Cronache di un tempo infinito

di Artemide BlueMoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 settembre, il ritorno ***
Capitolo 2: *** Un nuovo studente ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** 1 settembre, il ritorno ***


Anche il primo settembre la pioggia non dà pace alle anime vaganti che di primo mattino hanno il coraggio di sgusciare fuori dal letto per scendere in strada, le strade sono ridotte a ruscelli, le acque del Tamigi sono più irrequiete del solito.

Sullo sfondo di un Londra ancora tiepidamente accoccolata tra le braccia dell'afosa estate appena trascorsa, la stazione di King's Cross è animata da tante figure ammantate di nero che vagano portandosi appresso grossi carrelli colmi di bauli.

Un ragazzino dai capelli neri e gli occhi verdi rilegge per l'ultima volta l'esclusiva lettera che gli è arrivata per la prima volta quell'estate, prima di salutare i suoi genitori in lacrime e il fratellino più piccolo.

Altri come lui colgono l'ultima occasione, mentre vari gruppetti vanno a formarsi sulla banchina, accanto al treno rosso sbuffante e anche dentro.

Come per qualcuno è la prima volta, per altri è l'ultima occasione che hanno per attraversare il magico muro che divide il binario nove da quello numero dieci.

Alcuni come altri preferiscono la compagnia delle famiglie, che vedranno di nuovo solo solo in occasione delle vacanze di Natale, distanti 3 mesi.

Un ultimo sbuffo di vapore avverte i ritardatari di muoversi a sistemare gli ultimi bauli e a salutare chi ancora mancasse del lungo elenco di parenti al seguito.

Un ciuffo castano sfugge dalla perfetta coda di una giovane strega, intenta a non soffocare nella stretta dei suoi fin troppo apprensivi genitori.

-Madre, padre, non ce n'è bisogno. Starò via solo tre mesi, mi rivedrete a Natale-

-Lo so, ma questo è il tuo penultimo anno e ...-

-Non c'è bisogno che me lo ricordiate, lo so bene. Ora devo andare: ho visto f su un vagone ad aspettarmi insieme ad alcuni nostri compagni di casa-

-Ciao Giuliana, salutaci Hogwarts-

-Dai G, sali a bordo!-

La ragazza si libera dalle braccia della madre, saluta il padre e sale con un balzo sul treno, gli occhi color del cielo in tempesta fissi sui genitori.

Ci mette poco ad essere tirata a bordo dalla sua migliore amica: più alta di lei, capelli mossi, viso a cuore e fisico slanciato da giocatrice di quidditch.

Indossa già la divisa della loro casa, orgogliosa com'è della serpe che si arrampica sullo stemma del suo maglione.

Giuliana e Federica non ci mettono molto a capire che sia il caso di tornare al loro scompartimento, per non essere travolte dalla folla di primini emozionati.

Ce ne sono di tutti i tipi, da quelli che sfoggiano agitandola la loro bacchetta con orgoglio a chi piange tutto solo in un angolo, si stanno già andando a formare alcuni gruppetti.

Il treno è ormai partito, lasciandosi alle spalle la piovosa Londra in favore di un paesaggio più campestre.

Con un po' di fatica stanno per raggiungere lo scompartimento quando un'alta figura ammantata di rosso e oro va accidentalmente a sbattere contro la più alta delle due amiche, deviandola di poco dal suo percorso.

-Ehi stai attento Grifonschifo-

-Non avrei neanche desiderato sgualcirmi il vestito andando a sbattere contro una tale persona- risponde quel ragazzo alto e moro con astio spazzolandosi il maglione.

-Cosa osi insinuare con questo?- ribatte Federica, dando fondo al nuovo rancore per il nemico appena conquistato.

-Io non insinuo proprio niente, non ho problemi a dirti che ...-

-E' abbastanza, smettetela. Fede andiamo- Giuliana interrompe il battibecco e con la sua voce pacata, ma allo stesso tempo imperiosa e gelida, mette a tacere il dibattito.

Non si incontrano più con quel ragazzo, che se n'è andato sbuffando, per tutto il viaggio, troppo impegnate con poche delle loro compagne di casa a parlare delle appena trascorse vacanze chi nel mondo babbano che nel mondo magico.

-... alla fine ci siamo resi conto che eravamo finiti a baciarci nella tana di un drago e siamo scappati via di corsa-

-E tu, G? Non hai niente da raccontarci?-

-Come ogni anno ho passato l'estate in compagnia della mia famiglia nella nostra tenuta estiva-

-Nessun affascinante giovane ti ha smossa dal tuo castello di ghiaccio e castità?-

-No, non direi, come sempre-

Giuliana non ha mai avuto un fidanzato, ma questo non la disturbava, anche perchè solo pochi avevano avuto il coraggio di avvicinarla superando le sue barriere.

Vanno avanti a parlare di tutto e di niente, tanto che a un certo punto sia la bassa strega che la sua migliore amica tirano fuori i loro fidati libri babbani, portati apposta per superare la noia del viaggio.

Spalla contro spalla le due si mettono a leggersi in rispettoso silenzio, mentre intorno a loro il mondo continua a scorrere.

Fuori dal finestrino ormai la campagna inglese ha invaso ogni cosa.

All'improvviso una alta ragazza bionda spalanca con una grazia innata la porta dello scompartimento, sul petto porta la spilla da prefetto di Serpeverde.

-Amanda! Ero sicura che quest'anno ti avrebbero accettata come prefetto-

-Lo so Megan, era solo questione di tempo prima che la McGranitt si accorgesse di quanto valgo- risponde con superbia la bionda.

Giuliana non riesce a nascondere una smorfia di disgusto all'evidente tracotanza della sua poco gradita compagna di casa, mentre Federica non le risparmia uno sguardo di puro astio.

Amanda Lincoln è sempre stata così smorfiosa, ma solo nell'ultimo anno si è rivelata come la principessa vipera viziata che è.

-Alexandra, ti prego, potresti raggiungermi? Ci vogliono di là-

Il ragazzo al quale è appoggiata Federica si alza con uno sbuffo, neanche a lui sta a genio la principessina, ma il dovere lo chiama essendo lui il secondo prefetto.

Si spazzola la chioma color petrolio in un modo che fa letteralmente impazzire Federica, è piuttosto palese come in fondo questa abbia una cotta per Alexander Raywood dal primo anno.

Quando i due si allontanano dallo scompartimento scoppia il putiferio.

-No ma dico l'avete vista? “Alexander, ti prego, potresti raggiungermi?” quanto è civettuola! In più quei capelli sono palesemente tinti, non li aveva biondo platinato l'anno scorso. Vuole evidenziare la sua lontana appartenenza alla casata dei Malfoy!-

-Lo sai che si comporta così da sempre- le risponde ridacchiando Megan, sorella di Alexander.

-Comunque dai si vede che Alec preferisce di gran lunga me!-

-Ehm … ecco … Fede mi duole darti una simile notizia in questo momento, ma mio fratello si è ufficialmente fidanzato quest'estate ...-

-COSA?! E cosa aspettavi a dirmelo? Che mi dichiarassi scenicamente e facessi una figuraccia?-

-No, io speravo ti fosse passata, ecco tutto-

-Questa cotta va avanti da quattro anni, sicuramente è il vero amore che mi chiama!-

-No, ma ecco ...-

-Mi rimpiangerà quel verme! Senza offesa Meg!-

-Fai bene Fede! Fagli vedere cosa si sta perdendo!-

-G! appena arriviamo al castello dobbiamo organizzare un festino dei nostri! Devo far sapere alla fauna maschile di Hogwarts che sono di nuovo in gioco-

-E farci beccare o denunciare per molestie così la prima settimana? No grazie- Giuliana alza appena gli occhi del libro. Sebbene Federica sia come una sorella per lei tutte quelle questioni amorose la lasciano completamente insofferente.

-Ma come? Potrebbe anche essere l'occasione giusta per trovarti la tua prima avventura!-

-Lo sai che non voglio, lo trovo inutile e di distrazione-

-Mi ricordi come siamo diventate amiche io e te? Siamo completamente l'opposto!-

-Siamo opposte, è vero, ma non riusciresti a vivere senza di me, come io non vivrei senza di te- dice tenendo sempre gli occhi bassi sul suo libro, solo per nascondere il rossore delle guance, perchè le parole aveva smesso di capirle 10 minuti prima.

Federica senza preannunciare nulla le si getta al collo, abbracciandola, e se questo proveniente da qualcun altro le avrebbe suscitato un moto di repulsione, non vale per la ragazza che è come la sua vita, si lascia stringere.

La porta si apre nuovamente, sono i due prefetti di Tassorosso che li avvertono dell'imminente arrivo al castello.

Anche Giuliana, una volta liberatasi dalla stretta della migliore amica, indossa la sua divisa rigorosamente verde ed argento, colori dei quali va molto fiera.

Quando il treno emette l'ultimo sbuffo di quella corsa sfrenata fra le praterie inglesi una fiumana di studenti si precipita giù dalle carrozze; tra loro spicca la colossale mole di Hagrid, intento a radunare i ragazzi del primo anno, ancora estranei a quella frenesia.

Giuliana e Federica si perdono di vista a causa della folla e si avviano verso due carrozze diverse; prima di partire la più bassa, ironico a dirsi, riesce a scorgere da lontano l'amica incavolarsi, per l'ennesima volta quella giornata, con un ragazzo di Corvonero altissimo quanto quello che la ha urtata in treno, ma con i capelli colorati sulla cresta di verde e molti, forse troppi, piercing.

Vorrebbe poterla aiutare, ma qualcuno la spinge con malgrazia sulla carrozza.

Sono due ragazzi di Grifondoro, uno dei due è l'antipatico del treno, l'altro è biondo con gli occhi azzurri, tipo modello per le pubblicità babbane.

Per fortuna accanto a lei è capitata Megan, se no avrebbe passato tutto il viaggio chiusa nel suo palazzo di ghiaccio, non per niente è dal suo primo anno che si è guadagnata il titolo di “fredda gemella di Serpeverde”, mentre Federica ovviamente è “la gemella incandescente”.tti

Semplicemente li ignora, anche con il rischio di farsi etichettare da chi non la conosce come altezzosa. Non le è mai piaciuto stringere amicizie con chiunque.

Dopo il viaggio non hanno neanche il tempo di vedere le loro camerate perchè i primini stanno per arrivare e tutti gli altri studenti si devono far trovare seduti ai loro posti in Sala Grande.

Non appena Giuliana riesce a trovare Federica si siede accanto a lei.

-Ciao G! Dov'eri finita? Ti ho cercata ovunque!-

-Mi hanno spinta via. Comunque ho visto che hai stretto una nuova inimicizia-

-Già, un Corvonero, brutta gente quella, di certo meno intelligente degli altri ad attaccare briga con me-

-Non ti pare di essere un po' troppo razzista? In fondo sono come noi-

-Quasi, loro sono quasi come noi. Noi siamo delle fighissime Serpeverde, loro no-

-Hai proprio ragione F-

La discussione si interrompe perchè un fiume di ragazzini fa il suo primo ingresso in Sala Grande. I loro piccoli occhietti vagano in giro per lo stanzone, brillando di genuina curiosità alla vista del soffitto incantato e si meravigliano dall'abbondanza di cibi presenti sui tavoli delle case ai quali fra non molto saranno seduti anche loro.

Sono guidati dal professor Vitious che dal basso del suo metro si confonde, se non scompare, tra i giovani maghi.

La preside McGranitt li aspetta gioviale alla fine della Sala Grande, dietro il leggio con la civetta bronzea che si stiracchia per mettere bene in mostra le penne lucenti.

Il Cappello Parlante è appoggiato sullo sgabello, in attesa di poter svolgere il lavoro per cui è stato creato.

Sebbene ora sia Vitious il vicepreside, è la McGranitt che solleva il rattoppato copricapo, chiamando il primo undicenne della lista.

-James Sirius Potter-

Un nome altisonante.

Primo nome, primo scompiglio.

Sentire quel cognome così noto da essere leggenda lancia un velo estatico su tutti gli studenti, che non possono non conoscere la storia del padre di quel ragazzo.

Il Cappello si posa sulla prima testa e, per la pura magia di cui è intriso, prende parola.

“Vedo una bella testa sotto di me, senza dubbio brillante, ma esitante. Cosa ti preoccupa giovane mago? Forse la famosa stirpe o l'aspettativa, forse che il tuo nome cada? Ebbene, senza dubbio, in Grifondoro troverai la tua strada”.

Un boato di applausi si accende nella casa dei coraggiosi ed il giovane zampetta allegro verso il tavolo, verso quella che per i prossimi sette anni sarà la sua casa, quella che è stata di suo padre e di suo nonno, recupera il colorito che aveva perso.

Giuliana non presta molta attenzione alla cerimonia, avrà tempo in seguito di sapere chi dovrà istruire sul come non infastidirla durante l'anno.

Quando però i ragazzini sono finiti si fa avanti, da un angolo della sala, un ragazzo visibilmente più grande di tutti quelli passati sotto il Cappello fino ad ora.

-Quest'anno ospiteremo nella nostra scuola anche uno studente trasferito da Durmstrang, un inglese che ritorna in patria, Leonardo Barone, che ha già seguito separatamente le nostre lezioni per la durata dell'anno precedente-

Non ha le fattezze del ragazzo che ci si aspetterebbe di vedere all'ultimo anno di Hogwarts, ormai è in tutto e per tutto un uomo, ha i capelli corvini spettinati da un lato, degli occhi verde smeraldo ammalianti, la mascella volitiva, spalle larghe, corpo temprato, notevole massa muscolare e passo sicuro mentre si avvia davanti alla preside per farsi smistare.

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Capitolo 2
*** Un nuovo studente ***


La maga dagli occhi blu si sente stranamente incuriosita dal nuovo studente, se finirà in Serpeverde probabilmente proverà ad avvicinarlo, non sa come mai lo voglia, non ha mai provato un sentimento simile verso nessuno, forse solo verso Federica la prima volta che si sono incontrate, quando ha avuto una strana visione della loro amicizia.

La sua migliore amica è stata la sua prima magia, ma quell'individuo le sta provocando la stessa insolita sensazione.

Sente dell'elettricità scorrerle fra le dita mentre l'attesa della sentenza del Cappello si fa attendere. E' così concentrata nello studiare il volto dello sconosciuto che riesce d ascoltare solo le ultime strofe della filastrocca del Cappello.

“Potere, forza e un gran onore

in Grifondoro troveranno valore.

Ma se di scoprire l'intrigo tu hai paura,

di certo in Serpeverde non sarà la tua sventura”

I suoi piani si infrangono in una parola e il dubbio si insinua nella sua mente.

Appartiene a Grifondoro adesso, quindi di certo lo incontrerà poco e per caso, in più non potrà mai sperare di poterlo avvicinare volontariamente essendo di un'altra casa. Non che sia razzista, solo che la sua freddezza è l'ostacolo principale.

Il ragazzo va a sedersi al suo tavolo con un sorriso splendente e Giuliana, anche se sa che non dovrebbe, non riesce a vietarsi di andare a posare lo sguardo su di lui ogni tanto.

-Ehi G, cosa guardi?-

-Cos … niente-

Prima che la bruna possa porle un'altra domanda la preside McGranitt prende la parola

-Benvenuti a tutti, maghi e streghe nuovi e vecchi, per un altro anno ad Hogwarts. Vi annuncerò ora i nomi dei prefetti di quest'anno: per Grifondoro avremo Penelope Globlow e Leonardo Barone, sì lo so che questo può sembrarvi insolito dato che il signor Barone è con noi solo da poco tempo, ma io sono convinta che grandi capacità si nascondano in ognuno quindi perchè precludere cariche meritevoli a chi può farle fruttare-

-Vuol dire che ci deve andare bene?- sbuffa Federica, che davvero avrebbe preferito che un nuovo studente, per quanto affascinante fosse, non occupasse quel ruolo prima della sua migliore amica che, come aveva sempre sostenuto, sarebbe un prefetto degno di questo nome.

-In pratica sì- le risponde Giuliana.

-Per Serpeverde: Alexander Raywood e Adamanta Lincoln; per Corvonero Raffaele Lupeto ed Elizabeth Goorlock-

-Ecco è lui!-

-Chi?-

-Il tipo con cui ho litigato in carrozza, mi ha detto, prima che osasse fare osservazioni sulla mia corta tenuta scolastica, di chiamarsi Raffaele Lupeto-

-Per Merlino, sei andata ad insultare un prefetto, Fede-

-Ma ti pare che mi faccia paura una femminuccia simile?-

-Per Tassorosso: William Blackbutler ed Eveline Nith. I capi scuola saranno Edward Remus Lupin e Ginevra Graland-

-Hai sentito G? Teddy Lupin è capo scuola! Morgana quanto è bello, in più ora ha anche potere!-

-Sì lo so F, è un grande-

-E' figo! Cioè che fortuna quest'anno! Lo potremo vedere spessissimo!-

-Un'ultima cosa. Quest'anno avremo tra noi due nuovi insegnanti: la professoressa Martha Gibson per babbanologia e il professor Loris Dalord per difesa contro le arti oscure-

Si alzano dal tavolo dei professori a turno una donnina bassa e grassoccia, dalle guance rosse e i piccoli occhietti vispi, e un uomo alto e biondo, dal busto possente e i muscoli ben evidenti sotto l'uniforme da auror, molte ragazzine si lasciano sfuggire un sospiro dalle labbra.

Intanto la preside continua nel suo discorso di incoraggiamento agli alunni, come ogni anno ricorda il divieto all'accesso nella Foresta Proibita e il dovere assoluto di frequenza alle lezioni, dati alcuni casi accaduti l'anno precedente che l'hanno lasciata amareggiata. Infine augura a tutti un buon anno e dà il via al banchetto tra gli applausi contenti degli studenti.

-Non male il nuovo prof di difesa- osserva Megan.

-Hai ragione Meg, ma nessuno batte il professor Paciock-

-Che peccato non essere nella stessa classe! Così non possiamo adularlo insieme-

-Già, tu e G siete un anno avanti quindi abbiamo ore diverse-

-In più noi dovremo condividere quasi tutte le lezioni con i Grifoni, ti immagini quegli scimmioni in un qualsiasi ambiente che non sia la loro foresta? Uno spettacolo disastroso!-

-G che ne pensi?-

La ragazza continua a rigirarsi il cibo nel piatto con aria distratta.

Fede la riscuote con delicatezza, facendole cadere dalla forchetta il boccone di pasticcio di patate.

-Ehi cos'hai? A cosa pensi?-

-No a niente, a se ci hanno messo di nuovo in camerata insieme dopo il festino che ci hanno scoperto l'anno scorso-

-Speriamo di sì, ne ho in mente molti altri-

E mentre l'attenzione di Federica è distratta dal nuovo discorso Giuliana ritorna a scrutare la Sala Grande, sente su di sé uno sguardo insistente, ma non riesce ad individuarne il proprietario, in compenso incrocia altri occhi.

-F, ma quello non è il Grifondoro del treno?-

-Chi, il Grifonschifo? Oh sì è vero-

-Ti sta guardando un po' male a mio parere-

-Sarà perchè prima di entrare qui l'ho spinto contro l'altro che gli è semre appiccicato, quello biondo tipo modello, ovviamente era volontario-

-Ma perchè? Sei tremenda!-

-Andiamo G, gli ho ridato il favore-

-E' anche probabile, ma ora ti odia-

-Sentimento completamente reciproco- le risponde la bruna addentando una banana con un'espressione piuttosto ambigua rivolta ad Alexander.

-Ma che fai?!-

-Niente, o meglio flirto-

-Senti andiamo, sarà ora di vedere le camerate!-

Grazie a quell'espediente Giuliana riesce a trascinare via la migliore amica dalla Sala Grande.

Lo sguardo che si sentiva addosso si abbassa quando oltrepassa il grande portone di legno con vari gruppetti di studenti di diversi anni, mentre i primini seguono i prefetti che gli faranno fare un giro delle loro Sale Comuni.

Scese le scale le due si ritrovano nei sotterranei e dopo pochi passi arrivano davanti alla parete dietro la quale si apre la Sala Comune di Serpeverde, ancora sgombra di giovani maghetti sovreccitati.

-Homo homini lupus- pronuncia la più bassa con cadenza perfetta e i mattoni si addossano l'uno all'altro, creando un comodo passaggio a forma di arco.

Non appena entrate in quell'ambiente così familiare si sentono subito più a casa.

Secondo la bacheca appesa accanto al camino, unica fonte di riscaldamento nell'ampio ed umido salone, sia Giuliana che Federica sono nella stessa camerata che occupano da 5 anni con Megan, solo che questa volta non c'è più Adamanta con loro, ma una ragazzina del primo anno, Beatrice Sbug.

-La conosci?- chiede Giuliana.

-Mai sentita, me lo ricorderei se no-

Lasciando perdere quella che secondo la gemella di ghiaccio sarà solo un'intrusa nella sua perfetta routine scolastica le due si dirigono in camera.

I loro bauli sono già stati sistemati davanti ai letti, così ne approfittano per prendere possesso del bagno e decretare quali cassetti saranno di chi, dato che come minimo Federica pretende un intero mobile.

Arriva anche Megan chiacchierando con una ragazzina dai capelli cenere e gli occhioni verde azzurro che deve essere Beatrice e ben presto, nonostante tutte le avventure estive che non aspettano altro che essere raccontate, il sonno le accoglie nel suo tiepido abbraccio.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La mattina del primo giorno di scuola è sempre stato, è e sempre sarà un trauma, ma ancora di più se un fantasma dispettoso, infestatore da sempre del castello di Hogwarts, decide di svegliarti a gavettoni in faccia.

-Pix!- urlano in coro Fede e Megan mentre la piccola Beatrice cerca di non affogare nella cascata d'acqua che le ha inzuppato il letto.

Giuliana con un leggero gesto della bacchetta la asciuga subito e si sente meglio con la magia che le scorre fuori dalle vene, su per le dita, fino ad incanalarsi in quel pezzo di legno di ebano fino al nucleo di piuma di fenice per poi sgorgare fuori dal suo corpo; ne ha accumulata talmente tanta durante le vacanze da non riuscire quasi più a tenersela dentro, danni collaterali sono quelle scintille azzurre che ogni tanto le accendono le dita quando prova forti emozioni.

Il fantasma si getta contro la parete, attraversandola in uno sbuffo, la sua risatina diventa sempre più fievole fino a quando non scompare dalle loro orecchie e dalle loro teste ancora per metà addormentate.

Beatrice si guarda intorno spaventata con la faccia pallida così serve tutto il buon cuore di Federica per rasserenarla, di conseguenza la studentessa del quinto anno si prepara in ritardo, facendo tardare la colazione delle altre sue due amiche.

-A che punto sei, F?- chiede Giuliana battendo con le nocche sulla porta di legno del bagno nel quale si è rifugiata l'amica venti minuti prima, mentre infila nella sua tracolla scura il volume di storia della magia.

La ragazza dai capelli più boccolosi del giorno spunta dall'uscio con la gonna tirata più su rispetto alla decenza, la camicia leggermente sbottonata e un maglione nero con un largo scollo, delle calze alte fin sopra il ginocchio con fantasie colorate.

-Sai che stiamo andando a lezione e non in discoteca?- prova a farle notare Megan, mentre ormai Giuliana si è rassegnata all'evidenza.

-Non importa, ora andiamo che siamo in ritardo-

-Appunto e poi oggi all'ultima ora ho erbologia, devo farmi notare dal professor Paciock una buona volta. Deve vedere che non sono più una bambina-

-ma hai anche volo alla prima ora, anche se sei un asso a volare come cavalcherai la scopa con quel pezzo di stoffa a cui fai un complimento chiamandola gonna-

-Farò in qualche modo, non ti preoccupare G-

Fanno appena in tempo a sgranocchiare qualcosa preso a caso dalla grande tavolata per poi correre sui due lati opposti del castello.

Quando Giuliana si fionda dentro l'aula di incantesimi evita per un pelo una casacca rosso oro, la stessa che si è trovata ad incrociare in treno.

-Stai attenta!-

-Ero attenta! Sei tu che ti fermi sempre in mezzo al passaggio-

-Ma se tu stessi più in campana non cercheresti di travolgermi-

-Ehi qui quello suonato sei tu-

I due si bloccano non appena si rendono conto che tutta la classe li sta guardando.

Sono costretti dall'arrivo del professor Vitious ad infilarsi nei primi banchi liberi, per loro sfortuna vicini.

-Comunque dobbiamo smetterla di incontrarci così- sbuffa Giuliana in uno slancio di bonaria pacificità.

-Sì, una cosa che dici è giusta- bonarietà che dura poco.

-Non andrò avanti tutta la lezione ad assecondare i tuoi insulti quindi mettiamoci una pietra sopra-

-Mi sembra un'ottima idea, io comunque sono Matteo Odetti-

-Giuliana Frova-

I due passano la lezione ad ignorarsi, ma, non sanno per quale motivo, si trovano vicini anche l'ora dopo a storia della magia e davvero non si può non stringere un legame se si passa insieme una di quelle barbosissime ore.

Tutto comincia con degli scarabocchi su una pergamena che l'un l'altro si divertono a trasformare in figure strane da animare sulla carta e da lì l'ora passa veloce con in sottofondo la voce monocorde di Ruf.

Le lezioni di volo non sono condivise con nessuna casa quindi Serpeverde ha il dominio dei cieli di Hogwarts.

Il tempo autunnale colora tutto il paesaggio di ocra, rosso ed arancione, l'aria frizzante sferza i giovani volti degli studenti della casa degli astuti.

Madama Bumb ordina un paio di giri del perimetro del castello in scopa, per riprendere la mano dopo la staticità delle vacanze.

Giuliana non ha mai avuto problemi a governare la scopa, come Federica del resto, tuttavia da una brutta caduta risalente all'anno prima ha iniziato ad avere una non esigua paura di salire a cavalcioni del legno levigato della sua Nimbus 2015.

Una volta essersi forzata a salire in alto, partita per il primo giro, ogni preoccupazione si dirada.

La maga parte subito in velocità per poter superare i compagni e rimanere in testa sicura di non avere impicci durante il volo.

Passando sopra la serra numero 2 vede il bonaccione professor Paciock fare lezione alla classe del settimo anno di Grifondoro.

Di nuovo sente su di sé lo sguardo della sera precedente, cosa che la inquieta leggermente, ma non riesce proprio a fermarsi per poter studiare meglio l'ambiente e cercare chi la stia scrutando perchè i suoi compagni arrivano e la trascinano via.

Finita poi l'ora dopo incontra Federica nella serra di erbologia, intenta a chiacchierare amabilmente con il professor Paciock. Quando la riccia è con quell'uomo perde ogni tipo di malizia e diventa di miele, cosa alquanto strana a dirsi di una tale persona, ma lei si trova perfettamente a suo agio con il professore dei miracoli.

-Ciao F, che fai già qui? Non avevi storia della magia?-

-La lezione era troppo noiosa, così sono sgattaiolata fuori dalla classe e ho pensato di venire a trovare il nostro sublime professore-

-Troppo buona Castelli, purtroppo il tuo è un comportamento scorretto-

-Lo so prof, ma non può neanche mandarmi dalla preside perchè non c'è-

-Ah no? Dov'è?-

-Vitious ha accennato al Ministero della Magia, poi non saprei, c'era di mezzo una questione complicata con la Germania-

-Durmstrang che rompe?-

-Durmstrang che rompe-

-Penso anche io-

-Va bene, basta voi due! Ora devo fare lezione a Castelli e tu Frova, se non sbaglio, hai lezione con Hagrid quindi volatilizzati-

-Sì certo, arrivederci professore-

Uscendo Giuliana si imbatte in Matteo così, involontariamente, si affianca a lui senza farne una piega diretta verso il retro della casa del professor Hagrid. Purtroppo la scorge da lontano qualcuno alle prese con cesoie e terra dal carattere infuocato, che in seguito si ripromette di far notare apertamente il suo disappunto.

Per la prima lezione di cura delle creature magiche Hagrid ha preparato una veloce attività all'aperto con le puffole pigmee, a Giuliana ne capita una chiazzata di blu e viola, mentre Matteo, accanto a lei, si appropria di una puffola celeste.

Sono incaricati, a fine lezione, di prendersene cura per tutta la settimana e il primo voto dell'anno sarebbe stato sulla salute delle puffole pigmee il lunedì seguente.

Ovviamente a nessuno sta bene, ma i compiti sono compiti.

-Non riesco a non far morire i fiori di mia madre badandoci per tre giorni, figuriamoci se mai potrei tenere in vita questa … cosa- sbuffa Megan rigirandosi la palla di pelo tra le mani.

Accanto a lei Giuliana e Matteo si sono subito piazzati l'animaletto in spalla per tenerlo sempre con sé, ma facilitandone il trasporto.

-Ma come fate a tenerle buone? La mia è agitatissima!-

-Penso dipenda dalla indole di chi le tiene, l'ho letto una volta in un libro-

Megan sbuffa per l'ennesima volta e in quel frangente un tornado di capelli mossi piomba sul trio.

-Tu! Come osi stare vicino alla mia G?!- urla Fede indicando con aria accusatoria Matteo.

-Prima di tutto abbassa la voce, non sei sola qua, per secondo indicare è maleducazione, infine cosa la tua cosa?- ma la ragazza già non lo ascolta più, abbracciata com'è a Giuliana.

-Ti ha traviata? Povera piccola innocente G, tranquilla ora ci sono io, quel Grifonschifo non ti starà appiccicato-

-Ma di che parli?- la ragazza si libera in uno sbuffo dalle braccia soffocanti dell'amica per guardarla con aria stranita -C'era almeno un metro fra noi, e comunque Matteo non è così male …-

-Matteo? Chi è Matteo?-

Giuliana indica il ragazzo che le sta guardando con aria piuttosto scocciata, data dal suo essere ignorato, Megan accanto a lui è ancora alle prese con la puffola esagitata.

-Così ha anche un nome ora? G io pensavo che noi lo odiassimo!-

-No, F, non iniziare a fare queste storie, lo sai che sei tu quella che ha un problema con lui e non io- anche se la Serpeverde cerca di parlare con delicatezza per non ferire l'amica Federica sembra prendersela comunque.

-Molto bene. Non mi vedrai finchè starai vicina a quello lì! Sappi che mi sento tradita-

-Non essere così tragica, dai ...-

Ma Fede è già scappata via e la presenza di lacrime sul suo volto scava nel petto di Giuliana un profondo buco sanguinante di dolore.

-Matte scusala, non è cattiva, anzi è una ragazza stupenda … quando fa così-

-Tranquilla, ti capisco. Anche se si è comportata davvero male-

-Lo so … è che ...-

-Basta, non ne parliamo più e andiamo a mangiare-

Si separano solo all'altezza della Sala Grande, dove Matteo si ricongiunge con il suo amico biondo.

Giuliana cerca Federica con lo sguardo, sperando di trovarla per poterle parlare, ma non la trova da nessuna parte e neanche le loro compagne pettegole sanno dove possa essere andata.

Il primo giorno tendenzialmente i compiti sono pochi, l'unico che la ragazza si ritrova è quel peso invadente sulla spalla, quindi la Serpeverde dagli occhi cerulei ne approfitta per girare la scuola alla ricerca della migliore amica.

Come luogo iniziale parte dal campo di quidditch e ancora una volta dimostra di conoscere Federica alla perfezione perchè la trova là, a girare fra gli anelli a cavallo della sua scopa.

-Mia madre quest'estate ha cercato di pulire il pavimento del suo terrazzo con la mia Nimbus 2014-

-Povera scopa, surclassata, ma buona- sbuffa Federica scendendo a terra, il viso ancora corrucciato e arrossato dal vento che spira con forza in quel giorno.

-Non ti ho vista a pranzo-

-Sono passata dalle cucine prima di venire qui e ho mangiato due piatti di pasta-

Per poco le due streghe se ne stanno in silenzio a scrutarsi, è Giuliana la prima a rompere il silenzio.

-Vuoi continuare a tenermi il broncio ancora a lungo?-

-G, tu lo sai che io sono gelosa di te-

-Lo so-

-E che quel tipo non mi sta simpatico neanche un po'-

-So anche questo-

-Allora perchè pensi che ti lascerò a lui?-

-Perchè non sei mia madre e poi perchè scommetto che voi due potreste trovare molti punti in comune su cui essere d'accordo--

-Assolutamente no, mai-

-Ma sai che non smetterò di frequentarlo e che non sarà onesto da parte tua nei miei confronti impedirmi di passare del tempo con lui, anche se sai di avere potere assoluto su di me-

-Come tu ce l'hai su di me, ma io non so … sono preoccupata ...-

-Non mi porterà via da te, nessuno può strapparmi a metà-

Federica ha gli occhi che brillano, ma l'incertezza che la tormenta si legge dal modo in cui tortura un laccetto di cuoio della divisa di quidditch.

-Ehi, me lo dai un abbraccio?-

-Oh ma sì certo! Vieni qui G!-

Giuliana si lascia stringere e stringe a sua volta la sua metà a sé in un caldo abbraccio, al centro del campo da quidditch, con il vento che scompiglia i capelli lisci e screziati di blu dell'una e ricci e sfumati di rosa dell'altra.

Un fischio acuto le riscuote dal loro mondo.

Fuori dagli spogliatoi si sta riunendo la squadra di Grifondoro bardata di tutto punto, Federica si è dimenticata che quel giorno avrebbero avuto le eliminatorie per il ruolo di capitano tra la nuova squadra appena formata.

Giuliana tra tutti quei ragazzi vede gli occhi chiari di Leonardo scrutarla per poi passare subito oltre, come se fosse stato beccato a fare qualcosa di sbagliato o irrispettoso.

L'amica se la tira dietro fino a bordo campo, ma con la coda dell'occhio la ragazza vede che al nuovo studente è appena scivolato giù dalla tasca un piccolo orologio attaccato a una catenella verde ed argento. Non riesce a raggiungerlo per avvertirlo prima che spicchi il balzo per il cielo, così recupera l'oggetto di pregiata fattura e se lo infila nella tasca della gonna nera a pieghe, ripromettendosi di restituirlo quanto prima.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quella sera in sala comune ci sono Giuliana, Fede e Megan appollaiate sul divano davanti al camino acceso di una fiamma verde.

Federica sta accarezzando pigramente il suo gatto nero dal pelo corto, Chicca, mentre Giuliana si rigira tra le mani l'orologio da taschino che il giorno dopo avrebbe ridato al suo proprietario. Sul pavimento stanno giocando la puffola pigmea screziata e quella fucsia, pigolando contente.

-Quindi quello sarebbe di Barone?-

-Sì, è come vi ho detto-

-Lo posso vedere?- le chiede Megan, ma la ragazza ritira la mano chiusa a pugno sull'orologio.

-Scusa, è che non mi sembra corretto dare a un altro un oggetto non mio-

-Uffa va bene. Fede la squadra quando farà i suoi primi allenamenti?-

-Ancora non sappiamo, dovremmo parlare con il capitano di Grifondoro per alternarci il campo-

Mentre le due continuano a parlare di quidditch, Giuliana cerca di aprire lo scompartimento dell'orologio per vedere l'ora, ma la lastrina argentata che copre per metà le lancette non si vuole spostare, come sigillata.

-Sembra incollato dalla magia-

-Magari Barone ha qualche segreto da nascondere-

-Se anche fosse mi sembra strano che lo abbia perso facilmente nonostante non avesse avuto fiducia nel lasciarlo nello spogliatoio-

-Domani gli potrai chiedere tutto quello che vuoi dato che finalmente avrai la scusa per parlarci- ridacchia Federica con il sorriso malizioso che la contraddistingue.

-Non pensare chissà cosa, a me Leonardo non interessa-

-Ma certo, e come mai è già “Leonardo”? Non dirmi che finalmente è arrivato qualcuno a farti battere il cuore?!-

-Non è vero!- si affretta a precisare Giuliana con le guance rosse.

-E invece sì-

-Dato che non la smettete di prendermi in giro me ne vado-

-Ma va!-

-Lo sai che ti ha guardata più e più volte ieri al banchetto e oggi sia a pranzo che a cena-

-Basta, vado a dormire!-

-Ma non stavo scherzando-

Però Giuliana è già arrivata alla camerata dove trova Beatrice addormentata.

La mattina dopo la ragazza esce dalla stanza prima delle sue due amiche per farsi una tranquilla passeggiata fino alla Sala Grande.

Megan e Federica arrivano di corsa solo quando la ragazza ha finito di mangiare in tutta calma.

-Perchè non ci hai aspettate?-

-Perchè se no mi sarei ridotta ad ingozzarmi come un troll come state facendo voi ora. Io inizio ad andare a trasfigurazione. F guai a te se scopro che hai di nuovo saltato storia della magia per andare a parlare con il prof Paciock!-

-Va bene, G. Buona lezione e buona fortuna con Barone-

Giuliana corre verso l'aula della McGranitt che è tornata dalla sua visita a Londra.

Trova Matteo ad aspettarla davanti alla grande porta di legno ancora spalancata.

-Ehi, ti sei scordata di portare il tuo animale per la lezione di oggi?- le chiede il ragazzo, che fa mostra su una spalla della stessa puffola pigmea di Giuliana, mentre sull'altra di una civetta dagli occhi azzurri.

-Ecco il mio Veleno- tirandosi su la manica della camicia bianca mostra una striscia argentata lattea arrotolata intorno al suo posto, potrebbe essere scambiato per un bracciale a forma di serpente se il suddetto serpente non avesse gli occhi cerulei vispi che si muovono, come la lingua biforcuta.

-Che figo! L'hai immobilizzato per farlo restare così?-

-No, è sempre stato obbediente di suo-

Entrano nella classe e un'altra stancante giornata di scuola comincia.

Giuliana non ha occasione di incontrare Leonardo da nessuna parte, nonostante si sia abbassata a chiedere alle sue compagne di casa pettegole alcune informazioni su di lui non lo incrocia per tutto il giorno.

Gioca con la catenella dell'orologio nella sua tasca mentre cammina a passo sicuro tra i corridoi di pietra con Federica al suo fianco, il sole si sta abbassando sui campi di quidditch, tutti gli studenti stanno andando a cena.

Matteo corre incontro alle due ragazze, fermandole in mezzo alla strada.

-Giuliana ferma là! Forse so dove trovare il tuo bello-

-Anche tu? Ma basta! Lui non è il mio bello, non è nessuno!- strilla la ragazza rossa in volto. Federica forse per la prima volta addolcisce lo sguardo nei confronti del Grifondoro, venendo a sapere la loro idea comune a proposito della cotta della sua migliore amica.

-Comunque il tuo nessuno questa sera farà astronomia con te-

-Ma com'è possibile? Lui è del settimo anno-

-Mi pare di aver capito che sia per una particolare pioggia di meteore-

-E tu non verrai?-

-No, io non faccio astronomia, buona fortuna-

-F mi abbandoni anche tu?-

-Sono di quinta io, non ho libero accesso alla torre di sera-

-Ma ...-

-Niente ma! Mi raccomando fatti invitare ad uscire! Mentre penso che io e Megan decideremo cosa fare per la festa che ho in programma per il prossimo mese-

-Ma come farete? Senza di me esagererete!-

-Poi ti sottoporremo tutte le idee, ora filiamo a cena che alle 9 hai un incontro!-

Nonostante sia Matteo che Federica ripongano una fiducia così cieca nei suoi confronti Giuliana non riesce a trovare un modo per approcciarsi al ragazzo accanto a lei nel buio della torre di astronomia.

Sono tutti seduti per terra con il naso rivolto all'alto per scrutare il cielo trapunto di scie di stelle, uno spettacolo da togliere il fiato.

Giuliana percepisce chiaramente la spalla di Leonardo a contatto con la propria e le guance le vanno a fuoco per quel leggero sfiorarsi di tessuti inaspettato a cui non era preparata.

Sa che dovrebbe limitarsi a sporgergli l'oggetto in quel momento in cui potrebbe nascondere l'imbarazzo che la sta turbando, ma non vuole sprecare l'occasione di poter conoscerlo e di potersi presentare al ragazzo, per renderlo anche solo noto della sua presenza.

Quando si accendono le luci però il coraggio la tradisce.

Lui è lì, in piedi davanti a lei, le dà la schiena e ride con un suo compagno, quel suono così celestiale non se lo potrà più dimenticare e le gambe le tremano.

E' spaventata dalle sue stessa emozioni, così nuove, si sente la voce andare e venire e i cerchi alla testa.

Sta quasi per convincersi di potergli restituire l'orologio via gufo, chiedendo l'animale in prestito a Matteo, con allegata una lettera di scuse per il ritardo, ma la puffola pigmea che ha avuto la brutta idea di portarsi dietro, e che è rimasta per tutto il tempo a sonnecchiare sulla sua spalla, percepisce l'agitazione della sua tutrice e schizza via con un balzo proprio sulla testa corvina di Leonardo.

Il ragazzo sobbalza di sorpresa, mentre si volta verso Giuliana.

Quando la strega si trova a pochi centimetri dagli occhi smeraldini di Leonardo non può impedirsi di trattenere il fiato per la meraviglia di quel colore così puro.

-E' tua questa belva?- le chiede, un sorriso candido in viso.

-S.sì … scusala … è un po' problematica-

-Come si chiama?-

-Non lo so, non ha un nome a dire il vero-

-Peccato. Comunque ecco a te- le restituisce la pallina di pelo che non ha placato la sua energia, sembra aver accumulato agitazione.

Leonardo sta per andarsene quando finalmente Giuliana prende il coraggio a due mani.

-Aspetta! Io … ti dovrei ridare una cosa …- estrae dalla tasca l'orologio che è stato la sua preoccupazione ed ossessione per l'intera giornata, anche se ci ha preso gusto a giocare con la catenella.

Glielo porge velocemente senza guardarlo in faccia.

-Scusa se ho tardato così tanto a dartelo … ce l'ho io perchè ieri sul campo da quiddith ti è caduto e non ho fatto in tempo a chiamarti-

-Oh capisco, grazie mille. A dire il vero lo tengo perchè mi piace il pendente, non ha una grande utilità dato che non riesco neanche ad aprirlo-

-Sì ci ho provato anche io … scusa forse non avrei dovuto-

Il ragazzo ride davanti a Giuliana che è sempre più in difficoltà, non riesce a capire come Leonardo riesca a far vacillare così tanto la sua solida sicurezza semplicemente sorridendo, non si riconosce più.

-Comunque io sono Leonardo- si presenta il ragazzo abbozzando un inchino.

-Ed io sono Giuliana- si scioglie di più e riesce persino a ridacchiare mentre scimmiotta l'inchino del Grifondoro.

-Senti è tardi, non vorrei mai che mentre scendessi verso i sotterranei ti perdessi, ti va se ti accompagno?-

-Cosa? Cioè tu vuoi … davvero?-

Leonardo non riesce a trattenere una risata all'insicurezza di quella ragazza appena conosciuta. In realtà lui si comporta così solo per educazione, in fondo da quando è ad Hogwarts ha già ricevuto richieste di tutti i generi e di tutte le sfumature, ma lui, anche se educato da galantuomo, non è abituato ad avere qualcuno al suo fianco nemmeno camminando, a Durmstrang non gli è mai capitato essendo una scuola maschile.

-Siete tutti così balbettanti qua?-

-Certo che no!- Giuliana riprende un po' di orgoglio e gonfia quasi il petto -Ti permetto di scortarmi al mio dormitorio-

-Molto bene regina di Serpeverde, andiamo- si mettono in marcia fianco a fianco giù per le scale della torre di astronomia, e Giuliana è in errore a pensare di essere l'unica a disagio.

-Io non sono la regina, quella è Adamanta-

-Chi? Quella bionda palesemente tinta?-

-Sì, hai capito il soggetto-

-Ho capito che è stata la prima a chiedermi di entrare nelle mie grazie, sospetto che il suo intento reale fosse di entrarmi nei pantaloni-

-E' da lei- Giuliana sforza una risatina, anche se la sua timidezza non le fa piacere che si parli di sesso, perchè sebbene Federica gliene abbia raccontate di tutti i colori lei è ancora vergine.

-Quindi … se tu non sei la regina sarai la principessa-

-Perchè pensi che io abbia tutta questa importanza?-

-Non lo so, forse perchè vedo come i tuoi compagni ti ascoltano, sembrano sottomessi-

-E' perchè hanno paura- borbotta la ragazza, nascondendo la frase nello scalpiccio delle scarpe sulla fredda pietra del corridoio, non vuole subito passare per una persona fredda, in qualche modo le sta a cuore cosa il ragazzo pensi di lei.

Il viaggio dura poco e i due si trovano prima di quanto entrambi avrebbero voluto davanti alla parete che cela l'entrata alla sala comune della Serpeverde.

-Grazie mille per avermi accompagnata-

-Non c'è di che principessa, buona notte-

-Anche a te, ci vediamo in giro-

-Sì, presumo di sì. Ma la prossima volta non esitare così tanto se mi devi dire qualcosa, non mangio mica-

-Tu … avevi capito che ti volevo parlare? Quando?!-

-Da quando ci siamo seduti vicini alla torre di astronomia e ti sei tesa come una corda di violino-

-Potevi aiutarmi, invece che aspettare fino all'ultimo!-

-E perdermi i tuoi tentennamenti? Mai!-

-Penso che dovrei arrabbiarmi ora-

-Già, lo penso anche io-

-Ma non lo farò-

-Perchè?- questo va fuori dai piani di Leonardo, prima volta dopo anni in cui non riesce a prevedere il comportamento di qualcuno.

-Perchè quello che hai fatto è stato così tanto Serpeverde e così poco Grifondoro che quasi quasi questa notte potresti dormire in questo dormitorio- azzarda Giuliana.

-Magari potresti ospitarmi tu nel tuo letto? Tanto è grande per tutti e due, ne sono sicuro-

-Probabilmente sì, ma anche no, non lo saprai mai- e prima che il ragazzo possa ribattere Giuliana scompare dietro il muro con un sorriso sincero sulle labbra.

Leonardo non può impedirsi di pensare quanto gli sia piaciuto chiacchierare con quella ragazza dal carattere mutevole.

Entrata in camera la luce è ancora accesa, Federica e Megan sono sedute sul letto della prima circondate da fogli di pergamena.

-E questi cosa sarebbero?-

-Un elenco di cose che ci servono per la festa che faremo fra tre settimane-

-E' un mucchio di roba-

-Riesci a farti recapitare l'alcool in sordina con così poco preavviso?-

-Certo, mi farò aiutare da Aberfort, non sarà di prima qualità ma andrà bene lo stesso, come farete a procurarvi le decorazioni che servono?- chiede Giuliana mentre calcola a mente il tetto massimo di alcolici per una massa piuttosto ingente di studenti di più o meno tutte le età dai sedici in su.

-Meg quest'estate ha imparato un incantesimo per decorazioni temporanee, le faremo noi con vecchia stoffa-

-Bene- sbuffa Giuliana mentre si getta sul suo letto.

-Ehi ci devi raccontare come è andata con Barone-

-E' andato tutto bene, gli ho ridato l'orologio e ...-

-E ...-

-... mi ha accompagnata fin ai sotterranei-

-Davvero? Così al primo incontro?-

-Waaa che bello G! Finalmente anche tu avrai il fidanzato!-

-Adesso non esageriamo! Andate a dormire su che siete stanche!-

-Uffa va bene mamma-

-E state disturbando Beatrice che già dorme da brava bambina-

Lo notte si chiude su Hogwarts in una morbida coperta anche quel giorno.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Al contrario dei piani di matrimonio che si era già preoccupata di progettare Federica, Giuliana sembra tornata a prima di aver parlato con Leonardo, perchè lui sembra quasi evitarla.

Invece, secondo la teoria di Giuliana, Matteo e Federica stanno stringendo un legame molto forte dettato dalle loro passioni comuni.

I tre passano sempre più tempo insieme fra le mura di Hogwarts e fuori, le loro escursioni preferite sono quelle nella foresta proibita e sul Lago Nero, qualche volta Matteo le ha condotte fino alla tomba di marmo bianco di Silente.

Si trovano spessissimo tutti nella stanza delle Serpeverdi, stesi su un letto a caso, a parlare di tutto, dalla loro vita fuori da lì ai loro compagni di casa.

-Ehi Matte, ma chi è quel tipo biondo che sembra un modello che ti porti sempre appresso?-

-Un mio “compagno”- risponde il ragazzo evidenziando le virgolette.

-Come mai “compagno”?- chiede Federica con la malizia negli occhi.

-Diciamo che inizialmente lo odiavo-

-E cosa è cambiato?- chiede Giuliana questa volta con una pura scintilla di curiosità innocente.

-L'anno scorso ero nella Foresta Proibita, la sera tardi, e l'ho visto prendersi cura di un piccolo testral. Questo mi ha scosso talmente tanto, lo pensavo un arrogante gonfio e sfrontato, invece si è rivelata una persona completamente diversa, da quel giorno ho iniziato a guardarlo con occhi diversi. Siamo diventati amici e … non so, le cose fra noi vanno a rilento-

-Lui ti piace?-

-Sì- ammette il ragazzo, con un nodo alla gola, la paura di essere giudicato per una cosa che faceva fatica a far accettare persino ai suoi genitori, ma si fida di quelle due.

E la sua fiducia non viene tradita perchè le Serpeverdi si aprono in un allegro sorriso.

-E' una cosa bella che tu abbia trovato qualcuno da amare! Pensa invece a G che è palesemente innamorata, ma che non riesce ad ammetterlo neanche a se stessa-

-Ma non vi dà fastidio?- chiede preoccupato Matteo.

Federica e Giuliana sanno esattamente a cosa stia alludendo il loro amico.

-Matteo, siamo persone mature … cioè forse G un po' di più di me in certi ambiti, ma non ci può dare fastidio una cosa come questa e parlo a nome di entrambe-

In quel momento il Grifondoro si getta sulle due Serpeverdi abbracciandole come non avrebbe mai pensato di poter fare.

-E hai già un piano di conquista?-

-Bè, date una festa nella Camera delle necessità sabato prossimo, no? Agirò là-

La chiacchierata procede fluida sull'argomento festa.

In effetti di lavoro ce n'è da fare la Camera era stata tirchia con loro perchè una settimana prima si era presentata agli occhi di Federica e Megan come un grande ambiente quasi vuoto con un paio di anfratti nelle pareti e un cunicolo separato che porta alla sala privèe. Giuliana sospetta che sia stata Federica a desiderare un posto simile, data la sua passione per la creazione di feste partendo da zero.

La Serpeverde dagli occhi cerulei aveva incontrato non poche difficoltà nel cercare alcool di buona marca nelle vicinanze di Hogsmade, di solito se lo fa portare direttamente da casa tramite i fratelli e un intricato percorso sotto il Platano Picchiatore che conduce fino alla Stamberga Strillante dove può materializzare e smaterializzare casse, che poi trasporta rimpicciolite e prive di peso all'interno della scuola, fino alla sua camera.

Questa volta il preavviso è troppo poco per ricorrere solo al suo metodo, dato che i suoi fratelli devono far comprare i liquori al maggiordomo avendo ancora meno di 16 anni, così ha riallacciato i contatti con Aberfort Silente tramite il quadro di Ariana Silente, una delle due copie l'ha trovata lei in una aula abbandonata l'anno precedente.

Manca un giorno alla festa e Giuliana sta tornando dalla sua spedizione alla Stamberga con la tracolla piena di bottiglie abilmente rimpicciolite ed incastrate, quando va a sbattere contro una chioma corvina che ha tanto sperato di rivedere.

-Ehi attente!- la mette in guardia Leonardo mentre la Serpeverde per poco non perde la presa della sacca piena di preziosi liquidi.

-O Salazar! Scusa! Non ti avevo proprio visto … e dire che sei imponente quindi sono cieca io-

-Stai tranquilla, principessa, non mi sono fatta niente, e tu?-

-No … io sto bene- Giuliana sposta il peso da un piede all'altro, visibilmente a disagio davanti al ragazzo in un corridoio che non è poi così affollato dato che è vicina l'ora del coprifuoco, ha avuto la sfortuna di beccare non un, ma il prefetto in ronda.

Si mordicchia il labbro pensierosa.

Leonardo ha usato il suo nomignolo, quello che le ha dato la sera della torre, quindi non si è dimenticato di lei.

Le è venuta una gran voglia di invitarlo alla festa, ma non sa se si può fidare di un prefetto, quasi del tutto sconosciuto per di più.

-Vuoi dirmi qualcosa, vero?- la anticipa lui, lasciandola a bocca aperta.

-Come … come fai a saperlo?-

-Non lo so, penso di sentirmelo. In effetti sono bravo a capire queste cose-

Giuliana emette uno sbuffo di disappunto, per un attimo aveva sperato di essere l'unica.

-Comunque una cosa vorrei dirtela, sì, ma quanto sei corruttibile?-

-Corruttibile? Credo di non aver capito ...-

-Diciamo che non è proprio nel regolamento scolastico, bisognerebbe che tu chiudessi un occhio-

-Tu prova, poi vedremo-

-Non ci penso neanche, o giuri sulla moneta dell'esercito di Silente o non se ne fa niente!-

Leonardo si lascia andare a una risata leggera che anima il corridoio in penombra e imporpora ancora di più le guance della studentessa.

-Va bene, giuro che se non è in pericolo la tua incolumità manterrò il segreto-

Giuliana non si lascia scappare l'apprensione nella voce del ragazzo mentre pronuncia quella frase e non può evitare di gongolare soddisfatta al pensiero di non essergli indifferente.

La ragazza abbassa la voce e si avvicina a lui, anche se non ce ne sarebbe bisogno, perchè all'improvviso sente di poter provarci con il Grifondoro, anche se andasse male non ci sarebbe nessuno a raccontarlo in giro.

Si alza sulle punte per poter arrivare alla sua altezza e, senza preavviso, Leonardo la sorregge per i fianchi, tenendola salda al suo petto.

Ignorando l'imponente imbarazzo e il suo cuore che le batte nelle orecchie, Giuliana parla.

-Facciamo una festa domani … e mi piacerebbe che tu ci fossi, che ne dici?-

-Uh una cosa così illegale? Non ti facevo tipo da festa-

-Infatti non lo sono, ma per le persone giuste potrei esserlo- si accorge troppo tardi di aver lasciato cadere troppe barriere, deve cercare di allontanarsi il prima possibile o potrebbe diventare irrecuperabile.

-Potrei essere io, una di quelle persone?-

-Non darti l'importanza che non hai- ridacchia freddamente la ragazza staccandosi dal petto ampio e caldo di Leonardo, rifugio sicuro che è certa le mancherà -ci vediamo domani sera nella Stanza delle Necessità al terzo piano alle dieci- gli dice prima di scappare via diretta ai sotterranei, lasciando lì un prefetto con un palmo di naso.

Entrata in camera si getta sul letto con la faccia affondata nei cuscini per nascondere l'ancora prorompente rossore. Sente il materasso accanto a sé piegarsi sotto un peso e il profumo di Federica, zucchero filato, le invade le narici quando la abbraccia.

-Ehi G, cos'è successo? Perchè sei triste?-

-No F, non sono triste, sono emozionata-

-Ah, meglio. E perchè? Dai dimmelo!-

-Ecco … si dà il caso che abbia invitato Leonardo alla festa-

-Ommiodio G e lui che ha detto?-

-Non è stato molto chiaro, ma penso abbia accettato-

Dopo l'euforia iniziale la reazione di Federica è quasi immediata, inizia a sconvolgere il contenuto del suo baule per poi passare a quello di Megan e infine a quello di Giuliana, recuperando da ognuno uno degli abiti o l'unico per quanto riguarda l'ultimo.

Se li appende davanti facendolo levitare, saltellando per la felicità.

-Che vuoi fare?-

-Non ti sembra ovvio? Modifico gli abiti! Sarà divertente!-

Bacchetta alla mano un fascio di luce si sprigiona dalla punta, come un pittore Federica va a disegnare sul tessuto e quello che pensa diventa realtà.

-Per quando saranno pronti?-

-Oggi li imbastisco, domani aggiungo la firma d'autore-

-Sai dov'è Megan?-

-E' tornata prima e ha detto che avrebbe portato tutta la notte fuori con una nuova conquista-

-Siamo solo all'inizio del secondo mese e già si dà da fare!-

-Almeno qualcuno qua è sessualmente attivo-

-Oh piantala! Me ne vado a dormire-

-Non spegnere la luce che continuerò ancora per un po'-

-Va bene, ma non strafare che domani hai gli allenamenti e la partita di quidditch-

In quel frangente entra in camera anche Beatrice che saluta tutte con un sospiro e si infila nel letto.

-Ehi Bea vuoi che modifichi anche il tuo di abito per la festa di domani?-

-Oh no! No proprio! Non voglio fare qualcosa contro le regole, rischio di essere espulsa!-

Le due gemelle scoppiano a ridere e la lasciano in pace a sonnecchiare in quella placida notte d'autunno.

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