Capace di uccidere?

di Meramadia94
(/viewuser.php?uid=166895)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scoperta del sospetto ***
Capitolo 2: *** Un ottimo sospettato ***
Capitolo 3: *** Le prove aumentano ***
Capitolo 4: *** Unica nel suo genere ***
Capitolo 5: *** Una terribile possibilità ***
Capitolo 6: *** Disperazione ***
Capitolo 7: *** La situazione precipita ***
Capitolo 8: *** Risposte che sollevano altre domande ***
Capitolo 9: *** Passaggio di testimone ***
Capitolo 10: *** I tre sospetti ***
Capitolo 11: *** Punto di partenza ***
Capitolo 12: *** Innocente o colpevole? ***
Capitolo 13: *** Cercando la verità ***
Capitolo 14: *** L' Aggressore della Buonanotte ***
Capitolo 15: *** Fantasmi ***
Capitolo 16: *** Il confronto ***
Capitolo 17: *** Un po' di quiete ***
Capitolo 18: *** Il risveglio ***
Capitolo 19: *** Uno strano comportamento ed una lettera ***
Capitolo 20: *** Ti salverò ***
Capitolo 21: *** La partita non è finita ***
Capitolo 22: *** Alla ricerca di prove ***
Capitolo 23: *** La collana scomparsa ***
Capitolo 24: *** L'ultimo tassello ***
Capitolo 25: *** Tenere il punto ***
Capitolo 26: *** L'ultima corsa ***
Capitolo 27: *** La fine di tutto ***



Capitolo 1
*** La scoperta del sospetto ***


~'' La vittima si chiamava Yuky Sakawa, anni 19, originaria della città di Kyoto secondo i documenti rinvenuti sulla scena del crimine...''- fece l'ispettore Megure riferendo i dettagli del caso al detective Goro, rivolgendosi così inconsciamente anche a Conan/ Shinichi.
La polizia mortuaria stava portando via il cadavere proprio in quel momento: ragazza sui vent'anni, occhi chiari, capelli castani, carnagione olivastra che iniziava a diventare color cenere, vestita in modo elegante, come se la sera prima fosse andata ad una festa.
E con una ferita lasciata da un corpo contundente nello stomaco.
'' Secondo il medico legale, la vittima è deceduta tra le 21.00 e le 22.00 di ieri sera...''- fece rapporto l'agente Miwako Satou -'' e ha impiegato almeno venti minuti per spegnersi. A quanto pare il colpo le ha trafitto l'intestino.''
Ran rabbrividì a quella rivelazione e guardò la ragazza che ormai era chiusa in una sacca per cadaveri... per quello che ne sapeva, quella ragazza sarebbe potuta essere una sua compagna di scuola, una studentessa del liceo Teitan, persino una ragazza che stava vagliando l'ipotesi di iscriversi al suo club di karate.
C'era qualcosa di profondamente ingiusto a quel mondo se una ragazza della sua età finiva sul tavolo dell'obitorio...
Conan si rese conto di cosa stesse pensando la giovane e subito le si portò vicino per stringerle la mano, nel tentativo di confortarla un poco.
Ran gli sorrise con aria sollevata.
Che fortuna averlo accanto...
'' Potrebbe trattarsi di un omicidio per rapina?''- ipotizzò il detective Goro.
Megure dissentì.
'' No, questo lo escluderei...''- spiegò il poliziotto-'' accanto al corpo c'era la borsa della vittima con il portafoglio, il cellulare ed i suoi documenti, quindi non è stata una rapina. Potrebbe trattarsi di un accoltellamento casuale o di una  discussione finita male...''
'' Scusate...''- fece il piccolo detective -'' Secondo voi, cosa ci faceva la vittima così lontana da casa?''
In fin dei conti, Yuky veniva da Kyoto ed era stata trovata nelle vicinanze di un albergo del quartiere di Beika e da quel che era risultato dalle indagini preliminari, i suoi genitori erano ancora nella sua città d'origine... che cosa ci faceva una ragazza così giovane, così lontana da casa e tutta sola?
'' Forse credo di aver capito...''- fece l'agente Takagi avvicinandosi con una busta per le prove in cui era contenuto un pezzo di carta colorato ed un badge plastificato -'' In questi giorni a Tokyo si tiene un concerto... suona una band molto apprezzata dal pubblico giovanile. Ho trovato sia il biglietto che il pass per il backstage in una delle tasche interne della borsa, immagino fosse venuta qui per assistere al concerto...''
'' Poveretta, non immaginava certo che assistere alla perfomance dei suoi idoli le sarebbe costato la morte.''- commentò il detective Goro.
Conan gli lanciò un'occhiata d'intesa. Però c'era una cosa che non gli tornava... il cadavere era stato rinvenuto sul retro dell'albergo, vicino ai cassonetti della spazzatura.
Cosa ci faceva la vittima in un posto del genere e per giunta vestita in maniera così elegante?
Doveva aver avuto un ottimo motivo per recarsi in un posto così polveroso, unto e sporco pur essendo vestita elegantemente, tacchi a spillo ed un trucco paragonabile a quello di un' attrice.
Di certo per incontrare qualcuno... e doveva essere una persona che conosceva bene, di cui si fidava e che riteneva incapace di farle del male.
Si domandava chi potesse essere... da quel che aveva capito, la vittima si trovava in città per un evento musicale e non conosceva nessuno in città.
La sua attenzione venne attirata da alcune macchie di sangue che si allontanavano dal corpo della vittima e che si dirigevano verso la strada.
Con tutta probabilità la vittima aveva capito di trovarsi in pericolo, era riuscita a portar via al suo carnefice il coltello o qualunque cosa fosse l'arma usata nell'omicidio e con le ultime energie era riuscita a ferirlo.
E poi questo era fuggito, confondendosi tra la folla e portando con sè l'arma del delitto.
Sarebbe bastato fare una ricerca negli ospedali per trovare una persona con una ferita compatibile con quella trovata sul corpo della vittima, per avere un primo sospettato.
Ma quello che la squadra investigativa ed il piccolo detective non potevano immaginare, era quanto sarebbe stato traumatico scoprire l'identità del potenziale assassino.

'' Ispettore...''- fece Shiratori interrompendo la riunione in corso tra l'ispettore Megure, gli agenti Sato e Takagi ed il detective Goro con la sua famiglia -'' sono arrivati i risultati della scentifica.''
'' Ah bene...''- commentò l'ispettore a capo delle indagini -'' il nostro assassino si è lasciato sfuggire qualcosa?''
'' Io penso che potremo parlare di un' assassina.''- commentò Shiratori.
'' Sta dicendo che è stata una donna ad uccidere la vittima?''- chiese conferma Ran.
Shiratori annuì e poi iniziò a spiegare.
'' Sul luogo del delitto sono state trovate alcune tracce ematiche. La maggior parte appartengono alla defunta, ma ve n'è una piccola parte che non apparteneva alla vittima... il DNA  non è schedato, ma hanno isolato una coppia di cromosomi X nel sangue... la seconda persona presente nel vicolo dove si è consumato il delitto, è sicuramente una donna.
Inoltre, sotto le unghie della vittima hanno trovato dei frammenti di pelle il cui DNA corrisponde alla seconda traccia ematica trovata sulla scena del delitto.''
'' Proprio come sospettavo...''- borbottò tra sè e sè il piccolo detective. Eppure qualcosa non tornava... la dinamica era chiara con gli elementi che avevano a disposizione e rintracciare il killer non sarebeb dovuto essere così complicato visto che era ferito... ma era tutto troppo semplice e sentiva che c'era qualcosa di sbagliato...
'' E' tutto chiaro...''- borbottò Goro -'' L'assassina ha pugnalato la povera Yuky, ma questa negli ultimi venti minuti che ha passato su questa terra ha trovato la forza di aggrapparsi alla sua assassina con così tanta foga da graffiarla e cercando di fargliela pagare l'ha pugnalata.''
Eppure era strano... Yuky era in condizioni praticamente critiche, strano che avesse avuto la forza di strappare il coltello dalle mani della sua assassina per colpirla.
C'era qualcosa di poco chiaro, ora che ci pensava con più attenzione.
'' Inoltre...''- aggiunse Shiratori -'' pare che l'assassina sia stata ripresa mentre fuggiva.''
Fu un fulmine a ciel sereno.
'' Abbiamo la faccia delle sospettata?''- chiese l'agente Sato.
Shiratori annuì.
'' Si. La telecamera fuori dall'albergo ha ripreso una donna che si allontanava dalla scena del crimine in tutta fretta, con qualcosa che somigliava ad un coletto mentre cercava di nasconderlo nella borsa e pare avesse un braccio ferito.''- nel dir così tirò fuori il fotogramma in cui ( almeno supponevano) era stata immortalata l'assassina.
Si trattava di una giovane sui diciotto anni, capelli color castagna sistemati in una treccia ed occhi color cioccolato, carnagione olivastro scuro.
Indossava un paio di stivaletti neri con un lieve accenno di tacco, jeans a pois, un maglione bianco ed una giacca rossa.
Come predetto dall'ispettore Shiratori la donna in questione stava mettendo qualcosa in borsa ed aveva un braccio ferito.
Il fotogramma era stato ingrandito e reso molto visibile, in modo da dare agli investigatori una visione perfetta della faccia della donna ritratta nel filmato.
Takagi si avvicinò al collega per vedere meglio la sospettata... e quasi ebbe un infarto.
Divenne pallido come un cadavere ed i suoi occhi vitrei per l'incredulità.
'' L'orario corrisponde con quello del delitto...''- commentò Megure osservando il fotogramma, ma non portò mai a termine la frase in quanto si era accorto che uno dei suoi sottoposti non aveva propriamente quel che si dice '' Un ottimo aspetto''.
Anche gli altri presenti se ne resero conto.
'' Che cos'hai, non ti senti bene?''- fece Sato portandosi vicino al fidanzato con un'espressione preoccupata sul viso.
Takagi non rispose limitandosi a fissare ininterrotamente la foto.
Iniziò a traballare all'indietro, finendo a sedere sulla sedia presente nella stanza.
'' Takagi!''- gridarono all'unisono i poliziotti, i due ragazzi ed il detective.
'' Ti prego, dì qualcosa...''- lo implorò Sato.
'' Vado a prendergli un po' d'acqua, gli farà bene...''- fece Shiratori correndo fuori dalla stanza per ritornare poco dopo con un bicchere di plastica.
Takagi la buttò giù tutta in un fiato.
'' Non è possibile... non ci credo, non può essere vero...''- borbottò il poliziotto riferendosi al fotogramma.
Conan ebbe un' illuminazione.
'' Conosci la ragazza della foto, non è vero?''
Il poliziotto sospirò prima di rispondere.
'' Il suo nome è Sakura e ha diciotto anni. La conosco perchè è mia sorella minore.''
Sui presenti calò il silenzio.
La sorella di Takagi era la principale sospettata in un omicidio.
Solo che nessuno di loro poteva crederlo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un ottimo sospettato ***


~Takagi ci mise circa mezz'ora per riuscire a metabolizzare il fatto che sulla lavagna dove in genere segnavano le informazioni di rilievo per un omicidio, ci fosse la foto di sua sorella Sakura sotto la scritta '' SOSPETTATO'', ed in quella mezz'ora non aveva fatto altro che telefonare alla ragazza per avere una qualche notizia.
Sperava che gli rispondesse e gli dicesse che aveva una spiegazione, che non era stata lei... ma il telefono della ragazza sembrava morto.
Parola inappropriata dato il guaio in cui sua sorella si trovava al momento, ma era l'unica che rendesse bene la situazione.
'' E' inutile...''- fece l'ispettore Megure dandogli una pacca sulla spalla, mentre Takagi si accingeva a fare il sesto tentativo -'' non risponderà.''
Takagi sospirò, rassegnato.
Purtroppo era così.
'' Takagi...''- intervenne Sato con aria addolorata in viso -'' Tu... avevi idea del fatto che Sakura fosse a Tokyo e da quanto tempo, in quel caso?''
L'interpellato scosse la testa in un cenno di diniego.
'' Non lo sapevo. Non avevo idea che fosse a Tokyo...''- perchè non glielo aveva detto, benedetta figliola?
Le aveva parlato due giorni prima, le aveva chiesto se stava bene e cosa stava facendo e l'unica cosa che gli aveva fatto sapere era di star preparandosi per i test di ammissione all'università.
Non gli aveva detto che sarebbe venuta a Tokyo... in quel caso, indipendentemente dal motivo, avrebbe fatto in modo che stesse da lui ed impedito che si trovasse in questo pasticcio.
Eppure c'era qualcosa che non gli quadrava... sua sorella era stata sempre un tipo molto prudente, stava ben attenta a non cacciarsi nei guai, com'era possibile che fosse coinvolta in un omicidio?
La sua testa gli diceva che c'era senz'altro un modo per spiegare tutto, ma troppi elementi convergevano contro di lei. La sua presenza sul luogo del delitto nell'orario in cui la vittima spirava, lei che veniva ripresa con l'arma del delitto in mano mentre tentava di nasconderla, il fatto che malgrado avesse un braccio ferito non si fosse recata in ospedale per ricevere cure mediche adeguate... ed il fatto che anche se si fosse trovata in quel posto come testimone non si era ancora messa in contatto con la polizia, o quanto meno con lui...
Conan fissava un attimo la lavagna, un attimo l'amico poliziotto.
Avrebbe voluto dire che sua sorella era innocente e che era tutto un gigantesco equivoco, ma prima di dirlo avrebbe dovuto avere a sua disposizione almeno un indizio che potesse giustificare tale affermazione.
Cosa che al momento non aveva in mano.
C'era tutto quel che serviva alla polizia per formulare un' accusa.
In quel momento arrivò l'agente Chiba, che era stato precedentemente inviato dall'ispettore Megure all'hotel dove la vittima aveva alloggiato nel suo ultimo giorno di vita alla ricerca di informazioni.
Quando gli era stato riferito che stavano indagando sul coinvolgimento della sorella del suo collega ed amico gli era venuto quasi da chiedere se per caso non lo stessero prendendo in giro, ma alla fine...
Lo guardò con aria addolorata.
L'idea di dover riferire ciò che aveva scoperto non lo riempiva certo d'orgoglio, soprattutto per il fatto che non l'avrebbe scagionata.
'' Sakura è stata vista per l'ultima volta in albergo circa una mezz'ora prima dell'orario in cui è stato commesso l'omicidio. Poi è uscita a passo svelto e da quel momento l'unica volta che la si vede è quando la telecamera la immortala mentre si allontana dalla scena del crimine.''- fece Chiba abbassando gli occhi, tristemente -'' Mi dispiace, Takagi.''
Malgrado la paura, anzi il terrore e la preoccupazione, che albergavano nel suo cuore il poliziotto trovò la forza di sorridere per rincuorare l'amico.
Non era colpa sua se gli eventi avevano preso questa piega... non era mai colpa loro. Loro si limitavano a scoprire quali dinamiche umane avevano portato ad un omicidio.
'' Però...'' tentò Ran -'' non è detto che sia lei la responsabile del delitto... magari ha solo trovato il corpo...''
'' Ma se davvero è andata così...''- intervenne Goro -'' perchè non ha chiamato i soccorsi e non si è messa in contatto nemmeno con suo fratello? Perchè è scappata e non si fa vedere ne sentire?''
Conan dovette convenire con ogni sua parola.
Ammettendo anche che la sorella di Takagi avesse avuto la sfortuna di trovarsi sulla scena di un delitto, il minimo da fare sarebbe stato avvertire la polizia o chiamare un'ambulanza... invece erano quasi sedici ore che di lei non si avevano notizie ed il corpo era stato trovato da un lavapiatti che andava a gettare la spazzatura quel mattino presto ed era lui che aveva chiamato la polizia.
'' Scusa Takagi, ti risulta che Sakura e la vittima si conoscessero?''- chiese il piccolo detective.
Il poliziotto parve riscuotersi dai suoi pensieri e fece mente locale per ricordare se per caso tra le amiche della sorella ci fosse la vittima.
'' Non credo a dire il vero...''- rispose il poliziotto -'' Sakura non faceva molta vita sociale, anzi. Eravamo io ed un paio di sue compagne di scuola a trascinarla fuori casa.''
A quel punto Chiba s'intromise.
'' A dire il vero, io penso proprio che si conoscessero ed anche bene.''- fece il poliziotto -'' Alla reception hanno detto che hanno preso una camera doppia  insieme e che sono arrivate nel pomeriggio di ieri.
E pare anche che abbiano avuto una lite, la sera stessa, poco prima che Yuky fosse assassinata.''
Takagi si alzò lentamente dalla poltrona come se fosse in trance.
'' Come sarebbe a dire una lite...?''
Chiba annuì.
'' Sì. Yuky ha chiamato al loro tavolo, mentre cenavano, il concierge dell'albergo e gli ha chiesto se per caso conoscesse un locale o una discoteca  dove poter andare dopo aver finito di cenare... gliene aveva consigliato uno, ma tua sorella ha detto che avrebbe preferito astenersi.''
'' E come mai?''- chiese l'agente Sato.
'' Se volete posso spiegarvelo io...''- commentò l'agente Takagi -'' Sakura non ha mai amato le discoteche. C'è andata un paio di volte per delle feste di compleanno, ma dopo quasi dieci minuti dice di dover uscire per un po' perchè il volume della musica, le luci ed il fumo le fanno venire il mal di testa... francamente io dubito che sia venuta sino a  Tokyo per un concerto.''
'' Può darsi...''- fece Chiba -'' ma non è l'unico motivo per cui voleva disertare la serata... Yuky le ha chiesto come mai non volesse andare, e come motiviazione ha detto di avere un fratello maggiore che lavorava a Tokyo e che non l'aveva avvertito del suo arrivo, perchè voleva fargli una sorpresa e che probabilmente, dato che abitava lontano dal loro albergo gli avrebbe chiesto di lasciarla dormire da lui.''
I presenti non poterono evitare di pensare che la sorpresa era perfettamente riuscita sebbene non fosse quello il modo in cui Sakura intendeva metterla in atto.
'' E a quel punto le due ragazza hanno litigato?''- chiese l'ispettore Megure.
'' Esatto.''- fece Chiba -'' La vittima si è messa ad insistere di voler andare a quel locale, di essere venuta per divertirsi e per un evento musicale, che avrebbe avuto un'altra occasione per vedere suo fratello... Sakura allora ha abbandonato la sala da pranzo dicendole di essere venuta per farle compagnia, ma che non ne poteva più di assecondare i capricci di una una bambina viziata. Da allora nessuno l'ha più vista.''
Conan aveva iniziato a rimuginare.
Da quel che era emerso finora Sakura sembrava essere coinvolta nell'omicidio sino alla punta dei capelli, eppure qualcosa gli diceva che era innocente.
'' Se avesse programmato di uccidere la vittima questo spiegherebbe perchè ha detto davanti al concierge e ad altri testimoni che quella sera aveva in programma di passare da suo fratello e di trattenersi lì per la notte... ma Takagi ha detto che non sapeva niente del fatto che Sakura fosse in città... perchè non ha portato il suo alibi fino in fondo?''
'' A questo punto è chiara la dinamica dei fatti, no?''- fece l'ispettore Shirtori attirando su di sè l'attenzione dei colleghi e dei visitatori presenti.
'' Con tutta probabilità, non era la prima volta che la vittima cercava di imporsi su Sakura costringendola a rivedere i piani per assecondare i suoi, ma magari stavolta Sakura ha perso le staffe e...''
Takagi scattò in piedi battendo le mani sul tavolo.
'' Spero che tu stia scherzando!!! Mia sorella non farebbe del male ad una mosca!!!''
Takagi aveva assunto un'espressione così aggressiva che Shiratori stesso si mise sulla difensiva.
'' Mi dispiace Takagi, ma è la cosa che più si avvicina alla verità... lo hai detto tu: a tua sorella non piaceva andare in discoteca o in posti in cui il volume della musica era troppo alto, però è venuta in città in occasione di un concerto.
Quasi certamente non era la prima volta che a Sakura saltava la mosca al naso a causa del carattere della vittima, non è così stupido pensare che in raptus di rabbia Sakura abbia perso la testa. E come se non bastasse, è dall'ora dell'omicidio che nessuno l'ha più vista nè sentita... tu puoi confermarlo, non è vero?''
Takagi trattenne un ringhio di disperazione e poi confermò l'ultima affermazione di Shiratori -'' Confermo quanto affermato in precedenza. Ho saputo della presenza di Sakura in città solo questa mattina.''
'' Scusate''- fece il piccolo detective -'' ma qualcosa non torna. Anche ammettendo che Sakura sia colpevole, e che abbia agito in preda ad un raptus, perchè non ha sfruttato l'alibi che si era creata?''
I presenti si voltarono a guardarlo.
'' Sakura poco prima del litigio aveva detto davanti a dei testimoni che sarebbe andata a trovare il fratello e che avrebbe passato la notte da lui, quindi un alibi ce l'aveva.
Perchè non l'ha sfruttato? E' la sorella di un poliziotto, avrebbe dovuto sapere che dato che aveva litigato con la vittima, avremmo indagato nei loro rapporti e che avremmo scoperto che non erano sempre rose e fiori, e quindi avrebbe cercato di costruirsi un alibi. E soprattutto sarebbe stata più attenta a non farsi vedere mentre fuggiva.''
'' Ha senso in effetti...''- borbottò Sato prendendo in esame ogni parola pronunciata dal bambino, ma questo non spiegava come mai non avesse ancora avvertito la polizia o come minimo suo fratello.
'' Magari non era il suo intento ucciderla...''- propose Shiratori -'' Magari voleva solo farle male, e quando si è trovata davanti alla consapevolezza di averla uccisa è andata nel panico, dimenticando di avere la possibilità di salvarsi con un alibi confermato dalla polizia e che probabilmente qualcuno poteva vederla... non è raro che un assassino commetta un errore soprattutto se la cosa non era programmata...''
'' SAKURA NON E' UN'ASSASSINA!!!''- Takagi gridò così forte che tutti gli occupanti della stanza si voltarono per vedere cosa fosse successo.
Shiratori capì di aver leggermente esagerato usando il termine '' assassino'' per rivolgersi alla sorella del collega.
Wataru Takagi era conosciuto da tutti come una persona di indole mite e tranquilla, e per questo la maggior parte delle volte veniva preso a benvolere dai colleghi ( eccetto quando questi ritenevano si prendesse un po' troppa confidenza con l'agente Sato), ma l'espressione che aveva sul volto in quel momento tradiva il ritratto che lo aveva sempre distinto tra tutti.
'' E comunque, questo è il momento in cui ci focalizziamo sulla vittima, su chi era, chi poteva avere dei motivi per odiarla e cosa l'ha portata a morire proprio in quel posto.''- sbottò l'agente.
Per un breve attimo, Chiba ebbe il timore che il collega avrebbe azzannato alla gola l'ispettore Shiratori e si frappose fra i due per tentare di calmare l'amico.
'' Takagi, capisco il tuo punto di vista...''- fece Megure -'' ma anche tua sorella, purtroppo rientra nella lista dei sospetti.''
'' Ma...''
'' Indagheremo in ogni direzione, fosse una pista che porta a dei problemi di denaro e droga o ad un pretendente respinto, ma anche le ostilità tra amiche devono essere prese in seria considerazione. Con il tuo permesso, vorrei mettere il tuo cellulare e la linea fissa sotto controllo. E se per caso prova a contattarti, te ne prego... avvertici.''
Dopo quell'ultima imposizione, che pareva più un consiglio, Takagi non disse più nulla e senza nemmeno chiedere il permesso si allontanò dall'ufficio con il passo tipico di una marcia funebre.
Megure non disse nulla ne tentò di fermarlo, capendo perfettamente come il detective si sentisse in quel momento, ma anche se avesse provato a fermarlo Takagi avrebbe ignorato ogni parola e continuato per la sua strada.
Non riusciva davvero a credere a quello che era accaduto... sua sorella era il sogno di ogni PM in quel momento. Iin possesso dell'arma del delitto, ripresa all'orario del delitto mentre si allontanava dalla scena del crimine, il suo DNA sotto le unghie della vittima, non andava sempre d'accordo con la vittima, avevano litigato poco prima della disgrazia ed in capo a due ore, quasi sicuramente, sarebeb stata dichiarata fuggitiva.
Avrebbe dovuto chiamare sua madre ed avvertirla di quanto era accaduto... ma avrebbe significato metterla in allarme e provacarle un infarto, quasi certamente.
Possibile che la sua sorellina fosse capace di uccidere per uno sgarbo?
Impossibile, se così fosse stato allora con tutti i dispetti che le avevano fatto da piccola a scuola, a quest'ora sarebbe stata in carcere per pluriomicidio.
Si era cacciata senza volerlo e soprattutto senza accorgersene in qualcosa di troppo grande per lei ed aveva paura di chiedere aiuto... doveva trovarla, ascoltare la sua versione e convincerla a dirlo ai suoi superiori.
Era l'unico modo per aiutarla.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Le prove aumentano ***


~Le analisi effettuate sui frammenti di pelle ritrovati sotto le unghie della vittima non lasciarono più dubbi.
Il DNA corrispondeva in parte con quello di Takagi, ma confrontandolo con un capello rinvenuto sulla spazzola che Sakura aveva portato con sè e lasciato in albergo...
Sakura pareva essere la killer che stavano cercando.
Solo che Takagi non ci credeva.  Sua sorella era in genere una persona affabile e gentile con tutti, certo a volte come tutti gli esseri umani era preda di sentimenti negativi... ma in quei casi affrontava chi le stava sulle scatole ed aggrediva il malcapitato a parole, non a coltellate.
Ma c'erano molti fattori che non gli tornavano... ad esempio, cosa ci faceva sul retro dell'albergo all'ora del delitto? E perchè non lo aveva ancora contattato?
Guardò il cellulare per l'ennesima volta in quel quarto d'ora in cu iera rimasto seduto al tavolino di un cafè di Beika, ma ancora nessuna notizia della sorella scomparsa.
'' Signore, le porto qualcosa?''- gli chiese per la terza volta il cameriere.
'' No, la ringrazio, non voglio...''
'' Che ne dici di una cioccolata?''- Takagi guardò davanti a sè e vide immediatamente il piccolo Conan seduto al suo stesso tavolo.
'' E tu che ci fai qui?!?''- fece il poliziotto con gli occhi sgranati.
'' Io ti consiglio una cioccolata calda. Piace a tutti e qui la fanno davvero buona.''- fece ancora il piccolo detective.
Takagi sorrise.
In fin dei conti... era un peccato occupare un tavolo senza un motivo valido apparentemente.
'' D'accordo... per cortesia, mi porta due cioccolate con panna?''
Il cameriere si affrettò a segnare l'ordine sul taccuino e tornò all'interno del cafè.
'' Conan che ci fai qui?''
'' Beh, ero preoccupato per te... sei andato via più morto che vivo...''- e non era una cosa strana. In fin dei conti, aveva scoperto quasi per caso che sua sorella era implicata in un omicidio e risultava non raggiungibile -'' T u invece? Come mai sei qui?''
'' Beh...''- tentò Takagi -'' mi andava di prendere un caffè...''
'' Non è vero.''- lo contraddì Conan -'' Se fosse solo quello il motivo non saresti certo venuto in un cafè così distante dalla centrale di polizia, dove tra l'altro ci sono dei distribuitori automatici di caffè e bevande in lattina.
Inoltre è un po' che ti osservo e so che stai occupando un tavolo da quindici minuti mandando via il cameriere che per due volte è venuto a chiederti se volevi ordinare qualcosa.''
Takagi sospirò rassegnato.
Inutile, quel bambino era troppo sveglio per mentirgli... certe volte aveva come la sensazione che quel ragazzino non fosse un bambino normale...
Sveglio, acuto, intelligente, notava dettagli che spesso a loro sfuggivano... una volta era persino arrivato ad ipotizzare che quel ragazzino nascondesse un qualche segreto che per qualche motivo non poteva rivelare... alla sua età, l'unico grande segreto che aveva era quello di aver rotto un vaso mentre giocava in casa e di aver nascosto i pezzi sotterrandoli in un parco dove andava a giocare con i compagni di scuola.
'' C'è un motivo, se hai scelto proprio questo bar... con tutti quelli che hai superato venendo dalla centrale?''- insistè il bambino con fare pedante.
Alla fine sospirò -'' Io e Sakura ci venivamo sempre... ogni tanto capitava che venisse a trovarmi e venivamo sempre in questo cafè, per prendere qualcosa.
Inoltre, ci portava spesso mio padre quando venivamo qui tutti insieme per le vacanze estive.''
Per questo era andato proprio lì.
Quello era un posto in cui era facile che la sorella si presentasse, magari per prendere qualcosa da mangiare o da bere, o anche solo per usare un bagno.
Aveva pensato che se vi si fosse piazzato per un po', magari sarebeb stato fortunato abbastanza da riuscire a vederla ed avrebeb avuto una scusa per avvicinarla, parlarle e convincerla ad andare con lui alla polizia.
'' A proposito, non te l'ho mai chiesto... di cosa si occupano i tuoi?''
Takagi sospirò, stavolta malinconico e nostalgico -'' Mio padre era il proprietario di un piccolo maneggio a Kyoto che gestiva assieme a mia madre. Purtroppo quando io e Sakura avevamo la tua età e quella di Ran, nostro padre si è ammalato di un cancro al sangue e lo abbiamo perduto in poco più di un mese. Da allora è mia madre a mandare avanti il maneggio.''
Ed al capezzale di suo padre, aveva fatto una promessa. Essere il punto di riferimento maschile nella vita della piccola Sakura che non aveva nemmeno otto anni all'epoca dei fatti.
Non fu un grande impegno di cui farsi carico, perchè già da prima della malattia del padre, a causa del lavoro che assorbiva completamente i genitori si occupava di fare da baby sitter alla sorellina. Prepararle da mangiare, aiutarla a fare i compiti, e starle vicino...
Quando poi suo padre era morto, le era stato vicino più che mai, dandole sempre il buon esempio, insegnandole a decidere sempre per la cosa che sembrava più giusta... ricordava ancora il giorno che si era diplomato all'accademia di polizia.
Sakura era euforica ed orgogliosa del suo '' fratellone'', come lo chiamava sempre.
'' Io non posso credere che Sakura abbia davvero accoltellato una sua amica... per un piccolo disaccordo, poi...''
Conan parve convenire con lui.
Appena arrivato sulla scena del delitto aveva notato un particolare.
Sul retro dell'hotel, ovvero sulla scena del crimine, vi erano delle scale anti-incendio.
Per quanto potesse Sakura essere sconvolta e spaventata per quello che aveva fatto, era pur sempre la sorella di un poliziotto. Quindi sapeva bene cosa fare per non essere messa nel mirino d'azione della polizia.
Il fatto che fosse venuta in città per un concerto che tra l'altro non le interessava, lasciava presagire che avesse accompagnato la vittima con il preciso scopo di liberarsi di lei e pareggiare qualche conto...
Ma in quel caso sarebbe stata più fredda, invece di farsi prendere dal panico. Avrebbe potuto usare le scale anti-incendio per andare e venire dalla scena del crimine e simulare una rapina finita male, per poi passare la nottata a casa del fratello poliziotto, costruendosi così un ottimo alibi.
Ed avrebbe fatto in modo che l'omicidio avvenisse in ben altro luogo... no, c'erano troppe cose che non tornavano.
In compenso, c'erano molte cose che la condannavano.
'' Non preoccuparti, sono certo che c'è un valido motivo se non si è ancora fatta sentire. Ma lo farà. E molto presto.''
Takagi sorrise rincuorato.

'' Riconosci qualcosa?''- chiese Sato mostrando all'amato, rientrato in centrale con Conan, il trolley da viaggio in cui erano presenti gli effetti personali di Sakura.
Vestiti, borsa con le medicine e per l'igiene, fotocopie dei documenti, qualche romanzo poliziesco... tutto ancora perfettamente in ordine.
'' Sì, sono le cose di Sakura... alcuni di questi vestiti li indossava spesso.''- confermò il poliziotto.
'' Purtroppo, da questa perquisizione, sono emersi nuovi elementi incriminatori contro tua sorella...''- che Megure ricordasse non era mai stato così difficile comunicare i risvolti di un'indagine come in quell'occasione -'' Takagi, sono desolato... ma è necessario diramare un bollettino contro Sakura.''
Takagi impallidì a quelle parole. Se lo aspettava, ma non lo aveva mai creduto veramente possibile -'' Cosa?!? Ma è assurdo... lei non può credere che per uno stupido battibecco...''
A quel punto intervenne Shiratori, anch'egli con un'espressione addolorata e mesta in volto.
Vero, lui e Takagi in passato erano stati rivali in amore, prima che Shiratori scoprisse che aveva scambiato l'agente Sato con il suo primo, vero ed unico amore, ovvero Sumiko Kobayashi, e questa sua rivalità lo aveva portato a lanciargli spesso delle frecciatine avvelenate, mettergli contro la prima squadra investigativa e spesso a rompergli le uova nel paniere... ma malgrado tutto questo, lo aveva sempre considerato un ottimo poliziotto ed una bravissima persona.
'' Mi dispiace Takagi, ma purtroppo abbiamo trovato diversi messaggi ed e-mail nel portatile della vittima... e pare che quel battibecco alla sala ristorante dell'albergo non fosse il primo. E con tutta probabilità, nemmeno sarebbe stato l'ultimo.''
'' Ma questo è ridicolo... le liceali litigano di continuo, ma poi fanno sempre pace.''- cercò di difenderla il giovane agente -'' Ispettore, le giuro su quel che vuole, che mia sorella non è tipo da portare rancore per delle sciocchezze da adolescenti.''
'' Ti crediamo Takagi, ma stavolta non si trattava di un battibecco tra ragazzine...''- fece Megure -'' Ma venire usati come guardiano, essere il motivo per cui i genitori danno il permesso ad un'amica di andare in un'altra città e poi sentirsi dire che non puoi nemmeno fare una visita ad un parente, fa arrabbiare. E molto.''
'' Di cosa state parlando, non capisco...''- fece il poliziotto.
Stavolta fu Sato a prendere la parola.
'' Abbiamo chiamato i genitori di Yuky per avvertirli del fattaccio, stanno venendo qui per il riconoscimento.''- spiegò la bella poliziotta -'' Non abbiamo riferito che Sakura potrebbe essere coinvolta nel delitto per non agitarli... ma ci hanno riferito un particolare interessante. Hanno detto che la loro figlia amava divertirsi e fare le ore più impossibili, che a volte commetteva delle imprudenze in nome del divertimento... e le avevano vietato di venire a Tokyo per il concerto.''
'' Però alla fine è venuta lo stesso.''- fece notare Conan.
Shiratori annuì.
'' Sì, perchè le hanno detto che avrebbe avuto il permesso solo se fosse stata accompagnata da una persona seria e responsabile e che avrebbe fatto in modo che non si cacciasse troppo nei guai. E qui entra in scena Sakura.''- spiegò l'ispettore.
'' Prima di questa gita a Tokyo, Yuky non avesse chiesto a tua sorella di uscire per due mesi. Di rimando, quando era Sakura a chiederle di fare qualcosa insieme, Yuky asseriva di aver preso un impegno improrogabile.''
'' Quindi, in poche parole...''- fece Conan -'' Sakura non era con lei in veste di amica, ma come guardiano e controllore.''
Megure annuì, per poi lasciare di nuovo la parola a Sato.
La poliziotta riprese da dove aveva interrotto-'' I genitori di Yuky hanno detto che Sakura, alla proposta era entusiasta.
Sia perchè Yuky avesse pensato proprio a lei per andare a Tokyo, sia perchè aveva una scusa per fare visita a suo fratello maggiore...''
'' Per farla breve...''- chiuse Shiratori -'' Yuky non ha chiesto a Sakura di accompagnarla perchè la considerava la sua amica del cuore... dalle mail inviate dalla vittima, pare che l'abbia chiesto a lei perchè tra le loro coetanee ed amiche...''- aveva un po' di timore ad usare quelle parole davanti al collega, memore di come aveva reagito quando aveva usato il termine '' assassino'' per riferirsi a Sakura, ma stavolta aveva l'attenuante di star citando la vittima -'' Era l'unica che corrispondeva alla descrizione della noiosa ammazzaserate.''
Noiosa ammazzaserate, pensò Takagi con un moto di rabbia... solo perchè si divertiva in modo diverso dalle sue coetanee e perchè era sempre stata una ragazza responsabile.
'' Beh, non è detto che Sakura fosse a conoscenza di questo dettaglio...''- tentò ancora Takagi.
Megure dovette contraddirlo.
'' Mi dispiace Takagi, ma temo proprio che lo sapesse...''- fece il suo superiore -'' Avevano un computer in due e poco prima dell'omicidio tua sorella l'ha usato per spedire una mail a vostra madre e ad una sua amica...''
Quindi, Sakura avrebbe potuto benissimo sbirciare nelle mail della sua '' amica'', magari aveva trovato una mail in cui la vittima l'aveva praticamente dipinta come una '' ruota di scorta''  e la cosa quasi certamente non le aveva fatto piacere. Aveva chiamato la vittima per affrontarla, avevano iniziato a parlare, poi le cose erano degenerate, Sakura non ci aveva visto più... e le cose erano finite male.
Persino il piccolo detective per un attimo arrivò a credere che la sorella dell'agente Takagi fosse davvero colpevole di quel delitto.
Era una ricostruzione convincente, purtroppo.
'' No, non è vero, non ci credo, non è possibile...''- fece Takagi sempre più agitato.
Sato si avvicinò all'amato per cercare di abbracciarlo e magari calmarlo, ma il giovane si scostò, per poi allontanarsi con un passo svelto e deciso, ingoiando più volte per non scoppiare in una crisi isterica davanti a tutta la centrale.
'' Takagi, aspetta!!!''- fece l'agente Sato facendo per raggiungerlo.
La mano di Conan attorno al suo polso però glielo impedì.
'' Lascialo andare, Sato. Ha bisogno di tempo.''
Sato lo ascoltò, ma non poteva non pensare a quello che stava soffrendo il suo grande amore in quel momento.
Avrebbe voluto aiutarlo in quel terribile momento... come lui aveva fatto con lei. Capitava spesso che qualche collega l'avesse corteggiata, palesando interesse per lei, ma Takagi... lui era rimasto per lo più in disparte, e ci aveva messo una vita per trovare il coraggio di chiederle di uscire.
La sua timidezza era una delle tante cose che l'aveva fatta innamorare di lui... ma da quando le aveva impedito di abbassarsi allo stesso livello dei criminali a cui davano la caccia, impedendole di uccidere l'assassino di Matsuda... aveva capito che anche se a volte era un ragazzo imbranato, a volte pasticcione... era l'uomo migliore che si potesse avere l'onore di incontrare, e che essere amata da lui era un incredibile privilegio.
L'aveva salvata dal baratro in cui rischiava di cadere, l'aveva fatta tornare a ridere, divertirsi e a progettare di avere una vita normale malgrado il loro lavoro che spesso e volentieri non dava garanzie di poter realizzare dei progetti con altre persone...
Ma ora era lui ad aver bisogno di aiuto.
E lei non sapeva cosa fare per aiutarlo.
Avrebbe preferito conoscere Sakura in un'altra occasione, magari organizzando una cena tutti e tre assieme...e d invece la conosceva come sospettata di omicidio.
L'ispettore Megure era stato chiaro. Chiunque, da un detective della sezione investigativa ad un semplice vigile urbano, non avrebeb dovuto torcerle un solo capello ma avrebbe dovuto portarla alla omicidi in stato di arresto.
Sperava solo di non dover avere lei l'ingrato compito di ammanettarla e scortarla in centrale. Così come sperava che non toccasse a Wataru.
Sarebbe stato troppo doloroso, per entrambi.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Unica nel suo genere ***


~Alla fine, in un modo o nell'altro era riuscito a dirglielo.
Era riuscito a sollevare la cornetta del telefono e dire  a sua madre il pasticcio in cui si era venuta a trovare la sorella minore.
Com'era prevedibile, sua madre minacciò di far scoppiare una guerra.
Non sapeva nemmeno lui, come fosse riuscito a calmarla... a dir il vero lo sapeva, e non ne andava particolarmente fiero.
Aveva mentito. Aveva detto che per una prova che inchiodava Sakura come colpevole, ne aveva una che faceva sorgere un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza e che presto avrebbero preso il vero assassino...
Balle.
Non aveva nulla che gli facesse affermare con sicurezza che la piccola di casa  Takagi fosse innocente, tranne forse, il suo istinto da poliziotto e fratello maggiore.
Troppo poco.
Ma lui si rifiutava di credere che Sakura fosse la colpevole di quel delitto... anche se doveva ammettere, che se fosse stata un'altra persona non avrebbe esitato a credere che le cose si fossero svolte in quel modo.
La vittima non si era certo comportata da amica con la sua sorellina. Se fosse stata in vita e la sorella gli avesse detto di come si comportava spesso e volentieri quella ragazza, l'avrebbe certo presa da parte e le avrebbe fatto un bel discorsetto.
Ma a pensarci bene, se sua sorella scopriva di essere stata presa in giro si limitava a cancellare quella persona dalla sua vita, e non di certo a coltellate.
Aveva pensato a tutte queste cose mentre faceva una doccia, sperando che l'acqua portasse via anche la situazione che aveva scoperto oltre allo stress... ma non aveva funzionato ne per l'uno ne per l'altra.
Fuori aveva iniziato a piovere.
'' Spero solo che abbia trovato un posto per la notte...''- borbottò asciugandosi i capelli con un asciugamano bianco.
Istintivamente prese il cellulare e compose il numero della sorella, che aveva messo nelle chiamate rapide.
Gli rispose la segreteria.
Di nuovo.
Ma stavolta decise di lasciare un messaggio.
'' Ciao Sakura... ascolta, so che ti sei cacciata in un brutto guaio... ma rammenti come si suol dire? Per ogni problema, anche il più grave, c'è sempre una soluzione, basta volerla cercare... troviamola insieme. Richiamami quando senti questo messaggio, d'accordo? Vediamoci da qualche parte, qualsiasi parte... fai tu luogo ed orario, verrò subito. E ricordati... che ti voglio bene.''- detto questo chiuse la telefonata.
'' Per lo meno non si può dire che la stai nascondendo...''- fece una voce alle sue spalle.
Takagi trasalì quasi e quando si voltò vide Sato, la sua Sato, intenta ad apparecchiare la tavola per due ed ora che ci faceva caso nell'appartamento si era diffuso un inconfondibile odore di riso saltato con le uova.
'' Accidenti, ti ho spaventato?''- fece Sato.
'' E come hai fatto ad entrare?''- fece il poliziotto sorpreso di vedere la donna nel suo soggiorno.
In risposta, Sato tirò fuori una chiave.
Già, ora ricordava... era dal caso dell'uomo che fischiava durante il quale era rimasto ferito e ricoverato in ospedale, che avevano smesso di considerarsi amici che uscivano assieme senza impegno e da relazione '' Vediamo dove ci porta'', per considerarsi una coppia a tutti gli effetti.
Uscivano spesso a pranzo assieme, quando i loro turni liberi coincidevano organizzavano romantiche uscite, quando potevano riuscivano a passare il week end assieme anche se costretti a rimanere a Tokyo, ed il poliziotto le aveva fatto una copia delle chiavi di casa.
'' Lo so che volevi restare solo...''- fece Miwako raggiungendolo -'' se vuoi vado via, volevo solo assicurarmi che mangiassi qualcosa...''
Takagi sorrise.
Dove l'avrebbe trovata un'altra donna come Miwako Sato? Da nessuna parte. Lei era il classico esempio di come una persona fosse una sola su un milione.
Vero, in quel momento voleva starsene per fatti suoi... ma in quel momento realizzò che l'unica persona che voleva vedere, con cui voleva parlare era nel suo appartamento.
La abbracciò, stringendola a sè -'' Tu non mi disturbi mai... ti prego resta...''
'' D'accordo. Mettiti qualcosa addosso. Io metto il riso in tavola.''

'' E' buonissimo...''- fece il poliziotto mettendo in bocca una cucchiata della pietanza che Miwako aveva portato. Sapeva per certo che non poteva averlo preparato mentre era sotto la doccia, perchè la pentola in cui era contenuto non proveniva dalla sua credenza.
Aveva messo una polo blu notte e dei jeans chiari e sedeva di fronte alla fidanzata. Sato invece indossava un elegante tailleur viola.
Ma addosso a Sato, perfino  i pantaloni di una tuta talmente brutta che il primo pensiero che veniva guardandoli era di giocare al piromane, sembravano un capo di alta moda.
Immaginava anche che non fosse opera sua... Sato aveva molte doti, bella, determinata, intelligente, indipendente e nella stra  grande maggioranza dei casi  non aveva bisogno di un uomo grande e forte che si occupasse di lei... ma per i lavori di casa ed il mestiere della massaia, lasciava molto a desiderare.
Però era stato un pensiero gentile e lo apprezzava molto.
'' Siete molto legati, vero?''- chiese Sato versandosi un bicchere d'acqua -'' tu e tua sorella, voglio dire.''
Takagi annuì.
'' Avevo l'età della figlia del detective Goro quando mio padre si ammalò di un male incurabile... se lo portò via talmente in fretta che nessuno di noi se lo aspettava. Prima di morire, mi chiese di fargli una promessa... occuparmi di Sakura. Passavo quasi tutto il mio tempo con lei e ci divertivamo come matti ad organizzare scherzi ai danni di amici e parenti o a giocare insieme.''
'' E dimmi, lei com'è?''- chiese Sato con palpabile curiosità e desiderosa di sapere di più sull'altra donna della vita del suo fidanzato.
'' Beh... è una normale ragazza che ha appena finito le superiori. Le piace leggere, scrivere, la musica le piace ma preferisce ascoltarla per conto suo senza il volume a palla ed andare a cavallo... e come tutte le sue coetanee è estasiata da tutte le possibilità che ha davanti. Ma c'è una cosa, sopra ogni altra, che mi porta a credere che lei non sia responsabile del delitto.''
'' Davvero? E quale?''- domandò la poliziotta.
'' Sakura ha un carattere aperto e tollerante la maggior parte delle volte. Non si lascia mettere sotto facilmente, ma nemmeno si mette a frignare senza ritegno per una sciocchezza... ma se si scopre tradita o delusa da qualcuno, la sua massima vendetta è ignorare quella persona... sarebbe uscita dall'albergo, mi avrebbe cercato in centrale e mi avrebeb chiesto se per cortesia poteva stare da me...''
'' Ti dirò, nemmeno io penso che Sakura sia colpevole... ma devi ammettere che ce ne sono di prove contro di lei. Ripresa con l'arma del delitto in mano, opportunità, movente...''- fece Sato. Inutile dire che con tutte queste prove a carico, sua sorella sarebbe stata giudicata colpevole e condannata ancor prima di giungere in tribunale.
Si alzò di scatto ed andò a fissare la pioggia che cadeva per impedire a Sato di vedere che i suoi occhi si stavano rimpendo di lacrime.
Si sentiva inutile... non era riuscito a proteggere Sakura, ed adesso era là fuori, da qualche parte, sola, spaventata...
'' La troveremo...''- fece Sato abbracciandolo da dietro cincendogli la vita con le sue braccia per rincuorarlo -'' La troveremo, lei ci darà la sua  versione dei fatti e vedrai che tutto si sistemerà.''
Takagi si voltò, abbracciandola nuovamente, ed in breve nessuno dei due seppe più fare a meno l'uno della bocca dell'altra.
Se solo i loro colleghi avessero scoperto come era finita quella serata in casa di Takagi, avrebbero voluto la testa del poliziotto, ma al momento a lui questo non importava.
Gli importava solo che la persona più importante della sua vita fosse lì ad aiutarlo a non cadere in quello che certamente era uno dei momenti più bui della sua vita.

Fu una sopresa per il poliziotto scoprire che malgrado fossero le otto passate, Sato fosse ancora in casa sua.
Lui aveva aperto gli occhi in quel momento e la sua amata era ancora lì con lui.
Essere a casa a quell'ora, per lui non era un problema, dato che era il suo giorno libero, ma si stupì che Sato fosse ancora lì.
Eccezion fatta per quando aveva un febbrone così alto che le impediva di mettere a fuoco anche solo la faccia di chi le stava davanti ed il suo giorno di libertà, Sato deteneva il massimo record di presenze in centrale.
Poi dopo un po' capì. Si era presa una giornata per non lasciarlo solo. Se non altro per essere con lui in caso avesse deciso di andare a caccia di risposte da solo, impedendo così di cacciarsi in qualche guaio.
Ne era sempre più convinto.
Quella donna era unica ed ancora faticava a credere che fosse la sua donna.

'' Ed ora dove andiamo?''- chiese Takagi una volta che l'auto della poliziotta fu uscita dal parcheggio.
'' Dimmelo tu. Dove andrebbe Sakura?''- l'esperienza le aveva insegnato che per trovare un sospettato in fuga, la cosa migliore da fare era entrare nella sua testa, pensare come lui... ed era più facile se si aveva accanto una persona che conosceva molto bene il sospetto in questione e che aveva un ottimo motivo per trovarlo prima di chiunque altro -'' Tu la conosci bene, c'è qualche posto in città in cui si sente al sicuro?''
Il poliziotto si portò pollice ed indice della mano  destra   sotto al mento per concentrarsi -'' Uhm... fammi pensare...''
'' Non dovremmo investigare sulla vittima, prima?''- fece una vocina alle loro spalle.
I due poliziotti lanciarono un grido e per poco Sato non finì fuori strada a causa dello spavento.
'' CONAN?!?''- fecero all'unisono.
'' Che diavolo ci fai tu qui?!?''- domandò il poliziotto reduce dallo spavento che il bambino aveva causato loro.
'' Ran era preoccupata per te e mi aveva mandato a portarti una crostata per risollevarti il morale, quando vi ho visti uscire insieme e ho pensato che steste andando ad investigare...''- e da lì la storia si scriveva praticamente da sola.
'' Capisco...''- borbottò Takagi.
'' Sai, forse non ha tutti i torti...''- riflettè Sato -'' a causa del fatto che Sakura si sia trovata in questo pasticcio, non ci siamo ancora premurati di capire chi era la vittima... se aveva dissapori con qualcuno, nemici o qualcuno che la odiava abbastanza da usarla come puntacoltelli...''- in poche parole non avevano battuto tutte le piste che potevano essere la spiegazione di quel delitto.
'' Ti va se prima facciamo qualche domanda, e poi andiamo a cercare tua sorella?''- fece il piccolo detective all'indirizzo del poliziotto.
Takagi ci pensò un attimo: la sua priorità era trovare Sakura prima che qualcuno potesse farle del male o che la situazione peggiorasse ancora, ma a pensarci bene... era stato lui stesso a dire che avrebbero dovuto concentrarsi sulla vittima invece di dare per scontato il risultato dell'inchiesta e forse avrebbe trovato qualche indizio o prova che avrebbero discolpato la sorella.
'' D'accordo, andiamo...''

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Una terribile possibilità ***


~A sentire la deposizione raccolta da Shiratori interrogando i genitori della vittima, Yuky era stata a Tokyo solo una volta in tutta la vita e lì non avevano amici o parenti.
E l'unico posto in cui erano state entrambe il giorno dell'omicidio nonchè il primo dei quattro giorni previsti per la loro piccola gita, era l'hotel in cui allaggiovano e fuori dal quale era stato commesso l'omicidio.
Se era successo qualcosa, era da lì che dovevano partire...

'' Certo che mi ricordo di Yuky... come dimenticarla?''- fece il gestore dell'albergo in cui le due ragazze avevano preso una doppia quando gli agenti Sato e Takagi mostrarono una foto che ritraeva la vittima in compagnia di Sakura.
Erano entrambe sorridenti ed indossavano una gonna che arrivava fino al ginocchio, grigia, pieghettata, una camicia bianca, una cravatta rossa ed una giacca verde smeraldo. L'uniforme del liceo frequentato dalle due ragazze fino a poco tempo fa, ed in quella foto sembravano più unite di due sorelle.
'' Quindi la conosceva bene?''- domandò l'agente Sato.
'' Sì.''- fu la risposta -'' I suoi genitori fanno parte di una piccola compagnia teatrale che ogni tanto organizza recite di beneficienza. L'anno scorso ne hanno organizzata una proprio in questo hotel, e con loro c'era anche la figlia. Anche lei recitava in un numero comico.
Ma la sua amica non l'avevo mai vista prima dell'altra sera.''
Takagi non se ne stupì.
La loro madre era stata sempre un tipo apprensivo, specie dopo la scomparsa di suo marito. Quando le disse che aveva superato il test di ammissione per l'accademia di polizia, lui era entusiasta e lo riferì subito alle due donne della sua vita, ovvero a Sakura e alla madre.
La sorellina era felicissima per lui, sua madre invece si era quasi messa a piangere... in fondo era comprensibile. Aveva già perso il marito a causa di una brutta malattia, l'ultima cosa che voleva era sentirsi telefonare per essere informata che qualcuno le aveva strappato suo figlio.
Per un po' era stato sul punto di rinunciare, ma poi sua madre gli disse che qualsiasi cosa lui avrebeb deciso di fare della propria vita, lei lo avrebbe sostenuto in modo incondizionato.
Immaginava che dopo il suo trasferimento a Tokyo sarebbe stata più apprensiva con la figlia più piccola... l'unico motivo per cui la madre le aveva permesso di andare a Tokyo era perchè sapeva che ci sarebbe stato lui a darle un' occhiata ci scommetteva.
Certo, se almeno una delle due si fosse degnata di informarlo...
'' Comunque non è stata certo la sua performance a farla notare, quella sera.''
'' Ah davvero?''- fece Conan con candore infantile -'' e come mai allora?''
Solo allora l'uomo si accorse del bambino e gli rivolse un sorriso.
'' Qui vedo anche un giovanissimo poliziotto o sbaglio?''
Takagi rise nersosamente e gli scompigliò i capelli -'' Sì, è il vincitore del concorso Passa una giornata con la polizia e poi te ne accorgerai...''
Conan sorrise, stando al gioco.
'' Ciò che voglio dire...''- fece il gestore ritornando serio -'' è che quella ragazza senza dubbio si faceva notare. Dopo lo spettacolo a cui ha preso parte, lei, i genitori ed il resto della comitiva si sono fermati a cena... e ad un certo punto quella ha piantato un capriccio che in fede mia, nemmeno mio nipote di due anni avrebbe fatto.''
'' Che ha combinato, si può sapere?''- fece Takagi.
'' Dopo lo spettacolo i suoi genitori ed il resto della compagnia avevano deciso di passare il resto della serata al circolo ricreativo dell'albergo. Lei ha iniziato a dire che progettava di andare in un locale che aveva scoperto durante il tragitto dall'aereoporto all'hotel e che avrebbe voluto andarci.
I suoi le avevano detto che non era il caso, soprattutto a causa di una serie di aggressioni in città che avvenivano appena faceva buio... e lei ha dato di matto.''
'' Mi sta dicendo una una ragazza di diciotto anni si è messa a fare i capricci solo perchè i genitori le avevano negato un'uscita?''- fece Sato con aria scettica e stupita al contempo. Francamente non si stupiva più di tanto.
Anche quando aveva l'età di Sakura e della vittima, le era capitato di incontrare persone sui vent'anni e che manifestavano la maturità di un dodicenne.
E poi c'erano le persone come Conan, incredibilmente giovani e che per legge erano quelle a necessitare di una guida, che si dimostravano di una maturità ed iun acume sorprendente.
'' Altro che capricci...''- continuò quello -'' Ha iniziato  dire che era giovane, che aveva diritto di divertirsi e che non potevano pretendere che si murasse viva da qualche parte solo perchè in giro c'era un matto che si divertiva ad usare il primo malcapitato come sacco da allenamento.''
'' Una bizza da bambina viziata in piena regola...''- commentò Conan.
'' Sì, i suoi le hanno detto che doveva smetterla con il suo atteggiamento di dare scontato tutto e tutti, ma alla fine hanno dovuto accontentarla e chiedere ad uno dei nostri dipendenti di accompagnarla, solo per evitare che mettesse il muso e per farla stare zitta... ed ora che mi fa pensare, la persona che l'ha accompagnata, al ritorno, era molto risentita.''
'' E come mai?''- chiese Takagi. Ok, non avrebbe dato torto alla sorella nemmeno se fosse stata lei.
'' Non so dirglielo... so solo che Reiko ha confidato ad alcune colleghe che non avrebbe più fatto la baby sitter per clienti del genere.''- aggiunse l'uomo -'' E' la persona che si occupò di lei quella sera... la trovate a sistemare la camera 304, se volete farle qualche domanda.''
L'agente Sato ringraziò ed era pronta a raggiungere la suddetta stanza per fare qualche domanda a Reiko.
Se aveva avuto un dissapore con la vittima in passato, magari questa le aveva fatto uno sgarbo anche il giorno dell'arrivo in hotel.
La prima volta aveva lasciato perdere, ma la seconda magari...
'' Che può dirmi dell'altra ragazza, invece?''- domandò l'agente Takagi.
'' Beh non c'è molto da dire, l'ho per poco intravista... posso solo dire che non faceva che guardarsi intorno, curiosa. Mi ha fatto l'impressione della tipica ragazza di campagna che arriva nella grande città... francamente non mi pareva il tipo in grado di fare del male a qualcuno.''

'' Non posso dire di essere felice che abbia fatto quella fine...''- fece Reiko Tsubaragi, anni 22, mentre cambiava le lenzuola di una stanza al quinto piano. Aveva i tratti nippo-americani, occhi verdi, vaporosi capelli biondi e come tutti i dipendenti indossava la divisa dell'albergo ed un badge di riconoscimento.
Era studentessa alla facoltà di giurisprudenza e lavora part time in hotel per pagare la retta universitaria, l'affitto e bollette varie. In genere faceva la cameriera, ma capitava spesso che facesse dei lavori extra per arrotondare.
La sera in cui Yuky aveva fatto una scenata, l'anno prima, le avevano offerto una mancia consistente per fare la parte dell' '' Amica Sobria'', ovvero accompagnare la vittima per locali stando attenta che non combinasse guai o che non facesse la sciocca.
Aveva accettato di buon grado l'incarico, ma quando era tornata aveva confidato ad alcune colleghe che era la prima ed ultima volta che accettava di fare la baby sitter ad una ragazzina arrogante e viziata.
'' Ma non posso nemmeno dire di essere addolorata per la sua scomparsa.''
'' Ne deduco che la vittima non le andasse a genio...''- fece l'agente Sato. Beh, una persona che si comportava come una reginetta a cui tutto pareva dovuto raramente si faceva apprezzare.
'' Può dirlo forte. Ai clienti maleducati ci si fa l'abitudine, ma avrei voluto stamparle un destro in faccia.''
'' Che le aveva fatto, si può sapere?''- domandò Takagi.
Reiko non si fece pregare -'' L'avevo accompagnata in un locale poco distante dall'albergo. C'era dell'ottima musica jazz ed era un posto molto carino. Appena arrivate, per non starle tra i piedi mi sono allontanata da lei, ma stavo sempre nei paraggi per controllare la situazione.
Ad un certo punto, nel locale è arrivato un mio compagno di corso, ed abbiamo scambiato qualche parola. Gli avevo detto che ero lì per lavorare e lui stava per salutarmi, quando quella ci ha raggiunto...''- e qui divenne livida di rabbia -'' e gli ha detto che non ne valeva la pena... che chiacchierasse con una cameriera, e che meritava di meglio... mi ha umiliata davanti a tutti, e davanti ad un mio amico per giunta... avrei voluto prenderla a schiaffi davanti a tutti, per insegnarle un po' di educazione e di rispetto.''
'' Capisco...''- fece l'agente Sato -'' comprendo il suo risentimento, ma a questo punto la legge mi impone di considerare l'eventualità che lei sia coinvolta. Dov'era tra le nove e le dieci della notte scorsa? Mi risulta che abbia staccato prima quel giorno.''
'' E infatti ero al Beika Central Hospital.''- rispose lei chiudendo una scatola dove aveva messo delle lenzuola-'' Mio fratello  minore ha compiuto gli anni e quindi avevo chiesto di uscire prima per andare a casa dei miei per festeggiarlo e sono stata dai miei dalle nove di sera e mi sono fermata a dormire lì... quindi non sono stata io a far fuori quell' insopportabile ragazzina...''
A quel punto Takagi mostrò la foto in cui erano ritratte sia la vittima che la sorella.
'' Riconosce la ragazza della foto?''
'' Come no... sono arrivate insieme e mi sono stupita che ci fosse qualcuno che riuscisse a sopportarla. Stavo uscendo dalla stanza attigua alla loro con della biancheria sporca, mentre loro stavano entrando nella loro... la sorpresa di rivedere quell'antipatica era  tanta che ho lasciato cadere tutto... e la sua amica mi ha aiutato a riprendere tutto e a rimetterlo nel cesto. Il sole e la luna, praticamente.''
'' E' stata l'unica volta che l'ha vista?''- chiese il piccolo Conan.
'' No.''- fece la ragazza sorridendo alla vista del bambino-'' Stavo per scendere nella stanza del personale per cambiarmi ed andare dai miei dopo aver controllato una stanza sul loro stesso piano, quando l'ho vista tornare in camera sua... aveva il volto rosso come un pomodoro e pareva fumasse... per un attimo mi sono domandata se fosse il caso di chiamare i pompieri oppure un cuoco.''
I due poliziotti si lasciarono sfuggire una risata alla battuta.
'' E che ore erano?''- chiese l'agente Takagi pregando con tutto il cuore che sua sorella fosse in ben altro luogo al momento in cui la vittima era stata pugnalata a morte.
'' Mi faccia pensare...''- fece la ragazza portandosi una mano sotto il mente -'' Sì, erano le otto e mezzo. Lo so perchè tenevo spesso d'occhio l'orologio. Per deformazione professionale le ho chiesto se per caso potessi fare qualcosa per lei... e lei mi ha risposto che aveva avuto da dire con una ragazzina viziata. Ho capito subito che si stava riferendo a chi so io e le ho dato subito tutta la mia solidarietà.
E lei ha aggiunto che la fortuna di molte persone è che la maleducazione e la mancanza di tatto non siano illegali o ce ne sarebbe di gente in prigione. Subito dopo è entrata in camera ed è stat l'ultima volta che l'ho vista... è stato un colpo leggere sul giornale di stamattina che era accusata di omicidio e che era fuggita.''
Maledizione... Sakura era tornata in camera alle otto e mezzo di sera. Ma il medico legale aveva collegato l'ora del delitto tra le nove e le dieci.
C'era una mezz'ora in cui Sakura era sparita dalla vista di qualsiasi testimone. Non se ne stupiva però date le circostanze.
Sua sorella era sempre stata così, fin da piccola. Se litigava con qualcuno, fosse un' amichetta di scuola, un ragazzino dispettoso del quartiere o anche la loro madre quando erano in disaccordo si chiudeva da qualche parte, rifugiandosi in un libro o comunque in qualcosa che le tenesse occupata la mente per calmarsi.
Spariva per un po' di tempo e poi tornava calma e serena.
Francamente, gli tornava strano che avesse pugnalato una persona dopo essersi nascosta per un po', per calmarsi.
E conoscendola, non era credibile che avesse sbirciato nelle mail di un'altra persona... ergo, il movente non stava in piedi.
'' Ed ora dove vai?''- domandò Sato nel vedere che il fidanzato usciva a passo svelto dalla stanza.
'' A parlare con il concierge. Questa faccenda non sta in piedi.''- fu la spiegazione.
Conan si infilò subito dietro il poliziotto.

'' E' stata la vittima a chiamarmi al loro tavolo... mi ha chiesto come si raggiungeva una discoteca. Ha detto che la lontanzanza non era un problema, bastava che fosse un bel posto. Stavo per andarmene quando la sua amica mi ha chiesto delle informazioni.''- riferì l'uomo.
'' Che cosa le ha domandato?''- domandò il poliziotto.
'' Mi ha chiesto di indicarle come si raggiungeva la centrale di polizia partendo dall'albergo. Mi pareva strano che mi facesse una domanda del genere, così le ho domandato se per caso si fosse accorta di un furto nella stanza o se avesse dei problemi per cui voleva l'intervento della polizia... ma lei mi ha sorriso e mi ha spiegato che suo fratello maggiore era un poliziotto che lavorava a Tokyo, e che voleva andare a trovarlo.''
'' Ed allora è scoppiato il pandemonio.''- aggiunse Conan.
'' Puoi dirlo forte ometto...''- fece il concierge sorridendo all'indirizzo del piccolo detective-'' la vittima ha avuto da ridire e più che arrabbiata, sembrava seccata e meravigliata che la sua amica avesse fatto un programma senza consultarla.''
Takagi si sentì il latte alle ginocchia. Come cavolo aveva fatto sua sorella a frequentare una persona del genere senza mandarla in quel posto ogni volta che la vedeva, e si meravigliava pure che non gliene avesse mai parlato... le aveva chiesto mille volte se stava bene, se c'era qualcuno che le dava fastidio, perchè cavolo non glielo aveva riferito?
In quel caso, avrebbe preso il primo volo per Kyoto solo per fare un bel discorsetto con quella ragazzina e consigliarle di abbassare i toni.
Se solo lui o Sakura si fossero azzardati ad avere un atteggiamento simile, anche solo per fare uno scherzo, come minimo i loro genitori li avrebbero rimessi in riga prima ancora di dar loro il tempo di dire '' Ah''.
'' Le ha detto di essere venuta per divertirsi, che avrebbe avuto altre occasioni per vedere suo fratello e che quella sera sarebbero andate in discoteca... la sua amica si è arrabbiata e francamente non la biasimo. Sembrava più un comando che una proposta ad uscire. Allora lei si è alzata di scatto dicendo... Mio fratello ed io a causa del suo lavoro riusciamo a vederci solo alle feste comandate o a sentirci su internet, quindi se non ti dispiace stasera preferisco andare a trovarlo. Sempre meglio che fare da guardiano ad una ragazzina viziata!!!
Era furiosa... a quel punto si è alzata da tavola e nessuno l'ha più vista.''
Tranne quando verso le dieci meno dieci era stata ripresa dalla telecamera, mentre si allontanava dalla scena del crimine.
Quando i due poliziotti ed il ragazzino uscirono dall'albergo, non erano sicuri di aver fatto dei passi avanti nelle indagini, o comunque non erano convinti di aver fatto passi avanti per scagionare Sakura dalle accuse che le pendevano sul capo.
Tutto quello che avevano scoperto sinora era che la loro vittima si divertiva a fare la principessina viziata, ad umiliare persino una persona che faceva lo straordinario per lei e che più che chiedere il permesso per fare certe cose lo dava talmente scontato che nemmeno si scomodava a chiederlo e che a quanto pare s'infastidiva se qualcuno a lei vicino pensava con la sua testa.
Inoltre, Sakura non aveva un alibi valido. Alle 20.30 di quella sera era tornata in camera, va bene, ma per quanto tempo vi era rimasta?
E che cosa aveva fatto nei cinquanta minuti che precedevano la registrazione che faceva di lei la sospettata perfetta?
E soprattutto... dov'era in quel momento? Megure aveva diramato un bollettino, i loro colleghi la stavano cercando con l'ordine preciso di non torcerle un capello, ma senza risultato.
'' A questo punto penso sia il caso di andarla a cercare...''- propose Sato aprendo la portiera dell'auto e mettendosi al posto di guida.
Ammettendo per un attimo che la colpevole del delitto fosse proprio Sakura, forse era meglio che fosse suo fratello a trovarla per primo, a chiederle la sua versione dei fatti e in quel caso a convincerla a dire tutto alla polizia.
Takagi annuì e prese posto in auto. Lo stesso fece Conan.
'' Scusate...''- fece il piccolo Detective ricordandosi di un dettaglio-'' di cosa parlava il gestore dell'albergo, riguardo a quelle aggressioni?''
Fu Sato a rispondere.
'' I genitori di Yuky avevano ragione a pensare che sarebbe stato più saggio che la figlia restasse con loro in albergo, perchè in quel periodo a Tokyo, c'era un'ondata di aggressioni a scopo di rapina.
Le vittime per la maggior parte erano donne tra i venti e i quarant'anni, aggredite poco prima o poco dopo la mezzanotte.''
'' Già.''- confermò Takagi -'' Venivano aggredite dove capitava, ma molto spesso le aggressioni avvenivano in luoghi isolati nei quali nessuno sarebbe andato senza una buona ragione. L'aggressore misterioso le picchiava per un po', e le lasciava lì, ma non prima di aver aperto loro il portafogli ed essersi appropriato dei loro contanti.''
'' Vi sono state vittime?''- chiese ancora il piccolo detective.
I due agenti dissentirono all'unisono.
'' Per fortuna nessuna di loro perse la vita o fu in serio pericolo...''- spiegò l'agente Sato -'' Qualche osso rotto, delle contusioni, tanta paura e qualche banconota. Fu questo lo scotto da pagare per coloro che erano finite nel mirino dell'aggressore.''
'' E poi...''- concluse Takagi -'' come le aggressioni ed i pestaggi erano cominciati, alla stessa velocità sparirono. Ormai è un anno che quel tipo non si fa vedere o sentire. In un anno ha terrorizzato quasi venti donne e molte altre avevano paura persino di uscire per fare una passeggiata.''
Conan iniziò a rimuginare su quanto gli avevano detto Sato e Takagi riguardo alle aggressioni... tutte le vittime di quell'uomo erano state aggredite spesso e volentieri in un luogo isolato e dove pochi sarebbero andati senza un valido motivo.
Yuky era ben truccata e molto elegante la sera della sua morte, questo significava che al di là di quel che Sakura avrebbe detto o fatto lei sarebbe andata comunque dove aveva deciso di andare.
Ma non aveva senso lo stesso... certo, malgrado alti e bassi, la vittima si fidava di Sakura e quindi per costei non sarebbe stato un grande problema attirarla in quel vicolo per farla fuori, ma con l'atteggiamento da prima donna che tutti avevano imputato alla vittima, Sakura avrebbe dovuto sapere che una persona del genere non avrebbe mai messo piede in quel posto.
Anche ammettendo che fosse lei la colpevole dell'omicidio, non le sarebbe stato difficile convincerla a raggiungerla in camera loro o ai servizi.
E non poteva averla uccisa in camera loro e buttato il corpo giù dalla finestra. Secondo il rapporto del medico legale, la vittima aveva delle ferite da difesa oltre alla coltellata che le aveva squarciato l'intestino condannandola a venti minuti di agonia prima di morire, ma non aveva altri traumi che indicavano un villipendio di cadavere o ematomi post mortem.
E se così fosse stato, la scientifica avrebbe trovato tracce ematiche nella stanza, dei segni di lotta, trovato una prova che Sakura l'aveva contattata prima dell'omicidio, e soprattutto la presunta assassina sarebeb stata immortalata mentre usciva dall'albergo, non dal vicolo...
C'era un'altra possibilità... ovvero che qualcun'altro avesse assassinato Yuky, Sakura si fosse accorta di quanto stava accadendo ed aveva cercato di fare qualcosa, ma l'assassino aveva reagito, Sakura era scappata non perchè fosse sconvolta dall'accaduto ma perchè stesse cercando di sfuggire all'assassino.
E se dopo quasi due giorni nessuno l'aveva ancora vista o sentita...non voleva allarmare Takagi perchè era già abbastanza scosso di suo, ma a dar retta a quella possibilità... vi era una probabilità molto alta che Sakura fosse morta.
Sperava di essere in errore, per quella volta.
Meglio un colpevole in libertà che un innocente in prigione o sotto terra.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Disperazione ***


~Per il resto del pomeriggio, i due poliziotti non fecero altro che cercare la ragazza.
La cercarono in tutti i posti che a detta di Takagi per lei rappresentavano un posto sicuro: il cafè dove il giorno prima il fratello aveva passato un'ora e mezzo sperando di vederla,  il parco e più precisamente il punto intorno al lago delle carpe, ed una libreria nel quartiere Beika.
Nessuno l'aveva vista o sentita, e non compariva nemmeno in un filmato.
Pareva essersi dissolta con una bomba fumogena nemmeno fosse stata un ninja di rara bravura.
'' Maledizione Sakura, perchè non mi chiami?''- borbottò il poliziotto dopo aver controllato, per l'ennesima volta da quando era cominciata quella storia, il display del suo cellulare per vedere se c'erano chiamate di sua sorella -'' Sto cercando... di aiutarti.''
Sato lo guardò preoccupata.
Dio solo sapeva quanto avrebbe voluto poter fare qualcosa per aiutare il suo amato a non sopportare quel peso... ma l'unico modo che aveva per aiutarlo era non lasciarlo solo e trovare la ragazza.
Solo che in quel caso, essendo una sua superiore oltre che la fidanzata, se l'avesse trovata avrebbe dovuto metterle le manette ai polsi e scortarla in centrale, dove i loro colleghi l'avrebbero torchiata come un serial killer.
Nessuno, nemmeno Wataru, avrebbe potuto rimproverarla per aver fatto il suo lavoro, ma lei non avrebbe mai potuto perdonarsi per il fatto di essere lei a causargli un simile dolore.

Essendo il suo giorno libero, Takagi avrebbe potuto benissimo tornarsene a casa e cercare di calmarsi un poco, ma decise di andare ugualmente in centrale con Sato per sapere dall'ispettore Megure se per caso c'erano novità.
'' Purtroppo non c'è ancora nessuna notizia riguardo a tua sorella...''- lo informò il suo superiore con aria addolorata -'' Voi invece, avete scoperto qualcosa?''
Fu Sato a rispondere essendo colei che tra i poliziotti che avevano investigato quel pomeriggio all'hotel erano in servizio -'' Sappiamo che la vittima aveva un carattere dispotico e capriccioso, che aveva avuto da discutere con una dipendente dell'albergo l'anno passato, che quando voleva fare una cosa dava il permesso per scontato tanto che faceva una scenata se per caso qualcuno si azzardava a negarglielo.''
A quel punto intervenne Shiratori che dalla sua postazione aveva ascoltato ogni parola -'' Se aveva questo atteggiamento, molte persone avrebbero avuto quel che si dice un valido movente per toglierla di mezzo.'' - poi si rivolse a Sato-'' Ho ricevuto il tuo messaggio, e posso dirti che l'alibi della cameriera è confermato.  Ed anche la storia raccontata dal gestore corrisponde a verità: i genitori di Yuky confermano che la figlia aveva un carattere altalenante. Alternava momenti di maturità a momenti in cui sembrava una bambina viziata che non voleva sentire ragioni... ma purtroppo, delle persone che conoscevano bene il suo carattere fino al punto di esserne infastidite e che avevano l'opportunità di farla fuori... Sakura era l'unica.''
'' No, è assurdo...''- borbottò Takagi -'' Io la conosco bene, e vi posso assicurare che non farebbe del male ad una mosca.''
'' Noi ti crediamo Takagi...''- fece l'ispettore Megure -'' Ma hai visto anche tu dalle testimonianze e dalle registrazioni che la situazione di tua sorella è tutt'altro che rosea. Inoltre, come se non bastasse sono due giorni che nessuno la vede o la sente... tu puoi confermarlo vero?''
Takagi si sentì punto sul vivo, da quella velata mancanza di fiducia, ma fece finta di niente -'' Se avessi saputo dov'è Sakura non sarei certo andato in giro per tutta la città a cercarla, le pare?''
Megure annuì.
Dio solo sapeva quanto odiava aver dovuto chiedere al suo sottoposto la conferma di non sapere dove si trovasse in quel momento sua sorella, ma il mestiere del poliziotto non solo era un lavoro di grande responsabilità ma anche infame a volte.
Doveva assicurarsi che nessuno gli stesse mentendo, facendo credere di mettere in dubbio persino l'onestà della persona migliore che conosceva.
E Wataru Takagi era la persona migliore che conosceva.  Un ragazzo pasticcione, imbranato alle volte, ma allo stesso tempo era anche un ragazzo buono, gentile, onesto e con un senso della giustizia cristallino. E se gli si dava il giusto imput era perfettamente in grado di risolvere da solo un caso molto complicato.
La prima volta che l'aveva visto aveva pensato che era troppo buono per quel mestiere e che si sarebbe fatto ammazzare durante la prima settimana di serivizio attivo sul campo, ma poi si era dovuto ricredere. A volte combinava guai, ma era pur sempre uno dei migliori agenti con cui aveva mai lavorato.
E tra tutti gli agenti che aveva ai suoi comandi, era l'unico ad essere riuscito a realizzare un vero e proprio miracolo, salvando una persona che per lui era l'equivalente di una figlia.
Sato era stata una persona molto sfortunata con le persone... aveva perso suo padre quando era molto piccola, un professore delle superiori a cui era molto legata ed il suo coach... poi si era innamorata del detective Matsuda, che aveva eroicamente scelto tra il salvarsi e salvare decine di vite umane, di salvare le ultime, gettando ancora di più Miwako Sato in un baratro.
Da allora, la poliziotta aveva iniziato a chiudersi a riccio, impedendo a chiunque di avvicinarsi a lei e a negarsi la possibilità di amare ed essere felice.
Ma da quando aveva iniziato a frequentare Takagi, aveva ricominciato a vivere.
E non avrebbe potuto essergli più grato.
Per questo, anche se non poteva dimostrarlo apertamente, soffriva molto per la situazione in cui il suo sottoposto si era ritrovato.
Se la sorella del poliziotto fosse effettivamente stata colpevole di omicidio, non solo sarebbe finita in prigione... ma anche la carriera di detective di Takagi sarebbe andata in malora.
'' Credimi Takagi...''- fece l'ispettore Shiratori- '' Nessuno di noi vorrebbe credere che tua sorella possa aver commesso questo reato, ma le hai viste le prove...''
'' Già, ma se il movente crolla allora è tutto da rivedere.''- fece il poliziotto -'' Il concierge dell'albergo ed una cameriera hanno detto che alle otto e mezza Sakura ha abbandonato la sala da pranzo ed è salita in camera. Posso dire con certezza che Sakura si è rinchiusa in camera perchè era arrabbiata e quando è in quelle condizioni, si chiude da qualche parte per calmarsi.
Secondo te, una persona che si è appena calmata dopo un'arrabbiatura commette un omicidio?''
'' Ha ragione...''- riflettè Sato-'' Se davvero fosse stata arrabbiata con l'amica''- sottolineo questa parola con il segno delle virgolette a mezz'aria tanto per sottolineare il fatto che la vittima tutto fosse stata per Sakura, tranne che un' amica -'' Avrebbe seguito l'impulso del momento. Uno schiaffo davanti a tutti, una mala parola contro di lei... la miglior vendetta contro una persona del genere sarebbe stata questa.''
'' E poi c'è un'altra cosa che non torna...''- si proferì Conan, parlando e mettendo in chiaro i suoi dubbi -'' E' la scena del crimine che solleva parecchie domande.''
I poliziotti lo fissarono con aria interrogativa.
'' Sakura la conosceva bene, giusto? Ora poniamo che lei sia colpevole. Per ucciderla doveva fare in modo di non avere testimoni e convincerla a seguirla nel posto in cui poi sarebbe morta... ma Sakura conosceva bene il suo carattere, ergo che non sarebbe stato semplice attirarla nel vicolo dietro l'albergo. Sarebbe stato più logico chiederle di raggiungerla in camera.''
'' Avrebbe senso...''- fece Megure -'' Ed avrebbe potuto disfarsi del corpo lanciandolo dalla terrazza della stanza.''
Sato intervenì-'' Ma in quel caso il medico legale avrebbe riscontrato degli ematomi post mortem sul corpo e il corpo sarebbe stato rinvenuto in una posizione diversa da quella in cui è stato trovato. E ci sarebbero state tracce ematiche nella stanza.''
Ad onor del vero, a pensarci con più attenzione era la scena del crimine ad essere strana: era un posto isolato, questo sì, ma era anche sporco e vicino ai cassonetti dell'immondizia... anche se Sakura avesse chiesto alla vittima di incontrarla lì, questa si sarebbe sicuramente rifiutata, o comunque non ci sarebbe andata vestita per una serata.
Ora restava da capire come le due ragazze ci fossero arrivate.
'' Ispettore, abbiamo trovato qualcosa nella camera della vittima e della sospettata...''- fece l'agente Tome della polizia scientifica, arrivando con un fascicolo di fogli.
Takagi non sapeva cosa volere in quel momento.
Una parte di sè voleva sapere cosa ci fosse di nuovo nell'indagine sperando che fosse un indizio che scagionava la sorella o che almeno facesse sorgere il ragionevole dubbio, ma dall'altra avrebbe preferito vivere nell'ignoranza temendo che fosse una prova contro di lei.
'' Sulla terrazza abbiamo trovato dello strano liquido. L'abbiamo analizzato e pare che fosse un tè al limone in lattina.''- nel dir così mostrò anche l'oggetto appena nominato, sigillato in una busta per le prove -'' Proviene dal freezer presente nella stanza, ed anche se in piccola parte è presente la saliva di Sakura Takagi.''
'' Quindi ha bevuto qualcosa prima del delitto...''- fece Sato maledicendo il fatto che il corpo fosse stato trovato diverse ore dopo l'omicidio e quindi anche la chiamata alla polizia fosse stata fatta dopo ore.
Se qualcuno avesse scoperto il corpo e fatto la telefonata alla polizia sul momento, avrebbero trovato la lattina ancora fredda dato che si trovava in un piccolo frigorifero e sarebbe stato più facile dimostrare che Sakura era in camera mentre la vittima veniva uccisa.
'' La lattina era per terra e dalla posizione in cui l'abbiamo trovata...''- fece l'agente mostrando una foto della lattina in questione.
Dalla posizione in cui si trovava, non sembrava che fosse caduta accidentalmente.
Anzi, era più probabile che fosse stata proprio Sakura a lasciarla cadere.
''... pare che la prima parte a toccare il pavimento sia stato il fondo della lattina.''- chiuse l'agente Tome.
'' Come se chi la teneva in mano si fosse spaventato e per la paura abbia allentato la presa sull'oggetto fino a farlo cadere.''- sottolineò Conan -'' e qui si apre un'altra ipotesi.''
'' Quindi, secondo voi...''- fece Shiratori -'' Sakura si arrabbia, va in camera per darsi una calmata e già che c'è prende qualcosa da bere... esce sulla terrazza, assiste indirettamente all'omicidio e va sulla scena del crimine... ma se non è stata lei perchè è fuggita con l'arma del delitto? Perchè non ha chiamato aiuto? E soprattutto, visto che secondo questa ricostruzione è una testimone perchè non ha ancora contattato nessuno?''
'' Magari non può.''- fece notare Conan -'' Poniamo caso che l'assassino fosse ancora nel vicolo dove è morta Yuky, che Sakura l'abbia colto in flagranza di reato e che l'abbia anche visto in faccia.. quasi sicuramente quell'uomo si sarà spaventato, l'ha aggredita, ma Sakura è riuscita a sfuggirgli. Lui l'ha inseguita ed è riuscito a riprenderla.''
'' Ma...''- lo contraddì Shiratori -'' Se fosse andata così, le registrazioni avrebbero mostrato anche il colpevole che le correva dietro. Però i nastri parlano chiaro. L'unica persona ad uscire da quel vicolo è stata Sakura.''
Takagi aveva ascoltato si e no qualche parola, con lo sguardo perso nel vuoto.
Non sapeva quale delle due ipotesi gli piaceva di meno. Se Sakura fosse stata colpevole sarebbe di certo finita in prigione a vita, anche se lui e i suoi colleghi l'avessero aiutata a cercarsi qualche attenuante.
Ma c'era un'altra ipotesi, costruita grazie ad una lattina di tè rovesciata... che Sakura avesse cercato di soccorrere la vittima e fosse scappata, non perchè fosse una colpevole sconvolta da quanto aveva appena fatto e per la paura della prigione, ma perchè era una testimone di un atroce delitto. E quindi pericolosa.
E se era vero che il vero assassino l'aveva ripresa dopo che era fuggita... si poteva spiegare il perchè fosse sparita e nessuno l'avesse più vista ne sentita.
Odiava pensarlo... ma poteva essere morta.
'' No... Sakura ti prego... dimmi che sei viva...''- pensò tremando come una foglia.
No, la sua sorellina non poteva essere veramente morta...  era impossibile che lo fosse... era lui il poliziotto in famiglia. Le possibilità che rimanesse ferito o addirittura ucciso per mano di qualcuno erano maggiori per lui.
Lei invece era una ragazzina di appena diciotto anni e a quell'età doveva uscire con le amiche, magari avere un fidanzato, fare progetti per il futuro...
'' E comunque, se fosse davvero una testimone, non avrebbe avuto alcun bisogno di portar via l'arma del delitto.''- aggiunse Shiratori. Non voleva credere nemmeno lui all' eventualità che la sorella del collega fosse un' omicida ma aveva capito anche lui che se non era l'assassina allora era più facile che fosse una vittima.
E forse sarebbe stato meglio che fosse finita in galera che a marcire al cimitero.
'' Continuiamo a cercare...''- fece Megure -'' Non può essere scomparsa. Ed appena trovata, portatela qui, ma senza farle del male.
Sospettata o meno ha il diritto di difendersi.''
Shiratori annuì e si allontanò.
'' Ispettore, per favore, posso andare a casa...?''- fece Takagi, completamente dimentico di non essere in servizio quel giorno e pertanto libero di andarsene come e quando voleva.
Megure annuì e con lo sguardo chiese a Sato di accompagnarlo a casa e di non lasciarlo solo.
Rccomandazione inutile.

Non aveva detto una parola per tutto il viaggio. Non riusciva a smettere di pensare all'eventualità che Sakura fosse irreperibile perchè deceduta.
Si sentiva un vero fallimento... come uomo, amico, poliziotto e adesso anche come figlio e fratello maggiore.
Non aveva impedito che il suo partner, amico e mentore Wataru Date perdesse la vita in un incidente stradale ed aveva permesso che la sua memoria venisse infangata, non aveva capito cosa volesse dire nei suoi ultimi secondi di vita... lo aveva deluso. E lui che confidava nel fatto che sarebbe diventato un ottimo poliziotto.
Adesso aveva deluso sia suo padre che sua sorella. Aveva promesso al padre che si sarebbe occupato di lei e non l'aveva fatto.
Aveva promesso alla sua sorellina che non le sarebbe capitato nulla di male finchè sarebbe stato in circolazione e non c'era riuscito.
Tutti. Aveva deluso tutte le persone che per lui contavano.
Ci avrebbe scommesso qualsiasi cosa, a breve avrebbe deluso anche Miwako.
Appena arrivato a casa era andato in camera sua e da una specie di scatola dei ricordi aveva tirato fuori una specie di braccialetto.
Alcune perline bianche infilate con un nastro azzurro. Su alcune perline c'erano delle lettere che formavano la parola ''Nii-chan'' ( Fratellone).
Se lo ricordava bene quel braccialetto... era stata una Sakura quattordicenne a regalarglielo, quattro anni prima, quando era appena diventato un poliziotto e gli avevano annunciato che l'avrebbero trasferito a Tokyo.
Glielo aveva dato come portafortuna, era un regalo di una ragazzina ma per lui contava moltissimo ed ogni tanto, quando la sorellina gli mancava, lo metteva al polso.
Fu esattamente quel che fece, nella speranza che quell'articolo di bigiotteria fatto in caso lo aiutasse a ritrovarla.
Sempre che non fosse già morta.
'' Ti prego, fa che sia viva...''- fece stringendo i pugni. Sato andò a sedersi accanto a lui sul divano, per abbracciarlo.
'' Fatti coraggio, amore mio...''- pensò la poliziotta stringendolo a sè come se avesse paura che qualcuno o qualcosa potesse portarglielo via da un momento all'altro.
Takagi ricambiò la stretta, appoggiando la testa sulla spalla della poliziotta e da quando era cominciata quella brutta storia si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
'' Non ce la faccio più... ti prego, aiutami...''- supplicò il poliziotto tra i singhiozzi.
Sato gli carezzò i capelli, baciandolo sulla guancia, per confortarlo -'' Sta tranquillo... la troveremo. Daremo una spiegazione a tutto, vedrai...''
O almeno sperava.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La situazione precipita ***


~Alla fine si era addormentato.
Aveva singhiozzato per quasi tutta la notte, senza calmarsi nemmeno per un attimo. Poi finalmente, verso l'alba, il sonno lo aveva colto e se l'era portato con sè.
Sato gli rimase accanto per tutto il tempo e quando fu certa che dormisse profondamente, lo coprì con una coperta.
Malgrado la primavera fosse quasi alle porte, le notti della città di Tokyo erano ancora un po' fredde.
In genere non si comportava in maniera così sdolcinata... Takagi aveva il potere di portar fuori il suo lato più tenero, più dolce, a volte quasi materno, che aveva deciso di seppellire accuratamente dentro di sè.
Non era che non le piacessero i gioielli, i vestiti eleganti, e la possibilità di essere corteggiata da qualcuno...ma lei era entrata in polizia per proseguire quello che suo padre aveva cominciato, ovvero servire la giustizia.
Anche se questo avrebbe voluto dire essere una donna in un mondo di uomini.
E lei aveva deciso, tassativamente, fin dal suo primo giorno di servizio che mai, per nessun motivo, si sarebbe fatta vedere una ragazzina debole, indifesa o bisognosa di aiuto. Fosse stato un collega o un criminale... aveva deciso che non avrebbe permesso a nessuno di pensarla come una ragazza di cui doversi preoccupare, nemmeno per scherzare.
Alla fine questo suo atteggiamento aveva giovato molto alla sua carriera. Difatti, era la più giovane detective della polizia di Tokyo.
Ma era impossibile mantenere quell'atteggiamento con Wataru: dolce, innocente, buono fino all'inverosimile... sembrava che i sentimenti negativi non lo avessero mai sfiorato, proprio come un bambino.
In quei giorni il destino era stato davvero infame con lui, come solo una volta lo era stato sinora.
Avevano scoperto un cadavere, un omicidio, decine di indizi e prove che metterevano sua sorella minore con le spalle al muro... e come se il destino non si fosse accanito abbastanza su di lui, adesso c'era la possibilità che la ragazza fosse innocente ma scomoda testimone e quindi potenzialmente morta.
Questo avrebbe spiegato il perchè nessuno sapeva che fine avesse fatto.
'' Sakura...''- borbottò Takagi ancora immerso nel sonno.
Sato uscì dalla stanza del poliziotto, per non disturbare il suo sonno e preparare qualcosa di commestibile per colazione.
O almeno ci avrebbe provato.
Qualsiasi cosa pur di non disturbare il sogno che stava facendo il fidanzato. Magari stava sognando Sakura, viva ed illesa... un peccato rovinargli un bel sogno in quel modo.

'' Mi mancherai, Taru...''- fece una ragazza con l'uniforme da liceale e con i capelli acconciati in una treccina uscendo assieme da un maneggio -'' Sei sicuro di non poter restare per la gara podistica?''
Il poliziotto le carezzò la testa come se volesse scusarsi.
'' Mi dispiace, ma ho finito le ferie proprio ieri e per questa sera devo essere in centrale.''- non poteva dire di essere felice per il dover tornare in città, se non per il fatto che a Tokyo c'era Miwako ad attenderlo.
Però gli dispiaceva dover lasciare la sua sorellina, di nuovo.
Da quando l'avevano trasferito a Tokyo, riusciva a tornare a casa per il compleanno della madre, della sorella, per le feste di natale o per altre occasioni del genere, che però erano molto rare.
Il duro lavoro del poliziotto.
'' Magari potresti venire a trovarmi tu, dopo il diploma, ti pare?''- fece accarezzandole una guancia-'' Una vacanza premio dopo la maturità. Tokyo è una bellissima città, dopo tutto.''
'' Me la fai tu da guida turistica? Tra un killer e l'altro, magari...''- lo prese in giro la sorella, scatenando la risata di entrambi.
Meglio salutarsi così che con lacrime ed abbracci tristi. Ma prima di andare c'era ancora una cosa che il poliziotto doveva fare.
Infilò la mano in una tasca interna della giacca e ne tirò fuori una catenina d'argento alla quale era appeso un piccolo campanello.
'' Per il tuo diploma.''- spiegò il poliziotto mettendoglielo al collo -'' e ricorda... se sei nei guai, fosse anche che non riesci ad aprire un barattolo di maionese, suonalo ed io correrò subito da te.''
Poco dopo, si sentirono due rumori che suscitarono nel poliziotto sensazioni di paura e terrore vivo.
Il primo fu un tonfo.
Come di qualcosa che cadeva dall'alto da un' altezza non definita.
Istintivamente, il detective si voltò per vedere cosa fosse accaduto, ma intorno a loro era tutto calmo e tranquillo.
Poi udì il suono di un campanello.
Quando si girò nuovamente verso la sorella, sgranò gli occhi dalla paura.
Sakura aveva assunto un visetto triste e malinconico, le guancie rigate dalle lacrime, ma non era quello a spaventarlo tanto da fargli venire gli occhi vitrei.
Sua sorella stava scomparendo sotto i suoi occhi... a poco a poco che i secondi passano, la ragazza diventava sempre più inconsistente, quasi come se stesse divenendo uno spettro davanti a lui.
Provò ad afferrarle la mano, quasi per trattenerla... ma fu come cercare di stringere del fumo in una mano.
'' Sakura!!!''- gridò terrorizzato.
'' Sayonara, Nii-chan...''- dette queste ultime parole, la ragazza si dissolve del tutto.
'' Dimmi dove sei, vengo a prenderti!!!''

'' Sakura!!!''- Takagi si svegliò di soprassalto, saltando subito a sedere sul letto e respirando affannosamente.
Un sogno. Solo un sogno misto ad un ricordo...
Magari fosse stato solo un sogno.
Era la verità... Sakura era sparita, non sapeva do'vera, non sapeva se era viva, non sapeva dove cercare...
La sua attenzione venne richiamata da uno strillo femminile ed un inconfondibile odore di bruciato.
'' Ci manca solo che mi prenda fuoco la casa, dopo si che sono a posto..''- pensò il poliziotto saltando giù dal letto per correre in cucina.
Uno spettacolo che aveva del comico e del tragico allo stesso tempo.
Da una padella si stava levando un vero e proprio incendio

 

'' Non sapevo che le uova fossero materiale infiammabile...''- borbottò Sato ancora scioccata per quanto aveva fatto ed assistito.
'' Le uova no...''- spiegò Takagi finendo di domare il piccolo incendio -'' Ma il manico della padella sì... se volevi farle flambè, obiettivo raggiunto.''
Sato abbassò la testa, mortificata.
Voleva farlo sentire meglio, non fargli fuori la cucina o intossicarlo con delle uova immangiabili... di certo prima o poi avrebbe dovuto chiedere a Wataru di venire a casa sua perchè sua madre voleva conoscerlo in via ufficiale.... promemoria, quella sera era meglio ordinare qualcosa al take away o andare al ristorante.
'' Scusami tanto, mi dispiace tanto, credimi...''
Takagi però non era irritato per quel piccolo disastro, anzi... sapeva che Miwako l'aveva fatto per tirargli su il morale, anche se con scarsi risultati, ma rimaneva comunque un gesto carino... come faceva a non apprezzarlo?
Rovesciò le uova ( o meglio quel che ne rimaneva) in un piatto e buttò la padella carbonizzata nella spazzatura.
Poi sorrise alla poliziotta per tranquillizzarla.
'' E' solo una padella... niente che non si possa sostituire. E poi mi piacciono di più flambè.''
Sato si lasciò sfuggire una risata.
Come si faceva a non innamorarsi di lui?
'' Per lo meno, adesso sai a cosa vai incontro se decidi di venire a cena da me...''
'' Vorrà dire che avrò più scuse per portarti a cena fuori.''
In quel momento suonò il cellulare di Sato.
Conan.
'' Sì, dimmi Conan...''- e qui gli occhi della poliziotta prima si illuminarono, per poi dare al volto un' espressione di incredulo terrore -'' Cosa? Ma ne sei sicuro? Ma come può essere... sì, arriviamo subito.''
Takagi la fissava terrorizzato.
Sperava solo che non fosse arrivata la notizia ormai certa della morte di sua sorella.
Non l'avrebbe mai potuto sopportare.
'' Cosa è successo?''- chiese quando finalmente riuscì a trovare il coraggio.
'' E' Sakura... l'hanno trovata....''- fece la poliziotta.
Takagi iniziò a tranquillizzarsi.
Sato era seria, questo sì, ma se avesse dovuto comunicargli il decesso di sua sorella, sarebbe stata più coinvolta, più empatica, non avrebbe trovato le parole giuste, l'avrebeb abbracciato per consolarlo.
'' Sakura o...''
'' No. E' viva.''
Takagi sospirò di sollievo.
La prima buona notizia di tutta quella brutta storia.
'' Shiratori e Chiba l'hanno appena arrestata e portata in centrale. Con l'accusa di omicidio, sottrazione di arma del delitto, abbandono della scena del crimine...ed aggressione a pubblico ufficiale.''
Takagi cadde dalle nuvole.
Ma che diavolo le avevano fatto i professori che le avevano rilasciato la licenza liceale? Sul fatto che fosse stata incastrata per omicidio non ci pioveva, ne era certo, ma l'aggressione ad un poliziotto...

'' Ma come è possibile che...?''- chiese Sato mentre con Takagi e Conan si dirigeva nella stanza dove Shiratori e Chiba avevano portato la piccola Takagi, dopo averle messo le manette ai polsi.
Non avevano perso tempo. Appena saputo che sua sorella era in centrale e nei guai fino alla punta dei capelli, il poliziotto si era vestito in fretta e si era precipitato con la fidanzata, al lavoro, per accertarsi della situazione.
Takagi era incredulo.
Non solo la accusavano di omicidio, ma adesso sostenevano addirittura che avesse aggredito un poliziotto per sottrarsi all'arresto.
'' E' così purtroppo. L'hanno trovata a due isolati dalla centrale.''- spiegò l'ispettore -'' Shiratori l'ha avvicinata, le ha detto che doveva voltarsi e lei si è rifiutata asserendo di essere innocente.''
'' Perchè lo è!!!''- sbottò Takagi -'' Ne sono convinto, mia sorella non ha fatto niente di male, è solo un malinteso che adesso chiariremo!''
No, non avrebbe creduto mai che sua sorella fosse un'assassina.
Solo se lo avesse sentito dalla sua bocca.
Ed in quel caso... la gioia di saperla viva sarebbe stata così grande che l'avrebbe aiutata di certo. Magari trovandole un buon avvocato a costo di impegnarsi casa e pensione futura, a trovarle delle attenuanti... tutto.
'' E' quello che ho detto anch'io...''. fece Megure -'' Ma quando Shiratori le ha detto che avrebbe spiegato tutto in centrale, ha iniziato a dare di matto, urlando di essere innocente, che l'avevano incastrata e lo ha preso a pugni sul torace.''
'' Quella è disperazione, non aggressione.''- puntualizzò Conan.
Megure annuì prima di aggiungere -'' Vero, ma per calmarla è stato costretto a farla girare e metterle le manette... e lei gli ha sferrato un calcio in un ginocchio.''
'' Cosa che ora che ci penso avrei voluto fare io, un po' di tempo fa...''- ma questo Takagi lo tenne per sè.
Ora l'importante era aiutare Sakura.

Sakura era chiusa nella stanza degli interrogatori con Chiba e Shiratori ad interrogarla.
Era vestita nello stesso modo in cui era scomparsa, i capelli trasandati, pallida come un cencio per la disperazione.
Chiba aveva deciso di rimanere con la scusa di assistere Shiratori nell'interrogatorio, quando invece il suo intento era cercare di calmare la ragazza che da quando li aveva incontrati era in stato di agitazione.
Le aveva portato un bicchiere d'acqua per calmarsi e questa lo aveva tracannato tutto in un fiato, avidamente.
'' Se è stato un incidente, se è stata legittima difesa...''- fece Shiratori cercando di convincere Sakura a confessare il delitto -'' renderai tutto meno complicato. I giudici ne terranno conto.''
La ragazza si mise le mani nei capelli dalla disperazione.
'' Io non posso confessare, perchè non sono stata io. Non ho ucciso Yuky!!!''
In quel momento la porta della sala degli interrogatori si spalancò, ed entrò proprio il detective Takagi incurante delle proteste dell'ispettore Megure e con alle spalle, il piccolo Conan e la bella Miwako Sato.
'' Taru...''- fece Sakura con i lucciconi agli occhi, vedendo il suo fratellone.
L'interpellato corse subito ad abbracciarla.
Malgrado la situazione, era contento di vederla davanti a sè, illesa.
'' Per fortuna stai bene....''- borbottò Takagi.
'' Taru, aiutami...''- lo supplicò la sorella -'' te lo giuro, non l'ho uccisa io!!!''
'' Lo so, ti credo... tranquilla, adesso sistemiamo tutto...''- nel dir così le depose un bacio sulla fronte, e solo allora si rese conto che la sorella scottava come una macchina tenuta sotto il sole di mezzogiorno.
'' Shiratori, Sakura ha la febbre alta, credo proprio che dovrai aspettare che si sia rimessa per...''- non terminò la frase perchè la sorella si era accasciata sulla sedia su cui il collega l'aveva fatta accomodare, pallida come un cencio, gocce di sudore che le imperlavano la faccia ed iniziava a lamentare cefalea, nausea e brividi.
Takagi non si stupì di questo, in fin dei conti aveva dormito al freddo ed al gelo per un paio di notti, e poteva dire per esperienza personale che non era un toccasana.
'' Takagi, toglile la giacca!''- fece il piccolo Conan preso da un terribile sospetto.
I poliziotti lo guardarono basiti.
'' Toglile la giacca, svelto!!!''-  ordinò il bambino sempre più agitato.
Takagi, seppur poco convinto, obbedì e tolse la giacca rosso scarlatto alla sorella.
Il braccio a cui era stata pugnalata era tutto sporco di sangue rappreso.
'' La ferita è infetta...''- fece Conan -'' Non è stata medicata come si deve, e adesso sta andando in setticemia. I sintomi sono gli stessi di una normale influenza. E' necessario portarla subito all'ospedale, prima che l'infezione raggiunga cuore, cervello e reni.''
Takagi divenne pallido come un lenzuolo dopo quella dettagliata spiegazione riguardo al malessere della sorella ed il terrore di perderla s'impadronì di lei.
'' Sato, chiama subito un'ambulanza, presto!!!''- ordinò Megure. La donna però aveva già intuito che la sorella del suo amato non fosse esattamente al massimo della forma e si era già premurata di chiamare i soccorsi.
Ora si trattava solo di pregare che arrivasse in tempo.
Takagi nel frattempo aveva coperto la sorella con la giacca. Non poteva fare molto, anzi non poteva fare quasi niente per lei, ma vederla tremante di freddo era troppo per non cercare di tenerla al caldo, per quanto possibile.
Anche Chiba fece lo stesso con la sua.
'' Tranquilla, bimba... l'ambulanza sarà qui tra poco... tieni duro...''

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Risposte che sollevano altre domande ***


~
'' Omicidio, abbandono della scena del crimine, resistenza all'arresto ed aggressione a pubblico ufficiale...''- commentò Conan riepilogando a voce alta i reati di cui la sorella di Takagi era accusata, mentre attendeva con il resto del gruppo l'arrivo di un medico dal pronto soccorso che potesse informarli al meglio delle condizioni della giovane -'' Mi spiace dovertelo dire, ma se non troviamo qualcosa per scagionarla... tua sorella si farà dai trent'anni all'ergastolo.''
Takagi divenne ancora più pallido di quanto non fosse già a causa della preoccupazione, a quelle parole.
Purtroppo era vero.
Tutto convergeva contro la piccola Sakura... movente, arma trovata in suo possesso, mancanza di alibi... però la sorella gli aveva assicurato, in lacrime ed in preda ad una disperazione che non credeva possibile, che era innocente e lui le credeva.
Una prova, o anche un semplice indizio che dimostrava che non poteva essere stata lei.
Trovare una cosa del genere.
Sarebbe bastato.
'' Io posso chiudere un occhio e non sporgere alcuna denuncia per l'aggressione...''- si offrì Shiratori. In fin dei conti, forse non era nemmeno più sicuro che la si potesse definire aggressione... lo stato di estrema agitazione in cui si trovava Sakura  e la sua reazione forse eccessiva era imputabile al fatto che avesse una ferita al braccio che se non medicata in tempo, avrebbe potuto farla finire sul tavolo dell'obitorio entro la fine della giornata.
Takagi lo ringraziò con lo sguardo.
Almeno non avrebbe dovuto preoccuparsi di quello...
Erano passate due ore da quando l'avevano portata in ospedale, ed ancora nessuno si degnava di uscire per dir loro qualcosa.
Anche il detective Goro era stato informato della svolta nelle indagini grazie a Conan e si era precipitato subito in ospedale per avere notizie, e soprattutto per vedere come stava Takagi, visto che era il più coinvolto emotivamente in quella brutta storia.
Sperava solo che con la ripresa di Sakura la ragazza avrebbe dato loro delle spiegazioni.
Anche se fosse stata colpevole, per lo meno, Takagi avrebbe smesso di torturarsi in quel modo.

'' Come?''- fece Takagi sorpreso dopo il resoconto del medico. Per fortuna, l'infezione era ancora al primo stadio e l'avevano presa in tempo, ed avevano assicurato ai presenti che con delle cure adeguate e qualche giorno di riposo si sarebbe ripresa completamente.
Il che aveva provocato un'ondata di sollievo nei cuori dei presenti, ma le rivelazioni fatte dal medico aggiunsero nuovi interrogativi a quella vicenda oscura.
Il medico aveva infatti confidato loro di aver eseguito una radiografia alla spalla destra di Sakura.
''Si.''- conferò il medico -'' Quando le abbiamo tolto la camicetta per medicarle la ferita, abbiamo notato un grosso livido sulla spalla destra, ed abbiamo eseguito una radiografia per assicurarci che l'articolazione non fosse danneggiata.''
'' E secondo lei...''- fece il piccolo Conan -'' come può essersi procurata quel livido?''
Shiratori avanzò un'idea -'' Magari mentre scappava è scivolata e si è fatta male.''
Il medico dissentì.
'' No, perchè il livido era collocato dietro. E dal tipo di abrasione posso dire che può esserselo fatto solo grazie a qualcuno che l'ha spinta e tenuta a terra. Ed aveva anche dei segni sulle braccia che sembrano essere lasciati da una fune.''
Adesso sì che la situazione cambiava da come si era presentata all'inizio.
L'ispettore Megure porse al medico il rapporto del dipartimento di medicina legale che aveva effettuato l'autopsia sul corpo della vittima.
'' E' possibile che la vittima l'abbia aggredita per autodifesa?''- domandò il poliziotto.
Il dottore studiò attentamente il fascicolo prima di pronunciarsi.
'' Non nego che per disperazione la vittima si sia aggrappata alla signorina Sakura...''- fece il dottore-'' ma dubito fortemente che con una simile ferita all'intestino, sia stata in grado di spingerla a terra in quel modo. Piantarle l'arma del delitto nell'avambraccio poi...''
Takagi si sentì sollevato nel sentirsi dare quella notizia.
Quella era la prova che gli serviva per scagionarla dalle accuse. Un referto medico che accertava che la vittima per quanto terrorizzata e disperata non avrebbe mai potuto procurarle  le ferite per cui era ricoverata.
Lo ringraziò con una stretta di mano quando il luminare si congedò da loro.
'' Questo cambia le carte in tavola.''- fece Sato felice come non mai per il fatto che la sorella di Takagi fosse stata in parte scagionata -'' Eera irreperibile fino a stamattina perchè era in ostaggio, non perchè era colpevole.''
'' Riassumiamo i fatti...''- fece il detective Goro -'' Sakura si accorge che sta succedendo qualcosa di brutto e si precipita a controllare. Trova l'amica in fin di vita e tenta di soccorrerla.
L'assassino però si trova ancora sulla scena del misfatto e l'aggredisce. Prima la spinge a terra, immobilizzandola, e tenta di liberarsi anche di lei pugnalandola. Ma Sakura si porta le braccia davanti al busto e alla faccia, forse per proteggersi, forse per paura... ad ogni modo riesce a liberarsi del suo aggressore, prende con sè l'arma del delitto e scappa. Ma prima ancora che possa decidere cosa fare...''
''... l'assassino la riprende e la tiene prigioniera.''- concluse Conan. Incredibile a dirsi, ma Goro sembrava aver ricostruito perfettamente la dinamica dei fatti che avevano preceduto la scomparsa di Sakura.
'' Ma non ha alcun senso...''- fece Shiratori -'' Se era una testimone così pericolosa perchè invece di tenerla prigioniera con il rischio che scappasse, cosa che poi è avvenuta, non l'ha...''
Non concluse la frase perchè i presenti avevano iniziato a guardarlo con lo stesso sguardo di un serial killer pronto a mietere vittime.
'' Dì la verita...''- fece Takagi con un'espressione scettica ed un tono di voce sospettoso -'' Non è che mentre l'arrestavi le hai fatto qualcosa e lei ha pensato di rimetterti in riga?''
Shiratori gli rispose, sentendosi punto sul vivo -'' Ma per chi mi hai preso, si può sapere?''
'' Guarda che una volta le insinuazioni e le frecciatine, per non parlare degli interrogatori aggressivi, erano il tuo cavallo di battaglia.''- gli rammentò Takagi memore di tutte le volte che l'ispettore gli aveva messo i bastoni tra le ruote quando cercava di avere un appuntamento o di restare solo con Sato, o di quando era lui ad essere messo sotto torchio da lui o dai suoi amici nemmeno avesse commesso qualche imperdonabile reato.
'' Può darsi, ma dovresti sapere che sono un gentiluomo.''
A quel punto Sato si mise tra il fidanzato e l'ex pretendente per evitare che il litigio degenerasse.
'' Adesso calmatevi.''
'' Sato ha ragione.''- si aggregò Megure -'' Dobbiamo essere grati del fatto che Sakura sia viva e che ci sia la possibilità che sia stata messa in mezzo.''
Shiratori e Sato annuirono.
'' Appena si sentirà un po'  meglio, le faremo alcune domande come persona informata dei fatti...''- propose Sato, ma il fidanzato la bloccò.
'' Non so se sarà così semplice...''- fece il poliziotto attirando su di sè l'attenzione dei colleghi, di Conan e di Goro.
'' Perchè dici questo?''- fece il detective Goro -'' Dato che sa chi è l'assassino e che la polizia la cercava perchè la sospettava di omicidio, la cosa più naturale è raccontare tutto quel che sa.''
Takagi per tutta risposta fece una domanda a Shiratori -'' Che cosa le hai detto di preciso, durante l'interrogatorio?''
Il poliziotto ne fu sorpreso, la la sua risposta non si fece attendere.
'' Le ho chiesto di darci una spiegazione, e che se avesse collaborato, magari confidandoci che era stato un incidente o che aveva ucciso la vittima  per legittima difesa, allora le cose sarebbero state più semplici.''
Chiba confermò ogni parola, ma così facendo...
'' Quindi, le hai fatto capire che la polizia la riteneva colpevole di omicidio... se adesso la interroghi di nuovo, penserà che non le credi e che userai ogni parola che dirà contro di lei... la conosco, lei si chiude a riccio con le persone che le dimostrano ostilità.''
'' Allora credo che l'unica persona che può scoprire qualcosa, contando sulla sua fiducia...''- propose Conan -'' sia anche quella che la conosce meglio.''
In poche parole, Takagi avrebbe dovuto interrogare sua sorella minore.
Il suo sguardo lasciava intendere che l'avrebbe fatto... ma a modo suo però.

Il poliziotto tornò a casa per farsi una doccia e cambiarsi i vestiti, approfittando del fatto che a tenere compagnia a sua sorella era rimasta Sato, e poi si incamminò verso il Beika Central Hospital, e durante il tragitto fece una sosta al cafè preferito da lui e dalla sorella per prenderle un pezzo di torta al cioccolato.
Il medico gli aveva spiegato che la sorella presentava anche un principio di avitaminosi e che in quel momento, qualsiasi cosa le avrebbe dato nuove energie.
L'ispettore Megure gli aveva dato un badge rosso perfettamente identico a quello che lui, Sato e tutta la prima divisione portavano appuntato sulla giacca.
Solo che questo era un microfono camuffato ed i suoi tre colleghi, Conan ed il detective Goro si erano sistemati, con il permesso del direttore dell'ospedale, nella stanza attigua vuota in ascolto.
Un po' si sentiva in colpa verso la sorella che ne aveva già passate tante, ma si consolava pensando che in fin dei conti lo stava facendo per il suo bene.
Quando entrò nella stanza della sorella, la trovò sveglia.
Il camice bianco dell'ospedale, un ago nell'avambraccio a cui era collegato un tubicino di plastica fissato ad una flebo, ed il volto pallido e malinconico.
Però si illuminò quando vide entrare nella stanza il fratello maggiore.
'' Taru...''- fece la ragazza alzandosi leggermente a sedere, buttando le braccia in avanti per abbracciarlo.
'' Ehy...''- fece il poliziotto posando il pacchetto del cafè sul comodino e rispondendo all'abbraccio- '' Come stai, piccola?''
'' Per essere accusata di omicidio, essere scappata da un assassino ed essere andata a tanto così dal rivedere papà...''- fece Sakura riadagiandosi sul letto -'' direi bene.... lo credi anche tu?''
Non aveva bisogno di specificare a cosa si riferisse.
'' Ci credo solo se lo sento dire da te.''-fece Takagi mettendole sulle ginocchia la torta che aveva comprato per lei-'' Raccontami com'è andata. Nei minimi dettagli.''
Sakura annuì ed iniziò a mangiare la torta che il fratello le aveva portato con la forchetta di plastica che era assieme al dolce.
'' Io e Yuky avevamo appena finito di cenare...''- iniziò a spiegare la ragazza -'' stavamo aspettando il dolce ed il caffè, quando Yuky ha chiamato il concierge dell'hotel per chiedere informazioni. Voleva sapere se c'era una discoteca degna di questo nome in città e come raggiungerla.
Io invece ho chiesto come raggiungere la centrale di polizia, perchè non conoscevo la strada da fare partendo dall'albergo e volevo farti una sorpresa... l'ho spiegato a Yuky...''
'' Ma lei non era d'accordo, vero?''- fece Takagi.
'' Puoi dirlo forte.''- fece Sakura mandando giu un boccone -'' Ha detto che era venuta per divertirsi e che potevo vederti un'altra volta...''- in fin dei conti, per quella ragazza, i soldi parevano crescere sugli alberi, ma lei malgrado se la passasse bene grazie al maneggio che la madre aveva ereditato dal marito morto non era in condizione di spendere chissà quanti soldi per andare e venire da Tokyo -'' Allora si, lo confesso: le ho detto che secondo me non era altro che una ragazzina viziata con la fissa di dover decidere per la vita di tutti e me ne sono andata per non dire di peggio.''
'' Te ne sei andata in camera per calmarti un po', giusto?''- fece il poliziotto.
Sakura annuì.
'' Esatto. Anche se lei non era d'accordo, avevo deciso comunque di passarti a trovare ma non mi andava di rivederti dopo quasi cinque mesi con il muso. Sono andata in camera, ho spedito delle mail ad alcuni amici a Kyoto, ho fatto una doccia per darmi una calmata e mi sono cambiata i vestiti.''
Takagi non l'aveva interrotta nemmeno una volta. Per ora, tutto corrispondeva alle indagini che avevano fatto.
'' Stavo per uscire dalla camera ed avevo deciso di chiamare un taxi per venire in centrale. Avevo già preso la borsetta e me l'ero messa alla spalla, quando mi è venuta sete. Ho aperto il minifrigo che avevamo in stanza e ho preso una lattina di tè al limone e me ne sono andata sulla terrazza.''
Takagi si tenne pronto.
L'orrore era dietro l'angolo.
'' Ho sentito un urlo prevenire dal vicolo sotto il balcone e la voce di Yuky che chiedeva di essere lasciata stare... l'urlo è stato così forte che ho fatto cadere la lattina. Ero certa che fosse accaduto qualcosa... così sono scesa usando la scala anti-incendio.''
E qui la domanda sorgeva spontanea.
'' Perchè hai usato le scale anti-incendio invece dell'uscita principale?''
'' Perchè ero preoccupata per quello che avevo sentito ed anche con l'ascensore ci avrei messo comunque troppo. Non sapevo cosa era successo e ho pensato che fosse meglio usare la soluzione più veloce.''
'' E poi che è successo?''
'' Quando sono arrivata nel vicolo dietro l'albergo l'ho vista... era a terra, con un tagliacarte piantato nell'intestino... mi sono inginocchiata e l'ho presa tra le braccia. Lei mi si è aggrappata al collo, graffiandomi... le ho detto che sarebbe andato tutto bene, dovevo solo chiamare un' ambulanza e la polizia...e qualcuno a quel punto mi ha afferrata per le spalle e spinta contro il muro.''
'' Hai visto chi era?''- chiese Takagi. Per lo meno le tessere del puzzle stavano andando al loro posto.
Avrebbero dovuto trovare delle prove concrete per il procuratore, ma ci avrebbero pensato.
E poi forse, già le avevano. Il referto medico del dottore che aveva visitato Sakura quel giorno che dichiarava che la ragazza era stata aggredita da qualcuno in pieno possesso delle forze con tanto di lastre e documentazioni varie.
'' No... era buio e quando ho cercato di graffiargli la faccia per difendermi ho sentito che sulla guancia aveva qualcosa di lana... credo indossasse un passamontagna. Mi ha appoggiato un ginocchio sullo stomaco per tenermi ferma ed una mano sulla bocca per impedirmi di mettermi a gridare. Poi ha tolto il tagliacarte dallo stomaco di Yuky e me lo ha puntato.''
'' E tu ti sei protetta come potevi con le braccia, giusto?''
Sakura annuì.
'' E' stato istintivo. Ho sentito un dolore lancinante al braccio, e sempre istintivamente gli ho mollato un calcio.''
Takagi commentò tra il sarcasmo e l'incredulo.
'' E' solo una mia impressione o sei diventata leggermente più violenta, sorellina?''
L'interpellata lo guardò male.
'' Avrei voluto vedere te al mio posto...''
Takagi sollevò le mani in segno di resa -'' Rilassati piccola, stavo scherzando.''
Sakura sbuffò e riprese il racconto-'' Quando l'ho colpito si è sbilanciato e ne ho approfittato per scappare.''
'' Però hai portato con te l'arma del delitto... perchè l'ha presa?''
'' Era molto buio quindi non sapevo se avesse o meno i guanti o se per caso avesse messo qualcosa sulle mani per non lasciare impronte. E nel caso fosse stato a mani nude e senza protezione alcuna, quasi certamente si sarebbe portato via il coltello. Per questo l'ho tolto dal mio braccio e l'ho preso...
Il mio intento era prendere un taxi, arrivare alla polizia e raccontarvi tutto...''- la ragazza si tenne la testa con le mani.
Da quel momento tutto diventava confuso fino ad un certo punto.
'' Poi non ricordo... so solo che mi sono ritrovata in uno stanzino con le pareti di cemento.''
Takagi si era fatto un'idea.
Con tutta probabilità, la sorella era riuscita ad arrivare dall'altra parte della strada ma anche l'assassino aveva fatto altrettanto ed una volta raggiunta doveva averla drogata.
Una ragazza che si accasciava per terra a quell'ora e in mezzo ad una strada affollata non passava certo inosservata, ma il suo assalitore poteva sempre dire che era un'amica che quella sera aveva alzato un po' troppo il gomito e che si stava organizzando per riportarla a casa, visto che non si reggeva in piedi.
Non avrebbe avuto il minimo problema a portarla via davanti a tutti e senza destare il minimo sospetto.
'' Quando mi sono svegliata mi sono ritrovata in una stanza con le pareti in cemento, ed ero legata ad una specie di colonna. Sono stata in quelle condizioni per due giorni.''
'' E ti ha lasciata lì? Senza cibo nè acqua?''- fece Takagi incredulo che qualcuno avesse potuto fare una cosa simile, ad una ragazza così giovane.
Ma a ben vedere... nemmeno l'uomo che tempo addietro lo aveva sequestrato aveva dimostrato più umanità.
In fin dei conti... lui voleva farlo soffrire. E c'era riuscito benissimo anche se alla fine era uscito vincitore da quella lotta.
'' Esatto.''- confermò Sakura abbassando gli occhi -'' Credo che avesse progettato di lasciarmi lì a morire di stenti... forse era questo il suo piano.''
A questo punto, il poliziotto dovette convenire con quanto affermato da Shiratori: l'assassino non sapeva quanto Sakura avesse visto, per quanto ne sapeva poteva averlo anche riconosciuto, per quale motivo l'aveva rapita invece di ucciderla?
Sarebbe stato più logico... davvero non capiva che motivo aveva avuto per mantenerla in vita, anche se doveva ammettere che la cosa non gli dispiaceva affatto.
'' Ma come hai fatto scappare, non capisco...''
'' Onestamente?''- fece Sakura -'' Non lo so nemmeno io... so solo che mi aveva legata, messa in quella stanza con la porta di ferro e le pareti in cemento... pensavo che mi avrebbe costretta a rimanere lì finchè non fossi morta di fame e di sete... ho passato parecchio tempo a lavorare sui nodi finchè non hanno ceduto... sono corsa alla porta e ho spinto... mi ci è voluto un po' ma alla fine l'ho aperta ed appena fuori sono scappata.''
Qui il volto di Sakura si fece scuro e gli occhi le si riempirono di lacrime.
'' Stavo andando alla polizia a dire cosa era successo quando il tuo collega mi ha detto che dovevo andare in centrale per l'omicidio di Yuky e quando mi ha messo le manette...''
'' Un po' per disperazione, un po' per l'agitazione causata dalle tue condizioni fisiche gli hai dato un calcio.''- concluse Takagi.
Finalmente conosceva la verità.
Sakura scoppiò a piangere.
'' Ma ha ragione... sono stata io. E' tutta colpa mia, se non mi fossi arrabbiata con lei, se fossi rimasta con lei... a quest'ora sarebbe viva.''- nel dir così poggiò il capo sul petto fraterno iniziando a singhiozzare.
Wataru la lasciò sfogare.
Aveva passato due giorni davvero infernali e l'accoglienza riservatale dalla polizia non aveva certo agevolato le cose.

Megure e gli altri presenti nella stanza accanto avevano sentito ogni parola, ma quando Sakura scoppiò a piangere chiusero ogni comunicazione con Takagi.
'' Ispettore... cosa facciamo adesso?''- chiese l'agente Sato.
Il poliziotto ci pensò su per un attimo e poi fece -'' Se Sakura aveva in mente di prendere un taxi per la questura significa che doveva arrivare dall'altra parte della strada rispetto all'hotel.
Trovate un testimone, nastri di video sorveglianza che riprendono un uomo o una donna che aiuta Sakura sotto l'effetto di calmanti e se la infila davvero in un auto, numero di targa e ricostruiamo il tragitto.''
'' Me ne occupo io.''- fece Chiba uscendo in fretta dalla stanza.
'' Avverto la questura che Sakura non c'entra niente con l'omicidio, ispettore?''- fece Shiratori.
'' Sì, penso sia meglio...''- ma Conan li bloccò.
'' Non credo sia una buona idea, ispettore Megure.'''
Goro lo guardò con aria torva-'' E sentiamo, come mai?''
'' Perchè se l'assassino scopre che Sakura ha raccontato tutto alla polizia, cercherà di scoprire dove si trova. In fin dei conti, parliamo della testimonianza della sorella di un poliziotto...''
Conan s'interruppe, come se la sua mente fosse attraversata da un'illuminazione improvvisa, mentre Megure riconosciuto che Conan aveva ragione, incaricò Sato di organizzare dei turni di guardia alla stanza della ragazza, di fare in modo che ci fosse sempre qualcuno con lei e che chi entrava o usciva fosse perquisito.
Conan iniziò a rimuginare su quanto aveva ascoltato... la porta della prigione di Sakura non era chiusa a chiave.
Quando si aveva un ostaggio, la prima cosa da fare era chiudere tutto a chiave per impedire all'ostaggio ogni via di fuga.
Forse credeva che la corda fosse sufficiente e che a causa della mancanza di cibo e di acqua sarebbe stata troppo debole per tentare la fuga... ma se aveva rapito una ragazza che era risultata così combattiva durante il loro primo incontro, gli pareva strano che non avesse preso precauzioni.
E poi, colpevole o meno, presente o meno sulla scena del crimine, si sarebbe sempre trattato di una ragazza scomparsa e la polizia avrebbe indagato sulla sua sparizione e sarebbe stato presto scoperto.
Si domandava se per caso il fatto che Sakura avesse un fratello in polizia non avesse avuto peso in questa vicenda.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Passaggio di testimone ***


~Takagi non si era mosso dalla stanza della sorella quella notte. Dopo aver smesso di piangere era talmente stanca che si era addormentata e malgrado le insistenze di Sato e dei suoi colleghi sul fatto che avesse bisogno di riposare e che ci avrebbero pensato loro, organizzando dei turni, per stare vicino a Sakura, lui rifiutò tassativamente.
In quel momento, la bimba di casa aveva bisogno di lui ed era certo che non avrebbe voluto nessun'altro se non lui, al suo fianco in quel brutto momento che ancora non era passato.
Aveva fatto la spola tra la sedia, il divanetto ed il piccolo bagno presente nella stanza.
Aveva avuto ragione infatti.
Non fu una notte tranquilla.
Sua sorella si era svegliata in preda agli incubi, urlando ed implorando che nessuno la uccidesse e che la lasciassero libera, e subito lo aveva cercato.
Ogni volta si era riaddormentata ed ogni volta si era svegliata in preda agli incubi.
Alla quarta volta che il suo sonno s'interrompeva per un brutto sogno, aveva chiesto ad un infermiera di portarle un sedativo.
Ormai erano le otto e mezza di mattina ed era ancora immersa nel sonno. Anche se sconvolta, in camice da ospedale, stanca e ferita... era un sollievo per Takagi averla di nuovo sotto gli occhi e sapere per certo che la sorella era una testimone e non un'assassina.
Non che avesse mai avuto dubbi a riguardo.
Avrebbe creduto alla sua colpevolezza solo se lei glielo avesse confessato.
In quel momento nella stanza entrò il piccolo Conan.
Takagi non si preoccupò nemmeno di chiedergli cosa ci facesse lì. Ormai c'era abituato a vedere quel ragazzino spuntare ovunque andasse nemmeno fosse stato un fungo dopo la pioggia.
Al contrario si sarebbe preoccupato se non l'avesse visto aggirarsi in posti non adatti ad un bambino tipo la scena di un efferato crimine.
' Come sta?''- chiese il bambino.
Takagi sospirò -'' Dopo che ha finito di raccontarmi tutto, è scoppiata a piangere e poi si è addormentata.''
Poi lui le aveva promesso che avrebbe preso l'assassino di Yuky e che quell'uomo non l'avrebbe più toccata.
E questo era sicuro di poterlo fare. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di far aumentare la pena dell'uomo che aveva fatto passare sua sorella per una feroce assassina per poi tentare di farle del male e per averla tenuta prigioniera.
Ma la cosa che lo aveva davvero sconvolto... erano le lacrime che aveva versato. Indubbiamente lacrime di sfogo, paura, sollievo... ma per la maggior parte del tempo non aveva fatto altro che borbottare tra i singhiozzi quanto fosse responsabile della tragedia.
Quella ragazza l'aveva solo usata, quasi certamente non l'aveva mai considerata un'amica... e sua sorella l'aveva pianta come se avesse perduto la migliore delle amiche, dandosi persino la colpa di quanto le era accaduto.
Anche Conan aveva ascoltato quella parte, poco prima che l'ispettore Megure chiudesse la comunicazione, ed era giunto ad una conclusione di cui era certo già da prima.
I Takagi erano incapaci di provare sentimenti come l'odio ed il risentimento. Forse un po' di rabbia, ma non durava mai molto...
Adulti che avevano conservato l'innocenza ed il candore dell'infanzia.
Takagi carezzò la fronte della sorella, ancora immersa nel sonno, a causa della stanchezza e dei sedativi che l'infermiera le aveva somministrato per aiutarla a calmarsi.
'' Mi chiedo... chi possa aver fatto una cosa del genere...''- fece il poliziotto.
'' Però è strano, non trovi?''- fece Conan -'' In genere la prima cosa da fare quando si ha un ostaggio è chiuderlo a chiave.
Da come l'ha raccontata Sakura, pare che quell'uomo o quella donna, l'abbia praticamente lasciata andare.''
Veramente non capiva... il colpevole si era dato un gran da fare per prendere Sakura, impedirle di prendere contatti con la polizia... perchè mai darsi tanto da fare e non preoccuparsi nemmeno di chiudere la porta a chiave?
Sakura aveva lottato quando l'assassino l'aveva aggredita nel vicolo, questo implicava chiaramente che non si sarebbe lasciata mettere in ginocchio senza aver nemmeno provato a scappare.
Doveva prevedere questa possibilità... ma non l'aveva fatto. Magari credeva che dopo parecchie ore senza mangiare e bere e costretta a stare in piedi le sue resistenze si sarebbero affievolite e che non avrebbe avuto la forza, ma qualcosa non quadrava.
'' Pensi che ci sia qualcosa sotto?''- chiese il poliziotto. Effettivamente era strano. Indubbiamente, Sakura era stata un'aggressione non premeditata perchè l'assassino non si aspettava che accorresse alle urla di Yuky, e dato che aveva usato le scale anti-incendio anzichè la porta principale questo non gli aveva permesso di scappare in tempo.
E non aveva potuto ucciderla come aveva fatto con Yuky perchè Sakura si era ribellata ed era poi scappata, cercando di rifugiarsi tra la folla... ma poi l'assassino l'aveva ripresa e portata via.
Perchè non l'aveva eliminata  dopo averla portata in un posto isolato?
Non aveva senso, ma la versione fornita da Sakura era precisa e dettagliata, e i segni di difesa che aveva riportato e per cui era ricoverata le davano ragione.
No, lei era sincera, ne era certo.
'' C'è una sola spiegazione possibile...''- fece Conan -'' l'assassino voleva che tua sorella morisse, ma senza essere costretto ad ucciderla... per qualche strano motivo, non poteva riservarle un trattamento come quello riservato alla vittima.''
Uccidere senza commettere un omicidio... sembrava una specie di rompicapo.
In quel momento, la ragazza iniziò a mugulare e i due che le stavano tenendo compagnia capirono che stava per svegliarsi.
'' Ehy...''- la prese in giro il fratello -'' Lo sai che ore sono?''- le domandò come quando era ancora bambina ed usava questa frase per svegliarla quando doveva andare a scuola.
'' Sei rimasto...''- fece la ragazza sorridendo nel vedere che il fratello maggiore non si era mosso dal suo capezzale.
'' Come stai, Sakura?''- fece Conan con un'espressione dolce in viso.
La ragazza lo guardò con aria interrogativa, non sapendo chi fosse quel bambino e cosa ci faceva nella sua stanza d'ospedale... poi però si ricordò di una gita che aveva fatto con il fratello, quando cinque mesi prima, mentre si trovava in licenza era tornato a casa da lei e dalla loro madre...

''... e così, quando Conan ha notato quel particolare, la soluzione del caso è venuta praticamente da sola.''- concluse Takagi prendendo un altro cucchiaio dalla sua porzione di riso al curry.
'' Roba da non credere... quanti anni hai detto che ha questo ragazzino?''- commentò Sakura, incredula che un bambino avesse notato un particolare così importante.
'' Sette... ti dirò, anch'io ero sorpreso la prima volta... è sveglio, acuto, intelligente, un ottimo osservatore... certe volte penso che potremmo affidargli tutta la baracca ed andarcene tranquillamente in pensione.''- rise il poliziotto.
'' Che simpatico frugoletto...''- fece Sakura con un sorriso tenero sulla faccia, immaginandosi quel piccolo Sherlock Holmes in miniatura -'' Mi piacerebbe conoscerlo.'' ( Questo si chiama chiamare la sfortuna a gran voce, sai? -nd me)

'' Tu devi essere Conan...''- fece la ragazza sorridendo stancamente, carezzando la testa del piccolo detective -'' è un piacere conoscerti, piccolo...''
Takagi sorrise.
Erano già diventati amici.
Dal momento che c'era Conan con la sorella, lui decise di uscire per prendere qualcosa da mangiare sia per la sorella che per il bambino.
Aveva preso dei dolcetti al bar dell'ospedale e già che c'era ordinò anche un caffè nero per sè.
Stava per iniziare a berlo, quando gli si avvicinò l'agente Chiba.
'' Takagi...''- lo salutò il collega ed amico -'' Come sta Sakura?''
'' Il medico dice che sta rispondendo bene alle cure, e che la spalla non ha riportato gravi lesioni... quel che mi preoccupa è la tempesta che ha qui.''- fece il poliziotto indicandosi la testa.
'' Che intendi dire?''- fece il collega.
'' Dopo che ha finito di raccontarmi tutto quel che è successo quella notte, ha iniziato a piangere disperata, imputandosi la colpa di aver permesso all'assassino di fare del male a Yuky... si è svegliata in preda agli incubi, urlando, almeno quattro volte. L'infermiera ha dovuto sedarla, per permetterle di dormire tranquilla per qualche ora.
Si è appena svegliata, adesso c'è Conan con lei... ero venuto qui per prendere qualcosa da mangiare per tutti e due.''
'' Meno male sono contento... che stia bene, non che sia stata vittima degli incubi.''
'' Tu invece? Qualche novità?''- domandò Takagi avviandosi con l'amico verso la stanza di Sakura.
'' Abbiamo trovato la borsa di Sakura. Quando l'abbiamo incontrata mentre vagava in direzione della questura non l'aveva... era stata buttata in un cestino dell'immondizia poco lontano dall'hotel e l'aveva presa un barbone che l'ha usata come cuscino.
Dentro c'era un set per il trucco, il portafoglio con i soldi ed i documenti, la tessera d'imbarco, ed anche l'arma del delitto.''
'' Avete trovato delle impronte?''
'' Solo quelle di Sakura. Probabilmente l'assassino portava i guanti o si era ricoperto le mani di smalto e tua sorella le ha lasciate quando lo ha tolto dal suo braccio. Inoltre ha lasciato le impronte sulla lama, non sull'impugnatura.''
Il volto di Takagi s'illuminò -'' Quindi adesso è scagionata da ogni accusa!!!''
'' Certo, ma prima dobbiamo trovare il posto in cui era tenuta prigioniera ed il suo aguzzino.''
'' Non è emerso nulla, per ora?''
Chiba dissentì -'' Per ora c'è solo la testimonianza di una coppia che sostiene di aver visto un uomo che aiutava una ragazza che non aveva l'aria di sentirsi troppo bene.''
'' E che hanno detto?!?''- fece Takagi talmente concitato tanto da far quasi cadere le cose che aveva comprato -'' Che faccia aveva? Come si è giustificato, come ha...''
'' Calmati...''- fece Chiba. Quando l'amico si agitava così era come aver davanti un'altra persona -'' Hanno chiesto se per caso ci fossero problemi, ma lui ha detto che  era andato a riprendere la figlia ad una festa, che era ubriaca e non voleva che tornasse a casa in quelle condizioni e da sola.''
'' Ho capito, ma come l'ha riportata a casa quel tipo?''- chiese Takagi-'' C'era la fermata dei taxi, non hanno visto se l'ha caricata su un taxi o portata via con un'auto normale?''
Chiba dissentì.
'' C'è anche la possibilità che non fosse tenuta prigioniera in un posto troppo lontano dalla scena del crimine. L'ispettore Megure sta facendo controllare tutto il circondario da agenti in borghese.''
'' E non hanno fornito almeno un identikit?''- chiese ancora il poliziotto.
Chiba fece cenno di no con la testa.
'' No. Aveva gli occhiali con le lenti scure e un berretto calato sul viso... per questo sono venuto qui, per chiedere a Sakura se per caso ricorda qualche altro dettaglio.''
'' Capisco...''

'' Mi dispiace non poterla aiutare agente Chiba...''- fece Sakura rigirandosi tra le mani un bicchiere di plastica -'' ma era molto buio, quando ho provato a graffiargli la faccia ho notato che indossava un passamontagna o qualcosa del genere e non l'ho visto in faccia.''
'' E quando ti ha rapita?''- chiese Conan.
'' Ricordo di essere arrivata dall'altra parte della strada per prendere un taxi, ma prima che potessi raggiungere la fermata... ho sentito un pizzicotto alla base della nuca... e da lì devo aver perso i sensi perchè ricordo di essermi ritrovata in una stanza con le pareti in cemento e la porta di ferro.''- rispose la ragazza.
'' Questo posto... ''- chiese il fratello -'' sei in grado di descrivere la strada che hai fatto?''
Sakura scosse la testa in un cenno di dissenso.
Per un attimo stette in silenzio, quasi come se volesse cercare di trovare il coraggio per dire -'' Spiegarlo a parole è difficile, ma vi ci posso portare.''
'' No, non è necessario...''- fece Takagi immaginando quanto le fosse costato avanzare quella proposta -'' Troveremo quel posto da soli, non preoccuparti...''
'' Non riesco a descrivere la strada perchè non conosco bene la città...''- fece Sakura senza aver ascoltato le rassicurazioni del fratello -'' ma ricordo bene la strada che ho fatto e posso mostrarvela.''
Chiba, Takagi e Conan non erano affatto certi che Sakura volesse davvero tornare in quel posto.
Le si leggeva in faccia che la sola idea di ripercorrere la strada per tornare alla prigione da cui era scappata, le riempiva il cuore di paura, soprattutto per la possibilità di incontrare quell'uomo.
Eppure sembrava comunque così determinata...
Takagi intuì il motivo del perchè la sorella insisteva per accompagnarli in quel posto, malgrado fosse spaventata.
'' Sakura, ascolta.... non è colpa tua, va bene?''- cercò di consolarla il fratello -'' Non sei stata tu a pugnalare Yuky e non potevi prevedere la disgrazia...''
'' Allora diciamo che cerco di aiutarvi a riportare l'universo in equilibrio, va bene?''- fece la ragazza con un tono più deciso -'' Quell'uomo ha ammazzato una mia amica, mi ha tenuta prigioniera e ha cercato di uccidere anche me e come se non bastasse mi ha fatto passare per un'assassina che si è nascosta come un topo nel formaggio, il minimo che posso fare è darvi indizi e prove per trovarlo.''
Takagi un po' si meravigliò, ma alla fine decise che era meglio non contrariarla.
Sua sorella, come lui, era di indole mite e tranquilla e che quando assisteva ad una lite cercava di spendere delle parole per calmare le acque, ma quando si metteva in testa una cosa era impossibile farla ragionare.
Decisamente, la vittima non aveva capito nulla.
Aveva conosciuto sua sorella, lei la considerava tutt'ora una sua amica malgrado le bassezze che le aveva rifilato, voleva tornare nel posto che sarebbe potuto diventare la sua tomba malgrado fosse palese che era spaventata solo per aiutare la polizia a catturare il suo omicida...
E la vittima l'aveva definita una noiosa ammazzaserate e l'aveva scelta per andare a Tokyo perchè la considerava una ''ruota di scorta''.
Proprio vero.
La gente era stupida a volte.

Due ore dopo, il tempo per Takagi di parlare con i medici e di firmare dei documenti di assunzione di responsabilità, e Sakura era pronta per uscire.
Ad aspettare il poliziotto fuori dall' ospedale c'erano gli ispettori Megure e Shiratori. Era venuta anche Sato poco prima, ma si era diretta a passo svelto verso la stanza di Sakura.
Megure lo salutò con aria affabile.
'' Ragazzo mio, lasciatelo dire... hai un aspetto orribile.''- fece il poliziotto.
Takagi per tutta risposta sorrise.
'' Lo so... Sakura ha avuto gli incubi per tutta la notte... prima prendiamo quell'uomo e meglio sarà per tutti. Un assassino in meno per strada, una vittima a cui è stata resa giustizia e soprattutto mia sorella potrà iniziare a pensare di ricominciare una vita tranquilla.''
Megure annuì.
'' Comunque dopo la fine di questo caso, c'è una cosa importante che devi fare.''- lo informò il suo superiore.
'' E quale sarebbe?''- domandò Takagi incuriosito.
'' Prenderti qualche giorno di ferie. Vere però.''
'' Grazie, magari la prendo in parola.''- fece Takagi.
In quel momento vennero raggiunti dalle due donne.
Una era l'agente Sato, l'altra era Sakura.
La sorella si era cambiata ed indossava un maglia a righe orizzontali bianche e rosse, un paio di jeans chiari e delle scarpe da ginnastica bianche.
Takagi le guardò con aria interrogativa.
Non ricordava che la sorella avesse dei vestiti del genere.
Poi capì che doveva esserci lo zampino di Sato.
'' Ho pensato che, dato che la sua roba è ancora sotto sequestro, avrebbe avuto bisogno di qualche vestito. Spero di aver azzeccato la taglia.''
Sakura le rivolse un sorriso pieno di gratitudine.
Così era lei la donna di cui suo fratello si dichiarava da sempre innamorato...Miwako Sato, l'integerrima ed abilissima vice ispettrice di polizia.
Corrispondeva in pieno alle descrizioni che il fratello le aveva fatto.
D'altronde era un esperto quando si trattava di identikit.
'' Sono perfetti, la ringrazio signorina Sato.''- fece Sakura ringraziandola.
'' Già..''- fece Takagi guardando con occhi riconoscenti la sua donna -'' sei stata davvero molto gentile.''
'' Ma figuratevi...''- fece la donna -'' Ho approfittato del fatto che una mia amica che gestisce un negozio di abbigliamento mi doveva un piccolo favore.''
Detto ciò i poliziotti si misero in viaggio.
Shiratori si mise alla guida di un auto che parti prima dell'altra, sopra la quale vi erano Sakura seduta sul sedile accanto a quello del guidatore, e gli agenti Sato e Takagi seduti nei sedili posteriori, seguiti a ruota dall'auto con Megure e Chiba.

Per potersi recare nel luogo in cui Sakura era stata imprigionata, era prima obbligatorio tornare al punto esatto in cui Shiratori e Chiba avevano preso in consegna Sakura la mattina del giorno prima.
Da lì in avanti seguirono le indicazioni che la ragazza dava loro, fino ad arrivare ad una villetta abbandonata, lontana dal centro abitato.
Appena la vide, Sakura si strinse nel sedile ed abbassò gli occhi.
Megure se ne accorse quando sceso dall'auto si era avvicinato alla ragazza per chiederle se fosse sicura al cento per cento che fosse quello il posto.
Non formulò la domanda.
Lo sguardo che aveva valeva più di mille parole.
'' Sato, Chiba e Takagi con me. Shiratori, tu resta in auto con lei.''- ordinò l'ispettore.
Shiratori annuì.
'' Mi raccomando...''- fece Takagi con un'aria falsamente minacciosa all'indirizzo del collega -'' trattala bene.''
Shiratori rivolse un sorriso rassicurante al collega.
'' Vai tranquillo collega... la tratterò come una principessa.''

'' Beh, pare che staremo un po' di tempo assieme...''- fece Shiratori mettendo una mano nella tasca interna della giacca.
Ne tirò fuori una scatolina argentata -'' Vuoi delle caramelle?''
Sakura fece cenno di no con il capo -'' No, la ringrazio signor ispettore.''- e detto questo tornò a fissare fuori dal finestrino, stringendosi nel sedile.
'' Non devi preoccuparti. Lo prenderemo.''- le assicurò Shiratori. Poi aggiunse -'' Mi spiace per ieri mattina... mi rendo conto di essere stato un po' villano...''
'' Non si preoccupi...''- lo rassicurò la ragazza -'' Aveva dei validi indizi e soprattutto delle valide ragioni per mettermi sotto torchio.... in genere è questo che fanno i poliziotti seri.''
Quella che sembrava una rassicurazione accompagnata da un complimento somigliava più vagamente ad una freccia avvelenata.
Provò altri tentativi per entrare nelle sue grazie, ma Sakura rispondeva sempre in modo secco cosicchè ogni tentativo di espandere la conversazione finiva alle ortiche.
Non sapeva perchè ma aveva l'impressione di non starle troppo simpatico...
Ma forse si stava dimenticando di considerare l'inferno che aveva passato nelle ultime quarantotto ore.
Nemmeno lui avrebbe avuto voglia di fare amicizia in quel momento.

'' Accidenti...''- fece Takagi scendendo nel seminterrato che era stato la prigione di sua sorella per quasi due giorni.
Un normale seminterrato a prima vista... se non fosse stato per una stanzetta con le mura in cemento ed una porticina di ferro.
Tutto corrispondeva alla storia raccontata da  Sakura.
Quando Sato entrò nella stanza seguita da Takagi e Megure, notarono che la stanza era completamente vuota. Nemmeno un materasso, un avanzo di cibo, un bicchiere, o qualcosa che indicasse che li c'era stato qualcuno...
Solo una colonna ai piedi della quale c'era una corda ruvida.
Sato s'inginocchiò per esaminarla.
'' E' sciolta, non rotta... come se qualcuno ci avesse lavorato pazientemente per sciogliere il nodo... e questo...''- Sato prese le sue pinzette ed una busta per le prove.
Con le pinzette afferrò qualcosa che assomigliava ad un filo, ma era di gran lunga più sottile.
Lungo e scuro.
'' E' un capello.''- fece Megure -'' Deve essere caduto a Sakura mentre lottava per sciogliere i nodi.''- se c'erano ancora delle riserve su chi dicesse il vero in quella storia, ora non c'erano più dubbi.
Sakura era decisamente innocente.
Takagi bussò sulle pareti in cemento -'' Non sono sicuro, ma ad occhio e croce direi che il muro è spesso quasi mezzo metro.''
Se sua sorella non fosse riuscita a scappare, quasi certamente sarebbe morta lì sotto. Anche se si fosse messa ad urlare e sbraitare nessuno l'avrebbe sentita.
Però ancora non capiva il perchè l'assassino non avesse fatto nulla per trattenerla... da quando era entrato in polizia non aveva mai visto nessun assassino comportartsi in quel modo assurdo.
Eppure l'aveva controllata... in un angolo in alto della stanza c'era una telecamera, quindi l'aveva marcata stretta durante la prigionia... sapeva che progettava di scappare e non aveva impedito che ciò accadesse?
Ma che razza di...
'' ISPETTORE!!!''- urlò Chiba entrando nella stanza dov'erano radunati i suoi colleghi con un quaderno in mano.
Dava l'impressione di essere bello pieno.
'' Cosa c'è da urlare?''- chiese l'ispettore Megure.
Chiba era pallido come un cadavere.
'' Stavo cercando degli indizi che potessero aiutarci a risalire al proprietario della casa...e nel sottofondo di un cassetto ho trovato questo quaderno. E' pieno di foto, descrizioni ed insulti...''
Megure prese in mano il quaderno ed una volta aperto anche lui e gli agenti Sato e Takagi sbiancarono.
Conoscevano bene le foto delle persone ritratte in quella specie di dossier fai-da-te.
Avevano preso le loro testimonianze, rassicurate che avrebbero punito il responsabile... e poi avevano passato tutto alla terza squadra investigativa, quella che si occupava di furti.
Adesso però era di loro competenza.
Yuky era stata ammazzata dall' Aggressore della Buonanotte. E Sakura per poco non aveva fatto la stessa fine.
Se prima era un affare della terza squadra, adesso trovare l'aggressore misterioso e metterlo dietro le sbarre era compito loro.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** I tre sospetti ***


~'' L' Aggressore della Buonanotte?''- fece Ran.
Sato, Takagi e Megure erano andati all'agenzia investigativa del detective Goro per riferirgli i risvolti delle indagini e magari per chiedergli aiuto per riuscire ad identificare e trovare il loro uomo.
Gli raccontarono che Sakura era riuscita a portarli al posto in cui stata rinchiusa dopo essere stata rapita, che il capello trovato nella prigione apparteneva a Sakura, che vi erano delle registrazioni in cui la ragazza tentava disperatamente di liberarsi e che nella casa avevano trovato il dossier con le foto e le descrizioni delle vittime delle aggressioni risalenti all'anno prima.
'' Esatto.''- confermò Megure -'' Lo chiamavano tutti così perchè aggrediva esclusivamente donne, poco prima o poco dopo la mezzanotte. Le picchiava, le abbandonava in luoghi isolati e rubava loro soldi e gioielli.''
'' E a quanto pare adesso non gli basta più spaventare le vittime e derubarle. Diventa sempre più violento.''- commentò Sato.
'' Sembra che abbiamo a che fare con un individuo che non sopporta il genere femminile...''- fece Goro dopo aver letto gli appellativi piuttosto coloriti che quel tale aveva imputato ad ognuna delle sue vittime -'' cosa sappiamo di lui?''
'' Poco o niente purtroppo.''- rispose Takagi -'' prima di venire da lei abbiamo spulciato di nuovo ogni singolo dossier riguardo a quelle aggressioni... ma come Sakura nessuna di loro l'ha visto in faccia. ''
'' E' molto furbo.''- fece Sato -'' Fa in modo che le sue vittime lo incontrino in posti dove c'è scara visibilità, non parla mai e sta sempre molto attento a non farsi vedere. Anche quando ha rapito Sakura... l'ha aggredita alle spalle, e poi l'ha rinchiusa in quella stanza. Dalle registrazioni che ha fatto pare che non sia mai andato a farle visita e la scinetifica non ha trovato tracce che ci aiutino a stabilire la sua identità.''
'' L'unica cosa che possiamo dire di questo tizio...''- fece Conan -'' è che serba rancore verso le donne, e deve essere un tipo molto insicuro che le aggredisce perchè vuole sentirsi potente.''
'' In effetti, anche noi avevamo ipotizzato un profilo simile...''- fece l'ispettore con il grado più alto -'' ma finora non aveva ancora ammazzato nessuno, perciò il caso è stato affidato alla terza squadra.''
'' A maggior ragione, dato che si tratta di un aggressore seriale e che adesso è diventato un omicida...''- fece Goro riflettendo con attenzione -'' Avrebbe dovuto essere più cauto visto che esisteva una persona che avrebbe potuto dare l'informazione decisiva per arrestarlo.''
'' Tanto più che si tratta della parola della sorella di un poliziotto.''- fece Megure -'' Avrebbe dovuto sapere che la polizia avrebbe creduto alla sua testimonianza più che a quella di chiunque altro.''
'' Magari non poteva farle del male...''- propose Conan attirando così l'attenzione di tutti gli adulti presenti nella stanza.
'' Ma che sciocchezze vai dicendo, moccioso?''- lo rimproverò subito Goro -'' Sakura lo aveva colto sul fatto mentre commetteva il delitto, ne aveva di motivi per desiderare che quella ragazza lasciasse questo mondo.''
'' Vero, ma non l'ha fatto. Magari perchè sapeva a cosa sarebbe andato incontro se per caso avesse ucciso anche Sakura, ti pare?''- fece Conan -'' Se avesse ucciso la sorella di un poliziotto, in città si sarebbe scatenata la caccia all'uomo.''
'' Ha ragione...''- commentò Ran -'' Perchè mai ha tenuto in vita per poi lasciar andare una testimone così pericolosa?''
'' Dimenticate un dettaglio.''- fece Goro con aria di sufficienza -'' In genere gli assassini non chiedono ai loro testimoni se hanno parenti tra le forze dell'ordine... dubito fortemente che quel tipo sapesse che Sakura e l'agente Takagi condividessero un legame di parentela.''
'' Tanto più che al telegiornale è stato detto solo che per l'omicidio, l'unica sospettata era un' amica della vittima.'' - aggiunse Megure -'' Il sovrintendente Matsumoto, quando l'ho informato della vicenda, ha espressamente ordinato che non venissero rivelati dettagli sull'identità della sospettata.''
In poche parole gli unici a sapere che la sorella di Wataru Takagi era coinvolta nel delitto in prima persona, erano i poliziotti che investigavano sul caso ed il detective Goro e la sua famiglia.
Nessuno sapeva il nome della sospetta in fuga o se avesse familiari in città da interrogare per sapere dove potesse essere andata.
Misura precauzionale presa per proteggere il corpo di polizia ed anche Takagi: se si fosse saputo in giro che la sorella di un detective era una potenziale assassina, i giornalisti come minimo gli avrebbero fatto le poste sia al lavoro che sotto casa, una commissione interna avrebbe messo ai voti se fosse o meno il caso che continuasse a lavorare al caso, per non parlare di quello che sarebbe accaduto alla sua carriera.
Per fortuna adesso erano saltate fuori le prove lampanti, inferte dallo stesso omicida, che la ragazza era innocente.
'' A dir la verità...''- fece Sato -'' qualcuno che era al corrente del fatto che Sakura e Takagi avessero un legame, esiste.''
L'ispettore e il detective sgranarono gli occhi dalla sorpresa.
'' Dovete sapere che il giorno prima che Sakura fosse arrestata...''- spiegò la poliziotta -'' Io, Takagi e Conan siamo andati ad investigare all'hotel dove le due ragazze alloggiavano.
E ci sono almeno tre persone che erano al corrente del fatto che Sakura è la sorella di un poliziotto.''
Takagi annuì e tirò fuori la sua agenda per cercare l'appunto che aveva preso quel giorno in hotel, quando erano andati in hotel per cercare di capire quale fosse stata la dinamica che poteva spiegare il delitto.
''  Allora...  abbiamo Toshiro Sukaragi, 54 anni. E' il direttore dell'albergo. Conosceva la vittima in merito ad una scenata fatta da Yuky l'anno scorso in quello stesso albergo e conosceva Sakura. Quando è andato a controllare la prenotazione ha notato l'omonimia e ha commentato '' Scommetto l'hotel che è sua sorella''. Io però non ho dato conferma di ciò.''
'' Hai fatto molto bene.''- lo appoggiò Megure.
'' La seconda persona potrebbe essere Reiko Tsubaragi.''- continuò Sato -'' Ha 22 anni, lavora part time come cameriera per pagarsi la facoltà giurisprudenza ma capita molto spesso che faccia dei lavoretti speciali, tipo interpretare la parte dell' Amica Sobria per qualche cliente e che ha avuto un diverbio con la vittima proprio l'anno scorso e pare che non fosse stata trattata troppo bene da questa, quando il giorno dell'omicidio si sono riviste.''
'' Conosceva Sakura perchè a detta di Reiko erano compagne di sventura ed avevano scambiato qualche parola a riguardo...''-aggiunse Takagi -'' ma francamente... nulla di quello che ha detto Reiko lasciava ad intendere che Sakura le avesse confidato che aveva un parente in polizia.''
'' Giusto.''- fece Megure -'' Tanto più che la ragazza ha un alibi di ferro. All'ora dell'omicidio non era in hotel e ha passato tutta la notte in casa dei genitori.''
'' E poi c'è il concierge dell'Hotel.''- fece Conan -'' Lui è l'unico a cui Sakura abbia effettivamente detto che suo fratello maggiore era un poliziotto.''
'' Akira Suemoto, anni 30.''- fece Takagi leggendo le generalità dell'uomo in questione -'' e sapeva che Sakura era mia sorella, perchè poco prima del litigio e di alzarsi da tavola, lei aveva chiesto informazioni su come raggiungere la centrale di polizia dall'albergo. E quando lui ha chiesto se per caso dovesse andare a fare una denuncia lei ha detto che aveva un fratello che lavorava in polizia e che voleva fargli una sorpresa.''
'' Non è detto che sia lui però...''- tentò Ran.
I presenti la guardarono.
'' Che intendi dire figliola?''- le domandò suo padre.
'' E' solo un' ipotesi...''- fece la ragazza -'' ma nella sala ristorante di un hotel c'è sempre un via vai di camerieri e di clienti... magari qualcuno passava proprio in quel momento e ha sentito tutto.''
'' Accidenti, speriamo di no...''- fece Megure -'' altrimenti individuare il sospettato rimane un' impresa impossibile.''
'' No''- fece Conan pensando tra sè e sè -'' L'assassino è sicuramente uno di quei tre. Io, Sato e Takagi siamo andati a fare domande su di lei e Sato ha dato loro ad intendere che Sakura era sospettata.
E il giorno dopo, nemmeno a farlo apposta, la ragazza è riapparsa.''- no, non poteva trattarsi di una coincidenza.
L'assassino era una di quelle tre persone, e partendo dal presupposto che si trattasse di una persona che ce l'aveva a morte con il genere femminile, era logico concentrare i sospetti su Sakuragi e Suemoto.
Una di quelle persone aveva assassinato Yuky ed era stata costretta a rapire Sakura perchè era riuscita ad allontanarsi dalla scena del crimine e l'aveva rapita.
Data la lontananza del posto era logico supporre che aveva fatto il tragitto in auto e se era un dipendente dell'albergo per lui sarebbe stato facile accompagnare la ragazza in quel posto e tornare indietro.
Magari progettava di eliminare il testimone in un luogo isolato per poi fermarsi quando si era accorto che quella persona aveva dei legami con la polizia.
Meglio lasciarla in un seminterrato a marcire lasciando che fossero gli stenti aiutati da una ferita infetta a fare il suo lavoro.
Poi però aveva cambiato idea.
Doveva aver saputo dai media e poi da loro che il suo ostaggio era la principale indiziata, aveva sentito dal notiziario riguardo agli indizi raccolti ed aveva pensato che  se Sakura era arrivata sulla scena del delitto come una fastidiosa seccatura poteva rivelarsi un utile capro espiatorio.
Non immaginava certo che la contusione alla spalla che le aveva procurato l'avrebbe scagionata.
'' Ad ogni modo credo sia utile risentire quelle tre persone.''- suggerì Goro -'' Ed in particolar modo il direttore dell'albergo ed il concierge. Il primo aveva il sospetto che Sakura fosse legata alla polizia ed il secondo lo sapeva con certezza.''
I poliziotti si dichiarono d'accordo con lui e fecero per andarsene.
Mentre anche Takagi si apprestava ad uscire dall'agenzia, Ran lo fermò.
'' Scusa Takagi, non te l'ho ancora chiesto...''- fece la karateka -'' Sakura come sta?''
'' Ho firmato i moduli per l'assunzione di responsabilità in ospedale e fino a quando non sarà finita questa storia starà da me. L'ispettore Megure ha chiesto a Chiba di accompagnarla al mio appartamento e di tenere d'occhio il condominio fino al mio ritorno.''- spiegò il poliziotto -'' Fisicamente sta abbastanza bene. Fortunatamente il colpo alla spalla non era niente di grave e l'infezione è stata presa in tempo, ma psicologicamente è molto provata.''
'' Non me ne meraviglio...''- fece Ran -'' Ha assistito alla morte di una persona che conosceva, ha rischiato di morire per mano dell'assassino e come se non bastasse è stata accusata di omicidio... senti, quando la vedi, portale i miei saluti.''
Takagi annuì con un sorriso.
'' Ti ringrazio Ran, lo farò. Le farà senz'altro molto piacere.''

Finalmente quella giornata massacrante era finita.
In genere non si lamentava mai delle ore lavorative, ne di quando toccava a lui occuparsi delle scartoffie malgrado non fosse la parte del lavoro che preferiva, e nemmeno quando qualche collega geloso che ormai il '' mite Takagi'' facesse coppia fissa con la donna più benvoluta ed ammirata della prima squadra investigativa faceva i salti mortali per affibiargli un turno di notte, per ripicca, ma quel giorno voleva solo tornare a casa.
Sakura era rimasta sola in casa per tutto il giorno. L'ispettore Megure aveva appurato che posto più sicuro della casa di un poliziotto non avrebbe potuto trovarlo e quindi aveva dato il suo benestare quando Takagi aveva chiesto di poterla ospitare dato che nel suo appartamento c'era una piccola camera per gli ospiti, ma per la sua sicurezza le aveva chiesto di non uscire di casa e di non usare il telefono.
Chiba era stato di guardia fuori dal palazzo del collega per tutto il giorno assieme all'agente Horita, e mentre questi restava in macchina, il primo era salito all'appartamento per assicurarsi che andasse tutto bene.
'' Tua sorella è un fiore.''- lo aveva rassicurato l'amico quando Takagi era rientrato a casa con la scatola di una pasticceria sottobraccio.
Ad ogni modo, in quel momento voleva solo starle vicino il più possibile oltre che trovare l'uomo che aveva cercato di farle del male.
Quando arrivò in casa, lo accolse un inconfondibile odore di spezzatino di carne.
Quando arrivò in cucina  trovò la sorella indaffarata ai fornelli.
I capelli erano lasciati liberi sulle spalle ed indossava una camicetta da donna bianca, un cardigan nero, dei jeans e degli stivaletti neri con un lieve accenno di tacco, con un grembiule.
La tavola era apparecchiata per due.
'' Sei ospite...''- fece Takagi mentre la sorella dava gli ultimi ritocchi al  riso al curry che aveva preparato durante il pomeriggio -'' e poi sei ancora convalescente. Non dovresti lavorare.''
La ragazza non lo ascoltò e fece due porzioni.
'' Sì invece... conoscendo le tue abilità in cucina, sono certa che vai avanti a scatolette e piatti pronti... e poi è il minimo.''
'' Il minimo?''- domandò il fratello stranito da quell'ultima affermazione.
'' Sì... per scusarmi. Di tutti i casini che ti ho combinato di recente. Non era questa la sorpresa che avevo in mente quando...''
Nemmeno lui era stato felice di incontrarla in quelle circostanze, ma che si sentisse in colpa per qualcosa di cui non era responsabile...
'' Sakura, non mi hai combinato nessun casino te lo assicuro...''- certo, si era preoccupato e ad un certo punto aveva temuto di dover indagare sul suo omicidio, ma non c'erano state quel che si diceva grosse complicazioni.
La cena passò abbastanza silenziosamente. Si sentiva solo il rumore della forchetta sul piatto.
Al termine del pasto, Takagi mise sul tavolo due tazze di caffè nero e la torta che aveva comprato quel pomeriggio e la divise in due.
Sua madre lo avrebbe quasi sicuramente linciato se avesse saputo che lui e sua sorella si erano mangiati una torta in due, ma il cioccolato a volte era l'unica cosa che faceva sorridere la sorella.
Era il loro piccolo, grande segreto. Quando uno dei due stava male per qualcosa, fosse una delusione d'amore, un grattacapo sul lavoro, un problema di difficile soluzione, un brutto voto a scuola o la paura di aver fatto qualcosa di male e doverlo confessare alla madre, allora l'altra aveva il dovere implicito di comprare una torta e di mangiarla assieme.
Era una sorta di rituale che usavano l'uno con l'altra per ricordarsi a vicenda che avrebbero sempre potuto contare sul sostegno reciproco.
'' Ti posso fare qualche domanda?''- fece Takagi mettendo in bocca un boccone di torta.
Sakura per tutta risposta rispose con un -'' Domanda da fratello o da poliziotto?''
'' Una via di mezzo.''- non voleva darle l'impressione che Megure o qualche collega gli avesse detto di carpirle informazioni, soprattutto perchè non era vero, in secondo luogo non voleva fare il bis di Shiratori.
E comunque c'erano delle cose che voleva chiarire per conto suo.
'' Avanti, spara.''
'' Ok...''- fece il poliziotto -'' La cameriera con cui hai scambiato qualche parola la sera in cui ti hanno rapita ed è morta Yuky... avete parlato di qualcosa in particolare?''
'' No. Ho solo detto che certe volte, ad avere a che fare con Yuky, mi sembrava di fare la baby sitter e che se non fosse che essere sgradevoli non è un crimine, le prigioni del paese esploderebbero per sopraffolamento.''
'' Quindi lei non sapeva che hai un fratello in polizia, non gliel'hai detto?''
Sakura fece cenno di no con il capo.
A questo punto, l'ipotesi che l'omicida fosse il gestore o il concierge si faceva sempre più corposa.
'' Andavate d'accordo?''- chiese ancora Takagi -'' Tu e la vittima intendo dire...''
'' A volte.''- fece Sakura -'' a scuola quando c'era da fare un lavoro in coppia o in gruppo, trovavano sempre il modo di metterci insieme... dicevano che eravamo entrambe molto intelligenti e che con la mia capacità di scrivere ed il suo modo di presentare, formavamo una grande squadra. Una coppia vincente ed affiatata a dire di tutti.''
'' Solo che era semplice apparenza e nulla di più, dico bene?''- fece Wataru.
Sakura annuì. Negare era inutile, soprattutto con un poliziotto -'' Quando non lo decidevano gli insegnanti, se si trattava di un progetto in cui c'era bisogno di scrivere un articolo o inventare, era lei che faceva i doppi salti mortali per essere messa a lavorare con me. Ci spartivamo voto e complimenti da compagni di classe e professori, ma finiva sempre che io facevo tutto il lavoro di testa e lei ci metteva sopra il suo nome.''
'' Un po' come fanno gli artisti la cui vena creativa si è esaurita con i ghost-writer.''- non potè fare a meno di pensare il poliziotto.
Eh sì, quella ragazzina si sarebbe meritata una signora ramanzina. Possibile che i suoi genitori non avessero mai colto uno dei suoi capricci come un'occasione per insegnarle un po' di rispetto?
'' Non è stata certo la migliore amica che speravo fosse quando l'ho conosciuta... ma ti giuro che mai, per nessun motivo, avrei voluto che accadesse una simile disgrazia.''- fece Sakura abbassando gli occhi.
Takagi allungò un braccio per prenderle la mano, in segno di conforto.
'' Sta tranquilla. Lo so. E non è colpa tua.''- cercò di consolarla il fratello -'' so che ti senti responsabile di quanto è accaduto a Yuky e che pensi che se fossi rimasta con lei adesso le cose sarebbero diverse... ma l'unico responsabile è l' Aggressore della Buonanotte. E' lui che andrà in prigione per aggressione, omicidio, rapimento e tentato omicidio.''
'' Però se invece di andarmene per fatti miei...''- continuò Sakura.
'' Non si vive per fare contenti gli altri.''- fece il fratello -'' Di vita, ne abbiamo una sola. E se la metti a disposizione degli altri, un giorno potresti pentirtene. Fai sempre la cosa che sul momento ti sembra quella giusta, dopo averci riflettuto, ed andrà tutto bene.''
A quel punto Sakura abbandonò il suo posto ed andoò praticamente a sedersi in braccio al suo fratellone, che prontamente l'abbracciò.
Le era mancata in quei due giorni quella sensazione.
La sensazione di qualcuno che aveva la ferma intenzione di proteggerla... in quei giorni aveva avuto solo tanta paura, tenuta a bada solo dalla speranza e dalla volontà di vivere.

Quella sera, Sakura si addormentò sul divano mentre guardava la tv con il suo adorato fratellone.
Il film era pieno d'azione, ed aveva anche una trama interessante, ma lei era così stanca che ad un certo punto si addormentò profondamente.
Fu proprio suo fratello a portarla nella stanza che aveva sistemato per lei e a metterla sotto le coperte. Come faceva spesso quando era bambina e finivano per cenare insieme perchè la madre era occupata al maneggio di famiglia e rientrava tardi.
Stette un po' lì a guardarla, mentre dormiva. Aveva un'aria così innocente e serena... sperava solo che per quella notte gli incubi decidessero di lasciarla in pace.
Comunque aveva deciso di lasciare le porte delle stanze da letto aperte, per quella notte, in modo da poter accorrere subito se per caso la sorella avesse urlato.
Le carezzò la fronte come se quel gesto avesse il potere di impedire agli incubi di darle fastidio, prima di andarsene.
'' Stai tranquilla sorellina... quell'uomo non ti toccherà più.''

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Punto di partenza ***


~'' Mi dispiace lasciarti sola per tutto il giorno... di nuovo.''- fece Takagi avviandosi verso la porta di casa seguito dalla sorella.
Altrochè se gli dispiaceva... avrebbe dovuto restare a casa con lei, starle vicino, e invece... gli sembrava quasi di essere diventato lui il suo aguzzino.
Era scappata da una prigione... e per poco non la rinchiudevano in una prigione vera. Fortunatamente erano saltati fuori elementi che l'avevano scagionata dalle accuse, ma adesso era costretta a stare chiusa in casa per tutto il giorno, perchè se l'assassino l'avesse vista in giro avrebbe cercato di finire il lavoro per farla stare zitta.
Cercava di consolarsi pensando che la lasciava sola per trovare la persona che aveva ucciso Yuky, che l'aveva rapita e quasi uccisa nonchè fatta passare per una spietata assassina per restituirle al più presto la libertà...
'' Non preoccuparti per me, Taru, io starò bene.''- lo tranquillzzò la sorella sorridendo -'' Mi terrò compagnia con qualche film, mettendo un po' di ordine... me la saprò cavare.''
Certo, non era comunque tranquillo ad andarsene da casa lasciandola sola per farsi vivo solo per l'ora di cena o giù di lì...
'' A proposito... ''- fece mettendo una mano in tasca per tirarne fuori un piccolo oggetto rettangolare e scuro -'' Tieni.''
'' Ma questo è...''- fece Sakura prendendolo in mano.
'' E' un telefono usa e getta.''- spiegò Takagi -'' Il tuo telefono è disperso e Megure ha detto che non puoi usare il fisso... così te ne ho preso uno usa e getta. Per qualche giorno andrà bene.''
Qualche giorno...
Avrebbe voluto chiudere quella storia entro quel giorno o il giorno seguente al massimo. Ne erano già passati di giorni infernali da quando era iniziata quella brutta storia... la sola prospettiva di doverne aspettare altri dava la nausea ad entrambi.
'' Ma non finirai nei guai per avermelo dato?''
'' Tranquilla, i cellulari usa e getta non sono rintracciabili se spenti. Se hai bisogno di qualcosa, anche solo di parlare con me se ti senti spaventata chiamami... e mi raccomando...''
'' Sì, lo so...''- fece Sakura schioccandogli un bacio sulla guancia -'' Non aprire la porta a nessuno. Stai tranquillo... e poi c'è l'agente Chiba qua sotto.''
Takagi sorrise.
Sì, era un pensiero in meno.
Dopo averla salutata per l'ultima volta uscì di casa, salutò Chiba ed Horita già appostati e si diresse verso la centrale di polizia.

'' Ehy ragazzi...''- fece Takagi salutando Sato e Shiratori entrando nella sala attigua alla stanza degli interrogatori.
L'ispettore Megure, su suggerimento di Goro, aveva convocato le tre persone che sospettavano essere a conoscenza del fatto che Sakura fosse legata alla polizia e che quindi potevano anche essere i principali sospettati di omicidio.
Al momento stava risentendo la signorina Reiko.
'' Ciao Takagi...''- gli andò incontro la fidanzata abbracciandolo -'' Come stai? E tua sorella?''
Takagi sorrise rassicurante.
'' Sta bene. Un po' provata, ma sta abbastanza bene, per fortuna.''- era la verità. Era rimasto sveglio, in appostamento pronto ad intervenire al minimo grido o rumore sospetto, ma quella notte era stata abbastanza tranquilla.
Sakura aveva dormito come un sasso per tutta la notte.
'' Meno male... tu invece? Sei un po' pallido...''
'' Non è niente tranquilla... è solo mancanza di sonno.''- ed anche fretta di chiudere il caso, ma questo lo tenne per sè.
Shiratori gli si avvicinò e gli porse una lattina di caffè nero.
'' Ne ho prese due per errore... te ne cedo una.''- fece l'ispettore sforzandosi di essere amichevole.
Takagi all'inizio era titubante, raramente era abituato ad essere trattato in maniera amichevole dall'ispettore Shiratori, ma dal suo fidanzamento con la maestra di Conan, doveva ammetterlo, non era più così sgradevole averlo intorno.
Prese la lattina, la aprì ed iniziò a berla a piccoli sorsi.
Dal vetro poteva vedere che al momento era la cameriera che aveva avuto un alterco con la vittima ad essere interrogata.
'' E' stata convocata anche lei?''
Shiratori annuì.
'' Sì...''- fece l'ispettore -'' Per ora è l'unica ad avere un alibi attendibile. E' andata via dal lavoro poco prima dell'omicidio e dalle nove a mezzanotte passata della sera del delitto, è rimasta sempre in compagnia dei genitori, del fratello e di altre persone intervenute alla festa del fratello.
Vi è un'ampia documentazione di foto e video con tanto di orario.''
'' Quindi, tecnicamente, per ora è l'unica a potersi considerare in salvo.''- commentò Takagi svuotando la lattina che il collega gli aveva regalato.
Shiratori annuì.
'' Già, anche perchè stando al medico che si è occupato di Sakura in ospedale...''- aggiunse l'ispettore -'' Tua sorella è stata aggredita da qualcuno molto più forte di lei e in pieno possesso delle forze. Io escluderei che...''
Sato lo fulminò cono lo sguardo.
'' La differenza biologica è irrilevante.''- fece l'investigatrice -'' Vi ricordate il caso della donna martello, qualche mese fa?
Dalla violenza e dall'efferatezza delle aggressioni, eravamo convinti al cento per cento che il responsabile fosse un uomo. E poi, sorpresa sorpresa, si è scoperto che invece la responsabile era una donna.
Uomo o donna è irrilevante... con la giusta dose di risentimento, rancore ed aggressività chiunque può diventare un assassino.''
Takagi annuì.
Ricordava bene il caso affrontato subito dopo... il figlio di una delle vittime di un serial killer si era fatto giustizia da solo uccidendo l'assassino di suo padre. E per poco non aveva ucciso anche lui.
Avrebbe ucciso anche Sato, ne era sicuro... raramente i criminali lasciavano liberi gli ostaggi che li avevano visti in faccia, figurarsi se erano poliziotti poi... anche se di conseguenza, era destino che si ritrovassero alle calcagna tutta la polizia della città per l'omicidio di un poliziotto.
Anche uccidere una persona legata ad un poliziotto comportava una coalizzazione simile... il fatto che Sakura fosse tornata viva lo riempiva di gioia, ed il fatto che sia lui che i suoi colleghi avessero le prove della sua innocenza ancora di più... ma dato che non era stato reso noto questo fatto nè che fosse stata ricoverata per delle ferite che avrebbero potuto ucciderla, per l'opinione pubblica, sua sorella era una criminale che si era data alla macchia.
E per un avvocato d'accusa sarebbe stato un giochetto da ragazzi dire che si era ferita da sola e che stava cercando di incolpare qualcun'altro.
Scoprire chi fosse l'assassino e metterlo spalle al muro era la massima priorità.
'' E' il fatto che lei sia l'unica con un vero alibi a renderla estranea ai fatti, non il fatto di essere una donna.''
'' Va bene, Va bene...''- fece Shiratori alzando le mani in segno di resa -'' ma non ti arrabbiare...''
'' Dai vostri discorsi...''- s'intromise Takagi interrompendo il filo dei suoi pensieri -'' Mi pare di capire che il gestore ed il concierge non abbiano un alibi valido.''
Shiratori e Sato annuirono.
'' Già.''- fece la poliziotta -'' Il gestore asserisce di essere stato per quasi tutta la sera nel suo ufficio a redigere scartoffie, contabilità dell'hotel e altre carte che gli hanno portato via parecchio tempo.''
Shiratori invece si occupò di comunicare al collega l'alibi del concierge -'' Il signor Suemoto invece asserisce di essere stato per tutto il tempo nel magazzino perchè doveva incontrarsi con una ragazza... che però non si è presentata, ed erano entrambi soli... Sakura ti ha raccontato qualcos'altro?''
Takagi dissentì.
'' No. Mi ha solo detto che lei e Yuky andavano d'accordo a tratti, e che spesso e volentieri Sakura era una ghost-writer.''
I due lo fissarono con aria interrogativa.
'' Che intendi dire?''- chiese la poliziotta.
'' Sakura ha sempre amato molto la letteratura straniera e le storie popolari e molto spesso si diletta a scrivere qualche favoletta o racconto breve, per diletto...''- ricordava ancora che quando aveva otto anni, la sua insegnante aveva diviso la classe in gruppi per far scrivere ai suoi alunni un libro con un racconto a più mani. Sakura si ritrovava con i suoi amichetti una volta a settimana per la stesura, i disegni e la rilegatura... il loro lavoro fu il più bello di tutti. E gli altri bambini dissero che il merito andava quasi tutto alla sua sorellina che aveva avuto diverse buone idee.
Una cosa che nessuno si aspettava visto che in genere, Sakura stava quasi sempre in disparte e non si pronunciava mai.
'' I suoi insegnati adoravano i suoi temi, e Yuky consapevole di ciò quando c'era un lavoro da fare in coppia in cui era richiesta la fantasia e la capacità di scrivere, faceva sempre in modo di essere messa con lei. Sakura faceva il lavoro di testa...''
''... e poi la vittima lo firmava con il suo nome.''- concluse Sato.
'' E la cosa immagino non le facesse piacere...''- aggiunse Shiratori -'' ti rendi conto, vero, che dire una cosa del genere avvalora la tesi che sia stata lei a commettere il delitto?''
'' Come sarebbe?!?''- fece Takagi impallidendo di colpo -'' Sakura è stata aggredita e tenuta prigioniera. Le hai viste le registrazioni...''
'' Sì, le ho viste.''- fece Shiratori -'' E so che Sakura non ha fatto nulla di male. Ma prova a metterti nei panni di un giudice o di un avvocato dell'accusa... per il secondo sarebbe molto facile dire che Sakura ha inscenato sia il suo ferimento che il sequestro e che per puro caso abbia scelto come nascondiglio il posto in cui l'Aggressore della Buonanotte si nascondeva.''
'' Ma c'è un referto medico che attesta che mia sorella è stata realmente aggredita!!!''- Takagi quasi urlò. Non poteva credere di aver fatto tutta quella strada per rischiare di tornare al punto di partenza... e non poteva dire ne Ah ne Bah, perchè in fin dei conti il collega aveva ragione.
Il lavoro dei poliziotti era mettere dentro i criminali, quello degli avvocati era rivoltare la frittata con l'arguzia dialettica per farli uscire.
Ma Sakura non era una criminale.
'' E comunque ti pare possibile che una pur di scagionarsi arrivi a mettere in pericolo la sua stessa vita?''- fece ancora Takagi riferendosi alla ferita che la sorella aveva riportato al braccio. Anche ammettendo che fosse stata lei e che avesse inscenato tutto, sua sorella non era un' inetta.
Sapeva che persino i graffi più insignificanti potevano diventare molto dolorosi o mortali se non medicati in tempo.
E sulla strada che dichiarava di aver preso per andare alla polizia, prima di essere rapita, c'era una farmacia ed un minimarket.
Non le sarebbe stato difficile nascondere il braccio ferito e comprare l'occorrente per medicarsi.
Ed al di là di tutto questo...
'' Il ragionamento non fa una grinza, ma i giudici ti chiederebbero chi la sta difendendo... il fratello premuroso e preoccupato o il poliziotto integro?''- fece Shiratori.
Sato non aveva pronunciato nemmeno una parola in quel frangente.
Avevano ragione entrambi. Le era già capitato in passato di scoprire che quella che sembrava la prossima vittima di un assassino spietato tutto era fuorchè una vittima minacciata ed era l'omicida stesso o che un assassino si mettesse in pericolo mortale pur di sviare i sospetti.
Le ferite da aggressione di Sakura giocavano a suo vantaggio... ma a giocare contro di lei era il fatto che fosse un ostaggio misteriosamente lasciato libero, che il fantomatico omicida non avesse fatto nulla per fermarla malgrado sapesse che stava tentando la fuga, inoltre aveva dei dissapori con la vittima... ruota di scorta ed amica sfruttata a scuola.
Wataru non l'avrebbe certo lasciata sola se fosse finita al banco degli imputati, ma essendo il poliziotto il fratello maggiore dell'imputata, l'accusa avrebbe ritenuto poco credibile la sua testimonianza, malgrado tutto il dipartimento avrebbe dato garanzia che Wataru Takagi, tra tutti loro, era l'unico che non sarebbe mai stato in grado di mentire.
Però... era propensa a dare ragione anche al fidanzato riguardo all'innocenza di Sakura.
Non la conosceva bene, questo era assodato, ma l'aveva guardata e scrutata a lungo quando in ospedale le aveva portato un cambio.
Aveva gli stessi occhi di Wataru.
Grandi, limpidi, sinceri e pieni di dolcezza e sincerità. Non erano gli occhi di un'assassina spietata, fredda e calcolatrice.
No, era impossibile. Si rifiutava di credere che nel ritratto appena abbozzato di Sakura vi fosse una donna nelle cui vene scorreva lo stesso sangue di Takagi.
E poi il fatto che Sakura si fosse '' nascosta'' proprio nel rifugio di un pericoloso aggressere... no, non poteva trattarsi di coincidenze.
Però, come Takagi aveva riferito loro, le piacevano molto i libri e le belle storie, e si divertiva anche ad inventarle... un avvocato avrebbe potuto insinuare in qualsiasi giuria il dubbio che dunque fosse anche abile alla mendacia.
In quel momento uscì l'ispettore Megure che fu abbastanza sorpreso di vedere lì anche l'agente Takagi.
'' Pensavo che ti saresti preso qualche giorno di vacanza...''
'' No, non posso... ho promesso a Sakura che avremmo trovato il colpevole e non posso deluderla... è saltato fuori qualcosa?''
L'ispettore fece cenno di no con il capo.
'' Stiamo ancora verificando i loro alibi, ma al momento non è saltato fuori niente di rilevante.'' - lo informò Megure.
Una coltellata in piena regola... due sospettati con un alibi vacillante ed in compenso la possibilità che contro sua sorella si scatenasse il ragionevole dubbio.
Ma Sakura non era un'assassina... ne era certo. Non era capace di fare del male a nessuno... e se proprio qualcuno le urtava il sistema nervoso al massimo lo aggrediva a parole o lo cancellava dalla sua vita.
'' Stai tranquillo...''- fece Megure mettendogli una mano sulla spalla, ignorando il turbine di paura e terrore che in quel momento stava scuotendo il suo sottoposto -'' Il caso di tua sorella è all'attenzione di tutto il dipartimento. Vedrai che lo prendiamo.''
'' Certo, signore... la ringrazio.''
'' Ma sei certo di sentirti bene?''- fece l'ispettore notando solo ora il pallore quasi mortale del suo sottoposto -'' Sei molto pallido...''
'' No, non è nulla...''- minimizzò il poliziotto ostentando benessere -'' è solo un po' di stanchezza... una boccata d'aria e starò subito meglio...''
Nel dir così cercò di allontanarsi, ma alla fine del corriodio venne stoppato da alcuni suoi colleghi. Okumura, Takano, Fujimaki, Nakamura ed altri che ogni tanto si divertivano a metterlo sotto interrogatorio per sapere i dettagli del suo rapporto con l'agente Sato.
La buona notizia è che erano diventati decisamente più sopportabili, da quando Shiratori si era fidanzato con la signorina Kobayashi e aveva dato loro il benvervito.
Ma non era proprio dell'umore giusto.
'' Posso esservi utile?''- fece cercando di non essere troppo scortese.
'' E' vero che Miwako si è fermata a dormire a casa tua il giorno che abbiamo iniziato ad indagare sull'omicidio?''- fece Fujimaki con un tono tutt'altro che amichevole.
'' Bada di non mentire, abbiamo le prove.''- fece il detective Nakamura.
'' Allora non c'è bisogno che io parli...''- fece Takagi -'' ora se permettete...''- disse tentando di allontanarsi.
Ma uno di loro gli bloccò un polso, cercando di trattenerlo.
'' Non ti consiglio di fare il furbo, nè di usare quell'aria da innocentino...''
'' Sapete che vi dico?''- adesso era troppo, poteva sopportare quel giochetto in qualsiasi momento, ma in quel momento proprio no -'' Che se avete tutta questa energia e voglia di mettere pressione ad un colpevole, perchè non la usate per qualcosa di produttivo?
Perchè in caso ve ne voste scordati, c'è un assassino a piede libero, una ragazza è morta e al momento c'è un innocente che oltre ad essere in pericolo rischia anche la galera...ed è un caso vero. ''
I suoi colleghi, davanti a quella sfuriata, non dissero niente e quando Takagi si allontanò nessuno fece niente per trattenerlo ancora, basiti da quanto era accaduto.
Takagi era una persona di indole mite e tranquilla, a volte quasi remissivo... i bambini che avevano fondato la squadra dei giovani detective lo adoravano per questo e lo consideravano una sorta di fratello maggiore, e in genere anche quando lo prendevano in giro per Sato o lo mettevano sotto torchio si limitava a dare qualche risposta vaga o ad aspettare che si stancassero, ma non si era mai rivoltato in quel modo.
'' Ma che gli è preso?''
'' E chi lo sa... non si è mai comportato in questo modo.''
'' Sarà davvero Takagi o durante la notte l'hanno preso gli alieni e sostituito con un replicante?''
'' Magari ha solo esagerato con il caffè...''
Shiratori si unì ai commenti dei suoi ex compagni dell'operazione '' Rompiamo le uova nel paniere a Takagi''.
'' Invece ha ragione lui.''- gli agenti lo guardarono basiti.
Prima Shiratori era la persona che  più di tutti loro si era impegnata per impedire un qualsiasi rapporto particolarmente confidenziale tra il poliziotto e la beniamina della centrale... poi di punto in bianco, si era innamorato perdutamente di un'altra donna ed aveva abbandonato il loro commando che ora si trovava senza un leader e capitava ogni tanto che prendesse persino le difese dell'ex rivale.
'' Abbiamo un omicidio da risolvere e nel caso non troviamo qualcosa che coinvolga qualcun'altro nella faccenda o qualcosa che avvalori la storia di Sakura, quella ragazza finirà in prigione a vita, se non peggio...''- inutile dire che per omicidio plurimo era prevista la pena di morte. Fortunatamente, non era il caso di Sakura, ma da ex potenziale giurista non aveva potuto trattenersi -'' E non occorre che sia io a ricordarvi cosa succede ai poliziotti i cui parenti hanno una condanna per omicidio sulle spalle. Mettete da parte queste sciocchezze e facciamo il nostro lavoro. E soprattutto, almeno fino a quando non saremo riusciti a vederci chiaro... lasciatelo in pace.''
Il discorso pareva aver fatto effetto. Mentre l'ispettore si allontanava, poteva vedere i suoi colleghi abbassare lo sguardo, con aria colpevole.
Sì, dovevano risolvere il caso.
Per il bene di tutti.
Di Sakura, di Takagi, per il dipartimento... avevano tutti da perdere in quella storia. Anche se qualcuno più di altri.

Dopo la sfuriata che aveva fatto davanti ai suoi colleghi, era andato a sedersi alla sua scrivania a riesaminare tutto il dossier del caso per cercare la prova che impedisse a qualcuno di insinuare l'ipotesi che Sakura avesse inventato tutto per copertura, sperando che nessuno lo disturbasse.
La foto dell'arma del delitto era quella su cui aveva focalizzato tutta la sua attenzione.
Un tagliacarte sporco di sangue. Sulla lama c'era sia il sangue di Yuky che quello di Sakura. La scientifica aveva trovato si le impronte di sua sorella su quel corpo contundente, ma sulla lama. Anche ammettendo che la sorella fosse colpevole, trovava molto strano che avesse protetto le mani per non lasciare impronte e non l'avesse fatto per togliersi il tagliacarte dalla ferita.
Ma in tribunale avrebbero detto che faceva parte della sua recita che consisteva nel fingersi vittima perseguitata e sviare i sospetti.
Francamente però, lui non ricordava che Sakura fosse in possesso di un simile oggetto. Guardava la foto dell'arma del delitto che il suo cellulare, con il numero selezionato. Il numero del telefono usa e getta che aveva dato a Sakura.
Era tentato di chiamarla, per sapere come stava e per chiederle se per caso aveva già visto l'arma del delitto prima di allora... solo che per lei sarebbe stato logico supporre che quella domanda implicava che non era ancora fuori dal mirino delle indagini.
Ed era inutile chiedersi come avrebbe reagito.
Male.
In fin dei conti, lei si era confidata con lui, si fidava di suo fratello e lui le aveva assicurato che l'unico caso in cui lui avrebbe creduto alla sua colpevolezza sarebbe stato quando e se lei lo avesse confessato.
Se adesso le avesse telefonato per chiedere se avesse già visto l'arma del delitto, avrebbe rischiato di apparire come un ipocrita ai suoi occhi...
E non aveva il coraggio di chiamare la madre per chiederle se qualcuno avesse regalato un tagliacarte a Sakura o se per caso non l'avesse comprato la sorella stessa.
Era già abbastanza preoccupata per quella situazione, ed era riuscito a calmarla per puro miracolo, non era il caso di spaventarla di nuovo, magari per nulla...
Ma forse esitava così tanto a chiamare la genitrice perchè aveva paura di scoprire qualcosa che poteva incriminare la sorella...
'' Ehy...''- malgrado desiderasse essere lasciato solo con i suoi pensieri, era sempre una gioia avere Miwako intorno -'' volevo accertarmi che stessi bene. Prima con i ragazzi sei esploso... è tutto a posto?''
Takagi annuì.
'' Si stavano divertendo a prendermi un po' in giro... e ho detto loro di smetterla. Non avevo voglia di ridere o scherzare...''
'' Sta tranquillo... presto risolveremo tutto.''- lo rassicurò Sato -'' Non può essere una coincidenza che tua sorella fosse proprio nel rifugio di un aggressore seriale...''- ma era strano che un rapitore colpevole di omicidio lasciasse libero un ostaggio così pericoloso.
'' Le ho dato un cellulare usa e getta per chiamarmi in caso avesse bisogno di aiuto...''- le confessò il fidanzato -'' Vorrei chiamarla... ma se lo faccio e le chiedo qualcosa riguardo all'arma del delitto penserà che io non le credo...''
'' Ed è vero?''
'' Santo Cielo, no.''- fece Takagi -'' so che non farebbe mai una cosa simile, e so per certo che non monterebbe mai una storia del genere... lei le storie le mette in scena solo sulla carta.  E soprattutto non mi farebbe mai una cosa del genere.
E poi... c'è un altro motivo che mi impedisce di chiamarla...''
'' E sarebbe?''
'' Le ho assicurato che l'avrei creduta colpevole solo se me l'avesse confessato lei... e non voglio apparire come un ipocrita ai suoi occhi.''
'' Credi che tua madre saprebbe dirti se tua sorella aveva qualcosa del genere?''
'' Forse... quasi certamente la valigia l'hanno preparata assieme... e a giudicare dalla fattura del tagliacarte...''- fece Takagi mostrandole la foto -'' sembra più un regalo che un oggetto acquistato d'impulso o perchè ne aveva bisogno.''
Forse qualche amico o parente le aveva regalato quell'oggetto per congratularsi per il diploma o come augurio per l'università... di certo sua madre era al corrente se qualcuno le aveva fatto un regalo per quel passo così importante.
'' L'ho chiamata per tranquillizzarla... se adesso la chiamo e le chiedo se per caso le risulta che Sakura aveva portato con sè una potenziale arma... potrebbe prenderle un infarto.''
Sato ci pensò su un attimo.
C'era un modo per capire se Sakura avesse raccontato loro delle bugie o la sacrosanta verità...ma non era una cosa da poter essere fatta per telefono.
'' Chiama Chiba e chiedigli di accompagnare Sakura qui.''
Takagi la guardò con aria interrogativa.
'' Fai come ti dico. Andrà tutto bene... è solo una piccola conferma.''

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Innocente o colpevole? ***


~Mentre al dipartimento di polizia accadeva tutto questo, un'altra persona si stava dando da fare per dimostrare che Sakura Takagi non era coinvolta nell'omicidio.
O per lo meno, che non era coinvolta come assassina.
Malgrado ci fossero delle prove che attestavano che Sakura fosse stata aggredita e rapita la notte dell'omicidio, qualunque giuria si sarebbe posta dei dubbi in proposito. Ad esempio, del perchè un assassino/ rapitore si fosse preoccupato di rapire la sua principale testimone per poi non fare nulla per impedirle di fuggire.
Nel nascondiglio dell' Aggressore nonchè prigione di Sakura era stata rinvenuta una telecamera di video-sorveglianza ed un piccolo televisore, segno che l'assassino non solo l'aveva vista mentre cercava di liberarsi ma che l'aveva anche lasciata andare. Deliberatamente.
Un comportamento che non aveva alcun senso.
A rigor di logica dunque, c'erano due possibilità. La prima era che Sakura si era inventata tutto di sana pianta e che aveva commesso il delitto per poi riapparire, interpretando la parte della vittima sfuggita per miracolo.
'' Però...''- mormorò percorrendo la strada che portava all'albergo -'' se così fosse stato, perchè ridursi a non bere e non mangiare per quasi due giorni? Possibile che fosse così disperata da decidere di lasciarsi morire?''
Aveva visto la documentazione medica di Sakura.... principio di setticemia preso in tempo, una contusione alla spalla che però non aveva riportato gravi danni e un principio di avitaminosi, segno che dall'ultimo pasto erano passate più di ventiquattro ore.
Inoltre ricordava perfettamente, dall'interrogatorio preliminare, di aver visto dal vetro della sala attigua che Sakura aveva bevuto con avidità l'acqua che le era stata offerta, come se non avesse mai bevuto qualcosa di più buono prima di quel momento.
No, non poteva essere una messinscena...
Era più probabile che l'assassino l'avesse raggiunta e rapita per portarla nel suo rifugio, dove aveva deciso di eliminarla.
Ma poi si era accorto che se l'avesse uccisa, i poliziotti gli avrebbero dato la caccia come se fosse stato un animale selvatico, in quanto reo di aver ucciso la sorella di un poliziotto.
Molto più semplice prenderla e lasciare che gli stenti e la setticemia se la mangiassero lentamente... per quanto ne sapeva, la sua testimone scomparsa sarebbe stata sì cercata, ma poi il suo sarebbe diventato uno dei tanti, tantissimi nomi di persone scomparse e mai più ritrovate negli schedari della polizia.
Poi l'assassino aveva sentito al notiziario che il sospettato di omicidio era di sesso femminile e quando lui e gli agenti Sato e Takagi erano andati all'hotel ad indagare aveva fatto due più due ed aveva capito che con tutte quelle prove, anche se la ragazza avesse raccontato l'accaduto alla polizia, forse il fratello le avrebbe creduto, ma...
'' L'importante non è ciò che si sa o ciò che è vero, ma ciò che si può provare.''- fece nella sua mente il piccolo detective.
E se non provava che Sakura aveva detto il vero... sarebbe finita in prigione per molti anni e Takagi avrebbe perso il lavoro.
No, doveva provare che Sakura si era trovata in un gioco molto più grande di lei. Era l'unico modo per salvarli entrambi.
'' Vedo un ometto che conosco...''- una voce educata, giovane e femminile lo fece tornare con i piedi per terra.
Quando alzò lo sguardo vide la giovane Reiko, abbigliata con una maglia rossa a maniche lunghe, una gonna di jeans scura che le arrivava sino al ginocchio ed un paio di stivaletti marroni.
Aveva anche una borsetta.
'' Ah, è lei...''
'' Mi dispiace dirtelo caro, ma sono appena stata al commissariato... la tua amica, ancora non l'hanno trovata.''
Conan non si stupì di tale affermazione. Non era una novità per lui che la polizia non avesse reso di dominio pubblico il fatto che Sakura fosse stata trovata.
Inoltre, speravano che la notizia che la ragazza fosse ancora irreperibile avrebbe convinto l'assassino a fare un passo falso, in modo che fosse più semplice individuarlo e catturarlo.
'' Ah che peccato...''- fece fingendo delusione -'' io ero venuto a cercarla perchè speravo di trovarla... è la sorellina di un mio amico e vorrei tanto ritrovarla.''
Reiko sorrise intenerita e gli carezzò la testa -'' Ma che ometto bravo e coraggioso...''
'' Ma è vero che l'hai definita, una compagna di sventura?''
Reiko annuì -'' Sì, povera ragazza... non riuscivo a capire come potesse una ragazza dal viso così gentile e che mi aveva anche aiutata quando ero in difficoltà a causa del carico di panni che portavo, essere amica di una persona così antipatica.
Aveva un viso così gentile... mi riesce difficile credere che abbia fatto una cosa del genere, ma se è stata lei... vai a darle torto.''
E qui ci sarebbe stava da fare una notevole paternale su quanto l'omicidio fosse sempre un torto imperdonabile, ma Conan si trattenne.
'' Scusami, per caso ti aveva confidato che aveva un fratello maggiore?''
Reiko fece cenno di no con il capo.
'' No, non me lo avevo detto di persona... abbiamo solo scambiato qualche parola. L'unico a cui ha detto di avere un fratello che lavorava per la polizia è Akira, il nostro inappuntabile e precisissimo concierge. Me lo ha confidato lui.''
'' Ne deduco che tu e il signor Fuemoto siete molto amici...''
Reiko sorrise -'' Si... siamo cresciuti insieme, e siamo un po' come fratello e sorella... è stato lui a trovarmi questo lavoro.
Un paio di anni fa gli ho detto che volevo mettermi a lavorare ed affermare la mia indipendenza e lui si è subito mobilitato per aiutarmi. Eh... se quella ragazza sapesse cosa si perde...''
Conan sgranò gli occhi.
'' Quale delle due? Yuky o Sakura?''
Reiko rispose subito -'' Nessuna delle due. Sei mesi fa l'hotel ha aperto un banco per i dolci, e all'annuncio ha risposto una ragazza che si era appena trasferita qui da Okinawa. E' un tipo affabile, gentile e simpatico, oltre ad essere molto carina. Akira se ne è subito innamorato... ma lei per ora non gli ha dato molte speranze. Anzi, per ora gli ha rifilato un bel due di picche.''- e qui rise innocentemente.
'' Che vuoi dire?''
'' Beh... la notte in cui quella tipa insopportabile è stata assassinata, Kaori, così si chiama la fiamma di Akira, è dovuta partire per Okinawa a causa di una ricaduta delle condizioni di salute di sua nonna, ma prima di partire aveva mandato a dire ad Akira di volerlo incontrare per parlargli prima di andare... ma lei non si è presentata. Probabilmente la partenza era più urgente di quanto non avesse fatto capire e alla fine non ha potuto presentarsi all'appuntamento.''
'' No...''- pensò il ragazzino tra sè e sè -'' troppe coincidenze. Il signor Akira pare essere stato attirato in un posto isolato proprio per essere incastrato dal colpevole.
Qualcuno che conosceva bene i suoi sentimenti per la ragazza al banco dei dolci... la sua amica d'infanzia ne era al corrente e poteva incastrarlo facilmente... però ha un alibi... quindi chi può essere stato?''

Sakura era rimasta abbastanza sorpresa quando l'agente Chiba era salito per controllare che stesse bene e per dirle che suo fratello le aveva chiesto di raggiungerlo alla centrale.
All'inizio si era preoccupata, ma se suo fratello aveva chiamato un suo collega per chiederle di andare alla polizia, significava che era illeso.
Non le ci volle molto per prepararsi. In fin dei conti non aveva molti vestiti, se non quelli che Miwako le aveva procurato in attesa che le togliessero i sigilli dalla valigia. Si pettinò i capelli lasciandoli morbidi sulle spalle e poi indossò una maglia rosa, jeans chiari e delle scarpe da ginnastica bianche per poi salire in auto con Chiba.
L'agente Horita era tornato alla centrale, e quindi la piccola Takagi si ritrovò da sola con Chiba, seduta sul sedile del passeggero.
Mentre erano in viaggio, Chiba le mise a disposizione alcune frittelle alla vaniglia e cioccolato che stava sgranocchiando mentre teneva sotto controllo l'appartamento del collega.
'' Ne vuoi una? Sono buonissime.''
Sakura annuì.
Fece girare per un po' la mano sopra il sacchetto, ma alla fine prese la solita frittella al cioccolato.
'' Sa per caso come mai Taru ha chiesto di vedermi? Pensavo che preferisse che non mi facessi vedere troppo in giro.''
Chiba fece cenno di no con il capo.
'' Forse l'ispettore Megure vuole mettere la tua deposizione per iscritto. O hanno fermato un sospettato e ti hanno convocata per un confronto.''- ipotizzò Chiba prima di sorriderle con aria imbarazzata -'' ma ti prego, non mi dare del lei... mi fai sentire vecchio. Dammi tranquillamente del tu, d'accordo?''
Sakura rise e poi annuì.
'' Taru mi ha parlato tanto di te.''- fece la ragazza -'' dice che sei un bravo poliziotto ed anche un ottimo amico.''
Chiba arrossì leggermente. Gli faceva piacere sentirsi dire che Takagi lo teneva in alta considerazione.
D'altro canto... tra imbranati ci si intendeva a meraviglia.
'' L'ho conosciuto quando mi hanno messo a collaborare con la squadra dell'ispettore Megure...''- spiegò Chiba -'' Io ero spaesato, e capitava ogni tanto che chiedesse di fare coppia con me o che facessimo qualcosa insieme. Sapeva cosa voleva dire essere l'ultimo arrivato e così faceva sempre qualcosa per cercare di non farmi sentire a disagio.''
E gli era riuscito benissimo. L'aveva sempre aiutato, ma non lo aveva mai fatto per compassione... a Takagi piacevano le persone. Gli piacevano e cercava di farle stare bene. Certe volte si domandava come mai avesse deciso di fare il poliziotto... se voleva vedere delle persone che erano incapaci di fare del male, odiare o farsi bassezze a vicenda, quello era il posto sbagliato. Decisamente.
Gli era dispiaciuto da morire quando, qualche giorno prima, era stato costretto a riferire all'ispettore Megure e al resto della squadra che la sorella aveva avuto un litigio con un' amica che poco dopo era stata assassinata.
Chi aveva detto '' ambasciator non porta pena'', non aveva mai dovuto dare cattive notizie. Soprattutto a persone a cui teneva molto.
Non sapeva il perchè Takagi avesse chiesto di vedere la sorella, ma aveva obbedito senza fare domande all'appello dell'amico.
Non l'aveva detto a Sakura... ma suo fratello dall'altro capo del telefono sembrava preoccupato, inquieto ed agitato, anche se si sforzava di mascherarlo.
E il terribile sospetto che avessero trovato delle altre prove o indizi contro Sakura gli aveva attanagliato lo stomaco come una tagliola per lepri.
Quella ragazza tutto sembrava tranne che una spietata assassina.
Aveva uno sguardo così onesto, dolce, innocente... era Takagi al femminile.
L'onestà era una dote caratteristica dei Takagi.
Faticava persino ad immaginarsi il collega attraversare con il rosso, figurarsi ad accoltellare qualcuno in un vicolo buio... no, sua sorella non poteva aver commesso quel reato.
Lo sperava.
Se Sakura fosse risultata colpevole, Takagi sarebbe stato costretto a lasciare per sempre la polizia... e gli sarebbe dispiaciuto perdere Takagi come collega.

'' E così stai ancora cercando la tua amica, piccolo?''- fece il concierge dell'hotel rivolto al piccolo Conan.
Il piccolo detective annuì.
'' Sì... è vero che la sera in cui la signorina Yuky è stata uccisa avevi un appuntamento con una signorina?''- buttò lì con candore.
Il signor Akira divenne rosso come un pomodoro maturo per poi imprecare sotto voce.
'' Ah, s'è sparsa la voce eh?''- ad ogni modo rispose -'' Sì, Kaori mi aveva mandato un messaggio per chiedermi di incontrarci nel magazzino, per parlare... l'ho aspettata a lungo, ma non si è presentata.''- quest'ultima frase la pronunciò con una punta di delusione nella voce.
'' Non ha un alibi valido e come se non bastasse era al corrente che Sakura era la sorella di un poliziotto... sulla base di questo, il colpevole potrebbe essere lui... eppure c'è ancora qualcosa che non mi convince.''
'' Ad ogni modo, spero che tu la ritrovi presto...''- fece il concierge aprendo una busta indirizzata a lui, strappando un' estremità.

Una sensazione molto sgradevole, quella che Sakura accusò quando l'agente Chiba l'accompagno agli uffici dove lavorava il fratello.
I poliziotti che la guardavano mentre passavano la fissavano quasi di traverso, erano sorpresi nel vederla, ed ogni tanto confabulavano tra loro.
Molto sgradevole sentire addosso tutti quegli occhi inquisitori, ma non ci fece caso. Non troppo, per lo meno.
Durante il tragitto, l'agente Chiba le aveva raccontato che suo fratello era spesso nel mirino dei colleghi e dei loro scherzi d'ufficio a causa del fatto che la poliziotta più amata di tutta la prima squadra, tra tutti loro, avesse aperto il suo cuore proprio a Taru e che da qualche tempo ne fosse diventata la fidanzata, malgrado questi non avesse ancora fatto nessuna promessa ufficiale.
'' Ma non hanno nulla da fare, questi qua?''- borbottò Sakura. Le si illuminò il volto nel vedere il fratello e l'agente Sato.
'' Ciao ragazzi...''
'' Ciao, è bello vederti... come ti senti?''- la salutò amichevolmente la poliziotta.
'' Abbastanza bene grazie dell'interessamento signorina Sato.''- fece Sakura, salvo poi chiedere al fratello -'' Di che volevi parlarmi?''
Il poliziotto fece per rispondere, ma la poliziotta lo stoppò e gli disse di andare ad aiutare Chiba con alcune pratiche molto urgenti.
Oltre che immaginarie.
'' A dire il vero... sono io che volevo parlare un po' con te.''- fece Miwako con un sorriso amichevole.
Sakura la guardò come per dire '' Sul serio?''
'' In fin dei conti...''- fece la poliziotta invitando Sakura se seguirla in direzione della break room -'' Siamo entrambe innamorate, seppur in modo diverso, della stessa persona e ci siamo incontrate in un modo assai spiacevole... mi piacerebbe conoscere un po' meglio, l'altra donna della vita di Wataru.''
Sakura ci pensò un attimo, ancora stranita che Sato, la donna di cui il fratello si era innamorato e che aveva descritto come una poliziotta impeccabile e zelante l'avesse fatta venire in centrale solo perchè voleva fare una chiacchierata con lei magari prendendo il tè, ma in fin dei conti... se le cose tra lei ed il fratello andavano come lei stessa si augurava per l'adorato fratello maggiore, in un futuro prossimo le due sarebbero diventate cognate.
Ed in futuro successivo a tale lieto evento, sarebbe stato spiacevole raccontare ai rispettivi figli che mamma e zia si erano conosciute mentre una delle due era prima indagata per omicidio e poi sotto protezione.

'' Chiba, allora che mi dici?''- fece Takagi quando fu certo che le due donne, Sakura in particolare, fossero abbastanza lontane tanto da non udire i loro discorsi.
Non era certo di voler sapere della reazione di sua sorella alla notizia che la polizia voleva parlare con lei.
Però quando l'aveva vista arrivare in centrale, era molto calma e tranquilla.
'' Senti, te lo dico perchè è vero e non perchè siamo amici...''- fece l'interpellato -'' Ma io sono convinto che tua sorella ci abbia detto la verità riguardo all'omicidio di quella notte.''
'' Davvero?''- fece Takagi sorridendo.
'' Ho bussato alla porta di casa tua e le ho detto che doveva seguirmi in centrale... e mi ha chiesto se per caso ti fosse successo qualcosa. ''- un dubbio più che legittimo.
In fin dei conti, aveva ricevuto un cellulare dal fratello solo quel mattino e le aveva messo il suo numero di cellulare in chiamata rapida.
Era strano che un uomo chiamasse un suo collega per fargli riferire un messaggio a sua sorella quando avrebbe potuto chiamarla per dirle quanto doveva in prima persona.
In quel caso era logico pensare che fossero sopravvenuti dei motivi di forza maggiore che impedivano al '' mittente'' di parlare.
E con il lavoro che faceva suo fratello, non c'era niente di più facile.
'' Quando poi le ho detto che sei stato tu a chiedermi di portarla qui e che tutto mi sembravi, fuorchè ferito, si è tranquillizzata.''
'' E per il resto del viaggio?''- chiese il poliziotto.
'' Mi ha chiesto quale potesse essere il motivo per cui volevi vederla in centrale, ma il suo tono era calmo e tranquillo... per tutto il tempo abbiamo parlato del più e del meno, e ha riso e scherzato.''- era proprio questo quello che aveva intenzione di fare Sato. Se Sakura aveva ucciso Yuky e raccontato delle bugie per salvarsi ed incolpare qualcun'altro, il solo pensiero che gli investigatori volessero parlarle avrebbe dovuto spaventarla e farla stare inquieta, magari tentare la fuga... nulla di tutto questo aveva fatto.
Un colpevole non si sarebbe comportato in quel modo.
Quindi i casi erano due... o era un'ottima attrice o diceva il vero. Vero che durante l'ultimo anno di scuola, Sakura era entrata a far parte del club di teatro del liceo, ma come sceneggiatrice.
Una cosa era scrivere una recita, l'altra era saperla tenere in piedi. E comunque, sua sorella era abbastanza emotiva.
Riusciva a mantenere calma e sangue freddo davanti al pericolo, e se c'era una persona che sperava di vederla crollare soffocava tutto quello che provava di negativo pur di non dare a quella persona la soddisfazione di sapere come dato certo di averla messa in ginocchio, ma quando aveva paura o era in ansia per qualcosa allora il suo disagio appariva evidente, anche se non la si conosceva.
'' E' innocente...''- borbottò Takagi -'' Ne sono sicuro.''
'' Non sei l'unico a pensarlo...''. lo supportò l'amico -'' Sto facendo delle ricerche sull'arma del delitto. Dalla fattura dell'arma del delitto, direi che è un prodotto registrato... se siamo fortunati, presto salterà fuori il nome di chi l'ha comprato.''
Sperando che in quel caso non fosse stato un acquisto effettuato da un suo parente o un conoscente...
Ma anche in quel caso... Sakura era venuta a Tokyo per far compagnia ad un' ''amica'' che voleva assistere ad un concerto.
Tra l'arrivo, il concerto e la partenza... in tutto la sua permanenza nella capitale giapponese, non sarebbe durata più di quattro o cinque giorni.
In hotel, non sarebbe rimasta se non per dormire, fare colazione e magari cenare...per il resto del tempo, le due ragazze sarebbero andate in giro per la città, al concerto per cui erano venute e sua sorella tra una cosa e l'altra gli avrebbe fatto visita.
Dato il programma, veniva da chiedersi come mai la sorella avrebeb dovuto portare un oggetto che poi non avrebbe usato.
A che le sarebbe servito poi?
Sarebbe stata lontana da casa solo per pochi giorni, chi avrebbe dovuto scriverle? E poi ormai era l'epoca digitale.
Cellulari, messaggi sui social network, telefoni fissi, pubblici, video-chiamate... ormai nessuno mandava più delle lettere, a meno che non fossero cambiali, bollette, raccomandate o roba simile.
No, Sakura non avrebbe avuto motivo di portare con sè qualcosa che non le sarebbe servito... avrebbe potuto capire se fosse stato un ricordo, un oggetto a cui era affezionata... ma francamente non rammentava che qualcuno le avesse dato un oggetto simile. Tra l'altro pareva anche abbastanza nuovo...
'' Come vorrei che tu fossi ancora qui...''- si ritrovò a pensare il poliziotto -'' Tu sì che sapresti mettermi sulla strada giusta... e invece non ci sei più.''
Date.
In quel momento desiderò ardentemente, con tutto sè stesso, che il suo collega, amico e mentore fosse lì... come in passato, quando aveva qualche problema o qualche dubbio ed andava da lui per chiedergli consiglio.
Non importava se fosse un dubbio che riguardava il lavoro o qualcosa che lo angustiava a livello personale... avrebbe potuto svegliarlo persino nel cuore della notte per chiedergli un parere, lui non gliel'avrebbe negato e nemmeno lo avrebbe mandato a quel paese per l'ora tarda.
Era la cosa pià vicina ad un fratello che avesse mai avuto... per quanto adorasse Sakura, la sua sorellina... si sentiva bene ad avere qualcuno che lo guidasse.
Poi però, l'agente Date era morto... investito da un automobilista  troppo stanco per rendersi conto di essere troppo stanco per mettersi al volante. E Date ci aveva rimesso la vita.
Aveva cercato prontamente di soccorrerlo, aveva chiamato un' ambulanza... ma la lesione riportata era troppo seria ed era deceduto durante il trasporto in ospedale.
Gli vennero in mente le parole pronunciate dalla sorellina, quando i medici dissero a lui, alla sorella e alla loro madre che purtroppo il loro padre non ce l'aveva fatta.

La sera in cui il loro padre era morto, il tempo pareva voler prendere parte al dolore dei Takagi, per il dolore della perdita che avevano subito.
La signora  Setsuna Takagi nata Maki, aveva perduto l'unico uomo che avesse mai amato.
Wataru Takagi e Sakura, rispettivamente di diciotto ed otto anni, avevano perduto il loro padre. La madre era rimasta nella cappella dell'ospedale per ricevere alcuni parenti ed iniziare ad organizzare il funerale che si sarebbe tenuto il giorno successivo al prossimo.
Aveva chiesto al figlio maggiore di riportare a casa la bambina e di occuparsi di lei. Una cappella mortuaria, non era il posto adatto per una bambina così piccola.
L'aveva portata nel suo letto e le aveva rimboccato le coperte, prima di adagiarsi accanto a lei ed abbracciarla.
Per proteggerla dal dolore che stava attanagliando il suo stesso cuore, per confortarla dalal tempesta di pioggia, vento e fulmini che si era scatenata fuori casa...
'' Ma se sposto le lancette dell'orologio...''- gli aveva chiesto con un candore che solo i bambini potevano avere -'' se porto le lancette indietro, papà tornerà?''
Malgrado la rabbia ed il dolore che aveva in corpo, Wataru riuscì a sorriderle e a giocherellare con una ciocca di capelli della sorellina -'' No, tesoro... no. Purtroppo no. Papà non tornerà più con noi...''
La bimba allora nascose il viso nel petto del fratello maggiore piangendo sommessamente.
'' E adesso come facciamo...?''
In risposta, il futuro agente la abbracciò a sè, cullandola -'' Stai tranquilla sorellina... con te ci sono io. Non preoccuparti di niente...''
La cullò tra le sue braccia fino alle tre del mattino. Solo a quell'ora, infatti, la bambina smise con il suo pianto disperato per cedere al sonno.

Però in quel momento desiderò ardentemente che fosse possibile... che bastasse portare indietro le lancette quel tanto che bastava per tornare al momento in cui una persona era ancora viva.
C'era una lista notevole di persone che avrebbe voluto riportare in vita, se ciò fosse stato possibile... suo padre, quello di Sato, il suo amico Wataru Date... e Yuky.
Qualsiasi cosa per aiutare sua sorella.
'' Date, papà... che devo fare? Ditemelo voi...''

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Cercando la verità ***


~'' Non sapevo queste cose sul conto di Takagi...''- fece Sato rigirandosi tra le mani la tazza di caffè che stava sorseggiando nella break room, seduta di fronte a Sakura.
La sorella dell'amato aveva appena finito di raccontare di come il fratello si fosse preso la responsabilità di occuparsi di lei, dopo la morte del loro padre. Di come l'avesse sostenuta nelle sue passioni, di come si fosse occupato di lei quando era ammalata o triste ed angustiata, di come l'aveva sempre confortata, proprio come un padre.
Il padre che un destino infausto e cattivo aveva strappato loro un po' troppo presto.
Sato non si meravigliava che il suo fidanzato avesse fatto delle cose del genere, era nel suo carattere, ma si meravigliava che non glielo avesse mai detto.
In fin dei conti... era qualcosa che gli rendeva onore.
'' Non me ne meraviglio...''- fece Sakura bevendo un sorso del suo caffè -'' Non gli piace vantarsi di qualcosa che ha fatto e che reputava suo dovere. E non gli piace prendersi dei meriti... che lo siano o meno.''
Sato sorrise.
Sakura non aveva torto... ed era una delle tante cose che l'avevano fatta perdutamente innamorare di Wataru Takagi.
La dolcezza, la modestia, lo spirito di sacrificio...
Solo una donna con il cervello bacato non gli sarebbe caduta tra le braccia. Gli era piaciuto sin dal primo momento... era dolce, intelligente, sensibile, con uno spiccato senso dell'onore e della giustizia... come fare a non innamorarsi di lui?
A volte, data la timidezza del poliziotto, era stata tentata pià volte di prendere l'iniziativa e chiedergli di accompagnarla per un gelato, un cinema o anche solo per una passeggiata... poi le veniva in mente che aveva già amato un uomo in passato... e che un criminale l'aveva assassinato sotto ai suoi occhi e senza che potesse fare niente per impedirlo.
Si era costruita un muro, impedendo a chiunque di avvicinarsi, per proteggere se stessa dal dolore e magari anche la prossima vittima della sfortuna che ad un certo punto aveva pensato di portare.
Ma non aveva fatto i conti con Takagi che si era aperto un varco a pugni, con pazienza e perseveranza.
Se adesso poteva definirsi una donna felice ed appagata il merito era solo suo.
'' E' questo il motivo che lo ha spinto ad arruolarsi...''- spiegò Sakura -'' Ritiene che proteggere le persone sia un suo dovere e vuole fare qualcosa che faccia la differenza.''- le brillavano gli occhi mentre parlava del fratello.
No, era impossibile che avesse fatto una cosa del genere... anche ammesso che fosse lei la colpevole e che avesse agito in preda ad un raptus, senza pensare ai guai che avrebbe passato suo fratello con una sorella in carcere per omicidio, non avrebbe mai organizzato una simile recita sapendo che una volta scoperta avrebbe causato un dolore lacerante proprio a quel fratello tanto amato.
'' Tu invece?''- le chiese Sato -'' Tuo fratello mi ha detto che ti stavi iscrivendo all'università.''
Sakura annuì con un sorriso.
'' A me piace molto leggere e scrivere, quindi mi piacerebbe fare la scrittrice oppure la giornalista.''- fece la ragazza -'' alla fine saremmo un po' come Holmes e Watson... uno risolve il caso e l'altra ne riporta fedelmente la cronaca.''
Ne era convinta ormai.
Quella ragazza non era un'assassina.
Ma doveva avere un' ultima certezza.
Sperava che andasse bene...
'' A proposito di casi da risolvere...''
'' L'avete preso?''- bingo. Come Sato aveva tirato fuori il discorso riguardo al caso che aveva incrociato la strada di Sakura, sul volto della ragazza si era dipinta un'espressione di speranza ed incredulità.
Pareva che sperasse di sentirsi dire che sapevano chi era l'assassino, che presto sarebbe stato arrestato e che era finita.
Rincuorata rispose.
'' Stiamo valutando tre sospettati.''- in quel momento entrò proprio il detective Takagi. Salutò le due donne con un sorriso e scarduffò i capelli della sorellina.
'' Ciao Taru...''- fece Sakura cercando di rimettersi a posto i capelli -'' Miwako mi ha detto che avete fermato tre sospettati per l'omicidio di Yuky.''
Il fratello confermò -'' Sì esatto.''- nel dir così tirò fuori dalla tasca interna della giacca tre foto. Due raffiguravano due uomini, l'altra invece una donna.
Il poliziotto le mise davanti alla sorella.
'' Riconosci qualcuno?''
'' Sì...''- fece Sakura osservando la foto di uno dei due uomini e della ragazza -'' La prima è una cameriera dell'hotel dove alloggiavamo, abbiamo scambiato qualche parola e l'ho anche aiutata a recuperare dei panni sporchi... e conosco anche uno dei due.
Yuky lo ha chiamato al nostro tavolo, voleva sapere se per caso ci fosse un bel posto in cui andare dopo cena, ed io ne ho approfittato per chiedergli delle indicazioni su come raggiungere la stazione di polizia partendo dall'albergo...''
'' E l'altro invece?''- le chiese Takagi -'' E' il direttore dell'hotel. Di certo non passa inosservato.''
Sakura prese la foto con il soggetto indicato dal fratello e la scrutò attentamente.
'' Forse... non ne sono sicura. Potrei averlo visto... ma non so dirvelo con certezza.''
'' E a proposito dell'assassino...''- fece Sato -'' eravate abbastanza vicini quando ha provato a pugnalarti. Hai notato qualcosa che può indicarci se era un uomo oppure una donna?''
'' No...''- fece Sakura guardando i poliziotti -'' Mi ha messo un ginocchio sullo stomaco per immobilizzarmi a  terra e ha sollevato la mano con il coltello per colpirmi. Io mi sono spaventata e ho chiuso gli occhi. Mi sono protetta con le braccia come ho potuto e gli ho sferrato un calcio. Chiunque fosse, l'ho colpito e sono riuscita ad allontanarlo o adesso non sarei qui...''
Un coltello... Takagi e Sato si guardarono, rincuorati.
Decisamente, Sakura non poteva essere l'assassina. L'omicida sapeva che si trattava di un tagliacarte.
Sakura invece aveva usato il termine coltello per indicare l'arma del delitto... il buio, lo shock di ritrovarsi di fronte ad un' amica colpita a morte di certo non le aveva permesso di focalizzare l'oggetto con precisione, e non ci aveva fatto neppure troppo caso mentre tentava di sfuggire all'aggressore.
Si era tolta il tagliacarte dal braccio e l'aveva nascosto, senza osservarlo troppo bene e dunque non poteva sapere se era un coltello, un punteruolo o chissà cosa.
Però una giuria avrebbe smontato questa difesa in quattro e quattr'otto, adducendo il fatto che Sakura era la sorella di un detective della omicidi, e che quindi si era certo fatta una bella cultura su cosa dire e cosa non dire per allontanare da sè i sospetti.
Inoltre avrebbero detto che quarantotto ore erano più che sufficienti per elaborare una deposizione che l'avrebbe fatta stare al di sopra di ogni sospetto.
No, dovevano capire chi tra quelle tre persone era il responsabile dell'omicidio e del sequestro.
E forse un modo c'era.
Sakura aveva procurato un bel livido poco sotto il ginocchio di Shiratori quando questi l'aveva arrestata per omicidio.
L'aveva fatto per disperazione.
Se aveva aggredito per disperazione un poliziotto che avrebbe dovuto arrestarla, lasciandogli un così bel ricordino, anche una di quelle tre persone allora doveva aver conservato il segno dello scontro con la ragazza.
Ma non potevano chiedere ai sospettati di provare di non avere lividi sul corpo, senza un motivo valido.
'' Era un tagliacarte.''- precisò Wataru -'' Un tagliacarte d'argento, e pare di fattura molto pregiata.''
'' Capisco...''- fece Sakura.
'' Ti viene in mente nessuno che potrebbe essere in possesso di un oggetto simile?''- le domandò Sato.
Sakura si mise la mano destra sotto il mento, come per concentrarsi.
Da qualche parte, ora che ci pensava, le sembrava di averlo già visto.
Ma non ricordava dove...

Se c'era una cosa che odiava della sua situazione era essere trattato come un bambino.
Da quando Gin gli aveva somministrato quel farmaco infernale e si era ristretto, pur avendo conservato le funzioni neurologiche, non c'era posto in cui andasse senza che la gente lo trattasse come un marmocchio o come una sorta di orsacchiotto da coccolare.
Prima o poi però sarebbe riuscito ad arrivare ai vertici, al Boss dell'organizzazione, ed una volta smantellata sarebbe tornato sè stesso. Per sempre. Niente più bugie o sotterfugi con le persone a cui teneva.
Ma non era questo il momento di pensarci... adesso c'erano cose più importanti da risolvere.
Salvare un innocente da un' accusa di omicidio, salvare un amico dalla berlina pubblica... per quanto ritenesse assoluta priorità liberare il mondo da quella piaga nera, al momento aiutare Takagi gli premeva molto di più.
Era già da un po' che stava seduto al bar dell'hotel a rimuginare, girando di tanto in tanto la cannuccia nel bicchiere di succo di frutta che aveva ordinato, su chi poteva essere l'assassino di Yuky, nonchè il pericoloso criminale chiamato dalla polizia L'Aggressore della Buonanotte.
Per il momento aveva scoperto che il loro uomo, per quanto potesse sentirsi insicuro o inferiore e che quindi prendesse di mira delle donne da malmenare per sentirsi potente almeno per un po', era anche un abile stratega.
Era ovvio il motivo per cui avesse liberato Sakura dopo essersi dato da fare per prenderla dopo aver ucciso la sua amica... all'inizio, aveva pensato che fosse meglio lasciare che gli stenti e l'infezione facessero il suo lavoro, forse perchè era riuscito a scoprire che la principale testimone del suo crimine era nientemeno che la sorella di un detective della omicidi, e che quindi far ritrovare il suo corpo martoriato sarebbe potuto essere molto pericoloso per lui, e di lasciare in quello scantinato il suo corpo.
Ma poi aveva cambiato idea. Aveva saputo dai media che per l'omicidio era sospettata una ragazza, l'amica della vittima, nonchè suo ostaggio e che c'erano molti indizi che la compromettevano. A quel punto gli era venuta un'altra idea.
Lasciare libera Sakura. Era dichiarata fuggitiva e se gli agenti l'avessero arrestata, con quel negozietto di prove contro di lei che avrebbero potuto allestire, anche se avesse raccontato tutto agli agenti, questi non le avrebbero creduto.
Forse quel suo fratello poliziotto, le avrebbe dato credito, ma l'opinione del giudice, di una giuria e degli avvocati contava molto di più di quella di un fratello nelle forze dell'ordine, premuroso ed affezionato.
Non sapeva però che la ragazza durante lo scontro, aveva riportato una ferita che si era infettata e durante la visita in ospedale erano saltate fuori lesioni compatibili con un aggressione e che i poliziotti avrebbero indagato in un'altra direzione.
Solo che queste erano solo congetture.
Nemmeno usando la voce del famosissimo investigatore Kogoro Mouri sarebbe riuscito a farsi ascoltare, se non avesse trovato prove a sostegno della sua tesi o come minimo il vero omicida.
Mentre era immerso nei suoi pensieri, si voltò verso la recepition dell'hotel.
Il gestore stava dando il benvenuto ad una coppietta che aveva l'aria di essere una coppia di sposini freschi, appoggiato al bancone.
Forse aveva salutato anche Yuky e Sakura quando erano arrivate...
'' Mi scusi?''- fece fermando un cameriere.
'' Dimmi giovanotto.''- fece questi con un sorriso amichevole stampato in viso-'' come ti posso aiutare?''
'' Beh ecco... io volevo sapere se il direttore...''- chiese il ragazzino -'' ha l'abitudine di salutare tutti i clienti al loro arrivo.''
Il giovane annuì.
'' Sì. In genere chi gestisce un albergo come questo, non ha il tempo di stare alla porta e salutare ed accogliere tutti i clienti, ma il signor Sakuragi tra un impegno e l'altro, trova sempre il tempo di accogliere i suoi ospiti.
Inoltre è un uomo paziente e molto amato dai suoi dipendenti.''
'' Interessante...''- pensò tra sè e sè il piccolo detective.
'' Pensa che l'anno scorso ha persino fatto un regalo a tutti noi dell'albergo, anche se non lo meritavamo.''
'' In che senso?''- fece Conan, incuriosito.
'' L'anno scorso c'è stata una super ispezione in hotel, ad opera di un ispettore dell'ufficio d'igiene talmente pignolo che se solo avesse trovato un granello di polvere fuori posto avrebbe fatto chiudere l'hotel e noi saremmo finiti tutti per strada... santo cielo piccoletto, al solo pensiero mi viene ancora la pelle d'oca.''
''  Però, dato che l'hotel è ancora aperto non è accaduto, vero?''
'' Esatto. Grazie alla incredibili qualità manageriali ed al carisma del nostro direttore.''- spiegò il giovane guardando il suo principale con gli occhi pieni di ammirazione -'' ma quando l'ispettore se n'è andato con la coda fra le gambe, deluso per non essere riuscito a mettere l'hotel in ginocchio, ci ha ringraziato tutti di persona, asserendo che quella era una vittoria che ci eravamo conquistati noi dipendenti.
Il giorno dopo, ha voluto premiarci tutti con un regalo.''
'' E in cosa consisteva questo regalo?''
'' Un tagliacarte in argento.''- nel dir così il giovane strizzò l'occhio e tornò al suo lavoro, lasciando il piccolo detective a rimuginare.
Ecco come faceva l'assassino ad essere in possesso di un oggetto così pregiato.
L'aveva ricevuto in regalo.
Sakura non aveva mai lavorato lì e quindi non poteva averlo, a meno che...

'' Cosa?''- chiese la ragazza che lavorava al bancone della reception stupita dalla domanda del bambino -'' La ragazza che è arrivata con quella poveretta che è stata ammazzata?''
'' Sì, signorina...''- fece Conan -'' Il detective Goro sta investigando sul caso, e vuole sapere se per caso quel giorno ha ricevuto qualcosa per posta.''
'' Fammi pensare...''- fece la ragazza -'' Non credo, io sono stata qui per tutto il giorno, ma non si è mai avvicinata ai computer a disposizione degli ospiti e nemmeno si è avvicinata per chiedere la password per il wi-fi.''
Conan fece cenno di no con il capo.
'' No, non mi riferivo a delle mail.... intendo proprio della posta. Lettere, buste, dei pacchetti...''
'' No, piccolo.''- fece la ragazza -'' quella ragazzina non ha ricevuto niente per posta quel giorno. Ho controllato il registro dei pacchi in arrivo, non c'era niente indirizzato a lei... e poi perchè avrebbe dovuto ricevere qualcosa? Era arrivata a Tokyo da appena un giorno, e dubito che qualcuno le avesse spedito qualcosa.''
'' E' vero... grazie.''- fece Conan allontandosi.
Proprio come sospettava: l'arma del delitto era un tagliacarte regalato ad un dipendente dal direttore.
E Sakura non aveva alcun motivo per averlo con sè. L'unico modo che aveva per esserselo procurato, era che qualcuno che le avesse spedito una lettera o un pacco per posta e che avesse chiesto che qualcuno di prestare un tagliacarte per aprire meglio ciò che le era stato recapitato.
Ma a rigor di logica, nessuno avrebbe spedito un pacco o una lettera ad una persona arrivata in città da pochissime ore. E stando a quello che Takagi aveva saputo da sua madre, solo la genitrice e i genitori della vittima sapevano che le due ragazze sarebbero andate a Tokyo per qualche giorno.
Quindi nessuno aveva motivo di spedire a Sakura qualcosa in hotel.
A quel punto gli venne in mente un dettaglio.
Quando era andato a chiedere conferma dell'appuntamento mancato del concierge al diretto interessato, questi aveva aperto una busta strappando un' estremità, usando il vecchio metodo. Un colpo secco e via.
'' Assurdo... se aveva un tagliacarte, perchè non l'ha usato.... magari non poteva.''
Certo, ovvio che non poteva... al momento il tagliacarte del concierge era stato messo sotto sequestro dalla polizia in quanto arma del delitto, dopo che Sakura lo aveva portato via.
Ma perchè comportarsi in un modo così sciocco?
'' Ehy piccolo...''- lo richiamò la ragazza della reception -'' forse al detective Goro è utile sapere che quando è arrivata, la ragazza che poi è sparita ha fatto una cosa.''
'' Ah, davvero? E che cos'ha fatto?''

'' Dimmi la verità, Taru...''- fece Sakura camminando a braccia conserte in uno dei corridoi della centrale di polizia -'' Perchè mi avete fatta venire?''
Takagi rispose subito -'' Sato te l'ha detto...''- fece il poliziotto sperando che la sorella se la bevesse -'' Sato voleva conoscere...''
'' L'altra donna della tua vita, si me l'ha detto. Solo che non ci credo.''- fece la ragazza con uno sguardo inquisitore. Che credeva suo fratello, di essere l'unico della famiglia capace di condurre un interrogatorio?
'' Mi hai sempre descritto la donna di cui ti sei innamorato...''- e non poteva dargli torto. Malgrado le spiacevoli circostanze, l'agente Sato le piaceva molto ed era fermamente convinta che anche la loro madre ne sarebbe stata entusiasta -'' era una poliziotta moralmente integra, seria, impeccabile e zelante.
Impensabile che mi abbia chiesto di venire qui durante l'orario di lavoro, durante le indagini su un omicidio, solo per conoscermi meglio. Avanti, sputa il rospo: che cosa sta succedendo?''
Takagi sospirò.
Beh, era una ragazza intelligente ed era la sorella di un poliziotto... come meravigliarsi del fatto che avesse intuito che c'era qualcosa di strano in quella convocazione?
'' Ok. La verità....''- fece Takagi pregando Dio di dargli la forza di sostenere quel colloquio -'' è che...
Hai dato una signora deposizione, raramente abbiamo dei testimoni così precisi... ma ci sono dei punti che per un giudice e per un avvocato dell'accusa, ti fanno apparire come la persona più sospetta.''
Sakura sgranò lgi occhi dalla sopresa.
Non poteva credere a quel che aveva appena udito...
'' Stai scherzando vero...?''
'' No... credimi, lo vorrei, ma...''
'' Taru... ti giuro sulla tomba di nostro padre, che io non ho fatto nulla. Sono stata sulla scena del delitto è vero, ma è stato perchè l'ho sentita urlare e volevo assicurarmi che andasse tutto bene... e lì l'assassino mi ha aggredita.''
'' Lo so, ti credo. Anzi, ti crediamo...''- lui, Miwako, Megure, Chiba, Shiratori, c'erano tante persone che credevano nell'innocenza di Sakura -'' ma qualcuno potrebbe insinuare che è strano che un omicida non si liberi di un testimone chiave e che lo lasci andare, senza fare nulla, pur sapendo che sta programmando di scappare.''
'' Lo so, è vero che pare strano...''- fece Sakura -'' ma giuro, è la verità! Quando sono riuscita a slegarmi sono subito corsa alla porta. Ho spinto e si è aperta praticamente da sola.''
Ormai però era chiara la situazione.
Nessuno dei due era mai stato il tipo che augurava il male a qualcun'altro... nemmeno Takagi, quando Shiratori faceva il dongiovanni con Sato ed avendo mille motivi anche solo per augurargli di essere colto in flagrante in sosta vietata e che il carro attrezzi gli portasse via l'auto, costringendolo a farsi tutto il tragitto casa-lavoro e viceversa a piedi... ma in quel momento, l'unica cosa che volevano era che uno di quei tre fosse colpevole.
O loro... o Sakura sarebbe finita in prigione.
La ragazza aveva iniziato a singhiozzare sommessamente.
'' Ti prego scusami... è tutta colpa mia....''- fece la ragazza tra le lacrime.
Takagi non capiva.
Perchè mai si stava scusando?
'' Se fossi rimasta con Yuky a quest'ora sarebbe viva...irritante e petulante come spesso era, ma viva... e se adesso mi dichiarano colpevole, ci andrai in mezzo anche tu... non oso immaginare come starà la mamma... ho rovinato la vita a tutte le persone a cui tengo in un colpo solo...''
Vederla così era lacerante... la abbracciò, stringendola a sè.
'' No... la mia sorellina non ha ucciso nessuno, hai capito?''- fece lui per calmarla -'' Sta tranquilla... ti giuro, fosse l'ultima cosa che faccio, troveremo quel tizio e lo metteremo in galera.''
'' E se non ci riuscite?''- chiese Sakura più preoccupata di quello che sarebbe successo al fratello e alla sua carriera di poliziotto di quello che un giudice avrebbe potuto fare a lei.
'' Se non riesco ad impedirti di entrare in carcere, m'inventerò qualcosa per tirarti fuori nel giro di poche ore.''- dopo di che le asciuò gli occhi con un fazzoletto -'' ascolta, perchè non provi a fare di nuovo mente locale sugli avvenimenti di quella notte? In ospedale eri ancora un po' sotto shock e sotto gli effetti delle medicine... magari se ci ripensi adesso, troviamo qualcosa di utile...''
Sakura sospirò, inspirando per soffocare delle lacrime e poi annuì.
'' Se credi che possa essere utile...''- fece Sakura dirigendosi verso una sala per gli interrogatori.
''  Scusa...''- fece Takagi sospreso nel vedere la sorella entrare proprio in quella sala -'' ma dove pensi di andare?''
'' Di solito i sospettati dove li ascoltate? Vicino alla macchinetta del caffè?''
Takagi scosse la testa. Sì, quella storia doveva finire.
'' Ma per carità... vieni, andiamo a parlarne davanti a un ramen.''
'' Scusa, ma non c'è una mensa qui?''- fece Sakura, pronta a giurare di aver visto delle indicazioni per andare in una mensa, all'interno della centrale.
'' Sì...''- fece il fratello prendendola sotto braccio per portarla via, con aria scettica e sarcastica -'' ma se ti permettessi di mangiare lì, l'ispettore Megure mi farebbe a pezzi per aver saputo che qualcuno intendeva suicidarsi e non aver fatto nulla per fermarla.''

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** L' Aggressore della Buonanotte ***


~'' Niente...''- fece Sakura mangiando la carne dalla sua porzione di ramen. Non c'era che dire, il posto era carino, ed il cibo era buono... ma non poteva godersi quel pomeriggio a Tokyo, come se niente fosse.
Il corpo di una sua amica, o per lo meno lei così l'aveva considerata malgrado tutto, era stato messo su un aereo il giorno in cui lei era stata ricoverata in ospedale per un' infezione e quindi non aveva potuto nemmeno darle un ultimo saluto prima che venisse sepolta al cimitero di Kyoto, il suo assassino era ancora a piede libero, e come se non fosse ancora sufficiente, come se il fato non ce l'avesse avuta abbastanza con lei... malgrado lei sapesse di essere innocente, e che se non fosse stata così fortunata anche lei sarebbe potuta essere morta, le accuse erano rivolte contro di lei.
Il movente c'era. Lo sapevano tutti che a volte Yuky si divertiva a comandare e pretendere che lei riorganizzasse i suoi progetti per assecondare i suoi, oltre che a prendersi metà del merito per dei progetti scolastici a cui contribuiva solo quando ci metteva il suo nome.
L'opportunità pure. Nessuno l'aveva vista da quando era salita in camera. Camera provvista di balcone, accanto al quale c'erano delle scale anti-incendio, quindi per lei sarebbe stato facile andare nel vicolo senza farsi notare. Ma attirarci Yuky sarebbe stato difficile, conoscendola...
'' Mi dispiace Taru, ma non mi viene in mente nulla che non ti abbia già detto.''- fece la ragazza con un'espressione affranta.
Quella visita a suo fratello doveva essere una sorpresa, non un incubo.
Se non scoprivano qualcosa che la scagionava, lei sarebbe finita in prigione per molti anni... se le andava bene.
Ma anche il suo adorato Wataru non ne sarebbe uscito indenne, malgrado non fosse direttamente coinvolto... una sorella in prigione con l'accusa di omicidio, gli avrebbe distrutto la vita e stroncato per sempre la carriera.
Sarebbe stato fortunato se l'avessero preso a fare la guardia in un supermercato...
'' So solo dirti che quando sono arrivata sul posto... ho subito sollevato Yuky verso di me... lei mi si è attaccata al collo e con le unghie mi ha graffiata... e mi ha chiamato per nome. Credo volesse implorare aiuto...''
Takagi le prese una mano per consolarla -'' Ho visto il referto dell'autopsia... avresti anche potuto essere il chirurgo più bravo del Giappone e dell'intero universo... ma la ferita era troppo profonda.
Anche se avessi avuto il potere di teletrasportare Yuky direttamente in una sala operatoria, quella poverina sarebbe morta comunque. ''
'' Vero, ma se fossi rimasta con lei, se non avessi perso la calma...''
'' Non ti addossare una colpa che non è tua.''- continuò suo fratello -'' L'unico responsabile è l'assassino. Non sei stata tu a piantare l'arma del delitto nello stomaco della tua amica.''
'' Questo però lo sappiamo io, te e pochi altri.''- commentò amaramente la ragazza -'' Affrontiamo la realtà, Taru... tempo pochi giorni, forse poche ore e finirò in prigione. Sono innocente, non ho fatto nulla eppure verrò messa in prigione, dove ci passerò il resto della vita... con la compagnia del rimorso che se non mi fossi fatta vedere a Tokyo almeno tu avresti ancora il tuo lavoro.''
'' Dai, ora non essere così melodrammatica...''- fece Takagi -'' per ora sei libera, io ho ancora il mio lavoro... ed abbiamo una pista.''
'' Ah, e quale sarebbe?''
'' Ti risulta di aver messo un tagliacarte in valigia o di averne comprato uno d'argento?''
'' Fammi pensare... no.''- replicò secca -'' non conosco gente talmenta pazza da regalarmi un tagliacarte d'argento, tanto più che dal momento che si tratta di un oggetto appuntito, sull'aereo, non avrei mai potuto portarmelo dietro.
E sono venuta qui con i soldi, non dico contati, ma nemmeno con la banca di Kyoto.''
'' Quindi, visto che non avevi modo o motivo di portare con te un oggetto simile...''- fece Takagi più rincuorato -'' questo volge a tuo favore.
Stai tranquilla, vedrai che entro la fine della giornata questa brutta storia si risolverà.''
'' Se lo dici tu...''- fece Sakura non troppo convinta.
'' Abbi fede.''- le sorrise il fratello -'' anche il detective Goro sta lavorando alle indagini. A vederlo sembra tutt'altro che sveglio e che non ti puoi fidare nemmeno ad affidargli la chiave di casa... ma una volta acciuffata la preda, non molla.''
'' Ah beh, allora...''- fece Sakura leggermente più rincuorata.
In quel momento il telefono di Takagi squillò.
Quando notò il numero sul display sorrise -'' Oh, guarda... parli del diavolo...''- nel dir così accettò la chiamata e rispose -'' Detective Goro, mi dica... come? Davvero? Sì, certo... a tra pochissimo.''
Sakura fece -'' Devi andartene?''
'' Dobbiamo. Il detective Goro ci vuole vedere.''- dentro di sè urlava di gioia. Ne era certo.
Goro aveva trovato il colpevole. O per lo meno, qualcosa che non rendeva più la sua sorellina come la persona più sospettabile in quel brutto caso di omicidio.

'' Taru, io in macchina con te non ci salgo più!!!''- scherzò Sakura fingendosi arrabbiata quando scese dall'auto -'' che razza di modo di guidare è questo, si può sapere?!?''
Takagi rise nervosamente.
'' Un poliziotto che per poco non si prende una multa per eccesso di velocità...''
'' Scusa, hai ragione...''- riconosceva che forse era stato un po' troppo avventato e forse fuori di testa, ma il desiderio e l'impazienza di sentirsi dire che sua sorella era innocente e che a breve avrebbero preso l'assassino aveva preso il sopravvento su tutto il resto.
Era quasi finita ormai.
Ad attenderli davanti alla porta dell'agenzia c'erano sia Sato che Megure, ed assieme a loro i due fratelli entrarono nell'agenzia.
Quando Sakura ed i poliziotti entrarono nell'agenzia, notarono che c'erano altre tre persone assieme al detective, già caduto in '' trance''.
Il direttore dell'albergo, la cameriera che aveva ''fatto amicizia'' con Sakura ed il concierge.
Erano seduti sul divano di fronte al tavolino da caffè, ed ognuno di loro aveva una tazza di caffè davanti.
'' Bene. Adesso ci siamo tutti.''- fece la voce del detective Goro.
Il momento della verità era arrivato.
'' Questo caso pareva essere praticamente già risolto, quando nel fotogramma della video camera è apparsa la signorina Sakura.''- fece Conan con la voce di Goro -'' La dinamica era abbastanza chiara... Yuky e Sakura litigano, Sakura decide di non sopportare ulteriolmente i capricci dell'amica e la affronta. E in un attimo di follia la uccide. Ma Yuky ha la forza di ribellarsi ed aggredisce la propria assassina, costringendola a scappare. Sì, devo ammetterlo è una versione convincente...''
In quel preciso istante, Takagi si sentì crollare il mondo addosso. Per un attimo aveva sperato con tutta l'anima che Goro li avesse fatti venire lì per dir loro che la sorella era stata incastrata e che l'assassino era un'altra persona ed invece pareva star accadendo l'esatto contrario delle sue speranze...
Ma altre volte aveva parlato troppo presto in fondo...
''... ma è una versione errata. Convincente, ma errata. Non è Sakura l'assassina.''
I poliziotti presenti e la ragazza tirarono un sospiro di sollievo.
Non importava cosa il detective avrebbe riferito loro da quel momento in poi. Se Goro diceva che la sorella del detective Takagi era la voce dell'innocenza, allora significava che oltre ad affermarlo era in grado di dimostrarlo.
Solo questo contava.
'' Sono due gli elementi che scagionano Sakura: il primo è che per quanto la vittima fosse disperata e volesse difendersi, aveva riportato una ferita troppo profonda e seria. Un unico, banale movimento le avrebbe procurato un dolore impossibile da descrivere a parole. Non sarebbe mai riuscita ad atterrare Sakura provocandole un livido dietro la scapola. Figurarsi a  togliersi l'arma del delitto dall'intestino e a piantarla nel braccio di Sakura.
Il secondo... l'arma del delitto è un tagliacarte. E non si tratta di un tagliacarte come tutti gli altri... ma di un regalo.''
'' Aspetti...''- fece la signorina Reiko -'' si riferisce al tagliacarte che hanno tutti i dipendenti dell'hotel?''
'' Esatto.''- confermò Conan -'' il regalo che il signor Sakuragi ha fatto a tutti i dipendenti dell'hotel, un po' di tempo fa, dopo una terribile ispezione.''
'' Ma certo...''- fece Takagi con un sorriso incredulo, iniziando a capire -'' Sakura non poteva esserne in possesso.''
'' A meno che non avesse ricevuto per posta qualcosa in hotel e avesse avuto bisogno di qualcosa per aprire meglio la busta o il pacco che fosse stato. Cosa che non è accaduta, come testimoniano i registri. Ed anche se così fosse stato, avrebbe chiesto il tagliacarte in prestito a qualcuno che le stava accanto in quel momento, e questi avrebbe atteso che gli venisse restituito. In poche parole...''
''... Sakura non avrebbe mai potuto uccidere la vittima, perchè non aveva motivo di chiedere l'arma del delitto nè di tenerla.''- fece Sato rimanendo seria, sforzandosi di non mettersi a saltare di gioia per il sapere che la sorella del fidanzato ormai poteva dichiararsi innocente e che nessuno avrebbe più potuto accusarla di nulla.
Anche Sakura era in silezio, ma dentro gridava dalla gioia.
Suo fratello l'abbracciò euforico. Finalmente sua sorella poteva dirsi salva.
'' Ed ora passiamo a spiegare il perchè la signorina sia ancora su questa terra, pur essendo una pericolosa testimone. E' andata come ha detto lei: ha sentito l'amica urlare, si è precipitata per sincerarsi che stesse bene, l'assassino l'ha aggredita e tentato di ucciderla. Ma Sakura è riuscita a liberarsi e correre dall'altra parte della strada.
Malgrado non ci fossero molte persone, sarebbe stato sospetto per molti vedere un uomo che portava in un vicolo una ragazza che pareva dormire in piedi, quindi è stato costretto a sedarla e caricarla in un auto, asserendo che la giovane fosse ubriaca e che l'avrebbe riaccompagnata a casa.
Voleva portarla lontano per eliminarla e disfarsi del suo corpo, ma non ha potuto. Il nostro uomo si è infatti accorto che colei che aveva deciso di uccidere per seconda quella notte, era una ragazza particolare. Era la sorella di un poliziotto. Se per caso avessero trovato il cadavere di una ragazza legata alla polizia, in città si sarebbe scatenata la caccia all'uomo. Temeva che i passanti che avevano notato Sakura svenuta, una volta riconosciuta in lei la vittima, avrebbero fornito alla polizia informazioni decisive per arrestarlo. Così ha deciso di chiuderla in uno stanzino di cemento, lasciando che fossero la fame e la sete ad eliminare il suo problema. Niente corpo, niente omicidio.''
Sakura sussultò e si strinse a suo fratello.
Non c'era che dire, l'aveva scampata davvero bella, su tutti i fronti.
'' Ma allora...''- chiese l'ispettore Megure -'' Come mai la ragazza è ancora viva?''- poi si voltò verso la giovane e il suo sottoposto -'' Non che la cosa mi dispiaccia anzi...''- fece alzando le mani in segno di resa e con aria imbarazzata.
I due fratelli all'inizio lo guardarono male, ma poi sorrisero tiratamente.
'' E' successo qualcosa che gli ha fatto cambiare idea.''- fece Goro -'' Aveva scoperto che la polizia aveva diramato un bollettino contro la compagna di stanza della vittima, e ha pensato che con tutte quelle prove a suo carico, anche se la ragazza avesse raccontato l'accaduto alla polizia, nessuno le avrebbe dato retta. Chi avrebbe creduto alla storia di una ragazza che aveva un valido movente e che dichiarava che l'assassino della sua amica l'avesse rapita per poi lasciarla andare senza impedirglielo?''
'' E a questo punto...''- fece Sato rivolgendosi ai tre sospettati convocati da '' Goro'' -'' entrate in scena voi. Uno di voi è il folle criminale responsabile dell'omicidio di Yuky Sakawa, del rapimento e tentato omicidio di Sakura Takagi nonchè delle aggressioni imputate all' Aggressore della Buonanotte.''
'' Ma è assurdo!!!''- sbottò il signor Akira.
'' Spero per voi che stiate scherzando!!! Quando è successo il fatto io ero a casa dei miei, e ci sono rimasta per tutta la notte!!!''- si associò Reiko.
'' Perchè sospettate proprio di noi?''- chiese il direttore dell'hotel.
'' Perchè solo voi tre potevate sapere che la signorina Sakura aveva un fratello nella polizia di Tokyo.''- fece l'ispettore Megure -'' ma ad ogni modo, possiamo risolvere in fretta la vicenda. Basta che ci mostriate il vostro tagliacarte. Sakura se l'è tolto dal braccio mentre tentava di sfuggire al suo aggressore e l'ha nascosto nella borsa per portarlo alla polizia. Ma l'assassino quando l'ha rapita ha buttato via la borsa e con essa il tagliacarte incriminato. Sopra c'è sia il sangue della vittima che quello di Sakura.''
Reiko lo tirò fuori dalla borsa e lo sbattè con forza sul tavolo.
Il gestore fece altrettanto, in quanto anche lui se n'era fatto fare uno ai tempi di quel famoso regalo.
'' Che succede signor Fuemoto?''- fece Sato notando l'espressione piena di terrore del concierge che non aveva ancora mostrato loro il tagliacarte che gli era stato donato tempo addietro.
'' Akira...''- fece Reiko sbiancando.
'' Non... non è così...''- fece lui tentando di difendersi -'' Io l'ho perduto. Giuro, ce l'avevo e da qualche giorno non l'ho più visto...''
'' Per forza, era in un cesto della spazzatura assieme alla borsa di Sakura ed attualmente si trova sotto sequestro.''
Il concierge si alzò in piedi di scatto -'' Io non ho fatto niente!!! Stavo aspettando Kaori al magazzino quando è successo tutto!!! Signorina, la prego, glielo dica lei!!!''
Sakura purtroppo non potè accogliere quell'appello disperato.
Come aveva già detto e ridetto, era troppo buio e non aveva potuto vedere se l'assassino era un uomo o una donna o che lineamenti avesse.
'' Peccato che la signorina non si sia presentata al vostro fantomatico appuntamento e che quindi lei era solo. Si volti, la dichiaro in arresto per...''
'' Aspetti, Ispettore Megure!''- Conan e Takagi avevano urlato quasi nello stesso momento.
Megure si bloccò, stupito più dal suo sottoposto che dal detective Goro.
Anche Sato lo guardò con occhi sgranati dalla sorpresa: pareva quasi che volesse prendere le difese dell'uomo che nei giorni appena trascorsi gli aveva procurato una terribile sofferenza. Sakura invece lo incoraggiava con gli occhi.
Raramente suo fratello si esponeva senza un valido motivo.
Conan si zittì e sorrise tra se e se.
In fin dei conti era giusto così.
Era lui ad aver promesso a Sakura che avrebeb assicurato l'assassino alla giustizia. Giusto dunque che fosse lui a spiegare come si erano svolti i fatti.
'' Credo che il detective Takagi si sia accorto di un particolare importante... prego. Illustracelo.''
Takagi annuì -'' Beh, è solo un'ipotesi... ma dubito fortemente che sia il signor Akira il responsabile.''
'' Da cosa lo deduci?''- chiese Sato incuriosita.
'' Il piano del colpevole per far passare Sakura come un'assassina, è molto ben curato nei dettagli e gioca tutto sulla psicologia e il modo di pensare della polizia e di un tribunale. Insomma, il colpevole ha una mente strategica e calcolatrice. Non avrebbe mai usato un oggetto di sua proprietà per commettere l'omicidio, sapendo che l'avremmo identificato e che avremmo automaticamente sospettato della persona che non era in grado di mostrarci il tagliacarte... e non lo avrebbe buttato in un posto in cui era facile ritrovarlo. Secondo me il signor Akira è stato incastrato.''
'' Esatto. Ottima deduzione detective Takagi.''- si complimentò Conan.
'' Quindi...''- fece Sakura iniziando a capire -'' Se usiamo il processo dell'eliminazione... la signorina Tsubaragi non può essere stata perchè ha un alibi... il signor Akira è stato incastrato con un alibi falso e l'assassino gli ha rubato il tagliacarte che ha usato contro Yuky e poi me... rimane solo una persona.''
'' Ovvero il signor Sakuragi.''- fece l'agente Sato.
Ora fu il turno dell'interpellato impallidire.
'' State scherzando, spero!!!''- fece questi tentando di difendersi.
'' Ha ragione, non può essere lui...''- fece la giovane Reiko.
'' Il signor Sakuragi è una persona buona e generosa, sempre gentile con tutti, non può essere stato lui ad uccidere quella ragazza e fare del male alla signorina, e mi rifiuto di credere che mi abbia incastrato!!!''
'' E comunque... io non sapevo nemmeno come si chiamava questa signorina, come facevo a sapere che suo fratello era un ufficiale?''- tentò il direttore.
'' Ma certo che lo sapeva...''- fece Conan -'' Infatti, è stata Sakura a dirglielo.''
I poliziotti e la ragazza lo guardarono allibiti.
'' Scusi, ma vorrei mettere in chiaro una cosa...''- fece Sakura -'' Io e questo signore non abbiamo mai parlato.''
'' Certo, perchè non gliel'hai detto di persona. Ma quando sei arrivata in albergo, hai usato il telefono a gettoni dell'albergo e hai parlato con una persona.''
'' Ah, ma certo...''- fece Sakura come illuminata. Poi si rivolse al fratello, che pareva essere in attesa di spiegazioni -'' Avevo promesso a nostra madre di chiamarla appena arrivata, ma all'aereoporto c'era troppo caos. In taxi e nella hall dell'hotel non avevo campo e allora ho usato il telefono dell'hotel per chiamare.''
'' E a pochi passi da Sakura, impegnata in quella conversazione...''- spiegò Conan sempre con la voce di Goro -'' c'era il signor Sakuragi che stava accogliendo alcuni ospiti, come è sua consuetudine. E ha sentito una frase molto significativa che gli ha impedito di uccidere personalmente anche Sakura.''
'' Scusa, ma cos'hai detto alla mamma quando hai telefonato?''- chiese Takagi.
'' Mi ha raccomandato di stare attenta... ed io le ho detto: Tranquilla mamma. So cavermela, sono pur sempre la sorella di un poliziotto, no?''
'' E così il signor Sakuragi ha capito che se l'avesse assassinata, la polizia gli avrebbe dato la caccia in quanto aveva ucciso la sorella di un detective e ha deciso di rapirla, lasciando agli stenti il compito di finirla.''- concluse l'ispettore Megure.
'' Sono solo supposizioni, e nulla di più!!!''- urlò Sakuragi.
'' A dire il vero... ''- fece Sato -'' ora che ci penso quando abbiamo cercato Sakura all'hotel, quando era dispersa, lei ha notato l'omonimia e ha detto... Scommetto l'hotel che è sua sorella. Come poteva esserne sicuro?''
'' Ha ragione...''- fece Takagi -'' Non ha chiesto se io e Sakura eravamo parenti, poteva trattarsi di un' omonimia casuale... ma lei era sicuro, troppo sicuro, che Sakura ed io fossimo legati da un vincolo... non aveva bisogno di conferme. ''
'' Ma era girata di spalle, mentre telefonava, io ho sentito solo una voce..va bene, ammettiamo per un attimo che io sia il colpevole. Come facevo a sapere quale ragazza avesse parlato al telefono di un fratello in polizia? E' impossibile ricordare ad una una le facce di tutti i clienti, figurarsi le loro voci.''
'' Allora lo ammette.''- fece Takagi -'' Lei ha notato una ragazza che parlava di un fratello in polizia. ''
'' E comunque, non è vero che non l'ha vista in faccia... lei ha l'abitudine di accogliere personalmente i clienti, questo significa che conosceva bene sia la voce che la faccia della signorina Takagi. E quando l'ha riconosciuta nel suo ostaggio... ha deciso di lasciarla in quel seminterrato a morire, salvo poi lasciarla andare quando ha scoperto che c'erano molti indizi e prove contro di lei.''
'' Ha sottratto il tagliacarte al signor Akira per commettere il delitto, e quando ha rapito Sakura se n'è sbarazzato. Non poteva usare il suo perchè sapeva che sarebbe stato lampante il suo coinvolgimento... programmava di incastrare il signor Akira con il furto d'arma del delitto e ha fatto in modo che credesse che la signorina Kaori volesse incontrarlo, pur sapendo che non era vero, in tal modo non gli ha permesso di avere un alibi.''- dedusse Takagi.
'' No, io non ci credo...''- fece il signor Akira, rifiutando di credere che il suo principale avesse tentato di incastrarlo per omicidio -'' perchè...?''
'' Non si preoccupi, dubito fortemente che l'avrebbe fatta marcire in galera...''- fece Sato -'' quasi certamente aveva programmato di incastrarla, salvo poi trovarle un avvocato. Ipotizzare il furto sarebbe stato semplice e noi avremmo pensato che fosse stato un accoltellamento casuale, imprevedibile e il caso sarebbe stato archiviato. Lei libero, il signor Akira scagionato e tutti felici, un piano perfetto...''
'' Finchè non è arrivata mia sorella.''- fece Takagi parandosi davanti a lei, come se volesse proteggerla -'' Sakura era sulla terrazza della sua stanza, dove stava sorseggiando una bibita, per calmarsi dopo la lite prima di venirmi a trovare... ed ha sentito la sua amica urlare.''
'' Logicamente''- fece '' Goro'' -'' Quando si sente un' amica urlare, ci si precipita subito per assicurarsi che questa stia bene e si prende la via più rapida per raggiungerla. E' per questo che Sakura ha preso le scale anti-incendio e non la porta principale. Non immaginava certo che tutti gli eventi si sarebbero concatenati in modo tale da incastrarla per omicidio.''
'' Però non mi spiego una cosa...''- fece Sato meditabonda -'' Anche se Sakura è arrivata per soccorrere l'amica in tempi rapidi, aveva il modo di nascondersi e fingere di arrivare per controllare la situazione... mi tolga una curiosità. Perchè, dato che la sorella del detective Takagi, non si era minimamente accorta della sua presenza l'ha aggredita?''
'' Forse posso spiegartelo io...''- fece Wataru -'' Sakura mi ha raccontato che la vittima, quando mia sorella l'ha presa tra le braccia, le si è aggrappata al collo graffiandola e con il poco fiato che aveva ha fatto il suo nome.''
'' Ma certo!!!''- urlò quasi l'ispettore Megure -'' Ecco perchè ha aggredito Sakura per tentare di ucciderla, anche se tua sorella ancora non l'aveva notato... la vittima ha chiamato il nome della sua amica Sakura come per implorarla di aiutarla... ma Sa-Ku-Ra sono anche le prime quattro sillabe del cognome Sakuragi.''
'' E' tutto chiaro...''- fece Sato -'' erroneamente, il signor Sakuragi ha pensato che la vittima stesse fornendo il nome dell'assassino ad un'amica che se interrogata dalla polizia avrebbe certo fornito questo dettaglio. Al momento dell'omicidio, Sakuragi ignorava il nome di Sakura e ha deciso che a quel punto, non poteva permetterle di andarsene. E il resto è storia.''
A quel punto, il direttore dell'albergo si spazientì e scattò in piedi -'' Ma come vi permettete? Finora avete solo avanzato teorie e congetture, ma per il momento non avete presentato nemmeno uno straccio di prova!!!''
'' A dire il vero ne ho una.''- fece Takagi -'' Mia sorella ha sferrato un calcio all'aggressore, e lo ha sbilanciato. Per togliersi di dosso un uomo molto più forte di lei lo ha colpito con parecchia forza. E sono certo che le ha lasciato un bel livido. Se addosso ha un livido che corrisponde alla suola della scarpa che mia sorella... riusciremo a provare la sua colpevolezza.''
Sakuragi si lasciò cadere sul divano a peso morto, sconfitto.
'' Roba da matti... è andato tutto storto.''
Reiko lo guardò esterefatta -'' Allora è vero... è stato lei... ha ucciso quella ragazza, tentato di incastrare Akira e poi quella povera ragazza?''
'' Ma... perchè?''- fece Akira ancora sconvolto -'' e perchè ha tentato di incastrare proprio me, che cosa le ho fatto, si può sapere?''
Sakuragi sorrise, per rassicurarlo -'' Non ti avrei mai lasciato marcire in prigione... avrei assunto un avvocato, e sarebeb stato semplice far credere che il tagliacarte ti fosse stato rubato e poi usato per commettere il delitto... avevo fatto sparire la borsa di quella ragazza apposta per farlo sembrare un caso di rapina finita in tragedia... ma poi è arrivata quella ragazzina, ed è andato tutto storto.''
'' Adesso però voglio sapere perchè!!!''- fece Sakura livida di rabbia dirigendosi verso l'assassino. Suo fratello fu costretto a bloccarla tenendola ferma per le spalle.
Lo odiava anche lui, su questo non c'erano dubbi, ma non valeva la pena perdere altro tempo con quel tizio.
'' Perchè ha ucciso Yuky? Cosa le avrà mai fatto?''
'' Oh credimi... se l'è meritato. Lei non era meglio della altre. ''
'' Le altre...''- fece l'ispettore Megure -'' Si riferisce alle donne vittime di aggressioni ad opera dell' Aggressore della Buonanotte?''
Sakuragi annuì.
'' Esatto... erano tutte uguali. VIziate, egocentriche, convinte di poter fare tutto quello che volevano solo perchè erano ospiti paganti. E chi stava loro intorno doveva ingoiare e stare zitto, perchè erano intoccabili!!!
Mia madre, che mi ha cresciuto da sola, lavorava come cameriera in un hotel. Mi ha cresciuto senza l'aiuto di nessuno, con amore e sacrificio... era una donna dolce ed amabile, ma aveva anche una grande dignità. Un giorno una cliente spocchiosa la trattò molto male... ed anche se il direttore stesso era al corrente di quanto quella donna fosse arrogante, quando mia madre la ridimensionò un po', la licenziò in tronco. Per la disperazione di aver perduto il lavoro... mia madre di tolse la vita.''
'' Per questo le ha aggredite e derubate... per sfogare la sua rabbia contro la categoria di persone responsabile della morte di sua madre e le ha derubate come risarcimento.''- fece Sato.
'' Esatto.''- confermò Sakuragi -'' Quando vedo una donna comportarsi in quel modo, perdo le staffe. Yuky Sagawa non era un'eccezione.
Avevo programmato di darle una bella lezione già l'anno scorso quando l'ho adocchiata... ma dal momento che è rimasta poco e per quel poco che è rimasta era sempre in compagnia dei suoi genitori e del resto della compagnia e poi di Reiko, non ne ho avuto occasione...''
'' E quindi ci ha riprovato quando si è ripresentata in hotel. E l'ha uccisa perchè non tollerava che una ragazzina viziata fosse sfuggita al suo programma di rieducazione.''- fece Sato mascherando il disdegno che provava per quell'uomo.
Sakuragi annuì.
'' Già... ma non avrei mai immaginato che quella strega da due soldi, mi avrebbe portato la sorella di uno sbirro in casa... e che quella ragazza mi avrebbe rovinato.''
'' Ha pensato che Yuky avesse rivelato il nome del suo assassino all'amica ed ha tentato di uccidere anche lei per tapparle la bocca.''- appurò Megure.
'' Già...''- fece il colpevole -'' Era fuggita, ma sono risucito a riprenderla. Iil mio intento era farla fuori e poi disfarmi del cadavere... ma poi quando l'ho vista in faccia... non potevo lasciarla andare, ma spararle, soffocarla, strangolarla o accoltellarla era troppo pericoloso... temevo che mi avrebbero scoperto...''
''... così l'hai legata e chiusa in quello stanzino sperando che il decesso sopraggiungesse a causa delle privazioni. Anche se urlava, chi l'avrebbe sentita?''- fece Takagi auto imponendosi di non prenderlo a ceffoni -'' e poi hai pensato di lasciarla andare perchè raccontasse la storia dell'omicida che prima la lascia in vita e poi le permette di scappare, sapendo che nessuna giuria le avrebbe creduto... ''
I presenti avrebbero voluto strangolarlo.
Al di là del delitto commesso, ovvero l'omicidio e le aggressioni, quel che aveva fatto era imperdonabile... prima aveva meditato di addossare ad un altro tutte le sue colpe, e poi per salvare un innocente era pronto a sacrificarne un altro.
Non sembrava nemmeno pentito del suo gesto anzi.
Più che altro, pareva arrabbiato.
Conservò quell'espressione rabbiosa anche quando Takagi gli mise le manette e lo scortò fuori dall'agenzia.
Erano arrivati sulle scale quando...
'' Un piano perfetto... stroncato da una ragazzina...''- approfittando che Sakura gli stava a tiro, riuscì a sottrarre la pistola a Takagi e a spararle.
Sakura cadde all'indietro, rotolando giù dalle scale.
'' AHHHH!!!!''
'' NO!!!''- urlò il poliziotto.
Sato bloccò definitvamente il signor Sakuragi con una mossa di judo, mentre Takagi correva in fondo alle scale per soccorrere la sorella.
Il colpo le aveva trafitto una spalla, la sinistra, ed aveva anche un livido rossastro sulla tempia.
'' Non è possibile... è uno scherzo...''

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Fantasmi ***


~Che Takagi ricordasse, l'ambulanza non ci aveva mai messo così tanto ad arrivare sulla scena di un incidente, malgrado ci avesse messo solo pochi minuti.
Per tutto il tempo era rimasto chino su sua sorella, dandole dei buffetti sulla guancia, per svegliarla e tentando di tamponarle la ferita alla spalla usando le mani o il suo fazzoletto.
Non riusciva ancora a credere a quello che era successo... il detective Goro aveva illustrato, anzi avevano illustrato insieme come si erano svolti i fatti di quella notte per filo e per segno, il colpevole si era arreso ed aveva confessato, era stato preso in custodia... tutto bene, tutto finito, e all'improvviso quel maledetto gli aveva sottratto la pistola d'ordinanza e aveva sparato alla sorella.
Il tutto sotto i loro occhi.
Per tutto il tragitto in ambulanza, non aveva smesso di continuare a tamponare, come se avesse la certezza che se avesse smesso anche solo per un attimo, il cuore della sorella avrebbe smesso di battere.
Li avevano fatti entrare subito e la ragazza era stata subito portata in sala operatoria.
''  Qual'è il gruppo sanguigno?''- chiese il medico mentre spingeva la brandina verso la surgery.
'' A+.''- fu la risposta del fratello -'' Ultimamente è stata in ospedale per una ferita la  braccio, le hanno perscritto delle medicine contro un principio di setticemia... ''
'' Ho capito... non si preoccupi, adesso ce ne occupiamo noi...''- quello fu il momento in cui l'agente Takagi fu costretto a staccarsi dalla sorella.

La prima ora e mezza passò troppo lentamente e allo stesso tempo troppo velocemente. Malgrado non fosse solo ad attendere notizie della sorella, e malgrado Goro, Sato, l'ispettore Megure e Conan cercassero di confortarlo, il giovane agente non aveva dato alcun segno di risposta.
Qualcuno aveva sparato a sua sorella, sotto i suoi occhi. E l'aveva fatto con la sua pistola.
Un poliziotto che si era fatto sottrarre la pistola da un sospettato, ammanettato, per giunta... l'imbarazzo ed il colpo all'orgoglio non sarebbero stati il suo problema più grande, se non fosse stato che sua sorella era stata coinvolta...
'' Non è stata colpa tua...''- cercò di confortarlo l'ispettore Megure -'' C'eravamo tutti al momento in cui è partito il colpo... è stato imprevedibile, non avremmo mai potuto fare nulla per impedirglielo...''
Ma non era sufficiente per allontanare dal suo sottoposto il senso di colpa.
Che le armi fossero associate a morte, dolore e distruzione non era mai stato un mistero, ma per un poliziotto era diverso.
I poliziotti giravano sì armati, ma solo per intimidire o ferire in maniera superficiale un assassino in fuga e per difesa personale, malgrado sperassero ogni volta, con tutto il cuore che non fosse necessario usare l'arma d'ordinanza e che bastasse la forza della parola per infondere un po' di buonsenso...
Insomma, un oggetto che in genere portava solo dolore ma che il suo proprietario aveva giurato di usare solo ed esclusivamente a fin di bene.
Era abbastanza destabilizzante toccare con mano il fatto che quell'arma aveva ferito in maniera grave o troncato di netto la vita di un innocente.
Un evento destabilizzante che avrebbe fatto incrinare persino il sovrintendente Matsumoto, figurarsi un uomo con il carattere di Takagi.
Tutto quello che era successo in quei giorni aveva messo a dura prova i suoi nervi... ad essere onesto, ad un certo punto pensava che l'avrebbe visto crollare.
Prima aveva dovuto fronteggiare l'eventualità che sua sorella fosse un'assassina, poi che fosse stata uccisa dall'assassino, per due giorni non aveva avuto sue notizie, poi aveva dovuto riconsiderare la sua posizione... e per finire la ragazza era stata scagionata e l'assassino preso.
Ma adesso, la sorella minore di Takagi era distesa sul lettino operatorio con un proiettile vicino alla spalla.
Al momento dello sparo e dato il volo che la ragazza aveva fatto, inizialmente erano convinti che il colpo avesse centrato la spalla della ragazza, ma quando si erano avvicinati ed avevano potuto vedere meglio, avevano notato che il proiettile si era piazzato al di sotto dell'articolazione.
Poteva aver sfiorato il cuore, perforato un polmone...
Sato si sedette accanto al fidanzato, che non faceva altro che fissarsi le mani tremanti, con uno sguardo perso nel vuoto.
Il sangue di sua sorella sulle mani... gli sembrava di vederlo grondare.
'' Ma perchè l'ha fatto... perchè...''- borbottò Takagi -'' Sakura non è come loro...''
'' Di che stai parlando?''- gli chiese Sato preoccupata.
'' Lo hai sentito... odiava le donne che aggrediva perchè gli ricordavano la cliente altezzosa e spocchiosa che tanti anni fa ha causato il licenziamento e la morte di sua madre... e Sakura? Lei non c'entrava niente con quel tipo di persona... l'hai conosciuta... è una ragazza dolce... innocente... ha pianto per Yuky e malgrado fosse terrorizzata all'idea di tornare in quella villetta ci è tornata per aiutarci a prendere quel bastardo che l'ha uccisa... malgrado Yuky non l'abbia mai trattata come un'amica...''
Sato sorrise mettendogli una mano sulla spalla per confortarla -'' Dolcezza, innocenza, buon cuore, coraggio, incapacità di covare rancore... sei tu al femminile.''
Malgrado la preoccupazione, il poliziotto arrossì-'' Veramente?''
Sato annuì.
'' Veramente. E ti dirò...''- fece Miwako -'' effettivamente, anche a me pare strano che abbia sparato a Sakura, dato il criterio con cui sceglie le sue vittime... visto che lei e le donne con cui se l'è presa sinora, non hanno niente in comune. Posso capire che l'abbia assalita perchè voleva impedirle di parlare con la polizia, ma quando era già in manette... a quel punto aggredirla a che serviva?''
'' Guarda che il motivo te l'ha detto...''- fece Conan attirando l'attenzione dei due poliziotti -'' è solo un' ipotesi... ma io penso che l'abbia fatto per vendicarsi.''
'' Come... per vendicarsi?''- chiese l'agente Sato.
'' L'odio ed il rancore gli hanno annebbiato la mente. '' - spiegò Conan -'' All'inizio si limitava ad aggredire donne che gli ricordavano quella che ha causato la fine di sua madre... ma con il passare del tempo, ha iniziato ad odiare tutte le donne che a suo parere avevano provato a farlo fesso. All'inizio il suo intento era aggredire la vittima e lasciarla in vita, con il ricordo di quello che le aveva fatto per redarguirla.
Ma dato che la sua permanenza nel suo albergo è stata breve gli è sfuggita. L'ha uccisa appena gli è capitata a tiro per vendicarsi del fatto che fosse riuscita a scappargli e farlo desistere.''
'' Ma certo...''- fece Sato pensierosa -'' Ecco perchè malgrado per lui fosse finita ha sparato a Sakura... la riteneva responsabile del fatto che la polizia l'avesse arrestato.''
'' Gli sarebbe bastato non commettere questo omicidio...''- borbottò Takagi.
Assurdo... non poteva credere che sua sorella stesse lottando contro la morte per un motivo del genere.
Un assassino le dava la colpa del fatto che fosse finito in manette.
Ed aveva deciso di vendicarsi... forse aveva capito il motivo per il quale un direttore d'hotel, malgrado fosse sempre sommerso di lavoro, trovasse il tempo per accogliere personalmente gli ospiti.
La cortesia o la creanza non c'entravano niente. Lo faceva per cercare le sue vittime.
Andava nella hall dell'hotel a ricevere gli ospiti, e controllava guardandosi intorno che tipo di donne c'erano. E se ne trovava una che corrispondeva al tipo di donna che odiava... la teneva d'occhio, con una scusa riusciva ad attirarla da qualche parte e la ''rieducava''.
Non poteva riuscire a credere che Sakura avrebbe finito la sua vita in un ospedale di Tokyo. Era lui il poliziotto della famiglia, quindi sarebbe stato più logico che ci finisse lui sul tavolo operatorio, a lottare per la sua vita, ed effettivamente poco  tempo fa lo aveva fatto...
No, non poteva morire così... non avrebbe perso solo sua sorella in quel caso, ma anche la sua migliore amica e confidente.
Le aveva raccontato spesso dei suoi sentimenti per Sato, e molte volte le aveva detto -'' Ma te l'immagini che pazza sarebbe... una così con uno come me?''
E lei aveva sempre replicato -'' Io inizierei a farmi serie domande sulla sua sanità mentale, se non ti considera!!!''
Era anche l'unica persona a sapere che ogni tanto, proprio quando stava per tornare a casa dopo la fine del turno, Shiratori lo prendeva da parte con una scusa e che assieme a quattro o cinque investigatori della prima sezione, lo torchiavano come se fosse stato un delinquente in libertà vigilata.
Non si erano mai accorti però che prima dell'interrogatorio, mandava sempre un messaggio vuoto a Chiba, che interveniva prontamente a levarlo dalle mani dei colleghi, dicendo che c'era un problema e che aveva bisogno di aiuto per risolverlo.
Chiba e Sakura. Erano gli unici a sapere dei giochetti di Shiratori contro di lui. Il primo gli aveva più volte ricordato che sarebbe bastato minacciare, senza farlo davvero, di informare l'ispettore Megure che Shiratori sfruttava le risorse del distretto per scopi personali... ma ogni volta Takagi aveva risposto.
'' Sono adulto. Me la posso sbrigare da solo.''- non ci pensava nemmeno ad andare a fare la spia ai superiori... gli avrebbe solo fatto fare la figura dell'infame e a peggiorare le cose. Mai l'aveva fatto prima e mai l'avrebbe fatto.
Ma capitava che ogni tanto si confidasse con Sakura al riguardo.
Una vita senza la sua sorellina? Impensabile.
'' Tranquillo... andrà tutto bene.''- lo tranquillizzò Sato -'' la conosco poco, ma per quel che ho visto, come ho già detto, sei tu al femminile. E' per questo che so che uscirà da qui con le sue gambe.''
Strana razza i Takagi... fuori mostravano il visetto innocente ed indifeso di un bambino, ma dentro avevano la tempra dei leoni.
Ad ogni modo, sperava davvero che la ragazza ce la facesse. Se così non fosse stato, non solo il suo fidanzato avrebbe perso una persona importante per lui... ma sarebbe stata la seconda volta che si vedeva morire davanti agli occhi qualcuno di rilievo ai suoi occhi.
Ricordava ancora quando il ragazzo era stato trasferito nella loro squadra e lo avevano assegnato alla supervisione di Date... e ricordava ancora meglio il giorno in cui l'agente perse la vita in quell'incidente.
Quando raggiunse Wataru Takagi all'ospedale, dopo aver saputo quanto era accaduto, lo trovò in un stato pietoso. Continuava a piangere e a borbottare '' E' tutta colpa mia''. Sembrava un disco rotto. Avendo lei stessa perso un collega molto significativo, trovò più che naturale stargli vicino in quel momento così doloroso.
Quel dolore fu l'inizio di tutto. L'inizio della loro storia, anche se nessuno dei due ancora immaginava quanto forte sarebbe diventato il loro rapporto.
Comunque Sato ricordava bene, in che stato fosse Takagi quando aveva perso il suo amico... per questo sperava che non dovesse rivivere quella terribile esperienza.
L'idea che sua sorella fosse stata uccisa con la sua stessa arma, lo avrebbe distrutto. E lei non era certa di avere la stessa capacità del poliziotto nel riprendere i pezzi delle persone e rimetterli assieme.
In quel momento, uscì un dottore dalla sala operatoria.
Takagi scattò in piedi come un pupazzo a molla.
'' Dottore, allora?''- chiese il poliziotto con la voce rotta dalla preoccupazione e dalla speranza.
'' Ha perso un sacco di sangue... temo che ci sarà bisogno di una trasfusione.''- riferì il medico -'' Purtroppo l'altro ieri c'è stato un incidente e le scorte di sangue sono ridotte all'osso, ormai. La sua offerta di poco fa è ancora valida?''
'' Certo.''- e c'era bisogno di chiedere se era disposto a donare il sangue per aiutare sua sorella?
'' Takagi...''- fece Megure con aria preoccupata in volto, memore che poche ore prima il suo sottoposto gli aveva detto di avere l'aria stanca a causa della mancanza di sonno e dello stress che aveva accumulato e che dubitava avesse sfogato nei giorni passati.
Per donare il sangue c'erano alcune regole da seguire, essere in buono stato di salute, non essere affetti da malattie croniche, non aver subito trattamenti chirurghici o farmacologici ed aver mantenuto una '' buona condotta'', e per questo era pronto a garantire per il suo subalterno ad occhi chiusi e mettendo una mano sul fuoco... ma nemmeno donarlo in condizioni di stress e stanchezza era raccomandabile.
'' Sei sicuro d sentirtela?''
'' Non si preoccupi per me, ispettore.  Io sto bene.''
E non ci fu modo di dissuaderlo.

Poco dopo, Takagi si  trovava in una saletta attrezzata per il prelievo, semidisteso sul lettino, con un ago in vena fissato ad un tubicino di plastica, e in meno di mezz'ora ebbero finito.
'' Come si sente?''- gli chiese il medico notando il pallore sul viso del poliziotto.
'' Un po' frastornato...''- a dirla tutta aveva la nausea, vertigini e mal di testa. Era come se tutto quello che era successo nei giorni passati gli fosse piovuto in testa in una volta sola.
'' Non si preoccupi, è normale.''- lo rassicurò il dottore -'' rimanga disteso per un po', e metta qualcosa di dolce sotto i denti, si sentirà subito meglio.''
Takagi annuì stancamente.
Provò a tirarsi su  facendo leva sulle mani, ma crollò nuovamente sul lettino. La stanchezza che aveva addosso già da prima si era unita alla debolezza del prelievo appena subito, togliendogli qualunque energia.
Oppose resistenza per qualche secondo, poi chiuse gli occhi deciso a rilassarsi per qualche minuto per poi tornare davanti alla surgery con tutti gli altri.

Quando riaprì gli occhi, Sato era seduta accanto a lui. Sul tavolino in ferro che stava vicino al lettino, vi era un vassoio su cui erano appoggiati una tazza di cappuccino e un cornetto al cioccolato.
'' Come ti senti?''- fece la poliziotta. Il fidanzato era ancora un po' pallido, ma iniziò a riprendere colore mano a mano che lo aiutava a mandar giù sorsi di cappuccino accompagnati ai bocconi del dolcetto che gli aveva portato.
'' Non sono io quello che è moribondo..''- poi si alzò a sedere di scatto -'' Ma per quanto tempo ho dormito!??''
Sato era indietreggiata di un paio di centimetri assieme allo sgabello, intimorita da quella reazione improvvisa.
'' Beh, occhio e croce... direi un' ora.''
Un' ora.... in un'ora poteva succedere di tutto. Ma se Sakura fosse uscita dalla sala operatoria, viva o morta, di certo Sato gliel'avrebbe detto.
'' Sakura invece...? E' ancora dentro?''
La poliziotta annuì.
'' Per ora non c'è nessuna novità. Per questo non ti ho svegliato...''- anche perchè aveva altri motivi per lasciarlo dormire.
Primo fra tutti, perchè voleva che l'amato si riposasse. Quel giorno, seppur nel giro di poche ore, era successo di tutto e proprio per questo, svegliarlo proprio in quel momento che sembrava così tranquillo ed in pace, le era parso come un crimine punibile con la pena di morte.
E poi... era sempre un piacere stare a guardarlo mentre dormiva.
Aveva sempre un'espressione dolcissima in volto. Quando si fermavano a dormire l'una a casa dell'altro, lei era sempre la prima a svegliarsi e le piaceva stare a guardare il fidanzato quando era ancora immerso nel sonno.
Era come prendere l'abitudine di prendere una tazza di caffè al mattino... quando le capitava l'occasione di osservare Takagi mentre dormiva, restava lì a fissarlo fino a quando il giovane non si svegliava.

L'operazione durò un'altra ora.
Un' altra ora durante la quale i  presenti dovettero rassegnarsi al fatto che nulla potessero fare se non aspettare con pazienza una notizia buona o cattiva che fosse.
Takagi, dopo aver dormito per un po', era tornato in sala d'attesa assieme a tutti gli altri, anche se aveva dovuto appoggiarsi alla fidanzata dato che non appena aveva messo i piedi sul pavimento aveva iniziato a traballare rischiando di cadere a terra come un sacco di patate.
Era rimasto seduto sulla poltroncina, sfregandosi le mani sui pantaloni, per sfogare un po' l'impazienza.
Poi finalmente, la luce della surgery room si spense, segno che l'operazione era finita.
Scattò in piedi. E all'improvviso non fu più tanto certo di voler sapere l'esito dell'operazione. Era terrorizzato all'idea di dover tornare indietro, anche solo con il pensiero, al giorno in cui suo padre aveva avuto l'ennesima crisi a causa della sua malattia per poi vederlo passare dalla sala rianimazione alla cappella mortuaria.
Il suo cuore si alleggerì quando vide la sorella.
Inosciente, pallida come un cadavere, i segni della sofferenza in volto... ma la mascherina per l'ossigeno e la flebo che le avevano messo indicava che era ancora nel mondo dei vivi.
'' Allora? Come sta?''- chiese Takagi fermando il medico che l'aveva operata mentre gli infermieri spingevano il lettino della sorella verso un'altra stanza.
'' Il proiettile si era posizionato poco sotto la spalla, e ha perforato un polmone. Siamo riusciti ad estrarlo e sua sorella ha superato l'atto operatorio in maniera soddisfacente.''- ma proprio quando i presenti stavano per tirare un sospiro di sollievo...-'' Tuttavia...''
'' Tuttavia?''- lo incalzò Sato con la stessa determinazione con la quale conduceva un interrogatorio.
'' Durante l'intervento, c'è stata una complicazione... e il flusso di sangue al cervello si è interrotto per qualche secondo. Aspettiamo che riprenda i sensi per accertarci che non abbia subito lesioni cerebrali.''
'' Capisco...''- borbottò Takagi.
Gli sembrava strano che fosse andato tutto liscio come l'olio... da quando era cominciata quella storia assurda, sembrava che la malasorte avesse preso di mira sia lui che sua sorella.
Ogni volta che pareva esserci una buona notizia, subito succedeva qualcosa che rimetteva tutto in discussione.
'' Takagi, è meglio che tu vada a casa a riposarti un po'.''- fece Megure. Un'ora in cui aveva dormito, era troppo poco perchè fosse riuscito a riposare veramente, soprattutto dopo un prelievo di sangue.
'' No, non posso, mia sorella...''
'' Sta tranquillo, resteremo io, Goro, Sato e Conan a fare i turni per tenerle compagnia. Va a casa, riposati come si deve, fatti una doccia e poi torni qui.
E sappi che anche se non sembra, ti ho appena dato un ordine.''
Takagi annuì a testa bassa e si diresse verso l'uscita dell'ospedale, dove prese un taxi.
Ma non gli diede l'indirizzo di casa sua.
Prima c'era una persona con cui doveva scambiare due parole...

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Il confronto ***


~Mentre in ospedale succedeva tutto questo, al Quartier Generale della Polizia di Tokyo era in corso un interrogatorio preliminare, gestito dall'agente Chiba e dall'ispettore Shiratori.
Assieme all'ambulanza, Megure aveva fatto intervenire anche una volante che scortasse Sakuragi in centrale ed aveva contattato Shiratori al cellulare, spiegandogli cosa era accaduto: che Sakuragi era il misterioso aggressore che l'anno prima si era divertito a terrorizzare, picchiare e derubare almeno venti donne nonchè l'assassino che stavano cercando, il suo folle movente, ed anche che aveva sparato alla sorella di Takagi.
Appena arrivato, i due poliziotti lo avevano messo sotto torchio.
Inutile dirlo, quell'individuo li disgustava, ma allo stesso tempo erano felici che fosse stato lui.
A nessuno dei due sarebbe piaciuto vedere in manette per omicidio di primo grado la sorella di Takagi, e vedere il collega star male per questa situazione e perderlo come collega a causa delle terribili conseguenze che ciò avrebbe comportato per lui, sarebbe piaciuto ancora meno.
Chiba per il motivo che Takagi era stato il suo primo vero amico da quando era stato trasferito, Shiratori invece pur non avendo sempre avuto un rapporto tutto rose e fiori con l'agente Takagi, l'aveva sempre considerato un ottimo poliziotto nonchè una bravissima persona e gli sarebbe dispiaciuto proprio per questo, in quanto Takagi sarebbe stato l'ennesima conferma di una regola che pareva affermare che più una persona è onesta, buona e gentile, più la sfortuna la perseguitava.
'' Quindi...''- fece Chiba a braccia conserte seduto davanti al sospettato e Shiratori in piedi dietro le sue spalle -'' ricapitoliamo. Lei ha aggredito brutalmente venti donne e le ha derubate di quanto di valore avevano con sè, perchè il loro atteggiamento la irritava... ha assassinato senza pietà una ragazza di neanche vent'anni per lo stesso motivo... e ha tentato di uccidere per due volte la sorella di un agente di polizia. E' corretto sinora?''
Sakuragi guardò i due poliziotti con aria di sufficienza. Non sembrava ne pentito ne spaventato per le conseguenze del fatto che avesse sparato e quasi ucciso la sorella di un poliziotto alla presenza di tre poliziotti ed un rinomato detective, anzi.
'' Al momento la signorina Sakura Takagi, la ragazza che ha rapito e tentato di uccidere per poi lasciar andare, sapendo che avrebbe raccontato una storia a cui sarebbe stato difficile credere...''- fece Shiratori leggendo quanto l'ispettore Megure gli aveva appena spedito via mail sul cellulare -'' è ricoverata in terapia intensiva dopo un intervento particolarmente difficile... le conviene sperare che sopravviva. I giudici sono soliti ad accordare la pena di morte quando qualcuno si macchia le mani con il sangue di più persone.''
'' Quelle signore senza cervello si meritavano quel che è accaduto loro...''- fece Sakuragi -'' qualcuno doveva pur insegnare loro un po' di educazione e come trattare le persone che stavano loro intorno.''
'' E questo le pare un motivo valido per aggredire una donna nel cuore della notte, e con una simile brutalità?''- fece Chiba.
Quel movente aveva dell'assurdo...ma a bene vedere, aveva visto persone uccidere per molto meno.
'' Se sua madre o qualcuno che amava moltissimo si fosse tolta la vita a cuasa del capriccio di una reginetta viziata, lei che avrebbe fatto?''
'' Non lo so, ma di certo non l'avrei fatta pagare a delle donne di cui nemmeno conoscevo il nome!!!''
'' Per non parlare di quel che ha fatto a Sakura.''- aggiunse Shiratori -'' Lei non aveva nulla a che fare con il profilo con cui lei sceglieva le sue vittime.''
'' E che ne sapete?''- fece l'uomo davanti a loro, per poi portarsi una mano al viso, con un'espressione di scherno in viso -'' Aspettate, non dirmelo... avete parlato con sua madre, le sue amiche, ed anche con suo fratello maggiore... e vi hanno detto che la ragazzina è un vero angelo, ho indovinato?''
'' Lo ha detto anche Reiko Tsubaragi.''- lo apostrofò duramente Chiba. Era pronto a scommettere che il suo amico e collega, se fosse stato presente all'interrogatorio, anche se non era il tipo non si farebbe fatto troppi scrupoli ad afferrare quel rifiuto dell'umanità per il colletto della camicia e sbatterlo contro il muro, magari ringhiandogli contro.
Takagi non aveva mai colpito o mandato al diavolo nessuno, nemmeno quando ne avrebbe avuto mille ragioni, e francamente se qualcuno mai gli avesse detto che Wataru Takagi era venuto alle mani con qualcuno, sospettato o collega irritante che fosse, avrebbe pensato che il tizio che asseriva di averlo visto era ubriaco o fatto di roba pesante o che gli alieni esistevano veramente e che avevano sostituito Takagi con un replicante.
Ma francamente gli avrebbe dato volentieri una mano se mai avesse deciso di prendere a pugni quel criminale.
'' La sua dipendente asserisce che il giorno del suo arrivo in hotel, Sakura le ha dato una mano con alcuni panni da cambiare e che ad un certo punto si sono pure messe a chicchierare come se fossero due amiche di vecchia data.''- spiegò Shiratori -''ergo, quella ragazza non aveva nulla a che vedere con le persone che odiava... è stato costretto ad aggredirla perchè le sembrava che la sua ultima vittima stesse facendo il nome del suo assassino e quindi ha tentato di tapparle la bocca. Ma mi tolga una curiosità... quando ormai era stato scoperto ed aveva confessato... che motivo aveva per spararle?''
Il destino era stato veramente infame con Sakuragi. Senza saperlo, il suo cognome era quasi identico al nome di battesimo della persona che era giunta sul luogo dell'omicidio per prestare i soccorsi. All'oscuro di un particolare simile, era perfettamente logico per lui supporre che c'era una persona a conoscenza della verità ed una volta riconosciuta in lei la ragazza che si era vantata con la madre di essere la sorella di un ufficiale, aveva dedotto che se fosse andata alla polizia, gli agenti avrebbero creduto alla sua parola più che a quella di chiunque altro.
Screditarla e renderla poco credibile era l'unica soluzione... ma purtroppo per lui, non aveva funzionato.
'' Invece di darvi tanta pena per me, perchè non vi preoccupate di cosa le faranno i giudici e gli avvocati dell'accusa?''
'' Inutile che ci provi...''- fece Chiba mettendo sul tavolo due foto.
Una rappresentava la suola di una scarpa. L'altra invece un livido violaceo, con la stessa identica forma della suola protagonista dell'altra foto, presente sul fianco sinistro di Sakuragi.
'' Il livido da lei riportato, corrisponde perfettamente alla suola della scarpa sinistra della signorina Takagi.''- lo fulminò Chiba -'' E sa come Sakura glielo ha fatto? Quando lei l'ha spinta per terra, mentre tentava di soccorrere la sua amica in fin di vita, e l'ha immobilizzata per pugnalarla.
Sakura ha intuito il pericolo, si è protetta come meglio poteva con le braccia e quando lei l'ha colpita sul braccio, come reazione istintiva le ha sferrato un calcio.
Questo prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, che eravate presenti entrambi al momento dell'omicidio.''
'' E cosa vi fa pensare che mi abbia aggredito quando io ho, ipoteticamente, tentato di farla fuori?''- fece Sakuragi in tono di sfida -'' magari mi ha assalito perchè l'ho colta in flagranza di reato e le ho detto che avrei chiamato la polizia.''
'' Ma davvero?''- fece Shiratori con un tono di finta incredulità -'' e allora mi dica... come mai  quando Sakura è scappata, lei non è corso subito in hotel a chiamare la polizia? La telefonata alla omicidi è stata fatta alle 6.30 del mattino seguente all'omicidio, da un lavapiatti che era andato a buttare i rifiuti.
Ah, ma certo... lei aveva detto che sarebbe stato totalmente immerso nell'occuparsi di contabilità e scartoffie per un bel pezzo, se avesse avvertito la polizia di quanto accaduto nel vicolo, denunciando l'assassino...''
'' Forse. Ma il movente e l'opportunità, l'aveva quella ragazza.''- continuò lui imperterrito.
'' Ma non l'arma del delitto.''- fece Chiba -'' Abbiamo controllato. L'arma del delitto è un tagliacarte che appartiene ad Akira Fuemoto, il concierge, che ha incautamente lasciato nel cassetto della sua scrivania. E dal momento che Sakura non aveva motivo per chiedere in prestito un oggetto simile... era impossibile che ne fosse in possesso.''
'' Tanto più che qualcuno si sarebbe certo ricordato di una cliente che chiede in prestito un tagliacarte e l'avrebeb fatto presente.''- continuò Shiratori -'' e comunque, tutto quello che dirà non toglie il fatto che ha sparato alla ragazza che ancora tenta di incolpare alla presenza di tre poliziotti. E che ha ammesso la sua colpa.''
'' Sì, e sa come la definiranno in tribunale?''- fece questi -'' E' vero, ho confessato, ma è anche vero che ho ammesso tutto in una stanza senza microfoni e che ai giudici servirà qualcosa di più della parola di te poliziotti per condannarmi per omicidio ed aggressione recidiva.
Senza contare che dato che la principale indiziata era la sorella di un poliziotto... che mi pare anche di capire che sia parecchio benvoluto... si potrebbe pensare ad un insabbiamento per proteggere sia la ragazza che il vostro collega.''
'' Parecchio benvoluto, eh?''- pensò Chiba con aria scettica -'' tu non hai mai visto quanto gli vogliono bene quando scoprono i particolari del suo rapporto con la sua fidanzata...''
'' Non ha risposto alla domanda...''- insistè Shiratori. Quell'uomo iniziava ad irritarlo e non poco -'' Perchè ha sparato a Sakura?''
'' Conosco i miei diritti, quindi ora non parlo più.''- fece quel tale con l'intenzione di liquidarli il prima possibile -'' Voglio un avvocato.''

Per la prima volta nella sua  vita, Takagi iniziava a capire la rabbia che divorava il cuore e la mente di una persona spinta ad uccidere in un momento di foga.
Quell'uomo... Toshiro Sakuragi, non mostrava il minimo segno di pentimento per quello che aveva fatto, anzi.
Si ostinava ad insinuare che Sakura fosse l'assassina e che la polizia lo avesse incastrato per proteggerla.
'' Io quello lo ammazzo...''- borbottò Shiratori con un'espressione seccata entrando nella saletta attigua -'' Takagi...''
Quando Chiba si accorse della presenza dell'amico si precipitò subito vicino a lui per chiedergli come stava.
Takagi esibì un sorriso tirato, come per dire che stava benissimo.
'' Che ci fai qui?''- chiese Shiratori sorpreso di vedere lì il collega -'' Pensavo che l'ispettore ti avesse ordinato di andare a casa e riposarti un po'...''
Takagi annuì -'' Sì, ma dovevo essere certo di una cosa prima... mi sono ricordato che Sakuragi ha fornito come alibi di essere stato nel suo ufficio ad occuparsi di contabilità. Ho pensato che se avessi smontato questo alibi già debole per conto suo,  sarebbe stato più semplice...''
'' E com'è andata?''- chiese Chiba.
'' Ho trovato il registro della contabilità.''- fece Takagi -'' ed effettivamente sì, le carte sono tenuto e con la data di quel giorno... però ho trovato qualcosa di interessante.''- nel dir così tirò fuori una busta per le prove che teneva nella tasca interna della giacca, contente un pezzo di carta rettangolare, e lo porse ai colleghi.
'' Un assegno da 250.000 yen a beneficio di  Toji Asaka...''- fece Chiba studiandolo con più attenzione -'' Dove ho già sentito questo nome?''
'' Ti do un aiuto...''- fece Shiratori -'' è un avvocato di spicco. Ha iniziato a lavorare da poco, ma ha già dimostrato di essere uno che conosce il fatto suo.  Non è ai livelli di Eri Kisaki, ma è una giovane promessa nel campo del diritto penale.''
'' E per quale motivo Sakuragi avrebbe fatto un assegno in cui intestava a questo tizio quasi mezzo milione di yen?''- si domandò Chiba.
'' Secondo il detective Goro...''- spiegò Takagi -'' all'inizio il suo intento era incastrare Akira Fuemoto come colpevole di omicidio, salvo poi trovargli un avvocato per difenderlo. Poi quando è sbucata mia sorella ha cambiato piano. L'ho trovato nascosto in un portalettere che conteneva volantini pubblicitari che pubblicizzano proprio l'hotel. Ma a nessuno è venuto in mente di andare a controllare lì in mezzo.''
'' Ottimo lavoro, agente Takagi...''- fece Shiratori -'' per quanto decida di insinuare dubbi e sospetti sull'inchiesta, dovrà spiegare il motivo per cui ha fatto un assegno così corposo a favore di un avvocato penalista... come sta Sakura, piuttosto?''
Takagi s'incupì -'' Ha superato l'atto operatorio, per fortuna... ma durante l'intervento ci sono stati dei problemi, e per qualche secondo il sangue destinato al cervello ha smesso di affluire.''
I due poliziotti s'inquietarono subito per quanto il collega aveva appena riferito loro. Non era una buona notizia.
'' Che dicono i medici?''- fece Chiba.
'' Che dobbiamo aspettare che apra gli occhi per accertarci che non abbia subito danni cerebrali.''- era quello il motivo che l'aveva spinto ad andare in centrale malgrado l'ispettore Megure lo avesse messo in riposo forzato.
Voleva guardare negli occhi l'uomo che aveva causato tanto dolore e sofferenza alla sua sorellina.
Chissà cosa sperava di vederci... forse un po' di dispiacere. Ma se era davvero questo che aveva sperato, allora era l'atleta numero uno della categoria degli illusi.
Quell'uomo non si sarebbe pentito mai. Ne delle aggressioni, ne di Yuky ne di Sakura...
'' Hai fatto un buon lavoro, Takagi, ora va a casa a riposarti un po'... ci occupiamo noi di quel tizio.''- lo rassicurò Chiba.
Shiratori annuì.
'' Fatemici parlare.''
'' Takagi, non so se sia il caso...''- fece Chiba leggermente preoccupato dal  tono di voce del collega.
'' Sono disarmato, non preoccupatevi.''- li rassicurò Takagi -'' faccio due chiacchiere con lui, e poi me ne vado a casa.''

'' Accidenti...''- sbottò Sakuragi annoiato quando vide l'agente Takagi entrare nella stanza -'' Ho chiesto di parlare con un avvocato, non con un poliziotto... riuscite a percepire la differenza?''
Takagi non raccolse la provocazione e chiuse la porta alle sue spalle.
'' Ah, e mi dica quale avvocato preferisce? Un semplice avvocato d'ufficio o il signor Asaka?''
Per la prima volta da quando era cominciato l'interrogatorio, Sakuragi sbiancò -'' Come lo conosce?''
'' Sta iniziando a diventare famoso... e ho trovato un assegno piuttosto sostanzioso a favore del signor Asaka.''
'' E' entrato nel mio ufficio senza permesso?!?''- quasi lo aggredì.
'' Ci tengo a ricordarle che lei è stato reo confesso di aggressione, rapimento, omicidio e tentato omicidio, ed è per questo che al momento si trova in stato di fermo. Non mi serve il suo permesso per una perquisizione.''- lo congelò il poliziotto -'' E comunque al momento, più che di una violazione di privacy, il suo problema è un altro.''
Sakuragi iniziava davvero ad innervosirsi.
'' Ovvero... per quale motivo doveva dare tutti quei soldi ad un avvocato penalista?''- lo interrogò Takagi -'' glielo chiedo perchè mi pare strano che un uomo che fino a ieri vantava una fedina penale immacolata, abbia preparato tutto quel denaro per un avvocato.''
'' Non sono affari suoi, va bene?''
'' E come mai ha nascosto l'assegno tra la pubblicità? Pare quasi che non volesse farlo vedere. Ma non importa che risponda... ho parlato con il medico legale, che asserisce che data la ferita sul corpo della vittima, il suo omicida è mancino. Mia sorella invece usa la mano destra. Ad ogni modo... può dire, insinuare e teorizzare tutto ciò che vuole finchè vuole... ma ciò non toglie che ha confessato la sua colpa davanti a degli agenti di polizia e che ha sparato ad una ragazza, deliberatamente. Sarà difficile convincere chiunque che lei era sulla scena del crimine come testimone oculare dati i fatti.''
'' Se solo quella mocciosa non si fosse messa in mezzo!!!''- fece Sakuragi ormai in preda alla disperazione, sbattendo un pugno sul tavolo -'' che diavolo le importava di soccorrere quella strega, dato il modo in cui la trattava?!?''
Era proprio vero... le persone pronte ad uccidere, mentire, ed ingannare alla fine si somigliavano tutte. Ed erano propense a pensare che tutti, nessuno escluso, fosse perfettamente in grado di comportarsi al loro stesso modo.
'' Eh lo so, le donne quando si mettono a ficcare il naso sono terribili...''- borbottò Takagi trattenendo una risata.
'' Se solo se ne fosse stata buona e tranquilla dov'era non le sarebbe successo niente...''
'' E lei avrebbe potuto continuare ad aggredire e magari uccidere, a seconda dei casi, non è vero?''- fece Takagi fulminandolo con lo sguardo.
'' Io... dovevo vendicare la morte di mia madre...''
'' E non le è saltato in mente, neppure per un attimo, che così facendo... le avrebbe solo procurato un dolore terribile?''- aveva fatto delle ricerche ed aveva riaperto il file che riguardava il suicidio che aveva scatenato quella furia violenta ed aveva contattato alcuni vecchi amici e conoscenti della signora. E tutti avevano detto che era una donna amabile, sensibile, dolce, ma che aveva anche una grinta da far invidia anche al miglior guerriero di tutto il Sol Levante e che aveva tirato su da sola il figlio senza l'aiuto di nessuno, dopo che suo marito era morto in un tragico incidente stradale, e che aveva fatto i lavori più umili per mantenerlo, persino al porto come scaricatore. Ed avevano aggiunto anche che se fosse stata ancora in vita sarebbe stata fiera di suo figlio e che il suo sogno si fosse realizzato.
'' Il grande di sogno di sua madre, lo so perchè ho parlato con alcune persone che la conoscevano, era che lei divenisse un uomo buono, giusto, tollerante e capace di dare il buon esempio...''- per questo poco prima di venire ad incontrarlo gli mancò il cuore e lo stomaco di dire la verità riguardo all'identità di Sakuragi -'' questo voleva sua madre. Non un figlio vendicatore che aggrediva senza pietà la prima donna che non gli piaceva e che era pronto a sacrificare un innocente per salvarsi la pelle.''
'' Ma è stata colpa di quelle donne e del loro atteggiamento, se la sono cercata... non è stata colpa mia!!!''
'' Certo...''- fece Takagi prendendo la direzione della porta, ritenendo di aver già sprecato troppo tempo a parlare con quell'uomo che anche messo davanti ai suoi errori continuava ad incolpare le sue vittime -'' quando qualcosa va storto, sono sempre gli altri a sbagliare.''

Shiratori e Chiba erano rimasti nella sala attigua, pronti ad intervenire in caso il loro collega cedesse alla rabbia e facesse qualcosa di insensato o stupido.
Fortunatamente non fu necessario il loro intervento.
Anzi, erano rimasti letteralmente di sasso nel vedere la calma e l'abilità usata dal collega per condurre l'interrogatorio.
Raramente l'avevano visto preda di una rabbia silenziosa durante la raccolta di una deposizione.
'' Da adesso è tutto vostro, ragazzi.''
'' Sei stato grande, amico...''- fece Chiba -'' abbiamo registrato la sua confessione, quell'uomo è finito.''
'' Già... spero solo che Sakura viva abbastanza da sapere che è finita e che non deve più preoccuparsi di quel maledetto.''
'' Non devi preoccuparti per lei...''- cercò di confortarlo l'amico -'' è una ragazza forte, che vuole vivere, e già dato prova di avere una tempra d'acciaio... adesso cerca di stare tranquillo, e riposati un po', va bene?''
'' D'accordo...''- nel dir così traballò leggermente e dovettero pensarci Shiratori e Chiba a sorreggerlo. Evidentemente risentiva ancora degli effetti collaterali del prelievo di sangue.
All'inizio non ci aveva fatto caso perchè era preoccupato per sua sorella ed aveva concentrato tutte le sue energie su di lei e poi per mettere alle strette il colpevole, ma adesso che l'azione, per così dire, era finita iniziava a non sentire più le gambe.
'' Che cosa ti è preso, non ti senti bene?''- fece Chiba leggermente preoccupato.
'' Senza offesa Takagi... ma sono certo che tua sorella al momento ha un colore migliore del tuo.''- aggiunse Shiratori per smorzare un po' la tensione.
'' Lo credo bene... in ospedale mi hanno prelevato una sacca di sangue... credo di non aver ancora ripreso del tutto...''
'' Ho capito...''- fece Shiratori prendendo il cellulare -'' Pronto? Horita, fammi una cortesia... occupati tu di finire con Sakuragi... devo assentarmi per una mezz'ora. Il tempo di riaccompagnare Takagi a casa e tornare... ok, grazie.''- e nel dir così chiuse la chiamata.
'' No, non è necessario, davvero..''- provò ad opporsi l'agente, ma l'incapacità di arrendersi al primo rifiuto e la testardaggine nel perseguire l'obiettivo erano caratteristiche che gli erano rimaste dai loro vecchi interrogatori e alla fine fu costretto ad accettare, o come minimo i due colleghi lo avrebbero caricato in auto a forza.
In auto, non disse nemmeno una parola, lasciando correre lo sguardo fuori dal finestrino. Le immagini che si susseguivano veloci accompagnate alla stanchezza repressa alla quale iniziava poco a poco ad arrendersi, ebbero un effetto soporifero, e finì per addormentarsi profondamente sul sedile.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Un po' di quiete ***


~Dopo l'operazione che aveva subito, Sakura era stata portata nel reparto di terapia intensiva del Beika Central Hospital.
Ormai era il tramonto. Il primo tramonto che vedeva Sakura come una donna libera da quando aveva messo piede a Tokyo, ma era anche il primo tramonto a vederla  distesa, perfettamente immobile, con il solo movimento del petto che si alzava e si abbassava quando respirava, in un letto con le sbarre ai lati, le braccia distese lungo i fianchi, un ago nell'avambraccio destro, ed un tubo in bocca fissato con il nastro adesivo.
L'unico rumore della stanza era il bip, continuo e stressante dell'elettrocardiogramma.
Sato non aveva mai avuto molta simpatia per gli ospedali, fin da quando era piccola. Non era mai stata una bambina fifona che odiava i dottori e le loro iniezioni, ma quel posto non le era mai piaciuto più di tanto.
Suo padre era morto in ospedale dopo essere finito sotto un camion per salvare la vita ad un rapinatore ed era deceduto su una brandina del pronto soccorso di quello stesso ospedale...
La prima persona che aveva davvero amato con tutta se stessa, era esplosa come un petardo la notte di Capodanno proprio per impedire che quello stesso ospedale saltasse per aria...
Ma ultimamente aveva cominciato a riconsiderare quel posto.
In fin dei conti... poco tempo prima, in quell'ospedale, aveva dato un sospirato, sognato ed agognato bacio all'uomo che aveva saputo prenderla per mano, pazientemente e con perseveranza, anche quando lei ritraeva con forza la mano, e che l'aveva fatta uscire dall'inferno di solitudine e dolore che l'attanagliava.
Il minimo che poteva fare, quindi, era occuparsi un po' della sorella dell'amato, anche se stare in ospedale la metteva a disagio.
Ogni tanto le scostava una ciocca di capelli dalla fronte, come se sperasse che al minimo tocco la ragazza aprisse gli occhi di scatto e si svegliasse.
Si sentiva così in colpa per quanto era accaduto... era stato un attimo. Stavano scortando Sakuragi in manette per portarlo alla centrale e metterlo sotto torchio, e senza che nessuno potesse fare niente per impedirlo, prima ancora che qualcuno riuscisse ad accorgersi delle intenzioni del colpevole, questi aveva preso la pistola d'ordinanza di Wataru ed aveva fatto fuoco contro Sakura.
Erano in cima alle scale e la ragazza a causa del colpo che l'aveva presa in pieno aveva perso l'equilibrio, volando di sotto.
A quel punto lo aveva messo al tappeto con una mossa di judo, ma ormai il danno era stato fatto.
Malgrado il sonno initerrotto, era palese la sofferenza che in quel momento provava. Non si era mai chiesta se una persona in coma fosse in grado di sognare, ma in quel momento sperava con tutto il cuore che il sonno di quella ragazza non fosse tormentato dagli incubi come lo era stato la notte che aveva passato in ospedale dopo essere praticamente svenuta in centrale.
O per lo meno... sperava che il sonno di Takagi, in quel momento fosse tranquillo...
Sempre che avesse eseguito l'ordine del loro superiore che gli aveva intimato di andare a casa e riposarsi.
Decise di chiamarlo, per stare più tranquilla... ma poi ci ripensò.
Probabilmente a quell'ora stava dormendo, crollato dalla stanchezza... in fin dei conti il colpevole era stato catturato, Sakura scagionata, tecnicamente il suo lavoro in quel caso era finito.
Cosa mai avrebbe potuto fare?

'' Spiegami ancora una volta...''- sbuffò Shiratori con un'espressione tutt'altro che felice arrivando davanti alla porta del detective Takagi, seguendo a ruota il collega Chiba che si astava apprestando ad aprire la porta con le chiavi che aveva trovato nella tasca della giacca del collega -'' Come mai, tra noi due, dovevo portarlo proprio io a spalla?''
Era andata proprio così.
I due agenti avevano riaccompagnato a casa il collega, e durante il tragitto il poliziotto si era addormentato profondamente.
Shiratori gli aveva dato due pacche per cercare di svegliarlo, ma non ci fu verso. A quel punto, non era rimasta che la scelta di prenderlo in spalla a portarlo fino a casa.
'' Scusa, ma non è colpa mia se a morra cinese sei una schiappa.''- fece Chiba entrando nell'appartamento del collega.
'' Sto solo dicendo che magari, potevamo svegliarlo, il tempo di salire le scale...''
'' Dai, volevi svegliarlo proprio adesso che è tranquillo?''- chiese Chiba guardando il collega con l'espressione che dava ad intendere che se solo ci avesse provato, anche se era Shiratori quello con il grado più alto, l'avrebbe arrestato all'istante.
Shiratori d'altro canto aveva pronta la risposta -'' Parli facile tu... è più pesante di quanto non sembri!!!''- si lagnò l'ispettore -'' perchè non gli consigli della lattuga, ogni tanto?''
Riconosceva che quel caso era stato stressante per tutti loro, ma che per il loro collega era stato molto più complicato gestire la  tensione dato che fino all'ultimo nessuno avrebbe potuto assicurargli con certezza matematica la parte che aveva avuto la sorella in quella brutta storia, e che quindi adesso era un bene che si godesse un po' di calma e tranquillità...
Ma diamine, con tutti i condomini di Tokyo, proprio nell'unico in cui l'impianto dell'ascensore era rotto da mesi, doveva abitare?
Chiba soffocò una risata pensando -'' Dev'essere il karma, amico mio...''
Quando riuscirono a portarlo in camera da letto, l'ispettore Shiratori distese il collega sul letto e Chiba gli mise addosso una coperta che aveva trovato nell'armadio.
Non aveva fatto una piega malgrado gli spostamenti che aveva subito dalla macchina di Shiratori al letto di casa sua.
Evidentemente doveva essere più stanco di quanto non avesse voluto ammettere in quella specie di settimana di fuoco
E anche il fatto di aver donato da pochissime ore una sacca di sangue non migliorava le cose.
Era molto sollevato dal fatto che adesso quella sorta di inferno in terra fosse finito e che il colpevole avrebbe pagato per quanto aveva fatto a Yuky, al suo collega e anche alla povera Sakura.
'' Penso che andrò in ospedale a vedere come sta...''- formulò ad alta voce.


'' E voi che ci fate qui?''- fece l'agente Sato nel vedere i colleghi Chiba e Shiratori nella stanza di Sakura.
'' Passavamo di qui dopo aver portato a casa il bell'addormentato ed abbiamo pensato di venire a trovarla...''- fece Shiratori riferendosi al collega che era crollato dal sonno.
Sato li guardò con aria interrogativa.
Chiba e Shiratori erano stati in centrale per tutto il giorno ad occuparsi del caso, e Takagi aveva preso un taxi per andare a casa dopo che l'ispettore Megure gli aveva ordinato di andare a riposarsi un po'... com'era possibile allora che fossero stati i due colleghi a riportarlo a casa?
'' Come mai l'avete accompagnato a casa? Aveva preso un taxi da qui...''
'' Ce lo siamo trovato davanti quando abbiamo sospeso per un attimo l'interrogatorio con Sakuragi...''- spiegò Shiratori -'' Stava cercando di ritrattare e ci aveva avvertito che in tribunale si sarebbe discolpato asserendo che Sakura era stata rilasciata perchè era la sorella di un nostro collega e siamo usciti per non prenderlo a ceffoni.''
Perchè si lo ammetteva. Venendo da una famiglia molto ricca gli era stato inculcato l'auto controllo e la disciplina fin da quando aveva memoria, e con il passare degli anni aveva migliorato sempre di più il suo essere calmo e tollerante davanti a tutto, ma quel giorno aveva sentito l'impellente bisogno di abbandonare l'interrogatorio altrimenti era certo che avrebbe detto o fatto qualcosa che avrebbe quasi certamente invalidato la confessione di Sakuragi e quindi compromesso l'indagine.
Aveva già chiesto scusa a Takagi per il modo in cui gli aveva scatenato contro tutta la squadra investigativa, credendo che Miwako fosse Sumiko, ed il collega gli aveva assicurato che erano a posto... ma se avesse ceduto alla tentazione di dare a quell'individuo spregievole un colpo sul naso, i giudici c'avrebbero messo lo stesso tempo impiegato da una moneta a raggiungere il suolo dopo essere stata lanciata in aria, per dire che la confessione non poteva essere considerata valida con il sospetto che fosse stata ottenuta con la forza.
Ed in quel caso... le conseguenze sarebbero state disastrose.
'' E Takagi ci ha portato un assegno piuttosto cospicuo firmato da Sakuragi, a beneficio del secondo avvocato penalista più in gamba della città. L'aveva nascosto tra la pubblicità.''- spiegò Chiba.
'' Allora il detective Goro aveva ragione... il suo intento era incastrare Fuemoto con l'accusa di omicidio per farlo poi difendere... voleva essere certo che non fosse il concierge a pagare per il suo reato.''- fece Sato.
L'aveva studiata proprio bene... aveva rubato l'arma del delitto e fatto in modo che uno dei suoi dipendenti non avesse un alibi dimostrabile per l'ora del delitto, programmando fin dal principio di farlo difendere da un avvocato che sapesse fare il suo lavoro... non si meravigliava però che non avesse scelto il primo avvocato della città.
L'avvocato più in vista di Tokyo era la moglie del detective Goro, una donna molto intuitiva oltre che incredibilmente abile nel suo lavoro. Per quanto volesse dimostrare la sua estraneità ai fatti, sarebbe stata una mossa troppo azzardata contattare proprio Eri Kisaki. Troppo azzardata e troppo pericolosa.
'' Già.''- fece Shiratori -'' poi Takagi l'ha affrontato e lo ha fatto confessare per la seconda volta. E stavolta abbiamo registrato tutto.
Non importa cosa dirà o farà in tribunale... le prove parlano chiaro.''
'' Già...''- fece Sato riportando la sua attenzione su Sakura ancora priva di conoscenza -'' spero solo che non debba rispondere di duplice omicidio.''
'' Le sue condizioni sono davvero così gravi?''- fece Chiba preoccupato.
'' Il dottore ha detto che è normale data l'operazione che ha subito...''- spiegò Sato -'' ma se entro ventiquattro ore non si sveglia, potrebbe riportare veramente dei danni al cervello.''
I due agenti ebbero un fremito di paura dopo quelle parole.
'' Takagi non ce l'ha detto...''- fece Chiba.
'' Perchè non lo sa.''- spiegò Sato -'' il medico me l'ha detto quando è venuto a controllare l'elettrocardiogramma.''- ripensandoci, forse avrebbe dovuto fargliela quella telefonata... per prepararlo all'idea  che sua sorella potesse anche morirci in quel letto d'ospedale o che nella migliore delle ipotesi, se si fosse svegliata, la sua vita non sarebbe più stata la stessa.
Ma forse era meglio così... era già abbastanza preoccupato per conto suo. E magari... lo avrebbe fatto preoccupare per niente.
Sakura avrebbe potuto riprendere i sensi da un momento e l'altro, e magari sarebbe stata benissimo.
E poi dalle parole dei due colleghi, intuiva che in quel momento il fidanzato era sprofondato nel mondo dei sogni... svegliarlo proprio ora che era tranquillo e rilassato, per dirgli che forse sua sorella non ce l'avrebbe fatta... e magari ciò non si fosse avverato, era una crudeltà.
Potevano solo aspettare e pregare.
In quel momento, la figura distesa sulla brandina iniziò a mugulare.
Sato scattò in piedi e sui volti dei tre poliziotti si dipinse un'espressione mista di paura e speranza.
'' Restate con lei, vado a cercare un medico!''- urlò Sato fiondandosi fuori dalla stanza, pregando con tutto il cuore che al suo ritorno la ragazza fosse sveglia e che il medico li rassicurasse dicendo che era finita e che sarebbe stata bene.
Ciò che le era successo l'avrebbe segnata per moltissimo tempo, ma portarsi dietro qualche cicatrice era sempre meglio che perdere la vita.
'' Coraggio Sakura... coraggio. Devi vivere, capito? Per tuo fratello.''

Il medico accorse immediatamente quando la poliziotta gli comunicò che Sakura aveva dato segno di volersi svegliare, ma quando entrambi furono di ritorno nella stanza della ragazza, questa era ancora in coma.
Il medico la visitò in presenza dei tre poliziotti che non sapevano bene cosa aspettarsi.
'' Bene... le pupille si contraggono al contatto con la luce e risponde agli stimoli esterni e dolorosi.''- in quel momento Sato e i suoi colleghi ripresero a respirare.
Stava migliorando. A piccoli passi, ma il miglioramento era tangibile.
Presto si sarebbe ripresa del tutto.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Il risveglio ***


~Si era quasi scordato della sensazione che si provava dopo aver appena riaperto gli occhi dopo un lungo sonno.
Era un po' come svegliarsi dal coma... intontimento, perdita della cognizione di spazio e tempo, e subito vi era la tentazione di chiudere gli occhi per qualche altro minuto... per poi scoprire che quei minuti, si erano trasformati in un' ora abbondante o giù di lì.
Per un attimo se n'era quasi dimenticato... di tutto quello che era successo sinora. Dell'omicidio, della situazione in cui Sakura si era venuta a trovare, che adesso sua sorella era in coma al Beika Central Hospital...
Se ne sarebbe vergognato per tutta la vita, ma per un secondo era stato bello non avere pensieri in testa.
Istintivamente, prese il cellulare sul comodino per vedere l'ora, e di conseguenza avrebbe anche potuto constatare se qualcuno lo aveva cercato.
L'orologio segnava le 10 del mattino.
Si diede uno schiaffo in faccia. Roba da matti... aveva dormito per il resto della giornata precedente, una notte intera e quasi tutta la mattina.
Evidentemente era più stanco di quanto egli stesso credesse...
Si girò nel letto dalla parte opposta, e divenne rosso come un peperone.
Come si era voltato infatti, si era ritrovato con le labbra a pochi centimetri da quelle di Miwako, profondamente addormentata accanto a lui.
Era completamente vestita e non si era nemmeno tolta le scarpe per coricarsi.
Sorrise leggermente vedendola dormire... che avrebbe fatto senza di lei, in quella settimana in cui pareva che il mondo avesse deciso di presentargli il conto per chissà quale reato tutto in una volta?
Certo, tutti lo avevano aiutato in quel brutto momento... Goro aveva scoperto il vero colpevole, il piccolo Conan aveva raccolto degli indizi ed aveva cercato di tirargli su il morale, l'ispettore Megure, Chiba e Shiratori malgrado dovessero pensare al bene del dipartimento avevano fatto di tutto per aiutarlo ed aiutare Sakura... ma senza Miwako si sarebbe sentito perso.
Era stata la sua colonna portante.
Le carezzò la fronte, ammirandola. Come aveva fatto nella sua vita prima di conoscere lei, a tenere il punto?
E soprattutto... che cavolo ci faceva una donna come lei, al fianco di un uomo come lui?
Si alzò lentamente, per non svegliarla e la coprì con la coperta che aveva addosso fino a pochi secondi prima.
Poi uscì dalla stanza, in punta di piedi.

Era ancora nel dormiveglia quando allungò istintivamente il braccio verso il lato di Takagi. Quando però credeva di trovarsi a contatto con il torace del fidanzato invece trovò il posto vuoto.
Aprì gli occhi per constatare la sua assenza e poi si alzò.
Sorrise nel vedere la coperta che aveva addosso: non c'era quando si era addormentata, quindi Takagi doveva essersi svegliato e gliel'aveva messa addosso quando era uscito.
Era rimasta al fianco di Sakura fino ad un paio d'ore prima, poi l'ispettore Megure le aveva ordinato di andare a riposarsi un po'.
Era notevolmente migliorata, al punto che i medici l'avevano tolta dalla terapia intensiva e sistemata in una normale stanza d'ospedale, malgrado fosse ancora collegata ad un macchinario che registrava l'attività cardiaca e cerebrale.
'' Svegliati in fretta, piccoletta...''- fece Miwako alzandosi in piedi. Le si era già affezionata, malgrado avessero parlato per poco e si fossero conosciute in una situazione che definire difficile era un eufemismo.
Ma d'altronde... come meravigliarsene? Quella ragazzina era identica a Wataru: dolce, carina, intelligente, ed aveva un carattere amabile ma che quando era strettamente encessario non si faceva pregare per combattere.
Impossibile non provare subito dell'affetto spontaneo per qualcuno dei due.
'' Buongiorno...''- fece la giovane poliziotta entrando in cucina dove il padrone di casa stava armeggianfo con una ciotola in cui era un impasto di latte e farina e che stava sbattendo con la frusta -'' che stai combinando?''- fece poi notando l'operazione che stava eseguendo il fidanzato.
'' Oh, buongiorno...''- fece il giovane poliziotto -'' non avevo granchè in casa per preparare da mangiare, così mi sono arrangiato... meno male che almeno c'era tutto per fare i pancake.''
Ricordava chiaramente che quando Sakura era una bimba, e a causa del lavoro dei genitori era compito suo occuparsi di farla mangiare, e non sapeva eguagliare la madre in cucina glieli preparava sempre e poi se li mangiavano assieme.
'' Ne hai un po' sulla guancia, aspetta...''- e nel dir così gli tolse una macchia di impasto di pancake dalla guancia destra con un dito per poi leccarlo -'' sono buonissimi.''
Takagi sulle prime arrossì, ma poi si riprese per rispondere a quel complimento -'' Sono felice che ti piacciano... ma dimmi, come sta Sakura?''
'' Non ha ancora ripreso conoscenza...''- fece Sato, facendo così in modo che sul volto del fidanzato si dipingesse una smorfia di sconforto -'' ma adesso non è più in rianimazione.''
A quel punto, gli occhi di Takagi iniziarono a brillare come due stelle.
'' Veramente?''- fece il poliziotto ancora incredulo.
Se non era più in rianimazione, significava che stava meglio... non si era ancora ripresa del tutto, ma per lo meno non era in pericolo di vita.
'' Sì. Ieri pomeriggio è riuscita a borbottare qualcosa. I medici l'hanno visitata e riesce a reagire agli stimoli esterni. Questo significa che ormai non manca molto al suo risveglio.''
'' Oddio, ti ringrazio...''- fece Takagi appoggiandosi con la schiena al muro. Non poteva ancora crederci... la sua sorellina stava meglio, e presto si sarebeb svegliata.
Davanti a tanta felicità e sollievo, dunque, a Sato mancò il cuore di dire al giovane agente che era fondamentale che la giovane si riprendesse entro quella giornata, in quanto.. se per caso fossero scadute ventiquattro ore e la ragazza fosse stata ancora incosciente, era probabile che riportasse seri danni che non le avrebbero permesso di riprendere una vita normale. Nella migliore delle ipotesi.
'' Facciamo colazione e poi andiamo insieme a trovarla?''- propose Sato.
Proposta che venen subito accettata.

Furono all'ospedale in tempo record e non appena arrivati vennero accolti dall'ispettore Megure, che subito si premurò di chiedere al suo sottoposto come stava.
'' Sono contento di vedere che stai meglio...''- fece l'ispettore Megure rivedendo il suo subalterno -'' Ieri avevi un colore orribile.''
'' Grazie del complimento...''- fece il giovane sarcasticamente, ma poi dovette ammettere che in fin dei conti, quella detta dal suo superiore era una gran verità.
Tra la stanchezza, lo stress, il prelievo ed il faccia a faccia con Sakuragi il giorno prima... era talmente stanco che se non ci avesse pensato Shiratori a riportarlo a casa, quasi certamente si sarebeb addormentato nel taxi e dubitava fortemente che il tassista avrebeb avuto la bontà di non urlargli di svegliarsi alla svelta o di non buttarlo fuori dalla vettura.
'' Dove sono il detective Goro e i ragazzi?''- fece Sato -'' Sono ancora con Sakura?''
Megure dissentì.
'' No, sono andati a casa a recuperare qualche ora di sonno mezz'ora fa. Adesso c'è Shiratori a tenere compagnia a Sakura. Io stavo andando a prendere del caffè al bar dall'altra parte della strada.''
'' La accompagno, ispettore.''- fece Sato per poi rivolgersi al fidanzato -'' tu invece...?''
Wataru la tranquillizzò con lo sguardo.
'' Io mi avvio da mia sorella... ci vediamo da lei.''

Quando il detective Takagi rientrò nella stanza della sorella, questa era ancora immersa nel suo stato catatonico.
Per lo meno, non era più ricoperta di fili e non c'era quel bip insopportabile che risuonava potente nell'aria e che faceva temere di potersi trasformare in un suono che poteva diventare sempre più forte e che annunciava che la persona addormentata, ormai ne aveva solo per pochi secondi.
Aveva solo l'ago della flebo in vena ed un fazzoletto bagnato sulla fronte.
In quel momento, a vegliarla vi era l'ispettore Shiratori.
'' Ciao Takagi...''- lo salutò voltandosi al suono della porta che si apriva e chiudeva.
Il giovane poliziotto  rispose al saluto e poi si avvicinò al letto della sorella.
Sospirò nel vedere quel viso  smunto, pallido, provato dal dolore e dalla pressione che era stata costretta a sopportare in quei giorni. Non pareva nemmeno lei, sempre così allegra e piena di vita e di progetti.
'' Come sta?''- chiese il poliziotto.
'' Direi bene. I valori, stando ai medici, stanno tornando nella norma.''
Takagi sorrise rincuorato. Sua sorella si sarebbe svegliata. E molto presto.
Ne era certo. Dovevano solo stringere i denti, ancora per poco, tutti e due. Poi sarebbe finita.
'' Grazie per avermi riportato a casa ieri...'' fece Takagi sistemando una piega che si era formata sulla coperta che copriva la sorella.
'' Ma non dirlo nemmeno per scherzo.''- fece l'ispettore -'' non ti reggevi in piedi dalla stanchezza e poi... era il minimo che potessi fare.''
'' E quelli da dove sbucano?''- fece Takagi ammiccando ai fiori sul comodino della stanza.
Un vaso che raccoglieva glicine, gardenie e mughetti. Tutti fiori che venivano associati all'amicizia, nel linguaggio dei fiori.
'' Oh... spero che non ti dispiacciano.''- fece Shiratori -'' Glieli ho portati io, ma li mandano dalla centrale di polizia... più una peonia da parte mia.
Volevo farle un regalo gradito, perchè ho come l'impressione che non mi trovi troppo simpatico.''
Takagi rise nervosamente.
E ci credo... pensò tra sè e sè.
Quante volte le aveva raccontato che l'ispettore Shiratori, di tanto in tanto, malgrado in genere fosse benvoluto da tutti i colleghi, gli azziva contro almeno una trentina di agenti solo perchè Sato aveva scelto lui come '' potenziale fidanzato/ amico più fidato''?
Parecchie volte, le aveva confidato questi atti che potevano essere facilmente interpretati come '' mobbing'', per telefono, skype, e-mail.
E quando si vedevano di persona, la sorellina si offriva volontaria per aiutarlo ,quando e se avesse deciso, a dare una lezione a '' quell'insopportabile ispettore di Tokyo che si divertiva a rendere le cose difficili al suo adorato fratellone''.
Nessuna meraviglia che quando si erano incontrati di persona, la ragazza non fosse stata particolarmente zuccherosa nei suoi confronti.
'' Ma d'altro canto... immagino sia normale.''- fece Shiratori sorridendo tiratamente -'' in fin dei conti, è difficile che stia simpatico ad una ragazza a cui ho reso la vita difficile al fratello fino a qualche tempo fa. Visto che lo adora.''
Takagi divenne rosso come un peperone.
''  Mi dispiace...''
'' No, non dirlo.''- lo tranquillizzò Shiratori -'' Tu non c'entri niente. Io mi ero fissato con Sato perchè la credevo Sumiko, e non ti sopportavo a tratti perchè pensavo che tu volessi portarmi via l'amore della mia vita... invece stavo tentando di fare a te quello che credevo tu stessi cercando di fare a me. Non hai idea di quanto mi dispiaccia per questo.''- per non parlare dell'imbarazzo che gli era costato ammettere, persino con sè stesso di aver preso un granchio grande come Moby Dick nel corteggiare per parecchio tempo una donna che a ben vedere non poteva che considerare un'ottima poliziotta ed una buona amica.
'' Dai, non ci pensare... adesso è acqua passata.''- fece Takagi. O per lo meno in parte. Anche se Shiratori aveva abbandonato il comando dei colleghi in preda alla gelosia e che quando volevano sarebbero riusciti a far crollare persino il più recidivo dei serial killer, le '' persecuzioni'', di tanto in tanto si facevano risentire anche se più di rado e più gestibili.
'' Vi somigliate in maniera impressionante. Avete lo stessa faccia da bambini, ma la tempra è quella di un leone.''
Takagi sorrise, lievemente imbarazzato, ma anche compiaciuto, non poteva non ammetterlo, per quello che da quando si conoscevano era forse il primo vero complimento che riceveva dall'ispettore.
In quel momento ci fu un nuovo mugolio, e la giovane Sakura riuscì a muovere un braccio per stropicciarsi un occhio.
I due uomini balzarono come pupazzi a molla.
Quello non era un movimento involontario.
'' Sakura...''- fece Takagi prendendole una mano, quasi per aiutarla a riprendere del tutto i sensi.
'' Tu resta con lei, io vado a cercare un dottore.''- fece Shiratori con la stesso tono con cui dava ordini ai suoi subalterni correndo fuori dalla porta.
'' Sakura...''- continuò a chiamarla il fratello tamponandole la fronte, collo e viso con il fazzoletto umido -'' coraggio... è quasi fatta.''
Sakura parve sentirlo, perchè riuscì ad aggrapparsi alle braccia del fratello e con un gigantesco sforzo riuscì ad aprire gli occhi, respirando affannosamente e con i segni della sofferenza e delal stanchezza in volto ed un'aria sconvolta.
'' Taru...''
'' Va tutto bene... è tutto a posto piccola. Sei stata bravissima.''- cercò di tranquillizzarla. Evidentemente, svegliandosi aveva avvertito anche il dolore che le aveva lasciato l'estrazione della pallottola e la ferita già dolorosa di per sè.
L'abbracciò forte, cercando di non farle troppo male, bagnandole la testa con lacrime di gioia, incredulo che sua sorella fosse viva e che quella settimana fosse finalmente finita.
Mai un periodo così breve gli era parso così lungo ed interminabile.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Uno strano comportamento ed una lettera ***


~~'' Dottore...''- fece Takagi quando il medico fu uscito dalla stanza della sorella -'' come sta?''
Nel frattempo anche Sato e Megure erano tornati dall'essere andati a prendere il caffè al bar di fronte all'ospedale ed adesso erano in fibrillazione per ottenere la tanto desiderata notizia che la giovane Sakura era fuori pericolo e sarebeb stata bene.
'' I parametri vitali sono nella norma e da un primo esame risulta che non ha riportato danni al cervello. E' solo molto debole: qualche giorno per medicazioni e controlli e potrà riportarsela a casa.''
In quel momento, forse per la prima vera volta dopo una settimana che era sembrata non finir più, il giovane agente riprese finalmente a respirare e la felicità di diffuse nei cuori dei presenti con la stessa rapidità della folgore.
Era finita. Il colpevole era stato assicurato alla giustizia, sua sorella era viva e sarebbe stata bene... ancora non ci credeva. Per una frazione di secondo, aveva persino temuto che fosse solo un bel sogno e che fosse ancora nel suo letto a dormire.
'' Solo le raccomando... la tenga sotto controllo una volta dimessa, e si assicuri che prenda le medicine che le sono state perscritte.''- e nel dir così gli porse un foglietto che somigliava ad una ricetta medica.
'' Certo, non c'è bisogno che me lo ricordi... non si preoccupi... posso vederla?''
Il medico parve pensarci un attimo e poi diede il suo consenso.
'' E sia. Ma le ricordo, sua sorella è ancora molto debole... non la faccia strapazzare e non si fermi per più di cinque minuti, è chiaro? Deve riposare.''
'' Certo, non si preoccupi...''- nel dir così entrò nella stanza della ragazza, seguito a ruota dai tre poliziotti suoi colleghi.
Sua sorella era sveglia, anche se molto pallida e con un'espressione stravolta in volto: evidentemente, ancora faticava a credere di essere sfuggita al suo possibile assassino per ben due volte nello stesso arco di tempo.
'' Ehy...come ti senti tesoro?''- fece il poliziotto sedendosi accanto a lei.
'' Mi fa un po' male la ferita, ma tutto sommato ho visto momenti peggiori...''
'' Tranquilla... adesso è finita.''- fece il poliziotto scompigliandole i capelli imperlati di sudore, sorridendo.
'' E' bello rivederti con gli occhi aperti piccola...''- fece l'agente Sato avvicinandosi alla parte inferiore del letto con un sorriso amichevole.
'' Agente Sato... felice di averla rivista mentre sono ancora su questa terra...''- fece con voce stanca la ragazza, per poi incupirsi nuovamente alla vista dell'ispettore Shiratori -'' Mi vuole arrestare un'altra volta?''- chiese con un tono che variava dallo scettico allo scherzoso.
'' No, tranquilla.''- fece Shiratori cercando di sorriderle -'' E' che non volevo perdermi il risveglio della bella addormentata per rivedere il suo bel musetto.''
I due fratelli lo fulminarono con lo sguardo.
Una per informarlo che ''purtroppo'' non era il suo tipo ideale, l'altro per rammentargli che era già fidanzato e che anche se così non fosse stato, era cortesemente invitato a non fare la corte anche all'altra '' donna della sua vita''.
'' Beh, volevo farti un complimento...''- si giustificò Shiratori, causando un coro di risatine sommesse.
Anche Sakura sorrise per poi abbandonarsi sul cuscino, come colta da un giramento di testa.
'' Taru, non voglio mandarti via, ma ti dispiacerebbe lasciarmi sola? Sono molto stanca, vorrei dormire un po'...''
'' Certo... tranquilla.''- fece l'interpellato sistemandole meglio la coperta, mentre gli altri si apprestavano ad uscire dalla stanza. Restò con la sorella per un'altra manciata di secondi, sino a quando la giovane non si rifugiò nuovamente nel mondo dei sogni.
Con la differenza che stavolta, si sarebbe svegliata da sola e molto più in salute di com'era quando si era addormentata.
Fuori dalla stanza era rimasta solo Sato ad attenderlo.
'' Io... non so come ringraziarti...''- fece Takagi -'' per non avermi lasciato solo...''
'' Io un'idea che l'avrei...''- e nel dir così gli si avvicinò ed una volta presogli il viso tra le mani gli diede un tenero bacio sulle labbra, facendolo diventare rosso come un semaforo.
'' E se ci vedono?''- fece Takagi quando la donna si staccò per un attimo dal viso del poliziotto.
'' Vorrà dire che hanno vista buona e gioiremo per loro di questo.''- spiegò la donna con un candore tipico di un bambino, prima di ricominciare a baciarlo.

Malgrado ormai il caso che l'aveva vista coinvolta prima come sospettata, poi vittima e testimone chiave per diventare di nuovo sospettata, fosse chiuso, l'ispettore Megure aveva chiesto a Sakura di trattenersi in città ancora per un po' dopo la sua dimissione dall'ospedale, in quanto le sarebbe stato certamente chiesto di ripetere la sua testimonianza in tribunale.
Malgrado il contesto non fosse esattamente piacevole, Takagi si mostrò entusiasta del sapere di poter godere per un po' della sorellina, vedendo finalmente l'occasione di mantenere la promessa di mostrarle un po' la città in cui si era trasferito a causa del lavoro e le aveva già assicurato che sarebbe potuta rimanere a casa sua.
Aveva parlato con la madre e dopo averla del tutto tranquillizzata le riferì anche che Sakura avrebbe dovuto trattenersi a Tokyo ancora per un po', assicurandole che era finita e che adesso si trattava di una pura formalità da sbrigare.
Sulle prime anche Sakura si era dimostrata felice di poter stare per un po' con il suo amato fratellone senza dover essere messa sotto protezione e di poter conoscere un po' meglio i suoi amici, Miwako... e sì, doveva ammetterlo, nemmeno l'ispettore Shiratori le sembrava più così antipatico.
I problemi iniziarono dopo che la giovane venne dimessa dall'ospedale.
Anche se i dottori le avevano detto che ormai stava bene, che non aveva riportato danni celebrali, che aveva dimostrato delle capacità di recupero straordinarie raccomandandole il riposo assoluto, la ragazza era totalmente cambiata da come suo fratello la conosceva.
Come si conveniva ad una ragazza che condivideva il suo stesso sangue, Sakura era sempre stata una ragazzina vivace, allegra, simpatica, piena di vita e progetti.
Tutti e due si erano mantenuti così, malgrado avessero dovuto sopportare il dolore della morte del padre, in maniera inaspettata e tremenda.
Ma ultimamente era diventata triste e taciturna... ogni tanto la sorprendeva anche a piangere. Soprattutto la notte.
La mattina dopo, era palese che non avesse chiuso occhio, malgrado si sforzasse di fargli credere che scoppiava di energia e si alzasse prima di lui per preparargli la colazione.
Incredibile a dirsi ma era più pimpante durante quelle ore terribili in cui era certa che sarebbe finita in prigione.
'' Ma perchè ti comporti così piccola...?''- pensava quando la vedeva sconsolata.
Aveva persino provato a chiederle cosa ci fosse che non andava, ma lei o cambiava discorso o si chiudeva a riccio.
'' Mi chiedo cosa le sia preso, tutto in un colpo...''- aveva confidato una mattina alla fidanzata sorseggiando un po' di caffè -'' pensavo che trovare l'assassino di Yuky e scagionarla dall' accusa di omicidio l'avrebbe aiutata a sentirsi meglio invece... mi sembra più disperata di prima.''
Sato annuì comprensiva.
Effettivamente aveva notato anche lei questo dettaglio, ma francamente non ne era stupita: prima Sakura aveva un sacco di cose a cui dar peso e preoccuparsi, tra le accuse pronte sempre a saltare fuori, il rapimento e la paura che quell'uomo venisse a cercarla pur avendola liberata. Quando avevano scambiato qualche parola in centrale, prima che l'assassino fosse preso, Sakura aveva parlato anche di Yuky oltre che di Wataru e malgrado i cari alti e bassi... Sakura pareva molto dispiaciuta del fatto che la ragazza fosse stata assassinata.
Non aveva avuto nè tempo nè modo di piangere la morte dell'amica... era perfettamente normale che passata l'adrenalina e la caccia allo spietato assassino terminata, la ragazza si sentisse molto triste e malinconica per l'accaduto.
'' Sta solo metabolizzando la scomparsa di Yuky... quella è la parte più difficile da affrontare.''- e lei ne sapeva qualcosa.
Sapeva bene che per mettersi in testa come si deve che una persona che in un modo o nell'altro si era rivelata importante per la proria vita, mancava per non tornare mai più, ci voleva molto tempo, molto dolore e molte lacrime nella stragrande maggioranza dei casi.
Ma di una cosa era certa.
'' Ma come ti ho già detto... Sakura ti somiglia in maniera impressionante, ed anche se da fuori non sembra... ha a sua disposizione una forza fuori dal comune. Ce la farà. Non sarà semplice... ma ce la farà.''
Takagi sospirò, leggermente più sollevato -'' Mi piacerebbe poterla aiutare... ma non so come.''
'' Non c'è molto che tu possa fare... devi solo permettere al suo dolore di fare il suo corso e starle vicino.''
'' Ma...''
'' So che sembra inverosimile... ma l'unica cosa che puoi fare per lei è starle accanto.''
Takagi annuì.
Starle accanto ed essere pronto ad accogliere la sua richiesta d'aiuto quando e se questa glil'avesse chiesto.
Questo poteva farlo.
Non era mai stato un peso per lui.

 Quella sera, circa un'ora dopo aver finito di cenare con del riso alle mandorle con contorno di verdure, Sakura poggiò sul tavolo una tazza di caffè fumante, richiamando così l'attenzione del fratello intento ad esaminare le scartoffie che si era portato a casa dal lavoro.
E non erano scartoffie qualunque: era il caso Sakuragi.
Megure aveva deciso, dato che il suo giovane subalterno conosceva quel caso meglio di chiunque altro, era giusto che fosse lui a redigere il rapporto, ed aveva portato tutto a casa per lavorare con calma, tenendosi però sempre pronto a coprire quanto scriveva con l'altro braccio quando pensava che la sorella stesse per avvicinarsi.
Voleva impedire a tutti i costi che la sorella rivivesse un solo momento di quei giorni di terrore, nemmeno per sbaglio.
'' Oh, ti ringrazio... ci voleva.''- fece Takagi sorseggiando la bevanda che la sorella gli aveva preparato dopo averci soffiato un poco sopra.
Malgrado si fossero rivisti in una situazione da schifo, e che in quel momento il cuore della sorellina fosse attanagliato dal dolore, le cose non erano cambiate.
Quando doveva studiare fino a tardi per un compito in classe particolarmente difficile o per l'esame di diploma, prima delle nove di sera, ora che stando ai loro genitori era l'ora di infilarsi sotto le coperte, la sorellina entrava nella sua stanza con una tazza contentente a volte latte, altre tè, cioccolato caldo e quando la situazione era particolarmente critica stando a Wataru gli portava anche del caffè.
'' Io vado a dormire... non lavorare fino a tardi, d'accordo?''- si raccomandò la ragazza -'' non oso immaginare cosa potresti combinare se vai al lavoro mezzo morto di sonno.''
'' Sì, mammina...''- la prese in giro il fratello per poi ritornare serio -'' Sakura...?''
'' Sì?''
'' Lo sai vero, che sarò sempre pronto ad aiutarti ed ascoltarti, sempre e comunque?''
'' Certo... ovvio che lo so.''- fece Sakura tornando indietro per dare al fratello un bacio sulla fronte, per poi rintanarsi in camera.
Takagi sospirò.
Sì, doveva lasciare che la sorella superasse quel dolore lancinante con le sue forze e sapeva a colpo certo che ce l'avrebeb fatta... ma era una sofferenza essere tenuto a distanza proprio da lei e vederla negare persino a sè stessa il bisogno di avere accanto a sè qualcuno che l'aiutasse a sopportare quel colpo.

La mattina dopo, fu Wataru ad alzarsi per primo e quindi a preparare per la sorella qualcosa da mangiare.
Prima di uscire passò nella stanza di Sakura per assicurarsi che stesse bene.
Forse avrebbe dovuto svegliarla, dirle che stava uscendo ma erano solo le 07.09 del mattino. Preferì dunque passare solo nella sua stanza, con passo felpato e lasciarla riposare in santa pace.
E poi era un peccato svegliarla, data l'espressione di serenità che aveva in volto.... doveva star facendo un bellissimo sogno.
Le carezzò i capelli, stando attento a non far avvertire troppo la sua presenza ed evitarle un risveglio improvviso.
'' E questa cos'è?''- pensò tra sè e sè notando una busta sul piccolo scrittoio.
Una lettera che veniva da Kyoto ed indirizzata alla sorella. La carta era stata piegata e ripiegata più volte, segno che la sorella aveva letto quel biglietto più di una volta.
Chissà cosa diceva quel biglietto di tanto interessante... forse era la lettera di un amico a cui sua sorella era particolarmente legato.
Venne colto dalla curiosità di sapere chi fosse il mittente di quel biglietto... certo che se sua sorella avesse scoperto che aveva ficcanasato tra le sue cose e nei suoi affari privati, forse non l'avrebbe ammazzato... ma di certo l'avrebbe pestato.
Ma in fin dei conti era suo fratello ed era anche un poliziotto... curiosità al quadrato dunque.
Si voltò un secondo. La sorella stava ancora dormendo.
'' Darò solo una scorsa... non se ne accorgerà mai.''- nel dir così aprì il foglio e lo lesse.
Quando finì di leggere la lettera aveva gli occhi sgranati dalla sorpresa.
Finalmente sapeva quale fosse realmente il fardello che angustiava la sorella, oltre al dolore per aver perso una persona a cui, tutto sommato, era affezionata.
La sorella era divorata da un mostro ancora peggio della rabbia e del desiderio di vendetta. Un mostro a cui se si cedeva e si negava il voler essere aiutati, distruggeva la vita pezzo per pezzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Ti salverò ***


~~Non riusciva a smettere di pensare al contenuto della lettera che aveva trovato in camera della sorella e che aveva letto.
Ma come si faceva ad essere così crudeli e così poco empatici con una persona che nel giro di una settimana aveva vissuto l'inferno?
Le parole che aveva letto gli ronzavano ancora in testa...
Quella lettera era stata scritta dai genitori di Yuky, i quali dopo aver espresso alla giovane i loro migliori auguri di pronta guarigione le avevano praticamente detto che trovavano quasi irreale che Yuky non ce l'avesse fatta mentre lei era uscita indenne dalle mani di un pericoloso assassino.
Era come se le avessero detto '' Se proprio era destino che una delle due trovasse la morte a Tokyo... forse saresti dovuta morire tu.''
Più o meno, era quello il sugo di quel biglietto.
Non osava immaginare come si fosse sentita la sua povera Sakura nel leggere quella missiva che era partita con l'obiettivo di far sentire alla ragazza la vicinanza di qualcuno e che si era trasformata in una terribile arma.
Un coltello piantato nel cuore che non riusciva a rimuovere in alcun modo e che come tentava di togliere, questo pareva essersi calcificato dentro di lei, causandole ancora più male.
E la cosa che più temeva... era che la sorella riteneva di meritarsi quel macigno sul cuore, altrimenti non sapeva trovare altra spiegazione per cui la giovane si ostinasse a leggere e rileggere quella lettera.
'' Ma perchè devi sopportare tutto questo? E perchè vuoi sopportarlo da sola?''
'' Prego?''- fece l'ispettore Megure distraendosi un attimo dal leggere il rapporto sul caso che il suo sottoposto gli aveva consegnato non più tardi di quindici minuti prima.
'' Oh, mi scusi...''- fece il giovane agente sfiorandosi la testa per l'imbarazzo -'' ero... sovrappensiero.''
'' Capisco, non ti preoccupare...''- e nel dir così mise la firma sul rapporto. E con quella firma, il caso dell' Aggressore della Buonanotte poteva dichiararsi chiuso.
Difficilmente avevano avuto per le mani un caso così solido. Dubitava dal profondo del cuore che quell'uomo sarebbe riuscito a salvarsi.
'' Ottimo lavoro, Takagi... puoi andare.''
'' Perfetto...''- fece Takagi allontandosi -'' Vado di pattuglia...''
'' No... che hai capito...''- fece Megure richiamandolo alla sua scrivania -'' Puoi andare. Va a casa e prenditi qualche giorno di ferie, te li sei meritati.''
'' Ma, signore...''
'' Hai passato un brutto momento, e non so davvero come tu abbia fatto a gestire così bene il tutto senza dare di matto... adesso stacca la spina per qualche giorno e riprenditi.''
Il giovane agente annuì.
Sì, in effetti forse quello di cui aveva bisogno era proprio qualche giorno di stacco per stare vicino a Sakura ed aiutarla a capire che non era sua la responsabilità di quanto era accaduto... non era stata lei a trascinare Yuky in un agguato mortale, e non era stata lei a piantarle un tagliacarte nello stomaco stroncandole la vita.
C'era una sola persona da incolpare per quella terribile tragedia... solo che negava qualunque responsabilità e continuava a scaricarla sulle vittime che aveva creato.
Il colpevole che si auto riteneva vittima e la vittima che si riteneva colpevole... se solo avesse potuto fargli tutto il male che lui aveva fatto a sua sorella...
No.
Doveva allontanare da sè quel pensiero: lui era un poliziotto. Non un giustiziere e nemmeno un vigilante.
Inoltre quell'uomo non si meritava uno solo dei suoi pensieri, così come non si meritava che Sakura si sentisse colpevole della morte di Yuky al posto suo.
Doveva concentrarsi su Sakura in quel momento.
Avrebbe approfittato di quei giorni per aiutarla a rimettere a posto le cose nella sua vita.
Rivoleva indietro la sua Sakura. O Saku-chan come la chiamava da piccola.
Rivoleva indietro quella dolce ed amabile ragazzina a cui si illuminavano gli occhi al solo pensiero di entrare in una libreria o di passare anche solo per poche ore sulla spiaggia. Quella bimba dolce e sognatrice, ma che allo stesso tempo non si perdeva d'animo... gli mancava terribilmente quel sorriso che malgrado ormai appartenesse ad una giovane donna adulta, conservava ancora il candore e l'innocenza di una bambina.
'' Mi manchi piccola... sei qui, ma mi manchi...''
Una tazza di caffè fumante gli apparve all'improvviso sotto agli occhi, riscuotendolo dai pensieri.
'' Dai bevi...''- fece Sato sorridendo -'' Hai una faccia... non dirmi che sei rimasto sveglio tutta la notte per redigere il rapporto.''
'' Macchè...''- fece Wataru sorseggiando lentamente il contenuto della tazza per evitare di bruciarsi la lingua.
In breve, narrò alla poliziotta più corteggiata della prima sezione investigativa quanto aveva scoperto quella mattina e quasi per caso, rivelando così qual'era il terribile fardello che opprimeva la sua sorellina.
'' Hai aperto una busta che non era indirizzata a te?!?''- fece Sato sbigottita -'' sai che tua sorella ha mille motivi per denunciarti per violazione della privacy se lo scopre?''- lo prese in giro la fidanzata.
'' Appunto.
SE lo scopre.''- e con quell'espressione imbarazzata aveva fatto capire alla vice ispettrice che contava sulla sua discrezione riguardo alla confidenza appena fattale. Sapeva anche lui che era sbagliato leggere la posta degli altri, ma era troppo curioso di scopre cosa ci fosse su quel biglietto per far si che la sorella lo leggesse in continuazione. E forse avrebbe preferito preoccuparsi di qualcuno che stava un po' troppo intorno alla piccola di casa, per essere un semplice amico. Almeno sua sorella non avrebeb avuto quella morsa di sensi di colpa serrarle il cuore -'' Tecnicamente era stata già aperta, e già che ci siamo quel biglietto è stato letto e riletto non so quante volte...''- come se Sakura pensasse di meritarsi l'essere additata come un'assassina ed avesse deciso di punirsi per qualcosa che riteneva una sua colpa -'' e poi tecnicamente parlando, curiosare sarebbe il mio lavoro.''
Sato soffocò una risata per poi ritornare seria.
Non osava nemmeno immaginare come si stava sentendo quella povera ragazza... il senso di colpa era un mostro senza cuore che si nutriva dell'anima delle persone migliori e che non avevano nulla di cui doversi pentire o vergognarsi.
E tra quelle persone, purtroppo, prima c'era stato proprio Takagi per poi passare '' il testimone'' a sua sorella.
Ricordava ancora il terribile senso di colpa che l'aveva attanagliato, tempo prima, quando si era ritenuto responsabile di non aver potuto impedire che la fidanzata del suo amico e mentore si togliesse la vita. Vero, Takagi non aveva riferito a Natalie la terribile sorte toccata al suo amato, ma era anche vero che Natalie aveva già al corrente di quanto era accaduto e si era tolta la vita perchè l'unico modo per stare insieme era la morte.
Ma prima di questo, Takagi si era sentito in colpa per un altro motivo, che erano in pochi a conoscere... la mattina del giorno in cui Date aveva avuto quell'incidente, i due poliziotti stavano rientrando alla centrale per stilare un rapporto dopo un appostamento. Prima di andare però, Takagi aveva proposto di prendere un caffè assieme. Era stato proprio lui ad andare al chioschetto che distava una ventina di passi dalle strisce pedonali...
Ma mentre andare sentì il rumore delle ruote che stridevano sull'asfalto e di una persona che cadeva a peso morto sull'asfalto.
Istintivamente si era voltato, temendo il peggio. Che purtroppo si era avverato: il suo amico era disteso a terra con la testa insanguinata e malgrado avesse prontamente chiamato un'ambulanza e tentato di soccorrerlo al meglio delle sue capacità, il suo amico spirò durante il trasporto in ospedale.
Per molto tempo, dopo quel tragico incidente, si era chiuso a riccio ritenendosi responsabile di quella morte così assurda e allo stesso tempo terribilmente ingiusta malgrado i suoi superiori gli avessero detto e ripetuto che non era stata sua la colpa di quanto era accaduto.
'' Non le fa bene colpevolizzarsi in questo modo... non è colpa sua se Yuky è morta.'' - fece il poliziotto con aria triste e sconsolata in volto... era proprio vero. Non c'era sofferenza peggiore che vedere una persona amata soffrire e non sapere cosa fare per alleviarle il dolore.
'' Hai ragione... anche perchè non ne ha motivo...''- fece Sato appoggiandolo immediatamente -'' Non l'ha uccisa lei. E' morta nel momento in cui Sakuragi l'ha presa nella sua rete... inoltre ti faccio notare che Sakura nemmeno ci sarebbe dovuta venire a Tokyo. Lei era lì come guardiano. Non era lei la vittima designata.''
In un certo senso, anche se non era una cosa carina da pensare nei confronti di una vita finita prima ancora che potesse davvero iniziare, si poteva dire che fosse stato proprio l'atteggiamento altezzoso ed abituato ad avere tutto quello che desiderava senza remore a condurre Yuky alla sua tragica fine.
Con questo non voleva dire che Sakuragi avesse avuto ragione di fare quel che aveva fatto o che la ragazza si era meritata quello che le era successo... Sakuragi aveva commesso il peggiore dei reati e si rifiutava di ammettere il suo sbaglio, e Yuky pur avendo avuto un atteggiamento sbagliato era pur sempre una ragazzina e non avrebbe mai dovuto pagare il prezzo che una mente disturbata aveva deciso di farle pagare... ma nemmeno Sakura si meritava di scontare un senso di colpa grande come il Giappone, soprattutto dopo quello che aveva sopportato.
'' Lo so che non ha motivo di punirsi in questo modo...''- fece Takagi finendo il suo caffè -'' vorrei poter fare qualcosa per lei...''
'' Perchè non provi a immedesimarti in lei?''- fece la voce di un bambino alle spalle dei sue poliziotti.
Takagi si voltò e si ritrovò davanti il piccolo Conan.
'' Ma tu guarda chi si vede, la nostra migliore risorsa...''- fece Sato accucciandosi di fronte al bambino scompigliandogli i capelli -'' che ci fai tu qui?''
'' Ho accompagnato Goro che doveva dare la sua deposizione sul caso e mi annoiavo... così ho pensato di venirti a chiedere come sta Sakura.''- e dal proposito di chiedere era passato alla decisione quasi inconscia di origliare, scoprendo così che anche dopo la tempesta, la sorella di Takagi non se la passava per niente bene.
'' Prova a pensare se tu fossi Sakura... cosa ti farebbe essere di nuovo in pace con il mondo e con te stesso?''- fece di nuovo Conan.
Takagi riflettè.
Ora che ci pensava... forse c'era un modo per far tornare sua sorella quella di sempre. Ok, forse esagerava, il ricordo di quel che era accaduto l'avrebbe accompagnata per sempre... ma a costo di giocarsi il distintivo l'avrebbe tirata fuori dal baratro in cui era caduta grazie anche ai genitori di Yuky.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** La partita non è finita ***


~~Non riusciva a smettere di fissare quella foto, nemmeno ormai fosse diventata parte integrante di quello che le si presentava sotto agli occhi.
Quella bella foto, l'avevano scattata le e Yuky circa tre anni prima, quando avevano legato durante una gita scolastica.
O almeno credeva che avessero legato... all'inizio pareva andar tutto bene, ma dopo quasi sei mesi erano cominciati i problemi: Yuky che troppo spesso le prometteva di andare assieme da qualche parte e poi disdiva, magari all'ultimo momento, commenti poco carini o indelicati specie quando le raccontava le cose che faceva con suo padre, di quanto erano uniti ed affiatati tra loro e del loro rapporto quasi da compagni di squadra pur essendo a conoscenza del fatto che lei era rimasta orfana di padre quando era piccola... e poi il suo atteggiamento da first lady che le faceva pretendere di mettere le sue esigenze ed i suoi bisogni prima di quelli degli altri...
Avrebbe voluto che qualcuno le insegnasse che la terra girava attorno al sole e non attorno a lei... ma non a questa maniera.
Non le avrebbe mai augurato di essere presa di mira ed uccisa da un pazzo vendicatore... non era giusto.
'' Perdonami se puoi...''- fece la giovane mentre una lacrima solitaria le cadeva dagli occhi per finire proprio sulla faccia di Yuky -'' è successo tutto per colpa mia.''
Niente le toglieva dalla testa che era stata sua la responsabilità di quanto era accaduto... non l'aveva mandata nel vicolo dove avrebbe incontrato il suo assassino, non era stata lei a ferirla mortalmente... ma era altrettanto colpevole.
L'aveva lasciata sola. Era andata con lei per impedirle di cacciarsi nei guai... e per uno stupido attacco di rabbia l'aveva lasciata sola ed aveva così permesso che venisse uccisa. In fin dei conti c'era abituata ai suoi capricci... perchè diavolo non aveva lasciato correre?
'' Ti starai vergognando di me, papà...''- borbottò tra le lacrime.
Lacrime che asciugò prontamente quando sentì la porta dell'appartamento aprirsi.
Subito andò all'ingresso per vedere chi fosse e la sua sorpresa fu immensa quando vide che il fratello era già a casa.
Erano solo le cinque del pomeriggio in fondo, anche se non conosceva a menadito tutti gli orari ed i turni lavorativi del fratello, le pareva strano che avesse già smesso di lavorare per quel giorno.
'' Ciao Taru...''- fece la ragazza andando incontro al fratello -'' come mai sei già a casa?''
'' L'ispettore Megure mi ha dato qualche giorno di ferie.'' - spiegò il poliziotto -'' Ho sbrigato le ultime formalità ed eccomi qui.''
Sakura sorrise quasi punzecchiando il fratello -'' Appuntamento con Miwako?''
Takagi dissentì con la testa.
'' No, ho appuntamento con te.''
'' Con me? Ma non sono troppo giovane per uscire con te?''
'' E' un modo gentile per darmi del vecchio, ragazzina?''- le rispose con aria falsamente imbronciata -'' ad ogni modo... hai bisogno di uscire. E' da quando hai messo piede a Tokyo che non esci dal posto in cui ti trovi... è ora di rimediare.''
'' Ma... veramente io...''
'' Niente ma. Ho prenotato un tavolo da Denny's. Vai a prepararti, su.''
Niente da dire... suo fratello in genere era una persona paziente e remissiva, ma se faceva uscire allo scoperto il lato da sbirro che voleva costringere qualcuno a confessare un delitto... era molto meglio obbedire, per non farsi male.

Dopo un'ora erano tutti e due pronti per uscire. Sakura aveva indossato una camicetta bianca, una minigonna verde-acqua e degli stivaletti marroni con il tacco. Doveva ammetterlo, la fidanzata del fratello aveva davvero buon gusto in fatto di vestiti ed accostamento di colori ed andarono al ristorante in cui il fratello aveva prenotato un tavolo.
Era un posto semplice ma il personale ed il servizio erano davvero impeccabili. In fin dei conti, c'era un motivo se la gente arrivava dal Kansai e dagli USA per mangiare lì.
Per poche ore quindi, Takagi era riuscito a far dimenticare alla sorella il terribile perso che si portava nel cuore e che si ostinava a voler portare da sola.
Per fortuna, non era la serata al ristorante il piano che il poliziotto aveva architettato per aiutare Sakura ad uscire dal baratro.
Aveva seguito alla lettera il suggerimento di Conan.
Ogni volta che si era sentito triste, solo, disperato, c'era una sola cosa che lo aiutava a sentirsi meglio.
Soprattutto perchè in quel posto, anche se aveva quasi trovato la morte una volta, aveva cominciato ad avere speranza per la cosa più bella che gli fosse mai capitata nella vita.

'' Wow....''- fece Sakura affacciandosi per vedere il panorama che si poteva godere dalla torre di Tokyo -'' è una vista magnifica!!!''
Ed era vero. Vista dal punto in cui si trovavano, Tokyo somigliava ad un'immensa distesa di lucciole di vari colori.
Takagi sorrise. Finalmente rivedeva quel bel sorriso che sapeva ancora del candore dell'infanzia ma che apparteneva ad una bellissima giovane donna.
Lo stesso sorriso euforico che aveva quando cavalcava... gli occhi luminosi quasi come se fosse sotto l'effetto di qualche sostanza, proprio come quando metteva piede in libreria o quando le si proponeva di fare una gita al mare.
Sapeva di aver avuto una buona idea. Sato aveva ragione. Lui e Sakura erano uguali. E quando lui si sentiva affranto, la miglior cosa che potesse fare era andare in cima alla torre di Tokyo ed ammirare quella vista meravigliosa, meglio se notturna. Gli faceva un bellissimo effetto, sempre.
'' Sapevo che ti sarebbe piaciuto...''- fece Takagi avvicinandosi a lei.
'' E' un posto stupendo....''- fece Sakura mentre ammirava il panorama sottostante. Un po' la inquietavano tutti i metri d'altezza che stavano tra loro ed il suolo, ma ciò non sminuiva affatto la bellezza del panorama.
Takagi annuì. In effetti, quel posto era l'ideale per starsene soli con i propri pensieri e magari riuscire a far la pace con sè stessi ed il resto dell'universo... quando non era preso di mira da un bombarolo pazzo che si divertiva a piazzare bombe pronte ad esplodere alla minima vibrazione.
'' Perchè mi hai portato qui?''- fece Sakura girandosi verso il fratello.
Takagi inspirò profondamente.
Si aspettava quella domanda, ma in fin dei conti... era anche quello il motivo per cui l'aveva portata lì quella sera.
'' Che cosa sai dell'incidente dell'agente Wataru Date?''- le chiese il fratello mentre fissavano il panorama che si vedeva dalla torre.
'' Beh...''- fece Sakura non comprendendo bene lo scopo di quella domanda -'' quello che ho saputo dai giornali... è stato investito da un automobilista ancora mezzo addormentato.'' - quando suo fratello era tornato a casa dopo quell'incidente, per passare un po' di tempo in famiglia aveva avuto sempre un'aria molto triste ed assorta e non aveva mai detto nulla riguardo all'incidente. Per lui era troppo doloroso ricordare la morte improvvisa di quello che non esitava a definire una sorta di fratello maggiore.
'' Già, ma quello che non sai... è che in parte è stata anche colpa mia.''
'' Come sarebbe a dire? Non l'hai investito tu.''
'' Vero ma... l'ho lasciato solo. Era mattina presto, il sole era sorto sì e no da un paio di ore. Dovevamo passare in centrale a fare rapporto prima di potercene tornare a casa a goderci qualche ora di sonno. Date era molto assonnato e ridendo e scherzando disse di aver come la sensazione di addormetarsi nel taxi. Gli proposi di bere un caffè, giusto per svegliarci un po'. Lo lasciai sul marciapiede, per prendere due caffè forti al chioschetto poco distante dalle strisce pedonali... non ho fatto in tempo ad ordinare che ho sentito il rumore delle ruote di un'auto stridere sull'asfalto, l'auto che colpiva qualcuno... e quel qualcuno cadeva a peso morto.''
'' L'agente Date.''- fece Sakura. I giornali non rendevano bene l'idea di come fosse realmente avvenuto un fatto così tragico.
Per niente.
'' Esatto... ha detto che voleva mostrarmi una cosa che teneva nella sua agenda. Probabilmente gli era caduta e chinandosi per raccoglierla... è uscito dalla visuale dell'automobilista che in preda ad un colpo di sonno ha sbandato e l'ha colpito. Da allora... anche se chi era responsabile della sua morte è stato punito... non posso fare a meno di pensare che se avessimo fatto subito ritorno al Quartier Generale ed avessimo preso il caffè alle macchinette... tutto ciò che ne è conseguito, si sarebbe benissimo potuto evitare.''
'' Ma non è stata colpa tua... è stata una disgrazia, non potevi sapere quello che sarebbe successo...''
'' Già... questo l'ho capito solo dopo molto tempo...''- fece il fratello carezzandole una guancia -'' a volte, purtroppo, succedono cose che non possiamo controllare... sarebbe bello poter controllare ciò che circonda ed impedire che succedano cose spiacevoli... ma non si può.''
'' Ma perchè mi stai dicendo tutto questo...?''- fece Sakura ripensando a Yuky ed alla sua fine ingiusta.
'' Piccola, ascolta...''- fece Takagi sorridendole fraternamente -'' Ti conosco da quando eri uno scricciolo, e ti posso assicurare che a parte quando papà se n'è andato, non ti ho mai vista così triste e disperata... e so anche perchè sei così triste. Ti capisco e lo condivido perchè ci sono passato anch'io.
Ma nella tua vita... avrai altro dolore, altra sofferenza ed altre prove difficili da superare.''- non avrebbe mai voluto che la sua sorellina soffrisse ancora. Quando era morto suo padre, aveva avuto paura oltre a provare un gran dolore ed una profonda tristezza per quel genitore perso troppo presto... ma sul letto di morte gli aveva fatto una promessa: proteggere la piccola Sakura da qualsiasi cosa potese minare la sua serenità.
Se solo avesse potuto... l'avrebbe protetta persino da un raffreddore... ma alla fine, come tutti, avrebbe avuto i suoi guai.
'' Perciò, adesso... non soffrire inutilmente. So che ti senti in colpa per l'accaduto, ma non l'hai uccisa tu. Il destino di quella ragazza era segnato fin dall'anno scorso. Tu non hai colpa.''
Gli occhi di Sakura iniziarono a tremare. Aveva il dubbio che suo fratello avesse aperto la lettera che i genitori di Yuky le avevano scritto quasi per chiederle '' Come mai Yuky è morta e tu sei viva?'', ma non le importava molto di indagare, e lo abbracciò piangendo silenziosamente e sfogando così il dolore che si portava dentro.
Lo abbracciò fortissimo, come se avesse paura che qualcuno portasse via anche il suo adorato Wataru, come era accaduto prima con suo padre e poi con Yuky. Aveva già perduto un genitore, non avrebbe sopportato nemmeno per un secondo di perdere anche la persona che per tanti anni era stato un sostituto genitore perfetto... a ben vedere, sarebbe stato molto più facile di tante altre persone... malgrado l'avesse sostenuto con la madre e fosse orgogliosissima di poter dire alle sue amichette di scuola che suo fratello era un poliziotto, ogni tanto aveva paura che gli accadesse qualcosa di brutto e pregava il suo papà di proteggerlo da lassù.
Non poteva perdere nessun'altro.
ll poliziotto ricambiò l'abbraccio.
Era improbabile che la sorella superasse il tutto in poco tempo, ma di una cosa era certo.
Non avrebbe lottato da sola.

'' Non dovrai superare tutto e subito...''- fece Takagi mentre guidava sulla via di ritorno a casa, accortosi che la sorella fissava meditabonda le macchine e gli edifici fuori dal finestrino senza però guardarli realmente -'' ma promettimi che penserai a quello che ti ho detto. Va bene?''
Sakura annuì distrattamente.
'' Non sei stata tu. Non ce l'hai portata tu in quel vicolo.''
In quel momento Sakura s'illuminò quasi -'' A proposito... ora che ci penso... se non erro nè il detective Mouri nè il signor Sakuragi hanno spiegato come Yuky è finita a morire proprio lì.''
Takagi ci pensò un attimo, ripercorrendo mentalmente tutti i passaggi e gli sviluppi di quel caso che aveva visto protagonista sua sorella. In effetti era stato spiegato chi era l'assassino e come mai aveva agito nel modo in cui ormai era noto... ma nessuno era a conoscenza del motivo per cui Yuky fosse nel vicolo.
'' Magari Sakuragi l'ha attirata lì con una scusa.''- certo gli sarebbe piaciuto sapere come aveva fatto a convincerla ad andare lì. Arrogante e capricciosa, ma a sentire Sakura, la vittima non era un'inetta.
'' Forse, ma un membro dello staff quando è stato interrogato, non avrebbe dovuto dire che Sakuragi le aveva parlato forse per darle un appuntamento o dato un biglietto? Qualcuno avrebbe dovuto ricordarsi di questo dettaglio...''- invece, dagli interrogatori condotti dai suoi colleghi non risultava niente di tutto questo.
Ed ora che la sorella glielo aveva fatto notare... c'era un'altra cosa che non quadrava.
Sakuragi era pazzo, disturbato e non era affatto il tipo da assumersi le sue responsabilità, ma c'era da riconoscergli che non era stupido, anzi: una mente strategica e calcolatrice seppur nel male.
Era troppo furbo per farsi avanti di persona con la vittima, con il rischio che qualcuno vedesse e magari ricordasse un dettaglio così pericoloso quando e se interrogato.
Non c'era che una cosa da pensare a quel punto.
Sakuragi aveva un complice, complice che era ancora a piede libero.
Fece marcia indietro con l'auto e si diresse al quartier generale di polizia per informare immediatamente l'ispettore Megure.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Alla ricerca di prove ***


~~'' Fammi capire...''- fece l'ispettore Megure incredulo di vedere, a quell'ora, in centrale proprio il poliziotto a cui aveva concesso di prendersi qualche giorno di ferie e che aveva iniziato a blaterare del fatto che Sakuragi, l'assassino di Yuky nonchè quasi assassino della sorella di Takagi, avesse un complice.
'' Tu mi stai dicendo che sospetti che il caso non sia chiuso e che ci sia ancora un complice a piede libero?''
'' Si signore.''- fece Takagi confermando ogni parola pronunciata in precedenza -'' ho riflettuto un po' e mi sono accorto che l'unico tassello che manca al puzzle è capire come diavolo è stato possibile aggredire ed uccidere la vittima in quel preciso posto. E sono abbastanza certo che non le abbia dato appuntamento di persona.''
E c'erano almeno due fattori che lo portavano a credere ciò.
Primo, la vittima era molto ben vestita e molto ben truccata, quasi dovesse andare ad una sfilata di moda, impensabile dunque che fosse andata senza problemi in un posto del genere senza avere un ottimo motivo.
Secondo, Sakuragi aveva curato il suo piano nei minimi dettagli a partire dall'uso di un'arma rubata al finale che avrebbe previsto incastrare sua sorella facendole raccontare una versione che faceva acqua da tutte le parti. Non si sarebbe mai avvicinato troppo confidenzialmente alla sua vittima fissando un appuntamento con lei sapendo benissimo che sarebbe stato il primo sospettato quando avrebbero trovato la ragazza morta.
'' Secondo me ha usato qualcuno che lavora all'hotel o che comunque conosce e con una faccia che ispira fiducia.''- certo che con una descrizione così approssimativa persino lui o Sakura sarebbero potuti corrispondere all'identikit.
'' Scusa se te lo dico Takagi...''- fece Shiratori -'' ma la tua ipotesi non regge.''
'' Come mai?''- chiese il poliziotto innocentemente.
'' Lo hai visto. Ci hai parlato e lo hai fatto confessare no?''- gli ricordò Shiratori -'' se Sakuragi avesse avuto un complice, ti pare che avrebbe accettato di farsi gli anni di prigione che gli spettano tutto da solo?''
'' Inoltre...''- aggiunse Megure -'' Anche ammesso che questo complice ci sia stato, non avrebbe avuto motivo di aiutarlo con le aggressioni. Vero, le aggressioni punitive sono state mascherate da pestaggi a scopo di rapina... ma ognuna delle vittime non aveva con sè molto contante ed anche se i soldi fossero stati messi da parte volta per volta... non ci sarebbe molto da dividere. Mi spiace, ma come ipotesi è alquanto traballante.''
Ad onor del vero, all'inizio della leggenda dell' Aggressore Della Buonanotte c'era qualche sospetto riguardo al fatto che il colpevole agisse con l'aiuto di qualcuno, ma non erano mai stati trovati elementi a sostegno di questa teoria, tanto più che nessuna vittima aveva dichiarato la presenza di più persone sulla scena del reato e quindi l'ipotesi che ci fosse un complice venne accantonata definitivamente.
'' Lo so che pare non aver senso, ma quale persona sana di mente ascolterebbe un estraneo che le da appuntamento in un luogo isolato?''
'' Beh...''- obiettò Shiratori -'' tanto sana di mente una persona che decide, anzi pretende, di voler uscire per locali comunque pur sapendo che c'è un aggressore a piede libero, io non la definirei.''- fece ricordando quale fosse stato il motivo scatenante per cui Sakuragi aveva deciso di uccidere Yuky anzichè limitarsi al pestaggio.
'' Takagi, mi rendo conto che ancora non riesci a capacitarti che sia tutto finito, ma credimi. E' finita.''- cercò di rassicurarlo il suo superiore mettendogli una mano sulla spalla, con un tono quasi paterno -'' Adesso goditi i tuoi giorni di ferie e tranquillizza tua sorella. Il brutto ormai è passato.''
Takagi annuì sospirando anche se non era per niente convinto.
In effetti, la teoria del complice pareva del tutto campata in aria, non c'erano prove che ne accertavano l'esistenza, anche se restava un mistero il motivo per cui Yuky era andata in un posto del genere a quell'ora e soprattutto abbigliata per una serata... l'unica cosa che gli veniva in mente per giustificare ciò, escludendo la teoria del complice, era che la vittima fosse uscita per prendere la linea con il cellulare o per fumare una sigaretta... ma erano entrambe ipotesi improbabili.
Prima di tutto, anche se nella sala ristorante dell'hotel situata a piano terra non c'era copertura, c'erano pur sempre dei telefoni pubblici con cui chiamare.
Secondo, anche la pista della sigaretta era da escludere e non tanto per il fatto che come tutti gli hotel della città anche l'hotel in cui aveva passato l'ultimo giorno della sua vita era provvisto di un' area fumatori, ma soprattutto per il fatto che dall'autopsia risultava che i polmoni della ragazza erano in ottima salute. Non avevano mai inspirato fumo di sigaretta.
Ed una volta eliminate le teorie impossibili, tutto quello che restava, anche se sembrava inverosimile doveva per forza essere la verità.
E si ritornava dunque alla teoria del complice.
'' Allora?''- fece Sakura quando il fratello fece ritorno alla macchina.
'' Niente. Stando all'ispettore Megure e Shiratori, l'ipotesi del complice è del tutto priva di ragione di esistere.''- rispose salendo in auto per rimettersi alla guida.
'' Capito...''- fece Sakura per poi starsene zitta ed in silenzio per un attimo lunghissimo, durante il quale Takagi le spiegò con dovizia di particolari i motivi per cui stando ai suoi superiori era un' ipotesi infondata.
Cosa che in effetti nessuno dei due poteva contestare: decidere di prendere parte ad un progetto criminale era una decisione che in genere si prendeva solo con l'assoluta certezza di ricavarci un guadagno ed una certezza ancora più solida di non finire in prigione. Dubitavano entrambi fortemente che qualcuno l'avesse aiutato senza remore quando Sakuragi gli aveva proposto un omicidio in piena regola.
'' Magari quella persona non esiste più...''- fece Sakura ad un certo punto -'' Magari Sakuragi non l'aveva avvertita o avvertito che intendeva commettere un gesto così estremo e quando lui o lei che fosse l'ha scoperto, ha minacciato di venire a dirlo alla polizia e così ha firmato la sua condanna a morte.''
'' In effetti anche questa è un'ipotesi possibile...''- ciò avrebbe spiegato il motivo per cui Sakuragi non aveva menzionato una seconda persona, ma allo stesso tempo però si sarebbe '' vantato'' durante l'interrogatorio di essersi tolto dalle scatole una persona che voleva mettersi tra lui ed il suo obiettivo.
Di certo però non avrebbero scoperto nulla se seguivano le indicazioni di Megure.
'' E se domandassimo al detective Goro di fare qualche piccolo accertamento?''- propose Sakura -'' Mi è sembrato un detective in gamba, tutto sommato.''
Takagi ci pensò su per un attimo.
Ma sì, in fin dei conti che cos'avevano da perdere?
Era un semplice controllo, giusto per assicurarsi che Sakuragi non avesse pianificato un modo per fuggire di prigione una volta individuato... anche se pareva improbabile data l'organizzazione meticolosa usata per l'omicidio.

All'agenzia del Detective Goro, Ran accolse festosamente la sorella minore del detective Takagi, vezzeggiandola e trattandola immediatamente come un'amica che non vedeva da moltissimi anni.
Sakura ricambiò immediatamente l'affetto che la quasi coetanea le aveva subito offerto per poi dedicarsi al motivo che aveva portato lei ed il fratello all'agenzia investigativa.
'' Un complice eh?''- commentò Goro-'' e cosa vi spinge a credere che ci sia un complice a piede libero?''
'' Beh a dire il vero...''- fece Takagi -'' non abbiamo prove ed indizi concreti: solo che è strano che una persona, di punto in bianco, decida di andare a sporcarsi in un posto del genere senza un apparente motivo.''
Conan aveva iniziato a rimuginare: in effetti, lui era stato talmente preso dal pensiero di trovare il vero assassino e scagionare così la sorella dell'amico da ogni accusa che si era completamente dimenticato di scoprire anche come fossero state rese possibili le circostanze sulla scena del delitto.
'' Quindi potrebbe davvero esserci una persona d'accordo con Sakuragi che è ancora là fuori, da qualche parte?''- fece Ran con aria preoccupata guardando fuori dalla finestra.
'' Figuriamoci, conoscendo quel tizio se avesse avuto un complice, superbo e pieno di sè com'è a quest'ora l'avrebbe già denunciato. Non ha motivo di proteggere qualcuno.''- fece Goro poco convinto da quell'ipotesi mandando giù un sorso della birra in lattina -'' andiamo, l'avere visto tutti e due, vi pare il tipo disposto a farsi la galera tutto da solo per proteggere qualcun altro?''
In effetti non si poteva dar torto a Goro per pensarla in questo modo: risultava molto difficile credere che un uomo che non avrebbe esitato a sacrificare una ragazzina per salvarsi la pelle, avesse deciso di tacere e farsi la galera da solo per proteggere qualcuno.
Adesso non solo Takagi, ma anche Sakura iniziava a credere che l'ipotesi del complice fosse del tutto campata in aria.
Però qualcosa non quadrava comunque.
'' Forse ha ragione lui...''- fece Takagi bevendo un poco del caffè che Ran aveva offerto a lui e alla sorella -'' e poi perchè avrebbe coinvolto una seconda persona in una faccenda che lui reputava una sua esclusiva missione?''
'' Per dare meno nell'occhio ed assicurarsi che la sua vittima fosse proprio come la voleva lui.''- fece il piccolo detective.
I due adulti e le due ragazze posarono la loro attenzione sul bambino che aveva parlato.
'' Solo perchè una persona risponde male o sembra sgarbata come prima impressione non significa che lo sia per davvero. Specie dopo un lungo viaggio.''
'' E' vero...''- fece Takagi -'' a causa della stanchezza, molte persone risultato irritabili e scorbutiche a causa della stanchezza e dallo stress di un lungo viaggio, ma questa è una condizione psichica che colpisce anche quelle che in genere sono le persone più miti e gentili sulla faccia della terra.... e Sakuragi amava picchiare le scorbutiche altezzose per motivi personali... voleva essere certo di aver individuato la vittima giusta.''
'' E nel caso la persona individuata all'inizio non corrispondeva al profilo, il complice andava in avanscoperta e ne individuava una più idonea.''- fece Conan -'' Ha usato un selezionatore.''
'' Un che cosa?''- fece Ran.
'' E' il componente di una banda o di un organizazzione criminale che viene mandato in avanscoperta dai cosiddetti pezzi grossi per trovare nuove vittime. In genere è una persona che ha un viso e dei modi che ispirano istintivamente fiducia nella vittima, se la fa amica e al momento giusto scatta la truffa.
E' un sistema che viene utilizzato in genere per le truffe o per inserire nuovi elementi in loschi giri.''
'' E tu come fai a sapere queste cose moccioso?!?''- fece Goro.
Conan alzò le mani in segno di resa, arrossendo lievemente, pensando in fretta ad una scusa -'' Beh ecco... lo hanno spiegato in un film che ho visto tanto tempo fa...''
Sakura guardò basita il fratello, ma questo rispose con un sorriso ed una scrollata di spalle.
'' Sì, fa sempre così.''
Suo fratello le aveva detto che quel ragazzino era molto sveglio per la sua età, ma lei a sette anni quasi ignorava che al mondo ci fossero persone cattive figurarsi se sapeva quale modo di pensare ed agire utilizzava per mettere in atto i piani malvagi.
'' Tornando a noi... effettivamente l'idea del complice, messa sotto questo aspetto ha senso...''- fece Goro riflettendo. In effetti, chiunque avrebbe sospettato di Sakuragi se fosse stato visto in compagnia di una donna che di lì a poco sarebbe stata pestata o ancor peggio assassinata. Quello che ancora non quadrava era... che motivo aveva di aiutare un uomo così pericoloso addirittura in un omicidio? E Sakuragi, perchè non faceva il suo nome?
'' Potrebbe essere una persona che condivideva le sue idee?''- fece Ran.
Ok, era un'idea folle che qualcuno desse retta ai deliri di un pazzo che riteneva giusto assalire ed arrivare all'omicidio per ''rieducare'' una persona un po' troppo altezzosa, ma se esistevano persone come Sakuragi, potevano esistere anche persone che davano retta a quelle come Sakuragi.
'' Sakura, dimmi...''- fece Takagi -'' tu hai notato nessuno stare intorno a te o Yuky più del dovuto?''
Sakura ci pensò, ripercorse tutti gli eventi del prima omicidio e lite antecedente, ma non le venne in mente nessuno.
Però...
'' No, intorno a noi due no... però ora che mi ricordo, Reiko Tsubaragi, la cameriera che era tra i sospettati non ha mai mostrato molta simpatia per Yuky o per qualche cliente che in qualche modo gliela ricordava.''
'' Quindi potrebbe essere lei la complice misteriosa...''- fece Goro -'' a ben, vedere lei ha un alibi inattacabile per l'ora in cui è stato commesso l'omicidio.''
'' Non lo so''- fece Conan -'' a me è sembrata molto sopresa e sconvolta allo stesso tempo quando ha saputo che il suo principale era il responsabile della morte di quella ragazza. E poi non avrebbe mai accettato il piano del suo capo, dato che prevedeva di incastrare per omicidio un suo caro amico.''
Era un bel problema... se avessero almeno scoperto chi poteva aver interesse ad aiutare Sakuragi sino a quel punto, forse avrebbero avuto un indizio in più per ritrovare quell'uomo o quella donna.
Anzi, più probabile una donna.
Era più facile adescare le vittime.

'' La lista degli effetti personali di Yuky...''- fece Sakura quando lei ed il fratello furono tornati a casa del poliziotto -'' credi che potrei vederla?''
Il fratello la fissò stranito, ma poi annuì borbottando un timido sì.
'' Posso sapere come mai?''- iniziava a credere che sua sorella fosse masochista, in un angolo nascosto del suo cuore. Rivedere quel dossier per lei sarebbe stato come farsi ricatapultare in un incubo di cui ancora portava i segni.
Chiunque avrebbe voluto dimenticare, ma lei pareva voler conservare il ricordo di quei giorni terribili il più nitido possibile.
'' C'è una cosa che devo controllare... e se come penso, quella cosa non era tra le cose di Yuky, forse possiamo avere una prova per trovare quella persona.''
Takagi annuì.
La mattina dopo l'avrebbe accompagnata personalmente in centrale a fare quel controllo. Ormai aveva capito: la sorella non sarebbe riuscita a vivere in pace e a riprendere in mano ciò che era la sua vita, se prima non fosse stata certa al cento per cento che chiunque fosse responsabile della morte dell'amica non avesse avuto la punizione che meritava.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** La collana scomparsa ***


~~Come il fratello le aveva promesso, la mattina dopo, Takagi acompagnò Sakura in questura e le mise a disposizione il dossier sul caso Sakuragi e la giovane si mise a leggerlo febbrilmente alla ricerca di qualcosa che a quanto pare conosceva solo lei.
Megure si stupì quando vide DI NUOVO Takagi aggirarsi per la centrale durante quel periodo di riposo che gli aveva dato, ma ancora di più si stupì nel vedere la ragazzina riesaminare la pratica del caso.
'' Ancora con questa storia?''- fece Megure verso il suo sottoposto quando venne messo al corrente dei motivi di tale visita -'' ma vi siete fissati con questa storia del complice.''
'' Signore, con tutto il rispetto, quella persona esiste davvero.''- fece Takagi -'' Sakuragi per dare meno nell'occhio ha per poco avvicinato la vittima, come avrebbe fatto a darle appuntamento in quel vicolo? E soprattutto, per quale oscuro motivo Yuky avrebbe accettato di andare in un posto del genere?''
'' Ha ragione...''- fece l'agente Chiba -'' deve ammetterlo, è strano. Magari quella persona esiste davvero e in questo momento sta mettendo a punto un piano per far evadere il colpevole di prigione.''
In quel momento, il gruppo di poliziotti venne raggiunto dall'ispettore Shiratori -'' Se è questo che vi preoccupa tanto, potete anche smettere. Ho chiesto al direttore del carcere di far controllare tutta la sua corrispondenza, sia quella in uscita che in arrivo, e stretta sorveglianza, giorno e notte. Datemi retta, da lì non scappa.''
'' Anche se non credessi all'ipotesi del complice...''- fece Takagi senza smettere di fissare la sorella -'' lei ci crede. Eccome se ci crede.''
'' E allora?''- fece Shiratori.
'' E allora?''- fece eco il collega più giovane -'' I genitori di Yuky le hanno praticamente sbattuto in faccia la domanda, come è possibile che Sakura sia ancora su questa terra mentre la loro figlia no... e da quando ha letto quel biglietto, mia sorella è come precipitata in un baratro credendo di avere parte della colpa di quanto è accaduto a quella ragazza. Se riesce a dare una spiegazione convincente ai Sakawa...''
''... sarà il momento in cui potrà davvero ricominciare con la sua vita.''- concluse Sato. La compredeva. In fin dei conti, non aveva sopportato la medesima sensazione quando sapeva per certo che l'assassino di Matsuda era ancora libero?
Solo quando quell'assassino fu assicurato alla giustizia, e solo quando Takagi le aveva fatto capire che il passato doveva essere custodito gelosamente senza permettergli di interferire nel presente e condizionare il futuro, era finalmente riuscita a mettere una pietra sopra a tutto quel dolore e a ricominciare la propria vita, accanto a quella fantastica persona che l'aveva sempre protetta, aiutata e salvata in ogni singolo modo.
'' In fin dei conti, ispettore...''- fece Sato -'' Che mai potrà succedere se visiona il file? Quello che c'è dentro non è certo un segreto. Per lei, almeno.''
In quel momento, i poliziotti e l'ispettore più alto in grado videro due stivaletti marroni correre verso di loro, con una strana espressione in viso.
'' Come sospettavo Taru.''- fece Sakura raggiungendo il fratello e gli altri poliziotti -'' la catenina non c'è.''
'' Di quale catenina stai parlando scusa?''- le chiese Sato a nome di tutti i presenti.
Pur non sapendo nemmeno lui a cosa si stesse riferendo la sorella, Takagi aveva iniziato ad intuire dove la sorella volesse andare a parare.
'' Qualche mese fa, Yuky ha partecipato ad un concorso per partecipare ad un casting per fare l'assistente per un giorno di un famoso dee jay. Non ha vinto, però come tutte le partecipanti ha ricevuto un omaggio direttamente dal dee jay in questione, oltre che una foto con dedica. Si tratta di una catenina in argento con una pietra azzurra come ciondolo.''- spiegò la ragazza.
'' Ed era di valore?''- le chiese l'agente Chiba.
'' Questo non so dirglielo...''- fu la risposta -'' ma quello che è certo è che per Yuky, quel gingillo era molto importante. I suoi genitori, sua madre in particolare, non facevano che dirle in continuazione che ogni tanto poteva anche togliersela e mettere una collana più bella, una delle tante che aveva ricevuto in regalo per compleanni ed occasioni speciali varie.''
'' Capisco cosa intendi...''- fece Megure che iniziava a riflettere -'' ma Yuky non aveva alcun ciondolo con lei.''
'' In compenso c'era la sua borsa con tutto: cellulare, portafoglio e documenti, altrimenti non saremmo riusciti ad individuarla così facilmente.''- fece Miwako trovando molto strano che Sakuragi avesse preso un oggetto di dubbio valore ed avesse lasciato la borsa della vittima, che sicuramente aveva un valore leggermente più alto.
Ma quasi certamente, dopo aver pugnalato Yuky aveva iniziato a derubarla per mascherare il delitto come una rapina finita male ed aveva dovuto interrompersi perchè Sakura era arrivata quasi subito.
'' Quando l'ho trovata era buio e quindi non posso dirvi con certezza se l'avesse o meno...''- fece la sorella del fidanzato -'' ma quando siamo partite e mentre eravamo al ristorante dell'albergo l'aveva al collo.''
'' Non facciamo ipotesi azzardate...''- fece Takagi -'' ma tutto lascia pensare che Sakuragi ha preso la catenina come... trofeo di battaglia.''
O magari era stato il complice.
Megure gli aveva ordinato di redigere il rapporto sul caso e tra tutte le informazioni che aveva messo assieme, non ricordava una sola riga o parola in cui si menzionava un oggetto del genere. Non era tra le cose che avevano fatto riavere alla famiglia di Yuky e non era nemmeno nel vicolo in cui era avvenuto il fatto...
'' Ne dubito fortemente...''- fece Shiratori -'' Dopo l'arresto di Sakuragi, la sua abitazione e la casa in cui è stato ritrovato il suo '' diario dei ricordi'' e dove teneva prigioniera Sakura dopo averla rapita sono state rivoltate come calzini da cima a fondo, e più volte.
Quella catenina non era nemmeno lì.''
'' Di conseguenza...''- fece Megure -'' se ne deduce che quell'oggetto è stato preso da qualcun'altro. O magari è stato perso nel lasso di tempo che c'è tra quando Sakura ha abbandonato la sala da pranzo e l'ora del delitto.''
'' Io non credo ispettore.''- rincarò Takagi -'' ha sentito cos'ha detto Sakura, no? Quel gingillo, di valore o no, era l'oggetto preferito di Yuky. Se si fosse accorta di averlo perso, l'avrebbe cercato e non avrebbe certo perso tempo a...''
E qui un'illuminazione colpì tutti i poliziotti in un colpo solo come se li avesse appena attraversati un fulmine.
'' Ma certo, ecco come ha fatto l'assassino ad attirare la vittima in quel vicolo...''- fece Sato pensierosa -'' probabilmente ha fatto in modo che la vittima si separasse dal ciondolo, l'ha rubato e nascosto... e quando la vittima se n'è accorta ha iniziato ha cercarlo.''
'' In genere, quando si perde di vista una cosa o una persona in un luogo dove ci sono molte persone...''- continuò l'agente Chiba -'' la prima cosa che si fa è chiedere ai presenti se qualcuno ha visto l'oggetto della propria ricerca. Probabilmente una di quelle persone era il complice di Sakuragi.''
Ormai erano abbastanza convinti che quella persona, uomo o donna che fosse, non era una semplice congettura.
Sakuragi in fin dei conti, come alibi aveva progettato il rendersi irreperibile per un bel pezzo, causa seccature amministrative.
Non avrebbe certo potuto aggirarsi indisturbato per la sala ristorante o per qualche sala dell'albergo, rubare una catenina e poi fingere di dare indicazioni alla proprietaria per poterla ritrovare.
'' A proposito, abbiamo una foto più precisa di questa collanina?''- fece Megure rivolgendosi a Sakura.
Questa, per tutta risposta, tirò fuori il cellulare che aveva riavuto indietro quando era stata riconosciuta innocente di tutte le accuse e dopo aver armeggiato per un po' con la tastiera del cellulare, mostrò al superiore del fratello una foto di Yuky che indossava il ciondolo di cui stavano parlando.
'' Me l'ha spedita quando ha ricevuto quel ciondolo in omaggio.''- spiegò la ragazzina.
'' Uhm...''- fece Shiratori osservando con attenzione il gingillo che la vittima portava al collo -'' non mi pare una collana molto preziosa o che qualcuno vorrebbe rubare.''
'' Di gioielli non me ne intendo, ma condivido.''- aggiunse Sato.
'' Però dato che quel coso non risulta essere da nessuna parte...''- fece Megure -'' tutto lascia pensare che il complice l'abbia rubata, si sia lasciato avvicinari dalla vittima apposta e che le abbia detto che avrebbe trovato ciò che cercava nel vicolo in cui poi la ragazza è stata uccisa. Poi ha avvertito Sakuragi che la vittima aveva abboccato all'esca che le avevano lanciato ed il resto già lo conosciamo.''
Takagi guardò la sorella e si scambiarono uno sguardo d'intesa: quella collanina era l'unica spiegazione plausibile per cui una ragazza come Yuky si trovasse in quel posto.
L'unico motivo per cui una persona vestita e truccata come per un galà avesse di punto in bianco deciso di andare in un posto del genere.
'' Quindi, troviamo la collanina, troviamo il complice...''- fece Sato.
Un'impresa tutt'altro che semplice, considerato che subito dopo questo o questa che fosse stata, poteva anche averla buttata via.
Ma ripensandoci... quella collanina era una sorta di trofeo di caccia. Qualcosa da conservare gelosamente, quindi era probabile che chi di dovere ne fosse ancora in possesso.
Il problema però... era chi.
Non potevano certo inquisire tutti i dipendenti dell'albergo e richiedere mandati di perquisizione per i loro domicili senza una valida ragione. Nessun giudice avrebbe concesso loro tanto.
Individuare tale persona non sarebbe stata un'impresa da poco.

'' Forse Yuky aveva ragione...''- fece Sakura una volta uscita dalla centrale passeggiando per le strade della capitale giapponese in compagnia del fratello.
L'idea che ci fosse ancora un assassino a piede libero non lo faceva stare affatto tranquillo ed aveva deciso di essere l'ombra della sorella, ovunque lei avesse deciso di andare. Inutile dire che se la sorella avesse potuto, sarebbe andata dritta dritta a prendere l'altro colpevole della morte di Yuky.
'' Riguardo a cosa?''- fece il fratello incuriosito.
'' Shiratori ha ragione. Quella collana non valeva molto, anzi... ma Yuky, quando sua madre le suggeriva di togliersi quella cosa di dosso e mettere qualche collana più bella e di valore che aveva, lei rispondeva che non poteva perchè quella collana era il suo portafortuna e che se l'avesse tolta... le sciagure l'avrebbero presa di mira.''
Takagi sospirò. Non riusciva in alcun modo a dimenticare l'accaduto o comunque a smettere di pensarci.
E non ci sarebbe riuscita sino al momento in cui tutti i colpevoli avrebbero pagato il conto delle loro malefatte.
Ma l'avrebbero preso.
Non importava il prezzo da pagare.
'' Il suo comportamento, Sakura. E' stato il suo modo di comportarsi che l'ha condannata a morte. Qui non c'entrano la fortuna o la sfortuna. Ma sono... contento che tu sia rimasta con me.''
Sakura sorrise -'' Non meravigliarti. Mi ha protetto questo.''- e nel dir così tirò fuori da sotto la camicetta d'organza bianca la collanina con il campanellino che il fratello le aveva regalato prima di tornare al suo lavoro dopo l'ultima visita che le aveva fatto a Kyoto.
Suo fratello le aveva detto che fino a quando lo avesse tenuto con sè, non le sarebbe accaduto nulla di male... che le sarebbe bastato suonarlo per farlo correre in suo aiuto.
Infatti, era stato così in un certo senso... mentre era prigioniera di Sakuragi e lavorava sui nodi delle corde per riuscire a scappare, allo stesso tempo riusciva a far suonare il campanellino. Era un modo per essere più forte, più sicura che avrebbe rivisto il suo adorato fratellone. Che lui l'avrebbe certamente salvata.
Takagi sorrise carezzandole i capelli, intenerito da quel pensiero, di come la sorellina pensasse che se si era salvata era stato merito suo... non sapeva quanto gliene andava riconosciuto se la sua Saku-Chan era ancora nel mondo dei vivi ma di una cosa era certo. Avrebbe fatto sempre del suo meglio per proteggerla. Finchè era vivo lui o fosse comunque stato in circolazione... nessuno le avrebbe più fatto del male.
'' A proposito...''- fece Sakura -'' grazie.''
'' Di cosa?''
'' Guarda che ho sentito l'ispettore Megure... mi sembra che ti abbia fatto una ramanzina sul correre dietro a piste inconsistenti o sbaglio?''
Se solo sapessi quante ramanzine mi prendo quasi ogni giorno per questo o quell'altro motivo... Pensò il poliziotto.
'' Sì, ma sono un detective della polizia.''- fece il giovane agente -'' Battere ogni pista si presenti è il mio lavoro. E poi adesso la teoria del complice non è più solo una chimera, se ne sono accorti tutti.''
Ma non era solo per quello che si era prodigato per far riaprire il caso.
Ed il fatto che Sakura fosse sua sorella, era relativo.
Nel suo momento di maggior confusione... lei per lui c'era stata.

'' Taru?''- fece Sakura pettinata, truccata e vestita di tutto punto con la sua uniforme da liceale entrando nella stanza del fratello con un vassoio -'' Io e la mamma ti abbiamo preparato la colazione.''
Il giovane agente si era appena svegliato, questo lo vedeva, ma vedeva anche che aveva dormito un'oretta sì e no.
'' Ciao piccola...''- salutò Takagi mezzo assonnato. Sakura lo guardò con aria triste: suo fratello era tornato a casa da tre giorni, per riprendersi e godersi un po' di pace e quiete familiare.
Un suo caro amico e collega purtroppo aveva avuto un incidente stradale e non ce l'aveva fatto. E suo fratello ne soffriva molto.
Sakura e sua madre ne erano venute a conoscenza dai notiziari e dai giornali, ma il poliziotto non aveva detto nulla loro riguardo all'incidente e nessuna di loro, con grande sollievo di questi, chiedeva particolari in più.
Tutto quello che potevano fare era stargli vicino il più possibile, ma vederlo così era una sofferenza.
'' Ti va se dopo la scuola, ci facciamo un giro a cavallo?''- gli propose la sorellina.
'' Sakura... stavo pensando... ti piacerebbe se riuscissimo a vederci più spesso? Intendo... quasi sempre, e non solo alle feste comandate o per occasioni speciali.''
Sakura non sapeva che rispondere. L'idea di riavere il suo fratellone quasi tutto per sè la riempiva di gioia, ma il tono grave del fratello non la faceva stare molto tranquilla.
Ad ogni modo, per vedere dove la conversazione sarebbe finita optò per un '' Sì'', così sottile che lei stessa fu incerta sull'aver proferito parola.
'' Bene. Allora oggi chiamo la centrale.''
'' Vuoi farti trasferire qui?''
'' Meglio ancora. Chiamo Megure e gli dico che lascio il lavoro.''
Sakura sgranò gli occhi dalla sorpresa, non troppo certa di aver inteso bene.
'' Comecomecomecomecome?''- fece la ragazzina sconvolta -'' ma... tu adori fare il poliziotto.''
Davvero non ci credeva a suo fratello che lasciava il suo lavoro di poliziotto per magari dedicarsi al maneggio assieme a lei e alla loro madre.
Lì si era fatto degli amici... quando gli raccontava delle sue indagini gli brillavano gli occhi... inoltre le aveva pure confidato di aver messo gli occhi su una bella donna che lavorava con lui, anche se lui dubitava seriamente di interessarle anche solo minimamente.
'' Sì, hai ragione... ci sono entrato perchè volevo fare qualcosa, fare la differenza, proteggere le persone... ma non sono riuscito a proteggere Date... pensi che sia in grado di proteggere qualcun altro?''
'' Senti...''- fece Sakura guardandolo negli occhi con una decisione alquanto insolita per chi aveva il loro cognome -'' Io non la conosco la dinamica dell'incidente e se tu non vuoi raccontarmela, non la voglio sapere...ma ricordo molto bene come Date ti descriveva. Un senso della giustizia e del dovere trasparenti, con un ottimo intuito e che saresti diventato un ottimo ispettore di polizia... e lo credo anch'io.
E so per certo che se adesso tu ti ritirassi dalla polizia, gli daresti un gran dolore.''
'' Ma...''- fece Takagi, quasi tentato di darle retta, anche se non del tutto.
'' Fratellone, la vita è tua, non voglio prendere decisioni per te o dirti come viverla... ma pensaci bene. Potresti pentirtene per tutta la vita.''

Ed aveva ragione.
Ora sapeva per certo, che se l'anno prima avesse preso quella decisione così repentina, senza parlarne con anima viva... se ne sarebbe pentito per tutta la vita.
E adesso toccava a lui.
Non l'avrebbe lasciata sola in quel momento... l'avrebbe riportata alla vita. A qualsiasi costo.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** L'ultimo tassello ***


~~'' Sakura, finchè non saremo sicuri, al cento per cento...''- fece Takagi quella stessa sera davanti ad una porzione di sushi da asporto, seduto di fronte alla sorella -'' finchè non siamo certi che sia finita, vorrei che tu ti facessi vedere il meno possibile in giro.''
'' Oh?''- fece Sakura sorpresa, lasciando cadere il boccone di pesce che teneva tra le bacchette che usava per mangiare la sua parte -'' come mai?''
'' Sto più tranquillo a saperti a casa, al sicuro.''
'' Dai, Taru...''- fece la giovane con nochalance -'' ora non esagerare. So badare a me stessa, lo sai.''
Takagi sorrise.
Altrochè se lo sapeva.
Fin da quando era piccola, sapeva badare a sè stessa. Andava e tornava spesso a casa da scuola e viceversa, quando chiunque era impossibilitato ad andarla a prendere... e non si spaventava quando si ritrovava a stare in casa da sola per qualche ora.
Sapeva che sua sorella non aveva bisogno della guardia del corpo... ed infatti non era preoccupato per lei perchè riteneva che non fosse capace di difendersi da sola.
'' Lo so che non hai bisogno di essere protetta...''- fece il poliziotto -'' ma ho paura io. E tanta, anche.''- spiegò il poliziotto -'' Sai quando ti ho vista nel filmato dell'hotel all'ora del delitto... e mano a mano che passavano le ore... l'unica cosa che riuscivo a pensare e a sperare era... Ti prego, fa che non le sia accaduto nulla.''
Ed era vero. Certo, si era inquietato e non poco anche solo a sentire Shiratori ipotizzare che Sakura avesse ucciso una persona e a vedere gli indizi contro di lei accumularsi sempre di più... ma la paura che sua sorella fosse morta e che quindi non l'avrebbe più rivista su quella terra, aveva preso il sopravvento su tutto.
Voleva solo riaverla con sè. Al resto avrebbe pensato poi.
'' Prima ho avuto paura di perderti e di non poterti nemmeno dire addio... poi ho avuto paura che mi saresti morta tra le braccia, per due volte. Non voglio più provare quel sentimento... mai più.
Quindi per favore... promettimi che fino a quando non saremo sicuri che questa brutta storia sarà finita, starai al sicuro.''
Sakura annuì, sebbene l'idea di starsene rintanata come un topo nel formaggio non la facesse esplodere dalla felicità, ma decise di accontentare il fratello.
Quei giorni erano stati difficili, pieni di paura e più di una volta lei stessa aveva creduto che pur essendo ancora viva, la sua vita fosse ormai prossima alla fine.
Una condanna per omicidio le avrebbe distrutto per sempre la vita... e nemmeno sua madre e suo fratello ne sarebbero usciti indenni.
Poi l'assassino era stato preso e con il suo arresto molte donne che erano state assalite proprio da lui, forse avrebbero ritrovato il coraggio di uscire di nuovo e di avere di nuovo fiducia nel prossimo... ma a che prezzo?
La morte di una ragazza che come unica colpa aveva l'essere troppo spensierata e che questa spensieratezza, data soprattutto da una vita in cui non aveva mai dovuto privarsi o preoccuparsi di alcunchè, la portava spesso e volentieri a non vedere pericoli o impedimento alcuno?
Troppo alto come prezzo da pagare per togliere un criminale dalla strada e troppo dura ed ingiusta come punizione.
'' D'accordo, te lo prometto... ma tu in cambio promettimi che starai attento.''

Era uscito di soppiatto come se fosse un criminale dal suo stesso appartamento quella mattina, e non perchè avesse qualcosa da nascondere.
Sakura dormiva profondamente e non voleva rischiare di svegliarla, oltre a rischiare che la sorella, malgrado la promessa di non andarsene troppo in giro, lo implorasse di portarla con sè ad investigare.
Già lo sapeva come sarebbe finita... lui avrebbe cercato di opporsi, ma la sorellina gli avrebbe lanciato uno sguardo implorante con i suoi occhi da cerbiatto e lui l'avrebbe accontentata.
Ci riusciva sempre, senza eccezioni. La sua sorellina e la sua fidanzata erano le uniche due persone su tutta la faccia della terra capaci di fargli fare tutto quello che volevano. E a lui andava bene così.
Tranne quando c'era di mezzo un assassino ed il serio pericolo che una delle due si facesse male sul serio.
Dopo essere uscito di casa, era dapprima andato alla centrale per sapere se c'era qualche novità sul loro caso, ma tutto quello che era riuscito a sapere era che al momento le indagini vertevano tutte sul controllare la fedina penale di coloro che in un modo o in un altro, avevano avuto a che fare con il loro colpevole.
Cosa abbastanza lunga.
'' E nel frattempo, per quanto ne sappiamo, il nostro uomo o la nostra donna potrebbe star pianificando un piano di evasione o di fuga dal paese.''- aveva commentato Megure ad un certo punto.
'' Ispettore, credo che sarebeb una buona idea perquisire di nuovo l'ufficio di Sakuragi ed il suo computer.''- propose il giovane agente -'' L'ultima volta, tra la pubblicità da cestinare ho trovato una prova scottante a suo carico. Magari se lo riperquisisco, cercando indizi sul suo complice, salta fuori qualcosa.''
Megure ci pensò su per un attimo per poi dargli il consenso.
'' A proposito...''- fece l'ispettore con un tono falsamente minaccioso -'' che non ti venga in mente di chiedermi di pagarti gli straordinari.''- lo prese in giro.
Takagi soffocò una risata, per poi uscire dalla stanza, rassicurando l'ispettore. L'unica cosa che gli interessava al momento era restituire la serenità a sua sorella. Tutto qui quello che voleva.
Mentre usciva, incrociò Miwako alla quale riferì le sue intenzioni di andare ad investigare all'hotel dove Sakura era stata vista prima del fattaccio.
'' Sta attento, mi raccomando.''- in genere, non era una donna sentimentale che piagnucolava o che si preoccupava quando vedeva il suo uomo uscire per andare di pattuglia... ma il rapimento che aveva subito e la paura di non vederlo più cambiava tutto.
Takagi, per tutta risposta, le prese il viso tra le mani e le depose un bacio sulla fronte.
'' Sta tranquilla. Faccio solo qualche ricerca e torno.''

'' Che fratello testa di rapa...''- pensò la giovane divertita mentre prendeva l'ascensore per salire al piano degli uffici dove lavorava suo fratello.
Non era molto carino da pensare, però era vero.
Come diavolo aveva fatto a dimenticarsi a casa il cellulare? Niente da dire, era un poliziotto in gamba ed era il fratello che tutti avrebbero sognato di avere... ma certe volte era davvero sbadato.
Appena arrivata al piano desiderato, si ritrò a passare davanti alla macchinetta del caffè dove trovò l'ispettore Shiratori, in pausa.
'' Toh... guarda chi si rivede. Ciao Sakura.''- la salutò l'ispettore.
Sakura rispose al saluto con cordialità.
'' Pensavo che tuo fratello ti avesse chiesto di startene agli arresti domicliari per un po'.''
'' E l'avrei pure fatto...''- fece di rimando Sakura -'' ma si è scordato a casa il cellulare, sono venuta a portarglielo.''
'' Benedetto ragazzo, chissà dove ha la testa...''- fece Shiratori tendendo la mano verso la ragazza -'' tuo fratello comunque non c'è. Se vuoi puoi affidarlo a me: glielo riconsegnerò non appena sarà di ritorno.''
Sakura storse il naso.
Non si fidava troppo a lasciare il cellulare del fratello in mano alla persona che fino a poco tempo prima gli aveva procurato non pochi problemi sul posto di lavoro, ma non era solo quello a preoccuparla, seppur in modo leggero.
Se suo fratello era preoccupato a saperla in giro con il complice di un folle assassino a piede libero, nemmeno lei era tanto tranquilla a riguardo.
'' Dov'è andato, te l'ha detto per caso?''
'' Sì, ha detto che andava a fare qualche indagine nell'ufficio di Sakuragi alla ricerca delle prove sul suo complice.''
'' Ho capito... allora lo raggiungo.''- fece Sakura voltandosi per riprendere l'uscita.
Shiratori però le bloccò un polso.
'' Meglio di no. Sai com'è, se ti accadesse qualcosa e tuo fratello venisse a sapere che ti ho lasciata andare senza fare nulla, sarebbe la volta buona che mi fa fuori.''
Con quello che tu e compagnia bella gli avete fatto passare sarebbe il minimo.... pensò, ma lo tenne per sè.
'' Dammi retta, aspettalo...''- ma proprio in quel momento, dal corridoio attiguo, spuntò l'agente Chiba venuto a chiamare Shiratori.
'' Forse ci sono delle novità!''
Nel sentire quelle parole, la giovane Takagi scattò come un pupazzo a molla seguendo a ruota l'ispettore, ansiosa e curiosa come non mai di scoprire l'altro responsabile della morte di Yuky e delle recenti disgrazie che l'avevano presa di mira.

'' Stavamo controllando le generalità e la fedina penale di tutti i dipendenti dell'albergo...''- spiegò Sato davanti al computer della sua postazione di lavoro, agli ispettori Megure e Shiratori, oltre che a Sakura -'' e tutti loro non hanno la benchè minima macchiolina, nemmeno una multa per sosta vietata o eccesso di velocità. Tranne una persona.''
'' E chi sarebbe questa persona?''- chiese il più alto in grado fra tutti loro.
'' Kaori Hidakura.''- fu la risposta della bella poliziotta.
'' Kaori...''- fece Shiratori tentendosi il mento con l'indice ed il pollice della mano destra per cercare di ricordare dove aveva già sentito quel nome. Se lo ricordò dopo qualche secondo circa -'' Se non ricordo male, Sakuragi aveva usato il suo nome per incastrare il concierge dell'hotel.''
'' Esatto.''- confermò Sato -'' anche lei è pulita, Anche troppo direi.''
'' Scusa...''- si fece avanti Sakura -'' che intendi dire con... troppo pulita?''
'' Vogliamo dire...''- rispose l'agente Chiba -'' che non solo non c'è traccia di lei negli archivi della polizia. Ma che non è registrata nemmeno alla motorizzazione, non risulta aver conseguito nessun titolo di studio, nessuna traccia di un lavoro precedente... niente di niente.''
'' Da come parlate di lei, pare quasi che questa ragazza sia spuntata fuori dal nulla.''- fece l'ispettore Megure per smorzare un po' il tono serio che si era venuto a creare.
....
....
....
'' Non è apparsa dall'aria.''- fece una vocina alle loro spalle -'' è morta.''
I poliziotti e la ragazza si voltarono e si ritrovarono faccia a faccia con il ragazzino con gli occhiali.
'' E tu da dove sei spuntato fuori?''- fece Sakura sorpresa di vedere lì quel bambino spuntato proprio '' dall'aria'', tanto per restare in tema.
'' Goro ha fatto delle ricerche su tutti i dipendenti, amici e conoscenti di Sakuragi... e l'unica Kaori Hidakura che ha trovato, risulta essere deceduta da un bel po'. Mi ha chiesto di venirvelo a riferire.''- mentì il bambino. In realtà era stato lui a scoprire la verità riguardo alla ragazza che si fingeva Kaori usando il papillon cambia voce imitando la voce del detective Goro approfittando del fatto che questi, dopo aver cercato di sbrogliare la matassa, si era addormentato, stremato.
'' Con deceduta...''- fece Shiratori che iniziava ad avere un brutto sospetto -'' intendi dire che la vera Kaori è stata assassinata?''
'' No.''- fece Conan -'' Goro ha fatto ricerche basandosi sulle generalità che Kaori o come si chiama ha fornito a chi l'ha incontrata. E stando al numero di previdenza sociale, Kaori Hidekura è nata morta in seguito alle complicazioni sopravvenute durante il travaglio.''
Gli investigatori iniziarono a capire. Ciò spiegava il perchè non ci fosse niente di niente sulla nuova misteriosa commessa del banco dei dolci dell'hotel. I suoi colleghi l'avevano descritta come una persona tranquilla, gentile, ma che non amava dare troppa confidenza.
Non era così chiusa e riservata perchè era la tipica ragazza appena arrivata nella grande città. Temeva di lasciarsi scappare un'informazione che avrebbe tradito la sua vera identità.
Non c'erano dubbi.
Era lei la persona che aveva aiutato Sakuragi.
Il motivo era ancora sconosciuto, ma non c'erano dubbi sul fatto che fosse lei l'altra colpevole.
'' Rintracciate quella ragazza. Portatela immediatamente qui.''- ordinò Megure ai suoi sottoposti per poi rivolgersi a Sakura -'' Sta tranquilla...''- fece mettendole paternamente una mano sulla spalla -'' tra poco sarà finita. Per sempre stavolta.''
Ma Sakura non ascoltò l'ispettore, malgrado il cenno d'assenso che usò come risposta.
Era passato un bel po' da quando era arrivata in centrale, ormai. E di suo fratello ancora non c'era traccia.
E non poteva nemmeno contattarlo al cellulare per assicurarsi che stesse bene...
'' Ispettore, non pensa che sia passato troppo tempo da quando Taru... ehm, l'agente Takagi è uscito?''- fece Sakura non riuscendo più a trattenersi.
Conan la guardò intuendo dove la giovane volesse andare a parare. Se lo conosceva bene, il poliziotto era andato all'hotel in cui era accaduto il fatto a cercare qualche prova, un indizio, qualsiasi cosa potesse far arrivare la polizia all'altro colpevole.
Con tutta probabilità, Kaori aveva finto di tornare da Okinawa e di essere all'oscuro dei fatti, come aveva finto di essere sconvolta e dispiaciuta del fatto che il suo nome era stato usato per incastrare il povero Akira.
Ma a vedere un poliziotto ad indagare all'hotel, quando la faccenda era ufficialmente chiusa, si sarebbe allarmata di certo.
'' Ispettore!!!''- fece Chiba allarmato -'' Ho appena chiamato l'hotel... Kaori non è più lì e non risponde nemmeno alla linea fissa del suo appartamento. Ma c'è di peggio.''
I presenti iniziavano ad intuire quale fosse il peggio a cui si riferiva il poliziotto, ma speravano con tutto il cuore di sbagliare.
'' E' stata vista allontanarsi poco fa, dicendo di avere una faccenda urgente da sistemare in tempi rapidi... ed era accompagnata da un giovanotto sulla trentina.''
Sato e Sakura furono quelle che si sentirono maggiormente raggelare da quella notizia. Troppe coincidenze per poter dar credito ad una qualunque altra ipotesi.
'' Deve essersi allarmata quando ha visto un agente di nuovo sulla scena del crimine, anche se i giornali hanno dichiarato il caso chiuso...''- fece Conan -'' credo sia opportuno cercarli.''
Megure annuì, mentre Sakura e Sato maledivano la sbadataggine del poliziotto.
Ma proprio in quel giorno doveva scordarsi a casa il telefono? Ammesso che gli fosse successo qualcosa... non avrebbe potuto chiamare neppure aiuto.
'' Andiamo immediatamente.''- fece Sato, cercando di riprendersi e di calmarsi allo stesso tempo. In fin dei conti... Wataru era già stato in situazioni pericolose che non davano molte garanzie di uscirne vivi... tipo quando aveva risolto il caso della morte di suo padre, il caso dell'uomo che fischiettava... per non parlare della disavventura più recente in cui aveva davvero rischiato di morire.
Non sembrava da fuori, ma aveva una tempra d'acciaio e sapeva badare a se stesso. Di certo non si sarebbe lasciato ingannare da una persona che lavorava in quell'hotel, dato che sapeva più e meglio di chiunque altro che in quel momento, in quell'hotel non potevano fidarsi di nessuno.
'' Vengo con voi!!!''- fece Sakura raggiungendo gli ispettori Sato e Shiratori.
Quest'ultimo la bloccò tenendola per le spalle.
'' Meglio che tu rimanga qui. Potrebbe essere pericoloso.''
'' C'è la complice di un assassino pazzo e pericoloso in giro e con tutta probabilità, adesso è nello stesso posto in cui si trova mio fratello, più pericoloso di così.''- fece Sakura con un tono che non ammetteva repliche.
'' Sì...''- fece Sato cercando di tranquillizzarla, malgrado lei stessa fosse abbastanza in pena per il fidanzato, a cui non poteva nemmeno telefonare per sincerarsi che stesse bene, dato che l'apparecchio telefonico era nelle mani di Sakura, al amomento -'' ma tuo fratello non è un inetto. Sono certa che ha tutto sotto controllo. E comunque... ci sono molti uomini sui trent'anni, non è detto che sia lui...''
Ipotesi probabile, ma che fosse forzata era evidente a tutti.
'' Cerca di stare tranquilla...''- fece Shiratori -'' è tutto a posto...''
'' E' tutto a posto un corno!!!''- sbottò la giovane Takagi facendo quasi trasalire l'ispettore -'' non mi dire che è tutto a posto!!!''- fece poi iniziando a battere i pugni sul torace dell'ispettore.
'' Calmati...''- fece Sato cercando di calmarla mentre il suo collega borbottava un -'' Tosta la ragazzina eh...?''
Inutile dire che capirono quasi subito che non sarebbero riusciti a farle cambiare idea.
Decisero quindi di portarla con loro, per evitare che facesse qualche sciocchezza e decidesse di andare a cercare quella Kaori o come cavolo si chiamava da sola e che quella donna, in preda al panico commettesse un gesto inconsulto contro se stessa o i due fratelli.
In fin dei conti... più al sicuro che con due poliziotti, dove sarebbe potuta essere?

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Tenere il punto ***


~~'' Pensavo che il caso fosse ormai chiuso...''- fece Reiko Tuubaragi ricevendo l'agente Takagi alla reception.
Era piuttosto sorpresa di vedere di nuovo in hotel quel giovane poliziotto, soprattutto dopo che il loro ex direttore era stato arrestato con le accuse di omicidio, aggressione plurima, tentato omicidio e sequestro di persona. Caso chiuso in poche parole.
E invece, eccolo di nuovo lì che chiedeva di poter vedere e riesaminare di nuovo l'ufficio di Sakuragi.
Dopo l'arresto di questi, la reputazione dell'albergo aveva subito un colpo micidiale, ma tutti i i dipendenti continuavano a lavorare di buona lena, supportati anche dai clienti più affezionati.
'' Sì, lo è...''- fece Takagi -'' Ma sono qui solo per fare degli ultimi accertamenti. Pura formalità.''
'' Capisco...''- fece Reiko aprendo la porta di quella stanza che anche una volta tolti i sigilli della polizia, era rimasta, per decisione di tutti i dipendenti, chiusa a chiave -'' non posso ancora credere a quanto è successo... era come un padre. Per tutti noi.''
'' Quindi nessuno di voi sospettava che potesse custodire un segreto così orribile nel suo cuore?''- pessima scelta di parole. Quell'uomo non poteva custodire un segreto di tal portata nel cuore.
Perchè non ce l'aveva: un uomo che arrivava ad uccidere una ragazza perchè riteneva fosse suo dovere punirla per il suo mod odi fare troppo '' principesco'' e che decideva di sacrificare un innocente per salvarsi la pelle, non si poteva certo definire un uomo con un cuore.
'' Nessuno. Pensavamo che fosse un uomo severo ma comprensivo. Si è sempre dimostrato un principale attento ai bisogni e alle necessità di ogni singolo dipendente e che quando c'era bisogno non faceva sconti a nessuno... tutta una recita. E a farne le spese siamo stati noi dipendenti.''
'' Già, ho sentito che dopo l'arresto del vostro principale in questo posto la clientela è diminuita.''
'' Non solo. Dopo il fattaccio, Akira è stato vittima di sguardi malevoli ed occhiate imbarazzate, come se la gente si vergognasse a rivolgergli la parola e si è licenziato ed adesso è senza lavoro... Kaori ha saputo che il suo nome è stato usato per fornire un falso alibi in un omicidio ed era talmente mortficata e dispiaciuta che ha presentato le dimissioni. Fra tre giorni perderemo anche lei.''
Takagi annuì, pensando con rabbia all'uomo che aveva quasi rovinato la vita della sua amata sorella.
Yuky, Sakura, Akira, Kaori... tutte vite che in un modo o nell'altro erano state brutalmente sconvolte, senza poi avere il minimo scrupolo o rimoroso, per il male che aveva causato.
Non poteva riportare Yuky in vita e nemmeno cancellare quello che era successo... ma costi quel che sarebbe costato, avrebbe fatto in modo che Sakura rimettesse la sua vita a posto.
Una volta rimasto solo iniziò a frugare dappertutto, senza sapere nemmeno cosa stesse effettivamente cercando.
Magari un post-it con scritto su nome, cognome, foto e magari anche indirizzo del misterioso complice di Sakuragi.
Sarebbe stato fantastico, ma allora fare il poliziotto sarebbe stato troppo semplice.
Tutto quello che era riuscito a scoprire era una lettera scritta da Sakuragi in cui prometteva a qualcuno che fino a quando sarebbero stati entrambi su quella terra, avrebbero vendicato il dolore che era stato inferto loro.
'' Avremo la nostra vendetta...''- borbottò Takagi tra sè e sè -'' Non era un guadagno economico... una vendetta.''
Incredibile a dirsi, ma pareva davvero che Sakuragi avesse un cuore e che avesse un posto d'onore per qualcuno.
Ma dalle ricerche che avevano condotto, Sakuragi era scapolo, nessun figlio, era figlio unico, non aveva più genitori e più che amici, aveva dei conoscenti.
Nessuno che amava in particolar modo o che comunque desiderasse vendicare.
Non era nemmeno indicato se il destinatario di quella lettera era un uomo o una donna.
Sentì un borbottio quasi imbarazzante ed arrossì.
Era uscito di casa senza prendere niente di commestibile e tutto quello che aveva preso per colazione era quella specie di acqua colorata e aromatizzata che al distretto, i più audaci chiamavano caffè, ed iniziava ad aver fame.
'' Finchè lavora ancora qui...''- non aveva poi tutta quella fame e non voleva perdere troppo tempo ad ordinare anche solo in un take-away o a mangiare un pasto completo.
Decise quindi di scendere fino al banco dei dolci, prendere una barretta o qualcosa del genere per poi rimettersi al lavoro.
Doveva assolutamente trovare quella persona, prima che questa riuscisse a far scappare Sakuragi di prigione.
Si sedette al bancone dei dolci ed inizò a dare un'occhiata ai vari dolciumi messi in vendita, quando la ventenne dai capelli castani dietro al bancone gli andò incontro.
'' Che cosa le servo?''- fece la ragazza voltandosi verso il poliziotto.
Takagi impallidì quando vide quello che brillava al collo della ragazza.
Un ciondolo da niente.
Ma che lui conosceva molto bene.
L'aveva visto nella foto che Sakura gli aveva mostrato solo il giorno prima... non c'erano dubbi. Quella era la collana rubata a Yuky per attirarla nel vicolo, la sera in cui era stata uccisa.
'' Si sente bene?''- fece la giovane.
Non aveva il minimo dubbio.
Era Kaori Hidakura la persona che stavano cercando.
Si riprese quasi subito.
'' Potrebbe dirmi dove ha preso quel ciondolo che porta appeso al collo.''
La giovane Kaori sembrò trasalire, ma cercò di mostrarsi tranquilla rispondendo -'' E' il regalo di un'amica.''
'' E quest'amica era per caso Yuky Sagawa?''- la punzecchiò l'agente Takagi -'' conosco quel ciondolo. E sono pronto a giurare che Yuky l'avesse al collo, la sera in cui è mancata. Solo che al momento del suo ritrovamento non l'aveva.''
'' L'avrà perso da qualche parte... questo ciondolo mi appartiene. E' sempre stato solo mio.''- tentò di difendersi.
'' Quindi non ci saranno problemi nel farlo esaminare.''- fece Takagi -'' Stando al mio miglior informatore, la vittima ha portato il suo per moltissimo tempo, togliendosela solo in rare occasioni... quindi è probabile che sul ciondolo sia rimasto qualcosa di suo. E sarà molto facile stabilirlo, con il test del DNA.''
La ragazza impallidì di colpo.
'' Ho un ciondolo simile a quello di una persona assassinata... questa è un po' debole come prova contro di me.''
'' Già, ma in giro non ci sono molti gingilli come quello...''- continuò il poliziotto -'' ed il fatto che una persona che lavora in un hotel dove è stata uccisa una persona, sia in possesso di un oggetto identico a quello che apparteneva a quella persona e che ora è misteriosamente sparito non è strano. E' sospetto. Ma se davvero è suo e l'ha ricevuto in regalo, non avrà problemi a lasciarlo esaminare.''- nel dir così prese un fazzoletto dalla tasca della giacca e lo aprì sul bancone come per chiederle di togliersi la collana e posarla lì sopra.
'' Perchè l'hai fatto?''- chiese Takagi mentre la giovane Kaori, vistasi oramai sconfitta si era versata un bicchiere di succo di frutta.
Davvero non riusciva a capire...
Era solo una ragazza... tra lei e la sua Sakura ci saranno stati sì e no due anni di differenza... giovane, bella, intelligente... perchè era divenuta la complice di un assassino? E perchè aveva incastrato un povero ragazzo innamorato di lei, senza il minimo scrupolo?
'' Sono nata ad Okinawa...''- spiegò la ragazza -'' la vita ha iniziato a mettermi alla prova fin dal giorno in cui sono nata. I miei genitori sono morti in un incendio da cui io mi sono salvata per puro miracolo.
Mi hanno messo in una casa famiglia... lì mi sono fatta un' amica. Si chiamava Shiori ed eravamo come due sorelle... avevamo promesso che niente e nessuno avrebbe rovinato la nostra amicizia... finchè quando avevamo dieci anni, lei venne adottata e da allora non la rividi più... fino a tre anni fa.
Io lavoravo come cameriera in un labergo di lusso ad Okinawa... volevo racimolare un po' di soldi per andarmene da quella casa famiglia ed andare lontano, dove nessuno mi conosceva e ricominciare da capo.
Poi un giorno... rividi la mia amica Shiori. Era elegantissima, ben truccata, aveva un aspetto splendido... mi si illuminò il volto vedendola, ed il mio primo impulso fu quello di abbracciarla... ma lei mi passò davanti fingendo di non conoscermi.''
Takagi a quel punto capì il perchè quella ragazza, appena ventenne, con tutta la vita davanti e con un vissuto che faceva paura era diventata la complice di un assassino.
La sua migliore amica era stata adottata da una famiglia ricca e si vergognava a riconoscere, forse anche a sè stessa, di essere '' la migliore amica'' di una che per guadagnarsi da vivere serviva ai tavoli e puliva i bagni.
E questo aveva fatto nascere in Kaori o come si chiamava un sentimento di odio profondo.
'' Il signor Sakuragi aveva visto tutta la scena. E aveva capito.''
'' Così ti ha preso sotto la sua ala... tu avvicinavi le vittime, andando in avanscoperta per lui. Senza farti notare poi rubavi loro qualcosa e le ingannavi dicendo di averlo visto buttare via in un posto isolato. E Sakuragi finiva il lavoro.''
'' Esatto. E la prima vittima è stata proprio quella strega di Shiori... la persona di cui mi fidavo di più e che mi ha pugnalato alle spalle.''- fece la giovane con gli occhi verdi che tremavano dalla rabbia -'' e poi tutte quelle altre. Inclusa quella presuntuosetta senza cervello e nessun rispetto nemmeno per chi faceva gl istraordinari per assecondare i suoi capricci.''
'' E Akira?''- fece Takagi -'' Lui ti vuole bene veramente... come hai potuto incastrarlo in quel modo? E Sakura? C'erano due innocenti che hanno rischiato tutto.''
E '' Kaori'', con una freddezza che non credeva essere possibile in una giovane donna rispose -'' Ogni causa ha i suoi martiri.''
A quel punto, il poliziotto non ce la fece più e la raggiunse dietro il bancone-'' La fine di questa battaglia è che finirai in prigione per favoreggiamento e concorso in omicidio...''
'' Provaci.''- fece Kaori minacciando il poliziotto con una spilletta fermacarte deformata al punto di essere ridotta ad un fil di ferro -'' Mettimi le manette... e poi vediamo cosa succede.''
Fil di ferro che era mirato allo stomaco del poliziotto.
Sarebbe bastato spingerlo dentro con tutta la sua forza, trafiggere un qualunque punto vitale... e sapeva a colpo sicuro che sarebbe morto prima ancora dell'arrivo di un' ambulanza.
'' Kaori è finita... ''- cercò di convincerla Takagi ad arrendersi -'' Sakuragi è finito. E presto, anche i miei colleghi arriveranno alle mie stesse conclusioni. Ti consiglio di non aggravare le cose.''
'' Ed io ti consiglio ti stare zitto, e di camminare davanti a me, senza fare gesti inconsulti.''- lo minacciò Kaori.
Il poliziotto deglutì nervosamente, ma decise che era meglio obbedire... per il momento.
Fu in quelle condizioni che i due lasciarono l'hotel.
Stranamente, non era spaventato.
Qualcosa gli diceva che stava andando tutto come doveva andare e che si sarebbe risolto tutto.
Grazie ad una promessa fatta molti anni prima.
Sarebeb stata quella promessa a mantenerlo in vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** L'ultima corsa ***


~~'' Spero che stia bene...''- fece Sato guidando in direzione dell'hotel in cui Takagi l'aveva informata sarebbe andato ad investigare.
Non era affatto tranquilla anche se cercava di mascherare il suo stato d'animo per non far preoccupare eccessivamente la giovane Sakura.
Sperava di trovarlo ancora lì ad indagare, ma sapeva che come coincidenza era poco probabile. La sospettata principale era andata via con un giovane che per aspetto fisico ed età corrispondeva al poliziotto.
E se c'era una cosa a cui i poliziotti non dovevano mai credere erano le coincidenza. Le coincidenze erano come i casi archiviati come incidenti senza scavare più a fondo: un modo per chiudere velocemente un caso per risparmiare tempo e risorse.
Dal canto suo, Takagi non poteva nemmeno chiamare i soccorsi se in quel momento si trovava nei guai in quanto il cellulare del poliziotto era nella borsetta della sorella minore.
'' Lui sta bene.''- fece Sakura cercando di convincersi -'' Ha già ampiamente dato prova di sapersela cavare in brutte situazioni. E poi... tanti anni fa mi ha fatto una promessa.''
'' Che genere di promessa?''
'' Sono certa che l'ha fatta anche a te.''- rispose Sakura -'' quando nostro padre è mancato a causa di una brutta malattia, mi ha fatto una promessa. Che non se ne sarebbe andato all'improvviso, anche se sarebbe diventato poliziotto. E visto che ormai lo conosci... dovresti saperlo che quando fa una promessa la mantiene sempre.''
Sato sorrise.
Incredibile quanto quella ragazzina e suo fratello si somigliassero... timide, insicure... e al momento giusto si mostravano coloro che riuscivano a dare le sicurezze maggiori nei momenti più disperati, pur avendo dentro l'inferno.
'' Quello che mi preoccupa davvero è quella donna... Kaori o come cavolo si chiama.''- fece la giovane Takagi -'' Mi domando il perchè abbia deciso di entrare a far parte di questo gioco... finchè erano pestaggi a scopo di rapina anche anche...''
'' Può darsi che Sakuragi non l'avesse messa al corrente che volesse uccidere, questa volta... non è la prima volta che un criminale non mette al corrente di tutto il piano il suo complice. Magari quando se n'è accorta ha deciso di non parlare per paura che Sakuragi la togliesse di mezzo e poi ha avuto paura della prigione.''
'' Non è molto confortante questo.''- fece Sakura -'' Se mio fratello l'ha individuata come altra responsabile dell'omicidio di Yuky, potrebbe essersi fatta prendere dal panico e...''
Scosse la testa.
Non ci voleva nemmeno pensare a quell'eventualità.
Ma se quella strega aveva osato fare del male al suo amatissimo fratello... non avrebbe risposto delle sue azioni.

'' Sì.''- fece la giovane Reiko rivolgendosi ai due ispettori e alla ragazza che li accompagnava -'' il vostro collega era qui. Mi ha chiesto la chiave per perquisire di nuovo l'ufficio del principale. C'è stato per un paio d'ore, poi è sceso nella hall ed è andato al banco dei dolci.''
Proprio quello che temevano.
Ma c'era una cosa che non capivano...
Chiba era arrivato prima di loro per proseguire il lavoro del collega e li aveva appena contattati: non c'era niente che indicava un qualche collegamento tra '' Kaori'' e Sakuragi.
Quindi il poliziotto come ci era arrivato a quella conclusione?
'' Magari voleva solo assaggiare le frittelle di Okinawa. In tal caso ha avuto un certo occhio, dato che tra poco Kaori non sarà più a... bordo della nave.''- fece Reiko riprendendo a lavorare al pc.
'' Mi scusi, come mai la signorina Kaori se ne va?''- fece Conan, apparso quasi all'improvviso.
'' Ma questo ragazzino è peggio del prezzemolo...''- borbottò Sakura nella sua testa. Da dove diavolo era sbucato quel moccioso?
Guardò i due poliziotti nella speranza che le dessero un indizio per capire da dove era arrivato, ma dalle loro facce intuiva che quando lo avrebbero capito loro stessi, le avrebbero fatto un fischio.
Reiko gli diede subito la risposta -'' Come ho già spiegato al tuo amico, piccolo... Kaori è tornata pochi giorni fa da Okinawa, dove si era recata per un'emergenza familiare e le abbiamo raccontato tutta la vicenda nei dettagli. E quando Akira ha iniziato ad avere problemi sul lavoro e ha deciso di licenziarsi ha deciso di presentare le dimissioni. Si sentiva in colpa nei suoi confronti dato che il nome usato per metterlo nei pasticci era il suo e così ha deciso di lasciare il lavoro.''
Conan volse lo sguardo verso i poliziotti come per far notare loro che come decisione era alquanto strana oltre che sospetta.
Quella ragazza arrivata da poco era già stata fortunata a trovare un posto di lavoro, dato che soprattutto per i più giovani trovare un impiego stabile era quasi come vincere alla lotteria, pur con tutto il senso di colpa del mondo era da folli lasciare un impiego sicuro senza avere la certezza di trovare un posto di lavoro in tempi rapidi.
Stava programmando la fuga. E non solo la sua.
Probabilmente dopo aver fatto la sua '' parte di lavoro'' quella sera, Sakuragi le aveva consigliato di prendere un aereo per andare da qualche parte e sparire per qualche giorno, per darle un alibi. E quando la notizia era uscita sui giornali era tornata per aiutarlo e preparare un piano di fuga per scappare insieme. Si era finta sorpresa dal racconto dei colleghi, mortificata e dispiaciuta di essere stata '' l'involontaria'' causa dei problemi di Akira ed aveva usato tale mortificazione per giustificare la sua ormai imminente uscita di scena.
Shiratori afferrò il cellulare ed andò fuori dall'hotel per prendere il segnale.
'' Sì, sono l'ispettore Shiratori: rintracciate l'appartamento di Kaori Hidakura ed esaminate il suo computer e la sua posta. Voglio che cerchiate in particolar modo se ha prenotato dei biglietti aerei per un paese senza estradizione. Potrebbe avere in ostaggio un ufficiale, quindi cautela.''
Sato e Sakura iniziavano ad inquietarsi davvero, mentre la giovane Reiko dava segno di non capirci più nulla.
'' Ma si può sapere che succede? Perchè tutte queste domande su Kaori? Le è successo qualcosa?''
'' No...''- rispose Sakura -'' ma ha comunque fatto un bel casino...''- dentro di sè pregava che non gli fosse accaduto niente. Non se lo sarebbe mai perdonato se gli fosse accaduto qualcosa.
Probabilmente aveva tentato di arrestarla o di convincerla a fermarsi lì... e lei non c'era stata. Sicuramente l'aveva costretto a seguirla con la forza ed in qualche modo.
'' Santo cielo, ma che succede in quest'hotel, da un po' di tempo sembrano tutti ammattiti.''- fece Reiko allontandosi imprecando.
I poliziotti, la giovane ed il ragazzino non poterono non darle ragione, ma adesso c'erano altre cose a cui pensare.
'' Se solo non l'avesse affrontata da solo e avesse chiamato i soccorsi...''- fece Shiratori pur sapendo che il collega non poteva sentire quel rimprovero -'' avrà pure scordato il cellulare a casa, ma nella hall i telefoni ci sono.''
'' Non ha avuto altra scelta che tentare di convincerla a seguirlo purtroppo.''- lo corresse Conan -'' Un poliziotto che torna ad indagare a caso chiuso fa sicuramente notizia... se Kaori si fosse accorta che Takagi sospettava di lei, avrebbe benissimo potuto darsela a gambe o fare qualcosa di insensato nel breve lasso di tempo in cui l'agente Takagi tentava di avvisare la polizia. Cercare di farla ragionare era l'unica soluzione.''
'' Ma come avrà fatto a capire che era lei?''- fece ancora Shiratori.
'' Allora, prima lo ritroviamo, poi glielo domandi, va bene? Intanto che ne direste di andarlo a cercare?''- fece Sakura che iniziava a stressarsi in quell'attesa in cui non stavano combinando niente se non ripetere e riformulare informazioni che avevano già a loro disposizione e prese la via per uscire dall'albergo.
Shiratori sorrise nel vederla così, anche se lo aveva quasi aggredito con un tono sprezzante.
Doveva ammetterlo, aveva un caratterino niente male.
Non per niente era la sorella di colui che era stato il suo più grande rivale.

'' Forza, entra.''- Non potendo fare altro, il poliziotto obbedì. Aveva riconosciuto la casa. E riconosceva anche quella stanza.
Lo stanzino con le pareti in cemento e la porta di ferro. La prigione di sua sorella. Quella stanza con le pareti talmente spesse e situata in un seminterrato che poteva urlare e sbraitare fino a farsi scoppiare le corde vocali, ma nessuno l'avrebbe mai sentito.
'' Resta qui per un po'.''- fece Kaori -'' Il tempo di far uscire il mio amico di prigione e di sistemarci al sicuro all'estero. Poi farò una soffiata anonima ai tuoi amici sbirri e ti farò venire a prendere.''
'' Se fossi in te non sarei così ottimista.''- fece Takagi sfidandola -'' Se la metti così... prima scappo e poi ti faccio venire a prendere, non vorrei guastarti la festa, ma temo che quella telefonata non la farai mai.''
'' Sta tranquillo. Non c'è bisogno di farti fuori o di uccidere qualcun'altro.''- cercò di rassicurarlo la ragazza -'' il tempo di metterci al sicuro e potrai tornartene a casa.''
'' Tu proprio non ti rendi conto.''- fece ancora il poliziotto -'' Cosa pensi che farà quando non gli sarai più utile? Ti ucciderà. Forse lo farà appena uscito di prigione. Sarà la fine per me, ma anche per te.
Dammi retta, fermati adesso. Sei ancora in tempo.''
'' Cavoli, non sembrava...''- fece la ragazza -'' ma tu e tua sorella siete due vere seccature. Per il momento, goditi la solitudine. Se i tuoi amici non ci fanno scherzi, entro domattina te ne puoi tornare a casa.''- e nel dir così lo lasciò solo, chiudendolo a chiave nella stanza.
La prima cosa che il poliziotto fece fu di andare proprio alla maniglia della porta, tirando e spingendo per cercare di uscire, ma fu inutile. Porta chiusa a chiave e da quel che poteva vedere dal buco della serratura, la chiave era ancora nella toppa.
Se solo avesse avuto qualcosa da mettere nella serratura, sarebbe riuscito a far cadere la chiave e recuperarla dalla fessura che c'era tra la porta ed il pavimento in modo da poter aprire la porta dall'interno...
L'avrebbe fatto liberare appena al sicuro... come no. Sakuragi l'avrebbe liquidata quando lei avrebbe confessato che si era fatta scoprire e non aveva liquidato chi aveva fatto la scoperta.
Quasi sicuramente, ci sarebbe morto in quello scantinato... di fame, di sete... la morte destinata a Sakura.
'' Almeno tu sei al sicuro...''- pensò.
Cercava di non pensare al peggio. In fin dei conti c'era già stato in una situazione in cui aveva rischiato di morire di stenti e si era salvato.
Piccolo dettaglio: a suo tempo, Miwako ed i suoi colleghi in un modo o nell'altro avevano un'idea e degli indizi sul luogo x.
A differenza di quanto detto a Kaori, sperando di convincerla a fermarsi, non era poi così certo che i suoi colleghi avessero già capito tutto.
Sentì una morsa serrargli la gola e cadde in ginocchio.
Agitazione, preoccupazione generale e pessimi ricordi davano origine ad un prodotto micidiale.
'' No... Takagi non pensarci nemmeno... non è il momento per un attacco di panico....''


'' Accidenti...''- fece Shiratori guardando il testo del messaggio che gli era appena arrivato, seduto sul sedile del passeggero dell'auto di Sato, attirandosi così gli sguardi preoccupati delle due donne.
'' E' successo qualcosa a mio fratello?!?''- fece la più giovane, con uno sguardo preoccupato e la voce piena d'ansia.
'' No. Non che io sappia... ma per prendere Kaori o come cavolo si chiama, abbiamo meno tempo di quel che pensiamo.''
'' Come mai?''- chiese Sato, leggermente inquieta ma sforzandosi di non farlo notare troppo.
'' Erano gli agenti che ho mandato a casa di Kaori. C'è una prenotazione per due biglietti per le Maldive. L'aereo partirà alle sei di oggi dall'aereoporto di Haneda. Non è una buona cosa.''
'' Già...''- fece Sato che iniziava a preoccuparsi sul serio -'' Ipotizzando che Takagi sia ancora illeso, se riescono a scappare... Kaori è l'unica che sa dove si trova. O la rintracciamo prima di due ore o...''
Non voleva nemmeno pensare a cosa poteva venire dopo quella congiunzione.
'' E non potete chiamare l'aereoporto e far bloccare quei biglietti?''- fece Sakura -'' Un assassino pericoloso e la sua complice stanno per scappare, mi pare abbastanza come motiviazione.''
'' Sì, ma non è così semplice.''- fece l'ispettore -'' Ok, Kaori ha mentito sulla sua identità, ma al momento non disponiamo di prove a suo carico per le aggressioni o l'omicidio della tua amica. Ci sono diverse versioni che può aver messo a punto per giustificare il viaggiare con generalità fasulle... e senza prove concrete non possiamo chiedere il blocco dei biglietti perchè è la complice di un assassino. Dobbiamo prima rintracciare tuo fratello.''
'' Ha ragione.''- fece Sato -'' Se è stato messo sotto sequestro, sicuramente è perchè ha trovato una prova che collega Kaori a Sakuragi. Solo allora potremo fare qualcosa, purtroppo.''
Sakura abbassò lo sguardo.
'' Non farlo ti prego... mi hai promesso, ricordi...? Mi hai promesso che non saresti sparito per sempre senza salutare... non farmi questo, ti prego!''- pensò tra sè e sè.
A confortarla, ci pensò una manina di bimbo che le teneva la sua. Ed un sorriso candido ed innocente.
'' Si è trovato in situazioni peggiori di questa... se la caverà anche questa volta, vedrai.''- cercò di rassicurarla Conan, per poi cercare di capire dove potessero essere in quel momento i due ''dispersi'' -'' Se vogliamo trovare Takagi e Kaori dobbiamo pensare come lei.''
'' Pensare come uno psicopatico... sai, non credo di riuscirci troppo.''- fece Shiratori per smorzare un po' la tensione.
'' Troppo modesto...''- pensò Sakura cercando di non scoppiare a ridere.
'' Pensateci bene.''- insistè Conan -'' se voi foste al suo posto... ormai scoperti e con un countdown ormai prossimo per il momento di fuggire e con un poliziotto in ostaggio che ha capito tutto... dove andreste?''
'' Di certo io non tornerei al mio alloggio... situazione estrema o meno, qualunque criminale sa che dopo aver commesso un crimine, la propria casa è il posto meno sicuro al mondo.''
'' Una volta Shinichi mi ha detto una cosa.''
Sakura lo guardò stupefatta -'' Shinichi Kudo? Il detective liceale che di tanto in tanto collabora con la polizia, vuoi dire?''
Conan annuì.
'' Sì. Le nostre mamme sono cugine e prima che Shinichi partisse per un tour del Giappone per risolvere casi difficili, andavamo sempre a trovarlo e mi ha insegnato un sacco di cose.''
'' Senti senti...''- fece Sato. Era sempre stata convinta che l'acume di Conan derivasse dal fatto di vivere a stretto contatto con il detective più rinomato e richiesto del paese, invece a quanto pare la causa era da ricercare ancora prima della convivenza tra il piccolo ed il detective.
'' Una volta mi ha detto che non c'è nulla di meglio di una foresta bruciata se ci si vuole nascondere.''- fece Conan sperando che i poliziotti congliessero il suggerimento.
Sato ci arrivò dopo qualche secondo e quasi frenò bruscamente.
'' Ha ragione... quando un nascondiglio viene considerato bruciato, la polizia non lo controlla più. Ed ora che mi ci fai pensare... c'è in città un posto del genere, in cui Kaori si sente al sicuro.''- fece Sato.
Anche Shiratori capì -'' La villetta dove abbiamo trovato il quaderno con le foto e le generalità delle vittime...''- qui si bloccò, per non riportare alla mente di Sakura ricordi che avrebbero potuto turbarla.
Il posto non era poi così lontano.
Con un' inversione degna di un campione di Rally, Sato fece marcia indietro e si diresse alla villetta in questione.
Sperando di essere in tempo.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** La fine di tutto ***


~~Kaori uscì dalla villetta in cui aveva appena chiuso quell'agente impiccione, meditando su quanto le aveva detto.
Inutile dire che non credeva nemmeno ad una parola.
Non avrebbe mai creduto che Sakuragi, l'unica persona che nella sia vita aveva dimostrato di tenere a lei come un padre, l'unico che si fosse mai veramente preoccupato dei suoi sentimenti, la stesse usando per salvarsi la pelle per poi farla sparire per sempre.
Lui non era così... erano tutte bugie di un uomo disperato che sapeva troppo e che sperava di potersi salvare confondendola con un mucchio di chiacchiere.
Nnon ci sarebbe riuscito.
Avrebbe fatto uscire il suo amato padre dalla prigione in cui era stato ingiustamente rinchiuso e si sarebbero rifatti una vita, lontano dal Giappone.
In quel momento venne raggiunta da una FD rossa fiammante.
' Signorina...''- fece l'ispettore Shiratori scendendo dall'auto -'' Che cosa fa qui? Non sa che questa villetta era il rifugio di un pericoloso criminale?''
Kaori annuì cercando di restare calma.
Ci mancavano solo dei poliziotti in giro di pattuglia e proprio in quella zona ed in quel preciso momento. Sperava solo che non fossero d'intralcio al suo piano.
'' Sì...''- fece la giovane -'' ma ho sentito che quell'uomo è stato arrestato e messo in prigione perciò perchè preoccuparsi?''
'' Vero...''- fece il poliziotto -'' ma abbiamo appena scoperto che quell'uomo non lavorava da solo e quindi il suo complice potrebbe aggirarsi nei dintorni, a caccia di altre vittime... le consiglierei di andarsene il prima possibile. Questa zona è pericolosa.''
'' Certo...''- fece Kaori iniziando a tirare il fiato, con un sorriso enigmatico, certa di poter portare a termine il suo progetto senza intoppi -'' grazie dell'interessamento... e comunque di qui ci sono passata per puro caso... mi sono persa...''
In quel momento dietro l'ispettore apparve il piccolo Conan.
'' Che bel ciondolo che ha, signorina!''- fece il bambino con candore -'' Dove lo ha comprato? Tra poco è il compleanno della mia mamma e mi piacerebbe regalargliene uno uguale.''
'' Beh, ecco...''- accidenti, avrebbe dovuto toglierlo quel ciondolo... aveva ragione suo '' padre'': quella ragazza portava solo un sacco di guai.
'' Ora che me lo fa notare...''- fece Sakura scendendo dall'auto -'' è identico alla collana che è stata rubata ad una mia cara amica. Oh, è pura bigiotteria... non vale niente. Ma dato che Yuky è morta... per i suoi genitori è di gran valore. Credo gradiscano riaverlo indietro.''
'' Accidenti mi dispiace per la tua amica...''- fece Kaori che iniziava a sudare freddo -'' ma questo è mio. L'ho ricevuto in regalo per il mio primo lavoro ad Okinawa.''
'' Ah ma davvero?''- fece Shiratori in aria di sfida -'' e mi dica di che lavoro si trattava? Perchè vede, abbiamo controllato le sue generalità e lei non risulta aver mai lavorato, conseguito titoli di studio, ne effettuato visite mediche o vaccini... e l'unica volta che pare sia entrata in ospedale è stato quando è nata. Morta.''
'' Dannazione...''- imprecò mentalmente -'' C'è un errore, di sicuro. Ad ogni modo, non mi risulta di essere formalmente indagata perciò adesso con permesso, ma non ho tempo di stare qui a chiacchierare.''
'' Già... in effetti ha molta fretta... dato che a breve ha un volo per le Maldive.''- fece Conan -'' ma se la può prendere comoda.''
Kaori impallidì -'' Che vuoi dire, moccioso...?''
'' Come ha già spiegato l'ispettore Shiratori...''- fece Sato unendosi al resto del gruppo -'' Lei per l'anagrafe non esiste. Ciò implica che i documenti in suo possesso sono falsi: ed è bastato per bloccare quei biglietti aerei.''
'' Ad ogni modo...''- tentò di difendersi la giovane -'' non potete provare che la collana dell'amica di questa ragazza...''- fece indicando Sakura -'' sia la stessa che porto al collo. Non c'è alcuna prova. Non ci sono ne iniziali ne altro.''
'' Ma il filo della collana è la prova che la inchioda.''- fece Sakura -'' vedi, tu non lo sai... ma il filo del ciondolo è davvero dispettoso.
Yuky se ne lamentava sempre... quando alcuni dei suoi capelli ci si attorcigliavano intorno e lei non se ne accorgeva... tirava la collanina per vedere meglio la pietra e puntalmente si lamentava perchè lo strappo le aveva fatto male.
A volte si incastavano anche nel fermaglio.
Quindi, con tutta probabilità se adesso lo facciamo esaminare dalla scientifica, troveranno certamente un residuo di capelli.''
'' Se è vero che quella collana è tua, con tutta probabilità i capelli che vi troveremo saranno i tuoi... quindi non hai nulla da temere.''- fece Sato tenendo una mano verso di lei per farsi consegnare il ciondolo.
Kaori cadde in ginocchio.
Stavolta era finita per davvero.
Non c'era più ne tempo ne modo per cambiare la situazione.
'' Kaori Hidekura... ti dichiaro in arresto per concorso in aggressione plurima, omicidio, tentato omicidio, sequestro di persona e sequestro di un pubblico ufficiale.''- fece Sato ammanettandola.
'' Che cosa gli hai fatto?''- fece Sakura con la voce tremante ed arrabbiata allo stesso tempo.
'' Cosa...? Chi...?''- fece Kaori come in stato catatonico mentre l'ispettrice la ammanettava.
'' Non fingere di essere stupida...''- fece ancora Sakura -'' Vi hanno visto andar via insieme... cosa hai fatto a mio fratello?''
'' Tranquilla, è vivo. Sta bene.''- fece Kaori -'' è nel tuo vecchio alloggio.''
Conan impallidì a quelle parole.
Vero, non gli aveva fatto del male a livello fisico ma...
'' Sato, credo che sia necessario chiamare subito un'ambulanza.''- fece il bambino attirando così le occhiate confuse dei due adulti e della ragazza.
'' Che dici Conan, ha sentito anche tu...''- fece Sato, leggermente inquieta.
'' Sì, lo so che non gli ha fatto nulla...''- continuò il bambino -'' Ma si trova in una situazione molto simile ad una già vissuta!''
I tre capirono... era chiuso in uno stanzino, probabilmente destinato a rimanerci a tempo indeterminato, magari senza cibo nè acqua, e stavolta impossibilitato a chiedere qualsiasi aiuto e convinto che nessuno sapesse ancora niente.
L'attacco di panico in una situazione del genere era inevitabile.
Forse l'aveva già avuto o era in corso in quel momento.
'' TARU!!!''-- fece la ragazza precipitandosi nella casa, seguita a ruota dall'ispettore Shiratori e dal bambino.
'' Sakura, aspetta!!!''- la chiamò il primo, ma lei non ci badò.
Poco le importava di tornare in quella che poco tempo prima avrebbe potuto diventare la sua tomba.
Arrivarono nello scantinato a tempo record.
'' La chiave è ancora nella toppa...''- fece Shiratori -'' credo che fosse sua intenzione avvertire la polizia di dove si trovasse tuo fratello non appena fossero stati al sicuro.''
'' Ispettore, credo che sia meglio aprire la porta.''- fece Conan con l'orecchio appoggiato alla parte della porta di ferro che sembrava più sottile -'' sento qualcuno che respira ansimando.''
'' Sì, subito...''- il poliziotto fece girare la chiave nella toppa ed aprì la porta.
In un nanosecondo, videro una persona stesa a terra con la faccia tutta ricoperta di sangue.
'' Oddio...''- borbottò Sakura portandosi le mani alla bocca.
...
...
...
...

'' Ok...''- fece il paramedico controllando un' ultima volta i valori -'' tutto va perfettamente. Non credo ci sia bisogno di portarlo in ospedale.''- fece poi mettendo sulle spalle di Takagi una coperta anti-shock e dandogli qualcosa da bere.
'' Meno male...''- fece Sato con un'espressione che era divertita e sollevata allo stesso tempo.
'' Già...''- fece eco Conan -'' Almeno uno dei due non è ferito.''
Sakura si tappò la bocca per non scoppiare a ridere in faccia al povero Shiratori, seduto a pochi centimetri di distanza dal fratello, impegnato a tenere un fazzoletto macchiato di sangue sulla faccia dolorante.
Era stata questione di un attimo.... Taru, da dietro la porta stava prendendo fiato per dare un pugno alla porta in quanto aveva sentito delle voci e voleva palesare la sua presenza nella casa, e nello stesso momento Shiratori aveva aperto la porta... prendendosi così un bel colpo sul naso.
'' Scusa Shiratori...''- fece Takagi mordendosi le labbra per non scoppiare a sua volta a ridere in faccia al collega -'' ti assicuro che non l'ho fatto apposta.''
'' Tranquillo... non è niente...''- borbottò l'ispettore.
'' Poteva andare peggio...''- fece Sakura ridendo sommessamente.
'' Non vedo come.''
'' Avrebbe potuto prendere la mira.''- fece la giovane suscitando l'ilarità generale e lo sconcerto di Shiratori.
Poche ore più tardi, Kaori Hidekura alias Kyoko Hikomi, sottoposta ad un'interrogatorio serrato confessò ogni cosa.
Nella villetta in cui erano stati rinchiusi entrambi i fratelli Takagi vennero ritrovati inoltre dei farmaci che avrebbero simulato una morte apparente e dei kit di travestimento. La ragazza aveva infatti organizzato un piano nel quale Sakuragi avrebbe dovuto sentirsi male in carcere per essere trasportato all'ospedale più vicino in cui sarebbe '' morto''.
Fingendosi un'infermiera avrebbe poi fatto firmare al responsabile i documenti per il rilascio della salma e gli avrebbe iniettato una dose di adrenalina per annullare gli effetti dei farmaci presi precedentemente per poi condurlo alla villetta in cui avrebeb potuto facilmente camuffarsi prima di partire per le Maldive, dove non vi era l'estradizione e dove avrebbero ricominciato la loro vita.
Fu così che con l'arresto e la confessione della ragazza, il caso venne dichiarato ufficialmente chiuso.
Due giorni più tardi alla chiusura del caso, era arrivato anche un altro momento.
'' Grazie di tutto...''- fece Sakura davanti all'aereoporto di Haneda abbracciando il fratello maggiore, mentre aspettava che chiamassero il suo volo.
Takagi aveva accompagnato la sorellina all'aereoporto e con lui vi erano anche Sato e l'ispettore Shiratori.
Un po' gli dispiaceva lasciarla andare, dato che quello appena trascorso assieme, era il periodo più lungo che avevano passato sotto lo stesso tetto da quando aveva lasciato Kyoto, ma era anche felice. Per la sorella, tornare a casa significava anche rivedere le persone che facevano parte della sua vita, nel bene e nel male, riprendere in mano i suoi progetti e portare avanti i suoi sogni.
E poi non la perdeva... non stava andando in guerra.
'' Tesoro non dirlo nemmeno... e ricordati...''- non le disse niente dopo quella frase, ma lo sguardo che le diede fu più eloquente di mille parole.
Lui ci sarebbe sempre stato per lei. Qualsiasi cosa le fosse accaduta ed ovunque si fossero trovati, lui l'avrebbe sempre protetta ed aiutata.
'' E' stato un vero piacere conoscerti Sakura.''- fece Miwako sorridendole amichevolmente e stringendole la mano -'' anche se le circostanze non sono state le migliori.''
'' Anche per me è stato un immenso piacere, Miwa.''- veramente. Rivedere il fratello era stato un grande piacere, specie nella situazione in cui si era trovata, ma quello che le aveva riempito il cuore di gioia era stato conoscere di persona la donna che suo fratello aveva scelto come sua compagna di vita.
Era una ragazza meravigliosa ed una donna eccezionale. Nessuna meraviglia che suo fratello l'avesse scelta.
'' Torna a trovarci presto, va bene?''- si raccomandò la poliziotta.
Sakura annuì.
'' Se mai ti trovassi nei guai...''- fece Shiratori armeggiando con il suo portafogli per poi dare un foglietto alla ragazza -'' Questo è il biglietto da visita di un mio conoscente.''
'' Fumimaro Ayanokoji...''- lesse la ragazza -'' Ne ho già sentito parlare...''
'' E' il responsabile della sezione omicidi di Kyoto. Se mai a te o tua madre servisse qualcosa, se mai vi trovaste nei guai... vai da lui e dille che ti mando io. Siamo vecchi compagni di classe alla scuola di polizia.''
'' La ringrazio.''- poi con un cenno della mano gli fece cenno di avvicinarsi a lei -'' Non la prenda come una minaccia, ma se scopro che da ancora problemi a mio fratello salterò sul primo aereo solo per farle un occhio nero.''
Shiratori assunse un' espressione scioccata, ma poi annuì sorridendo.
Non c'era che dire, aveva proprio un bel caratterino anche se non sembrava da fuori. Sarebbe diventata una brava giornalista.
In quel momento, vennero chiamati i passeggeri per il volo diretto a Kyoto e dopo un ultimo, fraterno, abbraccio, la giovane sparì nella marea di persone in arrivo e in partenza.
Suo fratello rimase a guardare il cielo fino a quando l'aereo della sorella non divenne un punto indistinto nel cielo.
Sato gli si avvicinò, tenendogli la mano.
'' Non preoccuparti per lei. E' forte ed intelligente. Sei tu al femminile... saprà cavarsela.''- lo rassicurò Miwako.
'' Sì, lo so... è che mi ero ri-abiatuato... a parlarle occhi negli occhi, sedermi a tavola con lei, andare un po' in giro con la piccola di casa...''
'' Coraggio.... potrai andare a trovarla quando vorrai. Kyoto non è mica l'Europa.''
Si allontanarono dall'aereoporto mano nella mano, ripensando a tutti gli eventi dei giorni passati, stavolta con sollievo quando sul cellulare di Takagi arrivò un messaggio.
'' Accidenti...''- fece Takagi dopo averlo letto.
'' Che succede, qualche problema?''- fece Sato sperando che non fosse successo qualcos'altro.
'' Più o meno... è Shiratori. Dice di stare attenti: qualche nostro collega ci sta facendo un appostamento all'entrata dell'aereoporto.''
'' Accidenti...''- fece Sato visibilmente seccata -'' ma non hanno nulla di meglio da fare?''
Evidentemente no... pensarono i due fidanzati all'unisono.
'' Ho un'idea.''- fece Takagi -'' separiamoci ed usciamo da un'uscita diversa, così gli confondiamo le idee.''
'' Ottima idea.''- prima di allontanarsi gli depose un pacio a stampo sulle labbra -'' ti va se ci vediamo stasera?''
'' Con gioia.''- fece Takagi prendendo la sua strada per uscire.
Non sapeva quanto avrebbe funzionato e se sarebbe riuscito a non passare un paio d'ore nella sala interrogatori messo sotto torchio da tutta la prima squadra, eppure era contento lo stesso.
Tutto stava tornando alla normalità.


E finalmente possiamo mettere la parola fine a questa storia.
Spero che vi sia piaciuta. Ma se invece vi ho annoiato, credetemi che non l'ho fatto apposta. XD
Personalmente sto già sviluppando un seqquel.
Alla prossima ragazzi!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3373347