gli altri e un attimo dopo sono costretta a tapparmi le orecchie per le grida e la gioia presenti in tavola.

"Buon compleanno, principessina" dice il nonno sorridendomi.
Ricambio timidamente il sorriso e mi porto alle labbra un bicchiere di vino. Sento all'improvviso un piccolo dolore alla testa e di nuovo davanti a me la visione del ciondolo. 
Per sbaglio lascio cadere il bicchiere che si frantumò in mille pezzi. Gli invitati mi guardarono tutti e l'atmosfera cambia drasticamente.
La nonna si avvicina a me con aria preoccupata.

"Mia cara, tutto bene?" chiede toccandomi le spalle.

"S-si" sussurro confusa.
Sento sollevarsi un leggero bisbiglio tra gli invitati.

"Ha fatto cadere il bicchiere, è simbolo di pessimo auspicio"

"Già.. dobbiamo starle alla larga"

Mille parole mi fluttuano per la testa e sento l'imbarazzo salirmi fin sù la testa. Corro via dalla festa e mi rinchiudo nella stanza.

"Peggio di così non poteva andare"

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Il riflesso sbagliato ***




È già mattina ed io sono già sulla macchina, diretta verso l'Accademia che diverrà la mia nuova prigionia. Ho evitato di salutare gli altri per l'episodio di ieri e non ho rivolto la parola nemmeno alla mia famiglia, sono troppo imbarazzata e umiliata per vedere le loro facce.

"Principessa, siete sicura di non voler salutare i sovrani?" chiede l'autista guardandomi dubbioso.

"Sicurissima, ora parti" ordino infastidita. Continuava a farmi la stessa domanda da ormai un quarto d'ora e stando dentro un auto che non si muove mi fa letteralmente innervosire. Finalmente l'aggeggio si accende e parte, dopo un'ora di viaggio ci fermiamo davanti ad un enorme cancello dorato.

"Siamo arrivati, principessa" non gli rispondo nemmeno e scendo giù con la bocca aperta. È semplicemente meravigliosa per essere una semplice scuola per semplici umani. 
Mi incammino verso la struttura colorata di beige con un'architettura semplicemente classica.

"Meravigliosa" dico guardandomi anche intorno. Attorno alla scuola vi è un'enorme giardino con rose rosse e rose che si estende per chilometri. Salgo lentamente le scale e mi ritrovo in una specie di reggia. 
Per prima cosa faccio un salto in segreteria e dopo essermi diretta verso un corridoio che mi avrebbe condotta verso la salvezza rimango delusa vedendola chiusa, con le tapparelle abbassate. 
Guardo davanti al bancone e trovo solamente qualche foglio sparpagliato che racconta la storia dell'Accademia e i vari corsi presenti.

"Accidenti.. ora come faccio a sapere l'orario delle mie lezioni?" bisbiglio tra me stessa guardandomi le scarpe.

"Ti posso aiutare io" mi risuona una voce soave e gentile. Alzo lo sguardo per ritrovarmi una ragazza della mia età che mi guarda sorridendo.

"Mi chiamo Delilah Maslow e frequento il quarto anno" dice stendendo la mano. Guardo la sua faccia e mi sembra di ritrovare davanti un angelo sceso in terra. La sua faccia è angelica, contornata da bellissimi boccoli biondo dorati mentre gli occhi sono verdi, come due smeraldi.

"Io sono Keira, Keira Knight" dico quasi come un sussurro. Al tocco della sua mano sento un brivido percorrermi per il corpo.

È gelida.

Mi appare subito una visione dei vari ghiacciai e terre completamente coperte dalla neve che scompare quando molla la presa. Rimaniamo in silenzio che viene poi interrotto da lei.

"Tu devi essere la nuova ragazza! Dai vieni con me, siamo nella stessa classe" dice Delilah sorridente. La seguo molto volentieri anche perché so che non ce l'avrei fatta senza di lei.

"Allora come ti pare questa accademia?" chiede sorridendomi.

"Semplicemente meravigliosa" dico mettendo le mani sul cuore.

"Si non è niente male ma... non succede quasi niente di interessante" dice Delilah facendo una piccola smorfia.

*****

1 anno dopo...

La sveglia suonò facendomi balzare giù dal letto. Mi ritrovo con la testa per terra e i piedi in aria mentre una risata riecheggia per tutta la stanza.

"Non mi stancherò mai di guardare i tuoi risvegli" afferma Delilah avvicinandosi "te ne esci sempre con una posa nuova" dice aiutandomi a ritornare alla normalità.

"Non mi spaventerei così tanto sè questa sveglia non facesse un suono così lugubre" mi lamento sistemandomi i capelli.

"Muoviti, le lezioni stanno iniziando e se non ci sbrighiamo, verremo travolti dalle fan di Axel" dice Delilah buttandomi la divisa. 
Mi do una mossa e dopo pochi minuti siamo già fuori dalla stanza diretti verso l'aula delle lezioni. 
Dopo essermi ambientata in questa accademia, venni a sapere che come in tutte le scuole, anche questa aveva il suo tipico ragazzo popolare, una specie di idolo insomma. Tutte le ragazze erano e sono pazzamente innamorate di lui anche se il ragazzo sembra non accorgersi minimamente di loro. Nonostante l'avvertimento dello zio, in questa scuola non c'è alcun pericolo anzi, è sempre perennemente noioso e monotono. 
Sono talmente in soprappensiero che non mi accorgo di essere andata a sbattere contro qualcuno.

"Oh mi scusi" dico abbassando lo sguardo, imbarazzata. Non ottenendo alcuna risposta alzo lo sguardo e mi affogo negli occhi più gelidi esistenti sulla terra. Sono azzurri ma sembrano fatti di ghiaccio. Indietreggio e mi scuso un'altra volta prima di correre via. Sento i brividi da tutte le parti e la sensazione non è affatto piacevole.

"Dov'eri stata?" mi chiede Delilah mettendosi davanti ai miei occhi.

"Da nessuna parte" rispondo sedendomi al mio posto. La vedo voltarsi con lo sguardo serio ma continuo a non interpellarla, non ho alcuna voglia di parlare. Finite le lezioni esco immediatamente dalla scuola e decido di farmi una passeggiata, ho iniziato male la giornata ma posso finirla bene, spero. Arrivo ai piedi di un albero e senza pensarci sù due volte mi arrampico, godendomi la vista dall'alto. Alla fine, è stato utile vivere nella foresta.

"Axel!! Dove stai andando?" 
Sento una voce femminile richiamare l'attenzione del ragazzo di prima. 
Axel sembra non sentirla e continua a procedere senza votarsi indietro.

"Axel!" urla la ragazza sopraggiungendolo.
Ha i capelli sul biondo completamente falsi e occhi cristallini. Sembra una barbie umana e tenta di nascondere la troia in lei attraverso uno sguardo innocente da vomito.

"Perché non mi hai risposto al telefono? Ero preoccupata per te" dice la ragazza atteggiandosi da perfetta fidanzata.

"Chloe, non siamo fidanzati, quindi fatti gli affaracci tuoi e smettila di tormentarmi" dice il ragazzo sorpassandola.
La ragazza si mette a piangere facendo dei brevi singhiozzi ma dopo pochi secondi è già lì a rinseguirlo, che ragazza patetica.
Scuoto la testa davanti a tale scena e ripenso a me, alla mia famiglia. Pensavo che andarmene di casa mi avrebbe permesso di scoprire chi ero veramente ma non è così. Avevo sempre desiderato, sognato di diventare un licantropo come mia madre ma a quanto pare il destino ha in serbo per me una strada diversa. Dopo aver inspirato a pieni polmoni la fresca aria circostante, scendo giù dall'albero, dirigendomi verso il dormitorio.

"Keira" sento di nuovo e mi blocco all'istante. Mi guardo intorno per capire chi mi sta chiamando ma mi ritrovo solo la faccia di Delilah.

"Keira! Cosa stai facendo qui tutta sola?" mi chiede con una torre di libri davanti a lei.

"Volevo prendermi una boccata d'aria. Tu? Cosa ci fai con quei libri?" chiedo aiutandola.

"Grazie.. Perché ho sti libri? Devo recuperare le materie insufficienti, non sono mica come te che te ne fotti completamente della scuola" risponde sorridendo.
Allargo un falso sorriso per poi dirigerci insieme verso la nostra stanza.

"Comunque, ci conosciamo da un anno ma non mi hai ancora parlato della tua famiglia" dice facendo una piccola smorfia.

"Delilah, non mi va di parlarne" rispondo sincera. Non ho alcuna voglia di dirle che in realtà sono solo una figlia rinnegata dai genitori. Non riesco ancora ad accettarlo completamente. 
Entriamo nella stanza e finalmente metto giù i massicci volumi che avevo portato. Sono davvero pesanti. Delilah mi ringrazia per poi tuffarsi subito sui libri. Sorrido per le espressioni che fa e inizio a sistemare le mie cose. Stavo rimettendo a posto la valigia quando spunta fuori il bastone. Sospiro e la prendo in mano. L'avevo lasciato dentro per tutto sto tempo che me ne sono completamente dimenticata della sua esistenza.

"Cos'è?" chiede Delilah alle mie spalle facendomi sobbalzare.

"Ehm.. non è niente.. Un piccolo ricordo" rispondo rimettendolo via.

"Uffa.. Perché sei così riservata" si lamenta incrociando le braccia al petto. Sorrido davanti alla sua buffa faccia e le disordino i capelli con le miei mani.

"Torna sui tuoi amati libri" dico spingendola verso la scrivania. 
Ritorno davanti al mio letto per poi sentire degli occhi addosso. Mi guardo attorno un'altra volta ma non trovo nessuno che mi guarda. Sento dei brividi salirmi sù per la spina dorsale e scorgo una figura fuggitiva vicino alla finestra. 
Il battito del cuore comincia ad accelerarsi e mi avvicino lentamente alla finestra, tenendo la mano sul petto per assicurarmi se il cuore batte ancora o no.
Guardo oltre la finestra senza trovare niente poi d'un tratto appare sul vetro della finestra la stessa donna di prima che mi sorrideva.
La fisso per poi scorgere qualcosa tra le labbra.. sono canini appuntiti.
Sgrano gli occhi ed indietreggio per l'orrore.

"Keira" esclama di nuovo prima di scompare ancora una volta.

 
Il libro è presente pure su wattpad, passate pure e non dimenticate di accendere qualche stellina

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