Io non ho paura di te.

di Its a beautiful day
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undici. ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodici ***
Capitolo 13: *** Capitolo Tredici ***
Capitolo 14: *** Capitolo Quattordici ***
Capitolo 15: *** Capitolo Quindici ***
Capitolo 16: *** Capitolo Sedici ***
Capitolo 17: *** Capitolo Diciassette ***
Capitolo 18: *** Capitolo Diciotto ***
Capitolo 19: *** Capitolo Diciannove ***
Capitolo 20: *** Capitolo Venti ***
Capitolo 21: *** Capitolo Ventuno ***
Capitolo 22: *** Capitolo Ventidue ***
Capitolo 23: *** Capitolo Ventitré ***
Capitolo 24: *** Capitolo Ventiquattro ***
Capitolo 25: *** Capitolo Venticinque ***
Capitolo 26: *** Capitolo Ventisei ***
Capitolo 27: *** Capitolo Ventisette ***
Capitolo 28: *** Capitolo Ventotto ***
Capitolo 29: *** Capitolo Ventinove ***
Capitolo 30: *** Capitolo Trenta ***
Capitolo 31: *** Capitolo Trentuno ***
Capitolo 32: *** Capitolo Trentadue ***
Capitolo 33: *** Capitolo Trentatré ***
Capitolo 34: *** Capitolo Trentaquattro ***
Capitolo 35: *** Capitolo Trentacinque ***
Capitolo 36: *** Capitolo Trentasei ***
Capitolo 37: *** Capitolo Trentasette ***
Capitolo 38: *** Capitolo Trentotto ***
Capitolo 39: *** Capitolo Trentanove ***
Capitolo 40: *** Capitolo Quaranta ***
Capitolo 41: *** Capitolo Quarantuno ***
Capitolo 42: *** Capitolo Quarantadue ***
Capitolo 43: *** Capitolo Quarantatré ***
Capitolo 44: *** Capitolo Quarantaquattro ***
Capitolo 45: *** Capitolo Quarantacinque ***
Capitolo 46: *** Capitolo Quarantasei ***
Capitolo 47: *** Capitolo Quarantasette ***
Capitolo 48: *** Capitolo Quarantotto ***
Capitolo 49: *** Capitolo Quarantanove ***
Capitolo 50: *** Capitolo Cinquanta ***
Capitolo 51: *** Capitolo Cinquantuno ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


"Giorgia alzati!" grida mia cugina "Devi andare a scuola, forza" mi tira su dal letto

"Dai Giulia, cinque minuti" ributto la faccia sul cuscino

"Non farmi chiamare Filippo" 

"Okay, mi alzo" ridacchio
Corro goffamente verso il bagno, ancora mezza addormentata. Giro a fatica la manopola del lavandino, che di mattina è sempre troppo dura e  mi lavo la faccia. L'acqua fredda mi sveglia quasi complemente, o almeno mi sveglia abbastanza da risucire a tenere gli occhi aperti. 
Scendo a fare colazione.ì, raggiungendo la cucina. Varcata la soglia, trovo Giulia e Filippo: lei è intenta a preparare le colazione, mentre lui la osserva sorridente, e con gli occhi che brillano.
Da quanto mi hanno detto, stanno insieme da quando avevo due anni. Ora ne ho sedici. Vabbe, quasi sedici.
Ad ogni modo, è moltissimo tempo.
Negli ultimi due anni ho praticamente preso residenza a casa loro, dato che il rapporto con mia madre è andato completamente a puttane.
Ricordo ancora quando scoprì tutto quello che stavo facendo e l'unica cosa che riusciva a fare era piangere. Non so quanto dolore le ho provocato con la storia della ragazza ribelle, ma sicuramente non poco.
Andermene mi sembrò la soluzione migliore, perché odiavo vederla incolparsi per qualcosa la cui unica responsabile ero io.
È passato un'anno e mezzo da quando non sono più nel giro, e sinceramente sto benissimo. 
I miei amici mi hanno aiutata moltissimo, e anche il mio ragazzo, Federico, mi è stato molto d'aiuto.
L'ho conosciuto qualche mese dopo la disintossicazione, ed ero ancora ridotta parecchio male.
Ero depressa, e apatica. È riuscito a tirarmi su da quello stato di tranche in cui ero caduta, e ormai stiamo insieme da sei mesi.
Dopo domani sera, andrò a  dormire da lui. Non vedo l'ora. è sempre bello quando passiamo la notte insieme: facciamo l'amore, ridiamo, ci coccoliamo. Mi sento come se fossi a casa.
"Non mangi?" mi chiede Giulia, guardando il piatto con i pancake ancora pieno

"Scusa non mi ero accorta fossero pronti" ridacchio
Mangio con gusto i pancakes, poi corro in camera a prepararmi. Scendo per le 7.30 e trovo Federico ad aspettarmi appoggiando al muretto che costreggia il piccolo corridoio che porta al salotto.
"Buongiorno" mi sorride baciandomi

"Ora sì che è un buongiorno" sorrido mentre lo prendo per mano. Mi prende la cartella, salutiamo Giulia ed usciamo.
Come ogni mattina, carica il mio zaino nel baule del suo enorme fuoristrada e ci porta entrambi a scuola.
"Allora verrai a casa mia venerdì sera?" mi chiede

"Se vuoi" gli sorrido

"Certo che voglio" esclama

"Potremmo uscire dopo scuola, passare a prendere le mie cose e andare a casa tua, magari prendendo una bella pizza lungo il tragitto" propongo

"Andata!" sorride. Mi posa una mano sulla coscia
Mi piace il modo il cui sorride quando è soddisfatto, o solamente quando mi guarda. Dopo la disintossicazione, ricevevo spesso sguardi pieni di pregiudizi da parte della gente. Vicini di casa, conoscenti e amici, non mi guardavano più nello stesso modo. Ormai c'era solo compassione, disgusto per la maggior parte dele volte, nei loro occhi.
Solo lui è riuscito a vedere oltre quella barriera che era la droga, e ha capito fino in fondo le ragioni per cui è cominciato tutto. Non mi sto giustificando, semplicemente non ho cominciato a farlo perché non avevo niente di meglio da fare.
Entriamo insieme a scuola, prendiamo un caffè alla caffetteria del campus e ci dirigiamo verso le nostre lezioni.
"Ti vengo a prendere per pranzo, okay?" mi chiede baciandomi la testa

"Certo, a dopo" gli poso un bacio sul petto, stretta nel suo abbraccio.
Ci lasciamo, e ognuno segue le proprie lezioni.
Il programma diventa sempre più duro da sostenere: siamo ormai alla fine dell'anno scolastico, devo recuperare parecchie materie e stare dietro a tutto non è semplice, ma mi sto impegnando parecchio.
Nonostante abbia in testa Federico, seguo e prendo appunti ad ogni lezione e piano piano sto recuperando, con grande soddosfazione mia, di mia cugina e di Federico.
Passiamo ogni intervallo insieme poi decidiamo di andare a al centro commerciale, per cercare dei vestiti. Il prossimo fine settimana ci sarà il falò della scuola, e sono elettrizzata all'idea di andarci.
"Idee riguardo ai vestiti?" mi chiede Federico, mentre scorriamo i vestiti esposti

"Assolutamente no" rido

"Perfetto, sarà un lungo pomeriggio" ride
Decidiamo di cercare prima i suoi: ci mette meno di dieci minuti e opta per t-shirt bianca e dei bermuda neri.
D'altronde siamo a maggio e qui a Rotari fa parecchio caldo.
Giriamo per il negozio cercando qualcosa che potrei indossare.
In un angolo del negozio, trovo un top blu con dei fiori gialli, e dei pantaloncini di jeans chiari, e decido di provarli subito.
"Amore come mi sta?" chiedo appena esco dal camerino ma davanti mi ritrovo un ragazzo alto, dai capelli neri e profondi occhi color nocciola. Indossa un giubbotto di pelle nera, con le maniche alzate che mostrano l'intero braccio tatuato. Ha l'aria tetra, un'espressione seria in viso, e le braccia incrociate sul petto.
"Ohm, scusa" dico imbarazzata

"Tranquilla" mi rivolge uno sguardo veloce. Osserva velocemente il mio corpo semi coperto, finché la voce di Federico non distoglie la sua attenzione

"Eccomi. Sei bellissima" mi sorride

"Andata per questi?" chiedo

"Andata per questi" mi dice
Torno nel camerino, e lì mi fermo a pensare: il ragazzo qui fuori mette davvero i brividi. Sembra uno spacciatore. A questo pensiero non riesco a trattenere i brividi che mi scorrono lungo la schiena. Di esperienza ne ho alle spalle, nonostante i miei nemmeno sedici anni, e il quello è quel tipo di persona da cui bisogna star lontani.
Quando finalmente esco noto che il ragazzo è ancora nello stesso posto e mi sta guardando con la coda dell'occhio. 
Sarà solo una mia impressione?
Ad ogni modo, mi dimentico presto del tenebroso ragazzo, dedicandomi completamente al pomeriggio con Federico.
Mi lascia poi davanti a casa, e mi aiuta a portare dentro le borse, posando la cartella all'ingresso, lasciando casa mia poco dopo.
Noto sul tavolo del soggiorno un mucchio di fogli, e una lista di nomi. Non mi immischio in queste cose e sorvolo la pila disordinata del tavolo.
Vado in cucina a comincio a preparare la cena.
"Ciao Gio" mi sorrido Filippo 

"Ehi Fil!" ricambio il sorriso

"Andata bene scuola oggi?" mi chiede

"Normale. Il lavoro?" 

"Tutto bene grazie"

"Giulia?" chiedo non sentendo il normale casino che produce e le sue inutile chiacchiere su quanto siamo disordinati

"È sotto la doccia, ovviamente" ridiamo entrambi. Quando è nervosa, tende a fare molte docce. 
' L'acqua purifica il corpo. Fa scivolare via lo stress ', ci ripete in continuazione.

"Ho capito, mi tocca cucinare. Pasta al sugo per tutti" sorrido alzando il mestolo.
Filippo si mette a ridere, e riordina la pila di fogli. 
Mi concentro sulla cena. Preparo la pasta e nel giro di una ventina di minuti ceniamo.
Cominciamo a parlare di come sia andata la loro giornata e, finita la cena, mostro i vestiti che ho comprato.
Sparecchiamo insieme, e Giulia lava i piatti mentre io e Filippo scegliamo il film.
Optiamo poi 'Una notte da leoni' e Giulia si lamenta per la scelta non adatta ad ' una ragazzina della mia età '.
Come se negli ultimi due anni mi fossi comportata da ' ragazzina della mia età '.
Ci mettiamo a ridere per le noiose lamentele di Giulia e mettiamo su il film.




*No, non state sognando, sono proprio tornata! 
Sono qui con la mia mia ' meravigliosa storia ' di cui io stessa mi sono ero innamorata.
Ovviamente, rileggerla a distanza di qualche mese mi ha portata a cambiare drasticamente idea su di lei, ma insomma, spero che almeno a voi piaccia.
Mi dispiace per la lunghissa assenza, mi rendo conto di essere sparita per tantissimo tempo, ma spero di riuscire a farmi perdonare.
Come avrete potuto capire dall'anteprima - che è stata ridotta a causa del numero limitato di parole che il sito concede - per questa ff mi sono ispirata ad altre storie come "After" o "Dark", di cui mi sono assolutamente innamorata, però capite che purtroppo non sono ancora ai loro livelli, di lavoro da fare ce n'è e anche fin troppo!
Comunque, questa è la mia prima ff di questo genere, sempre incentrata sui ragazzi, spero che avere presto vostre notizie, per sapere se almeno vale la pena continuare a pubblicare.
Vi prometto che cercherò di publicare con regolartità, anche se rimango a scuola fino a tardi almeno tre giorni su cinque, ma farò il possbile.
Vi mando un enorme bacio, e visto il periodo, mi auguro Buona Pasqua.
Gio*

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Mi sveglio la mattina, a fatica, per andare a scuola.
Si ripete l'esatta routine, e poi alle 7.30 esco di casa insieme e Federico. Mi stupisce il fatto che sia sempre così apposto e perfetto anche la mattina presto.
Guardo fuori dal finestrino mentre la città mi scorre davanti. Arriviamo al campus dieci minuti dopo e come al solito decidiamo di prendere un caffè.
Ci riuniamo con i nostri amici e aspettiamo l'inizio delle lezioni. Verso le otto io, Chiara, Veronica e Jessica - le famose amiche di una vita - lasciamo i ragazzi per raggiungere le lezioni. Da quanto ho capito i ragazzi vogliono saltare la prima ora per andare a farsi di qualche cosa.
Non approvo per niente il loro comportamento, dato che non sono sicura che si limiteranno ad usare erba, e questo mi fa davvero incazzare. Dopo tutto quello che ho passato, hanno ancora il coraggio di usare quella merda? Ma so per certo che Federico non fa uso di nessuna sostanza: un sbaglio del genere può mettere a rischio la sua presenza nella squadra di football, e manderebbe in pezzi il sogno di una vita.
Ricevo un messaggio appena la professoressa entra in classe
| Non ti preoccupare farò il bravo. Baci |
| Mi fido. Ti voglio bene  |
Metto in tasca il telefono, e comincio a seguire la lezione.
La giornata passa abbastanza velocemente, tra chiacchiere e lezioni.
Appena suona l'ultima campana esco e raggiungo Federico al campo da football per guardarlo mentre si allena.
Lo osservo spostarsi sul campo: sinceramente non ho mai capito come si gioca a football. L'unica cosa che so è che lui è il quaterback - se così si dice - della squadra; quindi il giocatore principale.
Mi siedo sugli spalti e lo osservo fare quello che ama di più, non comprendendo comunque quello che effettivamente sta succedendo in campo.
Esulto quando vedo gli altri ragazzi intorno a me farlo, e nonostante tutto mi diverto.
Esce dagli allenamenti verso le cinque, dopo essersi fatto una doccia e dopo essersi cambiato.
"Sei stato bravissimo, come al solito" lo bacio

"Grazie" mi sorride soddisfatto

"Dovrai spiegarmi per l'ennesima volta come si gioca. Non mi ricordo mai le regole" mi lamento

"Potrei mostrarti qualcosa" aggiunde sorridendo

"Assolutamente!" gli prendo la mano.
Posa il borsone nel bagagliaio della sua jeep mentre io mi siedo sul sedile del passeggiero.
Poi sale in macchina e ci dirigiamo verso casa mia.
"Allora domani pomeriggio usciamo e poi andiamo a casa mia?" mi chiede per conferma

"Sì" gli sorrido elettrizzata all'idea che domani passeremo un'altra notte assieme.
Stiamo insieme da sei mesi ma le occasioni che abbiamo avuto di dormire insieme, sono state veramente poche.
Beh, dopo quasi un'anno passato all'interno di una clinica, è difficile riabituarsi alla.. normalità. I miei familiari, Giulia e Filippo, i miei fratelli, mi sono stati parecchio addosso.
L'inizio della relazione con Federico è stato difficile: avevamo costantemente i miei parenti addosso, per paura che lui potesse riportarmi sulla brutta strada. Dopo circa quattro mesi, hanno capito che tipo di persona fosse, ed ora finalmente possiamo vivere la nostra storia felici.
Osservo Federico mentre sorride soddisfatto: è davvero bellissimo.
Ha la pelle non troppo scura, che mette in risalto i suoi capelli biondicci e i suoi enormi occhi marroni. Ha lunghe braccia muscolose che si contraggono mentre tiene stretto il volante.
Rivolgo poi lo sguardo alla strada. Mi perdo nei miei pensieri, immaginandoci nello stesso letto, abbracciati, nel buio della notte. Mi tornano in mente i baci, e le carezze della nostra prima volta: eravamo a casa sua. L'abbiamo fatto nel suo letto, mentre i suoi genitori erano al piano di sotto, e devo dire che ha reso il tutto più eccitante. Il modo delicato in cui mi ha fatto stendere sotto di lui, il modo lento in cui mi ha spogliata osservando la mia pelle nuda, e il modo in cui è entrato in me, è stato qualcosa di bellissimo. Non ho altri termini di paragone, anche perché ho perso la mia verginità con lui, quindi non potrei dare un vero giudizio, ma posso dire che è stata un esperienza bellissima.
Avvampo al ricordo delle sue mani che scorrono sulla mie pelle, accarezzandola, mentre lasciava piccoli baci bagnati sul mio collo, ed entra in me. 
Federico mi lascia davanti a casa, ma non entra
"Devo studiare, domani ho un'interrogazione. Non vedo l'ora che sia domani sera" mi sussurra all'orecchio mentre mi abbraccia

"D'accordo" dico con espressione triste "Anche io" lo bacio.
Poi lo saluto ed entro in casa
"Giulia sono tornata!" urlo dall'ingresso. Sento delle voci provenire dal salotto. Mi tolgo le scarpe mentre raggiungo la stanza per salutare

"Ciao" mi saluta Giulia. Mi guardo attorno: lei è seduta a destra del tavolo. Affianco a lei, Filippo. 
Esattamente davanti a loro un ragazzo. Alza la testa, per guardarmi e le scarpe mi cadono dalle mani

"Oh, ciao" mi sorride il ragazzo tatuato. Il tenebroso ragazzo con il braccio tatuato, è seduto al tavolo, con un mucchio di scartoffie davanti.

"Cia-ciao" balbetto. Sono alquanto confusa: cosa ci fa lui qui? Perché è qui? E cosa sono quei fogli? 
Sembrano gli stessi fogli che ieri erano su quello stesso tavolo

"Giorgia, lui è Davide, il nostro nuovo coinquilino" Filippo aggiunge guardandomi.
La mia bocca si spalanca, e se potesse, arriverebbe fino a terra.
"Cosa?" chiedo

"Serviva un'altra persona per poter dividere meglio l'affitto" si giustifica Giulia

"Possiamo parlarne di là?" chiedo a Giulia, rivolgendo poi un falso sorriso al ragazzo "Perché non me l'hai detto?" aggiungo

"Perché non era ancora sicuro, volevo vedere se davvero lui sarebbe stato il ragazzo giusto. E lo sembra" 

"Quello sembra un ragazzo okay? Ha un intero braccio tatuato. Potrebbe essere uno spacciatore" 

"Giorgia per favore" mia cugina rabbrividisce "Ovviamente ci siamo informti su che tipo di persona sia. Non abbiamo fatto entrare la prima persona passata davanti casa" mi spiega

"Non mi convince" continuo

"Ha studiato giurisprudenza. Ci ha portato un'attesto" rimango in silenzio "È un bravo ragazzo, e poi a Filippo serve un altro maschio in casa, per parlare di cose.. da maschi" fa un gesto con le mani. 
Sospiro e torniamo in salotto. Noto che Filippo sta facendo firmare delle carte al ragazzo.
"Piacere Davide" mi porge la mano.

"Giorgia" riluttante gliela stringo. La sua mano è il doppio della mia. È calda e avvolgente. 
Mi fissa, con i suoi enormi occhi color nocciola. Non avevo mai visto un colore simile. Rimango incantata a guardare il colore dei suoi occhi fino a quando non riprende a parlare
"Mi trasferirò qui finchè non avrò abbastanza soldi per potermi comprare un'appartamento" dice, continuando a fissarmi con quei suoi occhi, che cazzo, mi disorientano

"Oh okay" torno alla realtà e gli lascio la mano

"Visto che non sei molto felice della mia presenza qui" mi sorride
Improvvisamente sento le mie guance accaldarsi e diventare rosse. Comincio a tossire e mi allontano da lui
"Non, non è vero" rispondo, cercando di comprire il mio evidente imbarazzo. Non mi risponde, si limita a sorridermi di nuovo e poi voltarsi a parlare con mia cugina. 
Lascio la stanza, prendendo la scarpe che poco prima mi erano cadute e salgo in camera.
Mi chiedo se Davide si ricordi di me. Cioè, se sa che sono la stessa ragazza che ha visto ai grandi magazzini il giorno prima. Certo oggi indosso dei jeans e una maglietta larga, ma la faccia è sempre quella.
Rimango delusa dal fatto che lui non si ricordi di me, mentre lui è rimasto così impresso nella mia mente.
Mi cambio mettendomi il pigiama, per stare più comoda.
Esco dalla camera e sussulto trovandomelo davanti
"Oh, scusami, non volevo spaventarti ma questa è la mia camera " mi indica la porta davanti a camera mia

"Tranquillo" gli dico. Fantastico, ha la camera davanti alla mia
Lascio il corridoio e raggiungo la cucina. Apparecchio, stranita dal fatto che debba apparecchiare per quattro e non più per tre.
Il ragazzo tatuato raggiunge in fretta la cucina e si offre di cucinare, per ringraziarci di averlo accolto in casa nostra.
Ci impiega circa una mezz'oretta poi ci sediamo a tavola
"Allora con quanto ti sei laureato?" chiede Giulia

"Massimo dei voti" risponde indifferente

"Dove ti sei laureato?" gli chiedo

"Ho seguito dei corsi all'università di melbourne" 
Quindi ha frequentato un università. Ma come può averla frequentata? Come ha fattao a permettersela?
"Come hai fatto a permettertela? Cioè vieni qui, a convivere con noi, quando hai frequentato un università"

"Giorgia, basta" mi minaccia mia cugina, dopo aver capito la mie intenzioni.
Lascio perdere, ma Davide non risponde comunque alla mia domanda.
Finiamo di mangiare mentre lui ci racconta della sua esperienza a Havard. C'è comunque qualcosa in lui, che non mi convince. Lo so che detto da me può sembrare strano, ma è così.
Sparecchiamo tutti insieme, poi va a farsi una doccia.
"Cosa diavolo ti è passato per testa?" Giulia è parecchio incazzata

"Non ho fatto nulla" rispondo facendo spallucce

"Metterlo alla prova?" chiude li occhi a fessura

"Giulia, c'è qualcosa che non va in lui. E se lo dico io"

"Non tirare in mezzo tutte le volte quella dannata storia!" Dovrei davvero smetterla di far riferito alla droga, so quanto le faccia male ricordare quel periodo "Non c'è nulla di strano se vuole convivere. è la sua vita, fa quello che vuole" sbotta

"Non mi piace quel tipo" sbuffo

"Tanto tu a casa non ci sei mai" mi rimprovera 

"E se ci drogasse tutti?" le dico, ma non mi ascolta e lascia la stanza
Sbuffo, e lavo i piatti. 
Andiamo, se sei andato all'università, vuol dire che i soldi li hai. Perché venire qui, dall'Australia, e affittare un appartamento con altre tre persone? Per un po' il mio pensiero rimane fisso a quel ragazzo misterioso.
Raggiungo successivamente Giulia e Filippo in salotto. Ben presto ci raggiunge anche Davide, con un Macbook sotto il braccio e i capelli bagnati.
Lancio un'occhiata a Giulia, appena il ragazzo si siede sul divano ed accende il computer ma lei alza gli occhi al cielo.
Comincia a digitare sul suo computer e lo guardo osservare le pagine sullo schermo.
Cosa starà cercando? 
"Per caso sapete se affittano e vendono appartamenti qui in zona? Vorrei cominciare a farmi un'idea" dice guardando prima Filippo e poi Giulia.

"Sì, se non sbaglio affittano degli appartamenti non troppo grandi, a dieci minuti da qui. Non sono enormi ma per una persona vanno bene" gli sorride Giulia

"Domani ho la giornata libera, se vuoi ti accompagno a vederlo" gli proprone Filippo

"Certo, va bene, grazie" gli rivolge un sorriso, che viene ricambiato.
Continua a fissare il computer probabilmente in cerca di qualche offerta.
Ci mettiamo a guardare un film, come ogni sera e verso le undici vado a farmi la doccia.
Quando mi alzo dal divano, noto che Davide non c'è. Non mi sono nemmeno accorta che ha lasciato la stanza.
"Vado a farmi la doccia" dico a mia cugina e mi dirigo verso il bagno.
Prendo la bancheria intima dal comò nella mia camera e chiudo la porta del bagno.
Mi siedo nella vasca, e comincio a lavarmi. 
Dopo circa una ventina di minuti sotto il getto caldo dell'acqua, mi alzo in piedi e prendo l'accapatoio
"Oddio, scusami io non sapevo stessi facendo la doccia" si scusa Davide, fissando il mio corpo nudo. Mi chiudo velocemente l'accapatoio e mi lascio cadere dentro la vasca imbarazzata da morire
"Fuori da qui!" urlo. Lui esce senza dire una parola.
Arrivo davanti allo specchio e noto come le mie guance siano rosse e i miei occhi spalancati. Mi vesto velocemente e decido di andare a parlare con lui
"Ma non ti hanno insegnato a bussare alle porte?" urlo entrando in camera sua

"Nemmeno a te a quanto pare" lo fulmino e lui alza le mani come per scusarsi "E a te non hanno insegnato a chiudere le porte a chiave?" aggiunge, con la braccia incrociate

"Sei in casa mia! Il mimino che potessi fare era bussare!" non mi risponde "Senti, nessuno deve venire a sapere di questa cosa, okay?" lo minaccio

"Rilassati, sicuramente non andrò in giro a dire che ti ho visto nuda. Non sono un maniaco" ride

"Lo spero" gli dico e faccio per andarmene

"Bel fisico comunque" mi stuzzica.
Mi sbatto la porta alle spalle, viola per l'imbarazzo.
Non ci posso credere. La prima sera che è da noi, e già mi ha vista nuda. Cose da pazzi.
Mi metto a letto, mentre insulto mentalmente il nuovo coinquilino.
Mi addormento poco dopo, stanca a causa della lunga giornata di scuola.

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


Contro voglia mi alzo allo suonar della sveglia.
Mi alzo di buon umore, eccitata all'idea che stasera dormirò insieme al mio ragazzo.
Mi lavo la faccia e scendo a fare colazione
"Buongiorno!" saluto tutti

"Di buon umore stamattina?" mi prende in giro Filippo
Gli faccio la linguaccia, e appena entrata in cucina, trovo Davide ai fornelli.
Gli rivolgo un veloce sguardo, che lui non nota essendo di spalle. Prendo un'arancia e mi faccio una spremuta
Appoggio il telefono sul bancone e comincio la mia colazione. 
"Vuoi?" Davide mi porge un piatto con una frittella. Lo guardo "Tranquilla, non è avvelenato" ride
Mi spunta un sorriso imbarazzato, e prendo il piatto 
"Buono, davvero buono!" spalanco gli occhi per il piacere

"Vuoi sapere l'ingrediente segreto? È il cianuro" mi fa l'occhiolino.
Gli faccio una smorfia, e continuo a mangiare mentre lui ride
"Come mai te la depili?" la naturalezza con cui lo dice mi fa sputare l'aranciata che stavo bevendo.
L'ha chiesto davvero?


"Cosa?" gli chiedo con gli occhi spalancati

"No dico, pensavo fossi vergine" mi dice mentre pulisce il bancone dove aveva cucinato poco prima

"Cosa te lo fa pensare?" gli chiedo, leggermete sconvolta dalla disinvoltura con cui questo sconosciuto affronta un argomento simile. Mi guarda storto

"Boh, non lo so. Hai dei comportamenti impacciati e goffi, li ho notati al centro commerciale. Sembravi diversa dalle altre ragazze. Tu sei più timida" 
Allora si ricorda

"Fidati, sono molto diversa dalle mie coetanee ma evendentemente non abbastanza da restare vergine" dico alzando le spalle

"Non c'è nulla di male nello scopare con il proprio ragazzo. O scopa amico, dipende dai casi" decide di ingnorare la prima parte della frase, e gliene sono grata

"Perché stiamo parlando di questo scusa? E poi non ho uno scopa amico" dico

"D'accordo, vuoi cambiare argomento?" mi chiede

"Sì, grazie" rispondo sollevata

"Quanto ce l'ha grande?" 

"O mio dio! Basta me ne vado" mi arrendo "Non so perché stiamo parlando del.."

"Cazzo" completa la frase per me

"Ecco, di quello, del mio ragazzo. Tu sei malato, sul serio" mi alzo e lascio la stanza

"Beh, comunque, se hai biosgno, chiedi pure. Me ne intendo" anche se non lo conosco posso giurare che abbia un dannato sorriso a trentadue denti su quella dannata faccia da culo

"Ah non lo metto in dubbio" urlo

"L'aranciata che hai sputato la pulisci tu" mi urla in risposta
Torno in cucina sbattendo i piedi e pulisco ciò che ho spuntato qualche minuto prima.
Salgo al piano di sopra e mi vesto.
Inzio a capire che i tratti di questo ragazzo: spacciatore, maniaco sessuale. Sono più che sicura che gestisca qualche bordello in giro per la città. E ripeto, detto da me che fino a un anno e mzzo fa mi facevo di ero, non può che essere la verità.
Finito di vestirmi noto che sono già le 7.40. La mia inutile e imbarazzante discussione con Davide mi ha portato via un po' di tempo. Prendo il telefono e trovo un messaggio da Federico
| Ti sto aspettando fuori <3 |
Scendo velocemente le scale, prendo lo zaino ed esco
"Ricordati cosa ti ho detto" mi urla Davide ma mi chiudo la porta senza rispondergli. Lo sento ridere.
Saluto Federico e ci dirigiamo verso scuola.
"Tutto okay?" mi chiede turbato "Ripensamenti su stasera?" mi mette la mano sulla coscia

"Nono, assolutamente no. Sono solo stanca" sorrido, ma in realtà sono ancora sconvolta dalla disinvoltura di Davide. 
Come puoi parlarmi così, dopo nemmeno un giorno che viviamo insieme? Nessun ragazzo mi aveva mai parlato così. O meglio, nessun ragazzo a me sconosciuto mi aveva mai parlato così.
Passo l'intero viaggio a raccontare a Federico del nuovo coinquilino, tralasciando ovviamente la particolare conversazione di stamattina. E della doccia.
Scendo dalla macchina scuotendo la testa e prendo per mano Federico.
Perdo completamente di vista la chiacchierata con Davide per l'intera giornata. Mi diverto con i miei amici, facciamo colazione tutti insieme al bar, poi ognuno segue le proprie lezioni e all'alba delle 13.30 finalmente possiamo uscire.
Mi ritrovo con Federico davanti alla sua jeep. Saliamo entrambi e ci dirigiamo verso il centro commerciale
"Giuro che sto morendo di fame!" mi lamento, stiracchiandomi sul sedile

"Mcdonald's tattico?" mi prende in giro

"Assolutamente sì" rido
Entriamo dentro al fast food, mano nella mano, e ordiniamo. Prendo un Cheeseburgher e una porzione grande di patatine accompagnate da una coca cola media, mentre Federico prende un 1955 e un CBO, con due porzioni grandi di patatine e coca.
Appena ci sediamo guardo disgustata il suo vassoio
"Come farai a mangiare tutto?" chiedo indicandoli

"Ti ricordo che ho avuto due ore di allenamento" mi sorride
Rido, poi prendo il mio piccolo cheeseburgher tra le mani, e lo mordo, gustandomi il sapore di formaggio fuso che si unisce alla carne.
Pranziamo mentre continuiamo a parlare, poi ci alziamo e andiamo a farci un giro.
"Non vedo l'ora di vederti giocare martedì" dico mentre mi aggrappo al suo braccio

"Verrai a vedermi?" mi chiede e gli si illuminano gli occhi

"Certo che verrò!" lo bacio sulla guancia

"Allora andrà bene sicuramente" mi sorride, e ricambio il sorriso
Decidiamo di optare per un negozio di sport, dato che deve comprare nuove scarpe da football. Decido di regalargli una maglietta della sua squadra preferita: Greenville.
Non capisco nulla di football, ma ho sentito Federico parlare con i suoi amici.
Mentre lui è in camerino a provarsi dei pantaloncini scelgo un maglia con un nome di giocatore che il mio ragazzo non ha, andando a memoria.
Appena la trovo corro alla cassa, la pago e raggiungo Federico ai camerini
"Sorpresaa" gli urlo mentre esce, sventolandogli la busta davanti alla faccia

"Non dovevi" mi sorride mentre ammira la maglia. Ringrazio Dio che non ce l'abbia già.

"Piccolo regalo" lo bacio.
Usciamo dal negozio e ci dirigiamo verso casa sua. 
Da quando sto con lui, abbiamo passato poco tempo a casa l'uno dell'altro: abbiamo sempre preferito fare una passeggiata oppure uscire con i nostri amici.
Oggi finalmente potremmo ritagliare del tempo solo per noi.
"Ciao Giorgia" mi saluta Roberto, il padre di Federico, quando entriamo in casa

"Salve signore, come sta?" chiedo gentilmente

"Tutto bene, te cara?"

"Tutto bene, grazie. La ringrazio per avermi invitata" gli sorrido

"Sono più che felice di averti qui. Mio figlio non fa altro che parlare di te" mi sorride 

"Grazie papà" sorride imbarazzato Federico  "Okay, possiamo andare in camera adesso? Prima che la situazione si faccia ancora più imbarazzante?" ride Federico

"Sì" rido e lo seguo in camera sua
Entriamo dentro, e noto subito il colore blu delle sue pareti e della moquette: sul muro sono attaccate diverse magliette incorniciate, autografate da diversi giocatori famosi. 
Sopra al suo letto, una foto dell'intera squadra con in mano la coppa del campionato. Riconosco James e Eddy, i suoi due migliori amici.
Sorrido non appena noto che si è messo la maglietta che gli ho comprato. 
Riusciamo a malapena a vedere un po' di tv perché veniamo chiamati da suo padre per la cena.
Non appena arriviamo in cucina, vedo Jessy, la madre di Federico.
Jessy è una bellissima donna americana, sulla quarantina, dal fisico slanciato e magro come quello di una ventenne. I lunghi capelli biondi, sono sempre raccolti un delicato ed elegante chignon, che le dona l'aria sofiscata che la caratterizza.
"Ciao Giorgia" mi accoglie con un abbraccio

"Salve signora. Che vestito meravigliso" mi complimento per il vestito nero, che le segna la piccola vita.

"Grazie" sorride soddisfatta "Sono felice di averti qui" aggiunge

"La ringrazio dell'invito" 

"Ma figurati, sei sempre la benvenuta qui"
Inizio notevolemente a rilassarmi, e mangiamo in tutta tranquillità mentre parliamo con i suoi genitori.
È sempre bello parlare con loro, perché nonostante la loro situazione agiata e benestante, sono persone molto umili e generose. 
Jessy comincia a parlare del saggio che sta montando con la sua classe, e ci racconta di quanto sia orgogliosa delle sue ballerine. è insegnante di danza classica in una dlle migliori accedemie della città.
A fine cena sono notevolmente più rilassata.
Quando poi risaliamo in camera, Federico si chiude la porta alle spalle.
Mi sorride, attirandomi a sè e mi bacia "Forza guardiamoci un bel film mentre aspettiamo di digerire, che la jacuzzi ci aspetta"

"Evviva la jacuzzi!" saltello mentre mi siedo sul letto e Federico mette su un film di cui non so il nome.
Ci divertiamo un sacco, e circa un'oretta e mezza dopo la cena entriamo nella jacuzzi.
Siamo a fine maggio, l'aria è calda, ed è tutto così perfetto. Federico spegne le luci e mi indica il cielo
"Guarda quante stelle" alzo la testa per guardare milioni di luccichii nel cielo

"È bellissimo" sospiro mentre mi appoggio a lui. Rimaniamo un po' così, io abbracciata lui, e lui che mi carezza i capelli mentre parliamo.
Ad un certo punto, un film perverso si fa strada nella mia mente.
Ho voglia di sentire i suoi baci sul mio collo, e le sua mani che mi stringono i fianchi.
Mi siedo a cavalcioni sopra di lui, e comincio a baciarlo. Le nostre labbra si uniscono, in un bacio bellissimo e pieno di passione. Posso già sentirne gli effetti in lui, mentre premo e strofino la parte bassa del mio corpo contro di lui.
"Portami sul letto" sussurro nel suo bacio. Senza dire una parola, ci alza entrambi dalla jacuzzi. Esce e mi porta in braccio sul letto, dove mi poggi con delicatezza.
Ringrazio il cielo che Federico abbia la jacuzzi nel balcone di camera sua, così da non dover passare davanti a suoi genitori, con la sua ormai evidente erezione.
Lo osservo prendere un preservativo e infilarselo, e poi entra in me, delicato e dolce.
Mi lascio avvolgere dal piacere, mentre li continua a spingere dentro di me.
Quando entrambi abbiamo raggiunto l'apice, si sdraia affianco a me, prendendomi la tra braccia. Rimaniamo in silenzio, finchè i nostri respiri non tornano regolari
"Se vuoi puoi andare a fare la doccia nel mio bagno" mi sussurra sulla guancia, mentre vi lascia piccoli baci

"Va bene" gli sorrido. 
Mi alzo dal letto ancora un po' rintronata e raggiungo il bagno dove entro nella doccia, nella mia fase post-orgasmo. Ripensano a come ci siamo conosicuti, ringrazio Dio per aver fatto in modo che la mia migliore amica, Jessica, e il miglior amico di Federico, Eddy, si siano messi insieme.
Ci siamo conosicuti tramite loro, dopo averci presentato rispettivamente ai loro amici. E pensare che io inizialmente ero interessata a James. 
Sorrido al pensiero.
Quando torno in camera, noto che Federico si è rimesso il costume bagnato, ma ha cambiato il copriletto, che era completamente bagnato
"Tranquilla, a mia madre diremo che si siamo sdraiati per vedere la tv dopo essere usciti dalla jacuzzi" mi sorride, posandomi un bacio sulle labbra

"Okay" sorrido, più tranquilla. 
Nonostante la bontà dei suoi genitori, preferisco che rimanga una certa segretezza su cosa facciamo io e lui quando siamo soli, soprattutto se in una camera da letto. O nella sua jeep. 
Appena torna dalla doccia, ci buttiamo sul letto, a guardare un film ma passiamo la maggior parte del tempo a ridere e scherzare ripensando a quegli attimi meravigliosi di poco prima.

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


"Buongiorno meraviglia" mi saluta Federico, posandomi un vassoio sulle gambe

"Giorno" gli sorrido e gli poso un bacio sulla guancia

"Dormito bene?" 

"Tra le tue braccia assolutamente sì" mi bacia
Si sdraia affianco a me, e cominciamo a mangiare. Prende l'uva dal piatto, e mi mette dei chicchi in boccca, scoppiando a ridere poco dopo. 
Adoro il suono della sua risata appena sveglio: ha la voce ancora un po' roca, ma mi mette allegria. Lui è sempre così spensierato e felice.  
Quando abbiamo finito, mi alzo di malavoglia per andare in bagno dove mi lavo la faccia, per rinfrescarmi e cercare di assumere un aspetto più decente e 'sveglio'
Torno in camera da Federico, che dopo aver posato il vassoio per terra, mi fa sdraiare tra le sue braccia.
Passiamo l'intera mattinata in camera, mentre ci baciamo e ci coccoliamo, provocandoci un po' a vicnda, ma non raggiungendo mai il fondo.
Ci alziamo di malavoglia dal letto quando la madre ci chiama per il pranzo.
"Siamo felici che ti sia trovata bene. Vi abbiamo sentito ridere fino a tardi" aggiunge divertito Roberto

"Sì siamo stati alzati fino a tardi, ma poi siamo crollati: eavamo davvero esausti" dico imbarazzata

"Questa settimana è stata lunghissima tra allenamenti e lezioni" Federico mi stringe la mano

"Abbastanza. Tante materie da recuperare, verifiche, interrogazioni e la testa già in vacanza" rido

"Quanto ti capisco. Fortunati voi giovani che finite tra un po' " aggiunge sconsolato Roberto
Ridiamo tutti quanti e continuiamo il pranzo tra le chiacchiere.
Ci alziamo dal tavolo, ma resto ancora qualche minuto in cucina per aiutare Jessy a sparecchiare, poi raggiungo Federico in camera sua
"Che ne dici di andare un po' al parco? Ce ne stiamo solo io e te" mi propone

"Assolutamente" lo bacio.
Mi sorride e inizia a cambiarsi davanti a me. Osservo il suo corpo scolpito, la sua pelle scura e i suoi muscoli che si contraggono. La tartaruga si contrae mentre si sfila la maglietta, facendomi desiderare di toccarla.
Le grosse braccia si rilassano non appena le abbassa, e il desiderio di stringerle si diffonde in me.
Sento un sensazione diffondersi in me che viene spazzata via, non appena si fa scivolare addosso la maglia, facendo svanire ogni mia fantasia.
"Andiamo?" mi chiede, rianimandomi da uno stato di tranche

"Sì fammi truccare. Non posso assolutamente uscire in queste condizioni"

"Ma sei bellissima" mi cinge la vita

"Non discutere sul trucco. Perdi in patenza" dico mentre picchietto con le dita sui suoi enormi pettorali

"Okay, okay" sospira. Mi bacia e mi lascia andare.
Prendo il mio beauty-case dalla borsa e vado in bagno. Mi segue e si appoggia allo stipite della porta, mentre io mi trucco.
Disegno sulle mi palpebre una linea sottile di eye-liner, allungata all'esterno. Ricompro le ciglia di mascara blu, e intensifico lo sguardo con un po' matita nera. Sento Federico ridacchiare e ci mettiamo a discutere sul mio trucco.
Questa discussione si conclude con una risata generale.
Usciamo di casa dopo che ho risistemato il borsone con la mia roba dentro, e saliamo in macchina.
Ci dirigiamo verso il parco al centro della città: un enorme distesa di verde, dove i bambini giocano a pallone, e le coppie si sdraiano ad osservare il cielo.
L'abbiamo fatto parecchie volte, perché entrambi amiamo molto quel parco, e la sua tranquillità, nonostante sia spesso pieno di persone.
Quando arriviamo, prendo il telo nel bagagliaio di Federico, e per mano ci dirigiamo nel solito posto dove ci sdraiamo. Ci sistemiamo, e passiamo il pomeriggio tra partite a carte, chiacchiere e coccole.
Verso le cinque, mi riporta a casa, e un sento la tristezza farsi avanti.
"Sono stata benissimo, grazie amore" lo bacio davanti alla mia porta

"Anche io, piccola. Ci sentiamo?"

"Certo. Ciao" lo bacio, poi entro in casa "Buonasera!" urlo, salutando i miei coinquilini

"Sera" mi sorride Filippo
Ben presto ci ritroviamo tutti in cucina, mentre Davide cucina la cena. Decidiamo di mangiare qui, nel piccolo tavolo della cucina, senza apparecchiare la tavola in soggiorno
"Allora com'e andata?" mi chiede curiosa Giulia

"Bene" sorrido "Abbiamo fatto il bagno nella jacuzzi. Oh, è stato meraviglioso" sospiro ricordando le sue mani sui miei fianchi, mentra la sua bocca assaporarava la pelle sensibile del mio collo

"Nient'altro da dire?" aggiunge Giulia

"No, nient'altro da dire" aggiungo, facendole la linguaccia

"Niente, niente?" chiede delusa

"Affari miei, non credi?" le faccio l'occhiolino, prima di cambiare discorso "Com'è andata invece la vostra serata?"
Giulia inzia a raccontare il loro venerdì sera, dimenticandosi - probabilmente momentaneamente - del precendente discorso.
Noto lo strano silenzio di Davide: sembra perso nei suoi pensieri, sembra non stia dando conto alla nostra conversazione e da un lato è meglio così. L'idea di lui che mi parla nello stesso modo di ieri mattina davanti a mia cugina mi fa rabbrividire.
Io e Davide torniamo alla realtà quando Giulia fa cadere la forchetta nel piatto, facendoci sobbalzare.
Quando finisco di sparecchiare, vado in camera a svuotare il borsone
"Ehi gio, posso parlarti?" mia cugina entra in camera

"Certo" le sorrido

"Perché non sei andata oltre con Federico?"

"Non, non lo so" mento

"Non sentirti mai costretta a farlo, okay? Fallo solo se tu vuoi, e pensaci bene" 

"D'accordo.." annuisco confusa. Penso che con quella affermazione volesse dirmi qualcosa, ma non riesco ad afferrare il concetto "Tu hai.. Hai rimpianti?" chiedo infine

"Tanti" mi sorride leggermente ed esce dalla stanza. 
Cosa può essere successo, da farle rimpiangere di aver provato? Giulia è sempre stata, fin da quando io mi ricordi, una ragazza determinata in quello che fa, il mio esatto opposto. Quando vuole una cosa, si fa il culo per ottenerla, mentre io rimango ad aspettare che questa cosa mi cada tra le braccia.
È sempre stata una ragazza che prendeva le sue decisioni da sola, senza farsi influenzare da nessuno. Perché allora rimpiange di aver provato?
Esco dalla stanza per andare a parlare con lei
"Oh cazzo" esclamo quando, uscendo dalla stanza mi scontro con Davide

"Sera" mi sorride

"Cosa vuoi?" sospiro

"Parlarti. Vieni dentro" mi porta in camera mia

"Di cosa?" ho qualche presentimento

"Perché non dici a Giulia che hai già perso la verginità?" e di nuovo si ripresenta la disinvoltura incredibile di Davide

"Perché no. Non mi va di parlarne. Perché non ti fai i cazzi tuoi?" sbuffo

"Chiedo solo" fa spallucce

"Sei irritante" sospiro ed esco dalla stanza lasciandolo lì in piedi, mentre ride.
Cerco Giulia per poterle parlare, riguardo a quello che mi ha detto poco prima, ma Filippo mi avverte che è andata a dormire.
Qualcosa di grave è successo, è voglio capire cosa. Giulia sembra piuttosto scossa da questo, e ciò mi preoccupa.
Nonostante il suo carattere, so che è una ragazza che ha sempre pensato che la verginità fosse una cosa importante, da perdere con una persona altrattanto importante.
Il suo comportamento mi spinge a pensare, che le sia successo qualcosa di brutto, che l'ha segnata parecchio.

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


Mi alzo dopo una notte abbastanza tormentata, verso le undici.
Rammento subito che Giulia e Filippo non sono a casa, perciò anche stamattina non potrò parlare con Giulia
"Giorno" la voce di Davide risuona nella cucina. Solo ora mi rendo conto di essere a casa, da sola, con lui

"Ciao" rispondo, cercando di nasondere la mia preoccupazione

"Vuoi? Non è avvelenato" mi porge un cupcake. Il fatto che prenda così alla leggera questa mia diffidenza verso di lui mi rende tutto più facile

"Sì grazie" ne prendo uno e lo mangio con gusto

"Allora.. come stai?" Davide cerca di riempire il silenzio imbarazzante che si è creato

"Bene grazie, tu?" rispondo imbarazzata

"Bene, bene" mi sorride. Il momento viene interrotto dal suo telefono che suona.
Lo prende in mano e guarda lo schermo. Il suoi occhi si spalancano e impallidisce. 
"Scusa devo rispondere" si congeda, ed esce dalla stanza. Lo sento rispondere, la porta che si chiude alle sue spalle, poi più nulla.
Cosa sta succedendo in questa casa? Quanti segreti sono avvolti tra queste mura?
Mi scrollo i pensieri dalla testa mangiando un altro cupcake.
Mi alzo e decido di andare a correre, dato che non ho nulla da fare.
Nonostante sia quasi mezzogiorno non fa il solito caldo, la giornata è leggermente nuvolosa, e un po' di vento rinfresca l'aria.
Mi cambio, mettendomi dei leggings neri e una canotta bianca. Mi lego i capelli in un coda alta e prendo l'ipod
"Vado a correre, a dopo" saluto Davide, che sembra non accorgersi del mio saluto, ancora immerso nella sua telefonata.
Non capisco cosa stia succendendo. Giulia così insicura, e Davide che sbianca alla vista del mittente della chiamata.
Non dovremmo essere noi adolescenti i problematici?
Corro lungo il marciapiede del mio quartiere, sorpassando visi conosciuti.
Sono persa nei miei pensieri e continuo a correre. Mi accorgo solo dopo un'oretta che ho corso parecchio, alternando corsa e camminata.
Mi guardo attorno e non riconosco la zona. Sinceramente non so nemmeno come ho fatto a finire qui. Non sembra affatto una bella zona.
Intorno a me, solo case popolari, vecchi negozi diroccati o macchine bruciate.
Rabbrividisco: non ho la più pallida idea di come tornare a casa, dato che non so nemmeno che strada ho fatto. Durante il tragitto, non ho prestato attenzione a dove stavo andando, perciò tornare indietro mi è praticamente impossibile.
Cerco di ripercorrere i miei passi, quelli che ricordo almeno, per uscire da questa parte della città
"Ehi piccola, che ci fa qua tutta sola?" mi chiede un ragazzo appoggiato al muro di una casa. È un po' più alto di me, con due bellissimi occhi azzurri. Le braccia sono tatutate, e mi ricordano un po' quelle di Davide 

"Mi-mi sono persa" dico da povera ingenua

"Oh ma davvero? Vieni con me, a casa mia ho qualcosa che può aiutarti" ghigna e mi prende il polso

"No grazie, preferirei rimanere qui" dico, quasi sussurrando

"Oh, qui va bene lo stesso"  mi sbatte contro al muro, tenendomi i polsi sopra la testa. Comincio ad urlare, sperando che qualcuno mi senta, ma ho come l'impressione che nessuno verrà a salvarmi.

"Lasciala stare" un voce familiare blocca l'assalto del ragazzo dagli occhi blu. Davvero se la situazione non fosse così.. tragica potrei farci un pensierino. Ha i capelli bruni, piuttosto disordinati e un'accenno di barba sul volto

"Louis, ho detto lasciala stare" dice Davide a denti stretti. Lo conosce? Come fa a conoscere un tipo come lui?

"Ehy Zayn rilassati" alza le mani
Zayn? Chi è Zayn?
"Giorgia, vieni con me" Davide mi porge la mano, e mi salire nella sua auto.
Lui rimane ancora fuori dall'abitacolo, a parlare con il ragazzo che mi ha assalito. Sembra piuttosto incazzato, ma io non riesco a capire come lui possa conoscere un tipo come lui. Non che il loro aspetto non sia simile: stessi vestiti, stesso comportamente da duro, stesse braccia tatuate.
Forse gestiscono un bordello insieme. Questo spiegherebbe perché si sono appena scambiati un biglietto.
Poi Davide gli porge una busta.
"Come facevi a conoscerlo? Perché ti ha chiamato Zayn? Cosa c'era in quella busta?" gli chiedo confusa, appena chiude la portiera

"Figurati non c'è di che" sbuffa

"Davide" sbotto
O forse dovrei chiamarlo Zayn?
"Lui fa parte di una parte del mio passato che voglio dimenticare" prima rivelazione

"Quale parte?" chiedo, intuendo a cosa possa riferirsi

"Non potresti semplicemente ringraziarmi per averti aiutata e chiudere la bocca? Sei così irritante con tutte le tue cazzo di domande" sbotta

"Sai vivi nella mia stessa casa, vorrei almeno sapere con chi vivo!" urlo gesticolando "E poi che ci facevi qui? In questo.. posto?" aggiungo disgustata

"Potrei farti la stessa domanda"
Decido di abbandonare il discorso. Chiudo gli occhi, e faccio un lungo respiro per calmarmi.
Quindi, probabilmente, io a Davide abbiamo un passato simile. Sicuramente la droga è presente, in entrambe le nostre vite.
Il resto del viaggio lo passiamo in silenzio. 
Certo che di strada ne ho fatta: siamo in macchina da una ventina di minuti ormai, e solo ora comincio a riconoscere quartieri. 
Devo ancora capire come ci sia arrivata lì.
"Potresti evitare di.. di dire a Giulia cos'è successo? Non vorrei diventasse una questione di stato" chiedo a Davide

"D'accordo" risponde dopo averci pensato un po'
Entriamo in casa, verso le due. Giulia non fa domande su quello che è successo.
Sembra sovrappensiero. Qualcosa è successo tra lei e Filippo. Lo si può notare dall'indifferenza e il dolore dipinti sui loro volti
"Giulia posso parlarti?" le chiedo sotto voce, come per paura di rovinare il silenzio

"Sì" mi risponde e ci dirigiamo verso la sua camera da letto

"Cosa succede?" chiedo preoccupata, appoggiandole una mano sulla coscia

"Non fare cazzate di cui potresti pentirti"

"A cosa ti riferisci? Giulia parla con me" la supplico

"Quando avevo la tua età più o meno, e mi frequetavo già con Filippo, ho perso la verginità con una ragazzo a cui non importava nulla di me. Filippo non me l'ha mai perdonato. Voleva essere lui a farlo. Per quanto Filippo mi piacesse all'epoca, e tutt'ora, mi sono lasciata sedurre da quel ragazzo, perdendo ciò che doveva essere di Filippo"
Cala il silenzio. 
Nonostante l'argomento sia delicato, non mi sento in imbarazzo. Semplicemente non so davvero cosa dirle "So che i tempi sono cambiati da allora, e che magari questo passo non ha più la stessa importanza ormai, ma vorrei solo farti capire il concetto. Con questo non voglio dire che tu non debba farlo con Federico, ma pensaci bene" mi sorride debolmente

"Cos'è successo ora tra te e Filippo?" chiedo non capendo il loro comportamento

"Il ragazzo è tornato"

"Cosa?" esclamo

"Ieri sera, quando non eri a casa, è passato. È stato uno shock. Filippo l'ha quasi picchiato"
Rimango stupita: Filippo che mette le mani addosso a qualcuno? Non ci credo. Filippo è la persona pià pacifica che io conosca, è assolutamente impossibile. Dev'essere davvero incazzato con lui

"Lo so, sembra assurdo, ma l'ha quasi fatto" risponde, come se mi avesse letto nel pensiero "quello che gli da più fastidio, oltre al fatto che mi ha portata a letto, è che io ci sia stata male dopo. Ha sempre odiato vedermi star male"

"Oh.." dico semplicemente "Cosa voleva?" gli chiedo

"Far incazzare Filippo. Non lo so. È tornato in città dopo un soggiorno a Melbourne"

"Tornerà?" 

"Non penso, dopo che mi ha mollata la prima volta, e io mi sono messa con Filippo, non ho provato nulla per lui, a parte odio e rabbia. Anche ieri sera, le uniche emozioni che ho provato sono state dolore e rabbia"
L'abbraccio, senza dire una parola, e poi torniamo di là.
Filippo è rimasto sicuramente sconvolto dal ritorno di questo ragazzo, e posso capirlo. Ma fare così non fa altro che peggiorare la situazione, oltre a far star di merda Giulia.
Torniamo di sotto, e le faccio una camomilla per rilassarsi un po'.
Infine vado a farmi una doccia. Mille pensieri mi attraversano la testa: Davide - o Zayn? - con quel ragazzo. Il passato di mia cugina, e ciò che mi ha detto riguardo a perdere la verginità. 
In ogni caso il danno è fatto: ho perso la vergnità con Federico, ma non ho fatto un torto a nessuno. D'altronde non mi sto frequetando con nessuno, a parte lui, che inoltre, è il mio ragazzo.
Inoltre, ho fatto questo passo perché volevo farlo, perchè sapevo che era la persona giusta con sui poterlo fare.
D'altronde, io sono innamorata di lui.. no?

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


Mi alzo dal letto, rintronata dalla sveglia.
Scendo a far colazione e la situazione sembra essersi risolta tra Giulia e Filippo: lui la guarda cucinare, e lei ride mentre si finge una cuoca provetta.
Esamino la cucina: Davide non c'è
"Giornoo" urla Giulia facendomi sussultare

"Giorno" rido. Sì, direi che la situazione è decisamente tornata apposto.
Filippo mi passa un piatto di pancakes cucinato da mia cugina e mi fa uno strano effetto mangiarli: ultimamente mi sono sempre stati preparati da Davide.
Li mangio, e non hanno un sapore molto diverso da quelli del misterioso ragazzo, eppur avrei preferito che al posto di Giulia ci fosse stato lui..
Mi preparo ed esco di casa, trovandomi davanti Federico
"Buongiorno" mi sorride e mi bacia "Mi sei mancata"

"Anche tu" lo abbraccio. Non lo vedevo da sabato, ma mi è mancato davvero.
Saliamo in macchina e gli racconto del weekend movimentato che ho avuto, dopo che sono tornata a casa. Ometto ovviamente il particolare del ragazzo che ha tentato di violentarmi, e passo oltre.
La sua domenica non è stata molto movimentata, studio a allenamenti.
Scendiamo davanti a scuola, mi prende per mano e raggiungiamo i nostri amici
"Ehi Gio! Andiamo a vedere i nostri uomini giocare domani?" ride Jessica

"Certo" rido anche io

"Uff, che palle che siete diventate! Noi andiamo a fare shopping invece" dice Chiara, facendoci ridere tutti.
Ora che ci penso, gran parte del nostro gruppo è formato dagli amici di Federico, che di conseguenza sono amici di Eddy, essendo loro due migliori amici.
Diciamo che il nostro gruppo è formato per la maggior parte dai membri della squadra di football della scuola.
Quindi domani pomeriggio, non ci sarà nessuno con cui le mie amiche possano uscire. Rido pensando al loro completo rifiuto verso il football.
Suona la campanella delle otto, quindi entriamo in classe.
Siamo all'inizio di giugno, seguire le lezioni diventa sempre più difficile. 
Sto già pensando ad organizzare una settimana al mare con i miei amici, e i libri non sono sicuramente inclusi nella vacanza.
Le sei ore di lezione passano lentamente, e appena suona l'ultima ora ci dirigiamo verso lo mensa per mangiare
"Davvero non vi fermate? Dai ragazze saremo tutti qui" dico a Chiara e Veronica

"Gio, sai che odiamo il football" si giustifica Veronica

"Dove volete andare?" chiede Eddy

"Dobbiamo andare a comprare dei vestiti per la serata di beneficenza di nostra madre. Sarà questo weekend e noi non abbiamo ancora un vestito" si lamenta Chiara
A volte mi dimentico del fatto che Chiara e Veronica sono sorellastre. Il padre di Veronica si è sposato con la madre di Chiara circa due mesi fa.
Nessuna delle due l'ha presa bene, ma alla fine, a forza di vivere sotto lo stesso tetto, sono diventate migliori amiche nel giro di poco tempo.
"Ma se ci andassimo mercoledì, tutte insieme?" proprongo

"Odio il football" fa il muso Chiara

"Mh, d'accordo" faccio la faccia triste
Sono dispiaciuta del fatto che le ragazze non verranno con noi alla partita, ma non possiamo obbligarle a venire.
Salutiamo i ragazzi che vanno agli allenamenti e noi ragazze torniamo a casa.
Quando arrivo davanti a casa mia, la porta è aperta.
"Giulia?" la chiamo
Dal salotto, sento delle voci. Sembra quella di Davide e un altro ragazzo
"Liam, sparisci" dice a dentri stretti

"Sono venuto solo a far visita" dice il ragazzo sconosciuto
Entro nel salotto e trovo Giulia dietro a Filippo, che le fa da scudo con il suo corpo e Davide davanti a questo.. Liam?
"Vattene" ripete ancora una volta Davide. Mi sembra di vivere un flashback

"Non ti ricordi di quella notte Giulia?" incalza il ragazzo.
Dev'essere lui il ragazzo che ha tolto la verginità a mia cugina
"Ti prego vattene Liam" lo supplica lei

"Eddai, vieni qui" si avvicina a Giulia.
Filippo scatta verso di lui, ma Davide lo ferma.
"Liam fuori di qui" lo prende per la maglietta e lo sbatte fuori di casa, chiudendosi la porta alle spalle.

"Grazie" sussurra Giulia

"Figurati" fa spallucce. Sembra piuttosto imbarazzato

"Oh, sei tornata" aggiunge Giulia vedendomi

"Finalmente qualcuno si è ricordato che esisto" sorrido "Lo conoscevi?" chiedo a Davide

"Ovviamente sì" sospira

"Tutti i pezzi di merda li conosci tu?" rido

"In che senso?" chiede Giulia

"Oh, nulla, cioè mi aveva raccontato un aneddoto" mento

"Giorgia" mi riprende Filippo

"Un mio amico le stava infastidendo, ma passavo da quelle parti e l'ho portata a casa, tutto qui" Davide interviene

"Tutto qui?" mi chiede Giulia. Annuisco e la osservo mentre lascia la stanza

"Grazie" sorrido a Davide

"Figurati" è di nuovo in imbarazzo "E comunque sei una pessima bugiarda" lo fulmino con lo sguardo

"Ma tutti i tuoi amici si stanno disperdendo come pulci in giro per la città?" rido

"Abitavamo tutti nella stessa città, più precisamente a Melbourne fino a due anni fa"

"Melbourne? Tutti chi?" 

"Quando avevamo tra i tredici e i sedici anni, io e altri quattro ragazzi, tra cui Liam e Louis, abbiamo fondato una band. Si chiamava One Direction" sorride al ricordo "Ma la band si è sciolta quando io e altri due membri abbiamo cominciato a girare con le gente sbagliata. Avevamo intorno ai diciassette-diciottono anni. Che io sappia gli altri ragazzi si sono trasferiti qui dopo.." fa spallucce

"Dopo? Gente sbagliata?".
Oh no.

"Sono successe varie cose, abbiamo conosciuto gente che ci ha rovinato" dice

"Ti capisco. Comunque è una bella storia" sorrido "Perché vuoi dimenticartene?" chiedo 

"Non ho mai detto che è questa la parte del mio passato che voglio dimenticare" aggiunge prima di uscire dalla stanza
Mi fa piacere che abbia condiviso una parte del suo passato con me, ma contemporaneamente ho scoperto che c'è un'altra parte del suo passato, non molto bella che vuole dimenticare.
E la droga ne fa parte. 
Esattamente come me, lui ha avuto dei problemi con la droga. Chissà com'è stata la sua esperienza
Quando scendo per cenare, l'aria è tesa: Filippo sembra ancora incazzato per quello che è successo oggi, Davide è silenzioso, mentre Giulia è fin troppo attiva.
Passiamo la serata parlottando appena e finita la cena, corro in camera mia a finire i compiti ma vengo interrotta presto
"Ehi scusami, non voglio distrubarti" Davide picchietta sulla mia porta

"Entra entra" dico, colta alla sprovvista da questo, apparente inizio pacifo di conversazione 

"Oggi, mentre stavamo parlando.. Beh hai detto che capivi ciò che intendessi. Che significa?". Ero sicura che me l'avrebbe chiesto, e sono rimasta stupita dal fatto che non me l'avesse chiesto prima

"Nulla, solo che capisco quanto la compagnia che frequenti, possa influenzarti" fisso il libro di inglese

"Potresti essere più chiara?" chiude il libro, attirando la mia attenzione su di lui

"Ho anche io un passato, Davide. Un passato di cui non vado fiera. Un passato che voglio dimenticare, ma non passo la mia vita a lamentarmi di questo!" sbotto

"Non passo la vita a lamentarmi" si lamenta. Alzo un sopracciglio, e lui si rincompone "Ad ogni modo, cosa intendi con 'un passato che voglio dimenticare' ?" sembra.. confuso.
Dovrei parlargli? Dovrei davvero dirgli tutto?
"Senti Davide, ora devo finire i compiti, ne ho bisogno. Ne riparliamo domani. Per favore" sembra combattuto su cosa fare

"Okay" sospira "Ma domani voglio sapere tutto"

"Okay" lo congedo.
Lascia la stanza, chiudendo la porta. Dovrei davvero dirgli tutto? Anche non volessi, mi tirerebbe fuori le parole di bocca, quindi in ogni caso saprà quello che vuole.
Cerco di riportare la mia attenzione su inglese, ma ovvimante sono completamente persa nei miei pensieri.
Grazie Davide, grazie tante.

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette ***


Il giorno della partita è arrivato. 
Sono emozionata per Federico, è l'ultima partita della stagione, perciò molto importante per lui e la sua squadra.
So che è un ottimo giocatore, e sono altrettanto certa che poteranno a casa un'altra vittoria.
Mi preparo per andare a scuola. Dopo essermi vestita e lavata, faccio colazione
"Buongiorno" Davide mi sorride porgendomi dei pancakes. Mi spunta un sorriso non appena mi rendo conto che stamattina è stato lui a prepararmi la colazione, invece di mia cugina.

"Giorno" ricambio il sorriso. Mi siedo e comincio a mangiare

"Possiamo, uhm, parlare?" mi chiede

"Anche se non parlassi, mi constrigeresti a farlo, quindi" sospiro. Non risponde, confermando la mia teoria

"Allora cominciamo dall'inizio: tutto cominciò circa tre anni fa più o meno. Avevo tredici anni, ero così stupida" mi metto a ridere "Mia madre stava fuori tutto il giorno: lavorara per mantenere me e i miei fratelli, mentre il loro padre non c'era, o almeno non quanto avrebbe dovuto. Mio padre, non l'ho mai conosciuto, ma non ci avevo mai dato troppo peso, almeno finché non compii tredici anni. Non saprei dirti perché, ma fu il periodo in cui più sentii la mancanza di un padre" rimane in silenzio

"Ero completamente abbandonata a me stessa: i miei fratelli si stavano vivendo la loro adolescenza, ed è stato giusto così, mentre il più grande, Marco, stava finendo gli studi e contemporaneamente lavorava per pagarsi l'università. Ero perciò lasciata da sola, nella nostalgia di una persona che non avevo mai conosciuto. Era davvero uno schifo"

"E poi?" chiede impaziente

"Arrivò questa nuova compagna: Katy. Era davvero.. fica, per una ragazza di tredici anni. Fumava, aveva dei piercing e aveva pure un tatuaggio che si era fatta lei stessa! Il che la rendeva davvero una dea ai miei occhi. Decisi che volevo avvicinarmi il più possibile a lei, per diventare.. una forza come lei. Diventammo amiche in fretta: non so quanto la nostra amicizia fosse sincera, dato che io stavo con lei solo per diventare più fica agli occhi degli altri, ma  a nessuna delle due importava davvero. Mi fece conoscere i suoi amici: erano tutti più grandi, intorno ai quindici-sedici anni. Erano bellissimi, e ai miei occhi rappresentavano il tipico adolescente libero e ribelle che avevo sempre voluto essere" rido

"Cominciai a girare con loro, e ben presto cominciai a fumare. Quello non fu mai un problema per me: scroccavo le sigarette ai miei 'amici' o le rubavo ai miei fartelli, che bene o male, fumavano tutti. Fu facile nascondere cosa stavo facendo. Ben presto dal fumo, siamo passati all'erba. Un giorno un amico di Katy ce la portò, dicendo che era davvero una bomba, che con quella ci saremo divertiti. La provai quasi subito, dopo essermi informata su internet che non fosse dannosa quanto l'ero, per esempio. Per un po' ci sballammo con quella, e guardando le cose dopo tre anni, posso dire che quello è stato il periodo più bello che ho passato. Ma poi la situazione precipitò"
I grandi occhi color nocciola di Davide, sono fissi su di me, in attesa che continui

"Quello stesso amico, circa due mesi dopo, portò l'ero. Disse che faceva sballare ancora più di dell'erba, e che era fantastica per levarsi ogni pensiero dalla testa. In quel periodo stavo davvero male e pensai che l'unico modo per star bene, fosse l'ero. Ma non la presi subito: ero a dir poco terrorizzata da quello che stavo per fare, e per le conseguenze che avrebbe portato. 
Avevo ragione ad aver paura.
Divenni dipendete dall'ero dopo circa due settimane dalla prima volta che la presi.
La situazione divenne ingestibile: cominicia a rubare i soldi in casa, o per strada, per comprarmi la droga.
Poi un giorno, ne presi troppa. Non so dirti come, forse dosammo male le strisce o forse era droga scadente. Finì in coma, per overdose. Rimasi in coma per una settimana prima di risvergliarmi, e ci rimasi circa un mese per riprendermi.
Quando tornai a casa, mi trasferii da mia cugina, non riuscidendo più a vedere mia madre incolparsi per qualcosa in cui non c'entrava nulla. L'unica colpevole ero io. Avrei potuto benissimo incolpare mia madre, per la sua mancanza di attenzione, ma non ci riuscivo. Per un periodo l'ho anche fatto, ma ero talmente arrabbiata con me stessa, con il mondo. Mi odiavo talmente tanto che mi sembrò l'unica cosa giusta da fare, ma me ne pentii quasi subito.
Finì in uno schifo di clinica per la disintossicazione, e quando avevo circa quattordici anni e mezzo, tornai a vivere" sospiro

"Wow.." Davide ha gli occhi sgranati

"Dopo tutto questo discorso che ti ho fatto, l'unico cosa che riesci a dire è 'wow' ?" lo prendo in giro

"Io non pensavo che tu potessi.. davvero.. wow"

"Lo so, lo so. Già sentite e risentite queste cose" rido "Ma ora tocca a te parlare: potresti dirmi i nomi di tutti i componenti della band per favore?" chiedo mentre aspetto che l'imbarazzante situazione si dissolva

"Perché?" mi chiede ancora sotto shock per il mio racconto

"Non posso saperli?" 

"Liam, Niall, Louis, Harry e io" 

"Non c'era nessun Zayn?" chiedo. Louis l'ha chiamato Zayn, domenica. Non penso si sia sbagliato

"Eh? No perché?" 
Sta indubbiamente nascondendo qualcosa

"Louis ti ha chiamato Zayn, domenica. Non penso si sia sbagliato"

"Louis ormai è un drogato. Ha perso completamente la testa, si fa di chissà quali sostanze" gesticola ".. Senza offesa" aggiunge

".. E tu sei suo amico"  chiudo gli occhia fessura

"Anche gli amici del tuo ragazzo fumano erba, ma significa che lo faccia anche Federico" risponde soddisfatto

"Come fai a saperlo?" chiedo sgranando gli occhi

"Cosa credi? Che tua cugina abbia il paraocchi? Sa più cosa di quanto tu immagini" esce dalla stanza.
Non voglio approfondire ulteriormente la questione. Salgo a lavarmi i denti, ed esco di casa.
Rabbrividisco a ciò che mi ha detto Davide: non faccio uso abituale di marijuana, non dopo tutto quello che è successo in passato, ma è capitato che mi facessi ancora qualche una canna, ma non mi sono mai più spinta oltre. Dio spero davvero che Giulia non sappia di questo particolare, o sarebbe davvero la mia fine.
La giornata di scuola passa troppo lentamente, e comincio a fare il conto alla rovescia alla fine della scuola. Non contando oggi, mancano esattamente otto giorni. Un'eternità in pratica.
Io e Jessica andiamo a pranzo con i nostri unici amici che non fanno parte della squadra di football, mentre aspettiamo l'inizo della partita.
Ridiamo e scherziamo ma io sono persa nei miei pensieri: c'è qualcosa che Davide nasconde e non vuole che io sappia. Oppure che tutti sappiano. So il nome della band, e anche i nome dei suoi componenti. Quindi ho informazioni sufficienti per fare una ricerca
"Vi dispiace se ci becchiamo al campo? Mi sono ricordata che devo finire una ricerca. Ci metterò pocchissimo, promesso" dico

"Tranquilla, ti aspettiamo al campo" mi sorride Jessica
Mi alzo dal tavolo e mi dirigo alla biblioteca del campus, prendendo posto ad uno dei computer disponibili.
"Mh, vediamo.. One direction.." comincio a sussurrare tra me e me, mentre leggo i risultati su Google.
Nulla. Nulla che possa interessarmi. Mi scorrono davanti agli occhi tanti risultati, ma nulla che porti a Davide.
Scorro la prima facciata di Google e come ultimo risultato trovo il sito di una scuola.
"Scuola media privata di Melbourne" 
Melbourne? Davide e i suoi 'amici' vivevano lì prima
Torno indietro alla pagina in cui si parla di loro

".. Grande onore e prestigio donano alla scuola questi piccoli cinque talenti: Harry Edward Styles, Liam James Payne, Louis Williams Tomlinson, Niall James Horan e Zayn Jawaad Malik che insieme formano una delle più talentuose band emergenti, gli One Direction. Nata dall'unione di.."

mi soffermo appena ho la conferma di star leggendo proprio riguardo la band di Davide. 
In mezzo all'articolo sulla sinistra, una foto della band. Osservo i ragazzi: riesco a malapena a riconoscere Louis, riconoscendolo dai suoi occhi azzurri. Quello affianco lui sembra Liam, dal naso e dal sorriso, anche se il sorriso in questa foto è ancora angelico e innocente a differenza di quello malvagio e perverso visto sul suo viso l'altra sera.
Tutto sulla sinistra un ragazzino basso, con capelli neri che quasi gli corpono la fronte e due grandi occhi color nocciola.
Quei bellissimi occhi nocciola non posso essere che suoi. Anche attraverso una foto sbiadita si può notare un luccichio negli occhi, il luccichio di chi è felice.
Quel luccichio ora non ce'è più, sostituito dalle tembre che rendono quegli occhi sempre un po' spenti e velati, probabilmente il riflesso della sua anima tormentata.
Nessuno, ovviamente, ha un tatuaggio, ma posso riconoscere i tre ragazzi che ho conosciuto.
Stampo la pagina, lo metto nello zaino raggiungo gli altri. Sapevo che quel ragazzo nascondeva qualcosa, ma perché mentire sul suo nome?
Saluto i miei amici, e cerco di concentrarmi sulla partita ma ho le testa completamente persa a pensare come mai Davide, cioè Zayn, si sia nascosto dietro ad un altro nome. Davvero non lo capisco.
Appena finsice la partita, e i ragazzi ci raggiungono mi congratulo con Federico, che ha giocato perfettamente
"Grazie amore. Mi ha portato fortuna" mi bacia

"Lo spero" rido "Vi dispiace se torno a casa, non mi sento molto bene" dico mentre raccolgo il mio zaino

"Ti accompagno" mi dice Federico prendendomi per mano "Che succede?" mi chiede appena ci allontaniamo

"Nulla non mi sento molto bene, tutto qui" sorrido
Continuiamo a parlare mentre mi porta a casa. Mi dispiace tornare a casa così presto e non rimanere con loro a festeggiare, ma devo assolutamente capire chi è questo ragazzo che è venuto a vivere da noi

"Fammi sapere quando stai meglio" mi sorride 

"D'accordo" lo saluto ed entro il casa "Dov'è Davide?" chiedo a Giulia

"In camera sua perché?"

"Grazie" le dico prima di salire. La sento protestare ma lascio perdere e vado avanti. Ringrazio Dio che non abbia cominciato a seguirmi

"Allora Davide, o dovrei dire Zayn Jawaad Malik? Qualcosa da dire?"  dico sventolandogli davanti alla faccia la pagina stampata. Spalanca gli occhi appena la vede

"Cosa? Come hai fatto?"

"Internet" alzo le spalle "Allora perché ti sei presentato qui con il nome Davide? Sei un trafficante ricercato?" 

"Non sono un trafficante" ride alle mie parole

"Io non riderei, fossi in te" lo sfido

"Ascolta, in passato ho fatto cose che non avrei dovuto fare, proprio come te. Zayn le ha fatte. Ho cambiato nome per dimenticare quel lato di me, e rincominciare una nuova vita, cercando di cancellare il mio passato" sospira

"Quali cose?" chiedo

"Non ho intenzione di parlare del mio passato con te" si sta irritando

"Io l'ho fatto"

"è stata una tua scelta"

"Dirò tutto a mia cugina se non me lo dici subito" lo minaccio

"Non avresti il coraggio di farlo. E sai perché? Perché lei si metterebbe ad investigare, tagliandoti fuori. Scoprirebbe tutto, buttandomi fuori di qui, e impedendoti di vedermi, così tu non potresti più scoprire che cos'ho fatto in passato" ghigna

"Mh!" urlo lasciando la stanza.
Davvero non capisco cosa può nascondere ma soprattutto, perché lo fa. Perché nascondere il suo passato quando io ho avuto il coraggio di parlargli? Forse non nasconde solamente un uso eccessivo di droghe..
Mi butto sotto la doccia, per sbollire la rabbia.
Salto la cena dato che l'idea di mangiare con Davide, anzi Zayn, mi ha fatto passare completamente la fame.
Mi sdraio nel letto a leggere 'Colpa delle stelle' ma non presto la dovuta attenzione al libro, anche se lo amo.
Continuo ad immaginarmi un possibile passato di Zayn.
Ragazzo picchiato dal padre? Troppo banale, ma può essere.
Violentato da qualcuno? Non penso, sarebbe molto più frenato sull'argomento 'sesso' e lui è tutto tranne che frenato.
Assassino? Non sarebbe qui ora. Almeno che la polizia non lo stia ancora cercando.
Un brivido mi percorre la schiena. Guardo l'ora: sono a malapena le dieci e ho la testa che mi scoppia. Mi lascio cadere sul cuscino mentre scivolo lentamente nel sonno ma vengo bruscamente svegliata delle urla che provengono dalla camera di Zayn. Sembra stia avendo un incubo.
Guardo l'ora: le tre.
"Zayn, Zayn svegliati!" lo sveglio dall'incubo

"Che succede?" chiede confuso

"Ah non so, dimmelo tu" Sembra irrequieto, con la fronte sudata e gli occhi sbarrati

"Po-potresti rimanere finché non mi addormento?" chiede ma sembra piuttosto imbarazzato

"O-okay" rimango scioccata dalla sua richiesta, ma mi siedo sul bordo del letto, accarezzandoli i capelli mentre si riaddormenta e il suo respiro ritorna regolare.
Cosa sta succendendo? 
Lo guardo dormire e per la prima volta noto quando sia carino e innocente.
Mentre lo guardo, con la testa appoggiata sulle gambe, il volto preoccupato e i capelli scompigliati, dormire in quel sonno tormentato tutti i miei pensieri negativi, si annullano.
Noto sulla scrivania, un casco. È un casco da moto. 
Non sapevo che Zayn avesse una moto. Sulla sedia della scivania, è appoggiato un enorme giubotto di pelle, tipico giubotto da motociclista. Ha una moto? Da quando? Perché non me l'ha mai detto?
La mia testa è un groviglio di domande senza risposta. 
L'esatta definizione di Zayn potrebbe essere.. enigma. Questo ragazzo è un'enigma. Uno di quelli complicati, e non sono pienamente sicura che riuscirò un giorno a decifrarlo.

Okay, lo so. Avevo detto che avrei postato regolarmente, ma l'unica cosa regolare qui rimane il mio inadempimento alle cose che io stessa dico.
Mi dispiace ragazzi se non posto regolarmente, ma ultimamente sono sempre esausta e stracolma di cose da studiare.
La mia giornata di alterna tra scuola, pomeriggi passati a dormire per recuperare un minimo d'energia o frequentare corsi a scuola, e sere passate a studiare.
Ogni volta che ho un po' di tempo, posto anche perché per postare il capitolo mi servono almeno venti minuti per rileggere e sistemare alcune cose.
Ma tralasciando la mia vita senza gioie, questo è il settimo capitolo della mia storia. Siamo solo all'inzio di un lungo percorso che durerà ben 51 capitoli - per quanto riguarda la prima parte - e altri ottanta per quanto riguarda la seconda parte.
Ci ho messo parecchio impegno in questa ff, e spero che questo lungo lavoro di scrittura, rilettura, esaurimenti, cazzi e mazzi, porti buoni frutti.
Se volete lasciare un commento, anche solo dieci righe per criticarmi, insultarmi, o magari dirmi che vi piace la storia, sarò ben felice di leggerli!
Dopo avervi annoiati con le mie inutili chiacchiere, vi lascio in attesa del prossimo capitolo, sperando di riuscire a postarlo molto presto!
Un bacio

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto ***


"O mi dio!" urlo 

"Ou, che cazzo gridi?" Zayn si rigira nel letto, per guardarmi in faccia "Oh" dice solamente

"Cosa ci faccio nel tuo letto?" chiedo inorridita

"Ieri sera, ho avuto un.. un incubo e ti ho chiesto di restare, penso" sembra piuttosto imbarazzato

"Oh, è vero" dico semplicemente "Ma che ore sono?" spalanco gli occhi quando noto che sono le 11.30
Mi alzo velocemente dal letto, correndo in bagno
"Non vorrai andare a scuola ora? Il tempo di preparati e arrivare e le lezioni saranno quasi finite" Zayn è appoggiato allo stipite della porta. 
È assonnato, ha gli occhi semi chiusi ha causa della luce e i capelli scompigliati. È completamnete svestito, a parte i boxer, il che mi permette di osservare i suoi tatuaggi. 
Noto una scritta in ebraico in alto a destra, sul suo petto. Chissà cosa ci sarà scritto
"Mi stai ascoltando?" mi schiocca le dita davanti alla faccia

"Eh? Sì sì ho capito. Non posso saltare scuola, ormai siamo alla fine e poi Federico.. Federico cazzo!" urlo e lascio il bagno. Corro in camera per prendere il telefono: due messaggi e tre chiamate perse.
| Scusami amore, non ho sentito la sveglia stamattina. Ti vengo a prendere? | gli scrivo

"Per una volta che non lo vedi, fai tutto questo casino?" Zayn appare dietro di me

"Mi ha aspettato davanti a casa per un quarto d'ora poverino" dico dispiaciuta

"Vuol dire che domani ti sveglierai in orario" fa spallucce

"È tutta colpa tua se non sono andata a scuola!" urlo

"Nessuno ti ha chiesto di venire da me" ringhia

"Cosa avrei dovuto fare? Al contrario di te, ho un cuore" sbotto

"Oh, anche io ho un cuore. Anche io so essere gentile con le persone. Tendo a soddisfare molte vagine vogliose" mi sorride

"O mio dio, sei disgustoso" mi lamento "Sai pensare a qualcosa che non sia il sesso?"

"Diciamo che non ho particolari interessi oltre a quello" fa spallucce

"Oltre alle moto" aggiungo. Rimane in silenzio per un attimo

"Come lo sai?" chiede

"Hai lasciato il casco e il giubotto in camera. Non sapevo avessi una moto" 

"Beh ora puoi aggiungere un'altra voce sulla tua lista di 'cose da scoprire su Zayn' " Lascia la stanza, e rimango a osservare la sua figura, finché non scompare dietro alla porta di camera sua.
Vado in bagno per lavarmi la faccia, poi mi cambio, mettendomi dei pantaloncini e una canotta celeste
| Tranquilla piccola. Non c'è bisogno che vieni fino a qui. Domani ho una verifica, e devo cominciare a studiare per gli esami, non penso di poter uscire | la notifica del messaggio di Federico lampeggia sullo schermo
| Verrai venerdì da me, vero? |
| Certo |
| Perfetto. Ti voglio bene, buono studio! |
| Anche io. Grazie |
Appoggio il telefono sul bancone del bagno e inizio a spazzolarmi i capelli: mi osservo nello specchio, e guardo come siano belli.
Oltre alle labbra, è l'unica cosa di me che mi piace. Li spazzolo per qualche minuto, mentre mi osservo, poi scendo in cucina
"Dio, potresti almeno vestirti?" mi lamento, coprendomi gli occhi, appena entro in cucina. Zayn indossa solo i boxer

"So che vuoi guardare" è girato di spalle, ma posso scommettere che stia sorridendo.
Ha ragione.
Cosa? Giorgia, cosa stai dicendo? Tu non lo vuoi guardare, hai un fidanzato.

"No che non voglio guardare. Potresti mettere almeno un paio di pantaloni?" gli chiedo

"Il fatto che tu abbia pensato prima di rispondere, già dice qualcosa" si gira e si appoggia al bancone

"Certo, certo" chiudo la conversazione. Lui si rigira a cucinare.
Lo osservo: osservo come i muscoli della schiena si contraggano mentre cucina, osservo il piccolo tatuaggio che ha in cima alla schiena.
Dovrei farmi spiegare il significato di ogni singolo tatuaggio che si è fatto. Secondo me, nessun tatuaggio ne ha uno.
"Potresti anche smetterla di fissarmi" si gira, sorridendo soddisfatto, posandomi davanti un piatto di pancakes

"Cosa? Non ti stavo fissando" mento. Solo adesso mi accorgo di essermi appoggiata con il gomito al tavolo, posando la testa su una mano. 

"Certo" sorride e si siede davanti a me "Ti ricordo che sei una pessima bugiarda"

"Ma poi, quale persona cucina in mutande?" taglio corto

"Io" risponde sempliemente, alzando le spalle
Mangiamo in silenzio. Durante la colazione sento i suoi occhi addosso mentre guardo la televisione.
Non saprei dire che sensazione provo ogni volta i miei occhi incontrano i suoi: è come se mi mancasse il respiro per un momento, e sento qualcosa muoversi in fondo al mio stomaco.
Appena ho finito la colazione, lascio la cucina. Tiro un sospiro di sollievo quando lascio la stanza, e non mi sento più i suoi occhi su di me. I miei movimenti tornano fluidi, mentre cammino velocemente verso il salotto.
Non so perché, ma restare a casa da sola con lui mi mette ansia. So che alla fine non mi farebbe nulla, perché so che è un bravo ragazzo, ma ci sono ancora tante domande senza una risposta
Mi alzo dal divano per andare ad aprire alla porta
"Uh, ciao. C'è per caso un certo Davide Smith?" un ragazzo alto, dai capelli ricci e profondi occhi verdi è in piedi davanti a me, e guarda dentro casa. Lui sa del cambiamento di nome di Zayn.

"Sì, te lo chiamo. Smith! Ti cercano!" urlo facendo sobbalzare il ragazzo

"Che c'è.. Che ci fai qui?" i suoi occhi su chiudono a fessura davanti alla vista del ragazzo riccio. Ora indossa dei bermuda neri e una conotta bianca: per poco non sgrano gli occhi alla sua vista.

"Dobbiamo finire la chiacchierata, non ricordi? Le corse non si organizzano da sole" sorride
Era lui al telefono l'altra mattina? Dall'espressione di Zayn appena l'ha visto direi proprio di sì. Oppure potrebbe essere stato Louis. 
Il che spiegherebbe perché era in quella zona, e la busta che gli ha lasciato.
Ad ogni modo, se avessi saputo che non voleva vederlo, non gli avrei detto che era qui. Ma dato che Zayn non mi parla dei suoi amici, non potevo saperlo.
La parola corse attira la mia attenzione. Di quali corse parla?

"Non ora Harry" dice a denti stretti
Harry? Harry.. Harry Edward Styles, altro componente della band. Osservo i suoi profondi occhi verdi, e quel sorrisetto malizioso che aveva fin da ragazzino. Non c'è dubbio, lui è il quarto componente della band.
Com'è possibile che quei ragazzi così puliti e innocenti si siano traformati nelle persone che sono oggi?

"Oh sì invece, se no mi prendo la tua amichetta" mi attira contro di lui, col suo petto schiacciato contro la mia schiena. Rimango pietrificata.

"No! No. Non di nuovo. Lasciala stare. Parliamone fuori" sospira, tirandomi via dalla sua presa "Entra dentro e chiudi a chiave tutte le porte" mi sussurra nell'orecchio. Annuisco, e chiudo la porta appena lui esce. 
Vado in cucina e chiudo quella del retro e aspetto. Aspetto che Zayn rientri per capire cosa sta succendendo, anche se so che non mi dirà nulla.
Passano una ventina di minuti, quando finalmente rientra
"O mio dio, stai bene" tiro un sospiro di sollievo

"Preoccupata per me?" sorride soddisfatto

"Che? No. Non volevo occuparmi del tuo cadavere" sbotto. Ride "Chi era lui? Un altro dei tuoi amici di merda?"

"Sì" prende un bicchiere d'acqua

"Cosa vuole da te? Perché parlava di corse?" gli chiedo

"Nulla" La risposta che mi aspettavo

"Allora sei il mio coinquilino, potrei almeno sapere in quali cazzo di casini sei andato a finire?" sbotto

"Casini che non ti riguardano, che non rigurdano in alcun modo te e tua cugina, perciò stanne fuori"

"Hanno dei collegamenti col tuo passato, non è vero?" si irrigidisce, e stringe i pugni

"Sì" dice a denti stretti

"Perché non vuoi parlarmene? Io ti ho parlato del mio passato" 

"Ti ho già raccontato della band, e hai scoperto troppo. Non ho intenzione di dirti altro. Qui non si tratta solo di droga sbotta" Quindi ho la conferma che si dorgava anche lui.

"Tu corri in moto?" le parole mi escono, senza controllo "Ti sei pagato l'università correndo in moto!" esclamo

"Aggiungi anche questa voce alla tua lista. Giornata di scoperte, quella di oggi" sbuffa lasciando la stanza e va al piano di sopra. Lo sento chiudere la porta della sua stanza, poi silenzio.
Non riesco a capire cosa possa nascondere nel suo passato, da volerlo dimenticare. Si drogava anche lui questo è certo.
Forse non ha capito con chi ha a che fare. Se lui non vuole dirmelo, saranno i suoi amici a farlo.
Prendo il computer, e comincio a fare qualche ricerca. La zona dove ho incontrato Louis, è a nord della città, circa una mezz'oretta da qui. Dovrei arrivarci in una ventina di minuti in motorino.
Per raggiungere Liam e.. Harry, non so come fare. Però potrei chiedere a Louis.
È da pazzi voler tornare dal ragazzo che ha tentato di violentarmi, ma se Zayn non vuole parlare allora parleranno i suoi amici.
Domani pomeriggio andrò da Louis e ci parlerò.
Ora è meglio che io mi metta a studiare per la verifica di matemarica di domani.
Salgo in camera mia, e apro il libro.
Leggo e rileggo più volte le regole mentre provo a fare gli esercizi.

                              ----

Quando guardo l'ora sono le 14.30. Zayn non mi ha chiamata per fare pranzo, presumo che non l'abbia fatto nemmeno lui.
Decido di andare in camera sua a cercarlo. Busso due volte alla porta, ma nessuno risponde.
Apro la porta, e lui non c'è. 
La sua camera è estramamente disordinata: i suoi vestiti sono buttati sul pavimento, mentre alcune paia di scarpe sono sparse per la camera.
Sulla scrivania, una boccetta di profumo. Lo annuso: è davvero buonissimo. È un odore forte, virile. Mi pizzica leggermente il naso, mentre ne assaporo il profumo. Rimetto la boccetta apposto ed esco dalla cemera.
Scendo al piano di sotto e trovo un biglietto
*Sono uscito a fare delle commissioni. Torno presto, Zayn*
È uscito senza dirmi nulla? Ma come può farlo? Non avrebbe dovuto uscire senza dirmi nulla, è una questione di rispetto.
Decido di farmi un bagno, per rilassarmi un po'.
Riempio la vasca, con acqua e sapone, in modo che si riempa di schiuma. Accendo lo stereo, e attacco un biglietto sulla porta del bagno *Sono nella vasca, non disturbate*
In modo che nessuno, e ripeto nessuno, possa entrare.
Mi immergo nella vasca mentre le note di Jason Derulo riempono la stanza. Appoggio la testa sul bordo, chiudendo gli occhi facendomi avvolgere dall'acqua calda e dalla melodia. 
Mi sveglio di soprassalto quando Acid Rain parte, ad un volume un po' troppo alto.
Guardo l'ora: le 16
"Devo essermi addormentata" mi dico mentre mi stiracchio. Comincio a insaponarmi il corpo

"Oddio, scusami, di nuovo" Zayn apre la porta, ma la richiude immediamente quando mi vede nella vasca

"Ma sai leggere?" urlo dalla vasca
Zayn non mi risponde, ma non ho intenzione di lasciare in sospeso l'argomento.
Appena ho finito di asciugarmi, mi vesto e vado da Zayn
"C'era un cazzo di biglietto appeso alla porta" sbotto

"Ma di quale biglietto parli?" sembra non capire

"Dio mio" esclamo. Vado verso la porta del bagno ma il biglietto non c'è. "Era qui, l'avevo attaccato"

"Sei sicura?" mi chiede con la braccia incorciate

"Sì davvero! L'hai tolto apposta non è vero? Dove l'hai messo, stronzo?" lo spintono

"Ehi calmati. Non l'ho toccato il tuo biglietto. Non c'è nemmeno per terra" sgrana gli occhi "Hai sentito dei rumori mentre non c'ero?" chiede fissandomi

"No, avevo la musica accesa. Perché?"

"Nulla" entra in camera sua. "È questo il biglietto?" dice porgendomi un pezzo di carta raccolto da sotto la scrivania

"Sì" rispondo

"Figli di puttana" lo stringe tra le mani e lo sbatte contro la scrivania. Apre il cassetto, e tira fuori una busta. È vuota

"Figli di puttana!" urla ancora, facendomi sobbalzare

"Che succede?" chiedo spaventata

"Nulla. Non dire niente a tua cugina di questa storia, ti prego. Me ne occupo io"
È la prima volta che mi supplica. Forse è davvero il caso che io ne rimanga fuori

"D'accordo, però voglio sapere che succede" ma non ce la faccio proprio a rimanere all'oscuro di tutto

"No" dice a dentri stretti

"Allora dirò tutto a Giulia"

"Tu!" mi punta il dito contro, facendomi indietreggiare. Alla mia reazione, si calma. "Okay" sospira

"Devo parecchi soldi a Louis e Harry. Mi hanno aiutato in passato, diciamo. Ma ora li rivogliono indietro. Soprattutto Louis. Non sono molto amichevoli quando si tratta di soldi"

"Aiutato a fare? A comprare la droga?" stringe i pugni alle mie parole

"Anche. Ora hai saputo quello che volevi" incrocia la braccia

"Ma non mi hai detto tutto" mi lamento

"Le cose più importanti. Finiscila. Sei così irritante con tutte le tue cazzo di domande"

"L'hai già detto"

"E lo ripeto!" dice esasperato prima di lasciare la stanza
Ma deve lasciare la stanza ogni volta che non gli va a genio un argomento? Che nervi.
Quindi, ricapitolando, degli scagnozzi di Harry e Louis, se non loro stessi, sono entrati in casa mentre io ero in bagno e hanno rubato dei soldi a Zayn.
Rabrividisco al pensiero che siano entrati mentre io ero in casa, al pensiero di quello che sarebbe potuto succedere. Mi immagino il ghigno sul viso di Harry, mentre stacca il biglietto dalla porta.
Un altro brivido mi percorre.
Torno in camera mia a preparare la cartella per domani, cercando di ricordare tutti i libri e soprattutto il materiale per la verifica di matematica.
Sento le voci di Giulia e Filippo: sono tornati dal lavoro. Tiro un sospriro di sollievo che dura ben poco
"Come mai non sei andata a scuola oggi?" mi urla Giulia

"Ehm io.."

"Devo averle disattivato la sveglia ieri. Ero entrato in camera sua per cercare dei fogli e devo averla spenta per sbaglio" mi copre Zayn.
È ovvio che Giulia non debba venire a sapere che io e Zayn abbiamo dormito insieme, anche se non mi ha toccata, ma uscirebbe di testa comunque.
"Non c'è biosgno che la copri" si lamenta Giulia, mentre Filippo ridacchia dietro di lei.
Mimo con le labbra un grazie verso Zayn, ma lo ingnora.
Assolutamente lunatico. Prima mi aiuta, poi mi ignora.
Non esiste persona più irrante, lunatica, insopportabile di lui.

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove ***


La sveglia suona, come ogni mattina.
Mi alzo dal letto, mi lavo la faccia e scendo a fare colazione
"Pancake appena cucinati!" La voce di Zayn mi fa sussulare

"Cavolo Zayn! Che spavento"

"Scusami" ride 
Solo ora noto che, quando ride, la sua lingua tocca i denti, come si nascondesse. È così.. bello.

".. Federico qui?" le sue parole mi fanno tornare alla realtà

"Cosa?" chiedo confusa

"Domani Federico verrà qui?" mi risponde scocciato, data la mia mancanza di attenzione

"Che giorno è domani?"

"Venerdì"

"Oh cazzo. Sì domani Federico verrà qui!" esclamo in preda al panico

"Devo farti il discorsetto?" mi chiede divertito

"Zayn!" mi lamento

"Chi è Zayn?" mi cugina entra in cucina sbadigliando

"Uh, ehm.." mi sono dimenticata del fatto che Giulia non sa nulla del cambiamento di nome di Zayn "Un mio amico" aggiungo mettendomi in bocca l'ultimo boccone di pancake

"A okay" mi sorride Giulia. Da parte di Zayn ricevo un sorriso di ringraziamento. Lo ricambio ed esco dalla stanza
Salgo in camera, mi vesto e finisco d prepararmi.
Nella mia testa analizzo il programma della giornata: dopo la scuola, andrò da Louis. A quanto pare, Zayn ha un debito con lui, e se riuscissi a ricoprire il debito con il bracciale che ho trovato in cassaforte, tutto questo dovrebbe finire.
Almeno spero.
Silenziosamente vado in camera di Giulia, apro la cassaforte e prendo il bracciale: è d'oro, con un incisione sopra ' 2 Giugno 1999', data del mio battesimo. Non è estremamente piccolo, e la taghetta d'oro su cui è incisa la data e parecchio grande. Appesi al braccale, un croce, sempre d'oro, e la lettera G in oro bianco.
Sì e no dovrebbe valere sui quattromilacinquecento dollari. 
Me lo metto in tasca ed esco dalla stanza.
"Giorgia! Federico è fuori" Filippo urla dal piano di sotto, facendomi sussultare

"Arrivo" rispondo.
Metto il braccialetto dentro una scatola, e la metto dentro lo zaino.
"Ehy" mi bacia Federico

"Ciao" ricambio il bacio e sorrido

"Come stai?" mi prende lo zaino per metterlo nel baule

"Bene te?" sorrido e salgo in macchina

"Ora bene" si siede affianco a me, e mi mette una mano sul ginocchio "Pronta per un'altra giornata di scuola?"

"Mai pronta" mi lamento. Ride, accende la macchina e parte.
Arriviamo a scuola cinque minuti prima del solito: il nostro gruppo di amici, infatti, non c'è.
Ci sediamo su una panchina a aspettare
"Domani allora vieni da me?" gli chiedo mentre stringo la sua mano

"Sì" sorride

"Perfetto, ho alcune voglie che voglio soddisfare" gli sussurro nell'orecchio provocandolgi dei brividi sulla pelle.
Sorrido accarezzandogli le braccia, e ricambia un sorriso.
Poi comincia a biciarmi, proprio come fece dentro la jacuzzi. Sto per mettermi di nuovo sopra di lui, ma le voci dei nostri amici richiamano la nostra attenzione. Ci dirigiamo verso il bar per fare colazione.
Mi isolo ben presto dal gruppo immersa nei miei pensieri. 
Nella mia testa c'è un vortice i pensieri: ripenso a venerdì sera, le emozioni che Federico mi ha fatto provare. 
Mi giro a guardarlo, mentre parla con i suoi amici: è davvero perfetto. Mi piace il modo in cui si morde il labbro dopo che ha finito di ridere, oppure come si accarezza l'accenno di barba mentre parla. Ma ciò che più mi piace è il modo in cui i suoi occhi ti guardano mentre parla. 
È come se ti catturassero.
Sorrido, e poi torno ai miei pensieri. Continuo a pensare a ciò che ho scoperto su Zayn: deve parecchi soldi a quei ragazzi e corre in moto per mantenersi. Perché allora non da semplicemente i soldi che deve a Louis?
Ed ecco che i miei pensieri vanno a finire su Zayn, di nuovo.
Com'è possibile che io pensi sempre a lui? Non provo alcun interesse verso di lui.
Però lo sto aiutando, dando a Louis il mio bracciale. 
Beh, lo faccio solo perché così terrei tutti i suoi 'amici' lontani da casa mia. Da Gulia, da Filippo. 
Da lui. 
Dio che confusione.
"..Terra chiama Giorgia!" Chiara mi schiocca le dita davanti alla faccia cercando di attirare la mia attenzione

"Eh? Cosa? Scusa non stavo ascoltando, dicevi?" 

"Ho notato" sbuffa "Vieni a fare shopping con noi oggi pomeriggio?"

"Ehm, no non posso devo studiare per storia" mento

"Ma l'interrogazione è la prossima settimana" 

"Mi porto avanti. Sai com'è. Io e la storia siamo due cose completamente diverse" rido

"Va bene" sbuffa
Tiro un sospiro di sollievo quando suona la campanella delle otto e siamo costretti ad entrare in classe. Analizzo per la centesima volta il piano per il pomeriggio: secondo mia cugina sono con le mie amiche, mentre per le mie amiche sono a casa. In teoria nessuno dovrebbe scoprirmi.
Uscita da scuola, mi farò portare fino a casa da Federico, come ogni giorno, poi andrò a prendere il pullman che mi porterà nella zona nord della città dove incontrerò Louis e risolverò questa dannata storia. Così che Zayn - cioè - tutti noi, potremmo stare tranquilli e Giulia non verrà a sapere nulla del passato di Zayn e di gli spettri che si porta dietro.

La giornata sembra non finire mai, e le due ore di matematica non aiutano a far passare il tempo. Quando finalmente anche l'ultima campanella suona, controllo ancora una volta che il bracciale sia nel mio zaino e poi raggiungo Federico.
Il mio stomaco è in subbuglio per ciò che sto per fare. Ciò che mi spaventa di più è il fatto di tornare dal ragazzo che ha tentato di violentami, e stavolta non ci sarà Zayn a salvarmi.
Saluto Federico, e lentamente mi incammino lungo il viale di casa, per predere tempo mentre Fede si allontana da casa mia. Appena gira l'angolo, in fondo alla via, mi dirigo verso la fermata del pullman.
Riesco a capire dove scendere solo guardandomi intorno, osservando le case popolari e le botteghe fatiscenti che ho superato quando ero in macchina con Zayn.
Salgo su pullman, e mi siedo, mentre osservo la città passarmi accanto; percorrendo la città si possono notare le varie sfumature che la compongono: le case di periferia, dalle tinte marroni o biege, sono piccole villette con giardino. Nulla di estramemente lussuoso, ma nulla di estramente degradato. 
Superata la periferia troviamo il centro: le case sono ben tenute con grandi finestre che spesso danno su enormi terrazzi. Sono molto colorate, anche se nel centro storico, dove ci sono le case più antiche, i colori rimangono sulle tonalità del beige. 
Ho sempre sognato di vivere in una cosa come queste: grandi vetrare, che rendono la cucina più luminosa e un enorme salotto moderno in cui leggere un bel libro, oppure prendere il sole sul terazzo mentre sotto di me, l'intera città, vive e si muove.
Prepare la cena a mio marito, che improvvisamente ha la faccia di Zayn. Scuoto la testa, cercando di cancellare quello strano pensiero che è affiorato nella mia mente.
Ma affiancata al lusso del centro città, abbiamo la parte più povera. 
Lunghe file di case popolari si estendono per qualche chilometro. Enormi caseggiati che contengono circa un centinaio di case ciascuno compongono una delle zone più malfamate della città.
L'intonaco è caduto da gran parte degl edifici riveldano i mattoni sottostanti. A differenza delle case del centro, molte case popolari sono ricoperte di graffiti nella parte bassa.
Scendo dal pullman, e mi dirigo verso il primo bar per chiedere di Louis.
Sono costretta a girare tre bar prima di trovare una persona in grado di aiutarmi.
Dall'altra parte del bancone, un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri sta servendo dei clienti. Ha una faccia dolce, gentile quasi angelica che stona con tutte le altre facce tatuate che sono prensenti nel bar.
"Ciao, scusa stavo cercando un certo Louis, Louis Tomlinson, se non sbaglio. È altro circa una spanna in più di me, a degli occhi azzurri simili ai tuoi, e dei capelli scompigliati marroni. Sapresti dirmi dove posso trovarlo?" chiedo cercando di descriverlo nel modo più dettagliato possibile, rifacendomi al quel pomeriggio in cui lo incotrai per la prima volta

"Louis Tomlinson?" sorride mentre pulisce un bicchiere "Una ragazzina come te non dovrebbe andare da lui da sola. Comunque, dista circa un isolato da qui. Esci da questo bar, vai a destra fino al primo incrocio. All'incrocio gira a sinistra. Il primo caseggiato che ti trovi davanti, è il suo"

"Grazie" sorrido e lui ricambia il sorriso, poi esco dal locale e mi dirigo verso casa di Louis.
Esaminando il viso del ragazzo del bar, capisco che anche lui era un componente della band: quindi lui dev'essere Niall. Lui è l'unico che, ad apparenza, non è cambiato nel tempo. Le braccia non mostravano tatuaggi, e il viso angelico è uguale a quello che aveva tre anni fa.
Arrivo all'incrocio e giro a sinistra. Davanti mi trovo un enorme caseggiato, completamente graffittato nella parte bassa. Uno di questi è 'Loui$ xx'
Capisco immediamente di essere arrivata a casa sua.
"Chi non muore si rivede eh" la voce di Louis mi fa gelare il sangue

"Ca-ciao" alzo lo sguardo: è affacciato al balcone, mentre fuma una sigaretta.

"Sali?" mi chiede

"Preferirei rimanere giù"

"Immaginavo" ride ed entra in casa.
Due minuti dopo lo vedo uscire dal portone e venirmi incontro. Sento il cuore martellare, e lo stomaco chiudersi

"Come mai qui? Tutta sola tra l'altro?" mi chiede stupito, guardandosi intorno

"Sono venuta a portarti una cosa" tiro fuori il bracciale e glielo mostro. Un lampo gli attravarsa gli occhi "Vale circa quatromilacinquecento dollari" aggiungo

"Cosa dovrei farmene di questo?" chiede predendolo in mano e osservandolo bene, come fosse un gioielliere che valuta un gioiello

"Quello che vuoi, è tuo. Zayn ha saldato il suo debito"

"Adesso manda te a saldare il debito?" ride

"Lui non sa che sono qui" dico e smette di ridere

"Ah no? Non gli farà piacere sapere che qui da sola. Con me" sottolinea le ultime parole, poi sorride

"Non verrà a saperlo, tu limitati a dirgli che non vuoi più i suoi soldi"

"D'accordo" aggiunge, senza troppe storie. C'è qualcosa che non va. Perché non dice nulla?

"Che cazzo ci fai qui?" Zayn è dietro di me

"Cazzo" sussurro

"Ops" Louis ride

"Io.. Io.."

"Louis ridammi il braccaletto. Adesso prendi i soldi da una cazzo di ragazzina?"

"Mi dispiace, ma questo vale quattromila e fischia dollari" fa spalluccie Louis

"Te ne porterò cinque mila, ma ridami il bracciale"

"Cinque mila? Mi dispiace piccola, tieniti il tuo gioiellino" mi lancia la scatola

"Ma.." cerco di parlare

"Sali in macchina Giorgia, non farmelo ripetere due volte" Zayn sembra parecchio incazzato, quindi decido di fare quello che mi ha detto.
Salgo in macchina e aspetto che finsica di parlare con Louis, e sembra davvero fuori di sè. Mi pento di aver provato a risolvere un suo problema, e so che li me la farà pagare.
"Perché stavi dando quella merda di braccialetto a Louis?" esclama mentre sbatte la portiera. Sussulto appena quest'ultima si chiude

"Volevo solo che ti lasciasse in pace" - "Che ci lasciassero in pace. Volevo saldare il tuo debito, o almeno una parte" mi correggo

"Avevo già finito di saldarlo. Con i soldi che si sono fottuti quel pomeriggio e la busta che ho dato a Louis, avevo finito. Prima che a te venisse la brillante idea di fare la prima donna. Ora devo cinque mila dollari a quel pezzo di merda" sbatte le mani sul volante

"Cosa? Io, io sono mortificata, io volevo aiutarti" mi limito a dire

"Ti avevo detto di restarne fuori, cristo" stringe il volante 

"Come hai fatto a trovarmi?" chiedo dopo qualche minuto di silenzio

"Magari la prossima volta che fai una merda di ricerca assicurati che il computer sia il tuo" borbotta

"Cosa?" chiedo

"Hai usato il mio computer per la tua stupida ricerca" 

"Merda" dico

"Già" Zayn chiude la conversazione.
Il viaggio verso casa prosegue in silenzio e per l'intera serata, Zayn non mi rivolge la parola.
Durante la cena non mi ha nemmeno rivolto lo sguardo, ed è rimasto parecchio silenzioso, rispondendo unicamente a ciò che Giulia e Filippo gli chiedevano.
Io ho evitato di rivolgergli la parola, per evitare che mi sbottasse ancora addosso.
L'ho sentito poi uscire, verso le otto in sella alla sua moto. 
Ed ora sono qui, sdriata sul mio letto, ad immaginarlo correre lungo le parti più desolate della città. 
Immaginarlo tagliare il traguardo per primo, battendo tutti gli altri motociclisti. 
Dio quanto vorrei essere lì, poterlo vedere correre. Dev'essere davvero eccitante.. 
Cosa? Non l'ho detto davvero, giusto? Scuoto la testa, ritornando ai miei pensieri.
Ad ogni modo, lui è incazzato con me. Non ha tutti i torti ad essere arrabbiato, ma io volevo solo aiutarlo.
Vero che alla fine ho solo peggorato le cose, ma quello che ho fatto, l'ho fatto in buona fede.
È tutto così complicato con lui, non sai mai se stai facendo la cosa giusa o quella sbagliata. 
Anzi, in effetti lo sai: qualsiasi cosa tu faccia sarà sempre sbagliata.
'Rassenati Giorgia. Tu, per lui, sbaglierai sempre ' mi ricorda il mio subconscio.

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Capitolo 10
*** Capitolo Dieci ***


"Non si tratta di giusto o sbagliato. Qui si parla del fatto che non ascolti mai ciò che dico" Zayn sta cucinando i pancakes

"Volevo solo aiutarti.. aiutarci" mi correggo

"Hai solo peggiorato le cose così. Ora devo portare altri cinquemila fottuti dollari"

"Ho detto che mi dispiace" aggiungo

"Scusarsi non cambierà le cose" sbuffa

"Beh puoi sempre usare il mio braccialetto. Tu aggiungi solo i cinquecento dollari e sei apposto" suggerisco

"Per quanto vorrei farlo, dato che il casino l'hai fatto tu, non userò il tuo cazzo di bracciale" 

"Perché?" chiedo

"È un ricordo della tua infanzia. Non avresti nemmeno dovuto prendere in cosiderazone di darlo via. Cos'avresti detto a Giulia?" mi fissa 

"Non lo so, ci avrei pensato al momento" chiedo

"Ah, ora improvvisi pure? Una tutto fare insomma" mi schernisce. Decido di cambiare argomento

"Com'è andata la corsa ieri sera?"

"Bene ho fatto circa tre mila dollari, con la corsa di domani pomeriggio dovrei ricavare tutti i soldi" sorride soddisfatto

"Meno male" sorrido

"Sto riparando il danno che hai fatto, non facendonti i cazzi tuoi"

"Volevo aiurtati" sbotto

"Non puoi aiutarmi, non sai nulla del mio mondo. Non fare la prima donna. Giorgia, ti avviso per l'ultima volta: stai lontana dai miei problemi. Non sei in grado di affrontarli e ti faresti solo del male. Stai fuori dalla mia cazzo di vita"

"Dio, quanto ti odio" esco dalla stanza, saltando la colazione
Salgo in camera e sbatto a porta alle mie spalle.
Mi vesto velocemente, poi mi trucco: Un filo di eyeliner per contornarmi gli occi, mascara blu, in tinta con la maglietta che indosso e un po' di rossetto rosa sulle labbra.
Prendo lo zaino, e scendo per raggiungere Federico che mi aspetta fuori di casa.
"Tutto okay?" mi chiede, probabilmente incuriosito dalla mia espressione turbata

"Sì, ho solo discusso con mia cugina" mento

"Per cosa?"

"Solite cazzate. Andiamo?" chiedo 

"Va bene" sorride 
Mette lo zaino nel baule, e sale al mio fianco. Arriviamo a scuola circa dieci minuti dopo
"Notte de fuego stasera eh?" Eddy ci prende in giro

"Finiscila" rido

"Chiudi la bocca Ed" lo ammonisce Federico, ridendo

"Scusate" alza le mani in segno di scuse

"Vi divertirete stasera" Jessica ride

"Lo spero" rispondo
Jessica ha perso la verginità con Eddy, qualche mese fa, e non se n'è mai pentita. Si amano, questo è palese. Ci ha raccontanto come è stato e le emozioni che ha provato. Da come lo raconta lei, sembra tutta un'altra cosa. Quando lo fai e sei innamorato, dev'essere davvero bellissimo. D'altronde io posso dirlo, dato che l'ho provato.
Ho fatto l'amore con Federico, ed è stato davvero bello.
Amo Federico quindi perché preoccuparsi di Zayn?
Mi rilasso leggermente, mentre Federico mi prende per mano e mi accompagna in classe.
Le ore passano lente, tra le varie lezioni, ma riesco a prestare più attenzione del solito.
Suona l'ultima campanella. Raggiungiamo i ragazzi in palestra.
"Arriverò a casa tua per le sei" mi sorride Federico

"La doccia la puoi fare da me" appoggio le mani sul suo petto

 

"No, tranquilla. Finiti gli allenamenti vado a casa, mi faccio una doccia, così prendo anche la borsa e vengo da te"

"Non vedo l'ora" lo bacio

"A dopo" mi bacia la testa.
Salutati i ragazzi, io e le mie amiche andiamo in centro dove passiamo il pomeriggio tra shopping e risate.
Decido di comprare un completino intimo non troppo esagerato, per stasera: è blu, con del pizzo sul reggiseno. Le mutandine sono blu, hanno del pizzo ai alti che lascia intravedere la pelle dei fianchi. La parte davanti e quella dietro, invece, sono coperte con della stoffa blu. 
Me ne sono innamorata subito, e decido di comprarlo senza pensarci due volte.
Appena torno a casa, mi faccio una doccia veloce, in modo da essere presentabile appena Federico arriverà.
Indosso il completino nuovo e mi vesto, indossando dei jeans e una maglietta nera.
Mi butto poi sul divano a guardare la tv, in attesa del suo arrivo.
Con Zayn non ho parlato da stamattina, e non intendo farlo: non voglio rovinarmi la serata a causa sua. Ignoro ogni sua azione attorno a me, mantendendo gli occhi fissi sulla tv ma lui non sembra turbato per questo.
Alle 18.15 suonano alla porta.
Mi alzo correndo dal divano, e vado ad aprire alla porta
"Scusa il ritardo, ma ho visto questa, e non ho potuto non fermarmi a prenderla" mi sorride mentre mi porge una scatola

"Cos'è?" sorrido

"Apri" mi incita
Apro la scatolina mentre ci dirigiamo verso il salotto: è una catenina d'argento, con un ciondolo a forma di cuore. Su un lato del cuore sono presenti dei brilantini che sberluccicano sotto la luce emanata dal lampadario

"È bellissima" sussurro continuando a osservare il gioiello

"Quando l'ho vista ho pensato subito a te" mi cinge la vita con un braccio

"Grazie, non dovevi" lo bacio

"È il minimo" ricambia il mio bacio
Saliamo in camera per posare la sua borsa, poi chiudiamo la porta e ci sdraiamo sul letto.
Mi cinge con le braccia, mentre appoggio la testa sul suo petto. Rimaniamo in silenzio per qualche minuto mentre le note di 'I would' di Justn Bieber risuonano nella stanza.
"L'hai mai fatto? Dico questo, l'hai mai fatto con qualche ragazza?"

"Stare abbacciati sul letto senza fare niente? A dire il vero no" risponde imbarazzato

"Ti piace?" chiedo ansiosa

"Sì, è bello. È bello sentirti solo mia, tra le mie braccia e sentire il profumo dei tuoi capelli" mi accarezza la testa
sorrido contro il suo petto, e continuiamo a parlare. Parliamo di qualsiasi cosa: di scuola, dei nostri amici, del futuro, e di noi.
Non abbiamo mai parlato di un futuro insieme. Siamo entrambi, due persone che non pensano al futuro ma si vivono il presente senza fare programmi, ma è più che ovvio che prima o poi l'argomento 'futuro' debba essere affrotato, visti i suoi imminenti esami e il conseguente traferimento in un college che potrebbe distare da qui migliaia di kilometri
"L'anno prossimo andrai al college. Lascerai la città" la mia voce è bassa, spenta

"Lo so, ma non per questo la nostra storia deve finire" mi accarezza la schiena

"Come faremo? Io non ho la patente, non potrò venire da te. E poi il college è il college: feste, ragazze sbronze, il divertimento da tipico collegiale"

"Queste cose non fanno più per me. Ora che ho te, non desidero altro. Ho tutto ciò di cui ho bisogno"
A queste parole sento il senso di colpa affiorare in me anche se non ne capisco il motivo. Ciò che ha detto lui, vale anche per me. Perché dovrei desiderare altro, quando ho lui? L'immagine di me che preparo la cena a Zayn, dopo una giornata di lavoro di dipinge nuovamente nella mia mente, mandando a puttane tutte quello su cui stavo cercando di autoconvincermi. 
"La cena è pronta" Zayn irrompe in camera mia

"Cazzo Zayn! Bussa a quella cazzo di porta ogni tanto!" urlo

"Scusa" fa spallucce e se ne va
Dio vorrei spaccargli quella faccia a culo che si ritrova. Federico ed io scendiamo per mano e ci sediamo al tavolo.
"È un piacere per noi averti qui Federico" Filippo gli sorride

"Grazie mille, sono felice di essere qui" mi stringe la mano

"Finalmente dorme da me!" esulto provocado un risata generale. Zayn tieni gli occhi fissi sul tavolo, mentre mangia in silenzio. Ringrazio il cielo che non parli, perché quando lo fa, provoca solo danni.
"Come stanno andando gli allenamenti?" Giulia osserva Federico

"Allenamenti?" Zayn interviene. Ecco, mai cantar vittoria troppo presto

"Gioca a football" dico

"Football? Fico. Mi piace il football" Zayn si addrizza sulla sedia, appogiando i gomiti su tavolo. Comincia a parlare con Federico di football, e del campionato in corso. 
"Okay, ragazzi finirete di parlare un'altra volta. Possiamo cambiare discorso?" supplico

"Non è perché tu non capisci nulla di football nessuno ne deve parlare" Zayn mi guarda

"Chiudi la bocca" sbuffo. Lo intravedo ridere e poi cambia discorso

"E così sei all'ultimo anno, eh? Andrai al college?" chiede fissando Federico

"Sì partirò in autunno"

"Dove andrai?" chiede Giulia

"A Berkeley"

"Mh, ottima università. Buona scelta" Zayn fissa il piatto davanti a sè

"I miei genitori sono andati lì. Diciamo che è una tradizione di famiglia" ride

"Cosa studierai?" aggiunge Zayn 

"Ingegneria" rispode orgoglioso

"Porto i piatti di là" aggiungo alzandomi dal tavolo

"Ti aiuto" si offre Federico

"Ah, no. Non ci provare. Sei un ospite, rimani lì, e non fare nulla" lo bacio, poi prendo i piatti e li porto in cucina.

"Bravo ragazzo" Zayn è appoggiato al bacone

"Cazzo che spavento! Non eri di là?" sbotto

"Sempre con il cazzo in bocca eh?" ghigna. Faccio appello a tutta la mia forza di volontà per non tirargli una schiaffo

"Cosa vuoi da me?" dico a denti stretti

"Lo ami?" la sua domanda mi sconvolge

"Cosa?" chiedo sgranando gli occhi

"Hai capito. Lo ami?" gli occhi color caramello di Zayn fissano i miei

"Io.. Cosa te ne importa? Non parlo con te di questo" cerco una scappatoia

"Okay, non lo ami" sorride

"Io.. Sì certo che lo amo, che domanda è?"

"Ci hai pensato" il suo sguardo è serio, come se stesse cercando di capire se mento o no

"Io.." aggiungo guardando il pavimento.

"Quindi non lo ami" sorride. Rimango in silenzio alle parole d Zayn; mi limito a lasciare la stanza per tornare in sala da pranzo.
Per quale valido motivo mi ha fatto questa domanda? Perché non può semplicemnte rimenere fuori dalla mia vita?
'Giorgia mantieni la calma. Spaccherai quella sua faccia da culo in un altro momento'.

Federico mi aspetta in piedi, vicino al tavolo. È strano: sembra deluso, e affranto "Tutto okay?" gli chiedo

"Ehm no, mio padre ha bisogno di me. Devo andare" sta mentendo. È palese

"Dimmi la verità che succede?" lo prendo per un braccio

"Questo succede Gio. Non ti preoccupare ti chiamo domani" sale in camera mia, prendere la borsa, mi posa un bacio sulla testa e va via.
Lo guardo allontanarsi in macchina e mentre nella mia testa regna la confusione: deve aver sentito la mia conversazione con Zayn. Pensava che io fossi innamorata di lui? Ma lui di me non lo era. Non può essersi innamorato di me. 
Eppure tutte quelle frasi dolci, il lucchio che aveva negli occhi quando mi guardava, il modo in cui mi abbracciava, mi dimostravano altro. Nessuno si era mai comportato così nei miei confronti.
Dio che stupida sono stata. Lui si è innamorato di me, e io non me ne sono nemmeno accorta. Perché non riesco a provare lo stesso sentimento che prova lui? 
Un'ondata di rabbia mi travolge
"Tu sapevi che stava ascoltando!" urlo contro Zayn

"Cosa?" fa finta di non capire

"Sapevi che stava ascoltando, per questo mi hai chiesto se lo amavo" urlo, e sento gli occhi inumidirsi

"Non capisco di cosa parli"

"Sei un pezzo di merda!" lo spintono finchè Filippo non mi porta su in camera "Non lo voglio più qui! Mandatelo via, vi prego" supplico Filippo

"Giorgia, ascoltami. È stato un vero stronzo, questo è vero e ne parleremo con lui, ma forse ti ha solo aiutato. Tu non eri inamorata di Federico, e lo stavi solo illudendo che tu, un giorno, potessi esserlo"

"Ma io potevo esserlo!" urlo

"Non finchè Zayn sarà nella tua vita" le sue parole mi tolgono il respiro per un attimo

"Cosa?" chiedo sconvolta

"Giorgia provi interesse per Zayn. Il modo in cui vi punzecchiate, il modo in cui lo guardi. Dovresti davvero vederti quando parli di lui" si alza dal letto e se ne va, chiudendosi la porta alle spalle.
È così palese il mio interesso verso di lui? Eppure a me lui non piace. Non posso provar interesse verso quel ragazzo così insolente, maleducato, irrittante, stronzo, pezzo di merda e chi più ne ha più ne metta.
È assurdo. A me Federico piace, è il ragazzo perfetto: è dolce, tenero, educato, ha dei genitori fantastici e non abbiamo mai litigato in sei mesi di relazione. Con Zayn invece? Abbiamo passato più tempo a litigare che a parlare normalmente.
Eppure non posso negare che mi ha colpito già da quando l'ho visto per la prima volta al centro commerciale, nei camerini. Chissà chi stava aspettando quel giorno.. 
Era con una ragazza? Sicuramente. Tutti sappiamo che frequenta parecchie ragazze, e dio solo sa cosa ci fa con quelle ragazze. Non l'ho mai visto portarsi a casa una ragazza. 
Solo ora mi rendo conto di aver passato una notte con lui, mentre stavo con Federico. Cosa penserebbe Federico di me, se lo sapesse? Cosa penserebbero gli altri di me, se sapessero? So che non è successo nulla, ma non è giusto.
Non è giusto nei confronti di Federico che prova un sentimento così profondo per me. Non è giusto e basta.
Ma come posso pensare a questo, quando Federico mi ha appena mollata?
Dev'essere proprio vero che, in fondo in fondo, la presenza di Zayn nella mia vita non mi è così indifferente.

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Capitolo 11
*** Capitolo Undici. ***


Ho provato a chiamare Federico già tre volte, ma non mi risponde.
Gli ho lasciato dei messaggi in segreteria ma non mi ha mai risposto. L'unico modo che ho per parlare con lui è andare a casa sua, ma ho paura. Non so esattemente di cosa, ma ho paura.
Non voglio perderlo, perché a lui ci tengo, ma ormai è inevitabile.
Mi vesto velocemente, prendo il casco del motorino ed esco dalla camera
"Dobbiamo parlare" Zayn mi blocca la strada

"Non ho nulla da dirti. Anzi ce l'avrei, ma dato che sono una signora, sto zitta" cerco di superarlo. Noto un sorriso sul suo viso e cerca di cammuffare una risata. Lo fulmino con gli occhi e la sua espressione torna subito seria

"Mi dispiace" mi blocco alle sue parole

"Cosa?" rimango stupita

"Scusami, non volevo. Non volevo farti piangere. Non pensavo l'avresti fatto" 

"Non ho pianto" 

"I tuoi occhi erano lucidi" dice guardando in basso

"Non ho pianto. E poi come dovrei reagire se il mio ragazzo mi lascia?"

"Mi dispiace" sembra sinceramente dispiaciuto, anche se fatico a crederci

"Okay, va bene" lo supero scendendo le scale

"Dove vai?" mi chiede seguendomi

"Da Federico" apro la porta del garage

"Lascia che ti accompagni"

"Non provare ad avvicinarti a me Zayn, o giuro che racconto tutto a Giulia. Vaffanculo" mi giro e raggiungo velocemente il garage.
Mi stupisce il modo in cui gli ho risposto, non è da me, ma stavolta ha davvero oltrepassato il limite. Quello che ha fatto, è stato terribile. Non avrebbe mai dovuto chiedermi se amavo Federico, soprattutto sapendo che lui era lì ad ascoltare. 
Me l'ha chiesto perché già sapeva la riposta, e sapeva che avrei detto di no. 
Che buffo, lui l'aveva capito prima di me. O forse, in fondo io lo sapevo, ma non mi ero mai soffermata a pensare se davvero lo amassi oppure no, e la domanda mi ha colto parecchio di sorpresa.
Mentre guido per le strade della città, continuo a pensare a cosa dovrei dirgli. Avrà parlato di quello che è successo ieri ai suoi? Sarebbe davvero imbarazzante incontrarli dopo aver detto di non amare loro figlio. 
Parcheggio il motorino davanti a casa sua, e comincio ad andare in ipervetilazione. Cerco di controllare il mio respiro irregolare, mentre mi avvicino sempre di più a casa di Federico.
Busso alla porta, e dopo qualche secondo mi vengono ad aprire
"Giorgia! Come sta tua cugina?" la madre di Federico sembra piuttosto preoccupata "Fede mi ha detto che si è sentita male"

"Oh.. cosa? Ah sì sì, meglio. Ha avuto un calo di zuccheri. Non ha voluto mangiare nulla fino all'ora di cena e queste sono le conseguenze" cerco di ridere "Federico è in casa?" aggiungo cercando di guardare dietro di lei

"Sì è di sopra, vai pure" mi sorride. Ricambio il sorriso.
Non ha detto nulla ai suoi sulla nostra rottura. Magari non mi ha lasciata, magari sono solo complessi miei, magari è rimasto deluso da quello che ho detto ma vuole continuare la nostra storia. 
Ma allora perché non ha risposto alle chiamate?
Busso alla porta della camera, ma non ricevo risposta. Decido di entrare
"Ciao" lo saluto. È seduto sul letto, i suoi occhi fissi sui miei.

"Ciao" mi sorride appena. Mi avvicino al suo letto

"Dimmi la verità, hai ascoltato la conversazione con Zayn ieri sera?"

"Zayn?" mi chiede confuso

"Cioè Davide" questa cosa dei nomi sta diventando sempre più difficile da gestire

"Io non volevo, non stavo origliando. Sono arrivato e voi stavate parlando. Stavo per entrare, ma poi lui ti ha fatto quella domanda, e io no potevo non ascoltare" è imbarazzato e dispiaciuto allo stesso tempo

"Hai ragione. Mi dispiace di non avertene parlato prima. Io non avevo mai pensato seriamente a cosa provassi per te, perché mai nessuno mi aveva messo nella posizione di dover dire cosa provassi realmente. E quando Zay.. Davide mi ha messa davanti a questa domanda sono rimasta spiazzata"

"Lo so. Immaginavo che tu non fossi innamorata di me"

"Io.. dammi solo un po' di tempo in più" lo supplico

"Posso darti tutto il tempo che vuoi, ma il problema non sta nel quanto tempo ti do"

"In che senso?" chiedo anche se so già dove vuole andare a parare

"Provi qualcosa per Davide" il suo sguardo è fisso, fuori dalla finestra

"No"

"Giorgia, io ti conosco, so come sei fatta. Ripensa al nostro rapporto. Tu prima mi odiavi, e guarda poi dove siamo arrivati" l'utilizzo del passato è un altro duro colpo 

"Cosa c'entra? Secondo te mi innamoro di tutte le persone che odio?" chiedo

"No. Di me non ti sei innamorata" sorride debolemente, e le sue parole mi trafiggono come un pugnale

"Mi dispiace, riproviamoci. Un'ultima volta" lo supplico

"Grazie per questi splendidi mesi insieme, ma forse è meglio finirla qui"

"No ti prego" lo abbraccio

"Ti amo" mi sussurra nell'orecchio, mentre mi accarezza la schiena. Affondo la testa nell'incavo del suo collo, respirando a fondo, un'ultima volta il suo profumo. Faccio appello a tutta la mia forza di volontà per non scoppiare a piangere.

"Vieni ti riporto a casa" mi aiuta a rialzari

"Sono in motorino" sospiro

"Oh, d'accordo. Ce la fai a guidare?" 

"Sì certo" annuisco

"Allora ci sentiamo" mi accompagna alla porta

"Quando lo dirai ai tuoi?" chiedo prima di andarmene

"Quando sarò pronto" i suoi occhi sono fissi davanti a lui.

"Ti prego pensaci ancora"

"Ci ho già pensato, Giorgia. Non voglio illudermi che tu ti possa innamorare di me. Ci starei troppo male. Non che ora non sia doloroso, ma prolungarlo nel tempo lo renderebbe troppo doloroso. Cerca di capire" i suoi occhi sono lucidi

"Mi dispiace, ma tutto può succedere" 

"Hai ragione" mi bacia la testa. Capisco che non c'è più nulla da fare, quindi lascio la casa e senza voltarmi sgommo via in sella al mio motorino.
Quando arrivo a casa, corro al piano di sopra ignorando la voce di mia cugina e mi butto sul letto, sbattendomi la porta alle spalle.
Comincio a piangere. Federico era l'unica persona su cui potevo sempre contare, l'unica certezza nella mia vita. Lui era il mio ragazzo, il ragazzo perfetto e io me lo sono lasciara sfuggire.
Dio che stupida! Per una semplice cottarella per il mio coinquilino.
Da quando è arrivato qui, tutto è cambiato. Tutto è precitato vertiginosamente, fino a toccare il fondo.
Odio con tutta me stessa Zayn. Lo odio perché mi ha rovinato la vita, lo odio perché il mio ragazzo mi ha lasciata. 
Lo odio perché non riesco a non pensare a lui.
La porta si apre alle mie spalle. I passi pesanti di Zayn si avvicinano al mio letto. Si siede sul bordo, e mi accarezza la schiena. Non oppongo resistenza. L'unica cosa che voglio fare è piangere, per fargli vedere come mi ha ridotta.
                        ----
Mi sveglio sentendo delle voci dalla cucina. Guardo l'ora: le 16.30
Il pianto di qualche ora prima mi ha stavolta, e ho dormito per circa quattro ore, il che mi stupisce.
Mi alzo dal letto con la testa che mi gira a causa del pianto. Sento gli occhi gonfi, e stanchi nonostante la lunga dormita. Mi sciacquo la faccia, cercando di far passare un po' il rossore che mi circonda gli occhi, poi scendo di sotto
"Ma che ti è passato per la testa?" Giulia sta spintonando Zayn

"Non volevo che finisse così" il suo sguardo è fisso per terra

"Come pensavi sarebbe finita, eh?" Giulia è davvero fuori di sè

"Io.. non lo so. Volevo solo che Federico sapesse che Giorgia non lo amava"

"E non hai pensato che avrebbe dovuto essere lei a diglielo? A tempo e luogo debito?" Filippo si avvicina a Giulia per trattenerla

"Mi dipiace okay? Ho fatto una cazzata. Non pensavo andasse a finire così!"

"Sì tanto quella che sta male è lei. Giuro Davide falle ancora del male, e ti sbatto fuori da qui"
L'idea di Zayn che se ne va, non mi rende così felice come pensavo. 
E speravo.
"Cosa credi? Che io non stia male nel vederla soffire?"

Entro nella stanza sperando di placare la discussione
"Ehi, che sono tutte queste urla?" chiedo strofinandomi le tempie

"Nulla gio, vuoi un'aspirina?" mi chiede mi cugina, abbassando immediatamente il tono di voce

"Sì grazie" incrocio per un attimo lo sguardo di Zayn, ma poi lui abbandona velocemente la stanza. Lo sento prendere la chiavi della macchina e uscire di casa

"Ecco tieni" Giulia mi sorride, porgendomi un bicchier d'acqua e un moment per il mal di testa

"Grazie" lascio la stanza e mi butto sul divano. Accendo la tv e faccio zapping tra i programmi finché non trovo 'Il boss delle torte'. Quel programma mi ha sempre messo allegria, quindi decido di lasciare qui.
È incredibile vedere come riescano ad alternare risate e scherzi al duro lavoro per creare quelle torte bellissime. Ho sempre detto a Giulia che per i miei diciotto anni voglio una torta di Buddy a forma di tigre. Rido nel ricordare la fragorosa risata che si è fatta dopo aver sentito la mia assurda richiesta.
Quando il programma finsice, noto che solo le sei, e Zayn non è ancora tornato. Giulia non sembra preoccuparsene. Continua a parlare con Filippo, e posso intuire l'argomento.
Per occupare un po' di tempo decido di farmi un bagno caldo per rilassarmi.
Salgo in bagno, prendendo tutto l'occorrente e mi chiudo la porta.
Affondo nell'acqua calda della vasca, fino al collo, e sento i miei muscoli rilassarsi notevolemente. Mi lascio avvolgere da quella sensazione di calore. Canticchio le canzoni che risunano dall'impianto del mio ipod.
Mi dimetico di tutti i miei problemi, e per qualche momento ci siamo solo io e la musica.
Dopo un'ora, decido di lavarmi. Passo delicatamente lo shampoo su miei capelli, mentre massaggio leggermente la testa, poi mi lavo il corpo facendo scivolare la spugna sul mio corpo bagnato.
Mi risciacquo, e mi avvolgo nell'accappatoio, asciugandomi. 
Indosso l'intimo e, dopo aver pettinato i capelli bagnati e averli asciugati un pochino con l'asciugamano mi vesto.
Quando esco dal bagno un'odore di sugo si è diffuso in tutta la casa. Scendo per andare in cucina, e trovo Giulia con un grembiule addosso, intenta a copiare qualche ricetta dai suoi libri di cucina
"Finalmente li stai usando" rido

"Era anche ora" ride "Come stai?"

"Meglio di prima, grazie. Il bagno mi ha aiutata notevolmente" sorrido
L'aiuto a preparare la tavola, e noto che Zayn non è ancora tornato. Sono ormai tre ore che è uscito. Dove sarà?
No, Giorgia. Non ti deve interessare. Ha fatto lo stronzo con te. Preoccuparti è l'ultima cosa che devi fare per lui.
Finisco di apparecchiare e aiuto Giulia a cucinare, vedendola in crisi nel riempire i ravioli di carne e sugo. Dopo una quarantina di minuti ci sediamo a tavola per mangiare
"Davide mi ha avvisata che non tonerà per cena" la voce di Giulia è totalmente indifferente.

"Oh, okay" dico, un po' delusa
Ancora non riesco a capire come possa importarmi di lui, dopo tutto quello che mi ha fatto. Ma l'animo umano in fondo è un po' masochista: andiamo a cercare in tutto quello che ci fa male ciò che ci fa stare bene.
Passiamo la cena a parlare, discutendo dei piani per domani. Di uscire non se ne parla. Starò chiusa in camera a studiare storia, per l'interrogazione di martedì, e soprattutto per prepararmi psicologicamente a vedere Federico lunedì, a scuola.
Giulia non insiste nel farmi uscire di casa, si limita ad annuire ai miei programmi e a finire il suo piatto di pasta, anche se è molto dispiciuta per il fatto che salterò l'annuale falò della scuola.
L'anno prossimo lo rifaranno, quindi, avrò l'occasione di andarci.
Decido poi di lavare i piatti per occupare un po' la mente.
Appena finito, prendo il flanconcino di smalto blu, e lo stendo sulle mani, colorando le unghie, ormai da troppo tempo non colorate. Dedico di decorarlo un po', utilizzando altri smalti colorati. Poi mostro il risultato a Giulia e Filippo, ed entrambi si complimentano per il lavoro.
Dopo, decidono di andare a dormire. Li saluto con gesto della mano, e rimango sola nel salotto.
Dopo il lungo 'sonnellino' del pomeriggio, il sonno tarda ad arrivare, perciò rimango a guardare la tv.
Verso 23.30 sento la porta aprirsi: Zayn è rientrato, e con lui c'è anche una ragazza. Lo posso intuire dalle risatine che sento provenire dall'ingresso.
Li osservo dal divano: sono entrambi ubriachi, con un'andatura piuttosto precaria. Lui ha un braccio sulla spalla di lei, per sostenersi, mentre lei si aggrappa alla sua vita.
La sbatte contro il muro, baciandola violentemente e, per un attimo mi immagino al posto di quella ragazza. Schiacciata contro il muro, con il corpo di Zayn che preme su di me, e le sue labbra che baciano le mie.
Lui preme la sua parte di parte bassa contro di lei, mentre la bocca le bacia il collo.
Appena si staccano, si avvinghiano l'uno all'altro, sostenendosi a vincenda e ridacchiando, si dirigono in camera.
Poco prima di salire, mi è parso che Zayn chiamasse la ragazza Gio, ma non ne sono sicura. 
Sento la porta della camera di Zayn chiudersi, poi il silenzio.
E così, per la prima volta, lo vedo portare a casa una ragazza. Proprio ora che ormai mi sono lasciata con Federico.
Forse, l'avessi visto prima, avrei cambiato idea su di lui. 
Sono delusa dal fatto che abbia portato una ragazza e che ora se la stia scopando al piano di sopra, ma che vogliamo farci. 
Lui è Zayn Malik, non Federico.

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Capitolo 12
*** Capitolo Dodici ***


Mi alzo piuttosto tardi, ancora rintronata dalla lunga giornta di ieri.
Mentre mi lavo la faccia, ricordo velocemente le ultime immagini che ho visto: Zayn che torna a casa ubriaco, insieme ad una ragazza. Lui che la bacia, e poi loro che salgono in camera.
Chissà se la ragazza è ancora qui.
Scendo al piano di sotto e trovo Zayn che si strofina le tempie, con i gomiti appoggiati al bancone, e una ragazza dai lunghi capelli neri che beve un bicchiere d'acqua.
"Piacere Giorgia" mi presento alla ragazza

"Uh, ehm Alessia" sembra piuttoso imbarazzata nel stringermi la mano. Quindi quel 'Gio' che ho sentito, a cosa si riferiva?

"Lei è.." cerca di aggiungere Zayn

"Una povera ragazza che ti sei portato a casa ieri sera con l'intento di scopartela e lasciarla il giorno dopo, lo so" completo la frase al posto suo
La ragazza sgrana gli occhi, e si gira verso Zayn. A dir la verità, mi sento un po' in colpa: quella ragazza non mi ha fatto assolutamente nulla, e io me la prendo con lei, ma è un modo indiretto per farla pagare a Zayn.

"Non è esattamente così.." cerca di giustificarsi Zayn

"Ah no?" Alessia sembra piuttosto disgustata

"Ero ubriaco avresti dovuto immaginarlo" Zayn fa spallucce

"Permesso" chiedo ad Alessia, che è in piedi davanti al frigo. Mi fulmina con lo sguardo, ma il suo gesto non mi turba 

"Sei disgustoso" Alessia tira uno schiaffo a Zayn.

"Ma cosa?" rimane in piedi, mentre si tocca la guancia.
Alessia esce di casa, sbattendo la porta. Rido nel vedere la faccia sconvolta di Zayn. Non dev'essere abituato a reazioni del genere.
"Spero che ora tu sia contenta" sbuffa

"Sicuramente vederti schiaffeggiato da una ragazza, mi ha migliorato la giornata" rido

"Simpatica" il suo tono è palesemente sarcastico. 
Mi siedo al bancone, e mangio un'arancia.
"Allora con Federico è finita?" chiede puttosto imbarazzato

"Sì" rispondo, tenedo gli occhi fissi sull'arancia che sto sbucciando

"Mi dispiace" 

"L'hai già detto"

"Lo so" aggiunge, sospirando.
Non continuo la conversazione, e lascio la stanza qualche minuto dopo, andandomi a sedere sul divano. 
Prendo un libro e comincio  leggere: è incredibile come la lettura possa isolarti completamente dal mondo, allontanarti dai tuoi problemi per catapultarti in un mondo dove tutto può succedere, e nella maggior parte delle volte, dove tutto finisce in un lieto fine.
Mi lascio rapire dai racconti di Greene fino all'ora di pranzo, quando Giulia mi viene a chiamare
"Gio, vieni a mangiare?" mi chiede picchiettandomi sulla spalla

"Sì" le sorrido. Poso il libro sul divano, e mi alzo.
A tavola, l'aria è piuttosto tesa
"Cosè' quel segno rosso che hai in faccia?" Giulia chiede a Zayn

"Una ragazza gli ha tirando uno schiaffo" rido

"Cosa?" scoppia a ridere Giulia

"Grazie Giorgia" sbuffa

"Figurati, non c'è di che" sfodero uno dei miei sorrisi migliori
Zayn racconta tutto ciò che è sucesso qualche ora prima a Filippo e Giulia, provocando una risata generale.
L'aria diventa più leggera, anche se so che Giulia ce l'ha ancora a morte con Zayn. Adesso che ci penso, non sono così arrabbiata come dovrei con lui. E questo me lo fa odiare ancora di più.
Il fatto che non riesco ad odiarlo come dovrei, mi fa uscire di testa. È una cosa che non riesco a concepire.
Mi alzo dal tavolo, per sparecchiare mentre Zayn mi aiuta. Sento il suo telefono squillare
"Pronto?" la sua faccia diventa seria appena capisce chi lo sta chiamando. Si allontana dalla cucina ma riesco a capire cosa dice

"Certo. Okay. A che ora? Perfetto non c'è problema" chiude la chiamata. Lo raggiungo poco dopo in salotto

"Voglio venire" dico

"Dove?" 

"Alla corsa" Ormai ho imparato che quando fa quella espressione, e quel tono serio, è perché lo stanno chiamando per una corsa

"No, non verrai"

"Me lo devi, e lo sai" uso l'unico jolly a mia disposizione

"Oh, non tirare in mezzo questa storia ogni volta che ti fa comodo" sbuffa

"Ti devo ricordare come sono stata dopo che Federico mi ha lasciata?" cerco di imitare una voce tremante

"Okay, okay. Sei davvero una stronza" sbuffa

"Per che ora?" chiedo

"Alle nove comincia la corsa, dovremmo arrivare lì almeno per le otto e mezza"

"Dirò a Giulia che vado a mangare fuori con i miei amici" aggiungo ed esco dalla camera.
Non sono mai andata a nessuna corsa di Zayn, nemmeno le ultime due che gli sono servite a recuperare i soldi necessari per ripagare il mio debito con Louis.
A proposito, chissà se con lui avrà risolto. Mi tiene totalmente fuori dalla sua vita, come se io non esistessi o c'entrassi con la sua vita. 
Eppure con Louis, c'entro anche io, no? 
Continuare a pensare queste cose, non fa che irritarmi quindi decido di andare a studiare, per l'interrogazione di storia. Quella professoressa mi terrorizza, quindi è meglio che io studi a dovere.
Prendo di malavoglia il libro dallo zaino, e comincio a evidenziare le parti più importanti.
"Quanta roba inutile" sbuffo mentre continuo a evidenziare.
Ripeto un paio di volte ad alta voce ciò che ho evidenziato, e così faccio per le altre quattro pagine, in modo da finire tutto il capitolo.
Quando finalmente chiudo il libro, e guardo l'ora noto che sono già le 17.30
Decido allora di preparare lo zaino
"Prima ora: matematica. Seconda ora: inglese. Terza: informatica. Quarta e quinta: ginnastica. Mh dovrei aver preso tutto.. Il quaderno di inglese dov'è?" ripeto tra me e me in cerca del quaderno. 
Guardo nella libreria, senza trovare nulla. Lo ritrovo poi, sulla scrivania sotto tutti i vecchi libri che ho letto.
Preparato lo zaino, decido di infilarci anche la merenda e lo poso nell'ingresso, vicino alla porta.
Salgo sopra e riordino un po' la camera: il casino è davvero assurdo. Sulla sedia della scrivania, sono buttati mucchi di vestiti. La scrivinia è invasa a libri, mentre per terra, accanto all'armadio, le mie scarpe sono buttate in disordine.
Prendo tutte le paia di scarpe, riponendole nella scarpiera. Poi, prendo il mucchio di vestiti e lo porto in bagno, nella cesta della biancheria, butondolo dentro.
Sistemando il comodino accanto al mio letto, trovo la catenina relagatami da Federico
"Oh" sussurro, mentre la prendo tra le mani. Da quando me la regalata non ho ancora avuto l'occasione di metterla.
Apro il gancetto, e me la metto al collo, osservandomi poi allo specchio.
Il ciondolo brillantinato ricade sul mio petto, riflettendo la luce del lampadario. La guardo: è davvero bellissima, e mi dispice non averla indossata prima. Non l'ho nemmeno indossata quando sono andata da Federico.
Gli occhi mi si inumidiscono un po' nel ricordare ci che è successo quella sera, e il giorno dopo. Non è così doloroso come pensavo, ma nemmeno così facile da sopportare.
Il mio telefono, risuona nella stanza. Lo prendo in mano: Jess <3
"Ehi" sorrido

"Non rispondere ai messaggi eh" sembra piuttosto scocciata
Ricordo il messaggio che mi aveva mandato ieri mattina, in cui mi chiedeva come avevo passato la notte con Federico, ma dato tutto ciò che era successo, non avevo voglia di parlare di lui con nessuno e avevo ignorato il messaggio
"Scusami è successo un casino" mi giustifico. Le racconto l'accaduto, cercando di ricordare tutto.

"Non ci posso credere. Che stronzo!" esclama

"Lo so" aggiungo

"Come stai? Anche se posso immaginare.."

"Non è così doloroso come pensavo, ma mi dispiace aver perso Federico. Era un ragazzo perfetto" sospiro

"Mi dispiace, che ne dici se domani dedicassimo il pomeriggio allo shopping?" mi propone

"Un pomeriggio di shopping mi ci vorrebbe proprio, per risollevarmi il morale" sorrido

"Dopo scuola?" chiede

"Andataa!"
Continuiamo a parlare per parecchio. Mi racconta della splendida serata che ha passato con Eddy al falò della scuola. Io, per ovvi motivi, ho preferito rimanere a casa.
Mi racconta di come abbiano ballato un lento sulla spiaggia, circondati dal calore dell'enorme falò. Di come lui l'abbia stretta a sè, facendola sentire sua.
Jessica è il suo punto debole, la sua migliore e peggiore debolezza. Sappiamo tutti, per certo, che Eddy sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa per lei.
Dipendono completamente l'uno dall'altro, in un modo che non riesco a concepire.
Sinceramente non riesco a capire come due persone possano arrivare a dipendere così l'una dall'altra, ma forse non lo capisco perché non sono mai stata innamorata. Che ne posso capire io d'amore?
Veronica continua a raccontarmi della serata
"Mi ha regalato una fedina. Sopra sono incisi i nostri nomi"

"Ti ha regalato una fedina?" esclamo

"Sì. Oddio, è bellissima. È d'argento" mi dice, emozionata

"Domani devo vederla!" esclamo ancora

"Certo" ridacchia lei dall'altra parte del telefono

"Gio, mi dispiace interropere i vostri gossip da ochette, ma dobbiamo mangiare. Dobbiamo uscire tra una quarantina di minuti" Zayn si affaccia dalla mia porta

"Arrivo" dico facendogli il verso "Jess, ci vediamo domani a scuola. Ti voglio bene" la saluto

"Anche io, ciao" ricambia il mio saluto
Chiudo il telefono, e scendo a cenare. Giulia e Filippo sono chiusi in camera e non sono interessata a sapere cosa stiano facendo.
Mi siedo al tavolo, davanti a Zayn
"E quella collana?" osserva storto la catenina che ho al collo

"Me l'ha regalata Federico" 

"Perché la porti?" sembra quasi irritato

"Perché mi piace, e da quando ci siamo lasciati non ho mai avuto la possibilità di metterla" dico giocando col cuoricino

"È da figli di papà" sbuffa

"Non capisci" chiudo l'argomento.
Zayn cambia discorso, lamentandosi del fatto di dovermi portare con sè alla corsa. Sorrido soddisfatta notando la sua reazione. 
È strano quanto possa risultare adorabile quando si lamenta: le sopracciglia gli si increspano, creando una ruga in mezzo alla fronte troppo buffa. E poi gesticola. Gesticola tantissimo.
Lo osservo lamentarsi mentre cerco di trattenere una risata. 
Dopo aver mangiato solo un piatto di pasta, salgo di sopra a cambiarmi, mettendomi qualcosa di un po' più pesante: anche se siamo a giugno, in quest'ultima settimana, le sere sono puttosto fresche e uscire in pantaloncini è piuttosto difficile.
Metto dei leggins neri, con una semplice canotta celeste. Indosso le mie Jordan e scendo di nuovo mettendomi un po' di mascara prima di uscire.
"Andremo in moto?" chiedo, osservando la moto parcheggiata nel garage. È un cbr 600F della Honda. Solo a guardarla mi viene voglia di guidarla, ma il fatto di dovermi aggrappare a Zayn durante il viaggio mi mette in imbarazzo

"E certo. Se no come corro? Forza sali" usa il suo irritante tono da mister ovvio, mentre si cala il casco sulla testa. È così.. eccitante.
Scrollo la testa, mi calo il casco, e salgo sulla moto, appoggiado le mani sul serbatoio ma Zayn me le sposta intorno alla sua vita

"Forse come primo giro è meglio che tu ti tenga a me" dice accendendo la moto. Voglio ribattere, ma la velocità con cui lascia il viale di casa, mi convince a lasciare le mani dove lui le ha messe.
Non sono mai andata in moto prima d'ora, ed è una sensazione fantastica: ti senti libero, senti la velocità e l'adrenalina scorrere nelle vene. Se prima non capivo perché Zayn corresse in moto, ora lo posso capire. La sensazione che provi calvalcando la moto è davvero indescrivibile.
Tutta un'altra cosa rispetto al motorino.
Ci mettiamo circa una ventina di minuti ad arrivare nel luogo della corsa: è una zona di periferia. Le strade sono vuote, illuminate da lampioni con i vetri rotti. Le case che costeggiano le strade sono abbandonate. tavole di legno sono inchiodate alle finestre, mentre le porte ormai sono ridotte a dei pezzi di legno logorati dal tempo e dalle termiti.
Per terra vetri rotti, sigarette e se non sbaglio, resti di siringhe. Rabbrividisco: mi sembra di fare un salto nel mio passato, e per un attimo mi pento di essere venuta. Mi avvicno di più a Zayn. Si volta un attimo a guardarmi: sembra confuso, ma poi si rigira e mi sembra di intravedere un sorriso sul suo viso.
Raggiungiamo un gruppo numeroso di persone: ragazze in camicetta corta, pantaloncini e stivali altissimi sono appoggiate alle moto, e si strusciamo contro quelli che penso siano i proprietari.
Ci saranno sì e no una qundicina di motociclisti. Sono tutti ragazzi dell'età di Zayn, il più grande non supererà i venticinque anni.
Riesco a riconoscere tra i partecipanti il biondino dagli occhi azzurri che mi ha aiutata a trovare Louis.
"Ehi Calum" Zayn batte il cinque ad un ragazzo

"Davide" lo saluta. Nemmeno lui sa il suo vero nome

"Fammi un favore, tienimi d'occhio questa. Non la perdere di vista"

"Questa ha un nome" mi lamento

"Piacere Calum" mi porge la mano

"Giorgia" sorrido. Quando mi giro, Zayn si è già allontanato, e si sta sistemando sulla linea di partenza

"Corri anche tu?" chiedo al ragazzo

"No. Ho accompagnato un amico" mi indica un ragazzo alto e biondo. Riesco a leggere sulla moto il nome: Luke.

"Ah, okay" rimaniamo in silenzio fino alla partenza.
Ormai manca pochissimo, è l'aria intorno a noi si carica di adrenalina. I circa venti motociclisti sono piegati in avanti, pronti alla partenza.
Appena partono, il ragazzo comincia ad urlare

"Forza Luke! Fagli il culo a 'sti stronzi!" 
Le moto percorrono il rettilineo, fino a scomparire. Il fracasso provocato dai motori si affievolisce un po', ma ritorna a farsi sempre più rumoroso appena le moto tornano indietro, ripercorrendo nuovamente il rettilneo per superare la linea del traguardo. Riesco a vedere il cbr rosso di Zayn fare a gara con il ninja verde di Luke.
Zayn supera il traguardo prima del ragazzo biondo, ma solo di qualche secondo. Scende dalla moto e si toglie il casco. 
Si gira verso Calum, poi sposta lo sguardo su di me. Sembra tirare un sospiro d sollievo quando mi vede accanto a lui. Distoglie subito l'attenzione da me quando una brunetta, con una terza abbondante che straborda dalla camicetta, gli porta i soldi.
Lo abbraccia, stampandogli un bacio sull'angolo della bocca. Poi gli sussurra qualcosa all'orecchio. Lui sorride, ma scuote la testa.
La ragazza si allontana delusa, sculettando davanti a lui.
Sento una strana sensasione dentro di me, come se la rabbia stesse ribollendo dentro di me. Cerco di distrarmi dalla scena che ho appena visto, spostando l'attenzione su Calum che si complimenta con Zayn, mentre Luke si avvicina a noi
"Luke questa Giorgia" mi presenta

"Complimenti, bella gara" gli stringo la mano

"Grazie. Piacere Luke" mi sorride, ma poi si allontana per andare a baciare una ragazza color caffè latte.
La bacia con passione, palpandole il culo, senza preoccuparsi delle persone che li circondano. Distolgo lo sguardo imbarazzata.
"Andiamo?" mi chiede Zayn infilando i soldi nella tasca interna del giubbotto di pelle

"Sì" rispondo, attaccandomi al suo braccio, per non perdermi in mezzo a tutte quelle persone.
Sale sulla moto infilandosi il caso, e dopo aver tolto il cavaletto mi fa cenno di salire. Una volta sistemata, mi aggrappo goffamente al serbatoio della moto, ma Zayn, mi posiziona le mani intorno alla sua vita.
Lo stringo appena parte, sgommando e allento un po' la presa quando rallenta.
Il tempo che ci impeghiamo per arrivare a casa è davvero poco. La stessa distanza percorsa in macchina con mia cugina, l'avremmo fatta in quaranta minuti.
Arriviamo a casa per le dieci. Giulia e Filippo sono sul divano abbracciati. Giulia dorme, con la testa appoggiata sul petto di Filippo.
Appena ci vede, Filippo ci saluta con un cenno della testa. Ricambiamo il saluto e saliamo di sopra.
"Quanto hai guadagnato?" chiedo a Zayn

"Circa quattro mila dollari" sorride

"Cazzo! Ma come fai a guadagnare così tanto?"

"Sono tutti i soldi che la gente scommette su di me" fa spallucce. Lo osservo mettere via i soldi in cassaforte, poi si toglie la maglietta e i pantaloni, rimandendo in boxer.
Mi giro velocemente per tornare in camera, non appena noto che si è svestito.
Mi chiudo la porta alle spalle e mi infilo la camicia da notte.
Senza struccarmi mi metto a letto, ripensando a tutto ciò che ho visto e provato: correre in moto  è la sensazione più bella che abbia mai provato, e non sarebbe male mantenersi correndo. È ovviamente illegale, ma renderebbe tutto più semplice. Ad ogni gara, Zayn guadagna dai tremila ai cinquemila dollari. Quello che Giulia guardagna in due mesi.
E Zayn corre almeno una volta a settimana.
Sento un vuoto tra le braccia, come se il corpo di Zayn avesse lasciato un segno. È stato bellissimo potermi appoggire a lui, e poterlo stringere non appena accelerava un po'.
Avrei voluto che quei viaggi durassero di più, per assaporare meglio quella sensazione che provavo quando mi premevo contro di lui.
Mi addormento con un solo pensiero: me e Zayn, in sella ad una moto, le mia braccia che lo stringono forte.

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Capitolo 13
*** Capitolo Tredici ***


Sono piuttosto agitata nel tornare a scuola.
Oggi comincia l'ultima settimana di scuola, e dovrò vedere Federico per la prima volta dopo la nostra rottura. 
Giriamo con lo stesso gruppo di amici, quindi è inevitabile che io lo incontri.
Sospiro infilandomi la mani nelle tasche della felpa. Possibile che siamo al sette di giugno e faccia ancora così fresco la mattina?
Entro nel pullman e cerco un posto per sedermi. Un ragazzo davanti a me, che stava per sedersi mi lascia il posto. Lo ringrazio sorridendogli, e mi siedo.
Il sole illumina già la città, e le macchine scorrono veloci accanto al bus.
È davvero strano prendere di nuovo l'autobus dopo mesi in cui Federico mi portava in macchina. Riconosco visi familiari che ogni mattina, incontravo sul pullman.
Scendo davanti alla scuola, arrivando prima del solito.
"Fantastico" dico, arrivando al campus e non vedendo nessuno.
Mi siedo in una panchina vicino alla caffetteria aspettando i miei amici. 
Noto una figura, che cammina per il campus, chiudo gli occhi a fessura, per mettere a fuoco e capisco chi è: Federico sta arrivando. Evidentemnete non mi ha vista
"Oh, ciao" mi saluta, piuttosto imbarazzato

"Ciao" ricambio il sorriso altrettanto imbarazzata

"Anche tu mattiniera" la sua voce non è molto entusiasta

"Devo riadattarmi agli orari dei pullman" faccio spallucce. Rimane in piedi davanti a me, in silenzio

"Siediti" gli dico indicando il posto vuoto vicino a me, e mi sposto completamente di lato, per lasciare dello spazio fra me e lui. E pensare che fino a tre giorni fa eravamo seduti su questa panchina a baciarci.

"Grazie" dice e si siede, a circa una ventina di centimetri da me. "Oh, porti la catenina che ti ho regalato" osserva il ciondolo 

"Ehm, sì. L'adoro" dico, guardandolo. Gira il viso, per guardare la piazza del campus, ancora vuota. Mi sembra di intravedere un sorriso.
Rimaniamo in silenzio, e vista la situazione, decido di infilarmi una cuffietta. 
Non pensavo sarebbe stato così imbarazzante.
Ascolto la musica, intenta a guardare il campus che col passare dei minuti si popola di ragazzi che si muovono velocemente, mentre Federico tieni gli occhi fissi sul cellulare.
Dopo dieci, eterni minuti, i nostri amici ci raggiungono e tiro un sospiro di sollievo.
Ci uniamo a loro, mentre andiamo a fare colazione.
Sì, direi che il nostro primo incontro dopo la rottura è stato terribile.
Entriamo in classe, e cerco di prestare attenzione all'ultimo lunedì dell'anno ma è piuttosto difficile.
Ormai siamo ad un passo dalle vacanze e la mia testa fantastica già sulla mia vacanza con i miei amici.
Giulia mi ha detto che mi avrebbe mandata in vacanza da sola se avessi superato l'anno senza debiti.
Ecco, questo è un'altro problema d'affrontare. Il mio debito in matematica.
Ho solo una settimana per recuperare e il panico cominciare a crescere in me.
Seguo attentamente solo la lezione di matematica per poi fiondarmi  a casa a fare una marea di esercizi.
Appena arrivo a casa, pranzo con un piatto di pasta insieme a Zayn
"Sbaglio o sei sovrappensiero? Sei stranamente silenziosa"  mi fissa mentre si infila una forchettata di pasta in bocca

"Pensavo che ti irritassi quando parlo" 

"Vero. Ma il tuo silenzio nasconde qualcosa. Avanti parla" batte la mano sul tavolo, per attirare la mia attenzione su di lui

"Ho solo una settimana per recuperare matematica. Non so se ce la farò" mi lamento, appoggiando la testa sul tavolo

"Ti posso aiutare" dice stiracchiandosi e incrociando le mani dietro al testa

"Cosa?" scoppio a ridere

"Bella, sono laureato. Me la cavo con i numeri"

"Uno, non chiamarmi bella. Due, non ho bisogno del tuo aiuto" sbuffo

"Okay" si alza dal tavolo e fa per uscire

"No aspetta" dico, appena esca dalla cucina "Forse un aiutino piccolo piccolo" sospiro

"Dai, vai a prendere il libro e il quardeno. Io intanto sparecchio" mi prende il piatto e lo porta nel lavandino

"Grazie" gli dico. Si limita a guardarmi e sorridere.
Salgo a prendere ciò che mi ha detto, e dopo due minuti sono di nuovo in cucina.
"Allora, cosa devi fare?" Mi chiede, appogiandosi con un braccio al tavolo.

"Le disequazioni" sospiro aprendo il quaderno

"Dio gio, è l'argomento più semplice" mi prende in giro

"Allora vuoi aiutarmi o sfottermi?" sbotto

"Okay, okay, calma" ride "Allora una disequazione serve a trovare per quali valori di x, l'epressione A, per esempio, sia maggiore oppure minore dell'espressione B. In pratica serve a trovare i numeri per cui A sia maggiore o minore di B" mi spiega indicandomi un disequazione sul mio libro

"Okay" dico leggermente confusa

"Abbiamo un disequazione fratta, solamente quando la X è a denominatore. Solo in quel caso" 
Mi perdo ben presto nella spiegazione, incantandomi a fissare Zayn.
Rimango ammaliata dalla sua voce, così melodiosa. 
Dal modo in cui gesticola. Quelle mani.. sono così.. perfette.
Il suo profilo è così perfetto.
Noto che ogni volta che finisce di parlare, si lecca le labbra. Ed è così.. eccitante.
O mio dio, di nuovo. Come fa a rendere ogni piccola cosa così.. eccitante?
O mio dio, che cosa sto pensando?
"Mi stai seguendo?" il suo tono è scocciato, ma noto sul suo viso un sorriso 

"Eh? Sì sì. L'equazione è fratta solo se X è a denominatore"

"Gio, stiamo facendo le disequazioni, e quello l'ho detto circa cinque minuti fa" ride

"Oh, scusami" Mi sono lasciata distrarre, dalla tua voce, dalle tue mani, dalle tue labbra. Mi sono lasciata distrarre da te.

"Sei un caso perso" scuote la testa, e sorride

"Non le capisco ste cose. Ma poi sono inutili!" metto il broncio

"Mettere il broncio non aiuterà. Forza seguimi stavolta" 
Cerco di non guardarlo, per evitare di distrarmi ma resta comunque difficle mantenere la concentrazione dato che sento il suo fiato sul mio collo, e la sua bocca affianco al mio orecchio.
Mi torna in mente quella sera in cui lo vidi sbattere al muro quella ragazza e cazzo, la mia mente inzia a fantasticare: mi immagino al posto di quella ragazza dai capelli neri, schiacciata tra il muro e il petto di Zayn, mentre la sua bocca assaggia il mio collo e il suo  respiro caldo e pensante mi infiamma la pelle.
Scuoto la testa , e torno a fissare il quaderno.
Anche se ha dovuto spiegarmi due volte il procedimento, riesco a fare due disequazione su tre.
"Ecco vedi? Dai che sei brava. Concentrati e ricordati quello che ti ho detto" mi appoggia una mano sulla spalla.
Mi irrigidisco sotto il su gesto, il mio respiro si blocca per un attimo. Deve averlo notato, perché la sposta immediatamente.
Mi invento una domanda sul momento, per eliminare l'imbarazzo che si è creato, e cercare in qualche modo un altro contatto con lui.
Non so come, ma passiamo il pomeriggio immersi nella matematica. Non ero mai riuscita a fare più di mezz'ora di fila di esercizi, ma insieme a lui il tempo passa troppo in fretta.
"Basta, davvero. Alzo bandiera bianca. Ho bisogno di riposarmi" chiudo il quaderno e appoggio la testa sul tavolo

"Facciamo merenda?" mi chiede. Alzo gli occhi per vedere l'ora: 17

"Certo" sorrido. 
Mi alzo e lo raggiungo al bancone: ci prepariamo insieme una fetta di pane e nutella
"Oggi ho visto Federico" per quale valido motivo, glielo sto dicendo?

"Davvero? Com'è stato?" mi chiede senza una chiara espressione in viso

"Terribile. Imbarazzante da morire" sembra rilassarsi un po' alle mie parole

"Ma porti ancora la sua catenina" la indica

"L'ha notato anche lui. Mi piace, è davvero bella"

"Ti ha guardato le tette?" chiede

"Cosa? No. Cosa c'entra questo ora?" sono piuttosto confusa

"Se ha visto il ciondolo, vuol dire che ti ha guardato le tette" fa spallucce

"Tu sei malato" mi alzo per andare a sedermi al tavolo "Continuiamo?"

"D'accordo" si avvicina a me, poggiando di nuovo un braccio sul tavolo.
Perché se ne esce con queste domande senza senso? 
'Ti ha guardato le tette?' gli faccio il verso nella mia mente. 
Anche fosse? Anche me le avesse guardate? Cosa ci sarebbe di male? Non è nulla che non abbia mai visto.
Io davvero non capisco cosa passi per la mente malata di quel ragazzo.
Beh, a malapena capisco cosa passa per la mia, figuriamoci capire cosa passa per la sua.
La mia attenzione viene richiamata dalle voci provenienti dalla tv. Mi guardo attorno e Zayn non c'è.
Vado in salotto e lo trovo seduto sul divano.
"Grazie per avermi lasciata di là da sola come una deficiente" 

"Non mi stavi ascoltando. Stavi pensando ad altro. Così me ne sono andato"

"Potevi avvisarmi" incrocio le braccia

"Okay: Giorgia sono a guardare la tv, tanto non mi ascolti" 

"Che irritante che sei!" sbotto, lasciando il salotto.
Riordino il tavolo della cucina, portando il materiale di sopra.
Preparo lo zaino, e poi mi butto sul letto a guardare un film.
Adesso che ci penso, Federico mi manca. O meglio, mi mancano tutte quelle piccole cose che ti fanno star bene.
I messaggi del buongiorno, messaggiare tutto il giorno, guardare un film insieme.
Più volte mi sono trovata a immaginarmi con Zayn, mentre stavamo abbracciati a vedere un film.
La sua mente malata, sta infettando anche la mia. 
Si sta insinuando nella mente, come un parassita che non riesco a togliere.
E gira e rigira i miei pensieri finiscono sempre su di lui.
Mi alzo, e dallo zaino tiro fuori un pachetto di sigarette.
Ne prendo una, e l'accendo. Mi affaccio alla finestra, che da sul nostro giardino: essendo il mio quartiere una zona molto tranquilla, riesco a sentire gli uccellini cinguettare.
Il che mi ricorda che siamo in estate, e rallegra un po' il mio umore.
Sono ormai le sette, ma il sole è ancora alto nel cielo. I raggi, colpiscono la mia camera, illuminandomi. Sento il calore sulla mia pelle. 
È una sensazione meravigliosa, e se chiudo gli occhi posso immaginare il rumore del mare che s'infrange sulla spiaggia.
Mi lascio avvolgere dal calore del sole mentre finisco la mia sigaretta
"E così fumi ancora?" la voce Zayn mi sobbalzare

"Cazzo che spavento!" mi giro, e lo trovo affacciato alla finestra della sua camera, che è affianco alla mia 

"Giulia lo sa?" 

"No, e non deve venirlo a sapere. Per favore" rientra e lo sento entrare in camera mia

"Dammi il pacchetto"

"Che cosa?" esclamo stupita

"Dammi il pacchetto" ripete porgendomi la mano

"No" rido

"Giorgia, dammi il pacchetto" dice a denti stretti. Si sta irrantando: posso capirlo dal pugno chiuso lungo il fianco

"Non sei mio padre" Si avvicina a me, e senza dire una parola mi cinge la vita con un braccio, bloccandomi 

"Lasciami" urlo tirandogli delle gomitate. 
Riesce a prendermi il pachetto dalle mani, ma prima di lasciarmi andare, prende con l'unico braccio libero che ha, il mio braccio e lo appoggia sul suo. Appoggia la testa sulla mia spalla, e inspira forte. Poi si stacca, e senza dire una parola, lascia la stanza.
Rimango immobile, davanti alla finestra. Faccio quasi fatica a respirare. 
Sento ancora il braccio intorno alla mia vita, ma appena ci appoggio la mano, sento solo il tessuto della mia maglietta.
Sento ancora il respiro caldo e lento sul mio collo, e il mento sulla mia spalla ma quando mi giro, lui non c'è.
Mi siedo sul letto, ancora confusa da quello che è successo: cosa significa quel gesto?
Non ha senso.
Mi prendo la testa fra le mani, cercando una spiegazione logica a ciò che è successo. 
Decido di scendere, per distrarmi. Saluto Giulia e Filippo e apparecchio la tavola
"Apparecchia solo per noi tre. Davide è uscito" 

"Oh, okay" dico. Rimango delusa dal fatto che sia uscito.
Dopo aver apparecchiato, vado in garage: la moto è parcheggiata, mentre la macchina non c'è.
È uscito per portarsi qualche ragazza a casa. 
Zayn ha tante piccole particolarità. E questa è una di quelle: quando esce in macchina e va a bere nei locali, il suo scopo è di portarsi qualche ragazza a casa.
Fisso per un po' il posto vuoto della macchina, incazzata con me stessa per aver pensato solo per un attimo che Zayn fosse interessato a me. È stato un gesto senza senso per lui, forse stava inciampando e si è appoggiato a me per non cadere.
Questa spiegazione non ha senso, ma è l'unica che posso dare.
Torno in cucina, piuttosto scazzata. Mangio velocemente, sparecchio e mi chiudo in camera.
Passo la serata ad ascoltare musica e a ripensare a quello che è successo.
Sono più che sicura che lui mi abbia stretta di più dopo aver appoggiato al testa sulla mi spalla, come se non volesse lasciarmi andare.
Non riesco a dare un senso a questo gesto. In realtà non riesco a dare un significato a nessun gesto che fa, quindi la cosa non mi stupisce.
Forse dovrei rassegnarmi al fatto, che non capirò quel ragazzo malato.
Forse dovrei rassegnarmi al fatto che mi ha incasinato la vita, e io per lui sono una semplice coinquilina. 

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Capitolo 14
*** Capitolo Quattordici ***


Quando mi alzo per fare colazione, Zayn non c'è.
L'ho sentito rientrare parecchio tardi stanotte. Quando ho guardato l'ora erano circa le quattro.
Ovviamente ho sentito la risatina di una ragazza.
Ho sentito Zayn parlare, e non sembrava per niente ubriaco. Quindi fa queste cose anche quando non è ubriaco.
Decido di smettere di pensarci, per evitare che un'ondata di rabbia mi invada, rovinandomi l'intera giornata.
Mangio un'arancia, dopo una ventina di minuti esco.
Dato che non ho voglio di vedere nessuno, mi faccio cinque fermate a piedi, per poi prendere il pullman.
Arrivo a scuola poco prima delle otto, e i miei amici sono già in classe.
Raggiungo le ragazze, che si lamentano per il fatto che io sia arrivata tardi. Rido con loro e poi mi siedo al banco.
Anche oggi seguo attentamente la lezione di matematica per assimiliare le ultime informazione che possono aiutarmi a recuperare il mio debito.
Giuro che odio la matematica con tutta me stessa. è davvero un repulsione la nostra: io odio lei, e lei odia me.
Almeno è una cosa reciproca.
Apetta, cosa? Mi stupisco dei miei stessi pensieri. Ormai non ci sto più con la testa: tutto quello che è successo con Zayn, le vacanze, la fine della scuola, mi stanno facendo letteralmente impazzire.
"Allora si va in vacanza tutti insieme?" Chiede Chiara all'ora di pranzo

"Dio, sì! Se riesco a recuperare il mio debito sì. Devo andarmene via da qui" sospiro

"Ma ve lo immaginate ragazzi? Noi, in una casa, per una settimana? Che sballo" Eddy è su di giri

"Niente erba" lo tronca Jessica

"Ma.." cerca di aggiungere

"Durante la nostra vacanza insieme non voglio erba. Diventate strani quando siete sballati" Eddy non continua la conversazione, ma penso che non sia completamente chiusa.

"Sarebbe davvero bellissimo" aggiunge Federico.
Oh, se andrò in vacanza, Federico sarà lì. Nella stessa casa.
L'idea un po' mi mette a disagio: pensare di dover condividere una casa, con una persona con cui ho condiviso così tanto, nella situazione in cui siamo ora, non è molto bello.
Però, cerco di non fossilizzarmi su questo pensiero. Ho seriamente bisogno di allotanarmi da tutta la merda che c'è qui, e rilassarmi un po'.
Continuiamo a parlare della nostra ipotetica vacanza, su dove potremmo andare e quanto potremmo stare.
Sono davvero eccitata all'idea di andare in vacanza con i miei amici: è la prima volta, e mi fa sentire.. libera. Libera però in modo diverso rispetto a un anno fa.
Lascio la mensa, dopo aver mangiato e torno a casa.
"Anche oggi matematica?" Zayn sta sbadigliando. Dev'essersi alzato da poco. Indossa ancora il pigiama, o meglio, indossa solo i boxer.

"Ehm, sì" dico cercando di non guardare il suo corpo. Noto solo ora il tatuaggio sulla gamba: un grosso lupo marrone, è tatuato al di sotto del ginocchio
"Bello" dico indicando il tatuaggio "Ma ora vatti a vestire"

"Grazie" ride e lascia la stanza. Lo osservo mentre cammina fin troppo lentamente fuori dalla stanza. Sa sicuramente di avere i miei occhi addosso, per questo lo fa.
Tolgo a fatica lo sguardo la lui, e tiro fuori il quaderno.
"Posso sperare nella tua attenzione oggi?" torna in cucina: si è messo solo i pantaloni

"Se rimani così no" le parole scivolano via da me, senza che me ne renda conto

"Cosa?" sorride

"Nulla. Cominciamo?" inizio a muovermi, cercando un motivo per mascherare l'imbarazzo

"Calmati" mi prende il mento fra le mani, in modo che io lo guardi negli occhi. Oh cazzo, è così bello. 
I miei occhi cadono sulle sue labbra, a pochi centimetri dalle mie. Le osservo. Osservo quanto siano perfette nelle loro linee sottili, e come il colore roseo le renda irresistibili.
Quando alzo gli occhi, noto che anche lui sta fissando le mie, e prima di allontanarsi si lecca le labbra.
Giro immediatamente la testa, in preda ad una strana sensazione: lui voleva baciarmi
"Allora, continuiamo con le disequazioni" mi dice, aprendomi il quaderno

"Okay" dico
Continua a spiegarmi, cosa devo fare e come devo fare, mentre mi aiuta a fare qualche esercizio. Ha il viso accanto al mio orecchio, quindi posso sentire il suo respito caldo su di me, di nuovo. Il che mi manda dei brividi in tutto il corpo, ma cerco di non pensarci.
Dopo due soli pomeriggi, ho capito come fare e ormai riesco a risolvere quasi tutte le disequazioni.
"Grazie, davvero" gli dico chiudendo il quaderno

"Figurati. Almeno te ne andrai un po' fuori dai coglioni" ride, ma non sembra così entusiasta del fatto che vada via per le vacanze

"Che simpatico" gli faccio il verso

"Giorgia?" mi chiama

"Sì?"

"Nulla" mi sorride

"Oh, okay" rimango un po' delusa "Posso venire alla prossima corsa che farai?"

"Era quello che volevo chiederti io" dice imbarazzato

"Davvero?" sono piuttosto sorpresa

"Sì" risponde ancora più imbarazzato "Comunque, certo che puoi venire. Corro stasera"

"Va bene. Mi sta simpatico quel Calum" rido, però lui non si unisce alla mia risata.
Salgo a farmi una doccia, mentre aspetto che la cena sia pronta.
Da quando Zayn è arrivato in questa casa, indubbiamente il nostro rapporto è cambiato.
Lui è sempre il solito stronzo, ma sta iniziando a comportarsi in modo diverso.
Il che, ovviamente, mi confonde. Ho davvero bisogno di andaremene da qui, per risistemare il casino che ho in testa, e passare dei giorni con Federico magari aiuterà.
"Gio, è pronto" Zayn apre la porta del bagno

"Cazzo Zayn! Puoi evitare?" mi tiro la tendina per coprirmi

"Scusa" fa spallucce ed esce.
Che dio mi aiuti a non spaccargli la faccia. 
Mi vesto velocemente e con i capelli ancora bagnati, scendo a cena
"Zayn mi accompagna da Veronica dopo cena" dico, cercando di coprirci entrambi

"D'accordo, non tornare tardi però. Domani c'è scuola" mi ricorda Giulia

"Tranquilla" le sorrido "Giu, posso chiederti una cosa?"

"Dimmi" sorride

"Per la vacanza con i miei amici?"

"Ti concedo un weekend"

"Un weekend?" esclamo

"Prendere o lasciare" incrocia le braccia 

"Ma stiamo scherzando? Almeno cinque giorni" urlo

"Giorgia, non mi urlare addosso" mi minaccia mia cugina

"Giorgia basta" Zayn interviene

"No, non la finisco. Un weekend? Gli altri staranno due settimane e io mi devo accontentare di un solo weekend? È un ingiustizia!" urlo

"Finiscila se non vuoi che ti faccia rimanere a casa stasera e non ti mandi nemmeno in vacanza" sbatte un pugno sul tavolo. Zayn mi trascina in cucina

"Cosa stai facendo? Rischi di farti saltare l'intera vancaza!" dice

"Vacanza? Vacanza? Tu la chiami vacanza?" rido piuttosto incazzata

"Sempre meglio di niente no? Avanti finiscila di fare la bimba viziata e vai a chiedere scusa a tua cugina. Ho bisogno che tu venga con me stasera"

"Che cosa?" rimango colpita dalle sue parole. Lui ha bisogno.. di me?

"Nulla, vai e chiedi scusa" mi spinge verso la sala da pranzo. Giulia è silenziosa mentre finisce di mangiare, ma posso scorgere la rabbia sul suo viso.

"Scusa" sbuffo. Alza la testa, mi guarda un attimo, poi risponde

"Non importa, ma non urlarmi più contro" l'abbraccio.
L'aiuto a sparecchiare e corro di sopra a preparami: il piccolo fuori programma ci ha rubato un po' di tempo.
Partiamo con dieci minuti di ritardo per colpa della mia maglietta che giocava a nascondino.
Arriviamo nello stesso posto dell'altra volta. Solita zona fatiscente, soliti lampioni rotti, ma qualche graffito in più.
Cerco in mezzo alla gente il ragazzo dai tratti orientali che mi ha 'sorvegliata' la scorsa volta ma vedo solo il ragazzo biondo del bar
"Zaayn!" il ragazzo lo saluta

"Niall, amico, come stai?" si salutano prendendosi per mani, e battendosi una pacca sulla spalla. Tipico saluto maschile. Che monotonia.

"Bene e tu?" poi si gira verso di me "Ma noi ci conosciamo o sbaglio?"

"Sì sono la ragazza che è venuta a chiederti di Louis" gli porgo la mano "Piacere Giorgia"

"Niall" mi prende alla sprovvista, attirandomi a sè e baciandomi sulla guancia. Non si usa dare la mano, tra.. di loro?

"Correrai stasera?" Zayn cerca di distrarre Niall, mentre mi spinge leggermente dietro di lui, lontana dal ragazzo biondo. Ma che sta facendo? Mi rimetto affianco a lui, anzi mi avvicino ancora di più a Niall.
Zayn mi fulmina con lo sguardo, e alza poi gli occhi al cielo.
"Certo, devo ancora farti il culo" ride

"Sogna amico!" ridono entrambi. Mentre loro continuano la conversazione io mi guardo intorno: ci sono meno moto rispetto all'altra volta, ma mancano ancora venti minuti all'inizio quindi mi aspetto che ne arrivino altre.
Ovunque mi giri, ci sono delle ragazze che si strusciano su qualche ragazzo e posso anche vedere, qualche 'coppia' che si bacia senza pudore. Lui che affonda le mani nel culo di lei, e lei che poggia la mani sul cavallo dei pantaloni di lui.
Dietro a una baracca mi sembra di vedere una ragazza inginocchiata.
Non mi scandalizzo, ma tutto mi mette molto a disagio, e solo ora capisco che questo è il mondo di Zayn.
Lui è come loro, sfacciato e senza limiti, e io non potrò mai avere a che fare con lui.
Siamo troppo diversi, e non potrebbe funzionare. Ma non dovrei nemmeno preoccuparmi di questo, dato che Zayn non prova alcun interesse verso di me.
Anche se alcuni suoi comportamenti mi prendono alla sprovvista
"Che c'è?" mi chiede Zayn, portandomi un braccio sulla vita, e abbassandosi per parlarmi nell'orecchio. Mi irrigidisco sotto il suo gesto e trovo a malapena la forza di parlare

"Nulla, mi stavo solo.. guardando in giro" segue la direzione dei miei occhi, e nota anche lui la ragazza inginocchiata. 
"Andiamo" mi tira via da quell'immagine portandomi più lontano "Forse non avrei dovuto portarti qui. Non è il posto per una ragazzina come te" si passa la mano tra i capelli

"No, va bene" sorrido "Ho sedici anni, non dieci. Non mi sconvolge vedere una ragazza che si spompina uno" rido

"Spompina? Esiste almeno questa parola?" ride

"Non lo so" ridiamo intrambi

"Stai qui con Calum, non ti allontare assolutamente da lui. Non sai che persone puoi incontrare qua dentro"

"Un'idea ce l'avrei" dico fissando le innumerevoli coppie che si scambia tutt'altro che casti baci.
Saluto Calum, e dopo aver guardato un ultima volta Zayn, lo osservo dirigersi verso la sua moto. Prima che se ne andasse, mi è sembrato di vedere una forte preoccupazione nei suoi occhi. 
Sale in sella, e si gira ancora una vola a guadarci. Alzo i pollici e mimo con le labbra 'okay' per tranquillizzarlo. Annuisce, e si mette in posizione.
Dieci secondi dopo, partono. Faccio un salto all'indietro, spaventata dal rombo dei motori. Calum mi mette un braccio sulla spalla, sorridendomi. Il suo gesto mi tranquillizza un po'.
Osservo le moto allontanarsi e farsi piccoli puntini neri in movimento, che poi spariscono. Si posso ancora udire i rombi dei motori, anche se i decibel sono scesi notevolmente.
Ad un certo si sente uno schianto.
Un ragazzo è caduto.
Mi si blocca il respiro, ed entro nel panico: se quel ragazzo fosse Zayn? Sapeva già che c'era qualcosa che non andava? Questo spiegerebbe la sua espressione preoccupata.
Rimango immbile, mentre gli occhi cominciano ad inumidirsi.
Se fino a ieri il percorso che devevano fare sembrava cortissimo, oggi invece sembra infinito.
Mille pensieri si insinuano nella mia mente: Zayn che scivola e cade dalla moto. È incosciente per terra, non si muove.
Dio, solo al pensiero, mi sento male.
Inizio a scorge una moto, poi due, poi tre. Ma la moto di Zayn non c'è.
Sento le gambe tremare, e Calum mi stringe di più. Ringrazio il cielo che ci sia lui, perché se non ci fosse cadrei per terra, in preda la panico.
Posso sentire la sua preoccupazione nel suo respiro irregolare: mi sono dimenticata che il suo amico corre insieme a Zayn. Gli metto una mano intorno alla vita, e una sul petto, in segno di conforto.
Mi sorride leggermente, ma appena alza la testa torna serio. Fissa il gruppo di moto in arrivo, cercando di individuare il ninja verde. 
Sento un rombo fortissimo, e sento una moto prendere velocità. Cerco di mettere a fuoco la moto: è rossa.
Respiro di nuovo quando capisco che è la moto di Zayn, e soprattutto quando vedo che è perfettamente intatta. Quindi non è stato coinvolto nell'incidente.
Nonostante fosse parecchio più indietro degli altri, riesce a rimontare e tagliare il traguardo per primo, seguito poi da Luke.
Appena scende dalla moto, gli corro incontro e lo abbraccio, affondando la testa nel suo giubbotto di pelle. Alza le mani, confuso, ma poi me le poggia sulla schiena. Si toglie il casco e lo appoggia sulla moto
"Va tutto bene" mi sorride alzando il volto

"Pensavo ci fossi tu al posto di quel ragazzo" appena capisco cos'ho appena fatto mi stacco "Come sarei tornata a casa?" 

"Certo certo" mi sorride. Mi aggrappo al suo braccio e insieme andiamo a ritirare il premio.
Mentre andiamo verso l'organizzatore della corsa, passiamo davanti ad una ragazza in lacrime: un ragazzone alto la tiene tra le braccia, mentre lei piange senza controllo. Dev'essere collegata in qualche modo al ragazzo coinvolto nell'incidente.
Distolgo lo sguardo appena incontro il suo, pieno di dolore. Mi aggrappo ancora di più al suo braccio, e andiamo avanti, mentre cerco di cancellare le grida della ragazza che si sono fissate nella mia mente.
"Sei stato grande!" un uomo sulla quarantina gli da una pacca sulla spalla

"Grazie John" gli sorride

"Ecco i tuoi soldi. Complimenti ragazzo, sei davvero un mostro"
Lasciamo l'uomo, e raggiungiamo Calum. Salutiamo anche lui e saliamo in sella alla moto, per tornare a casa.
Appoggio la testa sulla schiena di Zayn, e fisso la città, persa nei miei pensieri.
Quel.. John avrà sì e no quarant'anni e gioca ancora con questi ragazzi. Gioca con loro come un bambino gioca con le automobiline.
Usarli per far soldi, fregandosene altamente della loro sicurezza. Per lui sono solo una macchina per i soldi.
Quello che mi fa più incazzare è che Zayn gli va dietro. Fa quello che lui gli dice, fregandosene anche lui della sua stessa sicurezza.
Scendiamo silenziosamente dalla moto ed entriamo in casa
"Hai mai pensato, beh, di smettere di correre?" gli chiedo, prendendo un bicchiere dalla credenza. Le urla della ragazza in lacrime, si ripetono nella mia mente, mentre il suo suo viso rigato dalle lacrime prende possesso della mia testa

"Che? No. Non ho intenzione di smettere di correre per un bel po' " ride "Quello che è successo a quel ragazzo è normale Gio. Sono i rischi che uno corre quando fa queste cose"

"Non dovrebbe nemmeno affrontarli se non facesse 'queste cose ' " mimo le virgolette con le dita

"Cos'è fai la fidanzata prottetiva ora?" sembra scocciato

"Che? Non sono la tua ragazza" rispondo disgustata. Anche se l'idea di essere la sua ragazza non mi disgusta così tanto

"Allora non comportarti da tale" sbatte il bicchiere sul tavolo e sale in camera.
Assurdo. Uno si preoccupa per lui, e lui regisce così? Non ci posso crede, non posso credere di provare anche solo un minimo sentimento per lui.
Sono stanca di litigare, stanca di farmi dire cosa fare, e stanca dei suoi continui sbalzi d'umore.
Prima mi dice che ha bisogno di me, e poi mi tratta così.
Basta, è ora di finirla.
Mi addormento stravolta ma vengo svegliata poco dopo dalle urla di Zayn. Un altro incubo?
Salto dal letto, e corro in camera sua
"Ehi, non è nulla. È tutto finito" Lo sveglio, appoggiando la sua testa sulle mie gambe e accarezzandogli i capelli

"Rimani" sussurra a denti stretti.
Non rispondo, in quanto sembrasse più un ordine che una domanda, perciò mi limito a stare zitta e continuare a giocare con i suoi capelli. Si alza per programmare la sveglia, e si sdraia, facendomi spazio nel suo letto.
È la seconda volta che dormiamo insieme, la seconda volta che ha un incubo. Vorrei davvero chiedergli cosa sogna, cosa lo terrorizza a tal punto, ma so che non me ne parlerebbe mai.
Appoggia la testa sul cuscino e qualche minuto dopo mi attira a sè, cingendomi con le braccia. Incastra la testa nell'incavo del mio collo, insiprando profondamente. Lo vedo rilassarsi, e il cipiglio in mezzo alla fronte si rilassa.
Mi chiedo se i suoi incubi abbiano a che fare con me. 
Cioè oddio spero di no. 
Non vorrei mai essere un suo incubo, ma se magari sono collegata in qualche modo a questi.
Per fortuna i miei pensieri non hanno il tempo di invadera la mia mente perché il sonno mi porta via dalla realtà.

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Capitolo 15
*** Capitolo Quindici ***


Mi sveglio, piuttosto in ansia. 
Oggi è il 15 giugno, giorno in cui sapremo i risultati di quest'anno scolastico.
Gli ultimi giorni di scuola sono passati lentamente e per fortuna sono riuscita a recuperare matematica grazie a Zayn.
Zayn non ha mai fatto riferimento a quella notte, mai fatto riferimento ai suoi incubi.
Si comporta come se quella notte non fosse mai esista. Non che sia successo qualcosa, ma abbiamo dormito nello stesso letto.
E noi ci odiamo.
Dopo quella notte, ha avuto incubi altre due volte. Ma ovviamente non le ha mai tirate in mezzo durante una nostra conversazione.
Mi preparo velocemente: sinceramente oggi non sono proprio dell'umore per truccarmi, quindi mi limito ad un po' di mascara e un filo di matita.
Raggiungo Giulia in cucina 
"Agitata?" mi chiede passandomi la mano sulla schiena

"Un po' " rispondo. Non mangio nulla: ho lo stomaco chiuso e se dovessi mangiare qualcosa, so già che vomiterei

"Andrà tutto bene" mi sorride
Zayn ascolta la conversazione tra me e Giulia, ma non interviene. Ci saluta a malapena quando lasciamo la stanza
"Non ti irritano i comportamenti di Davide?" chiedo a Giulia, mentre andiamo a scuola

"No, cioè non tanto. Sono dell'idea che non poteva capitarci coinquilino migliore: non vuole fare feste, se ne sta per i fatti suoi senza far casino, e mi ha aiutata con Liam"

"Sì ma è maleducato e irrispettoso" 

"E riesce a metterti in riga meglio di me, quindi sto iniziando ad amare quel ragazzo" scherza. Non mi rispondo alla provocazione, metto il broncio e mi giro dall'altra parte. 
Giulia ride, e comincia a canticchiare le canzoni che passano per radio.
Quando arriviamo davanti a scuola, il mio cuore comincia a battere fortissimo, e le gambe a tremare.
Giulia mi prende per il braccio e andiamo ai vedere i risultati
"Vediamo... Giorgia Di Stefano... è stata ammessa alla classe terza!" grida e mi abbraccia

"Davvero?" comincio a ridere senza motivo

"Sì sei stata promossa!"
Raggiungo i miei amici, e ci abbracciamo tutti. La maggior parte di noi ce l'ha fatta a parte due o tre che sono stati rimandati.
"Mare arriviamo!" esclama Chiara e io e i miei amici urliamo per festeggiare.

"Andiamo a festeggiare?" propone James

"Direi" esclamo "Giulia andiamo a festeggiare non aspettarmi sveglia" scherzo

"Ti voglio a casa per le sette" mi ricorda, e se ne va
Usciamo dal campus e ci dirigiamo in centro.
"Ho serimente bisogno di una birra" dico 

"Birra per tutti!" esclama Eddy mentre Jessica lo guarda storto
Arriviamo in un bar e i ragazzi, che hanno già l'età per bere, vado a prendere la birra
"Dove volete andare, signorine?" ci chiede Federico

"In qualsiasi posto, basta che ci sia un cazzo di mare!" Esclama Jessica

"Concordo. Stupiteci" dico, guardando i tre maschi davanti a noi.
Ci passano le birre. Mi scolo un boccale in dieci minuti e a quel boccale ne seguo altri.. quattro forse? 
L'unica cosa che so è che a metà pomeriggio sono completamente sbronza. Riesco a malapena a camminare in linea retta. James mi tiene per la vita in modo che io non cada.
"Abbiamo passato l'anno. Fanculo la scuola, voglio solo andare al mare! E una canna" sbiascico

"Ehm, non mi sembra proprio il caso Gio. Devi tornare a casa" James mi prende il cellulare

"Non chiamare Giulia per favore. Chiama Zayn" dico coprendomi la bocca poco dopo e scoppiando a ridere "Zayn, pff ho sbagliato scussa. Chiama Davide. D-a-v-i-d-e. Daavide" dico scoppiando a ridere.
Mi lascia su una panchina e si allontana per parlare al telefono. Continuo a parlare con le ragazze, e le persone che passeggiano per le strade del centro mi lanciano sguardi disgustati, ma non ci fatto troppo caso.

"Arriverà a minuti. Ha detto che era in zona" mi da il telefono

"Quello mi stava seguendo, io ne sono più che sicura" alzo l'indice "Ma quanti diti ho? Oh, diti!" dico guardandomi stranita la mano, e scoppiando a ridere al mio errore

"L'abbiamo persa" sospira Chiara
Qualche minuto dopo, vedo Zayn avvicinarsi a noi
"Per quale motivo l'avete fatta bere?" urla contro i ragazzi

"Ehi ehi, signorino calmo eh" dico scoppiando a ridere

"Tu vieni con me" mi tira per un braccio facendomi alzare. Cammino in precario equilibrio fino alla macchina. Mi aiuta a salire.

"Perché ti sei comprato quest'auto così fottutamente alta?" dico inciampando e cadendo sul sedile. Scoppio a ridere di nuovo

"E percé tu hai bevuto così fottutamente tanto?" cerca di aiutarmi al alzarmi ma sembra in difficoltà: non sa dove mettere le mani. Scoppio di nuovo a ridere a questo pensiero

"Hai paura di toccarmi le tette? Aiutami ad alzarmi!" grido ridendo. In qualche modo riesce a farmi sedere, e mi lega con la cintura
"Pensa a te, se devo farti pure da baby sitter" sbuffa

"Ciaao amicii" saluto come se fossi la regina Elisabetta, provocando una risata generale.

"Hai sedici anni, sono le quattro del pomeriggio e tu sei sbronza. Spera solo che tua cugina non sia in casa. Appena arriviamo ti infili a letto e dormi. Questa sbronza deve passare prima di stasera"

"Sono stata promossa!" urlo "Andrò in vancanza con i miei amici" urlo ancora

"Okay, bene sono felice per te" dice

"Non esultare troppo eh" scoppio a ridere.
Sembra irritato, ma decide di stare zitto. Mi calmo leggermente cullata dalla macchina, e sento le palpebre farsi pesanti.

Quando mi sveglio, sono tra le braccia di Zayn, che mi sta portando in camera. Faccio di tutto per scendere
"Stai ferma o cadremo dalle scale cogliona" dice traballando un po'. Mi fermo, ma appena raggiunge l'ultimo scalino mi butto letteralmente per terra
"Ma tu hai dei seri problemi. Fatti controllare" sbotta

"Io? Tu dovresti farti controllare. Sei un maniaco, entri in camera mia, entri in bagno mentre sono nella doccia e ora mi stavi portando in camera" cerco di trattenermi dal ridere

"Uno non sono un maniaco. Due, se me lo dicevi ti lasciavo dormire in aiuto!"

"Non sono una puttanella come le ragazze del tuo bordello!" urlo

"Che cosa? Quale bordello?" scoppia a ridere

"So che gestisci un bordello in segreto, insieme ai tuoi amici"

"È questo che pensi di me? Che bello sentirselo dire" ride

"Sei così strano" dico. Nonostante sia completamente sbronza, riesco a tenere un tono serio

"In che senso?"

"Prima mi dici che hai bisogno di me, e poi mi urli addosso. Quel giorno, in cui mi hai preso le sigarette, mi ha abbracciata in quel modo strano. E mentre stavo facendo matematica? Mi ha preso il mento e sembrava quasi che volessi baciarmi" sono seduta a gambe incrociate per terra e Zayn si abbassa per essere alla mia altezza

"Avresti voluto che lo facessi?" mi chiede, guardandomi negli occhi. Non rispondo
Mi limito ad accarezzargli una guancia, mentre la barba mi punge le dita. Osservo le sue labbra che piano piano si curvano in un sorriso "Chi tace acconsente" mi ricorda

"Io non lo so. Mi stai facendo uscire di testa con i tuoi comportamenti. Cosa pensi? Che non ti abbia sentito o visto quando ti sei portato a casa le ragazze?" sgrana gli occhi "Sì Zayn, ti ho visto quella sera, mentre ha sbattuto la ragazza contro il muro, l'hai baciata e siete saliti. Ero in salotto quella sera. Oppure qualche giorno fa che sei rientrato alle quattro"

"Pensavo dormissi" è senza espressione

"L'avrei scoperto comunque. Infatti Alessia l'ho vista il giorno dopo. Ma sono terribilmente incazzata con me stessa, perché ho creduto anche solo per un attimo di poterti interessare" mi alzo traballante, e per poco non inciampo.
"Cristo" mi afferra prima che possa cadere di faccia. Gli rivolgo un ultimo sguardo e poi lo lascio in piedi, davanti alle scale, leggermente sconvolto.
Mi butto sul letto per ripensare a ciò che ho detto. Me ne ricorderò quando sarò sobria? 
Da un lato sono felice che questa conversazione sia avvenuta, ma dubito che l'abbia presa sul serio dato il mio alto tasso alcolico.
Mi addormento ancora prima di cominciare a pensare.

Quando mi sveglio è ora di cena. La mia testa è pensatissima e mi pulsa da morire.
Sul comò trovo un bicchiere d'acqua ed un'aspirina
*Appena ti svegli prendi questa, farà passare il mal di testa e bevi tutta l'acqua!* la scrittura è quella di Zayn
Butto giù la pillola, cercando di ricordare almeno un quarto di ciò che è successo nel pomeriggio. Ma zero.
Aspetto una decina di minuti, che passi il mal di testa, e quando decido di scendere è notevolmente diminuito.
"Giulia e Filippo sono andati a mangiare fuori" Zayn è appoggiato al bancone della cucina

"Oh, okay" fantastico

"Passata la sbronza?" mi chiede

"Sì, ma ti prego dimmi che non ho fatto o detto nulla di stupido" 

"A parte aver salutato i tuoi amici come la regina Elisabetta e avermi detto che pensavi che io gestissi un bordello, beh no" sorride. Sgrano gli occhi

"L'ho detto davvero?" mi copro la bocca

"Sì" ride

"Mi-mi dispiace, ero ubriaca"

"Lo so" sorride ma sembra dispiaciuto

"Ho detto altro?" chiedo in ansia

"Sì, e dobbiamo parlarne" 
Oh cazzo, che avrò detto?

"O-okay" sussurro

"Provi qualcosa per me?" chiede, e sembra piuttosto nervoso

"Che?" la mia voce sale di qualche ottava "No, no che non mi piaci. Cioè, non sei il mio tipo" mento

"Oggi mi hai detto altro" dice

"Cioè?" sono completamente nel panico. 

"Che sei incazzata con te stessa per aver pensato che tu potessi interessarmi. Che ti sto facendo impazzire con i miei comportamenti" sorride

"Ero ubriaca" ripeto, ma l'unica cosa che vorrei fare e sparire, polverizzarmi, sotterarmi all'istante

"Quindi le cose che hai detto non le pensavi?" non riesco a leggere la sua espressione, è completamente vuota senza emozioni. Al contrario della mia, che è completamente nel panico.

"No" mento, cercando di risultare più convincente possibile.

"Okay" si allontana da me. Esce dalla cucina, e sento il rumore dell'accendino.
Solo quest'affronto diretto con lui mi ha tolto vent'anni di vita. Crederà davvero a quello che gli ho detto? Cioè che non provo interesse verso di lui? Ma tanto che gl'importa?
Sembrava in ansia quando mi ha chiesto se ciò che avevo detto fosse vero oppure no, e quando ho negato e se n'è andato, la sua espressione era così vuota..
Entrambi saltiamo la cena. Ho lo stomaco chiuso a causa di questa discussione così diretta su ciò che provo per lui.
Lo osservo mentre si mette la giacca, e prende le chiavi della macchina.
Esce di casa, lasciandomi da sola, nella mia solitudine post-sbronza.
Tornerà a casa con un'altra ragazza e se ne scoperà un'altra nel letto in cui abbiamo dormito insieme. Lancio per la rabbia un cuscino. Mi mangio le unghie, sovrastata dall'odio che provo verso di lui.
Quando Giulia e Filippo rientrano, mento dicendo che Zayn è uscito a prendere le sigarette e tornerà a momenti.
Ironico, lo sto pure coprendo.
Salgo in camera, più convinta che mai di volermi addormentare per non sentirlo tornare a casa sghignazzando insieme a qualche puttanella pescata a caso in un locale.


*Ciao ragazze! Vi voglio rubare solo qualche minuto per informarvi che a casa sono senza internet, quindi pubblicherò un po' di meno rispetto ad ora visto che sono costretta ad usare il  telefono come router.
Avrei voluto pubblicare due capitoli, visto che per i quattro giorni che verranno - indipendentemenre dal fatto che il mio modem ha smesso di funzionare, cosa toltalmente imprevista - non avrei potuto pubblicare comunque, visto che andrò fuori Torino per tutto il ponte.
Mi dispiace tanto, cercherò di pubblicare il prima possibie (soprattutto se riesco a scroccare il wi fi ai miei vicini ahahah)
Un bacione, buon ponte!*

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Capitolo 16
*** Capitolo Sedici ***


Risatine. Fottute risatine.
È questo quello che ho sentito stanotte verso le tre, di nuovo.
Non pensavo che le persone ubriache potessero risultare così irritanti, sopratttutto se la persona in questione è Zayn.
Non so esattamente cos'ho provato. Delusione forse. Rabbia, odio. Tutto fuorché emozioni positive.
Non pensavo mi facesse così male immaginare Zayn con un'altra ragazza.
Quando mi alzo, mi sento un fottuto fascio di nervi
"Dio mio!" esclamo trovandomi davanti la puttanella che Zayn si è scopato

"Oh ciao, Matilde piacere" mi porga imbarazzata la mano

"Giorgia e il piacere è tutto tuo" esclamo chiudendomi in bagno. Come cominciare bene la giornata

"Giorgia, tutto okay?" Zayn è dietro la porta. 
Mi chiedi se va tutto bene? No, non va tutto fottutamente bene quando fai queste stronzate!

"Sì, certo. Tutto okay. Luna storta"

"Oh, okay" lo sento allontanarsi. 
Esco dal bagno e scendo a far colazione. O meglio a prepararmi il pranzo che sarebbe la mia colazione.
Ad ogni modo scendo in cucina. Giulia e Filippo ovviamente sono al lavoro, quindi siamo io, Zayn e la puttanella.
Fantastico direi.
Appena arrivo in cucina, trovo Zayn avvinghiato alla ragazza con la sua lingua infilata nella sua cazzo di bocca.
Ho seriamente bisgno del mio Ipod
"Dove cazzo è il mio Ipod?" esclamo agitando le braccia

"Questo?" Zayn è appoggiato al muro

"Per quale cazzo di motivo avevi il mio Ipod?" lo fulmino con lo sguardo

"L'ho trovato in giro" dice "Comunque ascolti musica di merda" mi prende in giro.
Decido volontariamente di non rispondere alle sue provocazioni, e mi infilo le cuffie. Torno in cucina, e metto su l'acqua per la pasta.
Grazie alla musica riesco ad isolarmi da quello che sta succendendo intorno a me: non voglio sapere cosa stiano facendo Zayn e.. Maddalena? Comunque, quella, dietro di me. Non m'importa, voglio solo che quella puttanella lasci questa dannata casa.
Quante volte avrò imprecato oggi? Sorrido leggermente al mio linguaggio scurrile, e decido che per oggi ho esaurito le imprecazioni a mia disposizione.
Mi lascio trasportare dalle note di Jason Derulo, mentre cucino cercando di ritrovare la pace
"Ehi" Zayn mi picchietta sulla spalla. Mi tolgo un auricolare

"Giorno" gli rispondo senza girarmi

"Sicura che sia tutto apposto?"
Sì sì, ti sei solo portato a casa un'altra ragazza, e la cosa mi fa star più male di quanto immaginassi, ma sì, tutto apposto

"Sì te l'ho detto, mi sono svegliata con la luna storta" 

"Che ne diresti allora di uscire oggi pomeriggio, che ne so, per aggiustarti un po' l'umore? Cinema e shopping?" rimango a dir poco sconvolta da ciò che mi ha detto

"Che cosa?" rido sconvolta

"Non farti strane idee. Mi stai rubando il ruolo dello scorbuto della situazione, quindi meglio che ti risistemi il morale" rido alle sue parole

"Shopping va bene. Dato che odi fare shopping, sarà un piacere per me farlo insieme a te" mi rivolge un ghigno "Shopping! Intendevo lo shopping!" scoppiamo a ridere
Stranamente è riuscito a risollevarmi un po' il morale, nonostante fosse proprio lui la causa del mio malumore.
"Devo preparare qualcosa anche alla tua, uhm, amica?" chiedo

"No, se n'è andata" fa spallucce

"Ah okay" rispondo e mi volto velocemente per nascondere il sorriso che è comparso sul mio volto.
Cucino la pasta, mentre Zayn controlla il sugo e, forse, per la prima volta riusciamo ad avere una conversazione senza litigare. Anzi ridiamo, e parecchio anche. 
Da quando lo conosco, è la prima volta che lo vedo così spensierato, così felice.
Ci sediamo a tavola e cominciamo a mangiare
"Qualche idea su dove vuoi andare?" mi chiede 

"Mh no. Non ho gusti particolari. So che hanno aperto un nuovo negozio al centro commerciale, e mi hanno detto che vende de vestiti fantastici. Dobbiamo assolutamente andarci" sorrido

"D'accordo. Vedo che l'umore un po' si è aggiustato" sorride

"Sì, un pochino" guardo in basso, in attesa che annulli ciò che lui stesso aveva proposto

"Meno male, sono felice"
Cosa? Non vuole annullare nulla?

"Non.. Non voi annullare nulla?" chiedo sorpresa

"No.. A meno che tu lo voglia"

"No" esclamo "No cioè, per me va bene. Almeno non passo il pomeriggio a casa. Dovrei comprarmi dei costumi tra l'altro" aggiungo

"Quando parti?" mi chiede, con aria seria

"Molto probabilmente tra due settimane. Non appena i ragazzi finiranno gli esami" 

"Di già?" 

"Sì, e non vedo l'ora" esclamo

"Immagino" fissa il piatto e continua a mangiare in silenzio

"Ti.. Ti sei mai innamorato?" chiedo senza rendermene conto. A dire il vero, son so nemmeno per quale dannato motico io gliel'abbia chiesto, ma questa domanda mi tormentava già da un po', e mi è sembrata l'occasione migliore per fargliela. Rimane un po' spiazzato dalla domanda ma decide comunque di rispondere

"No. Una volta pensavo di esserlo, ma era tutto tranne che amore" si alza dal tavolo per andare a prepararsi.
Cosa significa? È mai stato innamorato quindi? Le sue parole si ripetono all'infinito nella mia testa, e non riesco a dargli un senso.
Dovrei parlarne con lui, ma so che non andrebbe oltre quello che mi ha già detto. Non per ora almeno.
Mi ha già raccontato molto del suo passato e forse sono l'unica persona, oltre a quelle che l'hanno vissuto insieme a lui, a sapere così tanto.
Giulia non sa nemmeno che ha cambiato nome.
Forse dovrei abbandonare il discorso, per oggi. Lasciar perdere per evitare di rovinare il nostro primo, e spero non ultimo, pomeriggio insieme.
Sospiro, e lavo velocemente i piatti. Quando ho finito, salgo a prepararmi.
Cosa dovrei mettermi? Non è un appuntamento, giusto? 
Quindi dovrei optare per dei vestiti semplici, più casual. Mi chiedo se anche lui sia in crisi su cosa mettere..
Okay Giorgia, chiudi gli occhi e le prime cose che prendi dall'armadio saranno quelle che metterai.
"Uno, due e tre" mi butto dentro l'armadio per prendere dei vestiti.
Riesco a prendere un paio di jeans e una t-shirt bianca.

"Oh, va bene così" mi dico e così decido di cambiarmi. Per il trucco invece, mi limito a del mascara con un po' di matita.

"Sei pronta?" mi chiede Zayn. Indossa dei vestiti molto semplici, ma dio, è bellissimo. La t-shirt nera, aderisce al suo petto, delineando tutto quello che c'è sotto. I jeans neri fasciano le sue piccole e lunghe gambe. Indossa i soliti anfibi neri, e in testa una cappello nero bianco con la visiera nera.

"Sì, sì" sussurro continuando a venerare il ragazzo estremamente lunatico davanti a me

"Dovremmo andare in maccina, nel caso facessi spese folli" ride

"Okay" rido anche io, ma rimago un po' delusa. Speravo di andare in moto, almeno avrei avuto una scusa per toccarlo.
All'imporvviso mi sento così ridicola: mi aggrappo a qualsiasi cosa pur di toccarlo, pur di avere un qualsiasi contatto con lui. Una povera adolescente che prova un sentimento così confuso verso il suo coinquilino.
Zayn richiama ancora una volta la mia attenzione. Andiamo in garage e saliamo in macchina.
Il viaggio è piuttosto silenzioso. Nella vettura si sente solo la musica che risuona dalla radio, e la mia voce. Canticchio a bassa voce per non farmi sopraffare dal silenzio
"Bella voce" si complimenta Zayn quando scendiamo dalla macchina

"Grazie" sussurro e per la secondo volta, vorrei sparire, polverizzarmi, sotterarmi all'istante.
Ride alla mia reazione e poi mi fa cenno di seguirlo. Entriamo nel centro commerciale e l'imbarazzo è palpabile.
"Dove.. Dove vuoi andare?" mi chiede cercando di risultare il più naturale possibile

"Ci sarebbe quel negozio al terzo piano.."

"Oh, giusto. Andiamo" 
Ci dirigiamo verso gli ascensori per evitare di farci tre piani sulle scale mobili. Quando le porte dell'ascensore si aprono, una donna con un passeggino ci fa posto. Le sorrido per ringraziarla ed entriamo dentro.
Appena si le porte si richiudono, però il bambino comincia a piangere. Urla mentre sua madre cerca di calmarlo. Sento Zayn agitarsi dietro di me. Quando finalmente usciamo da quell'inferno di ascensore, la signora ci rivolge la sue scuse.
"Ecco perché odio i bambini" sbuffa Zayn

"È solo un bambino" lo difendo

"Cazzo non senti quanto urla? Ti rovinano la vita. Li odio, davvero"

"Quindi mi stai dicendo che non vuoi avere dei bambini?"  rido

"Ora come ora, no" 
Non rispondo. Mi limito ad entrare nel negozio. 
E così non vuole avere figli. Sono più che sicura che faccia parte della sua maschera da bad boy. Insomma se mi venisse a dire che vuole avere dei figli, rovinerebbe la sua repuatazione. Non può seriamente non volere dei figli, quale persona non vuole un bimbo da coccolare e da veder crescere?
Faccio scorrere i vestiti davanti a me in ricerca di qualcosa da comprare
"O mio dio, è bellissima!" esclamo tirando una maglietta. Sento gli occhi di tutte le persone nel negozio su di me. 

"Aspetta quel tizio laggiù non ti ha sentita.. Anzi sì, si è appena girato" mi prende in giro Zayn "Ti piace davvero?"

"Sì è bellissima" questa volta sussurro

"Te la regalo" fa spalucce. Cosa?

"Cosa?" chiedo

"Dai avanti, non fare troppo la sconvolta. È imbarazzante per me, quanto lo è per te" mi prende la maglia "Cercane altre che ti piacciono. So che a voi 'donne' lo shopping mette di buon umore" 
Continuiamo a vagare per il negozio e alla fine, Zayn mi compra tre magliette e due paia di pantaloncini
"Non dovevi" metto il broncio

"Ti ho fatto un regalo e metti pure il broncio? Che tipa"

"Beh allora.. grazie" non so come comportarmi. Dovrei dargli un bacio? O abbracciarlo? Scarto entrambe le idee e mi limito a ringrziarlo
Mentre finiamo di girare per il centro commerciale, Zayn non passa inosservato agli occhi delle ragazze, anzi suscita parecchio interesse da parte dell'altro sesso.
In un primo momento penso che dovrei aggrapparmi al suo braccio, in modo da far capire che è.. mio
Ma poi ci ripenso: in fondo lui non è mio, non è il mio ragazzo. Inoltre rischierei di prendermi un bel due di picche davanti a tutte le ragazze che ci stanno fissando. Sarebbe davvero imbarazzante.
Cerco allora di parlare con lui, facendo capire alle altre che in fondo lui sta con me e distrarlo da tutte quelle ragazze con gli ormoni in subbuglio. In qualche modo riusciamo ad avere una conversazione civile, senza litigare.

                                                                                              ----

"Ti stanno bene i vestiti nuovi" dice dal mio letto, dopo che li ho provati tutti

"Grazie" sorrido imbarazzata.
Sorrido nel ricordare l'espressione di Zayn quando mi ha vista con i pantaloncini, e la canotta nera con scritto 'Pizza can't make me cry'. Per poco non sgranava gli occhi.

"Soldi spesi bene" si alza dal letto per tornare in camera sua

"Zayn?" lo chiamo

"Sì?" 

"Grazie ancora" finalmente decido di abbracciarlo. Si irrigidisce sotto il mio gesto, ma si rilassa immeditamente e avvolge le braccia intorno a me, e poggia la testa sulla mia. Sento il suo battito accellerale, mentre continua a stringermi. Non so esattamente per quanto tempo rimaniamo così, ma sicuramente per un tempo troppo breve.
Mi lascia in piedi sulla soglia della camera e si allontana. Lo guardo scendere le scale, e appena scompare dalla mia visuale, mi chiudo la porta alle spalle.
Mi butto sul letto, immersa nel turbine di emozioni di oggi.
È davvero strano come sia cambiata la giornata: mi sono svegliata odiando Zayn, odiandolo con tutta me stessa, ed è finita con me che mi sciolgo in un suo abbraccio.
Sono disorientata da questa situazione, tanto quanto sono disorientata da Zayn: non riesco a stargli dietro, non riesco a star dietro ai suoi cambiamenti. Un giorno è dolce, l'altro invece è terribilemente irritante.
Ma sono arrivata al punto in cui voglio scoprire sempre di più su di lui, per aiutarlo a dimenticare il suo passato.
Aiutarlo ad andare avanti, a renderlo felice
Chiudere quel capitolo per cominciarne un altro, magari insieme.
Vorrei davvero che lui mi desse la possibilità farlo.



*Grazie al mio vicino, sto riuscendo a postarvi il capitolo!
Eccone qua un altro, non risucivo proprio a non postare nulla aah 

Attendo vostre notizie, ancora buon ponte!*


 

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Capitolo 17
*** Capitolo Diciassette ***


"Come mi sta?" chiedo a Giulia, provando un altro vecchio costume

"Ti sta bene, non è diventato piccolo per fortuna" Giulia mi osserva, mentre giro davanti a lei

"Questo vuol dire che non mi sono cresciute le tette sai?" mi lamento. Giulia scoppia in una risata

"Stai tranquilla, diventeranno piccoli prima o poi" la fulmino con lo sguardo facendo aumentare la sua risata

"Porca puttana" impreca Zayn quando entra in salotto. Noto come i suoi occhi si spostano sul mio corpo osservandolo. Li sento addosso, su ogni centrimetro della mia pelle scoperta
"Non sapevo stessi provando i costumi, scusami" farfuglia, e sale di sopra. Noto lo sguardo di Giulia: non riesco a decifrarlo ma sembra che debba urlare da un momento all'altro.

"Mi stanno bene quindi?" chiedo cercando di eliminare il ricordo degli occhi di Zayn su di me. 
Dio, amo quando mi fissa in quel modo

"Sì certo. Per quest'anno possono andare" mi sorride "Ah, volevo dirti un'altra cosa: ti concedo cinque giorni con i tuoi amici. Ma non di più" 

"Davvero? Grazie, grazie, grazie!" urlo e l'abbraccio "Sei la miglior cugina del mondo" la bacio

"Solo quando ti fa comodo eh?" mi prende in giro
Salgo saltellando in camera mia: partirò dopo domani e sono così eccitata! Finalmente una vacanza senza adulti. Solo noi ragazzi, birra ed erba. Si spera.
Ora che ci penso, sarà almeno una settimana che non mi faccio un canna, mi manca quella sensazione di spensieratezza.
Dovrei andare a casa di Eddy.
Apro l'armadio, scegliendo cosa portare.
"E così ti farai cinque giorni, eh?" mi chiede Zayn 

"Sì!" esclamo "Non vedo l'ora" batto le mani

"Le prime vacanze con gli amici sono le migliori" ride

"Almeno non abbiamo adulti che rompono i coglioni" lo guardo

"Giusto. Dovresti portare quella maglietta, ti sta bene. Mette in risalto le tette" tossisco alle sue parole, e sento il viso diventare rosso. Non può averlo detto sul serio

"Scusa non volevo metterti in imbarazzo. Le ragazze con cui parlo di solito non si imbarazzano per così poco" si passano la mano dietro il collo

"Allora, considerando il fatto che non voglio sapere di cosa parli con le ragazze con cui 'parli di solito', ti ricordo che ho sedici anni"

"Ma non sei più vergine. Non pensavo ci volesse così poco a metterti in imbarazzo"

"Okay okay, possiamo chiudere qua questa conversazione?"

"D'accordo" ride "Beh, potrei.. Aiutarti a scegliere cosa portare?" mi chiede

"Sì se vuoi" gli sorrido. 
Mi aiuta a scegliere i vestiti, mentre io li piego e li metto in valigia. A dir la verità, affianco all'eccitazione di partire da sola, c'è la consapevolezza che mi mancherà casa. Mi mancheranno Giulia, Filippo, la mia camera. Mi mancherà Zayn.
Svegliarmi e trovarmelo in cucina a sfottermi per il pessimo stato in cui sono appena sveglia, oppure che mi cucina in pancakes.
Mi mancherà svegliarmi nel bel mezzo della notte per correre da lui e salvarlo dai suoi incubi.
Aspetta, gli incubi. Come farà quando io non sarò?
"Come farai per i tuoi.. incubi?" chiedo 

"Mi porterò qualche ragazza a casa" fa spallucce

"Ah quindi per te l'importante è avere qualcuno nel tuo letto?" le sue parole mi feriscono. Ci pensa un attimo, ma poi risponde

"Sì. Cosa pensavi?" continua a fissarmi, come se cercasse di capire cosa penso

"Nulla" sorrido "Spero che tu riesca a trovare qualcuno che ti strappi dai tuoi incubi" gli dico e finisco di piegare gli ultimi vestiti.
Rimaniamo in silenzio mentre metto le ultime cose in valigia. 
Come ho potuto pensare che fossi io, la sua ancora di salvezza dai suoi incubi? Avrei dovuto immaginarlo che ero solo una delle ancore che lo salva.
Dovrei ricordarmi che io sono solo una fra tante.
Dovrei smetterla di illudermi e cominciare a divertirmi. Ho sedici anni, il mio ragazzo mi ha mollata e sono single.
Perché perdere tempo dietro ad un ragazzo quando posso benissimo divertirmi?
Questi cinque giorni al mare sono un'occasione fantastica per dimenticare.
Così sicuramente non si può andare avanti.
E poi si sa: cio che succede in vacanza, rimane in vacanza. L'unico freno che ho è il fatto che Federico sarà lì, ma potrò divertirmi comunque.
Basta fare la principessa che aspetta il suo principe azzurro.
"Oddio scusa!" le parole di Zayn mi riportano alla realtà

"Che cosa?" Zayn cerca di asciugare il mio libro preferito "Hai rovesciato della birra sul mio libro preferito?" urlo guardando le pagine di 'Colpa delle stelle' impregnarsi di birra

"Non volevo scusami" si toglie la maglietta per asciugare il libro.

"Okay, okay. Tranquillo, rivestiti per favore ed esci da qui" lo caccio dalla camera

"Mi dispiace" aggiunge prima di lasciare la stanza.
Sfoglio tra le mani il libro ormai rovinato, e un odore di birra si diffonde ogni volta che sfoglio le pagine.
"Fantastico" aggiungo, buttando il libro sulla scrivania.
Decido di fare un salto da Eddy, per farmi una canna.
Salgo in sella al mio motorino, e sfreccio verso casa di Eddy, ovviamente nei limiti del mio 125.
Quando arrivo, ed entro nella camera di Eddy sento l'odore di erba entrami nelle narici
"Vi fate le canne e non mi chiamate?" rimprovero i ragazzi 

"Scusa Gio, pensavo che ormai fossi fuori dal giro" mi risponde Eddy ridendo

"Passa qui" mi siedo accanto a lui, aspirando la canna.
Trattengo il fumo per un po', poi lo ributto fuori. Sento gli effetti che l'erba fa sul mio corpo: posso avvertire la testa farsi più leggera, ogni parte del mio corpo si fa più leggera. Tutti i problemi volano via, come piccole bolliccine nere che si allontanano dal mio corpo.
Mi sento così spensierata, così libera.
Mi lascio cadere all'indietro, atterrando su un morbido puff. Parlo con i ragazzi, di come voglio che vada la mia vacanza.
Gli racconto di come voglio divertirmi, per dimenticare ciò che c'è qui, almeno per quei cinque giorni.
Annuiscono e ricevo il pieno consenso di James che vuole fare le stesse cose: so che è appena stato lasciato da una tipa, quindi l'unica cosa che vuole fare è dimeticare.
Mi siedo affianco a lui, e mi mette un braccio sulle spalle e cominciamo a parlare di cosa effettivamente vorremmo fare in questi giorni.
Eddy, nonostante sia sotto l'effetto della marijuana non partecipa al discorso, perché non vuole tradire la sua ragazza.
Invidio Jessica. 
La invidio perché lei è riuscita a trovare un ragazzo che perfino da fatto, non la tradirebbe mai.
Chissà se Zayn potrebbe arrivare ad avere un comportamento anche solo lontanamente simile a quello di Eddy.
Non penso proprio. Non penso abbia mai avuto una ragazza.
Ma le sue parole, sul fatto di essersi innamorato, mi tornano in mente: 'Una volta pensavo di esserlo, ma era tutto tranne che amore'
Quindi una ragazza l'ha avuta, ma è andata male. Per quale motivo?
Sotto l'effetto della canna, pensare a queste cose mi rende la testa più pesante, quindi decido di sccciare i pensieri e tornare a pensare alla mia vacanza.
Prima di andare via, mi fumo un'altra canna. 
"Vi accompagno io a casa, non siete in grando di guidare" Alex, il fratello di Eddy, entra in camera tossendo per il fumo

"Ce la faccio" sorrido, e un po' traballante mi alzo in piedi.

"Lasciate perdere, vi porto io. Metterò la macchina e il motorino in garage e li verrete a prendere domani" Alex prende me e James a braccetto e ci porta nella sua macchina

"Devo ancora capire perché fate queste cazzate" scuote la testa mentre esce dal vialetto.
Oh Alex, non capisci finché non provi.
Lascia James a casa sua, e poi si dirige verso la mia
"Gira qui" gli sbiascico

"Ecco, siamo arrivati. Ti devo portare dentro?" si gira a guardarmi

"No. Sono apposto così grazie" gli sorrido, ma sbatto contro la portiera "Ahia!" 

"Aspetta, aspetta ti apro io la portiera" scoppia a ridere. Mi accompagna fino alla porta di casa mia e mi aiuta ad aprire, poi mi saluta.

"Cosa diavolo..?" Zayn mi guarda rientrare. Non avevo pensato all'eventualità che Zayn fosse a casa

"Ciao" lo saluto senza guardarlo in faccia e cerco di salire in camera

"Ferma" mi oridina. Mi blocco sul secondo grandino. Lo sento avvicinarsi e quando mi giro, sono alta quanto lui

"Fumi erba?" mi guarda sgranando gli occhi

"No" mento

"Non mentirmi Gio. Ho fumato erba so riconoscere quando uno è fatto"

"Una canna ogni tanto" faccio spallucce

"Dopo tutto quello che hai passato?" esclama

"Non mi spingerò più oltre l'erba" giuro

"Come sei tornata a casa?" sbianca

"Tranquillo socio, mi ha portato il fratello di Eddy. È un gran figo sai? Potrei farci un pensierino" rido

"Bene, questa è stata la tua ultima canna" annuncia

"Che cosa?" rido

"Hai capito. Se fumerai ancora lo dirò a tua cugina: non penso sarà felice di rivivere tutto un'altra volta" mi minaccia

"Non oserai farlo" dico a denti stretti

"Dici?" chiude gli occhi a fessura
Gli volto le spalle e vado in camera. Come può comportarsi in questo modo? Oltre ad aver rovinato il mio libro preferito, ora mi minaccia di dire a Giulia che fumo erba. Ma chi diavolo pensa di essere?
L'effetto della marijuana inizia a svanire e il sonno sta diventando insopportabile.
Mi butto sul letto e nel giro di pochi minuti mi addormento.

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Capitolo 18
*** Capitolo Diciotto ***


Quando mi alzo, la sensazione di spesieratezza è sparita ma non mi sento così male.
Scendo in cucina sperando che Giulia e Filippo siano già arrivati a casa, in modo da non dover affrontare Zayn
"È pronta la valigia?" Filippo mi compare davanti, facendomi sussultare

"Sì, manca solo il beauty con i trucchi e tutto ciò che mi serve ancora per questi giorni" sorrido, sollevata nel vederlo.

"Perfetto" mi sorride "Devo accompagnarti da qualcuno domani?"

"Dormiremo tutti a casa di James. Partiremo sabato mattina da lì. Suo padre ha un pullmino a nove posti che è una figata. Andremo alla stazione e prenderemo il treno, nel caso non ci stessimo tutti con le valige nella macchina di James"

"Beh se avete bisgno c'è la mia macchina" propone

"Se abbiamo bisogno ti dico. Sai, vorremmo fare proprio tutto.. da soli" mi passo la mano sul retro del collo

"Lo capisco" ride "Beh se avessi bisogno dimmelo"

"D'accordo" gli poso un bacio sulla guancia
Filippo mi ha vista crescere, c'è sempre stato fin da quando ero piccola.
L'ho sempre ritenuto una specie di fratello maggiore, anche se in realtà è solo il ragazzo di mia cugina.
Ricambia il bacio e poi raggiunge Giulia.
Faccio lo stesso ma Zayn mi trascina in cucina
"Che cazzo fai?" lo spintono

"Devi venire con me stasera, corro di nuovo" sussurra

"Prima mi dici che non è il posto adatto a me, e poi mi ci vuoi riportare? Dio, mettiti in pace con te stesso!"

"Non ti sto obbligando a venire"

"A me sembrava un ordine" sbuffo

"Pensala come vuoi, ma dimmi se vieni o no" l'idea si stringelo di nuovo, mi fa sentire le farfalle nello stomaco

"Okay" dico con finta indifferenza

"Grazie" mi sorride. Oh, il suo sorriso mi fa sentire un intero zoo nello stomaco, altro che farfalle!

"Preparo la cena allora" aggiunge Zayn

"Per me vanno bene dei panini, senza che prepari altro"

"Oh, d'accordo" mette via la pentola.

"Giulia devo andare da Veronica, è in crisi per la preparazione della valigia" rido

"Ti accompagna Zayn?" chiede

"Sì sì" annuisco "Mangiamo un panino e andiamo"

"Va bene" mi sorride, e torna guardare la tv.

"Prosciutto e formaggio o salame?" mi chiede Zayn tenendo i mano i due panini

"Prosciutto e formaggio" addento il panino, e mi siedo al tavolo mentre finisco di mangiare.
Continuo a non capire perché Zayn voglia che vada con lui.
Quel ragazzo è un enigma, e sono dell'idea che non lo capirò mai.
Salgo veloce a prapararmi: metto una canotta grigia non troppo scollata e dei leggins neri
"Ehm no, allora vatti a mettere una maglietta decente, e soprattutto una che ti copra il culo" Zayn mi osserva

"Non decidi tu cosa mi metto"

"Lo dico per te. Non stiamo andando al centro commerciale, Giorgia. Hai visto che tipo di gente c'è lì. O ti cambi o rimani a casa" non mi da alternative.

"Okay aspetta" mi sfilo velocemente la conotta e cerco una maglietta da mettermi

"Mettiti la mia" Zayn si sfila la maglia e me la passa. Solo ora mi sono accorta di essermi spogliata davanti a lui.

"Scusa" mi copro il petto con la sua maglia

"E di che? Sei un bello spettacolo" dice e poi va a prendersi una maglietta. 
Dio, cos'ho fatto? Sento le guance diventare rosse.
'Sei un bello spettacolo '. Non riesco a trattenere un sorriso mentre ripenso a quelle parole. Quindi Zayn mi trova.. bella ?
Entriamo in garage e mi infilo il casco. Poi aspetto che tolga il cavalletto per salire in sella.
Sgomma fuori dal garage, provocando un forte rumore.
Lo picchio sulla spalla in modo che rallenti un po', almeno finché non superiamo il quartiere residenziale.
Lo abbraccio, e posso sentire di nuovo l'adrenalina nella vene quando accellera. Altro che motorino!
Quando arriviamo, noto che lo location stavolta è diversa. Siamo su una vecchia pista d'atterraggio per aerei. I miei amici mi hanno spesso parlato di questo posto, perché ci venivano spesso quando erano ancora alle prime armi con lo skate.
Ormai riconosco le solite faccie: soliti motociclisti, solite ragazze.
"Calum!" lo chiamo

"Ehi Gio! Come stai?" mi batte il cinque

"Bene grazie te?" il suo amico biondo ci raggiunge. Solo ora noto quanto sia alto: supera Zayn di qualche centrimetro ed è davvero un bel ragazzo.

"Ciao" ci saluta

"Ciao" rispondo. Zayn è silenzioso accanto a me. "Pronti a correre?" chiedo guardando prima Luke e poi Zayn

"Sono nato pronto" aggiunge Zayn soddisfatto

"Prontissimo" si lanciano uno sguardo di sfida.
Calum mi porta via, mentre Zayn e Luke si dirigono alla linea di partenza. Li osservo posizionarsi, e mi scambio un ultimo sguardo con Zayn.
Tutte le moto si accendono, il rombo dei motori aumenta. Poi uno sparo, e la gara comincia.
Le moto sfecciano a velocità folle, lungo il rettilineo e spariscono dietro un grosso fabbricato. Non so esattamente cosa servisse in passato, ma è davvero un grosso edificio.
Il rombo dei motori saprisce per qualche minuto. I decibel aumentano nuovamente, mentre le moto si avvicinano alla linea del traguardo.
Mi alzo in punta di piedi per vedere meglio davanti a me, e in fondo alla strada noto tre moto: due sono rosse e una è verde. Zayn e Luke stanno arrivando.
Li osservo tagliare il traguardo, e comincio ad urlare quando Zayn viene proclamato vincintore.
Seguo Calum verso i ragazzi, ma una mano mi tira indietro
"Ciao" mi sorride. Un ragazzo dai capelli rossi e gli occhi verdi, mi attira a sè. Ha un sorriso orribile, malvagio. Mi porta le mani sul culo, e comincia a toccarmi.

"Lasciami" urlo, mentre tiro dei pugni sul suo petto

"Aspetta" mi sussurra mentre assaggia la pelle del mio collo. Posso sentirlo indurirsi contro di me, il che mi fa rabbrividire.
Vorrei solo che Zayn si accorgesse di quello che sta succedendo e mi aiutasse, o che una qualsiasi persona qui si accorga di quello che questo ragazzo mi sta facendo, e mi aiuti.
Mi trascina in mezzo a due piccoli capanni, e mi sbatte contro il muro. Mi abbassa i leggins mentre si apre i pantaloni
"Lasciala stare" ringhia Zayn. Mi giro, spaventata dalla sua voce, Non l'avevo mai sentita così.. pronfonda e agghiacciante.

"Ce la spartiamo dai amico. Rilassati" mi passa una mano sul viso. Colgo il suo momento di distrazione per tirargli un calcio sotto la vita. 
Il ragazzo di accascia a terra, così riesco a spostarmi
"Vai là" mi ordina Zayn e poi attacca il ragazzo. Lo guardo sferrare una decina di pugni sul volto del ragazzo e quando Zayn si alza da lui, ormai è esanime per terra.

"Stai bene?" mi chiede con gli occhi pieni di preoccupazione

"Sì tranquillo" gli sorrido leggermente

"Andiamo via da qui" ringhia
Si pulisce sulla maglietta la mano insaguinata sulla maglietta, mi alza delicatamente i leggins senza sfiorare la mia pelle. 
Mi fissa ancora una volta negli occhi e posso scongerne nel fondo i sensi di colpa e la frustrazione.
Mi porge la mano, ma mi afferra per il polso.
Ci dirigiamo velocemente verso l'organizzatore, John, per ritirare i soldi.
Zayn mi fa camminare davanti a lui, tenedomi per i fianchi. Se alzassi la maglietta, giuro che potrei trovarci i segni delle sue dita. 
Non mi lascia finché non saliamo in moto.
Noto come le sua mani stringano il manubrio, il che mi fa capire che è parecchio incazzato. 
Vorrei che questo tragitto non finisca mai: ho paura, non voglio affrontarlo perché so che si sfogherà su di me, e troverà un modo per incazzarsi come me
"Ti prego non dare di matto" gli chiedo appena arriviamo in garage. Si assicura che Giulia non possa sentirci e poi risponde

"Non dare di matto? Ti hanno quasi violentata, di nuovo. Ti avevo detto di stare con Calum, cazzo!" urla

"Lo so, infatti ero con lui. Vi stavamo raggiungendo quando quel ragazzo mi ha afferrata"

"Avresti dovuto attaccarti a Calum!"

"Lo sapevo" rido 

"Cosa?"

"Che te la saresti presa con me. Per te, qualsiasi cosa ti capiti è sempre colpa mia. Ho rischiato di essere violentata e mi stai dicendo che è colpa mia. Ti rendi conto?"

"Io.. Senti l'unica cosa che so è che dovevi agganciarti al fottuto braccio di Calum, ma non l'hai fatto" sospira

"Scusa okay? Mi sto scusando perché stavano per violentarmi. Ma è normale no?" lascio la stanza

"Non abbiamo finito di parlare!" urla Zayn

"Che succede?" Giulia è in cima alle scale

"Ehm, penso stia parlando al telefono" mento

"Ah" mi sorride
Salgo in camera, sopraffatta dalla rabbia. Come può prendersela con me dopo quello che ho rischiato? È assurdo. 
Mi sono pure scusata. Che idiota!
Questo mi fa capire quanto la sua mente sia fottutamente malata, e quanto la sua mente abbia il controllo sulla mia.
Mi cambio velocemente, e mi metto il pigiama.
Scendo in silenzio a farmi una camomilla, per rilassari un po' e aiutare il sonno.
Ringrazio il cielo quando, passando davanti alla camera di Zayn, lo sento russare.
Mi siedo al tavolo, mentre bevo. 
Davvero non posso credere che mi abbia accusata in quel modo dopo quello che ho passato.
Ho avuto paura. Non è una bella esperienza. Anche chi non ne è mai stato vittima può capirlo.
Ma lui invece di aiutare, preferisce girare il coltello nella piaga.
Penso che questa sia una specie di auto difesa, o una cosa del genere.
Non so perché si comporta così ma l'unica cosa che so è che mi farà uscire di testa.
Torno in camera e mi butto sul letto, ma Zayn comincia ad urlare di nuovo.
Sono combattuta: devo andare? Devo essere ancora una volta la sua ancora di salvezza?
Ma non posso restare qui, non ce la faccio. Ogni volta che urla, il mio cuore si spezza.
Mi alzo, e corro ad abbracciarlo sussurandogli all'orecchio che sono qui.
Sbarra gli occhi, e appena mi vede si rilassa.
Chiude nuovamente gli occhi, e mi attira tra le sue braccia.
Comincia a sussurrare qualcosa, ma non riesco a comprendere le sue parole.
Mi stringe più forte a sè.
Niente può essere paragonato alla sensazione che provo quando sono tra le sue braccia.

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Capitolo 19
*** Capitolo Diciannove ***


Pov. Zayn
Mi sveglio nel letto, da solo. Stanotte ho avuto parecchi incubi, ma Giorgia non è venuta.
È andata a dormire dal suo amico, e penso che ormai siano in viaggio, forse sono anche già arrivati.
Prendo il telefono, nella speranza di trovare un sua chiamata, o semplicemente un messaggio, ma nulla.
E così comincia il primo giorno senza di lei.
Mi alzo dal letto, e scendo in cucina. Non ho molta fame, quindi mi limito a mangiare solo un'arancia. Continuo a fissare la porta della cucina, sperando di vederla arrivare con i suoi capelli arruffati e gli occhi semi chiusi.
Ma che mi sta succendo? Non è possibile che mi manchi davvero. Scuoto la testa, cercando di eliminare quell'irritante ragazzina dalla mia testa.
Resto seduto per una ventina di minuti ad aspettare, poi finalmente mi convinco che non entrerà da quella porta
"È tutto più tranquillo ora, eh?" Filippo mi sorride

"Eggià. Niente più musica orribile, niente più chiacchiere inutili. Solo tranquillità" rispondo sconsolato

"È tutto diverso quando lei non c'è"

"Hai ragione" sospiro. Cosa? Non posso davvero avergli dato ragione "Nessuno con cui prendermela, nessuno da far impazzire. Saranno cinque lunghissimi giorni"
Eterni direi.
Salgo in camera e mi butto sul letto: cosa farò ora? Prima almeno parlavo con lei, guardavamo un film, o litigavamo. 
Dormivo fino a tardi, e quando mi svegliavo, dopo qualche minuto lei mi raggiungeva in cucina. Oppure il contrario. La maggior parte delle volte era sempre lei che raggiungeva me: è davvero una dormigliona.
Solo ora mi accorgo che in fondo la mia vita sta cominciando a giarare intorno a quella di Giorgia.
Devo fare in modo che non accada. Non può accadere di nuovo ciò che è accaduto in passato.
E in ogni caso non sono ancora pronto ad iniziare un qualsiasi tipo di relazione, ho ancora.. paura. Paura di sbagliare di nuovo, E con Giorgia non può succedere.
Guardo l'ora: 12.35. Decido di mandarle un messaggio
| Potresti almeno mandare un messaggio per avvisare che sei arrivata |
| Scusami è che mi sono lasciata prendere dal posto. Qui è tutto meraviglioso! | Oh, fantastico
| Immagino. Fa' la brava | No Giorgia, sul serio, fa' la brava
| Sì papà, tranquillo! Ciaao | Dio, riesce a essere irritante anche a chilometri di distanza. Un piccolo sorriso mi spunta sul volto.
Forse fumare un po' d'erba potrebbe migliorarmi l'umore, no? Mi alzo dal letto, per andare da Louis.
So che ho proibito a Giorgia di fumarla, e ora io sto andando a fumare, ma lei ha sedici anni. Io venti.
E forse sono ancora più ridicolo di lei. Mi fermo davanti alla porta d'ingresso e torno indietro. Mi butto sul divano a guardare la tv
"Giorgia è arrivata" aggiunge Giulia, sedendosi sul divano

"Sì sì lo so" le sorrido

"Quando l'ho sentita sembrava così eccitata al'idea di essere lì. Speriamo solo che faccia la persona matura" sospira.
Aspetta. L'ha sentita per telefono e non mi ha detto nulla? Perché? Mi fermo prima di chiedere cose che non dovrei.

"I suoi amici non sono proprio la rappresentazione della persona responsabile e matura" il mio tono risulta più duro di quanto volessi

"Beh questo è vero, ma per fortuna c'è Federico. Lui sì, che è un bravo ragazzo" Filippo abbraccia Giulia

"Cosa? Federico?" stringo i pugni. Non mi aveva detto che ci sarebbe stato anche il suo ex

"Sì Federico. È parito con loro. Non lo sapevi?" l'espressione di Giulia è chiaramente preoccupata

"No" rispondo alzandomi dal divano

"Sono sicura che a Giorgia sia sfuggito questo particolare. Magari non sapeva neanche che ci fosse" la giustifica

"Non la giust.." mi blocco "Hai ragione, tanto non c'è problema" sorrido e salgo in camera.
Sicuramente non sapeva che ci sarebbe stato anche lui. Me l'avrebbe detto no? 
No. Ovviamente non me l'avrebbe detto, e infatti.
Vorrei chiamarla, insultarla, urlarle contro perché non mi ha detto di Federico, ma a che scopo?
E so che appena sentirei la sua voce, ogni brutta parola, ogni brutto pensiero, svanirebbe, sostituito dal sollievo di sentirla parlare di nuovo.
Dio, in cosa mi sto trasformando. Non mi sentivo più così da.. da quando successe tutto. 
Certo che stare seduto sul letto, non aiuterà a mandarmi avanti la giornata. Forse è il caso che vada a farmi un giro in moto.
Prendo il casco, mi infilo il giubbotto e metto in moto.
Sgommo, allontandami da quella casa così vuota e silenziosa senza lei.
Non so esattamente dove stia andando, mi limito a guidare, prendendo strade a cazzo e svoltando quando mi pare.
Appena mi fermo ad un semaforo, noto una bella ragazza passaeggiare. è alta, bionda, ha un culo meraviglioso e, cazzo, due tette che se potessi.. Lascio scorrere i miei pensieri su quella ragazza, mentre la fisso attraverso il vetro scuro del mio casco. 
Riparto solo quando l'automobilista dietro di me suona il clacson, piuttosto scocciato. Alzo il medio, e scatto, continuando a fissare la ragazza tramite gli specchietti, finchè no scompare dalla mia visuale.
Il sesso è l'unica cosa che può distrarmi, ne ho seriamente bisogno.
Louis conosce una ragazza. Si è scopata tutti i miei amici, me compreso ovviamente, ma è l'unica a cui posso affidarmi in questo momento.
Compio una manovra piuttosto azzardata e torno indietro verso casa di Louis. 
So che è dannatamente sbagliato fare così, so che se Giorgia dovesse venirlo a sapere, rimarrebbe delusa, ma è l'unico modo per colmare il vuoto lasciato dalla sua partenza.
Ricordo l'altro giorno, quando abbiamo parlato: era completamente sbronza, ma ricordo perfettamente i suoi occhi quando mi disse di avermi visto portare in camera quella ragazza.
Sembrava così delusa e ferita.
Ma lei ora non è qui, quindi non lo verrà a sapere.
Salgo velocemente a casa di Louis
"Ho bisogno di scopare" gli dico, guardandolo

"Eh allora? Guarda che non ho intenzione di fare sesso con te" mi guarda disgustato

"Non con te, coglione! Ho bisogno di Mirta" gli dico

"Mirta?" 

"Sì lei, ho perso il suo numero. Ce l'hai?"

"Vai a casa, le do il tuo indirizzo" 

"Grazie" gli do una pacca sulla spalla
Sono felice che non abbia fatto domande: diciamo che lui non è il tipo da chiedere se c'è qualcosa che non va. È talmente fuori oramai che non si rende conto nemmeno di quello che fa.
Arrivo a casa, e mi siedo sul divano in attesa di Mirta.
È cambiata tantissimo da quando ci siamo tresferiti qui, non è più la dolce innocente ragazza che era a Melbourne ma diciamo che nessuno di noi è più lo stesso, quindi non mi stupisce.
Sa tutto di me: sa di come sono cresciuto, di ciò che ho fatto. Ogni singola puttanata. 
Ha vissuto il mio passato insieme e me, ed è una delle poche persone che non mi giudica, nonostante ciò che ho fatto.
Arriva dopo circa una quindicina di minuti.
"Ciao" la saluto

"Zayn" mi fa un cenno con la testa. La prendo per mano, e la porto di sopra in camera mia.
Cominciamo a baciarci. Mi spinge sul letto, mettendosi a cavalcioni su di me. Comincia a baciarmi il collo, scendendo sul petto, mentre passa le mani sul mio ventre.
La lascio fare mentre si impossessa del mio corpo. Si toglie la maglia, rivelando il suo seno. 
Le osservo il seno, mentre mi allungo per toglierle il reggiseno. Avvolgo le mani intorno ai suoi seni e stringo, mentre le inarca la schiena premendosi ancora di più contro le mie mani. Si alza da sopra di me solo per togliersi i pantaloni, e per aiutrami a sfilare i jeans.
Ci togliamo l'ultimo capo che abbiamo addosso: siamo completamente nudi. Lei si siede sopra di me, mentre mi bacia il collo. Entro il lei, spingo velocemente e con violenza. È una sensazione divina, che mi distende i nervi e mi allontana da ogni pensiero.
Apro gli occhi, e davanti mi ritrovo Giorgia. Mirta non c'è più. Sopra di me Giorgia, con gli occhi serrata dal piacere
"Ma che diavolo?" esclamo, togliendomi Mirta da dosso

"Che succede?" chiede col fiatone 

"Nulla" mento strofinandomi gli occhi

"Guardami, che succede?" mi alza il volto, e mi guarda negli occhi "Sei innamorato" ride

"Che? Ma che diavolo stai dicendo?" mi si sgranano gli occhi. Provo a baciarla, ma davanti a me compare nuovamente il viso di Giorgia

"So cosa significa essere innamorati" mi sorride rivestendosi

"Non sono innamorato"

"Non c'è nulla di male nell'esserlo. Anzi penso che l'amore sia uno dei sentimenti più belli"

"Se ricambiato" aggiungo

"Ovviamente. Beh chi è?" mi chiede, ormai è completamente rivestita mentre io sono ancora completamente nudo, il preservativo ancora addosso

"Nessuna, te l'ho detto"mi sfilo la protezione, e mi metto i boxer

"La negazione è la prima fase che ammette che sei innamorato"

"Dio, tieniti le tue frasi da psicologa per te. E che ne sai tu d'amore? Ti scopi mezzo mondo e vieni a parlare con me d'amore?" la guardo

"Ciò che faccio io non ti riguarda. E comunque non significa che se lo faccio, io non sia innamorata di qualcuno" risponde freddamente

"Non ho intenzione di parlare con te di quest'argomento"

"Te la sei immaginata sopra di te prima, vero? E adesso quando mi hai baciata"

"Cosa te lo fa pensare?"

"Il modo in cui mi hai allontanata" sorride "Puoi scoparti tutte le ragazze che vuoi Zayn, ma non potrai dimenticare lei facendo così"

"Tieniti quelle fottute frasi da psicologa per te, ho detto" ringhio

"Scusa" fa spallucce "Me ne vado, ho altro da fare. Ciao Zayn" mi da una pacca sulla spalla

"No aspetta" le prendo il polso "Forse mi puoi aiutare" un sorriso compare sul suo volto.

"Parlami di lei" si siede davanti a me

"Sappi solo una cosa, che se qualcuno dovesse venire a sapere qualcosa, so come trovarti" la fisso

"Ascolta, sarò anche una puttana, ma non sono un infame. Se mi dici che questa cosa deve rimanere tra di noi, rimarrà tra di noi. Avanti racconta" mi sorride
Le racconto tutto, dal mio arrivo in questa casa agli ultimi giorni con Giorgia.
Le racconto di come tutto sia cambiato velocemente, da come sia passato da odiarla a provare qualche strano  confuso interesse nei suoi confronti.
Le racconto dei miei incubi, e del fatto che quando dormiva nel mio letto, spesso mi svegliavo la notte e la guardavo dormire.
"È tutto così strano.. Non provo un sentimento simile da.."

"Da quando con Giusy la situazione è precipitata" al suo nome stringo i denti

"Sì. Ho paura Mirta. Ho paura che quello che è successo in passato si ripeta ancora. Non può succedere, non con Giorgia"

"È cambiato tutto, Zayn"

"Io non sono cambiato sono sempre quello di tre anni fa"

"Non penso proprio" mi posa un bacio sulla guancia "Ascolta, è naturale che tu abbia paura, ma devi andare avanti, lasciarti il passato alle spalle. Se continuerai a crescere in questa bolla, ti rovinerai"

"Lo so Mirta ma non ci riesco, non con lei almeno. Qui è totalmente diverso. Provo un sentimento davvero forte nei suoi confronti e non potrei mai perdonarmi.." mi blocco

"So che ce la puoi fare" mi sorride "Ci vediamo quando vuoi Zayn, per parlare ci sono sempre" lascia la stanza
Mirta ha ragione: devo andare avanti. Ma come faccio a lasciarmi tutto il mio passato alle spalle? Non posso fare semplicemente finta che non sia successo, che nulla sia accaduto.
Non voglio tirare Giorgia in mezzo alla merda in cui vivo, alla rabbia repressa che ho dentro e a tutto il casino che sono. Ma so anche che senza di lei, è difficile andare avanti: penso costantemente a lei.
Dov'è? Cosa sta facendo? Con chi è?
Se solo penso che il suo fottuto ex è lì con lei, vado fuori di testa. So cos'è successo tra loro. So benissimo cos'hanno fatto insieme. E so altrattanto bene che Giorgia ha perso la sua verginità con lui, e questo mi fa incazzare.
Mi sarebbe piaciuto essere la sua prima volta. Essere il ragazzo di cui si fidava a tal punto da donargli la sua virtù.
Ma non è stato così.
Ed ora lui è con lei, a centinaia di kilometri da qui, e può averla tutta per sè. 
E io sono qui, a logorarmi l'anima pensando a quello che potrebbe succedere tra loro.
Saranno i cinque giorni più lunghi di tutta la mia vita!

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Capitolo 20
*** Capitolo Venti ***


Pov. Zayn
Secondo giorno senza di lei.
Resterei al letto tutto il giorno, ma diciamo che non aiuterebbe il mio umore.
Nel pomeriggio potrei andare da Niall, nel bar dove lavora, e la sera poi, alla corsa.
Però prima devo fare un cosa.
Mi butto sotto la doccia, dove l'acqua calda riesce a distendermi i nervi tesi.
L'acqua scivola sul mio corpo, regalandomi una sensazione bellissima.
Mi lavo il corpo, e i miei occhi cadono sul tatuaggio sulla mia gamba
'Bello, ma ora vatti a vestire ' mi disse. Rido nel ricordare quant'era in imbarazzo ogni volta che mi vedeva solo in boxer.
Esco dalla doccia, e pranzo con un panino. Ringrazio il cielo che Giulia e Filippo non vengano a chiamarmi ogni volta che devono pranzare. Preferisco mille volte mangiare da solo piuttosto che vedere quei due piccioncini mangiare insieme.
Appena ho finito il panino, salgo in camera e mi preparo. Decido di optare per la macchina, perché andare in moto senza sentire le sue braccia intorno alla mia vita, aumenterebbe la mia nostalgia.
Mi fermo allla prima libreria lungo la strada. Comincio a vagare per gli scaffali, sorpassando un quantità incredibile di libri. In fondo al locale, trovo uno scaffale pieno di quel libro che Giorgia ama tanto: 'Colpa delle stelle' .
Io mi chiedo come possa essere bella, uno storia in cui lui muore, lasciando lei ad affogare nel dolore.
Certo che le ragazze sono proprio strane. Pago il libro, e lo riporto a casa pirma che qualcuno posso vederlo, poi raggiungo Niall al locale.
"Ehi amico" mi sorride Niall

"Ciao" ricambio il sorriso

"Allora cosa ti do?"

"Siamo a inizio pomeriggio, contando che stasera devo correre, dammi qualcosa di leggero"

"Un'analacolico?" mi chiede

"Non esageriamo" ridiamo

"Zaayn!" Calum mi batte una pacca sulla spalla

"Ehi" ce l'ho ancora a morte con lui per ciò che è successo a Giorgia

"Dov'è Giorgia? Come sta?"

"Sicuramente lontano da te"

"Mi dispiace per ciò che è successo l'altra sera. Non pensavo che qualcuno potesse prenderla così"

"Una cazzo di cosa ti avevo chiesto: di tenerla d'occhio. Non sei nemmeno riuscito a farlo, cazzo" urlo alzandomi in piedi

"Zayn calmati" Niall è piuttosto preoccupato

"No, non mi calmo! Giorgia ha rischiato di essere violentata per colpa sua" sento gli occhi di tutti i clienti del locale addosso 

"Chi è che l'ha portata alla corsa?" lo sguardo di Calum è fisso ul mio

"Non provare a rivoltare le cose a tuo favore" dico a denti stretti

"Okay Zayn, basta" Mirta mi trascina via "Non prendertela con lui"

"Non dovrei prendermela? Per colpa sua Giorgia ha rischiato.."

"Lo so" mi blocca " ma lui non poteva prevederlo, come non potevi prevederlo tu. Non colpa di nessuno, se non del pezzo di merda che l'ha toccata"

"Ha pagato per ciò che ha fatto" dico

"Lo so" annuisce
Torniamo al bancone, ed ignoro Calum e le sue irritanti chiacchiere. Mi perdo a parlare con Niall per tutto il pomeriggio mentre Mirta interviene nelle nostre conversazioni.
"Cenetta veloce da me?" chiede Niall, mentre abbassa la sarracinesca del suo bar

"Uhm, okay" sorrido. Ci incamminiamo verso casa sua, mentre Mirta ci segue a ruota.

"Cavolo abiti vicino al bar!" esclama Mirta, dopo essere entrati nel palazzo di Niall

"Per fortuna sì" le sorride. Lei sembra arrossire un po', ma non ne sono completamente certo

"Harry, siamo a casa" esclama. Mi si gela in sangue nelle vene. Harry è a casa di Niall?

"Vivi con Harry?" chiedo sgranando gli occhi

"In realtà convinvo con lui e altri due ragazzi. Così riusciamo a dividerci meglio l'affitto"  fa spallucce

"Ciao amico" Harry da una pacca a Niall "Oh, guarda chi c'è, Zayn" mi fissa, mentre sibila il mio nome

"Harry" faccio un cenno con la testa

"Dov'è la tua amichetta? Dio quant'è bella. Giuro che me la sbatterei.."

"Non parlare così di lei" mi avvicino a lui

"Ehi ehi, ho solo detto. Ha un culo assurdo. E quelle labbra.. Pensa come lo prende in bocca" prima che possa finire la frase sono su di lui. Gli tiro un pugno in faccia, prima che lui ribalti la situazione e si trovi sopra di me. Mi tira un pugno, prendendomi l'occhio. Riesco a girarmi e mettermi sopra di lui, poi un grosso ragazzo mi tiri su.
"Giuro che se parli ancora una volta di lei in questo modo, ti uccido Harry. Davvero" lo guardo con gli occhi fiammanti

"Oh, qualcuno qui si è innamorato" mi deride. Mi butto di nuovo su di lui, ma l'enorme ragazzo mi blocca

"Meglio che vada Niall, tanto devo passare a prendere la moto prima della gara. Ci vediamo alla corsa"  lo saluto

"Ma che ti è preso?" lo sento dire ad Harry, ma non riesco a sentire altro che una risata da parte sua. Mi sbatto la porta dietro, e salgo velocemente in macchina.
Non posso credere si aver reagito così alle sue parole. Non posso credere di essermi mostrato così vulnerabile.
Cazzo, lei è diventata il mio punto debole. Quando si tratta di lei, non riesco più a ragionare in un modo razionale, e mi lascio sopraffare.
Le parole di Harry mi risuonano nella mente, mentre immagino le scene: Lei ingonocchiata, con la bocca intorno a lui e la mano di Harry tra i suoi capelli.
"Cazzo!" urlo sbattendo le mani sul volante. Perdo per un attimo il controllo dell'auto che sbanda, ma riesco a recuperarlo e torno a guidare lungo la strada.
Per fortuna per i prossimi tre giorni sarà via, lontano da qui. Lontana da Harry, in modo che non possa toccarla e farle fare.. altre cose.
Cerco di tranquillizzarmi, pensando al suo sorriso o alle imprecazioni quando entro in camera sua senza bussare, ma le immagini di lei ed Harry si ripeto all'infinito, come un nastro senza fine.
Appena arrivo a casa, salto la cena e mi ributo sotto la doccia: definirmi teso è riduttivo e spero che una doccia riesca a migliore la situazione.
Quando esco, sono ancora teso, ma un po' meno rispetto a prima. Ho davvero bisogno di stringerla, di sentirla accanto a me quando dormo, di sapere che sta bene. 
Ho bisogno di proteggerla.
Sento il telefono squillare e mi precipito a prenderlo sperando che sia lei
"Ciao coglione" un'ondata di sollievo mi inonda

"Ciao Giorgia. Come stai?" 

"Tutto bene, qui è una sballo. Davvero! Che si dice lì?"

"Spero che tu ti stia divertendo in modo responsabile"
Fai qualche cazzata Giorgia, e ne riparleremo quando torni


"Tranquillo papà. A letto alle nove" mi schernisce

"Ridi ridi" la sua risata è il suo più bello che abbia mai sentito "Quando torni?" chiedo con tono quasi supplichevole

"Mercoledì" si lamenta "Resterei qui per sempre" sospira. Resto un po' deluso dalle sue parole

"Stasera ho una gara" aggiungo

"Oh" dice "Con chi ci andrai?" 

"Da solo"

"Mi piacerebbe poterti accompagnare" il mio cuore comincia a battere senza controllo "Per poterti prendere in giro" aggiunge

"Mi piacerebbe che venissi, per sentirti urlare quando vado troppo veloce" ridiamo entrambi "Perché non mi hai detto di Federico?" chiedo. 

"Devo andare Zayn, ci sentiamo" mi risponde dopo qualche secondo di silenzio

"Giorgia aspetta" 

"Ciao Zayn" attacca il telefono.
Se fosse qui, si riceverebbe i peggiori insulti, ma il sollievo dato dall'aver sentito la sua voce di nuovo, supera la rabbia.
Sospiro come una fottuta adolescete innamorata e vado a cambiarmi. La corsa inizia tra una ventina di minuti, e io sono ancora a casa.
Mi infilo il mio giubbotto di pelle, e prima di mettermi il casco, guardo il mio riflesso nello specchio: l'occhio sinitro è gonfio, viola, a causa del pugno di Harry. Spero che torni apposto prima del ritorno di Giorgia: mi farebbe così tante domande a cui davvero non posso rispondere.
Mi infilo il casco, e sgommo via. Se prima andare in moto era la cosa che preferivo, ora andarci senza di lei è una cosa che odio: non sentire le sue cosce a conttato con lei mie, le sua braccia attorno a me e la sua testa sulla mi schiena, mi provoca un senso di vuoto nello stomaco.
Mi sento come se mi mancasse qualcosa, qualcosa che sta diventando indispensabile nella mia vita.
Arrivo cinque minuti prima della gara, fortunamente. Così non dovrò preoccuparmi di vedere nessuno. 
Mi posiziono sulla linea di partenza, mentre una ragazza dai capelli neri si avvicina me
"Ehi" mi sorride, baciandomi poi l'angolo della bocca

"Ciao" l'attiro a me, in mezzo alle mie gambe, mentre mi appoggio alla moto

"Se dovessi vincere, ho un regalo per te" mi sussurra all'orecchio mentre fa scivolare le dita sulla mia cintura

"Beh, allora vincerò per te" le dico

"Bene, allora ti aspetto al traguardo" mi sorride e poi si allontana. Faccio in tempo a darle una pacca sul culo, prima di salire in sella.
Tre moto dopo di me, intravedo Harry che guarda nella mia direzione: ha le mani strette intorno al manubrio e posso intravedere sotto il casco l'espressione colma di rabbia.
Mi volto, guardando davanti a me. Che gli sarà preso ora a quel coglione?
Mi piego in avanti, e d'istinto mi volto indietro e cerco Giorgia tra la gente. Scatto appena viene sparato il colpo, tornando a fissare la pista.
La partenza non è stata delle migliori, quindi sono leggermente indietro. Riesco a superare tre ragazzi che sono davanti a me, salendo alla quinta posizione.
Riesco a superare il quarto grazie alla curva troppo larga che ha fatto, occupando la sua posizone.
Ultimi tre davanti. Non sarà troppo difficile raggiungerli. Accellero, arrivando a sfiorare i trecento chilometri orari. 
Nel rettilineo supero il terzo e il secondo.
Guardo davanti a me: Niall sfreccia sulla sua moto rossa a pochi metri da me. Riesco a superarlo in una curva e tagliare per primo il traguardo.
Scendo dalla moto, e mi tolgo il casco: ovviamente le braccia di Giorgia non si stringono intorno a me. Vedo la ragazza di prima, raggiungermi
"Andiamo?" mi sussurra all'orecchio con una voce fottutamente eccitante

"Certo" le sorrido. Tengo il casco per me, perché non me ne potrebbe fregare meno di lei. Sale, attaccandosi a me, con ogni parte del suo corpo. Posso sentire le sue fottute tette premute contro la mia schiena, e poi sentire le cosce e tutto quello che c'è in mezzo, premuto contro di me. Il che, mi eccita da morire.
Sgommo via, immaginandomi la ragazza dietro di me, completamente nuda sotto di me, e per poco non mi tocca guidare con un'erezione.
In dieci minuti arriviamo a casa: saliamo in camera e mi chiudo la porta alle spalle.
Comincia subito a baciarmi, infilando le mani tra i miei capelli. La cosa mi infastidisce un po', ma non ci do troppo peso.
La spingo sul letto e le sfilo la maglia e il reggiseno. Mi aiuta a spogliarmi, e per i quaranta minuti che son seguiti, Giorgia è sparita dalla mia mente: c'eravamo solo io, e questa ragazza. E mi è piaciuto. Mi è piaciuto non aprire gli occhi e trovarmela lì, sotto di me
"Comunque, piacere Stella" mi sorride, ancora col fiatone post-sesso

"Zayn" ricambio il sorriso. 
Ci sdraiamo sul letto, in silenzio in attesa che i nostri respiri tornino regolari.
Quando mi alzo per vestirmi, noto che Stella si è addormentata, ancora completamente nuda. La copro con una coperta, giusto per non vedermi le sue enormi tette ogni volta che la guardo.
Mi ributto sul letto, con addosso solo i boxer e cado in un sonno profondo.

Lei è lì. Davanti a me. Ha gli occhi gonfi, colmi di lacrime.
Posso vedere nei suoi occhi il disgusto nei mie confronti. 
Faccio un passo in avanti, ma lei si allontana. Ha paura.
Ha paura di me, di quel che ero. 
Il mio passato, l'ha spaventata. Come darle torto?
"Giorgia.. Io, io sono cambiato. Giuro che non sono più quel tipo di persona"
"Vai via. Sei un mostro" le sue parole mi feriscono. Forse una pugnalata al cuore sarebbe stata meno dolorosa
"Ti prego" sussurro mentre lei si allontana piangendo. Io la inseguo, ma rimango fermo nello stesso posto, mentre lei diventa un puntino sempre più distante.


Mi sveglio urlando il suo nome
"Che succede?" Stella è rivestita accanto a me

"Nulla" rispondo velocemente

"Sicuro?" mi chiede

"Sì. Dormiamo" mi sdraio affianco a lei
Si avvicina, poggiando le mani sul mio petto. Le poso un braccio sul fianco, e appoggio la testa sulla sua, mentre lei si infila nell'incavo del mio collo.
Mi tranquillizzo un po', ma so che quella ragazza non è Giorgia. Cerco di immaginarmi la sua piccola manina smaltata sul mio petto, mentre mi ripete che va tutto bene.
So che se devesse mai scoprire ciò che ho fatto in passato, mi odierebbe. Non vorrebbe più avere a che fare con me, e ne morirei.
Ho bisogno di lei, qui vicino a me, mentre mi dice che va tutto bene, anche se in relatà, nulla va bene per niente.

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Capitolo 21
*** Capitolo Ventuno ***


Pov. Zayn
Quando mi alzo, sono da solo nel letto.
Ho passato una notte orribile: l'incubo si è ripetuto più volte nella mia mente, e le braccia di Stella non mi hanno mai dato quella sicurezza che quelle di Giorgia riuscivano a trasmettermi.
Mi alzo, con un leggero mal di testa. Dentro me, sento una strana sensazione che non saprei descrivere, come se ci fosse qualcosa che non va.
Accendo il telefono, ma nessuna chiamata, o messaggio.
Scendo a far colazione: Stella sta cucinando dei pancakes
"Buongiorno" mi sorride

"Giorno" rispondo, massaggiandomi le tempie

"Nottataccia eh?" 

"Diciamo che le ultime tre notti, sono state tutte nottatacce. Non dormo da giovedì forse" prendo una pastiglia per il mal di testa. Giovedì è l'ultima notte che ho passato con lei .

"Dovresti provare a bere della camomilla prima di andare a letto" mi consiglia

"Non penso serva" aggiungo

"C'è dell'altro sotto" la voce acuta di Mirta, interrompe la nostra tranquilla conversazione

"Mirta?" chiedo stupito

"E lei chi è?" la voce di Stella è stupita

"Un'amica. Okay ora puoi andare, mi occupo io di lui" Mirta prende la spatola dalla mano di Stella "Su, via via" la caccia. Stella mi lancia una sguardo disperato, ma poi lascia la stanza.

"Almeno mi hai risparmiato il lavoro sporco" sospiro

"Sì ma dobbiamo parlare"

"Oh no" dico preoccupato

"Hai degli incubi la notte, vero?" Fisso il bancone, in silenzio "Cosa sogni esattamente?"

"Non lo dirò a te, cazzo" 

"Sto solo cercando di aiutarti" Mirta mi passa un pancakes "Riguarda i tuoi genitori?"

"No, loro non centrano nulla. Lo sai che da quando ho cominciato a correre, loro per me non esistono più" faccio spallucce

"Si tratta di lei, vero?" stringo i pugni "Di cos'hai paura Zayn?" la sua voce è così calda, così gentile che quasi mi viene da piangere

"Ho paura che se lei scoprisse ciò che ho fatto in passato, ciò che è successo, non vorrebbe più aver a che fare con me, che scapperebbe da me. Dio, non posso immaginare la mia vita senza di lei ora. Che sia la mia ragazza, o semplicemente la mia coinquilina" mi prendo la testa fra le mani

"Ascoltami, una persona ti ama indipendentemente da ciò che hai fatto. Questo Zayn, non è lo Zayn di tre anni fa. Capito? Sei cambiato"

"E se.. capitasse anche con lei?" i miei occhi sono lucidi

"So perfettamente che farai in modo che con lei non succeda" mi sorride

"Ho paura"

"Lo so, ma dovresti parlagliene, prima che lo venga a scoprire da sola. Sarebbe mille volte peggio"

"Lei non mi ama" serro i pugni

"Tu questo non lo puoi sapere"

"È in vacanza con quel fottuto cazzone del suo ex!"

"E tu stanotte ti sei scopato una ragazza" sospiro alle sue parole "Dovresti davvero parlare con lei, prima che sia troppo tardi. Un passo alla volta, cominciando dai tuoi incubi magari"

"Tornerà mercoledì"

"Allora giovedì le parlerai"

"Ci proverò" sospiro "Ma levami una curiosità: sei innamorata di Niall?"

"Cosa? No" non si scompone: rimane calma mentre gira il pancake nella padella

"Sicura? Perché posso giurare di averti vista arrossire ieri, quando Niall ti ha sorriso" alzo le spracciglia

"Ti sbagli"

"Eddai, io ti ho raccontato tutto, e ora tu non vuoi dirmi la verità?"

"Di me ti puoi fidare. Tu lo andresti subito a spifferare al tuo amico"

"Sai dove trovarmi se dovessi dire qualcosa" sorrido

"Okay, basta che mi lasci in pace poi. Si sono innamorata di Niall" sospira

"Posso aiutarti se.."

"No per carità. Restane fuori!" esclama

"D'accordo" rido
Passo l'intera giornata con Mirta, a parlare di Niall e di Giorgia: cerchiamo entrambi una soluzione ai nostri problemi.
Se solo si facesse aiutare.. Potrei procurarle un appuntamento con Niall, ma sarebbe troppo da infame.
Elimino l'idea, e torno a fissare la tv.
"Questi film sono così irreali" sospiro cambiando canale

"No! Molla. Rimetti lì" Mirta mi picchia la mano che tiene il telecomando

" 'Un'amore senza fine' è uno stupido film per illudere voi ragazze sull'esistenza del vero amore"

"Quello che provi per Giorgia non è vero amore?" alza un sopracciglio. Giuro che se fosse un maschio, avrei già piantato un pugno su quella faccia da culo

"Tho' " esclamo, riportando la tv sul sesto canale

"Grazie" risponde soddisfatta.
Osservo l'evolversi di quest'improbabile storia: quale ragazza dopo un solo bacio si concede tutta? Giorgia non lo farebbe mai.
Mi ritrovo ben presto a collegare ogni particolare, ogni posto a lei.
È così frustante volerla così tanto e non poterla avere. Mi fumo una sigaretta: il pacchetto che le ho sequestrato è ancora nel cassetto della mia scrivania.
Non è un semplice pacchetto: è il suo pacchetto. (<- corsivo). 
L'ha decorato disegnandoci sopra nei momenti di noia durante le lezioni, presumo.
Tanti cuori sono disegnati sopra, in un lato c'è inciso il nome Federico. Ma oltre a quello, nessun'altro riferimento a lui.
Dopo che gliel'ho preso quel giorno, e dopo che l'ho, abbracciata - si può dire - sono rimasto sdraiato sul letto, a girare e rigirare quel pacchetto tra le mani, analizzando tutti i disegni e le scritte sopra incisi.
La sua schiena premuta contro il mio petto, le mia braccia intorno a lei, e il delizioso profumo di cocco dei suoi capelli continuavano a far capolineo nella mia mente. 
Così sono uscito, e mi sono portato una ragazza casa. Lei mi sentii rientrare quella notte e probabilmente ha anche capito che non ero per niente ubriaco. 
Non avevo bevuto quella sera: non volevo dimenticare ciò che era successo nel pomeriggio.
Però avevo comunque bisogno di distrarmi.
Il giorno dopo, l'ho aiutata in matematica. Ricordo come le ho preso il viso tra le mani, dopo l'imbarazzante commento sul fatto che fossi senza maglia.
Eravamo così vicini: per un attimo ho addirittura pensato di baciarla ma non ho avuto il coraggio di farlo.
Bramo quelle labbra da troppo tempo ormai, sto uscendo di testa.
Mirta se ne va appena finisce il film, e io rimango solo, ad affogare nella mia solutidine.
Nella casa si sentono le voci di Giulia e Filippo, la tv in salotto ma sembra tutto così silenzioso senza la voce squillante di Giorgia.
"Mangi con noi stasera?" Giulia mi chiede poggiando le mani sulle mie spalle

"Uhm, sì. Non ho molta voglia di stare da solo" aggiungo

"Ti manca?" i suoi occhi sono una cazzo di macchina ispezionatrice: ti guardano, ti osservano, leggendo esattamente quello che ti passa per la testa. Mai conosciuta una ragazza del genere, e di ragazze ne ho conosciute

"Io, no, cioè.." per la prima da quando sono lì, non so cosa dire. Non so cosa rispondere ad una domanda così diretta, e mi rendo conto solo ora di cosa ha passato Giorgia quando io le ho chiesto se amasse Federico

"Ho capito che ti piaceva, quando sei entrato in salotto e lei stava provando i costumi. Te la stavi mangiando con gli occhi" ride

"Oh" sento le guance arrossarsi. Ma che diavolo? È questo l'effetto che mi fanno ste due ragazze?

"Non approverei appieno una vostra relazione ma se facesse felice Giorgia, sopporterei"

"Non penso ci sia questo problema" sospiro

"Tu non sai" mi sorride

"Che significa?" chiedo

"Nulla, ma tutto può succedere" mi trascina in cucina e ci sediamo al tavolo.
Resto silenzioso tutta la sera, a fissare il posto vuoto lasciato da Giorgia. Mille volte meglio cenare da solo, piuttosto che fare una 'cena di famiglia' senza lei.
Mi alzo dal tavolo, sparendo in camera dove passo l'intera serata ad ascolatare musica e guardare la tv.

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Capitolo 22
*** Capitolo Ventidue ***


Pov. Zayn
Quando mi alzo dal letto, sono stanchissimo. Avrò dormito sì e no due ore stanotte.
Mi guardo allo specchio: ho davvero un aspetto terribile. L'occhio sinistro è circondato di viola, a cui si aggiunge la profonda occhiaia sotto di esso. Anche l'occhio destro, e sottilineato da una spessa linea scura.
I capelli sono piatti, non alzati nel solito ciuffo e la barba è lunga.
"Santo cielo, sembro un cazzo di barbone" sospiro.
Mi faccio la barba, per risultare più presentabile. Questo è il quarto giorno senza di lei.
Arriverà domani sera, sul tardi. Sono abbastanza in ansia, anche perché l'occhio è ancora dannatamente, fottutamente viola e sicuramente non userò nessun cazzo di fondotinta per coprirlo.
Dopo che mi sono rasato, mi infilo sotto la doccia.
Quando esco mi asciugo i capelli, facendo il mio solito ciuffo
"Vedi che sei tornato in te" mi schernisce Filippo

"Ero davvero in condizioni orrende. Potevate dirmelo" sbuffo

"So cosa si prova quando la ragazza che ami, se ne va. Certo il tuo caso è particolare, ma comunque ti manca terribilmente"

"Io non amo Giorgia" mento, a denti stretti

"Okay, okay calmo amico. Stavo solo facendo un esempio. I primi anni che stavo con Giulia, eravamo due ragazzini. Lei andò due settimane in vacanza con i suoi, e io rimasi qui. Fu incubo. La sentii solo per telefono, anche perché non c'erano tutte queste applicazioni per videochiamare"

"Parli come se fosse successo cinquat'anni fa" rido

"Lo so, ma i tempi sono cambiati velocemente, e davvero non c'erano applicazioni per fare le videochiamate. C'erano a malapena i telefoni con la fotocamera" ride

"Devo ammettere che un po' mi manca" sospiro

"Manca a tutti, lei teneva un po' alta la vita in questa casa. In mezzo a tutti questi vecchi" ridiamo entrambi

"Tornerà domani sera?" chiedo

"Sì, Giulia non le ha concesso altri giorni" fa spallucce.
Mi giro, per nascondere l'enorme sorriso sul mio volto. Dentro di me ho ancora quella strana sensazione, ma forse è dovuta solo alla sua mancanza.
Decido di raggiungere Niall e Mirta al bar.
"Ecco il rocky della situazione" mi prende in giro Niall, dandomi un pacca sulla spalla

"Chiudi la bocca, idiota" rido "Mirta" faccio cenno con la testa

"Correrai domani sera?" mi chiede Niall mentre serve un cliente

"No domani sera non posso" 

"Come mai? Ci saranno un sacco di pollastrelle" sorride

"Anche qua ci sono tante pollastrelle" dico indicando attorno a me, soffermandomi su Mirta. Mi fulmina con lo sguardo, e si gira dall'altra parte

"Come mai non verrai?"

"Ho degli impegni" faccio spallucce

"Oh, okay" dice e mi poggia davanti un bicchiere di birra

"Brindiamo a noi" esclama Mirta

"A noi?" chiede Niall

"Sì, a noi. Che ognuno riesca a trovare l'amore, o nel tuo caso Niall, pollastre da scopare" ho sentito la sua voce tremare nel pronunciare quelle parole.

"A noi!" esclama Niall
Passammo l'intero pomeriggio a bere nel locale. 
Parliamo molto, e Niall non fa altro che sfottermi per il fatto di Giorgia. Si congratula inoltre per aver sistemato per bene la faccia di Harry.
Verso l'ora di chiusura siamo tutti sbronzi.
"Forse è il caso che veniate da me" sbiascica Niall ridendo

"Già" ride Mirta

"Ma c'è Harry" metto il broncio. Scoppiamo tutti a ridere

"Non ti farà niente. Dai andiamo" ci prendiamo tutti a braccietto, e con passo sbilenco ci avviamo verso casa di Niall.
Saliamo, e quando entriamo mi butto sul divano. Chiudo gli occhi ma poco prima di addormentarmi mi sembra di vedere Niall e Mirta baciarsi.
Sarà l'alcool? 


Mi sveglio, quando sento la porta sbattere
"Non hai una casa, Malik?" la voce profonda di Harry risuona nella piccola cucina

"Ero sbronzo, non potevo guidare, Styles" aggiungo

"Giorno" mi sorride Mirta: ha i capelli spettinati e un enorme sorriso sul volto.
Raduna velocemente le sue cose, e dopo essersi ritara per qualche minuto in camera con Niall, lasciamo la casa, per evitare altre risse
"Hai scopato con Niall?" chiedo a Mirta

"Sì, e dio, è stato bellissimo" fissa fuori dal finestrino, con la testa appoggiata ad esso. Sorride come una fottuta adolescente

"State tipo.. insieme?" 

"Non lo so, non penso. Eravamo ubriachi. Per lui sono solo una fra tante"

"Le cose possono sempre cambiare. Tutto può succedere" le sorrido

"Lo so, a differenza tua. Io sono ottimista, a differenza tua" sottolinea i concetti finali di ogni frase

"Tu non hai alle spalle tutto quello che ho io"

"Non tirare in mezzo il tuo passato ogni volta. Vuoi dimenticarlo, ma continui a parlarne. Non è un controsenso?"
Dio, questa ragazza è proprio una strizza cervelli.
Rimango in silenzio per tutto il viaggio finchè non arriviamo a casa sua
"Ascolta" le prendo il braccio per fermarla "Ho davvero bisogno di dormire un po', e di te mi fido. Non è che potresti..?"

"Non passerò la notte con te Zayn"

"Ti prego. Mi hai visto, sembro uno zombie. Sono stanco, ho davvero bisogno di dormire. Domani lei tornerà a casa, è solo questione di una notte. Per favore" la supplico

"D'accordo" sospira.
L'aspetto mentre sale a casa a prendere le sue cose. Mi sento un po' più tranquillo: Mirta mi ha aiutato parecchio in questi giorni, e forse potrebbe aiutarmi a dormire.
"Giuro che se questo mi porterà dei problemi con Niall.."

"Niall non lo verrà a sapere. Non ti butterò merda addosso Mirta, ti devo troppo per farlo" mi sorride, rassicurata dalle mie parole.
Io invece, rimango basito: non ho mai parlato così, che mi prende? 
Giorgia mi sta davvero cambiando la vita, facendomi diventare uan persona un po' migliore.
Forse.
Arriviamo a casa, e avviso Giulia della presenza di Mirta.
Non sembra proprio entusiasta che Mirta stia qui, e posso capire: lei pensa che io sia innamorato di sua cugina, e molto probabilmente lo sono, ma passo una notte con un'altra ragazza. 
Non penso lo farei se non fosse strettamente necessario.
Okay lo farei, ma solo perché lei non qui.
Saliamo in camera, e ci rimaniamo fino all'ora di cena: non fa altro che ripetermi di quanto sia stato bello con Niall, che vorrebbe succeddesse di nuovo, e che diventasse il suo ragazzo.
Odio queste chiacchiere da.. ragazze. Io non sono una cazzo di ragazza e quindi non farò queste cazzo di chiacchierate da ragazze
"Okay Mirta, ti voglio solo ricordare che sono un ragazzo" sbuffo quando finisce finalmente di parlare

"Scusami, hai ragione. Sono così felice" sospira sognante

"Sono felice per te" le sorrido. Lo sono davvero, perché so che lei lo sarebbe per me

"Andrà tutto bene. Domani la vedrai" mi batte una pacca sulla spalla

"Non vedo l'ora" butto la testa all'indietro, strofinando le mani sugli occhi

"Sei davvero partito" ride. La fulmino con lo sguardo, ma poi scoppio a ridere anche io.
Forse ha ragione, sono davvero partito per quella piccola ragazza dai capelli mossi. 

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Capitolo 23
*** Capitolo Ventitré ***


Pov. Zayn
Mi sveglio, urlando.
"Zayn, va tutto bene, va tutto bene!" Mirta mi scrolla per svegliarmi

"Non ce la faccio, ho bisogno di lei" mi passo una mano tra i capelli

"Resisti ancora fino a domani, a stasera, cioè resisti ancora per poco. Vuoi parlare? Cosa faceva Giorgia di solito?" sembra piuttosto in ansia, mentre i suoi occhi mi scrutano

"Io.. Non lo so. La sua presenza forse, d'altronde lei fa parte dei miei incubi, e sapere che era qui vicino a me, invece di scappare, mi faceva dormire" sussurro

"Devo abbracciarti?" sembra imbarazzata

"Forse" rispondo
Mi avvolge le braccia intorno al petto, e comincia a sussurrarmi che va tutto bene. Mi tranquilizzo un po' e mi riaddormento.
Mantengo lo stato di inconscienza fino alle dieci circa, poi mi alzo. Mirta non c'è.
Sento l'odore di frittelle, proveniente dalla cucina.
"Buongiorno" sorrido

"Giorno. Come stai?" mi chiede preoccupata

"Beh, ho dormito più del solito. Grazie"

"Figurati. Non ti avevo mai visto così.. spaventato"

"Dio, non me lo ricordare per favore" rido leggermente

"Ho sentito la tua coinquilina dire che Giorgia arriverà per le sei"

"Davvero?" i miei occhi si illuminano

"Penso di sì" sorride "Forza vai a farti una doccia. Devi essere impeccabile"

"Però prima devo assaggiare queste frittelle. L'odore è fantastico!" mi posa un piatto davanti. Devo dire che è una cuoca fantastica, e non è la persona che pensavo fosse.
Mirta è una delle persone migliori che abbia mai conosciuto, e l'unica fino ad ora che abbia visto il mio lato vulnerabile.
Mangio tre frittelle, e mi butto sotto la doccia. L'idea di rivederla dopo cinque giorni mi esalta.
Potrò di nuovo sentire il suo tono irritato quando mi parla, rivedere i suoi occhi e il suo sorriso, anche se sono sicuro che appena tornerà a casa avrà tutto tranne che un sorriso.
Rido nel ricordare la sua espressione imbronciata: il labbro inferiore leggermente sporgente, le sopracciglia increspate e le braccia incrociate al petto.
Che bambina.
Esco dalla doccia e mi avvolgo l'asciugamano in vita. Mi sistemo prima i capelli, asciugandoli con il phon e modellandoli con la spazola.
"Posso?" Mirta bussa alla porta

"Vieni" la chiamo

"Scusami, non guardo"

"Nulla che tu non abbia visto" rido

"Già" ride anche lei "Ascolta io dovrei andare. Voglio parlare con Niall, e vedere come sono stanno le cose"

"Uh, d'accordo. Per qualsiasi cosa, il mio numero ce l'hai" le sorrido

"Grazie, anche tu" mi posa un bacio sulla guancia "Ciao" si chiude la porta alle spalle.
Mi infilo i boxer ed esco dal bagno. La giornata è calda, fin troppo. Quindi mi infilo solo i bermuda blu, e resto senza maglia.
"Possiamo.. parlare?" Giulia appare sulla porta

"Certo" le faccio cenno con la mano di entrare

"Chi era.. quella?" ha agitato le mani, in quel modo strano. Quel modo strano che fanno le ragazze quando parlano di una ragazza che non gli piace

"Un'amica. Mi ha tenuto compagnia in questi giorni"

"Amica? Avete passato due notti insieme"

"Sono state completamente diverse tra di loro" 

"Giorgia non sarà felice di questo"

"Non lo verrà a sapere" stringo i pugni

"Non glielo vuoi dire?" ride incredula

"Non lo so. Finché non si presentarà l'occasione, no"

"Non si presenterà mai l'occassione" Giulia si sta irritando

"Ascoltami, non devo spiegazioni a nessuno, okay? Non sono il suo cazzo di ragazzo, ne mi pare che stiamo per cominciare una relazione, quindi. Sono libero di fare ciò che voglio. E lei pure"
No, non è libera di fare ciò che vuole. Giuro che se è andata a letto con un altro..

"Davide, l'hai già fatta soffrire una volta, non capiterà una seconda" mi punta il dito.
Non può allontanarmi da lei, non può mandarmi via

"Gliene parlerò" sospiro, cercando di calmarmi. Giulia, o Filippo, sono le uniche persone con cui non mi posso permettere cazzate o mi sbatterebbero fuori da qui, ed è l'ultima cosa che voglio.
La sento sbattere i piedi mentre esce dalla stanza: dio, è proprio una ragazza.
Scuoto la testa, e mi butto sul divano a guardare la tv.

Il bip del monitor risuona nella stanza. 
Lei è esamine, sul lettino, mentre due flebo finiscono dritte nelle sue braccia.
La chiamo ancora e ancora, ma le non reagisce. 
Ha ingerito troppo eroina e ora è in coma.
Le tengo la mano, mentre le ripeto quanto cazzo la amo, ma lei non risponde.
Il bip della macchina aumenta, fino a diventare un suono piatto.


"Zayn! Zayn svegliati ti prego!" una voce mi trascina via dal buio. Apro gli occhi, e quando metto a fuoco la figura che ho davanti, ancora non ci credo: Giorgia è piegata in avanti, con le mani che strofinano il mio viso. I suoi occhi sono pieni di preoccupazione, mentre cercano di intercettare i miei

"Giorgia?" chiedo

"Sono qui, sono tornata. Che ti è successo?"  passa le sue lunghe dita sul mio occhio ancora gonfio.
Cazzo, l'occhio.

"Io.. possiamo parlarne dopo?" mi appoggio sui gomiti.
La osservo: indossa dei pantoloncini di jeans con una magliettina bianca. La pella scoperta è ambrata, a causa del sole preso in questi cinque giorni, e la maglietta bianca risalta la sua abbronzatura.
"D'accordo" mi sorride "Vuoi dell'acqua? Sembri sconvolto.." 

"No grazie" l'unica cosa che voglio è continuare a guardarti. Osservare il colore che la tua pelle ha assunto, i capelli leggermente schiariti dal sole, e il tuo splendido sorriso che non ho ancora visto.
"Allora queste vacanze?" chiedo. Sgrana un secondo gli occhi, deglutisce, e rimane in silenzio.
Oh no, che succede?

"Tutto apposto, ci siamo divertiti" sorride

"Nulla da aggiungere?" la sua reazione alla mia domanda, mi ha spiazzato. Che la brutta sensazione che sentivo sia legata a lei, a qualcosa che è successo in vacanza?

"No" mente. Vorrei costringerla a parlare, ma rovinerei la nostra prima serata insieme. Accantono il discorso, più che mai convinto a riprenderlo più avanti.
Quando Giulia e Filippo ci raggiungono, Giorgia approfondisce meglio la sua vacanza descrivendola nei minimi dettagli, ma sono più che sicuro che stia omettendo qualcosa.
Forse è il caso che aspetti domani mattina per chiederle qualsiasi cosa: è appena arrivata e non voglio litigare.
Resto ad ascolatare la sua voce, e un senso di pace e tranquillità si diffonde in me.
Mando un messaggio a Mirta
| È arrivata. Dovresti vederla: è ancora più bella di quando è partita |
| Non lo metto in dubbio. Ricordati di parlarle! |
| Tranquilla. Niall? | ora mi interesso pure di ciò che succede agli altri? Dov'è il vecchio e strafottente Zayn?
| Mi ha inviata fuori a bere.. È andato in bagno | posso immaginare l'enorme sorriso sul suo volto. Sorrido anche io
| Bingo! Buona fortuna! |
| Grazie! | blocco il telefono e lo rimetto in tasca

"Vi ho portato dei regali" Giorgia si alza dal divano e va verso una valigia: si piega in avanti per aprila. Dio, ha un culo meraviglioso, e sono costretto a girare la testa per che aumentino ancora i miei pensieri perversi 
"Ecco" porge una collana e un orologio a Giulia e Fillippo

"Beh per te.." si posiziona davanti a me e incrocia le gambe, chiaro segno del suo imbarazzo "Ti ho preso questo.." mi sventola davanti alla faccia un acchiappa sogni
"È un'acchiappa sogni. Spero che ti aiuti a portare via quelli brutti" sorride imbarazzata

"Oh Giorgia, è bellissimo" sussurro osservando l'oggetto: un grande cerchio rotondo è rivestito di carta marrone. Le corde si intracciano all'interno del cerchio, e da esso pendono delle piume azzurre con alcune perline colorate

"Spero ti aiuti a dormire meglio. Appena l'ho visto, ho pensato a te" si strofina il retro del collo

"Grazie, è bellissimo" sorrido ancora. Sembro un cazzo di imbecille.
Mi alzo e salgo in camera. Lo attacco sopra il letto, perfettamente centrato. Lo osservo: è il primo regalo che Giorgia mi fa, quindi significa che ha pensato a me, almeno un volta, quand'era lì. 
Dovrei darle ora il libro? Fra un mesetto e mezzo è il suo compleanno, forse dovrei aspettare.
Sento i passi dei miei coinquilini salire ed entrare in camera di Giorgia.
Poi escono, e lei si chiude la porta alle spalle. 
Mi butto sul letto, dopo essermi cambiato: dopo cinque giorni forse risucirò a dormire, finalmente.
L'acchiappa sogni, Giorgia qui. È tutto perfetto ora.
Mi infilo sotto le coperte, e mi abbandono al sonno che mi trascina via dalla realtà.

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Capitolo 24
*** Capitolo Ventiquattro ***


Pov. Giorgia
Quando mi alzo provo una strana sensazione: è strano svegliarsi di nuovo in questo letto, anche solo dopo cinque giorni.
Mi manca alzarmi e trovarmi attorno tutti i miei amici: le colazioni con loro erano fantastiche e mi divertivo un sacco. James, la maggior parte delle volte strafatto già di mattina, dava spettacolo con i suoi monologhi da fattone; Eddy e Jessica erano sempre appiccicati e Taylor, un altro nostro amico, li prendeva spesso in giro per questo. 
Insomma, con loro non ti annoi mai.
Mi lavo la faccia e un familiare odore di pancake mi invade le narici
"Giorno" Zayn mi sorride

"Giorno" ricambio il sorriso. Mi è mancato svegliarmi e sentire l'odore di pancake in tutta la casa. Mi è mancato scendere in cucina e trovare Zayn in boxer

"Com'e stata la prima notte a casa?"

"Strana"

"Strana bella, o strana brutta?" mi chiede

"Strana bella" sorrido, e tira un sospiro di sollievo

"Ecco a lei" mi porge un piatto con due pancake

"Grazie" sorrido e e prendo una forchettata "Com'è andata, uhm, la corsa?"

"Oh, bene bene" si limita a dirmi

"Hai vinto?"

"Sì, come al solito" aggiunge soddisfatto.
Dopo la gara si sarà portato una ragazza a casa? Dio, questa domanda mi tormenta dalla sera in cui mi ha detto che avrebbe gareggiato e scoparmi Luke non mi ha aiutata.
Le immagini di quella sera sono confuse: sono arrivata al locale con i miei amici. Io e James avevamo fumato erba prima di uscire quindi ero già abbastanza sballata. Arrivata al locale, ho bevuto e a fine serata ero completamente fuori controllo.
Ho visto Luke in fondo alla stanza e sono andata da lui. Non saprei spiegare perché, ma è stato un sollievo vedere una faccia conosciuta in mezzo a quel bordello di ragrazzi ubriachi.
Abbiamo parlato, e parecchio. Mi sono poi ritrovata a baciarlo sul mio letto, mentre mi toglieva la maglietta.
È stato bello per quanto mi ricordi.
La mattina seguente, abbiamo affrontato un altro round, stavolta tutte e due pienemente coscienti di quello che stavamo facendo, prima che mi lasciasse esausta sul letto.
Non l'ho più sentito da allora.
"Tutto okay?" Zayn mi passa una mano davanti al viso

"Eh? Sì sì" sorrido

"Tu stai nascondendo qualcosa" il suo tono è irritato, diverso dal tono che aveva ieri sera quando sono tornata

"Non è vero"

"Sì, parla" mi ordina

"Zayn lasciami stare" sbuffo alzandomi dallo sgabello su cui ero seduta, ma Zayn mi prende per il polso, facendomi girare in modo da avere il suo viso a pochi centimetri dal mio

"Parla" aggiunge a dentri stretti. Con una mano mi tiene i polsi, con l'altra mi accarezza la guancia. I suoi occhi sembrano supplucarmi, nonostante il suo tono duro. Rimango un'attimo sconvolta dalla vicinanza e per un momento, vorrei davvero assaggiare quelle labbra che aspetto da troppo tempo

"Non voglio parlare di questo con te ora" mi riprendo e gli tiro una ginocchiata sotto la cintura, scappando da questa vicinanza che ormai stava diventando troppo difficile da sostenere

"Ma che cazzo?!" si piega, inginocchiandosi davanti a me

"Scusa" faccio spallucce e me ne vado. Salgo in camera a rifarmi il letto.
Una delle mie due valige, è ancora ai piedi della scrivania, mezza piena. La sposto sul letto, per svuotarla. Tiro fuori le scarpe, buttando i costumi per terra. Prendo la macchina fotografica e mi siedo a guardare le foto che ci siamo fatti in questi cinque giorni. Comincio a ridere come un'idiota quando vedo alcune foto mie e di James, sballati: le facce da fattoni, mentre gli altri ridevano allegramente.
Continuo a scorrere le immagini finchè non ne trovo una in cui sono abbracciata a Federico
"Avete risolto?" la voce di Zayn mi fa sussultare. Mi giro e lo trovo dietro di me, appoggiato alla colonna del mio letto a baldacchino. Si è ripreso, il suo colorito è tornato normale e sembra che non debba diventar donna

"No semplicemente siamo andati avanti" alzo le spalle

"Sembrate.. felici " il suo tono è disgustato. In effetti sembriamo davvero una coppia felice, abbiamo entrambi un enorme sorriso sul volto mentre lo abbraccio, e lui mi posa una mano sulla schiena.

"Lui è riuscito ad accettare questa cosa. Si sta vedendo con un'altra e sono più che felice per lui" e lo sono davvero.
Se lo merita

"Non sei gelosa?"

"No, perché dovrei esserlo?"

"Lui è il tuo ex"

"Voglio il meglio per lui. Se lo merita, dopo quello che ha ricevuto da me. Voglio solo che trovi una ragazza che aggiusti ciò che ho rotto io" sospiro

"È un pensiero carino da parte tua"

"Lo so" sorrido "Non è stato così terribile averlo in vacanza. Ci ha tenuti tutti a bada, ovviamente nei suoi limiti"

"Hai fumato vero?" mi squadra

"Una o due volte" scuote la testa in segno di disapprovazione "Smettila di fare così. Hai detto che anche tu la fumavi" sbotto

"Hai ragione, fumavo. Ora sono cresciuto per fortuna"

"Crescero anche io, ma non ora" chiudo la conversazione



Pov. Zayn
Mentre la osservo guardare le foto, ripenso a stamattina: a cosa stava pensando? Cos'è successo in vacanza?
Questa domanda mi tormenta da ieri sera e non mi ha ancora fornito una risposta. Vorrei chiederle ancora spiegazioni, ma risulterei un tale sfigato. Non stiamo insime, giusto? quindi perché dovrbbe darmi spiegazioni?
"Scusami per prima" la sua voce mi riporta alla realtà "Per il.. il calcio" aggiunge imbarazzata

"Beh, la prossima volta dovrò minurmi di una conchiglia. Inizio a essere seriamente preoccupato per il mio organo riproduttivo" scoppia a ridere

"Visto che lo usi spesso" la sua è chiaramente una provocazione, ma sono sicuro che la sua voce non esce come avrebbe voluto. Sembra quasi tremante, al pronunciar queste parole. Decido di non rispondere.
Se voglio scoprire qualcosa, è meglio che cominci a farle delle domande
"Conosciuto qualcuno?"

"No purtroppo. Un paio di sere siamo andati per locali a ballare, ma nessun ragazzo carino si è avvicinato" sospira

"Sul serio?" la prendo in giro ma la verità è che sono più che sollevato

"Già" si lamenta

"Fatto nuove esperienze?" azzardo

"Del tipo?" chiede confusa

"Non lo so, tutte quelle cose da.. adolescenti" muovo le braccia davanti a me

"Nono" chiude il discorso, e torna a posare gli occhi sulla macchina fotografica.
Cristo, sono più che sicuro che stia nascondendo qualcosa, ma perché?
Voglio sapere che cazzo è successo, perché se non lo scopro, uscirò di testa.
Lascio la stanza per tornare in camera mia.
Mille idee mi balenano per la mente: sarà tornata con Federico? Questo spiegherebbe la foto..
Si è fatta di qualche sostanza o si è sbronzata? Sono più che sicuro che si sia sbronzata e che abbia fumato, ma sono altrettanto sicuro che non abbia assunto nient'altro, perché sarà anche un adolescente, ma sa quando è il caso di fermarsi, soprattutto dopo ciò che ha passato.
Si è scopata qualcuno? Dio, quest'ipotesi mi fa rabbrividire. Non posso pensare a Giorgia con un altro ragazzo.
Fa ancora più male di immaginarla con il suo cazzo di ex. Se ci penso do di matto.
Mi butto sul letto, restando a fissare il soffitto. Giuro che scoprirò che cosa è successo in quella cazzo di vacanza anche a costo di chiamare quel cazzo di tossicodipendente di James o quel cazzone del suo ex ragazzo.

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Capitolo 25
*** Capitolo Venticinque ***


Pov. Giorgia
Sono seduta sul divano a guardare la tv.
Accanto a me, Giulia e Filippo, sull'altro divano Zayn. 
Continua a messaggiare con qualcuno, e questo mi fa tornare alla mente l'altra sera: quando eravamo tutti in salotto a parlare, stava messaggiando con qualcuno e dopo che ha letto un messaggio ha sorriso.
Una voglia accecante di prendere il suo telefono e leggere i messaggi mi assale, ma cerco di reprimerla, tornando a guardare la tv.
La suoneria di Zayn si diffonde nella stanza: sta ricevendo una chiamata
"John " riesco a sentire prima che sparisca al piano di sopra.
Stanno organizzando una gara, e voglio andarci. Nonostante ciò che è successo l'altra volta, e nonostante ciò che è successo con Luke, voglio davvero tornare lì.
So che Luke non direbbe nulla a Zayn: lì in vacanza, l'ho conosciuto meglio, ed è davvero simpatico. Non andrebbe mai a dire in giro che mi ha scopata, come potrebbe fare Louis per esempio. 
Mi fido di lui.
Zayn rimane per dieci minuti abbondanti al piano di sopra, quando scende si scusa per averci messo tanto
"Zayn, devo farti vedere una cosa. Vieni?" gli dico

"Zayn?" Filippo si gira a guardarmi. Ah dio, non ce la faccio più a gestire questa cosa dei nomi

"Davide scusa" cerco di scusarmi con lo sguardo

"Andiamo" mi fa cenno di seguirlo

"Scusami, questa cosa dei nomi sta diventando sempre più difficile da gestire per me" mi scuso imbarazzata

"Tranquilla, lo capisco. Dovrei raccontare a Giulia questa storia del cambiamento di nome" sorride "Cosa dovevi farmi vedere?" entriamo in camera mia, e mi chiudo la porta alle spalle

"Portami con te" 

"Che? Cosa? No" risponde duramente

"Ti prego" lo supplico

"Non ti ripoterò lì in mezzo, in pasto ai leoni. È fuori discussione"

"Allora o mi porti tu o ti seguo in motorino"

"Non era a casa di Eddy?" 

"Suo fratello me l'ha riportato quand'ero in vacanza penso" alzo le spalle

"Andiamo, pensi davvero di starmi dietro con il tuo 125?" scoppia a ridere

"Beh allora proverei a seguirti, finendo a vagare da sola di notte per la città, a bordo del mio motorino"

"Prova a seguirmi e dirò tutto a tua cugina dell'erba" sgrano gli occhi.

"Non oserai.." dico a dentri stretti

"Se è l'unico modo per farti stare a casa, sì lo farò" sospira.
Lascio la stanza, a grandi passi. Non posso credere che riesca a tenermi in pugno così facilmente.
In questo momento vorrei andare da mia cugina e urlarle addosso tutta la verità sul ragazzo tatuato che vive con noi, ma so che me ne pentirei presto, soprattutto perché so che lo butterebbe fuori di casa a causa di tutto ciò che nasconde. E mi proibirebbe di vederlo.
Rabbrividisco anche solo all'idea di non vederlo la mattina, o di non poterlo più osservare mentre ride alle orribili battute dei programmi televisivi.
Mi ributto sul divano.
"Tutto okay?" Giulia, mi osserva. Mi giro, per evitare che legga la mia espressione; è l'unica persona che io conosca che riesce a leggere ciò che hai dentro in questo modo. E così.. inquietante.

"Sì sì, tutto okay" sorrido e torno a guardare la tv.
Zayn ci raggiunge, e mi dedica uno sguardo veloce ma lo ignoro.
Mi chiedo ancora come si sia procurato quell'occhio nero, anche se da un lato non vorrei nemmeno sapere la risposta.
Per tutto il pomeriggio sento i suoi occhi addosso.


Pov. Zayn
Fantastico, ora mi ignora. Come se non avessi sofferto già abbastanza nei cinque giorni passati.
Ma stavolta è ancora peggio: posso vederla, sentirla, ma non posso parlarci.
Una tortura doppia.
Se crede che così cederò, si sbaglia. La sto solo proteggendo: se l'altra volta sono intervenuto in tempo, la prossima volta potrebbe non essere così fortunata.
La osservo mentre guarda la tv, con il viso imbronciato e l'unica cosa che vorrei fare è abbracciarla, per vedere di nuovo il suo sorriso comparire sul suo volto.
Rilascio un respiro, cercando di calmarmi, mentre osservo il modo in cui mi ignora spudoratamente.
| Mi sta fottutamente ignorando. Non ce la faccio più | Mando un messaggio a Mirta
| Che è successo? | risponde subito
| Si è incazzata perché non la voglio portare con me alla corsa stasera. Ma che stronzata è mai questa? | le mie dita picchiettano violentemente lo schermo del mio Iphone
| Portala con te, so che vuoi |
| Non posso, non dopo quello che è successo l'ultima volta | stringo tra le mani il fragile telefono. Non so se arriverà a fine giornata..
| Starò io con lei, giuro che la proteggerò a costo della mia stessa vita |
| Non prendermi per il culo, stronza |
| Portala, è la cosa migliore |
Non rispondo al messaggio, mi limito a fissare il soffitto mentre giocherello con il telefono. Sarà davvero la cosa migliore? Non penso proprio.
Ho un brutto presentimento, e quando io ho brutti presentimenti, vuol dire che qualcosa sta per succedere.
Sospiro: quest'indecisione mi sta mandando fuori di testa. Giulia e Filippo lasciano il salotto, per andare a preparare la cena.
L'aria nella stanza diventa pesante, insopportabile.
"Gio" la chiamo cercando di attirare la sua attenzione, per guardare ancora i suoi grandi occhi marroni "Giorgia" la richiamo ancora

"Non chiamarmi 'Giorgia' " mi fa il verso

"Vuoi davvero venire?" si risistema sul divano

"Sì"

"D'accordo, allora vieni. Ma giuro che se ti dovesse succedere qualcosa.." non finisco la frase perché lei mi salta al collo abbracciandomi. Rimango spiazzato dal suo gesto, ma poi stringo forte le braccia intorno a lei. Sento il profumo dei suoi capelli invadermi le narici, mentre affondo la testa nel suo collo.
Lascio un piccolo bacio, e sento i brividi formarsi sulla sua pelle
"Scusa" sussurro

"Non importa" si avvicina a me. I nostri visi sono talmente vicini che posso quasi sentire le sue labbra sulle mie, i suoi occhi marroni incontrano i miei. Li vedo avvicinarsi sempre di più, e posso già sentire il sapore delle sue labbra sulle mie

"Giorgia! Vieni un attimo" Giulia la chiama dalla cucina

"Cazzo" impreca, mentre continua a fissarmi.
Tenta ancora una volta di avvinarsi a me, ma poi si allontana.
Sono sconvolto, in piedi in mezzo al solotto, mentre la guardo entrare in cucina.
Mi butto sul divano, guardando il soffitto.
Stava per baciarmi, quindi forse prova qualcosa per me. Le sue labbra piene erano a pochi centimetri dalle mie, e se non fossi stato così fottutamente rincoglionito, avrei potuto baciarle.
"Davide, vieni a cenare?" la voce di Filippo mi riporta alla realtà

"Arrivo" mi alzo dal divano, ancora sotto l'effetto destabilizzante che solo Giorgia può darmi.

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Capitolo 26
*** Capitolo Ventisei ***


Pov. Giorgia
Non faccio che ripensare a quello che è successo qualche istante fa, per tutta la cena.
Quando dovremmo andare alla corsa? Come faremo?
Devo fare come se non fosse successo nulla? Come se non avessi provato a baciarlo?
Dio, ero così vicina.. Lui era come paralizzato, non si muoveva e il suo respiro era pesante, esattamente come il mio.
Entrambi si univano davanti a noi, creando una miscela calda di emozioni tra i nostri visi.
Stava andando tutto bene, finché Giulia non mi ha chiamata.
Cazzo, ma che merda è?
Mangio in silenzio, isolandomi dalla conversazione, mente gli altri parlano. Anche Zayn partecipa alla conversazione ma non sposta lo sguardo da me per più di dieci secondi. 
Mi piace sentire i suoi occhi addosso, nonostante io odii essere osservata.
Mi alzo per sparecchiare, mentre Zayn sale a farsi una doccia.
Non ho bisogno di prepararmi per andare lì, devo solo cambiarmi perché sono ancora in pigiama.
Mi metto una maglietta grigia larga, e dei pantaloni della tuta, per risultare meno attraente possibile: voglio evitare una situazione come quella dell'altra volta, perché sono sicura che se ricapitasse, Zayn non mi porterebbe più con lui.
Lo aspetto in garage appoggiata al suo fuoristrada
"Andiamo?" mi chiede, cecardo di non incontrare il mio sguardo. L'imbarazzo è palpabile

"Okay" aggiungo.
Aspetto che tolga il cavalletto, e poi salgo. 
Stavolta non mi aiuta a sistemarmi, lasciando a me la scelta: grazie, brutto stronzo.
Appoggio le mani sul serbatoio posto davanti a lui e cerco di appoggiarmi il meno possibile. 
Lascia il garage un po' insicuro, e sgomma via. Vorrei che  anche i miei pensieri sgommassero via, lontano dalla mia testa.
Forse ho sbagliato, forse non avrei dovuto provare a baciarlo, ma il bacio che ha lasciato sul mio collo mi ha mandata fuori di testa. Non riuscivo più a ragionare.
Quando arriviamo, mi aiuta scendere prendendomi in braccio
"Ecco, siamo arrivati" mi posa per terra

"Grazie" riesco a malapena a sussurare.
Mi prende per il polso trascinandomi con lui, verso un gruppo di ragazzi dalle faccie conosciute: Calum, Niall e Luke stanno parlando e con loro c'è una ragazza
"Mirta" Zayn porge un enorme sorriso alla ragazza. 

"Zayn" ricambia il sorriso "Piacere Mirta, sono un'amica di Zayn e la ragazza di Niall" sorride orgogliosa porgendomi la mano

"Giorgia" cerco di sorridere, ma penso che quello che ne è uscito sia un sorriso tirato, quasi fosse una smorfia di dolore.

"Come state?" Niall ci chiede

"Emozionato, ho giusto bisogno di un po' di soldi" ride Zayn
Mi perdo ben presto nella conversazione quando gli occhi blu di Luke catturano il mio sguardo: sono timidi, come il sorriso che compare sul suo volto.
Improvvisamente tutto quello che abbiamo fatto insieme, affiora nella mia mente: le sue mani che scivolano sui miei fianchi bloccandoli, i piccoli baci bagnati lasciati sul mio collo. Mi sfioro il collo involontariamente e sento le guancie accaldarsi. Ricambio il sorriso di Luke prima che i ragazzi ci lasciano per andare a posizionarsi sulla linea di partenza
"E così, tu sei Giorgia" mi sorride la ragazza. Come'è che si chiama? Marta..?

"Già" aggiungo imbarazzata

"Zayn mi ha parlato tanto di te" aggiunge sorridendo, guardando i ragazzi sulla linea di partenza

"Ah sì?" la mia voce sale di qualche ottava, mentre sul mio viso compare un sorriso

"Sì" sorride

"Sai per caso come si è fatto quell'occhio nero?" chiedo. Sono più che sicura che lei lo sappia

"Ha avuto una piccola discussione con Harry" incrocia le braccia.
Harry?

"Con Harry? Perché?"

"Dovresti parlarne con lui" aggiunge guardandomi. Non ho intenzione di supplicare questa.. sconosciuta per farmi dire cos'è successo. Lascio cadere la conversazione mentre i motociclisti sgommando via.


Pov. Zayn
Cosa cazzo sta succendendo? Sbaglio o Luke e Giorgia si sono appena scambiati degli sguardi e dei sorrisetti? Mi state prendendo per il culo?
Cosa cazzo stava pensando quando ha alzato la mano? Perché si è toccata il collo?.
Mi avvicino alla mia moto, salendo in sella. Luke è a due moto da me. Lo osservo prepararsi, più che mai convinto di volervo buttare giù per poterci passare sopra una ventina di volte. 
Sai, nel caso respirasse ancora dopo la decima.
Accendo la moto, e sento il motore rombare. Mi piego in avanti, stringo le manopole e parto, superando gran parte dei motociclisti ai miei lati ma Luke è davanti a me.
Mi concentro su di lui, è in un attimo siamo solo noi due sulla pista. Tutti gli altri sono spariti e mi concentro sulla sua moto verde.
Lo supero velocemente, accellerando parecchio per poterlo seminare ma è un osso duro quindi ci impiego qualche minuto per lasciarmelo definitivamente alle spalle. Mi inclino più del solito nelle curve, a causa dell'alta velicità, e rischio di scivolare almeno tre volte ma per fortuna riesco a riprendere il controllo della moto. Rallento negli ultimi centocinquanta metri e taglio il traguardo per primo. 
Non mi fermo a festeggiare con nessuno: l'unica cosa che voglio fare è vedere Giorgia, per assicurarmi che stia bene. 
Mi vieni quasi un infarto quando non la vedo affianco a Mirta, ma poi si sposta rivelandola dietro di lei che parla con Calum
"Ehi, già finito?" mi chiede sorpresa

"È durata dieci minuti la gara"
Ma tu eri troppo impegnata a parlare con questo coglione per accorgertene.

"Oh" ride. La tiro verso di me, e andiamo insieme a ritirare il premio

"Brutto figlio di puttana!" sento gridare da dietro. Mi giro e vedo Niall avvicinarsi a me "Sei andato a letto con la mia ragazza? Ma che cazzo ti è saltato in mente?" mi spintona. Mi giro: Giorgia ha gli occhi sgranati e la bacca aperta. Non dice una parola, ma posso intuire che cosa stia pensando
"Io non ci sono andato a letto! O almeno, non stavate insieme quando ci sono andato" mi giustifico

"Ma se mi hanno detto che avete dormito insieme l'altra notte!" agita le mani: è davvero infuriato

"Abbiamo solamente dormito insieme, non abbiamo fatto altro, davvero. Non m'interessa scoparmi la tua ragazza. Non faccio queste stronzate lo sai" ribatto

"Hai dormito nello stesso letto con la mia ragazza, e vuoi farmi credere che non te la sei sbattuta? Ma vaffanculo Zayn, per chi cazzo mi hai preso?" mi tira un pugno

"Lasciami portare Giorgia a casa, ne parliamo domani. Ti prego" lo supplico con gli occhi pulendomi il labbro sanguinante "Pensa alla situazione inversa: vorresti che Mirta assistesse a tutto?" si rilassa un po'

"Domani mattina, ti aspetto al mio bar. Se non ti fai vedere, ti vengo a cercare" ringhia

"Aspettami, verrò. Grazie" lo ringrazio ma lui mi spunta sui piedi, prima di andarsene. Devo fare appello a tutta la mia forza di volontà per non prenderlo per il collo e strozzarlo.
Cerco di prendere Giorgia per mano, ma si allontana. Fantastico: fino a tre ore fa stavamo per baciarci e ora mi evita.
Prendo i soldi che mi spettano e saliamo in sella. Mette di nuovo le mani sul serbatoio e devo resistere all'impulso di metterle intorno a me.
Non mi rivolge la parola da quando Niall mi ha attaccato e sto impazzendo. Quando arriviamo in garage, chiudo la porta prima che possa salire
"Che cazzo fai? Apri questa dannata porta" urla

"Sh! Ti prego non urlare, ascoltami" la giro, schiacciandola contro la porta.

"Non devi darmi spiegazioni. Non sei il mio ragazzo" sbotta

"Allora perché sei incazzata con me?" le accarezzo la guancia, ma le spinge via la mano

"Io.. Diavolo, parla" sospira, buttandosi per terra. Mi piego per essere alla sua altezza

"Quando tu sei partita, pensavo che per far passare i miei incubi mi bastasse avere una persona accanto a me. Così la prima sera ho portato Mirta a casa. Abbiamo cominciato a.. beh.."

"Scopare? Com'è che non riesci più a parlare?" mi dice incrociando le braccia e con quel tono da sapientina che mi fa venire voglia di chiuderle la bocca con un bacio

"Sì ecco. Ma non sono riuscito a continuare. Non chiedermi perché. Me la sono scopata solo per metà" sì che lo so il perché, ma come posso spiegartelo?

"Ma.." aggiunge 

"No, lasciami finire. Devo dirti delle cose. Due sere dopo, mi sono portato a casa un'altra ragazza. Quella si che me la sono scopata. Ma la notte non sono riuscito a dormire. 
La notte prima che tornassi ho chiesto a Mirta se poteva venire a dormire da me. Ero davvero esausto e avevo bisogno di dormire. Lei era l'unica di cui mi fidavo e pensavo che almeno lei mi avrebbe aiutato. Ma il mio piano apparentemente geniale, non ha funzionato. Però devo ammettere che ho domito un po' di più delle altre sere"

"Quindi mi stai dicendo.."

"Che per dormire ho bisongo di te. Sei l'unica che riesce a calmare i miei incubi"

"Oh" i suoi occhi si illuminano un po'

"Mi dispiace avrei dovuto dirtelo io, non avresti dovuto scoprirlo così. Tua cugina me l'aveva detto. Sono stato un coglione e.."

"Giulia te l'ha detto?" chiede sconvolta

"Sì, ma non importa questo. Mi dispiace di essermi scopato delle ragazze mentre tu non c'eri, ma beh.. avevo bisogno di distrarmi. Sai com'è non avere più qualcuno da insultare è dura" si mette a ridere. 
Che suono meraviglioso

"Non devi scusarti. Non sei il mio ragazzo. Comunque devo dirti una cosa" posso vedere il panico nei suoi occhi

"Cioè?" sento il cuore battermi in gola

"Quando ero lì, in vacanza, sono andata a letto con un ragazzo" mi siedo per terra davanti a lei
No, non può essere. Non può essere davvero andata a letto con un cazzo di coglione preso a caso. 
Lei non è come me
"Io ero fatta e.. e ubriaca" ovviamente.

"Quante volte?" riesco a chiedere

"Due" sussurra

"Ah! Due!" rido

"Mi dispiace" aggiunge

"No, non dispiacerti! Non sei la mia ragazza. Puoi scoparti tutti i cazzo di coglioni che incontri e puoi cominciare a farlo già da ora, perché è esattamente quello che farò io" mi alzo e prendo le chiavi della macchina

"No Zayn aspetta" mi prende per la manica della giacca

"Lasciami" la fulmino con lo sguardo, stattonandola. Lascia la mia manica, e mi lascia da solo nel garage per salire di sopra.
Sbatto la portiera dopo essere salito in macchina e colpisco il volante.
Per quale cazzo di motivo ho fatto così? Perché invece di fare come lei, l'ho respinta?
Eravamo finalmente riusciti a fare un cazzo di passo avanti e io rovino tutto comportandomi come un emerito coglione.
Giuro questa volta è l'ultima. Lascio il garage diretto verso il locale più vicino.


*Ciao ragazzi <3
Come state? Vi rubo solo pochi minuti del vostro tempo per informarvi che da qui inizia il momento clou della storia.
Ormai siamo a metà della ff e da questo momento le cose cambieranno moltissimo, succederà qualcosa di terribile che cambierà le sorti e la vita dei due protagonisti.
Non vedo l'ora di postarvi il prossimo capitolo!
Molto probabilmente posterò il capitolo già domani, perché per l'intero weekend non ci sarò, così vi lascerò con un po' di suspence Colgo l'occasione, inoltre, per dirvi che dalla prossima settimana avrò veramente pochissimo tempo per postare, se non la sera.
Infatti sto per iniziare lo stage, che durerà per tutto il mese di luglio, e insieme allo esso, devo frequentare i corsi per prendere la patente, e di conseguenza, studiare.
Sarò piena di impegni, e i momenti liberi e di relax saranno davvero pochi.
Farò il possibile per pubblicare un capitolo ogni 2/3 giorni.
Un enorme bacione*

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Capitolo 27
*** Capitolo Ventisette ***


Pov. Giorgia
Mi chiudo in camera mentre sento Zayn andare via in macchina.
Non posso credere che lo stia facendo davvero. Cioè oggi l'ho quasi baciato, possibile che sia così stupido da non capire che mi piace? Che provo qualche strano e confuso sentimento verso di lui?
"Dannazione" do un calcio al letto, e poi mi ci butto sopra.
Come può farlo? Si incazza se lo faccio io, ma lui alla prima opportunità, lo fa.
Che merda. Giuro che se i miei amici fossero qui, uscire con loro e mi scoperei il primo che passa.
Aspetta.. Louis! 
Zayn diventerebbe una iena se lo scoprisse: che idea allettante.
Cerco le chiavi del motorino, ed raggiungo il garage: per fortuna Giulia e Filippo sono usciti.
Salgo in sella, più che mai convinta a voler andare a letto con lui.
No aspetta, che cazzo sto facendo? Sto per andare a letto con lui, solo per fare un dispetto a Zayn? A che livelli sto arrivando?
Dovrei usare un'altra tattica: ignorarlo. Ignorarlo è sicuramente la tattica migliore.
Spengo il motorino, e appoggio casco e giubbotto su un bancone da lavoro.
Rientro in caso e mi chiudo in camera a guardare la tv.
Circa venti minuti dopo sento qualcuno salire le scale, quindi esco dalla camera sperando di veder tornare Zayn, da solo.
"Ciao" due fossette compaiono sul volto di Harry

"Ciao" balbetto

"Sola soletta?" fa una faccia triste

"No, mia cugina è in bagno" mento

"Oh avanti, non mentirmi" si avvicina e mi preme un panno sopra la bocca e il naso. Urlo, mordo, mi dimeno per cercare di liberarmi ma nulla. Ha la meglio su di me.
Lascio che quel ragazzo dagli occhi verdi, facccia di me quel che vuole mentre i miei occhi piano piano si chiudono.


Pov. Zayn
Quando arrivo a casa, sono leggermente ubriaco. Accanto a me, una rossa prosperosa attende impazientemente di arrivare.
Scendo dalla macchina e due pattuglie della polizia stazionano davanti a casa.
Che cosa..?
Cerco di ragionare, anche se la mia mente è annebbiata dall'alcool
Giorgia! Giorgia era a casa da sola! Cristo, no no no!
"Che succede?" chiedo a Giulia. È in lacrime tra le braccia di Filippo

"Giorgia. Non è casa. L'abbiamo chiamata un sacco di volte e non risponde. Il suo motorino è qui" risponde Filippo

"Cosa? Non può essere" balbetto. Provo a chiamarla. 
Tre, cinque, dieci volte. Nulla non risponde.
Dove diavolo è? Perché non risponde? 
Il panico si impossessa di me: era a casa da sola, se il motorino è qui e i suoi amici sono ancora al mare significa che.. qualcuno l'ha rapita.
Non può essersi allontanata da sola a piedi.
No, no. Non può essere. La ragazza che amo è chissà dove con chissà chi, e io sono qui e non so che cazzo fare.
Mi sento così fottutamente impotente, così inutile mentre non so nemmeno che cazzo le stiano facendo.
Entro i casa e mi lascio cadere per terra, con il viso tra le mani. E piango.
Non piango da.. da quando successe tutto, circa tre anni fa.
È tutto così irreale. Se io fossi rimasto qui, lei ora ci sarebbe, magari avremmo anche già risolto e magari staremmo guardando un di quei film stappalacrime che le piacciono tanto.
Piango, perché la paura di perderla si impossessa di me. 
La rossa si avvicina a me, ma la liquido con un gesto delle braccia, indicandole il portafoglio per prendersi i soldi per il taxi.
Salgo in camera e comincio a rompere tutto ciò che mi capita sotto mano: una lampada, un bicchiere, uno specchio. Riesco a rompere un'anta dell'armadio tirandole un calcio.
Mi fermo a fissare l'acchiappa sogni che mi ha regalato, e comincio a piangere di nuovo.
Mi lascio andare sul letto, continuando a piangere.


*SSSBAAAAM*

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Capitolo 28
*** Capitolo Ventotto ***


Mi sveglio, anzi mi alzo dal letto, dopo una notte in bianco. 
Soliti incubi, solo che adesso sono peggiori: le scappa da me, e mentre corre via, un uomo incappucciato la porta via.
Lei urla disperata il mio nome, ma io non riesco a raggiungerli. Rabbrividisco ogni volta che mi torna in mente quell'incubo. Sento dei conati di vomito, e come se il mio cuore si fermasse.
Ma forse ha smesso di battere, ieri sera, quando ho scoperto che la ragazza che amo è stata rapita.
Mi sembra di essere un fantasma, senza vita.
Scendo in cucina: nessuno di noi ha dormito stanotte. Abbiamo tutti gli occhi cerchiati di nero, e le labbra tremanti.
Fantastico, ed io oggi dovrei affrontare Niall? 
| Di al tuo rocky che oggi non posso venire. Giorgia è sparita | mando un messaggio a Mirta
| Che significa sparita?! |
|Cosa significa sparita secondo te? Qualcuno l'ha portata via, o meno probabile se n'è andata da sola | non avevo mai preso seriamente in cosiderazione il fatto che potesse essersene andata, ma non è totalmente da escludere: l'ho trattata malissimo è questo potrebbe averla incentivata ad andare via. Tra le due possibili opzioni, spero davvero che si sia allontanata volontariamente da casa.
| Oh Zayn, mi dispiace. Tutto okay? |
| Secondo te? | mi dispiace risponderle così, ma non posso preoccuparmi anche di essere gentile nei suoi confronti
| Devo venire? |
| No, ci manca solo il tuo mastino che viene a rompermi i coglioni. Va bene così, avvisalo solo |
Ignoro tutte le notifiche sul telefono che non abbiano il nome 'Giorgia ' .
Faccio più volte mente locale, per capire cosa possa essere successo.
Chi può essere entrato in casa? Che cosa sperava di trovare?
Ci metto la mano sul fuoco che tutto questo ha a che fare con me, che la persona che è entrata in casa nostra è una persona che conosco.
Louis? Harry? O Liam? Niall non può essere stato, davvero. Farebbe tutto, ma non questo.
Prendo le chiavi di casa, per andare da Louis.
Nessuno si accorge della mia assenza, quindi esco industurbato.
Nell mia mente passano a rallentatore mille modi per uccidere il figlio di puttana che l'ha rapita, ma nessuno sembra abbastanza doloroso.
"Dove cazzo è?" esclamo a Louis quando entro in casa sua

"Chi?" si è appena sparato un pera. È così tranquillo, e rilassato con quel cazzo di sorriso da coglione su quella dannata faccia da culo

"Giorgia. L'hai vista ultimamente?"

"Ancora dietro a quella? Amico e lasciala stare. È una bambina" ride

"Ti ho chiesto se l'hai vista, cazzo. L'hai vista?" sono sull'orlo di una crisi, e tutti questi anni di gestione della rabbia stanno per andare a puttane.

"Calmo calmo. No non l'ho vista" risponde semplicemente. Comincio a girare per il suo sudicio appartamento, per trovare almeno una traccia di lei "Non è qui! Per quale motivo dovrebbe essere qui?" ride
Dio, questo ormai è completamente rincoglionito, per quale motivo dovrebbe rapirla?
Esco di casa e il telefono vibra nella mia tasca.
Un'e-mail è arrivata da un indirizzo sconosciuto: allegato un video
'Io lo guaderei fossi in te '  l'unica frase in tutta l'e-mail.
Guardo il titolo 'Amore mio ' .
Che diavolo è? Il cuore mi batte nel petto, e non trovo il coraggio di aprire questo video. Cosa mostrerà?
Lo apro: degli ansimi smozzati escono dal telefono. È sdraiata su un letto, completamente nuda, mentre Harry infierisce sul suo corpo, entrando in lei violentemente.
Lui spinge, e giuro che posso sentire la nausea aumentare ad ogni sua spinta.
Piange, singhiozza. Ha la braccia pigate sul petto, per coprirsi.
Harry continua ad antrare in lei, facendole male. Le bacia il collo, le labbra, il petto. Mette le sue dannate mani ovunque possa, e posso sentire ad ogni suo tocco una parte di me scoparire, rimpiazzata da un dolore lancinante. 
Le stringe il seno, Giorgia cerca di trattenere il pianto.
Quando finalmente ha finito di accanirsi su di lei, si volta verso la telecamera
"Forza vieni a prenderla, è tutta tua" ghigna.
Non posso crederci. Guardo Giorgia dietro di lui, comprisi con le lenzuola, mentre piccole lacrime rigano il suo viso.
Lo schermo del telefono si bagna: comincio a piangere.
Non posso credere che si sia spinto fino a questo punto, che si sia spinto a violentarla, per vendicarsi di me.
Tiro un pugno al finestrino, mandandolo in frantumi: piccole scheggie di vetro si infilano nella mano, ma non sento dolore.
La testa inizia a girarmi, tutto intorno a me giro vorticosamente. Un enorme buco nero si è aperto dentro di me, e come se stessi scomparendo. 
No, non ora. Devo portarla via da lì.
Metto in moto, e vado verso casa di Harry. I modi per ucciderlo aumentano vorticosamente, e sembra che non smettano di aumentare.
Quando arrivo sotto casa di Harry, una scarica di adrenalina invade il mio corpo: posso sentirla scorrere nelle vene. Le braccia cominciano a tremare.
Salgo e butto giù la porta. Harry è seduto sul divano, mentre passa una tazza a Giorgia. Lei è immobile, rannicchiata sulla sedia, gli occhi rossi e gonfi
"Mi stai prendendo per il culo?" Urlo vedendo la scena

"Buongiorno Malik" mi sorride. Non ci vedo più.
Mi butto su Harry, riempiendo la sua faccia di pugni, mentre cerca di liberarsi dalla mia presa. E una volta ci riesce, salendo sopra di me e tirandomi un pugno.
Con una mano gli prendo il collo, con l'altra picchio il suo volto, rivoltando la situazione.
Poco dopo smette di reagire: ha un respiro lento, il sange scorre sul suo viso e ha gli occhi semi chiusi
Mi alzo da sopra lui, gli sputo addosso prima di tirargli un calcio.
Una ragazza lo raggiunge piangendo: è la ragazza che mi sono portato a casa la sera dopo la corsa
"Finirai in carcere" urla

"Io?" rido "Lui finirà in una merda di carcere. C'è un video che testimonia ciò che ha fatto!" urlo, mettendo un braccio intorno alla ragazzina tremante

"Ci finirai anche tu" sussurra Harry mentre tossisce

"Ti denuncerò per avermi violentata" la ragazza mi sorride. Ma che cazzo?

"Sei tu che sei venuta a cercarmi" dico a dentri stretti

"Ma la polizia non lo sa" ghigna leggermente Harry "E poi, beh, direi che hanno le prove necessarie affinchè ti mandino in cella per tentano omicidio" ride

"Zayn andiamo" la voce rotta di Giorgia mi fa tornare alla realtà.
Lascio la coppia per prendere Giorgia in braccio e portarla via da quest'inferno.
Come è possibile che siano riusciti a fregarmi anche loro? Che cazzo è successo?
"Non voglio che tu finisca in carcere" sussurra Giorgia, avvolta nella mia felpa

"Non lascierò che quel pezzo di merda, rimanga libero. Ho il video che lo incastra. Non me ne fotte un cazzo se finirò in galera. È l'ultimo dei miei problemi"

"Ti prego" mi supplica

"Devi allontanarti da me, da tutta la merda che mi circonda. Questo è il mio mondo Giorgia: drogati, sesso, violenza. Non è il mondo per te, per una ragazzina di sedici anni"

"Non voglio allontanarmi da te" la sua voce è tremante

"Ma devi. Devi perché da quando sono entrato nella tua vita, tutto è precipitato. Hai già rischiato troppo, mi sarei dovuto allontanare prima. Prima che mi ci ritrovassi dentro fino al collo"

"Che vuol dire?"

"Che sono innamorato di te. Ti amo Giorgia. E proprio perché ti amo devo allontanarmi"

"Ti amo anche io" freno di colpa al semaforo

"Cosa?" mi volto di colpo. Fisso i suoi occhi gonfi e rossi

"Sì, ti amo. Sei un coglione pompato, insolente, maleducato, irritante, ma cazzo, sei una botta di vita. Una scarica di adrenalina, l'energia e la forza che mi permette di andare avanti" 

"La mia energia, prima o poi ti travolgerà. Questo è il mio presente, Giorgia. Ho degli spettri che mi porto dietro da anni. Quegli spettri mi perseguitano, non voglio che perseguitino anche te. Ciò che ho fatto non si può cancellare e non voglio che ti succeda quello che è successo a lei" stringo il volante

"Non m'importa! Non m'importa, davvero. Non voglio sapere nulla sul tuo passato se non vuoi parlarmene. Resterò, nel buio. Ma questo buio lo voglio attraversare con te" mi mette una mano sulla coscia

"Non posso. Non sono in ragazzo che fa per te, Giorgia. Sono un mostro, e ti sto trascinando lentamente in una spirale, che ti porterà a fondo. Tu non sai cosa sono capace di fare" guardo fuori dal finestrino

"No e non m'importa. Amo te, Zayn. Amo questo Zayn, come potrei benissimo amare lo Zayn del passato, quello che tu vuoi tanto dimenticare" mi passa una mano sul viso

"Non lo diresti se sapessi la verità" riparto, e nella macchina, piomba il silenzio.


Pov. Giorgia
Sento dolore. Ma non dolore per ciò che mi ha fatto Harry: sento un dolore fortissimo al petto, proprio dentro al cuore.
Zayn vuole allontanarsi proprio ora che finalmente siamo riusciti a rivelarci tutto ciò che proviamo l'uno per l'altro.
Sì, sono innamorata di questo ragazzo: il modo in cui mi parla, in cui mi prende in giro e il modo in cui diventa così prottetivo nei miei confronti mi manda fuori di testa.
Da quando è arrivato in casa mia, ho viaggiato su una montagna russa di emozioni, e non mi sono mai fermata. Anche ora, mi sto muovendo, in discesa verso il basso.
Sono già dentro alla spirale di cui mi parlava Zayn, e sto precipitando.
So che posso rilasalire solamente se Zayn mi tende la mano. Ma so che non lo farà.
"Dove stiamo andando?" chiedo guardandomi attorno

"All'ospedale"

"No! No, ti prego. Sto bene, davvero" cerco di persuaderlo

"Devi farti vedere. Chiamo tua cugina"

"Ti butterà fuori di casa" le lacrime invadono i miei occhi

"È la cosa migliore che può fare"
Le sue parole mi traffiggono. Mi rannicchio sul sedile, avvolta nella sua felpa: ispiro e un forte misto tra fumo e il suo profumo preferito mi invade la narici. 
Assaporo più che posso quel misto di profumi che mi manda in estasi, perché non so quando di nuovo lo sentirò.
Quando arriviamo davanti all'ospedale, Giulia mi corre incontro piangendo.
Affondo nel suo abbraccio, mentre le sue lacrime bagnano i miei capelli. Sprofondo ancora di più quando Fillippo mi abbraccia, anche lui piangendo.
Entriamo tutti insieme, e ci andiamo a sedere nella sala d'attesa
"Che è successo?" Giulia è ancora in lacrime

"Ero a casa da sola. Ho sentito dei passi nel corridoio e pensavo foste voi. Quando ho aperto, mi sono trovata davanti un ragazzo"

"Harry, un mio conoscente" aggiunge Zayn.
Che cazzo fa? Si scava la fossa da solo?

"Mi ha messo un panno sul viso. Ho perso conoscenza e mi sono trovata a casa sua"

"Che ti ha fatto?" aggiunge Filippo: le sue mani sono chiuse in un pugno, lungo i lati

"Non mi ha fatto del male"

"Non ti ha fatto del male?" ride Zayn "L'ha violentata, si è filmato e mi ha mandato il video" agita le braccia davanti a lui

"Cosa?" Giulia sbianca, e penso che se non ci fosse stato Filippo a sostenerla, sarebbe crollata a terra

"Sto bene" mi limito a dire

"Non puoi minimizzare questa cosa, come se fosse una cosa normale. Vado a sistemare le mie cose"

"Ti voglio fuori da casa mia entro domani" dice a denti stretti Giulia
Non parlo, non ne ho la forza: osservo Zayn allontanarsi, verso l'uscita. L'amore della mia vita, se ne sta andando e io sono qui, seduta su una cazzo di sedia, di un cazzo di ospedale quando non un cazzo che non va.
Giulia si siede accanto a me, appoggiandomi in braccio sulla spalla.
Mi consola, dicendo che lo sta facendo per me. Come se lei sapesse che cazzo è meglio per me.
Non più la forza per combattere o per parlare, mi limito a piangere, buttando fuori l'oceano di dolore che ho dentro.

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Capitolo 29
*** Capitolo Ventinove ***


Il miei tacchi rimbombano nell'enorme aula, mentre raggiungo il mio posto.
Mi hanno chiamata a testimoniare contro Harry. 
La sala è piena di persone, e proprio davanti a me, vedo Zayn. è seduto, la testa rivolta verso il basso mentre ascolta la mie parole.
Lo fisso tutto il tempo, mentre racconto al giudice, avvocati, ciò che quel mostro mi ha fatto.
"L'imputato è condannato a dieci anni per stupro e violenza su minore, più rapimento di minore. Così è deciso, l'udienza è tolta" il rumore del martello che batte sul bancone rimbomba nella mia testa.
È passata una settimana da quando Zayn se n'è andato. E oggi l'ho rivisto per la prima volta: era bellissimo.
Indossava una camicia nera, dei jeans neri, e degli anfibi. Anche questi neri.
Nonostante fosse il suo solito stile, sembrava elegante quanto gli avvocati in giacca a cravatta che sedevano affianco a me, o a Harry.
Ho visto anche lui. I lividi lasciati dai pugni di Zayn, ormai non ci sono quasi più.
Il suo sorriso. Quello storto, malvagio, c'è sempre. 
Anche quando annunciano la pena, non perde quel dannato sorriso.
Lo ammanettano e lo portano via, ma prima di lasciare la stanza, sputa ai piedi di Zayn.
Sembra così assente, a malapena si accorge del gesto.
Lascia la stanza, ma prima di superare la porta, si volta a guardarmi: una strana sensazione di diffonde nel mio corpo, e riesco a stento a trattenere le lacrime.
Giulia mi stringe a sè, aiutando le piccole goccie salate a lasciare i miei occhi.
Usciamo fuori, mentre Filippo mi posa un braccio intorno alla vita.
Uscendo dal parcheggio, passiamo accanto al fuoristrada di Zayn: lui ci è appoggiato, mentre fuma una sigaretta. Gli occhi fissi, persi nel vuoto.
Ho sentito parlare Giulia parlare con Filippo: Zayn verrà processato venerdì. Dopo domani.
Quella ragazza è ancora intenzionata a sostere che lui l'ha violentata ma a lui non importa.
Ho visto il suo sguardo, era spento, perso. Gli occhi cerchiati di nero, a causa della mancanza di sonno.
Come fara quando sarà in carcere? No, non può andarci, non lui che è innocente.
Vorrei scappare da qui: scappare da tutto e da tutti e portalo via con me.
Da questa casa, che tra le sue mura mi butta addosso tutti i ricordi delle colazioni in cucina, o dei pomeriggi in salotto a guadare la tv con lui.
Da mia cugina, che non fa altro che ripetermi che sta facendo tutto questo solo per proteggermi.
Lei non lo sa, ma non mi sta proteggendo, anzi sta aiutando la mia distuzione, giorno dopo giorno.
Pezzetto dopo pezzetto.
Non mi sono mai sentita così. Così vuota, così sola.
Mi chiudo in camera mia, accendo lo stereo in un invano tentativo di distrarmi.
Prendo il computer, e cerco su internet 'One Direction ' . 
Vado nella sezione video e clicco il primo che trovo: è sato caricato dal sito della scuola e ritrae i cinque ragazzi in quello che sembra un teatro. Sono solo.. sono felici
Sono seduti su una serie di sgabelli, mentre cantano una canzoni dai toni lenti. Niall accompagna la voce dei ragazzi con la chitarra e ogni tanto, canta anche lui.
Rimango incantata da Zayn: la sua voce, i suoi acuti, e dal modo in cui cambiano in base alle note della canzone.
Mi dispiace non averla mai sentita dal vivo, perché sono sicura che a distanza di quattro anni, sia ancora più bella.
Mi lascio rapire dalle loro canzoni, mentre le mie guance vengono bagnate da un mare di lacrime.


Pov. Zayn
È passata solo una settimana, ma dio, sembra passata un'eternità.
Quando l'ho vista entrare in aula, per poco non mi prendeva un colpo: aveva un gonna nera che le fasciava il fisico perfetto, una maglia viola che lasciava scoperte le spalle e la parte sopra al suo seno. Le scarpe nere con un tacco non troppo alto, completavano l'abbigliamento, facendola sembrare una piccola donna.
Ho fatto appello a tutta la mia forza di volontà per non andare da lei a coprirle le gambe con la felpa. La gonna era davvero corta, anche fin troppo, arrivando solo a metà coscia.
So bene che non dovrei pensare a questo ora, ma è più forte di me.
Si è seduta, e mi ha lanciato uno sguardo. Mi sono girato dall'altra parte: non ero in grado di sostenere il suo sguardo.
Dieci anni, il minimo della pena. Dovrebbe beccarsi l'ergastolo quel figlio di puttana, invece solo dieci fottuti anni.
Ma meglio di niente.
Lo hanno ammanettato, e portato via. Quando mi ha sputato sui piedi, per poco non gli rompevo ciò che rimaneva della sua faccia, ma diciamo che la reazione degli agenti ha compensato ciò che non ho fatto io.
Sono uscito dall'aula prima di incontrarla, girandomi però per guardarla un'ultima volta. Ho incontrato il suo sgurado, distrutto quanto il mio. 
Non l'ho retto. 
Sono uscito e mi sono fumato una sigaretta appoggiato alla macchina.
Il nuovo appartamente è carino: ha una camera da letto, un bagno, uno studio, e un salotto open space diviso dalla cucina solo per un piccolo muretto.
Più volte mi sono immaginato qui, con Giorgia a guardare quegli orribili film che piacciono a lei.
Ora che ci penso, mi piacerebbe vivere in uno di quegli orribili film, dove sembra che tutto vada male, ma poi tutti vivono felici e contenti.
Qui va tutto male e basta. La situazione non fa altro che peggiorare.
Non dormo più ormai. Passo le notti ad analizzare nella mia mente i fotogrammi del video che mi ha mandato Harry.
È spaventoso.
Neanche il sesso mi attira più. Dopo le immagini che ho visto, provo ribrezzo verso una qualsiasi rapporto, con qualsiasi ragazza.
Penso di essere arrivato al fondo della spirale, da cui non riesco più a risalire. È terribile essere sul fondo: vedi la luce, ma non puoi raggiungerla.
La mia luce è Giorgia, ma non posso raggiungerla, perché se lo dovessi fare, la danneggerei, rendendola più fioca e debole.
Aveva ragione quando diceva che c'era qualcosa di strano in me, quando pregava sua cugina affinchè mi mandasse via.
Se l'avesse fatto prima, le cose sarebbero totalmente diverse.
Se l'avesse fatto, io non mi sarei innamorato di lei, e lei non si sarebbe innamorata di me.
Se solo l'avesse fatto..
Ma che vita vuota avrei avuto? Avrei cotinuato a scoparmi ragazze diverse, senza capire minimamente cosa fosse l'amore.
Se solo io fossi stato diverso..
Mi abbandono sul divano, lasciandomi schiacchiare dal peso delle persone orribile che sono.

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Capitolo 30
*** Capitolo Trenta ***


Pov. Giorgia
I miei amici non sanno nulla di quello che è successo con Harry, e non voglio che lo sappiano.
La loro reazione mi preoccupa, e ho paura che possano fare qualcosa di dannatamente sbagliato.
Quindi li tengo volontariamente fuori da quest'assurda situazione.
L'unica cosa che m'importa ora, è trovare un modo per arrivare al processo di Zayn.
"Voglio andare al processo domani" Filippo mi guarda, è silenzio mentre parlo con Giulia

"No, non ci andrai" aggiunge duramente

"Giulia, forse è l'ultima occasione che ho per vederlo fuori dalla prigione!" urlo

"Giulia forse dovresti.."

"No Fil! Non dalla sua parte! Come puoi dire di mandarla da lui?" mia cugina è innorridita

"Lui non c'entra con la storia di Harry!" aggiungo

"Ah certo. Harry l'ha fatto per vendicarsi di lui, ma Davide non c'entra nulla" sbotta

"Giulia è importantissimo per me"

"Se lui fosse stato a casa quella sera, a quest'ora tutto questo non sarebbe successo" aggiunge

"Nemmeno voi eravati qui! Che ragionamento è?" non riesco più a trattenere le lacrime che scivolano via dai miei occhi

"È solo un'amore adolescenziale. Passerà"

"Passerà un cazzo, Giulia! A te è passato per Filippo? Quando vi siete innamorati avevate la mia età!" urlo senza controllo. Lei rimane in silezio

"Sono innamorata di Davide, davvero. Lo amo, con tutta me stessa. Sai quanto mi costi ammettere queste cose davanti a te, ma lo sto facendo. Ho bisogno di vederlo, davvero"

"Lo ami così tanto?" Giulia inizia a sciogliersi

"Da morire" sussurro.

"Solo al processo. Dopo questo, niente più rapporti con lui" un piccolo sorriso mi spunta sul volto.
Mi asciugo le lacrime e mimo con le labbra un grazie verso Giulia.
Ci sediamo a tavola: il suo posto è vuoto, esattamente davanti a me. È vuoto, proprio come lo sono io.
Chissà se anche lui si sente così. Ha detto di essere innamorato di me.
È la prima volta che ragiono davvero su ciò che mi ha detto quel giorno: vuole allontanarsi da me, per proteggermi. Ma non capisce che così mi distrugge?
'Sono un mostro 
Oh Zayn, cosa dici? Perché un mostro? Sono disposta a rimanere all'oscuro di tutto, ad andare avanti insieme a te, se solo me lo permettessi.
Non m'importa sapere del tuo passato, davvero. Lo dimenticheremo.
Insieme.
Stringo la forchetta tra la mani, mentre ripenso a tutto ciò che è uscito dalla sua bocca
'Questo è il mio mondo Giorgia: drogati, sesso, violenza '
No, è il tuo ex mondo. Puoi crearne uno migliore, uno più bello.
Con me.
'Quegli spettri mi perseguitano, non voglio che perseguitino anche te '
Uccidiamoli. Uccidiamoli insieme. Facciamo sì che quegli spettri si trasformino in bolle di sapone, che possiamo scoppiare sotto il nostro tocco.
Ma lui non vuole tutto questo.
Vuole solo affogare in ciò che è stato, facendosi trascinare.
Oh Zayn, se mai volessi risalire, chiamami e tenderò la mia mano, pronta a portarti in superficie.
Pronta a farti vivere ancora.


Pov. Zayn
Il buco che ho nel petto continua ad ingrandirsi ma invece di farmi diventare più leggero, mi appesantisce.
Mi manca terribilmente, ma so che standole lontano vivrà molto meglio.
Non sono cambiato, sono sempre il ragazzo violento che ero quattro anni fa. Come farebbe lei, così fragile e piccolina, a reggere ciò che sono?
La schiaccerei sotto il peso dei miei spettri, e della persona orribile che sono.
Se dovessimo fare un confronto, lei è una farfalla destinata a volare mentre io un serpente destinato a strisciare.
Domani ci sarà il mio processo: processato per stupro.
Ma dio, come si fa credere in una puttanata del genere? Vero, con una fedina penale come la mia, è facile abboccare a questa stronzata.
Ma lei è venuta a cercarmi, non io. Non sapevo fosse la ragazza di Harry, non l'avrei toccata, se l'avessi saputo.
O forse sì ?
Ora capisco il suo sguardo in fiamme prima della partenza. Tutto ha senso ora.
Ma perché invece di violentare Giorgia, non ha ucciso me, per esempio? Sarebbe stato meno doloroso da sopportare.
Mi sbatteranno dentro, avvantaggiato dalla mia perfetta fedina penale.
Che merda. Non posso avere la ragazza che amo, e ora finirò in carcere per una cosa che non ho fatto.
Il mondo, a volte, può essere davvero un puttanaio. 
Gli unici ricordi belli che ho, sono quelli con lei: i giri i moti, con le sua braccia intorno a me. Quando mi è saltata addosso abbracciandomi, e mi ha quasi baciato. 
Stringo l'acchiappasogni tra le mani, cercando di trattenere le lacrime.

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Capitolo 31
*** Capitolo Trentuno ***


Pov. Giorgia
Sono seduta in aula. 
Continuo ad ascoltare le stronzate di quella ragazza. So perfettamente che Zayn non l'ha stuprata, perché avevo già capito che c'era un interesse da parte di lei: più volte l'ho beccata a fissarlo mentre si preparava sulla linea di partenza.
Forse si è anche avvicinata una volta, ma lui l'ha respinta, raggiungendomi.
La osservo mentre inventa cazzate su cazzate per buttare merda addosso a Zayn, e questo non fa altro che aumentare l'odio che provo verso di lei: è così ingiusto. Così ingiusto che finisca in carcere per qualcosa che sicuramente non ha fatto.
Serro i pugni lungo i fianchi, mentre Giulia mi appoggia una mano sulla spalla: sembra che anche lei non sia convinta di ciò che la ragazza sta testimoniando, anche se so che non lo ammetterebbe mai.
"Condanno l'imputato a cinque anni di reclusione per stupro. Così è deciso, l'udienza è tolta"
Il giudice sbatte il martello sul bancone.
Cinque anni. Cinque anni in carcere. Non ci posso credere.
Scoppio a piangere, abbracciando Giulia.
Due guardie ammannettano Zayn e lo portano via.
Incrocio per un momento il suo sguardo, pieno di dolore. Corro verso di lui nel tentativo di abbracciarlo
"Ferma signorina" un agente mi blocca dalle braccia

"Vi prego, lasciatelo! È innocente!" urlo dimenandomi

"Signorina, la prego" adesso gli agenti sono due: uno mi tiene da un braccio, e l'altro grosso uomo dall'altro. Mi immobilizzano, allontanandomi da Zayn

"Lasciatela stare!" urla Zayn.
Cazzo.
Mi blocco immediatamente, per evitare di scatenare una reazione in Zayn che potrebbe peggiorare la sua situazione. Le guardie continuano a tenermi per le braccia, mentre lui esce dalla stanza, voltandosi a guardarmi prima di uscire definitavamente.
Giulia mi raggiunge, abbracciandomi nuovamente, e per l'ennesima volta, scoppio a piangere tra le sua braccia: cinque anni, chiuso in una merda di prigione.
Come faccio io? Come faccio senza vederlo? Non ce la posso fare.
È tutto così fottutamente ingiusto.
Guardo la ragazza, lasciare la stanza e per un momento penso di saltarle addosso per strapparle ogni singolo capello che ha in testa. Uno alla volta. 
E spaccare la sua testa di cazzo su questo dannato pavimento finchè non ammette che è tutta una fottuta cazzata.
Mi passa davanti, dedicandomi uno sguardo: appena incontra il mio pieno di dolore e di rabbia, sposta il suo sguardo davanti a sè.
Vorrei davvero uccidere quella ragazza, ma se dovessi farlo, non potrebbe smentire tutto quello che ha detto.
Quindi riservo il piano omicida a quando avrà detto tutta la verità.


Pov. Zayn
Sarò rinchiuso in un carcere, di nuovo.
Mi becco cinque anni per una cosa che non ho fatto. Nei cinque anni che verranno mi perderò la crecita di Giorgia: mi ero ripromesso di starle accanto, aiutarla a crescere e protteggerla da tutto ma beh, non sono riuscito, e non riuscirò a fare nessuna di queste cose.
Mi perderò ogni singolo cambiamento in lei: i tratti del suo viso, il suo fisico, la voce, la risata. Tutto.
Perché devo stare rinchiuso qui.
Quando l'ho vista prima di uscire dall'aula, piangeva. Piangeva per me.
Avrei voluto abbracciarla, e sussurarle che andava tutto bene, anche se non era così.
Mi è corsa incontro, e se non avessi avuto quelle cazzo di manette ai miei polsi, l'avresi stretta forte tra le mie braccia per un'ultima volta.
Quando quell'agente le ha messo le mani addosso, giuro che stavo per dare di matto. Come si è permesso di metterle le mani addosso? È solo una cazzo di ragazzina.
E come se non bastasse, se n'è aggiunto un altro.
Due fottuti sbirri del cazzo con le mani addosso a lei.
Ma quando me ne sono andato, portato via dagli agenti, lei piangeva stretta a Giulia.
Sono seduto su quello che chiamano letto, mentre fisso il soffitto. Qui è tutto così piccolo, e buio.
Di fronte a me, un'altra cella: c'è un ragazzo più o meno della mia età. Non gli ho ancora rivolto la parola, nonostante i suoi tentativi di intraprendere una conversazione. 
Sembra un persona apposto, e questo mi porta a pensare per quale motivo sia riunchiuso qui.
Ma sinceramente è l'ultimo dei miei problemi, ora.
Il mio avvocato sta lavorando per farmi uscire da qui, ma quella zoccola aveva dei buoni avvocati che sono riusciti ad abbindolarsi il giudice.
Cerco di dormire, ma il viso rigato dalle lacrime di Giorgia, mi compare ogni volta che chiudo gli occhi.
Piccole lacrime scorrono ai lati del mio viso, mentre lentamente mi addormento.

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Capitolo 32
*** Capitolo Trentadue ***


Pov. Giorgia
Sono due giorni ormai che non mangio più. Il mio stomaco si è chiuso, e non riesco a farci entrare nulla.
Non ho intenzione di mettermi a fare la povera ragazza che soffre per amore davanti a mia cugina, quindi mi limito a chiudermi in camera ad ascoltare le canzoni di Zayn e il suo gruppo.
Mi lascio rapire dai video caricati su internet: sono sempre nel solito teatro, e sono così piccoli e.. innocenti .
Gli sguardi da bambini, mentre si sorridono orgogliosi per quello che stavano diventando.
Non riesco davvero a capire cosa li abbia portati a essere ciò che sono ora. Sembra davvero assurdo che quei ragazzi acqua e sapone si siano trasformati in ragazzi di strada. Droga sesso e violenza, compresi.
Il mio sguardo si fissa su Zayn, un piccolo ragazzo dai corti capelli neri, si muove incerto sul palco e noto quache difficoltà nel seguire gli altri nei brevi passi di danza. Ridacchio un po' quando alza gli occhi al cielo e sbuffa perché non riesce a stare al passo con gli altri.
"Giorgia, amore mio!" una voce mi fa sussulatre. Mia madre? Cazzo, no.
Mi madre viene verso di me, con le braccia aperte. Chiudo velocemente il computer e la fisso

"Mamma? Che ci fai qui?"

"Tua cugina mi ha detto cos'è successo" ha gli occhi lucidi. No, per quale motivo l'ha fatto? Per quale, dannato, fottuto motivo del cazzo l'ha fatto?

"Te l'ha detto davvero?"

"Sì" mi abbraccia "Come stai?"

"Sono viva non vedi? Sto bene" sorrido leggermente

"Sono felice che quello stronzo si sia beccato la pena che merita. E che il suo amico dai capelli neri sia con lui là dentro" cosa?

"Cosa?" chiedo

"Sì, il tuo coinquilino. Hanno fatto bene ad arrestarlo, almeno starà lontano da te" un'ondata di rabbia mi travolge: ma che cazzo ne sa lei? Dov'è stata in questi mesi? Come può dire cos'è meglio per me?

"Ma tu che ne sai mamma, eh? Che ne sai di cosa è meglio per me? Dove sei stata in questi mesi in cui mi sono trasferita qui? Tu non sai cosa c'è dietro a questa storia, quindi lascia stare Davide" dico a dentri stretti, cercando di trattenere le lacrime

"Bimba mia, lo so che non sono stata una mamma perfetta in questo ultimo periodo, ma devi stare lontana da persona come lui: sono pericolose"

"Non sai niente!" urlo "Ti prego, basta assillarmi con questa storia. Le vostre parole non faranno cambiare un cazzo. Mamma sono innamorata di lui, e tutto ciò che è successo non mi farà cambiare idea. Okay?" sbotto

"Cosa ne sai tu d'amore?" mi accarezza dolcemente la guancia

"Non so nulla, ma l'unica cosa che so è che Davide è tutto per me. L'unica cosa che voglio, è l'unica persona per cui farei di tutto. Mamma basta, vattene. Non voglio più parlare con te" la caccio

"Passerà, amore. È solo una cotta adolescenziale" cerca di convincermi dalla porta

"No, cazzo! Non passerà!" sbatto la porta. 
Perché tutti pensano che passerà? Perché sono solo una ragazzina?
Sono davvero innamorata di lui, ma nessuno sembra capirlo. Sono tutti talmente accecati dal fatto di volermi proteggere, che non capiscono che mi stanno distruggendo, giorno dopo giorno.
Non so per quanto ancora resisterò al dolore che sto sopportando.


Pov. Zayn
"La colazione" una guardia mi passa un vassoio da sotto le sbarre. Lo osservo: dentro un piatto, con  qualche strana pientanza, e delle posate affianco

"Solo a guardarla, ti fa passare la fame, eh?" ride il ragazzo davanti a me

"Già" aggiungo

"Piacere, Detroit" sorride

"Detroit? Ti chiami come una città?" rido leggermente

"Scelta dei miei" alza le spalle

"Poverino" aggiungo. Lui si mette a ridere 

"Dopo qualche tempo ci farai l'abitudine a questo cibo"

"Tu da quanto sei dentro?" chiedo, portandomi una forchettata di 'cibo' alla bocca

"Sei mesi" sbarro gli occhi: ho già passato sei mesi in carcere, e so cosa si prova.

"Cristo, sei mesi? Quanto devi farti?"

"Due anni" sorride "Per cosa sei dentro?"

" Stupro. Te?" la sua espressione cambia visibilmente "No ehi amico aspetta. Io non ho stuprato nessuno: una ragazza mi ha incastrato, dicendo che l'ho violentata quando lei è venuta volontariamente da me"

"Certo" aggiunge fissanndo da un'altra parte

"Pensala come vuoi, io sto dicendo la verità. Tutto è nato da una bordello con un mio conoscente" gli racconto tutto ciò che è successo, citando ciò che Harry ha fatto a Giorgia

"Dev'essere stato terribile" mi fissa con compassione

"Vedere quel video mi ha distrutto. Sapere che tutto quello che lui le ha fatto, è stato a causa mia, mi fa sentire una merda. Volevo protteggerla, e invece.." mi fermo prima di scoppiare a piangere: non voglio passare per una cazzo di femminuccia.

"Mi dispiace" aggiunge guardando in basso. Cambio discorso

"Tu perché sei dentro? Non hai la faccia da cattivo ragazzo" rido un po'

"Spacciavo droga. Sono entrato in un brutto giro. Gli ultimi tre anni sono stati un vero casino per me" aggiunge

"Facevo uso di droghe in passato. Con tutto ciò che è seguito a quella parte della mia vita, ho toccato il fondo" 
Il ragazzo non aggiunge nulla, continua a guardarmi mentre mangio quello schifo di roba che qui dentro chiamano cibo: cazzo, siamo esseri umani anche noi. Non ci schiferebbe del cazzo di cibo normale
Sposto il vassoio sotto le sbarre, in modo che possano passarlo a prendere.
Mi sdraio sul letto, e fisso il soffitto: mi metto a contare tutte le crepe, e mi sembra quasi che il soffitto possa cadermi addosso da un momento all'altro.
Questa cella è davvero uno schifo, ma è già tanto che intorno al cesso ci siano delle mura di legno.
Ricordano tanto i cessi dei centri commerciali. Che gran lusso .
Conto le crepe nel soffitto, mentre aspetto che la mia pena venga scontata.

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Capitolo 33
*** Capitolo Trentatré ***


Pov. Giorgia
Giulia per fortuna non è in casa, quindi decido di sgattaiolare fuori, per raggiungere Zayn in carcere.
"Dove credi di andare?" Filippo mi richiama dal salotto.
Cazzo mi sono completamente dimenticata di lui 

"Io, ehm, stavo andando.."

"Giorgia, non mi sembra il caso che tu vada lì"

"Filippo, è importante per me. Pensa: se Giulia fosse in carcere, non vorresti andare a trovarla?" uso l'unica cosa che potrebbe aiutarmi

"Questo mi creerà problemi con tua cugina, lo sai" sembra cambattuto su cosa fare

"Non lo verrà a sapere. Nel caso ci chiamasse, mentiremo" lo supplico

"Un incontro veloce" gli salto al collo abbracciandolo

"Grazie, grazie, grazie!" gli bacio la guancia mentre i miei occhi si inumidiscono.
Usciamo di casa, e saliamo in macchina. Non posso credere che Filippo mi stia portando veramente da lui.
Sento il cuore battermi a mille, anche se so che non potrò toccarlo o baciarlo.
Giuro che troverò un modo per farlo uscire da lì prima che sconti interamente la sua pena: lui è innocente quindi non sarà difficile.
Il carcere è abbastanza lontano da casa nostra: è situato nella periferia della città, lontano dai centri residenziali.
L'enorme struttura grigia e tetra si inalza poco prima delle colline, che migliorano un po' il panorama.
Il parcheggio davanti è quasi vuoto, a parte qualche macchina. Parcheggiamo più possibile vicino alla porta, e suoniamo ad un citofono.
Una guardia ci apre.
"Vorremmo fare visita ad un detenuto" annuncia Filippo

"Dovremmo perquisirvi prima di farvi entrare" ci dice fancendomi accomodare in una camera.
Le mani degli agenti, passano sopra il nostro corpo, senza però approffitare. Il che mi solleva un po' il morale: c'è ancora gente che possiede un minimo di decenza a questo mondo.
Entriamo dentro la prigione dove Filippo compila dei fogli.
Comincio a tremare in attesa di vedere dopo solo tre giorni Zayn: sembra comunque passata una vita.
Un agente mi accompagna nella sala colloqui: cinque o sei tavoli sono allineati un affianco all'altro, separati da piccole colonne di legno. Dei vetri separano la parte dei detenuti da quella dei visitatori. Un telefono è appena in alto a sinistra.
Mi siedo, in attesa di verdelo arrivare.


Pov. Zayn
"Malik, c'è una visita per te" un agente sbatte il manganello sulle sbarre, facendomi sussultare

"Se è una ragazza alta dai capelli neri, non ho intenzione di vederla" 

"Alza quel culo da lì e seguimi" mi incita, agitando quel cazzo di manganello davanti a me.
Mi devo trattenere, per non picchiarlo a sangue: posso sperare solo nella buona condotta, per dimunuire un po' la mia pena. Mi ammanetta la mani, tramite la sbarre, e po mi fa uscire, tenendomi per un braccio.
Quando arriviamo nella sala colloqui, il mio cuore affonda: Giorgia è seduta dall'altra parte del vetro, osserva attentamente un detenuto più tatuato di me fare gli occhi dolci ad una ragazza dalla pelle candida. Sembrano una coppia, e sono davvero bellissimi insieme. 
Aspetta, cosa? Mi sto mettendo a fare il sentimentale ora? Dio, che cosa sto diventando?
Appena mi vede, le si illuminano gli occhi, e cominciano a inumidirsi. Posso dire che per i miei, è la stessa cosa.
Mi siedo davanti a lei, senza perdere il contatto visivo
"Ciao" sussurra al telefono

"Ehi" sorrido

"Come stai?" ha la voce tremante

"Ora bene, te?"

"Ora bene" un minuto di silenzio segue le sue parole

"Che ci fai qui? Non pensavo che tua cugina ti avrebbe lasciata venire" aggiungo

"Giulia non lo sa che sono qui" abbassa gli occhi, e istintivamente alzo una mano, come per tirarle su il viso. Ma il vetro impedisce il mio gesto

"Non lo sa? Giorgia si arrabbierà" la rimprovero

"Non m'importa, avevo bisogno di vederti" le sue parole alleviano un po' il dolore che da quasi due settimane ormai mi porto dentro

"Anche io ne avevo bisogno"

"Ho bisogno di te" comincia a piangere

"Ti prego, non piangere" stringo la mano libera in un pugno, l'altra intorno alla cornetta del telefono

"Non ce la faccio più. Tutti mi ripetono che è per proteggermi che mi tengono lontana da te. Ma mi stanno distruggendo, Zayn. Sento un vuoto enorme dentro di me, da quando non vivi più da noi"
Lo stesso vuoto che sento io. Siamo asattamente sulla stessa barca. Sulla stessa barca che piano piano si sta inabissando, facendoci affogare.

"È la cosa migliore per te" la mia testa concorda, il mio cuore nega

"Come puoi dirlo?" il suo labbro inferiore trema

"Perché non voglio che ti accada nulla. Quello di Harry deve rimanere un caso isolato" i fotogrammi del video mi tornano in mente, e gli ansimi e i singhiozzi di Giorgia mi rimbombano nella testa

"Non mi sono mai sentita così sicura come quando sono insieme a te" le sue parole mi colpiscono in un modo estramamente violento: nonostante tutto, lei si sente al sicuro solo con me. Tutto questo mi confonde. Come può sentirti al sicuro con la persona responsabile del suo stupro?
La guardo mentre si gira: Filippo la sta chiamando.
Vorrei dirle un sacco di cose, ma il mio cervello ha smesso di funzionare dopo le sue parole
"Devo andare. Ciao Zayn, ti amo" mi fissa negli occhi, con i suoi grandi occhi marroni immersi nelle lacrime salate.
No, non andare via, ho bisogno di guardarti ancora, di sentire la tua voce e soprattutto di asciugarti quelle piccole lacrime.
Alzo la mano, come cenno di saluto e prima di andare via, mi riserva una sorriso: un sorriso un po' forzato, forse per trattenere le lacrime, ma sempre bellissimo.
"Forza Malik, devi tornare in cella" un agente mi tira su dalla tuta arancione.
Le sue parole rimbombano nella mia mente: davvero si sente al sicuro con me?
Nonostante tuto quello che è successo a causa mia, lei si fida così tanto di me de ritenermi l'unica persona in grando di proteggerla?
Ma soprattutto, sono davvero l'unica persona in grado di proteggerla ?

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Capitolo 34
*** Capitolo Trentaquattro ***


Pov. Zayn
Passano i giorni, e qua dentro perdo completamente la cognizione del tempo: saranno passati sì e no due giorni da quando mi è venuta a trovare, e mi manca da morire.
Rimango sdraiato sulla mia brandina, perché letto non si può proprio definire, a fissare il soffito. Ripenso ai suoi grandi occhi marroni pieni di lacrime, alle sue parole e al suo 'ti amo ' prima di andare via.
È così strano sentire quelle due parole da parte sua, hanno un effetto stranissimo in me.
Sinceramente non riesco a capire come possa essersi innamorata di me: l'ho trattata di merda, l'ho accusata di cose di cui non aveva colpa, sono il motivo per cui un ragazzo l'ha violentata.
"Pensi alla ragazza che ti è venuta a trovare, eh?" la voce di Detroit mi riporta alla realtà

"Sì. È la ragazza che Harry ha violentato. La ragazza che amo"
Perché glielo sto dicendo?

"Dev'essere davvero bella per aver fatto innamorare un ragazzo come te" mi deride

"Non è solo bella. È simpatica ma anche insolente e presuntuosa. Cerca sempre di tenermi testa, ma non ci riesce mai. Amo il modo in cui mette il broncio quando riesco a toglierle le parole, oppure quando ride alle mie battute. Dio, non so nemmeno perché te ne sto parlando"

"Ho una ragazza. Da tre anni"

"Cosa?" chiedo stupito

"Sì, ho un ragazza. Viene a trovarmi ogni due giorni, e stiamo tutta l'intera ora a parlare. Mi racconta cosa le succede, che le manco tanto, e che mi ama" sorride leggermente

"Non ti manca toccarla o baciarla?"

"Tantissimo, ma non ci posso fare nulla. Ho fatto il coglione, lei ha fatto di tutto per aiutarmi ma io ho mandato tutto a puttane. Ma nonostante tutto, lei c'è ancora"

"E questo che non capisco: perché rimangono, nonostante tutto il dolore che gli abbiamo causato?"

"Una volta Melissa mi disse: 'Non m'importa quanto male mi farai, perché per te verrà sempre la pena soffrire'. Queste parole mi sono rimaste impresse, perché vale lo stesso per me. Se dovessi scegliere una persona per cui soffrire, sarebbe lei"
Rimango in silenzio e ragiono sulle sue parole: Giorgia pensa che valga la pena stare male per me? Sì, perché se no non sarebbe venuta.
Sento le farfalle svolazzarmi nello stomaco, come una cazzo di adolescente. Giorgia è innamorata di me, e io lo sono di lei.
Potrei essere seduto abbracciato a lei in questo momento se non fossi stato così coglione.
L'idea di stringerla tra le mie braccia fa crescere in me la nostalgia per quella piccola e insolente ragazza
"Dio, quando ti entrano nella testa non ne escono più" aggiungo

"Già, sono davvero una spina nel fianco" ride

"Potrei sopportare il dolore di quella spina per sempre"

"Lo penso anche io" mi sorride, per tornare poi a fare quello che stava facendo.
Mi sdraio di nuovo sul letto, a pensare: da quando sono in carcere ho molto tempo per pensare. Non faccio altro per tutto il giorno, anche perché non ho nient'altro da fare.
Cado un sonno profondo, in preda ai miei pensieri.


Pov. Giorgia
I suoi occhi color nocciola sono impressi nella mia mente. Il suo rimprovero sul fatto di essere venuta senza che Giulia lo sapesse mi fa ridere: incredibile, riesce a sgridarmi pure quand'è dentro una merda di prigione.
Certe cose non cambieranno mai, ed è meglio così.
Faccio zapping tra i canali della tv, alla ricerca di qualcosa di interessante alla tv, finchè non bussano alla porta.
"Ciao" un'alta ragazza dai capelli neri è in piedi davanti a me

"Mirta?" chiedo

"Sono venuta a vedere come stavi. Zayn non se la passa bene" come lo sa? L'ha visto?  "Sì beh, l'ho visto ieri. Sono passata in carcere a dare un'occhiata tutto qui, sto con Niall ora" mi sorride, rispondendo alle mie domande mentali

"Sto così. Certo, se lui fosse qui sarebbe meglio" aggiungo, giudandola in salotto "Posso offrirti qualcosa?"

"No no grazie" mi sorride "So che Niall è andato a parlare con la ragazza che ha sbattuto Zayn in carcere. Magari riesce a farle cambiare idea"

"Cosa?" chiedo stupita

"Sì, è andato stamattina, ma non l'ho ancora sentito, quindi non so com'è andata"

"Sul serio Niall l'ha fatto? Dopo tutto quello che è successo?"

"Ricordi che lui e Zayn dovevano incontrasi la mattina seguente al tuo rapimento? Zayn mi ha mandato un messaggio, e così ho avvisato Niall. All'inizio non ci ha creduto, ma dopo che Zayn ci ha raccontato cos'era effettivamente successo, Niall ha dimenticato ogni cosa, e per fortuna hanno sbatutto dentro Harry in fretta, se no anche Niall sarebbe finito dentro"

"Cos'aveva intenzione di fare?" 

"Non lo so. Picchiarlo forse" rabbrividisce "Sai come risolvono le cose loro" fa spallucce.
Sì ho presente, purtroppo .

"Sì ho presente" sospiro

"Ti farò sapere appena so qualcosa, eh?" mi poggia una mano sulla spalla

"Okay, grazie" le sorrido "Ringrazia Niall" aggiungo

"Certo. Ora vado, vedo di recuperare in qualche modo il mio ragazzo. Riprenditi, andrà tutto bene" mi abbraccia. Rimango spiazzata dal suo gesto, ma in questo momento è proprio quello di cui ho bisogno. Col fatto che non posso parlarne con le mie migliori amiche, un gesto di conforto da una ragazza che non sia Giulia mi rilassa un po'

"Va bene, grazie ancora" l'accompagno alla porta, osservandola salire sulla sua decappottabile rosa, un po' da barbie.
Non vedo il motivo per cui quella ragazza dovrebbe cambiare idea, ma magari le parole di Niall potrebbero davvero aiutare.
O forse è il caso che vada io? Sono più che sicura che se dovessi andare da lei, le prenderei per i capelli, quindi non finirebbe bene. Ma se magari mi controllassi..
Aspetterò ancora uno o due giorni: se le cose non dovessero cambiare, allora andrò a parlarle, per vedere se ci sia almeno un piccola probabilità di farle cambiare idea.

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Capitolo 35
*** Capitolo Trentacinque ***


Pov. Giorgia
Senza i miei amici o Zayn che gira per la casa, potrei dire che il tempo passa più lentamente che durante le ore di lezione.
Fisso l'orologio sul comò affianco al mio letto, ipnotizzata dai movimenti a scatti della lancetta dei secondi.
Mi ritrovo a sbattere gli occhi a tempo con la lancetta, mentre il mio respiro è calmo e lento.
La disperazione si è impossessata di me.
I miei piedi dondolano nell'aria, mentre sono sdraiata a pancia in giù sul letto.
Mi accorgo di come la mia vita sia cambiata in così poco tempo: mi sono ritrovata in un attimo in un mondo di cui ho fatto parte e che non mi appartiene più, con cui non voglio più avere niente a che fare.
Il mondo che ogni genitore teme, e da cui vuole proteggere il proprio figlio.
Per questo, in parte capisco il comportamneto di Giulia. Sto cercando di guardare in modo oggettivo la situazione per capire se davvero, quello che stanno facendo, sia la cosa migliore.
Ora come ora, non ho ancora un risposta a questa domanda: nella mia posizione, è davvero difficile capire quale sia la cosa migliore. Per me sarebbe stare con Zayn e basta.
Mandare a fanculo tutti, e vivere solo noi, nel nostro piccolo mondo che potremmo costruire insieme. Cosa che tra l'altro dovrebbe volere anche lui, ma a quanto pare l'unica cosa che vuole fare e scappare.
Ma se ci penso bene, cominciare una storia con Zayn equivarrebbe ad aprire quella ferita del mio passato, quella che si era chiusa e cicatrizzata. E ritrovarmi di nuovo a combattere con una parte di me stessa, cercando disperatamente di scappare dal tunnel della droga.
Perché se uno affonda, affondano entrambi.
Rabbrividisco solo al pensiero di assumere qualsiasi altra cosa che non sia erba.
Zayn è la personificazione del mio passato che tanto ho voluto dimenticare e che ora si sta presentando alla mia porta sotto le spoglie di questo bellissimo ed enigmatico ragazzo.
Mi giro a fissare il soffitto, appena riesco a staccare gli occhi da quel dannato orologio.
"Toc toc, posso entrare?" una voce familiare risuona nella stanza

"Marco!" salto giù dal letto per andare ad abbracciarlo. Mio fratello è in piedi, sulla soglia della porta a braccia aperte.
È dai tempi in cui abitavo con mia madre che non lo vedevo più.

"Come stai piccola?" mi chiede accarezzandomi la testa

"Ho passato momenti migliori. Tu?" affondo la testa nel suo collo. Il familiare odore di fumo e dopobarba mi invade le narici, e per un attimo mi sembra di essere tornata a casa mia, nella mia piccola cameretta circondata dai miei fratelli

"Ora che ti vedo sto molto meglio" mi stringe forte a sè "Gli altri sono di sotto, vieni a salutarli?"

"C'è anche..?" chiedo

"Sì, Francesco è di sotto" deglutisco, ma decido comunque di seguirlo.
Quando arriviamo in salotto, mia madre è seduta sul divano circondata dai miei fratelli: Ryan e Jake mi vengono incontro abbracciandomi. Mi riempono di baci e tutto questo affetto da parte della mia famiglia, mi inonda di felicità, sentimento che non provavo più da tempo.
Quando alzo lo sguardo, Francesco è appoggiato contro il muro, con le mani incrociate sul petto. Ha il solito sguardo di indifferenza nei miei confronti, ma quando incontra i miei occhi sembra quasi che tiri un sospiro di sollievo.
Mi mancano gli abbracci affettuosi che mio fratello mi dava, ma non ho intenzione di farmi rovinare questa felicità dovuta alla presenza della mia famiglia qui, da tutto quello che è successo con lui.
"Amore mio" mi abbraccia mia madre

"Ciao mamma" sorrido, poggiandole le testa sul petto "Scusami per ciò che ho detto e fatto l'altro giorno"
Le mie parole riaffiorano nella mia mente, mentre il ricordo dell'espressione disperata di mia madre sulla porta mi invade la testa

"Eri arrabbiata per tutto, lo capisco. Dev'essere una situazione difficile" mi accarezza la schiena

"Già" prego che non tiri fuori l'argomento 'È la cosa migliore per te ' un'altra volta. Giuro che non potrei sopportarlo.
Ci sediamo tutti in salotto, mentre mi aggiornano degli ultimi fatti successi a casa. Per un po' di tempo, riesco a dimenticare ciò che mi circonda e mi concentro solo su questa sensazione di essere di nuovo a casa che mi mancava da morire.


Pov. Zayn
Non ci credo. Sto lascando questa dannata prigione.
Pensavo davvero di doverci passare cinque anni, invece quella puttana ha avuto la decenza di ritirare le accuse, così la mia condanna è stata annullata.
L'idea di rivedere la luce del sole, poter respirare di nuovo aria pulita mi rende felice.
Ma soprattutto vedere lei. È la cosa più importante che voglio fare in questo momento.
Ma no, non posso. Non posso essere così egoista da volerla vedere solo per qualche minuto per poi andarmene. So quanto male farei ad entrambi, ma soprattutto a lei. Ha già sofferto abbastanza e qui io non posso più restare.
Ho portato guai a Giusy, e non permetterò che succeda qualcosa anche a Giorgia.
Devo tornare a casa, preparare le valige e andare via, lontano da qui. 
Da questa città di cui ogni angolo mi ricorda lei. 
Da questa vita in cui lei è entrata e da cui deve uscire.
Da lei, in modo da assicurarle una vita sicura, senza dannati stronzi che la violentano o fottuti spettri da portarsi sulle spalle.

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Capitolo 36
*** Capitolo Trentasei ***


Pov. Giorgia
La giornata di ieri è stata indubbiamente una tra le più lunghe, ma anche delle più piacevoli.
Erano mesi che non passavo un pomeriggio con la mia famiglia, e a dir la verità, mi mancava.
Mentre tutti i miei fratelli erano lì, intorno a me, ho dimenticato davvero ogni singola cosa orribile che mi è capitata ultimamente, rapita dai loro discorsi.
Marco finalmente è riuscito ad aprire il suo ristorante: sognava di aprirne uno da quando era piccolo, e finalmente il suo sogno si è avverato.
Jake e Ryan lavorano nel ristorante di Marco, per aiutare mamma a pagare l'università ad entrambi. 
Mentre di Francesco non so nulla. Non ha parlato, sì è limitato ad ascoltare in silenzio le nostre conversazioni. La cosa non mi ha stupito, è già tanto che sia venuto a casa di Giulia.
Ma va bene così.
Ultimamente sono stata travolta da tutto ciò che mi è successo intorno, e mi ritrovo ad essere esausta e voler solo tornare ad essere la semplice ragazzina che ero prima.
Solo ora ho capito cosa significa amare una persona, e cosa significa perdere quella persona.
Ed è strano passare tutte queste cose: so che certi adolescenti provano questo sentimento prima di me, ma ero davvero convinta che un sentimento del genere non si potesse provare ora, quando sei ancora una stupida ragazzina, ma quando sei adulto, e trovi finalmente la persona della tua vita.
Forse io ho trovato la mia. Anzi, non forse, l'ho trovata e il fatto che sia tutto così complicato mi convince sempre di più che lui sia la persona giusta.
Mi ritrovo davanti alla porta senza nemmeno accorgemene
"Ciao" la ragazza dai capelli neri, mi sorride debolmente

"Stella?" posso sentire il fuoco bruciarmi dentro

"Io, io sono venuta solo per dirti che ho ritirato la denuncia di Zayn"

"Ritirato la denuncia?" mi tremano le gambe

"Sì, perché ho capito l'errore che ho fatto. Del dolore che ho causato a te e Zayn"

"Perché hai fatto questo?" chiedo

"La denuncia intendi? Per vendicare Harry, penso"

"Vendicare Harry? Mi ha scopata mentre stava con te" rido sarcastica

"Mi aveva rimepito la testa, con tutte le sue parole. Mi ha fatto un vero lavaggio del cervello"

"Ti sei fatta abbindolare da lui?" chiedo incredula

"Dovresti capire" 

"Io.. Grazie" mi limito a dire

"Ho capito di aver fatto un enorme cazzata" il suo sguardo è basso "Non è passato a casa?"

"No, lui non è passato.. Quando esce?"

"Che io sappia è uscito ieri"
Ieri? Ma che..?

"Ieri? È impossibile, lui sarebbe venuto qui" non capisco 

"Io.. magari mi sbaglio" aggiunge

"Grazie comunque" la congendo, rientrando in casa
Lui non può essere davvero uscito, senza passare a salutarmi. Non dopo quello che mi ha detto.
È tutto così assurdo. 
Non può essere, non può averlo fatto davvero.


Pov. Zayn
Do un'ultima controllata alle valige, e poi le posiziono vicino alla porta.
L'armadio è ormai quasi vuoto, a parte alcuni vestiti che devo ancora sistemare.
Sto davvero per lasciare tutto, per andarmene.
Sento una voragine aprirsi in me.
Penso al dolore che le provocherò, ma è l'unico modo per far in modo che lei mi dimentichi. Mi odiarà per averle fatto questo. 
Così la allontanerò per sempre da me.
Ed è la cosa che fa più male in assoluto, ma quando ami una persona, non puoi pensare solo a te stesso.
Non sono il ragazzo che fa per lei: lo sa Giulia, lo sa Fillipo, lo so io. E in fondo, so che lo sa anche lei, ma è talmente accecata dai suoi sentimenti per capirlo.
Vengo riportato alla realtà da qualcuno che bussa alla porta
"Ah, quindi è proprio come pensavo" Giorgia fissa le valige accanto a lei. Il suo respiro diventa irregolare mentre stringe i pugni lungo i fianchi

"Giorgia, io.." mi giustifico

"Ho cercato di giustificare in tutti i modi il fatto che tu non fossi venuto da me. Stavo cercando di autoconvincermi che tu non stessi scappando, che semplicemente avevi altro da fare" 

"Non c'è nulla di più importante di te" le dico

"Allora perché stai scappando?" la voce comincia a tremare

"Voglio solo tenerti al sicuro" stringo i pugni

"Potrai tenermi al sicuro dai tuoi 'amici ' , ma non potrai proteggermi dalla distruzione che comporterà la tua partenza"

"Voglio solo che tu stia bene. Ti meriti il meglio, e io non sono in grado di dartelo" fisso il pavimento

"Qual era esattamente il tuo piano?" chiede

"Volevo scappare, prima che tu potessi sapere che Alessia aveva ritirato le accuse. Quando l'avresti scoperto, io sarei stato troppo lontano. Mi avresti odiato per averti lasciata senza una spiegazione, e magari dimenticato in fretta" annaspo nelle parole

"Non posso crederci" le lacrime le rigano il viso

"Io.. Mi dispiace. Ti ho fatto già soffrire troppo, tu non sei adatta per me" 

"Troppo poco vero?" ride sarcasticamente

"No, sei troppo per me. Fottutamente troppo. Sei rimasta nonostante ti abbia fatta lasciare col tuo ragazzo, se a causa mia sei stata violentata e dopo tutto il cazzo di dolore che ti ho fatto passare. Non mi merito una persona come te al mio fianco, perché non farei altro che distruggerla. Non voglio che capiti a te, ciò che è successo in passato"

"È il più grande ammasso di stronzate che abbia mai sentito Zayn. Sono rimasta perché ci tengo così tanto a te, ti amo, almeno penso. Cioè mi sono trovata davanti a questo enorme sentimento che nemmeno io so gestire e che cazzo, tu te ne vai?" aggiunge a denti stretti

"È la cosa migliore" sospiro

"Dio. Sai quante cazzo di volte ho sentito questa frase nelle ultime settimane? Ma cosa volete saperne voi di cosa è migliore per me? Zayn sono stanca di tutto. Vuoi davvero andartene? Allora vattene. Vai via da qui, ma ti chiedo solo una cosa non tornare" ora sta piangendo

"Ti prego non tornare. Perché non potrei sopportare un'altra volta tutto questo dolore. Sopportare di verderti e non poterti avere, o peggio ancora, vederti per poi vederti andare via ancora. Sei esci dalla mia vita, non ci tornare più"
La guardo in silenzio: le sue parole mi hanno letteralmente distrutto. Mi sta chiedendo di andare via.
In fondo è quello che volevo, ma sentirlo dalle sue labbra, cazzo, assume tutto un'altro aspetto.
Se esco ora dalla sua vita, non potrò più entrarci. 
Quello è il mio scopo. 
Davvero non so se riuscirò a stare senza di lei, perché è diventata più importante della stessa aria che respiro.
La mia droga preferita.
La fune che mi permette di non cadere nel precipio.
È tutto un totale casino.
Mi volto a guardare le valige, e poi la guardo per l'ultima volta negli occhi. Nei suoi enormi occhi marroni, che tanto amo guardare
"Allora hai deciso. Stammi bene Zayn" esce sbattendosi la porta alle spalle, e posso sentirla singhiozzare da dentro casa.
Mi accascio per terra, e non riesco a trattenere le lacrime. Sto piangendo come una cazzo di ragazzina, ma non mi importa.
L'unica cosa di importante che avevo, l'ho persa. L'unica persona che è riuscita a sopportare le mie cazzate, ma che è riuscita ad amarmi nonostante io mi sia comportato da vero stronzo.
Sbatto un pugno contro il muro, provocando delle crepe nel sottile muro di divisione tra il salotto e la camera da letto.
Mi alzo, in preda alla rabbia. Comincio a tirare calci al massiccio mobile del salotto, spaccandone un'anta, e rompo una finestra, prima di lasciare definitivamente quella casa. 
Perché sono così dannatamente sbagliato?

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Capitolo 37
*** Capitolo Trentasette ***


Pov. Giorgia
L'ho lasciato andare via.
Non posso credere di averlo fatto davvero. Ma che diavolo mi è passato per la testa?
Le lacrime rigano il mio viso, mentre mi fermo in un parco, per evitare di guidare in quelle condizioni.
Sono realmente esausta per tutta questa situazione, ma chiedergli di andare via? Che idiota che sono.
Ma lui voleva scappare. Cazzo, voleva andarsene senza nemmeno salutarmi o avvisarmi che se ne sarebbe andato.
Io semplicemente sarei andata in carcere o a casa sua per non trovarlo, e capire che se n'era andato via, lontano da me.
Mi avrebbe distrutta ancora di più. Ma forse ha ragione: era l'unico modo che aveva per farsi odiare da me.
L'amore che provo nei suoi confronti, è stato totalmente oscurato dall'odio che provo in questo momento.
Il dolore mi sta logorando e non riesco a smettere di piangere.
Quando l'ho incontrato, non avrei mai immaginato che sarebbe finita così: tutte e due innamorati, tutte e due che rincorriamo un amore impossile.
Un amore dannato.
Forse il nostro amore è davvero impossibile, forse non siamo destinati a stare insieme.
Sembra che il suo scopo sia farmi soffrire, in un modo o nell'altro, e purtroppo ci riesce sempre.
Sono un vortice di sentimenti mentre piango seduta su questa dannata panchina come un povera cogliona. Per fortuna in giro non c'è troppa gente così posso sfogarmi senza paura di essere vista da qualcuno
"Ehi stai bene?" un ragazzo dagli occhi verdi smeraldo e i capelli neri si avvicina

"Io? Sì, sì sto bene grazie" aggiungo continuando a piangere e tirando su con il naso

"So che può sembrare un po' strano, non ci conosciamo ma.. tieni" mi porge un fazzoletto

"Oh, grazie" questa gentilezza inaspettata fa aumentare il mio pianto

"No, no scusa! Non volevo farti piangere di più" si passa la mano dietro il collo, parecchio imbarazzato

"No tranquillo" rido "scusa, non dev'essere una bella scena" tiro di nuovo su col naso mentre mi porto il fazzoletto sul viso

"Non è mai bello vedere una ragazza che piange" mi sorride leggermente "Posso..?" indica la panchina accanto a me

"Oh, sì, d'accordo" mi sposto leggermente

"Piacere Jacob" 

"Giorgia" sorrido

"Non so cosa ti succede, ma dev'essere qualcosa di davvero brutto per piangere da sola in un parco" si guarda attorno

"Nulla di realmente terribile, però per me lo è" guardo in basso

"Problemi di cuore?" mi giro per guardare altrove "Brutti mali quelli. Sicuramente il ragazzo che ti ha spezzato il cuore è un vero coglione" 

"Dici?" scoppio a ridere

"Per far star male una ragazza bella come te, direi di sì" 

"Stai approffitando del mio momento di debolezza?" lo schernisco

"Io? No. Sono un bravo ragazzo" si difende. Scoppio a ridere "Pensi che un gelato ti possa tirare su di morale?" mi chiede

"Forse" sorrido

"Se te ne offrissi uno? C'è un gelateria lì, non ci allontaneremo molto" mi rassicura

"Va bene" mi alzo dalla panchina. 
Ci dirigiamo entrambi verso la gelataria, mentre continuo a tirare su con il naso. 
Ogni tanto singhiozzo ancora, ma comincio a calmarmi. Il respiro sta tornando regolare, mentre sento le lacrime seccarsi sulla mia pelle.
Jacob, cammina due passi più avanti di me. È silenzioso mentre tiene le mani nelle tasche.
So che non si dovrebbe andare in giro con degli sconosciuti, ma ora come ora non m'importa più di nulla.
Continuo a seguirlo, mentre entriamo nella gelateria.


Pov. Zayn
Ho appena superato il check-in dell'aeroporto.
Mi trascino dietro i due trolley, mentre cerco di pensare a tutto tranne che a lei.
Il suo tono di voce troppo alto, tremate e le lacrime che scorrono sul suo viso sono il risualtato di ciò che io le ho fatto.
Stringo le mani intorno alle maniglie dei trolley e accellero il passo. Voglio lasciare il paese, sedermi su quel dannato aereo in modo da non poter più scendere e tornare da lei.
Supero il metal detector, e velocemente mi imbarco.
"Quanti cazzo di posti ci sono su questa merda?" dico entrando e non riescendo a trovare il mio posto

"Le serve aiuto, signore?" un graziosa hostess bionda mi guarda porgendomi le mani in modo che possa darle il biglietto

"No, ce la faccio" la congendo andando avanti, alla ricerca del mio dannato posto.
Dopo due minuti finalmente lo trovo, e mi prenderei a pugni, perché è la seconda fila davanti all'entrata e ci sono passato davanti almeno cinque volte prima di trovarlo.
Mi siedo e mi infilo subito gli auricolari per isolarmi da qualsiasi possibile relazione con le persone che mi accompagnaranno in questo lungo viaggio.
Sto tornando a Melbourne, mia città natale. Non so se sia la cosa giusta, dato che tutto il mio passato è racchiuso in quella città, ma magari rivedere i miei vecchi amici mi aiuterà.
La mia vita è ancora tutta lì. Amici, ex, parenti. Sono tutti a Melbourne e forse mi aiuteranno a dimenticarmi dell'unica persona per cui farei di tutto.
Cerco di trattenere le lacrime che minacciano di scendere, ma è più forte di me. Piango, cercando di nascondere i singhiozzi finchè l'aereo non decolla e mi chiudo in bagno almeno per una ventina di minuti.
Quando esco, un forte mal di testa mi martella e mi faccio portare da un hostess un'aspirina.
Mi addormento poi lentamente sul sedile, mentre mi allontano sempre di più da lei.

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Capitolo 38
*** Capitolo Trentotto ***


Pov. Giorgia
Ripenso a Jacob mentre lavo i piatti: ieri pomeriggio mi ha fatto davvero divertire ed è un bravo ragazzo.
Mi ha lasciato il suo numero nel caso volessi scrivergli. Ma non l'ho ancora fatto.
Starà aspettando un mio messaggio?
Sicurmente non quanto io stia aspettando un messaggio da parte di Zayn. Dove sarà? Sarà partito? Gli mancherò?
Non so più nulla, non ho più certezze. Perché se lui mi avesse davvero amata, non mi avrebbe lasciata qui. 
Non sarebbe scappato. 
No, sarebbe uscito di prigione, mi avrebbe baciata e mi avrebbe detto "Ehi, possiamo finalmente cominciare una nuova vita insieme ". 
Ma non l'ha fatto.
Forse è ancora presto per dirlo, ma sto cominciando ad provare una sorta di apatia verso tutto ciò che mi circonda: le uniche emozioni che provo sono dolore e odio nei suoi confronti.
Non me ne frega niente di Jacob, ma forse lui è l'unico modo per scappare da questa apatia che rischia di inglobarmi completamente, facendomi diventare una persona completamente priva di emozioni.
| Ce l'ho fatta a scriverti ahah (: | cancello la cronologia dei messaggi con Zayn, per evitare di leggerli ancora. Penso di averli letti almeno una trentina di volte. E altrettante volte mi sono ripetatuta nella testa le nostre conversazioni telefoniche.
| Sinceramente non pensavo nemmeno che mi avresti scritto ahaha | da un lato facevi bene a pensarlo
| Sono stata bene ieri, perché non avrei dovuto scriverti? |
| Buh, eri parecchio giù |
Era solo una giornata no |
| Altro gelato? |
| E gelato sia! Ma offro io ;) |
|Vedremo, vedremo |
Blocco il telefono e salgo a prepararmi. 
Cioè, si fa per dire. 
Mi lavo la faccia, mi pettino e mi metto i primi vestiti che tiro fuori dall'armadio, senza perdere tempo a truccarmi.
"Dove vai?" Giulia compare sulla porta: da quando Zayn è finito in carcere è diventata particolarmente pesante.
Non fa altro che chiedermi che faccio o dove vado, come se io potessi andarmi a suicidare o a farmi di qualche sostanza, di nuovo.

"Esco con un amico" rispondo con indifferenze preparando la borsa

"Chi è?"

"Un amico, Giulia" sbotto

"Giorgia so che stai male, ma non fare cazzate" mi supplica 

"Ma quali cazzate Giulia? Esco con un amico, non pressarmi" lascio la mia camera. La sento sospirare.
Esco di casa, e mi dirigo verso il parco in cui mi sono data appuntamento con Jacob.
Vorrei davvero non comportarmi in questa maniera orribile, soprattutto con Giulia che so che mi vuole un bene dell'anima, ma in questo momento non voglio troppe pressioni su di me.
E lei mi pressa anche troppo.
Voglio limitare qualsiasi relazione, ad eccezione di Jacob. 
Quando arrivo al parco, trovo Jacob con lo sguardo sul telefono
"Ehi" sorrido leggermente

"Ciaao" mi saluta con un po' troppo entusiasmo

"Andiamo?" chiedo

"Certo" mi sorride
Mi parla per tutto il pomeriggio, raccontandomi di lui e facendomi parlare un po', non toccando, grazie al cielo, l'argomento Zayn.
"Quindi studi ancora?" mi chiede

"Sì, ho sedici anni" rido leggermente "Tu invece?"

"Ho diciannove anni, mi sono diplomato a giugno" sorride soddisfatto

"Sono arrivata a casa, grazie mille per il pomeriggio" lo ringrazio, realmente stavolta

"Figurati. So che non t'importa uscire con me. L'ho notato da come seguivi i miei discorsi. Sto cercando di salvarti dall'apatia in cui ero caduto anche io, dopo che la ragazza con cui sono stato per quattro anni mi ha mollato"

"Io, cioè cosa?" chiedo sconvolta

"Sì, sono stato con una ragazza per quattro anni. L'amavo con tutto me stesso, ma mi ha lasciato per andare con un altro. È stato terribile. I miei amici non facevano che dirmi che sarebbe passata, di uscire e andare con altre. Ma con qualunque ragazza andassi vedevo lei, e andava sempre peggio. Non sentivo più nulla, non provavo più nulla. È stato orribile"

"Quant'e durato?" chiedo spaventata

"Un anno" spalanco la bocca. Un anno? Un anno di agonia? "Ma io non avevo nessuno che mi salvasse. Voglio evitare, per questo motivo, che tu passi quello che ho passato io"

"E molto carino da parte tua" sorrido

"Andrà bene. E posso dirti, per esperienza personale, che passerà. Serve solo la giusta quantità di tempo"

"Grazie, magari ci sentiamo" 

"Mi farebbe piacere. Ciao" mi saluta e mi lascia in piedi davanti alla porta di mia cugina.
Un anno? Io non potrei mai sopportare un anno di tutta questa merda.
Un anno aspettando che torni, aspettando un suo bacio. Un anno aspettando di cominciare un vita con lui.
È fuori discussione.
Non sprecherò un anno a star male per qualcuno che ha preferito andare via, piuttosto che lottare insieme a me per creare la nostra piccola favola.
Rientro in casa, salgo a farmi a una doccia per poi andare a cena, solo per far contenta Giulia.
Mangio a malapena un piatto di pasta e mi butto sul divano a guardare la tv.


Pov. Zayn
Quando mi sveglio, mancano circa due ore all'arrivo. Mi stupisco del fatto che sia riuscito a dormire, senza avere incubi. O almeno non così violenti da togliermi il sonno. 
Perché dovrei avere degli incubi, se Giorgia ormai l'ho persa?
I miei incubi si sono avverati, anche se non nel modo in cui si svolgevano normalmente.
Accendo il monitor posto davanti al mio sedile, e inizio a scorrere i vari titoli di film ma non trovo nulla di interessante. Ad un certo punto, mi ricordo del libro che dovevo darle. È nel bagaglio a mano.
Decido di prenderlo. Comincio a sfogliare la pagine, leggendo frasi prese da pagine diverse.
Se a lei piace questo libro, allora dev'essere davvero una merda di storia d'amore. Ma sono più che sicuro che in questa, il lieto fine non c'è.
Per la prima volta, da quando avevo quattordici anni, comincio a leggere un libro che non mi sia stato consigliato da un analista, o da uno psicologo.
Vengo rapito dalla pronfodità di questo amore. Lei, Hazel, è proprio come me: cerca di respingere Augustus per evitare che soffra.
Come io ho fatto con Giorgia.
Lui però, ha avuto la possibilità di combattere, mentre lei è stata costretta a sottostare alla mia decisione, senza avere voce in capitolo.
'Mi hai dato un per sempre nei miei giorni contati '
Lei aveva evidenziato questa frase, lo ricordo. Per quanto possa essere macabra, è proprio una di quelle frasi che potrebbero piacere a lei, e che in fondo piace anche a me.
Queste semplici parole, riescono a dimostrare quanto amore una persona possa darti, indipendentemnete dalla quantità di tempo che trascorri con essa.
Noto come l'aver incontrato Giorgia mi abbia cambiato la vita: ora m'importa degli altri. O meglio, mi importa di qualcun'altro che non sia io. 
Mi importa sapere come sta, e se non sta bene, mi importa di farla stare meglio.
Mi importa proteggerla da tutto, anche da me stesso. Per questo me ne sono andato.
Il capitano ci avvisa che sta iniziando l'atterraggio, e solo ora mi accorgo di aver finito il libro in due ore.
Ripongo il libro nel bagaglio a mano, facedo attenzione che non si rovini e scendo dall'aereo. Passo almeno una ventina di minuti ad aspettare i miei cazzo di bagagli. Non so ancora dove andrò, dato che non ho avvisato nessuno dei miei parenti che sarei tornato. Quindi, dopo averli finalmente recuperati, salgo su un taxi, e mi limito a dire l'unico indirizzo che io ricordi: quello del mio migliore Jonas.
Non lo vedo da quando sono finito in carcere per la prima volta, perché lui non ha più voluto saperne di me.
E in fondo ha fatto bene. Se io gli avessi dato retta, invece di seguire Louis e Harry, io ora non sarei la persona che sono.
Non so quale sarà la sua reazione appena mi vedrà, ma se mi insulterà, io giuro darò di matto. Dentro di me, si è accumulata una quantità enorme di rabbia repressa, che basta la più piccola cazzata per farmi esplodere.
Noto come il mio cuore batta veloce, e di come io stia giocando con le mie dita. Indubbiamente da quando ho conosciuto Giorgia sono diventata più emotivo. E questo non va bene.
Pago il taxista, e rimango almeno due minuti a fissare il citofono con il nome 'Reed ' scritto sopra.
Citofono una volta, ma non rispondo al "Chi è?" di Jonas.
Citofono una seconda volta, e anche stavolta non rispondo. 
Alla terza volta, lo vedo affacciarsi alla finestra
"Oh, ma che cazzo?" si blocca vedendomi. Sgrana gli occhi, e il braccio che stava sventalando, gli cade "Zayn? Sei, sei tu?" chiede

"Sì" gli rispondo. 
Rientra in casa, per uscirne subito dopo
"Cazzo Zayn. Cosa ci fai qui?" mi chiede, dall'altra parte del cancello

"Io, sono tornato. Non potevo più stare a Greenville" 

"L'hai fatto di nuovo?" indietreggia

"No, diavolo. No!" non ripeterò quello sbaglio due volte.

"Hai un posto dove andare?" 

"No. Tu sei stato il primo indirizzo che mi è venuto in mente" ricordo i pomeriggi passati a giocare i videogame, a parlare di ragazze e cercare di fare i compiti, prima che Louis ed Harry mi trascinassero in quella cazzo di compagnia, che ha distrutto le nostre vite.

"Forse potresti fermati qui, finchè non avvisi i tuoi parenti" mi propone

"Mi faresti restare davvero?"

"Mi sei mancato amico" apre il cancello e mi abbraccia.
No, no. Le lacrime adesso no, non davanti a lui. Serro gli occhi, cercando di trattenere le lacrime, e grazie a dio, ce la faccio.
Mi prende un trolley dalla mano e mi accompagna dentro.
L'odore di cannella, mi inonda le narici.
Amavo andare a casa di Jonas proprio per questo forte odore di cannella che sua madre metteva in quasi tutte le ricette.
Sua madre appena mi vede, si copre la bocca con le mani
"Zayn, sei tu?" mi chiede con gli occhi lucidi

"Sì, Marie" guardo in basso

"Oh caro, vieni qui" mi abbraccia forte. Dio, ma che problemi ha questa famiglia? 

"Come stai? Dove sei stato in questi anni?" mi passa le mani sul viso

"A, a Greenville. Volevo rincominciare da lì, ma io.. Ho fatto del male ad una persona" sgrana gli occhi "No, non in quel senso. Non come a Giusy. A causa mia sono successe delle cose, e non potevo più rimanere lì"

"Ci racconterai poi. Ora vai a farti una doccia, il viaggio dev'essere stato lungo. A cena potremo parlare" mi sorride

"Grazie mille. Ne ho proprio bisogno, per schiarirmi le idee" la ringrazio e Jonas mi accompagna sopra.

"Ma tuo padre?" chiedo indicando, la piccola camera da letto che una volta ero lo studio che suo padre usava per lavorare

"Ti spiegherò a cena" sorride. Annuisco, e prendo il cambio dai trolley.
Mi chiudo in bagno, e apro l'acqua nelle doccia. Lascio che l'acqua scorra sul mio corpo, sperando che aiuti a distendere i miei muscoli tesissimi.
E in effeti aiuta un po'.
Sotto il rumore dell'acqua, mi lascio andare in un pianto. L'affetto inaspettato da parte dei Reed, la notalgia di Greenville, e l'enorme vuoto lasciato da Giorgia mi fa esplodere. Lascio che tutto ciò che provo, scivoli via, racchiuso dentro le mie lacrime.
Dopo un lungo quarto d'ora, esco dalla doccia, passandomi un asciugamano sui capelli bagnati.
L'odore di verdure cotte si è diffuso nella casa, quindi raggiungo gli altri di sotto.
"Grazie per l'ospitalità" dico, aiutandoli ad apparecchiare

"Ci fa piacere che tu sia tornato. Ci mancavi tanto" sorride Marie.
Dannazione, no .

"Beh, anche.. Anche, voi" li ho pensati molto nei primi tempi in cui mi sono trasferito a Greenville.

"Vuoi parlarne?" mi chiede Jonas, sedendoci a tavola.
Annuisco, e comincio a raccontare tutta la merda che è successo nell'ultimo mese. Stringo tra le mani le posate, mentre fisso il tavolo.
Ripercorrere tutti i momenti felici con Giorgia fa dannatamente male, tanto quanto ripercorrere i fotogrammi dei video mandatomi da Harry.
Rimangono impassabili davanti ai miei racconti e non riesco a capire cosa stia passando per le loro menti
"Mi dispiace" aggiunge Jonas e sembra davvero dispiaciuto

"Io, ovunque vada, non faccio altro che fare casini" sospiro

"Non posso credere che Harry si sia spinto fino a tanto. Era un ragazzo così carino e grazioso" aggiunge Marie

"Lo eravano tutti fino a sei anni fa" 

"Già" interviene Jonas

"Povera ragazza. Cos'ha dovuto passare" sussurra Marie

"Mamma" la rimprevera Jonas

"No Jo, ha ragione. Per questo me ne sono andato" rimangono in silenzio. Non ho intenzione di sopportare quel silenzio. Significa che stanno pensando, e chissà a cosa. No, non posso sopportarlo "E tuo padre? Che fine ha fatto?"

"I miei genitori hanno divorziato. Poco dopo che sei partito"
Cosa?

"Cosa?" chiedo

"Sì, le cose non andavano più" Marie arrotola gli ultimi spaghetti intorno alla forchetta

"Mi, mi dispiace" Jonas, all'epoca, perse il suo migliore e suo padre. Deve aver sofferto tantissimo, e io non c'ero, perché, come solito, ero troppo occupato a scappare.

"Non importa, forse è stato meglio così" fa spallcce

"Sarei dovuto esserci" dico a denti stretti

"Va bene, è passato ormai" mi sorride
Non continuo, ma so che non va bene: aveva diciotto anni quando i suoi si separano e io non mi ero nemmeno accorto di quello che gli stava succendo. Ero talmente occupato a preoccuparmi di andarmene da qui, per accorgermi ciò che gli stava succendendo.
Sparecchiamo, e non posso evitare di ricordare quando apperecchiavo e sparecchiavo insieme a Giorgia. Scuoto la testa, e insieme a Jonas salgo di sopra.
"Ecco il letto è pronto" mi sistema il cuscino

"Grazie Jo"

"Figurati amico" fa per uscire "Sono felice che tu sia tornato" mi sorride ed esce.
Ricambio il sorriso, prima di buttarmi sul letto.
In un attimo tutto mi ritorna in mente: i pomeriggi passati sul letto di Jo a giocare ai video games mentre mangiavamo patatine. I pomeriggio passati in giro con gli amci.
È tutto così familiare, fin troppo. Ai ricordi felici si intrecciano quelli orribili. 
Io con Louis ed Harry a sniffare coca e a farci di crack.
Chiudo gli occhi cercando di scacciare quegli orribili ricordi, e cado in un sonno profondo.


*Ciao ragazze, all'alba del trentottesimo capitolo mi sono accorta di aver erroneamente pubblicato due volte lo stesso capitolo.
Ho eliminato il capitolo in più, ed ora la successione è corretta.
Mi scuso per l'errore, cercherò di prestare più attenzione quando pubblico.
Un bacione, e buone vacanze!*

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Capitolo 39
*** Capitolo Trentanove ***


Pov. Giorgia
Mi sono completamente dimenticata dell'arrivo dei miei amici.
Chiara mi ha appena inviato un messaggio in cui mi chiede di vederci domani.
Voglio un mondo di bene ai miei amici, ma l'ultima cosa che voglio in questo momento è avere a che fare con gente felice. Anzi, con qualsiasi tipo di persona, qualsiasi umore essa abbia.
Sprofondare nell'apatia sembra l'idea migliore, ora come ora.
Sono davvero grata a Jacob per il suo tentativo di salvarmi, ma non è così semplice.
E lui dovrebbe saperlo.
Ma se rifiutassi un loro invito ad uscire desterei troppi sospetti.
Sono cambiate molte cose da quanto sono partita con loro per le vacanze, ed ora mi trovo immersa fino al collo dentro al dolore.
Forse un pomeriggio con loro potrebbe davvero aiutarmi. Mi mancano, nonostante ora io sia concentrata solo su Zayn
| Va bene, dimmi quando e dove! | rispondo, cercando di metterci più entusiasmo possibile
| Al parco vicino al campus per le tre?|
| Andata, a domani|
Butto il telefono sul letto. Mi è venuta voglia di leggere, quindi prendo tra le mani la vecchia copia di 'Colpa delle stelle ': le pagine sono tutte rovinate, e si può ancora sentire l'odore di birra se si sfogliano.
È stato lui a rovinarlo, quando era ancora qui. Il giorno prima che io partissi: era dispiaciutissimo del danno perché sapeva quanto ci tenessi a quel libro.
Dovrei davvero buttare via questa copia e comprarne una nuova. Racchiude troppi ricordi.
Sfoglio le pagine, e leggo le frasi le più belle che ho sottolineato
'Mi hai dato un per sempre nei miei giorni contati '
'L’amore è una malattia dalla quale non vuoi guarire '
'Mi sono innamorata così come ci si addormenta: piano piano, e poi tutto in una volta '
Mi soffermo sull'ultima frase: la rileggo altre tre volte. È esattamente quello che è successo con Zayn.
Mi sono innamorata di lui senza accorgemene, ma fin da subito ho provato un sentimento fortissimo.
Non saprei spiegarlo a parole, perché a malapena nella mia mente ha senso.
Non riesco a capire perché mi sono innamorata proprio di Zayn, e non di Federico che avrebbe potuto darmi la relazione che ho sempre desiderato. Forse un po' da film, ma almeno sarei stata felice.
Forse eravamo destinati a incontrarci, in un modo o nell'altro. 
Il forse nostro destino è stato deciso quando ci siamo incontrati per la prima volta, al centro commerciale
Eravamo destinati a incontrarci ma non a stare insieme.
Cancello via questi pensieri, decidendo che non è il caso di soffermarsi troppo a pensare.
| Ehi Jacob, che ne diresti di una passeggiata? | gli mando un messaggio
| Certo, ti passo a prendere fra un'ora? |
| Sì, grazie|
| Non c'è di che, a dopo|
La vicinanza di Jacob, in questo momento difficile della mia vita, mi fa spuntare un sorriso. Forse non sono così apatica come pensavo, o magari è proprio lui che mi sta salvando da essa.
Mi vesto, cercando di mettermi qualcosa di carino, e per la prima volta dopo tre giorni, mi trucco un pochino. Mascara e matita, ma maglio di niente.
Continuo a sfogliare il libro finchè Jacob non suona al campanello.
"Addirittura truccata oggi? Facciamo progressi!" mi prende in giro

"Visto?" rido

"Dove vuoi andare?"

"Oh, non so. Andiamo di là" indico il grande viale alberato

"Okay" mi sorride
Camminiamo nell'ombra degli alberi, in questa caldissima giornata di luglio. In piccoli pezzi di tragitto, il sole bacia la nostra pelle, ricordandomi quando Zayn mi abbracciò per la prima volta, dopo avermi beccata fumare
"Tutto bene?" mi strofina la schiena 

"Mi manca" sospiro, guardando da un'altra parte

"Lo so" i suoi occhi verdi cercano i miei "So che ti manca e so che lo vorresti qui"

"Come hai fatto a dimenticarla?" gli chiedo

"Ho cercato di pensarla il meno possibile. Eliminare tutto ciò che me la ricordava. E poi ho pensato a tutto il male che mi ha fatto, cercando di dimenticare i ricordi belli che avevo con lei" Facile così. Ogni singola cosa in casa mia mi ricorda lui, perfino un dannato libro.

"So che non è semplice, ma dopo qualche tempo lo sarà" mi sorride

"La nostra è una storia complicata" sospiro di nuovo "Cioè, in realtà tra me e lui non c'è mai stata una storia" rido

"Non siete stati insieme?" mi chiede perplesso

"Vivo con mia cugina e il suo ragazzo. Lui è venuto a convivere con noi. Si è sempre comportato da stronzo con me, fin dall'inizio. Lo odiavo, ma sul serio. Lo odiavo davvero tanto" sorride

"Per colpa sua mi sono lasciata con il mio ragazzo, perché mi ha fatto ammettere che non lo amavo. È complicato, non so se capisci" annuisce

"Poi diciamo che da qual momento si sono susseguiti degli alti e bassi. Lui si è portato a casa delle ragazze, mi ha portata a fare shopping, mi ha portata con sè alle corse"

"Corse?" 

"Sì corre per vivere. Corse illegali ovviamente" scoppia a ridere "Poi si è portato a casa la ragazza sbagliata, Alessia. E qui abbiamo toccato il fondo. Il ragazzo di Alessia, che tra l'altro era una sottospecie di amico di Zayn, si è incazzato da morire. E si è vendicato"

"In che modo?" sembra essere in ansia

"Non voglio parlarne" abbasso gli occhi

"D'accordo" annuisce
Non voglio raccontare altro rispetto a quello che già ho detto. Per quello che lo conosco, sa già troppo.
Rimaniamo in silenzio, mentre continuiamo a passeggiare per il viale alberato. Gruppi di ragazzi ci passano affianco, ridendo e scherzando. Mi mancano i tempi in cui anche io ero così: una sigaretta in bocca, i miei amici e i pomeriggi passati fuori. 
Si può dire che questa non sia una delle mie estati migliori, e mai mi sarei aspettata che prendesse una piega così.. tragica.
Fino a due mesi fa, mi immaginavo tra le braccia di Federico, seduti sulla spiaggia, a goderci la nostra prima vacanza insieme. 
E invece sono qui, a cercare di nuotare in questo dolore per un ragazzo che in così poco tempo mi ha sconbussolato la vita. L'ha capovolta, trascinandomi con sè, in un mondo che davvero non mi appartiene. Almeno, non più.
Aveva ragione: non potrò mai far parte del suo mondo, come lui non potrà mai far parte del mio.
Sto continuando a nuotare in questo oceano, ma la corrente è troppo forte e ho paura che mi sommerga da un momento all'altro. 
Ma a forza di nuotare sto diventando sempre più forte, e se ci metto un po' più d'impegno potrò davvero superare tutto questo. E come se stessi cominciando a vedere un'isola in questo mare di dolore.
Basta star male per lui. Basta star male per una persona che non ha avuto nemmeno il coraggio di affrontare i problemi. Soprattutto basta sprecare tempo.


Pov. Zayn
Sono nel letto, con il telefono in mano.
Fisso il suo nome sullo schermo. 
Dovrei cancellare il suo numero, e la cronologia dei messaggi, ma così facendo sarebbe come cancellare ogni riferimento a lei.
E ancora non ce le faccio.
Ma anche se lo cancellassi, ho imparato a memoria il numero a furia di leggerlo e rileggerlo negli ultimi tre giorni. Quindi sono fottuto in ogni caso.
Vorrei solo assicurarmi che stia bene. So che la mia partenza non l'ha lasciata indifferente, e i suoi singhiozzi quando ha lasciato il mio appartamento ne sono la prova.
Andiamo, è solo una scusa. Voglio realmente sapere se sta bene, ma voglio soprattutto sentire la sua voce.
"Zayn?" Jo bussa alla porta

"Entra" blocco il telefono e lo appoggio sul comodino

"Vuoi fare colazione?" mi chiede affacciandosi dalla porta

"Sì arrivo" gli sorrido nella penombra
Mi alzo e mi infilo un paio di pantaloni. Fisso ancora un'attimo in telefono, ma decido che la cosa milgiore da fare sia tenere le distanze.
D'altronde voglio che mi dimentichi, giusto? 
No cazzo, non voglio che lo faccia. Il mio cuore non lo vuole, ma il mio cervello sì, perché so che è la cosa più giusta.
Sto impazzendo, perché ho disperatamente bisogno di sentire le sua braccia intorno a me, e le sue labbra sulle mie.
"Buongiorno" Marie mi sorride

"Giorno" ricambio il sorriso

"Come stai?" 

"Sto. Voi?"

"Bene" sorride leggermente "Forse è il caso che ti porti a fare un giro, per tirarti su di morale" propone Jo

"Non ne ho molta voglia. Sinceramente non voglio incontrare nessuno, sai, che ha fatto parte del mio passato" abbasso lo sguardo

"Oh caro, gran parte dei tuoi vecchi amici sono finiti in carcere oppure sono, beh.." sgrano gli occhi

"Già. Bryan e Chad sono finiti dentro. Mentre Philip, Sam, Amos e Bryon sono morti" aggiunge
Mi ricordo tutto: eravamo a casa di Chad, nel suo seminterrato. C'eravamo tutti: i ragazzi nominati da Jo e in più io, Louis ed Harry. Facevamo qualche sniffatina, e mandavamo giù del crack. In base a quello che Sam era riuscito a trovare. Ci andiavamo giù pensate, perché pensavamo fosse figo. Ne diventammo dipendenti velocemente. Ogni giorno, puntualmente, dopo scuola andavamo da lui e farci di qualsiasi cosa Sam portasse. Arrivammo al punto in cui non chiedevamo nemmeno cosa fosse. Fumavamo e basta.
Louis e Amos cominciarono a spararsi le droga in vena. E piano piano tutti li seguirono. Io fui l'ultimo, perché, devo ammetterlo, mi terrorrizzava l'idea di bucarmi il braccio.
Da lì, toccai il fondo. Divenni un cocainomane. Rubavo i soldi ai miei per comprarmi la droga. Avevo bisogno di almeno quattro pere al giorno, perché se no entravo completamnete in astinenza.
I miei mi scoprirono, e così mi portarono in un centro di disintossicazione, e poi dalla psicologa. Così conobbi Giusy.
"Morti per.." non riesco a terminare la frase

"Overdose, droga di bassa qualità o qualche rapina per procurarsi dei soldi"

"Pensavo davvero che dopo il mio cambiamento, anche gli altri riuscissero a salvarsi" anche se erano delle persone di merda, sono dispiaciuto per la loro morte. Erano comunque miei amici

"Bryan e Chad si sono sistemati per qualche tempo, ma poi sono ricaduti nel giro" scuote la testa

"Louis ci è ancora dentro alla grande. Liam e Niall che io sappia non assumono nulla ed Harry. Beh, lui non lo so" stringo i pugni

"Io non capisco davvero come certi ragazzi possano rovinarsi la vita in que.." si blocca prima di finire la frase

"No, hai perfettamente ragione. Chi fa uso di droghe è solo un fallito. Questo sono io d'altronde, solo che cerco di nasconderlo dietro la maschera da bad boy" cerco di ridere

"Oh caro, non sei un fallito. Anzi, sei una delle persone più forti che abbia mai conosciuto. Sei uno dei pochi di quel gruppo che è riuscito a smettere di drogarsi, e guardati ora! Non dubitare mai di te stesso, sei molto più forte di quello che pensi" Marie mi poggia una mano sulla spalle. Jo sorride alle sue parole, e non posso evitare di fare lo stesso

"Vorrei poterle credere.." sospriro

"Dovresti, perché è così Zayn. In quanti, sono risuciti a smettere davvero? Ad andare avanti senza ricadere nel tunnel della droga? Mia madre ha ragione" aggiunge Jo

"Grazie per il conforto che mi state dando" sorrido

"Non rigranziarci tesoro. Hai avuto un'adolescenza difficile, ma ora guardati. Sei tolmente cambiato. Il ragazzo menefreghista che eri, non c'è più. Hai rinunciato ad una persona che desideri e ami più di te stesso, solo per proteggerla. È uno dei più grandi atti d'amore che abbia mai visto" sembra che Marie debba comuoversi da un momento all'altro.
A volte mi manca essere quel ragazzo menefreghista che ero: non me ne fotteva un cazzo di nulla, mi scopavo le ragazze, per poi lasciarle il giorno dopo e non mi preoccupavo nemmeno di come sarebbero state.
Ora mi importa solo di una persona, che è a 15823.23 chilometri da me. Fantastico direi
Non rispondo alle parole di Marie, ma sono sicuro che stanotte mi daranno da pensare parecchio.
"Giusy se n'è andata da Melbourne" aggiunge Jo mentre si fa la barba

"Oh" dico semplicemente

"Ha avuto la possibilità di trasferisi in Europa, in Fracia se non sbaglio per aprire uno studio suo"

"Sta bene?" 

"Sì, si è ripresa, e si è sposata da poco" tiro un sopriro di sollievo.
Dopo tutto quello che ha dovuto passare, è il minimo che sia riuscita a rifarsi una vita, e che sia finalmente felice
"Sono davvero felice per lei. Se lo merita, dopo tutto quello che.." stingo tra le mani lo spazzolino

"Rilassati amico, fa parte del passato ormai"
Vorrei tanto che le persone capissero che se fa parte del passato, non può comunque essere dimenticato. Mi porto questo peso sulla coscienza da tre anni ormai. E ogni giorno che passa diventa sempre più pensate e prima o poi mi schiaccerà.
Finiamo di preparci ed usciamo di casa: Jo ha avuto la brillante idea di passare l'intera giornata fuori, in giro per la città. 
Come se davvero volessi vedere di nuovo la città in cui ho vissuto la mia orribile adolescenza.
Ma forse non sarà così male, in fondo ci ho passato anche dei bei momenti, e tornare alle orgini non può che farmi bene.

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Capitolo 40
*** Capitolo Quaranta ***


Pov. Giorgia
Eccomi all'alba del quarto giorno.
Sto un pochino meglio, perché sto davvero cominciando a pensare che stare male per lui non ha senso.
Davvero, non ha un cazzo di senso.
Se n'è andato, ora è lontano da qui. Quindi dimenticarlo non sarà difficile.
Basta cancellare il suo numero, e le sue foto dal mio telefono, e il gioco è fatto.
Prendo il cellulare ed entro nella galleria. Ci saranno almeno una cinquantina di foto, tutte fatte a tradimento ma sono davvero bellissime.
Zayn mentre mangia, mentre guarda la tv, mentre dorme e la mia preferita: mentre ride.
I suoi occhi sono socchiusi, la sua bocca è aperta piegata in un sorriso e la sua lingua si nasconde dietro i denti. Solo vedere questa foto, mi fa sentire le farfalle nello stomaco.
È così bello, e così dannatamente lontano da me.
Esco velocemente dalla galleria: non riesco ad eliminarle perché sono gli unici ricordi che ho ancora di lui, e non sono ancora pronta a fare questo passo. 
Le lacrime minacciano di uscire, ma mi riprendo velocemente: devo prepararmi, perché fra un po' devo raggiungere i ragazzi.
Prendo un t-shirt celeste con lo scollo a V e dei pantaloncini di jeans. Coloro le palpebre d'azzurro, delineando l'occhio con la matita nera e intensificando tutto con del mascara nero.
Una veloce pettinata e sono pronta.
Gurdandomi così sembro quasi.. normale. Gli occhi sono tristi e assenti, ma se mi pianto un sorriso in faccia, forse riesco anche a passare per felice.
Mi infilo le cuffie, metto il telefono in tasca e m'incammino verso il parco.
Accellero il passo, perché voglio davvero sprofondare negli abbracci dei miei amici. Mi mancano tutti da morire, e sono curiosa sapere come sono andate e vacanze, e di immaginarmi felice come loro.
"Giorgia!" Jessica urla appena mi vede

"Jess!" le corro incontro, abbracciandola

"Amore mio! Come stai?" mi guarda e mi abbraccia di nuovo

"Tutto bene te? Mamma mia quanto ti sei abbronzata" rido. Nonostante anche io sia abbronzata, in confronto a lei sembro un cadavere

"Bene grazie. Sicura di stare bene?" mi osserva, mentre distolgo lo sguardo

"Certo" sorrido "Eddy, James!" esclamo abbracciandoli

"Gio ci sei mancata" mi abbraccia James

"Anche voi" i miei occhi si inumidiscono

"Gio" mi chiama Federico

"Ehi" sorrido. Mi stringe in un abbraccio e mi rimango un po' spiazzata dal gesto. Da quanto tempo non sentivo più quella bellissima sensazione provocata dalle sue braccia intorno a me

"So che c'è qualcosa che non va, poi parliamo" mi sussurra all'orecchio. Distolgo lo sguardo, e finisco di salutare di miei amici.
Cominciamo a spostarci, ripercorrendo il viale alberato che ho percorso con Jacob ieri pomeriggio, e per un attimo mi sento di nuovo una semplice sedicenne felice.
Ascolto i ragazzi, intenti a raccontarmi di come hanno concluso le vacanze e di come Eddy e Jessica siano riusciti a riappacificarsi dopo una brutta litigata
"Per due giorni non si sono parlati. È stato orribile" aggiunge James

"Pensa per noi" borbotta Eddy. Quanto vi capisco.
Finiamo per ritrovarci in centro, e ci facciamo un giro, mentre il tempo passa velocemente e il peso che mi porto dentro si alleggerisce un po'.


Pov. Zayn
"Non me la ricordavo così bella Melbourne" dico mentre giriamo per il Altona Coastal Park.

"Melbourne resterà sempre Melbourne" risponde Jo orgoglioso

"Mi ero dimenticato di quanto fosse bella" mi guardo attorno: l'odore di erba e l'aria fresca mi riempono i polmoni

"Capita a volte. Ti sei concentrato troppo sulle cose brutte che hai fatto qui, e hai finito per dimenticarti quanto fosse meraviglioso questo posto"

"Hai ragione. Mi dispiace averti mollato così, di punto in bianco. Non avrei mai dovuto seguire Harry e Louis. È stato il peggior errore della mia vita"

"Non importa Zayn. Forse non è stato davvero così terribile: guarda come sei diventato. Ti sei innamorato, stai proteggendo qualcuno come non hai mai fatto. Ti importa anche degli altri, e non più solo di te stesso. Lei ti ha cambiato, e grazie a lei che sei la persona che sei. Se cambiassi quella parte del passato, non l'avresti mai incontrata e non saresti così" sorride
Ha ragione. Se non avessi fatto, tutte le cazzate che ho fatto, Giorgia non la conoscerei nemmeno, e sarei sempre il solito dannato, egoista che ero tre anni fa.

"Forse, ma da un lato penso che avrei comunque incontrato Giorgia. Eravamo in ogni caso destinati a incontraci" sorrido

"Ma magari lei non si sarebbe innamorata di te. Zayn, è tutto collegato. Il tuo passato è quello che è, non puoi cambiarlo. Il passato ci rende le persone che siamo, e in ogni caso dobbiamo essere orgogliosi. Tutti abbiamo affrontato delle battaglie" mi da una pacca sulla spalla.

"Non ti ricordavo così saggio amico" lo schernisco

"La vecchiaia" mi risponde. Scoppiamo a ridere, e continuiamo a camminare per il parco.
Quando ci sediamo per terra, tutto è più familiare: vedo un piccolo bambino dai capelli neri, seduto per terra con un blocco da disegno in mano, intento ad osservare il paesaggio e a riprodurlo sul foglio.
Un ragazzino timido e introverso, che ama disegnare, che si isola dagli altri per esprimere al meglio sè stesso.
"È un sacco di tempo che non disegno più" aggiungo

"Negli ultimi anni, avevi perso un po' la tua parte 'artistica ' "

"Già" sospiro "Potrebbe aiutarmi, d'altronde il dottor Thruller mi aveva detto che potevo sfogare i miei sentimenti, disegnando"

"Ho un amico pittore. Potrei portarti da lui" mi propone

"Magari" gli sorride

"Forza andiamo" mi tende la mano per aiutarmi ad alzarmi. 
Davvero, è un sacco di tempo che non disegno più. Avevo completamente perso di vista la mia passione per il disegno.
A casa mia ero pieno di blocchi da disegno. E li ho usati fino a quando non sono cambiato così radicalmente.
Mi avevano infilato nella testa che era da sfigati, quando invece drogarsi lo era ancora di più.
"Eccoci arrivati" mi sorride

"Okay" rispondo. Non so esattamente come mi sento: sto tornando indietro, a quando ero ancora un ragazzo normale. Ho paura di fare un passo sbagliato, e sbagliare di nuovo tutto.

"William, sono Jonas" 

"Oh, Jonas! Sali, sali!" un accento francese risuona dal citofono

"Vieni" mi sorride. Saliamo due piani, ed entriamo in un appartamento.
Un forte odore di vernice mi invade le narici: le pareti sono costeggiate da tele dipinte, messe ad asciugare. I muri sono macchiati di vari colori, mentre sui tavolini che si trovano in giro per l'appartamento sono disseminati pennelli di tutte le misure.
"Jonas!" William saluta Jo

"Come stai?" sorride 

"Bene grazie tu?" odio il suo accento francese

"Bene grazie. C'è questo mio amico che vorrebbe disegnare un po'. Potresti lasciargli una tela?" gli occhi di William mi scrutano, osservando le mie braccia tatuate

"Non giudicare dall'apparenza" dico

"Prego, fammi vedere cosa sai fare" 
Prendo un matita e una tela. Comincio a disegnare, mentre Jonas e quel Williams si perdono nei loro discorsi.
In un attimo, ci sono solo io e la tela. Non sento nulla, e come se intorno a me non ci fosse niente. 
Traccio linee scure sulla tela, e mi accorgo immediatamnete di cosa sto disegnando: Giorgia con gli occhi oscchiusi mentre ride. I lunghi capelli neri che le cadono sulla spalle, e le braccia sul petto. La mia mano si muove come se non la controllassi, disegnando ogni suo tratto, rendendo quello schizzo perfetto.
Lo osservo mentre lo appoggio sul cavaletto e continuo a disegnare: lo perfeziono, aggiungendo i piccoli dettagli del suo viso.
"È lei?" mi chiede Jo

"Sì" rispondo continuando a disegnare

"È bella" mi sorride

"È dannatamente bella. Questo disegno non rende nemmeno metà della sua bellezza" 
Mi lascia da solo, mentre continuo a disegnare. 
Finisco il disegno dopo aver colorato, rendendo ancora più bello il soggetto.
"Complimenti, non mi aspettavo fossi così.." William osserva il mio disegno

"Bravo?" sorrido soddisfatto

"Bravino" mi corregge "Ho dei blocchi da disegno che puoi prendere, non li uso. Mi farebbe piacere se mi portassi dei tuoi disegni" mi sorride

"Grazie, ma preferisco tenerli per me"

"Immaginavo" mi porge i blocchi

"Grazie" accenno un sorriso "E questo me lo prendo" tiro via la tela dal cavaletto

"Grazie William" lo ringrazia Jonas

"Figurati, mi fa sempre piacere vederti" 
Lasciamo l'appartemento, e per tutto il viaggio continuo ad osservare la tela: il disegno è perfetto, e non perché sono bravo a disegnare, semplicemente perché lei è perfetta.
Amo il modo in cui poggia le mani sul petto, o serra gli occhi quando ride. È adorabile.
"Oh, che bel diegno Zayn! È lei la ragazza?" Marie mi chiede appena metto piede in casa

"Salve signora. Sì beh.. è lei" rispondo imbarazzato

"È meravigliosa" mi sorride. Ricambio il sorriso, e vado a posare la tela sulla scrivania nella mia camera: ogni volta che alzerò lo sguardo, le sarà lì con me.
Anche se è solo una dannata tela del cazzo.


*Buonasera ragazzi, mi scuso per la lunga assenza, ma in quest'ultimo periodo, ho avuto la testa un po' da un'altra parte.
Diciamo che non è il mio periodo migliore.
Vi posto questo capitolo, e poi fino al venti o al ventuno non potrò postare in quanto sarò al mare a godermi un po' di meritata tranquillità.
Vi auguro delle buone vacanze, con tanto divertimento e soprattutto zero pensieri! 
Un bacione*

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Capitolo 41
*** Capitolo Quarantuno ***


Pov. Giorgia
"Non ho voglia di parlare, per favore" Federico è seduto sulla sedia della mia scrivania. Mi osserva con quei suoi dannati occhi e non riesco a sostenere il suo sguardo

"Parla con me, dimmi che succede" si avvicina "Che è successo?" mi alza il mento

"Io, non voglio farti stare male" 

"È passato Gio. Mi sto frequentando con un'altra ragazza, va tutto bene"
Dovrei credergli?

"Sono successe tante cose da quando sono tornata, non so nemmeno da dove cominciare" mi passo una mano tra i capelli

"Dimmi cos'è che ti fa stare così male"

"Davide, se n'è andato" dico tutto d'un fiato

"Andato? In che senso?"

"Se n'è andato da Greenville" distolgo lo sguardo

"Ti sei innamorata di lui?" mi sorride 

"Mi dispiace"

"Non devi" mi sorride ancora "Te l'ho detto, è passato. Perché se n'è andato?" mi passa una mano sulla schiena

"Sono successe delle cose.."

"Cosa?" 
Gli racconto ogni cosa, tutto. Ciò che Harry mi ha fatto, e le parole di Zayn prima di andare via. 
Dire che è sconvolto, è riduttivo.
"Ti ha violentata?" posso dire che sia sbiancato completamente. Distolgo lo sguardo

"Ha fatto solo bene ad andaresene quel figlio di puttana!" urla

"No Federico, ti prego, non anche tu" le lacrime affiorano ancora

"Come puoi.. D'accordo" sospira "Capisco perché tu non sia arrabbiata con lui Gio, ma devi davvero vedere le cose da un punto di vista oggettivo: ti ha portato solo cose negative. Non lo dico in quanto ex ragazzo, ma da amico. Sul serio, ragazzi come lui sono pericolosi"

"Lui non è come il suo amico. Lui è diverso. Io lo so. Solo io ho visto lati di lui vulnerabili. L'ho visto sotto aspetti che molto probabilmente nessuno ha mai visto, e so che non è come i suoi amici"

"Quando è il cuore a parlare, la causa è persa" sospira

"Ti voglio bene" lo abbraccio.
Penso che lui capisca come mi senta, e cosa sto provando in questo momento. 
C'è stata un momento della sua vita in cui è stato male per me, quindi sa esattamente cosa sto passando.
È strano parlare di queste cose con lui, ma mi fido, e so che non ci starebbe male. Almeno, non più.
L'amore che provava per me, ora non c'è più, o almeno non è più quello di una volta.
E sono felice per lui, davvero. Voglio che rincominci, da capo, senza di me. Con una persona in grado di dargli quello che non gli ho potuto dare io.
Forse quest'amore per Zayn passerà, è solo questione di tempo. Proprio come dice Jacob.
Il problema è che l'attesa mi uccide: sono nel mezzo tra l'aspettare che torni, e l'aspettare che tutto questo dolore passi.
Ed è davvero uno schifo.
Ma questa situazione me la sono creata da sola: sapevo fin dall'inizio che c'era qualcosa in Zayn che non andava. E ora, tutti i miei pensieri, tutto ciò che ho pensato, si è realizzato davanti ai miei occhi.
Era solo questione di tempo.


Pov. Zayn
Da ieri, questo è il sesto disegno che faccio. Tutti ritraggono lei.
Mentre ride, mentre studia, mentre guarda la tv. La quantità di sue foto sul mio telefono è davvero enorme. La mia preferita, è una foto che le ho scattato la prima mattina che mi sono svegliato accanto a lei. 
La luce del sole proveniente dalla finestra, mi colpiva il viso, quindi mi svegliai. Mi alzai per tirare le tende, e la vidi. Dormiva. Aveva gli occhi chiusi, e la bocca leggermente aperta. 
Il sole colpiva il letto, che rifletteva un po' la luce. Presi immediatamente il telefono, e le scattai una foto.
Poi mi sdraiai accanto a lei, le accarezzai i mobidi capelli neri, e mi addormentai cullato dal suo respiro lento.
Questo è il disegno che farò oggi. Voglio riportare sul foglio, per l'ennesima volta, lei che è diventata la ragione per cui vivo.
"Se non sapessi che sei innamorato, potrei definirti un ossessionato" mi deride Jo. Sul letto sono sparsi tutti i miei disegni, con lo stesso soggetto ritratto sopra.

"Simpatico" sbuffo "Ma non hai tutti i torti" rido

"Come fai a stare senza di lei? Cioè non ti manca?" 

"Mi manca da morire, ma penso solo alla sua sicurezza. Accanto a me non potrebbe mai essere al sicuro"

"Te l'ha detto lei?"

"No, lei mi ha detto esattamente il contrario" 
'Non mi sono mai sentita così sicura come quando sono insieme a te '.
"Perché non torni da lei?"

"Non mi vuole più vedere" stringo in mano la matita

"Non ci credo"

"Quando me ne sono andato, mi ha detto di non tornare più" 

"Era arrabbiata e delusa. Stavi scappando, senza nemmeno dirle una parola"

"Lei è troppo presa dai suoi sentimenti per capire cos'è giusto e cos'è sbagliato"

"In amore, cos'è giusto e cos'è sbagliato? Cosa possiamo sapere noi poveri e sciocchi umani?" conclude la frase con un tono da filosofo

"Stai proprio invecchiando Jo, ti stai facendo molto più saggio" lo schernisco

"Visto? Crescere serve a qualcosa" ride.
Si siede accanto a me, sul letto, mentre io continuo a tracciare i suoi lineamenti sul folgio bianco. Non mi stancherò mai di disegnare il suo volto, perché mi rilassa e mi aiuta a combattere la nostalgia. 
Spero che un giorno lei li veda, e possa capire che questi giorni che sto passando lontano da lei, sono stati dei giorni d'inferno e che non ho fatto altro che pensare a lei.
Jo mi lascia un attimo da solo, per andare a prendere una bottiglietta d'acqua.
Sento il telefono vibrare, e mi precipito a leggere il messaggio
| Sei libero stasera? | leggo il destinatario: William
Cosa..?
Guardo il telefono e scopro che è quello di Jonas. Lo ributto sul letto, e torno a disegnare.
Davvero non capisco come faccia a sopportare quell'odioso francese con la puzza sotto al naso.
Se ripenso al suo sguardo, mentre analizzava le mie braccia tatuate, mi viene volgia di prenderlo a calci sui denti.
Vaffanculo.
Jonas si risiede affianco a me, e prende il telefono. Appena legge il messaggio, posso giurare di vederlo sorridere.
Sarà stata un'impressione?
"Ti dispiace se stasera esco?" mi chiede

"Non ho bisogno di un baby-sitter Jo. Puoi continuare a vivere la tua vita sociale" rido

"Grazie" scoppia a ridere anche lui
Passa una ventina di minuti a messaggiare, per poi buttarsi sul letto sospirante.
Posso dire che sembra piuttosto strano? Non sembra più lo stesso Jonas di quattro anni fa.
Beh nessuno è più lo stesso, quindi non mi stupisce.
E in fondo, mi piace stare qui: pensavo che tornare nel luogo che mi ha reso la persona orribile che ero - e sono ancora in parte - fosse dannatamente sbagliato. Ma non c'è niente di meglio di ritrovare un migliore amico, tornare a disegnare, ritornare alle orgini .
Mi piace stare chiuso in questa piccola camera, immerso nel silenzio mentre la ritraggo sul foglio bianco.
La mia anima e il mio corpo stanno tornando ad unirsi, portandomi in uno stato di tranquillità e serenità, che ovviamente durano fino alla sera, quando vado a dormire.
Appena chiudo gli occhi, la sento ridere o la vedo mentre si concentra a fare quella dannate, facilissime disequazioni.
Jonas ha ragione: è davvero diventata la mia ossessione.

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Capitolo 42
*** Capitolo Quarantadue ***


Pov. Giorgia
Questi ultimi quattro giorni sono passati. Non nel migliore dei modi, ma sono passati.
Ma ormai la rabbia sta cominciando a svanire, e la sua mancanza si fa sentire più che mai.
Lo vedo ovunque, e ovunque sento il suo nome.
Ho passato la notte a rivedere le sue foto sul mio cellulare, ripensando ai singli momenti in cui sono state scattate.
In un attimo appoggio il telefono all'orecchio
"Pronto?" la voce assonnata di Zayn risponde al telefono. Sono completamente immobile, incapace di dire qualsiasi cosa. Non sentivo la sua voce da tempo, e mi mancava da morire.

"Giorgia?" balbetta. 
Attacco il telefono. Non riesco ad emettere un suono, e più volte mi ripeto la sua voce mentre pronuncia il mio nome nella testa.
Sento il telefono squillare. Squilla una, due, tre volte.
"Pronto?" sussurro

"Ehi" anche lui sta sussurrando "Va tutto bene? Perché mi ha chiamato?"

"Sì va tutto bene. A dire il vero non lo so, è stata una pessima idea scusami"

"Non attaccare, ti prego" mi supplica

"Non voglio parlare con te" mento

"Allora perché mi hai chiamato?" posso giurare che stia sorridendo

"Io, ho sbagliato numero. Volevo chiamare Jessica ma ho chiamato te"

"Non sei cambiata per niente" posso sentire la felicità nella sua voce

"Dove sei?" chiedo

"Sono, sono tornato a Melbourne"

"Melbourne?" chiedo sconvolta.
È tornato nella sua città natale? Perché? Dopo tutti i guai che ha passato, tutte le cose orribili che gli sono successe, è tornato lì?

"Sì, ma va tutto bene. Sono dal mio migliore amico"

"Okay" rispondo

"Okay" 

"Va bene" aggiungo

"Già" risponde. Continuerei così per un'ora se fosse il solo modo per continuare la conversazione e sentire ancora la sua voce

"Come stai?"
Ma che domanda è?

"Bene tu?" mento di nuovo

"Uh, bene credo" risponde.

"Che ore sono lì?" chiedo

"Le due"

"Del mattino?"

"Sì, lì?" ride

"Oh scusami, ti lascio dormire"

"No! No Giorgia, ti prego. Aspetta" 

"Non avrei dovuto chiamarti Zayn, scusami è stato un'enorme errore" faccio per mettere giù

"Non è vero. Ti amo, lo sai?" non riesco a rispondere, e attacco il telefono.
No Zayn, non mi ami. Non mi ami, perché se no adesso tu saresti qui, e non dall'altra parte del mondo.
Ho fatto davvero una cazzata, non avrei mai dovuto chiamarlo perché tutte le fatiche per dimenticarlo sono andate in fumo appena ho sentito la sua voce.
Come se tutto l'odio e la rabbia che provo verso di lui, siano spariti. 
La mia mancaza di autocontrollo mi fa dannatamente incazzare. 
Stavo andando così bene, e ho mandato all'aria tutto.
"Vaffanculo" tiro un calcio al letto, e vado a farmi una doccia.


Pov. Zayn
Sono nella fase di dormiveglia quando il telefono comincia a squillare. Non riesco a vedere il mittente della chiamata, per la troppa luminosità dello schermo.
"Pronto?" non ricevo risposta. Allontano il telefono dall'orecchio per vedere il mittente: Giorgia

"Giorgia?" sussurro ma chiude la chiamata.
La richiamo per tre volte prima di ricevere una risposta.
Sono dannatamente preoccupato per il motivo per cui mi ha chiamato: è successo qualcosa?
Sussurra, rispondendo alle mie domande
"Non voglio parlare con te" mi dice. Le sue parole hanno l'effetto di una lama sul mio cuore, anche se non sono pienamente sicuro che sia la verità

"Allora perché mi hai chiamato?" sorrido, al pensiero che davvero sia stata lei la prima a chiamare
Continua a giustificarsi, inventando scuse. O almeno, quelle che credo siano scuse.
"Okay" mi risponde

"Okay"

"Va bene"

"Già" potrei continuare così per un'ora, se fosse il solo modo di sentire ancora la sua voce "Come stai?" le faccio la domanda più stupida che mi passi per la testa.

"Bene tu?"

"Uh, bene penso"
No, non sto bene per niente, ma se tu stai bene allora posso stare bene anche io.
Mi chiede che ore sono e solo ora mi accorgo che sono le due del mattino. Vuole chiudere la chiamata. 
No, diavolo, no! Ho ancora bisogno di sentire la sua voce
"Non avrei dovuto chiamarti Zayn, scusami è stato un'enorme errore" 

"Non è vero. Ti amo, lo sai?" le dico, ma lei mette giù.
Stringo il telefono tra le mani; durata della chiamata: 4.52 minuti
I 4.52 minuti più belli della mia vita. Non sentivo la sua voce da una settimana, e davvero stavo uscendo di testa.
Ancora ora sto uscendo di testa, perché non ero ancora pronto a mettere giù, e ho ancora un disperato bisogno di sentire la sua voce.
Provo a richiamarla ancora una volta, ma non ricevo risposta.
| Avevo davvero bisogno di sentirti| vorrei dirle quanto mi manca, ma forse è meglio non peggiorare ulteriormente la situazione.
Ovviamente non ricevo risposta. Appoggio il telefono sul comodino.
Poggio le mani sotto la testa, e fisso il soffitto.
Io una vita senza di lei, non posso passarla. Non resisterò ancora a lungo lontano da lei, questo è poco ma sicuro.
Le tela illuminata dalla luce della luna, è sopra la scrivania: l'ho fissata per tutta la telefonata, e per un attimo, lei era qui, davanti a me.
Sento delle risate, e delle voci parlare: Jonas è tornato. 
Mi giro e affondo nel cuscino cercando di dormire.

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Capitolo 43
*** Capitolo Quarantatré ***


Pov. Zayn
"Buongiorno" Jonas si butta sul fondo del mio letto svegliandomi

"Giorno" gli sorrido. Stamattina siamo entrambi di buon umore

"Scendi a far colazione?" mi chiede

"Arrivo" ributto la testa sul cuscino.
Mi alzo dopo cinque minuti. Mi infilo i pantaloni e scendo di sotto.
Mi sento meglio dopo aver dormito un po', e dopo aver sentito la sua voce. Mi guardo allo specchio e i miei occhi sono più vivaci: la sua telefonata è stata davvero una botta di vita.
Lei mi aveva definito una botta di vita, una scarica di adrenalina.
Rifletto bene sulle sue parole, per la prima volta da quando gliele ho sentite dire. A lei non importa di sapere cos'ho fatto, a lei importa, o importava, solo di avermi al suo fianco.
Voleva aiutarmi ad andare avanti, e aiutarmi a dimenticare ciò che ho fatto. E io? E io me ne sono andato, lasciando che la mia ancora affondasse, che lei affondasse, mentre io scappavo.
Sono stato talmente egoista.
Forse ho sbagliato. Forse non sarei dovuto scappare. Forse non avrei dovuto lasciarla, dopo tutto ciò che ci eravamo detti.
Ma ero così incazzato con me stesso, per tutta la merda che le era successa che mi è sembrata davvero la cosa migliore da fare.
"Ehi pensatore, che pensi?" mi deride Jonas

"Sto iniziando a pensare che tutta questa storia dell'andare via da Greenville, sia stata un'enorme cazzata" sospiro

"Ci hai messo un po', ma l'hai capito" mi sorride

"È che.. non lo so, ieri sera mi ha chiamato e.."

"Ti ha chiamato?" mi chiede sorpreso

"Sì, abbiamo parlato ma sembrava così distante da me"

"È solo arrabbiata, Zayn. Devi capirla"

"Lo so"

"Hai intenzione di tornare a Greenville?"

"Lo sto prendendo in considerazione"


Pov. Giorgia
"Ehi" abbraccio Jacob

"Ciao" mi scompiglia i capelli

"Come stai?" gli chiedo. Oggi sono stranamente di buon umore: la mia conversazione con Zayn è marchiata a fuoco nella mia mente

"Bene tu? Sembri di buon umore" mi tira una spallata giocosa

"Io beh, ho fatto una cosa" mi strofino il retro del collo. Ho paura della possibile reazione di Jacob.

"Cioè?" sembra divertito

"Ho chiamato Zayn" sussurro. Lui mi sorride, e poi scoppia a ridere "Cosa c'è?" rido anche io

"Avevi paura a dirmelo o sbaglio?" arrossisco

"Io, avevo paura della tua reazione. Tu mi avevi detto di dimenticarlo"

"Al cuore non si comanda, lo so bene. Nel primo periodo della rottura, quando non sapevo ancora qual era il vero motivo, la chiamai una decina di volte in due giorni. Mi sono stupito che tu non l'abbia chiamato prima" sorride

"Ero talmente arrabbiata con lui, ma dopo che l'ho sentito, è sparito tutto" scuoto la testa

"Sei ancora innamoratissima di lui, non c'è da stupirsi" mi sorride.
Ci dirigiamo verso casa sua, percorrendo il lungo viale alberato.
Mi sa che ha proprio ragione.
Ma che diavolo di incantesimo mi ha fatto quel dannato ragazzo? Posso sentirlo fin sotto la pelle, come se fosse lo scheletro che mi tiene in piedi.
Forse è un po' macabra come similitudine, ma sicuramente rende l'idea di cosa lui sia diventato per me.
"Ciao mamma!" urla Jacob, facendomi sussultare

"Ciao tesoro. Oh, e lei chi è?" mi indica

"Piacere signora, sono Giorgia, un'amica di Jacob" le porgo la mano

"Piacere" sorride

"Siamo di là in salotto" Jacob avvisa sua madre

"Wow che bella casa! E quanti libri avete. O mio dio, è il para.. Oh, scusi" un signore si gira, e due enormi occhi marroni mi guardano

"Giorgia, lui è mio padre" mi presenta l'anziano uomo davanti a me

"Buongiorno" sorrido porgendogli la mano. Lui però, rimane immobile, fissandomi attentamente

"Papà, che stai facendo?" Jacob è palesemente in imbarazzo

"Oh nulla. Scusate, piacere" mi stringe la mano. Sento una strana scossa percorrermi il corpo. Sembra tutto così familiare

"Andiamo?" Mi chiede Jacob

"Sì" sorrido.
Ci buttiamo sul divano a guardare un film: mi racconta della sua famiglia, e di quando si è trasferito qui dalla Germania.
"E così sei tedesco? Adesso che ci penso, anche io ho dei parenti che vivono in Germania" rido

"Sì, mi sono trasferito qui quando avevo dieci anni" mi risponde

"Dev'essere stato un trauma. A quell'età cambiare stato, scuola, lingua. Cambiare tutto così radicalmente è uno trauma a qualsiasi età"

"Lo è stato un po', ma mi sono adattato subito. Adoravo l'America, ed ero eccitatissimo all'idea di venire a vivere qui. Sono stato fortunato" ride

"Venite a pranzo?" la madre di Jacob ci chiama: è una donna meravigliosa, dai lunghi capelli castani, e due meravigliosi occhi verdi. Posso notare una somiglianza incredibile con il figlio. Stessa figura alta e slanciata, stesso sorriso dolce, e stessi meravigliosi occhi

"Sì" risponde il figlio. Ci alziamo dal divano per raggiungere il tavolo in cucina

"Allora Giorgia, parlaci di te" mi sorride la madre

"Beh, c'è ben poco da dire su di me.. Sono Giorgia, ho sedici anni, frequento il campus della città, e vivo con mia cugina"

"Anche io andavo al campus!" esclama Jacob

"Davvero? Eppure non ti ho mai visto"

"Sinceramente nemmeno io" scoppiamo a ridere

"Come mai vivi con tua cugina?" è la madre a parlare. Il padre di Jacob rimane in silenzio, ma continua a fissarmi e devo dire che la cosa mi mette piuttosto a disagio.

"Il rapporto con mia madre stava diventando.. difficile, diciamo" rido nervosa

"Capisco" risponde comprensiva, senza approfondire l'argomento.

"Quindi hai sedici anni?" mi chiede il padre

"Sì" rispondo. Mi sorride leggermente.
Continuiamo a parlare, mentre finiamo di mangiare. Tutto questo mi riporta al primo e ultimo pranzo con Federico e la sua famiglia. Un po' di nostalgia mi assale, ma viene subito rimpiazzata dal divertimento.
"Scusa per mio padre. Non so davvero che gli sia preso" Jacob è piuttosto imbarazzato

"Non importa" rido

"Andiamo a farci un giro?" mi chiede

"Certo, fammi solo ringraziare i tuoi genitori" gli dico "Ehm, noi andiamo. Grazie mille per tutto" mi affaccio nella cucina, non entrando

"Grazie e te della compagnia, speriamo di vederti presto" mi soridde la madre

"Certo" ricambio il sorrido.
Jacob mi mette un braccio sulle spalle, e usciamo canticchiando di casa. 
Sono davvero felice di averlo incontrato, perché è solo grazie a lui che non sono sprofondata nell'apatia.
Sarebbe dovuto essere Zayn a salvarmi da tutto questo, ma mi accontento.
Avrò anche perso una ragazzo, ma ho trovato un amico fantastico.

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Capitolo 44
*** Capitolo Quarantaquattro ***


Pov. Giorgia
Quindici giorni dopo che se n'è andato, lo penso un pochino meno.
Diciamo che non è più il mio pensiero fisso, che penso anche ad altro durante il giorno.
Il che è un gran sollievo, perché la nostalgia inizia a dissolversi un po'.
Prendo un costume dalla cassettiera, e lo indosso: oggi andrò in piscina con Jacob e i miei amici. Un pomeriggio in cui ci divertiremo soltanto.
Non vedo l'ora.
"Ti sta bene" mi sorride Jacob

"Che spavento!" rido "Davvero? Mi sta bene?" chiedo osservandomi allo specchio

"Certo, rilassati! Staresti bene con qualsiasi cosa addosso" ride anche lui

"Smettila" mi lamento "Mi passi quella tutina?" indico una tutina a top e blu

"Ecco" mi sorride "Preso tutto?" do una veloce controllata nella borsa

"Sì, andiamo!" esclamo
Mi mette una mano sulla spalla e raggiungiamo i ragazzi che sono già fuori.
In questa ultima settimana, Jacob ha legato molto con i miei amici, e non poteva capitarmi una cosa migliore. 
"Eccoli finalmente!" esclama Eddy

"Andiamo!" urlo correndo verso la fermata del pullman

"James ha portato il pullmino" mi deride Chiara. Faccio inversione e seguo il mio gruppo, provocando una risata generale.
Comminiamo disordinatamente per il marciapedie, occupandolo per la maggior parte. Sembriamo davvero un greggie, ma non ci importa.
La gente ci passa affianco, sbuffando ma noi continuiamo a ridere, persi nei nostri discorsi.
Saliamo tutti in macchina: io e Jacob ci sediamo negli ultimi posti infondo
"Ho seriamente bisogno di buttarmi in acqua" mi stiracchio sul sedile

"Ti farò fare certi tuffi" mi prende in giro

"Sognaa!" esclamo colpendoli giocosamente il petto

"Vedremo" risponde e scoppiamo a ridere entrambi.
James mette in moto, e partiamo. La città mi scorre affianco, lenta e trafficata.
Ho la mente completamente vuota mentre fisso fuori dal finestrino. In questi ultimi giorni ho pensato anche troppo.
Passiamo davanti al vecchio appartamento di Zayn, e non posso evitare di girarmi a guardarlo: quindici giorno fa, sono uscita piangendo da quella casa. Quindici giorni fa l'ho visto per l'ultima volta.
Cerco di partecipare alla conversazione dei ragazzi dimenticando la sua immagine che ha riempito fin troppo la mia mente nelle ultime due settimane.


Pov. Zayn
Scorro sul sito di un agenzia di viaggi: voglio farmi un idea del costo dei biglietti di ritorno per Greenville.
Non sono ancora molto sicuro di volerci tornare, ma sono sicuro che qua non resisterò ancora per molto.
Davvero, la cosa più sbagliata che potessi fare è stata lasciare Giorgia.
E ora lei mi odia. Fantastico direi.
Jonas è sempre stato dell'idea che io debba tornare, ma lui non sa come ci si sente ad essere me.
È la prima volta che m'importa davvero di qualcuno. La prima volta che voglio proteggiarla da qualsiasi cosa.
Il problema è che la causa dei suoi guai sono io, quindi più le sto lontano, meglio sta.
"O mio dio" sospiro, strofinandomi il viso con le mani.
Chiudo il portatile, e vado a cercare Jo.
"Jo?" entro in camera sua, esplorandola.
È disordinato quanto me: le sue scarpe sono sparse sul pavimento, i vestiti ammucchiati sulle sedie.
In fondo alla stanza, dietro l'armadio, una tela. Ritrae due ragazzi che si abbracciano.
"Cosa stai facendo?" mi chiede Jo

"Io, ehm, nulla. Cioè in relatà ti stavo cercando" mi strofino il retro del collo

"Che c'è?" sembre divertito

"Ti, ti va se andiamo a farci un giro?" gli chiedo

"Certo, mi do una rinfrescata e arrivo" mi sorride, lasciando la stanza.
Torno a fissare la tela: i due ragazzi che si abbracciano, solo due figure già viste.
La corporatura di entrambi, è conosciuta ma non riesco a capire a chi siano.
"Andiamo?" Jo distoglie la mia attenzione dal quadro un'altra volta

"Sì" gli sorrido

"Allora hai deciso cosa fare?" ha le mani nelle tasche, mentre camminiamo nel viale alberato. Mi ricorda tanto quello che c'era vicino a casa di Giulia

"No, non ancora. Ho dato una sguardo ai prezzi dei biglietti e ai voli. Il primo parte domani"

"Cos'è esattamente che ti trattiene qui?" 

"Non, non lo so. Paura forse" calcio un sasso

"Paura?" mi guarda stupito

"Sì, paura. Paura di quello che potrebbe succederle se le starò vicino, paura di sbagliare come con Giusy. Paura che lei non mi voglia più" quest'ultima sarebbe come una pugnalata per me

"Sono più che sicuro che lei ti ami ancora. Se era davvero innamorata, non può esserle passata in quindici giorni Zayn" mi sorride

"Lo so.. Ma questo pensiero mi tormenta, come solo l'idea che le succeda qualcosa di brutto a causa mia"

"Dovresti davvero accontonare queste paure e farle capire che sei follemente innamorato di lei" mi tira un pugno sul braccio "Fai l'uomo Zayn!" mi incita

"Sissignore" scoppiamo a ridere "Grazie per le tue parole Jo. Sinceramente, dopo tutto quello che è successo, non pensavo mi avresti accolto in casa tua"

"Sei pur sempre il mio migliore amico Zayn. Ci siamo allontani, ma il bene che ti voglio è pur sempre infinito" le sue parole mi fanno sciogliere

"Anche io, penso" rispondo piuttosto imbrazzato

"Come pensi? Mi racconti di quanto tu possa amare quella ragazza e non riesci a dirmi che mi vuoi bene?" mi deride

"Chiudi la bocca, idiota!" gli tiro un pugno e scoppiamo a ridere.

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Capitolo 45
*** Capitolo Quarantacinque ***


Pov. Giorgia
"Giulia sono tornata!" esclamo. Sono esausta: il pomeriggio in piscina è stato divertentissimo e ho nuotato davvero tanto. Abbiamo giocato a pallavolo nell'acqua e a carte subito dopo pranzo. È stata una giornata di pure dvertimento.

"Ehi" mi sorride 

"Che stanchezza" mi butto sul divano in salotto

"Divertita?" mi chiede

"Da morire! C'era James che si tuffava dal trampolino di cinque metri. Dovevi vedere le faccie faceva" scoppio a ridere "Poi una volta non è tornato su. Ci ha fatto prendere un infarto, e poi è uscito dall'acqua facendoci spaventare. È proprio un coglione" scoppio a ridere ancora

"Sono felice che tu ti sia divertita, ma soprattutto sono felice che ti ti stia riprendono un po' " abbasso lo sguardo

"So quanto male ti abbia fatto la partenza di Zayn e mi dispiace. Mi dispiace per averlo cacciato, ma davvero pensavo ti passasse. Hai conosciuto Jacob ma non provi nessun tipo di interesse verso di lui nonostante sia così simile a te" ha ragione. Io e Jacob siamo molto simili, e me ne sono resa conto solo ora. 
Non mi ero mai soffermata a pensare su quanto io e lui fossimo simili, perché non mi è mai importato in questi giorni di trovare qualcuno che potesse sostituire Zayn

"Sinceramente, ora come ora, nessuno può sostituirlo. Lo so che l'hai fatto per il mio bene, ma tu avresti dovuto sapere che non sarebbe cambiato nulla"  la accuso

"Lo so. Mi dispiace" abbassa lo sguardo anche lei

"Ti ringrazio comunque. So che tutto ciò che hai fatto l'hai fatto in buona fede, e mi sta bene" sorrido "Non voglio litigare anche con te. Mi dispiace per averti fatto preoccupare in questi giorni, per i miei comportamenti e per le mie risposte" mi sento davvero in colpa

"Non importa, stai tranquilla. Ero così in ansia.. avevo paura che si ripettesse di nuovo tutto" stringe gli occhi

"Avevi paura che rincominciassi a drogarmi?" sgrano gli occhi

"Sì" sembra in imbarazzo "Ho avuto paura che usassi la droga per dimenticare" 

"Non succederà più Giulia. Te lo giuro" le prendo il viso tra le mani

"Lo spero, perché non potrei sopportare.." serra di nuovo gli occhi

"Sh" le dico, abbracciandola. Lascio che si sfoghi nel mio abbraccio, che tutta l'ansia che le ho provocato in questi giorni, abbandoni il suo corpo.
È tutta colpa mia se Giulia è in queste condizioni, e mi dispiace da morire
"Ti voglio bene" le sussurro

"Anche io" sorride contro la mia spalla, e mi stringe più forte

"Che succede?" Filippo rimane immobile sulla porta

"Oh, nulla amore. Abbiamo parlato" sorride Giulia

"Tutto okay?" Filippo mi guarda

"Certo, abbiamo fatto pace diciamo" sorrido "Forse è meglio che ti lasci nelle mani di Filippo" sorrido e mia cugina

"No tranquilla, finite quello che stavate facendo" Filippo rifiuta l'offerta ma so che sta morendo dalla voglia di abbracciare Giulia: le sue braccia incrociate sul petto lo fanno intuire

"Cosa c'è di meglio di un abbraccio dalla persona che si ama?" li prendo in giro "Sono in camera se mi cercate" salgo le scale e riesco a sentirli parlare finchè non mi chiudo la porta alle spalle.
Acendo il computer e scarico le foto della giornata, passandole dal telefono al mio portatile
Questa chiacchierata con Giulia, mi ha risollevato il morale: sono felice che si sia sfogata da tutta l'ansia e il dolore che, come me, si portava dentro da troppo tempo.
Se avessi saputo subito quel'era la sua paura, le avrei detto che non si doveva preoccupare, che non sarei stata così idiota da riscarcarci di nuovo.
Decido di aggiornare il mio profilo facebook, aggiungendo le foto di oggi, dopo due settimane d'assenza.
Cambio la mia immagine di profilo, mettendo la mia preferita: io e Jacob abbracciati. Le sua mani sono intorno alla mia vita, mentre la mia schiena preme sul suo petto. Grazie alla sua altezza, riesce ad appogiare il mento sulla mia testa. Entrambi abbiamo un enorme sorriso sul volto, mentre l'acqua che bagna il nostro corpo, ci fa splendere sotto i raggi del sole.
Nelle foto sembro quasi.. felice.
Oggi mi sono divertita davvero tanto e sento che, forse, piano piano sto rincominciando a vivere.


Pov. Zayn
Io e Jo siamo seduti sul divano, mentre navighiamo su internet
"Hai visto com'è cambiata Alice Anderson?" fa scorrere le immagini della ragazza sul suo profilo facebook

"Wow è un cambiamento davvero notevole! E dove sono finiti gli occhialoni neri?"

"Ora porta le lenti a contatto. È diventata davvero una bella ragazza" scorre ancora le sue immagini

"Scusa posso fare un cosa?" gli chiedo

"Certo" mi passa il portatile e lo appoggio sulle gambe
Digito nella barra di ricerca Giorgia Di Stefano
"Di Stefano?" mi domanda

"Ha origini italiane" faccio spalluccie e comincio a scorrere i vari risultati finchè non trovo un profilo che potrebbe essere il suo.
"Ma che cazzo?" esclamo. La sua immagine di profilo è con un ragazzo. E abbracciata con lui, con il suo culo appoggiato sul suo cazzo. E sono in costume. Mi state prendendo per il culo?

"Chi cazzo è questo?" comincio a scorrere le immagine che ha caricato recentemente: è andata in piscina con i suoi amici. L'unica consolazione che ho.
Ma nelle foto loro sono sempre insieme: ce n'è una in cui sono sdraiati insieme in un lettino, con la testa di lei sul petto di lui.

"Zayn io penso.." Jo interviene

"Cazzo non ci posso credere. Guardali! Sono sempre insieme. Dio" mi tiro i capelli

"Zayn rilassati, dev'esserci una spiegazione" mi toglie il computer dalle ginocchia prima che posso alzarmi

"Certo che c'è. Diceva di amarmi, e adesso se la fa con un altro. Io, non ci posso credere!" cammino nervosamente per il salotto. Mi è molto difficile non tirare un calcio al divano e rompere la collezione di vasi di Marie che è esposta su una mensola almeno da sei anni

"È sicuramente un suo amico" mi rassicura Jo

"Ti sembrano delle foto da migliori amici?" urlo

"Zayn calma. Stai andando in escandenscenza per una foto.."

"Che faresti se vedessi la tua ragazza in costume, abbracciata ad un altro cazzo di ragazzo?" mi siedo nuovamente sul divano, prendendomi la testa fra le mani "Saranno davvero solo amici?" chiedo a Jo

"Sì Zayn. Penso proprio di sì" mi da una pacca sulla spalla

"Sto impazzendo" mi strofino il viso

"Dovresti proprio tornare a Greenville" aggiunge prima di lasciare la stanza.

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Capitolo 46
*** Capitolo Quarantasei ***


Pov. Zayn
Fantastico. Hanno cancellato tutti i voli a causa maltempo.
Quando finalmente avevo deciso di partire, mi cancellano tutti i voli.
Vaffanculo
"Rilassati caro. Passerà questo maltempo" Marie mi rassicura

"Lo so" sospiro "Ma volevo partire il prima possibile" stringo i pugni

"Non ti preoccupare entro tre giorni dovresti partire" mi sorride Jo

"Lo spero. Devo tornare a Greenville il prima possobile. Prima che.."

"Giorgia si innamori di quel ragazzo? Allora di tempo ne hai" mi schernisce Jo

"Simpatico" sbotto salendo in camera mia
Mi sdraio sul letto, a fissare il soffitto. 
Ho passato tutto ieri, e tutto oggi a guardare il suo profilo facebook. Mi sono sentito davvero un cazzo di stalker.
In questi giorni in cui non ci sono stato, non ha pubblicato nulla, il che è molto strano.
Quando abitavo con lei, pubblicava spesso. Sia foto, sia stati.
Sì okay, non sono più un adolescente, ma il suo dannato profilo facebook è l'unica cosa che mi rimane di lei.
Più volte ho riguardato le sue foto, e le riprodotto su un foglio da disegno.
Nella mia cartellina ci saranno circa una ventina di disegni che ritraggono lei. Però ci sono anche dei paessaggi, giusto per non passare da ossessionato.
Prendo il computer di Jo e vado a cercare nei documenti tutte le foto di Giorgia che ho salvato
"Cosa..?" sgrano gli occhi trovando una foto di Jo che si bacia con un ragazzo.
Aspetta, quello è William. Che cazzo?

"Jo!" urlo. Non posso crederci, non può essere vero.

"Che c'è?" mi chiede. Giro il computer, facendogli vedere la foto "Oh, ehm, io.."

"Sei gay?" chiedo

"Io, ehm.." sembra piuttosto imbarazzato

"Andiamo Jo. Sì o no?" insisto

"Sì" abbassa lo sguardo.
Da quando è diventato gay? Quando abitavo ancora a Melbourne, a lui piacevano le ragazze. Cazzo ci divertivamo a guardare i culi di ogni ragazza e farne una classifica. Lui è stato con parecchie ragazze. O mio dio, che cosa mi sono perso?
"Non voglio che questo cambi ciò che pensi di me" gioca nervosamente con le dita

"Amico, ti voglio un mondo di bene e non smetterò di frequentarti solo perché sei.. gay. Solo davvero non capisco che sia successo. Insomma tu sei stato con delle ragazze e.."

"Non saprei nemmeno io. Ero davvero convinto che a me piaceressero le ragazze, ma poi ho conosciuto William. Da lì è cambiato tutto" sorride

"Ma davvero? Come fai a stare con lui?" chiedo disgustato, ma Jo riesce a cogliere l'ironia nella mia voce

"È una persona fantastica, fidati di me" mi tira un pugnetto sul braccio

"Quante cose mi sono perso" sospiro "Avrei voluto esserci. Durante la separazione dei tuoi, durante la scoperta di questa parte di te" abbasso lo sguardo

"E io avrei voluto esserci durante il tuo cambiamento. Senti cosa stai dicendo? Sei tornato ad avere un cuore" mi stringe in un abbraccio

"Zitto" metto il broncio "Comunque, dammi un cosiglio: sono davvero così attrente?" ammicco

"Vaffanculo Zayn" scoppiamo a ridere entrambi. Si siede sul letto con me, e mi fa vedere delle foto con William. 
Devo ammetterlo, sono proprio carini insieme. Questa nuova parte di Jo, non mi farà cambiare idea su di lui. 
Gli voglio davvero troppo bene per giudicarlo sulla base di questo. Voglio solo che lui sia felice, e se è felice con quell'odioso William, ben venga.
"Tua madre.. lo sa?" chiedo continuando a guardare le foto

"No, non ancora" 

"Quando hai intenzione di dirglielo?" 

"Non lo so.. Ho paura" le ultime parole catturano la mia attenzione

"Paura?" chiedo stupito

"Sì" stringe il computer tra le mani

"E di cosa?"

"Che lei non mi accetti più dopo.. questo" agita le mani davani a lui

"Oh Jo andiamo! Tua madre? È la persona più comprensiva sulla faccia della terra! E poi insomma, se l'ho accettato io, figurati se non lo accetta tua madre!" gli tiro una spallata

"Lo so, lo so" sospira

"Vieni" gli porgo la mano, quando mi sono alzato dal letto

"Dove?" il panico si dipinge sul suo volto

"A parlare con tua madre" gli sorrido, tirandolo su dal letto

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Capitolo 47
*** Capitolo Quarantasette ***


"Truly madly deeply I am.
Foolishly, completely falling
" canto mentre mi pettino i capelli.
Questa è una delle canzoni che più preferisco di Zayn è il suo gruppo.
Forse perché un po' rappresenta ciò che io provo per lui.
Mi è rimasta impressa fin dal primo momento che l'ho ascoltata. E fin dal primo momento ho pensato a Zayn mentre la cantavo.
Dovrei mandargli un messaggio? No cazzo, no. 
Non cederò un'altra volta. 
"Giorgia!" un voce mi fa sobbalzare

"Alice!" urlo prendendo in braccio la piccola bambina. È la figlia della sorella di Giulia, e ho sempre amato questa bambina.
I lunghi capelli biondi ricadono sulle sue spalle, mentre due vivaci occhi blu mi guardano

"Come stai?" le chiedo mentre lei mi prende il viso tra le sue piccole manine

"Bene tu?"

"Tutto bene. Che ci fai qui?" le tiro leggermente la guancia 

"La mamma mi ha portata qui" batte le manine

"Allora ci divertiremo parecchio" le faccio l'occhiolino.
Torniamo in camera mia e si siede sul letto. Comincia a pacioccare con il computer mentre io do una sistemata veloce alla camera
"Chi sono?" indica lo schermo appena la musica parte. Riconosco le note di You and I

"Oh, ehm dei cantanti" dico prendendola in braccio

"Sono tutti belli. A parte questo" indica Louis. Scoppio a ridere: sono sicura che se lo vedesse ora, cambierebbe idea

"Hai ragione" concordo e chiudo il computer

"No, voglio vederli" incrocia le braccia sul petto e mette il broncio

"Davvero?" sospiro

"Sì" si imbroncia ancora di più

"Okay" accendo il computer e riapro la pagina. Batte le manine a tempo con la musica, ed è davvero adorabile.
La posizione in mezzo alle mie gambe, in modo che si appoggi con la schiena al mio petto, e insieme guardiamo i video.
Non riesco a trattenere un singhiozzo che fa voltare velocemente la bambina verso di me
"Perché piangi?" i suoi occhi cambiano velocemente, mostrandomi la sua preoccupazione mentre mi appoggia una mano sulla guancia

"No nulla, va tutto bene" la rassicuro accarezzandole i capelli. Mi posa un bacio sulla guancia, e non posso evitare di sorridere.
Continuiamo a vedere i video, e io faccio appello a tutta la mia forza di volontà per non scoppiare a piangere.


Pov. Zayn
"Cosa? Nono, ti prego" Jo è nel panico

"Forza, io starò vicino a te per tutto il tempo" gli sorrido

"Pensi che andrà bene?" mi chiede mentre scendiamo le scale

"Certo, è tua madre. Ti amerà in ogni caso" arriviamo in salotto, e Jo si blocca alla vista di Marie

"Tutto apposto ragazzi?" Marie ci rivolge uno dei suoi sorrisi più belli tranquillizzandoci entrambi. Sì perché in realtà, anche io sono in ansia per Jo

"Mamma devo dirti una cosa" sussurra Jo

"Dimmi tesoro" sua madre si avvicina a noi, con aria preoccupata

"Io, beh, in realtà.."

"Sì?" chiede sua madre

"Sono, sono gay" abbassa lo sguardo. Sua madre all'inizio sgrana gli occhi ma dopo due secondi si riprende e sul suo viso compare un sorriso

"Oh tesoro, va bene. Non c'è nulla di male" lo abbraccia

"Da, davvero?" balbetta Jo, incredulo

"Certo" gli sorride.
Li guardo abbracciarsi, fiero di me per aver convinto Jo a dire tutto a sua madre. Sono così contento che sia andata bene, perché se sua madre non l'avesse accettato avrei rovinato un'altra vita. E non avrei potuto sopportarlo
"Oh Zayn, ho sentito che hanno riaperto gli aeroporti. Puoi partire quando vuoi" la madre di Jo mi dedica una sguardo prima di tornare ad abbraciare il figlio

"Davvero?" esclamo. Corro al piano di sopra, prendendo il computer sulle mie ginocchia.
Digito il sito dell'agenzia di viaggi e prenoto un biglietto aereo per Greenville.
Se tutto va bene, domani sera sarò di nuovo da lei.
"Grazie" Jo compare sulla porta

"E di cosa?" gli sorrido

"Per tutto. Per avermi aiutato, per avermi capito. Non mi sarei mai immaginato un cambiamento simile da te, Zayn"

"Lo prendo come un complimento" rido "Anche io devo ringraziarti. Per avermi ospitato a casa tua, nonostante io mi sia comportato da cazzone, per avermi aiutato a stare meglio quando lei mi mancava e per avermi fatto cambiare idea"

"Ti voglio bene" mi abbraccia "Allora quando parti?" mi chiede

"Domani mattina" fisso il soffitto

"Di già?" sembra deluso

"Sì. Mi dispiace lasciarvi di punto in bianco" 

"Non importa, capisco" mi sorride "Ti aiuto a fare le valige?" 

"Okay" ricambio il sorriso.
E così sto davvero per tornare. Non ci posso ancora credere. Sono così felice di vederla, ma allo stesso tempo terrorizzato.
So che lei mi odia per quello che le ho fatto, e che l'amore che prova per me, ora è oscurato dalla rabbia e dal dolore.
Ho paura che quando mi vedrà, non vorrà nemmeno rivolgermi la parola, e l'idea di un suo rifiuto è qualcosa che non potrei sopportare.

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Capitolo 48
*** Capitolo Quarantotto ***


Pov. Giorgia
"Alice vieni qui" la richiamo quando si mette a correre verso i giardini

"È sempre così iper attiva?" mi chiede Jacob

"Abbastanza" scoppiamo a ridere

"È una bella bimba però" mi sorride

"Lo so, e l'adoro. È come una sorella che non ho mai avuto" la guardo arrampicarsi sullo scivolo

"Dev'essere dura crescere con quattro fratelli maschi" 

"Non è dura, solo che ovviamente non puoi parlare di cose.. da ragazze" rido

"Posso capire" mi tira una spallata giocosa.
Ci sediamo su una panchina, ma i miei occhi rimangono fissi sulla bambina dai capelli biondi.
"Ti ricordi? Ci siamo conosicuti su quella panchina" indica la panchina su cui mi ero seduta, quando scappai piangendo da casa di Zayn

"È vero. Cazzo, sembrata passata un'eternità invece saranno a malepena venti giorni"

"Hai ragione" ride

"Grazie" gli dico

"Per cosa?" si gira confuso

"Per tutto. Per tutto quello che hai fatto per me"

"Non ti preoccupare, è stato un piacere per me" mi sorride
La nostra attenzione viene attirata dal pianto di Alice
"Cos'è successo?" mi alzo e corro verso di lei

"Mi sono fatta la bua" scoppia a piangere

"Dove amore mio?" mi inginocchio davanti a lei. Mi indica con la mano tremante il ginocchio sbucciato e l'accompagno alla fontana per bagnarlo leggermente

"Tutto okay?" chiede Jacob. Alice scuote la testa "Se ti prendessi un gelato, passarebbe la bua?" si inginocchia anche lui

"Sì!" esclama la piccola bimba, battendo le mani.

"Vieni" porge una mano ad Alice, che la prende subito

"Grazie" poso un bacio sulla guancia di Jacob, prima di attarcarmi al suo braccio.


Pov. Zayn
Mi siedo al mio posto, aspettando che questo dannato coso parta.
Gli unici biglietti disponibili, erano per il volo che fa due scali, quindi prima che arrivi a Greenville ci vorrà almeno una una giornata e mezza.
Vaffanculo.
Comincio a muovere nervosamente una gamba, in attesa di tornare finalmente da lei.
"Potrebbe stare fermo?" la signora affianco a me, indica la mia gamba. Grazie a Dio è una signora, perché se no le avrei già spaccato la faccia.

"Mi, mi scusi"  cerco di bloccare il costante movimento della mia gamba, sostituendolo con in picchiettare delle dita sulla mia coscia.
L'attesa mi sta davvero uccidendo.
Cerco di guardare dall'oblò dell'aereo la struttura a vetri dell'aeroporto in cerca di Marie e Jo.
Mi mancheranno tantissimo, ma cercherò di tornare a Melbourne ogni volta che potrò, magari insieme a Giorgia per farle conoscere le persone che mi hanno ospitato in questo soggiorno d'inferno.
Mi è dispiaciuto partire così, con così poco preavviso, ma devo davvero tornare a casa.
Mi hanno capito perfettamente, e ancora non capisco cos'ho fatto per meritarmi due persone come loro.
Giorgia deve davvero conoscerli, e loro devono conoscere che persona fantastica che è.
Se ne innamorerebbero subito.
Sorrido appoggiando la testa al sedile, e chiudendo gli occhi per immaginarmi già là, con Giorgia stretta tra le mie braccia.

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Capitolo 49
*** Capitolo Quarantanove ***


Pov. Giorgia
Scrivo distrattamente sul quaderno, cercando di scrivere un tema decente, ma la mia mente è completamente persa nei suoi pensieri.
Pensavo che ciò che provo per Zayn stesse cominciando a passare, o almeno diminuire un po', ma dopo il pomeriggio passato ad ascoltare le sue canzoni due giorni fa con Alice, ho capito che era solo una mia impressione.
Per la prima volta penso così intensamente ad una persona. La prima volta che una persona diventa così importante e indispensabile per me.
Chiudo il quaderno, sospirando.
Oggi non è la mia giornata fortunata quindi decido di accantonare i compiti. Oppure..
| Compiti in biblioteca oggi? | mando una messaggio ai miei amici
| Certo a che ora? ! mi domanda Jacob
| Le tre? |
| Andata |
Stabiliamo tutti quanti di ritrovarci al campus, e da lì andiare tutti insieme in biblioteca.
Forse così riuscirò a concentrami meglio. Almeno spero.
Mi do una veloce sistemata, mentre aspetto di uscire.
Contorno gli occhi con della matita nera, mentre inspessisco le ciglia con del mascara nero. Mi infilo dei pantaloncini e una maglietta, sistemando nella borsa i libri necessari.
Poi esco di casa, canticchiando. Sono di buon umore, anche se la mia testa continua a farmi pensare a lui.
Quando raggiungo i ragazzi, ci incamminiamo tutti verso la biblioteca che dista due isolati dal campus.
"Vediamo in quanto tempo riusciamo a farci sbattere fuori" dice James, provocando una risate generale

"Beh, l'altra volta siamo riusciti a stare due ore prima che ci buttassero fuori" rido

"Stabiliremo un record, me lo sento" aggiunge Eddy 
Entriamo nell'edificio, fulminati dallo sguardo dei bibliotecari che ci avvisiano subito che dobbiamo fare silenzio.
"Minchia, ci riconoscono pure" ride Chiara

"Come farci riconoscere ovunque" scuoto la testa ridendo
Ci sediamo al tavolo, tirando fuori i libri. Li apriamo davanti a noi, ma comiciano subito a scherzare tra di noi, provocando parecchio rumore
"Allora, o state zitti oppure prendete le vostre cose e ve ne andate. Qusta è una biblioteca non un giardino" ci rimporvera la vecchia bibliotecaria.

"Ci scusi" Jacob alza le mani, per scusarsi.
Buttiamo le teste sui libri, cercando di non ridere per il rimprovero appena ricevuto.


Pov. Zayn
Finalmente sono arrivato. Dopo due giorni, tra scali e ritardi, ce l'ho fatta.
Sono di nuovo a Greenville. Il mio cuore sta sbattendo violentemente contro il mio petto, e sembra che debba esplodere da un momento all'altro.
Appena tocco terra, tutto mi ritorna in mente: il suo regalo, che porto sempre con me, il video di Harry, il suo 'Ti Amo' quando ero in carcere.
È tutto così nitido e lucido, come se fosse appena successo.
Vado a prendere le mie valige e, come all'andata, mi tocca aspettare venti minuti.
Chiamo un taxi e mi faccio portare al mio appartamento.
Non l'ho venduto, perché in fondo sapevo che qui ci sarei tornato prima o poi.
E non mi sbagliavo.
Appena entro, i vetri della finestra scricchiolano sotto i miei anfibi, le crepe nel muro sono ancora lì come i resti del mobile che ho rotto prima di andare via.
E come se in questo appartamento siano ancora racchiuse la parole e i singhiozzi di Giorgia.
'Zayn sono stanca di tutto. Vuoi davvero andartene? Allora vattene. Vai via da qui, ma ti chiedo solo una cosa non tornare'
Il coltello che ho impiantato nel petto, sprofonda ancora di più al ricordo di quelle parole. Mi appoggio al muro, cercando di rilassarmi.
Sistemo i vestiti nel vecchio armadio, e decido di chiamare Giulia.
"Zayn?" chiede incredula

"Io, io devo dirvi tante cose. Giorgia è a casa in questo momento?" 

"No, lei, lei è uscita" balbetta

"Sto arrivando allora" attacco il telefono, e prendo le chiavi della mia macchina, rimasta in garage per tutto questo tempo

"Andiamo bella, parti" dico girando la chiave, ma non ricevo risposta dall'auto "Cazzo!" esclamo colpendo il volante.
Il mio sguardo cade su una bici appesa al muro
"Oddio. La bici no. Piuttosto vado a piedi" mi lamento, ma mi ritrovo poco dopo a pedalare velocemente verso casa di Giulia.
Devo arrivare prima che arrivi Giorgia, e dire tutto a Giulia e Filippo. Almeno del cambiamento di nome. 
La prima che deve sapere le merdate che ho fatto deve essere lei.
Busso alla porta ormai conosciuta, e il volto preoccupato di Giulia appare da dietro.
"Zayn, o mio dio, stai bene?" mi accompagna dentro, facendomi sedere su una sedia "Vuoi dell'acqua?" annuisco in risposta

"Che succede?" Fillippo chiede allarmato

"Ho bisogno di parlare con voi, di una cosa, prima che.. lei torni" mi guardo attorno

"È in biblioteca con i suoi amici, tornerà tardi" mi rassicura

"Okay, allora beh.." inizio "comincio subito col dire che sono innamoratissimo di Giorgia. La amo tantissimo, e sono tornato per farle sapere che la amo ma prima ci sono delle cose che voi dovete sapere"

"Cioè?" chiede Giulia

"Io non mi chiamo Davide. Mi chiamo Zayn. Zayn Jawaad Malik"

"Zayn? Ora capisco perché.." Giulia sembra collegare i pezzi

"Sì. Io, beh, ho cambiato nome perché volevo dimenticare una parte delle mia vita. Volevo dimenticare degli errori che Zayn aveva fatto, per rincominciare una nuova vita" restano in silenzio "Ma ovviamente quell'impicciona di tua cugina, si è intromessa, scoprendo tutto. Tutto cioè quello che riguarda il mio cambiamento di nome" sorrido

"Perciò lei sapeva già da parecchio del cambiamento di nome" Fillippo sembra pensieroso 

"Un po'" sorrido ancora

"Quali sono gli errori che vuoi dimenticare?" mi chiede Giulia

"Vorrei che la prima a saperli fosse Giorgia" abbasso lo sguardo

"D'accordo" mi sorride

"Comunque, ora io sono cambiato. Non sono più quella persona, o comunque non farei mai del male a Giorgia, mai" sottilineo l'ultima parola

"Lo sappiamo, l'abbiamo sempre saputo" Filippo mette un braccio intorno alla vita di Giulia

"Lei è stata parecchio male in questi giorni, è davvero incazzata" Giulia mi guarda

"Lo so, posso capire" annuisco

"Ma sono più che sicura che ti perdonerà. Dalle del tempo per pensare a cos'è giusto fare" aggiunge appoggiandomi una mano sulla spalla

"Abbiamo capito che l'amavi, quando te ne sei andato. Quando hai preferito andare via per proteggerla. È stato un gesto d'amore enorme, che pochi sarebbero in grado di fare" Fillippo mi sorride

"Grazie" abbasso lo sguardo imbarazzato

"Andrà tutto bene, vedrai" mi rassicura Giulia.
Mi siedo al tavolo della cucina, mentre mangio una semplice brioches. A dire il vero non ho fame, anzi il mio stomaco è completamente chiuso, e ho una cazzo di nausea che potrei vomitare anche l'anima.
L'ansia mi sta logorando, ma rimango in silenzio a fissare il vuoto, mentre Giulia e Filippo mi guardano curiosi.

"Giu! Sono tornata!" la sua voce rieccheggia nella casa, gelandomi il sangue. 
Rimango immobile, in attesa che entri in cucina e scateni la sua rabbia contro di me. 

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Capitolo 50
*** Capitolo Cinquanta ***


Pov. Giorgia
"Giu! Sono tornata!" esclamo. Poggio la borsa nell'ingresso e raggiungo mia cugina.
Appena entro in cucina, per poco non ho un mancamento: Zayn è in piedi davanti a me.
Gli tremano leggermente le mani, mentre il suo sguardo incontra il mio. I suoi occhi catturano i miei e non riesco a distogliere lo sguardo.
Per un attimo sono riportata indietro nel tempo, nel suo appartamento: le sue valige vicino alla porta, lo sguardo terrorizzato di Zayn. I giorni passati a piangere, e aspettando che lui tornasse.
Tutto il dolore mi inonda, travolgendomi con un'onda anomala.
"Ciao" sussurra. La suo voce, smuove qualcosa dentro di me, contorcendomi lo stomaco.
Non riesco a dire una sola parola. È come se tutto stesse girando velocemente intorno a me, e io non riesca a stare dietro a questa assurda velocità.
"Io, non so che dire" si avvicina a me, ma io indietreggio. La mia reazione gli fa sgranare gli occhi, ma si ricompone velocemente "Ho bisogno che mi ascolti Giorgia"

"Tu non mi hai ascoltata" balbetto

"Ero così arrabbiato con me stesso" 

"E io ora sono così arrabbiata con te. Arrabbiata perché te ne sei andato, senza nemmeno ascoltarmi. Mi hai lasciata da sola" la mia voce inizia a incrinarsi

"Non piangere" mi supplica

"Tu non sai quant'ho sofferto in questi giorni" stringo i denti, cerco di trattenere le lacrime

"Lo so invece, perché anche io sono stato male" cerca di avvicinarsi, ma indietreggio ancora.
Vorrei corrergli incontro, e sprofondare tra le braccia, sentire il suo profumo e urlargli quanto lo amo. Vorrei poter finalmente incontrare di nuovo le sue braccia, ma sono così incazzata e ferita.
Ora sono in balia del dolore, e sento che sto affogando.

"Ti avevo detto di non tornare" le lacrime stanno rigando il mio volto

"Non posso stare senza di te"

"Nemmeno io, ma mi sono dovuta adattare" esco dalla cucina, ormai incapace di trattenere di singhiozzi.
Non faccio in tempo a raggiungere le scale, che le grandi mani di Zayn afferano i miei polsi, tirandomi verso di lui.
Mi stringe in un abbraccio, e il familiare odore di fumo misto a profumo mi invade le narici facendomi quasi girar la testa.
"Lasciami! Zayn, cazzo, lasciami!" urlo cercando di divincolarmi dalla sua presa, tirandogli dei pugni sul petto, ma non riesco a liberarmi.
Quando capisco che non c'è nulla da fare, mi lascio andare, piangendo contro il suo petto. Gli inzuppo la maglietta, mentre lui mi accarezza i capelli.
Posso sentire il suo cuore sbattere violentemente nella gabbia toracica, mentre cerca di trattenere ciò che sembrano dei singhiozzi.
Eccola lì, la mia ancora. Lui è contemporaneamente ciò che mi salva, e ciò che mi fa affondare. Sto affondando nel dolore che lui mi ha causato, ma solo lui può domarlo. Farlo passare, ed ogni secondo che passo fra le sue braccia e un secondo in meno di dolore.
Non so quanto esattamente siamo stati in quella posizione, l'unica cosa che so è che ora sono sdraiata nel letto, facendo finta di dormire. Lui è seduto su una sedia, vicino al letto
"So che stai facendo finta di dormire" picchietta le dita sul materasso. Non rispondo.

"Bene allora dato che non vuoi alzarti da questo letto sei costretta ad ascoltarmi" cerco i coprirmi le orecchie

"Mi dispiace. Mi dispiace davvero moltissimo per tutto il dolore che ti ho causato, ma tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto in buona fede" sento le lacrime bagnarmi di nuovi gli occhi stanchi

"Fin da quando mi sono innamorato di te, ho sempre voluto proteggerti. Far in modo che ciò che ero, non pesasse su di te. E poi quando Hary.." si blocca "Quando è successo tutto quello che è successo, mi sono sentito colpevole. Cazzo, e lo sono. Tutto ciò che lui ha fatto, l'ha fatto per vendicarsi di me. Se penso a ciò che ha dovuto sopportare a causa mia.. E proprio questo che mi ha spinto ad andare via.
Pensavo che scappando, tu mi avresti odiato, e dimenticato in fretta. La mia testa voleva che tu mi dimenticassi, ma il mio cuore smetteva di battere ogni volta che ti immaginavo tra le braccia di un altro" non riesco a trattenere un singhiozzo.
Sento la sua mano poggiarsi sul mio fianco, e girarmi delicamente verso di lui. Serro gli occhi, perché se incontrassi ancora una volta i suoi, so che mi ci perderei, proprio come la prima volta che li ho incontrati, nel salotto di casa mia.

"Sono stato davvero un coglione. Non avrei mai dovuto andarmene, non avrei mai dovuto scappare ma rimanere. Volevo proteggerti dagli altri, invece avrei dovuto prottergerti da me e dalle mie cazzate. Non c'è stato giorno in cui non ti abbia pensata o immaginata accanto a me" 
Lo stesso vale per me. Non è passato giorno in cui non l'abbia pensato o immaginato qui, che mi stringeva tra le sue braccia

"So che sei dannatamente arrabbiata, e ne hai tutte le ragioni, ma dammi un'altra possibilità. Sono tornato per restare" mi passa una mano sul viso.
Apro leggermente gli occhi ma ho la vista offuscata dalle lacrime. Passa il suo grosso pollice sotto i miei occhi, asciugando le piccole goccioline che bagnano il mio viso
"Ti odio" sussurro, non riuscendo a trattenere un sorriso

"E io ti amo, come facciamo ora?" mi sorride con gli occhi lucidi.
Non ho intenzione di perdonarlo, non ancora. Ho bisogno di tempo, per assimilare tutto ciò che mi ha detto, e per capire se fa sul serio.
Non potrei sopportare un'altra volta il dolore dovuto alla sua assenza.
E solo che ho passato troppo tempo pensandolo, sognandolo e immaginando di stare tra le sue braccia che ora l'unica cosa che voglio fare è affondare la testa nel suo collo, e sentire il suo meraviglioso profumo invadermi le narici.


Pov. Zayn
Non mi aspettavo una reazione diversa da quella che ha avuto. O forse me la sono immaginata leggermente peggiore.
Ad ogni modo, sono felice che non mi abbia sbattuto fuori a calci in culo, e che si sia sfogata tra le mia braccia, contro il mio petto.
Sentirla piangere in quel modo, ha permesso al coltello nel mio petto di trafiggermi completamente, e sono riuscito a malapena a trattenere i singhiozzi.
Siamo stati abbraciati per qualche minuto, e appena i suoi singhiozzi si sono placati un po' l'ho portata in camera sua e l'ho fatta sdraiare sul letto.
Ha dormito per un'oretta prima di svegliarsi, e così ho avuto il tempo di farmi una doccia.
Quando sono tornato in camera sua, mi sono seduto sulla sedia della scrivania, portandola affianco al suo enorme letto.
Si è svegliata una ventina di minuti dopo. Ha sbattuto gli occhi due o tre volte, come fa sempre e si è stiracchiata, ma non ha aperto gli occhi, sapendo che ero lì. Sapevo che era sveglia, per questo le ho detto tutto, così lei non ha potuto fare altro che ascoltarmi.
E l'ha fatto.
Mi ha ascoltato, ma non so ancora se crede alle mie parole.
"Ti odio" sento comparire un sorriso sulle sue labbra

"E io ti amo, come facciamo ora?" le dico, sorridendole. Allontano la sua testa dal mio collo, per guardarla negli occhi quando le dico che la amo. Ho gli occhi leggermente lucidi, mentre dai suoi continuano a cedere piccole goccioline salate.
Continuo ad asciugarle le lacrime con il pollice, mentre lei incastra le testa, nell'incavo del mio collo e inspira profondamente. Posso sentire il suo respiro tornare regolare contro il mio petto, caldo e lento.
Non posso credere che dopo tutto questo tempo, che è sembrato un'eternità, la sto di nuovo stringendo tra le mie braccia.
È una sensazione fantastica, una sensazione di sicurezza. Ora so che lei sta bene, per modo di dire, ed è qui con me.
Si è addormentata, e non ho intenzione di muovermi dalla mia posizione.
Il viaggio è stato davvero lungo, e sono esausto. Inoltre l'affronto con Giorgia è stato parecchio duro, quindi chiudo gli occhi, mentre la stringo più forte a me, addormentandomi.

*Buonasera!!
Vi rubo pochi minuti per avvisarvi che questo è il penultimo capitolo della prima parte della fanfiction!
Mi scuso se le cose sono andate un po' a rilento, soprattutto ultimamente, ma sono davvero esausta.
Scuola, scuola guida, rientri e studio mi rubano un sacco di tempo ed energie.
Spero che con l'inizio della seconda parte riesca a dedicarvi molto più tempo ed essere più regolare nel pubblicare più che altro per rispetto per voi che spendete il vostro tempo per leggere la mia storia
Volevo inoltre avvisarvi che ho iniziato a scrivere un'altra fanfiction. Il genere non si allontana da questa, ma sarà comunque molto diversa, soprattutto per quanto riguarda i personaggi.
Stavolta niente star. Solo Sarah e Jess.
Non aggiungo altro!
Non vi rubo altro tempo, vi mando un bacio!*

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Capitolo 51
*** Capitolo Cinquantuno ***


Pov. Giorgia
Quando mi sveglio, sono completamente aggrovigliata a Zayn.
Le sue gambe sono avvolte intorno alle mie, stringedole a sè. La sue braccia sono sul mio fianco e sotto la mi testa.
Sono completamente schiacciata contro Zayn. 
Gli poso le mani sul petto, cercando di allontanarmi, ma lui stringe ulteriormente la presa.
Sorrido, e gli poso un bacio sul petto.
Sto sbagliando, e lo so. 
Sto cedendo troppo facilmente, e troppo velocemente ma ciò che provo per lui è più forte delle rabbia che provo. Almeno, per ora.
Ieri sera ero davvero accecata dalla rabbia, ma dopo aver pianto è sparito tutto. Le lacrime hanno portato via tutta la rabbia che provavo verso di lui.
Ma il dolore c'è ancora. Quello non passa. 
Il ricordo delle notti passate piangendo è ancora troppo recente per essere dimenticato.
E solo che lui è il mio punto debole, la mia peggior debolezza.
Ora che è tornato non posso immaginare di non passare ogni singolo minuto con lui. Ma non succederà.
Non posso perdonarlo, non ora.
Deve capire quanto male mi ha fatto, e deve capire che se deciderà di mettersi con me, o cominciare qualsiasi tipo di relazione, non potrà più andarsene.
"What’s going on in that beautiful mind?" la voce roca di Zayn fa tremare il suo petto. Canta a bassa voce, una frase di una delle mie canzoni preferite

"Hai cantato" osservo, meravigliata dalla bellezza della sua voce

"Non hai risposto alla mia domanda però" mi ricorda

"A tante cose" faccio scivolare il dito lungo la sua maglietta

"Tipo?" mi chiede accarezzandomi la testa

"Che è tutto così assurdo. Finalmente sei qui, e io sono tra le tue braccia. Mi è mancato tanto il tuo profumo, la tua voce. Mi sei mancato tantissimo" stringo la sua maglietta tra i miei pugni

"Anche tu. Per questo sono tornato: non avrei potuto andare avanti senza di te"

"Vorrei solo sapere se fai sul serio, o se alla prima litigata scapperai di nuovo" 

"Non posso prometterti che non lo farò, perché ti mentirei. Però posso prometterti che m'impegnerò a non andare via ogni volta che mi incazzo, o che mi farai incazzare" mi tocca il naso con un dito

"Ah, così io ti faccio incazzare?" rido

"Certo, tantissimo sai?" mi dice

"Che vuoi dire con questo?" 

"Che dovresti cambiare immagine profilo di facebook" gira lo sguardo

"Cosa? Mi hai guardato il profilo?" gli volto il viso, per poterlo guardare negli occhi

"Forse" mi sorride "Mi ha fatto davvero incazzare quella foto" mi guarda 

"Sei uno stalker" gli tiro uno schiaffo sul braccio

"Mi stavo solo assicurando come stessi" si difende

"Guardando il mio profilo Facebook? Non credi che una chiamata sarebbe stata meglio?" lo derido

"In fatto di chiamate ne sai qualcosa" ribatte

"Smettila" metto il broncio

"Certe cose non cambieranno mai, eh?" sorrido alla sua osservazione.
Il continuo punzecchiarsi, non cambierà mai. E va bene così. Amo questo nostro lato scherzoso, perché mi tira su da quell'abisso in cui stavo cadendo.
Rimaniamo un po' in silenzio, mentre lui mi accarezza la schiena.
Ci sono così tante cose che vorrei dirgli, ma preferisco aspettare. Dobbiamo affrontare tutto con calma, un passo alla volta.


Pov. Zayn
È in silenzio, avvolta tra le mie braccia. 
Il suo respiro caldo sbatte sul mio petto.
Chissà cosa starà passando per la sua mente. Vorrei poterla leggere, per capire cosa sta pensando.
Vorrei sapere se sta prendendo in cosiderazione l'idea di perdonarmi. Però se lei non mi ha ancora buttato giù dal letto, forse lo sta davvero prendendo in cosiderazione
"Non voglio metterti fretta, ma.. hai già pensato a quello che ti ho chiesto?"

"Sul fatto di perdonarti?" mi chiede

"Sì" mi alzo, in modo che lei si sieda davanti a me, e che possa vederla in faccia 

"No, cioè. Io so già che ti perdonerò, se non oggi, domani. E questo mi fa dannatamente incazzare" mette il broncio, e non posso evitare di ridere "Non ridere!" esclama, tirandomi un calcio

"Ehi, ehi, non ho ancora comprato la conchiglia. Quindi fai attenzione a dove tiri i calci" l'avverto e lei scoppia a ridere

"Sei davvero un coglione" mi guarda "E forse è per questo che ti amo" 

"Sei l'unica che mi può perdonare dopo quello che ho fatto" le accarezzo il viso

"Non farmi sentire una stupida adesso" mi prende in giro

"Fidati, non lo sei" le sorrido.
Seguono due minuti di silenzio, in cui la osservo. Osservo come muove le sopracciglia, cambia espressione in base a ciò che sta pensando.
Ha le gambe incrociate, a fa scorrere le sue lunghe e piccole dita sulle sue gambe. È silenziosa, ma lascio che la sua testa elabori tutto.
"Vado a farmi una doccia" dice, lasciandomi da solo sul suo letto.

"Oh, okay" aggiungo alzandomi dal letto

"Ah, Zayn"

"Sì?" mi volto a guardarla

"Non ritenerti colpevole per ciò che mi è successo. Non sei tu ad aver detto ad Harry cosa fare. L'unica colpevole qui, è la mente perversa di Harry" mi sorride, e sparisce dalla stanza.
Avrà ragione? Oppure no? Ad ogni modo, che abbia ragione o torto, non riesco a non sentirmi colpevole di ciò che Harry le ha fatto. Cazzo, se non ce l'avesse avuta con me, non avrebbe violentato Giorgia.
Scaccio questi pensieri, prima che possa influenzarmi ancora.
Sono piuttosto intorpidito per essere stato sdraiato sul letto per molto tempo, quindi mi stiracchio un po'.
Lascio poi la stanza, lasciando che Giorgia si sistemi.
"Come sta? Come stai?" Giulia mi da una pacca sulla spalla

"Bene credo. È ancora piuttosto scossa, ma ha dormito tra le mie braccia" sorrido come un'idiota

"Se non ti ha ancora cacciato è un buon segno" mi fa l'occhiolino

"Speriamo" sospiro.
Bevo una strana tisana preparatemi da Giulia, mentre aspetto che Giorgia torni dal bagno.
Se devo essere sincero, ho paura. Paura che questa doccia-di-riflessione, possa farle cambiare idea su di me.
Sul fatto di provare finalmente ad avere una storia. Ma la capirei nel caso cambiasse idea, perché dovrebbe stare con uno come me?
Un ragazzo che non è in grado di sopportare una discussione senza scappare, che non sa fare altro che mettersi nei casini.
Sì, sono un gran disastro
"Zayn, posso parlarti?" Giorgia compare in cucina, i capelli bagnati con indosso dei pantaloncini e una canotta

"Certo, dimmi" la raggiungo nell'ingresso e la seguo fino al salotto

"Te l'ho detto che ti perdonerò, lo farei anche ora, ma perferirei prendermi qualche giorno per pensare"
Lo sapevo

"Non vuoi tornare da me?" chiedo, quasi sull'orlo di una crisi. Sembro un dannato idiota

"Certo che voglio Zayn, ma cerca di capire. Sono stata malissimo per te, e vorrei capire se davvero ne vale la pena"

"D'accordo, hai ragione" annuisco "Posso.. posso abbracciarti prima di andare via?"

"Certo" ride, e mi viene incontro, chiudendo le sua braccia intorno al mio petto.
Respiro profondamente l'odore di cocco dei suoi capelli, e l'odore dolce della sua pelle, prima di lasciare quella casa.


*Eccoci qua, alla fine di questa prima parte
Così si conclude la prima parte della ff, vi lascio un po' di suspence sulla scelta di Giorgia (Non odiatemi!)
Comincerò a pubblicare la seconda parte dalla prossima settimana presumibilmente.
Nel frattempo vi mando un bacio!*

 

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