fierobecco

di L1107
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** fierobecco ***
Capitolo 2: *** La trappola ***
Capitolo 3: *** sangue sporco ***
Capitolo 4: *** il valore dell'amicizia ***
Capitolo 5: *** ricatti ***
Capitolo 6: *** consapevolezze ***
Capitolo 7: *** sola contro tutti ***
Capitolo 8: *** non sei degna di essere una Grifondoro ***
Capitolo 9: *** Forte come una leonessa ***
Capitolo 10: *** Sbalzi d'umore ***
Capitolo 11: *** Tassorosso contro Serpeverde ***
Capitolo 12: *** Oro, argento e rame ***
Capitolo 13: *** E' davvero un addio? ***
Capitolo 14: *** Gita ad Hogsmeade ***
Capitolo 15: *** Scontro tra Cedric e Draco ***
Capitolo 16: *** La Piovra Gigante ***
Capitolo 17: *** unione ***
Capitolo 18: *** La chemioterapia ***
Capitolo 19: *** La morte di Hermione Jean Granger ***
Capitolo 20: *** Il funerale ***



Capitolo 1
*** fierobecco ***


FIEROBECCO

Hagrid non se la stava cavando molto bene con la sua prima lezione di Cura delle Creature Magiche, gli studenti sembravano essere molto spaventati da quelli strani animali che adesso stavano avanzando verso di noi. Avevano una camminata fiera ed elegante, uno sguardo serio e intelligente. Hagrid sembrava molto entusiasta nel vedere quelle creature così particolari, erano belle come non mai. Avevo letto qualche libro su di loro, si trattava di creature leggendaria, metà grifoni e metà cavalli. Testa e ali d’aquila, zampe anteriori e petto da grifone ed il resto del corpo da cavallo. Era un animale molto intelligente che si cibava di carne, preferibilmente topi morti che stava appunto ricevendo ora da Hagrid, il quale subito dopo gli diede un affettuosa pacca sulla schiena.
“Chi sa dirmi cosa sono?”
La mia mano, come al solito, scattò in aria prima di tutti e Hagrid mi sorrise, dandomi la parola e facendo così guadagnare a Grifondoro dieci punti. I Serpeverde ringhiarono, ricordandomi la loro fastidiosa presenza, soprattutto perché avrebbero fatto di tutto per mettere in imbarazzo Hagrid, soprattutto il figlio dei Malfoy: Draco Malfoy. Draco Malfoy è un ragazzo alquanto presuntuoso, convinto di essere superiore a tutti perché Purosangue. Aveva cercato all'inizio di farsi amico Harry Potter, il mio migliore amico, ma Harry aveva riconosciuto la prepotenza e la sua superbia e aveva subito declinato l’offerta, diventando così suo acerrimo nemico e, quando poi Harry era diventato amico di una Mezzosangue, figlia di babbani come me, e di un traditore del suo sangue, amico di babbani, come Ron Weasley, allora eravamo entrati nella sua cerchia anche noi. Da allora non ha mai smesso di insultarci e di provocarci, del resto si sa che Grifondoro e Serpeverde non sono mai andati molto d’accordo.
“Chi vuole provare a cavalcarli?”
Hagrid aveva gli occhi che li luccicavano mentre lo chiedeva, come un bambino felice, ma appena si voltò per fare una carezza all’ippogrifo in testa dal nome di Fierobecco, tutti, compresa me, indietreggiammo di un passo, l’unico che non lo fece era ovviamente Harry. Quando lo sguardo del guardiacaccia tornò sulla sua classe, il suo volto si aprì in un caldo sorriso mentre faceva un gesto con la mano per convincere Harry ad avvicinarsi. Spinsi Harry leggermente, per convincerlo a farsi avanti, e lo vidi inciampare sui suoi stessi piedi, sentendo Malfoy ridere di lui. Mi girai lanciandogli un’occhiataccia e non potei trattenermi dal difendere il mio migliore amico.
“Hai poco da ridere Malfoy, dato che solo Harry ha avuto il coraggio di farsi avanti”
“Nessuno ha chiesto il tuo parere, sporca Mezzosangue” sputò lui con disgusto.
Nessuno si accorse del nostro scambio di battute, tutti troppo concentrati su Harry che stava salendo sopra Fierobecco. L’ippogrifo si levò in volo, catturando la mia attenzione e facendomi morire sulle labbra la risposta già pronta. Seguii con lo sguardo l’animale che volava sopra di noi, per poi allontanarsi e perdersi all’orizzonte. Confesso di essere stata un po’ preoccupata per Harry e di aver tirato un sospiro di sollievo quando l’ho visto tornare con un sorriso sul volto.
Draco, sconvolto dal successo di Potter, si avvicinò furioso all’Ippogrifo, mentre Hagrid era intento a chiedere a Harry come pensava stesse andando la sua prima lezione.
“Si, tu non sei pericoloso vero? Brutta bestiaccia!” pronunciò con il solito disgusto suscitando l’ira dell’animale.
Hagrid cercò di fermarlo ma l’ippogrifo si levò sulle zampe e mentre Draco alzava il braccio per pararsi la faccia, l’animale lo graffiò sul braccio. Hagrid intervenne prontamente calmando l’Ippogrifo mentre Draco, steso a terra, gemeva dal dolore.
“Hagrid, dev’essere portato subito in infermeria!” esclamai avanzando verso di loro.
Hagrid annuì serio, prese in braccio il ragazzo che finse, ovviamente, di svenire, probabilmente solo per scena, e si allontanò con lui verso la scuola.
****
Ero in attesa di sentire come stesse Draco, insieme a Ron e ad Harry. Tutti e tre eravamo sicuri che, sebbene si fosse fatto solo un graffio, avrebbe fatto passare dei guai seri ad Hagrid. Quando il nostro amico gigante uscì dall’infermeria, aveva perso tutto l’entusiasmo che aveva prima che succedesse quello sgradevole incidente.
“Allora, come sta?” gli domandai in trepida attesa.
Ovviamente non m’interessava nulla di Malfoy, ero solo preoccupata per Hagrid.
“Madama Chips ci ha messo un attimo a curarlo, ma lui continua a dire di avere ancora dolore al braccio” rispose il guardiacaccia.
“E’ una menzogna! Vuole solo farti passare dei guai!” esclamò Harry, furioso.
“Andrò a parlargli!” esclamai allora, non sopportando lo sguardo triste dell’unico amico che era riuscito a risollevarmi il morale quando quella schifosa Serpe mi aveva chiamata “lurida Mezzosangue”.
“Che? Hermione no, lascia stare, va’ a finire che mette nei guai pure te” tentò di convincermi ma scossi la testa, decisa.
“Non può averla sempre vinta, dannazione, ci vuole qualcuno che lo rimetti al suo posto una volta per tutte!” protestai prima di sorpassare i miei amici ed entrare in infermeria.
Per fortuna non mi seguirono e per fortuna Madama Chips non era nei paraggi, mi avrebbe altrimenti cacciata. Draco era sveglio, steso sul suo letto con quella solita espressione felice sul volto, convinto di aver vinto contro di noi, ma non glielo avrei permesso.
“Malfoy!”
Lo chiamai, senza alzare troppo la voce per non far venire Madama Chips, Draco alzò lo sguardo verso di me, continuando a far rigirare quel maledetto anello purosangue che teneva intorno all’indice.
“Mezzosangue, cosa vuoi?”
Il solito disgusto, come sempre, era convinto di farmi male ma ero diventata più forte dopo tre anni d’insulti e le sue offese ormai, non facevano più male.
“Voglio che tu sia sincero per una volta” risposi avvicinandomi ma mantenendo comunque le distanze da lui.
Malfoy mi guardò con un cipiglio arrogante, per poi gettare la testa bionda all’indietro e scoppiare a ridere. Una parte di me si soffermò, non l’avevo mai sentito ridere e non potevo credere che avesse una risata così bella. Cavolo, ma che cosa mi passa per la testa? E’ Malfoy, lui non ha nulla di bello né di attraente.
“Sei venuta apposta qui, per il tuo schifoso amico gigante? O per quella bestiaccia? Risparmia il fiato Granger, non sopravvivrà a lungo” il solito ghigno derisorio apparve sulle sue labbra, mentre mi osservava impallidire.
“Che cosa vuoi dire?” riuscì allora a pronunciare.
“Voglio dire, Mezzosangue, che è stato condannato a morte” diede parola a i miei più oscuri presagi.
“No, non puoi farlo…” protestai e il suo sorriso si fece più grande.
“Oh, e invece posso, anzi… l’ho già fatto”
Dovevo salvare quell’animale, a qualunque costo.
“Farò qualunque cosa purchè tu non lo uccida” sussurrai guadagnando, finalmente e terribilmente, la sua attenzione.
Il suo ghigno si allargò notevolmente, mentre una scintilla cattiva si accendeva sul suo volto. Sapeva che, essendo una Grifondoro, non solo ero terribilmente istintiva, ma una volta data la mia parola non me la sarei più rimangiata. Dannato, dannatissimo, spirito di Grifondoro, ero appena caduta nella sua trappola.

Angolo autrice: Questa storia è nuova per me, questo è il primo capitolo che ho voluto lasciare un po' incompleto per creare più curiosità, fatemi sapere cosa ne pensate magari lasciando una piccola recensione? Grazie a chi leggerà o a chi lascerà recensioni.
Pubblicherò presto, penso.
L1107

 

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Capitolo 2
*** La trappola ***


LA TRAPPOLA
 
Il sorriso della Serpe s’allargò sul suo volto, formando due piccole fossette ai lati delle sue labbra, sembrava quasi un bravo ragazzo così, ma l’esperienza mi portava a pensare di non abbassare la guardia, era un Serpeverde e come tale, quando sorrideva, non c’era mai nulla di buono soprattutto per me, soprattutto per una Grifondoro. Draco Malfoy scese agilmente dal letto, dimenticandosi del dolore al braccio che ovviamente aveva finto in tutto quel tempo, solo per far del male a Hagrid e a Fierobecco. Si avvicinò senza esitazione a me e sebbene avessi un po’ di paura, m’imposi di non dargli nessuna soddisfazione e di non indietreggiare, grosso sbaglio. Si avvicinò così tanto che sentì il suo odore inondarmi le narici, stordendomi leggermente. Odorava di menta, di pulito, di fresco e di costoso…oltre che di terribilmente pericoloso. Il solito ghigno sostituì il sorriso di prima, mentre con gli occhi mi sfidava a distogliere lo sguardo o ad indietreggiare, le sue labbra erano pericolosamente vicine alle mie e il suo sguardo correva velocemente da loro ai miei occhi. Il fatto che fosse dannatamente a petto nudo, ovviamente, non aiutava affatto la situazione. Era consapevole dell’effetto che mi stava facendo, lo potevo vedere bene dal lampo di pura soddisfazione e vittoria che gli attraversò, per un momento, lo sguardo di ghiaccio. Cercai di respirare, dando ossigeno alla mia mente ma fu’ anche questo un altro pessimo sbaglio, dato che il suo odore mi stordì ancora più di prima, offuscando la mia mente. Il suo braccio sano mi circondò la vita, mentre mi avvicinava di più a lui, ero totalmente in balia di esso, non ero capace di ragionare stordita dalle troppe emozioni e dal calore che il corpo mezzo nudo di Draco mi provocava.
“E sentiamo, cosa avrebbe da offrirmi una Grifondoro?” mi domandò con un ghigno, sfidandomi ancora a rimangiarmi la parola data.
Oh avrei davvero voluto farlo, ma non potevo, ero una Grifondoro e come tale dovevo rispettare la parola data, se solo fossi stata più ragionevole e meno istintiva adesso non mi troverei in una situazione del genere.
“Non penso di poterti offrire molto Malfoy, chiedimi cosa vuoi e cercherò di aiutarti ad ottenerlo” risposi riuscendo orgogliosamente a mantenere ferma la voce.
Poggiai le mani sul suo petto nudo mentre cercavo di allontanarmi da lui, sorprendentemente mi lasciò scivolare dalle sue braccia e allontanarmi da lui, rossa in viso. Avrei voluto che quel rossore fosse dovuto alla rabbia e al disprezzo che avrei dovuto provare per lui ma fui costretta ad ammettere che non era quello il motivo, scossi la testa, avrei reagito così per qualunque persona di sesso maschile che si presentava davanti a me a petto nudo, stringendomi in quel modo. Eppure avevo visto anche Harry e Ron in quelle situazioni e non mi ero mai sentita così.
“Penso che invece potresti rivelarti utile” sussurrò falsamente dolcemente lui.
Puntai lo sguardo su di lui, assottigliando gli occhi mentre cercavo di scorgere in anticipo il pugnale che di lì a poco mi avrebbe sicuramente lanciato, ma era bravo a non far intuire nulla.
“A fare che cosa?”
Fui costretta a chiedergli e quando il suo ghigno malefico si estese nuovamente sul suo viso, pregai silenziosamente che non fosse qualcosa di totalmente devastante per me. Ma le mie preghiere non vennero ascoltate, ovviamente, e il pugnale fu’ scagliato con precisione dritto al mio cuore.
“Devi aiutarmi a sedurre Ginevra Weasley”
Dovevo per forza aver sentito male, non poteva assolutamente aver detto una cosa del genere, doveva essere davvero uno sbaglio.
“Che cosa?” boccheggiai in debito d’ossigeno.
“Devi aiutarmi a sedurre Ginevra Weasley, sei per caso sorda Mezzosangue?” mi chiese scandendo bene le parole della frase precedente.
Lo guardai allibita, comprendendo finalmente le sue parole, poi… scoppiai improvvisamente a ridere. Fu’ il suo turno di rimanere allibito, ovviamente si era aspettato di tutto meno che la mia risata veramente divertita. Era forse uscito di senno? Come pensava di conquistare Ginny che era stata perdutamente innamorata di un solo ragazzo nella sua vita?
“Mezzosangue, saresti così gentile da spiegarmi per quale motivo stai ridendo?” domandò avvicinandosi di nuovo a me, con lo sguardo che gli lampeggiava di rabbia repressa.
“Andiamo Malfoy, non puoi dire sul serio! Come pensi di conquistare Ginny?” risi ancora, non riuscendo a trattenermi.
Con un gesto veloce del braccio destro Malfoy mi afferrò per un polso, per poi spingermi contro il muro, bloccandomi contro il suo corpo, tenendomi ferme le mani con una delle sue.
“Attenta Granger a non provocarmi! Potrei non essere così gentile” pronunciò malefico e prima che potessi anche solo rispondere o spostarmi, la sua bocca calò sulla mia. Non mi resi nemmeno conto di quello che stava succedendo, totalmente persa in quel bacio, era bravo e di sicuro aveva avuto tante ragazze con cui fare pratica. Prima che potessi approfondire il bacio lui si staccò, per poi pulirsi la bocca con il dorso della mano, schifato.
“Allora, ritieni ancora che non riuscirò a sedurre la Weasley?”
Il tono con cui lo disse, il gesto schifato che fece pulendosi la bocca, mi spezzò letteralmente il cuore ma, decisa a non dargli la soddisfazione decisi di fingere e nascondere quello che provavo, fingendo di non aver risposto al bacio. Misi su un’espressione schifata e, imitandolo, mi pulii la bocca mentre sentivo il sapore di menta e tabacco sulla mia bocca.
“Non posso assicurarti nulla ma ho dato la mia parola che ti avrei aiutato, a condizione che lasci stare Fierobecco e Hagrid”
Stavolta la voce non mi uscii molto ferma, e lui sorrise rendendosene conto. Decisi di far finta di nulla, avrei sfogato la mia sofferenza e avrei estratto quel pugnale fuori da lì, lontana da lui.
“Bene, allora siamo d’accordo” il ghigno malefico tornò sul suo viso mentre mi tendeva la mano. Lo osservai attentamente valutando se fosse il caso o meno, alla fine presi la sua mano e la strinsi più del dovuto, lui non battè ciglio e con quel ghigno malefico sigillammo il nostro patto.
“Ovviamente non dovrai dire nulla ai tuoi amici”
Annuii e quel giorno segnai la mia condanna a morte.

Ecco qui il secondo capitolo! Grazie per le due recensioni nel primo e per le 243 visualizzazioni, in questo capitolo si capisce meglio con che tipo di Draco abbiamo a che fare, un tipetto molto Dark e un Hermione incredibilmente leale ma non onesta, che cerca di combattere e di sconfinare nell'ambiente delle menzogne non riuscendo ovviamente a dirle bene come Draco. Fatemi sapere cosa ne pensate, ho lancianto solo il primo colpo di scena, Draco vuole conquistare Ginevra Weasley...chissà per quale motivo.
Fatemi sapere cosa ne pensate,
un bacione 
L1107

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Capitolo 3
*** sangue sporco ***


SANGUE SPORCO

Osservai affranta il mio volto pallido e smunto, segnato da profonde occhiaie, mentre i miei capelli erano più simili a un nido per uccelli che a morbidi ricci. Sospirai, quella notte non ero riuscita a chiudere occhio, riflettendo su quel bacio e su come permettere a Malfoy di raggiungere Ginny. Quel ragazzo era furbo, dovevo proprio ammetterlo, mi aveva chiesto qualcosa che sapeva mi avrebbe provocato dolore. Infatti, avrei dovuto giocare con i sentimenti di Ginny, ingannarla, per poterla far mettere con Malfoy, ma non solo… sebbene Harry non se ne fosse ancora reso conto io ero sicura, quasi certa, che provasse qualcosa per Ginny e non era un semplice sentimento fraterno. Afferrai la bacchetta puntandola contro quel cespuglio che avevo al posto dei capelli, pronunciai l’incantesimo districante e finalmente assunsero una forma più decente, ricadendo morbidamente sulle spalle. Odiavo il trucco ma se volevo evitare eventuali domande dai miei compagni, rischiando così di dire qualcosa di troppo, dovevo per forza usarlo, almeno il necessario per dare un leggero colore alle guance e coprire quelle orrende occhiaie. Mi vestii velocemente, indossando la solita divisa con i colori della mia casa, poi scesi in Sala Comune dove mi stavano attendendo già pronti Harry, Ron e Ginny.
“Buongiorno”
“Buongiorno Herm, dormito bene?” il ragazzo sopravvissuto mi rivolse un sorriso caldo e accogliente che ricambiai, annuendo semplicemente, non fidandomi della voce.
“Andiamo a fare colazione? Sto morendo di fame!” Ron, come al solito, si lamentò portandosi una mano sulla pancia che brontolava come a confermare le sue parole.
“Voi andate, vi raggiungo dopo, devo prendere il libro di Babbanologia” risposi mentre Ginny mi guardava attenta.
Harry e Ron si allontanarono, lasciandomi sola con lei, la quale non aveva nessuna intenzione di andarsene.
“Herm, sicura che vada tutto bene?” mi chiese, infatti.
“Ma si certo, sono solo un po’ stanca” risposi con la mia solita bugia, che non era del tutto una bugia dato che ero veramente stanca. Mi spostai un ricciolo dalla fronte, dirigendomi poi verso le scale che portavano al mio dormitorio seguita da Ginny. Trovai il mio libro abbandonato sul letto, non ricordavo neanche di averlo preso, cercavo una lettura leggera per allontanare i troppi pensieri ma ero caduta in un sonno tormentato.
“Che ti ha detto Malfoy, ieri, in infermeria?”
Mi sono spesso chiesta da dove Ron avesse preso quella sua grande stupidità, dato che la signora Weasley, Fred, George, Percy, Charlie e Bill erano delle persone estremamente furbe e intelligenti. Probabilmente aveva preso dal signor Weasley, un eterno bambino, fissato con la Babbanologia, ma umile e buono.
“Ma nulla, mi ha deriso chiamandomi sporca Mezzosangue come suo solito, e ha sostenuto che Fierobecco sarebbe stato sgozzato senza nessun dubbio” mentii ancora.
“Quella schifosa Serpe, come può fare una cosa tanto ignobile?” sibilò Ginny disgustata, credendo alle mie parole che erano abbastanza verosimili.
Be’, in realtà se dovevo far entrare Malfoy nelle sue grazie dovevo cercare di farglielo accettare per prima cosa.
“Be’, poi gli ho fatto capire che non ne avrebbe avuto nessun giovamento e si è convinto, forse, a non farlo uccidere” aggiunsi ancora e l’espressione di Ginny passò da furiosa a sorpresa.
“Seriamente? E non ti ha nemmeno ricattata?”
In realtà Malfoy ha fatto molto più del semplice “ricattarmi”- avrei voluto rispondere ma ovviamente non potevo. Diamine, non era un’impresa facile farlo passare per una persona decente quando evidentemente non lo era, Ginny poi era estremamente furba e se glielo avessi descritto in maniera troppo magnanima si sarebbe sicuramente insospettita.
“In realtà ha detto che si sarebbe limitato a dare il tormento a me, Harry e Ron” risposi quindi, dirigendomi poi verso la porta.
“Ah be’, è tipico di Malfoy” rispose Ginny.Eh si, era proprio tipico di Malfoy.




Mezzosangue, ti vuoi decidere a parlare allora?” proruppe un rabbioso Malfoy, guardandomi un cagnesco, come se fossi peggio di una mosca fastidiosa.
“Malfoy te  l’ho già detto, Ginny non s’interesserà a te da un momento all' altro, di certo è una cosa un po’ complicata dato che non hai fatto altro che insultarla dal momento che ha varcato per la prima volta la soglia di Hogwarts” risposi guardandolo altrettanto in cagnesco.
Draco si passò una mano sul volto, riflettendo attentamente, le sue sopracciglia erano leggermente aggrottate e i suoi occhi scorrevano da una parte all’altra, come se stessero leggendo qualcosa. All’improvviso rizzò la schiena, puntando i suoi occhi color ghiaccio sui miei.
“Allora fa’ in modo che s’interessi immediatamente a me, voglio colpirla subito e senza pietà, soprattutto quello stupido di Potter, devi ingannarla” mi spiegò attentamente.
Lo osservai attentamente, cogliendo ciò che stava suggerendo silenziosamente ma che non avrebbe mai pronunciato, non all’interno delle mura di Hogwarts.
“Stai forse suggerendo un filtro d’amore?” la voce mi uscì più scandalizzata e acuta del previsto, Malfoy quindi fu’ obbligato a muoversi velocemente verso di me, la sua mano mi tappò rapidamente la bocca, mentre i suoi occhi mi osservavano irosi.
“Vuoi forse farci espellere, sangue sporco?” pronunciò duramente e con voce schifata l’ultimo epiteto che mi aveva messo.
“Malfoy, potresti anche piantarla di chiamarmi sempre “sangue sporco”, ho un nome come te!” sbottai allontanandomi da lui, per poi voltarmi a fronteggiarlo. Leone e serpente, grifondoro e serpeverde, bene e male in lotta continua, ancora e ancora.
“E perché mai dovrei smettere? E’ quello che sei, una schifosa Mezzosangue, figlia di altrettanti schifosi Babbani, se fosse per me ti avrei mandata fuori da Hogwarts, voi Mezzosangue non siete abbastanza degni” pronunciò con un ghigno malefico in volto, consapevole del male che le sue parole mi stavano provocando.
Sgranai la bacchetta, puntandola rabbiosamente contro di lui che, nello stesso momento, prevedendo le mie mosse, aveva estratto la sua, puntandomela contro.
“Non merito il tuo disprezzo Malfoy, sono una persona e non ho nulla di meno di te!”
“Una cosa c’è l’hai, il sangue sporco” pronunciò ancora.
“Stupeficium!”
Un lampo di luce rossa fu’ emessa dalla mia bacchetta, ma fu’ rapidamente intercettata da Malfoy, il quale lo respinse con un abile incantesimo Protego.
“Non sai fare di meglio, Mezzosangue?” mi provocò ancora, scatenando la mia ira.
“Expelliarmus!” urlai ancora, ma anch’esso fu’ respinto da Draco, il quale si limitava a difendersi.
“Mi sto annoiando Granger, Pietrificus Totalus!” prima che potessi avere il tempo di evocare il mio scudo, l’incantesimo di Draco mi colpì con forza al petto, immobilizzando le mie membra.
“Adesso si, ti preferisco di più quando stai zitta e immobile, permettendo a chiunque di farti quello che vuole”
Si era avvicinato velocemente e le sue parole erano state pronunciate vicino al mio orecchio, con astuta cattiveria. Non potevo più fare nulla, neppure rispondere, e compresi che questa prospettiva gli piaceva, non amava la mia parlantina, non amava la mia intelligenza, ma apprezzava il mio corpo. Non potei evitare quello che accadde, immobilizzata non potei evitare alle sue mani di toccare e stringere rudemente il mio seno e il mio sedere. Pregai in silenzio che tutto ciò finisse presto, per fortuna si limitò solo a toccare, senza approfittare di nulla, consapevole che non avrei esitato a denunciarlo a Silente, il suo era solo un modo per umiliarmi. Mi disprezzava come non mai, in quanto una “sangue sporco”,figlia di Babbani, amica di Harry Potter, Grifondoro, ma apprezzava il mio corpo, me lo rivelò quello stesso giorno, pronunciando parole di disgusto nei miei confronti, spezzandomi il cuore con quell’ultima frase.
“Avrai pure un bel corpo, ma non sarai mai come Ginevra Weasley, non sarai mai una Purosangue, anche loro si stancheranno di te e ti abbandoneranno… sei solo un giocattolo, destinato a essere ben presto sostituito”
Dopo aver detto quello rimosse l’incantesimo liberandomi e, dopo avermi lasciata sola e a terra, uscì dalla stanza, dopo avermi ricordato del filtro d'amore che avrei dovuto somministrare a Ginny. Quella stanza si riempì di singhiozzi. Fu’ il primo pianto che feci per lui.

Scusate il ritardo, ma sono strapiena di compiti e interrogazioni! Non so neanche come ho fatto a scrivere questo capitolo e se sia decente o meno. Sinceramente a me non piace, essendo un tipo più romantico, ma volevo rimanere più fedele al libro e dato che Draco è sempre stato descritto come uno "stronzo", scusando il termine, ho appunto scelto di mettere questa storia nella categoria Dark e Drammatica, perchè appunto non sarà una storia con un bel lieto fine, non è la solita storia dove tutto finisce bene. Meglio che non dica altro, grazie a tutte quelle che hanno lasciato recensioni o l'hanno inserita fra le preferite, seguite o ricordate.
Un bacione e alla prossima!
L1107

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Capitolo 4
*** il valore dell'amicizia ***


 IL VALORE DELL’AMICIZIA

Sputai nel lavandino quello che rimaneva del dentifricio, mischiato con un po’ del mio sangue sporco. Mi sciacquai il viso, per poi tamponarlo sull’asciugamano pulito, asciugando quelle piccole goccioline che scorrevano lungo la mia pelle chiara. Non avevo nessuna voglia di alzarmi stamattina, non perché fossi come tutti gli studenti, difatti ero l’unica ad amare le lezioni, ma perché alzarsi avrebbe comportato affrontare lui dopo quello che mi aveva fatto. Non era successo nulla di grave, non si era spinto oltre, ma ciò che aveva detto mi aveva ferito, come se fossi ancora quella bambina del primo anno che aveva pianto e si era fatta consolare da Hagrid quando era stata chiamata per quello che era: una “Mezzosangue”. Hagrid, si era davvero comportato come un grande amico, mi aveva subito consolato con quelle sue parole che non solo erano pieno di affetto ma erano anche vere. Mi ero impegnata a fondo nelle materie, per rendere orgogliosi i miei genitori, ed ero riuscita ad eccellere in tutte le materia, persino Piton, che mi odiava profondamente, non aveva mai avuto nulla da ridire riguardo le mie pozioni che erano sempre state perfette. Harry e Ron avevano sempre contato su di me, ritenendomi un elemento essenziale del gruppo, la mente, senza il quale nessuno di loro ce l’avrebbe fatta. Be’, quel trio viveva grazie a noi tre, era impensabile che mancasse uno dei componenti, ognuno aveva un ruolo fondamentale. Harry era il “leader”, anche se ovviamente non voleva mai ritenersi tale, ma sapeva bene che a lui era affidato il compito più difficile: distruggere Lord Voldemort. E’ sempre stato un bravo ragazzo, altruista e buono, sempre pronto ad aiutarci, sempre pronto a sacrificare la sua vita per noi. Ron, che da tutti era ritenuto il più stupido, a mio parere aveva una mente acuta e brillante, tipica dei Weasley, le sue battute e il suo umorismo svolgevano un grande ruolo e mantenevano alto il morale nelle situazioni più critiche.
Malfoy mi aveva sempre considerata una persona inferiore, Ron e Harry invece mi avevano sempre vista come su un piedistallo grazie a ciò che so, dovuto al grande studio che compio sempre e che mi costringe ad utilizzare quel giratempo per frequentare più corsi possibili, mi è a stento concesso il tempo di riposare. Dopo ieri però, non sono riuscita a chiudere occhio, sentendo quella dannata frase tormentarmi e ho passato la notte a studiare tutte le materie possibili, mandando indietro il tempo per portarmi avanti nelle materie, studiando con severo rigore e attenzione, dimenticandomi del sonno. I segni di quella nottata si vedevano bene sul mio volto, non avendo dormito tutta la notte e non avendo voluto mandare indietro il giratempo, perché sapevo che giocare con quell’aggeggio poteva essere pericoloso, me lo aveva detto lo stesso Silente. Avevo anche letto dei vari filtri d’amore che si potevano creare, ci voleva un po’ di tempo per farli e il pensiero di doverlo somministrare a Ginny e ingannarla così, mi tormentava.
“Hermione, sei sicura di stare bene?”
Harry mi osservava preoccupato da sopra le spesse lenti, con i suoi occhi verdi che brillavano di preoccupazione, i capelli neri sempre indisciplinati e quella cicatrice che spiccava sulla fronte altrimenti liscia del ragazzo.
“Non ho molta fame, penso che prima di lezione andrò a prendere un po’ d’aria fuori” dissi, lasciando completamente intatto il piatto e alzandomi, afferrando la borsa con i libri che ormai ero solita portarmi sempre dietro.
“Vengo con te” disse Harry alzandosi in contemporanea, Ron lo guardò ma a un’occhiata dell’amico capì che poteva rimanere e continuare a mangiare come stava facendo e come desiderava continuare a fare.


“Ok”
Preferii non obiettare nulla, nel terrore di suscitare ancora di più il suo sospetto, tra l’altro avevo capito che Harry voleva parlare con me, non sapevo bene di cosa, però. Uscimmo dirigendoci verso il Lago Nero, dove sapevamo non trovare nessuno per colpa delle voci che correvano su una creature che infestava quel lago.
“C’è qualcosa che non va, Hermione?” mi chiese Harry, affiancandomi e mettendosi le mani dentro le tasche, guardando dritto davanti a sé.
“Sono solo stanca, Harry” dissi la mia solita bugia.
Le sopracciglia del mio migliore amico si aggrottarono mentre si fermava, piantandosi davanti a me e scrutandomi attentamente.
“Dici sempre così quando qualcosa ti turba” sostenne.
“Non è vero” protestai, evitando d’incontrare il suo sguardo.
“Ed eviti il mio sguardo sostenendo che non è vero quando ti chiedo cos’hai, Hermione ti conosco da anni ormai, con me puoi parlare”
Harry era sempre stato un attento osservatore, aveva sempre notato vari atteggiamenti, aveva sviluppato quella tecnica dopo il primo anno, dopo che il Professore Raptor si era rivelato essere posseduto da Lord Voldemort. Era quindi inevitabile che gli sfuggisse la mia faccia stanca e turbata, tra l’altro non ero mai stata brava a fingere.
“E’ Malfoy!” sbottai improvvisamente portandolo a sbarrare gli occhi.
Mi pentii immediatamente di averglielo detto, normalmente avrei evitato la sua domanda a tutti i costi, sostenendo che aveva troppi pensieri riguardanti Voldemort e la salvezza del Mondo, per pensare pure a me. Il fatto che glielo avessi detto così spontaneamente significava che avevo davvero bisogno di sfogarmi con qualcuno, che avevo bisogno davvero di aiuto e che da sola stavolta non potevo farcela.
“Malfoy? Che ha fatto?”
Harry mi riservò tutta la sua attenzione, da bravo amico, ascoltando fino in fondo tutta la storia, stringendo i denti quando arrivai alla faccenda del filtro d’amore, allo scontro che avevamo avuto e al Pietrificus Totalus e a tutte le sue conseguenze.
“Quella lurida Serpe meriterebbe immediatamente la morte per aver osato metterti le mani addosso mentre eri indifesa!” sbottò alla fine stringendo le nocche fino a farle sbiancare.
“Non è quello che mi ha ferita di più” confessai abbassando lo sguardo, trattenendo le lacrime.
“Herm, tu non gli devi dare ascolto ok? Malfoy è uno schifoso, convinto di essere superiore perché Purosangue, ma tu sei molto meglio di lui… tu hai tanti amici, hai Ginny, hai Ron, hai me, e tutti i Grifondoro , lui invece è solo, completamente solo, circondato solo dal timore che porta il suo nome, come Voldemort” mi disse abbracciandomi dolcemente.
Mi lasciai stringere da lui, affondando le mani sulla sua schiena, apprezzando il calore di quell’abbraccio e la bontà che mostrava sempre Harry.
“Si, ma mi odieranno tutti non appena userò Ginny…” gemetti, pensando al filtro d’amore che avrei dovuto creare per salvare Fierobecco e Hagrid.
“Mmm…. Allora dobbiamo cercare di non fargli capire che io so, ti aiuterò Hermione e anche Ron ti aiuterà di sicuro, soprattutto se si tratta di sua sorella… siamo amici Hermione, siamo tutti affezionati a Hagrid e a Fierobecco, li salveremo insieme” mi rassicurò Harry.
“Stai forse dicendo che dovremmo dirlo a Ron?” gli chiesi.
Harry sembrò rimanere zitto per un momento, riflettendo, continuando sempre a tenermi fra le braccia e ad accarezzarmi i capelli dolcemente.
“No, Ron è troppo impulsivo, manderebbe a monte il piano andando a schiantare Draco, il ricordo della possessione di Ginny per colpa dei Malfoy è ancora troppo vivido per entrambi… è il caso di lasciare le cose come stanno, dobbiamo elaborare un piano per colpire Malfoy” sussurrò abbassando la voce, nel timore che qualcuno potesse sentirci anche se eravamo completamente soli.
“Si, hai ragione… ma dobbiamo comunque usare Ginny? Farla cadere tra le mani di Malfoy”
“Se vogliamo che lui si fidi di te, se vogliamo che rimuovi le accuse contro Hagrid e Fierobecco temo che saremo costretti a farlo, io lo terrò d’occhio sempre, non permetterò che si avvicini a Ginny” mi promise Harry.
“Sai che Ginny ci odierà, vero?”
Harry sciolse l’abbraccio, guardandomi con un sorriso buono e allo stesso tempo triste, mentre le sue mani mi stringevano dolcemente le braccia, infondendomi forza.
“Sono così abituato a essere odiato da tutti che non sarà difficile, troveremo il modo di farci perdonare, Ginny capirà”
Sapevamo entrambi che stava mentendo, sapevamo entrambi che sebbene Harry fosse davvero odiato da molte persone, sudditi di Voldemort, era anche la speranza del Mondo Magico, aveva un grande peso che di solito divideva con noi e, sebbene non fosse ancora disposto ad ammetterlo, sapevo che per lui non sarebbe stato facile vedere Ginny in balia di Malfoy. Ma era l’unica cosa da fare. Dovevamo giocare allo stesso gioco, dovevamo sacrificare qualche pezzo, per poter fare scacco matto a Malfoy. Ma adesso non ero più sola, adesso avevo un valido aiutante bravo a scacchi che poteva suggerirmi le mosse da fare. Avrei potuto mettere davvero in difficoltà Malfoy questa volta, e gliel’avrei fatta pagare cara per aver fatto del male ai miei amici e per avermi insultata, non sapeva ancora che con una Grifondoro non si doveva mai scherzare, con il fuoco non si doveva mai giocare perché altrimenti…finisci che ti bruci.
“Harry?” lo chiamai facendolo girare verso di me, dopo che si era soffermato a guardare la superficie intatta del Lago Nero.
“Si?”
“Sei il migliore, ti voglio bene” gli dissi sorridendo e abbracciandolo stretto, mentre arrossiva leggermente e mormorava qualche parola confusa, dicendo che aveva solo fatto quello che chiunque avrebbe fatto per un’amica a cui voleva bene. Era questo che adoravo di lui, la sua semplicità, la sua infinta bontà, il suo altruismo, la sua modestia e la sua dolcezza, Harry era davvero un ragazzo d’oro.

Eccomi di nuovo qui, con il capitolo quattro. Ho deciso di far entrare in scena anche Harry, per non lasciare sola Hermione ad affrontare quella Serpe, in modo così da trattare anche il tema dell'amicizia e attenzionare anche il personaggio di Harry, che come vedete è piuttosto fedele al libro, Ron invece è rimasto in disparte perchè, dato che è sempre stato visto sia nei film che nei libri come una persona abbastanza impulsiva (come quando Draco aveva chiamato Hermione lurida Mezzosangue suscitando la reazione di Ron che aveva finito per vomitare lumache), figurarsi poi con sua sorella che tra l'altro era già stata vittima di un incantesimo al primo anno, per colpa di Lucius. Harry sarà un valido aiutante per Hermione e chissà... potrebbe anche venirsi a creare qualcos'altro tra di loro, oltre alla semplice amicizia, soprattutto se Draco continua a comportarsi così. Ok, ho detto troppo ahahahah, spero di aver suscitato un po' della vostra curiosità, fatemi sapere che ne pensate,
GRAZIE a ladyathena che ha recensito lo scorso capitolo, e anche quello prima. Un grazie anche a _gaiuccia_ e FanFic_89 che hanno invece recensito il primo.
Alla prossima, non scordatevi di recensire ;)
Un bacione!
L1107

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Capitolo 5
*** ricatti ***


RICATTI

Avevamo finalmente preparato quella pozione, quel dannato filtro d’amore, c’era voluto un mese. Un mese in cui io e Harry avevamo lavorato giorno e notte, cercando di renderlo il meno attivo possibile, lottando contro i nostri stessi principi, nella consapevolezza del dolore che quella pozione avrebbe causato, nella consapevolezza di quello che entrambi avremmo perso. Avevo sperato, in realtà, versando gli ultimi ingredienti che quella pozione avesse tutti i colori eccetto il rosa acceso, ma ovviamente fedele al mio stato di eccellente studentessa, la pozione aveva fin da subito cambiato colore, diventando infine quel rosa acceso. Avevo alzato lo sguardo verso Harry, il quale scarmigliato e con gli occhiali leggermente appannati mi aveva rivolto uno sguardo di comprensione che aveva illuminato i suoi occhi verdi, verdi come la speranza, speranza che quel giorno non sarebbe successo nulla di irrimediabile, nulla che ci avrebbe portato a drastiche conseguenze. Avevo versato il contenuto del calderone in una fialetta, tre gocce nel succo di Ginny e sarebbe stata completamente in balia di Malfoy, il nostro nemico. Finito ciò avevo evocato la magia per far sparire le prove del nostro reato, era illegale a Hogwarts creare filtri d’amore, non dovevano assolutamente circolare, ed era per questo che Malfoy aveva chiesto una cosa del genere, voleva che venissi espulsa, era stato chiaro fin da subito- Hogwarts sarebbe dovuta essere popolata da maghi Purosangue.
“E’ pronta?” mi chiese Harry.
Annuii alzandomi e lisciandomi le pieghe della gonna, ignorando il dolore alle gambe che protestavano per essere state così tanto tempo piegate quel giorno, accanto a un calderone. Il fumo aveva reso ancora più indisciplinati i miei capelli, vari ciuffi sfuggivano dall’elastico in cui li avevo obbligati a stare.
“Si” risposi mentre anche Harry si rialzava. Era stato utile per la creazione della pozione, senza di lui e il suo mantello dell’invisibilità probabilmente non avrei mai ottenuto gli ingredienti che mi servivano per crearla, tutti custoditi nell’ufficio di Severus Piton.
“Adesso dobbiamo solo darla a Ginny” aggiunsi dopo una lunga pausa, facendomi coraggio e dicendo quello che nessuno di noi avrebbe voluto dire ma che entrambi sapevamo essere inevitabile.
“Come?” si limitò a chiedermi Harry, stringendo impercettibilmente le nocche, il pensiero che Ginny ricadesse di nuovo nelle mani di un Malfoy, piccola ma non indifesa come pensava che fosse, lo tormentava più di me, soprattutto perché lui non sapeva della grande forza che possedeva Ginny, che aveva ricavato dopo essere stata quasi in punto di morte nella Camera dei Segreti.
“Il sole sta per sorgere, tra qualche ora scenderanno tutti per la colazione, dobbiamo assicurarci che tre gocce precise raggiungano il calice di Ginny” spiegai attentamente.
“Intendi scambiare i calici mentre sarà distratta?” mi chiese Harry.
“Si, tu dovrai distrarla, magari parlando del Quidditch, lei ama lo sport…” aggiunsi quella frase quasi con nostalgia, il filtro d’amore non l’avrebbe solo fatta cadere tra le braccia della Serpe, ma le avrebbe anche annullato tutte le sue passioni per le quali lei viveva, offuscati solo dal desiderio cocente di Malfoy.
“Non le farà del male, vero Herm?” mi chiese Harry e io alzai lo sguardo dopo aver riposto la fialetta dentro la tasca nascosta del mantello. Fui sorpresa nel notare l’espressione seriamente preoccupata di Harry, era come un bambino in cerca di rassicurazioni.
“Non glielo permetterò Harry, te lo giuro”
E Harry mi sorrise sinceramente, prima di spalancare le braccia e accogliermi nel suo caldo petto, affondai il viso sulla sua spalla respirando il suo odore, odorava di buono, odorava di gentile, odorava di Harry Potter.
“Andiamo allora” mi sorrise prima di sciogliere le braccia e insieme ci avviammo verso la Sala Grande.
La trovammo quasi deserta, eccetto per Ron il quale si era alzato prima sostenendo di essere stato colto da uno dei suoi soliti “attacchi di fame”. Ginny ci raggiunse poco dopo e abilmente Harry instaurò una conversazione con lei e Ron, notai il sorriso della mia migliore amica, sincero e felice che il ragazzo che amava realmente le stesse rivolgendo la parola, felice di condividere con lui la passione per il Quidditch. Velocemente estrassi la fiala e, cercando di bloccare il tremore delle mie mani, versai tre gocce del filtro d’amore nel succo di zucca di Ginny, per fortuna nessuno mi notò, troppo concentrati sui gufi che stavano planando in quel momento portando la posta. Con mia sorpresa un gufo piccolo e bianco atterrò su di me, freddo e sprezzante mi rivolse uno sguardo orgoglioso prima di tendermi la propria zampa, una busta con un simbolo verde e argento spiccava. La slegai afferrandola tremante, mentre Harry mi gettava un’occhiata intuendo chi me l’avesse mandata,. Offrii la mia colazione al gufo che, disgustato, volò via aprendo le piccole ali candide, dopo feci scivolare la lettera nella mia borsa, non era saggio aprirla davanti a quella gente. Il mio sguardo cadde inevitabilmente sulla tavolata dei Serpeverde, su cui spiccava in particolare lui, con il suo portamento da nobile e i capelli perfettamente pettinati che brillavano alla luce che veniva dal soffitto stregato da Silente. Mi rivolse un occhiolino ammiccante prima di addentare con eleganza una fetta di pane e burro, distolsi lo sguardo velocemente imporporandomi d’ira. Cercai conforto nello sguardo di Harry che aveva seguito il nostro scambio, senza però farsi notare dalla Serpe, mi rivolse un sorriso sincero come a farmi capire che sarebbe andato tutto bene, un sorriso che ricambiai immediatamente. Ginny afferrò il suo calice dopo aver mangiato una piccola fetta di marmellata di pesche, svuotando in poco tempo il calice. Sapevamo bene che l’effetto non si sarebbe verificato subito, non solo perché avevo cercato di renderlo il meno forte possibile, ma perché avevo deciso di metterne una piccola quantità per ritardare l’effetto. Ginny mi guardò e mi sorrise candidamente, intavolando subito una discussione su di me, ignara di quello che le avevo fatto.
Quando la colazione finì salutai gli altri, dicendo di aver lezione di Antiche Rune, una materia che avevo aggiunto insieme a molte altre. Appena svoltai l’angolo una mano mi tappò la bocca, trascinandomi dentro una stanza vuota e chiudendosi la porta alle spalle. Non appena mi lasciò andare sgranai la bacchetta, puntandola contro il mio assalitore che mi stava osservando con un ghigno vittorioso.
“Malfoy, cosa vuoi?”
“Sempre gentile, Granger” mi derise lui, facendo un piccolo inchino come suo solito.
“Mi chiedevo se avessi finalmente portato a termine la tua missione…” aggiunse poi, avvicinandosi di qualche passo a me. Non riposi la bacchetta, dall’ultima volta ero sempre stata attenta e guardinga, decisa a non farmi mai più battere da lui. Per fortuna gli incontri non erano stati molti, dopo l’ultima aggressione mi aveva bloccato mentre passavo lungo un corridoio vuoto, mi aveva quindi chiesto quanto tempo ci volesse per preparare il filtro e poi, senza fiatare, se n’era andato.
“La missione è portata a termine, l’effetto si dovrebbe verificare tra mezz’ora esatta, ti conviene farti bello” aggiunsi con tono sprezzante, guardando con finto disgusto i suoi vestiti perfettamente stirati e curati, la divisa gli calzava a pennello.
“Io sono sempre bello, Granger, non te ne sei forse resa conto?” domandò ancora, avvicinandosi notevolmente e costringendomi con le spalle al muro.
“Ho visto di meglio, schifosa Serpe” lo provocai, pronunciando quelle parole con lo stesso disgusto che mi riservava sempre lui.
“Attenta Granger, non vorrei che Fierobecco finisse accidentalmente senza testa” mi minacciò.
I miei occhi si ridussero a due fessure, mentre stringevo i pugni e conficcavo le unghie nella carne, per trattenere la mia ira.
“Vale così poco la parola di un Malfoy?”
Vale così poco la parola di una Grifondoro?” replicò lui, mellifluo.
“Di che diamine parli? Mi sembra di essere stata sincera con te”
Ovviamente mentivo, non ero mai stata sincera con lui, ma questo lui non poteva saperlo.
“Parlo, mia cara Grifondoro, di come il tuo corpo reagisce quando ti vengo vicino” mi provocò ancora.
Sentii il sangue defluire dal mio corpo, notando solo ora che non stava mentendo e che il mio corpo reagiva alla sua vicinanza, il suo odore mi attraeva più vicino, e non mi ero resa conto di essermi avvicinata leggermente a lui e di aver continuamente e insistentemente osservato le sue labbra mentre parlava, di aver seguito ogni movimento della sua lingua che s’intravedeva dalle sue labbra socchiuse.
“Non so di cosa parli” negai ancora, negare fino all’evidenza, negare soprattutto l’evidenza- così mi aveva detto Harry.
“Vuoi forse farmi credere che una parte di te non brami ancora le mie labbra? Che non desideri ancora il mio bacio?” mi provocò ancora, schiacciandomi contro il muro, il braccio che impugnava la mia bacchetta giaceva inerme accanto al mio fianco, stregata dai suoi occhi non riuscivo a comandare i miei arti come avrei voluto.
“Non bramo niente di te, mi fai solo schifo Malfoy, solo SCHIFO!” urlai quest’ultima parola prima di ritrovare la mia forza e spingerlo via da me, indietreggiò più per la sorpresa che per la mia forza. Non gli permisi di dire nient’altro mentre puntavo la bacchetta contro la porta e dopo aver gridato l’incantesimo per sbloccarla, uscii fuori, chiudendomela alle spalle.
Colta da un pensiero improvviso afferrai la lettera tirandola fuori dalla mia borsa, la aprii leggendo le poche righe scritte in una grafia piena di ghirigori ma ordinata, con inchiostro verde.

-Non ti permetterò di sfuggirmi, Mezzosangue, verrai all'inferno con me.-

Ti odio, Draco Malfoy, ti odio con tutto il cuore.

Eccomi di nuovo qui con questo nuovo capitolo, l'ultimo non ha ottenuto molte visualizzazioni ma ringrazio comunque a ladyathena e Francy_Remus che hanno gentilmente recensito il capitolo precedente. Non ho molto da dire, Draco sembra essere più forte e più sicuro di sè ogni volta, trionfante per il dolore che sta causando alle persone da lui odiate. Ha una specie di fissazione per la Granger, lo si può capire dall'ultima frase scritta nella lettera, suona molto come una minaccia. Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo, ci terrei molto a leggere le vostre recensioni, sapendo così anche come potermi indirizzare con il prossimo e dove eventualmente migliorare. Ovviamente non vi obbligo a recensire, ci mancherebbe altro! Solo se vi fa' piacere e se avete tempo vi chiedo di lasciare anche solo due riga, altrimenti non fa' nulla.
Grazie mille a chi la sta seguendo :)
L1107

 

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Capitolo 6
*** consapevolezze ***


CONSAPEVOLEZZE

 
Con rabbia strappai il foglietto tra le mie mani, lasciando poi cadere a terra i pezzettini rimasti di quel foglio su cui ancora luccicava l’inchiostro, ricordandomi cosa vi era scritto fino a pochi attimi fa’. Sentii dei passi dietro di me e mi voltai rapidamente, trovandomi davanti Draco Malfoy con il suo solito ghigno sul volto. Alzò un sopracciglio mentre osservava i resti della sua lettera, il suo sorriso si allargò sul volto mentre lo osservavo quasi terrorizzata, non sapendo cosa fare, immobilizzata dal suo sguardo freddo che nascondeva tracce d’ira repressa. Con pochi passi eleganti mi raggiunse facilmente, fermandosi a un palmo dal mio naso, incatenando i suoi occhi ai miei. Alzò una mano rapidamente e quando, timorosa, chiusi gli occhi non riuscendo a spostarmi, temendo che mi colpisse, la sua mano si poggiò lieve sulla mia guancia, spostandomi delicatamente una ciocca di capelli e riagganciandola dietro il mio orecchio. Il sorriso si ampliò quando, sorpresa, riaprii gli occhi e lo guardai, titubante e indecisa su cosa dire o fare. Si chinò lentamente verso di me, sfiorando con le sue labbra la mia bocca, pensavo che mi avrebbe baciato e sapevo che non sarei stata in grado di fermarlo ma, improvvisamente, le sue labbra cambiarono direzione dirigendosi verso il mio collo, e poi più sopra, soffermandosi lungo il mio orecchio.
“Non ti permetterò di sfuggirmi, Mezzosangue, verrai all’inferno con me” pronunciò con estrema lentezza le stesse parole che avevo letto in quella dannata lettera.
Sbarrai gli occhi riuscendo finalmente ad allontanarmi da lui di qualche passo, riacquistando la lucidità che le varie emozioni mi avevano tolto in quel momento, facendomi dimenticare che fino a qualche secondo fa’ stavo fuggendo da lui. Il tono con cui pronunciò quelle parole mi fece rabbrividire, perché quel tono era estremamente pericoloso e glaciale.
“C-Che cosa vuoi dire, Malfoy?” balbettai, non riuscendo a sottrarmi dal suo sguardo acuto che sembrava analizzare ogni mia singola emozione e probabilmente era così, lui sapeva cosa sentivo e lo stava utilizzando a proprio piacere, da brava Serpe qual’era.
Cadrai nella mia trappola, Mezzosangue, nessuno resiste al fascino di un Malfoy” rispose e prima che potessi rispondere la sua bocca toccò irruentemente la mia, forzandola, mentre un suo braccio mi circondava la vita con forza, bloccandomi contro il suo petto.
“Hermione!”
Draco, con mio sollievo, si allontanò appena, senza tuttavia lasciarmi andare, mentre il sorriso si allargava e la sua mano strinse con più forza la mia vita sottile, non appena vide che Harry ci stava fissando sbigottito, con la bacchetta puntata contro di lui.
“Potter, ti sarei grato se evitassi d’interromperci in un momento così intimo, dato che la Mezzosangue aveva appena acconsentito a venire a letto con me”
La sua bugia, il tono con cui lo pronunciò, l’espressione che fece Harry credendogli, dopo quelle parole, mi mandò fuori di bestia e prima che potessi contenere la mia rabbia essa comandò il mio ginocchio a sollevarsi e a colpire quella schifosa Serpe in mezzo alle gambe, consentendomi così di allontanarmi finalmente da lui.
“Mi fai veramente schifo Malfoy, il fascino di cui parli non esiste, nessuno potrà mai amarti!” urlai ottenendo l’attenzione di vari studenti mentre Draco, che era scivolato dopo il tiro mancino da me ricevuto, si limitò a mugolare “schifosa Mezzosangue”, e a strisciare via, dopo avermi scoccato un’occhiata furiosa. Di sicuro non l’avrei passata liscia.
“Hermione sei stata grande!” esclamò sorprendentemente Harry, dimenticandosi di tutto e, riposta la bacchetta nella tasca della divisa, mi abbracciò forte.
“Se lo meritava, ne ho abbastanza di lui!” sbottai contro il petto del mio migliore amico che continuava a ridere, deridendo la piccola Serpe.
“E’ stato davvero un bel colpo, immagino il dolore!” lo derise ancora Harry.
Passato quel momento di gioia e di risate che durò per una decina di minuti, il suo sguardo tornò serio e compresi la domanda che da lì a qualche istante sarebbe inevitabilmente arrivata.
“Da quando Malfoy ti tratta in questo modo? Da quando ti blocca cercando di sedurti? Quanto si è spinto oltre?” mi chiese a raffica, stringendo leggermente le mie braccia con le mani, senza farmi male come invece Malfoy aveva sempre fatto.
“Ha iniziato subito, penso che lo faccia per colpire te… non solo vuole Ginny ma vuole anche me, probabilmente vuole ferirti più che può, ma non si è spinto oltre come dici tu, non sarebbe qui altrimenti” risposi alla sua domande con calma.
“Hermione, sei davvero sicura che lo faccia per me?” mi chiese Harry.
Corrugai le sopracciglia, creando delle piccole rughe in fronte che ero solita fare quando cercavo di capire un argomento più difficile del solito, rileggendo più volte le riga dello stesso libro.
“Cosa intendi Harry?”
“Hermione è impossibile che tu non te ne sia accorta! Sei cambiata, hai un corpo più da donna, sei diventata più carina…non che tu non lo fossi” si affrettò ad aggiungere notando la mia espressione torva: “ Rifletti, quando mai Malfoy si è impegnato così tanto per colpirmi?” mi chiese.
Be’ effettivamente Malfoy non si era mai impegnato così tanto per Harry, riteneva infatti che un “simile individuo” non meritasse la sua attenzione, si limitava ad insultarlo o a deriderlo quando lo incrociava per i corridoi.
Stai forse suggerendo che sia innamorato di me?” gli chiesi prima di riuscire ad evitarlo, ed Harry impallidì all’istante.
Dannazione, mi ero espressa male, Malfoy non poteva mai e poi mai amarmi, ma suppongo che per una ragazza sia del tutto naturale ed inevitabile pensare a una cosa del genere.
Innamorato no, Merlino Herm, è Malfoy! Lui non prova amore, non sa neanche cosa sia l’amore! Più che altro, dato che possiedi un bel fisico, penso che stia valutando l’idea di sedurti, portarti a letto, e poi abbandonarti” rispose abbassando la voce, arrossendo ma, da buon amico qual’era, aveva deciso di affrontare l’imbarazzo per proteggermi. Tipico di Harry.
Be’ quello che dici potrebbe essere vero Harry, ma pensi davvero che mi lascerei sedurre così facilmente?” gli chiesi aspettando immediatamente un “no” come risposta.
Harry invece, contro tutte le mie aspettative, dubitò un po’, facendomi capire che non ne era così sicuro.
“Oh, andiamo Harry! Credi davvero che possa provare qualcosa per Malfoy? Insomma, è Malfoy!” proruppi arrabbiata gesticolando furiosamente con le mani.
“E allora perché non ti sei spostata, non hai mosso un muscolo, quando lui si è avvicinato a te, non ti sei sottratta al suo bacio… perché, se dici di non provare nulla per lui, perché non ti sei allontanata da lui?” rispose Harry con una strana luce che gli animava gli occhi, era forse… ferito?
Tuttavia le sue parole erano vere, non ero riuscita a muovermi quando avevo incontrato i suoi occhi, ero come immobilizzata dal suo sguardo di ghiaccio, non riuscivo a muovere nessun muscolo e non aveva provato ribrezzo quando lui mi aveva baciato, ne’ oggi, ne’ l’altra volta anzi… era stato bello. Quando alzai lo sguardo, non sapendo cosa dire, Harry lesse l’unica verità possibile nei miei occhi colmi di lacrime di consapevolezze.
“No, non è possibile!” sussurrò e invece di offrirmi il suo abbraccio confortevole come sempre, indietreggiò di vari passi, guardandomi come se fossi un mostro, inciampando sui suoi stessi piedi, si voltò e fuggii via, lasciandomi sola con quell’unica consapevolezza: ero attratta da Malfoy.

Vi chiedo perdono in ginocchio! So di avervi fatto attendere un po' per questo capitolo ma sono stata veramente sommersa dai libri, ormai sono alla fine quindi penso che riuscirò a pubblicare più spesso, lo spero almeno anche se ho qualche dubbio per l'estate! Spero che comunque ne sia valsa la pena, stavolta non commento, lascio a voi il compito di farlo. Ringrazio molto ladyathena, che come al solito non mi fa' mai mancare la sua graditissima recensione, Wolfirea che oltre ad essere stata gentilissima nella recensione è stata anche molto importante nel confrontarmi con lei, e Francy_Remus come sempre troppo gentile e troppo dolce.
Un bacione a tutte e fatemi sapere cosa ne pensate, a questo capitolo ci tengo dato che sto valutando l'idea di creare davvero quello che tutte voi desiderate: una Drarmione!
Alla prossima ;)
L1107
 

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Capitolo 7
*** sola contro tutti ***


SOLA CONTRO TUTTI

Era da diversi giorni ormai che Harry non mi rivolgeva più la parola, dopo quella fatidica domanda a cui non avevo risposto ma che lui aveva visto nei miei occhi. La situazione continuava a degenerare continuamente, Ginny era ormai fuori controllo, totalmente persa per Malfoy. Quest’ultimo ovviamente non perdeva occasione per denigrare sia me che Harry, e soprattutto Ginny. Adesso che non c’era più quell’affinità tra me e Harry, era veramente difficile controllare Ginny per assicurarci che quella Serpe non le facesse del male. D’altro canto ormai io mi sentivo letteralmente a pezzi, quella consapevolezza di essere attratta da Malfoy era arrivata nel momento peggiore, subito dopo aver dato un filtro d’amore alla mia migliore amica che adesso, proprio in quel momento, si trovava tra le braccia in cui io sarei voluta stare, quelle stesse braccia che la stringevano con passione e quelle stesse labbra, -merlino, quella labbra- che avevo desiderato fin dal nostro primo contatto. Strinsi i pugni senza riuscire tuttavia a distogliere lo sguardo da quel bacio poco casto che si stavano scambiando una persona a cui avevo voluto bene ma che adesso avrei volentieri strozzato e una persona che avrei dovuto odiare ma che, dannazione, non odiavo affatto. Sentii una specie di basso ringhio e poi un rumore di passi dietro di me, perciò mi voltai rapidamente vedendo sparire un mantello scuro all’interno dell’entrata per il castello. Distolsi lo sguardo da quello spettacolo che aveva già suscitato abbastanza scalpore in tutte le Case e mi decisi a seguire quello che era una volta il mio migliore amico. Lo vidi salire velocemente le scale, cercando di sfuggirmi per poter entrare nel nostro dormitorio, dove sapeva che non avrei potuto parlargli a causa delle orecchie che sarebbero state pronte a cogliere un nuovo scandalo e a causa di Ron, troppo furioso con Ginny quando l’aveva vista stretta a Malfoy.
“Harry!” lo chiamai ma ottenni l’effetto opposto di quello desiderato, anziché che fermarsi il ragazzo aumentò il passo, riuscendo a salire in tempo in una scalinata che cambiò direzione non permettendomi di seguirlo.
“Harry! Ti prego!” lo implorai dal lato opposto su cui ora stava lui.
“Non ti voglio sentire Hermione, come hai potuto farmi questo?” si decise a chiedermi con gli occhi brucianti di rabbia e delusione.
“Diamine, Harry! Lo sai che non l’ho scelto io, dannazione! Credi che per me sia facile, eh? Preferirei mille volte non provare assolutamente nulla per quella schifosa Serpe, credi sia facile vederlo in continuazione con la tua migliore amica per un inganno che tu stessa sei stata costretta a creare?” gli risposi, lasciando libero sfogo alle mie lacrime.
Harry rimase in silenzio per un momento, non sapendo cosa rispondere e capendo che in fondo avevo ragione. Approfittai di quella sua momentanea distrazione dovuta alla riflessione e saltai agilmente in una scala che stava cambiando, in modo da giungere dove stava lui.
“Perché ti è così difficile perdonarmi, Harry? Ne abbiamo passate tante insieme, ti sono sempre stata accanto e non ti ho mai abbandonato, nemmeno per un istante! Sono stata con te al primo anno fin quando ho potuto, sono stata accanto a te quando tutti ti evitavano pensando che fossi l’erede di Salazar, ho svelato il mistero di quella dannata Camera permettendoti di salvare Ginny, rischiando la mia vita per te… cos’altro dovrei fare per essere degna di essere tua amica?” gli chiesi alzando la voce, mentre le lacrime scavavano solchi profondi lungo i miei occhi.
“Io…. Mi dispiace Hermione, non posso accettare che tu nutra qualcosa per lui, non posso…” rispose Harry, pallido e titubante allontanandosi di qualche passo.
Una rabbia feroce e acuta s’impossessò di me, era questa la nostra amicizia? Erano questa le basi su cui era fondata? Appena un amico sbagliava, appena io avevo bisogno di qualcuno, Harry se ne andava? Mi abbandonava come se non valessi nulla?
“Sai Potter, ho sempre pensato che fossi una persona meravigliosa e altruista, sensibile e dolce, pronta ad aiutare gli altri in qualunque situazione… solo ora mi rendo conto di quanto mi sia sempre sbagliata, ti sono stata utile, probabilmente sei stato mio amico solo perché ti facevo pena, probabilmente anche tu mi odiavi come tutti, non sopportando quella che sono, forse ti faccio schifo anche a te, come lo faccio a lui, alla fine…voi due non siete diversi, entrambi Purosangue ed entrambi stronzi!” urlai quest’ultima parola con rabbia e delusione, lasciandolo sbigottito sul suo posto mentre correvo via da lui, dopo avergli detto quello che pensavo e che avevo sempre pensato, sempre.
Sono figlia di Babbani, non di maghi, una schifosa Mezzosangue che probabilmente non meriterebbe di stare ad Hogwarts. Forse dovrei abbandonare la magia e tornarmene a casa, per vivere una normalissima vita. Harry non ha replicato nulla dopo le mie parole e il pensiero che abbia davvero pensato certe cose mi distrugge. Sono consapevole di non essere mai stata molto simpatica a diverse persone, sono consapevole del mio comportamento al primo anno, della mia fastidiosa vocina che ripeteva a memoria tutto ciò che avevo letto su quel libro. Ero elettrizzata, ero entusiasta, come lo può essere una bambina di undici anni al pensiero di possedere la magia. Volevo sempre dare il massimo, per dimostrare che potevo farcela, che potevo essere la strega più brillante di tutti. Ero una ragazzina spaventata, me ne rendo conto solo ora, probabilmente mi ero letto tutto quel libro intitolato “Storia di Hogwarts” perché nessuno pensasse che, in quanto figlia di Babbani, non meritavo di stare lì.
Era stata davvero dura per me, vedere gruppi di amici formarsi immediatamente. Avevo cercato di parlare con alcune ragazze, di crearmi delle amiche, ma era stato tutto inutile. Quando poi avevo sentito Ron parlare di me in quel modo non ero riuscita a trattenere le lacrime, perché le sue parole mi avevano realmente ferita. Da quel dolore però, in seguito all’attacco di quella creatura disgustosa, era nato qualcosa di positivo, per la prima volta mi ero sentita accettata e avevo realmente pensato che con loro sarebbe andata diversamente.
Mi ero sbagliata, anche loro probabilmente pensavano che ero utile solo per le cose che sapevo, anche loro probabilmente mi avevano usata.
Non mi ricordo come riuscii ad arrivare in camera mia, fui solo contenta che non ci fosse nessuno, probabilmente erano a lezione, come d’altronde ci sarei dovuta essere io ma a cosa serviva? Come al solito avrei alzato la mano rispondendo correttamente alle domande dei professori, mi sarei rivelata utile solo perché avrei fatto guadagnare un po’ di punti alla mia Casa, ma sarei stata solo utile, nulla di più. Impugnai la bacchetta e la sentii tremare nella mia mano, come se avvertisse il mio dolore e la disperazione.
“Reducto!”
Un lampo di luce viola uscì da essa per andare a colpire lo specchio che, quasi ridendo di me, mi rimandava l’immagine di una ragazza stravolta dal dolore, una ragazza sola. Perché ero veramente sola adesso, avevo perso Harry, avevo perso Ginny che non faceva altro che parlare di Malfoy, avevo perso Ron che era sicurissimo che c’entrassi in quella storia, offeso perché non gli avessi detto nulla sulla sorella, si era sentito tradito da me…. E poi, poi avevo perso lui, prima ancora di averlo, prima ancora di capire i miei sentimenti per lui. Ma sapevo che non poteva andare avanti, sapevo che non mi avrebbe mai voluta, nessuno mi aveva mai veramente voluta, ero sola contro tutti. Lo specchio esplose in mille pezzi davanti a me, schegge di vetro balzarono da tutte la parti, una mi ferì la guancia e fui lieta di quel dolore fisico, che alleviò, solo per un momento, la mia sofferenza. Ero una ragazza debole probabilmente, non avevo mai posseduto la forza di rialzarmi, non avevo neanche avuto un motivo per farlo, soprattutto al primo anno… solo dopo avevo trovato la mia forza e la mia forza era in quelli che un tempo consideravo amici.
Cercavo solo sollievo, un po’ di sollievo, quando m’inginocchiai accanto a quello specchio distrutto. Cercavo solo sollievo quando afferrai un frammento di vetro più grosso, saggiandone l’affilatura.  Cercavo solo un po’ di sollievo quando lo passai lunga la vena del mio polso, facendo sgorgare immediatamente il mio sangue impuro.  Accolsi il dolore con gratitudine, concentrandomi sul bruciore della ferita e sul sangue che gocciolò sulla gonna della mia divisa, macchiandola, sporcando il pavimento e il frammento. Al sangue si mischiarono le mie lacrime, mentre mi odiavo profondamente per essere così dannatamente debole, per non essere riuscita a fermarmi. Ma Dio, era così difficile.
Era così difficile quando si perdeva tutto,
era così difficile quando non si aveva nulla per cui lottare,
era così difficile quando ci si considerava sbagliati,
era così difficile quando si era soli,
soli a combattere una battaglia interna.
E si, mi consideravo una stupida per averlo fatto, una vera stupida e probabilmente lo ero. In quel momento mi sentivo solo estremamente sola, mentre rivedevo davanti a me l’immagine di quel bacio, l’immagine dello sguardo schifato di Draco quando mi aveva baciata la prima volta, lo stesso sguardo che avevo ricevuto da Harry e da Ron a distanza di pochi giorni. Era così che ci si sentiva allora, a non avere un’identità o un posto dove stare, a non capire se fosse il caso di continuare a studiare magia o se era meglio tornare alla vita vuota ma meno dolorosa che avevo condotto fino a dieci anni. Il mio telefono squillò improvvisamente, strappandomi da quei pensieri, mi rialzai a fatica cercando di tamponare il sangue che continuava a uscire copioso da quella piccola ferita, probabilmente avevo colpito una vena. Sul display vidi il nome di mia madre, era solita chiamare un giorno si e un giorno no, non volendo distrarmi troppo dallo studio. Feci un respiro profondo, cercando di stabilizzare il respiro e di mantenere la voce più ferma possibile, poi cliccai sul tasto per accettare la chiamata.
“Pronto?”
Il mio sguardo si posò sul disastro che avevo combinato, non solo la mia gonna era sporca di sangue, ma anche il pavimento presentava qualche goccia, oltre al disastro dello specchio rotto.
“Tesoro mio, stavi studiando?”
La voce dolce di mia madre fu’ come un balsamo per le mie ferite, probabilmente era l’unica che mi aveva sempre capito.
“No, mi stavo esercitando con gli incantesimi… Reparo!” dissi poi puntando la bacchetta contro lo specchio che tornò intatto facilmente, incredibile come le magie mi riuscissero sempre così bene, forse erano l’unica cosa a riuscirmi bene, peccato che erano anche la mia fonte di sofferenza.
“Ah capito, com’è andata la giornata cara?”
“Bene, nulla di nuovo” risposi liquidando la questione.
“Tesoro sei certa di stare bene? Dalla voce sembri strana…” la voce di mia madre suonava preoccupata e sorrisi inconsapevolmente, incredibile come mi capisse anche attraverso il cellulare quando coloro che mi avevano sempre accanto non riuscivano a capirmi.
“Sono solo stanca mamma, non è nulla d’importante”
Il silenzio che seguì mi fece capire di aver commesso un terribile sbaglio. Mia madre mi conosceva bene e sapeva che utilizzavo sempre la scusa dell’essere stanca quanto c’era qualcosa che non andava. La sentii sospirare leggermente, ma per fortuna comprese che non ne volevo parlare, ancora una volta dimostrava di capirmi alla lettera.
“Se hai bisogno di me, sai che ci sarò sempre per te amore mio… sappi che, qualunque cosa sia successa, passerà e ti rialzerai come la solita leonessa che sei, fiera e testarda… l’orgoglio di tuo padre e mio”
Deglutii cercando di scacciare il nodo alla gola che quelle parole, quelle parole a cui avrei voluto davvero credere, mi provocarono.
“Mi mancate entrambi”
“Anche tu manchi tanto a noi, ma ci rivedremo presto”
-Forse prima di quanto pensi- pensai.
“Si, scenderò per le vacanze di Natale” le dissi invece, ormai mancava poco a quelle tanto aspirate vacanze, un periodo lontano da questo posto mi avrebbe permesso di decidere.
“Ok allora, ti lascio al tuo allenamento…. Ci sentiamo dopodomani”
Detto questo riattaccò, lasciando dietro di sé un silenzio che mi opprimeva. Con la bacchetta, non avendo le forze necessarie, pulii con un semplice Gratta e Netta le macchie di sangue presenti sul pavimento e sulla gonna, poi posai lo sguardo sul mio polso sul quale spiccava ancora quel rosso sangue, leggermente più secco di prima. Sospirai prima di afferrare una benda con il quale avvolsi stretto il polso, avrei potuto guarirla facilmente ma la volevo lì, volevo che rimanesse la cicatrice, per non dimenticare.

Ciao a tutti, scusate la lunghezza di questo capitolo, mi sono lasciata un po' andare! Sono molto indecisa su questo capitolo, spero di non avervi deluso, so che Hermione è sempre stata vista come una ragazza forte, autonoma e indipendente ma ho voluto analizzare questo suo carattere. Posso dire, per esperienza personale, che le persone così forti spesso sono quelle che tendono a soffrire di più di tutte. Non è un caso che in questo capitolo abbia parlato di autolesionismo, un fenomeno frequente nei giovani e credetemi se dico che so come ci si sente, sebbene non mi sia mai ferita fisicamente ma spesso avrei voluto farlo. Bene, era questa la tematica che volevo trattare, Hermione è sola, Ron e Harry l'hanno abbandonato e per quanto riguarda Draco... be' lui è totalmente occupato con Ginny. Non so se vi è mai capitato che il ragazzo che vi piaceva amasse una vostra amica, a me è capitato ed è da questa esperienza che è nata questa FF, ma sto valutando l'idea, come ho già detto nello scorso capitolo, di creare comunque una Dramione, mantenendomi però fedele al carattere drammatico della FF.
Ringrazio ancora Francy_remus e elenaricci13 e anche coloro che continuano a seguire questo storia, spero di non avervi deluso, fatemi sapere cosa ne pensate, mi fa' sempre piacere leggere le vostre recensioni.
Un bacione a tutte voi!
Alla prossima...
L1107

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Capitolo 8
*** non sei degna di essere una Grifondoro ***


NON SEI DEGNA DI ESSERE UNA GRIFONDORO

Il giorno dopo mi svegliai a causa di un furioso pulsare che avvertivo lungo il mio polso. Gettai uno sguardo alla finestra vedendo il sole che stava per sorgere, probabilmente mancava poco all’alba. Il mio telefono giaceva abbandonato sul comodino, sfidandomi a chiedere aiuto a mia madre, quel telefono che mi era stato dato da Silente in persona per mantere i contatti con i miei genitori, di nuovo... perchè ero diversa, perchè ero una schifosa Mezzosangue.  Mi scoprii e decisi di andare in bagno, notando che tutte le compagne del mio dormitorio stavano ancora dormendo, compresa Ginny. Una volta in bagno chiusi la porta con un incantesimo, per evitare che qualcuno scoprisse quella mia piccola ferita. Il segno sulla guancia era stato facile da giustificare, avevo dato la colpa al mio gatto, Grattastinchi, ma il segno lungo il mio polso era troppo profondo e troppo dritto per poter appartenere a un graffio causato da un gatto. Con attenzione tolsi il pigiama e dopodiché alzai la benda che avevo improvvisato per coprirlo. La situazione della ferita non era delle migliori, la benda era sporca di sangue e pus, la ferita era gonfia e giallognola … non mi serviva un dottore per capire che avevo contratto una bella infezione. Il mio sguardo cadde sulla bacchetta, che avevo posato momentaneamente sul lavandino, mi sarebbe bastato un piccolo incantesimo per farla guarire del tutto, conoscevo la magia da fare, l’avevo letta su un libro l’anno scorso, consapevole che per aiutare Harry dovevo essere in grado di guarirlo.  Sospirai combattuta, alla fine però mi limitai a cambiare la benda e ad indossare nuovamente la maglia del pigiama. Non volevo guarirla, volevo che rimanesse lì, era quasi un conforto per me vedere quella ferita rossa, sentirla pulsare a causa dell’infezione, mi distraeva dai pensieri. Certa che ormai non sarei riuscita a prendere più sonno decisi di indossare la mia divisa e di andare in biblioteca, di sicuro una bella lettura mi avrebbe aiutata molto. Attraversai il corridoio incontrando solo pochi studenti che, come me, avevano deciso di ripassare prima delle lezioni, qualcuno copiava i compiti che non era riuscito a svolgere il giorno prima. Mi sedetti al mio solito posto, afferrando il libro di Antiche Rune che adoravo leggere. Ammiravo quella lingua così complessa, la perfezione che richiudeva in sé, m’incuriosiva sapere cosa avevano scritto gli antenati, scoprendoli molto più simili a noi di quanto immaginassi. Mi distrasse un movimento che mi portò ad alzare lo sguardo, pessima mossa. I miei occhi, contro la loro volontà, finirono immersi come al solito in tutte le sfumature di quel ragazzo che mi guardava con un ghigno sul volto, gli occhi che lampeggiavano pericolosi. Una parte della mia mente si ricordò del nostro ultimo incontro di qualche giorno fa’, di come stavo cedendo facilmente alle sue avances, di quello che gli avevo detto successivamente, di come lo avevo colpito duramente…. Merda, probabilmente non l’avrei passata liscia e io non ero emotivamente e fisicamente pronta a un confronto con lui.
“Mezzosangue” fece appena un cenno con la testa, quasi come se mi stesse salutando, prima di scivolare sinuoso accanto a me. Ovviamente, tra mille posti liberi in quella stanza lui doveva venirsi a sedersi proprio accanto a me.
“Malfoy, come proseguono le cose con GIinny?” mi lasciai sfuggire prima di poter riflettere, facendo inevitabilmente allargare il suo ghigno.
“Sei forse gelosa, Mezzosangue?” mi chiese a bassa voce, con quella voce dannatamente seducente.
“Io?? NO!” la mia reazione esagerata fu’ punita da una furiosa occhiataccia di Madama Pince e da quel dannato sorriso che Malfoy si stampò in faccia.
“Ne sei sicura?” mi chiese una volta che avevo abbassato il volto dopo aver mormorato delle scuse rivolte a Madame Pince. Non risposi, decidendo di ignorarlo e sperando vivamente che, stanco di torturarmi, si sarebbe deciso ad  andarsene. Pessima mossa.
Draco, non ottenendo alcuna risposta da me, mi poggiò delicatamente una mano sul braccio che avevo lasciato accanto al libro aperto di Antiche Rune. Il contatto non era né duro né violento, ma trasalii di disagio mentre una nuova fitta, più intensa delle altre, si ripercorreva lungo tutta la mia schiena dorsale partendo dal polso. Notai l’espressione di Malfoy corrugarsi, sorpreso da quella reazione che considerava esagerata, quindi decisi di andarmene da lì prima che la situazione precipitasse. Chiusi il libro con uno scatto riponendolo velocemente dentro la borsa, mi alzai e velocemente uscì fuori dalla biblioteca. Lui, ovviamente, mi seguii.
“Mezzosangue!” mi chiamò e, spaventata, aumentai il passo. Purtroppo essendo ragazza ed essendo leggermente bassina, non gli risultò difficile acciuffarmi in poco tempo. La sua mano si chiuse sul polso sano, mentre con una flessione del braccio m’inchiodava contro il muro com’era solito fare, strappandomi un gemito di dolore al contatto poco gentile con quella superficie dura. La sua mano m’inchiodò i polsi sopra la testa, stringendoli leggermente entrambi. Strinsi le labbra duramente fra loro, facendolo sbiancare, pur di trattenere un gemito di dolore che gli sarebbe parso sospetto.
“Stai forse nascondendo qualcosa, Mezzosangue?” il suo viso era pericolosamente vicino, mentre la mano libera mi afferrò il mento, costringendomi a guardarlo in faccia.
“Ti prego” non riuscii a trattenermi dall’implorarlo di lasciarmi andare, sebbene la stretta non fosse così forte il dolore si era propagato lungo tutto il braccio, lasciandolo leggermente intorpidito.
Malfoy sbarrò gli occhi, sorpreso dal mio tono supplichevole, ma non mi lasciò le mani anzi, strinse ancora di più la presa. Mi dimenai, cercando di liberarmi, ma ottenni solo che il maglione sfregasse sulla benda sottile che si mosse, sfregando a sua volta sulla ferita. Un gemito di disagio lasciò le mie labbra.
“Qual è il problema Mezzosangue?” mi chiese risoluto Malfoy, osservando attentamente il mio viso contratto in una smorfia di dolore.
Ti prego, lasciami andare, ti scongiuro… fa’ troppo male starti vicino, fa’ troppo male pensare che non sarai mai mio, fa’ troppo male quella ferita di cui non conosci nemmeno l’esistenza e che stai dolorosamente stringendo nelle tue mani.
Malfoy lasciami!” urlai, cercando ancora di sfuggirgli. Tentai ancora di mollargli un calcio ma lui, prevedendo le mie mosse, mi bloccò facilmente le gambe con il suo corpo che adesso pesava su di me.
-Non resisterò a lungo- pensai mentre la vista mi si appannava per un momento, a causa del forte dolore.
“Mezzosangue, non te lo ripeterò un’altra volta, qual è il problema?” il suo viso si fece ancora più vicino, mentre i suoi occhi cercavano di scrutarmi attentamente. Tentai di sottrarmi a quell’indagine, ma la sua mano mi teneva fermo il volto. Chiusi gli occhi, non volevo guardarlo, non volevo guardarlo avvicinarsi a me, non volevo che mi baciasse con quelle labbra che avevano posseduto e possedevano ancora quelle della mia migliore amica.
“T-Ti prego, non baciarmi…” lasciai che il dolore sgorgasse dai miei occhi, sotto forma di stille roventi che mi bagnarono la faccia. Malfoy si allontanò di scatto, sorpreso, e mi osservò mentre mi accasciavo silenziosamente a terra tenendomi il braccio con una mano. Doveva essere l’ultima persona che avrebbe dovuto vedermi in quello stato, così misera, così patetica. Attesi tremante, vergognandomi profondamente di non riuscire a trovare la mia solita forza, il mio solito coraggio, lui, Harry, Ron e Ginny, mi avevano completamente annientata. Attesi tremante quel colpo che sarebbe arrivato di certo, dandomi il colpo di grazia.

E invece non arrivò.

Draco si avvicinò improvvisamente a me, inginocchiandosi alla mia altezza.

“Hermione…”

Non mi aveva mai chiamata per nome, non mi aveva mai nemmeno chiamato con quella dolcezza e pietà. Alzai lo sguardo su di lui, ancora intimorita. Dio, dove diavolo era andata a finire la mia forza? Lo sapevo bene, l’avevo persa con lui e con i miei amici. Draco si sedette accanto a me, appoggiando la schiena al muro e prima che potei fare qualunque cosa per evitarlo, mi afferrò sistemandomi in braccio a lui. Notai che la sua mano strisciava verso il mio polso e lo ritrassi di scatto ma lui, allenato e con i riflessi pronti,  lo afferrò prima che potessi fare qualunque cosa e notando il mio turbamento mi alzò lentamente la manica, sebbene tentassi in tutti i modi di sfuggirgli. La sua mano alzò la benda lentamente, il suo indice sfiorò leggermente la ferita lasciandomi una gradevole sensazione di freddo.
“E questo?” mi chiese.
“Non è nulla, solo un graffio” mentii, cercando di suonare convincente e cercando di strappare quel polso alla sua indagine.
“Un graffio che ripercorre fedelmente la vena? Non mentirmi Mezzosangue! Questo è un taglio che ti sei fatta volontariamente!” la sua voce si alzò di diversi toni mentre mi mollava finalmente il polso, che mi affrettai a coprire. Tentai di alzarmi da lui, ma non me lo permise. Le sue mani mi afferrarono duramente i fianchi, tirandomi nuovamente giù.
“Perché lo hai fatto?”
La sua mascella era contratta duramente mentre i suoi occhi splendevano d’ira e… preoccupazione? Impossibile.
Non sono affari tuoi, lasciami andare!” urlai, ritrovando nuovamente la mia forza, una forza che era venuta improvvisamente in mio aiuto… o era orgoglio?
“Invece sono affari miei, Mezzosangue!” esclamò irritato lui, senza mollare la presa. Mi afferrò di nuovo il volto, per costringermi a guardarlo.
“Lasciami andare, Malfoy!” protestai ancora, dimenandomi anche se ero in netto svantaggio, il mio corpo infatti fu’ facilmente soggiogato da quello di Malfoy.
“Quella ferita va’ controllata, è infetta!”
“E allora? Non sono cose che ti riguardano!”
“Sai che potresti morire se si contagiasse tutto il sangue? Quella ferita si trova sulla vena!”
“E allora? Alla fine la morte non sarebbe una così schifosa sorte o no?”
Il silenzio che seguì fu’ inquietante, mentre Malfoy mi guardava sbigottito, senza riuscire a dire una parola. Improvvisamente mi afferrò per le spalle, scuotendomi con forza.
“Sei forse diventata pazza, Granger? Merlino, non puoi dire sul serio!” sbottò fuori di sé.
“Qual è il problema Malfoy? Alla fine se sparissi dalla faccia della terra ti farei solo un favore!” esclamai e il suo corpo s’irrigidì, mentre smetteva di scuotermi come aveva fatto prima.
“Sei davvero una stupida, Grifondoro… sei davvero una stupida” sussurrò prima di allontanarmi con uno scatto, facendomi cadere a terra. Si alzò, guardandomi disgustato dall’alto in basso.
“Non sei degna di essere una Grifondoro” e, con quella frase, mi lasciò sola lungo quel corridoio isolato.

Eccomi di nuovo con questo nuovo capitolo! Ho ritenuto fosse opportuno fare entrare in scena Draco adesso, cercarlo anche di riscattarlo leggermente, ma non gioite troppo: è vero che è preoccupato per lei ma chi vi dice che non sia solo perchè vuole essere lui la causa dei suoi mali? ahahahah, chissà, fossi in voi non mi farei eccessivi speranze, ce ne vorrà prima che Draco s'innamorerà di lei. Ops, ho detto troppo... passiamo dunque ai ringraziamenti per le 4 recensioni ricevute da: Nefer666, elenaricci13, _gaiuccia_, Giselle_ebbasta
Grazie davvero a tutte, le vostre recensioni mi riempiono sempre di gioia! Grazie a _gaiuccia_ in particolare che mi ha fatto notare che i cellulari non possono essere usati ad Hogwarts, permettendomi così di rimediare in questo capitolo a questa mia piccola svista.
Spero che questo capitolo non abbia deluso nessuno, sono curiosa di sapere cosa ne pensate di questo lato di Draco... cosa pensate che abbia provato quando ha visto la ferita di Hermione? Quando lei ha affermato che la sua morte, per lui, sarebbe stata solo un sollievo? Fatemi sapere ;)
Ps: Spero di non aver fatto nessun errore, ho riletto ma spero che non me ne sia sfuggito nessuno!
Alla prossima!
L1107

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Capitolo 9
*** Forte come una leonessa ***


FORTE COME UNA LEONESSA

Mi rialzai a fatica, tenendomi ancora il braccio dopo che Malfoy mi aveva lasciata sola, con quell’ultima terribile frase.
Non sei degna di essere una Grifondoro.
Non permisi alle mie lacrime di solcare di nuovo il mio volto, non avrei dato quella soddisfazione alla Serpe, avevo già pianto abbastanza per lui. Era una persona falsa e schifosa, uno dei peggiori, nessuno mi aveva mai fatto tanto male, a nessuno lo avevo mai permesso. Si era preoccupato per me, è vero, dovevo riconoscerlo, ma la diffidenza mi portava a credere che la sua non fosse vera gentilezza, che non fosse vera preoccupazione, ma solo un mezzo per portarmi a fidarmi di lui così poi da affondare la lama ancora una volta nel mio cuore già distrutto. Non ero una stupida, sapevo che tipo di ragazzo fosse, tuttavia ero caduta nella sua trappola lasciandomi sedurre. Ma ero consapevole che lui non avrebbe mai nutrito la stessa cosa per me, non era capace di amare, mi apprezzava solo per il mio corpo. Probabilmente era per quello che si era così arrabbiato alla vista di quella ferita, era risaputo che una cicatrice abbassasse il pregio di una donna e probabilmente non sopportava che rovinassi qualcosa che, secondo lui, gli apparteneva. Avrei voluto accanto a me Ginny, avrei voluto tornare indietro ed essere più furba di lui, volevo ritornare a quando avevo degli amici ma immediatamente scacciai quel pensiero. Che amici erano quelli che ti odiavano per sentimenti che non avevi deciso tu? Che amici erano quelli che ti avevano abbandonato, troppo presi da loro stessi, per accorgersi del tuo dolore? Non erano amici.
E allora giunse la rabbia, lenta e corrosiva, potente e bruciante, furiosa e devastante, avanzando inesorabilmente verso il mio cuore, asciugando con il suo calore le lacrime che erano rimaste lungo le mie ciglia, asciugando gli occhi rossi.
Fu’ da quella rabbia che presi la mia forza, fu’ grazie ad essa che mi spostai dal muro riuscendo a mantenere una posizione fiera, perché ero fiera di essere una Grifondoro, ero fiera di essere la migliore studentessa di Hogwarts, ero fiera di essere figlia di genitori Babbani, ero fiera di essere la temuta avversaria da Lord Voldemort, ero fiera di essere Hermione Jane Granger.
E nessuno, nessuno, avrebbe più osato denigrarmi, nessuno avrebbe più osato farmi sentire inferiore, non l’avrei più permesso. Mi sarei vendicata su Harry e su Ron, per ultimo avrei lasciato Draco Malfoy, in modo che sapesse che stavo per arrivare. Ginny non aveva colpe, ero certe che mai e poi mai si sarebbe innamorata di una Lurida Serpe ed ero certa anche della sua lealtà e amicizia. Sentii in lontananza un ringhio di una leonessa, che riecheggiò nelle mie orecchie, forte, Hermione Granger era tornata.
Spinta da quella nuova consapevolezza, lasciai che le mie mani, che non tremavano più, lisciassero la gonna e attesi qualche minuto per permettere al mio viso di tornare normale dopo al pianto. Fatto questo mi avviai a testa alta verso la Sala Grande per fare colazione. Quando entrai con la solita sicurezza tre paia di occhi si fissarono su di me per un attimo, per poi distogliere lo sguardo. Mi sedetti lontano da Harry e Ron, senza degnarli di uno sguardo sebbene avessi notato che loro mi avevano guardato. Il bruciore al braccio era ancora martellante, ma mi aiutava a concentrarmi di più e a non ricadere di nuovo in quello stato. Quando Ginny giunse, leggermente in ritardo, osservò la scena sorpresa, notando la totale indifferenza che avevo riservato ai miei due migliori amici. Esitò per un attimo prima di decidere di sedersi accanto a me.
“Buongiorno Herm! Come stai?” mi salutò allegra, come lo era da sempre ormai. Il suo sguardo cadde sul tavolo dei Serpeverde e sul suo amato, gli sorrise amorevolmente salutandolo dolcemente con un rapido gesto della mano, tuttavia non mi voltai, fingendo un totale disinteresse.
“Molto bene, e tu?” le chiesi afferrando una fetta di pane e imburrandola, per poi darle un morso, ignorando la fitta di dolore che aveva attraversato il mio corpo.
“Magnificamente! Draco è magnifico! Mi ha anche regalato una collana, guarda!” Ginny scostò i capelli dal collo, rivelando una collana dorata con un piccolo ciondolo a forma di cuore.
-Bazzecole, per lui- pensai malignamente ostentando tuttavia un finto sorriso per la mia migliore amica, ignorando la fitta di dolore che mi aveva fatto perdere un po’ di fiato alla vista di quel ciondolo.
“E’ bellissima Ginny!” esclamai a voce alta, certa che lui potesse sentirmi dato che il brusio della Sala non era riuscito a coprire il suono della mia voce.
“Non è assolutamente perfetto?” mi chiese lei, con un sorriso a trentadue denti. Sorrisi, decidendo di non rispondere e limitandomi ad annuire, Malfoy era tutto tranne che perfetto.
“Non mangi Ginny?” le chiesi dolcemente, allungandole un pezzo di pane per distrarla da quell’argomento che ancora non riuscivo a tenere sotto stretto controllo.
“Oh no, ho gli allenamenti di Quidditch oggi, non voglio appesantirmi” mi rispose lei gentile, sapevo quanto tenesse a quello sport anche se il suo volto non s’illuminò come le altre volte, ormai la sua unica fonte di felicità era Malfoy.
“Oh, va bene, allora” risposi posando il pane.
Finito di fare colazione salutai Ginny dicendole che avevo lezioni di Antiche Rune e uscii velocemente dalla Sala.
“Granger!” la voce strascicata di Malfoy mi fece voltare verso di lui, mentre assumevo quella che speravo fosse un’espressione fredda e indifferente. Una piccola parte del mio cervello notò che mi aveva chiamato Granger, non Mezzosangue come era solito fare.
“Cosa vuoi, Malfoy?” gli chiesi con voce dura, risentendo nei miei occhi la frase di poco prima: “Non sei degna di essere una Grifondoro”.
“Hai curato quella ferita?” mi chiese lui, senza cercare di girarci attorno. I miei occhi si assottigliarono pericolosamente, mentre lo scrutavo arrabbiata.
“Non sono affari tuoi, Malfoy”
Un guizzo di rabbia attraversò i suoi occhi prima che avanzasse verso di me, afferrandomi rudemente il polso. Non gli diedi nessuna soddisfazione, mantenendo un’espressione neutrale mentre dentro di me urlavo per il dolore, l’infezione si stava espandendo velocemente e probabilmente mi stava venendo la febbre a causa di essa, questo spiegherebbe il perché dei miei riflessi così lenti che mi avevano portato, di nuovo, a cadere nelle sue grinfie.
“Ti ho già detto che tu sei affare mio” rispose il ragazzo prima di alzarmi la manica, ma non gli diedi il tempo di scrutarla attentamente perché strappai rudemente il braccio dalla sua presa. Pessima mossa. La testa mi girò rapidamente, mentre la vista mi si offuscava un attimo. Quell’attimo fu’ sufficiente per trovarmi tra le braccia di Draco, le quali mi sorressero con forza.
“Stai bene?”
Di nuovo quell’odioso tono, di nuovo quella presenza di preoccupazione che mi terrorizzava. Temevo di credergli, temevo di cadere nella sua trappola, temevo di illudermi di nuovo, lasciandolo a ridere di me e della mia stupidità dopo che era finalmente riuscito a portarmi a letto. No, non glielo avrei permesso.
Lasciami immediatamente!” protestai tentando di allontanarmi da lui, dopo aver riacquisito la padronanza del mio corpo dopo quel semi-svenimento.
“Felice di trovarti di nuovo così combattiva, Granger”
Un braccio di Draco passò sotto le mie ginocchia dopo che, senza sforzi, mi sollevava rapidamente. Fui costretta ad aggrapparmi a lui per non cadere, ancora conscia di non essermi totalmente ripresa, soprattutto quando la sua presenza mi portava un tale scombussolamento.
“Che diamine stai facendo? Lasciami andare adesso!” sottolineai quest’ultima parola con un pugno sul suo petto, tuttavia ottenni solo un’altra fitta di dolore dal mio braccio.
“Mezzosangue finiscila, o sarò costretto a lanciarti un Pietrificus Totalus… tu, adesso, vieni in infermeria e ti fai curare quel dannato braccio!” m’impose fulminandomi con un’occhiata. Decisi di calmarmi, consapevole che non stava scherzando e che mi avrebbe lanciato felicemente quel dannato incantesimo.
“Perché dovresti fare una cosa del genere per me, Draco?”gli chiesi poi, mantenendo la voce bassa e permettendogli di dirigersi, con me in braccio, in infermeria.
“Non sono così stronzo come pensi, Granger, anche io ho un cuore e, poiché sono un vero gentiluomo, non lascio mai una fanciulla in difficoltà… per quanto possa essere lurido il suo sangue” aggiunse come al solito, per non perdere del tutto la sua dignità.
“Dubito molto che tu abbia un cuore, Malfoy” risposi pronta, notando che il suo corpo s’irrigidiva leggermente anche se non lo diede a vedere, potei sentire lo stesso la tensione nei suoi muscoli.
“Ho un cuore, Mezzosangue, solo che evito di invischiarmi troppo con i sentimenti… basta guardarti per vedere come sei ridotta a causa di quest’ultimi” il suo sguardo indagò il mio viso, rosso per l’imbarazzo e per la febbre.
“E tu che ne sai?”
Malfoy sogghignò leggermente, mentre la sua espressione diventava leggermente più serena, sembrava quasi umano così, sembrava quasi possibile innamorarsi di lui.
“Sono un attento osservatore Granger, ho anche le mie fonti… Lo Sfregiato non ha sopportato di sapere la verità sui tuoi sentimenti per me?”
Il mio cuore si bloccò improvvisamente,, mentre boccheggiavo in cerca d’aria- Merlino, aveva sentito la conversazione con Harry e ora…ora ero seriamente nei guai.
“Di quali sentimenti parli? Forse del mio odio verso di te”
“Veramente parlavo dell’amore, altrimenti perché Potter e il rosso non ti rivolgono la parola da giorni?”
“Sono arrabbiati con me perché non gli ho detto dell’amore di Ginny per te” inventai una scusa al momento, che poteva benissimo suonare logica.
“Ottimo scusante Granger, sei davvero una strega brillante…peccato che sono a conoscenza da tempo del tuo inganno con Potter, Potter sa del filtro d’amore” costatò godendosi la mia espressione sbalordita.
“Come hai fatto a saperlo?” non negai neppure, lasciandolo sogghignare per la mia sorpresa.
“Te l’ho detto, ho le mie fonti” rispose lui, evidentemente non aveva nessuna intenzione di rivelarsi.
“Quindi sei davvero innamorata di me?” mi chiese con una strane luce negli occhi.
“Non esaltarti troppo Malfoy, mi passerà presto... non ho nessuna intenzione di cadere nella tua trappola” risposi orgogliosa, fiera della tirata che ero riuscita a fare spegnendoli finalmente quel ghigno dal viso.
“Vedremo…” rispose allora, prima di entrare in infermeria con ancora me in braccio.

Mi scuso per il ritardo nella pubblicazione di stasera, non volevo lasciarvi senza capitolo oggi dato che venerdì e sabato non mi sarà possibile aggiornare. Vi prego di perdonarmi per eventuali errori di battitura, oggi è stata una giornata stressante e stancante, quindi sono troppo stanca per ricontrolalre e correggerli, probabilmente non capirei più nulla. Grazie a tutte ancora, scusate se non metto i nomi oggi, mi rifarò nel prossimo... ho scritto solo perchè ne avevo bisogno, scusatemi per eventuali errori, controllerò appena potrò!
A presto :)
L1107

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Capitolo 10
*** Sbalzi d'umore ***


SBALZI D’UMORE

Madama Chips ci venne immediatamente incontro, con un’espressione preoccupata sul volto. Mi conosceva abbastanza bene dallo scorso anno, ero rimasta per molto tempo sul letto d’ospedale, ferma e immobile. Conosceva sicuramente anche Draco, i suoi lineamenti e i suoi capelli biondi permettevano immediatamente di riconoscerlo come un membro appartenente alla nobile casata dei Malfoy.
“Per tutti i maghi! Cos’è successo?”
Doveva essere molto insolito vedere un Serpeverde che portava in braccio una Grifondoro, tra l’altro mezzosangue come me.
“Nulla di grave, non c’era neanche bisogno di venire” dissi subito, prima che Draco potesse avere la possibilità di dire qualcosa.
“Nulla di grave? Stai scherzando? Ha una grave ferita infetta sul braccio” si preoccupò d’informare Madama Chips, la quale si avvicinò rapidamente a me.
“Puoi anche mettermi giù ora” sibilai torva a Malfoy, seccata dal fatto che mi avesse portato di forza e contro la mia volontà in quella dannata infermeria che odiavo.
“Fammi dare un’occhiata cara, Malfoy lei esca da qui” disse la strega senza degnare di uno sguardo Malfoy, mentre mi alzava la manica dalla ferita.
“Dovevi venire subito da me Granger, la ferita è molto grave” mi rimproverò poi. Il suo sguardo torvo si posò su Malfoy, il quale non si era ancora deciso ad uscire da quella stanza.
“E’ sordo per caso signor Malfoy? Esca immediatamente da qui se non vuole che le lanci addosso una fattura!” sbottò la maga, famosa per la sua poca pazienza.
Malfoy alzò le mani in segno di resa, mentre il suo sguardo passava da lei a me, mi rivolse un sorriso perfido prima di abbassarsi rapidamente e scoccarmi un bacio sulla guancia.
“Ti aspetto fuori, amore” la sua voce accarezzò lievemente quest’ultima parola e, fiero dell’ultima tirata che era riuscita a farmi e del rossore che le sue parole e quel bacio, che ancora ardeva sulla mia pelle, uscì dalla stanza fulminato da un’occhiataccia di Madama Chips.
La strega mi visitò affondo, per poi ordinarmi di bere tutta la pozione ricostituente per alzare le mie difese e abbassare la febbre, poi si dedicò alla ferita mormorando diverse formule per ridurre il gonfiore e il rossore, fino a farla guarire completamente.
Quando finalmente mi dimise mi alzai, convinta di non trovare realmente Malfoy fuori ad attendermi dato che la strega, per sicurezza, aveva insistito a farmi restare per un paio d’ore, il tempo che la pozione facesse il suo corso. Malfoy invece, era tranquillamente appoggiato al muro e, non appena mi vide, mi venne incontro lentamente.
“Tutto bene?”
La voce era pericolosamente dolce, le sue mani pericolosamente gentili mentre mi circondavano i fianchi, e il suo viso pericolosamente vicino. Mi trassi immediatamente indietro, ponendo la mia mano sul suo petto per tenere le distanze da lui.
“Che cosa significava quel gesto di prima Malfoy?” gli chiesi chiara, certa che stesse pianificando qualcosa dopo aver capito quali erano i miei veri sentimenti per lui. Non mi sarei mai più fatta prendere in giro da lui, né ora né in futuro.
“A te cos’è sembrato?” il sorriso che si dipinse sul suo volto mi distrasse, portandomi a pensare di quanto fosse dannatamente bello, e di quanto fosse dannatamente pericoloso per me.
“A me è sembrato un chiaro tentativo di sedurmi Malfoy, e sappi che non ho nessuna intenzione né di ferire Ginny né di cadere nella tua trappola, non reciterò la parte della dolce donzella abbandonata e sedotta, non ti correrò dietro in eterno”
“Mi offendi Granger, pensi davvero che io sia in grado di fare un’azione così meschina?” finse di essere realmente offeso, ma nei suoi occhi brillava una luce di puro divertimento.
“Non lo penso, ne sono certa… del resto cosa posso mai aspettarmi da una Serpe schifosa e velenosa che sa solo strisciare?” lo provocai leggermente, certa che comunque sarebbe caduto nella mia trappola. Malfoy era conosciuto per l’istinto, ma non per il soffermarsi a pensare prima di fare certe azioni.
Infatti mi afferrò rudemente com’era solito fare ma prima che potessi estrarre la bacchetta le sue labbra toccarono le mie delicatamente. Bastò solo che sfiorasse le mie che quest’ultime gli andarono incontro, bramose e assettate di lui. La sua mano affondò nei miei capelli mentre muoveva la testa al ritmo con la mia, facendomi perdere totalmente la ragione. In quel momento esisteva solo lui, le sua mani delicate, il suo profumo che mi circondava, le sue braccia che mi stringevano, il senso di sicurezza che mi dava. Mi staccai improvvisamente da lui, mentre sotto il suo sguardo le mie guance si tingevano di uno sgradevole rosso. Il suo sorriso si allargò sul suo volto mentre tentavo di riprendere fiato e di ricominciare a ragionare. Mi allontanai da lui che, malvolentieri, mi lasciò andare, mentre una sua mano passava a riordinare i capelli biondi che erano stati scompigliati da me. Senza staccare lo sguardo da me si passò la lingua lungo le labbra, per poi sorridere, entrando nettamente in contrasto con quello che aveva fatto il giorno del nostro primo bacio.
“Hai un buon sapore, Mezzosangue”
Boccheggiai in cerca d’aria, mentre la testa mi girava vorticosamente, questo era il suo potere su di me, riusciva ad annullare tutte le mie difese con la sua solo presenza, lasciandomi completamente inerme sotto il suo potere.
“Penso che non sarà così difficile sedurti per poi abbandonarti”
La sua solita strafottenza mi permise di richiamare a me la mia solita forza, permettendomi di ragionare di nuovo. Non lasciai spazio al dolore che mi aveva inferto di nuovo con quella sua ultima frase, non pensai nulla mentre la mia mano si alzava e lo colpiva duramente sulla guancia, lasciando il segno rosso delle mie dita. Malfoy sbarrò gli occhi, collegandoli ai miei che, ne ero certa, erano pieni di dolore e sofferenza. Sebbene stessi cercando di trattenere la mia rabbia il mio corpo mi tradiva, le mie mani tremavano e mi sorprendevo di come riuscivo ancora a stare davanti a lui, fiera e orgogliosa come la Grifondoro che ero. Mai più sottomessa, mai più ferita, mai più mi sarei fatta sedurre di lui- questo mi ero ripromessa e di nuovo avevo ceduto alle sue avances.
“Non ne sarei così sicura, tra tutti i ragazzi che ho avuto tu sei il peggiore a baciare, e i miei ex erano Babbani”
Non so come riuscii a mentire così spudoratamente, non so come riuscii a mettere insieme una frase del genere che avrebbe distrutto il suo orgoglio schifosamente maschile e purosangue. Lui tirava fuori il peggio di me e in quel caso fu’ davvero una salvezza perché mi permise di allontanarmi da lui, senza che mi seguisse, troppo turbato dalla mia ultima frase.
Svoltato l’angolo non mi accasciai al suolo e non permisi alle mie lacrime di scivolare via, non avrei più pianto per lui, e questa promessa ero più che decisa a rispettarla. Per questo, sebbene fossi leggermente in ritardo, decisi di andare nell’aula di Antiche Rune, sicura che quello per me fosse il posto migliore dato che nessuno dei miei “amici” lo frequentava. Dopo essermi scusata con la professoressa presi posto accanto a un ragazzo di Tassorosso, che mi sorride gentilmente indicandomi il punto in cui eravamo arrivati. Lo osservai attentamente, aveva un profilo ben definito, un corpo tonico e muscoloso, uno sguardo calmo e gentile, delle labbra ben disegnate.

“Come ti chiami?” gli chiesi, prima di potermene rendere conto.
“Sono Cedric, Cedric Diggory”

Scusate per la mia piccola assenza! Sono stata molto impegnata, ho dovuto realizzare due video presentazioni per due diciottesimi di due mie amiche, uno infatti si è svolto ieri e uno si svolgerà oggi ma tuttavia sono tornata! Ho modificato anche le caratteristiche della storia, ma dovrei fare una segnalazione dato che non esiste tra le coppie quella di Cedric/Hermione.... ebbene si, sto valutando l'idea di far pagare caro l'affronto che Malfoy ha recato a Hermione, del resto lei voleva vendicarsi di Ron, Harry e Draco. Che ve ne pare di questo colpo di scena? Cosa ne pensate di Cedric? Vi piacerebbero come coppia? Fatemi sapere! Un grazie particolare va' alle due persone che hanno recensito lo scorso capitolo e cioè a ladyahena e elenaricci13 grazie mille ragazze!
Alla prossima ;)
L1107

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Capitolo 11
*** Tassorosso contro Serpeverde ***


TASSOROSSO CONTRO SERPEVERDE
 
Cedric è davvero un ragazzo dalle mille qualità, non è solo di una bellezza disarmante ma è anche molto intelligente e furbo, giusto e onesto, qualità che ho sempre apprezzato e che apprezzo ora più che mai dopo aver avuto a che fare per così tanto tempo con il principe delle menzogne. La lezione di Antiche Rune è proseguita molto lietamente, abbiamo tradotto insieme anche un passo che c’era stato assegnato dalla professoressa e la nostra traduzione è risultata la migliore, tanto da farci guadagnare dieci punti a testa per le nostre case. Cedri Diggory si è rivelato essere una perfetta compagnia, simpatico, estroverso, gentile e dolce, tanto da farmi dimenticare le mie sofferenze e donarmi di nuovo il sorriso.

“Mi ha fatto piacere lavorare con te, Hermione”

Il suo sorriso sincero m’ipnotizza, può una persona essere in grado di richiamare il calore del sole in un solo sorriso? Evidentemente si, se risponde al nome di Cedric Diggory e appartiene alla casa di Tassorosso.

“Anche a me, Cedric” rispondo ricambiando il sorriso, mi sento improvvisamente timida davanti a lui, ciò è evidenziato dal fatto che molte ragazze ci guardano furibonde mentre io mi dirigo insieme a Cedric fuori dall'aula.

“Penso di non stare molto simpatica alle tue amiche” aggiungo poi, ridendo leggermente.

Cedric assume un cipiglio leggermente infastidito, mentre getta una rapida occhiata alle diverse ammiratrici che possiede, la sua bellezza e il suo fascino non sono di certo passati inosservati, pare sia eccellente in tutte le materie e riguardo a fama secondo solo a Potter.

“Oh, ignorale… fanno sempre così, però sono davvero gentili!” ci tiene ad aggiungere salutando una ragazza del secondo anno che arrossisce fino alla punta dei capelli prima di ricambiare.

“Di questo non ne dubito, la vostra casa è conosciuta per essere la più amichevole, dedita alla lealtà, alla giustizia e al duro lavoro”

“Vedo che conosci a memoria il discorso del Cappello Parlante riguardo la nostra casa” mi sorride mentre insieme giriamo il corridoio, dirigendoci verso la Sala Grande per pranzare.

“In realtà ho letto la “storia di Hogwarts” almeno una dozzina di volte” ammisi arrossendo leggermente.

“Non ne dubitavo, anche tu sei famosa… pare che tu sia la strega più brillante che Hogwarts abbia mai avuto, così si dice in giro almeno”

“Ah, non credo di essere famosa per la mia intelligenza, forse ciò che mi rendeva famosa era il fatto di essere amica di Harry Potter” mi lasciai sfuggire, decisa più che mai a rinnegare il fatto di essere davvero la strega più brillante di Hogwarts, la mia intelligenza era solo dovuta a un mucchio di libri e a uno studio accanito.

“Era? Non lo sei più?” mi chiede Cedric, guardandomi curiosamente.

“No, non lo sono più” ammisi tristemente e Cedric, notando il mio disagio, si affrettò a scusarsi per aver tirato fuori quell’argomento che mi aveva rattristato.

“Non ti preoccupare, alla fine doveva pur succedere”

“Posso chiederti cosa è successo per portarvi a farvi litigare così? Siete sempre stati molto affiatati come gruppo” constatò e io sorrisi leggermente, portando un ciuffo di capelli dietro l’orecchio e tenendo con l’altro braccio i libri.

“Harry non ha accettato il fatto che mi fossi innamorata di un ragazzo che abbiamo sempre odiato e che mi ha sempre odiata”

Non so perché mi venne così naturale confidarmi con lui, forse perché apparteneva alla casa Tassorosso, conosciuta soprattutto per la grande lealtà, o forse perché era semplicemente lui con la sua aura di giustizia e benevolenza che mi aveva ispirato fiducia.

“Forse voleva solo proteggerti da quel ragazzo…”

“Si, forse… ma dalle sue parole non sembrava fosse così, sembrava essere ferito da me, come se lo avessi tradito”

“Il ragazzo in questione per caso è… Draco Malfoy?”

Sbarrai gli occhi, sorpresa da tanta schiettezza, e li posai su un Cedric che, leggermente imbarazzato, si passò una mano fra i capelli chiari.


“Scusa, ci sono arrivato per logica… Lo sanno tutti che Malfoy vi ha sempre dato fastidio, perdonami, non volevo essere così diretto”

“Non ti preoccupare, comunque non ha importanza… Malfoy non è interessato a me realmente, penso che si diverta a… spezzarmi il cuore”

“Non conosco così bene Malfoy da poterlo giudicare ma corrono brutte voci su di lui, pare che si diverta a ferire diverse ragazze… quindi ti consiglio di stare attenta o di lasciarlo stare, non meriti tanto dolore Hermione, penso che tu sia abbastanza intelligente da capirlo da sola” s’infervorò improvvisamente Cedric portandomi nuovamente ad arrossire.

“Emm… grazie, ma non ho comunque nessuna intenzione di permettergli di ferirmi di nuovo, né di ferire la mia migliore amica con il quale adesso sta, desidero lasciarmi questa storia alle spalle” risposi.

“Bene… allora che ne dici, dato che tra poco ci verrà concessa la nostra prima uscita a Hogsmeade, di uscire con me?” mi propose prendendo la palla al balzo.

“Davvero? Ti farebbe piacere andarci con me, nonostante le mille ragazze che di certo desidererebbero andarci con te?” mi lasciai sfuggire.

-Dannazione, possibile che non riesca a fermare la mia solita parlantina facendo così delle figure paradossali?- pensai mentre mi mordevo le labbra, aspettando una sua risposta.

Cedric rise di gusto, prima di sorridermi gentilmente.

“Desidero veramente andarci con te, mi pare di averti già detto che ammiro la tua forza, la tua intelligenza e il tuo carattere, oltre che alla tua straordinaria bellezza quindi si, sono sicuro di volerci andare con te e con nessun’altra” mi assicurò gentilmente mentre io arrossivo di nuovo, non abituata ai diversi complimenti.

“Mezzosangue, cosa diamine stai facendo con lui?!” una voce che riconobbi all’istante interruppe la mia risposta, mentre una mano rude mi afferrava il braccio e mi tirava indietro.

Mi voltai di scatto trovandomi davanti un Draco furente, probabilmente mi aveva cercato per tutto il castello per farmela pagare per la battuta di poco prima.

“Di certo non devo dare conto a nessuno, soprattutto a te, Malfoy, riguardo quello che faccio” risposi duramente, cercando di liberarmi dalla sua presa ma la sua mano mi strinse dolorosamente il braccio, in una morsa ferrea, lasciandomi sfuggire un gemito di disagio.

“Malfoy, lasciala” intervenne improvvisamente Cedric, con gli occhi fiammeggianti d’ira che però cercava di contenere sotto un’ostentata calma.

“Diggory questi non sono affari tuoi, vedi di trovartene un’altra da importunare, lei è mia” sibilò torvo Malfoy allentando leggermente la presa, senza tuttavia lasciarmi. Cedric, forse spinto dalle parole di Malfoy, tese un braccio verso di me, senza afferrarmi come aveva fatto e continuava a fare Malfoy, tendendomi la sua mano con il palmo rivolto all’insù, dandomi la possibilità di scegliere.

“Non credi che questo spetti a lei deciderlo?” chiese allora, con lo sguardo fiammeggiante puntato su Malfoy, mantenendo comunque una fredda gentilezza.

“Credi davvero che lei preferisca uno come te a uno come me?”

“Se sei così sicuro che lei scelga te, perché non la lasci andare?” propose Cedric furbamente, consapevole di essere riuscito a zittire una volta per tutte quell’odiata Serpe.

Malfoy ritrasse immediatamente la mano dal mio braccio, come se si  fosse scottato, lasciandomi libera di massaggiarmi il braccio facendo tornare la circolazione.

“Allora Mezzosangue, chi scegli?” mi chiese con quel suo solito sorriso sicuro di sé, era certo che avrei scelto lui sempre e comunque… quanto si sbagliava.

Gli voltai le spalle collegando i miei occhi con quelli di Cedric, il quale mi sorrise gentilmente, lasciando la sua mano ancora nella medesima posizione, in segno d’invito… senza obblighi né ordini.

“Mezzosangue, ricordati che tu sei di mia propietà!” proruppe ancora la voce furiosa di Malfoy, allarmato dal fatto che continuavo ancora a non guardarlo in faccia. Mi voltai di scatto, furiosa, e ci volle tutto il mio autocontrollo per non lanciargli addosso una fattura.

“Io non appartengo a nessuno Malfoy, sono libera di fare quello che voglio e con chi voglio” detto questo afferrai la mano di Cedric che mi trasse gentilmente vicino a sé, circondandomi le spalle con un braccio. Mi sorrise e io ricambiai mentre anche lui si voltava, senza degnare di uno sguardo Malfoy, pessima mossa.
Malfoy infatti, aveva furiosamente estratto la bacchetta dalle sue tasche e l’aveva puntata contro di noi, pronto a lanciarci addosso una fattura quando noi non potevamo vederlo.
“Non credo proprio che lo farai, Furetto… Expelliarmus!”
Ci voltammo appena in tempo per vedere la bacchetta di Malfoy volare in aria, afferrata rapidamente dal cercatore più talentuoso dei Grifoni: Harry James Potter.

Scusate il ritardo di stasera, sono tornata da poco a casa e sono leggermente sfinita ma avevo davvero voglia di scrivere! Domani non so se potrò aggiornare, dato che ho un diciottesimo per tutto il giorno non credo mi sarà possibile aggiornare. Ringrazio come al solito Wolfirea, ladyathena, Giselle_ebbasta, elenaricci13 e  Francy_Remus. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Fatemi sapere, mi fa' sempre molto piacere leggere le vostre recensioni e mi da' un motivo in più per continuare.
Alla prossima, che spero sarà Martedì!
L1107

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Capitolo 12
*** Oro, argento e rame ***


ORO, ARGENTO E RAME
 
Guardai Harry negli occhi mentre anche lui ricambiava lo stesso sguardo, tenendo nella mano destra la bacchetta puntata contro Malfoy e nell’altra la bacchetta di quest’ultimo che aveva disarmato precedentemente.

“Potter, come osi…”

“Non so se ti convenga parlare ancora Malfoy, dato che sei disarmato” lo interruppe Harry, mostrandogli la sua bacchetta stretta nella sua mano.

Malfoy si rimangiò quello che stava per dire, conscio che non era il caso di farlo infuriare, soprattutto quando eravamo tre contro uno, tra l’altro disarmato. Stringendo la mascella tese la mano in segno di richiesta verso Harry, il quale però sogghignò come era solito fare la Serpe.

“Parola d’ordine?”

“Potter, non ho tempo per queste sciocchezze!” esplose infine, dando prova di una alquanto scarsa pazienza.
“Oh peccato, allora non penso che rivedrai mai più la tua bacchetta… chissà cosa dirà la professoressa Mcgranitt quando saprà che hai puntato la bacchetta contro la sua alunna preferita, mentre era girata di spalle” lo provocò Harry.

“Per favore” si arrese forse per la prima volta Malfoy, richiedendo indietro la sua bacchetta senza tuttavia perdere quel tono di disgusto che usava sempre con noi.

Harry sorrise e gli tese la sua bacchetta che gli venne rudemente strappata di mano dal legittimo proprietario che, fatto questo, si dileguò rapidamente.

Cedric si avvicinò a Harry prima di me, tendendogli una mano che Harry strinse, mentre entrambi si sorridevano.

“Grazie per l’aiuto Harry”

“Di nulla Cedric” rispose il mio… be’ qualunque cosa fosse in quel momento.

“Mmm… forse è il caso di lasciarvi soli, penso che vi dobbiate dire due paroline, Hermione ci vediamo all’ingresso della scuola alle tre” disse rivolto a me prima di salutare Harry e lasciarmi solo con lui.

Mi portai una ciocca di capelli dietro l’orecchio, non sapendo bene che cosa dire o che cosa fare e lui di certo non aiutava, dato che se ne stava in silenzio a osservarsi i piedi.

“Grazie per averci difeso” mi decisi a dire, non importa per quale motivo lo avesse fatto, forse perché odiava Malfoy o forse perché era amico di Cedric, qualunque fosse il motivo aveva compiuto una bella azione e andava ringraziato.


“L’ho fatto per te, Herm… speravo che così potessi rientrare nelle tue grazie, poi, quando ho visto Malfoy puntarti la bacchetta addosso ho avuto paura che ti potesse fare veramente del male e ho agito d’istinto… mi dispiace per le cose che ti ho detto, non le ho mai pensate sul serio… sei importante per tutti noi, sei davvero la strega più brillante della scuola e sei anche un’amica preziosa che c’è sempre stata, non so perché ho reagito in quel modo, forse perché non potevo sopportare che dovesse essere proprio Malfoy, forse perché ho avuto paura che ti potesse fare veramente del male, forse perché ho temuto che… che tu preferissi lui a noi” concluse con un sospiro, passandosi una mano su quei capelli costantemente spettinati.

Era questa la differenza che c’era fra Harry e Malfoy, era questo il motivo per cui loro due non sarebbero mai e poi mai andati d’accordo. Malfoy vede solo se stesso, cerca di proteggere sempre se stesso, sarebbe disposto a sacrificare tutta la sua famiglia per salvarsi, è arrogante e presuntuoso. Harry invece è tutto il contrario, è buono, è dolce, è altruista… c’è sempre per gli amici e non ha mai protestato per nulla, non ci ha mai fatto pesare nulla, nemmeno il fatto di essere orfano dei genitori… la differenza non è nel sangue, la differenza è dentro di loro. Per questo credo a Harry, per questo credo immediatamente a quello che dice perché Harry ha sempre dimostrato di volermi bene, ha sempre dimostrato che io conto molto per lui, che sono importante e non una “schifosa Mezzosangue” come mi è sempre stato detto.

Gli sorrido e lo avvolgo in un caldo abbraccio mentre arrossisce ma, felice, mi passa le mani attorno alla vita stringendomi forte: sono stata una stupida a voler pensare di abbandonare la magia, questo è il mo posto, questo è il posto in cui brillare.

“Scusami anche tu Harry, sono stata dura e sciocca, avevi ragione tu su Malfoy e non sei come lui, sei mille volte migliore… perdonami” lo supplicai sentendo le lacrime affacciarsi lungo gli occhi.

“Hermione io ti capisco, so che le cose che hai detto non le hai mai pensate sul serio e comunque me le sono meritate ma… questo cosa vuol dire? Hai deciso di lasciar perdere Malfoy?” mi chiese titubante, incerto se affrontare l’argomento o no ma curioso di sapere la risposta.

“Malfoy è uno sciocco, non credo che mi amerà mai e comunque non merita il mio amore, non ha mai dimostrato nulla oltre al disprezzo per me… merita di restare solo in eterno” pronunciai con rabbia quelle parole che, di solito, non avrei mai detto ma che pensavo veramente.

Troppe volte Malfoy mi aveva fatto del male, vari erano state le sue pugnalate dritte al cuore, diversi i pianti che mi aveva causato, nessun sorriso, nessuna dolcezza, solo disprezzo e disgusto per me. No, doveva solo dimenticarlo e lasciarmi tutto alle spalle, mi sarei rialzata e forse Cedric, così diverso da lui, mi avrebbe aiutato a farlo.

“Non posso che darti ragione” rispose Harry sospirando sollevato, compresi che temeva la mia risposta ma che l’avrebbe accettata comunque, perché avrebbe cercato di capirmi.

“Ora dobbiamo solo cercare di togliergli Ginny dalle grinfie” aggiunsi poi, dopo un po’, ripensando alla mia povera amica costretta a stare con quel mostro.
“Hai già un’idea?” mi chiese Harry e io sorrisi, furbescamente.
“Ne ho mille di idee Harry” risposi orgogliosa del mio cervello che, nel giro di pochi minuti, aveva elaborato varie idee su come far tornare Ginny con i piedi per terra. Be’, in realtà la soluzione era una, prepararle l’antidoto giusto e somministrarglielo… le varie idee riguardavano appunto quest’ultima parte: somministrarle l’antidoto.
“Come ci si aspetta da te, d’altronde” Harry mi sorrise orgoglioso, prima di darmi dei buffetti affettuosi sulla testa.
“Quindi… tu e Cedric, eh?” mi chiese dopo un po’, portandomi ad arrossire furiosamente.
“E’ solo un amico” risposi.
“Be’ Cedric è un ragazzo onesto e giusto, di sicuro molto più adatto a te di altra gente, pare sia molto popolare tra le ragazze…” aggiunse poi, soprappensiero.
“Già, infatti mi chiedo ancora come abbia potuto chiedere a me di uscire!”
“Dovresti credere un po’ più in te stessa sai, Herm? Sei la studentessa migliore che Hogwarts abbia mai avuto, conosci mille incantesimi complicati e sai farli alla perfezione, sei avanti negli studi e segui mille corsi diversi, prendendo tuttavia sempre gli stessi voti eccezionali… tra l’altro, come ti ho già detto, sei molto carina… davvero Herm, non puoi renderti conto di quanto tu sia eccezionale, è normale che i ragazzi stravedano per te!”

Arrossii furiosamente, ringraziando Harry per i vari complimenti che mi aveva fatto, sebbene non fossi totalmente d’accordo con lui.

“Comunque, se nel frattempo che esci con Diggory riuscissi a dargli molto a cui pensare be’… avremmo più possibilità di vincere la prossima partita contro i Tassorosso, dato che lui è uno dei più bravi Cercatori” aggiunse poi, con un sorrisetto.
“Harry!” esclamai divertita mollandogli una leggera gomitata sul fianco, mentre scoppiavo a ridere seguita immediatamente da lui.

Quel giorno la Sala Grande non mi sembrò mai così maestosa e bella, e compresi che non era la magia che la rendeva bella ma gli amici, e il valore dell’amicizia, la forza che mi dava quest’ultima, il sentirmi parte di una squadra nel quale avessi un ruolo fondamentale. Mentre mi riempivo il piatto di cibo, il mio sguardo cadde sulla tavolata dei Serpeverde e inevitabilmente i nostri occhi s’incrociarono.

I suoi occhi grigi erano offuscati da una nebbia scura: dolore, delusione, rimpianto e rancore vi si poteva leggere in quelli occhi magnetici. Sedeva in mezzo alle sue due guardie del corpo, Tiger e Goyle, ma non parlava… Draco Malfoy non aveva veramente amici, ma solo seguaci, lui non conosceva il valore dell’amicizia e forse…forse era per questo che non provava nessun rispetto per i sentimenti altrui.

Distolsi lo sguardo leggermente imbarazzata, mentre sentivo il suo sguardo insistente continuare a bruciare su di me, provai un po’ di pena per lui: chissà che cosa si provava ad essere costantemente soli.

Cercando di distrarmi da questi pensieri spostai lo sguardo lungo la tavolata dei Tassorosso trovando immediatamente Cedric, il quale spiccava fra tutti per la sua gentilezza e allegria, circondato da ragazze adoranti anche se lui, come Malfoy, guardava solo me.

I suoi occhi d’oro risplendevano di luce propria, brillavano di gioia, amore, amicizia, gloria, inteliggenza e gentilezza. Così diversi da quelli di Draco, così pieni di luce, perché lui aveva tutto: fama, onore, rispetto, gentilezza, ammirato da tutti e amato dai genitori.

Oro e argento, luce e buio, amore e odio… due persone letteralmente opposte e io? Io che ruolo avevo fra loro due? Che colore ero? Ero il colore del rame e il mio ruolo era quello di creare diverse leghe metalliche, resistendo comunque alla corrosione, ma essendo tuttavia duttile e malleabile.

Ecco qua il nuovo capitolo! Non è successo nulla di entusiasmante apparte la riappacificazione tra Harry e Hermione, era ora! Devo dire che la parte finale mi soddisfa, forse per la prima volta! Voi che ne pensate? Il prossimo capitolo sarà sulla gita a Hogsmeade, vi dirò già che cercherò di restare fedele al libro o al film! Grazie a tutti voi e in particolare a: ladyathena, Giselle_ebbasta e elenaricci13
Un grazie anche a voi lettrici silenziose!
Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto!
Alla prossima ;)
L1107

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Capitolo 13
*** E' davvero un addio? ***


E' DAVVERO UN ADDIO?

“E così, Mezzosangue, hai ben pensato di deridermi di fronte a quel perdente di un Diggory?” pronunciò malefico afferrandomi violentemente un polso per farmi alzare.

“Malfoy, che hai intenzione di fare?” gli chiesi leggermente spaventata dalla rudezza e dalla rabbia che vedevo nei suoi gesti e nei suoi occhi.

Draco preferì non rispondere e mi sbattè contro uno scaffale di libri che oscillò pericolosamente. In un attimo mi fu’ addosso, le sue labbra succhiarono ferocemente il mio collo, arrossando la pelle, mentre le sue mani mi afferravano rudemente per tenermi stretta. Si schiacciò contro di me,senza staccare le sue labbra dal mio collo, godendo del dolore che stava riuscendo a provocarmi. Quando tentai di liberarmi mi forse furiosamente la pelle provocandomi un’altra fitta di dolore che uscì sotto forma di gemito dalle mie labbra.

“Lasciami” tentai di spingerlo indietro con le mani, ma lui le afferrò rapidamente portandomele sopra la testa.

“Posso farti qualunque cosa Mezzosangue, il proprietario è uscito… siamo completamente soli, non hai nessuna via di fuga” pronunciò malefico allontanandosi appena dal mio collo.

Sbarrai gli occhi spaventata, Malfoy era una persona alquanto pericolosa e non a caso la gente normale cercava sempre di evitare di farlo arrabbiare. Purtroppo quel giorno era davvero furioso con me, forse per le pessime figure che gli avevo fatto fare rispondendo alle sue battute malefiche, zittendolo sul posto e denigrandolo di fronte a tutti.
Non lasciai che la paura m’impedisse di ragionare, avevo promesso a me stessa che non sarei caduta di nuovo sotto il suo potere sebbene la sua vicinanza mi facesse ancora un certo effetto, io ero Hermione Granger e come tale dovevo reagire. Tuttavia mi era impossibile farlo, Malfoy aveva sviluppato un corpo potente in quell’ultimo anno, temprato sicuramente dai vari allenamenti di Quidditch e non potevo far nulla contro quella dimostrazione di forza, il mio corpo era troppo debole rispetto al suo e lui n’era perfettamente consapevole. Affondai le unghie sul palmo della mano che stringeva furiosamente le mie mani in una morsa ferrea, sperando che così mi avrebbe lasciato andare ma non si mosse.

“Sei davvero una stupida Granger, credevi seriamente di potermi sfuggire? Sei mia, vedi di ricordartelo”

Mi lasciai sfuggire un gemito di dolore mentre continuava a succhiare ferocemente la pelle delicata del mio collo, sicuramente aveva intenzione di lasciare un gran ben segno visibile.

“Che cosa vuoi da me ancora Malfoy? Il nostro patto era chiaro: ti avrei aiutato a sedurre Ginny se tu avessi rimosso le tue accuse contro Fierobecco”

“Oh, ma quello era all’inizio… adesso Ginevra Weasley non m’interessa più, mi è bastata portarla a letto una volta per capire quanto poco fosse soddisfacente, non è lei che voglio”

Sbarrai gli occhi sentendo la sua mano intrufolarsi sotto il mio maglione, arrivando al seno che palpò con poca grazia.

Non stava succedendo realmente, non poteva essersi portato a letto Ginny, non poteva aver fatto una cosa del genere e non era la sua mano quella che, proprio in quel momento, stava palpando il mio seno con così tanta foga.

Lacrime di terrore e vergogna giunsero ai miei occhi, non era questo il ragazzo che amavo, mentre tentavo di sottrarmi al suo tocco ma tutto mi era impedito da quel corpo che continuava a schiacciarmi contro gli scaffali.

“Draco…”

Lo chiamai per la prima volta per nome, lo sentii sospirare lungo il mio collo esitando, ma fu’ solo un momento prima che continuasse quello che stava facendo. Non mi diedi per vinta, notando che la stretta sulle mie mani si era leggermente allentata.

“Draco, guardami…” ripetei lentamente, fingendo una sicurezza che in realtà ero lontana dal provare realmente
.
Draco alzò gli occhi grigi su di me, collegandoli con i miei, permettendomi di leggere dentro la sua anima.

Dolore, rabbia, invidia, odio, gelosia aveva velato i suoi occhi d’argento, paura di non essere abbastanza rispetto a Diggory, rabbia per essere stato ignorato da me, paura di perdermi… questo aveva provato Draco quando mi aveva visto con Cedric, e non sapeva che cosa voleva dire, perché non conosceva i sentimenti puri, non conosceva l’amore, e aveva reagito così per un solo motivo: perché conosceva solo quel modo di comportarsi.

Non so che cosa mi portò a perdonarlo immediatamente, forse il fatto che si era fermato, forse il fatto che mi rivolse uno sguardo di scuse che non avrebbe mai pronunciato, forse la dolcezza che mi riservò dopo, forse lo sguardo pieno di pentimento non appena tornò a ragionare, fatto sta che lo perdonai nel momento esatto in cui lui si allontanò da me di diversi passi, passandosi furiosamente una mano fra i capelli biondi.
Mi guardò con timore per un momento, prima di abbassare lo sguardo colpevole, vergognandosi di quello che aveva appena fatto, o che aveva tentato di fare. Lasciai che la paura e la rabbia scivolasse via da me, così come era venuta, mentre mi portavo una mano a massaggiare il punto che era stato assaltato dalle sue labbra. Draco rialzò lo sguardo colpevole non appena mi sentii trattenere un piccolo gemito di fastidio quando le mie dita si poggiarono sul punto pulsante, mi rivolse ancora quello sguardo di scusa, prima di voltarmi le spalle, conservando tuttavia la sua dignità di Purosangue.

“Draco…” lo chiamai come prima, permettendogli così di voltarsi e guardarmi. Lasciò che mi avvicinassi a lui lentamente, non si spostò quando alzai la mano né proruppe in insulti quando quest’ultima accarezzò gentilmente la sua guancia.

Senza capire bene come, senza riuscire a seguire i suoi movimenti tanto erano stati veloci, mi ritrovai schiacciata in un abbraccio soffocante, mentre lui avvolgeva il mio piccolo corpo tra le sue braccia forti, stringendolo dolcemente.

“Grazie” lo sentì sussurrare, mi limitai ad appoggiare i palmi delle mie mani sulle sue spalle larghe, godendomi il suo odore fresco e la sicurezza che quell’abbraccio mi suscitava.

Quando ci staccammo lo guardai seriamente, perché se davvero prima aveva detto la verità, se davvero aveva fatto del male a Ginny, allora non lo avrei perdonato così facilmente.

“Sei andato davvero a letto con Ginny?” non riuscii ad impedire quella nota d’accusa nella mia voce, che lo portò inevitabilmente a sorridere. Riacquistò rapidamente la sua solita sicurezza, mentre di nuovo mi spingeva contro lo scaffale, poggiando i palmi delle sue mani ai lati della mia testa, senza pesarmi addosso.

“E tu, Mezzosangue, tu hai baciato Diggory?” mi chiese.

Arrossii leggermente, sorpresa della sua opprimente gelosia, ma felice di sapere che in qualche modo teneva a me.

“No” risposi.

Le sue spalle si rilassarono di botto come se fossero state finalmente liberate da un’enorme peso.

“No, non sono stato a letto con Ginny” rispose serio, guardandomi deciso.

“Adesso lei dov’è?”

“E’ al sicuro, ho preparato personalmente l’antidoto a quel filtro d’amore, è un po’ scombussolata ma non ricorda niente di quello che è successo”

“Non ricorda nulla? Vuoi dire che l’hai obliviata?” esclamai ancora più sorpresa e leggermente arrabbiata con lui, come diamine si era permesso di obliviare Ginny senza il nostro permesso?

“Esatto”

“Perché hai fatto una cosa del genere?”

Un lampo di fastidio attraversò i suoi occhi gelidi, mentre si abbassava leggermente alla mia altezza, poggiando una mano sulla mia guancia che accarezzò lievemente.

“L’ho fatto per te” sussurrò prima di unire finalmente le nostre labbra in un bacio mozzafiato.

La sua lingua giocò leggermente con le mie labbra prima di ottenere l’accesso e incontrare la mia. Le sue mani affondarono nei miei capelli mentre mi muoveva la testa al ritmo del bacio, concedendomi qualche secondo per riprendere fiato, per poter prolungare quel bacio. Improvvisamente però, senza nessun motivo apparente, si staccò da me, guardandomi torvo.

“Che c’è?”

“Mezzosangue, dimmi una cosa… hai forse promesso a Diggory di uscire nuovamente con lui?” mi chiese di punto in bianco facendomi rapidamente prosciugare tutti i colori dalla faccia.

“Emm… ecco io… be’ si” confessai infine, temendo la sua reazione.

Infatti si allontanò leggermente da me, scrutandomi torvo, di certo non doveva fargli piacere sapere che avevo accettato di uscire nuovamente con Cedric ma come potevo dirgli di no? Lui continuava a trattarmi come se non valessi nulla.

“Ok, allora basterà che tu gli dirai di non essere più disponibile” m’impose Malfoy prima di avvicinarsi di nuovo al mio volto.

“Alt! Aspetta un attimo… non ho intenzione di farmi comandare a bacchetta da te!” commentai fissandolo arrabbiata e ponendo una mano sulle sue labbra per evitargli di avvicinarsi nuovamente a me.

“Che cosa stai cercando di dirmi, Granger?” Draco assottigliò pericolosamente gli occhi, allontanandosi definitivamente da me senza tuttavia staccare gli occhi dai miei.

“Cedric è un amico e si è dimostrato gentile con me al contrario di te, non merita di essere mollato così improvvisamente” tentai di farlo ragionare.

“Stai forse preferendo di nuovo lui a me?” la sua voce si alzò leggermente.

“No e lo sai, non provo gli stessi sentimenti per lui, per me tu sei unico però non sarebbe un comportamento gentile mollarlo così improvvisamente, soprattutto dopo avergli detto di si! E’ un bravo ragazzo e si è comportato egregiamente con me, merita almeno una spiegazione” tentai ancora di convincerlo.

“Tu non trascorrerai nemmeno un altro minuto con lui!” esclamò arrabbiato agitando un dito davanti al mio viso.

“Non puoi darmi ordini! Che ti piaccia o no uscirò con Cedric per un’oretta, giusto il tempo di spiegargli come stanno le cose e fare in modo che non ci rimanga male” m’imposi.

“Se lo farai, Mezzosangue, puoi scordarti di me, o lui o me”

“Mi stai davvero dando un ultimatum?” gli chiesi ferita da quell’atteggiamento freddo e distaccato che mi stava nuovamente riservando.

“Scegli” sibilò torvo, preferendo non rispondere alla mia domanda.

Strinsi i pugni, trattenendo le lacrime che stavano già cominciando a sgorgare dai miei occhi.

“Mi dispiace” dissi solo prima di afferrare velocemente la borsa e uscire da lì, fuggendo da lui.

Quello era un addio, Draco non sarebbe mai riuscito ad amarmi veramente per quella che ero, non mi avrebbe mai considerato come una persona ma solo come un oggetto che apparteneva a lui, senza indipendenza né libertà.

ecco a voi il nuovo capitolo che ho scritto più presto per potermi dedicare a una nuova FF, di rating rosso, che la mia mente ha "partorito" durante la notte. Non so quanto mi sarà possibile aggiornare, fra qualche giorno dovrei trasferirmi in campagna ed è probabile che la storia rimanga in sospeso e che venga aggiornata molto più lentamente del solito. Detto ciò cosa pensate di questo capitolo? Ritenere che Hermione stia esagerando o che invece la colpa sia di Draco? Be' ammetto che stavolta è difficile scegliere, Hermione, da brava Grifondoro, ha scelto di concedersi un'ora per parlare con Cedric e spiegargli la situazione e ovviamente Draco non è d'accordo, odia Cedric perchè lo vede come un degno rivale. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un ringraziamento va' a elenaricci13 che ha recensito la mia storia dandomi anche qualche consiglio.
Alla prossima :)
L1107 

 

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Capitolo 14
*** Gita ad Hogsmeade ***


GITA A HOGSMEADE

Mi trovavo seduta tra Harry e Ron, il primo addolorato per non poter andare a Hogsmeade perché non aveva ricevuto nessun permesso firmato da un suo parente e il secondo, che aveva sperato di andarci con me, era arrabbiato per essere rimasto solo e aveva deciso di rimanere a fare compagnia con Harry.
“Mi dispiace tanto Harry, se dici non vado…” tentai invano di risollevargli il morale.
“No no Hermione, devi andare e devi divertirti anche per noi due… ti chiedo solo di stare attenta” aggiunse poi, dandomi uno sguardo intenso che capii all’istante, non serviva nominarlo per sapere a chi si stesse riferendo.
“Lo farò ma… se andassi con il mantello dell’invisibilità?”
L’idea mi sorse spontanea sulle labbra prima che potessi fermarla, anche se questo voleva dire far infrangere al mio amico diverse regole scolastiche, tuttavia non sopportavo di vederlo così depresso, Harry aveva veramente bisogno di svagarsi un po’ la mente. Tra le lezioni della Cooman, la quale lo condannava a una morte certa e tra quei dannati Dissennatori che colmavano i suoi sogni, Harry quest’anno non era riuscito ad ottenere nemmeno un minuto di pace.
Gli occhi del mio migliore amico si sbarrarono mentre mi stringeva in un abbraccio mozzafiato, ringraziandomi felicemente.

“Sei un genio!” esclamò lasciandomi andare finalmente dopo avermi stretta per un paio di secondi in cui avevo rischiato di morire soffocata.

“Modestamente lo so” risposi ridendo, felice di vedere di nuovo il sorriso che mi era mancato.

“Non a caso è la strega più brillante di tutta la scuola, ma dico io… potevo avere una parte del suo cervello?” proruppe improvvisamente Ron.

Lo osservammo stupefatti mentre arrossiva furiosamente sotto il nostro sguardo sorpreso.

“Be’, che c’è?”

“Mi hai davvero appena fatto un complimento, Ron?” gli chiesi, lasciando che il mio sorriso sincero si aprisse sul mio volto.

“Dovevi per forza puntualizzarlo?” borbottò sempre più in imbarazzo mentre io gli scompigliavo i capelli in un gesto affettuoso.

“Devo andare adesso, Cedric mi aspetta… cercate di stare attenti!” li incenerì con uno sguardo che da solo valeva più di mille parole prima di afferrare la mia borsa e correre fuori dalla Sala Comune.

Cedric mi stava aspettando, puntuale come mi avevano detto che fosse, davanti l’ingresso per Hogwarts.

“Ciao, scusa il ritardo!” lo salutai, fermandomi dopo la corsa che avevo fatto accorgendomi di essere in ritardo di quindici minuti, ma il mio piede scivolò sul suolo bagnato dalla neve.

“Attenta!” Cedric mi afferrò prontamente per la vita, stringendomi leggermente al suo petto, per evitare che mi facessi male o mi bagnassi.

“G-Grazie” mormorai arrossendo mentre lui mi sorrideva gentilmente, lasciandomi andare.

Mi ricomposi il maglione che avevo indossato mentre mentalmente mi rimproveravo per la mia solita sbadataggine.

Possibile che dovessi fare sempre quelle figuracce davanti a un ragazzo bello come Cedric?- pensai affranta.

“Non ti….”
La voce dolce di Cedric venne interrotta da una spietata e crudele, fredda come il ghiaccio su cui avevo appena rischiato di rompermi l’osso del collo.

“Guardate là, solo una sporca Mezzosangue come la Granger poteva scivolare in maniera così poco elegante”

Io e Cedric ci voltammo nello stesso momento, trovandoci a pochi passi di distanza Draco Malfoy seguito dalle sue guardie del corpo: Tiger e Goyle.

“Attento a quello che dici su di lei, Malfoy”

Lo sguardo di Cedric, prima dolce e gentile, divenne bruciante di rabbia mentre l’oro dei suoi occhi si legava all’argento freddo e sprezzante di quelli di Draco Malfoy.

“Altrimenti cosa mi fai?” lo provocò apertamente Malfoy, mentre il tipico ghigno che gli avrei volentieri strappato a morsi dalla faccia, si formava su quest’ultima.

“Andiamo Cedric, Malfoy è in cerca d’attenzione come un bambino piccolo” sibilai torva, prendendo Cedric per il braccio e voltando le spalle a Malfoy.

Lo sentii pronunciare vari insulti su di noi ma né io né Cedric ci demmo eccessivo peso, decisi più che mai a non farci rovinare la giornata da una persona tanto malvagia quanto fastidiosa come Malfoy. La giornata proseguì nel migliore dei modi, Cedric si rivelò essere un vero gentiluomo mentre mi offriva una Burrobirra e mi comprava alcuni dolci da Mielandia. Successivamente ci dirigemmo ad osservare la Stramberga Strillante, un luogo che anche i maghi più potenti temevano, si narrava che lì vi abitasse un mostro che ululava la notte di luna piena. Mentre ero intenta a raccontare la storia della Stramberga Strillante a un Cedric pienamente interessato, sentii dei passi dietro di noi e mi voltai ritrovandomi di nuovo davanti lo scocciatore numero uno al mondo e le due guardie del corpo: Malfoy, Tiger e Goyle.

“Davvero interessante, state valutando l’idea di acquistarla per poterci vivere insieme? Di certo è il posto adatto per due come voi, una Zannuta e un perdente” ci derise entrambi, partendo direttamente  all’attacco.

Stavolta Cedric strinse minacciosamente i pugni e, stanco dei continui insulti che Malfoy continuava a rivolgerci, fece un passo avanti.

“Chiudi quella bocca, Malfoy"

“Uuuuh, non è molto amichevole… ragazzi, è il momento di insegnare a Diggoruccio a rispettare i superiori” disse sistemandosi con fare altezzoso la giacca di pelle che indossava.

Avanzai di un passo verso di lui, scoccandogli un’occhiataccia che lo avrebbe bruciato vivo se non fosse stato interamente composto da ghiaccio.

“Ah-Ah, non vorrai riferirti a te!” esclamai suscitando immediatamente la sua ira.

“Come osi parlare con me, piccola sudicia Mezzos….”

Il suo insulto venne stroncato sul nascere da una palla di neve che lo colpì dritto in volto, si girò per capire chi diamine lo avesse colpito e quando non vide nessuno sul suo volto apparì un’espressione di terrore.

“Chi è stato?” chiese.

In tutta risposta venne bombardato da diverse palle di neve, a Tiger venne abbassato il cappello sugli occhi e Goyle inciampò sui pantaloni che gli erano stati calati da qualcuno nascosto. Quel qualcuno afferrò Malfoy per le gambe trascinandolo sulla neve, bagnando così i suoi vestiti schifosamente firmati, per poi lasciarlo andare per farlo fuggire a gambe levate insieme ai suoi due scagnozzi.
Risi di gusto assieme a Cedric, quando sentii che qualcuno mi sfiorava una ciocca di capelli. Non mi spaventai come fece Malfoy, sapevo già chi era stato a difenderci e a denigrare in quel modo quell’insopportabile biondino.

“Harry, Ron!” li chiamai e sorrisi quando loro comparsero con i visi sorridenti e il volto segnato dal freddo davanti a noi, ripiegando il mantello dell’invisibilità.

“E così eravate voi?” chiese Diggory rivolgendo un sorriso di ringraziamento ai miei due migliori amici.

“Be’, se lo meritava davvero! Non potevamo sopportare che v’insultasse così liberamente così abbiamo pensato di dargli una bella lezione” rispose Ron.

“Siete stati grandi!” sorrisi ad entrambi, ringraziandoli per il loro intervento.

“Da notare la grande eleganza con cui Draco si muoveva per scappare dal “fantasma” “ lo derisi ancora facendo scoppiare gli altri a ridere, mentre rivivevamo la scena pienamente comica.

“Che ore sono?” chiese Ron improvvisamente.

“Le cinque e mezza” risposi pronta e Cedric sbarrò gli occhi.

“Merda, scusami Hermione ma ho gli allenamenti di Quidditch oggi e non posso mancare, hanno dovuto anticiparli per le vacanza di Natale… mi dispiace!”

“Tranquillo Cedric, avremmo un’altra occasione” gli sorrisi gentilmente e fui immediatamente ricambiata dal sorriso raggiante del ragazzo.

“Di sicuro! Tieniti libera, sono stato davvero bene con te” mi disse prima di lasciarmi un bacio sulla guancia e correre via diretto al castello di Hogwarts.

“Sono stato davvero bene con te” lo derise Ron facendomi arrossire, gli piantai una gomitata dritta nelle costole che gli spezzò immediatamente il sorrisetto canzonatorio che era nato sulle sue labbra.

“Che ne dite di farci un giro?” proposi allora io e ci dirigemmo verso il centro della città.

Ben presto c’imbattemmo in madama Rosmerta, per la quale Ron sembrava avere una cotta, che venne fermata dal Ministro della Magia e dalla professoressa Mcgranitt. Sussurrarono qualcosa a bassa voce che non riuscimmo a cogliere ma sembravano seri, ci giunse in aiuto la voce di Madama Rosmerta che ci fece comprendere in poco tempo l’argomento della loro discussione.
“Sirius Black!”
“Harry Potter!”
Dopo quest’ultima esclamazione la Mcgranitt la zittì nervosamente sospingendola ad entrare, guardandosi intorno. Quando mi voltai trovai solo Ron accanto a me mentre Harry era sparito. Io e Ron abbassammo lo sguardo sulla neve scoprendo le orme del nostro amico che si era coperto con il mantello dell’invisibilità, mentre si dirigeva nel locale dove era stata sospinta Madama Rosmerta. Quando però cercammo di seguirlo tutto ciò ci fu’ impedito perché delle “testoline”, come li definì Ronald, ci dissero, in maniera alquanto scortese, che ai minorenni era vietato l’accesso a quel locale. Aspettammo Harry fuori, tenendo d’occhio la neve che appena presentò le orme ci affrettammo a seguire. Harry stava fuggendo da qualcosa, doveva aver sentito qualcosa di davvero sconveniente dato il modo in cui aveva fatto cadere un gran gruppo di ragazzini che cantava canzoni allegre. Scusandomi con loro mi affrettai a seguirlo, seguita subito dopo da Ron. Ci fermammo in una raduna piena di neve, sentimmo il pianto soffocato del nostro amico e decisi di avanzare, per capire cosa diamine fosse successo da sconvolgerlo tanto. Mi avvicinai al masso in cui era seduto e gli tolsi il mantello dell’invisibilità. Harry mi rivolse uno sguardo prima di distogliere i suoi occhi verdi da me.
“Cos’è successo?” gli chiesi.
“Era loro amico, e li ha traditi… ERA LORO AMICO!” urlò arrabbiato contro il silenzio della raduna.
Capii immediatamente che parlava di Sirius Black, sapevamo che era evaso dalla prigione di Azkaban e sospettavamo che volesse arrivare a Harry per completare la sua opera per poi ricongiungersi con il Signore Oscuro. Non sapevo cosa dire, perciò suggerii a Ron di portarlo di nuovo nella Torre di Grifondoro mentre io avrei fatto delle ricerche per ottenere più informazioni possibili su Sirius Black. Entrai nel negozio di libri che fortunatamente si trovava vicino a quello dei dolci, per questo ero riuscita a scorgerlo e a ricordarmi la strada. L’odore gradito di mille libri, inchiostro e carta, mi giunse immediatamente alle narici facendomi inserire immediatamente quel luogo tra i miei posti preferiti. Alti scaffali pieni di libri si ergevano davanti ai miei occhi, varie sezioni si offrivano a me ma mantenni la concentrazione cercando rapidamente la sezione che mi serviva: quella dei personaggi famosi. Una volta trovata lessi vari titoli di libri disposti cronologicamente, Harry era nato nel 1980 e quindi doveva per forza essere in quello scaffale. Nessuna biblioteca che si rispettasse non poteva non avere una sezione di libri dedicata a Harry Potter. Non mi fu’ difficile trovarla, si trovava alla fine della sezione del 1980, afferrai il libro di pelle nera prima di aprirlo dirigendomi verso il tavolino per poterlo leggere tranquillamente. I miei occhi esperti lessero innumerevoli riga sull’attacco di Lord Voldemort a casa Potter, finchè non trovarono il nome che cercavo: Sirius Black.

Sirius Black era il migliore amico di James Potter, con il quale aveva stretto una salda amicizia fin dall’inizio del primo anno ad Hogwarts. Il gruppo di James e Sirius era stato ben presto affiancato da Remus Lupin e Peter Minus, di quest’ultimo è stato trovato solo un dito: Sirius Black, il custode dell’incanto Fidelius, lo fece saltare in aria provocando diverse morti di Babbani. Peter, con le lacrime agli occhi, aveva accusato quello che credeva fosse un amico di aver tradito James e Lily consegnandoli nelle mani del Signore Oscuro, quest’ultimo, a quelle parole era scoppiato a ridere e….

Non mi fu’ possibile proseguire la lettura oltre dato che una mano diafana si posò sul libro, sfilandomelo dalle mani e chiudendolo. Alzai gli occhi verso un Draco Malfoy che mi osservava stranamente, stavolta era solo senza le sue guardie del corpo ed era più che intenzionato a vendicarsi per i torti subiti durante la giornata.

Ecco a voi il capitolo tanto atteso, forse è leggermente lungo... ero indecisa se continuarlo a scriverlo oppure se riservare il meglio a domani e farvi soffrire un po', so che mi odierete per aver scelto questa seconda possibilità. Ho cercato di essere fedele al film, rivedendolo da capo per l'esatezza, ma ovviamente ho cambiato alcune cose... Hermione era con Ron e non con Cedric quando erano stati raggiunti da Malfoy presso la Stramberga Strillante. Per il resto nulla da dire, ho voluto attenzionare la saga... che ne pensate? Fatemi sapere, nel prossimo capitolo mi dedicherò escusivamente a Hermione e a Draco e ne vedremo delle belle, mi auguro almeno... chissà che non ci sia qualche episodio particolare degno di una storia di rating arancione, non rosso.... non sono molto brava nello scrivere storie prettamente erotiche ma penso che ci proverò più in là. Per il resto fatemi sapere cosa ne pensate, ringrazio ladyathena e elenaricci13 per le recensioni.
Un bacio e buonanotte a tutti!
L1107

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Capitolo 15
*** Scontro tra Cedric e Draco ***


SCONTRO TRA CEDRIC E DRACO

Non posso evitare che le lacrime scorrano copiosamente lungo le mie guance, mentre il dolore e la consapevolezza di aver perso Draco mi schiaccia il petto con tutta la sua forza. Mi ha lasciata, senza una parola, un momento prima di avermi detto, a parole sue, che mi amava… ma non mi ama.
Non mi ama
E’ questo che fa’ più male, perché per quanto mi sforzi di capirlo non ci riesco, non riesco a vedere nulla di sbagliato per quello che ho detto, non avrei mai fatto nulla con Cedric ma una spiegazione gliela dovevo. Posso comprendere la sua gelosia… no gelosia, possessività, perché lui non mi ama, non come dovrebbe amarmi. Non so come ho fatto a tornare alla Sala Comune, so solo che Harry mi stava aspettando e quando mi ha visto in lacrime ha spalancato le braccia, senza dire nulla, mi ha consolata, non c’erano bisogno di spiegazioni perché aveva già capito tutto. E’ meraviglioso avere un amico del genere, uno sempre pronto a sostenerti, anche Ron, a modo suo, ha cercato di farmi capire che per me ci sarebbe stato, ed è riuscito perfino a strapparmi un sorriso. Dopo un po’ è arrivata anche Ginny che, dopo aver rimproverato e cacciato gli altri studenti con voce autoritaria e uno sguardo pari a quello della madre, mi si è seduta accanto chiedendomi cosa fosse successo, dato che lei non ne sapeva nulla. Era stato Harry a raccontarle tutto con gentilezza, dopo che io glielo avevo chiesto attraverso uno sguardo e a sentirla raccontata con la voce piena di odio del mio amico sembrava una cosa di poco importanza. I due Weasley erano rimasti ammutoliti ma non avevano detto nulla: Ginny, essendo ragazza, tendeva ad avere una certa sensibilità e a capire meglio i miei sentimenti da evitare di urlarmi contro chiedendomi come diavolo avevo fatto ad innamorarmi di un individuo di quella specie. Ron invece, penso che fosse sotto shock e che cercasse di ricollegare il tutto, perché sorpreso che la sorella non si ricordasse che fino a poco tempo fa’ era lei quella che si “sbaciucchiava” con Malfoy, e così Harry era stato costretto a prenderlo da parte per poi spiegargli la situazione. Ron era andato su tutte le furie, inveendo contro il suo migliore amico ma quest’ultimo aveva saputo calmarlo e farlo ragionare, dicendogli che comunque non avremmo mai permesso che accadesse qualcosa alla sorella. Ron, che di solito era sempre stato un tipo istintivo, forse si era calmato per due motivi principale: per lo sguardo addolorato che gli rivolsi e soprattutto per il sollievo che la sorella non era veramente innamorata di Malfoy. Si comportarono quindi come dei veri amici, cosa che non mi aspettavo, ma nutrivo qualche sospetto sul fatto che ci fosse lo zampino di Harry. Da quel giorno il nostro gruppo divenne più unito che mai, oserei dire anche asfissiante ma non mi sarei mai lamentata dato che mi proteggevano da Malfoy. Draco infatti, forse capendo di aver esagerato o più probabile capendo di star perdendo il suo adorato “giocattolino” aveva cercato di parlarmi ma il suo orgoglio Purosangue gli impediva di avvicinarsi troppo ai miei amici, e forse anche il suo spirito Serpeverde che era legato alla sopravvivenza, cosa che di sicuro sarebbe stata messa in pericolo dai miei amici, che, lo sapevo bene, non vedevano l’ora di scagliarli contro una serie di fatture. Così Draco era rimasto a guardare mentre i giorni proseguivano e io mi avvicinavo di nuovo a Cedric, ignaro ancora dei miei pensieri e, di sicuro, lo sarebbe stato ancora per molto tempo dato che non avevo nessuna intenzione di perdere la sua amicizia senza un motivo: ormai Draco non era più mio, sempre se lo fosse mai stato. Cedric m’invitò ad assistere alla partita che si sarebbe svolta fra Tassorosso e Grifondoro, dove avrebbero inevitabilmente giocato Harry. Ginny e Ron aveva detto di voler andare più vicino al campo di Quidditch, ero sicura che appena compiuta la giusta età nulla avrebbe impedito ai due fratelli di diventare degli accaniti giocatori di Quidditch, io invece avevo preferito mantenermi in una postazione più alta, in primo luogo perché quel giorno pioveva a dirotto e quella parte era più riparata dal vento, in secondo luogo perché potevo godere di una visuale migliore, in terzo luogo perché temevo leggermente di ricevere un bolide in faccia, e in quarto luogo perché pensavo che Malfoy, patito com’era anche lui del Quidditch, si sarebbe trovato di certo in uno dei primi posti, purtroppo riguardo a quest’ultima cosa mi sbagliai di grosso tanto da trovarmelo affianco, armato di sciarpa con i colori di Serpeverde e da solo, senza quelle schifose guardia da corpo che era solito portarsi. L’agitazione si fece spazio nel mio cuore ma decisi d’ignorarlo fermamente, come se non esistesse e non si trovasse accanto a me, come se il suo braccio non mi stesse sfiorando leggermente.
“Hermione…”
Aveva già cominciato a parlare quando un fischio lo interruppe, per mia fortuna, e i giocatori entrarono nel campo da Quidditch. Cedric strinse amichevolmente la mano al capitano di Grifondoro per poi salire agilmente sulla sua scopa e librarsi in aria. Lo seguii con lo sguardo e notai che mi fece un cenno di saluto e un sorriso, a cui risposi gentilmente sentendo che Malfoy s’irrigidiva sul posto. La partita proseguì varie volte, telecronata fedelmente da Dean Thomas, il quale tendeva ad elogiare ovviamente Grifondoro ricevendo ogni volta un severo rimprovero  dalla professoressa Mcgranitt. Entrambe le squadre segnarono molteplici punti mentre sia Harry che Cedric cercavano il boccino d’oro che avrebbe concluso la partita segnando la vittoria di una delle due squadre. A un tratto Harry, che sicuramente aveva intravisto il boccino d’oro, che era sfuggito a Cedric, puntò verso l’alto sparendo poi dalla nostra vista tra le varie nuvole. Mentre Cedric, che era partito per seguirlo, dopo un po’ tornò indietro a causa del forte vento, di Harry se ne persero le tracce. Seriamente preoccupata per il mio amico, che sembrava avere un talento naturale per cacciarsi nei guai, afferrai il mio binocolo proprio nel momento in cui diverse urla si levarono dal palco. Una figura scura stava cadendo a velocità sovrannaturale senza nessun controllo, dirigendosi dritto al suolo e capii immediatamente che si trattava di Harry.
“Oh mio dio!” urlai prima di affondare spaventata e non volendo guardare, il viso proprio sul petto di Draco. Lui mi cinse immediatamente le spalle con un braccio mentre le mie mani mi coprivano il volto, non volevo assolutamente sentire lo schianto al suolo, Harry stavolta non ne sarebbe uscito vivo.
“Mezzosangue, non è successo nulla di quello che temi”
La voce di Malfoy mi spinse a staccarmi dal suo petto e a puntare il mio sguardo nuovamente nel campo di Quidditch dove Harry stava lievitando delicatamente, svenuto. Silente scese immediatamente nel campo da Quidditch, controllando il corpo di Harry e dicendo che aveva serio bisogno di cure, dato che era appena stato attaccato dai Dissennatori che lui stesso avrebbe provveduto a rispedire lontano da Hogwarts.
“Hermione, stai bene?” mi chiese gentilmente Draco, invadendo poi il mio campo visivo. Arrossii furiosamente fino alle punte delle orecchie, ricordandomi come poco prima mi aveva stretto a sé e come mi ero sentita bene, tuttavia questo non cambiava nulla.
“Non sono affari tuoi!” risposi gelida, un po’ ad alta voce e, afferrando la borsa, lo sorpassai velocemente. Stranamente lui non mi fermò, forse intuendo che non era proprio il caso dato che dovevo accettarmi delle condizioni di Harry. Notai che Cedric stava cercando di annullare la partita, probabilmente era riuscito a prendere il boccino d’oro senza accorgersi di Harry. Raggiunsi velocemente Ginny e Ron, mentre Malfoy, che mi aveva seguito, si fermava a debita distanza.
“Non è il caso di pensare a lui, come sta Harry?” chiesi notando lo sguardo gelido che rivolsero a Malfoy.
“Pare che si riprenderà, Silente stesso lo ha portato in infermeria… è meglio andare” mi rispose Ginny mentre Ron era troppo impegnato a pensare a chissà quale raffica di insulti che stava lanciando al Serpeverde dietro di me.
“Si, è meglio”
“Hermione…”
Alzai gli occhi al cielo invocando tutti i santi possibili per darmi la forza di non schiantarlo immediatamente, o magari mandarlo direttamente all’altro mondo. Mi voltai, mentre i miei capelli erano furiosamente mossi dal vento.
“Malfoy non voglio più avere nulla a che fare con te, sei stato molto chiaro mi sembra e perdonami se adesso Harry ha bisogno di me!” sbottai furiosa.
Sapevo che l’unica cosa per tenerlo lontano da me era dire che Harry aveva bisogno di me, l’odio che provava per il mio amico e la rivalità erano dei mezzi più che sufficienti per allontanarlo definitivamente da me. Cedric intervenne in mio aiuto, avvicinandosi e chiedendo informazioni su Harry, ignorando Malfoy che invece lo stava fulminando con una sola occhiata.

“Come sta?”

“Non bene, ma si riprenderà… stiamo andando in infermeria, vuoi venire?” gli proposi cambiando subito atteggiamento e sentendo la rabbia di Malfoy crescere a dismisura.
“Si certo, ma… non sono riuscito a far annullare la partita” ammise sconfitto.
Gli posai gentilmente una mano sulla spalla e gli sorrisi dolcemente.
“Non è colpa tua Cedric, avete vinto lealmente, l’importante è che non sia successo nulla di grave” risposi.
La risposta di Cedric venne interrotta dalla voce furiosa di Malfoy.
“Quindi è così? Hai scelto lui? Be’ non che m’importi… alla fine chi vorrebbe avere a che fare con una sporca Mezzosangue Babbanofila come te?” urlò con odio e disgusto, facendomi impallidire immediatamente.
I miei amici avevano già preso le bacchette e le avevano già puntate contro Malfoy ma Cedric fu’ più veloce, lanciandogli addosso una fattura che lo mandò a terra mentre sulla fronte gli compariva la scritta: “sono un lurido Purosangue”.
Ringraziai Cedric prima di ritirarmi con i miei amici per vedere come stava Harry e lasciandolo a terra, senza dargli la soddisfazione di chiedergli se si sentiva bene, anche se avrei tanto voluto farlo.

Sono riuscita a pubblicare questo capitolo perchè mia madre mi ha concesso di stare in città oggi, non so quando riuscirò ad aggiornare il prossimo...tutto dipende da quello che decide lei. Ringrazio moltissimo chi mi ha sostenuto capendo la situazione, in particolare elenaricci13, maggio e Giselle_ebbasta.
Un bacione a tutte e alla prossima :)
L1107

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Capitolo 16
*** La Piovra Gigante ***


LA PIOVRA GIGANTE

Dopo essermi accertata che Harry stesse effettivamente bene dopo aver subito un attacco dai Dissennatori decisi di uscire dall’infermeria, prima di suscitare l’ira di Madama Chips. Cedric si offrì di accompagnarmi ma preferivo restare sola e fare una passeggiata, avevo bisogno di riflettere. Mi sentivo in colpa, dovevo ammetterlo, per non aver permesso a Draco di parlarmi ma sono sinceramente stufa dato che non è una persona coerente, e le sue ultime parole mi hanno ferita. Non posso andare avanti così, a pensarlo sempre, giorno dopo giorno, a sognare che lui mi mostri veramente il suo amore ma non lo farà, Draco Malfoy non è il tipo da dire a una ragazza “ti amo”. Comunque continuo a dubitare seriamente che Malfoy mi ami, certe volte sembra così ma poi si rimangia quello che ha detto, insultandomi come sempre e ferendomi più di quanto desiderassi. Non so come mi sia innamorata di lui, sarà stata la sua sicurezza, il suo elegante portamento, i suoi modi gentili con chi fosse Serpeverde, ma confesso di essermi innamorata soprattutto della sua arroganza, della sua prepotenza e superbia, anche se questo può sembrare strano, ho amato i suoi difetti prima di amare i suoi pregi. Non è una cosa che ho scelto, perché di certo non avrei mai scelto d’innamorarmi di uno come lui, sicuramente avrei scelto al suo posto uno come Cedric. Cedric è dolce, è leale, affascinante, intenso, intelligente, ed è tutto ciò che una ragazza potrebbe mai desiderare ma non è ciò che io desidero. Ma Draco è stato chiaro, non vuole avere nulla a che fare con me, a causa del mio sangue, non mi ama, mi odia.
Mi ha sempre odiata in realtà, i suoi insulti non sono mai mancati, ha sempre odiato la mia indipendenza e la mia intelligenza forse perché in qualche modo lo faceva sentire inferiore, forse era per questo motivo che tendeva a insultarmi: sperava di distruggermi, e c’è riuscito ma non con i mezzi con cui aveva sperato di farlo. Non mi ha distrutta con il suo odio, non mi ha distrutta con i suoi insulti, sono stata io a distruggermi per il mio amore non corrisposto. Lascio che le lacrime scorrano velocemente sulle mie guance mentre mi avvicino al Lago Nero, ho sempre amato questo lago, l’acqua cristallina illuminata dai raggi di sole, le piccole onde che si formavano a causa dal vento sulla superficie altrimenti liscia dell’acqua, la freschezza di quella sorgente. Immergo la mano increspando la superficie del lago, dopo aver abbandonato la mia bacchetta accanto a me, stupida incosciente. Assorta nei miei pensieri mi dimenticai della creatura che viveva in quel lago, una creatura pericolosa che teneva a debita distanza chiunque tentasse di avvicinarsi a quel lago: la Piovra Gigante. Il mostro emerse improvvisamente dall’acqua agitando furiosamente i tentacoli, colpendomi rapidamente con uno di esso. Il colpo mi sbalzò all’indietro, lontana dalla mia bacchetta e mi sentì inerme senza di essa, incredibile come arrivassi a non valere nulla senza quel pezzo di legno. Decisi comunque di combattere alla Babbana, con le mie sole forze e con la mia intelligenza, anche se sapevo di non avere molte chance davanti a quel mostro gigante. Mi buttai di lato riuscendo a evitare di venire schiacciata da un altro tentacolo, tentai di avvicinarmi alla mia bacchetta ma fui di nuovo respinta all’indietro e atterrai una decina di metri più indietro, sbattendo la testa contro una pietra. I miei sensi vennero offuscati dal dolore che provai, probabilmente avevo appena ottenuto un trauma cerebrale che era la causa per la quale non riuscivo a distinguere bene la forma di quel mostro, era tutto troppo sfocato come se avessi perso la vista improvvisamente. Cercai di muovermi ma i miei arti non rispondevano alla mia volontà, chiusi gli occhi pronta all’attacco che di certo sarebbe arrivato spezzandomi le ossa del mio corpo, sicuramente uccidendomi.

“PIETRIFICUS TOTALUS!”

Quella voce la udì molto in lontananza mentre scivolavo inesorabilmente verso il buio dello svenimento, sentii qualcuno stringermi una mano e mormorare parole di conforto ma non riuscì a capire nulla, sentì solo il suo odore e sorrisi inconsciamente abbandonandomi al gradevole torpore, ero salva e Draco era il mio salvatore.
 
Mi svegliai diverse ore dopo, avvertendo un furioso martellare alla testa, mentre tentavo di mettere a fuoco la stanza in cui mi ritrovavo. Avvertii un morbido cuscino sotto la testa e delle lenzuola fresche che mi coprivano il corpo, successivamente notai di non essere sola in quella stanza, c’erano tutti i miei amici ma non riuscivo a vedere lui.
“Come ti senti?” mi chiese dolcemente Ginny e, sebbene avesse parlato a bassa voce, la sua voce mi provocò una fitta di dolore.
“Insomma… Harry, che ci fai alzato?” chiesi poi notando che Harry era accanto a me e che non indossava la divisa di Quidditch.
“Hermione, hai idea di quanto tempo sei rimasta in infermeria?” mi chiese cauto Harry.
“Mmm… suppongo qualche ora” risposi.
“No, hai dormito per due giorni…” rispose Ron.
“Due giorni? Cosa? Com’è possibile?” chiesi agitandomi. Due giorni per un piccolo trauma cerebrale che Madama Chips avrebbe curato in meno di due minuti? Era strano.
“Si, due giorni… ti ha portato Draco Malfoy in braccio avvertendo tutti che avevi avuto un brutto scontro con la Piovra Gigante e che avevi sbattuto la testa contro una pietra”  mi raccontò Ginny mentre mi sforzavo di ricordare. Draco si, ricordavo… non ero riuscita a vederlo in volto ma ne avevo sentito il suo profumo.
“Dov’è Draco ora?” chiesi.
I miei amici si scambiarono un’occhiata ma decisero di evitare di dire qualcosa, penso che fossero leggermente grati a Draco Malfoy per avermi salvato la vita.
“Be’ penso che sia sul punto di arrivare, viene più volte in infermeria per sapere come stai e si trattiene a lungo, sia di mattina che di pomeriggio quando finiscono le lezioni… dovrebbe essere qui fra poco” mi rispose Ginny.
Quindi Draco era venuto ed era restato, quindi forse… forse era veramente preoccupato per me.
Ginny aveva appena finito di parlare che la porta dell’infermeria si spalancò ma, dato che non riuscivo ancora a muovere il collo, non riuscì a capire di chi si trattasse finchè lui non ci raggiunse.
“Ciao” mi salutò con un sorriso ignorando i miei amici e sedendosi accanto a me.
Sentii i miei amici dire che sarebbero tornati fra qualche ora per poi lasciarci soli, probabilmente non volevano avere a che fare con Malfoy.
“Ciao”
“Come ti senti?” mi chiese cauto.
Notai un guizzo della sua mano, come se avesse avuto il riflesso di stringermi la mano, ma si riprese in fretta passandola poi fra i suoi capelli fini.
“Dolorante” risposi leggermente ferita dal fatto che avesse evitato di toccarmi, gli facevo così schifo?
“Già… cosa ci facevi vicino al lago Nero? Mi è preso un colpo quando ti ho vista stesa lì per terra…” confessò, stranamente la sua voce non mi dava fastidio.
“Mi sono scordata della Piovra Gigante”
“Ti sei scordata? Ma come… di solito sei molto attenta a queste cose”
“Stavo pensando a certe cose” risposi duramente e lui mi guardò, comprendendo a cosa stessi pensando.
“Comunque… grazie per avermi salvato anche se non capisco il motivo per cui l’hai fatto, del resto io ti disgusto” aggiunsi acidamente.
Cazzo, perché diamine mi stavo comportando così dopo che mi aveva salvato? Facile, per il mio orgoglio.
“Cosa? Tu non mi disgusti” sbottò seccato Draco, mi chiedevo quanto ci avrebbe messo ad arrabbiarsi ma era ovvio che stava cercando di mostrarsi gentile.
“Non direi, a giudicare dai vari insulti… vogliamo ricordare l’ultima frase che mi hai detto? “Quindi è così? Hai scelto lui? Be’ non che m’importi… alla fine chi vorrebbe avere a che fare con una sporca Mezzosangue Babbanofila come te?” “ recitai malamente, cercando d’imitare la sua voce.
“Ero arrabbiato Granger, mi hai ignorato per tutta la partita e quando ti ho visto sorridere a Diggory, dargli quella dannata pacca sulla spalla, non ci ho visto più… sai che non penso quelle cose”


Stava cominciando ad arrabbiarsi, lo potevo dedurre dalla vena che pulsava sulla sua tempia e dal colore scarlatto delle sue gote altrimenti pallide.
“ “quelle cose” come le definisci tu è in realtà quello che sono, non fingere con me Malfoy, so bene quanto io ti faccia….”
Le mie parole vennero interrotte dalle labbra furiose di Draco, che si scaraventarono sulle mie, richiedendone prepotentemente il possesso. Il contatto però non era rude, le sue labbra erano soffici e delicate sulle mie, le sue mani mi accarezzavano dolcemente mentre il bacio continuava anche se Draco sembrava non intenzionato ad approfondirlo oltre, probabilmente perché chiunque sarebbe potuto entrare. Quando si staccò i suoi occhi ardenti si focalizzarono sui miei, mentre cercava di capire a cosa stessi pensando. Be’ in quel momento non riuscivo a pensare, quel bacio mi aveva tolto completamente la facoltà del pensare.
“Non dire mai più una cosa del genere, mi hai capito? Io non ti odio, non mi fai schifo, ti ho sempre ammirata in tutto e per tutto… sei una ragazza eccezionale indipendentemente dalla tua condizione di sangue, so che… Merlino, non sono bravo con le parole, so che ti ho insultata ma questo è perché non riuscivo mai a capacitarmi di come una Mezzosangue potesse essere così eccezionale, invidiavo la tua forza e la tua grinta, e poi… ho cominciato ad amarti, ho cercato di reprimere i miei sentimenti per te… e non perché tu fossi eccezionale per me eh, sono un Malfoy e come tale prendo tutto quello che voglio, ma ero consapevole dei miei sentimenti e ne ero spaventato, solo ora… quanto ti ho vista lì a terra ho temuto il peggio e mi sono reso conto che per te morirei, perché io ti amo” mi disse tutto d’un fiato, tanto che temetti morisse a causa della mancanza d’ossigeno.
Mai nessuno aveva pronunciato delle parole così… così belle e così sincere, perché non dubitavo della sua sincerità, i suoi occhi erano sinceri.
“C-Cosa? E ora perché stai piangendo?” mi chiese improvvisamente quando le lacrime cominciarono a solcare il mio volto.
“S-Scusa” singhiozzai: “Il fatto è che… ho sempre desiderato di sentirmi dire certe cose da te” ammisi infine asciugando il pianto.
Il sorriso che Draco mi rivolse sembrò illuminare la stanza mentre mi traeva a sé, facendomi sedere sulle sua gambe, per stringermi forte e baciarmi i capelli.
“Ti amo” mormorò.
“Ti amo” risposi prima di sorridere felice e baciarlo.
Ma la gioia di quel momento fu’ spezzata improvvisamente dall’arrivo di Madama Chips, la quale stranamente non disse nulla per la nostra posizione accoccolata, lo sguardo che mi rivolse mi fece capire immediatamente che non c’erano buone notizie.
Avrei dovuto saperlo: la felicità non è mai fatta per durare.
“Signorina Granger lei ha… " respirò a fondo, prima di cominciare a piangere e successivamente balbettare: "H-ha un grave tumore al cervello” riuscì a dire.

Tumore al cervello, non curabile nemmeno dalla magia, grave tumore al cervello voleva dire pochi giorni di vita… mi era appena stato detto che mancavano pochi mesi alla mia morte.

Quanto tempo?” le chiesi con voce stranamente incolore.
“Due mesi, forse più, dipende se decide se fare la chemioterapia ma per farlo deve tornare al mondo Babbano” mi rispose lei, riprendendo il controllo e guardandomi con occhi pieni di pietà e sincero affetto... era sempre stata una donna dura e dedita al lavoro ma non per questo priva di un cuore, tuttavia da brava infermiera non perdeva il controllo di sè davanti a delle situazioni così drammatiche.

Sentii Draco stringermi stretta a sé, mentre cercava di scacciare quell’orribile consapevolezza: il nostro amore era appena cominciato e già era destinato a finire.

Ecco qua il nuovo capitolo e so già che mi odierete ma vi ho sempre avvertite che questa storia è tragica, la batosta sarebbe arrivata prima o poi! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, l'altro non ha ricevuto nessuna recensione :/ ma pazienza... spero che questo possa piacere di più, credo che ci stiamo avvicinando alla fine, questione di pochi capitoli ormai.
Alla prossima!
L1107

 

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Capitolo 17
*** unione ***


UNIONE
 
Lo shock iniziale comincia a svanire lasciando dentro di me un’assoluta differenza o forse, più che differenza, si tratta di rassegnazione. Madama Chips si congeda in religioso silenzio dopo aver mormorato delle scuse come se fosse colpa sua, lasciandoci soli. Draco mi accarezza la schiena con una mano, un gesto meccanico, come a volermi dire che mi starà accanto sempre e comunque, fino alla fine, che lotterà con me, per me. Ma so anche che quel gesto, che adesso gli viene così spontaneo, è l’unica cosa che in questo momento gli rimane da fare, perché so che teme la mia reazione e so che si sente completamente inutile. Il cancro al cervello, soprattutto a questo stadio, non è curabile neppure dalla magia, l’unica speranza è la chemioterapia ed è quindi lasciare Hogwarts per passare un anno d’inferno, nella vana speranza di poter sconfiggere questa malattia, o di guadagnare più tempo. Non è questo che voglio, non voglio sottostare a diverse sedute, so che sono terribili e bruciano ogni minima cosa che trovano, è qualcosa che ti uccide lentamente dentro. Voglio godermi gli ultimi mesi con Draco, vivere e cercare di recuperare il tempo che abbiamo perso per capire di amarci e per accettare il nostro amore, voglio vivere gli ultimi mesi avvolta dal calore dei miei amici, voglio vivere gli ultimi mesi felicemente e non in una stanza fredda d’ospedale dove gli infermiere mi guarderanno con freddezza, abituate alla morte che si respira in quei luoghi.
“Draco?” lo chiamo gentilmente, preoccupata che ancora non abbia detto nessuna parola, mi volto verso di lui e mi rendo conto della sua espressione terrorizzata.
“Non ti permetterò che ti accada qualcosa, guarirai… tu guarirai, non puoi morire, non puoi…” continua a blaterare cose senza senso, abbracciandomi forte e tremando.
Disperazione, è questo quello che prova nel sapere che mi perderà.
“Draco, io non voglio curarmi, non voglio fare la chemioterapia” gli dico, accarezzandogli gentilmente i capelli dorati.
E’ incredibile come i ruoli si siano invertiti, sono io a consolare lui e non viceversa, sebbene sia io quella destinata alla morte. Ho sempre pensato che gli uomini, dal punto di vista morale, siano più deboli delle donne e che vadano nel pallone quando qualcosa si abbatte su di loro e allora interveniamo noi donne, la loro ancora di salvezza ed era questo che stava accadendo in quel momento.
“Che stai dicendo? Tu ti curerai!” esclamò sconvolto, percepii la sua rabbia e il suo terrore.
Rabbia per aver avuto così poco tempo. La stessa rabbia che provavo io, nel sapere che non mi sarebbe stato più permesso di vivere e di crescere con i miei amici, di finire gli studi e sposarmi con Draco. Niente figli, niente futuro, niente di niente. Il mio corpo si sarebbe assopito per sempre.
Paura, Draco provava paura, perché adesso che sapeva cosa comportava l’amore non voleva rinunciarvi, non così presto. La stessa paura che provavo io, nel non sapere cosa mi avrebbe atteso da lì a qualche mese, un vero e proprio terrore.
“No, Draco, non lo farò” risposi lentamente.
“Perché? Perché non lottare Hermione? Hai sempre detto che c’è una speranza per tutti, Cristo! Perché stai rinunciando eh? Perché vuoi lasciarmi?” mi scuoteva rabbiosamente per le spalle mentre i suoi occhi grigi, pieni di disperazione, si colmavano di lacrime.
Asciugai dolcemente le sue lacrime per me, baciandole lentamente, nel tentativo di calmarlo ma la sua presa forte non si allentò, continuava a scuotermi furiosamente, non capacitandosi della mia risposta.
“Draco, guardami…” gli dissi appoggiando le mie mani sulle sue guance e unendo i nostri sguardi: “Non voglio finire la mia vita su un letto d’ospedale soprattutto quando, secondo logica, ci sono ben poche possibilità che io sopravviva…. Mi sento bene per il momento e voglio darti tutto quello che non ti ho potuto dare, voglio godermi ogni attimo di questi mesi con te se anche tu lo vuoi, voglio fare così tante cose… voglio dire addio ai miei genitori, dire addio ai miei amici e a te, ma non voglio che sia un addio pieno di tristezza, voglio che vi ricordiate di me per quella che sono sempre stata e che continuerò a essere fino alla fine, la vostra Hermione”
“Non voglio lasciarti, non di nuovo… non voglio separarmi da te” mormorò Draco, abbassando lo sguardo.
“Non ci separeremo, te lo prometto, sarò sempre accanto a te va bene? Di giorno guarderai le nuvole e io sarò una di quelle che ti saluterà ridendo, di notte sarò una piccola stella che ti osserverà e ti proteggerà per sempre” gli dissi. Non ero certa che sarebbe andata così ma sapevo che Draco aveva bisogno di quelle parole.
“Hermione, devi almeno provare a curarti… i sensi di colpa mi ucciderebbero se sapessi di aver avuto la possibilità di curarti ma di non averlo fatto” cercò di farmi ragionare.
Sospirai, sapevo che Draco aveva ragione ma la chemioterapia mi spaventava, era una battaglia dura, troppo dura, che non potevo vincere da sola. La mano di Draco afferrò la mia, mentre poggiava le labbra sulla pelle tirata della mia mano, là dove pulsava la vena azzurrognola.
“Ci sarò io con te, non ti abbandonerò” disse, come se stesse rispondendo ai miei pensieri.
“Draco, tu odi tutti i Babbani, come ti sarà possibile sopportante la vicinanza?” gli chiesi.
“Il mio amore per te è più forte di qualunque altro principio Hermione, non mi dividerà da te” mi rispose senza alcuna esitazione.
Poggiai la testa sotto l’incavo del suo collo, respirando il suo profumo e sentendo il battito forte del suo cuore. Che m’importava se sarei morta? L’importante è che lui sarebbe stato felice e sano, vivo… avrebbe trovato un’altra ragazza d’amare.
“Va bene Draco, passerò l’ultimo mese in chemioterapia ma questo… questo mese voglio godermelo con te e tutti i miei amici” conclusi e lui mi strinse a sé dolcemente, baciandomi i capelli, senza più dire nulla.
 
 
La notizia della mia storia con Malfoy si sparse rapidamente nella scuola ma questo non sembrava importare a nessuno dei due, mentre ci dirigevamo verso la Torre dei Grifoni mano nella mano. Avrei voluto parlare da sola con i miei amici, per cercare d’informargli della mia malattia, ma Draco aveva insistito per starmi accanto non volendo perdere nemmeno un altro minuto senza di me, non quanto quel minuto poteva essere così importante per noi due. Entrai in Sala Comune lasciando all’ingresso Draco e, chiamati i miei amici, li pregai di raggiungermi fuori. Harry, Ron e Ginny uscirono poco dopo senza fare alcun commento su me e Malfoy, cosa che gradii particolarmente.
“Che succede, Herm?” mi chiese Harry con voce dolce guadagnandosi un’occhiataccia dal biondo che mi stringeva possessivamente a sé, infondendomi la sua forza senza dire una parola.
“Io… devo dirvi una cosa” respirai profondamente, mentre mi sentivo le guance accaldate dal sangue che fluiva velocemente per l’agitazione.
“Che cosa? Non farci stare in ansia Herm!” mi supplicò Ginny, leggermente preoccupata dal mio aspetto.
“Non è una cosa bella…” inizia finchè non sentii Ron sbuffare, stanco di quell’inutile attesa.
“Hermione sputa il rospo e basta, così ci stai facendo preoccupare!” esclamò infine suscitando la rabbia di Malfoy.
“Vedi di tacere, Weasley, una volta per tutte! Sta cercando le parole giuste per dirvelo!” lo rimproverò severamente stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche.
“Altrimenti che mi fai Malfoy?” lo provocò Ron avanzando di qualche passo.
Mi frapposi fra i due poggiando le mani sul petto di Draco, collegando i suoi occhi ai miei.
“Per favore, non ora…” lo supplicai con voce febbrile.
Draco mi guardò negli occhi prima di annuire e cingermi la spalle con un braccio, dandomi un bacio sulla guancia.
“Coraggio” mi sussurrò all’orecchio e mi sentii leggermente più forte con lui al mio fianco.
“Herm, allora?” insistè Harry a cui non era sfuggito il bisbiglio di Malfoy al mio orecchio.
“Ho un tumore al cervello” mi decisi a dire alla fine, in un soffio, mentre le mie parole provocavano il “congelamento dei miei amici”.
Avevano tutti la stessa espressione sbigottita, gli occhi di Ginny erano lucidi mentre sia Harry che Ron non riuscivano a dire nulla.
“Herm, noi…” disse Ginny avanzando di un passo.
“No, Ginny, non voglio essere guardata con pietà, ok? E’ solo una delle tante sfide, forse l’ultima per me, vi chiedo solo di continuare a essere miei amici e a trattarmi come sempre, almeno in questo mese” aggiunsi poi, abbassando la voce.
“Cosa vuol dire in questo mese?” intervenne Ron.
“Voglio dire che il mese successivo lo passerò con Draco in un ospedale babbano, per la chemioterapia… è l’unica “cura” che esiste per il cancro, o che almeno ti permette un altro po’ di tempo e rallenta la diffusione della malattia” spiegai poi ai miei amici.
Mi ritrovai improvvisamente avvolta da sei braccia, stritolata in una morsa dai miei migliori amici. Non pianse nessuno dei tre, sapevo che speravano che sarei guarita… penso che lo sperasse anche Draco ma per qualche strano motivo sapevo che non sarebbe andata così.
“Ti staremo accanto Herm, ogni giorno… trascorreremo il mese più bello e guarirai, tornando l’Hermione saccente di sempre” Ginny mi sorrise radiosa, credendo fedelmente alle sue parole. Ginny era sempre stata una ragazza forte, la luce del gruppo, quella che non perdeva mai la speranza e che riusciva a trovare il lato positivo in ogni situazione. Era come Ron, solo che lui se ne usciva con qualche battuta mentre lei era più riflessiva, tuttavia i due fratelli erano la nostra ancora di salvezza.
E poi c’era Harry, sapevo che per lui sarebbe stato più difficile, aveva visto i propri genitori morire, nutriva grandi desideri di vendetta nei confronti di Sirius Black, era un periodo un po’ particolare. Non aveva detto nessuna parola, era pallido e mi fissava, limitandosi a mantenere la stessa espressione sbigottita di sempre. Mi staccai da Draco, avanzando verso di lui e nel momento in cui spalancai le braccia Harry era già su di me, che mi sovrastava con la sua altezza, che mi soffocava con il suo calore.
“Come faremo senza di te?” gemette.
“Harry, ce la farete… siete forti insieme, so che potete farcela e distruggerete Lord Voldemort, so che ce la farete” risposi sicura. Harry aveva tutte le carte per farcela. Mi staccai da lui posando lo sguardo su Ginny che ci aveva osservato in silenzio come aveva fatto anche Draco. Compresi che non provavano gelosia, si fidavano di me e di Harry, sapevano che oltre all’amicizia fraterna non ci sarebbe potuto essere nient’altro.
“Ginny, voglio che tu prendi il mio posto quando… quando verrà il momento”
Lo sguardo che mi rivolse fu’ serio mentre annuiva, Ginny era l’unica che avrebbe potuto mantenere forte il legame del gruppo.
 
Quel mese trascorse serenamente, forse fu’ il più sereno di tutti, sembrava quasi che quel terribile macigno che mi aveva colpito non esistesse e che non esistesse neanche per i miei amici, eravamo noi sempre e comunque. Draco non mi aveva lasciato quasi mai, tranne per le lezioni e quando gli avevo chiesto di passare del tempo con i miei amici, per il resto eravamo sempre insieme a scherzare e a chiacchierare, a farci le coccole come una coppia veramente innamorata. Ero felice, felice come non lo ero mai stata, amavo Hogwarts, amavo i miei amici e amavo Draco, il resto poteva andare benissimo a quel paese, ero la persona più felice del mondo. Sapevo che quella felicità non sarebbe durata ma volevo godermi quel mese, respirare l’ultimo mese che avrei avuto a pieni polmoni, senza pensare a nient’altro che non fosse stare con Draco e Harry. Il mese passò in fretta, fin troppo in fretta e ci trovammo improvvisamente all’ultimo giorno: mancava solo un altro mese alla mia morte, un mese pieno di chemioterapia ma non avevo più paura perché sapevo che non sarei stata sola ad affrontarlo.
Io e Draco ci trovavamo nella sua stanza, stesi sul suo letto mentre mi coccolava dolcemente accarezzandomi i capelli. Oh Draco era stato magnifico in quei mesi, aveva sopportato tutto quanto senza dire nulla, aveva anche accettato che parlassi con Cedric per spiegargli la situazione senza accennare però alla malattia. Cedric non aveva reagito molto bene in realtà, si era infuriato e aveva cominciato a insultarmi pesantemente facendo intervenire Draco, soprattutto quando mi aveva spinto a un muro e aveva cercato di baciarmi. Draco era intervenuto improvvisamente e con un solo incantesimo lo aveva mandato via dicendogli che la prossima volta che si sarebbe azzardato a mettermi le mani addosso non avrebbe avuto problemi ad utilizzare su di lui la Maledizione Cruciatus, e sapevo che diceva sul serio. Quella notte però volevo offrire a Draco un nuovo ricordo, una cosa preziosa che speravo avrebbe conservato nel suo cuore, così mi allungai per baciarlo. Il bacio fu’ dolce sebbene cercassi un contatto più appassionante e, decisa a non mollare, mi spostai su di lui mettendomi a cavalcioni.
“Mezzosangue, cosa vuoi fare?” mi chiese staccandomi da sé per guardarmi negli occhi.
“Voglio donarti una cosa che non ho mai donato a nessun altro” risposi sapendo che avrebbe compreso.
Draco era sempre stato un tipo malizioso che riusciva a vedere doppi sensi ovunque, perciò non mi sorpresi quando mi rivolse uno sguardo di puro desiderio e mi tirò a sé per baciarmi. Le sue mani mi accarezzarono dolcemente, accendendo e vezzeggiando la mia pelle mentre mi sbottonava la camicia, baciandomi e succhiandomi il collo. Si allontanò leggermente per osservarmi e mi sorrise, prima di tornare alla mia bocca. Scese sul collo, succhiando dolcemente senza farmi male ma lasciandomi un segno del suo passaggio. Mi slacciò il reggiseno facilmente e questo mi portò ad allontanarmi da lui.
“Con quante…” iniziai
“Con tante, ma non ho mai fatto l’amore” mi rispose subito impadronendosi della mia bocca, invadendola con la sua lingua esperta. La sua mano scese ad accarezzare il seno non proprio prosperoso, prima di liberarmi dei jeans. Quella notte fu’ piena di magia, di sospiri, di gemiti e di amore, un amore che la morte non avrebbe potuto sconfiggere, così forte e così puro, un raggio di sole che trapassava le nuvole illuminando tutto il resto: esistavamo solo io e Draco, eravamo solo noi, nessun odio e nessun rancore fra noi due, solo amore, deisderio e passione. Una passione concente che mi sovrastò e mi spinse a gemere vergognosamente quando scivolò delicatamente dentro di me, creando un unione semplice e pura... così maledettamente giusta. Non provai molto dolore sebbene lo avessi temuto, Draco fu' dolce mentre si muoveva lentamente e io osservavo meravigliata il corpo tonico del ragazzo che amavo e che avrei amato per sempre, e fu' con quella consapevolezza che mi lasciai andare a lui: sarei stata sua per sempre.

Nulla da dire, ci avviciniamo alla fine... questo capitolo non mi piace molto, scusate se non ho trattato molto il la parte "sessuale" ma essendo rating arancione non potevo cadere troppo nei particolari e non volevo risultare volgare, per questo l'ho conclusa in questa maniera facendovi capire che per Hermione non è una cosa di cui si può parlare apertamente così come per il mese che trascorse con i suoi amici. Oddio, parlo già al passato be'... il prossimo capitolo sarà commovente dato che tratterà della chemioterapia in particolare. Spero che vi sia piaciuto, a me sinceramente non piace molto... non so, ma penso sia più un capitolo di passaggio. Hermione dev'essere forte per l'ultimo mese e soprattutto per non far pesare ancora di più il suo dolore a Draco, Ginny, Harry e Ron. Di Cedric non ve l'aspettavate eh? Be', di certo è un tipo leale ma essendo bello e famoso non è prospenso ad accettare un no, sembra quasi Draco in questo capitolo ma non vi fate illudere: Cedric è più buono di Draco anche se in questo capitolo non si vede.
Alla prossima, scusate se non nomino tutte voi che avete recensito il precedente capitolo ma sappiate che leggo le vostre recensioni sempre com piacere e che le trovo molto costruttive!
Un Bacione
Ps: Scusate eventuali errori ma stavolta non ho ricontrollato
L1107

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Capitolo 18
*** La chemioterapia ***


LA CHEMIOTERAPIA
 
Dopo un’intera settimana trascorsa in un ospedale Babbano per i vari controlli che avevo dovuto fare per essere sicura di essere in grado di subire la chemioterapia, mi trovavo in un letto, seduta con la schiena appoggiata a dei cuscini e le gambe dritte davanti a me, pallida e sudata aspettavo che mi chiamassero per quella prova atroce: l’ultima. Draco era voluto venire a tutti i costi sebbene io mi fossi opposta, non volevo che mi vedesse stare male o perdere la giovinezza e la voglia di vivere giorno dopo giorno, seduta dopo seduta, sapevo che anche per lui sarebbe stata dura d’affrontare ma, nonostante questo, lui era fermamente deciso a non lasciarmi andare da sola, voleva starmi accanto fino alla fine, senza mai lasciarmi. I miei genitori non erano ancora stati avvertiti, come potevo dire loro che la loro unica figlia era destinata a morire tra meno di un mese? Loro, che mi amavano come non mai e che io amavo come non mai, non sarei riuscita a vedere mia madre in lacrime, lei che da sempre era stata il simbolo della mia forza, sapevo che se l’avessi vista distrutta avrei realizzato il mio terribile destino e non sarei più riuscita ad uscirne. Perché ostentavo quella sicurezza e indifferenza solo per un motivo: speravo ancora che tutto fosse un incubo, un terribile incubo, ma pur sempre un incubo da cui sarei uscita facilmente senza neanche ricordarmene, vivevo nell’illusione ed era l’unica cosa che mi permetteva di non impazzire. Draco non mi aveva lasciata neanche per un momento, non aveva fatto nessun commento volgare verso i Babbani o i miei compagni di stanza, sebbene fosse palesemente ovvio che non gradiva la loro presenza. Ero stata messa nella stanza con un’altra ragazza, molto bella e della mia stessa età, più raggiante che mai ora che sapeva di star finalmente superando la sua malattia e che presto l’avrebbero dimessa. Anche lei aveva avuto il tumore, ma al seno, tuttavia era stato preso in tempo ed erano riusciti a levarglielo facilmente, dopo averne ridotto l’estensione con varie sedute di chemioterapia. Ero invidiosa di lei e terribilmente gelosa, bella e raggiante, con i corti capelli biondi che avevano cominciato a crescerle riempiendole la testa, con la pelle chiara e i grandi occhioni azzurri era bellissima e fortunata, e la invidiavo vergognosamente. La ragazza aveva affrontato diverse sfide e ne era uscita vincitrice, sapevo che per me non sarebbe stata la stessa cosa e soffrivo in silenzio, perché non volevo che Draco percepisse la mia paura. Questa ragazza, di nome Ashley, aveva subito messo gli occhi su Draco, lo avevo notato quando Draco era voltato verso di me e la gelosia, una terribile gelosia, mi aveva spinto a tirarlo improvvisamente verso di me e a baciarlo. Quel bacio, nato solo per “marcare il territorio” si era subito trasformato in qualcosa di potente e violento, tremendamente dolce e doloroso, ma aveva fatto male perché quando Draco si era staccato da me mi aveva rivolto uno sguardo così pieno di dolore che mi ero pentita di quello che avevo fatto. Draco, già da diversi giorni, aveva ridotto al minimo i contatti fra noi e ne soffrivo, perché pensavo di non averlo soddisfatto abbastanza l’ultima sera in cui avevamo fatto l’amore. Così, quando Ashley venne portata via per una serie di controlli, glielo avevo chiesto non potendo più sopportare quel peso.
“Draco, io… non ti ho soddisfatto quando abbiamo fatto…be’ hai capito” avevo chiesto balbettando e arrossendo furiosamente, non riuscendo a dirglielo guardandolo in faccia ma sentendo il suo sguardo bruciare su di me.
“Quando abbiamo fatto l’amore?” mi aveva chiesto venendomi in aiuto e io avevo annuito.
“Cosa ti fa’ pensare una cosa simile?” mi aveva chiesto inorridito mentre stringeva i pugni e irrigidiva la mascella, si era arrabbiato.
“I-Io be’… sono giorni che non mi tocchi, sono giorni che non mi baci… l’unico vero contatto è stato quando io ti ho baciato due giorni fa’ ma mi hai rivolto uno sguardo così…” non riuscii a proseguire dato che la voce si era improvvisamente bloccata nella mia gola.
“E quindi hai pensato questo? Che non mi fosse piaciuto? Hermione è stata la notte più bella e piena della mia vita, non avevo mai provato nulla di simile, nulla di così bello e pieno di emozioni, è stato come rinascere… non devi pensare mai più certe cose, mi hai capito?” mi aveva chiesto senza ancora toccarmi, avevo annuito abbassando lo sguardo per poi rialzarlo dopo avergli afferrato la mano.
“Allora perché hai ridotto i contatti al minimo? Temi di… essere in qualche modo contagiato?” gli avevo chiesto disperata, lasciandogli vedere il dolore nei miei occhi.
Draco, in un solo gesto brusco mi aveva attratto a sé, chiudendomi e stringendomi forte sul suo petto mentre mi cospargeva il capo di baci.
“Hermione, io ti amo tantissimo e per me è… una sofferenza vederti in questo stato, ho ridotto i contatti al minimo perché altrimenti mi sarebbe stato impossibile resistere all’attrazione che mi porta verso di te, e non avrei esitato a farti mia ogni volta… sei così bella, amore mio” aveva mormorato prima di unire le mie labbra alle sue.
Le lacrime erano scese copiose lungo le mie guance e lo avevo stretto a me, rimanendo così abbracciati per diversi minuti.
“Ti amo, Draco, più della mia stessa vita” avevo detto.
“Ti amo, Hermione, e lo farò per sempre” aveva risposto lui.
Da quel giorno si era impegnato a non farmi mancare nulla, diventando non il fidanzato perfetto ma quello perfetto per me. Non mancavano i baci e i contatti e così, con lui accanto a me, mi ero sentita veramente pronta per affrontare la chemioterapia. Quando l’infermiera era venuto a chiamarmi per farla, Draco mi aveva subito preso la mano e insieme l’avevamo seguita, due innamorati che vanno incontro al loro destino, insieme.
La donna mi aveva fatto accomodare nella sedia, prima d’infilarmi l’ago nelle vene per poi andarsene dopo avermi spiegato la procedura. Draco stava al mio canto, stringendomi la mano e guardando il mio viso che pian piano perdeva colore. Bastarono cinque minuti, solo cinque minuti, quando mi abbandonai senza forza contro lo schienale della sedia, respirando affannosamente mentre il sudore scorreva lungo la mia faccia. Non riuscivo a capire molto, sapevo solo che Draco era accanto a me e forse era stato quello a non farmi crollare del tutto. Non era doloroso ma era come se stessi facendo una lunghissima corsa ad alta velocità, mi sentivo senza forze, la testa vuota, il caldo che mi picchiava e una certa nausea che aumentava. Improvvisamente afferrai il secchio che mi avevano dato e vi vomitai dentro. Draco mi sostenne senza dire una parola, levandomi i capelli sudati dalla faccia pallida, sostenendomi con attenzione e prendendosi cura di me.
“Coraggio amore mio, stiamo quasi finendo” aveva sussurrato prima di baciarmi la fronte e avevo sorriso, stringendogli la mano in segno di ringraziamento. Tenevo gli occhi chiusi perciò non potevo vederlo in faccia, mi risultava difficile aprire anche le palpebre e fissarle su di lui. Sentivo un leggero fremito lungo i miei arti e compresi che mi sarebbe stato difficile tornare in stanza.
“Amore…” lo sentì chiamarmi dolcemente.
“Mmmm….” Avevo mormorato non riuscendo ad articolare le parole.
“Sei bellissima, lo sai? Sei la creatura più bella che io abbia mai visto, e sei la leonessa più forte di tutti, e sei mia” mi aveva detto portandomi a sorridere, solo un lieve accenno di un sorriso sul mio volto magro, ma avevo sentito le sue labbra posarsi sulle mie. Mi spostò i capelli sudati all’indietro, mentre mi sussurrava parole dolci.
“Abbiamo finito” mi sussurrò dolcemente. Sentii vari rumori e intuii che l’infermiera stava rimuovendo il necessario per la mia chemioterapia, l’ago fu’ tolto dalla mia vena.
“Sei stata bravissima” mi sussurrò ancora mentre mi prendeva in braccio delicatamente, permettendomi di appoggiare la testa sul suo petto, sentendo il battito confortevole del suo cuore forte.
Draco sarebbe sopravvissuto e sarebbe stato felice, questa sarebbe stata la mia piccola vittoria, non m’importava se ci sarei stata io al suo fianco o un’altra, purchè Draco vivesse e fosse felice.
Mi sentii adagiare sul cuscino, un morbido cuscino mi cullò la testa e le mani fresche di Draco mi accarezzarono dolcemente.
“Hermione, stai bene?” mi chiese.
“Starò bene” riuscii a rispondere sentendo una piccola energia tornare su di me.
Draco si stese al mio fianco, abbracciandomi a lui mentre aprivo gli occhi e lo guardavo. Con i capelli biondi scarmigliati, la camicia spiegazzata e gli occhi grigi addolorati era ancora la creatura più bella che avessi mai visto. Mi baciò lentamente, assaporando le mie labbra e il sapore del sudore che sapevo avere.
“Si, starai bene” mi rispose lasciandomi accoccolare accanto a lui, mentre il suo calore mi riscaldava.
“Draco…” mormorai dopo un po’ mentre la sua mano mi accarezzava la schiena portandomi quasi a dormire, ma prima dovevo dirgli questa cosa.
“Si, amore mio?” mi chiese tranquillo. Mi alzai leggermente puntando gli occhi nei suoi.
Quando amavo quelli occhi d’argento, così puri, così decisi, così infinitamente forti. Dio, mi sarebbero mancati quelli occhi, mi sarebbe mancata la sua voce, i nostri baci, le nostre carezze, i nostri abbracci, mi sarebbe mancato lui più dell’aria.
“Devi sposarti quando… quando io morirò” riuscii a dire respirando lentamente, con voce debole e fiacca.
“Che cosa?” mi domandò mentre leggevo nei suoi occhi l’indignazione.
“Draco, devi sposarti…. Devi trovare la tua felicità, solo allora io potrò vincere… me lo prometti Draco? Draco, promettimi che troverai una ragazza, t’innamorerai di lei e la sposerai e… sarai felice” lo supplicai mentre scuoteva la testa.
“Come puoi chiedermi questo Hermione? Sai bene che non potrei mai amare nessun’altra come amo te” mi rispose cercando di mantenere un tono di voce normale.
“Lo so, ma potrai amare di nuovo se vorrai” ribattei decisa.
Sapevo che Draco non avrebbe mai amato nessun’altra come amava me, solo per il semplice fatto che la mia morte lo avrebbe annientato, e per il semplice fatto che quello che avevamo noi, il rapporto e l’intesa creatasi fra noi due, non si sarebbe mai più potuta riprodurre. Ma Draco doveva essere felice, sebbene l’idea di vederlo sposare un’altra mi annientasse, io lo amo e lo amerò per sempre, e se una persona ama veramente qualcuno deve lasciarla andare.

“Hermione, io non potrei sposare  un’altra…”

“Per favore Draco, per favore… mi sarà tutto più facile se ti saprò felice, almeno provaci… non ti chiudere in te stesso, ricerca la felicità e i sentimenti, ti supplico…”
I miei occhi pieni di lacrime lo fissarono imploranti e lui, nervoso, di passò una mano fra i capelli scompigliandoli ancora di più.
“Va bene, ma non amerò nessun’altra come amo te” mi rispose arrendendosi.
“Lo so” sussurrai prima di scivolare in un sonno profondo.
 
 
Quando Hermione si addormentò la osservai attentamente amando ogni singolo dettaglio del suo volto, le ciglia lunghe che celavano quelli occhi da cerbiatta che si trovava, i capelli indisciplinati simbolo della sua forza, il volto pallido simbolo della grande prova che stava affrontando e le labbra rosee che amavo. Mi chinai su di lei baciandole la testa, mentre riflettevo su quando l’amassi e su quanto lei mi amasse. Sposare un’altra? Mi sembrava una cosa così pazza e folle, amavo lei e non avrei mai amato nessun’altra che non fosse lei, ma sapevo che Hermione lo stava facendo solo per me, sapevo che voleva vedermi felice. Sentii i miei occhi inumidirsi, quella situazione era così difficile e mi sentivo così inutile. Inutile perché non ero riuscito a proteggere la donna che amavo, inutile perché non riuscivo ad aiutarla, inutile perché sapevo quanto fosse grande il suo dolore e non riuscivo a pensare ad altro che a me stesso, al mio terribile egoismo, al futuro che mi rifiutavo di pensare senza di lei. In quel momento entrò la compagna di stanza di Hermione, sorridendomi allegra. Aggrottai la fronte sapendo che a Hermione quella ragazza non piaceva, me lo aveva confessato dopo quel bacio che mi aveva dato e che aveva fatto uscire la ragazza furiosa da quella stanza, mentre Hermione mi faceva comprendere la sua gelosia. Ero stato felice, perché avevo pensato che lei tenesse a me ma adesso quella sua gelosia non mi faceva piacere, perché sapevo che era solo un’altra fonte di dolore per lei.
“Dorme?” mi chiese la ragazza avvicinandosi di qualche passo.
“Si” risposi.
Poteva essere definita carina, bionda e attraente ma non era mai bella come la mia Hermione, nessuno sarebbe mai stata bella come lei.
“Perché non la lasci per un po’ e vieni con me?” mi propose la ragazza.
La scrutai furioso mentre trattenevo la mia ira, pensava seriamente che avrei lasciato Hermione per una come lei? Decisi di essere gentile con lei, aveva affrontato una brutta sfida ma ne era uscita vincitrice.
“No, grazie… preferisco stare con lei” risposi posando lo sguardo sulla mia amata.
“La ami, non è vero?” mi chiese.
“Si, la amo con tutto me stesso” risposi senza esitazione.
“Be’ ne riparliamo fra qualche giorno… quando cominceranno a caderle i capelli e il viso si affloscerà su di sé”
“Se pensi che la ami solo per la sua bellezza ti sbagli di grosso, Hermione è bella su questo non ci sono dubbi ma non la amo per questo… lei è meravigliosa anche dentro, per questo non noterò nessuno di questi cambiamenti, sono in grado di vedere al suo interno” risposi.
“Quando l’amore è ceco… “ rise la ragazza.
“No, l’amore è in grado di vedere cose che altri non possono vedere” obiettai serrando la mascella.
Piccola e insolente ragazzina.
“Spero di riuscire a trovare un uomo che mi ami tanto quanto tu ami lei” disse sognante.
“Impossibile, quello che c’è fra me e lei nessuno può averlo” risposi con un ghigno strafottente.
Ero sempre io, per me non esistevano parole gentili, non per gente come lei.
La ragazza, offesa dalle mie parole, si diresse verso il letto e aprendo un libro vi si nascose dietro.
Nella stanza entrarono le persone che tolleravo di meno dopo quell’odiosa ragazzina, ossia gli amici della mia ragazza: Harry, Ginny e Ron. Mi localizzarono immediatamente e si avvicinarono lentamente congelati da una mia occhiata intimidatoria che esprimeva senza problemi che li avrei staccato volentieri la testa se avessero osato svegliarla.
“Come sta?” mi chiese l’odioso ragazzo con la cicatrice mentre osservava la sua amica con uno sguardo pieno di affetto.
Attento Potter, potrei volentieri ucciderti se osi ancora guardarla così- pensai anche se sapevo, in fondo, che lo Sfregiato e Hermione erano solo amici.
“Non bene, sta riposando” risposi a bassa voce.
“Ha già fatto la…” intervenne la Piattola.
“Si” risposi interrompendola senza guardarla in volto.
“E’ stata tanto male?” mi chiese l’odioso rosso. Oh si, lui l’odiavo veramente perché avevo notato come guardava la mia Hermione, anche se lei mi aveva sempre ripetuto di essere solo amici sapevo bene che il rosso mirava a qualcosa di più.
“Si” risposi cercando di mantenere la calma.
“E tu, come stai?” mi chiese ancora la Piattola portandomi a puntare i miei occhi su di lei. Forse era quella che odiavo di meno e non perché avevo avuto una sorte di relazione con lei, ma perché sembrava essere più sensibile e attenta degli altri due, meno idiota.
“Non bene” confessai.
“Vieni a prendere un caffè Draco, così lasciamo Herm con Ron e Harry” propose la Piattola. Stavo per protestare dicendo che nessuno mi avrebbe mai separato da Hermione quando lei mi rivolse uno sguardo che, non so per quale assurdo motivo, mi spinse ad alzarmi stando attendo a non svegliare Hermione. Doveva essere uno di quei famosi sguardi alla Weasley di cui Hermione mi aveva parlato.
Seguii la Piattola fuori gettando un’occhiataccia a San Potter e a quella sottospecie di Babbuino dal pelo rosso, prima di affiancare la rossa e seguirla davanti alla macchina che serviva bevande. Non avevo idea di come funzionasse ma pareva che la Piattola lo sapesse e dopo qualche minuto mi tese il mio caffè, una bevanda Babbana che avevo gradito molto e che mi aveva fatto conoscere Hermione.
“Allora?” mi chiese Ginny.
“Allora cosa?” le chiesi prendendo un sorso.
“Andiamo Malfoy, non hai bisogno di fingere con me… puoi pure sfogarti”
“No grazie” risposi duro bevendo il mio caffè rapidamente e scottandomi la lingua, buttai il bicchiere e mi rivolsi a lei che mi guardava severa.
“Preferisci crollare davanti a lei? Perché si vede che stai per crollare” rispose lei.
Dannata stronza osservatrice, Hermione non poteva scegliersi un’amica più stupida… insomma una che assomigliasse al fratello? Ovviamente no, dato che Hermione sembrava essere attratta dalle persone intelligenti come la Weasley, anche se mi domando cosa ci trovi nel Prescelto e in quel rosso.
“E vabbene!” sbottai improvvisamente mentre la Piattola mi seguiva con lo sguardo. Mollai un pugno contro il muro accogliendo con sollievo il dolore fisico.
“Non è facile, non è facile per nulla… l’ho vista stare male davanti ai miei occhi e Dio, vederla così vulnerabile e sapere di non poter fare nulla è stato un colpo dritto al cuore, ho visto la sua forza spegnersi e la rassegnazione calarsi su di lei come se sapesse che per lei è la fine… la odio, per non starci credendo nemmeno un po’ perché io continuo a sperarci, perché è l’unica cosa che mi rimane e vivo nel terrore al pensiero di perderla… mi uccide sapere di non poter far nulla per lei capisci? Perché cazzo, perché lei? Perché doveva prendere lei? Io sono il peggiore fra i due, io sono quello che le ha spezzato il cuore, io merito la morte non LEI, NON LEI DANNAZIONE!” respirai a fondo urlando quelle ultime parole, lasciando libero sfogo alle lacrime, senza vergognarmi di esse com’ero solito fare.
“Fa’ male, fa’ terribilmente male sapere di star per perdere la persona che ami, io cerco di essere forte ma non riesco… mi sento così inutile, mi sento come se…”
“se non valessi nulla” concluse con me la Piattola e io la guardai.
“Si, come fai a…”
“Come faccio a saperlo?” un sorriso triste si dipinse sul volto della rossa: “Perché è quello che ho sempre provato nei confronti di Harry, io lo amo ma lui ha un triste destino davanti, e vivo nel terrore di perderlo ma sai cosa mi permette di non mollare?” mi chiese.
Scossi la testa, ascoltandola attentamente.
“L’amore Draco, l’amore… ho fiducia in lui e nelle sue capacità, devi fidarti di Hermione, lei sa a cosa sta andando incontro e che cosa dovrà affrontare, ha paura ma è coraggiosa, la vera qualità di una Grifondoro… affronterà tutto con un sorriso anche se ne sarà terrorizzata, il tuo ruolo è sostenerla sempre Malfoy, starle accanto come puoi e continuare a sperare… ha bisogno di questo, stalle accanto e basta” ripete abbassando la voce.
“Solo questo?” chiesi deluso.
“Solo? Merlino Malfoy, sei davvero più tonto di quanto pensassi! L’amore che nutri per lei è l’aiuto più importante che puoi darle, noi le daremo l’amicizia, solo così potrà affrontare le altre chemioterapie e solo così potrà morire felice” disse sicura.
“Perché sei così sicura che lei morirà?” le chiesi, stringendo la mascella.
Si avvicinò a una finestra osservando le stelle che cominciavano a comparire nel cielo.
“Per poter brillare lassù, il suo posto non è qui… qui ci restano i peggiori, i migliori sono destinati a grande cosa, la sfida non è la sua ma è la tua Draco… sei tu che dovrai dimostrare a tutti che lei ti ha cambiato, solo allora potrai raggiungerla quando sarà giunto il momento” disse e io annui seriamente, prendendo sulle spalle il fardello di quella sfida difficile ma se il premio sarebbe stata lei, allora avrei affrontato altre mille sfide senza alcuna esitazione.

Ecco a voi il nuovo capitolo, devo dire che mi soddisfa anche se non so se è così commovente come vi avevo detto, in realtà ho pensato di riservare il tutto per il prossimo capitolo che è quello decisivo ma non il finale, l'ultimo sarà il ventesimo. Non odiatemi per favore, devo dire che la mia condizione di credente ha influenzato un po' questo capitolo, non so se si sia capito. Draco sta mutando velocemente non è vero? E' una sfida difficile per lui più che per Hermione, ce la farà a resistere a tutto? Lo vedremo prossimamente ahahah.... scusate l'eccessiva lunghezza del capitolo, ci ho messo due ore per scriverlo, da morire! ahahahah.... spero vi piaccia, vi ringrazio per le quattro recensioni dello scorso capitolo in particolare ringrazio elenaricci13- Partycooudy95- Francy_Remus-Final project...sono felicissima di leggere le vostre gentili recensioni.
Alla prossima, che spero sia al più presto ma non vi so dire quando, faccio avanti e indietro da città e campagna quindi be'... controllate sempre se ho aggiornato, dato che non vi so dare una data precisa.
Un bacione
L1107
 
 

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Capitolo 19
*** La morte di Hermione Jean Granger ***


LA MORTE DI HERMIONE JEAN GRANGER

Per altre due settimane la mia Hermione era stata sottoposta a vari cicli di chemioterapia, cicli che la lasciavano senza forze obbligandomi a portarla nella sua stanza in braccio. Ogni giorno mi sembrava più leggera, il viso pallido stava diventando più scarno e gli occhi che tanto amavo erano segnati da profonde occhiaie, ma non avevano perso la loro luce e la loro forza. Le labbra di solito rosee erano diventate secche e pallide come la pelle, faticava a muoversi e sapevo che provava dolore anche se non me lo avrebbe mai detto. La chemioterapia l’aveva indebolita notevolmente, i capelli le cominciarono a cadere velocemente obbligandola a rasarli, quel giorno era stato l’unico in cui si era stretta al mio petto e aveva pianto a lungo. Soffrivo con lei, perché potevo avvertire la cupa ombra che si stava inesorabilmente avvicinando a lei, succhiandole la vita e distruggendola lentamente. I suoi sogni erano tormentati, si svegliava nel pieno della notte sudata e cercava il mio conforto, così la tiravo sulle mie braccia e la coccolavo finchè non si riaddormentava, più tranquilla fra le mie braccia e io, in quei piccoli attimi, mi sentivo più utile. Sapevamo entrambi che il momento stava arrivando, i suoi genitori erano stati avvertiti da me a sua insaputa, lei non voleva che lo sapessero ma sapevo anche che li avrebbe voluti accanto, che li avrebbe voluto dire addio alla fine. Vennero rapidamente facendole una sorpresa e mi sentii meglio quando i suoi occhi si riempirono di gioia, quel giorno le concessi di stare con i suoi genitori anche se il dolore che provavo nel separarmi da lei non era così facile da sopportare. I suoi amici venivano regolarmente, sempre pronti ad aiutare ma ero io quello che lei voleva accanto, era a me che chiedeva aiuto quando divenne troppo debole anche per muovere pochi passi. Un giorno si scusò con me, per sottopormi a quello “strazio”, si scusò perché pensava di aver perso tutta la sua bellezza, non sapendo che la ritenevo ancora più bella di prima. Splendeva di una luce dorata, più forte che mai, che la faceva apparire ai miei occhi come un piccolo angelo, era fragile e delicata ma forte e decisa, non avrei mai potuto desiderare di meglio, non avrei mai potuto considerarla più bella di così. Non la lasciavo un momento, così Ginny aveva preso l’abitudine di portarmi da mangiare cosa a cui io non pensavo completamente, perché la mia priorità era lei. Ci furono anche dei giorni in cui sembrava riprendersi che ci fecero sperare moltissimo, che mi fecero sperare tantissimo, giorni in cui la spronavo dicendole che ne sarebbe uscita vittoriosa ma lei scuoteva la testa senza dire nulla, forse per non spezzare quella mia illusione. Ma quella amata illusione che mi ero fatta venne distrutta definitivamente il giorno del 20 marzo, quando ebbe una ricaduta disastrosa mentre io ero andato a prendermi un caffè per affrontare la giornata. Sentii come una fitta al cuore che mi spinse a correre con tutte le mie forze per arrivare da lei, la trovai sul letto pallida come un cencio e temetti il peggio, perché non riusciva a darmi nessuna risposta, non riusciva a riconoscermi. Quel giorno il cancro raggiunse la massima espansione e i dottori dissero che le rimanevano poche ore di vita, ore che sarebbero state tragiche e dolorose per lei e per i familiari. Hermione, dopo essersi ripresa da quell’attacco, dopo essersi ricordata di chi era e di che eravamo noi, sentendo la morte inesorabilmente vicino ci chiamò uno ad uno per dirci addio. I primi ad entrare furono i suoi genitori, che uscirono dopo una quindicina di minuti per me interminabili, in lacrime con lo sguardo vitreo, sua madre tremava senza controllo, gemeva strappandosi i capelli e il padre tentava di consolarla, anche se sembrava ancora più sconvolto di lei. Non pronunciò nessuna parola, non versò nessuna lacrima, forse il suo dolore era troppo forte per poterlo esprimere. Sua madre, dopo essersi soffiata il naso, venne tremante verso di me, tendendomi una mano titubante mentre suo padre le stava accanto, con lo sguardo rivolto su di me. Non ebbi la minima esitazione nell’afferrare la mano di quella donna sebbene fosse Babbana, non importavano i pregiudizi che avevo, sapevo che nel mio dolore ero vicino a loro.
“H-Hermione ci ha detto di quanto tu sia importante per lei, c-ci ha detto di prenderci cura di te come se fossi nostro figlio e n-noi vorremmo dirti che, se mai avrai bisogno di noi, noi ci saremmo per te” aveva detto piangendo.
Ancora una volta Hermione si era preoccupata per me e per loro, sapeva quello che faceva la mia streghetta, sapeva che solo quest’unione che si sarebbe venuta a creare avrebbe reso più sopportabile il nostro dolore.
“Grazie, anche voi, se avrete bisogno di me, per qualsiasi motivo potrete contare su di me” avevo risposto e la donna, così simile alla mia Hermione, mi aveva attratto nel suo abbraccio.
Mai ero stato abbracciato così da mia madre o da mio padre, mai avevo sentito il calore di un vero affetto di una madre verso suo figlio, Hermione aveva voluto donarmi anche la sua famiglia.
In quel momento uscirono Harry, Ron e Ginny, Harry sembrava essere quello più sano ma Hermione mi aveva pregato di stargli accanto sebbene non lo sopportassi, sapeva che sarebbe stato lui quello a soffrirne di più, conosceva la morte e aveva perso troppe persone a causa di questa e si, magari sarebbe dovuto essere più pronto per la morte di Hermione, ma alla morte non ci si abitua mai. Ginny piangeva a dirotto abbracciata al fratello pallido come un cencio ma più forte degli altri due, mi rivolse addirittura un mezzo sorriso consapevole e capii cosa voleva dire Hermione: Ron era sempre stato fondamentale nel gruppo, l’unico che aveva permesso di superare i momenti più difficili. Ginny, la più piccola e la più innocente, piangeva e si lamentava finchè Harry non la staccò dal fratello e l’abbracciò, solo allora si calmò leggermente. Poi Potter si rivolse a me, da sopra la spalla della ragazza.
“Vuole vedere te” mi disse e io annuii seriamente, stringendo i pugni ed entrando nella stanza.
La stanza odorava ancora dei fiori che le avevo portato quel giorno, sembrava scacciasse un po’ quell’odioso odore di disinfettante, e il rosso delle rose rallegrava la stanza altrimenti bianca. Hermione era al centro sola, appoggiata a dei cuscini, pallida e tremante ma tuttavia mi rivolse un sorriso raggiante, mentre gli occhi le si illuminarono vedendomi. Mi tese debolmente una mano e avanzai coprendo in poche falcate lo spazio che ci divideva, afferrando nel contempo la sua mano e una sedia che avevo occupato durante quei giorni.
“Draco…” sussurrò.
“Amore mio…” risposi.
Sentii gli occhi inumidirsi inevitabilmente e abbassai il volto perché lei non mi vedesse piangere, baciando le sue mani già fredde.
“Draco, non devi nascondere ciò che provi…” mi rimbrottò lei e, pentito, unii i miei occhi ai suoi.
Argento e rame si fusero insieme, mentre i nostri occhi leggevano negli altri l’amore che entrambi provavamo l’uno per l’altra. Un amore forte, un amore deciso e un amore che sarebbe inevitabilmente finito, lacerato dalle unghie della gelida morte.
“Hermione, non lasciarmi… ti prego” la supplicai.
Calde lacrime roventi caddero lungo il mio volto, per poi finire nelle mani della mia donna, la quale alzò una mano poggiandola in una delle mia guance. La pelle fredda si riscaldò con il calore della mia, mentre mi godevo il profumo e la morbidezza della sua pelle che, nonostante tutto, ancora conservava.
“Draco… non voglio lasciarti” gemette lei e io, sporgendomi in avanti, l’avvolsi nel calore del mio abbraccio. Sembrava così piccola in confronto a me, così debole ma sapevo che era forte.
“Vorrei morire io al posto tuo” sussurrai e la senti irrigidirsi.
“Non dirlo nemmeno per scherzo Draco, tu devi vivere e devi sposarti, proseguire la tua vita” ripetè le parole che mi aveva ripetuto già tante volte.
“La mia vita sei tu” le risposi.
La mia vita era lei e mi stava per essere strappata brutalmente dalle mie braccia, così presto, così giovane. Non l’avrei potuta sposare, non avrei potuto avere dei figli da lei, non sarei potuto invecchiare con lei, tutto questo non era permesso a uno come me, troppo male avevo fatto e dovevo pagare ma…perché doveva pagare lei? Perché lei e non io? Lasciatela vivere in pace, vi scongiuro!
“Draco, devi essere forte” la sua voce acquisì una nuova forza mentre lei si staccava leggermente da me. Il suo viso sembrava più puro che mai, senza le occhiaie… era la donna forte che avevo sempre amato, quella che non si era mai arresa e che non si sarebbe mai arresa, quella che avrebbe affrontato la morte con serenità: quella che avevo sempre amato e mi parve più bella che mai, mi parve che tornasse a quell’Hermione così tenace, così coraggiosa, così sana e viva… l’Hermione di Hogwarts.
“Devi essere forte Draco, io starò bene e non ti abbandonerò mai… veglierò su di te, non ti abbandonerò, ma tu devi essere forte Draco, devi sopravvivere, devi ritrovare la tua strada… ti chiedo solo questo, non lasciarti trascinare dal dolore, devi combattere” mi disse.
“Hermione perché ti preoccupi così per me quando sei tu quella che morirà?” le domandai, stringendole le mani.


“Perché ti amo con tutta me stessa e perché la prova più dura non spetta a me, ma spetta a te, il mio corpo morirà ma la mia anima sarà viva e forte, la tua invece verrà spezzata e dilaniata dalla mia morte…” mi spiegò con calma.
Era vero, sapevo che sarebbe stato così, sapevo che avrei sofferto e sapevo anche che la cosa che mi sarebbe venuta più facile sarebbe stata lasciarmi morire, Hermione mi stava chiedendo di lottare, per me, per lei, per il nostro amore.
“Ci proverò” le promisi e solo allora lei mi sorrise più raggiante che mai e unii le sue labbra alle mie. Quel bacio fu’ salato, per colpa delle nostre lacrime, ma così dolce allo stesso tempo, che perdemmo la concezione dello spazio. Hermione ebbe un piccolo fremito e si staccò da me, notai per la prima volta la paura nei suoi occhi, temeva quello che sarebbe successo perché non poteva controllarlo.
“Devi starle accanto” mi aveva detto Ginny Weaslei e in quel momento capii che dovevo essere io a salvarla, come un uomo innamorato che salva la propria amata.
“Ho paura Draco” sussurrò lei mentre il gelo cominciava a intorpidirle le membra, costringendola ad appoggiare il peso sui cuscini. L’afferrai immediatamente portandomela in braccio, tentato inutilmente di riscaldarla con il mio corpo.
“Andrà tutto bene, amore mio…. Affronterai tutto come la leonessa che sei e che rimarrai per sempre” le sussurrai cullandola contro il mio petto.
Calde lacrime di terrore cominciarono a sgorgarle dai meravigliosi occhi da cerbiatta.
“Volevo fare così tante cose, volevo laurearmi, sposarmi con te…. Avrei voluto vivere la mia vita con te” sussurrò.
“Lo so, amore mio, lo so” sussurrai ma poi fui colto da un’improvvisa idea, un’idea che le avrebbe permesso di morire felice. Mi ricordai dell’anello che avevo sempre custodito nella mia tasca, aspettando la donna a cui darlo, era lei che doveva averlo. Afferrai la scatolina e gliela porsi, affinchè l’aprisse.
“Draco… che cosa?” esclamò meravigliata davanti all’anello.
“Vuoi sposarmi?” le chiesi e lei, con la poca forza che le rimaneva, sussurrò un debole si prima di baciarmi per poi osservami mentre le infilavo l’anello al dito. Mi rivolse un sorriso luminoso, un sorriso nuovo e aperto, un sorriso che le rimase nelle labbra mentre il gelo raggiungeva definitivamente il suo cuore. Morii così, fra le mie braccia, con un sorriso felice e sereno sul volto, l’anello al dito.

Solo allora permisi al dolore d’invadermi mentre cominciavano ad entrare i suoi genitori e i suoi amici. Gli infermieri cercarono di strapparmi il suo corpo dalle mie braccia ma gemendo e tremando li implorai di non farlo.
“Signore, non c'è più nulla da fare” mi disse gentilmente un’infermiera tentando di portarmela via.
“No, No… vi supplico! Lasciatela stare!” urlai piangendo a dirotto, tremando. La piccola Weasley avanzò e mi posò una mano sulla spalla.
“Draco, devi lasciarla andare adesso… è ora che lei spicchi il volo” mi disse e solo allora mollai la presa dal suo corpo che fu’ portato via dalla stanza.
Non resistevo più in quella stanza, mi sentivo come soffocare, non riuscivo a respirare perciò fuggii da tutti, senza alcuna meta. Il dolore mi squassava il petto, era come se mille frecce si fossero conficcate nel mio cuore, mentre le lacrime mi appannavano la vista. Inciampai cadendo nel fango, che m’imbrattò i vestiti e il volto, affondai le mani sul fango mentre urlavo, urlavo tutto il mio dolore. Mi rialzai a fatica e scagliai la mia ira contro tutto ciò che c’era intorno, senza bacchetta, distrussi rami e scagliai violenti pugni sulla corteccia di un albero, facendomi sanguinare le nocche. Il dolore che si prova quando si perde l’unica ragione della tua vita, quando si perde una parte della tua stessa anima, è qualcosa che non può essere descritto a parole, qualcosa che ti congela il cuore, che ti uccide dentro e diventi uno zombie, senza nessuna possibilità di scampo. Sarei voluto morire, la mancanza di Hermione si sentiva troppo sebbene fossero pochi minuti di separazione, in confronto a quelli che sarebbero stati poi: una vita intera. In quel momento un vento si levò alto nel cielo mentre dei petali di rosa si sollevavano da terra. Alzai gli occhi da terra sentendo uno strano profumo raggiungere le mie narici, il profumo di lei: un profumo così inebriante, così delicato, così fresco e primaverile mentre il cielo notturno si riempiva di stelle.
“Hermione, sei tu?”
Un petalo di rose fresco mi accarezzò delicatamente una guancia, confortandomi e ricordandomi le carezze di lei. Era lei, lei che non mi aveva abbandonato, lei che danzava allegramente davanti a me con un sorriso raggiante sul volto, un sorriso che illuminava la notte tetra, mentre mi tendeva una mano pulita e forte. Era un angelo? Era una magia? Non sapevo che cosa fosse, so solo che mi alzai afferrando quella mano, estasiato da tanta bellezza e nel momento in cui le nostre mani si ricongiunsero una forza s’impadronì di me. La figura svanì danzando tra petali di rosa, rivolgendomi sorrisi per poi volare in cielo e diventare una stella, la stella più bella e brillante di quella notte.
“Ti amo, Draco” sentii la sua voce dentro la mia testa.
“Ti amo, Hermione, e lo farò per sempre” sussurrai mentre quella stella sembrava mandare bagliori verso di me, quasi come se mi sorridesse.
Sarò una nuvola di giorno e una stella di notte, sarò sempre con te, fino alla fine, per sempre.
Era mezzanotte e lei morì il 21 Marzo, segnando l'inizio della primavera, l'inizio di una nuova era, l'inizio di una nuova vita, per me, per lei, per noi.

Ecco a voi il capitolo... non ho nulla da dire, so bene che mi odiate profondamente ma sappiate che personalmente non mi piace... non so, è stato commovente per voi? Avete versato almeno una lacrimuccia? Non so... non mi convince molto ma spero che vi piaccia, lo spero davvero tanto dato che a me non piace per nulla se devo essere sincera. L'ultimo capitolo non so quando lo posterò, ci sarà il funerale di Hermione e poi una parte della vita di Draco da adulto. Come avete notato ormai che Hermione è morta la storia viene raccontata in prima persona da Draco... be', fatemi sapere se avete pianto.
Un bacione e alla prossima
L1107

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Capitolo 20
*** Il funerale ***


IL FUNERALE

Hermione è a pochi passi da me, avvolta in una leggera stoffa rossa che le scopre leggermente le gambe sottili e eleganti, il viso è raggiante mentre mi sorride e sono accecato da tanta inestimabile bellezza. Raccoglie fiori su un prato verde, piegando le gambe che scompaiono sotto il vestito, li porta al naso e li annusa per poi voltarsi verso di me e sorridermi dolcemente. Per qualche strano motivo non riesco a raggiungerla, non riesco a toccarla o a baciarla e questo mi terrorizza così la chiamo ma non mi sente, è voltata ora e posso vedere solo le sue spalle tremare.
“Hermione!”
Sento che è tremendamente in pericolo, il cielo luminoso si riempie improvvisamente di nuvole e la luce comincia a essere sostituita dal buio. La scena è ora illuminata solo da qualche lampo e tuono, Hermione urla improvvisamente cadendo a terra, contorcendosi. Con tutta la forza che mi rimane riesco a muovermi verso di lei e a raggiungerla, non riesco ancora a vederla in volto mentre lei si contorce dal dolore davanti a me colpita sicuramente dalla Maledizione Cruciatus. Piange e geme dal dolore, chiama il mio nome e mi chiede aiuto, ma non vedo nessuno e non so come diavolo fermare quell’agonia. Ho la bacchetta stretta in mano ma non serve a nulla, non riesco a fermare il suo dolore. un rivolo di sangue sgorga dalla sua bocca mentre i suoi occhi spalancati dalla paura si posano su di me, la pelle è livida e lei ha cessato di muoversi.

“NO!”

Mi sveglio di soprassalto, scombussolato dal buio della mia stanza, mentre mi passo una mano fra i capelli sudati, tremando. Una lieve luce si accende e riesco a riconoscere il volto di Zabini che si avvicina a me. Sono tornato a Hogwarts il giorno dopo la sua morte e non riesco a dimenticarla, non posso dimenticarla.
“Draco, stai bene?” mi chiede Blaise posandomi una mano leggermente scura e confortante sulla spalla. Scuoto la testa sentendo varie vampate di calore colpirmi alternate da un freddo gelido. Quel freddo che mi gela le ossa e il cuore, quel freddo che è venuto a uccidermi lentamente e che accolgo sempre volentieri. Sento una fitta dolorosa al petto che, seppur non si può vedere, so che sanguina copiosamente da giorni.
“Non starò più bene, Blaise” rispondo seccamente alzandomi troppo velocemente. La testa mi gira e per ristabilire l’equilibrio devo sedermi sul letto.
“Draco, devi farti dare qualcosa per calmarti da Madama Chips” mi suggerisce Blaise leggermente preoccupato.
“No, affronterò tutto… gliel’ho promesso ed è il minimo che possa fare” scuoto la testa, deciso. Merito quel dolore, è l’unica cosa che mi permette di non impazzire, l’unica cosa che mi permette di sopravvivere. Sento la sua mancanza come un chiodo fisso conficcato nella mia testa, i sensi di colpa artigliano ferocemente il mio stomaco portandomi a feroci ondate di nausee che riesco a reprimere faticosamente. Non sono riuscita a proteggerla, non ho potuto fare nulla davanti a una malattia Babbana, una semplice malattia Babbana… io, che mi sono sempre ritenuto superiore a tutti, sconfitto miseramente dai Babbani.
“Come posso aiutarti?” mi chiese Blaise. Blaise è un bel ragazzo, alto e determinato, perfido come solo un Serpeverde sa essere ma è sempre stato l’unico amico che ho avuto. Blaise si è sempre rilevato leale nei miei confronti, senza mai voltarmi le spalle e ascoltandomi qualora ne avessi bisogno.
“Lanciami la maledizione Cruciatus” gli chiedo guardandolo negli occhi scuri che si sbarrano improvvisamente.
“Sei pazzo? E’ illegale!” risponde immediatamente e io scuoto la testa, facendola crollare sul mio collo e fissandomi le ginocchia.

Sono pazzo, sto veramente impazzendo, non riesco più a ragionare, la forza mi ha completamente abbandonato, provo solo un amore infinito, un amore così devastante nella sua forza che non so come contrastare, un amore che non riesco a controllare e fa’ ancora più male.

“N-Non ci riesco…” balbetto- io che non balbetto mai.
“Si che ce la fai, sei il principe delle Serpi Malfoy” mi risponde lui.
“Se questo servisse a qualcosa… ho fallito Blaise, non sono riuscito a salvarla, ho fallito miseramente” borbotto.
“Malfoy, ma cosa t’importa? E’ solo una sporca Mezzosangue!”
Scatto ferocemente in piedi e, senza pensare, mi avvento su di lui con il solo intento di ucciderlo. Non so che cosa mi sia preso, mi ritrovo sopra di lui con le mani sporche del suo sangue, mentre Blaise cerca di pararsi senza però rispondere ai miei attacchi.
“Draco, basta!” una voce spettacolare, la sua voce, mi fa’ tornare improvvisamente in me e mi scaglio violentemente lontando da Blaise che si tiene la faccia sporca di sangue mentre mi guarda.
“Blaise, scusa ma….”
“Non c’è bisogno che ti scusi Draco, l’intento era quello… hai troppo dolore e hai bisogno di sfogarlo” mi rispose lui tamponandosi il naso da cui gocciolava il sangue.
“No, non c’è alcun bisogno di sfogarmi… mi permette di sentirmi vivo”
“Il dolore ti sta consumando” insiste ancora.
“E’ quello che merito” rispondo ricevendo improvvisamente un pugno in faccia da un furioso Zabini.
“Draco Malfoy, sei il principe delle Serpi e come tale non dovresti essere così idiota! I Serpeverde hanno sempre lottato per la loro vita e tu, a una minima difficoltà, ti lasci andare come un patetico Grifondoro?” mi rimprovera ferocemente ed è già sul punto per colpirmi di nuovo ma riesco ad afferrargli la mano e ad alzarmi. Sono più alto di lui ma la furia che arde in lui sembra essere più forte.
“E’ così quando si ama…” rispondo orgogliosamente.
“Pensi che questo sia amore, Malfoy? Merlino, posso capire che non lo hai mai provato ma il tuo non è amore… il tuo è solo una scusa! Hai paura di lottare, hai paura d’innamorarti di nuovo di qualcun’altra perché sai che devi affrontare una barriera di fuoco… C’era arrivata pure la Granger, per questo ti aveva detto di reagire e tu invece cosa fai? Te ne stai lì, come un bambino capriccioso, a frignare su quanto sia ingiusta la vita, gettando alle ortiche ciò che lei ti ha donato! L’amore non è il tuo, altrimenti mostreresti più rispetto per quello che lei ti ha dato e lotteresti per difenderlo… il vero amore è quello che la Granger ha fatto per te, si è pure sacrificata per te, per poterti dare una vita migliore! Pensi che per lei sia stato facile chiederti di sposarti con un’altra? Io penso che sia quello che le abbia fatto più male in assoluto ma lo ha accettato comunque, perché ti ama e vuole la tua felicità e tu…TU, COME UNO STUPIDO RAGAZZINO INFANTILE, TI CROGIOLI NEL DOLORE SENZA FARE NULLA PER PRENDERE AL VOLO L’OPPORTUNITA’ CHE TI E’ STATA DATA, SEI DAVVERO UN’IDIOTA MALFOY!” sbraita infuriato a un centimetro dal mio volto.
Le sue parole sono come una doccia ghiacciata mentre mi rendo conto di quanto io sia stato tremendamente infantile. Hermione ha sacrificato sé stessa per darmi la possibilità di essere migliore e di essere felice, ha visto del buono in me e ha creduto in me e io… io sono un vero perdente, perché non ho mai compreso l’amore infinito della mia donna, sono un perdente perché io non l’ho mai amata così tanto, sono un perdente perché lei sapeva che io non l’amavo così tanto e lo ha accettato, ha accettato d’insegnarmi a farlo pur sapendo che sarebbe stato difficile. Un Malfoy è restio a cambiare i suoi principi, un Malfoy fugge sempre davanti alle difficoltà, un Malfoy preferisce morire piuttosto che lottare. La consapevolezza di questo, di essere così simile a mio padre, mi distrugge nuovamente, gettando i pochi pezzi che mi rimanevano nel fuoco che divampa dentro di me. Sotto le mie dita si sbriciola la mia identità, quello che ho sempre creduto di essere e qualcosa si dibatte furiosamente, spezzando le catene e tornando a galla in tutta la sua potenza, un nuovo Drago apre le ali e ruggisce sputando fuoco, reclamando la sua libertà, un nuovo Draco non più Malfoy si rialza più forte di prima e riprende il cognome da troppo tempo abbandonato: Black.
“Cosa devo fare?” chiedo, sentendo la forza tornare dentro di me. Zabini mi osserva meravigliato, il chè è strano dato che Zabini non è mai sorpreso, sembra che abbia visto qualcosa di diverso in me… io mi sento diverso.
“Per prima cosa vestiti, ci sarà il suo funerale fra poco” mi risponde e, dandomi una pacca sulla spalla, mi lascia solo nella stanza. Getto un’occhiata all’orologio che segna le dieci e mezza. Il dormitorio è vuoto eccetto me, perciò mi vesto velocemente prima di dirigermi verso la Sala Grande. I genitori di Hermione hanno scelto di darle un addio degno di lei e della sua magia, e hanno chiesto a Silente di celebrarlo a Hogwarts, il posto che lei ha sempre amato. C’è uno strano silenzio quando entro in Sala Grande e tutti si voltano a guardarmi, noto un cenno quasi amichevole nella mia direzione e mi volto dirigendomi verso il tavolo dei Grifoni.
“Ciao Piattola”
“Ciao Draco, cos’hai fatto? Sembri… diverso” mi domanda lei. E’ più tranquilla e la fiamma che risiede dentro di lei sembra brillare più che mai, un altro dono di Hermione. Ginny, dopo la sua morte, ha acquisito una nuova potenza come se avesse preso dentro di sé la magia che risiedeva in Hermione, proteggendola con il suo cuore. Potter e Weasley invece hanno il volto tirato ed è veramente strano che nessuno dei due aveva toccato ancora cibo.
“Anche tu” risposi e lei mi sorrise, un po’ tristemente.
“E’ inutile crogiolarsi nel dolore, bisogna reagire… Hermione avrebbe voluto questo e sono più che decisa a rispettare la sua volontà” mi rispose subito dando una pacca a Potter il quale si ristabilì leggermente. Notai però le occhiaie profonde e il volto pallido e le parole di Hermione risuonarono forti nella mia mente.
-Fra tutti quelli che soffriranno per la mia morte sarà primo, anche a te, Draco, Harry e no… non perché mi ama ma perché troppe volte ha visto la morte in faccia e troppe volte essa le ha portato via le persone più care. Dovrai aiutarlo a risalire, Harry è la nostra speranza per sconfiggere Voldemort e per farlo ha bisogno anche del tuo aiuto, lo aiuterai Draco?-
-Ci proverò, Mezzosangue-
Battei una pacca sulla spalla di Potter che quasi si soffocò col il porridge… cominciamo bene. Mi sedetti accanto a lui dopo aver scacciato un piccolo Grifondoro, ignorando le sue proteste e i vari sguardi assassini da parte dei Grifoni.
“Stai bene, Potter?”
“A te cosa importa, Malfoy?” rispose pronto pulendosi gli occhiali e fissandomi come un pesce lesso. Merlino, questo sarebbe davvero stato il nostro salvatore?
“A me nulla, importava a lei… me lo ha chiesto prima di morire” risposi zittendolo subito. Improvvisamente sorrise scuotendo la testa.
“E’ sempre lei, sempre a preoccuparsi degli altri mai di sé stessa… se solo fosse qui” improvvisamente e dimostrando di soffrire di qualche cambio di personalità scoppiò a piangere, biascicando qualche parola su quanto le mancasse e su quanto le volesse bene.
“Potter, Hermione ti voleva bene… voleva bene a tutti voi me lo ha sempre detto e so che avrebbe voluto essere qui con voi, quest’anno, a festeggiare felicemente la fine dell’anno e a vivere altre avventure con voi… non le è stato possibile farlo ma non dovete pensare che vi abbia abbandonato per sempre, forse non riusciamo a vederla ma possiamo percepire la sua presenza. Merlino, mi costa molto ammetterlo ma penso che tu sia davvero il nostro salvatore quindi vedi di non frignare e comincia a crescere, puoi farcela anche senza di lei perché non sei solo”
Non so cosa diamine abbia detto perché non ho seguito minimamente il filo del discorso ma so solo che, con mio grande orrore, Potter mi sta abbracciando.
“Lo farò” mi sorride raggiante, colpito dalle mie parole che ho scordato ma poco importa se sembra stare meglio. Ginevra mi osserva attentamente e io distolgo lo sguardo facendo per alzarmi quando lei decide di seguirmi.
“Malfoy, hai una bella maschera”
“Di che diamine parli, Piattola?” le chiedo senza tuttavia volerla offendere e lei lo sa, è un soprannome che le ho dato per via della bassa statura e del suo essere così rompi palle.
“Dico che stai nascondendo le tue vere emozioni dietro un muro, il solito muro del Malfoy sicuro di sé, ma le parole che hai detto a Harry dimostrano quanto grande sia in realtà il tuo dolore e sai… nel soffrire, nel piangere, nel provare dolore e mostrare i propri sentimenti non c’è nulla di male, è umano” mi dice prima di voltarsi e tornare al suo tavolo. Perplesso raggiungo il mio tavolo proprio nel momento in cui la bara compare improvvisamente davanti alla sedia del professore Silente. Il respiro comincia a mancarmi quando distinguo il corpo della mia donna che sembra dormire là dentro e distolgo lo sguardo, puntandolo sul Preside, consapevole di non poter reggere l’ondata di nausea altrimenti.
“Come tutti saprete oggi siamo qui per onorare una delle alunne più talentuose e intelligenti di tutta la scuola: Hermione Jane Granger. Hermione è sempre stata una ragazza con la magia dentro e solo un cuore in grado d’amare, un cuore puro come lo era il suo avrebbe potuto ricevere così tanta magia e non importava la condizione del sangue qualunque essa fosse. Hermione Granger è stata per noi e deve continuare ad essere una fonte d’ispirazione, ci ha dimostrato di come tutti noi siamo creature di questo mondo e come, di conseguenza, sia importante amarci l’un l’altro. Ha sempre mostrato un grande rispetto per tutti, meno che per le regole, e non si è mai ritenuta superiore a tutti insegnandoci il valore dell’uguaglianza e dell’amore. Ho assistito alla sua crescita morale e spirituale e mi sono convinto che noi maghi abbiamo molto da imparare dai Babbani, un esempio ne è l’amore nato fra lei e Draco Malfoy.”
Il Preside mi rivolse uno sguardo d’intesa invitandomi con un gesto della mano a raggiungerlo, mentre il resto degli studenti mi osservava. Faticai a uscire da quella panca e a dirigermi verso la bara che si trovava al centro, sapevo di doverla guardare ma non ci riuscivo, forse perché sapevo che si sarebbe spezzata la speranza definitivamente di vederla viva accanto a me ma sapevo anche che glielo dovevo. M’inginocchiai stupendo tutti davanti alla bara decidendomi a guardare il volto pallido della mia amata, non riconoscendola come tale. Mancava il calore che amavo di lei, le mani erano posate sul suo grembo ed era stata vestita di quello stesso tessuto che indossava nel mio sogno. Notai con disgusto il trucco che le avevano messo e la lacca dei capelli, sapevo che Hermione odiava entrambe le cose perciò alzai la bacchetta e, prima che qualcuno potesse fermarmi, mormorai un Gratta e netta ripulendole il viso e i capelli.
“Hermione odiava la lacca e anche il trucco, mi diceva che significava indossare una maschera e fingere d’essere qualcuno che non si è” mormorai come spiegazione afferrando una ciocca già ruvida ma che sembrava brillare di luce propria nonostante tutto, agganciandola dietro un suo orecchio. La pelle era fredda ma possedeva ancora lo stesso profumo che ricordavo di lei, forse ancora più intenso. Le lacrime sgorgarono dai miei occhi e non feci nulla per fermale o nasconderle, piangere e umano e amare è divino.
Era come se fossimo solo noi due in quella stanza, come se mi trovassi davanti a lei e non al suo corpo freddo ma alla sua anima viva e brillante. Hermione mi sorrise come sempre incoraggiante. Dovevo darle l’ultimo addio.
“Quando si è giovani non si pensa a cosa potrebbe accadere, finchè non accade. Sei morta dopo aver dato tutto quello che potevi, dopo avermi dato tutto quello che potevi e sei stata l’unica e sarai l’unica per sempre per me, nessuna mai potrà sostituirti né vedere ciò che tu sei riuscita a vedere dentro la mia anima nera. Mi hai restituito la vita, una vita che non apprezzavo e che non amavo perché non avevo te, perché mi mancava l’amore. Si, le tue mani ora sono gelide e il tuo cuore non batte più ma posso sentire tutto l’amore che mi hai dato, lo sento dentro il mio corpo e fa’ ancora più male, perché distrugge ogni cosa e lascia solo il dolore. Sento la tua mancanza come se mi mancasse l’aria, ti ho chiesto di sposarmi, ricordi? E diamine, so avresti voluto sposarmi quel giorno e io avrei dovuto accorgermi di te, di tutto quello che eri e che sei, molto prima, avrei voluto più tempo… più tempo, solo questo, più tempo per esprimere tutto il mio amore ma non mi è stato possibile. Solo ora posso capire quanto fosse grande il tuo, solo ora posso capire quanto tu mi abbia veramente amato e quanto il mio amore sia effimero e debole in confronto al tuo. Mi hai restituito la felicità di vivere, mi hai restituito l’amicizia e i sentimenti senza il quale non vivevo realmente e mi hai donato la tua famiglia. Un “grazie” sembra così banale rispetto a quello che hai fatto, hai fatto tanto senza mai chiedere nulla in cambio e l’unica cosa che posso prometterti ora più che mai è che, sebbene il dolore mi spinga a uccidermi non lo farò, vivrò la mia vita e l’amerò più che mai come mi hai insegnato a fare, anche se non ha senso vivere senza di te e lo sai. Mi hai chiesto di sposare un’altra, d’innamorarmi di nuovo e so che sarà impossibile amare qualcun’altra come ho amato te ma posso provarci, solo questo. Ti ho amata sempre, ti amo tutt’ora e ti amerò per sempre, fino alla fine dei miei giorni, con tutta la mia anima, con ogni sospiro del mio dolore e con ogni lacrima del mio corpo. Mi hai restituito la vista in un mondo tutto grigio, un mondo che cercherò di rendere migliore per te, per noi, per loro. Combatterò affianco ai tuoi amici, li difenderò con tutto me stesso, sono disposto a morire per loro e per la famiglia che mi hai dato, te lo prometto Hermione, questo non è un addio ma è un arrivederci” dissi lasciando che il dolore dimorasse in me e pugnalasse il cuore che aveva cominciato furiosamente a battere, prima di chinarmi sul suo volto e baciarla, senza nessuna vergogna, senza nessun timore. Dopo alzai la mia bacchetta mentre tutti gli altri facevano lo stesso, dando il contributo al funerale di Hermione. Spaccai la bara sorprendendo tutti, sapevo che Hermione le aveva sempre odiate, lei voleva continuare a viaggiare per questo chiesi a tutti di donarle un po’ della loro magia, e il suo corpo arse di fuoco, consumandosi velocemente mentre la sua cenere si sparse su quel luogo che tanto aveva amato, su quel lago Nero che aveva poi segnato la sua vita facendole scoprire il suo destino, sarebbe stata la custode di Hogwarts per sempre. Solo allora le mie gambe cedettero e le fiamme che bruciarono il corpo di lei bruciarono anche la mia anima, bruciarono l’anima nera che mi ritrovavo e da quelle ceneri invisibili nacque una nuova anima, bianca e pura: l’ultimo dono di Hermione.
“Expecto Patronum” una lontra argentea spuntò improvvisamente dalla mia bacchetta sorprendendo tutti compreso me, che ero abituato al mio abituale furetto ma che amai quel patronus più del primo, perché era segno di lei.
“Expecto Patronum” un cervo affiancò subito la mia lontra seguita subito dopo dal cavallo di Ginny e dal cane di Ron e da innumerevoli altri Patronus che si unirono al mio, per seguire le ceneri di Hermioni per poi perdersi nell’orizzonte.

Dopo 73 anni…
Finalmente il mio turno è arrivato, finalmente potrò riabbracciarla. I miei figli ormai grandi piangono, Scorpius circonda le braccia della sorella Hermione per consolarla e io sorrido a mia moglie, la quale conosce la storia, la quale mi ha amato a modo suo accettando l’amore che potevo darle.
“Va’ da lei, Draco” mi sussurra e io, dopo aver salutato la mia piccola Hermione e il mio adorato Scorpius mi ricongiungo alla donna che ho sempre amato. La trovo vestita di bianco, con un sorriso smagliante sul volto e lo sguardo vivo e brillante, circondata da una luce pura.
“Ce ne hai messo di tempo, Draco” mi rimprovera dolcemente lasciandosi stringere e trovando il sul solito posto sul mio petto, sul quale poggia la sua testa.
“Ne è valsa la pena” rispondo felice.
“Ne varrà sempre la pena” mi risponde prima di baciarmi.

Draco morì il 21 giugno, quando l’estate arrivò e venne ricordato da tutti come un eroe. Aveva lottato lealmente accanto a Harry Potter, Ginny Weasley e Ron Weasley, tradendo Lord Voldemort e segnando il ritorno della libertà del Mondo Magico, tutto per lei, per Hermione. Adesso sarebbero potuti stare insieme, per sempre, senza confini di tempo, senza riserve alcune, senza nessun limite. Il dolore di Draco era servito a qualcosa, la sofferenza lo aveva aiutato a cambiare diventando una persona migliore, il sacrificio di Hermione non era stato vano e adesso Draco avrebbe potuto amarla come lei meritava di essere amata, per l’eternità.Quello stesso giorno Fierobecco,che era stato adottato da Draco, spiccò il volo verso una nuova vita di pace e serenità, riacquistando la proprio libertà, godendosi il fresco vento che lambiva le sue delicate piume e tornò da Hagrid, ormai vecchio, a Hogwarts dove vi rimase per gli ultimi anni della sua vita.

E  siamo arrivati finalmente alla fine... be' finalmente è una parolona dato che questa storia mi mancherà un po'. Ho cercato di renderla meno pensante soprattutto nel pezzo con Harry, e ho cercato di creare un bel funerale per Hermione senza eccessiva tristezza anche se non so se vi ho fatto piangere... Vi ho fatto piangere? Fatemi sapere che cosa ha suscitato in voi questo capitolo, ho voluto trattare anche diversi temi come quello dell'uguaglianza dato che Hermione ha sempre lottato per quelli. Questa storia e questo capitolo lo dedico a mio nonno, morto per il tumore al cervello e che ho visto spegnersi lentamente, soffrendo molto... e lo dedico a tutte le vittime del terrorismo, in particolare a quelle vittime dell'Orlando, augurandomi che questa folle guerra possa finire e che il bene possa trionfare, senza diffenrenze nè di razza nè di sesso, ma solo rispetto , pace e amore.
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, se vi è piaciuto o se vi ho deluse... spero di no!
Buona estate a tutti! Non so se ritornerò con un'altra bella storia... ci penserò
L1107

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