I have died everyday waiting for you

di Neily_85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Quando si riprese si accorse di essere legato a una sedia, in un attimo si ricordò di essere entrato in macchina per tornare a casa e qualcuno l'aveva colpito alla testa. Adesso si ritrovava con i polsi legati e un nastro sulla bocca, stava cercando di capire come fare a uscire da quella situazione quando la porta si aprì.
“Ben svegliato Elliot..ero sicura non averti colpito troppo forte..sai a me il dolore piace solo quando anche l'altro è consenziente..”
Ci mise un po' a riconoscerla ma poi capì, era Clarissa Parker. Lui e Olivia avevano investigato sulla morte del marito, all'inizio si era pensato a una rapina ma poi scoprirono che ai due coniugi piaceva frequentare club esclusivi di scambisti e sadomaso, alla fine uno degli amanti di Clarissa ammise il delitto durante un gioco erotico con il signor Parker. Elliot si ricordava bene di come la signora Parker gli avesse prestato particolari attenzioni all'epoca, più di una volta aveva provato a invitarlo fuori a cena, e in un biglietto che gli aveva fatto recapitare l'aveva anche invitato in uno dei suoi club. Dovo svariati rifiuti era convinto di essere riuscito a liberarsene, ma a quanto pare si sbagliava.
“Non dirmi che non mi riconosci..mi ricordo benissimo degli sguardi di desiderio che mi lanciavi..se solo non ci fosse stata quella ficcanaso della tua collega...vero tesoro?”
Clarissa cominciò ad accarezzargli il viso e le braccia, istintivamente Elliot si ritrasse.
“No tesorino non fare così vedrai come ci divertiremo” e così dicendo gli tolse lo scotch dalla bocca per stampargli un bacio sulle labbra. Poi uscì.Quando la donna uscì Elliot notò qualcosa di famigliare, quella camera la conosceva, certo era il suo appartamento. Aveva affittato quel bilocale quando si era separato da Kathy, aveva pensato che non fosse male sembra un quartiere tranquillo.Poi un brivido lo attraversò, Olivia! Sarebbe di sicuro venuta a cercarlo se non lo avesse visto arrivare al lavoro, era questione di ore prima che venisse a bussare alla sua porta.Non sapeva quanto fosse pericolosa quella donna avrebbe potuto spararle appena fatta entrare. Cercò di elaborare un piano, iniziò a sbattersi per fare più rumore possibile e a urlare nonostante lo scotch sulla bocca.
La porta della camera si aprì:
“Tesorino ma cosa fai? Così ti farai male...vuoi dirmi qualcosa?”
Elliot fece cenno di si con la testa e lei gli liberò la bocca. Tirò fuori tutto quello che conosceva in fatto di donne, il suo intento era quello di convincere Clarissa che lui ci sarebbe stato, voleva convincerla a liberarlo così da poter essere nella stessa stanza con quella matta quando fosse arrivata Olivia. E' stata dura ma alla fine, dopo un bacio appassionato, la signora Parker si convinse a liberarlo e a portarlo in salotto per stare insieme. Erano sul divano, lei a cavalcioni su di lui, si strusciava come se non aspettasse altro dalla vita, quando qualcuno busso alla porta.
Clarissa si voltò di scatto:
“Chi cazzo è?”
“Sarà la mia collega..” rispose Elliot cercando di essere il più indifferente possibile.
“E cosa ci fa qui?mandala via..non abbiamo bisogno di lei”
“Vorrà parlare di lavoro, se non le apro si insospettirà..non ti preoccupare la sistemo io lo sai che sono solo tuo..”
Elliot con un moto di disgusto la baciò, era difficile ma doveva farlo se voleva uscire da quella situazione.Andò ad aprire la porta.
“Elliot ma dove cavolo eri finito..è due ore che cerco di chiamarti!!”
“Olivia adesso non posso sono occupato non vedi..”
Olivia avvampò, seduta sul divano c'era una donna in lingerie, non poteva credere ai suoi occhi. Da quando Elliot usciva con un altra? aveva sperato che dopo la rottura con Kathy lui si sarebbe finalmente deciso a dichiararsi.
“Scusa io non sapevo che...non pensavo fossi in compagnia...”
Clarissa si alzò in piedi e si avvicinò ad Elliot
“Certo cocca che è in compagnia e adesso lasciaci soli..” e così dicendo infilò la lingua in bocca a Elliot.
Olivia pensò che le gambe non l'avrebbero retta ancora per molto, stava per sentirsi male, era talmente arrabbiata che non notò lo sguardo di aiuto che le aveva lanciato il suo collega. In qualsiasi altra situazione avrebbe sicuramente colto i segnali che lui stava cercando di mandarle, ma in quel momento la gelosia le stava annebbiando la vista. Senza riuscire a dire nient'altro si girò e se ne andò.
Elliot sapeva di averla ferita ma non poteva fare altrimenti, adesso doveva trovare il modo di rendere inoffensiva quella donna.
Pensò che forse se le avesse concesso di portarselo a letto lei poi avrebbe abbassato la guardia. Elliot chiuse gli occhi e senza pensare scopò con la signora Parker, e la cosa funzionò perché appena ebbero finito lei si addormentò. Si alzò cercando di non svegliarla, le legò mani e caviglie e chiamò il 911. Dieci minuti dopo la casa era piena di poliziotti, arrivò anche Cragen:
"Stabler ma cos'è successo?chi è quella donna?"
Elliot raccontò tutto dall'inizio, il capitano lo rassicurò, le cose si sarebbero chiarite appena avessero interrogato la sospettata.
"Capitano dov'è Olivia?"
"A casa credo..mi ha chiamato dicendomi che aveva una cosa da fare e che aveva bisogno della serata libera"
"Le devo assolutamente parlare..posso passare a casa sua prima di venire in centrale?"
"Ok ma fa presto..voglio concludere sta storia"
Corse a casa di Olivia, aveva visto la sua faccia sapeva di averla sconvolta. Arrivò davanti alla sua porta, busso diverse volte ma non rispose nessuno, e nessun rumore si udiva dall'interno, decise di chiamarla.
"Olivia dove sei?"
"Oh Elliot come mai questa chiamata non ti stai scopando la tua amichetta?? E comunque non sono affari tuoi dove sono..stasera non sono in servizio quindi faccio quello che voglio.."
"Olivia smettila..le cose non stanno come credi..dimmi dove sei dobbiamo parlare.."
"Non ho voglia di parlare..e un gentiluomo qui vicino a me mi sta offrendo da bere..quindi scusa ma devo andare.."e chiuse la chiamata.
Non poteva crederci, per colpa di quella squilibrata si era creato tutto questo malinteso, non poteva non fare nulla, doveva trovate Olivia e spiegarle tutto prima che passasse la notte con qualche nullità conosciuta al bar.
Chiamò un amico al dipartimento è fece rintracciare il telefono della collega, era in un bar non lontano da lì.
Entrò e la vide seduta al bancone con un tipo di mezza età che le accarezzava languidamente le gambe, lei rideva.
"Olivia vieni via da qui..dobbiamo parlare"
Lei trasalì, non si aspettava di trovarselo davanti, ma con che coraggio veniva a dirle cosa fare, proprio lui che si era fatto beccare mezzo nudo con una donna.
"Elliot non posso credere che tu mi abbia fatta rintracciare..ma cosa vuoi da me..non sei il mio fidanzato e nemmeno mio marito grazie al cielo..ora vattene.."
Quelle parole lo ferirono, in cuor suo sapeva che le aveva dette perché arrabbiata, ma facevano male comunque.
"Olivia vieni con me ti prego..in centrale ti spiegheranno tutto.."
Ma l'uomo che le sedeva di fronte intervenne
"Hey amico hai sentito la signora non vuole venire con te.."e lo spinse in modo deciso.
Elliot scatto come una molla e gli sferrò un pugno in faccia.
" Elliot ma sei impazzito???"
Olivia era furiosa, ma cosa cavolo gli era preso.
La trascinò fino alla macchina e la fece salire.
"Adesso sei arrabbiata e lo capisco..ma non dire nulla finché non saremo in centrale..li capirai tutto.."
Fecero il viaggio in silenzio, Olivia era furiosa e non riusciva a capire cosa centrasse il lavoro in tutta questa faccenda.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ma una volta giunti al distretto le cose non erano così semplici come Elliot pensava. La donna continuava ad asserire che fosse lei la vittima, aveva accusato Elliot di averla cercata e poi portata a casa sua per approfittarsi di lei.
Appena i due misero piede in ufficio Cragen lo chiamò:
"Stabler nel mio ufficio subito!"
Il tono era di quelli che ti fa capire che le cose si metteranno male.
"Capitano ma cosa succede?"
"Elliot sei sicuro di aver detto la verità? Non c'è qualcosa che mi vorresti dire?"
"Cosa intende?certo che ho detto la verità..quella donna è una squilibrata..mi ha rapito e io sono stato al suo gioco solo per proteggere Olivia che era venuta a cercarmi. Dopo tutti questi anni pensa che potrei abusare di una donna?"
"Elliot io ti credo..e come me tutti quelli qui dentro..ma purtroppo l'avvocato di quella donna è uno squalo, ci darà un bel da fare. Quindi adesso ti devo sospendere, lascia qui pistola e distintivo, e vai a parlare con il tuo avvocato."
Elliot era esasperato non poteva credere a tutto quello che gli stava succedendo, appoggiò le sue cose sulla scrivania del capitano e uscì sbattendo la porta.
Aveva passato ore a parlare con il suo avvocato, quella donna aveva messo su un bel teatrino, qualsiasi cosa si ritorceva contro di lui. Avevano usato la sua macchina, erano nel suo appartamento, non c'erano segni di violenza su di lui e la donna non aveva una pistola sua ma aveva usato quella di Elliot.
La testa gli scoppiava, aveva bisogno di stendersi per un po', ma non voleva andare a casa, sicuramente la scientifica aveva messo tutto sotto sopra. E poi non era riuscito ancora a chiarirsi con Olivia, da quando era arrivato in centrale non l'aveva più vista. Entrò negli spogliatoi per prendere le sue cose quando la vide, era sdraiata su una brandina.
Appena lei lo vide si alzò e gli andò incontro.
"Elliot come stai?mi dispiace moltissimo per non aver capito cosa stesse succedendo..”
"Liv non è colpa tua..ho fatto tutta quella scena per proteggerti..l'unica cosa che mi importa è che tu mi creda.."
Ma certo che gli credeva, non poteva certo pensare che il suo collega avesse fatto una cosa del genere, si era sentita così stupida per essere andata in quel bar per punirlo.
"Ma certo che ti credo..e dovrà farlo anche la giuria..sia io che gli altri potremo testimoniare di come si era comportata quella donna nei tuoi confronti quando morì il marito.."
Lo guardava fisso negli occhi, appoggio la mano sul suo petto, lui chiuse gli occhi e inspirò profondamente.
"Non ti avrei mai ferito in quel modo..avevo paura ti potesse fare qualcosa.."
"Shh El basta lo so..smettila di colpevolizzarti.."
Erano lì bella penombra della stanza, uno cercava le mani dell'altro, i loro corpi fremevano, la porta si aprì all'improvviso e la luce da fuori li investì, un collega entrò rompendo la tensione che si era creata fra loro.
“Andiamo Elliot ti offro la cena”.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Erano seduti in una tavola calda con un caffè davanti, in ritardo per la cena e in anticipo per la colazione, stavano parlando quando la tv del locale attirò la loro attenzione, la giornalista stava raccontando di uno stupro avvenuto poche ore prima, per fortuna non si facevano nomi ma loro capirono subito di cosa stesse parlando.
“Non ci credo siamo già finiti al telegiornale...e si parla di stupro..ma ti rendi conto potrei rovinarmi la carriera e la reputazione per sempre..”
“Calmati finché non si fanno nomi devi stare tranquillo...e appena questa storia arriverà davanti al giudice tutto si sistemerà..”
Olivia appoggio la mano su quella di Elliot, sapeva di poter alleviare un po' le sue preoccupazioni con quel semplice contatto. Era sempre stato così anche quando lui era sposato, quando qualcosa lo preoccupava cercava un contatto con lei, un abbraccio o una semplice stretta di mano, sembrava far sparire ogni preoccupazione.
“Vieni stare da me per un po' il tuo appartamento sarà un casino...puoi stare sul divano..”
“Olivia non so..non voglio disturbarti..”
“Ma non fare lo scemo quale disturbo..così mi farai compagnia...a volte è troppo vuota quella casa...” un velo di tristezza scese su i suoi occhi.

Olivia aveva preparato il divano e aveva dato a Elliot una maglietta e dei pantaloncini dell'università.
“Dovresti avere tutto...fai come fossi a casa tua..”
“Grazie Liv..dovrò sdebitarmi con te..”
“Ma cosa dici dopo tutti questi anni di servizio insieme ho perso il conto di chi deve un favore a chi..” E si mise a ridere. Adorava vederla ride, il che non capitava molto spesso.
“Ok siamo pari allora..” Sorrise.
Olivia si avviò verso la sua camera stava quasi per chiudere la porta quando Elliot la chiamò:
“Olivia..”
“Cosa?”
“Grazie per avermi creduto...è l'unica cosa che conta per me..”
Lei sorrise “ Buona notte El!”

Un rumore l'aveva svegliato all'improvviso, qualcuno stava camminando verso di lui, in un secondo prese la pistola di riserva che era sul tavolinetto vicino al divano e accese la grossa lampada da terra che era dietro di lui. Era seduto e puntava la pistola verso la persona che gli stava davanti.
“Olivia? Accidenti mi hai fatto prendere un colpo...per poco non ti sparo...” Aveva il fiato corto, il suo cuore pulsava all'impazzata. Lei era li in piedi davanti a lui, indossava una maglietta con un grande scollo a V sul seno e dei pantaloni lunghi che le coprivano i piedi.
“Scusami non volevo farti spaventare..non sarei dovuta venire così di soppiatto ma...” Lo fissava negli occhi, deglutì a fatica.
“Non volevo stare di la da sola...ho pensato che potrei mettermi vicino a te..solo per un po'..” Lui non credeva alle sue orecchie, Olivia che ammetteva le sue debolezze e che chiedeva aiuto, non capita molto spesso quasi mai a dire il vero. Sposto la coperta che lo copriva e le fece spazio, lei si sdraiò dandogli la schiena, lui la abbraccio da dietro. Le baciò la schiena e la strinse più forte. Dovette ricordarsi di respirare perché stretta fra le sue braccia le sembrava di impazzire.
“Elliot io...”
“Shhh Liv va tutto bene..ti terrò vicino a me tutto il tempo che vorrai..”
Chiusero gli occhi e si addormentarono.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Era passata un intera settimana da quella sera, il processo era iniziato ed Elliot era un fascio di nervi. Gli avevano vietato di parlare con chiunque dovesse testimoniare al processo, non si poteva rischiare di vedersi rifiutare qualche testimone a suo favore per paura che lui avesse interferito. Ormai passava le sue giornate tra casa e tribunale, voleva solo che quella storia finisse al più presto, ma sopratutto aveva bisogno di rivedere Olivia. Cragen gli aveva vietato di vedersi almeno fino alla testimonianza di Olivia, sapeva che non sarebbero stati capaci di non parlarne, quindi li voleva distanti il più possibile. Non poteva credere di dover affrontare tutta questa storia da solo, sentiva la sua mancanza, si erano sempre appoggiati l'uno all'altro. Per fortuna il giorno della deposizione di Olivia arrivò, lui seduto al banco degli imputati e lei su quello dei testimoni. I loro sguardi si erano cercati molto volte, capiva quanto era difficile per lei parlare di quello che aveva visto quella sera in casa sua, anche se sapeva che era tutta una scena, la voce tradiva una certa ansia. L'udienza era finita e lei si diresse verso l'uscita del tribunale, era sovrappensiero quando si sentì stringere un braccio e trascinare in un ufficio. Stava per urlare quando si accorse che era stato Elliot a bloccarla.
“Cavolo Elliot mi hai spaventata!”
“Scusami ma il mio avvocato non mi ha ancora dato il permesso di vederti..ma non potevo più aspettare...mi sei mancata” La abbracciò forte, voleva sentirla vicina.
“Mi sei mancato anche tu..vedrai che tra poco tutta questa storia sarà finita..”
La rabbia lo pervase: “Lo pensi davvero?pensi che una giuria crederà a un poliziotto dal grilletto facile o a una rispettabile signora di New York..cosa farò se mi giudicheranno colpevole?”
“Calmati adesso Elliot..il tuo avocato è molto bravo..si è parlato molto delle abitudini stravaganti della signora Parker..andrà tutto bene…”
Elliot era arrabbiato, frustato da quella situazione che non riusciva a controllare, per colpa di una pazza la sua vita poteva finire per sempre. E così senza nemmeno pensare le andò in contro e la baciò. Un bacio appassionato e disperato. Olivia percepì tutta la sua disperazione, aveva bisogno anche lei di quel bacio, lo desiderava da sempre. Si baciarono a lungo fino a rimanere senza fiato. Quando si staccarono Olivia si sentì svuotata, come se tutte le paure le angosce e le attese di quegli anni fossero sparite. Per in attimo le cedettero le gambe, la tensione della giornata le piombò addosso di colpo, Elliot le cinse la vita e la tirò a se.
"Tutto bene?" lui la teneva stretta.
"Credo di si.." le parole le uscirono come un sussurro.
"Voglio stare con te..ma ho bisogno che prima tutto questo schifo finisca..ma nel frattempo non cambiare idea ok?"
Per un attimo rimase interdetta:
"Cambiare idea?"
Lui la baciò di nuovo, le loro lingue si cercavano, i respiri aumentavano, poi lui si staccò.
"Su questo..non cambiare idea su di noi.." e uscì.
Erano tredici anni che aspettava che ci fosse un noi , non avrebbe certo smesso di desiderarlo adesso.

I giorni passarono e finalmente il verdetto arrivò. Per fortuna la signora Parker durante la sua deposizione si contraddisse molte volte fino ad arrivare ad ammettere tutto. Il verdetto della giuria fu veloce e a favore di Elliot.
Erano tutti al pub di fronte alla centrale per festeggiare.
"Nemmeno questa volta siamo riusciti a liberarci di Stabler!" disse Fin, e tutti scoppiarono in una fragorosa risata. Olivia era seduta su uno sgabello al bancone, ascoltava Fin e Munch discutere di politica, come al solito non litigavano davvero ma erano uno spasso da guardare, non riuscivano mai a trovare qualcosa su cui essere d'accordo. Elliot la guardava da lontano, aveva un maglioncino a collo alto e dei jeans stretti neri, si sentì come un ragazzino che guarda la più bella della scuola. Si portò al suo fianco e le mise un braccio intorno alla vita. Il gesto non sfuggì ai due colleghi che erano davanti a loro, lei arrossì e Elliot la sentì tremare sotto la sua mano. Fin non si lasciò scappare l'opportunità di stuzzicarli un po':
“Ma che vuoi fare Stabler, te le vuoi prendere tutte tu le belle ragazze che ci sono stasera??”
“Beh sai Fin non è colpa mia se sono sono il più affascinante qui dentro!” Si girò e fece l'occhiolino a Olivia. Munch scoppiò in una grossa risata e Fin per poco non si strozzò con la birra che stava bevendo.
"Adesso se ci scusate io e la mia partner dobbiamo parlare di cose importanti..." la prese per mano e la fece alzare. I due colleghi fecero una riverenza per prendersi gioco di loro, poi tornano alle loro birre. Elliot la condusse fuori dal bar e appena furono all'esterno la abbracciò da dietro e le diede un bacio sul collo.
"Elliot ma che fai..qui ci vedono tutti.." il cuore le stava per saltare fuori dal petto.
"Mi sei mancata troppo..e poi avevi detto che non avresti cambiato idea.." la lasciò andare e gli si mise davanti, le loro mani si cercavano.
"Ma cosa dici non ho cambiato idea...solo che non voglio dare spettacolo davanti ai colleghi..."
"Allora andiamo a casa.."
Stavano per incamminarsi verso la macchina quando si trovarono davanti Kathy, i due detective si fermarono di colpo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ciao a tutti! Volevo solo specificare una cosa,
questa storia non si colloca in nessuna stagione precisa
(anche se la mia preferita è la dodicesima, quindi quando penso a E/O fisicamente me li immagino come in quella stagione!)
e come potrete capire dai prossimi capitoli Elliot non ha mai avuto dei figli da Kathy,
ho modificato un po' le cose per far funzionare la ff.

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Elliot andò su tutte le furie appena la vide, cosa voleva da lui, si erano lasciati parecchi mesi fa e non si erano più cercati. Oltretutto adesso che era in compagnia di Olivia la sua ex moglie ne avrebbe approfittato per rinfacciargli di averla lasciata per stare con lei e avrebbe dato la colpa alla collega per i loro problemi coniugali. Olivia cerco di togliere la mano dalla stretta di Elliot ma lui non glielo permise, strinse più forte come a dirle non lasciarmi. Non c'era stato ancora nulla di importante fra di loro ma non voleva certo nascondersi, non era più sposato e non voleva più giustificarsi. Lanciò uno sguardo infuriato in direzione della ex moglie, voleva godersi la serata in compagnia di Olivia, invece adesso si sarebbe rivotato a litigare in mezzo alla strada.
“Ciao..” disse Kathy squadrando Olivia dall'altro in basso e avvicinandosi all'ex marito.
“Cosa ci fai qua Kathy? Non abbiamo niente da dirci..”
"Ho saputo del processo e dei problemi che ti ha creato quella donna..e allora sono andata al tuo ufficio..ma mi hanno detto che non c'eri e che ti avrei trovato qui.."
"Non ho nulla da dirti Kathy..non devi più preoccuparti di come sto...non sono più affari tuoi!" tutto il suo corpo era teso come una corda di violino.
"Pensavo che avremmo potuto fare due chiacchiere in privato.." e dicendo così guardo per un secondo Olivia.
Elliot strinse ancora più forte la mano della collega, se davanti a sé avesse avuto un uomo l'avrebbe sicuramente preso a pugni, la sua ex moglie riusciva sempre fargli perdere la ragione. Elliot stava per urlare a sua moglie di scomparire dalla sua vista quando sentì Olivia parlare:
"Forse è meglio che io vada..così potete parlare tranquillamente.." abbassò lo sguardo e lasciò la mano di Elliot.
"No" gli uscì come una supplica "No Olivia non vai da nessuna parte..voglio passare la serata con te non a litigare con lei" e le si avvicinò accarezzandole il braccio.
"Ora Kathy vai via..non parleremo in privato..io non voglio più parlare con te e basta..addio.." Dicendo cosi si allontanarono.
Kathy si sentì offesa dalle parole dell'ex marito, era sicura che presentandosi di persona lui si sarebbe convinto a parlare con lei. E' vero lui era andato via diversi mesi fa, ma aveva capito di aver fatto un grosso errore a lasciarlo andare e adesso voleva rimediare.

Erano in macchina diretti verso casa, Olivia guardava fuori dal finestrino senza dire una parola. Elliot si sentiva tremendamente in colpa, non si aspettava di trovarsi davanti la sua ex moglie, avevano condiviso molti anni insieme ma ormai per lui era finita, nulla gli avrebbe fatto cambiare idea. Gli appoggio una mano sul ginocchio e delicatamente cominciò ad accarezzarla
“Liv mi dispiace..è diverso tempo che non la sento...e non pensavo certo che si presentasse così all'improvviso..” cercava di cogliere in lei un qualsiasi sentimento, lo sapeva che l'incontro con Kathy l'aveva turbata, doveva solo farle capire che per lui non contava più nulla.
“Lo so..non fa niente..in fin dei conti è stata tua moglie per tredici anni non posso mica pensare che sparisca nel nulla..” era arrabbiata, non era mai riuscita ad andare d'accordo con lei, si erano sempre trovate a litigare per Elliot, anche se Olivia non si era mai permessa nemmeno di sfiorarlo quando era sposato. Ma Kathy l'aveva sempre vista come una rivale.
“Se volevi parlare con lei non c'erano problemi..” Era così felice quando erano usciti da quel bar e ora l'incontro con quella donna le aveva guastato l'umore.
“Ma che dici non voglio parlare con lei...credimi Olivia è come se fosse morta per me..”la sentiva distante e malediceva Kathy per essersi messa in mezzo a loro.
“Olivia non potrei mai ferirti..sono qui con te perché è l'unico posto in cui vorrei essere..” Lei lentamente si voltò a guardarlo, sapeva che lui non c'entrava nulla e che era sincero, gli sorrise e accarezzo la sua mano. Non era arrabbiata ma Kathy riusciva sempre farla sentire inadeguata, come se lei fosse la seconda scelta per il collega.

Elliot era tornato a stare nel suo appartamento durante il processo e non aveva più passato una notte a casa di Olivia dal giorno del rapimento, aveva voglia di passare un po' di tempo con lei ma non voleva insistere. Parcheggiò davanti al portone di casa e spense la macchina. Olivia avrebbe voluto dirgli di entrare con lei ma la paura di stare male era più forte. E se una volta che si fosse lasciata andare lui fosse tornato da Kathy lasciandola ancora da sola?
"Elliot...forse è meglio se ci vediamo domani.." non riusciva a guardarlo negli occhi, se l'avesse fatto lo avrebbe supplicato di stare con lei.
"Olivia se è per colpa di Kathy.." lei lo interruppe.
"No El davvero..ho voglia di stare da sola.." stava mentendo a se stessa ma non poteva farne a meno. Elliot annuì non voleva certo obbligarla a stare con lui, sapeva bene il motivo di questa sua decisione e questo lo fece infuriare ancora di più con la ex moglie. Olivia scese e si diresse verso il portone di casa, Elliot rimase a guardarla fino a quando lei non entrò, poi mise in moto la macchina e andò via.
Non si accorsero che tre macchine dietro a loro c'era qualcuno che li spiava.

"Olivia apri!!!" bussava furiosamente sulla porta. "Olivia apri subito per favore!!!"
Dormiva sul divano da un paio d'ore ormai, quando guardò l'orologio segnava le 3:00. Non riconobbe subito la voce, erano stati i colpi violenti alla porta a svegliarla.
"Olivia" era diventato quasi in grido disperato.
"Elliot per l'amor del cielo cosa ci fai qui alle tre di notte???"
"Lo so perché non hai voluto farmi salire...ma a me non interessa più Kathy...te lo giuro Liv..non voglio obbligarti a fare nulla..ma se il motivo del tuo ripensamento è la mia ex moglie devi credermi lei è morta per me.." la sua ormai era diventata una supplica.
Olivia si strinse nel maglione che indossava "Intanto entra perché mi sto congelando qui sulla porta.."
Lui entrò e si fermò al centro della stanza, le braccia lungo i fianchi sembrava sfinito.
"Elliot non sto cercando di punirti.." sospirò profondamente
"Sto solo cercando di proteggere me stessa.." dicendo così si diresse in cucine e si versò dell'acqua, poi si sedette su uno sgabello della penisola che divideva la cucina dalla sala. Lui si avvicinò, la fece girare verso di sé e le prese le mani.
"Liv non ti farei mai soffrire...se mi sono esposto tanto con te è perché i miei sentimenti sono veri..non ritornerò mai da mia moglie..non voglio affrettare le cose fra di noi, non voglio dare niente per scontato..sopratutto non darò mai te per scontata..voglio ricordami tutti i giorni di quanto sono fortunato ad averti al mio fianco, come amica e come collega..ti sto dicendo tutte queste cose con il cuore in mano Liv..fidati di me...dammi una possibilità.." lui le stringeva le mani talmente forte da fargli quasi male. Rimase senza parole non le aveva mia detto cose così importanti, ogni parte del suo corpo le diceva di buttarsi fra le sue braccia ma il suo cervello le ricordava in continuazione Kathy, doveva decidere se far vincere il cuore o la ragione. Rimase immobile per qualche secondo poi lo baciò piano sulle labbra.
"Ti credo.." gli sussurrò. Lui la baciò con passione e la abbracciò per sentire tutto il suo corpo su di lui. Il baciò fu lungo e appassionato, si staccarono solo per riprendere fiato. Olivia appoggiò le mani sul petto di Elliot e chiuse gli occhi per un attimo, poi disse:
"Lo so che forse non è quello che vorresti sentirti dire..ma per stanotte ci fermiamo qui..voglio dormire con te al mio fianco..ma solo dormire..ho bisogno di riordinare le idee.." Lui la baciò e poi appoggiò la fronte sulla sua.
"Non chiedo niente di meglio..."
Andarono a dormire e prima di addormentarsi Olivia giurò a se stessa che non si sarebbe fatta rovinare la vita che aveva sempre desiderato da Kathy.

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